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Dettaglio seduta n.132 del 16/03/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(I lavori iniziano alle ore 9.37 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 474 presentata dai Consiglieri Frediani e Campo, inerente a "Bottero S.p.A., quali garanzie occupazionali e produttive"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 474, presentata dai Consiglieri Frediani e Campo, avente ad oggetto "Bottero S.p.A., quali garanzie occupazionali e produttive".
Ricordo che l'interrogante ha due minuti per l'esposizione, mentre l'Assessore dispone di tre minuti.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Era talmente indifferibile e urgente che l'ho depositata a maggio, non so se si è persa in qualche cassetto. Più che altro, diciamo che le premesse erano già datate quando è stata presentata, perché facevano riferimento a tutto il percorso dell'azienda, adesso sono proprio preistoria.
Parliamo dell'azienda Bottero, che ha sede amministrativa e legale nella città di Cuneo, ma altresì ha una sede a Trana.
Nel 2013 risultavano in forza circa 750 addetti e il fatturato si aggirava sui 150 milioni di euro contro i 764 dipendenti e un fatturato di circa 146 milioni di euro nell'anno precedente. Già nel marzo 2013 si erano svolti degli scioperi per contrastare la volontà dell'azienda di delocalizzare in Cina.
Nel luglio 2014, la Bottero ha richiesto la cassa integrazione straordinaria a zero ore dal primo settembre, per un anno, per 300 dipendenti su 591 totali, per lo stabilimento di Cuneo, giustificato da un calo delle commesse conseguente alla crisi dell'edilizia. Infatti l'azienda lavora nel settore del vetro.
La dirigenza dell'azienda, a quanto risulta da fonti di stampa intendeva - ovviamente parliamo di qualche mese fa - licenziare 48 dipendenti presso la sede di Trana, in Provincia di Torino, e 72 lavoratori presso la sede di Tetto Garetto, in Provincia di Cuneo, escludendo il ricorso agli ammortizzatori sociali.
La cassa integrazione straordinaria è scaduta il 15 gennaio 2015 e da agosto 2015 dovrebbe essere partito il nuovo quinquennio ministeriale, che avrebbe offerto nuovamente la possibilità di usufruire degli ammortizzatori sociali. Quindi, parliamo di una situazione che, probabilmente, si è risolta negativamente, o positivamente - non lo sappiamo, sentiremo adesso l'Assessore - suppongo nell'autunno scorso.
Le nostre domande rispetto a questa situazione erano le seguenti: se la Regione sia a conoscenza del piano industriale dell'azienda Bottero; se e quanti sedi di produzione all'estero vi siano e dove siano ubicate; se la Giunta ritenga possibile il ricorso agli ammortizzatori sociali; se l'azienda negli ultimi cinque anni abbia usufruito di incentivi regionali di qualsiasi genere.
Queste sono tutte domande legate ad un nostro intervento sulle delocalizzazioni che arriverà attraverso una proposta di legge a breve.
Inoltre, se è stata prevista la convocazione di un tavolo regionale per garantire una maggiore salvaguardia e ricollocazione occupazionale, quindi vorremmo sapere se si è svolto con un coinvolgimento della Regione un qualche tavolo; insomma, vorremmo qualche aggiornamento sulla situazione dell'azienda, considerando che, probabilmente, la vicenda a questo punto è già risolta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie.
Anche se è trascorso un po' di tempo, credo sia utile fare il punto della situazione sull'azienda, che permette di avere un monitoraggio rispetto a quanto successo un po' di tempo fa.
Come è già stato ricordato, la società in Italia ha uno stabilimento a Cuneo e uno a Trana; oltre allo stabilimento nella provincia di Torino, ci sono gli stabilimenti a Pesaro e a Montecchio Maggiore. Poi ha stabilimenti anche all'estero, quindi lavora molto sull'attività di export in Germania Regno Unito, Stati Uniti, Brasile, Cina e, in ultimo, anche, per una parte in Russia.
Nell'ultimo semestre del 2013, la situazione aziendale è stata caratterizzata da una fase negativa, con un sensibile decremento del valore della produzione, che è continuato nel 2014 a anche nel 2015.
Al fine di superare tale situazione di crisi, nel 2014 l'azienda ha fatto ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale, sia per lo stabilimento di Trana sia per quello di Cuneo, con la previsione di un piano di risanamento volto al contenimento del costo del lavoro.
Oltre al ricorso alla CIGS, azienda e organizzazioni sindacali avevano previsto anche la procedura di licenziamento collettivo con il solo criterio della non opposizione, che ha portato all'uscita di cinque lavoratori nello stabilimento di Trana e di 25 lavoratori in quello di Cuneo.
Poiché non solo non si intravedevano segnali di ripresa ma la situazione risultava peggiorata, l'azienda, nel marzo 2015, ha attivato una procedura di licenziamento collettivo per 48 lavoratori su un organico complessivo di 116 unità per lo stabilimento di Trana e di 72 lavoratori su un organico complessivo di 569 unità per lo stabilimento di Cuneo.
Poiché nella fase sindacale della procedura non si era trovata un'intesa, per entrambe le procedure di licenziamento collettivo la trattativa è proseguita in sede regionale. Quindi, dopo la fase sindacale si è proseguito nel tavolo istituzionale.
Le organizzazioni sindacali avevano chiesto alla Bottero S.p.A. di presentare un piano industriale che fornisse garanzie occupazionali e di proseguire con il ricorso agli ammortizzatori sociali utilizzando il contratto di solidarietà.
La società non ha ritenuto che ci fossero le condizioni, pertanto ha proceduto secondo le sue intenzioni.
Per quanto riguarda lo stabilimento di Trana, era stato sottoscritto un verbale di accordo che prevedeva l'uscita di 48 lavoratori individuati prioritariamente secondo il criterio della non opposizione e, in subordine utilizzando i criteri di legge, in concorso tra loro: carichi di famiglia anzianità aziendale, esigenze tecnico-produttive ed organizzative. I lavoratori licenziati e inseriti in lista di mobilità sono stati 45 alla fine di tutto il procedimento.
Per il sito di Cuneo non è stata raggiunta un'intesa, pertanto è stato sottoscritto un verbale di mancato accordo per 52 lavoratori, che sono stati inseriti nelle liste di mobilità.
Dopo i licenziamenti collettivi non risulta che l'azienda abbia più fatto ricorso ad ammortizzatori sociali.
Da informazioni assunte recentemente, nel 2016 - per rispondere a quanto si diceva prima rispetto alla tardività dell'interrogazione attraverso l'associazione che rappresenta l'azienda, sembrerebbe che, nella sua complessità, l'azienda abbia oggi modesti segnali di ripresa, e questo lo riteniamo un segnale positivo.
Le agevolazioni di cui è stata beneficiaria la Bottero sono essenzialmente due: euro 14.940,24 sulla I-Call servizi 2011 rivolta ai soggetti aggregati ai poli di innovazione (ne sono stati erogati euro 13.806,26 effettivi, cioè a rendicontazione sono stati erogati euro 13.806,26) euro 1.080.757,83 a fronte di un investimento complessivo di euro 3.830.925,00, sul bando "Incentivazioni alla razionalizzazione dei consumi energetici e all'uso di fonti di energia rinnovabile negli insediamenti produttivi", nel 2013, quindi nella programmazione che si è appena conclusa.
Al momento non è stato richiesto un tavolo istituzionale, quindi sembra confermare il dato di cui vi dicevo prima.
I lavoratori fuoriusciti dall'azienda, per effetto delle procedure di mobilità, potranno essere inseriti all'interno dei bandi di ricollocazione che stiamo predisponendo, atto di indirizzo che abbiamo approvato nella Giunta di lunedì e che è in fase di attuazione con i bandi relativi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Pentenero.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 900 presentata dai Consiglieri Campo, Batzella, Bertola e Frediani, inerente a "Quale futuro per l'azienda Sapsal di Trinità (CN) e la relativa forza lavoro"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 900.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Illustro brevemente l'interrogazione del collega Campo, avendola cofirmata anch'io.
La Sapsal S.r.l. è un'azienda che produce da oltre trent'anni serramenti, che ha sede a Trinità in provincia di Cuneo. E' una realtà molto importante per tutto il territorio fossanese e della Granda, già colpito duramente dalla crisi economica, un po' come tutto il territorio regionale del resto.
Da fonti di stampa si evince che già dal 2009 l'azienda ha iniziato a registrare un calo del fatturato, proseguito fino ad oggi. Alla fine del 2013, la Sapsal affida l'analisi della situazione economica a un consorzio di garanzia, che nell'aprile 2014 stabilisce che l'azienda può continuare l'attività e di conseguenza viene richiesta la moratoria alla banca per 12 mesi. Alla fine del 2015 arriva la dichiarazione di fallimento da parte di Equitalia; l'azienda, nell'intero periodo di sofferenza, ha preferito destinare la poca liquidità che le era rimasta al pagamento degli stipendi dei dipendenti.
Purtroppo, all'inizio di gennaio è stato annunciato tramite sms ad alcuni lavoratori (34, per la precisione) il fallimento e la comunicazione di chiusura.
All'epoca del deposito dell'interrogazione (febbraio, se non sbaglio) si attendeva la nomina del Curatore fallimentare da parte del Tribunale per valutare la vendita dell'azienda e la possibilità di ricollocamento dei dipendenti.
Le ultime notizie risalgono - almeno per noi - a giovedì 7 gennaio quando si è svolta un'assemblea tra i lavoratori e i vertici aziendali della SAPSAL per trovare un compromesso ed evitare la chiusura.
Anche in merito a questa azienda, vorremmo ricevere qualche aggiornamento dall'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Com'è già stato ricordato, dal 2009 c'è stata una progressiva situazione di avanzamento di crisi dell'azienda che, nel 2015, arriva alla presentazione di istanza di fallimento da parte di Equitalia. Dopo quest'istanza, il tribunale di Cuneo, il 26 gennaio 2016, ha decretato il fallimento della società.
Sul fronte degli ammortizzatori sociali che oggi è possibile utilizzare, bisogna evidenziare che dal 1° gennaio 2016 è stato abrogato l'articolo 3 della legge n. 223/1991. Pertanto, viene meno la base giuridica per l'accesso al trattamento di cassa integrazione straordinaria in favore dei lavoratori dipendenti da imprese ammesse alle procedure concorsuali. Da questa data, nel caso in cui l'impresa sia sottoposta a procedura concorsuale con continuazione dell'esercizio d'impresa ricorrendone i presupposti, può fare ricorso alla cassa integrazione straordinaria per le causali di crisi aziendale, riorganizzazione aziendale o contratto di solidarietà. Non è però il caso della Sapsal, il cui fallimento è stato decretato per cessazione di attività e quindi non rientra nelle nuove fattispecie previste dalla legge.
Il Curatore fallimentare, in virtù della norma, ha già provveduto ad operare i licenziamenti di tutti i lavoratori, i quali percepiranno il sostegno al reddito previsto in questi casi, nel momento in cui la cessazione dell'attività sia formalizzata.



PRESIDENTE

E' convocata la Conferenza dei Capigruppo in Sala A.
Il Consiglio inizierà alle ore 10.30.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.04 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.49)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Richiesta, da parte del Consigliere Ravetti, di un esame in sede di III Commissione della vicenda relativa alla chiusura dello stabilimento Bistefani di Villanova Monferrato (AL)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi sono proposte di modifica.
Ha chiesto di intervenire il collega Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Mi rendo conto che diventa quasi impossibile chiedere l'apertura di una discussione sulla crisi industriale del Casalese: la notizia di queste ultime ore riguarda la Bistefani e il destino di 115 lavoratori. In ogni caso, se non è possibile in Aula, chiedo di dedicare la III Commissione per una relazione dell'Assessore sul tema Bistefani e, più in generale, della crisi, che è una crisi nella crisi, che riguarda l'intera zona dell'Alessandrino.



PRESIDENTE

Grazie. Mi farò carico di comunicarlo alla Giunta.


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita'

Richiesta, da parte del Consigliere Bertola, di una comunicazione del Presidente della Giunta regionale sulla sentenza di patteggiamento dei funzionari del partito democratico per il problema delle firme su presentazione della lista alle scorse elezioni


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Alla luce della recente sentenza riguardante il patteggiamento di dieci funzionari a vario titolo del Partito Democratico nell'atto del processo penale che riguardava e riguarda le firme false (per semplificare) relative alla presentazione della lista del PD alle scorse elezioni, evento che ha visto il patteggiamento di nove imputati su dieci, tra i quali annoveriamo anche - ma questa è notizia - un Consigliere regionale - visto che questo riguarda in qualche modo in parte anche una possibile passata alterazione del procedimento democratico elettorale - chiediamo comunicazioni al riguardo da parte del Presidente Chiamparino.



PRESIDENTE

Non posso farle io?



BERTOLA Giorgio

No, perché è parte in causa.



PRESIDENTE

Sono parte in causa, sono in conflitto. Abbiamo fiducia nella Magistratura.
D'accordo, ne prendo atto e comunicherò anche questa richiesta al Presidente Chiamparino non appena ne avrò la possibilità.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Campo, Ferrari, Ferrentino, Motta Reschigna, Ruffino e Valmaggia.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 4 e 8 marzo 2016.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Comunicazione relativa all'articolo 30 del Regolamento interno


PRESIDENTE

In data 9 marzo 2016, la III Commissione consiliare, riunita in sede legislativa, ha approvato all'unanimità la deliberazione legislativa al Parlamento ad oggetto "Modifica degli articoli 7 e 70 del decreto legislativo 26 marzo 2016, n. 59 'Attuazione della Direttiva 2016 n.



PRESIDENTE

1123123 CE, relativa ai servizi del mercato interno'".


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali dell'1 marzo 2016.


Argomento: Pari opportunità

Proseguimento esame disegno di legge n. 141, inerente a "Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale"


PRESIDENTE

Passiamo alla trattazione del punto 4) all'o.d.g., che prevede il proseguimento dell'esame del disegno di legge n. 141.
Nella seduta antimeridiana del 23 febbraio è iniziato l'esame del provvedimento e sono state svolte le relazioni di maggioranza e minoranza.
Terminata la discussione generale, è stato votato l'articolo 1. Nella seduta pomeridiana del 23 febbraio 2016, sono stati votati gli articoli dal 2 al 10. Nella seduta del 1° marzo, all'articolo 11 sono stati illustrati gli emendamenti rubricati n. 39), 40) e 41). Andiamo avanti con l'emendamento n. 42).
Emendamento rubricato n. 42) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Marrone, Porchietto, Ruffino, Sozzani: Il comma 4, dell'articolo 11, del disegno di legge n. 141, è soppresso.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 42) cassa il comma 4. Rammento i motivi per cui abbiamo presentato alcuni emendamenti che hanno la volontà di cassare alcuni commi. Non tanto perché i commi in sé indicano, all'interno delle azioni positive che sono i motivi dell'articolo 11, o abbiano alcune finalità pratiche che non sono condivise, ma perché, di fatto, se andiamo a vedere le azioni positive individuate all'articolo 11 e le correliamo con le dotazioni finanziarie, comprendiamo che, in realtà, si tratta di un articolo di buoni auspici.
Il comma 4 prevede che si svolgano attività di promozione all'imprenditorialità per le persone discriminate o esposte al rischio di discriminazione o esclusione sociale. Un po' è questo, un po' è il fatto che oggi la legislazione regionale, per esempio la legge n. 63 sulla formazione professionale, non esclude nessuno. Noi non abbiamo, da questo punto di vista - prendendo tutti coloro i quali dovrebbero essere soggetti discriminati, individuati dall'articolo 2, al comma 1 - corsi di formazione professionale o attività legate alla promozione all'imprenditorialità.
Penso agli sportelli per il mettersi in proprio che, in qualche modo discriminano soggetti e persone relativamente al sesso o al colore della pelle, all'ascendenza, all'origine, alla disabilità, al patrimonio, alla nascita.
Questo comma ci pare assolutamente pleonastico. E' inserito per dare un senso all'articolo 11 delle azioni positive. E, soprattutto, per il fatto che noi abbiamo già una legislazione che è fortemente non discriminante.
Questa è una valutazione che abbiamo fatto più volte nell'illustrazione degli emendamenti ma, soprattutto nella valutazione complessiva della norma, ci si domanda quale sia il fine del mantenimento di questo come di altri commi previsti all'articolo 11.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Graglia; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Riteniamo che la possibilità di essere un imprenditore è una disposizione che dipende dalla capacità di individuare, nelle varie dimensioni dell'attività economica, un proprio spazio di iniziativa che sappia garantire un'offerta idonea a soddisfare le esigenze nel mercato anche inventando modalità innovative, da perseguire con determinazione e tanta voglia di lavorare. Se non ci sono questi presupposti, qualsiasi intervento è destinato al fallimento.
Secondo noi la vera discriminazione in questo settore è la rapacità del fisco che grava, la libera e iniziativa economica, di oneri che fanno andare fuori mercato anche i più capaci e volenterosi. Occorre, quindi secondo noi, aiutare con agevolazioni economiche e non dirottare risorse a benefici di settori di nicchia, creando in tal modo una discriminazione al contrario. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Graglia.
Emendamento rubricato n. 43) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Marrone, Porchietto, Ruffino, Sozzani: Il comma 5, dell'articolo 11, del disegno di legge n. 141, è soppresso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

L'emendamento n. 43) è simile all'emendamento precedente. Nel senso che intende cassare il comma 5 dell'articolo 11. Il comma 5 dell'articolo 11 prevede che la Regione, nell'ambito delle proprie competenze in materia di responsabilità sociale delle imprese, promuova il perseguimento degli obiettivi e l'azione delle pratiche, relativi ai diritti e alla non discriminazione indicata agli standard internazionali dalle aziende che operano nel territorio regionale, anche istituendo meccanismi di incentivazione e premialità per quelle socialmente responsabili.
L'aspetto interessante, a differenza del comma precedente che, di fatto, andava ad introdurre un principio di non discriminazione su una legge esistente o su normative regionali esistenti che non discriminano nessuno, è l'aspetto relativo al meccanismo di incentivazione e premialità per le aziende socialmente responsabili.
Teniamo conto che la Regione Piemonte, come fanno altre Regioni e soprattutto, come fanno le Province, potrebbe incentivare in modo assolutamente significativo quelle aziende che, convenzionandosi con le Province stesse, garantiscono l'inserimento di persone delle categorie svantaggiate. Questo non avviene o avviene per percentuali e valori economici assolutamente residuali. La nostra stessa Regione non rispetta quanto è indicato nella legge n. 69. Ricordo che quando ero Assessore al personale siglammo con le Province una convenzione per l'assunzione di personale delle categorie svantaggiate. Noi dovremmo, anzitutto, rispettare le norme nazionali e, una volta rispettate le norme nazionali, introdurre meccanismi di incentivazione e premialità nei confronti di queste aziende.
L'Assessore ha dato risposte estremamente puntuali alle nostre valutazioni: parere della Giunta, contrario. Solitamente è stata questa la valutazione. Su questo noi chiederemo quali sono le disponibilità economiche nel bilancio del 2016, o in quello del 2017 o del 2018, visto che il nostro documento di bilancio è un documento triennale; quali sono le misure di incentivazione previste per quelle aziende che intendano occupare persone previste come indicate dall'articolo 2.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Graglia; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Riteniamo che la responsabilità sociale sia una caratteristica intrinseca di qualsiasi impresa, da quella individuale alla multinazionale.
Ci vuole sacrificio, capacità e perfino coraggio per impegnarsi a garantire occupazione in una situazione fiscale e normativa relativa alle autorizzazioni dei controlli, spesso vessatori perché gestiti da soggetti che non si pongono minimamente il problema degli effetti sociali di provvedimenti e sanzioni spesso letali per la sopravvivenza delle attività economiche.
Riteniamo, quindi, che non servano le parole, ma interventi di effettiva rilevanza economica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Graglia.
Emendamento rubricato n. 44) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Marrone, Porchietto, Ruffino, Sozzani: Il comma 8, dell'articolo 11, del disegno di legge n. 141, è soppresso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 44) prevede la soppressione del comma 8.
Il comma 8 prevede che la Regione promuova opportune azioni positive per favorire l'accessibilità delle strutture e dei servizi pubblici e privati presenti nel territorio regionale. Fra i servizi pubblici e privati che è quello anche più significativo rispetto alla mobilità o alla non discriminazione - c'è certamente quello dei trasporti, che non è l'unico ma ve ne sono molti altri. C'è tutto il patrimonio turistico e culturale della nostra regione.
Se noi dessimo attuazione al comma 7 delle azioni positive, significa che noi dovremmo avere una serie di investimenti relativamente non soltanto al materiale rotabile ma, anche, per esempio, relativamente a tutto il patrimonio culturale, al patrimonio turistico, a tutti quelli che sono i servizi agli edifici scolastici, ai palazzi comunali della nostra Regione per evitare una discriminazione non soltanto nei termini declinati dall'articolo 1, che sono quelli di carattere sessuale, ma soprattutto in termini generali, per quella che, per esempio, è una delle maggiori discriminazioni che riscontriamo all'interno della nostra Regione (e non solo), che è quella legata alla mobilità.
Giornalmente, leggiamo sui quotidiani o sui media piemontesi o torinesi di residenti all'interno delle case di edilizia popolare che non riescono magari dopo un incidente o dopo una disabilità pervenuta, ad uscire di casa. Ancora, abbiamo degli edifici pubblici che non sono raggiungibili.
Gran parte dei trasporti pubblici regionali non sono utilizzabili - badate non soltanto da persone con una disabilità motoria conclamata, quella cioè certificata da un punto di vista sanitario, ma anche con una disabilità motoria che, per esempio, è propria delle persone anziane o di coloro che hanno una difficoltà anche soltanto temporanea.
Allora, anche da questo punto di vista, noi, che stiamo contestualmente discutendo del bilancio di quest'anno, abbiamo previsto tutta una serie di risorse in investimenti proprio per garantire che vengano gradualmente ridotte sempre di più le barriere architettoniche all'interno della nostra città, dei mezzi di trasporto, delle stesse case private (come una legge regionale prevede) e quant'altro: però non c'è un euro! E' lo stesso ragionamento che abbiamo fatto sui commi precedenti quando si prevede di stanziare risorse: è vero che adesso abbiamo una legislazione che, sulle politiche di bilancio, prevede, giustamente, che se c'è una norma e se ha uno stanziamento, si debba avere una copertura. Ma dovremmo avere anche la serietà - perché questo la legge non lo prevede di rendere omogenee e parallele quelle che sono le disposizioni di legge con la norma finanziaria.
E' evidente a chiunque, persino a un Consiglio regionale o comunale dei ragazzi, come ogni tanto avviene, che a fronte degli impegni che la norma prede e degli impegni economici che la norma e il bilancio non hanno, si configura come una norma inutile rispetto, per esempio, all'articolo 11 delle azioni positive: perché le indica, le enuclea, ma non stanzia neanche un euro affinché queste azioni positive diventino tali.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto "Ferruccio Parri" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe V B dell'Istituto "Ferruccio Parri" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Pari opportunità

Proseguimento esame disegno di legge n. 141, inerente a "Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale" (seguito)


PRESIDENTE

Prima di proseguire l'esame del disegno di legge n. 141, avrei ancora una comunicazione da fare all'Aula.
Stamani, quando abbiamo aperto la seduta, ho dimenticato di dire che il punto 3) all'o.d.g., relativo a "Nomine", verrà trattato nel pomeriggio così com'è stato deciso nel corso della Conferenza dei Capigruppo.
Mi scuso, inoltre, con il Presidente Giaccone perché aveva chiesto l'inversione di un punto all'o.d.g.: nello specifico, chiedeva se l'esame dell'ordine del giorno n. 652 poteva essere trattato come primo punto degli atti di indirizzo.
Nel pomeriggio, se l'Aula acconsentirà, lo porrete in votazione.
Proseguiamo i nostri lavori con l'esame del disegno di legge n. 141.
Ha chiesto la parola il Consigliere Graglia; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Con questo emendamento chiediamo la soppressione del comma 7 dell'articolo 11, perché riteniamo che sia un'espressione in "politichese" di cui non si saprebbe indicare una qualsivoglia rilevanza operativa specie nel momento in cui si enuncia la volontà di agevolare l'accesso ai servizi anche ai privati.
Riteniamo che la Regione non abbia alcuna competenza diretta su tali servizi, che sono regolamentati dalle norme di settore, ove esistenti. Non si è infatti mai visto un servizio privato che discrimini i potenziali utenti, nel senso di impedire loro di fruirne. Non si è neanche mai visto un imprenditore che voglia ridurre il proprio fatturato.



MOLINARI GABRIELE



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Cerutti, per esprimere il parere della Giunta regionale.



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

Rispetto agli emendamenti testé illustrati, la Giunta regionale esprime parere positivo sull'emendamento n. 39) e parere negativo sugli altri.
In particolare, rispetto alle considerazioni legate alle questioni finanziarie, come il Consigliere Vignale ricorderà abbiamo preso l'impegno con il Vicepresidente di riaffrontare la questione nel momento in cui andremo a discutere del bilancio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Cerutti.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 39), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 40), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Ricordo ai Consiglieri che il numero legale è 23.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 41), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 42), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 43), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 44), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
La parola al Consigliere Vignale, per dichiarazione di voto.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Noi non esprimeremo un voto favorevole sull'articolo 11, anche se quest'articolo fosse estrapolato da questa norma, o anche all'interno di questa norma In teoria, leggendo le indicazioni che l'articolo pone, vi sono alcune indicazioni che, come abbiamo detto durante l'illustrazione degli emendamenti, sono in alcuni casi non necessarie da un punto di vista normativo, perché non vanno a cambiare assolutamente nulla rispetto a quello che sono i diritti delle persone che le leggi regionali garantiscono. Ma, soprattutto, perché non garantisce da un punto di vista economico, perché poi le leggi in moltissimi casi, come in alcuni di questi commi, si declinano con investimenti economici, né l'intervento previsto dal comma 2 relativo al diritto alla casa e a contrastare la segregazione abitativa, né l'intervento di sostegno alle imprese socialmente responsabili che assumono personale che ha i requisiti individuati al comma 2, né tanto meno riesce a rimuovere i problemi di accessibilità alle struttura e ai servizi pubblici e privati, presenti nel territorio regionale previste al comma 7.
Allora, è evidente che è un articolo, che in alcuni casi potrebbe anche avere, se fosse, come dicevo precedentemente, estrapolato da questa norma aspetti positivi. Così non è se rimane meno di un ordine del giorno, nel senso che rimane una dichiarazione di intenti non realizzabili. Poi guardi, lo verificheremo da qui a poche settimane, nella discussione del bilancio e, ahimè, avremo ragione. Dico "ahimè" perché noi saremmo lieti invece, se ci fossero stanziamenti all'interno di queste misure, che peraltro non riguarderebbero neanche il disegno di legge n. 141, ma che sono proposte che da molto tempo il nostro Gruppo consiliare avanza.
Quindi, per questo motivo, non è possibile dare un voto favorevole perché è un voto su un articolo che difficilmente verrà rispettato.
Possiamo dirlo oggi e da qui a due settimane vedremo che non sarà affatto rispettato, avendo anche in alcuni campi e in alcuni settori stanziamenti inferiori agli stanziamenti soliti.
Allora, per quale motivo il Consiglio regionale viene impegnato per la terza sessione consecutiva nella discussione di una legge inutile? Questa è una domanda che ci si deve porre rispetto alle priorità che il centrosinistra ha all'interno di questa Regione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'articolo 11, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Emendamento rubricato n. 45) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Marrone, Porchietto, Ruffino, Sozzani: Al comma 1, dell'art. 12, del disegno di legge n. 141, le parole: "La Rete regionale contro le discriminazioni stabilisce forme di collaborazione e consultazione permanente con gli organismi di parità regionali e la consigliera o il consigliere di parità regionale, della città metropolitana e degli enti territoriali di area vasta di cui alla legge 7 aprile 2014, n.
56 (Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni) sulla base della loro specifica competenza antidiscriminatoria e per la parità di trattamento nei luoghi di lavoro, ai sensi dell'articolo 33 del decreto legislativo 14 settembre 2015 n. 151 (Disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183)." sono soppresse.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo riteniamo sia uno degli emendamenti più importanti che abbiamo presentato.
Quando il testo è stato licenziato dalla Giunta prevedeva che si individuassero organi per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni nell'assistenza alle vittime. Per cui diceva e dice nella parte che noi non abbiamo inteso emendare, cassandola: "La Regione promuove l'istituzione di una rete regionale contro le discriminazioni". Poi aggiunge "in accordo con l'Ufficio per l'approvazione della parità di trattamento e rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza sull'origine etnica... del Dipartimento per le pari opportunità".
Inoltre, continua dicendo che "la rete regionale contro le discriminazioni stabilirà forme di collaborazione e consultazione permanente con gli organi di parità e con i Consiglieri di parità sulla base delle loro specifiche competenze antidiscriminatoria e per la parità di trattamento nei luoghi di lavoro".
Quindi, in realtà andiamo a creare un articolo individuando una rete che tutela un numero limitatissimo di soggetti verso i quali abbiamo fatto la legge. Cioè, in teoria, facciamo la legge per tutelare i soggetti previsti all'articolo 2, comma 1, che sono tutta una serie di realtà differenti.
In realtà, in questo articolo tanto nella rete regionale contro le discriminazioni, quanto nelle prime parti, si interviene sulle discriminazioni fondate sulla razza e sull'origine etnica. Ricordiamo anche che il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri (UNAR) è stato in più di un'occasione portavoce o è andato all'onore delle cronache per iniziative che poco avevano a che vedere con la lotta alla discriminazione, ma molto più con aspetti assolutamente di carattere mediatico.
In ogni caso, noi costituiamo una rete dentro la quale i tre quarti dei soggetti che diciamo di voler tutelare dalle discriminazioni non ci sono.
Perché? Perché è evidente, com'era evidente nell'emendamento all'articolo 39, che non cambia nulla, perché in una legge non è che se non si dice che non si danno contributi a soggetti terzi questi non si possono dare, o come in un articolo precedente, c'è un mondo che è un fantastico, perché sa fare tutto. E' un mondo di filantropi che sanno occuparsi di tratta, di discriminazione sessuale, di problematiche rispetto alle dipendenze e alla psichiatria, di servizi da erogare, ed è un mondo che vive in modo sostanzioso di contributi degli Enti. Un mondo associativo e imprenditoriale, perché poi spesso c'è un mondo...



PRESIDENTE

Consigliere, mi corre l'obbligo di invitarla a concludere, perché sono passati quattro minuti.



VIGNALE Gian Luca

Un mondo imprenditoriale, spesso collegato, che vive per il 70-80-90 di contributi - è sufficiente vedere i siti internet - degli stessi soggetti con cui l'Assessore ha scritto la norma, perché è una delle poche volte che una norma licenziata da una Giunta subisce in Commissione decine di emendamenti presentati dalla Giunta. E fra i soggetti consultati non c'erano mica le associazioni rappresentanti dei disabili, c'erano soggetti che, invece, si sono occupati delle tematiche che riguardano l'articolo 1 tant'è che uno degli emendamenti fondamentali presentati è quello legato all'articolo 1, comma 3, rispetto alla discriminazione del sesso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Graglia; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

In merito a quest'emendamento riteniamo che prevedere che la rete regionale anti-discriminazione operi creando intese con analoghi servizi di altri livelli istituzionali sia sintomo di autoreferenzialità e di scarsa rilevanza operative.
L'attività prefigurata rischia di esplicarsi in un parlarsi e confrontarsi con servizi e realtà analoghe alla rete di una funzione che non appare chiara nemmeno al soggetto che dovrebbe promuovere questa politica.



PRESIDENTE

Non essendoci interventi per dichiarazione di voto, la parola all'Assessora Cerutti per il parere della Giunta.



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

Su questo emendamento il parere è negativo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Cerutti.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 45), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 12, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Emendamento rubricato n. 46) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Marrone, Porchietto, Ruffino, Sozzani: Il comma 2 dell'art. 13 del disegno di legge n. 141 è soppresso.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

L'emendamento rubricato n. 46) prevede la soppressione del comma 2.
Il comma 2 prevede "la costituzione di un gruppo di lavoro interdirezionale contro le discriminazioni coordinato dal Centro regionale contro le discriminazioni in Piemonte. E' composto da un rappresentante per ciascuna delle Direzioni regionali, un rappresentante del Comitato Unico per la garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni della Regione Piemonte, la Consigliera di parità, il Difensore civico, il Garante dei detenuti e il Garante per l'infanzia e l'adolescenza".
Anche in questo caso si vede, ancorché si intendano utilizzare ed estendere le competenze delle attività che svolgono i Garanti, al di là del Difensore civico regionale che ha la competenza su tutto, che il fatto di inserire il Garante regionale dei detenuti e il Garante per l'infanzia capisco che siano gli unici "Garanti" che la Regione Piemonte ha, non mi sembra ve ne siano altri - limita nuovamente quello che è il compito legato al tema della norma.
Soprattutto, però, uno si domanda qual è il potere che questi soggetti avranno, perché esisterà il gruppo di lavoro interdirezionale per le discriminazioni che, siamo certi, sarà costituito con una grande celerità e che, innanzitutto all'interno della Regione Piemonte, andrà a verificare che non esistano delle discriminazioni rispetto a ciò che abbiamo detto al comma 2.
Quindi, ad esempio, iniziamo con un puntuale rispetto della legge n. 69 sull'evitare discriminazioni nei confronti delle persone diversamente abili. E poi cosa farà, ad esempio, nel momento in cui individua una discriminazione, che ovviamente non è oggetto di un reato ma è oggetto di un intervento? Ad esempio, una persona che non può recarsi sul posto di lavoro perché il suo posto di lavoro o il mezzo pubblico con cui lo deve raggiungere non è idoneo per poterlo utilizzare. Qual è l'intervento che farà la Regione Piemonte? Qual è l'intervento che potranno fare i Garanti? Nessuno, nel senso che se non ci saranno risorse economiche per garantire che quella linea di treno, di pullman o di qualunque mezzo o qualunque altro edificio sia raggiungibile, non potranno fare nulla se non una meravigliosa segnalazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Graglia; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
La previsione di un gruppo di lavoro interdirezionale contro le discriminazioni è, secondo noi, una modalità di utilizzo delle risorse umane a disposizione dell'Amministrazione regionale che non ci pare molto sensata. Se il Consiglio ritiene di aver definito una legge chiara, dagli obiettivi precisi e dalle indicazioni operative, perché mai dovrebbe crearsi un organismo interdirezionale che ne verifichi l'applicazione? Le singole Direzioni sono perfettamente in grado di darvi attuazione come fanno per tutte le leggi di settore.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Graglia.
Emendamento rubricato n. 47) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Marrone, Porchietto, Ruffino, Sozzani: Il comma 3 dell'art. 13 del disegno di legge n. 141 è soppresso.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Il comma 3 dell'articolo 13 sarà la cartina di tornasole dell'inutilità di questa legge. Il comma, infatti, prevede che entro 180 giorni dall'entrata in vigore della presente legge si definisca un regolamento e successivamente a questo regolamento, avvengano anche delle azioni, in particolar modo legate all'approvazione del piano.
Per dare seguito a questa legge ci mettiamo un anno, se rispettiamo i tempi, perché dobbiamo approvare un regolamento e, una volta approvato il regolamento, si devono indicare, ad esempio, le modalità con cui verrà approvato il piano. Quindi, un piano non potrà essere presentato fintanto che non vi sarà un regolamento che ne definisca le modalità di approvazione. Dovrà prevedere la composizione, la collocazione e la dotazione organica, la sede, le risorse finanziarie, le attività e le collaborazioni del Centro regionale contro le discriminazioni. Questa è una parte della norma, con cui si vedrà se funziona o non funziona e a vantaggio di chi.
Inoltre, che cosa dice il comma 3? Che dobbiamo individuare persone sedi, quindi un luogo fisico, risorse finanziarie che dovranno essere dentro o fuori la legge, ma che sono sempre risorse dei cittadini piemontesi, attività di collaborazione per il Centro regionale contro le discriminazioni.
Questa cosa avrà certamente un costo, ma quale beneficio potrà dare ad un cittadino piemontese eventualmente discriminato che le norme già esistenti non possano dare? Questa è una domanda cui l'Assessore non pu dare una risposta, perché non c'è, nel senso che non essendoci un soldo e non aggiungendo una sola disciplina normativa che aumenti le tutele ai soggetti che già oggi non sono discriminati dalla norma regionale, è assolutamente evidente che - come abbiamo detto in molte altre situazioni questa è una legge di dichiarazione di esistenza in vita. Così come è accaduto per l'approvazione della legge 142, domani - o quando la norma verrà approvata - potrà di nuovo dire che lei fa l'Assessore ai diritti civili e alle pari opportunità e che, grazie alla sua attività, sono stati approvati due provvedimenti.
Ora, se la caliamo in ciò che interessa ai cittadini, qual è il beneficio che l'approvazione di questa legge porta ai cittadini piemontesi? La nostra risposta certa è: "Assolutamente nessuno, se non eventuali nuovi costi e sponsorizzazioni a soggetti terzi".
La risposta che attendiamo dall'Assessore, non oggi, ma fra 180 giorni con il primo regolamento e soprattutto, fra poche settimane, con l'approvazione del bilancio, è che sarà una legge inutile.
Rilevo che questo Consiglio regionale è stato eletto per funzionare pertanto, se costa, è normale che sia così. La cosa importante è che questo Consiglio regionale si occupi di priorità (non svolgo la dichiarazione di voto, così non rubo altro tempo), ma da più di un mese la priorità di questo Consiglio regionale non è il Piano amianto, che magari non ha un soldo, ma è uno strumento fattivo per risolvere e prevenire i problemi di salute dei cittadini piemontesi: la priorità è questa norma sulle discriminazioni e, per un mese e mezzo, quella precedente.
L'unica attività che questo Consiglio regionale ha svolto nell'ultimo mese e mezzo sono le due norme presentate dall'Assessora Cerutti e dalla Giunta regionale, approvate dal centrosinistra che le ha individuate come una priorità. Questo dà il senso della tempistica con cui questa maggioranza affronta i problemi dei cittadini.
Se oggi chiedessimo ai cittadini piemontesi quali sono le loro priorità, non so se questo tema arriverebbe al settantesimo posto: se volete occuparvi di un tema che è al settantesimo posto come priorità, va bene; il problema è che non affrontiamo - ed è ciò che noi denunciamo - i 69 temi precedenti.
Siamo lieti che il Presidente Chiamparino incontri i parlamentari piemontesi per discutere del problema dei senza reddito, ma se discutessimo di questo tema all'interno di questo Consiglio regionale (non l'ha presentato al nostro Gruppo consiliare), forse faremmo una cosa buona. Se discutessimo di altri aspetti che riguardano la promozione del lavoro l'assistenza, lo sviluppo e la tutela delle famiglie, forse faremmo una cosa buona e utile. Invece, perdiamo tempo a discutere del nulla.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Graglia.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
La previsione di un regolamento che individua la rete regionale contro le discriminazioni e come la stessa si coordini con le realtà che hanno competenze analoghe, dimostra l'inconsistenza pratica dei contenuti della legge in discussione.
Inoltre, la previsione di attribuire specifiche dotazioni organiche e risorse a quest'entità, che si vorrebbe far diventare una struttura organizzativa, configura un chiaro spreco di risorse umane ed economiche che meglio potrebbero essere utilizzate per fini istituzionali maggiormente prioritari, come ha appena ribadito il collega Vignale.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Cerutti per il parere della Giunta.



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

Il parere è negativo su entrambi gli emendamenti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Cerutti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 46), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 47), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 13, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Emendamento rubricato n. 48) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Marrone, Porchietto, Ruffino, Sozzani: L'articolo 14, del disegno di legge n. 141, è soppresso.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 48) cassa l'articolo 14, che introduce un principio che possiamo anche condividere: prevedere che il Difensore civico regionale abbia un'estensione di competenze. Questo, evidentemente, dovrebbe essere affrontato all'interno della norma istitutiva del Difensore civico e non all'interno di una norma altra.
Il Difensore civico, nello svolgimento delle funzioni legate alla lotta alle discriminazioni, non facendo sempre riferimento all'articolo 2, comma 1, deve valutare le segnalazioni di persone (e su questo, ci mancherebbe) delle organizzazioni iscritte al Registro delle associazioni e degli enti che svolgono attività nel campo della lotta alle discriminazioni di cui all'articolo 6, ecc., ovvero del Centro e della Rete regionali contro le discriminazioni in Piemonte, che individua chiaramente, ancorché inutile qual è l'indirizzo di questa legge.
All'interno di questo comma non è prevista, ad esempio, la possibilità di segnalazione di tutta una serie di associazioni che rappresentano soggetti che noi intendiamo tutelare. Ho fatto più di una volta l'esempio dei diversamente abili o dei pazienti psichiatrici, o altro, perché pu farlo una singola persona, lo può fare un'associazione contro la tratta, ma non può farlo l'associazione che si occupa da decenni di disabilità. Anche nello svolgimento delle funzioni, rileva autonomamente sulla base delle segnalazioni ricevute, come detto sopra, della presenza di disposizioni di legge o di regolamenti in contrasto con i principi sanciti, comportamenti o prassi discriminatori, segnalando ai Presidenti del Consiglio e della Giunta regionale i comportamenti e le normative discriminatori che individua.
Ecco, faccio un esempio, e concludo. Noi abbiamo due commi a proposito delle azioni positive dell'articolo 11: uno prevede il superamento delle segregazioni abitative e un secondo prevede l'accesso a servizi pubblici di patrimonio pubblico e privato, all'interno della nostra Regione. Se io quindi, sono una persona che per i motivi più diversi - possono essere motori, di salute, ecc. - non può recarsi presso la Regione Piemonte perch non ci sono mezzi pubblici di linea che siano compatibili, per esempio, con una disabilità motoria, scrivo al Difensore civico, il quale lo segnala ai Presidenti della Giunta e del Consiglio; i quali dovrebbero risolvere questo problema con quali strumenti? Nessuno, perché non casualmente l'Assessore prima non ha replicato, dal momento che quegli strumenti non ci sono se non si mettono dotazioni finanziarie che garantiscano il superamento di quelle discriminazioni. Se no, purtroppo, queste saranno carte: cioè, scriveremo anche noi, così vi segnaleremo i tanti luoghi in cui questa legge viene violata, con gli interventi che il Difensore civico potrà fare, cioè quelli detti prima.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Graglia.



GRAGLIA Franco

L'articolo 14 merita di essere cancellato del tutto, perché la previsione di estendere la competenza del Difensore civico all'individuazione e alla lotta - per iniziativa propria, previa segnalazione di terzi e di vittime vere o presunte - di discriminazioni, ai sensi della legge in discussione, è palesemente in contrasto con l'istituzione della Rete regionale che ha la medesima finalità. Quindi, o si sceglie di attribuire al Difensore questa competenza, oppure la si dà alla Rete: non vedo perché debba essere previsto un doppione. Peraltro, il disegno di legge prevede la ricognizione delle norme vigenti, al fine di cancellare le norme in contrasto con il principio antidiscriminatorio. Ci chiediamo quindi: gli organi tecnici, la Giunta e il Consiglio regionale sono forse meno competenti in merito rispetto al Difensore civico? Qui si intende in realtà dare spazio a problematiche che non hanno nemmeno una chiara definizione, in relazione alla natura delle finalità di pubblico interesse tutelate. Il caso più eclatante - almeno per me personalmente - è la cosiddetta "cultura del gender" - o del "trasgender" o dell'identità sessuale - che è una vera invenzione rispetto alle problematiche comuni e diffuse della società; non ha una base di certezza nemmeno scientifica, ma vuole imporre stili di vita che il singolo ha il diritto di perseguire per sé fino a quando non infrange la legge o i diritti altrui, ma che le istituzioni non devono far diventare assolutamente un diritto oggetto non solo di riconoscimento ma addirittura di tutela e di promozione ad opera della legge.
Il pensiero più autorevole della tradizione - da Socrate ad Aristotele a Tommaso d'Aquino - ha sottolineato anche il valore pedagogico della legge. Noi non ci stiamo - o almeno, io non ci sto - a riconoscere la problematica del "gender" come un modello. Così, in questo modo, la maggioranza conferma il suo deragliamento dalla tutela dei diritti effettivi delle componenti più deboli della società. Qui si insegue una cultura elitaria che nulla ha a che fare con i problemi concreti dei lavoratori, dei padri e delle madri di famiglia che devono mandare avanti una casa, degli anziani che lottano per arrivare a fine mese con una pensione da fame.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Graglia.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento né dichiarazioni di voto, la parola all'Assessore Cerutti per il parere della Giunta.



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

Sull'emendamento il parere della Giunta è negativo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Cerutti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 48), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 14, nel testo originario.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.52, riprende alle ore 12.21)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Procediamo con la ripetizione della votazione su cui era mancato il numero legale.
Indìco la votazione sull'articolo 14, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Do atto per il verbale che la Consigliera Batzella, che ha sbagliato a votare, intendeva esprimersi favorevolmente.
ARTICOLO 15 Emendamento rubricato n. 49) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Marrone, Porchietto, Ruffino, Sozzani: L'art. 15 del disegno di legge n. 141 è soppresso.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

L'emendamento n. 49) determina la soppressione dell'articolo 15, che prevede ulteriori competenze del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.
Potremmo citare, come su altri articoli, una serie di aspetti dell'articolo che non condividiamo. Ne facciamo presente almeno uno: nel comma 1 si dice che il Garante opera per l'eliminazione delle discriminazioni nei confronti delle persone ristrette negli istituti penitenziari e poi delle persone presenti nelle strutture sanitarie in quanto sottoposte al trattamento sanitario obbligatorio, delle persone ospiti dei Centri di prima accoglienza o dei Centri di identificazione ed espulsione per stranieri, nonché, nel comma successivo, delle persone, di cui alle lettere precedenti, nel corso del loro recupero o in fase di reintegrazione sociale.
Vorrei sapere in quanti casi questa Giunta si è occupata, ancorché sia un tema che noi abbiamo cercato di affrontare e che è anche andato - ahimè all'onere delle cronache, di persone sottoposte al TSO. Non so se l'Assessora Cerutti sappia quanti TSO vengono fatti in questa Regione, con quale differenza tra ASL e ASL e tra singoli Dipartimenti di salute mentale. Temo di no o, se lo sa, devo dire che dalla consapevolezza del numero assolutamente spropositato di TSO che avvengono nella nostra Regione e, soprattutto, dalla grande difformità fra aree e aree, fra DMS e DSM all'interno della nostra Regione. Di questo non se n'è mai parlato ancorché la nostra Regione, la nostra città, l'anno scorso abbia vissuto una situazione tragica, che ha portato, proprio nell'effettuazione di un TSO, alla morte di un cittadino torinese.
Questo per dire che è semplice e facile scrivere una norma, però noi vorremmo, nel momento in cui viene scritta, che ci fosse, intanto, la consapevolezza di ciò che si scrive e del fatto che ciò che si scrive discende da una necessità e, infine, la possibilità, in questo caso da parte del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive, di poter intervenire.
E' anomalo, ancorché pensiamo che sul TSO si debba fare tutta una serie di riflessioni, che questo articolo tratti, in capo al Garante delle persone sottoposte a misure restrittive, tutta una serie di restrizioni della libertà, e poi abbia una parte legata ad un tema di carattere sanitario, al TSO. Ovviamente, se si estende il campo a quelle che sono restrizioni della libertà personale, è evidente che potremmo inserire tutta un'altra serie di commi di persone che, non per la loro volontà, sono all'interno di strutture, avendo una libertà personale limitata.
Faccio solo un accenno, avendo sforato il tempo a mia disposizione, al tema legato ai minori: è un tema che in questo articolo non viene trattato salvo che gli istituti penali per minorenni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Graglia; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Riteniamo che l'articolo 15 debba essere soppresso.
E' semplicemente clamoroso che il Consiglio regionale ritenga di dover estendere le competenze del Garante delle persone soggette a restrizione della libertà, sempre in funzione della lotta a discriminazioni, dal momento che i colpevoli di queste discriminazioni sono necessariamente strutture pubbliche dello Stato, competenti in merito alla gestione delle persone che stanno subendo provvedimenti restrittivi della propria libertà e, in misura minore, le strutture ospedaliere destinate a gestire trattamenti sanitari obbligatori.
Si tratta di una previsione demagogica che assume, però, un significato devastante, proprio perché esprime un pregiudizio rispetto all'operato di strutture pubbliche. Se si vuole fare propaganda, almeno non la si faccia danneggiando così gravemente l'immagine dello Stato agli occhi dell'opinione pubblica. Le strutture detentive sono regolamentate e soggette alla vigilanza di un Governo del vostro colore politico.
E' strabiliante del fatto che non vi rendiate conto che questa proposta è un boomerang politico, ma forse siete accecati dall'esigenza di compiacere una frangia del vostro potenziale elettorato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Graglia.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 49), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 15, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Emendamento rubricato n. 50) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Marrone, Porchietto, Ruffino, Sozzani: L'art. 16, del disegno di legge n. 141, è soppresso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 16 è uno dei pochi articoli, in termini generali, che ha un senso, perché prevede l'istituzione di un fondo di solidarietà per i soggetti vittime di discriminazioni.
E' evidente, però, che a differenza della legge 142, che ha mantenuto il fondo già esistente per le donne che subiscono violenza, qui si istituisce un fondo di solidarietà che consente, non soltanto ai soggetti discriminati, ma anche alle associazioni che possono tutelarli (inserendosi come parte civile all'interno di un provvedimento o promuovendole esse stesse), di avere un sostegno di carattere economico.
La norma finanziaria prevede uno stanziamento di 100 mila euro per il fondo di solidarietà. Voi capite che con 100 mila euro si riescono a tutelare un numero estremamente limitato di persone.
Di nuovo, quindi, come abbiamo detto prima, bisogna fare in modo che non soltanto con apposita convenzione vi siano avvocati patrocinanti per il fondo regionale, ma che il fondo regionale sia in qualche modo concreto. Il fondo dello Stato per coloro i quali, avendo un reddito inferiore ai 10.000 euro, possono accedere al fondo, non ha un limite e può essere utilizzato da tutti coloro, intanto che ne sono a conoscenza, e poi che intendono utilizzarlo.
In questo caso, come in tanti altri articoli della legge, il rischio concreto è che si sancisca un principio di per sé giusto, ma in cui vi sia un numero limitatissimo di soggetti, associazioni o enti che possano beneficiare del fondo stesso.
Se analizzassimo attentamente la norma, ci renderemmo conto che uno dei soggetti verso i quali un soggetto discriminato può ricorrere, sono le strutture regionali: la Regione Piemonte in termini di trasporti e le Agenzie territoriali per la casa in termini di segregazione abitativa. Noi potremmo trovarci nelle condizioni in cui il fondo sostiene, anche se legittimamente, una causa che un cittadino intende fare nei confronti di chi è artefice di una discriminazione. In molti casi è la stessa Istituzione o le stesse Istituzioni.
E' evidente che non avremmo grandi problemi da questo punto di vista perché, vista la dotazione prevista nella norma finanziaria, saranno pochissime le possibilità di accesso al fondo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Graglia; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

L'articolo 16 è una vera collezione di assurdità. Si stanziano risorse a beneficio di presunte - la certezza si ha solo con la sentenza definitiva vittime di discriminazioni che non versano nelle condizioni per essere ammesse al gratuito patrocinio, operando così, in realtà, una vera discriminazione vergognosa nei confronti di cittadini che sono vittime di rapine e violenze e hanno subito l'omicidio dei propri cari. Come pu essere giustificato questo trattamento discriminatorio in danno alla massa dei cittadini? Ancora più intollerabile è che tale beneficio sia previsto per non meglio precisate associazioni di tutela dalle discriminazioni, per le quali non vengono richiesti requisiti precisi quanto formale costituzione effettiva rappresentatività, certezza gestionale.
Certo, capisco che questi non precisati destinatari siano probabilmente individuabili in gruppi e associazioni, che sono un vostro bacino elettorale, ma non mascherate una marchetta politica con un'improbabile tutela di diritti fondamentali della persona. Anche in relazione all'ipotesi di una convenzione con l'Ordine degli Avvocati, per mettere a disposizione professionisti specializzati nel contrasto alle discriminazioni, abbiamo pensato che, comunque, ogni legale degno di questo nome tutela i propri clienti facendo valere la legge, qualunque essa sia.
Qui si ipotizza di garantire un mercato a professionisti che si dichiarano specialisti in questa materia; sarebbe veramente incredibile che l'Ordine possa aderire ad una tale iniziativa che discrimina la professionalità dei propri associati. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 50), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 16, nel testo originario.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Chiedo di intervenire per dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Questa richiesta doveva farla prima dell'emendamento.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Procediamo con la votazione.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

C'è la discussione generale, poi segue la dichiarazione di voto contestuale, emendamento e articolo. Noi abbiamo votato l'emendamento, poi abbiamo proseguito e stiamo ponendo in votazione l'articolo.



(Commenti della Consigliera Batzella)



PRESIDENTE

No.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Ma cosa dice?



PRESIDENTE

Quello che ho detto. Confidate in me.
Indico la votazione...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

No.
Se volete, vi faccio svolgere la dichiarazione di voto, ma io ho ragione e voi avete torto.
La parola alla Consigliera Batzella per dichiarazione di voto.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

E' così, però svolgiamo la dichiarazione di voto, perdiamo meno tempo.
Prego, collega.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

No.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella per dichiarazione di voto.
Le faccio una cortesia.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Non so se è una cortesia, abbiamo fatto sempre così, fino a poc'anzi abbiamo fatto così. Adesso chiediamo la dichiarazione di voto e combinazione, non è possibile svolgerla.
Comunque, detto questo, vogliamo svolgere la nostra dichiarazione di voto sull'articolo 16.
Su questo articolo il Movimento 5 Stelle voterà la presenza, nonostante condivida e appoggi la scelta del fondo di solidarietà per la tutela giurisdizionale delle vittime di discriminazioni. Appoggiamo e condividiamo questo principio e questo articolo, ma sosteniamo che 100 mila euro siano veramente pochi, si tratta di una cifra irrisoria che non coprirà tutte le richieste per tutelare le vittime discriminate. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Indìco la votazione palese sull'articolo 16, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 L'emendamento rubricato n. 51) è ritirato dal Consigliere Vignale.
Indìco la votazione palese sull'articolo 17.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 L'emendamento rubricato n. 52) è ritirato dal Consigliere Vignale.
Indìco la votazione palese sull'articolo 18.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 Emendamento rubricato n. 53) presentato dai Consiglieri Batzella, Andrissi Bertola, Bono, Frediani, Mighetti, Valetti: "All'art. 19, comma 1, le parole 'euro 150.000,00' sono sostituite dalle parole 'euro 400.000,00'" Tale emendamento richiedeva un parere della I Commissione, la quale si è espressa con parere negativo.
La parola alla Consigliera Batzella.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Alla fine dell'illustrazione dell'emendamento c'è la discussione generale e, poi, la dichiarazione di voto, se qualcuno alza la mano io do la parola; a seguire, si vota l'emendamento e, poi, l'articolo.



(Commenti della Consigliera Batzella e del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Prima ha fatto una gentilezza - mi dicevano - il Consigliere Segretario Molinari al Consigliere Vignale, perché prima non aveva dato lo spazio per la dichiarazione di voto e gliel'ha concessa successivamente.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Difatti, era quello che chiedeva il Consigliere Gariglio, di modificare il Regolamento.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento all'articolo 19, comma 1, noi chiediamo che le parole "euro 150 mila" siano sostituite dalle parole "euro 400 mila", anche perché ricordo che questa norma finanziaria era inizialmente di 500 mila euro ed è stata dimezzata a 250 mila euro, esattamente 150 mila euro in termini di competenze di cassa; poi, ci sono 100 mila euro, invece, sul fondo di solidarietà.
Per questo motivo, noi chiediamo di sostituire 150 mila con 400 mila perché queste risorse sarebbero le stesse risorse che inizialmente erano presenti nella norma finanziaria.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi del Liceo Scientifico Statale "G. Ancina" di Fossano (CN)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe II B del Liceo Scientifico Statale "G. Ancina" di Fossano in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Pari opportunità

Proseguimento esame disegno di legge n. 141 "Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale" (seguito)


PRESIDENTE

Prima di passare alla votazione sull'emendamento n. 53) con parere contrario della Giunta, desidero leggere l'articolo 85, comma 3, del Regolamento interno: "Conclusa la discussione di cui al comma 1, si procede alla discussione congiunta degli emendamenti o subemendamenti nel rispetto dei tempi indicati al comma 2. Il Presidente di ogni Gruppo, o un Consigliere da lui delegato, svolge un'unica dichiarazione di voto rispettivamente sul complesso degli emendamenti e sull'articolo. Per ogni dichiarazione di voto è prevista una durata di 3 minuti".
Qual è il problema?



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Gli articoli che non hanno emendamenti.



PRESIDENTE

Prima dell'articolo c'è la dichiarazione di voto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Graglia per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Se mi permette, ci pare assurdo: se noi non ascoltiamo la dichiarazione dell'Assessore.



PRESIDENTE

Lei ascolta la dichiarazione dell'Assessore quando io dico "mettiamo in votazione l'emendamento con parere contrario della Giunta".



GRAGLIA Franco

Presidente, noi abbiamo presentato degli emendamenti: se per assurdo in un momento di magnanimità l'Assessore ha concesso il parere favorevole io faccio una dichiarazione contraria? Cioè mi smentisco, ha capito? Io non posso fare la dichiarazione contraria se per caso l'Assessore ci accoglie gli emendamenti.



PRESIDENTE

Capisco quello che dice. L'Assessore, cioè la Giunta, decide di intervenire o meno; per promuovere o bocciare un emendamento, dice "favorevole" o contrario". Io la metto nelle condizioni - con un lasso di tempo più consono - di preparare lei per la dichiarazione di voto.
Il suo messaggio, comunque, è chiaro.
Prego, Consigliere Graglia.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente. Non ho capito la risposta.



PRESIDENTE

Ho capito io e questo minuto non glielo conteggio.
Prego.



GRAGLIA Franco

La ringrazio.
Ovviamente la dichiarazione è di astensione sia sull'articolo sia sul testo in generale.
Perché? Perché il disegno di legge in discussione, al di là delle finalità teoricamente nobili che persegue, si qualifica come una strumentalizzazione di tematiche assai rilevanti, condizionata dalla vera finalità che guarda in realtà alle prossime scadenze elettorali per le amministrative. Così un intervento che vuole tutelare principi, in realtà si traduce in uno "spottone" pre-elettorale che ne stravolge le finalità sotto diversi profili.
La materia, proprio perché in sé seria e rilevante, dovrebbe essere trattata nel momento in cui da petizioni di principio e anche da questioni di confronto politico e culturale, diventa norma di legge, con attenzione a evitare ricadute certamente non desiderate come tali, ma che presentano profili che paradossalmente possano determinare conseguenze che rappresentano - queste sì - profili discriminatori per espressioni di legittime e consolidate manifestazioni di sussidiarietà sociale. Perch resta sacrosanto in proposito la lezione di una grande pensatrice da poco scomparsa, Ida Magli, secondo cui il politically correct deve essere considerato la negazione dell'autentica libertà di pensiero, in quanto ci che è dichiarato corretto dalla politica è la verità del potere, che è cosa ben diversa dalla verità frutto della libera ricerca razionale. Ciò con riferimento al potere di chi governa, ma anche dell'informazione, delle lobby economiche e culturali, un insieme di pressioni che può schiacciare la dignità della singola persona umana, che è e deve restare il valore centrale della società.
Intanto vi è un'obiezione relativa alla gerarchia delle priorità.
Questo Consiglio avrebbe ben altre questioni da affrontare, che incidono su esigenze vitali di famiglie e singoli cittadini, che vedono compromessa la propria qualità della vita da una crisi che spinge quote crescenti di nostri concittadini al di sotto delle soglie della povertà, questioni di ben più drammatica rilevanza.
Nella traduzione in norma di legge del fervore ideologico che sostanzia tutta questa proposta, si finisce per determinare - secondo noi - effetti paradossali. E' il caso, ad esempio, della disposizione di principio per cui si dispone l'assenza di qualsiasi discriminazione diretta o indiretta fondata sull'ideologia politica.



PRESIDENTE

Concluda, collega.



GRAGLIA Franco

Presidente, non sono intervenuto sugli altri articoli chiedendo gentilmente, sull'ultimo articolo, uno spazio maggiore.



PRESIDENTE

E allora vada avanti, collega, non perda tempo.



GRAGLIA Franco

Se non m'interrompe, non perdo tempo. Se vuole, le lascio lo scritto.
Assai grave per le conseguenze pratiche, ma anche perché il tema è molto importante, Presidente.
Assai grave per le conseguenze pratiche che potrebbe avere è quanto si dispone all'articolo 4, il cui quarto comma recita: "I soggetti pubblici e privati che stipulano contratti, convenzioni, accordi di qualsiasi altra natura con la Regione o che da essa ricevano contributi, finanziamenti agevolazioni, appalti, concessioni, patrocini o altre forme di sostegno anche non oneroso, sono tenuti al rispetto del principio della parità di trattamento di cui all'articolo 2 nei confronti di utenti, dipendenti collaboratori, clienti e fornitori".
Pensiamo, ad esempio, alle strutture formative parificate di matrice cattolica, oppure legate alla comunità ebraica o a quella valdese: devono assumere anche un docente ateo che trasmetta agli allievi un quadro di valori che nega la ragione fondamentale della struttura? Oppure devono accettare l'iscrizione di alunni di fede musulmana, ad esempio, e poi quindi non possono più trasmettere i contenuti propri della cultura religiosamente ispirata che li contraddistingue? E' una questione grave perché è disposta anche un'attività di controllo da parte degli uffici competenti. E in cosa si esplica la facoltà di controllo, ad esempio, sulla non discriminazione dei fornitori? Posto che le strutture private hanno piena libertà di contrattualizzare forniture senza vincoli di rispetto di procedure e funzioni pubblicistiche, quale competenza giuridica ha la Regione ad intervenire nel merito? Senza competenza propria, la sanzione dell'esclusione o, peggio ancora, della revoca di un beneficio concesso in forma delle norme non configurerebbe un abuso? Qui vengono messi in discussione i principi intangibili costituzionalmente rilevanti, quali l'autonomia della società civile e delle sue espressioni anche religiose e culturali ed il loro diritto di contribuire in termini sussidiari a dare il proprio contributo specifico al bene comune o al diritto della famiglia di decidere quale tipo di educazione vuole dare ai propri figli, che non sono proprietà di una struttura educativa pubblica dominata dal "politicamente corretto".
Vigileremo con molta attenzione al fine di evitare che questa improvvida disposizione faccia danni gravissimi. Se veramente di discriminazioni si vuole trattare, per esempio, manca un capitolo che sappiamo essere un problema serio relativo alla condizione della donna nelle comunità di cultura musulmana. Non si prevede la tutela del diritto di assimilarsi al nostro modo di vivere e di vestire, la tutela del diritto di decidere liberamente della propria vita, contrastando la prassi dei matrimoni combinati, il divieto della poligamia, che invece è una realtà diffusa che si fa finta di non vedere. Problemi seri, diritti che certamente sono elementi essenziali della dignità della persona umana, che però non fa comodo affrontare. E questo è il sigillo definitivo della strumentalità di tutta la politica di questa legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Vogliamo esprimere la nostra dichiarazione di voto. Se l'emendamento, a mia firma, troverà accoglimento in quest'Aula, noi voteremo a favore della norma finanziaria perché ci sarà un impegno di un incremento di risorse.
Se, invece, l'emendamento non troverà approvazione, noi daremo solo la presenza.



PRESIDENTE

Invito i Consiglieri a prendere posto.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 53), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 19, nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto sull'intero testo la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Noi voteremo a favore di questo disegno di legge. Volevo ricordare all'Aula, a tutti i presenti e a quei pochi giornalisti presenti che, se ancora lavorano con etica e con coscienza, le notizie devono uscire da quest'Aula in maniera giusta e corretta, non in modo errato. Noi siamo coerenti ai nostri principi e ai nostri ideali. Riteniamo che questo sia un disegno di legge importante.
Siamo contro le discriminazioni e siamo a favore della tutela di tutti i soggetti, di tutte le persone e di tutti gli essere umani, senza alcuna distinzione di sesso, razza, religione, etnia e appartenenza politica e sociale. Riteniamo che gli uomini siano tutti uguali su questa terra ragion per cui noi appoggiamo e votiamo a favore di questo disegno di legge, anche se abbiamo partecipato a tutti i lavori di Commissione abbiamo dato dei Consigli all'Assessora Cerutti perché ci siamo sempre impegnati a lavorare su questo disegno di legge. Abbiamo presentato diversi emendamenti per migliorare il testo.
Alcuni nostri emendamenti sono stati anche approvati, ma ci spiace che non sia stato approvato l'emendamento appena respinto, che chiedeva un incremento di risorse a favore di questo disegno di legge. Un incremento di risorse perché si tratta di un disegno di legge completo, che tocca diversi temi che noi abbiamo condiviso e che condividiamo, ma le risorse sono davvero poche. Se non verranno incrementate, ci auguriamo che, dopo l'approvazione della legge di bilancio, questa Giunta possa veramente incrementare le risorse destinate a questo disegno di legge altrimenti, se non verranno incrementate le risorse, questo disegno di legge non potrà trovare applicazione. Se non abbiamo le risorse come sosteniamo e tuteliamo tutte le vittime discriminate? Le vittime discriminate sono tantissime soprattutto quando parliamo di fondo di solidarietà.
Il nostro appello e il nostro auspicio è quello che, al più presto appena si ha la possibilità, vengano incrementate le risorse affinch questo testo di legge possa essere accolto.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste per dichiarazione di voto.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.02)



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