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Dettaglio seduta n.145 del 12/04/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(La seduta ha inizio alle ore 14.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Benvenuto e Bono.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 100, inerente a "Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 199. Adozione del Progetto di Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione e proposta al Consiglio regionale della relativa approvazione"


PRESIDENTE

Procediamo proseguendo l'esame della proposta di deliberazione n. 100 di cui al punto 3) all'o.d.g.
Emendamento rubricato n. 35) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Emendamenti alla pagina 129, SOTTOPARAGRAFO 8.3.1, PARAGRAFO 8.3, CAPITOLO 8, TITOLO II Il terzo capoverso che inizia con le parole "Con il raggiungimento.." viene così modificato: "Con il raggiungimento di tale obiettivo si ritiene sia soddisfatto l'obiettivo di riduzione al 2020 del 3,5% della produzione di rifiuti totali (RU+RD+ALTRI) rispetto al 2013".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo alla pagina 129 del Piano.
Questo emendamento modifica un capoverso in questo modo: "Con il raggiungimento di tale obiettivo si ritiene sia soddisfatto l'obiettivo di riduzione al 2020 del 3,5% della produzione dei rifiuti totali rispetto al 2013". E' una modifica conseguente ad una modifica precedente che riguarda l'obiettivo di riduzione dei rifiuti.
Essendo andati a sostituire una tabella con altri dati, è chiaro che dobbiamo rendere il testo coerente con il contesto che abbiamo creato con gli altri emendamenti, altrimenti ci sarebbero delle discrepanze.
Riteniamo, infatti, complessivamente insufficiente la percentuale e la quantità di rifiuti che il Piano si ripropone di ridurre, poiché pensiamo sia possibile e anche doveroso fare molto di più ed andare oltre, sempre per il vecchio motivo che si tiene conto, nel calcolo della riduzione dei rifiuti, secondo noi in modo errato, in un modo che dovrebbe essere superato, soltanto del dato macroeconomico, quindi si va a prendere un dato cosiddetto pre-crisi, e si applica una riduzione da quel dato. In realtà dovremmo separare il dato della produzione dei rifiuti da quello dell'andamento dell'economia nazionale e internazionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Ne approfitto per ricordare che questa mattina, all'iscrizione dell'o.d.g., abbiamo chiesto comunicazioni al Presidente Chiamparino.
Volevo capire, dal momento che ci è stato dato consenso a questa richiesta da parte del Presidente Laus, come si articola la questione.
Termino l'illustrazione dell'emendamento.



PRESIDENTE

Poi le daremo la comunicazione.



VALETTI Federico

Grazie.
Con quest'emendamento vincoliamo il raggiungimento di obiettivi che nel periodo risultavano obiettivi generici a degli obiettivi specifici sul Piano rifiuti, che noi abbiamo definito con dei quantitativi sia di rifiuto pro capite che di raccolta differenziata.
Questo perché, per dimensionare tutte le misure che poi andiamo a implementare sul territorio e a dare linee guida ai Comuni, facciamo presente che la strada da tenere è senza dubbio quella dell'adozione delle migliori tecnologie disponibili, almeno per quanto ne conosciamo dalle sperimentazioni che sono state fatte in tutto il mondo, quindi abbiamo come unico risultato che, per oltrepassare le soglie che noi imponiamo di raggiungimento e di attuazione di economia circolare, abbiamo i metodi classici della raccolta porta a porta, con tariffazione puntuale e con un alto tasso di incentivazione e di sensibilizzazione dei cittadini.
Senza il coinvolgimento dei cittadini tutte queste misure risultano impossibili. Quindi è molto importante specificare questi numeri non perch ci teniamo ai numeri, ma perché questi sono i risultati naturali di una serie di pratiche che si attuino conformemente al concetto che l'Unione Europea specifica come economia circolare.
Il nostro obiettivo intermedio al 2020 fissa una serie di pratiche che prevedono, su almeno il 50% del territorio, l'implementazione a partire da subito, quindi si parte ora con le progettazioni di studi di fattibilità per arrivare al 2020 con un 50% del territorio che sta implementando o ha implementato questi tipi di tecnologie sul territorio.
Parlando con le Amministrazioni locali, abbiamo visto che altre Amministrazioni presto seguiranno il buon esempio di alcuni Consorzi, come quello dell'Acquese, che ha dichiarato di volerlo fare, non c'è ragione per non volere indicare i numeri precisi all'interno del testo del Piano.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La Giunta comunica che verrà data comunicazione nella prossima Commissione e che oggi, alle 18, verrà stabilito quando e le modalità nella Conferenza dei Capigruppo.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento continuiamo a cercare di dare un po' più di mordente a questo piano, andando a guardare degli obiettivi un po' più sfidanti e anche meglio indirizzati, come ha bene illustrato il collega Valetti.
La questione è propria quella che il Piano va, di fatto, ancora veramente completato con tutta una serie di informazioni e numeri che vadano al di là di obiettivi minimalisti con tre date di riferimento su un periodo che va da qui al 2030. E' evidente che quello che noi ci aspettiamo è che venga dato, proprio perché si chiama "Piano", un programma il più possibile calato nella realtà esistente, quindi anche sulle diverse velocità cui il territorio va e sulle diverse modalità con cui le politiche di gestione dei rifiuti sono state portate avanti nei diversi territori.
Purtroppo la programmazione regionale, il compito precipuo di questo Ente è venuta a mancare, per cui ogni area è andata un po' secondo le proprie inclinazioni e i propri interessi, quando magari non ha lasciato andare col minimo sforzo la situazione.
Sotto questo profilo, l'intento del nostro lavoro nel porre obiettivi precisi e anche ben calibrati è proprio quello di andare a proporre un programma di lavoro che sia adeguato agli obiettivi del Piano, così come noi proponiamo anche di configurarli.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Ci concentriamo ancora sulla produzione dei rifiuti.
Crediamo sia un tema fondamentale, se si vogliono raggiungere obiettivi importanti e virtuosi. Nella raccolta differenziata la prima cosa è ridurre i rifiuti. L'azione principale, come abbiamo ripetuto più volte sicuramente è quella dell'adozione di una tariffazione puntuale che consenta agli amministratori pubblici di avere un controllo sulla gestione del ciclo dei materiali denominati rifiuti solidi urbani, che possono diventare materia seconda laddove si utilizzano tecniche di raccolta differenziata avanzate, che determinano una forte riduzione dei rifiuti grazie proprio ad una tariffazione che consenta una valutazione della produzione dei rifiuti. Quindi, parliamo di una tariffa in parte variabile che, secondo il principio "chi inquina paga", imputi al conferitore di materiali una parte della, tra virgolette, "tassazione" in base alla produzione dei rifiuti.
Questo è il passaggio fondamentale, poi ve ne sono altri, quale il compostaggio domestico, che può avere anche delle variabili, che si stanno sperimentando, per esempio, nel Consorzio Medio Novarese, cioè contenitori per l'umido aerati da 100 litri il cui materiale si raccoglie una volta al mese. Quindi, il vantaggio è doppio: una riduzione in peso della frazione umida del 15% e una riduzione del numero di conferimenti e di raccolte perché è fondamentale agire sulle spese di raccolta, dobbiamo rendercene conto. Questo può avvenire solo con un livello molto elevato di raccolta differenziata.
Questa è la strada da percorrere: riduzione dei rifiuti e riduzione del numero di conferimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Chiaramente, in quest'emendamento noi indichiamo dei numeri, che secondo noi, sono raggiungibilissimi.
Come diceva il collega Andrissi, ci sono interventi anche minimali sulle modalità di raccolta dei rifiuti e sulle modalità di conferimento che possono dare da subito dei risultati. Per esempio, si parlava di ottimizzazione della raccolta: specie nei territori marginali, chiaramente il compostaggio domestico è un elemento che fa la differenza, quindi occorre la fornitura di compostiere nelle aree dove c'è la possibilità di riutilizzare il materiale compostato nelle coltivazioni e negli orti.
Con questo semplice accorgimento, oltre ad evitare il trasporto del rifiuto, noi riduciamo la quantità (soprattutto la quantità in peso) e giocoforza, riduciamo anche la pericolosità del rifiuto non differenziato.
Infatti, ogniqualvolta inseriamo del rifiuto umido all'interno dell'indifferenziato causiamo un grosso problema dal punto di vista ambientale, sia che il rifiuto finisca in discarica sia che finisca nell'inceneritore.
Quindi, pochi accorgimenti sarebbero sufficienti a raggiungere queste percentuali che qui abbiamo scritto nero su bianco.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Se nessuno chiede di intervenire, abbiamo concluso l'esame dell'emendamento rubricato n. 35).
Emendamento rubricato n. 36) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Pagina 129, sottoparagrafo 8.3.1., paragrafo 8.3, capitolo 8, titolo II Il secondo capoverso che inizia con le parole 'Ciascun ATO...' viene così modificato: 'Ciascun ATO deve raggiungere gli obiettivi di riduzione e di raccolta differenziata definiti dal presente Piano attraverso l'intercettazione e avvio a riciclaggio di specifiche tipologie di rifiuti quali la frazione organica, i RAEE, le pile e gli accumulatori, i rifiuti da imballaggio, la frazione verde, il vetro, la carta e il cartone, i metalli, la plastica, il legno, i tessili. La Regione interverrà qualora l'ATO non rispetti gli obiettivi di pianificazione.'".
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Il presente emendamento, sempre al capitolo 8, paragrafo 8.3 sottoparagrafo 8.3.1, alla pagina 129, recita: "Il secondo capoverso che inizia con le parole 'Ciascuna ATO...' viene così modificato: 'Ciascuna ATO deve raggiungere gli obiettivi di riduzione e di raccolta differenziata definiti dal presente Piano attraverso l'intercettazione e avvio a riciclaggio di specifiche tipologie di rifiuti, quali la frazione organica i RAEE, le pile e gli accumulatori'" - e via via le varie frazioni che compongono attualmente la raccolta differenziata - "La Regione interverrà qualora l'ATO non rispetti gli obiettivi di pianificazione.'".
Si noti che - è importante qui - la nostra proposta apre alla possibilità di identificare obiettivi differenziati per ATO, perché gli Ambiti Territoriali Ottimali per la gestione dei rifiuti non sono tutti uguali, hanno tempistiche e territori diversi e hanno raggiunto obiettivi molto differenziati nel corso del tempo, qualcuno è più avanti e qualcuno è più indietro: la Città di Torino, con le sue peculiarità, ha un 30% del territorio comunale coperto dalla raccolta porta a porta senza tariffazione puntuale, che è un buon passo per procedere e andare più spediti, e alcune implementazioni sono in corso. Il territorio del novarese, e in generale il nord-est, è più avanti con le sperimentazioni e con l'applicazione del porta a porta, che ha ottenuto già risultati; è sempre Novara il comune capoluogo con il risultato migliore da questo punto di vista.
Poi, abbiamo Ambiti un po' più indietro, come alcune zone della Città metropolitana di Torino, ma anche il Vercellese, l'Alessandrino e l'Astigiano, su cui ancora molto si deve fare. Quindi, non è corretto richiedere risultati identici entro l'arco di tempo che pone questo Piano ma obiettivi scaglionati negli anni successivi, di cui abbiamo chiesto l'esplicitazione all'interno del Piano, per avere una garanzia di continuità della direzione che vogliamo intraprendere, che non è stata intrapresa, o meglio: gli obiettivi posti sono troppo in ritardo rispetto a quanto noi auspichiamo e a quello che dovrebbe essere, basti pensare che quanto noi chiedevamo al 2020 è chiesto al 2030 nel presente Piano.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questo emendamento modifica anch'esso un capoverso.
Con la nostra modifica, ciascun Ambito Territoriale Ottimale deve raggiungere gli obiettivi di riduzione e di raccolta differenziata definiti dal presente Piano attraverso l'intercettazione e l'avvio al riciclaggio di specifiche tipologie di rifiuti, quali la frazione organica, i RAEE, le pile, gli accumulatori, i rifiuti da imballaggio, la frazione verde, il vetro, la carta, il cartone, i metalli, la plastica, il legno e i tessili.
La Regione interverrà qualora l'ATO non rispetti gli obiettivi di pianificazione.
Quindi, vogliamo indicare, innanzitutto, degli obiettivi declinati anche per Ambito Territoriale Ottimale e non solo globali; in secondo luogo, vogliamo sia effettuato un controllo sull'applicazione del Piano e sul raggiungimento degli obiettivi. Abbiamo inteso lavorare in questo senso nella formulazione sia degli emendamenti che di quello che sarà l'atto di indirizzo allegato al Piano, che è stato firmato da praticamente tutte le forze politiche, con una sorta, in seguito, di clausola valutativa, con un meccanismo per verificare nel tempo l'attuazione di questo Piano rifiuti.
Approfitto di questi altri trenta secondi solo per segnalare che questa mattina avevamo avanzato richiesta di comunicazioni senza ricevere risposta dal Presidente Laus, che - cito le sue parole - si era dimenticato; fermo restando che ne parleremo nella Conferenza dei Capogruppo, segnalo anche qui a microfono che queste comunicazioni chiederemo vengano comunque effettuate in aula.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento intendiamo introdurre il principio che gli obiettivi di pianificazione siano vincolanti, nel senso che ci sarà una funzione di controllo che verrà esercitata e produrrà conseguenze sugli ambiti territoriali ottimali, qualora non vengano rispettati gli obiettivi.
E' chiaro che queste conseguenze saranno da definire in base alle motivazioni e alle modalità per cui i risultati non sono stati raggiunti.
E' un elemento fondamentale, perché è inutile avere piani e programmi se poi non vengono definiti e previsti gli strumenti per poterli attuare strumenti che non possono prescindere da un efficace controllo della macchina che viene avviata con l' approvazione del Piano rifiuti.
Se da un lato agiamo sul discorso degli obiettivi e delle quantificazioni precise su un programma di lavoro, dall'altro dobbiamo abbracciare quei nuovi principi che permettono di affrontare la gestione dei rifiuti in maniera moderna, innovativa, ma, soprattutto, volta a risolvere la questione del rifiuto, visto come elemento che gira all'interno del sistema produttivo e della nostra società, senza produrre scarti che vanno a pesare sull'ambiente e sull'ecosistema, quindi senza consumare, in maniera definitiva, risorse che in un mondo finito sono finite e, tra l'altro, oggetto di contesa tra tutti coloro che ne hanno bisogno.
Questo emendamento è un altro degli elementi fondamentali per portare avanti il ragionamento sul Piano rifiuti.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
E' un aspetto fondamentale, perché la clausola valutativa, come diceva il nostro Capogruppo, è un aspetto che va assolutamente perseguito.
Non possiamo accettare che in questa regione vi siano ampie fasce di Comuni che ancora oggi non hanno attivato la raccolta differenziata dell'umido.
E' intollerabile. Nonostante la normativa RUB, di cui abbiamo parlato prima, imponga, entro il 2018, una presenza massima dell'indifferenziato di 81 chili/abitanti/anno, sappiamo che, a tutt'oggi, c'è ancora un gran numero di Comuni in Piemonte che non fa la raccolta differenziata dell'umido.
La situazione è veramente inaccettabile e testimonia il fatto che le penalità per questi Comuni sono insufficienti.
Credo, quindi, che vada inserita una normativa di rispetto della pianificazione con una clausola valutativa, ma anche una serie di penalità che renda intollerabili, a questi Comuni e a questi ambiti territoriali proprio dal punto di vista economico, situazioni che vanno poi a gravare sull'ambiente.
Questo Piano rifiuti pone, come sistema accettato, 280 mila tonnellate di rifiuto indifferenziato che deve andare in discarica. Noi crediamo si possa scendere sotto le 100 mila tonnellate, se si facesse una politica in modo uniforme a livello regionale.
Tuttavia, non possiamo accettare che vi siano ampie fasce di Comuni e consorzi che non fanno la raccolta differenziata dell'umido. Penso al Biellese, ad esempio, che si trova in una situazione veramente paradossale: con addirittura una società in house, i Comuni non potevano neanche esercitare il controllo analogo, quindi queste società non potevano neanche essere definite in house.
Ci sono situazioni veramente incredibili e inaccettabili in questa Regione, dove ogni consorzio, come abbiamo detto nelle passate sedute decide il colore del contenitore per la raccolta differenziata.
E' una situazione inaccettabile a cui occorre porvi velocemente rimedio, perché la normativa RUB non è sufficiente a limitare la presenza dell'umido nell'indifferenziato.
Ciononostante, queste amministrazioni, questi consorzi e questi ATO fingono che non ci siano regole.
E' quindi molto importante quest'emendamento.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
In quest'emendamento iniziamo ad inserire alcune valutazioni sugli ATO.
Questi emendamenti vogliono evidenziare alcune modifiche sull'organismo che, in realtà, è proprio l'organismo che territorialmente decide ed indirizza la politica dei rifiuti e della loro gestione.
Chiaramente noi, come Regione, facciamo da raccoglitore delle istanze che arrivano da una pianificazione, non solo nazionale ma europea, ma poi piano piano, questa pianificazione deve andare a modificare il modo di organizzare il servizio a livello locale.
L'ATO è proprio un organo di grande centralità per queste politiche.
In quest'emendamento diciamo una cosa che potrebbe apparire ovvia, ma è molto importante: gli ATO devono fare politiche di pianificazione del recupero dei rifiuti e devono raggiungere gli obiettivi del Piano, ATO per ATO.
E' una questione centrale ed importante per l'applicazione del Piano rifiuti e la sua effettiva realizzazione dal punto di vista pratico.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie.
Con quest'emendamento chiediamo una modifica del testo.
Stiamo parlando di un Piano rifiuti in ambito territoriale. Citiamo l'ambito territoriale ottimale, il cosiddetto ATO, e chiediamo che ci sia un rispetto e linee univoche in tutto il territorio.
Ciascun ATO deve raggiungere gli obiettivi di riduzione di raccolta differenziata, definite dal seguente Piano, attraverso l'intercettazione e l'avvio al riciclaggio di specifiche tipologie di rifiuti, quali la frazione organica, il RAEE, le pile, gli accumulatori, gli imballaggi, il vetro, la carta, il cartone, i metalli, la plastica, il legno e i tessili.
La Regione cosa dovrà fare? Dovrà intervenire qualora l'ATO non rispetti gli obiettivi di pianificazione.
Tutto questo perché, a livello provinciale, gli amministratori locali i consorzi e le Province devono farsi promotori e controllare che ci sia un corretto smaltimento dei rifiuti ed un rispetto dei parametri.
Poiché finora è in atto un Piano regionale rifiuti vecchio, fermo da tanti anni, che dovrebbe essere sostituito da questo Piano rifiuti presentato dalla Giunta, ognuno ha fatto quello che voleva nel proprio territorio.
Chiediamo, quindi, che la Regione intervenga e si faccia promotrice di monitoraggio e controllo dell'ATO che non rispetta tutti gli obiettivi di pianificazione.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Vignale: Alla pagina 129 dell'allegato alla tabella 8.3, sezione 1) riduzione della produzione di rifiuti, azione seconda sono aggiunte le seguenti parole: entro sei mesi dall'approvazione del Piano la Giunta regionale provvede ad adottare gli interventi economici e fiscali di cui sopra, con la possibilità di prevedere disposizioni differenziate per le varie ATO o Ambiti ottimali a seconda della misura con cui gli stessi hanno dato attuazione agli obiettivi del Piano".
Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Questo emendamento è di genere aggiuntivo rispetto a quelli discussi questa mattina. Qui siamo alla pagina n. 129 dove chiediamo di aggiungere le parole "entro sei mesi dall'approvazione del Piano la Giunta regionale provvede ad adottare gli interventi economici e fiscali di cui sopra, con la possibilità di prevedere disposizioni differenziate per le varie ATO o ambiti ottimali a seconda della misura con cui gli stessi hanno dato attuazione agli obiettivi del Piano".
Questa è una norma che prevede anche attività di premio e di incentivazione rispetto all'obiettivo. Abbiamo detto che questo tipo di Piano prevede degli obiettivi che possono essere assolutamente ambiziosi ma questi obiettivi vengono annacquati qualora, sui vari territori, vi sono delle situazioni di tranquillità. Ci devono essere degli obiettivi che devono essere perseguiti con dei premi o delle multe in modo tale che la cultura del riciclo del rifiuto, attività di cui abbiamo discusso più volte all'interno della Commissione, venga garantita anche da una modalità premiante rispetto ai territori che raggiungono più velocemente questi obiettivi, in modo tale che si generi anche un circolo vizioso positivo, un minimo di concorrenza interna fra territori.
I Consiglieri del Movimento 5 Stelle dicevano che esistono delle differenze tra ATO nell'ambito regionale sul raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata. Non si vede perché questo possa essere introdotto con una modalità di questo genere. La norma citata contiene la previsione di strumenti economici e fiscali e di regolamentazione, in particolare con riguardo alla tariffazione puntuale, che è l'obiettivo finale di quest'emendamento.
Risulta evidente e richiamo al principio per cui più si producono rifiuti, più si paga. Questo deve essere un principio inserito in modo chiaro all'interno del Piano, che abbia un valore sia politico che di vincolo per quanto riguarda la Giunta, e per rendere operativi quegli sgravi fiscali o tariffari annunciati, anche se non specificati nell'ambito del Piano.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 34) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: " La tabella 8.4 è sostituita dal testo seguente: 2) Azioni da intraprendere per l'obiettivo di Riciclaggio (recupero di materia) dei rifiuti urbani: istituzione del "Forum permanente per l'economia circolare" cui partecipano le istituzioni, i rappresentanti della società civile, le imprese e le associazioni ambientaliste riorganizzazione dei servizi per la raccoltadifferenziata di: frazione organica, frazione verde, vetro, carta e cartone, metalli, plastica legno,tessili, R.A.E.E. ed ingombranti raccolta della frazione organica nella misura di 80 kg/ab anno e della frazione verde nella misura di 40 kg/ab realizzazione di centri di raccolta dei rifiuti introduzione di un sistema cauzionatorio su alcune categorie di imballaggi a partire dagli imballaggi in vetro negli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande.
riorganizzazione dei servizi di raccolta finalizzata ad incrementare la raccolta differenziata di pile e accumulatori e loro avvio ad impianti di recupero disincentivazione del ricorso all'usa e getta riorganizzazione dei servizi per la raccolta differenziata di almeno: carta e cartone, plastica, metalli, vetro, legno, frazione organica e frazione verde, secondo il metodo di raccolta domiciliare abbinata a tariffazione puntuale riorganizzazione dei servizi di raccolta finalizzata ad incrementare la raccolta dei R.A.E.E. e loro avvio ad impianti di recupero favorire Accordi per incrementare la raccolta dei R.A.E.E. presso i distributori (ritiro "one to one" e"one to zero") favorire la preparazione al riutilizzo dei R.A.E.E. raccolti separatamente dei loro componenti e materiali di consumo.
riorganizzazione dei servizi di raccolta finalizzata ad incrementare la raccolta differenziata dei rifiuti da imballaggio ed il loro avvio ad impianti di riciclaggio.
riorganizzazione dei servizi per la raccolta differenziata di: frazione organica, frazione verde, vetro, carta e cartone, metalli, plastica, legno tessili, R.A.E.E. ed ingombranti programmazione di una rete di impianti per il pretrattamento del rifiuto indifferenziato da avviare a smaltimento, che ne abbassi ulteriormente la componente organica e recuperi ulteriore materia attivazione ed incentivazione di un programma di riconversione per l'esercizio degli impianti di incenerimento/combustione/co-combustione di rifiuti, di combustibili solidi secondari di gas di discarica, di gas residuati dai processi di depurazione, di bioliquidi nonché di impianti a biomasse e digestori anaerobici alimentati da rifiuti urbani e da prodotti o residui biodegradabili, in nuovi impianti per il trattamento a mezzo riciclo/recupero delle frazioni differenziate e della quota residuale di indifferenziato destinato a riciclo/recupero di materie prodotte nello stesso bacino di riferimento".
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Su quest'emendamento sostituiamo una tabella con azioni da intraprendere, mirate al riciclaggio e recupero di materia.
Citiamo l'istituzione di un Forum permanente per l'economia circolare a cui far partecipare le istituzioni, i rappresentanti delle società civile le imprese e le associazioni ambientaliste. Citiamo i numeri di raccolta di frazione organica, la riorganizzazione dei servizi per la raccolta differenziata e tutte quelle azioni che interessano i vari cicli di trattamento e i vari cicli di vita dei rifiuti, come ad esempio i RAEE, dal momento in cui non sono più utili e diventano rifiuto, sino al loro recupero.
Mi soffermo un attimo - visto che delle altre cose abbiamo parlato approfonditamente - sulle materie che non abbiamo citato prima, come questo Forum permanente. Un argomento che ho articolato, forse in modo più dettagliato, anche nella proposta di legge di prossima presentazione, che riguarda anche una specie di registro della virtuosità sia degli Enti pubblici che delle aziende. Pubblicare elenchi che forniscano un'indicazione pubblica a chi si comporta bene e chi si comporta male.
In parte, questo compito, è già assunto da regolamentazione su tributo ambientale, che incide in maniera molto marginale. La legge nazionale incide in modo marginale sulle attività dei Comuni. Quello che incide di più è la conoscenza da parte delle persone: chi si è comportato bene e chi si è comportato male. È anche una cartina di tornasole, per le amministrazioni che si comportano bene, sapere di essere pubblicate, che il loro sforzo viene riconosciuto.
Allo stesso modo, nel campo del privato e nel campo delle aziende, un tipo di registro simile orienta i consumatori e il mercato. E' una pubblicità gratuita per le aziende. Se l'Ente pubblico si fa carico di pubblicare la trasparenza dei soggetti sul territorio e del loro comportamento, sicuramente il sistema cresce, migliora e si potenzia perché si tiene sempre a mente chi ha raggiunto gli obiettivi migliori.
Diventa un punto di riferimento per quelli che sono un po' più indietro e stimola una crescita reciproca.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento tratta di riciclaggio di rifiuti ed elenca una serie di azioni da intraprendere per raggiungere quell'obiettivo di riciclaggio e di recupero di materia. Oltre a fissare un obiettivo numerico, un quantitativo di percentuale di riciclaggio da raggiungere, si indicano una serie di azioni che, a nostro avviso, sono fondamentali in questo senso: l'istituzione di un Forum permanente per l'economia circolare; la riorganizzazione dei servizi per la raccolta differenziata; la raccolta della frazione organica e della frazione verde con obiettivi specifici; la realizzazione di centri di raccolta di rifiuti; il sistema di cauzione su alcune categorie di imballaggio, come ad esempio il ritorno a quello c'era decenni fa, il vuoto a rendere del vetro (alcuni Paesi ancora lo fanno); la disincentivazione del ricorso all'usa e getta (assolutamente da portare avanti anche questa).
Si tratta di tutta una serie di misure che rientrano, in generale, in quella che può essere definita la strategia verso i rifiuti zero e che possono, se attuate insieme e anche insieme ad un'adeguata informazione e formazione ai cittadini, portare a quell'obiettivo di recupero di materia e non solo di riduzione della produzione dei rifiuti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Questo emendamento è incentrato su iniziative che possono portare ad un miglioramento della raccolta differenziata. L'istituzione di un Forum permanente per l'economia circolare. Questo consentirebbe, da parte della società civile e delle associazioni ambientaliste che spesso partecipano a riunioni di osservatori provinciali i quali, alla fine, non decidono nulla e non portano alcun miglioramento alle raccolte differenziate, di partecipare più attivamente all'iter decisionale che porti a delle decisioni importanti in ambito ambientale.
Il dato interessante è comunque quello sulla raccolta della frazione organica: 80 chili di materiale scartato dalle cucine dei piemontesi.
Questo è un dato sicuramente importante, perché noi sappiamo che in provincia di Novara siamo intorno a oltre 70 chili di umido raccolto in modo differenziato, ma sappiamo che dei 150 chili di indifferenziato che vanno attualmente in discarica in provincia di Novara oltre 90 chili sono umido. Questo la dice lunga sulla capacità della sola tecnica di raccolta porta a porta di intercettare le frazioni riciclabili, delle quali la più importante, sia percentualmente che in peso, è la frazione organica.
Vi è un dato: praticamente il 40% delle famiglie novaresi (Novara credo che sia, a livello regionale, una delle province più virtuose), in realtà la raccolta differenziata, perlomeno dell'umido, non la fa bellamente.
Tuttavia gli amministratori, pur vedendo questi dati, non possono interferire su tale comportamento non virtuoso, poiché non è attiva una tariffa puntuale.
Quindi qui torniamo sempre alla situazione di cui abbiamo parlato diffusamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento andiamo a sostituire una tabella in cui, appunto si illustravano le azioni che si potevano intraprendere per raggiungere gli obiettivi sul discorso del riciclaggio. In particolare, sul discorso del Forum permanente per l'economia circolare intendiamo specificare maggiormente, e quindi mettere già nel Piano e poi nelle norme attuative il fatto che sia una sede di partecipazione ampia: istituzioni rappresentanti della società civile, imprese e associazioni ambientaliste.
Questo proprio per stabilire sin dai principi di programmazione e pianificazione sulla gestione dei rifiuti che il problema deve essere affrontato anche nelle linee di indirizzo da parte di tutte le componenti della nostra società civile.
Un'altra parte importante è quella del potenziamento della raccolta della frazione organica, ma di questo ha già più o meno parlato anche il collega Andrissi. Torniamo a sottolineare - coerentemente con quanto già specificato nei paragrafi precedenti con gli emendamenti agli stessi - che dal nostro punto di vista, non si può prescindere, nella riorganizzazione dei servizi per la raccolta differenziata, dalla raccolta domiciliare abbinata alla tariffazione puntuale. So che questo è uno dei punti sostanziali del contendere in Commissione, sul quale non c'è stata la volontà di compromesso anche nel tavolo di concertazione, però ricordo che senza la tariffazione puntuale, la raccolta anche porta a porta.
La tariffazione puntuale è quella che rappresenta il compimento di una strategia di sensibilizzazione dei cittadini e quindi il ritorno anche dal punto di vista del cittadino rispetto ai comportamenti virtuosi, che è un po' il perno su cui gira il discorso di una migliore differenziazione e quindi, di un possibile e migliore riuso della materia prima seconda.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo è un altro emendamento molto corposo, un emendamento che sostanzialmente è un vademecum per una nuova politica di intervento puntuale sul meccanismo di riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti.
Volevo fare un focus su alcune indicazioni che abbiamo dato, in particolare sui rifiuti RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), evidenziando come sia importante, dal punto di vista del riciclo, del riuso e soprattutto del recupero di materie prime importanti una politica corretta su questo tipo di rifiuti. Perché? Perché i RAEE sono rifiuti spesso ingombranti e spesso dannosi, se inseriti nella filiera del rifiuto indifferenziato; invece possono essere una grande risorsa se riutilizzati, se smaltiti in modo corretto. Sono rifiuti compositi, sono rifiuti che non possono essere differenziati alla fonte dal privato cittadino che li deve smaltire, ma hanno bisogno di trattamenti.
Dallo smontaggio delle parti di rifiuti elettronici o elettrodomestici ricaviamo materiali nobili, perlopiù metalli, che hanno un valore commerciale, quindi un ritorno economico nel ciclo dei rifiuti; ci sono metalli anche abbastanza rari e preziosi dal punto di vista commerciale giocoforza però ci vuole un occhio di riguardo e una filiera corretta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento, come già detto dai colleghi, molto corposo, in cui parliamo di riciclaggio, quindi di recupero della materia dei rifiuti urbani. La tabella 8.4 viene sostituita da un testo che ha degli obiettivi molto precisi e mirati, quali ad esempio tutta una serie di azioni da intraprendere proprio per un riciclaggio di tutti i rifiuti urbani, quindi l'istituzione di un Forum permanente per l'economia circolare cui possono partecipare non solo le istituzioni, ma i rappresentanti della società civile, delle imprese e delle associazioni ambientaliste.
Con quest'emendamento, chiediamo ancora la riorganizzazione dei servizi per la raccolta differenziata almeno della carta, del cartone, della plastica, dei metalli, del vetro, del legno, della frazione organica e della frazione verde secondo il metodo di raccolta domiciliare abbinata a tariffazione puntuale. Ancora non l'abbiamo e sarebbe l'ideale una tariffazione puntuale.
Si chiede la programmazione di tutta una rete di impianti per il pre trattamento, quindi il trattamento primario del rifiuto indifferenziato da avviare a smaltimento, che ne abbassi ulteriormente la componente organica e recuperi ulteriore materia.
Inoltre, molto importante, si chiede l'attivazione e l'incentivazione di un programma di riconversione per l'esercizio degli impianti di incenerimento/combustione/co-combustione di rifiuti, di combustibili solidi secondari di gas di discarica, di gas residuati dai processi di depurazione, di bioliquidi, nonché di impianti a biomasse e digestori anaerobici alimentati da rifiuti urbani e da prodotti o residui biodegradabili, in nuovi impianti per il trattamento a mezzo riciclo/recupero delle frazioni differenziate e della quota residuale di indifferenziato destinato al riciclo/recupero di materie prodotte nello stesso bacino di riferimento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Vignale: Alla pagina 130 dell'allegato A, tabella 8.4, sezione 2) "Riciclaggio dei rifiuti urbani" alla seconda azione individuata sono aggiunte le seguenti parole: 'La Giunta regionale con propria deliberazione, entro un anno dall'approvazione del Piano detta i criteri con cui individuare le situazioni territoriali in cui i soggetti gestori devono mettere in atto l'azione di cui al presente punto'".
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Questo è un altro emendamento aggiuntivo: chiediamo d'inserire le parole "La Giunta regionale con propria deliberazione, entro un anno dall'approvazione del Piano detta i criteri con cui individuare le situazioni territoriali in cui i soggetti gestori devono mettere in atto l'azione di cui al presente punto".
La motivazione è che la tabella 8.4 dell'allegato A prevede che, ove la situazione territoriale lo consenta (attenzione, questo è generico e non capiamo dove lo consente), la raccolta della frazione organica è nella misura di 70 kg/abitante anno, mentre quella della frazione verde è di 40 kg/abitante anno.
Pertanto, o il Piano è generico e quindi dà degli obiettivi a tutti gli ATO e a tutte le realtà territoriali piemontesi per raggiungere questo tipo di risultato, oppure non specifica ove la situazione territoriale lo consenta.
Questo cosa crea? Crea delle realtà obbligate ove la situazione territoriale lo consente, rispetto a quelle realtà che sono svincolate perché la situazione territoriale non lo consente.
Capite che questa norma del Piano è di difficile interpretazione. Per questo, chiediamo che, entro un anno (mi sembra un tempo abbastanza congruo per una Giunta, che, dal momento dell'approvazione, abbia un anno di tempo), si vada ad analizzare sui vari territori quali sono quelli che lo consentono rispetto a quelli che - invece - non lo consentono.
Per dare cosa? Qual è l'obiettivo che temiamo sia inconcludente rispetto alla scrittura tout court del Piano, così com'è in questo momento? E' il fatto che la garanzia degli amministratori, per evitare sanzioni, è che non può essere disposto un vincolo che non abbia un ambito di applicazione preciso. Altrimenti, come fanno l'amministratore, l'ATO, la somma dei Comuni o il gestore a definire qual è l'ambito nel quale è consentito il raggiungimento di questo obiettivo, salvo che magari ci sono delle zone - come hanno già detto i miei colleghi - che lo hanno raggiunto? Ma, al di là di questo, quali sono gli obiettivi per cui abbiamo la possibilità del raggiungimento in tempi più o meno brevi, e quindi il fatto di non applicare le sanzioni, rispetto ad altri in cui non si capisce dove possa non essere raggiunto l'obiettivo, e quindi sono sanzionabili?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo emendamento aggiuntivo all'allegato A, tabella 8.4, segue un po' il principio di altri due emendamenti che cercavano di dare delle disposizioni attuative. Ricordo che questo è un provvedimento amministrativo, non è una norma e, quindi, dovrebbe contenere al suo interno non soltanto il Piano, quindi le finalità che esso si propone, ma anche le sue modalità attuative. E' l'essenza stessa di una delibera.
Pertanto, le azioni correlate agli obiettivi ci sono e ce n'è una anche condivisa: quella del Forum permanente per l'economia circolare. A questo andrebbe aggiunto - può darsi che sia già previsto - un osservatorio puntuale, perché vedremo quando discuteremo di tariffe come questo sia un dato sconosciuto, ma è necessario che vi sia un intervento altrettanto puntuale che preveda non soltanto le modalità, ma anche le realtà che dovranno attuare questo principio, e in quale modo.
E' evidente che, laddove vi sono situazioni territoriali differenti (perché il Piano dice: "La raccolta, ove la situazione territoriale lo consenta", e questo viene ripetuto in alcuni casi), "ove la situazione territoriale lo consenta" deve essere una tipologia, altrimenti è altrettanto evidente che ogni soggetto potrebbe individuare motivi e indicazioni per cui non è consentita la raccolta della frazione organica nella misura di 70 kg/abitante, perché non vi sono le condizioni per effettuarla.
Pertanto, proprio perché è una delibera, noi crediamo che questi aspetti, che non sono introdotti in modo puntuale nel Piano, ma demandano a successivi atti, siano fondamentali per l'attuazione del Piano stesso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 33) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Nel secondo capoverso sono abrogate le parole: "l'aumento della produzione di CSS ed il suo utilizzo in impianti di coincenerimento esistenti dal momento che, per quanto concerne le emissioni di gas serra, detti impianti presentano i migliori risultati in termini di bilancio ambientale rispetto a sistemi a tecnologia convenzionale,".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
In quest'emendamento trattiamo il problema dei CSS e abroghiamo le seguenti parole, nel secondo capoverso del sottoparagrafo 8.3.1, a pag.
132: "L'aumento della produzione di CSS ed il suo utilizzo in impianti di coincenerimento esistenti dal momento che, per quanto concerne l'emissione di gas serra, detti impianti presentano i migliori risultati in termini di bilancio ambientale, rispetto a sistemi a tecnologia convenzionale".
Non si capisce bene che tipo di confronto si faccia: si fa un confronto tra degli impianti che vanno aboliti, seguendo la gerarchia dei rifiuti nell'Unione Europea, e impianti peggiori di quelli che vanno aboliti. E' come fare un confronto tra il male e il pessimo.
Noi vorremmo, invece, fare un confronto tra le buone pratiche e le cattive pratiche: non mettiamo assolutamente in discussione la possibilità che ci sia un aumento di CSS, perché è in palese contrasto con gli obiettivi imposti dalla normativa europea e nazionale sui rifiuti.
Questo Piano, cioè, non impone, perché non può farlo, ma fa leva su delle misure che sono in palese violazione della normativa nazionale.
Mentre tutti procedono ad aumentare il tasso di riciclaggio e il trattamento a freddo dei rifiuti, noi incrementiamo la produzione di CSS perché è meglio che bruciare il rifiuto tal quale. Certamente, anche bruciare della legna per strada è meglio che bruciarla in un impianto a biomasse, però se ci mettiamo tutti a bruciare legna per strada, anche se la legna è un combustibile relativamente pulito rispetto a quelli fossili non è che sia tutta questa grande pratica! E' difficile non diventare ironici rispetto a queste frasi contenute nel Piano: diversamente bisognerebbe piangere! Pertanto, aboliamo semplicemente quella frase e non la sostituiamo perché abbiamo avuto abbondantemente modo di chiarire, anche laddove si parla della gerarchia, che questo Piano spende molte parole per un metodo di trattamento che è a valle e che è uno degli ultimi come priorità nella gerarchia del trattamento dei rifiuti, mentre ne spende pochissime sulle ottime pratiche, sul ciclo del rifiuto che è, invece, la prima priorità del meccanismo dell'economia circolare imposto dall'Unione Europea.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Questo emendamento lo consideriamo di puro e semplice buonsenso.
Le parole che proponiamo di abolire sono parole che suonano proprio stonate nel contesto in cui ci troviamo, in cui il bruciare il rifiuto anche se - e ricordo che è un'anomalia tutta italiana - ci siamo inventati che il rifiuto è diventato un combustibile, attraverso il CSS. Ricordo che questa era una possibilità data dalla Direttiva europea, che però ha colto solo l'Italia, e mi domanderei perché.
Questa parte è assolutamente incompatibile con l'enunciato che dice di voler giungere alle economie circolari ed è ancora più incompatibile con la speranza di avere qualche obiettivo un po' più sfidante per raggiungere e possibilmente, superare gli obiettivi nazionali. La precedente tabella quella originale, aveva addirittura l'asterisco che diceva che abbiamo messo di più sul riciclaggio del vetro, perché il vetro, tutto sommato, è già ben avviato ed è più facile da riciclare. Ma non è che dobbiamo solo riprendere gli obiettivi nazionali; noi dovremmo avere l'ambizione, come Regione sviluppata, industriale ed avanzata, di volere essere anche la capofila di un nuovo modo, di traguardi anche importanti nella gestione dei rifiuti, nella transizione all'economia dei rifiuti zero e circolare.
Sotto questo profilo, il CSS è del tutto incompatibile, perché è la stessa cosa che bruciarli in un inceneritore; li manipoliamo un po' rimangono inquinanti, rimangono i problemi delle ceneri. Tra l'altro, su questa cosa avremo gioco ancora più facile, perché già oggi siamo sotto la capacità produttiva massima di CSS negli impianti regionali. Quindi, non ha nessuno senso quello che c'è scritto nel piano attuale sul CSS.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Chiaramente condivido appieno le osservazioni dei colleghi, però volevo riflettere su alcune parole che vogliamo togliere, insieme al contesto della frase in cui sono inserite. Sono le parole "per quanto concerne le emissioni di gas serra". Qui sta la genialità della proposizione, genialità non positiva, ma chiaramente negativa. E' una genialità negativa, perché la frase dice "per quanto concerne le emissioni di gas serra detti impianti presentano migliori risultati". Però, i gas serra sono una cosa e siamo sulla questione della climalterazione, ma poi ci sono tutta una serie di altre emissioni che incidono sulla nostra vita più da vicino ed incidono anche sulla qualità dell'aria, ad esempio sulla qualità dell'aria che ci siamo trovati ad avere questo inverno in Piemonte, che ci ha indotto a fare degli stop al traffico ed a creare un meccanismo di semafori che inducessero o meno l'allarme nella popolazione rispetto all'aria che respira.
Questa parte non esiste in questa proposizione ed è proprio per questo che noi, con quest'emendamento, vogliamo toglierla, perché è fuorviante, se non veramente un metodo un po' artefatto per nascondere quella che è la realtà dei fatti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Il tema dell'incenerimento del CSS è particolarmente importante. Già il collega Campo ricordava come quasi solo l'Italia abbia così tanto puntato su questo o, comunque, abbia puntato e continui a puntare in maniera così consistente. Per noi non è tanto diverso che bruciare rifiuti in un inceneritore, perché semplicemente, parlando di combustibile solido secondario, non parliamo più del rifiuto tal quale, ma di una frazione secca del risultato di un pre-trattamento che, invece di andare a fare parte del recupero di materia, viene comunque incenerito e distrutto.
Si vorrebbe addirittura far credere che questo sia, in qualche modo, un recuperare la materia, perché si dice che se non mettessimo il CSS, in quegli impianti, ad esempio nei cementifici, dovremmo mettere della materia prima, ad esempio il carbone. Questo è solo parzialmente vero, perché nei fatti si tratta comunque di distruzione di materia e, in ogni modo, un qualcosa che dovremmo cercare di superare e non invece di promuovere come purtroppo, si sta facendo nel nostro Paese.
Quindi, in buona sostanza, si dovrebbe puntare al più presto alla dismissione degli impianti che utilizzano il combustibile solido secondario, innanzitutto nella nostra regione per quanto nelle nostre possibilità e, in secondo luogo, nei luoghi deputati a questo anche a livello nazionale.
Segnalo, tra l'altro, che gli impianti che bruciano il CSS hanno dei limiti e dei valori emissivi che sono molto più permissivi degli inceneritori dei rifiuti e, allo stesso modo, hanno dei controlli molto meno stringenti rispetto agli inceneritori. Questo a maggior conferma del fatto che dovrebbero essere smantellati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Questa del CSS è la scelta che l'Amministrazione regionale ha voluto fare e ha voluto imporre a questa regione, dove tutto il materiale indifferenziato, dopo un trattamento negli impianti già esistenti, andrà a coincenerimento o ad incenerimento.
La valutazione ambientale strategica le definisce come "la scelta ambientalmente più sostenibile" e poi scopriamo anche "con emissione di gas serra più contenute", ma sinceramente non si capisce come.
Sono affermazioni che non trovano riscontro nella letteratura scientifica. Noi sappiamo che bruciare il CSS o il combustibile da rifiuto che ha una composizione simile al CSS, nei cementifici porta ad emissioni che sono quaranta volte superiori rispetto a quelle degli inceneritori anche perché, come diceva già il nostro Capogruppo, il limite per le emissioni sono cento volte superiori rispetto a quelli degli inceneritori.
Perché hanno messo i limiti cento volte superiori? Per essere sicuri di non dover chiudere l'impianto.
Quindi, trovare scritto in questo Piano rifiuti che la scelta ambientalmente più sostenibile è quella di andare a produrre combustibile solido secondario per poi bruciarlo nei cementifici, laddove il limite per le emissioni sono dieci microgrammi per metro cubo d'aria e non 0,1 microgrammi per metro cubo d'aria, come negli inceneritori, è veramente una cosa intollerabile, perché non trova riscontro da nessuna parte.
Vorrei sapere chi ha scritto questa cosa; sarebbe un'operazione di trasparenza sapere chi è. La persona che ha scritto queste parole nel Piano dovrebbe fare outing, dire "sono stato io" e venire a spiegarci sulla base di quale argomentazione scientifica ha scritto queste parole.
Ma non si può sapere chi l'ha scritto? Assessore, non ce lo può dire chi ha scritto questa cosa? Faccia outing questa persona, perché qualcuno l'ha scritto, oppure ha fatto un copia-incolla.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Non vorrei essere al posto della persona che ha scritto questo testo nel momento in cui il collega Andrissi scoprirà chi è, perché evidentemente ha scritto una castroneria pazzesca, se vogliamo definirla in un modo spendibile in un'Aula.
In questo caso facciamo riferimento alla produzione del CSS e al modo in cui viene valorizzato il suo utilizzo in impianti e venga definito positivo in termini di bilancio ambientale.
E' uno dei numerosi passaggi di questo Piano rifiuti che non possiamo assolutamente condividere. E' un qualcosa che viene scritto nel Piano, ma evidentemente non si basa su nessun tipo di evidenza scientifica, ed è questo il motivo per cui il collega Andrissi chiedeva chi fosse il responsabile dell'inserimento di questa parte di testo.
Tra l'altro, approfitto di questi pochi secondi che mi rimangono per dire che la stessa cosa l'abbiamo osservata nel protocollo che è stato firmato sabato scorso a Novara e di cui abbiamo chiesto conto all'Assessore Balocco e al Presidente Chiamparino. Ormai sta diventando un'abitudine prendere delle decisioni importantissime - in questo caso, parliamo di decisioni relative alla gestione dei rifiuti che avranno forte impatto sulla salute dei cittadini e nel caso dell'accordo di sabato parliamo di un impatto fortissimo sulla salute, sul territorio, sull'ambiente, sulle casse dei fondi pubblici - basate sul nulla, quindi su dati che non si sa da dove provengano e sono inseriti...



(Brusìo in aula)



FREDIANI Francesca

Sono contenta che il PD oggi abbia una gran giornata. Per noi è una pessima giornata e questa mancanza di rispetto è veramente fastidiosa! Chiudo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola al Consigliere Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Credo non ci sia tanto da aggiungere rispetto a quanto hanno già detto i miei colleghi, tra l'altro competenti e più esperti di me in materia.
Tuttavia, agganciandomi all'appello del collega Andrissi, quando chiede chi ha scritto questo Piano rifiuti e soprattutto chi sostiene che l'aumento della produzione del combustibile solido secondario, il cosiddetto CSS, dia migliori risultati in termini di bilancio ambientale rispetto a sistemi di tecnologia convenzionale.
Vorrei ricordare che, nonostante ci sia un po' di indifferenza, non so neanche se definirla indifferenza, forse è disattenzione, da parte dell'Aula su un tema così importante, dove ci sono le forze di opposizione non soltanto la mia, il Movimento 5 Stelle, ma anche altre forze di opposizione, come Forza Italia, che sta illustrando degli emendamenti degli emendamenti di merito. Anche noi vogliamo, nel nostro piccolo, seppur in opposizione, migliorare questo piano rifiuti.
Pertanto, chiediamo che ci sia un minimo di rispetto e di riconoscimento del lavoro che è stato fatto e che stiamo portando avanti come forze di opposizione, perché non ci stiamo divertendo e questi emendamenti sono frutto di un grande lavoro, un lavoro dei colleghi che si occupano fondamentalmente di questo tema e che seguono assiduamente le Commissioni: è un lavoro di tutto il Gruppo, di tutti i tecnici, di tutto lo staff, di tutti i collaboratori.
Quindi chiediamo veramente di prestare attenzione, Assessore, mi rivolgo a lei, a questi emendamenti e a non dare niente per scontato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
Emendamento rubricato n. 32) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Emendamenti alla pagina 132, SOTTOPARAGRAFO 8.3.1, PARAGRAFO 8.3, CAPITOLO 8, TITOLO II Dopo il secondo capoverso, aggiungere il seguente capoverso "Risulta prioritario completare il quadro impiantistico per riciclare la raccolta differenziata e per avviare alla rigenerazione e al riuso i prodotti che possono essere re-immessi sul mercato. Saranno incentivati i centri di raccolta (con annessi centri di riuso), impianti per il compostaggio e la digestione anaerobica dei rifiuti organici, impianti per la valorizzazione spinta delle principali raccolte differenziate e per il trattamento del residuo, massimizzandone il riciclo (fabbriche dei materiali). Pertanto verrà normata in maniera specifica la filiera del riuso e della rigenerazione, con positive ricadute ambientali, sociali e occupazionali".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Siamo sempre allo stesso capitolo, paragrafo e sottoparagrafo. A pagina 132, dopo il secondo capoverso, aggiungiamo: "Risulta prioritario completare il quadro impiantistico per riciclare la raccolta differenziata e per avviare alla rigenerazione e al riuso i prodotti che possono essere re-immessi sul mercato. Saranno incentivati i centri di raccolta (con annessi centri di riuso), impianti per il compostaggio e la digestione anaerobica dei rifiuti organici, impianti per la valorizzazione spinta delle principali raccolte differenziate e per il trattamento del residuo massimizzandone il riciclo (fabbriche dei materiali). Pertanto verrà normata in maniera specifica la filiera del riuso e della rigenerazione con positive ricadute ambientali, sociali e occupazionali".
Qui emerge la visione del nostro Gruppo, del Movimento 5 Stelle, che è anche la nostra posizione ufficiale sull'economia del riuso e del riciclo appunto l'economia circolare.
Pensiamo che tutto quello che attiene a ciò che oggi chiamiamo "rifiuto" non sarà più tale una volta che l'attuazione della normativa europea sarà effettiva, perché il rifiuto, di fatto, non esisterà più, ma lo dico solo per distinguerlo da tutto ciò che entra in regime diverso dal rifiuto urbano, come ad esempio, i rifiuti speciali, e che ad oggi sono sotto la competenza degli Enti pubblici e delle Autorità d'Ambito, diciamo del coordinamento dei vari enti pubblici che tra di loro organizzano tutta la gestione del ciclo del rifiuto.
Se è competenza del pubblico organizzare e gestire il ciclo del rifiuto, allo stesso modo è necessario gestire la filiera del riuso e del riciclo. Quindi tutta l'impiantistica che deve sorgere sul territorio per trattare tutto quel rifiuto che, ad oggi, noi buttiamo o inceneriamo deve vedere perlomeno affrontate le esigenze territoriali. Ma se un'Amministrazione pubblica, come quella di Torino, seguita da alcune Amministrazioni locali, ha progettato e preparato la venuta dell'inceneritore del Gerbido, può e deve fare lo stesso per l'impiantistica sostitutiva, impiantistica di trattamento a freddo di riciclo e di recupero.
Noi chiediamo, quindi, alla Regione di non lasciare più che i Comuni prendano iniziative di qualunque tipo sull'impiantistica, ma che coordinino gli impianti che sono necessari per passare da smaltimento in discarica e combustione a recupero a freddo e riciclo da totalità o quasi del rifiuto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Noi leghiamo ovviamente il Piano rifiuti o, meglio, degli obiettivi importanti ambiziosi e virtuosi del piano rifiuti anche a delle opportunità per il Piemonte. Prima è stato detto, forse, dal collega Campo di fare dei ragionamenti. Sappiamo bene qual è la realtà industriale del Piemonte colpito dalla crisi, che è legata alla mancanza di lavoro, anche in FIAT e nell'indotto FIAT, in tutto il tessuto industriale e in altre zone e in altri comparti, come per esempio il tessile.
Allora, probabilmente potremmo anche metterci attorno un tavolo e ragionare sulle strade da percorrere per dare un futuro, anche industriale al Piemonte e per cercare di creare posti di lavoro.
In questo senso, enfatizzo e ripeto quanto aveva detto il collega Campo prima: potremmo fare in modo che il Piemonte sia una Regione all'avanguardia, un fiore all'occhiello per quello che riguarda la gestione dei rifiuti. Bisognerebbe crederci un po' e far sì che poi questo succeda.
Allora, tanto per fare un esempio, è possibile valorizzare - in questo senso: non termovalorizzare, ma valorizzare i rifiuti - attraverso, ad esempio, la massimizzazione del riciclo, favorita dalle cosiddette fabbriche dei materiali. Quindi, noi vogliamo creare e normare una filiera del riuso e della rigenerazione. Come dicevo prima, gli effetti positivi sono molteplici, dalle ricadute ambientali a quella, soprattutto occupazionale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Questo è un aspetto molto importante legato ai livelli occupazionali.
Noi crediamo che a livello regionale si possano creare migliaia di posti di lavoro in questo settore, sviluppando l'impiantistica legata alla filiera del riciclo.
Pensiamo a quanto si è ottenuto con l'investimento dello stabilimento FACO di Cameri: lo Stato italiano ha speso un miliardo e ha raccontato inizialmente di 10.000 posti di lavoro; poi, la Ministra Pinotti è venuta a Novara a raccontare di 6.000 posti di lavoro, quando, in realtà, per il territorio novarese - questi sono dati ufficiali - si parla di 100 posti di lavoro Questo è il risultato: costruire cacciabombardieri, autorizzati a trasportare bombe nucleari, gestiti dall'Italia, infrangendo il trattato di non proliferazione nucleare, ci porta 100 posti di lavoro sul territorio piemontese! Questo è il risultato delle grandi opere e quando noi, invece proponiamo questo tipo di impiantistica, questo tipo di iniziative che determinano risparmio energetico, recupero ambientale, un livello occupazionale che veramente può portare migliaia di posti di lavoro sul territorio piemontese, si trovano mille difficoltà.
Nei prossimi anni a Torino l'Alenia Aermacchi avrà un problema, perch manca una politica di sviluppo e di ricerca sui nuovi modelli, collegata all'investimento nell'assemblamento di un progetto che non è nostro e che oltretutto, è un progetto di guerra. Tanto per calmare gli animi, ci dotiamo nell'area mediterranea di un cacciabombardiere che porta bombe nucleari; poi, quando parliamo di piccole cose che possono determinare grandi risultati, ci sono sempre mille difficoltà, e le difficoltà sono queste.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Qui torniamo al discorso per cui, per poter affrontare in maniera concreta le strategie embrionalmente proposte nel testo attuale e un po' più energicamente dalle nostre proposte correttive, servono interventi sul piano infrastrutturale. Occorre un chiaro indirizzo, quindi l'incentivazione, la promozione e il sostegno, alla ristrutturazione e al completamento del quadro impiantistico, per fare in modo che, da un lato si creino le infrastrutture produttive necessarie a portare avanti le attività di migliore differenziazione e di migliore separazione, per ottenere una migliore qualità delle varie frazioni differenziate dall'altro, vengano affiancate le strutture produttive (o vengano incentivate a convertirsi le strutture produttive) che possono fare uso delle materie prime e seconde prodotte attraverso l'incentivazione della differenziazione e del riuso della materia.
Di conseguenza, qui abbiamo scritto chiaramente - purtroppo, mancano cose concrete in questo Piano, che risulta troppo generico e, per certi versi, veramente poco mordente - dei centri di raccolta che abbiano annessi i centri di riuso, cioè le filiere. Tra l'altro, su questo tema si possono creare delle filiere cortissime locali, che permettono veramente di stimolare il tessuto produttivo locale e tutte le altre cose che non ho il tempo di spiegare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola secondaria statale di primo grado "I. Vian" di Torino


PRESIDENTE

L'Aula saluta i docenti e gli studenti della Scuola secondaria statale di primo grado "I. Vian" di Torino, classe II, sezione G, in visita a Palazzo Lascaris.
In questo momento, stiamo discutendo del Progetto di Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani, che è un argomento molto importante. Vi auguro una buona permanenza.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 100, inerente a "Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 199. Adozione del Progetto di Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione e proposta al Consiglio regionale della relativa approvazione" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con i lavori relativi all'esame della proposta di deliberazione n. 100.
Siamo sempre in discussione dell'emendamento rubricato n. 32).
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
E' un bene che questi ragazzi assistano alla discussione del Piano rifiuti, è sempre meglio che portarli in gita all'inceneritore, così almeno, possono rendersi conto di quali siano le politiche che la Regione vuole attuale sul territorio.
Una di queste politiche - quella che noi auspichiamo - mira non solo alla riduzione dei rifiuti - quello, ovviamente, è il nostro fine ultimo la riduzione fino all'azzeramento dei rifiuti - ma riguarda anche la modalità con la quale possiamo trarre un vantaggio, in questo caso una risorsa economica, dal rifiuto stesso. Questa risorsa economica si inserisce nel concetto di economia circolare, che è un concetto che noi portiamo avanti a tutti i livelli, lo stiamo sostenendo qui in Regione e lo sostengono i nostri parlamentari a Roma, lo hanno sostenuto e lo sosterranno ancora i nostri europarlamentari. E' un modello che noi proponiamo anche in risposta alla grave crisi economica in cui si trova la nostra regione; non solo la nostra regione, ma stiamo parlando del Piemonte, quindi limitiamoci a questo.
Vedere nello sfruttamento del rifiuto la possibilità di avviare un'attività economica che conduca al doppio vantaggio di utilizzo del rifiuto e di creazione di posti di lavoro sicuramente potrebbe portare giovamento alla regione e ai cittadini.
Sul territorio esistono esempi virtuosi, da cui potremo prendere esempio; così come sul nostro territorio ci sono aziende in crisi che potrebbero sicuramente essere oggetto di una sperimentazione in questo senso. Quindi, crediamo che questo sia il momento adatto - e lo riteniamo anche lo strumento adatto - per iniziare a pensare in modo pratico a questa soluzione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Questo emendamento ha il compito di riunire tutta una serie di attività che la Regione dovrebbe fare proprie, per far sì che questo meccanismo di economia circolare veda veramente la luce in Regione Piemonte e non rimanga un elemento programmatico, non arrivando mai ad essere un elemento vero e attuato sul territorio. Chiaramente, all'interno di quest'emendamento si inseriscono questioni e attività propedeutiche a riciclare e a riusare tutto il materiale che viene scartato a livello domestico e a livello industriale; soprattutto, si mettono in campo anche le questioni relative alla riprogettazione degli involucri e degli imballaggi.
Chiaramente, in questi ambiti, si va dal riuso più semplice, quale il riuso, per esempio, di alcuni materiali, alla fermentazione anaerobica del materiale umido della raccolta differenziata, che ha questo potenziale molto alto di riutilizzo dal punto di vista agronomico e dal punto di vista energetico dello sfruttamento del biogas ricavato con la fermentazione anaerobica.
Soprattutto, ci spingiamo anche sulla questione della fabbrica dei materiali e sull'incentivazione di quelle che sono le filiere di riutilizzo di materiali che, una volta trattati, possono rientrare nel ciclo produttivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Passiamo all'emendamento alla pagina 132, capitolo 8, titolo II.
E' un emendamento importante. Stiamo parlando di sviluppare, potenziare ed incrementare l'impiantistica della filiera del riciclo del rifiuto.
Con questo documento chiediamo di aggiungere, dopo il secondo capoverso, il seguente capoverso: "Risulta prioritario completare il quadro impiantistico per riciclare la raccolta differenziata e per avviare alla rigenerazione e al riuso i prodotti che possono essere reimmessi sul mercato".
Questo è di fondamentale importanza: selezionare e valorizzare al meglio il rifiuto che può essere rimesso nel mercato. Saranno incentivati i centri di raccolta, con annessi i centri di riuso, gli impianti per il compostaggio, la digestione anaerobica dei rifiuti organici, gli impianti per la valorizzazione (spinta dalle principali raccolte differenziate) e il trattamento del residuo, massimizzandone il riciclo, quindi fabbriche dei materiali che trattano il rifiuto.
E' molto importante l'ultima parte di questo capoverso: "Pertanto verrà normata in maniera specifica la filiera del riuso e della rigenerazione con positive ricadute ambientali, sociali ed occupazionali".
Come hanno già ben detto i colleghi che mi hanno preceduto, non è da sottovalutare il settore occupazionale, quindi creare nuovi posti di lavoro, visto e considerato le condizioni in cui versa la nostra Regione oltre che a livello nazionale.
Concordo appieno con il mio collega Andrissi quando afferma che vengono spesi soldi in opere inutili (ha parlato degli F35, del nucleare), quando invece dovremmo utilizzare al meglio le risorse e concentrarci in ciò che favorisce veramente il nostro ambiente.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Batzella.
Emendamento rubricato n. 31) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: "La tabella 8.5 è sostituita dal testo seguente: 3) Azioni da intraprendere per l'obiettivo di Recupero energetico dai rifiuti: Abolire l'utilizzo del coincenerimento in quanto metodo di combustione con maggiori criticità di emissioni inquinanti e minori vincoli di controllo emissivo Promozione dell'utilizzo di sistemi di captazione e di conversione energetica del biogas Promuovere lo sviluppo di impianti integrati di trattamento anaerobico Dismissione degli impianti di coincenerimento e dismissione al 2033 degli impianti di incenerimento Sperimentazione di tecnologie alternative Ottimizzare le risorse impiantistiche presenti nel territorio di ciascun ATO . Collaborazione tra i vari ATO finalizzati a garantire l'autosufficienza regionale di smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi Dismissione degli impianti di trattamento meccanico-biologico eventualmente con riconversione in impianti di compostaggio in misura adeguata alle necessità di trattamento della frazione umida Dismissione degli impianti per la produzione di CSS o CDR Miglioramento dei sistemi di captazione e dei sistemi di recupero del biogas nelle discariche esistenti ricorrendo, ove possibile, a sistemi che accelerino il processo di degradazione della frazione organica ancora presente nei rifiuti Incentivazione dell'autocompostaggio degli scarti organici prodotti da utenze domestiche e non domestiche anche attraverso azioni di sensibilizzazione sui vantaggi derivanti dal compostaggio Incremento del recupero di materia con particolare".
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Questo emendamento specifica la sostituzione della tabella 8.5, sulle azioni da intraprendere per l'obiettivo di recupero energetico dai rifiuti.
Abbiamo già detto che ci è sembrata eccessiva l'attenzione data al recupero energetico dai rifiuti e la loro combustione.
Abbiamo ridefinito in questo modo la tabella che descriveva queste azioni, che secondo noi non occorre neanche specificare, in quanto intendiamo abolirle.
Partiamo con l'abolizione immediata del coincenerimento, in quanto metodo di combustione con maggiori criticità di emissioni inquinanti e minori vincoli di controllo emissivo.
Parliamo di 100 volte i limiti di legge imposti agli inceneritori specifici per i rifiuti, quindi praticamente equivale ad un non limite perché se esiste un limite che decreta 100 volte le emissioni di un altro impianto, pur bruciando lo stesso tipo di materiale, allora c'è qualcosa che non va: la legge è sbagliata o stiamo cercando di raggirare la legge vigente e, quindi, la salute dei cittadini. Questo si tenta di fare con il coincenerimento.
Vogliamo invece la promozione dell'utilizzo di sistemi di captazione e di conversione energetica del biogas, in modo da recuperare una fonte energetica preziosa, che altrimenti andrebbe dispersa nell'ambiente e nell'atmosfera, generando effetto serra. Ricordiamo che il metano è un gas importante anche per l'effetto serra, malgrado sia tra i più puliti nella combustione.
Vogliamo la dismissione di impianti di coincenerimento e dismissione al 2033 degli impianti di incenerimento. Abbiamo persino allungato le nostre richieste, permettendo addirittura agli investitori dell'inceneritore di rientrare del loro investimento. Pensate quanto siamo stati comprensivi: noi che invece l'avremmo chiuso immediatamente.
Sperimentazione di tecnologie alternative e ottimizzare le risorse di ogni ATO. Questo perché gli ATO hanno obiettivi e caratteristiche diverse come abbiamo detto prima, e devono puntare all'autonomia il prima possibile.
Dismissione degli impianti di trattamento meccanico-biologico; mentre gli impianti di produzione di CSS o di CDR vengono dopo il coincenerimento.
Incentivazione all'autocompostaggio, per evitare che qualunque tipo di rifiuto biodegradabile finisca in luoghi dove non dovrebbe finire.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Questo emendamento riguarda il recupero energetico da rifiuti; recupero energetico che noi vorremmo intendere sicuramente in un altro modo rispetto a come si vuole, complessivamente, intendere nel Piano.
Noi proponiamo di abolire l'utilizzo del coincenerimento, in quanto metodo di combustione con maggiori criticità di emissioni inquinanti e minori vincoli di controllo emissivo.
Vogliamo promuovere l'utilizzo di sistemi di captazione di conversione energetica del biogas; promuovere lo sviluppo di impianti integrati di trattamento anaerobico; dismettere gli impianti di coincenerimento e di dismettere al 2033 gli impianti di incenerimento.
In questo senso c'è anche un impegno, all'interno del Piano, a terminare l'esperienza dell'incenerimento dei rifiuti in Piemonte alla scadenza del contratto di servizi dell'inceneritore del Gerbido.
Sperimentare tecnologie alternative, perché la ricerca di nuove tecnologie deve essere sempre tenuta in considerazione anche da noi.
In generale, quindi, vorremmo incrementare il recupero di materia, con particolare riferimento alle frazioni biodegradabili presenti nei rifiuti urbani.
Quindi, tutta una serie di misure per il recupero energetico dei rifiuti che prescindono dall'incenerimento dei rifiuti e dalla distruzione di materia, ma che propongono qualcosa di completamente diverso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento andiamo a toccare un altro tema centrale, per quanto riguarda la divergenza di opinioni tra noi e il Piano rifiuti originale, cioè la questione del recupero energetico dei rifuiti.
Nel Piano, così com'è disegnato, il recupero energetico da rifiuti è l'incenerimento o il coincenerimento, quindi l'utilizzo di combustibile solido da rifiuti o altri materiali derivati comunque dai rifiuti.
Questo per noi è quanto di più deteriore ci sia; peraltro è nel penultimo gradino delle priorità, nella strategia sui rifiuti europea.
Nelle nuove direttive ci saranno ulteriori disincentivi all'incenerimento e coincenerimento.
Nel nostro emendamento cosa chiediamo? Quello che, di fatto, è già possibile. E' possibile, in pochi anni, arrivare ad abolire l'utilizzo del coincenerimento come metodo di combustione, quindi da questo veramente si potrebbe uscire, comodamente, entro il 2020. Non tocchiamo neanche la questione dell'inceneritore, che ha una sua problematica di ammortamento dell'investimento.
Chiediamo che vengano promossi gli impianti integrati di trattamento anaerobico e che, comunque, alla fine del periodo di ammortamento dell'inceneritore, questo venga dismesso. Il che vuol dire ragionare in maniera molto seria, anche se di tempo ce n'è, su quale possa essere la strategia per arrivare a chiudere questo inceneritore nel 2033.
Dopodiché, tutte le altre cose, che trattano del sistema azione dell'impiantistica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Sul Piano rifiuti regionale sono previsti due nuovi impianti da 30.000 tonnellate per la digestione anaerobica della frazione organica. Il Piano regionale va in questa direzione. Tuttavia, con un miglioramento della raccolta differenziata, sicuramente l'organico presente in regione pu andare a recupero e a produzione di compost, magari con una digestione anaerobica antecedente alla produzione di compost, decisamente superiore considerando che il nostro obiettivo è quello degli 80 chili abitante anno per quanto riguarda lo scarto della cucina e 40 chili per quanto riguarda lo scarto verde.
Si può fare molto. Se poi consideriamo anche gli impianti di trattamento meccanico-biologico sparsi sul territorio che dovranno essere convertiti a produzione di CSS, crediamo che ci siano ampi margini di miglioramento nel recupero di materiale che può produrre biogas, ma bisognerebbe avere anche una visione un po' più lungimirante su questi impianti di trattamento meccanico-biologico. Essendo contrari alla produzione di CSS, a nostro parere, nel momento in cui si attuasse la politica della tariffazione puntuale, si potrebbe arrivare a percentuali di raccolta differenziata e, soprattutto, a basse produzioni di materiale tipo Consorzio Priula, di circa 50 chili abitante anno. Lì si potrebbe pensare, effettivamente, di convertire gli impianti di trattamento meccanico biologico in impianti per la valorizzazione dei materiali riciclabili.
Sappiamo - questo ce lo dicono i tecnici del Consorzio Priula - che il 90% dei 50 chili sono materiali anch'essi riciclabili. L'obiettivo di arrivare a 10-12 chili abitante che si è posto il Consorzio Priula pu essere perseguito e raggiunto nel momento in cui anche la filiera, che è una filiera pro-incenerimento, si possa convertire. È questo il senso fondamentale di quest'emendamento. L'obiettivo di convertire una filiera che è pro-incenerimento o coincenerimento, una filiera del riciclo del materiale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo emendamento ha uno scopo bene preciso. Lo scopo di dire che il Movimento 5 Stelle, dal punto di vista del recupero di energia da rifiuti ha un solo indirizzo, ed è l'indirizzo del recupero di energia sulla base di impianti a biogas che vengono fatti attraverso la fermentazione anaerobica del rifiuto organico.
Come ho già detto altre volte, sono impianti importanti, sono impianti che non solo ci danno un vantaggio dal punto di vista energetico, ma ci danno un vantaggio dal punto di vista ambientale generale. Ci danno un vantaggio dal punto di vista della salubrità dell'interno degli impianti perché gli impianti più innovativi - non sto parlando di quelli più vecchi che magari hanno causato anche problematiche ai residenti vicino agli impianti - e recenti riescono ad abbattere anche le emissioni odorigene in maniera pressoché totale.
Sono impianti che vengono utilizzati da decenni in abbinamento, per esempio, ad attività zootecniche molto estese, con la produzione di ingenti quantitativi di energia.
Questi biogas vengono bruciati in motori tradizionali, di grande cilindrata. Il biogas è sostanzialmente costituito da CO2 e metano, viene bruciata la parte di metano, che è un gas fortemente impattante dal punto di vista delle emissioni come gas serra, viene eliminata questa parte e viene emessa solo CO2 che, anch'esso, è un gas serra, ma meno impattante del metano.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi stava andando in cancrena un braccio. La vedo un po' distratta tant'è che non mi ascolta.
Dicevo che mi stava cadendo un braccio. Sono stata qualche minuto con il braccio sollevato in attesa che lei mi vedesse.



PRESIDENTE

Quindi ha vissuto nel dubbio, non ha avuto la certezza che io l'avessi vista.



FREDIANI Francesca

Mi sono sentita un po' trascurata, è una sensazione che stiamo provando.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani, ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, adesso mi sento completamente riabilitata al mio ruolo.
Parliamo del recupero energetico dei rifiuti e torniamo a sottolineare come, dal nostro punto di vista, trarre energia dall'incenerimento è qualcosa di totalmente inaccettabile. Come diceva il Consigliere Valetti siamo stati buoni nel porre un termine di chiusura dell'inceneritore al 2033. In realtà, per noi sarebbe importante e doveroso chiuderlo il prima possibile.
Ovviamente, si tratta di un impianto che, dal nostro punto di vista non può assolutamente rappresentare il futuro, ed è per questo motivo che noi chiediamo che si vadano ad ispezionare delle tecnologie alternative.
Tecnologie che sicuramente, allo stato attuale, potrebbero già essere disponibili. Basterebbe soltanto avere la volontà di percorrere queste strade. Volontà che, al momento, non intravediamo sia per l'impostazione del Piano, sia per il fatto che l'inceneritore deve, comunque, garantire un ritorno ai soggetti che hanno scelto di investire in questo impianto.
Abbiamo prorogato il termine di chiusura dell'inceneritore o, meglio accettiamo una proroga della chiusura dell'inceneritore, ma assolutamente non possiamo accettare che, nel frattempo, non si cerchino vie alternative all'incenerimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
In quest'emendamento ci sono azioni importanti da intraprendere per il nostro obiettivo, che è quello del recupero energetico dei rifiuti.
Per questa Giunta, secondo il vostro nuovo Piano rifiuti, è importante l'incenerimento e il coincenerimento dei rifiuti. Voi pensate che attraverso queste tecniche e queste metodologie, si possa avere un recupero energetico dei rifiuti. Noi la pensiamo esattamente all'opposto.
Il nostro obiettivo è che le tecniche di incenerimento e di coincenerimento, invece, vengano eliminate nel più breve tempo possibile.
Questo emendamento propone delle azioni, quindi se qualcuno pensa che il Movimento 5 Stelle non abbia delle proposte alternative e magari se ascoltasse bene - anche il Presidente Chiamparino - si renderebbe conto che il Movimento 5 Stelle di proposte alternative ne ha, tra l'altro anche di buonsenso, come quella della dismissione degli impianti di coincenerimento e dismissione al 2033 degli impianti di incenerimento. Naturalmente, se fosse per noi, abbatteremmo gli inceneritori anche prima. Il tempo che viene dato è il 2033 e siamo nel 2016: ci sono ben 18 anni di tempo per poter intervenire. Quindi le propose di merito noi le facciamo, eccome.
Chiediamo inoltre di abolire l'utilizzo del coincenerimento, in quanto è un metodo di combustione con maggiore criticità di emissioni di inquinanti e minori vincoli di controllo emissivo. Come già detto e ridetto, ribadisco ancora una volta: attenzione signori, stiamo parlando del nostro ambiente, dell'aria che respiriamo, stiamo parlando della nostra salute; la sintomatologia non è immediata, ma sarà a distanza di anni e poi ci chiederemo tutti perché siamo ammalati, perché c'è un incremento di patologie a livello cardio-respiratorio e perché c'è un incremento di tumori.
Fatevi anche voi le domande.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Ruffino, Vignale: Alla pagina 132 dell'allegato A, tabella 8.5, sezione 3 'Recupero energetico dai rifiuti', all'ultima azione del prospetto sono aggiunte le seguenti parole: "A tal fine, il competente Assessorato promuove la definizione di intese volontarie tra i soggetti gestori finalizzati all'utilizzo degli impianti di trattamento e smaltimento esistenti al fine del perseguimento della programmata autosufficienza regionale".
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Questo emendamento riguarda la pagina 132 dell'allegato A, tabella 8.5 sezione 3 "Recupero energetico dai rifiuti", dove all'ultima azione del prospetto sono aggiunte le seguenti parole: "A tal fine, il competente Assessorato promuove la definizione di intese volontarie tra i soggetti gestori finalizzati all'utilizzo degli impianti di trattamento e smaltimento esistenti al fine del perseguimento della programmata autosufficienza regionale".
A nostro modo di vedere, si propone l'esigenza di un'attiva cooperazione della Regione alla definizione delle intese necessarie per assicurare che il Piemonte sia effettivamente autosufficiente nella trattazione dei rifiuti urbani non pericolosi. Questo per il fatto che ci deve essere comunque una regia da parte della Regione nell'individuazione degli obiettivi che devono essere poi conseguiti nell'ambito dei singoli territori.
Tale regia deve essere portata avanti secondo il concetto di cui ho detto, senza però lasciare libertà ai territori medesimi nel perseguire e realizzare gli obiettivi se non in assenza di indirizzi che la Regione stessa deve programmare.
Questo è il concetto che noi vogliamo inserire con quest'emendamento e con questa procedura chiediamo di inserire semplicemente queste frasi all'interno del Piano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come ricordava il collega Sozzani, è importante che nella tabella 8.5 nella parte relativa al recupero energetico dei rifiuti, si introducano alcune parole volte a promuovere la definizione di intese volontarie tra i soggetti gestori.
Faccio un esempio. Stanno nascendo non solo in Italia, ma anche in altre realtà, delle modalità con cui trasformare il rifiuto urbano in biocombustibili. Com'è noto, però, a differenza di altri Stati, la raccolta del rifiuto urbano è un'esclusiva dei soggetti pubblici (in questo caso consorzi ATO), per cui è evidente che, se non c'è in qualche modo una regia che dia un indirizzo rispetto al trattamento energetico dei rifiuti, ci avverrebbe con maggiore difficoltà.
Questo è uno dei punti - quello del trattamento energetico - che abbiamo trattato nella discussione generale, individuandolo come una delle criticità, non perché non venga indicato, ma perché viene fatto un accenno al trattamento energetico dei rifiuti, al di là degli aspetti ecologicamente meno sostenibili di ciò che viene incenerito.
In realtà, vi sono molti esempi in Europa e anche al di fuori dell'Europa che ci dimostrano come, in modo virtuoso, si possa riutilizzare il rifiuto in forma di energia e quindi trasformare quello che oggi rappresenta un costo in un valore economico. Questo sempre rispetto al ragionamento fatto questa mattina relativamente al fatto che noi stiamo parlando di una tassa, di un'imposta significativa che grava in modo significativo sui cittadini piemontesi e sulle aziende piemontesi, quindi ogni forma di alleggerimento della tassa che passi anche attraverso politiche di riutilizzo sostenibile dei rifiuti.
Questa è la finalità che si pone l'emendamento, in modo tale che si possano promuovere definizioni d'intese fra i soggetti gestori e gli impianti di trattamento e smaltimento esistenti al fine del perseguimento della programmata autosufficienza regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
L'aspetto legato al recupero energetico dei rifiuti è uno degli elementi essenziali per chi vuole guardare in prospettiva l'opportunità e l'importanza di quello che è Piano, anche perché obiettivamente o noi cominciamo a considerare una filosofia orientata sull'aspetto di produzione di energia o, comunque, di una risorsa che quindi deve essere vista come tale, oppure ci troviamo nella condizione di continuare a spendere e a buttare via soldi nello smaltimento; d'altro canto, non abbiamo un'attenzione votata al recupero energetico, e qui possiamo chiaramente entrare in una questione legata a come produrla, però questa è un'altra storia.
A tal fine, l'emendamento dice che l'Assessorato competente deve promuovere delle intese tra i vari soggetti gestori finalizzate agli impianti di trattamento, con il perseguimento del programma di autosufficienza regionale, cioè fare in modo di arrivare gradatamente a un'autosufficienza, ma soprattutto a uno sfruttamento ottimale di quella che è la risorsa rifiuto.
Emendamento per emendamento, stiamo cercando di evidenziare il fatto che ci possa essere una regia forte su un Piano dove, per alcuni aspetti questa manca, almeno dal punto di vista dell'impatto di quello che ci viene proposto, affinché la Giunta possa essere elemento di governo e raccordo sulla base di questo Piano.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Emendamento rubricato n. 29) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: La tabella 8.6 è sostituita dal testo seguente: 4) Azioni da intraprendere per l'obiettivo di Riduzione delle emissioni dei gas climalteranti: miglioramento dei sistemi di captazione e dei sistemi di recupero del biogas nelle discariche esistenti (almeno il 65% del biogas prodotto) ricorrendo, ove possibile, a sistemi che accelerino il processo di degradazione della frazione organica ancora presente nei rifiuti incentivazione dell'autocompostaggio degli scarti organici prodotti da utenze domestiche e non domestiche incremento del recupero di materia con particolare riferimento alle frazioni biodegradabili (RUB) presenti nei rifiuti urbani promuovere lo sviluppo di impianti di trattamento anaerobico dei rifiuti a matrice organica stop alla produzione ed utilizzo del CSS in impianti di coincenerimento.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
In quest'emendamento, al sottoparagrafo 8.3.1., sostituiamo la tabella 8.6, sulle azioni per la riduzione delle emissioni dei gas climalteranti.
Quindi, definiamo il miglioramento dei sistemi di captazione e dei sistemi di recupero del biogas nelle discariche esistenti, ricorrendo anche a sistemi che accelerino il processo di degradazione della frazione organica ancora presente nei rifiuti.
Auspichiamo, ovviamente, che questa frazione organica sia quella già esistente e depositata, perché chiediamo anche che nulla della frazione organica e biodegradabile sia conferito in discarica, in previsione di questo Piano. Auspichiamo, inoltre, l'incentivazione dell'autocompostaggio domestico e non domestico, l'incremento del recupero di materia con riferimento alle frazioni biodegradabili presenti nei rifiuti urbani e la promozione degli impianti di trattamento anaerobico dei rifiuti a matrice organica. Auspichiamo, ovviamente, lo stop alla produzione ed utilizzo del CSS in impianti di coincenerimento, come già definito negli emendamenti precedenti.
Qui ci occupiamo dei gas climalteranti. Come ricordava qualche collega (forse anche il collega Mighetti), non si tratta solo dei problemi derivanti dall'emissione di questi gas, perché ci sono molti altri inquinanti che hanno un effetto diretto sulla salute della cittadinanza e che non sono necessariamente climalteranti. Pensiamo alle diossine, alle micropolveri e alle nanopolveri emesse dagli impianti di combustione, più tutta una serie di inquinanti che non possiamo prevedere, che possono essere immessi sia negli inceneritori sia negli impianti di coincenerimento, perché non si tratta di un combustibile omogeneo, ma molto eterogeneo.
Possiamo trovare - per fare l'esempio peggiore - anche fibre di amianto che, se l'impianto non ha un sistema di filtraggio ai camini sufficientemente avanzato, passano direttamente in atmosfera, con le conseguenze che possiamo immaginare.
In ogni caso, non è intelligente tentare di bruciare il rifiuto biodegradabile, perché, per definizione, il modo migliore è utilizzarlo in agricoltura o nel compost domestico o - nel caso delle aziende - sviluppare impianti di compostaggio che permettano alle stesse (pensiamo alle aziende alimentari, che hanno grandi scarti di cibo) di poter riutilizzare, sia per frazione compost sia per frazione eventualmente energetica e gas, tutta la componente organica, che non va smaltita e non rappresenta un costo di trasporto per le Amministrazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Poiché il Piano parla di riduzione delle emissioni di gas climalteranti e questo, ovviamente, è più che condiviso e condivisibile - abbiamo pensato di aggiungere delle azioni da intraprendere per raggiungere questi obiettivi, quindi il miglioramento dei sistemi di captazione e dei sistemi di recupero del biogas nelle discariche esistenti (almeno il 65% del biogas prodotto), ricorrendo - ove possibile - a sistemi che accelerino il processo di degradazione della frazione organica ancora presente nei rifiuti.
Inoltre, l'incentivazione dell'autocompostaggio degli scarti organici prodotti da utenze domestiche e non domestiche, l'incremento del recupero di materia con particolare riferimento alle frazioni biodegradabili presenti nei rifiuti urbani, la promozione dello sviluppo di impianti di trattamento anaerobico dei rifiuti a matrice organica, e soprattutto - come abbiamo già avuto modo di evidenziare con altri emendamenti - uno stop alla produzione ed utilizzo di combustibili solidi secondari in impianti di coincenerimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Ritengo che il recupero energetico della frazione organica vada perseguito, ma non con il sistema che questo Piano rifiuti indica, nel senso che abbiamo una presenza di sostanza biodegradabile nel materiale indifferenziato che andrà a trattamento in impianti di trattamento meccanico biologico che dovranno produrre CSS.
Tuttavia, la composizione di questo materiale (ricordo che ho chiesto una relazione sulla composizione dell'indifferenziato e sulla presenza di materiali riciclabili; richiesta che spero venga soddisfatta dai funzionari e dai collaboratori dell'Assessore, perché sappiamo che la composizione è conosciuta) fa sì che noi trattiamo meccanicamente, stabilizziamo questo organico, cioè utilizziamo energia per stabilizzare sostanza organica.
Questa è un'operazione con cui sprechiamo energia per trasportare il materiale ad un impianto di trattamento e sprechiamo altra energia per stabilizzare questa frazione organica, per poi buttarla via. La frazione organica potrebbe essere utilizzata per produrre biogas in modo controllato e avere un'importante riduzione delle emissioni di gas climalteranti.
Il Piano regionale, però, non va in questa direzione, perché punta sulla stabilizzazione dell'organico, che è un'operazione che ci costa energia e non consente un recupero energetico positivo, perché consente di produrre biogas che non vanno ad incrementare la presenza di carbonio in atmosfera.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Ancora a ribadire il concetto relativo ai gas climalteranti.
Se la politica è quella di una riduzione dell'emissione dei gas serra chiaramente la soluzione per i rifiuti non è l'incenerimento, sia fatto questo in inceneritori a questo scopo costruiti o sia fatto in impianti di coincenerimento.
Perché? Perché noi, oltre ad avere dei prodotti che abbiamo trasformato in rifiuti, consumando - per la loro realizzazione - dell'energia combustibili fossili, altra energia per il trasporto, li mandiamo in incenerimento, diciamo di recuperare l'energia ma, in realtà, chiudiamo un ciclo in difetto e produciamo, alla fine, di nuovo un po' di CO2, oltre ad altre emissioni, più o meno dannose, derivanti da questo processo.
Pertanto, continuiamo ad alimentare questo flusso di gas climalteranti e non vi poniamo rimedio. Inoltre, oltre a questo, c'è la questione del recupero del biogas dalle discariche esistenti. Su questo punto dovranno essere effettuati degli studi, bisognerà approfondire tutte le tematiche relative a questo tipo di biogas, che è un biogas un po' articolare rispetto a quello che possiamo recuperare dall'umido domestico.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Siamo alla pagina 133, Paragrafo 8.3, Capitolo 8, Titolo II. Si vuole sostituire la tabella 8.6 con il testo seguente: "4) Azioni da intraprendere per l'obiettivo di riduzione delle emissioni dei gas climalteranti". Stiamo parlando, quindi, di quei gas ad effetto serra molto dannosi per la nostra salute e per l'ambiente che ci circonda.
Che cosa si chiede nello specifico in quest'emendamento? Si chiede il miglioramento dei sistemi di captazione e dei sistemi di recupero del biogas nelle discariche esistenti. Tra l'altro, è appena intervenuto il collega Mighetti, che ha spiegato molto bene il recupero del biogas nelle discariche. Si parla di almeno il 65% del biogas prodotto, ricorrendo, ove possibile, a sistemi che possano accelerare il processo di degradazione della frazione organica che è ancora presente nel rifiuto; l'incentivazione dell'autocompostaggio degli scarti organici prodotti da utenze domestiche e non domestiche, perché ricordiamoci che anche nelle nostre case dobbiamo prestare attenzione a tutti i prodotti che vengono utilizzati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento andiamo a trattare il fatto che la gestione dei rifiuti comunque ha un impatto anche sui gas climalteranti, per i quali l'Europa stessa si è posta degli obiettivi ambiziosi al 2020 e ancora più ambiziosi per gli anni successivi. Obiettivi che oggettivamente sono stati aiutati negli ultimi anni perché la grande crisi ha ridotto, di fatto, le emissioni industriali, ma che dal punto di vista dei rifiuti, invece, non hanno visto un contributo analogo. Infatti, la crescita dell'utilizzo della valorizzazione energetica, attraverso l'incenerimento e il co incenerimento, ha aumentato i livelli di emissione, perché quelli delle discariche sono rimasti tali; infatti, le discariche, anche se le abbiamo fermate, comunque continuano ad emettere.
Ricordiamo che il fatto di arrivare addirittura a richiedere l'importazione di rifiuti da altre Regioni per la termovalorizzazione e per l'incenerimento non fa che aumentare i problemi emissivi. Quindi, sotto questo profilo le nostre proposte riguardano il fatto che gli impianti di captazione sono spesso piuttosto datati sulle nostre discariche, proprio legati al fatto che le stesse sono datate; quindi, tendiamo a perdere bio gas (sostanzialmente metano), che in un ordine di grandezza è addirittura dieci volte più climalterante dell'anidride carbonica.
Questo vale sia per il discorso dei gas climalteranti sia per il discorso della riduzione complessiva dei rifiuti che devono essere raccolti e trattati. Quindi, come abbiamo già detto tante volte, basta alla produzione di CSS.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Emendamento rubricato n. 30) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Nel primo capoverso, dopo le parole "percolati in discarica" vengono aggiunte le parole "ed il rispetto delle zone con ipotesi di ricarica delle falde secondo il Piano di Tutela delle Acque)".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Sempre per quanto riguarda il paragrafo 8.3.1, nel primo capoverso dopo le parole "percolati in discarica" aggiungiamo "e di rispetto delle zone con ipotesi di ricarica delle falde, secondo il piano di tutela delle acque".
Anche se non sono il più preparato del mio Gruppo per trattare questo argomento, sappiamo che la collocazione di impianti di discarica di rifiuti urbani o altro tipo in prossimità di zone di ricarica è altamente sconsigliata e sconsigliabile.
I percolati purtroppo vengono prodotti sempre, perché le discariche sono composte da numerosi strati isolati da membrane che servono a contenere il percolato, quindi abbiamo delle vasche di deposito, a loro volta isolate da questi strati. Inoltre, sono disposti appositi sistemi di captazione oltre che dei gas anche dei percolati.
Tuttavia, questo tipo di attenzione è una norma piuttosto recente, come la conoscenza di un problema che non esisteva nel momento in cui sono state collocate le prime discariche. Quindi, tuttora questo problema esiste.
Qualora verranno collocate comunque delle discariche di servizio o discariche che vanno a prendere gli scarti di altri impianti di combustione, vogliamo evitare il più possibile che si vadano a scegliere delle zone che sono definite di ricarica nel Piano di tutela delle acque.
Noi non siamo d'accordo, anche per il motivo delle discariche di servizio, alla combustione dei rifiuti, perché, oltre all'emissione gassosa, aggiungiamo anche un'emissione solida che comunque deve trovare una collocazione. La collocazione cosa può essere se non nuove discariche dal momento che tutte quelle esistenti sono esaurite o in esaurimento? Anche se siamo molto virtuosi, non possiamo confidare sulla propositività di questo Ente, dal momento che per il 2020 non cambierà assolutamente nulla su questo Piano.
Confidiamo sul fatto che, purtroppo, non riusciremo a fare stare tutto il rifiuto indifferenziato nel residuo delle discariche e, tanto meno riusciremo a collocare anche la parte di residuo dell'impiantistica in discariche esistenti, ma probabilmente si troveranno nuove zone in regione o fuori regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo punto è molto delicato, perché ancora oggi si realizzano discariche, magari non di rifiuti urbani. Tra l'altro - il collega Andrissi probabilmente mi smentirà - si costruiscono discariche industriali oppure per rifiuti urbani su aree molto delicate, aree che sono definite come aree di ricarica dell'acquifero dal Piano di tutela delle acque.
Che cosa sono queste aree di ricarica? Sono la parte del nostro Piemonte in cui i rilievi sia appenninici sia alpini incontrano la pianura.
In questa zona tutte le precipitazioni e i dilavamenti arrivano nelle falde profonde con maggiore velocità, diventando un vero e proprio problema quando ci sono in superficie degli elementi inquinanti. Perché questo? Perché nelle aree di ricarica la parte impermeabile data dai rilievi è molto più superficiale rispetto alla pianura, l'acqua percola fino ad una certa profondità e viaggia, nella parte sotterranea del terreno in questo strato di connettivo, ad una velocità maggiore di quanto viaggerebbe per compiere la distanza verticale in un territorio di pianura dove lo strato impermeabile è ad una profondità ragguardevole.
Quindi, sono aree molto delicate, che sono la nostra riserva d'acqua ma non solo nostra, perché rappresentano la riserva d'acqua per i nostri figli. Proprio per questo, chiediamo che le discariche non vengano più ubicate in queste aree molto importanti dal punto di vista idrologico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Era inevitabile che anche nel Piano rifiuti finisse un riferimento al Piano di tutela delle acque e al rispetto e alla tutela delle falde acquifere, poiché ci siamo occupati di questo tema e di questo problema più volte sia in relazione a fatti specifici sia anche in relazione al lavoro svolto sui bilanci di previsione e sui bilanci di assestamento proprio per andare ad attribuire delle risorse per l'attuazione del PTA.
Il PTA è una parte del tema molto più complesso della qualità delle acque e dell'attuazione a livelli complessivo della Direttiva acque attuazione che vede la nostra Regione ancora impegnata e che deve impegnare la nostra Regione a fare meglio, perché, come è stato più volte da noi evidenziato, siamo al di sotto degli obiettivi di qualità richiesti dalla Direttiva acque, che prevedeva il raggiungimento di determinati obiettivi alla fine del 2015.
Poi, come sempre accade, e come ha sottolineato l'Assessore Valmaggia in risposta ad alcune nostre interrogazioni in merito, ci sono sempre delle deroghe. Se consideriamo la nostra situazione all'interno del bacino del Po e non solo della nostra Regione, in realtà i dati sono un po' migliori, ma questo allora dovrebbe far riflettere, perché essendo i dati del Piemonte peggiori di quelli globali a livello del bacino del Po, significa che la performance della nostra regione contribuisce a peggiorare il dato globale.
In questo caso, ci stiamo occupando delle falde acquifere per proteggerle dal percolato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento andiamo a toccare un altro tema delicato, che è quello appunto dell'inquinamento delle falde. Un altro dei problema sostanziali, come già illustrato dai precedenti interventi dei miei colleghi, è proprio quello che in diversi casi le discariche vanno ad insistere in zone che sono soggette a percolazione e alla possibilità di inquinamento delle falde.
In Piemonte, purtroppo, abbiamo problemi generalizzati di inquinamento sia delle acque superficiali che delle acque di falda; sia quelle di falda più superficiale e parzialmente anche quelle di falda più profonda, che sono quelle prelevate per l'uso anche potabile, per cui ci sembra fondamentale introdurre nel Piano rifiuti il principio che debbano essere rispettate le zone con ipotesi di ricarica delle falde, anche dando seguito al Piano di tutela delle acque.
Qui, di nuovo, vediamo che l'impatto del Piano rifiuti è trasversale a tantissime tematiche, proprio perché il rifiuto di per sé va ad inquinare se appunto non viene recuperato, riciclato. Se rientra nel ciclo, va ad impattare su tutti gli aspetti del nostro ambiente: dall'aspetto di immagazzinamento fisico, quindi solido, all'inquinamento dell'aria attraverso l'emissione di gas, sia da discarica sia dai prospetti di incenerimento e, purtroppo, dal punto di vista delle acque, attraverso l'inquinamento delle falde.
Di tutte queste cose è fondamentale tenere conto all'interno del Piano.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Parliamo di Piano tutela delle acque, zona di rispetto, con ipotesi di ricarica delle falde.
Questo è uno degli argomenti sollevati contro l'ampliamento della discarica ASRAB di Cavaglià, proprio dal lato acque, nel senso che noi abbiamo cinque falde profonde, una delle quali ha una qualità dell'acqua compromessa, che è quella di Torino, da sostanze organoclorurate e l'obiettivo del Piano tutela acque è proprio quello di vietare sui territori di ricarica di queste falde attività profonde che ne possono compromettere la qualità.
Sappiamo che le falde acquifere superficiali piemontesi hanno purtroppo una qualità pessima. Vorremmo che le falde acquifere profonde, che sono la grande riserva d'acqua piemontese, non subissero le stesse conseguenze.
Allora, per fare questo è importante che non vengano realizzate o ampliate discariche nelle zone di ricarica.
Come diceva prima il collega Mighetti, le zone di ricarica sono le pianure alte, che sono le pianure formate da materiale morenico dopo le glaciazioni, e quindi materiale grossolano che consente una rapida infiltrazione dell'acqua nelle falde. Quindi sono aree delicate, dove effettivamente realizzare discariche o impianti che possono andare a inquinare le falde è un'operazione veramente sbagliata.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Andiamo a toccare, con quest'emendamento, un tema importantissimo, che è il tema della tutela delle falde.
La risorsa idrica è sicuramente un risorsa che va protetta, che va conservata; l'acqua è ormai riconosciuta come un bene che, tra l'altro, è molto spesso soggetto a minacce di vario tipo. Qui stiamo parlando di discariche che potrebbero andare a compromettere le falde acquifere e quindi compromettere la salubrità e la qualità dell'acqua.
Sappiamo che sul nostro territorio ci sono delle falde a rischio anche a causa di grandi opere che si intendono eseguire sul territorio e che, in alcuni casi, si stanno già portando abbastanza avanti sul territorio abbiamo visto in altre regioni gli esiti disastrosi dell'impatto di queste grandi opere sul territorio, con il prosciugamento di falde. Non possiamo assolutamente concederci il lusso di andare a inquinare risorse idriche preziosissime e, purtroppo, sempre più scarse che abbiamo sul territorio regionale.
Quindi, oltre alla minaccia delle grandi opere e dei lavori connessi a rischio di prosciugamento delle falde, in questo Piano rifiuti dobbiamo assolutamente prevedere la minaccia della presenza di discariche nelle vicinanze delle falde acquifere. Per questo motivo, chiediamo di aggiungere nel Piano rifiuti le parole "il rispetto delle zone con ipotesi di ricarica delle falde, secondo il piano di tutela delle acque", quindi delle zone cui faceva riferimento il collega Andrissi, che vanno assolutamente preservate.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 60) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Emendamenti alla pagina 134, SOTTOPARAGRAFO 8.3.1, PARAGRAFO 8.3, CAPITOLO 8, TITOLO II La tabella 8.7 è sostituita dal testo seguente: 5) Azioni da intraprendere per l'obiettivo di Riduzione e prevenzione del fenomeno della desertificazione: incremento della produzione di ammendanti compostati, come definiti dal d.lgs. 75/2010, e del loro utilizzo in pieno campo incentivazione dell'autocompostaggio degli scarti organici prodotti da utenze domestiche e non domestiche incentivazione a utilizzare in agricoltura i fanghi previo compostaggio (d.lgs. 75/2010) adozione di misure che ottimizzino le risorse impiantistiche esistenti per il trattamento della frazione organica, riconversione, ove possibile in impianti integrati di trattamento anaerobico.
6) Azioni da intraprendere per l'obiettivo di Miglioramento della qualità della risorsa idrica.
incentivazione a utilizzare in agricoltura i fanghi derivanti dalla depurazione degli scarichi civili previo compostaggio (d.lgs. 75/2010) incentivazione di interventi per ridurre la produzione di rifiuti biodegradabili delle utenze domestiche e non domestiche, compreso l'autocompostaggio della frazione organica incremento del recupero con particolare riferimento alle frazioni biodegradabili (RUB) presenti nei rifiuti urbani, per un valore di 60 kg/ab anno e successivo azzeramento a partire dal 2020.
Riduzione del conferimento in discarica dei fanghi provenienti dalla depurazione delle acque civili e industriali (tale obiettivo è finalizzato alla riduzione dei carichi inquinanti nei percolati di discarica).
Divieto di ampliamento, modifica ed apertura di nuove discariche in zone con ipotesi di ricarica delle falde (secondo il Piano di Tutela delle Acque) sul territorio regionale.
7) Azioni da intraprendere per l'obiettivo di Riduzione del consumo di suolo: Divieto di ampliamento, modifica ed apertura di nuove discariche in zone con ipotesi di ricarica delle falde (secondo il Piano di Tutela delle Acque) sul territorio regionale divieto di utilizzo delle cave esaurite come impianti di smaltimento di rifiuti di qualsiasi genere abbandono del ricorso allo smaltimento in discarica dei rifiuti recuperabili, con l'obiettivo al 2030 del blocco delle discariche di rifiuti urbani adozione di criteri di individuazione sul territorio delle sole discariche necessarie per lo smaltimento di rifiuti speciali non altrimenti recuperabili, che tengano conto del carico ambientale a cui è sottoposta la zona e della capacità d'uso del suolo (non può essere intaccato il suolo agricolo e suolo vergine) per l'individuazione.
adozione di criteri di individuazione sul territorio di impianti per il pretrattamento del rifiuto indifferenziato da avviare a smaltimento, che ne abbassi ulteriormente la componente organica e recuperi ulteriore materia che tengano conto del carico ambientale a cui è sottoposta la zona e della capacità d'uso del suolo (non può essere intaccato il suolo agricolo e suolo vergine) per l'individuazione.
8) Azioni da intraprendere per l'obiettivo Sicurezza ambientale delle discariche e riduzione dei quantitativi di rifiuti smaltiti: incentivazione di interventi per ridurre la produzione di rifiuti in generale e delle frazioni biodegradabili in particolare, da parte delle utenze domestiche e non domestiche, compreso l'autocompostaggio della frazione organica attivazione di sistemi di RD dei RUB in grado di ridurne il conferimento in discarica ed incrementarne il riciclaggio prevedere una rete di impianti per il pretrattamento del rifiuto indifferenziato da avviare a smaltimento, che ne abbassi ulteriormente la componente organica e recuperi ulteriore materia.
limitare l'uso delle discariche per scarti e ceneri, ricercando alternative compatibili dal punto di vista ambientale e sanitario, fatto salvo il principio di precauzione disincentivo all'utilizzo di tecnologie impiantistiche obsolete non il linea con le migliori tecniche disponibili divieto della produzione di cementi comuni e altri prodotti per l'edilizia con clinker ottenuto da farina cruda composta con scorie da incenerimento e/o miscele di sostanze ottenute dalle stesse e/o da altri rifiuti in assenza della registrazione prescritta dalla normativa europea REACH (Registration, Evaluation, Authorisation of CHemicals ) raggiungere l'autosufficienza a livello di Ambito Territoriale Ottimale nella riduzione, selezione, trattamento, pretrattamento e smaltimento dei rifiuti urbani coerentemente con gli obiettivi di pianificazione regionale e ottimizzazione dell'impiantistica già presente sul territorio e attivazione di collaborazioni tra gli ATO previsione annuale di fondi regionali da destinare alla bonifica dei siti contaminati regionali.
9) Azioni da intraprendere per l'obiettivo di Uso sostenibile delle risorse ambientali: favorire operazioni di scambio, commercializzazione o cessione gratuita di beni e/o di loro componenti, al fine di riutilizzarli per le stesse finalità per le quali sono stati originariamente prodotti. A tal proposito vengono promossi i "centri Comunali di Riuso" incentivazione al riutilizzo degli imballaggi diffusione della commercializzazione di prodotti sfusi, favorendo rinsediamento di una rete di negozi a km0 "alla spina" disincentivo all'utilizzo dei prodotti monouso, in qualsiasi settore incentivo all'utilizzo di materiali lavabili, e laddove non sia possibile compostabili, durante gli eventi enogastronomici 10) Azioni da intraprendere per l'obiettivo Riduzione del prelievo di risorse senza pregiudicare gli attuali livelli di qualità della vita: favorire operazioni di scambio, commercializzazione o cessione gratuita di beni e/o di loro componenti, al fine di riutilizzarli per le stesse finalità per le quali sono stati originariamente prodotti. A tal fine vengono istituiti i "centri comunali di riuso" redazione obbligatoria per tutti gli Enti pubblici piemontesi, comprese le Aziende Sanitarie Locali, le università e gli istituti scolastici, di un disciplinare interno contenente obiettivi di riduzione e riuso in linea con la pianificazione e la normativa europea, nazionale e regionale incentivazione al riutilizzo degli imballaggi, diffusione della commercializzazione di prodotti disimballati diffusione della commercializzazione di prodotti sfusi, favorendo l'insediamento di una rete di negozi a km0 "alla spina" disincentivo del ricorso ai prodotti monouso, o prodotti usa e getta, in qualsiasi settore promozione della diffusione delle certificazioni ambientali finalizzata ad una produzione ambientalmente sostenibile di beni e manufatti incentivazione alla diffusione del Green Public Procurement.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
E' un emendamento molto strutturato; siamo sempre nella zona del capitolo 8, in cui sostituiamo tabelle esistenti.
Quindi, abbiamo azioni di riduzione e prevenzione del fenomeno della desertificazione, miglioramento della qualità della risorsa idrica, consumo del suolo, sicurezza ambientale delle discariche e riduzione dei quantitativi dei rifiuti smaltiti, uso sostenibile delle risorse ambientali, riduzione del prelievo di risorse, senza pregiudicare gli attuali livelli di qualità della vita, il tutto inserendovi le pratiche e le tecnologie che è auspicabile siano implementate per ottemperare a tali misure, che si rifanno alle azioni che si stanno compiendo a livello nazionale ed europeo relativamente alla lotta ai cambiamenti climatici alle desertificazioni, alla tutela dell'ambiente e della salute umana in senso lato.
In parte abbiamo parlato del miglioramento della qualità della risorsa idrica. Allora pensiamo alla complessità degli impianti di depurazione e alla garanzia entro i limiti di legge della presenza dei vari inquinanti quali i metalli pesanti che vengono filtrati dagli impianti di trattamento delle acque fognarie, in quanto abbiamo in mano una risorsa importante.
Ne parlavamo nella seduta precedente: dobbiamo creare materiali con un valore economico, che è possibile se la qualità è piuttosto alta, senza assistere allo spostamento di materiali da una regione all'altra, che determina anche il problema della tracciabilità e del controllo di questo materiale (più è vicino al territorio più è efficace).
In tema di riduzione del consumo di suolo ci sono diversi argomenti: la collocazione di eventuali nuove discariche e il problema di ricarica delle falde. Poi, abbiamo l'abbandono dello smaltimento in discarica dei rifiuti recuperabili. Quindi, in teoria, se ottemperassimo a queste due o tre misure, domani le discariche verrebbero chiuse.



PRESIDENTE

Grazie.
Hanno chiesto di intervenire i Consiglieri Mighetti, Bertola, Frediani e Campo.
La parola al Consigliere Mighetti.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Prima la Consigliera Frediani.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Perché? Ho detto: "Prima la Consigliera Frediani". Leggiamo i verbali?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Prego, Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Inizio a pensare che sia una questione personale, a questo punto.



PRESIDENTE

No, la differenza tra me e lei è che lei piace a me e io non piaccio a lei, questo è un dato indubbio e indiscusso.



FREDIANI Francesca

Guardi, su questo potrei darle anche ragione.



PRESIDENTE

Sono sempre io la parte debole, mi porto questa sindrome di Calimero da anni.



FREDIANI Francesca

Ha detto una mezza verità, però, se la consola, è in buona compagnia.



PRESIDENTE

Prego, collega.



FREDIANI Francesca

Lascio a lei l'interpretazione di quanto ho appena detto.



PRESIDENTE

Colleghi, tutto bene? Siete a posto?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Avete bisogno? Siete a posto? Va bene, grazie.
Ha visto con quale silenzio è stata accolta?



FREDIANI Francesca

Sì, con il gelo direi.



PRESIDENTE

Prego.



FREDIANI Francesca

Parlando di azioni che devono essere intraprese, mi soffermo sul punto 9), sull'uso sostenibile delle risorse ambientali.
In particolare, tra le varie azioni da intraprendere, oltre ai centri comunali di riuso - di cui, combinazione, abbiamo parlato proprio ieri sera durante un incontro, e sarebbero molto interessante da istituire nei comuni proponiamo l'insediamento di una rete di negozi a chilometro zero, alla spina.
E' un'iniziativa che sicuramente potrebbe aiutare il raggiungimento dell'obiettivo di contenimento dei rifiuti, perché la previsione di prodotti alla spina riduce il consumo di imballaggi, soprattutto è interessante che sia "a chilometro zero". Ci ostiniamo a far viaggiare le merci e a cercare merci che arrivano da chissà dove quando tutti noi dovremmo essere consapevoli che per una migliore qualità e per consentire un reale rilancio della nostra economia dovremmo utilizzare merci vicino a noi, a chilometro zero. Quindi, è inutile parlare di incremento del PIL, di spostamenti di merci da nord a sud, da est a ovest, attraverso vari corridoi; è inutile andare a pensare di cementificare la nostra regione per renderla - con un termine aberrante - una piattaforma logistica.
In questo Piano noi chiediamo di inserire questa attenzione al commercio a chilometro zero, che sicuramente per noi rappresenta il futuro rispetto alle anacronistiche visioni di chi sostiene l'Alta Velocità diciamolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Mi sembrava di essere l'ultimo, però grazie.
Anche in questo caso è un emendamento parecchio articolato, volto sostanzialmente, alla riduzione e alla prevenzione del fenomeno della desertificazione. Questo vuol dire che, oggi, sui nostri terreni con l'agricoltura ordinaria si verifica il fenomeno di burnout, cioè con il continuo utilizzo dei prodotti chimici per mantenere alti i livelli di produttività consumiamo la risorsa organica, per cui i terreni - questo vale per tutte le nazioni sviluppate - tendono comunque a perdere capacità di produzione e anche vitalità, pertanto deve essere mantenuto costante l'afflusso di ammendanti chimici.
Con il Piano rifiuti vogliamo offrire l'opportunità, in modo ampio attraverso una corretta produzione del compost, quindi attraverso una migliore qualità della differenziazione del recupero della materia organica biodegradabile, di produrre compost di qualità per l'utilizzo in agricoltura, ma altresì incentivare l'utilizzo delle compostiere domestiche, che ho vissuto sulla mia pelle perché il mio Comune questo servizio l'ha offerto. Lo ritengo un elemento di forte responsabilizzazione, anche in termini di autoconsumo e di miglioramento della qualità della vita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo emendamento ha un senso abbastanza logico: nella nostra generale politica di consumismo, attiriamo risorse, consumiamo risorse e da risorse nobili generiamo rifiuti, sostanzialmente.
Questo emendamento inserisce una serie di pratiche e di politiche atte a superare questo sistema, che inducono, da una parte, ad una riduzione dei consumi, che non sono consumi essenziali, e, dall'altra, al riutilizzo di materie per reintegrare le risorse. Questo avviene, per esempio, con il compostaggio e il recupero della sostanza organica attraverso vari processi e la reimmissione, come sostanze ammendanti, nei terreni.
Chiaramente, è una politica più virtuosa, che non necessariamente ci renderebbe più poveri, perché il paradigma per il quale dobbiamo produrre cose inutili per essere più ricchi, ormai, è alquanto vetusto e non più supportato nei fatti da una reale esigenza economica.
Negli ultimi anni, si è continuato a produrre, sopratutto involucri più che materie di utilizzo, ma questo non ha di fatto incrementato il valore dei singoli manufatti, inducendoci a pensare che questa attività produca una diseconomia anziché un incremento della nostra ricchezza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Azioni volte a ridurre e a prevenire il fenomeno della desertificazione; un fenomeno diffuso nei territori agricoli piemontesi dovuto a pratiche agricole dettate da multinazionali della chimica che portano ad una concimazione con concimi chimici completamente privi della parte carboniosa che arricchisce di acidi umici il terreno, andando incontro ad una desertificazione.
Una strada percorribile, oltre che usare tecniche agronomiche meno impattanti dal punto di vista dell'impatto sulla falda e sull'ambiente, è produrre composti di qualità.
Sappiamo che gli impianti di compostaggio piemontesi fanno fatica soprattutto quelli che vogliano lavorare e produrre compost di alta qualità, ad accettare nei loro impianti fanghi di depurazione. Noi più volte abbiamo chiesto la composizione di questi fanghi.
Non essendoci stata data risposta, lo chiediamo ancora una volta: qual è la composizione di questi fanghi? Perché gli impianti di compostaggio piemontesi fanno fatica ad accettare questi fanghi? La pratica utilizzata per questi fanghi da depurazione in Piemonte è per un terzo, l'utilizzo diretto sul territorio agricolo senza compostaggio, e per due terzi - soluzione più facile - mandarlo fuori Regione.
Ovviamente poi fuori regione nascono comitati contro l'utilizzo dei fanghi di depurazione piemontese.
Vedremo come finirà questa vicenda.
Questa è la situazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo tutta una serie di azioni da intraprendere per la riduzione e la prevenzione del fenomeno della desertificazione.
E' molto importante - ne abbiamo parlato anche negli emendamenti precedenti - per il miglioramento della qualità della risorse idrica.
Su questo vorrei soffermarmi, ma mi ha già degnamente anticipato il collega Andrissi, con la sua preparazione, quando parla della depurazione dei fanghi, quindi la riduzione del conferimento in discarica dei fanghi provenienti dalla depurazione delle acque civili ed industriali, che sono altamente inquinanti.
Il collega ha chiesto di conoscere la composizione di questi fanghi. In Commissione non avete mai dato risposta e non abbiamo avuto risposta.
Trattasi di un argomento molto importante, anche perché sono fanghi trattati in agricoltura nei campi. Ricordiamoci che poi noi ci alimentiamo attraverso queste sostanze seminate e raccolte in agricoltura, quindi nei campi.
Molto importanti sono altre azioni da intraprendere per l'obiettivo di riduzione del consumo di suolo. Anche questo è importante, quindi il divieto di modifica dell'apertura delle discariche.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Ovviamente noi permettiamo, al Consigliere Appiano come ad altri Consiglieri, di firmare i nostri emendamenti, qualora ne ravvisassero il desiderio e la volontà.
A pagina 134 c'è una tabella che andiamo a sostituire con un testo che introduce delle modifiche.
E' una tabella che prevede, complessivamente, delle misure molto importanti, sulle quali concordiamo, però siamo andati a modificare parte del testo.
Abbiamo azioni da intraprendere per l'obiettivo di riduzione e prevenzione del fenomeno della desertificazione; azioni da intraprendere per il miglioramento della qualità della risorsa idrica; la riduzione del consumo di suolo; la sicurezza ambientale delle discariche e la riduzione dei quantitativi dei rifiuti smaltiti; l'uso sostenibile delle risorse ambientali e la riduzione del prelievo di risorse senza pregiudicare gli attuali livelli di qualità della vita.
Abbiamo inserito queste modifiche proprio perché, nelle pagine che precedevano i vari capitoli, avevamo inserito nuovi obiettivi o modalità per raggiungere gli obiettivi.
Essendo questa, alla fine del capitolo, una tabella riassuntiva delle azioni da intraprendere, abbiamo ravvisato l'esigenza e la necessità di andarla a modificare.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Ruffino, Vignale: Alla pagina 134 dell'allegato A, tabella 8.7. sezione 5) 'Riduzione e prevenzione del fenomeno della desertificazione' sostituire il testo della terza Azione indicata con le seguenti parole: "incentivazione ad utilizzare in agricoltura i fanghi derivanti dalla depurazione degli scarichi civili preferibilmente previo compostaggio (d.Lgs 75/2010) e solo subordinatamente in maniera diretta (d.Lgs 99/92)".
Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Questo emendamento riguarda un'azione prevista, nell'ambito del Piano per l'utilizzo dei fanghi derivanti dalla depurazione in agricoltura.
Il Piano dà un'indicazione prioritaria rispetto all'incentivazione dell'utilizzo di questi fanghi in modo diretto, cioè dalla produzione di fanghi dagli impianti di depurazione e l'immissione degli stessi direttamente sul terreno.
Rispetto ad una riduzione e prevenzione del fenomeno della desertificazione, è impegnativo rispetto alla situazione in cui ci troviamo in Piemonte, perché non mi risultavano casi di questo genere.
Sicuramente, anche rispetto al decreto legislativo 75 del 2010 e al decreto legislativo subordinato 99/92, chiedevamo la possibilità che ci fosse un privilegio dell'impianto di compostaggio, cioè sul fatto che questi impianti possono essere dapprima compostati. Evidentemente il compost ha delle caratteristiche di controllo successivo alla produzione dello stesso, che con tabelle contenenti dati chimici danno garanzie rispetto ad inquinamenti che questi fanghi potrebbero generare, qualora gettati direttamente sul terreno senza gli opportuni controlli e con opportune attività di bonifica.
Ci sembrava che sostituendo la pagina 134 dell'allegato A si andasse a definire una modalità corretta di utilizzo e smaltimento di questi fanghi pur mantenendo l'obiettivo finale del Piano.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Ruffino, Vignale: Alla pagina 135 dell'allegato A, tabella 8.7, la sezione 7) "Riduzione della pressione antropica sul suolo a destinazione agricola" è soppressa.
La numerazione delle sezioni seguenti è modificata di conseguenza.
Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Questo emendamento propone a pagina 135, che le parole "Riduzione della pressione antropica sul suolo a destinazione agricola" sono soppresse.
Sostanzialmente, riprende un po' uno degli emendamenti precedenti. La finalità sostanziale è quella di non basare il principio sul consumo del suolo, ma sul fatto che ci siano delle logiche ben precise basate sulla pianificazione a livello territoriale e, soprattutto, a livello di presenza dei vari impianti e delle varie strutture di lavorazione e di stoccaggio dei rifiuti.
Di conseguenza, questo elemento diventa di forte importanza anche perché, obiettivamente, ci devono essere delle finalità e, soprattutto delle logiche che vadano oltre gli aspetti prettamente antropici.
Questo è un po' la finalità dell'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 10) segue l'emendamento discusso precedentemente quando chiedevamo la soppressione a pagina 135, dell'allegato E, della tabella 8.7.
Viene meno, quindi, la numerazione successiva. Questo è un emendamento tecnico rispetto a quello precedente. Qualora venisse accettato questo obiettivo nella numerazione generale, deve essere anche soppresso successivamente nell'esplicazione della stessa.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Emendamento rubricato n. 61) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Dopo il terzo capoverso, che finisce con le parole .'impianti ambientali' viene aggiunto il seguente capoverso: La Regione Piemonte si impegna a redigere un disciplinare per le gare d'appalto coerente con gli obiettivi contenuti nel presente Piano".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti per l'illustrazione ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Stesso sottoparagrafo degli emendamenti precedenti, dopo il terzo capoverso a pagina 137, dopo "impatti ambientali" aggiungiamo: "La regione Piemonte si impegna a redigere un disciplinare per le gare d'appalto coerente con gli obiettivi contenuti nel presente Piano".
Abbiamo inserito questo pensando, specialmente, alle caratteristiche del tipo di servizio e dei materiali che noi vogliamo trattare nel ciclo dei rifiuti, per dare un segnale di governo forte ai privati che sono chiamati alla gestione di un servizio pubblico della gestione dei rifiuti.
Abbiamo visto che, comunque, il servizio è stato lentamente appaltato ad aziende private, quindi sono sempre meno le partecipazioni pubbliche dentro la gestione dei rifiuti. Abbiamo bisogno di ribadire il primato della politica e delle istituzioni sul controllo del ciclo di trattamento dei rifiuti. Questo vale perché grosse partecipate sia pubbliche che private spesso ora acquistano in concessione sia il servizio di raccolta che il servizio di smaltimento. Se non vengono messi dei paletti molto stringenti sugli obiettivi nella raccolta e quelli che sono gli obiettivi nello smaltimento, è chiaro che poi prevalgono gli interessi dell'operatore.
Questo vale anche per la gestione di quelle parti di rifiuti che possono andare sul mercato. Pensiamo che, sul trattamento dell'umido e del compost, la qualità di materiale che viene conferito a suddetti impianti dipende dalla qualità della raccolta differenziata che viene fatta e dalla purezza del materiale. Questo è un aspetto.
Questo materiale va rivenduto sul mercato, quindi il compost viene rivenduto sul mercato, l'impiantistica ha grande difficoltà ad ottenere risultati economici soddisfacenti se la qualità del materiale in entrata non è adeguato, causando un danno economico a chi lo produce. Lo abbiamo visto in un impianto di compostaggio che lamenta di dover accettare, per forza, materiale di consorzio umido gestito male, quindi con troppa impurità. Questo causa un danno economico e il riversamento di rifiuti in discarica, in impianti di incenerimento. Un danno su tutta la filiera.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Noi vogliamo aggiungere la frase: "La Regione Piemonte si impegna a redigere un disciplinare per le gare d'appalto, coerente con gli obiettivi contenuti nel presente Piano".
E' chiaro che, nel momento stesso in cui facciamo un Piano che ha degli obiettivi ben precisi, con la tutela dell'ambiente e la riduzione dell'impatto ambientale a tutto tondo, anche per le gare d'appalto, per la Regione stessa, parliamo di un elemento che deve essere presente un po' a tutti i livelli. Come è già stato detto più volte, la Regione, come ente pubblico pianificatore, deve dare il buon esempio prima degli altri, quindi perseguire determinate pratiche anche all'interno delle sue procedure di appalto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Come già illustrato, chiediamo che la Regione si impegni a redigere un disciplinare per le gare d'appalto. Questo perché gli obiettivi contenuti nel Piano siano il più vincolanti possibili. A tutto questo, si lega anche il discorso che noi abbiamo provato a fare con i nostri emendamenti, il tentativo di rendere un po' più precisi e un po' più cadenzati gli obiettivi del Piano stesso.
Sotto questo profilo, è uno degli elementi fondamentali di governo del Piano stesso e di attuazione del Piano il fatto di predisporre, oltre quello che abbiamo citato commentando un precedente emendamento, il piano dei controlli e delle verifiche delle azioni da intraprendere nel caso di violazione degli obiettivi del piano, il fatto di preparare.



(Brusio in aula)



CAMPO Mauro

Presidente, per favore, è tutto il pomeriggio che parliamo e mi rendo anche conto che sarà noioso per alcuni, ma è difficile anche per noi che stiamo cercando di spiegare perché insistiamo su alcuni argomenti.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Campo.
Per favore, colleghi, fate un po' di silenzio!



CAMPO Mauro

Questo argomento è importante perché, insieme al piano dei controlli e delle verifiche e delle azioni da mettere in piedi nel caso che non si riesca a rispettare gli obiettivi, bisogna fare anche il lavoro preliminare, che è quello di far sì che siano le più chiari possibili le indicazioni per indire le necessarie gare d'appalto, per riuscire ad attuare le prescrizioni di questo Piano che dovranno essere precise e ulteriormente precisate nei capitolati.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Chiaramente, quando ognuno fa per sé, interpreta la norma a suo piacimento. E' proprio per questo che noi intendevamo inserire quest'emendamento e dare una sorta di linea guida anche dal lato pratico ma formale, agli Enti locali che poi gestiscono i processi. Ciò per uniformare, per dare ulteriori indirizzi e per generare un processo che sia in ogni parte del Piemonte il più omogeneo possibile.
Come diceva il collega Valetti, intendiamo ristabilire un discorso di governo del sistema da parte del pubblico e non lasciare che questo processo venga, per così dire, ribaltato alle volte per mera coscienza speculativa, invece che coscienza ambientale. Questo è un discorso molto importante ed è un discorso che non colpisce solamente l'intervento prettamente privato, ma è anche un discorso di partecipate, un discorso di vero e proprio adeguamento della filosofia della partecipata a un discorso industriale, e secondo noi è un concetto sbagliato che è da riassettare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
E' un tema molto interessante, di cui ci aveva parlato anche in audizione il Consorzio Priula quando fece la scelta di estromettere dal proprio palinsesto Impregilo. Perché, bisogna dirlo chiaro e forte, nei rifiuti il privato non dovrebbe proprio entrare, nel senso che altrimenti tutto quello che abbiamo detto fino adesso è privo di significato.
L'azione principale è quella di ridurre i rifiuti. Nel momento in cui una Multiutility dovrà ridurre la produzione dei rifiuti, non lo farà mai.
Infatti, laddove abbiamo la scelta della gestione integrata dei rifiuti con incenerimento e grossa società privata a partecipazione privata, vediamo che la produzione dei rifiuti non cala e che la raccolta differenziata non fiorisce. Perché? Perché è interesse loro avere grandi quantità di materiali da smaltire. Questo è il problema.
Dobbiamo uscire da questa logica. La logica migliore sarebbe quella della società in house. Qua invece ci riferiamo alle gare d'appalto perch si possono comunque mettere dei paletti importanti, cosa che per esempio è riuscita a realizzare il Consorzio Medio Novarese nell'ultima gara d'appalto che ha fatto per circa 20 Comuni, dei quali 16 a sacco conforme: è riuscito a far passare innanzitutto la clausola sociale, ma anche aspetti molto importanti per quanto riguarda la raccolta differenziata e la riduzione dei rifiuti. Ma queste cose, se la pianificazione non le prevede dove ci sono società importanti, di peso, private, non passeranno mai.
Allora è importante che la gestione dei rifiuti venga fatta con società in house pubbliche.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Emendamento rubricato n. 62) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Alla pagina 138, sottoparagrafo 8.3.2, paragrafo 8.3, Capitolo 8, Titolo II Dopo il secondo capoverso che inizia con le parole "Inoltre deve essere." viene inserita la seguente frase: "La Regione recepisce ed elabora questi dati al fine di uniformare il sistema di tariffazione sul territorio regionale".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento, a pagina 138, dopo il secondo capoverso, dopo le parole "Inoltre deve essere.", inseriamo la frase: "La Regione recepisce ed elabora questi dati al fine di uniformare il sistema di tariffazione sul territorio regionale".
Questo emendamento mira a realizzare un sistema di tariffazione non solo uniforme nei criteri, ma anche il più possibile uniforme nelle tariffe, ovvero che, a parità di comportamento virtuoso e di produzione dei rifiuti, deve corrispondere più o meno lo stesso importo a carico del cittadino, perché questo va alla base del principio "chi inquina paga" e va anche alla base del fattore scatenato da tale sistema, che è la riduzione del rifiuto a monte.
Questo l'abbiamo dato per scontato a lungo in questa giornata di discussione, ma non abbiamo tenuto conto in un aspetto: la raccolta differenziata potrà anche diminuire i rifiuti smaltiti in discarica e in inceneritore, ma la riduzione del quantitativo prodotto, cosa spesso data per scontata o non considerata, si produce con il principio di "chi inquina paga", quindi con una tariffazione puntuale.
Scopriamo, a un certo punto, che non solo la qualità della differenziata è migliore, ma anche la quantità, ovvero che il cittadino produce meno rifiuti; produce meno rifiuti perché più ne produce e più paga. Sembra banale, ma è così.
Lo diceva prima in un intervento anche il collega Andrissi: questo fa raggiungere delle economie di scala sul fronte della raccolta, perch riduce il numero di passaggi che le aziende di raccolta rifiuti devono fare, quindi minori passaggi, minore produzione, minore costo, perch funziona così; o, se non minore costo e minori passaggi, minori dimensioni dei mezzi di trasporto, quindi è anche più facile spostarsi in località o centri abitati che hanno un'urbanistica un po' complessa e che non si adatta al movimento dei grandi camion della raccolta rifiuti.
A maggior ragione, nelle aree a bassa densità abitativa, ridurre il numero di passaggi per la raccolta comporta quelle economie di scala che abbiamo visto anche in un Consorzio astigiano di cui ora non ricordo il nome, il quale, appunto, riducendo il numero dei passaggi, ha ridotto la tassa rifiuti e ha ottenuto un quantitativo pro capite di circa 350 chili abitante/anno contro i 450 della media piemontese, il che dimostra che la raccolta puntuale, il numero dei passaggi e i costi vanno di pari passo con la quantità del rifiuto prodotto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questo emendamento riguarda la necessità, l'importanza assoluta di perseguire l'uniformazione del sistema di tariffazione su tutto il territorio regionale. Se andiamo a vedere un po' le intenzioni generali gli obiettivi (macro-obiettivi) che noi vorremmo avere sul Piano rifiuti sono principalmente tre: salvaguardare la salute dei cittadini; creare delle opportunità d'impresa, creare dei posti di lavoro; far pagare meno ai cittadini.
E' chiaro che la gestione dei rifiuti è un servizio e, come tale, ha un costo che in qualche modo viene pagato dalla collettività, però è possibile, anche attraverso il perseguimento di obiettivi di sostenibilità ambientale, arrivare anche a far pagare meno i cittadini. Questo è sicuramente importante. Uno dei sistemi equi, se vogliamo, e allo stesso tempo incentivante, è quello della tariffazione puntuale, quindi vorremmo arrivare ad avere in tutta la regione la tariffazione puntuale: più produci rifiuti e più paghi, meno ne produci e meno paghi.
E' qualcosa che sappiamo che, in qualche modo, in un Piano può essere enunciato a livello di principi, ma che poi deve trovare applicazione a livello territoriale, ma anche nelle leggi regionali che governano il sistema dei rifiuti in Piemonte. In questo caso parliamo della legge n.
7/2012, ma soprattutto della legge n. 24/2002, due leggi che dovranno subire una revisione successivamente all'approvazione di questo Piano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Uniformare il sistema di tariffazione sul territorio regionale: questa è sicuramente un'operazione importantissima. Uniformare, però, con l'obbligo di migliorarlo decisamente e portarlo ad un sistema di tariffazione che sia il più virtuoso attualmente possibile.
Si tratta di ispirarsi a quei Consorzi che in Italia hanno dato i risultati migliori e replicarlo su scala regionale. Noi abbiamo spinto per avere l'audizione del Consorzio Priula proprio per questo motivo, perché lì si sono raggiunti i migliori risultati dal punto di vista ambientale economico e occupazionale. E, quindi, questa è la strada da perseguire in modo uniforme, perché in Piemonte, anche all'interno della stessa provincia, ci sono delle disparità impressionanti. Ad esempio, all'interno della provincia di Novara, ci sono dei Comuni che sono arrivati a 80 kg/abitante anno di indifferenziato e dei Comuni che sono a 240 kg/abitante anno.
Se andate a vedere i dati di raccolta differenziata del Consorzio Priula, troverete un'uniformità di produzione di differenziato in tutti i Comuni, perché in quel Consorzio si è adottato un sistema di tariffazione uniforme, cosa che non avviene nel nostro territorio.
Questa è un'operazione che va realizzata e pianificata su tutto il territorio regionale, che darà risultati eclatanti dal punto di vista occupazionale ed ambientale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Questo emendamento è emblematico del fatto che chiediamo un governo unitario della gestione dei rifiuti a livello regionale. Questo non vuol dire che deve essere uguale da tutte le parti, ma che deve essere governato e organizzato in modo che ci sia un solo sistema di gestione dei rifiuti.
Il discorso del sistema della tariffa è uno degli elementi fondamentali, perché è alla base e, insieme al discorso del porta a porta è il primo passo della strategia "rifiuti zero", cioè la formazione l'informazione e la responsabilizzazione del cittadino nei confronti della produzione dei rifiuti, che non devono più essere rifiuti, ma, proprio attraverso l'attenzione del cittadino alla differenziazione di ciò che lui stesso produce come scarto, possono diventare materia seconda.
In prima battuta, addirittura per il cittadino stesso, attraverso il compostaggio domestico dell'umido e un'ottima differenziazione, significa semplificare la vita agli operatori di raccolta ed a chi fa la selezione e a tutta quella filiera che dovrebbe costituirsi per l'utilizzo della materia prima seconda.
Da questo, discende il discorso "si paga per quello che si produce", in termini di quantità e qualità dei rifiuti. Questa è la cosa fondamentale e deve valere dall'utenza domestica a quella industriale. E' il principio del "chi inquina paga" ed è il principio di "chi è virtuoso paga molto meno".
Perché? Perché si sforza di più, perché contribuisce di più al fatto che i rifiuti non siano rifiuti, ma siano nuova risorsa e non vadano persi nell'ambiente, danneggiandolo. Questo è un elemento fondamentale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Questo emendamento ha un unico obiettivo: quello di uniformare il sistema di tariffazione sul territorio regionale.
Condivido e ripeto ciò che i miei colleghi hanno affermato: noi sosteniamo che chi produce maggiormente rifiuti deve pagare una tariffa elevata: più produci rifiuti e più paghi.
Attualmente, la tariffazione non viene calcolata in questo modo: si pagano i rifiuti in base ai metri quadrati della casa in cui si vive ed al numero dei componenti di quell'abitazione. Ritengo non sia il metodo più adatto per calcolare una tariffazione, perché bisognerebbe valutare la qualità e la quantità del prodotto del rifiuto, sia a livello domestico sia industriale sia in ambito privato sia nei luoghi pubblici.
Il buon esempio deve partire soprattutto nei luoghi pubblici e, in particolare, nelle grandi aziende: parliamo di aziende sanitarie, di scuole, delle grosse comunità che devono mettere in pratica la realizzazione di una buona qualità del rifiuto.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente Nella discussione di questo Piano rifiuti, abbiamo sempre sostenuto che i soggetti che dovrebbero essere maggiormente attivi nell'elaborazione dello stesso sono i cittadini. Dovrebbero partecipare ed essere coinvolti come soggetti attivi, per diffondere il più possibile la consapevolezza che la riduzione dei rifiuti passa attraverso i nostri comportamenti nel quotidiano.
Pertanto, abbiamo proposto anche in altri emendamenti azioni educative interventi - banalmente - sul colore dei cassonetti, per cui abbiamo chiesto di uniformarne il colore in modo che non ci siano incertezze su come deve essere smaltito un certo tipo di rifiuto.
In quest'emendamento andiamo a portare la nostra attenzione sul sistema di tariffazione.
Lo vediamo dal punto di vista incentivante, quindi ovviamente chi produce più rifiuti, paga di più, ma volendolo vedere in positivo dalla parte del cittadino, diciamo anche che chi produce mento rifiuti, paga di meno.
Questo sicuramente potrebbe essere un buon stimolo per i cittadini che a questo punto, devono differenziare correttamente, quindi cercare di comprendere in quale modo smaltire i diversi materiali e conferirli nel giusto bidone (perché parliamo in questo caso di un porta a porta) consapevoli del fatto che tutto quello che verrà a finire nel bidone dell'indifferenziata andrà a contribuire ad un maggiore costo e quindi inciderà in modo più pesante sulle sue tasche.
Questo ci sembra sicuramente un buon modo per rendere responsabili i cittadini e per cercare di ridurre il rifiuto indifferenziato, che è quello che genera più problemi di gestione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo è uno dei punti cardine delle nostre proposte, perché, come ci è stato dimostrato in alcune audizioni svolte in Commissione, la tariffazione è un elemento fondamentale di una politica corretta dei rifiuti. Perché? Perché con la tariffazione riusciamo a sensibilizzare in maniera economica il produttore dei rifiuti. Con la tariffazione puntuale e con il porta a porta riusciamo quanto rifiuto viene prodotto e quanto viene differenziato e dare degli incentivi o dei disincentivi, a seconda della virtuosità con cui si effettua il conferimento dei rifiuti da parte del privato.
Sono, quindi, dei parametri imprescindibili, che devono essere giocoforza inseriti in una pianificazione regionale che si pone come obiettivo quello della riduzione della quantità globale dei rifiuti e un aumento della percentuale del rifiuto differenziato.
In caso contrario, se lasceremo che ogni Consorzio e che ogni Ambito ottimale faccia un po' di testa sua, andremo veramente tra alcuni anni a raccogliere i cocci di chi ha creduto ancora che il sistema giusto sia quello tradizionale con i cassonetti e con tanto di dispendio di materiale che potrebbe essere riutilizzato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Emendamento rubricato n. 63) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Prima della tabella 8.10, viene aggiunto il testo seguente: "Si fa presente che dall'analisi effettuata nel paragrafo 3.2, risulta che il 65% dei comuni piemontesi utilizza contenitori non conformi ai criteri regionali riguardanti in particolar modo la diversa colorazione dei cassonetti dedicati alle differenti frazioni di rifiuti. Siccome solo il 15%-20% dei comuni intendono adeguarsi alla normativa regionale entro il biennio 2014 2015, la Regione si costituirà parte attiva nel processo, esercitando laddove necessario, il potere sostitutivo al fine di uniformare per l'intero territorio le caratteristiche ed i colori da attribuire a tutti gli strumenti atti alla raccolta delle diverse frazioni di rifiuto, ivi compresi contenitori, bidoni e cestini. Altresì, si farà parte attiva nell'unificazione cromatica nazionale dei codici indicanti il materiale riciclabile riportati sui prodotti per una migliore riciclabilità e un rapido riconoscimento da parte dei consumatori".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Siamo a pagina 142 sul paragrafo 8.3.2.
Prima della tabella 8.10 aggiungiamo questo testo: "Si fa presente che dall'analisi effettuata nel paragrafo 3.2, risulta che il 65% dei Comuni piemontesi utilizza contenitori non conformi ai criteri regionali riguardanti, in particolar modo, la diversa colorazione dei cassonetti dedicati alle differenti frazioni dei rifiuti". Addirittura solo il 15-20 dei Comuni intende adeguarsi alla normativa entro il biennio passato.
Questo significa che, complessivamente, abbiamo ancora un 10% in più quindi circa un quarto dei Comuni piemontesi non ottempera ai criteri conformi della Regione Piemonte sulle caratteristiche dei cassonetti della raccolta.
Quindi, chiediamo che la Regione si costituisca parte attiva nel processo, esercitando un potere sostitutivo per uniformare sull'intero territorio le caratteristiche e i colori per gli strumenti di raccolta e farsi parte attiva nell'unificazione cromatica nazionale.
Questo vuol dire che se il processo che noi definiamo di uniformazione regionale va a buon fine - e non vediamo perché non possa succedere, visto che siamo ad un dato oltre il 70% di uniformazione dei cassonetti - il Piemonte potrà vantare la best practice, la migliore pratica sull'uniformazione di tale sistema, perché comunque i risultati raggiunti sarebbero tra i primi in Italia; questo anche tenendo conto che ci sono sistemi di raccolta diversi, con dei multimateriali accoppiati in diverso modo.
Questo non è un problema, perché nei criteri di regolamentazione dei tipi di cassonetto si prevedono anche colori specifici per le raccolte multimateriale. Quindi, se alcuni Consorzi hanno avviato un certo tipo di abbinamento di raccolta, non per questo devono tornare indietro; in ogni caso, questo processo si potrà avviare in un secondo momento, quando si definiranno anche le caratteristiche degli Ambiti Territoriali Ottimali che si stanno ridefinendo, perché dovrebbero essere sciolti come da normativa nazionale.
Quindi, anche le ridefinizioni dei sistemi di raccolta che, comunque nella maggior parte dei casi, sono ancora le raccolte stradali, andranno a sostituirsi e devono subentrare già con i colori e le caratteristiche definite dalla Regione Piemonte come Ente coordinatore e pianificatore.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Poco fa nell'illustrazione dell'emendamento precedente ho citato proprio il colore dei cassonetti, evidenziando come sia assolutamente importante aiutare il cittadino - che deve partecipare attivamente alla fase di smaltimento dei rifiuti, partendo quindi dalla propria abitazione ad individuare correttamente in che modo smaltire certi materiali, come dividerli e soprattutto in quale cassonetto andare a conferire il materiale.
Quindi, le istruzioni devono essere chiare e per renderle maggiormente chiare, sicuramente bisogna uniformare il colore dei cassonetti, per evitare che si generi confusione nel momento in cui si passa da un Comune all'altro e si ritrovano non solo colori differenti per materiali differenti, ma anche istruzioni diverse per il conferimento dei materiali.
Infatti, succede anche questo: da un Comune all'altro cambia il modo con cui si devono conferire i materiali.
Attraverso quest'emendamento chiediamo alla Regione di diventare parte attiva in questo processo, quindi aiutare i Comuni e, in alcuni casi, come diciamo nel testo che proponiamo, esercitare il potere sostitutivo. In questo si arriverà in breve tempo a uniformare per l'intero territorio le caratteristiche e i colori che si devono utilizzare per questi importantissimi strumenti, che sono il primo passo. O, meglio, non tanto il primo, ma un passo molto importante, perché il primo passo, come sappiamo tutti, è la produzione vera e propria dell'oggetto, che, alla fine del suo ciclo di vita, diventerà un rifiuto. Quindi, dobbiamo intervenire in ogni fase.
Questa è la fase che coinvolge maggiormente il cittadino e quindi noi come istituzione, dovremmo assolutamente dare tutto l'aiuto possibile.
Questo sicuramente può essere un aiuto per i cittadini per avere maggiore chiarezza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Questo emendamento va ad inserire una parte di testo che avevamo già inserito nelle pagine precedente e che deve essere richiamata qui.
E' l'occasione per sottolineare ancora una volta che il 65% dei Comuni piemontesi utilizza ancora contenitori che non sono conformi ai criteri regionali riguardanti, in particolar modo, la diversa colorazione dei cassonetti dedicati alle differenti frazioni di rifiuti.
Questo è uno degli aspetti nei quali la Regione deve avere, in qualche modo, un compito di governo, e quindi dare degli indirizzi e verificare che poi questi indirizzi diventino realtà, arrivando all'uniformazione della colorazione dei contenitori per la raccolta differenziata, come passo essenziale anche per un miglioramento della quantità e della qualità del rifiuto differenziato.
Allo stesso modo, a livello nazionale, dovremmo essere parte attiva come Regione, nell'unificazione cromatica a livello nazionale dei codici indicante il materiale riciclabile, di modo che, acquistando un prodotto sull'imballo c'è già il colore del cassonetto all'interno del quale dovrà poi essere posizionato il rifiuto.
Non è difficile e si può fare sia a livello nazionale che a livello regionale: basta parlarsi anche tra Regioni, anche a livello di Conferenza Stato-Regioni, e questo non può che portare ad effetti benefici.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Questo emendamento è un altro emendamento importante e di merito, dove facciamo delle richieste specifiche.
Consideriamo che, come abbiamo detto e ribadito più di una volta, anche in Commissione e tra l'altro anche martedì scorso, il 65% dei Comuni piemontesi utilizza contenitori che non sono conformi ai criteri regionali.
La questione riguarda in particolar modo la diversa colorazione dei cassonetti dedicati alle differenti frazioni dei rifiuti. Questo non è assolutamente corretto e chiediamo una linea guida che sia uguale per tutti, delle direttive uguali per tutti, anche perché solo il 15-20% dei Comuni intendono adeguarsi alla normativa regionale relativa al biennio 2014-2015.
Questo non è corretto e non va bene, perché tutti i Comuni si devono adeguare. Ci devono essere dei cassonetti uguali in tutto il territorio piemontese, anche perché è compito della Regione Piemonte informare educare, indirizzare e sensibilizzare i cittadini ad un corretto smaltimento dei rifiuti; tutti devono sapere che quella colorazione di quel cassonetto corrisponde lo smaltimento di quel rifiuto piuttosto che ad un altro.
Quindi chiediamo delle linee guida univoche, uguali per tutto il territorio piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Un altro punto fondamentale della questione del governo di questo Piano nella sua attuazione è la chiarezza sulle modalità di raccolta.
Sotto questo profilo, le statistiche sono impietose: ci dicono che, nei Comuni dove fino ad ora si è fatta la raccolta stradale, la gestione della raccolta stradale è stata fatta in maniera più o meno casuale. Io vivo in uno di questi Comuni, dove in mancanza di alcuni cassonetti si mettono quelli di altri colori con sopra la scritta disegnata con la vernice "carta", "vetro", o cose di questo genere.
Non so se questo sia legato ad un'inadeguatezza dell'ATO, del Consorzio o a semplice problema economico del Comune, sta di fatto che sicuramente sono situazioni che rendono più confusa la questione, vieppiù se si vuole passare alla raccolta porta a porta e ad un sistema che dovrà necessariamente essere governato a livello regionale per raggiungere degli obiettivi significativi.
Di conseguenza, sotto questo profilo, quest'emendamento è di nuovo un mattone di quelli fondamentali, perché la definizione e l'importanza del fatto che si sappia che laddove qualcuno, con o senza dolo, diciamo, non sarà in grado di realizzare il sistema secondo gli standard, comunque ci sarà qualcun altro, un'autorità superiore che sarà in grado di sopperire alle mancanze e tamponare le falle del sistema.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.04)



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