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Dettaglio seduta n.152 del 03/05/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Telecomunicazioni

Interrogazione a risposta immediata n. 1041 presentata dal Consigliere Valle, inerente a "Sviluppo della banda ultralarga in Piemonte e allacciamento al servizio di fibra ottica per l'utenza dei territori interessati dalla stipulanda convenzione con Infratel"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1041, presentata dal Consigliere Valle, che ha la parola per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Non vorrei che venisse confusa con il question time presentato dal Consigliere Barazzotto, su argomento analogo.



(Commenti del Vicepresidente Reschigna)



VALLE Daniele

Volevo solo puntualizzare.
Abbiamo letto sui comunicati della Giunta regionale che recentemente è stata sottoscritta una nuova convenzione con Infratel per la posa di fibra ottica sul nostro territorio, con particolare riguardo ai territori più svantaggiati e meno connessi.
Alcune segnalazioni hanno portato alla mia attenzione il fatto che analoghe operazioni sono già state fatte negli anni precedenti, ma in alcuni casi la fibra posata non è stata sfruttata da nessun operatore perché i centri raggiunti non hanno le dimensioni economiche per avere interesse anche nel caso in cui l'investimento dell'infrastruttura, che è sicuramente il più oneroso, sia già stato fatto dall'operatore pubblico.
Mi chiedevo se è in questa operazione o se è in progetto un'attenzione a costruire delle condizioni affinché gli operatori economici possano trovare interessante intervenire anche e soprattutto nei centri meno popolosi, sia sulla fibra che abbiamo già posato sia su quella che andremo a posare.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Rispondo in sostituzione dell'Assessora De Santis, che è impegnata a Roma. Mi hanno fornito alcuni elementi per la risposta, ma mi permetterò di aggiungere due considerazioni finali che non sono nello scritto.
Tra le iniziative che accompagneranno l'attuazione del Piano per lo sviluppo della Banda Ultra Larga si colloca la creazione di un gruppo di lavoro che metta in campo tutte le competenze necessarie, oltre che per indirizzare e monitorare la realizzazione degli interventi previsti, per favorire il raggiungimento dei target UE che il Piano in sé non assicura.
A questo riguardo, voglio ricordare che i ragionamenti che fa l'Unione Europea non parlano unicamente di estensione del servizio, ma di effettiva attivazione dello stesso, che sono due condizioni (lo ricordava anche il Consigliere Valle nella sua illustrazione) diametralmente diverse.
In fase di stipula delle convenzioni operative di costruzione dei bandi e di realizzazione degli interventi, si intende attivare e mantenere un confronto serrato per la definizione delle strategie, con i territori interessati e con gli operatori: tra questi, sia i grandi operatori privati che il sistema diffuso di quelli locali e WISP, già operanti sul territorio.
Il modello proposto, di realizzazione della sola infrastruttura passiva, sarà rafforzato attraverso lo stimolo della domanda da parte di cittadini e imprese, mediante la creazione e diffusione, con gli interventi previsti dall'Agenda digitale piemontese, di servizi digitali utili ed efficienti, che renderanno più appetibile per gli operatori intervenire per l'attivazione dell'infrastruttura realizzata con l'intervento pubblico.
Si avrà, inoltre, riguardo alla valorizzazione degli interventi già attuati (WI-PIE) e alla loro integrazione con gli interventi previsti dal Piano.
Fin qui, gli elementi essenziali che gli Uffici dell'Assessorato della collega De Santis mi hanno fornito per consentire questa risposta. Mi permetto di aggiungere due considerazioni.
La prima: siamo alla vigilia di un fatto che può avere elementi di grande novità positiva sul sistema economico e dei servizi all'interno della nostra regione, perché avere come obiettivo quello di coprire tutte le zone bianche nella nostra regione significa creare un'infrastruttura capace di eliminare quello che ancora oggi rappresenta un elemento di arretratezza tra territori dove questo servizio non è garantito e territori che, invece, utilizzano questo tipo di servizio.
La fase del lavoro che soprattutto l'Assessora De Santis sta portando avanti in questo momento è concentrata sulla chiusura della convenzione con il MISE e con Infratel (il soggetto individuato, a livello nazionale, per affidare tutto l'intervento dell'infrastrutturazione - sottolineo - a neutralità tecnologica, perché non si tratta di portare fibra o cavo in ogni luogo sperduto del Piemonte, ma di consentire che ogni luogo sperduto del Piemonte possa essere inserito all'interno di questo sistema) e - da completarsi entro il mese di maggio - gli accordi tra la Regione, il MISE e i Comuni. Noi abbiamo scelto, d'accordo con ANCI e UNCEM, di stipulare gli accordi con le forme associative dei Comuni, altrimenti dovremmo prevedere in meno di un mese, 1.203 accordi con tutti i Comuni piemontesi affinch questo protocollo garantisca, nel rispetto delle tempistiche adeguate tutte le necessarie autorizzazioni, al fine di consentire l'infrastrutturazione del Piemonte.
E' chiaro che, una volta infrastrutturato il Piemonte, il problema non è risolto completamente, perché - lo ricordava il Consigliere Valle nella sua introduzione e non posso che confermare questo elemento - già oggi abbiamo territori dove la fibra arriva, ma è spenta.
Un secondo elemento di questo progetto (quello sicuramente più impegnativo, rispetto al quale è già avviato il confronto con il sistema economico piemontese e con le organizzazioni degli Enti locali piemontesi) è quello di garantire un sistema di servizi da collocare nella fibra, in modo da rendere appetibile l'allaccio per gli operatori privati economici e per i singoli cittadini, e, dall'altro lato, che sia economicamente sostenibile la gestione della fibra da parte dei diversi operatori.
Questo è il passo forte che ci attende ed è questo il compito più importante che avremo nei prossimi mesi. E' chiaro che se noi ragioniamo su un sistema di servizi (la medicina territoriale, la capacità di collegamento tra i sistemi di medicina territoriale e i centri diagnostici rappresentati all'interno della nostra regione, il sistema dei servizi che la Pubblica Amministrazione può offrire al cittadino con questo tipo di infrastrutturazione, una serie di opportunità sotto il profilo economico) colmiamo quella che ancora oggi rappresenta una non certezza: avere un territorio infrastrutturato, ma con un'infrastrutturazione accesa.


Argomento: Telecomunicazioni

Interrogazione a risposta immediata n. 1042 presentata dal Consigliere Barazzotto, inerente a "Superamento del digital divide presso la sede del Consiglio regionale del Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1042, presentata dal Consigliere Barazzotto, che ha la parola per l'illustrazione.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
Ho già potuto constatare, ancor prima di iniziare la seduta, la preparazione del Vicepresidente: me ne compiaccio e spero che questa mia interrogazione non cada nel vuoto.
Il mio scopo è quello di sollecitare, prendendo spunto da alcuni articoli, ma anche da una verifica sul campo, sulla grande posizione che l'Italia ricopre per quanto riguarda la banda larga, collocandosi al venticinquesimo posto tra le grandi economie europee, per la disponibilità di connessione ad Internet. Tra l'altro - com'è stato ricordato - abbiamo da poco celebrato il trentennio della nascita di Internet.
Detto questo, per far capire - ma lo sanno tutti - qual è la nostra collocazione all'interno dello scenario europeo, la nostra velocità media di connessione è di 5,4 mega rispetto ai 17,4 della Svezia, che è il leader in Europa, e di 25 della Corea del Sud, che ci batte, anzi primeggia essendo il leader mondiale.
Detto questo, so che la Regione Piemonte ha avviato, nel corso dell'ultimo decennio, politiche volte a consentire il superamento del digital divide, in particolare nelle zone montane e nelle zone rurali ad alta marginalità, in modo da consentire a tutti i cittadini piemontesi di accedere in condizioni di parità sia alle nuove reti di comunicazione telefonica sia all'Internet veloce. Devo dire che tale obiettivo non è stato ancora raggiunto, almeno dalle nostre parti non è ancora così.
Una verifica sul campo la possiamo già fare qui, in quest'Aula, nel senso che, a dispetto di questo impegno, abbiamo avuto delle difficoltà in occasione della discussione del bilancio - il mese scorso - quindi abbiamo rischiato di non votare il bilancio, ma abbiamo anche difficoltà di connessione ad Internet e al telefono.
Credo che questa sia la massima assise in Piemonte e ritengo che non dovrebbe essere un'impresa titanica raggiungere un collegamento, per quanto riguarda il WI-FI.
Dato il grandissimo impegno che la Regione Piemonte ha in questo campo (e non solo in questo campo), mi domando come mai questo non sia possibile tenendo conto anche della società e, soprattutto, dell'alto numero delle persone che vengono occupate, credo che faremmo una gran bella figura a risolvere questi problemi.
Ripeto, non solo sotto l'aspetto di rappresentanza, ma sotto l'aspetto funzionale direi che è abbastanza deprimente, nel 2016, trovarci qui e avere queste difficoltà a collegarci.
Siamo la massima assise del Piemonte: chiedo al Vicepresidente Reschigna se sa darmi una risposta. So che questa questione riguarda prettamente il Consiglio regionale, ma so anche che lui è persona molto competente in questo tema e, avendo anche grande competenza e grandi possibilità, sono certo che mi darà una risposta, anzi, più che una risposta orale, saprà dare una risposta in termini pratici a quest'Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Barazzotto.
Allora auspichiamo dal Vicepresidente Reschigna una risposta che soddisfi tutti i componenti del Consiglio regionale.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Mai frase "ambasciator non porta pena" calza meglio al tema, perché ho letto velocemente la risposta che il Consiglio regionale, in modo molto adeguato, mi ha dato. Devo dire che io ho un TIM che non ha campo, come succede spesso e volentieri in questo Consiglio regionale durante tutte le sedute. Lo dico perché nelle zone attigue all'aula consiliare la rete mobile funziona bene con alcuni operatori e non ha invece una buona copertura con H3G.
La rete TIM, infatti, con cui il Consiglio ha un contratto di adesione a Consip e a cui i Consiglieri possono aderire, non ha creato e non crea disservizi particolari (forse solo al mio cellulare!) ma, dall'estate dell'anno scorso, alcuni utenti del servizio di telefonia mobile H3G hanno iniziato a lamentare l'assenza del segnale nell'aula consiliare e nelle zone adiacenti. Lo stesso segnale è invece sempre stato buono a livello strada.
Occorre precisare che, nel seminterrato di Via Alfieri, H3G era fruibile dagli utenti solo grazie al cosiddetto "roaming tecnico", ossia all'utilizzo della rete di un altro operatore e, nella fattispecie, quella di TIM.
La causa del problema era quindi da ricercare in uno dei due successivi elementi: 1. l'impossibilità di H3G di poter accedere alla rete TIM, usufruendo poi del ripetitore TIM, installato a Palazzo Lascaris per potenziare il segnale in aula 2. il malfunzionamento del suddetto ripetitore TIM, puntato proprio sulla sala consiliare.
Per addivenire a una chiarificazione, gli Uffici del Consiglio regionale hanno compiuto alcuni passi, che sono di seguito sintetizzati: gli Uffici del Settore tecnico hanno inviato una segnalazione alla TIM per richiedere urgentemente una verifica dei servizi telefonici TIM ha inviato mail con esito del sopralluogo, che tra gli altri elementi riporta: "Si segnala che attualmente, su richiesta di H3G, il roaming su TIM è sospeso in tutta la zona Torino centro-sud. Il segnale TIM è buono il ripetitore rispecchia le funzionalità e copre bene tutta la sala consiliare" (tranne il mio cellulare!). E' pertanto apparso evidente che il problema di assenza del segnale H3G non era dovuto ad un disservizio del ripetitore TIM, ma all'interruzione del ponte H3G-TIM a seguito di tale analisi, è stata inviata comunicazione a H3G (trasmessa per conoscenza anche ad AGCOM e CORECOM), lamentando il disservizio in Aula consiliare analoga comunicazione è stata inviata dal CORECOM per sollecitare la soluzione del problema ad agosto è stato effettuato il primo sopralluogo dei tecnici H3G, nel quale è stata constatata l'assenza della copertura in tutto il seminterrato e sono stati visionati i tetti di Palazzo Lascaris per ipotizzare le possibili soluzioni e verificarne la fattibilità. Verbalmente, è stato confermato che H3G ha disattivato il roaming tecnico su TIM in Torino e alcune zone del Piemonte la Segreteria Generale del Consiglio è stata contattata da H3G nelle persone (ci sono i nomi dei funzionari) sempre ad agosto, secondo sopralluogo dei tecnici H3G, nel quale sono state prefigurate due possibili soluzioni, alternative tra loro, con diverse tempistiche di realizzazione: installare un impianto remotizzato in fibra ottica, che garantirebbe la copertura ottimale di tutte le aree richieste (sala consiliare transatlantico, mensa), ma ciò richiederebbe tempi lunghi utilizzare un repeater high power che operi nel range di frequenza che attualmente assicura la copertura della zona, e del resto dello stabile, e che avrebbe il grande vantaggio di essere attivabile più velocemente, anche se subordinato alle autorizzazioni della Soprintendenza e dell'ARPA per le onde elettromagnetiche i tecnici H3G hanno richiesto ulteriori test sul campo per la verifica della fattibilità del progetto tramite intervento tecnico con gru. Per poterlo effettuare, si è reso necessario il fermo cantiere della ditta che attualmente sta operando presso il Consiglio regionale.
Nell'autunno scorso gli Uffici hanno informato l'Ufficio di Presidenza evidenziando alcune problematiche e chiedendo autorizzazione a procedere con l'installazione di un ripetitore necessario a potenziale il segnale di H3G in aula consiliare e a predisporre il relativo progetto, nonché i permessi e le connesse autorizzazioni che dovranno essere rilasciate dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e dall'ARPA.
A dicembre 2015, l'Ufficio di Presidenza ha conseguentemente dato mandato agli uffici di procedere in tal senso.
A febbraio 2016, dopo la predisposizione del progetto, l'ingegner Bongiovanni (H3G) è stato ricevuto, con un dipendente del Consiglio regionale, dall'architetto Corino della Soprintendenza per presentare il progetto in questione. L'architetto Corino ha richiesto delle modifiche al progetto.
A marzo 2016, H3G ha presentato il progetto alla Soprintendenza e allo Sportello delle Attività Produttive, ed in tale periodo è stata protocollata tutta la documentazione presentata.
Il 22 aprile 2016, lo Sportello delle Attività Produttive ha richiesto ad H3G ulteriori integrazioni formali, sospendendo i tempi dell'istruttoria.
Se la Soprintendenza non richiederà ulteriori integrazioni, o per qualsivoglia motivo sospenda nuovamente i tempi per la conclusione del procedimento, ci si aspetta che il parere dovrebbe arrivare tra il 10 e il 15 giugno 2016.
Dal ricevimento del parere favorevole da parte della Soprintendenza H3G dovrebbe rendere fruibile la fonia in prima della pausa estiva.
Per quanto riguarda connettività e reti dati, dalle verifiche effettuate con Help Desk, la rete e il wi-fi funzionano senza particolari emergenze. Nelle ultime settimane si sono verificati solo sporadici casi di rallentamento sui servizi applicativi utilizzati durante le sedute di Aula.
Tali rallentamenti, emersi sulla fruizione del segnale wi-fi, possono dipendere dalla contemporaneità dei dispositivi che accedono agli access point nella sala consiliare, oltre che alla tipologia dei dispositivi utilizzati (pc e/o tablet, smartphone), che negoziano in modo differente la banda di accesso per la fruizione del segnale wi-fi.
Saranno tuttavia introdotti dei monitoraggi di controllo per rilevare eventuali discontinuità del segnale.
Altri brevi e sporadici disservizi sugli applicativi non risultano significativi per impatto e frequenza.
Dalla dotta riposta, il Consigliere Barazzotto potrà dedurre che non è farina del mio sacco. Da qui anche l'invito a rivolgersi direttamente all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.
Grazie.


Argomento: Contributi all'agricoltura

Interrogazione a risposta immediata n. 1039 presentata dalla Consigliera Chiapello, inerente a "Pagamenti premio PAC 2015: ad oggi ancora nulla" (ritirata)


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1039, presentata dalla Consigliera Chiapello, che ha la parola per l'illustrazione.



CHIAPELLO Maria Carla

Grazie, Presidente.
Volevo dire al collega Barazzotto che nel frattempo ho cambiato operatore e ho risolto il problema.
Ritiro l'interrogazione, in quanto nel frattempo la questione si è risolta. Ringrazio l'Assessore per l'impegno e anche per gli interventi che ha fatto più volte su Agea per avere questi dati.
Spero che per il prossimo anno la questione non si ripeta e che adesso AGEA agisca celermente per fare questi pagamenti e risolvere definitivamente la questione.
Ringrazio ancora una volta l'Assessore.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Chiapello.
Non è quindi più necessaria la risposta dell'Assessore.


Argomento: Organizzazione scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 1038 presentata dalla Consigliera Gancia, inerente a "Docenti abilitati non specializzati"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1038, presentata dalla Consigliera Gancia, che ha la parola per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Premesso che due terzi degli insegnanti abilitati della seconda fascia di istituto non saranno stabilizzati con il prossimo concorso e che, oltre ad essere loro preclusa l'assunzione a tempo indeterminato, verrà presto negata loro anche la possibilità di utilizzare contratti a tempo determinato, pur avendo maturato diversi anni di lavoro e di esperienza che a questo punto rischia di andare persa.
Rilevato, stando al Consiglio di Stato, che le graduatorie ad esaurimento degli insegnanti precari sono liste a titolo concorsuale e che questo dovrebbe valere anche per le graduatorie di istituto, alla luce della sentenza n. 7773 del 15 febbraio 2012 del Consiglio di Stato Sezione VI, ribadita poi anche dalla sentenza n. 5795 del 24 novembre 2014.
Considerato che quando le graduatorie permanenti sono state trasformate ad esaurimento si sarebbe dovuto prevedere quanto meno la possibilità per i docenti delle graduatorie di iscriversi a concorsi con cadenza almeno triennale e con un numero di posti a bando in grado di garantire un'adeguata immissione in ruolo di abilitati (mentre è stato invece bandito un solo concorso a cattedre, per un numero di posti esiguo, tanto che nemmeno il piano straordinario di assunzioni è stato sufficiente a diminuire le supplenze nelle scuole italiane).
Visto che l'annunciato nuovo concorso, com'è noto, non coprirà l'intero fabbisogno e che agli insegnanti abilitati presenti in seconda fascia di istituto continua ad essere negata la possibilità di assunzione per scorrimento di graduatoria, poiché potranno entrare in ruolo solo attraverso concorso, mentre continuano però ad essere assunti a tempo determinato per svolgere lo stesso lavoro (cosa peraltro praticabile solo fino al raggiungimento di 36 mesi di servizio), si interroga il Presidente della Giunta per conoscere se l'esecutivo della Regione Piemonte intenda chiedere chiarimenti al Ministro dell'Istruzione Stefania Giannini sul futuro, in troppi casi attualmente negato, dei docenti abilitati della seconda fascia di istituto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Gancia.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessora Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Grazie, Presidente.
Intanto faccio una premessa, soltanto per ricordare che la competenza in merito all'assunzione del personale destinato al nostro sistema scolastico è una competenza prettamente ministeriale, per la quale le Regioni non sono chiamate in causa in alcun momento del percorso decisionale e neanche nella fase di definizione dei passaggi per arrivare all'assunzione del personale.
Sappiamo anche che nel nostro Paese il tema delle graduatorie che via via si sono sovrapposte è un tema annoso e che quella dei precari della nostra scuola è un'altra questione altrettanto complicata e difficile. La legge 107 ha cercato di dare una risposta e i docenti che sono stati e che saranno stabilizzati con il concorso che è partito giusto ieri nel Paese sono 163 mila. Tanti? Pochi? Certo non tutti quelli che attualmente svolgono servizio all'interno delle nostre scuole, com'è stato rilevato. E' stata però fatta una scelta, che trova risposta anche in una copertura di bilancio all'interno delle norme previste e che ha visto due fasi: una fase "A", in cui sono stati stabilizzati i docenti appartenenti alle graduatorie GAE, cioè alle graduatorie ad esaurimento, che ha previsto appunto l'assunzione di 100.000 persone, e una fase "B", quella di oggi, per cui dal mese di settembre entreranno nelle nostre scuole altre 63.000 insegnanti che vivevano una condizione di precariato.
Come ho detto fin dall'inizio, c'è la consapevolezza del fatto che da parte del Ministero non è stato risolto definitivamente il problema del precariato, ma pensiamo anche - questa è una considerazione più di carattere quasi personale - che il numero delle persone che sono state stabilizzate sia un numero importante e che quindi forse quel che noi dovremo chiedere al Governo è di continuare a lavorare in questa direzione per cercare di stabilizzare ancora quelle fasce di insegnanti che svolgono la professione da almeno tre anni (perché una professionalità può essere consolidata dopo almeno tre anni di attività). Magari, però, è il caso di ricordare che un concorso per 63.000 persone nel nostro Paese non avveniva dal 1992 e che si tratta di un numero importante di insegnanti ammessi al concorso e di posti che saranno stabilizzati.
Certamente, quindi, non si esaurisce il problema, ma credo si dia una risposta abbastanza significativa ad un problema che comunque - lo ricordo ancora - attiene al Ministero e non alle Regioni. Le Regioni lavorano insieme agli Uffici Scolastici Regionali - gli Assessorati competenti lavorano con l'Ufficio Scolastico Regionale - nella fase di attribuzione del personale e quindi hanno una funzione di garanzia rispetto alla distribuzione su tutto il territorio regionale del numero delle attività e quindi di un "tempo scuola" all'interno di tutta la Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.


Argomento: Organizzazione scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 1040 presentata dalla Vicepresidente Ruffino, inerente a "Concorso scuola 2016"


PRESIDENTE

Do per illustrata l'interrogazione a risposta immediata n. 1040 da me presentata, e che richiede una replica diversa.
Chiedo all'Assessore Pentenero, per l'appunto, di rispondere. Grazie.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

La domanda formulata dalla Consigliera Ruffino è rivolta a determinati profili.
Intanto ricordo che sul tema dell'incostituzionalità è in corso un procedimento per il quale la Corte costituzionale dovrà pronunciarsi a breve e quindi al momento la questione rimane aperta. Il MIUR ha pertanto predisposto il concorso, facendo riferimento ai criteri redatti all'interno della legge 107 che è stata approvata nel 2015. I giudizi rispetto ai ricorsi che sono stati predisposti sono questioni che al momento non hanno ancora avuto una risposta precisa, quindi il concorso è stato espletato alla luce delle norme previste dal bando emanato circa tre mesi fa (non ricordo il momento esatto).
Rispetto ai docenti abilitati e quindi a quella che viene definita come una disparità di trattamento tra gli insegnanti abilitati al PAS e al TFA non esistono elementi di disparità. Il PAS ha avuto una valenza provvisoria per un unico periodo, che si sta concludendo con l'ultima fase di abilitazione degli ultimi insegnanti; il TFA, invece, diventerà lo strumento con il quale si abilitano gli insegnanti, fermo restando che esiste un decreto delega all'interno della legge 107 che prevede di riordinare le modalità con le quali gli insegnanti saranno abilitati e potranno iniziare il proprio percorso all'interno della scuola nel nostro Paese.
Ricordo comunque che le Regioni non sono chiamate ad esprimere alcun parere in merito a quanto è stato approvato all'interno della legge e quindi alle modalità e ai requisiti di accesso con i quali i docenti possono partecipare ai relativi concorsi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.


Argomento: Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 1043 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Mancato coinvolgimento delle associazioni per la modifica della delibera di revisione del sistema dei servizi residenziali per la psichiatria"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1043, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questa ormai è diventata - passatemi il termine - una vertenza trita e ritrita, perché non siamo mai riusciti ad addivenire, almeno, ad una conclusione con esito positivo.
Parliamo della modifica della DGR n. 30, del 3 giugno 2015, riguardante il riordino dell'assistenza residenziale psichiatrica. Appena presentata ha sollevato una serie di valutazioni nel merito della delibera, sia da parte dei Gruppi consiliari che, soprattutto, da parte delle associazioni di parenti dei pazienti e dei soggetti gestori, in quanto è mancata una fase di coinvolgimento delle associazioni.
Si ricorda spesso che pochi giorni prima, a fine maggio, vi era stato un convegno in cui si era chiesta la possibilità di ascoltare le posizioni di tutte le persone coinvolte a vario titolo.
E' stato fatto, sempre dai soggetti prima citati, un ricorso al TAR. Il ricorso è andato incontro ad una sospensiva, per cui la Giunta regionale ha deciso di interrompere l'iter del procedimento innanzi al TAR, in attesa di alcune modifiche. L'udienza è stata rinviata al 13 gennaio 2016. Si parlava, appunto, di un confronto preventivo con gli Enti locali - tra l'altro anche il Comune di Torino, a guida Partito Democratico, era tra i ricorrenti - e la rappresentanza delle associazioni dei gestori, che avrebbe dovuto avere questa modifica, previo confronto. Effetti decisivi sul contenzioso in essere.
L'altro giorno si è appreso da un'ansa che l'Assessorato alla sanità aveva presentato decisive modifiche alla delibera per superare il contenzioso. Noi, come Commissione, non ne siamo informati. Le associazioni dei famigliari dei pazienti presenti anche in un'audizione - tra cui l'ALM e la DI.A.Psi - e i soggetti gestori ci hanno detto e dichiarato che non sono stati informati, che il tavolo di concertazione che doveva partire o si è riunito una sola volta o non si è mai riunito.
La sede competete è la IV Commissione, ma visto che abbiamo difficoltà di calendarizzazione anche per la duplice funzione dell'Assessore Saitta come coordinatore della sanità delle Regioni - capiamo che ci sono degli impegni infrasettimanali - cercheremo, anche con l'Ufficio di Presidenza di trovare una collocazione nella IV Commissione che permetta all'Assessore Saitta di essere presente sempre, o quasi sempre, compatibilmente con le richieste di calendarizzazione dell'Ufficio di Presidenza della IV Commissione.
Almeno in Consiglio vorremo avere informazioni più dettagliate rispetto a quell'ansa stringata in cui si parlava di modifiche potenzialmente risolutive del contenzioso in essere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Dal punto di vista formale e per darvi un'informazione più completa, la DI.A.Psi si è rivolta recentemente al TAR per chiedere lo stato di avanzamento degli impegni che si era assunta la Regione.
Il TAR, con un'ordinanza ordina alla Regione Piemonte di depositare presso la Segreteria della sezione, entro 30 giorni, la documentazione indicata in premessa e lo stato del procedimento di modifica degli atti impugnati, anche al fine di valutare la persistenza dell'interesse del ricorso. E' stato richiesto soltanto da DI.A.Psi.
Dirò come intendiamo procedere.
La situazione è questa. Dopo tante difficoltà, abbiamo finalmente un quadro molto preciso e di dettaglio della domanda nel settore, sulla base di quelle indicazioni che abbiamo parlato. E' stata una cosa molto lunga ma siamo arrivati alla conclusione. Sappiamo con una certa precisione qual è la domanda e conosciamo anche con una certa precisione la sua articolazione. Siamo nelle condizioni di fare una modifica a quella deliberazione, cioè alla definizione dell'offerta, in relazione ad un quadro molto preciso della domanda. Sulla base di questo, siamo anche nelle condizioni di indicare i tempi necessari per adeguare l'offerta ad una domanda, che è cambiata rispetto al passato.
Questo lavoro risponde anche alle sollecitazioni emerse in Consiglio.
Lunedì incontrerò chi ha lavorato su questo tema e quindi sulle modifiche necessarie per dare le risposte che sono state evidenziate al TAR, così come anche in incontri pubblici. Dopo lunedì sono nelle condizioni anche di poter definire un percorso in modo che, entro il 28 maggio, saremo nelle condizioni di offrire, se non la delibera, il percorso che si sta adottando in modo che il TAR sappia o meno se si decide o no di mantenere il contenzioso.
Il lavoro è stato lungo e complesso perché si trattava di avere anche un censimento preciso della situazione di tutti i pazienti, come il Consigliere Bono sa bene, anche perché il Gruppo del Movimento 5 Stelle giustamente, richiede spesso documentazione. Il Consigliere sa anche che è stato richiesto il verbale della riunione del tavolo di monitoraggio del 26 novembre 2005 - Ministero della Salute e dell'Economia. Il Consigliere avrà sicuramente letto che in questo lungo verbale, a pagina 3, 21, 24, 25, 27 28, 32, 37 e 38 il tavolo di monitoraggio dà delle indicazioni e fa dei rilievi, perché rientra all'interno del programma operativo.
Si sta compiendo un lavoro per trovare una soluzione alle sollecitazioni emerse in Consiglio da parte del mondo associativo e delle associazioni dei malati, ma anche da parte degli operatori, e di trovare una soluzione che non venga poi fermata perché oggetto di critiche da parte del comitato di monitoraggio.
Come ho avuto modo di dire in una dichiarazione, sono fiducioso che la soluzione, al quale stanno lavorando i tecnici, sia in grado di dare delle risposte alle domande emerse localmente, ma anche ai vincoli e alle osservazioni poste dal tavolo di monitoraggio.
Mi risulta - lo verificherò con attenzione - che la soluzione che si sta trovando dovrebbe avere queste caratteristiche. Lunedì, dopo che avr avuto modo di esaminare questo documento e portarlo in Giunta, non per l'approvazione, ma per una prima valutazione, decideremo insieme al Presidente della Commissione il momento per un incontro, per illustrare le innovazioni che si pensa di introdurre al DGR 30. Dopodiché, è chiaro che contemporaneamente, faremo l'altro lavoro con tutto il mondo associativo e gli operatori.


Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1046 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Alienazione della struttura ricettiva 'Hotel Lago Losetta Melvin Jones''' da parte del Comune di Sestriere


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1046 presentata dal Vicepresidente Boeti, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione



BOETI Antonino

Come si evince dall'interrogazione, in data 22 febbraio 2016, il Comune di Sestriere ha deliberato l'alienazione a privati della struttura denominata "Hotel Lago Losetta Melvin Jones", una costruzione che è stata realizzata grazie ai fondi dei Giochi Olimpici di Torino 2006 e alla volontà della Lions Club International per accogliere atleti disabili in vista delle Paralimpiadi dello stesso anno. Albergo che ha funzionato egregiamente in tutti questi anni, offrendo un'opportunità ai disabili di andare in quella struttura turistica Il 18 dicembre 2002 questa struttura ricettiva veniva inserita tra gli interventi e le opere da ritenersi connessi allo svolgimento dei Giochi olimpici invernali Torino 2006.
Il Comune di Sestriere doveva essere il soggetto realizzatore dell'opera, finanziata con fondi statali per due milioni di euro e per 500 mila euro dal Comune, oltre che un contributo del Lions Club International.
Considerato che ai sensi del comma 3, articolo 1 della legge 9 ottobre 2000, n. 2085 "Interventi per i Giochi olimpici invernali Torino 2006", le opere connesse allo svolgimento dei Giochi Olimpici sono state dichiarate di pubblica utilità; considerato che il terreno, sul quale la struttura è stata edificata, è stato espropriato per permettere la realizzazione dell'opera e si può espropriare soltanto per opere di interesse pubblico sottolineato che l'Hotel Lago Losetta è una struttura ricettiva significativa in grado di ospitare in ogni stagione dell'anno persone con diversi gradi di disabilità, riteniamo che l'alienazione dell'albergo a privati può interrompere questo circuito virtuoso per i disabili che intendono utilizzare quella struttura in quel luogo della nostra regione.
L'acquirente privato potrebbe, e questa è una cosa che si fa d'accordo con il Comune, modificare con una variante l'assetto interno dell'albergo e delle camere, indirizzando l'utilizzo non tanto agli atleti disabili e alla disabilità, così com'era previsto dalla legge nazionale, ma alle persone che possono utilizzare invece altri alberghi.
Quello che vorrei sapere dall'Assessore se anche un bene immobile come questo, dichiarato di pubblica utilità da una norma nazionale, può essere realizzato con fondi pubblici e può essere venduto a privati che, magari potrebbero cambiarne la destinazione d'uso.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Con legge 285/2000 "Interventi per i giochi Olimpici invernali 2006" sono state dettate disposizioni per la realizzazione di impianti sportivi infrastrutture olimpiche e viarie, necessarie allo svolgimento dei XX Giochi olimpici invernali Torino 2006.
Questa legge, successivamente modificata dalla legge 48/03, ha altresì disciplinato la realizzazione delle Opere Connesse allo svolgimento dei Giochi olimpici, sulla base della valutazione di connessione dichiarata con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa intesa con il Presidente della Regione Piemonte, previo parere del Comitato organizzatore dei Giochi olimpici, costituito, in data 27 dicembre 1999, dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) e dalla Città di Torino.
L'articolo 13 della legge 285/2000, modificata dalla l.r. 48/2003 detta disposizioni dirette a disciplinare le modalità di successiva utilizzazione dei beni mobili di proprietà dell'Agenzia per lo svolgimento dei Giochi Olimpici, nonché sulla definitiva destinazione degli impianti sportivi e delle infrastrutture olimpiche e viarie comprese nel Piano interventi previsti per i Giochi Olimpici invernali "Torino 2006".
Non risultano invece riferimenti e disposizioni specifiche circa la destinazione delle opere individuate come "connesse" nella legge 285/2000 nonché nei decreti attuativi che si richiamano di seguito: Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 18 dicembre 2002 con il quale venivano dichiarate "connesse" ai XX Giochi Olimpici invernali le opere individuate nel Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 96 del 12 novembre 2002 Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri firmato in data 6 giugno 2003 con il quale venivano individuati i soggetti utilizzatori delle Opere connesse allo svolgimento dei Giochi Olimpici "Torino 2006", tra cui il Comune di Sestriere quale stazione appaltante dell'opera denominata "Edificio foresteria ad uso ricettività sportiva con accessibilità disabili" Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 dicembre 2003 con il quale si è provveduto al riparto delle risorse per il finanziamento delle opere connesse agli interventi per lo svolgimento dei Giochi Olimpici invernali "Torino 2006", ai sensi dell'articolo 10 comma 1, della legge n. 285/2000 e successive modificazioni.
Per quanto riguarda gli atti di competenza regionale si richiamano: la DGR n. 1-12797 del 21/6/2004, con la quale la Giunta regionale ha provveduto ad individuare per ciascuna Opera Connessa la Direzione regionale competente all'espletamento delle procedure per il trasferimento alle stazioni appaltanti delle risorse relative alla realizzazione delle opere connesse ai XX Giochi Olimpici Invernali Torino 2006; la DGR 12 luglio 2004, n. 1-12972 con la quale sono state approvate le procedure di trasferimento dei fondi previsti nonché i tempi e i modi per la rendicontazione.
Si specifica, infine, che i lavori di realizzazione della Foresteria del Comune di Sestriere si sono conclusi nel 2008; il finanziamento complessivo erogato da parte della Direzione Turismo, individuata con la succitata DGR n. 1-12797 del 21/6/2004, è pari a euro 1.807.602,74 su un investimento finale di euro 2.363.343,09.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 1047 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Bando PSR 2014-2020 - Operazione 5.1.2 della Sottomisura 5.1. della Misura 5"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1047 presentata dal Consigliere Graglia, che ha la parola per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda il PSR. Sappiamo che il PSR 2014-2020 comprende, tra le altre, la Misura 5 "Ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali e da eventi catastrofici e introduzione di adeguate misure di prevenzione", che a sua volta ricomprende la sottomisura 5.1 "Sostegno investimenti in azioni di prevenzione volte a ridurre le conseguenze di probabili calamità naturali avversità atmosferiche ed eventi catastrofici".
La sottomisura 5.1, a sua volta, si suddivide in due operazioni: la 5.1.1 "Prevenzione dei danni da calamità naturali di tipo biotico" e la 5.1.2 "Prevenzione dei danni da calamità naturali di tipo abiotico" (reti antigrandine, sistemazioni del terreno).
Sappiamo che, ad oggi, è stato approvato il bando unicamente per l'operazione 5.1.1 e sempre ad oggi sappiamo che numerose aziende frutticole versano in gravi difficoltà, in quanto la pubblicazione del bando, che è stato più volte annunciato, non è ancora una realtà.
Siccome le aziende interessate si trovano ad avere coltivazioni senza copertura assicurativa e, soprattutto, tenuto conto delle instabili condizioni atmosferiche di questi ultimi anni, in cui con sempre maggiore frequenza ed imprevedibilità si sono verificate su tutto il territorio piemontese eventi calamitosi che ne hanno fortemente danneggiato le colture, la mia interrogazione rivolta all'Assessore è per chiedere quando si intenda pubblicare il bando relativo alla operazione 5.1.2, al fine di garantire le imprese agricole che, ad oggi, si trovano prive di copertura assicurativa e di difesa attiva antigrandine.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente; grazie, Consigliere Graglia.
La misura in questione non rientra tra quelle più importanti dal punto di vista del budget e, dovendo dare delle priorità, l'abbiamo data alle misure "Investimenti di insediamento giovani" e di "Investimenti sui giovani" e alle misure "agro-ambientali" che, tutte insieme, sommano diverse centinaia di milioni di euro.
Questa misura però è pure importante e, quindi, al di là delle previsioni - pensavamo di non farcela ad aprirla - abbiamo fatto un ruolino di marcia, per cui prevediamo che nel mese di maggio verrà scritto il bando; verrà portato in consultazione al "Tavolo Verde" e contiamo di aprire la misura nel mese di luglio.
Quindi daremo due mesi di tempo per le domande; poi, fatta la graduatoria, ci sarà tutto il tempo nell'autunno per quelli che vogliono attrezzarsi per la successiva annata di mettere in atto gli impianti necessari.


Argomento: Comunita' montane

Interrogazione a risposta immediata n. 1044 presentata dal Consigliere Valetti, inerente a "Fallimento AGESS, criteri di riparto delle attività e della passività della Comunità montana del Pinerolese"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 1044 presentata dal Consigliere Valetti, che ha la parola per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Il titolo dell'interrogazione riguarda il fallimento di AGESS, Agenzia per lo sviluppo sostenibile che è stata costituita nel 1999 con la partecipazione maggioritaria della Comunità montana Valle Pellice, poi diventata Comunità montana del Pinerolese, assorbendo i Comuni delle Valli Chisone e Germanasca e quelli della collina-montagna (Cumiana, Cantalupa e Pinerolese).
Tale società è servita per dei progetti di ristrutturazione, ad esempio il progetto Crumière gestito da AGESS, che prevedeva la ristrutturazione dell'ex feltrificio di Villar Pellice e dell'annesso albergo ristorante.
Nel 2005 il Tribunale di Pinerolo ha decretato il fallimento dell'AGESS e ha condannato la Comunità montana del Pinerolese, succeduta a quella della Val Pellice, a pagare circa due milioni di euro, più interessi e spese, in quanto i versamenti effettuati alla comunità montana ad AGESS erano avvenuti in aumento di capitale e non come finanziamento a fondo perduto. Tale debito resta adesso sulle spalle di tutti i Comuni del Pinerolese e non soltanto di quelli della Val Pellice, da cui si è originato il progetto di AGESS, secondo un meccanismo di spalmatura del debito che vedrebbe ridotti i costi a favore dei Comuni creatori della società.
Si evidenzia la situazione determinatasi in seguito al contenzioso di fallimento per cui la comunità soccombente è condannata al pagamento di una somma di circa 2.200.000 euro.
Il Commissario ha avviato la procedura di debito fuori bilancio ed equilibrio di bilancio; nel frattempo, la Comunità, come sappiamo, è stata commissariata: è succeduto al commissario precedente il nuovo commissario liquidatore, Roberto Moriondo, con una deliberazione dell'11 aprile scorso.
Essendo venuti a conoscenza degli incontri tra i rappresentanti dei Comuni della comunità, il commissario liquidatore e la Regione, chiediamo di sapere che cosa si è convenuto in questi incontri e, in particolare, i criteri di riparto delle attività e delle passività della comunità montana del Pinerolese tra i Comuni e gli enti che adesso si vedono minacciati da questo debito molto importante.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore allo sviluppo della montagna

Grazie, Presidente.
Intanto, già nei mesi finali del 2015, come Regione, si era convenuto nel completare il riparto e procedere, quindi, alla nascita delle Unioni montane, di stralciare la vicenda di questo debito fuori bilancio dell'AGESS.
In questo modo, le Unioni montane sono partite. Rimane il debito legato a questa vicenda che, secondo le indicazioni della legge regionale, deve essere ripartito tra le Unioni montane dei Comuni e i Comuni non inclusi nelle Unioni montane che succedono, sia nei rapporti attivi che in quelli passivi, alle Comunità montane preesistenti.
La Comunità montana è stata sostituita da tre Unioni: l'Unione montana del Pinerolese, l'Unione montana Valli Chisone e Germanasca e l'Unione pedemontana del Pinerolese e il Comune di Pragelato.
Per dare corso a questa DGR, sono state fatte due riunioni presso la Vicepresidenza il 19 febbraio e il 25 marzo scorsi; nell'incontro del 19 febbraio, l'allora commissario liquidatore, dottor De Gregorio, ha rappresentato l'impossibilità della Comunità montana di far fronte al debito con risorse proprie e di aver conseguentemente cercato invano di attivare un mutuo con Cassa depositi e prestiti.
Presenti numerosi Sindaci delle Unioni coinvolte, è stato richiesto alla Regione di intercedere presso Cassa Depositi e Prestiti per attivare un mutuo con il quale far fronte all'esposizione debitoria. I Sindaci hanno dato una disponibilità di massima a far fronte al debito in quota parte tra le Unioni o i Comuni, non concordando però sul criterio di riparto.
Il 4 marzo scorso, il Vicepresidente Reschigna e il Direttore Lepri hanno incontrato i funzionari della Cassa Depositi e Prestiti e hanno ottenuto la disponibilità ad attivare un mutuo con le Unioni, fatta salva una serie di garanzie finanziarie da parte dei Comuni.
Successivamente, il 25 marzo scorso si è tenuto il secondo incontro con i Sindaci dei territori coinvolti. La Regione ha illustrato le modalità di possibile attivazione del mutuo anche dal punto di vista tecnico; nella riunione non sono stati fatti passi in avanti in ordine al criterio di riparto del debito tra le Unioni e i Comuni. Rimangono assai divergenti le opinioni tra gli amministratori della Val Pellice, della Val Chisone e dei Comuni del Pinerolese pedemontano.
L'11 aprile scorso, come ha già ricordato il Consigliere Valetti, è stato nominato il nuovo commissario liquidatore nella figura del dottor Roberto Moriondo, dirigente regionale, che ha già in calendario per i prossimi giorni gli incontri con i Presidenti delle Unioni; lo stesso commissario sta approfondendo con Cassa Depositi e Prestiti le modalità tecniche per attivare i mutui necessari.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Professionale Statale "Velso Mucci" di Bra (CN)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Professionale Statale "Velso Mucci" di Bra in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Organizzazione scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 1045 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Soppressione plessi scolastici nel Comune di Rivoli"

Argomento: Organizzazione scolastica

Interpellanza n. 1031 presentata dai Consiglieri Valle e Boeti, inerente a "Chiusura Scuola Primaria Neruda (Rivoli) e Succursale Tetti Neirotti "Istituto Comprensivo Gobetti (Rivoli)"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 1045, presentata dalla Consigliera Frediani, che ha la parola per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Torniamo a parlare di scuola. Questa volta parliamo di due edifici scolastici, che si trovano nel Comune di Rivoli.
Giunge notizia che l'Amministrazione intenda chiudere la scuola elementare "Neruda" e la Scuola media in Frazione Tetti, e che si appelli per questa decisione ai parametri numerici indicati nella deliberazione del Consiglio regionale n. 103-38455 del 3 novembre 2015.
Discutiamo molto spesso...
Chiedo scusa, ma sto illustrando l'interpellanza e se distraete proprio l'Assessore...



PRESIDENTE

Scusate, colleghi.
Oggi siamo stati bravissimi e dobbiamo ancora aver pazienza...



FREDIANI Francesca

"Bravissimi" è una parola grossa, perché questa mattina si è persa le interrogazioni. Comunque...



PRESIDENTE

Un secondo, Consigliera, io sto parlando di oggi pomeriggio.



FREDIANI Francesca

Dicevo che parliamo spesso di dimensionamento scolastico in VI Commissione e molto spesso la nostra attenzione si concentra sulla chiusura di scuole in aree di montagna, quindi aree che rischiano lo spopolamento.
In questo caso, parliamo di due scuole che si trovano all'interno di un centro urbano, di un centro popolato, quindi non parliamo di un'area poco popolata, però non possiamo ignorare l'importanza che le scuole hanno per una comunità. Il fatto che ci si affidi a un criterio puramente numerico quindi che ci si basi su un numero di iscrizioni per decidere se una scuola debba o non debba rimanere aperta ci pare assolutamente inadeguato.
Nella deliberazione del Consiglio regionale si fa anche riferimento ad altri parametri che devono essere considerati e questi parametri cercano di evitare il disagio alle famiglie, per esempio dover accompagnare i bambini o i ragazzi in scuole che si trovano magari distanti dal luogo in cui abitano: un elemento che il Sindaco non pare considerare in questa sua decisione. Inoltre, non bisogna dimenticare che intorno alla scuola molto spesso si raccoglie la comunità: i bambini che frequentano una scuola condividono gran parte del loro tempo e questo vale anche per le famiglie.
Il fatto che si vada a chiudere un istituto scolastico in un quartiere può portare alla desertificazione del quartiere stesso, con gravi ripercussioni sia sulla parte commerciale che sulla parte di vita sociale del quartiere.
Rispetto a queste riflessioni, chiediamo se la Regione intenda valutare il mantenimento in deroga dei plessi scolastici che abbiamo indicato, non valutando soltanto l'aspetto numerico, il parametro prettamente numerico ma anche tenendo in considerazione tutte le ripercussioni negative che la chiusura dei due istituti potrebbe portare ai cittadini e alla collettività.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Il Consigliere Valle chiede la parola per quale motivo? In questo momento non è previsto il suo intervento.



VALLE Daniele

Anche se è irrituale, intervengo per dire che, avendo presentato un'analoga interrogazione, mi considero soddisfatto della risposta che l'Assessore darà a quest'interrogazione.
Grazie.



(Commenti dell'Assessora Pentenero)



PRESIDENTE

Va bene.
Mi perdoni Assessora, un'aggiunta: nel caso è l'Assessora che deve intervenire in questo senso solo per riquadrare gli interventi e le posizioni.
Prego, Assessora.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Grazie, Presidente.
Avevo appena terminato di dire che su analogo contenuto è pervenuta l'interpellanza n. 1031 del Consigliere Valle e del Consigliere Boeti poiché avevano analogo contenuto, chiedevo se potesse essere ritenuta valida la risposta che stavo per formulare.
In merito all'interrogazione a risposta immediata formulata, svolgo solo due note di merito: la Regione definisce i criteri, che sono stati definiti con la delibera del 3 novembre 2015; indica le Province o le Città metropolitane come soggetti deputati a definire il Piano territoriale, le quali raccolgono le richieste e le valutazioni che vengono fatte dai singoli Comuni per quello che attiene le scuole dell'obbligo.
I criteri che vengono evidenziati, che sono stati utilizzati all'interno della delibera e che vengono evidenziati anche dal Comune stesso nel formulare alla Città metropolitana la richiesta di chiusura di due plessi, sono criteri che la Regione dà in termini generali.
Non ci si attiene soltanto alle questioni di carattere numerico; vale solo la pena ricordare nella questione specifica che, per quello che riguarda la scuola media Tetti Neirotti, ci sono due norme che concorrono alla questione specifica, ovvero una norma di carattere regionale, che indica nel parametro di 40 il numero degli alunni necessari per avere una sezione, e un secondo parametro di carattere ministeriale, quello di avere una sezione completa. Quindi, c'è la necessità di avere tre sezioni per garantire il funzionamento di una scuola media, e funzionamento vuol dire l'attribuzione degli organici, vuol dire l'attribuzione del personale ausiliario, vuol dire l'attribuzione di tutte quelle realtà che sono necessarie al funzionamento di una scuola.
Pertanto, sul caso specifico concorrono due norme di riferimento: la prima trova risposta all'interno del Piano regionale e la seconda all'interno di una norma di carattere nazionale.
Nel caso specifico, la Regione definisce i criteri e le Province, o la Città metropolitana, formulano il Piano ognuno per propria competenza quindi, i Comuni fanno le proprie richieste rispetto a piani di razionalizzazione o di dimensionamento delle proprie autonomie sulla scuola dell'obbligo e la Città metropolitana, invece, oltre a raccogliere le informazioni dei Comuni, inserisce anche quelle relative alle scuole superiori - nel caso specifico, stiamo parlando di scuole dell'obbligo quindi di scuole la cui competenza attiene al Comune.
Il Comune di Rivoli ha proposto la chiusura dei due plessi svolgendo una valutazione attenta, quindi attenendosi anche ai parametri che sono stati citati in più all'interno della legge (ad esempio, quanto sia la distanza della nuova scuola alla quale dovrebbero recarsi gli studenti) e alle valutazioni in termini di prospettiva di alunni iscritti all'interno delle scuole di riferimento.
La Regione avrebbe potuto attenersi ad una semplice valutazione rispetto alla congruità della richiesta effettuata dalla Città metropolitana, quindi il Piano presentato dalla Città metropolitana, che conteneva gli elementi richiesti dal Comune di Rivoli, si attiene perfettamente ai criteri che la Regione e il Consiglio regionale hanno deliberato nel mese di novembre. Poiché, in specifico, la Città di Rivoli ci ha chiesto un parere relativo alla proposta che ha avanzato - come dire voleva avere contezza e maggiore sicurezza di essere nel rispetto dei criteri e dei parametri presentati dalla Regione, che, come ho detto, non sono solo parametri numerici, ma anche parametri di analisi del contesto sociale all'interno del quale ci si trova ad operare - gli elementi forniti sono stati dati a seguito di un'analisi puntuale e precisa, non solo rispetto ai numeri, ma rispetto alla distanza, rispetto alla valutazione dei costi, rispetto alle questioni legate all'organico e rispetto alle questioni legate alla sorveglianza; insomma, è stata compiuta una valutazione complessiva sui due plessi oggetto di interrogazione.
La Regione ha risposto prendendo atto, intanto, di quanto la Città metropolitana aveva espresso all'interno del proprio Piano e all'interno del decreto con il quale era stato approvato il Piano provinciale.
Per non attenerci soltanto ad una funzione di meri notai, così come potrebbe apparire, proprio perché crediamo sia importante e sappiamo quanto la presenza delle scuole rappresenti momento di comunità e momento di vita sociale fondamentale per quel territorio, abbiamo ulteriormente richiesto valutazioni e analisi. Abbiamo potuto verificare che le analisi sono state compiute in modo puntuale e preciso, riconfermando quanto è stato richiesto, come ho detto prima, alla Città metropolitana, che, a sua volta ha trasferito alla Regione, che ne ha approvato, con delibera di Giunta regionale, il Piano definitivo, permettendo quindi la realizzazione di quanto compreso all'interno dei singoli Piani provinciali oppure della Città metropolitana.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.


Argomento: Organizzazione scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 1037 presentata dal Consigliere Benvenuto, inerente a "Proroga dei termini del provvedimento sui PAS" (risposta scritta)


PRESIDENTE

L'interrogazione a risposta immediata n. 1037, inerente a "Proroga dei termini del provvedimento sui PAS", riceverà risposta scritta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 1048 presentata dalla Consigliera Porchietto, inerente a "Situazione IBM Italia"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1048, presentata dalla Consigliera Porchietto.
La parola alla Consigliera Porchietto per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere veloce, visto l'orario, ma credo sia importante che su questo la Giunta ci dia alcune indicazioni.
Alcune settimane or sono, durante la visita del il Presidente del Consiglio Renzi negli Stati Uniti, è stato annunciato questo accordo con l'IBM a livello internazionale per quanto riguarda la costruzione del Centro di eccellenza europeo di Watson Health, che verrà realizzato proprio dove è sorta Expo 2015 e dove ancora oggi si deve capire cosa succederà di questa area. L'investimento sarà di circa 135 milioni di euro, ma soprattutto - credo che questo interessi in particolare chi ha cuore il tema lavoro a livello regionale - di 600 nuovi posti di lavoro sull'area che non dista più di 100 chilometri da Torino.
Il CEO di IBM-Italia, Enrico Cereda, ha dichiarato inoltre che, insieme al Governo, puntano a realizzare un hub internazionale per promuovere la conoscenza nel campo della genomica dei Big Data e dell'invecchiamento della popolazione e dell'alimentazione. Quindi, si prevede, rispetto a questo investimento, una collaborazione a lungo termine sia con l'Italia che il Governo italiano.
Sempre il CEO di IBM ha ancora dichiarato che l'uomo per IBM, a livello word wide, è al centro di tutto e che la potenza cognitiva di Watson non serve soltanto a sostituire l'elemento umano, anzi, serve, in realtà, ad essere utilizzata dalla persona per prendere le migliori decisioni nel minore tempo possibile.
Le dichiarazioni del CEO di IBM-Italia lasciano, quindi, intendere che il rapporto che IBM vuole consolidare sul territorio ha una forte attenzione rispetto all'elemento umano e, quindi, al lavoro dell'elemento umano. Peccato che tutto questo non tenga conto di quanto è avvenuto negli ultimi anni a livello piemontese, vale a dire a soltanto 100 chilometri di distanza rispetto al luogo in cui sorgerà questo centro importante di rilevanza internazionale. Sono anni che, ormai, IBM non fa altro che proporre tagli del personale, che propone al personale di spostarsi senza alcuna copertura economica a fare il pendolare rispetto a quello che è ormai, il centro di attenzione, cioè Milano e la Lombardia, e assolutamente, negli ultimi tempi, non si sta sedendo ai tavoli regionali per far sì che si tenga in forte considerazione anche la sede IBM di Torino.
Credo sia opportuno che la nostra Giunta regionale, invece, giochi un ruolo importante, propositivo e non passivo, rispetto a questa nuova iniziativa, che sorge, in realtà, in un'area facilmente accessibile anche alle relazioni piemontesi, ma che può creare un buon rapporto sinergico con la sede IBM di Torino.
Pertanto, mi chiedo non tanto se la Giunta sa di questo - immagino di sì perché era su tutti i giornali - ma quali sono le linee - spero - già intraprese dalla Giunta regionale per far sì che anche all'interno di questo progetto sieda la Regione Piemonte, e non solo la Regione Lombardia.
Vorremmo, soprattutto, che si prendesse in considerazione la sede IBM di Torino perché, a livello di risorse umane, è una sede importante che in tutti questi anni è stata chiamata, con gente presa dalla sede di Torino e mandata in trasferta in giro per il mondo, a sopperire alla mancanze di personale qualificato.
In più, è stata anche la prima sede, in questi ultimi due anni, a vedere sistematicamente perdere, con una scelta aziendale di basso profilo posti di lavoro, che non sono stati neanche più difesi - mi permetto di dire - dal sindacato.
Pertanto, credo sia opportuno sapere - e che quest'Aula sappia - che se la Giunta regionale vuole giocare un ruolo attivo, non lo dichiari soltanto (presumo che queste saranno le parole che la Giunta dirà, perché sarebbe impossibile immaginare che dica che non vuole giocare questa partita), ma dica come vuole giocare la partita. Credo che il futuro, non soltanto di IBM-Torino, ma dell'intero comparto dell'information technology, passi anche dalle relazioni che la Giunta vorrà aprire con la Regione Lombardia.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Pentenero; prego.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Come ha ricordato la collega Porchietto, non dimentichiamo che partiamo da una trattativa chiusa un po' di tempo fa, una trattativa di carattere sindacale, dove IBM aveva denunciato un numero di esuberi. La volontà attualmente espressa, invece, è una volontà di reinvestire all'interno del nostro Paese, quindi potrebbe invertire la tendenza espressa all'interno del Tavolo sindacale.
La creazione del Centro è destinata a incoraggiare lo sviluppo di un ecosistema paneuropeo, per affrontare le sfide dei sistemi sanitari e promuovere la ricerca e le start-up nel campo della tecnologia sanitaria.
I dati che oggi abbiamo a disposizione ci rafforzano l'idea della necessità di investire e, soprattutto, di cercare di comprendere quali spazi e quali ragionamenti è possibile effettuare, non soltanto con la Regione Lombardia. La questione occupa diversi ambiti di appartenenza dalle politiche per la salute alle politiche per la competitività e per la qualificazione dei lavoratori.
Il nostro è un impegno che parte, innanzitutto, con un ragionamento complessivo con il Governo, con le strutture pubbliche coinvolte ovviamente con la Regione Lombardia, e con tutto il sistema delle imprese che possono essere coinvolte, cercando davvero di definire un progetto strategico nazionale di Human Tecnopole, che possa vederci coinvolti.
Il nostro lavoro, quindi, è un lavoro di dialogo con la Regione Lombardia, ma, soprattutto, un lavoro di condivisione rispetto al piano che si sta predisponendo da più fronti, dal punto di vista del piano sanitario e da un punto di vista dell'innovazione e delle attività produttive. Un lavoro, ripeto, che ci vede coinvolti non soltanto sul piano locale, ma anche sul piano nazionale.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.43 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 15.47)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Andrissi, Cerutti, Ferrentino Ferrero e Marrone.
Il numero legale è 24.


Argomento: Parchi e riserve

Esame ordine del giorno n. 698 presentato dai Consiglieri Barazzotto Allemano, Appiano, Baricco, Chiapello, Corgnati, Ferrentino, Gariglio Grimaldi, Monaco, Ottria, Ravetti e Rostagno, inerente a "Individuare, in sede di assestamento al bilancio di previsione finanziario 2016-2018 risorse per consentire di conservare e valorizzare il Parco Burcina 'Felice Piacenza', gioiello del territorio biellese"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 698, di cui al punto 13) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Barazzotto per l'illustrazione.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
L'argomento è serio e ne avevamo già parlato. Riguarda il Parco della Burcina.
Il Parco della Burcina credo sia - abusando di un temine molto inflazionato - una delle eccellenza, una delle migliori bellezze piemontesi. Ha una sua specificità ed una sua rarità.
Era di proprietà della Regione; tornata poi in capo al Comune di Biella e successivamente alla Regione Piemonte, ma oggi, pur essendo inserito nei parchi regionali, ha i suoi problemi.
Quello che chiediamo è che il Parco Felice Piacenza possa contare su una gestione vicina, attenta e consapevole della peculiarità dell'area, in grado di valorizzare le potenzialità attraverso una mirata progettualità di gestione.
Credo sia una delle bellezze più importanti, ovviamente in questo campo, del Piemonte, ma possiamo dire anche del Nord Italia, proprio per la sua tipicità e specificità.
Negli ultimi anni, a seguito di disattenzione o per mancanza di manodopera, ha rischiato di degradarsi.
Oggi dovremmo cercare di tutelarla e di salvarla, anche perché potrebbe essere un'opportunità turistica di rilancio.
Pertanto, arrivando alla sintesi per non tediare ulteriormente, la richiesta che si fa è di inserire, nel bilancio di assestamento 2016-2018 come ho già avuto occasione di dire con gli Assessori Parigi e Valmaggia un intervento che non è risolutivo, ma che può dare un aiuto: 50 mila euro finalizzati per interventi urgenti che non possono essere rinviati nel tempo, in modo da non disperdere questo importante patrimonio botanico, che vede proprio in questo mese la fioritura dei rododendri.
Secondo, si richiede di prevedere in futuro - un futuro neanche troppo prossimo - una partenza economica, affinché la gestione della Burcina possa tornare in capo al Comune di Biella. Affinché tutto questo abbia senso però, dovrebbe avere una sua progettualità che consenta di conservarlo e di farlo tornare agli antichi fasti. Senza questi presupposti, così come oggi è inserito nel contesto regionale, rischia veramente di degradarsi e tutta la sua storia andrebbe a disperdersi.
Pertanto chiedo, non solo nell'interesse di un biellese ma di tutta la Regione Piemonte, di dare corso a queste due richieste: un contributo economico e la possibilità, tramite progetto, di farlo ritornare in capo al Comune di Biella.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Questo mio intervento vale per tutti gli ordini del giorno che sono stati spostati dal collegato alla legge di bilancio all'esame in Aula.
Non intervengo nel merito delle questioni sollevate dall'ordine del giorno illustrato dal Consigliere Barazzotto; chiedo solamente che la parte finale ("Impegna la Giunta regionale" ) sia così modificata: "Impegna la Giunta regionale a verificare la possibilità che in sede di assestamento del bilancio siano recepite risorse pari ad euro". Non è infatti pensabile che un insieme di ordini del giorno precostituisca l'assestamento di bilancio. Semmai, un insieme di ordini del giorno rappresenta un elemento che verrà valutato con la dovuta e massima attenzione, in sede di assestamento di bilancio.



PRESIDENTE

Consigliere Barazzotto, può venire a controfirmare le modifiche?



(Il Consigliere Barazzotto si reca presso al banco della Presidenza)



PRESIDENTE

Il collega Barazzotto ha controfirmato le modifiche.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 698, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame ordine del giorno n. 699 presentato dai Consiglieri Allemano Accossato, Appiano, Barazzotto, Baricco, Caputo, Conticelli, Corgnati Ferrentino, Gallo, Molinari, Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle inerente a "Promozione del servizio di assistenza emodialitica al domicilio"

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame ordine del giorno n. 700 presentato dai Consiglieri Allemano Accossato, Appiano, Barazzotto, Baricco, Conticelli, Corgnati, Ferrentino Gallo, Molinari, Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle, inerente a "Linee guide per l'erogazione di prestazioni odontoiatriche in regime di extra LEA nell'ambito del Servizio sanitario pubblico"

Argomento: Presidi socio-assistenziali pubblici e privati

Esame ordine del giorno n. 701 presentato dai Consiglieri Allemano Accossato, Appiano, Baricco, Boeti, Caputo, Corgnati, Ferrentino, Motta Rossi, Ravetti, Rostagno e Valle, inerente a "Attuazione del Progetto sperimentale di Residenza Sanitaria Assistenziale Aperta"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame congiunto degli ordini del giorno n. 699, n. 700 e n. 701, di cui al punto 14), 15) e 16) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Allemano per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 699.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Sono tre ordini del giorno su temi puntuali, che non richiedono impegni di risorse, pertanto faccio un'illustrazione unica per favorire la discussione.
Come detto in premessa non c'è nessun impegno di spesa: si tratta di orientare l'esecutivo verso delle azioni in materia di sanità e welfare che noi consideriamo costruttive e di innovazione nelle politiche per la salute.
Il primo ordine del giorno riguarda un sostegno all'emodialisi a domicilio, ed è un tema che è stato posto recentemente da un gruppo di pazienti del San Luigi.
Peraltro, l'emodialisi domiciliare ha una storia prestigiosa: è un servizio esordito oltre trent'anni fa, poi si è un pochino perso, perché la tendenza è stata quella di accentrare i letti dialitici. Queste esperienze virtuose in sanità spesso seguono il percorso di alcuni professionisti che hanno la vocazione di innovare, non sempre vengono raccolte e diventano delle prassi da favorire.
Sto parlando dell'emodialisi, dando per scontato che la dialisi peritoneale è una procedura che segue questa modalità attuativa.
Considerando che un trattamento così invasivo e pesante - trisettimanale condiziona pesantemente la vita dei pazienti, è di tutta evidenza che poterlo realizzare al domicilio, quindi con assoluta osmosi rispetto alle attività quotidiane di ogni persona, cambia enormemente in meglio la vita dei pazienti. I pazienti uremici terminali sono in costante aumento, grazie all'allungamento della vita e al miglioramento dei servizi sanitari.
E' altrettanto evidente che attualmente è un'illusione, visto che cerchiamo di spostare - per quanto possibile - i servizi sul territorio pensare che l'ospedale, così com'è concepito dalla rete, quindi centralizzato, possa dare un servizio personalizzato, sartoriale a questi pazienti.
Aggiungo - e chiudo su questo punto - che anche dal punto di vista economico l'operazione potrebbe essere sostenibilissima, perché in quarant'anni la tecnologia ha fatto dei passi da gigante e, oggi, un rene artificiale è poco più di una macchinetta, quindi sostenibile a domicilio.
E' altrettanto evidente che, avendo centralizzato i centri di terapia dialitica, oggi abbiamo pazienti che fanno centinaia di chilometri moltiplicati per "x" euro al chilometro. Pertanto, oltre a rendere difficile la vita a questi pazienti, pesiamo significativamente sulle casse delle Aziende Sanitarie Locali, in termini di rimborso dei trasporti.
Il presupposto di questo invito pressante all'Assessore alla sanità a sostenere l'acquisto di apparecchi dialitici a domicilio, ovviamente su scala vasta, facendo in modo che il servizio sia omogeneo, riguarda anche il profilo economico, oltre che - naturalmente - i profili, più importanti della qualità della vita che noi restituiamo ai pazienti e dell'efficienza della procedura.
Il secondo ordine del giorno lo considero molto importante: riguarda un aspetto della salute che noi trascuriamo in modo rilevante. Basti considerare che abbiamo una media di visite odontoiatriche all'anno, nella popolazione piemontese, di 0.6 pazienti. Vuol dire che solo un cittadino su due si sottopone, nel corso dell'anno, a una visita odontoiatrica.
Parliamo di salute, perché è di tutta evidenza che una buona masticazione, oltre che migliorare le relazioni e la qualità della vita migliora anche la digestione, poiché è il primo step della digestione.
Sappiamo che, nell'ambito dei LEA, la copertura di questo tipo di prestazioni odontoiatriche è minima, riservata ad una tipologia di persone molto settorializzata: parliamo dell'età evolutiva da zero a 14 anni parliamo di soggetti vulnerabili (vulnerabilità sociale, di reddito o presenza di disabilità gravi). L'altro elemento fortemente limitante l'odontoiatria pubblica è che il tipo di prestazioni fornite è tradizionale, non allineatoa alla protesica moderna.
Questo crea una situazione di mancate cure, in un ambito fondamentale come quello dell'odontoiatria, e di diseguaglianza nell'accesso alle cure che oggi segue la regola del reddito. Se queste persone vanno una volta ogni due anni dal dentista, è di tutta evidenza che non si tratta di antipatia nei confronti dello stesso, ma è la paura di incorrere in fatture che non possono sostenere. Il mercato si sta attrezzando: sappiamo dei voli che si fanno verso la Romania e sappiamo anche di catene commerciali che sono pronte a fornire questo tipo di prestazioni.
Ritengo, con la sensibilità che tutti abbiamo per la salute pubblica che dimenticare l'odontoiatria sia una lacuna piuttosto grave. Pertanto con questo ordine del giorno si chiede di dare seguito ad alcune esperienze che sono state fatte anche a Torino, con la Dental School della Città della Salute, con l'ASL-TO4, e in Lombardia, dove poi c'è stato lo scandalo legato a come venivano erogate le prestazioni e non certamente all'idea di erogarle in un ambito sociale.
E' di tutta evidenza che rendere questo approccio di odontoiatria sociale sistematico e controllato consentirebbe di erogare delle prestazioni ai solventi in un contesto di qualità nelle strutture pubbliche che oggi sono nettamente sottoutilizzate. Io chiedo, infatti, conferma anche ai colleghi qui presenti, ma mediamente se i Gruppi riuniti in ospedale lavorano 18 ore la settimana siamo fortunati. Si tratta quindi di aprire queste strumentazioni, spesso di qualità, a dei soggetti privati che possono lavorare in un contesto controllato come tariffe e come qualità delle prestazioni e in sinergia con gli operatori pubblici.
Si tratta dunque di una percorso di odontoiatria sociale, che vuol dire utilizzo full time delle apparecchiature e concorrenza pubblico-privato nell'erogare prestazioni di qualità, ovviamente attraverso delle gare condotte "comme il faut" e tramite l'impiego di materiali e attrezzature che siano al di sopra di ogni sospetto di speculazione, al contrario di come purtroppo è successo.
L'ultimo ordine del giorno riguarda il concetto di residenze sanitarie assistenziali aperte. Questo è un tema molto rilevante, anche sotto il profilo economico: si consideri che noi spendiamo come LEA, per la componente sanitaria dell'assistenza agli anziani non autosufficienti, 280 milioni di euro l'anno. La Giunta recentemente ha aumentato di 15 milioni questo budget e quindi andiamo a incidere pesantemente sulla spesa sanitaria, mentre nelle voci precedenti questo era meno rilevante.
Ora, è di tutta evidenza che questa quantità di soldi, pur essendo significativa, è ancora molto al di sotto di quella necessaria a rispondere alla domanda di questo tipo di prestazione, perché le liste di attesa che riguardano persone che hanno diritto riconosciuto dall'Unità di valutazione geriatria ad un'assistenza residenziale sono - ahimè - ancora lontane dall'essere inevase e quindi questo ovviamente crea tensioni; e siamo settimanalmente alle prese con il problema LEA/extra LEA, che si traduce poi in tutta una serie di bisogni sociosanitari che sono scaricati sulle famiglie.
Qual è il concetto di RSA aperta? Si prende atto - e qui incrociamo anche un disegno di legge sulle IPAB - che ci sono delle residenze sanitarie assistenziali che sono andate molto oltre la tradizionale funzione di mettere un letto a disposizione di chi non può stare a casa: queste si avvalgono naturalmente di professionalità alte nell'ambito della riabilitazione, ma anche della psicologia, della geriatria e del trattamento di particolari patologie (penso al Parkinson). Queste strutture, evidentemente riconosciute come aziende di servivi alla persona e come tali ovviamente andrebbero trattate - sono a nostro avviso in grado di fornire dei servizi molto più modulari e flessibili di quello di mettere a disposizione il letto e l'operatore.
RSA aperte, dunque, vuol dire fare dei percorsi personalizzati per l'utenza che necessita di questo tipo di assistenza e prevedere anche l'uscita delle RSA al domicilio (erogare quindi delle prestazioni a domicilio che si assommano a quelle del Distretto). Questo vorrebbe dire ridurre i costi, individuare delle fasce di compartecipazione alla spesa in base ai bisogni reali, personalizzati, "sartoriali"; qualificare e motivare le RSA a dare servizi sempre più tarati sui singoli e ridurre sensibilmente le liste di attesa: più flessibilità delle RSA, libertà di scelta e articolazione in fasce assistenziali e di remunerazione sulla base di piani personalizzati. Questo è il senso del passaggio da una long terme care (una cura a lungo termine nella quale si entra e non si sa quando si esce) a servizi mirati che includono interventi sia in residenzialità che a domicilio, a seconda delle esigenze riconosciute dall'UVG.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Vorrei fornire un contributo alla discussione sugli ordini del giorno brillantemente esposti dal collega.
Sul primo, quello che riguarda il tema importante della dialisi domiciliare, è vero: esistono delle resistenze da parte di alcuni operatori, ma molto spesso esistono anche delle resistenze da parte degli utenti, che temono di non avere un servizio adeguato e di non essere preparati ad affrontare qualcosa che incide fortemente non solo sulla propria qualità vita, ma proprio sulla propria vita. Qualche volta i pazienti temono di essere esposti a dei rischi che, se siamo bravi, credo non giustificati. Ritengo infatti che la qualità non dipenda esclusivamente dall'acquisto di apparecchiature. Credo invece che il tutto vada sostenuto con la formazione di personale che sappia aiutare e gestire queste condizioni cliniche che - ahimè - sono a vita (e molto spesso anche in soggetti molto giovani), salvo aver riconosciuta l'opportunità del diritto ad un trapianto di organo.
Su questo tema, allora, credo che forse il documento andrebbe integrato: oltre all'utilizzo di apparecchiature dedicate, bisognerebbe dare uno spazio forte e motivare i centri che erogano il servizio di dialisi alla formazione e all'incentivazione di questo strumento.
Personalmente ho incontrato molte persone che sull'argomento, anche laddove questo è stato proposto in modo altamente qualificato, alla fine resistono all'opportunità di avere una dialisi domiciliare, perché poi in qualche modo devono anche autogestirla e quindi questo li espone ad un rischio a ad una paura che, laddove la formazione è fatta in modo serio e forte, diventa non più giustificata e giustificabile.
Sul secondo tema, quello dell'odontoiatria, è vero: esistono delle opportunità che oggi sono fornite da organizzazioni esterne a quelle del Sistema Sanitario Nazionale e, quindi, alla nostra organizzazione interna ma direi che in quel mondo qualcosa è già stato fatto. Suggerirei, forse l'opportunità di integrare il documento - se il primo firmatario dell'ordine del giorno lo ritiene opportuno - con quella che può essere una promozione e un'incentivazione dei sumaisti, cioè i professionisti che prestano delle ore al sistema ambulatoriale, a dei prezzi ampiamente controllati e contenuti, su progetti che già esistono.
Mi piace ricordare che esistono dei progetti dedicati all'odontoiatria per disabili, che funzionano molto bene su molte delle nostre ASL; e non ne voglio citare qualcuna in particolare, perché mi sembra che potrei dimenticarne altre. In questo contesto che - ahimè - ancora ci vede decisamente sofferenti sul piano economico, però, questi professionisti si sono visti contrarre delle ore. Se non diamo un segnale anche in quella direzione, rischiamo oggi di fornire la possibilità di agitare uno spauracchio o corriamo il pericolo di esporre il fianco a qualcuno che possa additarci come coloro che vogliono sostenere forme privatistiche piuttosto che come coloro che continuano a privilegiare il sistema pubblico, a fianco del quale ben venga anche una capacità di competizione dei mercati e quindi dei privati che riescono, su certi standard, a fornirci queste prestazioni.
Credo che, allo stesso tempo, il mondo dell'odontoiatria abbia bisogno anche di sostegno e che sia opportuno valutare il peso e anche i costi che oggi come oggi devono essere sostenuti da quel tipo di professionalità nel nostro Paese; e penso quindi che vadano considerati anche i materiali di utilizzo che vengono forniti insieme alla prestazione e che certamente in Italia fanno lievitare fortemente i costi.
L'ultimo tema è quello delle RSA aperte. Io voterò favorevolmente su questo ordine del giorno e chiedo anche di poterlo sottoscrivere. Lo faccio immaginando però che rappresenti un'utopia. Anche a questo proposito infatti, è vero che oggi si rischia qualche volta di dare l'impressione o, almeno, alcuni temono che lo si faccia - che per alcune ristrettezze del sistema sanitario, soprattutto sulle fasce più deboli e laddove il sanitario si intreccia con il sociale, si scarichino i costi sulle famiglie. Dall'altra parte, però, bisogna anche prendere atto e coscienza che troppo spesso queste fasce molto fragili, questi anziani, queste persone che sono portatrici di patologie croniche e purtroppo sempre ingravescenti, che peggiorano soltanto nel tempo e quindi che hanno bisogno di certe assistenze, le famiglie - ahimè - immaginano che il sistema pubblico debba essere lo scarico in toto delle proprie problematiche.
Questo è purtroppo un rischio che si avverte soprattutto nelle RSA, che molto spesso non gradiscono la domiciliarità, con il rischio di incrementare il costo per il pubblico, perché si chiede sempre di più per guardare queste persone e spesso c'è perfino un rifiuto.
Quante volte, da parte di alcune persone, nel momento delle dimissioni negli ospedali, le vediamo negate? Esiste purtroppo una legge dello Stato che, laddove si rifiutano la dimissione, il Sistema Sanitario Nazionale è costretto - ahimè - a tenere in carico il paziente e i relativi costi.
Conosciamo sia i costi di ricovero ordinario che quelli di RSA, che sono più bassi, ma sempre costi sostenuti laddove il paziente può essere posto in domicilio; ebbene, questi sono costi che ce li vediamo scaricati dalle famiglie che ritengono opportuno che i costi dei propri congiunti debbano essere sostenuti dalla collettività.
Io non voglio entrare nella disamina di cosa è giusto e di cosa non lo è: credo che quelli della giustizia siano temi filosofici. Tuttavia ritengo che questo vada considerato, nel senso di quell'utopia di dare effettivamente un servizio alle fasce più fragili e di sostenere le famiglie, anche se bisogna tenere conto di quello che talvolta ci chiedono.
Faccio l'esempio di un caso che ricordo - qualche volta succede - di una persona che, rifiutando la dimissione di un suo parente (di suo papà peraltro), ci pose una questione. Disse: "Dottore, ma se non lo vengo a prendere il giorno della dimissione, che fate? Lo abbandonate in strada?".
Quindi era come se il sistema sanitario lo stesse abbandonando dimenticando che la figlia stava, allo stesso tempo, pensando di lasciare il padre al sistema sanitario e alla collettività, senza nemmeno prendere più informazioni su di lui.
E' vero, questi sono casi estremi, ma purtroppo - ahimè - chi frequenta le corsie d'ospedale sa bene che queste domande provengono da parte di famiglie che oggi si sentono investite e corresponsabili di problematiche dei propri congiunti che gli cadono addosso e che pensano debbano essere il più delle volte a carico della collettività, dimenticando - ahimè, vorrei aggiungere - che qualche volta queste persone sono state per loro un grosso benefit, sia in termini di entrate che di supporto economico, senza che ci fosse condiviso con la collettività.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Gli ordini del giorno sono stati presentati oramai da qualche settimana, ma ammettiamo di non avere avuto molto tempo né prestato molta attenzione per approfondire i temi, che sono ovviamente importanti e che forse necessiterebbero addirittura di una valutazione in Commissione d'altra parte, sono atti di indirizzo e quindi, come spesso si suol dire un atto di indirizzo non si nega a nessuno, anche se ultimamente alle opposizioni si stanno abbastanza negando.
Vediamo una maggioranza che presenta atti di indirizzo rispetto alla Giunta, il che a noi suona sempre strano, nel senso che, di norma, una maggioranza porta avanti il programma elettorale della sua Giunta e poi pu dare dei suggerimenti, ma ha altri strumenti, tra cui quelli diretti, per indicare degli interventi e delle modifiche rispetto al programma elettorale della maggioranza che è stata votata e che ha vinto le elezioni.
Però ormai ci stiamo abituando a tutto o a quasi tutto in questo Paese e anche in questo Consiglio, quindi analizziamo gli ordini del giorno giustamente come atti di indirizzo del Consiglio e, come tali, poi votati.
Quello dell'assistenza emodialitica a domicilio è un tema che noi avevamo affrontato visitando alcune strutture ospedaliere, in quanto in effetti c'è un problema di posti letto. Tuttavia c'è anche un problema di costi, nel senso che spesso si era detto: "Cerchiamo di fare anche il terzo turno della dialisi, che sia emodialisi o dialisi peritoneale, nelle strutture", però manca il personale. Il terzo turno, quello notturno, tra l'altro sarebbe anche il migliore, perché uno, invece di dover stare cinque o sei ore allettato oppure fermo sulla poltrona, dorme e quindi la dialisi passa ovviamente molto più in fretta. Probabilmente si potrebbe lavorare nell'ottica di riuscire ad avere un terzo turno notturno, che è quello che i pazienti preferiscono.
Sull'assistenza a domicilio, mi ponevo una domanda sui costi.
Dall'ordine del giorno illustrato dal Consigliere Allemano non ho ben compreso, visto che si parla di gare di area vasta e allocazione delle risorse sulla base delle necessità dell'utenza, di che importi parliamo. Se dobbiamo acquistare queste macchine, che ormai sono macchine portatili di circa un metro (peseranno 15-20 chili, però sono portatili), qual è il costo reale dell'acquisto che deve fare la Regione? Oppure deve essere l'utente a comprarlo e la Regione fornisce, che so, una telemedicina, una telelettura dei valori, dei parametri a distanza e dice "sì, va bene continua" o "no, fermati"? Questa era la prima valutazione che mi veniva in mente perché non mi sembra esserci nell'ordine del giorno né l'ho sentita dalla viva voce del Consigliere Allemano, quindi questo è il primo dubbio, cioè capire - faccio paradossalmente io la parte dell'Assessore, anche se non lo sono - se sono costi e spese in più, se invece c'è un risparmio rispetto ai posti letto oppure sul personale che avrebbe un lavoro in meno, perché se fatta a casa non c'è bisogno del personale.
Invece sul secondo ordine del giorno sulle cure odontoiatriche, in effetti (lo riporta anche il collega Allemano all'inizio dell'ordine del giorno) siamo in una situazione in cui dai livelli essenziali di assistenza sta venendo tolto tutto quello che riguarda l'assistenza odontoiatrica.
Sembra che l'ultima novità sui temi dell'appropriatezza sia che molte attività stiano per essere espunte dai LEA, quindi quest'intervento è meritorio, ma deve sempre sottostare - visto che ce lo dicono sempre gli Assessori, per una volta lo dico io - alla compatibilità economico finanziaria. Ha pienamente ragione il Consigliere Allemano: alle persone indigenti, a prescindere dall'età, non solo a quelli di età inferiore ai 14 anni o solo alle persone che hanno determinate patologie, bisognerebbe fornire cure odontoiatriche gratuite o veramente a bassissimo costo. Ciò è fondamentale, perché molte persone non si stanno più curando in generale e soprattutto, non si curano più dal punto di vista odontoiatrico; di conseguenza, si sviluppano malattie del cavo orale, si perdono i denti e tutta una serie di ulteriori patologie, ma ovviamente un impianto ha dei costi ancora più elevati rispetto a un intervento che si poteva fare prima con una corretta prevenzione.
Anche in questo senso l'ordine del giorno è interessante e stimolante.
Se poi viene fuori un dibattito che può coinvolgere tutti nell'ottica di capire dove stiamo andando a livello nazionale e a livello regionale e capire anche questo ultimo punto, diciamo che a noi pare più controverso dell'apertura degli ambulatori odontoiatrici pubblici al settore privato.
Il collega Monaco parlava dei sumaisti, che in effetti sono medici privati che fanno attività a prezzi abbastanza calmierati, quindi potrebbe essere interessante, insieme alla già citata ottima esperienza della Dental School, nel senso che sono specializzandi che si prestano a tariffe calmierate presso le strutture delle Molinette e della Città della Salute e capire quindi esattamente che tipo di profilo andiamo a dare.
Si tratta di capire se sono veramente sumaisti, che tipo di controllo delle tariffe effettua la Regione anche per quanto riguarda la qualità delle prestazioni. E' ovvio che essere all'interno di ambulatori pubblici dovrebbe garantire già di per sé l'igiene, l'asepsi, l'utilizzo corretto degli strumenti e quant'altro, a fronte ovviamente però di un qualcosa. Se si offrono gli ambulatori, si offre un controllo da parte della Regione. Se nell'intramoenia lo specialista dà una parte dell'introito all'ASL, bisogna capire in questo caso quale parte. Andrebbe strutturato con un documento ad hoc. Questo è un atto di indirizzo, poi bisogne capire quali sono le iniziative successive della Regione.
Qualche maggiore perplessità l'abbiamo anche sull'esperimento della RSA aperta, se n'era già parlato anche sui media. Anche qui viene da dire: non riusciamo a coprire l'assegnazione degli assegni - chiedo scusa per il gioco di parole - di cura alle persone che hanno bisogno di una cura domiciliare, quindi volevamo capire in che tipo di percorso si inserisce questo progetto sperimentale della RSA aperta. Sono interventi sanitari domiciliari nell'ambito di un progetto residenziale offerto dalla RSA accreditati con il sistema sanitario regionale, per i pazienti ultra sessantacinquenni non autosufficienti, che possono non andare ancora nella struttura istituzionalizzata, quindi ricoverati in una RSA, ma riescono magari con un intervento settimanale del medico di medicina generale, a rimanere a domicilio.
Mi sembra che sia un po' in contraddizione con il fatto che, veramente non riusciamo ad avere le risorse per le diecimila persone in lista d'attesa per quanto riguarda l'assegno di cura. Anche su questo sarebbe auspicabile un ulteriore approfondimento.
Ribadisco: essendo arrivati in Consiglio, non saremo noi a dire di non votarli.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Bono mi ha anticipato e condivido pienamente il suo pensiero. Volevo fare un'osservazione sull'intervento del primo firmatario e del Consigliere Monaco. Concordo quando il Consigliere Monaco afferma che uno degli ordini del giorno presentatati, forse il terzo, è un'utopia.
Volevo ricordare che il termine utopia, in campo filosofico, significa disegno di una società perfetta. Nel linguaggio corrente, invece, significa un'aspirazione, comunque una speranza generosa che spesso è irrealizzabile.
Questo, in genere, il significato esatto della parola utopia.
Sono tre ordini del giorno che, se veramente trovano applicazione sarei felice. Tuttavia, ho forti dubbi in merito. Parlando dell'ordine del giorno della RSA aperta, sinceramente ho un po' di dubbi. E' un progetto sperimentabile apprezzabile, un progetto che, se diventasse realizzabile sarebbe perfetto. Anche lì bisogna valutare, in realtà, quali sono realmente i costi e se questo progetto può essere applicabile o meno.
Come ha bene ricordato il Consigliere Bono, che ha fatto riferimento alla legge n. 10 del 2010, sappiamo benissimo che ci sono tantissimi cittadini piemontesi, persone non autosufficienti, che versano in condizioni di grande difficoltà, che sono in attesa di ricevere un assegno di cura per prestazioni a domicilio. Queste famiglie fanno grandi difficoltà.
Vi ricordo che la somma che viene riconosciuta per l'assegno di cura a domicilio è proprio per aiutare la famiglia ad assumere una persona che possa aiutare e prendersi cura della persona che versa in condizione di non autosufficienza.
Io stessa ho presentato diverse interrogazioni e ne ho parlato più di una volta insieme all'Assessore Ferrari. Abbiamo sollevato il caso anche parlando con l'Assessore Saitta. Mi chiedo la fattibilità di questi ordini del giorno, in particolare sulla RSA aperta.
E' vero, noi siamo per un'assistenza domiciliare, molto più salutare.
Parliamo di un'assistenza completamente diversa rispetto a quella ospedaliera. Potremmo abbattere i costi ospedalieri ma, nello stesso tempo è un progetto che va organizzato, necessita di figure professionali competenti, che operino a domicilio. Ho dubbi e perplessità in merito.
Sinceramente avrei preferito che se ne fosse parlato, se ne discutesse in Commissione sanità.
Presidente, è veramente impossibile parlare in quest'Aula. Presidente abbia pazienza, poi dite che ci si lamenta sempre. E' impossibile parlare ho già un tono di voce alta, ma le assicuro che faccio una grande fatica.
Pensi, non ascolta nessuno. Lei stesso non sta seguendo il dibattito.



PRESIDENTE

Stavo lavorando per lei in questo momento.



BATZELLA Stefania

Parlano tutti. Sinceramente, se questa è un'Aula di Consiglio! A questo punto, finisco di parlare perché non sono rispettata.



PRESIDENTE

Consiglieri, per favore. Non voglio avere un diverbio con la Consigliera Batzella.
Consigliera, è vero, è fastidioso, ma purtroppo il problema è che quando parla una persona, la stessa si rende conto che è difficile comunicare. Nessuno parla ad alta voce, ma anche parlando a bassa voce, non so per quale motivo, viene esasperato completamente il fastidio. Mi dispiace. Le chiedo scusa a nome di tutti.
Vedrà che tra cinque minuti ristabiliamo ex tunc lo status quo ante.
Non ho dubbi.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente Non è la prima volta e non sono l'unica che, in questa giornata, si sta lamentando che è impossibile parlare. Se un Consigliere non ha voglia di ascoltare può uscire dall'aula o fare altro. Visto che siamo chiamati qui è il nostro dovere istituzionale - rappresentiamo i cittadini e lavoriamo deve essere riconosciuto il nostro lavoro, non siamo qui per divertici. Per divertirsi bisogna andare altrove.
Continuo il mio intervento. Stiamo esaminando tre ordini del giorno presentati dalla maggioranza, neanche da una forza di opposizione. Sono atti di indirizzo presentati dalla maggioranza. Stiamo cercando di collaborare, di venire incontro e di capire, di valutare sempre per il bene della nostra regione. Stiamo parlando di una categoria di pazienti particolari, di pazienti ultrasessantacinquenni non autosufficienti. Stiamo parlando di prestazioni odontoiatriche in regime di extra LEA che noi pensiamo debbano essere garantiti, come diceva il Consigliere Bono che mi ha preceduto, soprattutto agli indigenti.
Ci sono persone che non possono più permettersi di pagare un dentista di sottoporsi a cure dentistiche perché non hanno i soldi per pagare una prestazione odontoiatrica. Noi riteniamo che queste prestazioni debbano essere garantite e offerte a chi veramente versa in uno stato di grande difficoltà economica, oltre agli esenti, ai bambini e alle fasce di età riconosciute legalmente.
Tra l'altro, con il nuovo decreto sull'appropriatezza della prescrizione dei farmaci e delle cure, per quanto riguarda le cure odontoiatriche chi prima era esente dal ticket, adesso lo paga.
Ho sentito proprio una settimana fa il caso di una ragazza che fortunatamente, dopo essere stata colpita da un brutto tumore, ha fatto tutte le cure e un intervento e adesso, ringraziando il cielo, è riuscita a sconfiggere il cancro. Questo però le ha provocato la caduta di tanti denti e lei prima andava dal dentista ed era esente perché l'esenzione era legata alla malattia che l'aveva colpita. Ora deve continuare le cure odontoiatriche e lei stessa mi ha detto: "Mi hanno detto che ormai non sono più esente, perché sono guarita dal tumore, però io, nel frattempo, non ho più lavorato e quindi non mi posso permettere di pagare un dentista". E la vive come un'ingiustizia.
Queste cose non devono succedere, perché dopo che una persona è stata malata, ha combattuto con tutte le sue forze contro una malattia, poi si ritrova a dover pagare un ticket.
Quindi, mi chiedo: riusciremo con questo ordine del giorno a garantire le prestazioni e le cure a tutti? E per tutti intendo queste categorie di persone.
Questi ordini del giorno sono presentati dalla maggioranza e sicuramente oggi verranno votati, perché voi siete la maggioranza e voterete favorevolmente. Però fate anche molta attenzione, perché poi questi ordini del giorno devono trovare applicazione. Se domani esce il comunicato stampa e tutti gli articoli sui giornali diranno che è stato approvato l'ordine del giorno per la RSA aperta, per le prestazioni odontoiatriche o per l'emodialisi, per la dialisi a domicilio, dall'altra parte ci saranno delle aspettative. Ci saranno questi pazienti e queste persone con delle aspettative.
Quindi, dobbiamo essere in grado di soddisfare e di mantenere queste promesse che oggi verranno votate in Aula.
Siccome mi occupo prevalentemente di sanità, di welfare, di politiche sociali ed assistenza, pari opportunità e parità di diritti, questo tema mi sta molto a cuore. Quindi, se oggi verranno approvati questi ordini del giorno, vi chiedo con un appello accorato che possano trovare applicazione.
Non illudiamo i cittadini piemontesi, soprattutto le categorie protette perché quando parliamo di anziani e di malati stiamo parlando di categorie protette.
Avrei preferito - è il mio umile pensiero, che esprimo come Consigliera di opposizione - parlarne nella Commissione in presenza degli Assessori competenti per discutere e confrontarci con tutti i componenti della Commissione. Avrei preferito così, perché si tratta di temi molto importanti, visto che si sta parlando di assistenza, di vite umane e soprattutto si sta parlando di malati e di famiglie che sono stanche, che vivono nella sofferenza e nel dolore tutti i giorni.
Quindi, il mio appello accorato è questo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Ferrari; ne ha facoltà.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali

Grazie, Presidente.
Volevo fare un breve intervento relativamente al terzo ordine del giorno, quello sulle RSA aperte, e spiego anche le ragioni. Intanto esprimo il ringraziamento al Consigliere Allemano per essersi fatto promotore insieme al Gruppo, di questa iniziativa, ed esprimo anche il ringraziamento per gli interventi ai Consiglieri Bono e Batzella, perché effettivamente hanno messo l'accento e hanno dimostrato con i loro interventi che stiamo parlando di una questione molto importante, che merita attenzione ed approfondimento.
Io direi questo: c'è un problema che riguarda l'applicazione in Regione Piemonte della legge regionale n. 10. La legge è stata approvata alla fine della legislatura Bresso, quindi nel 2010, e poi di fatto non ha trovato attuazione, non ha avuto applicazione in maniera omogenea sul territorio creando sulla questione degli assegni di cura a domicilio per anziani non autosufficienti forti sperequazioni e un sistema frammentato all'interno del territorio regionale.
Con il lavoro intrapreso in questi mesi tra la Direzione Sanità e la Direzione Coesione Sociale, con il seminario di approfondimento su questo tema che abbiamo fatto con tutti gli attori del territorio 15 giorni fa promosso dalle due Direzioni, e con il lavoro che in quella sede abbiamo annunciato, noi intendiamo effettivamente fare in modo che si possa arrivare, entro la fine del 2016, a costruire un quadro attuativo omogeneo e coerente della legge n. 10 sul territorio regionale, che comporta degli accordi quadro coerenti, omogenei e non frammentati tra Enti gestori delle politiche sociali ed Aziende sanitarie.
Quindi, questo è un tema molto rilevante e molto importante e ringrazio perché è stato sollevato, in quanto è una delle questioni più importanti che abbiamo sul tavolo della discussione.
All'interno di questo quadro, a mio avviso, è coerente l'idea di lanciare delle sperimentazioni, come quella indicata con il titolo "RSA aperte", per due ragioni. In primo luogo, perché questa è una richiesta che viene dai territori e che noi, nel corso del 2015 e nel corso del lavoro fatto sul Patto per il sociale, abbiamo potuto constatare direttamente fosse molto più forte nei territori periferici rispetto a quelli della metropoli, dove effettivamente una struttura come una RSA può costituire un presidio socio-sanitario per tutto il territorio, capace con le proprie competenze e con la propria professionalità, di farsi carico dell'intera filiera della cura sulla non autosufficienza. Intendendo per intera filiera quel complesso di interventi che vanno dalla domiciliarità alla residenzialità.
Questo è un elemento, soprattutto nei territori periferici, molto sentito e che, in questo momento, è un po' tarpato e represso, perché non ha un quadro di riferimento che possa permettere questa sperimentazione.
Quindi, c'è una richiesta in questa direzione che è molto sentita nei territori.
Non solo; molti territori dicono e sottolineano fortemente di andare su questa strada non soltanto per quanto riguarda gli anziani non autosufficienti, ma arrivano a pensare a questa direzione anche per quanto riguarda gli interventi sui minori e sui disabili, immaginando le strutture residenziali e semiresidenziali per minori e disabili come strutture capaci di farsi carico dell'intera gamma degli interventi, partendo dal livello domiciliare.
Quindi, direi che questa è una sfida che dobbiamo raccogliere, rispetto alla quale l'ordine del giorno mi sembra uno stimolo molto rilevante. E c'è una seconda ragione: è che questa sperimentazione ci aiuta, questo indirizzo ci aiuta a dare gambe alla deliberazione n. 18 dell'aprile 2015.
Quello era un tentativo, in ambito sanitario, di fare in modo che non ci si limitasse a fare interventi prestazionali standardizzati, ma che si spostasse l'asse sull'idea di fare progetti mirati ai bisogni della persona, immaginando che gli interventi centrati sui bisogni della persona debbano avere un quadro di flessibilità in modo che si possa rispondere in maniera più appropriata.
In quel contesto la scelta regionale, nell'ambito del fondo sanitario come ricordava bene il Consigliere Allemano, fu quello di aumentare di 15 milioni di euro la parte del fondo sanitario destinata agli interventi in residenzialità, dicendo contestualmente di mettere le famiglie nelle condizioni che potessero decidere se quegli interventi potessero essere fatti a livello domiciliare, con l'idea - a mio avviso importante - di allontanare il più possibile l'istituzionalizzazione dell'anziano e di fare in modo che gli interventi fossero mantenuti il più a lungo possibile all'interno del domicilio dell'anziano stesso, perché questo gli garantiva una migliore qualità di vita.
Credo di poter raccogliere, come Giunta, l'indirizzo espresso dall'ordine del giorno in questo senso: dobbiamo agire come target su quella platea di anziani non autosufficienti che sono già stati valutati dall'unità di valutazione geriatrica come portatori dei requisiti per l'inserimento in struttura. Questo è il target principale, non è generico: dobbiamo lavorare su quella platea di persone che sono già state valutate e quindi sono destinate a entrare in struttura.
Dobbiamo fare in modo che i progetti siano mirati su queste persone per non trattenerle all'infinito in lista d'attesa e questo è possibile trasformando alcuni interventi di carattere sanitario a domicilio e individuando nelle professionalità della RSA uno strumento che possa consentire questa operazione. E' chiaro che noi stiamo parlando di RSA accreditate e che tutto il sistema ha come perno la valutazione geriatrica quindi, tutto nasce da una piena integrazione tra soggetti del privato sociale e gli attori pubblici, enti gestori e Aziende sanitarie, che devono avere in mano la regia di tutto il sistema, tanto è vero che vediamo questo come uno degli elementi fortemente caratterizzanti l'attività distrettuale di politica per la non autosufficienza.
In questo senso, vedo l'ordine del giorno sulle RSA aperte come uno stimolo e un indirizzo molto importanti, coerente con alcune cose che si stanno facendo, con alcuni indirizzi che abbiamo raccolto dai territori ripeto, soprattutto quelli periferici e credo che dobbiamo accoglierlo almeno dal nostro punto di vista, con l'idea di fare una sperimentazione che abbia anche un limite temporale e di cui si possono valutare in Commissione gli eventuali esiti.
In questo senso, credo che si possa esprimere da parte nostra (ovviamente, è il Consiglio che deve decidere) una posizione favorevole perché - ribadisco - può aiutare il sistema a sciogliere alcuni nodi critici che in questo momento ha su un punto, come giustamente avete sottolineato voi, molto dedicato e credo sempre più rilevante nell'ambito dei bisogni sociali di questi territori.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Saitta? Perché deve stare per forza qua?



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Ma non sono tenuti. La Giunta è rappresentata: c'è il Presidente.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Non è tenuto a rispondere, se non lo ritiene.
Non ci sono altri interventi.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 699, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Sia riportato a verbale il voto favorevole della Consigliera Conticelli.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 700, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 701, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 702 presentato dai Consiglieri Rossi, Accossato Allemano, Appiano, Baricco, Boeti, Caputo, Corgnati, Ferrentino, Gallo Molinari, Motta, Ravetti e Valle, inerente a "Impegno ad individuare risorse a sostegno del capitolo di bilancio n. 182348 che consente il finanziamento degli interventi a favore delle vittime dell'usura"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 702, di cui al punto 17) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Come in altre occasioni, anche in questo caso, si tratta di valutare la possibilità di rifinanziare una legge che già esiste in Regione Piemonte e che dal nostro punto di vista si rende necessaria in quanto le cronache giudiziarie degli ultimi anni, come abbiamo già detto anche altre volte in quest'Aula, ci hanno messo di fronte ad una situazione che anzich migliorare ci dà un riscontro molto negativo anche da questo punto di vista.
Purtroppo, le diverse inchieste hanno dimostrato una presenza molto radicata delle mafie e, in particolare, della 'ndrangheta in parecchie zone della nostra regione e abbiamo potuto leggere sulle cronaca giornalistiche ma anche negli atti dei processi che parti dell'imprenditoria sono rimaste vittime dell'oppressione mafiosa, sotto diversi aspetti: dal punto di vista delle estorsioni e dei ricatti che molto spesso hanno portato molti imprenditori ad essere vittime dell'usura.
Chiaramente, è un fenomeno che non si esaurisce soltanto al tema della criminalità organizzata, ma riguarda anche la criminalità comune. Certo è che tutti gli strumenti che possono aiutare i cittadini e gli imprenditori a denunciare e ad essere accompagnati in questo difficile percorso non possono che essere ben visti. Noi abbiamo il compito e la responsabilità di fare il possibile perché le risorse economiche, e non solo di accompagnamento a queste persone, siano potenziate.
In questo senso, chiediamo alla Giunta, in fase di assestamento, di valutare la possibilità di rifinanziare la legge secondo le modifiche che già il Vicepresidente ha indicato prima.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 702, come modificato il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Cave e torbiere

Ordine del giorno n. 703 presentato dai Consiglieri Rossi, Accossato Allemano, Appiano, Baricco, Boeti, Caputo, Corgnati, Ferrentino, Gallo Motta, Ravetti e Rostagno, inerente a "Istituire nell'ambito del Bilancio di previsione finanziario 2016-2018 un capitolo apposito finalizzato a sostenere la redazione del nuovo Piano regionale delle attività estrattive (PRAE)" (ritirato)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 703, di cui al punto 18) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
In realtà, l'ordine del giorno risulta superato in questa formulazione in quanto, già in fase di bilancio previsionale, è stato istituito il capitolo con già anche delle risorse.
Colgo l'occasione, ritirando quest'ordine del giorno che è superato per chiedere - con la Giunta ne abbiamo già parlato - di valutare la possibilità di aumentare queste risorse rispetto al PRAE, perché quelle stanziate non sono sufficienti alla redazione complessiva; comunque tecnicamente, questo ordine del giorno è superato, quindi viene ritirato.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 726 presentato dai Consiglieri Molinari Allemano, Appiano, Barazzotto, Corgnati, Gallo, Ottria, Pentenero, Rossi Rostagno e Valle, inerente a "Sostegno alle reti di videosorveglianza nei piccoli Comuni e nelle aree maggiormente colpite dalla microcriminalità come la provincia di Vercelli"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 726, di cui al punto 19) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Segretario Molinari, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



MOLINARI Gabriele

Grazie, Presidente.
Analogamente ad altri atti che sono stati approvati oggi, anche in questo caso si tratterebbe di rifinanziare un capitolo afferente ad una legge di cui il Consiglio, negli anni passati, si è già dotato (segnatamente la legge n. 23/2007, con la quale si affronta il tema dell'insicurezza percepita tra la popolazione) e, pertanto, di creare le condizioni per aumentare la sicurezza reale.
Questo ordine del giorno fa riferimento a situazioni d'incremento di fenomeni di microcriminalità che si sono verificati nei territori della provincia piemontese; specialmente la provincia vercellese, cui nel testo si fa letterale riferimento, ma non solo, perchè il fenomeno riguarda un po' su tutta l'area che insiste nella parte orientale della regione Piemonte e, ovviamente, anche in altri piccoli centri diffusi su tutto il territorio della regione.
L'obiettivo è di poter utilizzare, in coerenza con gli strumenti di cui è dotata la Regione e in coerenza con il nostro mandato istituzionale soluzioni che, ovviamente, possano essere condivise e siano ritenute adatte e congrue rispetto ad un tema comunque molto sentito sui nostri territori.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Ferraris; ne ha facoltà.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore alla polizia locale

Grazie, Presidente.
Apprezzo la proposta dell'ordine del giorno presentato dal Vicepresidente Molinari e da alcuni altri colleghi Consiglieri, pur rimarcando l'importanza non solo della percezione della sicurezza, ma, in qualche modo, della reale dotazione di nuove tecnologie di controllo e di videosorveglianza sul territorio.
Altresì, ricordo l'importanza del lavoro svolto in questi ultimi anni dal CSP, che è una nostra società partecipata, e anche la necessità di implementare progetti di mantenimento del lavoro svolto, a cui, purtroppo l'anno scorso, anche forse per mancanza di progettualità della stessa CSP non si è proceduto.
Tengo però a sottolineare che la richiesta deve essere valutata, come peraltro diceva il Vicepresidente in un altro ordine del giorno, nella possibilità eventuale di reperire risorse disponibili. Quindi, chiederei al Presidente di poter emendare l'impegnativa nei seguenti termini: "Impegna la Giunta regionale a verificare la possibilità che, in sede di assestamento al Bilancio di previsione finanziario 2016-2018, siano reperite la risorse adeguate a finanziare...", Poi continua così l'attività, con particolare riguardo al Vercellese, come richiesto dal Consigliere Molinari.



PRESIDENTE

Consigliere Molinari, le va bene la modifica? La parola al Consigliere Segretario Molinari, che interviene in qualità di Consigliere.



MOLINARI Gabriele

Mi sembra la stessa modifica che viene utilizzata anche con riferimento agli altri atti di indirizzo, quindi sono d'accordo.



PRESIDENTE

Grazie.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 726, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Formazione professionale

Esame ordine del giorno n. 728 presentato dai Consiglieri Caputo, Allemano Appiano, Barazzotto, Conticelli, Corgnati, Ferrentino, Gallo, Ottria Ravetti, Rostagno e Valle, inerente a "Individuare, in sede di assestamento al Bilancio di previsione finanziario 2016-2018, idonee risorse finalizzate a sostenere l'apicoltura piemontese, con particolare riguardo all'attività di formazione e di aggiornamento degli operatori professionali"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 728, di cui al punto 20) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Caputo per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Anche con quest'ordine del giorno si chiede di rifinanziare un capitolo della legge n. 20 del 1998, modificata nel 2015, che riguarda i fondi a sostegno dell'attività dell'apicoltura piemontese.
Sappiamo che è una delle attività che si colloca in una posizione di notevole importanza per quanto riguarda l'economia agricola e forestale.
Oltre a contribuire alla conservazione dell'ambiente, il nostro Paese è il quarto in Europa per la produzione di miele, con oltre 50 mila apicoltori e si distingue proprio per la notevole qualità dei mieli prodotti.
In presenza di questa legge, che era già stata finanziata in precedenza, e data la notevole importanza dell'attività e della formazione di questo settore, si richiede di poter intervenire per rifinanziare le attività formative, al fine di permettere di avere più operatori professionali aggiornati. Così si contribuisce non soltanto al sostegno dei posti di lavoro, ma ad una delle attività sulla quale anche il Ministero della Salute, di recente, è intervenuto proprio sulla trasparenza, poich ha creato l'anagrafe delle api italiane, che è un'importante novità, nata proprio per garantire la trasparenza attraverso i processi di rintracciabilità. Anche qui intervengono operatori delle ASL, aziende e allevatori, che possono accedere e registrare la loro attività in totale trasparenza.
Quindi, essendo un capitolo importante, si richiede alla Giunta di continuare a sostenerlo economicamente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Caputo.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 728, come modificato, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist. - Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Esame ordine del giorno n. 730 presentato dai Consiglieri Rostagno e Appiano, inerente a "Risorse a sostegno di infrastrutture funzionali al Forte di Finestrelle, al complesso di Pra Catinat e ai percorsi turistici di valore internazionale dell'Alta Val Chisone"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 730, di cui al punto 21) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rostagno per l'illustrazione ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
E' inutile sottolineare l'importanza di questa struttura di interesse internazionale. E' la seconda struttura militare, a livello mondiale, per dimensioni ed è Monumento Simbolo della Città metropolitana, ex Provincia.
In quel comparto ci sono infrastrutture di interesse internazionale quali la Strada dell'Assietta, e come struttura di supporto c'è la struttura di Pra Catinat, di proprietà di una nostra partecipata, che ha una sua evoluzione ed una sua valenza sotto il profilo turistico, ma soprattutto sotto il profilo culturale e ambientale.
L'ordine del giorno chiede che sia posta una certa attenzione nell'individuazione di finanziamenti che derivano dal PAR-FSC, per quanto concerne l'infrastratturazione, in modo tale che quel comparto possa essere, nell'ottica di un progetto di valorizzazione complessiva, oggetto di spinta sotto il profilo turistico.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rostagno.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 730, come modificato, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Trasporti pubblici

Esame ordine del giorno n. 737 presentato dal Consigliere Grimaldi inerente a "Rinnovo materiale rotabile piemontese per trasporto pubblico locale"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 737, avente ad oggetto " Rinnovo materiale rotabile piemontese per trasporto pubblico locale" presentato dal Consigliere Grimaldi, di cui al punto 22) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Questo è uno dei primi atti sulla vicenda PAR-FSC. Noi abbiamo introdotto il tema del rinnovo del materiale rotabile piemontese in un contesto più ampio.
In quest'atto di indirizzo ricordiamo che, dei 310 treni, più di un terzo - quindi circa il 36 per cento - hanno più di vent'anni, mentre l'età media dei treni è di 17,2.
Ricordiamo che il trasporto ferroviario piemontese conta ancora troppi treni vecchi, lenti e lontani dagli standard europei, così come dicono anche le analisi interne, anche per la frequenza delle corse, anche se non è fra le peggiori d'Italia, anzi, su questo siamo fra le prime cinque Regioni italiane.
Ricordiamo che c'è un contesto, quello dello Stato italiano, che da 15 anni ha smesso di investire sull'acquisto di nuove flotte per il trasporto pubblico su ferro (parlo soprattutto delle linee per le Città metropolitane).
Penso alle linee per la metropolitana, ma anche alle linee cosiddette "forti", cioè quelle flotte di ferro che possono essere utilissime soprattutto per il decongestionamento delle grandi città. Ricordiamo anche che è stato il Governo Prodi l'ultimo ad aver rinnovato il parco su ferro soprattutto dei treni e che le Regioni, che dal 2001 hanno la responsabilità del servizio ferroviario regionale, hanno fatto investimenti.
Nell'ordine del giorno ricordo l'ultimo accordo di questa Giunta per ridefinire, con Trenitalia, l'intero piano di investimenti. Ricordo che nella programmazione abbiamo messo più di 31 milioni di euro.
Nel quadro generale della spesa per l'annualità passata, la Regione ha ritenuto necessario destinare un milione e sette, quindi ancora di più, per la promozione del trasporto pubblico locale e l'attivazione di iniziative volte ad assicurare all'utenza il ristoro di eventuali disagi e danni derivanti dall'esercizio ferroviario.
L'impegno che ci siamo presi è di riportare sui treni i circa 35 mila piemontesi che negli ultimi anni hanno smesso di utilizzare il servizio ferroviario. Questo è uno degli ultimi dati che ci fornisce "Pendolari" al 2016, soprattutto legato alla cancellazione di 14 linee avvenute fra il 2011 ad oggi.
Da ultime analisi abbiamo letto che c'è un piccolo trend positivo sicuramente legato ai trend del trasporto pubblico locale nelle grandi città, ma anche nel trasporto ferroviario c'è un aumento che ovviamente sta sotto le due cifre.
Noi sostanzialmente chiediamo che il rinnovo del materiale rotabile piemontese per il trasporto pubblico locale sia il primo dossier della Regione Piemonte per la programmazione del PAR-FSC. Chiediamo anche, così come hanno fatto alcune altre Regioni, di verificare se si possono concentrare gli investimenti del cosiddetto "Piano Juncker" e della BEI che prevedono, in questo momento, solo la realizzazione di nuove autostrade.
Chiediamo ci possa essere anche un co-finanziamento, da parte dei sussidi all'autotrasporto, per il rinnovo di linee di tram e metropolitane.
Credo sia sbagliato dire "bene la linea 2, no, meglio il rinnovo delle flotte", perché è vero che le flotte costano molto più degli autobus, ma anche solo una flotta di una linea costa sui 20 milioni. Più o meno le flotte sono composte da una ventina di tram, quindi diciamo che il rinnovo delle dieci linee forti, anche solo nella Città capoluogo, potrebbe costare sui 200 milioni di euro.
Questo cambierebbe e stravolgerebbe: come effettivamente la linea 4 ha stravolto, a Torino, il tipo di abitudine di chi prendeva quel tram, oppure la linea 1 della metropolitana.
Credo che l'investimento di questi 200 milioni, più il rinnovo di metà di quei treni (quindi altri 150 treni), nei prossimi dieci anni potrebbero cambiare, considerevolmente, il trasporto pubblico locale.
Hanno fatto bene l'Assessore Balocco e il Presidente Chiamparino a ricordare che queste sono le uniche e vere misure strutturali, oltre al teleriscaldamento e ad altre misure strutturali, che possono cambiare il segno della qualità dell'aria. Ricordiamo solo - ed è un invito che la Regione dovrà poi fare al Governo - che la qualità dell'aria non attende la lentezza delle nostre politiche.
Quindi - e termino - è vero che negli ultimi vent'anni il calo dell'industria più la parte del teleriscaldamento hanno ridotto le emissioni (credo l'abbia fatto anche la linea 1, anche se non è mai stato valutato dalle rilevazioni dell'ARPA), però ritengo che questo tipo di investimento su tutto il Piemonte e non solo sulla città potrebbe cambiare il tipo di atteggiamento dei nostri concittadini, che negli ultimi anni si sono visti spesso tagliare le linee e aumentare i biglietti, ma non hanno avuto nessun rinnovo del parco rotabile.
Pertanto, oltre ai bandi, che devono prevedere il rinnovo del materiale rotabile da parte dei vincitori, spero che questo sia il primo vero dossier del PAR-FSC dei prossimi anni.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Cosa dire di questo ordine del giorno? Diciamo che l'intento è positivo, perché il Piemonte necessita di un rinnovo del parco mezzi del trasporto pubblico, in generale. In particolare, la città di Torino, ancora più che il resto del Piemonte, versa in uno stato particolarmente disastroso, con un abbandono delle linee tram, per aver puntato, in modo molto miope e con un'ottica di breve periodo, sulle linee di autobus.
Occorre anche ricordare che, al momento, i grandi acquisti dei treni per i servizi regionali li fa Trenitalia, con una sua centrale di acquisto nazionale. Tant'è che, nella recente finanziaria, nella legge di stabilità nazionale, è stata prevista, ma non ancora messa in atto, la creazione di una centrale di acquisto nazionale ministeriale, non affidandosi più a ci che il gestore del servizio ferroviario nazionale acquista di propria iniziativa.
Dal momento che Trenitalia ha messo a disposizione 500 treni (mi pare fosse questo il numero) per tutti i servizi regionali e nazionali, è chiaro che questi sono andati o andranno prevalentemente alle Regioni che investono sul trasporto pubblico e quindi forniscono anche al gestore delle condizioni ideali per operare.
Pertanto, i treni arrivano se la Regione investe nel trasporto pubblico su ferro, perché - al momento - è il gestore che deve provvedere a questi convogli e lo fa laddove ci sono condizioni agevoli per eseguire il servizio. Le condizioni agevoli derivano dalla politica dei trasporti intrapresa dall'Assessorato ai trasporti della Regione Piemonte e dalle politiche di bilancio che assegnano queste risorse ad un comparto del trasporto pubblico piuttosto che un altro e vanno anche a bussare per chiedere qualcosa in più quando non sono sufficienti.
Infatti, non bisogna sempre spostare i soldi da un capitolo all'altro di bilancio, perché la coperta è sempre troppo corta. A volte bisogna anche chiederne qualcuno in più e, poiché il regime di acquisto del materiale adesso è questo ed è in carico ai gestori, è giusto che questo rientri nei compiti dei gestori, fino a che non cambia la politica nazionale.
Sul fronte di Torino (diciamo delle grandi metropoli, ma io conosco prevalentemente il capoluogo), la questione è strettamente politica ed è data dalle scelte dell'Amministrazione di Torino di attuare logiche di breve periodo, dove sono state sostituite molte linee tram che tuttora, pur essendo solo nove su 60 o 70 linee di autobus, caricano il 20-30% di tutta l'utenza, a dimostrazione che fanno anche economia di esercizio.
Purtroppo, la politica ha puntato in un'altra direzione: non è tanto la Regione che deve stanziare i soldi, ma devono anche essere gli Enti locali a fare delle richieste e delle politiche precise. Pertanto, è solo parzialmente una questione economica: è una questione di decisioni che vanno prese secondo una programmazione dei trasporti, che deve avere respiro regionale, ma che deve essere concordata da tutti gli Enti.
Nel prossimo Piano e Programma dei trasporti e della logistica, noi ci aspettiamo di vedere delle indicazioni di lungo periodo, perché non si possono sprecare i soldi, se non c'è l'intenzione di fare delle politiche.
A questo noi imputiamo la causa dello stato del trasporto pubblico, più che il fatto che non sono stati messi soldi qua o là. I soldi vengono di conseguenza, dopo che si è fatta la politica e la programmazione.
Pertanto, siamo d'accordo su un'iniziativa come questa, ma crediamo che sarà risolutivo solo il risultato della programmazione del trasporto pubblico, che stiamo aspettando dall'Assessore Balocco.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Conticelli.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Rapidamente, condividiamo l'appello ed anche la finalità del documento perché la legge regionale prevede un Piano piuttosto sostanzioso ed anche con dei limiti legislativi e temporali precisi, per il rinnovo del parco mezzi. Parliamo del parco mezzi sia su gomma sia su ferro.
Il tema, naturalmente, sono le risorse. In merito alle due richieste del dispositivo, per quanto riguarda la prima, l'Assessore Balocco ha già avuto modo di dirci in Commissione che l'Assessorato si sta già adoperando: rispetto ai finanziamenti dei fondi europei è stata inserita anche una progettualità di filone di finanziamenti per il rinnovo parco mezzi.
Per quanto riguarda il secondo punto - che condividiamo - in realtà abbiamo parlato anche di altri fondi ministeriali. Ricordo che c'è il fondo di finanziamento ministeriale proprio per le politiche di rinnovo parco mezzi che, in realtà, da tempo non viene più dedicato al capitolo di bilancio dei trasporti volto a questo e che andrebbe rivisto e ricommisurato alle esigenze reali a livello ministeriale.
Mi risulta che il Piemonte abbia chiesto questo, ma sia stato fatto poi, almeno in parte, confluire nel capitolo dedicato ai trasporti.
Rispetto al documento, nella seconda parte del dispositivo chiediamo due modifiche, solo perché così ci pare - dovendolo votare con serietà - un po' asseverativo anche rispetto ad alcune informazioni che magari mancano.
Pertanto, proponiamo di inserire, dopo "linee di tram metropolitane nelle città", le parole "valutando la possibilità di istituire un fondo da finanziare con i sussidi all'autotrasporto". Inoltre, dopo la parentesi inseriremmo "e indirizzando anche qui" - invece di "concentrando qui" "gli investimenti del Piano Juncker e della BEI".
Consideriamo sia condiviso anche a livello regionale ed europeo il fatto che risulta un po' pesante dire che si concentrino solo lì e non si realizzino nuove autostrade, perché non sappiamo ancora cosa sia previsto nel Piano e quali possano essere le esigenze future.
Se il collega Grimaldi è d'accordo, noi proponiamo queste due modifiche.



PRESIDENTE

Grazie.
Consigliere Grimaldi, vuole leggere il documento con le modifiche, se per lei vanno bene?



GRIMALDI Marco

Sì. Verrebbe così: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta a predisporre un dossier utile in particolare per il fondo sviluppo e coesione PAR-FSC del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica CIPE e candidare nei bandi del Ministero dei Trasporti e Infrastrutture sui programmi attuativi del FAS e sulle linee nazionali di investimento a partire dai fondi di investimento il TPL".
Il resto è uguale.
La seconda parte, invece, diventa "ad attivarsi presso il Governo e il Parlamento affinché si avvii un programma di nuove linee di tram e metropolitane nelle città, valutando la possibilità di istituire un fondo da finanziare" - fino alla fine della parentesi - "e indirizzando anche qui gli investimenti del cosiddetto Piano Juncker della BEI (fino alla fine della frase)".
Vengo a firmare le modifiche, Presidente.



PRESIDENTE

D'accordo.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 737, come modificato il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 657, presentato dai Consiglieri Grimaldi e Rossi, inerente a "Verità e Giustizia per Giulio Regeni"; ordine del giorno n. 662, presentato dai Consiglieri Andrissi, Batzella, Bono, Frediani Mighetti e Valetti, inerente a "Condanna delle violazioni della legge 185/1990 e revoca di ogni supporto logistico alle infrastrutture militari nazionali e Nato presenti nel nostro paese per iniziative di guerra in Libia"; ordine del giorno n. 769 presentato dalla Consigliera Baricco inerente a "Verità e giustizia per G. Regeni"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 657, avente ad oggetto "Verità e Giustizia per Giulio Regeni", presentato dai Consiglieri Grimaldi e Rossi, e dell'ordine del giorno n. 662, avente ad oggetto "Condanna delle violazioni della legge n. 185/1990 e revoca di ogni supporto logistico alle infrastrutture militari nazionali e Nato presenti nel nostro Paese per iniziative di guerra in Libia", presentato dai Consiglieri Andrissi Frediani, Batzella, Mighetti, Valetti e Bertola, di cui al punto 23) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 662.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Come sappiamo, la vicenda del giovane studente Giulio Regeni, ucciso brutalmente in Egitto e poi ritrovato nel mese di febbraio 2016, è una questione decisamente difficile da analizzare da un osservatorio regionale come il nostro, perché sappiamo che gli elementi che si intersecano in questa congiuntura hanno a che fare con rapporti internazionali tra Stati rapporti geopolitici, rapporti economici e relazioni che apparentemente vedono l'Italia e l'Egitto coinvolti, ma che in realtà interessano una molteplicità di soggetti anche di altri Paesi, che ovviamente intervengono attivamente in questa vicenda.
Ricordiamo che sono in corso delle relazioni di tipo economico con l'Egitto e che sono successe anche delle strane coincidenze (diciamo così) coincidenze che, se non altro, stuzzicano la nostra intelligenza e il nostro intuito sul fatto che il cadavere di questo povero ragazzo sia stato trovato proprio all'indomani della firma di un importante accordo economico tra lo Stato italiano e l'Egitto sullo sfruttamento di un giacimento importante di metano scoperto dall'ENI, la nostra compagnia petrolifera nazionale. E' molto facile cadere nelle strumentalizzazioni di una barbarie che purtroppo non trova giustificazioni, ma è molto difficile riuscire ad analizzare con degli elementi sufficienti per potere formarsi un'opinione completa al momento.
La nostra attenzione è rivolta oltre la semplice condanna degli atti di violenza. A parte la confusione generata da un andamento piuttosto altalenante delle dichiarazioni dell'Egitto e dei rapporti tra i due Paesi che di sicuro non hanno portato a una credibilità di questo Paese nei confronti dell'Italia rispetto alle informazioni incoerenti che sono state date, da qui a trarre dei giudizi definitivi ancora ne passa, perch tuttora ci sono delle indagini in corso e, per il momento, non possiamo neanche intuire quali saranno i risultati.
Diciamo che condannare le violenze risulta sempre un fatto un po' scontato, perché le violenze accadono ogni giorno e cittadini italiani e stranieri vengono uccisi anche in modo violento in molte parti del mondo per cui bisogna fare attenzione a non fare un'escalation di strumentalizzazione politica che potrebbe portare anche a risultati non buoni per l'Italia dal punto di vista delle relazioni internazionali. Io sono per sostenere di attendere i risultati delle indagini fatte dai due Paesi congiuntamente, sperando ovviamente che ci sia piena collaborazione.
Purtroppo anche la non collaborazione a volte nasconde dei problemi intrinseci ai Governi dei Paesi e alla loro situazione interna.
Le situazioni possono avere sfaccettature difficilmente comprensibili ma non si possono concludere in un giudizio di condanna o di assoluzione a prescindere e solo perché l'efferatezza del crimine richiede di trovare un responsabile ad ogni costo immediatamente e quindi lo dobbiamo trovare anche senza averne gli elementi, oppure scegliere la soluzione più facile che è quella che ci viene dal collegamento logico.
Rispetto a un attivista interessato a tutelare i diritti umani, che fa indagini sulle attività sindacali in un Paese e muore in questo Paese, è chiaro che la logica ci porta subito a pensare facilmente di imputare la colpa al Governo locale, che tra l'altro è un regime non democratico impostosi con la forza dopo la caduta del Governo dei Fratelli Musulmani.
La logica ci impone questo ragionamento, però si intersecano anche rapporti un po' più complicati, dal momento che Giulio Regeni lavorava anche per una società con legami nell'intelligence collegata ai Paesi anglosassoni quindi agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna.
In sostanza, si intersecano una molteplicità di fattori che rendono molto difficile analizzare questo contesto. Pertanto quello che noi possiamo dire è che ci si limiti alla denuncia della violenza, fatto che però di per sé non sappiamo quanto possa servire ripeterlo costantemente l'abbiamo detto già detto per altri fatti - in contesti di Consiglio regionale, senza avere un approfondimento politico e geopolitico di tutta la situazione di contorno. Altrimenti usciamo di qua forse sentendoci con la coscienza un po' più pulita, ma non abbiamo capito nulla di quello che è successo, non siamo in grado di prendere delle decisioni e di valutare cos'è meglio per il Paese intero, al di là del fare fuoco sul piccolo fatto della violenza locale.
Quindi quello che l'ordine del giorno del collega Andrissi voleva sottolineare va un po' oltre il fatto specifico, andando a condannare qualsiasi violazione della legge n. 185/1990, dalle esportazioni di armi verso Nazioni in guerra o che violano i diritti umani, alle "triangolazioni" di materiale bellico; impegna la Giunta a farsi parte attiva affinché il Governo in prima battuta sospenda l'autorizzazione al volo sul nostro spazio territoriale di droni americani armati e quindi denunci, dimostrandole davanti alla comunità internazionale, tutte le iniziative unilaterali nei confronti della Libia da parte di altri Paesi anche se alleati, negando l'autorizzazione a ogni supporto logistico e di intelligence da parte delle infrastrutture militari nazionali e NATO presenti nel nostro Paese per iniziative militari sul territorio libico.
Perché il contesto va visto nell'ottica mediorientale nel suo complesso e non semplicemente nei singoli fatti.
Comunque noi ci associamo alle condanne della violenza, ma stimoliamo e invitiamo i colleghi a riflettere un po' di più sui rapporti che intercorrono tra Paesi, che purtroppo è materia non di competenza regionale, ma che sicuramente aiuta a prendere delle decisioni più corrette anche in contesti locali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 657.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come ricordava il collega, il 3 febbraio del 2016 presso Giza, in Egitto, è stato trovato il corpo senza vita di Giulio Regeni. Probabilmente qualcuno immaginava che il trascorrere del tempo avrebbe un po' diminuito l'attenzione dell'Italia e costretto tutti a rassegnarci ad un ritorno alla normalità delle relazioni. Lo diciamo così: per noi il ritorno alla normalità delle relazioni dipende da una collaborazione diversa da quella che il Presidente Al-Sisi ha dichiarato nelle scorse ore.
Probabilmente questo ordine del giorno è un po' datato e ovviamente non ricostruisce quel che è successo in questo mese. Credo che la cosa più importante dell'avanzamento delle indagini sia stata proprio la perizia italiana di 250 pagine di dati, contro la dozzina di quelle cartelle inviate dall'Egitto (tra l'altro, se le avete lette, generiche e tradotte per una parte in inglese e per una parte in italiano). Ecco, questo lavoro fatto in Italia ormai chiude una parentesi della prima parte delle relazioni tra i due Paesi. Si tratta di un rapporto che in qualche modo cancella quello precedente, che non nominava neanche la parola tortura.
Tanto per cominciare, non è vero che il corpo di Giulio Regeni sia stato lavato prima di essere abbandonato. E' vero invece che quando la salma è stata portata nella bara quel corpo era appunto nudo, senza vestiti, spariti probabilmente nel tentativo di depistare quanto successo.
Senza dover leggere quello che dice parte di questa ricostruzione, che intanto riporta i segni evidenti di quelle bruciature che sono apparse sui giornali (procedura tipica, appunto, di uno dei vari stadi della tortura) si capisce bene che in quei cinque-sei giorni di detenzione non solo Giulio Regeni è stato scambiato per una spia, ma chi ha inflitto quelle vergognose lacerazioni e quelle lesioni ha provato in tutti i modi ad estorcere qualcosa in più - così almeno si pensa - al nostro studente italiano.
Ecco, si dice nelle ultime ore che probabilmente le Autorità hanno scambiato Giulio Regeni per una spia, in quanto qualche giorno prima aveva inviato in Europa dei report riguardanti i suoi studi universitari sui gruppi di opposizione al regime di Al-Sisi, intercettati appunto dai Servizi segreti. Verosimilmente, la ricostruzione di quanto avvenuto è lì in quel dossier ed è lì in quello che finalmente anche alcuni giornali liberi iniziano a scrivere in Medio oriente.
Oltre alla richiesta - e così chiudo - di sollecitare il Parlamento e il Governo affinché si continuino in tutte le sedi internazionali i tavoli per fare luce sulla morte di Giulio Regeni, invitiamo di fatto il Consiglio regionale e la Giunta a unirsi ad un appello che chiede che l'accordo che è stato siglato nel 2014 fra il Ministro della Difesa Pinotti e il Ministro della Difesa egiziano del regime di Al-Sisi per la cooperazione in campo militare - come, appunto, l'assistenza nell'addestramento delle forze militari egiziane, il riferimento ai componenti del sistema di arma (così dice questo accordo) - venga immediatamente interrotto, così come qualsiasi collaborazione in campo militare, finché non sarà fatta giustizia e non ci sarà verità per Giulio Regeni.
Credo che questo sia il minimo. Non stiamo parlando né di un embargo n della fine delle relazioni economiche con quel Paese. Io credo però che sia abbastanza chiaro che se non iniziamo ad interrompere le relazioni militari, soprattutto in ordine agli armamenti che continuano a viaggiare fra l'Italia e l'Egitto, e se continuerà ad operare questo accordo difficilmente si potrà ancora chiedere con la massima forza verità per questo caso.
Chiediamo all'Aula di poter aggiornare il testo e poi di votare, se siamo d'accordo, tutti e tre gli ordini del giorno che fin qui sono stati depositati.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Baricco, prima firmataria dell'ordine del giorno avente come oggetto "Verità e giustizia per G. Regeni", attratto alla presente discussione; ne ha facoltà.



BARICCO Enrica

Grazie, Presidente.
Non entro nei particolari, perché mi sembra che se ne sia già parlato a sufficienza. Mi pare di poter dire che la storia la conosciamo tutti: ha riempito i notiziari e i giornali delle scorse settimane.
Credo non sia nostro ruolo credo indagare o scendere nei dettagli dei fatti. Credo invece che il nostro ruolo importante sia quello di tenere alta l'attenzione, comunque e sempre, perché troppo spesso di fronte a queste cose ad un certo punto l'opinione pubblica si dimentica o si allenta l'interesse. Invece credo sia importante per noi sollecitare a far luce com'è stato anche sottolineato dai nostri colleghi, e ricordare che questo episodio di Giulio Regeni non costituisce un fulmine a ciel sereno, ma è la conseguenza di trent'anni di dittatura in Egitto e di tutto quello che è successo: unito a questo avvenimento, quindi, ce ne sono tanti altri.
Sia a nome del Gruppo, dunque, sia a nome del Comitato dei diritti umani che ha uno sguardo attento verso tutti questi avvenimenti, ci terrei a dire che noi siamo qui tutti insieme - credo di avere l'ascolto di tutti a tenere alta l'attenzione su questo - magari anche fra un po' e anche quando sarà passato un po' più di tempo - affinché si possa assicurare giustizia a quella famiglia e alle tante altre che sono state colpite nel corso degli anni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Mentre i colleghi si dedicano alla stesura della modifica del testo, ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
In realtà spendo poche parole e non rientro nella storia che i colleghi che mi hanno preceduto hanno già ricostruito attentamente. Tengo a fare solo un passaggio, parlando di questa tragedia che stiamo affrontando in Aula in questo momento.
Faccio questa sottolineatura: spesso si rischia di parlare di questo caso come di un caso particolare, come di una tragedia avvenuta ad una persona singola e di cui ci occupiamo come di tante altre. Ecco, direi di no: io metto questa in fila a tante altre morti che purtroppo stanno contrassegnando questo periodo. Penso per esempio, per fare un nome su tutti, alla morte di Valeria Solesin al Bataclan. Ecco, questi giovani che muoiono in questa maniera in questi giorni e in questi mesi sono, come li ha definiti la mamma di Regeni, "giovani contemporanei", che rappresentano una generazione intera, una visione della convivenza e del mondo che questi eventi stanno mettendo in discussione.
Quello che io allora vorrei sottolineare oggi in quest'Aula Presidente, è che noi, occupandoci di Giulio Regeni o di Valeria Solesin stiamo dicendo che sogniamo un mondo così come lo sognavano loro e che, nel ricordare quanto accaduto e nel chiedere verità e giustizia, chiediamo che questa loro visione e questo loro modo di vivere siano resi possibili sul nostro pianeta, contro ogni violenza, contro ogni guerra e contro ogni forma di sopraffazione. Credo che ci dobbiamo questo, oggi, mentre ricordiamo queste giovani vite.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Chiederemmo, in assenza del primo firmatario, se è possibile modificare l'ordine del giorno in modo da trovare il massimo consenso.



PRESIDENTE

Se l'Aula mi dà l'autorizzazione, io autorizzo.
L'Aula autorizza.
Mi porto avanti con il lavoro.
L'ordine del giorno n. 657 verrà votato successivamente.
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno successivo.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame ordine del giorno n. 643 presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti, e Valetti, inerente a "Individuazione di un nuovo Presidente della VI Commissione regionale cultura"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 643, avente ad oggetto "Individuazione di un nuovo Presidente della VI Commissione regionale cultura" presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi, Batzella, Bertola Campo, Frediani, Mighetti, e Valetti di cui al punto 24) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Si tratta di un ordine del giorno largamente condiviso, fin da subito.
Qualunque Consigliere della maggioranza volesse sottoscriverlo e firmarlo noi siamo disponibili ad aggiungere le firme di altri colleghi.
Il Consiglio regionale è stato investito, ancora una volta, da una serie di indagini che hanno coinvolto Gruppi consiliari riguardanti la questione della raccolta delle sottoscrizioni per la presentazione delle liste elettorali, all'ultima competizione regionale, quella del 2014, che ha portato all'elezione del Consiglio stesso.
È vero che è complicato prendere atto di indagini, condanne patteggiamenti che coinvolgono Consiglieri regionali stessi, ma penso che il Consiglio regionale debba dare una dimostrazione di coerenza in questo senso.
Se è vero che c'è una lista provinciale di Torino, del Partito Democratico, che può contare su un numero cospicuo di Consiglieri regionali eletti in questo consesso e siamo in attesa delle valutazioni del Tribunale a seguito del patteggiamento e la sentenza emessa dal Giudice ha chiarito che le firme sono false e si deve, quindi, andare incontro ad una prova di resistenza per verificare quali sia il numero di firme false e se il numero possa coinvolgere tutta la lista, quindi far scendere il numero di sottoscrizioni sotto il numero minimo per la validità della lista stessa crediamo che, nell'attesa dei pronunciamenti dei Tribunali, la politica come quasi sempre non fa - dovrebbe dare un messaggio di diversità. Non aspettare che siano i Magistrati a dare sentenze definitive, ma porre in essere dei meccanismi di autotutela non tanto della classe dirigente, ma della credibilità della classe politica stessa.
In questo senso, noi sappiamo che ci sono Consiglieri dei listino provinciale del Partito Democratico di Torino sub iudice rispetto alla loro elezioni. Capisco che diventa anche difficile - noi l'abbiamo chiesto accettare una richiesta di dimissioni, perché la dimissione è irrevocabile.
Altri casi, in passato, a livello nazionale, sono stati posti nelle stesse condizioni, e pochi, in effetti, hanno dimostrato un diverso posizionamento. E' ovvio che non è una condanna personale. Nel senso che nel momento in cui i Consiglieri eletti oggi, nel listino della Provincia di Torino, si dimettessero, subentrerebbero altri eletti che sarebbero comunque viziati dallo stesso vizio di forma iniziale, cioè dalla falsità delle firme.
Affrontato questo punto e sgombrato dal campo, trattiamo della figura del Presidente della Commissione regionale culturale, il Consigliere Daniele Valle (tra di noi ci possiamo citare, non siamo soggetti esterni).
L'ordine del giorno è un po' datato, si parlava di fonti di stampa, ma adesso abbiamo potuto leggere il dispositivo della sentenza in cui il Consigliere Valle ha patteggiato la pena di sei mesi nell'ambito del procedimento penale sulle firme false, proprio perché avrebbe falsificato le firme di alcuni famigliari, considerando che questi fossero pacificamente d'accordo, quindi non considerando la cosa in sé e per s grave.
E' ovvio che il giudizio di gravità non lo possono dare i singoli, non lo possono dare neanche gli autori di qualunque tipologia di contravvenzione o di reato, ma è evidente che se si valuta l'indice di gravità del reato commesso non saremmo in un Paese democratico e serio. La gravità rientra nel fatto che c'è stata una condanna e ci sono procedimenti ancora in corso. Il Consigliere ha patteggiato, quindi noi chiediamo a questo consesso di valutare la non riconferma nella sua carica. La carica di Presidente della Commissione cultura è una carica reversibile.
Penso che questa sia una cosa che può essere scelta direttamente da noi, non deve essere conseguente ad un atto del singolo che dice: "Sono stato raggiunto da un avviso di garanzia per una tal cosa, oppure sono stato condannato, allora individualmente decido di rassegnare le dimissioni dall'incarico di Consigliere regionale". La carica è una nomina che noi diamo, quindi, come abbiamo eletto l'Ufficio di Presidenza in maniera molto democratica e rappresentativa di tutte le forze del Consiglio regionale così, in maniera un po' più democratica e con attenzione alla rappresentanza di tutte le forze politiche, abbiamo eletto gli Uffici di Presidenza delle Commissioni, tra queste quella della VI.
Noi, visto che siamo, ormai, arrivati quasi a due anni del Consiglio regionale (la nuova legislatura è iniziata a giugno 2014) siamo in tempo se approvassimo questo ordine del giorno, ad impegnarci a valutare un rinnovo della figura del Presidente della Commissione cultura, per i motivi di cui ho detto prima.
Non mi dilungherei di più, spero che venga accolto non come una forma di provocazione politica di parte, ma come un atto dovuto del fatto che vogliamo dare maggiore credibilità, anzi, la credibilità maggiore possibile all'esterno, dando un segnale forte, concreto, chiaro, da parte del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno testé illustrato per noi è irricevibile. A metà mandato la maggioranza farà le valutazioni circa gli organi istituzionali in scadenza, avanzerà le proprie proposte ai vari consessi competenti a deliberare e, per quanto riguarda le Commissioni, le Commissioni che si riuniranno esprimeranno i propri organismi.
Non ci pare assolutamente ricevibile un ordine del giorno in cui si impegna, fin d'ora, un organismo diverso da questa Assemblea a fare o non fare una certa scelta. Evitando di cadere nelle strumentalizzazioni sottese a questo ordine del giorno, noi voteremo in senso contrario.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gariglio.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 657, presentato dai Consiglieri Grimaldi e Rossi, inerente a "Verità e Giustizia per Giulio Regeni"; ordine del giorno n. 662, presentato dai Consiglieri Andrissi, Batzella, Bono, Frediani Mighetti e Valetti, inerente a "Condanna delle violazioni della legge 185/1990 e revoca di ogni supporto logistico alle infrastrutture militari nazionali e Nato presenti nel nostro paese per iniziative di guerra in Libia"; ordine del giorno n. 769 presentato dalla Consigliera Baricco inerente a "Verità e giustizia per G. Regeni" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno di cui al punto 23) all'o.d.g.
Dobbiamo procedere con la votazione dei tre atti d'indirizzo.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 657, come modificato il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 662, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 769, come modificato, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame ordine del giorno n. 643 presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti, e Valetti, inerente a "Individuazione di un nuovo Presidente della VI Commissione regionale cultura" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'ordine del giorno n. 643, di cui al punto 24) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 643, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Ordine del giorno n. 670 presentato dai Consiglieri Sozzani, Graglia Ruffino e Vignale, inerente a "DCR n. 79-27040 del 28 luglio 2015 - Proroga dei termini" (rinvio)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 670, di cui al punto 25) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Graglia; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Mancando cinque minuti alla conclusione dei lavori ed essendosi dovuti assentare i firmatari degli ordini del giorno di cui ai punti 24), 25) 26), 27) e 28) all'o.d.g., chiediamo il rinvio della discussione alla prossima seduta del Consiglio regionale, con l'auspicio che siano i primi ad essere discussi.



PRESIDENTE

E' rinviata anche la discussione dei punti 29) e 30) all'o.d.g.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.57)



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