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Dettaglio seduta n.150 del 26/04/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 14.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Baricco, Cerutti, Giaccone Molinari e Pentenero.
Non è presente l'Assessore Parigi.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori.
Noi, come anticipato in chiusura di seduta antimeridiana, desidereremmo chiudere con il voto finale sull'ordine del giorno. Avevamo detto che avremmo dedicato la mattinata agli ordini del giorno collegati al bilancio ma - non per colpa del nostro Gruppo - non ne è stato discusso nemmeno uno.
Quindi, chiediamo che si proceda con il voto finale.
Peraltro, abbiamo provveduto ad emendare l'ordine del giorno, togliendo le parole "del Movimento 5 Stelle". Quindi, abbiamo tolto quell'inciso.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Io ravviso, ancora una volta, la volontà del Partito Democratico di asservire ai lavori di quest'Aula al suo unico interesse elettorale.
Dovevamo iniziare la discussione di un disegno di legge importante come quello sul gioco d'azzardo patologico. Il Partito Democratico si ostina a voler far discutere alcuni suoi atti di indirizzo per scopi meramente elettorali.
Peraltro, su questo atto di indirizzo probabilmente ci sono ancora degli interventi da parte dei colleghi. Io spero che il Presidente mantenga il suo ruolo di garanzia.
Quindi, noi non siamo d'accordo con l'ennesima modifica dell'ordine dei lavori richiesta dal Presidente Gariglio e chiediamo la convocazione di una Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Era mia intenzione convocare una seduta dell'Ufficio di Presidenza dopo l'intervento del Presidente Gariglio. Invito i Capigruppo in sala A.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 14.35, riprende alle ore 15.09)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che la Conferenza dei Capigruppo ha stabilito di continuare con la discussione dell'ordine del giorno n. 761, inerente a "Onorevole Cristina Bargero e piena condanna degli atti di violenza di cui è stata vittima".


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 761 presentato dai Consigliere Gariglio, Ottria e Ravetti, inerente a "Solidarietà all'on. Cristina Bergero e piena condanna degli atti di violenza di cui è stata vittima"


PRESIDENTE

Riprendiamo, pertanto, la discussione generale sull'ordine del giorno n. 761.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Cercherò di riprendere la discussione da dove l'abbiamo lasciata, anche ricollegandomi ad alcuni interventi fatti da colleghi delle diverse forze politiche. In particolare, vorrei citare la frase pietra dello scandalo che ha scatenato le ire di molti frequentatori della rete.
Si sa che, purtroppo, la rete è un'entità molto eterogenea e purtroppo non c'è il divieto di esprimersi anche a chi è maleducato o violento quindi purtroppo nella quantità di reazioni e commenti ci sono anche quelli violenti. Però, per questo c'è la giustizia, cui le persone che si sentono personalmente toccate possono rivolgersi e giustamente verrà perseguito chi ha commesso il reato, se questo viene accertato. Consideriamo che i luoghi della rete non sono anonimi, ci si esprime con un nome e un cognome e si può rintracciare il colpevole.
Quindi è una questione di giustizia normalissima, che va trattata nelle sedi opportune. Se stiamo a guardare quanto succede nella rete, come hanno detto molti colleghi, tutti i giorni occuperemmo quest'aula di Consiglio per discutere di persone che si sentono toccate, ingiuriate oppure offese da frasi che compaiono sulla rete.
Strumentalizzare questo tipo di fenomeni di massa, che sono all'ordine del giorno in tutti e due i sensi, ci pare veramente un pessimo modo di impegnare il tempo in Consiglio regionale, ma giacché siamo stati chiamati in causa dal PD, noi giustamente dobbiamo dire la nostra e la diremo fino alla fine. Quindi, i miei colleghi esprimeranno il loro pensiero.
Cito la frase dell'Onorevole Barbero: "L'acqua pubblica che arriva nelle nostre case non può essere considerata un bene pubblico. Al cittadino non deve interessare che il servizio lo gestisca una società in house, una società a capitale pubblico o mista, perché quello che garantisce il cittadino e gli investimenti sulla rete è l'affidamento a un buon contratto di servizio e dalla regolazione, questo è il vostro errore ideologico".
Quindi, il fatto che l'acqua pubblica che arriva nelle nostre case non pu essere considerata un bene pubblico. Queste sono le testuali parole della Deputata.
E' chiaro che la violenza va sempre condannata. Però, quando 26 milioni di cittadini si esprimono a favore dell'acqua pubblica un po' di indignazione sale e nella quantità di persone ci sono anche quelle violente e quelle maleducate che non sanno e si esprimono attaccando la persona che li ha fatti indignare. Questo noi lo condanniamo, ma non bisogna stupirsi.
Ho sentito parlare anche di riflettere sulla qualità della democrazia quindi sul fatto che la democrazia verrebbe inficiata da questi meccanismi di massa della rete in cui si attaccano le persone. Allora, cosa diciamo dei referendum popolari che vengono del tutto ignorati e boicottati dal Governo? Questo è un incitamento all'astensionismo! Questa è la qualità della democrazia che viene propugnata dal nostro capo di Governo e dal nostro Primo Ministro Renzi.
Quindi, bisogna ben vedere, quando discutiamo di qualità della democrazia! Discutiamone in tutti i modi, ma non so se è ben più grave che due o tre singoli violenti inveiscano contro una persona, oppure che il capo del Governo inneggi all'astensionismo, speri che i referendum vengano boicottati e poi si faccia un'azione di Governo contraria al volere popolare, per poi pretendere anche che gli si dica grazie. Perché questo è nella sostanza dei fatti. Su 26 milioni di persone indignate, ce ne sono di tutti i tipi: quelli che manifestano il loro dissenso in maniera civile e quelli, purtroppo, incivili che verranno perseguiti dalla giustizia.
Ma di cosa stiamo parlando? Quanti insulti a scopo politico, come diceva il nostro Capogruppo Bertola, abbiamo ricevuto anche da persone che lavorano nel mondo del giornalismo e da avversari politici, veramente, al limite dell'ingiuria, ma noi non ci siamo mai sognati di fare un ordine del giorno per occupare quest'Aula per chiedere solidarietà a questo o a quel politico! Si può fare un bell'ordine del giorno contro gli atti di violenza in generale, ne facciamo uno in tutta la legislatura e poi ci pensa la Magistratura a perseguire chi di dovere.
Quest'azione estremamente strumentale denota un'assoluta incomprensione dei mezzi di comunicazione di massa che, purtroppo, sono come una pubblica piazza nella quale ci sta di tutto. Ci sono però gli strumenti della giustizia per fare questo.
Quindi è giusto chiarire che noi tutti in quest'Aula condanniamo gli atti di violenza. Ma brevemente e non in modo strumentale da una parte politica all'altra, perché poi queste cose saltano fuori nella campagna elettorale, giustamente, quando si inaspriscono i toni; quindi non si condanna l'atto di violenza, ma si condanna strumentalmente ai danni di una forza politica e a favore di un'altra a scopi prettamente elettorali.
Questa è l'azione che il PD ha fatto oggi. L'abbiamo capito benissimo quindi non ci aspettavamo nessun tipo di spiegazione, perché bisogna anche essere coerenti e sapere che tipo di azione si sta facendo e non venirci a "spiegare" le motivazioni o chiederci di firmarlo o di accodarci. E' un atto politico, legittimo, che noi riteniamo sopra le righe e assolutamente inopportuno; è una linea politica scelta da voi ben precisa della quale vi prendete la responsabilità, senza pretendere che vi facciamo anche i complimenti per questo modo di agire. Se volete, fate un comunicato stampa dove rivendicate le vostre posizioni politiche, ma non occupiamo l'Aula con questa argomento, considerando tutte le priorità che avevamo, come la legge sulla ludopatia e altre misure ben più importanti che interessano i cittadini piemontesi! Restiamo su dibattiti che interessano di più i cittadini.
Involontariamente, ci avete dato l'opportunità di parlare nuovamente della democrazia in Italia e di come il volere popolare venga quotidianamente calpestato e pezzi dello Stato fatti gestire a privati svendendo dei beni come l'acqua, che sono monopoli di fatto e il monopolio di fatto va gestito dal pubblico. Io trovo molto più grave quest'azione perché si dovrebbe parlare molto di più di queste cose in Aula e magari esprimere delle opinioni riguardo allo smantellamento periodico di asset fondamentali dello Stato, in tutte le sue articolazioni, di cui l'acqua pubblica è uno degli asset fondamentali.
Questo potrebbe essere un modo intelligente e propositivo di occupare il tempo e non strumentalizzare questioni di violenza che, in realtà, non vi interessano veramente, questa è la verità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Non porterò via molto tempo all'Aula, perché mi pare che di tempo ne abbiamo perso già fin troppo. E' da questa mattina che siamo su questo atto di indirizzo, che è un atto di indirizzo assolutamente strumentale e credo che la discussione in quest'aula di Consiglio sia assolutamente inutile.
Sarebbe utile, sicuramente, riflettere una volta per tutte, magari sull'utilizzo dei social media, sull'utilizzo degli strumenti informativi dei mezzi di informazione che abbiamo a disposizione.
Sarebbe utile e interessante, magari, fare un Consiglio aperto sulla libertà d'informazione, capire com'è l'informazione nel nostro Paese, se tutti abbiamo il giusto accesso, se l'informazione è veramente libera.
Queste sono cose che magari potrebbero interessare i cittadini piemontesi.
Mi chiedo che interesse, invece, possano avere i cittadini piemontesi nel sentire una discussione come questa. Una discussione che viene calata dall'alto, dalla maggioranza, che va a stravolgere tutto un o.d.g. che era già definito, con delle priorità ben precise, a partire da un disegno di legge, sicuramente molto più importante di questo atto di indirizzo strumentale, e che vedeva in scaletta la discussione sull'edilizia sanitaria: un tema di competenza regionale e che tocca molto più da vicino i cittadini.
Ci troviamo, invece, a discutere secondo una scaletta dettata dal Partito Democratico, tra l'altro, ben congegnata - oggi è stato pubblicato un editoriale preparatorio su un quotidiano torinese - e, adesso, vediamo stravolto l'o.d.g. per discutere subito questo atto di indirizzo, quando ce ne sono molti altri in attesa; tra l'altro, come faceva notare anche il Presidente Pichetto, sono per la maggior parte atti di indirizzo della maggioranza.
In quest'ordine del giorno vediamo citata la convivenza democratica quindi, si chiede il rispetto delle regole di convivenza democratica - poi vediamo che, in realtà, in quest'Aula di convivenza democratica ce n'è ben poca, perché, di fatto, l'ordine dei lavori è dettato dalla maggioranza.
Pertanto, dopo avere assistito a una discussione di bilancio blindata, che ha visto bocciare tutte le nostre proposte sia in Commissione che in Aula avere assistito allo scippo della nostre proposte da parte del Partito Democratico - non faccia quell'espressione...



(Commenti del Vicepresidente Reschigna)



FREDIANI Francesca

Ci fulminiamo a vicenda.
Poi, abbiamo assistito al deposito di una sequenza infinita di atti di indirizzo della maggioranza, che è una cosa veramente ridicola, oserei dire, perché, come diceva giustamente il collega Pichetto, l'atto di indirizzo dovrebbe provenire più dalla minoranza. Cioè, la minoranza dovrebbe cercare, in qualche modo, di avanzare delle proposte e di correggere il tiro quando vede che la maggioranza potrebbe fare di meglio diciamo così.
Invece, qui troviamo un bilancio approvato praticamente in solitaria dalla maggioranza e, in più, una serie di atti di indirizzo, per lo più copiati dalle nostre proposte, tutti iscritti all'o.d.g.
Non contenti di tutto ciò, si pone in cima alle priorità, sempre facendo valere la propria forza numerica, quest'atto di indirizzo che chiede la solidarietà rispetto ad attacchi subiti da una deputata del PD.
Sinceramente, noi non possiamo dire che non manifestiamo solidarietà a una donna che subisce un attacco sui social media; dopodiché, non ci sentiamo in alcun modo associati a questi attacchi, nel senso che, come diceva il collega Valetti, Facebook è una libera piazza dove ognuno si esprime.
Come diceva questa mattina la collega Batzella, sicuramente, quanto successo a quest'esponente politico è un qualcosa che, purtroppo, avviene spesso a uomini e donne sui social, tutti i giorni; quindi, se dovessimo manifestare solidarietà a tutte le persone che subiscono attacchi di questo tipo, ci troveremo ogni settimana a discutere tutta una serie di atti di indirizzo.
Prendo atto che molto spesso sulla rete capita di essere oggetto di attacchi, anche pesanti, purtroppo, a maggior ragione se si è donne, come diceva questa mattina il Capogruppo Bertola. E' successo anche a me e succede spesso. Io ho conservato - più per ricordo, per monito, me lo tengo lì da parte - questo screenshot, che ho fatto qualche tempo fa, di una discussione avvenuta, tra l'altro, tra il Presidente della Commissione cultura della Città di Torino e il collaboratore di un Consigliere regionale e, poi, di un senatore del PD, che parlavano di me tra varie battute, alcune anche pesanti, non dette direttamente da loro ma da persone che comunque sono intervenute nella discussione. Hanno anche detto che io avrei avuto un interesse verso il collaboratore di questo Consigliere e che, in quanto donna rifiutata, avrei reagito in modo violento nei confronti di questa persona. Quindi, è la normalità, purtroppo, che nel mio caso è fastidiosa perché ha coinvolto un esponente politico: in quel caso la persona che ha espresso la battuta era il Presidente della Commissione cultura e non un cittadino qualsiasi, quindi, se vogliamo, in quel caso sarebbe stato ancora più grave, anzi, sono intervenute altre persone su quella pagina, incluso un Consigliere regionale, che non ha battuto ciglio anzi, è intervenuto anche lui nella discussione.
Noi, ovviamente, non accettiamo questo tipo di attacchi, da qualsiasi parte provengano, però, veramente, crediamo che la discussione che si sta svolgendo oggi in 'Aula non porti alcuna utilità e alcun vantaggio.
Se anche dovessimo votare questo atto di indirizzo, che, ovviamente sarà approvato perché i numeri li avete e li avete fatti pesare fino ad ora, che beneficio ne trarremmo? Da domani, i social saranno un posto migliore? Da domani, ci sarà un maggiore controllo sui post? I cittadini rifletteranno un po' prima di intervenire violentemente? Direi proprio di no.
Quindi, sarebbe molto più serio da parte nostra prevedere, per l'appunto, un momento di riflessione seria sulla qualità dell'informazione e sugli strumenti che mettiamo a disposizione dei cittadini per interagire con noi; dopodiché, spero che questa discussione si concluda in fretta perché abbiamo veramente già sottratto troppo tempo ai cittadini piemontesi e ai temi che veramente stanno loro a cuore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo non per aggiungere considerazioni a quelle già svolte dal Presidente del mio Gruppo, ma per una sottolineatura: noi non accetteremo più alcun tipo di iscrizione all'o.d.g., perché c'è solo da perderci. Cioè io rilevo che, oggi, dopo cinque Consigli regionali, abbiamo votato una mozione di indirizzo.
Il Consiglio regionale non è a disposizione della maggioranza, per cui quando c'è una notizia di stampa, arriva con l'o.d.g. redatto la mattina precedente o la mattina stessa e, avendo i numeri per fare le inversioni e non iscriverlo, ne chiede l'iscrizione e, poi, fa un'inversione all'o.d.g.
in modo tale da essere sulla notizia, perché questo accade esclusivamente alla maggioranza. Penso a quando noi presentiamo degli ordini del giorno con temi molto stretti, penso al caso Regeni: era più importante rispetto a questa situazione, ma questo Consiglio regionale non l'ha discusso.
Pertanto, lo strumento dell'ordine del giorno non lo si utilizza rispetto a priorità oggettive, ma rispetto a priorità di parte, e questo ne è un caso. Allora, semplicemente, se occorrono 40 voti per iscrivere gli ordini del giorno, 40 voti non li avete, quindi, da oggi in poi - almeno mi auguro che anche i colleghi del Movimento 5 Stelle facciamo così, perch tanto noi abbiamo solo da rimetterci, non abbiamo da guadagnarci - non sarà più iscritto alcun ordine del giorno in apertura di seduta; come avviene per gli altri, si accoda in Conferenza dei Capigruppo e con la santa pazienza si fa approvare un ordine del giorno, salvo, come correttamente ricordava il collega Pichetto, rammentare che l'atto di indirizzo è uno strumento che serve a chi siede all'opposizione, perché chi è in maggioranza, se non sa indirizzare la propria Giunta senza la necessità dell'ordine del giorno, ha qualche problema di relazione o di capacità politica.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Come hanno già sottolineato i miei colleghi, ci troviamo di fronte all'usuale strumentalizzazione a fini elettorali - a Torino - di un evento che, tutto sommato, noi consideriamo marginale.
Al di là di stigmatizzare l'ennesima presenza - purtroppo - di violenti e maleducati in rete, è una cosa assolutamente normale e, sotto questo aspetto, non è diversa dall'essere in piazza, ad un banchetto o qualsiasi incontro pubblico, e avere a che fare con facinorosi di varia natura. Il Movimento 5 Stelle ha avuto a che fare con questo tipo di problematiche fin dalla sua nascita. Ricordo il mio primo banchetto di raccolta firme del Movimento 5 Stelle per le prime elezioni regionali al mercato di Alba, il 12 novembre 2009: ottenni otto firme in una mattinata e presi una sequela di insulti di varia natura, comprese minacce di violenza personale.
E' una realtà in cui ci troviamo tutti i giorni: è una cosa che purtroppo, sui social succede per ogni argomento che scalda un po' gli animi. Ricordo che nel 2013, quando non demmo la fiducia ad un Governo Bersani, fummo fatti bersaglio di improperi, minacce, insulti e accuse di ogni genere, così come è accaduto recentemente sulla stepchild adoption e sulla parità dei diritti per le coppie omosessuali, riguardo al matrimonio dove peraltro non eravamo responsabili più di tanto. Pertanto, niente di nuovo sotto il sole.
Un'altra cosa che trovo un po' scandalosa di questo ordine del giorno è il fatto che si accusi un nostro deputato che ha girato un video tutto sommato ironico e satirico, un taglia e incolla dell'intervento della parlamentare PD; cosa che - faccio notare - fanno, e non in senso ironico ma per distorcere i contenuti, i media nazionali (anche quelli pubblici) con gli interventi dei nostri parlamentari e di Beppe Grillo. E' stato fatto più e più volte, tant'è che abbiamo dovuto prendere l'abitudine di filmare con nostri mezzi le interviste televisive, per evitare la manipolazione delle stesse da parte di trasmissioni anche molto seguite.
Un ordine del giorno di questo genere ci sembra del tutto irricevibile tra l'altro, anche il nostro Capogruppo ha portato esempi ben più significativi di intemperanza nei nostri confronti da parte di chi dipende anche dal servizio pubblico - in quanto bisognerebbe intervenire in situazioni molto più gravi. Qui si sta solo perdendo tempo, si vogliono solo esacerbare gli animi per un conflitto elettorale locale. Peraltro riguardo alle elezioni comunali di Torino, più che pensare che mi piacerebbe che un componente del Movimento 5 Stelle facesse il Sindaco tutto sommato non mi interessa entrare nel merito più di tanto.
Il fatto che si vogliano stigmatizzare queste cose anche sugli organi di stampa più letti localmente (me ne viene in mente uno che ha cambiato di recente anche gruppo editoriale e che, quindi, ha cominciato a pendere un po' di più verso una certa parte politica) lo trovo veramente inaccettabile.
Riguardo ad altre questioni, per entrare nel merito di alcune dichiarazioni fatte da un altro punto di vista, prendetevi la responsabilità delle posizioni vergognose che assumete in Parlamento di fronte alla nazione. Ricordo, alla chiusura del referendum sull'acqua pubblica, un Bersani che dichiarava "abbiamo vinto", mentre all'inizio della raccolta firme disse: "Non ce n'è bisogno, perché faremo una legge noi". Poi, però, tutti i circoli PD di tutta Italia parteciparono alla raccolta firme e parteciparono a portare al successo il referendum.
Oggi, tutto quello che è stato sancito dalla vittoria di quel referendum, ed è stato sancito anche dai pareri della Corte Costituzionale (quel referendum richiede specificamente che il servizio idrico integrato sia a gestione pubblica), viene stravolto da questo Governo, dai parlamentari di una forza politica (il PD) che teoricamente sostenne quel referendum e ne dichiarò la vittoria come, anche, un suo successo. Anche l'attuale Presidente del Consiglio, in anni passati, si schierò a favore del discorso "acqua pubblica".
Come ha già affermato un collega, non mi stupisce che ci possano essere delle reazioni forti nei confronti di chi tradisce - essendo personaggio pubblico, eletto e rappresentativo del popolo italiano, anche se magari solo di una parte politica, però con responsabilità di governo - un messaggio chiaro, dato dalla maggioranza di chi votò, e comunque da una significativa quota degli italiani aventi diritto al voto, nei confronti della gestione pubblica dei beni comuni. Parliamo di acqua pubblica, ma non solo.
Noi del Movimento 5 Stelle, su qualsiasi posizione assunta, ci confrontiamo e ci prendiamo le osservazioni direttamente dai cittadini, non solo sui social, ma anche fisicamente nelle piazze e nelle strade incontrando tutte le persone interessate. Probabilmente sarebbe utile che questo lo facessero anche gli eletti e gli attivisti di altri partiti, per scoprire quanto veramente certi problemi siano sentiti dalla popolazione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Allemano.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Ho l'impressione che ci si stia spostando molto lontano dal senso di questo ordine del giorno. Non credo che il tema sia l'acqua pubblica, dove peraltro - se dovessimo discuterne - andremmo ad un'interpretazione sugli esiti e sul senso del referendum, che sicuramente non è quella data in questo momento.
Ma non sono neanche così propenso ad accogliere segnali di allarme provenienti dalla minoranza, dove periodicamente c'è una parte che prevarica sull'altra. Io potrei sostenere che, quando passiamo ore ad ascoltare l'illustrazione degli emendamenti, potrebbe anche essere una forma di prevaricazione. In realtà, preferisco chiamarlo e viverlo come il prezzo della democrazia: essendo questa un'Aula legislativa, ci sono legittime visioni differenti, a volte antitetiche, e ci sono dei tempi che non è possibile comprimere più di tanto.
Detto questo, se la mettiamo sul piano di chi è più galante rispetto ad altre forze politiche, di nuovo la discussione non terminerebbe. Indossiamo la giacca, abbiamo certi comportamenti etici: mi sembra che in quest'ambito ci stiamo muovendo.
Quello che mi sembra essere il senso di questa discussione è un limite oltre il quale non si può andare. Lo collego anche alla discussione sulla ludopatia. E' di tutta evidenza che ci tengo moltissimo - come tutti voi e sarò il più felice se questa sera andremo a casa avendo approvato questa legge, perché ho compreso quanto sia attesa dal territorio. Ma è altrettanto evidente che è una legge molto basata sulle regole, sul nostro rispetto verso le autonomie locali e gli imprenditori commerciali. Insomma se vogliamo, è moral suasion, perché anche andare a misurare i 300 o i 500 metri non sarà cosa facile.
E' di tutta evidenza che se noi non diamo prova che, nel momento in cui ci muoviamo in un ambito legislativo molto complicato, sappiamo anche rispettare certe regole di comunicazione tra di noi, verso gli enti ai quali ci rivolgiamo, quindi manteniamo un certo profilo istituzionale. Se questo non è, la nostra legge è un compitino, darà adito a qualche post, ma finirà lì, perché non ci sono le condizioni per renderla credibile ed efficace.
Insisto veramente col dire che la comunicazione è una soglia che non possiamo derogare. Non possiamo interpretarla come una cosa dove io penso di poter dire certe cose al Consigliere che sta davanti a me, perché mi sento di farlo. No, perché così come - sia lui sia io - indossiamo la giacca, siamo tenuti ad un certo tipo di comunicazione. Non basta dire: "Il web non è controllabile". Il web è controllabile! E' controllabile dalle forze politiche e addirittura la democrazia si basa sul web.
Pertanto, a maggior ragione, questa democrazia dovrebbe essere molto attenta a come si usa quello strumento. Non basta dire "c'è il magistrato che ci pensa", perché il magistrato non può correre dietro alle volgarità della rete. E' responsabilità nostra rendere questo strumento compatibile con un'azione politica al di sopra dell'asticella della decenza.
Mi fermo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere brevissimo. Voglio dare un mio contributo a questa discussione che, oggettivamente, credo abbia spostato completamente il tema.
Ebbene, ci sono degli interventi dei Consiglieri che abbiamo ascoltato in cui si denunciano e si lamentano le violenze subite. Allo stesso tempo mi sembra di capire che probabilmente non c'è un intendimento favorevole verso l'ordine del giorno presentato dal Partito Democratico, con tanto di nome e cognome, ma si è disponibili a rivederlo, nella sostanza.
Proprio ieri si celebrava il 25 Aprile: si è combattuto, si è lottato sono morte molte persone per lasciarci in eredità il diritto di poterci esprimere senza subire violenze.
E' chiaro che esiste la Magistratura. Le Forze dell'Ordine e la Polizia interverranno, e laddove ravviseranno degli abusi e dei reati agiranno di conseguenza. Ma io credo che la politica si debba interrogare, e soprattutto debba dare delle risposte.
Indipendentemente dai contenuti di merito di quanto possa aver detto o meno un parlamentare, che ovviamente si confronterà nelle sedi opportune per quanto riguarda l'oggetto di cui si è fatto protagonista, credo che la violenza subita vada rimarcata negativamente da tutte le forze politiche.
Tutte le forze politiche devono associarsi nell'esprimere solidarietà verso quei colleghi del Movimento 5 Stelle o di qualunque forza politica che abbiano subito violenza. Quella violenza va condannata, sempre.
E' sorprendente che oggi ci siano delle dicotomie così forti sull'argomento. Mi sembra che il Presidente Gariglio abbia chiaramente espresso la disponibilità a rivedere l'ordine del giorno insieme a tutte le forze politiche, o eventualmente a presentare un documento generico e aspecifico di contrasto e di denuncia forte su tutta la violenza che subisce un parlamentare nella sua libera espressione.
Posso non condividere tutto quello che ha detto quel parlamentare, ma è un giudizio di merito: si dovrà confrontare nel suo parlamento.
Forse potremmo confrontarci noi e dare delle risposte sul contenuto di merito. Ma sulle modalità con cui viene accusato e additato, se nessuno si assume la paternità politica di quegli insulti, credo che si debba votare contro.
Se poi, da qui alle prossime elezioni comunali e amministrative di Torino, il Consiglio regionale deve diventare l'oggetto di una campagna elettorale tirata per la giacca dalla maggioranza.
E' pur vero che altre volte sono stati portati dei documenti sia dalla maggioranza che dalle opposizioni, iscritti all'ultimo momento e votati. E' altrettanto vero che si può iscrivere legittimamente un documento con il sostegno di 40 Consiglieri. Ma se si intende fare questo, piuttosto chiederemo nella prossima Conferenza dei Capigruppo (fra qualche ora) di non convocare più il Consiglio regionale. Finora si è fatto un buon lavoro per la nostra collettività, ma se deve diventare l'oggetto di scontro politico perché.
Guardate che anche noi in passato abbiamo ricevuto delle violenze. Ma il fatto di dire che la violenza ricevuta da un vostro parlamentare oggi sia quasi legittimata, per cui non voterete l'ordine del giorno, è il segnale che forse non abbiamo imparato molto dal 25 Aprile: forse, molti sono stati alle manifestazioni per testimonianza documentale, non perch c'è un credo che li abbia ispirati e guidati.
Io credo che le forze che sono state combattute e vinte 70 anni fa quando sono nate populisticamente non sapevano di essere fasciste nell'accezione che poi la storia ha dato loro: erano convinti di avere la verità in tasca, di essere i depositari del giusto, di essere gli unici che potessero esprimersi.
Io non credo che i seguaci di Mussolini fossero fascisti convinti nell'accezione che gli ha dato la storia. Credo, piuttosto, che fossero convinti di essere nel giusto. Su questo bisogna vigilare.
Le forze politiche potrebbero sospendere eventualmente questo dibattito, per rivedere o riscrivere un documento comune (che può essere un comunicato o un documento generico e aspecifico), votato da tutti, di condanna alla violenza nei confronti di chi ha il diritto/dovere di esprimersi nelle istituzioni laddove è rappresentativo.
Tante volte possiamo avere la certezza di ascoltare parole vacue: le si ascolta perché è un diritto democratico acquisito dall'interlocutore, sia esso di maggioranza o di opposizione. Credo che quello sia il vero diritto e la vera libertà che ci è stata consegnata il 25 Aprile di 70 anni fa.
Quel principio va tutelato.
Credo che debba essere fortemente stigmatizzata da tutte le istituzioni, siano esse Consigli regionali, Consigli comunali o altro l'idea che qualcuno oggi possa contrastare violentemente un pensiero politico, solo perché è stato espresso ed è in dissenso o non si condivide.
Dovremmo tutti essere animati da questi principi e rendere un servizio al 25 Aprile: altrimenti, ieri abbiamo fatto delle celebrazioni vacue e finte, che non hanno un senso, se non quello di una rievocazione storica che raccontiamo nei nostri paesi, citando storie del passato a volte solo per attirare turisti.
Per questi motivi, invito a votare a favore di un documento che il primo firmatario si è dichiarato pronto a modificare (in parte lo ha già modificato), o a farne addirittura uno ex novo. Mi sembra che ci sia stata ampia disponibilità.
Credo che tutte le forze politiche debbano essere richiamate a questo anche e soprattutto quelle che all'inizio della loro storia si sono viste violentate nei loro interventi e nelle loro azioni.
Abbiamo sentito dei Consiglieri che hanno denunciato delle violenze nei loro confronti: proprio loro dovrebbero essere molto sensibili, forse persino più sensibili della parlamentare che ieri si è vista insultata.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Volevo fare un intervento e rimanere molto calmo e tranquillo. Inizio invece, con un minuto di delirio.
Prima di tutto, inviterei tutto questo consesso a limitare i paragoni a limitare di utilizzare il 25 Aprile come giustificazione e come metro di raffronto a cui mettere davanti il Movimento 5 Stelle; metterlo davanti a delle questioni ineluttabili, delle questioni nate con la Resistenza, delle questioni a cui il Movimento 5 Stelle secondo voi è totalmente estraneo.
Prima di parlare del 25 Aprile, suggerirei a tutti voi di sciacquarvi la bocca! Perché molta gente non conosce neanche i presupposti storici di quanto è accaduto il 25 Aprile; non ne conosce lo spirito e non conosce quella che è l'etica. Se noi celebriamo il 25 Aprile, non è per andare a fare una manifestazione e far vedere che ci siamo, ma è per ricordarci di un qualcosa che è accaduto.
Evitiamo, quindi, di paragonare il Movimento 5 Stelle al determinismo fascista; evitiamo di nominare il Movimento 5 Stelle affiancato a quella che è stata l'ideologia fascista.
Se c'è qualche determinismo in quest'Aula, non è certo portato dal Movimento 5 Stelle! Torniamo all'ordine del giorno. Gli insulti vanno sempre e comunque condannati. Non è ammissibile che si faccia della volgarità un metro per il confronto politico o per la critica politica. Non sono ammissibili gli insulti; non è ammissibile che persone che fanno politica siano insultate sul web. E' giusto che i responsabili di questi atti vengano querelati e perseguiti per legge.
E' una questione fuori da ogni dubbio.
Ahimè, il Consigliere Gariglio viene in Aula, spiega il suo ordine del giorno e dice che questa, però, è una condanna ad un nostro parlamentare per aver pubblicato un video che, a suo giudizio, è fuorviante. Un video che è talmente fuorviante da mettere in evidenza quella che è la politica che si sta applicando nel Parlamento italiano.
Quindi, per quanto fuorviante, è efficace nei contenuti.
Il problema è che in questo Consiglio regionale stiamo continuando a portare questioni altre; questioni che non c'entrano niente con il nostro Consiglio regionale; questioni che forse potevano essere analizzate nell'aula del Parlamento, relativamente a quello che è accaduto in Parlamento.
Non si capisce perché questo Consiglio regionale si debba occupare di questo. Probabilmente, è una comodità, per noi dell'opposizione, perch siete voi maggioranza che vi fate opposizione da soli. E per questo vi ringraziamo.
Devo rammentare che, in tutte le questioni sollevate e che impegnano il Consiglio per giorni e giorni, c'è un campione; un campione di queste etichette, di questo bon ton e di questo determinismo che ci viene insegnato dalla maggioranza. Ed è il Consigliere Gariglio che, nonostante ogni tanto abbia alcune cadute, come quando dà dell'imbecille ad un collega oppure quando definisce il Movimento 5 Stelle una setta o settario (o con altri aggettivi del genere), lui è veramente il "maestrino" della cravatta rossa - non la maestrina della penna rossa, ma il maestrino della cravatta rossa - e insegna a tutti noi a vivere.
Lo ringraziamo per questo. Noi, purtroppo, siamo dei grillini villani nati sotto il segno del "vaffaday" e acquisiamo con umiltà tutti gli insegnamenti che ci vengono forniti ogni volta dal Consigliere Gariglio.
Il Consigliere Gariglio è talmente affezionato all'etichetta da aver rischiato anche qualcosa per questa etichetta, tant'è che dallo scandalo "Rimborsopoli", da cui il Consigliere Gariglio è uscito totalmente assolto dalle accuse, aveva rischiato qualcosa per questioni di etichetta, per aver regalato il presente a persone che incontrava per scopi politici.
Noi, invece di badare all'etichetta, badiamo alla sostanza.
Non ci sconvolge, per esempio, quando alcuni comici sulle reti nazionali ci paragonano alle deiezioni (non si sapeva se animali o umane) e per questo la polemica che sta portando oggi il Consigliere Gariglio, e con lui tutto il suo Gruppo e la maggioranza, è comunque una polemica sterile.
Una polemica sempre e comunque sterile. Come nel caso di alcuni giorni fa, in cui la polemica si è placata per altri motivi ed era una polemica nata sulla blasfemia: noi del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo e il mio vicino di banco eravamo dei blasfemi, salvo essere poi smentito da un quotidiano come Avvenire che, in un bell'articolo, ha spiegato per bene che questo non era blasfemia, ma campagna elettorale.
Per concludere, il presupposto di chi insulta il Movimento 5 Stelle è un presupposto sbagliato. La verità è che comunque il PD e il Consigliere Gariglio hanno paura del Movimento 5 Stelle; hanno paura dell'attività del Movimento 5 Stelle quando riesce ad esplicarsi, quando riesce ad esplicarsi sul web, perché il web è una piazza pubblica dove ci sono ignoranti villani e maleducati, ma anche gente normale e, sul web, il Movimento 5 Stelle riesce ad avere una visibilità, una visibilità che in altre parti e in altre piazze meno libere non riesce ad avere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Volevo quasi non intervenire, perché il collega Mighetti ha fatto un ottimo intervento e mi ha tolto parte delle motivazioni del mio, ma sono stato stimolato negativamente dall'intervento del collega Monaco. Grazie all'intervento del collega Mighetti, però, mi sono sentito più rasserenato .e tranquillizzato.
Sinceramente, non è la prima volta che veniamo, così surrettiziamente collegati al fascismo. Mi verrebbe quasi da ridere, se non fosse un'accusa grave, visto che penso che il collega Monaco sappia bene come è stato il fascismo. Oggi è il giorno dopo il 25 aprile, quindi penso che chi fa un'accusa.
MONACO Alfredo (fuori microfono) Non li ho nominati.



BONO Davide

Tra le righe si capiva benissimo. Tra le righe si capiva benissimo; si diceva - non siamo così tanto stupidi - che chi non condanna le violenze e il movimento fascista pensava di non essere fascista, pensava di essere un movimento che aveva sempre ragione.
Noi non pensiamo di avere sempre ragione. Noi siamo un movimento post ideologico.
Forse qualcuno pensava di avere sempre ragione.
Ricorderete - voi, che avete qualche anno in più di me, o chi vi ha preceduto, alcuni dei quali siedono alla Presidenza della Regione Piemonte o del Comune di Torino - gli anni in cui la politica vedeva opposte fazioni che si scontravano (succede ancora adesso, sempre meno) e se le davano di santa ragione con manganelli, mazze ferrate, pugni metallici e quant'altro.
Questo a noi non appartiene. Non appartiene al Movimento 5 Stelle, ma appartiene alle spoglie di questi partiti che poi sono confluiti nel Partito Democratico e magari anche in altre forze che adesso non cito perché sono all'opposizione e non sono intervenute nel dibattito.
Quindi fate attenzione a fare attacchi e illazioni pretestuose sul Movimento, perché cerca di trovare delle risposte ai problemi che affliggono ormai tutti i Paesi dell'Occidente, la modernità e quant'altro.
Abbiamo visto che oramai anche i movimenti arabi, i terroristi usano bene i social network, forse anche addirittura meglio di noi.
Bisogna fare i con ti con l'utilizzo dei social network e di internet.
Guardate che un atto di indirizzo non può far cambiare l'utilizzo dei social network.
A me suona molto ipocrita e ridicolo, nonostante si condanni qualunque tipo di violenza verbale e soprattutto fisica (perché la violenza fisica è molto più grave di quella verbale e dobbiamo anche distinguerle) pensare che un parlamentare o un Consigliere regionale (e su questo forse ho una posizione diversa dai colleghi del Gruppo) denunci persone per aver ricevuto insulti su un social network.
Non so voi: o siete molto fortunati o io sono molto sfortunato ed incapace di scrivere, ma di insulti ne ho presi tanti sui social network e non mi è mai passato per la mente di denunciare un cittadino che scrive su Facebook. E' vero, ho denunciato tante volte dei politici, perché penso che la politica debba svolgersi tra persone elette e un po' più attente che si impegnano nella stessa attività.
Forse c'è anche il dato della competizione politica, per cui se un Consigliere regionale o un parlamentare mi dovesse insultare, non ci penserei un attimo a querelarlo. Ci penserei magari due volte a querelare un cittadino, e magari a fare una richiesta di risarcimento danni. Potrebbe anche essere, sotto mentite spoglie, un giornalista o una persona ricca, ma la maggior parte delle volte - e lo dico perché penso che sia patrimonio abbastanza comune - sono persone che non hanno una grande capacità dialettica, come spesso si vede dai post sgrammaticati, qualche insulto ecc.
Sono persone che anche una causa civile potrebbe mettere in seria difficoltà.
Con questo non voglio dire che io li difenda o li voglia difendere però mi sembra assurdo. Un parlamentare può semplicemente avere un assistente che "banna", cioè cancella, dalla sua pagina i maleducati, i violenti e quelli che fanno attacchi pretestuosi. Quello che facciamo tutti noi. Chi ti dà fastidio, la seconda o la terza volta lo elimini dalla pagina. Questa è la gestione normale della comunicazione dei social network.
Non voglio fare polemica, nel senso che la collega probabilmente si sarà veramente sentita offesa. Ognuno di noi reagisce diversamente agli insulti, ma le consiglio, vivamente, di mettere una persona a cancellare l'accesso a tutte queste persone - i cosiddetti troll - che si infiltrano nella pagine di tutti, insultano e creano zizzania.
Sul resto, francamente, io sono abbastanza sconvolto. Sono le ore 16 del pomeriggio, abbiamo certamente contribuito anche noi ad arrivare a quest'ora, quindi mi taccio, ma spero che il Consigliere Gariglio usi più astuzia politica la prossima volta perché, da questa discussione infinita e, tutto sommato, inutile, non ne ha ricavato nulla né il Partito Democratico né il Consiglio regionale e nemmeno i piemontesi. Tanto succederà un'altra volta in cui verrà insultato il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle, Forza Italia. Questa è un po' la situazione del Paese che riflette anche una situazione di grande difficoltà economica, di grande precarietà e di grande incertezza.
Qualcuno potrebbe dire: ben venga che ci sono solo gli insulti, ma è ovvio che si può fare di meglio. Possiamo migliorare tutti nelle relazioni politiche, ma è ovvio che questi atti presentati all'ultimo, annunciati con un'Ansa, dicendo "faremo un attacco al Movimento 5 Stelle", al parlamentare a caso, non aiutano per nulla la serena - almeno per quello che si riesce finché non si va nell'analisi dei provvedimenti - convivenza tra forze politiche che hanno visioni sul futuro di questo Paese totalmente diverse.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Tecnico Industriale Statale "Leonardo da Vinci" di Borgomanero (NO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Tecnico Industriale Statale "Leonardo da Vinci" di Borgomanero in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 761 presentato dai Consigliere Gariglio, Ottria e Ravetti, inerente a "Solidarietà all'On. Cristina Bergero e piena condanna degli atti di violenza di cui è stata vittima" (seguito)


PRESIDENTE

Non vi sono ulteriori richieste di intervento, quindi possiamo procedere alla votazione dell'atto d'indirizzo.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 761, come modificato il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame testo unificato del disegno di legge n. 126 e della proposta di legge n. 112, inerente a "Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del testo unificato del disegno di legge n. 126 e della proposta di legge n. 112.
Nella seduta antimeridiana del 21 aprile, è iniziato l'esame del provvedimento. Dopo lo svolgimento delle relazioni, sono intervenuti in sede di discussione generale i Consiglieri Appiano e Allemano.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Finalmente proseguiamo l'esame di questo disegno di legge che, ricordo è stato licenziato dalla Commissione il 17 marzo, quindi più di un mese fa.
Finalmente, riprendiamo la discussione generale, sperabilmente riusciamo anche ad approvare oggi questo disegno di legge nonostante - mi verrebbe quasi da dire - l'ostruzionismo portato in atto dalla stessa maggioranza che, oltre ad occupare l'Aula con ordini del giorno come quello a cui abbiamo dovuto assistere poco fa, ha anteposto a questo provvedimento altri che, sinceramente, non cambieranno il destino di questa regione, come quello sul CAL, ma tant'è.
Sul tema del gioco d'azzardo patologico, diverse forze politiche si erano impegnate ad intervenire già prima dell'inizio di questa legislatura proprio nelle campagne elettorali. Anche noi ci eravamo impegnati, quando si era discusso del problema, con alcuni Sindaci e funzionari dell'ASL-TO4 che avevano redatto un testo, che poi è stato inviato al Consiglio regionale come proposta di legge dei Comuni. Il testo che ha poi originato il disegno di legge che andiamo a votare oggi e che è stato integrato da un grande lavoro fatto in Commissione da tutte le forze politiche.
Cerchiamo di normare a livello regionale un fenomeno che, com'è stato richiamato negli ultimi anni, purtroppo, ha subito una crescita inversamente proporzionale al dato macroeconomico. Spesso si parla in modo positivo di misure ed elementi che sono anticiclici rispetto alla crisi, ma questo è un essere anticiclico in modo negativo: più è aumentata la crisi più è cresciuto questo fenomeno. Il gioco d'azzardo, cosiddetto legale, nel nostro Paese, è arrivato ad avere un impatto simile, in percentuale, al costo del Servizio Sanitario Nazionale. In Piemonte si stima una raccolta pari a cinque miliardi di euro all'anno.
Se, da una parte, tutta questa raccolta genera delle entrate fiscali quando viene fatto in modo regolare - abbiamo visto che non è sempre stato così - ma ha dei costi sociali che vanno via via aumentando, che poi diventano anche costi per la collettività, costi che incidono sul bilancio sulle famiglie. Purtroppo c'è questo fenomeno per cui molte persone rimangono senza lavoro, hanno più tempo per stare a casa e, in qualche modo, cercano un ristoro alle loro precarie condizioni economiche dedicandosi, purtroppo, al gioco senza sapere che - questo va detto tutte le volte - il banco vince sempre, altrimenti non ci sarebbe nessuno a cui viene in mente di aprire un'attività in perdita. Si perde tutti perché il banco vince sempre! C'è poi qualcosa che ha un impatto anche sull'aumento della criminalità. A partire dai reati piccoli o grandi commessi da chi si indebita con il gioco, che poi incorre in furti o altro, o anche i reati contro la persona, ci sono gli interessi della criminalità organizzata.
Anzitutto vi è il fenomeno dell'usura, e poi - questa è un'opinione, un sospetto, un ragionamento che fanno in molti - probabilmente anche sulla gestione del gioco d'azzardo lecito, poiché è qualcosa che porta a delle entrate. Tutte le attività economiche che rendono, diventano anche interesse della criminalità organizzata. E' un po' il meccanismo per cui all'interno di queste macchine si possono anche, come si dice, "lavare" dei soldi, com'è stato osservato da molti soggetti.
Del resto - l'ha già citato qualcuno la volta scorsa - se vediamo che in un Comune di 10.000 anime entra la media di un milione di euro al mese nelle macchine, non pensiamo che ciascun cittadino inserisca mille euro in un anno dentro quegli apparecchi. Probabilmente, c'è la possibilità che qualcuno li utilizzi per altri fini. E' molto positivo approvare un disegno di legge che metta qualche regola in più, che inserisca delle distanze da rispettare rispetto a luoghi sensibili, che chieda ai Sindaci di rispettare degli orari e tutto quello che di positivo abbiamo visto.
Qui noi siamo dei legislatori e dobbiamo in qualche modo proporre delle soluzioni e non trovare dei colpevoli ad una situazione che oggi è tutt'altro che rosea.
Non vogliamo trovare dei colpevoli, però un'analisi la dobbiamo fare quindi il problema che oggi cerchiamo di affrontare e, in parte, di risolvere con questo disegno di legge viene da lontano, e i colpevoli qua sono sotto gli occhi di tutti.
Si inizia sicuramente con una legislazione di favore a livello nazionale, che inizia intorno al 2000 con il Bingo, perché non erano slot machine, ma era qualcosa che, in fondo, poteva piacere alle famiglie qualcosa di simile alla tombola che, quindi, richiamava anche un po' l'ambiente familiare. Sul Bingo si sono visti da subito i forti interessi di forze politiche di sinistra, dei DS in particolare. C'erano diverse aziende nell'orbita dei partiti di sinistra con interessi in questo campo.
Ad esempio, la Ludotec era una partecipata di tre società di area DS, oltre che da cooperative rosse. Stessa cosa la società Formula Bingo, che aveva sede proprio nello stesso palazzo dove c'era la fondazione di D'Alema.
E' chiaro che se nel mondo imprenditoriale qualcuno sa prima che arriveranno delle modifiche normative che prevedono lo sviluppo di una determinata attività, si avvantaggia, ha un indubbio vantaggio competitivo.
E così sono nate le sale Bingo. Narrano le cronache anche di un senatore piemontese, Esposito, che venne redarguito dall'allora Segretario dei DS, Marcenaro, che disse "I DS non si occupano di sale Bingo", perch era apparso un articolo sulla stampa nel quale lui si vantava di aver messo in contatto una società nazionale, che faceva capo ai DS, con alcuni imprenditori di Torino interessati ad aprire una sala Bingo.
E si arriva fino ai fatti recenti degli ultimi due-tre anni con i finanziamenti delle multinazionali del gioco d'azzardo lecito a uomini politici di centrodestra e di centrosinistra. Vi è anche la Fondazione VeDrò, che vedeva presenti degli esponenti politici sia di centrodestra sia di centrosinistra; mi vengono in mente Letta, che poi è stato Presidente del Consiglio, e Alfano.
Quindi, all'inizio una legislazione di favore e successivamente un lassismo interessato, che poi ha creato una situazione su cui si cerca di intervenire soprattutto a livello locale, perché a livello nazionale, tolto il Movimento 5 Stelle, c'è una lobby trasversale del gioco d'azzardo che va a scrivere anche piccoli emendamenti, piccoli articoli di legge per i vari parlamentari che poi cercano di farli passare nelle Commissioni, mentre le proposte di legge, magari simili a questa, che cercano di limitare il fenomeno giacciono negli armadi delle Commissioni e non si portano in discussione.
Oltre al lassismo interessato c'è poi stato il condono della vergogna rispetto alla maximulta per gli apparecchi non collegati. Quindi, è una situazione che è figlia di errori ed interessi personali nella politica e anche, se vogliamo arrivare ad un livello più vicino a noi come territorio favorita da un'errata programmazione del commercio. Perché se da una parte ci sono le leggi che permettono di aprire certe attività, queste attività poi devono anche trovare uno spazio commerciale. E l'hanno trovato negli esercizi commerciali al dettaglio che chiudono.
Io abito in una periferia cittadina e basta guardare che dove chiude un negozio di abbigliamento oppure di alimentari, apre una sala scommesse o una sala slot. Quindi, il proliferare dei centri commerciali, oltre a togliere il lavoro alle persone, ha poi favorito lo svilupparsi di queste attività.
Quindi, sicuramente hanno delle colpe anche le Giunte regionali che hanno governato questa Regione negli ultimi 15-20 anni con una programmazione errata del commercio.
Ora cerchiamo di porre rimedio con questa legge regionale, sperando che non incontrino problemi di impugnative o altro. Da questo punto di vista noi garantiremo il nostro impegno e la nostra collaborazione come già fatto in Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Devo dire che sul territorio novarese ho partecipato a numerose iniziative per favorire le attività commerciali cosiddette "no slot".
Abbiamo prodotto in proprio una vetrofania che non è "Slot? No, grazie!" ma è "Slottati". Cioè è molto simile a quella prevista dal testo che stiamo discutendo.
Abbiamo cercato di pubblicizzare e favorire commercialmente proprio quelle attività commerciali che non hanno fatto uso di slot machine al loro interno, perché crediamo che sia importante, a livello locale, favorire proprio queste attività commerciali che si trovano svantaggiate. Purtroppo il fenomeno in Piemonte è veramente pesante.
Mi accomuno a quanto ha detto il nostro Capogruppo. E' imbarazzante vedere uno Stato che fa profitto sulle debolezze dei suoi cittadini, perch è da tantissimo che si sa che le persone soggette all'azzardopatia o ludopatia che sia sono persone deboli, che vanno anche trattate farmacologicamente in alcuni casi, con farmaci tipo l'SSRI per carenze di serotonina. Perché questi soggetti, in medicina, sono anche definiti degli ossessivi compulsivi.
Questo quindi è uno Stato che si va ad arricchire - poi si arricchisce poco, perché si arricchiscono di più questi signori che fanno affari su queste cose, che spesso sono parenti di politici romani importanti - e questo veramente lascia perplessi.
La crisi ci ha portati ad un'accentuazione di questo fenomeno. Ricordo che qualche anno, quando l'Inter era un po' più in auge, andavo qualche volta allo stadio e si vedeva questa continua pubblicità martellante: "Win for life. Giocate e vincerete per tutta la vita un bonifico continuo". Ed era quasi come voler accomunare il gioco del calcio - un gioco dove la lealtà e l'agonismo premia il più forte e il più tecnico - ad un gioco d'azzardo. Questo collegamento lasciava perplessi, però 60-70 mila spettatori più quelli che ascoltavano la radio venivano martellati continuamente da queste pubblicità.
Ha fatto quindi bene questo testo di legge a porre delle limitazioni alla pubblicità, a porre delle limitazioni alla distanza da luoghi importanti, quali le scuole. Abbiamo, infatti, sentito nella scorsa seduta dei dati preoccupanti, nel senso che i pazienti che vanno in clinica sono solo la punta di un iceberg. Io ho incontrato delle persone affette da questo tipo di patologia e ho avuto modo di parlare con persone che confessano che tutt'oggi sono ludopatiche ed ammettono anche pubblicamente di non riuscire ad uscire da questo vortice del gioco d'azzardo, cioè da queste macchinette che fanno perdere e che fanno giocare compulsivamente.
Di fronte a questi incontri con queste persone, ci si rende conto che il fenomeno è in continua crescita; si parla di una spesa pro capite di circa 1.900 euro all'anno in Piemonte, che ammonta, come diceva prima il nostro Capogruppo, a circa cinque miliardi. E' una cifra spaventosa. Ci sono delle famiglie completamente rovinate; io ho avuto modo di parlare con persone che sono riuscite ad uscirne, ma che hanno compromesso la vita economica della propria famiglia, portandola alla vendita della casa, anche quella dove vivevano. Quindi, si tratta di famiglie messe sul lastrico e trovo incomprensibile come uno Stato possa andare avanti in questo atteggiamento che benevolmente avevamo definito "lassismo" ma, a volte diciamo che c'è un co-interesse non pubblico nel portare avanti questo tipo di politica.
La volta scorsa abbiamo detto che a livello regionale e comunale, dove si tastano queste problematiche, le persone con questa patologia che vanno in clinica sono passati da circa 150 a oltre 1.200, però i fondi per le dipendenze sono sempre gli stessi! Allora, io chiedo: è possibile che lo Stato non preveda un aumento dei fondi per le dipendenze? Quanto costa un paziente in una clinica riabilitativa? Spesso, queste persone fino ad oggi si sono rivolte anche a cliniche di tipo privato, perché purtroppo, su questo fronte, il pubblico è ancora indietro, quindi hanno dovuto fare ricorso a cliniche private e, anche lì hanno dovuto spendere soldi di tasca loro per uscire da questa patologia in fase conclamata.
Credo che questo testo di legge sia importante ed è importante anche che ci sia una clausola valutativa che consenta di comprendere, se le distanze e se i tempi di esercizio non saranno sufficienti, che dovremo alzare il dosaggio e sicuramente assicurare una maggiore identificazione dei pazienti ludopatici, magari con delle tessere di riconoscimento, con un tentativo di farli accedere al servizio sanitario per uscire da questa dipendenza del gioco, che diventa una vera propria droga, intollerabile soprattutto perché, come dicevo prima, lo Stato sta giocando con la vita di queste persone.
Questa cosa, veramente, fa molto male, però il debito pubblico impera e giustifica anche queste cose che trovo veramente intollerabili. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Questo disegno di legge n. 126 è il risultato di un approfondito e articolato esame in sede congiunta delle Commissioni III e IV, dove tutte le forze politiche hanno lavorato e contribuito, in primis, anche il Movimento 5 Stelle; infatti, già nella scorsa legislatura se n'era occupato il nostro collega, il Consigliere Bono, che aveva già portato all'attenzione della Commissione e del Consiglio il tema del gioco d'azzardo patologico. Un tema, quindi, che a noi sta a cuore e sul quale il Movimento 5 Stelle ha sempre lavorato.
Devo dire che questo disegno di legge era estremamente necessario: era importante che questo disegno di legge finalmente venisse istituito e a breve approvato dal Consiglio regionale del Piemonte, anche perché era ed è necessario porre un freno alla preoccupante ascesa del fenomeno del gioco d'azzardo patologico.
Vorrei ricordare che nel 1980, esattamente 36 anni fa, è stato riconosciuto come una patologia dagli psichiatri americani. In America erano già avanti! 36 anni fa, in America, avevano già riconosciuto il gioco d'azzardo patologico come una vera e propria malattia. Infatti, il disturbo d'azzardo patologico rientra nella categoria diagnostica dei disturbi del controllo degli impulsi, descritta nella classificazione internazionale delle malattie dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Infatti, nel maggio 2013, il gioco d'azzardo è stato inquadrato nella categoria delle cosiddette "dipendenze comportamentali", perché ha una forte attinenza con la tossicodipendenza, dal momento che il giocatore d'azzardo patologico mostra una crescente dipendenza nei confronti del gioco d'azzardo. Si tratta di un grave problema sociale, economico ed inoltre è legato alla salute.
Come ha ben detto il Capogruppo Bertola all'inizio del suo intervento stiamo parlando di una patologia e di un fenomeno che sono cresciuti: all'aumentare dei problemi economici aumentano queste patologie legate al gioco d'azzardo. Questi giocatori rientrano anche nelle nuove forme di povertà, infatti, alcune famiglie sono ridotte sul lastrico.
Ho conosciuto un grande imprenditore che con grandi sacrifici, grandi capacità e professionalità era riuscito a fare carriera, a raggiungere una buona posizione ed un certo livello economico. Purtroppo è caduto nel gioco d'azzardo, iniziando a giocare con le slot machine e ad andare nei casin prima soltanto una volta la settimana, poi due volte la settimana; infine è diventato un giocatore assiduo a tutti gli effetti. Questa persona pian piano ha sperperato tutto il denaro che aveva a disposizione riducendo la famiglia sul lastrico. Addirittura, vendendo la casa, perché pieno di debiti, e la famiglia ora non vive certo in buone condizioni.
Questa persona si è fatta curare e viene ancora seguita, tra l'altro in una clinica privata, anche perché il Sistema Sanitario Nazionale (sarebbe importante se l'Assessore Saitta volesse ascoltare) e anche quello regionale devono ancora mettere in atto una serie di interventi organizzativi.
Questo disegno di legge è preventivo, perché noi dobbiamo prevenire.
Non dobbiamo soltanto curare e poi non abbiamo le risorse economiche per curare queste persone. L'obiettivo principale, l'obiettivo cardine di questa Giunta e di un Assessore alla Sanità è quello di prevenire.
Vorrei ricordare che sulla prevenzione si investe sempre molto poco quando le risorse per la prevenzione dovrebbero essere il cinque per cento di tutta la somma che ci viene attribuita dal sistema sanitario nazionale quindi su otto miliardi, 400 milioni dovrebbero essere investiti per la prevenzione.
Lo abbiamo ribadito più di una volta, insieme al collega Bono: vorremmo capire quanto la Regione Piemonte investe sulla prevenzione, di certo non investe 400 milioni.
Detto questo, vorrei parlare di costi.
Credo che per una volta ci troviamo tutti d'accordo su questo disegno di legge. Sicuramente, avremmo voluto qualcosa in più: il collega Bono ha presentato degli emendamenti che illustreremo dopo la discussione generale.
Tengo a ribadirlo, perché mi piace riconoscere il lavoro e attribuire i meriti a chi ha lavorato tanto su questo tema così importante.
Dicevo, avremmo voluto qualcosa in più e speriamo che gli emendamenti a prima firma del collega Bono possano trovare accoglimento: questo è l'auspicio.
Tuttavia, tutto sommato, lo condividiamo; siamo soddisfatti di questo disegno di legge perché era ed è estremamente necessario e perché stiamo parlando di un fenomeno estremamente importante.
Guardate che stiamo parlando di salute ed è una grave emergenza sociale; quindi, siamo nel campo non solo economico, ma, soprattutto sociale e sanitario. Dobbiamo cercare di capire; come già mi ha anticipato anche il Capogruppo Bertola, occorrerà verificare con il tempo questo disegno di legge, quando troverà applicazione, e valutare se ci saranno dei ricorsi da parte dei gestori. Però, il nostro obiettivo - è l'obiettivo di tutti - è quello, veramente, di porre un freno, dobbiamo cercare di aiutare la collettività, anche perché è un nostro dovere.
Questa è un'Assemblea legislativa e il Consiglio regionale ha il potere di legiferare; allora, visto e considerato che questo disegno di legge si è fatto attendere per anni - ne abbiamo sempre parlato, ma non si era mai giunti a una conclusione, alla quale, finalmente, si addiviene oggi - ma noi, veramente, ci aspettiamo un qualcosa di più nelle nostre richieste perché il nostro obiettivo è rivolto al bene dei cittadini.
Ricordiamoci che è un disegno di legge che, oltre ad essere preventivo è anche educativo, perché ci sono stati tanti interventi anche a livello scolastico (gli alunni con gli insegnanti ne hanno parlato a lungo) e a livello ospedaliero. Sinceramente, ultimamente ho parlato con degli operatori: sono un po' disperati perché non riescono a sostenere questa grave emergenza sociale, innanzitutto perché non ci sono le risorse umane per fronteggiare questa grave problematica sociale, qual è il gioco d'azzardo patologico. Infatti, dinanzi a noi abbiamo malati veri e propri malati che, pur di continuare a giocare, rubano; sono soggetti che, poi diventano, tra virgolette, "veri e propri delinquenti", perché per trovare il denaro si riempiono di debiti e cadono nella rete. E qui c'è un collegamento: se vi ricordate, nell'audizione della Commissione legalità abbiamo ricevuto anche dei professionisti...



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



BATZELLA Stefania

Concludo.
Anche i colleghi del Comune di Torino ci hanno illustrato la grande correlazione tra il gioco d'azzardo e la criminalità. Attenzione, perch queste sono truffe legalizzate dello Stato; noi stiamo avvantaggiando la criminalità.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Batzella.
Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 8) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Ferrari: La lettera b) del comma 1 dell'art. 3 è così sostituita: 'interventi di formazione ed aggiornamento, obbligatori ai fini dell'apertura e della prosecuzione dell'attività, per i gestori e il personale operante nelle sale da gioco e nelle sale scommesse e per gli esercenti che gestiscono apparecchi per il gioco di cui all'articolo 110 commi 6 e 7 del r.d. 773/9131'".
Ha chiesto la parola l'Assessore Ferrari per l'illustrazione; ne ha facoltà.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

L'emendamento n. 8), predisposto dalla collega Pentenero in Commissione, interviene sulla lettera b) del comma 1 dell'articolo 3 e precisa, in prospettiva del Piano integrato della Giunta, che deve essere redatto dopo l'approvazione della legge, gli interventi di formazione e di aggiornamento obbligatori per l'apertura e la prosecuzione dell'attività per il gestore e il personale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 L'emendamento rubricato n. 7) è ritirato dai proponenti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 L'emendamento rubricato n. 1) è ritirato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Bono, Batzella Frediani, Bertola, Mighetti.
: "All'art. 5 si aggiunge il comma 3 '3. Le vetrine dei locali in cui sono installati apparecchi per il gioco di cui all'articolo 110, commi 6 e 7 del r.d. 773/1931, non devono essere oscurate con pellicole, tende, manifesti o quant'altro sia utile a limitare la visibilità all'esterno'".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che non abbiamo avuto il tempo di presentare e di illustrare in Commissione, quindi lo presentiamo in Aula.
Dalla consultazione anche con amministratori comunali e, comunque esperti del contrasto alla ludopatia e al gioco d'azzardo patologico abbiamo rilevato che una delle problematiche relative alle sale da gioco e soprattutto, agli spazi per il gioco nelle attività commerciali, è l'oscuramento, con pellicole o, comunque, tende, manifesti o quant'altro delle vetrine dietro le quali si "celano", tra virgolette, gli apparecchi per il gioco. Così, da una parte, si crea un'area isolata non visibile all'esterno e chi usufruisce delle macchinette da gioco non si rende neanche conto del tempo che passa. Quindi, queste persone non hanno la percezione del tempo e sono indotte a ripetere il comportamento compulsivo del "giocare, giocare e giocare", senza rendersi conto che, magari, è diventata sera, quando, magari, sarebbe l'ora di tornare a casa dalla famiglia, quindi continuano giocare per molte ore.
Questa potrebbe essere un'ulteriore aggiunta alla proposta di legge per aiutare un gioco d'azzardo legale e responsabile, anche se legare il termine "responsabile" al gioco d'azzardo legalizzato mi fa un po' sorridere, perché, come hanno detto prima anche i colleghi e come ho detto io nella discussione generale, se si perde, si perde sempre almeno il 25 non è tanto un gioco ma è un perdere i propri denari.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 5, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 3), presentato dai Consiglieri Bono, Batzella Frediani, Bertola, Mighetti: Al comma 1 dell'articolo 6 le parole: per una durata non inferiore alle tre ore nell'arco di orario di apertura previsto sono sostituite con le parole per una durata non inferiore alle sei ore nell'arco di apertura previsto suddiviso in due blocchi da tre ore.
L'emendamento è ritirato.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva ARTICOLO 9 Emendamento rubricato n. 9) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Ferrari: All'art. 9, dopo il comma 1 si aggiunge il seguente comma 1 bis: "Gli oneri finanziari per la realizzazione degli interventi obbligatori di formazione e aggiornamento di cui all'art. 3, comma 1 lettera b) sono a carico dei gestori delle sale da gioco e delle sale scommesse e degli esercenti che gestiscono apparecchi per il gioco di cui al medesimo comma".
La parola all'Assessore Ferrari per l'illustrazione.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali

Anche qui, l'Assessore Pentenero ha lavorato in Commissione per produrre quest'emendamento all'articolo 9, che riguarda l'attuazione del Piano integrato e recupera il contenuto dell'articolo 3, riguardante il tema della formazione.
Dopo il comma 1 si precisa che gli oneri finanziari per la realizzazione degli interventi obbligatori di formazione e aggiornamento di cui si parla nell'articolo 3, sono a carico del gestore delle sale da gioco e delle sale scommesse.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 9, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Bono, Batzella Frediani, Bertola, Mighetti: All'articolo 11 comma 3 le parole "da euro 1.000,00 a euro 5.000,00" sono sostituite da: "da euro 5.000,00 a euro 25.000,00".
L'emendamento è ritirato.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Bono, Batzella Frediani, Bertola, Mighetti: L'art. 11 comma 5 è così riscritto: "in caso di violazione dell'obbligo di formazione ed aggiornamento di cui all'articolo 3, comma 1 lettera b) il comune effettua diffida ad adempiere entro sessanta giorni, anche con l'obbligo di partecipazione alla prima offerta formativa disponibile a far data dall'accertamento. Si applica in ogni caso la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 500,00 a euro 1500,00 per gli esercenti che gestiscono apparecchi per il gioco di cui all'articolo 110 commi 6 e 7 del rd 773/1931 per ogni addetto dell'esercizio, e da euro 2000,00 a 6000,00 per i gestori delle sale da gioco e delle sale scommesse per ogni addetto dell'esercizio".
L'emendamento è ritirato.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Bono, Batzella Frediani, Bertola, Mighetti: L'art. 11 comma 8 è così riscritto: "l'accertamento, l'irrogazione, la riscossione e l'introito delle sanzioni amministrative pecuniarie di cui al presente articolo sono di competenza del comune, che ne incamera i relativi proventi, destinandoli a capitolo di bilancio dedicato al contrasto della diffusione del gioco d'azzardo patologico e delle sue conseguenze, per un massimo dell'80 per cento del totale sanzionato. Il rimanente 20 per cento è versato dal comune alla Regione al fine del finanziamento delle iniziative previste dalla presente legge".
L'emendamento è ritirato.
Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Emendamento rubricato n. 12) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Andrissi, Mighetti, Valetti, Campo, Batzella: 1. All'art. 13 comma 1 le parole "diciotto" sono sostituite da "sei".
Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Andrissi, Mighetti, Valetti, Campo, Batzella: 1. All'articolo 13 comma 2 la parola "tre" è sostituita da "uno".
Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Andrissi, Mighetti, Valetti, Campo, Batzella: 1. All'art. 13 comma 2 le parole "cinque" sono sostituite dalla parola "due".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione congiunta degli emendamenti.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come dicevo, sono stati ritirati una serie di emendamenti dal nostro Gruppo, proprio perché si è trovato un accordo di massima sulla maggioranza degli articoli.
L'articolo 13, sulle norme transitorie, è forse quello che - dal nostro punto di vista - rappresenta un po' più il vulnus rispetto all'applicazione della legge. Nel senso che la legge, di per sé, va abbastanza bene; il fatto, però, di dare un tempo per applicare le norme dall'entrata in vigore della legge (la legge verosimilmente entrerà in vigore a inizio maggio, con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione), quindi se diamo tre anni alle sale da gioco e alle sale scommesse esistenti, significa che queste chiuderanno a maggio del 2019. Nel caso di sale autorizzate dopo il 31 dicembre 2013 o il primo gennaio 2014, sono cinque anni, quindi stiamo parlando del maggio 2021. Pertanto, sono sette anni e francamente mi sembra tanto.
Come ho detto, il problema è anche il superamento della durata di questa legislatura, che - di norma - dovrebbe arrivare fino al 2019. Quindi ho anche un po' questa apprensione: che un domani un'altra maggioranza possa fare una legge diversa, o con una proroga o con altro (alle proroghe siamo già stati abituati), e questa effettiva chiusura delle sale non avvenga mai, perché - ribadisco - maggio 2019 sarà, più o meno, se tutto va bene (ovviamente per questa maggioranza), se non ci sono sorprese dai tribunali, il momento in cui andremo a votare e avremo una nuova maggioranza.
Pertanto, non so: forse si potrebbe limare almeno un anno, quindi due anni di norma e quattro anni per chi è autorizzato dal 2014. Anche sui 18 mesi, per quanto riguarda gli esercizi commerciali che hanno uno spazio per il gioco, forse si poteva arrivare a 12 mesi, considerando che sono esercizi che hanno una loro attività commerciale principale (quella della ristorazione, di bar e somministrazione di alimenti e bevande) e che questo ovviamente può intaccare una parte delle entrate, ma non è l'attività principale.
Pertanto, pensiamo si possa limare qualcosina e non fare una proposta.
Neanche la nostra proposta è estremista e massimalista, ma forse limare ancora qualcosina che ci è "scappato" dalla Commissione, si può fare.
Se può servire per trovare un accordo, siamo anche disponibili ad una sospensione di cinque minuti della seduta, proprio per evitare che gli emendamenti non vengano votati dall'Aula e vengano respinti.
Grazie.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.47, riprende alle ore 16.52)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 13, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Indìco la votazione palese sull'articolo 15.
Il Consiglio approva.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SÌ 39 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Proposta di legge n. 158 inerente a "Contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico", presentata dai Comuni di Chivasso, Caluso, Ciriè Ivrea e Settimo Torinese - relatori Consiglieri Bono, Grimaldi, Rossi e Vignale - (collegato ordine del giorno n. 679 presentato dai Consiglieri Ravetti, Allemano, Grimaldi, Rossi, Rostagno e Vignale di non passaggio al voto)


PRESIDENTE

In merito alla proposta di legge n. 158 "Contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico", presentata dai Comuni di Chivasso, Caluso Ciriè, Ivrea e Settimo Torinese, di cui al punto 4) all'o.d.g., dobbiamo votare l'ordine del giorno collegato n. 679 di non passaggio al voto del provvedimento stesso.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 679, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Edilizia sanitaria" e "Nuovo Parco della Salute e della Scienza"


PRESIDENTE

L'Assessore Saitta e il Presidente Chiamparino sono disponibili a rendere le comunicazioni della Giunta regionale in materia di edilizia sanitaria.
Prego, Assessore Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore all'edilizia sanitaria

Cari colleghi, il Presidente Laus mi ha riferito la decisione assunta dalla Conferenza dei Capigruppo di avere un quadro sull'edilizia sanitaria perlomeno su quelle iniziative che, in qualche maniera, stanno andando a maturazione. Cercherò, evidentemente, anche di ampliare il quadro in generale, quindi non soltanto sui temi già oggetto di discussione.
Prima di entrare nel merito, volevo fare un riferimento che mi permette, in qualche maniera, di giustificare e di motivare anche dal punto di vista economico e non soltanto sulla salute, il vantaggio delle operazioni che sono state intraprese.
Il punto di partenza, per forza di cose, non può che essere il Fondo Sanitario Nazionale, che credo per un po' di anni continuerà ad essere sempre all'incirca di otto miliardi (poi ci potranno essere 50 o 60 milioni in più all'anno).
Tale fondo dovrà servirci, nel tempo, non soltanto per il funzionamento del sistema sanitario, ma anche per gli investimenti nell'edilizia sanitaria e gli investimenti in tecnologie che, ahimè, da molto tempo non vengono più fatti.
Dunque, dagli otto miliardi noi dobbiamo liberare delle risorse per fare investimenti. Si tratta di questo.
Come sapete - ne abbiamo parlato in diverse occasioni - questa operazione si può ottenere, evidentemente, attraverso una gestione più efficiente del sistema sanitario, che non implica una riduzione dei servizi, ma parlo in modo particolare della gestione vera e propria portandoci sempre più ai livelli delle altre Regioni.
L'altra operazione che, come voi sapete, abbiamo già avviato è il contenimento della spesa farmaceutica, attraverso la concorrenza delle aziende farmaceutiche, che finora non è avvenuta. Devo rilevare che queste prime prove di concorrenza ci stanno consentendo di avere consistenti risparmi (sarà sempre più possibile); tutti soldi che ci permetteranno di essere utilizzati nella salute e anche negli investimenti.
L'altra modalità, anche qui applicando una legge dello Stato, è la decisione assunta dal Governo nazionale sulla centralizzazione delle gare che porterà anch'essa ad una riduzione delle spese.
Sono dunque in atto una serie di operazioni che permettono di contenere la spesa, cioè di liberare risorse dagli otto miliardi.
Una parte consistente dei risparmi si può ottenere da una riorganizzazione, in termini di strutture, degli edifici ospedalieri. Come voi sapete, disponiamo di un patrimonio molto vecchio, al di fuori dei parametri standard che oggi vengono indicati per rendere un sistema efficiente. Il lavoro che abbiamo fatto in particolare quest'anno ci consente sicuramente di dire che abbiamo parecchi edifici ospedalieri che sono in forte deficit, cioè che hanno una grande differenza tra i costi e i ricavi totali.
Abbiamo già iniziato a fare qualche conto, ma questi deficit diventano più forti quando le strutture, evidentemente, sono molto vecchie, molto antiquate. E' chiaro che queste strutture molto vecchie hanno spese di gestione enormi e sono, soprattutto, al di fuori di alcuni parametri. Credo che sia noto che ormai lo standard di superficie per posto letto è intorno ai 130 metri quadri: disponiamo invece di situazioni - penso al VCO - dove questo standard è quasi il doppio. E' quasi doppio anche per le Molinette e via di questo passo. Cioè le nostre strutture ospedaliere hanno una superficie molto elevata per l'attività che viene svolta (anche perch alcune di esse erano state pensate addirittura nel Trecento, altre nel Settecento, ed erano state studiate per esigenze diverse).
Sicuramente da una concentrazione o da una ricostruzione di ospedali laddove è realizzabile, è possibile ottenere dei grandi risparmi. Questi sono veri risparmi di carattere gestionale.
Ultimamente abbiamo dato un'accelerata, perché sapevamo - mi sembra anche logico! - di una decisione del Governo assunta già nella legge di stabilità (siamo in attesa del decreto di attuazione) che prevede dei Piani di rientro per gli ospedali che sono in deficit. Dal punto di vista delle Aziende Ospedaliere, voi sapete che le Molinette è l'Azienda più in deficit in Italia: nel 2014 il Governo nazionale ha stimato che il deficit era di 180 milioni; nel 2015 si è ridotto, per le indicazioni che abbiamo dato al Direttore, a 165 milioni; nel 2016 daremo indicazioni di ridurlo ancora di 30 milioni.
In ogni caso, partiamo da un dato di 180 milioni di deficit; deficit che viene coperto, come voi sapete, attraverso le risorse che vengono recuperate, complessivamente, nel sistema sanitario. Questo vuol dire che per coprire questo deficit utilizziamo risorse che potevano essere distribuite in modo diverso, magari nelle zone più capaci, nelle province più capaci.
Questo decreto, che dovrebbe essere pubblicato nei prossimi giorni prevede il rientro di questi deficit. Molinette è al massimo. E' chiaro che le Molinette risentono di una fusione a freddo, come dice il dottor Zanetti: hanno messo assieme strutture che continuano ad avere organizzazioni anche sovrabbondanti.
Credo che questo dimostri come mai ci sia questo deficit, dimostrato anche dal fatto che, essendo una struttura molto vecchia, le spese di manutenzione sono enormi, anno per anno.
Come si può intervenire? Attraverso un'operazione molto più coraggiosa ma il decreto sull'equilibrio e sui piani di rientro dei presidi ospedalieri delle Aziende ospedaliere sarà esteso nei prossimi mesi, a partire dal prossimo anno, anche sulle Aziende ospedaliere delle ASL, sugli ospedali delle ASL, quindi si riproporrà lo stesso tema.
E' bene, quindi, lavorarci in anticipo ed è per questo che abbiamo fatto un'accelerazione.
Il quadro è praticamente questo.
Ospedale di Novara.
E' stato detto - ho riferito anche in Aula in diverse occasioni - che il percorso per la realizzazione della Città della Salute di Novara era impantanato nei rapporti con il Ministero, per quanto riguarda il nucleo di valutazione e in alcune procedure di carattere burocratico.
Siamo arrivati a buon punto, alla conclusione di un progetto che addirittura era stato avviato quando furono stanziati i fondi per la Città della Salute di Torino. Abbiamo sbloccato la situazione.
Il nucleo di valutazione del Ministero della Salute ha dato, nel mese di settembre, parere favorevole. Abbiamo accelerato le procedure - anche queste non erano state completate - per la rivisitazione degli strumenti di carattere urbanistico, nel senso che bisogna fare delle varianti e avviare le procedure per la bonificare del terreno dove nascerà l'ospedale.
Nel mese di dicembre del 2016 siamo arrivati alla presa d'atto del lavoro svolto dal nucleo di valutazione nazionale e abbiamo ridefinito il quadro economico sulle indicazioni del nucleo di valutazione.
Parliamo, quindi, di un ospedale che avrà un costo complessivo di 320 milioni 290 mila euro, di cui 127 mila a carico dello Stato; sei milioni e 712 è quello che abbiamo stanziato alla fine dello scorso anno, quando abbiamo ripresentato il progetto al nucleo di valutazione; 105 milioni dell'azienda ospedaliera e 80 milioni del canone di concessione, perch anche questa è una forma di partenariato pubblico e privato.
Nel mese di marzo/aprile, alla presenza del nostro Presidente, è stato sottoscritto, con la Città di Novara, con l'Azienda ospedaliera e con il Comune di Novara, l'accordo di programma, perché sono state completate tutte le procedure, anche di variante urbanistica.
Oggi, quindi, sono pronte e si possono avviare - così sta facendo l'ASL di Novara - le procedure per la gara di appalto. Ci sarà qualche piccolo aggiornamento dovuto al fatto che, nel frattempo, è stato modificato il Codice degli appalti, però tutta la procedura (nucleo di valutazione varianti urbanistiche e progetto per la bonifica del terreno) è stata fatta.
Questa noi la consideriamo una partita chiusa. Abbiamo accelerato e mi pare che sia stato compiuto un lavoro importante.
L'altro progetto importante riguarda il Parco della Salute di Torino.
Il Parco era addirittura l'unico previsto, quando molti anni fa venne fatto un accordo di programma con il Governo, che prevedeva uno stanziamento anche consistente, che in parte è stato utilizzato soltanto per la Città di Novara, mentre per la Città della Salute è finito in un binario morto, per un dibattito che ha occupato molto tempo (dove farlo; Campo Volo ecc.).
Questioni arcinote.
Anche qui abbiamo fatto un'operazione di accelerazione, cercando di riprendere quell'accordo di programma che aveva lasciato fermo un importo consistente, in modo da poter finanziare questa operazione.
Anche qui accenno soltanto. Abbiamo fatto lo studio di fattibilità economica, frutto di un lavoro tutto interno all'amministrazione regionale: 1.040 posti letto. Non è un nuovo ospedale, ma nel Parco della Salute verranno localizzate tutte le complessità che attualmente esistono a Torino nei quattro ospedali. Abbiamo l'ambizione che questo diventi un polo importante ed autorevole, e non soltanto nel quadro nazionale ed internazionale, perché abbiamo la fortuna di disporre, nel complesso della Città della Salute, di grandi competenze in diversi settori, che ci consentono di creare e mantenere quelle professionalità che oggi abbiamo.
Questo progetto, oltre a prevedere la parte ospedaliera, prevede il polo della ricerca, il trasferimento di medicina ed un'area per l'innovazione tecnologica.
Siamo partiti, con un ragionamento molto pragmatico, dalla parte ospedaliera, in modo da poter utilizzare quelle risorse mai state chieste negli anni. Possiamo dire così: non sono mai state chieste, cioè non è mai stato presentato nessuno studio di fattibilità economico per avere quel finanziamento.
Quindi abbiamo fatto questa operazione per utilizzare quelle risorse che erano frutto di un accordo di programma.
Il progetto, per la parte ospedaliera, ha un valore, all'incirca, di 500 milioni, dov'è prevista la parte di parcheggio e di tecnologie nuove (investimenti tecnologici).
Questo progetto, come tutti gli altri ospedali (compreso quello di Novara), sarà realizzato attraverso la formula del partenariato pubblico e privato, una formula ormai utilizzata in parecchie Regioni, partendo dal presupposto che non ci sono più finanziamenti sufficienti per realizzare un nuovo ospedale.
Non ce ne sono più, nelle dimensioni a cui eravamo abituati, e il rifinanziamento, la cosiddetta legge Donat Cattin, avviene in misura sempre più ridotta. Quindi, se si vogliono fare ospedali, si possono fare attraverso il partenariato con i privati.
Questa è la forma: all'incirca metà finanziamento privato e metà finanziamento pubblico.
Il finanziamento privato, nel caso del Parco della Salute, è di 220/230 milioni, che viene finanziato esclusivamente attraverso i minori costi gestionali.
Il canone stimato è intorno ai 26 milioni all'anno. Questo canone è possibile rimborsarlo attraverso le economie che si ottengono dal riscaldamento, dalla gestione e dalla manutenzione. Tenete presente che per quanto riguarda la manutenzione, se alla Città della Salute dovessimo fare tutti gli interventi necessari ed indispensabili per poter garantire la manutenzione, oggi è di 366 milioni - 366 milioni - e la manutenzione annuale, alla Città della Salute, è di 20 milioni all'anno.
In ogni caso, qualunque operazione fatta avviene su un edificio vecchio, e con le modifiche fatte non avrebbe più senso.
Pertanto, la formula del partenariato pubblico e privato è la formula che abbiamo deciso di adottare.
Questo studio di fattibilità è all'esame del nucleo di valutazione (anche qui è stata prevista la quota di finanziamento regionale). Speriamo di avere quanto prima delle risposte.
Le altre due strutture sulle quali abbiamo lavorato sono: l'Ospedale Unico dell'ASL TO5 (Moncalieri, Chieri e Carmagnola, ospedali di età diverse: 1300/1700, rifacimenti successivi, l'ospedale di Moncalieri chiuso perché alcune sale operatorie.
E' impossibile, di fatto, in strutture di quel tipo, riuscire a rendere qualcosa. Insomma, non funziona più.
Dopo un'indicazione che noi abbiamo dato, è emersa da parte delle amministrazioni comunali la proposta coraggiosa di fare un unico ospedale.
I tre Sindaci e tutta l'assemblea sono venuti a dirci: bene, possiamo fare un unico ospedale. Ci sembra che questo sia un modo di guardare avanti anziché continuare a mettere qualche cerotto. E' chiaro che è stata una proposta coraggiosa perché ci sono delle proteste da parte di chi è in minoranza. L'ospedale è unico. Abbiamo fatto un accordo di programma che ha indicato i criteri, la dimensione era stata stabilita nella legge n. 1.
Parliamo di 450 posti letto, sono stati stabiliti dei criteri di baricentricità, criteri che sono noti.
La scelta della localizzazione è una scelta che compete alla Regione sulla base dell'accordo di programma, protocollo di intesa. Qui non abbiamo esaminato le cosiddette candidature che sono venute da parte dei Comuni.
C'è una proposta del Comune di Villastellone, un'altra di Cambiano, ma abbiamo evitato questo e, riunendo tutti i tecnici che saranno un giorno chiamati ad esprimere un'opinione sulle varianti urbanistiche per consentire la realizzazione dell'ospedale, abbiamo chiesto di dirci, in anticipo, le loro opinioni. Abbiamo chiesto a tutti i tecnici dall'area ambientale e dell'area idrogeologica di mettere su carta tutti i vincoli che esistono, cioè dove non si può fare un ospedale, forti dell'esperienza non sempre positiva, che c'è in questa Regione nella localizzazione degli ospedali.
Hanno fatto questa carta di facile rispetto e sono rimaste le zone dove è possibile realizzare l'ospedale, tenendo conto che il territorio di quell'area è sostanzialmente pianeggiante, ma ha molte criticità di carattere idrogeologico riguardo le fasce fluviale del PAI, ma ci sono anche diversi rii. Abbiamo definito un'unica carta, l'abbiamo consegnata ai Sindaci e su quella carta abbiamo rappresentato anche le infrastrutture.
Quella è una zona ben servita dal punto di vista infrastrutturale: tangenziale, autostrada Torino-Savona, SFM, cinque linee ferroviarie.
Adesso inizia la discussione sulla localizzazione. E' chiaro che dovendo realizzare un ospedale, noi non possiamo preoccuparci di realizzare anche un pezzo di autostrada o un pezzo di ferrovia. E' chiaro che deve essere collegato bene ai servizi oggi esistenti. La scelta puntuale sarà compiuta, credo prossimamente, dopodiché, compiuta la scelta, verrà fatto lo studio di fattibilità economica sul modello che abbiamo fatto per il Parco della Salute. Con le stesse caratteristiche. Anche lì il finanziamento per la remunerazione dal capitale da parte del privato avverrà attraverso l'economia, quindi non con nuove risorse.
La terza struttura è quella del VCO.
VCO, 300 posti letto. Il Consigliere Andrissi oggi ha parlato di questo tema. Con un protocollo di intesa, i Comuni hanno deciso - miracolo, per conto loro - la localizzazione ad Ornavasso. Anche in questo caso la Regione si è riservata di fare una valutazione anche dal punto di vista tecnico del sito, senza problemi, ad Ornavasso. Il Comune aveva dato un'indicazione su una zona collinare, una zona a pascolo. I tecnici ci hanno lavorato, hanno messo sulla carta tutti i vincoli. Ad un certo punto era stata immaginata una soluzione più facile sul piano dei collegamenti vicina ad uno svincolo che c'è sulla Statale, in una zona industriale, zona che poteva essere oggetto di localizzazione, ma è una zona esondabile anche se si stanno facendo dei lavori sulla riva del Toce. In ogni caso, la falda è molto alta.
L'orientamento è di farlo in una zona collinare. Anche qui, la scelta definitiva verrà compiuta dopo che ARPA farà uno studio sui rumori in quella zona. A quel punto, anche qui, credo che, nel giro di poco tempo avremo una definitiva e puntuale localizzazione. E' chiaro che realizzare un ospedale in una zona collinare rispetto al piano strada - sono 80 metri di altezza - vuol dire maggiori costi per quanto riguarda la viabilità, ma il dato importante è che il Comune di Ornavasso ha deciso di finanziare autonomamente tutti i collegamenti di viabilità. Ha già preparato uno studio di massima sulla viabilità, ha fatto anche uno studio di carattere geologico. Mi pare che lì stia maturando una ragionevole scelta definitiva sicuramente compatibile con tutti i vincoli che abbiamo. Dopodiché, studio di carattere economico, stessa identica operazione.
Un'ultima considerazione relativamente ad un altro tema. E le altre zone? E perché soltanto in queste zone? E' un tema che è stato riferito anche in Aula, ricordo, dal Consigliere Allemano o dal Consigliere Ravetti.
Per Novara la questione era già avviata e conclusa. Di fatto, il Parco della Salute, anche se non è stato usato nessun progetto, per l'ASL-Torino 5 è emersa questa proposta autonoma da parte dei Comuni, quindi è un grande vantaggio. C'è un consenso dell'Amministrazione, e lo stesso anche per il VCO.
E' chiaro che, a questo punto, soprattutto testando il modello sul Parco della Salute e ritestandolo anche sugli altri ospedali, noi possiamo avere uno strumento concreto per vedere come affrontare il problema della nuova edilizia sanitaria nelle altre zone del Piemonte. Bisogna farlo con quei criteri che prima indicavo, cioè queste operazioni stanno in piedi se consentono una riduzione delle spese di gestione. La riduzione della spesa di gestione è la modalità di finanziamento e della remunerazione da parte del capitale privato. Avremo modo di lavorarci.
Anche qui, abbiamo un parco molto vecchio. Tranne qualche eccezione che è sicuramente Biella, sicuramente sarà Verduno. Nel quadro dell'edilizia sanitaria, è chiaro che noi abbiamo un problema immediato: il problema del completamento dell'ospedale di Verduno, che per noi è importante. A questo punto dell'opera bisogna completarlo, e qui c'è un impegno che noi ci siamo assunti e, in parte, abbiamo già onorato con alcune delibere che abbiamo assunto recentemente, ma garantiamo l'investimento per completarlo.
Poi c'è l'altra questione aperta, che è l'ospedale della Valle Belbo in Provincia di Asti. Era nato come ospedale, ma di fatto non può essere un ospedale, perché non avrebbe molto senso in una struttura sanitaria. Qui l'impresa ha interrotto i lavori, ma ad ogni modo li abbiamo ripresi. L'ASL aveva la possibilità di fare un mutuo e ha avviato le procedure per sei milioni; altre risorse le possiamo mettere a disposizione.
Il quadro futuro è un quadro che ci può permettere di guardare con un po' di serenità nel fare investimenti, avendo anche a disposizione delle risorse nostre. Le risorse nostre si ottengono risparmiando dagli otto miliardi, tutto quello che si risparmia lo utilizziamo per gli investimenti e, avendo un minimo di investimento regionale, possiamo chiedere anche i finanziamenti nazionali e, se insufficienti, chiedere anche al privato.
Questo è il quadro complessivo per quanto riguarda l'edilizia sanitaria. Tutta l'operazione per quanto riguarda l'ospedale della ASL Torino 5 e l'ospedale del VCO sarà oggetto di un'apposita decisione da parte del Consiglio regionale nell'assestamento del bilancio, perché in un mese o due avremo il quadro economico. Con il quadro economico, sapremo quante sono le risorse, che poi metteremo nell'assestamento per quanto riguarda la parte che ci riguarda.
Nel frattempo, si avvia il dibattito sul resto del Piemonte.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente, sarò molto breve.
Sugli aspetti generali, legati soprattutto alla modalità di realizzazione di queste nuove opere e - anticipo il tema - sulle criticità legate al partenariato pubblico-privato e, soprattutto, al project financing, che è una delle sue applicazioni, sicuramente sarà più chiaro e specifico il collega Bono, e su questo stiamo facendo anche un lavoro di ricerca.
Per andare un po' più nei particolari, volevo dei chiarimenti relativamente all'ospedale unico dell'ASL-TO5, perché - l'ha ricordato l'Assessore - si è seguito un percorso che partiva da una proposta dell'assemblea dei Sindaci, anche se (possiamo dirlo) è una proposta un po' caldeggiata da parte dell'esecutivo regionale, e si sono individuati dei criteri che, per quanto riguarda la localizzazione, devono anche essere considerati condivisibili, di buonsenso e specificamente individuati ragionando tra di noi ma anche con i nostri Consiglieri comunali e gli attivisti dell'area dell'ASL-TO5. Vale a dire: deve essere un'area libera da vincoli idrogeologici, quindi non esondabile come alcune delle aree che si erano ipotizzate all'inizio e che ancora sono tra le aree candidate un'area baricentrica rispetto al territorio della ASL e collegata con i servizi.
C'era un altro paletto che avevamo pensato di inserire noi, anche nell'indirizzo che i nostri Consiglieri comunali del territorio hanno cercato di dare alle loro Amministrazioni comunali, che era quello, non meno importante, del consumo di suolo. L'area dell'ASL-TO5 è un territorio in cui tutto ciò che non è residenziale è, in parte, agricolo e in buona parte anche industriale. Sappiamo tutti che ci sono parecchie aree industriali dismesse su tutto il territorio dell'ASL-TO5. Quindi, tra le localizzazioni candidate ad ospitare il nuovo ospedale unico ci sono anche delle aree che erano delle aree industriali.
Parrebbe invece - e faccio riferimento a quelle che sono poi state bollate anche dall'Assessore Saitta come delle indiscrezioni - che si parla di un'area tra il Comune di Moncalieri e il Comune di Trofarello.
Se queste indiscrezioni troveranno riscontro nella realtà, parleremmo di un'area agricola da 190 mila metri quadrati, quindi parleremmo di un consumo di suolo agricolo in un'area che, invece, potrebbe trovare soluzioni che non comportino consumo di suolo.
Quindi, volevo principalmente avere un chiarimento proprio su questo perché è chiaro che ciascuno di noi fa politica da tempi diversi - qualcuno di noi da poco, mentre altre forze politiche da anni - ma la sensibilità che abbiamo un po' tutti ci permette di capire che quando escono delle notizie e delle indiscrezioni, è perché su un determinato argomento ci sono pressioni forti. E a noi pare che le pressioni forti siano proprio su quell'area.
Quindi, mi piacerebbe sapere dall'Assessore Saitta se sono solo delle pure indiscrezioni o se effettivamente quell'area è una di quelle più fortemente e validamente considerate, oggi, dalla Giunta regionale per la localizzazione del nuovo ospedale. Se così fosse, questo non ci troverebbe d'accordo, perché pensiamo che sia necessario essere coerenti, non solo noi, ma anche l'Amministrazione regionale quando parla di fermare il consumo di suolo, e non ipotizzare un disegno di legge per fermare il consumo di suolo quando poi la prima opera pubblica cui si pensa si fa subito su un'area agricola.
Tra l'altro, il territorio tra Moncalieri e Trofarello ha visto negli ultimi anni un consumo di suolo agricolo che ha pochi pari, e non solo a livello nazionale. Leggevamo tempo fa di un'analisi che collocava il Comune di Moncalieri tra quelli che hanno un maggior numero di metri quadri di centro commerciale per abitante.
L'edificazione di tutti quei centri commerciali ha inevitabilmente comportato consumo di suolo. Riteniamo che su quell'area anche un ospedale sia un aggravamento di questa situazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Ovviamente, come diceva il collega Bertola, chiediamo l'apertura del dibattito.
Sicuramente la relazione dell'Assessore Saitta ci ha un po' deluso, nel senso che è ovvio che in Aula non potevamo andare di più nei dettagli, per io mi auguro che la discussione sull'edilizia sanitaria della Regione Piemonte non termini qui.
Proprio per questo, abbiamo presentato una serie di ordini del giorno che non sono iscritti per la discussione oggi, ma speriamo che si possa arrivare alla discussione e all'approvazione prima possibile, se non oggi magari nella prossima seduta di Consiglio regionale. In questi atti di indirizzo chiediamo sostanzialmente di avere la possibilità di discutere nelle sedi competenti, cioè nella Commissione consiliare e poi in Consiglio, una deliberazione consiliare che rechi il nome "Piano regionale sull'edilizia sanitaria".
Vogliamo, quindi, un piano che comprenda sia le localizzazioni dei nuovi ospedali testé citati dall'Assessore Saitta sia le motivazioni tecniche ed economiche, e quindi finanziarie, alla base della scelta della costruzione di nuovi ospedali, con dotazione di posti letto, con scelta di ubicazione geografica per valutare la correttezza e la copertura dei bacini di utenza potenziali dei vari ospedali, nonché dei piani di riqualificazione energetica e di manutenzione ordinaria e straordinaria negli ospedali esistenti, nonché un piano più o meno chiaro sui destini degli ospedali che sono stati o verranno dismessi e sostituiti dai nuovi.
Ha ragione il collega Bertola, che mi ha preceduto, perché rischiamo di andare a consumare "enne" migliaia di metri quadrati di terreno e spendere una buona parte di soldi pubblici, legandoci a doppio mandato a dei partner privati nel partenariato misto pubblico-privato e avere sul "groppone" delle scatole vuote, cioè i vecchi ospedali dismessi, di cui non sappiamo cosa fare.
Immagino che sull'Ospedale di Verduno interverrà il collega Campo, che dirà qual è la situazione degli ospedali di Bra e di Alba e quali sono i possibili scenari riguardo alla loro destinazione, pertanto faccio un altro esempio.
Ho ripreso un comunicato stampa su una visita che facemmo la scorsa legislatura all'Ospedale di Biella. Già allora si parlava di problematiche che riguardavano la destinazione del vecchio ospedale, ubicato quasi nel centro di Biella (come saprà chi è di Biella o chi, come l'Assessore Saitta e altri colleghi che sono andati a visitarlo), vicino alla stazione ferroviaria. Il nuovo ospedale, invece, è addirittura fuori dal territorio comunale di Biella, nel Comune limitrofo; è poco o quasi per nulla servito dai mezzi pubblici. Inoltre, vi sono problemi di viabilità. A parte questo oltre ad essere costato 190 milioni, invece dei 130 preventivati all'inizio, ha un costo maggiore di circa 15 milioni di euro rispetto alla vecchia struttura e lo sa meglio di me il collega Barazzotto.
Quindi, attenzione: un ospedale nuovo, un bellissimo presidio a tutela del territorio dei cittadini residenti, però non è la panacea di tutti i mali. Cioè se un ospedale nuovo sostituisce un ospedale vecchio tendenzialmente i costi aumentano. Perché? Perché, come ricordava l'Assessore Saitta, lo spazio è più ampio: i famosi 130 metri quadrati a paziente mentre, in alcuni ospedali di Torino, prima vi erano quattro cinque o addirittura sei posti letto in uno stanzone; li ho visti personalmente quando ero studente, laureando un medicina, mentre adesso gli standard sono ben diversi.
Inoltre, non solo c'è il riscaldamento, ma c'è anche il sistema di condizionamento, quindi il riciclo d'aria. Questo è basilare e fondamentale, perché vi sono molti ospedali in cui d'estate, purtroppo, si patisce tanto il caldo.
Tuttavia, scoprire che, nel 2013, la nuova struttura era costata 60 milioni in più e aveva dei maggiori costi di gestione all'anno (gestione pura e non manutenzione), 15 milioni di euro in più, e che non si era e tutt'oggi non si è ancora deciso cosa fare della vecchia struttura ospedaliera, desta qualche perplessità.
Quindi, ben venga la logica della realizzazione di un ospedale nuovo a fronte della chiusura, dismissione o riconversione di due-tre strutture ospedaliere, ma anche su questo non conosciamo i costi. L'Assessore non ha fornito un piano di studio di fattibilità economica e di gestione dei conti. Prendo a caso l'ASL del VCO, ma potremmo farlo con Torino, Novara eccetera. A proposito delle Molinette, ha parlato di 20 milioni di costi di manutenzione. Quelli non ci dovrebbero più essere, ce ne saranno molti meno, perché un minimo di manutenzione si fa sempre. Però i costi energetici di Molinette, CTO, Sant'Anna e Regina Margherita sono tot quelli della nuova struttura saranno "x" (o quello che volete) e da questo si potrà fare un'analisi molto più concreta.
Questo è il primo dato da ottenere. Quindi, un piano che dica quali sono i costi di gestione completa delle nuove strutture.
Secondariamente, non vorremmo che si guardasse soltanto alla realizzazione delle nuove strutture ospedaliere. Dai giornali abbiamo letto che non sembrerebbe così, perché abbiamo visto che soprattutto i Comuni permettetemi un po' una battuta per stemperare la serietà dell'intervento che vanno al voto, sono sedi di ospedali e mi viene in mente Pinerolo, dove ci sono stati cospicui investimenti o sono stati promessi cospicui investimenti per migliorare gli ospedali. Va bene, non è importante il momento, magari è una coincidenza fortuita, ma non bisogna dimenticare le altre strutture che rimangono, perché se non si investe su di esse continuiamo a rimetterci da questo punto di vista.
Ad esempio, noi abbiamo ripreso lo studio dell'AReSS, che oggi non esiste più, ma saremmo interessati affinché l'IRES potesse fare uno studio similare. Quello era uno studio del 2013 e diceva che il 70 per cento delle coperture degli ospedali risulta sprovvisto di isolamento; l'80 per cento le pareti verticali esterne, altrettanto; il 55 per cento dei serramenti risultano essere in vetro singolo e hanno infissi scadenti. La maggior parte degli impianti generatori di calore, generatori vapore e gruppi frigo sono successivi agli anni Novanta, quindi sono abbastanza moderni, ma già vecchi di almeno 20-25 anni. Circa il 30 per cento degli impianti è stato installato prima degli anni Novanta, quindi andiamo verso i 35 anni, e il 20 per cento sono addirittura antecedenti al 1980, quindi andiamo verso i quarant'anni. Si capisce che si tratta di condizioni di consumi energetici di impianti e di strutture abbastanza, se non molto vecchi.
Se consideriamo che si consumano circa 100 mila tonnellate equivalenti di petrolio l'anno per riscaldare e dare energia ai nostri ospedali, per un totale di circa 90 milioni, considerando l'IVA, se riducessimo questa quota di costi, magari anche solo della metà, sarebbero 45 milioni di euro l'anno che potremmo magari investire nell'edilizia sanitaria.
Questa è la prima richiesta che facciamo.
Visto che anche le norme delle finanziarie nazionali permettono di recuperare una buona parte, se non addirittura la totalità degli investimenti fatti nel recupero energetico degli ospedali e degli edifici pubblici, mentre sappiamo che il privato recupera il 55 per cento, perch non si è fatto un grande piano di investimento in questo senso per risparmiare soldi? Per quanto riguarda il partenariato pubblico-privato (sarà difficile dire qualcosa in pochi secondi), non ci basta che l'Assessore Saitta ci dica "partenariato pubblico-privato". Vorremmo sapere su quale tipologia di PPP (partenariato pubblico-privato) ci intende portare l'Assessore Saitta se ci sono scelte univoche fatte su tutta la Regione o se ogni ASL sarà lasciata libera un po' in balia del privato. Se andiamo a leggere le relazioni del Procuratore Generale del Veneto, Carmine Scarano, che è intervenuto nell'inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2014, sono state espresse una serie di preoccupazioni in merito al PPP, soprattutto se la Pubblica Amministrazione non ha il polso della situazione, le competenze tecniche, le capacità e le conoscenze per controllarlo.
Il PPP nasce per garantire una situazione di ristrettezza di finanziamenti pubblici in cui il privato si assume tutto il rischio finanziario della realizzazione e della gestione dell'opera e il pubblico non ha grandi ripercussioni, se non quello di pagare il canone. Ma se il pubblico non controlla, nelle clausole del contratto vengono inserite norme di salvaguardia per cui alla fine viene a costare di più, perché è ovvio che se il privato ci mette i soldi, dovrà pur rientrare dall'investimento fatto con tutti i margini.
Inoltre, ci sono delle clausole che lo tutelano e quindi finiamo veramente per avere grandi difficoltà, come dice il Procuratore Generale anche a rescindere un contratto che è stato fatto con il PPP.
Quindi, in un altro atto di indirizzo chiedevamo se l'Assessore ha valutato la possibilità di creare una struttura che sia in SCR, che sia un coordinamento delle ASL, che sia un coordinamento interassessorile, ma una struttura di persone competenti che possa fare da riferimento per tutte le nuove strutture ospedaliere, in modo che ogni ASL non vada da sola a crearsi di nuovo tutte le competenze, tutte le conoscenze, tutte le carte burocratiche, le scartoffie, eccetera, ma una rete di coordinamento che tuteli le ASL.
Quindi, si prepari questo gran piano di edilizia sanitaria (manutenzione sulle vecchie struttura e realizzazione di nuove) e gentilmente portatecelo in Consiglio regionale con una deliberazione su cui possiamo intervenire, discutere, emendare e proporre.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per una valutazione non nel merito dei singoli provvedimenti illustrati dall'Assessore, ma relativamente al metodo.
Oggi c'è stata, come anche da nostra richiesta, una comunicazione, che è stata certamente utile; credo, però, che, per dare concretezza al Piano di edilizia sanitaria della nostra Regione, questo Consiglio e la IV Commissione debbano riaffrontare una delibera di edilizia sanitaria.
Ricordo l'ultima volta che venne fatto; se non ricordo male, è stato nel 2007. Da allora, noi abbiamo proceduto un po' sulla scorta di quella delibera, che, lo ricordo, aveva una previsione complessiva di spesa di sei miliardi, quattro dei quali derivanti da fondi regionali; quei fondi regionali non ci sono mai stati neanche negli anni successivi, per motivi noti o meno, ma non vi sono mai stati.
L'unico aspetto è quello, altrimenti vi è il rischio - lo dico in modo non polemico - che si facciano quelli che, con la Presidente Bresso definivamo gli "ospedali di carta": c'erano le elezioni di Domodossola spuntava l'ospedale di Domodossola; c'erano le elezioni a Moncalieri spuntava l'ospedale a Moncalieri; c'erano le elezioni a Ivrea, spuntava l'ospedale del Canavese. Sono tutti accordi di programma, perch l'Assessore, come sa bene (e il Presidente perché spesso li firma il Presidente), se guarda negli archivi regionali, troverà tutta una serie di accordi di programma siglati per la costruzione di ospedali, su alcuni dei quali la Regione ha anche investito delle risorse per l'individuazione del luogo, per lo studio di fattibilità e per il progetto preliminare, poi ci siamo fermati per un motivo molto banale: non c'erano più i soldi per la realizzazione.
Di conseguenza, in relazione ad una delibera che parta da fondi certi ricordo che su quel tema noi ci siamo sempre chiesti dove trovare quattro miliardi, infatti non li abbiamo trovati - credo si possa in qualche modo fare una programmazione, di cui la nostra Regione ha molto bisogno.
Rammento, come ricordava anche l'Assessore, che noi abbiamo certamente necessità di ottimizzare, in alcune realtà, le strutture ospedaliere. Poi in alcune casi, si deve capire se questa è una necessità (per quanto ci riguarda, è il caso del Verbano Cusio Ossola), ma dobbiamo anche prevedere una serie di interventi di quella che viene definita "umanizzazione" o comunque, interventi tecnici non solo sui muri ma su tutte le strutture sanitarie. Infatti, quando esisteva ancora il trasferimento dello Stato in edilizia, una parte andava in edilizia per tutta quella ristrutturazione importante che comunque è stata compiuta sugli ospedali piemontesi, e anche di questa città, ma sono stati realizzati anche tanti interventi finalizzati all'ammodernamento del materiale diagnostico e quant'altro.
Un altro problema assolutamente serio di questa Regione è la vetustà del materiale diagnostico, per cui abbiamo alcuni ospedali che hanno eccellenze anche europee. Invece, in gran parte dei presidi, se si rompe una TAC non ci sono neanche le risorse per la sostituzione; oppure, abbiamo una media delle attrezzature sanitarie che si aggira tra i 15 e i trent'anni, a seconda delle ASL. Credo che di questo dovremo parlare perché nella delibera di edilizia sanitaria c'è anche questo aspetto.
Ricordo che la delibera di edilizia sanitaria è una competenza del Consiglio regionale. La Giunta ha due possibilità: o, come sempre ha fatto la presenta e il Consiglio la discute e l'approva, oppure la vota e ne chiede la ratifica al Consiglio.
Quando avremo quella delibera sapremo che stiamo andando verso la realizzazione degli ospedali, altrimenti avremo dei protocolli, che possono essere un punto di partenza per realizzare una delibera, ma nulla di più.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Sono ancora iscritti due interventi: il primo del Consigliere Ravetti e il secondo del Consigliere Mighetti. Poi, la Consigliera Batzella, il Consigliere Andrissi e, ancora il Consigliere Campo. Abbiamo un quarto d'ora a disposizione.
La parola al Consigliere Ravetti.



(Commenti della Consigliera Batzella)



PRESIDENTE

Consigliere Ravetti, solo un attimo.
Prego, Consigliera Batzella.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Ho l'elenco degli iscritti a parlare con quest'ordine.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Proverò ad utilizzare un tempo inferiore a quello che ho a disposizione, per consentire anche ai colleghi di intervenire oggi.
Anche noi riteniamo molto utile questa discussione; le comunicazioni dell'Assessore sono davvero importanti e rientrano nella programmazione generale dell'Assessorato e della Giunta sulla sanità piemontese.
Noi continuiamo a dire che la DGR più importante di questi ultimi due anni è la n. 18 dal 18 marzo dell'anno scorso, che riguarda il Piano regionale della prevenzione, cioè tutto quello che è utile porre in essere per evitare che i cittadini piemontesi "entrino" nelle strutture ospedaliere. Peraltro, è un Piano regionale, affidato ai Direttori generali delle ASL, che inizia muovere i primi passi e dobbiamo dire che sul territorio delle nostre ASL notiamo i primi movimenti positivi in tal senso: dieci macroprogrammi che sono in connessione con tanti altri agenti della formazione e della prevenzione, per la salute dei piemontesi (scuola il mondo del lavoro, ambiente e quant'altro).
E' evidente che i mezzi d'informazione, correttamente, hanno riportato tutta la storia e la genesi che riguarda le delibere (la n. 1-600 in particolare) sul riordino della rete ospedaliera; diciamo che sono, da un punto di vista mediatico, molto più popolari, ce ne rendiamo perfettamente conto. Sono anche queste notizie di grande rilevanza che hanno alimentato consensi e dissensi, soprattutto il protagonismo delle Amministrazioni comunali della nostra Regione; però, a proposito del protagonismo delle Amministrazioni comunali, riteniamo che il tema sul quale ci confrontiamo oggi, quello dell'edilizia sanitaria, possa mettere al centro dell'azione di governo della Regione Piemonte la relazione con le Amministrazioni comunali del territorio.
In fin dei conti, le prime pagine scritte su questo argomento sono la dimostrazione: il Verbano, ciò che è avvenuto con i Sindaci del VCO, ci che è avvenuto con i Sindaci dell'ASL Torino 5, ma anche le relazioni con l'Amministrazione comunale di Torino per il Parco della salute o le relazioni con la Città di Novara sulla Città della salute sono la dimostrazione che le relazioni con quelle Amministrazioni comunali sono fondamentali per il futuro dell'edilizia sanitaria nella nostra regione.
Allora, se il progetto dell'Assessorato è di immaginare un futuro per le strutture ospedaliere differente rispetto al passato - ancora una volta non sono interessato ad esprimere giudizi sul passato - e se nelle strutture ospedaliere sarà fondamentale inserire elementi di innovazione tecnologica, di formazione del personale e di ricerca scientifica, la domanda preliminare che l'Assessorato si è posto è corretta, cioè se innovazione tecnologica, formazione del personale e ricerca scientifica sono possibili all'interno delle attuali strutture, molte delle quali sono vetuste e non più in grado di ospitare il futuro della sanità piemontese, e alcune sono scelte evidenti, utili ai cittadini piemontesi.
A noi pare altrettanto utile, necessario ed evidente attivare, sul territorio del Piemonte e in altre aree, una discussione che non è ancora incominciata. Per questo, abbiamo già depositato (in realtà, lo abbiamo fatto collegandolo al dibattito sulla previsione di bilancio di alcune settimane fa, ma lo riproporremo prossimamente) un ordine del giorno per impegnare la Giunta ad incentivare l'elaborazione di studi che consentano di approfondire le possibilità di avviare progetti sostenibili di edilizia sanitaria, anche nei quadranti dove queste riflessioni non sono ancora avvenute.
Per approfondire e riflettere sulle opportunità che il Codice degli appalti mette a disposizione per evitare di poggiare tutto su sforzi economici pubblici, e per il futuro dell'edilizia sanitaria - lo dico all'Assessore, al Presidente e ai colleghi - la IV Commissione è ovviamente a disposizione per continuare questa riflessione e questo confronto.
Pensiamo - e lo dico ancora una volta in conclusione - che aver deciso di confrontarci su questo argomento a partire da oggi, sia stato molto utile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Darò un breve contributo a questo dibattito, solo nell'ambito tecnico e per quanto ho potuto apprendere dall'esperienza di questi due anni in Consiglio, anche nel dibattito sulla riforma della rete ospedaliera.
In quest'ambito mi occorre precisare che gli interventi, così come vengono snocciolati, probabilmente dovrebbero avere un carattere di più ampio respiro.
La soluzione migliore dovrebbe essere quella di mettersi a tavolino e capire di quanti interventi necessita la nostra Regione, sia in rapporto alle criticità, dal punto di vista strutturale di ogni singolo presidio ospedaliero, sia dal punto di vista della necessità di ricollocazioni che si rendono necessarie per ottenere un servizio il più possibile ottimizzato e il più possibile vicino alle persone e ai cittadini piemontesi.
Quando si parla di ospedali unici, bisogna vedere qual è la situazione su tutto il Piemonte, perché allorquando si va a ricollocare una struttura sanitaria - e questo l'ho già detto più volte - si fa una modifica del suo bacino di utenza, e una summa di modifiche di bacini di utenza corrono veramente il rischio di cambiare le carte in tavola.
Vale sicuramente la pena di dire in un determinato momento, che pu essere questo o tra qualche mese, quali sono tutti i progetti da mettere in campo.
Questa situazione potrà definire collocazioni più idonee di quelle che magari vengono pensate oggi pensando ad ogni singolo intervento staccato l'uno dall'altro. Questo perché, soprattutto negli ambiti di confini (non solo confini regionali, ma anche confini tra i diversi quadranti, su cui sembra ormai impostata la pianificazione), noi abbiamo discordanze ed oggettive perdite di quelle che sono le caratteristiche di un servizio ottimale.
Passando alla fase successiva del mio intervento, vorrei fare un inciso sugli appalti. Abbiamo una nuova normativa, diciamo della settimana scorsa e tutto un mondo di possibilità di intervento relativo ad appalti integrati e ad appalti di nuova generazione, anche con l'intervento di privati nella costruzione di nuovi ospedali.
Quello che mi preme sottolineare è che le esperienze passate non sono state edificanti. Non ci sono grosse esperienze di questo tipo sul suolo piemontese, ma in altre Regioni, come la Toscana e il Veneto, abbiamo assistito ad interventi che non hanno premiato sicuramente le casse pubbliche.
Per questo bisogna porre l'accento sull'indipendenza della progettazione.
In questi tipo di interventi, l'indipendenza della progettazione e la qualità della progettazione fanno veramente la differenza, perché limitano quella che è la possibilità, da parte del privato che investe in queste strutture, di fare ciò che più gli aggrada, cioè di fare le opere come conviene dal punto di vista economico.
L'indipendenza della progettazione e la preparazione degli Uffici, non solo delle ASL ma anche regionali (magari raggruppati in team dedicati che possono mettere insieme conoscenze distribuite su tutto il Piemonte, sia nelle Aziende ospedaliere sia nei settori della Regione Piemonte sia in SCR), possono dare una soluzione idonea a quello che è un problema veramente complesso.
Infine, volevo porre l'accento su quello che può essere una banca dati dell'attuale edilizia sanitaria piemontese; una banca dati che stabilisca non solo le inefficienze, per esempio dal punto di vista energetico (che sono quelle più evidenziate nel dibattito attuale), ma anche dal punto di vista organizzativo. Abbiamo ospedali che sono stati riorganizzati e molti volumi, sia occupati da spazi sanitari sia occupati dalla parte amministrativa, che non sono utilizzati.
Un vero efficientamento, quindi, dal punto di vista di questi edifici esistenti, si basa su una raccolta di dati che sia il più possibile disponibile alla Regione, e non solo alle Aziende Sanitarie Locali.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Il mio intervento riguarda uno degli esempi di sostanziale fallimento della politica edilizia che abbiamo qui in Piemonte.
L'ospedale di Verduno, che l'Assessore ha citato e per cui la Regione si impegna a garantire le risorse per il completamento, è il più clamoroso esempio di incapacità di pianificazione, di incapacità di esecuzione e di incapacità di controllo.
In pratica, è iniziata la costruzione quando avrebbe già dovuto essere consegnato; si è fermata più volte; i costi sono andati in crescita incontrollata, come anche attestato dalla sentenza di archiviazione dell'esposto penale da noi presentato.
Ad oggi, non è ancora stato aggiornato il piano economico, fermo agli inizi del 2014. Ci piacerebbe sapere quali sono state le conclusioni cui si è giunti l'anno scorso, per capire quali saranno i costi finali di realizzazione della struttura e quanto è già stato impegnato o versato nel 2015, per mantenere aperto il cantiere e portare avanti i lavori. Ci piacerebbe sapere quali sono le proiezioni, sia nei tempi sia nei costi per arrivare alla conclusione e all'operatività della struttura, perché non ci basterà l'inaugurazione di una struttura completata, ma irraggiungibile priva delle attrezzature e priva di tutto ciò che poi porterà all'effettiva chiusura degli ospedali vetusti di Alba e Bra che, peraltro, dovranno essere alienati.
L'anno scorso, in sede di discussione di collegato alla Finanziaria in cui c'era anche una norma specifica per l'ospedale di Verduno, l'Assessore al bilancio ci disse che si sarebbe fatta una revisione delle previste anticipazioni da parte della Regione, per quello che riguardava l'alienazione dei due ospedali che sarebbero poi stati chiusi; revisione necessariamente in riduzione, perché la previsione di 25 milioni per l'alienazione delle due strutture - come riportata nel piano economico appare evidentemente spropositata.
All'epoca ci venne detto che l'impegno non sarebbe stato superiore ai 20 milioni, pertanto ci piacerebbe sapere qual è l'impatto sul piano economico finale di questo ospedale. Ci piacerebbe sapere, inoltre, quale sia lo stato di avanzamento del negoziato (presumo ce ne sia uno) con lo Stato, per quello che riguarda le cosiddette opere accessorie al lotto 26 dell'autostrada A33, che comprendevano l'adattamento della provinciale in modo da poter sopportare i flussi sia del tratto autostradale in costruzione sia - appunto - per l'ospedale, la cui via di accesso è stata recentemente riprogettata.
Quella è l'unica delibera che ho trovato. Prima è stato detto che recentemente abbiamo assunto alcune delibere, ma l'unica che ho trovato è relativa all'accordo di programma per la realizzazione della strada di accesso all'ospedale. Ho già detto in alcuni scorsi interventi che siamo passati misteriosamente da un costo previsto di 15 milioni ad uno di sette ma adesso è diventato un milione e mezzo. In realtà, però, quelli stanziati dalla Giunta Bresso erano circa tre.
Pertanto, ci piacerebbe capire com'è possibile che si riduca di quasi un decimo il costo previsto per l'intervento di adeguamento della viabilità di solo accesso all'autostrada, che peraltro andrà in interazione con il progetto previsto per lo svincolo di Alba Ovest dell'autostrada A33, che a questo punto - presumo si basi su una specie di assunto non detto, ma previsto, che il lotto 26 non verrà più realizzato come tale. Di questo si sta parlando in maniera significativa: c'è stata un'audizione in Parlamento, al Senato, ed è stato presentato un question time da parte di esponenti dell'ex Scelta Civica, in merito al fatto che ormai tutti si stanno rendendo conto (noi lo diciamo da anni) che questo lotto è irrealizzabile, poiché ha costi proibitivi.
Questo esemplifica il fatto che non si riesce a gestire queste situazioni ed esemplifica il fatto che, laddove ci sono squadre o personale che magari hanno già realizzato con successo un progetto di quel genere bisogna fare tesoro di esperienze del genere. Mi viene in mente l'ospedale di Mondovì, che, pur situato in un posto infelice come strategia, per quello che può riguardare un piano ospedaliero, è stato realizzato nei costi e nei tempi previsti, tra l'altro nello stesso periodo in cui avrebbe dovuto essere realizzato l'ospedale di Verduno.
Ebbene, l'esperienza di chi ha seguito quella progettazione e quella costruzione non è mai stata sfruttata e non verrà mai più sfruttata, perch rimane confinata nell'ambito dell'Azienda Sanitaria Locale competente per quell'ospedale.
Questa è un'altra delle distorsioni di questo sistema di edilizia sanitaria. Perché non costituire una squadra che si occupi di questo e sia in grado di far valere le esperienze virtuose, contro - invece - quelle evidentemente nefaste? Un altro aspetto già citato è relativo al lavoro della progettazione e costruzione in concessione con il concessionario, che si vede poi affidato un sostanziale affitto ed una sostanziale gestione di tutti i servizi non sanitari, con garanzia - tra l'altro - degli importi, e che in realtà potrà subappaltare lucrando anche sul differenziale tra quanto previsto per il rientro degli investimenti e quanto può ottenere subappaltando. Cosa che se i costi generali lieviteranno, andrà a incidere sul fatto che i costi per ciò che non è sanitario sono garantiti, mentre quelli relativi alla parte sanitaria andranno in riduzione. Altro elemento nefasto di tutto questo tipo di operazioni.
Pertanto, sono molte le ombre e le cose su cui vorremmo ci fosse maggiore trasparenza e tempestività di informazione, mentre al momento c'è poca chiarezza e poca speranza che le esperienze nefaste (che sono più numerose di quelle positive) non vadano a ripetersi nella futura programmazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Ricordo la Conferenza dei Capigruppo, in Sala A.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.07)



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