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Dettaglio seduta n.14 del 14/10/14 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(I lavori iniziano alle ore 9.33 con l'esame del punto 1)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 73 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "La Fondazione Maugeri intende disdettare il CCNL dell'area medica sanitaria pubblica"

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 96 presentata dal Consigliere Bono, inerente a "IRCCS Fondazione S. Maugeri, quale posizione sulla situazione dei contratti dei lavoratori?"


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", iniziamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 73.
La parola al Vicepresidente del Consiglio regionale, Boeti, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
L'Assessore ha certamente visionato quest'interrogazione.
La Fondazione Maugeri ha due strutture in Piemonte: l'Istituto scientifico di Veruno, in provincia di Novara, e il Presidio di Torino. Con una lettera raccomandata del 3 luglio 2014, ha comunicato alle Organizzazioni sindacali l'intenzione di disdettare il contratto collettivo nazionale dell'area medica e sanitaria per sostituirlo con il contratto di lavoro della sanità privata.
La scelta sarebbe motivata - e di questo mi rendo conto - dalla necessità di dover affrontare imprevisti aumenti dei costi di gestione.
E' una decisione grave e senza precedenti nella storia della sanità pubblica, perché la Fondazione Maugeri ha un contratto con il sistema sanitario regionale: le strutture della Fondazione Maugeri hanno ottenuto l'accreditamento anche in virtù del requisito dell'applicazione di un contratto di lavoro pubblico per il proprio personale.
Per adesso, questo non si è ancora verificato, diciamo che è una minaccia che è stata fatta dalla Fondazione Maugeri. Se si dovesse verificare, credo che non ci possano più essere le condizioni per l'accreditamento con il sistema sanitario regionale. Ma attendo naturalmente, la risposta dell'Assessore per sapere qual è la posizione del Governo regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Questo Assessorato è venuto a conoscenza dei fatti prima richiamati dal collega Boeti, cioè la volontà della Fondazione Maugeri di disdettare il contratto nazionale di lavoro dell'area della dirigenza medica e veterinaria per sostituirlo col contratto della sanità privata. Abbiamo avviato i necessari approfondimenti al fine di verificare le eventuali conseguenze per quanto attiene i rapporti con la Regione Piemonte, perch com'è stato giustamente ricordato - si tratta di un Istituto di ricerca scientifica e di un Presidio ex articolo 43 L. 833/1978.
In base alla normativa esistente, le estreme conseguenze (ovvero la non applicazione del contratto attuale) porterebbero alla revoca dell'accreditamento. Quindi staremo attenti, seguiremo ed evidentemente informeremo anche la Fondazione Maugeri che questo è ciò che si determinerà qualora si dovesse verificare che quell'annuncio trovi applicazione.



BOETI Antonino

Posso avere la risposta scritta? Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per dire che sul medesimo tema avevo presentato un'interrogazione, che ritengo evasa con la risposta dell'Assessore Saitta.
Quindi chiedo anch'io se posso avere una copia scritta della risposta.
Grazie.



PRESIDENTE

Certo.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 83 presentata dal Consigliere Gariglio, inerente a "Lavori di ristrutturazione e adeguamento del Presidio Ospedaliero Martini"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 83.
La parola al Consigliere Gariglio per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente. L'ASL TO1, di cui abbiamo già avuto occasione di occuparci in questa e nella precedente legislatura, l'11 marzo 2011 ha appaltato i lavori per opere pubbliche nel Presidio Ospedaliero Martini lavori il cui importo è di oltre sei milioni di euro.
Oggi - ottobre 2014 - dopo oltre tre anni dal loro inizio, i lavori sono ben lontani dall'essere ultimati e il cantiere appare quasi abbandonato. Soprattutto, la cosa curiosa, per chi, come me, frequenta il Martini e per i cittadini che sono in quella zona, è che una gru continua a risultare piazzata sul cantiere senza mai essere stata utilizzata chiaramente con costi di noleggio che immaginiamo estremamente significativi.
Quindi, sostanzialmente, anche per solidarietà con la gru, che rischia di finire la sua vita lavorativa ferma in quel cantiere, e noi invece auspichiamo il rilancio dell'edilizia, chiediamo di sapere quando si prevede l'ultimazione e il collaudo definitivo dei lavori del secondo lotto dell'Ospedale Martini. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ho chiesto le motivazioni di questo ritardo all'ASL TO1 e mi è giunta da parte del Direttore tecnico Maria Teresa Lombardi, una lunga nota di ricostruzione del percorso di affidamento e di realizzazione dei lavori.
Per la verità, avrei preferito ricevere una valutazione o una lettera da parte del Direttore generale dell'Azienda, altrimenti teniamo relazioni anche coi singoli dipendenti delle Aziende.
Farò pervenire all'interrogante il contenuto di questa relazione che mi è stata inviata, però mi riservo anche di poterla valutare poiché è recente. In ogni caso, viene appunto ricostruito tutto il percorso indicando che ci sono stati dei problemi; problemi che tuttavia non sono in grado di valutare perché - ripeto - la risposta è recente. Ad ogni modo l'indicazione che è stata data per quanto riguarda il completamento dei lavori in modo definitivo è che la fine lavori è prevista per il 2016 e solo in tale occasione sarà redatto il collaudo finale tecnico amministrativo.
Da una lettura veloce di questa relazione, mi pare di capire che, oltre a questioni di carattere tecnico, durante il percorso sono nate anche questioni di carattere amministrativo per quanto riguarda l'affidamento in relazione anche alle imprese. Certamente, per quanto sono in grado di valutare, mi pare che i tempi siano lunghi. Questa indicazione non sono in grado neppure di dire se sarà rispettata. Come ha avuto modo di sentire, la mia non è una presa di posizione, di giudizio su quello che è capitato.
Questa relazione, evidentemente, sarà consegnata e se il collega Gariglio lo ritiene utile, dopo un approfondimento che farò fare dai miei Uffici, sarò in grado di fornire una valutazione anche come Assessorato.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 97 presentata dal Consigliere Gariglio, inerente a "Modifica dell'Atto aziendale ad opera della Deliberazione n. 300 dell'ASL TO1" (rinvio)


PRESIDENTE

Comunico che l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 97 del Consigliere Gariglio è rinviato a data da stabilire.
Dichiaro chiusa l'attività di sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.08 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto 1)



PRESIDENTE

inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 10.16)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.16)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Ordine del giorno n. 74 presentato dai Consiglieri Accossato, Conticelli Corgnati, Barazzotto, Ottria, Caputo, Baricco, Gallo, Ravetti, Ferrentino Appiano, Rostagno, Molinari e Valle, inerente a "Gli interventi di bonifica dei siti inquinati e quelli riguardanti l'amianto siano fuori dal patto di stabilità" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Chiedo l'iscrizione di un nuovo ordine del giorno, il n. 74, all'o.d.g.
odierno, la cui necessità è emersa nel corso delle Commissioni congiunte II e V, svoltasi soltanto nella giornata di giovedì.
L'ordine del giorno è così intitolato: "Gli interventi di bonifica dei siti inquinati e quelli riguardanti l'amianto siano fuori dal patto di stabilità".
Ne chiedo l'iscrizione al Presidente e all'Aula.



PRESIDENTE

È stato depositato, Consigliera Accossato?



ACCOSSATO Silvana

E' depositato, certo.


Argomento: Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori

Mozione n. 72 presentata dai Consiglieri Gallo, Conticelli, Appiano Corgnati, Barazzotto, Ottria, Motta, Baricco e Caputo, inerente a "Sostenere l'internazionalizzazione per rafforzare la competitività sui mercati esteri delle imprese piemontesi al fine di rilanciare la crescita lo sviluppo industriale e l'occupazione"


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Chiedo che la mozione n. 72, "Sostenere l'internazionalizzazione per rafforzare la competitività sui mercati esteri delle imprese piemontesi, al fine di rilanciare la crescita, lo sviluppo industriale e l'occupazione" sia attratta dal punto 10) all'o.d.g. (mozione n. 70 "Strategie per favorire l'internalizzazione" presentata dai Consiglieri Porchietto Berutti, Pichetto Fratin, Ruffino, Vignale) Grazie.


Argomento: Calamità naturali

Richiesta, da parte del Consigliere Grimaldi, di comunicazioni della Giunta regionale in merito alla situazione alluvionale del Piemonte


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Due oggetti.
Relativamente alla mozione n. 58, chiediamo di aggiungere il seguente punto: "Sblocca Italia: deroghe e patto di stabilità, diritto allo studio e trasporti" e poi le chiederei, visto i livelli preoccupanti del Tanaro che, come sapete, in alcuni punti ha superato gli otto metri (nel disastro avvenuto del 1994 eravamo arrivati a nove), vista la situazione di Arquata Scrivia, Serravalle, Gavi, Vignole, Stazzano e visto cos'è successo all'Ospedale San Giacomo di Novi Ligure, chiederei, se è possibile in giornata, comunicazioni all'Assessore Valmaggia sullo stato di crisi nell'Alessandrino, e se è possibile avere, sempre in giornata, un report da parte della Protezione civile sullo stato attuale della calamità.
Se è possibile quindi avere, durante la discussione anche evitando il dibattito, una comunicazione in Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Me ne farò carico e parlerò con l'Assessore Valmaggia per valutare se ci sono le condizioni.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Ordine del giorno n. 73 presentato dai Consiglieri Graglia e Gancia inerente a "Azioni per lo sviluppo del complesso del Castello di Racconigi" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Chiederei cortesemente di inserire nell'o.d.g. un ordine del giorno, il n. 73, che impegna la Giunta per il Castello di Racconigi, fiore all'occhiello della nostra regione, che sta versando in condizioni veramente penose.
Grazie.


Argomento: Calamità naturali

Richiesta, da parte del Consigliere Berutti, di comunicazioni della Giunta regionale in merito alla situazione alluvionale del Piemonte


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Innanzitutto un apprezzamento per la presenza di ieri dell'Assessore Balocco sui territori del basso Alessandrino, in cui si sono verificate le criticità ricordate anche dal Consigliere Grimaldi.
Alla luce di questo, quindi, vorrei chiedere una comunicazione in merito da parte dell'Assessore, però mi sembra che ci sia la volontà, sia del Presidente sia dell'Assessore, di intervenire, quindi ancora grazie.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Mozione n. 75 presentata dai Consiglieri Valetti, Bono, Frediani, Bertola Campo, Andrissi, Mighetti e Batzella, inerente a "Criticità dell'articolo 5 del d.l. 133/2014, cosiddetto 'Sblocca Italia', sulle concessioni autostradali" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)

Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica - Norme generali sui trasporti

Ordine del giorno n. 76 presentato dai Consiglieri Grimaldi e Appiano inerente a "Sblocca Italia, deroghe patto di stabilità diritto allo studio e trasporti" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie. Presidente.
Chiedo la trattazione della mia mozione, relativa allo "Sblocca Italia", insieme ad altre mozioni già presenti.



PRESIDENTE

Chiedo se l'Aula accoglie le proposte di modifica all'o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)


Argomento: Calamità naturali

Comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Stato calamità Valle Tanaro"


PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, in merito alle comunicazioni sull'alluvione.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Solo per informare il Consiglio che ieri, e con l'occasione anche per ringraziarli, l'Assessore Balocco, come è già stato ricordato, è stato sul territorio fin dalla tarda mattinata, e l'Assessore Valmaggia ha seguito l'evolversi della vicenda attraverso la Centrale Operativa della Protezione Civile, che aveva tempestivamente dato l'allarme nel pomeriggio di domenica, informandoci ovviamente della situazione.
In effetti, abbiamo riscontrato profondi disagi e situazioni di grande criticità dovute, nella città di Novi Ligure, non tanto all'esondazione di torrenti e fiumi, ma al fatto che la pioggia, effettivamente caduta in proporzioni inusitate (come si può vedere anche dai giornali), ha compromesso la capacità del sistema fognario di recepire e di smaltire un quantitativo di pioggia, il cui volume effettivamente caduto in una sola nottata è pari a quello previsto per il corso di un'intera stagione.
Ci sono stati alcuni sottopassi bloccati dall'acqua, ma che poi ieri pomeriggio, grazie all'intervento dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile, erano in via di normalizzazione.
I problemi principali si sono verificati nella zona collinare per delle frane, che hanno isolato alcune frazioni ed hanno interrotto i passaggi rendendo difficoltoso il ritorno a casa di alcuni ragazzi da scuola.
Al momento, la situazione risulta sotto controllo.
Oggi, alle ore 16, andrò alla Prefettura di Alessandria e firmerò, con il nuovo Presidente della Provincia e con il Prefetto, la richiesta di stato di emergenza da presentare al Governo.
Da una rapida verifica di bilancio fatta tra ieri sera e stamattina porteremo una prima disponibilità immediata di circa cinque milioni di euro, per far fronte alle esigenze immediate del territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Chiamparino.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 30 settembre 2014


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Corgnati, Cerutti e Ferraris.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 7 ottobre 2014.


Argomento:

d) Riassunzione progetti di legge, ex articolo 92 del Regolamento: adempimenti


PRESIDENTE

Rinvio in Commissione del provvedimento di cui il Consigliere Giaccone ha chiesto la riassunzione ai sensi dell'articolo 92 del Regolamento e per il quale la fase referente non è stata esaurita.
Si tratta del seguente provvedimento: proposta di legge n. 349 "Recupero, restituzione, donazione ai fini del riutilizzo di medicinali in corso di validità".


Argomento:

e) Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta e dal suo Presidente


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis dello Statuto, si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito a n. 17 decreti di nomina della Presidenza della Giunta regionale.


Argomento:

Comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Stato calamità Valle Tanaro" (seguito)


PRESIDENTE

Colleghi, nella Conferenza dei Capigruppo avevamo convenuto che oggi ci sarebbe stata una comunicazione da parte del Vicepresidente Reschigna, in merito alla situazione economica patrimoniale della Regione e poi, su richiesta del Consigliere Pichetto, una comunicazione da parte dell'Assessore Pentenero in merito alla cassa integrazione in deroga.
Il Consigliere Grimaldi ha chiesto una comunicazione "anomala" del Presidente della Giunta, il quale si è reso disponibile, ma suggerirei di non aprire un dibattito in merito a queste comunicazioni.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Se invece sono semplici chiarimenti.



BONO Davide

Sì, sì, infatti intervengo ex articolo 56, comma 1, del Regolamento interno del Consiglio regionale, secondo cui "ogni Consigliere può chiedere chiarimenti intervenendo una volta sola per non più di cinque minuti" senza aprire il dibattito.



PRESIDENTE

Perfetto.
Ci sono altri Consiglieri che intendono chiedere chiarimenti in merito oltre al Consigliere Bono?



(Alcuni Consiglieri alzano la mano)



PRESIDENTE

Bene, sono chiuse le iscrizioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono, per chiarimenti; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente, siamo tutti consci che la situazione non può essere delineata in maniera chiara e netta già oggi, perché è troppo fresca la vicenda.
Ieri (ma anche nei giorni precedenti) siamo rimasti tutti col fiato sul collo, sia per gli accadimenti di Genova, sia per quelli nel basso Piemonte e nell'Alessandrino. Abbiamo seguito la vicenda, soprattutto i colleghi della Provincia, che sicuramente ne sono toccati in maniera diretta, per cui anche noi avremmo voluto chiedere una comunicazione "flash" oggi e un successivo approfondimento in sede di Commissione, in modo da potere ricevere dall'Assessore competente informazioni dirette anche sulla quantificazione dei danni.
L'unica richiesta di chiarimento che volevo porre è sulla cifra dello stanziamento di cui parlava il Presidente Chiamparino: nello specifico volevo sapere se i cinque milioni di euro (i fondi della Protezione Civile) erano a carico del bilancio regionale o del bilancio statale.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per segnalare alla Giunta, rispetto all'informativa che il Governatore Chiamparino ha reso, che cinque milioni sono una cifra importante, ma che potrebbe anche non essere spesa nella nostra Regione se prevedessimo degli interventi (magari discutendone approfonditamente anche in Commissione, con la Presidente Accossato in tempi brevi) sulla pulizia dei fiumi. Perché adesso è toccato alla provincia di Alessandria, ma guardate che quando piove un poco di più - badate che parliamo di leggera pioggia! - tutte le province del Piemonte sono interessate da alluvioni compresa la mia! Dal punto di vista idraulico, potremmo attuare un sistema molto semplice, che porterebbe dei soldi nelle casse della Regione e andrebbe a sanare il discorso delle alluvioni una volta per tutte.
Altrimenti, questi interventi di cinque milioni sarebbero solo palliativi rispetto alla situazione in cui ci troviamo, e non risolutivi.
Basterebbe pulire i fiumi, perché dal punto di vista idraulico c'è un accumulo di ghiaia facilmente riscontrabile in tutta la regione. Sarebbe sufficiente che la Regione si facesse carico di una legge specifica in tal senso: capisco le rimostranze dal punto di vista ambientale (ambientalisti Magistrato per il Po, Magistrato alle acque e quant'altro) e so che vi sono una serie di problematiche da affrontare. Ma se la Regione potesse iniziare un percorso rispetto alla pulizia, avremmo due vantaggi utili: da un lato eviteremmo di spendere anche questi cinque milioni, dall'altro eviteremmo anche di scavare dei buchi nel nostro territorio per portare via della ghiaia, a cui segue il normale riempimento spesso con rifiuti, con un'ulteriore serie di problematiche ambientali che ne consegueno per il loro ripristino.
Vi chiedo se è possibile, dopo questo tipo di comunicazione, iniziare un percorso simile; anche la Commissione potrebbe farsene carico (in questo senso mi rivolgo agli Assessori competenti, Balocco e Valmaggia), perché mi sembra che possa rappresentare un punto a favore per un'iniziativa risolutiva di una problematica che, comunque, penderà sulla Regione Piemonte (e non solo) come una spada di Damocle.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia, per chiarimenti; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Ha già illustrato il Consigliere Sozzani ciò che intendevo dire. Mi sono scontrata per cinque anni, da Presidente di Provincia, con questa situazione.
La pulizia dei fiumi, l'intervento dell'AIPO e del Magistrato per il Po sarebbero senz'altro opportuni.
Volevo un piccolo chiarimento dal Presidente Chiamparino: se ho capito bene, lei si recherà nelle zone colpite oggi pomeriggio, insieme al Prefetto e al Presidente della Provincia. Sono mesi che sentiamo dire dal suo compagno di partito, il Presidente del Consiglio, che sono state abolite le Province. Ho capito bene che andrà col Presidente della Provincia?



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Sì.



GANCIA Gianna

Perfetto, grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Ravetti, mi scuso con lei perché, in realtà, è stato il primo a chiedere di intervenire.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Questi fatti cadono a dieci anni dalla tragica alluvione di Alessandria.
Credo che il primo ringraziamento vada agli Assessori Balocco e Valmaggia, che prontamente hanno voluto essere vicino alla nostra gente che aveva bisogno, da subito, della presenza delle istituzione.
In questo senso, la presenza sul territorio degli Assessori è stata anche un vantaggio per gli Amministratori comunali, in particolare - mi rivolgo al Presidente, che oggi sarà con noi nelle nostre zone - per gli Amministratori dei piccoli Comuni. Ci sono ancora dei centri isolati della nostra Provincia che hanno, anche loro, bisogno di sentire la vicinanza della nostra Regione, insieme al nuovo Presidente della Provincia e delle Province che hanno competenza anche in materia di coordinamento delle attività.
In questo senso, visti gli accadimenti di Genova e visto l'impegno di molti uomini della Protezione Civile della Regione Piemonte, che si sono recati nelle zone colpite, volevo chiedere se c'é un coordinamento regionale che è a disposizione per prestare altrettante attenzioni concrete anche per i nostri territori, perché ce n'è veramente bisogno.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Intervengo per chiedere chiarimenti sostanzialmente sul computo dei danni, specialmente rispetto all'allagamento del piano terra dell'ospedale di Novi Ligure: ci chiediamo se abbia comportato dei danni alle strutture o al materiale ospedaliero.
Inoltre, volevamo sapere se è già stato fatto qualcosa in merito alla quantificazione dei danni nelle aree produttive di Novi, in cui insistono lo ricordiamo - la Pernigotti, la Novi, la Elah, l'Ilva e numerose altre aziende.
Proseguendo con aspetti più puntuali, a seguito dell'esondazione del torrente Orba abbiamo rilevato un punto critico nella questione de La Pedaggera di Capriata, l'area a rischio ambientale, dove non è stata completatala la bonifica, che, nei giorni scorsi, con gli altri colleghi della Provincia di Alessandria, abbiamo verificato essere ancora in alto mare; inoltre, è a rischio di esondazione l'area già parzialmente bonificata, a causa del danneggiamento dell'argine sul torrente Orba.
Visto che l'Orba ha esondato sia nei Comuni di Predosa che di Capriata ci chiedevamo se fosse possibile verificare anche questa situazione.
Volevamo porre l'accento anche sulla questione del Terzo Valico, visto il problema sulla linea del versante ligure che ha causato, nei giorni scorsi, il deragliamento del Freccia Bianca, e visti altresì i numerosi cantieri sul nostro versante: a tal riguardo, volevamo capire, specialmente nell'area che interferisce con il torrente Lemme, dove sono già state evidenziata criticità ambientali nei giorni scorsi, volevamo capire se i cantieri hanno subito o se hanno provocato dei danneggiamenti al territorio circostante.
In merito ai fondi erogati, occorre capire se saranno preventivi alla realizzazione degli interventi o successivi al consuntivo; chiaramente, in un momento di sofferenza delle imprese, quale quello odierno, non garantire una pronta erogazione dei fondi a stati di avanzamento comporterebbe un danno economico non sopportabile dalle imprese operanti sul nostro territorio.
In ultimo, una piccolissima considerazione su quanto è avvenuto alla piana di Novi, che è una piana cementificata non solo dal punto di vista delle attività produttive, ma anche delle attività commerciali, come l'outlet di Serravalle. Occorre valutare a stretto giro quali sono le incidenze della cementificazione di questo territorio sullo stato di drenaggio e di equilibrio idrogeologico del territorio.



PRESIDENTE

Consigliere Mighetti, l'oggetto del chiarimento.



MIGHETTI Paolo

Ho terminato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Hanno chiesto di intervenire le Consigliere Frediani e Batzella.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Probabilmente, il Presidente Chiamparino si aspetta la mia domanda perché, oltre ad essere valsusina, sono di origini genovesi, forse il mio destino è trovarmi sempre ad avere a che fare con grandi opere che devastano il territorio.
Innanzitutto, mi chiedo se pretenderemo chiarezza sulle cause che hanno generato la frana che ha colpito la zona di Fegino, dove sappiamo che c'è un cantiere, è una zona che è stata disboscata dai lavori del COCIF.
La domanda principale è la seguente: quando la smetteremo di investire i nostri soldi in queste opere? Quando ci decideremo a utilizzare le risorse per opere che mettano in sicurezza il territorio? Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
La collega Frediani mi ha anticipato, anch'io volevo sottolineare l'importanza del territorio, che va protetto e tutelato. I soldi devono essere utilizzati per la tutela del territorio e non per la sua distruzione, come ad esempio avviene con grandi opere inutili, dispendiose e dannose per la popolazione.
Mi ha colpito il discorso del Consigliere Ravetti quando ha ringraziato l'Assessore, il Presidente e tutti coloro che si sono recati ad esprimere solidarietà e vicinanza alla popolazione. E' un bel gesto da parte vostra però le istituzioni devono essere presenti prima che i danni accadano.



PRESIDENTE

I chiarimenti, Consigliera!



BATZELLA Stefania

Sì.
Lancio un appello al Presidente Chiamparino, che non è molto interessato al mio intervento.
Credo occorra individuare tutte le cause e le problematiche che hanno provocato questi danni. Ve lo dico veramente con il cuore in mano, sono stanca di tutti i disastri che ogni giorni avvengono. Sono stanca di vedere persone che perdono la casa! Sono stanca di vedere persone che perdono la vita o che, comunque, subiscono dei danni alla propria salute. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Chiamparino, che risponde alla richiesta di chiarimenti dei Consiglieri.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Intervengo molto rapidamente - intanto, ero interessatissimo al suo intervento, Consigliera Batzella, mi creda, tant'è che lo stavo commentando per dire che, purtroppo o per fortuna, non lo so, non risulta che fra le cause ci siano grandi cantieri e grandi opere. Anzi, semmai - ma questa è una mia constatazione a margine - se si facesse una statistica, si scoprirebbe che gli eventi alluvionali si verificano assai più spesso dove la natura è lasciata a sé e non è più manutenuta rispetto ai luoghi dove vi sono state grandi opere, che naturalmente hanno permesso di avere anche cura degli impatti ambientali e di verificarne l'effettiva funzionalità anche ai fini del funzionamento del sistema idrico.
Però, questa è una discussione che - come un approfondimento di tutta una serie di questioni che mi poneva il Consigliere Mighetti, se ho ben capito - accettando la proposta del Consigliere Bono, chiederei di poter svolgere in Commissione. Oggi, io stesso, recandomi in Alessandria, penso di poter raccogliere ulteriori elementi, che trasmetterò agli Assessori competenti, affinché possano informare compiutamente la Commissione.
Aggiungo anche che - nessuno lo ha sollevato - parliamo di Alessandria perché, evidentemente, è la realtà più colpita, ma esistono realtà in tutto l'arco alpino che devono essere attentamente monitorate. Infatti, ad esempio, mi risulta che nella Valle Strona, sopra Omegna, e nelle stesse valli laterali dell'Ossolano si siano verificati eventi franosi che andranno verificati, monitorati e inseriti nei nostri interventi per le emergenze.
Solo a lato, per non lasciare cadere la questione - la Consigliera Gancia non mi ha preso in contraddizione con il Presidente Renzi, lo potrà fare su altro - la legge n. 56, effettivamente, le definisce "Province" ma, quando sarà approvato l'iter della riforma costituzionale, non saranno più inserite nel testo costituzionale, ma questo è un altro discorso ahimé, anche qui, purtroppo o per fortuna, non c'è contraddizione.
Invece, per quanto riguarda la questione rilevante, i cinque milioni di cui ho parlato sono, ovviamente, nel nostro bilancio, perché non possiamo disporre del bilancio di altri, quindi non sono una richiesta, sono risorse che portiamo.
Ho verificato, fanno parte di una dotazione di circa 11 milioni che derivano dalle accise sulla benzina, che risultano coerenti con l'utilizzo di quello che resterà per fare fronte ancora agli eventi calamitosi che ci sono stati negli anni successivi, in particolare nel 2011. Ovviamente, sono per l'emergenza, cioè per fare fronte agli interventi di sistemazione del territorio, per rimuovere le frane e così via discorrendo.
Quindi, la capienza c'è, con queste caratteristiche. Per il resto credo sia molto sensata la proposta del Consigliere Bono: in Commissione faremo un quadro complessivo e daremo conto anche nella richiesta di stato di emergenza dell'entità dei danni che questo comporta.
Chiedo scusa, mi ero dimenticato - il Consigliere Mighetti me l'ha chiesto, ha fatto bene - di dire che sull'ospedale di Novi Ligure non ci sono stati danni, c'è stato un inizio di allagamento tempestivamente contenuto, con lo spostamento delle persone e anche dei materiali che potevano essere suscettibili di danni. Quindi, da questo punto di vista salvo l'interruzione del servizio, non vi sono stati danni. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Situazione economico patrimoniale della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Do ora la parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Reschigna che svolgerà le comunicazioni in merito a "Situazione economico patrimoniale della Regione Piemonte".



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio, finanze e patrimonio

Grazie, Presidente.
Questa mattina diamo inizio al dibattito e al confronto attorno a questi temi.
Comincerei queste comunicazioni affrontando i seguenti quattro punti: quali sono le conseguenze del giudizio di parificazione espresso dalla Corte dei Conti del Piemonte venerdì scorso; la necessità di un intervento e di una condizione di certezza sulle operazioni sul decreto legge n. 35 quali ulteriori problemi non emessi dal giudizio di parificazione dobbiamo affrontare e, infine, le problematiche relative alle questioni legate all'equilibrio di bilancio per l'esercizio 2015 e per i prossimi tre anni.
Voi sapete che, venerdì scorso, la Corte dei Conti ha parificato parzialmente il rendiconto dell'esercizio 2013, rettificando il disavanzo da euro 364.983.307 a euro 2.655.240.445, ma, sostanzialmente, ha sospeso nel giudizio di parificazione le quattro operazioni compiute nell'anno 2013 sul decreto legge n. 35 (due in ambito sanità e due in ambito non sanità) promuovendo il giudizio di costituzionalità relativamente alle leggi regionali (la legge sul bilancio del 2013 e la legge di assestamento del bilancio del 2013).
Partirei da qui, perché tale questione ha elementi di relazione anche con le conseguenze delle rettifiche operate dalla Corte dei Conti sul disavanzo dell'esercizio 2013.
Partirei con una considerazione. Credo che, ancora una volta, questa situazione richiami la necessità in questo Paese di avere una certezza del diritto, perché delle operazioni in ambito sanitario - che, ricordo, una è riferita alla ricapitalizzazione delle Aziende Sanitarie Regionali, l'altra alla copertura degli ammortamenti non sterilizzati delle Aziende Sanitarie al 2011 - la prima è, dal mio punto di vista, coerente e continua ad essere coerente con le disposizioni del decreto legge n. 35; la seconda è espressamente prevista dal primo comma dell'articolo 3 del decreto legge n.
35, laddove individuava come ambito d'intervento obbligatorio quello della copertura degli ammortamenti non sterilizzati delle Aziende Sanitarie entro il 2011, problema non del Piemonte ma di tutte le Regioni italiane.
Nell'esprimere la necessità di una certezza del diritto, voglio ricordare che la Corte dei Conti del Veneto e quella della Calabria hanno dato giudizio di parifica sui rendiconti di quelle due Regioni proprio sulla parte relativa agli interventi di copertura degli ammortamenti non sterilizzati.
Da qui la necessità di uscire dalla condizione di incertezza nella quale siamo e ci siamo trovati oggi. Le operazioni sul decreto legge n. 35 nel 2013 erano quattro, ammontanti a due miliardi e 500 milioni di euro circa; quelle riferite sono tre, delle quali una già chiusa e due in fase di istruttoria per quanto riguarda il 2014, per quasi due miliardi di euro.
E' evidente che, relativamente agli interventi che la Regione Piemonte richiederà al Governo nazionale, non possiamo aspettare che, rispetto alle impugnative promosse dalla Corte dei Conti del Piemonte sulle due leggi di bilancio, si esprima fra qualche mese, un anno o giù di lì, la Corte costituzionale.
Non lo possiamo fare, perché un conto è ragionare relativamente ad un potenziale disavanzo di due miliardi e 550 milioni di euro, un conto è ragionare rispetto ad un potenziale disavanzo di sette miliardi di euro.
Ma torno - per le relazioni presenti - alle questioni della rettifica del disavanzo. La rettifica è intervenuta su una serie di elementi: l'anticipazione Unicredit di 281 milioni e 450 mila, che non ci crea problemi, perché posta iscritta nel bilancio 2014 e già pagata all'Unicredit, quindi chiusa. Pertanto, in sede di assestamento di bilancio, daremo atto della rettifica del disavanzo, ma anche del fatto che la stessa è coperta dalla legge di bilancio 2014.
La rettifica interviene sui debiti latenti per perenzioni e residui per un miliardo e 11 milioni di euro, tutti relativi all'ambito sanitario, su cui si è sviluppata una delle operazioni sul decreto legge n. 35 del 2014.
Quindi, se quelle operazioni sono a posto, è chiaro che questo non diventa più un problema. Se quelle operazioni non sono a posto, è evidente che questo diventa un problema.
Lo stesso ragionamento vale sull'allineamento patrimoniale delle Aziende Sanitarie per 509 milioni e 653.800 euro, che è emerso a seguito della consegna del rapporto di Deloitte nel giugno 2014 e che è stato oggetto dell'operazione già conclusa, sottoscritto il contratto di finanziamento, incassate le risorse e pagate da parte della Regione Piemonte alle Aziende Sanitarie, proprio relativamente a questo tipo di partita sul decreto legge n. 35.
Quindi, se la questione del decreto legge n. 35 trova una sua definizione anche con un intervento legislativo, la Regione Piemonte ha risolto già un pezzo consistente dei problemi relativamente alla rettifica operata dalla Corte dei Conti sul 2013.
Se non si trova questo tipo di copertura e questo tipo di sistemazione sotto il profilo legislativo, è chiaro che ragioniamo rispetto ad un potenziale disavanzo di oltre sette miliardi e 500 milioni di euro.
Questi sono i primi due punti. Ma dicevo che vi è un terzo punto e ulteriori problemi. Abbiamo completato il lavoro relativamente ai fondi da reimpostare e questo lavoro, che è stato previsto come posta di un fondo rischi per debiti da reimpostare di 100 milioni di euro nelle operazioni di rettifica da parte della Corte dei Conti, oggi ammonta a 670 milioni di euro.
Quindi, abbiamo un problema aggiuntivo che riguarda 570 milioni di euro di fondi da reimpostare, il cui periodo di formazione è lunghissimo nel tempo. Voglio ricordare che, tra i fondi da reimpostare, ci sono 176 milioni di euro derivanti dagli interventi post-alluvione del 2000 e del 2002, quindi 14 anni fa e 12 anni fa.
L'altro problema che dovremo affrontare, una volta completata la ricognizione straordinaria dei residui attivi e passivi, che siamo nelle condizioni di rispettare come termine - quello dei tempi utili per la presentazione del rendiconto relativo all'esercizio 2014 - è che noi ci aspettiamo (questo è un importo non certo, ma stimato) che dalla ricognizione straordinaria dei residui attivi e passivi possa emergere un potenziale problema attorno a 700-750 milioni di euro, che il decreto legislativo n. 118 consente alle Regioni di potere coprire attraverso la spalmatura in dieci anni.
Questa è una cosa diversa rispetto al fatto che oggi saremo costretti per la legge sull'ordinamento contabile della Regione e per la legge nazionale, a dare copertura al potenziale disavanzo nell'ordine dei tre anni.
Esprimo la questione in termini molto sintetici: se non sono a posto le operazioni sul decreto legge n. 35, siamo di fronte a problematiche che riguardano circa nove miliardi di euro complessivi.
Se invece le operazioni sul decreto legge n. 35 vengono ad essere definite, siamo di fronte a problematiche che possono riferirsi a due miliardi o due miliardi e 500 milioni di euro.
Questo è il range entro il quale poniamo l'esigenza - ma su questo tornerà il Presidente nel suo intervento - di una condizione di certezza al Governo e al Parlamento relativamente a queste tematiche.
L'ultima questione - l'ho detto e l'ho anticipato - è che noi affronteremo due anni (il 2015 e il 2016) decisamente problematici e complessi.
Sono i due anni, soprattutto il 2015, durante i quali avremo il livello più alto dell'importo da restituire a copertura delle rate di ammortamento dei mutui contratti nel corso degli anni. Questo, dal 2017, tendenzialmente incomincerà a scendere, ma nel 2015 avremo un importo di circa 168 milioni di euro da coprire per chiudere tutta la programmazione dei fondi strutturali europei, che deve essere chiusa e rendicontata entro il 2015.
Ed è anche questo un importo che trova una sua collocazione fortemente significativa nel 2015 rispetto a quello assunto in tutte le annualità precedenti.
Questo ci mette nelle condizioni di dover riferire che oggi io non sono e non lo sono l'Amministrazione regionale e la Giunta regionale - nelle condizioni di poter presentare una legge di bilancio che garantisca equilibrio di bilancio, se non una legge regionale che tagli tutte le politiche d'intervento da parte della Regione, e riduca la Regione a pagare i debiti, a garantire la compartecipazione nel programma dei fondi strutturali europei, a pagare il personale diretto dell'Ente e tutto ci che è dipendente dal sistema degli enti strumentali e delle partecipazioni a pagare la sanità per quello che riceve dallo Stato e a pagare il TPL per quello che riceve dallo Stato.
Quindi, emerge una condizione problematica che riguarda tutte le altre politiche della Regione, che vanno dalle politiche sociali al diritto allo studio, all'istruzione universitaria, agli interventi sullo sviluppo economico, agli interventi sulla cultura. E' una situazione che dobbiamo affrontare.
Prima di incominciare a ragionare su come vogliamo affrontare la situazione, faccio queste due ultime considerazioni.
Lo ha detto il Presidente Chiamparino ripetutamente, lo ribadisco e lo voglio ribadire nel mio intervento: possiamo affrontare questa situazione che è a livelli di pesantezza inusitata, che pone l'Amministrazione regionale nelle condizioni di dover assumere decisioni molto forti guardando il passato e perdendo il nostro tempo a ricercare il colpevole oppure possiamo - e dobbiamo - affrontare questa situazione cercando di garantire le condizioni per cui la massima Istituzione del Piemonte sia in grado d'intervenire sulle problematiche sociali, sull'elevazione del Piemonte stesso, sullo sviluppo economico.
Abbiamo bisogno di far nascere, dal dibattito di questa mattina, una dura competizione politica che abbia, però, quest'orizzonte: uno sguardo proiettato verso il futuro, teso a definire le condizioni attraverso le quali costruire una nuova Istituzione del Piemonte, capace di resistere alle sfide dei tempi.
Il passato - e lo sintetizzo così - è un passato di 15 anni, nei quali la Regione Piemonte, ogni anno, spendeva sistematicamente più di quello che introitava. E' un passato reso ancora più complicato dal fatto che, dal 2010 al 2014, sono stati ridotti i trasferimenti dallo Stato alla Regione Piemonte, per oltre un miliardo di euro. Queste sono le condizioni e le situazioni dentro le quali ci troviamo a dover operare.
Come affrontare questa situazione? Possiamo mettere in campo due atteggiamenti: uno è quello di rinunciare ad un ruolo dell'istituzione Regione Piemonte tale da renderla capace d'intervenire sulla situazione sociale, sullo sviluppo economico, sul senso di esprimere una politica che si accontenti di gestire l'esistente, ma sapendo che con la mera gestione dell'esistente non si è in grado di risolvere alcun problema e si determinano costi sociali - anche in termini di mancata garanzia dei posti di lavoro - pesantissimi, nei prossimi anni.
L'altro atteggiamento è quello d'immaginare che l'unica soluzione possibile sia quella d'intervenire con l'accetta, rispetto a una serie di fattori (costi di organizzazione e costi di funzionamento), pensando e immaginando che l'attuale difficile condizione possa essere scaricata sulle 6.000 persone (io continuo a ragionare sulle 6.000 persone e non sui 2.035 dipendenti regionali), la cui sopravvivenza, in termini di posto di lavoro dipende dalla capacità della Regione Piemonte di aprire o chiudere i rubinetti dell'erogazione delle risorse.
Noi non scegliamo nessuno di questi due scenari, perché riteniamo anzi - che dentro questa situazione ci debbano essere tutte le condizioni per dar vita ad operazioni non del tipo "lacrime e sangue", ma rigorose (volutamente e duramente rigorose) di riorganizzazione della Regione capaci di riconsegnarci, al termine di questa legislatura regionale, una Regione più semplice, più leggera, meno appesantita sotto il profilo organizzativo, ma - proprio per questo - capace di essere frutto di un grande processo di riforma. E, nello stesso momento, con la consapevolezza che non possiamo abbandonare il campo rispetto alle politiche che sono vitali per evitare condizioni di disuguaglianza sociale e per evitare di bloccare i tentativi di ripresa economica all'interno della nostra regione.
Lo dobbiamo fare in questa legislatura, perché non possiamo più permetterci di rinviare a qualcun altro la soluzione di questi problemi.
Molte volte, nelle nostre discussioni, affrontando anche molti altri problemi, è emerso che abbiamo un po' tutti il complesso di NIMBY: va bene ma non in questo luogo. Vorrei estendere, pertanto, questo concetto: non possiamo più immaginare che non vada bene in questa legislatura, ma che il problema debba essere affrontato da qualcun altro.
Il senso profondo della responsabilità che il Governo regionale presieduto da Sergio Chiamparino vuole, invece, assumere è quello di accettare la durezza della condizione, dar vita ad un grande processo di riforma, capace di riconsegnarci una Regione che può avere equilibrio di bilancio, che può continuare a fare politiche e, nello stesso momento, che è stata capace di riformarsi in modo profondo nella propria organizzazione.
Non mi permetto di giudicare il passato, perché in passato l'organizzazione risentiva di disponibilità economiche che oggi non abbiamo e non ci appartengono. Oggi, quello che dobbiamo metterci in testa tutti assieme, in una competizione e in un confronto politico anche molto aspro è come costruire il futuro.
Vorrei, qui, delineare alcuni scenari della costruzione di questo futuro, perché è evidente che i dati che ho rappresentato all'inizio del mio intervento ci dicono che la Regione Piemonte, da sola, non è in grado di uscire da questa situazione. E' per questa ragione che la Regione Piemonte ha richiesto e richiederà un intervento straordinario, capace di accompagnarla in questo grande processo di riorganizzazione.
Per ottenere un intervento straordinario, occorre che la Regione Piemonte dimostri di essere stata capace di assumersi sino in fondo tutte le sue responsabilità e quindi di avere incominciato un processo volutamente rigoroso di riorganizzazione della spesa regionale. Solo così riacquistiamo tutti credibilità e solo in questo modo saremo nelle condizioni di richiedere ed ottenere un intervento straordinario.
Nell'individuare alcuni degli scenari della riorganizzazione della spesa regionale, dichiaro da subito che per noi non sono Vangelo: su ciascuno di questi segnali accetteremo il confronto all'interno delle Commissioni, attraverso l'approfondimento. Accetteremo e stimoleremo il confronto con le organizzazioni sindacali e con le organizzazioni economiche del Piemonte, per cercare di individuare tutti assieme le strade più adeguate in questo contesto.
Il primo elemento è che dovremo procedere ad una riorganizzazione degli Uffici decentrati della Regione. Oggi abbiamo 24 sedi decentrate e il programma che è stato messo a punto prevede la riduzione a 15 sedi decentrate degli Uffici regionali, con un altro obiettivo: quello di riportare tutte le sedi decentrate della Regione Piemonte in ambiti patrimoniali di proprietà della Regione stessa, eliminando locazioni passive, oltremodo onerose, in alcuni casi, e oltremodo ingiustificate, in altri. Mi riferisco, in particolare, alla locazione degli Uffici decentrati di Biella, che costano più di 350 mila euro l'anno, quando la Regione Piemonte è proprietaria di uno stabile ottenuto in permuta con il Comune di Biella, destinabile a questo tipo di scopo e funzione.
Questo è un intervento che noi poniamo: già nei prossimi giorni apriremo il confronto con le organizzazioni sindacali, con l'obiettivo di dar vita immediatamente a quest'operazione entro il 1° gennaio 2015.
Per quanto riguarda gli interventi sul patrimonio regionale consideriamo vendibile tutto il patrimonio regionale della Regione Piemonte tranne quello che ha caratteristiche e ruoli architettonici, culturali e paesaggistici d'interesse rilevante, tali da definirlo un bene comune che deve essere preservato.
Questo significa che, rispetto a Torino, metteremo in vendita gli stabili di piazza Castello, di via Principe Amedeo e di via Petrarca. Non metteremo in vendita gli Uffici di corso Bolzano, perché lo stabile di corso Bolzano è in comproprietà: una parte è della Regione Piemonte e un'altra parte è di proprietà dello Stato.
Negli Uffici di corso Bolzano e all'interno del palazzo unico regionale collocheremo tutti gli enti strumentali della Regione, in modo da risparmiare locazioni onerose, quali quelle dell'IRES in via Nizza, per 360 mila euro l'anno. Tutti gli altri enti strumentali che pagano direttamente locazioni passive a proprietà private entreranno nel patrimonio della Regione e l'affitto lo pagheranno alla Regione Piemonte.
A regime, questa è un'operazione che può chiudersi entro il 2016.
Noi ci aspettiamo riduzioni significative di spesa corrente di qualche milione di euro e introiti straordinari dalla vendita del patrimonio immobiliare da destinare o alla compartecipazione degli investimenti dei fondi strutturali europei o alla riduzione del debito all'interno della Regione, non a coprire spesa corrente.
La terza linea d'azione prevede che dal 2015 la sanità spenda esattamente le risorse che introitiamo dal Fondo Sanitario Nazionale.
Questo significherà affrontare una riorganizzazione seria ed effettiva, su cui sta lavorando l'Assessore Saitta.
Nell'arco temporale dei prossimi tre anni anche il sistema del TPL dovrà essere finanziato con le risorse trasferite dal fondo del trasporto pubblico nazionale. Per il TPL ci vorrà qualche anno, perché per raggiungere questo obiettivo è necessario svolgere le gare sul trasporto del ferro e le gare in modo più ridefinito sotto il profilo dei quadranti per quanto riguarda il trasporto su gomma.
Il terzo asse d'intervento riguarda il personale.
Vorrei anticipare questo ambito di azione con una profonda convinzione: sia chiaro che per l'Amministrazione regionale il personale non è un problema, ma una risorsa. Questo lo vorrei esprimere con molta chiarezza.
Abbiamo bisogno di molto protagonismo da parte delle risorse umane della Regione, dei dipendenti, dei dirigenti a tutti i livelli della Regione Piemonte per accompagnare questo grande progetto di riforma e di riorganizzazione della Regione.
Con questa convinzione, però, dobbiamo adeguare la nostra organizzazione di una Regione che ha necessità di essere più leggera. I primi provvedimenti che sono stati assunti (la nomina del Segretario generale e la riduzione del numero dei Direttori) si accompagneranno, entro giugno 2015, ad altri provvedimenti che devono portare il numero dei Settori della Regione da 131 ad una cifra inferiore a cento. Credo che questo possa avvenire senza nessun tipo di rinuncia ad esercitare funzioni politiche, controlli e garanzie nei confronti dell'erogazione dei servizi.
Allo stesso tempo, vorrei esprimere che l'Amministrazione regionale è disponibile ad un nuovo accordo con le organizzazioni sindacali sul tema della rottamazione dei Dirigenti, perché questo può aiutare l'accompagnamento della riduzione dei Settori.
Questo nuovo accordo deve avere come elemento fondamentale da cui partire il fatto che non si paghi una lira in più del periodo intercorrente tra la risoluzione anticipata del rapporto di lavoro e la data di recepimento delle pensioni. Non è eticamente corretto.
Non è eticamente corretto che in questo momento possano essere garantite mensilità sulla base dell'accordo della rottamazione dei dirigenti che prevedono corresponsioni di mensilità superiori al periodo necessario per ottenere il recepimento e il pagamento delle pensioni. Sotto quest'aspetto, vogliamo essere molto chiari: c'è un problema di equità nelle misure che vogliamo affrontare e anche nelle condizioni di difficoltà che stiamo attraversando.
Inoltre, provvederemo a ridefinire i meccanismi del salario accessorio perché così non è giusto e la deliberazione sul bando per i Direttori va in questa direzione: a complessità diverse corrisponde la medesima retribuzione di posizione, ma al raggiungimento di obiettivi in modo differenziato devono corrispondere retribuzioni di risultato differenziato e non retribuzioni uguali per tutti.
La quarta linea d'intervento riguarda ARPA.
So che c'è già un subbuglio sotto quest'aspetto da parte di tutti lavoratori e dipendenti.
Vorrei anche che ci rendessimo conto di una questione: oggi abbiamo in giro per il Piemonte 28 sedi nelle quali sono dislocati gli Uffici di ARPA; di queste 28 sedi alcuni sono uffici, altre laboratori che svolgono una funzione essenziale. Non intendiamo sguarnire nessuno di questi territori piemontesi, ma immaginare un processo che riduca il numero dei laboratori di ARPA è assolutamente necessario. Tutto ciò non è foriero di nessun disservizio, non determina nessuna mancanza di presidio sul territorio, ma crea solamente condizioni d'intervento più razionali. Le 28 sedi di ARPA in giro per il Piemonte dovranno ridursi, ricollocandole tutte in immobili di proprietà, come già oggi esistono, messi a disposizione dalle Amministrazioni comunali in comodato d'uso.
Così come non è pensabile che la riorganizzazione della sanità preveda l'ospedale sotto casa, non è neanche pensabile che la riorganizzazione dell'ARPA debba determinare il mantenimento di una serie di laboratori nel numero e nella consistenza attuali.
Vogliamo inoltre intervenire prevedendo una revisione dei dipartimenti di ARPA che devono passare dalla dimensione provinciale alla dimensione di quadrante, che è una dimensione dentro la quale, con il tempo necessario intendiamo procedere complessivamente alla riorganizzazione della Regione Piemonte.
Ripeto, vorrei essere chiaro: il passato non è foriero di sprechi sotto quest'aspetto. Tuttavia, non possiamo immaginare di affrontare una situazione così complicata e così difficile con un atteggiamento di mera conservazione dell'esistente, anche perché questo tipo di atteggiamento avrebbe come conseguenza l'abbandono delle politiche o effetti pesanti sotto il profilo sociale.
Così come andrà fatto un lavoro di fino sotto quest'aspetto per evitare sovrapposizioni, così come è stato espresso nel recente dibattito sulle modifiche dello statuto dello Zooprofilattico, tra le attività svolte da ARPA, dallo Zooprofilattico e dalle ASR. Credo che questo significhi costruire un'organizzazione moderna e non lasciare in condizioni di abbandono né i territori, né il sistema dei servizi, né la protezione ambientale, che rappresenta un valore essenziale e importante.
Ci sono molti altri ambiti d'intervento che devono essere assunti e che sotto quest'aspetto, potranno determinare benefici, nei prossimi anni.
L'organizzazione delle politiche sociali deve adeguarsi nel corso di un anno alle indicazioni delle leggi regionali vigenti, portando gli ambiti d'intervento dei Consorzi dei servizi sociali a quelli coincidenti con i distretti sanitari, tranne eccezioni assolutamente e oggettivamente dimostrabili.
Inoltre, rimane la libera scelta da parte dei Comuni, ma il messaggio che rivolge la Regione deve essere chiaro: in quel contesto la Regione interviene e sostiene, ma chi fa scelte diverse deve anche assumersi la responsabilità della copertura economica di tali scelte, perché sono scelte che determinano costi organizzativi più rilevanti e più consistenti.
Il sistema dell'accoglienza turistica. L'Assessore Parigi sta lavorando in questo senso. Vogliamo modificare la legge regionale garantendo e consentendo che quelle Aziende territoriali di accoglienza turistica possano svolgere anche attività economiche capaci di recuperare una parte dei costi del loro funzionamento e privilegiando quelle aree d'intervento che vedano una forte e consistente partecipazione, da parte dei privati e degli operatori turistici, alla responsabilità di consentire adeguate politiche di informazione e di accoglienza turistica.
Analogo ragionamento riguarda il tema delle politiche forestali, che può coinvolgere l'esercito dei dipendenti regionali e degli operai forestali, ma può anche coinvolgere IPLA, restituendo e concretizzando un ragionamento che ormai facciamo tutti, ma che non riusciamo a concretizzare: restituire valore economico al bosco, attuare politiche "chilometri zero" sulla filiera boschiva del legno, evitare che gli impianti biomassa del Piemonte siano alimentati da materiale proveniente da altre Regioni o da Paesi dell'Est europeo, evitare che i cippati o il pellet utilizzati provengano da altri Paesi europei e non dal nostro Paese.
L'obiettivo è molto semplice, non è quello di pareggiare i costi degli interventi svolti in ambito di forestazione montana o in ambito di IPLA, ma di immaginare che un recupero del 15-20% da raggiungere nell'arco di qualche anno sia un obiettivo credibile, realizzabile e raggiungibile.
Sotto quest'aspetto, entro il mese di ottobre verrà presentato un piano industriale, che abbiamo chiesto di svolgere sia al servizio di forestazione montana sia all'IPLA, teso a verificare se questo obiettivo è praticabile e a quali condizioni può diventare realizzabile.
Accanto ad un processo di forte semplificazione, che è già in atto nel collegato di assestamento del bilancio presentato dalla Giunta regionale c'è un intervento promosso dall'Assessorato all'agricoltura teso all'eliminazione del Consorzio per lo smaltimento delle carcasse animali che consentirà di gestire la stessa funzione non con pagamento diretto, ma attraverso le coperture assicurative, con un risparmio che riguarda il 50 delle somme a disposizione sul bilancio della Regione.
Analoga questione riguarda la riorganizzazione delle partecipazioni e degli enti strumentali della Regione (questo è un tema che lascio al Presidente).
Chiudo qui, ribadendo la consapevolezza, che vogliamo esprimere, di una Giunta regionale che si trova ad affrontare una condizione difficile, che vuole viverla da protagonista, non subendola, e nemmeno manifestando impotenza nell'affrontare situazioni che sono indubbiamente pesanti e rilevanti. Vuole esercitare un ruolo di governo delle trasformazioni, delle riorganizzazioni, delle riforme, capace non solo di avere degli effetti strutturali sul contenimento della spesa della Regione Piemonte, ma capace anche, alla fine di questa legislatura regionale, di consegnarci un'organizzazione amministrativa e regionale più semplice, più moderna e più efficace, quindi in grado di reggere alla sfida del tempo.
Con questa credibilità ci presenteremo al Ministero dell'Economia e Finanze e al Governo, chiedendo un intervento straordinario ma dimostrando sostanzialmente e indipendentemente dalla storia del passato, di voler guidare la trasformazione del presente per costruire il futuro.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
L'intervento del Vicepresidente della Giunta regionale ci pone di fronte ad una consapevolezza. Questo è come se fosse per noi (.)



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

A quando la comunicazione del Presidente della Giunta?



PRESIDENTE

Le comunicazioni sulla situazione economico-patrimoniale della Regione le ha fatte il Vicepresidente Reschigna. Si apre il dibattito e il Presidente può intervenire nel dibattito.



GARIGLIO Davide

Le dichiarazioni che ha appena fatto il Vicepresidente della Giunta regionale testimoniamo che stiamo vivendo un momento drammatico della vita di questa nostra comunità regionale, di questo nostro Ente.
E' un momento in cui tutti noi siamo chiamati ad una grande responsabilità, che ci fa sentire anche piccoli di fronte alle sfide che dobbiamo affrontare e ai numeri che ci sono stati impietosamente elencati.
Elencati impietosamente, ma anche con una logica di verità, che noi apprezziamo.
Volevo dire subito che il Gruppo consiliare del Partito Democratico si riconosce totalmente e pienamente nelle linee politiche che, a nome della Giunta regionale, il Vicepresidente ha appena illustrato. Ci riconosciamo e apprezziamo la determinazione con cui è stata fatta questa relazione apprezziamo lo spirito di verità con cui oggi sono stati dati numeri certi anche al di là di quanto emerso nel giudizio di parifica che si è tenuto la scorsa settimana.
Per troppi anni, dal 2000 in avanti, in questa Regione si è vissuti al di sopra delle proprie possibilità. La Regione Piemonte, l'Ente regione, è stata come una famiglia che ogni anno incassa 100, ma spende 120. Questo è possibile finché c'è qualcuno che fa prestiti, finché si riesce a ingannare i creditori, ma arriva un punto in cui non si può fare più. A quel punto se si ha a cuore il bene della famiglia, si devono prendere decisioni.
Credo che quel punto oggi sia arrivato.
Ho apprezzato, in particolare, l'atteggiamento che oggi ha guidato l'intervento del Vicepresidente Reschigna, e che faremo nostro come Gruppo consiliare. Non è questo il momento in cui ci si rimpalla le responsabilità, in cui si dice che è colpa di quello che è stato fatto nella legislatura precedente. Quelli che governavano nella scorsa legislatura dicevano: "è colpa di quello che è stato fatto prima" durante la legislatura Bresso; quelli che erano in maggioranza durante la legislatura Bresso dicevano: "è colpa di quello che ha fatto Ghigo nei dieci anni precedenti". A noi non interessa più fare questa sterile ricorsa sul passato per far risalire le responsabilità ad Adamo ed Eva e, in linea diretta, ai loro discendenti.
Oggi siamo di fronte ad una situazione di debito mostruoso, ad una situazione in cui i giochi di bilancio non sono più possibili o, comunque sono assolutamente negativi per la salute della nostra Regione.
Oggi il Vicepresidente della Giunta ci ha parlato di un debito di 700 750 milioni che emergerà dalla rivisitazione dei fondi da reimpostare dalla rivisitazione dei residui passivi. Tutti dati su cui, in passato, si è cercato di fare luce, senza mai arrivare ad un quadro definitivo. Credo sia giusto partire da una situazione di verità. Anche se ci lascia l'amaro in bocca vedere gli organismi contabili, deputati a controllare i bilanci delle Regioni, pronunciarsi diversamente da Regione a Regione, credo sia giusto per noi, che siamo amministratori, prendere atto di quello che è stato detto ed iniziare a lavorare per risolvere il problema.
La situazione è tale che l'Ente Regione rischia di essere un Ente deputato solo più a pagare gli stipendi (tra gli stipendi includo anche quelli dei Consiglieri regionali) e a pagare la propria amministrazione, il proprio funzionamento. Noi non vogliamo questo. Per questo siamo assolutamente determinati nel sostenere la linea che oggi è stata annunciata dal Vicepresidente Reschigna.
La nostra organizzazione non deve essere solo più funzionale al proprio mantenimento, noi dobbiamo agire affinché la Regione possa svolgere le funzioni per cui è nata e fra esse noi abbiamo due priorità.
La prima: garantire la spesa sociale, cioè garantire gli interventi della Regione a sostegno delle persone più deboli; un tempo avremmo detto delle persone più povere, cioè delle persone che si aspettano da noi un intervento che vada in aiuto alle loro difficoltà. Penso alle politiche sociali, penso al diritto allo studio, penso alle politiche per la casa.
La seconda: dobbiamo anche reperire risorse per fare quanto è possibile, per sostenere la ripresa economica, per sostenere lo sforzo di chi vuole investire, di chi vuole intraprendere, di chi è disposto ad investire il proprio denaro non solo in titoli di Stato, ma per creare lavoro e occupazione e per creare impresa.
Dobbiamo fare queste due cose. Se per fare queste cose serve intervenire sulla macchina, dobbiamo intervenire sulla macchina. Chiediamo di farlo, com'è stato annunciato, non con tagli lineari: chiediamo di farlo discriminando situazione da situazione, chiediamo di farlo in tutti i settori.
Non sono stati illustrati oggi, ma immagino verrà fatto nelle prossime settimane.
Anche il comparto della sanità, che rappresenta la spesa maggiore dovrà essere oggetto di un intervento altrettanto attento ed accurato.
Noi vogliamo fare questi interventi perché vogliamo liberare risorse per le finalità sociali e a sostegno della ripresa dell'occupazione, in tutti i settori: dall'industria all'artigianato, all'agricoltura, alla cultura. Per tutti questi settori dobbiamo recuperare risorse per favorire l'occupazione e la ripresa della Regione. E' quasi una mission impossible me ne rendo conto, ma è una missione che dobbiamo tentare! Oggi assumiamo pienamente su di noi questa responsabilità. Il Gruppo consiliare del Partito Democratico, con i propri Consiglieri, sosterrà questa operazione. Qui abbiamo Consiglieri che non sono stati eletti al traino di uno o dell'altro, ma Consiglieri eletti con una propria legittimazione sul territorio, con proprio consenso, con proprie storie di impegni; tutte persone che sono qui e che lavoreranno qui per costruire delle soluzioni, anche con la possibilità di intervenire, dare soluzioni correggere e stimolare. Ed è quello che ci piacerebbe riuscire a fare e per cui ci impegneremo: riuscire a portare il nostro contributo, le nostre idee per far fare un passo in avanti.
Ma questi Consiglieri che accettano la sfida di intervenire materia per materia, per andare a intervenire anche nelle proprie case, anche nei propri collegi elettorali, mettendoci la faccia, chiedono una cosa. Se noi andiamo in giro - e andremo - spiegando le ragioni di questi interventi mettendoci la faccia, andando anche dal nostro elettorato a dire che alcune cose vanno fatte per il bene comune, chiediamo però una cosa: che ci sia il rispetto del ruolo del Consiglio, la parlamentarizzazione di questi interventi, cioè che quest'Aula e le Commissioni siano al centro del dibattito che deciderà queste linee, che tradurrà queste linee in indirizzi, in atti normativi, in atti concreti.
Non è il momento di leggere annunci sui giornali, non è il momento di sapere le cose da interventi a episodi, cioè è il momento di lavorare insieme, confrontandoci in quest'Aula e confrontandoci con gli Amministratori fuori di quest'Aula per decidere le soluzioni nell'interesse della nostra Regione.
Noi siamo impegnati in questo, accettiamo questa sfida e lavoreremo per realizzare questa sfida. Lo facciamo perché sappiamo che dobbiamo lavorare per il futuro. Io sono padre da poco di due bambine e tanti qui sono padri o comunque hanno dei giovani dietro le spalle. E allora, quando noi facciamo politica, credo continuativamente ci venga da pensare che le scelte che facciamo oggi sono importanti, certo, nell'immediato e finalizzate anche nell'immediato a un recupero di consenso, perché siamo misurati di 5 anni in 5 anni, ma l'orizzonte che dobbiamo avere e che assumiamo oggi in quest'Aula è un orizzonte più ampio: è l'orizzonte dei nostri figli, del futuro dei nostri figli, che per un pezzo passa anche attraverso la nostra piccola azione di Amministratori.
Noi oggi, con le decisioni che siamo chiamati qui ad assumere, dobbiamo costruire il futuro di questa Regione non solo come Ente, ma di questa Regione come comunità regionale. Sappiamo che dobbiamo farlo, sappiamo che per farlo sono necessarie scelte dolorose oggi, ma come un padre quando si relaziona ai propri figli sa che non viene giudicato su quello che toglie nell'immediato, non viene giudicato su quello che dà oggi, ma sul percorso che costruisce, sul futuro che costruisce ai propri figli, sulle possibilità che dà ai propri figli di costruirsi un futuro, così noi oggi vogliamo fare per questa Regione.
Vogliamo lavorare per questo, ci impegniamo in questo, il Gruppo parlamentare piemontese del Partito Democratico (da sabato verrà riunito su questo punto) si mette a disposizione per fare un'azione di lobbying in Parlamento a tutela degli interessi di questa comunità regionale in questo momento difficile. Chiediamo di lavorare anche con gli altri, anche quelli che oggi sono qui all'opposizione, anche con quelle persone che in Parlamentano rappresentano altri Gruppi, sia di maggioranza sia di opposizione. Abbiamo una missione comune: quella di lavorare insieme per il futuro di questa Regione. Oggi passa da noi, passa da queste scelte, sono scelte dolorose, scelte che nell'immediato sappiamo che graveranno principalmente sulle spalle dei Gruppi di maggioranza, in particolare del Partito Democratico, sono scelte che nell'immediato ci faranno perdere consenso, ma sono scelte che noi ci impegniamo a portare avanti in una logica di responsabilità verso il futuro che vogliamo costruire.
Da ultimo - e mi scuso - una considerazione conclusiva. Le cifre sono molto grandi, gli interventi designati dal Vicepresidente Reschigna sono interventi ambiziosi, che puntano a recuperare grandi cifre, ma noi dobbiamo dare l'esempio. Qua dentro, quest'Aula deve dare l'esempio. E noi siamo a disposizione. Non vogliamo essere i primi della classe perché non lo siamo, ma chiediamo che l'Ufficio di Presidenza, convocando tutti Gruppi consiliari, faccia anche delle scelte che rendano trasparente all'esterno che i Consiglieri regionali e gli Assessori in quest'Aula sono disposti a togliersi qualcosa nel momento in cui andiamo fuori da quest'Aula a chiedere ai nostri dipendenti, alla gente che lavora per noi, alla gente che attende risposte da noi dei sacrifici.
Chiediamo che lo faccia l'Ufficio di Presidenza, perché non può essere una battaglia di parte di Tizio contro Caio, ma lo devono fare tutti. E chiediamo anche che lo faccia la politica in senso lato, perché la politica non è solo la gente eletta in quest'Aula, eletta con legittimazione popolare diretta , ma è fatta da una pletora di persone che vive nei Consigli di amministrazione, che ha incarichi di responsabilità, che sono chiamate a dare un esempio anche loro. E su questo chiediamo che la Giunta regionale, che è direttamente responsabile di questa seconda parte, assuma con coraggio e con forza scelte conseguenti. Noi faremo la nostra parte.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, ringrazio la Giunta della disponibilità a fare questa comunicazione a seguito del giudizio di parificazione da parte della Corte dei Conti e anche della chiarezza con la quale l'Assessore ha esposto il quadro di valutazione giuridico-normativo, in particolare sui sistemi di contabilizzazione.
Non voglio entrare su quella che è la disputa che c'è nell'ambito della Corte dei Conti tra l'opinione della Procura della Corte dei Conti, che scrive: "Le modalità di contabilizzazione adottate dalla Regione non sembrano contrastare di per sé, dunque, con la disciplina particolare del decreto 35, atteso che, a fronte dell'obbligo di restituzione con rate annuali costanti fino al 2043, appare coerente l'iscrizione nel conto del bilancio della quota capitale e della corrispondente quota interessi di competenza. Il riferimento all'archetipo regionale del mutuo, si rivela pertanto pertinente". Questa è un'opinione. Poi c'è un'opinione di altri che dicono che bisognava fare diversamente.
Mi permetto anche di fare questa considerazione, con l'interpretazione quasi autentica, avendo un po' compartecipato mentre stendevano il decreto 35. La questione se la sono posta, e se l'è posta non solo la Regione Piemonte, ma se la sono posta il Ministero dell'Economia e le Regioni nel loro complesso. Questa è una questione nazionale.
Ecco perché io credo che il Presidente Chiamparino, anche nel suo ruolo di Presidente della Conferenza delle Regioni, certamente ne è investito quale Presidente della Regione Piemonte, ma credo molte altre Regioni, per cui è una questione nazionale ed è una questione che, al momento, venne trattata anche con l'Unione Europea, perché significava l'emissione di titoli di Stato (questo forse è un discorso che va più sulla piazza romana che non in questa sede), con una contropartita di credito pubblico-pubblico all'interno. E venne definita "anticipazione" per evitare di modificare la norma del tetto del 20% che c'era, perché altrimenti un intervento su quella norma avrebbe aperto il fronte all'altra interpretazione e di dire: allora sono utilizzabili per parte corrente, mentre chiaramente - e credo in modo rigoroso, su questo credo di dover anche difendere gli uffici, ma non so se l'Assessore ha motivo di dire diversamente - è stato rigorosamente applicato con riferimento al 31/12/2012.
Ecco perché su questo personalmente mi sento a fianco di quella che sarà la valutazione che il Presidente Chiamparino svolgerà anche nell'ambito del confronto con il Ministero dell'Economia, che - vorrei ricordare - nei contratti sosteneva questa tesi, quindi è anche per iscritto e firmato.
Invece, per quanto riguarda la questione della quadratura complessiva la situazione della difficoltà del bilancio regionale era nota a quest'Aula fin dalla passata legislatura. Io sono arrivato l'ultimo anno, ma è da qualche anno che ci assilla.
Quando si parla di debito, i debiti li ho tutti: o verso i fornitori o verso le banche, perché non è come riportano spesso gli organi di stampa nel senso che sono debiti solo quelli verso lo Stato e le banche e non quelli verso i fornitori. Poiché al momento non abbiamo la zecca per stampare moneta - al momento, perché si potrà vedere - è chiaro che il debito è complessivo.
Per caso mi sono preso un attimo la sequenza dei consuntivi totali del debito della Regione Piemonte, che leggo.
Eravamo a sei miliardi e 700 nel 2004 tra commerciale e finanziario siamo passati a 10 miliardi e 200 milioni nel 2006; a 10 miliardi e quattro nel 2007; a 11 miliardi e due nel 2008; a 12 miliardi e cinque nel 2009; a 13 miliardi e nove nel 2010.
Nel 2009 e nel 2010 giocano anche i 700 milioni, la famosa delibera, e i 900 milioni della sanità 2007, ma di questo in quest'Aula abbiamo discusso talmente tanto, e abbiamo fatto così tanta polemica, che non voglio mettermi nel ruolo dell'opposizione della passata legislatura.
Si è poi stabilizzato - usiamo questo termine - sulla cifra di circa 14 miliardi, perché complessivamente, quando si parla di debito della Regione dobbiamo parlare di 14 miliardi, non di sette o otto con le oscillazioni perché c'è anche il debito allargato, che comprende tutto il sistema del debito delle ASL.
Chiaramente, nei 14 miliardi di debito, una parte è anche dovuta alla temporaneità. In alcuni casi le entrate sono successive alle spese, quindi è solo uno scoperto di temporaneità, per una parte. Sicuramente non è uno scoperto il fatto che si tengano i soldi in cassa e non si paghino i fornitori.
L'altro modo per avere un debito è non pagare i fornitori e tenersi i soldi.
Tutto questo, comunque, determina il fatto che le azioni di ristrutturazione del bilancio sono fondamentali.
Ma perché si è creato tutto questo? Proviamo a ricordarlo.
E' vero, nella polemica politica possiamo aggiungere tutta una serie di azioni che possono avere anche la natura di quasi malversazione (cito la famosa questione sanità del 2007 o la delibera, emessa il giorno delle elezioni, 2010), ma in sostanza è perché c'è stata una riduzione dei trasferimenti correnti dello Stato che ammontano a circa un miliardo all'anno.
E' chiaro che se questa Regione avesse avuto, con lo spread del 2005/2006, gli stessi trasferimenti, oggi non saremmo nella condizione di dover fare questa discussione e il Presidente Chiamparino e l'Assessore Reschigna avrebbero un miliardo di trasferimento corrente all'anno in più né avremmo l'importo del debito che c'è.
E' chiaro che questa è una Regione - l'ho detto nel mese di maggio del 2013 in quest'aula - che ha una situazione strutturale di deficit strutturale, nel senso che le uscite sono superiori alle entrate.
Primo anno di fermo è il 2013, con molta fatica, ma non con una soluzione. Voglio essere onesto: frenando tutto, il 2013 - come dà atto la Corte dei Conti - è in pareggio corrente, ma questo pareggio corrente non è stata la soluzione. La soluzione è quella delle azioni che devono essere svolte per la ristrutturazione.
Su questo voglio fare alcune considerazioni.
Ho avuto modo di dire, mi pare la settimana scorsa, che ci sono alcuni punti nevralgici del sistema amministrativo regionale in generale, di questa Regione in particolare, ma non solo.
Alcuni possono essere risolti da quest'Aula con una serie di azioni che possiamo valutare. Non ci tireremo indietro, anche dal ruolo di opposizione, nella critica se non ci andranno bene, ma anche nell'appoggio se la cosa è nell'interesse dei piemontesi.
Tali azioni riguardano la definizione di chi paga e di chi decide di spendere.
Il sistema della sanità, così com'è impostato non funziona, nonostante l'autonomia giuridica delle ASL.
Non so se l'Assessore Saitta riesce a controllare il sistema nel suo complesso, tale per cui non funziona il raccordo e, quindi, non funziona la catena di comando.
Questo determina che il tutto si conosce a consuntivo, motivato dall'inderogabile necessità di spesa. Naturalmente c'è un passaggio da fare: la sanità deve essere portata nell'ambito del bilancio, e la centrale di spesa deve essere il bilancio.
Non può esserci una UPB unica per la sanità, dove automaticamente vi sia il passaggio fondo sanitario-sanità e sistema territoriale delle ASL.
Uno dei meccanismi di controllo, avviato in via sperimentale, - credo vada avanti - è quello di centralizzare il sistema di pagamenti. Le moderne tecnologie lo permettono.
Questo permetterebbe, all'Assessore alla sanità prima di tutto, di avere costantemente e giornalmente la situazione on line.
Le moderne tecnologie ci permettono di fare questo. Dieci anni fa non era possibile. Oggi permettono di fare tutta quella serie di raffronti che agevolano l'azione di governo.
E' un'azione difficile. È un'azione che la passata amministrazione ha incominciato, con le due ASL sperimentali, e mi auguro che la vostra amministrazione, che è la nostra amministrazione piemontese, possa davvero andare avanti in tal senso, perché è un primo passaggio.
Il secondo punto riguarda i trasporti.
Sui trasporti, l'opposizione della passata legislatura non ci permise di modificare la legge.



(Commenti in aula)



PICHETTO FRATIN Gilberto

Probabilmente qualcuno vi aiutava anche dalla maggioranza.
Un meccanismo dove la decisione di spesa e quindi, banalizzando, la decisione sulle linee la prendono le Province e l'ufficiale pagatore lo fa la Regione.
Su queste azioni ci sarà il nostro voto favorevole, anche se fanno urlare un po' i nostri ex Presidenti di Provincia che siedono qui, ma, di fatto, è l'unico modo, perché se non ci mettiamo insieme, se questa Regione non ha la forza e il coraggio - non entro nel merito delle altre azioni indicate dall'Assessore Reschigna, dove nel merito avremmo occasione di valutarle una per una - si sappia che da parte nostra non ci sarà l'atteggiamento che invece c'era stato nella passata legislatura su pari azioni che erano da portare avanti.
Su queste, se la Giunta regionale intende affrontare la ristrutturazione dell'Ente Regione, stante la situazione nel quadro nazionale, noi ci saremo e ci saremo puntualmente.
Quello che chiediamo è di avere un profondo e serio confronto di Aula di Consiglio regionale e non di trovarci soluzioni pre-confezionate eventualmente apprese dai giornali.
Grazie.



PRESIDENTE

Comunico che ci sono ancora 12 richieste d'intervento, quindi invito tutti, essendo argomento di discussione molto importante, a cercare di stare nei tempi.
Ha sforato per primo il Consigliere Gariglio, ma non essendoci iscritti a parlare altri Consiglieri del PD, ha preso qualche minuto anche del suo numeroso Gruppo.
Invito comunque, se è possibile, a stare nei tempi stabiliti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Inizio citando una frase del Vicepresidente Reschigna: abbiamo vissuto per anni al di sopra delle nostre possibilità.
E' una frase che si sente spesso dire; la si sente dire da decenni, ma non è mai chiaro quale sia il recinto del "noi".
Anche oggi non mi è chiaro quale sia il recinto del "noi", perché ci sono dei cittadini piemontesi che sono anni che non si sa se vivono al di sotto o al di sopra delle loro possibilità, ma di certo non se la passano bene; e con le misure che probabilmente si dovranno intraprendere, staranno ancora meno bene in futuro.
Si parlava del debito. Volevo citare un breve passo della relazione del Procuratore Floreani, proprio per discutere di "parole scolpite" e non fare delle speculazioni politiche. O, meglio, fare delle valutazioni politiche dopo aver citato parti del testo.
Si parla del debito, e dice: "Al termine dell'esercizio 2012 l'indebitamento regionale complessivo aveva raggiunto il ragguardevole importo di 6 miliardi e 216 milioni di euro. Si trattava già di uno degli indebitamenti più elevati dell'ente territoriale. Ma il 2013 il corso del debito ha subito un significativo incremento in conseguenza del massiccio ricorso alle risorse del decreto legge n. 35, in tale modo determinandosi una decisa inversione di tendenza rispetto alla progressiva diminuzione dell'indebitamento avviata nel 2011".
Segue tutta una serie di altre considerazioni e prosegue: "Ne conseguo che al termine dell'esercizio concluso l'ammontare dell'indebitamento della Regione doveva ritenersi pari ad euro 8.538.827.407.88, in deciso peggioramento rispetto al 2012. Laddove si consideri che il totale delle entrate correnti afferenti ai primi tre titoli accertati dalla Regione nel 2013 è stato pari a 10.145.156.291.77 euro, ci si rende conto che l'ammontare dello stock del debito è superiori all'80% delle entrate ordinarie, cosicché le rate annuali di restituzione e gli interessi che la Regione dovrà corrispondere di anno in anno si prospettano, a far tempo dal 2014, molto elevate, determinando un ulteriore irrigidimento della capacità di spesa".
Queste erano le parole del Procuratore Floreani. Ma veniamo alle soluzioni prospettate dal Vicepresidente Reschigna.
Non è chiara - perché non sono stati forniti dei numeri (ma forse non è facile darli in questo momento) - quale sia la portata e il risultato che possono portare queste decisioni.
Non è chiaro quanto si pensa di recuperare o di ottenere dall'alienazione degli immobili pubblici citati.
Non è chiaro se questo debba avvenire con la costituzione di un fondo immobiliare oppure no.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio, finanze e patrimonio (fuori microfono)

No.



BERTOLA Giorgio

Mi permetto di avanzare dei dubbi sugli importi recuperabili con le operazioni di alienazione immobili, stanti le attuali condizioni del mercato immobiliare, che sono sotto gli occhi di tutti.
Si è detto: "Guardiamo al futuro". Noi siamo qui per fare la nostra parte, insieme alle altre forze politiche. Siamo aperti al confronto democratico delle idee - su questo non c'é alcun problema - però non liquidiamo così facilmente il passato. Perché sarei d'accordo se qualcuno dicesse: "Non iniziamo con il rimpallo delle responsabilità". Ma io la faccio molto più semplice: la responsabilità è di tutte le forze politiche che hanno governato questa Regione negli ultimi 15 anni! Non c'è nessun rimpallo di responsabilità, perché sono tutte, pro quota, chi più chi meno, responsabili, tutte! E allora, se non è possibile nel nostro ordinamento far pagare di persona chi ha portato la nostra Regione in questo stato di dissesto - un po' come il dissesto che vediamo sui nostri territori, ma è un dissesto umano, non naturale - almeno una considerazione la devo fare: come minimo cada il più profondo biasimo dei cittadini piemontesi su questi cattivi Amministratori! Un ultimo rilievo sui costi della politica, perché ne ha accennato il Capogruppo di maggioranza, Gariglio, e ne parlerà più diffusamente e più specificamente il collega Bono.
Anche su questo siamo disponibili a fare la nostra parte. Siamo stati i primi a proporre - inascoltati e derisi, per non dire di peggio - forti riduzioni alle spese della politica fin dal 2010. Siamo dunque favorevoli ad ogni iniziativa che porti ad una riduzione dei costi della politica regionale, purché non cosmetica, non di facciata.
Mi permetto solo di osservare che non ci sono solo gli stipendi dei Consiglieri regionali. La nostra Regione - lo dico per l'Aula, ma anche per i cittadini che ascoltano e che leggono i resoconti consiliari - spende più di otto milioni di euro all'anno per i vitalizi; vitalizi che solo da pochi anni vengono conferiti al raggiungimento dell'età pensionabile. Ci sono Consiglieri che per aver ricoperto tale carica per cinque anni qui dentro magari creando i problemi di cui stiamo parlando oggi, percepiscono 3.100 euro al mese! Mentre noi siamo qui a parlare di possibili (anzi, probabili) sacrifici per tutti i cittadini piemontesi, anche per coloro che hanno già perso il lavoro, o per quelli che non arrivano alla terza settimana del mese.
Per concludere, volevo porre una domanda chiara al Vicepresidente Reschigna e al Presidente Chiamparino.
Abbiamo parlato di possibili misure e di possibili soluzioni, e su queste siamo disponibili a discutere nel merito. Però vorremmo capire qual è il tipo d'intervento che si intende chiedere a Roma; e soprattutto vogliamo sapere oggi se si intendono alzare le aliquote dell'IRPEF regionale. Perché il timore è che alla fine a pagare siano sempre gli stessi! Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Cari Consiglieri e caro Presidente, siamo chiamati ad affrontare con determinazione e serietà la situazione finanziaria della nostra Regione.
È già stato detto dalle diverse parti politiche che si sono espresse che i giudici contabili rilevano un debito accumulato di circa otto miliardi e mezzo, che supera l'80% delle entrare ordinarie. Sono convinto che in momenti come questi sia necessario che tutti facciano prevalere il senso di responsabilità e che l'interesse della collettività abbia il sopravvento rispetto agli interessi di ciascuno e di ciascun Gruppo.
Per essere la prima volta qua sono molto favorevolmente sorpreso da come il dialogo e il confronto con le opposizioni si stia rivelando maturo e stia dimostrando che tutti hanno contezza di quanto la situazione sia grave.
Il tema del risanamento è ineludibile: ne siamo responsabili di fronte al territorio, di fronte alla comunità che rappresentiamo, e ancor più com'è stato già detto prima, di fronte alle nuove generazioni. Ma lo siamo anche di fronte a noi stessi e lo saremo alla fine di questi cinque anni nella stessa ottica nella quale, fino a pochi minuti fa, il Presidente Bertola ha indicato essere responsabili chi aveva gestito questo Consiglio negli anni precedenti.
La gestione deve essere equilibrata e sostenibile, deve tutelare i livelli di servizio e consentire, comunque, una progettazione del futuro per il Piemonte.
È vero che la situazione di bilancio della Regione Piemonte lascia poco spazio alle illusioni. Per molto tempo avvenire il bilancio dovrà pensare soprattutto a "guarire" se stesso (ho usato un termine professionalmente a me caro), ma questa ristrutturazione della macchina regionale sarà la base su cui far poggiare lo sviluppo e la crescita della nostra Regione.
Io penso che sia questa l'ottica nella quale si devono interpretare le intenzioni dell'Assessore al bilancio Reschigna.
Il risanamento è necessario e doveroso. E deve certamente attuarsi in un tempo compatibile. La Giunta va sostenuta, anche criticamente. Da un lato, va anche incoraggiata, ma, dall'altra, deve esserci un confronto chiaro con l'opposizione, per giungere ad un accordo che possa consentire tra le altre cose, di spalmare il debito della Regione nel corso degli anni e che, come ha già detto bene il Vicepresidente Reschigna, soprattutto per il 2015-2016, se imputato in questo modo, è insostenibile.
Dopo queste premesse, che mi paiono condivisibili - e mi pare che tutti abbiano condiviso - la Regione non può smettere di essere un soggetto attivo nell'agire per il futuro del Piemonte, perché è anche il suo mandato istituzionale.
Per fare ciò è necessario essere determinati, sapere programmare sapere operare delle scelte: potrei dire che dilatare i tempi "menando il can per l'aia", sbagliare le ricette - come, purtroppo, è stato fatto in precedenza - o, paradossalmente, non saper spendere in modo oculato sono dei lussi che non ci possiamo più permettere. Soprattutto, diventa necessario calarsi nel concreto dei provvedimenti possibili. Sugli enunciati di principio siamo tutti d'accordo, poi occorre ragionare su quanto fare concretamente.
Perciò, in questo contesto, diventa centrale - non ho sentito sviluppare questo tema, ma lo porto all'attenzione di tutti - perseguire la massima efficienza nella gestione dei fondi per gli investimenti che arrivano dallo Stato.
L'opportunità che voglio portare all'attenzione del Consiglio è quella rappresentata dal Fondo Sviluppo e Coesione (FSC). Si tratta di fondi statali che se non vengono spesi si perdono e che attualmente sono utilizzati solo in parte - di cui vorrei incoraggiare un'utilizzazione piena e completa e un'attenzione specifica. In questo momento, sarebbe possibile recuperarli tramite la riscrittura del Programma d'Azione Regionale (PAR), da compiersi entro il mese di novembre.
Una buona riscrittura del PAR vuol dire attuare interventi importanti una riscrittura cattiva o poco coraggiosa condannerà decine di milioni di euro all'inutilizzo e, quindi, alla "restituzione" allo Stato, come purtroppo è già accaduto in altre occasioni.
Intanto la Giunta regionale e il Presidente sono chiamati a difendere l'assegnazione FSC - ricordo che si tratta, per il periodo che termina nel 2013, di circa 600 milioni - da varie ipotesi di "taglio", che ovviamente lo Stato ipotizza e cerca di procurare.
Superato l'ostacolo della "difesa dell'FSC" si deve passare alla riscrittura del PAR stesso. Non ho dubbio che sarà ben difeso sia dal nostro Assessore che dal Presidente in sede romana.
L'aspetto centrale e dirimente è questo: vanno riprogrammati tutti gli interventi che non hanno speranza di andare in appalto entro aprile 2015 e vanno calendarizzati e portati avanti gli interventi fattibili perché solo questi permettono di utilizzare i fondi. Qui c'è un problema: per alcuni dei provvedimenti calendarizzati per quegli interventi non sono stati procurati in tempo utile i documenti, quindi il nostro rischio è di perdere i fondi che lo Stato stesso ci aveva destinato.
Faccio un esempio, ma non intendo porlo né a detrimento di un territorio né in maniera polemica, ma solo per capirci e capire anche qual è l'ordine delle cifre di cui stiamo parlando. La realizzazione della Pedemontana, che sembra non possa essere avviata in questo PAR perché la documentazione non è arrivata in tempo utile agli Uffici, occupa 76 milioni del Fondo Sviluppo e Coesione e 40 milioni del bilancio regionale.
La riscrittura del PAR che non sarebbe, rispetto a questo tema, affatto una cancellazione, ma solo un rinvio alla tranche successiva, potrebbe aprire nuovi orizzonti. Per esempio, le opere di urbanizzazione attorno al Palazzo Unico della Regione, che presentano numerosi vantaggi. Intanto è un appalto di sicura realizzazione; sono comunque necessarie per aprire il Palazzo entro il 2015 e, poi, muovono importanti investimenti per il territorio.
Solo per farmi capire dai Consiglieri, il risultato sarebbe duplice: da un lato, il bilancio regionale risparmia i 40 milioni con i quali la Regione avrebbe dovuto intervenire direttamente; dall'altro, libera 76 milioni che possono essere diversamente utilizzati.
Fatto quest'esempio, per evitare di ingenerare l'effetto diluvio, cioè la pericolosa china del "siamo falliti", "ci piangiamo addosso", "non ci sono più speranze", c'è un solo antidoto o, comunque, c'è un altro antidoto in più rispetto a quelli elencati, quello di programmare subito il futuro dando concretezza al PAR FSC 2014/2020, in modo da portarsi avanti con il lavoro.
Nel Programma Attuativo Regionale 2014/2020 ci saranno risorse dello Stato per circa 550 milioni: bisognerà evitare la dispersione, a quel punto, senz'altro recuperare la Pedemontana e ci sarebbe anche lo spazio per un corposo avvio della Città della Salute al Lingotto, alle spalle del Palazzo Unico, con importantissime ricadute, anche in questo caso evidenti: intanto, dare un servizio di alto livello per la sanità piemontese mantenere un grande cantiere attivo; utilizzare al meglio sia le opere di urbanizzazione e sia i diritti edificatori della Regione del comprensorio.
Questo è solo un contributo; ovviamente, il Gruppo Chiamparino per il Piemonte sostiene con forza tutto quanto illustrato dall'Assessore, ma pensiamo sia necessario anche aggiungere dei pezzi e dare dei suggerimenti.
Concludo dicendo che, in sintesi, la Regione Piemonte può superare questo momento cruciale se, intanto, tutte le forze di maggioranza e opposizione, a cui ho già riconosciuto di avere avuto sinora un atteggiamento costruttivo e positivo, sapranno anteporre il bene pubblico agli interessi di parte; se l'Ente regionale torna ad essere "soggetto attivo nella programmazione" (la vocazione iniziale per cui furono fondate le stesse Regioni); infine, se si fa proprio il convincimento che il risanamento dei conti è un obbligo prima di tutto morale nei confronti delle nuove generazioni e di noi stessi, quindi si adottano con serietà i provvedimenti urgenti che sono necessari. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della classe V C della Scuola Elementare "Walt Disney" di Nichelino (TO)


PRESIDENTE

Do il saluto del Consiglio regionale ai bambini e alle bambine della Scuola Primaria Statale "Walt Disney" di Nichelino, classe V C, e agli insegnanti che li accompagnano. Vi auguro un buon soggiorno presso la sede del Consiglio regionale.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Situazione economico patrimoniale della Regione Piemonte" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito sulle comunicazioni del Vicepresidente Reschigna.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Sicuramente, la relazione del Vicepresidente della Giunta appartiene ad una sorta di dimensione parallela rispetto ai toni della campagna elettorale, soprattutto dell'opposizione del centrosinistra alla Giunta Cota negli ultimi anni.
Forse è vero che le informazioni arrivate dalla Corte dei Conti hanno effettivamente cambiato lo scenario, però un tema lo voglio sottolineare quello dei diritti. Il Capogruppo del PD ha assunto un impegno fondamentale, quello, nell'ottica di risparmio e di tagli, di tutelare i diritti fondamentali, ovvero le competenze che la Regione si ritrova a ricoprire in relazione alla tutela di quei diritti, parliamo della casa della sanità, del lavoro, dell'ambiente, dell'istruzione e della mobilità.
Sono diritti fondamentali su cui la Regione riversa delle competenze che le sono delegate dalla Costituzione, che quindi non possono essere assolutamente deresponsabilizzate. Allora, riguardo a tutti i milioni in più promessi in chiave di investimento e riguardo a tutte le migliorie promesse alla popolazione rispetto al passato governo del centrodestra adesso ci troviamo a dover vigilare sull'assenza di tagli.
Spero davvero che le forze consiliari del centrosinistra mantengano questo impegno. Noi assolutamente vigileremo, perché sarebbe impensabile che un'operazione dipinta come una sorta di alleggerimento di struttura quindi di taglio virtuoso delle spese superflue, vada invece a impattare e a limitare dei diritti che sono costituzionalmente garantiti alla cittadinanza.
Su questo ci sentiamo di vigilare, anche perché, purtroppo, in contesti diversi - non in Regione, ma in Amministrazioni locali, partendo dal Comune di Torino - abbiamo più volte visto cosa intende la sinistra per mancato taglio di un servizio quando, con la parola magica "compartecipazione" arriva a trasformarlo da diritto che va garantito a servizio, in termini invece patrimoniali, che viene venduto. Allora, su questo di sicuro l'attenzione sarà massima.
Però, voglio dire qualcosa anche sull'intervento straordinario che è stato citato rispetto al protagonismo che si auspica del Governo centrale.
Quello che è successo sul decreto Salva Imprese è davvero emblematico e ci deve davvero mettere sull'attenti rispetto al futuro.
Si tratta dell'ennesima operazione propagandistica di un Governo che finora è stato molto bravo a gestire la comunicazione e molto meno bravo invece, a portare risultati concreti, che si è rivelato, dopo i titoloni sui giornali, sostanzialmente, una cartuccia a salve. Cioè, il fatto che si dia uno strumento a una Regione che deve sbloccare i crediti che hanno le aziende, addirittura molto risalenti, nei confronti di sue diramazioni, in particolare quelle sanitarie, e che poi venga direttamente impugnato alla Corte Costituzionale, o con un passaggio politico che scongiuri questa degenerazione di insabbiamento di un'operazione che era davvero fondamentale e strategica e, non a caso, aveva incontrato addirittura l'appoggio delle opposizioni in vista di un interesse preminente del tessuto economico e anche della credibilità del nostro Ente nei confronti dei soggetti che operano nell'economia piemontese, direi che assume dei toni che sono grotteschi. Non sono né ridicoli né drammatici, sono semplicemente grotteschi.
E questo avviene perché ci ritroviamo di fronte - è stato legittimamente ricordato - ad una norma che viene interpretata in modo diverso da organi di giurisdizione contabile sui diversi territori regionali.
Ora, però ci terrei solo a ricordare questo: l'interpretazione autentica di una norma spetta al legislatore. Il Governo non ha trovato modo e tempo di mandare una circolare di interpretazione autentica di questa norma alla presenza del Consiglio? Una circolare che si limitasse a dire che, se si sbloccano dei fondi per andare a sanare dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni nei confronti dei privati, quelli devono essere utilizzati per i debiti, anche se sono risalenti nel tempo? Sono basito del fatto che ci troviamo di fronte ad un Governo che trova il tempo di venire a visitare i territori in una paradossale campagna elettorale e che, come ricordavo, avveniva prima delle elezioni e della presa del potere. Adesso ci ritroviamo in un sistema politico in cui la campagna elettorale si fa dopo la presa del potere avvenuta senza elezioni.
Però ormai siamo abituati alle particolarità del nostro sistema politico.
Ci ritroviamo quindi un Presidente del Consiglio che viene a farsi bello, all'inaugurazione di stabilimenti che, peraltro, vantano minori impatti ambientali, grazie a progetti risalenti a molto tempo fa e che non c'entrano nulla con il suo mandato governativo, e non viene invece nelle sedi opportune a garantire l'efficacia e l'effettività delle misure nazionali che va a promuovere in sostegno delle Regioni.
Tutto questo con il risultato che milioni e milioni vengono sostanzialmente impantanati e impugnati dalla Corte Costituzionale semplicemente perché c'è un problema di interpretazione di leggi che arrivano da Roma? Allora, se d'intervento "salva Piemonte" si tratta, si tratti con l'adeguata serietà. Meno "selfie", più momenti di confronto istituzionale con il Governo che, ahinoi, ci ritroviamo; anche se non ci piace, è quello che abbiamo e quindi è il nostro interlocutore, che dobbiamo però mettere un po' con le spalle al muro rispetto alle sue responsabilità.
Condivido le perplessità già espresse dal Movimento 5 Stelle sul fatto che, con un'operazione di semplice dismissione immobiliare in un momento di assoluta depressione del comparto, si possa recuperare un importo sufficiente a sanare un bilancio così colpito.
Lancio però un altro stimolo: la dismissione delle società partecipate.
La Regione è un ente che legifera, non deve essere un imprenditore. E lo dico - e lo voglio dire anche per onestà intellettuale - riconoscendo ed ammettendo che una certa destra in passato ha impedito questa operazione evidentemente andando a difendere una giungla di scatole cinesi che non so quanto abbia portato in termini di erogazione dei servizi e quanto invece abbia sottratto in termini di risorse regionali.
Dobbiamo però dire che oggi questo passaggio è ormai ineluttabile.
Bisogna riconoscere i ruoli: la Regione deve fissare le regole e sono altri i soggetti che devono farsi carico del protagonismo nel mondo economico magari in una dinamica più virtuosa di quella che diventa poi, quasi inevitabilmente, clientelare, dal momento che dipende dalla politica.
Sono convinto che, di fronte all'affermazione coraggiosa e senza compromessi di questo principio, le risorse che questo Ente potrebbe liberare sarebbero davvero ingenti.
Concludendo, vado solo a recuperare quello che è un auspicio che, se ho ben interpretato, è stato avanzato dal Capogruppo del PD, però lo vorrei fare con le adeguate sottolineature: il protagonismo del Consiglio regionale nell'operazione di riassestamento o, comunque, dieta dimagrante della Regione Piemonte.
Speriamo che quest'Aula non venga chiamata solo a ratificare delle misure che vengono decise nei palazzi della Giunta o piuttosto, al limite condivise tra Giunta e maggioranza.
Se si chiede responsabilità all'opposizione, deve essere garantito il giusto protagonismo in termini di recepimento delle proposte, perché noi purtroppo abbiamo già visto, nei pochi mesi in cui siamo stati in carica finora, delle bocciature pregiudiziali di proposte che arrivano dai banchi dell'opposizione, anche quando sono apprezzate nel merito.
Quello che mi sento di dire è di garantire questo protagonismo non solo quando si dovrà decidere di tagliare, ma anche quando si dovrà decidere di investire.
E' stato giustamente ricordato che l'unico polmone che rimane a questo Ente, al di là di insperabili ed insperati aiuti governativi straordinari sono i fondi di investimento che arrivano dall'Europa e che arrivano dallo Stato centrale.
Se esistono degli strumenti già previsti per legge, per cui già lo stato è avanzato, con i POR già approvati, con i bandi da redigere, sarebbe opportuno che ci sia un coinvolgimento del Consiglio per fare in modo che i fondi arrivino davvero dove servono, cioè arrivino sul territorio e dove i servizi mancano e vengono richiesti, arrivino dove gli operatori economici chiedono di essere più risparmiati dal fisco o quanto meno incentivati a produrre e a svilupparsi, visto che fino adesso non sono stati adeguatamente sostenuti.
Di sicuro dobbiamo fare in modo che questi miliardi -che comunque ci sono, ci saranno e che sono euro pubblici che arrivano dall'Europa, ma indirettamente escono anche dalle nostre tasche, per cui dobbiamo sentirci adeguatamente responsabilizzati nell'utilizzo - arrivino dove serve e non si perdano nei mille rivoli dei tavoli, delle organizzazioni di categoria dei maxi consorzi o grandi cordate.
Evitiamo che finiscano nelle tasche dei soliti noti e facciamo in modo che invece arrivino dove serve, ai destinatari, ovvero alla nostra cittadinanza che si aspetta da noi, anche in questo momento di grande difficoltà, di vedersi garantiti quei servizi per i quali ci hanno eletto con il loro voto.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Devo dire, in verità, che venerdì è stato un giorno un po' surreale per me, ma non perché i dati dei nove miliardi oggi dichiarati non mi fossero chiari in testa, ma perché il balletto di cifre - 2,5 miliardi, cinque miliardi, sette miliardi - non dà la reale fotografia di quello che è successo in questi anni.
Lo dico perché il quadro non è ancora chiaro. Basti pensare ai residui passivi: circa 700 milioni ancora da ritrovare nel nostro indebitamento, ma soprattutto tutti quei debiti fuori bilancio. Adesso abbiamo parlato di alcuni di questi, ma credo che la ricognizione ci porterà a cifre che si attestano ancora sopra gli 800 milioni.
Non vorrei che fraintendessimo il dibattito che si è aperto oggi. Ieri l'abbiamo detto chiaramente in conferenza stampa dopo un confronto, che in effetti per ora è avvenuto solo fra Capigruppo di maggioranza e Giunta: tutte le misure che oggi avete sentito annunciare dal Vicepresidente della Giunta non salveranno il Piemonte, non basteranno a salvare il Piemonte.
Sono misure che strutturalmente potranno portare risparmi per 50-60-70 milioni di euro all'anno, ma tra l'altro lo faranno quando arriveranno a regime.
Mi dispiace di non avere ascoltato tutto questo fino adesso, per vorrei che fossimo un po' più chiari: senza un intervento dello Stato nazionale e del Governo, da solo questo Consiglio regionale non riuscirà a salvare il Piemonte.
E non sono solo i cinque miliardi del decreto legislativo n. 35 che ci porteranno ad una situazione di normalità, ma quello che poc'anzi il Vicepresidente ha annunciato è un dato chiaro: se non arrivasse l'intervento del Governo, anche - e lo dico più esplicitamente - con un provvedimento "salva Piemonte", noi non potremmo fare altro che (lo diceva il Capogruppo Gariglio) pagare gli stipendi ai nostri dipendenti - e a quel punto spero che non pagheremo i nostri, perché per fare un'attività che paga solo gli stipendi, altro che ridurci il 10% dello stipendio! - e pagare la sanità, e poco altro potremmo fare.
Credo che non sia questo il compito della nostra Regione. Credo che per questo non possiamo pensare, come diceva il Vicepresidente Reschigna, di tenere solo 70-80 milioni di euro per tutte le nostre politiche. E proprio per questo noi l'abbiamo detto con sincerità e con tutto il senso di responsabilità che si deve avere in questi momenti, e lo dico anche ai colleghi del Movimento 5 Stelle: figuratevi: figuratevi se molti di noi soprattutto i più giovani ed alle prime esperienze, in questo Consiglio non pensano che, in qualche modo, la responsabilità non stia tutta "nelle nostre scelte passate". Però, guardate, colleghi, sta tutta sulle nostre spalle e questa responsabilità ce la dobbiamo prendere facendo quanto è possibile, quanto è nelle nostre possibilità per salvare il Piemonte. Lo dobbiamo fare cercando di non lasciare indietro nessuno, cercando soprattutto di fare in modo che non siano gli ultimi a pagare i debiti della nostra pesante storia.
Lo dico, perché così vale per le risorse umane, che non sono mai state citate, se non in positivo, da parte del Vicepresidente Reschigna. Sì, sono loro: sono soprattutto i 6.000 dipendenti che fanno parte delle nostre partecipate e gli oltre 2.000 dipendenti della Regione. E' a loro che chiederemo uno sforzo straordinario, senza mettere le mani nelle loro tasche o mandarli in cassa integrazione e senza dire che sono esuberi. Per noi, sono le nostre braccia operative e saranno loro quelli che dovranno riorganizzare con noi anche parte di questa discussione.
Per questo, per adesso, abbiamo parlato di hardware. Sì, ci fermiamo all'hardware, alle nostre sedi, ad una parte che certo sarà difficile e doloroso tagliare. Lo dico così: trovo naturale che, se parliamo di risorse, dobbiamo iniziare a fermare alcuni accordi sbagliati. Quello della rottamazione è un accordo sbagliato. Lo dico, con semplicità, al centrodestra, ma lo dico anche ai Sindacati: è sbagliato pagare fino a 24 mesi chi potrebbe andare in pensione fra un mese.
E' una questione di equità, così come è una questione di equità Vicepresidente Reschigna e Presidente Chiamparino - pagare tutto lo stipendio a chi ha vinto i concorsi (sto parlando dei tanti dipendenti che sono stati precari fino a pochi mesi fa). Immagino sia stato difficile arrivare all'accordo del 50%, ma pagare dei laureati, che si stanno occupando di tutto nella nostra organizzazione, con cifre simili, vuol dire non rispettare la dignità del loro lavoro. Forse non ce la faremo subito forse dovremo arrivare prima al 75% e poi giungere al 100%, ma anche questo passo lo dovremo compiere per responsabilità.
Dall'altra parte, invece, dovremo agire su chi guadagna di più: noi, in primis, e noi abbiamo detto che non possiamo più attendere, non possiamo più continuare a rimandare al futuro la riforma dei nostri emolumenti e chiedere al Presidente del Consiglio di andare all'INPS. Non ce lo possiamo più permettere.
Per questo, siamo favorevoli ad un contributo di solidarietà (lo dico rispondendo ai colleghi del Movimento 5 Stelle), che deve partire da noi ma deve andare ben oltre, arrivando - come diceva giustamente il Consigliere Bertola - a chi percepisce ancora i vitalizi, ma anche a chi guadagna (nelle partecipate) più di 100 mila euro, o (mi odieranno tutti i dirigenti della nostra Regione) arrivare a ridurre sensibilmente i premi dei dirigenti, sopra i 100-120 mila euro.
Siamo in un momento di crisi e, pertanto, non devono essere coloro che occupano le posizioni funzionariali o i precari a dover pagare,, ma deve essere chi guadagna di più a sostenere questo tipo di sforzi.
Lo dico con la semplicità che ho espresso ieri: noi faremo tutto questo per preservare e mettere in sicurezza le parole espresse nella nostra campagna elettorale. Non vogliamo bloccare l'ascensore sociale che spesso è mancato in questi anni (sto parlando delle borse di studio e del diritto allo studio); non vogliamo, in un momento di crisi, fermare le politiche che riusciranno o cercheranno di mettere un freno alle emergenze, prima fra tutte quella della casa. Non vogliamo fare quello che hanno fatto i Governi precedenti (lo dico riferendomi anche al Governo precedente), cioè lasciare le persone in difficoltà: penso a tutti i disabili ed alle persone che sono state colpite da alcuni provvedimenti. Dall'altra parte, però, vogliamo mettere in sicurezza i conti della nostra Regione.
Chiudo su una questione di cui non si è accennato oggi: ci sono delle sacche che possiamo ancora colpire. Affinché quelle sacche vengano ridimensionate, occorre investire meglio i nostri fondi. Cito un caso: i fondi strutturali europei, che - certo - sono pochi (984 milioni nei prossimi sei-sette anni), ma se riuscissimo ad investire un terzo di questi fondi nei settori giusti, magari dandone un po' meno alle imprese e agli enti locali, se riuscissimo ad investire 150 milioni di euro per la riconversione energetica delle nostre ASL, ad esempio, la bolletta energetica, che ogni anno sfiora più di 200 milioni di euro, potrebbe essere abbattuta drasticamente.



PRESIDENTE

Consigliere Grimaldi, si rivolga alla Presidenza.



GRIMALDI Marco

Probabilmente dovremmo sostenere meno palazzetti dello sport e meno riconversioni di alcuni edifici pubblici. Se decidiamo un indirizzo concreto e diciamo che quella bolletta energetica va dimezzata in questi cinque anni, ritengo che tutta la comunità piemontese ed anche le piccole e medie imprese, che vedranno meno contributi, ci diranno che stiamo operando per l'interesse pubblico e quindi anche per il loro interesse.
Chiedo, pertanto, alla Regione di mettere subito a disposizione la discussione sulle linee d'indirizzo che abbiamo svolto due mesi fa e far sì che la ridiscussione dei fondi strutturali (soprattutto dove dovranno essere investiti) e delle poche risorse che abbiamo sulla riconversione ecologica della nostra economia e del nostro patrimonio partano subito con la riflessione su ciò che la sanità può diventare per il futuro del Piemonte: non un peso, ma un modo per gestire il cambiamento e far sì che quel cambiamento sia sulle spalle dei nostri figli. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Abbiamo ascoltato con attenzione quanto è stato relazionato in aula. Di questo avevamo, oggettivamente, una percezione già prima della campagna elettorale, oserei dire non in campagna elettorale, anche se non pensavamo ad una drammaticità così importante ed imponente.
Vorrei esprimere un apprezzamento profondo per quanto ha fatto il nostro Vicepresidente, per tre aspetti che voglio rilevare. Il primo è il coraggio di aver messo finalmente mano, sul serio, ad una revisione del bilancio, guardando nelle pieghe cosa c'è, cosa è stato fatto, come funzionavano i conti della Regione. Da troppo tempo c'era la necessità di farlo, ma nessuno ha mai avuto questo coraggio. Inoltre, l'umiltà con la quale è venuto in Consiglio a raccontare i conti, con la semplicità estrema di chi ha lavorato seriamente per andare a capire e mostrare con crudezza quanto sta accadendo. Infine, la serietà per l'impegno che si vuole assumere per arrivare ad un Piano di risanamento della nostra Regione.
Nei numerosi interventi precedenti abbiamo sentito una serie di spunti importanti. Non si può non condividere quanto hanno dichiarato i colleghi Giaccone, Gariglio, lo stesso Grimaldi, ed altri. Ma nella relazione del Vicepresidente Reschigna non mi sono sfuggite due questioni (credo non siano sfuggite a molti). La prima: ha differito ad un eventuale intervento del Presidente Chiamparino il discorso delle partecipate, che (alcuni di noi erano presenti venerdì, alla Corte dei Conti) ha definito al Presidente della Corte dei Conti, per non usare un'espressione tecnica, "giungla" lasciando intendere, ma non usando questa espressione, un disboscamento piuttosto corposo di questa giungla.
Pertanto, dalla relazione già pesante, importante e seria dell'Assessore Reschigna, ci aspettiamo di sapere qualcosa in più, perch se il Presidente Chiamparino si è riservato di parlarne di persona, vuol dire che la questione è ancora più seria di quanto ci è stato rappresentato.
E' un ambito nel quale finalmente, soltanto con la necessità di sgombrare il campo - secondo me - dalla demagogia di tanti interventi che possono essere fatti a scopo strumentale, sarebbe il caso di assumerci tutti la consapevolezza e il senso di responsabilità di quello che va fatto.
E' chiaro che le cure sono pesanti e rilevanti, ma quando si devono curare malanni seri bisogna essere seri nell'affrontarli, dare la ricetta giusta o delle terapie giuste. Non bisogna lasciare dietro nessuno, bisogna chiedere qualcosa di più a chi più può dare.
E' stato lasciato fuori dal ragionamento anche tutto il discorso della sanità, nel senso che si dice che daremo esattamente tutti i soldi che prenderemo, li spenderemo nella sanità e in quello siamo anche pronti ad aiutare la Giunta a revisionare, intervenire dentro e a guardare dove ci sono delle sacche di spesa, probabilmente non congrue con quelle che sono le attese sui servizi che eroghiamo e che dobbiamo erogare ai nostri cittadini.
Molte sono le iniziative che vanno fatte. Presidente, questi saranno i temi che dovremo affrontare, ma prego tutti di metterci intorno a un tavolo, perché è stato detto molto chiaramente dal Vicepresidente, ma anche in altri interventi: a differenza di altre situazioni, quando si andava a Roma con il cappello in mano a chiedere, questa volta la Giunta ha fatto un'assunzione di responsabilità in termini diversi. Il Presidente Chiamparino l'ha detto già venerdì scorso, ma è stato ribadito in quest'Aula: non si è andato a nascondere davanti alla Corte dei Conti, ma ha detto che si assume la responsabilità del risanamento e, per non andare a Roma col cappello in mano, ha aggiunto: "Vengo giù con un piano, un programma di lavoro".
Mi sembra che questo programma di lavoro, che tocca settori fondamentali proprio perché servono allo sviluppo successivo, cioè alla missione fondamentale della Regione Piemonte, sia stato tracciato. Lo sottolineo ancora, sono apparentemente fuori pezzi importanti della sanità e delle partecipate, ma mi sembra invece che non siano fuori: sono fuori dalla prima relazione che è stata fatta, il che significa che il piatto forte dovrà arrivare, quindi c'è bisogno di un'ulteriore riflessione.
Invito tutti veramente a stare intorno a questo tavolo, perché è un'occasione che non possiamo lasciarci sfuggire. Non solo, non possiamo esimerci dal compito di dare tutti un contributo per venire fuori da questa situazione.
Il Consigliere Gariglio ha parlato come un buon padre di famiglia.
Credo che quello sia l'atteggiamento che forse sta assumendo la Giunta in questo periodo di rivisitazione dei conti per proporre delle ricette. Allo stesso tempo, penso che tutti dobbiamo dare un contributo come Consiglieri.
Sono convinto che non solo Scelta Civica per Chiamparino, ma anche altre forze politiche si sono dichiarate disponibili. Forse anche quelle che lo sono state un po' meno rispetto a Chiamparino non si sottrarranno al compito di aiutare la Regione ad uscire da questa difficile soluzione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Monaco.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
La prima richiesta è quella della chiarezza.
La relazione dell'Assessore al bilancio è stata sicuramente preoccupante, mi fa pensare che noi dobbiamo immaginare di costruire un futuro con una profonda condivisione se vogliamo raggiungere degli obiettivi, ma con tutta una serie di considerazioni che cercherò di fare nel modo più chiaro possibile.
Ad esempio, non si possono unire i percorsi dell'ARPA con il discorso che non ci può più essere l'ospedale sotto casa, perché non sono assolutamente la stessa cosa. Quindi, va bene la razionalizzazione dei laboratori, diverso tema è quello della sanità.
Ritengo che occorra trovare una razionalizzazione che offra servizi alle popolazioni in modo uniforme e quindi non servizi di serie A e di serie B a seconda del luogo in cui vivono i piemontesi.
Penso che, oggi come non mai, ci sia il rischio dell'abbandono dei servizi, perché questa situazione di emergenza fa pensare questo.
Certamente il Patto di stabilità nei Comuni ci ha portato ad avere dei problemi: prima abbiamo parlato del rischio alluvioni, delle ferite aperte che sono legate ai mancati investimenti che sono stati fatti sui territori.
Sono anni che non si investe in muri di contenimento, in gabbionate, in pulizia dei torrenti e chiedo in questo senso agli Assessori competenti una semplificazione: questa settimana incontrerò i funzionari proprio per rappresentare una serie di punti critici che addirittura impediscono l'avvio di gare d'appalto per una burocrazia feroce che non tutela assolutamente la sicurezza.
Si è parlato di turismo ed io ritorno sul tema importante di turismo Torino, della Torino che ha tante opportunità, e delle poche opportunità che vengono invece lasciate alla provincia, in un momento di richiesta di risparmi, per uscire da questa logica.
Riprendo il mio timore delle scelte che sono state tratteggiate, per come le ho percepite, in una situazione difficile, che però non deve far prevalere il disagio, e il mio timore per le politiche che non possono più essere sacrificate.
E' un bene che non ci sia il rimpallo delle responsabilità, ma occorre la consapevolezza che le scelte che si faranno definiranno delle nuove responsabilità. Chiedo che la scelta degli accorpamenti venga fatta soltanto a fronte di un percorso e di un preciso studio che identifichi l'effettivo risparmio. L'accorpamento dei servizi sociali con i distretti sanitari deve tenere conto delle diversità dei bisogni e dei territori. Ma penso, e spero, che se ne parlerà in Commissione.
Auspico l'avvio dei costi standard: una scelta che non può essere più rinviata. Penso possa essere un principio virtuoso che potrà liberare delle risorse e che, a sua volta, genererà dei percorsi virtuosi.
Credo che questa missione non sia impossibile e che, se c'è questa reale intenzione, ci possa essere una collaborazione che porti al raggiungimento di questo obiettivo. Tuttavia, c'è il timore di scelte già precostituite, che sarebbe veramente difficile, se non impossibile accettare.
Si è parlato del bene comune, del bene comune per tutti i piemontesi: una frase importante. Un bene comune, ma le scelte che sino ad oggi spesso troppo spesso, sono state fatte, come abbiamo letto sui giornali, sono state fatte a priori. Riprendo l'ultima legata alle ATC, che già oggi forse ci poteva portare a dei risultati positivi.
Qualche giorno fa una nostra cittadina piemontese senza casa, che si era rivolta ai servizi, è venuta nel mio ufficio. Ho fatto una riunione a Settimo e mi è stato detto che ci sono degli alloggi vuoti, ma c'è gente per strada. Questo è un tema che quest'Aula non può più rinviare.
Diceva il Capogruppo del PD che il futuro dei nostri figli passa dalla scuola e dai servizi. Ognuno ha diritto ad una buona vita, ma ha diritto anche - dico una parola pesante - a una buona morte, che deve essere garantita ad ognuno. Questa buona morte passa assolutamente e troppo spesso dalla sanità piuttosto che nelle strutture e nelle case di riposo. Non perché la sanità uccida, ma perché deve accompagnare a questi percorsi, e affinché questo avvenga ci devono essere dei servizi.
Quindi, non più razionalizzazioni pesanti e penalizzanti che genereranno altri costi sociali: quello che non dobbiamo auspicare sono scelte che decretano un risparmio oggi, ma una ricaduta negativa sui servizi domani.
Credo che ognuno di noi che vive il territorio e ha la percezione dei bisogni dei territori possa in questo caso contribuire alle future scelte ma sono anche certa di affermare che ci sono dei territori che non possono più accettare nessun tipo di taglio o di scelta negativa, perché ne verrebbero pesantemente penalizzate le popolazioni.
Mi sento di poter dire che oggi la città ha tanto e le periferie hanno poco, quindi le scelte debbono andare in questa direzione.
Concludo, chiedendo a quest'Aula uno sforzo, perché lo sto verificando anche in ANCI sul lavoro legato ai costi standard: ogni contributo che in futuro questa Regione darà venga erogato a fronte di questo tipo di richiesta. Se in sanità le garze dovranno costare lo stesso prezzo in tutta la regione, ci sarà un servizio mensa, piuttosto che trasporto alunni piuttosto che un servizio sociale che dovrà avere lo stesso costo. Credo che sarà questo il principio virtuoso che ci aiuterà ad amministrare meglio la nostra Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Può intervenire il Consigliere Bono?



PRESIDENTE

Ma avevamo già fatto uno scambio! BATZELLA Stefania (fuori microfono) Il Consigliere Bono ha chiesto di intervenire prima di me.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono



BONO Davide

Sicuramente siamo interessati anche a sentire l'intervento del Presidente Chiamparino, quindi cercherò di essere rapido.
Il mio Capogruppo e alcuni altri colleghi intervenuti precedentemente hanno già detto molto. Avremmo voluto dal Vicepresidente Reschigna nonostante gli applausi da parte della maggioranza per le scelte intraprese sulla cosiddetta trasparenza da parte della Giunta - maggiori informazioni sulle grandi trasformazioni che dovremmo fare nell'arco di questa legislatura (vediamo se il Presidente Chiamparino ci risponderà in questo senso).
Ci sono stati elencati una serie di interventi, ma senza un'indicazione anche di massima sui possibili risparmi e sulle tempistiche degli stessi.
Ero un appunto che volevo fare anch'io, quindi lo ripeto. Ieri abbiamo letto dai resoconti della conferenza stampa di un risparmio di 50 milioni di euro a pieno regime di tutte le riforme, cioè nel 2020. La domanda che rivolgo alla Giunta è, posto che magari non sarà questa Giunta, la Giunta Chiamparino, ma sarà un'altra a vedere tutti i risparmi per 50 milioni di euro: e domani? Per domani non intendo l'assestamento 2014, ma intendo 2015 e ovviamente, come riferito dal Vicepresidente Reschigna, anche il grosso nodo del 2016. Se i risparmi sono 50 milioni di euro al 2020, non possiamo che essere pessimisti sulla situazione di spesa corrente, di cassa, di debito e di onorabilità del debito da parte della Regione Piemonte. Viene di nuovo in auge la richiesta già avanzata per la parte che riguarda il Presidente Chiamparino di rendicontarci, di riferire all'assemblea qual è invero, la proposta che ha fatto, o che farà, a Roma.
Abbiamo sentito parlare di decreto salva Piemonte, ma sappiamo benissimo tutti che lo Stato non versa in condizioni migliori di quello delle Regioni e, soprattutto, a fronte di un intervento che vada a/o erogare più risorse su alcuni capitoli, a/o rinviare nell'anno il pagamento di alcune rate di mutui, immagino, visto la normativa recente molto stringente, che chiederà la copertura finanziaria di queste traslazione di mutui, oppure di nuovi trasferimenti. Questa era la domanda che giustamente ha avanzato il Consigliere Bertola al Vicepresidente Reschigna.
Diciamo le cose come stanno. Spesso la politica soffre della cosiddetta, ultimamente ancora di più, "annuncite", cioè fare continui annunci che spesso, purtroppo, vengono cambiati nel tempo perché si comprende meglio la situazione, quindi non si possono onorare agli impegni alle parole date. Chiederei al Vicepresidente Reschigna, al Presidente Chiamparino e a tutta la classe politica del Consiglio regionale, quindi anche ai Gruppi consiliari, di evitare annunci con impegni che poi non potranno essere rispettati.
Tuttavia ricordo che, non più tardi di una settimana fa, il Presidente Chiamparino diceva: "Non aumenteremo le tasse". Due giorni fa, venerdì, ha lievemente modificato (il significato implicito è chiaro) la sua dichiarazione: "Faremo di tutto per non aumentare le tasse". Per chi conosce un po' la politica vuol dire mettere le mani avanti. Non posso augurarmi, ma l'ho già detto più volte, ma sono purtroppo convinto che tra una settimana, due settimana, dieci giorni sentiremo dire da questa Giunta: "Faremo di tutto per non aumentare le tasse alle fasce più deboli". Magari tra tre mesi sentiremo dire laconicamente: "Abbiamo provato a fare il possibile per non aumentare le tasse, anche alle fasce più deboli".
Questo l'abbiamo già vissuto nella scorsa legislatura con il Presidente Cota, l'hanno criticato tutti coloro i quali erano all'opposizione e anche qualcuno della maggioranza: annunci roboanti in campagna elettorale, e anche dopo. Il Presidente Cota parlava in maniera più diretta: diceva "non metteremo le mani nelle tasche dei piemontesi", ma poi ha aumentato l'addizionale IRPEF regionale.
Chiedo solo un po' più di attenzione su questo, altrimenti ne va della credibilità di tutta la classe politica regionale, non solo della Giunta.
Se non abbiamo dati certi e chiari su cosa ne sarà dell'addizionale IRPEF regionale - ovviamente penso che nessuno si sogni di aumentare l'addizionale IRAP - stiamo attenti alle dichiarazioni che facciamo.
Questo è il dato fondamentale. Su quello che può fare il Consiglio regionale, già è stato detto. Ovviamente il Movimento 5 Stelle ha una posizione molto chiara e netta: se noi non siamo in grado di onorare le spese del bilancio della Regione Piemonte, non possiamo pensare di pagare vitalizi e stipendi aumentati. Ricordo gli stipendi aumentati dei Consiglieri regionali perché è stata eliminata la trattenuta del vitalizio del 20% e la busta paga dei Consiglieri regionali della X Legislatura è di 1.600 euro più consistente di quella della IX Legislatura. Ho letto dalla conferenza stampa, non so se lei ha detto correttamente queste parole, ma le ha riprese il Consigliere Grimaldi, quindi credo siano vere, ma lei ha parlato di una riduzione del 10%, Presidente Chiamparino (così era scritto sui siti internet e sui giornali).
Mi rendo conto che la sua possa essere una mediazione con la sua maggioranza, posso dire che non amo che le proposte difficili vengano delegate all'Ufficio di Presidenza, penso che noi Gruppi consiliari abbiamo tutti la potestà di fare proposte di legge.
Sono mesi che ci lavoriamo e il Consigliere Gariglio lo sa, perché ci siamo anche incontrati a latere di una Commissione per discutere se trovavamo una quadra tra le proposte della maggioranza e le proposte di una parte dell'opposizione.
Pensiamo che i tagli che si debbano fare su questo capitolo debbano essere moto più ampi. Lo dice anche la normativa nazionale: in caso di crisi e di dissesto finanziario, le Regioni possono intervenire con riduzioni ulteriori sulle indennità e sui vitalizi. Ricordiamo che i vitalizi non sono diritti acquisiti, non sono un sistema pensionistico sono paragonati a indennità, lo dice una sentenza della Corte di Cassazione. Vogliamo intervenire anche su questo scandalo? Lo abbiamo eliminato dalla X Legislatura ma restano, come diceva giustamente il nostro Capogruppo, otto milioni e mezzo dei vitalizi pregressi, e in più c'è tutta quella parte transitoria di soggetti che hanno maturato il privilegio del vitalizio, ma non hanno raggiunto l'età pensionabile dei 65 anni. Vogliamo intervenire anche su quello informa organica? Vuole, Presidente Chiamparino, come Presidente della Conferenza Stato Regioni, intervenire per avere una norma univoca e unica tra tutte le Regioni che possa tagliare, veramente, senza penalizzare chi ha versato contributi nel passato? Noi abbiamo una norma pronta e, per rispetto della situazione, anche questa è una netta presa d'atto della difficoltà politica della Regione Piemonte, non avevamo ancora depositato due proposte di legge (una sulle indennità e una sui vitalizi). Se oggi ci troviamo con una delega all'Ufficio di Presidenza - in cui ricordo, come se fosse ancora necessario, che noi non siamo rappresentati - noi presenteremo le nostre proposte di legge. E' giusto che il dibattito avvenga all'interno del Consiglio regionale.
Siamo coscienti delle difficoltà del bilancio regionale, vorremo anche avere dati più chiari, si può fare anche in Consiglio regionale e non solo in Commissione bilancio, su quanto detto, appunto, di nuovo in conferenza stampa, cioè che rimarrebbero 70 milioni di euro liberi per tutte le attività extra sanità, extra TPL e, ovviamente, extra pagamento del debito.
Anche su questo, vorremmo essere informati.
Ad esempio, il trasporto pubblico locale viene considerato 530 milioni di euro o il tendenziale è di 630 come si era detto l'anno scorso perch non riuscivamo a tagliare a 530? E poi, sono stati ottenuti i 150 milioni di fondi FAS per coprire la prima parte del fuori bilancio di 370 milioni di euro? E ancora, siamo riusciti ad ottenere 20 milioni di euro per la copertura della metropolitana di Torino, che - unica città in Italia - non riceve fondi aggiuntivi per la copertura della metropolitana di Torino? Giustamente sono stati toccati dei punti per quanto riguarda il fondo ex FAS Fondo Sviluppo e Coesione. Siamo sicuri che l'utilizzo di questi fondi serva per opere che non sono prioritarie oggi - lo ripeto e lo dico proprio al Presidente Chiamparino in virtù del suo decennale mandato di Sindaco della città capoluogo - per fare il tunnel sotto corso Grosseto? Oppure, vista anche la situazione dell'aeroporto, perché io temo veramente che ci troveremo, magari tra cinque o dieci anni a finire l'opera e intanto sarà chiuso l'aeroporto di Caselle? Non voglio essere, insomma, così pessimista, ma non potremmo pensare a questi fondi FSC, usarli per coprire di nuovo, come abbiamo fatto - so che non dovrebbe essere quella la destinazione, e il Vicepresidente Reschigna la scorsa legislatura, come Consigliere di opposizione, si sarà legato questo tema al dito - ma, in questa situazione di difficoltà, è meglio fare un tunnel sotto una strada, oppure è meglio cercare di coprire il dissesto idrogeologico, coprire l'edilizia sanitaria, perché ancora qualche Consigliere di maggioranza ha lanciato il tema della Città della Salute.
Ora, francamente, è vero che l'articolo 20 prevede la copertura fino al 95 delle spese sanitarie, ma non riusciamo a chiudere l'Ospedale di Verduno non riusciamo a chiudere l'Ospedale di Nizza Monferrato, che non sarà neanche un ospedale, come giustamente e probabilmente è, diamo delle risposte serie e credibili ai piemontesi.
Cinque anni, probabilmente ci sarà un'emergenza. Già se riusciamo ad uscire da questa emergenza senza fare altri errori strategici nella città di Torino e in Piemonte, forse sarebbe già un ottimo risultato.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della classe V B della Scuola elementare "Walt Disney" di Nichelino (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli allievi della classe V B della Scuola elementare "Walt Disney" di Nichelino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Situazione economico patrimoniale della Regione Piemonte" (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente Chiamparino; ne ha facoltà.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Signori Consiglieri, vorrei che fossero chiari due concetti molto diretti: il primo è che, con la situazione che il Vicepresidente Reschigna ha rappresentato in modo puntuale e con la passione che si percepiva, la Regione non è in grado - e, se non si interviene, non sarà in grado - di continuare ad accompagnare la crescita e la coesione sociale delle nostre comunità. Per cui possiamo discutere se fare il tunnel, se non fare il tunnel, tutto quello che si vuole - questo non vuol dire che io non prenda in considerazione l'ipotesi del tunnel, perché avendo più fiducia sulla possibilità che l'aeroporto di Caselle possa mantenere un suo ruolo importante, il tunnel è decisivo e fondamentale per collegarlo col passante ferroviario, ma adesso non è di questo che discutiamo - però sicuramente siamo disponibili ad ogni approfondimento anche sull'utilizzo dei fondi FSC ex FAS: non c'è ombra di dubbio. La concentrazione attorno all'ipotesi "Città della Salute" (insisto a chiamarla con questo nome, perché ormai è entrato nel lessico comune), certamente può rappresentare un'opportunità importante per concentrare queste risorse.
Il secondo concetto che vorrei esprimere in esordio è che noi qui presentiamo (e approfondiremo insieme a voi in Commissione, poi ci torno un attimo alla fine su questo) un programma di legislatura. Detto in altri termini, l'obiettivo della nostra legislatura è quello di rimettere la Regione in condizioni di accompagnare crescita e coesione sociale, perch oggi, così com'è, non è in grado di farlo.
Do due cifre, perché voglio fare un intervento da Consigliere ed essere breve, anche se lo faccio dal mio seggio di Presidente (una l'ha già detta Aldo Reschigna e io non la ripeto). Due e nove: due miliardi se vanno bene tutte le verifiche e le coperture interpretative del Governo; nove se non vanno bene. Un'altra cifra, che lui ha solo evocato, è 64.588, che sono numeri un po' più astrusi, che sono i numeri che derivano facendo un conto molto semplice per cui, se si paga tutto ciò che la Regione deve pagare (sanità, trasporti, personale, quote di rimborso debito, spese maturate tipo l'alluvione del 2000, insomma obbligazioni già assunte) restano, per il bilancio 2015, 64 milioni, a fronte di impegni che, per l'anno 2014 ammontavano a 588 (arrotondo all'unità inferiore).
Quindi credo che queste due cifre vi diano chiaro il senso di quando dico che la Regione non è in grado di accompagnare né la crescita né la coesione sociale. Allora, questo è il punto con il quale ci misuriamo.
Non aggiungo, per carità di patria, che in tutto questo ci sarà la legge di stabilità, che certamente non porterà risorse aggiuntive alle Regioni. Mi limito a dire questo, perché - siamo in fase di trattative più o meno esplicite - non porterà risorse aggiuntive.
Ora, al Governo cosa andremo a chiedere? Prima di tutto, certezza nell'interpretazione del diritto, perché l'ha già detto Aldo Reschigna, ma io ragiono un po' da uomo della strada: se un'anticipazione è un'anticipazione, allora la devi restituire; ma se la devi restituire in un anno, non si capisce perché ti chiedano di restituirla in trent'anni. Così la restituisci due volte: una volta tutta insieme e poi a pezzi ogni anno.
Detto in altri termini: o è un'anticipazione o è un indebitamento. Questo deve essere chiarito, perché obiettivamente, nei contratti, stava scritto che era indebitamento; poi viene fuori che invece è un'anticipazione. E questo è un primo chiarimento che è ineludibile, perché senza di questo per il 2014, ballano (per così dire, con un'espressione non tecnica) quei sette miliardi che fanno la differenza fra due e nove.
Seconda cosa che andremo a chiedere è una rinegoziazione del debito perché noi adesso paghiamo circa 650 milioni di rimborso capitale e interessi ogni anno, che poi diminuiranno un po' cominciando dal 2017, ma comunque sono tre volte quello del Veneto e dell'Emilia, per prendere due Regioni di opposto colore politico. Voi capite che se noi avessimo due terzi di 650, quel divario fra 64 e 588 sarebbe molto più ridotto. Quindi una rinegoziazione non elimina questa cifra, ovviamente, ma la può ridurre abbastanza in modo importante.
Terzo. Non c'è dubbio che, se vogliamo che il piano sia concluso bisognerà discutere. Dico discutere, perché non è un tema semplice e idee e proposte sono ben accette. L'unica cosa che a noi è venuta in mente è quella di provare a vedere se, utilizzando almeno in parte il patrimonio cui ha fatto riferimento Reschigna, si può in qualche modo avere una forma di contributo straordinario, che consenta di sostenere un certo periodo per far fronte per un certo periodo a quel divario nell'equilibrio di bilancio che ho annunciato.
Queste sono le tre cose che andrò a chiedere. Ma non voglio eludere il tema tasse. Con questo vorrei dire una parola molto chiara, perché è evidente che, quando si va a Roma, quello che ti chiedono è di portare la tassazione al massimo livello possibile. Su questo - spero sia chiaro per tutti - cioè sulla questione di non toccare l'IRAP di un euro io ci metto la faccia e ci metto anche il mio ruolo.
Se volete, lo dico in modo più esplicito: se sono costretto a ritoccare l'IRAP, lascio l'incarico di Presidente della Regione e lascio che siano altri a occuparsi di questo. E' chiaro questo? Facendo la soddisfazione del Movimento 5 Stelle.
Ho detto una cosa molto impegnativa: mi permetta una battuta Consigliere Bono, per alleggerire. Soddisfazione forse anche delle opposizioni di centrodestra, forse anche tra il centrosinistra, non so! Però spero di essere riuscito a chiarire il senso.
Relativamente agli altri temi, faremo il possibile per non aumentare nulla e, in ogni caso, l'impegno che prendo qui - e ha lo stesso valore di quello che ho detto prima sull'IRAP - è che se ci dovesse essere chiesto di toccare le altre forme di tassazione, lo faremo garantendo il rispetto assoluto, se è possibile anche un qualche miglioramento, di chi sta nei primi scaglioni di reddito.
Tanto per non girare attorno alle questioni.
Andiamo quindi con questo pacchetto, però vorrei che fosse chiaro che il "Salva Piemonte" (chiamiamolo pure in questo modo) funziona - ammesso che funzioni - solo se andiamo a Roma con un piano convincente che marci sulle nostre gambe, altrimenti non c'è "Salva Piemonte" che tenga; non c'è sceneggiata che tenga. Possiamo anche incatenarci, ma ci lasciano lì e ci vengono a prendere fra un anno.
Questo cosa vuol dire? Quello che ha detto il Vicepresidente Reschigna mi sembra chiaro; però io faccio solo un cenno alle Partecipate, non perch il Vicepresidente non sia d'accordo, anzi, ma perché è cosa un po' diversa.
Sulle Partecipate si può agire in tre modi: affrontare i casi, come quello di Finpiemonte Partecipazioni, uno ad uno, perché fare di ogni erba un fascio è sbagliato.
Noi abbiamo situazioni, come l'esempio delle Terme di Acqui, dove con un lavoro che stiamo facendo si può rimettere la realtà delle Terme di Acqui nelle condizioni di essere competitiva senza più che la Regione ci metta becco. Vorrei che questo fosse chiaro, perché non è nostro compito e non è nei nostri interessi.
Altre mi sembrano difficilmente rimontabili - faccio l'esempio di Expo Piemonte - e quindi bisogna mettere il minimo indispensabile perché siano liquidate o la Regione non ci rimetta.
In altre situazioni, abbiamo già smesso di contribuire (vedi l'aeroporto di Levaldigi), e così via.
Non faccio altri esempi perché non voglio, come sto già facendo sforare i tempi.
Questa è la prima linea sulla quale vorremmo muoverci.
In secondo luogo - e qui sono d'accordo con il Consigliere Marrone e non ho alcuna esitazione a dirlo - vorremmo arrivare a chiudere Finpiemonte Partecipazioni o, meglio, ad incorporarla dentro Finpartecipazioni, perch riteniamo - ma, ripeto, è un processo, non è un atto che avviene domani che sia giusto che la Regione faccia la sua parte di Ente programmatore e di legislatore e non faccia l'imprenditore. Gli imprenditori facciano gli imprenditori, eventualmente con altri enti pubblici se gli enti pubblici che hanno il compito di gestire determinati servizi, lo vogliano fare.
Il terzo argomento riguarda il CSI.
Sul CSI abbiamo maturato un'idea, che non è molto diversa da quella di cui si è discusso anche in passato. Riteniamo che la testa strategica debba stare in capo alla Regione, perché privarsi dell'informatizzazione come strumento di erogazione della pubblica amministrazione è sbagliato.
Crediamo che le diverse unità di business all'interno di quell'ente, che sono piene di professionalità di rilievo, vadano valorizzate. Pensiamo che sulle unità di business, scegliendo il modello più adeguato, occorra coinvolgendo i privati e il mercato, portarli gradatamente sul mercato scegliendo il modello che consenta maggiormente di rispettare e valorizzare le professionalità all'interno del CSI.
Ho dato queste tre linee perché altre realtà sono già state accennate tipo l'IPLA, mentre altre realtà, come IRES, sono realtà che incidono meno in questa vicenda.
Ultima cosa - e chiedo scusa per i due minuti in più.



PRESIDENTE

Presidente, lei ha tutto il tempo che ritiene opportuno e necessario per l'illustrazione.
Prego, Presidente.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Ma non voglio approfittare della pazienza, anche perché mi sembra che siano più che sufficienti le linee lungo le quali vogliamo muoverci.
L'ultima questione, già richiamata dal Consigliere Gariglio per primo è il non voler partecipare allo sport, che dopo il calcio è quello più in voga in Italia (o insieme al calcio), che è quello di scaricare su qualcun altro le responsabilità.
E' chiaro questo punto? La responsabilità di questa situazione è mia ed è nostra, non perché l'abbiamo provocata, ma perché i cittadini piemontesi ci hanno chiesto di affrontarla.
Smettiamola, quindi, con altre discussioni. Se poi emergeranno o dovrebbero emergere profili di responsabilità specifici, ovviamente le responsabilità sono individuali, ma la responsabilità politica e amministrativa è nostra e solo nostra. Ovviamente - mi rivolgo al Consigliere Gariglio e a tutti gli altri - siamo qui e non ad un forum o su un giornale, proprio perché vogliamo cercare, su queste linee di piano di legislatura, un confronto, un dialogo e, se è possibile, un coinvolgimento positivo di tutto il Consiglio.
Da questo punto di vista, permettetemi di apprezzare il tono e, in alcuni casi, le proposte già emerse in questa prima parte di discussione.
Lo dico così - ex malo bonun - cioè, da un grande male come quello che abbiamo davanti può anche emergere un'opportunità importante, ed è quella è per questo motivo che dico che la responsabilità è nostra - di rifasare il ruolo dell'Istituzione Regione rispetto a quello che la comunità economica e sociale chiede oggi.
Ripeto, se ci sono responsabilità specifiche e individuali, quelle sono individuali e ne risponderà chi dovesse esserne addebitato, ma dal punto di vista politico, la causa della situazione che viviamo è che c'è una sfasatura, non più tollerabile, fra i tempi dell'istituzione e della politica e i tempi dell'economia e della società. Pertanto, quando tu pensi ad un obiettivo che in quel momento è giusto, prima di averlo messo in piedi e di iniziare a raggiungere risultati, il mondo è cambiato e quella "roba lì" produce effetti controintuitivi rispetto allo scopo per cui l'avevi messo in piedi. Credo, quindi, che con le misure indicate e con quelle che verranno dal confronto con il Consiglio, perché mi rendo conto per primo che non sono affatto esaustive, cercheremo di vincere questa scommessa, per fare sì che la Regione sia di nuovo in grado di accompagnare la crescita e la coesione sociale del Piemonte e di mettere l'istituzione regionale nelle condizioni di essere un interlocutore al passo con le richieste della nostra economia e della nostra società piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Chiamparino.
I lavori riprenderanno alle ore 14.30 con la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.02)



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