Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.130 del 08/03/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 9.37 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 699 presentata dai Consiglieri Andrissi e Bono, inerente a "Giacenza media dell'AUO-Maggiore della Carità di Novara"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi. Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 699 presentata dai Consiglieri Andrissi e Bono, avente ad oggetto "Giacenza media dell'AUO-Maggiore della Carità di Novara".
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Penso che l'Assessore abbia già la risposta; oltretutto, il quesito è molto tecnico.
Io, più che altro, volevo raccontare com'è nata quest'interrogazione: mi è stata suggerita dall'ex Direttore amministrativo dell'Ospedale Maggiore di Novara, Paolo Ansaloni.
Paolo Ansaloni è stato accusato nel 1994, precisamente il 9 agosto; il titolare di un'azienda, di cui non ricordo precisamente il nome, andò in Procura a denunciare Paolo Ansaloni al Pubblico Ministero Caroselli per aver chiesto delle tangenti per pagare le fatture di questa azienda.
L'11 agosto questo signore, con un registratore posizionato sotto la camicia, andò da Paolo Ansaloni, che all'epoca era Direttore Amministrativo dell'Ospedale di Novara. Dal testo della registrazione, che ho a disposizione, in realtà la tangente non è mai stata data. Lui, però, si trovò accusato di aver preso una tangente, perché in realtà, uscendo, gli fu messo nel taschino un assegno non esigibile.
Cosa accadde? Che l'11 agosto venne modificata la denuncia e Paolo Ansaloni fu accusato di aver modificato.



PRESIDENTE

Consigliere, le chiedo scusa, ma non mi sembra che sia l'interrogazione in oggetto.



ANDRISSI Gianpaolo

E' solo per dare un antefatto.
Fu accusato di aver condizionato la responsabile della Cassa Economale dell'Ospedale Maggiore di Novara. In realtà, le fatture dell'azienda il cui titolare accusava Paolo Ansalone, non facevano capo alla Cassa Economale ma alle spese in economia.
Ansalone patteggiò e successivamente una Commissione giudicante, a capo della quale vi fu l'attuale Direttore Amministrativo dell'Ospedale Maggiore, Savoini, giudicò Ansaloni non idoneo a lavorare per l'Ospedale Maggiore.
Di fatto, Ansaloni patteggiò, su suggerimento del suo avvocato Correnti, e si ritrovò senza lavoro. Però, devo ringraziare Paolo Ansaloni perché quest'interrogazione l'ho presentata grazie ad un suo suggerimento nel senso che nel 1986, grazie ad una relazione allegata al consuntivo dell'86, scoprì che nella Tesoreria dell'Ospedale Maggiore da cinque anni venivano mantenuti in cassa 21 miliardi di lire. Questo port successivamente alle dimissioni del Direttore Amministrativo di allora; lui non Direttore, ma un semplice funzionare.
Da qui nasce quest'interrogazione, con la quale si vuole capire come mai l'Ospedale dichiari tempi di giacenza e tempi di pagamento che poi, a ben guardare, non risultano dalle relazioni che abbiamo potuto visionare.
Quindi, volevamo capire il motivo di queste discrepanze tra quanto dichiarato e quanto effettivamente avviene nell'Ospedale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
In genere, in quest'Aula, se ci sono riferimenti a persone, si dovrebbe evitare oppure chiedere alla Presidenza, perché la questione è sempre molto delicata.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

L'interrogazione si riferisce ad una domanda precisa e riguarda, in modo particolare, il 2015 e quindi, per forza di cose, darò delle risposte all'interrogazione che è stata presentata.
Il contenuto di quest'interrogazione fa, in modo particolare riferimento ai tempi di pagamento ai fornitori, quindi c'è questa richiesta riferita alla giacenza media della liquidità di cassa sul conto della Tesoreria. Provo a fare chiarezza su quest'interrogazione, utilizzando i dati che mi sono stati forniti dall'Azienda Ospedaliera di Novara.
La media mensile dei flussi di cassa corrisposti dalla Regione all'azienda, al netto della somma riferita al decreto legislativo n.
35/2013, il cosiddetto "decreto paga debiti della Pubblica Amministrazione", è pari a circa 20 milioni 655 mila euro; al lordo dei 28 milioni del citato decreto legislativo è pari a 23 milioni e 56 mila.
Sono state queste le somme che l'azienda ha avuto a disposizione nel 2015; oltre a tali somme, per l'anno 2015, disponeva di un'anticipazione di cassa presso il proprio tesoriere Banca Popolare pari a 22 milioni 476.695.
L'azienda ha i seguenti fabbisogni mensili di cassa: spese per il personale al lordo degli oneri (14 milioni), utenze, tasse, assicurazioni e mutui (un milione), fornitori (13 milioni). I pagamenti ai fornitori sono stati pari a 158 milioni 217.056, con un flusso mensile sempre costante.
Distinguendo poi tra la giacenza media dei fondi di cassa e utilizzo delle anticipazioni del Tesoriere, nell'anno 2015 la giacenza media annua dei fondi propri è pari a euro 47,81, mentre il ricorso annuo all'anticipazione è stato di sette milioni 300 mila euro circa.
Per quanto attiene all'utilizzo dell'anticipazione, il valore indicato risente dell'accredito straordinario del decreto 35/2013 pari a 28 milioni di euro. Nei primi sei mesi (ossia prima dell'accredito) la media mensile di utilizzo della anticipazione è stata di nove milioni circa.


Argomento: Contratti ed appalti - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 431 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Appalto ASL- TO2 e ASL-TO4 del 2015. Pulizie, sanificazione e igiene"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 431 del Consigliere Grimaldi.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
La vicenda è assai complicata e spero di stare nei minuti a disposizione.
Stiamo parlando di un appalto del 2015 per l'ASL-TO2 e per l'ASL-TO4 per i servizi di pulizia, sanificazione e igiene, che è stato bandito ben due anni prima. Si tratta di un appalto che aveva una base d'asta di nove milioni e 300 mila euro e della durata di cinque anni, ripartita in quattro milioni e 300 mila per l'ASL-TO2 e cinque milioni per l'ASL-TO4.
Nel capitolato erano previste attività aggiuntive, oltre che le consuete mansioni di pulizia e sanificazione. A partire da febbraio l'appalto è stato assegnato in via definitiva con una deliberazione dell'ASL-TO2 e dell'ASL-TO4 ed è avvenuto con un'offerta economica da parte dell'ATI del 36% in meno, cioè ben oltre la doppia cifra del 12-15, che è quella auspicabile come massimo ribasso sui lavoratori, anche se stiamo parlando di una gara economicamente vantaggiosa, quindi non al massimo ribasso in generale, cioè dove c'è un'offerta economica più bassa del 50%.
Secondo i nostri dati in possesso, l'offerta tecnica complessiva del monte ore di attività sulle due ASL- è passata da 659 mila ore annuali a 355 mila. Quindi, già solo questo dato dovrebbe far capire più o meno qual è stato il ribasso non solo sulla parte economica, ma anche sulle ore.
L'efficientamento da aumento del materiale tecnologico risulta tra l'altro non essere avvenuto, quindi anche i sindacati hanno lamentato il fatto che non ci sono stati investimenti, anche solo per supplire alla mancanza delle ore.
Arrivo, appunto, agli ultimi dati. I pesanti tagli dell'ASL-TO2, cioè hanno comportato certo un risparmio di più di un milione di euro, ma sono stati oggetto di segnalazione da parte delle OO.SS e soprattutto del settore Funzione Pubblica della CGIL, che poi nei mesi successivi ha più volte scioperato anche per l'inadeguatezza del materiale dato in dotazione ai lavoratori.
Ricordo appunto che, malgrado i continui richiami, pare che le Direzioni TO2 e TO4 si siano sottratte a qualsiasi intervento persuasivo sulle aziende, benché il capitolato speciale dell'appalto, al punto 4.17) riguardante il personale, ricordi esplicitamente l'obbligo del mantenimento dei posti di lavoro alle medesime condizioni contrattuali, in caso di cambio di gestione. L'altra cosa ovviamente successa, infatti, è praticamente il dimezzamento dell'orario dei dipendenti con un abbassamento della paga generale, passata addirittura sotto la soglia dei 600 euro al mese.
Noi, allora, interpelliamo l'Assessore, richiamando giustamente una mozione, quella del 3 marzo 2015, che invita la Giunta ad adoperarsi affinché nel caso di committenti regionali, quelli partecipati dalla Regione e tutti coloro a cui la Regione trasferisce continuamente risorse pubbliche non solo ci sia una clausola sociale di trattamenti economici e normativi complessivi di maggior favore per i lavoratori, ma soprattutto che i contratti collettivi nazionali vengano rispettati integralmente.
Per questo abbiamo chiesto alla Giunta se intenda controllare monitorare ed eventualmente predisporre un intervento su tutti gli appalti l'abbiamo chiesto più volte, a partire, appunto, dal rispetto dei Contratti collettivi nazionali - per verificare se il monte ore delle attività, laddove fortemente ridimensionato come in questo caso dalle nuove aziende subentranti, sia compatibile con il mantenimento sostanziale del servizio di pulizia e igiene.
Ricordo che nel caso del Maria Vittoria più volte è stato segnalato un atteggiamento che è sempre più quello di dare qualche soldino in più per mandare delle squadre di emergenza, ma abbassando il livello delle prestazioni: per intenderci, quindi, se succedono delle cose particolarmente gravi si manda una task force (così si chiamano), ma in realtà il livello di non cura dell'edificio è ormai la norma di questo appalto. Chiediamo dunque alla Giunta se intende verificare se vi sia stata una diminuzione della retribuzione del personale nei casi in oggetto e domandiamo come si intenda agire per garantire, con le giuste ore, una giusta retribuzione alle lavoratrici e ai lavoratori.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Come il Consigliere Grimaldi sa, abbiamo già più volte affrontato questo tema, anche insieme alla collega Pentenero per via della sua delega al lavoro (aveva quindi una competenza specifica). Abbiamo anche incontrato i lavoratori più volte e in diverse occasioni ho avuto modo di dare risposte su questi temi ad altri colleghi.
Si tratta in effetti di due appalti, i cui contratti sono in corso, che presentano problematiche che l'ASL-TO2 sta cercando di gestire non senza difficoltà, rivedendo anche, per esempio per le pulizie, alcune imperfezioni del capitolato di gara.
Colgo però l'occasione per intervenire un po' sulla complessa materia perché a livello generale registriamo in questi giorni qualche importante novità. Proprio in questi giorni, il 3 marzo, è stato approvato dal Governo il decreto legislativo che riordina la disciplina dei contratti pubblici.
Il nuovo Codice degli appalti e delle concessioni presentato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - oltre ai tanti altri aspetti, quali la pianificazione, la programmazione, la progettazione - è incentrato sulla qualità delle gare (diversi articoli parlano di questo aspetto), dove il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa nel rapporto qualità/prezzo diviene criterio preferenziale. Si apre quindi una stagione nuova e questo rapporto qualità/prezzo diventa un criterio obbligatorio per i servizi sociali, la ristorazione ospedaliera, il settore assistenziale: per i servizi, dunque, per i quali è fondamentale l'apporto di manodopera nei settori in cui prevale l'esigenza di qualità o di tutela dei lavoratori.
Come Regioni - e in modo particolare come Assessori alla sanità, per quanto riguarda questi appalti relativi al settore ospedaliero - abbiamo anche dato un contributo nella fase di costruzione del Codice degli appalti. Si apre, dunque, una fase nuova incentrata sulla qualità del progetto esecutivo, delle stazioni appaltanti, degli operatori economici e sul rapporto qualità/prezzo.
In particolare, poi, il servizio di pulizia è individuato nel DPCM tra le categorie di beni e servizi per i quali è obbligatorio il ricorso a convenzioni con CONSIP o con altro soggetto aggregatore (nel nostro caso SCR-Piemonte), quindi si avvia una fase di centralizzazione della procedura a livello regionale che dovrà prevedere, evidentemente, uno studio approfondito delle specifiche problematiche. L'aggregazione degli acquisti e delle gare è prevista in modo preciso da una norma. Il Governo ha definito quali sono, per adesso, le dieci categorie merceologiche a cui noi dobbiamo far riferimento per la centralizzazione delle gare.
Il processo si è avviato e proprio in questi giorno si sta cercando di raccogliere le problematiche che sono emerse in questi anni per quanto riguarda gli appalti, e in modo particolare per i servizi che il Consigliere poco fa richiamava, in modo che all'interno del Codice degli appalti, che prevede delle modalità diverse, si tenga conto di ciò che è capitato, anche per ciò che attiene alla parte della retribuzione dei dipendenti. Sostanzialmente, cioè, si apre una stagione nuova, cui dobbiamo dare applicazione normativa. Tutta la nuova normativa sugli appalti porta pertanto una revisione delle procedure e dei criteri che sono stati utilizzati fin qui e ne dobbiamo evidentemente tener conto.
Noi stiamo lavorando per dare subito attuazione al Codice degli appalti, nella salvaguardia dei diritti dell'utenza e dei lavoratori. Non posso che constatare che in passato diverse gare - applicando sempre anche la norma che prevede il massimo ribasso e quindi accantonando il parametro qualità/prezzo - ha portato quei problemi che il Consigliere ed altri colleghi hanno sollevato qui. Le ASL stanno lavorando, compatibilmente con le norme, per tener conto delle esigenze, ma in ogni caso d'ora in poi le gare che saranno fatte eviteranno sicuramente di ripetere gli errori che sono stati fin qui commessi o, per lo meno, i limiti che si sono verificati finora.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Contratti ed appalti - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 432 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Mancato rispetto della clausola sociale da parte della società aggiudicataria dell'appalto ASL-TO2 per l'attività di supporto amministrativo"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interpellanza n. 432.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

La ringrazio.
Diciamo che purtroppo quest'interpellanza è l'altra faccia della brutta medaglia degli appalti nei quali non si rispetta né la giusta retribuzione né, spesso, la clausola sociale.
In questo caso stiamo parlando di un appalto, sempre dell'ASL-TO2, per l'attività di supporto amministrativo.
Come ricorderà l'Assessore, in base al capitolato speciale di questa procedura per l'affidamento dei servizi di gestione di supporto amministrativo presso i presidi sanitari dell'ASL-TO2, tutti questi servizi dovevano essere svolti presso le postazioni dell'ospedale San Giovanni Bosco, Maria Vittoria e Amedeo di Savoia. Tuttavia, in seguito all'assegnazione del bando alla Società SDS (Società della Salute) quest'attività non avrebbe dovuto essere più svolta dai CUP (i Centri Unici di Prenotazione) di Corso Toscana, Via del Ridotto, Via delle Chiuse e dell'Ospedale Don Bosco.
In base al capitolato, l'aggiudicatario dell'appalto per il servizio era tenuto a garantire un monte ore complessivo presunto su una base settimanale di 735 ore, articolato su cinque giorni, di cui 216 ore attribuite al servizio di accettazione ambulatoriale.
Nonostante la presenza della clausola sociale all'interno del bando di gara, con la mancata cessazione dei servizi svolti dai CUP, non tutti i lavoratori sono stati ricollocati. Secondo le informazioni in nostro possesso (come ricorderà l'Assessore, mi sono recato presso la Prefettura ad un confronto tra l'azienda e i sindacati), la SDS ha assunto solo una parte dei lavoratori, lasciando invece senza lavoro nove dipendenti - caso strano - tutti iscritti alla FIOM-CGIL. I lavoratori assunti, peraltro sarebbero stati selezionati con criteri non condivisi con le parti sociali né resi noti.
In seguito, la società ha proposto loro contratti temporanei a propria discrezione. La società applica il contratto CNAI, che non prevede nessuna tutela per quanto riguarda i compensi, a proposito di salario minimo (se qualcuno mi ascoltasse), e non riconosce la cosiddetta "giusta retribuzione".
Ricordo che abbiamo scritto e votato la mozione sulle linee d'indirizzo dei committenti (la stessa che ho ricordato prima), pertanto interpelliamo la Giunta per chiedere se intende verificare i dati sopra esposti e, in caso affermativo, per sapere quali azioni intenda intraprendere affinché le aziende aggiudicatarie di appalto delle ASL applichino correttamente il contratto collettivo nazionale e rispettino i criteri stabiliti dalla mozione.
Pertanto - per intenderci - non è che le clausole sociali possano essere rispettate per parti, si possano decidere quali lavoratori reinserire dentro l'appalto e quali escludere e si possa pensare che la clausola sociale venga rispettata proponendo dei contratti di 16 ore a settimana.
Sicuramente, non si può discriminare un lavoratore solo perché è iscritto ad un sindacato. Questo, forse, è uno dei fatti più gravi che sono successi in questo anno, pertanto mi chiedo se sia possibile intervenire presso l'ASL affinché non si verifichino più queste situazioni.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

In merito all'interrogazione in oggetto, devo confessare di aver chiesto informazioni e notizie all'ASL, che non ho - però - qui, sotto mano. Mi riservo di farvele pervenire per iscritto.
In ogni caso, qualora ci fossero state - come il collega afferma delle discriminazioni, lo considero un fatto grave.
In settimana le farò avere puntualmente le informazioni che avrò da parte dell'Azienda sanitaria.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 511 presentata dai Consiglieri Bono e Batzella, inerente a "Criteri di valutazione per mantenimento DEA 1° livello presso ospedale Martini"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 511.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione depositata un po' di mesi addietro, in seguito ad una serie di dubbi circa il mantenimento del DEA di 1° livello quindi il mantenimento a ospedale spoke, presso il Martini.
Immagino che l'Assessore Saitta risponderà dicendo che i dubbi erano derivanti anche dalla lettura di alcuni documenti ufficiali disposti dal Ministero della Salute, in relazione al mantenimento del DEA di 1° livello al Martini o del Pronto Soccorso al Gradenigo.
Nel momento in cui il Pronto Soccorso doveva essere mantenuto al Gradenigo, anche in relazione alla vendita al privato profit Humanitas e alla trasformazione della legge quadro regionale dell'86, che prevedeva il divieto a enti privati profit di esercitare l'attività sanitaria anche tramite un Pronto Soccorso, insieme agli operatori dell'ospedale e ai Comitati di cittadini e pazienti, ci eravamo chiesti se il destino del Martini fosse anch'esso segnato, lamentando un vero depauperamento dei servizi dell'ASL-TO1, che ha già visto coinvolto l'Ospedale Valdese e la sua chiusura, e che dovrebbe vedere - se non ci saranno stravolgimenti - lo smembramento e, quindi, la chiusura dell'Ospedale Oftalmico.
Ci siamo chiesti, pertanto, cosa ne sarebbe stato dell'ASL-TO1.
In seguito a successivi comunicati all'Assessorato e anche alla Commissione competente, l'Assessore Saitta ci ha fornito comunicazioni diverse: consideriamo, quindi, importante ricevere in aula una risposta definitiva, almeno per adesso, se può essere definitiva, in merito a questa vicenda.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ho avuto modo in questi mesi di ripetere che "l'asterisco" del Martini era caduto (abbiamo detto così). In effetti, è caduto perché innanzitutto era stato messo in termini cautelativi all'interno della deliberazione sulla riorganizzazione della rete ospedaliera (parliamo della fine del 2014).
Questa situazione si è modificata, perché l'atto aziendale approvato dall'ASL-TO1 prevede attività tipiche da DEA e tale atto non è stato approvato dalla Regione ed è anche oggetto di esame da parte del Tavolo di monitoraggio.
Inoltre, la Direzione aziendale dell'ASL-TO1 ha anche riavviato l'investimento di 8 milioni di euro, che sono indispensabili per migliorare il servizio del DEA, con nuovi spazi. I lavori di ristrutturazione erano stati sospesi nel 2013 e saranno completati entro il 2018.
Queste azioni consentiranno di superare le carenze del passato e ci hanno permesso di presentarci con le carte in regola al Tavolo ministeriale, con la conseguente caduta dell'asterisco.


Argomento: Prevenzione infortuni

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 771 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Regolamento tecnico per prevenire i rischi di infortunio a seguito di cadute dall'alto"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 771.
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione riguarda un argomento abbastanza importante e delicato: i rischi di infortunio a seguito di cadute dall'alto.
In relazione al fatto che la legge regionale n. 20 del 2009 citava "Snellimento delle procedure in materia di edilizia urbanistica" all'articolo 15 "Norme in materia di sicurezza", introduce: "In fase di ampliamento e ricostruzione degli edifici, l'obbligo di prevedere dispositivi utili a garantire la sicurezza in fase di manutenzione ordinaria e straordinaria del manufatto, in tempi successivi all'ultimazione dello stesso. Sono fatti salvi tutti gli obblighi previsti dalla normativa vigente in materia di sicurezza".
Naturalmente questo articolo è stato poi modificato dall'articolo 15 della legge regionale 3/2013 ed ha disposto l'obbligo di prevedere specifiche misure di sicurezza e dispositivi di protezione collettivi e permanenti, o di sistemi di ancoraggio permanenti per l'accesso, il transito e l'esecuzione di un lavoro di copertura, al fine di garantire la sicurezza e l'incolumità di chi accede alla copertura in fase di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Tenuto conto che, ad oggi, non è ancora stato votato il regolamento che reca indicazioni tecniche sulle misure preventive e protettive per garantire la sicurezza e l'incolumità di chi accede alla copertura da realizzare in casi di interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria si interroga l'Assessore per sapere entro quali termini la Giunta regionale intenda predisporre il regolamento tecnico, così come disposto dalla normativa regionale, al fine di evitare le incertezze della legge, che rischierebbe di pregiudicare o di mettere in pericolo l'incolumità dei lavoratori.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Balocco; prego.



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere per la sollecitazione.
Gli Uffici mi dicono che, in realtà, l'adeguamento del nuovo regolamento avverrà a breve: entro marzo verrà deliberato.
I tempi si sono piuttosto allungati, anche in considerazione del fatto che era nostra intenzione non aggiungere un nuovo regolamento ai già molti esistenti, alle varie normative già esistenti, ma integrare le nuove norme all'interno del procedimento già previsto dal sistema MUDE del Piemonte, un sistema efficiente che funzione piuttosto bene in Piemonte.
Questo, però, ha significato tutto un lavoro di preparazione: confronti tecnici con le rappresentanze di categoria e aggiornamento informatico della piattaforma digitale disponibile on line da parte del CSI-Piemonte.
Questo ha comportato anche alcuni interventi di natura finanziaria, che sono stati possibili solo con l'ultimo assestamento.
Il nuovo regolamento è sostanzialmente pronto e gli uffici mi dicono che entro il mese di marzo verrà approvato.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica - Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 806 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Ripristino corsa scolastica Casale Monferrato-Torino"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 806.
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie.
Intanto ringrazio l'Assessore per avere permesso, nei giorni scorsi, un tavolo interregionale in merito a tutta una serie di questioni legate ai trasporti. Onestamente questa questione mi era sfuggita, e poi l'avevo messa in circolo un po' di tempo fa.
Riguarda la soppressione di una corsa scolastica Casale Monferrato Torino delle 15.40, che dal lunedì al venerdì garantiva ai ragazzi il viaggio da Casale a Torino. Questo, ovviamente, protrae il tempo per poter rientrare a Torino.
Nonostante ci sia stata anche una raccolta firme - 370 firme - credo che l'elemento importante sia di tenere in considerazione un servizio per ragazzi che già hanno delle difficoltà (mi riferisco, soprattutto, a chi compie percorsi abbastanza lunghi), perché rimanere in giro non è il massimo della vita, creando, ovviamente, problemi su più fronti, dal punto di vista generale.
Quello che chiediamo all'Assessore è se questo discorso è stato preso in considerazione o se ci sono state integrazioni su gomma, magari non ancora contemplate ed evidenziate.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Balocco; prego.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente, e auguri a lei, a tutte le Consigliere e a tutte le impiegate e le funzionarie del Consiglio.
Ancora questa mattina ho verificato, rispetto a questa linea soppressa nel settembre scorso, se ci fossero stati particolari problemi in seguito alla soppressione. GTT, che esercitava il servizio, mi dice di non aver ricevuto lamentele rispetto a questa questione.
Tuttavia, approfondiremo la sua segnalazione e verificheremo la questione, tenendo anche conto che questa linea è comunque una sovrapposizione rispetto al servizio ferroviario.
Verificheremo, comunque, che nella tratta ci siano, nei percorsi più brevi ovviamente, un servizio adeguato da parte del sistema gomma che, come lei sa, compete, o meglio, competeva alla Provincia, mentre adesso compete al bacino. Finora, il bacino alessandrino-astigiano non si è ancora costituito - direi che è l'ultimo - ma credo che ormai sia in fase di costituzione.
Comunque l'Agenzia, in stretto rapporto con il bacino, verificherà tale questione.


Argomento: Centri intermodali

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 839 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Prospettive di sviluppo del territorio alessandrino, quale retroporto servizio dei porti liguri"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 839.
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Si tratta di un'interrogazione partita un po' di tempo fa, anche alla luce di qualche articolo, qualche dichiarazione dell'Assessore e del Presidente, in merito alla questione degli interporti e dei retroporti, in particolare alla situazione alessandrina.
Tutti conosciamo la collocazione di Alessandria - Alessandria e Novi rispetto alla Liguria, in termini di retroporti ferroviari, quindi esprimiamo preoccupazione per un Piano strategico che comprenda le due realtà (dico due, ma poi c'è un'evoluzione anche dal punto di vista del Terzo Valico).
C'è, quindi, tutta una serie di situazioni in essere, però credo che il contesto alessandrino non possa prescindere dall'essere il primo riferimento strategico in termini di retroporto per la Liguria, con tutte le ricadute positive e strategiche che si possono avere in quel contesto naturalmente nell'ambito Alessandrino e della provincia di Alessandria.
Quello che chiediamo all'Assessore è in che modo si ritenga di intervenire, al fine di favorire lo sviluppo dell'intera area alessandrina quale retroporto al servizio dei porti liguri e quali provvedimenti si intendono adottare al fine di inserire il progetto di sviluppo territoriale logistico della pianura alessandrina negli atti di programmazione della Regione, anche attraverso un tavolo di confronto con Governo e Ferrovie.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Balocco; prego.



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
Ho già rassicurato più volte le istituzioni dell'Alessandrino, Comune Provincia e le varie città interessate, sulla forte attenzione della Regione e della Giunta regionale nei confronti della vocazione logistica che sicuramente quel territorio ha e che avrà, almeno così speriamo, sempre più nel futuro.
E' chiaro che il triangolo Alessandria, Novi-Arquata e Tortona è un ambito territoriale che ha fortissimamente questa vocazione, riferita intanto, ai porti liguri, in particolare al porto di Genova, e poi al fatto di essere assolutamente centrale nel Corridoio Reno Alpi, quindi anche nella tratta tutta italiana Genova-Novara. Novara è importante perch incrocia, ovviamente, l'altro corridoio internazionale, il Corridoio Mediterraneo che, per quanto riguarda l'Italia, interessa la tratta Lione Torino-Trieste.
L'attenzione è alta e sarà sicuramente al centro del prossimo incontro tra i Presidenti della Regione Lombardia, Liguria e Piemonte che si terrà a Novara. Tale incontro è stato definito gli stati generali della logistica del nord-ovest. È chiaro che, in questa strategia, l'Alessandrino ha una posizione assolutamente importante.
Credo che in passato ci sia stata qualche incomprensione, anche dovuta al ruolo di SLALA. Il ruolo di SLALA è una scelta. Il futuro di quest'associazione, o fondazione, è una scelta che deve fare il territorio che sicuramente non compete alla Regione, che ha funzioni, rispetto al tema della logistica, diversi.
Dal punto di vista infrastrutturale noi stiamo trattando con RFI in particolare, ma non solo, il fatto che si potenzino, comunque, le linee ferroviarie a valle del Terzo Valico, sia su Tortona che su Alessandria.
Tra l'altro, è in corso uno studio proprio sul futuro logistico del territorio in capo a RFI ed è una prescrizione definita dal CIPE per il Terzo Valico. Credo che lo studio sia ormai ad un livello piuttosto avanzato ed è svolto, per conto di RFI, dall'Università di Trieste. Appena avremo qualche dato da questo approfondimento, ovviamente lo renderemo pubblico.
Per quanto riguarda l'aspetto infrastrutturale, dicevo, oltre agli interventi più generali sulle linee, è previsto un intervento particolare sul RTE a Rivalta Scrivia, e un altro intervento, molto importante, che era già previsto tempo fa, ma che adesso stiamo riproponendo - magari rivedendolo da un punto di vista progettuale - che è quello del collegamento dello scalo di Alessandria con il sistema stradale e autostradale. L'abbiamo posto come una delle priorità nel piano degli investimenti che stiamo proponendo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.20 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

LAUS MAURO



(La seduta ha inizio alle ore 10.27)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Condizione femminile - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Ordine del giorno n. 667 presentato dai Consiglieri Accossato, Ravetti Ottria, Baricco, Ferrentino, Rossi, Appiano e Boeti, inerente a "Misure a tutela della salute delle donne che si siano sottoposte ad interruzione volontaria di gravidanza clandestina" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato; ne fa facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Chiedo l'inserimento nell'o.d.g. attuale dell'ordine del giorno avente ad oggetto "Misure a tutela della salute delle donne che si siano sottoposte ad interruzione volontaria di gravidanza clandestina".



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Richiesta, da parte della Consigliera Frediani, di ricevimento di una delegazione di lavoratrici delle Cooperative che lavorano per la pulizia nelle scuole in presidio davanti a Palazzo Lascaris


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
La mia non è una vera e propria richiesta di modifica dell'o.d.g. Fuori dal palazzo c'è un presidio di lavoratrici delle Cooperative che lavorano per la pulizia nelle scuole, volevo chiedere se fosse possibile riceverle alle ore 13, così come facciamo abitualmente.



PRESIDENTE

Così come abbiamo sempre fatto, credo sia assolutamente possibile incontrare la delegazione. So che Sala Viglione è occupata dalla conferenza stampa di presentazione dell'attività della Consulta delle elette. Far sapere all'Aula dove possiamo fare l'incontro.


Argomento: Montagna - Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 652 presentato dai Consiglieri Barazzotto, Molinari Boeti, Valle, Conticelli, Grimaldi, Chiapello, Bertola, Frediani, Motta e Ottria, inerente a "Nuovo Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia: incentivare le misure di sostegno e protezione alle attività agro silvo-pastorali in alternativa alle deroghe al divieto di abbattimento dei lupi" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Chiedo che sia inserito l'ordine del giorno n. 652 che ha per oggetto "Nuovo Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia: incentivare le misure di sostegno e protezione all'attività agro-silvo-pastorali in alternativa alle deroghe al divieto di abbattimento dei lupi".



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno n. 651 presentato dai Consiglieri Berutti, Graglia e Ruffino, inerente a "DL 4 dicembre 2015, n. 191 recante 'Disposizioni urgenti per la cessione a terzi dei complessi aziendali del gruppo ILVA'" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Presidente, non voglio far polemica, ma avevo presentato l'ordine del giorno n. 651, sull'ILVA. Vedo che è stato inserito nell'ordine dei lavori di oggi l'ordine del giorno n. 648 del Consigliere Ottria avente lo stesso oggetto. Chiedo che venga inserito anche il mio documento.



PRESIDENTE

Certamente. Sarà attratto nel momento in cui passeremo ad esaminare l'ordine del giorno n. 648.


Argomento: Condizione femminile

Ordine del giorno n. 649 presentato dai Consiglieri Marrone e Vignale inerente a "Utero in affitto: carcere per la maternità surrogata" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Ho visto che è scomparso dall'ordine dei lavori - benché fosse stato richiesto alla Conferenza dei Capigruppo e inserito - l'ordine del giorno sulla maternità surrogata, che era subito dopo quello sulla neve, per capirci.
Chiedo che sia inserito in quel punto, perché voglio ricordare che era già stato respinto l'abbinamento al DDL Cerutti. Per diverse sedute di Consiglio è rimasto in quella posizione e poi è sparito.



PRESIDENTE

Quindi intende trattarlo subito dopo le due mozioni sulla neve.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Caputo, Conticelli, Ferrari Ferraris e Ferrero.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute dell'1 marzo 2016.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 23 febbraio 2016.


Argomento: Pari opportunità

Esame disegno di legge n. 141, inerente a "Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale" (rinvio)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 141, inerente a "Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale." , di cui al punto 3) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Chiedo scusa, Presidente.
Poiché la relatrice di maggioranza del provvedimento, la Consigliera Conticelli, ha avuto un grave lutto in famiglia come i colleghi sanno chiediamo se, per cortesia, non si possa slittare l'esame della parte finale di questo disegno di legge alla prossima seduta di Consiglio e procedere con il resto dell'o.d.g.



PRESIDENTE

Grazie,collega Gariglio.
Tutto il Consiglio unanime fa le condoglianze e si unisce al dolore della Consigliera Conticelli.
Se l'Aula acconsente, passiamo al punto successivo.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente al rinvio)


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proposta di deliberazione n. 100, inerente a "Decreto legislativo 3 aprile 2016, n. 152, art. 199 Adozione del progetto di piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione e proposta al Consiglio regionale della relativa approvazione" (questione pregiudiziale)


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 100, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Essendo una proposta di deliberazione, e non un disegno di legge o una proposta di legge, non è prevista - e questo, a mio avviso, è una falla del Regolamento - la figura del relatore di minoranza, e, giustamente, per presentare i nostri emendamenti di merito servono le firme di tre Capigruppo.
Abbiamo ottenuto le firme del Presidente Pichetto e del Presidente Marrone, che peraltro ringrazio, quindi mi reco immediatamente al banco della Presidenza per presentare gli emendamenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Noi porremmo una questione pregiudiziale affinché non si discuta, in questa sessione, il punto in oggetto. Semplicemente per un motivo: il nostro Gruppo consiliare da mesi (cioè dall'inizio della discussione del Piano rifiuti) ha richiesto l'ammontare della spesa pro capite dei cittadini piemontesi relativamente ai rifiuti negli ultimi tre o quattro anni.
E' una richiesta che abbiamo trasmesso nel mese di ottobre (o novembre), insomma quando la Commissione ha iniziato la discussione del relativo Piano, ma non abbiamo mai ottenuto risposta.
Senza entrare nel merito - perché, essendo una questione pregiudiziale non si può fare - è evidente che mancando un dato, che è un dato esiziale su una valutazione del Piano stesso, noi chiediamo che venga posticipata la discussione, in attesa di ricevere una risposta.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Proporrei due minuti di sospensione per verificare la richiesta del Consigliere Vignale.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.36, riprende alle ore 10.49)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prima di cedere la parola al Consigliere Vignale, comunico a tutta l'Aula e alla Consigliera Frediani, in particolare, che lo ha richiesto che l'audizione delle lavoratrici è prevista alle ore 13, alla chiusura del Consiglio, presso la Sala dei Presidenti, ricordando, comunque, che rappresenta sempre un precedente quello di ricevere persone che non abbiano comunicato anticipatamente a quest'Aula, in modo da potersi organizzare in maniera più concreta e costruttiva, la propria presenza e la richiesta di essere auditi.
Nel frattempo, chiedo al Consigliere Vignale se intende mantenere la questione pregiudiziale.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Sì, sì.



PRESIDENTE

A questo punto, può intervenire un oratore per Gruppo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intervengo, ovviamente, esprimendomi a favore della questione pregiudiziale posta dal Gruppo di Forza Italia.
Se il Gruppo di Forza Italia ha inteso presentare tale questione pregiudiziale è perché, in qualche modo, la documentazione richiesta era ritenuta importante ai fini della redazione di un'attività emendativa o di proposta di modifica del testo o di integrazione del testo del Piano rifiuti da portare in Commissione o, a questo punto, in Aula.
Ritengo dunque fondata la questione posta dal collega Vignale.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Bertola.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Noi siamo assolutamente convinti che ogni Gruppo consiliare abbia diritto di richiedere la documentazione necessaria per le proprie attività legislative, di indirizzo e di controllo, quindi chiediamo alla Giunta regionale di fornire prontamente ogni documentazione richiesta dai Gruppi di opposizione.
Credo che questo sia un diritto inalienabile di ciascun Consigliere e dei Gruppi.
Ciononostante, non ravvisiamo la necessità di sospendere la trattazione del punto, anche perché abbiamo avuto una Conferenza dei Capigruppo dove il punto in oggetto è stato calendarizzato e non sono state poste questioni problematiche. Credo, quindi, che, trattandosi di un provvedimento importante, su cui la discussione sarà verosimilmente non breve, si possa iniziare la discussione e l'esame del provvedimento; nel frattempo, confido che dall'Assessorato possano pervenire le informazioni necessarie per il pieno e proficuo lavoro di tutti i Gruppi consiliari. Non credo che ci siano ragioni per non passare all'esame del punto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Con la nostra richiesta di pregiudiziale non si intendeva ledere il lavoro svolto in Commissione. Tuttavia, fin da subito, insieme ai colleghi del Gruppo di Forza Italia, il sottoscritto aveva scritto una lettera con cui si palesava l'importanza di conoscere gli impatti economici sui piemontesi.
Oggi ci accingiamo a discutere di un Piano che - emergerà nel corso della discussione generale - oltre ad avere degli elementi di criticità, ha anche un impatto economico sui piemontesi.
Capisco che ci siano più filosofie per determinare questo tipo di impatto, ma qualunque sia quella adottata dagli Uffici o dall'Assessorato mai ci è stata fornita. Non è mai pervenuta alcuna tabella che indicasse allo stato attuale, il costo dell'organizzazione e smaltimento rifiuti e quale sarebbe stato il costo successivo, alla luce di questo Piano estremamente innovativo, rispetto all'aumento della raccolta differenziata all'impiantistica prevista, eccetera. Noi volevamo sapere qual era l'impatto sui cittadini.
La lettera era piuttosto chiara e più volte in Commissione l'Assessore ha risposto di non saper comparare economicamente questi dati.
Oggi iniziamo la discussione di un Piano che ha un impatto notevole dal punto di vista economico e sociale sull'intero Piemonte, ma non si conoscono le quantità economiche che sottendono l'intero Piano.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Valmaggia; ne ha facoltà.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
In merito a questa richiesta, come abbiamo già discusso più volte in Commissione, il dato della tariffa relativa alla raccolta e al trattamento dei rifiuti urbani varia da consorzio a consorzio, e, all'interno di ciascun consorzio, da comune a comune. Perché - chi ha fatto l'Amministratore comunale lo sa - nella tariffa e nell'incarico dato al gestore della raccolta dei rifiuti a volte si aggiungono altri servizi collaterali, quali la pulizia delle caditoie, il lavaggio strade, lo sgombero neve e quant'altro, che fanno parte del capitolato d'appalto, ma fanno sì che il dato non sia confrontabile né omogeneo, quindi poco significativo per quanto riguarda i ragionamenti relativi al Piano dei rifiuti.
In ogni caso, se la richiesta è conoscere il costo degli appalti dei Consorzi, rapportato al numero degli abitanti che fanno parte del Consorzio, penso che nel giro di qualche ora forniremo queste informazioni che - ripeto - come abbiamo già spiegato più volte in Commissione, sono poco significative, per nulla significative sul Piano dei rifiuti, perch all'interno ci sono situazioni molto diverse che vengono inserite in questo dato.
Chiederei, quindi, che si avvii la discussione generale sul Piano dei rifiuti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Non essendoci altri interventi, procediamo con la votazione della pregiudiziale avanzata dal Consigliere Vignale.
Chi vota "sì" è a favore della sospensione della discussione del provvedimento; chi vota "no" è contrario alla sospensione della discussione.
Il numero legale è 24.
Indìco la votazione palese sulla questione pregiudiziale proposta dal Consigliere Vignale.
Il Consiglio non approva.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Vorremmo che il comportamento fosse uguale. Noi oggi abbiamo bisogno di un minuto di tempo per votare, come l'Assessore Valmaggia.



PRESIDENTE

Quando ho presieduto, Consigliere Vignale, sa che ho sempre lasciato scadere. Poi, ogni Presidente può decidere come comportarsi e sa che il Regolamento prevede che da 30 secondi si può sospendere.
L'Assessore Valmaggia aveva già garantito il numero legale quando avevamo ancora con molti secondi a disposizione.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame proposta di deliberazione n. 100, inerente a "Decreto legislativo 3 aprile 2016, n. 152, art. 199 Adozione del progetto di piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione e proposta al Consiglio regionale della relativa approvazione" (seguito)


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto la proposta di deliberazione n. 100, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Iniziamo la discussione generale.
La parola al Consigliere Ferrentino.
Nel frattempo, chiedo alla "barcaccia", soprattutto alla mia sinistra un po' di silenzio!



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

C'è la discussione generale, non ci sono relatori.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Non è la prima volta; è una deliberazione, non è una legge. La presenti almeno il titolare della deliberazione.



PRESIDENTE

Chiedo scusa al Consigliere Ferrentino.
La parola all'Assessore Valmaggia per l'illustrazione.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Questo Piano regionale dei rifiuti è un piano che la nostra Regione attende da qualche anno. Siamo fermi, per quanto riguarda la gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione, al piano precedente, che è datato 1997, abbiamo anche in corso una procedura di infrazione a livello europeo per questi ritardi, quindi è un piano che abbiamo la necessità di approvare rapidamente e che riguarda la programmazione dei rifiuti rispetto ai prossimi cinque anni.
I dati sono relativi al 2016-2020 e questi sono i contenuti conseguenti alla premessa che ho fatto per quella che è la programmazione rispetto alla gestione dei rifiuti.
L'elemento nuovo degli ultimi anni è che con l'articolo 35 dello "Sblocca Italia" è stato introdotto il principio per cui l'impiantistica legata alla gestione dei rifiuti non sarebbe gestito all'interno dell'ambito, nemmeno a livello regionale, ma, soprattutto per quanto riguarda gli inceneritori, a livello addirittura nazionale.
Come Regione ci siamo opposti a questo tipo di impostazione; abbiamo ricondotto le indicazioni nazionali ad una programmazione regionale e interregionale, quindi abbiamo impostato un piano dei rifiuti che, rispetto al passato, prevede il mantenimento della gestione per quanto riguarda la raccolta e il trattamento in capo alle realtà territoriali, quindi ai Comuni organizzati in Consorzi e gestiti dalle ATO e, per quanto riguarda la gestione e la programmazione dell'impiantistica, a livello regionale.
Gli obiettivi del Piano ci vengono dati dall'Unione Europea in un'ottica di economia circolare, questo è il percorso, e sono gli obiettivi che l'Unione Europea si dà nei prossimi anni, che si traducono in una progressiva riduzione complessiva dei rifiuti prodotti. Noi stimiamo nel 2020 una riduzione della quantità dei rifiuti prodotti pro capite che scenda a 455 chilogrammi per abitante, a fronte di una situazione attuale di 486 chilogrammi per abitante; un incremento della raccolta differenziata (l'obiettivo al 2020 è di raggiungere il 65% del territorio regionale perché al 2014 siamo ad una percentuale di raccolta differenziata del 53,5 in Piemonte). Quindi, abbiamo dei margini di crescita sulla raccolta differenziata, ma non tanto la raccolta differenziata in senso lato.
Quello che è importante è che, insieme al dato della raccolta differenziata, vi sia anche quello del tasso di riciclaggio, cioè la parte di prodotto differenziato che può essere effettivamente riutilizzato, con il raggiungimento - questo è un altro obiettivo che ci poniamo con questo piano - di un tasso di riciclaggio pari almeno al 55% in termini di peso.
Questi sono gli obiettivi del quinquennio, per i quali bisogna mettere in campo una serie di azioni. Azioni che riguardano la fase di raccolta che deve passare, da un'impostazione di tipo stradale, sempre più ad una logica di raccolta porta a porta che prelude ad una differenziazione preventiva dei rifiuti. Una raccolta porta a porta che trascina i ragionamenti legati alla tariffa puntuale, legati agli incentivi e alle penalità: incentivi e premialità per i meritevoli e penalità per i meno meritevoli e per i non meritevoli.
Quindi, il piano parte da una fotografia ferma al 2013-2014. Sappiamo che negli ultimi anni ci sono stati dei miglioramenti soprattutto laddove si è passati da un sistema di raccolta stradale a un sistema di raccolta porta a porta, che prevede un forte intervento per quanto riguarda l'impiantistica nel trattamento del prodotto differenziato, riducendo e limitando sempre di più la parte residuale che viene poi collocata all'interno delle discariche e usando, per quanto riguarda il Piemonte, il termovalorizzatore del Gerbido. Quest'ultimo è entrato in attività un paio di anni fa come impianto sufficiente per le necessità piemontesi, in contrasto con la programmazione nazionale che prevedeva un ulteriore impianto di incenerimento.
Si sono anche individuati degli obiettivi programmatici che non si fermano al quinquennio, cioè al 2020, ma che traguardano al medio e lungo termine, quindi obiettivi indicativi per il 2025 e anche obiettivi per il 2030. Questo è un elemento che si è costruito in Commissione insieme ai Consiglieri di maggioranza e di opposizione: ringrazio per il lavoro fatto oltre che gli Uffici, anche la Presidente Accossato e i Commissari, perch in Commissione hanno permesso di guardare un po' oltre.
La Regione, proprio per questo, vuole orientare le proprie scelte affinché al 2030 si realizzi un'ulteriore riduzione della produzione di rifiuti - il fine è quello di scendere sotto i 400 kg annui per abitante e un aumento della raccolta differenziata e del tasso di riciclaggio: raccolta differenziata che si vorrebbe superasse sul territorio - in alcune aree del Piemonte già lo si fa, ma l'auspicio è che il dato sia uniforme su tutto il territorio piemontese - il 75% al 2030, tasso di riciclaggio che superi il 65%, quindi una riduzione progressiva al ricorso della valorizzazione energetica dei rifiuti indifferenziati e anche della produzione di CSS per arrivare, attraverso una riduzione di questo tipo di prodotti, al trattamento in discarica soltanto con non più del 10% della produzione complessiva di rifiuti urbani. Si tratta cioè di trasformare il sistema piemontese dei rifiuti, che in passato aveva il centro nella discarica - era un sistema "discaricocentrico", potremmo dire così - in un sistema ad economia circolare, dove il ciclo della vita dei prodotti nella loro trasformazione riduce ad un dato minimale la quantità di prodotto che viene conferita in discarica.
Questi sono alcuni degli elementi che sono contenuti nel piano: direi che si tratta degli elementi più importanti, sia in termini di obiettivi che di azioni che vengono portate avanti.
L'elemento che aggiungerei ancora è l'individuazione degli step di monitoraggio. Non si tratta, quindi, di ipotizzare degli obiettivi a lungo termine, dicendo che lì è dove vogliamo andare, ma poi non controllando passo passo che la strada e il percorso intrapresi ci avvicinino a questo obiettivo. Si tratta, invece, di avere dei momenti di monitoraggio e di controllo e delle tappe intermedie in questo cammino complessivo, che sulla partita dei rifiuti - e qui chiudo - abbiamo l'estrema necessità, come Regione Piemonte, di far ripartire, in un'ottica di seria e concreta programmazione, ma con obiettivi che siano più ambiziosi di quelli che al momento abbiamo raggiunto.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per la discussione generale, ha chiesto di intervenire il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Penso che questo sia un provvedimento importante che i territori e gli Amministratori locali attendono da molti, troppi anni. E quindi mi auguro e spero che il Consiglio regionale, ovviamente nel rispetto delle posizioni reciproche, lo possa licenziare nel più breve tempo possibile.
Come Gruppo del Partito Democratico, abbiamo aperto una fase di ascolto dei territori: appunto perché si trattava di un provvedimento atteso da troppi anni, abbiamo tenuto assemblee pubbliche in tutte le Province piemontesi, cercando di ascoltare le percezioni, le preoccupazioni, le aspettative di aziende, Sindaci, Amministratori sul territorio. E devo dire che questa fase di ascolto è stata sicuramente estremamente importante.
Voglio anche ribadire che il lavoro della V Commissione presieduta dalla collega Accossato è stato un lavoro importante e proficuo, dove si è valorizzato il ruolo dei diversi Gruppi. E voglio ringraziare anche gli Uffici dell'Assessorato. Appena il provvedimento era stato presentato in Commissione, noi come Gruppo avevamo detto da subito che quello era un programma che cercava di recuperare il tempo trascorso, ma non poteva assolutamente essere quello il Piano rifiuti che la Regione Piemonte si aspettava e doveva mettere a disposizione dei territori. Per questo è partito un lungo lavoro di confronto. Io ringrazio, ovviamente, oltre il Presidente, il lavoro che tutti i Gruppi hanno svolto. Ho detto più volte anche pubblicamente che è stata importante l'azione di ulteriore stimolo con cui il Gruppo del Movimento 5 Stelle ha accelerato l'approfondimento e la discussione in Commissione, tramite la presentazione di moltissimi emendamenti.
Devo dire che mi sembra che l'atto di indirizzo, che poi è stato sottoscritto da tutti i componenti della Commissione - quindi da tutti i Gruppi - sia il corollario di un lavoro importante. Lo abbiamo già fatto in Commissione, ma ringraziamo anche il collega Paolo Allemano, che ha sempre creduto fosse possibile giungere ad un lavoro condiviso, ovviamente pur con le differenze che ancora ci sono ed esistono tra i diversi Gruppi.
Penso però che, da come era entrato in Commissione, il Piano rifiuti ne esca sicuramente rafforzato negli obiettivi, tenendo presente quel che diceva anche l'Assessore, e cioè che ovviamente, quando si fa un piano come questo, solitamente si ha un traguardo più ampio; dovendolo traguardare al 2020, stiamo parlando di un documento che avrà una vigenza di nemmeno quattro anni (sostanzialmente di tre anni e mezzo), quindi secondo me è stato giusto e corretto che la Commissione si desse due obiettivi temporali: uno parametrato al 2020 come previsto e l'altro, per immaginando già di lavorare con un traguardo più ampio al 2030, che permette sicuramente di porsi degli obiettivi più importante e più cogenti.
Occorre sapere infatti che all'interno della Regione Piemonte ci sono realtà le più diverse, sia per metodo sia per costo della raccolta rifiuti e che si differisce non soltanto tra azienda e azienda, tra ambiti e ambiti, ma all'interno delle aziende tra Comuni e Comuni, perché sono diverse le tipologie di assimilazione dei rifiuti e dei diversi servizi che vengono inglobati nella raccolta rifiuti.
Sicuramente, si è trattato di un lavoro importante, con alcuni capisaldi che sono patrimonio di tutti i Gruppi. Uno è quello, ovviamente dell'economia circolare, che deve assolutamente indirizzare tutti gli atti di questa Regione, sapendo appunto che tra le diverse realtà la Regione Piemonte.
Noi abbiamo ascoltato in questa sala l'esperienza della società Contarin. Devo dire che è sicuramente un'ottima e virtuosa esperienza, di cui c'è traccia, però, anche in Piemonte ci sono aziende e territori che fanno esattamente la stessa tipologia di raccolta di quella realtà, anche se loro hanno un bacino omogeneo.
Noi dobbiamo avere diversi obiettivi, ad esempio quello di sollecitare il Governo affinché ci sia un'azione politica forte sulla riduzione degli imballaggi. Dobbiamo guardare moltissimo a coloro che hanno la titolarità sulla raccolta rifiuti, cioè i Sindaci e i Consigli comunali. Quindi prevedere meccanismi premiali e meccanismi sanzionatori per quei Comuni che hanno obiettivi modesti o non raggiungono gli obiettivi che il piano si dà.
Li ricordo tutti e tre, perché sono tre gli indicatori numerici alla base di questo Piano.
Il primo è chiaramente l'aumento della raccolta differenziata, con una percentuale minima del 65%, unita ad una percentuale minima di riciclo del 55%, ma legata ad una produzione di rifiuti indifferenziati che ci dà un numero importante (159 kg/anno per abitante). Questo è un obiettivo estremamente importante e sicuramente ambizioso.
Ovviamente noi facciamo nostro il tema del "chi inquina, paga", quindi assumiamo come obiettivo quello della tariffazione puntuale per responsabilizzare maggiormente i cittadini piemontesi, attraverso i Consigli comunali, verso un forte incremento della raccolta differenziata che passa attraverso il meccanismo di tariffare l'effettiva produzione di rifiuti indifferenziati.
E' chiaro che il tema dei rifiuti ha una valenza economica importante quindi, oltre ad un piano regionale relativo all'impiantistica, abbiamo ribadito alcuni concetti inseriti anche all'interno del piano stesso e nell'atto di indirizzo.
L'esperienza e l'attività del termovalorizzatore del Gerbido dovrà avere termine con la data del contratto di servizio datato 2033. Pertanto bisogna utilizzare questo lasso di tempo per fare in modo che la produzione di rifiuti differenziati abbia una discesa verticale mettendo in campo una serie di incentivi e di premialità per quei territori che assumono comportamenti virtuosi attraverso il coinvolgimento dei cittadini, ma anche un'attività educativa rispetto al tema dei rifiuti e una serie di filiere che possono rappresentare una delle tante risposte che la Regione Piemonte si aspetta da questo nuovo Piano dei rifiuti.
Quindi, mi sembra che ci sia stato un ruolo importante di tutti all'interno della Commissione, ma abbiamo anche chiesto un ruolo cogente alla Giunta della Regione Piemonte, laddove andiamo a dire non solo che il Piano deve essere approvato nel più breve tempo possibile, ma anche che le due leggi regionali che ad esso necessariamente si accompagnano (la legge n. 7/2012 e la legge n. 24/2002) vanno fortemente modificate. Una delle cose che in tutte le assemblee pubbliche gli amministratori hanno chiesto è la modifica della legge n. 7 e della legge n. 24.
In questo atto di indirizzo abbiamo indicato anche dei termini entro i quali chiediamo che la Giunta porti all'attenzione della V Commissione le modifiche delle due leggi, rispettivamente la legge n. 7 entro 60 giorni e la legge n. 24 entro 90 giorni. Proprio per completare il percorso fatto necessariamente va rivista la governance del sistema rifiuti.
Ringrazio la Presidente della Commissione e tutti i Gruppi per l'ottimo lavoro svolto e spero che questo possa continuare anche con la discussione in Consiglio regionale.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media "A. Manzoni" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe III A della Scuola Media "A. Manzoni" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame proposta di deliberazione n. 100, inerente a "Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 199. Adozione del Progetto di Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione e proposta al Consiglio regionale della relativa approvazione" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 100, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
La pianificazione in materia di gestione dei rifiuti urbani, così come dei rifiuti speciali, è una delle competenze più importanti in capo alle Regioni per quanto riguarda l'ambiente. Competenza alla quale, purtroppo la nostra Regione per anni ha deliberatamente rinunciato. L'ultimo Piano rifiuti è del 1997 e successivamente non ne sono stati approvati altri. Era stato avviato un percorso per un nuovo Piano rifiuti nella VIII Legislatura, quindi due legislature fa, ma non era stato portato a termine.
Quindi, sicuramente era ed è urgente per la nostra Regione avere un Piano rifiuti. E', però, urgente avere un piano che serva, che possa portare ad obiettivi di sostenibilità ambientale, di tutela della salute dei cittadini e anche di riduzione dei costi per i cittadini e, come dovrebbe fare un Piano rifiuti corretto, alla possibilità di creare posti di lavoro.
Quindi, da qui parte la nostra forte critica al piano presentato dalla Giunta in Commissione: un piano che, per stessa ammissione della Giunta nasceva già un po' vecchio, perché partiva da una bozza elaborata diversi anni prima ed era, in qualche modo, il minimo che si potesse fare. Ed era un piano che era ed è ancora, in parte, un piano che non può trovare il nostro accoglimento, perché conteneva e contiene per buona parte degli obiettivi insufficienti: l'obiettivo della raccolta differenziata (il 65%) il 65% è ciò che le normative nazionali ci chiedevamo di raggiungere entro il 2012, e siamo già nel 20166.
Questo obiettivo del 65% è stato portato al 2020, quindi partiamo da un 52-53% e l'obiettivo per questi cinque anni, secondo la Giunta, doveva essere solo quello di arrivare al 65%. Purtroppo questo obiettivo non è cambiato, perché è diventato almeno il 65%, con un po' un gioco di parole.
Obiettivo di riduzione dei rifiuti: anche questo è un elemento molto importante, poiché nelle normative comunitarie - e, di conseguenza, nelle leggi nazionali che le hanno recepite - la riduzione della produzione dei rifiuti è il primo obiettivo in scala di importanza. Quindi, giustamente si dice, per prima cosa "fai meno rifiuti, perché meno ne hai e meno avrai difficoltà a gestirli, a smaltirli o a recuperarli".
Anche questo è un obiettivo insufficiente. Il piano rifiuti ci dice 455 kg di produzione pro capite annua al 2020. Se prendiamo i dati degli ultimi anni, in realtà 455 kg significano un aumento della produzione dei rifiuti.
Quindi, ci si chiede come mai abbiamo l'obiettivo di riduzione dei rifiuti e ci prefiggiamo di aumentarne invece la produzione al 2020. Semplicemente perché è stato preso un dato, che è stato definito il dato pre-crisi.
Poiché uno degli effetti della crisi economica è stato anche quello di ridurre i consumi e, conseguentemente, la produzione dei rifiuti, in qualche modo non sono stati ritenuti attendibili i dati che negli ultimi anni hanno fatto registrare una riduzione della produzione dei rifiuti pertanto si è preso il dato del 2010, antecedente alla crisi, anche se la crisi era già iniziata.
La Giunta regionale, pertanto, ha fissato un obiettivo di riduzione rispetto a quel dato e non rispetto ai dati attuali. Questo è un altro errore, perché i Paesi che hanno ottenuto dei risultati migliori nella riduzione della produzione dei rifiuti sono quelli che hanno disaccoppiato la produzione dei rifiuti dall'andamento dell'economia.
Sono stati fatti degli studi da organismi importanti; c'è addirittura uno studio della Corte dei Conti, che si è occupata di rifiuti e ha suddiviso i Paesi europei in tre fasce, a seconda di come hanno gestito la produzione dei rifiuti. Inutile dire che l'Italia è nell'ultima fascia: la peggiore, perché non è ancora riuscita a separare il dato della produzione dei rifiuti da quello economico.
Dire che la produzione dei rifiuti è legata unicamente all'andamento dell'economia e dei consumi significa rinunciare a delle politiche attive che possano portare a una riduzione della produzione dei rifiuti.
Altro aspetto è la gestione del rifiuto indifferenziato: purtroppo, in questo documento non è ancora prevista - almeno, non al 2020 - la dismissione dell'inceneritore del Gerbido, l'inceneritore di Torino.
Pertanto, esso non contiene, nella sua realizzazione, dal 2015 (ormai 2016) al 2020, la rinuncia all'incenerimento.
Abbiamo detto più volte come il nostro Gruppo e la nostra forza politica siano profondamente contrari all'utilizzo della tecnica dell'incenerimento per gestire il rifiuto indifferenziato e come purtroppo, questo si traduca nella distruzione di risorse che potrebbero essere riciclate, non solo perché nell'indifferenziato ci sono delle materie che possono anche riciclabili, ma anche perché la scarsa qualità della raccolta differenziata fa sì che nell'inceneritore finiscano anche ad esempio, degli imballaggi che in realtà non dovrebbero finire.
Tutti questi elementi di contrarietà hanno fatto sì che il Movimento 5 Stelle presentasse più di 500 emendamenti in Commissione. Buona parte di questi erano emendamenti di merito, poiché il nostro giudizio negativo riguardava tutti gli aspetti del Piano dei rifiuti.
Si è aperto un tavolo di lavoro molto costruttivo (lo riconosco), in parallelo alle sedute della Commissione, per evitare una discussione che avrebbe perso un po' di senso, visto l'alto numero di emendamenti. Questo tavolo ha portato ad un confronto aperto tra le forze politiche che - in qualche modo - ha contribuito a fornire una soluzione che potesse chiudere la discussione in Commissione.
Il nostro giudizio è rimasto negativo, poiché gli obiettivi che citavo prima (produzione dei rifiuti, raccolta differenziata, tasso di riciclaggio, produzione di CSS - Combustibile Solido e Secondario, che va comunque bruciato) non sono stati modificati o, meglio, non sono stati modificati come avremmo chiesto noi.
Tuttavia, volendo guardare sempre il bicchiere mezzo pieno, l'ampia discussione avvenuta all'interno della Commissione ha permesso - a nostro avviso - di migliorare leggermente questo Piano. Sono stati approvati 15 nostri emendamenti e più di 20 sono stati recepiti dagli emendamenti presentati dalla Giunta. Siamo riusciti ad ottenere che il Piano, pur avendo una durata fino al 2020, contenesse una visione per il futuro poiché il buon politico e il buon pianificatore deve avere una visione che non vada da qui a cinque anni, ma da qui a 20 o 30 anni, altrimenti non c'è una visione del futuro, ma solo una visione da qui alle prossime elezioni.
E questa è una delle cose che - se vogliamo - ha rovinato questo Paese.
Abbiamo, pertanto, ottenuto di porre degli obiettivi anche al 2025 o al 2030 sulla raccolta differenziata (ci si prefigge di arrivare al 75% nel 2030), sulla riduzione dei rifiuti (400 kg pro-capite nel 2030) e soprattutto e non meno importante, abbiamo ottenuto di far mettere nero su bianco che questa Regione intende rinunciare alla pratica dell'incenerimento dei rifiuti, e quindi si metterà nelle condizioni di rinunciare. Certo, non domani mattina, come peraltro vorremmo noi; vorremmo domani mattina, non perché pensiamo che dall'oggi al domani si possa spegnere l'inceneritore, ma perché riteniamo che determinate scelte andavano fatte molti anni fa, invece di progettare l'inceneritore. Ma, ora ci troviamo con questo impianto che non è nemmeno più pubblico ricordiamolo - perché è stato ceduto ai privati, quindi abbiamo ottenuto di mettere nero su bianco la rinuncia all'incenerimento, almeno alla data di scadenza del contratto di servizio dell'impianto, prevista al 2033. Poi, è chiaro che, se cambierà anche il Governo di questa Regione e se avremo la possibilità di amministrarla, cercheremo di avvicinare questa data il più possibile.
Abbiamo, poi, ottenuto, attraverso un ordine del giorno che recepisce molte delle nostre richieste e che è stato poi firmato da quasi tutti i componenti della V Commissione, di inserire degli obiettivi e degli indirizzi molto importanti per la revisione delle due leggi che reggono il sistema dei rifiuti in Piemonte (rispettivamente, la legge 24/2002 e la legge 7/2012). La Giunta dovrà presentare, entro tempi brevi (60 e 90 giorni), la revisione di queste leggi.
In più, abbiamo ottenuto d'inserire un cronoprogramma chiaro e degli indirizzi chiari per arrivare a tariffazione puntuale, degli indirizzi per arrivare a degli standard qualitativi di buon livello sulla raccolta differenziata e, poi - soprattutto - il sostegno alle filiere del riciclo anche attraverso l'utilizzo dei fondi europei.
Questi sono elementi assolutamente positivi, che - però - non sono contenuti nel documento, ma in un atto d'indirizzo che approveremo separatamente, anche se sappiamo che gli atti di indirizzo devono trovare attuazione puntuale da parte della Giunta regionale e sappiamo anche che spesse volte non è così.
Il nostro giudizio sul Piano rimane, per buona parte, negativo. Questo è il motivo per cui abbiamo presentato una settantina di emendamenti di merito riguardanti le parti che riteniamo vadano assolutamente modificate.
Inoltre, nonostante il dibattito interessante e costruttivo avvenuto in Commissione, poiché, purtroppo, le Commissioni non sono ancora pubbliche il luogo giusto dove tutte le forze politiche devono rappresentare le loro idee e posizioni è l'esame dell'Aula, ed è questo il motivo per cui noi illustreremo in Consiglio i nostri emendamenti di merito al Piano.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Desidero intervenire, nonostante il collega Ferrentino e l'Assessore abbiano già illustrato i contenuti salienti della delibera durante l'illustrazione della medesima, proprio perché ritengo che il tema della gestione dei rifiuti sia un tema saliente e improcrastinabile.
Per troppi anni la Regione, pur avendo la competenza diretta in materia, ha rinunciato ad un'attività di programmazione. Questo, come veniva ricordato anche nell'intervento che mi ha preceduto, ha fatto sì che molti Comuni e molti territori, anzi, tutti i territori, si siano mossi a macchia di leopardo.
Questo è giusto ricordarlo in Aula.
Nella nostra regione ci sono territori che hanno fatto enormi sforzi in materia di recupero, di riciclo, di valorizzazione dei prodotti e in materia tariffaria, dando un contributo essenziale per evitare che il Piemonte o alcune Province andassero in emergenza rifiuti, com'è accaduto in tante altre parti del nostro Paese. Tuttavia, ci sono territori che, per una ragione o per un'altra, non hanno fatto fino in fondo quello che era ed è il loro dovere.
E' chiaro che se manca una regia, ciascuno fa come meglio crede e più ci si avvicina al territorio più ci si scontra con il solito tema: scelte popolari o scelte impopolari? C'è chi ha il coraggio di farle, e poi magari ne paga lo scotto dal punto di vista elettorale e politico, e chi invece sceglie di non farle perché tanto nella sostanza non accade nulla.
Probabilmente, il tema ambientale non è da tutti avvertito come un paradigma ed un imperativo morale, prima ancora che politico. Abbiamo territori dove già oggi il tasso di raccolta differenziata è oltre il 70 ed altri che è intorno al 20-30%.
E' assolutamente necessario, quindi, dotarsi al più presto di questo Piano.
Occorre porsi degli obiettivi realistici che non guardino solo al breve periodo, ma - come è stato fatto - al medio/lungo periodo, dicendo: al di là della vigenza del singolo Piano (quello attuale ha una vigenza al 2020) noi poniamo degli obiettivi strategici di lungo periodo, imponendo che in questo breve periodo si avvii quel percorso funzionale a raggiungere anche gli obiettivi di più lungo periodo, monitorando il tutto con un sistema di premialità e di sanzioni, senza il quale qualunque piano, anche il più bello di questo mondo, non avrebbe la possibilità di vedere dei risultati.
Tra l'altro, nel muoversi a macchia di leopardo ci si è mossi, non solo nell'organizzare i servizi, ma anche nel regolamentare le assimilazioni.
Questo è un altro tema assolutamente centrale. E' chiaro che se punto ad un'alta simulazione, andando magari a recuperare tutto il riciclabile da alcune utenze posso mascherare il fatto che verso altre utenze, dove magari è più difficile, più complicato e più spinoso, non faccio fino in fondo il mio dovere.
Anche da questo punto di vista, un'uniformità di regole è assolutamente necessaria.
I temi salienti sono stati ricordati, ma non basta soffermarci sul tasso di raccolta differenziata, perché posso anche raccogliere il 100% in forma differenziata, ma se raccolgo male, poi, a valle del percorso, una buona parte di quello che ho raccolto in forma differenziata finisce nelle discariche vecchio stile o nel termovalorizzatore nuovo stile, senza aver fatto però dei veri ed autentici progressi.
Il vero tasso su cui concentrarsi è quello del riutilizzo, cioè il riciclo effettivo, il recupero effettivo di materia. Se una cosa davvero buona fa questo Piano, anche dopo il lungo dibattito che abbiamo portato avanti insieme, è di puntare all'economia circolare e al riciclo effettivo (riciclo effettivo oggi ancor ostacolato da una normativa nazionale).
Tutti sappiamo che, ad oggi, la contribuzione riconosciuta non è sufficiente e coerente rispetto allo sposare fino in fondo la strada dell'economia circolare.
Credo, quindi, che questa debba essere anche l'occasione perché una Regione importante come la nostra, d'intesa con quante più Regioni possibili, chieda, anche a livello nazionale, un ulteriore salto di qualità: un salto di qualità sulla produzione degli imballaggi; un salto di qualità che obblighi il recupero della materia, magari recuperando vecchie prassi che alcune decine di anni fa, quando eravamo più indietro, si facevano, tipo la restituzione delle bottiglie e degli imballaggi l'imposizione a chi produce - ma per davvero - di farsi carico dei costi della produzione degli imballaggi e saper identificare gli imballaggi effettivamente utili e necessari, da tanti punti di vista, da quelli inutili e rimuovibili anche oggigiorno, perché meno produco alla fonte meno devo smaltire a valle.
Penalità ed incentivi.
Altri elementi assolutamente importanti perché, finora, chi non ha fatto il proprio dovere fino in fondo non è stato sanzionato. Per questo motivo, territori più virtuosi si sono trovati a reggere una discussione davanti all'opinione pubblica, dove, da un lato, si diceva che si deve assolutamente aumentare il tasso di raccolta differenziata e differenziare perché le discariche vanno chiuse (perché l'umido non più finire nella discarica o nel termovalorizzatore, perché le direttive europee muovono in una certa direzione e perché lo dobbiamo rispetto alle generazioni future) e, dall'altro lato, se fossimo andati in emergenza rifiuti, se non ci fossimo dotati di un'impiantistica nuova, il danno ambientale ed economico sarebbe stato disastroso ed i costi sarebbero stati disastrosi.
Peccato, però, che questo percorso non l'abbiano seguito tutti e quindi oggi non siamo al livello che avremmo già dovuto essere, se tutti avessimo marciato allo stesso modo.
Questo Piano si pone l'ambizione di marciare tutti nella stessa direzione, con obiettivi coerenti e uguali per tutti, come l'incentivo anche dal punto di vista tariffario, per chi il proprio dovere lo fa fino in fondo.
Ad oggi, il costo della raccolta dello smaltimento dei rifiuti, specie laddove si sono realizzate le esperienze più virtuose, è un costo molto alto che grava su famiglie e su utenze non domestiche, quindi sulle attività produttive.
Il fatto di invitare e sposare il sistema del "porta a porta" e di coniugarlo con la tariffazione puntuale, è un altro punto fondamentale perché è giusto che la parte variabile della tariffa, quindi tutto il costo che dipende da quanto rifiuto si produce, venga differenziato, in relazione alla produzione effettiva.
Pertanto, chi meno produce meno paga; chi più produce più paga; chi meno differenzia, viene sanzionato; chi più differenzia, ad un certo punto deve vedersi una riduzione di costo.
Noi sposiamo anche il principio per cui, nel medio-lungo periodo, la strategia del recupero della materia è centrale rispetto alla strategia del recupero dell'energia, con l'obiettivo di arrivare al superamento della termovalorizzazione, con il recupero quasi integrale, per quanto possibile della materia medesima.
Come Aula dovremmo vigilare affinché i tempi che ci siamo dati di modifica delle altre due leggi - la n. 7 e la n. 24 - stretti ma necessari vengano rispettati. Anche in questo caso, possiamo dare tutti gli obiettivi migliori del mondo, ma senza una legge sulla governance, non li potremmo raggiungere o monitorare in modo adeguato.
E' giusto che, su raccolta e smaltimento, i territori vengano divisi in ambiti omogenei, perché davvero si riesca a puntualizzare i servizi più giusti per le caratteristiche del territorio. Non siamo tutti uguali: la città è diversa da un paese e la campagna è diversa dalla città. E' anche vero, però, che gli obiettivi uguali dovrebbero essere il paradigma attorno a cui muoversi.
Da ultimo, è necessaria la cooperazione di tutti i livelli di governo insieme agli ambiti omogenei che vedranno la luce e che potranno anche prendere per buone tutte le migliori esperienze che ci sono state in questi anni, e che non vanno sottaciute. Attraverso la Regione e attraverso i contatti con il livello nazionale, dobbiamo creare un sistema che non inventi nulla rispetto a quanto, in tante realtà europee e anche italiane giace oggi, cioè il recupero quanto più pervasivo di materia rispetto alle tecniche dello smaltimento in discarica o in termovalorizzazione come avviene oggi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Abbiamo lavorato a lungo in un gruppo tecnico, anche a latere della V Commissione, per sviluppare al meglio il Piano rifiuti, che è arrivato in una forma alquanto impresentabile. Viste le premesse e anche le moderate aperture della maggioranza, era difficile pensare ad uno stravolgimento malgrado il grande lavoro svolto abbia portato a dei piccoli impegni.
Impegni che non sarebbero male, ma il problema sono i tempi di questi impegni. Su questo, sinceramente, il nostro Gruppo non può ritenersi soddisfatto.
E' stato sottoscritto di chiedere una programmazione di impegni articolata in un tempo che andasse oltre il limite dei cinque anni del Piano. Crediamo sia impossibile avere una visione di lungo periodo di un qualcosa che richiede delle modifiche all'organizzazione dei sistemi di raccolta e smaltimento che va ben oltre i cinque anni del Piano. In cinque anni non possiamo vedere i risultati, ma questo non vuol dire che non possiamo vedere nessun risultato. Infatti, in questa versione definitiva, è stata sia accolta la richiesta del Gruppo Movimento 5 Stelle di citare obiettivi su più lungo periodo ma, di fatto, questo è servito poi ad annullare ogni tipo di miglioramento nell'ambito di attuazione del Piano.
Abbiamo che, al 2020, non vi è alcuna riduzione dei rifiuti pro capite in Piemonte, anzi, forse addirittura un aumento. Oserei dire che i fatti stanno superando il Piano. Le pure modeste aperture dei consorzi rifiuti e dei Comuni, di fatto, si stanno già portando ad un livello che è più avanti di quello che questo Piano presenta. L'abbiamo visto esemplificato nell'audizione al Consorzio di CSR del basso Alessandrino. Audizione che non a caso, richiesta dal Gruppo del Movimento 5 Stelle per evidenziare che alcuni si stanno già muovendo sulla tariffazione puntuale, su una raccolta dei rifiuti più accurata e migliore, sulla sensibilizzazione dei cittadini: tutte cose che noi chiedevamo fossero inserite nel Piano perché hanno una valenza economica, oltre che ambientale.
Abbiamo visto che sul territorio molti si stanno muovendo, facendo piani di sviluppo, piani industriali per raggiungere questi obiettivi prima ancora che il Piano rifiuti lo chieda. Quello che ormai non è più un rischio, ma è un dato di fatto, è che questo Piano nasce vecchio, seppure le modifiche e i miglioramenti che sono stati fatti nell'inutile tavolo tecnico intergruppo. Nasce vecchio perché si ancora a dei principi fondamentali. Si ancora alla presenza dell'inceneritore, per cui l'impegno è stato quello di garantire i flussi economici verso l'impiantistica di combustione dei rifiuti che sono un grande inceneritore in Provincia di Torino, quello del Gerbido, e i vari impianti di incenerimento e coincenerimento di CSS, quindi anche cementifici, che basano una parte dei loro introiti sul flusso di rifiuti.
Su questo siamo decisamente insoddisfatti perché queste richieste non sono state accolte. Infatti abbiamo che, al 2020, noi conserviamo 100 mila tonnellate circa di produzione di CSS, che è una cosa assolutamente invariata rispetto ad oggi. Vuol dire che, da qui a cinque anni, si esclude la possibilità di fare un passo avanti. Questo si spiega solo con la voglia di conciliare interessi industriali ed economici più che legittimi, per carità, ma questo non è l'ambito di lavoro di una Commissione ambiente, di qualcuno che deve spingere obiettivi che vadano oltre queste considerazioni, trovare nuove soluzioni, come quelle dell'indotto dei rifiuti. Superare questa cosa, dare uno stimolo alle aziende, parlare con loro, con l'auspicio che, in uno stimolo reciproco, si possano trovare soluzioni migliori.
E' chiaro che se la Regione non ha nessuna ambizione di fornire nuovi stimoli, tutti si adageranno sugli allori e non produrranno risultati migliori. Perché lo dovrebbero fare? Perché dovrebbero modificare la loro mentalità e il loro modo di fare business se neanche l'ente pubblico che deve governare gli aspetti ambientali glielo chiede? Sarebbero dei pazzi! Respingo in parte l'argomentazione del Consigliere Appiano, non perch non fosse intelligente, ma perché c'è il rischio di ribaltare sempre le responsabilità su un ente superiore, su un altro ente, senza guardare quello che possiamo fare noi. E' vero che la normativa nazionale è molto carente e che il 90% delle azioni concrete si devono fare a livello nazionale, ma questo non ci esime dal fare il nostro 10% e questo 10% noi non lo stiamo facendo. Voglio vedere, quando ci avvicineremo al 2020, se uscirà un altro Piano rifiuti che rinvierà di nuovo gli obiettivi. Gli obiettivi, che adesso sono positivi sul 2025-2030, magari saranno di nuovo livellati allo stato attuale. Quindi di cinque anni in cinque anni noi non facciamo nulla, poi si vedrà, poi lasciamo che il sistema, per inerzia faccia i suoi adattamenti con tempi che sono ovviamente doppi rispetto al caso in cui ci fosse una forte azione amministrativa, una forte azione delle istituzioni.
L'inceneritore del Gerbido è nato per bruciare un certo quantitativo di rifiuti della Città metropolitana, dopodiché, comunque, pur con tutta l'inerzia dell'amministrazione locale, certi risultati buoni sono stati raggiunti, quindi questo inceneritore può servire, in realtà, a tutto il Piemonte. Cosa si fa? Giacché serve a tutto il Piemonte, possiamo ampliarne la portata massima e servire d'aiuto alle altre Regioni, quindi, oltre al danno di non avere ridotto sufficientemente la nostra dipendenza da questo impianto, gli facciamo dipendere anche le altre Regioni che hanno lavorato altrettanto male, forse anche peggio del Piemonte.
Noi non ci accontentiamo di subire l'impatto ambientale dovuto alle nostre scelte sbagliate, ma subiamo anche l'impatto delle scelte sbagliate degli altri. Questa cosa è decisamente impopolare e inaccettabile, perch non si giustifica in nessun modo. Su questo sono decisamente federalista.
Penso che ci si debba aiutare a vicenda tra territori, ma con periodi molto circoscritti e dietro obiettivi precisi di raggiungimento di target di riciclo. Semplicemente, incamerando rifiuti e bruciando rifiuti di altre Regioni, sia pure siano una parte minoritaria del totale, sulla più grande conurbazione del Nord Ovest, facciamo fare un aerosol gratis giusto per mantenere gli utili di una compagnia che è una partecipata pubblica, ma questo non migliora la situazione, forse l'aggrava. Vuol dire anche che poi le amministrazioni fanno cassa in modo poco etico perché, da una parte incamerano soldi che servirebbero per il pubblico, ma lo si fa aggravando l'impatto ambientale sui cittadini. Questi tipi di scambi nel 2016 sembrano una cosa da vecchia politica macchiavelliana. E' un ragionamento assolutamente immorale.
Consideriamo anche che questi impianti di incenerimento, se non fossero stati largamente sovvenzionati, non si sarebbero retti da soli come equilibrio economico, perché non reggono, perché con raccolte differenziate molto sporche come quelle che facciamo ora e con alti tassi di umidità questi inceneritori, sostanzialmente, consumano metano per bruciare i rifiuti. Se dovessero quindi contare solo sulle loro forze, queste aziende non potrebbero vivere, per cui sono altri soldi pubblici che vanno a sovvenzionare questi impianti. Insomma, ci siamo messi in un circolo vizioso. Ma va tutto bene, perché quando si è costruito l'inceneritore effettivamente, non lo sapevamo ancora; facciamo finta che non ci si potesse porre degli obiettivi ambiziosi. Ma oggi le tecnologie ci sono, i metodi pure: esistono consorzi che, partiti nel 2005 o nel 2010, hanno raggiunto obiettivi di riciclo eccezionali in Italia, tra l'altro anche per realtà simili alla nostra. Adesso, quindi, non esistono più scuse per perpetrare questo salasso di soldi pubblici e impatto ambientale.
Con questo Piano si doveva dire "stop" a queste pratiche, almeno virtualmente, e avviarne la dismissione.
Invece, in questo Piano, ci troviamo un inceneritore attivo fino alla sua chiusura naturale del contratto, ossia fino al 2033.
Gli azionisti di IREN saranno felici, i cittadini e l'ambiente forse un po' meno.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Professionale Statale "G. Colombatto" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe II C dell'Istituto Professionale Statale "G. Colombatto" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame proposta di deliberazione n. 100, inerente a "Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, articolo 199. Adozione del Progetto di Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione e proposta al Consiglio regionale della relativa approvazione" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 100, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Come hanno ribadito molti colleghi, la discussione in Commissione di questo Piano rifiuti è stata lunga, si è trattato di un lavoro molto attento e molto accurato. Alla fine, nonostante i numerosi emendamenti presentati (più di 500, lo ha ricordava poc'anzi il Presidente Bertola) attraverso il contributo del gruppo di lavoro del tavolo tecnico, credo che si sia giunti ad un buon risultato, che ha visto anche la presentazione dell'ordine del giorno n. 656, sottoscritto da tutti i Gruppi consiliari che rappresenta una buona sintesi da cui partire, tenendo conto ovviamente, anche delle differenze di approccio.
Alcuni colleghi hanno già ricordato quanto sia differenziata la situazione della raccolta dei rifiuti a livello piemontese: accanto a situazioni di eccellenza, com'è stato ricordato, ne emergono altre in cui permane anche una forte resistenza culturale rispetto ad una vera raccolta differenziata e, quindi, all'ottenimento degli obiettivi previsti dalla normativa. La normativa nazionale - decreto legislativo n. 152 - è ancora molto legata alla cosiddetta "economia lineare", ossia produzione, consumo e smaltimento.
All'inizio del lavoro di Commissione avevo presentato un atto di indirizzo (ordine del giorno n. 527) che prevedeva la transizione verso un'economia circolare, promuovendo politiche maggiormente improntate sul riciclo e sul riuso dei materiali. Avevo presentato questo documento sulla base sia della normativa nazionale che di quella regionale, ma anche in considerazione del fatto che già le direttive a livello di Unione Europea avevano introdotto il concetto di "economia circolare", prevedendo una nuova gerarchia di gestione dei rifiuti, attraverso la prevenzione della produzione dei rifiuti a monte, la preparazione dei rifiuti per il riutilizzo e il riciclo dei rifiuti per ottenere nuovi prodotti da poter riutilizzare. Tutto ciò assumendo il principio dell'economia circolare, che promuove una gestione sostenibile dei rifiuti, attraverso la quale gli stessi rientrano, una volta recuperati, nel ciclo produttivo, consentendo il risparmio di nuove risorse.
Il perseguimento di questi scopi, secondo la Commissione europea creerebbe 580.000 nuovi posti di lavoro (ovviamente è un obiettivo auspicabile). I nuovi obiettivi della UE prevedono, oltre la riduzione dei rifiuti marini e alimentari, il riciclaggio del 70% dei rifiuti urbani e dell'80% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030 e, a partire dal 2025, il divieto di collocare in discarica i rifiuti riciclabili.
La legislazione prevede, dunque, un nuovo modo di approcciarsi alla gestione dei rifiuti.
Non va dimenticato che in Piemonte esistono già pratiche virtuose rispetto alla produzione, smaltimento e riciclo dei rifiuti urbani, messe in atto da alcuni consorzi della Regione, che hanno portato a raggiungere percentuali di raccolta differenziata del 71,99% - è già stato ricordato nell'anno 2013 a fronte di una produzione di rifiuti urbani di 374 kg pro capite nello stesso anno.
Come dicevo, l'obiettivo generale è quello di tendere al "rifiuto zero", più volte richiamato.
In questo senso, grazie al lavoro che è stato fatto e anche attraverso gli emendamenti che la Giunta ha presentato in questi mesi di discussione si è raggiunto, in qualche modo, un risultato accettabile, fornendo peraltro, anche una risposta al mio ordine del giorno n. 527, che probabilmente ritirerò, dal momento che risulterà superato.
In particolare, in merito al riciclaggio e al riuso dei rifiuti, il Piano fissa al 55% l'obiettivo del riciclo dei rifiuti urbani entro il 2020, prevedendo, quale misura per incrementare il riciclo degli imballaggi, l'introduzione di un sistema cauzionatorio su alcune categorie di imballaggi, a partire da quelli in vetro, per la somministrazione di alimenti e bevande. Mi pare che per il vetro si stabilisca un obiettivo del 90% circa, anziché l'attuale 60% previsto anche dalla norma nazionale.
Individua, inoltre, rispetto al riuso dei materiali, dei centri di raccolta come strutture funzionali necessarie ad assicurare il riciclo dei rifiuti (insieme alla riorganizzazione degli stessi con modalità di raccolta a domicilio) e il raggiungimento del relativo obiettivo, stimando il numero dei centri da realizzare e quantificando anche gli investimenti che sono necessari per poterli realizzare.
Prevede, inoltre, l'avvio a recupero energetico delle sole frazioni del rifiuto per le quali non è più possibile il riciclaggio, dichiarando, a tal fine, sufficiente l'impiantistica esistente e negando la possibilità di nuovi impianti di incenerimento.
Favorisce azioni di scambio, commercializzazione e cessione gratuita di beni, al fine di riutilizzarli anche tramite la promozione dei centri per il riuso.
Inoltre, nella definizione degli obiettivi delle future revisioni introduce percentuali di raccolta differenziata ad almeno il 70% sul territorio piemontese (nell'ordine del giorno avevo indicato, come obiettivo, il raggiungimento del 70% della raccolta differenziata nel 2022) e adesso potrà corrispondere un tasso di riciclaggio almeno del 60%.
Infine, in merito all'ultima richiesta del mio ordine del giorno, che era quella di sollecitare il Parlamento ed il Governo affinché siano attuati specifici interventi normativi mirati a rafforzare le politiche a favore dell'economia circolare, vi è un impegno della Regione affinch siano recepite ed attuate le politiche a favore dell'economia circolare.
Tra questi impegni vi è la revisione della legislazione in materia di rifiuti, imballaggi, discariche, rifiuti elettrici ed elettronici, con la previsione di nuovi obiettivi da raggiungere al 2030, tra cui, in particolare, il riciclo di almeno 65% dei rifiuti urbani e del 75% degli imballaggi ed il divieto di collocare in discarica rifiuti della raccolta differenziata e la riduzione dello smaltimento in discarica ad un massimo del 10% di tutti i rifiuti.
Infine, con l'ordine del giorno n. 656, sottoscritto da tutti i Gruppi si chiede un impegno alla Giunta regionale a rivedere a breve le due leggi di riferimento, anche questo è già stato ricordato dai miei colleghi, la legge 7 del 2012 e la n. 24 del 2002, per far dotare il Piemonte di un sistema di governo che sia adeguato, sia per l'impiantistica, sia per la raccolta, intervenendo altresì in merito ai meccanismi contributivi e sanzionatori con la finalità di ridurre in modo sostanziale il conferimento in discariche. Si chiede anche l'attuazione della tariffa puntuale, che serve per stabilire il principio di "chi meno inquina meno paga".
Inoltre, impegna a rendere effettivo il vincolo del gettito derivante dall'ecotassa e quello dei contributi per i rifiuti urbani indifferenziati provenienti da altre Regioni e conferiti presso gli impianti piemontesi destinandoli al finanziamento delle azioni previste dal piano, per poter raggiungere gli obiettivi che ho appena richiamati.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ottria.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
In questi giorni ho avuto modo di riguardare questo Piano rifiuti visto che dobbiamo deliberare in merito a questo piano rifiuti. Devo dire e lo dico chiaramente, perché a me piace parlare come mangio, che in questo Piano rifiuti di economia circolare veramente ce n'è molto poca.
Il cuore di questo documento è la valutazione ambientale strategica che poneva degli scenari. Gli scenari, prendiamo il lato uno e il lato due cioè le quattro Province del nord est e Asti e Alessandria, che cosa prevedevano? Primo scenario, termovalorizzazione; secondo scenario termovalorizzazione; terzo scenrio, 1) coincenerimento, 2) coincenerimento fuori Regione. Allora, se questa è economia circolare, cari colleghi, mi spiace che l'Assessore sia uscito; forse, dovrei interrompere il mio intervento.
Presidente, sono costretto, se l'Assessore esce.



PRESIDENTE

Il suo intervento è appassionante, però dovrebbe continuare anche in assenza dell'Assessore, perché la Giunta è rappresentata.
Il tempo scorre e mi rimetto alla sua discrezionalità.



ANDRISSI Gianpaolo

Ma se era per un'esigenza...
Non vorrei aver stimolato quest'esigenza.



PRESIDENTE

Eccolo, l'Assessore.
E' arrivato tempestivamente.



ANDRISSI Gianpaolo

Vengo alle scelte strategiche di questo Piano rifiuti, che poi è come una roccia sedimentaria: c'è di tutto e di più, ci sono i vari strati, c'è lo strato del coincenerimento e della termovalorizzazione, ma quello della raccolta differenziata spinta non si trovava. Era veramente introvabile inaccessibile. Abbiamo dovuto chiamare degli esperti geologi per farlo affiorare questa cosa, perché in questo Piano non c'era l'economia circolare! Diciamolo chiaramente, cari amici del PD! Voi l'economia circolare non l'avete mai inserita in questo Piano! Abbiamo dovuto fare un'opposizione tremenda in Commissione, un braccio di ferro fuori dal normale per poterla inserire! Vorrei chiedere a voi - voi! - che rappresentate la sinistra, a quali interessi rispondeva questo Piano rifiuti? A quali lobby rispondeva? E a quali lobby risponde? Cari amici miei, qua c'è il coincenerimento e il coincenerimento viene fatto in impianti i cui limiti di emissione sono 100 volte superiori a quello dell'incenerimento! Noi ce l'abbiamo per gli inceneritori, vedo tanta emissione di metalli pesanti ed emissione di diossine. Nei cementifici queste emissioni - mi tranquillizzo, anzi non mi tranquillizzo mediamente sono 40 volte superiori. Il limite è 100 volte superiore, per in questo tipo di impianti sono 40 volte superiori. Queste sono sostanze cancerogene! Sostanze cancerogene! Ricordiamoci, metalli pesanti, diossine che sono can-ce-ro-ge-ne! Allora, questa era la scelta di economia circolare? Dov'era l'economia circolare in questo piano? Allora, smettiamola di prenderci in giro. Quando si dice una cosa, parliamo senza ipocrisia, perché io non la posso più sopportare, visto che dal 1990 stiamo aspettando, nel mondo e anche in questa nazione, la tariffazione puntuale, perché già nel 1990 l'Ente nazionale della protezione ambiente degli USA ha fatto degli studi ed ha visto che, con la tariffazione puntuale, con una valutazione e produzione dei rifiuti si coinvolgeva almeno l'80 per cento della popolazione, non il 50 per cento che si ha con la raccolta porta a porta.
Allora, non è che ci voglia molto! Però, signori miei, dal 1990 e nel 2016 ancora devo sentire che la tariffazione puntuale in determinate situazioni è di difficile attuazione, perché ci sono le famiglie numerose perché ci sono le attività produttive e mille altri problemi, però quando bisogna costruire un inceneritore e investire 500 milioni non c'è alcun problema! Lì va benissimo! I nostri investimenti, quello che proponiamo e anche parte dei vostri propongono alzando la "manina", portano ad un aumento dell'occupazione, a benefici economici, a benefici ambientali.
Diciamocelo: in Provincia di Novara lo Stato italiano ha speso un miliardo per uno stabilimento che ha creato 600 posti di lavoro, qua si possono creare con degli investimenti che hanno un ritorno economico in un anno e mezzo - ripeto, in un anno e mezzo! - posti di lavoro che sono almeno 2.000 a livello regionale, se non di più, perché se poi realizziamo anche gli impianti per il riciclo potremmo creare alcune migliaia di posti di lavoro.
Quindi, posti di lavoro che si ottengono con delle economie di gestione della raccolta differenziata dei rifiuti, però c'è sempre una "virgola", un "punto e virgola", un'eccezione, una difficoltà. Poi quando dobbiamo portare materiale combustibile solido e secondario che è un combustibile, è una magia, ha la stessa composizione del CDR, ma diventa un combustibile ha la stessa logica dello "Sblocca Italia", poter portare fuori Regione materiale da bruciare.
Questa è la scelta fondamentale di questo Piano rifiuti: poter portare fuori regione materiale da bruciare e viene indicata nel Piano rifiuti come la scelta "ambientalmente più sostenibile". Ecco il massimo dell'ipocrisia! Se ricordiamo quanto ho detto prima, qui abbiamo emissioni 40 volte superiore rispetto all'incenerimento; è ambientalmente sostenibile perché? Io me lo sto chiedendo da quando ho letto questo piano. Forse, perché le emissioni sono al di là del TC? Allora la situazione cambia? Là non ci sono esseri umani, ma umanoidi che tollerano meglio l'emissione di metalli pesanti e di diossina? E' questo il motivo? Questa, purtroppo, è la realtà con cui abbiamo avuto a che fare fino ad oggi e credo che in Commissione sia stato fatto un gran lavoro.
Quindi, credo che l'ordine del giorno e le modifiche alla legge n. 24 e alla legge n. 7 siano modifiche importanti, che aprono un nuovo scenario per questa Regione, ma è uno scenario che sarà un continuo braccio di ferro, purtroppo, perché la realtà è tutt'altro rispetto a quello che volevamo. Noi volevamo arrivare ad importanti livelli di raccolta differenziata, che sono raggiungibilissimi, perché, come dicevano i colleghi, già importanti consorzi regionali si sono direzionati su questa strada.
Noi abbiamo la fortuna, a livello nazionale, di avere dei consorzi che hanno già raggiunto questi livelli di raccolta differenziata. Il consorzio Priola con 560 mila abitanti è arrivato a 50 kg per abitante annuo di indifferenziato e ha l'obiettivo di arrivare al 2022 a dieci kg all'anno per abitante. Di fronte a queste realtà, credo che basti copiare e copiare bene, e questa è la nostra proposta.
Credo che la realtà piemontese sia alquanto variegata, perché si va da situazioni come il Biellese, dove fino all'altro giorno avevamo una sedicente società in house, ma che in house non era, perché era possibile fare il controllo analogo, in quanto i Comuni non avevano una convenzione univoca. Quindi, una delle cose che chiediamo è proprio che sia fatto un modello di convenzione cui tutti i Comuni possano aderire per migliorare queste realtà.
Noi ci impegneremo su questo fonte e spero che ci sia lealtà da parte della maggioranza e che queste istanze a livello di tutti i territori regionali vengano portate avanti, nel senso di arrivare, a livello regionale, almeno nei due terzi del territorio regionale, ad avere attivato la tariffazione puntuale con valutazione della produzione dei rifiuti.
Credo che questo consentirà - ed è questo il nostro obiettivo - a far diventare la Regione Piemonte una delle Regioni più virtuose della Nazione da questo punto di vista e anche una delle Regioni più virtuose a livello europeo. Credo che se tutte le forze politiche agiranno nella stessa direzione, che è questa - e noi non vogliamo prenderci il merito di nulla potrà essere raggiunto un grande risultato a livello regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Intervengo dopo il collega e proveniamo entrambi da una zona che è tra le più virtuose sotto il profilo dell'attività di smaltimento dei rifiuti quindi entrambi riportiamo in Aula queste esperienze che abbiamo maturato sul campo.
Devo fare una premessa rispetto al dibattito che ho ascoltato finora.
Da una disamina degli interventi svolti soprattutto nell'ambito del Gruppo di maggioranza, che ha portato le sue idee o comunque interpellato per quanto più possibile gli amministratori, facendo una serie di convegni a livello locale - ai quali, per quanto riguarda la Provincia di Novara, ho anche partecipato - ci sembra assai eloquente l'esercizio di positività che i colleghi di maggioranza cercano di dare a questo Piano per come è uscito nella versione finale che oggi stiamo discutendo.
Tengo a dire che non è cambiato granché da quando questo documento è entrato nella Commissione a quando poi è uscito, perché le indicazioni che avevamo sempre dato erano di tipo culturale, sulle quali il collega Andrissi che mi ha preceduto ha già dato delle indicazioni piuttosto chiare. Mancavano tutta una serie di elementi di tipo culturale che un Piano rifiuti di una Regione come il Piemonte doveva avere, vista l'importanza che ha dal punto di vista economico e sociale.
Mi spiego. Pensate che stiamo discutendo un piano che ha i dati del 2013, è valido fino al 2020 e lo discutiamo nel 2016. Quindi, i dati sono obsoleti e con delle lettere abbiamo dimostrato non essere più attendibili.
Stiamo votando un piano che non ha questo tipo di dati e che vale solo per pochi anni, ammettendo di considerare anche l'anno in corso; in più pretende di avere una filosofia positiva rispetto al funzionamento del sistema dei rifiuti. Presenta anche un'altra mancanza abbastanza clamorosa e io chiedo - ma lo avevo già chiesto in sede di prima riunione di questo Consiglio regionale - che razza di idea ha la maggioranza rispetto alla legge sul Piano rifiuti. Cioè, quali sono le idee che la maggioranza ha rispetto all'applicazione o meno della legge n. 24, che in parte è stata cambiata dalla legge n. 7, della quale non è dato sapere.
Quindi, oggi andiamo a discutere quasi il contenuto di un piano che è fatto in modo precedente. Poi, altro elemento di simpatia che forse va messa nell'ambito della discussione in Aula: quando io, più volte durante la Commissione, sollecitavo la possibilità di un maggiore coraggio per il Piano con un cambiamento dello stesso, la motivazione principale per la quale mi è sempre stato detto che non si può cambiarlo è perché ha già avuto parere positivo della Valutazione Ambientale Strategica (VAS).
Pensate che sia un parolone la VAS, cioè una cosa complicatissima! Ma visto che l'attività di Consiglio regionale è iniziata da un anno e mezzo bastava iniziare nel 2014, quando siamo arrivati, considerato che l'Assessorato all'ambiente aveva tra i suoi obiettivi la redazione di un Piano rifiuti, per arrivare poi nel 2016 a discutere un piano moderno. E non si può dire "non lo possiamo modificare perché ha già avuto la VAS".
Come se la VAS - che, oltre tutto, viene gestita internamente alla Regione fosse quel moloch con cui non si può andare a trattare nulla! E io continuavo a dire: "I funzionari che sono anche profumatamente pagati in questa Regione rispetto alle industrie di tipo privato potevano rifare la VAS, lavorando quanto occorreva per rifare una VAS". In questo modo avremmo ripreso i concetti di un piano moderno, mentre oggi stiamo discutendo di un piano obsoleto che dovremo rendere moderno.
Manca tutta la sperimentazione. Stiamo parlando di tariffe puntuali.
Abbiamo tolto parte di una serie di emendamenti che sono stati presentati perché la maggioranza ci ha detto che ci saranno delle modifiche sostanziali in questo Piano. Per quanto riguarda le aree dove la raccolta differenziata è già avanzata o, comunque, vi è una positività nell'ambito dello smaltimento rifiuti, non c'è traccia in questo piano di attività di sperimentazione per una raccolta puntuale che potremmo fare in certe zone del Piemonte per poi cercare di diffonderla sull'intero territorio.
Altro elemento di critica che abbiamo sempre avanzato e mai recepito riguarda il tipo di cultura che questo piano vuole dare ai cittadini.
Abbiamo dimostrato, e l'abbiamo detto più volte in Commissione, che non ha senso la raccolta differenziata accanto all'incenerimento. Se si fa l'incenerimento, bruciateci tutto ciò che abbia un potere calorifico sufficiente per produrre dell'energia. Se, invece, vogliamo enfatizzare l'economia circolare e quindi la raccolta differenziata, vengono meno degli impianti successivi. E allora bisogna aumentare la cultura dei cittadini rispetto a questi obiettivi; e se i cittadini vengono viziati per il fatto che, siccome ci sono i cassonetti per le strade, ci buttano dentro tutto quel che vogliono, questo non deve avvenire. Invece, quando vi è l'obbligo in questo senso, evidentemente si raggiungono delle percentuali e, guarda caso, questo è il motivo - e lo abbiamo stradetto in tutte le Commissioni per cui il Piemonte è a macchia di leopardo. Ma vivaddio! Allora il Piano se parte da queste considerazioni, che sia serio! E quindi, alla fine della fiera, ritorniamo all'inizio: approveremo un ordine del giorno sul quale noi evidentemente abbiamo dato - almeno su quello - parere positivo, dove modificheremo la legge 7.
Quindi cosa facciamo noi? Adesso facciamo il Piano, poniamo gli obiettivi, ci diciamo cosa fare, ma non sappiamo quale sarà, nella testa della Giunta attuale, se utilizzeremo quella legge, perché una legge esiste; ma ci hanno detto di no, che la vogliono cambiare; una proposta per questa legge ancora non è mai arrivata e non abbiamo un'idea di come sarà questo tipo di applicazione. Però approviamo la premessa, tutto l'obiettivo, senza poi stabilire qual è la procedura entro la quale questa legge si muoverà sul territorio piemontese. Quindi voi capite che stiamo vanificando, dopo un dibattito durato mesi, una possibilità di passare ad essere una Regione sicuramente fra le più virtuose dal punto di vista dell'attività di smaltimento dei rifiuti.
Parliamo un attimo di impatto economico e spieghiamo perché avevamo sollevato le pregiudiziali; poi magari il Consigliere Vignale entrerà meglio nel merito. Nell'illustrazione delle slide, però - perché noi abbiamo visto delle slide da cui si evinceva che la premessa di tutta questa discussione è partita da una relazione che fecero l'Assessore ei suoi tecnici - ci dissero che la stima delle risorse necessarie per l'attuazione del piano rifiuti andava dai 90 ai 139 milioni, in termini di esigenze finanziarie, per quel che riguarda il piano che l'Assessore ci aveva consegnato nella prima riunione, quando è stato avviato questo iter.
Benissimo, e noi da sempre stiamo chiedendo - avendo una stima di questo genere così precisa, che ha un range molto largo (perché voi capite che tra 90 e 140 vi è un range largo) - qual è l'impatto economico che ha questa stima sui cittadini della Regione Piemonte. Non è dato saperlo. E' difficile: c'è la neve, non c'è la neve, c'è tutta una serie di elementi che ci avete rappresentato sui quali noi non siamo riusciti, in tutti questi mesi, a capire qual è l'impatto economico di questa gestione. E allora diteci quali sono, almeno, gli impatti economici della sua applicazione. Ma sull'applicazione non è dato di sapere perché questo non è più di competenza del Piano, ma della legge (quindi del rifacimento della legge).
Voi capite qual è la enorme "positività" del lavoro che abbiamo fatto in questi mesi in Commissione: nessuna; nessuna, se non il fatto di avervi indotto a recepire una serie di elementi.
Sentivo prima qualche collega che diceva che è colpa della legge nazionale che non è chiara. Guardate che non è così: la legge nazionale lascia delle possibilità di applicare questi piani alle leggi regionali tutto è perfettibile e tutto migliorabile, ma sono le Regioni che poi devono operare per lo smaltimento dei rifiuti. Dicevamo la scorsa volta che non c'è un'indicazione di dove collocare i siti. La settimana scorsa abbiamo discusso del piano amianto e non sappiamo dove mettere le discariche, perché nella Regione Piemonte mancano i famosi due milioni di metri cubi di cui avevamo detto.
In questo caso, in un'ottica di economia circolare abbiamo detto di sì: ci divertiremo nei prossimi mesi a capire, rispetto all'applicazione di un ordine del giorno che, se correttamente interpretato e applicato, va ad incidere profondamente sulla revisione di questo Piano e della legge 7 qual è l'esercizio amministrativo che la Giunta riuscirà a proporci per capire un po' meglio cosa dovranno fare, dei propri rifiuti, i cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Credo che il modo migliore per ringraziare prima di tutto l'Assessore e gli Uffici, ma in secondo luogo tutti i colleghi, sia di maggioranza che di opposizione, che hanno contribuito al miglioramento di questo Piano, sia leggere parte dei risultati che abbiamo già messo in campo durante la discussione in Commissione.
Mi dispiace che adesso il collega Sozzani, che giustamente ricordava un ordine del giorno - quello in cui ad un certo punto si dice che il Piano regionale, in fase di discussione, fa una precisa scelta verso la promozione dell'economia circolare -, dica quindi: "Vedremo nei prossimi mesi se quest'ordine del giorno verrà rispettato".
Ricordo però che, ad un certo punto, abbiamo votato tutti insieme un emendamento, il n. 579) - lo dico anche ai giornalisti per semplificare loro la vita - che è quello che secondo me ha poi dato la svolta a tutto il Piano; lo ricordava prima il collega Allemano, che diceva che basta guardare un po' la tabella finale per dire dove ci siamo spinti. E anche da dove siamo partiti, però, colleghi: possiamo dirci, cioè, che un piano come il preesistente, che aveva più di vent'anni, ha fatto sì - anche in questo caso la Consigliera Accossato ce lo ricordava sommessamente nelle Commissioni - che per tanti anni (per un decennio) i Comuni siano andati avanti da soli, senza più rispettare quel piano che ormai era obsoleto? Ci possiamo dire che invece è positivo il fatto di aver messo nero su bianco non solo dei risultati a breve periodo? Ha ragione il collega Andrissi ad incavolarsi, dicendo che quegli obiettivi sono poco sfidanti nei prossimi anni. E' anche vero, però, che abbiamo fatto parimenti una scelta più coraggiosa: quella di immaginarci un Piano che arriva fino al 2030 e che giunge a dire che i rifiuti pro capite potrebbero passare dai 455 chili del 2020 ai 400 del 2030. Qualcuno potrebbe dire che è poco e che i valori dovrebbero essere ancora più bassi che di fatto la raccolta differenziata per ATO dovrebbe passare dal 65 della norma europea al 75; che il tasso di riciclaggio dovrebbe passare dal 55% al 65; che la riduzione dell'imballaggio potrebbe passare dal 55% al 75. Già: potrebbe.
E anche su quel punto hanno ragione i colleghi che dicono che sì questo si potrebbe fare se tutti i Comuni piemontesi rispettassero già dei principi generali che l'Unione Europea ha messo in campo; e non solo quelli dell'economia circolare, ma il principio caposaldo di tutta questa discussione, cioè che chi inquina di più paga. Ed è per questo che hanno ragione i colleghi quando dicono che troppo poco impegno si è messo in campo per arrivare ad una tariffa puntuale e a considerare il peso dei rifiuti.
Però vorrei anche che i colleghi ricordassero che un Piano rifiuti non può affrontare tutte le contraddizioni del sistema. Anche questo l'abbiamo detto più volte in Commissione, ma dispiace che pure il collega Vignale abbia utilizzato un tema che lui sa benissimo essere di natura soprattutto fiscale e tributaria, difficilmente affrontabile centralmente. Parimenti però, abbiamo provato - e vorrei che il Consigliere Vignale almeno ce lo riconoscesse - a non far finta che non ci siano dei nodi dentro quella vicenda. Ne dico uno, da ex Amministratore della Città di Torino: è chiaro che la Città di Torino rischia di essere il tappo, il freno a tutta la discussione, perché i suoi numeri sono emblematici.
E' evidente che nelle grandi città - bisogna ricordarlo - è sempre più difficile fare degli investimenti ed è sempre più critico, perché questi investimenti le aziende li fanno sui grandi impianti. Come sapete, su questo facciamo anche delle riflessioni diverse: i 5 Stelle direbbero "IREN non ha voluto fare gli investimenti sulla differenziata, perché vuole incenerire di più" (lo dicono da sempre); diciamo che io non ho la posizione di molti colleghi del Partito Democratico, ma la dico così: IREN in quanto ha investito tantissimo nell'acquisizione di quel termovalorizzatore, non ha messo altrettante risorse - cosa che ha fatto da Parma a Genova, a tanti altri luoghi - sulla raccolta differenziata.
Ma il punto è un altro: non è discutere su cosa fa IREN, e sinceramente - anche le boutade di Profumo lasciano il tempo che trovano.
Non credo che si debba smantellare quel 50% di raccolta differenziata "porta a porta" e arrivare ad altri impianti, ad altri investimenti, ad altri strumenti di finanziarizzazione. Per carità, vogliamo dire ai nostri concittadini, invece di andare avanti sulla raccolta "porta a porta" e sull'utilizzo intelligente della responsabilità di tutti: "Ma sì mettiamolo in una vasca! Facciamo sì che il modello Tel Aviv si possa mescolare con il modello di incenerimento!"? A parte che i due modelli non si possono mettere insieme, il tema di fondo qual è? L'abbiamo inserito bene in una mozione di accompagnamento: dobbiamo far sì che nella nostra regione, a partire dal nostro capoluogo non sia possibile che il 50% degli abitanti non abbiamo la raccolta differenziata "porta a porta". Pertanto, dobbiamo anche dire - come abbiamo fatto - che in un Piano sui rifiuti ci possono anche essere degli strumenti di cofinanziamento, ed è bene che la Regione li metta in campo.
Voglio ricordare che, in questo senso, il problema della Città di Torino è strettamente collegato alla scomparsa di un altro Ente: la Provincia. Lo ricordo, perché uno dei collaboratori dell'Assessore è stato Assessore in Provincia, ed era l'Assessore Ronco. Lo ricordo, perché i colleghi Ferrentino e Accossato l'hanno ricordato durante la discussione: lo strumento per cui la Provincia stanziava un milione di euro e chiedeva il cofinanziamento alla Città di Torino per aumentare i quartieri coinvolti nella raccolta differenziata era uno strumento utile.
La Provincia non lo attua più? Bene, la Regione - secondo me - così com'è scritto nella mozione di accompagnamento, deve provare tutti gli strumenti possibili: ad esempio, dovrebbe rendere effettivo il vincolo del gettito dell'ecotassa, vincolare le risorse derivanti dal contributo per i rifiuti urbani indifferenziati provenienti da altri Regioni e conferiti agli impianti piemontesi, destinandoli al finanziamento delle azioni previste da questo Piano per il raggiungimento degli obiettivi. Quindi arrivare a fare quello che è scritto in un altro punto della mozione, cioè concertare con la Città di Torino forme specifiche di sostegno alle proprie politiche, che consentano di raggiungere gli sfidanti obiettivi del Piano.
Inoltre, ritengo occorra fare anche un investimento culturale. In questo Piano si parla poco di riconversione ecologica dell'economia e non si fa menzione ad una delle materie più emblematiche del futuro: il design sistemico.
Il design sistemico è quello studio (tra l'altro, il Politecnico di Torino ha, fra i suoi fondatori, almeno uno dei suoi pensatori), quel concetto di organizzazione della produzione che fa sì che i rifiuti si riducano a monte, e non a valle. Il design sistemico è quello che, ad esempio, può abbassare l'impatto ambientale di un evento, può fare in modo che nell'organizzazione quotidiana della nostra economia ci sia, a monte una progettazione diversa, che l'acqua venga risparmiata, perché - ad esempio - quella che entra nella discarica del WC è acqua piovana e non potabile; è lo stesso che fa sì che, magari, nella progettazione di un grande salone si eviti la moquette, che poi non si sa dove e come riciclare. Il design sistemico fa sì che, nell'organizzazione complessa di una manifestazione sportiva, si possa abbassare il carico antropico.
Ritengo che questo tema debba far parte, prima di tutto, della Pubblica Amministrazione: a parte il tema dei rifiuti urbani, siamo i più grandi generatori di rifiuti non urbani, rifiuti industriali, e questo vale per moltissime imprese, ma vale tantissimo anche per la Pubblica Amministrazione.
Proviamo a dire che, oltre ai piani, la Regione Piemonte si doti di tutti gli strumenti possibili del design sistemico per abbassare la propria impronta ambientale, a partire dai rifiuti. Credo che questo sia un obiettivo sfidante possibile.
C'è, poi, il tema delle ASL piemontesi, che - certo - è presente nel documento (come ricorda la Consigliera Accossato), e dell'appalto sui rifiuti. E' un tema che può essere centrale in questa discussione, perch se la Regione non dimostra, a partire dalle proprie aziende pubbliche, di poter fare un'inversione di tendenza, allora è difficile chiedere di farlo ai piccoli, ai medi ed ai grandi Comuni.
Anche questo credo sia uno dei lasciti dell'Assessore Valmaggia - che ringrazio davvero per la pazienza e la dedizione che ha avuto in questi mesi - che credo rimarranno in quest'Aula e nelle nostre Commissioni.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ci sono stati degli interventi molto tecnici e appassionati da parte dei miei colleghi, pertanto non aggiungo nulla di particolarmente significativo, da questo punto di vista.
Tutti noi, colleghi del Gruppo consiliare, abbiamo partecipato alla discussione in V Commissione, proprio per cercare di dare un contributo reale a questo Piano rifiuti, che fin dall'inizio non ci ha particolarmente convinti.
C'è stato un lungo lavoro di opposizione, nel tentativo di arrivare ad un miglioramento del Piano, che - in effetti - in parte abbiamo ottenuto ma che ancora non ci soddisfa pienamente, al punto che abbiamo preparato degli emendamenti che andremo ad illustrare e sottoporre al giudizio dell'Aula.
Si è fatto un gran parlare di economia circolare in quest'Aula, e chiaramente questa è la tendenza che abbiamo intravisto di sfuggita, un po' in controluce, nel Piano. Abbiamo voluto noi l'inserimento di questo concetto nella programmazione regionale e sappiamo benissimo che è un orientamento che arriva già dall'Europa, dove il nostro movimento ha fatto la sua parte, contribuendo all'approvazione di un documento che detterà le linee guida per tutti gli Stati membri, a partire da oggi sino ai prossimi anni (da dicembre fino ai prossimi anni).
Quello che ci aspettiamo adesso è di veder recepire gli indirizzi dell'economia circolare anche per quanto riguarda gli investimenti che la Regione intende fare; in questi giorni siamo al lavoro sul bilancio previsionale e vedremo quanto spazio verrà dato all'innovazione e alla ricerca, quanto si cercherà di indirizzare la nostra economia verso degli orientamenti che siano economicamente, ma anche ambientalmente sostenibili.
Bisognerà cercare di attuare un cambio di mentalità nella parte imprenditoriale della nostra regione, quindi far capire che la svolta verso l'economia circolare non è soltanto un qualcosa di obbligatorio, perch ormai - come si dice - ce lo chiede l'Europa, ma dev'essere anche un qualcosa di conveniente. La Regione dovrà dotarsi degli strumenti adatti per far sì che siano le aziende a imprimere questa svolta per prime, quindi a capire che la convenienza sarà soprattutto per loro.
Questo porterà ovviamente benefici per le aziende, per i cittadini e anche per quelli che definiamo consumatori, quindi i cittadini, che potranno scegliere prodotti che faranno bene all'economia ed anche all'ambiente.
Bisognerà lavorare molto sull'informazione: informazione alle imprese ed anche ai cittadini. La prima educazione nei confronti dei cittadini come tutti sappiamo - avviene nelle scuole. A questo proposito, per evitare di fare un intervento tecnico, che probabilmente non sarei capace di fare voglio portare alla vostra attenzione il fatto che presso il cosiddetto termovalorizzatore del Gerbido, quello che noi, invece, chiamiamo brutalmente e più realisticamente, inceneritore, sono attive delle visite guidate, in quello che viene chiamato "progetto scuole".
Se visitate il sito del Gerbido, guardando tra i vari link - tutti molto colorati e molto attraenti - troverete i contatti per organizzare le visite guidate all'inceneritore.
E' un progetto rivolto soprattutto agli allievi delle scuole primarie e secondarie di primo grado: quindi noi portiamo i bambini a visitare l'inceneritore del Gerbido. Ovviamente, li portiamo dopo aver studiato dei percorsi molto colorati e molto accattivanti.
Questi bambini vanno a visitare questo mostro convinti di visitare un esempio di buona gestione dei rifiuti.
E' diventata un po' un'abitudine, come quello di portare i bambini a visitare i cantieri, per fargli vedere che i cantieri non sono brutti e cattivi, ma sono un qualcosa che li farà crescere meglio e li porterà a vivere in un mondo migliore.
Cosa succede durante queste visite? I bambini e i ragazzi visitano l'impianto e ascoltano la descrizione di cosa succede all'interno dell'impianto.
E poi? Poi succede che, una volta tornati da questa gita - com'è successo a dei ragazzi di un scuola di Saluzzo - devono scrivere un tema o un pensiero sulla giornata appena trascorsa, e quindi descrivono tutto il procedimento.
Alcuni esempi: "La nostra spazzatura finisce nella fossa, un gigantesco buco grosso come un campo da calcio"; "La nostra immondizia viene mescolata da un enorme braccio meccanico e poi trasportata in un condotto"; "I materiali vengono bruciati e i fumi salgono in un condotto che li porterà alla seconda fase"; "Ci sono i vapori bollenti che surriscalderanno l'acqua e tutto questo porterà energia per tutti noi".
La conclusione di questo procedimento, quasi un po' magico come se visitassero una "Disneyland dei rifiuti" è che, grazie ad innovazioni del genere nel campo ecologico, l'Italia è in fase di progresso e in un futuro prossimo si potrà vivere senza molti rifiuti, immersi nelle discariche che circondano le nostre città.
Questo è quello che i bambini imparano dopo aver visitato questo mostro.
I bambini non si chiedono, e probabilmente nessuno glielo avrà spiegato, che fine fanno le ceneri e che cosa c'è in quei fumi, perch tutto questo non fa parte dell'operazione estetica che TRM ha messo a punto per educare i bambini.
Quindi noi educhiamo i bambini insegnando loro che i rifiuti spariscono, finiscono nell'area e che sono rifiuti buoni perché ci danno energia.
Sarebbe meglio educarli in altro modo, magari nel differenziare correttamente i rifiuti o nel produrne di meno, in modo che poi lo insegnino ai genitori, perché sono tante le cose che i bambini insegnano ai genitori (io lo posso dire perché imparo moltissimo dai miei figli).
Se dovessero propormi una gita all'inceneritore per i miei bambini, mi precipiterei a scuola chiedendo agli insegnamenti se sono impazziti. Per fortuna, ci sono altri genitori che la pensano come me, tant'è che i genitori dei bambini che abitano vicino all'inceneritore hanno scritto una appassionata lettera, in cui mostrano il lato oscuro dell'inceneritore quello che parla di tumori, di incidenza sulla popolazione e di inquinamento.
Questo è sicuramente un aspetto che andrà curato di più; bisognerà capire che l'informazione corretta non è quella che stiamo facendo, e che permettiamo a TRM di fare, ma occorre iniziare a lavorare sulle scuole, sui bambini - ovviamente anche sugli adulti - impedendo, soprattutto, che si faccia un'operazione di questo tipo.
Se veramente vogliamo far crescere la consapevolezza di che cosa succede quando acquistiamo un prodotto, lo utilizziamo e poi lo buttiamo via, non è sicuramente questa la strada giusta.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Nel vedere il Piano com'è stato redatto, vediamo che ha alcune priorità, non soltanto nel Piano stesso, ma proprio nelle slide di presentazione del testo.
Le priorità le possiamo ricordare: l'applicazione della gerarchia nella gestione dei rifiuti, la riduzione della produzione dei rifiuti, il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata ed altro.
Negli obiettivi non c'è, in alcun modo, una valutazione di carattere economico dell'impatto che il Piano avrà nella nostra regione.
Questa è un po' la valutazione per la quale questa mattina abbiamo chiesto che venisse spostata la trattazione del Piano stesso, ed è il motivo per cui, da subito, abbiamo avanzato una domanda, a cui non è mai stata data risposta.
La domanda riguarda il costo di una delle tasse maggiormente aumentate all'interno della nostra Regione, per i cittadini e per le imprese. Da quando sono state fatte politiche che hanno aumentato la raccolta differenziata e creato quella che viene definita un'economia circolare (vedremo poi quanto circolare), tutto questo è stato interamente fatto sulle spalle dei cittadini perché, com'è noto, il costo della raccolta è per il 100% a carico dei cittadini.
Ci avete raccontato ed è stato raccontato che l'aumento della raccolta differenziata avrebbe prodotto, sì, un aumento dei costi, in termini di servizi di raccolta quotidiana, ma avrebbe certamente garantito una riduzione dei costi complessivi, tali per cui i cittadini piemontesi non avrebbero speso un euro in più.
Prima, il collega Grimaldi parlava della mancanza di coraggio: ma guardi che non è stata la mancanza di coraggio.
La Città di Torino, negli anni 2000 presenta un Piano con AMIAT, per arrivare nell'arco di quattro anni ad iniziare la raccolta "porta a porta".
Lo dico perché il quartiere in cui abito è stato uno dei primi, con il Borgo Campidoglio, ad iniziare la raccolta "porta a porta", ma si è poi semplicemente interrotta e i colleghi lo possono facilmente vedere uscendo da questa sala.
Noi abbiamo l'ufficio in via San Francesco d'Assisi e sotto ci sono i cassonetti. I cassonetti ci sono ancora in quattro quartieri della nostra città, semplicemente perché non era più sostenibile un aumento del costo del 20 e del 30%, da quando è stato introdotto, dal sindaco Chiamparino, il principio della raccolta differenziata, senza avere, in nessuna zona delle città - ed io parlo di Torino ma non è l'unica, possiamo andare nella cintura, in cui accade esattamente lo stesso - salvo alcune rarissime eccezioni, la raccolta puntuale, che può avvenire esclusivamente come avviene in altre Regioni italiane, cioè con il CIP, che è con il pagamento del rifiuto indifferenziato e con la mancanza di pagamento del rifiuto differenziato.
Dovrebbe essere un valore aggiunto, quindi non sono soltanto non si dovrebbe pagare, ma dovrebbe essere ciò che va a ridurre il costo del rifiuto indifferenziato.
Questo non è avvenuto.
Noi possiamo fare i piani filosofici, perché questo è quanto avviene ma l'unica certezza che noi abbiamo da questo Piano ce lo dicono le spese di investimento, indicate dai 90 ai 134 milioni di euro. Anche da questo punto di vista, vorrei capire qual è l'azienda che fa un piano industriale in cui dice che le spese di investimento sono dai 90 ai 134 milioni di euro. Non dai 90 ai 100, ma dai 90 ai 134. E' già singolare rispetto all'attuazione del Piano.
Emerge un altro aspetto, perché parlare di economia circolare è meraviglioso, tant'è che il primo simbolo che la carta riciclata bianca, e non solo, ha utilizzato, sono le tre freccette che dimostrano figurativamente l'esistenza dell'economia circolare.
Dopodiché ci confrontiamo con alcuni dati. Leggiamo sempre i dati che ci vengono forniti dall'Assessorato. Oggi abbiamo un 52% di raccolta differenziata. Di questa raccolta differenziata una percentuale, che io non sono riuscito a trovare, ma che troverò, che supera il 10%, finisce in discarica. Un'altra percentuale non viene utilizzata. Oggi viene riciclato circa il 30% del rifiuto. Noi abbiamo un obiettivo, da qui a quattro anni per cui portiamo la nostra percentuale dal 52% al 65% e in cui ricicliamo il 50% del rifiuto. Bisognerebbe capire con quali dinamiche.
In tutto il mondo occidentale, l'aumento dell'utilizzo del rifiuto differenziato ha politiche o di fiscalità di vantaggio o di svantaggio, ma nella borsa mondiale, quindi anche in Italia, la plastica costa il 15% di più del petrolio, cioè della materia prima, e la carta veramente ecologica non quella bianca che ha il 40% di cellulosa e il 60% di riciclata, che non è quella che usiamo noi, ma quella gialla (anche l'altra ha lo sbiancante con cloro e altri materiali, che quindi non solo non fanno di quella una carta ecologica), costa di più della corta bianca. Se gli oli esausti rigenerati costano di più di quelli nuovi, quale politica circolare noi andremo a fare? Noi avremo di nuovo una mole maggiore di rifiuti differenziati che non riusciremmo a smaltire.
Ricordiamoci che questa è la Nazione in cui, all'interno del consorzio che smaltisce la plastica, per maggioranza sono petrolieri e le nostre bottiglie di PET, per chi le compra, si possono riciclare soltanto al 50%.
Quello è polimero puro. Non c'è differenza: da quella bottiglia rifaccio una bottiglia, è petrolio puro, ma lo possiamo riciclare soltanto al 50%.
Questi sono i temi con cui ci confrontiamo e noi diciamo che aumentiamo la raccolta differenziata ma, soprattutto, aumentiamo in modo considerevole, lo raddoppiamo quasi, il rifiuto riciclato. Ma sono balle alla prova dei fatti. Oltre il caffè non scommetto, ma siamo disposti a verificare, anno dopo anno, sei mesi dopo sei mesi, dove avverrà che cosa? Una cosa certa: aumenterà la percentuale di raccolta differenziata aumenterà la tassazione nei confronti dei cittadini piemontesi, non aumenterà il materiale riciclato, se non in modo impercettibile, e il materiale riciclato continuerà andare in discarica oppure all'interno del termovalorizzatore. C'è un unico aspetto, anche se il Piano prevede che si deve riciclare tutto e non si può fare energia.
Poi c'è un aspetto, l'unico davvero su cui il Piano non è coraggioso.
Anche nella nostra Regione vi sono alcuni esperimenti di eccellenza rispetto all'utilizzo del rifiuto nella produzione di energia, in modo ecologicamente sostenibile. Dietro queste due parole si nasconde tutto quello che vogliamo. La produzione di biocarburanti dall'energia, rispetto a questo aspetto, mi sembra il tema - uso un termine che hanno usato altri colleghi - più sfidante che il Piano poteva avere. Ci sono quattro parole a pagina 8, dove si dice che bisogna incentivare progetti innovativi. Ma oggi fare un Piano della raccolta rifiuti che non tenga conto che una parte del rifiuto riciclato debba essere trasformato in modo ecologicamente compatibile in energia, significa fare un errore. Invece noi scriviamo esattamente il contrario.
Noi diciamo che non è trasformabile in energia, che quello riciclato va tutto utilizzato e riciclato e solo quello che non è possibile riciclare lo possiamo trasformare in energia. Sarà semplice verificare il fallimento di questo Piano, perché si basa su dati numerici reali, ma su prospettive fantasiose.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Ricordo che per il pomeriggio ci sono ancora tre interventi prenotati: il Consigliere Mighetti, la Consigliera Accossato e il Consigliere Allemano. Se vi saranno altre richieste di intervento, verranno effettuate nel pomeriggio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



< torna indietro