Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.134 del 24/03/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 09.32 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 924 presentata dalla Consigliera Porchietto, inerente a "Monitoraggio e azioni volte a garantire le risorse idriche per il Piemonte"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi. Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 924 presentata dalla Consigliera Porchietto, avente ad oggetto "Monitoraggio e azioni volte a garantire le risorse idriche per il Piemonte".
La parola alla Consigliera Porchietto per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Credo che quest'interrogazione, pur essendo datata 11 febbraio - è passato circa un mese - sia assolutamente ancora attuale: l'emergenza idrica ancora ad oggi, pur essendoci state alcune minime precipitazioni non è cambiata. Tra le altre cose, ricordo che nei mesi scorsi anche il nostro ente, IPLA, aveva lanciato un allarme rispetto al contenuto d'acqua del nostro terreno, ricordando come ormai erano anni e anni, per non dire decine d'anni, che non si registrava una situazione di questo genere. Anche l'ARPA ha fornito dati che indicano una situazione di siccità piuttosto critica per il nostro territorio, che - ricordiamo - essendo montano, ha una tradizione di risorse idriche ricche e utili sia dal punto di vista dell'uso dei cittadini sia dal punto di vista di risorsa sotto l'aspetto energetico. Anche il cambiamento climatico - l'abbiamo già sottolineato a più riprese in questi giorni in Commissione - sta facendo la sua parte.
Siccome non siamo in grado di sfruttare tutti i metri cubi d'acqua prodotti, rilasciandone più della metà nel fiume Po, chiediamo se la Giunta regionale, e chiaramente l'Assessore di competenza, non considerino opportuno attivare su tutto il nostro territorio regionale un'azione omogenea mirata a realizzare dei bacini d'acqua compatibili con le necessità riscontrate sulla nostra realtà, valutando attentamente un patrimonio che ormai con troppa disattenzione in tutti questi anni non abbiamo pensato di valorizzare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
L'ultimo bollettino idrologico di ARPA del mese di febbraio evidenzia infatti, come le precipitazioni del mese di febbraio siano state del 77 superiori ai valori medi del periodo riportando l'accumulo nevoso al suolo entro i valori medi di febbraio e riducendo di circa 2/3 il deficit cumulato di precipitazione registrato a fine gennaio.
E' dunque migliorata sensibilmente, nel mese di febbraio, la situazione complessiva e anche il deflusso medio mensile nei fiumi, anche se permane sotto la media; la consistenza delle scorte idriche presenti negli invasi è anch'essa ritornata prossima ai valori medi del periodo.
Quindi la situazione idrologica nel suo complesso non desta, in questo momento, particolari preoccupazioni. Per il buon esito della prossima stagione irrigua, saranno tuttavia determinanti (le auspichiamo) le piogge primaverili e le condizioni meteo climatiche della prima parte dell'estate al fine di scongiurare la carenza idrica e la siccità.
Certo è che in Piemonte c'è una carenza idrica strutturale, relativa soprattutto a un eccesso di domanda di acqua rispetto alle disponibilità idriche di un territorio, potenzialmente resa più severa dai cambiamenti climatici che determinano una diversa distribuzione delle precipitazioni nel tempo con aumento della frequenza di periodi asciutti alternati a brevi periodi di precipitazioni molto intense.
La risposta a questa carenza idrica va ricercata negli strumenti di pianificazione, primo fra tutti il Piano di gestione del fiume Po, che è stato adottato dall'Autorità di bacino del Po il 17 dicembre 2015.
Per affrontare l'emergenza idrica dovuta ad anomali e rilevanti scostamenti temporanei da condizioni meteo climatiche e idrologiche ordinarie, il Piano di gestione del Po mette in campo una serie di azioni finalizzate a monitorare la situazione, condividere le informazioni e facilitare l'adozione di azioni volontarie di conservazione della risorsa idrica.
Proprio a questo fine, nel mese di febbraio è stato istituito l'Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel bacino padano, del quale sono chiamati a far parte, oltre che le Regioni del distretto, anche la Protezione Civile Nazionale, il Ministero dell'Ambiente, il MISE l'ANBI, i gestori dei grandi laghi regolati e dei grandi invasi nell'Osservatorio potranno essere integrati altri soggetti portatori di conoscenze.
All'Osservatorio spetta il compito di favorire la raccolta sistematica delle informazioni relative agli scenari climatici e idrologici e sul monitoraggio di disponibilità e consumi.
In conclusione, appare opportuno evidenziare come il Bilancio idrico di distretto valuti le criticità di distretto (intendiamo l'asta principale del Po, con tutti gli annessi e connessi) e demandi alle Regioni, in base al principio di sussidiarietà, di effettuare o aggiornare il Bilancio idrico di sottobacino utilizzando strumenti e metodi previamente condivisi a livello di distretto.
Uno degli obiettivi generali previsti nel Bilancio idrico di distretto è quello di ridurre i prelievi dei corpi idrici naturali di almeno il 15 entro il 2021. A tal fine, si lavorerà nell'ambito di questo Osservatorio da un lato, per valutare la riduzione dei consumi e, dall'altro, per valutare le necessità - com'è stato richiamato dall'interpellante - di nuovi bacini di accumulo sulle nostre montagne.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 844 presentata dai Consiglieri Bertola, Andrissi, Batzella e Bono, inerente a "Inquinamento della falda da tetracloroetilene e rischio per la popolazione, sito ITALDRY di Carmagnola (TO)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 844.
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come periodicamente purtroppo accade dall'inizio di questa legislatura siamo nuovamente qui a segnalare una situazione di grave inquinamento; una situazione che noi riteniamo essere stata per troppo tempo trascurata.
In un articolo apparso su la Stampa del 29 novembre 2015, viene data notizia che un cittadino di Carmagnola ha fatto analizzare da un laboratorio certificato l'acqua potabile proveniente dal rubinetto di casa ed è stata riscontrata una concentrazione di 16,4 microgrammi/litro di tretracloroetilene, ovvero oltre i limiti stabiliti dal Testo Unico Ambientale e dalle normative.
Il problema a Carmagnola è noto dal 1991 ed è stato causato da una lavanderia industriale, L'Italdry. Appunto, nel 1991 vengono rinvenuti all'interno dei locali 81 fusti di sostanze chimiche non ben identificate in condizioni precarie. Sono 25 anni fa, 1991.
Nel 2006, l'area su cui è insediata la lavanderia viene inserita nell'anagrafe dei siti da bonificare della Regione Piemonte e contestualmente nella lista dei siti inquinati della Provincia di Torino.
Dalla caratterizzazione del sito, viene accertata la contaminazione del suolo da tricloroetilene, tetracloroetilene, idrocarburi leggeri e idrocarburi pesanti. La soggiacenza della falda freatica dal piano di campagna viene stimata a una profondità di 10 metri.
Siamo a ottobre 2015. Il Comune di Carmagnola emana l'ordinanza comunale n. 36 del 2015 con cui informa la cittadinanza che nel sito di Via Caramagna a Carmagnola è stato riscontrato, in alcuni pozzi, un inquinamento da tetracloroetilene o percoloroetilene, una sostanza classificata dallo IARC come appartenente al gruppo 2A "probabile cancerogeno per gli esseri umani". Nel provvedimento il Comune informa la popolazione sull'utilizzo vincolato dei pozzi, con particolare riferimento a quelli che risultino posti all'interno della zona dell'area identificata in cartografia a valle del sito inquinato, definita al momento in modo approssimativo sulla base delle informazioni disponibili.
E' stato vietato in tutto il territorio di Carmagnola l'uso dei pozzi ai fini idropotabili a tutti i cittadini.
Sappiamo che nelle zone di campagna molte case, e quindi molte famiglie, dispongono di un pozzo. Nell'ordinanza viene anche indicata la possibilità di utilizzare l'acqua per l'irrigazione degli orti privati e domestici, se questa presenta una concentrazione inferiore a 40 microgrammi/litro di tetracloroetilene.
Nella delibera viene citato il decreto ministeriale n. 185/2003 e le Linee Guida dell'OMS, per stabilire le concentrazioni limite del tetracloroetilene. Tuttavia, a nostro avviso, non è corretto, in quanto il decreto ministeriale n. 185 si occupa di regolamentare le acque reflue di scarico che possono anche venire impiegate ai fini agrico-zootecnici se le sostanze contenute non superano i limiti indicati nel decreto. Invece l'inquinamento di cui parliamo riguarda la falda sotterranea e non le acque reflue. Pertanto, il limite di tetracloroetilene dev'essere preso con riferimento a quanto stabilito dal Testo Unico Ambientale, vale a dire 1,1 microgrammi/litro, ed è un valore, come si evince, decisamente diverso.



PRESIDENTE

Grazie.



BERTOLA Giorgio

Non ho finito.



PRESIDENTE

Le ricordo che per l'illustrazione sono previsti due minuti e ne ha già impiegati quasi quattro.



BERTOLA Giorgio

Il tetracloroetilene, essendo più pesante dell'acqua, penetra nelle falde più profonde e la sua degradazione genera composti assai più cancerogeni e più pericolosi del tetracloroetilene stesso. Siccome sono passati 25 anni, vogliamo sapere cosa sia stato fatto nel frattempo e soprattutto, vogliamo sapere dall'Assessore regionale se ritiene che, in qualche modo, l'ordinanza emanata dal Comune di Carmagnola sia sufficientemente cautelativa al fine di garantire la salute e l'incolumità dei cittadini. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Chiedo davvero ai Consiglieri di rispettare i tempi (o con minimi sforamenti).
Assessore Valmaggia, confido in lei.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Sicuramente, Presidente.
La risposta puntuale all'interrogazione è un po' più dettagliata e il testo scritto sarà fornito all'interrogante. Mi limiterei a richiamare rapidamente i relativi passaggi.
Un primo passaggio si è avuto nel 2013, con un'ordinanza emanata dalla Provincia di Torino, contro la quale il responsabile aveva presentato ricorso al TAR e il Consiglio di Stato ha respinto l'appello successivo.
Da quest'ordinanza del 2013 della Provincia di Torino è nato un Tavolo tecnico, che, riunitosi presso il Comune nel giugno 2015, individuava la necessità di adottare un provvedimento, da parte del Comune, finalizzato a garantire condizioni di sicurezza per la salute pubblica. Da qui nasce l'ordinanza sindacale alla quale faceva riferimento l'interpellante, la n.
36/2015, che forniva dettagliate indicazioni su come muoversi.
Si rileva che i valori di concentrazione massima assimilabili indicati risultano dedotti dalla comunicazione dell'ASL-TO5 e da una relazione ARPA facendo riferimento alle concentrazioni massime ammissibili, e ulteriori azioni sono in corso da parte della Città Metropolitana con il Comune di Carmagnola e sono finalizzate all'installazione di una rete di monitoraggio avente lo scopo di definire, con maggior precisione, l'estensione del fenomeno di inquinamento ed eventualmente integrare o modificare i provvedimenti adottati a tutela della salute pubblica.
A riprova delle attuali condizioni di sicurezza dell'approvvigionamento potabile, la SMAT, gestore del servizio idrico integrato, in una nota del 20 gennaio 2016, ha chiarito che i quattro pozzi di Carmagnola ad uso idropotabile da essa gestiti non ricadono nella zona di indagine di cui alla planimetria allegata all'ordinanza sindacale, e ha confermato che nei risultati dei campioni prelevati negli ultimi tre anni non risultano situazioni di rischio per quanto riguarda l'inquinante in esame. Per quanto riguarda gli inquinanti dello stesso gruppo clorurati, ove presenti, sono stati rilevate a concentrazioni bassissime, prossime al limite di rilevabilità ed in genere trascurabili rispetto al valore previsto dalla legislazione vigente.
In sostanza, alla luce di queste considerazioni, l'approvvigionamento potabile garantito dal servizio pubblico di acquedotto risulta pienamente sicuro e costantemente monitorato e che l'ordinanza abbia correttamente informato i cittadini e disposto il non utilizzo per uso potabile di acque di origine diversa da quella del pubblico acquedotto.
Per quanto riguarda il fenomeno di inquinamento originatosi dall'area Italdry, si ritiene che la caratterizzazione dell'area di indagine costituisca un passo necessario per comporre un quadro di conoscenza del fenomeno di inquinamento che non si limiti all'area da cui l'inquinamento ha avuto origine.
Il provvedimento assunto dal Sindaco di Carmagnola già prevede, al termine della fase di indagine sulla piezometria e sulle condizioni chimiche della falda, la revisione dell'area, così come oggi individuata, e le misure da assumere a tutela della salute e dell'incolumità dei cittadini. Grazie.


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 818 presentata dalla Consigliera Accossato, inerente a "Riapertura della Galleria Seguret e creazione di un anello turistico mediante il recupero delle strade militari d'alta quota"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 818 presentata dalla Consigliera Accossato, che la illustra.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Gentile Assessore, l'interrogazione scaturisce dalla sollecitazione pervenuta in merito alla Galleria del Seguret, che è quella che collega Salbertrand a Bardonecchia attraverso un sistema di strade d'alta quota. La stessa Galleria è un esempio di architettura militare di inizio '900, ma ha rappresentato in questi anni un passaggio molto importante ed utile per l'escursionismo in quota in quell'area della Val di Susa.
La Galleria - ovviamente lo preciso anche nell'interrogazione - è di competenza del demanio militare, ma già in passato ci sono stati confronti tra la Regione Piemonte, i Comuni interessati e il demanio militare sul tema delle strade militari d'alta quota. Dunque, alla luce di questa situazione che si è venuta a creare, l'interrogazione rappresenta un'utile occasione per chiedere lo stato di riflessione e di progettazione su questo tema all'Assessorato alla montagna, in accordo con quello del turismo.
Proprio recentemente ho visto l'impegno assunto all'interno dei fondi europei sull'escursionismo di montagna, con la destinazione anche di una cifra interessante ed importante.
Credo che in questo ambito - perlomeno lo auspico - possano trovare spazio anche queste realtà, perché costituiscono un patrimonio storico di grande rilievo, e rappresentano, altresì, una possibilità per il futuro.
Aggiungo che siamo stati sollecitati ancora ultimamente dall'AICCRE relativamente le loro attività sui forti alpini e sulle fortificazioni. Io credo che i due temi - strade militari di alta quota e fortificazioni della nostra catena alpina - possano viaggiare insieme per una nuova opportunità di offerta turistica del nostro territorio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato.
Risponde l'Assessore Valmaggia; ne ha facoltà.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Da sempre la Regione Piemonte mantiene con le autorità militari rapporti di reciproca consultazione per l'esame dei problemi connessi all'armonizzazione tra i piani di assetto territoriale e di sviluppo economico e sociale della Regione e delle aree sub-regionali, e i programmi delle installazioni militari e delle conseguenti limitazioni.
Il rapporto con il comando militare è tenuto dalla Direzione Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale. Nello specifico, il comando militare è favorevole alla dismissione anche anticipata della strada, a titolo gratuito. La riapertura all'uso pubblico, però, esige che siano rimosse le cause che determinano il perdurante stato di pericolo per la pubblica incolumità. Quindi la consegna anticipata è condizionata dalla presa in carico da parte dei Comuni e dalle intenzioni di mettere in sicurezza questo percorso.
Si tratta di lavorare su quest'obiettivo, per altro ci sono anche percorsi fruibili di risorse legate alla nuova programmazione europea penso alla misura 7.5.1. del PSR sui percorso escursionistici, così come la progettualità complessiva dei GAL. Ci sono anche delle leggi regionali ahimè, però, prive di finanziamento - specifiche proprio per il recupero e la valorizzazione delle stradi militari dismesse.
L'esperienza, ormai operativa, della Limone-Monesi nel cuneese, pu essere positivamente ripercorsa anche per questo tragitto, per questo percorso che ha una valenza sicuramente turistica e ambientale molto rilevante.
Si potrebbe, quindi, incominciare ad avviare un dialogo tra il Comando militare, le nuove Unioni Montane e la sezione del Club Alpino Italiano intanto per fare un censimento, la verifica delle condizioni attuali dei percorsi e della compatibilità con i circuiti già in essere, così come delle risorse necessarie per mettere in sicurezza soprattutto il tratto in galleria.
Sicuramente un tema di grande rilevanza sul quale vediamo di muoverci e di fare la nostra parte.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interrogazione n. 875 presentata dal Consigliere Pichetto Fratin inerente a "Selezioni pubbliche per l'acquisizione di profili professionali altamente qualificati in Regione"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 875.
La parola al Consigliere Pichetto Fratin per l'illustrazione.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Brevemente. Come indicato in premessa, abbiamo visto i bandi per una ricerca di professionalità in ambito regionale. Da questo, è venuto naturale presentare un'interrogazione in un momento in cui abbiamo tutta una serie di questioni che riguardano il riordino del personale regionale.
Un'ottica sul futuro dove, di questo riordino, dovremmo anche tenere conto e l'Assessore lo sa bene perché è attento al problema - in vista anche della realizzazione del nuovo palazzo unico proprio per i ruoli e le modalità di lavoro diversi che si dovranno svolgere, ma anche perché di molte professionalità ci sarà un esubero e di altre una carenza ma, più ancora,tutta la partita che riguarda la modifica della struttura istituzionale del nostro Stato, con il venire meno delle Province, con il venire meno, ancora prima, delle Comunità Montane. Una serie di modifiche che apportano, a livello regionale, una serie di trasferimenti di professionalità delle Province. Al di là dell'automatismo, mi sia permesso si è creata una situazione dove c'è la possibilità per la Regione di scegliere le professionalità più opportune sul sistema provinciale.
Noi volevamo interrogare l'Assessore per sapere se tutte queste valutazioni sono state fatte. Sono convinto che l'Assessore le abbia fatte e, naturalmente, visto che parliamo di collaborazione esterne l'interrogazione chiede qual è stata l'entità delle collaborazioni esterne qual è stata nella prima parte del 2015. Addirittura potremmo già ragionare anche sulla seconda parte o di anno completo, ma se i dati non sono ancora tutti completi, non importa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris per la risposta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale e organizzazione

Grazie, Presidente.
La Regione Piemonte ha fatto nel tempo, e tuttora lo sta facendo ricorso all'acquisizione di profili altamente qualificati per l'affidamento di incarichi presso le Direzioni regionali per rispondere alle necessità di supporto specialistico, come da lei prima indicato.
Il fenomeno si verifica, in particolare, e prevalentemente, per la gestione delle misure riferite alla programmazione europea (POR, FESR, PSR) e l'attuazione di particolari progetti europei che richiedono, spesso, per il rispetto degli obiettivi fissati, uno sforzo delle professionalità ulteriori rispetto a quanto rinvenibile nelle strutture regionali.
Gli avvisi sono pubblicati solo a seguito dell'esito negativo di apposite ricerche interne di professionalità, il cui espletamento è richiesto ed è espressamente ribadito anche dalle direttive interne emanate dalla Direzione Affari Istituzionali.
La procedura prevista risulta regolarmente rispettata dalle strutture regionali e, al momento, non sono emersi comportamenti diversi o scorretti a riguardo.
Per quanto specificamente riguarda il personale proveniente dalle Province, individuato con determina dirigenziale n. 798 del 29 dicembre 2015 della Direzione Risorse Finanziarie e Patrimonio, dal momento della presa in servizio presso l'Ente, è ovviamente destinatario delle ricerche di professionalità interna come il resto del personale.
Nel secondo semestre dello scorso anno non era, però, ancora fisicamente individuabile il personale che, effettivamente, sarebbe rientrato nel ruolo regionale ed evidentemente non era applicabile una ricerca di professionalità rivolta indistintamente a tutto il personale provinciale in assenza di istituti ad hoc.
L'espletamento delle procedure per l'acquisizione di profili altamente qualificati nel corso degli ultimi sei mesi del 2015, era del resto necessaria per consentire l'attivazione delle professionalità in questione ad inizio anno 2016 e garantire il tempestivo svolgimento delle attività richieste.
Preciso, inoltre, che relativamente al secondo semestre 2015, la spesa sostenuto per le collaborazioni coordinate e continuative, comprensive degli oneri a carico dell'amministrazione, risulta essere la seguente. Per le Direzioni euro 424.462,35; a supporto dell'organo politico euro 345.198,21, per un totale complessivo di euro 769.660,56.
Grazie, Presidente.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interpellanza n. 923 presentata dal Consigliere Vignale inerente a "Priorità del CISAP di Collegno-Grugliasco. È querelare un'associazione?"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interpellanza n. 923.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come si evidenzia nell'interrogazione, e come altre volte è accaduto su un tema sensibile quale quello dell'allontanamento minorile, c'è stata una lunga scrittura fra alcune Associazioni, in questo caso un'associazione, e il CISAP di Collegno-Grugliasco.
L'Associazione in questione - che ha scritto al sottoscritto, ma anche all'Assessore, almeno la lettera che ho ricevuto aveva in calce anche l'indirizzo dell'assessorato e molti altri soggetti - ha fatto sì che alla fine il CISAP si sentisse, in qualche modo, leso rispetto alle dichiarazioni che venivano sollevate e abbia deliberato per sporgere querela nei confronti dell'associazione.
Avendo ricevuto, e quindi letto, le dichiarazioni che l'Associazione ha fatto - non faccio una valutazione di carattere penale, se ci siano o meno gli estremi per la querela, che si possa o meno andare ad un rinvio a giudizio in merito - mi sembra un po' anomalo che un consorzio pubblico che dovrebbe, in qualche modo, avere a cuore queste questioni, anche nelle relazioni con il mondo associativo, le liquidi disponendo una querela nei confronti della stessa. Al di là del tema, al di là del singolo caso, è una questione più di carattere generale.
È evidente che se ogni qualvolta vi fossero dei contrasti che non riguardano solo il tema minori, ma anche altri temi come disabili, anziani e quant'altro, di lettere un po' più accese fra un'associazione, o più associazioni, un consorzio socio assistenziale sfociasse in querela avremmo avvocati molto lieti e un sistema regionale molto poco utile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola all'Assessore Ferrari.



FERRARI Augusto

Grazie, Presidente.
Certamente l'interpellanza ha un titolo, che non so se è una domanda retorica o reale, come si addice nell'insegnamento della lingua latina però indubbiamente ad una pregnante domanda di questo genere voglio rassicurare, conoscendo l'attività del CISAP di Grugliasco, che certamente la priorità non è quella di querelare un'associazione, anche perché so della professionalità, della competenza e del rigore che tutti gli operatori di quel consorzio hanno nell'affrontare la totalità dei problemi di carattere sociale. Tuttavia, è giusto fare riferimento e chiarire in maniera adeguata quanto è accaduto.
Noi siamo stati coinvolti su questo problema fin dal mese di giugno del 2015; precisamente, abbiamo ricevuto una segnalazione dall'associazione UHRTA il 22 giugno 2015. Immediatamente, su mia richiesta, il dirigente del Settore ha chiesto una nota di precisazione al consorzio CISAP. Il consorzio ha fatto una relazione su tutto quello che era accaduto e sulla problematica che era in corso di discussione all'interno di quella realtà.
Noi abbiamo risposto dando apprezzamento alla precisione e al rigore della relazione del consorzio CISAP, sottolineando un punto, che è quello che noi ritenevamo, come Regione, di dover fare, in base alle nostre competenze e alle nostre responsabilità: chiedere che ci fosse un chiarimento diretto tra il Consorzio, gli operatori e l'associazione.
Dopo questa fase, non abbiamo ricevuto altre segnalazioni. Noi ci siamo sentiti in dovere, sulla base di quello che avevamo raccolto e sulla base della relazione che ci era stata comunicata, di favorire, di facilitare, di invitare pressantemente affinché ci fosse un chiarimento diretto fra le realtà coinvolte.
Rispetto alla questione della querele, è chiaro che probabilmente - pur non avendo, come Regione, un potere di intervento su questo punto - l'ente consorzio ha individuato in alcune espressioni, che l'associazione aveva pubblicato per iscritto, una sorta di messa in discussione della professionalità e dell'onorabilità di alcuni operatori che erano coinvolti.
Quindi, mi auguro che, su questo punto, si superi facilmente e agevolmente la situazione, però vorrei dire questo: noi ci siamo mossi affinché ci fosse un chiarimento diretto tra le realtà coinvolte. La valutazione in ordine alla querela è una valutazione che attiene al soggetto pubblico che, autonomamente, ha valutato di dover agire in questo modo.
L'ultima cosa che volevo dire è sugli obblighi di trasparenza. Ritengo che questo sia un aspetto molto importante e in merito noi non abbiamo dubbi: un'eventuale azione in campo giudiziario, legata ad una valutazione in ordine alla rispettabilità e onorabilità di una persona coinvolta non deve, però, far venir meno l'obbligo di un ente pubblico nel garantire tutte le informazioni e l'indispensabile accesso alla documentazione per comprendere fino in fondo una problematica.
Quindi, è chiaro che, da questo punto di vista, siamo a disposizione e facciamo in modo che la legge venga rispettata fino in fondo.
Ho qui la risposta scritta con tutti gli aspetti di dettaglio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Interpellanza n. 879 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Sede regionale di Bruxelles, Attività del settore 'Affari europei' - Ufficio di Bruxelles" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interpellante, all'interpellanza n. 879 viene fornita risposta scritta.


Argomento: Incarichi e consulenze esterne

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 915 presentata dalla Consigliera Gancia, inerente a "Affidamento alla dottoressa Cristina Calabrese dell'incarico di collaborazione a supporto del Presidente della Giunta regionale per la valutazione dei candidati ammessi alla carica di Segretario generale" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, all'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 915 viene fornita risposta scritta.



(Alle ore 10.07 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni e delle interpellanze)



(La seduta ha inizio alle ore 10.13)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Informo l'Assemblea che, alle ore 11.45, termineranno i lavori del Consiglio, per permettere di partecipare ai funerali della studentessa Serena Saracino, vittima dell'incidente stradale avvenuto in Spagna il 20 marzo, che saranno celebrati alle ore 12.00 in Gran Madre.
Comunico, altresì, se i colleghi Capigruppo sono d'accordo, che la Conferenza dei Capigruppo si terrà alle ore 14.00 in Sala A.
Infine, questa sera, per la seduta pomeridiana, il Consiglio concluderà i propri lavori alle ore 18.00.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.
Comunico inoltre:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 16/03/2016.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Gariglio, Marrone e Rossi.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 04/03/2016 e 08/03/2016.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione studentessa Serena Saracino, vittima dell'incidente stradale avvenuto in Spagna il 20 marzo 2016 e commemorazione vittime e feriti di Bruxelles


PRESIDENTE

Domenica scorsa, lungo il tratto autostradale che collega le località spagnole di Valenzia e Barcellona, un pullman sul quale viaggiavano 57 studenti è stato coinvolto in un tragico incidente: 13 di loro hanno perso la vita e altri 34 sono rimasti feriti.
Tra le vittime tutti giovani universitari che avevano aderito al progetto Erasmus. Ci sono 7 italiani, tra cui la torinese Serena Saracino studentessa della Facoltà di Farmacia a Barcellona.
Un'altra piemontese, Annalisa Riba, è rimasta ferita e dovrà essere operata, benché fortunatamente le sue condizioni non siano gravi.
Con profondo dolore, a nome mio e dell'intero Consiglio, esprimo vicinanza ed intensa partecipazione ai famigliari di Serena Saracino e ai famigliari di tutte le altre vittime.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione vittime e feriti dell'attentato di Bruxelles avvenuto il 22 marzo 2016


PRESIDENTE

Sempre in questi giorni, martedì mattina, Bruxelles è stato teatro di una serie di attacchi terroristici. Due esplosioni hanno interessato l'aeroporto di Zaventem e una terza ha colpito la fermata della metro più vicina alla sede delle istituzioni europee. Il tragico bilancio conta 34 morti e circa un centinaio di feriti, tra cui alcuni italiani.
Dopo Madrid, Londra e Parigi è toccato a Bruxelles misurarsi con l'orrore della campagna jihadista. Una campagna di odio e di distruzione che non risparmia nessuno, neppure le sue donne e i suoi uomini.
In queste ore un profondo senso di sgomento e di dolore accomuna l'opinione pubblica internazionale ed è lo stesso sentimento che ci accompagna oggi nell'espressione della più sincera vicinanza ai familiari delle vittime.
Altrettanta solidarietà rivolgo al popolo belga, convinto di interpretare la sensibilità dell'intera comunità piemontese in questo difficile momento.
Pertanto chiedo al Consiglio regionale di voler osservare un minuto di silenzio per queste due tragedie.



(L'Assemblea osserva, in piedi, un minuto di silenzio)


Argomento:

Ccomunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Ccomunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

c) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 21 marzo 2016 la seguente legge regionale e ha deliberato la non impugnativa: legge regionale n. 1 del 21 gennaio 2016 "Disposizioni in materia di riduzione dei costi della politica".


Argomento:

d) Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta e dal suo Presidente


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis, dello Statuto si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito a 5 decreti di nomina della Presidenza della Giunta regionale e 7 deliberazioni di nomina della Giunta regionale.
Gli allegati sono a disposizione presso l'ufficio aula.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 190, inerente a "Bilancio di previsione finanziaria 2016-2018"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 190, inerente a "Bilancio di previsione finanziaria 2016-2018", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Ravetti e relatori di minoranza sono i Consiglieri Bono e Vignale.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico, relatore

Presidente, nei numeri del bilancio scorre il presente e si delinea l'idea che abbiamo del futuro del Piemonte.
Il presente è il contesto in cui viviamo, frutto delle scelte compiute nel passato, e sul presente gravano fardelli pesanti di residui passivi e cifre imbarazzanti di pagamenti non effettuati nei confronti di terzi.
Con tutta evidenza abbiamo in eredità un passato non esente da errori ma anche un passato caratterizzato da inadeguatezze strutturali delle finanze del comparto pubblico, non più in sintonia da tempo con le esigenze dei cittadini. Quindi, è un bene che si affronti con questa determinazione la nuova stagione delle riforme istituzionali, riforme che interessano i due rami del Parlamento, che hanno interessato le Province e che, non cerchiamo rifugi temporanei, interesseranno a breve Regioni e Comuni riforme strutturali utili a definire ambiti territoriali differenti, nuovi ruoli, nuove competenze e nuovi principi contabili.
A tale proposito, sarà oggetto di profonde riflessioni e scelte conseguenti il nuovo ruolo della Regione Piemonte nel rapporto con l'Europa. Un ruolo che dovrà essere definito in sinergia con le Regioni confinanti per macro-aree e possibilmente per temi specifici, quali, giusto per citarne alcuni, la crescita economica e l'innovazione, la mobilità e la connettività, l'ambiente e l'energia.
Nei prossimi giorni il nostro Presidente incontrerà i Presidenti di Liguria e Lombardia per condividere medesime strategie nell'ambito della logistica. Questa è l'azione politica più efficace per ottenere nel concreto buoni risultati, un'azione che va ripetuta a breve con priorità sulla sanità e sul trasporto pubblico locale.
Un ruolo diverso non solo nel rapporto con l'Europa, anche nell'interlocuzione con i territori che compongono il Piemonte, dove sono state definite quattro aree all'interno delle quali le istituzioni, a partire dai nostri sindaci, devono sapere interpretare al meglio la nuova stagione, diventandone i protagonisti, insieme alle rappresentanze sociali imprenditoriali e dei lavoratori, per individuare obiettivi comuni.
Dobbiamo andare oltre il presente e per farlo dobbiamo chiudere i conti con il passato, animati dalla responsabilità degli amministratori che non intendono consegnare alle generazioni future il paniere dei problemi da risolvere, ma la mappa delle opportunità da cogliere.
Negli strumenti innovativi della finanza pubblica pensiamo che, pure in un anno di transizione, il D.L. 118/2011 coordinato con il D.Lgs. n.
126/2014 attivi dei processi pluriennali di politiche finanziarie positivi e che tali processi, che incidono particolarmente sui rapporti tra la competenza e la cassa del bilancio, restituiscono ai nostri tempi un valore che ha riferimenti costituzionali a cui è bene non rinunciare. Un valore che, purtroppo e spesso, è stato palesemente dimenticato è il realismo della contabilità o, per meglio dire, i principi elementari degli equilibri o, ancora meglio, il rispetto dei parametri delle sostenibilità finanziarie dei servizi erogati ai cittadini.
Non si consegnano le mappe delle opportunità alle nuove generazioni allegando ad esse i debiti del passato con schemi di bilancio surreali.
Tanto meno, però, può essere politicamente accettabile la ricerca degli equilibri con il mero aumento delle leve fiscali a disposizione. Non ora più in là nel tempo discuteremo di IRAP e qualche mese fa abbiamo affrontato passaggi in Aula di alcune leggi che hanno inciso sulle politiche in entrata, ma appare evidente a noi - e così non può che essere a tutti - che al valore del realismo contabile abbiamo voluto affiancare il valore della giustizia sociale nelle politiche fiscali del Piemonte. Saremo coerenti nel comportamento prossimamente, rispolverando un antico ma quanto mai opportuno pensiero "chi ha di più a maggior ragione nei momenti difficili dà di più", a partire da noi seduti in questi banchi, che abbiamo deciso di restituire molto dei nostri compensi in omaggio al patto siglato con gli elettori, con l'intenzione di dimostrare che il privilegio più grande, l'unico a cui non vorremmo rinunciare, è quello di utilizzare il nostro potere (quello del voto in quest'Aula) per provare a dare un futuro al Piemonte.
In questi periodi complicati è stata adottata una sostanziale spending review in tutti gli ambiti di governo della Regione con l'obiettivo di efficientare il sistema con una complessiva ed evidente contrazione della spesa, anche della spesa del personale, che in questo contesto vogliamo ringraziare per il lavoro svolto pur non sempre in condizioni favorevoli.
Il paniere delle opportunità va consegnato insieme alla tavola dei diritti, diritti da garantire soprattutto alle fasce più fragili della nostra popolazione, che vive l'era dei cambiamenti di una società insicura che ha bisogno di riconoscere nelle istituzioni un quadro di certezze.
Nell'avvio della riorganizzazione della sanità con una diversa allocazione degli oltre 8 miliardi di bilancio - cifra in larga misura corrispondente al trasferimento del fondo sanitario nazionale - noi riconosciamo l'impegno a garantire e consolidare le certezze che, fino a qualche tempo fa, mancavano. Una riorganizzazione complicata, soprattutto dall'impatto con le comunità locali, ma è l'inizio di un percorso coraggioso che giorno dopo giorno avvicina sempre più persone che ne condividono le ragioni.
Così come avviene per le politiche sociali, in uno schema cui non faremo mancare le necessarie risorse, pur consapevoli che il modello è in difficoltà, e non solo quello piemontese: sono in difficoltà i modelli europei e vanno ripensati, riorganizzati.
Urge interrogarci, non solo su come affidare alle diverse strutture le stesse risorse per mantenere inalterati i livelli qualitativi degli attuali servizi, ma dovremmo interrogarci anche sulle criticità che radicalizzano l'esclusione di soggetti deboli, persone che meritano di incrociare il nostro sguardo.
La nuova sfida della politica, impegnata ad amministrare enti con molte meno risorse rispetto al passato, è non lasciare indietro chi non ce la fa in un mondo dove la popolazione invecchia, dove crescono le disuguaglianze il lavoro è sempre più precario, dove emergono nuove tensioni sociali e dove è evidente la disaggregazione delle famiglie, primo contenitore delle risposte sociali.
Nelle tavole dei diritti, cioè nel documento finanziario che approda oggi in aula, scriviamo titolo e risorse che rendono disponibili i servizi per il trasporto pubblico locale, l'istruzione, la formazione professionale, le politiche di genere. Per essere chiari, restano aperti alcuni fronti e daremo con forza indicazioni per l'assestamento prossimo così come è nostro impegno scrivere sulle tavole dei diritti, appena usciremo dal Piano di rientro in cui siamo costretti nell'ambito sanitario (presumibilmente a metà anno), alcune voci oggi fuori dai livelli essenziali di assistenza, per assicurare anche ai tanti non autosufficienti garanzie, al posto di opzioni sociali.
C'è una domanda che dobbiamo ascoltare con un ordine più alto delle priorità, una domanda diffusa che riguarda tutti noi, una domanda che viene posta con forza dalle nuove generazioni: il lavoro. Serviranno politiche nazionali ed europee per trovare le traiettorie migliori nelle dimensioni internazionali, ma le imprese - quelle che generano occupazione possibilmente buona occupazione - hanno bisogno di operare in ambienti dove tutte le istituzioni concorrono a definire congiunture favorevoli.
Da parte nostra, in tal senso, riteniamo fondamentale rafforzare il patrimonio della finanziaria regionale Finpiemonte, autorizzando la sottoscrizione dell'aumento del capitale. E' una scelta che permetterà di offrire alle nostre imprese uno strumento adeguato alle loro esigenze e siamo certi che riconosceranno nella Regione un partner pubblico all'altezza delle sfide che hanno di fronte. Uno sviluppo imprenditoriale che terrà conto delle nostre bellezze: architettoniche, paesaggistiche storico-culturali ed enogastronomiche; un'impresa che correrà anche lungo l'asse dello sviluppo del turismo e della cultura, che intendiamo riorganizzare e sostenere.
Nel Piemonte dei diritti e delle opportunità, il dissesto idrogeologico, cioè la messa in sicurezza del territorio, non sarà una questione marginale, anzi, nel programma attuativo regionale, nel fondo sviluppo e coesione, dovremo individuare adeguate risorse per questo tema cui diamo massima priorità. Così come per la bonifica dei siti inquinati in particolare quelli di interesse nazionale, o per tutte le risorse necessarie per essere coerenti con i dettami del piano regionale amianto recentemente adottato. Un piano in cui abbiamo imposto la rimozione e lo smaltimento della totalità dei manufatti contenenti questa fibra killer entro il 2025.
E' un confronto non ancora terminato quello del piano rifiuti, ma intendiamo completarlo con precise indicazioni, per riservare una sufficiente massa finanziaria utile a renderlo funzionale agli obiettivi in esso contenuti.
A scorrere le voci della previsione del bilancio ci si convince che non esiste un solo impegno per il quale non valga la pena fermarsi a riflettere. Tutti hanno uguale importanza e per tutti esiste almeno una buona ragione per aggiungere risorse, ma c'è una sfida che dobbiamo saper cogliere nel tempo delle riforme: in particolare, noi tutti siamo chiamati e restituire credibilità alla politica e, di conseguenza, siamo chiamati a ricostruire un legame autentico tra le persone e le istituzioni. Una sfida che riguarda tutti e che ci costringe a percorrere un'unica via, certamente stretta, per rendere le istituzioni utili alle persone e un po' meno utili alla politica.
La notizia è che siamo in movimento e che non abbiamo rinviato la partenza. Ci muoviamo nella consapevolezza che il vero atto di coraggio è dire la verità: la verità sui conti del bilancio, la verità sulla sostenibilità economica dei servizi, la verità su ciò che potremo fare e soprattutto su ciò che non potremo più fare. Una sfida che abbiamo accettato con tanta responsabilità. Presidente, una sfida che vale molto più di ogni nostro possibile emendamento al testo. Un atteggiamento che ci fa sentire, non solo nei numeri, in maggioranza in quest'aula (e lo affermo con convinzione) e che ci fa sentire ancora maggioranza fra i piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca, relatore

Grazie, Presidente.
Abbiamo affrontato in Commissione la discussione di questo bilancio che presenta una significativa novità: una novità di carattere normativo che ha introdotto la legge nazionale n. 118, ma anche una modalità differente di leggere il bilancio.
Vedremo, poi, nella valutazione dei singoli articoli come vi sia una legge nazionale (ed anche la relativa legge regionale, che stiamo discutendo - il disegno di legge n. 190) che attribuisce un numero di poteri decisamente maggiori alla Giunta regionale, rispetto a quelli del Consiglio. Partiamo, però, da questo presupposto: non interviene nel merito dei singoli stanziamenti, ma in una valutazione di carattere generale sul potere del Consiglio.
E' il Consiglio regionale che vota il bilancio, è il Consiglio regionale che ne propone i singoli emendamenti, però è la Giunta regionale che, nell'arco degli ultimi due anni, ne ha disposto l'utilizzo. Per spiegarci, l'ultimo bilancio che questo Consiglio ha votato - tanto il bilancio preventivo del 2015 quanto l'assestamento del 2015 - ha visto 300 milioni di euro, votati da questo Consiglio, ma non stanziati, in modo assolutamente arbitrario. Non è stato deciso, cioè, dal Consiglio regionale nell'assestamento di bilancio, ma è stato scelto dalla Giunta regionale che ha stabilito se assegnare o meno le risorse ai singoli Assessorati oppure ha detto ai singoli Assessorati: "Ancorché le risorse siano assegnate, non le spendete".
E - guardate - 300 milioni di euro e, più di questi, 100 milioni in opere pubbliche fanno la differenza in un bilancio, perché il nostro bilancio è fatto da quelle risorse. Pertanto, il vero bilancio politico tolta la somma delle risorse vincolate (sanità, trasporti, personale e quant'altro) - le risorse libere, sono inferiori ai 300 milioni che la Giunta ha deciso di non stanziare.
Allora, il primo aspetto che deve interessare, prima di tutto, il Consiglio e, prima di tutto - o parimenti - il Presidente del Consiglio, è che quest'Aula non sia inutile, perché è assolutamente evidente che, se si ripete quanto avvenuto l'anno scorso e due anni fa, questa è un'Aula inutile.
Qui facciamo teatro, giochiamo: la Giunta presenta una proposta di bilancio, l'opposizione e la maggioranza tentano di emendarla, la Giunta respinge, almeno in Commissione, tutti gli emendamenti, su qualunque tipo di scelta. Poi si arriva in aula, approviamo il bilancio - o, meglio, la maggioranza approva il bilancio - che da quel momento diviene proprietà della Giunta regionale, che ne dispone come crede.
Perché dico che questo è l'aspetto prioritario? Perché altrimenti sarebbe inutile la discussione che facciamo, come sarebbe inutile la discussione che faremo sulle modifiche che tenteremo di apportare.
Tuttavia, qual è il limite che, secondo noi, ha questo bilancio? Il limite è di due tipi: un primo limite è strutturale, che non riguarda questa Giunta, ma il sistema delle Regioni. Noi crediamo che nell'arco del tempo, con maggioranze diverse a livello regionale e con maggioranze diverse a livello nazionale, le Regioni, per le competenze che hanno (poi uno può decidere di sottrarre alle Regioni la sanità piuttosto che il trasporto pubblico o altro, però se ne discute), sono assolutamente sottodimensionate in termini di trasferimenti da parte dello Stato.
Personalmente inviterei noi tutti, a partire dal Presidente per il ruolo che ha ricoperto, anche se ora non più, come Presidente della Conferenza Stato-Regioni, a smettere di dire che se facciamo efficienza siamo in grado di risolvere i problemi dei cittadini piemontesi.
Non è così.
Vi faccio un solo esempio che abbiamo ricordato più volte in tema di sanità: la media pro capite della spesa sanitaria in Europa è di 3.400 euro a cittadino. La media, perché la Germania supera i 4.200 euro e la Francia intorno ai 4.000 euro. I Paesi economicamente più avanzati in Europa superano i 4.000 euro. La media europea è 3.400. Noi siamo intorno ai 2.900/3.000 euro.
Se il contributo a sostegno della sanità piemontese fosse pari a quello della media europea, che comprende anche i Paesi che più di recente sono entrati nella UE, cioè quelli in cui il sistema sanitario non è certo efficiente come il nostro, la nostra Regione avrebbe un miliardo in più da spendere (per la precisione un miliardo e 200 milioni di euro).
In tal caso, non ci porremmo il problema della vetustà di alcuni ospedali, di alcune macchine, dell'appropriatezza e dell'erogazione dei servizi.
Bisogna dire con chiarezza che chiunque oggi si trovi a fare un bilancio, fa un bilancio che non è in grado di garantire, in questo momento, aspetti essenziali per i cittadini piemontesi, perché - e non riguarda solo le Regioni - il trasferimento di risorse da parte dello Stato è assolutamente insufficiente.
Il secondo aspetto, invece, è di merito: quale bilancio con le risorse a disposizione.
A tal proposito, noi individuiamo due criticità.
La prima è di non intervenire, rispetto a tre anni difficili (i prossimi due meno di quanto previsto), in modo cogente sull'individuazione di maggiori entrate, che ovviamente non devono derivare da tasse, ma dismettendo il patrimonio di questa Regione.
Questa Regione ha iniziato una dismissione del patrimonio immobiliare tant'è che c'è una posta iscritta a bilancio come maggiori entrate, ma non ha assolutamente iniziato alcun tipo di dismissione delle sue partecipate tant'che di nuovo, tanto nelle delibere di riqualificazione della spesa quanto a bilancio, la somma delle due misure è intorno ai 50 milioni di euro.
Noi abbiamo una serie di partecipate che hanno un valore molto significativo, al cui acquisto, qualora ci decidessimo a vendere, alcuni privati sarebbero disponibili ad acquisire quote. Il ritornello sarà sempre lo stesso: non è il momento per vendere.
Guardate, probabilmente fra dieci anni non sarà il momento per vendere certamente oggi è il momento di ottenere più risorse per essere in grado di soddisfare le esigenze dei cittadini piemontesi.
La prima valutazione, quindi, è in termini di mancato coraggio rispetto all'alienazione; la seconda, invece, avendo meno risorse, è se questo è o non è un buon bilancio per i piemontesi.
Noi crediamo di no.
Riconosciamo che vi è un lavoro, iniziato precedentemente, di fare in modo che il bilancio della Regione sia come un bilancio di un'impresa o di una famiglia: in un esercizio finanziario 10 entrano e 10 vengono spesi.
Questo lo riconosciamo, però la correttezza dei bilanci - tema prioritario - non è sufficiente. Non è sufficiente anche nelle scelte assunte per fare in modo che il bilancio della Regione sia utile ai piemontesi.
Per questo motivo siamo partiti facendo un ragionamento sulle maggiori entrate, perché su alcuni temi - sulla sanità, ma questo sappiamo essere un vincolo nazionale - in questa annualità noi andremo ad intervenire, per esempio la copertura degli extra LEA, cioè la copertura di quelle prestazioni che abbiamo sempre individuato come sanitarie, che pagavamo con il trasferimento della sanità e che non possiamo più fare, ma che dobbiamo pagare con le risorse delle politiche sociali, che non sono coperte.
Questo bilancio ha fatto una scelta dicendo: noi usciamo dal patto di stabilità, ma, uscendo, avremmo più libertà anche di usare le risorse della sanità per gli attuali extra LEA, cioè per quei servizi che oggi lo Stato non individua come livelli essenziale di assistenza, quindi come servizi sanitari. come? RESCHIGNA Aldo (fuori microfono) Come piano di rientro.



VIGNALE Gian Luca

Ah, chiedo scusa, del piano di rientro. E' corretto, del piano di rientro, grazie, anche perché altrimenti a verbale rimarrebbe un pensiero sbagliato: non è il patto di stabilità, ma è il piano di rientro.
Per una scommessa, che noi ci auguriamo di vincere, e per due motivi: uno, perché dopo molti anni questa Regione potrebbe anche, in termini di sanità, gestire una serie di partite in modo autonomo e non necessariamente con la dettatura del Governo nazionale.
In secondo luogo perché sarebbe un problema, perché dal mese di luglio se non ricordo male, avremmo una serie di prestazioni - migliaia di prestazioni - che non siamo più in grado di coprire.
Anche su altri aspetti abbiamo delle perplessità, che sono certamente quelle legate al mondo delle politiche sociali in generali, legate al mondo della sanità e al mondo del lavoro e dell'impresa.
Su questi aspetti crediamo che questo bilancio sia negativo, anche perché sconta un altro aspetto: è negativo perché non ha risorse sufficienti (lo vedremo nella discussione sugli emendamenti) su tanti aspetti delle politiche sociali. Ne dico uno su tutti: il tema della casa.
Sul tema della casa, con le risorse a disposizione, non risolveremo il problema, perché sarebbe impossibile, ma non diamo neanche una risposta concreta al problema più impellente che oggi i piemontesi hanno.
Sul tema del lavoro rischiamo di fare la stessa cosa, e quando parlo di lavoro mi riferisco a lavoro, formazione e tutto ciò che è promozione del lavoro, dell'occupazione, ed anche sull'aspetto dell'impresa. Vi è infatti, un secondo aspetto, che non riguarda il bilancio, ma il ritardo che questa amministrazione ha nel pubblicare, nel bandire le uniche risorse libere, fonti di possibilità di sviluppo: i quasi 4 miliardi dei fondi strutturali delle risorse dell'Unione Europea.
Questo è un altro tema fondamentale, non c'entra direttamente il bilancio: il bilancio è solo una piccola conseguenza perché deve garantire il cofinanziamento. Ma anche guardando il bilancio, noi vediamo che, se dividiamo per 7, c'è una percentuale piccola su alcuni aspetti, così come molti fondi sono stati tagliati perché non erano sufficienti, non servivano per la compartecipazione, poiché nel 2015 ci si aspettava che partissero tutta una serie di bandi che poi non sono partiti.
In ultimo, una valutazione. E' assolutamente evidente, partendo dal ragionamento che facevamo al principio, che quest'Aula abbia la titolarità e il dovere di modificare il bilancio. Noi ci auguriamo che nel ragionamento che verrà fatto dalla prossima seduta, cioè quando interverremo sul bilancio, qualora il bilancio venga modificato, venga corretto sulla base di alcune delle indicazioni che il collega Ravetti dava, cioè di alto respiro.
Anche noi riteniamo che il Piano amianto, visto che lo stiamo discutendo e visto che ha una valutazione economica, debba essere coperto anche noi riteniamo che su alcuni temi come le politiche sociali, le bonifiche e, visto che c'è l'Assessore Valmaggia, l'istruzione delle scuole di montagna, che ha il capitolo a zero, il bilancio necessiti di un intervento su misure strutturali. Non riteniamo che quest'Aula si debba prestare a un'attività emendativa che abbiamo visto già nell'anno passato essere molto (molto, molto, molto) legata a singole esigenze di singoli Consiglieri; esigenze legittime, badate, ma che riguardano i bisogni di un territorio, le piccole necessità di un comparto, ecc. Se si è in difficoltà, si cerca di risolvere quelle primarie di una regione e ovviamente quelle che in qualche modo sono non primarie e che non stanno dentro a quelle priorità (politiche sociali, lavoro e impresa) debbono venir meno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Siamo dunque arrivati in aula sul bilancio di previsione 2016. E' il 24 marzo e, come al solito, questa Regione - direi ultima tra le Regioni del nord Italia, in linea con le Regioni più in difficoltà del nostro Paese quindi alcune Regioni del centro e del sud Italia come il Lazio, la Campania e altre Regioni - arriva a stilare un bilancio che dovrebbe essere di previsione per l'anno successivo, ma che in realtà ha termine nel primo trimestre. Questa è una prima considerazione.
Conosciamo le difficoltà del bilancio della Regione Piemonte personalmente ero presente anche la scorsa legislatura - e sappiamo come solo grazie a norme di livello nazionale, quali il decreto spalma crediti il decreto legge 35, si è riusciti a salvare le Regioni dal fallimento sostanzialmente; fallimento perché, non riuscendo più a pagare, non dico in tempi europei, ma proprio non riuscendo più a pagare i fornitori, si rischiava ovviamente un fallimento delle Regioni proprio per la difficoltà di far combaciare le entrate con le spese, quindi per un colpevole - dico colpevole - indebitamento continuo, prolungato, almeno nell'arco degli ultimi 14 anni.
Il bilancio quindi è approdato in Aula oggi, 24 marzo, con un esercizio provvisorio richiesto per tre mesi: siamo proprio al fotofinish. Noi abbiamo presentato una serie di emendamenti di merito in Commissione (circa un centinaio), andando a valutare i singoli capitoli che ritenevamo importanti e meritevoli di attenzione sia nel dibattito politico sia a livello di risorse. Ebbene, non è stato possibile intavolare un dibattito in Commissione poiché sostanzialmente la nostra è stata vista come una forma di ostruzionismo, anche se - ribadisco - erano tutti emendamenti di merito.
Non è stato possibile aprire un dialogo né con i colleghi Commissari della maggioranza né tanto meno con l'Assessore che, se è vero che ha sempre ascoltato e seguito i lavori della Commissione come suo solito, non ha però voluto aprire una discussione nel merito delle proposte politiche e quindi gli emendamenti delle opposizioni (ovviamente io mi riferisco in particolare al nostro Gruppo consiliare) sono stati bocciati in toto ripeto, senza discussione, rinviando il dibattito su tematiche su cui evidentemente c'è un problema. Ci sono capitoli a zero, capitoli con risorse dimezzate, capitoli su cui vengono slittate le risorse nel 2017 e su cui però nel 2017 le risorse non ci sono, perché il bilancio ovviamente è triennale, e viene tutto rinviato all'assestamento.
L'assestamento di bilancio dovremmo discuterlo a giugno-luglio, insomma quando arriverà il rendiconto del 2015. Sul rendiconto del 2015 abbiamo un inizio di dati, di informazioni. Sottolineo come sia veramente diventato stucchevole - sottolineo quindi la gravità - un dibattito in cui comunque i Consiglieri, lungi dal voler - almeno per quanto riguarda il nostro Gruppo presentare emendamenti, come diceva il collega Vignale, localistici personalistici, nel senso di ritagliare delle risorse per il proprio territorio, per la tal associazione o il tal gruppo o la tal questione locale, hanno invece presentato emendamenti su tematiche importanti e non hanno trovato alcuno spazio. Questo è grave, perché veramente andiamo a svuotare di senso le attività della Commissione, dei Consiglieri, del Consiglio.
Sarebbe altresì grave o ancora di più che oggi in Aula, nel dibattito che da oggi continuerà la prossima settimana e forse si chiuderà in tempo entro il 31 marzo, non vengano non dico ascoltati (che poi l'ascolto non si nega a nessuno, un ascolto magari con un orecchio un po' distratto), per non venga recepito nulla, che nulla venga dibattuto realmente, discusso.
Se da un lato è vero che siamo in ritardo, che siamo a marzo e quindi delle scelte sono già cristallizzate, bisogna capire perché rinviamo a luglio delle altre questioni che potrebbero e dovrebbero essere affrontate oggi, perché? Per dare certezza al sistema Piemonte. Il collega Ravetti ha parlato di scrivere il presente per poter discutere di quale linea dare nel futuro alla Regione Piemonte. Bene, ma se noi non diamo neanche certezze a marzo 2016 per il 2016, quali sicurezze, quali garanzie e quali certezze diamo al sistema Piemonte in generale come Amministrazione? Ci sono diverse problematiche che emergono; magari i colleghi del Gruppo andranno più nel dettaglio. Sicuramente - lo ribadisco ancora una volta - la trasformazione del bilancio con recepimento del decreto legislativo 118 e delle modifiche susseguenti, cioè l'imputazione delle risorse verso l'anno in cui si intende compiere l'obbligazione giuridica e perfezionarla, quindi la trasformazione del bilancio sostanzialmente da competenza/cassa a competenza/potenziata, ha creato sicuramente delle difficoltà; difficoltà a noi perché ovviamente non facciamo un bilancio tutti i giorni, ma sicuramente anche alla struttura.
Dicevo, ci sono difficoltà pregresse della Regione Piemonte, che ha debiti da sistemare da un po' di tempo, da anni e li sta onorando. Questo è giusto e sacrosanto, ma anche frutto di un clima cambiato a livello nazionale.
Tuttavia, noi pensiamo che sia in Commissione sia in Aula si doveva fare di più.
Relativamente alle tabelle che ci sono state fornite, l'allegato, la cosiddetta nota integrativa al bilancio 2016 che recepisce, praticamente lo schema di nota integrativa con tutti i dati da compilare del 118, noi sottolineiamo che la prima bozza che ci era stata data era prevalentemente vuota, senza le cifre, quindi ci siamo messi un po' a studiare per comprendere quali fossero le schede. Recentemente sono state aggiornate, ma io sottolineo, l'ho sottolineato anche in Commissione che, come succede tutti gli anni, non ci sono due tabelle che riportano gli stessi valori.
Ci sono 15 allegati e ogni allegato riporta delle cifre diverse.
Diventa difficile, per noi, fare un'analisi puntuale e nel merito dei dati del bilancio. Noi sappiamo che l'allegato n. 15, il Titolo I, quest'anno cuba 9 miliardi 769 milioni, abbiamo visto che anche nelle delibere n. 41 e n. 42 del 23 dicembre 2015, quelle che spalmavano il debito, ci sono una serie di incrementi dell'addizionale Irpef attesi, fino a 130 milioni di euro (vado a memoria). Noi ricordiamo che l'addizionale Irpef - questo era stato oggetto anche di una diatriba a mezzo comunicati stampa con il Vicepresidente Reschigna - era stata aumentata dall'ex Presidente Cota per 50 milioni di euro nel 2013 con un decreto presidenziale; di 156 milioni sempre della Giunta Cota, per il 2014 e poi dalla Giunta Chiamparino di 80 milioni per il 2015, più 20 milioni del bollo auto e bollo autostoriche per un totale di 300 milioni di euro.
È vero che arrivano, anche scaglionati, con un ritardo di uno, due anni, ma ci risulta strano che gli incrementi addizionali Irpef compaiono ancora nel 2018, quindi c'è un problema di tenuta di stabilità dei conti 2017-2018. Il Vicepresidente Reschigna l'ha detto: l'anno più difficile sarà il 2017, ma noi su queste tabelle dubbi ulteriori ce li abbiamo. Primo sull'incremento delle entrate in generale, secondo, sulla riduzione delle spese. Anche qui avete presentato una serie di tabelle, ognuna diversa dall'altra e noi aspettiamo questo fantomatico documento di programmazione economica e finanziaria (anzi, senza programmazione perché adesso di chiama DEFR) che ci dica realmente quali sono i risparmi e poterli anche seguire capitolo per capitolo.
Nelle famose delibere n. 41 e n. 42 ci sono anche risparmi finti fittizi. Ventuno milioni di euro che dovremmo risparmiare nel 2017 - mi sposto sul 2017 - dagli arredi alle apparecchiature informatiche, sono praticamente 21 milioni di euro che non spendiamo perché li spendiamo in più nel 2016 per l'arredo del grattacielo della Regione Piemonte. Questi non sono risparmi, ma sono maggiori spese nel 2016. Voi chiudete un piano chiamiamolo di "rientro", con una serie di risparmi che noi non vediamo.
Anche sulle partecipate: tre milioni. Stiamo discutendo la legge di riorganizzazione anche se c'è quella nazionale che pende, e in più ci sono 80 milioni di euro - la rata quella sì, che non ci sarà più - del mutuo sanità. Anche nel 2016 il bilancio dovrebbe essere in pareggio, ma sar molto curioso di vedere il rendiconto del 2016, grazie ad alienazioni. Il Consigliere Vignale sosteneva che la Regione non avesse fatto abbastanza spending review, noi siamo d'accordissimo, va fatta molta più spending review perché o aumentano le entrate dai trasferimenti dallo Stato, oppure non sappiamo come farlo questo pareggio di bilancio. Ovviamente, non devo ricordarlo né al Consigliere Vignale né al Vicepresidente Reschigna che le entrate da alienazioni sono entrate una tantum. Entrano una volta sola. Se si vende il palazzo di Piazza Castello, quell'entrata entra una volta sola.
Nel 2016, se riusciremmo a venderlo perché c'è sempre questo punto interrogativo, entreranno soldi in più - 52 milioni più tutte le alienazioni - ma nel 2017 non ci saranno più. Noi abbiamo bisogno di entrate fisse, costanti ogni anno.
E' importante fare una battaglia, che l'Assessore Saitta faccia una battaglia a Roma per uscire da questo maledetto - permettetemi il termine piano di rientro attivato dalla Giunta Cota, su responsabilità di tutte le legislature precedenti, che ci lega mani e piedi per il riutilizzo del Fondo Sanitario Nazionale per gli extra Lea. Fare una battaglia, sempre a livello nazionale, affinché il Fondo Sanitario nazionale aumenti. Gli 80 milioni di euro che ci dovrebbero arrivare in più - tutte le volte che lo dico, il Vicepresidente Reschigna scuote la testa e dice che non ci sono ma dovremmo capire quanto sarà il Fondo Sanitario Nazionale, sono briciole.
Solo affrontare il tema dei farmaci per l'epatite C, ci potrebbe costare di più. È particolare che in India costi 1000 euro il trattamento perché possono produrlo al di fuori degli accordi del TRIPS, mentre in Italia il trattamento ci costa 40 mila euro. Ci sono diversi temi che devono essere affrontati.
Il sociale è uno dei punti su cui dobbiamo avere delle risposte Presidente Chiamparino e Vicepresidente Reschigna, ma in queste settimane in cui discuteremo il bilancio di previsione non si può rinviare ogni volta l'assestamento, se lo approveremo, se faremo, se usciremo dal piano di rientro, ec ec.
Sulle risorse del sociale voi ci avete detto che mancherebbero solo 3-4 milioni di euro ma, a meno che con gli anni abbiamo perso la capacità di fare di conto, a noi risulta una mancanza maggiore se, ovviamente, non contribuirà la sanità. Continuo a chiedere: come contribuirà la sanità? Se l'azienda principale della Regione Piemonte, la Città della Salute, fa - a seconda dei dati giornalistici, ma dovremo i bilanci - 140 milioni di disavanzo annuali, mi dite come facciamo i risparmi in sanità al netto dei nuovi Lea? Al netto dei farmaci innovativi? Al netto delle vaccinazioni che potremmo mandare sulle politiche sociali? Questo è il tema.
Avete fatto una riforma della sanità lacrime e sangue, ma noi non abbiamo visto grandi risparmi ancora. Non li abbiamo visti. E, soprattutto il sistema sanitario è al collasso.
Altro tema è quello dell'addizionale Irpef. Questa cosa che ci avete segnalato, che il Ministero ha dato l'ok per inserire l'addizionale Irpef per competenza e non per cassa noi, francamente - siamo un po' stupidi non l'abbiamo capito. Non l'abbiamo capito perché non è che se uno lo scrive in un modo o nell'altro l'addizionale Irpef aumenta o diminuisce.
L'addizionale Irpef è sempre la stessa. Non è che ci state presentando preparando un nuovo giochetto contabile per far sì che nel 2017 abbiamo iscritto, imputato, più addizionale Irpef del solito, ma poi entrerà nell'anno successivo, come al solito, cioè entrerà sempre la stessa quota.
Che stiamo facendo di qualcosa di non chiaro e non trasparente dal punto di vista dei conti.
Sono ancora tanti i temi, capitoli e missioni che sono state toccate tra cui la cultura che ancora non abbiamo certezze sul 2017 e le risorse sono sempre più in contrazione checché ne diciate eravamo arrivati alla linea dei 45 milioni di euro con la scorsa Giunta che sembrava già una devastazione del settore - lo era e lo è - e questa Giunta sta su un livello ancora più basso, al netto della divisione tra 2016 e 2017.
Il problema della casa. Noi dobbiamo sicuramente stanziare delle risorse in più sulla morosità incolpevole. L'ho letto su qualche fonte giornalistica che l'Assessore sembrerebbe interessato su questo, ma ce lo comunicasse anche a noi, invece di comunicarlo solo ai media.
E poi il tema dei fondi, non solo i Fondi Europei, ma anche il fantomatico Fondo Sviluppo e Coesione di cui noi abbiamo ancora perso le tracce in Commissione, non sappiamo ancora se sono stati pagati quei 50 milioni di euro per la chiusura del piano di rientro.
Ultimissimo tema, perché ci preme molto collegato a quello della casa è quello della povertà. Noi crediamo fortemente che una parte del Fondo sociale europeo possa essere destinato a creare una forma di sostegno al reddito - chiamiamolo come volete: reddito di cittadinanza, reddito di autonomia, reddito di inclusione (non ricordo come lo chiami il Presidente Chiamparino, ma il nome non è importante) - per sostenere quelle persone che hanno perso il lavoro, che fanno formazione e che però hanno bisogno di portare a casa qualcosa per non finire veramente ai margini della nostra società piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Chiedo soltanto, per poter organizzare i lavori, se ci sono dei colleghi che desiderano intervenire in sede di discussione generale Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Mi rifaccio alle parole del collega Vignale quando diceva che giustamente e legittimamente, in un ambito giuridico e di legalità, ogni Consigliere cerca di portare l'acqua al proprio mulino.
Si ricorda, Assessore Reschigna (o Presidente Chiamparino), quando le avevo detto in piemontese (il nostro piemontese) "Marca tut chi veui nen avei 'd débit"? Ne abbiamo solo 14 miliardi di euro.
E quindi la ringrazio per il lavoro fatto, soprattutto perché già con il Consigliere Pichetto si era iniziata questa operazione di trasparenza dei conti della Regione Piemonte, che forse l'ex Presidente Cota aveva inavvertitamente sottovalutato. Non si tratta di una critica, per probabilmente doveva subito mettere all'inizio del mandato nero su bianco tutti i debiti che la Giunta Bresso e anche quelle precedenti avevano accumulato.
Io credo che, al di là del lavoro fatto che è un lavoro tecnico - e giustamente ringraziamo anche gli Uffici, oltre che Giunta -, occorra un po' più di coraggio per quel che riguarda la dismissione delle Partecipate.
Soprattutto, però, come Gruppo della Lega Nord Piemont stiamo facendo una riflessione su questo: sul fatto che occorrerebbe forse partire proprio dalla base nel bilancio di previsione 2016. Intanto condivido la scelta di accantonare 300 milioni di euro perché quella mi sembra, dal punto di vista del pater familias, una scelta se non altro condivisibile, perché tutto pu succedere e con tutti i debiti che abbiamo mi sembra assurdo non fare questo accantonamento. Dissento quindi in modo totale da quanto ha detto chi mi ha preceduto.
Avrei investito un po' di più da un punto di vista culturale intendendo cultura in senso lato nel senso di responsabilità dell'individuo. Viviamo infatti in una società - il Piemonte, soprattutto rispetto ad altre Regioni del Nord - dove l'individuo è fortemente deresponsabilizzato e sembra che a tutte le disgrazie che succedono - la vita è fatta di cose belle e di cose brutte - debba pensare lo Stato inteso in tutte le sue forme (e quindi anche la Regione). Io quindi - è un paradosso - avrei usato un po' più soldi pubblici per diffondere quella cultura del senso di responsabilità dell'individuo. La Konstitution in senso tedesco è importante, ma credo che in questo momento storico sia fondamentale agire su quella che i tedeschi - non c'è un termine italiano chiamano la Verfassung, cioè il senso di rapportarsi con le istituzioni, ma soprattutto tra le persone.
E' chiaro che dobbiamo decidere in questa ristrettezza di risorse questo è il nodo cruciale, oltre ai problemi più grandi che ci sono - che cosa deve fare lo Stato. Ovviamente non può fare tutto e dobbiamo chiedere una ritirata della Regione e dello Stato da tutti i settori. E' per questo che chiedo più coraggio nelle dismissioni delle Partecipate, però occorre anche agire culturalmente sulla responsabilità del singolo individuo. E questa è una cosa che chiediamo a gran voce: lo Stato non può pensare a tutto e a tutti; l'ha fatto e abbiamo uno dei debiti più alti del mondo, in proporzione al PIL. Il Piemonte, in quanto a conti, è la vergogna del Nord.
Con molta fatica cerchiamo di arrivare a una soluzione, però vi chiedo davvero di ricordare a tutti che non si può, se non per un tempo parzialmente limitato, continuare a pagare a debito.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come ricordava anche il collega Bono, arriviamo alla discussione del bilancio di previsione in Aula un po' al limite: molto vicini, considerato ovviamente anche che ci dovremo fermare per qualche giorno per le festività Pasquali, alla data di scadenza dell'esercizio provvisorio, che è il 31 marzo, quindi con conseguente probabile riduzione dei tempi di discussione di questo provvedimento in Assemblea.
Quest'anno abbiamo inaugurato l'esame del bilancio di previsione secondo i principi stabiliti dal decreto legislativo 118 del 2011. Alle comprensibili difficoltà dal punto di vista tecnico legate alla necessità di attenersi a queste nuove disposizioni - difficoltà che, se si sono viste da parte della struttura regionale, a maggior ragione comprensibilmente sono difficoltà registrate anche dai Gruppi consiliari, che hanno forze e risorse infinitamente più ridotte - e a quelle derivanti anche dal fatto che questo nuovo ordinamento riduce ancora più le prerogative, le possibilità e il raggio d'azione del Consiglio, si sono poi aggiunte anche quelle causate dall'atteggiamento di non confronto e di non dialogo portato avanti dalla Giunta regionale. Immediatamente, infatti, non so se ancora prima di leggerli bene o comunque ancora prima di ascoltare, è stato detto che in ogni caso non sarebbe stato approvato alcun emendamento.
Immediatamente, quindi, la Giunta regionale ha considerato come ostruzionismo tutte le proposte che venivano portate dalle opposizioni in Commissione. E dunque è normale che in presenza di un atteggiamento del genere la reazione e la risposta non possano essere, ovviamente, delle più concilianti.
Ci è stato detto - e possiamo dire in qualche modo anche promesso - che eventuali interventi potranno essere possibili durante l'esame dell'assestamento. Come sappiamo bene, però, da qui a quando esamineremo l'assestamento di bilancio passeranno alcuni mesi e quindi possono ancora succedere delle cose che non sappiamo. E allo stesso modo, come ha già detto anche il collega Bono, questo sbandierato tesoretto che avremo ha dei contorni che per noi non sono ancora completamente chiari.
Abbiamo proposto all'esame della Commissione i nostri emendamenti tutti di merito, non solo delle tematiche politiche: abbiamo chiesto attenzione verso determinati temi politici che riteniamo importanti e anche di incrementare le risorse su determinati capitoli, ma soprattutto - e ritengo anche con un'assunzione di responsabilità - che dovrebbe essere in capo a chi governa, abbiamo individuato dei capitoli di bilancio dove probabilmente si possono fare delle economie.
Quindi, non solo, come possiamo dire nella modalità più classica delle opposizioni, interventi in incremento, ma anche interventi che andavano a toccare fasce che, secondo noi, hanno degli sprechi, per destinare, invece quei risparmi, ad esempio, al sostegno alle fasce più deboli. Cito a titolo di puro esempio, ma su questo saranno anche più precisi i miei colleghi, le spese destinate al trasloco di arredi: sappiamo benissimo che quello è un capitolo legato al trasferimento degli uffici dalla Regione Piemonte presso la nuova sede della Regione. Ebbene, sappiamo che l'opera non è completa, è quasi finita e l'impresa che era a capo dell'associazione temporanea di imprese ha lasciato il cantiere, poiché di fatto ha portato i libri in Tribunale. E' notizia di questi giorni che pare sia stato trovato un accordo per portare a termine i lavori, però ci vorranno 7 mesi per finire i lavori.
Pertanto, l'inizio del trasferimento degli uffici della Regione slitterà come minimo di un altro mese rispetto alla previsione, secondo noi anche prudenziale, della Giunta regionale. E' molto probabile che anzich cominciare il trasferimento all'inizio del 2017, magari si slitterà verso la primavera del 2017.
Dunque, essendo la data dell'inizio del trasloco ancora lontana abbiamo pensato che magari determinate risorse potrebbero essere utilizzate subito per capitoli che hanno sempre bisogno di risorse, come per esempio quelli per il sostegno alle fasce più deboli.
Fin qui, la Commissione. Ora inizia l'esame in Aula.
Nell'esame in Commissione ci è stato detto che non sarebbe stato approvato nessun emendamento. Ora però ci giungono voci di un'improvvisa sopravvenuta attenzione, invece, nei confronti di alcune tematiche tematiche che anche noi abbiamo proposto all'esame della Commissione.
Quindi, nel migliore dei casi, magari un intervento - chissà mai - della maggioranza. Sarebbe molto grave che venissero accettate in Aula proposte della maggioranza che ricalcano proposte che quando sono state fatte dalle opposizioni in Commissione non andavano bene. Nel peggiore dei casi addirittura, si parla di classici "assalti alla diligenza" che ricordano di più la politica degli anni Ottanta, con proposte di intervento un po' "personalizzate".
E' pleonastico dire che se non si ritiene possibile fare interventi su capitoli che invece propongono temi molto importanti e sentiti da tutti è magari assai meno possibile fare interventi su capitoli - chiamiamoli così un po' più di nicchia.
C'è un'altra tematica importante, che abbiamo proposto sia in Commissione, ma riteniamo di riproporre con ancora maggiore attenzione in Aula, che è quella legata all'IPLA. Si è avviato un percorso di riorganizzazione dell'IPLA costituendo la cosiddetta Agenzia Foreste e Territorio, mettendo insieme il personale dell'IPLA con gli operai forestali. Un percorso avviato ormai più di un anno fa.
Su questo tema, dapprima c'è stato un ritardo, perché all'inizio dello scorso anno si era detto che entro giugno doveva essere elaborata la costituzione di questa Agenzia Foreste e Territorio.
La Giunta si è presa del tempo ed è arrivata in ritardo fino a quando si è verificato che... Probabilmente la diversa provenienza del personale che doveva andare a far parte della costituenda Agenzia poneva dei problemi di tipo normativo, poiché una parte del personale è diretto dalla Regione e un'altra parte è personale che è stato assunto, senza procedure di evidenza pubblica.
Purtroppo, in Commissione l'Assessore Reschigna ha presentato un emendamento abrogativo dei due articoli di legge che di fatto avevano da una parte avviato il percorso verso la costituzione dell'Agenzia e dall'altra parte, si è constatato il ritardo rinnovato all'inizio di questo percorso. Questo è avvenuto a fronte di un accordo verbale e cioè a fronte di una dichiarazione di non impugnativa da parte del Governo: la Giunta si è impegnata a togliere quelle previsioni di legge.
Noi, come Consiglieri, nella piena autonomia delle nostre funzioni, ci riteniamo nella possibilità di non riconoscere quell'accordo. Poiché il Consiglio, fino a quando ce lo permettono, è sovrano ed è il Consiglio che vota il bilancio, noi non conosciamo quell'accordo e quindi vogliamo ripristinare - lo faremo, tenteremo di farlo con un nostro emendamento quegli articoli di legge regionale che prevedevano la costituzione dell'Agenzia. Ovviamente, parallelamente chiederemmo due cose: la prima che la Giunta regionale si attivi verso il Governo nazionale per far sì che queste difficoltà vengano superate nel più breve tempo possibile; in secondo luogo, nel frattempo, chiediamo di destinare all'IPLA le risorse che le servono per operare, perché ad oggi non le ha.
Nell'esame dei nostri emendamenti avremo modo di parlare anche di questo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
I miei due colleghi che sono intervenuti hanno illustrato abbastanza chiaramente la nostra posizione in merito alla struttura e al contenuto del bilancio previsionale che cominciamo a discutere oggi.
Quello che voglio aggiungere sono alcuni altri motivi di insoddisfazione legati alla discussione, in particolare, in Commissione, in cui la presentazione delle voci di bilancio previsionale fatte dagli Assessori, con un certo anticipo rispetto alla presentazione degli emendamenti, è stata di fatto insoddisfacente in quanto il quadro previsionale per Assessorato è stato presentato in maniera molto superficiale e lacunosa, soprattutto a fronte di un quadro di bilancio che non era ancora determinato. Tant'è che, com'è stato sottolineato poc'anzi dal collega Bono, la nota analitica, che è in allegato alle tabelle e comunque le tabelle stesse erano quantomeno vacanti fino all'effettiva discussione, che è avvenuta in Commissione solo in presenza del Vicepresidente, l'Assessore al bilancio.
Quindi, è successo che la discussione di merito sulle varie parti di questo bilancio (che dovrebbe essere l'elemento fondante del confronto tra maggioranza, opposizione e Giunta all'interno della Commissione e che dovrà esserlo anche qua in Aula, ma che appunto, si configura considerato l'estremo a cui stiamo arrivando, come al solito, al limite della discussione, che sarà limitata in Aula) ha fatto sì che la discussione di merito sui temi e sulle voci di bilancio è stata fatta praticamente soltanto con l'Assessore al bilancio. Questo cosa significa? Significa che c'è stata una sostanziale indisponibilità all'effettivo confronto di merito sulle varie tematiche. Non solo. Come appunto è già stato detto, l'annuncio al fondo della discussione, che comunicava che tutti gli emendamenti presentati dall'opposizione sarebbero stati bocciati, mostra quanto effettivamente ci sia di profondamente difensivo nell'atteggiamento di questa Giunta nella proposizione di questo bilancio previsionale. Tra l'altro, si tratta del primo bilancio previsionale fatto con le nuove modalità del disegno di legge n. 118, armonizzato, e quindi teoricamente di più facile lettura e comprensione. Teoricamente, con maggiore attenzione appunto, alle questioni ormai vincolanti per legge del pareggio di bilancio, e di chiarimento sul volume delle entrate e delle uscite.
È chiaro, allora, che di fronte ad un bilancio che dovrebbe essere quantomai rappresentante la realtà.
Abbiamo sentito anche il relatore di maggioranza dire che questo bilancio rappresenta il presente; è il frutto di una forte elaborazione e di un forte chiarimento sugli esiti del passato, quando le cose erano decisamente poco chiare, tant'é che l'assestamento dell'anno scorso è stato approvato in volata, alla fine dell'anno, all'ultimo momento possibile anche lì troncando, di fatto, la possibilità alle opposizioni di portare avanti le proprie proposte e le proprie istanze, pur riconosciute anche dalla maggioranza e dalla Giunta in sede di discussione in Commissione sempre per l'esigenza di dover stabilizzare i conti della Regione Piemonte conti che, però, ancora nel bilancio previsionale 2016, non risultano stabilizzati: le tabelle sono cambiate ancora nell'ultima seduta di Commissione in cui si sono votati gli emendamenti, quindi sono stati presentati ulteriori emendamenti della Giunta a correzione del bilancio previsionale, senza ulteriore possibilità di discussione.
Che cosa abbiamo di fronte? Abbiamo di fronte un bilancio che è la rappresentazione della necessità di garantire degli equilibri contabili punto e basta. Non definisce nulla su quello che, effettivamente, la Regione potrà attuare nelle sue politiche in corso d'anno, tant'é che tutta la discussione su quello che si potrà eventualmente fare e sul confronto di merito che si voleva fare in Commissione - e che si vorrebbe magari ancora tentare di fare qua, in questi pochi giorni che rimangono - dovrebbe essere spostata all'assestamento di bilancio.
Ma come si fa - dico io - a pensare di intervenire su settori cruciali del benessere dei cittadini piemontesi, come l'assistenza sociale, o tutto il tema delle fragilità, il tema del Trasporto Pubblico Locale, o come si finanziano le opere necessarie sul territorio per la difesa del territorio stesso o le tutele ambientali? Come si intende operare su questi settori? Su queste tematiche non siamo riusciti, nel corso dell'anno precedente, a portare nelle Commissioni appropriate discussioni su questioni strategiche perché ci siamo impantanati nelle discussioni di bilancio o perché ci siamo impantanati su cose importanti ma su sui, come al solito, è stata molto difficile la discussione (mi viene in mente il Piano rifiuti regionale, che è ancora in Commissione).
Se ai tempi di discussione in Commissione si sottrae il tempo che si deve dedicare alla discussione del bilancio, ma poi né nella discussione sul bilancio, né nella discussione in Commissione su temi specifici si affrontano le questioni di questa Regione in maniera strutturale, il problema permane ed è sempre lo stesso. Negli ultimi due anni abbiamo fatto delle "riformine": abbiamo rivisto la governance di alcune materie e abbiamo riordinato al volo - come sempre al fotofinish! - le funzioni delle Province, che dovevano essere riordinate due anni fa (o, meglio, a partire da due anni fa); insomma, abbiamo fatto il minimo sindacale. Perché? Perch non si aveva il controllo della situazione della Regione. Abbiamo fatto una riforma ospedaliera della nostra Regione, abbiamo fatto una teorica riorganizzazione sanitaria del territorio, ma per tutte queste cose si deve ancora stabilire come si intenda farle funzionare. Ancora, non c'è chiarezza su quali siano le risorse allocate. Ad esempio, del famoso budget promesso per il territorio, che dovrebbe garantire la possibilità di far funzionare la riforma sul territorio, per adesso conosciamo 17 pagine di relazione, i cui contenuti di dettaglio, al di là dell'aver presentato un riordino dei distretti in diminuzione, con la soppressione di strutture della sanità regionale, non sono ancora chiari e devono dirci dove vogliono arrivare. Non abbiamo neanche contezza di quali e quante siano le risorse e per quali progetti sull'edilizia sanitaria in Piemonte siano destinate.
Si parla di ospedali unici, si parla di Città della Salute, si parla ancora di ospedale di Verduno: non sappiamo quanto abbiamo speso l'anno scorso per finire quel benedetto ospedale, e non sappiamo neanche quanto viene impegnato quest'anno, sempre per quel benedetto ospedale! Sappiamo solo che viene messo un milione e mezzo in più per fare una strada che doveva costarne quindici (che poi, al progetto di minimo, doveva costarne sette e guarda caso, ora, forse, costerà un milione e mezzo, che era una parte dei soldi già impegnati nel 2008 dalla Giunta Bresso; tre milioni e mezzo erano, due milioni sono stati già dati, per produrre cosa non si sa). E avremo, forse, una strada che, in primo luogo, va ad interferire con il tunnel dell'Autostrada A33, teorico anche quello (ennesima opera che non si né quando né se mai si farà!) e, in secondo luogo, che avrà una pendenza al limite di legge: per raggiungere l'ospedale che è posto in cima ad una collina che frana, ci sono una serie di tornanti che, in presenza di neve e ghiaccio, diventeranno pericolosi. Comunque manca tutto l'adattamento della viabilità provinciale, che è opera accessoria all'autostrada, che non si sa quando mai si farà. A fronte di questo, che cosa fa? Si butta ancora un milione e mezzo lì sopra, senza sapere ancora i tempi né i costi della struttura ospedaliera. Su questa tematica abbiamo chiesto lumi decine di volte, ma non si riesce ad ottenere chiarezza.
Ci volete dire, allora, a cosa serve fare questo bilancio, se non ad appagare l'ego di questa Giunta, che dice: "Finalmente abbiamo un bilancio in ordine"? Mi fa piacere avere il bilancio in ordine, ma con questo bilancio non ci facciamo un bel niente di utile per questa Regione.
È certamente un miglioramento rispetto agli anni passati, quando il bilancio era in disordine. Però vi ricordo che il bilancio in ordine è un obbligo di legge (visto che anche la nuova legge prevede che certe cose debbano essere in ordine, e che ci debba essere il pareggio di bilancio) quindi non state facendo altro che quello che dovreste fare: c'è poco da gloriarsi! Quello che invece bisognerebbe fare è vedere con queste scarsissime risorse che cosa vogliamo fare per far funzionare la nostra Regione, per affrontare quelli che sono i temi centrali del funzionamento della macchina regionale.



PRESIDENTE

Consigliere Campo, le chiedo di terminare. Grazie.



CAMPO Mauro

Concludo, Presidente.
Soprattutto vorremmo sapere quando e in quale sede - perché continuiamo a spostare il boccino per mesi e mesi - lo si vorrà fare, confrontandosi in maniera strutturale ed effettiva con le opposizioni. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Informo l'Aula che al termine dell'intervento della Consigliera Batzella, come concordato e come da comunicazioni che vi sono giunte, si chiuderà la seduta mattutina.
Prego, Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Eccoci qua: questa mattina ci troviamo a discutere del disegno di legge n. 190, "Bilancio di previsione finanziario 2016-2018".
Verrei ricordare che in Commissione sono stati bocciati tutti gli emendamenti presentati dalla nostra forza politica, ma anche di tutte le altre forze politiche. Abbiamo ben compreso che questa Giunta è molto scaltra e mantiene buoni rapporti con gli organi di stampa, per cui apprendiamo continuamente le notizie dai giornali. Però il Consiglio regionale ne è sempre all'oscuro.
Oggi stiamo discutendo di questo bilancio di previsione - siamo in discussine generale - ma vedremo la prossima settimana, quando inizierà l'illustrazione degli emendamenti, che cosa presenterà la maggioranza e che cosa si deciderà in quest'Aula.
Detto questo, noi abbiamo presentato tanti emendamenti, tutti di merito. Abbiamo toccato diversi temi, dalle politiche sociali alla sanità al TPL, all'ambiente, alla cultura, all'istruzione. Abbiamo cercato di non lasciare indietro alcun tema e di dare delle priorità.
Noi abbiamo dato delle priorità e vorrei parlare dei temi che seguo maggiormente e che mi stanno particolarmente a cuore, quindi vorrei citare tutte le priorità che diamo e riteniamo importanti riguardo a tutte le politiche sociali, le emergenze sociali, il welfare della Regione Piemonte la sanità e, in particolare, l'assistenza.
Vi ricordo che ieri c'è stata un'audizione in IV Commissione (Commissione sanità); abbiamo audito un'associazione di volontariato che opera in difesa dei malati che rappresenta e le famiglie dei pazienti affetti dal morbo di Parkinson. Eravamo pochi presenti in Aula, mi spiace dirlo, ma eravamo molto pochi, era una Commissione semi deserta da parte delle forze di maggioranza. Abbiamo potuto sentire quali sono le grosse difficoltà e le problematiche che gli ammalati e le famiglie devono affrontare giorno dopo giorno.
Abbiamo chiesto e continueremo a chiedere, presentando degli emendamenti e degli ordini del giorno collegati, un incremento di risorse per il potenziamento dei servizi per la prima infanzia, per realizzare il pieno sviluppo fisico, psichico e relazionale del bambino fino ai 3 anni di età, e assicurare alle famiglie un sostegno adeguato che consenta ed agevoli l'accesso anche della donna nel mondo del lavoro, perché spesso viene discriminata e si trova in grandi difficoltà.
Abbiamo chiesto ulteriori risorse per l'istituzione, il mantenimento e il buon funzionamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio. Ricordo che abbiamo appena approvato il disegno di legge n. 142 che prevede interventi contro la violenza sulle donne e mirati al supporto e al sostegno non solo alle vittime, ma anche ai loro figli. Ricordo, inoltre che questo disegno di legge è stato approvato con oltre il 50% delle risorse in meno rispetto a quelle previste inizialmente dalla norma finanziaria.
Abbiamo chiesto e chiediamo ancora un incremento di queste risorse perché riteniamo utile che la Regione faccia la sua parte anche tenendo in considerazione la legge regionale n. 1/2004, in particolare l'articolo 51.
Per questo motivo abbiamo chiesto un incremento di risorse per le attività di promozione regionale rivolte alle persone detenute, ex detenute e persone in semilibertà.
Ricordatevi che la Regione deve fare la sua parte per quanto riguarda questa problematica, perché dobbiamo ridurre ed impedire le recidive dobbiamo favorire l'inclusione sociale e il reinserimento sociale di queste persone che hanno commesso degli errori o che commettono degli errori, ma che pagano espiando le proprie pene.
Noi riteniamo che la Regione debba realizzare e supportare delle politiche di sostegno tese al reinserimento sociale e alla promozione delle attività di formazione per tutti i detenuti e anche dei progetti tesi a creare una nuova cultura sui problemi della devianza, della sicurezza e sulle recidive.
Qualche collega in Commissione si è perfino annoiato e non so se qualcuno si ricorda o ha memorizzato qualcosa quando abbiamo parlato delle fragilità sociali, che rappresentano le nuove forme di povertà della nostra Regione e di tutta la nostra nazione. Ricordatevi che la vulnerabilità sociale e le fragilità sociali non possiamo quantificarle, perché insorgono improvvisamente e tendono a cronicizzarsi con il tempo, se non si interviene precocemente con un piano di prevenzione e di sostegno. Tutto ciò porta un ulteriore costo alla Regione Piemonte.
Noi abbiamo sempre puntato sulla prevenzione e continuiamo a puntare e a chiedere di intervenire con la prevenzione, perché ricordatevi che investire sulla prevenzione inizialmente può sembrare un grande investimento dal punto di vista economico, ma con il tempo abbiamo decisamente un ritorno economico, perché tutti i soldi investiti sulla prevenzione ritornano nelle casse del bilancio della Regione e nelle tasche dei cittadini.
Vi è un'altra priorità importante sulla quale la Regione deve fare la sua parte, perché c'è una legge (l'articolo 4 della legge n. 37/2009) che recita "Interventi per il sostegno di genitori separati e divorziati in situazioni di difficoltà". Anche questa categoria appartiene alle nuove forme di povertà, che si vanno ad aggiungere alle forme di povertà croniche.
La Regione deve promuovere e valorizzare, nell'ambito dei programmi di integrazione, tutte le persone che si trovano in difficoltà. Quelli che ultimamente sono più in difficoltà sono gli uomini, perché, ad esempio, in caso di separazione o di divorzio la casa coniugale, nella stragrande maggioranza dei casi, viene assegnata alla madre. L'uomo si trova in grosse difficoltà perché deve abbandonare il tetto coniugale ed è costretto a prendere in affitto un alloggio; quindi, oltre al mantenimento dei figli deve sopportare tutte le spese per poter vivere. Quindi, credo che da questo punto di vista si possa intervenire anche senza erogare e stanziare grosse risorse.
Caro Assessore Ferrari - mi fa molto piacere che lei sia presente abbiamo chiesto un incremento di risorse per il fondo di sostegno alle e politiche per la famiglie. Anche questo emendamento è stato bocciato. Ho sottomano il nuovo patto per il sociale, ovvero il documento che dovrebbe cambiare il nuovo welfare delle politiche piemontesi. Non sto a leggere tutto quello che c'è scritto in questo documento per il sostegno alle famiglie, però dal momento che esiste un documento, la nostra richiesta è quella di rispettare quello che è scritto. Visto che l'Assessore Ferrari più volte l'ha ribadito in Commissione e in Aula e sul territorio quando andava sul territorio ad illustrare il nuovo patto per il sociale, dicendo che le politiche di sostegno erano una priorità di questa Giunta e dell'Assessore.



PRESIDENTE

Consigliera, la invito a concludere, perché dobbiamo chiudere i lavori.



BATZELLA Stefania

Quindi, chiediamo che vengano rispettate queste politiche di sostegno per la famiglia. Nonostante tutto, il nostro emendamento è stato bocciato.
Abbiamo chiesto dei fondi per la prevenzione, abbiamo chiesto delle risorse in più per la prevenzione del doping. Nella Regione Piemonte abbiamo un centro di eccellenza sul doping ed hanno delle grosse difficoltà in quel centro. Anche questo emendamento è stato bocciato. Abbiamo chiesto che venisse potenziata e implementata l'assistenza domiciliare.
Abbiamo parlato di assistenza e di cure domiciliari: assistenza agli anziani non autosufficienti, a tutti i disabili, a tutte le categorie dei non autosufficienti, non solo dal punto di vista fisico, ma anche psichico intellettivo.
Abbiamo chiesto di supportare queste famiglie disperate.



PRESIDENTE

Consigliera Batzella, le chiedo di chiudere perché sono le 11.45 e ha parlato 12 minuti.



BATZELLA Stefania

Noi abbiamo chiesto questo e continueremo a chiederlo.
La Regione Piemonte deve fare la sua parte, non può andare avanti grazie all'aiuto, al lavoro e al supporto di tutte le associazioni di volontari che ogni giorno sostengono gli ammalati.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Batzella.
La seduta è terminata: ci vediamo alle ore 14 per la Conferenza dei Capigruppo, in Sala A, e alle ore 14.30 per la discussione dei question time.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 11.47)



< torna indietro