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Dettaglio seduta n.149 del 26/04/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 9.33 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Procedimento ed accesso atti amministrativi - Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 966 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Ottenimento documentazione che il Commissario straordinario del Governo per la Torino-Lione, sig. Paolo Foietta, si è reso disponibile a consegnare al Consiglio, durante l'audizione del 22 ottobre 2015"


PRESIDENTE

Buongiorno a tutti.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 966, presentata dalla Consigliera Frediani, avente ad oggetto "Ottenimento documentazione che il Commissario straordinario del Governo per la Torino-Lione, sig. Paolo Foietta, si è reso disponibile a consegnare al Consiglio, durante l'audizione del 22 ottobre 2015".
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Buongiorno, Assessore.
Ricorderà sicuramente l'audizione che abbiamo avuto in Commissione Trasporti, il 22 ottobre 2015, con il Presidente dell'Osservatorio, nonch Commissario straordinario della Torino-Lione, architetto Paolo Foietta.
Durante l'audizione, l'architetto Foietta ha presentato lo stato dell'arte dell'opera e ha fornito alcune indicazioni che si basavano su alcuni documenti, che in più riprese - come, ovviamente, verificabile leggendo il resoconto stenografico dell'audizione - ha promesso a tutti i partecipanti alla Commissione. Quindi, ha presentato dei dati e ha detto che tali dati erano contenuti in documenti che sarebbero stati successivamente inviati alla Commissione.
Noi non abbiamo ricevuto i documenti cui l'architetto faceva riferimento, per cui il 27 novembre abbiamo deciso di inviare una richiesta di accesso agli atti, proprio per avere questa documentazione.
In data 23 dicembre, abbiamo ricevuto un diniego da parte dell'architetto Foietta motivato con la seguente frase: "Gli atti e i documenti oggetto dell'istanza non sono stati formati dallo scrivente Commissario, né il medesimo li detiene stabilmente". Quindi non abbiamo potuto ottenere la documentazione. I documenti richiesti erano di vario tipo, tutti, ovviamente, ripresi dal verbale stenografico; in particolare si faceva riferimento a degli "addendum" o supplementi di accordo che avrebbero dimostrato che il requisito della saturazione della linea era ormai, un prerequisito superato per l'avvio dei lavori del TAV.
Quindi, chiediamo oggi all'Assessore se sia in possesso dei documenti utilizzati dall'architetto Foietta a supporto del suo intervento e se sia a conoscenza del superamento del requisito della saturazione della linea storica come condizione per avviare i lavori della nuova linea Torino Lione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda il primo quesito, la Giunta non è in possesso dei documenti utilizzati dall'architetto Foietta, trattandosi di atti non prodotti dall'Ente regionale. In particolare, sulla base dell'elenco riportato, sembrerebbe trattarsi principalmente di documentazione di accompagnamento alla formazione di accordi binazionali italo-francesi, che attiene a competenze di strutture governative dei due Paesi; di atti che afferiscono ad attività in corso di pianificazione e di programmazione (anche questi attinenti ad enti sovraordinati); infine, di studi e documenti elaborati da organismi diversi, anche da università o da atenei probabilmente su commissione.
Quindi, non risulta, per quanto a conoscenza, formale disponibilità in capo alle Strutture regionali di questa documentazione; pertanto, credo che sia la Commissione, o la Presidenza del Consiglio regionale, se lo riterrà a dover richiedere questi documenti, se erano stati promessi (come sicuramente erano stati promessi, da quanto dice lei) dall'architetto Foietta.
Per quanto riguarda il secondo quesito, la questione della saturazione della linea storica non è stata mai stata posta come condizione per la realizzazione della linea alta velocità/alta capacità. E' ovvio che il ragionamento è tutt'altro, mi pare evidente, lo ribadirò per l'ennesima volta. Cioè, semplicemente, il sistema di alta velocità/alta capacità ha semplicemente il fine di rendere più competitivo il trasporto su ferro delle merci, e anche delle persone, rispetto alla gomma, quindi ha un fine contemplato dalle direttive dell'Unione Europea e con una valenza ambientale evidente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1000 presentata dal Consigliere Andrissi, inerente a "Sfollati del Comune di Re in conseguenza della frana del novembre 2014"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1000.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente Questa interrogazione nasce dalla lettura della vicenda del Comune di Re, dove si è verificata una frana l'11 e il 12 novembre 2014 (il Comune di Re è sito in Valle Vigezzo).
Questa frana ha causato l'abbandono delle case di una parte dei cittadini del Comune interessato. Attualmente il pendio dove è avvenuta questa frana risulta essere in condizioni precarie e i costi di messa in sicurezza sono stati stimati per 1,3 milioni di euro.
La Regione Piemonte, nei primi mesi del 2015, si impegnava alla risoluzione della situazione nel più breve tempo possibile. Sappiamo che l'Assessore Reschigna in prima persona si è impegnato su questa vicenda e ha dichiarato che "la vicenda degli sfollati di Re è a noi ben presente, ce ne siamo occupati con impegno da quando il problema si è posto".
Ad aprile 2015, il Sindaco di Re confermava l'avvenuto stanziamento di 40 mila euro da parte della Regione Piemonte per il semplice e unico pagamento dei carotaggi di analisi della frana e il rimborso delle spese affrontate fino a quel momento per il sostentamento delle famiglie sfollate.
In pratica, noi chiediamo all'Assessore e alla Giunta qual è la situazione, affinché chiariscano le tempistiche effettive per il reperimento dei fondi, in modo tale da dare una risposta certa ai cittadini attualmente sfollati e per conoscere quali saranno gli interventi che saranno finanziati con gli stessi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

La situazione è stata oggetto di forte attenzione da parte dell'Assessorato regionale alle opere pubbliche, che ha tentato in più riprese di inserire quest'intervento, che ha carattere di urgenza determinato non solamente dalla presenza degli sfollati, ma in quanto la frana incombe sulla strada statale n. 337, che è quella che va in Svizzera e che giornalmente viene utilizzata da moltissimi lavoratori frontalieri, e incombe anche su una scuola sottostante.
Di fronte a ritardi nell'ottenimento di finanziamenti a livello statale, dei quali non abbiamo perso le speranze, l'Assessorato regionale alle Opere pubbliche ha redatto una determina per un importo di un milione e 300 mila euro (l'intervento definitivo si aggira intorno al milione e 800 mila euro).
Con questa determina, per un importo di un milione e 300 mila euro viene acquisito al patrimonio, per poi essere successivamente demolito, lo stabile, che è stato dichiarato dal Comune e dagli Uffici regionali come uno stabile inagibile, dove insistevano tre appartamenti ad uso residenziale e un'attività. Con il restante importo, dopo l'acquisizione e la demolizione del fabbricato, verrà realizzato un lotto funzionale rappresentato dalla costruzione di un vallo, con lo scopo di frenare l'eventuale discesa di materiale sciolto, proprio per determinare una gestione di sicurezza totale nei confronti sia della strada statale n. 337 che della scuola sottostante.
Questa determina è stata assunta con risorse regionali - ripeto - in attesa che, magari, possa esserci un riparto nazionale; questo consente di risolvere il problema delle famiglie che dal novembre 2014 sono fuori da queste proprietà e soprattutto anche da quei fatti di interesse pubblico cui ho fatto riferimento.


Argomento: Opere pubbliche - Trasporti su gomma

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 1013 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Ex Strada Statale 393 - Rinnovo del tratto tra Villastellone e Carmagnola"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione indifferibile e urgente n. 1013, presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Ex Strada Statale 393 - Rinnovo del tratto tra Villastellone e Carmagnola".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Parliamo dell'ex Strada Statale 393, ora denominata strada provinciale 393 in quanto, a seguito di variazioni normative, è passata dall'ANAS alla gestione della Regione Piemonte, che ha - poi - trasferito le competenze alla Provincia di Torino, ora Città metropolitana.
E' una strada che ha un indice di incidentalità medio/alto: è considerata una delle strade più pericolose, poiché è molto trafficata, ma avendo dei lunghi rettilinei, purtroppo la velocità tenuta da chi la percorre è piuttosto alta. Gli incidenti hanno riguardato e purtroppo riguardano sia automobili sia ciclisti. L'ultimo episodio risale a poco più di un mese fa e riguarda la morte di un ciclomotorista, tra l'altro mio concittadino.
Nel corso degli ultimi anni, sono stati fatti degli interventi nella parte compresa tra Moncalieri e Villastellone (i lavori sono stati ultimati nel 2014).
Sono state realizzate delle rotonde, che non sono le solite rotonde inutili, ma servono a regolare il traffico all'altezza di alcuni incroci un po' critici ed anche a far diminuire la velocità media dei veicoli.
La Regione aveva finanziato questo adeguamento con fondi che in parte sono stati restituiti dalla Provincia, perché superiori a quelli che erano necessari.
Ultimamente, abbiamo appreso dagli organi di stampa che il Sindaco di Villastellone ha evidenziato la pericolosità della strada in oggetto, in particolare all'incrocio con Borgo Cornalese, all'interno del territorio del Comune di Villastellone: un incrocio che è stato spesso causa di incidenti molto gravi.
La Giunta comunale di Villastellone si era resa disponibile a stanziare 250 mila euro per la messa in sicurezza di quell'incrocio e lo sviluppo di una rotonda che riducesse drasticamente la pericolosità di quel tratto. Non c'era, però, lo spazio finanziario per evitare lo sforamento del Patto di Stabilità. Infatti, il Vicepresidente Reschigna aveva risposto che, date le difficili condizioni finanziarie regionali, non erano disponibili spazi finanziari da concedere ai Comuni.
Pertanto, vogliamo sapere se nell'anno 2015 sono stati concessi ai Comuni piemontesi - e, se sì, quali - spazi finalizzati ad evitare lo sforamento del Patto di Stabilità, se sono stati definiti dei criteri di virtuosità per la rideterminazione dei saldi obiettivo per consentire un aumento dei pagamenti in conto capitale e se sia disponibile, per l'anno 2016, una quota di disponibilità finanziaria a disposizione degli Enti locali e, nel caso, con che modalità si intenda concederla ai Comuni, per poter realizzare questo tipo d'interventi.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

In ordine ai primi due quesiti, si rappresenta quanto segue: nel 2015 la Regione Piemonte ha attribuito agli Enti locali spazi finanziari a valere sul Patto di Stabilità interno per complessivi 85.137.000 euro.
L'assegnazione è stata operata quasi per intero (84.035.000 euro) dando attuazione al cosiddetto Patto Regionale Verticale Incentivato disciplinato dall'articolo 1, comma 484, della legge 23 dicembre 2014, n.
190, che ha stabilito un contributo statale in misura pari all'83,33% degli spazi finanziari validi ai fini del Patto di Stabilità interno degli Enti locali, ceduti da ciascuna Regione e attribuiti con le modalità previste dal comma 481 ai Comuni e alle Province ricadenti nel loro territorio.
L'Amministrazione regionale non ha esercitato alcuna discrezionalità nell'individuazione dei beneficiari, poiché i criteri di riparto erano rigidamente definiti dalla normativa statale.
Posso depositare e consegnare al Consigliere Bertola l'elenco dei Comuni, con i rispettivi importi.
Questa mancanza di discrezionalità ha portato a dare totale applicazione alla norma prima contenuta nella legge di stabilità nazionale che prevedeva l'obbligo di cessione di queste quote di Patto di Stabilità Verticale Incentivato, al fine di saldare i debiti commerciali di Comuni e Province.
Con il decreto legge sugli Enti locali, convertito nel corso dell'estate del 2015, questa norma è stata un po' attenuata perch l'esclusività di destinazione è stata modificata in priorità di assegnazione. Con il primo riparto del mese di aprile, noi avevamo assegnato circa 40 milioni di euro. Sulla base delle richieste dei Comuni e delle Province, contavamo di utilizzare la modifica della norma nazionale da esclusività a priorità, proprio al fine di utilizzare parte delle quote di Patto di Stabilità Verticale Incentivato, per sostenere investimenti da parte di quegli Enti locali che hanno le risorse all'interno dei propri avanzi di amministrazione, ma che non le possono utilizzare proprio per il rispetto del Patto di Stabilità.
Quando è stato fatto il bando, però (nell'autunno dell'anno scorso), la realtà che è stata espressa dalle domande è che i Comuni e le Province che hanno richiesto ulteriori assegnazioni per il pagamento dei debiti commerciali hanno totalmente esaurito, se non per una minimissima parte, la quota consistente degli oltre 85.137.000 euro.
Questo - ricordo al Consigliere Bertola - ha anche aperto una forte discussione all'interno degli Enti locali, che hanno visto questa norma come una norma che premiava i Comuni poco virtuosi e penalizzava i Comuni virtuosi che erano in grado di sostenere degli investimenti, quindi anche di produrre effetti positivi in termini di miglioramento dell'organizzazione del proprio territorio, ma anche di sostegno allo sviluppo economico, perché tutte queste opere potevano dar vita a una pluralità consistente di cantieri all'interno della regione Piemonte.
Così non è stato. In ordine al terzo quesito, negli ultimi anni la possibilità per la Regione di cedere spazi finanziari è stata condizionata dai pesanti tagli imposti dallo Stato al comparto regionale, con le proprie manovre finanziarie.
Nell'anno 2016 al comparto delle Regioni, pure assoggettate come gli altri comparti alla regola del pareggio del bilancio, è richiesto di conseguire un avanzo complessivo pari a circa 2,2 miliardi di euro, che per il Piemonte equivale a un surplus di circa 156 milioni di euro. Questo significa che il rendiconto del 2016, non solo andrà a garantire un equilibrio di bilancio, ma anche un avanzo di ulteriori 156 milioni di euro, proprio in relazione agli obiettivi che la legge di stabilità nazionale ha posto alle Regioni, per quanto riguarda il 2016.
Inoltre, per il 2016 non è più stato previsto a favore delle Regioni il plafon statale per il Patto di Stabilità Verticale Incentivato a beneficio degli Enti locali nel proprio territorio.
Pertanto, a riguardo della prima finestra del 15 aprile prevista dalla normativa per il patto regionalizzato, con nota del 4 marzo è stato comunicato agli Enti locali e alle rispettive associazioni rappresentative che la Regione non avrebbe distribuito spazi finanziari. Stiamo lavorando perché nelle prossime scadenze (15 settembre, per le comunicazioni degli Enti, e 30 settembre, per il riparto) ci possano essere delle risorse che la Regione Piemonte possa cedere agli Enti locali come Patto di Stabilità Verticale Incentivato.
L'entità di queste risorse è ancora oggetto di approfondimenti e analisi che stiamo facendo all'interno del bilancio.
E' indubbio, però, che qualora fosse possibile aprire degli spazi di cessione di Patto Verticale, la norma prevede che in termini prioritari debbano essere assegnati ai Comuni fino a 1.000 abitanti, come previsto dal comma 729 della legge 28 dicembre 2015, n. 208.
La situazione del Comune di Villastellone è nota: ho ricevuto una lettera da parte del Sindaco di Villastellone e sarebbe uno di quegli interventi che più positivamente andrebbe a configurarsi rispetto a pagamenti di debiti commerciali, come avvenuto nel 2015, perché avremmo la soluzione di un problema che esiste, la possibilità per il Comune di spendere dei soldi che ha a disposizione, e l'intervento regionale in termini di copertura relativamente al patto di stabilità.
Lo verificheremo nel corso dell'anno.


Argomento: Opere pubbliche - Viabilità

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 880 presentata dai Consiglieri Valetti, Bertola, Bono e Frediani, inerente a "Chiarimenti sulla sopraelevazione dell'autostrada A5 in concessione ad ATIVA-SpA"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 880 il cui primo firmatario è il Consigliere Valetti, che la illustra.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Come premesso, la concessione di questo tratto autostradale è, ad oggi nelle mani di Ativa SpA, che è una controllata del Gruppo Gavio, con partecipazione al 18% della Città metropolitana di Torino.
Nello specifico, parliamo del tratto della A5 Torino-Ivrea-Quincinetto compreso il raccordo della A5/SS 11 e della bretella di collegamento A4/A5 Ivrea-Santhià.
Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio in data 12 gennaio 2015 ha firmato il decreto di compatibilità ambientale con le prescrizione del progetto denominato "Autostrada A5 Torino-Quincinetto Nodo idraulico Ivrea". Quest'opera prevede il rifacimento di quasi dieci chilometri di autostrada A5, con un innalzamento del piano autostradale per renderla coerente, per quanto riferito dall'operatore, con i livelli idrici previsti in caso di piena, con un costo di 260 milioni di euro, più 90 per ulteriori opere di messa in sicurezza (parliamo di 350 milioni di euro in totale).
In tale nodo idraulico, sia l'ARPA che l'Autorità di Bacino del fiume Po hanno valutato che i tempi di ritorno della fase di piena in quest'area supera i 200 anni; in particolare, una piena come quella avvenuta nel 2000 è un evento eccezionale, con tempi di ritorno di almeno 500 anni. Pertanto non ci risultano prescrizioni dell'AIPo, né di qualunque altro Ente pubblico, relative alla realizzazione di una tale opera, il cui costo supera di gran lunga il costo di rifacimento totale entro i 200 anni in caso di piena. In pratica, non si ammortizzerebbe neanche il costo dell'opera, perché si farebbe prima a lasciare che la piena la spazzi via e la si rifaccia in toto, oltre alle osservazioni di carattere paesaggistico ambientale che non sono da poco, trattandosi di sopraelevare dieci chilometri di autostrada ad un livello di 12 metri sopra quella attuale con un impatto visivo dell'area piuttosto importante.
Il nodo stradale di traffico registra una concentrazione di traffico e di intasamento nell'area del Canavese e dell'Eporediese. In particolare, la presenza del casello di Quincinetto nell'area limitrofa ad Ivrea obbliga le persone, di fatto, a privilegiare le statali, intasando anche la zona abitata di Ivrea.
Noi chiediamo che si chiarisca la posizione della Giunta in merito al progetto di nodo idraulico di Ivrea proposto da Ativa; che indichi se reputa necessarie le azioni - in tal caso quali - per la messa in sicurezza di tale nodo idraulico, nel rispetto dei dati idrogeologici; dia una risposta sulla possibilità di liberalizzare i tratti autostradali tra Scarmagno-Ivrea-Quincinetto-Albiano d'Ivrea, al fine di agire attivamente per risolvere i problemi viabilistici della zona..



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Balocco; ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore alle opere pubbliche

Grazie, Presidente.
Come lei sa, la questione del nodo idraulico di Ivrea si trascina ormai da 16 anni, perché l'ultimo evento importante che ha riguardato quell'ambito della Dora risale, appunto, al 2000. Successivamente, sono stati realizzati parecchi interventi dal punto di vista dell'arginatura e messa in sicurezza (difese spondali sul territorio), che hanno dato una prima urgente risposta alle problematiche più impellenti, e si è poi realizzato anche sull'autostrada, sulla bretella Ivrea-Santhià l'intervento del viadotto Marchetti, che da quella piena era stato abbattuto (l'intervento aveva, come scopo, ovviamente il ripristino del viadotto stesso, ma anche la messa in sicurezza e la realizzazione di un'opera che rendesse la struttura assolutamente più sicura). Questo è già stato realizzato.
In seguito, Ativa ha presentato un progetto in tre lotti, che è anche il punto sostanziale della sua proposta di project financing per il rinnovo della concessione che, come lei sa, è di prossima scadenza (agosto 2016).
E' evidente che in tutta questa partita (quella delle concessioni) la Regione non ha una competenza diretta e sulle questioni relative agli interventi e alle prescrizioni riferite al progetto di cui dicevo, cioè i tre lotti presentati già nel 2006 e nel 2007 dalla società Ativa, la Regione, come lei sa, non si espresse nel 2013, quando si concluse l'iter di conferenza dei servizi locale territoriale.
Nonostante il non pronunciamento della Regione, il Ministero dell'Ambiente ha poi concluso l'iter di VIA del progetto stesso giudicandolo compatibile con una delibera del gennaio 2015. A questo punto a fine 2015 e inizio 2016 noi ci siamo riattivati rispetto a tale questione, anche a fronte di una non chiarezza rispetto alle procedure per il rinnovo della concessione ormai prossima alla scadenza. Abbiamo sentito più volte il Ministero e il 31 marzo scorso abbiamo organizzato, presso il Ministero stesso, un incontro a cui, oltre alla Regione, erano presenti la Città metropolitana, l'Autorità di Bacino e l'AIPo. In quella sede si sono fatte delle ipotesi e il Ministero si è impegnato a richiedere ai quattro Enti interessati, nelle settimane successive, di esprimere un parere rispetto al carattere di urgenza e indifferibilità dell'intervento proposto da Ativa.
Alcune risposte informali le abbiamo già fornite durante quell'incontro, ma nei prossimi giorni ci si incontrerà nuovamente (i quattro soggetti di cui dicevo), ma è intenzione di codesto Assessorato coinvolgere anche gli Enti locali del territorio e le associazioni che già in passato si erano espresse su questo progetto.
Nei prossimi giorni, quindi, sentiti i vari soggetti interessati produrremo (con una certa urgenza, evidentemente) una risposta al Ministero rispetto a tutta la questione.
E' chiaro che la posizione della Regione è che la questione del nodo idraulico di Ivrea non venga considerata come elemento unico e, sotto certi punti di vista, vista con una soluzione progettuale probabilmente eccessiva rispetto alle esigenze di messa in sicurezza del territorio. Questo lo stiamo approfondendo con AIPo e con l'Autorità di Bacino e mi pare che si stia arrivando ad una convergenza, anche tecnica, piuttosto importante, ma anche per porre altre questioni rispetto alla nuova concessione, che sono anche quelle che lei citava (la liberalizzazione di alcuni tratti, ad esempio). Ovviamente, questo deve essere considerato all'interno di un piano finanziario globale che deve, comunque, sostenersi, tenendo conto che, al di là della questione del nodo idraulico di Ivrea, che richiede sicuramente interventi di entità finanziaria inferiore rispetto a quelli proposti, forse ci sono altre esigenze assolutamente importanti che la società ATIVA deve affrontare, in modo particolare tutto il tema dell'intasamento, soprattutto della tangenziale nord durante le ore di punta.
Una soluzione deve essere proposta, almeno dal punto di vista progettuale, durante la prossima concessione. Su questo, ci stiamo ragionando.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.09 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 10.09)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Ordine del giorno n. 761 presentato dai Consiglieri Gariglio, Ottria e Ravetti, inerente a "Solidarietà all'onorevole Cristina Bargero e piena condanna degli atti di violenza di cui è stata vittima" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Noi vorremmo chiedere l'iscrizione di un punto all'o.d.g. Si tratta dell'ordine del giorno "Solidarietà all'onorevole Cristina Bargero", che adesso le consegno.
Prima di fare l'iscrizione del punto, però, volevo chiederle se era possibile una breve sospensione, per potersi confrontare con i Presidenti dei Gruppi consiliari sulla modalità con cui portare avanti l'esame mattutino degli ordini del giorno.



PRESIDENTE

L'Aula è d'accordo? Consigliere Gariglio, procedo nella lettura delle comunicazioni e poi sospendiamo.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Baricco, Molinari e Pentenero.
Non è presente l'Assessora Parigi.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 4, 5 e 12 aprile 2016.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.11 riprende alle ore 10.20)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 19 e del 21 aprile 2016.



PRESIDENTE

Prima di proseguire con i lavori, ricordo ai colleghi che oggi pomeriggio, alle ore 18, in sala A è convocata la riunione dei Presidenti dei Gruppi consiliari, come avevamo concordato.
Lo ricorderemo ancora nel pomeriggio.


Argomento: Trasporti su ferro - Trasporti pubblici

Ordine del giorno n. 737 presentato dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Rinnovo materiale rotabile piemontese per trasporto pubblico locale" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Collegato al disegno di legge regionale 190, ossia il bilancio di previsione finanziario, c'era anche l'ordine del giorno avente ad oggetto "Rinnovo materiale rotabile piemontese per trasporto pubblico locale".
Dato che il Vicepresidente Reschigna mi aveva chiesto di non discuterlo in allora, ma di farlo in una seduta successiva, le chiederei, se è possibile, di inserirlo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Ordine del giorno n. 761 presentato dai Consiglieri Gariglio, Ottria e Ravetti, inerente a "Solidarietà all'Onorevole Cristina Bargero e piena condanna degli atti di violenza di cui è stata vittima" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Chiederei al Consigliere Gariglio di riformulare la sua proposta grazie.



GARIGLIO Davide

Grazie.
Presidente, ribadisco la richiesta di iscrivere l'ordine del giorno che ho citato prima al punto 5) bis, e annuncio la disponibilità del mio Gruppo consiliare a che la Presidenza valuti, nell'esame degli ordini del giorno un'alternanza tra ordini del giorno delle varie parti politiche di questa Assemblea.



PRESIDENTE

Consigliere Gariglio, lei aveva anche esplicitato una richiesta di inserimento? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Se c'è una richiesta di inversione dell'o.d.g. da parte del Consigliere Gariglio, per l'esame, prima degli altri atti di indirizzo, di quello depositato questa mattina, bisognerebbe mettere in votazione quella richiesta.
Si fa un intervento a favore e uno contro, poi si mette in votazione.



PRESIDENTE

Mettiamo in votazione la proposta.



BERTOLA Giorgio

Vorrei fare l'intervento contro, allora. Sto cercando di fare applicare il Regolamento.



PRESIDENTE

Consigliere, avevo inteso che questo fosse un suo intervento contrario rispetto alla proposta del Consigliere Gariglio.



BERTOLA Giorgio

No, nel mio intervento ho chiesto il rispetto del Regolamento. Se invece, siamo alla richiesta d'inversione, se posso, faccio l'intervento contrario.



PRESIDENTE

Va bene.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come già accennato al Consigliere Gariglio, siamo contrari all'inversione dell'o.d.g. Premesso che noi ci dissociamo sempre da qualsiasi forma di violenza fisica, verbale e dagli insulti - spesso terribili - che si leggono sui social, faccio notare che se noi dovessimo seguire lo stesso principio, di questi ordini del giorno ne presenteremmo uno alla settimana. Non solo di solidarietà verso i nostri colleghi parlamentari, ma anche verso noi colleghi Consiglieri.
Poiché abbiamo già visto quest'Aula un po' svilita da ordini del giorno che poco hanno a che fare con il bene dei piemontesi, noi vorremmo che si discutessero prima di atti di indirizzo che danno indirizzi, come dice la parola stessa, alla Giunta sul bilancio piuttosto che su altri aspetti. Se poi, visto che il Partito Democratico aveva l'urgenza di discutere il suo ordine del giorno collegato al bilancio, lo capiamo, hanno del consenso da recuperare.
Se il Partito Democratico ha bisogno di fare campagna elettorale, ce lo dice, convochiamo la Conferenza dei Capigruppo, sospendiamo l'attività del Consiglio e facciamo tutti campagna elettorale.



PRESIDENTE

Mettiamo in votazione la proposta del Consigliere Gariglio di inserire al punto 5) bis dell'o.d.g l'ordine del giorno avente per oggetto "Solidarietà all'Onorevole Cristina Bargero e piena condanna degli atti di violenza di cui è stata vittima".
Poiché si sta inserendo online il documento, possiamo sospendere momentaneamente la seduta, in attesa dell'inserimento.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.28, riprende allo ore 10.33)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Mettiamo in votazione la richiesta di inserire al punto 5) bis l'ordine del giorno...
BERTOLA Giorgio (fuori microfono) Ma non è online!



PRESIDENTE

Sospendo nuovamente la seduta? Scusate, potete ricontrollare? Abbiamo al punto 4) l'ordine del giorno n. 735, poi il proseguimento dell'ordine del giorno n. 652 e al punto 5 bis) l'ordine del giorno avente ad oggetto "Solidarietà all'onorevole Cristina Bargero e piena condanna degli atti di violenza di cui è stata vittima".
Indìco la votazione palese sulla richiesta di iscrizione all'o.d.g.
presentata dal Consigliere Gariglio.
Il Consiglio approva.
L'ordine del giorno n. 761 viene inserito al punto 5) bis all'o.d.g.



(Proteste provenienti dai banchi riservati ai Consiglieri del Gruppo Movimento 5 Stelle)



PRESIDENTE

Presenti: 28 Consiglieri, a favore: 18 Consiglieri, contrari: 8, non votanti: 2 Consiglieri.



(Proteste provenienti dai banchi riservati ai Consiglieri del Gruppo Movimento 5 Stelle)



PRESIDENTE

Scusate, la votazione è valida.
Presenti 28 Consiglieri, a favore: 18 Consiglieri; contrari: 8 Consiglieri; non votanti: 2 Consiglieri.
Scusate, Consiglieri, ma la votazione è valida.
Riporto l'esisto della votazione dal report. Presenti: 28 Consiglieri hanno risposto no: 8 Consiglieri; hanno risposto sì: 18 Consiglieri astenuti: nessun Consigliere non votanti: 2 Consiglieri.
La votazione è valida.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.
Chiedo all'Aula di proseguire con l'o.d.g.
Consigliere Gariglio e Consigliera Motta, vi chiedo di accomodarvi.



BONO Davide

Chiedo scusa, Presidente.



PRESIDENTE

Consigliere, le chiedo di attendere, prima di intervenire, perché avrei piacere di un briciolo di ordine in aula per ascoltare gli interventi dei Consiglieri.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Volevo solo segnalare che c'è stato qualcosa che non ha funzionato nel sistema elettronico di voto. Noi abbiamo votato all'inizio ma, a metà della votazione, abbiamo tolto la schede e il tabellone segnava 25 Consiglieri presenti, tuttavia 28 meno 8 - è matematica - dà come risultato 20.
C'è stato un errore nel tabellone elettronico che ci ha indotto in errore. Non so se sia fattibile, sicuramente è un po' irrituale, ma noi vorremo modificare il voto dei Consiglieri del Gruppo Movimento 5 Stelle in non presenza. Chiediamo di aggiornare la votazione in questo senso.
Crediamo che la maggioranza, a maggior ragione nel momento in cui vuole modificare l'o.d.g., deve garantirsi i numeri da sola.



PRESIDENTE

Consiglieri, ho chiesto se desiderate cambiare il vostro voto. La votazione comunque è valida. Se desiderate cambiare il vostro voto, perch lo ritenete un errore, lo modifichiamo.
Chiedo al Capogruppo Bertola di dirci come intende modificare il voto del suo Gruppo.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Presidente, noi intendiamo modificare il voto del nostro Gruppo, nel senso che non intendevamo essere presenti in quel momento a votare.



PRESIDENTE

Però eravate presenti, quindi non è possibile.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 735 presentato dai Consiglieri Marrone e Benvenuto, inerente a "Salvaguardia del COQ di Omegna dalla riorganizzazione ASL"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 735, avente ad oggetto "Salvaguardia del COQ di Omegna dalla riorganizzazione ASL", presentato dai Consiglieri Marrone e Benvenuto, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno, che peraltro intendevamo collegare al bilancio - quindi, è iscritto all'ordine dei lavori già da un po' di tempo intende portare l'attenzione del Consiglio regionale e quindi creare un indirizzo politico nei confronti della Giunta sulla salvaguardia di una struttura di cui abbiamo già avuto modo di parlare in un precedente dibattito in Aula, ovvero il Centro Ortopedico di Quadrante di Omegna.
Il COQ è stato immaginato per accentrare questa specialità su una struttura particolare, quindi risponde anche ad esigenze di razionalizzazione cui la vostra maggioranza e la Giunta afferma di volere ispirare il riassetto del sistema ospedaliero.
Tra l'altro, ricordo che proprio in virtù di un atto di indirizzo presentato sempre da noi e già approvato mesi fa da questo Consiglio regionale, si chiedeva di andare a definire il rapporto contrattuale con il privato che gestisce la struttura, per garantire gli investimenti per le ristrutturazioni, le messe a norma e gli adeguamenti della struttura stessa e, quindi, anche la prosecuzione del servizio. Naturalmente questo a fronte di una rassicurazione sulla lunghezza di durata del rapporto per dare anche un senso a investimenti multimilionari. Sono già avvenuti, ma altri milioni di euro sono necessari in termini di investimenti strutturali non solo immobiliari, ma anche proprio di strutture a livello di dotazioni strumentali.
Il problema, però, è che nel passaggio successivo a questa definizione contrattuale che, diamo atto alla Giunta, è avvenuta, è stato quello di una sorta di riorganizzazione annunciata dall'ASL in termini di redistribuzione di posti letto - o, come diremmo noi, di tagli di posti letto - che vede penalizzare pesantemente il COQ, al punto da minacciarne la sopravvivenza.
Questo perché c'è oggettivamente un taglio dei Day Surgery e, soprattutto di medicina rispetto a quella che è la struttura. Siamo di fronte ad un taglio di posti letto che non si capisce dove vengano poi ridistribuiti; e soprattutto rimane fermo quello che doveva essere il progetto originario di accentramento della specialistica dell'ortopedia sulla struttura del COQ andando quindi a trasformare in una realtà quello che, al momento purtroppo, è solo un nome (cioè Centro Ortopedico di Quadrante).
E' il motivo per cui, d'intesa con i Consiglieri comunali di Omegna di Fratelli d'Italia e della Lega Nord, abbiamo deciso di proporre questo ulteriore atto di indirizzo, che speriamo sia un faro per la Giunta, per andare a ristabilire delle priorità, che non vanno, badate bene, nella tutela dell'acquisito, bensì nel dare reale efficacia ed efficienza al risanamento della sanità, a partire dalla razionalizzazione delle strutture ospedaliere, ma secondo principi di razionalità e di buonsenso.
L'impegnativa è molto semplice: si chiede di garantire quanto meno la sopravvivenza del Day Surgery al COQ di Omegna, almeno fino alla realizzazione del nuovo ospedale VCO, perché non ha senso togliere il Day Surgery, dicendo che poi sarà coperto dal nuovo ospedale quando il nuovo ospedale, al momento, è un'idea nel cervello di alcuni tecnici e niente di più.
Il secondo punto dell'impegnativa è quello che chiede di convertire i posti letto tagliati al COQ su Medicina e convertirli quanto meno in Ortopedia e Riabilitazione, che sarebbe coerente con la specialità cui si ispira questa struttura (lo dice il nome stesso) e, di conseguenza - questa è un'impegnativa più di sistema - avviare un serio accentramento dell'Ortopedia sul COQ di Omegna, coerentemente con la missione di quadrante della struttura. Se si dice che quella struttura deve occuparsi di ortopedia, non è sensato mantenere l'ortopedia in altre strutture della Provincia.
In realtà, sono impegnative che - lo dico anche a beneficio dei colleghi che hanno seguito la vicenda meno nel dettaglio - sono state fatte proprie anche dall'Amministrazione comunale, che è di centrosinistra, e anche dal Partito Democratico che, sul territorio di Omegna, vede con preoccupazione quella che, di fatto, è la minaccia di andare a tagliare posti letto quando la stessa ASL e la stessa Regione hanno messo un tetto massimo di fatturazione.
La risposta che è arrivata dalla struttura della Direzione ai privati che gestiscono il COQ è "aumentate la mobilità". Il problema è che, avendo un tetto massimo di fatturazione e sentendosi dire di aumentare la mobilità e, quindi, l'attrattività dei pazienti da altre Regioni, il risultato è come se la Regione Piemonte dicesse ad una struttura di eccellenza che copre l'ortopedia di limitare il servizio destinato al territorio. E' ovvio, infatti, che se il monte fatturazione rimane quello e aumenta la percentuale dei non piemontesi a cui rivolgere il servizio, si arriva inevitabilmente a dire di limitare quella che, invece, è l'offerta di servizio sul territorio.
E', quindi, una battaglia e una questione di semplice buonsenso.
Mi spiace che non siano presenti l'Assessore Saitta, che è competente per materia visto che si tratta di sanità, e neanche il Vicepresidente Reschigna che, anche solo per attinenza territoriale, aveva seguito questo problema e che, peraltro, era in aula fino a poco tempo fa.
Chiedo che venga votato questo atto, ma non mi dispiacerebbe avere il parere della Giunta, perché coerentemente con pareri già dati sui passi precedenti di questo percorso, era lecito immaginare che fosse un parere favorevole.
Chiedo quindi alla Presidenza se può verificare se, essendo assente l'Assessore Saitta, quanto meno il Vicepresidente Reschigna possa tornare in aula per dare un parere. Posto che credo di aver dato ai colleghi di maggioranza tutti gli elementi di riflessione, immagino che un parere della Giunta sia loro quanto meno gradito.



PRESIDENTE

Chiediamo al Vicepresidente Reschigna, che era in aula, se pu rientrare.
Intanto chiedo se ci sono altri interventi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Allemano; ne ha facoltà.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
In realtà, questa questione ci è nota; quindi, a prescindere dal riferimento territoriale che può avere il Vicepresidente Reschigna, abbiamo gli elementi per argomentare rispetto all'impostazione data dal Consigliere Marrone. Tutta la storia di questo presidio rimanda ad una struttura che ha una funzione monospecialistica e quindi nasce nel 2002 come struttura chiamata a sviluppare le attività connesse all'ortopedia.
Non sto a richiamare tutti gli atti delle legislature passate e della precedente, che affermano questa vocazione. Tutte le volte che si è parlato di integrazione del COQ di Omegna nella rete ospedaliera, si è fatto riferimento al polo ortopedico che lo stesso presidio rappresenta e non ad altre specialità.
C'è stato un tavolo in Regione proprio per affrontare le questioni relative al COQ e per valutare come mantenere questo indirizzo monospecialistico e come regolarsi rispetto alla presenza di specialità non coerenti con quell'indirizzo.
La riunione si è conclusa con l'indicazione data al Centro Ortopedico di Quadrante e all'ASL del Verbano Cusio Ossola di redigere una proposta entro il 31 dicembre 2017, proprio per vedere come questa vocazione ortopedica possa armonizzarsi con il Quadrante e con la prospettiva del nuovo ospedale.
Questo tavolo, presieduto dal Direttore generale, si è riunito il 2 marzo, si è aggiornato il 7 marzo e ad entrambe le riunioni non ha preso parte la componente privata del COQ. Ci sembra ci siano tutte le condizioni in loco con il coinvolgimento dell'Assessorato e della struttura regionale per arrivare a questa armonizzazione. I tempi sono tali da consentire tutte le valutazioni del caso (ci riferiamo al dicembre del 2017); sarebbe opportuno che il socio privato del COQ non disertasse certi tavoli e non trasformasse in una vicenda politica una questione che è squisitamente di pianificazione dei servizi sanitari.
Questo è quanto deve accadere e, di conseguenza, non ci sono le condizioni per forzare un percorso tecnico con una presa di posizione politica. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Alemanno.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Vicepresidente Reschigna per essere rientrato in aula, ma noi chiediamo...



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Lo sappiamo bene, però, insieme agli altri Assessori, rappresenta la Giunta che è un organo collegiale, ma è ovvio che noi ci chiediamo dove sia l'Assessore Saitta. Immagino che oggi avrà degli impegni, non so se mi sapete dire dove, perché siamo in una situazione un po' difficile. Questo capita sempre con gli Assessori alla sanità, anche nella scorsa legislatura; si decide di fare la Commissione un giorno alla settimana, poi si scopre che quel giorno è, guarda caso, il giorno delle riunioni a Roma del tavolo di coordinamento sanitario delle Regioni. Così si sposta la Commissione ad un altro giorno e anche quel giorno l'Assessore non è presente. Di martedì (non il programma televisivo), il giorno in cui si svolge il Consiglio regionale, spesso l'Assessore è assente.
Quindi, chiederemmo al Vicepresidente, se no lo avremmo chiesto al Presidente, che l'Assessore Saitta, che - non in quanto persona, ma essendo colui che porta le deleghe più importanti della Regione Piemonte - sia un po' più presente, perché stiamo discutendo di temi importanti. Infatti quasi in tutte le riunioni in Consiglio si parla di sanità, tra interrogazioni e atti di indirizzo, poiché la sanità è la competenza principale delle Regioni (finché non ce la tolgono) e ha le quote di risorsa del nostro bilancio, sia di parte corrente che di parte investimenti, più alte della nostra Regione.
Sarà un po' più complicato discutere di questo ordine del giorno, anche se la Regione ha il suo indirizzo: abbiamo sentito il collega Allemano e la Giunta, che è un organo collegiale, potrà dare risposte e indicazioni anche se, essendo un atto di indirizzo, siamo noi che dovremmo dare degli indirizzi alla Regione. E' vero che non è un'interrogazione, però pu sempre essere utile il parere più informato, diciamo, da parte dell'Assessore competente, perché comunque è persona più informata rispetto ai Consiglieri.
Fatta questa doverosa premessa, assolutamente non polemica, ma necessaria, proprio per cercare di migliorare i rapporti di lavoro all'interno della Commissione e del Consiglio regionale, veniamo all'ordine del giorno.
L'ordine del giorno presentato dal collega Marrone mi sembra condivisibile. Il COQ di Omegna, come ricordava il collega Allemano, è una sperimentazione che viene da lontano, dal 2002, una sperimentazione di gestione misto pubblico e privato di un ospedale, in particolare modo del Centro Ortopedico di Omegna. Il gruppo privato è la società francese Générale de Santé, che gestisce, insieme all'ASL-VCO, il centro ortopedico.
E' una sperimentazione che, a quanto ne sappiamo, funziona, soprattutto in termini di capacità di attrarre pazienti (passatemi il termine non tanto bello, ma da un punto di vista tecnico si dice così) dalla Lombardia e mantenere i pazienti del VCO all'interno dell'ASL-VCO stessa, anche se essendoci una compartecipazione privata, vi è una quota di retribuzione del privato, che ovviamente non partecipa per spirito caritatevole. Ciò che è importante è che in un anno vengono eseguiti migliaia di interventi e una quota parte non indifferente sono di attrazione di pazienti dalla Lombardia o, comunque, da altre province.
Poiché, negli ultimi anni, la Regione Piemonte sta soffrendo notevolmente di un'accentuata mobilità passiva, dovuta - questo possiamo dircelo, perché è evidente - non alle scarse qualità dei nostri operatori del settore sanitario, ma al taglio drastico, drammatico di posti letto effettuati con le deliberazioni n. 1-600 e n. 1-924 di questa Giunta e con il blocco del turnover, che non ha fatto altro che allungare a dismisura le liste di attesa della nostra Regione, nel momento in cui ci troviamo in una forma particolare di gestione della sanità (anche se siamo per una sanità il più possibile pubblica, ma che comunque funzioni), forse, dobbiamo prestare attenzione e dare gambe a questo progetto anche in un'ottica di investimenti, come si può leggere nell'ordine del giorno illustrato dal primo firmatario.
Abbiamo fatto un similare esperimento nella città di Torino, nel senso che un ospedale era totalmente in mani di privati, ma privati no profit, e visto che la Regione ha voluto disimpegnarsi dal punto di vista degli investimenti e della copertura dei debiti, fondamentalmente mancati e ritardi di pagamento da parte dell'ASL torinese, è stato deciso di cederlo totalmente a privati profit. Ovviamente, mi riferisco al Gradenigo di Torino, ceduto a Humanitas.
Anche in questo caso bisogna fare investimenti, perché l'ospedale è situato in una zona prospiciente il lago d'Orta. Quindi, in caso di innalzamento del livello dell'acqua, come abbiamo già visto, se non sbaglio, nello scorso autunno, si verifica il tracimare delle acque, con conseguente allagamento dei locali seminterrati dell'ospedale. Inoltre, è necessario fare investimenti in quasi tutti gli ospedali della nostra Regione.
Quindi viene logico domandarsi chi è che intende e chi può fare questi investimenti: la Regione nelle vesti dell'ASL-VCO, oppure il partner privato? Il partner privato sembra abbia dato disponibilità ad investire, ma è ovvio: visto che non è un privato profit e non è un ente caritatevole chiede in cambio delle certezze sulla gestione e sul prolungamento della gestione mista pubblico-privato stessa. E' ovvio che il privato non investe quattro, cinque o sei milioni di euro in una struttura per rimodernarla e poi magari tra un anno, o al 31 dicembre 2017 (tra un anno e mezzo), la gestione misto pubblico-privato non viene rinnovata e quindi perde quei fondi.
Insomma, non vi è una valutazione politica in questo, ma una valutazione semplicemente degli investimenti che un'azienda fa, con una logica privata perlomeno di attenzione rispetto agli investimenti fatti.
Quindi, si può decidere che resta tutto in stand by e che si prosegue così fino a quando non ci sarà la realizzazione del nuovo Ospedale unico nel VCO in quel di Ornavasso, di cui discuteremo oggi pomeriggio; spero sarà dato adeguato spazio. Capiremo così cosa fare: un centro ortopedico totalmente pubblico, oppure riportare all'interno del nuovo ospedale di Ornavasso la sperimentazione mista pubblico-privato sul centro ortopedico.
Anche di questo dovremo discutere - spero - perché - ormai, siamo abituati abbastanza male in questo Consiglio regionale, che sia questa legislatura o l'altra - le scelte sulla sanità vengono assunte e comunicate prima - ai vertici delle ASL - poi - ai Sindaci dei territori e - in ultimo - ai Consiglieri regionali - prima - di maggioranza e - ancora dopo a quelli di opposizione.
Quindi, vorremmo avere delle informazioni in più. Per questo chiedevamo la presenza dell'Assessore Saitta. Ovviamente, nel quadro di riorganizzazione delle strutture ospedaliere dell'intera ASL è un tema fondamentale comprendere il destino di una struttura che funziona, perch di nuovo, siamo a dire: se sono strutture, come il COQ di Omegna o come il Valdese di Torino (che è stato chiuso), che funzionano, dobbiamo cercare di capire come, comunque, preservare le parti che funzionano, quelle che possono essere anche eccellenze, e non creare, di nuovo, una situazione di precarietà e di incertezza che, alla fine, penalizza i cittadini e i pazienti. Di nuovo, tante volte abbiamo visto - vado a chiudere perché sto per sforare il tempo - che i servizi lasciati un po' in sospeso (forse vengono chiusi, forse vengono ridotti, forse vengono disattivati) creano un senso di incertezza nella popolazione, che così non si reca più in quei servizi, quindi c'è la scusa per chiuderli perché non hanno più i numeri.
Su questo noi chiederemo alla Giunta anche di pronunciarsi nel merito del presente dibattito, per conoscere meglio il futuro del Centro Ortopedico di Quadrante di Omegna.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Ha chiesto la parola la Consigliere Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Condividiamo questo ordine del giorno e ringrazio il Consigliere Marrone per aver portato all'attenzione il caso del COQ di Omegna.
In effetti, anch'io, come il Consigliere Bono, volevo esprimere il mio pensiero e le mie considerazioni sul fatto che, anche oggi, giornata di Consiglio, è assente l'Assessore Saitta. Ultimamente, l'Assessore Saitta è spesso assente e non è presente in Commissione; tra l'altro, è stato cambiato il giorno della seduta di Commissione sanità proprio per andare incontro alle esigenze dell'Assessore, ma, nonostante questo, l'Assessore è spesso latitante, e un Assessore alla sanità non può essere latitante soprattutto in una Regione come la nostra che è ancora in piano di rientro.
Ricordo che non siamo ancora usciti dal piano di rientro, a differenza di quanto spesso viene dichiarato dagli stessi giornali. Ricordiamo che siamo ancora in piano di rientro; ricordiamo che la Regione Piemonte potrebbe lavorare solo sul tema della sanità, che oltre l'80% del bilancio regionale riguarda la sanità, quindi è una materia di fondamentale importanza.
Per questo motivo, l'Assessore dovrebbe essere presente, anche in considerazione delle numerose modifiche effettuate con la riorganizzazione della sanità piemontese; quindi, per questo motivo, l'Assessore dovrebbe essere presente e dovrebbe rispondere all'atto di indirizzo proposto.
Per tornare al COQ di Omegna, ricordiamo che stiamo parlando di un Centro Ortopedico di Quadrante che funziona, nonostante sia una sperimentazione tra l'ASL del VCO, il Comune di Omegna e una parte privata (quindi, per il 51% è pubblico e per il 49% è privato), però è un centro che funziona, anche in considerazione dell'altissima mobilità passiva della regione Piemonte.
Pochi giorni fa i giornali parlavano proprio della mobilità passiva in riferimento all'Ospedale Gradenigo; tra l'altro, noi abbiamo sempre combattuto fino alla fine affinché questo ospedale non fosse venduto ad Humanitas e avevamo già preventivato la mobilità passiva, per la quale i pazienti piemontesi vengono inviati nella regione Lombardia, a Rozzano, e i giornali, proprio ieri, o l'altro ieri, parlavano di un aumento della mobilità passiva. Quindi, i nostri pazienti piemontesi vengono indirizzati in Lombardia.
Questo cosa provoca alla Regione Piemonte e alle casse della nostra Regione? Un incremento di denaro pubblico? Uno spreco di denaro pubblico voluto dalla Giunta Chiamparino! Il Movimento 5 Stelle era fortemente preoccupato! Abbiamo sempre espresso le nostre preoccupazioni! Vi abbiamo sempre detto, anche in Commissione sanità, a tutti i componenti e allo stesso Assessore, di fare attenzione perché qui stiamo parlando di una società per azioni; stiamo parlando di privati che hanno come obiettivo lo scopo di lucro, mentre il nostro obiettivo deve essere la tutela e la salvaguardia della sanità pubblica! Se è vero che questo Assessore e questa Giunta vogliono tutelare la sanità pubblica, non si doveva assolutamente cedere un ospedale come il Gradenigo ai privati! Allora, noi vi chiediamo, anche con questo ordine del giorno, per cortesia, di prestare attenzione! E' un centro che funziona, cosa vogliamo fare? Si sta parlando di una riorganizzazione, siamo in attesa del nuovo ospedale unico del VCO. Allora, noi chiediamo di capire cosa intendete fare, cosa intende fare questa Giunta e come l'Assessore intende comportarsi, come intende procedere nei confronti di questo centro ortopedico, visto e considerato che è il primo caso in cui abbiamo una mobilità attiva e non passiva, per cui dalla Lombardia vengono nel nostro territorio, a Omegna, nel Verbano Cusio Ossola.
Noi condividiamo questo ordine del giorno e vorremo capire come si intende procedere.
Inoltre, vorremo comprendere la questione del taglio dei posti letto perché non so esattamente di quanto sarà la riduzione dei posti letto.
Considerando che sono 100 posti letto di ortopedia, poi ci sono dei posti letto di medicina e di Day Surgery, vogliamo capire se questi letti verranno ripristinati, magari incrementando quelli di ortopedia, se vengono tagliati quelli di medicina e di Day Surgery, oppure se verranno completamente tagliati. Si deve capire anche quello, come intendono procedere in tal senso. Poi, si deve cercare di capire anche se si intende rinnovare e supportare questa compartecipazione e questa convenzione che c'è tra l'ASL e il privato, o se si intende non rinnovare più questa compartecipazione.
Noi siamo in attesa. Ci sarebbe piaciuto che l'Assessore alla sanità ci avesse dato delle risposte, ma l'Assessore alla sanità - ripeto - ancora una volta è assente, continua ad essere latitante; ci dispiace tantissimo perché la sanità è di fondamentale importanza.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Batzella.
Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Intervengo almeno per chiarire un punto. L'Assessore Saitta arriverà più tardi, non è in aula per gravi e serie ragioni familiari; però, almeno prima di esprimere giudizi ci si può anche informare!



(Commenti fuori microfono)



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Comunque, è assente in aula per giustificate ragioni familiari.
Nonostante questo, arriverà in aula, penso già nella mattinata, e parteciperà al Consiglio del pomeriggio.
Detto questo, visto che è stata richiesta la mia presenza (ho lasciato una riunione perché comunque ritenevo doveroso esserci), ne approfitto: ho ascoltato gli interventi, ho ascoltato anche l'intervento del Consigliere Allemano e ho letto l'ordine del giorno. Quello che posso dire in merito a questa situazione è sinteticamente in questi termini.
Primo, non c'è rischio di ridimensionamento delle attività all'interno del Centro Ortopedico di Quadrante di Omegna; non c'è rischio perché - lo ricordava anche il Consigliere Allemano - dopo una serie iniziale di assenze agli incontri da parte della società, che (lo voglio ricordare) è società al 51% pubblica, si sono avviati momenti di confronto tra l'Assessorato regionale alla sanità, l'Azienda Sanitaria Locale e il Centro Ortopedico di Quadrante, tesi a precisarne obiettivi e contenuti del ruolo che deve avere all'interno della programmazione regionale.
Ritengo di poter sostenere che questi incontri, anche se non sono ancora totalmente definiti in tutti gli aspetti, consentono di affermare che non siamo e non saremo in presenza né di un ridimensionamento di posti letto né di un ridimensionamento di volume di attività.
Quello che, però, voglio dire rispetto all'atto d'indirizzo presentato dal Consigliere Marrone, è che non aiuterebbe, relativamente alla chiusura di questa trattativa, che il Consiglio regionale indicasse che i posti letto di Medicina vengono chiusi e trasformati in posti letto di Ortopedia e che venga mantenuto il Day Surgery, perché questi elementi di dettaglio devono emergere non in un atto di indirizzo (è arrivato l'Assessore Saitta), ma nella trattativa tra Assessorato alla sanità, Azienda Sanitaria Locale e Centro Ortopedico di Quadrante. Alcuni posti letto di Medicina, ad esempio, rimarranno, per la semplice ragione che il Centro Ortopedico di Quadrante ha definito un accordo con il CTO teso alla presa in carico di tutte le realtà di infezioni alle protesi in ambito ortopedico. Pertanto alcuni posti letto di Medicina ci sono.
Sotto questo profilo, la rassicurazione che esprime la Giunta è sul mantenimento del ruolo e del numero dei posti letto. La richiesta è che non ci sia un'indicazione relativamente a cosa deve essere mantenuto e cosa deve essere tolto. Ritengo che l'atto di indirizzo del Consiglio regionale potrebbe benissimo configurarsi in termini di un atto che tende a salvaguardare quel ruolo e il numero dei posti letto.
Se così fosse, sarebbe una cosa; se, invece, si vuole entrare nel dettaglio di una trattativa aperta, è chiaro che questo non può vedere il consenso della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Ci fa piacere che l'Assessore Saitta abbia potuto essere presente in Consiglio.
La vicenda del COQ è una vicenda sperimentale, nata nel 2003, mista pubblico-privato (51% pubblica). E' una sperimentazione che ha dato ottimi risultati e che nasce con la scommessa di diventare un centro ortopedico di riferimento non solo regionale, e dai dati vediamo che effettivamente richiama pazienti anche da fuori regione.
E', pertanto, sicuramente un presidio ospedaliero che nel tempo va fortificato e valorizzato, al fine di richiamare i pazienti, poich dall'altra parte sono molto più veloci di noi, e devo dire che la Regione in passato, non ha avuto grande lungimiranza: penso alla vicenda del reparto di oculistica dell'Ospedale di Arona, che è stato spostato a Borgomanero, mentre prima il 90% dei pazienti che avevano bisogno di cure oculistiche e che provenivano dalle zone limitrofe ad Arona (Vergiate Sesto Calende e non solo) facevano riferimento al reparto di oculistica di Arona, poi trasferito a Borgomanero. Questi pazienti dalla Lombardia arrivavano in Piemonte e consentivano allo stesso di recuperare sul versante della passività sanitaria.
Oggi, però, non è più così. Il 90% è diventato il 10%: queste sono le stime che ci vengono fornite, anche perché in Lombardia sono molto veloci in queste cose e fanno operazioni sui nostri chirurghi migliori, fanno operazioni sui reparti, laddove vedono delle carenze e vanno a coprire le loro mancanze.
La Regione Lombardia, infatti, ha aperto a Somma Lombardo un reparto di oculistica, mentre il nostro reparto di oculistica si è trovato a Borgomanero a dover usare in modo molto limitato la sala operatoria.
Quindi, le liste d'attesa piemontesi, già famose grazie al piano di rientro (non dico che sia colpa di qualcuno), si sono allungate poiché è venuto a mancare il turnover naturale dei medici che vanno in pensione e la situazione si è ulteriormente aggravata a causa di problemi strutturali.
Inoltre, c'è anche una tinta fosca in questa vicenda, perché il direttore generale di allora è andato a lavorare per l'Istituto Garofalo che ha aperto una sala oculistica a Gravellona.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Anche l'ex direttore amministrativo dell'ASL fa l'amministratore unico se è solo per quello! Lavora per la Garofalo!



ANDRISSI Gianpaolo

Lo so, lo so, perché ho fatto .



PRESIDENTE

Chiedo scusa. Avrete la possibilità di intervenire.



(Commenti del Vicepresidente Reschigna)



ANDRISSI Gianpaolo

Sì, lo so, e infatti ha ricevuto anche numerosi posti letto in continuità assistenziale.
Ho presentato un'interrogazione - l'Assessore probabilmente ricorderà per chiedere.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Della Regione, non dell'ASL.



ANDRISSI Gianpaolo

Sì, sì.
Dicevo, per chiedere che i posti letto in continuità assistenziale venissero riportati all'Ossola e l'Assessore Saitta mi rispose che sarebbe avvenuta una compensazione di questi posti letto in continuità assistenziale.
Detto questo, visti i passaggi storici, la situazione potrebbe diventare di ulteriore difficoltà per la Regione Piemonte, considerato che la nostra passività è arrivata a circa 60 milioni. Tuttavia, nel VCO ci viene segnalata un'ulteriore problematica: il DEA di Verbania, causa pensionamento di alcuni medici, è in difficoltà nei turni e tale difficoltà ha coinvolto anche il presidio del Pronto Soccorso del COQ.
Pertanto, ci sono molte questioni e in vista c'è finalmente l'istituzione dell'Ospedale Unico che noi abbiamo sposato fin dall'inizio di questa legislatura. Ci ha fatto piacere quando anche la maggioranza ha sposato questo tipo di scelta, che noi consideriamo strategica per il VCO poiché data la popolazione del VCO (160 mila abitanti) crediamo che l'ospedale unico sia la scelta migliore. Inoltre, considerando anche che nel VCO convivono un reparto di Ortopedia presso l'ospedale Castelli di Verbania ed un reparto di Ortopedia al COQ.
Sono numeri. Numericamente, mi sembra siano almeno sette-otto gli ortopedici che lavorano presso l'ospedale Castelli di Verbania e credo che questa convivenza vada un po' stretta, considerando che l'attività protesica è stata resa impossibile (cosa che prima della nascita del COQ veniva fatta nella struttura pubblica: questo è un dato ufficiale).
Pertanto, se poi l'Assessore vuole proporlo, non è compito mio, perch non ho scritto io questo documento; noi lo condividiamo nello spirito, ma se - poi - questa cosa va a creare delle difficoltà all'Amministrazione e alla Giunta, non lo so. Credo che sia lecito, da parte del Consiglio regionale, fare delle valutazioni sulla sanità e delle proposte di impegni alla Giunta.
L'ordine del giorno presentato dal Consigliere Marrone lo condividiamo per le cose dette prima, perché fa un importante riferimento: "Avviare un serio accentramento dell'Ortopedia sul COQ di Omegna, coerentemente con la missione di Quadrante della struttura; convertire i posti letto tagliati al COQ su Medicina in Ortopedia e Riabilitazione".
Sono questioni che vanno effettivamente valutate e approfondite con dati seri sia sull'ospedale Castelli sia sul COQ.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Su questa mozione viene ad innestarsi, visti anche i commenti della maggioranza e dell'Assessore, una serie di tematiche che consideriamo un nervo scoperto della discussione democratica sulla politica sanitaria della Regione.
Al di là del fatto che ci dispiace per i problemi familiari dell'Assessore che lo hanno costretto all'assenza e al ritardo oggi - lungi da noi voler costringere delle persone, se hanno problemi nella vita al di fuori di qua, a partecipare a sedute forzosamente - resta aperta, però, la questione che sul discorso "sanità" a nostro parere (lo ripetiamo ormai dall'inizio della legislatura) non si stia verificando un serio confronto democratico sul merito della riforma ospedaliera e sul merito di tutto ci che viene fatto, in ambito di programmazione sanitaria, dal punto di vista della Regione.
Dunque, gli unici momenti di confronto in Consiglio, visto che purtroppo in Commissione non ci si arriva, vengono dagli spunti presentati con gli atti di indirizzo, che, quando sono condivisibili, ci offrono l'opportunità di esprimere le nostre opinioni in materia.
Sotto questo profilo, riteniamo quindi errato dire che il tema di cui in oggetto è un tema tecnico, da affrontarsi solo a livello di Assessorato di Direzione sanitaria e di rapporto tra l'ASL e la parte privata che partecipa all'operazione a Omegna. La questione è che, comunque, tutto ci che sta avvenendo a livello di riorganizzazione ospedaliera e di territorio avrebbe dovuto avere prima un confronto democratico e di merito, perch comunque abbiamo delle cose da dire. Ci siamo anche sentiti rinfacciare più volte dallo stesso Assessore, anche in incontri pubblici (perché me ne ricordo uno a Mondovì), soprattutto l'anno scorso, parlando di riforma ospedaliera, il fatto che gli sarebbe piaciuto sapere qual era la posizione dei Grillini in materia. Peccato che non abbiano avuto i luoghi in cui esprimere le nostre posizioni! E' chiaro, quindi, che gli atti di indirizzo e le interrogazioni sono l'unico modo in cui proviamo a dire cosa pensiamo. Ed è chiaro che sull'ordine del giorno in oggetto emergono le solite perplessità che abbiamo già espresso più volte su tante altre operazioni. Quello non è il mio territorio, ma io lì dentro ci ritrovo i problemi che riscontriamo comunque anche nel Cuneese: penso all'ospedale di Ceva, penso al riordino tra Ceva, Mondovì, Savigliano, penso a quello che dovrà succedere con Alba e Bra, penso a Verduno, eccetera eccetera. Non si sa, né si capisce, come si farà a garantire i livelli di servizio, come si farà ad evitare un aumento della mobilità passiva e, soprattutto, si corre il profondo rischio che una parte del servizio sanitario slitti pian piano verso i privati o verso forme di assistenza professionale anche all'interno di strutture pubbliche, erogate, però, al di fuori del servizio pubblico normale.
Sotto questo profilo, riteniamo che questo ordine del giorno sia tutto sommato condivisibile, ed esprimiamo forti perplessità sulla scarsa chiarezza di quello che si intende portare negli effetti, con la riforma in atto, struttura per struttura. Ci sarebbe piaciuto avere un quadro chiaro degli effetti attesi, dei servizi che saranno garantiti (con quali tempistiche, con quali numeri, eccetera eccetera), tutte informazioni che non ci sono mai state fornite, se non a spizzichi e a bocconi nel corso di interrogazioni, question time o risposte ad atti di indirizzo, spesso facendo anche orecchie da mercante ed evitando di rispondere a certe domande.



PRESIDENTE

Consigliere Marrone, chiede di intervenire per la modifica?



MARRONE Maurizio

Per rispondere alla Giunta.



PRESIDENTE

Prego; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Intervengo solo per ribadire un principio: la risposta della maggioranza, intesa come componente di Consiglio e di Giunta, è un po' surreale. Perché da un lato abbiamo, da parte del PD, una velata accusa al privato, che diserterebbe i tavoli di trattativa, quindi si chiede che trattativa sia, dal momento che, di fatto, c'è solo una delle due componenti, cioè Assessorato e Direzione. Dall'altra parte, c'è il Vicepresidente Reschigna, che dice: "Tranquilli, non poneteci limiti; non poneteci dei paletti. Perché tanto dovete fidarvi della trattativa". Ma lo stesso PD dice che sostanzialmente non è nemmeno mai stata avviata.
Qui, in più, si dice anche che noi ingesseremmo, con questo atto di indirizzo, il calcolo di riconversione dei posti letto tagliati, quando non è vero. Se il Vicepresidente Reschigna dice che con questo ordine del giorno si pongono limiti all'eventuale sopravvivenza di Medicina al COQ forse non ha letto bene l'impegnativa. Perché noi non diciamo di convertire i posti letto di Medicina in Ortopedia e Riabilitazione, ma solo quelli tagliati su Medicina in Ortopedia e Riabilitazione.
Vorrei solo ricordare che le impegnative sono precise nei limiti di smetterla di farci prendere in giro con le deleghe in bianco - perch quest'epoca è finita - e di andare, però, a dare delle indicazioni che sono di sistema. Cioè non si va solo a dire "fai questo" o "fai quell'altro", ma si va a dire che se un certo ortopedico di quadrante è ortopedico ed è di quadrante, ed è un centro, vuol dire che Ortopedia va accentrata lì (è la terza impegnativa); vuol dire che se si tagliano posti letto da altre specialità, questi devono essere non sacrificati in toto, ma convertiti in Ortopedia, ed è a questo coerente; infine, si dice di garantire la sopravvivenza del Day Surgery del COQ di Omegna almeno fino alla realizzazione del nuovo ospedale, che vorrei ricordare a tutti che non esiste allo stato dell'arte! In realtà, quello che si dice è solo di mantenere le specialità con un orientamento di razionalizzazione. Si sta dicendo solo questo.
Se poi la Giunta vuole invece tenersi le mani libere per fare altro e mascherare quelli che sono oggettivi tagli sotto spostamenti e razionalizzazioni, cosa che stiamo vedendo fare ampiamente anche a Torino sappiate che, da questo punto di vista, manteniamo esattamente così com' l'atto di indirizzo. Presidente, aggiungo anche, cosicché ciascuno si assuma un minimo di responsabilità, che richiedo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il mio collega Reschigna ha già avuto modo di entrare nel merito con una certa precisione. Volevo soltanto precisare che non sono assolutamente latitante: nella vita si possono avere anche problemi familiari che riguardano tutti, quindi suppongo che, in qualche maniera, siano giustificabili.
Il tema del COQ è stato oggetto, come vi è noto e come mi è stato riferito, di un'ampia discussione anche qui in Consiglio regionale.
Su tutti i documenti cerco sempre di capire qual è la motivazione che ne ha indotto la presentazione: mi chiedo, cioè, per chi lavora questo documento.
Questo documento, in qualche maniera, tende a mantenere lo status quo esistente e mi pare di capire, non tanto nella parte dispositiva, anche se non è condivisibile, che c'è un punto - "considerato che" - che mi induce a pensare che sembra più un ordine del giorno teso a sostenere e a mantenere la posizione dei privati. Mi sembra più ispirato a garantire questo, più che il funzionamento dei servizi.
Mi stupisce anche che il Movimento 5 Stelle condivida questa opinione quando qui c'è un punto, "sottolineato che: il privato gestisce.", eccetera eccetera.
Il tema è questo ed è la linea conduttrice che stiamo adottando da tutte le parti, anche con una certa determinazione, anche verso alcuni poteri forti, che sono le case farmaceutiche private. Anche il collega Campo richiama degli aspetti che mi pare siano superati dal tempo.
Gli atti di programmazione noi li abbiamo già compiuti. Li abbiamo compiuti in attuazione del programma operativo; la definizione dei posti letto e dell'organizzazione ospedaliera è già definita, ed è quella delibera 1-600, e le modifiche successive, sulla quale è stato presentato anche ricorso da parte del Movimento 5 Stelle, immaginando che la Giunta non avesse la competenza per farlo. Non mi pare, però, che questo ricorso abbia sortito grandi effetti da parte del Movimento 5 Stelle.
In ogni caso, è stato approvato dalla Giunta e condiviso da parte del tavolo di monitoraggio. Non è assolutamente vero, quindi, che c'è una trattativa caso per caso, ma la Regione, dopo parecchi anni - direi qualche decennio - ha finalmente un atto di programmazione, che è la delibera 1 600, oggetto anche di ripetuti confronti in Commissione, in Consiglio ed anche localmente.
Continuo a dire che l'opinione del Movimento 5 Stelle è sempre difficile da immaginare; come in questo caso, dove mi sembra più una posizione a sostegno del privato del COQ che non di integrazione tra i servizi ospedalieri. Ovviamente si può cavalcare tutto, e capisco che questo è uno sport molto utile, anche in questo periodo, ma in questo caso abbiamo assunto, cosa che non era capitato finora, un atteggiamento di governo, anche delle esperienze miste, nel senso che anche le esperienze miste, in qualche maniera, devono essere oggetto di un controllo e di un coordinamento con le decisioni assunte nella delibera 1-600.
Questo è quello che abbiamo fatto. Il privato, anche nelle società miste, ha il dovere e l'obbligo di stare all'interno della programmazione regionale.
Il Vicepresidente Reschigna ha detto con precisione a che punto è la situazione. Il giorno 3 maggio ci sarà ancora un incontro per la definizione di un'intesa, ma anche lì sono nate questioni e problemi, forse in modo imprudente, non da parte del COQ in quanto tale, essendo una società mista, ma da parte del privato.
Mi pare che sia emerso un certo protagonismo da parte del privato, ma in questo caso, come in altri casi, la Giunta regionale non batte le mani per il protagonismo dei privati. Il nostro compito è di governarli, ed anche qui li stiamo governando. Verrà quindi assunta una decisione, che sarà coerente con la delibera 1-600.
Mi interessava soltanto richiamare questo fatto.
Capisco le motivazioni di un ordine del giorno così com'è presentato e com'è nato, ma mi sembra di consentire al privato.



(Commenti fuori microfono)



SAITTA Antonio

No, non è più così. Non è più così. Come stiamo facendo da altre parti.
Anche nei confronti delle aziende farmaceutiche, verso cui non mi pare che da parte di alcuni Consiglieri emerga un grande entusiasmo.
In ogni caso, ritornando al tema, è che riassumiamo un ruolo di governo: fanno quello che serve all'amministrazione pubblica e non quello che interessa ai privati.
In questo caso è molto chiaro: si può utilizzare tutto, ma ci tenevo a sottolineare questo aspetto e anche qualche contraddizione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Ha chiesto la parola, Consigliere Bono? Mi dispiace, ma è già intervenuto.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo di Andezeno, plesso di Baldissero Torinese (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Comprensivo di Andezeno plesso di Baldissero Torinese, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 735 presentato dai Consiglieri Marrone e Benvenuto, inerente a "Salvaguardia del COQ di Omegna dalla riorganizzazione ASL" (seguito)


PRESIDENTE

Invito tutti i colleghi a prendere posto in aula in vista della votazione dell'ordine del giorno n. 735.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 735, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 15 Consiglieri si sono astenuti 27 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.


Argomento: Montagna - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Proseguimento esame ordine del giorno n. 652 presentato dai Consiglieri Barazzotto, Allemano, Baricco, Bertola Boeti, Caputo, Chiapello Conticelli, Frediani, Grimaldi, Molinari, Motta, Ottria e Valle, inerente a "Nuovo piano di conservazione e gestione del lupo in Italia: incentivare le misure di sostegno e protezione delle attività agro-pastorali, in alternativa alle deroghe al divieto di abbattimento dei lupi"; ordine del giorno n. 678 presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti, Porchietto e Marrone, inerente a "Azioni per contrastare la presenza dei lupi nel territorio piemontese"


PRESIDENTE

Procediamo procedendo con l'esame dell'ordine del giorno n. 652 e dell'ordine del giorno n. 678, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Nella seduta consiliare pomeridiana del 16 marzo è iniziato l'esame degli atti di indirizzo. L'ordine del giorno 652 è stato illustrato dal Consigliere Barazzotto; l'ordine del giorno 678 è stato illustrato dal Consigliere Vignale. Sono seguiti gli interventi dei Consiglieri Bertola Grimaldi e Rostagno.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Barazzotto; ne ha facoltà.



BARAZZOTTO Vittorio

Solo per dire che c'è stata una modifica, Presidente.
Per quanto riguarda la parte finale, relativa agli impegni, è stato riscritto ed articolato in modo migliore rispetto a quanto fosse stato scritto prima, tra l'altro indicando anche associazioni per le quali è possibile andare a vedere i link e rendersi conto di alcune esperienze sul campo.
Quindi, è stato riscritto ed articolato in modo migliore, a mio avviso ed è depositato.
Infine, una preghiera ed un invito rivolto in modo particolare a lei essendo il nostro garante, è che poi questo ordine del giorno, votato o non votato, non rimanga lì, ma che, vista l'esperienza della Regione Piemonte venga portato nell'ambito della conferenza Stato-Regioni, con la speranza e l'auspicio che il Ministro Galletti veda che cosa si sta facendo in questa Regione, altrimenti abbiamo perso solo del gran tempo e mi dispiacerebbe un po'.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Barazzotto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente, per avermi dato la parola nella discussione dell'ordine del giorno, anche se l'avei voluta prima.
Per l'ennesima volta, vorremmo sottolineare all'Assessore Saitta - mi dispiace dirlo oggi - e a tutti gli Assessori, la necessità di avere un atteggiamento più istituzionale all'interno dell'Aula (poi magari in Commissione si può discutere in maniera più accalorata), soprattutto nel momento in cui poi viene smentito dalla sua stessa maggioranza, che non vota contro l'ordine del giorno ma fa un'astensione. Sappiamo che il voto di astensione è un voto un po' di facciata, nel senso che ha valore di un "no", ma è come se volesse dire "no, ma forse", "no, ma ci penso", "no, ma non avevo capito bene", per poterlo poi utilizzare anche a livello territoriale, visto che il Vicepresidente Reschigna è della provincia del VCO, di Verbania.
Ormai siamo abituati a questi giochetti. Li conosciamo bene, quindi respingiamo al mittente qualunque insinuazione nei confronti del Movimento 5 Stelle, che ha - come è stato detto - una politica ben chiara, sia sulla sanità sia su tutti i temi trattati.
Fatta questa premessa, che non ho potuto fare prima, torniamo agli ordini del giorno 652 e 678.
E' un tema che riteniamo molto importante.
Alcuni nostri colleghi di Gruppo hanno firmato il documento del Consigliere Barazzotto, cui tra l'altro chiederei di formalizzare le modifiche fatte, in modo da comprendere meglio.



PRESIDENTE

E' già online la modifica, Consigliere Bono.



BONO Davide

Quindi questo è l'ordine del giorno finale? BARAZZOTTO Vittorio (fuori microfono) Sì, però è stata preceduta da un'e-mail a tutti i Consiglieri nei giorni precedenti.



BONO Davide

Va bene.
L'ordine del giorno è condivisibile, tant'è che alcuni nostri colleghi l'hanno firmato. Tra l'altro, se il collega Barazzotto è favorevole apporrei anch'io la mia firma sull'ordine del giorno.
Come si dice nell'oggetto, "Nuovo piano di conservazione e gestione del lupo in Italia", si parla di conservazione e gestione. Mi sembra che il documento colga bene anche lo spirito, anche in alcune parti dell'indirizzo: "La Regione Piemonte ha seguito attentamente il fenomeno sin dai primi avvistamenti negli anni '90, organizzando un articolato programma di monitoraggio, ricerca ed analisi al fine di raccogliere i dati scientifici e tecnici necessari alla gestione della ricomparsa del lupo e del suo impatto sulle attività economiche, specialmente nei comparti alpini". Vero, in alcuni casi isolati il lupo si spinge fino in pianura creando difficoltà, soprattutto nel rapporto con le attività produttive, in particolar modo agli allevamenti, in quanto possono essere attaccati dei capi di bestiame, quindi creando un danno economico alle attività imprenditoriali.
Da un'altra parte del documento si ricorda bene che il lupo ha anche una funzione fondamentale per la corretta gestione e la limitazione della preoccupante diffusione degli ungulati. Da un lato, quindi, il lupo crea danno all'imprenditore, perché vengono abbattuti capi di bestiame dall'altro c'è la riduzione della pressione degli ungulati che danneggiano le attività agricole. Come al solito, c'è un equilibrio. Mi sembra una cosa abbastanza banale. In natura le varie specie trovano un equilibrio tra loro nella convivenza all'interno di un unico habitat, di un unico ecosistema.
La crescita di una specie è stata compensata, in passato, dalla comparsa di un'altra specie che andava a limitarne la diffusione, quindi un suo predatore.
Solo l'attività antropica, quindi iniziativa dell'uomo, ha creato questi scompensi. Magari andando a cacciare una specie, andando ad introdurre alcune specie di ungulati per far sì che la pratica sportiva della caccia si diffondesse, abbiamo creato uno scompenso, un'assenza di equilibrio tra le varie specie. Oggi si vuole introdurre la possibilità di autorizzare l'abbattimento legalizzato del 5% della popolazione dei lupi.
In tal modo, su 1.200 lupi, circa 60 potranno essere uccisi ogni anno legalmente, in un contesto in cui numerosi individui sono già vittime del bracconaggio e dell'uccisione illegali per i motivi che ho detto prima. Pu creare un problema rispetto all'attività della Regione Piemonte, che dagli anni Novanta ha portato avanti programmi di misurazione, analisi, studio scientifico e studio tecnico per il ripopolamento che sta avvenendo autonomamente, ma che riteniamo importanti, e la gestione.
Tant'è che viene citata correttamente la deliberazione della Giunta regionale n. 9-4153 del 30 ottobre 2006 con la quale, presso l'Ente di gestione Parco naturale della Alpi Marittime - che il Consigliere Campo conoscerà meglio di me - è stato costituito il "Centro per la conservazione e la gestione dei grandi carnivori". Questo rappresenta una novità assoluta nel panorama italiano con molteplici compiti e funzioni, tra cui quello di coordinamento e organizzazione, per conto della Regione Piemonte, di tutte le attività connesse al richiamato progetto "Il lupo in Piemonte".
La Regione Piemonte, da questo punto di vista, è un'eccellenza.
Giustamente, si chiedeva che questo atto di indirizzo, una volta approvato venisse portato in Conferenza Stato-Regioni per far sentire e far pesare il ruolo della Regione Piemonte e fare ottenere, se possibile, una modifica in questo senso al Ministero, che ha preso questa posizione e questa deliberazione.
Questa posizione è fondamentale perché, come si dice in un'altra parte dell'ordine del giorno in cui si cita la Direttiva europea n. 92/43 dell'Unione Europea, gli allegati 2 e 4 sulla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica che includono, tra la fauna selvatica, a maggior ragione, il Canis lupus, cioè il lupo.
Pertanto, questi abbattimenti dovrebbero essere autorizzati, previa applicazione di una deroga alla direttiva, che definisce il lupo una specie selvatica da tutelare, quindi prioritaria, e ne proibisce cattura uccisione, disturbo, detenzione, trasporto, scambio e commercializzazione.
Come al solito, mi sembra che ci sia un po' di confusione nelle politiche che vengono fatte tra Europa, Stato e Regione. Noi, dal mio punto di vista ma credo che sia condiviso dai colleghi del Gruppo - stiamo attuando una linea politica coerente in questo caso. Chi forse è confuso, magari è a Roma. È importante dare questo segnale per dire che non siamo d'accordo con questa linea e vogliamo un cambiamento.
Ultimo punto molto importante che ha ricordato il Consigliere Barazzotto e che spesso ha ricordato il Consigliere Bertola nel tema della caccia per quanto riguarda i cinghiali e altri ungulati: gli abbattimenti sono di solito scarsamente utili per la gestione delle popolazioni di lupo equivalente anche per i cinghiali. In alcuni casi, anzi, si è registrato un aumento a causa della destrutturazione indotta dei branchi. Ricordo che i lupi si muovono in branchi e, se attaccati, si può creare una destrutturazione del branco, quindi casi di lupi isolati che possono arrivare in pianura e attaccare maggiormente. Isolati e singolarmente presi sono più deboli che in branco, entro cui sono più forti nel procacciarsi il cibo.
Mi sembra un ordine del giorno pienamente condivisibile, soprattutto il punto "di sollecitare il Governo e il Parlamento ad adottare tutte le misure citate in premessa finalizzate a migliorare la gestione del lupo e" mi sembra importantissimo - "la convivenza con le attività antropiche".
Bisogna convivere con le entità antropiche, non pensare che ci sia un primato dell'antroposfera rispetto alla biosfera.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Anch'io sposo quest'ordine del giorno, che mi sembra molto ben costruito e argomentato, anche come impegni.
Voglio solo sottolineare che oggi la situazione del lupo in Piemonte tra l'altro, è una delle più monitorate d'Italia. Abbiamo diversi progetti tra cui il più importante è quello "Wolf Alps" che seguono attivamente l'evoluzione della popolazione del lupo in Piemonte che, comunque, pur consolidata, è comunque ridotta ad alcune decine di esemplari. E' difficile persino incontrarlo il lupo.
Sottolineo, inoltre, che la principale causa di morte dei lupi in Piemonte è data dall'uomo. Il 60% delle cause di morte del lupo è dovuto al bracconaggio. Abbiamo un serio problema da un altro punto di vista, non per il fatto che dobbiamo contenere le popolazioni di lupo, che sono al minimo sindacale. Ricordo che i branchi di lupo presenti, in particolare nell'arco alpino meridionale occidentale e nella piccola parte di confine con le Alpi liguri, sono veramente ridotti all'osso. Spesso constano solo della coppia riproduttrice e forse di uno o due altri esemplari.
Stiamo parlando di una situazione che è relativamente stabile nel tempo, ma che è fortemente a rischio proprio per l'ingerenza antropica. Non è che i lupi sono pericolosi per gli umani, ma è vero il contrario. Così come, ed è ribadito in uno dei punti dell'impegnativa, è necessario fare un serio contrasto, anche dal punto di vista istituzionale, alla campagna allarmistica e molto emotiva che si sta facendo sul lupo e sui rischi che esso comporta, in particolare per la pratica zootecnica in montagna.
Continuiamo a ricordare che il lupo è un predatore efficiente e quando uccide si concentra, visto che i branchi sono minimali, soprattutto su un animale solo; quindi, quando si parla di stermini di ingenti numeri di pecore o di altri animali allevati, è molto probabile - e lo dimostrano le indagini svolte, in alcuni casi, in maniera scientifica - che non sono i lupi i responsabili dell'ecatombe, perché il lupo ammazza l'animale che gli interessa e lo consuma integralmente.
Conseguentemente ci sembra che, da un lato, abbiamo una campagna strutturata con l'appoggio anche istituzionale di rappresentanti istituzionali del territorio, per portare avanti una disinformazione volta a quello che viene chiamato "contenimento", ma il cui obiettivo è l'eradicazione del lupo, perché di questo stiamo parlando. Se noi intendiamo limitare e andiamo ad abbattere elementi in branchi che sono già costituiti dalla sola coppia riproduttrice o poco più, andiamo sostanzialmente a cancellare il branco.
Quindi, come possiamo pensare di voler rispettare le Direttive Europee che ci dicono che questa è una specie minacciata, che sul nostro territorio ha rischiato l'estinzione, anzi i ripopolamenti sono dovuti principalmente ad immigrazione.
Noi, a livello nazionale, abbiamo già fatto approvare una mozione - mi pare in Commissione Agricoltura - che riguarda il rispetto delle Direttive Europee e quindi il non ricorso a campagne di riduzione numerica dei branchi di lupo a livello italiano.
Voglio sperare che in Piemonte, Regione particolarmente avanzata anche grazie alle sue strutture di tutela ambientale e all'estensione dei suoi parchi che tutelano, in particolare, le zone alpine, aree di preferenza del lupo e anche di congiunzione tra le aree protette piemontesi e francesi quindi, garantendo al lupo quel minimo sindacale di spazio vitale per potersi muovere e forse espandere, anche se continuo a dire che l'espansione dei branchi di lupo non c'è; semmai, ogni tanto si può vedere qualche lupo singolo - e qui parliamo di monitoraggi scientifici - che viene identificato sporadicamente al di fuori di dove sono segnalati i branchi stabili, ma non si parla di creazione di nuovi branchi, di recente.
Anzi, abbiamo un'intensificazione del bracconaggio, abbiamo atti di intimidazione tipo la testa di lupo appesa ad un cartello nel territorio del comune di Ormea o altre situazioni in cui i lupi sono stati avvelenati.
Di conseguenza, sosteniamo ed invitiamo attivamente a votare questo ordine del giorno, che ci sembra in totale allineamento anche con le politiche e la sensibilità che è stata storicamente manifestata in questa Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Dagli anni Settanta, in cui il lupo era una delle specie più importanti presenti sul territorio italiano in via di estinzione, ad oggi, il recupero delle aree naturali e della politica naturalistica italiana ha realizzato due grandi successi nell'ambito della fauna selvatica: da una parte, il lupo, e dall'altra, sempre nel parco delle Alpi Marittime (perché è partito da lì), il reinserimento dell'avvoltoio degli agnelli o gipeto, che adesso è arrivato fino al Gran Paradiso. Quindi, due grandi successi che la politica naturalistica italiana può annoverare in questi anni. Sono proprio un fiore all'occhiello della politica dei parchi, che rendono i nostri parchi attrattivi per la fruizione non solo italiana, ma anche internazionale, e su questo dovrebbe essere fatta una politica di marketing naturalistico importante, che spero avvenga nei prossimi anni.
Bisogna dire che fino a pochi anni fa nelle vallate alpine non ci si lamentava della presenza del lupo, ma ci si lamentava di una presenza eccessiva di ungulati che, negli inverni particolarmente nevosi addirittura danneggiavano fortemente il patrimonio boschivo di queste vallate. Penso al Parco del Gran Bosco di Salbertrand in Val di Susa, dove negli inverni particolarmente innevati gli ungulati mangiavano le cortecce degli abeti bianchi più giovani, portandoli alla morte. Quindi, c'era un disequilibrio, ma anche da parte della popolazione dei cinghiali, che danneggiava le coltivazioni anche nelle vallate alpine. Penso, ad esempio alla coltivazione delle patate, che venivano decisamente arate dalla presenza eccessiva di cinghiali.
Il lupo ha la capacità di limitare la presenza di queste popolazioni di fauna selvatica, che sono cresciute proprio perché era assente un carnivoro che potesse limitarne la crescita.
La crescita delle popolazioni non è infinita, perché vi sono sempre dei fattori limitanti. Chi, anche in modo amatoriale, ha letto dei principi dell'ecologia sa che tutte le popolazioni, da quella del fitoplancton in un bacino lacustre ad una popolazione di ungulati ad una popolazione di carnivori, sono limitate dalla presenza di un sostentamento sufficiente.
Più aumenta la popolazione di carnivori, più diminuisce la popolazione di ungulati e viceversa, quindi le popolazioni in natura hanno un andamento sinusoidale negli anni, cioè crescono e calano, perché c'è un equilibrio naturale che negli anni si compensa, senza andare a creare delle crescite che possono creare danni all'ambiente.
Fino ad oggi è stato così, proprio per l'assenza del carnivoro lupo, ma nelle vallate alpine ci si è lamentati per la presenza - e mi fa piacere che questo sia stato segnalato in questo ordine del giorno - di un randagismo eccessivo, provocato spesso dall'abbandono di cani da parte di pastori che vengono dalle pianure per il periodo estivo.
I randagi che sopravvivono all'inverno sono particolarmente pericolosi per l'uomo, perché avendo confidenza con l'uomo, a differenza del lupo, che non ce l'ha assolutamente e che è difficile da avvistare, diventano particolarmente pericolosi per l'uomo e succede, soprattutto a chi pratica mountain bike ad alto livello o fa trekking, di essere attaccato da cani randagi che sono particolarmente pericolosi, proprio perché hanno confidenza con l'uomo.
Su questo settore andrebbe fatta una politica seria di contenimento e soprattutto con i pastori che, qualche volta, abbandonano il loro cani nei pascoli. Oltre tutto, questi randagi, quando attaccano per sfamarsi le greggi al pascolo, non uccidono un solo capo - cosa che invece fa il lupo quando attacca le greggi - ma tendono ad uccidere molti capi, perché non hanno il senso del limite, perché sono stati allevati dall'uomo.
Fino ad oggi, i pastori che risiedevano nelle nostre vallate ovviamente spesso nelle borgate di montagna, mantenevano la presenza di 20 30 capi di pecore per famiglia, quindi, a turno, settimanalmente, durante il periodo estivo, un componente di una famiglia andava negli alpeggi, dove le pecore venivano lasciate.
E' chiaro che questo tipo di gestione delle greggi non potrà essere fatta per la presenza del lupo. Si può ovviare a questa gestione delle greggi lasciate allo stato brado, che semplificava molto le cose, con reti elettriche, con la presenza dell'uomo, con la presenza di cani addestrati alcune misure possono limitare fortemente e contenere fino a pochissimi capi l'attacco da parte di lupi, se sono lupi.
Questa è la situazione che si è venuta a creare nelle vallate alpine in questi anni. Da parte mia, condivido questo ordine del giorno anche per l'equilibrio e per la politica seria che vuole stimolare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Avevo già illustrato l'ordine del giorno di cui sono presentatore assieme ai colleghi del Gruppo, quindi intervengo sugli altri ordini del giorno in generale.
Credo che ci si debba attenere alla realtà e non alla fantasia o al mondo che vorremmo fosse, perché così non è.
Rilevo soltanto che, nella provincia di Cuneo - cito questa provincia perché è quella con il maggior numero di lupi - nel 2013 sono avvenute 150 aggressioni. Se fosse vero quanto dice il collega Andrissi riferendosi ai greggi lasciati negli alpeggi senza un controllo quotidiano, ed anche all'abbandono di cani che diventano randagi (quelli che poi attaccano le greggi), avremo dovuto avere degli attacchi già negli anni precedenti.
Qualcuno si ricorda di un solo attacco a mandrie di greggi avvenuto dieci anni fa? No. Allora, è evidente che non è il fenomeno del randagismo che preoccupa. Il fenomeno del randagismo può essere preoccupante nel momento in cui avviene l'ibridazione di cani con lupi.
E' evidente che il piano di reinserimento del lupo prevede una serie di aspetti, alcuni estremamente limitativi, come il divieto di commercializzazione e il divieto di abbattimento, ma dice anche che bisogna mantenere il lupo in uno stato di conservazione fino al raggiungimento di una popolazione minima vitale, ed inoltre che bisogna garantire una coesistenza tra lupo ed attività antropiche e l'attenuazione dei conflitti attraverso una loro puntuale verifica e monitoraggio, consentendo anche in deroga l'intervento con abbattimenti.
Badate, se anche passasse il piano del Ministero dell'Ambiente sull'abbattimento del cinque per cento dei lupi formalmente censiti all'interno della nostra Regione (100/150), significherebbe che si potrebbero abbattere sette lupi. Chiunque conosca le realtà montane e i loro problemi sa che se la Regione Piemonte effettuasse un piano di abbattimento di sette lupi, questo non servirebbe a nulla. Nel senso che oggi la popolazione è cresciuta a dismisura, ma questo non ce lo dice Wolf Alps: andate su Facebook e guardate quanti filmati vi sono che ritraggono lupi all'interno delle nostre realtà e, soprattutto, guardate fin dove sono arrivati.
Nel momento in cui avviene un abbattimento a Poirino o in un altro comune nella pianura del cuneese, significa che, come sempre avviene, che l'areale dei lupi si va estenedendo oltre le zone montane.
Questa è la realtà. Per conoscere la realtà non bisogna consultare Wolf Alps, ma parlare con qualcuno che vive in quelle realtà, altrimenti stiamo a fare una filosofia ambientalista meravigliosa, non tenendo conto di chi vive, nei periodi estivi e non solo, di pastorizia, ma soprattutto di chi tiene vive le realtà montane.
Come per altri aspetti, anche sulla tutela del lupo esiste un aspetto meramente ideologico o, meglio, più che ideologico, preconcetto, ed è difficile discutere o provare a convincere qualcuno che la sua idea non è perfettamente giusta se non addirittura sbagliata, oppure ci si trova, come credo sia questo il caso, a discutere di materie e temi che non si conoscono e, soprattutto, di aree e di situazioni che non si conoscono. O ancora, si pensa, come accade spesso quando si parla di montagna, che la garanzia del "parco giochi" della città possa anche prevedere che ci sia il rimborso nei confronti dell'allevatore "colpevole" di lasciare gli ovini allo stato brado, che la Regione non fa alcun tipo di intervento per garantire un'attività imprenditoriale che mantiene viva le nostre vallate quindi è colpa di quell'allevatore, che va anche in montagna a portare le pecore proprio dove c'è il lupo! E' come se qualcuno gli dicesse: "Ma vai da un'altra parte! Cosa vai a fare lì?".
Questa è la situazione e vorrei che fosse compresa con molta chiarezza.
Non serve l'ordine del giorno presentato dal collega Barazzotto, è sufficiente (in realtà, l'ho letto) leggere il titolo, che dice molto chiaramente "non si interviene". Rilevo che i piani di conservazione e abbattimento in deroga vengono fatti in tutti i paesi alpini europei. Non è che tutti i paesi alpini europei sono noti per essere degli "stragisti" di lupi, perché gli abbattimenti si fanno perché sono indispensabili per garantire lo stesso principio delle Direttiva europea, cioè che si deve mantenere una piccola consistenza di popolazione di lupi, tale che non sia in contrapposizione con le attività umane.
Poi, dovremmo fare una campagna antidiscriminatoria per spiegare che il lupo non è pericoloso? Andate voi a spiegare alle persone che vedono a Mezzenile, a Ceres e a Pont, nel centro di un paese, una coppia di lupi o un branco di lupi, che non è pericoloso per l'uomo. Se ne siete capaci siete bravi! Ricordo, e concludo, come il lupo sia stato storicamente radicato in questa regione. In questa regione il lupo è stato radicato fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento; nelle valli in cui io vado l'ultimo è stato ucciso nel 1920, a seguito di una taglia che misero i Savoia. Perché? Perché divenne pericoloso per l'uomo quando iniziò ad attaccarlo. Quando ci furono i primi attacchi all'uomo, i Savoia emisero una taglia per cui, all'interno della nostra regione, vi furono cacciatori di lupi. Non credo sia questo ciò a cui noi vogliamo arrivare, però vi inviterei ad andare in alcuni borghi alpini, dove ci sono ancora le cerniere delle porte che venivano chiuse durante la notte per evitare che i lupi entrassero all'interno delle case.
Questa è la storia della nostra regione, questo il concetto che è insito nella cultura, nella tradizione e nella storia della regione in cui viviamo, perché è una regione alpina. Certo, se la cultura oggi prevalente legittima - è quella della montagna come "parco giochi", in un parco giochi deve starci anche il lupo e chi se ne frega se chi patisce è colui che, invece, la montagna continua a viverla!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Vorrei partire proprio dall'ultima considerazione. Alcuni considerano la montagna come un parco giochi, indipendentemente da quello che realmente succede in montagna e, drammaticamente, questo rischia di essere persino un falso, nel senso che, chi ha questo tipo di considerazione della montagna il più delle volte non la vive nemmeno il weekend o la domenica; se ci va il più delle volte i montanari si lamentano dei danni che ricevono da questi ospiti non rispettosi dell'ambiente montano e dei territori che visitano.
Credo che la discussione di oggi nasca comunque da una contrapposizione, da qualcosa che sfugge che non è stato citato sufficientemente.
Parto dal tema della particolare sensibilità ambientale, che tanto è diffusa oggi nella popolazione, soprattutto, di tipo cittadino: poco visitano gli ambienti montani e si dimenticano di un tema quando si parla di equilibrio naturale. Nell'equilibrio naturale, se così fosse, non si tiene conto della presenza dell'uomo, che, di per sé, è il primo e unico vero elemento inquinante di tutto il territorio e l'ambiente. Allora è l'uomo che, a sua volta, deve intervenire per creare dei meccanismi di modulazione e restituire un ambiente naturale ad una condizione il più possibile coerente con quello che potrebbe essere in sua assenza.
Di questo non si tiene mai conto quando si aprono queste discussioni.
Da un lato, sentiamo dire che i lupi sono animali dalle caratteristiche quasi romantiche, che è bello avere il lupo. Certamente, è bello avere il lupo, ma mi domando perché la stessa simpatia non nasca per altre specie che politiche estremistiche ambientali hanno portato quasi all'estinzione.
Mi riferisco, per esempio, ai passeracei, di cui non si vede quasi più traccia in montagna, perché le politiche di qualche anno tendenti alla conservazione dei corvidi fa hanno fatto sì che oggi non si veda più un uccellino cantare su un ramo e un nido di passeracei da cui possa uscire un uccellino di quella categoria, mentre troviamo corvidi dappertutto perch sono stati protetti.
Le politiche ambientali sono quelle che hanno impedito di dragare i fiumi, poi abbiamo le alluvioni, anche quando si andava a raccogliere soltanto sabbia. Non vorrei sbagliarmi, ma quando Asti è finita sott'acqua non è stato certamente per il fiume principale, ma per gli affluenti accessori che non venivano più dragati da un'azienda che storicamente li dragava, poi la legge glielo ha impedito per le politiche ambientali.
Dragare il fiume, prendere la sabbia e portarla a terra per riutilizzarla creando un circuito naturale - quindi, un'economia circolare che tanto oggi è in voga - in passato veniva fatto, ma le politiche ambientali - ahimè hanno detto che il sassolino nel fiume deve fare il suo corso, anche mettere sott'acqua le città.
Torniamo al tema principale: la presenza antropica, indubbiamente, è l'elemento inquinante dell'ambiente, ma è evidente che l'uomo ha deciso di asservire, in qualche modo, la natura alle sue necessità.
Mi domando perché non ci sia la stessa simpatia per le nutrie. Forse si dirà perché la nutria è un animale che è scappato dagli allevamenti e fa danni all'agricoltura. Non so se qualcuno ha avuto modo di vederle, sono degli enormi topi, giganteschi, con la stessa coda; non ricordano castori o altri animali con belle pellicce sulla coda, la coda è quella del topo così come l'aspetto, ma pesano quasi 10-12 chili, anche 20 qualche volta.
Nessuno nutre simpatia per questi animali, nemmeno si prova simpatia per il ratto, che, oggettivamente, è un roditore che vive a contatto con l'uomo e dovunque ci sia un uomo altamente inquinante, si nutre dell'inquinamento dell'uomo stesso, quindi più sono grossi i ratti e più c'è inquinamento, ma nessuno nutre simpatia per questi animali.
Sul tema specifico del lupo, ad oggi, ci sono due versioni che vengono confrontate, ma sul piano scientifico credo non ci sia ancora alcuna possibilità di controllo e di studio reale. C'è un'organizzazione che si sta occupando del lupo, con difficoltà, perché il lupo è un animale estremamente schivo, si muove molto, viaggia moltissimo, quindi diventa difficilissimo e costosissimo un censimento reale, ma, attualmente, sono in pochissimi ad occuparsene.
Alcuni dicono che sono pochissimi e altri dicono che sono troppi. Credo che, forse, la verità stia nel mezzo. Anche quando a volte leggiamo sui social media delle tante aggressioni o delle tante presenze di lupo, forse qualcuna non è così realistica e crea allarmismi che stimolano la controparte a dire: "Avete visto, stanno dicendo cose che non sono vere".
E' fuor di dubbio che, in Piemonte, ogni anno, il numero di animali abbattuti casualmente o dolosamente, in alcune circostanze (alcuni sono stati prosciolti per i casi di abbattimento o per aver eliminato dei lupi volontariamente), caso strano, è superiore alla popolazione dichiarata dalle associazioni che fanno i censimenti. Quindi, ci sono più lupi morti che lupi vivi, però ci sono ancora i lupi. E' vero che c'è il randagismo credo ancora una volta legato a comportamenti antropici non corretti e il più delle volte difficilmente ad opera di persone che vivono la montagna succede che gli animali vengano adottati da famiglie e, poi, liberati quando, successivamente, diventano scomodi, creando quegli scompensi che sono stati sottolineati molto bene, sono branchi estremamente pericolosi.
E' altresì vero che il lupo, in senso stretto, ha rappresentato e rappresenta per l'uomo raramente un pericolo; il vero attacco del lupo all'uomo credo lo si veda nei film o laddove esista una situazione di carestia tale per cui il lupo ha l'abitudine di scendere dalle montagne nei centri abitati.
Come è stato anche già detto in alcuni interventi che mi hanno preceduto, e lo sa chi ha modo di vivere e di parlare con la gente di montagna, nessuno ha la diretta paura del lupo, se non quella ancestrale.
La lotta tra l'uomo e il lupo è ancestrale, perché il lupo ha sempre minacciato le economie dell'uomo che vive in montagna; però, in tanti mi dicono che ascoltano, sentono e avvertono la presenza del lupo la sera, e senza andare in borgate particolarmente isolate, basta recarsi in borgate vicine anche a grossi conglomerati, quasi pedemontani. Lì avvertono la presenza del lupo perché i loro cani (pastori abruzzesi o pastori maremmani, quindi animali seri che guardano bene la proprietà, perch quello è il loro mestiere) tacciono e si vanno a rintanare nelle cucce.
Poi, si sente questo ululato del lupo, che non è un ululato, ma quasi un brontolio, quando gira intorno alle case. Soltanto chi l'ha sentito potrebbe non riconoscerlo perché immagina di sentire il lupo così come evocato da film come "Zanna Bianca", ma in realtà è un grufulare, è un grugnito: così talvolta che chi gira intorno alle case non è un cinghiale ma un lupo. Quando il cinghiale gira, il maremmano esce di casa e lo va a cercare, perché gli interessa predarlo e, comunque, viene fuori il suo istinto di predatore se sente un cinghiale.
Aggiungerei un aspetto: è evidente che questa azione di limitazione e di contenimento del numero dei lupi, su cui il Governo sta tentando di ragionare, dovrà avvenire con molta saggezza, serietà e discrezione, perch l'abbattimento del lupo non può essere fatto se non necessario. Forse il Governo ha qualche elemento in più rispetto a noi che stiamo ragionando più sul piano sentimentale che sul piano della reale conoscenza del fenomeno ha forse qualche elemento più di noi per dire che, a livello nazionale, si tratta di un fenomeno importante, che esiste e che sta producendo danni economici.
Ritengo che occorra essere tutti più attenti nel chiedere che venga fatto un reale censimento, da un lato, del numero dei lupi e, dall'altro dei comportamenti umani che stimolano le due culture: l'una sostiene che il lupo non è assolutamente una minaccia, che è una figura allegra, romantica e piacevole da incontrare, fermo restando che siamo in Piazza Castello, a Torino, e non andiamo mai in montagna ad incontrarlo; l'altra - e chiedo scusa, Presidente, finisco - evoca e invoca una presenza del lupo minacciosissima per tutti gli animali e tutte le bestie che abbiamo allevato, fino a noi stessi - come uomini - cosa che, in realtà, è di dimensioni minori.
Ritengo che, come Consiglio, occorra preoccuparsi di sostenere un'attività di reale conoscenza del fenomeno e, successivamente, andare a ragionare sulle misure da adottare. Ma è fuori dubbio che se oggi l'esecutivo nazionale sta intervenendo e ragionando su misure che credo siano nella cultura di questo Governo (di protezione ambientale e di protezione di un animale tanto caro ai territori), significa che il fenomeno è forse un po' più serio di quanto ci viene prospettato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Monaco.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Quando si affrontano dei temi che riguardano gli animali interviene sempre una parte emotiva che, ovviamente, non tutti hanno: alcune persone purtroppo, nascono con una certa sensibilità; dico purtroppo, perché io sono una di quelle e credo che anche il Consigliere Barazzotto, da come ho potuto conoscerlo in questi due anni di attività, appartenga a questa categoria, quindi siamo un po' destinati a soffrire, visto il tipo di mondo in cui viviamo.
Ritengo che quest'ordine del giorno sia equilibrato ed abbia dei punti come sottolineava il collega Bono - su cui si può sicuramente trovare un accordo, tant'è che l'ho sottoscritto e ovviamente darò un voto positivo.
Lo trovo un atto equilibrato, perché cita dei dati scientifici, tecnici e il lungo lavoro che è stato fatto in Regione Piemonte per arrivare alla reintroduzione del lupo sulle nostre montagne. Si parla anche di protezione dell'habitat, ma non si tralascia l'aspetto relativo allo sviluppo delle attività umane, e si cerca di dare un indirizzo per rendere la convivenza il più possibile pacifica.
Nelle premesse di quest'ordine del giorno si dice che l'abbattimento è un metodo non selettivo. In Europa abbiamo diversi casi di nazioni che hanno scelto di utilizzare l'abbattimento; da quanto mi risulta, soltanto la Francia l'ha fatto e i risultati non sono sicuramente incoraggianti perché pare che attraverso l'abbattimento si uccidano i capibranco e questo comporti una destabilizzazione del branco che, in questo modo, si rivolge alle prede più deboli, quindi alle pecore.
Anche guardando oltre i nostri confini, vediamo che la soluzione dell'abbattimento non porta sollievo a quegli allevatori che devono condividere il territorio con il lupo. Dico condividere il territorio perché voglio ricordare che la montagna non appartiene soltanto all'uomo quindi sarebbe ingiusto considerarla uno spazio riservato soltanto a noi.
Pertanto, occorre sicuramente trovare delle soluzioni e quest'ordine del giorno ne offre indubbiamente qualcuna. Ovviamente, il cammino è lungo e difficile e, soprattutto, bisogna fare i conti con l'attività del bracconaggio, che provoca già - purtroppo - numerosi abbattimenti illegali degli esemplari che si trovano sulle nostre montagne, senza offrire alcuna conseguenza positiva, anzi.
Bisogna, poi, contrastare le campagne allarmistiche che si stanno diffondendo e che vedono sempre più il lupo come un nemico, inducendo ad adottare dei comportamenti sconsiderati, come quelli di utilizzare esche avvelenate. Queste sono sempre più presenti, ad esempio, nelle montagne della Val di Susa e molto spesso vengono mangiate dai cani. Conosco diverse persone che hanno avuto problemi e hanno tuttora problemi a frequentare le montagna, proprio perché s'imbattono spesso in queste esche che gli animali domestici divorano, rischiando di morire al posto dei lupi, che dovrebbero essere i destinatari di tali esche.
Riteniamo, dunque, che questo ordine del giorno abbia il giusto equilibrio, perché si basa su delle premesse che riconoscono il lungo lavoro svolto da questa Regione e riconoscono anche i progetti europei cui la Regione ha aderito in passato. Ci sembra, quindi, perfettamente in linea con il lavoro che è stato fatto in questi anni e per questo motivo daremo (perlomeno io lo darò) un voto positivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo.
Consigliere Campo, lei è già intervenuto.
CAMPO Mauro (fuori microfono) Volevo intervenire sull'altro ordine del giorno.



PRESIDENTE

No, perché abbiamo dato l'impostazione di un'unica discussione generale sui due atti di indirizzo.
Non essendoci altri interventi, invito i colleghi a prendere posto, perch procediamo con le votazioni.
Il Consigliere Vignale ha chiesto la votazione nominale su entrambi gli atti d'indirizzo.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 652, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 28 Consiglieri hanno votato NO 8 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 678, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 7 Consiglieri si sono astenuti 22 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio non approva.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 761 presentato dai Consiglieri Gariglio, Ottria e Ravetti, inerente a "Solidarietà all'Onorevole Cristina Bargero e piena condanna degli atti di violenza di cui è stata vittima"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno avente ad oggetto "Solidarietà all'Onorevole Cristina Bargero e piena condanna degli atti di violenza di cui è stata vittima", presentato dai Consiglieri Gariglio Ottria e Ravetti, di cui al punto 5) bis all'o.d.g.
La parola al Consigliere Gariglio per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente, e grazie anche ai colleghi che hanno consentito l'iscrizione del punto all'o.d.g. e la sua trattazione in Aula. Non l'avremmo fatto se l'atto non fosse stato molto grave.
Il 20 aprile, in piena discussione, presso la Camera dei Deputati, del disegno di legge "Principi per la tutela, il governo e la gestione delle acque", è intervenuta l'onorevole Cristina Bargero, del Gruppo del Partito Democratico, eletta nel territorio piemontese (circoscrizione di Alessandria), facendo un ragionamento, in punta di diritto, sulla natura dal punto di vista giuridico dell'acqua.
Questo suo intervento, che può essere condiviso o meno, a seconda delle posizioni politiche (naturalmente è legittimo avere opinioni diverse), è stato estrapolato dall'onorevole Vincenzo Caso, del Movimento 5 Stelle, è stato reso caricaturale con replay e storpiature, ed è stato poi pubblicato sul web.
Sul web ci sono state le reazioni più diverse, ma assolutamente prevedibili: la parlamentare piemontese è stata gratificata dell'essere ignorante (è ancora legittimo); le è stato augurato di essere buttata dentro un pozzo ed affogare; è stata tacciata di praticare la più vecchia professione del mondo; è stata accusata di aver utilizzato i propri organi per finalità varie. Insomma, ci sono state tutte le più bieche e le più orribili volgarità. Faccio notare che il fatto di essere una donna ha fatto sì che gli insulti a sfondo sessista fossero la maggioranza. Ma c'è stato un atto di violenza terribile che ha colpito una parlamentare piemontese.
Noi sappiamo che il web è anche questo: le persone, in qualche modo spesso esprimono la parte peggiore di sé in questi dibattiti, e penso che nessuno si voglia arrogare il compito di dire che colui che ha espresso questo insulto lo ha fatto perché appartenente ad una forza politica o ad un'altra.
Ma la cosa grave, che credo vada condannata, è il fatto che dei colleghi (in questo caso parlamentari, ma potrebbe valere la stessa cosa qui, per i Consiglieri regionali) prendano un intervento, ne estrapolino certe frasi, le montino ad effetto, le rendano caricaturali alterando la stessa voce, e poi mandino tutto ciò in pasto al web.
Noi apprezziamo la democrazia diretta, perché sappiamo che ha molte potenzialità. I nostri Costituenti, nel 1946, saggiamente, hanno previsto degli istituti di democrazia diretta, pur limitandoli, per evitare che la democrazia diretta potesse degenerare. Ma questo è nella nostra Costituzione ed è nel nostro DNA, e siamo favorevoli ad aprire spazi di democrazia diretta. Siamo anche favorevoli a che questo Consiglio regionale possa andare in quella direzione, anche se la differenza tra noi e altri Gruppi consiliari è che per noi questa non è l'unica modifica da fare al Regolamento.
Quello che però riteniamo di dover condannare è che si usi il web come una "clava mediatica", perché si alimenta un livello di violenza incontrollabile, che può davvero portare grossi guai in questo Paese e pu anche toccare l'incolumità fisica delle persone. Non ho letto le cose scabrose che sono scritte sul web, ma ciò che viene scritto o che viene detto è di una violenza raccapricciante! E' la seconda volta che esprimo la nostra preoccupazione in Aula: alcuni colleghi Consiglieri del Partito Democratico - Consiglieri regionali, in questo caso - hanno già visto il loro volto in Val di Susa su alcuni manifesti con il mirino in fronte, come per dire "ammazzateli perché sono pericoli potenziali".
Questo è un sistema inaccettabile, che va condannato, chiunque lo faccia. Noi non vogliamo colpevolizzare un'organizzazione politica costituita da rappresentanti eletti e perbene.
Non vogliamo colpevolizzare gli elettori, che sono persone che vanno liberamente a cercare, nell'offerta democratica, ciò che considerano più corrispondente ai propri valori.
Quello che vogliamo condannare è la cattiveria, l'atteggiamento subdolo di chi prende una frase, la estrapola e la butta in pasto ad un popolo del web che, a questo punto, viene orientato e viene reso aggressivo e violento.
Presidente, questa cosa non può essere accettata. E' una parlamentare del mio partito, però fosse stata una parlamentare di un altro partito ci saremmo mossi allo stesso modo.
Noi non faremo mai mancare la nostra solidarietà a chiunque dovesse essere oggetto di minacce, di violenze e di insulti a sfondo sessuale. E qui apro una parentesi, perché il fatto che sia una donna fa sì che alcuni si permettano di dire delle cose che, ovviamente, ad un uomo non sarebbero mai state dette. Quindi è ancora più vigliacco l'atto che è stato perpetrato.
Io spero anche - in questa sede rivolgo un appello a tutte le colleghe che tutti gli organi di pari opportunità, le consulte e tutti questi organi che dovrebbero operare in Consiglio regionale a tutela anche delle pari opportunità e della dignità delle persone elette, intervengano per fare un'azione di condanna e di educazione delle persone che fanno questo.
Ecco perché noi chiediamo che venga espressa da quest'Aula la solidarietà all'Onorevole Cristina Bargero, come parimenti assicuriamo che noi su questo punto saremo sempre garanti della possibilità di ciascuno di esprimersi e di essere tutelato nelle proprie affermazioni, sia che lo facciano gli esponenti dell'estrema destra, sia che lo facciano gli esponenti del Movimento 5 Stelle o qualsiasi altra forza politica. Un conto è combattersi sulle idee, un conto è rispettarsi; tutt'altra cosa è insultarsi e arrivare a minacce di morte. Questo è ciò che è successo.
Dobbiamo tenere alzata la guardia, perché non è detto che questo clima di violenza prima o poi degeneri; dipende molto da noi. Ecco perch chiediamo a tutti i Gruppi consiliari di compattarsi, in qualche modo, per evitare che un parlamentare oggi o un Consigliere regionale domani possa essere oggetto di insulti e di violenze a seconda delle proprie opinioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questa mattinata doveva essere dedicata agli atti d'indirizzo, per volere della maggioranza. Tra l'altro, ancora una volta, una legge importante - su questo possiamo essere tutti d'accordo - ed urgente, come quella sul contrasto al gioco d'azzardo patologico, viene postposta rispetto ad argomenti che più interessano la maggioranza.
La volta scorsa erano due proposte di legge che non cambieranno ritengo, il futuro della Regione Piemonte, quella sul CAL (se n'è accorto qualcuno dei piemontesi che abbiamo una legge nuova sul CAL?) e un'altra che riguardava dei dettagli in punta di diritto sulla riforma delle Province.
Questa volta, nelle intenzioni iniziali della maggioranza c'erano gli atti di indirizzo della maggioranza collegati al bilancio di previsione come diceva il Presidente Gariglio: "Signori, qua non ci sono più i soldi non riusciamo più a fare emendamenti. Non ci passano più gli emendamenti per far spostare un milione o due milioni di euro, per cui dobbiamo fare gli atti di indirizzo per uscire sui giornali e far vedere che facciamo qualcosa".
Invece questa mattina, anche questo aspetto, che sembrava importante per i Consiglieri del PD, viene sacrificato per un'altra questione: si porta all'esame del Consiglio, ancora una volta, un atto di indirizzo che non indirizza la Giunta, non riguarda l'indirizzo che il Consiglio regionale può dare alla Giunta oppure ad altri organi di governo superiori.
Facciamo una premessa: noi siamo sempre e comunque contrari a qualsiasi forma di violenza, che sia violenza fisica, violenza verbale, agli insulti sul web e con altri mezzi, ma lo siamo sempre, nel senso che se ai colleghi del Partito Democratico e di Forza Italia va bene, noi qui scriviamo insieme un ordine del giorno, che facciamo firmare all'Ufficio di Presidenza così non se lo intesta nessuno, dove diciamo che da qui a fine legislatura (in modo da non impegnare chi verrà dopo) condanniamo fermamente e anticipatamente qualsiasi gesto di violenza contro qualsiasi persona, sia fisica sia verbale o sul web. Non è tanto il termine della questione, perché se questa parlamentare del PD si è sentita insultata, se è stata effettivamente insultata, come pare evidente, da commenti scritti ed inseriti su Facebook, è giusto che quereli chi l'ha offesa, come spesso si annuncia di fare.



(Commenti fuori microfono)



BERTOLA Giorgio

L'ha fatto? Ha fatto bene, perché i colpevoli devono essere perseguiti.
Qui abbiamo visto anche un ordine del giorno contro delle palline di carta tirate e quindi, a maggior ragione, possiamo vedere un ordine del giorno su insulti decisamente antipatici. Tuttavia, se seguissimo questo punto di vista e questo modo di agire, presenteremmo ogni giorno un ordine del giorno, non solo di solidarietà ai nostri parlamentari nazionali, ma anche a noi singoli Consiglieri regionali.
Non è astruso farli, ma allora ne avremmo dovuto presentare anche uno di solidarietà alla collega Frediani - lo dico come esempio, perché mi è venuto in mente questa mattina - quando un Consigliere comunale di Torino riferendosi ad una discussione su Facebook che la collega Frediani ha avuto con un collaboratore del Gruppo del PD, diceva, riferendosi alla Frediani: "Voleva uscire con te e tu l'hai umiliata preferendole un'altra normale".
Avremmo forse dovuto presentare un ordine del giorno su questo, ma non lo abbiamo fatto. Non lo abbiamo fatto.
Non ho visto neanche indignazione quando, nel corso della discussione di un disegno di legge molto contestato e discusso anche in rete - disegno di legge sulla Cirinnà - un personaggio, quindi non un anonimo o quasi anonimo utente di Facebook, uno dei quattro o cinque miliardi di utenti di Facebook che fa insulti e minacce (quelle che riceviamo anche noi ogni giorno), ma un personaggio televisivo che, tra l'altro, paghiamo noi, nel senso che lavora per il servizio pubblico e quindi ciascuno di noi gli paga lo stipendio milionario, ha scritto su un social network, nel suo account di Twitter (quindi sicuramente più visto e più visibile di quello dei parlamentari, se non altro dei principali): "Imponete ai Grillini di mettere una spilla con un quarzo citrino sul bavero. Voglio poterli riconoscere per strada e prenderli a calci", e poi ancora, ma questa volta nel suo account di Facebook: "Sono disposto ad ingrassare un chilo per ogni parlamentare grillino morto".
Ha scritto chiaramente su Facebook - quindi visto da milioni di persone che voleva vedere i parlamentari grillini morti.
Io non ho visto un'indignazione particolare o ordini del giorno presentati nelle varie Aule legislative, ma neanche - è quella doveva esserci - una qualche forma di reprimenda da chi questo servizio pubblico lo gestisce o, meglio, lo occupa, vale a dire il Partito Democratico e il Presidente del Consiglio Renzi.
Non si è visto nulla, andava bene così. Tra l'altro, gli insulti su Facebook sono sicuramente sgradevoli e le minacce sono gravi, però negli ultimi giorni è successo anche qualcosa di concreto, molto più concreto: ad un Sindaco del Movimento 5 Stelle, il Sindaco di Pietraperzia, è stato appiccato il fuoco alla porta dell'abitazione di notte. Un Sindaco siciliano, quindi è un qualcosa di più che un insulto su Facebook.
Anche in questo caso, esprimiamo solidarietà, ma non stiamo presentando atti di indirizzo, perché nelle motivazioni, più che dare solidarietà, si vuole attaccare una forza politica.
L'intento di questo atto di indirizzo è di attaccare il Movimento 5 Stelle più che dare solidarietà ad una loro collega, ad una loro compagna di partito.
Riteniamo che sia ancora più offensivo un ordine del giorno del genere perché usa una questione grave per attaccare un'altra forza politica. Si fa specifico riferimento e si strumentalizza quella che è stata un'iniziativa di comunicazione, non so se del parlamentare del Movimento 5 Stelle singolarmente o se dell'apparato di comunicazione, ma la si strumentalizza per attaccare la nostra forza politica.
Qui l'intento è chiaro. L'intento dell'atto di indirizzo è chiaro: siamo in una campagna elettorale e bisogna usare tutti gli strumenti per attaccare le altre forze politiche.
Noi stiamo cercando di fare una campagna elettorale parlando di temi argomenti e idee, concentrandoci meno sull'attacco agli avversari.
Io lo capisco, sono le stagioni della politica. Posso capire la perdita di consensi da parte del Partito Democratico, quindi la necessità di recuperare consensi, ma vi posso dare questa disponibilità: se la maggioranza ritiene di avere questa forte esigenza di fare la campagna elettorale anche qui, i Capigruppo chiedano la sospensione dei lavori del Consiglio, in modo che ciascuno possa andare a fare legittimamente la sua campagna elettorale!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Tecnico Statale Industriale "Leonardo da Vinci" di Borgomanero (NO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Tecnico Statale Industriale "Leonardo da Vinci" di Borgomanero in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 761 presentato dai Consiglieri Gariglio, Ottria e Ravetti, inerente a "Solidarietà all'Onorevole Cristina Bargero e piena condanna degli atti di violenza di cui è stata vittima" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo la trattazione dell'ordine del giorno n. 761 Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Per quanto mi riguarda, ma anche tutto il Gruppo consiliare (poi ognuno esprimerà la propria opinione e il proprio pensiero in merito), siamo contro ogni forma di violenza, qualunque essa sia.
Sono ormai trascorsi due anni e credo che abbiamo tutti imparato a conoscerci, quindi sapete benissimo quanto la sottoscritta si sia sempre battuta contro ogni forma di violenza e quanto lo faccia tutto l'intero Gruppo al quale appartengo.
Io e tutti noi vogliamo prendere le distanze - e le prendiamo dall'istigazione all'odio e alla violenza. Tra l'altro, esistono normative: se questa parlamentare ha subito questa sorta di violenza, d'istigazione all'odio razziale ed insulti a sfondo sessista, ha fatto bene ed era doveroso - io avrei fatto altrettanto al suo posto - rispondere facendo una denuncia per diffamazione.
Ha fatto la scelta migliore - anch'io avrei fatto la medesima scelta però questo è un Consiglio regionale. Si tratta di un fatto importante, non voglio assolutamente sminuire quanto accaduto, tuttavia è anche vero che se noi dobbiamo condannare tutti gli atti di violenza, tutte le istigazioni all'odio razziale e gli insulti a sfondo sessista, lo dobbiamo fare sempre.
Tutte le settimane dobbiamo presentare degli atti di indirizzo, non solo riferiti ai parlamentari, ma a tutti i cittadini, a tutte le donne che ricevono ogni giorno degli insulti e sono sottoposte a forme di violenza.
Ce ne sono tantissime, ma non sono personaggi importanti, non rappresentano le istituzioni, quindi questi casi passano inosservati.
Una donna va rispettata sempre, non solo perché è una parlamentare o perché svolge un incarico pubblico. Allora, ripeto, dobbiamo presentare una serie di ordini del giorno a tutela di tutte le donne, non solo di una parlamentare. Con questo, ripeto, prendo le distanze e condanno ogni forma di violenza.
In questo caso, si è data attenzione, e la stampa ne parlerà, al fatto che il Consiglio regionale del Piemonte ha portato in Aula il caso della parlamentare del Partito Democratico. Invece, io vorrei leggere sui giornali che il Consiglio regionale del Piemonte contrasta e lotta tutti i giorni contro la violenza, contro gli insulti di ogni forma e di ogni genere, nei confronti non solo di tutte le donne, ma di tutti. Di tutti gli uomini in generale.
Questo è il nostro obiettivo, che, tra l'altro, stiamo portando avanti.
Stiamo portando avanti dal punto di vista delle Pari Opportunità, stiamo portando avanti anche come Consulta delle Elette. Non perdiamoci in atti d'indirizzo che, ripeto, hanno una certa importanza, ma cerchiamo di seguire strade diverse. Se dobbiamo portare alla luce e denunciare tutti i casi che leggiamo sui social network e sul web, allora, ripeto, li dobbiamo portare qui tutti i giorni. Se volete, ogni martedì vi presenterò non solo un ordine del giorno, ma vi presenterò tre o quattro atti d'indirizzo dove porto alla luce tutti i casi che avvengono ogni giorno nella nostra regione. Se, addirittura, vogliamo parlare a livello nazionale, andremo avanti per tutta la legislatura portando avanti atti d'indirizzo.
Volevo ricordare un'altra cosa. C'è stato un caso in Parlamento - se vogliamo parlare di forze politiche, visto che stiamo parlando di quello di una senatrice del Movimento 5 Stelle che è stata insultata e un vostro collega del Partito Democratico non è stato carino quando si è rivolta a lei in modo maleducato e prepotente.
Tra l'altro, anche in questo Consiglio, in quest'Aula - fortunatamente è capitato poche volte - ci sono degli elementi, dei Consiglieri spiritosi che, alle volte, fanno supposizioni e apprezzamenti nei confronti di alcune Consigliere regionali.



PRESIDENTE

Consigliera, mi deve dire nome e cognome. Mi sembra un'accusa un po' pesante nei confronti di tutti i colleghi. M rendo disponibile a ricevere sue comunicazioni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Brevemente, partendo dalla questione specifica, il Consigliere Gariglio del Partito Democratico ha voluto trasformare in un ordine del giorno una questione specifica che, certamente, non può che trovare la nostra solidarietà.
Tuttavia, crediamo una cosa: il mondo è bello perché ci sono un sacco di idioti. Se non ci fossero, sarebbe di un piatto spaventoso, di un grigiore terribile. Ci sono due categorie di idioti: Quelli che utilizzano i social per esprimere la loro idiozia e quelli che preparano l'idiozia per renderla virale. Dobbiamo distinguerli, perché i primi sono pur sempre un elemento di folclore e di vivacità. I secondi, quelli che preparano le loro idiozie sapendo che avranno un effetto virale, dovrebbero essere da condannare, che siano in un Aula parlamentare, in quest'Aula o in qualsiasi altra realtà. Cè differenza tra chi la testa dovrebbe averla - uso il condizionale - e chi invece la testa non ce l'ha o la usa in modo perverso in questo caso, probabilmente, anche ad uso politico. Tuttavia, che vi sia un uso politico da una parte o dall'altra poco importa.
Qui si pone un'altra questione, che richiamo brevemente, ma ne parleremo anche in Conferenza dei Capigruppo: la questione degli ordini del giorno. Avrei chiuso la questione con un comunicato sulla solidarietà, con il perentorio invito a fare causa civile, chiedendo anche dei soldi su questa cosa. Invece, abbiamo deciso di dedicare un'ora del Consiglio su uno ordine del giorno. Questo però lo dico alla maggioranza, perché la maggioranza ha il governo della Regione, e lo ripeto in quest'Aula. Avendo il governo della Regione, con i numeri che consentono anche di decidere in modo abbastanza agevole, dovrebbe fare a meno di monopolizzare i lavori del Consiglio con atti di indirizzo.
Molti di voi sanno qual è la mia opinione personale sugli ordini del giorno. E' uno strumento della democrazia, uno strumento dell'Istituzione ma se usato con parsimonia è qualcosa che serve, altrimenti va ad aggiungersi a quelle cose inutili che rischiano di diventare un manifesto segnale di debolezza del Consiglio regionale. Quando qualcuno non sa più cosa fare, fa del rumore con pezzi di carta o con delle e-mail. In questo caso, avrei preferito un comunicato.
Mi perdonino i colleghi. Forse dovremmo fare un altro discorso in questa sede: poniamoci la questione dell'effetto che fanno i social e i meccanismi più moderni sulla politica, sulle scelte decisionali e il danno che possono causare. In questo caso, ricordo non solo quelli che utilizzano da idioti la rete, ma anche coloro che sono i grandi collettori del sistema, in alcuni casi perfino organi di stampa, quindi chi, per far rumore, la utilizza in modo strumentale. Questo è uno dei temi che, invece la nostra società dovrebbe porsi e porselo, in questo caso, con una giustizia rapida ed efficiente.
Se per la diffamazione e per l'insulto ci fosse un meccanismo per cui una settimana dopo, chi ha fatto l'idiota mette mano al portafoglio probabilmente non si creerebbero quelle situazioni dove, normalmente, chi ha torto dice a chi ha ragione: "Prova a farmi causa. Tanto non si conclude niente!".



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà



RAVETTI Domenico

Qualche minuto per dire quanto segue.
Abbiamo pensato, con quest'ordine del giorno, primo firmatario Consigliere Gariglio, di offrire un'occasione al Consiglio regionale in questo periodo.
Ci avviciniamo ad un periodo elettorale importante, che riguarda anche il Piemonte e Torino, quindi l'importanza delle elezioni prossime, nel confronto tra le parti politiche. Un ordine del giorno che potrebbe avere anche non soltanto una conclusione con il voto, ma un comunicato stampa congiunto, giusto per raccogliere lo spunto offerto dal Capogruppo Pichetto di Forza Italia, perché no? Un'occasione per riflettere con una posizione istituzionale, che viene prima delle posizioni politiche, sulla qualità del rapporto tra le parti, quindi della qualità della nostra democrazia. Stiamo parlando di cose di estrema importanza, e come non parlarne in quest'Aula forse dedicando anche qualcosa in più di un ordine del giorno? Colgo anche lo spunto offerto dal collega Bertola del Movimento 5 Stelle sull'ordine dell'importanza e sui provvedimenti che abbiamo da affrontare o da concludere nelle prossime ore. Quello sulla ludopatia, se vogliamo, lo approviamo entro la fine della giornata, dipende da noi.
Sappiamo tutti quanto è importante, non viene prima o dopo, è un impegno che ci assumeremo e faremo in modo di portare a casa l'obiettivo insieme a voi, visto che l'abbiamo scritto tutti insieme.
Ma per essere sobri su questo ordine del giorno, devo dire che l'occasione è quella di dire con forza che non si manomettono i video per darli in pasto alla rete per alimentare un dissenso violento. Non mi interessa, con questo intervento, indicare i colpevoli, Presidente, ci penserà la Magistratura, è un altro campo. Lasceremo alla Magistratura lo spazio per individuare eventualmente i colpevoli.
Quello che possiamo fare noi, oggi, in Aula, è semplicemente esprimere solidarietà alla collega parlamentare che ha subito quegli insulti e quegli atti di violenza verbale. Molto semplicemente, si tratta di rilanciare un tema, che è quello del confronto sobrio, pacato e democratico tra le parti proprio nel momento più importante della vita della nostra comunità, quello rappresentato dal voto.
Dire queste cose con molta semplicità il giorno dopo il 25 Aprile a noi pare significativo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
In base alla programmazione dei lavori, alle ore 14.30 si riprenderà l'esame del testo unificato sulla ludopatia, dopodiché ci saranno le comunicazioni del Presidente Chiamparino e dell'Assessore Saitta.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



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