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Dettaglio seduta n.144 del 12/04/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 9.32 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO

12042 - 13071&A XXXXX



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 961 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Attività, funzioni e obiettivi del personale proveniente dalle ex comunità montane e trasferito alla Regione (LR 23/2015)"



PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi. Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 961 presentata dalla Consigliera Frediani, avente ad oggetto " Attività funzioni e obiettivi del personale proveniente dalle ex Comunità montane e trasferito alla Regione (L.R. 23/2015)".
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente; buongiorno, Assessore.
Parliamo della riorganizzazione o, meglio, della soppressione delle Comunità montane, avvenuta attraverso la legge regionale n. 11 del 28 settembre 2012.
Al comma 2 della legge 23 - abbrevio per non occupare tutto il tempo si stabilisce il passaggio alla Regione delle funzioni amministrative in materia di agricoltura, già trasferite alle Province ed esercitate delle Comunità montane.
Con deliberazione della Giunta regionale si è poi provveduto alla ricognizione delle risorse umane, finanziarie e strumentali da trasferire alla Regione e all'individuazione della decorrenza del trasferimento delle funzioni di cui ai commi 1 e 2.
La decorrenza delle funzioni è stata fissata al 1° gennaio 2016, quindi tre mesi fa.
Nell'allegato alla delibera che ha definito la decorrenza dell'esercizio delle funzioni era contenuto un elenco dei 36 nominativi del personale trasferito alla Regione Piemonte proveniente dalle Comunità montane, ovviamente suddivisi per categorie che adesso non sto ad elencare ma che comunque nelle premesse dell'interrogazione sono esattamente riportate.
Viene definito che al personale trasferito sia riconosciuta la posizione economica relativa ai trattamenti accessori, aventi natura fissa e continuativa, quale posizione organizzativa, alta professionalità e posizione dirigenziale.
Buona parte delle 36 unità si trova in categoria D, con posizione organizzativa assegnata dalle ex Comunità montane.
Al momento, le 36 unità di cui parliamo risultano ancora transitoriamente localizzate presso le Comunità montane, cioè presso gli Enti in cui hanno lavorato fino al 31/12/2005.
La mia interrogazione è volta a sapere quali sono le attività, le funzioni e gli obiettivi che le 36 unità provenienti dalle ex Comunità montane e trasferite alla Regione sono chiamate a svolgere e se la Regione ha stipulato una convenzione per la gestione del rapporto di lavoro del personale.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Ferrero; prego.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente; grazie, Consigliera Frediani.
Ovviamente c'è una risposta un po' più articolata, che le consegner per iscritto.
Ricordo solo alcuni aspetti.
Il personale, con riferimento all'agricoltura delle Comunità montane ex Comunità montane, oggi Unioni Comuni Montani - ha avuto il suo passaggio in carico all'agricoltura, cioè agli Uffici regionali, così come quello delle ex Province della Città metropolitana. Svolgono le funzioni che avevano prima in oggetto, quindi funzioni di istruttoria di pratiche, più alcune funzioni di valorizzazioni (penso alle razze locali, all'agricoltura biologica o altri aspetti specifici delle Comunità montane).
Noi immaginiamo che nelle sedi dov'erano precedentemente allocate laddove c'è disponibilità, rimangano a disposizione, magari non con la stessa temporaneità, perché è possibile che ci sia qualche modalità di razionalizzazione.
Ricordo che c'è anche un ordine del giorno approvato da questo Consiglio in data 27 ottobre, il n. 513, che impegna la Regione, qualora vi fosse disponibilità degli Uffici a titolo gratuito, a mantenere il personale sul territorio.
Personalmente, credo che questa sia una buona soluzione. Non vorremmo dare l'impressione che, con il passaggio del personale alla Regione, non si riesca a raggiungere gli obiettivi di efficienza, di maggior coordinamento e di omogeneità sul territorio rispetto alle operazioni che ci eravamo prefissati.
Non vorremmo che si pensasse ad un ritiro del personale dal territorio perché, proprio per le specifiche funzioni che svolge (penso all'agricoltura), non essendo un'attività urbana, abbiamo bisogno di avere personale vicino ai produttori e ai territori meno densamente abitati.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 878 presentata dal Consigliere Valetti, inerente a "Tagli chilometrici previsti e misure di salvaguardia occupazionale del trasporto pubblico per le Province di Vercelli e di Biella"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 878.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato quest'interrogazione perché emerge un quadro piuttosto preoccupante del trasporto pubblico nel Biellese, in cui si intersecano anche vicende dell'Azienda ATAP, partecipata pubblica anche dal Comune e Provincia di Vercelli, che copre la provincia stessa e parte della provincia di Biella.
Via stampa, abbiamo letto che i biellesi sono disinteressati al trasporto pubblico. Forse questo disinteresse è anche dovuto al fatto che i servizi vengono continuamente tagliati e non permettono, di fatto, di spostarsi agevolmente.
Nel biennio 2014/2105, l'ATAP-S.p.A. ha dovuto subire tagli di finanziamenti che corrispondono a circa il 35% sul TPL biellese e 17% sul Vercellese. Sui Comuni di Biella e Vercelli i tagli risultano addirittura maggiori: il 54% a Biella e 64% a Vercelli nel 2014/2015, mentre su altre municipalità i tagli sono stati più contenuti: Asti -6% e Novara -14%.
Non siamo d'accordo con questa linea di restrizione di fondi sul trasporto pubblico comunque, ma almeno un po' di equità andrebbe spiegata.
L'offerta, ad oggi, è appena sufficiente per coprire i trasporti a studenti e pendolari, quindi proprio i trasporti minimi che consentono alle persone di muoversi per andare al lavoro e a scuola.
C'è stata anche una manifestazione dei dipendenti ATAP per denunciare l'autofinanziamento del rinnovo del CCNL, scaduto ben sette anni fa.
Addirittura ATAP imputa alla Regione i costi del BIP che, secondo l'azienda, dovrebbe autofinanziare in parte, perché i trasferimenti regionali sono via via diminuiti.
Tutti questi tagli, quindi, sono poi ricaduti sul personale e non solo sul servizio.
Vorremmo sapere quali sono stati i tagli chilometrici imposti dalla Regione alle Province e ai Comuni di Biella e di Vercelli; quali misure la Regione intenda attuare per salvaguardare un servizio di trasporto pubblico, evitando che sia totalmente privatizzato perché - ricordiamo ATAP è una partecipata delle amministrazioni locali.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
L'Assessore ha letto la sua interrogazione ed è in arrivo.
Ovviamente la diamo come se lei l'avesse illustrata.
Chiedo al Consigliere Andrissi di esporre l'interrogazione a cui risponderà l'Assessore Ferraris; poi l'Assessore Balocco, che è in arrivo le risponderà, se per lei non è un problema.
Mi scuso, ma non avevo visto che l'Assessore non era presente in aula.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Chiedo scusa, ma il procedimento a questo punto è un po' irritale quindi chiederei.



PRESIDENTE

La potrà riesporre senza problemi.



VALETTI Federico

Grazie.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 939 presentata dal Consigliere Andrissi, inerente a "Assenteismo nella Regione Piemonte. il caso di Villa San Remigio"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 939.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Parliamo della vicenda di Villa San Remigio nel Verbano-Cusio-Ossola.
Si parla di falsa attestazione di presenza sul luogo di lavoro, verificata dalla Guardia di Finanza con una telecamera, che ha portato a verificare un assenteismo del 60%.
Una vicenda complessa, che oggi ha anche un risvolto penale, nel senso che è iniziato l'iter giudiziario. Una vicenda delicata e articolata perch riguarda alcuni lavoratori della Regione Piemonte.
In questa vicenda vi sono non solo persone che fanno falsa attestazione, ma anche - ed è qui che vogliamo capire - una persona (che non era tenuta a timbrare il proprio cartellino) che ha fatto falsa attestazione di presenza per più dipendenti.
E' una situazione particolare. Tra l'altro, questa persona era un'operaia forestale che non svolgeva più il suo lavoro di operaia forestale nei boschi, ma era dislocata in quella sede, Villa San Remigio dove svolgeva un lavoro di tipo impiegatizio.
Il Ministro Madia, il 20 gennaio 2015, ha fatto approvare dal Governo un decreto attuativo per quanto riguarda le sanzioni disciplinari. Tale decreto attuativo prevede, entro 48 ore dall'attestazione di una falsa presenza, la sospensione dal servizio e dalla retribuzione del dipendente colto in fragranza. Il procedimento disciplinare che conduce al licenziamento si deve chiudere entro 30 giorni.
Noi sappiamo che la vicenda di Villa San Remigio, probabilmente perch è avvenuta prima di questo decreto, è arrivata all'iter giudiziario e si sta imbastendo la prima seduta del primo grado di giudizio.
Interrogo l'Assessore per chiedere se i dirigenti, nel ruolo delle loro funzioni, abbiano rilevato irregolarità sulle presenze dei dipendenti e a quali conseguenze abbiano portato; quali provvedimenti siano stati interpresi dall'Ufficio del personale; se l'indagine abbia coinvolto anche soggetti non tenuti alle timbrature dei cartellini marca-tempo (pare timbrassero in sostituzione dei titolari degli stessi); se si sia indagato su chi fossero i dipendenti regionali che avrebbero delegato a terzi le marcature dei cartellini; se siano contemplati dei trasferimenti e se coinvolgeranno solo il personale oggetto di indagine o anche altri soggetti; se la Regione abbia riscontrato gravi irregolarità a riguardo e se abbia informato la Procura.
Siamo a conoscenza del fatto che la Regione si è costituita parte civile; chiediamo se l'indagine risulta tuttora in corso e quali siano le tempistiche di conclusione dell'iter, al fine di evitarne l'archiviazione per prescrizione; se siano state rilevate, nel caso sottoposto, atti persecutori o pressione ai danni di chi ha effettuato tali segnalazioni alla Guardia di Finanza e quali accorgimenti siano stati predisposti a riguardo da parte della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris per la risposta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale

In relazione all'interrogazione proposta dal Consigliere Andrissi riferisco quanto segue.
Il procedimento, così come previsto dall'articolo 55 ter del D.lgs.
165/2001, è stato sospeso poiché connesso con quello penale che deve accertare il fatto addebitato al dipendente.
La legge prevede che, nei casi di particolare complessità dell'accertamento del fatto addebitato al dipendente e quando l'esito dell'istruttoria non dispone di elementi sufficienti a motivare l'irrogazione della sanzione, il procedimento disciplinare può essere sospeso fino al termine di quello penale.
Come, infatti, dottrina e giurisprudenza riconoscono, i poteri dell'organo di disciplina, per quanto ampi, sono comunque pur sempre inferiori a quelli dell'autorità giudiziaria e gli elementi acquisibili in sede processuale, specie in fase dibattimentale, sono senz'altro connotati da maggior certezza, per ciò che attiene agli aspetti materiali del fatto e alle circostanze in cui la condotta contestata è stata posta in essere.
Il rapporto tra procedimento disciplinare e procedimento penale, come previsto dalla normativa, presuppone che il datore di lavoro sia a conoscenza dell'avvio di azione penale nei confronti del proprio dipendente, conoscenza che avviene solo a seguito di comunicazione dell'esercizio dell'azione penale da parte dell'autorità giudiziaria comunicazione che, nel caso di specie, è pervenuta alla Direzione Risorse Finanziarie e Patrimonio solo in data 7 maggio 2015.
I relativi procedimenti disciplinari sono stati instaurati in data 3 giugno 2015 e, a seguito di sentenza penale, ci saranno, nei confronti di tutti i dipendenti coinvolti (anche nei confronti dei dipendenti successivamente collocati a riposo), le relative conclusioni disciplinari.
Passando ai punti dell'interrogazione, si specifica che la Direzione del Personale, a seguito della comunicazione pervenuta in data 7 maggio 2015 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verbania dell'esercizio dell'azione penale nei confronti di alcuni dipendenti della sede regionale di Verbania per il reato di cui all'articolo 640 Codice penale (truffa), ha attivato il procedimento disciplinare ai sensi dell'articolo 55 quater, comma 1, lettera a) del D. lgs. 165/2001, così come modificato dal decreto legislativo 15072009, contestando "la falsa attestazione della presenza in servizio mediante l'alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza o con altre modalità fraudolente", infrazione che comporta, se accertata, l'irrogazione della sanzione disciplinare del licenziamento senza preavviso.
Per quanto concerne la richiesta di eventuali trasferimenti adottati nei confronti dei dipendenti indagati, si precisa che il trasferimento ad un ufficio diverso deve avvenire a seguito di rinvio a giudizio per i reati contemplati dalla legge n. 97/2001, tra i quali non è compreso il reato di truffa.
La Regione Piemonte ha collaborato fattivamente con la Guardia di Finanza nel corso delle indagini dalla stessa svolte e, prima ancora di essere informata dell'esercizio dell'azione penale, si è attivata presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verbania per sapere se fosse stata esercitata azione penale nei confronti dei dipendenti regionali in servizio presso la sede regionale di Verbania.
Con DGR n. 5-2992 del 7 marzo 2016, la Regione Piemonte ha autorizzato la costituzione di parte civile, come lei ha richiamato, nel procedimento penale a carico dei dipendenti coinvolti nella vicenda.
Se poi l'indagine penale ha riguardato anche persone non tenute alla timbratura del cartellino, in quanto non dipendenti regionali, va da sé che la Regione Piemonte non può attivare alcun procedimento disciplinare nei confronti di chi non è dipendente. L'accertamento delle responsabilità dei comportamenti di queste persone è di competenza dell'autorità giudiziaria.
La Direzione del Personale, in più incontri, ha sollecitato i dirigenti responsabili dei dipendenti in servizio presso la sede di Verbania ad una particolare attenzione rispetto al controllo della presenza in servizio dei dipendenti.
Infine, la Direzione del Personale è intervenuta con una serie di iniziative sul clima lavorativo, particolarmente critico, instauratosi nella sede regionale di Verbania a seguito della vicenda giudiziaria di cui sopra.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 878 presentata dai Consiglieri Valetti, Batzella, Bertola e Frediani, inerente a "Tagli chilometrici previsti e misure di salvaguardia occupazionali e del trasporto pubblico per le province di Vercelli e Biella" (seguito)


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 878.
Non è un problema esporre per la seconda volta l'interrogazione, ma ricordo a tutti i tempi per le risposte e ovviamente anche per i quesiti.
Rammento la puntualità agli Assessori che devono rispondere e che, a mio parere, dovrebbero essere in aula per le ore 9.30: questo dovrebbe essere un concetto base.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente. Ripeterò, in sintesi, l'illustrazione dell'interrogazione.
Abbiamo notato come le province di Biella e Vercelli abbiano subito tagli che vanno dal 50% al 200% in più di quelli registrati sulle altre province nel biennio 2014-2015. Questo, evidentemente, si ripercuote in un proporzionale taglio di chilometri di trasporto pubblico.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate. Chiederei a tutti di accomodarsi e a chi deve interloquire di uscire dall'aula. Prego, Consigliere.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
E' evidente che il taglio di finanziamenti al trasporto pubblico nelle province di Vercelli e Biella si ripercuote sui chilometri percorsi, tant'è che sappiamo che ora in tali province il servizio si limita alle prestazioni essenziali per i pendolari e gli studenti.
Solleciterei anche all'attenzione dei Consiglieri di quelle province visto che vedo che evidentemente l'argomento interessa poco, perché il problema è che sul Biellese non abbiamo una rete ferroviaria di copertura così capillare da poter sostituire gli autobus che non ci sono più.
Si è anche detto che i biellesi non gradiscono il trasporto pubblico ma è chiaro che un servizio tagliato in questa misura è probabilmente poco fruibile, ed è questo il motivo per cui i cittadini del nord-est piemontese non utilizzano il trasporto pubblico.
In sostanza, quello che noi vogliamo sapere è quali tagli chilometrici sono stati subiti da queste province, anche alla luce della situazione critica della società partecipata della Provincia di Vercelli e del Comune di Vercelli, l'ATAP, società adesso in difficoltà e con prospettive decisamente infauste per i dipendenti.
Chiediamo quali misure si intendono attuare per compensare una situazione che è tra le più svantaggiate nella nostra regione, perché tutto il Piemonte ha comunque subito dei tagli, ma questa situazione è tra le più svantaggiate nella regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente. Ovviamente accetto la sua reprimenda.



PRESIDENTE

Era benevola.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Mi scuso per il contrattempo.
In effetti, il Consigliere Valetti ha ragione, non tanto per Vercelli quanto per Biella, rispetto alle altre situazioni. Il livello è ancora provinciale, in quanto, avvenendo il confronto tra gli anni dal 2010 al 2014 fino al 2015, ovviamente sono ancora interessati gli Enti in delega allora presenti e quindi i 22 Enti in delega che, a loro volta, sono raggruppati, nelle valutazioni sia di tagli sia di risorse, rispetto alle Province. Quindi la provincia di Biella nel suo insieme, mettendo assieme il Comune, le risorse e i chilometri destinati al Comune e quelli destinati all'intera provincia, è quella che ha avuto dei tagli più pesanti rispetto alle altre province.
Ricordo questo facendo un raffronto tra le risorse del 2010 e le risorse del 2015.
Anche per quanto riguarda i chilometri, il taglio, sia rispetto ai chilometri sia rispetto alle risorse, è percentualmente alquanto simile per ovvi motivi, anche se, proprio per quanto riguarda Biella, con qualche differenza significativa dovuta al fatto che Biella partiva da un costo standard chilometrico decisamente più alto della media regionale, quindi il taglio chilometro ha poi avuto un effetto sulle risorse più consistente che in altre zone del Piemonte stesso.
A proposito dei problemi collegati all'ATAP, devo dire che, tra le società pubbliche che gestiscono il trasporto pubblico locale, è tra le più sane, assieme a GTT, dal punto di vista economico, mente altre, come si sa hanno dei problemi. Alcune, tipo l'ATM di Alessandria, hanno avuto dei problemi che sono culminati (almeno in questo caso) nella liquidazione quindi con problemi ben maggiori.
In entrambi i casi, anche nel caso della società pubblica biellese che, ripeto, è comunque una società sana - le difficoltà sono spesso legate più a problemi di cassa che non a problemi di tagli. Bisogna comunque dire che questa società, nel tempo, ha saputo riorganizzarsi, direi in modo assolutamente positivo, senza pesare sull'occupazione, nel senso che non sono avvenuti licenziamenti; poi, è chiaro che c'è stato un calo degli occupati da 125 a 104, ma ciò è avvenuto su tutta la provincia di Biella semplicemente con il blocco del turnover, come d'altronde è stato definito nell'accordo sindacale del luglio scorso tra la Regione Piemonte e le associazioni sindacali che va proprio in questo senso. In cambio del blocco del turnover si va a un taglio significativo dei chilometri laddove non necessari per il servizio.
E' sotto gli occhi di tutti che in alcune zone del Piemonte avevamo e abbiamo, sia in situazioni urbane che in situazioni extraurbane, una situazione di organizzazione del servizio non conseguente al fabbisogno del servizio stesso, con situazioni in ore di punta in cui i mezzi sono strapieni e situazioni, in ore di morbida, in cui i mezzi viaggiano vuoti in alcuni casi viaggiano vuoti sia in ore di punta che in ore di morbida.
L'accordo sindacale ha come finalità quella di ridurre, laddove è necessario, in modo significativo i chilometri senza incidere, anzi razionalizzando il sistema dell'offerta di esercizio. In cambio, però, da un lato vi è il blocco del turnover e, dall'altro, la riduzione del personale occupato non in modo traumatico; il personale eventualmente eccedente alle tratte di esercizio, verrà utilizzato per migliorare l'accoglienza e il controllo sui mezzi stessi.
Il controllo è decisamente importante. Laddove è stato applicato in modo deciso (per esempio in provincia di Cuneo e in parte anche nella provincia di Torino) e il sistema del BIP è stato applicato in modo corretto (non sempre è applicato in modo corretto, cioè non con l'IN e OUT ovvero la salita e la discesa dal mezzo), ha significato un aumento delle risorse da bigliettazione assolutamente significative, e questa mi pare essere una risposta importante. Laddove ci sono stati dei tagli, è per altrettanto vero che, dove l'esercizio viene fatto in modo puntuale e applicando in modo certo il controllo sull'esercizio stesso, si ottengono risorse dalla bigliettazione che vanno in parte, in alcuni casi in modo notevole, a ripianare i tagli effettuati.
Devo però ammettere che dal 2010 al 2014 i tagli sono stati non sempre omogenei e non sempre armonici. Questo vale in particolare - non posso che essere d'accordo - sulla provincia di Biella. Ci sono stati poi, appunto per esempio sulla provincia di Cuneo (lo potrà verificare dai dati che le fornirò), delle situazioni ondivaghe molto accentuate. Per esempio, sul Comune di Cuneo, tra il 2011 e il 2012, c'è stato un taglio di oltre il 70%; poi inevitabilmente si è dovuto, nel 2013 e specialmente nel 2014 andare a ripianare questo taglio assolutamente eccessivo, per giungere adesso, nel 2015 e nel 2016, a una razionalizzazione significativa che peraltro era dovuta nel Comune di Cuneo.
In altre situazioni, in particolare nella provincia di Torino e ancora nella provincia di Cuneo, il taglio delle risorse è mitigato sui bus e mitigato dalla compensazione dei trasferimenti avvenuti per la copertura del servizio, laddove sono state sospese le linee ferroviarie, che hanno inciso particolarmente sulla provincia di Torino e sulla provincia di Cuneo. In entrambi i casi, hanno significato risorse aggiuntive anche significative sul sistema bus, quindi - percentualmente - hanno inciso in modo piuttosto forte sul taglio. In qualche modo - anzi - hanno compensato i tagli.
Ovviamente, ci vuole una lettura accurata di tutto il sistema.
L'Agenzia della mobilità sta, man mano, prendendo piede su tutta il territorio piemontese e soprattutto sta organizzando i quattro bacini, in modo da omogeneizzare, sia a livello di bacino - prima - sia a livello regionale - poi - le modalità di servizio ed anche i costi standard. Questo sta avvenendo con le dovute ed inevitabili gradualità, ma direi con un certo successo.
Con la scadenza dei contratti nel 2016 si andrà, ovviamente, al riaffidamento nelle forme previste dalla legge, che vanno sempre più nel senso di un servizio legato all'affidamento tramite gara. Questo avverrà specialmente nelle zone dove la gara non è mai stata fatta, riguardanti proprio - per esempio - il bacino del nord, che comprende Biella e Vercelli, ma anche Novara e il VCO.
Si stanno concordando, con il bacino, le modalità per avviare la gara di bacino, che dovrà necessariamente assorbire le gare avviate due anni fa in parte dalla Provincia di Novara e dalla Provincia di Vercelli, e che come si sa - non si sono ancora concluse a causa di ricorsi vari al TAR e al Consiglio di Stato.
In ogni caso, le farò pervenire una tabella precisa su queste situazioni, sottolineando che, dal punto di vista occupazionale, ciò che stiamo perseguendo dovrà necessariamente non avere effetti negativi sull'occupazione, salvo - ovviamente - il taglio del turnover concordato per almeno tre anni.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.04 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.08)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.04, riprende alle ore 10.08)


Argomento: Logistica

Richiesta, da parte del Consigliere Valetti, di comunicazioni della Giunta regionale sulla prima giornata degli Stati Generali della logistica del nord-ovest, tenutasi a Novara l'8 aprile 2016


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consiglieri Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Intendiamo chiedere comunicazioni in merito agli Stati Generali della logistica per il trasporto pubblico che si sono tenuti a Novara il 9 aprile scorso e a cui ha partecipato, in rappresentanza della Giunta regionale anche l'Assessore Balocco. Se è previsto che il Presidente Chiamparino venga in aula, essendo stato il firmatario del suddetto accordo tra Regioni, gradiremmo sentirle dalla sua voce.



PRESIDENTE

Nell'arco della giornata vi farò avere la risposta.
Quando arriverà il Presidente Chiamparino, conferirò con lui.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Benvenuto, Conticelli e Gariglio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 31 marzo 2016.


Argomento:

d) Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta e dal suo Presidente


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis dello Statuto, si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito a n. 1 decreto di nomina della Presidenza della Giunta regionale e a n. 1 deliberazione di nomina della Giunta regionale.
Gli Allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

e) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 8 aprile 2016 la seguente legge regionale ed ha deliberato la non impugnativa: legge regionale n. 3 dell'8 febbraio 2016 "Modifiche alla legge regionale 3 settembre 1991, n. 43 (Nuova disciplina dell'Istituto di ricerche economico e sociali del Piemonte IRES Abrogazione legge regionale 18 febbraio 1985 n. 12)".



PRESIDENTE

Ricordo la riunione della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari, che si terrà oggi pomeriggio, alle ore 18, in Sala A.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 30 marzo 2016.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 100 inerente a "Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 199. Adozione del Progetto di Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione e proposta al Consiglio regionale della relativa approvazione"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame della proposta di deliberazione n. 100, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 5 aprile 2016 è stata illustrata una parte degli emendamenti all'allegato A della proposta di deliberazione in oggetto.
Emendamento rubricato n. 44) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Porchietto Valetti: Al fondo della pagina, dopo l'ottavo capoverso, viene aggiunto il seguente capoverso "Al fine di evitare il potenziale rilascio di sostanze tossiche nell'ambiente ed un incremento del rischio occupazionale di lavoratori inconsapevolmente esposti a sostanze bio-tossiche a vari livelli, si ritiene di evitare la produzione di cementi comuni e altri prodotti per l'edilizia con clinker ottenuto da farina cruda composta con scorie da incenerimento e/o miscele di sostanze ottenute dalle stesse e/o da altri rifiuti in assenza della registrazione prescritta dalla normativa europea REACH (Registration, Evaluation, Authorisation of Chemicals)".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo all'illustrazione degli emendamenti presentati al Piano rifiuti.
Abbiamo avuto modo di parlarne ancora nei giorni scorsi, perché si è innescata, non dico una polemica, ma una discussione in Commissione sul Piano rifiuti, mentre parlavamo di un'altra proposta di legge.
Ci è stato detto che è stato riunito un tavolo in Commissione, che è durato parecchio tempo, e che qualcuno aveva pensato di poter risolvere la questione con la discussione e il tavolo in Commissione. Bene, non è così perché è evidente che il nostro Gruppo consiliare conserva dei motivi di contrarietà, delle perplessità forti su questo Piano rifiuti, tant'è vero che, nonostante la discussione anche costruttiva ed utile che si è svolta in Commissione, abbiamo inteso presentare nuovamente degli emendamenti in Aula.
Ovviamente, non abbiamo ripresentato tutto il lavoro che è stato fatto in Commissione, giacché gli emendamenti erano più di 500: abbiamo riproposto una settantina circa di emendamenti di merito, che vanno ad evidenziare le questioni più importanti presenti all'interno del Piano e che non sono state prese in considerazione nel corso dell'esame della Commissione.
Nello specifico, quest'emendamento propone di aggiungere, al fondo della pagina 124, un capoverso che, secondo noi, è utile e fondamentale perché richiama la normativa europea REACH, riguardo alla quantità di sostanze tossiche dei materiali.
Pertanto, vi è riferimento alla produzione di cementi e altri prodotti per l'edilizia con clinker ottenuto da farina cruda composta con scorie da incenerimento, perché è stato verificato che tale materiale non risponde alla normativa europea e può essere comunque dannoso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo argomento era già stato toccato nell'illustrazione di alcuni emendamenti che erano complementari a questi, e manifesta tutta la nostra contrarietà alla teoria del coincenerimento.
Questa è una delle problematiche, ma lo è soprattutto quello che poi si fa con le ceneri. Da un lato, ci sono le ceneri che devono essere smaltite e c'è la modalità di smaltimento in discarica, che rappresenta un apporto in discarica che non è assolutamente quello che si può far credere, perch l'incenerimento è una soluzione alternativa alla discarica; dall'altro, c'è questo smaltimento attraverso l'immissione delle ceneri nel processo di produzione dei cementi.
Questo forse è ancora un meccanismo più subdolo, perché la cernita dei materiali che si fa prima del coincenerimento non è efficace al 100% e chiaramente alcune sostanze, che possono essere dannose, finiscono in queste ceneri. Finiscono in queste ceneri dei metalli pesanti, che poi arrivano nelle nostre case, attraverso le strutture in cemento armato oppure nei sottofondi dei pavimenti, che sono ancora più a contatto con la nostra vita di tutti i giorni.
Quindi, non vorremmo che da un problema di amianto sulla nostra testa si arrivasse ad un problema di metalli pesanti sotto i nostri piedi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

E' un argomento molto interessante.
Sappiamo che solo l'inceneritore del Gerbido produce 85.000 tonnellate di ceneri all'anno, delle quali circa 65.000 sono di tipo pesante, quindi rifiuto speciale, e circa 19.000 sono ceneri leggere che, invece, sono rifiuto pericoloso.
Ovviamente, il tentativo di riutilizzo delle ceneri si riferisce ai rifiuti speciali e su questo argomento avevo già presentato un'interrogazione, perché la composizione dei clinker è ben definita dai regolamenti europei, i quali non consentono un riciclo delle ceneri nel cemento. Nonostante questo, il Piano rifiuti regionale prevede, come pianificazione, valutare e, in qualche modo, incentivare il riciclo delle ceneri da incenerimento.
Credo che questa sia proprio una strada sbagliata; è sbagliata la strada di incenerire o coincenerire, che sono le due scelte fondamentali che questo Piano rifiuti persegue, nel senso che tutto l'indifferenziato dopo che approveremo questo Piano rifiuti, verrà incenerito negli inceneritori o nei cementifici. Avremo grandi materiali di scarto, perch sebbene sia stato raccontato più volte agli italiani che l'inceneritore risolve il problema dei rifiuti, in realtà apre altri problemi, molto grandi. Infatti, un inceneritore ha bisogno di due tipi di discariche, una per i rifiuti pericolosi e una per i rifiuti speciali.
Pertanto, la strada di andare verso un recupero delle ceneri pesanti non è percorribile; a mia domanda in Commissione, i funzionari regionali hanno risposto dicendomi che non avevano le conoscenze tecniche per rispondermi.
Quindi, avrei stralciato le parti del Piano regionale rifiuti in cui si diceva che la Regione si adopererà per riciclare le ceneri da incenerimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento, come già ribadito in quasi tutti i nostri interventi, andiamo a toccare nuovamente il tema dell'incenerimento, che vuol dire bruciare i rifiuti. Tra l'altro, vengono bruciati senza particolari controlli, a parte la verifica del livello di radioattività.
Quindi, è una situazione che, al di là della maggior complessità dell'impianto che dovrebbe garantire un minimo sulle emissioni, non è molto distante dalla soluzione preistorica di fare il mucchio e dare fuoco.
Quello che proponiamo con quest'emendamento è di mettere un po' più di vincoli, al fine di garantire sicurezza riguardo al problema fondamentale dell'incenerimento.
Infatti, ricordo che l'incenerimento comporta una riduzione in volume dei materiali bruciati, ma non una sostanziale riduzione della massa dei materiali bruciati, perché una parte verrà liberata sotto forma gassosa in atmosfera. Ricordo che vengono liberati ossidi di carbonio, di zolfo e di azoto, tutti, in maniera più o meno elevata, inquinanti e contribuenti, da un lato, all'accumulo delle polveri, dall'altro lato all'effetto serra e infine, all'acidificazione delle piogge, altro problema che oggi viene ignorato, perché tutto sommato, rispetto all'impatto sugli esseri umani, è marginale rispetto alle polveri e all'effetto serra.
Inoltre, la gran parte della massa rimane nelle ceneri, dove i materiali che vengono bruciati (anche quelli tossici per gli organismi umani) risultano concentrati. Quindi, possono essere pericolosi per chi si trova poi a lavorarli, perché da qualche parte bisogna metterli e si pensa di riutilizzarli nel clinker, quindi nel cemento.
Per questo motivo, chiediamo che vengano sottoposti ad attenta verifica attraverso la regolamentazione REACH.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Continua il nostro tentativo di correggere questo Piano rifiuti soprattutto relativamente all'orientamento prettamente rivolto all'incenerimento che abbiamo riscontrato in diversi passaggi.
Nel caso specifico, mettiamo ancora più in evidenza come dall'incenerimento si ottenga ancora un residuo, un qualcosa che deve essere trattato. In questo caso, è un qualcosa che si prevede di poter riutilizzare.
Abbiamo più volte sottolineato come l'idea che dall'inceneritore non esca nulla ed esca solo vapore acqueo - quindi, che i rifiuti scompaiano e non siano più un problema - è assolutamente deviante. In realtà, sappiamo bene che uno dei grossi problemi derivanti dall'incenerimento è proprio come dice il termine stesso, il fatto che rimangano delle ceneri. Ceneri che, nella fattispecie, chiediamo non vengano utilizzate per produrre cemento. Lo sottolineiamo nel nostro emendamento, mettendo in risalto il rischio che le sostanze tossiche contenute nelle ceneri vadano a finire nel cemento e, di conseguenza, possano costituire un rischio per la salute dei lavoratori e quindi delle persone che vanno ad utilizzare il cemento per costruire case ed edifici. Il rischio conseguente è che ci troviamo queste stesse sostanze dannose nelle nostre case, nelle nostre scuole e anche negli ambienti in cui viviamo.
E' sicuramente un dovere, da parte di coloro che vanno a redigere un piano per la gestione dei rifiuti, con l'attenzione volta alla popolazione prendere in considerazione il regolamento europeo, che citava il collega Andrissi, che appunto non consente il riciclo delle ceneri nel cemento.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Siamo alla pagina 124, capitolo 8, Titolo II.
Con quest'emendamento chiediamo che dopo l'ottavo capoverso venga aggiunto il seguente capoverso: "Al fine di evitare il potenziale rilascio di sostanze tossiche nell'ambiente ed un incremento del rischio occupazionale di lavoratori inconsapevolmente esposti a sostanze bio tossiche a vari livelli". Qui stiamo parlando della salute di tutti, ma anche di questi lavoratori che, come è messo in evidenza in quest'emendamento, inconsapevolmente sono esposti a queste sostanze bio tossiche.
I lavoratori, pur di lavorare - perché sappiamo bene quanto sia importante lavorare, quanto sia un problema l'attività occupazionale nel nostro Paese e nella nostra Regione - rischiano dei grossi danni alla salute; sicuramente, non vi sono degli effetti immediati, perché questi effetti sono tardivi e si manifestano con il protrarsi del tempo.
Si ritiene di evitare la produzione di cementi comuni e di altri prodotti per l'edilizia con il clinker. Questo materiale viene ottenuto da farina cruda, composta con scorie da incenerimento e/o miscele di sostanze ottenute dalle stesse e/o da altri rifiuti, in assenza del regolamento della registrazione prescritta dalla normativa europea, quindi dal REACH.
Questo è veramente un emendamento importante, che ribadisce ancora una volta la nostra contrarietà agli effetti dannosi alla salute, anche se viene detto tutto il contrario; infatti, i cittadini non sono informati correttamente di quali sono gli effetti dannosi di questo incenerimento, di questo termovalorizzatore per il quale è stato utilizzato un termine molto "carino", per mettere un po' in confusione anche i cittadini, perché con il termine "valorizzatore" sembra che si valorizzi qualcosa, ma in realtà non si valorizza assolutamente niente se non il danno alla salute dei cittadini.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Noi vediamo l'utilizzo di sostanze che provengono dall'incenerimento dei rifiuti come sostanze addizionai ai clinker di cemento, che è un materiale che può finire nell'edilizia a contatto con le persone, un modo per raggirare la normativa REACH sulle sostanze potenzialmente pericolose per l'uomo.
Sappiamo benissimo che una parte del vantaggio di bruciare i rifiuti in cementifici è proprio quello di far sparire le ceneri, risparmiando sui costi di smaltimento.
Sembra quasi che si voglia chiudere il cerchio in modo positivo per tutti, evitando i costi di smaltimento e sostanze pericolose disperse nell'ambiente; peccato che queste sostanze vengano utilizzate nelle case delle persone, nelle aziende e nei manufatti con cui le persone sono a contatto, con l'aggravante che, se vengono a contatto in ambienti chiusi, i potenziali danni a causa di sostanze pericolose aumentano. Queste sostanze pericolose possono essere anche di natura amiantifera, perché nei rifiuti finisce di tutto e sicuramente non ci sono i controlli necessari, dal momento che non sono previsti, per arrivare a quella capillarità per escludere delle sostanze pericolose contenuto nel rifiuto indifferenziato.
Se pensiamo che anche agli inceneritori appositamente sviluppati, come quello del Gerbido, gli unici controlli di pericolosità fatti all'ingresso sono quelli sulla radioattività, ci rendiamo ben conto di cosa può finire nel cemento e nelle case delle persone.
Questa è una cosa molto grave ed è anche molto grave che si adombrino questi pericoli dentro il Piano rifiuti e non si prendano le misure necessarie per far sì che questo fenomeno del coincenerimento finisca perché è pericoloso. Fare finta che questi episodi non possano succedere di sicuro non aiuta la nostra posizione e accresce la nostra severità su questo piano.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 43) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Emendamenti alla pagina 125, PARAGRAFO 8.2, CAPITOLO 8, TITOLO II Al secondo capoverso, terzo punto dell'elenco, dopo la parola "raggiungimento", si aggiungono le parole "al 2020". Allo stesso punto, la percentuale "65%" è sostituita da "75%".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Torniamo sugli obiettivi della raccolta differenziata. Chiediamo che al secondo capoverso, terzo punto nell'elenco, dopo la parola "raggiungimento" si aggiungano le parole "al 2020" e la percentuale è sostituita da con 75 anziché 65%.
Questo per i motivi che abbiamo già spiegato in Commissione e nelle precedenti discussioni, anzitutto se si tenta ogni volta di non specificare bene: c'è questa generica volontà di raggiungere il 65% e non si sa neanche bene quando e quasi sembra l'obiettivo finale di questa Giunta e dei successivi Piani rifiuti. Cioè, quando arriviamo al 65% siamo tutti contenti e va bene così. Mentre invece il 65% è soltanto il punto di partenza per arrivare al vero ciclo dei rifiuti di economia circolare.
Questo deve essere l'obiettivo.
L'economica circolare è solo citata, ma non attuata nei fatti e nelle procedure che il piano si pone. Come sappiamo, abbiamo già mediato dalla richiesta iniziale a quella che la Giunta ha fatto nella proposta iniziale del piano e che è rimasta inalterata, ovvero 65%. Noi chiedevamo l'85% al 2020, siamo scesi al 75% al 2020, tenendo conto che le Amministrazioni più virtuose, dove hanno implementato la raccolta porta a porta e in qualche caso anche la tariffazione puntuale, già raggiungono queste cifre. Molte altre si accingono a farlo e lo stanno facendo adesso: abbiamo visto degli studi fatti dai Consorzi, anche presentati in V Commissione, quindi le Amministrazioni si stanno muovendo prima del Piano rifiuti.
Questa è una cosa che ci fa molto piacere per le Amministrazioni, ma ci dispiace molto per la Regione, che non ha il coraggio di fare un passo avanti, anzi segue di un passo le Amministrazioni più virtuose. In questo piano vengono posti obiettivi che magari sono già stati raggiunti, come anche l'obiettivo della produzione pro capite di rifiuti, che - ricordiamo è stato posto ad un obiettivo che è stato già raggiunto da due anni e si chiede che il quantitativo pro capite addirittura aumenti rispetto a quello attuale. Quindi, l'indicazione di questo piano è produrre più rifiuti! Non tenendo conto che il disaccoppiamento tra la produzione dei rifiuti e il PIL è già avvenuto, perché il ciclo virtuoso ha cominciato ad innescarsi da qualche anno.
Anche come forma mentis, dobbiamo smettere di accostare la crescita economica alla produzione di rifiuti, perché è veramente una barbarie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
La proposta che abbiamo fortemente portato avanti in Commissione - e continuiamo a portare avanti qui in Consiglio - aveva l'obiettivo di incrementare la percentuale di raccolta differenziata al 2020. Questo avviene sulla base di esperienze personali sul territorio, laddove abbiamo rilevato che, con una semplice valutazione volumetrica della produzione del rifiuto differenziato, in 30 giorni si può diminuire il rifiuto indifferenziato di 100 kg/abitante/anno, quantità che, in realtà, per questo Piano, sono già molto virtuose. Quindi, la percentuale del 65% a noi è parsa limitativa, soprattutto, come diceva il collega Valetti, per quelle province che il 65% lo hanno già raggiunto, per cui non si capisce perch limitarsi all'obiettivo del 65%.
Poi, consideriamo le realtà più virtuose a livello italiano. Abbiamo svolto un'audizione: qui in Regione è venuto il direttore della società in house Contarina e del Consorzio Priula, che ci ha mostrato dati veramente notevoli. Ormai, il Consorzio Priula, all'interno del quale c'è anche Tv Tre, riguarda 570 mila abitanti in provincia di Treviso e, praticamente, ha raggiunto 50 kg/abitante/anno.
Le realtà provinciali più virtuose della regione Piemonte sono sui 150 kg/abitante/anno; pertanto, capite che la percentuale di rifiuti riciclabili che va allo smaltimento è elevatissima: possiamo dire tranquillamente che oltre il 70% del materiale che va a smaltimento è, in realtà, materiale che, invece di bruciare o buttare in discarica, si potrebbe riciclare e recuperare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Ci tocca illustrare quest'emendamento proprio nel momento in cui apprendiamo una notizia molto brutta per noi: è arrivata la notizia ufficiale della scomparsa, purtroppo, di Gianroberto Casaleggio. Sapevamo del peggioramento delle sue condizioni di salute, sottolineato negli ultimi giorni da operazioni un po' sciacallesche da parte di taluni giornalisti.
Approfitto di questo minuto, perché, magari, diversamente non lo potr fare, per dire che per noi è una perdita grandissima: al di là di tutto quello che abbiamo sentito dire e di tutto quello che ci è toccato leggere in questi anni, veramente, insieme a Beppe Grillo, con l'aiuto di centinaia di migliaia di persone, ha iniziato un processo di cambiamento del nostro Paese, comunque lo si voglia vedere. E' un cambiamento che noi vogliamo, a maggior ragione, da oggi, portare avanti, perché pensiamo sia la strada giusta per l'Italia.



PRESIDENTE

Può avvicinarsi alla Presidenza, Consigliere Bertola?



(Il Consigliere Bertola si rece presso il banco della Presidenza)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Non posso non riprendere l'argomento del giorno senza non ricordare che la politica dei rifiuti è stato un argomento fondante del Movimento 5 Stelle sin dalla sua nascita. Una delle stelle del programma iniziale del Movimento, fin dalla sua nascita, prevedeva di superare l'incenerimento e di superare la politica generale dello smaltimento dei rifiuti in maniera non matura e non consapevole dei danni ambientali che provoca.
Questo emendamento non fa altro che dare una voce in più a questa politica e a chi crede che in questa materia si possa fare veramente di meglio, sia a livello piemontese che a livello nazionale.
Per questo, il nostro obiettivo è più ambizioso: passare dal 65 proposto dalla Giunta al 75%. Non è solo una questione di numeri, è una questione di prospettiva, è una questione di volontà, è una questione che ci porta a guardare un po' più lontano rispetto alla situazione odierna.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie.
Vorrei tornare all'emendamento, perché il Capogruppo ha parlato degnamente a nome di tutto il nostro Gruppo, ricordando un uomo straordinario, che è sempre stato criticato da una parte della politica e anche da certi personaggi. Noi ringraziamo questo grande uomo, perché se noi siamo qui lo dobbiamo in gran parte anche a lui, che è stato il cofondatore del Movimento 5 Stelle insieme a Beppe Grillo.
Detto questo, vorrei illustrare l'emendamento, che è importante. I colleghi in Commissione, noi tutti quanti abbiamo più volte ribadito di non essere assolutamente d'accordo con l'obiettivo di arrivare, entro al 2020 al 65% di raccolta differenziata che questa Giunta si è posta con questo Piano rifiuti. Infatti, noi riteniamo che il raggiungimento al 2020 di raccolta differenziata debba essere almeno del 75%, che è il livello ottimale per il territorio piemontese, anche perché ci sono regioni, e paesi dello stesso Piemonte, un po' più virtuose che raggiungono un livello superiore al 65% di raccolta differenziata. Quindi, se ci sono regioni virtuose, che sono riuscite a raggiungere un livello ottimale, superando il 65%, noi crediamo che anche la regione Piemonte lo possa fare.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
La notizia ci lascia spaesati, per quanto non fosse inattesa, comunque andiamo avanti.
Con quest'emendamento vogliamo dire agli estensori del Piano rifiuti come dice una reclame in televisione, "vi piace vincere facile", nel senso che l'obiettivo del 65% di differenziata avrebbe già dovuto essere raggiunto da anni - da anni! - per cui forse per il 2020, anche a fronte delle significative mutazioni nei consumi e nella gestione dei rifiuti incorse negli ultimi quattro-cinque anni, è veramente voler vincere facile.
Come hanno già detto i miei colleghi, non si va chiedere nessuna innovazione sulla differenziata da qui al 2020.
Al di là del fatto che, nei principi, il Piano rifiuti comincia ad andare nella giusta direzione, con i nostri emendamenti (sopratutto con questi ultimi di merito che abbiamo comunque voluto portare in Consiglio) chiediamo di essere più ambiziosi.
Certi obiettivi li possiamo porre a breve, ma da qui al 2020 e da qui al 2025 si potrebbe veramente uscire da vecchie logiche.
A noi sembra che questo Piano vada ad affrontare solo l'ultimo gradino della gerarchia della gestione dei rifiuti, che è quello delle discariche (del resto diventato ormai totalmente insostenibile), mentre non si tocca il discorso dell'uscita dall'incenerimento, se non a lunghissimo periodo ma anche in quel caso senza voler uscire dal tema della produzione di CSS.
Allo stesso modo sembra non voler affrontare, in maniera veramente ambiziosa, ciò che noi chiamiamo la strategia dei dieci passi per i rifiuti a zeri, perché qua non ci sono.
Come minimo, quindi, noi chiediamo almeno un po' di ambizione in più sulla raccolta differenziata.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Emendamento rubricato n. 42) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Al secondo capoverso, quarto punto dell'elenco, le parole "almeno 55%" sono sostituite dalle parole "almeno 62,5%".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Questo emendamento riguarda il riciclaggio dei rifiuti, quindi il recupero di materia. Se quello di prima riguardava il tasso di raccolta differenziata di rifiuto che viene separato e differenziato, questo riguarda ciò che viene recuperato a livello di materia.
E' un parametro importantissimo, perché forse il nostro Paese l'Italia, è uno dei pochi, se non l'unico, a parlare ancora di raccolta differenziata. Ovunque si parla di riciclo, di riciclaggio e di recupero di materia, che poi alla fine è il dato saliente, perché ciò che conta è la materia che si riesce a recuperare, e quindi la materia prima seconda che si riesce ad ottenere, evitando di sfruttare e consumare altra materia prima per creare plastica piuttosto che vetro piuttosto che carta piuttosto che altro.
Attualmente, il Piemonte è intorno al 50%, una percentuale che riteniamo ottenuta comprendendo ciò che in realtà dovrebbe rimanere fuori nel senso che è ottenuta comprendendo anche l'utilizzo del rifiuto per produrre combustibile solido secondario, che comunque viene bruciato nei cementifici.
La percentuale, invece, dovrebbe riguardare la quantità di materia realmente recuperata per il suo scopo.
Il Piano prevede di arrivare almeno al 55%.
Noi riteniamo, già con una mediazione rispetto alla nostra proposta iniziale, di poter arrivare almeno al 62,5%. E' un risultato che, a nostro avviso, è alla portata. Certo, richiede sforzi, ma questo è chiaro e noto a tutti: quando si mette in pista, dopo tanti anni, un Piano rifiuti, vanno fatti sforzi ed investimenti da parte di tutti i soggetti coinvolti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Il tasso di riciclaggio è un argomento molto interessante. Facciamo uno sforzo per organizzare la raccolta differenziata, ma poi, una volta fatta non ricicliamo il materiale, impiegando persone e posti di lavoro, per poi sprecare il materiale. Ciò si verifica soprattutto nelle plastiche.
Come dicono a Napoli: il pesce puzza sempre dalla "capa", perch purtroppo, il Consiglio di Amministrazione di Corepla, Consorzio Recupero Plastiche, è controllato da chi produce i cosiddetti "polimeri vergini".
Questi signori, quindi, non hanno interesse a riciclare le plastiche e se ne fregano bellamente della necessità di riciclo, preferendo, come ho detto nella passata seduta, caricare le navi cinesi che si portano via le plastiche italiane.
Altre Nazioni sono state più lungimiranti e hanno vietato questa pratica, ma anche le Regioni possono fare molto.
Penso alla Toscana, Regione con una un'amministrazione politicamente simile alla nostra, ha fatto un impianto per riciclare il cosiddetto plasmix - plastiche miste, scarti della raccolta differenziata delle plastiche - e le plastiche provenienti dallo scarto della raccolta differenziata dai materiali elettronici.
Tra l'altro, recentemente hanno dovuto fare nuovi accordi per recuperare i materiali, perché hanno mercato per queste plastiche che riescono a riciclare.
Sappiamo che si può fare tantissimo in questo settore e in altri.
Pensiamo ai materiali assorbenti, che oramai sta diventando un'azione non più sperimentale ma industriale: con un procedimento molto semplice si possono riciclare recuperando cellulosa e plastica.
I margini di miglioramento ci sono, e quindi occorre investire in questo settore perché è fondamentale e strategico per l'economia italiana.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Con quest'emendamento andiamo chiedere di aumentare la quota di rifiuto riutilizzato, cioè di quel rifiuto che, una volta differenziato e diventato materia prima seconda, rientri effettivamente nel ciclo produttivo.
E' uno degli elementi fondamentali, insieme alla tariffazione puntuale verso i rifiuti zero, perché se il rifiuto, pur differenziato, non diventa risorsa, non ci possono essere quei risparmi e quegli introiti dal riutilizzo del rifiuto come materia prima, che portano alla riduzione dei costi della gestione dei rifiuti.
Ciò è perfettamente coerente con l'obiettivo di aumento della differenziazione, ma ricordo che non si vuole solo aumentare la differenziazione, ma anche la qualità della raccolta differenziata attraverso un passaggio porta a porta e verso una responsabilizzazione dei cittadini con la strategia della tariffazione puntuale. Aumentandone la qualità, occorre anche semplificare le modalità con cui tutti questi rifiuti, come avviene soprattutto per il vetro e in parte per la carta - ma molto poco per le plastiche - possono essere veramente rimessi nel ciclo produttivo.
Sotto questo profilo, chiediamo che ci sia un po' più di ambizione: arriviamo al 75% di differenziata, ma arrivando anche solo al 65%, vorremmo che la quasi totalità di ciò che viene differenziato diventi una materia prima seconda, ma questo semplicemente perché è naturale che sia così. In natura, il 100% di quello che viene scartato da qualche ciclo biologico è risorsa per qualche altro ciclo biologico. Noi dobbiamo tendere a questo perché la situazione della nostra gestione dei rifiuti è ormai insostenibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Mi unisco al messaggio di ricordo del nostro co-fondatore, Gianroberto Casaleggio.
Tornando al merito. La sostituzione del tasso di riciclaggio effettivo da 55 a 62,5% viene da sé dopo la richiesta di incremento da 65 al 75% del rifiuto differenziato. Se così non fosse, vorrebbe dire che parte della materia in più che è stata effettivamente divisa e separata non ritorna nel cerchio del riciclo e del riutilizzo industriale. Questo è importante perché schiarisce anche le nostre intenzioni sulla questione del recupero energetico.
Recupero energetico che noi non vogliamo equiparare in nessuno modo al recupero di materie, quindi l'incremento al 62,5% dice questo. Dice che manteniamo la stessa proporzione - forse qualcosa in più - del rifiuto suddiviso, da portare al riciclo effettivo. Se i nostri obiettivi sono accolti, noi riconosciamo lo sforzo fatto dalle amministrazioni nel raggiungere al più presto questi obiettivi. Effettivamente, arrivare a quello che noi diciamo, 75% di riciclaggio e 62,5% di recupero effettivo tanto più che la differenza tra rifiuto effettivamente suddiviso e quello mandato a riciclo, diminuisce, quindi diventa più virtuoso man mano che saliamo con le percentuali. Si affinano i sistemi di suddivisione e anche il contributo e la sensibilizzazione delle persone diventa fondamentale per raggiungere il risultato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo emendamento appare fondamentale per ottimizzare il percorso del riciclo dei rifiuti. Se da una parte è fondamentale arrivare ad una percentuale di raccolta differenziata alta, dall'altra è necessario ottimizzare la parte di questa raccolta differenziata che viene effettivamente riutilizzata e diventa materia prima e seconda.
E' una sorta di moltiplicazione di rendimenti, come viene un po' in termotecnica. Chiaramente quando, per esempio, in termotecnica si ha un bellissimo involucro edilizio, ma si ha una caldaia che non funziona, il lavoro svolto per coibentare una casa diventa inutile. In questo caso tanto quanto. Noi abbiamo una buona parte di rifiuto che viene conferito e differenziato ma se non c'è, dalla parte opposta, un giusto utilizzo di questo materiale, le due cose non si parlano e tendono ad annullarsi a vicenda.
Per questo bisogna mettere in campo delle politiche. Politiche che, da un parte, stimolino i fruitori della materia prima e seconda ad acquistare e a riutilizzare la materia prima e seconda e, dall'altra, a far sì che il rifiuto conferito nella raccolta differenziata sia differenziato in modo idoneo per permettere questo meccanismo virtuoso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ovviamente siamo tutti colpiti dalla notizia che abbiamo ricevuto, ma questo ci fa anche ricordare il motivo per cui siamo tutti qui. Uno dei motivi è proprio cercare di intervenire nelle istituzioni per cambiare qualcosa. E' uno dei punti su cui più abbiamo lavorato e intendiamo lavorare, quindi uno dei punti che più stava a cuore al nostro cofondatore Gianroberto Casaleggio era sicuramente l'ambiente.
Ed è per questo motivo che ci troviamo in Aula nella totale indifferenza delle altre forze politiche a cercare di intervenire sul Piano rifiuti. Non è soltanto una questione di trascinare il più possibile la discussione, ma un tentativo di migliorare l'impostazione del Piano rifiuti per renderla un po' più accettabile anche dalla forza politica cui appartengo. Solo un po' di più, perché grandi cose non riusciremo a fare almeno a giudicare dal modo in cui vengono recepite le nostre proposte.
In questo caso, chiediamo di definire un obiettivo relativo al tasso di riciclaggio dei rifiuti. Al modo in cui viene utilizzato il rifiuto per diventare, a sua volta, materia prima ed essere riutilizzato in altra forma, sicuramente un obiettivo cui dovremmo tendere e che va in direzione assolutamente alternativa rispetto all'utilizzo dell'incenerimento.
Quando si definiscono degli obiettivi, bisogna definire obiettivi che siano ambiziosi. Abbiamo visto nel precedente emendamento che l'obiettivo a nostro avviso, poteva essere sicuramente reso più ambizioso. Anche in questo caso, riteniamo che la percentuale del 55% per il tasso di riciclaggio sia un obiettivo poco ambizioso, quindi proponiamo la sostituzione di questa percentuale con almeno il 62,5%.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Questo, come hanno ricordato altri Consiglieri che mi hanno preceduto è un altro emendamento importante per fare una buona raccolta differenziata, quindi non parliamo solo di una buona raccolta differenziata, ma anche di un riciclo di rifiuti corretto, di un riutilizzo del rifiuto.
Con quest'emendamento alla pagina 125, capitolo VIII, Titolo II, al secondo capoverso, il quarto punto dell'elenco, noi chiediamo la sostituzione delle parole "almeno il 62,5%" con "55%". Questo per garantire un tasso di riciclaggio di rifiuti migliore.
Noi crediamo che - per ottenere un risultato elevato, un risultato migliore che questa Giunta ha deciso con il nuovo Piano rifiuti - il 55 sia veramente un obiettivo molto basso, anche perché, per raggiungere risultati migliori, risultati più elevati, è necessario un cambio di strategia in tutti i settori: nel settore dei rifiuti, a livello di impiantistica e anche a livello produttivo. E' solo questione di buona volontà e di mettere in atto delle buone normative.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
Emendamento rubricato n. 41) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Al secondo capoverso, quinto punto dell'elenco, dopo le parole "recupero di materia" si aggiungono le seguenti: ", prevedendo il recupero degli scarti da separazione tramite impianti di processamento secondario (es. recupero del plasmix di scarto della frazione plastica)".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Torniamo al recupero di materia, con l'emendamento al paragrafo 8.2 del Capitolo 8, chiedendo che si specifichi esplicitamente la necessità nell'impiantistica, di separazione degli scarti del processo di trattamento della plastica. Parliamo per esempio del plasmix, che abbiamo citato più volte, dal momento che, ad oggi, circa il 50% delle plastiche che vengono separate nella raccolta differenziata non raggiunge l'obiettivo del riciclo, perché viene selezionato e scartato per i motivi più disparati: perché non conforme, perché non facente parte del ciclo dei contributi CONAI dati agli imballaggi.
Ricordo, infatti, che - ad oggi - per questioni squisitamente normative e non tecniche, la gran parte delle plastiche, anche di valore e riciclabili, non viene effettivamente riciclata. Questo è un problema che bisogna assolutamente risolvere e speriamo che il Governo centrale e CONAI impongano al più presto delle soluzioni per coinvolgere tutti gli operatori, sia di produzione che di riciclo e di utilizzo del materiale riciclato, affinché tutte le plastiche siano inserite in questo circuito.
Dal momento che siamo qui, però, noi non possiamo pensare di continuare a generare degli scarti così grandi dal processo di riciclo della plastica.
E' chiaro che la normativa non ha aiutato i cittadini a comportarsi nel modo corretto, perché a tutti viene l'impulso di buttare la plastica qualunque essa sia - dentro i contenitori per la plastica: è già difficile fare la raccolta differenziata; se, poi, chiediamo anche di differenziare una plastica dall'altra diventa ancora più difficile. E questo è sicuramente un problema che andrà risolto, perché ha generato grande confusione.
Tuttavia, ci sono quote di plastica che possono essere comunque riciclate. Ce lo insegnano anche i casi di Consorzi già esistenti con impianti di separazione manuale, che generano - ad esempio - dal plasmix di scarto, componenti per gli arredi urbani, quindi panchine, sedie, e attrezzature da giardino. Si tratta, infatti, di plastiche che hanno un utilizzo meno sofisticato e con delle caratteristiche meccaniche non così elevate, che rendono possibile un loro riutilizzo. Pensiamo anche ai pannelli per le piste ciclabili, per realizzare delle piste ciclabili senza asfalto.
Queste plastiche, quindi, possono avere una seconda vita e la Regione non può non tenere conto che occorre attrezzarsi per gli impianti di separazione che facciano anche questo lavoro di recupero.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Dopo "il recupero di materia" vogliamo inserire una frase che abbia un riferimento specifico a ciò che si può fare in questo campo, prevedendo il recupero degli scarti da separazione tramite impianti di processamento secondario: per esempio, recupero di plasmix di scarto della frazione plastica.
Non è un caso se abbiamo voluto fare proprio l'esempio del plasmix perché la materia principale che si può recuperare è proprio la plastica.
Quando parliamo di recupero della plastica pensiamo tutti a quella delle bottigliette dell'acqua - che, purtroppo, a nostro avviso, sono consumate ancora in quantità ingiustificate ed esagerate - mentre pochi sanno che solo la plastica che costituisce imballaggio può essere recuperata. E pu esserlo, tra l'altro, se viene differenziata correttamente, perché nel rifiuto indifferenziato c'è una grandissima quantità di plastica da imballaggio che potrebbe essere recuperata e non lo è.
Tutto il resto, invece - parliamo di una miriade di articoli del nostro utilizzo quotidiano che sono in plastica, ma non sono imballaggio purtroppo va nell'indifferenziato, e sappiamo bene che fine fa.
E' possibile e necessario avviare anche una filiera di recupero di queste materie plastiche. Innanzitutto, perché - ma questo è richiamato anche nell'atto di indirizzo che verrà accompagnato a questo Piano - è possibile, per mezzo di questa filiera, creare nuova impresa e posti di lavoro; cosa che penso interessi tutti e sulla quale tutti possono essere d'accordo. In secondo luogo, andiamo a creare dei nuovi manufatti, evitando di usare altra materia prima, per esempio il petrolio.
E qui, sul petrolio, potrebbe aprirsi un lungo discorso, anche in relazione al referendum che ci sarà il 17 aprile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo di rafforzare la capacità di riutilizzare effettivamente quello che andiamo a differenziare, con particolare attenzione - appunto - al discorso delle materie plastiche.
Come hanno già detto i miei colleghi, il problema significativo è che pur essendoci da tempo le tecnologie che permettono di triturare e separare opportunamente le diverse tipologie di materie plastiche utilizzate nella nostra società, non esiste - almeno in Italia - una filiera del riutilizzo di tutte le diverse frazioni di materie plastiche che si possono ottenere.
Ci sono aree in cui qualcosa è stato fatto, ma mancano strategie coerenti, soprattutto a livello nazionale, ma anche regionale.
La nostra regione, pur essendo una delle regioni più industrializzate e più sviluppate, che ha capacità di utilizzare i fondi strutturali, che ha delle eccellenze nell'ambito della ricerca, sotto questo profilo è veramente indietro. Abbiamo perso tanti treni e la possibilità di partire anche con un rinnovo del tessuto produttivo verso una maggiore sostenibilità, che non è solo ambientale, ma anche economica.
Ricordo che la plastica si ottiene dal petrolio. Il petrolio lo importiamo e, se bruciamo la plastica o la mettiamo in discarica, abbiamo comunque buttato via delle risorse, che, invece, sarebbero riutilizzabili con minori costi per la nostra economia e probabilmente anche per la nostra industria, e con maggiori opportunità per la nascita di altre imprese che operino proprio nel settore del recupero delle materie prime seconde e, in particolare, di elementi così essenziali per la nostra società moderna quali sono le materie plastiche.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo emendamento ha il compito di introdurre un concetto che, a nostro giudizio, è fondamentale: quello dell'impiantistica più evoluta, che dev'essere quella a cui noi dobbiamo mirare per agevolare tutto il processo di recupero e riciclaggio dei rifiuti.
Dopo il "recupero di materia" si aggiungono le parole "prevedendo il recupero degli scarti da separazione tramite impianti di processamento secondario (es. recupero del plasmix di scarto della frazione plastica)".
Questo emendamento fa sì che si introduca il concetto basilare che, se abbiamo a disposizione delle tecnologie, bisogna sfruttarle appieno e sfruttare le migliori che ci conducono, appunto, a utilizzare la maggior parte del rifiuto differenziato. In questo caso si parla di plasmix, ma perché? Perché il rifiuto plastico è quello fondamentale nella politica di riutilizzo; perché il rifiuto plastico è quello che, se va in incenerimento, produce la maggior parte delle sostanze nocive; perché è anche quello più appetibile dal punto di vista della politica, secondo noi errata, della termovalorizzazione. Quindi c'è proprio una contrapposizione che vede impianti molto evoluti, che riescono a recuperare anche quello che viene scartato e va poi nel ciclo dell'incenerimento e, recuperandolo creano una materia prima e secondaria adatta per scopi diversi dal normale riutilizzo per polimeri standard, ma per plastiche di minor pregio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Parliamo di recupero di materia, quindi un argomento sul quale la Regione Piemonte ha veramente molto da fare e molto da lavorare.
Nella Commissione competente, noi abbiamo chiesto più volte un quadro completo della presenza di impianti volti proprio al recupero di materia però sappiamo che in regione c'è proprio una carenza di impiantistica di base e sappiamo che plastiche dal Novarese (ma non solo dal Novarese) viaggiano centinaia di chilometri per arrivare agli impianti di selezione in questi impianti di selezione, oltretutto, la plastica viene separata e gli scarti (ma non solo gli scarti) vengono mandati all'incenerimento.
Si capisce che siamo praticamente in una situazione di strabismo politico completo: non vi sono gli impianti e questi materiali vengono mandati fuori regione laddove si crea occupazione comunque con sistemi che non sono aggiornati. Quindi bisogna fare un salto in avanti, partire con una programmazione che consenta la realizzazione in regione degli impianti necessari per il riciclo dei materiali, inserire nuove frazioni quali materiali assorbenti tra i materiali riciclabili, e noi crediamo che ci siano almeno 800 mila tonnellate in regione che vanno a smaltimento e che si potrebbero riciclare.
Per fare questo, però bisogna avere le idee molto chiare, bisogna avere degli obiettivi forti e precisi che portino alla realizzazione di tutta questa impiantistica necessaria per realizzare, appunto, una rivoluzione dell'economia circolare, che a parole viene inserita nel Piano rifiuti regionale, ma che nella realtà è molto lontana.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Anche questo è un altro emendamento di merito importante. Abbiamo parlato di raccolta differenziata, di un migliore riciclo di rifiuti quindi un migliore riutilizzo dei rifiuti. Adesso qui parliamo di frazione plastica.
Con quest'emendamento - ricordo che siamo sempre alla pagina 125 capitolo 8, secondo capoverso - al quinto punto dell'elenco si chiede che dopo le parole "recupero di materia", si aggiungano le parole ", prevedendo il recupero degli scarti da separazione tramite impianti di processamento secondario (es. recupero del plasmix di scarto della frazione plastica".
Il plasmix è un sottoprodotto di scarto della frazione della plastica.
Sappiamo quanto sia importante riutilizzare il rifiuto plastico, perché la plastica può essere veramente riutilizzata ed è di fondamentale importanza.
Abbiamo visto che cosa si può fare attraverso il recupero e il riutilizzo della plastica; tra l'altro, ci sono anche diverse associazioni (non solo nella nostra regione e non solo nella nostra nazione, ma in tutto il mondo) che, grazie a un buon riutilizzo della plastica, riescono a mettere in atto dei grandi progetti, anche a favore dei più bisognosi: si raccolgono veramente risorse per poter migliorare la nostra società, il nostro sistema.
Noi auspichiamo che in questo Piano rifiuti, che la Giunta tanto si ostina a portare avanti, vengano prese in considerazione queste richieste perché sono veramente importanti, come veramente importante è il recupero della frazione plastica di scarto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento andiamo a concentrarci sugli impianti di processamento secondario. Come diceva il collega Andrissi, per realizzare pienamente il concetto di economia circolare non basta inserirlo qua e là nel Piano rifiuti, ma bisogna dotarsi della strumentazione necessaria e, in particolare, cercare di prevedere degli impianti che siano in grado di trattare il rifiuto contenente una frazione plastica. Quindi è inutile continuare a basare la gestione dei rifiuti in prospettiva di costruzione o funzionamento di inceneritori (quindi inceneritori nuovi o inceneritori esistenti), ma bisogna cercare di dotarsi delle infrastrutture adeguate per consentire il recupero di quella parte di rifiuto che può essere effettivamente recuperata, e la plastica è proprio una di queste.
Come diceva sempre il collega Andrissi, cui mi riferisco come mio guru ci sono molte regioni che hanno sicuramente degli impianti che, da questo punto di vista, sono molto più avanti di noi e possiamo vedere da questa loro esperienza come ci sia anche una ricaduta positiva dal punto di vista dell'occupazione. Dobbiamo vedere la gestione del rifiuto plastico anche come un'opportunità: non solo un vantaggio per l'ambiente, ma una vera e propria opportunità in senso lato. Nella nostra regione, invece, al momento sembra che l'unica prospettiva su cui si voglia puntare sia proprio quella dell'incenerimento; prospettiva che purtroppo non porta nessun beneficio dal punto di vista della salute, ne porta ben pochi dal punto di vista dell'occupazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 40) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Emendamenti alla pagina 125, paragrafo 8.2, Capitolo 8, Titolo II Al secondo capoverso, settimo punto dell'elenco, le parole "81 kg/ab anno al 2018", sono sostituite dalle seguenti: "60 kg/ab anno al 2018 e successivo azzeramento a partire dal 2020".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Nella parte che si occupa della questione del rifiuto urbano biodegradabile, abbiamo sostituito le parole "81 kg/ab anno al 2018" con "60 kg/ab anno al 2018 e successivo azzeramento a partire dal 2020". Stiamo parlando del rifiuto biodegradabile che finisce in discarica. Noi consideriamo il rifiuto urbano biodegradabile il primo rifiuto di cui deve essere assolutamente azzerato il conferimento in discarica e in impianti di incenerimento, perché è un controsenso: dal rifiuto biodegradabile non otteniamo alcun contributo energetico dalla combustione, se mai la volessimo fare, ma - ancora di più - è uno degli elementi che crea quella bomba ecologica che sono le discariche, perché la fermentazione, insieme ad altre materie, crea i famosi sversamenti, che spesso ci sono malgrado le opere di contenimento e che vanno a danneggiare le falde acquifere sottostanti alle discariche.
Pertanto, chiediamo assolutamente che le previsioni siano abbassate di 20 chilogrammi ad abitante e siano azzerate entro il 2020. Questo comporta un'attenzione particolare sul ciclo di differenziazione del rifiuto umido e di trattamento.
Abbiamo visitato un impianto eccellente - l'ACEA di Pinerolo - che lamenta problemi di qualità del rifiuto conferito. Questo fa sì che purtroppo, vi siano degli scarti che rendono il compost - altrimenti di qualità eccelsa - non adatto, in taluni casi, all'utilizzo in agricoltura perché sono presenti scarti plastici. Grazie all'ottimo lavoro di selezione, questi scarti sono ridotti al minimo e anche il compost che ne deriva è di grande qualità. Abbiamo, comunque, degli scarti che arrivano anche al 30%, cioè compost che non viene utilizzato, quindi rientra nel ciclo del rifiuto indifferenziato, per poi essere conferito nelle discariche o in altri tipi d'impianto.
Noi pensiamo davvero che il problema del ciclo di raccolta debba concentrarsi subito sul rifiuto biodegradabile e, pertanto, sollecitiamo anche la questione dell'uniformazione dei cassonetti sul territorio regionale, affinché - almeno sulle prime linee guida - i Comuni si comportino tutti nello stesso modo, non generando quella confusione che peggiora il lavoro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come diceva il collega, quest'emendamento riguarda il RUB (il rifiuto urbano biodegradabile). Noi ci proponiamo d'inserire nel Piano un obiettivo un po' più ambizioso, quindi 60 chilogrammi anziché 81 per abitante, al 2018, e l'azzeramento a partire dal 2020.
Sappiamo bene che la frazione biodegradabile dei nostri rifiuti è quella che, essendo umida, ha maggior peso ed è anche la più difficile da gestire, essendo - appunto - qualcosa di vivo. Ed è assai dannosa quando viene portata in discarica, specie se la discarica non ha le corrette misure per impedire, ad esempio, che il percolato vada a inquinare le falde acquifere. Del resto, ormai tutte le Direttive ci chiedono di ridurre il più possibile, di azzerare il rifiuto urbano biodegradabile in discarica.
Ovviamente, anche per il rifiuto biodegradabile c'è la possibilità di riciclo, di recupero, quindi produrre del compost, anzi probabilmente è una delle più facili, se fatta in modo corretto.
Nella nostra regione abbiamo degli esempi positivi, come quello dell'ACEA che citava il collega Valetti, ma abbiamo altrettanti esempi molto meno brillanti di recupero del rifiuto urbano biodegradabile. E' sicuramente importante andare avanti verso la ricerca di una qualità e quantità del rifiuto urbano biodegradabile recuperato e occorre fare attenzione anche alla qualità del rifiuto organico che si produce, perch ovviamente - va a influire su tutti i processi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento andiamo a dare un obiettivo un po' più ambizioso anche al discorso dei rifiuti urbani biodegradabili. Ricordo che anche questo è legato fortemente ad un discorso di responsabilizzazione dei cittadini e, quindi, di cambio significativo della strategia di approccio alla raccolta rifiuti.
Questo lo dico perché non basta il passaggio al porta a porta e il fatto di voler aumentare la quantità di riciclo e riutilizzo di materia prima e seconda, ma serve soprattutto un lavoro di sensibilizzazione dei singoli cittadini. Lavoro che oggi viene fatto molto poco, confronto a quello che è stato fatto in un Comune che noi abbiamo spesso portato come esempio (Ponte nelle Alpi), dove prima di passare al porta a porta, per oltre sei mesi c'è stata una sensibilizzazione continua in tutte le realtà sociali: dalle parrocchie ai centri anziani, ed incontri - anche ripetuti con i cittadini. Ad esempio, nell'area gestita dal mio consorzio dei rifiuti, il Consorzio Ecologico Cuneese, il porta a porta viene introdotto attraverso degli incontri di una sera - a date fisse - sul territorio nell'arco di una settimana. Dopodiché, si parte.
Rendiamoci conto che, in questo modo, si fa ben poco per spiegare in maniera corretta, ripetere e fugare tutti i dubbi ai cittadini su come poter fare raccolta differenziata, in particolare sulla parte biodegradabile.
Io sono fortunato, perché ho un ampio giardino e fin dal 2011 ho richiesto la compostiera domestica. Differenzio moltissimo e devo dire che il mio orto ne trae giovamento. La compostiera funziona benissimo, non produce puzze e, gestita in maniera corretta, produce materia organica che diventa terriccio, diventa veramente compost di qualità.
Questo lo si può fare in maniera generalizzata, spiegando, illustrando facendo correttamente informazione ai cittadini.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Sappiamo che la normativa sui rifiuti urbani biodegradabili, in recepimento della normativa europea, c'impone - entro il 2018 - una presenza di rifiuto indifferenziato di 81 chilogrammi per abitante all'anno. Sappiamo anche che, nel nostro indifferenziato, la componente maggiore è proprio il rifiuto biodegradabile, che potrebbe anche diventare un'importantissima risorsa per l'agricoltura, perché trasformato in compost diventa un'importante ammendante per l'agricoltura; cosa che permette di combattere la desertificazione del territorio agricolo che coinvolge circa il 40% dei terreni agricoli regionali, dovuto al fatto che si usano soltanto concimazioni di tipo chimico, che portano ad un assottigliamento dello strato di humus e una minore presenza di sostanze carboniose.
Questo consentirebbe un'azione virtuosa. Purtroppo, quest'azione virtuosa si è persa per strada, nel senso che, sebbene nella letteratura legislativa ambientale, dagli anni '70 ad oggi, più volte venga ribadito che bruciare la sostanza organica insieme alle plastiche favorisce la formazione di diossine, in Italia si è andati a premiare - da un lato - la combustione della sostanza organica e - dall'altro - con una raccolta differenziata male organizzata, non si è arrivati all'intercettazione sufficiente di questa frazione, che è veramente una risorsa per la nostra regione.
Arriviamo al paradosso dell'impianto di Cavaglià (lo dico per gli amici di Valle Dora, che sono qui dietro), dove l'umido viene prima stabilizzato e poi viene riumidificato per far produrre biogas una volta che il rifiuto indifferenziato viene portato in discarica.
E' veramente il paradosso dei paradossi: prima lo stabilizziamo, poi lo umidifichiamo e lo mettiamo all'aperto, dopo averlo sotterrato per fare sviluppare biogas. Non c'è proprio logica in questo tipo di trattamenti e in tante altre cose.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Il collega Andrissi e gli altri colleghi che mi hanno preceduto sono stati decisamente chiari ed esaustivi nello spiegare l'importanza di quest'emendamento.
Noi in quest'emendamento (siamo alla pagina 125, capitolo 8, titolo III) chiediamo che al secondo capoverso, settimo punto dell'elenco, le parole "81 chili per abitante all'anno al 2018" siano sostituite dalle parole "60 chili per abitante all'anno al 2018 e successivamente l'azzeramento a partire dal 2020".
Nel Piano si vuole ridurre il conferimento in discarica dei rifiuti urbani biodegradabili, che sono una grande risorsa per l'agricoltura. Si tratta di un'azione virtuosa, una grande risorsa per la nostra Regione. In questo modo, eviteremmo la desertificazione delle zone agricole.
Credo che ci voglia buona volontà da parte di questa Giunta, perché i cittadini devono essere sensibilizzati ed informati. E' fattibile mettere in atto il piano che proponiamo, perché basterebbe veramente illustrare spiegare ed informare correttamente i cittadini. Sarebbe una grande risorsa per il nostro territorio, perché eviteremmo l'utilizzo di prodotti chimici e favoriremmo il benessere dell'agricoltura, una riduzione di risorse economiche, incentivando allo stesso tempo anche benessere e salute per il territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo emendamento ha il compito di produrre una scala nei riferimenti del parametro un po' più omogenea. Sappiamo come questo valore superi abbondantemente il valore di cento in varie realtà e il fatto di darsi un obiettivo a 81 chilogrammi abitante/anno nel 2018 per arrivare a zero nel 2020 induce a pensare che non ci sia un rapporto idoneamente progressivo in questa riduzione.
Sappiamo benissimo quale sia l'importanza di una gestione corretta del rifiuto organico, così come conosciamo le sue potenzialità sia dal punto di vista del recupero di materia a livello di ammendante agricolo sia dal punto di vista del recupero di energia da biogas. Sono due elementi fondamentali, che vanno di pari passo e che viaggiano in maniera corretta in impianti con gestione corretta. Infatti, allorquando faccio un impianto di biogas con recupero di questi gas di fermentazione della materia organica, riesco a produrre due cose: sia l'energia sia un decremento di quello che è il potenziale di immissione nell'aria di metano. E soprattutto cosa riesco a fare? Riesco anche a fare degli impianti a biogas che riducono l'impatto di origine, perché con i moderni sistemi dell'ammoniaca riesco ad avere anche questo tipo di prodotto finale, che esula da problemi di tipo olfattivo che incidono sulla vita di chi abita intorno agli impianti.
Quindi, non resta che andare verso questa direzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Questa volta poniamo l'attenzione sui cosiddetti rifiuti umidi, quelli che potrebbero avere un utilizzo sicuramente molto più redditizio dal punto di vista dell'utilità per i cittadini e meno impattante, se fossero correttamente raccolti e utilizzati per scopi diversi dall'incenerimento.
Ovviamente il tutto prevede che si organizzi meglio la raccolta presso i cittadini e, in particolare, la raccolta porta a porta.
Quindi, chiediamo che, all'interno di questo Piano, venga inserito il concetto che il conferimento in discarica dei rifiuti urbani biodegradabili sia ridotto, e quindi il rifiuto umido non venga trattato nell'inceneritore, che è una cosa assolutamente inutile oltre che dannosa ma venga riutilizzato per scopi finalizzati alla produzione agricola.
Si chiede anche in questo caso aiuto al cittadino, aiuto che deve essere, però, supportato da scelte adeguate nella gestione del sistema di raccolta, in particolare nel ritiro del cosiddetto umido e nel passaggio al porta a porta, che prevede un controllo maggiore rispetto al conferimento nei bidoni sulla strada.
Quindi, in questo senso chiediamo che ci sia una migliore gestione di questo tipo di rifiuti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 39) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Dopo il primo capoverso della pagina che finisce con le parole ". risparmio di nuove risorse.", viene aggiunto il seguente testo: "La Regione Piemonte persegue i seguenti obiettivi e finalità: 1) ricondurre il ciclo produzione-consumo all'interno dei limiti delle risorse del pianeta, tramite l'eliminazione degli sprechi, e con gli obiettivi di: massimizzare, nell'ordine, la riduzione dei rifiuti, il riuso dei prodotti e dei componenti di prodotti e il riciclaggio minimizzare il recupero di materia diverso dal riuso e dal riciclaggio, lo smaltimento e il recupero di energia in modo da tendere a zero nell'anno 2020.
Tale percorso, inclusivo della fase di ricerca sul rifiuto residuale secco ai fini della riprogettazione industriale di beni e di prodotti totalmente decostruibili e riciclabili, è sinteticamente indicato come "Strategia Rifiuti Zero - ZeroWaste" 2) proteggere l'ambiente e la salute prevenendo e riducendo gli impatti negativi della produzione e della gestione dei rifiuti 3) rafforzare la prevenzione primaria delle malattie ascrivibili ai rischi indotti da inadeguate modalità di gestione dei rifiuti 4) favorire l'accesso all'informazione e la partecipazione dei cittadini in materia di ambiente e di ciclo di trattamento dei rifiuti 5) favorire l'inserimento nei programmi scolastici curricolari delle tematiche del riciclo dei rifiuti, dell'autoproduzione degli alimenti e dell'acquisto a chilometro zero 6) realizzare un programma di nuova occupazione articolato a livello regionale attraverso la costituzione di distretti del riutilizzo, del riciclo, del recupero e della riprogettazione industriale di beni e di prodotti totalmente decostruibili e riciclabili 7) individuare gli ulteriori ambiti di responsabilità di ogni attore nella filiera del rifiuto 8) promuovere una politica di eliminazione degli imballaggi alla fonte tramite la vendita di beni di consumo sfusi.
D'ora in avanti, al fine di valutare la sostenibilità ambientale dei processi, la pianificazione regionale sulla gestione dei rifiuti urbani, da effettuarsi tra 5 anni dall'adozione della presente, applica l'analisi del ciclo di vita (LCA), comprensiva del calcolo dell'energia incorporata nei materiali di recupero, dell'energia risparmiata con il loro utilizzo rispetto alla sostanza vergine, del sequestro del carbonio nei materiali compostati, nonché degli effetti locali e globali della crisi determinata dalla scarsità delle risorse, per verificare la necessità di trattamento degli scarti della selezione delle frazioni differenziate, dei rifiuti derivanti dallo spezzamento e del rifiuto residuale per estrarre ulteriori materiali al fine del riciclaggio e del recupero di materia" La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento piuttosto articolato, che introduce alcune linee guide che vanno verso l'effettiva applicazione dell'economia circolare. Infatti, laddove troviamo le parole, al capitolo 8, paragrafo 8.2, "risparmio di nuove risorse", aggiungiamo un testo più articolato, che riporta alla riconduzione del ciclo produzione/consumo all'interno di un'ottica di economia circolare che tenga conto dei limiti delle risorse di cui dispone il pianeta e, indirettamente, anche il nostro territorio, così come, per quanto possibile, dei limiti ad utilizzare risorse che sono rinnovabili o riciclabili.
Questa è l'effettiva concretizzazione dei principi di economia, cioè massimizzare la riduzione dei rifiuti e riuso dei prodotti e componenti dei prodotti e riciclaggio. Minimizzare il recupero di materia diverso dal riuso e riciclaggio e lo smaltimento e il recupero di energia, in modo da tendere a zero nell'anno 2020.
Questi sono gli obiettivi già condivisi dalla rete nazionale ed internazionale "Rifiuti zero", rete che ha visto la sua applicazione in modo sperimentale ma molto efficace in grandi città mondiali come San Francisco, dove già oggi si conta un obiettivo raggiunto di 80% di raccolta differenziata in una città che sfiora il milione di abitanti, quindi un'operazione applicabilissima ad una metropoli come Torino e, inoltre attuata in una città americana, dove sappiamo che il consumismo e l'utilizzo di prodotti è ancora più alto ed il rifiuto pro capite è più alto di quello di un italiano medio.
Quindi, anche la partecipazione dei cittadini è importante. Presto spero di avere modo di illustrare ai colleghi in Aula la mia proposta di legge sulla prevenzione dell'abbandono e la dispersione dei rifiuti, dove l'elemento umano del singolo è imprescrivibile, perché l'autorità non pu essere ovunque per controllare tutto il territorio in modo capillare; si deve prima di tutto dare il buon esempio, perché l'educazione è importante dal momento che il contributo dei singoli cittadini è imprescindibile per ottenere dei risultati ambientali ed economici significativi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento introduciamo quelli che sarebbero gli elementi centrali per noi dal punto di vista della strategia nella gestione dei rifiuti. Infatti, al primo punto mettiamo che è da perseguire quella che anche in una proposta di legge di iniziativa popolare, è definita la strategia dei rifiuti zero, ossia il tendere a favorire il ciclo naturale delle cose: quello che per noi oggi è un rifiuto da smaltire è un errore di progettazione.
Quindi, da un lato, bisogna fare in modo che ciò che produciamo e consumiamo nella nostra società moderna sia costruito in modo da essere poi smontato e facilmente riutilizzato nelle sue componenti; dall'altro bisogna costruire i processi industriali perché effettivamente siano circolari e siano in grado di essere ri-alimentati, fatta salva l'energia consumata. Bisognerebbe poi parlare anche di energia, che è strettamente collegata anche al discorso rifiuti. Tra l'altro, ricordo che, nel nostro Piano d'azione nazionale energetico è previsto il fatto che il 50% della frazione organica dei rifiuti venga incenerito e questa viene considerata fonte rinnovabile: una cosa veramente pietosa sotto questo punto di vista totalmente illogica anche dal punto di vista scientifico.
Tornando "a botta", con quest'emendamento andiamo ad elencare quali siano gli elementi fondamentali di una strategia che voglia veramente affrontare in modo innovativo la gestione dei rifiuti e, soprattutto, in modo sostenibile per il nostro ambiente. Relativamente, all'analisi ambientale, introduciamo un'altra parola fondamentale: "LCA" (Life Cycle Assessment). Si introduce un nuovo concetto: quando si produce un bene, si deve tenere in conto di tutti gli elementi che vanno a costruirlo, e cioè l'energia che esso incorpora e l'inquinamento che esso produce nell'essere prodotto; e quando questo prodotto termina il suo ciclo di vita, questo deve riuscire necessariamente a tornare nel ciclo produttivo, proprio perché non venga riprodotto l'inquinamento per produrre un nuovo bene. E' un nuovo paradigma, è un paradigma che deve necessariamente diventare nostro, perché la situazione attuale non è più sostenibile.
Continuo a dire che tutto quello che noi facciamo ha comunque un impatto e ciò che non torna in circolo va a distruggere altra biodiversità.
Vi ricordo solo che gli ambientalisti dell'Associazione ambientalista hanno stimato in tre generazioni la nostra capacità...



PRESIDENTE

Consigliere Campo, la prego di concludere.



CAMPO Mauro

Scusate. Continuo dopo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Vi chiedo di rimanere nel rispetto dei tempi. Grazie.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questo emendamento va a inserire, dopo la frase "risparmio di nuove risorse" un paragrafo che, se da una parte è un po' lungo, dall'altra parte va a definire degli obiettivi e delle finalità che sono un po' più chiari e più delineati rispetto a quelli del testo del Piano. Quindi, è una visione che il piano dovrebbe avere secondo noi.
Sono due gli aspetti: da una parte, gli obiettivi e su quelli ci siamo confrontati e ci stiamo confrontando; dall'altra, al di sopra degli obiettivi ci dev'essere ovviamente una visione che in qualche modo deve essere espressa, deve essere ben delineata.
Il testo che andiamo a proporre ricomprende tutti gli elementi di questa che dovrebbe essere una visione, noi diciamo, ormai moderna e ampiamente condivisa, e cioè ricondurre il ciclo produzione-consumo all'interno dei limiti delle risorse del pianeta, un riferimento alla strategia "Rifiuti zero", proteggere l'ambiente e la salute, rafforzare la prevenzione primaria delle malattie ascrivibili ai rischi indotti da inadeguate modalità di gestione dei rifiuti. Anche qui, se ci riferiamo al passato, ma forse anche al presente e al futuro, abbiamo degli esempi.
Ancora, favorire l'accesso all'informazione e alla partecipazione dei cittadini e inserire nei programmi scolastici le tematiche del riciclo.
Inoltre, realizzare un programma di nuova occupazione attraverso la costituzione dei distretti del riutilizzo del riciclo, individuare gli ulteriori ambiti di responsabilità di ogni attore nella filiera dei rifiuti e promuovere una politica di eliminazione degli imballaggi alla fonte tramite la vendita di beni di consumo sfusi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Iniziamo a inserire dei concetti di economia circolare avanzata, con l'obiettivo di arrivare al riciclo totale della materia o, comunque, ad un riutilizzo e ad un recupero totale della materia.
Questo è un obiettivo che sicuramente deve diventare un bene comune per tutta la comunità politica, perché è l'unica strada percorribile per rendere sostenibile una società che vuole accettare questa sfida. Altre Nazioni - penso alla Germania nei primi anni Novanta - fecero un decreto legislativo in cui imponevano a chi produceva un bene il suo riutilizzo o riciclo, ma in Italia la legislazione in questa direzione ha sempre stentato a venire attuata e realizzata. Penso anche alla proposta di rifiuti zero che giace nel Parlamento italiano.
Un tema importantissimo è quello della progettazione del ciclo di vita di un materiale, perché nel ciclo di vita è inserita anche l'energia necessaria per produrre quel materiale. Quindi, ci accorgeremmo che la parola "termovalorizzatore" è una parola priva di significato, perché, per esempio, per produrre le plastiche è necessaria tantissima energia, energia prodotta spesso dagli stessi combustibili fossili, ma se noi distruggiamo un materiale riciclabile, anche l'energia immagazzinata per produrre quel bene si perde, quindi vi è uno spreco energetico. Pertanto, anzich termovalorizzatori bisognerebbe chiamarli "dissipatori di energia". Questo è il termine corretto, però, purtroppo, l'ipocrisia della politica ha portato all'utilizzo di questo tipo di termini che veramente richiamano concetti che nulla hanno a che fare con la pratica.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Questo emendamento è un emendamento un po' lungo, ma molto importante e significativo.
Siamo alla pagina 126, paragrafo 8.2, Capitolo 8.
L'obiettivo di quest'emendamento è quello, dopo il primo capoverso della pagina che finisce con le parole "risparmio di nuove risorse", di aggiungere il seguente testo: "La Regione Piemonte persegue i seguenti obiettivi e finalità", e abbiamo tutta una serie di richieste. Questo per quale motivo? Perché nel Piano rifiuti ci siamo accorti che dall'emendamento in Commissione è stata recepita solo la seguente frase: "la Regione favorisce la transizione verso l'economia circolare, come previsto dalla Decisione 1386/2013/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 novembre 2013, promuove una gestione sostenibile dei rifiuti attraverso la quale gli stessi rientrano, una volta recuperati, nel ciclo produttivo, consentendo il risparmio di nuove risorse".
Con quest'emendamento, quindi, chiediamo di ricondurre il ciclo di produzione e di consumo all'interno dei limiti delle risorse del nostro pianeta, tramite l'eliminazione degli sprechi, con gli obiettivi di massimizzare la riduzione dei rifiuti, il riuso dei prodotti e dei loro componenti e un corretto riciclaggio; minimizzare il recupero di materia diverso dal recupero e dal riciclaggio, lo smaltimento e il recupero di energia, in modo da tendere a zero nell'anno 2020. Ritorniamo indietro ai nostri obiettivi, quindi, in modo tale che al 2020 ci sia veramente questo recupero di energia a zero.
Tale percorso è inclusivo della fase di ricerca dei rifiuti residuali a secco, ai fini della riprogettazione industriale dei beni e di prodotti che possono essere riciclati.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
E' già abbastanza frustrante illustrare emendamenti in un'Aula totalmente disinteressata; stare mezz'ora con la mano alzata per farsi vedere lo è ancora di più: illustrare al nulla rappresenta la ciliegina sulla torta.



(Commenti del Consigliere Gariglio)



FREDIANI Francesca

Ah, state a sentire? Siete pochi ma buoni, allora.
Però direi di no: dal brusio che sento, riuscite a sentire e parlare contemporaneamente.
Per carità: non ci aspettavamo grande confronto; abbiamo cercato di averlo in Commissione e abbiamo visto recepire in modo così, molto soft alcune nostre proposte. Non ci aspettavamo grande dibattito in Aula, ma ormai sappiamo come si risolvono le discussioni in quest'Assemblea: noi parliamo per un po' di giorni (ci proviamo); voi vi fate gli affari vostri.



(Commenti del Consigliere Appiano)



FREDIANI Francesca

Non è sottratto al dibattito, però per l'ascolto sì. E siccome noi rappresentiamo e portiamo la voce di qualcuno in quest'Aula, sarebbe importante anche per voi ascoltare. Mi spiace che non si vedano i banchi vuoti da casa: potrei sembrare pazza, ma vi assicuro che c'è ben poca gente in quest'aula e ancora meno che ascolta.
Al di là di tutto, comunque, con quest'emendamento abbiamo rilevato come il concetto di economia circolare sia stato inserito come citazione formale all'interno del Piano rifiuti, ma in realtà non ci sono state delle azioni ben descritte e mirate al raggiungimento di questo obiettivo. Si parla quindi di economia circolare, ma non si chiarisce bene a cosa si faccia riferimento.
Con quest'emendamento piuttosto lungo, corposo e dettagliato, noi abbiamo inteso definire esattamente qual è il nostro concetto di economia circolare, quindi abbiamo identificato obiettivi e finalità che la Regione Piemonte dovrebbe perseguire per realizzarla effettivamente. Tra questi obiettivi, per esempio, c'è il proseguimento della strategia "Rifiuti zero" quindi proprio la riduzione del rifiuto, fino ad arrivare al suo azzeramento - tutto un discorso di informazione e il concetto di responsabilità, quindi l'identificazione di chi siano i responsabili della produzione del rifiuto e dell'eventuale trattamento, che è proprio un concetto legato all'economia circolare, perché responsabilizza anche le aziende che vanno a mettere sul mercato dei prodotti che poi difficilmente riescono ad essere completamente smaltiti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Questo emendamento ha un corpo veramente interessante e racchiude gran parte delle nostre convinzioni e delle nostre istanze, proprio in merito a questo Piano rifiuti.
Mi vorrei concentrare sull'ultimo paragrafo di quest'emendamento, che parla dell'analisi del ciclo di vita (l'LCA) e di come questo sia veramente importante per una pianificazione regionale della gestione dei rifiuti.
Perché? Per applicare questa analisi del ciclo di vita, comprensiva del calcolo dell'energia incorporata nei materiali di recupero, dell'energia risparmiata con il loro utilizzo rispetto alla sostanza vergine, del sequestro del carbonio nei materiali compostati, nonché degli effetti locali e globali della crisi determinata dalla scarsità di risorse, al fine di verificare la necessità di trattamento degli scarti.
Queste parole servono essenzialmente a dare corpo alla nostra filosofia sui rifiuti, a far sì che - appunto - queste siano analisi che, da un lato ci consentano delle scelte più oculate e, dall'altro, stimolino l'ambito produttivo a fare veramente quell'operazione di ottimizzazione delle risorse, del prodotto e degli involucri atta a migliorare il ciclo dei rifiuti e la riduzione delle risorse che vengono sprecate attraverso materiali che finiscono in rifiuto.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 38) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: La tabella 8.2 viene eliminata, ed al suo posto viene inserito il seguente testo: Di seguito vengono riportati gli obiettivi di piano individuati.
"1) Obiettivo generale al 2020: Riduzione della produzione rifiuti. Per raggiungere questo risultato nel 2020 la Regione Piemonte si pone l'obiettivo specifico di riduzione del 3,5% della produzione di rifiuti totali (RU+RD+ALTRI) rispetto al 2013. Si ritiene che gli effetti di tale riduzione siano in grado di ottenere il valore pro capite di produzione pari ad almeno 435 kg/ab.
2) Obiettivo generale al 2020: Riciclaggio (recupero di materia) dei rifiuti urbani.
Per raggiungere questo obiettivo la Regione Piemonte si pone i seguenti obiettivi specifici al 2020: Adozione del principio dell'economia circolare, per promuovere una gestione sostenibile dei rifiuti attraverso la quale gli stessi rientrano una volta recuperati nel ciclo produttivo consentendo il risparmio di nuove risorse Intercettazione e successivo riciclaggio di particolari flussi di rifiuti (comprese le frazioni biodegradabili). Raggiungimento dell'obiettivo di raccolta differenziata di almeno il 75% a livello di Ambito Territoriale Ottimale e produzione pro capite annua di rifiuto urbano indifferenziato non superiore a 120 kg.
Garantire un tasso di riciclaggio dei rifiuti pari al 62,5% in termini di peso.
Intercettazione dei RAEE: dal 2016: tasso minimo di raccolta da conseguire ogni anno pari ad almeno il 50% del peso delle A.E.E. immesse sul mercato dal 2019: tasso minimo di raccolta da conseguire ogni anno pari al 75% del peso delle A.E.E. immesse sul mercato (media dei tre anni precedenti) o, in alternativa, al 90% del peso dei R.A.E.E. prodotti nello stesso territorio.
Intercettazione dei rifiuti costituiti da pile e da accumulatori al fine di ridurne al minimo lo smaltimento. Obiettivi minimi di raccolta rispetto all'immesso al consumo: almeno il 50% entro il 2016 e l'80% entro il 2020.
Avvio dei rifiuti di imballaggio ad operazioni di riciclaggio (nel rispetto degli obiettivi comunitari e nazionali di riciclaggio complessivi e per ciascun materiale di imballaggio): obiettivo di riciclaggio complessivo (solo materia): dal 65 al 85 obiettivi minimi di riciclaggio per ciascun materiale di imballaggio: vetro = 93%* carta/cartone ? 68 metalli ?60 plastica ?40 legno ?45 *Si prevede un obiettivo maggiore rispetto all'obiettivo nazionale (60%) in quanto il vetro differenziato è facilmente riciclabile mentre rappresenta una componente indesiderata o inquinante in qualsiasi altra attività di smaltimento o recupero dei rifiuti.
Abbandono del ricorso allo smaltimento in discarica dei rifiuti recuperabili.
Prevedere una rete di impianti per il prettamente del rifiuto indifferenziato da avviare a smaltimento, che ne abbassi ulteriormente la componente organica e recuperi ulteriore materia.
3) Obiettivo generale al 2020: Recupero energetico dai rifiuti. Per raggiungere questo obiettivo la Regione Piemonte si pone i seguenti obiettivi specifici al 2020: Aumento della produzione di elettricità da fonti energetiche rinnovabili nello specifico solo da biogas da discarica e da trattamento anaerobico dei rifiuti biodegradabili.
Recupero degli scarti del processamento della frazione differenziata tramite impianti di processamento secondario (es. recupero del plasmix di scarto della frazione plastica).
Abbandono del ricorso allo smaltimento in discarica dei rifiuti recuperabili, con l'obiettivo al 2030 del blocco delle discariche di rifiuti urbani.
Prevedere in via prioritaria l'autosufficienza a livello di Ambito Territoriale Ottimale nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi in ogni caso deve essere comunque garantita l'autosufficienza a livello regionale dello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi.
Dismissione entro il 2033 degli impianti di incenerimento e di co incenerimento.
Chiusura degli impianti di trattamento meccanico-biologico, eventualmente con riconversione di impianti di compostaggio in misura adeguata alle necessità di trattamento della frazione umida.
Chiusura degli impianti per la produzione di CSS o CDR.
4) Obiettivo generale al 2020: Riduzione delle emissioni dei gas climalteranti. Per raggiungere questo obiettivo la Regione Piemonte si pone i seguenti obiettivi specifici al 2020: Aumento della captazione del biogas proveniente da discarica (almeno il 65 del biogas prodotto).
Riduzione del conferimento in discarica dei Rifiuti Urbani Biodegradabili (RUB) per un valore di 60 kg/ab anno e successivo azzeramento a partire dal 2020.
Riduzione del rifiuto urbano smaltito in discarica al 10% del totale prodotto.
5) Obiettivo generale al 2020: Riduzione e prevenzione del fenomeno della desertificazione. Per raggiungere questo obiettivo la Regione Piemonte si pone i seguenti obiettivi specifici al 2020: Incremento del contenuto di carbonio organico nel suolo. Riduzione dell'utilizzo di concimi minerali.
6) Obiettivo generale al 2020: Miglioramento della qualità della risorsa idrica. Per raggiungere questo obiettivo la Regione Piemonte si pone i seguenti obiettivi specifici al 2020: Riduzione del conferimento in discarica dei fanghi provenienti dalla depurazione delle acque civili e industriali (tale obiettivo è finalizzato alla riduzione dei carichi inquinanti nei percolati di discarica).
Riduzione del conferimento in discarica dei Rifiuti Urbani Biodegradabili (RUB) per un valore di 60 kg/ab anno e successivo azzeramento a partire dal 2020.
Divieto di ampliamento, modifica ed apertura di nuove discariche in zone con ipotesi di ricarica delle falde (secondo il Piano di Tutela delle Acque) sul territorio regionale.
7) Obiettivo generale al 2020: Riduzione del consumo di suolo. Per raggiungere questo obiettivo la Regione Piemonte si pone i seguenti obiettivi specifici al 2020: Stop al consumo di suolo.
8) Obiettivo generale al 2020: Sicurezza ambientale delle discariche e riduzione dei quantitativi di rifiuti smaltiti. Per raggiungere questo obiettivo la Regione Piemonte si pone i seguenti obiettivi specifici al 2020: Riduzione del conferimento dei RUB in discarica per un valore di 60 kg/ab anno e successivo azzeramento a partire dal 2020.
Abbandono del ricorso allo smaltimento in discarica dei rifiuti recuperabili, con l'obiettivo al 2030 del blocco delle discariche di rifiuti urbani.
Prevedere una rete di impianti per il pretrattamento del rifiuto indifferenziato da avviare a smaltimento, che ne abbassi ulteriormente la componente organica e recuperi ulteriore materia.
Necessità di trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati e dei rifiuti speciali derivanti dal trattamento dei rifiuti urbani conferiti in discarica. Il trattamento deve prevedere la stabilizzazione della frazione organica contenuta in tali rifiuti.
Previsione annuale di incentivi da destinare alla bonifica dei siti contaminati regionali.
9) Obiettivo generale al 2020: Uso sostenibile delle risorse ambientali.
Per raggiungere questo obiettivo la Regione Piemonte si pone i seguenti obiettivi specifici al 2020: Aumento del riutilizzo/riuso di beni e risorse ambientali.
Sviluppo di mercati per materiali derivanti dal riciclo dei rifiuti.
10) Obiettivo generale al 2020: Riduzione del prelievo di risorse senza pregiudicare gli attuali livelli di qualità della vita. Per raggiungere questo obiettivo la Regione Piemonte si pone i seguenti obiettivi specifici al 2020: Aumento del riutilizzo/riuso di beni e risorse Orientamento dei modelli di consumo dei cittadini e di acquisto della PA verso beni e servizi con minor utilizzo di materie prime e minor consumo di energia.".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
In quest'emendamento ritorniamo a definire gli obiettivi di riduzione della produzione dei rifiuti pro capite e di riciclaggio, intesi come recupero di materia dai rifiuti urbani. Ciò che noi ci accingiamo a fare quindi, è definire gli obiettivi - non starò a citarli tutti, se non alcuni, perché il testo dell'emendamento è piuttosto corposo - per le singole frazioni, partendo dalla situazione piemontese di riciclaggio medio dei vari materiali per arrivare ad un quadro che noi abbiamo computato a partire dai Consorzi che hanno raggiunto degli obiettivi più virtuosi anche un Italia.
Il lavoro di elaborazione, dunque, è stato piuttosto corposo, ma ci ha permesso di definire, frazione per frazione, delle ipotesi di riduzione del rifiuto e, nondimeno, anche una riduzione effettiva della produzione pro capite dei rifiuti; non come quella citata nel Piano che - ricordo - non è una riduzione, ma un aumento della produzione pro capite dei rifiuti.
Il Piano rifiuti, quindi, prevede un aumento della produzione dei rifiuti per singolo abitante piemontese. Noi, invece, ne chiediamo una riduzione, che è davvero contenuta perché parliamo - da qui al 2020 - del 3,5% in meno di produzione pro capite, quindi di scendere da circa 450 kg/abitante/anno a 435 kg/abitante/anno. Se, insieme ad una raccolta del 75%, calcoliamo il 25% di 435 kg, viene poco più di 100 kg/abitante/anno di rifiuto indifferenziato conferito.
Con questi calcoli siamo in grado di assicurare che l'inceneritore del Gerbido sia più che sufficiente per gestire il periodo che va dalla data odierna al raggiungimento di alti tassi di raccolta differenziata, quindi di implementazione della raccolta porta a porta con tariffazione puntuale su gran parte del territorio piemontese, senza necessità di smaltire in altri tipi di impianti, sempre se lo smaltimento in discarica sarà azzerato, o quasi, entro le date che noi poniamo come obiettivo.
Poniamo anche obiettivi specifici sul riciclo dei RAEE, che sono già risultati sopra la media delle frazioni, ma possiamo migliorare ancora perché si tratta di rifiuti con problemi ambientali più critici rispetto ad altri rifiuti inerti.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Anche quest'emendamento riporta un testo aggiuntivo piuttosto lungo, ma è un po' il cuore del Piano rifiuti, poiché si elimina la tabella n. 8.2 e vengono riportati gli obiettivi di piano. Quindi, è un emendamento che modifica proprio il succo del Piano, cioè gli obiettivi.
Prima parlavamo di visione, mentre qui decliniamo una visione con obiettivi. Quindi, parliamo di riduzione della produzione dei rifiuti, in modo da arrivare a una produzione pro capite di 435 kg/abitante, oppure inferiore, quello è l'obiettivo minimo; parliamo di raccolta differenziata al 75% a livello di ambito territoriale, con un rifiuto urbano indifferenziato non superiore a 120 kg pro capite; poi, di un tasso di riciclaggio (lo abbiamo detto prima) pari al 62,5% in termini di peso; di intercettazione dei cosiddetti rifiuti RAEE; di avvio dei rifiuti da imballaggio ad operazioni di riciclaggio, quindi riciclaggio complessivo solo a recupero di materia, dal 65 all'85%, poi declinato nelle varie tipologie (vetro, carta, cartone, metalli, plastica, plastica e legno).
Inoltre, chiediamo di prevedere una rete di impianti per il pretrattamento dei rifiuti indifferenziati da avviare a smaltimento, che ne abbassi ulteriormente la componente organica, che, come abbiamo detto, è quella più problematica da perseguire.
Ovviamente, riportiamo anche l'obiettivo del recupero energetico dei rifiuti, con l'abbandono dell'utilizzo di CSS e CDR e il recupero solo del biogas da discarica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento molto articolato. Come diceva il Capogruppo, è il cuore degli emendamenti che abbiamo presentato, e il cuore di un Piano rifiuti dovrebbe contenere questi elementi.
Sinceramente, rifacendomi anche all'esperienza con le Amministrazioni comunali, l'obiettivo di indifferenziato non superiore ai 120 kg è facilmente raggiungibile. Infatti, se pensiamo che, solo con una valutazione volumetrica, senza alcun tipo di tariffazione, scendiamo sotto i 100 kg, e lo facciamo rapidissimamente in 30 giorni, capite che quanto noi proponiamo a livello regionale è un obiettivo che, veramente, si potrebbe, laddove ci fosse la volontà, facilmente raggiungere; per sappiamo che quest'emendamento, purtroppo, non verrà approvato. Al contrario, sarebbe un emendamento fondamentale per dare una maggiore velocità al raggiungimento di obiettivi ambientali, economici e occupazionali per questa Regione, che sono, veramente, facilmente raggiungibili e di un'importanza notevole. Se solo pensiamo alla situazione occupazionale piemontese, con una disoccupazione all'11%, ci accorgiamo che nel nord Italia siamo la Regione con la disoccupazione più elevata.
Sappiamo che tutti questi interventi che noi proponiamo hanno un ritorno occupazionale decine di volte superiore rispetto alla scelta del Piano regionale rifiuti, che, ahimè, è stata compiuta in base alla Valutazione Ambientale Strategica, che è quella dell'incenerimento e del coincenerimento.
Però, purtroppo, siamo qui a presentare questi emendamenti, che credo non verranno approvati.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Questo emendamento continua il ragionamento - è un maggiore approfondimento dei principi presentati nel precedente - e dettaglia meglio la relazione che intercorre tra l'intervento sul ciclo dei rifiuti - che deve essere veramente forte e con obiettivi sfidanti - e la sostenibilità del nostro sistema di vita e della nostra società a livello di ambiente. Lo dico da un punto di vista sistemico, perché - come affermavo prima, quando mi stavo dilungando - questi sono emendamenti centrali e sono veramente un po' articolati, per cui sarebbe bello poterli spiegare meglio. Comunque, da un punto di vista sistemico, tutto ciò che facciamo, che abbia un impatto non circolare (cioè, che non ritorna nel circolo produttivo, nel riutilizzo e nella sostenibilità ambientale), riduce lo spazio nell'ecosistema per le altre specie viventi, comprimendo quella biodiversità che si va perdendo nel nostro mondo moderno.
Prima volevo dire che è stato stimato (chiaramente, sono studi provenienti da associazioni ambientaliste, però l'allarme è lanciato comunque, da scienziati), forse un po' pessimisticamente, che noi abbiamo di fronte tre generazioni, dopo le quali la perdita di biodiversità potrebbe favorire un processo di estinzione di massa sul nostro pianeta che potrebbe coinvolgere anche l'umanità.
Ora, senza fare i catastrofisti, è evidente che non siamo in grado di riassorbire i nostri rifiuti nel nostro ciclo produttivo, che continuiamo a consumare suolo e ad inquinare l'atmosfera per produrre la nostra energia determinando una situazione che non si verificava da 22 milioni di anni a questa parte sul pianeta Terra in termini di gas climalteranti. Questi sono tutti segnali di allarme che ci devono avvertire della traiettoria insostenibile su cui siamo; per cui, le scelte, che devono essere assunte su queste questioni e a livello regionale, devono essere coraggiose, devono essere veramente delle svolte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Questo è un altro emendamento molto corposo, in quanto il testo contiene un po' tutti gli obiettivi e gli auspici che noi vorremmo consegnare a questo Piano rifiuti, per un discorso di maggiore obiettività ma anche di maggiore virtuosità di questo Piano rifiuti.
Per questo abbiamo inserito tutte le nostre idee e i nostri obiettivi in termini percentuali e in termini di riduzione della produzione dei rifiuti.
Come diceva prima il collega Valetti, noi inseriamo una percentuale anche minima di riduzione globale, non solamente una riduzione fittizia connaturata ad un processo di decremento del PIL, ma una riduzione globale derivata da una consapevolezza nuova del cittadino, da una nuova consapevolezza del produttore e da un meccanismo nuovo di approccio, da parte dell'ente pubblico, nell'affrontare la gestione dei rifiuti.
Oggi abbiamo tecnologie adatte per fare selezioni migliori e un po' più di sensibilità da portare avanti con i cittadini, in un clima di confronto sia per migliorare il prodotto differenziato sia per diminuire il rifiuto globale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Ruffino, Vignale: Alla pagina 127 dell'allegato A, tabella 8.2, sezione 3) recupero energetico dai rifiuti, penultimo obiettivo sono aggiunte le seguenti parole: "A tal fine la Giunta regionale, con propria deliberazione definisce un programma vincolante di riduzione progressiva della quantità di rifiuti recuperabili smaltibili in discarica con riferimento alle condizioni operative di ciascuna ATO".
Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento aggiuntivo entriamo negli emendamenti di merito.
A pagina 127 chiediamo di aggiungere le seguenti parole: "A tal fine la Giunta regionale, con propria deliberazione definisce un programma vincolante di riduzione progressiva della quantità di rifiuti recuperabili smaltibili in discarica con riferimento alle condizioni operative specifiche di ciascuna ATO".
E' vero che nel Piano, in un ambito di analisi che abbiamo condotto in Commissione, si è accettato di introdurre il concetto di economia circolare nell'ambito della discussione del Piano di smaltimento rifiuti di questi giorni.
Tale Piano porta, per quanto sarà possibile, alla riduzione complessiva dei rifiuti stessi, ma a nostro modo di vedere, se si vuole portare a zero la quota di rifiuti recuperabili e smaltiti in discarica, è inutile stabilirlo in maniera teorica, in assenza di un programma verificabile nel tempo.
E' vero che l'indicazione è assolutamente positiva ed anche apprezzabile, ma se non esiste un osservatorio che indichi qual è la situazione odierna e che faccia emergere, da questa situazione odierna, un andamento temporale per gli Uffici, i Consiglieri che seguono questa materia - aggiungerei anche la Commissione competente - con una verifica almeno annuale sull'applicazione e sul raggiungimento degli obiettivi del Piano, diventa difficile concepire un'elaborazione teorica assolutamente non applicata.
Con questa indicazione, quindi, cioè con il fatto che si possa aggiungere semplicemente questa frase alla pagina 127 del Piano, si incide su quel minino che si richiede, com'è corretto dal punto di vista del rapporto fra coloro che propongono e coloro che devono controllare, una condizione di esame nel tempo della procedura, affinché si verifichi la validità del Piano, soprattutto in funzione di ciò che scriveremo nell'ordine del giorno che tutti voteremo, e quale sarà l'applicazione legislativa successiva.
Riteniamo paradossale discutere dopo l'applicazione quale sarà la legge o la modifica della legge 7, affinché ci possa essere questo tipo di applicazione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il primo emendamento interviene su un punto che avevamo segnalato come non chiaro all'interno del Piano.
Ci sembra che il Piano, in alcune sue parti, vada per assunti non dico ideologici, ma di principio.
Si tratta di uno di questi.
Di per sé, la riduzione dei rifiuti differenziati all'interno della discarica è un aspetto condivisibile, ma il Piano non ne identifica le modalità.
I colleghi ricordavano che la possibilità di differenziazione del rifiuto avviene laddove esista un mercato disponibile ad acquistare questo rifiuto.
In più occasioni abbiamo visto come questo non avvenga per le plastiche, per le carte, per i solventi, gli oli e quant'altro.
Nelle slide presentate dall'Assessore si dimostrava che c'era una percentuale significativa di rifiuti che, ancorché raccolti in modo differenziato e aventi a valle un costo significativo (intanto il lavoro di ogni singolo cittadino e poi un costo maggiore relativamente alla raccolta), avrebbe dovuto corrispondere ad un costo inferiore relativamente allo smaltimento. Avrebbero dovuto essere rifiuti che, non venendo smaltiti, non avrebbero avuto un costo in termini di smaltimento.
In realtà, supportiamo anche questo costo, perché vengono smaltiti.
Di per sé, il principio è condivisibile, ma non si dice in alcun modo e badate che questo è un Piano, non una legge - con quali modalità si intende portare a zero la quota di rifiuto che, una volta raccolta in modo differenziato, non dovrà più andare in discarica.
Come altri punti, questo è un punto, secondo noi, non da chiarire perché il Piano è già scritto, ma su cui è impossibile scrivere un Piano credibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Riteniamo sia assolutamente importante quest'emendamento.
Il Piano rifiuti dà un concetto di programmazione e quindi, come tale il concetto vincolante, cioè un programma finalizzato alla riduzione progressiva della quantità di rifiuti recuperabili e smaltibili in discarica, è un elemento essenziale.
Entreremo successivamente in altri momenti di discussione sulle varie tipologie di interventi, sulle varie tecnologie, sui vari impianti e su tutta una serie di situazioni, però è certo che il Piano di regressione dettato dalle discariche è elemento su cui chiediamo che la Giunta si pronunci e, di conseguenza, proponiamo quest'emendamento.



PRESIDENTE

Grazia, collega Berutti.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Ruffino, Vignale: Alla pagina 127, dell'allegato A, tabella 8.2, sezione 3) recupero energetico dai rifiuti, ultimo obiettivo sono aggiunte le seguenti parole: la Giunta regionale promuove le intese necessarie per assicurare l'utilizzo degli impianti di trattamento e smaltimento esistenti al fine di garantire nei termini più rapidi possibili e comunque entro il 2020 l'autosufficienza regionale per la tipologia dei rifiuti indicata".
Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Si tratta di un emendamento aggiuntivo, nel quale chiediamo di "promuovere le intese necessarie per assicurare l'utilizzo degli impianti di trattamento e smaltimento esistenti al fine di garantire nei termini più rapidi e possibile e comunque entro il 2020, l'autosufficienza regionale per la tipologia dei rifiuti indicata".
Questo è stato uno dei temi più discussi nell'ambito della Commissione.
Qui avevamo la problematica, che affronteremo in emendamenti successivi del fatto che abbiamo una proclamazione al 2013 e una discussione al 2016 degli impianti, motivo per cui avevamo chiesto l'aggiornamento della situazione impiantistica sull'intero territorio regionale. Il Piano prevede un'autonomia a livello regionale grazie anche all'utilizzo di impianti esistenti in un'ottica delle singole ATO, ma con una logica di sopperire le carenze che un territorio può avere rispetto alla capacità di trattamento di altre realtà. Questa è una politica assolutamente condivisibile, ma deve essere resa concreta con intese finalizzate a rendere operative le simulazioni compensative che sono alla base del Piano.
Chiederemo successivamente all'Assessore di chiarirci alcune perplessità che abbiamo sul costo complessivo della movimentazione dei rifiuti in ambito regionale. Nelle slide che ci sono state presentate all'inizio, abbiamo potuto verificare che il costo previsto del Piano andava da 90 milioni circa a 140; in una lettera che l'Assessore ci ha fatto pervenire e che io avevo sollecitato per conoscere la situazione impiantistica, piuttosto che i costi, c'era scritto che il costo del Piano va dai 135 ai 170 milioni.
Capite che vi sono circa 40 milioni di differenza tra le prime slide presentate e la lettera che l'Assessore ci ha fatto pervenire successivamente. Questo prevede un aumento di costo per i piemontesi di 20 24 milioni in più di euro relativamente alla tassa dei rifiuti. Inoltre, ci sono delle programmazioni impiantistiche, per esempio nel rapporto quadrante Novara-Biella e Verbania-VCO piuttosto che Asti-Alessandria, in cui mancherebbero circa un milione e 200 mila metri cubi suddivisi in 700 mila metri cubi in più dagli smaltimenti nel quadrante nel nord e 500 mila nel quadrante sud. Capite che manca una programmazione e un accordo fra le varie ATO.



PRESIDENTE

Vi ricordo che alle ore 13, in sala Viglione, è prevista un incontro con una delegazione di coordinamento dei precari in cui sarà presente il Vicepresidente Boeti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 2) aggiunge un periodo che riteniamo importante.
Sostanzialmente prevede che la Giunta promuova intese necessarie al fine di garantire l'autosufficienza regionale per gli impianti di trattamento e smaltimento.
Questo è un altro aspetto all'interno del quale il Piano non è puntuale. Invece, è in qualche modo necessario in una certa logica, come vedremo anche in altri emendamenti. Quando si predispone un Piano sui rifiuti regionali, credo sia indispensabile partire da un presupposto: dal presupposto che la tassa sulla raccolta rifiuti - come la si voglia chiamare TARI o come i Comuni l'abbiano definita - è una delle tariffe, o tasse, cresciute maggiormente all'interno della regione, tanto per le famiglie quanto, e soprattutto, per le imprese.
È evidente che quando discutiamo di IRAP piuttosto che di IRPEF prestiamo molta attenzione nel dire: cercheremo di non aumentare le tasse.
Il Presidente Chiamparino disse: "Se sono obbligato ad aumentare l'IRAP, mi dimetto". Guardate che questa tassa vale di più dell'IRAP per moltissime imprese.
Se, da una parte, prestiamo attenzione ad una tassa regionale, ancorch decisa e individuata dallo Stato, su questa tematica abbiamo una competenza, nel rispetto delle norme statali, che è nostra e sulla quale varrebbe la pena fare lo stesso ragionamento.
E' bene cercare di scrivere un piano che non preveda, come invece noi sosteniamo, un aggravio di tassazione e spesa per cittadini e imprese.



PRESIDENTE

Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Ruffino, Vignale: Alla pagina 127, dell'allegato A, tabella 8.2, sezione 4) riduzione delle emissioni dei gas climalteranti secondo obiettivo sono aggiunte le seguenti parole: nell'ambito dell'attività di monitoraggio, la Giunta regionale, in forza dei poteri di cui all'articolo 2, comma 1 e 2 della l.r. 24/2002 è delegata ad emanare indirizzi e direttive di valenza generale o rivolti a specifici gestori al fine di garantire il conseguimento, entro l'efficacia del Piano, dell'obiettivo indicato".
Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Si tratta di un emendamento di tipo aggiuntivo, che riguarda l'attività di monitoraggio.
Anche qui abbiamo un'indicazione di norma, ma poi non abbiamo l'applicazione. Cioè la motivazione è la norma che richiama e impone la riduzione dei rifiuti biodegradabili conferiti in discarica ad una quota inferiore a 81 chili per abitanti all'anno. Anche in questo caso, occorre partendo da un monitoraggio delle varie situazioni, che la Giunta regionale, come previsto dalla legge richiamata, detti delle direttive operative. Altrimenti vi sono indicazioni di piano, ma poi non si sa quali siano gli elementi che la stessa intende attuare.
Andremo, come dicevo poc'anzi - mi ripeterò su questo aspetto - a stabilire concetti legislativi specifici che tendono ulteriormente a confinare questo tipo di attività. Ma le modalità operative, vivaddio, sono indicate nell'ambito del Piano. Ecco, quindi, quali erano gli argomenti che anche in Commissione più volte noi abbiamo fatto presente, proprio perch ritenevamo che, senza questa modalità operativa, c'era una successiva evidente discrasia tra ciò che indica il Piano e ciò che poi, sicuramente potrà essere attuato sul territorio regionale.
Questa era l'accusa che noi abbiamo sempre fatto ad un documento poco coraggioso. Senza queste indicazioni che vincolano gli operatori locali a determinate azioni che portano agli effetti che lo stesso Piano indica determina e dà come obiettivi, non vi è la procedura che gli operatori stessi devono seguire per il raggiungimento degli obiettivi medesimi.
La preoccupazione, forte, fortissima - con un osservatorio specifico, è possibile individuare quali sono gli elementi di controllo - è che non vorremmo che questo Piano rimanesse solo un piano sulla carta e non in termini operativi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che quest'emendamento, in realtà, vada nella direzione di quanto dice il Piano. A differenza di altri emendamenti, non è una modifica che in qualche modo contrasta con ciò che il Piano dice (per la verità, neppure l'emendamento n. 1), ma addirittura dà uno strumento alla Giunta, che ha ovviamente una maggiore responsabilità; dà uno strumento di garanzia e di attuazione puntuale del Piano, soprattutto rispetto alla riduzione dell'emissione dei gas climalteranti. Diversamente c'è di nuovo il rischio come in altre occasioni (lo dicevamo sul Piano amianto), che, dal punto di vista dell'analisi documentale su ciò che riguarda attività come le emissioni che possono provocare problemi di salute, non vi siano poi gli strumenti in grado di intervenire, oppure che ci si riduca ad una serie di strumenti con un valore più simbolico che non concreto.
Com'è successo quest'anno, al di là dell'eccezionalità degli eventi atmosferici di quest'anno, ma anche negli anni passati, i superamenti sono comunque stati più di 40 (almeno all'interno della città capoluogo); al limite siamo arrivati a fare le domeniche del pedone o piccole riduzioni nel trasporto locale, non occupandoci, per esempio, di aspetti come quelli riguardanti le emissioni di gas climalteranti di chi gestisce un prodotto indispensabile, ma tanto delicato, quanto il rifiuto o i fanghi di depurazione.
Crediamo quindi che un Piano ben fatto debba avere indicazioni sì precise, ma che debba anche indicare le modalità con cui attuarle.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
L'esortazione che noi facciamo in questi emendamenti alla Giunta affinché intervenga in termini di indirizzo e in termini di direttive (diciamo così) è richiamata anche in questa tematica legata alla riduzione delle emissioni dei gas climalteranti.
Naturalmente noi spingiamo su questa presa di posizione della Giunta perché riteniamo che la linea sia chiaramente corretta. Tuttavia, è naturale che ci debba essere soprattutto un forte indirizzo proprio per il fatto che si fanno molte iniziative, che a volte vengono attivate dalle singole Amministrazioni, dopodiché si finisce sempre per fare delle riduzioni minime.
Quello che è veramente necessario è un'azione forte, basata su un'analisi, su uno studio, su un approfondimento, cioè comunque su un qualcosa che possa veramente dare un risultato significativo. Allora è per questo che noi, in questa fase, spingiamo e premiamo molto sull'importanza di una scelta da parte della Giunta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Ruffino, Vignale: A pagina 128 dell'allegato A, tabella 8.2, la sezione n. 7 "Riduzione della pressione antropica sul suolo a destinazione agricola" è soppressa.
Conseguentemente è modificata la numerazione delle successive sezioni.
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Questo, contrariamente agli emendamenti aggiuntivi che abbiamo discusso sino ad ora, è soppressivo. Chiediamo di togliere, perché ci sembrava anche un po' pleonastico, ciò che vi è a pagina 128, cioè "Riduzione della pressione antropica sul suolo a destinazione agricola". Ne chiediamo la soppressione perché, in primo luogo, riteniamo che, affinché non ci sia il consumo del suolo.
Oggi ormai è di moda parlare di legge sul consumo del suolo, di filosofia verde sotto il profilo del consumo del suolo, ma il problema è la limitazione delle discariche e, soprattutto, il fatto che le stesse non possono essere realizzate in terreni di primaria fertilità.
Il fatto che il Piano abbia una politica sulla limitazione delle discariche è assolutamente chiaro, ma non capiamo cosa c'entri il consumo del suolo. Evidentemente deve essere garantito il fatto che non ci saranno più discariche in Piemonte perché già attualmente la legge impedisce la realizzazione di discariche, specialmente in terreni fertili, che non sono assai impermeabili. Siamo dunque in presenza di un discorso che va al di là della valenza della normale pratica nell'ambito del Piano, per cui vi chiediamo la soppressione.
Questo è l'elemento, ma entreremo nella definizione più puntuale delle cose che sto per dire nell'ambito degli altri emendamenti, tutti di merito.
Come vedete, non ci sono indicazioni ostruzionistiche, ma stiamo chiedendo delle parole che vadano a migliorare le condizioni del Piano salvo il fatto che poi il grosso lo dovremo fare in applicazione dell'ordine del giorno di cui dicevo poc'anzi. Questi sono elementi che hanno l'obiettivo finale di limitare fortemente non il consumo del suolo ma la realizzazione di altre discariche nell'ambito della regione Piemonte o soprattutto che non si facciano programmazioni di emergenza con il sopralzo delle stesse, che è un altro degli elementi su cui noi abbiamo molta preoccupazione.
Il fatto che si utilizzino i sistemi di emergenza con il sopralzo di discariche - come potrebbe avvenire ad esempio nella mia provincia, anzi è già stata forse indicata una cosa di questo genere, invece si deve fare già una programmazione di riduzione complessiva dei rifiuti - è un elemento fondamentale rispetto al quale vorremmo comprendere se con questa soppressione ci può essere un'indicazione precisa da parte dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Questo è un tema che, tra l'altro, viene sentito molto anche dalle Amministrazioni, che magari si vedono in qualche modo sfiorate o toccate da ipotesi di discariche o di altri interventi. Infatti sopprimere le parole "Riduzione della pressione antropica sul suolo a destinazione agricola" è un elemento chiaramente importante. Quindi chiediamo che, in qualche modo possa esserci questa attenzione da parte della Giunta.



PRESIDENTE

Sempre sull'emendamento rubricato n. 4), ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che l'emendamento abbia il senso logico che già spiegava il collega Sozzani con puntualità. Non vanno distinti i due aspetti: il Piano ovviamente ha l'obiettivo, che peraltro da quel punto di vista condividiamo, di non realizzare altre discariche, in particolar modo non farlo; peraltro, la legge lo vieta nei terreni fertili, che sono anche quelli maggiormente permeabili. Diverso è prevedere all'interno del Piano rifiuti (si capisce poco cosa c'entri) la riduzione della pressione antropica sul suolo a destinazione agricola.
Badate: come concetto generale è condiviso, ma non all'interno del Piano rifiuti. Ci sta all'interno di un Piano urbanistico, ci sta nell'attuazione - come esiste - della legge n. 56, ma non certamente in questo Piano, perché sembra spostare, o - meglio - non concentrare l'aspetto principale, che è quello previsto nel capitolo 8.2, relativo alla non realizzazione di altre discariche nel territorio piemontese, che hanno una finalità di carattere ambientale e non urbanistico.
Lo diciamo, non perché questo cambi qualcosa in termini generali perché - come dicevamo - in qualche modo è già vietato. Se, però, uno va a vedere gli obiettivi generali che ci si dà nella tabella "Miglioramento della qualità della risorsa idrica, sicurezza ambientale delle discariche uso sostenibile delle risorse ambientali, riduzione del prelievo di risorse", ognuno di noi capisce bene che il punto 7, cioè la riduzione della pressione antropica sul suolo destinato all'agricoltura, con l'attuazione del Piano sui rifiuti ha poca attinenza. Altrimenti, lo stesso concetto andrebbe ripetuto in qualunque tipo di attività.
Pertanto, chiediamo che il punto 7 venga abrogato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Ruffino, Vignale: A pag. 128 dell'Allegato A, tabella 8.2, attuale sezione 8 "Sicurezza ambientale delle discariche e riduzione dei quantitativi dei rifiuti smaltiti, al testo del secondo obiettivo sono aggiunte le seguenti parole: 'La Giunta regionale, in forza dei poteri di cui all'articolo 2 commi 1 e 2 della lr 24/2002 entro sei mesi dall'approvazione del presente piano emanerà con propria deliberazione apposite direttive finalizzate a vincolare i soggetti gestori competenti ad adottare le iniziative necessarie per il conseguimento del presente obiettivo'".
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento non è soppressivo, ma aggiuntivo. A pagina 128 Allegato A, Tabella 8.2, inseriamo le seguenti parole: "La Giunta regionale, in forza dei poteri di cui all'articolo 2, entro sei mesi dall'approvazione del presente Piano emanerà con propria deliberazione apposite direttive finalizzate a vincolare i soggetti gestori competenti ad adottare le iniziative necessarie per il conseguimento del presente obiettivo".
In questo caso, si norma l'abbandono dello smaltimento in discarica dei rifiuti recuperabili e significa portare a zero tale voce. Anche in questo caso, non basta enunciare questa politica, ma occorre perseguirla attivamente nel corso della validità del Piano.
Lo abbiamo detto nell'ambito dell'analisi della politica circolare anche nello smaltimento dei rifiuti, che è stata anteposta come filosofia generale del Piano, ancorché la stessa non era stata enunciata in un primo momento, ma solo dopo insistenza dei Gruppi di minoranza, che hanno convinto la Giunta ad inserirla nell'ambito della Commissione: evidentemente, il fatto che ci sia una politica del recupero esasperato dei rifiuti recuperabili diventa uno dei progetti principali di questo Piano.
Come dicevo, poiché la Giunta ha detto che la programmazione è stata analizzata entro il 2013, vogliamo sapere se la programmazione degli impianti già esistenti è compatibile con l'attuazione di questo Piano, o se invece - occorrono impiantistiche che possano operare una selezione dei rifiuti recuperabili tale per cui in discarica non ci vada più nemmeno un chilo di questo tipo di rifiuti.
Evidentemente, sono impiantistiche ed è un'organizzazione presente nell'ambito dei singoli ATO; sto parlando di ATO in quanto applico la legge 7, quindi immagino che questo Piano sia costruito, nella fase transitoria con l'applicazione sul territorio della legge 7. Fino ad oggi la Giunta non ci ha detto come intende cambiare questa legge e quali sono gli elementi: se l'impiantistica è sufficiente; se, invece, ha bisogno di nuove organizzazioni e se queste nuove organizzazioni rientrano nei costi che l'Assessore ci ha detto, sia nelle tabelle che nella lettera, con la discrasia che vi dicevo poc'anzi, per cui occorre stabilire delle somme di denaro che i cittadini piemontesi devono stanziare per i rifiuti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo emendamento, tranne quelli precedenti e l'emendamento n. 4) tende a dare uno strumento alla Giunta per attuare il Piano, che altrimenti, rischia - come in questo caso - di essere un obiettivo che ci si dà, ma che non viene raggiunto.
La riduzione del conferimento del rifiuto urbano in discarica prevista al punto 8, arrivando all'azzeramento a partire dal 2020, è un obiettivo condivisibile, ma ovviamente complesso da attuare. L'abbiamo già detto in un emendamento precedente, perché non si capisce con quale modalità si prevede di attuarlo. In quest'emendamento, prevediamo che, nell'arco di sei mesi dall'approvazione del Piano, la Giunta, con apposita deliberazione darà direttive finalizzate a vincolare i soggetti gestori competenti ad adottare iniziative necessarie per il conseguimento di questo obiettivo.
Diversamente, vedremo - com'è già accaduto in altre realtà, che vi sono consorzi più virtuosi, che hanno una percentuale - in quel 20% complessivo di rifiuto urbano che va in discarica - un dato decisamente inferiore e altri che hanno una percentuale decisamente superiore.
Pertanto, anche da questo punto di vista, il controllo che la Giunta è tenuta a fare all'attività di indirizzo e di verifica rispetto ai soggetti che poi applicano il Piano stesso è indispensabile, altrimenti il rischio vero è che la Giunta - prima - e il Consiglio - poi - approvino un Piano di carattere generale che in alcune parti può essere anche condiviso, ma che non verrà mai attuato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 37) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin Porchietto: Nel primo capoverso il valore "455 kg pro capite anno" viene sostituito con il valore "435 kg pro capite anno".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 37) è quello cardine e riguarda i numeri della produzione pro capite di rifiuto urbano.
Ricordo che il quantitativo proposto dalla Giunta nel Piano rifiuti è più alto di quello che il Piemonte ha già raggiunto negli anni scorsi.
Pertanto, come obiettivi di riduzione proponiamo un aumento della produzione pro capite di rifiuti che va dai 450 già raggiunti ai 455 proposti al 2020.
Abbiamo considerato inaccettabile questo obiettivo in Commissione e continuiamo a ritenerlo inaccettabile. Pertanto, proponiamo un più realistico 435 kg pro capite annuo di produzione dei rifiuti.
Siamo rimasti abbastanza stupiti - non positivamente - di come l'idea di fondo dei relatori del Piano di continuare ad associare e correlare la crescita economica con il quantitativo di rifiuti prodotti, sia qualcosa di veramente vetusto e non più al passo con i tempi, al punto non solo di prevedere una crescita del PIL che, ad oggi, non vediamo, ma di continuare a correlargli la produzione pro capite di rifiuto.
Quindi, secondo i redattori questo documento, che avrebbe degli obiettivi ambientali, noi dovremmo produrre ancora più rifiuti nel 2020.
Con delle premesse simili possiamo tranquillamente salutare l'economia circolare con tutti gli obiettivi che vengono dietro, perché ormai è assodato che in tutte le realtà dove si è puntato seriamente all'economia circolare e alla tariffazione puntuale al pari con il riciclo, sono diminuite le quantità di rifiuto prodotto, perché le persone fanno più attenzione e c'è una sensibilizzazione alla fonte, anche nei confronti degli acquisti. Quindi, al momento dell'acquisto, le persone valutano anche quali sono i prodotti con più o meno imballaggio, perché, pagando quello che si conferisce, meno si conferisce e meno si paga.
Il fatto che la Regione non tenga conto di questa realtà, che ormai è consolidata in tutti gli ambienti scientifici e sulla quale le sperimentazioni abbondano, significa che non ha intenzione di praticare una sensibilizzazione e un circolo virtuoso nei confronti della cittadinanza piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Illustro l'emendamento n. 37), ma ricordo che c'è anche l'emendamento n. 35), che aveva un difetto che lo rendeva non ricevibile e che è stato corretto.
L'emendamento n. 37) è di una semplice riga e va ad aumentare o meglio, va ad aumentare la riduzione di rifiuti, quindi va a ridurre la quantità stimata di produzione pro capite di rifiuti: da 455 chilogrammi pro capite annui previsti dal piano a 435 chili pro capite; sono 20 chili in meno all'anno.
Secondo noi, è poco, nel senso che avevamo obiettivi più ambiziosi, ma questo in qualche modo già è frutto di una mediazione e anche di una mitigazione di obiettivi che, forse, per tutti erano troppo ambiziosi, non certo per noi.
Giova ancora ricordare come la riduzione della quantità di rifiuti prodotti sia l'obiettivo cardine e che viene posto in cima alla scala gerarchica da tutte le normative in materia di rifiuti. Il motivo è evidente, come richiamato più volte, ed è la riduzione della produzione dei rifiuti, alla quale devono concorrere tutti: la Regione nella pianificazione degli investimenti, i singoli enti territoriali, le famiglie, ma anche i comportamenti personali. Però i comportamenti personali, ovviamente, sono influenzati anche dalle campagne di informazione che si possono e si devono fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento continuiamo a sollecitare affinché si scelgano obiettivi più sfidanti. In questo caso, tra l'altro, l'obiettivo di riduzione ulteriore della produzione di rifiuti pro capite è relativamente più contenuto. Noi pensiamo che sia fattibile raggiungere obiettivi ben più significativi, al di sotto dei 400 chili pro capite, ma pensiamo che questo obiettivo in particolare sia più sensato di quello che viene proposto nel testo attuale, in quanto già di fatto superato. Continuiamo nella logica del voler vincere facile.
Nuovamente ripetiamo che andrebbe fatta una proposta di obiettivi più intensa, nel senso che, invece di soli obiettivi al 2020-2025-2030, in particolare sulla riduzione della quantità di rifiuti pro capite, la proposta sia anche mappata in maniera diversificata sul territorio. Ci rendiamo conto che si richiede uno sforzo significativo, però siccome le resistenze all'inserimento di obiettivi più sfidanti sono state poste perché ci sono diverse modalità di marcia delle province e dei consorzi nei confronti degli obiettivi di riduzione dei rifiuti o, in generale, della gestione dei rifiuti, dello smaltimento, del riciclaggio, della differenziazione e recupero, riteniamo che fosse meglio calibrare in maniera più fine gli obiettivi del piano. Più fine e, magari, anche tarata sulle differenziazioni geografiche.
Questo non è stato fatto, ma quello che chiediamo è comunque di inserire degli obiettivi che siano credibili, altrimenti stiamo parlando del nulla.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Parliamo di rifiuto totale, un tema molto interessante che è indice spesso, di dati veramente che fanno pensare male. Però togliamoci ogni dubbio sul pensare male e guardiamo in positivo alle cose. Noi sappiamo che, laddove si attiva una tariffazione puntuale, si arriva ad una produzione di rifiuto totale inferiore ai 400 chili per abitante. Questo è stato raggiunto, ad esempio, nel consorzio chierese, dove è stato adottato il sistema di tariffazione puntuale.
Quindi, crediamo che questi 435 chili pro capite annui, che proponiamo come obiettivo, siano un obiettivo facilmente raggiungibile, ma che verrà ampiamente superato grazie ad un'adozione celere, che auspichiamo, in tutta il Piemonte, della tariffazione puntuale, in modo tale da arrivare ad una valutazione della produzione di rifiuti per singola utenza.
Segnalo che un piccolo Comune della Provincia di Novara è passato da circa 430 chili abitante/anno a 313 chili abitante/anno pesando i mezzi all'entrata e all'uscita del territorio comunale.
Quindi, questa è la strada che sicuramente darà migliori risultati a livello regionale e noi intendiamo perseguirla.
Grazie.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.02)



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