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Dettaglio seduta n.146 del 19/04/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 9.36 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO

32021 - 32052&A XXXXX



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 902 presentata dal Consigliere Vignale, inerente a "ASL-AT e ASL-AL, sì ai doppi incarichi retribuiti?"



PRESIDENTE

Buongiorno. Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 902, presentata dal Consigliere Vignale, avente ad oggetto "ASL-AT e ASL-AL, sì ai doppi incarichi retribuiti?".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione dell'interrogazione, a cui risponderà l'Assessore Saitta.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Riprendo quanto recita l'interrogazione: a decorrere dal 1° gennaio e per la durata di due anni, è stato nominato il Direttore del Dipartimento Patologie delle Dipendenze dell'ASL di Alessandria.
E' stata deliberata la stipula di una convenzione con l'ASL di Alessandria che prevede l'assunzione da parte del Direttore del Dipartimento di Patologia delle Dipendenze della stessa ASL anche delle funzioni di Direttore della Struttura Complessa dell'Azienda di Asti.
Questa stipula ha un valore economico di 28.000 euro.
La convenzione consente che il proprio Direttore Ser.T e Direttore del Dipartimento strutturale Patologie delle Dipendenze, come recita la determinazione stessa, "presti al di fuori dell'orario di lavoro e compatibilmente con le esigenze di servizio la propria attività in favore dell'ASL di Asti, svolgendo presso quest'ultima la Referenza della Direzione della Struttura Complessa Ser.T".
L'attività ha un impegno di circa sette ore settimanali fino al 31 dicembre 2016, con un compenso orario che determina i 28.000 euro di cui riferivamo poco fa.
L'anomalia che si ravvisa è quella per cui, a tutti gli effetti, un responsabile di Struttura Complessa svolge a scavalco su un'altra struttura di un'altra ASL questa funzione.
Il decreto legislativo n. 39/2013, in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi, stabilisce che "i dirigenti amministrativi infermieristici e medici non possano ricoprire nello stesso tempo cariche diverse"; ma non soltanto quanto è disposto dallo Stato, anche la deliberazione della Giunta regionale del 27 luglio 2015 prevede che l'importo della maggiorazione della retribuzione di posizione non pu essere a carico del bilancio aziendale prevista per il Direttore di Dipartimento, deve essere strettamente correlato e commisurato alla complessità dell'organizzazione e, segnatamente, detta maggiorazione pu essere corrisposta solo per Dipartimenti costituiti da almeno tre Strutture Complesse. Non è il caso in oggetto perché vi è una singola Struttura Complessa.
Sempre nella stessa delibera della Giunta regionale del 27 luglio si dice che i gruppi di progetto non solo sono assimilabili all'organizzazione dipartimentale; anche per tali fattispecie non può essere prevista la corresponsione della maggiorazione della retribuzione di posizione con oneri a carico del bilancio aziendale.
Sempre la stessa delibera prescrive che "ai fini della razionalizzazione del sistema di offerta e della riduzione della spesa, e comunque senza onere aggiuntivi, possono essere perseguite forme di collaborazione per la gestione coordinata di servizi erogati in più aziende sotto la direzione di un'unica struttura complessa incardinata in una delle due". Ed è esattamente la stessa fattispecie di cui parliamo; non è l'unica all'interno della nostra Regione, vi sono molte realtà definite interaziendali in cui lo stesso soggetto (la stessa dirigente medico) svolge due funzioni senza un onere maggiore per le Aziende. Tant'è che è previsto, sempre nella stessa delibera - mi avvio alla conclusione - che tali convenzioni non possono essere stipulate a titolo oneroso. Cioè, se si è all'interno di una singola ASL a scavalco su due strutture complesse non necessita una convenzione; se, invece, si è in due Aziende diverse, proprio perché sono due fattispecie aventi personalità giuridica differente, sono necessarie delle convenzioni, che, però - come prevede la delibera della Giunta, oltre che il decreto legislativo dello Stato - non possono essere stipulate a titolo oneroso.
Pertanto, interroghiamo la Giunta, quindi l'Assessore competente, per sapere se il conferimento di doppio incarico oneroso sia in linea con le normative vigenti e se il suddetto incarico risponda all'esigenza di riduzione dei costi evidenziati dalla Giunta e dall'Assessorato alla sanità con la delibera del 27 luglio 2015; quindi, ci si domanda se l'attribuzione, non tanto dell'incarico quanto della corresponsione economica, non violi la DGR stessa.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Erano tre minuti, siamo arrivati quasi a sei.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Io partirei dall'atto aziendale dell'ASL di Asti, che è stato recentemente adottato.
Con riferimento alla propria Struttura Ser.T, questo atto prevede: "Le funzioni, in via sperimentale fino al 31/12/2016, vengano coordinate dalla Struttura Complessa Ser.T dell'ASL di Alessandria con la condivisione di percorsi e procedure comuni alle Aziende, al fine di favorire il miglioramento continuo delle rispettive aree di competenza".
Conseguentemente, l'ASL di Asti ha chiesto all'ASL di Alessandria di potersi avvalere del Direttore del Ser.T della predetta Azienda che, ai sensi della normativa vigente, riveste anche il ruolo di Direttore del Dipartimento delle Dipendenze.
La normativa (articolo 58, comma 2, lettera a) del CCNL vigente) prevede che, in caso di collaborazione tra Aziende, il personale del Servizio Sanitario Nazionale può rendere la propria opera al di fuori dell'orario di servizio. In tal caso, l'Azienda fruitrice delle prestazioni versa a quella cedente l'importo, stabilito dalla Regione Piemonte, di euro 60 orari lordi per il tempo di svolgimento dell'attività, più euro 30 orari lordi per il tempo di percorrenza, oltre al rimborso delle spese di trasferta. Ai sensi dell'articolo 58, comma 3, del CCNL vigente, al dipendente che ha svolto l'attività viene attribuito il 95% della somma introitata, mentre il 5% è trattenuto dall'Azienda di appartenenza dello stesso.
Quando la figura coinvolta è un Direttore di Struttura, il costo stipendiale lordo da corrispondere in caso di svolgimento di attività in orario di servizio è superiore a quello di euro 60,00 previsto per l'attività resa fuori orario (in questo caso euro 73,63).
Quindi, nel caso di cui stiamo discutendo, si è al di fuori degli ambiti previsti dal decreto legislativo n. 39/2013, cui il collega faceva riferimento, in materia di inconferibilità e incompatibilità, perch trattasi di accordi tra Aziende Sanitarie, espressamente previsti dalla normativa contrattuale vigente; non è stata istituita un'unica struttura Ser.T per le due Aziende (quindi non vi è una Struttura interaziendale), ma fino al termine della sperimentazione (quindi, il 31 dicembre 2016) ciascuna ASL è dotata di un proprio servizio Ser.T; la somma presuntivamente calcolata in circa euro 28.000,00 lordi annui, erogata all'ASL di Asti remunera l'attività aggiuntiva resa dal proprio dirigente in favore dell'ASL di Asti, in linea con quanto previsto dalla normativa contrattuale vigente; qualora il dirigente medico in questione svolgesse la propria attività in orario di servizio, ci sarebbe un cambiamento.
Con la convenzione in questione, l'ASL di Asti ha provvisoriamente garantito la Direzione della Struttura Ser.T affrontando un costo di gran lunga inferiore rispetto a quello che comporterebbe un Direttore dipendente in ruolo.
Al termine del periodo sperimentale, il 31 dicembre 2016, le due Aziende, congiuntamente con la Regione, adotteranno le soluzioni che riterranno più opportune, sia in termini di costi che di funzionalità del servizio.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 969 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Requisiti di accreditamento delle strutture che erogano prestazioni di assistenza protesica"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 969 che il Consigliere Berutti dà per illustrata.
Risponde l'Assessore Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La Regione Piemonte, già da tempo, ha provveduto a costituire appositi gruppi di lavoro multiprofessionali per meglio definire la disciplina concernente i requisite strutturali, organizzativi e del personale che le aziende fornitrici di protesi, ortesi ed ausili devono possedere per l'erogazione dei dispositivi di cui all'elenco 1 del decreto ministeriale 332/99, requisiti vincolanti per l'inclusione nell'elenco dei fornitori di protesi e ausili erogati dal servizio sanitario.
Tali requisiti si rifanno ai principi contenuti nell'articolo 3.1 nell'articolo 9.1 e nell'articolo 1.2 comma 3 del decreto ministeriale 332/99, nonché, trattandosi di dispositivi medici, al decreto legislativo 24 febbraio 1997, n. 46.
In particolare si è ritenuto necessario istituire un elenco regionale dei fornitori abilitati ad erogare prestazioni proteiche aggiornato, a garanzia del sistema di monitoraggio e vigilanza.
Sono stati in via prioritaria definiti i criteri cui devono attenersi le ditte di audioprotesica, considerata la loro capillarità sul territorio regionale, con deliberazione della Giunta regionale del 9 settembre 2013 n. 10-6336. In seguito, con determinazione 784 del 9 ottobre 2013, è stata approvata la relativa modulistica e con successivi atti di Giunta sono stati aggiornati gli elenchi dei fornitori del servizio sanitario.
Analogamente, un altro gruppo di lavoro sta predisponendo a stabilire i criteri e le modalità per le prestazioni ortoprotesiche, in particolare per la fornitura di scarpe e plantari, al fine anche di effettuare una ricognizione delle ditte fornitrici e di predisporre, anche in questo ambito, un elenco di fornitori quanto più completo e aggiornato.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.49 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Vi informo che il numero legale è 26.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Ordine del giorno n. 750 dei Consiglieri Frediani, Andrissi, Bertola, Bono Mighetti e Valetti, inerente a "Bando servizi Consorzio Venaria" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto; ne fa facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Intervengo non per una modifica all'o.d.g., ma per chiederle una gentilezza: nel momento in cui il Presidente Chiamparino sarà in Aula chiederei, se possibile, un breve intervento alla presenza del Presidente Chiamparino, più che altro di ringraziamento nei suoi confronti. Grazie.



PRESIDENTE

Le riconoscerò questa facoltà, con il consenso dei colleghi.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Volevo chiedere l'inserimento all'o.d.g. dell'odierna seduta di un atto di indirizzo depositato da un paio di settimane. Mi riferisco all'ordine del giorno n. 750, inerente a "Bando servizi Consorzio Venaria".
Poiché i lavoratori continuano ad essere in sciopero e non hanno ricevuto, al momento, alcuna risposta in merito (non sono neanche riusciti ad ottenere un incontro con Turetta), chiedo che si possa discutere l'ordine del giorno in oggetto e che il Consiglio si esprima in merito.



PRESIDENTE

Va bene, grazie.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 4, 5 e 12 aprile 2016.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo la Consigliera Conticelli.


Argomento:

c) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 15 aprile 2016 la seguente legge regionale ed ha deliberato la non impugnativa: legge regionale n. 4 del 24 febbraio 2016, "Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza ed ai loro figli".


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 31 marzo 2016.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 100, inerente a "Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 199. Adozione del Progetto di Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione e proposta al Consiglio regionale della relativa approvazione"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 100, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 12 aprile si è proseguito con l'illustrazione degli emendamenti all'allegato A della proposta di deliberazione in oggetto.
Riprendiamo ora l'esame del provvedimento con l'illustrazione dell'emendamento n. 11), presentato dal Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Sozzani, Vignale: Alla pagina 146 dell'allegato, dopo il secondo capoverso, è aggiunto il seguente capoverso: "Il competente Assessorato all'urbanistica è incaricato di elaborare, entro sei mesi dall'approvazione del Piano, una proposta di modifica al Regolamento Edilizio Tipo regionale che renda operative le seguenti indicazioni".
Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Relativamente a quest'emendamento c'era un errore di scrittura, per cui abbiamo modificato la pagina (che non è la 145, ma la 146); valgono quindi le modifiche che sono state apportate. La proposta riguarda l'adozione del progetto di Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione, nel quale noi oggi stiamo indicando tutta una serie di norme che hanno un'implicazione anche nell'ambito del regolamento edilizio. Per la verità e per fortuna, nel caso specifico l'Assessorato (e quindi l'Assessore) è lo stesso e dunque può entrare nel merito della decisione dove si richiede la possibilità di adeguare i regolamenti edilizi tipo dei Consigli regionali, in modo che tengano presenti le indicazioni che dà il Piano rifiuti.
Infatti, più volte abbiamo discusso all'interno dell'Aula del fatto che evidentemente nella raccolta differenziata - dai colori dei contenitori alla procedura all'interno dei Comuni - al di là di un'analisi strettamente correlata con lo smaltimento dei rifiuti, ci deve essere pure una regolamentazione che abbia anche delle implicazioni di tipo urbanistico e di tipo edilizio.
Ecco il perché della richiesta specifica dell'andare a indicare questo tipo di regolamento regionale che sia univoco per tutti i nostri Comuni piemontesi. In Commissione avevamo evidenziato più volte che vi erano una serie di "autonomie" locali - userei questo termine - dove i vari Consorzi e i vari Comuni avevano individuato delle situazioni differenti addirittura, banalizzando l'emendamento, andando a scegliere dei colori diversi.
Questa, quindi, è semplicemente una richiesta che ci sembra di buonsenso. Tanto, visto che entro sei mesi dovremo rivedere il Regolamento edilizio anche in funzione delle criticità che ha, se aggiungiamo anche questo elemento può essere sicuramente un fatto positivo ai fini di uniformare la raccolta differenziata e le procedure di smaltimento rifiuti in modo univoco in tutti i Comuni della nostra Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per sottolineare, rispetto a quella che è stata una dovizia di tecnicismi del mio collega, un messaggio che credo la Giunta regionale possa assolutamente accogliere: quello di fare una valutazione attenta degli emendamenti di competenza, auspicando che, in un ambito in cui anche il centrodestra, e in particolare Forza Italia, sta indicando attraverso questi emendamenti alcune formule correttive e - riteniamo migliorative della norma in oggetto, queste possano essere prese in considerazione e non cassate soltanto perché arrivano dall'opposizione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.
Emendamento rubricato n. 12) presentato dai Consiglieri Sozzani e Vignale: Alla pagina 151 dell'allegato A, tabella 8.17 relativa ai centri di raccolta, sezione localizzazione, la prima linea è sostituita come segue: " non gravati da vincoli di natura idrogeologica, paesaggistica, ambientale o relativa ai beni culturali".
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Anche in questo caso c'è un piccolo errore. Non l'"alinea", ma la "linea" viene sostituita con la seguente: "- non gravati da vincoli di natura idrogeologica, paesaggistica, ambientale o relativa ai beni culturali".
Qual è la motivazione per la quale abbiamo presentato quest'emendamento? Si tratta di una proposta che ha una natura prettamente tecnica e non di tipo politico e prevede che i siti dei centri di raccolta originari (cioè quelli presenti oggi nell'ambito del Piano) siano localizzati in talune zone del Piemonte, in particolare non gravate da vincoli di qualsivoglia natura (urbanistici, geologici, ecc.) previsti dai Piani regolatori, che significa, di fatto, gravati da vincoli urbanistici.
Per risolvere il pasticcio, com'era nell'intendimento di chi ha scritto la norma, si precisa che occorre che non siano aree vincolate sotto il profilo idrogeologico, ambientale e dei beni culturali, ma che siano destinate ad ospitare tali funzioni sotto il profilo urbanistico.
Questa proposta, quindi, è volta semplicemente ad andare a migliorare la scrittura del Piano stesso. Altrimenti, infatti, il fatto che si metta solamente "non gravati da vincoli di natura idrogeologica, paesaggistica ambientale o relativa ai beni culturali" non dà un'indicazione precisa anzi, pone poi i Comuni di fronte all'interpretazione urbanistica di questa frase lasciata tout court in modo sicuramente non compiuto.
Ecco perché, dunque, si chiede l'aggiunta degli elementi cui ho accennato ai fini di rendere più facile l'interpretazione di dove si collocano questi siti e la possibilità, sia nell'ambito di piani comunali di individuazione di queste aree sia soprattutto nell'ambito di piani provinciali - perché poi, alla fine della fiera, gli ATO molto spesso sono livelli simili a quelli provinciali - di un'identificazione corretta delle procedure che possano garantire in modo adeguato l'applicazione del Piano: tutto qua.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 13) presentato dai Consiglieri Sozzani e Vignale: Alla pagina 151 dell'allegato A, tabella 8.17 relativa ai centri di raccolta, sezione 'Localizzazione' alla seconda linea sono aggiunte le seguenti parole: "o resi compatibili mediante specifica variante".
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Siamo sempre a pag. 151 del Piano: è piuttosto corposo e quindi andava analizzato. Questi sono elementi che avevamo già suggerito anche in sede di Commissione e in parte, immagino, che l'Assessore li abbia anche valutati essendo elementi di tipo tecnico.
In questo caso, nella sezione "Localizzazione" - quindi alla Tabella 8.17 dell'allegato A - chiediamo che alla seconda linea (anche in questo caso c'è un errore) siano aggiunte le seguenti parole: "o resi compatibili mediante specifica variante".
Questa proposta riguarda sempre, come ho detto poc'anzi, i centri di raccolta. In questo caso la precisazione serve ad esplicitare che questi centri possano essere localizzati anche in aree che siano rese idonee mediante varianti di PRG. Molto spesso, infatti, specialmente nei Comuni che hanno delle vicinanze con aree di PAEP (quindi in presenza di fiumi) o con aree protette, va considerato che per le opere pubbliche vi sono procedure agevolate: per esempio la modificazione non costituente variante di cui al comma 12 dell'articolo 17 della legge 56, che consente di cambiare il tipo di servizio previsto con la semplice delibera di Consiglio, senza fare variante urbanistica con una portata magari di tipo provinciale o regionale; oppure le procedure previste dal Codice degli espropri, che vanno a semplificare l'acquisizione da parte del pubblico di queste aree eventualmente identificate.
Inoltre, infatti, riteniamo che questo Piano prevedrà sicuramente un aumento delle aree dedicate allo scopo. Se, come è stato rappresentato in Commissione, l'economia circolare in materia di rifiuti dovesse essere applicata, evidentemente occorre considerare il concetto della riduzione massima del rifiuto smaltito in discarica o in un forno di incenerimento. E se si dovesse procedere per varianti nell'individuazione di aree di questo genere, campa cavallo che andiamo alle calende greche. Non ci risulta infatti che nei Piani regolatori siano già aprioristicamente stati individuati dei centri di raccolta: penso nemmeno uno nella Regione Piemonte.
Con la possibilità di utilizzare questo tipo di procedura semplificheremmo le pratiche amministrative delle Pubbliche Amministrazioni nell'individuare queste aree e nell'andarle poi a definire con una procedura piuttosto semplice. Anche nei Comuni montani, infatti, non è facile andarle ad individuare.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 14) presentato dai Consiglieri Sozzani e Vignale: Alla pagina 156 dell'Allegato A, tabella 8.17 relativa ai centri di raccolta, sezione modalità, paragrafo che inizia con le parole "L'organizzazione gestionale deve infine assicurare che" alla penultima dopo le parole "di raccolta siano" aggiungere il termine "preferibilmente".
Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Siamo a pagina 156 del Piano che stiamo discutendo, relativa ai centri di raccolta.
Nella sezione dei criteri di allestimento, al paragrafo che inizia con le parole "L'organizzazione gestionale deve infine assicurare che", alla penultima frase, dopo le parole "di raccolta", sia aggiunto il termine "preferibilmente".
Non è banale ciò che sto dicendo, perché appare opportuno prevedere sempre con riguardo ai centri di raccolta, che negli stessi siano conferiti rifiuti provenienti dalla zona di riferimento e non da altre zone.
Temperandolo con l'avverbio "preferibilmente" si evita, ad un cittadino extraterritorio che si presenta ad un centro di raccolta con rifiuti compatibili, magari perché nella sua zona di residenza non esiste un centro di raccolta specifico (quindi fra Comuni contigui piuttosto che nelle aree di montagna dove magari vi sono esigenze specifiche), di venire respinto dal centro, perché non coerente con la zona in cui lo stesso abita.
Ci deve essere, quindi, un'interpretazione tassativa e non coerente con l'obiettivo finale del Piano, un obiettivo di riciclaggio il più possibile spinto dei rifiuti.
"Preferibilmente" è un avverbio che dà una valenza specifica all'utilizzo di queste aree di raccolta e le rende funzionali rispetto ad una sua applicazione delle indicazioni originali che il Piano si è dato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Sozzani e Vignale: Alla pagina 156 dell'allegato A, tabella 8.17 relativa ai centri di raccolta, sezione Modalità di gestione del CdR, capoverso finale che inizia con le parole: "l'organizzazione gestionale deve infine assicurare che" dopo l'ultimo punto è aggiunto il seguente: "L'attuazione di tale Piano deve essere convenuta e garantita mediante apposita convenzione tra soggetto gestore e Comune territorialmente competente".
Emendamento rubricato n. 16) presentato dai Consiglieri Sozzani e Vignale: Alla pagina 156 dell'allegato A, tabella 8.18 relativa ai Centri di raccolta semplificati, sezione Ubicazione, primo periodo dopo le parole "deve essere compatibile" sono aggiunte le seguenti "o resta tale mediante specifica variante".
Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani per l'illustrazione congiunta dei due emendamenti; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Nell'emendamento 15), alla pagina 157 dell'allegato A, andiamo ad analizzare le modalità di gestione del combustibile da rifiuti, il cosiddetto CDR.
Il paragrafo finale inizia con le parole: "L'organizzazione gestionale deve infine assicurare che". All'ultimo periodo sono aggiunte le parole "l'attuazione di tale Piano deve essere convenuta e garantita mediante apposita convenzione tra soggetto gestore e Comune territorialmente competente".
Questo è fondamentale, a nostro modo di vedere, perché la norma prevede, opportunamente, che ogni centro di raccolta sia dotato di un piano di ripristino a chiusura dell'impianto stesso.
Immaginiamo che ci sia un'azione di bonifica piuttosto che di riutilizzo, "al fine di garantire la fruibilità del sito con la sua destinazione urbanistica".
Lasciando perdere il fatto che prima si chiedeva che fosse destinato proprio ai centri di raccolta, quando viene meno la funzione, il Comune pu nuovamente cambiare la destinazione. Tuttavia, per evitare che venga lasciata tutta una serie di sostanze immonde in questi centri, è sacrosanto prevedere un Piano di ripristino.
L'emendamento traduce una petizione di principio in una modalità operativa di fatto. Se si obbliga il soggetto gestore con una convenzione sottoscritta sin da subito da parte del Comune, cioè nel momento in cui questa attività parte, questa operazione di ripristino della fruibilità dell'area dovrebbe essere intesa secondo la vocazione che il Comune indica altrimenti non ci sono garanzie.
E' un po' l'applicazione che normalmente chiediamo ai soggetti gestori di cave piuttosto che di impianti di tipo ambientale in sede privata. Non capiamo perché se viene chiesto il ripristino in sede privata, non possa essere chiesto anche in sede pubblica. Oltretutto, questi centri e questi impianti sono più semplici (parliamo dei centri di raccolta), mentre, per quanto riguarda l'impiantistica vera e propria, sono centri più complessi.
Anche con l'emendamento 16) siamo alla tabella 8.18 dell'allegato A: sempre centri di raccolta con problematicità. Chiediamo che, dopo le parole "deve essere compatibile", siano aggiunte le seguenti parole: "O resa tale mediante una tipica variante".
Aggiungo solo una considerazione a quanto già detto.
E' identica al punto precedente, ma la possibilità di esplicitare la condizione e la compatibilità del centro di recupero si è resa operativa con delle varianti ad hoc da parte del Comune, come già citato nell'emendamento precedente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 67) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Nel terzo capoverso, dopo l'ultimo punto dell'elenco, che inizia con le parole: "disponibilità di aree verdi.", viene aggiunto un nuovo punto all'elenco: "conoscenza delle caratteristiche di degradabilità dei materiali che possono essere conferiti all'interno dei contenitori per il compost domestico".
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Siamo al sotto-paragrafo 834 del capitolo 8, dove scriviamo che nel terzo capoverso, dopo l'ultimo punto che inizia con le parole "disponibilità di aree verdi", venga aggiunto un nuovo punto all'elenco: "conoscenza delle caratteristiche di degradabilità dei materiali che possono essere conferiti all'interno dei contenitori per il compost domestico".
E' molto importare fare un lavoro di informazione verso la popolazione perché sappiamo che i materiali biodegradabili hanno caratteristiche di compostabilità molto diverse. Tutto ciò rende alcuni di essi poco adatti ad un compost domestico, avendo tempi di degradabilità molto più alti di quelli di alcuni altri materiali. Pensiamo agli scarti della cucina, ad esempio, che normalmente hanno tempi molto bassi, mentre non è così se parliamo di sfalci o di altri materiali.
Ricordiamo che tra i comportabili ci sono anche materiali di origine industriale, come possono essere i cartoni delle pizze o nuovi tipi di involucri biodegradabili e compostabili.
Ad oggi abbiamo nuovi prodotti sul mercato: addirittura pannolini biodegradabili e compostabili, quindi è molto importante capire che ci sono alcuni tipi di materiali che poco si adattano ad un compostaggio domestico o anche industriale, perché il loro tempo molto ritardato di biodegradabilità potrebbe inficiare il risultato del compost. Se pensiamo che nei processi industriali di compostaggio ci sono requisiti e tempi ben prefissati, c'è il rischio che poi il materiale messo sul mercato ammendante come fertilizzante sia poi inquinato da materiali che non si sono del tutto degradati.
Questo è indubbiamente un problema, perché nelle linee guida che determinano la gestione del rifiuto organico non vi è traccia della differenziazione per tipo di materiale e per tempo di biodegradabilità.
Ricordiamo che inizialmente ci sono stati molti problemi, perch biodegradabile non significava necessariamente comportabile, infatti ci sono stati alcuni composti di sintesi simil plastici, che sono biodegradabili nel senso che, sì, come il "mater-bi" della prima ora, si sminuzzano una volta messi in un ambiente umido, ma il risultato non è un qualcosa che fa bene alla salute umana, perché si tratta comunque di materiali plastici dispersi nell'ambiente, forse ancora più pericolosi del tradizionale sacchetto, che per lo meno è ancora rintracciabile. Questi si fondono nell'ambiente circostante creando un danno.
Questo è il significato di biodegradabile ma non comportabile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento lavoriamo sul sottoparagrafo 8.3.4 che riguarda il compostaggio domestico: criteri relativi all'autocompostaggio di scarti organici, effettuato da utenze domestica e non domestica.
Tra i vari requisiti per effettuare l'autocompostaggio chiediamo che venga introdotta l'adeguata informazione su che cosa e come viene compostato. Questo elemento è decisamente importante. Io l'ho vissuto sulla mia pelle. Nel 2011, avendo un giardino, ho colto l'offerta del mio Consorzio di prendere una compostiera domestica. Compostiera cui era allegato un semplice foglietto con due facciate su cui c'era un elenco di cose che si potevano compostare, che erano le cose tradizionali, gli scarti di cucina. Bene, già solo tra gli scarti di cucina c'era una notevole variabilità di cose che si possono compostare e i tempi di compostaggio sono diversi a seconda dei materiali.
Molte cose le ho imparate sperimentando e facendo dei corsi specifici perché mi interessava anche il discorso del cumulo di compostaggio, quindi non solo della compostieria domestica. Così, come già accennato dal Consigliere Valetti, ci sono elementi che venivano venduti come compostabili, quindi non solo biodegradabili, alcuni tipi di stoviglie e posate fatte in materiale biodegradabile e compostabile, che poi si scopre essere compostabili solo nelle compostiere industriali, dove vengono finemente sminuzzati e sottoposti a trattamento, anche a temperature specifiche.
Di conseguenza, l'elemento informativo sulle modalità di compostaggio e sulle opzioni di compostaggio, è uno di quegli elementi chiave affinch questa strategia dell'autocompostaggio possa avere successo ed essere utilizzata in situazioni diverse.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Certamente l'autocompostaggio è un'ottima cosa, quindi elemento assai positivo promuoverlo. E' evidente che se il rifiuto organico non viene conferito, quindi non deve fare tutta la filiera del recupero, ma rimane nei pressi dell'abitazione di chi lo ha prodotto, vi è anche un risparmio evidente sui costi di gestione.
Tuttavia, è altrettanto importante - questo è il senso dell'emendamento fare campagne informative sulle caratteristiche di degradabilità dei materiali che vengono conferiti all'interno delle compostiere domestiche.
L'esempio più classico è quello che avevamo fatto lo scorso anno, quando parlavamo di altro; parlavamo - se non ricordo male - del regolamento e dei canoni di imbottigliamento che prevedono uno sconto ambientale per chi utilizza le bottiglie compostabili.
Ricordo che il Consigliere Mighetti fece l'esempio concreto di come una di quelle bottiglie di plastica compostabile, che il Consigliere aveva immesso nella compostiera, dopo diverso tempo, fosse ancora esattamente come quando l'aveva buttata. Questo è fondamentale per evitare, anzitutto che la qualità del compost che viene prodotto sia scarsa, e che lo stesso sia, di fatto, inutilizzabile, ma anche per evitare danni più gravi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo era un argomento, come già detto dal Consigliere Bertola, che avevamo già affrontato lo scorso anno. Un argomento assai indicativo di tutta una politica dei rifiuti e degli involucri, che stenta ad essere accessibile a un'interpretazione univoca da parte del cittadino.
In questo caso ci poniamo il problema delle reali metodologie di smaltimento di involucri compostabili che, in realtà, possono avere delle esigenze particolari nel processo di compostaggio. Ci sono materiali innovativi, ad esempio materiali che ricordano la plastica comune, che possono essere compostati. Dal punto di vista della tecnica di compostaggio, hanno periodi e modalità diverse dai rifiuti comuni che noi mettiamo in compostiera.
E' veramente importante che su questi involucri ci siano dati certi e la descrizione di modalità di compostaggio dei materiali. In particolare l'acido polilattico, per esempio, si può compostare a temperature più alte rispetto al normale, quindi in impianti che fanno fermentazione anaerobica e raggiungono temperature più elevate rispetto alle compostiere domestiche che non possono biodegradare questi materiali.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa, una questione sull'ordine dei lavori, sono arrivato tardi.
La diretta video non funziona?



PRESIDENTE

E' saltato il sistema.



BONO Davide

Stanno lavorando per ripristinarla? Va bene, grazie.
Cerchiamo di convincervi, proviamo a vedere se riusciamo a portare ancora delle modifiche ad un testo di una delibera che è uscita modificata dalla V Commissione grazie all'attività del Movimento 5 Stelle, ma ovviamente è ancora lontana dalla nostra idea e posizione sulla tematica della gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione.
L'autocompostaggio, il compostaggio domestico è tema molto importante che dovrebbe essere largamente favorito su ampia scala. Non solo tra coloro i quali - case singole, villette o condomini - hanno un'area verde, ma in tutte le aree urbane in cui trovare un'area verde è più difficile. Si pu fare compostaggio anche sul balcone, avendo determinate accortezze per evitare odori, oppure avere una compostiera condominiale, magari posta negli spazi comuni.
Esistono anche compostiere industriali, ovviamente con un costo maggiore rispetto a un semplice contenitore di legno o di plastica, e si può avere un manutentore, una persona che vada a rimescolare una volta ogni tanto il compost. Questo sgraverebbe di costi le bollette dei cittadini pari almeno al 20%. Se non sbaglio, la riduzione della tassa rifiuti, per chi fa il compostaggio domestico, è pari a quella percentuale. Ridurrebbe molto i costi per la gestione dei rifiuti organici, che non dovremmo più portare - tolti gli sfalci e le potature di verde o di materiale compostabile - al compostaggio industriale, quindi potremmo fare un gran bene alla gestione dei rifiuti complessivamente a livello singolo e collettivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
In quest'emendamento parliamo dell'operazione di autocompostaggio e coinvolgiamo nuovamente i cittadini, evidenziando la necessità di informarli correttamente.
Il compostaggio svolge un ruolo determinante nella riduzione del rifiuto. Proprio per questo motivo, è necessario che ci sia una corretta informazione e una corretta conoscenza delle caratteristiche di degradabilità dei materiali, poiché vi sono alcuni materiali che resistono di più al tempo (dopo un certo lasso di tempo, ovviamente si degradano) però i cittadini devono essere coscienti della tempistica, e non solo i cittadini, ma anche i consorzi che gestiscono la raccolta rifiuti. Quindi è necessario che anche sul tema del compostaggio ci sia una corretta informazione e che la corretta informazione passi attraverso tutti i soggetti coinvolti nel ciclo di produzione, raccolta e smaltimento del rifiuto.
L'autocompostaggio è una pratica normale, ormai, per tutti coloro che abitano fuori città e hanno a disposizione uno spazio in cui ospitare una compostiera nella quale realizzare l'operazione che li porterà ad ottenere del materiale che poi potranno utilizzare anche per il loro orto o per il loro giardino. Tale pratica risulta ovviamente più complicata nelle aree cittadine; soprattutto, in queste aree è di fondamentale importanza che i cittadini abbiano piena conoscenza del dato di degradabilità del rifiuto.
Quindi, con quest'emendamento, noi proponiamo di aggiungere questo paragrafo al paragrafo di pagina 158.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Diciamo che la frazione umida dei rifiuti è la frazione che può dare più problematiche di gestione se non correttamente gestita, in quanto pu provocare la produzione di biogas o percolati acidi che vanno poi a inquinare le nostre falde freatiche.
Sappiamo che l'azione principale di riduzione dei rifiuti è quella del compostaggio domestico; compostaggio domestico che può essere riferito a una singola utenza o - come diceva il Consigliere Bono - può essere riferita anche a quartieri, in alcuni casi si può arrivare addirittura a fare un compostaggio locale per piccoli paesi fino a 800-900 persone grazie a delle compostiere non proprio di stampo industriale, ma semi-industriale.
Quindi è importante conoscere la biodegradabilità dei materiali che vengono inseriti in questi processi di compostaggio, anche se dal punto di vista industriale non vi sono problemi perché, con insufflazione d'aria e temperature che almeno per tre giorni devono superare i 50 gradi ovviamente anche i materiali che più difficilmente si compostano in compostiere di tipo familiare vengono aggrediti da batteri e funghi e trasformati in acidi umici o, comunque, in materia organica che pu diventare un ottimo ammendante per l'agricoltura.
Invece, per quanto riguarda le compostiere di tipo familiare, questi materiali possono creare un problema, in quanto anche la gestione di una certa quantità del cosiddetto sovvallo negli impianti industriali diventa di difficile gestione. Di conseguenza, sarebbe una buona cosa indicare i tempi di compostaggio e le temperature necessarie per compostare questi materiali, perlomeno per facilitare l'azione del compostaggio domestico e permettere alle famiglie di scegliere i materiali più idonei per questo tipo di attività.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Siamo al sottoparagrafo 8.3.4 e parliamo di compostaggio domestico.
Parliamo dei centri relativi all'autocompostaggio di scarti organici effettuati da utenze domestiche e non domestiche. Con quest'emendamento l'emendamento è chiaro - si richiede di aggiungere all'elenco, dopo le parole "disponibilità di aree verdi", anche le parole "conoscenza delle caratteristiche di degradabilità di materiali che possono essere conferiti all'interno dei contenitori per il compost domestico". Questo è molto importante.
I colleghi hanno ampiamente spiegato il concetto e vorrei anch'io mettere in evidenza quanto sia importante una corretta informazione, perch attraverso una corretta informazione si ha una buona conoscenza e i cittadini che conoscono vengono educati ad un responsabile comportamento verso la gestione e l'autocompostaggio di scarti organici. Quindi gestire meglio i rifiuti di casa e non solo di casa, e abbiamo detto che il discorso non è riferito solo alla singola utenza, ma è riferito anche alla collettività (parliamo di condomini, di quartieri o anche, per estenderci a livello di tutto il Comune).
L'istituzione di queste compostiere è dunque importante, perché gestire meglio i rifiuti significa inquinare meno e significa anche una riduzione delle spese, come ha accennato poc'anzi il mio collega Bono, il che non farebbe male, anzi, perché credo che i cittadini ne avrebbero un grande beneficio se si riducessero le spese e si pagassero meno i rifiuti. In definitiva, si parte sempre dal presupposto che chi inquina meno dovrebbe anche pagare meno.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Batzella.
Emendamento rubricato n. 17) presentato dai Consiglieri Sozzani e Vignale: Alla pagina 159 dell'allegato A, tabella 8.19 relativa all'autocompostaggio, all'ultimo periodo le parole "a condizione che le stesse siano esistenti ed attive" sono cancellate.
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Siamo a pagina 159 dell'allegato A, tabella 8.19 relativa all'autocompostaggio; peraltro, a livello di Commissione, c'è stato un dibattito piuttosto ampio su questo settore. All'ultimo periodo, le parole "a condizione che le stesse siano esistenti ed attive" sono cancellate. In sostanza, chiediamo una soppressione.
La motivazione di quest'emendamento è il fatto che la norma in oggetto giustamente, per promuovere l'autocompostaggio dei rifiuti biodegradabili ammette nelle aree a vocazione agricola la pratica dell'autocompostaggio avvalendosi delle concimaie. Poi aggiunge proprio le parole che si chiede di cancellare.
Il motivo per cui noi chiediamo questa cancellazione è una domanda.
Perché in una zona agricola o a orti urbani, se la concimaia non è già preesistente, la norma non può essere attivata in questo senso? Per quale motivo la disposizione immotivata contraddice una storia dell'agronomia nel nostro paese, per rendere obbligatori i contenitori di compost, che costano e spesso sono piuttosto brutti dal punto di vista estetico? Qualora ci siano delle aree agricole che hanno una predisposizione rispetto alla soluzione dell'autocompostaggio come dicevamo prima, non si comprende come mai non si possa dare d'ufficio la possibilità all'utilizzo di queste aree e anche di realizzare delle aree nuove che possano essere compatibili con l'attività di autocompostaggio per il raggiungimento dello stesso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 66) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Dopo la tabella viene aggiunto il seguente capoverso: "Per raggiungere tale obiettivo di autocompostaggio, la Regione incentiva i produttori ad indicare in etichetta le corrette modalità di smaltimento dei materiali soprattutto quelli biodegradabili e compostabili. Alcuni materiali possono infatti richiedere temperature maggiori per la degradazione, non raggiungibili all'interno dei contenitori del compost domestico".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Siamo tornati a pagina 160. L'emendamento recita: "Dopo la tabella viene aggiunto il seguente capoverso: 'Per raggiungere tale obiettivo di autocompostaggio, la Regione incentiva i produttori ad indicare in etichetta le corrette modalità di smaltimento dei materiali, soprattutto quelli biodegradabili e compostabili. Alcuni materiali possono infatti richiedere temperature maggiori per la degradazione, non raggiungibili all'interno dei contenitori del compost domestico'".
Sviluppiamo la questione dei tempi di biodegradabilità, che riguardano anche le temperature e gli ambienti più o meno anaerobici in cui avviene il processo di compostaggio.
Pensiamo, ad esempio, agli sfalci: nel caso di un bidoncino dell'umido tipico della raccolta porta a porta non ci sono grandi pericoli, perch anche la dimensione delimita il tipo di oggetti e materiali che i cittadini possono conferire. Ma questo non vale - ad esempio - quando vengono dotati i cittadini di compostiera domestica di certe dimensioni, per cui si pone il problema di quali materiali il cittadino deve collocare nella compostiera, salvo rovinare il processo di compostaggio che, il più delle volte, finisce per andare a produrre ammendante per i giardini o gli orti.
Pertanto, non solo sono importanti i tempi di biodegradabilità, ma è anche importante il risultato, il materiale che ne deriva, perché sono sostanze che, direttamente o indirettamente, rientrano nell'alimentazione umana. Ad esempio, si può anche decidere di non voler conferire i cartoni o i materiali di imballaggio biodegradabili nel proprio compost, perché si ritiene che ci siano sostanze che possano interferire nell'alimentazione umana; sono cose che stanno nella decisione della persona quando il compostabile non contiene sostanze pericolose o metalli pesanti che possono inficiare l'alimentazione. Ora, questo è anche un diritto, dal momento che l'agricoltura non biologica purtroppo contiene più quantitativi di sostanze che non dovrebbero entrare nell'alimentazione umana (la legge lo permette: non sempre la legge delimita tutte quelle pratiche che sono positive per l'essere umano).
Prima di tutto, dunque, non potendo controllare tutte le singole compostiere e cosa conferiscono ai cittadini, è importante l'informazione ma l'informazione sui materiali di origine industriale deve essere collocata in modo chiaro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 66) è una conseguenza dell'emendamento che abbiamo illustrato poc'anzi, perché per raggiungere quell'obiettivo di autocompostaggio la Regione incentiva i produttori ad indicare in etichetta le corrette modalità di smaltimento dei materiali, soprattutto quelli biodegradabili e compostabili.
Infatti, alcuni materiali possono richiedere temperature maggiori per la degradazione, non raggiungibili all'interno dei contenitori del compost domestico. E' quello che dicevamo prima: tutta una serie di prodotti, come quelli in acido polilattico, non devono essere messi nelle compostiere domestiche, perché queste non raggiungono quelle temperature che permettono una corretta degradazione di quel materiale.
E' chiaro: in questo non c'è solo l'operato della Regione, poich quando parliamo di inviti ed incentivi ai produttori, dovremmo anche riferirci ad un contesto più alto, che è quello nazionale. Il discorso è sempre lo stesso: le buone pratiche partono dal basso, però gli strumenti che devono favorire i cittadini e le buone pratiche e fare in modo che queste buone pratiche sortiscano, poi, degli effetti, devono venire dall'alto.
Pertanto, ai vari livelli di governo occorre mettere in atto tutte le strategie idonee per raggiungere tale obiettivo. In questo caso, far sì che gli imballaggi - perché, di fatto, sono imballaggi - abbiano una corretta indicazione del tipo di smaltimento più adatto, quindi anche in compostiera domestica oppure solo in compostiere di tipo industriale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento, che è una naturale estensione del precedente chiediamo di introdurre una parte informativa anche nell'etichetta dei prodotti che contengono materiali che possono essere biodegradabili e quindi, compostabili.
Sotto questo profilo, ci chiediamo perché nel Piano rifiuti non siano state espresse meglio le tipologie principali di strumenti di compostaggio: dalla compostiera domestica al cumulo, al compostaggio agricolo più tradizionale, alle compostiere industriali di condominio, con una caratterizzazione degli stessi. Infatti, se alla fine del paragrafo sono indicati i consigli per l'utenza domestica (sminuzzare, ecc.), quindi cose anche un po' particolari, al di là di scrivere tra parentesi "cumulo, buca compostiera domestica", ecc., non si è pensato di considerare che ci sono delle differenze sia di tempi che di metodi nel gestire il compostaggio anche a livello domestico delle piccole utenze che sono dotate di fondo agricolo per autoconsumo.
Sotto questo profilo, una categorizzazione delle tipologie porterebbe ad una migliore informazione del cittadino e ad una migliore capacità di scelta della strategia di differenziazione per il compostaggio, perché il cumulo permette di fare interventi sul più lungo periodo: permette anche di raggiungere internamente temperature più adeguate a compostare tipi di materiali più complicati da usare nella compostiera domestica e categorizzandoli - sarebbe più facile indicare in etichetta, con dei semplici simbolici, quale tipo di compostaggio è il migliore per il materiale biodegradabile del prodotto eventualmente venduto.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Anche questo è un emendamento importante ed è un susseguirsi dell'emendamento precedente.
Stiamo parlando del compostaggio e della biodegradabilità dei rifiuti.
Si aggiunge il seguente capoverso, che recita: "Per raggiungere tale obiettivo di autocompostaggio, la Regione incentiva i produttori" - questo è di fondamentale importanza e penso sia un ruolo di fondamentale importanza che la Regione debba svolgere - "ad indicare in etichetta le corrette modalità di smaltimento dei materiali, soprattutto quelli biodegradabili e compostabili".
Pertanto, anche qui si parla di una corretta informazione attraverso l'istituzione, l'applicazione e l'introduzione di etichette, in modo che sia chiara ed evidente la biodegradabilità e la compostabilità del rifiuto.
Questo anche perché alcuni materiali possono richiedere delle temperature maggiori per la degradazione, altri una temperatura minore, quindi non tutti i materiali richiedono le stesse temperature. Tra l'altro, queste non sono raggiungibili all'interno dei contenitori del compost domestico.
Ancora una volta, dunque, crediamo che la Regione debba fare la propria parte attraverso una corretta informazione. Ricordate che, attraverso questo sistema, si ha una riduzione dei costi e dei rifiuti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Continuiamo a fare proposte per migliorare il sistema dell'autocompostaggio. In questo caso andiamo ad aggiungere dopo la tabella una precisazione in merito ad un metodo per raggiungere più facilmente l'obiettivo di auto compostaggio. E', a nostro avviso, un incentivo ai produttori per indicare nell'etichetta la corretta modalità di smaltimento dei materiali, proprio in virtù del fatto che alcuni materiali richiedono temperature maggiori per la degradazione non raggiungibile all'interno dei contenitori del compost domestico.
E' fondamentale coinvolgere anche i produttori in tutta la fase di produzione, di gestione e smaltimento del rifiuto e, in questo caso chiediamo ai produttori una maggiore chiarezza dal punto di vista dell'informazione, chiarezza che, ovviamente, alla fine va ad agevolare il cittadino, nel momento in cui deve decidere in quale modo smaltire il rifiuto, quindi se conferirlo all'interno del suo compost della compostiera, oppure se smaltirlo in modo differente, utilizzando altri sistemi previsti per lo smaltimento dell'organico.
Nella tabella a pagina 159 del piano sono contenute dell indicazioni per l'autocompostaggio, che riguardano il luogo di attuazione e le modalità operative. Quindi, sono entrambe indicazioni più rivolte al cittadino e attraverso quest'emendamento chiediamo anche un maggiore coinvolgimento del produttore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento va a specificare, nell'elenco delle indicazioni per lo smaltimento corretto delle sostanze organiche e il compostaggio, le modalità corrette di smaltimento di alcuni rifiuti biodegradabili.
La problematica di alcuni rifiuti biodegradabili è relativa al fatto che, come detto prima, ci sono rifiuti biodegradabili che, da un certo punto di vista, non possono essere smaltiti nel compost domestico dall'altra, ci sono rifiuti che, seppur biodegradabili, contengono altre sostanze che, magari, non sono perfettamente biodegradabili o non possono essere inserite nel compost domestico. Infatti, se queste sostanze vengono poi utilizzate, a livello di compostaggio e di utilizzazione del compost all'interno di giardini o di orti, queste sostanze contenute nel compost possono non essere idonee alla concimazione, ad esempio, degli ortaggi.
Infatti, possono contenere sostanze chimiche residuali che lo rendono, di fatto, inutilizzabile dal punto di vista agronomico, perché lascerebbero dei residui nei cibi e negli ortaggi prodotti con questa tecnica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Parliamo ancora di autocompostaggio. Sicuramente, se si vuole intervenire sulla riduzione dei rifiuti, le Amministrazioni comunali, ma anche quella regionale, dovrebbero puntare fortemente sull'autocompostaggio, perché la frazione umida è la frazione merceologica in percentuale più consistente e, come abbiamo detto prima, è quella che dà maggiori problemi di gestione.
Quindi, bisognerebbe incentivare dal punto di vista della tassazione l'autocompostaggio, ma anche migliorarne la qualità. Per fare questo, una delle soluzioni è quella, da parte dei produttori, di indicare nell'etichetta i tempi di compostaggio e le temperature.
Già è stato fatto un passo in avanti, laddove si è andati ad evidenziare bene che i materiali biodegradabili spesso non sono compostabili. Mi riferisco, ad esempio, alle plastiche oxo-biodegradabili per le quali per un certo periodo c'è stato un fraintendimento, in quanto venivano presentate come biodegradabili. A volte, in alcune occasioni c'è stato questo errore, ma in realtà sono plastiche che si frammentano e creano ancora maggiori problemi di inquinamento, soprattutto nell'acqua perché sappiamo che nell'acqua marina c'è una grande presenza di plastiche ma anche di piccoli frammenti di plastica che vanno ad inquinare fortemente la catena alimentare.
Detto questo, sarebbe una buona cosa che i produttori - in Piemonte abbiamo la Novamont - indicassero nelle loro etichette la temperatura e le tempistiche di compostaggio per i vari materiali prodotti, ad esempio, con mater-bi, e questo potrebbero farlo anche gli altri produttori, facilitando in questo modo le operazioni di compostaggio domestico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo è sempre un emendamento che insiste sul tema dell'autocompostaggio e propone un'aggiunta dopo la tabella del sottoparagrafo 8.3.4. Si chiede di incentivare i produttori ad indicare in etichetta la corretta modalità di smaltimento dei materiali, soprattutto quelli biodegradabili e compostabili.
Quindi, è importante distinguere bene quelle che sono plastiche tout court da quelle che sono biopolimeri, bioplastiche che sono realmente compostabili, e anche la distinzione di temperatura, che possa far comprendere facilmente quelle che sono compostabili in una compostiera domestica e quelle che, invece, sono compostabili in una compostiera industriale.
E' facilmente evidente che non ci sarà nessuno che andrà con il termometro a misurare la temperatura del proprio cumulo di compost domestico, però si potrebbe dire semplicemente che è materiale compostabile a livello domestico, oppure che è materiale compostabile solo a livello industriale.
In questo senso, ricordo gli esperimenti che sono stati fatti da diversi cittadini, anche dai nostri colleghi, con le famose bottiglie di bioplastica, con i famosi sacchetti di bioplastica. E' del tutto evidente che non si compostano nel domestico, perché non si raggiungono le temperature industriali di 90 gradi e perché non ci sono determinate componenti microbiche che li biodegradano e quant'altro.
Quindi, bisogna farlo, ma bisogna farlo bene, come tutte le cose collegate alla gestione dei rifiuti e al mantenimento di un ambiente sano e salubre.
Per questo crediamo che, con una corretta informazione inserita nel Piano di gestione dei rifiuti urbani, si possano dare degli impegni concreti alle aziende produttrici e, di seguito, ai cittadini, che devono avere la vita abbastanza e relativamente semplificata, perché se poi le cose sono troppo complicate, anche giustamente, a fronte di una tassa di rifiuti che non accenna a scendere, poi i cittadini non eseguono quei compiti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 18) presentato dai Consiglieri Sozzani e Vignale: Alla pagina 164 dell'allegato A, al capitolo 8.4.1.1. dedicato alla diffusione delle certificazioni ambientali, al paragrafo "interventi regionali per incrementare la diffusione dei sistemi di gestione ambientale in Piemonte" il quarto intervento indicato è riformulato come segue: "disposizioni affinché la Regione e le Aziende Sanitarie Locali acquistino prodotti certificati Eco Label individuando anche specifiche soglie quantitative per i diversi prodotti fatto salvo il rispetto del Codice degli appalti".
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Quest'emendamento riguarda le indicazioni relativamente alle certificazioni ambientali, perché nel documento che stiamo discutendo è scritto testualmente "disposizioni affinché la Regione e le Aziende Sanitarie Locali acquistino prodotti certificati Eco Label individuando anche specifiche soglie quantitative per i diversi prodotti fatto salvo il rispetto del Codice degli appalti".
La formulazione prevista nell'ambito del decreto esclude le aziende ASO, quindi le aziende ospedaliere, e non si comprende perché parla solo di Aziende Sanitarie Locali e non di Aziende Ospedaliere.
Parlando di disposizioni intende le norme vincolanti, quindi come pu la Regione disporre in maniera vincolata sulle forniture di soggetti autonomi come gli Enti locali, le Scuole e le Università? Questa imposizione regionale rispetto all'autonomia che le stesse hanno per effetto, come dicevo prima, del Codice degli appalti, ci sembra difficile da comprendere.
Quindi, vi è una difficoltà di interpretazione di questa norma, che ci sembra un po' pasticciata, perché non è possibile che la Regione imponga ad Enti autonomi, come le Università, di fare in un certo modo, perché la Regione può suggerire, ma non può obbligare.
Da un altro punto di osservazione, come dicevo prima, sono indicate solo le ASL, ma a questo punto riteniamo che anche le ASO vadano ricompresse nell'ambito della stessa attività Infine, chiediamo una delucidazione che, magari, in sede di replica complessiva dell'Assessore intendiamo conoscere. Il Piano dice che le aziende piemontesi che possono fornire prodotti di questo genere sono solamente 12 in tutto il Piemonte. Allora, o noi facciamo un piacere soltanto a queste 12 aziende, escludendo tutte le altre aziende che attualmente non hanno una certificazione prevista in questo senso, ma non si comprende come questo sia applicabile rispetto al Codice degli appalti.
Attenzione, qui andiamo a creare delle confusioni fra l'applicazione del Codice degli appalti, perché soltanto queste 12 aziende possono effettuare la fornitura, oppure si vanno a ricercare altre aziende in giro per l'Italia, ma allora si escludono tutte le aziende piemontesi che operano in questo campo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 64) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Emendamenti alla pagina 164, SOTTOPARAGRAFO 8.4.1, PARAGRAFO 8.4, CAPITOLO 8, TITOLO II Alla fine dell'elenco puntato del secondo capoverso, viene aggiunto il seguente punto: "- disposizioni affinché tutti gli Enti pubblici piemontesi, comprese le Aziende Sanitarie Locali, le università e gli istituti scolastici, siano in grado di redigere un disciplinare interno contenente obiettivi di riduzione e riuso in linea con la pianificazione e la normativa europea, nazionale e regionale".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Siamo a pagina 164, sottoparagrafo 8.4.1. Alla fine dell'elenco aggiungiamo: "- disposizioni affinché tutti gli Enti pubblici piemontesi comprese le Aziende Sanitarie Locali, le università e gli istituti scolastici, siano in grado di redigere un disciplinare interno contenente obiettivi di riduzione e riuso in linea con la pianificazione e la normativa europea, nazionale e regionale".
Se pensiamo ai quantitativi di materiali che vengono trattati in tutti gli enti pubblici comprese le ASL e, quindi, a quanti rifiuti vengono prodotti da questi enti, capiamo che non ha solo un valore simbolico creare un disciplinare per la gestione interna del rifiuto, quindi la corretta differenziazione e il corretto smaltimento. Se parliamo dei rifiuti ospedalieri, succede che - probabilmente, anzi, quasi sicuramente - non differenziando nulla, la maggior parte dei rifiuti che potrebbero essere riciclati in modo ordinario finiscono per essere trattati come rifiuti speciali, quindi direttamente inceneriti; pensiamo anche ai quantitativi di bottiglie di plastica che si producono in tutti questi enti.
Abbiamo molti dubbi, anzi pressoché la certezza, vedendo come sono strutturati gli ospedali, che non vi sia alcuna traccia di raccolta differenziata spinta, la stessa che si chiede, invece, di fare ai cittadini comuni, quando nelle proprie abitazioni si vedono installare la raccolta porta a porta. Sicuramente, riteniamo che questa sia assolutamente doverosa e necessaria, ma la Pubblica Amministrazione non dà il buon esempio e non contribuisce alle buone pratiche. I cittadini che si recano in queste istituzioni vedono che, di fatto, il loro lavoro viene vanificato da questi quantitativi di rifiuti che vengono messi tutti assieme in inceneritore o peggio, in discarica.
Pertanto, chiediamo che si prevedano delle linee guida da diffondere presso le ASL, presso gli Uffici pubblici, presso la Regione Piemonte e presso le Scuole, anche per valutare quanto questi enti abbiano applicato delle norme minime di differenziazione, che poi si trasforma in una riduzione di costo per la Pubblica Amministrazione, per i Comuni e per i soggetti deputati a gestire la raccolta e lo smaltimento del rifiuto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento ci spostiamo sul tema delle azioni da mettere in atto e chiediamo di aggiungere delle disposizioni perché gli enti pubblici piemontesi, comprese le ASL e gli istituti scolastici, siano in grado di redigere un disciplinare interno.
Che cosa vuol dire? Purtroppo, in Piemonte gli Enti pubblici non sono di esempio per il cittadino dal punto di vista della gestione dei propri rifiuti. Sotto questo profilo, abbiamo già visto più volte, in particolare le ASL, attuare comportamenti anche al limite dell'illegalità.
Ciò che chiediamo è che la Regione Piemonte si faccia portatrice di un'innovazione, quindi dell'attuazione di una strategia forte che faccia sì che ogni ente pubblico che - tra l'altro, per le sue funzioni ha anche modalità e tipologie di rifiuto diverso, quindi anche capacità di produrre tipologie di differenziata diverse - si doti di uno standard, di un disciplinare, di un regolamento interno che permetta di portare alla riduzione sostanziale del rifiuto che viene conferito in differenziato.
Per esempio, nelle scuole possiamo immaginarci che ci saranno soprattutto prodotti cartacei e, magari, qualche imballaggio plastico mentre nelle ASL avremo tipologie di rifiuto un po' più eterogenee, ma relative magari, ad esempio, ai medicinali e agli imballaggi dei medicinali. Quindi, sotto questo profilo, in questo Piano manca completamente una trattazione delle problematiche dello smaltimento dei rifiuti prodotti dai singoli enti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Anche quest'emendamento è importante e dovrebbe far riflettere la nostra Giunta che dovrebbe essere sensibile a questo tema.
Chiediamo di creare un disciplinare interno, un regolamento interno in tutti gli enti pubblici piemontesi, quindi parliamo di ASL, di Università e di istituti scolastici.
Chiediamo che venga fatta una corretta raccolta differenziata. Negli istituti scolastici sicuramente si utilizzerà la carta o la plastica, ma vorrei parlare delle ASL, considerando la mia esperienza, essendo io una dipendente di una ASL.
All'interno di una ASL si utilizzano vari tipi di prodotti e abbiamo a che fare con diversi tipi di rifiuti. In particolare, ci sono varie categorie, come la plastica o il vetro. Per esempio, mentre le flebo prima erano tutte in vetro, adesso sono tutte in materiale plastico e, quando si butta il rifiuto, si fa un po' di confusione. Alle volte viene buttato il contenitore plastico con il raccordo all'interno di un unico contenitore mentre si dovrebbe differenziare, mettendo il tagliente nel contenitore dei taglienti, i materiali infetti nel contenitore apposito e, infine, la plastica nel contenitore per la plastica. Stessa cosa dicasi per la carta e per tutti gli altri materiali.
E' importante informare, sensibilizzare e dare delle disposizioni univoche e i lavoratori devono seguire quelle direttive attraverso un regolamento ben preciso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
E' sicuramente un emendamento di buonsenso, che mette in campo quello che può essere un sistema univoco di trattazione del problema "rifiuti" applicato agli Enti pubblici e alla gestione dei rifiuti proprio all'interno di questi edifici e ambienti di lavoro e di studio.
Ci pare effettivamente un discorso interessante andare a creare un sistema in cui ogni Ente deve sforzarsi di creare dei protocolli e dei meccanismi virtuosi di riciclo e di riutilizzo dei materiali. Questo perché? Perché se non andiamo di volta in volta non dico ad obbligare, ma a mettere ogni singola Amministrazione di fronte alla problematica del rifiuto, il più delle volte non si applicano in una vera e propria analisi delle problematiche e dei comportamenti che vengono attuati da ogni singolo operatore e da ogni singolo utente.
Chiaramente ci sono diversi aspetti da valutare: da una parte, negli edifici scolastici riveste un ruolo più importante la formazione rispetto all'uso generale dei vari mezzi per conferire il rifiuto; dall'altra, ci sono dei meccanismi più particolari data la particolarità dei rifiuti prodotti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Questo è un campo dove sicuramente si possono fare grandi passi in avanti. Se penso agli istituti scolastici, mi viene in mente il Consorzio Priula, che ha creato in ogni scuola delle squadre di studenti che, laddove per esempio si rompe un banco (ovviamente un banco è formato da diversi materiali, fondamentalmente legno e metalli), questo banco viene smontato e i materiali vengono suddivisi.
Da noi, invece, se si rompe un banco, lo stesso finisce direttamente negli ingombranti. Questa è la grande differenza: là diventa una risorsa diventa materiale riciclabile, com'è effettivamente, ed entra in una filiera che crea altri posti di lavoro. Da noi il banco rotto finisce nell'ingombrante e quindi in discarica, oltretutto con peso notevole.
Lo stesso potremmo dire negli ospedali. Con il Consorzio Priula negli ospedali ormai sono arrivati a percentuali di raccolta differenziata che potremmo definire bulgare, al 90%! Questo perché reparto per reparto, come diceva prima la collega Batzella, sono andati a verificare, con un lavoro certosino, i rifiuti ospedalieri infetti e a dividerli da quelli che invece non lo sono, e che possono entrare nella filiera del riciclo. In questo modo, hanno ottenuto dei grandissimi risparmi dal punto di vista economico: noi sappiamo che lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri (che per legge vanno inceneriti) ha un costo decisamente elevato; i materiali che si possono riciclare, invece, entrano in una filiera che crea posti di lavoro e materia seconda.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 64) tocca un altro tema per noi molto sentito: noi crediamo che gli Enti pubblici piemontesi debbano dare comunque il buon esempio e metterlo in pratica, con un disciplinare che "disciplini" appunto, come dice il termine, la corretta gestione dei materiali post-consumo (così dovremmo chiamarli, e non rifiuti) all'interno degli Enti pubblici piemontesi, a partire magari dalle ASL, che, come sappiamo, sono tra gli Enti più grandi (forse è l'azienda più grande della Regione Piemonte, con oltre 50.000 dipendenti, anche se negli ultimi sei anni la politica nazionale piemontese si è impegnata per ridurre questo numero in maniera consistente e per togliere, forse, questo primato di "prima azienda piemontese", passatemi questa velata ironia), intervenendo in primis, per una riduzione, e poi per una corretta raccolta differenziata.
E' ovvio che se andiamo poi ad insistere con bandi al massimo ribasso per quanto riguarda la pulizia e la raccolta dei materiali post-consumo, o dei rifiuti ospedalieri (questi si possono chiamare così), non possiamo poi aspettarci troppo. Noi crediamo che le gare non debbano più essere fatte al massimo ribasso, ma con una logica dell'offerta economicamente vantaggiosa cioè con una quota parte di risparmio, ovviamente, ma anche con una grande parte di qualità del servizio; e dentro la qualità del servizio ci deve essere l'igiene ospedaliera, che è fondamentale per avere una corretta sepsi e quindi ridurre le infezioni nosocomiali seconde, e poi per raccogliere i rifiuti in maniera differenziata.
Ci sono anche alternative all'incenerimento dei rifiuti ospedalieri, ma di questo ne parleremo nei prossimi interventi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Abbiamo già affrontato questo tema durante l'illustrazione di un precedente emendamento nelle scorse sedute.
E' un tema a cui, ovviamente, poniamo particolare attenzione proprio per il concetto della necessità di dare il buon esempio, a partire dagli Enti pubblici. Parliamo, quindi, di tutti gli Enti pubblici piemontesi comprese le Aziende Sanitarie Locali, le Università e gli istituti scolastici.
In particolar modo sugli istituti scolastici dobbiamo porre la massima attenzione, perché abbiamo più volte sottolineato come sia importante diffondere le buone pratiche nello smaltimento e nella suddivisione dei rifiuti a partire proprio dall'educazione che viene impartita nelle scuole.
Dobbiamo iniziare ad abituare i bambini e poi i ragazzi - in generale gli studenti - a differenziare correttamente i loro rifiuti.
Ma soprattutto è fondamentale trasmettere il messaggio che l'Ente pubblico, per primo, si preoccupa della corretta differenziazione, e questo può avvenire soltanto con un disciplinare chiaro.
Ogni Ente pubblico dovrebbe dotarsi, secondo la nostra proposta emendativa, di un disciplinare interno, che contenga gli obiettivi di riduzione e soprattutto di riuso, che siano in linea con la pianificazione della normativa europea nazionale e regionale, in modo che all'interno di ogni Ente si sappia esattamente in quale modo i rifiuti debbano essere conferiti all'interno di appositi contenitori (qui torniamo anche al discorso della gestione dei contenitori, che siano il più possibile chiari e facili da utilizzare).
L'Ente pubblico deve essere in prima linea in questa attività.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Mi offre l'occasione per ricordare che ovviamente siamo più che disponibili ad ascoltare interventi da parte dei Consiglieri di maggioranza, anche sui nostri emendamenti, qualora manifestassero la volontà di.



PRESIDENTE

Voleva intervenire il Consigliere Barazzotto, però non ha sottoscritto l'emendamento. Sarà per un'altra volta, magari per una prossima legislatura.



BERTOLA Giorgio

Potrà firmare i prossimi, se desidera.
Abbiamo già detto che il primo esempio di buone pratiche e di volontà di raggiungere obiettivi concreti sulla riduzione e sul riciclo dei rifiuti lo dovrebbero dare gli Enti pubblici, certamente gli uffici pubblici della Regione, ma soprattutto le Aziende Sanitarie Locali, perché andiamo sicuramente verso un pubblico molto più ampio e anche verso questioni più complesse ma che, se affrontate nel modo giusto, possono poi portare a dei risultati concreti. Su questo si può veramente incidere, dal punto di vista del raggiungimento degli obiettivi ma soprattutto sulla riduzione dei costi, che poi ovviamente, parlando di ASL, sono costi che ricadono sulla collettività.
Ripeto che quella dei rifiuti nelle ASL e nelle ASO è sicuramente una gestione più complessa, però se si inizia a fare una ricerca e a darsi degli obiettivi seri di riduzione e di riciclo, si possono raggiungere dei risultati che possono fare la differenza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Emendamento rubricato n. 65) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Emendamento alla pagina 164, sottoparagrafo 8.4.1, paragrafo 8.4, Capitolo 8, Titolo II.
Dopo il terzo capoverso viene aggiunto seguente testo: "Durante la presente pianificazione la Regione si impegna ad elaborare un Piano regionale per l'applicazione del PAN-GPP - "Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione". Oltre a prevedere specifiche prescrizioni per incentivare l'applicazione dei CAM Criteri Minimi Ambientali, la Regione garantirà che le gare d'appalto siano coerenti con gli obiettivi contenuti nel presente Piano. Saranno inoltre previste disposizioni affinché tutti gli Enti pubblici piemontesi, comprese le Aziende Sanitarie Locali, le università e gli istituti scolastici redigano un disciplinare interno contenente obiettivi di riduzione e riuso in linea con la pianificazione e la normativa europea, nazionale e regionale. Gli obiettivi degli organi dirigenziali saranno anche subordinati al raggiungimento degli obiettivi contenuti nel disciplinare".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Siamo sempre allo stesso sottoparagrafo 8.4.1; dopo il terzo capoverso a pag. 164, aggiungiamo: "Durante la presente pianificazione la Regione si impegna ad elaborare un Piano regionale per l'applicazione del PAN-GPP (Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione). Oltre a prevedere specifiche prescrizioni per incentivare l'applicazione dei CAM (Criteri Minimi Ambientali), la Regione garantirà che le gare d'appalto siano coerenti con gli obiettivi contenuti nel presente Piano. Saranno inoltre previste disposizioni affinché tutti gli Enti pubblici piemontesi, comprese le Aziende Sanitarie Locali, le università e gli istituti scolastici, redigano un disciplinare interno contenente obiettivi di riduzione e riuso in linea con la pianificazione e la normativa europea, nazionale e regionale. Gli obiettivi degli organi dirigenziali saranno anche subordinati al raggiungimento degli obiettivi contenuti nel disciplinare".
Intanto il disciplinare sulla gestione interna dei rifiuti e le buone pratiche richieste dalle normative diventano parte degli obiettivi anche dirigenziali, perché sono degli obiettivi di costo e quindi di riduzione della spesa. Pensiamo, per esempio, in fase di scelta degli appalti all'andare a trovare i criteri di riduzione della produzione dei rifiuti.
Mentre prima parlavamo della necessità di applicare le raccolte differenziate dentro gli Enti pubblici, infatti, adesso invece parliamo di tutte quelle pratiche che possono consentire di ridurre la spesa e la produzione di rifiuti a monte.
Pensiamo, per esempio, all'uso che si è fatto sempre più intenso dei distributori automatici all'interno delle strutture, che contengono il più delle volte prodotti che hanno tipi di imballaggi, anche eterogenei, non riciclabili. E oltretutto bisogna dire che, come Pubblica Amministrazione non è un buon esempio mettere in scuole, in Aziende sanitarie e in altri Enti pubblici distributori di prodotti e snack che proprio bene non fanno: non sono esattamente un esempio di buona alimentazione e non sono neanche un buon esempio di gestione dei rifiuti, perché il più delle volte abbiamo anche materiali compositi e non riciclabili. Sarebbe molto meglio pensare a delle soluzioni a impatto ridotto e magari a filiera corta che - si sa sono un po' più difficili da attuare ma, una volta messe in atto consentono anche dei risparmi sul fronte della produzione dei rifiuti.
Tutte le Pubbliche Amministrazioni e tutte le ASL contano e hanno una produzione abbastanza grande, per cui crediamo che questo sia un buon esempio che va applicato prima di tutto dal Pubblico.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Con quest'emendamento, andiamo ad introdurre un concetto a noi piuttosto caro, che è quello dell'inserimento di obiettivi per gli organi dirigenziali. E' un qualcosa su cui abbiamo già lavorato anche in altri ambiti. In questo caso, andiamo a identificare degli obiettivi che siano contenuti in un disciplinare. Questi obiettivi dovrebbero tendere ovviamente, alla riduzione e al riuso.
Quello che chiediamo, quindi, è che la Regione si impegni ad elaborare un piano regionale per l'applicazione del PAN-GPP e che siano previste all'interno di questo disciplinare, specifiche prescrizioni per l'applicazione dei criteri minimi ambientali. In questo senso, proprio per verificare che questi obiettivi siano raggiunti, chiediamo che nel disciplinare siano proprio definiti come obiettivi degli organi dirigenziali. In questo senso, riteniamo che questo tipo di obiettivo sia veramente una finalità utile e in grado di misurare la performance - se vogliamo così definirla - di un dirigente.
In quest'ambito, quindi, noi vogliamo fare un esempio pratico e piuttosto chiaro di quello che noi intendiamo per obiettivi reali, quindi obiettivi che effettivamente comportino una reale attività che vada al di là dell'ordinaria amministrazione e che, di conseguenza, siano magari meritevoli di un incentivo collegato. Abbiamo dunque definito, anche all'interno di questi nostri emendamenti, il nostro concetto di premialità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie.
Con quest'emendamento, che va a completamento del precedente sottolineiamo di nuovo quanto non ci piace di questo Piano. Mancano, cioè delle prescrizioni chiare e cogenti per la sua attuazione, oltre agli obiettivi sfidanti.
Questo, infatti, è un Piano che non morde e che non affronta in maniera strutturale il problema: enuncia alcuni principi e poi lascia alla buona volontà del regolatore, eventualmente, di attuarlo. Di per sé, però, quando il Piano così com'è verrà licenziato, poco cambierà, proprio perché i primi obiettivi sono sostanzialmente già raggiunti, proprio perché non si dice in quale modo e con che strumenti devono essere perseguiti gli obiettivi di riduzione e quelli di cambiamento delle modalità della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, perché non c'è un cronoprogramma chiaro dell'introduzione della tariffazione puntuale, ecc: tutte cose che abbiamo già detto in Commissione e al tavolo informale e che continuano a non piacerci di questo Piano, al di là dell'aver ottenuto a quel tavolo informale alcuni risultati, per certi versi più di bandiera che di sostanza, proprio perché non c'è niente in questo Piano che vedrà un cambiamento importante di strategia da questa legislatura. E' questo il problema.
Con quest'emendamento, quindi, cosa chiediamo? Chiediamo le cose che stiamo chiedendo con gli altri emendamenti che abbiamo mantenuto in questa discussione in Consiglio, cioè di introdurre delle cose che siano concrete e attuabili fin da subito. E questa di dire che se l'Ente pubblico, che davvero attualmente non è virtuoso nella gestione dei rifiuti, si dà un disciplinare, deve diventare chiaramente un elemento di valutazione di chi ha la responsabilità di dirigerlo, quindi dei funzionari con le posizioni e i ruoli direzionali.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Come diceva un collega, un Piano è fatto da obiettivi sintetici concreti e misurabili; e poi deve indicare una serie di azioni. In troppi casi questo Piano ha degli obiettivi che magari - come abbiamo già sottolineato - in alcuni casi sono poco sfidanti, però poi, a fronte di queste finalità sintetiche, su molti aspetti abbiamo più che altro delle enunciazioni di principio e delle dichiarazioni d'intenti. Invece, in quest'emendamento, come su altri, si intende passare da un obiettivo alla definizione del metodo per raggiungerlo, e qui parliamo proprio degli appalti della Regione. Poi, è chiaro che se decliniamo gli obiettivi di riduzione e di riciclaggio anche su tutti gli acquisti che vengono gestiti più o meno direttamente dagli enti pubblici regionali, abbiamo la possibilità di riferirci ad una serie molto lunga di provvedimenti, quindi sul totale incide sicuramente.
Infatti, con quest'emendamento vogliamo impegnare ad elaborare un vero Piano per l'applicazione del Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione; intendiamo incentivare l'applicazione dei criteri minimi ambientali e garantire che le gare d'appalto siano coerenti con gli obiettivi contenuti in questo Piano quindi parliamo di nuovo, soprattutto, di Aziende Sanitarie Locali, ma anche di università e di istituiti scolastici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come detto dai colleghi, questo è un emendamento...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Bono.
Ho dimenticato di dire una cosa importante.



BONO Davide

Prego.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto "Engim" di Pinerolo (TO)


PRESIDENTE

Dietro di lei, come ha visto, ci sono i ragazzi del corso professionale Operatore Elettrico, classe I A, dell'Istituto "Engim" di Pinerolo.
A loro rivolgiamo il nostro saluto: buona giornata e buona visita al Palazzo.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 100, inerente a "Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 199. Adozione del Progetto di Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione e proposta al Consiglio regionale della relativa approvazione" (seguito)


PRESIDENTE

Prego, Consigliere Bono, mi scusi.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento importante che aggiunge un capoverso al sottoparagrafo 8.4.1, chiedendo che la Regione si impegni ad elaborare quindi, elabori - un Piano regionale per l'applicazione di un Piano d'azione che miri alla sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione. E' un po' complicata la definizione, ma vorrebbe che venissero fissati e, poi, applicati dei criteri minimi ambientali relativi alle gare d'appalto coerenti con il presente Piano.
Lo abbiamo detto nell'emendamento precedente che spesso gli appalti sono al massimo ribasso, quindi non si guarda né la qualità del servizio né la retribuzione dei lavoratori, né, magari, la qualità e gli effetti secondari dei materiali impiegati a livello ambientale. Pertanto, occorrerà fare una grande rivoluzione nell'ambito degli appalti pubblici, a partire dal cosiddetto Green Public Procurement, cioè gli acquisti pubblici ecologici. Cioè, far sì che gli acquisti abbiano al loro interno un punteggio premiante laddove nell'acquisto di merci, di beni o di servizi vengano valutate le componenti anche di rispetto ambientale, oltre ovviamente, di tutela e di rispetto dei diritti dei lavoratori e di una giusta retribuzione oraria.
Questi sono concetti fondamentali che devono essere valutati insieme non si possono più analizzare in maniera scomputata l'uno dall'altro.
Pertanto, riteniamo importante il presente emendamento, che introduce questi criteri ambientali minimi all'interno di un disciplinare che venga successivamente messo a disposizione di chi bandisce appalti pubblici.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Questo è un altro emendamento importante e di merito che stiamo presentando con la speranza che possa trovare applicazione e possa essere inserito nel nuovo Piano rifiuti della Regione Piemonte, dove chiediamo che la Regione Piemonte si impegni ad elaborare un Piano regionale per l'applicazione del PAN-GPP, cioè del Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione.
Devono essere posti degli obiettivi, a seguito dei quali venga messa in atto tutta una serie di azioni.
Oltre a prevedere specifiche prescrizioni per incentivare i criteri minimi ambientali, la Regione garantirà che le gare d'appalto siano coerenti con gli obiettivi contenuti nel presente Piano; sulle gare d'appalto è appena intervenuto il collega Bono, quindi, condividendo le sue parole, non aggiunto altro al suo pensiero.
Inoltre, saranno previste delle disposizioni affinché tutti gli enti pubblici piemontesi, comprese le Aziende Sanitarie Locali (alle quali, come abbiamo detto, stiamo dando molta importanza), gli istituti scolastici e le università redigano un disciplinare o un regolamento interno contenente degli obiettivi in linea con la pianificazione e le normative regionali nazionali ed europee. Sono importanti e non certo di secondaria importanza gli organi dirigenziali, i quali devono controllare e stabilire il raggiungimento di tutti questi obiettivi contenuti nel disciplinare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Tante volte abbiamo parlato di quanto questo Piano può fare per sensibilizzare i cittadini e altre istituzioni, per rendere il meccanismo che ci governa dal punto di vista dello smaltimento dei rifiuti il più completo e il più efficiente possibile.
Qui mettiamo in campo un altro punto di vista: cosa può fare, da subito, la Regione per indurre, sostanzialmente, gli Enti locali e, per esempio, le ASL a mettere in pratica dei meccanismi virtuosi allorquando per esempio, si appaltano dei servizi. Questo è un fattore molto importante perché, dal punto di vista di un'azienda che predispone un bando, se ci sono delle linee guida ben precise, che ci inducono a comportamenti veramente virtuosi e attenti a una politica di smaltimento corretto dei rifiuti e di riduzione dei rifiuti, allora, veramente, mettiamo in campo un'azione che, da subito, può dare dei frutti, creando anche delle economie di spesa da parte dell'ASL, delle altre aziende e in termini di sostenibilità nel campo dello smaltimento rifiuti.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Credo proprio che, per raggiungere grandi risultati nel settore dei rifiuti, si debba compiere un lavoro certosino, cioè raddrizzare tutti quei vettori che viaggiano in modo impazzito nelle diverse direzioni, portandoli tutti su una strada corretta, quella della sostenibilità ambientale. Per fare questo, occorre che i dirigenti dei vari consorzi - attualmente, dei consorzi, o comunque i dirigenti anche del settore ambientale regionale lavorino tutti nella stessa direzione per agire nel particolare e poter raggiungere grandi risultati. Quindi, entriamo nel cuore delle problematiche: non possiamo accettare che nelle scuole, dove magari si fa il corso di educazione ambientale, lo studente vada alla macchinetta e compri la solita brioscina, magari, con un packaging non riciclabile.
Questi fatti sono intollerabili perché sono diseducativi al massimo: al di là della cultura alimentare, il miglior modo per restare in salute è seguire una corretta alimentazione, cosa che alle giovani generazioni si fa fatica ad insegnare, oltretutto mettendo questi distributori o, comunque consentendo, nelle amministrazioni pubbliche, la commercializzazione di prodotti consentiti, purtroppo, dalla legislazione nazionale, sebbene questi materiali non entrino tranquillamente in una filiera virtuosa del riciclo e del riutilizzo.
Per cambiare il tipo di business, come avviene attualmente, occorre agire proprio sulle procedure delle gare d'appalto.
Quest'emendamento vuole proprio imboccare questa strada.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Emendamento rubricato n. 19) presentato dai Consiglieri Sozzani e Vignale: Alla pagina 164 dell'allegato A, al capitolo 8.4.1.1 dedicato alla Diffusione delle certificazioni ambientali, al paragrafo 'Interventi regionali per incrementare la diffusione dei sistemi di gestione ambientale in Piemonte' è aggiunto, infine, il seguente intervento: "- entro sei mesi dall'approvazione del Piano la Giunta regionale assume o propone al Consiglio i provvedimenti necessari per garantire effettiva attuazione alle agevolazioni fiscali ed economiche in termini di oneri istruttori, previste dai primi tre programmi di intervento del presente capitolo".
Emendamento rubricato n. 20) presentato dai Consiglieri Sozzani e Vignale: Alla pagina 165 dell'allegato A, capitolo 8.4.1.2. dedicato alla Diffusione del Green Public Procurement, paragrafo "Interventi regionali per incrementare la diffusione del GPP in Piemonte", sostituire il testo del primo degli interventi con la seguente formulazione: "Entro un anno dall'approvazione del presente Piano predisposizione ad opera della Giunta del Piano regionale GPP che stabilisca obiettivi e vincoli di applicazione del GPP in Piemonte al fine di sottoporlo all'approvazione del Consiglio".
Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Utilizzo i tre minuti per parlare anche dell'emendamento 19), che prima ho elencato ma non ho commentato, anche perché sono due emendamenti legati nell'ambito della finalità che essi assumono.
L'emendamento chiede che la Giunta regionale, entro sei mesi dall'approvazione del Piano, assuma o proponga al Consiglio i provvedimenti necessari per garantire l'effettiva attuazione delle agevolazioni fiscali ed economiche contenute nello stesso Piano, in termini di oneri istruttori previsti dai primi tre programmi di intervento e del presente capitolo.
Siamo a pagina 164 dell'allegato A.
Questa aggiunta vuol dire, di fatto, una riduzione delle imposte regionali dovute per il deposito in discarica dei rifiuti e per l'IRAP delle aziende certificate EMAS o ISO14000. Una riduzione delle spese di istruttoria per le procedure ambientali delle medesime aziende certificate e punteggi maggiorati per l'assegnazione dei fondi strutturali.
Sono tutte azioni positive perché, rispetto all'economia circolare nella quale abbiamo inserito gli obiettivi fondanti di questo Piano, ci deve essere sempre un aiuto. Sappiate che le certificazioni già prevedono una riduzione, a monte, dei rifiuti, specialmente per le aziende, quindi vi è un analogo obiettivo finale di aiuto economico a queste aziende, in modo da incentivare sia la certificazione in aziende che attualmente non lo sono, sia a favorire le aziende che invece lo hanno attuato da tempo essendo certificazioni di tipo volontario.
In modo analogo, sempre nella nota dell'allegato A, si parla della diffusione del Green Public Procurement, cioè interventi regionali atti ad incrementare la diffusione di questa prassi nell'ambito della Regione Piemonte.
Cosa significa tutto ciò? Significa che si indirizza, come abbiamo detto prima, nel rispetto del Codice degli appalti - attenzione a non indicare in leggi o in Piani di questo tipo elementi che possono andare in contrasto con leggi nazionali - la possibilità di indicare, come politica vincolante da parte delle Pubbliche Amministrazioni, acquisti green compatibili, ai fini della buona prassi anche all'interno delle Pubbliche Amministrazioni stesse.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento 20), come illustrava il collega Sozzani, prevede che entro un anno dall'approvazione del Piano, la Giunta predisponga un Piano regionale che stabilisca obiettivi e vincoli di applicazione del Piano stesso, da sottoporre all'approvazione del Consiglio.
Questo è un aspetto certamente significativo, nel senso che la Pubblica Amministrazione, in merito all'utilizzo di carta riciclata o, comunque, di tutto quanto sia materiale afferente al ragionamento fatto sull'economia circolare, è certamente importante.
Va detto però, e l'abbiamo fatto presente in altri interventi, che secondo noi è un aspetto che manca all'interno del Piano e come normativa a livello nazionale. Sarebbe indispensabile, infatti, che tutto ciò che rappresenta l'utilizzo di riciclo, e non la produzione di nuovo materiale fosse incentivato da un punto di vista fiscale, come avviene in tutti gli altri Paesi.
Nella nostra Nazione avviene esattamente l'opposto: molto spesso, un prodotto derivante da un riciclo ha un costo superiore rispetto ad un prodotto nuovo.
Da questo punto di vista è certamente importante la diffusione del Green Public Procurement, però sono anche le modalità che l'emendamento individua nello stabilire obiettivi e vincoli di applicazione. Tuttavia, è certamente importante un ragionamento, anche a livello nazionale sull'incentivazione nell'utilizzo di questi materiali.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 21) presentato dai Consiglieri Sozzani e Vignale: Alla pagina 165 dell'allegato A, capitolo 8.4.1.2. dedicato alla "Diffusione del Green Public Procurement", paragrafo "interventi regionali per incrementare la diffusione del GPP in Piemonte" al secondo degli interventi sostituire la percentuale del "60%" con "50%".
Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Per illustrare quest'emendamento riprendo il concetto di prima, cioè che questo Piano ci pare vada ad incidere in un modo nuovo in alcuni settori, passando da una non applicazione dei concetti della green economy ad un'applicazione tout court della green economy.
Cosa significa? Il Ministero ha fissato un obiettivo del 50 dell'acquisto, da parte degli enti pubblici, di prodotti ecocompatibili.
Noi indichiamo il 60, pur non avendolo mai applicato precedentemente.
Ciò che dicevamo era: bene, raggiungiamo prima il 50%, dando indicazioni obbligatorie alle pubbliche amministrazioni, che non hanno una preparazione specifica rispetto a questo tipo di obiettivo.
Raggiungiamo almeno quello che ci chiede il Ministero, senza fare gli svedesi in Piemonte.
Alla fine della fiera, proponiamo obiettivi difficilmente raggiungibili in breve tempo, mentre vorremmo fare un Piano credibile.
Guardate che il solo il 50% degli acquisti ecocompatibili, in una Pubblica Amministrazione, vuol dire cifre importanti per la Regione Piemonte, soprattutto se le stesse venissero applicate fra tutti i Comuni la Regione, le Province, gli Enti di cui abbiamo discusso prima (ASL e ASO) e quant'altro di pubblico c'è.
E' chiaro che dobbiamo dare tempo a queste organizzazioni di trovare interlocutori e fornitori perché, come abbiamo già detto, in questo momento, in Piemonte, sono pochi i fornitori che danno possibilità in questo campo: solo 12 aziende nell'indotto piemontese ci sembra poco.
Il fatto che ci possa essere una graduale applicazione di questi concetti ed un graduale obiettivo di raggiungimento degli stessi consente all'economia del Piemonte, di adeguarsi rispetto a questi standard e soprattutto, di farli propri nell'ambito delle attività di produzione delle stesse, con promozione all'interno delle pubbliche amministrazioni.
Questo è il concetto. Non è un concetto negativo di regressione rispetto agli obiettivi del Piano, ma è di buona prassi, di raggiungimento degli obiettivi certi e non teorici come il Piano dice, anche perché noi chiediamo l'adozione di un provvedimento specifico della Giunta che fissi dei termini entro i quali questi obiettivi devono essere raggiunti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Sozzani faceva giustamente presente come sarebbe necessario arrivare almeno alla percentuale indicata dall'obiettivo nazionale, cioè quello del 50%. E' particolarmente interessante vedere all'interno del Piano di azione nazionale, i criteri ambientali minimi, su cosa operare. Per esempio, in tutto ciò che sono le forniture, arredi e quant'altro del palazzo unico regionale, è evidente che quello potrà diventare, per la Regione Piemonte, il primo banco di prova di utilizzo e di rispetto del Piano. I criteri prevedono che, come si dice all'interno del Piano stesso, vi siano una serie di requisiti su mobili per gli uffici arredi, archiviazione per sale e sale lettura, edilizia, gestione dei rifiuti, servizi energetici, elettronica e altro ancora.
Noi abbiamo l'opportunità, nei prossimi anni, di sperimentare il palazzo unico non solo come sede unica, ma come sede all'interno della quale si sperimentano una serie di interventi relativamente a categorie merceologiche di cui ci stiamo occupando.
Tutto questo per fare in modo che ci sia una coerenza fra ciò che scriviamo e ciò che facciamo, altrimenti il rischio - l'abbiamo detto anche per il Piano regionale sull'amianto - è di avere piani con obiettivi molto importanti, che poi non si realizzano nemmeno negli obiettivi dati dagli indicatori nazionali.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 22) presentato dai Consiglieri Sozzani e Vignale: Alla pagina 166 dell'allegato A, capitolo 8.4.1.2. dedicato alla Diffusione del Green Public Procurement, paragrafo: interventi regionali per incrementare la diffusione del GPP in Piemonte, dal testo del quarto intervento sono cancellate le parole: condizione necessaria".
Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Siamo a pagina 166, nell'applicazione del Green Public Procurement dove vi sono interventi regionali per incrementare la diffusione del GPP in Piemonte. Qualora ciò non avvenisse, vi è l'esclusione dei finanziamenti specialmente dai fondi strutturali.
Noi chiediamo che siano cancellate le parole "condizione necessaria" anche perché l'applicazione dei criteri ambientali minimi, cioè la misura del 50% negli appalti, condizione necessaria - quello che dice il Piano per accedere al finanziamenti della Regione, creerebbe una serie di problemi. Quali sono questi problemi? Anzitutto, è un emendamento che semplifica e corregge il Piano in applicazione alla legge sugli appalti. E' possibile che nell'ambito della Regione Piemonte vi siano enti pubblici che, per il risparmio delle forniture, abbiano fatto appalti pluriennali. Nel momento in cui noi oggi stiamo discutendo del Piano, alcuni Enti pubblici hanno fatto contratti di fornitura che vanno al di là del singolo anno di discussione, quindi del 2016, magari anche al 2017-2018. Lo hanno fatto per razionalizzare le loro risorse, per abbassare i costi complessivi di fornitura, successivamente all'applicazione tout court del piano, ma - e questa ci sembra una condizione talebana - vengono esclusi per essere stati ligi al proprio dovere.
Per aver ottenuto prezzi buoni, ma non ecocompatibili, successivamente si trovano ad essere esclusi dai finanziamenti regionali per il fatto che quella pluriannualità, magari, non prevede il 50 o il 60% indicato nell'ambito del Piano. Ci chiediamo: non è possibile eliminare questa condizione? Diventa un obiettivo del Piano.
La programmazione spetta alla Giunta. Come abbiamo chiesto negli emendamenti precedenti, la Giunta fisserà dei tempi successivi al Piano stesso, tanto rimane l'obiettivo finale, ma non la condizione che dà un elemento vincolante a queste stesse amministrazioni con la pluriannualità di applicazione e di perdita dei contributi stessi. Ci sembrava logica dare indicazione di una pianificazione con obiettivi seri e raggiungibili.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Certamente il GPP è un percorso opportuno e necessario, se si vuole parlare di una politica orientata a tutta una serie di prassi di un certo tipo e finalizzata ad un miglioramento di tutti gli aspetti ambientali.
Questo è importante.
E' chiaro, come diceva il Consigliere Vignale, che dobbiamo essere noi a indicare la strada, essere noi i promotori e i primi applicatori. Quello che richiama l'emendamento - la condizione necessaria per essere ammessi ad una certa tipologia di bandi o di appalti - diventa un elemento che deve essere valutato.
Deve essere valutato perché, in questo Paese, molte volte si pongono delle condizioni, ma alla fine rimangono solo elementi di legge e, all'atto pratico, si è latitanti sui controlli. A volte, non si è molto attenti in certe situazioni, alla fine diventano immediatamente un deterrente perch le condizioni, se non vengono monitorate o non vengono stimolate, finiscono per essere lettera morta. Da una parte, diventano un elemento di "promozione", dall'altra finiscono per essere lettera morta.
A questo punto, magari un percorso più graduale e meno strong, meno forte dal punto di vista dell'approccio, può portare ad un avvio graduale di un percorso sicuramente interessante.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Si tratta di un emendamento sostanzialmente di buon senso ed estremamente significativo. Dire che l'applicazione di criteri ambientali minimi è condizione premiante per accedere a finanziamenti erogati dalla Regione, è già un aspetto significativo. Noi lo ricordiamo: relativamente ai piani regionali o norme nazionali, non abbiamo, fino ad oggi individuato criteri premianti. Se ne sta discutendo, se n'è discusso nella legge sulla ludopatia, ma non abbiamo, nella normativa regionale situazioni simili.
La condizione premiante è già un'innovazione normativa, in questo caso di una delibera del Consiglio assolutamente significativa, e direi che è condizione necessaria. Noi crediamo invece assolutamente inopportuno nel senso che, se noi dovessimo applicare il Piano anche fra un anno verosimilmente il primo soggetto che non potrà beneficiare dei fondi strutturali sarà la Regione Piemonte, per cui ci pare anomalo che, se la Regione Piemonte non rispetta il 60% che si è data, ovviamente continuerà a utilizzare i fondi strutturali, e ci sembra però poco sensato che questa clausola possa in qualche modo penalizzare le ASL, i Comuni e tutti i soggetti che in qualche modo sono tenuti a un governo di acquisti legato a materiali ecosostenibili (ci sono già i punti precedenti che danno disposizioni volte al raggiungimento di questa percentuale).
Ci pare che inserire l'utilizzo dei finanziamenti erogati dalla Regione sui fondi strutturali europei (ma è un riferimento, perché in realtà parla di tutti i finanziamenti erogati alla Regione) sia una forzatura inutile perché tanto poi non avverrà.



PRESIDENTE

E' convocata la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi in Sala A.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.06)



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