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Dettaglio seduta n.143 del 05/04/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 14.32 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Enti strumentali - Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione a risposta immediata n. 1007 presentata dal Consigliere Valetti, inerente a "Gestione del complesso di Pra Catinat: quali interlocutori privati e relative proposte di progettualità"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
1007, presentata dal Consigliere Valetti, che ha la parola per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione sorge in seguito a diverse informazioni che ci sono pervenute - ovviamente all'o.d.g. della Giunta - riguardo alla palesata volontà della Regione Piemonte della dismissione della società Pra Catinat SCPA.
Questo ente finora ha gestito il complesso degli ex sanatori di Pra Catinat, che sono due strutture alberghiere ricettive utilizzate per l'educazione ambientale agli studenti e altre attività, quali i convegni in parte ospitano progetti di interesse di ricerca a fini ambientali.
Questa società è composta da Regione Piemonte, Città metropolitana di Torino, Comune di Torino e, in minor misura, da altri Comuni, ovviamente anche dal Comune di Fenestrelle, che è quello su cui il complesso insiste.
Siccome sappiamo che c'è l'intenzione di dismissione, noi vogliamo che si palesi una progettualità alternativa e con garanzie di attività mantenendo i fini originali dell'attività di Pra Catinat (che sono anche fini legati all'istruzione e ambientali), ma con una sostenibilità economica, senza dimenticare che, comunque, il complesso dà lavoro a diverse persone (con figure anche specializzate) residenti in valle quindi, per poco che sia, quella società dà lavoro a persone del luogo.
Ovviamente, non era sostenibile il regime con cui è stata condotta perché non si è pensato ad una sostenibilità economica e questo è un grave problema. Tuttavia, noi avevamo già chiesto una transizione dalla gestione pubblica ad una gestione sostenibile con o senza privati.
Quindi, vogliamo chiedere se ci sono state delle interlocuzioni con soggetti privati e quali proposte di progettualità sono pervenute anche in considerazione della garanzia occupazionale, delle attività ivi svolte e della conservazione di queste due strutture, che sono importanti ovviamente, se ci fosse una cessazione dell'attività e in assenza di garanzie, andrebbero in deperimento e un bene pubblico in deperimento è sempre un grave spreco.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

La risposta è molto stringata, perché siamo in una fase nella quale è ancora aperta la procedura; pertanto, non è pensabile che in una fase nella quale il procedimento è ancora in corso possano essere offerte risposte definitive.
Al momento, non è stato individuato in via definitiva alcun interlocutore privato, in quanto la procedura è ancora in fase di aggiudicazione provvisoria e sono in corso le verifiche dei requisiti.
La proposta di progettualità che ha condotto all'aggiudicazione provvisoria non è stata resa disponibile dal CdA, che, tuttavia, a fini informativi per l'Assemblea dei soci, ne ha illustrato i contenuti principali rispondenti al bando e agli interessi di Pra Catinat, anche in termini occupazionali.
All'esito definitivo della procedura saranno resi noti e pubblicati gli operatori e i contenuti della concessione. Quindi, sarà cura dell'Amministrazione regionale e dell'Assessore De Santis - quando la procedura sarà definita - informare tempestivamente il Consiglio regionale o la competente Commissione consiliare.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.


Argomento: Calamità naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 1003 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Modalità di istituzione e gestione del fondo a favore di imprese danneggiate da calamità naturali"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1003, presentata dal Consigliere Berutti, che ha la parola per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Intervengo molto rapidamente.
Ritengo un'operazione importantissima - e ringrazio ancora il Vicepresidente - l'immissione in bilancio dei fondi, con Confidi appunto di 11 milioni e sei.
Come lei ben sa, la legge n. 18/2015, quella sui fondi a sostegno delle imprese danneggiate, prevede anche l'inserimento di un fondo finalizzato alle assicurazioni per calamità naturali destinato alle imprese.
Alla luce di questo, più che altro si voleva capire: infatti, un primo step è stato compiuto e lo si ritiene importante proprio per iniziare quel percorso che definirei di cambiamento culturale anche nei confronti delle imprese, alla luce, purtroppo, anche delle grandi difficoltà che, ormai gli enti pubblici si trovano a dover affrontare con il continuo aumento di calamità naturali.
Allora, un primo step è stato fatto, con l'auspicio che questo possa avvenire eventualmente sull'assestamento, il mio era più che altro un punto fermo per cercare di capire quando si poteva arrivare a questa soluzione naturalmente anche con l'auspicio, anche se non è evidenziato, che la Giunta possa arrivare al regolamento attuativo per rendere operativa questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il Consigliere ricordava l'avvenuta autorizzazione da parte del Dipartimento della Protezione civile all'utilizzo delle economiche derivanti dalle risorse conferite ai sensi della legge n. 265/2000 attualmente allocate presso Finpiemonte S.p.A.
In queste settimane, gli Uffici delle Direzioni regionali competenti Competitività ed OO.PP - stanno predisponendo uno schema di provvedimento attuativo della legge regionale n. 18, che sarà a breve sottoposto all'approvazione della Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente.
Il provvedimento conterrà le modalità di istituzione e gestione del fondo e per la concessione delle agevolazioni a favore delle imprese industriali, artigiane e servizi commerciali e turistiche, aventi unità locali danneggiate da eventi di cui all'articolo 2, comma 1, della legge n.
225 del 1992.
Rimando alla nota che è stata predisposta dagli Uffici all'Assessore De Santis. Credo che, nel giro di pochissime settimane, lo schema di provvedimento sarà portato alla valutazione della Commissione consiliare.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1004 presentata dal Consigliere Vignale, inerente a "Centro (improvvisato) di prima accoglienza all'Ospedale Maria Adelaide di Torino?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1004, presentata dal Consigliere Vignale, che ha la parola per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Com'è noto, è in corso il trasferimento - in realtà, dovrebbe essere stato concluso - di reparti, laboratori, centri di analisi e quant'altro dell'Ospedale Maria Adelaide al CTO e al Regina Margherita. Questo era previsto all'interno del Piano Socio Sanitario votato nel 2012.
L'anno scorso, il direttore alla sanità, il dottor Moirano, aveva motivato il trasferimento, al di là dell'attuazione del Piano Socio Sanitario, dicendo: "Il Maria Adelaide da tempo è sottoutilizzato. Alla popolazione servono visite specialistiche ambulatoriali e assistenza non ospedaliera, proprio quella che stiamo definendo entro l'anno con i Piani di assistenza territoriale".
Se è vero che lo stesso Piano Socio Sanitario del 2012 prevedeva il trasferimento dei posti letto del Maria Adelaide al CTO e al Regina Margherita, è altrettanto vero che prevedeva il mantenimento di strutture sanitarie.
A seguito di informazioni ricevute, abbiamo semplicemente chiamato l'URP del Maria Adelaide, chiedendo se corrispondeva a verità che una parte del Maria Adelaide si stesse attrezzando per ospitare migranti. L'URP del Maria Adelaide ha risposto che questo corrispondeva a verità e che, da qui ad alcune settimane, l'ex presidio si sarebbe attrezzato per accogliere profughi.
Visto quanto a noi comunicato prima dagli operatori e poi direttamente dall'URP, volevamo sapere se ciò corrisponde a verità e come questo risponde alle rassicurazioni rispetto ad un luogo che non è più ospedaliero, ma dedicato ad attività ambulatoristiche, quindi legate alla sanità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Impresto la voce all'Assessore Saitta, impegnato a Roma.
Non risultano assolutamente fondate le informazioni riportate dal Consigliere Vignale sull'utilizzo di spazi al Maria Adelaide per accogliere profughi. I traslochi sono in fase di completamento e il Maria Adelaide avrà una destinazione all'interno della rete di assistenza territoriale.
Questa la destinazione: altre voci sono allarmismi privi di fondamento.


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Interrogazione a risposta immediata n. 1002 presentata dalla Consigliera Accossato, inerente a "Applicazione degli interventi di razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, riqualificazione di aree urbane degradate e riqualificazione di edifici a destinazione non residenziale dismessi previsti dal Decreto sviluppo"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 1002, presentata dal Consigliere Accossato, che ha la parola per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
L'interrogazione verte in merito alla legge n. 106 del 2011, la legge per così dire di semplificazione, volta a liberalizzare e incentivare gli interventi di razionalizzazione e di riordino del patrimonio edilizio esistente, in particolare modo superfici industriali dismesse.
Questa legge prevede la possibilità per le Regioni, entro 120 giorni di darsi una propria legislazione di recepimento. La Regione Piemonte opt a suo tempo, per non legiferare in merito e intervenne, in particolare, con una circolare esplicativa e poi con altri interventi di interlocuzione con i territori, che si sono dimostrati, ad oggi, non in grado di risolvere completamente le incertezze di attuazione della legge che i Comuni si trovano ad affrontare, a fronte di richieste presentate agli sportelli unici.
In particolar modo, nel giugno 2015, il Consiglio di Stato si è espresso sul tema dell'attuazione della legge n. 106 ed ha avallato l'interpretazione secondo la quale, decorsi 120 giorni senza che ci sia stata legge regionale, i permessi a costruire devono essere rilasciati direttamente dal dirigente, senza il preventivo ricorso all'assenso del Consiglio comunale. Modalità che, invece, era stata perseguita in questi primi anni di attuazione della legge.
A fronte di questa situazione, e anche delle difficoltà e di questa novità della sentenza, interrogo l'Assessore per sapere se non ritenga opportuno un intervento normativo regionale che intervenga nel merito dell'applicazione della legge n. 106



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'urbanistica

Grazie, Presidente.
Rispetto all'applicazione della legge n. 106, come Regione si era definito, attraverso lo strumento della circolare fin dal 2012 l'applicazione della norma. Dopo un primo periodo di tempo durante il quale la disposizione statale è stata pressoché ignorata, a partire dal 2012 sono stati proposti in Piemonte i primi interventi di rigenerazione urbana ai sensi della legge n. 106/2011. Comuni medio e medio grandi sono stati interessati da questi progetti e quindi si è proceduto attraverso questa circolare del maggio 2012.
Fino ad oggi, le indicazioni e i chiarimenti in essa forniti sono stati applicati dai Comuni. In effetti, il contenuto della sentenza del Consiglio di Stato, citata nell'interrogazione, apre una serie di interrogativi e di problematiche, che risultavano risolti. L'aspetto fondamentale del procedimento di autorizzazione in deroga è la preventiva deliberazione del Consiglio comunale interessato, quale presupposto di valutazione sull'opportunità e sull'interesse pubblico sotteso all'intervento edilizio rigenerativo.
La declaratoria giurisprudenziale sopraccitata, che cancella la previsione della deliberazione dell'organo consiliare comunale in mancanza di disposizioni regionali e, comunque, decorsi ormai abbondantemente 120 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legge n. 70/2011, pone i Comuni, ma soprattutto gli uffici tecnici, nelle condizioni di dover valutare, ed eventualmente assentire, interventi di importante influenza sul proprio territorio, senza poter contare sulla preventiva ponderazione degli interessi coinvolti da parte del più alto organo comunale.
Tale condizione è di sicura difficoltà.
Sulla questione, va evidenziato che gli Uffici dell'Assessorato sono impegnati alla predisposizione di un disegno di legge, più in generale, sul contenimento del consumo di suolo finalizzato all'obiettivo del consumo di suolo zero, che comprende una parte importante sulla rigenerazione urbana e sul recupero delle aree urbane degradate; tale disegno di legge è in fase di avanzata valutazione e la parte sul recupero urbana è fondamentale.
La valutazione degli incentivi per la rigenerazione urbana e i costi di bonifica, che devono essere sostenuti in caso di progetti urbani rigenerativi, sono al centro di ogni possibile valutazione e delle scelte conseguenti; la soluzione a tali questioni va trovata proprio nel rendere possibili, perché utili ma anche economicamente vantaggiose, le scelte progettuali di recupero urbano.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi del Liceo Linguistico "Lagrangia" di Vercelli


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe II A del Liceo Linguistico "Lagrangia" di Vercelli in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Tutela del consumatore

Interrogazione a risposta immediata n. 1005 presentata dal Consigliere Andrissi, inerente a "Fertilizzanti ed ammendanti 'Finto Bio' sono un pericolo per produttori del biologico e indirettamente per i consumatori"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1005, presentata dal Consigliere Andrissi, che ha la parola per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Come dice il titolo dell'interrogazione, abbiamo il sospetto che nei consorzi agrari piemontesi siano in commercio dei fertilizzanti che vengono presentati come adatti all'agricoltura biologica, ma che tali non siano.
Sappiamo che il decreto legislativo del 29 aprile 2010, n. 75 ha riordinato la disciplina in materia di fertilizzanti e al punto 13) allegato definisce gli obblighi e le procedure caratteristiche per rientrare nel Registro per i fertilizzanti consentiti in agricoltura biologica; proprio il marchio "fertilizzanti consentiti in agricoltura biologica" dovrebbe essere riportato cerchiato sulla confezione (perlomeno così abbiamo ritrovato).
Purtroppo, vi sono invece dei fertilizzanti che si presentano come "bio" - anche con la dicitura "bio", che a me risulta non consentita - che sono in commercio nei nostri consorzi agrari per l'agricoltura biologica in particolar modo, mi riferisco a fertilizzanti derivati dalla concia di cuoio e pelli. Tutti sappiamo che il cuoio e le pelli sono conciate con l'utilizzo di metalli, in particolar modo il cromo, quindi noi temiamo che il residuo di metalli pesanti possa essere presente in questi concimi che vengono presentati come idonei all'agricoltura biologica.
Di conseguenza, interroghiamo l'Assessore e la Giunta regionale per sapere quali azioni si intendono intraprendere per tutelare chi produce secondo le regole del biologico e, indirettamente, i consumatori.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Consigliere Andrissi, per lei ho una risposta scritta un po' più articolata da consegnarle.
La parte sostanziale, al di là delle premesse, è che in agricoltura biologica sono consentiti concimi derivati da pelle e cuoio. C'è una condizione: i residui di metalli pesanti devono essere nulli, cioè non devono avere alcun residuo. Questa è la condizione per cui possono essere iscritti nel Registro dei fertilizzanti autorizzati, che è il luogo dove vengono inseriti i prodotti idonei all'agricoltura biologica. Naturalmente vi è tutta una serie di citazioni di regolamenti e di leggi, ma questa è la sostanza, per cui è anche possibile indicare su quei prodotti che sono prodotti idonei all'utilizzo in agricoltura biologica, purché questo ovviamente corrisponda al vero e purché questo non crei inganno rispetto ai consumatori.
Ricordo che noi, come Regione Piemonte, abbiamo il compito di controllare gli organismi di controllo, ed è quello che stiamo facendo da due anni in modo un po' più pressante, soprattutto per le vicende che riguardano il settore riso, che lei, Consigliere Andrissi, conosce bene.
Quindi questo è il compito su cui noi cerchiamo di avere la massima attenzione, naturalmente in collaborazione con l'Istituto Qualità e Repressione Frodi del Ministero, con cui c'è una collaborazione continua.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 1006 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "Applicazione delle norme previste dal decreto legge n. 78/2015"


PRESIDENTE

Passiamo infine all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
1006, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione chiediamo a che punto sia l'applicazione delle norme previste dal decreto legge n. 78/015, convertito nella legge rubricata n. 125 il 6 agosto dello stesso anno, riguardante le "Disposizioni urgenti in materia di Enti territoriali. Razionalizzazione delle spese del Servizio Sanitario Nazionale", ovviamente esecutivo a tutti gli effetti di legge.
In particolare, l'articolo 9 ter, al comma 1, lettera a), specifica che "per l'acquisto di beni e/o servizi allegati alla tabella all'articolo, gli Enti del Servizio Sanitario Nazionale - quindi dipendenti dalla Regione sono tenuti a proporre - e quindi ottenere - dai fornitori di beni e/o servizi una rinegoziazione dei contratti in essere che porti a conseguire una riduzione, su base annua, del 5% del valore complessivo dei contratti in essere, senza che ciò comporti modifica della durata del contratto stesso", quindi non si può rinegoziare una riduzione del contratto allungando lo stesso, perché ovviamente sarebbe in violazione rispetto alle norme dei contratti e dei bandi di gara.
Nei successivi commi sono riportati anche i prezzi di riferimento standard delle negoziazioni con i fornitori e i comportamenti da attuare nel caso in cui le rinegoziazioni si concludano senza accordo al ribasso del 5% (ovviamente non è semplice ottenere questi ribassi).
A livello nazionale, il Movimento 5 Stelle ha presentato un'interrogazione urgente il 10 novembre 2015 per sapere come si stesse comportando e attrezzando il Ministero per verificare l'andamento di questa norma nazionale di spending review sui contratti di fornitura di beni e servizi a livello del Sistema Sanitario Nazionale.
Nella risposta del 27 novembre 2015, il Sottosegretario alla Sanità ha affermato che sono le Regioni a dover monitorare gli andamenti concreti in applicazione di queste norme, scaricando - tutto sommato, giustamente visto che la competenza è comunque regionale - l'obbligo del controllo e della verifica dell'applicazione di questa norma alle Regioni.
Quindi semplicemente noi ribaltiamo la questione alla Giunta regionale proprio per sapere concretamente, da novembre a oggi (siamo ad aprile), in che modo sono state portate avanti queste richieste di riduzione, le norme che prevedono la riduzione del prezzo dei contratti in essere senza prolungamenti degli stessi e in che modo sta verificando tutto questo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente. Anche qui presto la voce all'Assessore Saitta.
La Direzione Sanità ha in corso il monitoraggio degli esiti delle operazioni di razionalizzazione della spesa di tutte le Aziende sanitarie regionali. Si riportano di seguito i principali interventi posti in essere nell'esercizio 2015 dalle strutture regionali competenti.
In sede di incontri tecnici tra le Aziende Sanitarie Regionali e la stessa Regione, periodicamente condotti nel corso del 2015, è stato richiesto alle Aziende Sanitarie di relazionare sulle attività poste in essere in materia di razionalizzazione delle spese dei beni e servizi ed è stata verificata l'attuazione del percorso di efficientamento.
In sede di assegnazione degli obiettivi economici e finanziari 2015 (DGR del 5 agosto 2015), nel definire gli obiettivi di efficientamento aziendali, si è tenuto conto degli effetti di razionalizzazione della spesa disposti dall'intesa nazionale concernente la manovra sul settore sanitario del 2 luglio 2015, che, tra l'altro, richiama le disposizioni del decreto legge 78/2015.
In sede di definizione del piano di efficientamento 2016, trasmesso dalle Aziende ai sensi della DGR del 5 agosto 2015, è stato richiesto di illustrare le azioni di efficientamento e razionalizzazione della spesa che tengano conto, tra l'altro, dell'intesa nazionale concernente la manovra sul settore sanitario del 2 luglio 2015. La relativa istruttoria da parte della Regione è attualmente in corso.
Con riferimento all'esercizio 2015 e coerentemente agli obiettivi aziendali regionali di monitoraggio, si evidenzia che a seguito dell'adozione del bilancio d'esercizio 2015 previsto per gli Enti del Servizio sanitario regionale al 30 aprile 2015, sarà richiesto alle Direzioni aziendali di predisporre una relazione sullo stato di attuazione delle azioni di razionalizzazione poste in essere per l'esercizio 2015, con evidenza delle relative manovre correttive integrative identificate per l'esercizio 2016.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Chiedo ai Consiglieri che ancora non l'abbiano fatto di apporre la propria firma per poi proseguire con i lavori.
Il numero legale è 24 e i Consiglieri presenti sono 21. Propongo pertanto, di aggiornare i nostri lavori alle ore 15.30.



(Alle ore 15.01 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cerutti, Ferrari, Gariglio, Laus e Motta.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame proposta di deliberazione n. 158, inerente a "Variazione alle codifiche attribuite ai capitoli del bilancio regionale ex D. Lgs. n. 118/2011, con conseguente variazione al Bilancio di previsione finanziario 2016-2018 attraverso compensazioni fra differenti Unità di voto"


PRESIDENTE

Iniziamo i nostri lavori pomeridiani con l'esame della proposta di deliberazione n. 158, iscritta stamani all'o.d.g.
Ha chiesto la parola l'Assessore Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Molto velocemente, trattasi di una delibera che, in attuazione della legge regionale sul bilancio che è stata approvata - la quale dispone che gli spostamenti dei Capitoli da progetti e missioni ad altri progetti e missioni siano oggetto di deliberazione del Consiglio regionale - prevede in conformità del decreto legislativo n. 118, la ricollocazione di 740 Capitoli, spostandoli da una serie di progetti e missioni ad altri progetti e missioni.
Non c'è nessuno spostamento di risorse - su quest'aspetto vorrei essere molto chiaro - perché è una delibera che ha carattere assolutamente tecnico. Può apparire un po' eclatante che, subito dopo l'approvazione della legge di bilancio, si assuma questo tipo di provvedimento, ma voglio solo ricordare che le Regioni che nel 2015 hanno sperimentato per prime l'applicazione del decreto legislativo n. 118 hanno fatto cinque o sei delibere nel corso dell'anno come quella che assumiamo noi oggi, perché è un procedimento che, anche all'interno dell'organizzazione contabile soprattutto delle ragionerie decentrate, ha margini di complicazione e di difficoltà non indifferenti.
Comunque, non vengono spostate le risorse, che rimangono allocate sui Capitoli che sono stati oggetto di esame da parte del Consiglio regionale.
Ha questo tipo di caratteristica.
Rinnovo i ringraziamenti ai Capigruppo per aver consentito, nella giornata di ieri, la possibilità di iscrizione della delibera in oggetto nella seduta odierna, che ha carattere di urgenza, perché se un Capitolo non è collocato sotto il corretto programma o missione, non può essere completato il provvedimento di liquidazione attraverso le transazioni elementari. E il non completamento con le transazioni elementari di quel provvedimento di liquidazione determina l'impossibilità di procedere al pagamento.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 158, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita'

Comunicazioni della Giunta regionale inerente a "Raccolta firme presentazione liste ultima legislatura"


PRESIDENTE

Come concordato stamattina, il Presidente Chiamparino è disponibile ad intervenire sulla richiesta d'informativa avanzata nella seduta antimeridiana dal Consigliere Bertola in merito alla questione "Raccolta firme presentazione liste ultima legislatura".
Prego, Presidente Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Confesso che non mi è chiaro quali siano gli elementi di novità intercorsi che debbano portare ad una comunicazione. Tuttavia - non essendo mai stato reticente - non voglio essere reticente, quindi non ho alcuna difficoltà a svolgere la comunicazione.
Come loro sanno, ci sono state due sentenze amministrative (la prima del TAR e la seconda del Consiglio di Stato), che hanno inequivocabilmente valutato come legittima, formalmente, la candidatura mia con il sostegno della lista "Chiamparino per il Piemonte", quindi formalmente legittima la mia elezione e, quindi, politicamente inoppugnabile l'elezione stessa che è avvenuta.
Essendo, cioè, stata conclamata la correttezza formale della mia candidatura e della mia elezione, è evidente che, essendo stato - per primo il Consiglio ad aver preso atto della inoppugnabilità politica della mia elezione, ritengo che questo, da questi punti di vista, rappresenti politicamente un punto fermo.
Questa è la prima questione.
La seconda questione: c'è un procedimento cosiddetto di una procedura di querela di falso che avrà i tempi su cui io non sono in grado di dire molto. Qui, forse, bisognerebbe interpellare o chiedere comunicazioni ad altri soggetti che non sono in quest'aula, e su questo c'è poco da dire.
Lo dico così: se, come ho detto nel comunicato che avevo scritto a suo tempo, e - per citare l'inarrivabile Mina - sottolineo "se", si dovessero verificare dei problemi di tipo politico, se (lo dico per la terza volta) e quando si dovessero verificare, li affronteremo. Così come potrebbero sorgere problemi politici di altra natura, che naturalmente dovranno essere affrontati da questo Consiglio, dalla Giunta e dal sottoscritto.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Chiamparino.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola. Consigliere Bertola chiede la parola per chiarimenti?



BERTOLA Giorgio

Presidente, chiedo l'apertura della discussione, ai sensi dell'articolo 56 del Regolamento.



PRESIDENTE

Grazie. Chiedo solo l'approvazione da parte di almeno tre Consiglieri.
Prego, Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Presidente Chiamparino, la ringrazio per la sua comunicazione. Lei si chiede quale sia la novità a fronte della quale abbiamo chiesto le comunicazioni. Beh, la novità è la sentenza di un tribunale penale verso nove imputati (sui dieci che erano), che hanno patteggiato una pena.
Quindi, in questo senso, c'è una novità.
Sgombero già il campo da una questione (diciamo che mi porto un po' avanti con il lavoro): poiché potrebbe succedere che dopo di noi qualcuno intervenga, dicendo che i processi si fanno nelle aule di tribunale e non qui, sgombero il campo da questo dubbio e dico che i processi si fanno nelle aule di tribunale. Pertanto, nell'aula del tribunale penale, in quello civile per la querela di falso e, ancora - per quello che è rimasto al TAR, per la parte amministrativa.
Qui, però, noi - giustamente - possiamo e dobbiamo anche dibattere sugli aspetti politici di determinati avvenimenti. Lo possiamo fare, perch lo ricordo - questa peraltro è l'aula nella quale si è passata qualche ora a discutere un ordine del giorno di condanna ad una collega del nostro Gruppo, perché il giorno dell'Epifania aveva gettato delle palline di carta all'interno di cestini retti da persone travestite da befana, che avevano una maschera. Tra queste maschere, c'era anche quella del Presidente Chiamparino, quindi probabilmente è lesa maestà, lesa santità o lesa "sanpaolità", come la vogliamo chiamare! A maggior ragione, ritengo che possiamo fare una discussione sulla sentenza che ha visto la condanna di nove imputati per dei fatti che possiamo definire gravi, perché lei, oggi, ha ripetuto, anche con coerenza ciò che ha detto altre volte; però, forse - volendo fare delle ipotesi avrebbe anche potuto dire altre cose.
Lei avrebbe potuto dire, se è vero che ha vinto nettamente le elezioni e questo noi non l'abbiamo mai messo in dubbio, non abbiamo mai detto che il risultato delle elezioni fosse in bilico o fosse una questione di riconteggio dei voti (non era così) - che anche se è vero che lei ha vinto nettamente le elezioni, è altrettanto vero che c'è un problema di legittimità su qualcosa che viene prima ed è più importante anche dei rapporti di forza e della forza politica ed elettorale che qualcuno pu avere: è il rispetto delle regole. Diversamente, basterebbe dire: "Visto che tanto dobbiamo vincere noi, è inutile che si rispettino le regole".
Invece, le regole sono a garanzia di tutti e vanno rispettate, altrimenti si va a turbare un procedimento che dovrebbe essere, invece, democratico.
Questo lo dico anche in riferimento a quello che è successo in passato nella nostra Regione, per due legislature. In una legislatura, c'è stato il caso di un Consigliere eletto falsificando le firme dei sottoscrittori. Lo stesso Consigliere è stato rieletto in una lista "monopersonale" chiamiamola così - e la seconda volta è stato eletto poiché non doveva più raccogliere le firme, grazie ad una legge approvata con maggioranza del Partito Democratico, con maggioranza del centrosinistra, all'interno di questo Consiglio regionale, che esentava i Gruppi già presenti in Consiglio regionale dalla raccolta firme.
Quell'articoletto della legge elettorale era stato, in qualche modo, il risarcimento, o - meglio - l'accordo politico fatto con i monogruppi, a fronte della fine dell'ostruzionismo all'approvazione di un Regolamento (quello che è in vigore adesso), che rispetto al precedente limitava parecchio le prerogative delle opposizioni.
Questo è stato il regalo fatto dalla Giunta di centrosinistra ai cittadini piemontesi, per cui quella lista monopersonale è arrivata in Consiglio regionale. Dopo, si è scoperto - perché anche questo l'anno detto i tribunali - che quel candidato aveva, non più falsificato le firme dei sottoscrittori, perché non doveva più raccoglierle, ma quelle degli autenticatori.
Pertanto, siccome anche lei.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Anche dei candidati.



BERTOLA Giorgio

Anche dei candidati, che addirittura erano candidati a loro insaputa! E allora, poiché lei, Presidente Chiamparino, e il Partito Democratico avete impostato la campagna elettorale anche sulla legalità, potete in qualche modo affermare, alla luce di quanto sta emergendo, di essere migliori di quella persona? Potete ragionevolmente affermarlo? Forse no.
Presidente, avrebbe potuto dire che è un po' imbarazzante pensare di avere otto Consiglieri regionali del Partito Democratico e della forza di maggioranza più grande, di fatto, ancora sub iudice. Ricordiamolo, questo: è ancora in piedi una querela di falso, con un risvolto anche sul Tribunale Amministrativo che potrebbe dichiarare, magari quasi a legislatura finita però potrebbe farlo, la decadenza di otto Consiglieri regionali. E non sono otto Consiglieri regionali qualsiasi: abbiamo il Capogruppo di maggioranza nonché Segretario regionale del Partito Democratico, il Presidente del Consiglio, un Vicepresidente del Consiglio, un Assessore e due Presidenti di Commissione. Non parliamo di Consiglieri qualsiasi: parliamo di persone che hanno delle cariche e compiono delle scelte importanti, ma che, in qualche modo, sono sub iudice.
Avrebbe anche potuto dire, Presidente, che forse, politicamente, alla luce dei fatti, lei non voleva più avere a che fare, che si sentiva in difficoltà ad avere a che fare con persone che hanno ammesso di aver commesso dei fatti così gravi e che, invece, nella maggior parte dei casi risultano ancora "in politica", attivamente in politica. Forse avrebbe potuto dire che ha politicamente qualche difficoltà - adesso - a rapportarsi con loro, salvo che lei - come qualcuno, come uno degli imputati - non dica che c'era buonafede! Un imputato ha detto: "Sì, è vero, abbiamo falsificato le firme, ma non in malafede". Se uno sa che in quel momento sta commettendo un reato e lo commette, un po' in malafede lo è. Uno può essere in buonafede se sta commettendo un atto che non sa che rappresenta un reato: ha commesso un atto criminoso, ma in quel momento non lo sapeva, anche se l'ignoranza della legge non si scusa, però, in quel momento, non sapeva che era illegale. Ma, se si stava compiendo un fatto illegale sapendo di compierlo: invocare la buonafede è un po' difficile.
Poi, ha anche detto: "Si tratta di persone che sapevo d'accordo nel sostenere le liste, quindi ero in buonafede". Allora, a questo punto, in questo momento, io e i colleghi possiamo anche metterci giù a fare cento duecento firme di persone che sappiamo sostenere le nostre liste.
Presidente, lei avrebbe potuto dire tutte le cose che ho appena detto o solo alcune di queste: se ne avesse detta anche solo una, forse per qualche ora, per una mezza giornata, lei sarebbe stato anche il mio Presidente.
Lei, però, queste cose non le ha dette e quindi non ci rappresenta.



MOLINARI GABRIELE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anch'io sono stupito del suo stupore sulla nostra richiesta di un suo intervento sul tema; tra l'altro, la richiesta è stata fatta almeno tre settimane fa, quindi abbastanza in prossimità della pubblicazione del dispositivo della sentenza relativa al patteggiamento di nove su dieci autenticatori del Partito Democratico.
Il Capogruppo Bertola ha raccontato benissimo i fatti della scorsa legislatura e anche quelli della legislatura precedente, in cui molti attuali Consiglieri non erano presenti. Io, come alcuni dei colleghi presenti nella scorsa legislatura, quando ho avuto notizia di queste firme false da parte del Partito Democratico, ho trasalito, nel senso che sono rimasto veramente stupito. Ricordo che c'era qualche attivista e militante storica della Lega Nord che era subito partita per andare ad analizzare le firme del Partito Democratico, un po' per ripicca e un po' per vendetta.
Quando ne parlavo con i colleghi del mio Gruppo, dicevo: "Figuriamoci se, dopo un caso talmente eclatante come quello di Giovine, il caso che ha portato allo scioglimento anticipato del Consiglio regionale, qualcuno farebbe un errore del genere!". Noi stessi - vi ricordate - avevamo utilizzato lo strumento regolamentare di livello nazionale che ci permetteva di essere esonerati dalla raccolta firme grazie al collegamento alla lista presente in Parlamento, non ovviamente alla lista presente in Consiglio regionale.
Voi, probabilmente, avete peccato un po' (un po' tanto) di presunzione e di arroganza, dicendo (ricordo ancora i titoli dei giornali): "Se il Movimento 5 Stelle non raccoglie le firme, noi dimostreremo che il Partito Democratico è quella macchina da guerra radicata sul territorio che schiocca le dita e in due giorni raccoglie le firme". Anche noi siamo abbastanza radicati e attivi sul territorio, ma raccogliere le firme controllarle, chiedere i certificati elettorali, rifare un controllo successivo e consegnarle in due giorni ci sembrava veramente un po' troppo.
In effetti, dei dubbi li avevamo, ma non pensavamo davvero che sareste arrivati a tanto.
A me tutto questo sembra un disprezzo della legge da parte del Partito Democratico, perché comunque c'è una sentenza di patteggiamento che riguarda nove militanti del Partito Democratico, di cui uno è anche Consigliere regionale, Presidente della VI Commissione. Mi potrete anche dire che il patteggiamento, dal punto di vista del cavillo giuridico, non è una formale ammissione di colpa; tuttavia, è un'ammissione di colpa sostanziale, che porta ovviamente a uno sconto della pena e alla possibilità di utilizzo della condizionale. Ad ogni modo, questa vicenda dimostra l'esistenza di un disegno criminoso preordinato - oltre alle affermazioni del collega Bertola, lo dice il Giudice dell'udienza preliminare, Boemio, non lo dico io - cioè che ci fosse l'intenzione di arrivare ad ogni costo a raccogliere le firme e, nel farlo, di andare in sprezzo alle regole e alle norme di legge.
Questa è la gravità del fatto che noi dobbiamo sottolineare in Consiglio regionale. E' vero, molte volte - passatemi la definizione un po' rude - si discute di tanti argomenti, magari anche non attinenti al Consiglio regionale, cioè di temi nazionali e temi europei, sicuramente importanti, e alcune volte anche di temi non tanto importanti, come quello ricordato dal collega Bertola. Tuttavia questo è un tema importante, nel senso che addirittura qualcuno, qualche avvocato difensore del Partito Democratico, ha detto: "Eh, ma potremmo anche ricorrere forse in Cassazione in merito alla sentenza". Ma è ovvio che, se uno patteggia, o è dissociato da sé stesso, non può poi dire: "Forse ricorro in Cassazione". Non pu trincerarsi dietro alle attese e alle lungaggini dei Tribunali, dicendo: "Mah, intanto c'è il Civile che dovrà dimostrare la falsità". In proposito il Giudice dell'udienza preliminare, è stato chiarissimo: deve disporsi la cancellazione di tutte le firme, perché non sono solo false le firme, ma anche le autentiche dei moduli incriminati.
E' vero che il passaggio obbligato al Tribunale Civile c'è, ma è giusto trincerarsi dietro un'attesa di questo tipo? Fermo restando, come ha detto il Presidente Chiamparino, che ciò non travolge la lista regionale, ma travolge solo la lista provinciale e quindi, in teoria, una maggioranza risicatissima ci sarebbe, se i calcoli fatti dagli uffici dell'Osservatorio regionale elettorale sono giusti.
E' questo un lecito interrogativo che pongo anche a chi c'era nella scorsa legislatura, come il Vicepresidente Reschigna e il Presidente Gariglio, che in allora, quando il centrodestra, la Lega Nord e Forza Italia si trinceravano dietro le attese e i rinvii dei Tribunali - noi eravamo qui presenti in Aula - tiravano fuori striscioni, urlavano battevano i pugni sugli scranni. Adesso, a parti invertite, capirete chi era presente la scorsa legislatura, altrimenti potete andare a vedere lo streaming delle sedute. Personalmente, ho un po' di perplessità, perché mi sembra di rivedere le stesse identiche mosse, le stesse identiche difese che non stanno in piedi.
Il Tribunale Civile ci metterà un anno, poi ci sarà il TAR, poi ci sarà il Consiglio di Stato e arriviamo a campare a fine legislatura: è questo il messaggio che vogliamo dare nuovamente al Piemonte? Perché - guardate - se c'è disaffezione dalla politica (e c'è abbondantemente sempre di più), non possiamo far finta di niente: la responsabilità è anche nostra, di chi è nelle Regioni, nei Comuni e al livello nazionale (non ne parliamo, a livello nazionale ce n'è sempre una).
Quindi il rispetto delle regole deve essere sacrosanto. Come ha detto bene il collega Bertola prima, se noi facciamo passare il messaggio che in ogni legislatura - ogni legislatura, perché noi ricordiamo le ultime tre ma di quelle precedenti forse non ne siamo a conoscenza - ci sono irregolarità piccole, medie e grosse e tanto o non si arriva alla fine delle indagini o si arriva dopo quattro anni e allora chi se ne frega, un domani arriva la lista Pinco Pallo, raccoglie tutte le firme false, ce ne si accorge magari dopo sei mesi, magari eleggi un Consigliere, magari ne eleggi di più, magari ne eleggi di meno. Questa è una perturbazione consistente della regolarità del procedimento elettorale: non possiamo nasconderci dietro un dito.
Fermo restando - lo ribadisco di nuovo, lo ha già detto il collega Bertola - che nessuno mette in discussione il risultato elettorale (purtroppo il risultato era evidente). Noi mettiamo in discussione la regolarità della competizione elettorale che si è svolta a seguito della raccolta firme, altrimenti annulliamo la raccolta firme e diciamo che le forze politiche - alcune forze politiche - non sono neanche in grado di raccogliere regolarmente le firme e di presentare in maniera corretta dei moduli di autenticazione delle firme per i candidati e non sono capaci di presentare le liste. Però mi sembra un po' un'ammissione di un'incapacità totale a poter poi amministrare la vita pubblica in un Ente, quindi è un'affermazione per paradosso.
In questa vicenda sono coinvolti dei Consiglieri che hanno incarichi e ruoli importanti. Ora, non è che chi non ha ruoli o incarichi sia meno importante, ma ruoli e incarichi aggiungono un peso non indifferente alla persona. Il Capogruppo di un Gruppo può essere cambiato, dipende da scelte politiche interne, ma il Presidente del Consiglio regionale è il Presidente del Consiglio. Scusate l'ovvietà - dovrei dire una parolaccia e non posso ma vorrà dire qualcosa che il Presidente del Consiglio è sub iudice e che la sua elezione potrebbe essere potenzialmente cancellata? Vi sono inoltre due Presidenti di Commissione regionale, un Assessore (poi l'Assessore potrebbe essere esterno, anche se dovreste fare un rimpasto di Giunta). Ma ci rendiamo conto che stiamo lavorando in una situazione, nuovamente, come nella scorsa legislatura, di quasi certa illegittimità? O vogliamo metterci a contare le firme e dire che sono 1.000, che sono 999, 1.300 o 997? E' questo il modo con cui vogliamo amministrare e governare i prossimi due anni? Su questo, un atto di coraggio da parte dell'Amministrazione Chiamparino me lo sarei aspettato e me l'aspetto ancora. Forse, sono un po' ingenuo, ma sono passati ormai due anni dalle elezioni. Lo dico proprio per non dover aspettare e arrivare alla fine della legislatura, perché - spero di sbagliarmi - arriveremo alla situazione della legislatura Cota.
Il Tribunale civile ci metterà un anno; il TAR dirà così; poi, forse ci sarà il Consiglio di Stato. E, alla fine, a otto-nove mesi dalla fine della legislatura e nuove elezioni, diranno che otto Consiglieri del PD di Torino sono da mandare a casa, che ne devono essere eletti quattro del Movimento 5 Stelle, tre del centrodestra. E, a dieci mesi dal voto, daremmo un segnale bruttissimo.
Se volete fare questo, va bene, tanto noi, oltre che parlare, non possiamo fare altro; possiamo provare a convincervi, ma abbiamo visto che tendenzialmente, non funziona tanto.
Tra due anni vedremo che cosa succederà nell'azione di questo ennesimo sfregio alla regolarità democratica della consultazione elettorale.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Il modo per far sognare il Vicepresidente Reschigna era quello di avere a prestito - non so se li ha ancora a casa - uno degli striscioni che il Gruppo PD esponeva nella passata legislatura. Sapete che il richiamare i ricordi, normalmente, porta ad alcune persone tristezza, ad altre gioia. I ricordi - ahimè - possono essere i due rovesci della medaglia.
La comunicazione del Presidente, a seguito della richiesta dei colleghi del Movimento 5 Stelle, ha certamente una valenza politica nel mettere in risalto una questione.
Dico anch'io che non è in discussione il risultato elettorale: è in discussione la validità di questa Assemblea nella sua composizione.
Certamente, quello che emerge è che abbiamo un'Assemblea che potrebbe non essere rappresentata dalle persone che oggi, invece, stanno sedute su questi scranni.
Questo deve quindi portarci ad un'altra valutazione. Visto che adesso tutti sono impegnati a definire anche l'influenza che può avere l'uno sull'altro - influenza nel senso non meteorologico e non di malattia, senza andare al traffico di influenza che, addirittura, diventa un reato - che influenza può avere questo nelle decisioni che assume quest'Aula nell'indirizzo sulle determinazioni della Giunta, avendo la maggioranza parte preponderante in Consiglio nel ruolo di indirizzo? Poi il ruolo di indirizzo è di tutto il Consiglio, ma sappiamo che il ruolo di indirizzo si manifesta premendo il bottone ed avendo un numero cospicuo di Consiglieri della maggioranza, che potrebbero non esserci e potrebbero essere sostituiti dagli altri, pur riconoscendo la presenza della forza politica e dell'indirizzo dei partiti (io nei partiti ci credo ancora). Certamente il ruolo delle persone, a partire dal Presidente del Consiglio, come citava il collega Bono, c'è.
Quindi, in questi due anni, e anche nel periodo fino alla definizione della questione giuridica, potremmo avere delle norme falsate o almeno indirizzate da persone che non dovrebbero essere in quest'Aula ad indirizzare, ma dovrebbero essercene altre; addirittura, nel caso del ricalcolo, altri rappresentanti e altre forze politiche.
Questo è il problema che, forse, l'Aula, quando si parla di legittimità, deve porsi. Per capirci, nella passata legislatura la questione è stata posta per una persona. Io ricordo un intervento in cui si poneva la questione di una persona che inficiava il risultato.
Oggi siamo in presenza, ai dati attuali, della discussione su otto persone che rischiano di inficiare il risultato, inficiare proprio la parte sostanziale; i percorsi giuridici li lascio ad altri luoghi.
Questo problema dobbiamo porcelo, anche considerando quelli che sono ahimè - i tempi. E' vero che la democrazia ha dei riti e anche la giustizia è parte della democrazia con dei riti, ma i tempi della giustizia nel nostro Paese, con i riti e, purtroppo, le modalità che le sono stati dati sono tali da arrivare a falsare delle intere legislature.
Lo dico, perché l'altra era una legislatura terminata con l'annullamento ex tunc, avvenuto dopo quattro anni; per cui per quattro anni, illegittimamente, ad esempio, la collega Claudia Porchietto ha votato, deliberato e gestito.
In questa legislatura, siamo già a due anni, e andiamo avanti senza rappresentare i piemontesi e governiamo i piemontesi senza avere legittimità.
Questo ancora per dire una cosa. Questa Assemblea ha il potere e ha il dovere di fare l'analisi rispetto a cosa è successo sulle firme. E' successo nel 2010 ed è successo nel 2014.
Nel 2010 era successo con due Gruppi minori come numero, uno di maggioranza e uno di opposizione. Nel 2014 è successo sulle firme del PD con discussione anche su altri Gruppi.
Ma se trovassimo una soluzione, nella garanzia di tutti? Perché, prima di tutto, si tratta di garantire i cittadini, non di garantire solo l'Assemblea e solo noi stessi, solo gli scranni.
Il nostro Gruppo ha presentato un disegno di legge che riguarda la modifica elettorale. Credo che in quest'Aula sarebbe ora di metterci mano a partire dal listino, con modalità che, comunque, garantiscano la maggioranza per chi vince, perché credo che la governabilità sia uno dei dati fondamentali da tenere presente.
E' una modifica elettorale che risolve anche la questione firme, con dei meccanismi proprio banali e tecnici che permettono di raccogliere le firme con calma. Lo dico, perché queste cose succedono perché le liste si chiudono la sera prima e poi non si riesce più a raccogliere tutti quelli che devono firmare. La sostanza è questa, non perché sia successo chissà che cosa. Per evitare questo, abbiamo inserito un meccanismo nel nostro disegno di legge.
Se i Gruppi di maggioranza - e qui non mi rivolgo al Presidente Chiamparino e alla Giunta - una volta passato il bilancio e altre questioni urgenti, volessero finalmente affrontare la questione della legge elettorale, noi non solo siamo pronti, ma li invitiamo a farlo, perch credo che daremmo comunque un servizio e faremmo una buona cosa per questa Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Voglio solo ricordare alcuni numeri.
Sergio Chiamparino è stato eletto Presidente di questa Regione con 1.057.000 di voti individuali; gli altri due candidati, arrivati secondo e terzo, hanno avuto rispettivamente 495 mila e 481 mila voti. Il che vuol dire che la nostra coalizione ha superato, in termini di voti assoluti, i voti assoluti delle altre due coalizioni messe in piedi.
Il 47,09% dei voti, 1.057.000, di cui il PD ne ha presi 704 mila, cioè il 36%, e il PD di Torino 372.000. Questi sono i numeri. Questo per dire che, come è stato riconosciuto, devo dire onestamente, dai colleghi del Movimento 5 Stelle, i più critici su questa vicenda, la legittimità dell'elezione del Presidente nei numeri non è mai stata posta in discussione, né viene posta qui oggi. Questo è un primo punto su cui siamo d'accordo.
Il Presidente Chiamparino, che non si è mai occupato delle vicende giudiziarie, ha dato una descrizione sbagliata, perché in realtà le sentenze non sono due, ma sono tre, dal momento che il TAR si è espresso due volte e il Consiglio di Stato si è espresso una volta. Il nostro Presidente e il nostro partito avevano annunciato che non avrebbero fatto ricorso contro le sentenze del TAR che non avessero accolto le nostre istanze, e in effetti così è stato, perché, nonostante la prima sentenza aprisse molti spiragli, non abbiamo impugnato nessuna di queste sentenze.
Ora, proprio in ragione di quello che è stato deciso con la seconda sentenza del TAR, che invece è stata impugnata dai ricorrenti, cioè dalla Lega Nord e forse anche dal Movimento 5 Stelle, questo ha emesso un giudizio su una lista, quella del PD di Torino. Ha emesso un giudizio che si sta svolgendo, perché i ricorrenti, cioè alcuni attivisti della Lega sono stati più bravi di noi nella scorsa legislatura, perché ricordo che noi decademmo dal procedimento civile per un ritardo nelle notifiche. Qui l'esperienza è stata utilizzata bene, quindi c'è una querela di falso della quale stiamo tranquillamente attendendo gli sviluppi.
Noi non abbiamo, perché non è nel nostro stile, mai gridato a un complotto contro di noi, ad un complotto dei Magistrati; non abbiamo mai espresso avversione, protesta e rancore verso coloro che hanno deciso di fare ricorso. E' ampiamente legittimo che lo facciano: i colleghi del Movimento 5 Stelle hanno deciso, specie i possibili primi esclusi del Gruppo del Movimento 5 Stelle, di sostenere la querela di falso. Mi fa piacere per loro e per gli avvocati colleghi che li patrocinano, perché in una situazione di carenza di lavoro ben venga che anche la politica cerchi di risolvere il problema degli avvocati in difetto di clientela, quindi ben venga. Attendiamo l'esito della procedura di querela di falso.
Voglio anche puntualizzare una cosa, però: bisogna stare anche attenti ai numeri, perché per parlare bisogna anche conoscere.
Allora, la querela di falso, cioè il procedimento al termine del quale le firme del PD possono essere dichiarate non regolari (se Bertola preferisce dire "false", diciamo "false"), dalla cui pronuncia pu discendere un effetto amministrativo, secondo i ricorrenti riguarda 211 firme, ma oggetto della querela di falso sono 210 firme, quindi c'è una differenza di una firma. Le firme in eccesso raccolte dal PD sono 209: parliamo di due firme. Ragazzi, parliamo di un procedimento in cui se, nel suo decorrere, su 211 firme due risultassero corrette, il procedimento perderebbe la ragione di esistere, perché comunque cesserebbe la ragione del contendere.
Con ciò, non è che vogliamo sottilizzare: quella che è avvenuta è una cosa estremamente sgradevole, è una cosa grave, una cosa della quale, in quanto io, non come Capogruppo, ma come Segretario del PD, mi sono assunto la responsabilità; poi, i rapporti con quegli "imbecilli" che hanno fatto queste cose si risolvono al di fuori di questa sede, ma me ne sono assunto la responsabilità. Questa è una cosa che è avvenuta. Attendiamo che i Magistrati facciano il loro percorso.
Però - però! - ci tengo a dire, anche al collega Pichetto, che qui non si può dire "norme falsate da persone che non dovrebbero essere più in quest'aula", perché a parte che in punta di diritto esiste la questione del funzionario di fatto che è una figura ampiamente nota del diritto amministrativo, ma se andiamo a guardare e a sottilizzare su questo aspetto, politicamente abbiamo tutta una legislatura che si è svolta per quattro quinti, ossia per ottanta centesimi della sua durata, la scorsa Legislatura, in cui tecnicamente si è avuto un processo di decadenza della legislatura, comminata dai giudici, perché risultava che una delle liste fosse invalida; quindi, se guardiamo, abbiamo avuto un vulnus ben maggiore che ha prodotto anche un risultato, dal punto di vista dei conti pubblici che conosciamo.
Ma tant'è, questa è vicenda che riguarda il passato.
Come ho avuto modo di dire a proposito del bilancio, abbiamo preferito affrontare questa legislatura non andando a guardare le colpe dei padri, ma cercando di discutere del futuro dei figli e su questo vogliamo attenerci anche riguardo a questa vicenda.
I Magistrati facciano il loro lavoro. Noi prenderemo atto serenamente di questo lavoro, anzi, il nostro obiettivo non è tirarla per le lunghe, ma come espresso anche ai ricorrenti, il nostro obiettivo è arrivare il prima possibile ad una celere definizione della querela di falso.
Per quanto riguarda, invece, l'osservazione del Consigliere Pichetto che a me pare molto saggia, siamo assolutamente favorevoli ad affrontare il prima possibile la definizione di una nuova legge elettorale. E' un problema importante, anzitutto, perché c'è una legge nazionale, che impone di cambiare la nostra legge per quanto concerne la rappresentanza di genere. Quindi, se manteniamo il sistema plurinominale, dobbiamo per forza cambiare il nostro sistema elettorale. E comunque c'è un dato politicamente innovativo: siamo passati da una situazione che era bipolare ad una situazione che è e che si prefigura, nel tempo, tribolare. Questo è un sistema che non garantisce una maggioranza in caso di tripolarità, se non in un caso, come quello che abbiamo avuto nel 2014, in cui un candidato Presidente vinca con un enorme margine di scarto.
Ovviamente, noi auspichiamo nella prossima legislatura di poter ripetere la performance ottenuta del 2014, ma poiché non possiamo appendere le sorti di una Regione ad un risultato elettorale di un candidato Presidente, è assolutamente indispensabile creare un sistema elettorale che garantisca la maggioranza a chi vince le elezioni.
Noi abbiamo presentato una proposta di legge e siamo il primo Gruppo che l'ha presentata, ma abbiamo messo anche al lavoro, all'interno del Gruppo, un insieme, per ragionare su altre proposte. Siamo laicamente disposti a trovare una soluzione che non può essere quella che piace a noi perché specie sulle leggi elettorali, che devono essere costruite tenendo conto della volontà di tutti e tenendo conto che c'è un Regolamento che ci costringe, anche in punta di diritto, a trovare il consenso di tutti, siamo disposti a trovare una soluzione che vada bene a tutti.
Colgo l'appello del Consigliere Pichetto e lo faccio mio ed invito anche i colleghi degli altri Gruppi. Vi invito però a fare in fretta perché una legge elettorale si riesce a definire se non si è troppo a ridosso delle elezioni, perché a quel punto si è troppo condizionati dalle vicende degli interessi dei singoli.
Se dovessimo cambiare le norme sui collegi e sul sistema sulla cui base sono selezionati i Consiglieri regionali, è chiaro che occorre dare tempo ai colleghi che dovessero ripresentarsi di andare a insediarsi o prendere contatto con i nuovi collegi. E' una cosa che dobbiamo fare subito. Noi siamo pronti. Se si vuole, anche informalmente, possiamo discuterne.
Inoltre, siamo attrezzati, conformemente a quanto abbiamo detto in Giunta del Regolamento, e contiamo di arrivare tra una o due settimane al massimo ad una proposta complessiva di riforma del Regolamento conformemente all'impegno che abbiamo preso, che spero possa essere vista esaminandola con le proposte degli altri Gruppi consiliari, per trovare una soluzione che riformi questo Regolamento, sapendo che noi non abbiamo l'aspettativa e l'ambizione di far entrare in vigore tutto in questa legislatura.
Siamo vecchi, ma siamo disponibili a fare una cosa, ragionando anche sui tempi di entrata in vigore. Ma crediamo che anche questo, insieme alla legge elettorale, sia utile per riscrivere quelle regole del gioco che possono servire a chiunque dovesse vincere le prossime elezioni a governare meglio, ad essere certi del sistema elettorale e anche a gestire tutti quei corollari, tipo la raccolta delle firme, che in effetti negli ultimi anni per un complesso di fattori, hanno creato guasti e comunque minato la credibilità delle istituzioni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gariglio.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Io noto una generale tendenza all'auto-assoluzione, quindi direi che non avete bisogno delle nostre rassicurazioni sul fatto di poter continuare o meno a lavorare. Mi sembra che si stia affrontando la questione con un'eccessiva leggerezza.
Come ricordava prima il mio Capogruppo Bertola, io sono un po' permalosa e le cose me le lego un po' al dito, ma ho ben chiaro il ricordo di quella discussione durante l'esposizione dell'ordine del giorno che condannava il lancio goliardico di palline di carta che si era svolto in Piazza Castello il giorno dell'Epifania.
Non ricordo solo quello, però, nel senso che qualche mese dopo abbiamo assistito ad una discussione che si è prolungata per circa quattro mesi: è stata prima un po' più sotterranea e poi è uscita anche sui giornali.
Questa discussione riguardava la Commissione per la legalità, Commissione che peraltro è stata richiesta da noi - in particolare dalla sottoscritta attraverso una mozione approvata all'unanimità - e poi è rimasta arenata per un certo periodo. E perché è rimasta arenata per un certo periodo? Perché c'era una discussione in merito alla Presidenza di questa Commissione.
Adesso cito un virgolettato che ho trovato su la Repubblica e che sempre per il fatto che sono permalosa, ho conservato lì. E' un virgolettato che non è stato successivamente smentito, quindi io do per buono quello che ho letto. Si tratta di parole attribuite al Capogruppo Gariglio: "Parliamoci. Se per voi la Presidenza è fondamentale, non ci metteremo di traverso. Ma scegliamo insieme una personalità autorevole, che non usi la Commissione per fare show elettorali e andare a braccetto con i No TAV". Questa sarebbe - suppongo - la descrizione della sottoscritta.
GARIGLIO Davide (fuori microfono) Stai facendo un processo alle intenzioni!



FREDIANI Francesca

Un processo alle intenzioni: per carità, io non mi auto-attribuisco l'autorevolezza in qualcosa che viene tributato da terzi e chi se l'attribuisce normalmente ne ha ben poca.
Sul fatto dell'andare a braccetto con i "No TAV" non sto neanche a discutere, perché io sono orgogliosamente a braccetto con i "No TAV" e vorrei che fossimo di più ad essere orgogliosi di andare a braccetto con i "No TAV" piuttosto che di finire, magari, in documenti legati ad inchieste o a processi, a braccetto con altre persone.
Però, appunto, proprio per il fatto che voi per primi avete sempre avuto la tendenza a dare patentini di legalità e autorevolezza agli altri adesso mi sembra che vi stiate autoassolvendo in un modo un po' troppo facile. "Qui parliamo di due firme", diceva il Capogruppo Gariglio. Per non parliamo tanto di un certo numero di firme: parliamo di rispetto delle regole. Possiamo anche definire imbecilli le persone che hanno falsificato o che hanno contribuito a rendere irregolare la raccolta firme; e mi auguro che il collega Gariglio non si riferisse ad alcun collega del suo partito o della maggioranza, perché questo sarebbe - secondo il termine usato prima piuttosto sgradevole. Qui parliamo però proprio di rispetto delle regole.
E allora io mi chiedo come possiamo andare a parlare di riforma della legge elettorale e di nuove regole. Qui mi sorge un dubbio: vedendo che le nuove regole saranno dettate proprio da persone che non sono state in grado di rispettare le regole precedenti, i cittadini piemontesi ad un certo punto si chiederanno con quale autorevolezza - tornando al discorso dell'autorevolezza - queste persone vanno a modificare la legge elettorale dal momento che proprio loro sono seduti lì dove sono dopo aver infranto le regole che erano definite? Torniamo quindi al discorso dell'autorevolezza. Io - ripeto - non mi auto-attribuisco l'autorevolezza, ma vorrei che non ve l'attribuiste nemmeno voi. Ogni tanto, cioè, fate anche un po' di mea culpa, perché fa bene il Consigliere Gariglio a dire che si è assunto le sue responsabilità.
Però mi chiedo: in che modo se l'è assunte? Io posso anche dire: "Mi assumo le responsabilità". E come? Qual è il modo? A parole, cioè, io posso assumermi le responsabilità della fame nel mondo, delle guerre e di tutto ma dopodiché come la pago questa responsabilità? Assumersi la responsabilità è un gesto forte, ma se è seguito da un "pagamento" di questa responsabilità e da un risarcimento alla collettività. Io non vedo altro modo se non quello di ammettere che si è sbagliato e rassegnare le dimissioni. Secondo me quello è l'unico modo per dire con coerenza: "Ci siamo assunti la responsabilità del nostro errore".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Non avendo altre richieste di intervento, la parola al Presidente Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie.
Prendo la parola solo per una brevissima replica.
Allora, ha certamente ragione il Presidente Gariglio a ricordarmi che io non sono molto addentro alle cose dell'amministrazione della Giustizia lo dico perché io sono contento di non essere troppo addentro.
In effetti avevo dimenticato, forse, la sentenza del TAR che agli occhi dei giornali e dei giornalisti era quella che aveva fatto maggiormente dire "la Giunta è in pericolo", perché era quella che aveva avviato, pur circoscrivendolo, il percorso.
Il punto non è questo, però facendo delle comunicazioni bisogna essere precisi. Quindi hai fatto bene, collega Gariglio, a richiamarmi.
Spero di recuperare un po' di fiducia dal Consigliere Bertola, anche se temo di non riuscirci; ma non perché pensi a delle stampelle politiche in Consiglio regionale, a cui certamente il Movimento 5 Stelle non si adatterebbe mai, ma perché ribalto il discorso. Così come il collega Bertola diceva "avrei voluto per un minuto sentirla come il mio Presidente", io vorrei ugualmente per un minuto sentire il Consigliere Bertola - o il Consigliere Bono, o le Consigliere Frediani e Balzella insomma, chi ritenete voi - dire una cosa - ma dirla, però, cosa che non avete fatto -, cioè che la legittimità formale della mia candidatura e della mia elezione è conclamata. Il risultato elettorale, infatti, è chiaro; e ci mancherebbe: come si fa a smentire il risultato elettorale? I dati sono quelli che ha detto il collega Gariglio. Ecco, se voi diceste quello, io sarei contento e per un minuto, per parafrasare il Presidente Laus, mi sentirei ancora più "affettuosamente" attratto dalla vostra attenzione per la legalità.
Faccio una seconda considerazione e qui mi rivolgo di più al Consigliere e Presidente Gilberto Pichetto. Vorrei fosse molto chiaro: non c'è alcuna incertezza - e questo è il messaggio che mi interessa esca da quest'Aula, se possibile - nella nostra attività politico-amministrativa. E credo che i dati che abbiamo appena presentato nel bilancio lo dimostrino.
Non c'è - e finisco, Presidente - per una ragione: io non ho trovato un cittadino o una cittadina piemontese che mi abbia un giorno, in qualsiasi circostanza, posto un problema tipo quello che avete posto voi. E presumo dato che più o meno la statistica indica che circa un quarto dei piemontesi ha votato per voi, un altro quarto per Pichetto e gli altri per me - che nei miei incontri almeno uno di questi elettori io lo trovi, no? Ecco, non ho mai trovato uno che abbia messo in discussione la legittimità formale e sostanziale della mia elezione. Ed è questo che ci dà l'assoluta serenità nell'andare avanti e a non creare alcuna incertezza nella comunità piemontese.
D'altra parte - ho finito davvero, è l'ultima cosa - il Consiglio di Stato, se uno si legge la sentenza, nel respingere uno dei ricorsi, cita i dati richiamati dal Consigliere Gariglio. Cioè, dice che per immaginare che l'elezione del Presidente non sia valida bisognerebbe presumere che tutti quelli che hanno votato per il Partito Democratico a Torino non avessero votato per il Presidente - nemmeno uno dei 372 mila, quanti ne ha citati il Consigliere Gariglio - e che più della metà di questi avessero votato non per i 5 Stelle ma per Gilberto Pichetto. Presunzione...



(Commenti del Consigliere Pichetto Fratin)



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Non c'è limite alla provvidenza, Gilberto, per l'amor di Dio! Però, sia chiaro che è una presunzione, come dice il Consiglio di Stato e come dice il buonsenso, un po' difficile da avverarsi.
Mi pare che una conclusione positiva di questa discussione, ancorché un po' costretta nei tempi, sia data da quello che è emerso, cioè un impegno che io mi auguro si possa concretizzare, a riprendere in mano la legge elettorale. Infatti, credo che, effettivamente, lì alcuni aggiustamenti per il futuro si rendano indispensabili, e non solo per quello che riguarda i meccanismi di raccolta delle firma e di proposta delle candidature.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente. Ruberò solo un attimo a quest'Aula.
Volevo svolgere una precisazione perché nel mio intervento di prima ho usato un aggettivo, o un sostantivo, a seconda di come si utilizza questo termine, che, in genere, non mi è proprio. Mi dispiace, mi sono lasciato trasportare nella foga di una vicenda che ha creato molta sofferenza personale; quindi, forse, sarebbe stato molto meglio che su questo punto avessi moderato i termini.
Mi dispiace e mi scuso con le persone, voglio dirlo platealmente in quest'Aula. Ovviamente, non era pensato e né riferito ad alcun collega; tra l'altro, i colleghi coinvolti lo sono per un fatto talmente marginale che trovo assolutamente sgradevole che queste cose vengano richiamate in quest'Aula. Faccio notare che questo Gruppo non ha mai personalizzato in questo modo gli attacchi e non è giusto utilizzarlo anche nei confronti di persone terze, che hanno sicuramente sbagliato con una leggerezza intollerabile, ma che non meritano questo aggettivo.
Siccome, ogni tanto, accade nella vita che gli uomini e i politici sbagliano, credo che, allora, quando si sbaglia, si deve avere il coraggio di dirlo e di chiedere scusa.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gariglio.
BERTOLA Giorgio (fuori microfono) Anch'io devo fare una precisazione, trenta secondi.



PRESIDENTE

Chiedo al Consigliere Bertola questa breve precisazione, per poi passare all'ordine del giorno EUSALP. Grazie.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

In trenta secondi volevo solo precisare che sono stato talmente garantista e talmente attento a non personalizzare la questione che non ho fatto non dico il nome di Consiglieri del PD, ma non ho fatto nemmeno il nome del Consigliere dei Pensionati, che non c'è più. Quindi, proprio non ho fatto nomi; i nomi, magari, li hanno fatti altri.
Presidente Chiamparino, noi ci riferivamo non alla legittimità formale della sua elezione, ma, ovviamente, siccome è una fatto politico rilevante alla legittimità dell'elezione della lista più grande che la sostiene, che è quella del Partito Democratico. Mi sembra inequivocabile.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Consideriamo terminato questo chiarimento; proseguiamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 655.


Argomento: Montagna

Esame ordine del giorno n. 655 presentato dai Consiglieri Rostagno Accossato, Appiano, Caputo, Gallo, Gariglio e Valle, inerente a "EUSALP: la strategia macroregionale come opportunità irripetibile di sviluppo e coesione nell'ambito dell'area alpina"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 655, avente ad oggetto "EUSALP: la strategia macroregionale come opportunità irripetibile di sviluppo e coesione nell'ambito dell'area alpina", presentato dai Consiglieri Rostagno, Accossato, Appiano, Caputo, Gallo, Gariglio e Valle di cui al punto 38) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Rostagno per l'illustrazione.



ROSTAGNO Elvio

Abbiamo chiesto che fosse inserito all'o.d.g. di oggi in relazione al proficuo dibattito avvenuto ieri nel Consiglio regionale aperto.
Non illustrerei l'ordine del giorno, in quanto il dibattito di ieri è stato particolarmente esaustivo.
Come preannunciato, e come inviato ai Capigruppo, propongo due emendamenti all'ordine del giorno, che leggerei.
Sostanzialmente, dove c'è scritto "impegna la Giunta regionale", il primo punto sarebbe così riscritto: "a definire ipotesi progettuali innovative sui tre assi di intervento della strategia macroregionale alpina, convocando con tempestività uno dei due tavoli istituiti per la concertazione delle politiche di sviluppo in ambito europeo, con il coinvolgimento delle organizzazioni datoriali e rappresentative degli enti locali". Questo perché l'ordine del giorno prevedeva l'istituzione di un nuovo tavolo, non andiamo a fare nuovi tavoli quando ce ne sono già.
Poi, avrei aggiunto un punto, che recita: "Coinvolgere organizzazioni datoriali e rappresentative degli enti locali nei tavoli di coordinamento delle azioni affinché rappresentino il Piemonte nella definizione delle scelte strategiche e progettuali", che di seguito spiego.
Poiché la strategia si basa su tre pilastri e nuove azioni (per ogni azione c'è un tavolo), è bene che questo tavolo veda la presenza di una figura piemontese; non deve essere per forza di emanazione della Regione può essere emanazione di organizzazioni datoriali oppure di organizzazioni rappresentative degli Enti locali. Il tavolo regionale, ovviamente, serve per concertare e condividere le politiche.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rostagno.
Domando se ci sono richieste di intervento da parte dell'Aula.
Chiedo al Consigliere Rostagno di avvicinarsi al banco della Presidenza per definire le modifiche di cui ha parlato nel suo intervento.



(Il Consigliere Rostagno si reca presso il banco della Presidenza)



PRESIDENTE

Vi leggo le modifiche che sono state apportate: "a definire ipotesi progettuali innovative sugli tre assi di intervento della strategia macroregionale alpina, convocando con tempestività uno dei due tavoli istituiti per la concertazione delle politiche di sviluppo in ambito europeo, con il coinvolgimento delle organizzazioni datoriali e rappresentative degli enti locali".
Leggo ancora l'ultima parte aggiunta: "a coinvolgere organizzazioni datoriali e rappresentative degli enti locali nei tavoli di coordinamento delle azioni affinché rappresentino il Piemonte nella definizione delle scelte strategiche e progettuali".
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Intervengo solo per annunciare che il nostro Gruppo darà la presenza su questo provvedimento. Abbiamo già esposto ieri durante il Consiglio aperto qualche perplessità in merito al progetto...



PRESIDENTE

La interrompo solo per chiederle di parlare dell'ordine del giorno perché non c'è dichiarazione di voto, quindi il suo intervento è volto in questo senso. Grazie.
Prego, prosegua pura.



FREDIANI Francesca

In quest'ordine del giorno si propongono degli impegni alla Giunta che non condividiamo in toto. Così va bene? In particolare, ieri, il collega Mighetti nel suo intervento nel Consiglio aperto ha sollevato delle perplessità in merito all'utilizzo dei fondi e a questo ennesimo cappello che si metterebbe sulla possibilità di cooperazione fra diversi soggetti che hanno caratteristiche comuni.
In particolare, non possiamo ignorare che uno degli assi portanti che il Consigliere Rostagno chiede di sostenere con questo ordine del giorno fa proprio riferimento a trasporti, mobilità e connettività. Abbiamo avuto modo di vedere che all'interno del progetto EUSALP si dà particolare rilievo alla costruzione delle grandi infrastrutture, in particolare quelle che interessano la linea Torino-Lione, quindi l'asse orientato lungo la Val di Susa e quelle che riguardano il Terzo Valico.
Essendo noi fortemente contrari a queste infrastrutture, non possiamo in alcun modo, sostenere questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 655, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 100, inerente a "Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 199. Adozione del Progetto di Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione e proposta al Consiglio regionale della relativa approvazione"


PRESIDENTE

Procediamo con il proseguimento dell'esame della proposta di deliberazione n. 100, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Questa mattina abbiamo interrotto prima di prendere in esame l'emendamento n. 52).
Emendamento rubricato n. 52) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti: Al termine dell'elenco puntato del primo capoverso è aggiunto il seguente punto elenco: "- avvio corsi di corretta gestione dei rifiuti riferiti a diversi target di popolazione (ad esempio Unitre, scuole di ogni ordine e grado, Aziende, Circoscrizioni.)".
Aveva chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Ritorniamo all'argomento di questa mattina, con un po' di sforzo perch abbiamo cambiato una serie di argomenti nel pomeriggio e ritornare così rapidamente al piano rifiuti, non è semplice.
L'emendamento n. 52) si riferisce alle attività di comunicazione e di formazione rispetto alla corretta gestione dei rifiuti. Il nostro emendamento prescriveva di riferire questi corsi ai diversi target cui sono destinati, quindi scuole di ogni ordine e grado, aziende, circoscrizioni e altro.
La considerazione che va fatta è che in ogni situazione ci sono diverse sensibilità da valutare e diversi approcci. Chiaramente, a livello di scuola primaria, si può fare un lavoro veramente importante. Molti insegnanti, senza fare grossi sforzi, ma avendo una propria sensibilità in questo ambito, fanno un'attività di formazione degli studenti semplicemente nel dare giuste indicazioni quando il bambino si alza e deve buttare qualcosa nel cestino dei rifiuti. Sono questioni molto banali e molto rapide, ma molto efficaci. Penso che una formazione orientata anche a dare piccoli strumenti agli insegnanti nella vita scolastica di tutti i giorni sia utile a conseguire l'obiettivo di una giusta formazione in questo campo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento molto importante. Prima della conclusione della seduta mattutina, quando abbiamo trattato i fanghi di depurazione, ho parlato di trasparenza di informazione, di sensibilizzazione che la Regione Piemonte dovrebbe mettere in atto. In questo emendamento, infatti, si chiede che vengano avviati dei corsi per una corretta gestione dei rifiuti riferiti ai diversi target di popolazione. Ad esempio l'UniTre, le scuole di ogni ordine e grado, aziende, circoscrizioni, anche centri di aggregazione dove c'è un incontro di molte persone. È importante sensibilizzare, educare e informare fin da bambini.
Mi viene in mente un insegnante che conosco, molto sensibile alla tutela dell'ambiente, del territorio e alla salute dei propri bambini, ma in generale dei cittadini. Questa insegnante, di sua spontanea volontà, ha deciso di spiegare ai bambini la gestione dei rifiuti e di parlare di una corretta alimentazione, cercando di informare, sensibilizzare e di educare i bambini sotto questo punto di vista.
Se un insegnante, di sua spontanea volontà perché ha a cuore la tutela dell'ambiente, la tutela della salute dei propri bambini e di tutti, decide di fare dei corsi di formazione o cercare di spiegare ai bambini in maniera corretta cos'è un rifiuto e come viene smaltito, perché la Regione Piemonte, che è un'istituzione, non dovrebbe mettere in atto corsi corretti di informazione e sensibilizzazione a tutti i cittadini?



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Ricordo a tutti il rispetto dei tempi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo cambiato argomento e stiamo discutendo dell'importantissimo Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione.
Questa proposta è stata oggetto di una nostra notevole attività emendativa in Commissione, ma intendiamo presentarla anche qui in Aula proprio perch la sintesi emersa dalla Commissione, comunque, non ci trova pienamente soddisfatti né concordi.
Non potrebbe essere diversamente, visto che abbiamo programmi elettorali e posizioni culturali e politiche nettamente diverse, non solo ovviamente sul tema della gestione dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile e della gestione dei rifiuti.
In questo caso, ad esempio, colleghiamo l'istruzione e la cultura al tema dei rifiuti. Abbiamo visto - l'hanno già detto i Consiglieri tante volte - che le scuole vengono portate spesso in visita addirittura all'inceneritore di Torino o al modellino che è presente in Corso Umbria al Museo "A come Ambiente". Modellino disegnato come se fosse un mostriciattolo carino che mangia i rifiuti e questi spariscono metabolizzati dal mostriciattolo. È una forma di distorsione della realtà è una forma di utilizzo della comunicazione distorta per creare una realtà diversa.
E' una manipolazione dei fatti, sostanzialmente. I bambini, magari tornano a casa e spiegano ai genitori di essere andati in visita in un fantomatico impianto che emette aria pulita, risolve il problema dei rifiuti e produce energia. Non so quale genitore abbia la voglia e il tempo e, perché no, abbia le competenze - magari alcuni ce l'hanno, ma manca il tempo - di spiegare che la realtà è ben diversa.
Sull'educazione non si scherza. Se vogliamo discutere di politica di rifiuti, ne discutiamo, ma non prendiamo in giro e non giochiamo sulla pelle dei bambini.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Occorre una corretta informazione, soprattutto in ambito scolastico.
Tuttavia, la domanda che mi sono posto negli anni è la seguente: è sufficiente? Io ritengo di no.
Non credo che un'informazione possa portare a risultati migliori degli attuali e soprattutto che possa mantenerli nel tempo. Però gioca un ruolo importante se l'informazione è accompagnata da sistemi di raccolta differenziata più evoluti degli attuali.
Credo, altresì, che non sia sufficiente fare informazione nelle scuole ma occorre portare le nuove generazioni a contatto con quanto avviene sul territorio.
Quante volte si sente dire: "Tanto finisce tutto insieme!". Questa è la frase più comune che sento dire dai cittadini che incontriamo nei dibattiti pubblici o in altre sedi a proposito della raccolta differenziata: "Tanto va a finire tutto nell'inceneritore".
Bisogna quindi portarli a vedere e a toccare con mano la situazione! Si devono organizzare viaggi negli impianti di compostaggio presenti sul territorio; si deve far comprendere l'importanza del riciclo dell'umido come frazione fondamentale che anche la normativa europea ci impone di portare a riciclo. Perché quando andiamo negli impianti di trattamento dell'indifferenziato vediamo che oltre il 50% dei rifiuti è composto dall'umido, proprio perché non c'è stata informazione.
Le famiglie non sono incentivate a fare la raccolta differenziata; non vogliono avere il disturbo di raccogliere in modo diversificato l'umido e di mettere fuori i rispettivi contenitori, per cui lo buttano tutto nell'indifferenziato.
E' dunque uno stimolo in più, ma non è sufficiente.



PRESIDENTE

Ricordo che l'emendamento n. 53) è stato ritirato.
Emendamento rubricato n. 50) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Porchietto e Valetti: Pagina 90, PARAGRAFO 7.3, CAPITOLO 7, TITOLO I.
Il paragrafo 7.3 viene così sostituito: "7.3 Ruolo di partecipazione attiva dei cittadini e delle Associazioni I cittadini sono i destinatari primi delle misure contenute all'interno della presente pianificazione: i provvedimenti, gli oneri conseguenti e le ricadute ambientali. La pianificazione regionale influisce sullo stile di vita, per molti la qualità della vita, sulla salute e sull'ambiente.
Pertanto coinvolgimento dei cittadini è fondamentale per approdare a soluzioni il più ampiamente condivise, in un'ottica di interesse reciproco e proficua collaborazione.
II cittadino non deve pertanto essere solo istruito, ma deve poter partecipare attivamente a tutti i processi amministrativi sulla gestione dei rifiuti; solo attraverso questo approccio di democrazia partecipativa è possibile responsabilizzare ed accrescere la consapevolezza all'interno del comportamento sugli usi e consumi della materia.
A tale scopo la Giunta regionale si impegna ad istituire un Forum permanente, quale piattaforma per un dialogo continuo fra istituzioni rappresentanti della società civile, imprese e associazioni ambientaliste sul tema dell'economia circolare. Tale Forum non è un organo, ma rappresenta un momento di condivisione delle conoscenze nel settore della gestione dei rifiuti.
La legge regionale n. 7/12 prevede che il territorio regionale sia articolato in 4 Ambiti Territoriali Ottimali". Nella Delibera di Giunta 2 agosto 2013, n. 50-6253 si delineano i parametri per la formazione dei Sub ambiti - ovvero le "aree territoriali omogenee".
I sub-ambiti o aree territoriali omogenee non devono prescindere dalla democrazia partecipativa. Pertanto, per garantire la democrazia partecipativa si processi decisionali, viene proposto il seguente modello precedentemente citato a pag. 7, sottoparagrafo 1.3.2 "Stato di fatto della governance sulla gestione dei rifiuti".
II governo, inteso come scelte e decisioni politiche di indirizzo, viene fornito dall'Assemblea dei Sindaci, o loro delegati, che verrà convocata una/due volte anno dal Presidente eletto nella prima adunanza. Ogni due anni verrà eletto un nuovo Presidente. Saranno altresì eletti due vice Presidenti; il collegio avrà l'onere di verificare che le linee di indirizzo decise nell'Assemblea trovino precise rispondenze nella fase esecutiva.
L'Assemblea dei Sindaci costituirà una Azienda Speciale Pubblica per 1' esecutività. L'Azienda Speciale Pubblica sarà composta dalle competenze necessarie, possibilmente ricavate dal territorio, con bando di gara.
L'Azienda Speciale Pubblica si potrà avvalere di pareri esterni quando se ne presenta la necessità.
L'Azienda Speciale Pubblica nominerà al suo interno un Presidente. La remunerazione del Presidente non potrà superare quella del Sindaco del comune più rappresentativo.
L'Assemblea dei Sindaci costituirà altresì una Consulta alla quale possono partecipare sia gruppi di cittadini organizzati che singoli. I membri della Consulta avranno il diritto di essere informati dello stato di avanzamento dei lavori e potranno proporre modifiche anche in corso d'opera.
I partecipanti alla Consulta sono di diritto: il Presidente del sub ambito o suo delegato, il Presidente dell'Azienda Speciale Pubblica o suo delegato. Vengono nominati rappresentanti del territorio in numero massimo di 20 persone i quali potranno farsi supportare da tecnici. Il compito prevalente della Consulta è quello di fornire la massima informazione alla cittadinanza.
La Presenza nella Consulta non prevede emolumenti di alcun genere.
In particolare la Consulta deve essere attore decisionale quando c'è da costruire un impianto, anche se utile alla filiera del riciclaggio per ridurre le quantità avviate a smaltimento. Quindi si deve prevedere l'avvio di un processo di informazione e dibattito il più esteso possibile ove chiunque possa proporre soluzioni anche diverse".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questo emendamento è la riscrittura completa di un paragrato, che titola "Ruolo di partecipazione attiva dei cittadini e delle Associazioni".
Se il paragrafo precedente, su cui insisteva l'emendamento test illustrato, riguardava il ruolo degli organi istituzionali, in questo caso parliamo del ruolo dei cittadini.
Vogliamo, con quest'emendamento, inserire dei principi di democrazia all'interno del sistema della gestione dei rifiuti, con il coinvolgimento dei cittadini. Nel testo che viene proposto da questo emendamento diciamo proprio che la Giunta regionale si impegna ad istituire un forum permanente quale piattaforma per un dialogo continuo fra istituzioni, rappresentanti della società civile, imprese e associazioni ambientaliste sul tema dell'economia circolare. Questo forum rappresenta un momento di condivisione delle conoscenze nel settore della gestione dei rifiuti.
La legge regionale 7/2012 (tuttora vigente, finché non la cambieremo come probabilmente avverrà nei prossimi mesi) prevede che il territorio regionale sia articolato in quattro Ambiti Territoriali: qui si va ad inserire un diverso sistema di governance dei rifiuti prevedendo anche i cittadini, o comunque delle rappresentanze dei cittadini, tra gli organi e i soggetti coi quali vengono condivise tutte le attività.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Credo che questo sia un emendamento importante, perché vuole entrare nella governance della gestione dei rifiuti solidi urbani; gestione che come abbiamo visto, non ha garantito negli anni nemmeno lo stesso colore dei contenitori per la raccolta differenziata nei vari consorzi.
Noi crediamo che la gestione dei rifiuti vada ampliata in modo partecipativo a quei soggetti - in particolar modo le associazioni - che sul territorio hanno dimostrato più attaccamento ad una corretta gestione dei materiali che possono diventare rifiuto o materia seconda.
Per far questo bisogna appunto agire sulla governance, legiferata dalla legge 7/2012: con la maggioranza c'è un accordo per arrivare, in tempi brevi, sia alla modifica della legge n. 7/2012, che regola la governance sia alla modifica della legge 24 sui rifiuti. Io credo che nella cabina di regia vadano inserite persone che non facciano capo solamente alla politica istituzionale. Perché la politica istituzionale ha dimostrato in questo settore di non essere all'altezza che le sfide ambientali ci chiedono.
Dunque, la partecipazione alla governance va allargata alle associazioni ambientaliste. Perché partecipare agli osservatori provinciali sui rifiuti fare relazioni, passare ore a discutere spesso e volentieri delle stesse cose, non è sufficiente. Se vogliamo fare un salto di qualità, bisogna dare più partecipazione e ampliare la democrazia.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

L'impostazione che noi vorremmo dare con la riscrittura di questo Capitolo emerge già dalla prima riga del Capitolo originario: "Risulta fondamentale sensibilizzare i cittadini all'acquisto di prodotti maggiormente ecosostenibili, aiutandoli a comprendere l'importanza della scelta di determinate tipologie di prodotti e beni".
Noi riteniamo che il ruolo dei cittadini debba essere molto più rilevante, ma anche maggiormente valorizzato. Il testo del Piano rifiuti si rivolge ai cittadini consumatori e prevede un indirizzamento, quindi una sorta di guida, un aiuto alla comprensione di come si possano ridurre i rifiuti.
Quello che invece noi proponiamo è proprio un ruolo di partecipazione attiva dei cittadini e delle associazioni. Anche la definizione che diamo alla riscrittura del Capitolo è piuttosto chiara: "I cittadini sono i destinatari primi delle misure contenute all'interno della presente pianificazione", quindi sono un soggetto assolutamente fondamentale nel Piano di gestione dei rifiuti; in quest'ottica noi chiediamo, ovviamente un maggior coinvolgimento, che arrivi ad una vera e propria forma di collaborazione: solo chiedendo una collaborazione attiva ai cittadini elevandoli quindi allo stesso livello di tutti gli altri soggetti coinvolti (parliamo delle aziende e delle associazioni), possiamo effettivamente far sentire i cittadini coinvolti e parte integrante del ciclo di gestione dei rifiuti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
L'istituzione di meccanismi di partecipazione della cittadinanza nella gestione dei rifiuti ha più di un vantaggio. Il primo è che si argina un pochino la gestione privatistica del servizio, che è un servizio pubblico che è stato lungamente e ampiamente diretto o influenzato da interessi prettamente economici, o - se vogliamo dirla in modo più equo - da interessi economici di parte, quindi di minoranze che sono prevalse verso gli interessi della collettività. E questo è un problema che si rivede nella gestione di molti servizi pubblici.
Noi sosteniamo che una popolazione correttamente informata e indirizzata sulle conseguenze delle scelte di ognuno è, poi, in grado - a sua volta - di deliberare, decidere e influenzare le politiche riguardanti alcuni aspetti fondamentali della gestione della cosa pubblica.
Qui si parla di un tavolo, di un'Assemblea di Sindaci cui è demandata la gestione politica - la direzione della gestione dei rifiuti - e le aziende concessionarie del servizio si adeguano a ciò che è la gestione.
Questo è ancor più necessario quando si parla di fusione di società che fanno la gestione della raccolta dei rifiuti e la gestione dello smaltimento, che le pone in un potenziale conflitto d'interesse. Inoltre, i vari accorpamenti proposti tra le società che gestivano degli ambiti territoriali limitati vanno verso fusioni e gestioni sempre più grandi e lontane dal territorio.
Questo è un problema per la democrazia. Se non arginiamo con dei meccanismi di bilanciamento politico, rischiamo di mettere tutto in mano ai privati e la politica non deciderà più nulla dei meccanismi della gestione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Questo è un altro emendamento molto importante che, a mio parere, non doveva essere presentato dal Movimento 5 Stelle e dal nostro Capogruppo, ma dalla Giunta. Con questo emendamento si chiede di sostituire il Paragrafo 7.3 del Capitolo 7, Titolo I, che riguarda il ruolo di partecipazione attiva dei cittadini e delle associazioni.
E' molto importante che i cittadini vengano resi partecipi: il cittadino non deve essere solo istruito, ma deve poter partecipare attivamente a tutti i processi amministrativi della gestione dei rifiuti.
Solo attraverso quest'approccio di democrazia partecipativa è possibile responsabilizzare ed accrescere la consapevolezza degli usi e consumi della materia, quindi dei cibi che noi consumiamo.
Pertanto, i cittadini sono i destinatari primi delle misure contenute all'interno della presente pianificazione, perché devono essere al corrente e partecipare attivamente. Come cittadini (siamo anche noi cittadini) siamo tutti consapevoli, quando - ad esempio - per strada ci troviamo a discutere con le persone, e siamo i primi a dire: "Ma insomma, pretendono che paghiamo, ci riempiono di tasse e di regole, però non veniamo coinvolti attivamente. Il nostro pensiero e la nostra opinione non vengono ascoltati".
Ecco perché è importante - e concludo - che il cittadino abbia un ruolo di partecipazione attiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.
Vi chiedo di stare nei due minuti. Grazie.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Quando si compiono delle scelte programmatorie che coinvolgono la vita dei cittadini piemontesi in maniera, non dico pesante, ma comunque diffusa e concreta, quando si va a decidere su quello che ogni persona fa tutti i giorni, magari più volte al giorno, cioè apprestarsi ad acquistare un prodotto o gettare qualcosa nella pattumiera di casa, occorre capire quali sono le reali esigente, i reali limiti di quello che si propone e quali sono le scelte più giuste che possono avere un riscontro e generare un ciclo virtuoso.
Per questo motivo, in questo emendamento chiediamo un forum permanente in cui ci sia un confronto tra cittadini e Amministrazione, in modo da percepire le problematiche negli indirizzi che vogliamo dare.
Noi diamo degli indirizzi riguardanti un comportamento virtuoso e vorremmo che questi indirizzi fossero maggiormente presenti in questo Piano. Dall'altra parte, però, ci deve essere una comprensione: se non c'è comprensione degli indirizzi, ma soprattutto delle modalità di applicazione specifica in ogni ambito, il progetto non potrà mai decollare.
L'informazione, pertanto, è un elemento fondamentale per garantire il funzionamento di tutto il ciclo dei rifiuti ed un corretto smaltimento degli stessi.
Grazie.



MOLINARI GABRIELE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come hanno detto i colleghi, siamo giunti a pagina 90, paragrafo 7.3 riguardante il ruolo di partecipazione dei cittadini e delle associazioni.
Noi, come al solito, vogliamo introdurre un principio e, quindi inserirlo in un Piano regionale; a maggior ragione, anche nelle norme statutarie e della partecipazione regolamentare del Consiglio regionale perché riteniamo, non come semplice giudizio politico, ma come evidenza ormai abbastanza riconosciuta a livello mondiale, che la partecipazione attiva dei cittadini migliori la qualità della normazione. Addirittura secondo alcuni studi fatti in Svizzera (la patria della democrazia diretta), aumenta anche il prodotto interno lordo, il PIL.
Posto che - come sappiamo benissimo - il PIL non è interamente indicativo di un prodotto positivo (ci possono anche essere esternalità negative intorno al PIL), generalmente si è visto che nelle Regioni, nei Länder, nei Cantoni, laddove c'è più democrazia diretta e più partecipazione dei cittadini è migliore la qualità della vita, il benessere percepito reale e cresce anche il PIL.
Molto spesso, nella gestione dei rifiuti e della cosa pubblica si dice: "Se lasciassimo più decisioni, più potere, più capacità di scelta ai cittadini, chissà cosa combinerebbero", mentre è stato dimostrato che nella maggior parte dei casi, quando si lascia scegliere ai cittadini, si compiono scelte migliori di quelle che sarebbero state prese dalla politica, che - invece - a volte gestisce la cosa pubblica per interessi personali o su risposta a pressioni di determinate lobby.
Pertanto - e chiudo - i cittadini, essendo anche numericamente di più hanno più libertà di scegliere in maniera libera e democratica.
Quindi, aumentiamo la partecipazione di cittadini e associazioni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 48) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Porchietto e Valetti: Dopo il primo capoverso del paragrafo 7.4 viene inserito il capoverso "La Regione incentiva e promuove tali azioni al fine di ottenere una vasta azione di progettazione, organizzazione della gestione dei rifiuti presso tutti gli enti pubblici. Al fine di consentire risultati qualito quantitativi ragguardevoli di riduzione e raccolta differenziata, tutti gli Enti pubblici piemontesi, comprese le Aziende Sanitarie Locali, le università e gli istituti scolastici, devono dotarsi di un disciplinare interno, contenente obiettivi di riduzione e riuso in linea con la pianificazione e la normativa europea, nazionale e regionale, così come individuato in maniera specifica nel sottoparagrafo di primo livello 8.4.1.2. Diffusione del Green Public Procurement".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento al paragrafo 7.4, siamo a pagina 91. Il capitolo parla di riduzione dei rifiuti, quindi in apertura del paragrafo si dice che vengono riportati alcuni esempi di azioni adottate sul territorio regionale per la riduzione dei rifiuti. Sono descritte le iniziative per le quali è stata effettuata un'attività di monitoraggio e sono pertanto disponibili i dati sulle riduzioni di rifiuti e/o sui benefici ambientali comunque conseguiti.
Ricordiamo che, nella scala gerarchica dettata dalle normative comunitarie e nazionali sulla gestione dei rifiuti, la riduzione è al primo posto. Infatti, il primo punto è "fai meno rifiuti e in questo modo avrai meno rifiuti da gestire con tutto quello che ne consegue".
Visto che è importante anche il ruolo nella riduzione dei rifiuti da parte delle istituzioni, andiamo ad aggiungere un capoverso che recita: "La Regione incentiva e promuove tali azioni, al fine di ottenere una vasta azione di progettazione, organizzazione della gestione dei rifiuti presso tutti gli Enti pubblici. Al fine di consentire risultati quali-quantitativi ragguardevoli di riduzione e raccolta differenziata, tutti gli Enti pubblici piemontesi, comprese le Aziende Sanitarie Locali, le università e gli istituti scolastici, devono dotarsi di un disciplinare interno contenente obiettivi di riduzione e riuso in linea con la pianificazione e la normativa europea, nazionale e regionale".
Quindi, è importante che prima di tutto siano gli enti pubblici a dotarsi anche al loro interno di un disciplinare preciso riguardo la riduzione dei rifiuti. Se questo ha un'importanza abbastanza elevata all'interno di uffici pubblici come quelli della Regione o dei Comuni assume un'importanza ancora maggiore se pensiamo a soggetti come le ASL dove per forza di cose la gestione è molto più complessa e i rifiuti che potenzialmente si possono produrre sono in quantità molto maggiore e anche di tipologia molto problematica da gestire, con dei costi veramente alti.
Se anche lì si facesse un'operazione di controllo, di caratterizzazione e di verifica dei metodi attraverso i quali si possono produrre meno rifiuti, otterremmo dei risultati ottimi in termini di riduzione dei rifiuti, ma anche e soprattutto di risparmio per le casse pubbliche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Noi pensiamo che la Pubblica Amministrazione con tutti i suoi enti e aziende controllate debba dare il buon esempio sulla gestione dei rifiuti.
I privati potrebbero, infatti, dire: "Se neanche il pubblico adotta queste misure, perché dovrei farlo io, visto che per me è un costo?".
In realtà, vedremo che non è un costo, perché tutto ciò che riguarda la gestione dei rifiuti e la riduzione della produzione dei rifiuti a monte è un risparmio per i fruitori e tutti i soggetti intermedi della catena, che va dalla produzione allo smaltimento del rifiuto, ma lo è anche per le aziende che operano nel settore, perché riusciamo ad ottener un recupero di materia anziché un costo per la società e per la Pubblica Amministrazione.
Quindi, per primi, enti molto strutturati come le ASL, le Università e le scuole possono fare molto. Nelle scuole si aggiunge il valore educativo che abbiamo detto prima, ma anche le ASL e molte altre istituzioni, essendo luoghi che le persone frequentano e vedono, potrebbero dare un'ottima opinione sulla coerenza di una Pubblica Amministrazione che chiede dei cambiamenti di abitudine ai cittadini, ma per prima dà il buon esempio e li attua lei stessa.
Ci sono molti altri luoghi pubblici di mezzo che non fanno parte del controllo dell'Amministrazione; pensiamo, ad esempio, a luoghi pubblici come le stazioni ferroviarie o altri che indirettamente sono istituzioni che svolgono un servizio pubblico. Anche queste spesso non danno il buon esempio e non danno la percezione che la società sta mutando verso l'economia circolare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Il tema dell'organizzazione della raccolta differenziata negli enti pubblici è molto importante e su questo c'è molta strada da fare.
Qualche anno fa il consorzio Priula era venuto a Novara a presentare i dati della raccolta differenziata nei due ospedali che insistono sul territorio del consorzio, ed erano dati veramente eclatanti, cioè una raccolta differenziata al 90%.
Per riuscire a raggiungere questi obiettivi bisogna darsi delle regole organizzarsi, andare nei reparti, valutare le situazioni e confrontarsi.
C'è tutto un lavoro che, fino ad oggi, si è rifiutato. Infatti, le bollette per la raccolta dei rifiuti diventano salatissime sul nostro territorio.
I medici degli ospedali novaresi sono costretti, se vogliono fare la raccolta differenziata, a nascondere le bottigliette di plastica negli armadietti per poi portarle fuori nei sacchetti all'imbrunire, di nascosto perché l'Azienda Sanitaria non organizza la raccolta differenziata negli ospedali. Sembra un tabù che non si possa fare questa raccolta differenziata, quindi è meglio buttare tutto nei rifiuti ospedalieri, così lo paghiamo dieci volte in più. Purtroppo la situazione è questa.
I risultati che proponiamo sono facilmente raggiungibili nel momento in cui ci si danno degli obiettivi. Anche nelle scuole si potrebbe fare tantissimo, magari organizzare delle squadre con gli studenti più sensibili, che si occupino della differenziazione dei rifiuti e di verificare se questa effettivamente venga portata avanti.
Abbiamo un sacco di lavoro da fare e tanti risultati da raggiungere.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Questo è un emendamento che va proprio a colpire gli enti pubblici, nel senso che va ad individuare gli enti pubblici come principali destinatari di azioni di progettazione ed organizzazione della gestione dei rifiuti.
Chiaramente la corretta gestione dei rifiuti passa attraverso numerose azioni, molte delle quali vanno a coinvolgere il privato. Quindi, ci saranno altri momenti in cui parleremo delle aziende e dell'economia circolare. Però qualsiasi tipo di azione deve comunque partire dietro l'impulso dell'ente pubblico, sia nel senso della regolamentazione, che stiamo facendo con questo piano rifiuti, sia nel senso del dare il buon esempio.
Chiaramente un cittadino che si ritrova in un ufficio pubblico o frequenta una scuola o l'università oppure un'ASL e vede che l'Ente pubblico stesso non pratica una corretta raccolta differenziata, si porrà una domanda. La domanda è: "Se io devo fare la differenziata, perché non deve farla anche l'Ente pubblico?" È una domanda senz'altro lecita.
Quindi, il fatto che ad oggi ci siano tantissimi enti pubblici in Piemonte, comprese le ASL, che non hanno un disciplinare interno e non provvedono a separare correttamente i rifiuti, è senza dubbio un qualcosa che rischia di disincentivare la raccolta differenziata da parte dei cittadini e anche di dare un'immagine negativa della Pubblica Amministrazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola al Consigliere Bono.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Abbiate pazienza. Ha alzato la mano il Consigliere Bono, io ho visto lui. C'era anche Mighetti. Se vedo una mano alzata, do la parola. L'avete alzata insieme e vi chiedo scusa.
Prego.



MIGHETTI Paolo

In genere, gli interventi si prenotano. Quando si alzano le mani si prende nota degli interventi e poi si dà la parola. Nulla me ne voglia il Presidente, ma in questo caso è così.
Sull'emendamento.
Chiaramente, quando un cittadino è invogliato e ha dei riferimenti e degli esempi concreti di differenziazione, di volontà di attuare delle politiche corrette anche a livello di spazi pubblici e di edifici pubblici si ha un meccanismo di emulazione e un meccanismo virtuoso.
Quando si entra in quest'Aula si vede che c'è solo un cestino per l'indifferenziata, quindi non si fa molta pubblicità a un meccanismo virtuoso e non la si fa neanche in tutti gli edifici pubblici in cui non c'è una differenziazione dei rifiuti. Non c'è un meccanismo di differenziazione in molti luoghi pubblici e non è obbligatorio.
Quindi una riflessione su quanto accade intorno a noi e quanto accade in edifici in cui si prendono delle decisioni sulle spalle dei cittadini diventa una questione importante e diventa anche un metro per confrontarsi con alcune persone, che per esempio hanno accesso a questi luoghi, perch rimane difficile spiegare ad una persona, che magari non fa la differenziata, che non la fanno in Parlamento e nemmeno in Consiglio regionale.
Queste sono argomentazioni che bloccano il discorso e lasciano veramente poche reazioni all'interlocutore che vuole stimolare un comportamento virtuoso. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Mi sembra una richiesta sensata, condivisibile e speriamo condivisa da parte della maggioranza ed eventualmente anche dall'Assessore Valmaggia che potrà o meno dare un'indicazione e spero che i Consiglieri possano recepire o meno a seconda di quello che ritengono giusto fare.
In questo caso, riteniamo necessario dotarsi di un disciplinare interno da parte degli enti pubblici piemontesi, comprese soprattutto le ASL, per prevenire e ridurre la produzione dei rifiuti e avviarli alla raccolta differenziata, quindi al riciclo o al riuso, per la parte, ovviamente, su cui è possibile farlo. E' ovvio che, se parliamo di ASL, una parte saranno rifiuti sanitari, quindi non avviabili a recupero o al riciclo, almeno ad oggi, visto che questa filiera non esiste, visto che una parte saranno rifiuti potenzialmente infetti. Quindi si sta parlando di rifiuti non sanitari per quanto riguarda le ASL.
Per quanto riguarda tutto il resto degli enti pubblici piemontesi, è vero che c'è una scarsa attenzione alla riduzione, alla prevenzione della produzione di rifiuti e al riciclo corretto e al recupero degli imballaggi e del materiale di rifiuto.
Quindi pensiamo che questo, insieme alla diffusione della Green Public Procurement, cioè gli acquisti pubblici ecologici, per dirla in italiano nella lingua che ancora oggi usiamo, dovrebbe permettere appunto di diffondere un utilizzo di materiali che stimolino la raccolta differenziata. Uno su tutti, per esempio, è la carta riciclata. E' paradossale che la carta riciclata costi uguale o addirittura anche di più della carta non riciclata, sbiancata, e l'utilizzarla nel Green Public Procurement permetterebbe di aumentare la filiera della carta recuperata. E questo si può fare su centinaia di materiali: biro, gomme, matite e anche a tutti quelli che sono prodotti anche tecnologici, che possono essere riavviati al recupero magari con un miglioramento della dotazione di software o di hardware.
Quindi, questa è l'ottica. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
In questo paragrafo (siamo alla pagina 91, paragrafo 7.4, capitolo 7) si parla della riduzione dei rifiuti.
In questo emendamento viene inserito un nuovo capoverso, che cita una corretta raccolta differenziata e una riduzione dei rifiuti, che permetterebbe un notevole risparmio per le casse pubbliche.
Si chiede, quindi, al fine di conseguire risultati ragguardevoli non solo relativamente ai livelli qualitativi, ma anche a quelli quantitativi di riduzione della raccolta differenziata, di coinvolgere tutti gli enti pubblici piemontesi, comprese le ASL, l'Università e gli istituti scolastici.
Per quanto riguarda le ASL, c'è un grande lavoro da fare ed è giusto e doveroso. Inoltre, dovrebbe diventare obbligatorio che ciascuna ASL o Azienda Ospedaliera Sanitaria, oppure Universitaria, debba dotarsi di un disciplinare interno, proprio per mettere in atto una corretta raccolta differenziata ed una riduzione dei rifiuti che, purtroppo, ancora oggi è molto limitata, perché non viene messa in atto un'adeguata raccolta differenziata e non vengono neanche ridotti i rifiuti.
So che alcune Aziende che fanno riferimento diversi ospedali (conosco quasi tutte le ASL della provincia di Torino, ma anche quelle delle altre province) stanno iniziando a mettere in atto una vera e propria raccolta differenziata; mentre in altri ospedali non esiste assolutamente una raccolta differenziata: ci sono dei contenitori, dove viene buttato tutto anche materiale altamente infettivo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
Emendamento rubricato n. 49) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Porchietto e Valetti: Emendamenti alla pagina 112, SOTTOPARAGRAFO 8.1.2, PARAGRAFO 8.1, CAPITOLO 8, TITOLO II Il primo capoverso della pagina che inizia con le parole "In questo caso..." viene così modificato: "In questo caso i quantitativi stimati corrispondono a 409 kg/ab anno e possono essere considerati come un obiettivo verso cui tendere per la riduzione della produzione di rifiuti.
Il dato appare in linea con l'andamento economico, vista la delocalizzazione delle strutture produttive ed il loro mancato reintegro in tempi brevi per la produzione di rifiuti speciali che incidono su questo calcolo. Infatti, il tessuto industriale residuo tutt'oggi non lascia intravedere prospettive di completa ripresa o di insediamenti sostitutivi e anche il tessuto sociale conseguente è proiettato verso un progressivo invecchiamento con un'ulteriore probabile contrazione dei consumi.
Inoltre i risultati di quanto proposto a pag. 255, tab 10,2, si saranno consolidati con l'allargamento ad 1.050.000 abitanti della raccolta domiciliare ed il presunto aumento della Raccolta Differenziata al secondo anno dall'avvio".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questo emendamento riguarda la quantità annua di rifiuti prodotti pro capite. In qualche modo, si dice che non è possibile arrivare ad un quantitativo di 409 chilogrammi per abitante all'anno di produzione rifiuti, perché si continua a legare - questo è sicuramente un errore - la produzione dei rifiuti con la crescita economica.
Questo è uno dei motivi per cui il Piano rifiuti non propone una vera riduzione della produzione dei rifiuti, perché prende come dato di riferimento il dato pre-crisi. Quindi, è un po' una resa verso principi dell'economia, nel senso che si dice che se cresce l'economia cresce anche la produzione di rifiuti. E dicevo che si tratta di una resa, perché è come ammettere che la produzione di rifiuti non è collegata, per esempio, a campagne di riduzione, ma semplicemente si muove con l'economia. Invece delle politiche attive di riduzione dei rifiuti devono essere in grado di essere anticicliche. I dati a nostra disposizione, che sono dati anche forniti da organismi pubblici, dicono che i Paesi europei che hanno ottenuto delle migliori performance in termini di riduzione della produzione di rifiuti sono quelli che hanno, appunto, disaccoppiato la produzione dei rifiuti dall'andamento dell'economia.
Questo è uno dei motivi per cui andiamo a proporre di modificare quel paragrafo. Più avanti vedremo che gli obiettivi che proponiamo noi per quel che attiene alla produzione di rifiuti sono molto più ambiziosi di quelli prodotti invece da questo piano. Noi infatti siamo convinti che sia possibile e necessario mettere in atto delle politiche attive per ridurre la produzione di rifiuti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie.
Il fondamento su cui si basa questa proposta poggia su considerazioni già ampiamente trattate in V Commissione. Noi avevamo infatti già fatto notare come dal 2010 la produzione di rifiuti fosse già scesa e in parte in maniera non del tutto collegata al PIL. In realtà, quindi, ci sono già stati dei disaccoppiamenti locali della produzione di rifiuti rispetto al PIL ed è stato laddove le amministrazioni hanno adottato le migliori tecnologie e best practices di riduzione del rifiuto, che vanno di pari passo con quelle della raccolta differenziata: porta a porta "spinto" con tariffazione puntuale e controlli alla cittadinanza, ma sempre con sensibilizzazione dei cittadini al raggiungimento di quegli obiettivi.
Pertanto, noi avevamo già raggiunto i 450 chili pro capite in Piemonte e riteniamo che l'obiettivo di avvicinarsi ai 420 chili al 2020 sia un obiettivo del tutto raggiungibile, tant'è che l'abbiamo anche proposto in un emendamento. La nostra proposta di Piano, che abbiamo inizialmente emendato in Commissione ambiente, è stata basata su questo quantitativo.
Inizialmente avevamo proposto il raggiungimento dell'85%, basandoci sui risultati del Consorzio Contarina. Dopodiché in una seconda proposta, anche nel tentativo di trovare una convergenza, siamo arrivati ad un'ipotesi del 75% con l'impegno a definire gli obiettivi negli anni successivi. Questa intesa, purtroppo, non ha portato a nulla e tuttora nel Piano permangono le cifre inizialmente proposte.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Ecco, con quest'emendamento parliamo di riduzione della produzione dei rifiuti. In questo settore si possono fare veramente tante iniziative e l'iniziativa fondamentale, quella della valutazione della produzione dei rifiuti, ovvero la tariffazione puntuale, è riportata proprio nei manuali.
Mi viene in mente un libro prodotto dall'Associazione internazionale medici per l'ambiente, l'ISDE, in cui vengono riportati i dati ufficiali: laddove si attiva un sistema di tariffazione puntuale con valutazione della produzione dei rifiuti il quantitativo di rifiuto totale scende al di sotto di un chilo per abitante al giorno e quindi si scende ampiamente sotto i 400 chili; tant'è vero che nell'unico Consorzio piemontese dove viene fatta la valutazione puntuale della produzione dei rifiuti, il Consorzio Chierese, la produzione è sotto i 400 chili.
Il dato che noi abbiamo proposto, quindi, è di manica larga, nel senso che estendendo la tariffazione puntuale su tutto il territorio regionale oltre ad un deciso miglioramento della raccolta differenziata si ha una decisa riduzione della produzione di rifiuti.
Certo, verrebbe spontaneo chiedersi come mai in provincia di Novara un piccolo Comune come quello di Mezzomerico ha pesato i mezzi quando entrano e quando escono dal territorio comunale ed è passato da oltre 400 a 313 chili di rifiuto totale per abitante l'anno. Io non credo che ci siano solo iniziative volte alla riduzione dei rifiuti, quali il compostaggio domestico, la casetta dell'acqua, il pannolino lavabile o altre misure di questo tipo, ma che ci sia qualcosa di più.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo - lo dico guardando l'Assessore Valmaggia - è forse uno degli emendamenti chiave delle proposte di modifica fatte dal Movimento 5 Stelle sia in Commissione che in Aula, e rappresenta la differenza, e anche un po' il pomo della discordia, tra la nostra forza di opposizione e la maggioranza, cioè i quantitativi, stimati anche come obiettivo, di produzione di rifiuti. Noi, cioè, siamo partiti da una media di oltre 500 chilogrammi per abitante l'anno e siamo lievemente scesi al di sotto per il fenomeno congiunturale (che noi temiamo strutturale) della crisi economica con la riduzione dell'acquisto di mezzi e quindi di imballaggi. Noi pensiamo che facilmente, grazie all'estensione della raccolta differenziata domiciliare si possa ridurre la quantità complessiva della produzione di rifiuti da parte di ogni abitante del Piemonte: da un lato, quindi riduzione della quantità di rifiuti prodotti e dall'altro aumento della raccolta differenziata.
Se noi, però, poniamo un dato già superato per quanto riguarda la produzione media di rifiuti, espressa in chilogrammi per abitante l'anno che prospettive di miglioramento nella prevenzione e riduzione della produzione di rifiuti diamo ai piemontesi? Nessuna. E non si può dire che la ripresa economica che attendiamo andrà a far aumentare i rifiuti.
Potrebbe essere, come diceva benissimo il nostro Capogruppo Bertola - e noi speriamo e riteniamo che sarà così - che la nuova crescita e la nuova economia saranno legate ad un tenore molto minore in termini di consumo di energia e di materia prima e produzione di rifiuti. Si tratterà - e chiudo Presidente - di un'economia più immateriale che non materiale.
Questo, quindi, è un emendamento chiave e chiediamo di valutarlo con molta attenzione alla maggioranza, alla Giunta e al Consiglio tutto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Beh, questo emendamento mette in luce una questione che molte volte viene fuori anche nei dibattiti politici di più ampia scala e molto più importanti, magari, di questa discussione sul Piano rifiuti. La questione riguarda la relatività dei dati e dei numeri che vengono esposti a livello legislativo, ma ancor più a livello mediatico, nel campo della querelle politica.
Questo dato, come già ricordato dal Capogruppo Bertola, è un dato fondamentale nella politica dei rifiuti. Questi dati servono a dare prospettiva al futuro della politica sui rifiuti.
Chiaramente, se noi ci affidiamo a dati pre-crisi (a dati vecchi) e non consideriamo quanto è avvenuto negli ultimi anni, cioè la riduzione dei rifiuti quale fenomeno prettamente legato ai consumi, possiamo commettere degli errori.
Le vere analisi si compiono sui delta e non su valori assoluti soprattutto su dati comparati con il tempo in cui questi dati sono stati verificati e sono stati appurati per essere utilizzati.
Quindi, non è tanto un discorso di mero calcolo, ma occorre un discorso di vera e propria attenzione ai dati di partenza delle analisi. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Anche questo è un emendamento importante, siamo alla pagina 112 capitolo 8, titolo II.
Con questo emendamento si chiede la modifica al primo capoverso con la seguente citazione. In questo caso, i quantitativi stimati corrispondono a 409 chili all'anno per abitante e possono essere considerati come un obiettivo verso il quale tendere per la riduzione della produzione dei rifiuti. Quindi, l'obiettivo è sempre la riduzione del rifiuto.
Il dato appare in linea con l'andamento economico, vista la delocalizzazione delle strutture produttive e il loro mancato reintegro in tempi brevi per la produzione di rifiuti speciali che incidono su questo calcolo.
Infatti, il tessuto industriale residuo, a tutt'oggi, non lascia intravedere prospettive di completa ripresa o di insediamenti sostitutivi anche il tessuto sociale conseguente è proiettato verso un progressivo invecchiamento, con una probabile ulteriore contrazione dei consumi.
Inoltre, i risultati di quanto proposto, a pagina 22, in base alla tabella 10,2, si saranno consolidati con l'allargamento a un milione e 50 mila abitanti della raccolta domiciliare e il presunto aumento della raccolta differenziata al secondo anno dall'avvio.
Anche questo emendamento è chiaro: una corretta raccolta differenziata parla anche di una corretta raccolta domiciliare, per un corretto smaltimento non solo dei rifiuti ma anche di un aumento della raccolta differenziata, che, secondo il Piano della Giunta, prevede almeno il raggiungimento del 65%. Vi ricordo che vi sono dei Comuni virtuosi e delle Regioni che sono oltre all'85%.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Emendamento rubricato n. 47) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Porchietto e Valetti: "Il testo e la tabella 8.1 del sottoparagrafo 8.1.6, viene così modificato: 'Come evidenziato nei paragrafi precedenti la stima di produzione dei rifiuti urbani al 2020 risulta essere compresa tra 409 (paragrafo 8.1.2) e 486 kg/abitante anno.
Un valore adeguato di produzione pro capite stimato è intorno a 435 kg/anno.
Tenuto conto dello scenario previsionale demografico al 2020 e considerando l'applicazione della raccolta domiciliare + tariffa puntuale, la stima della produzione complessiva dei rifiuti urbani risulta essere 1.833.388,24 t.
Considerato che, ai sensi della normativa vigente, almeno il 65% dei rifiuti deve essere raccolto in modo differenziato e che l'obiettivo regionale si pone almeno al 75% la stima della produzione dei rifiuti da avviare a smaltimento risulta essere di circa 458.118 t.'".



TABELLA ALLEGATA

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 47) modifica la tabella presente alla pagina 121, che, in base alla popolazione residente e alla produzione totale effettua delle stime sulla produzione totale pro capite dei rifiuti, che pone (facendo riferimento anche a quanto dicevamo prima) a 455 chilogrammi annui pro capite la stima del risultato al 2020.
Da parte nostra, anche con stime più prudenziali rispetto a quelle che avevamo adottato per la proposizione degli emendamenti al Piano in Commissione, siamo, comunque, a livelli più bassi.
Pertanto, calcolando la produzione attuale e anche lo scenario previsionale demografico al 2020, considerando l'applicazione della raccolta domiciliare alla tariffa puntuale, abbiamo stimato che la produzione totale pro capite nel 2020 può essere di 435 chilogrammi. Come dicevo, è una stima sicuramente più prudenziale rispetto quella proposta all'esame della Commissione; del resto, l'obiettivo ottimale per noi è una quantità molto inferiore di rifiuti prodotti su base annua, ma sposando un po' la filosofia che abbiamo adottato dopo l'esame in Commissione e il compromesso adottato durante la discussione in Commissione, abbiamo posto obiettivi un po' più ambiziosi ad anni successivi al Piano, quindi rispettivamente, al 2025 e al 2030. Riteniamo, comunque, che il dato raggiungibile al 2020 possa essere, rispetto a 455 chilogrammi, più basso di 20, infatti proponiamo 435 chilogrammi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

I numeri ottenuti sono stati calcolati da un'interpolazione tra la proposta iniziale del Movimento 5 Stelle in V Commissione e la proposta attuale della Giunta in merito ai calcoli, al 2020, della produzione pro capite. Su questo si è dimensionata sia la produzione del rifiuto che il tasso di riciclaggio; anzi, dovrei parlare di raccolta differenziata più che di tasso di riciclaggio, che dai nostri calcoli arriva a 485 chilogrammi nel 2020. E' un obiettivo perfettamente in linea: se pensiamo che ci sono già realtà, in Piemonte, che viaggiano sui 300-350 chili allora non potremmo nemmeno dire che la stima di produzione può essere compresa tra i 409 e i 486, quando ci sono già Comuni che stanno sotto i 350 chili.
Il nostro valore è una media che, alla fine, richiede una riduzione di forse appena il 5% della produzione di rifiuti, che è qualcosa di assolutamente fisiologico, che probabilmente si determinerebbe con la contrazione della produzione anche senza misure incentivanti.
Noi siamo sicurissimi che il Piemonte farà meglio di quanto questo Piano le chiede, grazie al contributo delle Amministrazioni che già hanno intuito che questo è il percorso giusto da attuarsi e di sicuro non stanno ad aspettare che la Regione glielo chieda, anche perché finora la Regione non ha chiesto praticamente nulla a nessuno, non ha neanche dato vaghi obiettivi ambiziosi, per cui ognuno ha fatto più o meno come voleva.
Certamente, sul coordinamento si poteva fare qualcosa in più, per cominciamo a credere che, forse, anche un'Amministrazione locale può fare meglio di quanto la Regione gli suggerisce.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
E' un emendamento abbastanza tecnico, che parla di produzione di rifiuti.
Come dicevo prima, la produzione complessiva dei rifiuti - che viene stimata per la regione Piemonte - praticamente è di circa due milioni di tonnellate; si prevede di arrivare al 2020 ad una produzione leggermente inferiore. Quello che noi proponiamo nella stima della Regione tra 409 e 486, è 435. Un dato ben superiore rispetto a quello che noi proponiamo come metodo di raccolta differenziata che porta, come dicevo prima, ad una forte riduzione della produzione totale dei rifiuti.
Abbiamo l'esempio piemontese del Consorzio chierese, dove è stata applicata la tariffazione puntuale: lì si è sotto i 400 chili di rifiuto totale, quindi siamo in provincia di Torino. Tuttavia, abbiamo altri esempi sul territorio regionale per cui, laddove si va ad una valutazione della produzione dei rifiuti, si scende sotto i 400 chili.
Noi crediamo che la stima complessiva della produzione di rifiuto indifferenziato possa scendere sotto le 500 mila tonnellate. E' una stima molto realistica, ma è una stima che non ci consente ancora di intercettare tutta quella quantità di materiali che le valutazioni della composizione merceologica dell'indifferenziato fatta sia da ARPA che da IPLA ci indicano come, rispetto alle 900 mila tonnellate attuali, circa 700 mila tonnellate sono materiali riciclabili.
Queste, ovviamente, si possono ampliare se noi considerassimo anche i materiali assorbenti come riciclabili. E' una stima che va molto incontro alle previsioni avanzate da questa amministrazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo emendamento, come già ricordato dai Consiglieri, pone dei limiti abbastanza abbordabili, specie per un lasso di tempo così importante come quello delineato.
Come diceva il Consigliere Andrissi, il modello da noi proposto, in realtà, porterebbe a quantità nettamente inferiori di rifiuto totale prodotto da ogni singolo abitante. La quantità di 435 chilogrammi, è perfettamente raggiungibile, anche in maniera più virtuosa, arrivando a quantitativi inferiori.
Non vediamo perché non si possa essere un po' più ambiziosi allorquando, in realtà, si pone, anche a livello di piano e di intendimenti della maggioranza, un sistema che sia basato sulla raccolta differenziata e su sistemi virtuosi come la tariffazione puntuale, il porta a porta.
Proprio per questo noi, sin da subito, ci siamo mossi per avere un Piano veramente ambizioso e che inducesse le amministrazioni a fare del loro meglio. Sappiamo benissimo che se l'asticella è più bassa, si punterà ad un livello più basso e, probabilmente, non si raggiungerà neanche ci che nel testo attuale viene prescritto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come detto ampiamente e in maniera molto precisa, con dovizia di particolari e dettagliatamente, con l'emendamento n. 47) che insiste sulla pagina 121, paragrafo 8.1, sottoparagrafo 6, vorremmo modificare il testo e la tabella 8.1, che riguarda la stima di produzione di rifiuti urbani al 2020. Come dicevo prima, se noi teniamo un dato che fotografa l'esistente o, addirittura, peggio, che è già superato in riduzione nel 2015, non stiamo facendo un Piano regionale dei rifiuti urbani serio, che vada verso un'ottica di prevenzione e riduzione nella produzione dei rifiuti. Stiamo rendendo un cattivo servizio al Piemonte e ai cittadini piemontesi.
Se siamo d'accordo che i rifiuti urbani vanno ridotti, come prima norma gerarchica europea, e poi vanno riciclati, dobbiamo andare in questa linea.
Ci stiamo sempre più spostando verso un'economia dell'immateriale verso un'economia del riciclo, verso un'economia del servizio e non dell'acquisto e verso la possibilità di riciclare tutti i materiali che possono essere scomponibili, quindi riprogettati e, una volta scomposti recuperati. L'economia ancorata a modelli vecchi del ventesimo secolo è un'economia materiale, legata a merci che si spostano per centinaia di chilometri, che produce rifiuti.
Secondo me, siamo un po' fuori dalla visione del mondo futuro.
Questo è il futuro. Non avere questa visione è antistorico, significa essere arretrati e legati a schemi del XX secolo, che all'inizio del XXI secolo dobbiamo impegnarci a superare, altrimenti verrà superata la specie homo sapiens sapiens.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di intervento? Emendamento rubricato n. 72) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Porchietto e Valetti: "Emendamenti alla pagina 193, sottoparafrafo 8.5.1, paragrafo 8.5, capitolo 8, titolo II



TABELLA ALLEGATA

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Qui entriamo nel vivo del calcolo che noi abbiamo fatto, che mostra una riduzione di produzione totale dei rifiuti al 2020, che passa da oltre due milioni di tonnellate a un milione e 800 mila tonnellate.
Ricordiamo che nella prima versione avevamo fatto una proposta piuttosto ambiziosa, ma tuttora non riteniamo che quella proposta fosse fuori dal mondo e fuori dalle possibilità della Regione, che era di un milione e 700 mila tonnellate di rifiuto totale. Un obiettivo calato su una riduzione, pensate, solo del 7% della produzione di rifiuti piemontesi, con una raccolta differenziata spinta sulla maggior parte del territorio piemontese. Con questa soluzione intermedia, come vediamo dalla tabella abbiamo i famosi 435 chili pro capite - adesso siamo a circa 450 chili quindi si tratta di una riduzione di circa il 3% della produzione, che è qualcosa che avverrà quasi spontaneamente, già solo stante le notizie dei consorzi che si stanno preparando e stanno attuando studi o piani industriali per il porta a porta spinto sui loro territori.
Pensiamo agli annunci del Consorzio del basso Alessandrino, pensiamo ai risultati eccellenti della Provincia di Novara che ancora vanno ad accentuarsi espandendo il porta a porta esistente. Pensiamo alle potenzialità di Torino che, seppure coperta sola dal 30% di porta a porta se si spingesse verso la tariffazione puntuale, anche senza considerare tutto quello che non è ancora porta a porta, già sarebbe capace di ottenere questi obiettivi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come ha richiamato lei, l'emendamento è simile, per un semplice motivo: andando a modificare una tabella in una parte del testo, allo stesso modo bisogna modificare la stessa tabella anche più avanti; altrimenti, essendo un Piano che ha uno sviluppo di dati, è chiaro che poi i dati non si parlano tra loro. Siamo quindi andati a modificare allo stesso modo la tabella più avanti.
Noi sappiamo che non è facile arrivare ad una riduzione della produzione di rifiuti in tempi così brevi. Però sappiamo anche che se veramente tutti crediamo in questo obiettivo, per cui si pianificano delle operazioni che possono portare ad una riduzione della produzione dei rifiuti, i risultati si raggiungono, anche in breve tempo.
Non basta - su questo siamo d'accordo - modificare una tabellina cambiare due numeri e stabilire, invece di 450 chili l'anno di rifiuti solo più 430. Perché a scriverlo si impiega un secondo, ma in realtà non è così.
Invece, è possibile raggiungere quei risultati se all'interno del Piano, così come abbiamo fatto, si vanno a prevedere tutte le operazioni che possono portare a quel risultato; operazioni che coinvolgono tutti: le istituzioni, i cittadini, le attività economiche, insomma tutti quanti.
Se dal punto di vista politico si crede in questa possibilità e si scrivono nel Piano tutte le azioni necessarie per conseguire quello scopo sicuramente gli obiettivi possono essere raggiunti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come diceva giustamente il collega Bertola, questa è di nuovo una modifica alla tabella 8.1: è l'allegato tabellare del testo che abbiamo presentato prima.
E' vero che non basta scrivere una cifra su un Piano regionale dei rifiuti per raggiungerla: bisogna attivare delle azioni importanti culturali, sociali, produttive ed economiche - per addivenire a questo risultato, che dovrà essere ovviamente accompagnato dall'obiettivo della raccolta differenziata del 100% della produzione almeno dei rifiuti urbani (non parliamo di quelli industriali, di quelli assimilati né di quelli sanitari). Perché i rifiuti urbani non hanno niente al loro interno che non possa essere riciclato, posto che uno inserisca nei bidoni della raccolta indifferenziata urbana rifiuti di natura domestica e urbana, e non rifiuti di demolizioni industriali o quant'altro.
Non è fantascienza l'obiettivo "rifiuti zero": se ne parla ormai da dieci anni. Qui stiamo ancora parlando di una produzione consistente perché ci sono già adesso realtà (magari non urbane, non cittadine, ma rurali) dove la produzione di rifiuti pro capite da parte degli abitanti viaggia sotto i 100 chili/abitanti anno. Perché per l'organico, ad esempio fanno il compostaggio domestico, e già si tolgono una grande quantità di rifiuti, e poi si sta molto attenti alla produzione di rifiuti da imballaggio. Basta andare anche solo ai mercati cittadini o nei cosiddetti negozi di prodotti sfusi che la produzione di rifiuti diminuisce sensibilmente.
Però dobbiamo inserirlo nelle tabelle e fare un'attività in questo senso, per andare verso quella che è una corretta politica di gestione dei rifiuti e, quindi, una politica ambientale della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Come si dice sempre negli incontri pubblici sui rifiuti, il miglior rifiuto è quello che non si produce. Quindi la prima azione che bisogna fare è proprio quella della riduzione dei rifiuti.
Le iniziative che si possono fare sono molteplici: quella che dà risultati più completi è sicuramente la tariffazione puntuale. Com'è riportato nei sacri libri di testo - nelle "Bibbie degli ambientalisti" la valutazione della produzione puntuale dei rifiuti consente di arrivare ad una produzione pro capite inferiore al chilogrammo/giornaliero, quindi scenderemmo ampiamente sotto i 400 chili. Ma noi abbiamo voluto essere di manica larga e fare un prospetto a 435 chili, che consentirebbe di arrivare intorno a un milione e 324.000 tonnellate/anno su tutta la Regione e consentirebbe, con una raccolta differenziata solo del 65%, di arrivare sotto le 500 mila tonnellate.
Diciamo che le iniziative per ridurre i rifiuti sono molteplici: come dicevo prima, si dovrebbe partire da un'ottima raccolta differenziata, con la tariffazione puntuale; inoltre, un contenitore areato per l'organico consentirebbe la riduzione in peso del 15% della frazione organica (tra l'altro, sarebbe più facilmente gestibile e consentirebbe dei forti risparmi oltre che, in particolari situazioni, una riduzione del numero di conferimenti di questo materiale), laddove si procede a realizzare contenitori di una grandezza maggiore rispetto agli attuali, che si aggira intorno a 100 litri. Con questi contenitori areati si potrebbe ottenere una maggiore riduzione dell'organico.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Come già detto dai miei colleghi, non è il numerino o la tabella a cambiare le sorti di questo Piano, ma sono una serie di elementi, che, tra l'altro, abbiamo portato organicamente alla vostra attenzione non solo in Commissione, ma anche qui in Aula, affinché questo Piano diventi uno strumento di più incisivo per una politica dei rifiuti. Uno strumento più incisivo che, come ho già detto in qualche intervento precedente, deve dimostrare che l'Ente pubblico si pone obiettivi ambiziosi e pone una asticella abbastanza in alto per indurre gli Enti che lavorano sul territorio a compiere scelte anche coraggiose.
Ci sono una serie di emendamenti che, effettivamente, vanno a definire argomento per argomento, caso per caso, quali sono i comportamenti virtuosi da attuare e quali sono le politiche di sensibilizzazione da effettuare. E con tutto questo corpus di interventi si possono veramente raggiungere obiettivi ambiziosi, ben al di sopra (o al di sotto, in questo caso) di quanto viene proposto dalla Giunta o di quanto proponiamo noi, per esempio in questo emendamento. Obiettivi che mirano veramente ad una produzione di rifiuti inferiore ai 400 chilogrammi/anno; obiettivi che ci danno il metro di una situazione anche di sensibilizzazione ambientale dei cittadini molto più concreta e diffusa.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Emendamento rubricato n. 45) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Porchietto e Valetti: Pagina 124, PARAGRAFO 8.2, CAPITOLO 8, TITOLO II Nel sesto capoverso dopo le parole "con potenzialità tali da garantire" viene aggiunta la parola "emissioni".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo alla pagina 124, Paragrafo 8.2, Capitolo 8, Titolo II.
Aggiungiamo, dopo le parole "con potenzialità tali da garantire", la parola "emissioni", perché quando parliamo di perseguire l'obiettivo di incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, parlando di biomasse, riferita alla parte biodegradabile dei rifiuti urbani da biogas (ovviamente biogas da rifiuti organici), risulta necessario realizzare impianti secondo le migliori tecnologie disponibili, per garantire emissioni, carichi termici, rendimenti e costi di esercizio soddisfacenti così come utilizzare sistemi di conversione energetica del biogas prodotto in discarica ed in impianti di gestione anaerobica.
Pertanto, andiamo ad affermare un principio secondo cui, se è vero che può essere giusto utilizzare la parte organica dei rifiuti per la produzione di biogas, anche in questi casi bisogna sempre andare a verificare la sostenibilità di quel tipo d'impianti, quindi privilegiare la digestione anaerobica e - allo stesso tempo - andare sempre a verificare quali sono le emissioni di questi impianti e come incidono le emissioni degli stessi sul contesto nel quale sono inseriti.
Sappiamo che ci sono aree che devono sopportare un carico ambientale già gravoso per via di altri impianti, come magari - invece - possono esserci aree che non hanno particolare carico ambientale, per cui la stessa quantità di emissioni incide in modo diverso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
E' molto importante far presente che anche gli impianti di produzione di fonte rinnovabile proprio impatto zero non ce l'hanno: qualche tipo d'impatto ce l'ha qualsiasi tipo di impianto, che sia di produzione di energia elettrica o termica.
Com'è stata fatta menzione dal Capogruppo Bertola, è assolutamente giusto l'utilizzo del biogas che è di risulta di altri processi di trattamento dei rifiuti. In questo modo, però, dobbiamo sempre garantire che le tecnologie ne rendano le emissioni (sia emissioni inquinanti sia emissioni all'origine) le più basse possibile, perché si tratta sempre di un qualche tipo d'impatto sulla cittadinanza.
Inoltre, in merito ai carichi termici e ai rendimenti e costi di esercizio, gli impianti finiscono per essere affidati a società private pertanto riguardo ai rendimenti e all'efficienza economica il privato sa fare bene il proprio interesse. L'unica cosa a cui dobbiamo stare attenti è che non si finisca di drogare il mercato con degli incentivi, perché - poi non vi è neanche più l'interesse a fare efficienza.
Purtroppo, ci sono impianti, come quelli d'incenerimento, che sono nati per specifiche politiche nazionali e non solo, comunque per un'ideologia specifica di trattamento dei rifiuti che ha sovvenzionato questi impianti come se fossero fonti rinnovabili; anche impianti con bassissime rese termiche e spesso non allacciati a reti di teleriscaldamento.
In sostanza, si può lasciare al mercato, fare mercato, ma l'ambiente deve essere tutelato dal pubblico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
La parola "emissioni" è una parola chiave quando si parla di recupero del biogas dai rifiuti e dal rifiuto urbano.
Perché? Perché, da un lato, in passato ci sono state esperienze di impianti a biogas che bruciavano il metano fuoriuscito dalle discariche.
Questi impianti avevano grossissime problematiche, perché in discarica il biogas creato ha una carica di metalli pesanti e di solfati molto alta.
Questi impianti avevano rendimenti bassi, emissioni alte e dei problemi di gestione dell'impianto, dal punto di vista manutentivo.
C'è, poi, una questione diversa, che è il compostaggio senza la valorizzazione del biogas, che ha un impatto odorigeno molto forte. Impatto odorigeno che crea delle problematiche per chi vive neanche tanto nell'immediato intorno, ma anche ad una distanza abbastanza ragguardevole da questi impianti di compostaggio.
Vi è una terza tipologia: gli impianti in cui si genera compost, ma impianti di biogas che recuperano i gas derivati dalla fermentazione anaerobica dell'umido. E questi sono gli impianti cui bisogna tendere. Sono gli impianti che limitano le emissioni, perché bruciano il metano derivante da questo tipo di trasformazione biologica. Sappiamo benissimo che il metano è un gas serra, tra quelli più dannosi, perché, pur essendo prodotto in maniera inferiore alla CO2, è un gas che ha effetti serra molto più gravi rispetto alla CO2.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Siamo alla pagina 124, Paragrafo 8.2., Capitolo 8, Titolo II.
In quest'emendamento chiediamo che, nel sesto capoverso, dopo le parole "con potenzialità tali da garantire", venga aggiunta la parola "emissioni".
Viene inserita la parola "emissioni" affinché, nel perseguire l'obiettivo di un incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, e nello specifico da biomasse, che sarebbe la parte biodegradabile dei rifiuti urbani e da biogas, risulti necessario realizzare impianti allestiti secondo le migliori tecnologie disponibili con potenzialità tali da garantire emissioni - quindi carichi termici rendimenti e costi di esercizio soddisfacenti - così come utilizzare sistemi di conversione energetica del biogas prodotto in discarica ed in impianti di gestione anaerobica.
Questo è ciò che si chiede nell'emendamento, poiché consideriamo molto importante garantire le emissioni per mettere in atto, nello stesso tempo le migliori tecnologie disponibili e le potenzialità migliori.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Nell'emendamento n. 45) andiamo ad emendare la pagina 124, Paragrafo 8.2, Capitolo 8, Titolo II. Quindi, stiamo procedendo in fretta su questo documento.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio (fuori microfono)

Apprezziamo, apprezziamo!



BONO Davide

Grazie, Vicepresidente. So che siete molto attenti ai nostri emendamenti, pertanto stiamo presentando un numero esiguo di emendamenti di merito.
Abbiamo trattato tanti temi: questo è il tema delle emissioni riguardanti la combustione di biomasse come parte biodegradabile dei rifiuti urbani e biogas.
Sempre dal nostro punto di vista, dico all'Assessore Valmaggia: "Dimenticate il fatto di garantire che non solo i carichi termici, i rendimenti e i costi di esercizio siano soddisfacenti, ma anche le emissioni". Assessore Valmaggia, facciamo un Piano dei rifiuti in cui parliamo solo di rendimenti energetici e carichi termici: non è il Piano energetico da fonti rinnovabili della Regione Piemonte, ma il Piano di gestione dei rifiuti urbani e dei reflui.
Pertanto, dobbiamo anche far sì che la combustione delle biomasse non dia pregiudizi dal punto di vista delle emissioni e dobbiamo stare molto attenti per i motivi che ha detto il collega Mighetti: che il biogas prodotto sia anche pulito, vada incontro ad un meccanismo di lavaggio, di pulizia, e sia - dal punto di vista delle emissioni - neutro, almeno al netto delle emissioni inquinanti e non quelle, ad esempio, aventi effetto serra, come la CO2. Quello è un prodotto di risulta inevitabile (CO2 e acqua) della combustione del CH4. Del metano, insomma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Nell'ambito della produzione di biogas abbiamo fatto dei passi in avanti rispetto a quelle che potevamo definire le "terre dei fuochi" degli anni '80, discariche dove prendeva letteralmente fuoco il terreno per la produzione di biogas in situazione di anaeorobiosi, in quanto la componente organica del rifiuto indifferenziato veniva sotterrata e si producevano grandi quantità di biogas.
Oggi anche le discariche producono biogas, che nelle migliori situazioni viene utilizzato per produrre energia elettrica. Sul territorio comunque ci sono ancora delle situazioni che non riesco ad inserire in un discorso logico, come ad esempio l'impianto di trattamento di Cavaglià dove i materiali vengono triturati e vengono portati, come succede in un impianto di compostaggio, oltre i 50 gradi per tre giorni; quindi, sono biostabilizzati e poi quelli che vanno in discarica vengono nuovamente umidificati per consentire una produzione di biogas una volta che vengono deposti in discarica.
Questo veramente ha dell'aberrante, nel senso che se la frazione organica è la frazione principale del rifiuto indifferenziato e non siamo in grado di raccoglierlo in modo differenziato a monte, perlomeno troviamo una soluzione che consenta, prima di andare a produrre CDR come in quel caso, una separazione della frazione organica e una produzione di biogas altrimenti facciamo come il gatto che si morde la coda. E credo che questo dal punto di vista energetico, non sia la soluzione ottimale.
Detto questo, so che il Piano rifiuti prevede due impianti di gestione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Non volevo intervenire, ma mi sono sentita in dovere di farlo, perch in tutta la giornata non ho ancora fatto un omaggio al collega Campo parlando di questi temi, perché sono temi a lui molto cari.
Per essere convincente nei confronti del collega Appiano, pensavo di rileggere la parte di testo che andiamo a modificare in modo convincente in modo che sia chiaro esattamente il senso di questa modifica: "Inoltre affinché sia possibile incrementare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili" - e per questo ho citato il collega Campo, perché è un tema che sente particolarmente - "nello specifico da biomasse, parte biodegradabile dei rifiuti urbani, e da biogas, è necessario realizzare impianti allestiti secondo le migliori tecnologie disponibili con potenzialità tali da garantire" - e qui inseriamo il termine chiave di tutto l'emendamento - "emissioni, carichi termici, rendimenti e costi di esercizio soddisfacenti, così come utilizzare sistemi di conversione energetica del biogas prodotto in discarica in impianti di gestione anaerobica. In tale contesto bisogna pur sempre valutare l'opportunità di utilizzare gli impianti di coincenerimento esistenti che, per quanto riguarda le emissioni di gas serra, sono le soluzioni migliori in termini di bilancio ambientale".
Spero di averla convinta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 46) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Porchietto e Valetti: Al sesto capoverso, l'ultima frase: "In tale contesto." è rimossa e sostituita da: "E' necessario valutare i tempi di dismissione degli impianti di incenerimento dei rifiuti, proiettando l'obiettivo del presente piano verso l'annullamento della frazione secca, ad oggi smaltita presso discariche o impianti di incenerimento".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 46), sempre a pagina 24, paragrafo 8.2, capitolo 8, titolo II, andiamo a modificare una frase che dice: "In tale contesto bisogna pur sempre valutare l'opportunità di utilizzare gli impianti di co incenerimento esistenti che, per quanto riguarda le emissioni di gas serra sono la soluzione migliore in termini di bilancio ambientale espresso in tonnellata CO2 equivalenti".
La proposta di modifica che presentiamo è di rimuovere quella frase e sostituirla con la seguente: "E' necessario valutare i tempi di dismissione degli impianti di incenerimento dei rifiuti, proiettando l'obiettivo del presente piano verso l'annullamento della frazione secca, ad oggi smaltita presso discariche o impianti di incenerimento".
E' il tema che viaggia a fianco di quello dell'incenerimento, che è il coincenerimento che viene, purtroppo, considerato come un valido metodo per smaltire la frazione indifferenziata dei rifiuti.
C'è un fatto importante da citare. Gli inceneritori dei rifiuti, come quello del Gerbido, sono sicuramente impianti inquinanti, sicuramente producono danni per la salute, anche se sono, in qualche modo, più moderni rispetto a quelli avviati trenta-quarant'anni fa, ma hanno pur sempre degli inquinanti organici persistenti. Però sono sottoposti ad un regime ben preciso di controlli, hanno un'autorizzazione integrata ambientale, hanno un monitoraggio continuo delle emissioni. Quindi, inquinano ma sono molto controllati.
Invece gli impianti di coincenerimento, ad esempio i cementifici, sono molto più inquinanti e hanno per normativa tutta una serie di controlli in meno. Quindi, stiamo andando a dire che bruciamo meno rifiuti negli inceneritori e li immettiamo nei cementifici, ma in realtà andiamo ad utilizzare impianti che sono più inquinanti e anche meno controllati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
La questione relativa all'emendamento è molto seria ed evidenzia quello che è il discorso affrontato in tutto il Piano rifiuti e, nella fattispecie, la nostra posizione sul coincenerimento.
Come già detto dal collega Bertola, il coincenerimento è una modalità ancora peggiore dell'incenerimento in un impianto come quello del Gerbido.
Il coincenerimento è per noi come se si nascondesse la spazzatura sotto lo zerbino, perché in questi impianti andiamo a creare delle ceneri, che subiscono altri trattamenti e magari finiscono nei conglomerati cementizi finiscono in un misto stabilizzato oppure in un magrone di fondazione.
Tutto questo mix di sostanze non sono più un clinker, non sono più una roccia bruciata ad altissima temperatura che si è sgretolata, ma sono un coacervo di sostanze, che non possono non nascondere sostanze come metalli pesanti e magari pericolosi se vengono a contatto con gli umani per troppo tempo.
Va da sé che la selezione dei materiali che vanno a creare il CSS non può non essere una selezione che ha un'affidabilità del 100%.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo già espresso le nostre considerazioni dall'inizio, e cioè di limitare gli impianti di incenerimento al tempo necessario per effettuare la riconversione dall'economia dell'usa e getta all'economia circolare, propriamente detta. Tuttavia, sugli impianti di coincenerimento abbiamo una linea decisamente più estrema, perché secondo noi vanno subito esclusi dal processo di trattamento dei rifiuti. Questo perché le normative ambientali vincolano quantitativi di inquinanti cento volte più permissivi cento volte più alti rispetto a quelli degli impianti di incenerimento dei rifiuti. Questo è anche dettato da una normativa diversa, che non è quella della gestione dei rifiuti e di una gestione che conta impianti ormai obsoleti come tecnologia.
Quindi, noi dobbiamo lavorare per il graduale annullamento della frazione secca. Ora abbiamo un inceneritore ormai costruito, quello del Gerbido, che avvicinandosi alle 500 mila tonnellate, di fatto tratta il 20 25% del totale dei rifiuti prodotti entro il 2020 in Piemonte, quindi parliamo del 25%.
Se noi fissassimo gli obiettivi che abbiamo suggerito e che sono quelli del 75% di raccolta differenziata oltre agli scarti dei fanghi di depurazione, resta ancora la differenza tra quello che è mandato al riciclo e quello che è effettivamente riciclato. Quindi, effettivamente l'impianto del Gerbido, con questa condizione, non è in grado di smaltire tutto il rifiuto secco piemontese, ci si avvicina molto al punto da non dover ricorrere per forza agli impianti di coincenerimento, ma tutt'al più rivolgersi nel periodo di transizione al mercato anche fuori regione, se si tratta di una misura provvisoria.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Questo è uno dei punti che contestiamo maggiormente del Piano rifiuti regionali. Ovvero, l'opzione coincenerimento. Riteniamo questa opzione una scelta sbagliata, perché in sé la produzione di combustibile solido secondario porta ad una combustione in situazioni dove i controlli e i limiti per le emissioni sono decisamente più lassi rispetto a quelli dell'incenerimento.
Quindi, quando l'attuale maggioranza si vanta a livello politico dicendo che ha scelto di non realizzare un secondo inceneritore in regione Piemonte, in realtà l'attuale maggioranza ha scelto di smaltire il rifiuto indifferenziato con l'incenerimento, ma con un'opzione decisamente peggiorativa. Perché nel co-incenerimento i limiti emissivi sono dieci mg per metro cubo, mentre nell'inceneritore è 0,1 e sappiamo che comunque i dati parlano di emissioni 40 volte superiori con uno zero aggiunto, 40 volte superiori di metalli pesanti e di diossine. Questi sono i dati ufficiali di rilevamento.
Non possiamo sicuramente andare incontro ad un'opzione che riteniamo fondamentalmente sbagliata, che non farà bene all'ambiente e non farà bene neanche a quello che è il piano di recupero energetico che effettivamente consentirebbe una riduzione di emissione di CO2.
In questo caso, andiamo proprio nella direzione opposta. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come detto dai colleghi che mi hanno preceduto, anche questo è un tema molto importante e molto sentito. Siamo arrivati a pagina 124 del Progetto di Piano regionale e di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione, paragrafo 8.2.
Con questo emendamento, al sesto capoverso, l'ultima frase viene rimossa e sostituita con una frase che inserisce "la valutazione dei tempi di dismissione degli impianti di incenerimento dei rifiuti". Pensiamo che gli impianti di incenerimento dei rifiuti, in particolar modo l'inceneritore, come anche gli impianti di coincenerimento, non devono essere visti come una scappatoia legalizzata in sostituzione degli stessi ma devono essere dismessi il prima possibile.
Pensiamo che l'inceneritore di Torino, fortissimamente voluto e disgraziatamente costruito dalle Amministrazioni torinesi di centrosinistra, provinciali e soprattutto regionali, possa chiudere prima del tempo. E' ovvio che serve un business plan, un piano industriale per la dismissione, che non gravi sulle tasche dei cittadini, quindi una possibilità di una trasformazione magari con altre funzioni: magari una fabbrica di materiali o spazio di progettazione, o TMB in modo da garantire la copertura finanziaria dell'esborso fatto per l'inceneritore.
Di pari modo, gli impianti coincenerimento, cioè i forni che sono presenti, i cementifici in primis in Piemonte, non devono essere utilizzati per aggirare questo limite di capacità di incenerimento regionale, perch ormai l'impianto del Gerbido, purtroppo, è ambito regionale, per i motivi che si dicevano prima, cioè gli emissivi sono molto più alti e quindi non aggiriamo le norme con il solito giochetto all'italiana.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Informo l'Aula e in particolare i Capigruppo che è convocata la Conferenza dei Capigruppo giovedì 7 aprile alle ore 12.30.
Procediamo, come concordato, ad ascoltare le comunicazioni dell'Assessora Parigi relativamente alla richiesta del Consigliere Grimaldi.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Comunicazione della Giunta regionale inerente a "Consorzio della Venaria Reale"


PRESIDENTE

L'Assessora Parigi è disponibile a rendere le comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Consorzio della Venaria Reale".
Prego, Assessora.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Vicepresidente.
Mi fa piacere chiarire i termini della questione riguardante la nuova gara di servizi del Consorzio di valorizzazione La Venaria Reale, perch credo ci siano alcune inesattezze, e questa è una buona occasione per chiarire.
A fine aprile 2016 termina l'appalto, durato quattro anni, per i servizi di custodia, biglietteria e accoglienza della Reggia di Venaria.
Questo appalto, anche perché allora la legge lo permetteva, a seguito di un accordo sindacale, aveva il contratto di Federcultura. Il contratto indicava, nell'assestamento di variante, un numero complessivo di ore pari a 109.850, suddivise nel seguente modo: custodia, 85.000 ore; biglietteria 10.000 ore; call center e accoglienza,14.800 ore.
E' evidente che, alla luce di quest'esperienza di otto anni, il Consiglio di Amministrazione ha pensato di migliorare l'offerta di servizi e di razionalizzarla. Pertanto, ha deciso che la gara dovesse essere formulata in due parti: una di servizi in appalto, l'altra in servizi in concessione. Nell'appalto sono previste le attività di custodia e di biglietteria, per un totale minimo - parliamo di minimo - di 76 mila ore a base d'asta, aumentabili dai partecipanti in sede di offerta di gara. La parte in concessione prevede invece che la società organizzi in autonomia il personale dedicato ai servizi di call center, centro prenotazione attività didattica, punto accoglienza e distribuzione audio-guide.
E' ipotizzabile che nella concessione le ore necessarie per tali servizi possano corrispondere ad un totale che va da 12.000 a 15.000 ore che, sommate a quelle per i servizi in appalto, generano un totale di 90 95.000 ore, senza considerare eventuali proposte in aumento. La diminuzione delle ore rispetto al precedente appalto potrebbe quindi assestarsi tra l'11 e il 13%.
La gara sarà aggiudicata in base al criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, che prevede 65 punti per il progetto tecnico-operativo che la società intende realizzare e 35 punti per l'offerta economica. L'offerta tecnica prevede una serie di articolati parametri di valutazione, sia sul progetto di gestione che la società intende realizzare, sia per i servizi in appalto e in concessione.
Nell'offerta economica, al fine di tutelare i lavoratori, è stato inserito il criterio premiante per la società che indicherà la maggior paga oraria ai propri dipendenti, che attribuisce otto punti. Tale criterio, oltre alle clausole di salvaguardia previste dalla legge, è stato fortemente voluto dal Consiglio di Amministrazione del Consorzio, a seguito - e questo va chiarito - dell'impossibilità prevista dalla legge di indicare in sede di gara il contratto nazionale che si deve applicare: questa è un'impossibilità della legge. Quindi noi, proprio per ovviare a questo tipo di limite, abbiamo messo un punteggio per chi darà la maggior paga ai dipendenti.
Come detto in precedenza, la nuova gara permetterà quindi di avere una razionalizzazione dei servizi, un potenziamento dell'attività didattica e dell'attività di programmazione culturale, oltre che, naturalmente, di quella di tutela del bene.
Vorrei aggiungere ancora una cosa. Ieri c'è stato un incontro in Prefettura a cui, evidentemente, il Consorzio della Venaria Reale non si è presentato, in quanto detto Consorzio - va ricordato - non è, in questo caso, il datore di lavoro. Non era quindi il Consorzio che si doveva presentare, bensì ovviamente chi è il gestore di questo servizio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi: per dei chiarimenti?



GRIMALDI Marco

Io vorrei aprire il dibattito, per quel poco di tempo che c'è.



PRESIDENTE

Visto il dovuto consenso dell'Aula, prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Non mi prenderò tanti minuti, però intanto credo sia importante ribadire quello che quest'Aula ha votato. Se, infatti, continuiamo a disattendere quello che noi stessi scriviamo e votiamo, sarà difficile l'interlocuzione su questi temi, anche se ovviamente ringrazio l'Assessora che si è informata e ha reso queste comunicazioni in giornata.
Intanto il Consiglio regionale del Piemonte ha impegnato la Giunta ad adoperarsi affinché "i committenti regionali, i committenti partecipati dalla Regione" - e in questo caso siamo in tale fattispecie - "i committenti cui la Regione trasferisce continuamente risorse pubbliche individuino, attraverso procedura pubblica dei soggetti cui affidare i servizi, la clausola di trattamenti economici e normativi complessivi di maggior favore per i lavoratori tra i Contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati dalle Organizzazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale nella categoria". Questo che rappresenta il primo punto, quindi, l'abbiamo votato e, tra l'altro, c'è un mandato dato al Vicepresidente Reschigna, il quale mi risulta che firmerà fra poche settimane un accordo con i sindacati in tal senso.
Nello stesso punto si dice "garantire l'applicazione integrale dei Contratti collettivi nazionali di cui sopra, come a garanzia per la giusta retribuzione". Adesso, posto che addirittura in quest'appalto c'è anche la parte della concessione, così come ha dimostrato il Comune di Torino e così come ha dimostrato più volte la Fondazione Musei, il contratto di riferimento è quello di Federcultura.
Ora, non è che ogni stazione appaltante decide cosa si fa per legge o no; perché allora anche l'esternalizzazione dei nove nidi che erano in concessione non poteva avere il contratto di Federcultura; allora non potrebbero averlo neanche i Musei civici. Credo che questo sia un tema assai scivoloso e chiedo ovviamente che anche il Vicepresidente e l'Assessora al lavoro se ne prendano cura. Sono d'accordo, infatti, con l'Assessora: questo vale per tutti; vale per le ASL e vale per tutti gli appalti.
Il secondo elemento è che mi pare si sottovaluti un problema più grande. In quest'appalto non sono previste le clausole sociali di reintegro di questi 103 lavoratori. Se non è così, allora si invii una comunicazione almeno ai 103 lavoratori, o ai sindacati che li rappresentano, per dire che non è vero che non ci sono le clausole di reintegro dei 103 dipendenti, che intanto - lo dico sommessamente - hanno avuto una lettera di licenziamento collettivo.
La terza considerazione non mi pare sia irrilevante: come si fa a conciliare le code enormi e il fatto che la Reggia - come dicono i giornali, non so se li avete letti - è assediata, che non c'è più tempo non c'è più spazio, non c'è più un luogo libero nella Reggia con la previsione di un ribasso delle ore di questi lavoratori? Io non lo so.
Allora, forse le fonti dei lavoratori sbagliano: hanno detto che il ribasso è del 35% delle ore e probabilmente, se ho capito bene, non sarà così posto che anche dai calcoli fatti così, in fretta e furia, dai dati forniti dall'Assessora c'è comunque un taglio di 10-15.000 ore; va bene, facciamo finta che la riduzione sia del 15% e non del 35. Anche a questo proposito però, posso dire che se una struttura è in overbooking, è sempre piena e i lavoratori fanno i turni e i doppi turni, certo che si pone il tema dell'applicazione della giusta retribuzione di Federcultura, ma c'è in generale il tema delle ore che questi lavoratori faranno, qualora reintegrati? Allora, io lo dico così e chiudo. Vorrei - lo penso sinceramente - che non ci siano diversità negli appalti. Io credo - almeno lo immagino, visto che ho sentito che le grandi organizzazioni sindacali stanno per chiudere un accordo con la Regione - che questo regolamento sugli appalti debba essere chiaro. Bisogna prendere a riferimento i contratti collettivi nazionali maggiormente rappresentativi nei settori indicati; bisogna rispettarli integralmente; bisogna - come abbiamo fatto, tra l'altro, nella vicenda trasporti - inserire le clausole sociali; e poi occorre verificare effettivamente se i Direttori fanno il loro mestiere.
Certo che è giusto, per carità - e tante volte lo diciamo - che ci sia un'autonomia, perché se no quelli sarebbero dipendenti della Regione Piemonte. Però chiedo a tutti i Direttori e alle stazioni appaltanti di capire che qui dietro, sulle spalle di chi ogni giorno apre quei musei sulle spalle di chi ogni giorno fa le pulizie nelle nostre ASL quotidianamente vive la nostra comunità. Ed è ancora pieno di cattivo lavoro, che è dovunque; basta che chiediate. Queste persone già arrivano difficilmente, spesso, a fine mese; sovente vengono loro chiesti dei part time, ma poi gli stessi lavoratori vengono obbligati a scegliere la soluzione del part time.
Io quindi dico che se l'Assessora pensa che tutto si risolverà, che i 103 non perderanno il lavoro, che in qualche modo non si porrà un problema di giusta retribuzione, allora chiedo solo di verificare - noi avevamo già richiesto che venisse sospeso questo appalto - l'impossibilità dell'applicazione del Contratto di Federcultura. Almeno fate questa verifica! Io credo che lo dovremmo fare già solo perché questa mozione noi l'abbiamo votata; e abbiamo anche scelto di chiedere alla Giunta di approntare questo Regolamento, cosa che sta facendo.
Credo che la cultura non sia diversa dalle ASL (e che le ASL non siano diverse dal TPL); non lo è, almeno, per la nostra concezione di stazione appaltante.
Soprattutto, visto che qui ci sono delle concessioni, e nelle concessioni è ancora più facile fare queste richieste, così come dimostrano gli Enti locali torinesi, vi chiedo di dare risposta a questi 103 lavoratori. Vi chiedo, soprattutto, che quelle code e quei turisti non vengano lasciati in qualche modo fuori da questa discussione, perché la cultura, come dice l'Assessora Parigi, dà lavoro alle persone e dà da mangiare al Piemonte! Ecco, queste persone vogliono avere la certezza, dopo aver lavorato alla Venaria, tra l'altro, per nove anni, che potranno continuare a farlo a prescindere da chi vincerà la gara; che potranno continuare a farlo dignitosamente con un contratto di riferimento collettivo, come Federcultura, e che potranno continuare a farlo nelle ore in cui lo facevano prima, perché è incredibile proporre una riduzione dell'orario dopo tutto quello che è successo in questi anni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Uno dei primi atti che abbiamo presentato in questo Consiglio chiedeva solidarietà ai lavoratori di una cooperativa, la REAR, che presta servizio nella cultura. Quindi, fin da subito noi siamo entrati su questo tema, che ci sta molto a cuore.
Ci sta molto a cuore perché vediamo quanto sia stridente il contrasto con la cultura scintillante che leggiamo sui giornali e i dati che riempiono le pagine dei giornali, soprattutto in questo periodo elettorale.
Infatti, il candidato Sindaco di Torino sta facendo una campagna elettorale principalmente basata sui dati della cultura, del turismo, su quanto Torino sia migliorata, però dimentichiamo di dire che, a fronte di questi scintillanti risultati, c'è tutta una popolazione di lavoratori precari sottopagati e sfruttati, ai quali non riusciamo a dare una risposta convincente.
In casi come questo, ci poniamo una domanda: questo è il massimo che la Regione, che tanto ha investito nel rilancio di Venaria - è un rilancio che effettivamente ha dato dei risultati, ce ne accorgiamo leggendo i giornali ma anche solo visitando la Reggia ci rendiamo conto di quanto sia stato fatto per recuperare quel luogo - riesce a fare? Cioè, quanto ci ha illustrato adesso l'Assessore Parigi è il massimo che riusciamo a dare come tutela per questi lavoratori? Direi che è una situazione imbarazzante per la Regione. E' il momento di dire in pratica che cosa possiamo fare.
Se noi abbiamo le mani legate, come l'Assessore vuole farci credere, in merito all'applicazione del contratto, allora prendiamo atto del fatto che dovremo dire ai lavoratori di avere pazienza, che la Regione non può fare nulla per loro. La Regione può soltanto dare soldi quando vengono le associazioni, quando viene il Turetta di turno a chiedere che ci sia un piano di rilancio per certi siti, quando abbiamo bisogno di mettere in vetrina i nostri gioielli, diciamo, soprattutto - ripeto - in questo periodo elettorale. Però, noi riteniamo che il ruolo della Regione debba essere un pochino più incisivo.
Ovviamente, mi associo a quanto detto poco fa dal collega Grimaldi anche ricordando che abbiamo approvato un suo atto di indirizzo, che noi abbiamo sostenuto e votato. Quindi, riteniamo sia il momento di prendere una posizione un pochino più ferma.
Ora, siamo davanti ai lavoratori di Venaria, ma ci troviamo costantemente ad avere a che fare con lavoratori del settore cultura, e come diceva giustamente il collega, di cultura si può vivere: la cultura può generare ricchezza e può generare lavoro, ma deve essere un lavoro buono, non deve essere sfruttamento, non deve essere precarietà e non deve essere incertezza.
I visitatori in coda a Venaria il giorno di Pasqua hanno perfettamente compreso le ragioni dello sciopero. Io ho sentito i lavoratori quel giorno: hanno scioperato, hanno chiuso le biglietterie, fuori c'erano code lunghissime, però hanno volantinato e hanno informato, e i visitatori si sono resi conto della situazione in cui si trovano i lavoratori della Reggia.
Quindi, a maggior ragione, sarebbe ora che noi riuscissimo ad intervenire - voi, che avete il coltello dalla parte del manico - in modo più deciso per dare qualche certezza in più e finirla con questo sfruttamento del lavoro in ambito culturale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Se non ci sono altri interventi, do la parola all'Assessora Parigi per le conclusioni; ne ha facoltà.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Più che esprimere delle conclusioni, vorrei ancora chiarire alcuni aspetti sollevati dal Consigliere Grimaldi.
Innanzitutto, adesso, mi farò dare il mutamento di legge che non ci permette di imporre un contratto in una gara d'appalto. Tant'è vero che poiché avevamo questo limite, come ho già spiegato, siamo intervenuti premiando, in qualche modo inducendo un fatto, quello di prendere il contratto migliorativo. Quindi, lo produrrò, evidentemente.
Venendo alla lettera di licenziamento, intanto, ci sono le clausole sociali. La lettera di licenziamento è un atto dovuto perché smettono di stare con quella società e passeranno sulla società che vince l'appalto.
Quindi, è un atto dovuto, proprio perché è già previsto il passaggio a chi vincerà - che in questo caso non conosciamo ancora - le gare che abbiamo indetto.
E' evidente che, naturalmente, la Venaria Reale sia una delle nostre perle; tra l'altro, come ho sottolineato, questa è una gara in cui ancora noi non sappiamo esattamente quante ore erogheremo. Ovviamente, è tutto interesse, soprattutto per la parte di concessione, aumentare i servizi.
E' un sistema diverso da quello che precedentemente avevamo e credo che, comunque, sia un segno anche di attenzione il fatto che, comunque, le nostre Fondazioni siano sostenibili e siano in equilibrio. Evidentemente come è stato fatto, da un lato, un ragionamento di efficientamento dall'altro è stato compiuto anche un ragionamento circa l'aumento dei servizi che noi in questo momento stiamo erogando, perché la parte in concessione - lo sottolineo - potrà ulteriormente avere uno sviluppo.
Comunque, sarà mio dovere portare il testo di legge su cui abbiamo costruito questo appalto.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Parigi.
Possiamo chiudere la seduta del Consiglio. Vi auguro una buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.56)



PRESIDENTE

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 100, inerente a "Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 199. Adozione del Progetto di Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione e proposta al Consiglio regionale della relativa approvazione"



TABELLE ALLEGATE

Emendamento rubricato n. 47) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Porchietto e Valetti: "Il testo e la tabella 8.1 del sottoparagrafo 8.1.6, viene così modificato: 'Come evidenziato nei paragrafi precedenti la stima di produzione dei rifiuti urbani al 2020 risulta essere compresa tra 409 (paragrafo 8.1.2) e 486 kg/abitante anno.
Un valore adeguato di produzione pro capite stimato è intorno a 435 kg/anno.
Tenuto conto dello scenario previsionale demografico al 2020 e considerando l'applicazione della raccolta domiciliare + tariffa puntuale, la stima della produzione complessiva dei rifiuti urbani risulta essere 1.833.388,24 t.
Considerato che, ai sensi della normativa vigente, almeno il 65% dei rifiuti deve essere raccolto in modo differenziato e che l'obiettivo regionale si pone almeno al 75% la stima della produzione dei rifiuti da avviare a smaltimento risulta essere di circa 458.118 t.'".
Tabella 8.1 - Stima dei quantitativi di rifiuti da avviare a smaltimento suddivisi per ATO - anno 2020 Urbani |REGIONE |ATO 1 |ATO 2 |ATO 3 |ATO 4 Totale numero |4212579 |852231 |620646 |567355 |2172347 resident i PT (t) |1832471,865|370720,485 |269981,01 |246799,425 |944970,9 PT pro |435 capite (kg)



TABELLE ALLEGATE

Emendamento rubricato n. 72) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Pichetto Fratin, Porchietto e Valetti: Emendamenti alla pagina 193, sottoparafrafo 8.5.1, paragrafo 8.5, capitolo 8, titolo II



TABELLE ALLEGATE

La tabella 8.1, e di conseguenza la tabella 8.33 e 12.4, vengono sostituite con la seguente tabella:



TABELLE ALLEGATE

Urbani Totale |REGIONE |ATO 1 |ATO 2 |ATO 3 |ATO 4 numero |4212579 |852231 |620646 |567355 |2172347 residenti PT (t) |1832471,8|370720,4|269981,|246799,4|944970 65 |85 |01 |25 |9 PT pro capite |435 (kg)



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