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Dettaglio seduta n.13 del 07/10/14 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 87 presentata dal Consigliere Valetti, inerente a "Posizione della Regione in merito al Tunnel di Corso Grosseto"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
87, inerente a "Posizione della Regione in merito al Tunnel di Corso Grosseto", presentata dal Consigliere Valetti, che ha chiesto la parola per l'illustrazione.
Prego, ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione fa seguito ad un'indagine personale condotta dal nostro Gruppo in merito ad alcune opere che si proponevano come "risolutrici" del nodo della Torino-Ceres, e quindi del ricongiungimento di tale linea, che staziona anche a Caselle, con il resto della rete ferroviaria metropolitana.
Abbiamo approfondito, quindi, sia il progetto che è stato oggetto di bando di gara da parte della Regione, sia i progetti alternativi e le soluzioni proposte da associazioni o comitati di territorio sufficientemente approfonditi da essere presi in considerazione.
Il bando è stato aggiudicato da poco, quindi si attende giusto la stipula del contratto con la società aggiudicataria. Nonostante ci vorremmo sottoporre alla vostra attenzione delle riflessioni (alcune delle quali già approfondite in via del tutto personale con l'Assessore) in merito al fatto di considerare la questione del trasporto ferroviario torinese dal punto di vista globale, con una visione sul lungo periodo e con un'attenzione a tutte quelle opere che potrebbero completare l'intero sistema di trasporto pubblico, che si basa su dorsali ferroviarie e metropolitane interrate, con il sostegno delle linee bus di superficie.
In particolare, abbiamo preso in considerazione un progetto che ha verificato innanzitutto la fattibilità tecnica di recuperare delle ferrovie esistenti in ambito urbano, come il "Trincerone", che prosegue la linea Torino-Ceres da Piazza Baldissera verso il centro, in direzione Porte Palatine. Tale ferrovia è inutilizzata da decenni: praticamente è stata interrotta, murandola con la costruzione del passante ferroviario.
Esiste comunque una fattibilità tecnica a ripristinare questa linea perché ci sono sia le condizioni dimensionali che di carico portante per pensare alla sua riapertura con una direzione verso il centro. È stata anche fatta una stima molto spannometrica dei possibili costi: dal momento che parliamo di una struttura quasi interamente esistente, si tratta di interrare un pezzo molto breve, probabilmente inferiore al chilometro, e ciò consentirebbe di creare una linea di supporto che porta verso il centro arrivando da Ceres.
La stima dei costi è decimante inferiore o comunque competitiva con l'opera che, invece, è stata presa in considerazione dalla Regione sin dalla passata legislatura.
Altre considerazioni riguardano il fatto di intervenire in modo pesante sulla infrastruttura ferroviaria urbana in un momento in cui c'è grande penuria di risorse, specialmente sul trasporto pubblico, e siamo di fronte a dei tagli (in alcuni casi a delle proroghe) sugli investimenti nei mezzi di trasporto e nei bus.
Non va inoltre sottovalutato l'impatto sul territorio, perché parliamo di una galleria di circa 2,7 chilometri che scorrerebbe sotto l'asse di Corso Grosseto, che è la via principale di accesso a nord, che mette in comunicazione la zona ovest con la zona est della città. È dunque prevista una cantierizzazione di molti anni, con notevoli disagi per la viabilità.
Tutto questo per introdurre una sola nuova fermata in periferia inserendo il traffico proveniente da Ceres e da Caselle nel passante ferroviario già esistente (Trincerone), aspetto che comporta, comunque delle problematiche di gestione del traffico e non aggiunge molto alla copertura stradale (in definitiva, si parla di una sola fermata in più in periferia).
Dal punto di vista del traffico ferroviario e di come lo stesso permea le zone centrali, non cambia praticamente nulla, perché abbiamo sempre i soliti assestamenti.



PRESIDENTE

Consigliere Valetti, le ricordo che sono previsti tre minuti per l'illustrazione dell'interrogazione. Lei sta intervenendo ormai da cinque.



VALETTI Federico

Concludo, Presidente.
Ci sono delle opere che noi consideriamo prioritarie e di costo inferiore. Ad esempio, si poteva valutare semplicemente l'interscambio tra le stazioni Dora GTT e la Dora passante, e l'accelerazione dei lavori sulle stazioni non ancora completate, come quella di Zappata, e l'allestimento migliore della stazione di Madonna di Campagna.
Attendiamo una risposta in tal senso per capire se c'è perlomeno la volontà di valutare delle opere alternative a questa soluzione molto dispendiosa. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco, per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

E' chiaro a tutti che, per quanto possa essere suggestiva questa proposta, a questo punto risulta evidentemente non opportuno, non efficace e non economico inserire l'ennesima alternativa di progetto. Si evidenzia che il progetto dell'intervento in oggetto è già in fase avanzata, anzi non solo è di attuazione, ma negli anni è già stato sottoposto al vaglio di tutte le amministrazioni pubbliche competenti, sono state rilasciate tutte le autorizzazioni del caso, pareri, nulla osta e altri atti di assenso comunque denominati.
Questa relazione - consegnerò questa lunga relazione agli interroganti fa un po' la cronistoria di tutto questo progetto. Allo stato attuale siamo, ormai, alla fase di aggiudicazione; anzi, in data 19 agosto 2013, il soggetto attuatore SCR ha indetto la gara per l'appalto integrato dell'intervento, con importo a base d'asta di 130 milioni 985 mila euro.
In data 26 agosto 2014, cioè un anno dopo, il soggetto attuatore SCR ha aggiudicato in via definitiva ed efficace l'appalto integrato a favore di Itinera SpA-CCC Soc. Cooperativa, per un importo pari a 100 milioni 997 mila euro.
Si prevede, in particolare, che il progetto esecutivo sarà predisposto e approvato entro aprile 2015 e che i lavori di realizzazione verranno avviati ad aprile 2015 e si concludano entro l'aprile 2018.
Per quanto riguarda gli aspetti economici-finanziari, il valore del quadro economico di spesa dell'opera in progetto ammonta a 180 milioni, IVA inclusa, e la sua copertura finanziaria risulta già stata approvata e garantita rispettivamente a carico dello Stato e della Regione Piemonte.
A questo punto, è evidente che quel progetto - che, ormai è in fase di realizzazione - non sarebbe assolutamente opportuno bloccarlo, anzi direi che sarebbe impossibile, non possiamo fare altro che augurarci che vada in porto. Infatti, questo progetto, per quanto possa essere ancora trattato, è stato discusso per almeno dieci anni ed è la soluzione definitiva per collegare il sistema ferroviario piemontese anche all'aeroporto di Caselle.
Non solo, conclude anche da un punto di vista urbano e interrurbano la progettualità del sistema ferroviario metropolitano, almeno per quanto riguarda quella tratta.
L'ipotesi testé illustrata può anche essere suggestiva; potrebbe in qualche misura, a fronte di risorse utilizzabili, cosa che in questo momento è perlomeno difficile, essere un'ulteriore integrazione del sistema. Però, dire che quest'ipotesi presentata possa in qualche modo interconnettersi con il sistema di metropolitana credo sia problematico, se non altro perché il sistema della metropolitana torinese - almeno per quanto riguarda la sua linea 1, di cui speriamo, anche attraverso lo Sblocca Italia, si venga a prevedere il completamento verso la parte ovest del sistema urbano torinese - come si sa, non è su rotaia di caratteristica ferroviaria.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 94 presentata dal Consigliere Sozzani, inerente a "Completamento tangenziale Fara-Briona"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 94 presentata dal Consigliere Sozzani, che ha la parola per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie.
Intervengo solo per una breve illustrazione, in quanto riguarda il prosieguo di un'interrogazione che presentai a suo tempo relativamente alla necessità e al costo della linea ferroviaria Novara-Varallo, rispetto alla quale la Giunta assunse una sua decisione successivamente.
Rispetto a quella decisione, che di fatto ha soppresso le corse dei treni estremamente costosi lungo questa linea, esiste un collo di bottiglia, cioè una grandissima strettoia nell'abitato di Fara.
In questo momento, con finanziamento regionale - peraltro, un appalto era partito nel momento in cui ero Presidente della Provincia di Novara - è in costruzione una tangenziale che riguarda i due abitati di Fara e di Briona, che a questo punto assume importanza rispetto al maggiore flusso di traffico previsto anche in virtù della soppressione delle corse dei treni.
Però, questo non è un elemento vincolante, perché da quelle parti esistono aziende e una serie di centri commerciali piuttosto importanti, pertanto vi è un traffico estremamente alto durante i giorni della settimana e soprattutto, nel week end, che somma l'attività di fruizione di questi centri commerciali piuttosto che la fruizione turistica, perché questa è la strada che porta in Valsesia.
Allora, interrogavo se non fosse opportuno destinare delle risorse che la Giunta intende reperire al fine del completamento di questa tangenziale che diventa fondamentale per i due abitati e per la salvaguardia e la sicurezza dei suoi cittadini, oltre che degli automobilisti che percorrono la strada.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

L'intervento relativo alla Variante di Fara era previsto nel "piano investimenti sulla viabilità trasferita" ed è stato suddiviso dalla Provincia di Novara in due lotti: il primo è stato avviato, ma era un lotto non funzionale. Come sia stato possibile autorizzare un lotto non funzionale non lo so, ma questo è avvenuto. Oggi il primo lotto è concluso e finisce nel nulla, non è collegato con alcuna viabilità, quindi risulta indispensabile la realizzazione del secondo lotto.
Sul secondo lotto si sono accavallate più ipotesi, credo che sarà opportuno tornare alle ipotesi meno onerose e anche più brevi in termini di costruzione.
Essendo un'opera inconclusa, dove il primo lotto, piuttosto lungo finisce in una rotonda - nel nulla - è evidente che faremo tutto il possibile affinché l'opera venga conclusa, cioè si riconnetta al sistema stradale provinciale oggi esistente.
In caso contrario, personalmente non mi sarei mai preso la responsabilità di costruire un'opera di questo genere, i tempi delle circonvallazioni, almeno laddove stiamo ragionando su quantità di traffico non enorme, sono decisamente finiti.
Oggi c'è la possibilità di interventi di moderazione e di organizzazione del traffico molto meno onerosi e, probabilmente, anche più funzionali, senza andare ad occupare inutilmente terreni agricoli e senza spendere cifre assolutamente spropositate per risolvere problemi di viabilità sostanzialmente contenuti e sostanzialmente risolvibili con altri interventi.
Si ritiene di poter intervenire concludendo quest'opera attraverso le economie che SCR proprio in questi giorni sta definendo, quindi passando alle risorse della Regione.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 95 presentata dal Consigliere Campo inerente a "Lettera degli autisti della società di trasporti Nuova Senese (Cuneo) del 16/9 ultimo scorso"


PRESIDENTE

Proseguiamo esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 95 presentata dal Consigliere Campo, che ha la parola per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Questa lettera ci ha dato lo spunto per trattare un tema che viene portato all'attenzione da almeno un paio di anni, ossia la sostanziale trascuratezza nelle azioni di manutenzione e di garanzia della sicurezza dei mezzi adibiti al trasporto pubblico locale su gomma.
Questi fatti sono stati segnalati a più riprese da varie parti della Regione, ai diversi gruppi attivi sul territorio. Il fatto che sia stata scritta questa lettera sta a dimostrare a che punto sia giunta l'esasperazione e testimonia anche la maniera plateale con cui vengono ignorate le segnalazioni relative ai gravi problemi di manutenzione.
Non solo, è segnalato anche il fatto che spesso chi è addetto alla manutenzione non è qualificato a farlo. Che tutto ciò sia possibile lo troviamo assolutamente stupefacente. Così come è evidente che gli organismi preposti al controllo, che teoricamente sarebbero le Province in quanto delegate dalla Regione ai sensi della legge del 2000, evidentemente non fanno nulla.
Ce ne siamo già resi conto dal punto di vista della programmazione, in quanto non è assolutamente rispondente alle esigenze dell'utenza e ci lascia estremamente preoccupati questa trascuratezza relativa alla manutenzione e alla sicurezza dei mezzi.
Di conseguenza, avendo riscontrato questo, siamo andati a vedere che cosa fa la Regione su questo tema. Teoricamente la legge prevede un Osservatorio sulla mobilità che dovrebbe riportare con cadenza periodica alla Giunta e al Consiglio la situazione del trasporto pubblico locale anche dal punto di vista dell'efficienza e dell'efficacia, ma non ne abbiamo trovato traccia.
C'è un Osservatorio sulla mobilità e le infrastrutture che stila dei rapporti annuali su tutti questi bei progetti che si vogliono fare per aggiungere sempre cose nuove, ma su come stia funzionando l'esistente e quanto stia diventando pericoloso per chi ci lavora e per chi fruisce del servizio, non troviamo alcun riscontro.
Non c'è alcun riscontro su questo tipo di problematiche che, ripeto non arrivano solo da questi autisti, ma stanno arrivando un po' da tutta la Regione.
Questi sono solo quelli che hanno avuto il coraggio finalmente di denunciare una situazione che sta diventando insostenibile.
Pertanto, vorremmo sapere se la Regione come Ente sovraordinato, almeno lei, che ha delegato a seguito della legge e della sussidiarietà ad Enti subordinati le attività puntuali, intenda correre ai ripari anche in una logica di riorganizzazione delle competenze della Provincia su questo tema.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Credo non sia corretto dire che la Regione è un Ente sovraordinato rispetto al TPL. Ancora la legge Delrio, infatti, mantiene in capo alle Province la funzione del TPL. E su come ci sia evidentemente un problema di governo del sistema, in generale e anche per quanto riguarda l'aspetto della sicurezza dei mezzi, non posso che essere d'accordo con lei, come sul fatto che sia assolutamente urgente intervenire, anche riformando l'attuale legge n. 1/2000 per quanto riguarda questo tipo di regolazione del sistema.
Per quanto riguarda la questione devo dire che, purtroppo - per colpa mia, evidentemente - non ho avuto modo di vedere questa segnalazione, o almeno non l'ho vista personalmente.
Gli Uffici mi scrivono, ribadendo il fatto che le competenze sono delle Province per quanto riguarda anche questi aspetti.
La Direzione dice che si è occupata di questo aspetto e che ha predisposto una comunicazione all'ufficio della Motorizzazione Civile di Cuneo inerente alle problematiche segnalate dai dipendenti, in merito ai guasti e alle gravi anomalie sui mezzi adibiti al trasporto pubblico locale, affinché la medesima possa intervenire per quanto di competenza.
Per quanto riguarda gli investimenti in materiale rotabile, si comunica che il piano autobus 2011 detta criteri e modalità di sostituzione degli autobus, prevedendo l'immissione di mezzi nuovi e con motorizzazione conforme alle direttive europee - in questo caso non inferiori alla classe Euro 5.
Nell'ambito di detto piano la ditta Autolinee Nuova Benese dispone l'assegnazione di un budget di 959.260 euro, potenzialmente bastevole alla contribuzione di investimenti per l'avvicendamento di nove mezzi, a cui finora ha attinto per la sostituzione di quattro mezzi per una contribuzione complessiva di euro 447 mila.
Come lei saprà, Consigliere, questo è un altro problema, cioè il fatto che risorse disponibili per la sostituzione dei mezzi sono spesso non utilizzate o utilizzate solo in parte.
Questo è dovuto a varie ragioni, non ultima quella della contribuzione che le ditte devono ovviamente predisporre; in tempi difficili e di crisi non sempre le ditte danno priorità a questo tipo di interventi.
Probabilmente anche in questo caso bisogna ragionare sui criteri oggi previsti per la sostituzione e anche per la contribuzione rispetto ai mezzi nuovi. Nel senso che probabilmente per il fatto che c'è stato negli anni un taglio anche significativo in alcune zone delle risorse, e quindi anche dei chilometri effettuati, oggi noi abbiamo molti mezzi fermi nei piazzali delle aziende. Sono i mezzi evidentemente più vecchi.
Continuare a pensare che si debbano sostituire gli "Euro 0" oggi non più in esercizio è probabilmente un sistema che blocca ulteriormente le possibilità di rinnovo del parco.
Bisognerà forse rivedere questi criteri, anche prevedendo la possibilità di sostituire mezzi più recenti, ma ancora in esercizio, che abbiano ormai raggiunto un certo livello di numero di chilometri, il classico milione di chilometri o un certo livello di vetustà.
Questi aspetti sono all'attenzione dell'Assessorato. Speriamo, nelle prossime settimane, di poter fare delle proposte più puntuali sull'organizzazione in generale di questi sistemi.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interrogazione a risposta immediata n. 91 presentata dal Consigliere Rostagno, inerente a "Controlli sullo stato del parco mezzi SADEM operante sulla tratta Torino-Pinerolo"


PRESIDENTE

Proseguiamo esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 91 presentata dal Consigliere Rostagno, che ha la parola per l'illustrazione.



ROSTAGNO Elvio

Molto semplicemente, l'interrogazione era relativa al fatto che è comparsa sui giornali locali la notizia di paventati rischi di incidenti causati da scarsa manutenzione dei freni dei mezzi della SADEM.
Non so se sia una situazione sporadica, oppure se dietro a questo ci siano delle situazioni analoghe sul sistema del trasporto pubblico locale piemontese.
Chiedo di sapere quali controlli si fanno rispetto alle manutenzioni in relazione alle convenzioni che la Regione ha con le varie aziende.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

In qualche misura la risposta è simile rispetto all'interrogazione precedente. C'è evidentemente, anche in questo caso, un problema serio per quanto riguarda le manutenzioni e le vetustà dei mezzi.
Per quanto riguarda SADEM il budget previsto, quindi assegnato alla ditta, era di 954 mila euro e corrispondente a circa nove mezzi. Finora l'azienda ha sostituito sette mezzi per una contribuzione complessiva di 796 mila euro.
Valgono le considerazioni fatte prima sull'individuare modalità che in qualche modo incentivino la sostituzione dei mezzi a fronte di risorse ormai relativamente scarse, in alcuni casi non utilizzate, e anche a fronte della possibilità di prevedere che le ditte possano anticipare l'acquisizione, andando poi eventualmente a coprire i loro impegni finanziari con risorse anche successive.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 89 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Nuove norme sulla gestione dei rifiuti da d.l. 133/2014 c.d. 'Sblocca Italia'"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 89, presentata dal Consigliere Bertola, che ha la parola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Senza voler nulla togliere all'Assessore Valmaggia, mi rammarico dell'assenza del Presidente Chiamparino, perché avevo individuato lui come destinatario dell'interrogazione, perché so.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere, ricordo solo che oggi il Presidente Chiamparino è a Bruxelles, ad un incontro del Comitato delle Regioni.



BERTOLA Giorgio

Lo so, lo so, avevo inteso che non era nulla di personale.
Parliamo del cosiddetto decreto "Sblocca Italia", decreto legge 133/2014, attualmente all'esame delle Commissioni parlamentari per la conversione, che, a nostro avviso, presenta diversi elementi di criticità.
Questa nostra interrogazione si concentra sull'articolo 35, che riguarda la gestione dei rifiuti.
Il Comma 1 di quest'articolo recita: "Entro 90 giorni devono essere individuati, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, gli impianti di recupero di energia e di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali esistenti o da realizzare, per attuare un sistema integrato e moderno di gestione di tali rifiuti, atto a conseguire la sicurezza nazionale nell'autosufficienza e superare le procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore".
Sempre lo stesso articolo dice anche: "Tutti gli impianti, sia esistenti sia da realizzare, devono essere autorizzati a saturazione del carico termico, come previsto dall'articolo 15 del decreto legislativo 4 marzo 2014 n. 46, entro 60 giorni dall'entrata in vigore del decreto".
In automatico, quindi, si adegua l'autorizzazione integrata ambientale per l'impianto, per farlo funzionare al massimo carico termico.
In Piemonte, quando si parla di impianti di smaltimento e di recupero di energia dei rifiuti, viene in mente l'inceneritore di Torino, il cosiddetto "termovalorizzatore del Gerbido". Parliamo di un impianto avviato ad aprile 2013, che attualmente è autorizzato a bruciare 421 mila tonnellate all'anno. Se quest'impianto dovrebbe rientrare nell'elenco predisposto dal Ministero, in automatico verrebbe aumentata la sua capacità di 100 mila tonnellate all'anno, portandola a 521 mila.
Sinceramente la cosa desta qualche preoccupazione, perché l'impianto fin dal suo avvio, sia pure funzionando ad un regime inferiore rispetto a quello massimo autorizzato, ha fatto registrare una lunga serie di guasti con conseguenti sforamenti dei limiti emissivi (l'ultimo dei quali è datato 3 ottobre, quindi anche recente).
D'altra parte, il trasporto tra Regione e Regione di rifiuti è una cosa che non ha molto senso ed è contro qualsiasi principio di sostenibilità ambientale, perché si aumenta il carico ambientale, portato già da impianti come gli inceneritori, aggiungendo il carico ambientale portato dai camion che trasportano i rifiuti.
Del resto, la nostra Regione già tratta rifiuti provenienti da altre Regioni, per via di accordi interregionali che abbiamo anche sottolineato con altre interrogazioni, precisamente dalla Lombardia e dalla Liguria. Tra l'altro, quest'articolo del decreto legge "Sblocca Italia" configge con il principio di autosufficienza delle Regioni.
Rilevato, quindi, che la Regione Lombardia e la Regione Veneto hanno già annunciato di voler proporre ricorso presso la Corte Costituzione contro l'articolo 35 del decreto legge 133/2014, volevamo conoscere l'orientamento della Giunta regionale proprio sul dettato di questo articolo.
Grazie.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
E' vero che non è presente il Presidente Chiamparino, però la Regione Piemonte ha la responsabilità di coordinare la Conferenza delle Regioni, il coordinamento delle Regioni sulle tematiche ambientali, quindi su questo tema abbiamo lavorato molto.
Questo coordinamento delle Regioni ha condiviso la non concordia sull'articolo 35: quindi non solo Lombardia e Veneto, ma anche Piemonte Emilia Romagna e Sardegna.
La richiesta fatta dalle Regioni è di partecipare ad una progettualità complessiva, non solo di essere sorpassati da una decisione a livello nazionale, ma di lavorare ad un Tavolo dove, pur dando la disponibilità come stiamo facendo adesso con la Regione Liguria, con un accordo interregionale, di aiutare, per una fase transitoria, si richiede anche per un intervento più organico sulla differenziata: cioè, le Regioni che si trovino in difficoltà, attuino una politica che sia più organica per quanto riguarda i rifiuti.
La posizione delle Regioni, compresa la Regione Piemonte, che è passata sia nel coordinamento nazionale delle Regioni, sia attraverso il Presidente Chiamparino nella Conferenza Stato-Regioni, è di rivisitare quest'articolo se non addirittura toglierlo, in un'ottica di coordinazione e di copianificazione di un percorso virtuoso che, dando un sostegno temporaneo alle Regioni in difficoltà, le faccia ripartire in un percorso di autosufficienza e di auto organizzazione. Questo è il parere espresso dal nostro coordinamento nella seduta del 24 settembre, ed è quello che abbiamo espresso tramite la rappresentanza dell'Assessore all'Ambiente della Regione Lombardia nell'audizione alla Camera su quest'articolo 35. Questo è il punto che vorremmo portare avanti come conferenza, come coordinamento regionale sull'ambiente, ma anche attraverso il Presidente Chiamparino come conferenza Stato-Regioni. Grazie.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 90 presentata dal Consigliere Valle inerente a "Ripristino dei locali dell'ambulatorio di via Spalato 15 a Torino, danneggiati dall'incendio dello scorso 30 maggio"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 90, presentata dal Consigliere Valle, che ha la parola per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Sono passati ormai quattro mesi da un piccolo incendio che ha reso inagibili i locali dell'ASL, ceduti in comodato dal Comune, in via Spalato.
Questo ha impedito, in questi quattro mesi, sia il funzionamento di alcuni servizi importanti dell'ASL, tra i quali la psichiatria infantile e la neuropsichiatria, sia alcuni locali dei servizi sociali circoscrizionali e comunali.
I servizi sociali sono stati spostati in via provvisoria in via De Santis; i servizi dell'ASL, anche qui in via provvisoria, sono stati spostati in locali non idonei in via Monte Ortigara (ma su questo ritorneremo), e non sono ancora cominciati i lavori di ripristino.
Sono passati ormai quattro mesi. La stagione invernale è alle porte e c'è il giustificato timore che i lavori non ancora eseguiti possano non garantire l'accensione del riscaldamento nella comunità disabili del Comune di Torino che si trova in questi locali.
Per questo motivo, siamo a chiedere notizie sull'inizio di questi semplici lavori di ristrutturazione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore all'edilizia sanitaria

Immediatamente dopo la presentazione del quesito dell'interrogazione che è recente, abbiamo chiesto informazioni all'ASL.
La dottoressa Giovanna Briccarello fornisce queste informazioni, che leggo per essere più preciso. L'ASL TO1, a seguito dell'incendio dei locali in comodato d'uso dal Comune di Torino in via Spalato 15, occorso in data 30 maggio, si è immediatamente attivata affinché i servizi ivi afferenti non subissero alcuna interruzione, provvedendo a spostarli, come da comunicato stampa del 30 maggio, che è stato allegato. Successivamente, di concerto con il Comune proprietario, si sono esperite le necessarie procedure per l'affidamento dei lavori di ristrutturazione e messa a norma dei locali.
Con delibera del 23 settembre (quindi è di questi giorni) è stata bandita la gara d'appalto, che vede la scadenza per la presentazione delle offerte da parte delle ditte interessate per il prossimo 17 ottobre, alle ore 12. Nello stesso giorno, alle ore 14.30, è prevista l'apertura delle buste in modo da poter procedere al più presto all'affidamento dei lavori.
L'impianto di riscaldamento, come risulta anche da una riunione effettuata lo scorso mese di luglio, tra l'ente che gestisce l'impianto di riscaldamento (IREN), i funzionari tecnici del Comune e dell'Azienda Sanitaria è sezionabile e pertanto il centro disabili può essere riscaldato autonomamente, sin dall'inizio dei primi freddi, senza alcuna conseguenza negativa per gli utenti.
Sono a disposizione per ogni chiarimento.
Questa è l'informazione che mi hanno fornito. Dovrebbe essere - da quello che leggo - la fase conclusa della procedura, quindi l'affidamento dei lavori che, secondo questa informazione, dovrebbe avvenire, se non ci sono impedimenti, entro ottobre. Grazie.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 88 presentata dalla Consigliera Gancia, inerente a "Quali misure a tutela dei fornitori della sanità regionale in seguito ad impugnazione 'Variazione al bilancio di previsione 2014'"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 88, presentata dalla Consigliera Gancia, che ha la parola per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Abbiamo avuto modo di valutare che la legge regionale n. 6 è stata impugnata nell'ultimo Consiglio dei Ministri, in quanto - come ampiamente previsto già in quest'aula - priva di adeguata copertura finanziaria, in violazione dell'articolo 81 della Costituzione.
Pertanto, tenuto conto della crisi economica che sta portando e ha portato alla chiusura di numerose attività in Piemonte e ritenendo che la priorità nella nostra regione sia la tutela delle imprese, e quindi dei lavoratori, come espresso anche nel discorso programmatico del Presidente Chiamparino, interroghiamo l'Assessore per sapere quali misure siano state adottate dal Governo regionale per tutelare i fornitori della sanità che non potranno vedere onorato il loro credito con la PA, a causa di quest'impugnazione.
Ricordiamo - mi riferisco, ad esempio, all'ASL Cuneo 1 e Cuneo 2 - che i pagamenti negli ultimi tempi erano stati portati, seppure con fatica, con una certa regolarità a 60-70 giorni. Questo sicuramente cambierà tutte le carte in tavola.
Vogliamo capire se avete previsto delle misure per tutelare queste imprese. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Reschigna, per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Sarò inevitabilmente sintetico. E' chiaro che la preoccupazione è da noi condivisa, ed è chiaro che stiamo mettendo in atto tutti gli approfondimenti con i tecnici del Ministero e, poi, con la struttura politica dello stesso, per sbloccare al più presto la situazione. Penso che nei prossimi giorni ci sarà un incontro presso il Ministero, proprio su questo tema.
Una risposta più complessiva ed adeguata al tema posto dalla Consigliera Gancia verrà offerta da parte nostra nel corso del Consiglio regionale di martedì prossimo, dove - anche a seguito della discussione che si è svolta ieri in I Commissione - svolgeremo una comunicazione al Consiglio sia sulla situazione legata al ricorso alla Corte Costituzionale l'impugnativa fatta dal Governo sulla legge regionale n. 6 - sia anche a seguito del giudizio di parifica che venerdì prossimo la Corte dei Conti del Piemonte esprimerà sul rendiconto 2013.
Su questi due temi e sulle conseguenze che si apriranno nelle politiche di bilancio della Regione Piemonte ci sarà un'approfondita comunicazione cui credo inevitabilmente seguirà anche un dibattito consiliare, come da me concordato ieri in sede di I Commissione e come - mi auguro - domani la Conferenza dei Capigruppo confermerà.
Credo che questa possa anche rappresentare una risposta ad analogo question time presentata dal Consigliere Marrone.
Chiedo solo di affrontare complessivamente ed in modo assolutamente approfondito la questione martedì prossimo, durante le comunicazioni all'Aula.


Argomento: Musei

Interrogazione a risposta immediata n. 92 presentata dalla Consigliera Motta, inerente a "Manutenzione straordinaria del tetto del Museo storico Badogliano di Grazzano Badoglio (AT)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 92, presentata dalla Consigliera Segretaria Motta, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Il fatto che non ci sia l'Assessore alla cultura è la conferma di quale probabilmente sarà la risposta, perché a lei (l'Assessore alla cultura, non l'Assessore Reschigna, che è solo delegato), che non conosce tutto il Piemonte, probabilmente sfuggirà l'importanza del Museo Storico Badogliano nella provincia di Asti, un sito museale di notevole rilievo; realtà che invece l'Assessore Oliva, che è anche un famosissimo storico, conosceva molto bene.
Questo museo è ospitato in una struttura sita nel Comune di Grazzano Badoglio, che è stata oggetto di ristrutturazione anche grazie a fondi della Regione Piemonte. Per completare tale ristrutturazione, però, è necessario procedere al rifacimento del tetto (c'è già il parere positivo della Sovrintendenza). Le risparmio, perché credo abbia già tutti i dati nella risposta e nella sua relazione, tutto l'iter che il Comune di Grazzano ha fatto, presentando istanza alla Regione per il contributo e la risposta che la Direzione cultura ha mandato al Comune, dicendo che l'istanza è ammissibile, che la domanda presentata è al primo posto, ma che naturalmente non ci sono risorse per finanziarla.
Il problema è diventato urgente, in seguito all'estate molto piovosa e alle numerose perturbazioni: ci sono infiltrazioni nel tetto, tali da rischiare di compromettere la pavimentazione ed i lavori di ristrutturazione che sono già stati effettuati, pertanto è abbastanza paradossale, oltre che controproducente, che la Regione non possa dare corso all'indispensabile completamento dei lavori, mettendo a rischio anche i fondi pubblici che sono già stati utilizzati.
L'interrogazione, pertanto, chiede se è possibile reperire con urgenza le risorse necessarie, magari, se non sul capitolo di bilancio in cui è stato fatto il bando o la richiesta di contributi, identificando altri capitoli o altre fonti di contribuzione per evitare i danni ingenti, visto anche l'arrivo del periodo autunnale ed invernale che può compromettere il museo e tutta la pavimentazione e la ristrutturazione precedente.
Mi auguro che la scarsa attenzione dimostrata dall'Assessore alla cultura venga compensata dalla sua sensibilità, essendo lei stato Sindaco ed avendo un passato nell'amministrazione regionale che l'ha visto attento alle problematiche dei piccoli Comuni e territori. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Vorrei precisare che l'assenza di oggi dell'Assessore Parigi, in relazione al question time, non può essere interpretata come scarsa sensibilità nei confronti del tema sollevato dall'interrogazione.
L'Assessore Parigi, purtroppo, ha avuto un impegno istituzionale che non le ha consentito di essere presente in sede di question time. Gli appunti che mi sono stati consegnati questa mattina non fanno altro che confermare la ricostruzione dei fatti esposti dall'interpellante, cioè che è stato un bando, una selezione. L'intervento relativamente al Museo di Grazzano Badoglio è stato ammesso al finanziamento, ma non ci sono, in questo momento, le risorse per finanziare alcuni di questi interventi.
Quello che posso fare, nel limite delle possibilità relative alle disponibilità economiche (molto scarse) sul bilancio della Regione, è sensibilizzare ulteriormente, cosa già in atto, l'Assessore alla cultura relativamente ad una situazione che ha caratteristiche certamente di urgenza, perché in ogni intervento sul manto di copertura rischia di pregiudicare e di rendere ancora più oneroso successivamente l'intervento di ripristino dell'edificio.
Mi attiverò nei confronti dell'Assessore per verificare, visto anche l'intervento in sé, se ci sono possibilità nelle prossime settimane.
Peraltro, l'Assessore è già sufficientemente sensibilizzata e attenta al riguardo.
Per il resto, dovrei rispondere con una cronistoria che non fa altro che ripetere le cose che la Consigliera Motta ha espresso nel suo intervento.


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione a risposta immediata n. 93 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Pozzo esplorativo in Acqui Terme per la ricerca di fluidi geotermici"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 93, presentata dal Consigliere Berutti La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Alla Regione Piemonte è stata presentata un'istanza per la ricerca di fluidi termali denominata "Acqui Ovest". Sostanzialmente è un progetto preliminare che prevede la realizzazione di un pozzo esplorativo. E' chiaro che la preoccupazione che nasce da questo progetto e da questa esplorazione si pone in quanto Acqui è, notoriamente, una città termale. Nessuno è nella condizione di sapere se un eventuale pozzo possa creare delle criticità dal punto di vista delle eventuali miscelazioni o "inquinamenti" della falda termale.
Questo progetto, essendo realizzato da una società privata, pone ancora di più delle preoccupazioni in merito. La nostra preoccupazione è capire se sono state fatte tutte le valutazioni sia ambientali sia sanitarie al fine di evitare che, magari, una semplice indagine possa creare delle criticità tali da danneggiare un'economia o creare delle problematiche collaterali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore alle attività estrattive Grazie, Presidente. Grazie, Consigliere.
Riassumo brevemente la questione cui si riferisce l'interrogazione.
E' stata presentata alla Regione istanza di avvio della fase di verifica di VIA da parte della Società Acqui Energia SpA, che intende trivellare un pozzo esplorativo per la ricerca di fluidi geotermici, allo scopo di incrementare il teleriscaldamento della Città di Acqui.
La concessione relativa all'attività termale è di competenza provinciale, ed è stata rilasciata dalla Provincia di Alessandria; mentre lo sfruttamento geotermico, quindi l'eventuale autorizzazione allo sfruttamento geotermico per il quale è stato presentato il progetto, è di competenza regionale. La Società Acqui Energia, titolare del permesso di ricerca denominato Acqui Ovest, ha individuato il sito di perforazione all'interno della concessione mineraria per lo sfruttamento delle sorgenti termali gestito dalla Società Terme di Acqui.
Nel corso di questa procedura - alla procedura partecipa anche la società Terme di Acqui - è emersa la problematica circa una possibile interferenza di questa trivellazione con le sorgenti termali. Il 17 dicembre 2014 c'è stato un sopralluogo tecnico; il 25 settembre, invece, si è tenuta la Conferenza dei Servizi, dove sono state presentate una serie di richieste di integrazioni sul progetto per evitare interferenze tra attività termali e perforazione del pozzo esplorativo, e il rischio di miscelazione delle acque presenti nei due acquiferi. Riassumo naturalmente una relazione tecnica assai più dettagliata sui due acquiferi, uno più superficiale, l'altro più profondo, ma aventi pressioni, temperature e caratteristiche idrochimiche differenti.
La Direzione Ambiente - stiamo ancora parlando dei nostri livelli tecnici - a seguito di sopralluogo e di Conferenza dei Servizi, richiede che, in ogni caso, venga effettuato un piano di monitoraggio ante opera su tutte le fonti termali esistenti per avere dei parametri di controllo da confrontare durante l'eventuale perforazione del pozzo.
Tuttavia, in sede di Conferenza dei Servizi, il Presidente della Società Terme di Acqui ha espresso parere contrario al progetto. Di conseguenza, quella seduta di Conferenza dei Servizi del 25 settembre si è conclusa sulla decisione di approfondire un tema di improcedibilità amministrativa (se il padrone di casa non autorizza qualcuno a perforare non si può perforare), fatti salvi eventuali accordi fra le parti (Acqui Energia e Società Terme di Acqui) nei termini di conclusione del procedimento.
In altri termini, un'eventuale trivellazione sarebbe possibile, anzi la procedura di VIA potrebbe aprirsi solo se viene individuata una soluzione non conflittuale fra le parti coinvolte. Poiché il punto centrale dell'interrogazione è quale sia la posizione della Giunta sul merito vorrei intanto premettere che ci sono una serie di valutazioni tecniche approfondite che evidenziano il fatto che, in ogni caso, andrebbe tenuto sotto controllo il rischio che un'operazione di questo genere possa creare dei problemi agli acquiferi che alimentano le Terme.
In secondo luogo, la stessa operazione che noi abbiamo fatto di recente, ossia quella di chiedere a Finpiemonte di nominare, per Terme di Acqui, un CdA che abbia le competenze tecniche per garantire la possibilità di ingresso di un partner privato nella gestione della società, ci porta a dire che, a maggior ragione, in questa fase, tutto vorremmo meno mettere a rischio il patrimonio termale.
Dal punto di vista dei passaggi tecnici, intendendo per tecnici sia gli approfondimenti di tipo geologico-ambientale, sia gli eventuali passaggi di tipo burocratico amministrativo, continueremo a seguire la questione.
Da questo punto di vista, siamo all'inizio, al primo passo.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.24 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 15.26)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame disegno di legge n. 26, inerente a "Disposizioni in materia di nuova composizione dei collegi sindacali delle aziende sanitarie regionali" (Atto d'indirizzo collegato: mozione n. 64)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 26, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana è iniziato l'esame del provvedimento. La relazione di maggioranza è stata svolta dal Consigliere Allemano, quella di minoranza dal Consigliere Vignale. Ne è seguita la discussione generale e la replica dell'Assessore Saitta.
Iniziamo, dunque, l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani Graglia, Berutti e Porchietto: dopo l'articolo 1 del disegno di legge n. 26 è aggiunto il seguente: "Articolo 1 bis (Inserimento dell'articolo 11 bis nella l.r. 10/1995) Art. 11 bis (organismo di valutazione) 1. L'attività del Direttore generale, il rispetto degli obiettivi indicati dalla Giunta regionale, l'adeguatezza dei servizi erogati da parte delle Aziende Sanitarie Regionali, sono valutati da un organismo indipendente.
2. L'organismo di valutazione è nominato dal Direttore dell'Assessorato regionale alla Sanità tra i vincitori di un bando pubblico".
La parola al Consigliere Vignale, per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo è uno degli emendamenti che abbiamo presentato. Sostanzialmente va nella logica che non solo la norma ma anche l'Assessore Saitta diceva questa mattina.
Visto che questa è una norma che modifica la legge 10/1995, quella sull'organizzazione delle Aziende Sanitarie Regionali, intenderemmo introdurre un'attività di valutazione esterna, che non sia solo di carattere contabile.
Correttamente, l'Assessore Saitta diceva: "Stiamo lavorando per fare in modo che i Direttori generali non abbiano solo degli obiettivi di budget ma coniughino agli obiettivi di budget - che, per la verità, è compito dell'Amministrazione regionale rispettare - degli obiettivi di salute".
L'attività dei Direttori generali, come sa bene l'Assessore e l'Aula oggi viene esercitata internamente, nel senso che il Direttore dell'ASL 1 controlla quello di Asti 2 (li cito a caso), quello di Cuneo controlla quello di Alessandria, e viceversa.
Ancorché sia certamente puntuale l'attività di verifica - non diciamo che non esercitino il lavoro che gli è stato attribuito, che è quello di verifica - è assolutamente evidente che controllarsi fra Direttori, tra le attività che si svolgono all'interno di differenti ASL, può non essere sempre il massimo da un punto di vista della puntualità, non fosse altro perché sono colleghi, perché c'è una relazione, perché si conoscono, per mille motivi.
Da qui, l'emendamento che abbiamo presentato: "L'attività del Direttore generale, il rispetto degli obiettivi indicati dalla Giunta regionale l'adeguatezza dei servizi erogati" - volutamente abbiamo introdotto i due aspetti, tanto gli indirizzi dati quanto i servizi erogati, che poi dovrebbero essere un po' il punto di valutazione di un Direttore generale "sono valutati da un organismo indipendente". Questo consentirebbe almeno di evitare le polemiche sulle code delle valutazioni dei Direttori. Cioè mentre i Direttori sono nominati dalla Giunta - secondo me com'è corretto che sia, perché dobbiamo ancora capire, se non li nomina la Giunta o la politica, in quale modalità potrebbero essere nominati; per carità, abbiamo anche la modalità ad estrazione, inventata per legge nazionale e regionale ma non mi sembra il massimo dell'indicazione del merito - l'aspetto relativo alla valutazione del lavoro svolto (vale anche per la legge n. 23 sul personale regionale) credo che debba essere affidato invece a soggetti terzi.
Il comma 2 di questo nuovo articolo recita: "L'organismo di valutazione è nominato dal Direttore dell'Assessorato regionale alla sanità tra i vincitori di bando pubblico". Un bando pubblico e non una nomina, perché è evidente che.
Dopodiché, la nomina può essere del Direttore o della Giunta regionale l'importante è che l'organismo di valutazione, così come avviene per i fondi europei e per molti altri strumenti all'interno della Regione Piemonte, avvenga invece con un bando pubblico, dove per titoli, per attività svolte e quant'altro, si scelga il valutatore per merito e non per altri motivi.
Credo che quest'aspetto aiuterebbe anche la politica a far sì che, a fronte della nomina data, a fronte degli obiettivi assegnati (che certamente è un compito che la Giunta ha), l'attività di verifica sia terza.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale sull'emendamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Ci tenevo a riproporre ciò che avevo anticipato questa mattina in merito all'attività che deve essere esercitata soprattutto nell'ambito della revisione della spesa sanitaria a livello regionale e nel controllo della stessa.
Ci sembra di comprendere, anche dalle interviste che abbiamo letto nei giorni scorsi dell'Assessore Saitta, che una delle grandi preoccupazioni è la spesa superflua che, nell'ambito della sanità, è stata rilevata (ad esempio quella dei medicinali, che citava nei giorni scorsi, facendo appello ai medici per la riduzione della stessa).
Ma al di là di questo, nel solco che già il Consigliere Vignale indicava poc'anzi, la possibilità di andare a verificare le spese rispetto a degli obiettivi che questa mattina l'Assessore ha indicato essere puntali, precisi, comprensibili e noti al resto del Consiglio regionale, al fine di verificare se nell'ambito delle singole 19 realtà che l'Assessore ha citato questa mattina ci sia l'efficienza, sotto il profilo della erogazione dei servizi, rispetto ad una competitività degli stessi.
Con quest'emendamento si vuole, in un certo senso, eliminare quel "turismo sanitario" che dalla nostra Regione emigra nelle altre Regioni, in particolare in Lombardia; perché nel consuntivo di fine anno, sotto il profilo della compensazione economica fra le due Regioni, evidentemente questo va a discapito della Regione Piemonte.
E' con questa filosofia che intendiamo proporre quest'emendamento, che va visto in una logica positiva, affinché possa essere esercitato un controllo che possa ridurre le spese a favore dell'efficienza del sistema sanitario piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Non essendoci altri interventi, do ora la parola alla Giunta, che ha chiesto di intervenire.
La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il collega Vignale, come mi pare questa mattina abbia ricordato, ha proposto quest'emendamento nella discussione in Commissione; io mi sono riservato di valutarlo e di esprimere un'opinione, non solo su questo, ma anche sull'altro.
La motivazione di quest'emendamento è condivisibile, l'obiettivo è l'individuazione di una modalità che consenta una valutazione terza, mi pare questo il significato.
Ho avuto modo di discuterne con i miei colleghi in Giunta: noi pensiamo che sicuramente occorra un organismo terzo di valutazione, che sarà introdotto, per quanto riguarda la definizione dell'elenco dei Direttori generali potenziali; cioè, dopo l'avviso pubblico, la selezione verrà svolta attraverso un organismo terzo, dove ci sarà anche il direttore generale della Regione, ma, come prevede la legge, anche degli esterni.
Quindi, parliamo di una presenza terza di competenze alte dal punto di vista scientifico ed anche dal punto di vista economico per definire l'elenco dei possibili direttori, all'interno del quale, come prevede la legge, la Giunta sceglie. Sicuramente siamo addivenuti alla conclusione sull'importanza di un organismo terzo nel momento della selezione.
Per quanto riguarda l'aspetto qui richiamato - che è un altro, non è quello della valutazione, mi riferisco al risultato dell'attività del direttore - noi stiamo testando, in questi giorni, una modalità - speriamo che riesca, ad ogni modo verrò a riferire in Commissione - di organizzazione - per la verità, adesso è arrivato il direttore, c'è la presenza dell'Agenas, eccetera - che sicuramente deve ancora svilupparsi, e una modalità di valutazione dell'attività dei Direttori. Questo avviene soprattutto per l'attuazione dei piani operativi, dove veniva definito il responsabile. C'è una piccola organizzazione che sta cominciando a chiedere conto momento per momento dei risultati raggiunti, per evitare di arrivare alla fine dell'anno in cui avremo dei problemi.
In questo momento - non so se questa sarà la scelta definitiva pensiamo ad un'organizzazione interna di alte competenze, perché è chiaro che la complessità del rapporto con le ASL richiede competenze all'interno.
Ci sono buone competenze nell'Assessorato, ma è chiaro che per svolgere un'azione di verifica dell'attività svolta - il tema dei controlli di cui parlavamo anche questa mattina - richiede delle buone competenze all'interno dell'Assessorato, che non sono competenze routinarie, ma di verifica dei risultati e anche di controllo.
L'ambizione - forse sbagliamo, ma permetteteci di fare questa valutazione - è di arrivare quanto prima - spero, al massimo, entro novembre - ad una riorganizzazione dell'Assessorato, voi sapete che c'è un certo numero di Settori e tanti sono scoperti. Pensiamo ad una riorganizzazione che sia l'interfaccia, almeno per una buona parte, nei confronti delle Aziende sulle grandi questioni, per quelle verifiche in sostanza. Pensiamo ad un sistema che possa consentire una valutazione attraverso una struttura organizzata in modo diverso, con competenze alte questo è un po' il tema.
Stiamo tentando quest'operazione, quindi presenteremo una riorganizzazione. Posso annunciare al Consiglio che, qualora venisse ritenuto utile il risultato di queste poche settimane - così come appare a noi - e anche l'impianto della riorganizzazione, verrei a riferire in Commissione o in Consiglio, dove si ritenga utile. Cioè, prima di pensare ad un controllo terzo abbiamo l'ambizione, per quanto riguarda la valutazione, di avere un'organizzazione forte, con alte competenze all'interno della struttura, diversa rispetto al passato, dove, ad esempio nell'impianto degli anni '70-'80, c'era l'ufficio che si occupava dell'accreditamento, l'ufficio che dava le autorizzazioni, cioè quelle burocrazie in sostanza.
Oggi, per gestire otto miliardi, l'organizzazione dell'Assessorato deve essere tale da poter continuamente chiedere conto e verificare i risultati che riteniamo sia il metodo migliore; confesso che ci stiamo sfidando cerchiamo di provare con questa modalità.
Quindi, rispetto a quest'emendamento, evidentemente, condivido l'obiettivo della necessità di una verifica utile, che volevo svolgere all'interno dell'Assessorato ristrutturato, e la verifica terza la introduciamo nella scelta dei direttori. E' una prova, ma è un modello abbastanza diffuso in altre Regioni, sia di centrosinistra che di centrodestra.
Prima di accedere ad un'altra soluzione, vogliamo tentare al nostro interno un'operazione di una riorganizzazione, però l'obiettivo di questa discussione è di grande interesse e, volentieri, pur dicendo che non sono d'accordo testualmente per come è stato fatto, l'obiettivo lo condividiamo con una modalità di organizzazione interna. Ad un certo punto, quando sarà ritenuto utile, si svolgerà una verifica sul lavoro compiuto e sui risultati, per comprendere se questa organizzazione è migliore, per continuo ad avere un'ambizione: la struttura pubblica al suo interno deve avere le competenze per far bene questo lavoro, prima di pensare all'esterno.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La parola alla Consigliera Porchietto, per dichiarazione di voto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Prendendo anche spunto da quanto l'Assessore Saitta ha riportato adesso, mi pare non sia la prima volta in cui, in qualche modo, si dice che gli emendamenti di Forza Italia sono condivisibili: "Sono emendamenti che condividiamo, però non diamo parere favorevole, perché.".
Mi permetto soltanto di sottolineare un passaggio nella dichiarazione di voto del perché. In realtà le motivazioni che hanno portato alla presentazione di quest'emendamento nascono da un fatto: non che non sia possibile fare dei controlli e non che altre Regioni non abbiano già attuato delle iniziative che possano essere assunte alla base di un lavoro futuro. Mi permetto anche di sottolineare che il Piemonte si può anche permettere di fare qualcosa, che magari altre Regioni non hanno ancora fatto. Non è detto che poi i risultati riportati da altre Regioni, sia di centrodestra che di centrosinistra, siano così onorevoli da essere assunti alla base.
Invece, riteniamo fondamentale sottolineare un passaggio: nell'atto di un controllo - credo che l'Assessore Saitta, anche con la sua precedente esperienza, non possa che condividerlo - molto spesso una terzietà e un'obiettività terza sono fondamentali, soprattutto quando si parla di tematiche così delicate, quali quelle che regolano la politica sanitaria di una regione così articolata e complessa qual è la Regione Piemonte.
Diventa difficile immaginare - e ne prendiamo atto - di utilizzare un soggetto terzo per la valutazione dei curriculum e dei profili professionali dei nuovi direttori - auspicando che su questo ci sia un'attenta valutazione, non soltanto in funzione di "un dichiarata di obiettivi" - perché - poi lei mi insegna - sa benissimo che non c'è settore così difficile quale quello della sanità in cui gli obiettivi possono essere presentati anche in termini numerici in modi molto diversi.
Cosa diversa è avere un soggetto terzo perché oggi le valutazioni sono fatte sempre - mi permetta - dalla solita cerchia di soggetti, e questo non cambierà se anche in una riorganizzazione dell'Assessorato, la valutazione e il controllo saranno comunque fatti dalla Pubblica Amministrazione al proprio interno.
Lei m'insegna che diventa veramente difficile immaginare che ci sia una così ampia obiettività da parte di un soggetto che rimane in ogni modo collega di un altro soggetto.
Quindi, nella dichiarazione di voto prendo atto che forse se quest'emendamento fosse stato presentato dalla maggioranza e non dall'opposizione, probabilmente sarebbe stato considerato all'interno di una strategia di riorganizzazione che siamo sicuramente pronti a condividere, ma saremo pronti a condividerla anche nel momento in cui la maggioranza, e in questo caso la Giunta, volesse condividere un percorso con l'opposizione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale l'Assessore Saitta, a nome della Giunta regionale ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Gariglio, Giaccone Grimaldi, Chiapello, Monaco, Ravetti, Rostagno, Valle, Rossi, Ottria Corgnati, Appiano, Allemano, Conticelli, Baricco, Caputo, Barazzotto Gallo, Ferrentino, Accossato: Alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 13 della l.r. 10/1995, come modificata dall'articolo 1 del disegno di legge n. 26, dopo le parole: "uno dal Presidente della Giunta regionale" sono inserite le seguenti: ", previa deliberazione del Consiglio regionale".
La parola al Consigliere Gariglio per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Semplicemente quest'emendamento interviene su un aspetto marginale cioè prevede che sostanzialmente la designazione dei membri di competenza regionale sia preceduta da una procedura di individuazione deliberativa all'interno del Consiglio regionale.
La logica è quella che ho provato ad illustrare nel mio intervento generale sulla legge, ossia quella di creare una situazione di maggiore contraddittorio tra i membri del collegio sindacale e le persone chiamate a dirigere le Aziende Sanitarie Locali.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, è aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Nella saga dell'ipocrisia, ovviamente va bene tutto. Il collega Gariglio prova a spiegarci come avere un maggiore contraddittorio, che traduco per chi ci ascolta: visto che la Giunta si nomina i Direttori generali e considerato che i Revisori dei Conti svolgono un'attività di verifica contabile e gestionale, li nomina il Consiglio, non li facciamo nominare alla Giunta che nominerebbe contestualmente il Direttore generale e il Revisore dei conti.
Se non ho capito male, questa è la logica.
Bisogna solo poi che uno riesca anche a capire se questa è la logica poi, per carità, uno può essere schizofrenico, oppure ci può essere una motivazione che è molto più concreta, che poi vediamo - perché se c'è una logica di volontà di controllo...
Segnalo all'Assessore Saitta che non ha bisogno di fare nessun tipo di nuova riorganizzazione e quant'altro. Si faccia dare dai suoi Uffici il manuale di auditing interno approvato dalla precedente Giunta il 19 luglio 2013 e scoprirà che solo grazie a quel manuale le cose che lei diceva le può esercitare in questo momento.
Se lo faccia dare, è molto utile perché è molto dettagliato. Che poi, a fronte dell'approvazione del manuale ad oggi, non tutte le attività di audit interne siano state eseguite è un dato di fatto.
E questo glielo sottoscrivo, perché io facevo l'Assessore al personale.
Introdurre principi interni alla Pubblica Amministrazione di valutazione interna alla Pubblica Amministrazione è difficilissimo, per un motivo molto banale: perché molto spesso si è colleghi di lavoro, per cui c'è un Direttore che lavora a fianco di Dirigenti, i quali lavorano a fianco di altri dipendenti e devono, essendo sempre in quel posto di lavoro, un giorno dire che quel dipendente o quel responsabile non prende o prende il minimo della retribuzione aggiuntiva, e il giorno dopo chiedere allo stesso Dirigente che eserciti una funzione.
Questo è quasi impossibile. Ma sul tema della sanità sulla questione dell'auditing interno discutemmo ancora tempo fa, ma questo non importa parliamo sempre di passato.
Parlando di presente, stona davvero la conclusione di oggi dell'Assessore, ovvero "non daremo solo aspetti di bilancio ma anche attività", con quanto dice poi il Presidente Gariglio.
Il tema che appare un po' più concreto è che vi volete nominare i revisori, se la dobbiamo dire tutta. Perché li nomina il Consiglio e non la Giunta? Perché i Consiglieri di maggioranza si scelgono gli amici revisori da mettere nei collegi, punto.
Lo dico perché altrimenti questa è la saga dell'ipocrisia.



PRESIDENTE

Collega Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Non è che quando dico qualcosa che spiace, scade il tempo. Era già scaduto prima.
E' la saga dell'ipocrisia e lo vedremo quando procederemo alla nomina.
E' la saga dell'ipocrisia.
Avremo un altro emendamento e torneremo a fare questo, torneremo a vederlo.
Giocate con il suo fuoco, cioè mi sembra di essere in un Consiglio surreale. Cioè, questa Regione è sull'orlo del baratro finanziario e voi vi preoccupate di respingere emendamenti di buon senso che presenta l'opposizione solo perché è l'opposizione.
Credo che non abbiate proprio inteso le regole del buon vivere, ma non della politica, del buon vivere, cioè che non si possono tirare calci negli stinchi a quello che si ritiene essere un compagno di classe e poi chiedergli di farti amico. Questo è l'ABC dello stare insieme in una singola realtà.
Se questo è il tema, ma chi se ne frega! Quando affronteremo l'assestamento di bilancio o la variazione di bilancio diremo che è colpa del Governo Renzi che ha impugnato la legge sbagliata del Vicepresidente Reschigna. Sappiamo che non è così, ma se questa è la logica.
Ma è questa la logica, cioè sul tema delle verifiche terze ne abbiamo discusso cento volte, ma c'è l'emendamento e viene respinto.
Continuate così!



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale, per avere triplicato il tempo.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessore Saitta, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 1 BIS Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Vignale, Sozzani Graglia, Berutti, Porchietto: dopo l'articolo 1 del disegno di legge n. 26 è aggiunto il seguente: "Articolo 1 bis (inserimento dell'articolo 14 bis nella l.r. 10/1995) Art. 14 bis (Controllo societario e di gestione e obbligo di certificazione del bilancio) Al Collegio Sindacale compete il controllo societario e di gestione dell'Azienda Sanitaria Regionale.
Il controllo legale dei conti deve essere assegnato a una società di revisione iscritte al Registro dei Revisori Legali presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 2) cerca di introdurre un principio che era similare in termini concettuali, relativo alla certificazione dei bilanci.
Poiché al Collegio Sindacale - e in sede di Commissione avevamo presentato anche una relazione - compete il controllo societario e di gestione dell'Azienda Sanitaria, il controllo legale dei conti deve essere assegnato ad una società di revisione iscritta al Registro dei Revisori Legali presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Perennemente, nel corso degli anni noi abbiamo avuto - dico proprio "noi - dei ritardi rispetto all'approvazione dei bilanci consuntivi degli anni precedenti, tant'è che da pochi mesi sono stati approvati i bilanci dell'anno 2012.
Tuttavia, non abbiamo mai introdotto il tema della certificazione dei bilanci, tema assolutamente significativo, rispetto ad una validità, non solo di carattere contabile, ma anche di carattere legale, dei bilanci stessi, in modo tale che vi sia la certezza che non vi siano anomalie.
Vedete, noi abbiamo dei bilanci consuntivi approvati, dai quali sono emersi dettagli, come 900 milioni di euro solo in due anni, di diversità fra ciò che contenevano i bilanci e quelli che sono gli oneri.
E' quello di cui si discuteva ieri in I Commissione ed è quello che si è discusso nel disegno di legge n. 35: tende a far emergere quelli che sono debiti, debiti finanziari verso terzi, quindi verso creditori, ma che non sono iscritti nei nostri bilanci.
Credo che la certificazione dei bilanci sia lo strumento indispensabile perché questo non avvenga perché, se ciò avviene, c'è anche un risvolto esiste anche oggi - di carattere legale.
Questo è assolutamente in similitudine con l'emendamento prima respinto.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, dichiaro aperta la discussione sulle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Solo per integrare brevemente quanto indicato dal collega Vignale, che in parte riprende argomenti già discussi in mattinata e che in parte l'Assessore ha già considerato.
Viene meno questa azione di riduzione dei costi, nell'ambito successivo dei bilanci, come indicato dal collega Vignale.
E' chiaro che, per quanto riguarda le spese sanitarie, è fondamentale un'azione di controllo alla base, affinché queste spese siano contenute in vista di una riduzione complessiva della disastrosa situazione economica in cui si trova il Piemonte.
Rispetto alla possibilità di utilizzo delle certificazioni di bilancio la preoccupazione è che, così facendo, si possa ledere il principio di risparmio previsto nell'ambito della legge medesima. Proponiamo quest'emendamento semplicemente per attuare un controllo più specifico.
Poiché l'Assessore stesso, come ha detto nella sua relazione, vuole valutare la riorganizzazione delle risorse interne ai fini dell'attivazione di un controllo sempre più efficace e sempre più puntuale nell'ambito dell'intera Regione Piemonte e delle società che erogano i servizi sanitari, l'emendamento può essere considerato in termini positivi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie.
Riteniamo veramente interessante l'emendamento, perché affidare il controllo dei conti a dei Revisori indipendenti ci sembra un miglioramento sostanziale rispetto al Collegio sindacale puro e semplice, viste anche le problematiche riscontrate di cui si è già parlato. In particolare, affidare il controllo dei conti a dei Revisori iscritti all'albo vuole dire, non solo che la revisione legale è svolta in conformità a principi di revisione adottati dalla Commissione europea, ma il controllo non si limita solo al bilancio, perché i Revisori verificano anche la regolare tenuta della contabilità nel corso dell'esercizio e la corretta rilevazione dei fatti di gestione delle scritture contabili.
Di conseguenza, alla luce di quanto già discusso questa mattina, ci sembra che l'emendamento sia accoglibile.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Cogliendo l'occasione di quest'emendamento, dove si ribadisce la necessità di una certificazione dei bilanci, mi permetto di svolgere alcune considerazioni.
La prima è relativa al merito.
Una delle grandi questioni che si è posto il nostro sistema della gestione della sanità è sempre stato questo dualismo e questa autonomia dei soggetti decisori rispetto ai soggetti pagatori. Succede nella sanità e nei trasporti, i due grandi centri di spesa.
Sui trasporti vi è stata una scelta regionale nell'individuare soggetti decisori delle linee di traffico e relative organizzazioni: gli enti provinciali.
ASL e ASO sono soggetti giuridici autonomi di spesa, mentre la Regione è soggetto pagatore e unico grande punto di riferimento con la programmazione sanitaria regionale.
Potrei dire che non potrebbe essere altrimenti, anche se poi c'è da valutare, ma negli anni si è visto come l'attuazione su alcune ASL e su alcune ASO non sia stata conforme agli indirizzi regionali.
La necessità di avere una produzione più stringente nei confronti dell'organizzazione del sistema sanitario (ASL e ASO), con l'utilizzo degli organi di controllo, è già stata evidenziata negli anni scorsi. Circa un anno fa è stata predisposta una circolare da parte dell'allora Assessore alla sanità - Cavallera - richiamando i collegi sindacali alle loro responsabilità; in alcuni casi probabilmente era troppo formale, ma c'erano comunque delle difficoltà, perché lascio immaginare cosa significhi controllare Aziende Sanitarie di una certa dimensione, con centinaia di migliaia di atti al proprio interno. Da qui è nata la necessità di avere un soggetto certificatore, il quale si assume la responsabilità di dire: "Va o non va".
Questo farebbe anche venire meno quella che credo sia una delle preoccupazioni dell'Assessore Saitta in questo momento: la necessità di deliberare il bilancio ed approvare i consuntivi nei termini stabiliti.
Ci sarebbero dei centri di responsabilità diversi, ma ben chiari ed individuati, perché il nostro sistema ha portato sempre a giocare alla cascata, arrivando addirittura alla cascata da quest'Aula - dalla Giunta regionale - al livello nazionale, dicendo che è il fondo sanitario a non essere sufficiente, oppure che le regole sono diverse.
Ecco perché ritengo che la Giunta regionale possa prendere in considerazione quest'emendamento, che prevede la certificazione. Non sono tra i proponenti, cioè non l'ho firmato, ma solo perché mi è sfuggito (non ero presente quando è stato redatto). Ritengo, però, che il primo firmatario - il collega Vignale - possa anche accettare delle riformulazioni che possano anche non portare ad un'attuazione immediata o comunque un mandato di tipo diverso. Si tratta, in ogni caso, di una questione fondamentale, perché non è l'avanzare i fondi per la società di certificazione, per la società di revisione, che crea il beneficio. Il beneficio sarebbe quello di avere una contabilità chiara, certa e certificata, che rappresenterebbe una garanzia per i piemontesi ed anche lo dico personalmente - per coloro che stanno seduti su quei banchi e che non godono dell'immunità. Vorrei ricordare questo.
Ecco perché chiedo che venga considerata con attenzione la questione e non rispondendo con un semplice "vedremo", quindi calciando la palla in avanti, al rinvio.
Mentre ho la parola, per evitare di fare un intervento successivo chiedo una maggiore puntualità da parte sua, Assessore Saitta, nel trasmettere i dati che sono a conoscenza dell'Assessorato, così come del Ministero: i due trimestri precedenti al 2014 o i consuntivi tecnici del 2013 e 2012, anche con la condizione di trasmetterli almeno un giorno prima, perché se domani sono da discutere le consegne, in quel momento eventualmente obbligherà noi dell'opposizione a chiedere di riunire una Commissione giovedì o venerdì per poterne discutere, non certamente nell'immediato della consegna.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

A nome del Gruppo della Lega Nord, chiedo che venga preso in considerazione quest'emendamento e ribadisco la nostra richiesta di continuare a fare in modo - come aveva già impostato la Giunta Cota - che i conti siano giusti e chiari. Finché non avremo questa chiarezza - e so che il Vicepresidente e Assessore Reschigna concorda - ritengo che si parli un po' troppo sul vago. Questo l'abbiamo denunciato sin dal primo giorno e l'aveva denunciato anche il Presidente Cota nei primissimi mesi del suo insediamento in Regione, quando aveva visto che ad iscrizione di bilancio non erano corrette delle somme dovute all'ASL.
Poniamo veramente attenzione alla chiarezza dei conti, perché è da qui che si parte. Mi piace sempre ricordare che un Paese senza verità è un Paese senza futuro.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Gancia.
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

L'emendamento illustrato dal Consigliere Vignale pone un problema reale. Sono almeno 15 anni che singoli Consiglieri regionali - a volte del centrosinistra, a volte del centrodestra - chiedono una certificazione dei bilanci delle ASL. Il tema è stato rinviato per 15 anni e sappiamo benissimo oggi quali sono le conseguenze di questo tipo di atteggiamento.
Noi oggi siamo in Piano di rientro e in Piano di rientro c'è una figura che è quella di un advisor che sta svolgendo queste funzioni, cioè una certificazione sostanziale dei conti delle Aziende Sanitarie, una funzione assolutamente preziosa, perché per alcuni aspetti non si limita a certificare a posteriori gli esiti di un esercizio, o le relazioni semestrali relativamente allo stesso, ma tende anche ad anticipare gli andamenti e le previsioni della spesa nel corso dell'anno.
Noi accogliamo il tema posto dal Consigliere Vignale con il suo emendamento. Vorremmo ragionare su una formulazione (possiamo scriverla adesso oppure il tema può essere affrontato all'interno della legge finanziaria) che preveda che, non appena la Regione Piemonte esca dal Piano di rientro in materia sanitaria, entri in funzione questo tipo di figura che - ripeto - è quanto mai indispensabile sotto questo aspetto, per le ragioni espresse nel dibattito dai Consiglieri Vignale e Pichetto.
Pertanto, accogliamo il principio della richiesta: o siamo in grado di modificare seduta stante l'emendamento, oppure, da parte nostra o da parte dei Gruppi dell'opposizione possiamo affrontare concretamente, in sede di legge finanziaria, questo tema. Ripeto: col senno di poi assume sempre più ragione il comportamento di coloro che, in questi ultimi 15 anni, molto ripetutamente, hanno chiesto che i bilanci delle Aziende Sanitarie regionali venissero certificati.



PRESIDENTE

C'è la disponibilità ad emendare l'emendamento? Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Se vogliamo semplicemente trasformare in mozione di accompagnamento alla legge il testo dell'emendamento così com'è, tanto non è che bisogna aggiungere "premesso" e "considerato" (è un impegno che facciamo alla Giunta regionale, almeno anche nella stesura del collegato della legge finanziaria), è indifferente, tanto è un qualcosa di cui si parla da qui a qualche mese, quindi ben prima che noi usciamo dal Piano di rientro pu diventare legge regionale.
Lo dico, non solo alla Giunta, ma anche agli Uffici: se può andare bene, trasformiamo l'emendamento - ritirandolo - in mozione d'accompagnamento, immagino con il parere favorevole della Giunta.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
L'emendamento rubricato n. 2) è dunque ritirato.
ARTICOLO 2 All'articolo 2 non sono stati presentati emendamenti.
Non ci sono dichiarazioni di voto sull'articolo 2.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
Ci sono dichiarazioni di voto sull'intero testo? Non ci sono dichiarazioni sull'intero testo.
Prima di passare alla votazione sull'intero testo, sospendo la seduta in quanto si sta elaborando la mozione che sostituisce l'emendamento a firma del Consigliere Vignale.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.19, riprende alle ore 16. 22)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Procediamo con la votazione della mozione n. 64 presentata dai Consiglieri Vignale, Pichetto Fratin, Ruffino, Gancia, Benvenuto, Sozzani e Porchietto inerente a "Certificazione dei bilanci delle ASR", che sostituisce l'emendamento.
Ne leggo l'impegno: "Considerata la necessità che i bilanci delle ASL siano trasparenti e certi, impegna il Presidente della Giunta regionale a presentare nel collegato alla legge finanziaria del 2015 un articolo che preveda il controllo societario e di gestione e l'obbligo di certificazione dei bilanci delle ASR".
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 64, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge, come modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SÌ 30 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 12 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame disegno di legge n. 8, inerente a "Norme sul procedimento amministrativo e disposizioni in materia di semplificazione"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 8, inerente a "Norme sul procedimento amministrativo e disposizioni in materia di semplificazione" di cui al punto 5) all'o.d.g.
Correlatori sono i Consiglieri Rostagno, Campo e Berutti.
Il provvedimento è stato licenziato all'unanimità dalla I Commissione il 29 settembre u.s.
La parola al Consigliere Rostagno, relatore di maggioranza.



ROSTAGNO Elvio, relatore

Grazie, Presidente.
Intanto partirei da una premessa. Ormai sono passati quasi 25 anni da quando il Parlamento approvò due leggi che modificarono, la prima l'organizzazione degli Enti locali, e la seconda, detta "sulla trasparenza", il rapporto tra lo Stato e cittadini. Parliamo delle leggi nn. 142 e 241.
Già allora si parlava di riforme. Soprattutto, la legge 241 introduceva un clima di riforme in una situazione in cui si avvertiva l'esigenza che lo Stato e gli Enti locali - passatemi il termine - si "smarcassero" rispetto alle situazioni della malavita e della malapolitica.
La legge 241, con le sue difficoltà, introdusse un diverso rapporto fra il cittadino per le sue istanze e l'ente pubblico ai vari livelli.
Questa norma di legge, che viene proposta, si inserisce in un percorso di riforme che, come ho detto prima, è un percorso lungo e va a sostituire la legge regionale n. 7 del 2005.
Le novità che sottolineo sono di tre tipi.
La prima novità, che ha un'importanza notevole in questo contesto anche di situazione economica, è la propensione all'uso della telematica.
La seconda novità - che non è più una novità - è la norma che va ad organizzare meglio l'attività dello sportello unico per le attività produttive, andando a consolidare, all'articolo 30, il tavolo regionale di coordinamento in materia di sportello unico. Sottolineo l'articolo 31, dove si afferma che la Regione garantisce la gestione telematica.
Il Piemonte deve essere orgoglioso del suo sistema, perché questo metodo consente di unificare, in tutto il territorio regionale, le varie procedure. Sono circa 700 le attività di tipo economico e per ognuna c'è un endoprocedimento che deve essere unificato. Unificarlo vuol dire che quando si apre un'attività a Garessio, si devono fare le stesse pratiche di quando si apre un'attività a Novara o ad Orbassano. La grande novità è che per ogni endoprocedimento è individuata una modulistica unica che pu essere fruita e utilizzata in forma telematica.
Il terzo elemento che sottolineo è quello della Conferenza dei Servizi.
Molti procedimenti si rallentano a causa del cattivo funzionamento delle Conferenze dei Servizi. Credo che debba essere visto con plauso l'assenso in caso di assenza, dell'amministrazione alla Conferenza e il parere unico rappresentato dalla presenza dell'unico rappresentante della Regione Piemonte.
Aggiungo che i criteri innovativi per il regolamento attuativo, che disciplineranno la SCIA, sono un altro elemento fondante di questa norma.
SCIA vuol dire, per gli addetti ai settori, velocizzare tutti i processi.
Ovviamente, il nostro Gruppo è assolutamente favorevole alla norma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo, relatore di minoranza.



CAMPO Mauro, relatore

Grazie, Presidente.
Riteniamo che il disegno di legge n. 8 sia il primo provvedimento portato in Commissione che finalmente ha dignità di legge completa. Consta di 38 articoli e affronta un tema abbastanza complesso. Già in Commissione abbiamo partecipato, in modo costruttivo, alla discussione e al procedimento di integrazione di alcuni commi. Tuttavia rimangono alcune cose che, chiaramente, non dipendono dal disegno di legge n. 8, ma dipendono sia dalla normativa nazionale originale, cioè la citata legge n.
241 del '90 e successive integrazioni, sia dalla poca definizione di alcuni aspetti collaterali che vengono trattati nel provvedimento.
Veniamo al dettaglio. In particolare - l'ha già ricordato il Consigliere prima - questo disegno di legge predispone l'utilizzo delle tecnologie informatiche in maniera più diffusa per lo snellimento delle procedure burocratiche dei processi. La questione è che, al momento purtroppo, in Piemonte manca una programmazione chiara sul tema dell'informatizzazione. L'agenda digitale Piemontese è sostanzialmente inesistente. E' vero che il Piemonte ha fatto immensi passi avanti nell'ultimo decennio sul tema, ma sono almeno tre anni che la definizione delle politiche sull'informatizzazione e la sburocratizzazione attraverso la telematica languono decisamente.
Tra l'altro, lo stato in cui versa la sanità è una chiara evidenza, in quanto proprio in quel settore siamo pesantemente in ritardo.
Di conseguenza, lodando le intenzioni che si trovano nell'articolato del provvedimento, vorremo a sottolineare la necessità forte di definire una chiara politica sul tema della informatizzazione, in modo che, oltre alle intenzioni, si vadano a fornire agli Enti coinvolti, e anche alle parti sociali, ai cittadini coinvolti nei processi burocratici, gli strumenti, possibilmente standardizzati - magari open quindi non proprietari - che permettano di cogliere le opportunità di questo articolato. Questa è una prima osservazione.
Un altro tema importante che si va a toccare in questo articolato è quello delle Conferenze dei Servizi. Purtroppo qui l'innovazione non pu essere enorme perché, sostanzialmente, si va a riprendere la normativa della legge n. 241 e, a nostro avviso, permangono ancora diverse criticità.
In particolare, per quanto riguarda la Conferenza dei Servizi, come penso molti di noi hanno potuto vedere nei tempi passati e, anche di recente, con il caso dello sversamento delle fogne del Cuneese nel fiume Stura che abbiamo portato in evidenza in Consiglio la scorsa settimana, emerge un problema di base in Conferenza dei Servizi, nonostante si cerchi di coinvolgere tutti gli Enti che possono avere degli interessi in materia.
La Conferenza dei Servizi, sostanzialmente, non è pubblica, non viene data pubblicità ai processi che vengono avviati all'interno di essa, quindi solo chi ha effettivamente interesse e riceve le comunicazioni o chi ha la possibilità di fare accesso agli atti e presta particolare attenzione viene a conoscenza di cosa viene deciso in queste Conferenze.
Sottolineo un'ulteriore criticità. Nelle Conferenze dei Servizi si decidono cose critiche come: discariche, cave, questioni relativi ai rifiuti urbani, depuratori, tutte cose di forte impatto, in generale, sul territorio, sull'ambiente e sulla salute generale anche dei cittadini.
La cosa importante è che le Conferenze dei Servizi fanno capo alle Province, sempre per tutta la questione delle deleghe, della sussidiarietà ma si noti che le Province oggi vanno sotto traccia. I cittadini che non hanno a che fare con esse sono convinti che non esistano (di qui la favoletta nazionale dell'abolizione delle Province), mentre diventano un'entità seminascosta che ha delle responsabilità molto pesanti, come ricordava prima anche l'Assessore Balocco, anche nella revisione fatta dalla legge Delrio Ci sembrano tempi decisamente stretti e ci pare abbia poco senso il fatto di proporre una riconvocazione nei dieci giorni successivi soprattutto dato l'allargamento, predisposto da questo articolato, della platea dei possibili coinvolti. Ci sembra molto più utile, ma non si pu fare in sede regionale, eliminare la possibilità di chiedere lo spostamento, eventualmente configurandolo in maniera diversa, magari nella logica che viene usata nelle assemblee di condominio, quindi una prima convocazione ed, eventualmente, una seconda con tempistiche un po' diverse.
Si noti bene che questo riguarda solo la prima convocazione, perch nella prima seduta viene definito il calendario delle sedute successive.
Altro tema centrale, che ho citato prima e che abbiamo sollevato in Commissione (però, in finale di discussione, quindi senza toccarlo dal punto di vista emendativo), è quello sulla trasparenza. Ad oggi, come ho già detto, si viene a sapere quanto succede in Conferenza dei Servizi solo se si è coinvolti o se si richiede l'accesso agli atti.
A nostro parere, diventa importante invece, dato il cambiamento delle Province, data una certa deregulation che sta avvenendo su tanti processi così come è anche configurato dallo "sblocca Italia", ci sembra che diventi importante - e questo la Regione lo può fare - occuparsi non solo della trasparenza, quindi all'accesso agli atti, ma della pubblicità di quello che viene avviato in Conferenza dei Servizi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Completate le illustrazioni, non ci sono interventi sulla discussione generale...



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Ci sono interventi.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Volevo sapere quando sospenderà la seduta.



PRESIDENTE

Mettiamo in votazione i 14 articoli, poiché non ci sono emendamenti e non c'è discussione sugli articoli. Per la votazione di questi articoli ci vorranno pochi minuti. Completati i 14 articoli, è previsto un emendamento per il quindicesimo articolo.
Subito dopo sospendiamo ed esaminiamo la mozione presentata dal Consigliere Vignale.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Non perdiamo tempo.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Si votino quattordici articoli in tre minuti: questo avviene se nessuno interviene...



PRESIDENTE

Nessuno può intervenire.



VIGNALE Gian Luca

Nessuno può intervenire?



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere, sugli articoli non si può intervenire, perché non ci sono emendamenti. C'è solo la votazione degli articoli.



VIGNALE Gian Luca

E' una novità questa?



PRESIDENTE

No, non è una novità. E' il Regolamento. Le sembrerà strano, ma è il Regolamento.



VIGNALE Gian Luca

Mi dica poi qual è l'articolo...



PRESIDENTE

Poiché non ci sono emendamenti, non c'è discussione sugli emendamenti.
C'è solo la votazione articolo per articolo.



(Commenti del Vicepresidente Reschigna)



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Presidente, faccia un breve ripasso.



PRESIDENTE

Già fatto.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 La parola al Consigliere Vignale, per dichiarazione di voto.



VIGNALE Gian Luca

Quindi, si può intervenire?



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto, sì.
Ho detto che non c'è discussione generale, perché non ci sono emendamenti. Sulle dichiarazioni di voto si può intervenire. Di fatti, le ho dato la parola.
Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Facciamo una dichiarazione di voto che vale per gli articoli sui quali abbiamo dato parere favorevole, come sui successivi, per ricordare che, al di là di un emendamento che abbiamo presentato, questo è l'ex disegno di legge n. 367 della IX Legislatura. Apprendiamo con favore che questa Giunta abbia inteso riproporlo, perché pone una serie di semplificazioni e tempi certi.
Ovviamente, non pensiamo che l'approvazione della norma sia la soluzione di tutti i problemi, però introduce, secondo noi, alcuni aspetti (lo vedremo negli articoli di merito) assolutamente significativi. Il più banale, ma il più significativo è che la Regione Piemonte presenzi alla Conferenza dei Servizi con una voce sola e non con sette (dico un numero a caso) soggetti della Regione Piemonte che in molti casi sostengono temi anche uno diverso dall'altro.
E' evidente che, al di là di questo, che è un po' più semplice, perch prevede un coordinamento preventivo degli Uffici e degli Assessorati l'attuazione della norma porti una serie di conseguenze di carattere organizzativo all'interno dei singoli Uffici che devono rispettare i tempi previsti all'interno della norma, non indifferenti. Per questo motivo sugli articoli e sul testo di legge faremo qualche riflessione.
Su alcuni articoli e sull'emendamento che abbiamo presentato esprimiamo un voto favorevole. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Vi sono richieste di intervento per dichiarazioni di voto sull'articolo 11? Prego, Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Questo è l'articolo in cui si introduce l'innovazione dell'unico responsabile per l'intero procedimento. A nostro avviso, l'aspetto importante, che qui non è trattato, è che vi sia comunque il coinvolgimento di tutte le strutture che devono essere interessate, e non si configuri invece, come per la Conferenza dei Servizi (chiaramente per entità diverse), una situazione per cui se una struttura non risponde nei tempi e nei modi che definisce il responsabile, venga data per scontata la risposta.
Siccome si intende presentarsi con una voce unica, che questa voce sia l'espressione della coralità.
Voteremo favorevolmente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Indìco la votazione palese sull'articolo 13.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.
A questo punto, sospendiamo la discussione del disegno di legge n. 8 e apriamo la trattazione della mozione n. 24.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame mozione n. 24 presentata dai Consiglieri Vignale, Berutti, Graglia Marrone, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino e Sozzani, inerente a "Bando assegni di studio anno scolastico 2013-2014"

Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame mozione n. 62 presentata dai Consiglieri Vignale, Berutti, Graglia Marrone, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino e Sozzani, inerente a "Bando assegni di studio anno scolastico 2013-2014"

Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame mozione n. 63 presentata dai Consiglieri Appiano, Barazzotto Giaccone, Monaco, Grimaldi, Boeti, Rossi, Corgnati, Baricco, Ravetti Gallo, Conticelli, Allemano, Gariglio, Ottria, Caputo, Rostagno, Chiapello e Valle, inerente a "Legge regionale sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa. Bando per assegni di studio anno scolastico 2013-2014"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 24, inerente a "Bando assegni di studio anno scolastico 2013-2014", , di cui al punto 6) all'o.d.g.
GARIGLIO Davide (fuori microfono) C'è solo questa mozione o ce ne sono altre?



PRESIDENTE

Non ci sono mozioni o altri atti di indirizzo collegati.
Ce n'era una che aveva sollecitato il Presidente Marrone, ma non era attratta da questa.
GARIGLIO Davide (fuori microfono) Scusi, Presidente, ma che punto all'o.d.g. stiamo trattando?



PRESIDENTE

Stiamo esaminando la mozione n. 24, inerente a "Bando assegni di studio anno scolastico 2013-2014", presentata dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Marrone, Pichetto, Porchietto, Ruffino e Sozzani.
È pervenuta adesso un'altra mozione, la n. 63, presentata dai Consiglieri Appiano, Barazzotto, Giaccone, Monaco, Grimaldi, Boeti, Rossi, Corgnati Baricco, Ravetti, Gallo, Conticelli, Allemano, Gariglio, Ottria, Caputo Rostagno, Chiapello e Valle, inerente a "Legge regionale sull'istruzione il diritto allo studio e la libera scelta educativa. Bando per assegni di studio anno scolastico 2013-2014".
Procediamo, quindi, con l'illustrazione dei due atti di indirizzo e poi proseguiamo con la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale, per l'illustrazione della mozione n. 24; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
In queste settimane - dal mese di agosto in poi - abbiamo assistito ad una discussione legittima all'interno della maggioranza e del Partito Democratico rispetto l'attuazione di una norma regionale.
Noi abbiamo presentato questa mozione per due ordini di motivi: il primo, perché il bando che deve uscire fa riferimento all'anno 2013-2014 quindi per famiglie che hanno già.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, anche con tutta la buona volontà del Consigliere Vignale non si riesce a sentire l'intervento. Chi non fosse interessato alla discussione, è pregato di allontanarsi dall'Aula. Grazie.
Chiedo scusa, Consigliere. Prego.



VIGNALE Gian Luca

Come dicevo, abbiamo assistito e letto di questa discussione, ma a noi interessa presentarla per una serie di motivi.
Il primo è perché riguarda l'anno scolastico 2013-2014, quindi riguarda famiglie che hanno speso delle risorse le cui provvidenze sono previste dalla legge n. 28 che possono ottenere un beneficio economico alla legge regionale, quindi lo hanno fatto a legislazione vigente (la legge n. 28 vigente) e a Piano triennale vigente. Di fatto, quindi, hanno tenuto in considerazione un beneficio che esisteva negli anni precedenti.
Il secondo aspetto è quello relativo al rispetto delle norme e delle delibere. La posizione del Partito Democratico, della maggioranza e dell'Assessore, può essere quella che sia. Significhiamo che fintanto che quest'Aula (e dico "quest'Aula" perché l'articolo 27 della legge n. 28 prevede che il Piano triennale lo approvi il Consiglio regionale e non la Giunta, e non fu casuale quella volontà) non modifica il Piano triennale modificando i tetti ISEE, la singola provvidenza e quant'altro, o fintanto che quest'Aula non modifica la legge n. 28, l'Assessore può fare solo una cosa: bandire a Piano triennale vigente. Non può fare altro. Non vi è altra soluzione, salvo che non voglia presentare una modifica al Piano triennale e allora la aspettiamo con grande attesa.
Relativamente alle risorse - poi interveniamo anche su due aspetti che prevede la mozione - segnalo che quest'anno, se non ricordo male, sono iscritti a bilancio vigente (quindi senza alcuna modifica) 17 milioni di euro. Di questi, sostanzialmente cinque servono per la chiusura dell'anno scolastico 2012-2013, quelli rimanenti, che sono 14,7 milioni di euro (aggiungendo quelle che sono le provvidenze statali e quant'altro) andrebbero a finanziare la legge n. 28.
Come l'Assessore e i colleghi sanno, il Piano triennale prevede un finanziamento progressivo rispetto al reddito. Perché c'è il timore legittimo che si dica che è stato redatto un piano triennale per cui ne beneficiano coloro i quali hanno un ISEE molto alto e, invece, non traggono beneficio coloro i quali hanno un ISEE basso. Non è così perché, a seconda che i fondi siano stanziati nella lettera a) o nella lettera b) dell'articolo, le provvidenze vanno in modo progressivo rispetto al reddito. Per spiegarci, i cinque milioni che devono chiudere la graduatoria 2012-2013 sono delle famiglie con l'ISEE più elevato, mentre alle famiglie con l'ISEE più basso quel contributo è già stato assegnato.
Questo è un punto fermo, cioè, come abbiamo avuto modo di dire un giorno, con la presenza del Presidente, le regole, fintanto che esistono si rispettano; poi, se uno vuole, le modifica, se riesce, e quant'altro.
Invece, la proposta aggiuntiva del nostro ordine del giorno prevede due aspetti: innanzitutto, il riutilizzo dello strumento della presentazione delle domande on line, perché è uno strumento teoricamente veloce e soprattutto, perché è entrato nel sistema. Lo scorso anno quasi 50 mila famiglie, solo per le provvidenze della legge n. 28, sono già entrate su PiemonteFacile certificandosi e un numero altrettanto elevato di famiglie oggi, all'interno del comune di Torino e non solo, è iscritto a TorinoFacile. Non è un sistema alternativo, è integrato con PiemonteFacile per cui per il pagamento delle mense, dei nidi e per tutta una serie di attività c'è la stessa stessa modalità di accesso di PIN e password peraltro consente una modalità certa di trasmissione delle domande. Come accade a chiunque di noi quando vuole comprare qualcosa su internet o inviare una domanda, fintanto che tutti i campi non sono corredati in modo puntuale la domanda non può essere trasmessa.
C'è un piccolo problema che, invece, andrà modificato nel collegato alla legge finanziaria: rimuovere ai Comuni la competenza rispetto all'istruttoria. Lo dico per manifesta lentezza delle amministrazioni comunali, che non è determinata da incapacità o quant'altro, ma in quanto il bando dell'anno 2012-2013 si è chiuso il 15 novembre dall'anno scorso e stiamo ancora attendendo la graduatoria, per cui è evidente. Inoltre mentre quando era cartaceo era utile, perché i Comuni, in qualche modo ricevevano le domande e le portavano in Regione; adesso, con la trasmissione on line questo non serve, se non demandare ai Comuni l'attività di verifica. E' pur vero che nella nostra norma - anche questo occorrerebbe valutare se modificarlo - abbiamo un limite, infatti la legge n. 28 prevede per gli studenti che frequentano le scuole statali - e non le paritarie - un sostegno per i libri di testo, che è previsto anche dalla legge nazionale. Per cui i Comuni verificano che non venga pagata due volte la stessa provvidenza, ma questo lo si può fare, come facciamo per altre mille altre attività, in un secondo momento in attività di controllo.
Perché abbiamo introdotto il voucher? Lo abbiamo fatto affinché, visto che siamo molto indietro, tutte le famiglie (sia di chi va alla paritaria e sia di chi va alla statale) siano in grado di presentare il bando il più in fretta possibile ed entro fine anno avere la graduatoria e il voucher in mano; questo ci consente per i primi mesi dell'anno prossimo di emendare un nuovo bando riconsegnando il voucher. E' vero che coloro i quali attenderanno di più rischiano, in alcuni casi, di essere le famiglie e, in altri casi, le scuole o i soggetti che, alla fine, sono detentori del voucher. E' altrettanto vero che vi è certezza nell'avere ottenuto una provvidenza regionale.
Dico solo alla Presidenza che al testo dell'ordine del giorno va apportata una modifica: noi lo abbiamo presentato il 9 settembre, quindi dove c'è scritto "entro il 30 settembre 2014" è evidente che è da modificare con l'indicazione di un giorno di ottobre, in quanto quella data è già trascorsa.
Esistono tre aspetti: la presentazione del bando a regole invariate perché altro non si può fare - la presentazione on line - perché il grande lavoro è stato fatto nell'anno precedente - e l'introduzione del voucher alle famiglie, non alle scuole, come abbiamo letto. Se, come molti colleghi di centrosinistra ci hanno insegnato, c'è un articolo della Costituzione che prevede l'impossibilità di sostenere le scuole pubbliche paritarie allora è evidente che il voucer va dato alle famiglie, che però non possono che spenderlo presso le scuole, ed è un'altra certezza rispetto alla tempestività; poi potremmo dire che invece di fare quarantamila bonifici ne facciamo molti meno, ma questi sono aspetti marginali.
Ciò che ci interessa maggiormente è che vi sia una legge che è rispettata; poi riguarda il tema del bilancio quante domande riusciamo a soddisfare a fronte della presentazione di un bando.
Quando ATC predispone un bando - l'Assessore Ferrari si occupa di ATC non dice che tutti coloro i quali presenteranno la domanda avranno un beneficio, possono presentare la domanda coloro i quali hanno i requisiti poi se i soldi saranno sufficienti lo verificheremo in sede di assestamento di bilancio, come avviene per tutte le norme. Noi non abbiamo altre norme dove per il rispetto della norma stessa occorre anche la copertura di bilancio. Ad esempio, il bando appena licenziato dalla Giunta avrà copertura per alcuni, mentre altri saranno esclusi pur avendo i titoli per partecipare. Questa questione, lo ripeto, la trattiamo quando discuteremo di assestamento di bilancio e per il prossimo anno nel bilancio 2015.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La Presidenza non accetta suggerimenti da parte dei Consiglieri sui tempi, è autonoma nelle scelte.
La parola al Consigliere Appiano, per l'illustrazione della mozione n.
63.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Come maggioranza - sono il primo firmatario, ma, in realtà, la proposta di mozione è sottoscritta dai Consiglieri di tutti i Gruppi della maggioranza - abbiamo ritenuto doveroso, innanzitutto, ricostruire nelle premesse di un documento distinto quella che è stata la cronistoria degli ultimi anni e, in seconda battuta, dare qualche indicazione proprio in vista di una modifica delle regole del gioco, che riteniamo quanto mai opportuna. Infatti, anche nell'illustrazione testé svolta dal collega Vignale riteniamo che vi siano alcune inesattezze, che, se fossero vere, ci potrebbero portare ad aderire anche al testo parallelo, invece cercheremo di dimostrare che non sono tutte così vere.
Innanzitutto, è vero che la legge regionale prevede due tipologie di assegni (l'assegno per l'iscrizione e la frequenza e l'assegno per il trasporto, i libri di testo e le attività integrative) in due diverse lettere dell'articolo 12, ma non è vero che le due graduatorie sono composte allo stesso modo o secondo lo stesso criterio. Infatti, le domande delle famiglie i cui figli frequentano la scuola statale vengono messe in ordine crescente di ISEE, dal più basso verso l'alto, e hanno precedenza effettivamente gli ISEE più bassi su quelli più alti; al contrario l'assegno di studio per l'iscrizione e la frequenza vede costruire una graduatoria per percentuale di incidenza di spesa della retta rispetto all'ISEE e le percentuali sono messe in ordine decrescente. Questo vuol dire che, a parità di ISEE, più alta è la spesa affrontata come retta e più si è in alto nella graduatoria medesima. E' vero poi che i criteri vengono dettagliati nel piano triennale e l'attuale è quello 2012-2014.
Abbiamo sentito parlare del "doveroso rispetto delle regole del gioco": ne abbiamo parlato questa mattina, ne parliamo anche oggi pomeriggio e ne dobbiamo parlare sempre. Se leggessimo i dati di bilancio e la norma finanziaria contenuta nella legge, scopriremmo che in questi anni la norma finanziaria non è stata sostanzialmente rispettata. Prendiamo i dati iscritti a bilancio pre-assestamento 2014: la norma finanziaria dice che fatte 100 le risorse destinate alla legge n. 28, il 65% delle risorse vengono destinate alle provvidenze economiche, che sono gli assegni di studio per le due tipologie e il sostegno alle materne-paritarie in forma diretta, mentre il 35% vengono impiegate, ad esempio, per il trasferimento agli Enti locali e tutte le azioni di sistema.
A bilancio quest'anno abbiamo poco meno di 31 milioni di euro. Se noi facciamo il riparto (65% e 35%) scopriamo che, da un lato, ci dovrebbero essere 11 milioni, dall'altro ci dovrebbero essere gli altri 20 milioni.
Se facciamo invece la somma algebrica del riparto specifici delle risorse, scopriamo che il riparto è otto milioni e 23 milioni. Quindi queste percentuali non sono rispettate, c'è una discrepanza di tre-quattro milioni, a danno degli Enti locali che pur garantiscono tutta una serie di sostegni diretti e di azioni di sistema. Penso ai trasporti, penso alle mense, penso al sostegno educativo all'handicap e a progetti di inserimento degli studenti di nazionalità diversa da quella italiana e così via.
Se poi dovessimo soppesare il rispetto dell'altro vincolo finanziario quello che dice che il 40% di quel 65% è riservato ad uno dei due assegni cioè l'assegno per iscrizione e frequenza, e al sostegno diretto alle materne, quel 40% del 65% farebbe circa otto milioni. Se noi sommiamo invece le due voci scritte nel bilancio revisionale, arriviamo a 15.
Questo la dice lunga sul rispetto sostanziale della legge.
In questi anni la norma è stata in qualche modo non rispettata anche attraverso un altro accorgimento, che in Conferenza sul diritto allo studio abbiamo ogni anno segnalato, ma siamo sempre stati tacciati - come sistema delle autonomie locali, in questo caso nel mio altro ruolo che esercitavo di dire cose non vere. Mentre il primo bando che venne fatto dopo l'approvazione della legge (quello dell'anno scolastico 2008-2009) fu interamente finanziato su un unico bilancio solare, quello 2009, dall'anno successivo, dal bando successivo, visto che stavano intervenendo dei tagli molto significativi alle risorse destinate alla legge n. 28, passate da 80 milioni di euro (anno 2009) a poco meno di 31 milioni di euro (anno 2014) si è iniziato ad usare un pezzo del bilancio dell'anno successivo per scorrere le graduatorie dell'anno scolastico precedente.
Moltiplicando negli anni questo meccanismo, ovviamente da un lato è stato impossibile valutare la concreta applicazione e il concreto rispetto della norma finanziaria, dall'altro lato si sono ingenerate tutta una serie di aspettative nelle famiglie che magari sono state frustrate poi con le assegnazioni definitive e gli sviluppi successivi del pagamento degli assegni. Pagamento che, rammento, avviene con estremo ritardo da sempre.
Oggi - è stato ricordato qualche giorno fa - sono state approvate con determinazione le graduatorie per l'anno scolastico 2012-2013. Oggi è ottobre 2014 e presumibilmente queste famiglie riceveranno i soldi tra qualche mese.
Si è detto prima che cinque milioni dell'attuale stanziamento di bilancio dovrebbero servire a scorrimento della graduatoria dell'anno scolastico, la cui graduatoria è stata appena pubblicata. Questo non sta scritto da nessuna parte.
E allora rammentiamo anche qui qual è stato l'iter di questi anni.
Mentre nei primi anni si è assicurato al 100% delle domande ammesse il pagamento concreto degli assegni, a far data dall'anno scolastico 2009-2010 le domande non sono più state soddisfatte per intero. Si è passati al 90 delle domande soddisfatte fino al 61% dell'anno scolastico 2011-2012, che è l'ultimo anno i cui assegni sono stati concretamente pagati e l'ultima azione di questi pagamenti è avvenuta solo qualche mese fa - quindi, a più di due anni di distanza dalla domanda presentata.
Vuol dire che di quelle 70 mila domande presentate due anni fa, due anni dopo il 39% delle famiglie ha scoperto, nei fatti, che non riceverà alcun assegno.
L'ultimo bando, quello le cui graduatorie sono state pubblicate qualche giorno fa, con le risorse impegnate sul bilancio 2013, porterà a soddisfare il 77% delle domande, non tanto perché sono cambiate le cose, quanto perch le machiavelliche e complicatissime procedure di accesso alla domanda, che la nuova metodologia ha introdotto, e i ritardi nell'erogazione degli assegni, hanno fatto sì che circa 30 mila famiglie che avevano presentato la domanda due anni fa, all'ultimo bando hanno rinunciato spontaneamente a presentare domanda.
Pertanto, si è passati da 70 mila a 40 mila domande e il calo riguarda entrambe le tipologie di assegno.
Da qui si riesce a pagare fino al 77.
Ma vi è di più e questa, forse, è la cosa politicamente più grave; in questi anni si è fatto finta di non vedere che nei mancati pagamenti non è vero che sono rimaste fuori le famiglie con ISEE più alto. Perché mentre sull'assegno per le famiglie che frequentano scuole statali, il pagamento ha raggiunto solo le famiglie al di sotto di 10 mila euro di ISEE (ultimi assegni pagati) tagliando fuori tutte le altre, nell'assegno per iscrizione e frequenza (ultimo bando pagato) ben 732 famiglie con ISEE inferiore a 10 mila euro si sono viste negare l'assegno e 350 famiglie con ISEE tra i 26 mila e i 40 mila euro si sono viste corrispondere l'assegno.
Se l'obiettivo principe della legge era favorire e sostenere la libera scelta educativa a prescindere dalla capacità reddituale della famiglia credo che il risultato sia andato esattamente all'opposto rispetto agli obiettivi che si volevano perseguire.
Eppure la legge dice che gli assegni vanno attribuiti in via prioritaria alle fasce più deboli della popolazione scolastica.
Chiudo dicendo che chiediamo un impegno della Giunta regionale innanzitutto a pubblicare al più presto il bando per l'anno scolastico 2013 2014, ma di rivedere prima della pubblicazione le regole, innanzitutto abbassando il tetto di ISEE che nel passato ha creato sperequazioni ed attese frustrate.
Si ritiene che un limite in ordine ai 20 mila euro sia il limite più ragionevole a risorse stanziate e disponibili, in quanto i dati del passato hanno dimostrato l'insostenibilità di qualunque altra operazione, a meno di utilizzare i bilanci degli anni successivi in misura sempre maggiore o di creare quelle sperequazioni e quelle iniquità proprio nel campo delle scuole paritarie che in questi anni sono state perpetrate.
Ricordo, inoltre, che il rapporto di domande tra assegni di un tipo e l'altro è di uno a sette, cioè l'assegno per spese di libri, POF e trasporti sono sette volte più numerose rispetto a quelle per iscrizione e frequenze.
Forse rimeditare un po' sull'allocazione delle risorse per i due assegni non sarebbe così iniquo.
Infine, e concludo, le modalità di presentazione della domanda necessitano inevitabilmente di un miglioramento e di una semplificazione.
Su questo non si può trovare che trovare il più grande accordo.
Tutto questo in accordo con i Comuni, perché alla fine i cittadini si rivolgono all'Ente locale per essere aiutati e per essere sostenuti nel presentare la domanda. E in questo contesto occorrerebbe rimeditare anche un po' sulle risorse trasferite agli Enti locali, che sono passate da 22 milioni del 2009 ad appena sei milioni iscritte nel bilancio pre assestamento di quest'anno.



PRESIDENTE

Siamo in fase di discussione generale sugli ordini del giorno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Il mio intervento, che segue e si somma a quello del primo firmatario Vignale di uno dei due atti di indirizzo, interviene con piacere dopo quello della maggioranza.
I media l'hanno già sottolineato abbondantemente: è il segreto di Pulcinella che all'interno del centrosinistra convivono due anime che su questo tema si distinguono e si combattono anche aspramente.
Una che, essendo di derivazione cattolica, ha sempre tenuto in adeguato conto l'importanza del pluralismo dell'educazione, quindi anche il dovere da parte dell'istituzione, di garantire l'accesso anche a chi economicamente non se lo può permettere ad un'istruzione di tipo privato nell'ambito della scuola paritaria. E quindi anche con indirizzi educativi diversi ed alternativi a quelli della scuola pubblica.
Dall'altra parte, c'è chi evidentemente, continuando a vedere il mondo dell'istruzione paritaria come un nemico, se non da distruggere e da combattere, quanto meno da indebolire, nella speranza che poi si estingua naturalmente, invece vuole deviare le politiche che fino adesso sono state messe in campo in termini di sostegno a questo accesso educativo plurale.
A me spiace constatare che evidentemente sta prevalendo, all'interno del centrosinistra - o quanto meno questo è l'indirizzo che colgo in questa mozione - l'orientamento ostile al mondo delle paritarie. Dico ostile in modo pregiudiziale, perché è incredibile far passare come una sorta di reale sostegno all'accesso a quel tipo di studio quello che è sostanzialmente, un dimezzamento dell'ISEE d'accesso. Come per dire: visto che non ci sono abbastanza soldi da investire, allora li tagliamo anche sulla carta, invece di trovarli e garantirli sostanzialmente.
Così abbiamo risolto il problema: chi aveva un'illusione, invece di vedersela confermata - peraltro, aggiungo, come diritto acquisito rispetto a bandi precedenti - andiamo direttamente a stralciargliela anche sulla carta, così almeno si mette il cuore in pace.
Questa è un'impostazione curiosa perché, in realtà, andando a vedere l'impegnativa del nostro atto di indirizzo, si va a sottolineare quello che è un tema di volontà politica. Quando si parla di risorse si possono trovare, dal momento che ci sono, ed investirle in quel campo, oppure semplicemente decidere di destinarle ad altro investimento e stralciarle da questo capitolo.
E' una questione di decisione politica, per la quale è legittimo che si assumano decisioni diverse. Il bello della democrazia è che il voto trovi un'espressione, anche in termini di cambiamento di decisione politica, per deve essere quanto meno coraggiosamente rivendicato.
Non si vada a dire che è una razionalizzazione in termini di maggiore efficienza.
Non si vada a dire che è un riequilibrio in termini di giustizia sociale, perché chi voleva spendere di più, pur avendo comunque un reddito basso, sarà penalizzato nella misura in cui gli verranno coperte solo determinate spese o non avrà l'accesso alla copertura di spese, rispetto ad un filone di iscrizione a scuole che hanno una retta, e che quindi costano di più.
Questo è sostanzialmente un paravento dietro al quale si nasconde la volontà di penalizzare, oggettivamente e politicamente, il mondo delle scuole paritarie.
Purtroppo questo mandato è già cominciato su quest'onda e i tentativi di mediazione della Giunta, rispetto alla vicenda di quell'asilo a Bibiana certamente non sono avvenuti (ma questo è un mio parere politico) con la serenità con la quale dovevano avvenire: senza che ci fosse discussione in Aula, nonostante gli atti di indirizzo fossero stati presentati, c'è stato un battage mediatico, sollecitato dalle fazioni di sinistra di questa maggioranza, che ha cercato di orientala più in un senso che nell'altro peraltro riuscendovi.
Tale ulteriore atto di indirizzo conferma questa volontà politica.
L'unica cosa che vi chiedo è l'onestà intellettuale e politica di rivendicare questa scelta politica, perché noi indichiamo, nell'avanzo di bilancio di questo Consiglio - che giustamente ha risparmiato su voci che potevano essere tagliate - un piccolo tesoretto che adesso può essere reinvestito.
E' questione di responsabilità politica scegliere e dare un indirizzo rispetto a quale voce di investimento scegliere. Se non sarà il diritto delle famiglie di accedere all'istruzione paritaria, allora ne prenderemo atto.
E' potere sovrano dell'Aula esprimersi, però quello che chiedo alla sinistra è il coraggio di ammetterlo e di proclamarlo.
Vedete - e vado a concludere - in periodo elettorale e pre-elettorale è molto facile trovare, all'interno di uno schieramento, il diavolo e l'acqua santa, soprattutto se poi un candidato Governatore si assume addirittura degli impegni con un certo mondo della scuola paritaria, in vista del mantenimento degli stessi standard.
E' legittimo cambiare, ma è poco onesto se poi si va ad intaccare impegni politici assunti in fase elettorale.
Personalmente credo che fossero stati assunti a nome di tutta la maggioranza, non solo della componente più moderata e cattolica.
Quello che voglio limitarmi a dire è che non si dica che non si pu perché in questo caso noi, con la nostra impegnativa, forniamo la soluzione.
Diciamo che non si vuole, e allora lo si dica chiaramente quando si vota e lo si dica soprattutto quando si fanno le leggi, perché non credo che neanche la Giunta possa dare un indirizzo contra legem senza che vi sia una modifica legislativa.
Si abbia soprattutto il coraggio di dirlo anche in campagna elettorale non solo dopo la vittoria elettorale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Voglio spiegare anch'io, nella maniera più chiara possibile, il punto sul diritto allo studio e sul cosiddetto "buono scuola".
Ringrazio il Consigliere Appiano, come anche tanti altri colleghi del Partito Democratico, per il lavoro svolto. Questo dimostra che, stando nel merito, si arriva a un risultato.
Parto dal passato, dalla necessità di dare risposta ai bandi in corso e a quelli dello scorso anno non ancora finanziati.
Secondo i dati del 2011-2012, a fronte di un finanziamento pressoch identico sulle due graduatorie, quindi otto milioni da una parte e otto dall'altra, nelle scuole paritarie sono 2.000 i ragazzi con alle spalle famiglie con reddito ISEE sotto i diecimila euro ad aver ottenuto il contributo regionale. Nelle scuole statali sono 36 mila e sono 2.924 i ragazzi con reddito fino a 26 mila euro, iscritti alle scuole paritarie beneficiari del contributo, mentre 22 mila con il medesimo reddito iscritti alle scuole statali, non hanno ricevuto nessun contributo.
Vorrei che partissimo da questo dato.
Ma, come diceva il Consigliere Appiano, non c'è solo questo scempio da cui partire (e vorrei che qualcuno smentisse questi dati, che sono dati storici, non contestabili): oltre ai 22 mila ragazzi delle scuole statali esclusi da quel contributo, ci sono 732 esclusi anche sotto i diecimila euro di ISEE.
Lo dico così, e lo diremo anche in futuro: qualcuno non condivide proprio il principio per cui chi spende di più prende di più. Noi siamo fra questi.
Qualcuno non condivide - e ve lo dice in faccia - il principio per cui dietro alla libera scelta educativa si fanno due pesi e due misure penalizzando le persone maggiormente bisognose.
Nessuno qua - e, guardate, vi staneremo tra un mese sul tema del diritto allo studio universitario: noi qui vogliamo sancire che tutti i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, dovranno avere una borsa di studio - ha mai detto che nella scuola di Pollenzo - anch'essa un'università, perlopiù pubblica, anche se considerata privata paritaria si devono erogare borse di studio di sette mila euro perché la retta ne vale nove.
Scusate, qualcuno ha mai chiesto all'EDISU di triplicare la borsa di studio perché il costo di quell'Università è superiore, in nome della libera scelta educativa di chi vuole studiare scienze gastronomiche? Guardate, personalmente credo che la mediazione che abbiamo trovato sia una mediazione che stabilisce alcune cose chiare: intanto riduce quel parametro ISEE da 40 mila euro a 20 mila per tutti - per tutti - e in più sancisce il principio che pensare di escludere qualcuno sotto i dieci mila euro di ISEE, così come ha fatto il centrodestra in questi anni, è uno scandalo da qualsiasi punto di vista, compreso quello giuridico.
Tuttavia, non voglio nascondermi dietro il principio espresso dal Consigliere Marrone.
Per me questa è un'alta mediazione, una mediazione che porta alla soglia di 20 mila euro di ISEE anche per quelle famiglie che hanno mandato i loro figli nelle scuole statali e che chiedono spesso ai Sindaci e ai Consiglieri comunali dei piccoli Comuni - e lei lo sa, Consigliere Marrone un piccolo contributo per mandare il figlio a scuola. Guardate che le spese per i trasporti o per i libri di testo non valgono meno.
Solo per chiarirci, però voglio dirvelo senza infingimenti: il centrosinistra può arrivare a queste mediazioni virtuose, sapendo che queste mediazioni costano.
Voglio ricordavi un dato.
Questa legge tanto incriminata, che in qualche modo è stata figlia di una discussione politica, reggeva su una voce di bilancio di 80 milioni di euro, in cui - ricordo a tutti, lo ricordava bene il collega Appiano - si davano risorse per il diritto allo studio, ma le si dava anche agli Enti locali e ad altri programmi di cui non parliamo più.
Quindi, questo è un punto di mediazione oggi, ma se noi volessimo essere onesti, sapete a cosa servirebbe il superamento della doppia graduatoria? Intanto a eliminare il principio del rimborso delle spese: una borsa di studio non è un rimborso, non serve erogarla un anno successivo all'altro. In teoria, il diritto allo studio deve arrivare prima e, secondo me, ripeto, deve valere in modo uguale per tutti, sia che frequentino le paritarie sia che frequentino le pubbliche.
E poi, posso lanciare una provocazione? Forse anche quel mondo delle paritarie dovrebbe iniziare a portarsi un po' avanti e pensare che le famiglie con diecimila euro di ISEE dovrebbero avere degli sconti e dovrebbero essere inserite in una convenzione quadro ben chiara. Credo che il principio di solidarietà e di distribuzione di cui tanto parliamo dovrebbe partire anche dal fatto che noi, probabilmente, non riusciremo a dare di più a chi spende di più. Ma forse - è un auspicio per il superamento di quel principio - anche coloro che sostengono quel modello educativo, con tutta la passione del mondo, dovrebbero ricordare che la solidarietà può partire proprio da loro e da quegli istituti, riconoscendo che, forse, quelle rette andrebbero abbattute, proprio a fronte di un contributo pubblico.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Avendo dovuto, in prima persona, trovare e provare, negli ultimi 14 anni, scuole pubbliche e private, approfondendo le qualità, i pregi ed i difetti, desidererei che in questo consesso si facesse una discussione seria, priva di ideologie a monte, e ci si chiedesse perché nelle scuole private (siano scuole per l'infanzia, primarie, secondarie e di tutti i livelli) il costo per alunno sia all'incirca della metà rispetto al costo per alunno della scuola pubblica ed il servizio, oltre ai luoghi, sia nettamente migliore. Si tratta di situazioni assolutamente non paragonabili.
Ritengo che occorra fare una seria riflessione su questo.



PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
In realtà avevo già chiesto la parola in precedenza, perché l'argomento è estremamente interessante.
Parto dal fondo, dalle scuole paritarie, che non fanno sconto sull'ISEE degli allievi. E' un mondo che occorrerebbe conoscere molto bene e ritengo che quanto viene realizzato dalle scuole paritarie sia ineguagliabile perché sono tantissime le famiglie che hanno abbattimenti di retta o addirittura sconti totali sulla retta, pertanto il bisogno delle famiglie è preso in considerazione. Si può dire di tutto fuorché questo, e questo tutto è anche molto confutabile.
Come è stato detto, sarebbe meglio avere più fondi per i Comuni, per offrire più servizi, a partire dalla mensa, dal trasporto degli alunni, ma così non è, pertanto mettiamo da parte questo concetto. Teniamo, invece bene in vista l'aspetto della contrapposizione tra scuole, che si viene a creare ogni anno e in questo periodo, quando vengono rimessi in discussione questa legge e i fondi che eventualmente vengono erogati.
Immaginiamo una famiglia che fa un programma, un bilancio al proprio interno, pensando di avere un contributo che ogni anno, puntualmente, viene messo in discussione e formulato con modalità diverse.
Condivido quanto è stato detto dal Consigliere Marrone: sicuramente su questo tema sono state fatte delle promesse, che io spero vengano mantenute. Da parte dei firmatari della mozione ci si farà stanare molto felicemente e facilmente, perché per noi il principio della libera scelta è assolutamente fondamentale.
Chiedo ai Consiglieri di andare a vedere, relativamente alle scuole paritarie, i numeri riguardanti l'aumento degli alunni disabili e stranieri. E' evidente a tutti che il costo dei bambini che frequentano le scuole paritarie non ricade o ricade solo in minima parte sugli Enti locali, poiché spesso non utilizzano il servizio di trasporto degli alunni non utilizzano la mensa scolastica, pertanto c'è già un risparmio non indifferente.
Ricordo ai Consiglieri che, in merito alle scuole dell'infanzia, sono proprio i Comuni che stipulano delle convenzioni, perché hanno questa necessità, perché se un giorno (amo ricordare questo e lo dirò ancora) le scuole paritarie del Piemonte chiudessero i battenti, chi ospiterebbe quei ragazzi? Non ci sono gli edifici, non ci sono i professori, non ci sono le strutture, pertanto il costo sarebbe di gran lunga maggiore. Io oso anche definirlo insopportabile per qualunque ente.
Sono certa che in quest'aula avremo occasione di parlare di questi costi.
Riguardo allo scorrere il bilancio dell'anno precedente, basterebbe fare quello che i nostri Gruppi hanno chiesto ad inizio legislatura e chiederanno ancora: essere puntuali nelle graduatorie. E un altro aspetto sicuramente più importante, è quello di investire più risorse in questo ambito.
Mi sembra che l'Aula, con una mozione, abbia chiesto la libera scelta per le famiglie e, con una seconda mozione (presentata dai Consiglieri Appiano e Grimaldi), ha affermato che occorre dare più soldi ai Comuni.
Su quest'ultimo aspetto ci troverete pienamente concordi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrentino.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Per quanto mi riguarda, l'illustrazione della mozione fatta dal collega Appiano è assolutamente esaustiva della mia posizione e penso di tutta la maggioranza. Sono, però, doverose alcune riflessioni, specialmente dopo l'intervento dei colleghi Vignale e Gancia.
Anch'io faccio l'amministratore da molto anni, ho avuto rapporti con più Amministrazioni regionali e non è assolutamente nel mio modo di agire intervenire o dissentire a seconda dell'appartenenza politica. Devo per dire al Consigliere Vignale che se c'è un settore in cui, negli ultimi anni, i Comuni hanno avuto grande difficoltà di rapporti è proprio quello legato al tema di cui stiamo parlando.
Il fatto che noi stiamo dicendo, oggi, alle famiglie che i fondi del 1012 saranno pagati (se va bene) ad inizio 2015, mi induce a pormi la seguente domanda: "Di che diritto allo studio stiamo parlando?". Stiamo parlando di tre anni di ritardo, pertanto, se dovessi sintetizzare cosa sono stati questi anni, direi che sono stati sicuramente una grande confusione.
Io sostengo che occorre dare agli Enti locali un minimo di certezza. Ad oggi non sappiamo quali sono i trasferimenti previsti dall'articolo 12 della legge n. 18. Oggi non conosciamo ancora i trasferimenti di due o tre anni fa, mentre i Comuni hanno dovuto anticipare queste risorse.
Ringrazio l'Assessore Pentenero per aver detto all'inizio, ma anche nei vari incontri che ci sono stati, che vuole assolutamente riprendere il percorso interrotto qualche anno fa, mettendo alcuni paletti che personalmente considero assolutamente importanti.
La rivisitazione delle fasce ISEE è stata ampiamente illustrata dai colleghi Appiano e Grimaldi, quindi non aggiungo altro.
C'è un concetto molto importante: provare, tutti insieme, a semplificare la vita al cittadino. In molti casi, a fronte di poche centinaia di euro, chiediamo tale e tanta documentazione che fa sì che molti di quei 20 mila di cui parlava il collega Appiano si identifichino in questa enorme burocratizzazione. Il messaggio che l'Assessore Pentenero ha subito trasmesso è proprio quello di semplificare e ridurre - io mi auguro eliminare del tutto - qualsiasi documentazione, per quanto riguarda la contribuzione per il diritto allo studio.
Nella mia lunga attività di amministratore - in riferimento all'intervento della collega Gancia - quando ho fatto dei paragoni ho sempre confrontato oggetti similari o prestazioni similari. E' impensabile confrontare i costi di una struttura privata, perché in alcuni casi (non sto parlando delle scuole parificate, ma proprio di strutture private) non rispondono agli stessi criteri e alle stesse indicazioni che vengono date per una scuola pubblica.
Potrei portare decine di esempi: uno per tutti, la gestione degli asili nido. E' chiaro che se io provvedo alla gestione di un asilo nido osservando i dettami della legge regionale n. 1, i costi del personale sono una cosa, mentre in una gestione privata i costi riguardanti i rapporti operatori/utenti sono diversi. E' chiaro che è difficilissimo fare una comparazione.
Lungi da me difendere assolutamente a spada tratta la scuola pubblica a decremento di quella privata.
E' chiaro, tuttavia, che non si possono fare dichiarazioni roboanti sostenendo che le scuole private costano la metà delle scuole pubbliche perché queste sono affermazioni che lasciano un po' il tempo che trovano.
Vanno introdotte in un contesto che deve essere documentale, che deve essere a parità di prestazione, di rapporti, con l'instaurazione di rapporti di lavoro paritari per gli operatori scolastici della scuola pubblica e della scuola privata.
Penso che il tema sia assolutamente importante e che debba essere approfondito dal Consiglio regionale.
Tranquillizzo il collega Vignale: è chiaro che bisogna mettere mano alla legislazione per fare alcune modifiche, ma è assolutamente doveroso perché non possiamo pensare di continuare a gestire la legge 18 come è stata gestita in questi anni. Mi dispiace, ma il termine "confusione" è il termine più appropriato.
Mi auguro che ci sia la possibilità di intervenire con una semplificazione, con rapidità per dare alle famiglie risposte, che magari saranno minime, ma almeno saranno immediate.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ferrentino.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Noi, come Gruppo, abbiamo deciso di non presentare un ordine del giorno, un atto di indirizzo in merito al tema, perché ritenevamo che il tema andasse affrontato nella Commissione competente e con gli strumenti competenti, cioè la possibilità di modificare, come è stato detto da alcuni Consiglieri che sono intervenuti, il piano triennale per quanto riguarda l'assegnazione degli aiuti alle famiglie per la scuola e, eventualmente, la legge regionale n. 28.
Dobbiamo dire che, con l'attuale Assessore Pentenero, nella scorsa legislatura fummo tra i coloro i quali osteggiammo - non tantissimo, a dire il vero - il piano triennale presentato dalla Giunta Cota, quindi da questo punto di vista non ci sono particolari dubbi sulla posizione del Movimento 5 Stelle.
Possiamo dire che non ci è piaciuta la posizione un po' troppo tranchant - così almeno è passata sui media e sui giornali, ma non sappiamo esattamente quali siano state le sue dichiarazioni - dell'Assessore, che è uscita un po' "a gamba tesa", come si suol dire, su questo argomento sollevando quel vespaio che aiuta anche le contrapposizioni, perché alla fine escono delle contrapposizioni ideologiche, come è stato detto tante volte, tra chi dice che bisogna per forza di cose difendere le scuole paritarie per la libertà di scelta educative e chi, dall'altra parte, è a favore solo delle scuole pubbliche.
La legge non è così tranchant, non è così in termini di "bianco" e "nero", e soprattutto dobbiamo fare fede, volenti o nolenti, alle leggi e ai piani che la Regione ha emanato.
Quindi, la legge regionale n. 28 recepisce una normativa nazionale abbiamo un piano triennale, abbiamo dei pregressi, cioè abbiamo il bando di gara appena lanciato relativo al 2012-2013, dovremmo fare quello relativo al 2013-2014, quindi su quello che già è stato emesso, noi abbiamo detto che - ribadisco, volenti o nolenti - dobbiamo garantire l'attuazione del bando. Per quanto riguarda l'anno nuovo, invece, possiamo intervenire modificando eventualmente il piano triennale.
Poi, tutto il resto potrà essere determinato in futuro, nel modo in cui il Consiglio a maggioranza deciderà, in particolare modo partendo dalla legge regionale. Mi ricordo i dati presentati nel bilancio previsionale che il Consigliere Appiano ha presentato, però la stranezza è che vi sono otto milioni sulle scuole pubbliche e otto milioni sulle scuole paritarie quindi, la stessa cifra. In effetti era una stranezza, perché la platea degli aventi diritto, o di coloro i quali ne facevano richiesta, era molto diversa in numeri, quindi si è creata quella distorsione relativa alla procedura che prevede una percentuale di copertura della spesa totale tale da favorire paradossalmente coloro i quali spendono di più. E' un meccanismo veramente sbagliato.
Quindi, sicuramente è una procedura da rivedere, però non si può fare su un pregresso. Purtroppo, su un pregresso non si può intervenire.
Ci rendiamo anche conto che la situazione del bilancio della Regione è difficilissima. Noi avevamo presentato una mozione ancora più cogente di quella poi passata a prima firma del Presidente del Consiglio Laus per etichettare un po' l'avanzo dei dieci milioni del rendiconto del Consiglio regionale su alcune spese, tra cui, soprattutto, le politiche sociali, di cui si sta parlando in questi giorni anche sui media, che sono di nuovo in grande difficoltà. Oggi è uscita una notizia un po' rocambolesca, perch parrebbe che si sono trovati i fondi, poi dovremmo capire come, dove e perché. Lo vedremo nell'assestamento.
Quindi, non avevamo individuato tra le priorità questa.
Riteniamo che, dal nostro punto di vista, la mozione del Consigliere Vignale non sia condivisibile per questi motivi, in quanto impegna comunque una parte consistente dell'avanzo del rendiconto su questo tema, mentre troviamo condivisibile la mozione del PD che, tra l'altro, recepisce quello che noi avevamo detto a mezzo stampa: sanare il pregresso e dedicarsi poi con calma, ma anche con un po' di fretta, al presente e al futuro prossimo.
Questa è la linea del Movimento, che mi sembra, tra l'altro, una linea abbastanza condivisibile, saggia e che possa veramente provare a sanare un conflitto di cui leggiamo e sentiamo da anni, per guardare al futuro cercando, ovviamente con le poche risorse che ci sono, di coprire i bisogni reali della popolazione piemontese. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Volevo sottolineare che è un peccato che non si sia risparmiato abbastanza e che sia stato portato un tesoretto di soli dieci milioni di euro, perché sarebbero stati necessari dieci miliardi di euro per soddisfare le esigenze di tutte le mozioni, di tutti gli intendimenti e di tutti i buoni propositi che emergono da quest'Aula.
Sulla mozione presentata dalla maggioranza sul cosa fare in ordine a quella che può essere l'attività di investimento economico del "tesoretto Laus", come viene definito, avrei molto apprezzato un utilizzo - mi spiace che questo sia avvenuto - meno demagogico e più sostanziale.
In questo caso, parliamo di scuole, e pare che ci sia una parte del Consiglio che intende tutelare un interesse, come se ci fosse solo quell'interesse, senza guardare l'intendimento, secondo me animato da grandissimo buon senso, della mozione presentata dalla maggioranza, che cerca il riequilibrio e, quasi come un buon padre di famiglia, di capire le esigenze di tutti.
Siamo in periodo di vacche magre, magrissime. La cinta bisogna stringerla, ma non c'è più spazio nemmeno per fare i buchi e si sta cercando di trovare delle soluzioni che possano andare incontro alle esigenze di tutti, di tutti! Senza dimenticare qualcuno o fare delle azioni che possano essere a vantaggio di una parte, alla quale poi andare a rendere conto - questo è l'aspetto che può essere triste - dicendole: "Ho difeso il tuo interesse particolare".
Vanno tutelate le famiglie che sono in disagio e in difficoltà, come vanno tutelati i giovani e le famiglie che scelgono liberamente, per una serie di ragioni familiari e personali, che comunque è giusto valorizzare e tutelare, di rivolgersi alle scuole paritarie.
Non credo che bisogna fare oggi un distinguo tra chi è il difensore della scuola paritaria e chi è il difensore dei diritti più generali. Tutti dobbiamo partecipare e contribuire.
Mi dispiace, forse, anche per coloro che dovranno stringere la cinghia e che, forse, pensavano di avere contributi maggiori, ma credo che i contributi siano più bassi per tutti! Come ha detto bene prima il Consigliere Grimaldi, si è cercato di trovare una mediazione che forse non soddisfa tutte le parti che hanno sottoscritto la mozione, o meglio, da un punto di vista ideologico non tutti l'avremmo scritta in questa maniera, ma con i tempi che corrono e con il tesoretto troppo piccolo, ritengo questo l'orientamento e l'intendimento sul quale bisogna indirizzare questa azione di governo, così come altre azioni di governo, considerato che le risorse disponibili non sono esigue ma scarsissime.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intanto per ricordare alcuni aspetti. Ci sarà pure un motivo se, in cinque anni, sono stati contratti sette miliardi di euro di indebitamento (2005-2010), nel senso che i soldi erano gli ottanta milioni sulla scuola e in tanti altri rivoli, non è che sono stati spesi, sono state ampiamente sovrastimate alcune voci rispetto alla possibilità del bilancio regionale.
Intanto va ricordata la legge n. 28, che credo sia una legge equilibrata. Non casualmente venne votata dalla maggioranza e dall'opposizione. Se fossi un amministratore regionale che governa, o la maggioranza, guarderei bene, come abbiamo fatto noi quando abbiamo gestito la Regione nei precedenti quattro anni, i punti di incontro. Modificare i punti di incontro e mettere in discussione i principi della legge - lo ricordava anche il Consigliere Bono, anche il piano triennale di cui oggi si discute ha avuto la giusta discussione, ma non ha avuto una grande contrarietà quando è stato approvato, proprio perché era un punto di incontro - credo che sia sempre poco saggio. Se poi parliamo di bilancio su questo ci possiamo anche trovare d'accordo su alcuni temi. Ricordiamoci che noi siamo una Regione che ha una legge regionale che finanza l'istruzione: non è un dato usuale per tutti.
Tanti o pochi, noi siamo una Regione che, dal 2000 ad oggi, ha leggi regionali, seppure differenti, che finanziano l'istruzione: ed è tutto fuorché un dettaglio. Dopodiché questa è una legge di restituzione, una parte di questa norma. E' evidente che in Consiglio c'è una parte - ma non è nuova, è una situazione che vediamo da quando venne approvata la legge sul "buono scuola", quindi è una cosa che ha almeno quattordici anni - che allora era più facilmente identificabile, perché era l'allora PDS e Rifondazione, assolutamente contraria alla libertà di scelta educativa, o comunque al sostegno della libertà di scelta educativa, mentre un'altra parte è favorevole.
Ricordiamo che la legge Berlinguer, non la legge Gelmini, dice che le scuole paritarie sono scuole pubbliche. Consiglieri Grimaldi, Appiano e Ferrentino, dovete mettervelo in testa! Sono scuole pubbliche. Ma lo Stato per quelle scuole, spende 500 euro l'anno, contro i 6.000 per uno studente che, invece, frequenta una scuola pubblica statale. Ci sono 5.000 e 500 euro di differenza per cui, se moltiplicassimo per coloro i quali vanno nelle scuole paritarie, questa legge è ampiamente insufficiente. Se una legge nazionale decide che la scuola paritaria, come ha deciso con il Ministro Berlinguer, è pubblica, dovete farvene una ragione.
Ed è evidente che oggi vince una parte del centrosinistra, vince la sinistra. I Consiglieri Grimaldi, Appiano, Ferrentino, da dove arrivano? Hanno una tradizione di sinistra! Il Consigliere Ferrentino stava in SEL il Consigliere Appiano nella corrente. ma nella corrente del PD.
APPIANO Andrea (fuori microfono) Non ho corrente!



VIGNALE Gian Luca

Diciamo che è un uomo molto di sinistra. Il Consigliere Marco Grimaldi rappresenta Sinistra Ecologia e Libertà all'interno del Consiglio regionale.
Lo sconfitto di questa partita è il Consigliere Gariglio. Il Partito Popolare, l'ala popolare all'interno del Consiglio, sostenne la legge n.
28. Non si può essere così ipocriti nell'arco di pochi mesi. Lo ricordava prima il Consigliere Marrone, non si può andare in campagna elettorale a chiedere i voti al mondo delle paritarie e, come primo atto, l'Assessore Pentenero fa la dichiarazione: "Non faccio il bando". A noi, almeno, va riconosciuto e dato atto che dal 1998, quando l'allora Assessore Leo presentò la prima legge chiamata sui buoni scuola, ad oggi, il centrodestra ha una posizione che non è mutata. Ritiene la suola pubblica e la scuola paritaria entrambe da sostenere, ma ritiene che, visto che entrambe sono scuole pubbliche e lo Stato investe pochissimo su quella tipologia di scuola pubblica, vadano sostenute. Questa è una posizione chiara. È una mediazione? Non lo so. Secondo me è una mediazione molto al ribasso che individua, come sempre, nella scuola paritaria, un soggetto da colpire.
Per carità, quando non si conoscono delle realtà è semplice farlo. Il Consigliere Grimaldi diceva: queste scuole dovrebbero farsi carico delle problematiche. Ma se mio figlio frequenta una scuola pubblica e non pago la mensa, non è che il Comune si fa carico del fatto che io, genitore, non possa pagare la mensa o il rateo. Dopo un po' lo manda in riscossione. Per quale motivo un soggetto pubblico, se paritario, deve essere benevolente e caritatevole e il soggetto pubblico statale deve essere intransigente? Ma dove sta scritto! Forse perché alcune sono cattoliche e quindi - come tali devono anche non fare pagare la retta a chi non ce la fa? Segnalo che accade, non casualmente.
Se invece di farvi passare le veline dall'Assessore sul cui numero avete fatto i 700. sotto i diecimila, ma contate quante sono le famiglie sotto i diecimila che hanno invece beneficiato.
Guardate che differenza c'è tra il Piano triennale che fece l'Assessore Pentenero e quello che fece la nostra Giunta sulle percentuali della fascia da zero a 10 mila. Prima era il 60%, è diventato l'80 o il 90% per dire che la preminenza era per chi è in difficoltà e non ce la fa, anche per la scuola paritaria. Non ci nascondiamo dietro i 700, per una modalità anche errata con cui è stata fatta la graduatoria, non è nel principio della norma. La norma dice esattamente quello che ho sostenuto: che deve essere progressiva.
Il legislatore fa le leggi, c'è qualcuno che fa il bando e poi le graduatorie vanno fatto bene. La legge dice quello, il bando dice quello che è progressivo. E' evidente che, a parità di ISEE, si finanzia chi ha una spesa superiore perché si ritiene che abbia una maggiore difficoltà. A parità di ISEE. Se è avvenuto quello è un errore e io non ho timore nel dire che è sbagliato. Se non abbiamo finanziato famiglie sotto i diecimila è un errore, ma non perché c'è un caso di 700 mila esempi e, dall'altra parte, ne abbiamo alcune decine di migliaia positivi e guardiamo i 700 guardiamo un tema di carattere generale. La scuola paritaria pubblica secondo noi, va finanziata. La legge n. 28 è da mantenere e da finanziare.
Va fatto uno sforzo, questo lo segnalo perché non è avvenuto - mentre è avvenuto sul diritto allo studio universitario e quant'altro - a reperire maggiori risorse se si ritiene che la legge n. 28 sia da finanziaria.
Non è che la soluzione si trova dicendo: abbassiamo il tetto ISEE tanto quelle delle statali prendono meno, quelle delle paritarie molto di più, così lì risparmiamo un po' di soldi e ce la facciamo. E' questo lo schema. A ventimila significa le risorse per cui con risorse esistenti a bilancio, si copre l'uno la graduatoria e l'altra fino a venti mila. Non è questa la soluzione. Il bando si pubblica: ne facciamo una questione di principio. Non è che non si pubblica un bando perché non piace la legge. Se la legge non piace, si cambia. L'Assessore Pentenero ha presentato una modifica del collegato alla finanziaria dal Piano triennale al Piano annuale, il giorno in cui quello verrà approvato, e il giorno in cui questo Consiglio approverà un Piano annuale che modifica le percentuali ISEE, i singoli contributi, allora potrà fare un bando diverso. Fino a quel momento non può fare altrimenti. E questo è un punto.
Il secondo: proponete in Consiglio regionale un nuovo Piano triennale.
Presentate una modifica alla legge n. 28 e poi vediamo se passa, se non passa, se passa come l'avete presentato o se passa in modo diverso.
Lo dicevo oggi per una cosa molto più stupida: non conviene fare battaglie ideologiche in un momento come questo su una norma approvata quasi all'unanimità da questo Consiglio.
La sinistra - lo sottolineo - vuole fare una battaglia ideologica? La maggioranza ci sta? Ciascuno si assuma le responsabilità che crede. Abbiamo persino votato la scorsa settimana contro una diga che vedeva quattro Comuni contrari e 32 (comprese tutte le associazione agricole) favorevoli tant'è che l'Assessore Valmaggia non ha votato.
Siete liberi di fare tutto, ovviamente assumendovene, giorno dopo giorno, le responsabilità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano per la replica; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
La replica vuole riportare al piano del pragmatismo e non dell'ideologizzazione il tema.
La mozione che abbiamo presentato voleva proprio offrire, forse per la prima volta in modo chiaro in Aula, dei dati oggettivi, sulla base dei quali poi riflettere sul futuro.
La legge nazionale sulla parità scolastica non l'ha approvata una maggioranza nazionale di centrodestra. L'ha approvata una maggioranza nazionale di centrosinistra (legge Berlinguer). La legge regionale 28/2007 è stata proposta da una maggioranza di centrosinistra e votata unanimemente con un equilibrio e una ricerca di condivisione in Aula. Noi (inteso come Gruppi politici o derivazione degli stessi e non come persone), su quella legge, allora come oggi, siamo dei difensori, così come allora eravamo dei promotori. Non è in discussione l'equilibrio che si raggiunse su quella legge! Non l'abbiamo impostata e non la vogliamo impostare come la battaglia ideologica, del tipo "voi avete fatto i tagli e noi adesso.".
Quella legge nacque in un contesto in cui le risorse correnti destinate al diritto allo studio, giusto o non giusto, sostenibile o meno che fosse erano di un certo tipo. Tant'è che nel primo anno di applicazione di quella legge, rispetto alle risorse destinate ai due assegni ci fu addirittura un piccolo risparmio, riconoscendo al 100% delle domande aventi i requisiti l'assegno medesimo; l'anno dopo si modificò un piccolo comma della norma finanziaria per permettere che il risparmio eventualmente conseguito potesse essere rispeso in altre azioni legate alla legge n. 28 (mi riferisco alle azioni a favore della disabilità).
Quindi la mozione parte dal fatto che, nel momento in cui le risorse si sono ridotte ed è stato necessario impiegare più esercizi finanziari per finanziare i singoli anni scolastici, il meccanismo è andato in crisi di per sé.
Oggi dobbiamo ritarare l'applicazione di quella legge - giustamente, se verrà portata una proposta di modifica in tal senso in via transitoria, poi in futuro si vedrà, anche qui cercando la massima condivisione possibile come rivisitare l'assetto complessivo - rispetto alle disponibilità finanziarie odierne.
Visto che negli anni il numero di domande che hanno trovato soddisfazione è andato decrescendo, dal 100% al 61% dell'ultimo bando pagato, e visto che molte domande che pur rientravano nei limiti ISEE previsti molto alti. Peraltro, invito a ragionare e a pensare in quale altra prestazione o erogazione pubblica (della Regione, dei Comuni o di qualunque ramo della Pubblica Amministrazione) si riconosce un qualche sostentamento fino a 40.000 euro di ISEE! Quale tariffa agevolata nei Comuni, quale prestazione sanitaria? Insomma, dove c'è un limite così alto? Noi non contestiamo, ovviamente, l'esistenza dei due assegni. Anzi, siamo a ribadire che le due graduatorie e i due assegni debbano continuare ad esistere. Ma stiamo dicendo che tetti ISEE molto alti, collegati a disponibilità finanziarie che si sono ridotte quasi ad un terzo, per tutte le ragioni che ben conosciamo, hanno portato negli anni, proprio nell'ambito dell'assegno per iscrizione e frequenza - così completo il dato a pagare nella prima fascia 2.000 assegni e a negarne 732.
Non stiamo parlando, quindi, di negarne due e di concederne 10.000! No ne pago 2.000 e ne nego 732.
In seconda fascia, da 10.000 a 26.000 euro (metà della quale più o meno rientrerebbe nel tetto dei 20.000 che abbiamo immaginato), sono stati pagati un po' meno di 3.000 assegni e negati 1.654. Per poi arrivare, nella terza e quarta fascia (quella da 26.000 a 29.000 e da 29.000 a 40.000), a 350 assegni pagati e circa 1.000 negati.
Quindi nell'ambito di quella graduatoria il meccanismo dell'incidenza percentuale della spesa rispetto all'ISEE della famiglia ha determinato un'iniquità. Questo è il punto in discussione, non l'esistenza dell'assegno o la seconda graduatoria. Così come, per l'altro assegno, mi permetto di dire che riuscire a soddisfare, a fronte di circa 62.000 domande, solamente 36.000 domande, tutte rientranti nella prima fascia, cioè quella fino 10.000 euro di ISEE, e a negare l'assegno a 25.000 domande da 10.001 euro in su, ci sembra un aspetto non sostenibile.
Teniamo poi conto che l'entità degli assegni, sempre secondo il Piano triennale - perché questo non è scritto nella legge, ma è contenuto nel Piano triennale - non è equivalente: c'è un rapporto di circa uno a quattro o uno a cinque. Questo perché? Perché da un lato si vanno a valorizzare e a contare le spese di iscrizione (che dall'altro lato non ci sono), ma nell'altro lato ci sono comunque spese di trasporto, di libri e di attività integrative che negli anni sono aumentate nettamente. Perché nelle scuole statali la riduzione dei fondi di istituto dati da Roma e la contrazione degli organici (e chi più ne ha, più ne metta) ha fatto sì che molti progetti e laboratori o venivano pagati con contribuzioni volontarie (ovviamente "volontarie" nel senso formale) oppure non si facevano.
Pertanto, sulle famiglie si è scaricata una maggiore spesa, ma anche le minori capacità reddituali, poiché in questi ultimi anni i redditi sono decresciuti.
Proviamo, allora, a trattare il tema in modo non ideologico, ma leggendo dei dati e, partendo da essi, fare delle scelte, piuttosto che dire "la vittoria è di Tizio, che viene dalla corrente 'X', la sconfitta è di Sempronio"? Perché così non si fanno gli interessi del sistema pubblico di istruzione, all'interno del quale sta sia il mondo delle paritarie, sia il mondo delle statali. E nel mondo delle paritarie ricordo che ci sono, nel campo dell'infanzia, comunali e private (anche su questo occorrerebbe, un giorno, fare una riflessione aggiuntiva). Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione sulle due mozioni.
Poiché la Giunta ha chiesto di intervenire, la parola all'Assessore Pentenero; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
Intanto vorrei ringraziare l'Aula per le due mozioni che sono state presentate, perché mi permettono di ricostruire quanto è successo negli ultimi mesi in merito alla legge n. 28.
Credo che questo sia utile anche per sottolineare come, troppo spesso i media facciano, attorno a questo tema, una ricerca ideologica degli argomenti che vengono messi in discussione o non una ricerca del merito. Su questo, credo che l'Aula dovrebbe riflettere. Proverò, dunque, a ricostruire quanto è successo.
Dopo l'insediamento, ho convocato quello che è uno strumento utilizzato per la consultazione del sistema dell'istruzione piemontese - sottolineo proprio "del sistema dell'istruzione piemontese - che vede il coinvolgimento di tutti i pezzi del sistema della nostra scuola.
Include, quindi, le scuole statali, include le scuole paritarie include gli Enti locali, include gli studenti, include i rappresentanti delle famiglie, include tutti quei soggetti che contribuiscono a far sì che tutta la nostra scuola sia una buona scuola.
Nel convocare la Conferenza per il diritto allo studio, ho rappresentato cosa fosse successo in questi anni da un punto di vista economico. Ho spiegato che il passaggio da 81 a 31 milioni della nostra legge è stato importante. Soprattutto - credo sia sotto gli occhi di tutti e non necessiti di grandi dati - ho spiegato come il contesto socio economico sia completamente cambiato, quindi che quella legge di grande equilibrio, votata da tutti, sulla quale abbiamo discusso a lungo - ho avuto la fortuna di poter partecipare e contribuire all'approvazione - in alcune parti, forse, alla luce di questi due contesti, valeva la pena rivederla.
Non ho mai detto - lo sottolineo - con non avrei fatto il bando.
Ho semplicemente detto che il meccanismo messo in atto dalla Giunta precedente, secondo il quale le graduatorie venivano finanziate con una dotazione di risorse che ricadeva sull'anno successivo - lo dico, oggi, da questo banco come lo dicevo, ieri, dal banco dell'opposizione - andando ogni anno a rosicchiare una quota delle risorse stanziate in bilancio sull'anno successivo, con una riduzione che è passata da 81 a 31 milioni faceva sì che, ad un certo punto, noi ci trovassimo ad avere una dotazione quasi pari a zero delle risorse disponibili, a meno che, così come è stato fatto negli anni precedenti, venga creata un'aspettativa all'interno delle famiglie piemontesi, promettendo loro delle risorse, dicendo che saranno finanziate le domande che verranno via, via presentate all'interno della Regione.
Non credo che al pubblico amministratore faccia bene questa aspettativa, cioè fare credere ai propri cittadini che delle risorse sarebbero arrivate, quando queste risorse non sono mai arrivate. Ancora oggi, in Assessorato, ricevo telefonate da parte di studenti che mi chiedono per quale motivo gli assegni di studio dell'anno 2011 e 2012 non vengono erogati e non sono mai stati pagati.
Credo che, innanzitutto, un amministratore debba essere onesto nei confronti dei propri cittadini e dire che le leggi vanno sostenute, vanno applicate nel modo corretto, ma vanno applicate e sostenute in modo corretto nel rispetto del contesto socio-economico e nel rispetto di quello che è un diritto di un cittadino.
Alla luce di queste riflessioni, ho fatto presente che, proprio perch volevo riportare la legge in una condizione di normalità, noi non avremmo potuto fare due bandi, cioè il 2013-2014. Infatti, ricordo che, oggi, è stata finanziata la graduatoria 2012-2013, per la quale, con il meccanismo che è stato utilizzato, cioè con un indicatore ISEE fino a 40 mila e con le risorse che ci permettono di arrivare nell'una e nell'altra graduatoria solo a 20 mila, noi abbiamo lasciato fuori circa 2.400 famiglie per quello che riguarda l'assegno di iscrizione e frequenza. Quindi, abbiamo detto a 2.400 famiglie che avevano presentato domanda per avere l'assegno di iscrizione e frequenza che, forse, avrebbero avuto l'assegno, ma che oggi non possiamo finanziare.
Così come abbiamo lasciato fuori 8.300 famiglie che hanno fatto domanda alla Regione per l'anno scolastico 2012-2013 per un riconoscimento delle spese di trasporto, acquisto libri e integrazione dell'offerta formativa.
Non credo che questo faccia bene ad un ente importante come la Regione e non fa bene al sistema dell'istruzione. Non credo sia corretto prendere in giro i cittadini.
Quindi, risottolineo quanto ho cercato faticosamente di riaffermare sui giornali: che io il bando, ovviamente, ho l'obbligo di farlo; che avrei assolto l'obbligo di legge, cioè fare il bando, però, questo bando, poich è nostra intenzione non prendere in giro i cittadini, lo avremmo fatto immaginando diverse soglie ISEE.
E' evidente, poiché l'ho detto in premessa, che noi rispettiamo le leggi ed è evidente che, per cambiare le soglie ISEE, dovremmo rivedere il piano triennale, ma lo spirito della revisione del piano triennale non è di creare un'aspettativa nei cittadini e, poi, non essere in grado di assolverla. Ricordo, peraltro, che noi facciamo riferimento ad un bilancio che è stato approvato da un'altra maggioranza, ma su questo è ovvio che c'è continuità e ci si prende carico del quadro di cui si assume la gestione.
Allora, lo spirito con il quale si intende rivedere le fasce ISEE, e quindi il piano triennale, è proprio quello di non creare aspettative in seno ai cittadini e alle famiglie dei piemontesi.
Poi, nessuno ha mai voluto creare distinzioni tra le scuole paritarie e le scuole statali. Fin dall'inizio del mio operato in seno all'Assessorato per questa legislatura, ho parlato di "sistema di istruzione" e la Giunta è perfettamente consapevole dell'importanza che queste svolgono all'interno del nostro sistema. Ricordo soltanto che se oggi non avessimo le scuole dell'infanzia, avremmo un numero importante di bambini che non troverebbero risposta all'interno del sistema delle scuole statali.
Detto questo, risottolineo che si farà il bando 2013-2014, ma proprio perché non si devono prendere in giro i cittadini, noi useremo fasce ISEE diverse o, quantomeno, come correttamente è stato detto dal Consigliere Vignale, sarà sottoposta all'Aula una modifica del piano triennale.
Per quanto riguarda il futuro, sono assolutamente d'accordo che una legge così delicata e così importante non debba essere cambiata o, meglio non debba essere rimossa dal sistema delle leggi piemontesi, soprattutto per il sistema del diritto allo studio della nostra Regione. Però, sono convinta che la nostra legge debba essere adeguata rispetto ai tempi.
Quindi, quando parliamo di libera scelta educativa, dobbiamo fare attenzione perché corriamo il rischio di avere un sistema che non potrà più scegliere tra scuole paritarie e scuole statali. Infatti, oggi le scuole paritarie vivono una grossa situazione di difficoltà, nel senso che le risorse estremamente ridotte dei trasferimenti, sia da parte della Regione attraverso il buono scuola, sia da parte dello Stato con le risorse che annualmente vengono erogate, mettono pesantemente in difficoltà l'economia annuale delle singole scuole paritarie.
Allora, noi dobbiamo intervenire per permettere davvero alle persone di continuare ad effettuare la libera scelta educativa, perché da qui a qualche anno ci troveremo di fronte ad un contesto in cui le scuole paritarie non ci saranno più. Se vogliamo davvero sostenerle, quindi vogliamo dare attuazione al principio della legge, forse, dobbiamo rivedere le modalità con le quali eroghiamo le risorse.
Vorrei ancora svolgere una considerazione, in merito a quanto diceva il Consigliere Vignale, relativamente alla piattaforma che è stata utilizzata per il bando 2012-2013, che credo debba essere rivista. Non è vero che ha dato buoni risultati, mi dispiace averlo dovuto verificare, ero convinta anch'io che potesse essere uno strumento buono. Purtroppo, per motivi diversi, probabilmente di carattere tecnico, questa piattaforma non ha dato i risultati che noi speravamo. E' una piattaforma che ha fatto sì che ci fossero 4.500 situazioni - il termine contenzioso non è esatto - di segnalazione pervenute dai cittadini, perché non riuscivano a presentare la domanda. Allora, questa è una situazione che dobbiamo superare. E per poter superare questa situazione dobbiamo trovare una modalità nuova, che sia più efficace e che non preveda troppi passaggi.
Il tema del voucher è un tema in discussione, il tema del finanziamento diretto alle scuole è un altro tema in discussione. Non so quale sarà la soluzione migliore. Stiamo cercando di capire insieme e - ripeto - lo strumento della Conferenza per il diritto allo studio è uno strumento di concertazione e per la discussione, all'interno del quale cercheremo di trovare le soluzioni più adeguate. Ma credo che sia fondamentale trovare degli strumenti che siano adeguati innanzitutto alla dotazione di risorse che comunque la legge non potrà che mantenere allo stesso modo anche per il prossimo anno e, in secondo luogo, ai nuovi contesti sociali.
Sottolineerei ancora un aspetto. E' stato più volte evidenziato che buona parte delle risorse che destinavamo, cioè 21 milioni, andavano al sistema degli Enti locali e con queste risorse si poteva pagare l'assistenza scolastica sia nelle scuole superiori sia nelle scuole dell'obbligo.
Così come era possibile garantire una quota di partecipazione a quelli che sono i servizi a domanda individuale, cioè le mense e i trasporti che i Comuni effettuano.
Queste risorse non ci sono più e quest'anno le risorse iscritte a bilancio per gli Enti locali sono sei milioni. Con sei milioni le Province non sono in grado di mantenere nessun tipo di interventi nei confronti dei Comuni per quello che riguarda l'assistenza scolastica e per quello che riguarda mensa e trasporti. Così come in alcune situazioni non sono in grado di sostenere l'assistenza scolastica sulle scuole superiori.
Ed è per questo che in sede di assestamento con grande fatica sono stati identificati quattro milioni di euro che saranno destinati all'assistenza scolastica, proprio perché le situazioni di difficoltà che ci sono state segnalate da Comuni e Province sono davvero tante.
Credo, con grande senso di responsabilità, che non possiamo permettere che all'interno della nostra regione ci siano alunni con problematiche diverse che non potranno frequentare le nostre scuole, e soprattutto non possiamo pensare che questa situazione la affrontino da sole le Province e i Comuni.
Ed è il motivo per quale in fase di assestamento sono state stanziate queste risorse.
Ci troveremo ad affrontare un nuovo bando, che è il bando per l'anno scolastico 2013-2014 e, come ho detto, due saranno le cose importanti sulle quali noi dobbiamo intervenire: in primo luogo la piattaforma, perché non possiamo permetterci che si verifichi una situazione complicata, difficile che ha messo in difficoltà molte famiglie e molti piemontesi, e non possiamo permetterci una situazione tale per cui numeri così importanti di cittadini abbiano ricevuto l'illusione di poter avere delle risorse per pagare un'attività fondamentale per la crescita di tutti i cittadini piemontesi e che poi si ritrovino nei fatti a non ricevere le risorse.
Credo che questo sia un atteggiamento responsabile, credo che questo sia un atteggiamento per il quale ci doveva essere condivisione, così come ha ricordato il Consigliere Vignale, da parte dell'Aula, ma soprattutto credo che assumere un atteggiamento di questa natura ci porti ad essere consapevoli di una condizione di grossa difficoltà all'interno della quale si trovano molte famiglie piemontesi.
L'Aula sarà chiamata, come la legge prevede, a discutere due passaggi importanti, a ragionare insieme su come gli strumenti e come i pezzi della legge possano essere rivisti all'interno di un contesto che è cambiato.
Ricordo solo, e questo per trasparenza e per onestà, che il Consigliere Vignale ha ricordato che la legge deve essere applicata nel rispetto delle norme che essa contiene. Sono assolutamente d'accordo.
La norma finanziaria in questi ultimi anni non è stata applicata nel totale rispetto di quello che prevede la norma stessa.
Ciò nonostante, proprio perché crediamo che ci debba essere il sostegno alle due tipologie di graduatorie, per il nuovo bando noi cercheremo di lasciare la stessa dotazione di risorse. E questo credo sia un segnale che va a smentire tutto quello che in qualche modo da un punto di vista ideologico - e, mi permetto di dire, forse anche strumentale - è stato detto in questo periodo di tempo per cercare di continuare ad insinuarsi in una contrapposizione tra un pezzo del sistema e un altro pezzo del sistema dell'istruzione piemontese che non fa bene a nessuno.
Io ho lavorato. Ho lavorato e lavorerò perché tutto il sistema possa ragionare intorno ad uno stesso tavolo e tutto il sistema possa trovare risposte e soddisfazione, per quanto le risorse lo permetteranno all'interno di una legge che continuo a ritenere e a pensare sia una legge fondamentale ed importante per la nostra Regione e per i cittadini piemontesi.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Forse non sono stata chiara.
Ho detto che è nostra intenzione rivedere il piano triennale che ha le fasce ISEE e quindi non riprodurre il modello secondo il quale noi andiamo a creare aspettative nei confronti dei cittadini piemontesi.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Io mi auguro di riuscire a farlo prima.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Comunico che la mozione n. 24 è stata ritirata e sostituita dalla mozione n. 62 presentata dai Consiglieri Vignale, Porchietto, Berutti, Graglia e Sozzani, inerente a "Bando assegni di studio anno scolastico 2013-2014" che la modifica solo nella data. Prima c'era scritto "il 20 settembre 2014", parole che vengono corrette con "entro e non oltre il 20 ottobre 2014".
Il Consigliere Vignale ne ha richiesto la votazione nominale.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione nominale sulla mozione n. 62, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 34 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione nominale sulla mozione n. 63, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 35 Consiglieri hanno votato NO 8 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame disegno di legge n. 8, inerente a "Norme sul procedimento amministrativo e disposizioni in materia di semplificazione" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con la ripresa dell'esame del disegno di legge n. 8 inerente a "Norme sul procedimento amministrativo e disposizioni in materia di semplificazione", di cui al punto 5) all'o.d.g.
E' stato approvato l'articolo 14. Riprendiamo quindi dall'articolo 15.
ARTICOLO 15 Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Campo, Bertola Bono, Frediani, Andrissi, Mighetti, Valetti, Batzella: Si richiede l'inserimento alla fine del comma 1 del seguente testo: "anche mediante pubblicizzazione sul sito web nella sezione amministrazione trasparente o con altra forma di pubblicizzazione".
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Come già detto nella relazione più generale, uno degli elementi che secondo noi, è diventato critico relativamente alla semplificazione dei procedimenti amministrativi, e in particolare alla Conferenza dei Servizi è il fatto della diffusione dell'informazione su quello che avviene in Conferenza dei Servizi.
Infatti nelle Conferenze dei Servizi si decidono, pur con pareri tecnici, questioni fondamentali. In particolare, nel presente articolo 15 si parla della comunicazione circa l'avvio del procedimento e, riprendendo la norma nazionale, si va a dire che verranno coinvolti anche soggetti diversi da quelli a cui il provvedimento finale è destinato a produrre effetti diretti a quelli che per legge possono intervenirvi, usando terminologie che, come abbiamo già detto in Commissione, possono essere leggermente ambigue, come il "facilmente individuabili o a cui possa derivare, dal provvedimento finale, un pregiudizio giuridicamente rilevante". Quindi, è una definizione alquanto generica.
Al fine di semplificare questo tipo di comunicazione e rendere più trasparente tutto il processo delle decisioni tecniche - e questo oggi è vieppiù motivato dai recenti avvenimenti a Cuneo - chiediamo di aggiungere alla fine dell'articolo 1, semplicemente il fatto che venga data pubblicità a queste comunicazioni (alla comunicazione dell'avvio del procedimento) quindi attraverso il sito web relativo alla trasparenza o comunque altri mezzi idonei a dare questo tipo di comunicazione. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, la parola al Vicepresidente della Giunta, Reschigna, per esprimere il parere della Giunta regionale.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta esprime parere negativo sull'emendamento, in quanto l'articolo in questione è quello che definisce l'avvio del procedimento.
Peraltro, è ormai abbastanza riconosciuto il fatto che l'avvio di un procedimento in sede di Conferenza dei Servizi non è un fatto racchiuso tra quattro mura e un ufficio: è un fatto che assume dimensioni di pubblicità anche perché lo stesso articolo 15 impone di invitare alla Conferenza dei Servizi quei soggetti portatori di interessi che possano anche esprimere contrarietà rispetto all'oggetto della Conferenza stessa e possano rappresentare un veicolo di comunicazione esterna.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4).
Il Consiglio non approva.
Il numero legale è 25.
Indìco la votazione palese sull'articolo 15, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Indìco la votazione palese sull'articolo 16.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 Indìco la votazione palese sull'articolo 17.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 Indìco la votazione palese sull'articolo 18.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 Indìco la votazione palese sull'articolo 19.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 20 Indìco la votazione palese sull'articolo 20.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 Indìco la votazione palese sull'articolo 21.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 22 Indìco la votazione palese sull'articolo 22.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 23 Indìco la votazione palese sull'articolo 23.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 24 Indìco la votazione palese sull'articolo 24.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 25 Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Campo, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Frediani, Mighetti, Valetti: Al comma 8 le parole "nei limiti stabiliti da apposito regolamento" sono sostituite con "nei limiti previsti dall'articolo 24 della legge 241/90 e ss.mm.ii.".
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

All'articolo 25 si parla di diritto di accesso. Al comma 8, proponiamo di sostituire "nei limiti stabiliti da apposito regolamento" con "i limiti previsti dalla già citata legge 241/90", perché i regolamenti tendono a non essere adottati.
Sappiamo benissimo che abbiamo ancora numerosi regolamenti che sono pendenti e soprattutto, non solo i regolamenti sono spesso in ritardo, ma in assenza di questi, si dà funzionamento alla legge. Pertanto, senza il regolamento questo tipo di decisioni vengono prese in maniera arbitraria magari dal responsabile del procedimento. Di conseguenza, essendo normato a livello nazionale, riteniamo non sia necessario lo sforzo spesso eccessivo di dover redigere un ulteriore regolamento. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, la parola al Vicepresidente della Giunta, Reschigna, per esprimere il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta esprimerebbe parere favorevole ad una riformulazione dell'emendamento - sempre che il primo firmatario sia d'accordo mantenendo al comma 8 "i provvedimenti di diniego, differimento limitazione all'accesso nei casi e nei limiti stabiliti da apposito regolamento, in conformità alle previsioni di cui all'articolo 24 della legge 241/90 e sue modifiche e integrazioni".
Richiameremmo, cioè, l'articolo 24 in modo da dare anche immediata efficacia all'applicazione di questo. Se il primo firmatario è d'accordo diamo parere favorevole.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.35, riprende alle ore 18.36)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'emendamento n. 5) è così modificato: "Al comma 9 le parole 'nei limiti stabiliti da apposito regolamento' sono integrate con 'ed in conformità alle previsioni di cui all'articolo 24 della legge 241/90'".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 25, così come modificato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 26 Indìco la votazione palese sull'articolo 26.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 26 bis Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Berutti, Vignale Graglia, Pichetto, Sozzani: Dopo l'articolo 26 è aggiunto il seguente: Art. 26 bis.
(Digitalizzazione) 1. Al fine di promuovere il contenimento della spesa, la Regione entro trenta giorni dall'approvazione della presente legge, nell'ambito della vigente normativa nazionale promuove la completa digitalizzazione degli atti utilizzando gli strumenti tecnologici opportuni per consentirne l'adeguata conoscenza.
2. Nello specifico la Regione promuove: a) l'estensione dell'utilizzo della firma elettronica digitale da parte dei responsabili di procedimento e dei funzionari responsabili di atti a rilevanza esterna b) il passaggio dalla modalità cartacea di presentazione di istanze e dichiarazioni alla modalità in formato digitale di trasmissione per via telematica c) la modalità di effettuare pagamenti di tasse o imposte regionali attraverso strumenti digitali senza oneri aggiuntivi d) la possibilità di presentare attraverso strumenti digitali la documentazione propedeutica al rilascio di concessioni, autorizzazioni licenze, permessi ed altri atti rilasciati dall'amministrazione regionale." La parola al Consigliere Vignale, per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Quest'articolo, in realtà, è già presente all'interno di una norma regionale: si tratta dell'articolo 38 della legge finanziaria del 2013.
Abbiamo inteso presentare quest'emendamento e quello successivo, che va ad abrogare quell'articolo, perché ci pare che un tema significativo: segnalo, uno per tutti, il passaggio dalla modalità di presentazione delle istanze da cartaceo a telematico. Questo avviene già in alcuni parti dell'ente, se pensiamo a tutta la parte urbanistica con il MUDE, tutta una serie di informazioni sono già trattate in modo telematico, mentre altre sono trattate ancora in cartaceo.
Non è solo un aspetto positivo quello della trasmissione telematica per il vantaggio che si dà ai cittadini, ma è anche positivo per evitare di continuare ad accumulare, in un'epoca come questa, metri cubi di carta che ci teniamo, se va bene, per dodici anni (dal decimo anno in poi si può non più conservare i documenti). Inoltre, introdurre aspetti che riguardano il pagamento di autorizzazioni, concessioni di licenze, per esempio, è quanto è avvenuto e sta avvenendo con il bollo auto.
Questa è una parte della normativa regionale. Crediamo che inserirla all'interno di questa norma abbia un luogo in cui, invece di stare in una legge finanziaria sia più consono che stia all'interno di questa norma che è sul procedimento, appunto, in termini di semplificazione che non un articolo spaesato all'interno di una legge finanziaria.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento è sicuramente positivo. Quello che bisogna osservare ma, come ho già detto nella parte preliminare, bisogna osservarlo relativamente a tutto l'articolato, è il fatto che i riferimento a informatizzazione, digitalizzazione e uso della telematica, purtroppo cascano un po' in maniera scoordinata, perché manca una politica regionale sul tema.
Quindi, ben vengano questi inviti di promozione entro 30 giorni, per l'auspicio che facciamo nell'esprimere parere favorevole a quest'emendamento è quello che diventino in realtà atti politici che diano un cronoprogramma e indicazioni precise sulla direzione che vuole prendere la Regione Piemonte nel senso dell'agenda digitale e, quindi, su tutte le tematiche che vanno dal digital divide, alla semplificazione burocratica e a qualsiasi forma di rapporto tra tutti gli attori del territorio sfruttando i mezzi digitali. Grazie.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste d'intervento.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso all'articolo 26 bis.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Berutti, Vignale Graglia, Pichetto, Sozzani: Dopo l'articolo 26, è aggiunto il seguente Capo "Piemonte digitale" "Capo 0.1" La parola al Consigliere Vignale, per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
E' un emendamento di coordinamento che introduce un Capo e poi quello successivo va ad abrogare l'articolo 38.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso al Capo 0.1.
ARTICOLO 27 Indìco la votazione palese sull'articolo 27.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 28 Indìco la votazione palese sull'articolo 28.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 29 Indìco la votazione palese sull'articolo 29.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 30 Indìco la votazione palese sull'articolo 30.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 31 Indìco la votazione palese sull'articolo 31.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 32 Indìco la votazione palese sull'articolo 32.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 33 Indìco la votazione palese sull'articolo 33.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 34 Indìco la votazione palese sull'articolo 34.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 35 Indìco la votazione palese sull'articolo 35.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 36 Indìco la votazione palese sull'articolo 36.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 37 Indìco la votazione palese sull'articolo 37.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 38 Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Berutti, Vignale Graglia, Pichetto, Sozzani: Dopo il comma 1 dell'articolo 38 del disegno di legge n. 8, è aggiunto il seguente: "1 bis. L'articolo 38 della legge regionale 12 agosto 2013, n. 17 (Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2013) è abrogato." Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 38, così come modificato.
Il Consiglio approva.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Esame mozione n. 53 presentato dai Consiglieri Accossato, Allemano, Boeti Conticelli, Corgnati, Ferrentino, Gariglio, Ravetti e Rostagno, inerente a "Disciplinare le emissioni ad impatto odorigeno"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 53, avente ad oggetto "Disciplinare le emissioni ad impatto odorigeno", presentato dai Consiglieri Accossato, Allemano, Boeti, Conticelli, Corgnati, Ferrentino Gariglio, Ravetti e Rostagno, di cui al punto 8) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente e grazie, Consiglieri.
La mozione che abbiamo presentato con alcuni Consiglieri di maggioranza, è una mozione di indirizzo su un tema che, come abbiamo scritto, ad oggi non è affrontato nelle normative della Regione Piemonte e nemmeno in quelle nazionali ed europee. Il tema è quello dell'inquinamento odorigeno e dell'impatto che questo ha sulla popolazione.
La mozione si pone in termini di indirizzo chiedendo all'Assessore, con cui abbiamo avuto modo di parlare, e ai suoi Uffici, di lavorare alla predisposizione di un testo di legge. Un testo di legge che è per sua natura specialistico e molto tecnico, ma che può avere a riferimento dei precedenti sul territorio nazionale.
I precedenti che abbiamo citato in mozione, senza ovviamente voler imporre né all'Assessore né ai suoi Uffici come scrivere la legge, sono quelli della Regione Lombardia, in particolar modo, e di qualche altra Regione. Ma a proposito della Regione Lombardia, la sua è una legge unanimemente considerata dai tecnici del settore, soprattutto dalle ARPA regionali che si devono occupare di verificare l'inquinamento odorigeno all'avanguardia e molto utile. Ecco perché mi permetto di sottolinearlo.
Solo una battuta nel merito. Il merito della mozione è relativo un tema, quello degli odori o delle cosiddette puzze, che spesso è all'attenzione dei mezzi di comunicazione quando esplodono problematiche di tale natura sul territorio. E' un tema che spesso discende sia da attività industriali e produttive, sia da attività di trattamento rifiuti. E' un tema che impatta fortemente sulla popolazione, per i disagi che comporta ancor più oggi con l'aumento dell'urbanizzazione; quindi rimanda anche alla condivisione, un po' forzata, tra attività produttive e insediamenti abitativi. Ad oggi,come dicevo all'inizio, la problematica non trova nella nostra normativa la possibilità di un intervento puntuale di verifica, come anche di condivisione di dati, perché ci si basa soltanto su dati soggettivi.
Quello che oggi viene utilizzato dai nostri organismi tecnici, dai singoli cittadini e dai Comuni che sono spesso sollecitati dai cittadini a fronte di fenomeni di questo tipo, sono elementi di natura soggettiva. Le valutazioni sono di questo tipo, quindi anche tutti i procedimenti che ne derivano con sanzioni o con interventi di eventuale chiusura di impianti e così via. Avere un sistema normativo che porta a carattere di oggettività gli interventi sulle situazioni ad impatto odorigeno, ovviamente darebbe strumenti migliori ai nostri Uffici tecnici e agli Uffici preposti come l'ARPA; darebbe strumenti di intervento, quindi consentirebbe ai Sindaci che sono autorità sanitarie locali, e agli altri Enti chiamati ad intervenire, di intervenire in modo oggettivo, chiaro e ai sensi di legge.
Non vado oltre, poiché credo che l'intento sia stato esplicitato, cioè quello di far lavorare meglio le nostre strutture, poter dare risposte più compiute e attente ai cittadini, alle loro esigenze e ai loro bisogni.
Ovviamente, andremo a discutere nel merito della proposta se l'Assessore e i suoi Uffici metteranno in calendario questo tipo di lavoro e la predisposizione di un testo normativo. Grazie.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento.
Se l'Aula acconsente, il dibattito è rinviato ad altra seduta.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.53)



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