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Dettaglio seduta n.151 del 03/05/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(I lavori iniziano alle ore 9.44 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS

33033&A XXXXX



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 982 presentata dai Consiglieri Frediani, Batzella, Bertola, Bono e Valetti, inerente a "Criteri di assegnazione fondi Associazione Culturale Marcovaldo - Legge regionale n. 58/1978"



PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi. Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 982 presentata dai Consiglieri Frediani, Batzella, Bertola, Bono e Valetti avente ad oggetto "Criteri di assegnazione fondi Associazione Culturale Marcovaldo - Legge regionale n. 58/1978".
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente: buongiorno, ben arrivato. Stavo pensando di autogestire le interrogazioni: mi sarei messa al suo posto, perché non vedevo arrivare nessuno.



PRESIDENTE

Però, come sempre, lei sbaglia e io sono arrivato.
Prego, ha facoltà di illustrare l'interrogazione.



FREDIANI Francesca

Ho avuto fiducia fino in fondo, vede? Buongiorno, Assessore.
Con quest'interrogazione chiediamo lumi relativamente a fondi destinati all'Associazione Marcovaldo. Facciamo riferimento a due DGR legate alla legge n. 58/1978, che è quella attraverso la quale la Regione finanzia attività culturali. La prima DGR risale ovviamente a luglio 2015, dove si definisce il programma di attività della Direzione Promozione Cultura Turismo e Sport, unitamente alle convenzioni che vengono individuate sempre nell'ambito della legge n. 58.
L'altra DGR è la n. 17-2071 del 7 settembre 2015, all'interno della quale si definisce l'assegnazione dei contributi per l'anno 2015. Fra i soggetti compresi nell'allegato alla citata delibera è inclusa l'Associazione Culturale Marcovaldo di Caraglio, per la quale è prevista l'assegnazione di un contributo di 650 mila euro.
Noi sappiamo, sia attraverso notizie di stampa che attraverso comunicazioni che otteniamo in qualche modo dall'Assessorato, che l'Associazione Marcovaldo è in liquidazione e quindi in chiusura. Di conseguenza, attraverso questa interrogazione, chiediamo quali sono i criteri di scelta dei beneficiari; quali sono i criteri di valutazione dei progetti rispetto alla legge n. 58; se gli importi assegnati sono congrui con l'entità del progetto; in particolare, per quale motivo l'Associazione Culturale Marcovaldo è stata inclusa e con quali criteri è stato previsto per la stessa un contributo di una cifra così importante (650 mila euro).



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente.
Consigliera Frediani, qui ho una risposta scritta molto lunga e dettagliata, che magari le darò; riassumo però a voce i punti salienti.
Innanzitutto va detto che è stato presentato un programma d'attività 2015-2017 in tema di promozione dei beni e attività culturali, approvato dalla Giunta regionale previo il parere positivo vincolante della Commissione consiliare competente. All'interno di questo programma di attività c'è il cosiddetto sistema dell'arte contemporanea, ovverosia un programma che dedica un capitolo all'arte contemporanea, la cui promozione valorizzazione, gestione e diffusione in sinergia con il territorio ha un ruolo strategico nell'azione culturale della Regione. Quindi Torino e il Piemonte sono da tempo impegnati in questa direzione e tradizionalmente fanno parte di questo sistema dell'arte contemporanea non solo enti torinesi, ma anche enti situati nel territorio piemontese.
Da sempre fanno parte di questo sistema dell'arte contemporanea la Fondazione Pistoletto situata a Biella e l'Associazione Marcovaldo ubicata a Caraglio, che ha rappresentato indubbiamente per il territorio cuneese un punto di riferimento in questo senso. Il contributo di cui lei parla è peraltro, un contributo che è stato ridotto nel 2010, ma che è rimasto tale nel corso degli anni. Solo per informazione, le leggo i contributi erogati dal 2007 ad oggi: 2007: 735.000 euro; 2008: 1.135.000 euro; 2009: 915.000 euro; 2010: 800.000 euro; dal 2011 al 2015 650.000 euro.
Diciamo che la Giunta ha ritenuto di mantenere fermo l'investimento che tradizionalmente veniva fatto, anche e soprattutto in considerazione del fatto che l'anno scorso vi era Expo e quindi il territorio non voleva essere privato di un punto di riferimento culturale così importante, tant'è vero che è stata programmata una mostra (tra l'altro, una mostra con più sedi), naturalmente fermo restando il fatto che, viste anche le difficoltà dell'Associazione Marcovaldo, quello sarebbe stato l'ultimo anno di attività dell'Associazione stessa.
Quindi abbiamo finanziato una mostra proprio per mantenere il programma di attività anche nell'anno dell'Expo, con l'obiettivo che il 31 dicembre si sarebbe conclusa questa attività e che tutte le attività culturali compresa la gestione del Filatoio di Caraglio, sarebbero poi passate alla Fondazione Artea, che vede al suo interno anche la Regione Piemonte.
Questo è quanto. Le fornirò copia di tutta la parte dettagliata scritta.



BENVENUTO ALESSANDRO


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 944 presentata dai Consiglieri Frediani e Andrissi, inerente a "Affidamento impianti sportivi"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 944 presentata dai Consiglieri Frediani e Andrissi, avente ad oggetto "Affidamento impianti sportivi".
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Come recita il titolo dell'interrogazione, parliamo dell'affidamento degli impianti sportivi. Nelle premesse dell'interrogazione, come ho avuto modo di dire all'Assessore nei giorni precedenti, ci sono ovviamente riferimenti a normative piuttosto lunghe che non ho il tempo di illustrare qui, ma che sicuramente l'Assessore ben conosce in merito alle modalità di assegnazione degli impianti sportivi.
L'articolo 90 (ne cito solo alcuni, quelli più importanti) della legge 27 dicembre 2002, n. 289, afferma quanto segue: "Qualora l'ente pubblico non intenda gestire direttamente gli impianti sportivi, la gestione è affidata in via preferenziale a società sportive dilettantistiche senza prevedere l'obbligatorietà di gare ad evidenza pubblica, ma lasciando la disciplina di specifiche modalità di affidamento a successiva legge regionale". Ad oggi, la normativa regionale non prevede una legge che disciplini le modalità di affidamento degli impianti sportivi.
Sempre nelle premesse, facciamo riferimento alla normativa europea, che è quella alla quale ci si deve attenere nel caso di scelta di affidamento degli impianti sportivi. In particolare, facciamo riferimento alla normativa nazionale che, attraverso la cosiddetta legge Madia (quella che va a riformare la Pubblica Amministrazione), richiama proprio la normativa europea e, agli articoli 7 e 8, indica il superamento della necessità di una legge regionale e impone l'obbligatorietà di gara ad evidenza pubblica per l'affidamento della gestione di impianti sportivi.
Ci sono poi numerosi riferimenti a sentenze del TAR che indicano proprio come sia necessario utilizzare la procedura ad evidenza pubblica per scegliere l'affidatario della gestione di un impianto sportivo. Ci sono tuttavia moltissimi Comuni che affidano direttamente la gestione degli impianti, e per questo motivo riteniamo necessario un intervento della Regione, almeno dal punto di vista informativo rispetto alle Amministrazioni comunali, per evidenziare come la normativa comunitaria indichi la necessità, appunto, di gare ad evidenza pubblica nell'affidamento dei servizi. In questo senso, la nostra interrogazione chiede se l'Assessorato in particolare sia intenzionato a offrire questo contributo informativo alle Amministrazioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris per la risposta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore allo sport

Grazie, Presidente.
Ringrazio la Consigliera Frediani e anche gli altri sottoscrittori per l'interrogazione, il cui tema mi sta particolarmente a cuore: la presentatrice ha quindi evidenziato un punto importante.
L'interrogazione della Consigliera inerisce alle modalità di affidamento della gestione di impianti sportivi da parte di Enti pubblici nella fattispecie Comuni - a privati, verso terzi. Si evidenzia in primis che l'interrogazione è molto puntuale nella citazione delle norme di riferimento che la collega ha brevemente e succintamente ricordato.
In particolare, si può ben dire superato il riferimento alla legge n.
289 del 2002, che prevedeva la possibilità di affidare in via preferenziale la gestione degli impianti alle società sportive senza espletamento di evidenza pubblica, demandando quindi alle norme regionali che al momento sono in fase di rielaborazione e che la Regione Piemonte meglio definirà con successivi provvedimenti. Infatti, la normativa seguente ed in particolare il Codice degli appalti, oltre a numerose sentenze giurisdizionali (alcune delle quali vengono citate e da lei richiamate nell'interrogazione), porta ad affermare che non si può prescindere dall'evidenza pubblica nell'affidamento del servizio pubblico quale quello in questione.
Oltretutto, il principio è stato recentemente ribadito dalla legge 124/2005 che lei ha citato, la cosiddetta "Legge Madia", a prescindere dall'esistenza di una normativa regionale come, nella fattispecie, quella piemontese, per dirimere e sviluppare meglio la quale le dico anche che sto iniziando a pensare di implementare il nostro settore.
L'Assessorato sta valutando di trasmettere, come lei consigliava, una nota informativa ai Comuni che, nel rispetto della normativa vigente suggerisca di valorizzare quei progetti caratterizzati da un maggior contenuto di sostenibilità nel tempo, come indicato anche da alcuni competenti della Commissione di cui lei fa parte.
Gli Uffici dell'Assessorato rimangono, comunque, disponibili a rispondere a tutte le richieste di chiarimento in merito che i singoli Comuni vorranno inoltrare in questo periodo.
Grazie, Presidente.


Argomento: Contributi all'agricoltura

Interrogazione n. 986 presentata dal Consigliere Benvenuto, inerente a "Pagamento premi PAC 2015" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Do atto che in merito all'interrogazione n. 986, presentata dal sottoscritto, ho ricevuto risposta scritta dall'Assessore Ferrero.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.56 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.03)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Difesa idrogeologica

Ordine del giorno n. 683 presentato dai Consiglieri Ottria, Accossato Allemano, Appiano, Barazzotto, Baricco, Caputo, Conticelli, Corgnati Ferrentino, Gallo, Molinari, Motta, Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle inerente a "Individuare, nell'ambito della nuova programmazione dei fondi PAR-FSC, risorse specifiche finalizzate a finanziare gli interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Chiedo sia inserito l'ordine del giorno relativo alla programmazione dei fondi per finanziare interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico, già collegato alla discussione sul bilancio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Visto che - lo dicemmo nel precedente Consiglio regionale - vi è questa modalità di iscrizione degli ordini del giorno che, per carità, è sempre stata utilizzata in ogni seduta, ma che secondo noi è stata usata in modo non corretto negli ultimi Consigli regionali, mettendo l'Aula di fronte a delle iscrizioni per necessità di parte e non per esigenze collettive dichiariamo la nostra contrarietà all'iscrizione di questo e di altri ordini del giorno presentati dalla maggioranza.



PRESIDENTE

D'accordo: dobbiamo mettere ai voti l'iscrizione dell'ordine del giorno.
Consiglieri Gariglio e Grimaldi, vi prego di accomodarvi al vostro posto.
Il Consigliere Ottria ha chiesto l'iscrizione di un ordine del giorno, e precisamente del n. 683. Come previsto dal Regolamento, se non c'è il consenso unanime per essere iscritto, la richiesta dev'essere messa in votazione.
Indìco la votazione palese sulla proposta d'iscrizione all'o.d.g.
presentata dal Consigliere Ottria.
Il Consiglio non approva.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 26 aprile 2016.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Andrissi, Cerutti, Marrone, Motta e Ruffino.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Conferenza dei Presidenti di Gruppo


PRESIDENTE

Ricordo che alle ore 18 il Sala A è convocata la Conferenza dei Capigruppo.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 19 e del 21 aprile 2016.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Proseguimento dibattito sulle comunicazioni della Giunta regionale in materia di edilizia sanitaria (atti d'indirizzo collegati: ordini del giorno n. 695 e n. 768; mozioni n. 764, n. 765, n. 766)


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il punto n. 3) all'o.d.g., inerente al proseguimento del dibattito sulle comunicazioni della Giunta regionale in materia di edilizia sanitaria.
Nella seduta pomeridiana del 26 aprile l'Assessore Saitta ha svolto le comunicazioni in materia di edilizia sanitaria. Si è aperto il dibattito generale con gli interventi dei Consiglieri Bertola, Bono, Vignale Ravetti, Mighetti e Campo.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Martedì scorso l'Assessore alla sanità Saitta ci ha fornito comunicazioni in seguito alle richieste da noi avanzate. Volevamo avere informazioni sulla nuova Città della Salute e della Scienza di Torino soprattutto, volevamo avere comunicazioni sull'edilizia sanitaria.
L'Assessore è stato un po' superficiale nel darci le comunicazioni.
Tra l'altro, se l'Assessore mi ascoltasse, gliene sarei grato, visto che stiamo parlando di edilizia sanitaria. La sanità è una materia di notevole importanza: ricordo che l'80% del bilancio della Regione riguarda la sanità, quindi se l'Assessore mi ascoltasse, dato il ruolo importante che riveste in qualità di Assessore alla sanità della Regione Piemonte e di Presidente della Commissione Salute delle Regioni. Ascoltare mi sembra il minimo.
Le comunicazioni che lei ci ha fornito la settimana scorsa relativamente all'edilizia sanitaria e alla situazione dal punto di vista sanitario, con tutte le modifiche e i cambiamenti che avverranno nella nostra regione, non ci hanno resi entusiasti, anche perché le sue informazioni sono state molto generali e blande.
Vorrei fare un riepilogo su quello che lei ha detto e sulle nostre perplessità. Lei ha parlato - parto dalla provincia di Torino - del nuovo Parco della Salute e della Scienza di Torino che sorgerà - da quello che abbiamo appreso e lei ha dichiarato - nell'area dell'ex FIAT-Avio di via Nizza e che comprenderà anche una parte degli ex Mercati generali.
L'Assessore ha parlato di 600-700 posti letto, tuttavia, leggendo vecchi articoli di giornali, si parla anche di 1.000-1.040 posti letto.
Vorrei chiedere all'Assessore, in considerazione del fatto che il nuovo Parco della Salute e della Scienza di Torno accorperà quattro grossi ospedali che sono le Molinette, il Sant'Anna, il Regina Margherita e il CTO.
Presidente, è impossibile parlare con questo brusio.
Dicevo, riprendo il discorso dopo varie sospensioni. La nuova Città della Salute e della Scienza di Torino accorperà quattro grossi ospedali: le Molinette, il Sant'Anna, il Regina Margherita e il CTO. Vorrei chiedere all'Assessore: non è ben chiaro se i posti letto siano 600-700, oppure 1.040 (così leggevo ieri da un vecchio articolo di un giornale della nostra città, molto vicino alla Giunta Chiamparino); adesso, in totale considerando i quattro ospedali, ci sono circa 2.200 posti letto, ma mi chiedo se saranno sufficienti e come verranno integrati gli altri mancanti in considerazione del fatto che, ripeto, attualmente i posti letto sono 2.200.
L'Assessore ha parlato di uno studio di fattibilità ergonomico, ha detto che la spesa sarà di 500 milioni di euro per la parte ospedaliera attraverso il partenariato con i privati. Il dubbio che sorge a me, ma come a tanti altri, è che il 50% di questo nuovo grande ospedale pare verrà finanziato con soldi pubblici, mentre il restante 50% da soggetti privati.
La nostra preoccupazione è che, comunque, come già accade oggi, avvenga l'esternalizzazione dei servizi ospedalieri verso i privati. La nostra preoccupazione è che, se noi accettiamo soldi da parte dei privati, poi dobbiamo dare in cambio qualcosa ai privati che investono su queste grandi strutture. La preoccupazione è che i servizi pubblici vengano esternalizzati ai privati.
Assessore, noi siamo per una sanità pubblica, per una sanità trasparente, per una sanità meritocratica, per una sanità uguale per tutti dove tutti possono accedere e dove l'articolo 32 della Costituzione italiana deve trovare applicazione. Lei, per anni, anche quando era all'opposizione e non faceva l'Assessore, si è sempre schierato per una sanità pubblica, quindi chiedo proprio a lei se, in questo modo, con la partecipazione di almeno il 50% dei privati, verranno esternalizzati i servizi ospedalieri pubblici ai privati.
Questa è una domanda che rivolgo e su cui gradirei avere una risposta.
La nostra preoccupazione nasce da questo. Sono almeno dieci anni che si parla della nuova Città della Salute e della Scienza di Torino; sono stati fatti diversi progetti, adesso pare che siamo arrivati ad un progetto definitivo e che tutto possa avere inizio e partire.
Qualche giorno fa un medico dai capelli bianchi mi ha detto: "Non so se conoscerò mai la Città della Salute e delle Scienza di Torino. Quando ne sentivo parlare i miei capelli non erano ancora bianchi, adesso sono bianchi e sicuramente non conoscerò mai questo progetto".
Vorrei ancora rivolgere una domanda all'Assessore. Sempre leggendo le informazioni dai giornali, mi è parso di capire che presso l'ospedale CTO di Torino verranno riservati 400 posti letto. Volevo chiedere all'Assessore se è vero che, oltre alla nuova struttura della Città della Salute e della Scienza, verranno conservati questi 400 posti letto al CTO. Aspettiamo delucidazioni in merito.
L'Assessore ha anche parlato del decreto che verrà pubblicato tra qualche giorno, che peraltro non so se sia entrato già in vigore. Chiedo delucidazioni in merito. Si tratta del decreto che prevede piani di rientro per gli ospedali che sono in deficit. Ad esempio, le Molinette è uno di quegli ospedali in deficit, sappiamo tutti che è in deficit di 180 milioni di euro. Queste spese verranno coperte attraverso le risorse del Sistema Sanitario Nazionale. Pare che questo decreto verrà esteso anche a tutti gli altri ospedali che sono in deficit.
Quindi, volevo sapere dall'Assessore se questo decreto è entrato in vigore, visto che martedì scorso ci aveva detto che, a giorni, sarebbe entrata in vigore. Vorrei sapere se il Ministero della Salute ha dato via libera per questo decreto che potrebbe risanare il bilancio, in primis delle Molinette, che, ricordo, ha un bilancio sotto i 180 milioni di euro e anche altre strutture che sono in deficit.
Inoltre, volevo chiedere all'Assessore che fine faranno queste strutture quando sarà terminato questo progetto e ci sarà un nuovo ospedale, che accorperà questi quattro ospedali di cui ho parlato prima quindi, che fine faranno queste strutture.
Noi auspichiamo che queste strutture non vengano abbandonate, ma vengano utilizzate, anche perché sarebbe uno sperpero di denaro pubblico.
Volevo, inoltre, chiedere all'Assessore informazioni sull'Ospedale Oftalmico, in considerazione del fatto che tutte le forze di opposizione e 100 mila cittadini hanno chiesto di non chiuderlo o, perlomeno, di non trasferire tutte le attività dell'Ospedale Oftalmico presso le Molinette e presso il San Giovanni Bosco, per non creare uno spezzatino e per evitare la dispersione delle attività e, magari, anche la soppressione di alcune attività.
Abbiamo chiesto che venisse accorpato presso la nuova Città della Salute e della Scienza di Torino quando il progetto sarebbe terminato.
Se i posti letto stabiliti sono 700-800 - alcuni giornali parlano anche di 1.040 - vorrei chiedere all'Assessore, qualora tutte le attività dell'Ospedale Oftalmico venissero trasferite alla nuova Città della Salute e della Scienza di Torino, come farebbero a coprire tutti i posti letto e ad accogliere tutte le attività dell' Oftalmico.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Inizio da quest'ultimo intervento, perché vengono posti alcuni quesiti che, in qualche maniera, incorporano anche quesiti posti nella precedente seduta.
Parto dalla destinazione delle strutture che saranno abbandonate. Come la collega e i colleghi sanno, lo studio di fattibilità è stato preparato e approvato dal nucleo di valutazione. Credo sia utile che il Consiglio sottolinei che è stato compiuto un grandissimo passo in avanti dopo 14 anni nei quali si parlava della Città della Salute e dopo tanti progetti, tante idee, tante discussioni e convegni. Credo che bisogna constatare che finalmente, è stato recuperato il tanto tempo perso negli anni.
Il nucleo di valutazione del Ministero della Salute ha espresso un giudizio positivo e, quindi, ci sono i presupposti per dare concretezza ed avviare le procedure per arrivare all'affidamento dei lavori.
Sicuramente è un'operazione complessa, ma credo che questo sia un momento sicuramente importante per il futuro della sanità piemontese perché riguarda il polo più importante dal punto di vista sanitario e, con gli interventi che abbiamo immaginato, significa porsi, dal punto di vista sanitario, nel quadro non soltanto nazionale ma internazionale, avendo insieme tutte le eccellenze e le complessità.
Detto questo, ritornando al tema degli edifici che saranno abbandonati poi dirò quali - nel Piano Economico Finanziario approvato dal Ministero la copertura finanziaria di tutta l'operazione non è affidata neppure parzialmente alla vendita degli edifici esistenti di proprietà dell'ASL non perché non debbano essere venduti, ma perché abbiamo fatto affidamento sulle risorse pubbliche e sulle risorse private, cosa che è stata utilissima, altrimenti il nucleo di valutazione non avrebbe dato giudizio positivo. Questo non vuol dire che gli edifici non saranno venduti, ma non poteva esserci una coincidenza sui tempi, perché bisogna vedere quando il mercato consente di vendere bene. In ogni caso, la scelta della vendita e soprattutto, della valorizzazione di questi edifici è collegata alle decisioni che assumerà il Comune di Torino, che ha la competenza in materia urbanistica.
Una volta che il Comune di Torino avrà deciso - ed è chiaro che parteciperemo a questo confronto - che cosa fare di queste aree, si avvierà la procedura della vendita degli edifici che saranno abbandonati. Il ricavo della vendita può essere utilizzato per diversi obiettivi; in primis ridurre il tempo del canone della concessione. L'ipotesi è contenuta nel piano di 22 anni e, nel momento in cui si vendono gli edifici, in relazione a quello che si realizzerà, il tempo non può essere ridotto e poi si vedrà concretamente. L'ipotesi alternativa oppure congiunta può essere quella di una rivisitazione del canone che sarà pagato ai privati.
Queste sono le ipotesi: ridurre il tempo o ridurre il canone.
In ogni caso, trattandosi di edifici di grande valore, anche dal punto di vista strategico, per la loro localizzazione, sicuramente una parte di queste risorse sarà utilizzata per il potenziamento e il miglioramento del CTO, che diventerà un ospedale importante. Sono necessari interventi di manutenzione anche straordinaria, bisogna fare parecchi lavori. Questo è lo schema, in sostanza.
E' uno schema che abbiamo condiviso con il Comune di Torino. Stiamo procedendo per evitare di perdere tempo, quindi abbiamo incassato il parere del nucleo di valutazione per quanto riguarda il finanziamento.
Contemporaneamente, stiamo lavorando con il Comune di Torino per fare un'operazione. L'operazione per la modifica dell'accordo di programma sostanzialmente è fatta per quanto riguarda l'area FIAT-Avio contemporaneamente, con il Comune di Torino si sta facendo un ragionamento che sicuramente in questo periodo è interrotto e i tempi si sono ridotti.
Bisogna continuare per quanto riguarda la futura destinazione delle aree che saranno liberate.
Quindi, le operazioni sono due. Però la nostra intenzione, insieme al Comune di Torino, è quella di procedere di pari passo con la modifica dell'accordo di programma per quanto riguarda l'area dove atterrerà la Città della Salute e, contemporaneamente, tutta l'altra operazione.
E' chiaro che questa è una grande operazione di carattere urbanistico e anche di riqualificazione della città di Torino, perché è una zona importante per la città. Quindi, lavoreremo su due piani: mentre si lavora per quanto riguarda tutto il percorso per l'affidamento dei lavori (capitolato, progettazione eccetera), si farà quest'operazione.
E' chiaro che si tratta di un'operazione molto delicata, anche nell'area dove atterrerà la Città della Salute, cioè nell'area di proprietà nostra, dove bisognerà rendere coerente l'edificio destinato all'ospedale con tutti gli altri edifici che nasceranno. Penso alla parte residenziale alla parte relativa alla Facoltà di Medicina, alla parte dell'incubatore.
E' chiaro che quell'area richiede almeno una grande armonizzazione di tutti gli interventi, perché bisogna puntare alla qualità.
Sono certo, per quello che ho capito in questi mesi, che la Città di Torino intende utilizzare al meglio quell'area che sarà abbandonata, anche dal punto di vista pubblico. Ma questo sarà un elemento di confronto con la prossima Amministrazione, con la quale si entrerà nel merito.
La seconda questione che viene posta è relativa all'esternalizzazione dei servizi sanitari. Noi non esternalizzeremo nessun servizio sanitario.
Ho già avuto modo di dirlo qui e lo ripeto.
Non abbiamo dubbi: il piano economico e lo studio di fattibilità sta in piedi soltanto attraverso l'affidamento all'impresa che costruirà e co finanzierà attraverso la manutenzione degli edifici. E' chiaro che la manutenzione è strettamente collegata alla qualità, poiché deve realizzarlo, quindi ha tutto l'interesse che l'edificio sia di buona qualità e questa è una garanzia.
L'altro servizio che sarà esternalizzato non è un servizio sanitario ma riguarda il riscaldamento e il raffreddamento.
Rispetto ad altre esperienze fatte in Italia, abbiamo appositamente evitato - ne sono convinto da sempre e non cambio opinione, avendo oggi questo ruolo - che i servizi sanitari siano gestiti direttamente dalla sanità pubblica, quindi non ci sarà neppure - neppure - la concessione al privato, che non interverrà per la pulizia e la ristorazione, eccetera: ci sono già parecchi problemi quando si tratta di tre o quattro anni immaginate che problemi ci sarebbero in 22 anni. In ogni caso, tutti gli altri servizi sanitari saranno gestiti direttamente dalla sanità pubblica quindi dalle ASL.
Questo fatto che viene richiamato e ripetuto posso dire che non è assolutamente... Basta leggere lo studio di fattibilità approvato, l'altro giorno, dalla Giunta e dal nucleo di valutazione: soltanto manutenzione riscaldamento e raffreddamento, perché c'è la connessione.
L'altra domanda riguarda i posti letto.
I posti letto sono 1.040 nel Parco della Salute, che conterrà le complessità esistenti nelle quattro strutture ospedaliere (parlavo prima di potenziamento del CTO). Questa è una scelta che potenzia un ruolo e soprattutto, un'area dal punto di vista ospedaliero.
Per quanto riguarda il decreto sui piani di rientro, fornisco questa informazione alla collega Batzella: il tema dei piani di rientro è già contenuto e definito nella legge di stabilità, approvata dal Parlamento che prevede il piano di rientro sicuramente per le Aziende Ospedaliere Universitarie, e poi la stessa legge di stabilità prevede il piano di rientro per gli ospedali delle ASL.
Il decreto, che non so se sia già stato pubblicato in questi giorni anche se non cambia i contenuti della legge, stabilisce i criteri per il piano di rientro, ma soprattutto per il calcolo del deficit, cioè la definizione puntuale e precisa dei costi e dei ricavi e, soprattutto definisce anche un percorso. Ora, non so concretamente quando avverrà la scelta e quanto tempo occorrerà perché ci sia il piano di rientro; la proposta iniziale era di tre anni e, probabilmente, diventeranno cinque. In ogni caso, c'è già la legge che lo stabilisce e sarà questione di giorni.
Questo per quanto riguarda le Aziende Ospedaliere.
Per quanto riguarda gli ospedali delle ASL, questo avverrà dal 2017 e su questo tema sarà fatto un apposito decreto da parte del Governo, perch si tratta di questioni molto diverse anche dal punto di vista della contabilità. Non esistendo una contabilità separata per gli ospedali bisogna che il Governo, avviando anche un confronto con le Regioni definisca criteri in grado di separare i due diversi problemi.
Penso che non sia soltanto una speranza. L'abitudine che ho sempre avuto, nell'Amministrazione pubblica, non è affidarmi alla speranza per realizzare una nuova opera o per realizzare un progetto. Anche se la speranza è importante, l'ho sempre ritenuta un'illusione o una dolce consolazione; in politica non serve assolutamente a nulla, perché credo che la politica abbia un valore soprattutto perché realizza delle cose. Per quanto riguarda questo tema, non esprimo una speranza, ma abbiamo finalmente gli elementi per poter realizzare l'opera soprattutto sulla base della decisione che è stata assunta l'altro giorno. Quindi, inizia una fase sicuramente importante.
I colleghi che sono intervenuti hanno sollevato diverse questioni e la prima che volevo richiamare è relativa alle modalità e alle procedure.
Per quanto riguarda il Parco della Salute e della Scienza, la sua realizzazione era oggetto di un antico programma, previsto forse dalla Presidente Bresso, in questo senso c'era già un accordo. Quindi, il punto di costruzione del percorso e anche il nucleo di valutazione è partito da quell'accordo di allora.
Per le altre opere che ho citato la volta scorsa - mi riferisco in modo particolare all'Ospedale Unico della TO5 e a quello del VCO - oggi non c'è nessun atto fondativo del percorso, se non un lavoro di carattere preparatorio e istruttorio da parte della Regione attraverso una deliberazione di Giunta, che vuol dire il protocollo d'intesa fatto con i Comuni, che deve poi diventare atto del Consiglio attraverso un piano di edilizia sanitaria. Magari, la definizione "edilizia sanitaria" può essere molto ampia, ma sicuramente, per quanto riguarda le scelte puntuali sulla base degli studi di fattibilità che prepareremo, troverà un inserimento nei prossimi atti, mi pare nel mese di luglio.
Ora non ricordo qual è l'atto cui faceva riferimento il collega Reschigna. In ogni modo, si può procedere entro luglio, sulla base degli studi di fattibilità economica, definizione puntuale dei costi, definizione della parte che il privato può intervenire, definizione di quello che è necessario dal punto di vista pubblico. Questo è il percorso che abbiamo individuato, presentando al Consiglio (sarà inserito in un atto del Consiglio) la parte relativa all'edilizia sanitaria e ai due ospedali unici.
Dello stesso provvedimento, quindi con la stessa proposta, sarà anche inserito quello che si riuscirà concretamente a fare, non quello che desideriamo, perché è un'altra cosa, per quanto riguarda i fondi europei a disposizione per il risparmio energetico.
C'è un gruppo di lavoro, che sta seguendo in modo particolare la collega De Santis, insieme a me e ai tecnici; questo gruppo sta cercando di trovare le modalità per l'utilizzo delle risorse per fare interventi di miglioramento energetico negli ospedali, perlomeno partendo da quelli che hanno più problemi.
Pensiamo per quel momento di avere un quadro abbastanza preciso e pu essere l'altro elemento che inseriremo all'interno di questo provvedimento per quanto riguarda l'edilizia sanitaria.
E' chiaro che questi interventi - dico delle cose ovvie - sui due o tre ospedali e la parte energetica per le risorse che saranno a disposizione non soddisfano la domanda complessiva di miglioramenti nell'edilizia sanitaria, perché il quadro, come voi sapete, è complesso a causa degli edifici molto vecchi.
Per fare un piano credibile riproporremo quel documento che è stato citato dal collega Bono, lo studio dell'AReSS. Lo studio dell'AReSS, come tutti gli studi che vennero fatti allora, ha il significato di un censimento e di una mappatura, sicuramente importanti. Per quanto riguarda le scelte che deve compiere l'Amministrazione regionale, la mappatura è importante per poter scegliere cosa fare, e tale scelta avviene in funzione delle risorse che saranno disponibili, altrimenti illuderemo la nostra comunità.
Sto lavorando con i miei colleghi Assessori, ed evidentemente con i Presidenti delle Regioni, affinché nella prossima legge di stabilità del Governo ci sia uno stanziamento dedicato all'edilizia sanitaria; qualcuno parla di un miliardo e mezzo, spero che si arriverà - almeno in un caso la battaglia la faremo fino in fondo - ad avere risorse aggiuntive, oltre al fondo sanitario, per quanto riguarda la parte di edilizia sanitaria.
In base alle risorse che saranno concretamente disponibili - avremo modo di capirlo, anche qui, nei prossimi mesi, entro luglio - potremo inserire in questo Piano, sulla base delle priorità, quello chi si pu finanziare attraverso le risorse. Le fonti di finanziamento dell'edilizia sanitaria possono essere, per una parte, risorse nazionali - probabilmente sarà un rifinanziamento dell'articolo 20 della legge Donat Cattin - e, per l'altra parte - molte Regioni l'hanno utilizzato e credo che anche noi dovremo abituarci sempre di più - le risorse che riusciremo a liberare attraverso il contenimento delle spese di gestione del sistema sanitario non ce ne sono altre. Cioè, tutto quello che libereremo rendendo efficiente il sistema - garantendo, evidentemente, i servizi, questa è la base - serve per avere più risorse per compiere interventi di edilizia sanitaria e interventi anche in nuove tecnologie. Le fonti sono due (otto miliardi sono dati): fondi aggiuntivi da parte nazionale, ma, qualora fosse un miliardo e mezzo/un miliardo, noi parliamo, per la Regione Piemonte, di circa 70 milioni, qualora fosse questa la cifra; l'altra fonte sicuramente importante, che può dare buoni risulti, consiste nel proseguire l'azione di efficientamento del sistema, che può aggiungere altre risorse, cioè tutto quello che libereremo sarà utilizzato sulla sanità.
Quindi, per quanto riguarda il tema dell'edilizia sanitaria - richiamo l'osservazione del Consigliere Bono - i piani di riqualificazione energetica li collegheremo a questo elemento, sulla base del lavoro istruttorio che stanno compiendo, per capire quante risorse possiamo utilizzare sui fondi europei.
Di studi ce ne sono tanti. Credo che, ormai, tutto sia stato studiato e buona parte di questi studi, attualmente, li sta seguendo l'IRES.
Sempre su questo tema, relativamente al Parco della salute e della scienza, è stato realizzato anche uno studio preciso, pur non conoscendo oggi le caratteristiche dell'edificio, per quanto riguarda i costi di gestione, in modo particolare sul riscaldamento, dove, tra l'altro, viene evidenziato che ci sarà una riduzione dei costi di riscaldamento e di raffreddamento intorno ai sei milioni all'anno; il Piano contiene un conteggio sulla base non tanto di studi (che sono tanti), ma di alcuni parametri che vengono, ormai, utilizzati (non soltanto in Italia) negli ospedali nuovi e ben realizzati.
Il partenariato pubblico-privato è l'altra questione sollevata la volta scorsa, ed è chiaro che questa è l'unica modalità. Immaginare, come mi pare qualcuno ha avanzato, che oggi si possa realizzare una struttura ospedaliera soltanto con il finanziamento pubblico vuol dire non farla.
Quindi, apprezzo il desiderio di chi sostiene che tutto deve avvenire con il finanziamento pubblico, potrebbe essere anche un mio desiderio e il desiderio di tutti, ma questo non è possibile. Non essendo possibile (e avendo un'opinione contraria), contrastarla, di fatto, vuol dire che non si vuole realizzare un ospedale, questo è il tema vero, è un tema semplice. La modalità di costruzione è quella della costruzione e della gestione soltanto di quei due servizi (la manutenzione).
Puntualmente, all'interno delle possibilità, e soprattutto del Codice degli appalti, sceglieremo la modalità più utile - ed, evidentemente, la più trasparente, mi sembra logico ed evidente - per raggiungere questi obiettivi che sono stati dati.
E' chiaro che utilizzeremo, all'interno del partenariato pubblico privato, costruzione e gestione.
E' chiaro che utilizzeremo tutte le indicazioni, i suggerimenti e le consulenze che l'ANAC ci potrà dare. Infatti, è nostra intenzione quanto prima - non è stato possibile prima perché Cantone, che era Presidente dell'Authority, al quale ci siamo rivolti quando è venuto qui, ci ha chiesto cosa concretamente era stato fatto - quando concretamente avremo le condizioni (studio di fattibilità, nucleo di valutazione, etc.) su questo tema e man mano con VCO e TO5, stipulare un protocollo d'intesa con l'ANAC per avere tutti i suggerimenti, perché vogliamo utilizzare - lo prevede anche la legge - tutti i suggerimenti che ci possono essere dati per costruire il percorso nel massimo della trasparenza, evidentemente, e del vantaggio pubblico - qui mi sembra una questione scontata.
Chi è la stazione appaltante? Le osservazioni sollevate dai colleghi in particolare dal Consigliere Bono, la volta scorsa mi sembrano importanti. Ormai, è da parecchi anni che non si fanno appalti di questa dimensione, da tantissimi anni. Gli ultimi sono stati fatti a Biella. E' chiaro che occorre attrezzarsi anche in funzione dei cambiamenti e della complessità dei tempi.
Qui ci aiuta in parte il Codice degli appalti, che prevede che non tutti si possa essere stazioni appaltanti, bisogna avere dei requisiti, che sono collegati all'entità degli appalti fatti.
Proprio ieri, in Giunta, abbiamo iniziato una riflessione in questo senso: è chiaro che occorre qualificazione, lo strumento SCR può anche essere utilizzato, ma possono esserci anche altri strumenti, e lo stiamo verificando. Però, è chiaro che, ormai, avendo la norma nazionale introdotto, per quanto riguarda le stazioni di committenza, il carattere di stazione unica regionale - anzi, devo dire che la committenza regionale sarà anche per la Valle d'Aosta e, a livello nazionale, ci si sta organizzando per gruppi di Regioni - qui dobbiamo trovare quanto prima una risposta, ci stiamo riflettendo. Può essere SCR una parte? Le esperienze svolte in altre Regioni, in qualche maniera, trattano le due questioni (una, i beni e i servizi e, l'altra, le infrastrutture) con modalità diverse, perché si tratta di due questioni diverse. Si deve capire se vogliamo utilizzare uno stesso strumento con due teste, oppure trovare un'altra modalità. E' chiaro che la complessità del tema richiede necessariamente, di dotarci di una struttura in grado di avere competenze adeguate e può diventare riferimento per tutti gli appalti di edilizia sanitaria, questo è il tema; poi, ce ne sono altri, ma per edilizia sanitaria ho queste competenze.
Anche qui è tutto da costruire. E' evidente - dico cose abbastanza scontate - che, per l'ospedale del VCO, la stazione appaltante, in base al Codice degli appalti non può essere l'Azienda Sanitaria; fino all'altro giorno - penso a quanto successo in altre Regioni - erano le stesse ASL che facevano la stazione appaltante, ma oggi non è più così, quindi dobbiamo attrezzarci.
Rispetto alle questioni che i colleghi hanno posto attraverso alcuni atti di indirizzo per quanto riguarda questo tema, oggi non siamo in grado di dare una risposta, però le riflessioni che il collega ha fatto sono anche le nostre indicazioni, e quanto prima proporremo al Consiglio una modalità per affrontare questo tema generale di edilizia sanitaria, che deve essere affrontato con grande rigore e con grande serietà.
Per quanto riguarda i progetti AReSS, vi ho già detto.
Il collega Ravetti ha ripreso i temi affrontati in diverse occasioni e ha voluto fare riferimento ad una necessità che supera le attuali idee e gli attuali progetti, per quanto riguarda l'edilizia sanitaria.
Ha parlato della Commissione, di un lavoro che può essere fatto in Commissione, però penso che quanto prima, per quanto riguarda le questioni relative al futuro dell'edilizia sanitaria, si possa incominciare a fare un lavoro, che dobbiamo organizzare, mettendoci però d'accordo sulle date. Io non voglio assolutamente dare la sensazione di essere disinteressato al lavoro della Commissione, ma deve essere fatto compatibilmente con i tempi che abbiamo.
Si potrebbe partire riprendendo questo studio dell'AReSS, per quanto riguarda le caratteristiche degli edifici, cominciando a rivederlo, a chiamare i tecnici che hanno competenze in merito e iniziare a stabilire qualche criterio.
Il tema avanzato dal collega Ravetti sulla realizzazione di nuove strutture che accorpano ospedali esistenti - ha fatto puntuale riferimento ad Alessandria - mi trova d'accordo, perché la vera riorganizzazione ed il contenimento della spesa avvengono attraverso queste operazioni, e sono un miglioramento della qualità.
Questo è quello che avverrà.
Do la mia disponibilità a lavorare in Commissione, stabilendo un lavoro. E' chiaro che un'operazione di questo tipo non richiede soltanto qualche discussione veloce, ma una riflessione molto attenta che va collegata a quello che si libera, in termini di risorse, per quanto riguarda l'edilizia sanitaria.
Volevo quindi dare la completa disponibilità.
Per quanto riguarda l'intervento del collega Mighetti, credo di aver risposto nel mio intervento, soprattutto relativamente al partenariato pubblico e privato.
Queste sono le indicazioni.
Un'ultima considerazione è relativa al tema della localizzazione. Per il Parco della Salute è tutto scritto; mentre, per quanto riguarda il tema dell'ospedale TO5, le risposte alle preoccupazioni che il collega Bertola ha esposto nella scorsa seduta di Consiglio oggi sono state date da altri Sindaci, nel senso che noi ci siamo limitati esclusivamente all'indicazione dei vincoli. Basta. Il resto sono solo opinioni, infatti tutti sono in corsa, ma stiamo continuando a fare il lavoro e adesso lo faremo per quanto riguarda la parte sui trasporti. Aggiungeremo elementi che evidentemente per forza di cose, non possono che ridurre la scelta.
I criteri per la scelta di una localizzazione, nel caso di Moncalieri di TO5 e del VCO, sono stati definiti attraverso un'intesa con le amministratori comunali. Si tratta di criteri di tutela e di carattere ambientale abbastanza precisi.
Anche in questo caso, una volta definito il lavoro, non ho nessun problema a portare il risultato in Commissione per capire come sono state compiute le scelte.
In ogni caso - per essere molto chiari - non spingeremo, come Regione per l'individualizzazione puntuale di un'area. Il tema delle aree è delicatissimo: noi individueremo una zona, o delle zone, che hanno le caratteristiche dove i criteri che abbiamo indicato ci sono tutti o in parte. Sulla base di questi criteri si compieranno le scelte. Tanto per essere molto chiari.
Non indicheremo, quindi, aree puntuali. Basta guardare il passato per vedere che cosa ha determinato: noi sceglieremo aree in base a quei criteri. Se in quella zona i criteri erano sette, rimarranno tutti e sette come in un'altra se sono cinque. Sulla base di quello, dopo il lavoro in Commissione, come Giunta compieremo una scelta.
Spero di avere dato delle risposte.
In ogni caso, permettetemi di esprimere di nuovo, in conclusione, a nome della Giunta e della maggioranza, questo grande risultato che abbiamo ottenuto per la Città della Salute.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Presidente, chiederei la cortesia di una sospensione di dieci minuti per entrare nel merito di alcune questioni rispetto agli ordini del giorno prima di votarli.



PRESIDENTE

Va bene, Consigliere. Riprendiamo la seduta alle ore 11.15?



GARIGLIO Davide

Perfetto, grazie.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.55, riprende alle ore 11.27)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 695 presentato dai Consiglieri Ravetti Accossato, Allemano, Appiano, Baricco, Barazzotto, Caputo, Conticelli Corgnati, Ferrentino, Gallo, Ottria, Rossi, Rostagno e Valle, inerente a "Pianificazione complessiva dell'edilizia sanitaria nell'ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera piemontese"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'ordine del giorno n. 695, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Ravetti per l'illustrazione.



RAVETTI Domenico

Per quanto riguarda le premesse, Presidente, le darei per illustrate in quanto hanno fatto parte del dibattito dell'ultimo Consiglio e delle repliche di questa mattina dell'Assessore.
Ribadisco soltanto l'impegno che si chiede alla Giunta - che è quello che chiede l'ordine del giorno - "Al fine di portare a termine studi di fattibilità per la realizzazione di ospedali e di strutture sanitarie al posto delle esistenti in base ai bisogni di salute dei cittadini e per quadrante".
Mi limito a dire questo, rispetto a questo ordine del giorno.
Sui tre successivi, invece, quando mi darà la parola, farò una dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame mozione n. 764 presentata dai Consiglieri Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Creazione di una struttura presso SCR di coordinamento per la gestione di interventi di nuova costruzione, manutenzione straordinaria e riqualificazione energetica dell'edilizia sanitaria piemontese"


PRESIDENTE

Esaminiamo la mozione n. 764, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente la struttura di coordinamento è presso SCR e non FCR.
Probabilmente c'è stato un refuso, perché neanche noi sapremmo cosa sia.
Noi volevamo intervenire per fare un focus sui nostri ordini del giorno, visto che li abbiamo illustrati nell'intervento in discussione generale martedì scorso, quindi è passata una settimana.
Il nostro intervento era stato strutturato in un certo modo, sentendo l'intervento dell'Assessore Saitta, che mi sembra avesse detto che erano rilievi (non indirizzi, ovviamente, finché non vengono votati) interessanti, che anche questa Giunta stava prendendo in considerazione.
Se, però, il Consiglio voterà contro - e quindi sarebbe utile e auspicabile un dibattito nel merito del tema dell'ordine del giorno - le nostre valutazioni e i nostri interventi ovviamente cambiano: da una moderata e cauta espressione di condivisione ad un risentimento e una non comprensione, poiché non capiamo per quale motivo - per l'ennesima volta un atto di indirizzo sensato (si potrebbe anche lavorare per limarlo) debba essere respinto.
Pertanto, ci sono delle perplessità in questo senso.
Noi sottolineiamo che, fermo restando che abbiamo dei dubbi sull'adozione del partenariato pubblico-privato - come detto prima - e fermo restando che sappiamo benissimo che, ad oggi, purtroppo non ci sono le risorse pubbliche per fare degli interventi di questo genere, ci sembrano eccessive quattro nuove strutture ospedaliere (forse cinque), se dovesse passare la proposta dell'ordine del giorno a prima firma Ravetti anche se siamo consapevoli che questa è altresì una scelta politica del Governo nazionale.
Pertanto, nell'ambito di un bilancio di 800 miliardi di euro, togliendo quei 90 miliardi che sono per gli interessi e servizio del debito pubblico pensiamo che una piccola parte si potrebbe destinare all'edilizia sanitaria.
L'Assessore Saitta ha parlato di un miliardo e mezzo in più di fondi per l'edilizia sanitaria. Se si rispetta la percentuale dell'otto per cento sono ipotetici 100-120 milioni e, naturalmente, se fossero presenti tutti gli anni, potrebbero permetterci di realizzare le strutture con i soldi pubblici.
Si tratta, dunque, di una scelta politica che questa Amministrazione legittimamente, compie. Come forze di opposizione con un'attività di indirizzo e controllo, vogliamo solo sincerarci che i contratti siamo scritti bene, non perché noi siamo bravi e capaci a scrivere i contratti (non ne siamo capaci, perché non rientra nelle nostre competenze), ma perché è importante che si crei una struttura con i rilievi, i consigli, i controlli dell'ANAC - di tutto quello che vogliamo - e che sia in grado di imparare dagli errori fatti in passato da altre Regioni (ad esempio, la Toscana, con ospedali costituiti in project financing, il Veneto, che ha avuto dei problemi, o la Lombardia), e si dia vita a dei contratti tutelanti per la Pubblica Amministrazione.
Quindi, vorremmo che si possa realizzare una struttura che abbia le necessarie competenze. Anche l'Assessore Saitta sosteneva che non potrà essere l'ASL-VCO a fare un appalto di gara di circa 100-120 milioni di euro per l'ospedale nuovo, ma dovrà esserci una struttura di collegamento.
Da questo punto di vista, ritengo che questo ordine del giorno possa essere difficilmente respinto (può essere limato, corretto, integrato modificato, ecc.) su valutazioni tecniche, piuttosto che politiche non di alto livello.
Alla struttura di collegamento si chiede anche di farsi carico dei Piani di manutenzione ordinaria e straordinaria e dell'efficientamento energetico (ne ha parlato anche l'Assessore Saitta) con i fondi comunitari che siano FSC o FESR. Ricordo che nella vecchia programmazione i fondi FSC erano 50 milioni di euro; non so - e penso che neanche voi lo sappiate con certezza totale - quanti siano nella nuova programmazione, però anche questi fondi devono essere investiti per far sì che quella quota parte di soldi del fondo sanitario nazionale che va a pagare le bollette (circa 100 milioni di euro) possa essere dimezzata. Ma, su questo, si può discutere.
Chiudo su questa mozione e interverrò, poi, sull'altra.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame mozione n. 765 presentata dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Individuazione dell'area del nuovo ospedale della TO5 senza consumo di suolo agricolo"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la mozione n. 765, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
In questo dibattito sull'edilizia sanitaria è rientrato anche il progetto di un nuovo ospedale per l'area dell'ASL-TO5.
Voglio subito sgombrare il campo da possibili interpretazioni un po' distorte, che tendono a strumentalizzare il nostro pensiero, che ho avuto modo di leggere sui giornali e sentire anche in dibattiti pubblici. Sono semplificazioni piuttosto scorrette.
Noi, come Gruppo regionale, ma anche come gruppi territoriali portavoci del Movimento 5 Stelle, vogliamo una struttura efficiente, che funzioni (nuova o meno che sia) e vogliamo mantenere tutti i servizi sul territorio a partire, ad esempio, dall'emodinamica. Vogliamo che si riducano le liste d'attesa, che anche per l'area dell'ASL-TO5 riportano un dato piuttosto preoccupante, pertanto non c'è opposizione rispetto all'ipotesi di un nuovo ospedale per tale area.
Ovviamente, si può discutere sia sul modo che si intende utilizzare per reperire i fondi per la sua costruzione, quindi tutto quello che è collegato al partenariato pubblico-privato, project financing, ecc., sia ovviamente - anche sull'area.
Per quanto riguarda l'area, c'è un Protocollo d'intesa attivo approvato con DGR 62-2495 del 23 novembre 2015, che definisce tutta una serie di criteri: il contesto urbano, la baricentricità rispetto al territorio e alla quantità di abitanti dell'area, la facilità di accesso con i servizi pubblici, la presenza di una rete di trasporto pubblico e l'assenza di vincoli di carattere idrogeologico e ambientale.
Come forza politica, oltre a queste indicazioni e parametri che ci parevano e ci paiono di buonsenso, avevamo aggiunto un altro criterio: quello del consumo di suolo. Poiché c'è la possibilità di edificare il nuovo ospedale in aree dismesse, piuttosto che altro tipo di aree, ci sembrava e ci sembra assurdo consumare suolo agricolo per edificare il nuovo ospedale.
Ultimamente era comparso un articolo sui quotidiani e di questo avevamo chiesto conto all'Assessore Saitta, il quale dava quasi per scelta un'area situata tra Moncalieri e Trofarello. In quel caso, parleremmo di 190 mila metri quadrati di suolo agricolo.
L'Assessore Saitta ha poi smentito, dicendo semplicemente che quell'area risponderebbe ai requisiti di cui al Protocollo d'intesa, così come anche altre aree. Oggi, leggiamo sui quotidiani che anche altre aree che si sono candidate da subito e che conosciamo, rispondono a quei requisiti.
Pare, quindi, che l'area non sia ancora stata scelta e l'ha confermato oggi, l'Assessore Saitta. Anche qui vorremmo un po' di chiarezza, perch mesi fa si era detto che si sarebbe arrivati alla scelta a fine aprile mentre siamo nel mese di maggio e l'area non è ancora stata scelta.
Su un quotidiano di oggi, con un'interpretazione e una ricostruzione si dice: "L'area verrà scelta a maggio". Oggi l'Assessore Saitta ci fa capire che questo, invece, avverrà nel mese di luglio. A persone maliziose non a noi! - potrebbe venire il sospetto che magari, per la scelta definitiva, si attenda l'esito delle elezioni, o meglio, che si cerchi di non guastare la comunicazione e la campagna elettorale a forze politiche che magari sono collegate al centrosinistra che sul territorio stanno conducendo una campagna elettorale: sappiamo che si vota in alcuni Comuni dell'ASL-TO5 e quindi legittimante si preme perché l'Ospedale nuovo si realizzi su un'area piuttosto che un'altra perché ovviamente più vicina al territorio del Comune.
Su una cosa siamo d'accordo: l'area non è ancora stata scelta. Ci sono dei parametri dati dal protocollo d'intesa che condividiamo e noi intendiamo aggiungere quello del consumo di suolo. Quindi noi, con questo atto di indirizzo, vogliamo impegnare semplicemente la Giunta regionale a fare in modo che la localizzazione del nuovo Ospedale Unico dell'ASL-TO5 sia individuata in un'area che non comporti l'utilizzo di suolo agricolo.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame mozione n. 766 presentata dai Consiglieri Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Presentazione di un piano di edilizia sanitaria e di riqualificazione energetica"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della mozione n. 766, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con questa mozione chiediamo all'Assessore una cosa ben precisa. Mi augurerei che questa mozione venisse approvata da tutto il Consiglio, a prescindere dalle indicazioni dell'Assessore e della Giunta. Chiediamo di restituire al Consiglio le competenze che gli sono proprie, perché un Piano di edilizia sanitaria deve essere presentato dalla Giunta con una deliberazione consiliare e deve essere discusso in Commissione, approvato in Commissione e poi portato in Consiglio. Così non è avvenuto per la revisione della rete ospedaliera e per la revisione della rete territoriale del Piano di prevenzione.
Se la rete territoriale ci è stata portata in Commissione, almeno per formalizzare un parere anche se non vincolante e non obbligatorio, la revisione della rete ospedaliera invece è stata prima deliberata dalla Giunta, portata a Roma, approvata dall'ex cosiddetto tavolo Massicci (tavolo tra Ministro delle Finanze e Ministero della Salute) e successivamente discusso e illustrato in Commissione. Noi chiederemmo comunque che il piano di edilizia sanitaria, cioè i quattro nuovi ospedali più eventualmente il quinto, i piani di manutenzione straordinaria, i piani di riqualificazione energetica degli ospedali, i piani di dismissione delle strutture ospedaliere che verranno eventualmente dismesse e riallocate a servizi sanitari comunque territoriali e quant'altro (abbiamo saputo, ad esempio, del lancio al Valdese di una Casa della Salute o di un CCP, o come vogliamo chiamarlo, ma lo leggiamo dai giornali) fossero esaminati in Consiglio. Chiedo veramente ai colleghi della maggioranza - non mi rivolgo all'Assessore Saitta - di restituire un po' di dignità a questo Consiglio.
A prescindere da chi ci sarà nel 2019, se comunque si sussegue una serie di legislature in cui i diritti (e anche i doveri) del Consiglio cioè la possibilità di valutare quelle che sono le proprie competenze sugli atti e formalizzare delle proposte, vengono calpestati, vengono dimenticati, vengono stracciati, sarà sempre peggio. Quindi è inutile discutere di modifiche al Regolamento in un senso partecipativo o di riduzione delle tempistiche degli interventi per facilitare la vera utilità del Consiglio, se poi discutiamo solo a posteriori di atti che vengono approvati dalla Giunta. Che sia oggi la Giunta del centrosinistra o domani una Giunta di un altro colore, guardate che la china che si va a prendere non è molto bella e noi perdiamo veramente di senso e di significato.
Quindi possiamo ridurre i tempi di discussione, migliorare gli spazi.



PRESIDENTE

Chiedo scusa: o sospendo il Consiglio o invertiamo i giornalisti da questa parte e i collaboratori dall'altra parte. Lo facciamo adesso o la prossima seduta? Lo facciamo la prossima seduta, va bene.
Prego, Consigliere Bono, continui pure.



BONO Davide

Si fa le domande e si dà le risposte, Presidente.
Poiché non voglio essere lungo, spero di essere stato breve, sintetico e anche capace di farmi comprendere, anche perché, se si parla per dieci minuti, di solito l'attenzione scema.
Vorrei che su questa mozione ci fosse una riflessione attenta da parte della maggioranza ed anche, non dico uno scatto d'orgoglio, ma almeno il saper comprendere quando ci sono degli atti di indirizzo che veramente vanno a difesa del ruolo del Consiglio regionale piuttosto che rappresentare un semplice gioco delle parti, in cui l'opposizione mette in difficoltà la maggioranza perché si è a un mese dal voto elettorale.
Come abbiamo sempre detto, la rete ospedaliera, la rete territoriale e la sanità in generale sono le principali competenze del Consiglio regionale, ed è vero che magari non si fanno tante leggi perché sulla sanità la cornice è di competenza nazionale, ma sui Piani che rivedono la rete ospedaliera, l'edilizia sanitaria e la rete territoriale, se non ci esprimiamo, veramente.
Poi possiamo fare convegni, happening, dibattiti fuori da questo Consiglio, ma alla fine il nostro ruolo è veramente solo quello di andare a portare una buona parola, se si è della maggioranza, oppure a raccogliere le polemiche dal territorio. E penso che non sia questo il nostro ruolo.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 768 presentato dai Consiglieri Berutti, Pichetto Fratin, Graglia e Vignale, inerente a "Realizzazione del nuovo ospedale unico del sud Regione Piemonte e della provincia di Alessandria"


PRESIDENTE

C'è ancora un ordine del giorno in materia di edilizia sanitaria, il n.
768, presentato dai Consiglieri Berutti, Pichetto, Vignale e Graglia, di cui al punto 8) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Il mio ordine del giorno è attinente alla tematica di cui si sta discutendo in questo Consiglio oggi e la settimana scorsa. Riguarda in particolare una problematica che avevo già posto allorquando mi occupavo di altro rispetto al ruolo attuale, ovverosia l'ospedale unico nell'ambito del sud dell'Alessandrino.
Alla luce di quello che è stato detto all'Assessore con gli ordini del giorno dei colleghi e con tutte le varie proposte, la grande criticità che oggi affronta l'ospedale di Alessandria - come i colleghi ben conoscono, è un po' una situazione ormai alla luce del sole - consiste in grossi problemi di carattere strutturale. Certamente si sta facendo fronte con i miracoli a tutta la revisione del sistema della rete ospedaliera in provincia di Alessandria, e non vado oltre perché altrimenti tornerei di nuovo in una polemica che non mi sembra il caso di riaprire, anche se al riguardo sapete benissimo come la penso.
Quindi, da una parte, vi è chiaramente un indebolimento della rete ospedaliera e, dall'altra, un aumento del peso sulla struttura alessandrina, con una immediata criticità. Ciò va unito chiaramente a tutta una serie di problematiche di carattere strutturale, oltre a tutti i problemi di risparmio energetico, di ospedali che ormai hanno decine di anni.
In sostanza, vi è un problema di carattere sanitario dal punto di vista della sanificazione - e naturalmente queste situazioni sono ormai alla luce del sole - unitamente all'indebolimento dell'area tortonese con lo spostamento sull'area alessandrina. In ogni caso, vi è una criticità che la conformazione geografica territoriale pone per quanto riguarda quel cuneo di terra un po' dimenticato da un sistema molto torinocentrico.
Naturalmente questo fa sì che ci sia anche tutta una criticità di carattere, diciamo così, di mobilità passiva.
La proposta o, meglio, l'ordine del giorno, poteva andare nella direzione di valutare prima di tutto un ospedale nuovo, chiaramente con un'individuazione di carattere strategico, che potesse essere reimpostare un sistema ospedaliero molto importante - quindi a carattere di policlinico che possa essere elemento di raccordo di più ospedali - e, nello stesso tempo, chiaramente fornire un servizio e una concentrazione di altissimo livello ed essere elemento di produzione attiva nei confronti della Regione Piemonte.
Io credo che questo sia ormai maturo. Ribadisco - lo dissi qualche anno, poi lo riprese l'attuale Sindaco di Alessandria e adesso è richiamato dalle varie parti politiche - che mi sembra, come enunciato anche in un ordine del giorno del collega Ravetti dove si chiede una programmazione generale, che le condizioni possano essere compiute.
Aggiungo anche un'altra cosa. Onestamente non mi sono studiato il Codice degli appalti - ne parlavo adesso con il collega Sozzani, a cui chiedevo di farmi un "Bignami" - ma obiettivamente credo che il Codice degli appalti ponga una serie di opportunità legate, prima ancora che al coinvolgimento del pubblico nell'ambito della sanità - qualche tempo fa approvaste un emendamento che proposi io, mi sembra fosse la fine del 2014 al coinvolgimento dei privati. A questo proposito, credo ci possa essere anche un coinvolgimento totale, perché se non ci sono i soldi, il coinvolgimento in toto dei privati significa comunque che, da una parte, si pagano le rate e, dall'altra, i privati fanno la gestione strutturale; e a questo punto si troveranno delle combinazioni dove comunque ci sia chiaramente il monitoraggio sanitario da parte della Regione.
Credo quindi che non sia più il momento di andare a raschiare ulteriori soldi nell'ambito dei servizi, ma sia invece quello di andare a coinvolgere in toto un sistema privato che abbia la disponibilità, naturalmente la competenza, ma soprattutto la forza per poter sostenere questo discorso.
Sono sicuro che, nel risparmio che si fa in termini di razionalizzazione delle strutture, sicuramente avanzano ancora dei soldi da riversare sui servizi e che si possono pagare le rate dei mutui. E credo che il Palazzo nuovo, con tutti i suoi problemi, sostenga questo tipo di impostazione.
Obiettivamente, quindi, credo che la questione legata alla ricerca di denaro pubblico sia un discorso che, a mio avviso, può solo ed esclusivamente rallentare questo tipo di procedura.
Tornando a bomba, comunque, naturalmente l'ordine del giorno va in quella direzione e auspico che questa linea possa essere portata avanti e condivisa, perché rappresenta veramente una necessità, prima ancora che una questione territoriale. Partiamo oggi - sappiamo come si sviluppano i sistemi in Italia - con l'auspicio che davvero si possa far veloce per la sanità del territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

Dal momento che sugli atti d'indirizzo non sono previste dichiarazioni di voto, aveva chiesto di intervenire per una piccola replica il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Dico per l'utilità dei lavori che intanto l'ordine del giorno del collega Berutti non è ancora caricato, per cui non siamo nelle condizioni di poterci esprimere. Se però il documento va nella direzione di promuovere studi di fattibilità, così come abbiamo indicato noi alla Giunta, se il testo non condiziona già oggi quegli studi di fattibilità - per noi valgono i Quadranti e non indichiamo, ad oggi, la realizzazione di nuove strutture esattamente al posto di qualcuna precisa che non abbiamo volutamente definito all'interno del nostro documento - e se è questo il senso - per non ho letto il testo e quindi non so - c'è un'indicazione di massima positiva; ma lo valuteremo leggendolo.
Per quanto riguarda invece le mozioni 764, 765 e 766 - lo dico seriamente ai colleghi del Movimento 5 Stelle e vorrei essere giudicato seriamente, non con le caratteristiche della politica - ve lo diciamo esattamente come la pensiamo: noi non siamo nelle condizioni di votare contro ciò che voi avete scritto; lo diciamo davvero seriamente e lo ribadisco ancora una volta per convinzione.
Al di là di alcune premesse, soprattutto per quanto riguarda la mozione 764 - sulle quali capirete che c'è in alcuni passaggi un fermo dissenso, in altri la necessità di un chiarimento e in altri ancora ovviamente la condivisione - come non essere d'accordo sul tema dell'evitare un utilizzo improprio di suolo agricolo? Come non essere d'accordo sull'efficientamento energetico? E come non prendere in considerazione, per esempio, l'ipotesi dell'utilizzo di SCR come struttura di coordinamento per gli interventi in materia? Nelle premesse, ma anche nelle indicazioni per la Giunta, le perplessità in alcuni punti e, come ho detto prima, anche il disaccordo su quelle valutazioni, ci mettono nelle condizioni di chiedervi delle modifiche che noi riteniamo essere modifiche che condizionerebbero in maniera prepotente il senso stesso dei vostri tre documenti. Allora, per questa ragione, noi vi chiediamo di impegnarci e di impegnare la Giunta proprio per le questioni che ha detto il collega Bono - in un lavoro davvero serio e puntuale nella Commissione. Io sottolineo tutti i passaggi che il collega Bono ha fatto nel chiedere attenzioni anche da parte della maggioranza su questi che noi riteniamo temi di assoluta importanza. Lo vorremmo fare non condizionati da tempistiche che sono state definite all'interno dei documenti e da riflessioni che, come ho detto, non riteniamo tutte condivisibili.
In questo senso, possiamo mettere a disposizione davvero la Commissione per riflettere e confrontarci; e affinché lo faccia anche l'Assessore perché questo è quello che gli abbiamo chiesto in precedenza. Vi chiediamo quindi di non farci votare: non voteremmo contro, infatti, ma ci asterremmo. In ogni caso, rimanderemmo questa discussione nel luogo che in questa fase riteniamo appropriato, che è quello della Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Visto che, al di là di tutto il discorso del Consigliere Ravetti, che abbiamo ascoltato bene, alla fine il Partito Democratico ha chiesto una sospensione di mezz'ora per poi decidere che i nostri ordini del giorno sono condivisibili ma non si possono votare, chiedo dieci minuti di sospensione per confrontarmi con i collegi e, successivamente, comunicare la volontà del nostro Gruppo relativamente alla possibilità di far votare oggi questi atti di indirizzo, oppure di rinviarli in Commissione.
Grazie.



PRESIDENTE

Interrompiamo i lavori del Consiglio per dieci minuti, per dare il tempo ai colleghi del Movimento 5 Stelle di confrontarsi all'interno del Gruppo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.57, riprende alle ore 12.14)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Abbiamo ascoltato la proposta del Consigliere Ravetti. Chiaramente noi non siamo mai contrari a discutere e ad approfondire le questioni.
Se il Gruppo del Partito Democratico ritiene necessario un maggiore approfondimento, siamo disponibili a discutere gli ordini del giorno in Commissione, ma tutti gli atti di indirizzo, non solo quelli a nostra prima, anche quelli del Partito Democratico, piuttosto che di Forza Italia.
Se si fa una discussione in Commissione, si fa globalmente, quindi non è che si votano solo alcuni ordini del giorno e altri si rimandano in Commissione.



PRESIDENTE

Li ritirate, quindi, per mandarli in Commissione.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Siamo d'accordo.



PRESIDENTE

Gli atti di indirizzo in materia di edilizia sanitaria sono rinviati in IV Commissione.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordine del giorno n. 685 presentato dai Consiglieri Accossato Allemano, Appiano, Baricco, Caputo, Conticelli, Corgnati, Ferrentino Gallo, Molinari, Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle, inerente a "Sostegno agli interventi di bonifica e dei siti inquinati di cui la legge regionale n. 42 del 2000 e programma nazionale"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 685, di cui al punto 9) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno, collegato alla presentazione del bilancio, è quello che vuole sottoporre ancora una volta, all'attenzione del Consiglio chiedendo un impegno della Giunta, il tema delle bonifiche dei siti inquinati, sia per quelli di interesse regionale, che sono oltre 700, che per quelli di interesse nazionale.
Da questo punto di vista, riteniamo che i fondi PAR FSC possano essere una possibilità di individuazione di risorse specifiche, quindi l'impegno rivolto alla Giunta è quello di individuare, nella trattativa con il Governo, delle priorità per questi interventi all'interno della locazione di quei fondi.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di intervento? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Mi conceda solo qualche minuto per tornare indietro, all'inizio di questa seduta, quando la minoranza non ha accolto l'invito ad iscrivere un ordine del giorno sul dissesto idrogeologico. Credo sia stato un errore non farlo, perché l'argomento meritava sicuramente di essere iscritto.
All'o.d.g. del Consiglio ci sono 39 ordini del giorno, alcuni dei quali non particolarmente rilevanti (segnalo che ce ne sono tre sulle sanzioni alla Russia, ad esempio). Su 39 ordini del giorno, 15 sono della minoranza.
Esprimo tutto il mio rammarico rispetto a questo.
Scusandomi per quest'inciso, come ha ben detto la Consigliera Accossato, questo è un tema che mi sta particolarmente a cuore. Venendo dalla provincia di Alessandria, una volta tanto, vivaddio, trattiamo di qualcosa che non sia legato alle vicende di Torino. La provincia di Alessandria è sotto pressione rispetto a questa problematica perch presenta un numero notevole di siti inquinati che da anni non hanno risposta. Credo che siano circa 200. Ci sono ben tre siti di interesse nazionale: Casale, la Valle Bormida e Serravalle Scrivia. Mentre per i primi due, Casale e la Valle Bormida, sono già stati investiti dal Governo notevoli quantità di risorse, per quanto riguarda il sito di Serravalle Scrivia sono stati investiti una parte di fondi negli anni passati, ma credo che occorrano almeno altri 20 milioni di euro per procedere ad una messa in sicurezza e ad una bonifica.
Ricordo che quel sito presenta milioni di metri cubi di materiali tossici e nocivi che si trovano sul greto del Torrente Scrivia, da cui viene prelevata l'acqua potabile per circa 200 mila persone.
La provincia di Alessandria si trova in questa situazione perché negli anni Settanta, nel pieno del boom economico, era al centro del cosiddetto triangolo industriale. All'epoca la sensibilità verso i temi ambientali come anche la legislazione vigente, non era attenta come oggi. In quel sito, ma non solo, sono stati stoccati tonnellate di materiali tossici nocivi che, attualmente, sono ancora lì.
Non solo, l'intero territorio è stato oggetto di deposito di rifiuti tossici. Cito un altro posto inquinato dove, nel 1985, sono stati trovati 2.500 bidoni contenenti rifiuti tossici, il sito della Pedaggera, che anch'esso si trova a pochi metri dal torrente Orba. Un argomento che abbiamo già trattato in Commissione.
Credo che la problematica della bonifica non sia più rinviabile, ma occorre che venga posta attenzione rispetto alla possibilità di reperire fondi nazionali ed anche, aggiungo, regionali, per porre in atto le bonifiche necessarie e non esporre i nostri cittadini a rischi per la salute.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ottria.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 685, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Esame ordine del giorno n. 686 presentato dai Consiglieri Ravetti Accossato, Allemano, Appiano, Baricco, Caputo, Conticelli, Corgnati Ferrentino, Gallo, Molinari, Ottria, Rossi, Rostagno e Valle, inerente a "Rilancio del Teatro Comunale di Alessandria dopo la lunga chiusura dovuta ai lavori di bonifica d'amianto"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 686, di cui al punto 10) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Ravetti per l'illustrazione.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Dal 2010 il Teatro di Alessandria - sto parlando della rete teatrale e culturale del Piemonte - non ha potuto svolgere il ruolo per il quale è stato realizzato e voluto, cioè le rappresentazioni artistiche.
Prima si parlava di salute e la dispersione di fibre d'amianto è stato un pezzo, purtroppo, della storia del Teatro di Alessandria. Non entro nel merito di quella vicenda perché è una vicenda anche giudiziaria ma, da allora, la comunità piemontese, quindi anche quella alessandrina, con l'amministrazione comunale in testa, ha avviato la più grande opera di bonifica d'amianto di un bene pubblico.
Il 16 aprile di quest'anno è stata inaugurata la sala Ferrero, una delle tre sale del Teatro comunale alessandrino, oltre alla Zandrino e alla sala centrale, e la Città di Alessandria è pronta a mettersi a disposizione della intera rete teatrale e culturale del Piemonte per svolgere il ruolo che per sei anni non ha potuto svolgere.
Con l'Assessore alla cultura si è deciso di dare una mano nella riapertura. Per i prossimi sei mesi "Piemonte dal vivo" offrirà alcune rappresentazioni; tra queste quella di inaugurazione con il Teatro Regio il 16 aprile ed altre a partire dalla prossima settimana. L'ultima sarà con la collaborazione di "Piemonte dal vivo" durante il mese di giugno.
Ora però dovremo immaginare il futuro e il futuro passa anche attraverso la capacità di accompagnare l'Amministrazione comunale con sostegni economici finalizzati a studi di fattibilità, per un percorso di riapertura e reinserimento del Teatro nella rete culturale piemontese.
In questo senso, con il documento vorremmo impegnare la Giunta in sede di assestamento del bilancio di previsione 2016-2018 e nella nuova programmazione del PAR FSC a destinare adeguate risorse.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Chiaramente daremo voto positivo a questo ordine del giorno. Ci sembra fuori di dubbio che un rilancio del Teatro comunale di Alessandria sia questione di buonsenso e di lungimiranza, viste anche le problematiche che hanno coinvolto questa struttura negli anni scorsi e che hanno tagliato un percorso culturale che ormai da decenni si verificava in questo teatro.
Quindi, è necessario rimpinguare una tradizione e portare avanti un percorso, ridando slancio a questa struttura.
Ci pare anche di buonsenso prevedere degli studi di fattibilità, perch allorquando si vanno a finanziare interventi a pioggia senza una preventiva progettazione e delineazione di quelli che sono gli interventi effettivi e propedeutici ad un rilancio, si vanno irrimediabilmente a sprecare delle risorse.
Faccio un accenno alla buona notizia di stamattina, inerente al finanziamento degli interventi sulla Cittadella di Alessandria, che sono una cospicua somma che, però, ci preoccupa un po' dal punto di vista dell'ammontare del finanziamento rispetto ai progetti che possono essere attuati. Quindi, prima la progettazione e poi la definizione degli importi.
Per questo motivo, voteremo a favore dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Anch'io mi associo a quanto detto dai colleghi in precedenza, in particolare al collega Ravetti che ha proposto l'ordine del giorno.
Credo sia importante il percorso per dotare Alessandria del suo teatro che, tra l'altro, è di livello regionale, una struttura molto grande che ha la possibilità di poter rappresentare spettacoli di un certo rilievo.
E' da sottolineare il duro lavoro che è stato fatto in questi anni, in cui l'Amministrazione comunale si è trovata a dover fronteggiare una situazione veramente scabrosa: oltre al dissesto dei conti economici, si è trovata a dover fronteggiare una problematica rilevante anche per gli aspetti legati alla salute dei cittadini che, negli anni passati, hanno usufruito di questa struttura. Quindi, ben venga questo impegno.
Mi auguro che la Giunta sappia essere sensibile per poter dare alla Città di Alessandria quelle che, ad oggi, può sembrare una prospettiva di sviluppo, anche attraverso le attività del suo Teatro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie.
In merito a quest'ordine del giorno anche noi siamo allineati, perch riteniamo che sia comunque un patrimonio, prima di tutto, della Città di Alessandria e degli alessandrini. Quindi, auspichiamo che possa tornare ad essere, oltre che un teatro di spettacolo, anche un teatro di produzione nella sua pienezza in termini operativi.
Naturalmente, sosteniamo tutto questo con l'auspicio che possa esserci veramente una programmazione e una pianificazione che - consentitemi la battuta - non sia solo una boutade dal punto di vista elettorale e poco più.
Pertanto, dietro ad una programmazione e ad un ragionamento veramente fattivo e costruttivo, speriamo che possa esserci comunque un percorso di riabilitazione di una struttura che Alessandria merita.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 686, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame ordine del giorno n. 689 presentato dal Consigliere Ottria, inerente a "Valorizzazione di interventi a sostegno delle sperimentazioni di forme associate di collaborazione tra pubblico e privato in ambito sociale"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 689, di cui al punto 11) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Ottria per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno parte in premessa dal fatto che, negli ultimi anni, la crisi economica ha fatto crescere il tasso generale di povertà interessando famiglie e fasce sociali che precedentemente non erano coinvolte in questo percorso.
I dati sulla povertà, che cito brevemente, sono significativi. Le famiglie povere sono passate da 937 mila nel 2008 ad un milione 470 mila nel 2014; sempre nel 2014, le persone a rischio sono aumentate del 19% del totale. Quelle che vivono in famiglie gravemente deprivate sono l'11 mentre quelle appartenenti a famiglie con bassa intensità lavorativa sono il 12%.
Tutto questo ha aumentato la diseguaglianza sociale, per cui il 20% più ricco dei residenti percepisce quasi il 38% del reddito totale, mentre al 20% più povero spetta solo il 7,7%.
C'è un aumento allarmante del numero di persone senza fissa dimora, che vivono in povertà estrema e che sono più di 50.000.
Questi dati derivanti dalla forte crisi economica di questi ultimi anni evidenziano un disagio che attraversa tutte le comunità, rappresentando non più un fenomeno marginale, ma un elemento strutturale della società attuale.
Questa condizione richiede delle risposte che le strutture pubbliche complessivamente non sono più in grado di affrontare rispetto alle normali e classiche misure di politiche sociali, così come abbiamo conosciuto e costruito negli ultimi decenni.
Nell'ottobre scorso, la Giunta regionale ha approvato il cosiddetto "Patto per il sociale" per gli anni 2015-2017. E' un documento che rappresenta la programmazione delle politiche del settore, che è anche stato frutto di un confronto che l'Assessore Augusto Ferrari ha svolto in maniera puntuale e costante sui territori, recependo molte indicazioni da parte degli stessi.
Tra le strategie del Patto per il sociale, vi è la cooperazione tra soggetti istituzionali e non, una collaborazione che possa coinvolgere tutti quanti partecipino fornendo il loro contributo, sia in termini economici, sia in termini di idee, proposte, risorse e collaborazione rispetto a questa tematica.
Con questo tipo di percorso, già previsto con i Piani di zona, che ancora oggi sono strumento di programmazione dalla legge di riferimento (la n. 328/2000), si era provata la sperimentazione del metodo di lavoro in rete, già previsto. Sulla base di queste esperienze, sul territorio piemontese sono nate delle buone pratiche che si ispirano a tale metodologia privilegiando forme del cosiddetto empowerment di lavoro in rete.
Una di queste forme di collaborazione si trova nel Comune di Alessandria, dove nel 2014 è stato istituito un osservatorio sociale, che è composto oltre che dall'Amministrazione comunale alessandrina, dal Consorzio dei Servizi sociali CISSACA, dall'ASL, dall'Associazione Opere di Giustizia e Carità, dalla Comunità San Benedetto al porto, dalla Cooperativa Sociale Coompany e dalla Caritas.
Tra i compiti dell'Osservatorio, vi è la mappatura dei bisogni dei problemi rispetto ai quali le risposte dei singoli servizi e del volontariato non sono sufficienti, per individuare le risorse possibili e disponibili, formulando proposte di intervento innovative e integrate tra di loro.
I risultati in termini di aiuto alle famiglie e alle persone in difficoltà sono stati molto convincenti, sia in termini assoluti sia riguardo l'omogeneità nell'individuazione dei soggetti indicati anche dal Patto per il sociale, registrando qualche criticità solo in merito all'integrazione socio-sanitaria.
Per queste ragioni, con questo ordine del giorno chiediamo un impegno alla Giunta a valutare il sostegno anche economico e finanziario a queste forme di collaborazione tra i soggetti coinvolti; una collaborazione virtuosa tra pubblico e privato in ambito sociale, in quanto forma adatta a rispondere in maniera adeguata a questi nuovi bisogni sociali.
All'interno di queste collaborazioni andrebbero individuate, affinch non diventi uno strumento troppo generalista, le forme associative, diciamo quelle virtuose, quelle che effettivamente, oltre ad essere un tavolo di discussione riescono anche a dare risposte concrete, sulla base di indicatori specifici e di progettualità, originalità ed efficienza nella sperimentazione di modelli di gestione di queste funzioni e della collaborazione esistente tra pubblico, privato e terzo settore.
Questo è un impegno che chiediamo con quest'ordine del giorno, che mi auguro la Giunta possa recepire.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ottria.
La parola al Consigliere Bono.
Le faremo avere la copia cartacea, perché c'è qualche problema.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Può capitare. Su tanti atti caricati, magari uno presenta dei problemi.
Ci serviva però proprio per comprendere meglio quanto proposto dall'ordine del giorno del collega Ottria e degli altri firmatari.
Mi riferisco anzitutto alle premesse, almeno nella parte del quadro riguardante la crisi economica globale, che ha severamente colpito soprattutto il Piemonte, le famiglie piemontesi e quelle delle aree in cui c'erano diversi impianti industriali e produttivi con un indotto notevole aree che hanno visto molte chiusure e quindi un notevole peggioramento della condizione economica delle famiglie piemontesi, in particolare nel Torinese, nell'Alessandrino e nel Novarese.
Noi, ovviamente, abbiamo ricette diverse sia a livello nazionale che a livello regionale, ragion per cui non esprimeremo un parere favorevole perché vorremmo anzitutto approfondire ulteriormente questo tema. Inoltre dal momento che è già stato licenziato il Patto per il sociale della Regione Piemonte 2015-2017, si parla di tre assi strategici: l'integrazione socio-sanitaria, l'inclusione sociale e il contrasto a diverse forme di povertà. Infine, ci si riferisce al sostegno alla responsabilità genitoriale e prevenzione del disagio minorile.
Una delle grandi difficoltà di questo piano e di quasi tutti i piani che stiamo approvando - penso, ad esempio, al piano sull'amianto - è la carenza, se non l'assenza, di risorse dedicate o di nuove risorse o risorse aggiuntive per raggiungere gli obiettivi di piani sicuramente condivisibili nei contenuti verbali e forse anche ambiziosi, ma bisogna essere giustamente ambiziosi.
Dicevo, abbiamo ricette diverse e una su tutte potrebbe essere l'introduzione di un reddito di cittadinanza, un reddito minimo a tutte le persone che non possono lavorare, vuoi perché hanno raggiunto l'età per la quiescenza e magari hanno una pensione minima perché non hanno versato sufficienti contributi, o perché sono persone con gravi disabilità, per cui non trovano spesso lavoro anche perché le aziende preferiscono pagare le sanzioni piuttosto che assumere disabili o le persone che sono disoccupate involontariamente, non per loro volontà o per loro colpa. Si tratta di garantire un reddito minimo che permetta di avere una vita dignitosa, come prevede la Costituzione negli articoli principali.
Quindi, trovare le risorse con una revisione del sistema di welfare previdenziale complessivo in modo che sia un sistema a garanzie universalistiche, nel senso che non copra solo determinate fasce (chi ha lavorato per tot mesi negli ultimi anni, oppure chi è stato appena licenziato, chi è in mobilità o quant'altro, o chi non ha versato abbastanza contributi o ha diritto ad una pensione minima), perché c'è tutta una fascia di persone che non sono in condizione di badare a s stesse, sia per una carenza economica che per una carenza dei servizi sociali.
Quindi, anche sul tema dei servizi sociali pensiamo che ci debbano essere adeguate risorse, anzitutto garantendo l'integrazione socio sanitaria. Infatti, anche il collega Ottria segnalava che questa è la carenza principale. Essendovi il piano di rientro, siamo in una situazione che dovremo risolvere a giugno, perché con il bilancio previsionale abbiamo finanziato, fino a giugno, sei mesi di integrazione socio-sanitaria, mentre per i successivi sei c'è un punto interrogativo che probabilmente dovremo risolvere durante l'assestamento, ma non sappiamo ancora con quali risorse.
Il punto interrogativo riguarda, ad esempio, la domiciliarità l'assistenza e la psichiatria su cui, tra l'altro, aspettiamo dall'Assessore Saitta novità annunciate non solo tramite ANSA, ma anche in Commissione. Come l'Assessore sa benissimo, me lo chiedono anche le associazioni. Noi potremmo anche essere d'accordo sull'idea di andare sul privato, posto che sia un privato - da quanto ho capito - sociale, quindi no profit, ma non vorremmo sia la scusante - non dico per questa Giunta, ma in generale per il sistema pubblico - per, non avendo risorse, chiedere alle varie fondazioni bancarie e associazioni private di farsene carico che già con lodevoli iniziative si fanno carico di una carenza del pubblico.
Quindi, da questo punto di vista, la nostra indicazione di voto, per tutte le valutazioni che ho svolto, non potrà essere positiva.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 689, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Organizzazione turistica

Esame ordine del giorno n. 690 presentato dai Consiglieri Gariglio Accossato, Allemano, Appiano, Barazzotto, Baricco, Caputo, Conticelli Corgnati, Ferrentino, Gallo, Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle inerente a "Risorse a sostegno delle azioni mirate al completamento delle strutture informative e per la fruizione sostenibile del versante piemontese del Parco Nazionale del Gran Paradiso"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 690, di cui al punto 12) all'o.d.g.
Su tale ordine del giorno ci sono delle modifiche.
La parola al Consigliere Gariglio, che illustra anche le modifiche.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Come primo firmatario, illustro le modifiche. Innanzitutto, deve leggersi, al posto del termine "completamento", sia nel titolo e sia nel dispositivo, il termine "implementazione". Quindi, la parola "completamento" è sostituita dalla parola "implementazione".
Non avendo il testo del documento, prego il Presidente di darne lettura, perché lo abbiamo riformulato intervenendo sul supporto cartaceo.
Dove si legge "considerato che", al secondo punto, il testo indicava che l'articolo 5 dell'accordo prevedeva un cofinanziamento degli interventi da parte della Regione Piemonte. Poi, continua: "L'Ente Parco ha realizzato interamente le opere previste. Tuttavia la seconda tranche delle risorse previste non è mai stata erogata e, con lo scadere dell'Accordo nel 2008, i fondi sono caduti in perenzione".
Abbiamo riformulato il testo per dare atto che, in realtà, i fondi non sono stati erogati dalle Amministrazioni regionali precedenti perché, al termine dell'accordo di programma, le opere non risultavano completate quindi non si potevano pagare e, allora, i soldi sono andati in perenzione.
Al di là di questo aspetto teso a ricostruire unicamente in modo più corretto la storia dei rapporti tra la Regione Piemonte e l'Ente Parco Nazionale Gran Paradiso, con questo ordine del giorno si propone, a seguito anche di una serie di dialoghi già avviati tra l'Ente Parco, la Regione Valle d'Aosta e la Regione Piemonte, di stipulare un nuovo accordo di programma per implementare i punti informativi del Parco, ovviamente su territorio piemontese, e in qualche modo anche sanare il vulnus che si è creato nei rapporti tra Regione e Parco per interventi importanti realizzati, visibili e fruibili sul versante piemontese che non sono mai stati liquidati, seppure senza responsabilità particolari, da parte della nostra Amministrazione regionale.
Ci tengo a dire, svolgendo una brevissima considerazione politica, che il messaggio che vogliamo lanciare attraverso questo ordine del giorno è teso a riaffermare la piemontesità del parco. Purtroppo, abbiamo un parco nazionale sito per buona parte sul nostro territorio, che, però, viene percepito dalla nostra comunità come un parco valdostano. In realtà, il Parco del Gran Paradiso tocca nostre valli importanti e nostre cime importanti, quindi si vuole perseguire la logica di favorire i punti informativi e le attività di diffusione e di implementazione degli accessi al parco sul versante piemontese, anche con le possibili conseguenze in materia di ricaduta turistica che, in questi anni, per fatti storici risalenti nel tempo, non siamo adeguatamente riusciti a sfruttare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Svolgo un intervento rapidissimo.
Ovviamente, riteniamo condivisibile l'ordine del giorno, chiedevamo solo al primo firmatario, Consigliere Gariglio - non so se ha già detto di questa modifica - di aggiungere, dopo la parola "fruizione" e prima delle parole "del versante piemontese", l'aggettivo "sostenibile". Mi sembra che nel testo delle premesse ci fosse scritto "fruizione sostenibile".
Pertanto, essendo all'interno di un parco, chiederemmo di riportarlo anche nell'impegno, fermo restando che siamo tutti d'accordo che serva una fruizione sostenibile.
Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Gariglio, ha fatto una proposta...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo per avanzare anche una proposta. Questo tema era già stato oggetto della precedente Amministrazione, perché proprio in quel periodo andarono, per così dire, in "perenzione": non è la parola esatta, diciamo che non potevano più essere utilizzati i fondi previsti dall'accordo di programma.
E' corretto prevedere la sottoscrizione di un nuovo accordo. Per le stesse motivazioni di cui diceva il Presidente Gariglio, noi chiederemmo di introdurre la parola "promozione", nel senso che è corretto prevedere il completamento delle strutture informative, perché sono parzialmente realizzate; è corretto prevedere la fruizione sostenibile del versante piemontese, ma il nostro parco va anche promosso.
Occorre promuoverlo perché, evidentemente, oggi, è percepito più come un parco valdostano che non come un parco piemontese, per una serie innumerevole di motivazioni. Diciamo che la principale è quella relativa alla promozione.
La Regione Valle d'Aosta ha saputo farne, anche con le tante risorse a disposizione, uno strumento di attrazione turistica.
Il nostro parco, negli ultimi anni, a differenza di dieci anni fa, in cui l'ultima struttura ricettiva era poco sopra Cuorgnè, ha avuto nuova capacità di attrazione per un turismo sostenibile, che è la vocazione stessa del parco, però abbiamo la necessità di promuoverlo.
Come i colleghi sanno, oggi, la scelta delle mete - non sto a dire perché non occorre, quante mete esistano all'interno del parco anche sul versante piemontese - molto spesso avviene attraverso tutta una serie di canali: le riviste specializzate, i siti internet e quant'altro sono gli strumenti che fanno propendere, per chi fa una vacanza verde, per il Parco del Gran Paradiso (l'area piemontese o, semplicemente, entrambe, che va bene lo stesso), piuttosto che il Parco dello Stelvio o il Parco della Durance.



PRESIDENTE

Consigliere Gariglio, ci sono state due richieste: "sostenibile" e "promozione".



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Un attimo solo, mi pare di capire che ci sia la disponibilità ad inserire i due termini.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Sono osservazioni che vanno a migliorare il testo, quindi nell'impegnativa si deve leggere "fruizione sostenibile del versante piemontese". Parallelamente, il titolo diventa: "Risorse delle azioni mirate al completamento delle strutture informative per la promozione e la fruizione sostenibile del versante piemontese".
Nell'impegnativa, aggiungiamo anche la parola "promozione", così diventa "per il sostegno di azioni mirate al completamento delle strutture informative per la promozione e la fruizione sostenibile".
Il testo viene così corretto. Grazie.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Gariglio, può avvicinarsi al banco della Presidenza per cortesia? L'oggetto dell'ordine del giorno diventa: "Risorse a sostegno delle azioni mirati all'implementazione delle strutture informative per la promozione e per la fruizione sostenibile del versante piemontese del Parco Nazionale del Gran Paradiso".
Così modificato può essere messo in votazione.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Secondaria di Primo Grado "Rosselli" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Secondaria di Primo Grado "Rosselli" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Organizzazione turistica

Esame ordine del giorno n. 690 presentato dai Consiglieri Gariglio Accossato, Allemano, Appiano, Barazzotto, Baricco, Caputo, Conticelli Corgnati, Ferrentino, Gallo, Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle inerente a "Risorse a sostegno delle azioni mirate al completamento delle strutture informative e per la fruizione sostenibile del versante piemontese del Parco Nazionale del Gran Paradiso" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'ordine del giorno n. 690.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 690, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.59)



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