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Dettaglio seduta n.147 del 19/04/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1014 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Grave situazione igienico-sanitaria al Presidio Ospedaliero San Giovanni Bosco di Torino"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1014, presentata dal Consigliere Grimaldi, che ha la parola per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Su quest'oggetto era rimasta in sospeso un'altra interpellanza che ha visto coinvolto l'Assessore Saitta; ci eravamo detti in Aula che avrebbe risposto in un'altra occasione. Nel frattempo è successa un'ulteriore questione, e credo che l'Assessore abbia letto quello che ho citato nell'interpellanza.
Il 22 marzo 2016, il Dipartimento di Prevenzione della Struttura Complessa di Igiene e Sanità dell'ASL-TO4 ha inviato al Direttore generale dell'ASL-TO2, ma anche al Direttore sanitario del Presidio Ospedaliero San Giovanni Bosco di Torino e alla Filcams CGIL di Torino che aveva sollecitato questo tipo di intervento, un verbale relativo alle segnalazioni di degrado riguardanti il San Giovanni Bosco stesso, che la Filcams aveva inviato il 30 novembre dell'anno precedente (qui c'è un refuso nel testo).
Nella segnalazione veniva esplicitato che, a seguito del nuovo appalto di pulizie e di sanificazione, che era ormai attivo dal 1° aprile dello scorso anno e nel quale venivano decurtate del 40% le ore di attività di pulizie rispetto all'appalto precedente, si erano riscontrate notevoli carenze nel servizio di pulizie e sanificazione. Nel dettaglio, venivano individuati alcuni reparti, locali e aree che presentavano maggiori criticità, in particolare il reparto di nefrologia, il reparto di psichiatria, il reparto di geriatria, il reparto vascolare al quarto piano i reparti di medicina e cardiologia al 6° piano, il reparto di oncologia all'ottavo piano, il reparto di radiologia, il DEA e le scale di passaggio le aree comuni, i bagni aperti al pubblico e le aree di accesso alle sale operatorie.
Si era pertanto proceduto al sopralluogo a campione, in particolare sono state ispezionate alcune delle aree che ho citato. Leggo testualmente quello che c'è scritto nell'analisi, quindi "angoli sporchi nel corridoio di accesso a psichiatria in tutto il Presidio Ospedaliero; wc maleodoranti con bordi intorno ai sanitari sporchi e scrostati nelle camere; gambe di sostegno e angoli dei pavimenti sporchi" e tante altre cose sempre relative, oltre che alla sporcizia, anche alle macchie e alle incrostazioni, che credo - almeno si capisce così - siano legate al fatto che più volte non sono passati a fare quel tipo di interventi.
Alla luce di queste osservazioni, i redattori del verbale ritengono che, in generale, le condizioni di pulizia siano ovviamente insufficienti con particolare riferimento ai pavimenti e ai loro bordi, problema talvolta aggravato dall'usura dei rivestimenti della pavimentazione che, come sapete, nel Giovanni Bosco ha qualche anno di troppo. Per quanto riguarda i servizi igienici, oltre il problema delle pulizie, vi è anche quello della forte emanazione di odori, e ciò viene riportato in tutta la relazione.
Durante il sopralluogo è stato dichiarato che il problema è stato rilevato dalla Direzione di Presidio e che erano già state intraprese delle azioni nei confronti dell'azienda appaltatrice, che risulta essere la Lucente S.p.A., con sede a Modugno. E' stata pertanto acquisita la documentazione relativa alla segnalazione della Direzione sanitaria ai fini di eventuali procedimenti nei confronti dell'appaltatore.
In merito alle criticità rilevate, l'ASL-TO2 ha stipulato poi un accordo transitivo con il Raggruppamento Temporaneo Eporlux di cui fa parte la ditta Lucente, che opera presso il Presidio in esame. Il Direttore sanitario ha dichiarato che, successivamente all'accordo, sono state migliorate alcune situazioni e altre sono in corso di miglioramento, in quanto l'accordo stesso ha previsto un incremento del monte ore. Tuttavia detto accordo è ancora in un periodo di prova.
Ecco, in conclusione i sottoscrittori del verbale ritengono che la gestione dello svolgimento dell'attività di sanificazione non sempre raggiunge gli obiettivi fissati dal DPR.
Per quanto riguarda le condizioni dei lavoratori del Presidio, a fronte di una drastica riduzione delle ore degli operatori rispetto all'appalto precedente, il nuovo appalto prevede sostanzialmente le medesime prestazioni. In sostanza, alla fine, Assessore, questo è il problema: si sono risparmiati tantissimi milioni di euro per le stesse prestazioni e allora o erano fessi quelli di prima (mi conceda la semplificazione) oppure c'è qualcosa che non funziona adesso. La resa del servizio è di carattere scarso e deficitario, lo dicevamo noi qualche mese fa; mi pare che oggi la relazione confermi quello che di fatto sostenevamo, ma anche l'Assessore che, almeno quando avevo letto l'interpellanza, aveva detto che avrebbe verificato.
Cito ovviamente la mozione, che è quella sulla giusta retribuzione perché noi pensiamo che tutto sia collegato: da una parte la dignità del lavoro, dall'altra la ricaduta dei servizi. Per questo, per l'ennesima volta (l'abbiamo chiesto tante volte), chiedo all'Assessore come intenda intervenire per sanare questa grave situazione igienico-sanitaria e ripristinare almeno le adeguate condizioni di lavoro per questo personale che giustamente continua a lamentarsi delle sue condizioni e, soprattutto delle poche ore di lavoro con cui deve continuare a svolgere questo servizio.



PRESIDENTE

Vi chiedo davvero il rispetto dei tempi, grazie.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Non è la prima volta che parliamo di gare per i servizi, e non è la prima volta che parliamo di questa gara, com'è noto. E' chiaro che siamo in un passaggio delicato dal punto di vista normativo. Il Codice degli appalti che tra un po' sarà pubblicato introduce dei cambiamenti rispetto al passato e nelle 14 categorie merceologiche definite dalla legge di stabilità col decreto di applicazione ci sono anche tutti i servizi e anche questo, compresa la ristorazione. D'ora in poi si procederà attraverso gare centralizzate, nel senso che saranno fatte dalla stazione appaltante regionale SCR.
Entro nel merito. Non voglio evadere le questioni che sono state poste ma credo che sia utile per tutti, evidentemente a partire dall'esecutivo creare un'occasione per un'illustrazione del Codice degli appalti, che introduce dei grandi cambiamenti, e delle modalità di gara. E' un volume.
Mi pare che ci siano importanti novità per quanto riguarda il sistema di gara, nel senso che sono previste delle modalità che introducono non soltanto l'elemento economico, ma anche quello della qualità del servizio.
Dovremo far conoscere questo testo ed anche definire alcune vie d'indirizzo per la stazione appaltante, sulla base delle esperienze non sempre positive che ci sono state su questi servizi. La stazione appaltante permette anche di organizzare meglio gli obiettivi che si vogliono porre nel momento della gara.
Occorre ancora dire (può essere utile) che è avviato un confronto con le organizzazioni sindacali, coordinato dal Vicepresidente Reschigna, per quanto riguarda il sistema delle gare. Stiamo definendo questa intesa, che servirà anche come ulteriore elemento per aprire questa nuova fase.
Venendo alla questione sollevata, l'interrogazione riporta integralmente il contenuto della relazione del Dipartimento di Prevenzione della Struttura Complessa di Igiene e Sanità Pubblica dell'ASL-TO4. Abbiamo letto le conclusioni di quella verifica e non sto qui a dire com'è stata giudicata la parte. In effetti, sono sorte forti criticità nella via del nuovo appalto e, dopo una serie di chiarimenti e approfondimenti sugli adempimenti richiesti dal capitolato di gara, a novembre si è aggiunto il riconoscimento di un'integrazione economica.
Si è a conoscenza di incontri fissati in Prefettura e dell'avvio di una causa di lavoro, ma, nel rapporto ditta e dipendenti dell'ASL-TO2, l'ASL TO2 non è coinvolta, se non nel rilascio della documentazione. Sono stati richiesti e già programmati una serie di azioni e interventi volti a recuperare tutte le insufficienze e migliorare il servizio, al fine di garantire i pazienti. E' in corso un controllo serrato sulle attività delle ditte, per il loro corretto svolgimento.
Questo è quello che mi comunica l'ASL-TO2. E' chiaro che questa affermazione così secca troverà sicuramente applicazione. Ho chiesto al Direttore Generale di essere informato sui risultati di queste verifiche.
In merito alla mozione n. 299, quella approvata dal Consiglio regionale del 3 marzo 2015, successiva all'iter dell'appalto, si tratta di lavorare sui prossimi appalti. In ogni caso, i controlli saranno fatti.
La normativa che era stata avviata era quella antica: adesso c'è quella nuova, ma una riflessione - ripeto - su ciò che è stato negativo noi la dobbiamo compiere integralmente, per fornire queste indicazioni a SCR.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1015 presentata dal Consigliere Appiano, inerente a "Passaggio alla nuova gestione informatica dei buoni spesa per l'acquisto di alimenti senza glutine"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1015, presentata dal Consigliere Appiano, che ha la parola per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda il tema della celiachia, il rimborso e la rendicontazione degli acquisti effettuati attraverso i buoni ASL e le difficoltà per le persone di trovare dei punti vendita comodi, specie nella rete della grande distribuzione, dove poter utilizzare tali buoni.
Il punto di partenza è certamente la legge nazionale n. 123/2005, che sancisce il diritto all'erogazione gratuita di prodotti senza glutine alle persone malate di celiachia, demandando la fissazione dei limiti massimi di spesa a carico del Servizio Sanitario Nazionale ad apposito Decreto del Ministero della Salute.
In particolare, il riferimento è ad una delibera della Giunta regionale del Piemonte del 2007 e successiva Circolare della Direzione regionale, in cui, valutando che una maggiore disponibilità di esercizi autorizzati alla vendita di prodotti per soggetti con celiachia soddisferebbe maggiormente le specifiche esigenze degli assistiti, migliorandone la qualità della vita, la Regione stabilì che il buono, o altro documento di spesa rilasciato dalle Aziende Sanitarie a favore di pazienti affetti da celiachia, potesse e possa essere tutt'ora utilizzato non solo presso farmacie convenzionate, negozi autorizzati alla vendita di presidi sanitari e prodotti dietetici e competenti servizi delle ASL, ma anche presso qualsiasi struttura di vendita commerciale.
Eppure, se in questo momento si fa un censimento dei negozi o degli esercizi commerciali in cui è possibile acquistare i prodotti senza glutine attraverso i buoni, si scopre che solo una grande rete di distribuzione a livello regionale si è convenzionata e, quindi, permette l'utilizzo di tali buoni. Perché? Perché le procedure di rendicontazione e rimborso previste dalla Direzione Regionale Sanità sono molto complesse e, peraltro, i rimborsi sono anche molto tardivi. Pertanto, i propositi di quell'opportuna delibera del 2007 risultano - di fatto - frustrati.
A livello nazionale esistono meccanismi diversi: in particolare, voglio ricordare l'esempio della Regione Lombardia che, dal 2012, attraverso un'apposita delibera ha previsto l'accreditamento dell'importo del buono mensile direttamente sulla tessera sanitaria, utilizzabile in qualsiasi punto vendita che disponga dell'apposita piattaforma informatica.
Ho partecipato recentemente, attraverso il mio collaboratore, ad un incontro presso la Direzione regionale competente: abbiamo colto una disponibilità dell'Assessorato a modificare il sistema di rendicontazione e rimborso anche nella nostra regione, tenendo conto che i meccanismi della concorrenza che si determinerebbero liberalizzando e aprendo la rete porterebbero, probabilmente, anche un abbassamento dei prezzi dei prodotti oltre una migliore condizione di vita delle persone.
Pertanto, interrogo l'Assessore per sapere con quali modalità e tempistiche intenda attuare il passaggio alla gestione informatica dei buoni spesa in favore dei soggetti con celiachia tramite accreditamento dell'importo mensile su tessera sanitaria, ultimata la distribuzione di quelle con il microchip.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Come riportato nel question time dal collega Appiano, la possibilità di utilizzare la tessera sanitaria/carta regionale dei servizi per l'accreditamento degli importi relativi all'erogazione dei prodotti per celiaci è possibile solo ed esclusivamente attraverso le tessere dotata di chip.
Tale tipologia di tessera è in fase di distribuzione ai residenti della regione Piemonte. Si prevede che entro l'anno la totalità degli assistiti della regione Piemonte verrà dotata di tale strumento. Nel frattempo, il Settore competente ha avviato confronti con le rappresentanze della filiera ed ha altresì avviato confronti con il CSI-Piemonte per la realizzazione di tale progetto, il quale, una volta a regime, consentirà di accreditare nella tessera sanitaria dell'assistito l'importo autorizzato.
Ogni esercizio commerciale che intende attivarsi per l'erogazione, con onere a carico del SSR, dei prodotti per l'assistenza in oggetto, dovrà dotarsi di apposita strumentazione informatica per accedere al processo.
Tutte le fasi di verifica qualitativa e quantitativa dei prodotti erogati, nonché la fatturazione degli stessi al SSR procederanno in maniera automatica.
In sintesi, è prevedibile, entro ottobre del 2016, l'attivazione di un progetto-pilota e, nel corso del 2017, la piena attuazione del progetto.
Grazie.


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione a risposta immediata n. 1017 presentata dal Consigliere Rossi, inerente a "Passaggio della cava di prestito SATAP-S.p.A. di Cerano al regime di cava ordinaria"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1017, presentata dal Consigliere Rossi, che ha la parola per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Come sappiamo, in Regione Piemonte esiste una legge che regola l'autorizzazione delle cave ordinarie (la LR 69/78) e un'altra (la LR 30/99) che regola, invece, l'autorizzazione delle cave di prestito finalizzate alla realizzazione di opere pubbliche.
Le due differenze dei procedimenti sono sostanziali dal punto di vista del procedimento, perché quelle ordinarie venivano, prima della legge 23 autorizzate dai Comuni ed oggi dalle Province, mentre quelle delle cave di prestito venivano e vengono ancora attualmente autorizzate dalla Regione.
Le prime, quelle ordinarie, rispondono alle esigenze della domanda e dell'offerta del mercato, mentre le seconde sono finalizzate solamente alla realizzazione dell'opera pubblica.
Tenete conto che in provincia di Novara, a differenza di altre province, esiste anche un piano provinciale, che regola quindi le autorizzazioni in base al piano per le cave ordinarie.
Con una nota del marzo 2016 è stata convocata una Conferenza dei Servizi in Regione, perché viene chiesto il passaggio per la cava SATAP S.p.A. ubicata a Cerano, in Provincia di Novara. Possiamo leggere nella nota testualmente: "L'attività estrattiva autorizzata prevedeva l'escavazione di circa 810 mila metri cubi di inerti e il completo ritombamento dell'area tramite il riporto di circa 972 mila metri cubi di terre e rocce da scavo, provenienti dagli sbancamenti derivanti dai lavori autostradali. Allo stato attuale, non essendosi reso disponibile il quantitativo inizialmente previsto di materiale idoneo al ritombamento del sito, si rende necessario il passaggio al regime ordinario, secondo la legge 69/78".
Quindi, visto che nel progetto era previsto un certo iter, si prevedeva che potessero arrivare alcuni materiali, ma questi materiali oggi non possono più essere reperiti, e allora si chiede che si passi dalla cava di prestito a cava ordinaria.
In provincia di Novara, però, già anni fa abbiamo assistito ad un altro passaggio di regime per una cava gestita da Allara S.p.A. a Romentino. In quel caso si era derogato alla norma e si era autorizzato il passaggio. Il TAR in altre occasioni ha già sottolineato l'abuso di questo passaggio di ordinamento e ha ricordato, ad esempio nella sentenza 487 del 2009, che "venute meno le esigenze estrattive connesse alla cava di prestito, non vi sia più spazio per l'esercizio dell'attività stessa di cava e l'eventuale riattivazione per esigenze commerciali va necessariamente assoggettata al regime normativo delle cave ordinarie".
Quindi, andrebbe fatta una Conferenza dei Servizi in Provincia, in questo caso, che autorizzi eventualmente, in base al piano vigente l'eventuale cava ordinaria. Non può essere la Conferenza regionale ad autorizzare un eventuale passaggio di ordinamento.
Aggiungo solo due elementi, prima della domanda finale; il primo è che nel momento in cui la Provincia autorizza una o più cave ordinarie in base ad un piano provinciale, un eventuale passaggio da cava di prestito a cava ordinaria va anche ad essere un po' turbativa di mercato, perché la Provincia non poteva prevedere che una cava di prestito immediatamente si rendesse disponibile sul mercato ordinario, perché i due regimi sono separati. Quindi, questo va anche a turbare l'elemento di programmazione ma anche il mercato rispetto agli altri escavatori ed imprenditori presenti.
Concludo, dicendo che c'è stata una recente autorizzazione, nel 2013 sempre per SATAP a Romentino, per il reperimento di materiale per un'altra opera pubblica. Ritenuto che siano da vietare i passaggi da cava di prestito a cava ordinaria, chiediamo all'Assessorato, viste le considerazioni, quale sia la posizione della Regione Piemonte sul passaggio da cava di prestito a cava ordinaria.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis perla risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività estrattive Grazie, Presidente.
La cava di cui si è fatto riferimento è stata autorizzata ai sensi della LR 30/99 quale cava di prestito per i lavori di ammodernamento dell'Autostrada A4 Milano Torino; la stessa legge regionale è in parziale deroga alla LR 69/78.
Il progetto autorizzato prevedeva il ritombamento dell'area con materiali (terre e rocce da scavo) provenienti dalla realizzazione dell'opera stessa, purché aventi i requisiti richiesti dalla legge.
Come riportato nell'interrogazione del Consigliere, l'istanza in questione non modifica la titolarità dell'autorizzazione e non prevede l'immissione sul mercato della volumetria residua, che sarà tutta reimpiegata per i lavori di sistemazione dell'area stessa; varierà solamente la quota media del piano campagna, così come riportato nel progetto.
La procedura prevista per tale fattispecie è quella della valutazione di impatto ambientale e non già quella di subingresso ai sensi dell'articolo 9 della LR 69/78. Inoltre, la suddetta procedura prevede il coinvolgimento di tutte le Amministrazioni deputate al rilascio di autorizzazioni, pareri e nulla osta e tramite l'istituto della Conferenza dei servizi necessari e, tramite l'istituto della Conferenza di Servizi l'esame contestuale degli interessi pubblici coinvolti nel procedimento amministrativo.
Pertanto, si conclude che la decisione in merito al passaggio da cava di prestito a cava ordinaria si forma al termine dei lavori della Conferenza dei Servizi quale sintesi dell'espressione di una pluralità di soggetti che alla stessa Conferenza hanno preso parte. La similitudine con altri casi in provincia di Novara non trova riscontro né trova riscontro l'applicazione dell'articolo 7 della LR 69/78 in merito alla rilevanza del materiale da estrarre per l'economia regionale per quanto si è detto finora.
Non risulta al Settore competente che la medesima società (SATAP) abbia in corso od in programma di "revisionare per modifica delle esigenze dell'opera pubblica" la cava in località Bettole in comune di Romentino.
Grazie.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 1018 presentata dalla Consigliera Batzella, inerente a "Sostegno ai malati di SLA"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1018, presentata dalla Consigliera Batzella, che ha la parola per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Scusi, Presidente, chi risponde all'interrogazione?



PRESIDENTE

All'interrogazione risponde l'Assessore Ferrari.



BATZELLA Stefania

Ho visto che c'era l'Assessore Saitta, interessa anche lui, ma è uscito.
Questa è un'interrogazione molto importante e vorrei portare in Aula ma credo che tutti ne siete a conoscenza, un caso molto importante.
Parliamo di sclerosi laterale amiotrofica.
Per combinazione, per curiose tempistiche, c'è stato un comunicato stampa un'ora fa nel quale l'Assessore Saitta e l'Assessore Ferrari hanno rilasciato delle dichiarazioni.
Proprio ieri, per combinazione, ho depositato l'interrogazione e in questo momento sto illustrando questa interrogazione. Devo dire che gli Assessori sono tempestivi nei comunicati, ma in ritardo rispetto alle denunce fatte dai malati.
Tutti sappiamo che cos'è la sclerosi laterale amiotrofica: è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni, cioè le cellule nervose e cerebrali del midollo spinale che controllano i movimenti della muscolatura volontaria.
La SLA è caratterizzata da un aggravamento progressivo fino ad arrivare alla paralisi e generalmente si ammalano di SLA individui adulti dopo i cinquant'anni. In Italia ci sono tre nuovi casi ogni giorno, si contano circa due o tre ammalati ogni 100 abitanti e, in Piemonte, le ultime rilevazioni parlano di circa 450 casi conclamati.
Con l'avanzare della malattia, questi malati sono sempre più paralizzati e sono destinati a vivere in condizioni pessime, abbandonati tra l'altro dalle stesse Istituzioni che dovrebbero tutelare i loro diritti.
Vorrei portare all'attenzione il Comitato ONLUS "16 Novembre", che si occupa di SLA, un'associazione che si è costituta il 20 gennaio 2012 con l'unico scopo di poter meglio rappresentare le battaglie dei malati di SLA e delle loro famiglie per i diritti e la dignità delle persone.
L'11 aprile scorso ho ricevuto un'e-mail, come l'hanno ricevuta tutti i membri di questo Consiglio regionale, compresi gli Assessori, da parte del referente della Regione Piemonte, il signor Mastrocinque, che fa lo sciopero della fame da 14 giorni.
L'11 aprile, quando ho ricevuto l'e-mail, mi sono recata al suo domicilio, dove ho fatto un video, condividendo l'appello di questo malato di SLA, che lancia un appello accorato.
Il signor Mastrocinque fa tre richieste essenziali.
Uno. Abbattere le liste d'attesa per l'ottenimento degli ausili affinché questi siano un diritto esigibile e non un privilegio di pochi. In alcune ASL della Regione Piemonte i tempi di attesa sono di otto-nove mesi per avere dei sondini di aspirazione, per avere dei pannoloni, per avere degli ausili per potersi muovere e per poter vivere con quel minimo di autonomia e di dignità quotidiana.
Seconda richiesta. Implementare i fondi necessari per garantire l'assegno di sostegno a tutti gli aventi diritto, gli assegni di cura, su cui voi stessi, Regione Piemonte, avete fatto ricorso, e gli assegni di cura sono bloccati in generale, per tutti i malati della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Consigliera Batzella, le chiedo di concludere.



BATZELLA Stefania

L'ultima richiesta e concludo. La costituzione di un fondo strutturale con la previsione di un adeguamento annuale.
Il mio appello: per cortesia, intervenite e fate qualcosa, non solo con le parole e con i comunicati! Stiamo dalla parte degli ammalati.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali

Grazie, Presidente.
Anzitutto, rispedisco al mittente, Consigliera Batzella, la questione della tempestività. E' vero che io ed il collega Saitta abbiamo fatto un comunicato, ma semplicemente per il fatto che questa mattina abbiamo avuto contezza di alcune informazioni a carattere nazionale che ci hanno portato a renderle pubbliche. Ma rispedisco al mittente con determinazione la questione della tempestività, perché ben prima dell'11 aprile, quando lei si è recata e ha fatto il video - e penso di poter parlare a nome del collega Saitta - noi abbiamo intrapreso un rapporto epistolare privato con il signor Mastrocinque, in cui abbiamo spiegato tutto quello che dovevamo spiegare, assumendoci in prima persona l'onere di cogliere le ragioni della sua protesta (diciamo così). Questo è il primo punto.
Se l'accusa è quella di indifferenza, se l'accusa è quella di non aver tenuto conto delle questioni che ci hanno posto, noi questa accusa la rispediamo al mittente, perché non abbiamo usato video, non abbiamo usato spot su Facebook, ma abbiamo intrapreso un rapporto diretto con la persona.
Questo è il primo elemento.
Secondo elemento. La questione della SLA è all'attenzione della Regione Piemonte in maniera specifica da diversi anni, quindi non parlo della nostra Amministrazione, parlo anche di quelle che ci hanno preceduto. A tal punto che la scelta del Piemonte, fin dal 2009, è stata quella di aver individuato all'interno del Fondo nazionale non autosufficienza una quota specifica destinata in maniera vincolante ai malati di SLA, finalizzata al sostegno attraverso gli assegni di cura. Anche questo deve essere chiaro. E la quota all'interno del Fondo nazionale non autosufficienza è stata concordata con tutte le associazioni dei malati di SLA.
Noi ci siamo fatti carico, pur essendo in piano di rientro, di dare innanzitutto continuità a questo tipo di tradizione, tant'è vero che, fin dall'estate scorsa, io e il collega abbiamo incontrato tutte le associazioni dei malati di SLA, tutte e non una sola; tutte, compreso il Comitato 16 novembre e con loro, quest'estate, abbiamo condiviso la scelta di mantenere inalterata, anche nel 2016, la quota del Fondo non autosufficienza destinato ai malati di SLA, tant'è vero che questo avviene questo sta avvenendo.
Su richiesta esplicita di queste associazioni, abbiamo reincontrato le associazioni nel mese di gennaio e con loro abbiamo concordato di attivare da subito, un tavolo tecnico formato da funzionari della Direzione Politiche Sociali e della Direzione Sanità con tutti i rappresentanti delle associazioni dei familiari. Tutti.
Questo tavolo tecnico si è insediato il 30 marzo e con loro abbiamo concordato di affrontare in questi mesi due problemi. Il primo è quello dell'abbattimento della lista d'attesa; in questo momento stiamo parlando di 365 pazienti in carico e di 38 in lista d'attesa, ma non in lista d'attesa della cura, in lista d'attesa sugli assegni di cura, quindi sull'intervento destinato al sostegno di carattere socio-assistenziale rispetto a questi malati.
Con queste associazioni abbiamo concordato tre incontri, già fissati.
Il primo sarà il 4 maggio prossimo, perché in questo momento noi abbiamo fatto delle richieste alle ASL - l'abbiamo fatto proprio in questo mese di aprile - e ci dovranno mandare i dati entro il 30 aprile, per provare ad individuare qual è il livello di gravità di disabilità di questi soggetti in lista d'attesa e quindi verificare le possibilità concrete, e non soltanto urlate, per risolvere in maniera concreta il tema delle liste d'attesa.
Oltre a questo, il nostro obiettivo è quello di arrivare, entro la fine del 2016, all'aggiornamento delle linee guida sugli interventi di sostegno malati di SLA concordati con le associazioni di familiari e con i due centri specializzati in Piemonte, che sono a Torino, presso le Molinette, e a Novara presso l'Ospedale Maggiore.



PRESIDENTE

Assessore, la prego di concludere.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali

Sto per chiudere, ma il tema è abbastanza delicato: mi comprenderà.



PRESIDENTE

Lo comprendo. Sono tutti importantissimi, ma c'è un Regolamento, e poi è difficile...



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali

Poi, non è vero che in questi mesi siamo stati fermi; stiamo cercando di fare in modo che le cose si possano affrontare e risolvere concretamente.
Aggiungo un'ultima cosa. Il comunicato di questa mattina, a firma mia e del collega Saitta, nasce dal fatto che proprio questa mattina dal Ministero della Sanità e dal Ministero delle Politiche sociali, attraverso il colloquio diretto con il Sottosegretario, l'Onorevole Bindelli, abbiamo saputo che il Comitato 16 Novembre (la protesta del signor Mastrocinque si colloca in un contesto nazionale e non soltanto locale) ha sospeso la manifestazione indetta, ha revocato la manifestazione indetta per il 5 maggio davanti al Ministero delle Politiche sociali, perché l'incontro del 16 aprile, avuto presso il Ministero, pur con qualche elemento di criticità, ha avuto un esito sostanzialmente positivo, che ha permesso appunto, di avviare un confronto che aiuti ad affrontare, in maniera strutturale, il tema dei fondi destinati a questi tipi di intervento.
C'è un comunicato ufficiale pubblicato oggi - è questo il dato di questa mattina, non è che ci divertiamo ad andare su Facebook! - del Comitato 16 Novembre che dice esattamente queste cose: "Revochiamo la manifestazione perché, nonostante alcuni elementi di criticità che vogliamo ribadire, riteniamo che il confronto avuto il 16 aprile con il Ministero sia stato positivo".
In coscienza, credo che possiamo essere, diciamo così, non dico a posto, ma almeno sereni nel poter affrontare questo argomento con la dovuta determinazione.



PRESIDENTE

Ricordo soltanto che in Conferenza dei Capigruppo si chiede sempre il rispetto dei tempi. È poco piacevole chiedere di concludere un intervento perché mi rendo conto che i question time sono importanti, così pure le risposte. Ma se riuscissimo a rispettare i tempi previsti, eviteremmo anche le interruzioni.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 1019 presentata dal Consigliere Mighetti, inerente a "Attivazione gara TPL per i servizi extraurbani nella Provincia di Alessandria - legittimità e ruolo dell'Agenzia per la Mobilità Piemontese (AMP)"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1019, presentata dal Consigliere Mighetti, che la illustra.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione ha solamente lo scopo di chiarire un aspetto che abbiamo appurato nei giorni scorsi. Sappiamo bene quale sia l'intendimento dell'Assessorato in merito all'Agenzia per la Mobilità Piemontese e fino ad ora abbiamo condiviso l'impianto della nuova idea di pianificazione del trasporto che si muove con questa Agenzia, che fa un po' da collettore di tutte quelle che sono le istanze di coordinamento dei vari vettori di trasporto sul territorio piemontese.
Da questo punto di vista, però, siamo rimasti un po' perplessi rispetto ad un documento pervenuto dalla Provincia di Alessandria.
Con nota 18067 del 15 marzo, la Provincia di Alessandria informa dell'avvio di specifica gara per l'assegnazione dei servizi di TPL extraurbano e urbano nei territori di competenza, con l'esclusione dei servizi urbani afferenti alla città di Alessandria.
Siamo rimassi perplessi per questo motivo: risulta che questa attività di affidamento dovrebbe essere esercitata dall'Agenzia Piemontese per la Mobilità e coordinata da essa. Dunque, ci sembra veramente un errato punto di partenza cominciare oggi a lavorare come nel passato e andare a fare dei subambiti che lavorano per conto loro.
Chiediamo appunto alla Giunta come sia possibile che la Provincia di Alessandria sia in procinto di avviare una gara per l'affidamento dei servizi su gomma, indipendentemente dall'Agenzia per la Mobilità Piemontese.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Balocco; ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Consigliere Mighetti, le garantisco che la questione viene seguita e si incanalerà sicuramente nella direzione che la legge propone, anzi prevede.
La legge prevede, però, che le gare di bacino vengano precedute da una convenzione tra le Province, soggetti di delega. Oggi questo non è ancora stato possibile. Di conseguenza, l'Agenzia ha autorizzato, su richiesta della Provincia stessa, ad avviare la procedura per questa gara, che riguarderebbe la sola Provincia di Alessandria, tenendo conto dell'urgenza di questa azione, ma anche chiedendo alla Provincia stessa di indicare dei tempi di gestione di esercizio molto brevi, tali per cui il risultato di questa gara sia poi assorbibile dalla gara di bacino che intanto si comincerà a valutare e a preparare, partendo ovviamente dalla convenzione tra le due Province, così come previsto dalla legge stessa.
Credo sia intenzione del bacino, che ancora deve insediarsi. Si è insediato con la nomina del Presidente del bacino e del rappresentante tecnico due giorni fa. Con l'assistenza dell'Agenzia, è nostra intenzione assecondare tutte le azioni che vadano nel senso di una gara di bacino, che però dev'essere costruita con la sufficiente calma e con l'approfondimento necessario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 1016 presentata dal Consigliere Ottria, inerente a "Ripristino del 'treno del mare', tratta ferroviaria 'Biella-Albenga' per le domeniche del periodo estivo"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 1016, presentata dal Consigliere Ottria, che la illustra.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Visto che sono scivolato all'ultimo posto, cercherò di essere brevissimo.
L'interrogazione riguarda l'eventuale riprestino del cosiddetto "treno del mare", che collegava, fino al 2013, nelle domeniche del periodo estivo la città di Biella con Albenga.
Questo servizio, effettuato appunto fino al 2013, collegava Biella con la Riviera passando attraverso diverse località piemontesi e facendo fermate ad Alessandria e ad Acqui Terme, permettendo non solo ai molti turisti domenicali di raggiungere le spiagge, ma anche di fermarsi nelle località del Monferrato, per un turismo di più basso impatto ambientale.
Questo servizio funzionava molto bene ed era particolarmente richiesto tant'è che Trenitalia aveva addirittura istituito un servizio di prenotazione obbligatoria, proprio per rendere il viaggio meno pesante per i passeggeri. Inoltre, vista l'alta frequentazione, credo fosse economicamente remunerativo per Trenitalia.
Dopo la soppressione di questo servizio, erano state presentate molte richieste di riattivazione. Recentemente anche il Comune di Acqui aveva sollecitato il ripristino di questo treno.
La richiesta è stata respinta da Trenitalia adducendo come motivazione pare da informazioni giornalistiche - la mancata richiesta da parte della Regione Piemonte dell'effettuazione di questo servizio.
Sempre da notizie di stampa sembra invece confermato l'altro "treno del mare", che collega la città di Torino con Albenga, sempre nel periodo estivo.
La domanda che rivolgo alla Giunta è se ci sono notizie in merito all'eventuale ripristino di questa tratta e, in caso contrario, con quali motivazioni. Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Balocco; ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Il problema è che non basta, da parte della Regione, richiedere il servizio a Trenitalia: bisogna pure pagarlo! Sarà strano, ma è così. Non solo, ma pagarlo con modalità previste da un contratto capestro che stiamo ancora subendo, come lei saprà.
Di conseguenza, pur essendo l'idea assolutamente non da scartare, alle condizioni contrattuali odierne e con le risorse oggi disponibili, non credo sia possibile attivare un servizio di linea normale su questa tratta con le modalità che lei suggerisce.
Diverso è studiare una possibilità puntuale, magari legata anche a delle prenotazioni, da individuare con Trenitalia o con altri soggetti eventualmente interessati ad esercitare questo tipo di offerta, che è sostanzialmente commerciale, quindi potrebbe anche essere in qualche modo affrontata a fronte di una domanda reale da soggetti che abbiano uno spirito imprenditoriale vero.
Oggi, come si sa, con l'attuale sistema contrattuale Trenitalia non ha alcuna convenienza ad esprimere - ammesso che ce l'abbia - una volontà e una capacità imprenditoriale, quindi aspetta che ci siano le richieste della Regione anche solo per i cosiddetti "treni aggiuntiti" nei giorni di maggior afflusso proprio sulla tratta che lei ricorda nella sua interrogazione, cioè quella Torino-Savona-Albenga, che ovviamente conta su un bacino di utenza molto, molto forte.
In quelle occasioni - quindi con treni strapieni e dunque con la possibilità di effettuare il servizio a costo zero, anzi con un guadagno evidente, visto l'affollamento che questi treni portano - Trenitalia, con le condizioni contrattuali attuali, aspetta che ci siano la richiesta da parte della Regione e il relativo pagamento da parte della stessa.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 1020 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Situazione del MOVIcentro di Moncalieri"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'ultima interrogazione a risposta immediata, la n. 1020, presentata dal Consigliere Bertola, che ha la facoltà di intervenire per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Assessore Ferrari, non è che ci possiamo lamentare se un Consigliere di opposizione dà ascolto a delle persone e pubblica dei video o dei post su Facebook: insomma, quello è un modo per informare. Del resto, anche gli Assessori usano sì la comunicazione istituzionale, ma di annunci su Facebook ne abbiamo visti e ne vediamo, dal livello regionale fino ad arrivare, soprattutto, al livello nazionale: abbiamo un Presidente del Consiglio che governa a colpi di tweet, quindi io non mi scandalizzerei più di tanto.
Anche i Sindaci, nel loro piccolo, pensano di amministrare la Città con annunci su Facebook, che poi non trovano riscontri nella realtà oggettiva.
Uno dei casi è quello della situazione del movicentro di Moncalieri, che è l'oggetto dell'interrogazione che sto per illustrare.
Come sappiamo, Moncalieri è alle porte di Torino e quindi ha una mobilità caratterizzata da una pendolarità verso Torino, sia originata dalla Città stessa sia di passaggio rispetto a tutta la zona sud della provincia di Torino e anche delle province limitrofe come quella di Asti poiché una delle due stazioni è posizionata sulle linee Torino-Genova e Torino-Savona. Questa stazione può rappresentare anche un buon punto di interscambio, soprattutto considerato il fatto che prima o poi riusciranno anche a completare quel "trattino" di metropolitana da Lingotto a Piazza Bengasi.
Negli anni scorsi è stato predisposto un MOVIcentro, per il quale la Regione Piemonte ha stanziato del denaro. Abbiamo speso dei soldi dei cittadini piemontesi: 800 mila euro, a fronte del milione necessario, per lo sviluppo del MOVIcentro e delle opere accessorie, quali il percorso ciclo-pedonale, l'attestamento delle autolinee, il raccordo pedonale con i servizi di stazione e del fascio dei binari, le aree per la sosta veicolare, ecc.
Tutto quanto sopra descritto non ha avuto alcun seguito, ad oggi: non è stato fatto nulla, anche perché quel parcheggio è diventato da anni sede di un campo abusivo di stazionamento di nomadi e quindi attualmente non si pu usufruire di quell'area. Si tratta di un'area semideserta, quindi lasciata al degrado ed occupata in modo abusivo, con tutte le conseguenze che ben sappiamo e che sono note anche per altre aree: oltre ad avere lì delle persone che vivono in condizioni anche per loro non decenti, dunque, si verifica poi tutto quanto è a questo legato, compresi ovviamente fenomeni di roghi che disperdono poi nell'aria anche delle sostanze nocive, come spesso accade.
C'è una novità. Per anni non è stato fatto nulla, nonostante le promesse delle varie Amministrazioni di centrosinistra di Moncalieri (anche nella campagna elettorale) e ora c'è una novità. Recentemente la Ferservizi (Gruppo Ferrovie Italiane) manda una diffida: scrive al Sindaco di Moncalieri e dice che nel rilevare la proprietà dell'area da RFI S.p.A.
concessa in servizio al Comune di Moncalieri per lo sviluppo del MOVIcentro, hanno scoperto che "nel corso dei sopralluoghi necessari a consolidare i passaggi di proprietà, il parcheggio di cui sopra non viene utilizzato per le finalità per cui è stato realizzato" - se ne sono accorti! - "in violazione degli accordi sottoscritti. Si invita pertanto codesto Comune a ripristinare entro e non oltre 60 giorni dal ricevimento della presente la destinazione concordata" - i 60 giorni scadono a fine aprile - "liberando l'area da mezzi, cose e persone che, di fatto, l'hanno trasformata in un campo nomadi". In alternativa, Ferservizi dice: se la volete usare per un campo abusivo, ce lo dite; facciamo un contratto e ci pagate l'affitto per quell'area. Così i cittadini di Moncalieri, oltre a non avere il movicentro, pagano un affitto per far stazionare delle roulotte.
Proprio per questo, siccome la Regione ha stanziato dei fondi per quest'opera, vogliamo sapere come intenda agire per ripristinare l'originale funzione del movicentro di Moncalieri, che attualmente viene utilizzato per scopi non propri.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Balocco; prego.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
All'argomento oggetto dell'interrogazione è già stata data risposta il 4 settembre 2014. Si ribadisce ulteriormente che l'area cui lei fa riferimento non è interna all'area prevista per il MOVIcentro di Moncalieri e quindi non fa parte di quella su cui insiste il finanziamento regionale allora concesso, ma riguarda un accordo tra il Comune di Moncalieri ed RFI.
La Regione non c'entra nulla.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.22 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



MOTTA ANGELA



(La seduta ha inizio alle ore 15.27)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo la Consigliera Pentenero.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 100, inerente a "Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 199. Adozione del Progetto di Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione e proposta al Consiglio regionale della relativa approvazione"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame della proposta di deliberazione n. 100 presentata dalla Giunta regionale, inerente a "Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 199. Adozione del Progetto di Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione e proposta al Consiglio regionale della relativa approvazione", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana si è proseguito con l'illustrazione degli emendamenti all'allegato A della suddetta proposta.
Però, colleghi, se vogliamo iniziare il Consiglio abbiamo bisogno di un po' di silenzio in aula! Emendamento rubricato n. 23) presentato dai Consiglieri Sozzani e Vignale: Alla pagina 168 dell'allegato A, capitolo 8.4.1.3 denominato 'Riutilizzo' capoverso 'Interventi regionali finalizzati ad incrementare la diffusione delle azioni di riutilizzo' aggiungere, infine, il seguente intervento: "- Entro un anno dall'approvazione del presente Piano, la Giunta Regionale provvede a predisporre le proposte normative necessarie per definire le condizioni che differenziano l'attività di scambio prevista al presente capitolo dal commercio al dettaglio e le modalità con cui debba essere svolta".
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Siamo a pag. 168. Questo è un argomento che può sembrare una novità perché si parla di riutilizzo. Per riutilizzo si intende, in un certo senso, il vecchio baratto, nell'ottica per cui non si possa buttare via nulla. E questo Piano interviene anche in questo tipo di attività.
La nostra idea, però, è che siccome si prende in considerazione un'attività di tipo commerciale, è bene giustificare che entro un anno dall'approvazione del presente Piano la Giunta regionale provvede a predisporre le proposte normative necessarie per definire le condizioni che differenzino l'attività di scambio prevista dal presente Capitolo dal commercio al dettaglio e le modalità con cui questa debba essere svolta.
Altrimenti, infatti, noi pensiamo che vi sarebbe una lacuna normativa.
Ai fini di un'applicazione della legge regionale 28/1999 che disciplini attività di baratto e di riuso, occorre dettare due semplici condizioni: che non si tratti di commercio al dettaglio sottoposto alle norme relative di legge e, inoltre, che non si tratti nemmeno di un mercatino dell'usato in cui si fanno delle attività.
Questo tipo di attività, quindi, dev'essere confinato rispetto alla legge che poc'anzi vi ho citato, altrimenti la politica enunciata in questo Capitolo resterebbe soltanto sulla carta e diventerebbe sicuramente un elemento di completamento del Piano che stiamo discutendo, ma non sarebbe applicabile.
Questa esigenza era stata sottolineata nel parere reso anche dalla Provincia di Cuneo, che l'aveva inviato, ma era stata ignorata. Quello che chiedo io e che avanziamo come Gruppo è proprio la regolamentazione di questo decreto legislativo, in funzione di una norma che va a toccare attività previste nell'ambito del commercio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Non essendoci altre richieste, abbiamo terminato l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 23).
Do la parola alla Consigliera Porchietto, che aveva chiesto pochi minuti per una comunicazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa ai colleghi perché - l'avevo chiesto questa mattina al Presidente Laus in attesa che arrivasse il Presidente Chiamparino - non riguarda, chiaramente, la legge. Mi permetto di ritagliare veramente soltanto tre minuti che non abbiamo potuto ritagliare questa mattina in apertura del Consiglio, quindi scusatemi l'irritualità di interrompere l'esame degli emendamenti.
Presidente, a nome nostro, volevo ringraziarla per la posizione che ha preso rispetto al referendum di domenica. Ci faceva piacere farlo, anche perché avere invitato ad andare a votare, nonostante il Presidente del Consiglio avesse assunto una posizione completamente diversa e anche il Presidente emerito della Repubblica, fa onore ad un Presidente di Regione che, tra l'altro, non era coinvolto direttamente rispetto ai Presidenti delle Regioni che avevano promosso il referendum.
Di fronte al fatto che lei si sia definito anche un uomo del Novecento come ha riportato un autorevole organo di stampa, mi permetto di chiederle che, magari, potrebbe essere interessante spiegare, da uomo del Novecento con gran esperienza, ai giovani come si può immaginare di militare in un partito che professa l'astensione, soprattutto nel momento in cui anche un Presidente della Repubblica emerito credo abbia anche riscosso un po' esattamente il contrario di quello che immaginava di riscuotere nel momento in cui ha chiesto agli italiani di non farlo.
Credo che domenica la politica abbia commesso un errore perché ha abdicato ad un ruolo, che era quello, in qualche modo, di indirizzare il consenso e l'opinione pubblica verso soluzioni politiche e amministrative concrete e non di fare un'operazione, come quella che si è vista, di muro contro muro. Ancora oggi, da quanto leggiamo sui giornali, sembra sia una battaglia tra il Presidente del Consiglio e il Presidente delle Regioni.
Anche in questo mi permetto di rivolgerle un appello: sono certa che lei saprà comunque dirimere questo passaggio, perché non credo che ad ottobre debba esserci una guerra tra Regioni e Presidente del Consiglio occorre che la politica torni a governare non "tutti contro uno" o "uno contro tutti", ma con il buonsenso.
Mi permetto solo di aggiungere un passaggio e chiudo. Grazie Presidente, per avermi permesso di intervenire: sono due minuti, gliene avevo chiesti tre e rimarrò assolutamente nei tre...



(Commenti del Presidente Laus)



PORCHIETTO Claudia

Io ho chiesto prima in apertura, Presidente, non c'era lei, le chiedo scusa, ho chiesto al Presidente che in questo momento sta presiedendo questa riunione.
Esiste un'etica in politica, che sta mancando completamente; io auspico che, invece, all'interno di questo contesto di Consiglio regionale, proprio per riportare le Regioni a quello che è il loro ruolo, sia mantenuta. C'è sicuramente un abuso di potere da parte del Governo.
Presidente Chiamparino, ci permettiamo di dirle di continuare così e auspichiamo - sapendo che lei, probabilmente, non la penserà nello stesso modo nostro nel referendum di ottobre - di mantenere ugualmente l'etica che la Regione Piemonte ha promosso in questo referendum.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
E' intervenuta solo perché, avendo diritto in quattro ad illustrare l'emendamento ed essendo intervenuto solo il Consigliere Sozzani, non si è sottratto tempo all'Aula.
Emendamento rubricato n. 24) presentato dai Consiglieri Sozzani e Vignale: Alla pagina 168 dell'allegato A, capitolo 8.41.4 denominato 'Strumenti economici, fiscali e di regolamentazione' al secondo capoverso sono aggiunte, infine, le seguenti parole: 'Entro sei mesi dall'approvazione del Piano, la Giunta regionale è impegnata a proporre il disegno di legge necessario per l'adeguamento della lr 39/1996.'".
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Con quest'emendamento, sempre a pagina 168 dell'allegato A, denominato "Strumenti economici, fiscali e di regolamentazione", al secondo capoverso chiediamo che possano essere aggiunte le seguenti parole: "Entro sei mesi dall'approvazione del Piano, la Giunta regionale è impegnata a proporre il disegno di legge necessario per l'adeguamento della legge regionale n.
39/1996".
Siccome il Piano prevede la necessità di modificare le disposizioni ove previste, in merito al tributo per chi conferisce in discarica stabilendo delle riduzioni per i rifiuti derivanti dalle operazioni di prevenzione e minimizzazione previste dal Piano stesso - l'intento è sicuramente nobile - è interesse che questa revisione avvenga al più presto, per la riduzione degli oneri relativi. Infatti, abbiamo sempre detto che questo Piano ha una sua significatività nel momento in cui vi sono degli strumenti legislativi che consentono l'applicazione dello stesso.
Allora, al di là della legge n. 7, che sovrintende tutta la dinamica dello smaltimento dei rifiuti, ed essendo la pianificazione interessata evidentemente, a più argomenti, tutte le leggi che vengono toccate dal Piano medesimo devono essere modificate; soprattutto, attraverso strumenti della Giunta dobbiamo conoscere gli elementi applicativi, altrimenti è grande la confusione tra il contenuto di questo Piano e la sua successiva applicazione, di cui non abbiamo contezza, se non delle modalità per cui vi stiamo chiedendo la tempistica di adeguamento delle leggi con le quali questo Piano interagisce nell'attività di regolamentazione dello smaltimento.
E' questo lo spirito con il quale chiediamo questa modifica, ma soprattutto la tempistica entro la quale questa modifica viene compiuta questo è il concetto con cui avanziamo questo tipo di emendamento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Consigliere Sozzani, ha illustrato anche l'emendamento rubricato n.
25)?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Sì.
Emendamento rubricato n. 71) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Al fondo della pagina, alla fine dell'elenco puntato, aggiungere il seguente punto: '-efficacia delle misure e delle azioni proposte (soprattutto un monitoraggio sugli interventi della regione Piemonte e delle PA piemontesi),'".
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Siamo al sottoparagrafo 8.4.2....



(Commenti del Consigliere Sozzani)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Valetti.
Consigliere Sozzani, possono sbagliare tutti, ho sbagliato io: le faccio illustrare l'emendamento rubricato n. 25, con le doverose scuse, non mi sarei mai permesso.
Emendamento rubricato n. 25) presentato dai Consiglieri Sozzani, Vignale: Alla pagina 169 dell'allegato A, capitolo 8.4.1.4 denominato 'Strumenti economici, fiscali e di regolamentazione', al paragrafo che inizia con le parole 'L'amministrazione regionale' sono aggiunte infine le seguenti parole: 'la Giunta regionale entro sei mesi dall'approvazione del presente piano adotta le modifiche necessarie alla DGR n. 47-14763 del 2005 e le politiche attuative degli articoli 184 bis e ter del TU come previste al presente capoverso'".
Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Non volevo che mi sottraesse un emendamento...



PRESIDENTE

Capisco che lei è anche concentrato un po' su Novara!



SOZZANI Diego

Di questo la ringrazio, Presidente, come sempre.
Qui siamo alla pagina 169, sempre nell'ambito degli strumenti economici e fiscali. In questo caso chiediamo l'aggiunta delle parole: "La Giunta regionale entro sei mesi dall'approvazione del presente Piano adotta le modifiche necessarie" - prima parlavamo della legge n. 39/1996 - "alla DGR n. 47-14763 del 2005 e le politiche attuative degli articoli 184 bis e ter del TU come previste al presente capoverso".
Questo significa che la revisione della delibera indicata, al fine di poter scomputare dal novero dei rifiuti speciali alcuni materiali e prodotti derivanti dai rifiuti solidi urbani, è volta a garantire l'implementazione del riciclaggio, quindi una minore "burocratizzazione" del riutilizzo dei rifiuti.
Nel secondo caso, l'attuazione delle politiche previste dagli articoli di legge citati consente di declassare, da rifiuti a sottoprodotti, alcuni tipi di materiale. Questo diventa importante perché in entrambi i casi ci sono grossi benefici. Ovviamente, è facile anche pensarlo rispetto a questo tipo di indicazione: primo, lo smaltimento costa molto meno ai Comuni quindi vi è un risparmio oggettivo delle Pubbliche Amministrazioni rispetto al tipo di emendamento proposto; secondo, i prodotti finora trattati come rifiuti cessano di esserlo e restano nel ciclo economico, ed è importantissimo. Quindi, senza l'utilizzo di tutta la documentazione, che è nota, per i Comuni e per le aziende (alla presentazione del MUD finale sono tenuti annualmente sia gli enti pubblici che le aziende), diventa, in un certo senso, una norma di semplificazione amministrativa, che non solo va ad incidere sotto il profilo dell'enfatizzazione del recupero, ma va a semplificare, dal punto di vista economico, il recupero dei materiali stessi, andando ad agevolare l'attuazione del Piano.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 71) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Al fondo della pagina, alla fine dell'elenco puntato, aggiungere il seguente punto: '-efficacia delle misure e delle azioni proposte (soprattutto un monitoraggio sugli interventi della regione Piemonte e delle PA piemontesi),'".
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Siamo a pagina 171, nell'elenco delle misure specifiche per i flussi prioritari, dove si enunciano le azioni per prevenire la produzione di rifiuti.
Si citano strumenti di sostegno alla riduzione della produzione; i contesti territoriali; i vantaggi delle azioni di riduzione ambientali ed economici e gli interventi della Regione Piemonte e delle PA piemontesi per la riduzione dei rifiuti e risparmio. Noi qui aggiungiamo un punto che recita "L'efficacia delle misure e delle azioni proposte", cioè il monitoraggio sugli interventi che la Regione e le Pubbliche Amministrazioni fanno per la riduzione, ovvero, che le misure che si attuano servono a poco se poi non c'è un monitoraggio che certifichi e stabilisca la qualità dell'applicazione di queste regole.
Lo abbiamo già scritto in un emendamento precedente, quando chiedevamo di inserire, tra gli obiettivi dirigenziali, anche le azioni predisposte per il contenimento dei costi e la produzione di rifiuti.
Questo è semplicemente la naturale prosecuzione del punto che è già nell'elenco del Piano, che dice che ci sono interventi della Regione e delle pubbliche amministrazioni all'interno del Piano.
Noi crediamo che questo buon esempio vada nel senso di una riduzione cospicua. Se pensiamo già solo alle migliaia di dipendenti che lavorano nelle PA piemontesi e nelle aziende sanitarie locali (con tutto l'intorno di persone che le frequentano), siamo sicuramente nell'ordine di qualche decina di migliaia di produttori di rifiuti.
Pertanto, oltre ad essere una vetrina dell'efficienza della Pubblica Amministrazione, se lo estendiamo anche alle scuole, dove abbiamo anche l'effetto educativo (tra l'altro collegandolo agli obiettivi dei dirigenti quindi anche dirigenti scolastici), riusciamo ad incentivare una sensibilità maggiore, perché alla fine bisogna sempre collegare le questioni all'aspetto economico, non basta solo enunciare gli obiettivi.
Se alla fine gli abbiniamo anche il monitoraggio, è possibile avere delle classifiche e stabilire, come cito nella mia proposta di legge sulla riduzione della dispersione dei rifiuti, anche un elenco delle virtuosità delle Pubbliche Amministrazioni nella loro gestione interna del rifiuto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Emendamento rubricato n. 70) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Alla fine dell'elenco puntato dal secondo capoverso, che inizia con le parole "Strumenti", viene inserito il seguente punto elenco: "ruolo attivo della Regione al fine di collaborare con le aziende produttrici di imballaggi, affinché in etichetta esse riportino le corrette modalità di smaltimento, soprattutto per materiali compostabili e biodegradabili" Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie.
Siamo alla pagina seguente. Alla fine dell'elenco, dopo il capoverso che inizia con la parola "Strumenti", inseriamo le parole "il ruolo attivo della Regione, al fine di collaborare con le aziende produttrici di imballaggi, affinché in etichetta esse riportano le corrette modalità di smaltimento, soprattutto per materiali compostabili e biodegradabili".
Si possono fare tante azioni, ma nessuna di queste è coercitiva, perch non è una prerogativa dell'Istituzione. Si può stabilire un dialogo con i produttori di imballaggi, a partire dai produttori che risiedono sul territorio, e poi si può pensare ad altre misure.
Noi pensiamo che, sulla stessa linea del contributo ambientale che vi è nelle amministrazioni, si possa, comunque, determinare criteri incentivanti o disincentivanti, anche con minimi sconti fiscali o altri tipi di agevolazioni non monetarie, tipo una bacheca delle aziende che si comportano virtuosamente da questo punto di vista.
Questo è solo un esempio, ma crediamo che un'etichettatura specialmente su imballaggi, non abbia costi così alti e non sia un aggravio dei costi di produzione tale da giustificare un diniego delle stesse aziende.
Dopodiché, sulle misure, probabilmente il ritorno di immagine per i produttori che decidono di attenersi alle linee guida che questo Piano specifica, è maggiore che non la perdita economica.
Pensiamo agli imballaggi, ad esempio, che diventano sempre più un ambito complesso ed eterogeneo per i materiali utilizzati. Non vi è più solo la plastica, ma materiali molto simili che le persone faticano a distinguere l'uno con l'altro, tant'è che quando coesistono questi materiali plastici o biodegradabili all'interno di uno stesso contesto diventa molto difficile, per le persone, produrre una differenziazione corretta.
Questo invalida ancora di più la qualità della raccolta differenziata sia in ambito pubblico, quindi nelle pubbliche amministrazioni e nei luoghi pubblici, sia a casa delle persone e in contesti aziendali, sempre più produttori significativi di rifiuti. Se non vi sono istruzioni chiare sulla differenziazione, è molto facile confondersi, specie adesso che stiamo sostituendo, via via, prodotti di origine petrolifera con prodotti di origine organica.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Emendamento rubricato n. 69) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Alla fine dell'elenco puntato del primo capoverso, che inizia con le parole"Criticità", viene inserito il seguente punto elenco: "scarsa conoscenza da parte delle utenze del corretto smaltimento dei materiali, in particolar modo quelli compostabili e biodegradabili".
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Alla pagina 173, al capoverso che inizia con "Criticità", viene inserito: "La scarsa conoscenza da parte delle utenze del corretto smaltimento dei materiali, in particolar modo quelle compostabili e biodegradabili". Pensiamo, ad esempio, all'acido polilattico, che crea parecchia confusione perché compare con la dicitura PLA. Molti pensano che sia plastica, invece è proprio l'unica cosa che non è plastica all'interno dei contenitori per alimenti.
E' importante tenere conto di questa scarsa conoscenza, quindi chiediamo un sacrificio in più alle aziende produttrici - se sacrificio si può definire - per dare un'indicazione o produrre degli standard di etichettatura che facciano almeno capire di che tipo di materiale stiamo parlando e di come va smaltito: se siamo nell'ambito dello smaltimento dell'umido, di materiali plastici o di quant'altro.
Quest'emendamento sottintende anche alla possibilità di azioni di informazione: si potrebbero collegare campagne informative, anche con materiale esplicativo, dei nuovi materiali e la loro suddivisione, almeno delle categorie principali.
La sostituzione della plastica sui materiali usa e getta, che noi come Gruppo cerchiamo sempre di disincentivare il più possibile, in alcuni contesti che hanno caratteriste estemporanee, tipo fiere e manifestazioni diventa difficile non applicare un prodotto usa e getta. Vi è sempre un ricorso a questi, perché i prezzi stanno diventando competitivi Poiché il materiale plastico viene riciclato in minima parte, anche solo al 50%, qualora parliamo solo della frazione differenziata, con i materiali di tipo biodegradabile otteniamo un recupero totale come materiali di compostaggio, da quel punto di vista sono più virtuosi solo finché le due tecnologie coesistono.
La mancanza di conoscenza genera molti problemi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 68) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Nel secondo punto elenco del secondo capoverso, che inizia con le parole: disposizioni affinché...", dopo le parole: 'utenze domestiche e non domestiche' vengono inserite le parole: 'sostenendo economicamente la realizzazione di compostiere comunali e condominiali".
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Sempre alla stessa pagina, dopo il capoverso che inizia con le parole "dopo utenze domestiche e non domestiche", aggiungiamo le parole "sostenendo anche economicamente la realizzazione di compostiere comunali e condominiali".
Qui pensiamo di nuovo ad un contributo regionale, magari - perché no? in collaborazione con le Pubbliche Amministrazioni per l'acquisto delle compostiere domestiche e condominiali. E' facilmente quantificabile che questo costo sia un investimento che si ripaga tranquillamente, perché già solo la riduzione del trasporto del rifiuto umido è uno dei costi maggiori che gravano sul sistema della raccolta, abbiamo materiale molto pesante e con un valore al peso molto basso. Se pensiamo, invece, alla carta o alla plastica, abbiamo un valore di questo materiale alla tonnellata molto più alto, quindi giustifica, in un certo senso, il trasporto, se non gli impianti di differenziazione.
Sull'organico il discorso è diverso perché la filiera dell'organico è in perdita economica, quindi per ogni chilo che viene prodotto e messo sul mercato, si perdono svariati euro perché non è produttivo. E' un ciclo che viene messo per motivi ambientali, perché costerebbe, comunque, di più gestirlo in discarica o gestirlo in inceneritore. E' scarsamente compatibile, anche volendo, basarsi sugli inceneritori, ma bruciare materiale organico compostabile non è una grande idea.
Comunque il ciclo specifico di questi materiali è in passivo economico quindi ridurlo ad una dimensione locale, avvantaggiando il compostaggio in loco, sgravia costi di smaltimento e di trasporto, quindi tutta la filiera della raccolta esce agevolata. Salviamo anche dei soldi che le amministrazioni possono investire nella raccolta porta a porta dei materiali che hanno un valore intrinseco maggiore. Concentrare gli investimenti sulla raccolta porta a porta, quindi i passaggi di camion sulle plastiche, sulle carte, sul vetro e sui metalli - materiali che vengono riciclati quasi totalmente - ha un senso se almeno nelle cittadine dove si dispongono di orti privati o di spazi, noi evitiamo di investire nel trasporto di questi materiali.
Sicuramente un contributo stanziato a questo scopo riduce i costi del sistema e per le amministrazioni pubbliche e per i cittadini.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Passiamo all'esame dell'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 75) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Alla fine dell'elenco puntato del secondo capoverso, che inizia con le parole: intervento regionale, viene inserito il seguente punto elenco:.ruolo attivo della Regione affinché a livello regionale e nazionale venga avviata un'intesa con le aziende produttrici di imballaggi soprattutto compostabili o biodegradabili, al fine di riportare in etichetta le corrette modalità di smaltimento del materiale".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti per l'illustrazione ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Siamo alla pagina successiva, n. 174, alla fine dell'elenco. Al secondo capoverso, che inizia con "intervento regionale" viene inserito il punto "ruolo attivo della Regione affinché a livello regionale e nazionale venga avviata un'intesa con le aziende produttrici di imballaggi, soprattutto compostabili o biodegradabili, al fine di riportare in etichetta le corrette modalità di smaltimento del materiale".
Quello che chiediamo è che la Regione operi non solo in senso di enunciare delle buone pratiche all'interno del Piano, ma che si faccia parte attiva, in un confronto interregionale e nazionale, nel determinare regole di etichettature, così risolviamo quei problemi che dicevamo prima anche sulla creazione di standard. Se noi creiamo e facciamo degli accordi con le aziende produttrici su livello regionale, c'è comunque il rischio che ci sia un proliferare di standard di etichettatura e di suddivisone dei materiali che cambiano da una Regione all'altra. Se le Regioni agiscono in ordine sparso su questo tema, forse la cura potrebbe essere peggiore del male.
Crediamo, senz'altro, che si possano impostare delle regole di base da concordare con le altre regioni, in modo da farci capofila di questa pratica verso il livello nazionale. Abbiamo visto che, purtroppo, le misure che vanno verso l'economia circolare languono un pochino dal Governo centrale. Probabilmente, così come la Regione spesso chiede delle politiche attive e delle proposte dalle amministrazioni locali perché le cose che arrivano dall'alto sono digerite male e le imposizioni non piacciono, farsi parte attiva dialogando con il livello superiore e proponendo le soluzioni che vorremmo vedere applicate, può aiutare anche il legislatore e il Governo ad accelerare le misure che l'Europa ci chiede. Le stesse leggi nazionali che recepiscono queste normative lo chiedono, quindi non si vede perché ci sia un continuo rimpallo di competenze e non si riesca neanche ad arrivare alla questione delle etichettatura, che è importante.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Emendamento rubricato n. 26) presentato dai Consiglieri Sozzani e Vignale: Alla pagina 177 dell'allegato A, capitolo 8.4.2.1.3 dedicato alla raccolta di derrate alimentari, sezione: Intervento regionale, al secondo punto sostituire le parole: disposizioni regionali, con: definizione di accordi tra Regione ed associazioni rappresentative degli Enti locali".
Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

L'emendamento n. 26) è dedicato alle raccolte delle derrate alimentari nella sezione di "Intervento regionale", in cui chiediamo di sostituire le parole "disposizioni regionali" con le parole "definizione di accordi tra Regione e associazioni rappresentative degli Enti locali".
Si tratta di una correzione del Piano che riteniamo necessaria sotto il profilo della mera legittimità. Il Piano proposto, infatti, prevede l'emanazione di disposizioni, quindi di norme vincolanti, relative all'obbligo che gli appalti di mense siano conformi ai criteri minimi ambientali di cui avevamo già accennato in altri emendamenti. Obbligati anche, al recupero delle derrate non utilizzate, pretendendo di rivolgere tali obblighi alla ristorazione scolastica e ospedaliera, alle mense per dipendenti di Enti pubblici e società a prevalente capitale pubblico.
Come può la Regione imporre simili condizioni ad enti e soggetti terzi nell'ambito della struttura del Piano? Questa è la domanda che ci poniamo.
Si propone, invece, di ricorrere ad intese specifiche, che coinvolgano le associazioni, gli Enti destinatari o i vincitori di appalti specifici in questo settore, al fine di promuovere tutto quanto viene detto nel Piano ma che, a nostro modo di vedere, non si può imporre. Altrimenti, si incorrerebbe in ricorsi che inficerebbero gli obiettivi del Piano stesso e l'utilizzo delle norme che il Piano prevede.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Scusi, solo un'informazione. Volevamo solo capire: ma non si è detto che interviene solo uno per ogni emendamento o è un'informazione falsa e tendenziosa?



PRESIDENTE

Io non ero presente alla Conferenza dei Capigruppo e non mi hanno dato quest'informazione. Presidente Laus?



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS

Se proprio è necessario, uno. Se può evitare anche quell'uno, meglio ancora. Decidete voi.



PORCHIETTO Claudia

Non volevamo essere redarguiti dal Presidente.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS

Assolutamente no. Come sempre, vince la democrazia. E quindi vincete voi.



PRESIDENTE

Chiedo scusa: non essendo stata presente alla riunione dei Capigruppo non avevo questa informazione.
Emendamento rubricato n. 74) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Alla pagina 178, sottoparagrafo di secondo livello 8.4.2.1.4 sottoparagrafo di primo livello 8.4.2.1, sottoparagrafo 8.4.2, paragrafo 8.4, Capitolo 8, Titolo II, al fondo del primo capoverso, che inizia con le parole "Studi di settore.", viene aggiunto il testo seguente: "Di particolare importanza per ridurre il consumo di carta negli uffici pubblici risulta essere l'applicazione delle norme di informatizzazione della PA. Secondo uno studio di NetConsulting 2007, la gestione documentale vale oltre il 2% del PIL e quindi un obiettivo di dematerializzazione di appena il 10% genererebbe un risparmio di 3 miliardi di euro, ripetibile ogni anno.
Con il D. Lgs. 30 dicembre 2010, n. 235, è stato aggiornato il CAD - Codice dell'Amministrazione Digitale; esso definisce i principi e le finalità dell'informatizzazione della PA e sancisce i diritti dei singoli, cittadini e imprese, nell'interazione con la PA. Purtroppo, ad oggi, il Codice dell'Amministrazione Digitale è stato scarsamente applicato dalle pubbliche amministrazioni. La normativa prevede che entro il 1° gennaio 2014 tutte le procedure per i cittadini e le imprese siano online. Le comunicazioni tra gli uffici dovranno avvenire esclusivamente attraverso i canali e servizi telematici e la posta certificata".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Come primo firmatario, ci tengo a illustrare, anche in forma ridotta gli emendamenti, cosicché la Giunta ne possa trarre spunto magari per il Piano rifiuti al 2030 o forse al 2040. Mi sento motivato nel pensare che riusciremo a raggiungere l'obiettivo di far approvare qualcuna di queste idee un po' avveniristiche sul riciclo e sull'economia circolare prima che l'umanità sia estinta a causa dei suoi stessi rifiuti.
Siamo a pagina 178. Al fondo del primo capoverso, che inizia con le parole "Studi di settore", viene aggiunto il testo seguente: "Di particolare importanza per ridurre il consumo di carta negli uffici pubblici risulta essere l'applicazione delle norme di informatizzazione della PA. Secondo uno studio di NetConsulting 2007, la gestione documentale vale oltre il 2% del PIL e quindi un obiettivo di dematerializzazione di appena il 10% genererebbe un risparmio di 3 miliardi di euro, ripetibile ogni anno".
Siamo di nuovo in un capitolo che è investimento, un investimento che riduce il consumo di materia prima e quindi l'impatto ambientale, mentre aumenta il risparmio per la pubblica amministrazione. Quando diciamo che vogliamo applicare le pratiche della riduzione dei rifiuti, però non abbiamo i soldi, ecco: i soldi sono questi, sono i risparmi che derivano dall'efficientamento della PA.
Questi stessi emendamenti che stiamo leggendo hanno prodotto qualche decina di chilogrammi di carta, che sono passati tra i vari uffici con tutte le firme e tutta la perdita di tempo che ne consegue, mentre sarebbe semplicemente sufficiente informatizzare la gestione dell'Aula consiliare e smettere di passarci i fogli dall'uno all'altro. Sembra veramente di lavorare nell'Ottocento, mentre esistono le firme digitali, le PEC e tutto sarebbe molto più semplice.
Quindi lancio questa suggestione. Magari partiamo proprio dal Consiglio regionale a gestire in modo informatizzato le nostre procedure, così perdiamo un po' meno tempo e gente che va a destra e a sinistra a consegnare fogli, cosa che veramente, oltre allo spreco di soldi, è anche uno spreco di tempo. E così anche gli Assessori, che subiscono la nostra attività emendativa, possono avere qualche agevolazione in più, perché sono sempre tutti pronti sul tablet gli emendamenti già firmati e non c'è bisogno di rimpallarsi continuamente o aggiungere una firma quando ci si dimentica.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Emendamento rubricato n. 27) presentato dai Consiglieri Sozzani e Vignale: Alla pagina 179 dell'allegato A, Capitolo 8.4.2.1.4 dedicato alla riduzione del consumo di carta, capoverso "Intervento regionale", dopo le parole "del consumo di carta negli uffici pubblici", aggiungere: "ed approvazione mediante apposita delibera delle disposizioni attuative di tali indirizzi per gli uffici regionali e le aziende sanitarie".
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
In quest'emendamento parliamo del capitolo dedicato alla riduzione del consumo di carta. A pagina 179, dopo il capoverso "Intervento regionale" dopo le parole "del consumo di carta negli uffici pubblici", chiediamo di aggiungere: "ed approvazione mediante apposita delibera delle disposizioni attuative di tali indirizzi per gli uffici regionali e le aziende sanitarie".
In questo caso stiamo parlando di materia di riduzione del consumo di carta. Il Piano si limita a prevedere, per la verità, una circolare dimenticando di dire che, per quanto riguarda gli uffici che dipendono dalla Regione stessa, queste indicazioni fornite con una circolare possono e debbono diventare norme vincolanti; questo almeno per dare il buon esempio rispetto invece a coloro che non operano in una pubblica amministrazione, quindi ai privati.
Ora, il fatto che questo diventi un elemento vincolante va anche a inserirsi in ciò che dicevamo prima, cioè nelle buone pratiche di gestione ambientale degli uffici pubblici, per la quale si era previsto anche un 50 di utilizzo di materiali eco-compatibili e nell'eco-compatibilità va a inserirsi il minor consumo di carta.
Questo è un emendamento che intende dare il buon esempio perché, mentre abbiamo avuto delle sezioni del Piano che indicavano sicuramente obblighi da parte dei soggetti interessati in quella sezione specifica del Piano quindi obblighi e indicazioni assolutamente coercitive, nel caso specifico invece vediamo che c'è una mera segnalazione sulla riduzione del consumo di carta. Pertanto riteniamo che la filosofia del Piano viene tarata dall'inizio alla fine (la stessa), quindi anche in questo caso si considera un obbligo di riduzione del consumo di carta, altrimenti sappiamo benissimo che le indicazioni piuttosto che le circolari vengono molto spesso disattese rispetto alla comodità dell'utilizzo ridondante di carta e quindi del consumo della stessa.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 73) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Alla pagina 183, sottoparagrafo di secondo livello 8.4.2.2.3 sottoparagrafo di primo livello 8.4.2.2, sottoparagrafo 8.4.2, paragrafo 8.4, Capitolo 8, Titolo II, nel secondo capoverso, dopo le parole "sacchi durevoli.", viene inserito il seguente testo: "Occorre fare una distinzione fra borse e sacchi durevoli dai 'sacchetti intermedi' utilizzati in prevalenza per l'ortofrutta; anche questi ultimi devono rispondere alle caratteristiche di biodegradabilità e compostabilità prescritte dalla normativa europea. Attualmente sono allo studio contenitori diversi, come ad esempio retini e sacchetti di matrice cartacea. La Regione Piemonte, sulla base di una direttiva europea ormai consolidata nel settore, provvederà a redigere un sistema sanzionatorio verso i trasgressori".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
A pagina 183, nel secondo capoverso, dopo le parole "sacchi durevoli." inseriamo: "Occorre fare una distinzione fra borse e sacchi durevoli dai 'sacchetti intermedi' utilizzati in prevalenza per l'ortofrutta; anche questi ultimi devono rispondere alle caratteristiche di biodegradabilità e compostabilità prescritte dalla normativa europea. Attualmente sono allo studio contenitori diversi, come ad esempio retini e sacchetti di matrice cartacea. La Regione Piemonte, sulla base di una direttiva europea ormai consolidata nel settore, provvederà a redigere un sistema sanzionatorio verso i trasgressori".
In teoria, la plastica dei sacchetti dovrebbe essere scomparsa già da un po'; poi ci sono state varie proroghe, finché è arrivata la fine ufficiale di questo tipo di materiale alla vendita, ma, come sappiamo, gli stock sono ancora pieni e quindi vediamo ancora circolare i sacchetti. Poi non sappiamo quanto sia vero, insomma; secondo noi, su questo qualcuno fa un po' il furbo, nel senso che comunque chi ha magari investito in processi produttivi su sacchetti di plastica e materiali plastici continua a vendere liberamente finché non ritiene di avere ammortizzato l'investimento o peggio ancora, se parliamo di importazioni da Paesi in via di sviluppo o dalla Cina, crediamo che la pratica di questa produzione e commercializzazione abusiva (perché parliamo di qualcosa di abusivo) sia ancora abbondantemente in corso. E' molto importante anche vigilare, per carità, però adesso non esiste neanche un sistema sanzionatorio e non sappiamo in quale misura può essere messo in piedi solo dalla Regione Piemonte.
Crediamo che, di nuovo, una sorta di coordinamento tra Enti e Governo centrale sia utile per capire come arginare questo fenomeno; fenomeno rispetto al quale, secondo noi, a oltre un anno dall'entrata in vigore della normativa che chiede l'abbandono dei sacchetti usa e getta in plastica, qualche misura bisognerà pur farla, perché abbiamo superato ampiamente il limite di tolleranza che poteva essere quello dell'esaurimento delle scorte. Allora perlomeno citiamo il fatto che le sanzioni devono essere elaborate e comminate, altrimenti qui si crea un periodo transitorio di uscita dalla plastica che sembra non finire più.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 84) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Nel quarto capoverso gli obiettivi sono così modificati: abbandono del ricorso allo smaltimento in discarica dei rifiuti recuperabili, con l'obiettivo al 2030 del blocco delle discariche di rifiuti urbani prevedere in via prioritaria l'autosufficienza a livello di Ambito Territoriale Ottimale nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi in ogni caso deve essere comunque garantita l'autosufficienza a livello regionale dello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi ottimizzare le risorse impiantistiche presenti nel territorio di ciascun ATO. Collaborazione tra i vari ATO finalizzate a garantire l'autosufficienza regionale di smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi dismissione entro il 2033 degli impianti di incenerimento e di co incenerimento chiusura degli impianti per la produzione di CSS o CDR ricorrere al recupero energetico (esclusivamente per tramite di produzione di biogas anaerobico e da discarica) solo per le frazioni di rifiuto per le quali non è possibile il recupero di materia".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento inserisce degli obiettivi, modificando un capoverso.
Siamo alle parti che riassumono interi capitoli e pongono degli obiettivi. Andiamo a modificare il capoverso in questo senso: "Abbandono del ricorso allo smaltimento in discarica dei rifiuti recuperabili, con l'obiettivo al 2030 del blocco delle discariche dei rifiuti urbani;" questo, peraltro, è prescritto anche dalle normative - "Prevedere in via prioritaria l'autosufficienza a livello di Ambito Territoriale Ottimale nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi; in ogni caso deve essere comunque garantita l'autosufficienza a livello regionale dello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi;". Inoltre: "Ottimizzare le risorse impiantistiche presenti nel territorio di ciascun ATO.
Collaborazione tra i vari ATO finalizzate a garantire l'autosufficienza regionale di smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi;". Soprattutto (questo è molto importante): "Dismissione entro il 2033 degli impianti di incenerimento e di co-incenerimento;". Abbiamo scritto 2033 non perch abbiamo il desiderio di tenerceli ancora per 17 anni (vorremmo che cessasse subito l'incenerimento), ma - ad esempio - l'impianto dell'inceneritore del Gerbido di Torino, ha un contratto di servizio fino al 2033.
Inoltre: "Chiusura degli impianti per la produzione di CSS o CDR". Per quanto riguarda il recupero energetico, lo limitiamo alle frazioni di rifiuto per le quali non è possibile il recupero di materia. Ad esempio: esclusivamente per tramite di produzione di biogas anaerobico e da discarica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Emendamento rubricato n. 80) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Dopo il primo capoverso, costituito dall'elenco puntato, viene eliminato il testo e le tabelle fino a pag. 201, dalle parole "Inoltre bisogna tener conto." fino a ".contenuti nell'ambito di 200 km".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Qui siamo alla pagina 194 ed eliminiamo parte di testo e delle tabelle perché gli scenari proposti in quelle tabelle non sono compatibili con ci che abbiamo detto con i nostri emendamenti precedenti, quindi con la pianificazione che abbiamo proposto.
E' un emendamento di coordinamento del testo e, pertanto, dovevamo eliminare le tabelle.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Emendamento rubricato n. 85) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Dopo l'elenco puntato è inserito il seguente testo: "L'obiettivo è dunque quello di ridurre gli scarti oggi da avviare in discarica e viene confermato come assolutamente prioritario il recupero di materia. Tale obiettivo può essere raggiunto attraverso un percorso per l'istituzione a valle di Riduzione e Raccolta differenziata domiciliare in impianti detti "Fabbriche di Materiali".
La Fabbrica dei Materiali consente il rispetto dell'obiettivo del passaggio dal sesto al settimo programma deciso dall'Unione Europea, ovvero "entro il 2020 tutta la materia che può essere recuperata non deve essere smaltita n in discarica né con l'incenerimento".
Si evidenzia, infatti, che a valle delle operazioni di Prevenzione e Raccolta differenziata spinta, possono permanere percentuali di rifiuto indifferenziato, attualmente smaltiti in discarica o in impianti di incenerimento.
La Fabbrica dei Materiali è di fatto un impianto di trattamento a freddo per la massimizzazione del recupero di materia: essendo impiegata una tecnologia 'a freddo' si riducono notevolmente tutti i problemi ambientali e sanitari legati alle emissioni nocive.
Da impianti già presenti sul territorio e funzionanti si giunge ad un recupero di materia con risultati complessivi di oltre il 90%. L'impianto che recupera materia dal rifiuto urbano residuo (RUR), è costituito da due sezioni parallele di trattamento: in una viene lavorata la frazione residua (sottovaglio) che contiene ancora componenti che possono fermentare. Questa viene resa "inerte" attraverso un processo di "stabilizzazione" (anaerobica del tutto analogo al compostaggio) in modo da minimizzarne gli impatti relativi alla collocazione a discarica. Nell'altra sezione (che tratta il sopravvallo) viene fatto invece il recupero dei materiali, attraverso una combinazione di varie separazioni sequenziali (ad esempio separatori balistici, magnetici, lettori ottici) analogamente a quanto avviene nelle piattaforme di selezione dei materiali da raccolta differenziata.
Tale impianto è perfettamente adattabile all'aumentare della raccolta differenziata: si aumenterà la lavorazione del rifiuto indifferenziato (compostaggio dell'organico e selezione delle frazioni CONAI) e si diminuirà parallelamente il trattamento del residuo, lavorando su diverse linee o diversi turni.
I materiali passano attraverso le seguenti fasi: Cernita manuale Deferrizzazione Selezione ottica Separatore balistico Triturazione Pressatura.
La dimensione degli impianti può essere adattata in base alle esigenze del territorio, e quindi alla quantità in ingresso (20.000, 80.000 tonnellate etc.); prevedibilmente, dopo l'applicazione del presente Piano, verranno conferiti minori quantità di materiali proprio in conseguenza della crescita di Prevenzione/Riduzione e in presenza di elevati livelli di raccolta differenziata di qualità.
La Fabbrica dei Materiali si pone a valle di una Raccolta differenziata superiore al 70%.
Il concetto di "Fabbrica dei Materiali" è stato già adottato od è in corso di adozione da parte di diversi territori, che stanno convertendo a questo concetto vecchi impianti di TMB (Trattamento Meccanico Biologico) o realizzando siti dedicati; quest'ultimo è il caso ad esempio della Provincia di Reggio Emilia che ha deciso, nel rispetto degli indirizzi europei sui rifiuti e dei principi di sostenibilità, di chiudere il vecchio inceneritore per puntare su questa tipologia di impianti in modo da accompagnare programmi di massimizzazione progressiva delle Raccolte Differenziate.
Circa l'allestimento e/o la gestione dell'impianto, le soluzioni possono essere diverse: Può essere acquisito da una Aggregazione di Comuni su Progetto (sub ambito).
Può essere il risultato di un accordo pubblico-privato.
Può essere organizzato con gestione dei Rifiuti Urbani Residui a carico interamente da parte di un organismo privato: in questo caso i Comuni si impegnano all'invio dei rifiuti residui per un certo numero di anni.
I tempi di realizzazione dell'impianto sono ragionevolmente brevi soprattutto per quanto riguarda la conversione di impianti già esistenti.
I costi dipendono da quale soluzione viene scelta fra le tre sopra esposte.
I costi e tempi sono inferiori del 50% rispetto a quelli dei più frequenti smaltimenti (discarica, incenerimento).
Oltre ai vantaggi sopraelencati, la soluzione impiantistica della Fabbrica dei Materiali influirebbe positivamente sui livelli occupazionali regionali".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Quest'emendamento riguarda le cosiddette "Fabbriche dei Materiali". Noi diciamo che bisogna massimizzare il recupero di materie e il riciclo e, poi ovviamente - dobbiamo anche dire come ci proponiamo di farlo.
L'obiettivo è, quindi, di ridurre gli scarti da avviare in discarica e confermare con priorità il recupero di materia. Tale obiettivo può essere raggiunto attraverso un percorso per l'istituzione a valle di riduzione e raccolta differenziata domiciliare in impianti detti "Fabbriche dei Materiali". Pertanto, la Fabbrica dei Materiali consente di raggiungere l'obiettivo di una vera economia circolare e del passaggio dal sesto al settimo programma deciso dall'Unione Europea, ovvero che entro il 2020 tutta la materia che può essere recuperata non deve essere smaltita né in discarica né con l'incenerimento.
Abbiamo detto più volte che già oggi abbiamo un impianto di incenerimento dei rifiuti che può bruciare il rifiuto tal quale. Lì non finiscono solo i rifiuti che possono essere recuperati diversamente, ma anche molto materiale che potrebbe essere recuperato. Basterebbe - ad esempio - affiancare già adesso all'inceneritore un impianto di recupero di quel genere, con trattamento a freddo: molto meno materiale arriverebbe all'inceneritore.
Chiaramente questo non si farà mai, perché con un impianto di questo tipo l'inceneritore non avrebbe più la quantità dei rifiuti necessaria a funzionare, e quindi anche l'incentivo, la "droga" del mercato rappresentata dagli incentivi fiscali, non avrebbe più un senso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Emendamento rubricato n. 81) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Il testo che inizia con le parole "L'analisi degli scenari." fino alle parole ".biostabilizzazione o di bioessicazione." Viene sostituito con il seguente testo: "Considerando che presso la Direzione Genrale dell'Ambiente della Commissione Europea è in corso di valutazione una proposta di procedura di infrazione contro l'Italia in relazione alle norme che hanno definito il CSS. Il particolare motivo di contestazione è il fatto che tale CSS non potrebbe perdere la qualifica di "rifiuto" come avviene in Italia in quanto, qualora venisse bruciato in impianti per la produzione di clinker/cemento tecnologicamente non adeguati a tale scopo e progettati con altre finalità, mancherebbe di un presupposto necessario e cioè che "l'utilizzo della sostanza o dell'oggetto non porti ad impatti complessivi negativi sull'ambiente o sulla salute umana" come recita l'art. 6 ..1 lettera D della direttiva 2008/98/CE. Pertanto la Regione Piemonte abbandona ogni senario che tende nella direzione di intensificare la creazione di CSS e sulla sua combustione in cementifici, perché nel momento in cui si attuasse tale procedura di infrazione anche la Regione Piemonte ne sarebbe coinvolta. Ma non solo, come contenuto all'interno degli obiettivi del presente Piano, la Regione persegue strade ambientalmente compatibili e siccome i cementifici non sono tecnologicamente adeguati a tale tipo di combustione, tenderà progressivamente alla dismissione di questi impianti.
In particolare, l'impiego di CSS nei cementifici in sostituzione di percentuali variabili di combustibili fossili causa produzione ed emissione di Metalli pesanti tossici in misura significativamente superiore a quella rilevabile in seguito all'utilizzo di CSS negli inceneritori classici che sono progettati per questo scopo. Nel CSS è ammessa la presenza di cloro sino all'1%. Ciò lo rende in grado di incrementare le emissioni di diossine e altri composti tossici clorurati persistenti in palese violazione della Convenzione di Stoccolma sui POPs (inquinanti organici persistenti).
L'utilizzo del CSS nel ciclo di produzione del cemento prevede l'incorporazione delle ceneri tossiche prodotte dalla sua combustione nel clinker/cemento prodotto. Questo causa il potenziale rilascio di sostanze tossiche nell'ambiente ed un incremento del rischio occupazionale di lavoratori inconsapevolmente esposti a sostanze bio-tossiche a vari livelli. Per quest'ultimo punto la Regione vieta di produrre cementi comuni e altri prodotti per l'edilizia con clinker ottenuto da farina cruda composta con scorie da incenerimento e/o miscele di sostanze ottenute dalle stesse e/o da altri rifiuti in assenza della registrazione prescritta dalla "normativa europea REACH" (Registration, Evaluation, Authorisation of Chemicals)." La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Qui siamo alla pagina 203 e proponiamo di sostituire una parte del testo. Il testo che vogliamo aggiungere riguarda principalmente il cosiddetto CSS, il combustibile solido secondario (prima veniva chiamato CDR, combustibile da rifiuti), poiché - come abbiamo già richiamato secondo noi questo Piano considera strategico l'incenerimento del combustibile solido secondario.
A livello internazionale, solo l'Italia dimostra di puntare sull'incenerimento del CSS e - come abbiamo già detto - è peggio che bruciare i rifiuti negli inceneritori, perché, in quel caso, parliamo di impianti autorizzati con autorizzazione integrata ambientale, che hanno dei controlli molto serrati e severi sulle emissioni, mentre gli impianti che bruciano CSS hanno dei limiti emissivi fissati dalle autorizzazioni che sono molto più bassi. Pertanto, per assurdo, inquinano di più.
Tra l'altro, nel CSS è ammessa la presenza del cloro sino all'1% e questo lo rende in grado di incrementare le emissioni di diossine e da altri composti tossici clorurati che sono in violazione della Convenzione di Stoccolma sui POPs.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Emendamento rubricato n. 82) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Porchietto Valetti: Il testo dal sesto capoverso, che inizia con le parole "Considerando le tipologie." fino all'ultimo capoverso del sottoparagrafo che finisce a pag.
203 con le parole ".(ad esempio la pirogassificazione)." (Compresa la tabella 8.20), viene sostituito dal seguente testo: "Come indicato negli obiettivi del Piano, al fine di raggiungere l'autosufficienza a livello di Ambito Territoriale Ottimale nella riduzione, selezione, trattamento pretrattamento e smaltimento dei rifiuti urbani, si individuano i seguenti obiettivi: prevedere una rete di impianti per il pretrattamento del rifiuto indifferenziato da avviare a smaltimento, che ne abbassi ulteriormente la componente organica e recuperi ulteriore materia prevedere impianti di trattamento a freddo per il recupero di materia ottimizzare le risorse impiantistiche presenti nel territorio di ciascun ATO collaborazione tra i vari ATO finalizzate a garantire almeno l'autosufficienza regionale di smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi conversione degli impianti di TMB in impianti integrati di trattamento anaerobico.
Per questi obiettivi la Regione promuove la riconversione di impianti già esistenti ed il recupero di fabbricati (soprattutto in zone industriali) al fine di evitare il consumo di suolo".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Anche qui operiamo una sostituzione di testo, sempre in osservanza di quanto abbiamo detto nelle pagine precedenti. Parliamo del raggiungimento di un'autosufficienza a livello di Ambito Territoriale Ottimale nella riduzione, selezione, trattamento, pretrattamento e smaltimento dei rifiuti urbani, attraverso questi obiettivi: prevedere una rete di impianti per il pretrattamento del rifiuto indifferenziato da avviare a smaltimento, che ne abbassi ulteriormente la componente organica e recuperi ulteriore materia (quello che abbiamo detto prima); prevedere impianti di trattamento a freddo per il recupero di materia; ottimizzare le risorse impiantistiche presenti nel territorio di ciascun ATO; collaborazione tra i vari Ambiti Territoriali Ottimali finalizzata a garantire almeno l'autosufficienza regionale di smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi; conversione degli impianti di TMB (trattamento meccanico biologico) in impianti integrati di trattamento anaerobico. Per questi obiettivi, la Regione promuove la riconversione di impianti già esistenti ed il recupero di fabbricati (soprattutto nelle zone industriali), al fine di evitare il consumo di suolo.
Pertanto, introduciamo un altro elemento che era presente nei nostri emendamenti, che vorremmo anche portare nelle modifiche alle leggi che faremo successivamente ed in un programma più ampio a livello regionale: quello - ad esempio - di recuperare dei fabbricati industriali che hanno già consumato suolo a loro tempo e che oggi magari non sono utilizzati, per promuovere una filiera del riciclo, e quindi la possibilità di creare nuove attività imprenditoriali e dare lavoro anche attraverso l'utilizzo dei fondi europei.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Emendamento rubricato n. 83) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Porchietto Valetti: Il testo dal terzo capoverso, che inizia con le parole "Nell'ambito territoriale di riferimento." fino alla fine del paragrafo (fondo della pagina), compresa la tabella 8.26, viene sostituito dal seguente testo: "Come indicato nei capitoli precedenti, e al fine di raggiungere l'obiettivo del passaggio dal sesto al settimo programma deciso dall'Unione Europea, ovvero "entro il 2020 tutta la materia che può essere recuperata non deve essere smaltita né in discarica né con l'incenerimento", la Regione persegue l'obiettivo di dismissione degli impianti di incenerimento e co-incenerimento entro il 2033. Oltre ai gravi problemi emissivi che si ripercuotono sull'ambiente e sulla salute dei residenti, l'inceneritore del Gerbido (comune di Torino) produce circa 84.000 t/anno di scorie, tra cui 65.000 t/a di ceneri pesanti e scorie di combustione e 19.000 t/a di ceneri leggere, in rapporto alle 421.000 t/a autorizzate. Tali scorie rappresentano un problema perché vengono smaltite come rifiuto, anche speciale, in discariche appositamente autorizzate".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Anche questa è un'altra sostituzione di testo. Facciamo riferimento ai programmi dell'Unione Europea e diciamo: "Come indicato nei capitoli precedenti, e al fine di raggiungere l'obiettivo del passaggio dal sesto al settimo programma deciso dall'Unione Europea, ovvero "entro il 2020 tutta la materia che può essere recuperata non deve essere smaltita né in discarica né con l'incenerimento", la Regione persegue l'obiettivo di dismissione degli impianti di incenerimento e co-incenerimento entro il 2033".
Abbiamo fatto riferimento all'inceneritore del Gerbido, poiché, come si tende a far credere o come pensano molti, non è che l'inceneritore elimini del tutto i rifiuti. C'è una legge fisica per la quale la materia non si distrugge, ma si trasforma. Se qualcosa esce dal camino, si tratta di sostanze inquinanti, e quel qualcos'altro che viene utilizzato come calore ed energia elettrica produce comunque delle scorie da incenerimento, circa 84.000 tonnellate all'anno, tra cui 65.000 all'anno di ceneri pesanti e 19.000 di ceneri leggere - e sono sostanze molto nocive - in rapporto alle 421 mila annue autorizzate.
Quindi, diciamo che di 421 mila tonnellate all'anno, circa un terzo rimangono come scorie; quindi, non abbiamo certo fatto sparire i rifiuti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Emendamento rubricato n. 76) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Porchietto Valetti: Alla fine del paragrafo, in fondo alla pagina 215, viene aggiunto il seguente testo: "Con l'attuale capacità di processamento TMB (escluso pre trattamento) in Piemonte si gestiscono 480.038 t/annue di RU. Tale capacità è sovrabbondante rispetto al RU residuo previsto dal piano al 2020 (271.908,5 t/annue). Tenendo conto di uno scarto da TMB regionale di 329.176 t., abbiamo un'efficienza di tali impianti in quanto a recupero piuttosto bassa, ovvero intorno al 33%. Si prevede quindi la riconversione di tali impianti a trattamento a freddo, ciclo anaerobico e "fabbriche dei materiali" al fine di ottenere una capacità di trattamento pari al 36% al 2020 del quantitativo di rifiuto processabile ad oggi dagli impianti TMB (271.908,5 t. contro 480.038 t.). Il residuo da smaltire in uscita da tali impianti risulta inoltre decisamente minore rispetto al TMB. Tale risultato si può ottenere diminuendo il numero degli impianti e la relativa capacità di processamento, tale da avere non più di 2 impianti per ATO rispettivamente per frazione secca e umida".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Anche qui siamo passati all'argomento della gestione e trattamento meccanico biologico (pagina 215). Alla fine del paragrafo aggiungiamo: "Con l'attuale capacità di processamento TMB (escluso pre-trattamento) in Piemonte si gestiscono 480.038 t/annue di RU. Tale capacità è sovrabbondante rispetto al RU residuo previsto dal piano al 2020 (271.908,5 t/annue). Tenendo conto di uno scarto di TMB regionale di 329.176 t.
abbiamo un'efficienza di tali impianti in quanto a recupero piuttosto bassa, ovvero intorno al 33%". Questo significa che, di fatto, riducono del 33% la massa di rifiuto; quindi è un sistema di trattamento molto poco efficiente.
Noi prevediamo, invece, la riconversione di tali impianti con trattamento a freddo, ciclo anaerobico e fabbriche dei materiali. Quindi tutte le cose che adesso vengono gestite in maniera indifferenziata per il trattamento meccanico biologico possono ritrovare le loro strade di gestione corretta e sostenibile: l'umido con la gestione dell'umido in quanto tale con ciclo anaerobico e i materiali non biodegradabili, ma che hanno comunque un valore intrinseco, con trattamento a freddo per la separazione dei singoli materiali, e quindi le fabbriche dei materiali. In questo modo avremo una capacità di trattamento pari al 36% al 2020 del quantitativo di rifiuto processabile ad oggi dagli impianti TMB (271.908,5 tonnellate contro 480.038 previste dal Piano). Il residuo da smaltire in uscita è minore rispetto al TMB perché l'efficienza di questi impianti è più alta. Quindi, possiamo ottenere una diminuzione degli impianti e della capacità di processamento, tale da avere, secondo la nostra previsione, non più di due impianti per ATO che gestiscano la frazione secca e la frazione umida.
Il tutto con il risparmio dello scarto e dello smaltimento dello scarto che, per forza di cose, va in discarica, perché è il risultato del trattamento meccanico biologico: se tutto ciò che non può essere bruciato in incenerimento va in discarica, abbiamo questa palla al piede, purtroppo perché ci affidiamo ad un ciclo di gestione che non ha delle efficienze di sistema.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Emendamento rubricato n. 77) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Porchietto Valetti: Il quarto capoverso che inizia con le parole "In merito a eventuali situazioni di emergenza" viene così modificato: "La Regione Piemonte si pone l'obiettivo di autosufficienza per quanto riguarda la gestione e lo smaltimento dei rifiuti, coerentemente non si prevede la gestione e lo smaltimento di rifiuti provenienti da altre Regioni. Il criterio non si applica per gli impianti di riciclo e recupero della frazione differenziata".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Passiamo alla pagina successiva; dove vi sono le parole "In merito a eventuali situazioni di emergenza" noi modifichiamo con la frase "La Regione Piemonte si pone l'obiettivo di autosufficienza per quanto riguarda la gestione e lo smaltimento dei rifiuti, coerentemente non si prevede la gestione e lo smaltimento di rifiuti provenienti da altre Regioni. Il criterio non si applica per gli impianti di riciclo e recupero della frazione differenziata".
Di questo abbiamo parlato anche in un incontro in merito al Piano dei rifiuti speciali, perché abbiamo osservato, come è anche lecito e giusto che alcune Regioni specializzino delle filiere di gestione di un particolare rifiuto e di riciclo. Questo per fare economie di scala.
Quindi, non possiamo escludere totalmente una movimentazione di rifiuti da una Regione all'altra in import o in export, qualora alcune strutture abbiano realizzato un'efficienza e una dimensione tale da diminuire i costi del processamento dei rifiuti.
Noi stiamo parlando della gestione e dello smaltimento dei rifiuti o in discarica o negli impianti di incenerimento. Su questo dobbiamo ottenere l'autonomia praticamente istantanea.
I materiali da recuperare, invece, possono essere rimessi sul mercato ed è giusto che il mercato abbia la sua libertà di azione; se i costi sono più bassi, perché, ad esempio, la Lombardia si è specializzata nel riciclo dei metalli, si possono anche fare accordi tra Regioni e, magari, il Piemonte si specializza nella gestione della filiera della plastica. E' un esempio molto grossolano, ma è per dire che siamo anche realisti e sappiamo che, sui grossi volumi, a volte si riescono a spuntare dei costi di gestione più bassi.
Quindi, questo serve solo a disincentivare il traffico di rifiuto non differenziato che rappresenta un po' la scarsa virtuosità di una Regione, e non ci sembra giusto che le Regioni più virtuose debbano pagare dal punto di vista ambientale ed economico per la scarsa virtuosità di altre Regioni.
E' sufficiente che ognuno si rimbocchi le maniche e cerchi di ottenere degli obiettivi più vantaggiosi; in quel caso, allora, potremo parlare di aiuto reciproco, ma dopo la notizia dello smaltimento di rifiuti liguri nell'inceneritore del Gerbido quando già contestavamo la combustione dei rifiuti prodotti in loco, ci sembra veramente un esempio da non ripetere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 78) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Porchietto Valetti: Nel settimo capoverso viene eliminata l'ultima frase che inizia con le parole "E' inoltre auspicabile.".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
A pagina 214 eliminiamo le parole "E' inoltre auspicabile.".
Vogliamo modificare il seguente concetto: "Al fine di limitare lo spostamento dei rifiuti è prevedibile prevedere la realizzazione di una sola discarica o servizio di ciascun ATO, per un totale di 4 discariche in Piemonte. E' auspicabile che la realizzazione delle stesse sia effettuata in prossimità degli impianti di trattamento già realizzati e che, in caso di presenza di discariche ancora operative al 2020, si valuti con attenzione la possibilità di un loro potenziamento in grado di soddisfare le esigenze di smaltimento richieste".
Si ritiene che prevedere un ulteriore carico ambientale nella zona dell'inceneritore del Gerbido possa aggravare ancora di più la situazione sanitaria ed ambientale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 86) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Porchietto Valetti: Nel secondo capoverso dopo le parole ". di capacità d'uso dei suoli" sono inserite le parole: "e sulle aree e zone di cui agli articoli 23, 24, 25 e 26 del Piano regionale di Tutela delle Acque, approvato con DCR n. 117 10731 del 13/03/07".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento è relativo alla questione della gestione dei suoli e di come la gestione dei rifiuti debba tenere conto del Piano regionale di tutela delle acque.
Al secondo capoverso, dopo le parole "di capacità d'uso dei suoli" sono inserite le parole "e sulle aree e zone di cui agli articoli 23, 24 25, e 26 del Piano regionale di tutela delle acque", eccetera.
Questo capoverso definisce anche le delimitazioni come le fasce di deflusso delle piene e caratteristiche tecniche delle stesse.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 87) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Porchietto Valetti: Emendamenti alla pagina 254, PARAGRAFO 9.4, CAPITOLO 9, TITOLO II Il secondo capoverso, che inizia con le parole "Nel caso in cui la programmazione provinciale..." viene così sostituito: "La programmazione provinciale non può prevedere localizzazioni che in qualche modo possano interferire, anche indirettamente, con i Siti della Rete Natura 2000 (SIC e ZPS)".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Al secondo capoverso, pagina 254, il capoverso viene sostituito con il seguente: "La programmazione provinciale non può prevedere localizzazioni che in qualche modo possano interferire, anche indirettamente, con i Siti della Rete Natura 2000 (SIC e ZPS).".
Di nuovo, chiamiamo in causa la mappatura di questi siti per la collocazione delle discariche. Come abbiamo già fatto notare, che sì parliamo di stop all'uso delle discariche, ma continuiamo ad ignorare il problema delle discariche di servizio degli impianti di incenerimento e di trattamento che non prevedono il recupero totale di materia, ma anche degli scarti di altri impianti, come quelli che sono i trattamenti di fanghi e/o altro tipo, che in tali casi finiscono come rifiuti speciali, quindi vanno praticamente al mercato, il resto sono comunque residui di rifiuti urbani.
La collocazione di nuove discariche ci vede molto scettici e prima di tutto scettici sulla possibilità di continuare con questo modello che rifiuta la discarica, ma poi utilizza degli impianti che non possono fare a meno di discariche di servizi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 88) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Porchietto Valetti: Emendamenti alla pagina 254, PARAGRAFO 9.4, CAPITOLO 9, TITOLO II Il terzo capoverso che inizia con le parole "L'individuazione dei luoghi adatti..." viene così sostituito: "La stessa programmazione non pu prevedere localizzazioni in prossimità e all'interno di suoli e/o aree agricole pregiate, al fine di salvaguardare la presenza delle produzioni agro-alimentari di particolare pregio (prodotti DOC, DOCG, DOP, IGP agricoltura biologica)".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Siamo all pagina 254, al capoverso che inizia con le parole "Individuazione dei luoghi adatti", lo sostituiamo con il seguente: "La stessa programmazione non può prevedere localizzazioni in prossimità e all'interno di suoli e/o aree agricole pregiate, al fine di salvaguardare la presenza delle produzioni agro-alimentari di particolare pregio (prodotti DOC, DOCG, DOP, IGP, agricoltura biologica)".
Purtroppo questi episodi sono avvenuti quando ancora non si dava tanto peso alle denominazioni, così abbiamo territori di assoluto pregio e di buone caratteristiche per la produzione agricola che sono stati oggetto di impianti ad alto impatto ambientale. Pensiamo alla zona del Gerbido di Torino, che se si chiama così un motivo c'è, dove ora c'è un inceneritore che deposita i suoi inquinanti su una zona che un tempo era estremamente agricola e anche di ottima produzione, come d'altronde lo sono la maggior parte dei territori della Pianura Padana e non solo. Purtroppo, spesso ce ne dimentichiamo e siamo diventati, da area ad alta produttività e ad alta qualità agricola, ad un'area altamente industrializzata con tutti i problemi che ne conseguono.
Quindi, un po' più di lungimiranza a questo punto non guasterebbe, dal momento che ora gli strumenti tecnici e normativi ci sono. Dobbiamo solo applicarli il prima possibile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 79) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Porchietto Valetti: Emendamenti alla pagina 256, CAPITOLO 10, TITOLO II Dopo il secondo capoverso viene inserito il seguente testo: "La Regione persegue i seguenti indirizzi: A) Chi smaltisce in discarica deve pagare di più a vantaggio di chi smaltisce meno.
Per disincentivare l'uso della discarica si propone di utilizzare la leva economica per imporre un aumento dei costi di conferimento. Pertanto verrà aumentato il limite di 25 euro a tonnellata portandolo a minimo 50 euro per tonnellata, con sconti progressivi per i Comuni in base al superamento delle percentuali di raccolta differenziata secondo un criterio di proporzionalità che premi le amministrazioni più virtuose.
B) Utilizzare i proventi dell'ecotassa per le politiche di prevenzione riuso e riciclo.
Oggi solo una parte dei proventi dell'ecotassa viene utilizzata per finalità ambientali e all'ottimizzazione del ciclo dei rifiuti. Si prevede che il 100% del gettito dell'ecotassa affluisca in un fondo regionale vincolato per obiettivi specifici, quali la promozione delle politiche di prevenzione e riuso, di diffusione delle raccolte differenziate domiciliari secco/umido e della loro qualità finalizzata al riciclaggio anche mediante campagne di informazione e sensibilizzazione, per le bonifiche dei siti inquinati, per il finanziamento delle agenzie regionali per l'ambiente e per la gestione delle aree naturali protette (si esclude l'ipotesi di finanziamento al recupero energetico).
C) Premiare le popolazioni e i comuni virtuosi: non posticipare gli obiettivi sulla raccolta differenziata.
Nella logica di aumentare il costo di conferimento della discarica facendo leva sull'ecotassa è fondamentale che venga scongiurata l'ipotesi di prorogare i termini temporali entro cui raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio. Se venisse approvata la proroga sugli obiettivi di raccolta differenziata, le multe che dovrebbero pagare i Comuni inadempienti verrebbero meno per i prossimi anni. Il rischio sarebbe quello di premiare chi non rispetta la legge a danno dei Comuni virtuosi che hanno già raggiunto l'obiettivo del 65% posto dal d.lgs. 152/2006 al 31 dicembre 2102.
D) Eliminare gli incentivi per il recupero energetico dai rifiuti.
Negli ultimi 20 anni, la combustione dei rifiuti è stata ampiamente incentivata rispetto ad altre forme di gestione. Nonostante l'Europa indicasse di perseguire la prevenzione dei rifiuti e il riciclaggio prima del recupero energetico, queste due opzioni non hanno mai avuto lo stesso trattamento di favore riservato invece alla combustione. Per questo la Regione si costituisce parte attiva al fine di: bloccare l'erogazione degli incentivi per la produzione di elettricità da combustione e gassificazione dei rifiuti (come è stato fatto già per il fotovoltaico con la fine del quinto conto energia), e mantenuti per il recupero energetico solo da digestione anaerobica o da biogas di discarica bloccare gli incentivi anche per il recupero di energia da rifiuti in co combustione in impianti industriali esistenti (cementifici, centrali a carbone, ecc) avviare il percorso per l'uscita volontaria di impianti di recupero di energia dai rifiuti dal regime degli incentivi, per liberare la bolletta elettrica da questo onere improprio, sul modello di quanto fatto con gli impianti di combustione del gas prodotto da residui di raffinerie o di impianti a ciclo combinato a gas naturale di cui usufruivano incredibilmente come se fossero fonti rinnovabili.
E) "Chi inquina paga": lotta allo spreco e prevenzione della produzione di rifiuti.
Per prevenire la produzione dei rifiuti, l'unico criterio da adottare è quello previsto dal principio europeo "chi inquina paga" e della responsabilità condivisa lungo l'intero ciclo di vita dei prodotti. Questo deve valere per tutte le utenze, domestiche e produttive, che producono rifiuti. Chi produce meno rifiuti deve essere premiato ed è per questo che è necessario adottare un sistema di tariffazione puntuale. La nuova tassazione a carico delle famiglie e delle aziende deve essere equa e premiare i comportamenti virtuosi e non aggravare ulteriormente il peso fiscale sui cittadini. La Regione Piemonte si impegna ad adottare la tariffazione puntuale prevista dalla legge di stabilità approvata nel dicembre 2013. Il nuovo tributo deve essere calcolato solo - come già avviene efficacemente in centinaia di Comuni - sulla effettiva produzione di rifiuti indifferenziati residui (determinabile secondo peso, volume o numero dei prelievi dei sacchi o bidoni), permettendo alle utenze più virtuose di pagare meno, sganciandolo dalla quota relativa ai cosiddetti servizi indivisibili e garantendo la copertura totale dei costi del servizio".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo a pagina 256, un capitolo che parla di risorse necessarie per attuare il Piano.
Dopo il secondo capoverso, riteniamo importante inserire un nuovo capoverso con il seguente titolo: "La Regione persegue i seguenti indirizzi:". In questa parte è necessario ribadire gli indirizzi che secondo noi dovrebbe perseguire la Regione Piemonte nell'attuazione del Piano.
Quindi, chi smaltisce in discarica deve pagare di più a vantaggio di chi smaltisce meno; utilizzare i proventi dell'ecotassa per le politiche di prevenzione, riuso e riciclo. Premiare le popolazioni e i Comuni virtuosi non posticipare gli obiettivi sulla raccolta differenziata, quindi rispettare gli obiettivi posti dalla legge e premiare anche chi li raggiunge nel più breve tempo possibile. Eliminare gli incentivi per il recupero energetico dei rifiuti; attuare in pieno il principio "chi inquina paga", quindi fare una lotta allo spreco e puntare sulla prevenzione dalla produzione dei rifiuti.
Sono tutti principi che vengono enunciati nei vari paragrafi che riteniamo ribadire anche verso la conclusione del Piano, dove si parla di risorse necessarie all'attuazione del Piano stesso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Emendamento rubricato n. 89) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Dopo il CAPITOLO 10 viene inserito il nuovo capitolo 10 bis, La Tariffa per la gestione dei Rifiuti Urbani: " 10 bis La tariffa per la gestione dei rifiuti urbani 10bis. 1 premessa La tassa per la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani è disciplinata al Capo III del D.lgs. 15 novembre 1993, n. 507. Essa è stata soppressa, con l'introduzione della tariffa per la gestione dei rifiuti urbani di cui all'art. 49 del D.lgs. 05 febbraio 1997, n. 22 (a sua volta poi sostituita da una nuova tariffa per la gestione dei rifiuti urbani dall'art. 238 del D.lgs. 03 aprile 2006, n. 152 e s. m. e i., come si vedrà meglio in seguito).
La transizione dal sistema della tassa a quello tariffa è in atto, ma non ancora obbligatoria. La scadenza per il completo avvio della tariffa non è ancora stata stabilita e dovrà essere indicata dal Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, ai sensi dell'art. 238, comma 5 del D.lgs. 152/2006 e s. m. e i.
Ai sensi dell'art. 65, comma 1, del D.lgs. 507/1993, la tassa può essere commisurata: a) in base alla quantità e qualità medie ordinarie per unità di superficie imponibile dei rifiuti solidi urbani interni e equiparati producibili nei locali e aree per il tipo di uso, cui i medesimi sono destinati, e al costo dello smaltimento b) oppure, per i comuni aventi popolazione inferiore a 35.000 abitanti, in base alla qualità, alla quantità effettivamente prodotta, dei rifiuti solidi urbani e al costo dello smaltimento.
I Comuni con popolazione inferiore a 35.000 abitanti possono, quindi calcolare la tassa sulla base della quantità di rifiuto realmente conferita dall'utente al servizio pubblico, istituendo un sistema di calibratura individuale dei conferimenti attraverso appropriate soluzioni organizzative tecniche (per esempio, avviando il sistema della raccolta domiciliare e la quantificazione puntuale, ponderale o volumetrica, dei rifiuti con sacchi o altri tipi di contenitori dotati di transponder per conteggiarne gli svuotamenti). Ciò può rappresentare un intervento fortemente innovativo e incentivante per i cittadini alla corretta differenziazione dei rifiuti e alla conseguente riduzione dei rifiuti residuali indifferenziati.
Va osservato, poi, che il sistema di calcolo della tassa può essere avvicinato, in questa fase di transizione alla tariffa, a quello previsto per la nuova forma di prelievo, utilizzando i coefficienti di produttività potenziale dei rifiuti individuati proprio per la tariffa dal D.P.R. 27 aprile 1999, n. 158. In tal senso, si sono pronunciate la giurisprudenza amministrativa e quella civile (T.A.R. Bologna Emilia Romagna sezione I, 15 novembre 2001, n. 934, Cassazione civile, sezione tributaria, 23 ottobre 2006, n. 22804). Come spiegato nei paragrafi successivi, questo sistema di calcolo consente una distribuzione più equa dei costi della gestione dei rifiuti perché tiene conto, attraverso indici di produttività potenziale dei rifiuti, della consistenza dei nuclei familiari e della diversità di attività esercitata dalle utenze non domestiche a cui si ricollegano diversificate attitudini produttive di rifiuti.
In questo modo, si può superare il limite della tassa, spesso lamentato dai cittadini, di basarsi esclusivamente sulla superficie dell'immobile occupato senza considerare il concorso che differenti consistenze dei nuclei familiari hanno nella produzione di rifiuti.
Com'è noto, la tariffa per la gestione dei rifiuti è stata introdotta nel nostro ordinamento dall'art. 49 del D.lgs. 05 febbraio 1997, n. 22 (ed.
Decreto Ronchi), in sostituzione della Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani disciplinata al Capo III del D.lgs. 15 novembre 1993, n. 507.
Il D.lgs. 22/1997 è stato abrogato dal D.lgs. 03 aprile 2006, n. 152, art.
264, comma 1, lett. i), (ed. Codice dell'Ambiente), recante "Norme in materia ambientale", che nella Parte IV disciplina la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati.
Il D.lgs. 152/2006, entrato in vigore il 29 aprile 2006, ha confermato l'istituto della tariffa per la gestione dei rifiuti urbani nell'art. 238 disponendo che la medesima tariffa costituisce il corrispettivo per lo svolgimento del servizio di raccolta, recupero e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, corrispettivo che comprende anche i costi indicati dall'art.
15 del D.lgs. 13 gennaio 2003, n. 36 (costi dello smaltimento dei rifiuti nelle discariche).
L'art. 238 citato, inoltre, prevede che, con apposito Regolamento, il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio: determina i parametri, che tengono anche conto di indici reddituali articolati per fasce di utenza e territoriali, sulla base dei quali la tariffa è commisurata alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte dagli utenti del servizio di gestione integrata dei rifiuti (comma 2) fissa i criteri sulla base dei quali la tariffa è applicata e riscossa dai soggetti affidatari del servizio di gestione integrata dei rifiuti (comma 3) disciplina i criteri generali sulla base dei quali vengono definite le componenti dei costi e viene determinata la tariffa (comma 6) fissa i criteri sulla base dei quali nel Piano finanziario sono indicate le risorse necessarie per garantire l'integrale copertura dei minori introiti derivanti dalle agevolazioni previste per le utenze domestiche e per quelle adibite a uso stagionale e non continuativo, debitamente documentato e accertato, che tengano anche conto di indici reddituali articolati per fasce di utenza e territoriali (comma 7).
Entro quattro anni dalla data di entrata in vigore del suddetto Regolamento, dovrà gradualmente essere assicurata l'integrale copertura dei costi (art. 238, comma 5).
Ai sensi dell'art. 238, comma 11, del citato D.lgs. 152/2006, sino all'emanazione del Regolamento ministeriale sopra richiamato, e fino al compimento degli adempimenti per l'applicazione della tariffa, continuano ad applicarsi le discipline regolamentari vigenti. Secondo l'interpretazione prevalente, il richiamo alle discipline regolamentari vigenti è da riferire ai Regolamenti degli Enti -soggetti gestori - che hanno istituto la tariffa prima dell'entrata in vigore del D.lgs. 152/2006 avvenuta, come detto, il 29 aprile 2006 (per un approfondimento al riguardo, si veda, ad esempio, "Rifiuti quesiti risolti", a cura di Paola Ficco, Edizioni Ambiente, Milano 2007, pagine 178 - 179). Tali Regolamenti approvati anteriormente all'entrata in vigore del D.lgs. 152/2006, sono conformi, quindi, all'art. 49 del D.lgs. 22/1997 e al relativo regolamento di attuazione, contenuto nel D.P.R. 158/1999.
Tale interpretazione pare in sintonia con il divieto di variare, nell'anno 2007, il regime di prelievo relativo al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti adottato in ciascun Comune per l'anno 2006, posto dall'art. 1 comma 184, lett. a), della L. 296/2006 (Finanziaria 2007) e reiterato, per l'anno 2008, dall'art. 1, comma 167, della L. 244/2007 (Finanziaria 2008) e, per l'anno 2009, dall'art. 5, comma 1, lett. a), del D.L. 30 dicembre 2008, n. 208, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009 n. 13. Tuttavia il citato D.L. 30 dicembre 2008, n. 208 e s. m. e i.
all'art. 5, comma 2-quater, ha anche introdotto un'importante novità disponendo che "Ove il regolamento di cui al comma 6 dell'articolo 238 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, non sia adottato dal Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare entro il 30 giugno 2010, i Comuni che intendano adottare la tariffa integrata ambientale (TIA) possono farlo ai sensi delle disposizioni legislative e regolamentari vigenti". Tale norma pare del tutto coerente con quanto previsto dall'art.
264, comma 1, lett. i), del D.lgs. 152/2006, che nell'abrogare il Decreto Ronchi (D.lgs. 22/1997), stabilisce anche che, al fine di assicurare che non vi sia alcuna soluzione di continuità nel passaggio dalla preesistente normativa a quella prevista dalla parte quarta del D.lgs. 152/2006, i provvedimenti attuativi del citato Decreto Ronchi (D.lgs. 22/1997) continuano ad applicarsi sino alla data di entrata in vigore dei corrispondenti provvedimenti attuativi previsti dalla Parte IV del D.lgs.
152/2006.
L'attuale disciplina regolamentare vigente, dante attuazione all'art. 49 del D.lgs. 22/1997, è il D.P.R. 27 aprile 1999, n. 158 "Regolamento recante norme per la elaborazione del metodo normalizzato per definire la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani". Conseguentemente poiché non è stato emanato il Regolamento previsto dall'art. 238, comma 6.
del D.lgs. 152/2006, entro il 30 giugno 2010, i Comuni possono istituire la tariffa per la gestione dei rifiuti urbani applicando il predetto D.P.R.
158/1999. Ovviamente, se il Regolamento attuativo dell'art. 238 sarà emanato, la tariffa dovrà essere istituita conformemente alle disposizioni in esso contenute.
Il D.P.R. 158/1999, nel dettare le nonne per la determinazione della tariffa secondo un metodo normalizzato presuntivo (basato su coefficienti che esprimono la produzione potenziale di rifiuti delle utenze), stabilisce che tale sistema sia da considerarsi transitorio e non definitivo (si confronti, a tal proposito, ad esempio, l'art. 5, comma 2, nella parte che recita: "Gli Enti locali che non abbiano validamente sperimentato tecniche di calibratura individuale degli apporti possono applicare un sistema presuntivo, prendendo a riferimento la produzione media comunale pro capite, desumibile da tabelle che saranno predisposte annualmente sulla base dei dati elaborati dalla Sezione nazionale del Catasto dei rifiuti" oppure l'art. 6, comma 2: "Per l'attribuzione della parte variabile della tariffa gli Enti locali organizzano e strutturano sistemi di misurazione delle quantità di rifiuti effettivamente conferiti dalle singole utenze. Gli enti locali non ancora organizzati applicano un sistema presuntivo, prendendo a riferimento per singola tipologia di attività la produzione annua per mq ritenuta congrua nell'ambito degli intervalli indicati nel punto 4.4 dell'allegato 1.").
L'istituzione della tariffa puntuale, pertanto, costituisce un elemento altamente qualificante della gestione dei rifiuti solidi urbani, nonché un traguardo da raggiungere in ottemperanza al principio comunitario "chi inquina, paga".
Il presente Piano pone l'obiettivo di attivazione di sistemi di tariffazione puntuale per almeno il 90% della popolazione regionale entro il 2020.
10bis.2 I metodi di determinazione della tariffa I metodi per la determinazione della tariffa si possono suddividere in due macro - categorie, la cui descrizione è contenuta nei paragrafi successivi: metodo normalizzato o presuntivo metodo puntuale.
In ogni caso, la tariffa di riferimento rappresenta l'insieme dei criteri e delle condizioni che devono essere rispettati per la determinazione della tariffa, che deve coprire tutti i costi afferenti al servizio di gestione dei rifiuti urbani e deve rispettare la seguente equivalenza (art. 2, comma 2, del D.P.R. 158/1999 e Allegato 1 al medesimo D.P.R.): STn = (CG + CC)n-1 (1+ IPn - Xn) + CKn dove: STn = totale delle entrate tariffarie di riferimento CGn-1 = costi di gestione del ciclo dei servizi attinenti i rifiuti solidi urbani dell'anno precedente CCn-1 = costi comuni imputabili alle attività relative ai rifiuti urbani dell'anno precedente IPn = inflazione programmata per l'anno di riferimento Xn = recupero di produttività per l'anno di riferimento CKn = costi d'uso del capitale relativi all'anno di riferimento Sulla base della tariffa di riferimento, è individuato il costo complessivo del servizio e determinata la tariffa, anche in relazione al Piano finanziario degli interventi relativi al servizio e tenuto conto degli obiettivi di miglioramento della produttività e della qualità del servizio fornito e del tasso di inflazione programmato.
La tariffa è composta da una parte fissa, determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio, riferite in particolare agli investimenti per le opere e dai relativi ammortamenti, e da una parte variabile, rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito c all'entità dei costi di gestione (art. 3, comma 2, D.P.R.
158/1999).
Le voci di costo da coprire rispettivamente attraverso la parte fissa e la parte variabile della tariffa sono indicate nella seguente tabella, che sintetizza quanto previsto dall'Allegato 1 al D.P.R. 158/1999 in tema di voci di costo.
Tabella 10bis.2 Voci di costo



TABELLA ALLEGATA

Il D.P.R. 158/1999, nell'Allegato 1, schematizzato sopra, indica le voci di costo che devono essere coperte dalla tariffa e ne individua anche la natura, fissa o variabile. A seconda della sua natura, il costo è coperto quindi, dalla parte fissa o dalla parte variabile della tariffa. Com'è noto, la natura dei costi, indicata dal D.P.R. 158/1999, è tassativa e non può essere derogata.
La tariffa è articolata nelle fasce di utenza domestica e non domestica (art. 4, comma 1, D.P.R. 158/1999).
Tra le categorie di utenza domestica e non domestica è ripartito l'insieme dei costi da coprire attraverso la tariffa, secondo criteri razionali assicurando agevolazioni per l'utenza domestica e per la raccolta differenziata (art. 4, comma 2, D.P.R. 158/1999). La razionalità di tali criteri, sulla base di un'interpretazione sistematica, che tiene conto dell'ordinamento normativo nel suo complesso, è ricollegabile al principio della necessità di correlazione tra la tariffa pagata dall'utente e il grado di utilizzo del servizio da parte sua. In quest'ottica, il carico tariffario deve essere suddiviso tra utenze domestiche e non domestiche avendo riguardo all'entità del servizio dalle stesse rispettivamente fruito.
A livello territoriale, la tariffa è articolata con riferimento alle caratteristiche delle diverse zone del territorio comunale, e in particolare alla loro destinazione a livello di pianificazione urbanistica e territoriale, alla densità abitativa, alla frequenza e qualità dei servizi da fornire (art. 4, comma 3, D.P.R. 158/1999).
10bis.2.1 II metodo normalizzato Il metodo normalizzato è disciplinato dal D.P.R. 158/1999 e si basa sull'applicazione di coefficienti che esprimono la produttività potenziale di rifiuti delle diverse categorie di utenza e che, quindi, in modo induttivo, stabiliscono una correlazione tra le caratteristiche dell'utenza e il suo ipotetico grado di utilizzo del servizio.
I suddetti coefficienti sono previsti per entrambe le fasce di utenza domestica e non domestica, suddivise nelle seguenti categorie: a) utenze domestiche: nuclei composti da una a sei o più persone b) utenze non domestiche: ventuno categorie per i Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti; trenta categorie per i Comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti.
I coefficienti sono previsti sia per la determinazione della parte fissa sia per la determinazione della parte variabile: utenze domestiche: a.1 per la parte fissa: ka - coefficiente di adattamento per superficie e numero di componenti del nucleo familiare suddiviso per aree geografiche Nord, Centro, Sud e per Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti o superiore a.2 per la parte variabile: kb - coefficiente proporzionale di produttività per numero di componenti del nucleo familiare suddiviso per aree geografiche, Nord, Centro, Sud utenze non domestiche: b.1 per la parte fissa: kc - coefficiente potenziale di produzione suddiviso per aree geografiche, Nord, Centro, Sud e per Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti o superiore b.2 per la parte variabile: kd - coefficiente potenziale di produzione kg/m2/anno, suddiviso per aree geografiche, Nord, Centro, Sud e per Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti o superiore.
La quota fissa è imputata sulla base dei metri quadrati di superficie dell'abitazione occupata dalla famiglia ovvero sulla base dei metri quadrati di superficie dell'immobile occupato dall'utenza non domestica corretti con l'applicazione di coefficienti (ka per le famiglie, kc per le utenze non domestiche) che danno pesi diversi alle superfici stesse a seconda della produttività potenziale di rifiuti legata al tipo di occupazione cui sono soggette (famiglie composte da n persone, attività artigianali, commerciali, industriali, uffici, ecc.). Dall'applicazione del metodo normalizzato, si ottengono, quindi: a) la Quf - quota unitaria fissa per le famiglie espressa in E/m2, per cui la quota fissa della tariffa dovuta dalla famiglia è data dal prodotto S x ka x Quf dove S è la superficie soggetta e ka è il coefficiente di adattamento legato al numero di persone b) la Qapf - quota unitaria fissa per le utenze non domestiche espressa in E/m2, per cui la quota fissa della tariffa dovuta dalla singola utenza non domestica è data dal prodotto S x kc x Qapf dove S è la superficie soggetta e kc è il coefficiente di produttività potenziale legato a una determinata categoria.
La quota variabile è imputata sulla base dei rifiuti potenzialmente prodotti e conferiti al sistema pubblico: per le utenze domestiche, dall'applicazione del metodo normalizzato, si ottengono: la Quv- quota unitaria variabile espressa in Kg/nucleo familiare/anno e il Cu - costo unitario espresso in E/Kg. La quota variabile della tariffa dovuta dalle famiglie è pertanto data dal prodotto Quv x kb x Cu dove kb è il coefficiente proporzionale di produttività legato al numero di persone per le utenze non domestiche, dall'applicazione del metodo normalizzato, si ottiene il Cu-costo unitario espresso in E/Kg. La Parte variabile della tariffa dovuta dalle utenze non domestiche è pertanto data dal prodotto S x kd x Cu dove S è la superficie soggetta e kd è il coefficiente potenziale di produzione espresso in kg/m2/anno.
L'Allegato 1 al D.P.R. 158/1999 indica le formule e i coefficienti per il calcolo della parte fissa e della parte variabile delle utenze domestiche e delle utenze non domestiche.
10bis.2.2 II metodo puntuale In senso lato, nella determinazione della tariffa rifiuti, per metodo puntuale si intende un sistema di commisurazione dell'importo dovuto da ogni utente che tenga conto dell'effettivo grado di utilizzo del servizio in altre parole, per metodo puntuale, si intende la quantificazione dei rifiuti conferiti dai singoli contribuenti, affinché a essi possa essere imputato il giusto corrispettivo per le prestazioni di cui hanno usufruito.
La tariffazione puntuale è strumento per incentivare prioritariamente il contenimento e la riduzione della produzione di rifiuti e per potenziare secondariamente l'invio a riciclaggio delle diverse frazioni di rifiuti tramite le raccolte differenziate.
Di seguito si espone un esempio di metodo per la tariffazione con metodo puntuale.
10 bis.2.2.1 Articolazione della tariffa La tariffa è composta di: a) una parte fissa, determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio b) una parte variabile, comprendente i costi per i servizi relativi alle raccolte differenziate c) una parte, anch'essa variabile, detta "tariffa a volume", che copre i costi relativi allo smaltimento dei rifiuti indifferenziati.
Il competente organo comunale ripartisce tra le categorie di utenza domestica e non domestica l'insieme dei costi da coprire attraverso la tariffa "fissa" e la tariffa "variabile" secondo criteri razionali.
Successivamente la Giunta Comunale effettua annualmente i conteggi utili per determinare le singole tariffe.
Il gettito tariffario complessivo deve comunque garantire la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio del sistema di gestione dei rifiuti, entro le scadenze previste dalle vigenti leggi in materia.
10 bis.2.2.2 Modalità di attuazione della tariffazione puntuale Per quanto riguarda il riconoscimento dell'utenza, la tariffazione puntuale può essere attuata utilizzando le seguenti modalità: in via prioritaria attraverso il riconoscimento del singolo utente costituito da famiglia o impresa attraverso il riconoscimento di un gruppo limitato di utenti per il solo caso delle utenze domestiche. Il gruppo di utenti è al massimo commisurato alle dimensioni dell'edificio abitativo.
Mentre per quanto riguarda la misurazione del rifiuto, la tariffazione puntuale può essere attuata utilizzando una delle seguenti modalità: mediante contenitori a volumetria predefinita consegnati all'utente mediante conteggio dei ritiri di sacchi standard o numero di svuotamenti di contenitori a volumetria predefìnita consegnati all'utente misurazione del volume del rifiuto mediante la volumetria dei contenitori consegnati all'utenza, o mediante sacco prepagato o mediante meccanismi di misurazione volumetrica inseriti nei contenitori utilizzati da più utenze misurazione del peso tramite pesatura dei rifiuti conferiti dai singoli utenti attraverso contenitori dedicati, oppure tramite uso di sacchetti contrassegnati, o mediante dispositivi di pesatura nei contenitori di raccolta per più utenti, oppure sistemi di pesatura nei centri di raccolta.
La misurazione del rifiuto residuale è condizione necessaria per l'applicazione della tariffa puntuale. Anche la misurazione delle principali frazioni differenziate può concorrere alla tariffa puntuale. In tutti i casi, il sistema di tariffazione applicato deve favorire il raggiungimento degli obiettivi di prevenzione della produzione di rifiuto e di miglioramento della qualità della raccolta differenziata contenuti nel presente Piano. Si specifica che la parte variabile della tariffa deve essere direttamente proporzionale alla quantità di rifiuti misurata.
10 bis.2.2.3 Sconti in tariffa Possono essere applicati degli sconti sulla tariffa per il compostaggio domestico e per casi e ragioni sociosanitarie.
10 bis.2.2.3 Azioni Al fine di dare concreta attuazione ai paragrafi precedenti, la Giunta Regionale, sentita la Commissione consiliare competente, si impegna a predispone le linee guida per l'applicazione della tariffa puntuale differenziata per utenze domestiche ed utenze non domestiche, basata sul criterio principale di minimizzazione della produzione dei rifiuti ed in particolare sulla minimizzazione dei rifiuti non inviati a riciclaggio, e determina le tempistiche della sua applicazione sul territorio regionale entro comunque il 31 dicembre 2020, con priorità per l'applicazione alle utenze non domestiche.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Questa proposta vede, dopo il capitolo 10, l'inserimento di un capitolo nuovo, il 10 bis sulla tariffa per la gestione dei rifiuti urbani.
Definiamo le premesse dei criteri di misurazione delle tasse.
Semplicemente, si definiscono delle linee guida possibili sul calcolo della tariffa che deve essere calcolata in base al rifiuti effettivamente conferito. Non solo il rifiuto effettivamente conferito a livello comunale o a livello di aggregazione di comuni, ma conferito singolarmente dalla singola famiglia e dal singolo cittadino.
Questo ci consente di creare una distribuzione più equa dei costi che si basa sempre sul principio per cui chi produce più rifiuti paga di più.
Nel Decreto legislativo 152 del 2006, all'articolo 238 viene citato il regolamento proposto dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio che determina i parametri anche con indici reddituali per fasce di utenza e territoriali. Quindi, l'applicazione di tariffe puntuali sui rifiuti è già disciplinata secondo criteri anche di reddito, oltre che di produzione dei rifiuti.
Quindi quest'emendamento può essere accolto pienamente. Tutte le questioni che adesso ci pongono i cittadini sul fatto di una misura non equa, perché la tassa rifiuti ad oggi non è equa, dal momento che i criteri su cui si basa dipendono dalla più o meno scarsa efficienza con cui sono stati gestiti la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, ma poi addebitati in modo del tutto casuale, come ad esempio la misura sulla metratura delle abitazioni, che non ha nessuna correlazione con la realtà e nessun carattere incentivante.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 90) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Porchietto Valetti: Emendamenti alla pagina 268, PARAGRAFO 11.4, CAPITOLO 11, TITOLO II.
Il paragrafo 11.4 Azioni relative alla gestione degli imballaggi ed ai rifiuti da imballaggio viene così riscritto: "Al fine di raggiungere gli obiettivi di riduzione e riciclo contenuti nel presente Piano è necessario dunque non solo incrementare la quantità di imballaggi riciclabili ma, nell'ottica della gerarchia europea di gestione dei rifiuti, puntare sulla riduzione a monte della produzione di rifiuti.
Pertanto vengono individuate tre aree di intervento su cui agire: a. Prodotti cauzionali b. Prodotti sfusi c. Impianti di selezione e preselezione Per i prodotti cauzionali si portano avanti azioni volte a perseguire accordi di programma con i produttori di bevande e i distributori per la reintroduzione del vuoto a rendere e la sottoscrizione di un accordo quadro con il CONAI per la prevenzione della produzione degli imballaggi e la sostenibilità degli stessi (in termini qualitativi) Per disincentivare i prodotti monouso ed usa e getta, la regione valuterà la possibilità di introdurre una tassa sul vuoto a perdere, dovuto dalle aziende che utilizzano contenitori per bevande in plastica, in metallo e in vetro, aventi capacità tra 0,1 e 10 litri. Le aziende che utilizzano il sistema di distribuzione con vuoto a rendere, dovranno incentivare la riconsegna per il riutilizzo ciclico dei contenitori tramite l'applicazione di una cauzione per ogni contenitore, e pertanto saranno esentate dal tributo.
Per i prodotti sfusi si promuove la diffusione di negozi e punti di vendita di prodotti sfusi o alla spina, ovverosia prodotti messi in vendita senza imballaggi primari e secondari, per cui si può prendere la giusta quantità da "dispenser" appositi o per bevande (birra, vino ecc...) direttamente da spinatrice in bottiglie riutilizzabili. I prodotti venduti sfusi o alla spina di solito sono più economici rispetto ai prodotti confezionati. Ci accade poiché il consumatore acquista esclusivamente la materia prima l'alimento o il detersivo che gli occorre, senza dover pagare per la confezione, la cui realizzazione può incidere anche del 10% sul prezzo finale di ciò che troviamo in vendita. Una famiglia italiana, secondo un'indagine di Federconsumatori, può arrivare a risparmiare almeno 64 euro al mese e fino a700 euro all'anno scegliendo i prodotti alla spina in sostituzione di quelli confezionati. I vantaggi economici riguardano anche le aziende, che rispannieranno sui trasporti, sui costi di smaltimento dei rifiuti e per la produzione degli imballaggi.
Per incentivare la diffusione e la conoscenza sul territorio regionale di detti negozi si intende creare un elenco dei negozi "sfusi" (aventi per definizione la maggioranza dei prodotti in vendita senza imballaggi primari e secondari), pubblicizzarlo adeguatamente su siti regionali e prevedere una riduzione dell'Irap per detti negozi.
Inoltre vengono portate avanti azioni volte a perseguire l'emanazione di bandi per l'acquisto e la promozione di attrezzature per la vendita sfusa (es. erogatori manuali, erogatori automatici, etc.) e accordi di programma con i produttori agricoli per la vendita di prodotti sfusi (es. vendita in cascina, consegna "produttore-consumatore" di prodotti, etc).
Il punto di azione c. si riferisce ai rifiuti indifferenziati. Infatti attualmente il 34,7% (dati 2012) delle frazioni di imballaggio finisce del rifiuto indifferenziato. In questo campo bisogna agire sugli impianti di selezione e preselezione, convertendo i vecchi impianti di TMB (trattamento meccanico biologico) in impianti di trattamento anaerobico per il recupero ulteriore della frazione organica ed impianti di trattamento a freddo per ridurre al minimo il rifiuto indifferenziato conferito in discarica. Con le proposte e gli obiettivi contenuti nel presente Piano è possibile arrivare alla chiusura immediata degli impianti di co-incenerimento e al 2030 la chiusura dell'Inceneritore del Gerbido e delle discariche, in quanto il rifiuto previsto al 2020 sarà nettamente inferiore all'attuale".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Il paragrafo 11.4 "Azioni relative alla gestione degli imballaggi ed ai rifiuti da imballaggio" viene riscritto.
Al fine di raggiungere gli obiettivi di riduzione e riciclo è necessario non solo incrementare la quantità di imballaggi riciclabili, ma anche puntare sulla riduzione a monte della produzione. E' quello che dicevamo prima, quindi le aree di intervento sono i prodotti cauzionali prodotti sfusi e impianti di selezione e preselezione.
Quindi, qui si prevedono anche accordi di programma con il CONAI per disincentivare la produzione monouso e usa e getta. Ovviamente, l'obiettivo punta ad una maggiore imposizione fiscale sui prodotti che generano molti rifiuti, o comunque rifiuti difficilmente riciclabili, per semplificarne la gestione.
Occorre diffondere sul territorio la conoscenza della presenza di negozi cosiddetti "sfusi" e pubblicizzarli anche tramite i mezzi di cui la Regione dispone attraverso i suoi portali, una sorta di campagna politica per la riduzione della produzione di rifiuti. E' giusto che i soggetti che si comportano bene e che attuano di loro spontanea volontà delle azioni ai sensi di legge vengano "sponsorizzati" - oso utilizzare proprio questo termine - dall'Ente pubblico, perché fanno risparmiare soldi all'Amministrazione e al ciclo di smaltimento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 28) presentato dai Consiglieri Sozzani e Vignale: Alla pagina 270 dell'allegato A, è aggiunto infine un nuovo capitolo così denominato: "11.4 bis - Monitoraggio finanziario Con cadenza biennale il competente Assessorato conduce una verifica dell'effettivo rispetto del programma di investimenti previsto dal Piano in relazione alle varie finalità previste dallo stesso, monitorando gli effetti prevedibili in termini di riduzione della quota rifiuti da smaltire.
Nel caso emergano ritardi o il mancato conseguimento degli obiettivi di ottimizzazione nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti, la giunta regionale, anche nell'esercizio dei poteri attribuiti dall'articolo 2 commi 1° e 2° della lr 24/2002, adotta gli indirizzi e le direttive necessarie per il conseguimento degli obiettivi di riduzione della quantità di rifiuti da smaltire anche mediante compensazioni tra le diverse "voci" del programma di interventi previsti dal Piano.
La Regione provvederà altresì a verificare la possibilità di reperire finanziamenti nell'ambito delle disponibilità del proprio bilancio come di altri soggetti finanziatori italiani ed europei al fine di contribuire al reperimento del budget di risorse individuate dal Piano come investimento necessario allo scopo.
All'esito di tale attività di monitoraggio, ove emergesse la necessità di adeguamenti degli obiettivi e degli interventi previsti dal presente documento programmatorio, la Giunta regionale provvederà a sottoporre al voto del Consiglio le modifiche e le integrazioni necessarie a garantire l'effettivo conseguimento degli obiettivi in questa sede previsti".
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che richiede un'aggiunta sostanziale a pagina 270 dell'allegato A. Lo abbiamo chiesto più volte in Commissione, ma non lo abbiamo mai ottenuto: ci riferiamo al monitoraggio finanziario.
Il problema di questo Piano è che, al di là degli aspetti di tipo tecnico che sono stati discussi sino ad ora, esaminati attraverso tutti gli emendamenti presentati essenzialmente dai Gruppi di minoranza, la situazione economica del Piano non è nota. Come avevamo denunciato in sede di discussione generale, vi erano delle slide iniziali che davano dei parametri economici di un certo tipo, con valori oscillanti da 90 ai 135 successivamente, in una lettera che ci era pervenuta su richiesta specifica del sottoscritto, i valori oscillavano da 135 a 170. Voi capite che vi è una differenza sostanziale di cifre fornite dall'Assessorato nell'applicazione complessiva di questo Piano.
Al di là del costo finale, che prima o poi cercheremo di comprendere magari anche in fase di applicazione dello stesso Piano, riteniamo fondamentale l'introduzione di un monitoraggio finanziario, per meglio verificare quali sono i costi dello smaltimento dei rifiuti nell'ambito della Regione Piemonte e per valutare le cosiddette "macchie di leopardo" che la scorsa volta avevamo indicato in Commissione, ossia la rappresentazione delle zone più virtuose di altre, e altri elementi di questo genere, che devono essere racchiusi e riassunti in un piano finanziario leggibile, di controllo e anche di implementazione per quelle zone che, magari, rimangono più indietro di altre, per una serie di ragioni che sono già state descritte durante la discussione generale.
Con l'aggiunta di questo nuovo capitolo, pensiamo di chiedere una cosa sacrosanta, che abbiamo provato a descrivere anche col Piano finanziario.
Peraltro, non poniamo un elemento coercitivo a priori, ma successivo, con cadenza biennale, in modo tale che ci possa essere una verifica costante nel tempo dell'efficienza dello strumento che stiamo andando ad approvare.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ultimo emendamento: invito quindi tutti i Consiglieri che sono fuori di rientrare in aula per la votazione.
Emendamento rubricato n. 91) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Porchietto Valetti: All'interno della tabella di pag. 290, la voce "Produzione CSS" viene così modificata:



TABELLA ALLEGATA

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Dulcis in fundo! Con quest'emendamento chiediamo, sostanzialmente, di modificare la tabellina sui quantitativi di CSS prodotto, perché riteniamo che non ci sia una strategia volta all'economia circolare se, anche a fine pianificazione quindi al 2030, si continua a prevedere di utilizzare i rifiuti per produrre del combustibile da bruciare da qualche parte (chiaramente non qui in Regione, ma fuori): dunque, i rifiuti non saranno né differenziati n trasformati in materia prima o seconda, ma, attraverso uno spreco di lavoro, di energia e di impianti, trasformati in qualcosa da incenerire.
Di conseguenza, abbiamo fatto slittare i quantitativi di CSS previsti in produzione per il 2020 e per il 2025, perché quelli ora previsti per il 2020 sono stati sostanzialmente già raggiunti. Abbiamo quindi spostato quelli del 2025 al 2020, e quelli del 2030, cioè la componente cosiddetta residuale di CSS che sarebbe ancora prodotta al termine del cronoprogramma di questo Piano, al 2025. Al 2030, finalmente, anche in linea col fatto che al 2033 dovremmo uscire dalla strategia dell'incenerimento tout court dei rifiuti (anche per l'inceneritore di Torino), metteremo a zero anche la produzione di CSS, uscendo così completamente dal discorso della trasformazione del rifiuto in cenere.
Sotto questo profilo, ci sembra che questo sia uno degli obiettivi fondamentali, ed è un altro degli elementi di questo Piano - che tristemente verrà approvato temo con le tabelline già esistenti - che lo fanno apparire debole, poco ambizioso. Perché, tutto sommato, non pone obiettivi vincolanti, e ciò che è stato inserito sembra più che altro un elemento di desiderio, a cui non corrisponde una strategia effettiva.
Come ho già avuto modo di dire, non sono previsti nella legislatura vigente interventi di cambiamento significativo nella strategia sui rifiuti. E anche nel Piano più a lungo periodo non ci sono comunque elementi congeniti di effettiva deviazione da una incentivazione sostanziale della produzione di rifiuto da incenerire, anche tramite la trasformazione in quell'aborto legislativo che è il CSS, dove il combustibile da rifiuto diventa misteriosamente un combustibile che non è più rifiuto.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Invito i colleghi a prendere posto perché diamo inizio alle votazioni degli emendamenti.
Come abbiamo detto alla Conferenza dei Presidenti ci sono dei problemi alla strumentazione per il voto, quindi procediamo per appello nominale.
Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

E se volessimo votare con il voto segreto?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Dovremmo votare con l'urna qui dietro.
La problematica è complessa e non suscettibile di una dinamica fugace.
Dato che c'è la necessità di appello nominale, vi mettiamo nelle condizioni di poterlo fare.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento.
Interrompiamo la votazione.
Forse non mi sono spiegato: chiedo soprattutto alla maggioranza il silenzio, proprio doveroso; a titolo di gentilezza, invece, lo domando cortesemente anche all'opposizione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Presidente, vorrei solo una verifica della presenza in aula dei Consiglieri della maggioranza: una verifica dei numeri prima della votazione. Grazie.



PRESIDENTE

Il numero legale si può verificare solo votando.
Quindi, terminiamo la votazione.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

No, non è così: si vota e a fine votazione si verifica il numero.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 54), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
I voti contrari sono stati 27.
Pertanto, è garantito il numero legale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Chiedo scusa perché, avendo iniziato la votazione, non abbiamo posto questo aspetto prima.
Mi domandavo solo, al di là dell'espressione che la Giunta dà sugli emendamenti, visto che abbiamo discusso per circa tre sedute relativamente ad un confronto che è stato comunque articolato nel merito - poi è evidente che la maggioranza e la Giunta sui singoli emendamenti possono esprimersi in modo favorevole o contrario - se non valga la pena, anche da un punto di vista del rapporto istituzionale che c'è in Aula, avere da parte della Giunta una chiusa rispetto al dibattito che vi è stato che non sia solo la dichiarazione di parere contrario o favorevole.



PRESIDENTE

Mi comunicano che la Giunta interverrà poi alla fine del voto sugli emendamenti.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 55), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 56), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 57), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 58), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 59), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 51), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Do atto che l'emendamento rubricato n. 53) è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 52), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 50), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 48), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 49), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 47), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 72), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 45), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 46), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 40), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 43), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 42), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 41), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 39), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 38), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 44), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 37 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 37 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 13 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 13 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 13 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 37), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 35), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 36), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 4 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 4 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 34), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 33), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 32), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 31), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 29), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 30), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 60), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 61), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 62), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 63), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 67), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 66), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 64), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 65), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 71), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 70), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 69), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 68), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 75), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 74), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 73), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 84), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 80), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 85), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 81), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 82), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 83), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 76), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 77), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 78), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 86), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 87), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 88), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 79), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 89), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 90), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 91), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 12 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 19), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 20), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 21), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 23), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 24), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 25), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 27), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 26), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 28), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Al termine della votazione degli emendamenti, svolgo qualche considerazione sul lavoro iniziato all'indomani dell'avvio di questa Amministrazione, ma che si è concretizzato nel giugno 2015 con l'adozione da parte della Giunta regionale, del Piano rifiuti per il nostro Piemonte.
Il Piano partiva da un lavoro avviato nel 2009: nel mese di settembre ci fu l'adozione del Piano regionale dei rifiuti, che poi si interruppe.
Quindi, è stato ripreso in questa legislatura, è stato adottato a giugno 2015 da parte della Giunta e, successivamente, trasmesso in Commissione.
In Commissione, per usare termini cari alla collega Batzella, il parto è durato nove mesi; abbiamo accudito e abbiamo fatto crescere questa creatura in Commissione attraverso momenti di discussione, momenti di audizione, tavoli di confronto informali e, partendo da una bozza che era sicuramente datata, si è addivenuti ad un testo che è stato complessivamente decisamente migliorato.
Sono state svolte molte sedute di Commissione.
Il 25 febbraio, la Commissione ha licenziato questo documento ed ha individuato, accanto al Piano che ha una cadenza quinquennale, obiettivi di più lungo respiro e un consenso unanime della Commissione che si è tradotto in un ordine del giorno collegato a questo Piano dei rifiuti. Un ordine del giorno che raccoglie molti stimoli contenuti negli emendamenti presentati in commissione e licenziato all'unanimità dalla stessa commissione.
Il Piano dei rifiuti non è un punto di arrivo, ma è un punto di partenza. Abbiamo delle tappe successive, anche definite con tempistiche precise, quali la rivisitazione della legge 7 e della legge 24. Abbiamo da aggiornare il Piano regionale dei rifiuti speciali; così come, tematica richiamata anche negli ordini del giorno, l'aggiornamento del Piano relativo ai siti da bonificare.
Si è fatto un lavoro articolato ed importante. Si sono fatti passi avanti e si è ottenuto un Piano sicuramente più ambizioso e più impegnativo rispetto alla partenza. E' un Piano, come ha richiamato anche la Presidente Accossato nella discussione generale, ambizioso ma non velleitario.
E' un Piano che ha obietti puntuali, definiti e misurabili con tempi precisi, quindi un Piano monitorabile e sarà sicuramente monitorato.
Oggi siamo alla conclusione della fase di discussione. C'è stato il tempo, soprattutto in Commissione, del confronto, della discussione, della mediazione, dei tavoli, delle sedute, di momenti di audizione, di tavoli formali e di tavoli informali. Adesso è il momento della decisione, della scelta.
Il Piemonte ha bisogno che si riprenda questo discorso e si ritorni a camminare su tematiche del governo complessivo della partita dei rifiuti con un obiettivo di lungo respiro che ci viene dato dall'Europa l'obiettivo dell'economia circolare.
Chiudo ringraziando i Consiglieri, la Commissione per il lavoro fatto gli Uffici e i tecnici dell'Assessorato all'Ambiente perché, in una partita delicata e complessa come questa, riprendere in mano una bozza già datata rimetterla in pista e riportarla all'attenzione e alla condivisione politica, non è stato semplice.
L'augurio è che si possa votare rapidamente e poi procedere sulle tappe prefissate, per portare avanti questa piattaforma e questo piano legato ai rifiuti, anche dando una risposta concreta al Ministero dell'Ambiente e all'Europa che su questo tema, come su altri, ci stanno sollecitando.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio i cittadini dell'Università della Terza Età di San Raffaele Cimena, Gassino e Castiglione


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti i cittadini dell'Università della Terza Età di San Raffaele Cimino, Gassino e Castiglione in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 100, inerente a "Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 199. Adozione del Progetto di Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione e proposta al Consiglio regionale della relativa approvazione" (Atti d'indirizzo collegati: ordine del giorno n. 656, mozione n. 250, ordine del giorno n. 522, mozione n. 620, ordine del giorno n. 621, mozione n. 668, mozione n. 669, ordine del giorno n. 675, ordine del giorno n. 676 ordine del giorno n. 756, ordine del giorno n. 757) (seguito)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli ordini del giorno collegati.
Ordine del giorno n. 656 "Provvedimenti di competenza regionale integrativi delle politiche di gestione dei Rifiuti urbani", presentato dai Consiglieri Accossato, Ottria, Ferrentino, Grimaldi, Bertola, Valetti, Campo, Andrissi Berutti, Ravetti, Rostagno, Appiano, Monaco.
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Credo che due minuti possano essere messi a disposizione per illustrare questo documento.
Come si evince dalle firme, è un documento unitario, frutto di un lavoro che ha coinvolto la V Commissione consiliare, a margine e all'interno della discussione sul Piano rifiuti.
In questo ordine del giorno abbiamo fatto confluire una serie di analisi e di impegni che riguardano sia la fase di attuazione del Piano rifiuti, sia alcuni di quei punti e di quelle questioni che non potevano trovare collocazione all'interno del Piano rifiuti, per la sua stessa natura programmatoria, ma che sono stati condivisi da tutta la Commissione.
Ne elenco soltanto alcuni: l'impegno della Giunta, condiviso con l'Assessore, di affrontare in Commissione, entro 60 giorni, la modifica della legge 7/2012, quindi il tema del governo del sistema regionale dei rifiuti, con la trasformazione degli ATO e dei consorzi e, entro 90 giorni la modifica della legge 24 del 2012, in particolar modo i temi delle sanzioni e degli incentivi alla differenziazione e al riciclo.
Ma ancora di più, nell'atto di indirizzo vengono presi in considerazione i temi dell'economia circolare.
Presidente Laus, a questo proposito voglio condividere con l'Aula un fatto.
Nell'home page del Consiglio regionale ho letto che proprio questa mattina si è svolto, in sala Morando, un convegno sull'economia circolare promosso dalla Consulta europea del Consiglio. Un tema che ha visto la nostra Commissione occuparsi per mesi, dibattere e discutere, a volte anche con grande fatica. Sono contenta che una componente del nostro Consiglio si stia occupando, anche in termini alti, di protocollo d'intesa con il Politecnico, ma mi rammarico per non essere stati né coinvolti né invitati in questo progetto e in questo percorso. Forse a noi, peones, tocca il lavoro sporco e duro, e magari non siamo degni di un momento di confronto più alto.
Mi permetta di dire - chiedo scusa per questa polemica, non è mio costume - che sicuramente molte delle questioni che presumo siano state dibattute questa mattina, anche con esponenti importanti, noi faticosamente le abbiamo racchiuse in questo ordine del giorno.
Questo vuole solo dire che c'è condivisione ancora più ampia di quella che potevamo ipotizzare e che, quindi, il nostro impegno troverà sicuramente una grande disponibilità da parte di tutto il Consiglio, oltre che della Giunta.
Tornando all'ordine del giorno, c'è proprio un impegno a far sì che il sistema delle imprese piemontesi abbia particolari incentivi e sostegni per quanto riguarda l'attività del riciclo e di recupero, e che quindi in qualche modo vengano privilegiate all'interno delle attività produttive del territorio.
L'ultimo aspetto che voglio sottolineare riguarda la tariffazione puntuale.
Nel concetto di "chi inquina paga", è davvero importante che i cittadini ed il sistema produttivo siano sostenuti ed incentivati ad applicare le buone pratiche, non solo quelle della differenziazione, ma anche quelle del recupero e del riciclo, attraverso la pratica della tariffazione puntuale, che va sostenuta nella sua diffusione in tutto il territorio piemontese.
Questo, a grosse linee, è l'impianto dell'ordine del giorno firmato dalla gran parte dei Consiglieri di tutte le forze politiche di questo Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questo atto di indirizzo collegato al Piano rifiuti è stato sottoscritto da buona parte, se non tutte, le forze politiche che hanno partecipato ai lavori di Commissione sul Piano rifiuti.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Bertola: sta illustrando l'ordine del giorno n.
250?



BERTOLA Giorgio

No, sto illustrando l'ordine del giorno n. 656. Quello che ha illustrato la Consigliera Accossato essendo anch'io firmatario.



PRESIDENTE

Pensavo di illustrarli prima tutti.



BERTOLA Giorgio

Li stiamo illustrando uno per uno, la Consigliera Accossato è firmataria, anch'io lo sono e lo illustro. Se li affrontiamo un per volta facciamo prima.
A me sembrava logico.
Questo atto di indirizzo è stato sottoscritto da tutte le forze politiche che hanno lavorato al Piano rifiuti in Commissione e recepisce buona parte delle nostre richieste. Meglio, non certo le richieste più forti sugli obiettivi del Piano che rimangono obiettivi, purtroppo per noi ancora poco ambiziosi, ma su tutta un'altra serie di questioni importanti.
Come si diceva prima, ma come dirò più diffusamente durante la dichiarazione di voto, si è aperto un dialogo, un dibattito anche costruttivo e utile in Commissione, dopo il quale ciascuno è rimasto della sua opinione, ma su alcuni aspetti si è trovato un minimo comune denominatore per dare degli indirizzi anche successivi all'approvazione del Piano. E' il caso di questo atto di indirizzo. Ci si impegna a rivedere rispettivamente entro 60 e 90 giorni, la legge regionale n. 7 del 2012, una legge forse malfatta, certamente inattuata, e la legge regionale n. 24 del 2002, che è proprio la legge che più riguarda la gestione dei rifiuti e la materia della programmazione.
Abbiamo poi chiesto di prevedere anche la revisione di norme di natura tributaria che incentivino i comportamenti positivi di cittadini e imprese in applicazione al principio "chi inquina, paga". Qui ci arriviamo con la revisione della legge n. 24 del 2002, ma ci dobbiamo per forza raffrontare e confrontare anche con la materia del bilancio.
Occorre rendere effettivo il vincolo del gettito derivante dall'ecotassa ed utilizzarlo per il Piano rifiuti; emanare linee guida vincolanti per il sistema di governo degli impianti e della raccolta, come risulterà organizzando la revisione della legge n. 7 del 2012, che disciplina l'attuazione della tariffazione puntuale, prevedendo modalità e tempi di attuazione. Non solo un'enunciazione, ma vogliamo arrivare verso la tariffa puntuale, stabilire i tempi e i modi.
Vogliamo inserire nei disciplinari di gara e nei contratti di servizio apposite norme che siano coerenti con gli obiettivi del Piano e anche, come dicevamo qualche ora fa, lavorare sulle filiere del riciclo, quindi, anche attraverso l'utilizzo di fondi europei del POR-FESR, incentivare filiere del riciclo di materiali, principalmente materiali plastici che attualmente, non vengono riciclati e che, purtroppo, finiscono nell'inceneritore.
Qui avremmo sicuramente un doppio effetto: stimolare e incentivare attività imprenditoriali, nonché la tutela della salute. Vogliamo anche che, rispetto a questo Piano rifiuti, ci sia una clausola valutativa quindi valutare nel tempo, periodicamente, lo stato di attuazione del Piano ed, eventualmente, le misure che ancora servono per renderlo attivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
A nome del gruppo di Forza Italia, ovviamente aderiamo ad un ordine del giorno che è stato sottoscritto anche da noi. Questo ordine del giorno ha un senso paradossale rispetto alla discussione che abbiamo fatto. Si era giunti all'accordo che, attraverso questo ordine del giorno, si va ad incidere profondamente sulle decisioni che stanno alla base strutturale del Piano.
Al di là delle affermazioni di chi mi ha preceduto e che ha già dato indicazioni, l'ordine del giorno pone una caratteristica fondamentale, come la revisione in tempi relativamente brevi delle leggi regionali che sovrintendano l'applicazione del Piano, quindi la legge n. 7 e le altre leggi legate ai rifiuti, con tempi tecnici minimi che la Giunta riterrà opportuno in questo senso.
Altro aspetto è l'aggiornamento di una serie di dati di questo Piano lo ricordavamo - per evitare il rifacimento del Piano stesso.
L'aggiornamento, con il Piano che passa dal 2013 al 2016, o quanto più possibile vicino al 2016, di una serie di dati che ne sono contenuti, tale per cui vi è una fotografia della realtà dell'attività di smaltimento dei rifiuti nell'intera regione, secondo condizioni attuali e non pregresse come quelle che abbiamo discusso in questo momento.
Di fatto, cosa si è deciso? Questa è stata la sintesi trovata in Commissione per evitare una ridiscussione di un rifacimento del Piano e un rifacimento di tutte le pastoie burocratiche cui questo Piano è assoggettato. Si è deciso, pertanto, di semplificare la discussione nella Commissione con un ordine del giorno che oggi andiamo ad approvare, nella quale però, come minoranza - lo diciamo all'Assessore e alla Giunta staremo attenti alla sua applicazione, altrimenti tutto il lavoro che abbiamo fatto nell'ambito di questo Piano viene vanificato da una promessa che diventa imperante, perché l'approvazione dell'ordine del giorno è un'unanime. Diventa una promessa di applicazione dello stesso, nei tempi e nei modi in cui sono stati discussi, al di là delle bocciature degli emendamenti.
Ringrazio l'Assessore e la Giunta per il lavoro svolto. Molti degli elementi discussi nella Commissione, in realtà, l'Assessore li aveva già accettati, quindi il Piano che abbiamo discusso, al di là degli emendamenti, era già foriero di una serie di indicazioni che erano state accettate in Commissione.
Ciò che ci preoccupa è l'applicazione rispetto alla riduzione complessiva dei rifiuti nell'ambito del Piemonte, soprattutto la riduzione che contempli anche un corretto smaltimento, per quanto è possibile, con l'esaltazione della raccolta differenziata, secondo i modelli che in Piemonte sono già virtuosi rispetto ad altre zone.
Questi erano i concetti che noi ci siamo dati con questo ordine del giorno. Speriamo che, da domani, si inizi a lavorare rispetto alla revisione delle leggi che l'Assessorato ci ha indicato e, soprattutto, si instauri una procedura, anche economicamente compatibile, perché il bilancio della Regione non dà segnali positivi in questo senso.



PRESIDENTE

Mozione n. 250 "Conversione in legge del Decreto c.d. 'Sblocca Italia' indirizzi per il termovalorizzatore del Gerbido" presentato dai Consiglieri Accossato, Allemano Appiano, Baricco, Boeti, Ferrentino, Gariglio Grimaldi, Ottria, Valle.
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Dopo 13 mesi siamo ancora in Aula. Intervengo per dire che questa mozione rimane valide e attuale, nonostante alcune questioni siano state per fortuna, risolte positivamente proprio grazie all'azione anche della Regione Piemonte attraverso l'Assessore Valmaggia; rimangono per l'attenzione sulla gestione del termovalorizzatore e l'attenzione sul mantenimento delle condizioni attuative degli accordi di programma sul termovalorizzatore.
Non volendo rubare tempo, voglio solo comunicare all'Aula che la mozione viene da me modificata. Elimino il primo capoverso dell'"impegna" perché non più attuale e, al penultimo capoverso, integro la mozione con un ulteriore capoverso.
Posso leggerlo, Presidente, e poi vengo al banco della Presidenza?



PRESIDENTE

Sì, poi viene a controfirmare.
Prego, Consigliera.



ACCOSSATO Silvana

"A vigilare sullo svolgimento del programma di sorveglianza sanitaria spot ad opera del gruppo di lavoro appositamente istituito, rendicontando periodicamente alla Commissione consiliare competente". Questo capoverso viene inserito al penultimo posto. Ho finito la mia illustrazione e vengo al banco della Presidenza per controfirmare.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato, venga pure a controfirmare la modifica.



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 522 "Destinazione dell'ecotassa al sostegno degli obiettivi del Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani 2015-2020" presentato dai Consiglieri Ferrentino, Accossato, Corgnati, Ravetti.
La parola al Consigliere Ferrentino per l'illustrazione.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per ribadire l'importanza di questo documento, che è stato discusso nei gruppi di lavoro e in Commissione perché ci prepariamo ad affrontare e ad approvare un Piano rifiuti che noi riteniamo essere un buon risultato.
Ovviamente, per accompagnare questo Piano rifiuti, ci vogliono delle risorse. Per questo motivo, con tale ordine del giorno chiediamo di impegnare interamente il contributo denominato "ecotassa" proprio per accompagnare i comportamenti virtuosi sul territorio da parte degli Enti locali.



PRESIDENTE

Mozione n. 620 a "Indirizzi per l'impianto di incenerimento dei rifiuti del Gerbido" presentata dai Consiglieri Bertola, Andrissi, Batzella, Bono Campo, Frediani, Mighetti, Valetti: La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questa è una mozione che era stata inizialmente collegata alla n. 250 del Partito Democratico che, com'è noto, era stata presentata tempo fa. Con questa mozione, andiamo a cercare di dare degli indirizzi per l'inceneritore del Gerbido; indirizzi che in parte sono già stati recepiti all'interno del Piano rifiuti, giacché questo atto di indirizzo era stato presentato precedentemente.
Negli impegni, chiediamo di pianificare la dismissione dell'impianto di incenerimento dei rifiuti del Gerbido entro il termine massimo della scadenza del contratto di servizio stipulato con ATO, vale a dire nel 2033 e ad inserire tale indicazione nel Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani attualmente in discussione in Commissione ambiente (questo è già stato in qualche modo recepito), per seguire il principio dell'autosufficienza su base regionale dello smaltimento dei rifiuti urbani e il principio della prossimità territoriale, secondo il quale lo smaltimento dei rifiuti urbani deve avvenire in uno degli impianti idonei più vicini a luoghi di produzione e raccolta al fine di ridurre i movimenti dei rifiuti stessi (come detto dal Testo Unico Ambientale).
Chiediamo inoltre di applicare i medesimi principi anche per il recupero delle diverse frazioni merceologiche, al fine di ridurne la movimentazione ed il conseguente inquinamento che ne deriva. Esortiamo in particolare al rispetto - già richiamato nell'atto di indirizzo del Partito Democratico, ma soprattutto da noi con ripetute sollecitazioni e anche interrogazioni all'Assessore Valmaggia - della mozione n. 100, votata all'unanimità il 21 luglio 2015, con la quale il Consiglio regionale ha impegnato la Giunta, nel rispetto degli impegni presi dal 1995 ad oggi coi propri cittadini, ad emanare e ad adottare celermente ogni atto necessario alla delocalizzazione dell'impianto Ambienthesis S.p.A. (ex Servizi Industriali) e a promuovere uno specifico accordo di programma, nonché a mettere in campo immediatamente, insieme agli Enti interessati e preposti delle misure di mitigazione compensative di riduzione della pressione ambientale e dunque misure volte alla protezione della salute umana nella zona interessata fino all'avvenuta delocalizzazione definitiva dell'azienda in questione.
Questo è un impegno che va preso, altrimenti è inutile che si ricevano in Consiglio regionale i cosiddetti "comitati delle puzze" di Beinasco. Il Sindaco di Beinasco - per carità, rispettabile - arriva da me con una documentazione come se fossero documenti che io devo conoscere, mentre c'è la mia mozione, la mozione che abbiamo presentato noi e che è stata votata.
Gli ho detto: "Io lo so, parla con la maggioranza che fa parte del tuo partito, con la Giunta che è espressione della tua forza politica per fare attuare questa mozione". Quindi è inutile fare a queste persone promesse che poi magari non si mantengono.
Ad ogni modo, ciò è stato ripreso nell'emendamento che la Consigliera Accossato ha apportato alla mozione n. 250. Prima scrivevamo: "A vigilare sul corretto svolgimento del programma spot, sorveglianza sulla salute della popolazione nei pressi del termovalorizzatore di Torino, demandato al gruppo di lavoro formato da ARPA-Piemonte, Servizio di Epidemiologia ASL TO1 e ASL-TO3 e Istituto Superiore di Sanità, rendicontando semestralmente gli aggiornamenti alla competente Commissione consiliare permanente".
Questa parte è stata presa integralmente dalla Consigliera Accossato e inserita nel suo emendamento alla mozione n. 250, quindi confidiamo che questa mozione possa trovare accoglimento da parte della maggioranza e della Giunta.



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 621 "Stop allo smaltimento dei rifiuti urbani in impianti di co-incenerimento o cementifici Piemonte" presentato dai Consiglieri Valetti, Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Con quest'ordine del giorno, come suggerisce il titolo e come abbiamo ampiamente trattato nei nostri emendamenti, auspichiamo la dismissione quanto prima degli impianti di co-incenerimento per seguire la strada degli impianti di incenerimento di rifiuti dedicati.
Ricordiamo che l'Unione Europea definisce, entro il 2020, che tutta la materia che può essere recuperata non deve essere smaltita né in discarica né con incenerimento. Noi, in questo momento, stiamo andando contro questo principio fondamentale definito dalla normativa europea.
Ad oggi, in Piemonte processiamo 56 tonnellate annue di rifiuto indifferenziato con impianti di coincenerimento, con una capacità massima di 110 tonnellate/anno, con tutti i problemi di controllo ambientale che sono stati anche spiegati dai colleghi, quali i limiti di immissione e i controlli 100 volte superiori a quelli degli inceneritori.
La pratica dell'incenerimento, di cui il coincenerimento costituisce una variante inefficiente e ambientalmente insostenibile, essendo subordinata dalla normativa europea al riciclo dei rifiuti, deve essere limitata a un periodo transitorio ai soli impianti dedicati già presenti sul territorio. Tale periodo è limitato ai tempi tecnici di raggiungimento del recupero totale del rifiuto, come descritto dalla normativa sull'economia circolare di prossima emanazione.
Quindi il Consiglio impegna la Giunta a indicare nel Piano di gestione dei rifiuti che lo smaltimento dei rifiuti urbani indifferenziati attualmente conferiti presso impianti non dedicati di c-incenerimento o cementifici, sia indirizzato, entro il 2016, verso impianti appositamente progettati per la gestione del rifiuto urbano, anche fuori regione quando non disponibili sul territorio piemontese, secondo logiche di maggiore prossimità ed economicità. Ovvero, stiamo chiedendo di provvedere all'invio dei rifiuti che adesso vengono smaltiti in coincenerimento, quindi in impianti a bassa efficienza e ad alto impatto ambientale, verso impianti di incenerimento dedicato.
Chiediamo semplicemente questo piccolo passaggio, che è più che un compromesso politico per noi, ma consente di ridurre fortemente il rischio delle emissioni inquinanti per la popolazione.
Allo stesso tempo, occorre creare una filiera del riciclo dei rifiuti urbani regionali, al fine di ridurne il movimento e il conseguente inquinamento, che possa sostituire la gestione dell'indifferenziato tramite impianti di combustione nel periodo di transizione, ovvero il famoso passaggio da combustione dei rifiuti a trattamento a freddo e separazione dei rifiuti e impianti di compostaggio.
Grazie.



PRESIDENTE

Mozione n. 668 "PDCR n. 100 - Risorse regionali per progetti di estensione del servizio di raccolta rifiuti porta a porta" presentata dai Consiglieri Sozzani, Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Ruffino, Vignale.
E' data per illustrata.
Mozione n. 669 "Disciplina sanzionatoria l.r. 24/2002 - modifiche" presentata dai Consiglieri Sozzani, Berutti, Graglia, Pichetto Fratin Ruffino, Vignale.
E' data per illustrata.
Ordine del giorno n. 675 "Definizione dei metodi calcolo della raccolta differenziata nella Regione Piemonte e corretta applicazione dei principi di calcolo del contributo ambientale come da legge 28 dicembre 2015 n. 221 recante "Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di Green Economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali" PDCR 100 - Odg collegato ex art. 87 del R.I.C.R. presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi, Batzella, Bertola, Bono, Frediani, Mighetti.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Illustrerò questa mozione così importante, nel modo più esaustivo possibile.
Le premesse riguardano i metodi di calcolo della raccolta differenziata e l'applicazione del contributo ambientale, come da legge del 28 dicembre 2015, n. 221, recante "Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di Green Economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali".
E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il testo omonimo, il cui articolo 32 definisce nuove misure per incrementare la raccolta differenziata e il riciclaggio. Nella fattispecie, viene modificato l'articolo 205 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, al fine di applicare un'addizionale del 20% al tributo di conferimento dei rifiuti in discarica a carico dei Comuni che non abbiano raggiunto le percentuali previste dalla normativa vigente e ridurre altresì lo stesso con percentuale variabile in base al superamento del livello di raccolta differenziata.
Questo serve a determinare dei criteri di incentivo e disincentivo economico alle Amministrazioni più o meno virtuose.
Il comma 3 quater stabilisce che sia la Regione a definire il metodo standard per calcolare e verificare le percentuali di raccolta differenziata raggiunta in ogni Comune, sulla base di linee guida definite.
Pertanto, chiediamo di adottare un sistema di calcolo che escluda di quantificare prima di tutto la materia idonea a sostituire la materia prima nei processi produttivi, ovvero il combustibile solido secondario per la produzione di energia, come RD recuperata.
Siamo al famoso punto che considera recupero di materia quello che è recupero energetico, definito in modo molto subdolo, perché molto spesso non è neppure recupero energetico: è semplicemente combustione agevolata da finanziamenti pubblici.
Inoltre, si chiede che venga garantita uguale o maggiore severità della determinazione degli obiettivi di raccolta differenziata raggiunti dai Comuni rispetto alle linee guida elaborate dal Ministero. Chiediamo, cioè che la Regione Piemonte determini dei metodi di calcolo della raccolta differenziata ugualmente o più virtuosi di quelli nazionali. Ovviamente, il recupero energetico non può rientrare in questo tipo di misura e ne deve essere escluso a priori: non è recupero, ma è semplicemente incenerimento.
Il Consiglio regionale impegna quindi la Giunta a garantire, nel rispetto delle proprie competenze, anche con pubblicazioni in un albo pubblico, l'ottenimento e l'analisi dei dati della raccolta differenziata da parte delle Autorità d'ambito e dei Comuni ivi rappresentati, al fine di consentire la corretta ripartizione del rispettivo contributo ambientale.
Qui c'è l'effetto impositivo fiscale più o meno blando, a seconda di come un Comune lavora, ma c'è anche l'aspetto della divulgazione dei dati e della promozione, perché si capisca quali sono le Amministrazioni che hanno operato bene e quelle che non lo hanno fatto.
Pertanto, c'è anche un effetto incentivante di pubblicizzazione dei risultati, che è quello che dicevamo prima in alcuni emendamenti.
L'obiettivo è avere una vera e propria banca dati pubblica esposta magari su un portale dell'Ente della Regione con gli Enti pubblici e i soggetti privati, le aziende, in base ad un indice di sostenibilità dei loro processi produttivi e di gestione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 676 "Esclusione della possibilità futura di riattivare il termovalorizzatore di Vercelli e impegni a riqualificare l'area dell'insediamento dismesso in questione e a tutelare la salute della popolazione interessata" presentato dai Consiglieri Molinari, Corgnati Gariglio.
E' dato per illustrato.
Ordine del giorno n. 756: "Proposta di deliberazione n. 100. Redazione del Piano di bonifica e di un Programma di bonifica delle aree inquinate" presentato dai Consiglieri Bertola, Campo, Frediani, Batzella.
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Veniamo alla bonifica delle aree inquinate. L'articolo 199, comma 6 del Testo Unico Ambientale dice che il Piano di bonifica costituisce una parte integrante del Piano regionale di gestione dei rifiuti - quello che stiamo approvando - e deve prevedere l'ordine di priorità degli interventi basato su un criterio di valutazione del rischio elaborato dall'ISPRA l'individuazione dei siti da bonificare e delle caratteristiche generali degli inquinanti presenti, le modalità degli interventi di bonifica e risanamento ambientale, la stima degli oneri finanziari e le modalità di smaltimento dei materiali da asportare.
Inoltre, la legge regionale n. 42/2000 attribuisce altre caratteristiche al Piano di bonifica. Dice che il Piano di bonifica che integra il Piano regionale di gestione dei rifiuti viene approvato dal Consiglio regionale anche separatamente ed ha validità triennale. Dice inoltre, che la Giunta regionale, nel corso del triennio, può aggiornare il Programma di bonifica a breve termine, sulla base dell'anagrafe di cui all'articolo 5.
In Piemonte abbiamo, ai sensi della legge regionale citata, un Piano regionale per la bonifica delle aree inquinate che è stato pubblicato nel 2000, quindi sono passati 16 anni (anche questo è piuttosto vecchio). Anche secondo la legge regionale, non è più da considerarsi attuale e vigente.
Fino al 2010, sulla base delle proposte delle Province, si è proceduto all'aggiornamento del programma a breve termine di cui agli articoli 8 e 9 della legge regionale 42/2000. L'ultima deliberazione in questo senso è dell'agosto del 2010. Quindi, anche su questo sono passati gli anni e questa non è più un'alternativa alla redazione di un piano.
Nel Piano rifiuti che stiamo per approvare oggi non è presente il Piano di bonifica che, invece, dovrebbe, per il Testo Unico Ambientale costituirne parte integrante oppure per la legge regionale, che però è antecedente al Testo Unico Ambientale (è del 2000) e può essere anche fatto a parte; però, come dicevo, sono già passati parecchi anni.
Per questo motivo, vista la situazione più volte richiamata nella nostra Regione, che vanta un record non invidiabile di 1.476 siti da bonificare inseriti nell'anagrafe, più cinque siti di interesse nazionale con questo atto di indirizzo vorremmo impegnare la Giunta regionale a redigere, entro 180 giorni dalla data di approvazione del piano regionale di gestione dei rifiuti urbani, il Piano di bonifica, di cui alla l.r.
42/2000, e a prevedere, successivamente all'approvazione del Piano, un Programma di bonifica delle aree inquinate, da aggiornare annualmente, al fine della loro riqualificazione ambientale urbanistica, che contenga la definizione dei criteri per le priorità di intervento sui siti contaminati sui siti potenzialmente contaminati e sui plume di contaminazione delle acque sotterranee, la programmazione economico-finanziario degli interventi di bonifica, le azioni a supporto dei Comuni per la riqualificazione ambientale e urbanistica delle aree contaminate e le azioni per la gestione sostenibile dei materiali e dei rifiuti prodotti dagli interventi di bonifica.
In buona sostanza, tutte le volte che ci troviamo ad affrontare un provvedimento di bilancio sottolineiamo l'importanza di destinare le risorse alle bonifiche ambientali e, per quanto possibile e per quanto approvato dalla Giunta, cerchiamo di farlo, però vorremmo dotare la nostra Regione anche di un piano in questo senso, perché o si segue il Testo Unico Ambientale, e quindi il Piano delle bonifiche deve essere parte integrante del Piano rifiuti, oppure seguiamo la nostra legge regionale, quindi il Piano che abbiamo attualmente è vecchio ed è da rifare.



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 757: "Nuove autorizzazioni e/o ampliamenti degli impianti di discarica esistenti in Valle Dora e invito alle Province interessate a soprassedere all'autorizzazione e/o all'ampliamento degli impianti di discarica esistenti fino all'entrata in vigore della nuova legge regionale in materia" presentato dai Consiglieri Corgnati Barazzotto, Molinari, Grimaldi, Accossato, Appiano, Rossi.
La parola al Consigliere Corgnati per l'illustrazione.



CORGNATI Giovanni

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno diventa necessario anche per cercare di portare un po' di ordine su un territorio che è fortemente martoriato da discariche e da cave. E' un territorio molto vasto, del quale fanno parte i comuni di Cavaglià, Alice Castello, Santhià e Tronzano, e raggruppa due Province.
E' evidente che, essendoci delle autorizzazioni e richieste di autorizzazioni, il territorio è preoccupato, la gente è preoccupata, ma non si tratta soltanto di questi paesi che abbracciano due province, ma di tutto il territorio vercellese. Infatti, questa area è interessata da un piano di ricarica delle acque ed è chiaro che questo va ad incidere sul vecchio letto del fiume Dora. Pertanto, rispetto a questo, chiediamo che la Giunta possa intervenire con le Province a suggerire di soprassedere per quanto riguarda le autorizzazioni.
Volevo precisare che l'ordine del giorno è stato modificato nell'oggetto: si è tolta la prima riga, si parte dalle parole "nuove autorizzazioni" ed ho già provveduto a depositare le correzioni presso la Presidenza. Inoltre, nel dispositivo, dove vi è la frase "impegna la Giunta regionale del Piemonte", la modifica è "valutare la fattibilità per l'istituzione, in forza del principio fissato dalla recente legge regionale di riordino delle competenze degli Enti di area vasta, di una opportuna cabina di regia regionale in materia di nuove autorizzazioni e ampliamenti degli impianti di discarica".
Questo è proprio un invito alla Giunta a provvedere in merito e a sensibilizzare nella prima fase le Province, che sono titolate a rilasciare le autorizzazioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Stavo leggendo velocemente l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Corgnati e volevo evidenziare che la Valle Dora sta a cuore ai Consiglieri del PD come sta a cuore a noi. Ciò non toglie, però, che il Piano di tutela delle acque non può proteggere quelle aree e andare ad escludere da questa protezione altre aree, come ad esempio l'Alessandrino (abbiamo fatto un'audizione).
Le regole devono essere uguali per tutti e non possiamo limitarci ad un'area che è particolarmente martoriata e che possiamo definire "la terra dei fuochi piemontese". Ciò non toglie che questa normativa del piano di tutela delle acque vige anche in altre aree piemontesi. Noi abbiamo presentato, a prima firma del collega Mighetti, degli emendamenti che poco prima avete bocciato, proprio sul recepimento del Piano di tutela delle acque. Adesso si presenta questo ordine del giorno che vuole trasformare la Valle Dora in un caso speciale. E' vero che la Valle Dora è un caso speciale, ma quello che voglio dire è che non dobbiamo far diventare altre realtà come la Valle Dora.
Quindi, questa normativa va recepita per tutto il Piemonte uniformemente. Laddove ci sono aree di ricarica delle falde freatiche profonde, il Piano di tutela delle acque va fatto rispettare, quindi va recepito dalle Amministrazioni comunali e la Regione Piemonte deve chiedere a tutte queste aree di ricarica di non fare discariche.
A mio parere, le regole devono essere uguali per tutti e in questo modo si sarebbe evitata, in passato, la situazione della Valle Dora, laddove è stata fatta anche una discarica - caso unico in Italia - per risanare dall'inquinamento della falda acquifera di altre due discariche. Questo è un concetto che non capirò mai, ma questa è la realtà. Poi si parla di messa in sicurezza permanente e non di bonifica, e quindi ritorniamo al piano bonifiche.
Quindi, ci sono una serie di cose che veramente stridono. Mi trovo d'accordo con questo ordine del giorno, però deve essere uniforme a livello regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Prima di discutere dei vari ordini del giorno, intendevo, a nome del Gruppo PD, fare un intervento sull'intero Piano dei rifiuti e ovviamente fare una valutazione sui diversi ordini del giorno.
Per prima cosa, mi preme ricordare alcuni passaggi, altrimenti sembra che ci siano dei Gruppi o dei Consiglieri che abbiano portato un apporto significativo e altri no. Voglio ribadire che, a partire dall'Assessore o dai funzionari dell'Assessorato, insieme al Presidente della V Commissione e tutti i commissari, abbiamo lavorato tutti intensamente in questo anno perché abbiamo lavorato un anno per portare finalmente all'attenzione di questo Consiglio il nuovo Piano dei rifiuti, che il territorio aspetta unitamente alle modifiche della l.r 7/2012 e della l.r. 24/2002.
Su questo abbiamo condiviso anche che la Giunta, entro 60 giorni per la legge n. 7 e 90 giorni per la legge n. 24, come tempo massimo, porti all'attenzione dell'Aula questi due provvedimenti legislativi per fare una discussione.
Voglio ricordare che il PD, per quanto riguarda il lavoro della Commissione, ha portato avanti una fase di ascolto in tutte le province piemontesi, proprio perché ritenevamo estremamente importante e significativo per i Sindaci e per le imprese che, dopo tanto tempo trascorso dall'ultimo Piano rifiuti, si provassero ad ascoltare le varie sensibilità, le sensazioni e le percezioni dei vari operatori del settore e ovviamente, dei Sindaci e degli Amministratori comunali, che sono quelli che gestiranno nello specifico le direttive che andremo ad inserire nel nuovo Piano rifiuti.
Inoltre, vorrei ricordare che quando il Piano rifiuti era stato portato in Commissione, anch'io, a nome del PD, dissi che sicuramente era un piano in ingresso, ma che doveva essere fortemente discusso e riconsiderato proprio perché andava a ricoprire una arco temporale molto ampio.
Abbiamo anche condiviso che ci fossero due step. Il primo è quello del 2020, perché parlare di una programmazione di un Piano rifiuti con un arco temporale di tre anni e mezzo era fortemente limitativo, quindi abbiamo assunto degli impegni da qui al 2020, ma già con una prospettiva al 2030.
Penso che questo lavoro sia stato perfettamente recepito dal documento di indirizzo che la Consigliera Accossato e altri colleghi hanno già ribadito: è stato un lavoro proficuo, che ha visto la sottoscrizione da parte di tutti i Gruppi.
Vorrei dire, senza polemiche, che nelle scorse settimane qualche collega ha dichiarato ai giornali che si andava all'approvazione di un Piano rifiuti senza fondi. E' ovvio che noi, essendo forza di maggioranza ci facciamo carico delle difficoltà e dell'impegno che l'Assessorato al bilancio, l'intero Consiglio e la maggioranza hanno posto in essere per cercare di coniugare lo sviluppo del Piemonte con le difficoltà del bilancio della Regione Piemonte.
Posso comprendere che il Vicepresidente Reschigna non sia particolarmente soddisfatto o felice di sentire che ci auguriamo che si possa fare ogni sforzo, perché qualsiasi Piano rifiuti va accompagnato con delle risorse. Senza polemiche, ma altri piani venivano accompagnati da risorse molto più importanti per provare a significare gli sforzi che i Comuni e che gli Ambiti facevano per raggiungere risultati lusinghieri sui propri territori.
Lo sforzo che chiediamo all'Assessorato al bilancio è di poter prevedere che l'importo dell'ecotassa possa essere messa a disposizione dell'Assessore per accompagnare il Piano rifiuti con una serie di politiche di incentivi e, ovviamente, di disincentivi per quei territori che non dovessero raccogliere le indicazioni che un po' tutti i Gruppi hanno portato avanti. Tuttavia, sono certo che i Sindaci comprenderanno lo sforzo che questo Consiglio ha fatto per cercare di fare in modo che il nuovo Piano rifiuti sia calato nella realtà di tutti i territori.
Sicuramente c'è una sensibilità aumentata, ma dobbiamo anche tener presente che questa politica debba essere perseguita senza pensare di incidere ancora sul consumatore finale, cioè sull'utente relativamente ai piani tariffari.
In questa Commissione ho visto professionalità e competenza, ma anche rispetto delle realtà amministrative che molti di noi, da anni, nei propri territori, hanno cercato già di coniugare e ritengo che in Regione Piemonte ci siano esperienze che non hanno nulla da invidiare a nessun altro territorio della Repubblica Italiana. In Regione Piemonte ci sono esperienze ed ambiti importanti che hanno già portato avanti e sono già più avanti rispetto a questo Piano rifiuti, ma dobbiamo farci carico dell'intera Regione Piemonte e quindi di difficoltà che ci sono in alcune aree.
In effetti, l'aver coniugato questi sforzi con tre indicatori (percentuale di raccolta rifiuti, percentuale di riciclo, numero massimo di kg/abitanti raccolta differenziata) che ci poniamo come obiettivo al 2020 ci sembrano obiettivi che, con uno sforzo condiviso dai territori, penso che possano essere portati a casa. Per questo motivo, serve accompagnare questo Piano anche con un po' di risorse.
Vorrei ancora ribadire che il lavoro della Commissione ed anche del gruppo di lavoro è stato intenso; abbiamo preso come riferimento, proprio in quest'Aula, ascoltando realtà a noi lontane, come quelle del Consorzio Contarina, e con loro ci siamo confrontati sugli indirizzi per il nuovo Piano rifiuti. Sono, quindi, assolutamente contento del risultato che si è raggiunto ed il PD voterà in modo convinto questo Piano rifiuti.
Entreremo nel merito, invece, di alcuni atti di indirizzo che hanno presentato altre forze politiche, perché in alcuni casi ne condividiamo soltanto alcune parti e non condividiamo alcune premesse, quindi andremo a verificare col voto contrario o con il voto di astensione i contenuti di alcuni ordini del giorno.
Pertanto, nel significare in modo convinto il voto favorevole del PD ribadisco ancora che questo Piano rifiuti è la somma dell'impegno di tutte le forze politiche, sia quelle di opposizione che di maggioranza, per poter presentare a questo Consiglio (magari, potevamo farlo un po' di mesi prima) un documento che possa essere interpretato in modo corretto dai Sindaci e dagli Ambiti sul nostro territori e verificare, in itinere, anche il raggiungimento degli obiettivi, congiuntamente alle due modifiche (dalla 7 alla 24) che ci permetteranno di ridisegnare la governance del sistema rifiuti e tutti i meccanismi di incentivi e/o di penalizzazione per quei territori che non dovessero predisporsi per il recepimento delle indicazioni del Piano rifiuti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ferrentino.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
In realtà, avrei preferito parlare prima del collega, perché sarei intervenuto soltanto sull'ordine del giorno per una riflessione flash.
Nel senso che, al di là di quanto detto dal collega Andrissi sulla questione del PTA, il tema che si pone nell'ordine del giorno è anche quello legato al fatto che sia per quello che abbiamo approvato nella legge 23, sia per quello che chiediamo di approvare nell'ordine del giorno legato al Piano rifiuti, il tema dell'impiantistica verrà gestito da un'ATO unico regionale.
Allora, la questione è la seguente: fino a quando non riusciremo a dare gambe a questa ATO unico regionale, forse, vale la pena di essere prudenti oppure fermare quegli atti che vengono presi in una situazione di limbo di governance. Aspettiamo l'atto regionale e le autorizzazioni che riguardano l'impiantistica le prendiamo nel momento in cui c'è la nuova governance in atto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rossi.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Pensavo si fosse nella discussione relativa agli atti di indirizzo...



PRESIDENTE

Sì, sì...



BERTOLA Giorgio

Però, se sento la dichiarazione di voto di nove minuti, allora la facciamo anche noi.



PRESIDENTE

Faccia pure. Era sull'atto di indirizzo...



BERTOLA Giorgio

Eh, no! Il Consigliere Ferrentino, in modo del tutto rispettabile, ha fatto un intervento generale, una dichiarazione di voto da nove minuti sul Piano rifiuti.
Se siamo in questa fase, lo voglio sapere e allora facciamo anche noi l'intervento su questo, tanto siamo perfettamente nei tempi.
Ci siamo impegnati ad approvare questo Piano rifiuti entro le 19...



PRESIDENTE

Consigliere Bertola, ha perfettamente ragione.
Abbiamo illustrato tutti gli atti di indirizzo e, probabilmente, il collega Ferrentino ha dato per scontato che, essendo finita l'illustrazione, potesse fare il suo intervento.
Lei faccia tranquillamente la dichiarazione di voto, non si preoccupi.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Diciamo che oggi si arriva all'approvazione in questo Piano rifiuti dopo un percorso che certamente è stato lungo, soprattutto nell'esame in Commissione giacché, in Aula, nonostante la maggioranza si sia - fatemi dire - spazientita abbastanza presto per l'illustrazione degli emendamenti da parte nostra, in realtà l'esame dell'Aula ha poi visto solo una settantina di nostri emendamenti, peraltro tutti di merito, che sicuramente sono assai meno degli oltre cinquecento che avevamo portato in Commissione.
Erano tanti gli emendamenti in Commissione, perché questo Piano rifiuti, sin da subito, era stato da noi considerato praticamente irricevibile, per trovare un aggettivo che possa riassumere un concetto: irricevibile perché, per stessa ammissione dell'Assessore Valmaggia, un po' nasceva già vecchio, perché riprendeva un lavoro iniziato dalla Giunta Bresso nel 2009; irricevibile anche per gli obiettivi che proponeva e che per la gran parte ancora propone, che sono, a nostro avviso, troppo poco ambiziosi in termini di raccolta differenziata, riduzione dei rifiuti e recupero di materia. Senza contare che, comunque, anche se in modo più definito e con una scadenza precisa che è stata inserita su nostra richiesta (che coincide con la fine del contratto di servizio dell'inceneritore del Gerbido), si prevede ancora, purtroppo, di bruciare i rifiuti fino al 2033.
Si è aperto un confronto all'interno della Commissione che, forse, è più dovuto al fatto che anche secondo la maggioranza questo Piano rifiuti così com'era non andava bene (quindi, forse, più grazie ai Consiglieri della maggioranza, che alla Giunta). In questo senso, capisco umanamente lo sfogo della Consigliera Accossato, che dice: "Noi ci sentiamo un po' dei peones, perché facciamo il lavoro sporco in Commissione, discutendo con il Movimento 5 Stelle e poi fate gli eventi e non ci invitate nemmeno!". Come ho detto, dal punto di vista umano comprendo lo sfogo della Presidente della V Commissione Accossato. Confronto che è andato avanti diversi mesi e che poi, in qualche modo, ha licenziato il Piano con un voto contrario da parte nostra, nonostante fossero stati approvati 15 nostri emendamenti e sebbene altri 22 o 23 siano stati, a vario titolo, più o meno recepiti. Ma è un voto che rimane comunque contrario, perché negli obiettivi principali quelli che poi riassumono la sostanza del Piano rifiuti - quindi raccolta differenziata, recupero di materia e riduzione dei rifiuti - non abbiamo riscontrato degli intenti ambiziosi, che comunque, a nostro avviso, erano alla portata.
Se dobbiamo guardare, invece, il bicchiere mezzo pieno, diciamo che sono state recepite alcune nostre richieste, quali, ad esempio, uno sguardo al futuro sul Piano rifiuti, non fermandoci solo al 2020, ma dimostrando che questa Regione ha una visione non solo a quattro o cinque anni, quindi fino alle prossime elezioni, ma ha obiettivi al 2025 e al 2030 (un po' più sfidanti di quelli che ci siamo dati al 2020).
Altro aspetto positivo è stato il recepimento di una parte delle nostre richieste all'interno di un atto di indirizzo che oggi andremo a votare: mi riferisco all'ordine del giorno n. 656, che è stato sottoscritto, come dicevo prima, da tutte le forze politiche, e che si impegna a dare degli indirizzi che secondo noi sono condivisibili per la revisione della legge 7/2012 e della legge 24/2002. Naturalmente, questo è un passo che si farà insieme: però è un primo passo! Ovviamente, verificheremo che alla prova dei fatti i testi di revisione della legge 24/2002 e della legge 7/2012 che la Giunta regionale ci consegnerà siano poi rispondenti agli indirizzi che gli abbiamo voluto dare.
Un ulteriore aspetto positivo è che questo atto di indirizzo in qualche modo recepisce l'attenzione anche verso la creazione di posti di lavoro attraverso la gestione dei rifiuti e quindi attraverso lo sviluppo delle filiere del riciclo, soprattutto della plastica (quindi la possibilità di creare oggetti e manufatti con materie plastiche che, al momento, vengono purtroppo incenerite e che invece potrebbero essere riutilizzate).
Ci auguriamo, altresì, che si voglia prestare attenzione con un voto favorevole agli atti di indirizzo che il nostro Gruppo ha presentato collegati a questo Piano: ovviamente, non solo a quello che ho firmato con i Consiglieri di maggioranza, ma anche agli altri, quelli del collega Valetti e quello a mia prima firma, che impegna la Regione ad un Piano di bonifiche; ma anche alla mozione n. 620 relativo agli indirizzi per l'inceneritore del Gerbido, non fosse altro perché la Consigliera Accossato ha emendato la sua mozione n. 250 inserendo pari pari un punto che era presente nella mozione n. 620.
Ovviamente, siamo disponibili a discutere di eventuali piccole correzioni o modifiche che possano permettere l'approvazione di questi atti di indirizzo.
Come sempre, ci rendiamo disponibili al confronto anche su questo.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Il mio punto di vista su questo Piano rifiuti è decisamente avvilito: penso veramente che si sia persa un'occasione per dare una svolta importante alla gestione dei rifiuti nella nostra Regione, in particolare proprio nel breve periodo.
Perché è nel breve periodo che si vede la determinazione di chi governa oggi nel provare a cambiare la situazione e le modalità in cui viene gestita tutta la questione dei rifiuti nella nostra Regione.
Purtroppo, in questa legislatura, gli obiettivi di questo Piano non vedono - l'ho già detto più volte oggi - cambiamenti significativi nella strategia di gestione dei rifiuti. Anzi, vedono un potenziamento dell'utilizzo dell'incenerimento come soluzione alternativa al passaggio in discarica (questo perché, ormai, la situazione delle discariche erano abbastanza al limite). E l'unica innovazione che viene portata avanti fin dall'inizio è quella del porta a porta; innovazione che si sta spargendo per sua stessa potenza, perché nel momento in cui qualcuno comincia a farla, devono seguire i vicini; altrimenti si ritrovano la transumanza di sozzoni che per non fare la fatica.



(Brusio in aula)



PRESIDENTE

Consigliere Campo, le chiedo scusa per l'interruzione: colleghi, per cortesia! Prego, riprenda.



CAMPO Mauro

Dicevo della transumanza di quei cittadini che, proprio perché è stata comunque gestita in maniera inadeguata anche la formazione e l'informazione dei cittadini riguardo alla strategia del porta a porta - spesso proposta in singola serata con "si fa così", "si fa cosà", e poi "arrivederci andatevi a ritirare le cose che servono" - la considerano come una difficile modifica del proprio comportamento, che non porta ad alcun vantaggio. In alcuni posti, infatti, le tariffe sono pure aumentate.
Si registra, dunque, una migrazione delle persone intolleranti nei confronti del porta a porta nei Comuni che non l'hanno ancora adottato, con conseguente aumento di volume dei rifiuti nei Comuni limitrofi e peggioramento eventuale della raccolta differenziata stradale in tali Comuni, per cui tutti sono spinti, se non obbligati, a migrare alla raccolta porta a porta per necessità.
Che cosa avremmo voluto veder aggiunto? Avremmo voluto veder aggiunto molto dal punto di vista dell'informazione corretta e da quello delle cose che abbiamo illustrato con i nostri emendamenti di merito, laddove in tale sede, presentando un volume notevole di emendamenti, miravamo a sottolineare l'inadeguatezza di partenza del Piano rifiuti, ottenendo almeno un cambiamento sul lungo periodo dell'impostazione, ma non - e questo lo ripeto - misure specifiche attuabili nel breve periodo. Nel breve periodo non cambierà un bel niente e quindi in pratica viene lasciato alla prossima legislatura di intervenire nel senso del cambiamento delle strategie, che per adesso sono chiacchiere su un piano che poco ha di innovativo. E speriamo che la prossima legislatura sia la nostra, perché se no avremo altri cinque anni di "andamento lento", a tutto detrimento dell'ambiente in cui viviamo.
Io, infatti, continuo a ripetere che noi - sia sulla politica energetica sia sulla gestione dei rifiuti sia sulle bonifiche sia sull'inquinamento atmosferico - non attuiamo interventi strutturali, per cui ci stiamo ammazzando in mille modi diversi. Torino, quando ci sono gli sforamenti delle PM - tra l'altro, noi misuriamo solo le PM10 - dovrebbe essere evacuata in certi momenti! Però tant'è: non lo si vuole fare e si pensa che tutto si risolva con calma, nel tempo, con piccole scosse; e magari non ce n'è neanche bisogno perché succede qualcos'altro che ci salverà. Questo è l'atteggiamento un po' tristemente fatalista del nostro Paese, dove la fatica e il sudore per provare veramente a cambiare strada non li vuole mettere nessuno o, meglio, devono metterceli gli altri.
Non possiamo che ribadire, quindi, che è profondamente insoddisfacente il risultato ottenuto che si va a licenziare, perché nel Piano non è stato accettato nessuno dei nostri emendamenti di merito che abbiamo portato qui in Consiglio alla discussione pubblica, al di fuori della ristretta cerchia della Commissione. E auspichiamo che vengano recepiti alcuni ordini del giorno, di cui purtroppo poi temiamo la non attuazione.
Vi chiedo infatti qual è lo stato di attuazione di tutti gli ordini del giorno e di tutte le mozioni approvati nell'ultimo biennio: l'impressione che ho io è che sia veramente marginale. Questo, quindi, è un po' avvilente perché anche quelli approvati - e che ancora approveremo - "di contorno" al bilancio previsionale, già spostati sull'eventuale assestamento sono tutti condizionati: non c'è niente che veramente emerga di costruttivo da un confronto che è stato anche forte e che si è cercato di rendere propositivo tra le opposizioni, la maggioranza e la Giunta. Quello che volevate fare in partenza lo state facendo; l'eventuale innovazione è rimandata alla prossima legislatura e si vedrà. Nel frattempo, però, continuiamo ad avvelenare la nostra area.
Ricordo che qua abbiamo un inceneritore che dalla sua attivazione non ha ancora mantenuto le promesse fatte, anche solo in termini di teleriscaldamento. Ricordiamo che produciamo del combustibile solido secondario che vendiamo anche fuori Regione; che importeremo rifiuti da fuori per bruciarli nel nostro inceneritore; che continuiamo a bruciare combustibile da rifiuti nel cementificio di Robilante vicino a Cuneo. E questo non andrà a cambiare a breve.
Che stiamo approvando, quindi, di fatto? Che cosa? Un pezzo di carta su cui peraltro continuano anche a mancare le risorse e le indicazioni precise di come verrà attuato, rimandate di nuovo a successivi provvedimenti. Ma i successivi provvedimenti, signori, continuiamo ad averli in ritardo su tutto ciò che abbiamo anche approvato negli ultimi due anni. Continua ad oggi, ad oltre un anno dall'approvazione, a mancare un minimo di idea attuativa della riforma territoriale in materia di sanità abbiamo riformato la governance delle Case popolari, ma il provvedimento strutturale ancora non si vede: non abbiamo neanche a cominciato a parlarne.
Cosa stiamo facendo? Dove stiamo andando? Sulla riforma delle funzioni delle Province - adesso poi vedremo delle correzioni al successivo provvedimento che verrà in discussione qua in Consiglio - tiriamo un calcio alla palla in modo che vada avanti ancora un anno, in attesa di vedere cosa succede con la riforma costituzionale. E' tutto un tirare a campare, qua signori: e sui rifiuti, e sull'ambiente, e sull'energia. Il piano energetico era in attesa di VAS nella scorsa legislatura ed è in attesa di VAS in questa.
Invito fortemente ad un cambio di passo e anche ad un maggior rispetto delle proposte delle opposizioni, che cercano di essere costruttive.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Effettivamente - faccio un piccolo preambolo - ho avuto modo di rileggere l'ordine del giorno presentato sui Comuni di Alice Castello Cavaglià e Santhià e devo dire che l'impegno è un impegno che sinceramente, non mi aspettavo così debole. Parlando fuori da quest'Aula avevo capito un'altra cosa e invece, leggendo l'impegno, francamente non capisco nemmeno perché sia stato citato il Piano tutela acque. Credevo fosse in quella direzione e invece l'impegno si riferisce solamente alla governance regionale. E quindi questo mi trova in posizione contraria perché vorrei assolutamente un impegno più forte per un'area decisamente martoriata come quella della Valle Dora e soprattutto per le falde acquifere della Valle Dora, che sono fortemente inquinate non solo da sostanze provenienti dall'attività agricola ma anche, appunto, da sostanze provenienti da discariche che si sommano nel tempo, con pennacchi di metalli pesanti che viaggiano nelle profondità.
Ecco, detto questo, il Piano rifiuti regionale che ci avviamo ad approvare è un piano regionale nato vecchio, il cui testo non si è voluto modificare. E' un piano regionale che, in verità, cerca di fotografare la realtà regionale e la peggiora, nel senso che l'indifferenziato di aree che sono tra le più virtuose della Regione verrà, dopo questo piano regionale incenerito e incenerito con la pratica peggiore che si può scegliere quella del coincenerimento. Diciamo questo perché il coincenerimento l'abbiamo ripetuto anche in Commissione e abbiamo portato a conoscenza di tutti anche validi articoli scientifici - porta ad emissioni (perché la normativa è meno stringente rispetto a quella che vige sugli inceneritori) di metalli pesanti cancerogeni e diossine, che sono mediamente 40 volte superiori rispetto alle emissioni già inquinanti degli inceneritori.
Poi vi è il paradosso dei paradossi, quello per cui la valutazione ambientale strategica sceglie come soluzione ambientalmente più sostenibile quella del coincenerimento; e lo fa in modo inspiegabile, a nostro parere perché laddove si vanno ad emettere più sostanze inquinanti si ha un impatto sull'ambiente e sulla salute dell'uomo peggiore e quindi non è possibile fare una valutazione di questo tipo.
Abbiamo più volte chiesto che venisse modificata quella parte del Piano, ma non siamo stati assolutamente ascoltati. Ci ritroveremo quindi con un Piano che prevede l'incenerimento di tutto l'indifferenziato prodotto in Piemonte: quello che va al Gerbido senza pretrattamento e quello che va agli inceneritori (a parte quello cuneese) di fuori regione.
E forse è per quello che l'impatto ambientale si riduce; ma l'impatto ambientale resta e ne costituisce un aspetto anche il fatto di trasportare materiale fuori regione e non rispettare quanto dice la normativa, perch questo Piano regionale, oltretutto, contiene punti di illegittimità pesanti laddove non prevede l'autosufficienza regionale, che è prevista dal decreto legislativo n. 152/2006, laddove non valuta la qualità e la quantità di materiali riciclabili presenti nell'indifferenziato.
Nonostante queste illegittimità, questo Piano regionale lo si è voluto portare a termine: si è trovato un piccolo compromesso con l'approvazione di un ordine del giorno e di alcuni emendamenti in Commissione.
Diciamo che noi, da oggi in poi, lavoreremo per redigere due testi di legge: il nuovo testo di legge sulla governance e la nuova legge sui rifiuti al posto della legge n. 24/2002 (attraverso la modifica della legge regionale n. 24/2002 sui rifiuti). Sono leggi che ci consentono di arrivare ad obiettivi che noi riteniamo fortemente penalizzanti per questa Regione perché per quella parte del Piemonte dove si è già raggiunto il 65% - ed è avvenuto in almeno tre province: Novara, VCO e Vercelli - diventa un obiettivo che non ha più senso. Questo è quanto fa più male e che stride di più, perché assegnare degli obiettivi che praticamente si sono già raggiunti diventa nel lungo periodo fortemente demotivante.
E' altrettanto fortemente demotivante prevedere un'impiantistica che non determina un miglioramento del riciclo, ed è un'impiantistica che va alimentata. Quindi, con la creazione e il mantenimento di un interesse economico, la presenza del rifiuto non cambia direzione; e sappiamo - ce lo dice l'esperienza - che, laddove si creano questi interessi a livello locale, la raccolta differenziata non migliora e non cresce.
La sfida diventa difficile, e non occorre fare l'esempio di Brescia, è sufficiente richiamare l'esempio di Torino e le ultime proposte avanzate dalla multiutility di Torino sulla raccolta differenziata: l'espressione "facciamo un tutt'unico e poi differenziamo" la dice lunga su quelle che sono le idee sulla raccolta differenziata di questi signori.
D'altronde, la vera battaglia riguarda la scelta che è stata presentata in audizione dal Consorzio Priula (cioè, società in house che lavora per l'interesse pubblico). L'interesse pubblico deve portare alla riduzione dei rifiuti, quindi andare contro l'interesse privato, che, invece, ha l'interesse di gestire grandi quantità di rifiuti per poterli incenerire o per fare business con il trattamento di questi rifiuti. Questa questione in questo Piano rifiuti non è stata assolutamente sciolta; è un nodo che non si è voluto affrontare, passandoci sopra con un ordine del giorno, che - sì indica strade alternative, che però collidono con le scelte fondamentali di questo Piano rifiuti.
Quindi, queste contraddizioni - si parla di economia circolare, di attivazione della tariffa puntuale e di clausola valutativa, ma, dal lato pratico, questo Piano rifiuti dà il via libera all'incenerimento e al mantenimento di impianti che, di fatto, lavorano per mantenere questi inceneritori e fornire anche materiale ai cementifici - creano una serie di problematiche, anche di tipo economico, a livello regionale di difficile soluzione.
Ciò non toglie che noi ci impegneremo affinché queste contraddizioni vengano superate nel prosieguo dell'attività di questo Consiglio. E, qui spero, Assessore, che si possa fare veramente un gran lavoro.
Noi crediamo, comunque, che su questo Piano rifiuti si poteva fare molto di più, nel senso che gli obiettivi posti sono veramente limitanti per buona parte del territorio regionale. La strada indicata dalle multiutility, cioè l'incenerimento dei rifiuti, è stata scelta come strada fondamentale a livello regionale per tutto il territorio, mentre prima dell'approvazione di questo Piano regionale rifiuti non era così. Noi speravamo che almeno parte della regione Piemonte non fosse indirizzata su questa scelta strategica; così non è stato e ciò non risolve la dipendenza dallo smaltimento - così dice il Piano - di almeno 280 mila tonnellate di rifiuto indifferenziato.
Qui sorge il problema di cui dicevamo prima: l'individuazione o l'ampliamento di nuove discariche nelle aree di ricarica della falda acquifera profonda (lo abbiamo nell'Acquese, nel Biellese e, probabilmente anche nel Novarese). Però, il Piano di tutela delle acque va recepito dai Comuni e queste aree protette vanno indicate e attivate, perché non è possibile inquinare la falda freatica profonda, che è una falda strategica per il futuro, considerando anche che la falda freatica superficiale è già compromessa. Questo ce lo dicono i dati dell'ARPA. Quindi, credo che su questo fronte andrebbe veramente tenuto un occhio di riguardo.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Colgo anch'io l'occasione di intervenire nella discussione generale degli ordini del giorno per esprimere la mia opinione, anche se non sono membro della V Commissione; ovviamente seguiamo tutti i temi di competenza regionale e, a maggior ragione, anche come Consigliere residente nella città di Torino, che ha iniziato la sua attività politica - se così si vuole dire - nella - diciamolo - battaglia - ad oggi persa - contro l'inceneritore di Torino.
Noi crediamo - l'ho detto anche in un altro intervento e in alcuni interventi che ho svolto in Commissione - che ci sia una precisa responsabilità politica, ovviamente, delle persone che siedono qui, tra cui, certamente, il Presidente della Regione, Chiamparino, che allora (e per dieci anni) era Sindaco del Comune di Torino, nel volere attanagliare la città di Torino e legarla ad una politica della gestione dei rifiuti fallimentare, sbagliata e non produttiva da un punto di vista economico e da un punto di vista ambientale.
Ci volete spacciare un inceneritore, cioè un grosso forno che brucia i rifiuti, per una grande politica di innovazione, tant'è che, come detto tante volte, addirittura, le scolaresche vengono mandate in visita all'inceneritore magnificando le sorti progressive di questo impianto, che è una caldaia che brucia rifiuti; si vuole realizzare un parco, che non si capisce se lineare o non lineare, cioè un viale alberato con una pista ciclabile nella zona di via Gorini e limitrofe, che è una zona che sfocia in corso Allamano, zona tendenzialmente della periferia di Torino, dove transitano le auto solo per immettersi in autostrada o le persone che lavorano nel complesso dove insistono l'inceneritore, l'AMIAT e il deposito GTT dei bus a metano. Insomma, sono scelte di riqualificazione un po' dubbie.
Da questa scelta infrastrutturale e impiantistica dipendono le scelte dei prossimi trent'anni non solo della città di Torino e di buona parte della provincia di Torino, ma anche della regione. Infatti, il collega Andrissi diceva che nel Piano regionale dei rifiuti manca l'autosufficienza della regione di per sé, ma io sono convinto che l'autosufficienza si possa raggiungere con la raccolta differenziata, la prevenzione e la riduzione della produzione dei rifiuti; non c'è bisogno né di discariche - che significa mettere i rifiuti sotto il tappeto di casa, diciamo così, non è che si butta sotto terra, ma, come sappiamo, le falde sono sempre lì in prossimità, quindi si inquina ancora di più - né di bruciare i rifiuti come si faceva, forse, qualche migliaia di anni fa, per cui si trasformano in sostanze ancora più pericolose che vanno nell'aria e poi, come sappiamo entrano nella catena alimentare e vengono inalate o ingerite, diventando ancora più pericolose.
Per questo, il Movimento 5 Stelle ha fatto una battaglia così intensa in Commissione e in Aula, portando anche a più sedute d'Aula l'approvazione di questo Piano. E' un Piano che vede un discreto cambiamento rispetto al testo presentato in Commissione che era - e lo dico guardando l'Assessore irricevibile, non tanto e per colpa dell'Assessore (se invece vogliamo dare una responsabilità politica all'Assessore, diamogliela, ovviamente senza nulla di personale), ma per la parte tecnica che risale, come ha detto il nostro Capogruppo Bertola, ad un Piano ben poco aggiornato, redatto nel 2009 dall'allora funzionaria Milone.
Quindi, aggiornamenti pochi e solo quelli portati dal nostro Gruppo.
Ovviamente riconosciamo ad una parte del centrosinistra di aver voluto modificare con noi questo Piano, ma proprio perché irricevibile, a volte conviene riscriverlo piuttosto che emendarlo, anche perché sappiamo che nelle modalità di discussione in Commissione e in Aula, non ci si ascolta realmente al 100%, per quanto riguarda contenuti, modi, forma e tempistiche.
E' un Piano che ha accolto alcuni miglioramenti, ma non basta. Anche l'ascoltatore più disattento capisce che passare "ad almeno il 65% della raccolta differenziata", non è una conquista sostanziale. Non fissa un paletto, ma dice "almeno 65%": se si arriva a 65 va bene, se si supera meglio ancora.
Occorrono atti concreti: se vediamo la Città di Torino, che rappresenta un quinto degli abitanti della Regione Piemonte e forse un quarto della produzione di rifiuti, non fare niente per schiodarsi dal suo miserrimo 40 (o 41% se mi volete correggere), allora non andiamo da nessuna parte.
Quindi, nulla ha fatto l'ex Sindaco Chiamparino e nulla ha fatto il Sindaco uscente Fassino, che noi ovviamente ci auguriamo non venga riconfermato, mentre immagino che la vostra parte, direi una buona parte spera di sì.
Si devono fare degli investimenti? Sì, è vero, occorre fare investimenti iniziali, ma in quale attività umana, imprenditoriale, sociale ed intellettuale non si fanno investimenti di tempo, energie e risorse, per arrivare poi ad un obiettivo migliore di quello da cui si è partiti? Non esiste la bacchetta magica, in niente. E' come se dicessimo: allora non facciamo investimenti in nessun campo e in nessun ambito della Regione Piemonte - che sia sanità, siano politiche sociali, siano trasporti, sia ambiente - perché costano.
Capite che è una logica assolutamente illogica.
Servono investimenti? Sì, servono investimenti per fare la differenziata porta a porta e per la tariffazione puntuale per cittadino che ormai si chiama sempre più consumatore, e per il produttore di rifiuti in modo che siano riconosciuti i loro comportamenti.
E' ovvio che deve essere lasciata una libertà, essendo fondamentale soprattutto nel ventesimo/ventunesimo secolo, ma al cittadino deve essere riconosciuta la sua capacità di adottare comportamenti virtuosi: se ha un comportamento virtuoso e non produce rifiuti, o ne produce pochissimo, la sua bolletta deve essere ridotta e sgravata, oppure se fa il compostaggio domestico, di cui parlavamo primo, o se compra prodotti sfusi o se differenzia correttamente. Ci può essere invece il cittadino pigro e svogliato, che magari produce tanti rifiuti o differenzia male, che allora deve essere sanzionato direttamente con una bolletta dei rifiuti più alta.
In questo senso crediamo che premiare più che punire abbia una logica in sé che porta a grandi miglioramenti.
In questo senso crediamo che, dopo aver stressato, dopo aver sottolineato in questo Piano l'importanza della raccolta porta a porta e della tariffazione puntuale, lo si debba poi voler attuare, così come le sanzioni anche per i Comuni che non raggiungono le quote evidenziate di raccolta differenziata, sanzioni che erano state tolte nella scorsa legislatura. Abbiamo sentito varie storie: il Comune non riesce a farlo perché è un Comune montano; è difficile fare la raccolta differenziata perché arrivano i turisti di inverno (che non sono le stesse persone che poi durante i giorni non festivi non fanno la raccolta differenziata a Torino, a Milano, a Genova o in altre città, come se fossero alieni, che nella loro città non la fanno e quando vanno in montagna o in collina sporcano o distruggono).
Queste sono scuse che, ovviamente, non possiamo accettare.
Noi siamo parzialmente insoddisfatti - o parzialmente soddisfatti - ed il nostro voto sarà contrario. Abbiamo dato il meglio delle nostre capacità, soprattutto i colleghi membri permanenti della V Commissione, per cercare veramente di farvi tornare indietro dall'ennesimo documento scritto male, presentato male e che magari voleva avere anche un'approvazione celere, perché ce la voglia di fare e fare, anche se la politica del fare forse sta affrontando una discesa che speriamo sia sempre più rapida soprattutto a livello nazionale.
Detto questo, chiudo perché ho terminato il tempo a mia disposizione, e ringrazio i colleghi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Sembrava doveroso esprimere un parere di massima su un lavoro che ci ha visto molto impegnati, sia in Commissione sia nei tavoli dedicati, tavoli dove alcuni ragionamenti interessanti sono emersi.
Ci siamo un po' scagliati contro i numeri, nel senso che, avendo concordato molte delle linee guida che dovrebbero portare ad un Piano dei rifiuti che deve essere un obiettivo per la pubblica amministrazione e per i cittadini, deve essere disegnato un quadro ottimistico migliore di quello attuale, non essendo in nessun modo possibile essere coercitivi verso gli Enti che sottostanno alla Regione.
Era lecito aspettarsi qualcosa di più ambizioso. Era lecito smarcarsi dalla logica che, guarda un po', secondo noi guida un po' tutte le scelte politiche che influenzano la nostra comunità.
A noi sembra che le politiche scelte siano scelte quando vengono incontro ad interessi privati, quindi c'è una certa predominanza del peso politico e dell'investitore privato sulle scelte che si fanno.
Le vecchie battaglie fatte sull'inceneritore, quando dicevamo che con quella spesa di 500 milioni di euro si sarebbero costruiti dieci o venti impianti di trattamento a freddo dei rifiuti per la separazione, sembravano una provocazione, ma costava molto meno. Se ne potevano fare alcuni anche in via del tutto sperimentali, ma questa scelta all'epoca non fu perseguita dall'Amministrazione di Torino, perché è possibile spendere per un impianto di queste dimensioni e con questi costi, e non è possibile fare piccoli investimenti su impianti all'avanguardia per ottenere obiettivi maggiori.
Ci siamo sempre chiesti che cosa sta dietro a tutta una scelta di grandi opere, rispetto a piccole opere diffuse sul territorio che hanno un impatto più locale e bassi ritorni di profitto, ma un effetto immediato sulla cittadinanza. Ora, nessuno può pensare di fare grandi profitti su un'opera che produce, essenzialmente, servizi per la cittadinanza. Dove c'è un servizio pubblico che, per sua definizione, diventa monopolistico e vi sono dietro degli investitori privati, noi sappiamo che si sono privilegiate delle scelte piuttosto che altre per distribuire degli utili ad interessi che non sono quelli collettivi, ma privati. Chiaramente all'epoca c'era anche il Comune di Torino che deteneva importanti quote dell'inceneritore del Gerbido e con questo sperava anche di ottenere dei profitti. In seguito, in preda ad un debito che stava esplodendo su se stesso, è stata persino costretto a vendere gran parte delle sue azioni.
Non si è neanche rilevato un investimento proficuo perché, dovendo fare cassa nell'immediato, ha rinunciato a profitti ventennali sulla raccolta rifiuti. Profitti che sono distribuiti ora su una società multiservizi che è partecipata di moltissime amministrazioni, anche fuori Piemonte (parlo anche come torinese).
Si è anche rinunciato a parte di questi profitti per coprire buchi e disavanzi molti pesanti. A questo punto emerge tutto il criterio fallimentare di tutto ciò. Tra l'altro, l'inceneritore del Gerbido è un inceneritore che ha alti costi di conferimento del rifiuto indifferenziato tant'è che chi può, quando la normativa glielo permette, trova delle scappatoie per andare a bruciare i suoi rifiuti fuori regione a costi dimezzati rispetto al Gerbido. Dal momento che il Gerbido è stato l'ultimo inceneritore ad ottenere i certificati verdi, quindi incentivi per la produzione di energia rinnovabili, è paradossale che, malgrado viva di sovvenzioni pubbliche per sopravvivere, sia pure obbligato ad applicare tariffe di 110-120 euro a tonnellate alle amministrazioni locali.
Noi siamo andati esattamente in quella direzione. A quel punto, era quasi meglio inviare i rifiuti in inceneritori lombardi che ci facevano pagare la metà e i Comuni avrebbero pagato anche molto meno, sempre nella fase transitoria che noi speriamo vada a dare il ciclo quasi totale del rifiuto urbano. Nel transitorio, si sarebbero salvati dei soldi. Questo non è stato fatto.
Quando abbiamo chiesto, con degli emendamenti, almeno di abolire la quota di coincenerimento in Piemonte. Eravamo molto fiduciosi che ciò si verificasse perché, fatto salvo il paletto che è stato già un compromesso tenuto tra opposizioni e maggioranza nei tavoli tecnici della salvaguardia dell'inceneritore fino alla chiusura del contratto 2033, ci aspettavamo almeno sul fronte coinceneritorista, un passo avanti, cioè almeno non bruciare in cementifici rifiuti, ma questo non è stato.
I quantitativi che emergono dalle tabelle di questo Piano rifiuti parlano di coincenerimento anche fino al 2025 o 2030, quindi neanche questa cosa è stata presa in considerazione.
Malgrado i piccoli passi avanti fatti in Commissione, non si poteva anche pretendere che votassimo a favore di un provvedimento simile che congela la situazione attuale, non prevede nulla, non prevede di migliorare la situazione e di dare degli obiettivi ai Comuni e alle società che gestiscono il servizio. Se non fa questo, a cosa serve? Questo denota l'aspetto del tutto cosmetico dell'intervento regionale sulla gestione dei rifiuti. Questo Piano si fa perché lo si deve fare, ma non serve ad intervenire decisamente sulle politiche e a dettare quella che è la linea.
Solo di questo si trattava, non si trattava di imporre nulla a nessuno.
Questa mancanza di coraggio ci sembra quasi un'agire sotto pressione a ricatti di altri tipi di interessi che ci impediscono di fare un passo avanti, di gettare il cuore oltre l'ostacolo, di andare verso l'obiettivo di economia circolare che, ormai, è scritto ovunque, ma la Regione Piemonte non ha intenzione di perseguirlo davvero.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento per dichiarazione di voto procediamo con la votazione nominale degli atti di indirizzo.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 656, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 39 Consiglieri hanno votato NO 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 250 (come modificata), il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 522, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri hanno votato NO 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 620, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 12 Consiglieri si sono astenuti 17 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 621, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 668, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 2 Consiglieri hanno votato NO 38 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 699, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 2 Consiglieri hanno votato NO 38 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 675, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 676, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n, 756, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 757, come modificato,il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio approva.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 100, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 29 Consiglieri hanno votato NO 8 Consiglieri Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.13)



PRESIDENTE

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 100, inerente a "Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 199. Adozione del Progetto di Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione e proposta al Consiglio regionale della relativa approvazione"



TABELLE ALLEGATE



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