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Dettaglio seduta n.126 del 23/02/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 9.34 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 881 presentata dai Consiglieri Bertola, Bono, Frediani e Valetti, inerente a "Rappresentanza delle Associazioni ambientaliste all'interno degli Enti di gestione dei Parchi"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi. Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 881 presentata dal Consigliere Bertola e altri, avente ad oggetto "Rappresentanza delle Associazioni ambientaliste all'interno degli Enti di gestione dei Parchi".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda la rappresentanza delle associazioni ambientaliste all'interno degli Enti di gestione dei Parchi.
Va richiamato l'articolo 14 della legge regionale 3 agosto 2015 n. 19 che ha modificato, come ben sappiamo, la legge n. 19 del 2009 in tema di gestione delle aree protette regionali.
L'articolo 15 della legge 19 del 2009, così come modificato dalla legge approvata la scorsa estate, chiede che tra i membri del Consiglio sia garantita la rappresentanza delle associazioni ambientaliste individuate ai sensi dell'articolo 13 della legge 8 luglio 1986 n. 349 e delle associazioni agricole nazionali più rappresentative. La designazione dei membri deve essere fatta dalla comunità del Parco, che è l'espressione dei Sindaci e dei Comuni e dei Presidenti e degli altri Enti locali il cui territorio ricade all'interno delle aree protette e ovviamente deve garantire la rappresentanza di queste associazioni. Allora, in quello che è stato un po' per tutti anche un monitoraggio degli effetti della legge dalla sua approvazione dall'estate scorsa fino adesso, pare che nell'applicazione concreta di questa norma non è stata garantita l'efficacia di questa norma così come è stata formulata.
Ci hanno segnalato che più di una volta i membri, che dovrebbero rappresentare il mondo ambientalista, non sono veramente espressione degli interessi di protezione e tutela ambientale.
Cito un esempio su tutti, che riguarda il Parco della collina del Po torinese: è stato eletto un noto appassionato cacciatore, ex Presidente di Ambito Territoriale di Caccia, quindi palesemente amante della caccia e fautore ad esempio delle grandi opere. Questo sembra essere fortemente in contrasto con quanto previsto dalla legge, fermo restando che ognuno pu avere le opinioni che vuole, poi però non può professarsi come rappresentante di associazioni che tutelano l'ambiente. Va detto che ci sono circa 80 associazioni ambientaliste riconosciute dal Ministero, ma molte magari, negli anni, non sono più attive.
Ci è stato segnalato anche che l'associazione Pro Natura ha presentato un esposto al Presidente della Regione affinché non ratifichi la nomina dei rappresentanti delle associazioni di protezione ambientale, laddove questa sia effettuata in contrasto con le norme legislative, ovviamente.
Quindi, chiediamo all'Assessore quali provvedimenti intende prendere al fine di rendere effettivamente applicata questa norma, che prevede la rappresentanza delle associazioni ambientaliste e se sia stata fatta una verifica dell'applicazione della legge in questi mesi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Com'è noto, l'articolo 15, comma 2 della legge regionale 19/2009 stabilisce ora che i membri del Consiglio dell'ente di gestione delle aree protette siano "nominati con decreto del Presidente della Giunta regionale su designazione della comunità delle aree protette... in modo che sia garantita la rappresentanza delle associazioni ambientaliste individuate ai sensi dell'articolo 13 della legge 8 luglio 1986, n. 349 (Istituzione del Ministero dell'Ambiente e norme in materia di danno ambientale)".
L'articolo 13 della legge 349/1986 dispone a sua volta: "Le associazioni di protezione ambientale a carattere nazionale e quelle presenti in almeno cinque Regioni sono individuate con decreto del Ministro dell'Ambiente sulla base delle finalità programmatiche e dell'ordinamento interno democratico previsti dallo statuto, nonché della continuità dell'azione e della sua rilevanza esterna, previo parere del Consiglio nazionale per l'ambiente da esprimere entro novanta giorni dalla richiesta".
Ho richiamato questi due passaggi normativi, regionale e nazionale, per dire che sono le comunità delle aree protette, a seguito delle candidature proposte dalle varie associazioni ambientaliste a provvedere alla scelta che loro compete per legge designando, di volta in volta, i soggetti che hanno ritenuto più consoni a rappresentare le istanze ambientaliste nel consiglio dell'ente.
L'unico requisito richiesto dalla legge regionale per le associazioni ambientaliste deputate a formulare candidature per le designazioni di competenza delle comunità delle aree protette è il riconoscimento ministeriale di cui sopra, a fronte del quale deve presumersi che tutte le associazioni, in quanto iscritte nell'elenco ex articolo 13 della legge 349/1986, siano in grado di rappresentare le istanze ambientali all'interno del consiglio dell'ente in cui vengono nominati i propri rappresentanti.
Anche le sedi periferiche sono articolazioni attraverso le quali l'associazione opera a livello locale per conseguire le finalità istituzionali in una data area di riferimento. Pertanto, appare verosimile che iniziative di portata locale, come la scelta del soggetto da candidare a rappresentare l'associazione in un ente a dimensione territoriale circoscritta, come nel caso di specie, possa essere compiuta anche dalla sezione locale e non necessariamente dalla sede nazionale dell'associazione.
In sostanza, il legislatore nazionale ha attribuito alla Regione la sola scelta del Presidente dell'ente di gestione ed ha riservato alla piena autonomia degli enti costituenti la comunità delle aree protette (Comuni Province, Unioni montane e Città metropolitane) l'indicazione degli altri componenti del consiglio. Unico requisito è che i rappresentanti abbiano un riferimento all'Albo nazionale delle associazioni ambientaliste.
Ne consegue, quindi, l'insindacabilità delle designazioni effettuate dalla predetta comunità da parte dell'Amministrazione regionale, una volta appurata l'esistenza dell'unico requisito richiesto dalla legge, cioè la candidatura formulata da un'associazione riconosciuta dal Ministero.
Pertanto, non si ritiene, alla luce delle argomentazioni addotte, come Regione, necessario assumere alcun provvedimento particolare, così come richiesto dai Consiglieri regionali, "al fine di rendere effettivamente applicabile" la norma in argomento.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 893 presentata dai Consiglieri Frediani, Batzella e Bono, inerente a "Teatro Regio"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 893.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Per quest'interrogazione siamo partiti da alcune dichiarazioni riportate dai media e da un testo che era stato consegnato da Vergnano (Sovrintendente del Teatro Regio) ai lavoratori del Teatro Regio.
Sappiamo che la Regione contribuisce alle attività e alla stagione lirica di questo importantissimo Teatro della nostra città e abbiamo letto in questo testo, diffuso ai lavoratori, che la Regione non aveva ancora erogato una cifra pari a 5.300.000 corrispondenti all'annualità 2014-2015.
E' passato qualche tempo, quindi chiediamo a questo punto qualche aggiornamento in merito alla situazione. In particolare, chiediamo quali siano le motivazioni che hanno portato al ritardo delle erogazioni nei confronti della Fondazione e quali siano le tempistiche con le quali la Regione intenda sbloccare la situazione preoccupandoci, ovviamente dell'attività di questa Fondazione, ma anche della situazione dei lavoratori che rischiano di pagare le conseguenze di questi ritardi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Parigi.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente.
La sua interrogazione, Consigliera Frediani, evidenzia un problema che come lei sa, accomuna ovviamente tutto il mondo della cultura e non solo il Teatro Regio, e che naturalmente ha a che vedere con la situazione finanziaria della Regione Piemonte nel suo complesso: non riguarda, quindi solo il mondo della cultura, ma anche altre situazioni.
Per quanto attiene allo specifico della cultura, l'Assessore Reschigna si è impegnato a saldare entro la primavera il 2014 e ovviamente adesso stiamo ragionando sul prosieguo dei saldi per il futuro.
Per ciò che attiene al Teatro Regio, vanno viste sia la complessità dell'Ente sia la situazione di cassa che si era venuta a creare, che per al momento in cui è stato lanciato l'allarme, non era dovuta solo al ritardo della Regione Piemonte, ma anche al problema della vendita degli immobili del Teatro Regio, quindi ad una concomitanza di ragioni: il ritardo degli Enti locali, dunque, ma anche il problema della vendita degli immobili che poi, tra l'altro, si è realizzata nei giorni successivi. In ogni caso, proprio per la complessità dell'Ente e per far fronte immediatamente ad una difficoltà di cassa, il 26 gennaio si è provveduto al pagamento dell'intero ammontare del contributo relativo all'anno 2014.
Noi, dunque, abbiamo pagato due milioni e 800.000 euro del 2014 e adesso, appunto, stiamo ragionando su come precedere sul 2015 e il 2016.
Grazie.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazione n. 808 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Sede unica Regione Piemonte"

Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 787 presentata dai Consiglieri Frediani, Batzella, Bono e Mighetti, inerente a "Sede unica della Regione Piemonte: conseguenze relative all'eliminazione dell'asilo e alla riduzione della superficie degli Uffici"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 808.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come riporta l'interrogazione, nel 2009 la Regione ha approvato il progetto esecutivo della sede unica, per un importo complessivo di circa 260 milioni incluse le opere di urbanizzazione e di comprensorio e la realizzazione dei parcheggi pubblici e pertinenziali. E' attualmente ancora in corso tutto il lavoro sui sottoservizi e l'Assessore ci ha spiegato, per esempio, la gara sugli arredi.
Abbiamo però appreso dagli organi di informazione di alcune modifiche e di diverse destinazioni d'uso rispetto al progetto originario, in particolare con riferimento alla biblioteca e all'asilo nido. Sempre dalla stampa abbiamo appreso di problematiche relative al seminterrato della Sede Unica, che pare non abbia le altezze sufficienti per un regolare accesso ai mezzi di AMIAT e ad altri autoveicoli. E da diversi Uffici della Giunta ci vengono segnalate perplessità sull'effettiva capacità, almeno delle torri e sul numero di dipendenti per piano, che - come più volte abbiamo detto può variare dalle 15 alle 25 unità. Sono state effettuate, poi, delle indagini da parte della Magistratura e delle ASL sulla presenza di amianto zinco, idrocarburi e altri agenti presenti, appunto, nei cumuli delle macerie.
Noi abbiamo depositato quest'interrogazione, come l'Assessore sa intanto per sapere quali tempistiche si prevedono ad oggi - visto che giustamente ci siamo detti più volte in Commissione che questo cronoprogramma sarebbe cambiato in corso d'opera - e quindi qual è, a questo punto, la data prevista per la conclusione dei lavori e il conseguente trasferimento dei primi dipendenti. Chiediamo se esistano dati certi rispetto al numero di dipendenti per piano: se ormai, al momento dato, abbiamo le stime giuste e se, definita la vicenda degli arredi e del relativo costo, abbiamo anche un quadro della distribuzione degli spazi e di queste perplessità sulla parte sonora, che mi pare fosse il problema principale (il fatto, cioè, che anche la vicenda degli arredi potesse servire alla coesistenza di 20 persone che lavorano insieme).
Inoltre, domandiamo se ci siano modifiche sulla distribuzione e l'utilizzo degli spazi di questo centro servizi, che - ricordo almeno all'Assessore - è vero essere relativo soprattutto ai servizi dei nostri 2.000 e più dipendenti, però ricordiamo anche che nella strategia globale c'è un'intera area che verrà riqualificata anche da parte della Città della Salute e della Scienza; in teoria, quindi, l'investimento sul centro servizi potrebbe essere anche pensato per una popolazione ben più ampia di quella dei nostri dipendenti (parlo soprattutto per l'asilo aziendale).
Chiediamo, infine, se corrisponde al vero questa notizia delle problematiche relative all'accesso di automezzi nel seminterrato e se, in seguito alle indagini della Magistratura e dell'ASL, è stato avviato questo piano di bonifiche dell'area pertinente, dov'erano appunto state segnalate delle presenze di amianto, zinco e idrocarburi, almeno nei cumuli affianco al palazzo unico.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione dell'interrogazione n. 787, di analogo contenuto.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Non ho molto da aggiungere a quanto detto dal collega Grimaldi, se non questo appunto sull'esito della destinazione degli spazi, che dovrebbero ospitare - o avrebbero dovuto ospitare - l'asilo nido.
Era previsto di dedicare un piano ad uno spazio riservato all'asilo nido, destinato non solo ai figli dei dipendenti ma anche, eventualmente, a cittadini che potessero essere interessati ad utilizzare questo servizio.
Tra l'altro, nel bilancio previsionale 2015 la spesa per il grattacielo era uno dei capitoli maggiormente incisivi; e quello dedicato al nido era proprio un progetto ben strutturato - con gli spazi calcolati, il numero di posti per ogni bimbo per gli spazi dedicati alla nanna, al cibo e a tutto quello che ovviamente dev'esserci in una struttura di questo tipo - e quindi incideva anche in modo decisivo sull'opera.
Da fonti recenti di stampa si è appreso che l'asilo aziendale non verrà realizzato, perché sostituito dalla Biblioteca del Consiglio regionale per questioni di risparmio. Ovviamente non sta a me ricordare al Presidente e all'Assessore quali possano essere i vantaggi di avere una struttura che garantisce un servizio di questo tipo per i lavoratori e le lavoratrici: il vantaggio nel riuscire a conciliare meglio i tempi di vita e lavoro; il risparmio anche rispetto ai costi, perché quelli sono servizi che costano e si poteva, attraverso convenzioni particolari, cercare di venire incontro alle esigenze dei lavoratori; per non dimenticare la migliore produttività che deriva anche dal fatto di poter godere di un simile servizio che garantisce, quindi, maggiore serenità per il fatto di avere vicini i propri figli, i propri bambini, e di potersene occupare al meglio.
Chiediamo quali siano le motivazioni che hanno portato alla riduzione degli spazi dedicati agli uffici; ma questa è la parte che ha già illustrato il collega Grimaldi e che non aggiunge nulla rispetto alla sua interrogazione.
Io chiedo dunque precisamente, rispetto all'asilo nido, che cosa si intenda fare e quindi se è vero - cioè se l'Assessore conferma - che questo servizio non sarà disponibile.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Ci vorrebbe un'ora per rispondere a tutte le questioni importanti che hanno posto il Consigliere Grimaldi e la Consigliera Frediani. Provo a sintetizzare al massimo le risposte, cercando - però - di essere esaustivo sui diversi punti.
La prima questione posta dal Consigliere Grimaldi riguarda la tempistica relativa alla conclusione dei lavori e al conseguente trasferimento dei dipendenti.
Oggi non sono in grado di fornire questa tempistica. Sappiamo che, dal momento in cui riprenderanno i lavori, vi sarà la necessità di 195 giorni per l'ultimazione delle opere. Il tema vero che vede particolarmente impegnata, da tre mesi a questa parte, l'Amministrazione regionale (ancora ieri pomeriggio c'è stato un incontro che ha raggruppato assieme sia la vecchia ATI costruttrice che l'ATI-Finanziaria e la Regione, a Milano) è come, e attraverso quali meccanismi e soluzioni, sia possibile fare in modo che avvenga la ripresa dei lavori.
I lavori sono fermi dall'inizio di novembre, cioè da quando vi è stato da parte del Ministero, il provvedimento della liquidazione coatta amministrativa in capo a Coopsette. Ricordo che Coopsette era la capogruppo dell'ATI costruttrice, con una percentuale di impegno di realizzazione dei lavori superiore al 55%.
Nell'incontro di ieri, dopo tre mesi di incontri fortemente impegnativi, forse si è aperto un percorso, una strada, perché Coopsette nel frattempo, ha perso anche i requisiti di iscrizione a SOA, quindi, pur avendo avuto l'autorizzazione alla prosecuzione provvisoria della propria attività da parte del Ministero, non è più nelle condizioni di proseguire l'attività e il cantiere.
Entro 15 giorni (entro metà marzo), la Giunta sarà nelle condizioni di esplicitare, in termini complessivi, se verranno ripresi i lavori. Questo è il nostro auspicio ed è il lavoro che ci vede impegnati, perché la risoluzione del contratto determinerebbe una lunghissima fase di interruzione dei lavori, con problematiche enormi per l'Amministrazione regionale.
Voglio ricordare che noi abbiamo già disdettato le locazioni passive degli uffici dove sono ospitate molte attività della Regione indipendentemente dal programma di alienazione e dalle condizioni dello stesso.
Dall'incontro di ieri pomeriggio, impegnativo (definiamolo così) e a volte anche un po' teso, cui ho partecipato assieme all'Avvocatura della Regione, al Capo di Gabinetto del Presidente e al Direttore dei lavori, è emerso un percorso che dovrebbe consentire di riprendere l'attività e i lavori. Ad oggi, comunque, una volta ripresa l'attività in cantiere, ci vorranno 195 giorni per poter arrivare al completamento del lavoro del cantiere.
La seconda questione è legata agli arredi e alle altre attività. E' in fase di esame (è stata indetta la gara e sono già state presentate le offerte da parte delle imprese che hanno partecipato) e di valutazione il pacchetto delle offerte presentate dalle imprese invitate. La Commissione di gara sta svolgendo le proprie attività e funzioni.
Colgo l'occasione per ampliare il contesto e il ragionamento: è già stata indetta la gara, per quanto riguarda gli arredi relativi agli archivi che verranno ospitati in un'ala seminterrata del palazzo, è in corso la gara relativamente alla produzione e somministrazione dei pasti e sono già state definite tutte le questioni legate all'acquisto delle attrezzature informatiche, attraverso CONSIP.
Pertanto, sotto questo aspetto non abbiamo particolari procedure.
Sotto il profilo dell'utilizzabilità del palazzo, una volta ripresi i lavori, avendo indetto, espletato o essendo in corso tutte le gare necessarie per completare questo tipo d'intervento, saremo nelle condizioni di non aggiungere ulteriori ritardi a quelli che si sono accumulati.
Per quanto riguarda le questioni legate al piano di utilizzo del palazzo e alla collocazione dei dipendenti, è già stata definita con tutti i Direttori della Giunta regionale la proposta di utilizzo di suddivisione dei piani del palazzo, a seconda delle Direzioni. Proposta che tiene conto necessariamente, di alcuni vincoli: laddove i piani sono interessati dal "giardino d'inverno", vi è una riduzione di spazio utile; laddove ci sono particolari attività, l'open space è meno forte come caratterizzazione ed è intervallato anche con altro tipo di sistemazione e soluzione; laddove ci sono delle attività di rappresentanza, è evidente che c'è un'organizzazione degli spazi sostanzialmente diversa.
Mediamente, il numero di postazioni di lavoro per i dipendenti nel piano tipo è variabile da un minimo di 44 dipendenti ad un massimo di 57 persone per piano. Questo è in relazione sia all'esistenza o meno all'interno del piano del "giardino d'inverno", sia in relazione alla tipologia e all'organizzazione delle Direzioni.
I piani in cui saranno disposti gli uffici degli Assessori e dei Direttori prevedono 51 postazioni di lavoro, mentre laddove vi è la presenza del "giardino d'inverno", che è un unico piano interessato, le postazioni di lavoro si riducono a 27.
La distribuzione a seconda delle Direzioni è già stata definita e concordata con i rispettivi Direttori, considerando tutte le diverse esigenze che sono state rappresentate.
Abbiamo anche definito che l'URP verrà collocato non all'interno della torre, ma all'interno del Centro dei servizi, perché per l'accesso alla torre vi è la necessità di controlli di sicurezza e di vigilanza, per evitare che ogni cittadino che deve recarsi all'Ufficio Relazioni Pubbliche della Regione Piemonte debba fare un lungo percorso interno ed essere assoggettato a controlli. L'accesso al Centro dei servizi in un locale separato è privo di quel tipo di caratteristiche, per agevolare l'ingresso da parte del cittadino.
Per quanto riguarda i lavori di bonifica, si stanno completando secondo il piano approvato dalla Conferenza dei Servizi e sotto il costante controllo di ARPA e dell'Azienda Sanitaria Locale competente. Pertanto sotto questo aspetto non ci sono particolari problematiche.
Per quanto riguarda l'accesso alla rampa dei servizi e, più in generale, alla ZUT, che è la strada che entrerà in una zona sotterranea per poi uscire in superficie e collegare la zona del Lingotto, il progetto originario prevedeva un'altezza che non consentiva né l'accesso totale da parte di tutti i mezzi né la possibilità di accedere alla zona di raccolta dei rifiuti del sistema dei servizi a mezzi di particolare altezza.
Questo tipo di intervento è stato adeguato, con costi limitati, in relazione al fatto che era opportuno garantire l'accessibilità di tutti i mezzi alle zone di accessibilità dei servizi.
Così come, finalmente, dopo molte problematiche e sospensioni, sono iniziati i lavori relativamente alla ZUT; quindi anche gli stessi dovranno proseguire secondo questo tipo di caratteristiche.
E' in fase di ultimazione la Promenade, questo percorso pedonale aperto, su cui è installata anche una soluzione fortemente innovativa - la prima in tutta Italia - tesa all'assorbimento di energia attraverso micropannelli solari collocati sulla superficie. E' una soluzione che, per la prima volta, viene realizzata in Italia e con questo ulteriore contributo si alza di moltissimo il livello di autonomia energetica del palazzo nella sua totale consistenza.
Prima di rispondere ad un ultimo quesito posto - mi pare di aver risposto a tutti gli altri - sia pur dichiarando da subito che, non appena si concluderanno le vicende - penso a metà marzo, e ce lo auguriamo, perch in questi mesi abbiamo vissuto momenti complicati e di incertezza - sarà doveroso, da parte dell'Amministrazione, fornire immediatamente una comunicazione, in Commissione o in Consiglio, rispetto allo stato dell'arte e alle tempistiche complessive per la realizzazione.
Vengo alla questione relativa all'asilo nido.
L'asilo nido era ipotizzato, nel progetto, all'interno del centro servizi, che è quell'edificio più basso prospiciente il palazzo, dove troverà collocazione anche tutta la zona relativa alla produzione e distribuzione dei pasti; dove troverà collocazione l'Ufficio di Relazioni con il pubblico della Regione Piemonte; dove troverà collocazione la Tesoreria della Regione Piemonte e dove troverà collocazione anche uno sportello bancario che, data la forte concentrazione di persone, intendiamo realizzare e affidare in gara, con procedura ad evidenzia pubblica, alle banche che fossero interessate a completare i lavori e a corrispondere un adeguato canone di locazione alla Regione Piemonte.
Nella parte superiore, invece, si troverebbe la zona che, sia pur con dimensioni diverse, dovrebbe consentire lo svolgimento delle attività congressuali (cosa che fino ad ora era fatta nel Centro Congressi di Corso Stati Uniti). Al piano superiore, quindi, c'è tutta questa zona, con sale medie e piccole, a seconda della diversità delle esigenze.
La questione dell'asilo nido è aperta ancora oggi in relazione all'alternativa, costituita dal trasferimento della Biblioteca del Consiglio regionale; cosa che risolverebbe un problema sotto il profilo dell'elevato rapporto locativo che intercorre tra il Consiglio regionale ed il privato, nell'utilizzo dei locali della biblioteca.
Le valutazioni relativamente all'opportunità o meno di realizzare l'asilo nido sono anche legate alla domanda.
Un asilo nido aziendale per la Regione Piemonte non si giustifica. Non si giustifica perché non vi è una sostanziale domanda così consistente tale da rendere gestibile questo tipo di servizio. Sono state fatte valutazioni anche con la Città di Torino, in relazione al fatto se in quella zona vi è una carenza di offerta di servizi, ma da parte della Città di Torino non è stata manifestata nessun tipo di esigenza.
Stiamo valutando servizi alternativi per tutti i dipendenti regionali che possono essere interessati a questo servizio, oppure stiamo valutando se, all'interno dell'ipotesi della costruzione (è un po' di più di un'ipotesi, diciamo una scelta) della Città della Salute in un'area prospiciente a quella della Sede Unica degli uffici della Regione, il complesso delle due consistenti presenze potrebbe rendere necessaria, a questo punto, sotto il profilo dei servizi, una collocazione di questo tipo.
In questo momento vi è ancora una valutazione che, se strettamente collegata alle necessità dei dipendenti della Regione, non renderebbe possibile e utile questo tipo di servizio. Non è necessario, in relazione alle dinamiche della Città di Torino e alle carenze su quel territorio, ma potrebbe rendersi necessario se valutiamo complessivamente la domanda in relazione alla costruzione della Città della Salute.
Il tema è: o lì o all'interno del progetto complessivo di utilizzazione dell'area.
Possiamo volentieri riprendere questo tipo di ragionamento e cercare di approfondirlo ulteriormente.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.09 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 10.15)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Psichiatria

Ordine del giorno n. 654 presentato dai Consiglieri Vignale, Porchietto Sozzani e Ruffino, inerente a "Psichiatria: nuovi eccezionali strumenti di controllo e vigilanza sulle prestazioni psichiatriche in Piemonte" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato un ordine del giorno relativamente ai fatti accaduti nella struttura "La Consolata" di Borgo d'Ale. Chiederemo che fosse iscritto all'o.d.g. e che la Giunta, nella giornata odierna quando lo riterrà più opportuno, ne desse comunicazione.
Credo che una situazione, quale quella che si è verificata con maltrattamenti avvenuti (e che chiunque collega abbia anche solo voluto vedere i video.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere, ma non siamo nelle condizioni di parlare di una questione così come importante con questa situazione dell'Aula. Abbia pazienza un attimo.
Consigliere Vignale, le chiederei di riprendere l'esposizione dall'inizio. Grazie.



VIGNALE Gianluca

Grazie a lei, Presidente.
Approfittiamo anche dal fatto che è arrivato l'Assessore Ferrari che se non viene disturbato dal collega Ferrentino, può anche ascoltare.
Noi chiederemmo l'iscrizione all'o.d.g. di un ordine del giorno - poi sarà l'Aula a valutare se e quando discuterlo - relativamente a quanto accaduto nella struttura "La Consolata" di Borgo d'Ale.
Qualunque collega abbia potuto visionare i video o leggere quanto è accaduto, si renderà conto che ci troviamo di fonte ad una situazione eccezionale.
In altre occasioni ci siamo trovati di fronte a situazioni di maltrattamenti o di quant'altro all'interno di strutture socio-sanitarie ma mai, come in questo caso, è avvenuta una situazione simile: tutti gli operatori socio-sanitari agli arresti ed una situazione che purtroppo è andata alle cronache della stampa nazionale, soprattutto per quanto è avvenuto a coloro che erano ricoverati.
Noi chiediamo l'iscrizione all'o.d.g. di quest'atto di indirizzo e chiediamo, altresì, alla Giunta, quando lo riterrà utile, una comunicazione nel merito.
Ricordiamo soltanto che il sistema pubblico regionale - le ASL e l'Assessorato in questo caso alla sanità (sappiamo che oggi non è presente l'Assessore Saitta, ma la Giunta è un organo collegiale, per cui certamente si sarà interessata nel merito) -riceve tutti i verbali di controllo che le Commissioni svolgono. Per questo motivo, chiederemmo l'iscrizione dell'ordine del giorno e, se possibile, le comunicazione da parte della Giunta regionale.
Ne approfitto, così non prendiamo più la parola come Gruppo consiliare per chiedere anche l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 625.



PRESIDENTE

È prevista una sola richiesta per Gruppo consiliare, collega Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ottria; seguirà la Consigliera Frediani.
Ricordo ai Consiglieri regionali che è possibile avanzare una sola richiesta per Gruppo.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Ordine del giorno n. 650 presentato dal Consigliere Ottria, inerente a "Adozione del Piano regionale amianto per gli anni 2016-2020. Siano assicurate risorse nazionali e regionali adeguate per le attività di bonifica" (attrazione al punto 6) all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Prego, Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Chiedo l'attrazione al punto 6) dell'o.d.g., relativo alla proposta di deliberazione n. 99 "Piano di protezione dell'ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall'amianto (Piano regionale amianto) per gli anni 2016 2020", dell'ordine del giorno n. 650, che ho depositato, avente ad oggetto: "Adozione del Piano regionale amianto per gli anni 2016-2020. Siano assicurate risorse nazionali e regionali adeguate per le attività di bonifica".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ottria.
L'atto d'indirizzo è automaticamente attratto.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Mozione n. 568 presentata dai Consiglieri Bono, Accossato, Allemano Andrissi, Appiano, Baricco, Batzella, Caputo, Ferrentino, Frediani Bertola, Campo, Gallo, Giaccone, Grimaldi, Mighetti, Monaco, Ottria Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle, inerente a "1° Dicembre 2015: 'Giornata mondiale contro l'AIDS (Sindrome da ImmunoDeficienza Acquisita) e lotta all'HIV" (richiesta inversione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Aveva chiesto la parola la Consigliera Frediani Consigliere Bertola, vuole intervenire prima lei? Prego, ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa, ma la richiesta della Consigliera Frediani non è una modifica all'ordine dei lavori, quindi non rientra nel novero di questo tipo di richieste. La mia invece sì.
Chiedo un'inversione punti all'o.d.g.: nello specifico, chiedo di trattare il punto 9) prima del punto 8), cioè di anteporre l'esame della mozione n. 568, inerente a "1° Dicembre 2015: 'Giornata mondiale contro l'AIDS (Sindrome da ImmunoDeficienza Acquisita) e lotta all'HIV" presentata dai Consiglieri Bono, Accossato, Allemano, Andrissi, Appiano Baricco, Batzella, Caputo, Ferrentino, Frediani, Bertola, Campo, Gallo Giaccone, Grimaldi, Mighetti, Monaco, Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno Valle, rispetto alla trattazione dell'ordine del giorno n. 649 "Utero in affitto: carcere per la maternità surrogata", presentato dai Consiglieri Marrone, Vignale. Perché si tratta una mozione che dev'essere da tempo discussa e votata, e per questo motivo dovrebbe essere iscritta al primo punto dopo gli atti di indirizzo sull'emergenza neve, per i quali è prevista quasi solo la votazione.
Capisco che il collega Marrone volesse far attrarre il suo atto di indirizzo nella discussione relativa al disegno di legge che abbiamo discusso la scorsa seduta, però non gli è stato concesso. Mi dispiace, ma non per questo il suo ordine del giorno si può mettere davanti a mozioni che sono state depositate da molto più tempo. Altrimenti, basterebbe alzare la mano in sede di Conferenza dei Capigruppo e dire qualsiasi cosa, che va bene.
Anche noi ne vogliamo discutere, però dopo la nostra. Del resto, non si capisce come una mozione depositata in Aula la volta scorsa venga trattata quasi per prima, quando una mozioni come quella che abbiamo presentato noi allo stesso modo nella scorsa seduta finisce al punto n. 22) all'o.d.g.
Capisco che magari si tratta di un argomento scomodo, però...
Noi chiediamo, dunque, l'inversione dei punti all'o.d.g. Grazie.



PRESIDENTE

Certo, Consigliere Bertola. Ricordo soltanto che nella Conferenza dei Capigruppo è stato presentato e scelto quest'ordine del giorno.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Richiesta, da parte della Consigliera Frediani, di ricevimento di una delegazione dei lavoratori Auchan in presidio presso Palazzo Lascaris


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Come diceva il mio Capigruppo, la mia richiesta esula dall'ordine dei lavori.
Davanti alla sede del Consiglio regionale c'è un presidio dei lavoratori Auchan che vengono a portare la loro testimonianza rispetto alle condizioni in cui si trovano nella loro azienda in questo periodo. Abbiamo già denunciato, qualche tempo fa, l'abitudine dell'azienda di trasferire i lavoratori, senza apparente motivazione e senza piano industriale, nella sede di Cuneo, in particolare, da Rivoli e adesso anche da Torino.
I lavoratori sono fuori in presidio e quindi chiedo se fosse possibile riceverli in una pausa per raccogliere la loro testimonianza.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Propongo di ricevere la delegazione alle ore 13 in Sala Viglione.


Argomento: Montagna

Ordine del giorno n. 652 presentato dai Consiglieri Barazzotto, Allemano Baricco, Bertola, Boeti, Caputo, Chiapello, Conticelli, Frediani, Grimaldi Molinari, Motta, Ottria e Valle, inerente a "Nuovo Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia: incentivare le misure di sostegno e protezione alle attività agro-silvo-pastorali in alternativa alle deroghe al divieto di abbattimento dei lupi" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Barazzotto; ne ha facoltà.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
Il collega Ottria ha chiesto l'attrazione di un punto all'o.d.g., che è una cosa diversa! Siete voi che lo dovete insegnare a me, non io a voi.
Quindi ha avanzato una richiesta su un punto che è già all'o.d.g. e che riguarda l'amianto.
Io sto chiedendo formalmente l'iscrizione di un nuovo punto all'o.d.g.
visto anche l'approssimarsi della scadenza nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni.
Sono due cose diverse: dovete spiegarlo voi a me, non io a voi.



PRESIDENTE

Allora proceda, Consigliere Barazzotto.



BARAZZOTTO Vittorio

Chiedo l'iscrizione all'odierno o.d.g. dell'ordine del giorno avente ad oggetto "Nuovo Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia: incentivare le misure di sostegno e protezione alle attività agro-silvo pastorali in alternativa alle deroghe al divieto di abbattimento dei lupi" presentato dal sottoscritto e da altri colleghi.
Grazie, molto gentile, Presidente.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Chiedo alla Giunta regionale di esprimersi rispetto alla richiesta che è stata avanzata dal Consigliere Vignale circa la disponibilità a rilasciare delle comunicazioni, se calendarizzarle stamani o all'inizio della seduta pomeridiana.



(L'Assessore Ferrari si avvicina al banco della Presidenza per consultarsi con la Vicepresidente Ruffino)



PRESIDENTE

Ricordo all'Aula che nella Conferenza dei Capigruppo era stata ricordata l'assenza dell'Assessore Saitta.
Mi rammentava testé l'Assessore Ferrari che c'è la possibilità di rilasciare una risposta che potrebbe raggiungere l'obiettivo rispetto alla domanda avanzata dal Consigliere Vignale nel contesto di un question time.
Proporrei, dunque, di ascoltare la risposta al question time nella seduta pomeridiana e di capire se ci sarà soddisfazione da parte del proponente. Va bene?



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Sì.



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 56 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 16 febbraio 2016.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Baricco, Corgnati, Laus e Monaco.
Non è presente - l'avevo già accennato precedentemente - l'Assessore Saitta.


Argomento:

c) Non impugnativa


PRESIDENTE

Comunico che il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 19 febbraio 2016 la seguente deliberazione statutaria: "Pubblicazione effettuata ai sensi dell'articolo 1 della legge regionale 13 ottobre 2004, n. 22 (Disciplina del referendum popolare ai sensi dell'articolo 123 della Costituzione). Testo di legge di revisione statutaria approvato in seconda votazione a norma dell'articolo 123 della Costituzione. 'Modifiche agli articoli 3, 4, 8 e 97 della legge regionale statutaria 4 marzo 2005, n. 1 (Statuto della Regione Piemonte)'. Approvato dal Consiglio regionale con prima deliberazione in data 11 novembre 2015 e con seconda deliberazione in data 19 gennaio 2016".


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 9 febbraio 2016.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Mozione n. 568 presentata dai Consiglieri Bono, Accossato, Allemano Andrissi, Appiano, Baricco, Batzella, Caputo, Ferrentino, Frediani Bertola, Campo, Gallo, Giaccone, Grimaldi, Mighetti, Monaco, Ottria Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle, inerente a "1° Dicembre 2015: 'Giornata mondiale contro l'AIDS (Sindrome da ImmunoDeficienza Acquisita) e lotta all'HIV" (inversione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ci sono altre richieste.
BERTOLA Giorgio (fuori microfono) Presidente, scusi, avevo avanzato una richiesta sull'ordine dei lavori: è stata accolta o no?



PRESIDENTE

E' accolta. Ho detto prima che sono state accolte tutte le richieste Consigliere Bertola.
MARRONE Maurizio (fuori microfono) Anche l'inversione? No, io mi oppongo!



PRESIDENTE

Non c'è stato alcun segnale in negativo, quindi.
MARRONE Maurizio (fuori microfono) Ma non c'è stato neanche nessuno assenso, però.
Posso intervenire?



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Io registro solo una richiesta dei Consiglieri del Movimento 5 Stelle che peraltro erano presenti alla Conferenza dei Capigruppo che ha deciso l'ordine dei lavori e in quella sede nulla hanno eccepito, e semplicemente la Presidente che ricordava - appunto - che era la Conferenza dei Capigruppo ad aver deciso quell'ordine dei lavori.
Se invece si vuole prendere in considerazione questa richiesta, io mi oppongo, perché un conto sono le novità a livello d'iscrizione, altro conto è chiedere inversioni che, senza che ci sia nessuna novità, vadano a rimettere in discussione le decisioni della Conferenza dei Capigruppo. Per cui io, sinceramente, mi oppongo a questa inversione.



PRESIDENTE

Chiedo all'Aula di votare la proposta.
GARIGLIO Davide (fuori microfono) Presidente, la può riformulare in maniera chiara per tutti e richiamare la gente in Aula, per cortesia?



PRESIDENTE

Guardi, Consigliere Gariglio, a essere sincera, credo sia la terza o la quarta volta che chiedo ai Consiglieri di essere presenti in aula e possibilmente in discreto silenzio.
Riformulo la proposta, che è di mettere la mozione n. 568 "1° Dicembre 2015: Giornata mondiale contro l'AIDS (Sindrome a ImmunoDeficienza Acquisita) e lotta all'HIV", presentata dai Consiglieri Bono, Accossato Allemano, Andrissi, Appiano, Baricco, Batzella, Caputo, Ferrentino Frediani, Bertola, Campo, Gallo, Giaccone, Grimaldi, Mighetti, Monaco Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle, prima dell'ordine del giorno n.
649 "Utero in affitto: carcere per la maternità surrogata", presentato dai Consiglieri Marrone e Vignale.
Chiedo all'Aula di esprimersi in tal senso.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione all'o.d.g.
presentata dal Consigliere Bertola.
Il Consiglio approva.


Argomento: Pari opportunità

Esame disegno di legge n. 141, inerente a "Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 141, inerente a "Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale", di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola alla relatrice di maggioranza, Consigliera Conticelli.



CONTICELLI Nadia, relatrice

Grazie, Presidente.
Signori Consiglieri, questo disegno di legge che si presenta oggi all'attenzione del Consiglio regionale intende, innanzitutto, colmare una lacuna normativa e dare efficacia e praticabilità ai diritti fondamentali sanciti dai nostri principi normativi. Non a caso, già in quest'Aula nel 2010 fu deposita una proposta di legge in questo senso (la n. 79, da me richiamata in Commissione a inizio mandato) e poi ritirata, a fronte del lavoro puntuale di attualizzazione normativa proposto dalla Giunta regionale nel disegno di legge che oggi andiamo esaminando.
L'articolo 3 della Costituzione italiana recita: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E' compito della Repubblica - e quindi delle istituzioni, compresa la nostra - rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese". Per questo è necessario colmare questo vuoto normativo.
All'articolo 3 della nostra Costituzione fanno eco l'articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea, oltre a specifiche Direttive europee che prendono in esame alcuni settori di discriminazione: rispetto alla discriminazione razziale o etnica, religiosa, per orientamento sessuale, per disabilità e per anzianità.
Più vicino a noi, a caduta, lo Statuto regionale prescrive parità di trattamento dell'accesso ai servizi, prescrive che siano messe in campo tutte le azioni positive per rimuovere le forme di discriminazione nelle materie di competenza. E quando parliamo di materie di competenza, stiamo parlando di salute, di casa, di istruzione, di formazione professionale, di lavoro, di opportunità culturali aggregative, di sport, di attività commerciali, di trasporti e di mobilità. Stiamo parlando, cioè, della vita delle persone e di tante persone; stiamo parlando di promuovere il principio della parità di trattamento, ovvero il superamento di ogni forma di discriminazione, e questo significa promuovere e attivare potenzialità e risorse per la nostra collettività e quindi favorirne lo sviluppo.
Rapidamente, cito quelli che sono un po' gli assunti del disegno di legge n. 141. Parlavo all'inizio di colmare una lacuna normativa rispetto ai principi di non discriminazione e di parità di trattamento, nell'ambito delle competenze regionali. Questo implica la necessità di normare la rimozione di ogni discriminazione diretta o indiretta, fondata su sesso colore della pelle, ascendenza od origine nazionale, etnica o sociale caratteristiche genetiche, lingua, religione, convinzioni personali opinioni politiche, appartenenza a una minoranza nazionale, patrimonio nascita, disabilità, età, orientamento sessuale e identità di genere, e ogni altra condizione personale e sociale. Ai tempi nostri, quelli che sono gli ambiti di discriminazione individuati dall'articolo 3 della Costituzione si sono fatti più variegati e la gamma è più ampia.
La lacuna normativa è data da un'applicazione disorganica di questi principi nel nostro ordinamento e quindi di una legge, anche a livello nazionale, vera e propria che ne definisca sia gli aspetti applicativi sia i compiti assegnati ai vari organi dello Stato.
Il secondo obiettivo è delimitare l'azione regionale nell'ambito delle competenze, quindi è una legge in mainstreaming, una legge che dovrà poi essere applicata. Per questo sono previsti specifici strumenti in tutti gli ambiti di competenza regionale.
Il terzo obiettivo è quello di definire gli strumenti reali operativi altrimenti restiamo sulle linee di principio per l'intervento regionale di fornire le risorse necessarie. In particolare, questi strumenti operativi sono l'istituzione di una rete regionale contro le discriminazioni, del Centro regionale contro le discriminazioni e soprattutto, sul piano sia della programmazione che del monitoraggio, del Piano triennale regionale che viene varato ogni triennio dalla Giunta, che fissa gli obiettivi, ma indica anche gli strumenti necessari per raggiungerli e gli strumenti per la valutazione. Anche perché non dovremmo mai dimenticarci quello che ricordavo prima: che stiamo parlando della vita delle persone.
L'articolato licenziato dalla Commissione consiliare competente consta di 19 articoli. In Commissione c'è stata una discussione, ritengo proficua, che ha anche modificato, in alcune parti, l'articolato di legge.
L'articolo 1 definisce le finalità della legge che ho ricordato prima e ne individua il perimetro legislativo.
L'articolo 2 è dedicato alle definizioni per un linguaggio comune e condiviso, sia dal punto di vista legislativo che dal punto di vista della materia che viene trattata.
L'articolo 3 definisce gli ambiti entro i quali la Regione applica il principio di parità di trattamento e di non discriminazione. Si tratta degli ambiti entro i quali le Regioni esercitano la propria competenza, con particolare riferimento a salute, prestazioni sanitarie e politiche sociali; diritto alla seconda casa; formazione professionale e istruzione politiche del lavoro, promozione dell'imprenditorialità e responsabilità sociale delle imprese; attività culturali, turistiche, sportive, ricreative e commerciali; formazione e organizzazione del personale regionale comunicazione; trasporti e mobilità.
L'articolo 4 prevede che la Regione intervenga per prevenire gli atti di discriminazione a partire dalla propria attività ed attraverso un controllo speciale della stessa, sia normativa che programmatoria, anche attraverso il monitoraggio e la valutazione delle politiche adottate. La Regione inoltre, sempre nell'ambito della prevenzione possibile, prevede che tutte le società ed imprese, pubbliche e private, che sottoscrivono con la Regione contratti, convenzioni ed accordi o ricevano contributi sotto ogni forma, debbano dimostrare che gli stessi principi siano applicati nei confronti di utenti, dipendenti, collaboratori, clienti e fornitori.
Gli articoli dal 5 al 10, come emendati dalla Commissione, specificano quali sono le attività di contrasto e prevenzione delle discriminazioni che la Regione è tenuta ad adottare nei confronti di terzi soprattutto negli ambiti elencati all'articolo 3. Si segnala, in particolare, l'articolo 9 dedicato ad integrare le funzioni previste per il CORECOM, con la previsione specifica che debba occuparsi anche della lotta alle discriminazioni nell'ambito della comunicazione pubblica piemontese sia in relazione alla gestione che alla consulenza che al controllo.
L'articolo 11 autorizza la Regione ad adottare direttamente (o a sostenere quelle che vengono adottate da altre istituzioni) le azioni positive necessarie per la rimozione delle cause di discriminazione e soprattutto per l'aiuto nei confronti delle persone che ne restano vittime.
Gli articoli 12 e 13 indicano gli strumenti, cioè la rete regionale, il piano triennale, il centro regionale e un gruppo interdirezionale, proprio perché l'azione della Regione sia davvero a tutto campo rispetto alle proprie competenze.
Inoltre, vi è il regolamento di attuazione della legge stessa.
L'articolo 14 è dedicato all'implementazione delle competenze di un organismo già esistente, che è il Difensore Civico, che rileva le disposizioni di legge o i comportamenti discriminatori, li segnala agli organi competenti e, funzione importante, orienta le persone coinvolte verso le azioni di tutela dei propri diritti.
Stesse funzioni all'articolo 15 attribuisce al Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.
L'articolo 16 (Fondo di solidarietà) - e su questo abbiamo anche discusso abbastanza in Commissione - è una di quelle azioni che va verso quanto l'Unione Europea sottolinea da tempo circa le azioni concrete a favore delle vittime di discriminazioni, perché anche queste azioni di tutela anche legale poi fanno giurisprudenza.
Abbiamo poi la clausola valutativa, che è una relazione triennale prodotta dalla Giunta, che sarà poi discussa dal Consiglio regionale.
Infine, vi sono le norme transitorie finali, che prevedono una prima sede di applicazione con la redazione del Piano triennale da parte della Giunta entro 180 giorni dall'entrata in vigore del regolamento, che seguirà la legge.
Infine, i fondi e le risorse; non sono tantissime, però è un inizio e riteniamo che la prima pietra e le fondamenta a volte siano più importanti del muro di cinta. Ci sono 150 mila euro (oneri per l'attuazione del disegno di legge) per il 2016 e per il Fondo di solidarietà altri 100 mila euro. Naturalmente siamo in bilancio di previsione, poi ci potrà essere l'assestamento.
Questi fondi permettono, però, di dare gambe a queste disposizioni di legge e di tradurre i principi in realtà nella vita concreta delle persone.



PRESIDENTE

La parola alla relatrice di minoranza, Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania, relatrice

Grazie, Presidente.
Oggi si discute e verrà approvato in Aula un disegno di legge presentato dalla Giunta regionale. E' un disegno di legge molto importante e rappresenta sicuramente un grande passo avanti per la nostra Regione.
Questo disegno di legge mancava e, visto che siamo nel 2016, credo che abbiamo veramente aspettato tanto tempo, abbiamo perso tanto tempo e ancora dovrà trascorrere tanto tempo affinché vengano abbattuti i pregiudizi e le discriminazioni.
Volevo ricordare ai presenti in Aula che discuteremo anche una proposta di legge presentata dal Movimento 5 Stelle, di cui sono prima firmataria.
Questa proposta di legge - ma ne discuteremo meglio quando sarà il momento è stata presentata nel dicembre 2014. E, ahimé, se ne parla soltanto adesso, da poco tempo, dopo oltre un anno da quando questa proposta di legge è stata depositata, nonostante le continue sollecitazioni.
Il disegno di legge è orientato e mirato contro le discriminazioni legate all'orientamento sessuale, mentre questo è un disegno di legge che riguarda tutte le discriminazioni. Noi avevamo chiesto l'unificazione dei testi, ma questo non è stato possibile, ci è stata negata e rifiutata questa possibilità, proprio perché quella proposta di legge è mirata all'orientamento sessuale, mentre questo disegno di legge è ampio in quanto riguarda le discriminazioni in generale.
Volevo ricordare - anche se questo disegno di legge è chiaro - che comunque ci sono delle normative ben specifiche che ci indicano quanto la Regione Piemonte debba combattere contro ogni tipo di discriminazione partendo dalla Carta dei Diritti fondamentali dell'Unione Europea e continuando con l'articolo 3 della Costituzione Italiana, principio essenziale che è il principio di uguaglianza, per continuare con tutte le indicazioni dell'Unione Europea.
Credo che sia bene toccare i diversi argomenti. La presente legge all'articolo 2 mette in evidenza quali sono i fini di questo importante disegno di legge. Si parla di parità di trattamento, quindi uguali diritti l'assenza di una qualsiasi discriminazione sia diretta sia indiretta fondata sul sesso, sul colore della pelle, sull'ascendenza e sull'origine nazionale, etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, le religioni; anche le convinzioni personali e le opinioni politiche o di qualsiasi natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio la nascita, la disabilità, l'età, l'orientamento sessuale e l'identità di genere e comunque ogni altra forma e condizione personale e sociale.
Volevo trattare questi temi, iniziando dalla discriminazione di genere.
La discriminazione di genere è un problema, ad oggi, ancora molto diffuso a livello globale, determinante per le politiche di progresso sociale. Nel nostro Paese, ad esempio, le donne fanno parte della fascia di popolazione più colpita dalla piaga della nuova povertà, essendo le prime a perdere il lavoro e inoltre percepiscono salari inferiori rispetto ai colleghi maschi.
La situazione non migliora certamente per le donne immigrate, che sono costrette ad affrontare discriminazioni di genere in famiglia e discriminazioni razziali e connesse ai processi di integrazione. Purtroppo questa è la realtà ed è un fenomeno che si sta diffondendo sempre più maggiormente.
Poi voglio toccare le discriminazioni razziali ed etniche; ogni giorno persone di ogni età subiscono l'odio, l'ingiustizia e l'umiliazione a causa del colore della loro pelle o della provenienza, del loro Paese o della loro discendenza; quindi, della loro origine nazionale o etnica o di altre supposte caratteristiche razziali.
Volevo ancora toccare un argomento che è molto importante e che mi sta a cuore e, tra l'altro, negli ultimi giorni abbiamo tutti sentito dai media i casi di cronaca legati alla discriminazione delle persone con disabilità che sono in aumento. I casi di discriminazione dei disabili sono in aumento e questo emerge dall'allarme lanciato dalla FISH, che è la Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap, che tutti i giorni continua a dire che sono in aumento i casi di discriminazione legati alla disabilità: si parla di donne, si parla di uomini, si parla di bambini, si parla di giovani, di adulti e di anziani, continuano ad essere discriminati! Sono continue le violazioni della dignità e della libertà della persona e noi, come Regione Piemonte, dobbiamo contrastare questo fenomeno, perch è nostro dovere, è un dovere fondamentale contrastare questo grave fenomeno.
Penso anche al lavoro. In tal senso abbiamo presentato un emendamento che discuteremo quando sarà il momento, proprio per evitare discriminazioni nel mondo del lavoro alle persone affette da disabilità. Ci deve essere comunque un supporto da parte della Regione Piemonte nel sostenere questi lavoratori. Ci sono lavoratori che vengono discriminati perché sono disabili e questo non deve accadere. C'è una normativa di legge ben specifica che parla chiaro, la legge n. 68, che deve essere applicata ed osservata, proprio per tutelare i lavoratori affetti da disabilità. Però ne parleremo nello specifico quando presenterò l'emendamento.
In questo disegno di legge si parla anche di discriminazioni legate all'orientamento sessuale e all'identità di genere. Questo è un tema molto importante, molto importante, perché è veramente triste e vergognoso che ancora oggi ci siano delle grandi violazioni e discriminazioni verso altre persone solo perché hanno un orientamento diverso dalla stragrande maggioranza delle persone. Credo che non esistano limiti, non esistano confini, non esiste sesso, non esiste religione, non esiste niente dinnanzi all'amore e al rispetto delle persone. Dobbiamo lavorare anche su questo fronte.
La Regione parla di contrasti e di supporto proprio a queste persone e questo è molto importante, perché purtroppo il fenomeno dell'omofobia continua, ci sono persone che continuano ad essere molestate, picchiata maltrattate, emarginate solo perché hanno un orientamento diverso rispetto al nostro. Questo non deve più accadere! Perché siamo tutti degli esseri umani e devono essere messe in atto tutte le normative. Questo lo dice la nostra Costituzione e non soltanto la nostra Costituzione.
Quindi, è molto importante e apprezzo, in questo disegno di legge soprattutto l'Assessora Cerutti per la sensibilità che mostra sul tema delle discriminazioni legate all'orientamento sessuale. Perché non deve essere più un tabù, non c'è più nessun tabù, siamo un Paese libero e democratico. A tal proposito, vorrei ricordare una frase di Hegel: "Possiamo essere liberi solo se tutti lo sono". Quindi tutti saremo liberi quando lo saranno tutti e non quei pochi saranno liberi e gli altri no. La libertà deve appartenere a tutti.
Volevo ancora aggiungere che, per quanto riguarda questo disegno di legge, abbiamo sempre partecipato ai lavori di Commissione, abbiamo fatto delle proposte, abbiamo presentato degli emendamenti di merito; qualcuno è stato approvato e altri sono stati bocciati.
Un emendamento, che è stato approvato, riguarda l'articolo 5; dopo il punto 4 abbiamo aggiunto che la Regione promuova, anche in accordo con l'Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, nel rispetto delle autonomie delle istituzioni scolastiche, la diffusione di percorsi di formazione e di riqualificazione professionale per le persone che risultano discriminate o esposte a rischio di esclusione sociale.
In ambito formativo la Regione promuove, nel rispetto dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, la diffusione della cultura e dei diritti della persona e la valorizzazione delle differenze. Perché dobbiamo iniziare dalle scuole, dobbiamo iniziare dai giovani, dalle future generazioni a sensibilizzare i ragazzi. Questo è molto importante. E' necessario promuovere altresì iniziative di sensibilizzazione, come ho già detto, informazione e formazione non solo per gli studenti, ma anche per i genitori, i docenti e il personale ATA sulla prevenzione di tutte le forme di violenza fisica e psicologica, proprio per evitare le discriminazioni.
Avevamo anche presentato degli interventi in materia sociale e delle imprese, quindi la tutela dei lavoratori, ma è già stato inserito nel disegno di legge. Un altro emendamento importante, che però è stato bocciato, anzi l'abbiamo ritirato, riguardava il diritto di assistenza dove noi chiedevamo che la persona convivente, qualora avesse il proprio compagno o la propria compagna ricoverati in ospedale, potesse acquisire e accedere alle strutture di ricovero e cura per ogni esigenza di assistenza e di sostegno psicologico nei confronti dell'altra persona, naturalmente nel rispetto delle modalità definiti dai regolamenti delle strutture di ricovero, delle strutture dell'ASL. Quindi, il fatto di poter essere di supporto assistenziale e psicologico era ed è molto importante, perch spesso le informazioni non vengono date perché non c'è il riconoscimento della convivenza affettiva.
Volevo concludere e fare ancora un paio di riflessioni sul Centro regionale sulle discriminazioni in Piemonte. Noi abbiamo accolto favorevolmente l'istituzione di questo regionale,è giusto che ci sia un Centro che controlli, che si occupi di discriminazioni. Questo Centro è rappresentato da diversi membri a partire dall'Organismo di parità, quindi dalla Consigliera o dal Consigliere di parità regionale, dal Difensore civico, dal Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive e della libertà personale e al Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza. Questo è di notevole importanza.
La criticità di questo disegno di legge, come già espresso nella Commissione competente, è la norma finanziaria, perché parlando anche del Fondo di solidarietà, l'articolo 16 istituisce tale fondo per la tutela giurisdizionale per le vittime di discriminazione. Allora, signori miei questo fondo lo accogliamo tutti a braccia aperte e ringraziamo, ma se non abbiamo le risorse a disposizione, come possiamo avere un fondo? Abbiamo bisogno di più risorse! La norma finanziaria prevede 250 mila euro e inizialmente eravamo partiti da 700 mila euro, con la promessa, da parte dell'Assessore Reschigna, una volta approvata la legge di bilancio, di incrementare con altri 250 mila euro.
In questo senso, abbiamo presentato un emendamento di merito, con il quale chiediamo l'incremento delle risorse. E' vero che si inizia dalle fondamenta, ma è anche vero che questo disegno di legge ha bisogno di tante risorse, se si vuole trovare una vera e propria applicazione.
Il mio appello al Presidente Chiamparino, alla Giunta e a tutto il Consiglio regionale è che sono necessarie delle risorse. Grazie.



PRESIDENTE

Iniziamo la discussione generale sul provvedimento.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Questo disegno di legge, anche solo da un punto di vista numerico, ha la sua rilevanza.
Lo scorso martedì è stato discusso e approvato il disegno di legge 142 che teoricamente riguardava la violenza alle donne; poi al suo interno sono stati inseriti aspetti che in realtà attengono all'identità di genere e all'orientamento sessuale. Oggi replichiamo: un po' come il Parlamento nazionale ha votato nella primavera dello scorso anno la legge più nota sull'omofobia e adesso si appresta a votare la legge Cirinnà, l'Assessora Cerutti e la Giunta presentano un secondo disegno di legge - non casualmente approvato nella stessa seduta di Giunta e non casualmente avente numerazione consecutiva - relativamente al tema delle discriminazioni.
Di nuovo, come nel caso della precedente legge, se noi discutessimo di discriminazioni, chi potrebbe non essere favorevole? Bisogna invece leggere la norma, nel senso che io riconosco ai colleghi del Movimento 5 Stelle almeno di essere stati meno ipocriti e di avere voluto centrare il loro obiettivo politico: il titolo della proposta di legge n. 81 del Movimento 5 Stelle recita "Misure contro le discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale o dell'identità di genere e per la tutela dei diritti derivanti dalle convivenze affettive". Questo, infatti, è il tema d'interesse e questo è il tema che trattiamo anche all'interno del disegno di legge n. 141, che però non ha neanche il coraggio politico di chiamarlo con il suo nome.
Se noi, appunto, leggiamo le finalità e soprattutto i principi della legge, cerchiamo di capire chi questo testo vuole tutelare da un eventuale discrimine: allora, questo testo intende affermare che la parità di trattamento è legata all'assenza di qualsiasi discriminazione diretta o indiretta fondata su sesso - ovviamente quella è la prima cosa, quella più importante - colore della pelle, ascendenza ed origine nazionale-etnico sociale, caratteristiche genetiche, lingua, religione, convinzioni personali, opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, appartenenza a minoranze nazionali, patrimonio, nascita, disabilità ed età, ed ogni altra condizione personale e sociale.
Teoricamente, se voi guardate tutte le volontà di assenza di discriminazione, queste sono oggi ampiamente tutelate, prima di tutto dalle leggi nazionali ma anche dalla legislazione regionale. Noi abbiamo norme che discriminano in base al colore della pelle o all'ascendenza/origine nazionale, etnica o sociale, o alle caratteristiche genetiche, o alla lingua, o alla religione, o alle convinzioni personali? No. Una cosa interessa: la cosa che interessa - e lo vedremo poi anche nella discussione della legge - è l'aspetto che più puntualmente viene citato anche nella stessa rubrica della norma, rispetto al primo sostantivo che compare, cioè quello del sesso. Questa legge vuole promuovere tutta una serie di azioni positive e di accesso ai servizi - e poi lo vedremo - legate all'identità sessuale e al riconoscimento delle coppie omosessuali. Almeno lo si dica e almeno si abbia il coraggio di scriverlo! Ora, questa è una priorità di questa Regione? Secondo noi no, perch evidentemente questa è una modalità per garantire alle coppie omosessuali tutta una serie di servizi che questa Regione non riesce ad erogare, per esempio, alle famiglie. Noi rileviamo che da tre settimane questo Consiglio regionale è interessato a tutelare le coppie omosessuali o le persone sulla base dell'identità di genere percepita. Per carità: questa è la vostra priorità e pertanto noi la contrastiamo.
Vorrei che si ponesse la stessa attenzione nella tutela di altri sostantivi che avete indicato all'interno della norma. Vorrei che l'Assessora Cerutti - o meglio, la Giunta - ponesse la stessa attenzione nell'evitare le discriminazioni per esempio nei confronti dei disabili. Voi lo dite - no? - all'interno del testo: "Patrimonio, nascita, disabilità". E allora, se noi avessimo dedicato tre Consigli regionali per fare in modo che questa Regione, per esempio, sia più attenta a controllare che non accada quanto purtroppo abbiamo letto sui giornali locali, forse avremmo fatto un passo avanti concreto e reale nei confronti delle esigenze di questa Regione; o, per esempio, a verificare che non si verifichi quanto oggi sta accadendo rispetto alle vere categorie discriminate nella nostra Regione, in particolar modo dopo che, se non altro dal punto di vista dei suoi principi, questa legge verrà approvata.
Mi riferisco, per esempio, al tema dell'accesso all'abitazione certamente alle famiglie italiane: se infatti si prendono i dati statistici della Città di Torino e della Regione Piemonte - non pericolose valutazioni di una destra sovversiva e reazionaria - ci si rende conto che più del 50 delle abitazioni e dell'accesso alla casa è garantito a meno del 10% della popolazione piemontese; e allora certamente il rimanente 90% è discriminato. Sicuramente vi è una grande attenzione da porre sulla discriminazione legata al censo, all'età, alle difficoltà che nascono dal fatto che una persona abbia problemi di carattere economico, di salute, di disabilità, su cui questa Giunta e questo Consiglio regionale - perché le leggi le vota il Consiglio regionale - sono molto meno attenti. Se noi dedicassimo i prossimi tre Consigli ad occuparci di questi temi, allora non avremo fatto "pari", ma ci saremo occupati di una priorità. Invece questa è la priorità.
Ma perché è pericolosa? Non certo per la legge ed evidentemente non certo per le azioni positive che la legge pone: è chiaro, infatti, che quando si stanziano 300.000 euro per una legge che si ritiene prioritaria ci si prende in giro da soli. Approvate un buon ordine del giorno, come l'opposizione tenta di fare quando si discute il bilancio, provando ad inserire qualche propria priorità all'interno delle politiche regionali! Di nuovo, allora, abbiamo una norma - ma lo vedremo nell'illustrazione degli emendamenti presentati - che stanzia ben 300.000 euro complessivi per tutte le azioni che dovremo fare, fra le quali - ma poi, lo ripeto, lo vedremo - anche quella di andare a sensibilizzare gli alunni all'interno delle scuole per spiegare che ovviamente le discriminazioni, per esempio di carattere sessuale - perché questo è il tarlo! - non devono avvenire.
Invece, tutte le altre vanno bene o su tutte le altre c'è molto meno attenzione. Faremo un'assistenza di carattere legale con 150.000 euro per quattro milioni e mezzo di piemontesi o per una percentuale di essi potenzialmente discriminati? Allora, iniziamo ad utilizzare parte del fondo per la situazione di cui mi auguro questo Consiglio vorrà discutere e che abbiamo visto accadere a Borgo d'Ale: avete 150.000 euro per dei disabili che sono stati evidentemente discriminati e che hanno titolo ad accedere a questi fondi.
Guardate, infatti, che c'è un altro aspetto, che però chiarisce in modo inequivocabile - e lo vedremo nella discussione della legge - chi sono i beneficiari di queste politiche. Ancorché noi vogliamo tutelare i cittadini piemontesi e non, per nazionalità, censo, diritto alla salute e quant'altro, a chi vanno i contributi? Vanno alle associazioni che si occupano da anni di discriminazione sessuale. E perché non vanno alle associazioni che si occupano di discriminazione nei confronti della disabilità? O a quelle che si occupano di discriminazioni nei confronti dell'accesso all'abitazione? Perché, evidentemente, c'è la solita lobby di cui parlavo martedì scorso, che va, in qualche modo, finanziata. Perché si scrivono le norme senza avere un accesso ai fondi pubblici e senza una gara d'appalto, perché si prevedono dei contributi che la Giunta regionale dà sempre alle stesse associazioni, che saranno di nuovo le stesse. Perché c'è chi accede a parte di patrimonio regionale senza un bando pubblico e guarda caso - chi sono questi soggetti? Abbiamo la fortuna, in questa Regione, di avere dei filantropi tuttologi: sono soggetti che si possono occupare di antimafia, di assistenza alla legalità, di discriminazione, di disabilità, di tutto; sanno fare tutto bene, benissimo, perché ottengono tantissime risorse; sanno fare tutto bene per la fortuna dei piemontesi che però non se ne accorgono. Noi dovremmo solo pubblicizzare i diritti - e lo diremo poi negli emendamenti - che la legge pone all'articolo 2, che sono diritti universali di tutti, che non dovrebbero essere sanciti da una legge, ma dovrebbero rientrare nelle azioni di tutti i giorni.
Ma altri sono gli interessi. Altra è la comunicazione politica.
E' sufficiente leggere i giornali di mercoledì scorso per capire quanto serviva la legge n. 142. Questa è da seconda dimostrazione: visto che si occupa di tutelare i diritti, si ricordi che, oltre agli omosessuali, ci sono milioni di piemontesi che vogliono vedere i loro diritti tutelati.
Questa Giunta, e lei, che è così attenta ai diritti, dovrebbe ricordarsene.



PRESIDENTE

Colleghi, vi chiedo cortesemente di rispettare i dieci minuti previsti dal Regolamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente. Le prometto di restare nei dieci minuti, come il Regolamento prevede.
L'intervento che mi ha preceduto ha stravolto un po' l'idea di intervento che intendevo fare, quindi parto da un'affermazione che è stata testé fatta: esiste nella nostra Regione una sola norma che discrimini cioè che affermi un principio di discriminazione palese per colore della pelle, per orientamento sessuale o per altre materie? La risposta è no.
Quindi non serve alcuna legge su questo tema.
Questo mi riporta al dibattito che vi fu in Assemblea Costituente quando ci si confrontava con uno Statuto Albertino che già affermava che tutti i cittadini erano eguali davanti alla legge. Quindi, all'apparenza non serviva alcun tipo di intervento, perché il principio era chiaro e lapalissiano.
Invece no. La nostra Costituzione ha introdotto, nell'articolo 3, un principio di straordinaria modernità, in gran parte ancora inattuato, ed è proprio a questi articoli che ci si richiama quando si portano in un'Aula legislativa disegni di legge come questo.
Non basta affermare che si è tutti eguali: occorre che tutte le istituzioni si impegnino affinché vengano rimosse in tutte le materie tutte quelle ragioni che, direttamente o indirettamente, discriminano, in quanto come punto di partenza, ahimè, non siamo tutti uguali, non siamo posti tutti nelle medesime condizioni.
E anche il dibattito molto affollato in Parlamento e nel Paese di questi giorni lo dimostra. Dimostra che si vuole far finta di non vedere ciò che è una realtà: una delle tante discriminazioni sostanziali.
Da questo punto di vista, quindi, il disegno di legge che la Giunta ha proposto e che abbiamo arricchito in Commissione è molto più ampio rispetto all'altra proposta di legge, quella che ha come prima firmataria la collega Batzella. Perché non vuole fotografare, interessarsi od occuparsi di una forma specifica di discriminazione, ma vuole abbracciare tutte le materie di competenza regionale e da, questo punto di vista, orientare la nostra futura attività normativa in modo ancora più efficace, più forte e più indirizzato verso la rimozione delle cause di differenziazione e di discriminazione rispetto al passato.
Anche lo stesso dibattito sulle risorse, da questo punto di vista, pu essere relativizzato. Perché è vero che la dotazione finanziaria della legge che stiamo discutendo è modesta rispetto all'ammontare del bilancio regionale, ma è altresì vero che con questa legge noi ci impegniamo, ogni volta che legiferiamo in materia di casa, in materia di sanità, in materia di istruzione, ad allocare, laddove servono, le risorse necessarie per rimuovere quegli ostacoli e quelle forme di discriminazione.
Possiamo affermare che la nostra Regione non abbia avuto norme che discriminavano? Credo che non lo si possa affermare. Faccio due esempi magari minimali o marginali, che non riguardano l'ambito delle convivenze che viene sempre evocato in modo da provare ad estendere la visione: un anno e mezzo fa abbiamo apportato una piccola e modesta modifica ad una legge - quella sul diritto allo studio - perché conteneva un principio per cui, nel fare le graduatorie di riparto di assegni di studio in una delle graduatorie ammesse, paradossalmente si finiva col discriminare le situazioni delle famiglie con situazione economica più precaria, favorendo le famiglie con situazione economica più forte. Era o no una forma di palese discriminazione? Sì, tant'è che, nonostante agli inizi sembrasse non vero il problema (poi si è capito che il problema era reale), abbiamo modificato la norma e abbiamo rimosso una piccola, ma significativa, causa di discriminazione.
Nell'odierno ordine del giorno - è il secondo esempio - a prima firma del sottoscritto e di altri colleghi, vi è una mozione che è frutto di un lavoro con l'Ordine degli Psicologi della nostra Regione, in cui si tenta in campo sanitario, di rimuovere un'altra forma di forte discriminazione che è quella per le condizioni di salute, soprattutto (ma non solo) dal punto di vista dell'osservazione e del sostegno psicologico, della popolazione carceraria. Da anni, come Regione, dovremmo ampiamente far rientrare nell'ambito sanitario il tema della salute, che, fino al 2008 (è un decreto ministeriale del 2008), se rivolto ai carcerati, era appannaggio del Ministero di Grazia e Giustizia: sulla carta lo abbiamo fatto, ma nella sostanza di lavoro da fare ce n'è ancora tantissimo. E' o non è, anche questa, una forma di discriminazione? E gli esempi potrebbero moltiplicarsi.
La legge - lo ripeto - ha la pretesa e l'ambizione di abbracciare tutte le materie; prevede azioni positive, non solo di contrasto ma anche di prevenzione, che, se vogliamo, è il settore ancora più rilevante, perché è meglio evitare che si arrivi a dover contrastare una forma di discriminazione piuttosto che operare quando il danno è già fatto e occorre contenerlo o risarcirlo.
Lo stesso fondo che giustamente viene ripreso - mi riferisco al Fondo di solidarietà per la tutela giurisdizionale delle vittime di discriminazione - è vero che ha una dotazione finanziaria modesta nel suo carattere assoluto, ma è altrettanto vero che funziona con un meccanismo rotativo, che non può essere trascurato. Nel senso che è un fondo che si autoalimenta anche dai recuperi, attraverso azioni giudiziarie, che avvengono da qui in avanti, come in passato è accaduto. Quindi la dotazione iniziale serve per costituirlo, non certo per esaurirne la necessità.
Da ultimo, l'impegno che questa legge offre è di azione politica a 360 gradi; una politica che, purtroppo, approccia - e in questo voglio fare un riferimento all'attualità - la tematica della discriminazione in modo spesso settoriale e ipocrita.
Il dibattito che si sta consumando nel Paese e in Parlamento in questi giorni è un dibattito che, se un osservatore disincantato lo guardasse, non avrebbe alcun senso. Perché non si sta discutendo un disegno di legge che introduce delle realtà a cui, poi, vengono concessi dei diritti, in una concezione arcaica. Ma è un dibattito che cerca di riconoscere una realtà un qualcosa che esiste a prescindere dal volere o meno del legislatore o del cittadino singolarmente inteso, e che cerca di riconoscere quei diritti che hanno una loro naturalità e che ormai sono indifferibili e urgenti.
Perché sarà vero che ci sono tantissime urgenze e priorità nei diversi settori, ma questo non può diventare l'alibi per non guardare in faccia la realtà e per permettere che in un Paese che si dice civile ci siano situazioni - in quel caso, le convivenze - palesemente discriminate.
Anche lo stucchevole compromesso che si sta raggiungendo in queste ore non farà che posticipare, da un lato, forme di sofferenza inutili e dall'altro, la soluzione di un problema che, laddove non sarà la politica a volersi prendere la responsabilità di risolvere, sempre più risolveranno i Magistrati con sentenze che già ci sono e che già riguardano, in questo caso specifico, adozioni o riconoscimento del figlio del partner.
Tutto questo ci sarà, fintanto che la politica, con estremo ritardo come spesso accade, arriverà a legiferare "a babbo morto" una realtà ampiamente diffusa.
Purtroppo, ogni epoca ha il suo tema su cui si confrontano i pensieri anche un po' retrogradi: in passato ce ne sono stati altri e in futuro ce ne saranno altri ancora.
E' proprio per questo - e chiudo come ho iniziato - che la forza di questo disegno di legge sta nel fatto che non si riferisce alla contingenza del dibattito politico attuale, ma ha l'ambizione di abbracciare a 360 gradi tutte le materie che sono di nostra specifica competenza (salute e sanità, casa, lavoro, formazione professionale, istruzione e chi più ne ha più ne metta), con un impegno nostro e di tutti gli organi di garanzia che sono di diretta ed indiretta emanazione della nostra Regione.
Si tratta anche di un impegno rivolto all'esterno, perché un articolo importante di questo disegno di legge sostiene che tutte quelle realtà terze, siano esse associazioni, soggetti del terzo settore o soggettività varie che si relazionano con la Regione, che da essa ricevono contributi o che con essa hanno rapporti convenzionali, se vogliano mantenerli devono adeguarsi a questa necessità di rimozione di ogni forma di discriminazione.
E' quindi con convinzione che aderiamo e votiamo questo disegno di legge.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media "Dante Alighieri" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media "Dante Alighieri" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame disegno di legge n. 141, inerente a "Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 141, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Si tratta di un tema assai complesso. Vediamo già le posizioni differenti che emergono nell'ambito della discussione, così come lo stiamo vedendo a livello nazionale. Ormai non c'è neanche più una posizione di tipo politico-partitica, ma vi è una libertà di coscienza che viene generalizzata, nell'ambito della discussione a livello nazionale, che necessariamente ha una valenza anche a livello locale.
Bene hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto: sembra ci sia un'azione eterodiretta - forse per parlare di famiglie - tra l'attività di discussione in ambito nazionale rispetto ad una discussione che stiamo facendo in Aula in questo momento.
Il concetto è, a mio modo di vedere, costituito da tre elementi che vanno considerati: un elemento etico, uno politico ed uno programmatico.
L'elemento etico è che ciascuno di noi ha le proprie considerazioni e quindi, nell'ambito delle proprie considerazioni, della propria cultura e delle proprie esperienze, decide ciò che è giusto e ciò che non è giusto.
Attenzione, però, che, in un ambito di organizzazione dello Stato, l'aprire i cancelli a tutto e a tutti crea una serie di problematiche che vanno ad incidere profondamente sull'economia dello Stato stesso, cosa che poi si ribalta nell'ambito delle economie regionali.
La domanda che oggi mi pongo - e spero che, più che dai banchi del Consiglio, arrivi un'indicazione in merito dai banchi della Giunta - è cercare di capire, prima di entrare nel merito politico e programmatico qual è la filosofia della politica della famiglia dello Stato italiano così pure qual è la filosofia della politica della famiglia della Regione Piemonte.
Ci sembra questa la lacuna, perché, al di là di vedere che tipo di famiglia (e qui rientriamo in quanto detto poc'anzi, cioè che il problema è etico), rileviamo l'assenza di una politica complessiva che vada a definire qual è l'esaltazione della famiglia. Evidentemente, ciò pone una serie di problemi fondanti sulla stessa esistenza della società italiana.
Voi sapete che in altri Paesi - ad esempio la Francia e paesi più all'avanguardia su queste discussioni come il nord Europa - tutto è partito da una certa politica della famiglia, per poi definire qual è il tipo di famiglia che si intende e cosa si intende, nell'ambito della discriminazione (come è stato detto poc'anzi); quali sono le famiglie in senso lato, cioè la costituzione di famiglie che possono disporre di un reddito, di abitare in una casa adeguata rispetto alla composizione della famiglia stessa, di progettare, generare e crescere dei figli e di offrire adeguata cura ai componenti disabili e non autosufficienti.
Noi parliamo di discriminazione, ma stiamo correndo verso una valutazione che, se è pur vero che esistono discriminazioni sulle nuove tipologie di famiglia, la politica è comunque assente sui temi della mobilità dei disabili, del turismo degli stessi, cioè sulla disabilità nell'ambito di questa Regione. Diteci se non è vero! Non esiste una politica regionale sulla disabilità e quindi, se c'è una discriminazione, è evidente che sta in questo settore. E questo non è stato fatto, dal momento in cui io sono seduto su questi banchi; invece si corre a vedere se la famiglia è composta tra due donne o due uomini. E' così! Leggendo questa legge mi sembra di comprendere che domani, nel momento in cui venisse applicata, una coppia, una famiglia costituita - usiamo un termine magari poco comune in questo momento - da due donne o da due uomini possono accedere - mi sembra di comprendere - alla graduatoria per l'ottenimento di una casa.
Questa è la cosa che, dal punto di vista etico, pone una serie di problematiche, perché se incominciamo a dire che, nell'ambito di una famiglia, due donne o due uomini possano progettare, generare e crescere figli.
Evidentemente, fino a prova contraria, non hanno possibilità di generare, ma probabilmente hanno possibilità di progettare. Diventa quindi fondamentale il fatto che, dietro alla costruzione di una nuova famiglia vi sia una progettazione del figlio, e non più la possibilità di generare.
Voi capite che i principi - per come è scritta la legge - che andiamo ad affrontare in ambito amministrativo, a nostro modo di vedere, hanno una pericolosità, non solo manifesta all'interno della legge, ma reale nel momento in cui la stessa verrà attuata.
Qui sta il concetto politico, e vengo al secondo punto della discussione: che razza di politiche vi sono, rispetto a ciò che stiamo discutendo.
Qui stiamo discutendo la possibilità di diffondere politicamente il fatto che i diritti sono per tutti, anche per famiglie composte da persone dello stesso sesso, in assenza di una contribuzione economica per lo sviluppo complessivo di una politica della famiglia, anche delle famiglie che tradizionalmente sono quelle che noi consideriamo.
Non vi è, dietro questo fatto, invece di discutere qual è la programmazione affinché si generino, si crescano e si programmino in senso naturale (per quanto ci riguarda) dei nuovi figli, perché questo è uno dei problemi enormi della società e probabilmente è uno dei problemi enormi anche del Piemonte il fatto che le nascite sono vicine allo zero o sono addirittura, in senso negativo.
Bene, qual è la politica della famiglia che viene generata e predisposta nell'ambito di questa legge? Non c'è, perché sappiamo benissimo che, al di là di un'affermazione di principio, mancano, poi, le economie per lo sviluppo della legge e della politica delle famiglie.
Scendiamo al livello programmatico, cioè a ciò che questa legge comporterà il giorno dopo la sua applicazione. Noi pensiamo, Assessore, e lo dico all'Aula, che una volta fatta la conferenza stampa di principio dove la Regione Piemonte si porrà all'avanguardia rispetto alle idee di taluni che stanno in Consiglio, poi la legge non sarà applicata, perch diventa un problema con delle implicazioni estremamente complesse. Al di là di una semplice scrittura delle norme della legge stessa, non si sa dove si va a finire, pertanto l'applicazione di questo provvedimento sarà difficile.
Noi vorremmo, però, mettervi in condizioni di ragionare su una tematica un po' più complessa e completa, su cosa significa essere oggi una famiglia, cosa significa vivere quotidianamente in una realtà dove l'economia è sempre più in crisi, dove il posto di lavoro fisso diventa difficile, perché il precariato è protagonista nell'ambito dell'economia in cui viviamo oggi.
E' questo il principio su cui vorremmo indurvi a ragionare, non sulla semplice legge. Peraltro, in un momento così difficile, passiamo ore e ore in quest'aula, invece di discutere di azioni programmatiche, di sviluppo della regione, di attività che si possono intravedere per i nostri giovani andando a definire se le coppie gay o le coppie diverse dalla famiglia tradizionale possono avere gli stessi diritti, quasi come se fosse l'elemento di assoluta emergenza del Piemonte.
E' per questo che non ci stiamo e non ci staremo. Su questa legge faremo la nostra battaglia, ma soprattutto vorremmo essere coerenti su un fatto: Assessore, e lo dico all'intera Giunta, ci opporremo fino a che non ci sarà una vera, completa e organizzata politica per la famiglia, a livello regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Inizio con una constatazione: siamo nuovamente di fronte ad un tema divisivo, che tocca anche le coscienze da vicino, rispetto alle personali convinzioni ed alla visione della vita, eppure è facile notare come sia un dibattito estremamente stanco, disattento e disinteressato: le stesse presenze in aula lo dimostrano, addirittura la postura dei pochi Consiglieri presenti lo sottolinea.
Questo accade perché il disegno di legge costituisce l'ennesimo passo di un processo davvero preoccupante ed anche un po' malinconico, ovvero di trasformazione dell'Aula da luogo di produzione normativa, da ala legislativa, a semplice lavatoio ideologico delle coscienze. E cercherò di spiegarmi.
Vedete, questo disegno di legge (come il precedente, che doveva trattare di contrasto alla violenza sulle donne e invece, evidentemente trattava di altro), e - penso - anche molti futuri, vedono saldarsi una sorta di asse un po' particolare, che potremmo definire "l'asse della fuffa", ovvero un asse che unisce schieramenti che spesso, le poche volte in cui siamo chiamati a esprimerci su una realtà vera, su azioni amministrative, sulla legislazione che davvero ha un impatto sulla quotidianità dei piemontesi, si dividono; quando, invece, si tratta di gareggiare in grottesche proclamazioni dei diritti umani con uno o due secoli di ritardo, allora trovano una grande coesione.
E, guarda caso, questo asse è composto da una parte politica, da quel centrosinistra che ha deciso, in questa pazza legislatura (mi riferisco non a quella regionale, ma a quella parlamentare), di abbandonare tutti i suoi crismi identitari sul lavoro, sulla partecipazione, sulla democrazia interna e rappresentativa, ed essendosi ritrovato del tutto orfano di riferimenti e di una carta d'identità, di un DNA politico, allora non ha trovato nient'altro che il tema del gender e del LGBT per cercare di risvegliare un'identità o una bandiera da sventolare, non più rossa, ma arcobaleno: non importa, almeno è una bandiera.
Dall'altra parte c'è il Movimento 5 Stelle. Non so se i Consiglieri piemontesi del Movimento si sono accorti che l'affondamento del Cirinnà e il rinvio (penso a data da destinarsi) di qualunque iniziativa legislativa sulle adozioni gay dipende esattamente dal leader del proprio movimento, o quantomeno - dal loro Gruppo parlamentare.



(Commenti provenienti dai banchi riservati ai Consiglieri del Gruppo Movimento 5 Stelle)



MARRONE Maurizio

Non so se li hanno avvisati: diteglielo anche voi.



PRESIDENTE

Scusate, colleghi.



MARRONE Maurizio

Cerchiamo di trasformare almeno questo momento in qualcosa di utile e in una presa di autocoscienza.
Poi, forse, proprio perché ne hanno preso atto, cercano di lavare le proprie coscienze, almeno individuali, nel proprio luogo di elezione quindi qui, in Consiglio regionale del Piemonte. E allora, via al disegno di legge contro le discriminazioni. Benissimo!



(Commenti provenienti dai banchi riservati ai Consiglieri del Gruppo Movimento 5 Stelle)



PRESIDENTE

Per cortesia!



MARRONE Maurizio

Presidente, contro le discriminazioni verso il pensiero altrui, mi sia consentito di terminare questo intervento, se si può.



PRESIDENTE

Consigliere Marrone, un attimo.



MARRONE Maurizio

Non è ancora stato approvato il disegno di legge contro le discriminazioni, però chiedo un anticipo di applicazione.



PRESIDENTE

Un attimo, così l'Aula si silenzia.
Grazie, Consigliere Marrone, può proseguire.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Questo per dire che ci stiamo apprestando ad approvare l'ennesimo disegno di legge che, a fronte di un'aulica proclamazione di tutti i diritti possibili, non porta assolutamente a nulla di nuovo nella realizzazione, nella garanzia concreta dei diritti stessi che si vedono proclamati.
Tra l'altro, arriva in ritardo su tutto: non so se siamo a conoscenza del fatto che, senza alcun intervento legislativo, che sia regionale o nazionale, le coppie di omosessuali e chiaramente non in quanto tali, ma quelle anagrafiche, già accedono e si vedono riconosciuti in procedimenti come l'emergenza abitativa per l'assegnazione delle case popolari. E' già così: non vi state inventando assolutamente nulla. E' così da anni, quindi cerchiamo di non creare questa attesa, questo pathos di incredibile rivoluzione dei diritti, perché non è così.
Personalmente, nella Commissione per l'emergenza abitativa del Comune di Torino ho già visto e assistito a casi di questo tipo e mi sento di rassicurare (non è in aula, ma lo lascio a verbale) il collega Sozzani sul fatto che, per esempio, a Torino non ha creato grandi rivoluzioni, nel concreto. Devo dire che la Giunta Fassino non discrimina, non crea corsie preferenziali: la casa non la dà a nessuno, né alle coppie eterosessuali n alle coppie omosessuali. In questo, devo dire che è molto equa e non discriminatoria.
Da un punto di vista formale, però, un nucleo anagrafico accede già a tutti i diritti ed a tutte le tematiche elencate in questa legge. Magari interroghiamoci sul fatto che stiamo litigando su a chi spetti prioritariamente il lavoro che non c'è, le case popolari che non stiamo costruendo, la sanità che stiamo tagliando, cioè tutti i diritti che vengono semplicemente negati e tagliati per tutti e non per chi appartiene ad un orientamento sessuale piuttosto che un altro o ad un'etnia piuttosto che un'altra.
Ma, veniamo a qualche piccola conseguenza, perché - in realtà - qualche aspetto pratico in questa legge c'è: non c'entra nulla con la garanzia dei diritti, ma c'è.
A parte il tema del finanziamento del solito circuito associazionistico e cooperativo rispetto al quale mi riconosco in pieno nell'intervento del collega Vignale che mi ha preceduto, sottolineo che quelle realtà che spesso troviamo nelle scuole ad insegnare ai ragazzini i grandi valori di tolleranza e di antirazzismo, poi sono le stesse (e ci sono inchieste penali che stanno facendo luce) che magari, per sollevare un euro rispetto all'assenza di euro su un appalto pubblico, poi mettono i rom, che dovremmo insegnare a rispettare e a voler bene, in social housing abusivi, di proprietà di personaggi noti alle cronache giudiziarie torinesi, come "ras delle soffitte".
Sono le stesse realtà cui noi diamo la patente di illuminazione culturale e progressista per andare a insegnare alle nuove generazioni qual è il valore dell'uguaglianza e della lotta alle discriminazioni etniche e razziali, quelle che fanno business delle persone rom, delle persone straniere e non del rom e dello straniero, intese come figure retoriche e astratte, su cui sproloquiare.
Al netto di questo passaggio, vorrei richiamare un punto che non è stato citato, ovvero la creazione di tutte questi reti e organismi di cui non si capisce poi quale sia la vera competenza, ma che intanto andiamo a creare riconoscendogli ovviamente legittimità, che contemplano, per esempio, il coinvolgimento dell'UNAR.
Cos'è l'UNAR? Forse non tutti sanno che è l'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, creatura per cui dobbiamo ringraziare in particolare il Ministro Kyenge. Forse dobbiamo anche ricordarci chi è il Ministro Kyenge, perché ultimamente potremmo essercene dimenticati, ovvero è quell'esponente del Partito Democratico che, senza aver mai sostanzialmente preso nessun voto, è stato messo in termini meramente rappresentativi ed estetici al Governo da Bersani e che poi Renzi ci ha messo un minuto a liquidare e togliere dal Governo stesso, perch evidentemente il contributo di quella persona non era effettivamente così ineliminabile.



(Commenti provenienti dai banchi riservati ai Consiglieri del Gruppo PD)



MARRONE Maurizio

Stavo spiegando che ha fatto l'UNAR, viene citato nella legge, se ancora si può. Allora diciamo in termini simbolici, non estetici.
Guardate, io ho un'esperienza personale di che cosa serve l'UNAR.
L'UNAR è sostanzialmente un ufficio legale che dipende ed è incardinato nell'Ufficio di Presidenza dei Ministri, perché da quando è stato sciolto il Ministero della Kyenge dal premier Renzi ed è stato accorpato insieme ad altre mille competenze, mi sembra prioritariamente a quella dei giovani e del lavoro, è di fatto un ufficio legale di intimidazione ideologica degli oppositori politici. Cioè questo è quello per cui si manifesta l'UNAR.
L'UNAR è un ufficio che, quando un Consigliere - a me è successo, ma è capitato anche a molti miei colleghi - per esempio, afferma che nei campi rom torinesi c'è un alto tasso di ospiti pregiudicati (dati alla mano, da accesso agli atti con casellario penale di sentenze andate in giudicato neanche di procedimenti in corso), che a Torino tale tasso è l'80% minori compresi, quindi la pressoché totalità, al netto di chi non è proprio fisicamente nell'età di poter delinquere; chi dice questo, chi dice che attorno ai campi nomadi sorgono discariche abusive, allora secondo l'UNAR è razzista. E allora sapete l'UNAR cosa fa? Gli scrive una bella diffida dal non permettersi di esprimere queste opinioni, e lo fa a esponenti di opposizione eletti dalla popolazione in Enti locali o anche in assemblee legislative come quella regionale. Questo è l'UNAR.
Personalmente, ma come tanti altri colleghi, lungi dal lasciarmi intimidire da questa prescrizione ideologica, mi sono limitato a rispondere chiedendo le prossime prescrizioni di mandarle in carta più soffice, per sinceramente, al netto di questa inutilità assoluta di questo genere di uffici, andiamo a inserirli e dargli un riconoscimento addirittura legislativo regionale con l'inserimento in quella che è, a tutti gli effetti, una legge dal momento in cui verrà approvata. E questo, guardate senza nessuna reale conseguenza pratica positiva di contrasto alle vere discriminazioni, perché le discriminazioni - e mi avvio alla conclusione di fatto non vengono in alcun modo realmente contrastate da questo testo di legge.
Semplicemente voglio richiamare la pesante ipocrisia che ci sta incatenando a un dibattito che, alla fine, si incardina sempre sulle sempre stesse tematiche da settimane, solo perché da settimane - concludo da dove ho iniziato - il Parlamento, in cui le vostre forze politiche rappresentative evidentemente non soddisfano le vostre aspettative, non porta a termine l'approvazione degli atti legislativi in cui voi speravate e con cui evidentemente avete anche preso degli impegni politici sul territorio, con manifestazioni ed altro.
Io spero solo che la liberazione del Parlamento dal disegno di legge Cirinnà liberi anche il Consiglio regionale da un dibattito, ormai del tutto autoreferenziale, su questo genere di proposte di legge che nulla hanno a che vedere con la vita reale dei torinesi e dei piemontesi qualunque sia il loro orientamento sessuale, di genere, piuttosto che appartenenza nazionale o etnica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Graglia.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Intervengo con una certa sofferenza - e la riconosco - su un tema molto importante. Mi considero un moderato e non ho problemi a dimostrarlo ogni giorno, ma su certi aspetti non posso non intervenire, e lo dico con convinzione.
Martedì scorso abbiamo votato una proposta contro la violenza sulle donne, che è stata stravolta con l'introduzione di alcuni argomenti forti che, secondo noi, nulla avevano a che fare con la proposta stessa, fra i quali i "gender".
Oggi discutiamo di discriminazioni e quindi il punto di partenza non può che essere.
Ho provato ma, come diceva prima il collega Vignale, mentre riconosco alla proposta del Movimento 5 Stelle una chiarezza fin dall'inizio e anche un coraggio, perché poi alla fine anche di questo si tratta, sulla proposta n. 141 questo aspetto non è contemplato, nel senso che crea una certa confusione, perché certi argomenti non sono così chiari, ma sono quasi nascosti all'interno di questa proposta e a me spiace, perché poi alla fine rischiano anche di condizionare il voto finale su un argomento importantissimo e degno di nota.
Ovviamente non discuto il punto di partenza, non discuto sulle discriminazioni - ci mancherebbe che ci fossero discriminazioni dal punto di vista sanitario, del ceto sociale o del colore della pelle! - ma contesto l'aspetto che riguarda il sesso, perché applica delle tutele a favore di coppie omosessuali che in parte non condivido. Ma parto anche dal presupposto che, in questo momento, non riusciamo neanche a tutelare gli italiani, che forse sono i più discriminati, non riusciamo a tutelare le famiglie e i disabili, e ci stiamo occupando di questo argomento come se fosse una priorità assoluta.
Ho già detto martedì scorso che sulle unioni civili e su certi diritti ho cambiato idea, dopo aver osservato la sofferenza di queste persone e capito il loro travaglio interno. Non cambio assolutamente idea su certi aspetti fondamentali, perché la mia coscienza cristiana non me lo permette.
Sono abituato ad ascoltare la mia coscienza e quello che chiedo a tutti è magari non di ascoltarla, perché è una parola forte, ma almeno di accorgersi di avere una coscienza.
Non posso assolutamente approvare il fatto che ci siano delle "lezioni" nelle scuole per quanto riguarda il gender, perché lo ritengo un aspetto che debba riguardare esclusivamente la famiglia. Io, se ho dei figli, mi arrogo il diritto di discutere a casa di certi argomenti e non sicuramente a scuola.
Non parlo della copertura economica, perché mi sembra irrisoria.
Abbiamo presentato alcuni emendamenti, che spiegheremo dopo, che cercheranno di mettere un po' di ordine in questa proposta, ma alcune riflessioni ritengo che siano d'obbligo e verranno sicuramente fatte dopo partendo anche dal fatto che probabilmente che stiamo andando oltre la nostra competenza regionale.
Ho ascoltato prima l'intervento del Consigliere Appiano e, pur rispettando tutte le posizioni, mi rendo conto che siamo su due posizioni abbastanza opposte, in quanto è giusto guardare in faccia la realtà. Lo capisco, nessuno nega l'esistenza di coppie omosessuali, ma assolutamente ognuno rimane della propria idea: io, partendo da un presupposto cristiano ho sicuramente un'altra posizione, che rivendico e della quale non mi vergogno assolutamente.
Oriana Fallaci, che non era proprio di destra, in un'intervista citava il fatto che lo Stato non può andare contro le leggi della natura. Ed io sotto certi aspetti, la condivido. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Avevo scritto delle cose, ma intanto mi piacerebbe dire ai tanti benzinai di odio, che continuano a non capire di che cosa stiamo parlando che sarebbe molto bello che ogni tanto leggessero un po' la letteratura internazionale o semplicemente anche i dati di competitività dei sistemi internazionali, per ritornare a quello che diceva qualche anno fa Richard Florida, cioè che le città con più talenti, le comunità con più tecnologia possono essere società aperte solo se sono società che hanno più tolleranza, sono più aperte in quanto hanno avuto la capacità di andare oltre le barriere, di andare oltre i muri, di vedere le loro piazze diverse.
Quindi, a chi continua a non capire, perché afferma "oddio, se si va nella nostra città, non sembra più la città di un tempo", dico che succede così a Berlino, a New York, a Londra e le società più competitive lo sono proprio perché quella creatività è fatta da quella "ibridicità", da quello stare insieme a persone diverse e anche a tante minoranze.
Per questo la legge ha come obiettivo principale quello di fornire alla nostra Regione una base giuridica più salda ed aggiornata contro ogni forma di discriminazione.
Però, ai Consiglieri del centrodestra, che sembra abbiano puntato tutta la loro offensiva su un solo elemento di discriminazione - forse ci sarà anche qualcosa di psicologico alle spalle di questa narrazione - ricordo: identità di genere, orientamento sessuale, colore della pelle, origine etnica o sociale, caratteristiche genetiche, lingua, religione, convinzioni personali, opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, appartenenza ad una minoranza nazionale, patrimonio, nascita, disabilità, età, cittadinanza e ogni altra condizione personale o sociale.
Chi meglio di una minoranza, anche politica, dovrebbe in qualche modo intestarsi questa battaglia? Ma chi come ognuno di noi non può ritrovarsi nelle parole di chi si sente spesso escluso, discriminato e non ha le parole per farsi rappresentare anche dentro le istituzioni? E non dai partiti, non dai politici, ma dalle istituzioni stesse.
Per questo parliamo nella legge di un nuovo lavoro che devono fare i garanti. Da essa derivano azioni concrete negli ambiti di competenza regionale (sanità, politiche sociali, diritto alla casa, al lavoro formazione professionale e istruzione). A cosa serve, si chiedevano alcuni colleghi, leggi che rimuovono ostacoli materiali e formali alla piena integrazione di tutto e tutti? Serve eccome, anche sul piano culturale quel piano che spesso sfugge a chi si appella ad un generico universalismo per dire che non c'è bisogno di una particolare attenzione per qualcuno o qualcosa.
Invece c'è bisogno, eccome! Una ricerca recente riportata dal CIRDI, il Centro di informazione su razzismo e discriminazione in Italia, ci rivela ad esempio che in Italia si riscontra la più alta percentuale in Europa di persone ostili alle minoranze, in particolare i rom - sì, Consigliere Marrone, proprio quelli - musulmani ed ebrei, con l'86% di persone che vedono con sfavore i rom, sei italiani su 10 sono diffidenti verso i musulmani, un italiano su cinque con qualche pregiudizio nei confronti degli ebrei. Stiamo parlando del 2014, anno in cui è stata fatta questa ricerca.
Il "Terzo Libro Bianco sul razzismo in Italia" a cura di Lunaria rivela un aumento esponenziale delle violenze e delle discriminazioni di stampo etnico e razziale. Dal 1° settembre 2011 al 31 luglio 2014 si passa da 156 a 2.566 segnalazioni. E' un dato enorme, che solo qualcuno che continua ad avere gli occhi chiusi dalla rabbia continua a non leggere.
Un altro capitolo: l'Italia è fra i Paesi più sessisti d'Europa - lo ricorda bene oggi La Stampa - nell'immaginario, nel linguaggio, nella rappresentanza politica; manca all'interno dei rapporti sociali materiali.
Nel 2014 le donne italiane rappresentavano il 42% degli occupati, il valore più basso di circa quattro punti percentuale rispetto alla media europea dei 28 Stati. Tuttavia le donne italiane occupate risultano ben più scolarizzate dei colleghi; infatti, tra gli occupati con titoli universitari prevalgono le donne, con una quota che supera anche il valore riferito della media europea (51%).
Ciò nonostante, il potenziale delle donne in termini di capitale umano è meno valorizzato sul mercato del lavoro italiano sia dal punto di vista delle posizioni occupate sia dal punto di vista del reddito percepito.
Infine, secondo uno studio condotto dall'Unione Europea nel 2014 su un campione di 93 mila persone, l'Italia è il Paese più discriminatorio in Europa nei confronti delle persone omosessuali. Ai politici italiani va la maglia nera, cioè secondo gli intervistati sono i più omofobi d'Europa.
Alla domanda su quanto sia diffuso il linguaggio offensivo da parte dei politici verso le persone LGBT, l'Italia ne esce umiliata: il 91% ritiene che i nostri rappresentanti usino diffusamente un linguaggio discriminatorio.
Lo dico proprio ai Consiglieri Graglia e Sozzani: se ho un rammarico è proprio quello di non aver messo in questa legge una norma sul razzismo istituzionale che troppo spesso continua a pervadere le discussioni anche in questo Consiglio.
Come ben sappiamo, siamo gli unici a non avere ancora alcuna forma di riconoscimento delle coppie gay e dei loro figli. Ma su questa discussione bene hanno fatto i colleghi a non mischiare i temi.
Sarebbe importante - lo dico soprattutto agli organi di informazione tradizionale - che tutti facessero uno sforzo per ospitare i dibattiti politici più seri, oltre al delirio rabbioso di personaggi tanto imbecilli.
Parlo dei tanti che, purtroppo, vengono ospitati nelle nostre trasmissioni TV, che pensano ancora che l'africano sia delinquente per natura, che lo stupratore sia tale per manifesta inferiorità razziale, che il mussulmano è il terrorista per fede. Vi sono stati messaggi più ambigui: troppi soldi agli immigrati e nessuno agli italiani, gli italiani vengono discriminati eccetera. Quanto razzismo c'è ancora dietro a discorsi del tipo "l'immigrazione porta l'ISIS, aiutiamoli a casa loro, fermiamo le morti in mare distruggendo i barconi". Ecco, dietro a tutto questo c'è un cuore nero di puro e semplice razzismo.
Gli organi d'informazione aiutino tutti a capire, la politica e il mondo intellettuale battano un colpo, dicano qualcosa a proposito. Non è più tempo di continuare a comprendere il disagio di chi dice: "Non sono razzista, però sono troppi, delinquono, stuprano, rubano il lavoro, sono sporchi", eccetera.
Ecco, chi dimentica che i reati in sé sono sempre compiuti da singole persone e non da un'etnia, che la responsabilità penale è per legge individuale non è uno smemorato, è semplicemente un rivenditore del franchising dell'odio.
Allora, se il centrodestra è tanto spaventato da questa legge, io sono molto contento.
Se loro si sentono limitati nelle loro parole d'odio, io sono contento.
Se queste parole d'odio pervadono le leggi è bene che quelle leggi vadano a casa! E se questa legge è una legge di principio che serve che in futuro anche altre maggioranze non prendano la parola contro i diritti delle minoranze, allora questa è una buona legge. Anche se non ha soldi anche se è una legge di principio. Se qualche persona transgender potrà dire, dopo che l'ha fatto il Consiglio regionale, che vuole un badge con un altro sesso, perché è quello che rivendica anche prima della sua operazione, resa quasi sempre impossibile in questo Paese, io sono contento! Se qualcuno potrà andare dal Garante dei diritti e dire che è stato discriminato perché le nostre leggi non prevedono la parità, allora io sono contento, e se voi siete un po' offesi, mi dispiace tanto, ma questa è la democrazia e la democrazia prevede prima di tutto che quelle minoranze siano rispettate e abbiano la possibilità di rivendicare i propri diritti davanti a un Ente terzo che è diverso da un proprio politico di appartenenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Sul tema in questione, sul disegno di legge, ma anche sulla proposta di legge presentata dalla Consigliera Batzella, ovviamente, esprimiamo il nostro favore e non ci piace nemmeno che si usino dei "benaltrismi" per dire che ci sono sempre cose più importanti di cui parlare, sempre cose più importanti da fare piuttosto che di occuparsi dei diritti delle persone.
Ci sono cose importantissime che possiamo e dobbiamo fare, facciamole.
Pensiamo a dare dei diritti fondamentali a delle persone a livello nazionale, così come a livello regionale e poi ci occuperemo delle altre cose altrettanto importanti.
Però, vorrei fornire una risposta specifica e cercare con questo anche di fare un modesto servizio di informazione e di riaffermazione dei fatti perché anche il Consigliere Marrone ha fatto una ricostruzione rispetto ai fatti legati al disegno di legge Cirinnà che, mi spiace, non rispecchia la realtà.
Poiché mi pare che alcuni concetti non siano arrivati a qualcuno o meglio, a qualcuno non sono arrivati, a qualcun altro sono arrivati, ma non fanno comodo allora li ripeto anche qui, così a furia di ripetere le cose magari qualche concetto in più passa.
Il Movimento 5 Stelle è totalmente a favore del disegno di legge Cirinnà, è talmente a favore che già al suo ingresso in Parlamento ha presentato analoghe proposte di legge, una delle quali anche a firma del collega e soprattutto dell'amico Alberto Airola, ed è talmente d'accordo con il disegno di legge Cirinnà che non ha presentato emendamenti. Se ci conoscete un po', qui in Regione come anche a livello nazionale, sapete che quando non siamo d'accordo con qualcosa, di emendamenti ne presentiamo un buon numero, di merito e anche magari un po' meno di merito, per aprire la discussione.
Quindi, l'essere a favore di un determinato provvedimento, per quelli che sono i nostri principi, comunque non ci permette di fare adottare dei metodi che stravolgono la democrazia e che tolgono il diritto di parola agli altri, anche a colleghi come Marrone che critica la posizione del Movimento 5 Stelle. In Parlamento si è cercato anche di dare loro la possibilità di parlare e di fare i loro emendamenti. Anche qui in Consiglio regionale è già capitato che magari su un determinato provvedimento non fossimo noi a fare ostruzionismo come a volte facciamo, ma magari fossero i colleghi di centrodestra e ci siamo comunque espressi contro qualsiasi forma di contingentamento quando siamo in Conferenza dei Capigruppo. E' sempre successo, è successo da parte nostra, così come è successo da parte dei colleghi del centrodestra. Questi sono fatti.
D'altra parte, si è detto subito a livello parlamentare che noi siamo disponibili a votare la Cirinnà subito, così com'era. C'è stato un voto contrario in aula del Senato a votarla subito e il voto contrario è stato quello della maggioranza. Quindi, se non si riesce a mandare avanti il disegno di legge Cirinnà è perché ci sono dei contrasti a livello di maggioranza, ci sono contrasti a livello del PD.
Per far passare provvedimenti iniqui e anticostituzionali come la riforma elettorale o la riforma del Senato certe maggioranze ci sono, ma non si capisce perché non ci siano quando devono passare provvedimenti che danno dei diritti sacrosanti a delle persone che li aspettano da anni e per i quali da anni anche l'Europa ci chiede di intervenire. Quindi quello è assolutamente un pretesto per coprire le divisioni all'interno della maggioranza e, del resto, si vede che Renzi ha già aperto un confronto con Alfano per stravolgere la legge. Diciamo anche le cose come stanno, perch lo stesso Presidente Grasso ha ammesso che non è vero che ci sarebbero tempi biblici. Grasso è Presidente del Senato e, fino a prova contraria, è del PD ed ha ammesso che non ci sarebbero tempi biblici per discutere quel provvedimento e che ci sono strumenti diversi dal "canguro" per eliminare un certo numero di emendamenti e far sì che ci siano meno votazioni segrete.
Quindi, se si vuole fare, lo si fa da subito in Senato. Pertanto, anche su questo, cortesemente, non si dicano falsità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Allemano.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Voterò con convinzione questa legge. Tra l'altro, trovo un po' curioso che proprio chi ritiene inutile soffermarsi su una legge che interviene sui pari diritti e sull'equità continua a marcare il tempo su questa legge come se non solo fosse non opportuna, ma si impedisce di andare oltre.
Credo assolutamente normale che una sede come questa si occupi dei diritti delle persone.
Qualcuno diceva, prima, che dovremmo occuparci di casa e di lavoro: ci mancherebbe! Ma noi abbiamo vissuto delle stagioni in cui la casa, il lavoro e i diritti fondamentali erano riservati ad alcuni e non a tutti. Io sono andato a vedermi l'altro giorno il n. 7 di Via dell'Arcivescovado, la prima sede dell'Einaudi, perché ho letto il libro di Antonio Scurati "Il tempo migliore della nostra vita".
Ebbene, personaggi come Leone Ginsburg hanno tenuto alto il nome di questa Città in uno dei periodi peggiori - il ventennio fascista - e hanno poi lasciato la vita - la vita! - perché qualcuno riteneva, appunto, che alcuni non fossero portatori di diritti al pari degli altri; ed avevano il colore della nostra pelle, insomma: erano "soltanto" ebrei. Mi sembra quindi che a 200 metri da quel luogo parlare di diritti e garantirsi un non ritorno di ondate di razzismo, o quantomeno di intolleranza, sia una cosa buona e giusta.
Che poi il nostro Paese non viva un periodo eccellente dal punto di vista della maturità è stato ampiamente richiamato da interventi precedenti, quello di Grimaldi in modo particolare. Quindi, mi pare che non solo sia necessario, ma anche urgente, cercare di recuperare un gap culturale che stiamo pagando tutti in termini di invecchiamento e anche di imbarbarimento delle nostre prassi.
La seconda cosa che intendo dire - e concludo, perché tengo a stare nei tre minuti - è che trovo molto faticosa una politica che vuole normare la vita; ma molto faticosa: io non la farei. Io penso che il compito della politica sia magari quello di non nuocere, se possibile; sicuramente quello di creare pari opportunità e di assecondare le scelte delle persone.
Se dovessi stabilire qual è la famiglia ideale, quanti figli deve avere e di che colore, lo troverei un lavoro, oltre che mortificante, anche molto faticoso. Preferisco fare in modo che le persone si uniscano in base al loro sentire e in base al capitale di amore che mettono in gioco e credo che questo sia l'unico modo per mandare avanti una società. Normare pretendere che le persone siano lì ad aspettare che noi decidiamo cosa devono fare mi sembra antistorico, oltre che abbastanza stupido.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Allemano.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Vorrei solo dire che non voteremo questa legge semplicemente perch ammantata da una nebbia di ipocrisia che comunque avvolge tutto il Paese, e non solo. Ci terrei però a richiamare l'attenzione di tutta l'Aula sulle ultime statistiche: l'indice mondiale sulla differenza di genere, che da zero a uno misura il divario tra uomini e donne in base a criteri economici, politici e sociali, pone l'Italia nel 2015 sessantaseiesima su 136 Paesi. E io credo che ovviamente su questo occorra assolutamente fare una seria riflessione.
Lo dico all'Assessora Cerutti, perché è veramente lodevole l'impegno che stiamo mettendo, ma è ovvio che poi, al di fuori di quest'Aula l'ipocrisia regna sovrana.
Non è elegante se faccio un accenno mio personale, ma io ho iniziato a far politica dall'età di 16 anni e ancora oggi, su tutte queste schifezze di giornali - dopo che ho vinto alla Provincia, che sono stata la più eletta del centrodestra, che ho lavorato, che ho tirato su una famiglia e che ho fatto tutto -, non sono chiamata con il mio nome e cognome, ma sono ancora "Lady Calderoli". Andate anche sul blog dei grillini.



(Commenti fuori microfono)



GANCIA Gianna

E quindi voglio dire che l'ipocrisia regna sovrana. Non ha senso fare delle leggi quando poi, nei nostri comportamenti quotidiani, non siamo conseguenti.
E, anche a proposito del razzismo istituzionale, è vero che quando qualcuno di noi, di destra, dice qualche frase, si scatenano i giornali quando Battiato dice che tutte le donne di destra sono troie, invece, si fa un giorno di piccola polemica. E questa è la verità!



(Commenti fuori microfono)



GANCIA Gianna

E' assolutamente quel che è successo.
Allora, è anche giusto che non si vada in una sola direzione, ma che ci sia rispetto per tutti. Non credo infatti che ci sia differenza tra chiamare Gianna Gancia "la porcella", perché fidanzata del "porcello", e Cécile Kienge "orango": o distinguiamo tra gli animali, oppure.
E non credo sia stata presa alcuna mia difesa quando sulla Gazzetta d'Alba sono stata definita così.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Gancia.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, la parola all'Assessora Cerutti.



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

Grazie, Presidente, e grazie ai colleghi che sono intervenuti.
Io mi limiterò a fare alcune considerazioni, anche alla luce delle osservazioni fatte dai Consiglieri e dalle Consigliere.
Questo è un disegno di legge quadro, cioè ha l'ambizione - così come possiamo dire del disegno di legge 142, che abbiamo discusso la scorsa settimana - di intervenire, introducendo in questo caso un inquadramento normativo necessario a qualsiasi tipo di iniziativa che potremo assumere a partire, appunto, dalla sua approvazione. E' un disegno di legge quadro che viene ad inserirsi in un ambito in cui la Regione Piemonte non ha ancora, a differenza della legge che abbiamo approvato la scorsa settimana, una normativa.
Per quanto riguarda il disegno di legge n. 142, infatti, noi avevamo già due leggi che abbiamo inglobato e arricchito; in questo caso non esiste una legge che riguardi la lotta alle discriminazioni e bisogna aggiungere che non esiste neanche, al momento, una normativa nazionale generale su questo ambito.
A differenza di alcuni interventi che hanno voluto sottolineare solo un tipo di discriminazione, questo disegno di legge riguarda tutti sottolineo tutti - i tipi di discriminazione, dedotti dalla normativa nazionale, intesa come Costituzione, e parimenti dalla normativa europea che è stata citata anche dalle relatrici del provvedimento.
In particolare, ci riferiamo all'articolo 21 della Carta dei Diritti dell'Unione europea che riguarda, appunto, la non discriminazione. Risulta quindi che è vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata su tutte le tipologie che già avete voi elencato - dunque tutte: non soltanto quelle legate all'orientamento sessuale -e, tra l'altro con un aggiornamento, che abbiamo già più volte discusso anche in Commissione con riferimento all'importanza dei nomi e dei termini che usiamo, che supera il termine "razza".
Dico questo per ricordare in Aula che questo disegno di legge è il frutto, anche, di un percorso di consultazione partecipata che abbiamo fatto (anche on line) con le associazioni e poi di un lavoro in I Commissione, in modo da arrivare ad un testo che potesse recepire tutte le richieste di modifica, anche legate ai termini utilizzati, in un'ottica di attenzione - come per il disegno di legge n. 142 - anche al linguaggio di genere.
Nello specifico - è già stata ampiamente illustrata anche la sequenza degli articoli - vorrei solo aggiungere che, oltre al fatto che con queste norme noi introduciamo delle azioni, o comunque un contesto nel quale possono poi essere definite delle azioni, contro ogni tipo di discriminazione, è chiaro che andiamo anche a considerare quali sono le istituzioni di parità e antidiscriminatorie, quindi andiamo a definire una rete; così come consideriamo, nell'articolo 1, anche il fatto che possano esservi più motivi di discriminazione che si vanno a sommare fra loro; e credo che anche questo sia un aspetto importante.
Gli ambiti su cui andiamo ad intervenire sono quelli di competenza regionale. Anche a questo proposito, quindi, credo che le tesi e le considerazioni fatte rispetto ad una legge di principio che fa delle enunciazioni che però poi non hanno possibilità di applicazione possano essere confutate dal fatto che andiamo poi a specificare gli ambiti di intervento.
Vorrei, ancora una volta, andarli a ricordare: salute, politiche sociali, diritto alla casa, formazione professionale e istruzione politiche del lavoro, promozione dell'imprenditorialità e responsabilità sociali delle imprese, attività culturali, turistiche, sportive, ricreative e commerciali, formazione e organizzazione del personale regionale comunicazione, trasporti e mobilità.
Pertanto, un'attenzione a 360 gradi.
Come ho già detto, nell'articolo 1 - e lo riprendo - viene considerata la rete regionale che andrà a lavorare nella lotta contro le discriminazioni, la rete regionale che ha il compito di accogliere e orientare le vittime, un nodo per ciascuna provincia, e le reti territoriali.
Da questo punto di vista, abbiamo definito, all'articolo 13, il Centro regionale contro le discriminazioni. In particolare, un po' di lavoro interdirezionale contro le discriminazioni, coordinato dal Centro regionale, è composto da un rappresentante di ciascuna delle Direzioni regionali, proprio per dare una concretezza di carattere organizzativo alla trasversalità, all'attenzione ai diversi ambiti su cui - ripeto - la Regione può intervenire, un rappresentante del Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità e, in particolare, abbiamo ancora la rete con la Consigliera o Consigliere di parità regionale, il Difensore Civico regionale, il Garante dei detenuti e il Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza.
Sono tutti soggetti che possono operare e che devono operare in rete.
Da questo punto di vista, consideriamo importante l'affermazione di principio, ma anche l'organizzazione puntuale dell'attività. Nella legge c'è l'impegno ad elaborare, entro 180 giorni dalla sua approvazione, un piano regionale, su cui potremo lavorare insieme, che preveda puntualmente le azioni specifiche previste.
Abbiamo previsto, inizialmente - e ritorno sulla questione delle risorse - uno stanziamento di 150 mila euro per le iniziative di sensibilizzazione e formazione del personale, prevenzione dei casi di discriminazione, ed un fondo regionale di 100 mila euro annue, per le vittime di discriminazione.
Abbiamo, però, la possibilità, come già definito nell'articolo concretamente, di integrare questi fondi regionali con fondi nazionali ed europei. Proprio in questo periodo parteciperemo ad un bando riguardante le azioni contro le discriminazioni, che attinge risorse dal fFondo asilo migrazioni e integrazione, ed avremo anche la possibilità di andare a considerare le risorse del Fondo Sociale Europeo.
Ciò non toglie che abbiamo preso un impegno ad un incremento, nel momento in cui andremo a discutere il bilancio nella sua completezza.
Quindi, abbiamo la presunzione di lavorare indipendentemente - ci tengo a dirlo - dal dibattito nazionale. E' una casualità che i due momenti coincidano, anche perché questi disegni di legge li abbiamo presentati e chiusi come lavoro di elaborazione già nell'autunno dell'anno scorso. Li abbiamo ripresi nel momento in cui è finita la discussione sul bilancio quindi ci inseriamo fra una sessione di bilancio e l'altra.
Pertanto, probabilmente alcuni Consiglieri mi considerano più brava di quello che sono: non ho la capacità di andare ad individuare e far coincidere la discussione in Consiglio con quella nazionale. Vi ringrazio di quest'alta considerazione nei miei confronti.
Ritengo che abbiamo la possibilità di dare concretezza al nostro lavoro contro le discriminazioni, ricordando (e lo faccio puntualmente) i dati che sono già stati riportati nel dibattito, che sono dati pesanti per il nostro Paese, relativi ad una discriminazione sistematica, una discriminazione economica, sociale e culturale nei confronti di portatori di differenze di vario tipo.
Voglio riprendere un aspetto che è stato toccato solo in parte dal Consigliere Grimaldi: il fatto che queste discriminazioni hanno ricadute negative anche sulla crescita economica, così come viene ricordato oggi, in un articolo cui faceva riferimento la Consigliera Gancia. Queste discriminazioni impediscono a milioni di persone di sviluppare tutto il loro potenziale, anche quello lavorativo.
Avremo sicuramente modo di continuare questa discussione, affrontando i singoli emendamenti. Auspico che la nostra Regione possa fare un passo avanti sul tema dei diritti civili, che - ripeto - ha una connessione con tutto quello che è lo sviluppo della nostra comunità regionale. Avremo così, modo di recuperare un ritardo di dieci anni, perché la Giunta regionale aveva licenziato, nel 2006, un disegno di legge contro tutte le discriminazioni, che noi riproponiamo, aggiornandolo rispetto a quello che si è modificato nel tempo e rispetto a quello che è stato il nostro lavoro.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Cerutti.
Ricordo all'Aula che alle ore 15.30 è convocata una seduta di I Commissione, per un parere su un emendamento presentato dalla Consigliera Batzella, oltre ad una decisione che la Commissione dovrà assumere, per delle consultazioni riferite al CAL.
La proposta dell'orario è per le 15.30, perché le Consigliere dovranno trovarsi per girare uno spot. Se siete d'accordo, l'interruzione può essere utile per fare entrambe le cose, in modo da ottimizzare i tempi.
Pertanto, al termine della discussione dei question time utilizzeremo quella mezz'ora per la seduta di I Commissione ed anche per girare gli spot.
Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Porchietto, Marrone: Al comma 2, dell'articolo 1, del disegno di legge n. 141, le parole: "nazionali e internazionali" sono soppresse.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa, ma visto che stiamo parlando di questo, e visto che sono stata citata, essendo io la prima firmataria dell'emendamento, volevo mettere in evidenza che, se alle tre e mezza è convocata la I Commissione non ci possiamo allontanare.



PRESIDENTE

Facciamo alle ore 16 la convocazione della I Commissione. Quindi riassumendo, alle ore 15.50 quel lavoro con le Consigliere e alle 16 la I Commissione.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione dell'emendamento n. 1).



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa, ma per capire ed organizzarci, i lavori del Consiglio diciamo quelli da firma per intenderci, inizieranno alla conclusione della I Commissione?



PRESIDENTE

Prima facciamo la trattazione dei question time, poi i lavori riprenderanno alle ore 16.



VIGNALE Gian Luca

La I Commissione è alle ore 16?



PRESIDENTE

Allora, vedendo il numero dei question time di oggi, potremmo terminare intorno alle 15.30.
Ci sarà questa attività con le Consigliere alle 15.30 e poi alle 16 inizia la I Commissione. Posso immaginare che la seduta di Commissione sarà molto breve, quindi i lavori del Consiglio potrebbero iniziare alle ore 16.15.



VIGNALE Gian Luca

Va bene. Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 1) prevede di abrogare le parole "nazionali ed internazionali".
L'articolo 1, comma 2, recita: "La Regione dà concreta attuazione ai principi e alle finalità della presente legge in raccordo con le Istituzioni di parità e antidiscriminatorie locali, regionali, nazionali ed internazionali".
Se con una norma regionale possiamo impegnare le Istituzioni di parità e antidiscriminatorie locali e regionali, individuando le Consigliere di parità della Regione Piemonte, impegnare a partecipare, in una concreta attuazione, quelle che sono le Istituzioni nazionali ed internazionali credo ci sia una maggiore difficoltà.
Nulla ovviamente lo vieta, ma, nel rispetto delle attività della Regione Piemonte, o anche delle amministrazioni locali con cui è fattiva una collaborazione, diventa più complicata una concreta attuazione con aspetti nazionali ed internazionali.
Ovviamente non verrebbero meno, perché c'è una possibilità di farlo, ma si avrebbe molta difficoltà, salvo non dare un enunciazione che difficilmente si trasformerà poi in un atto concreto, attuando quanto previsto all'interno del comma 2.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Graglia; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Ha già spiegato molto bene il collega Vignale: poiché le competenze sono regionali, questo emendamento, che è un emendamento di merito, è assolutamente di buonsenso.
Se mi permette, Presidente, prendo un minuto per dare una risposta al collega Grimaldi, essendo comunque inerente all'argomento.
Sono state usate parole forti, citando me ed il collega Sozzani. In piena coscienza ricordo cosa ho affermato pochi minuti fa, non avendo ancora l'Alzheimer, e lo confermo. Non mi sento assolutamente un razzista.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



GRAGLIA Franco

Beh, l'ha detto tu, Grimaldi, hai detto Graglia e Sozzani, e a meno che qui in Aula non ci sia mia sorella (che non c'è), sono io.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



PRESIDENTE

Per favore, permettiamo al Consigliere di terminare.



GRAGLIA Franco

Non ho un cuore nero, ma ho un cuore.
Non sono offeso da questa proposta di legge e non mi permetto di parlare a nome degli altri componenti del centrodestra, ma non sono spaventato.
Democraticamente avete tutto il diritto di presentare una legge e democraticamente ho tutto il diritto di dire che non ne condivido una parte. Ho anche detto che, poiché non condivido una piccola parte che riguarda l'identità sessuale, mi spiace che sarà coinvolto il voto finale su una parte che invece condivido.
Sulla questione cristiana che mi compete, e che mi sta più a cuore di tutto, ti dico questo, e mi permetto di darti del "tu": se Dio ha creato la famiglia uomo e donna, io condivido la famiglia uomo e donna. Questo per te può dire niente o può dire tanto. Per me vuole dire qualcosa.
Ho anche detto che ho cambiato idea su una parte dei diritti sulle unioni civili. La mia posizione è questa: non me ne vergogno e la voglio dire, ma non per questo mi considero un razzista.
Poi, se ti fa piacere perché devi difendere la tua posizione, o perch devi fare, come bene o male facciamo tutti, una marchetta, e quindi deve essere forte il tono e devi indicare qualcuno che è intervenuto come razzista, va bene, ma non mi considero assolutamente un razzista.
Tutto qui.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
In realtà sono firmatario di tutti gli emendamenti presentati dal centrodestra, anche se ovviamente non può risultare ancora dall'Intranet.
Personalmente sono dell'idea, riprendendo quanto già detto dal collega Vignale, che dire "nazionali ed internazionali" dà il polso di quello che è il messaggio prettamente simbolico, ed anche con l'intenzionalità politica che si cela dietro.
Approfitto per rispondere all'Assessora Cerutti, che dice che è stata scritta prima la legge e non c'è un collegamento con il dibattito in Parlamentare. Però la calendarizzazione sì! E' un dato di fatto.
Adesso, per favore, non venite a raccontarci che è una calendarizzazione casuale qui in Consiglio regionale rispetto al dibattito in Parlamento sul "Cirinnà", perché semplicemente non ci crede nessuno anche perché si perderebbe il senso della battaglia che volete portare avanti.
Veramente non capisco perché in questa sede bisogna nascondersi dietro ad un dito, quanto poi nei comunicati stampa, nelle conferenze stampa o nelle manifestazioni arcobaleno si rivendica legittimamente quello che viene fatto con questi disegni di legge.
Sicuramente, il fatto che si cerchi sempre di far assurgere un respiro nazionale, o addirittura internazionale, ad una normativa regionale, a mio modo di vedere deriva anche - e lo ripeto in questa sede - dalla frustrazione che state vivendo rispetto al disegno di legge Scalfarotto.
Cerchiamo, però, di arrivare anche ad un dunque: siete voi al Governo. Se voi lanciate, con una vostra componente, una proposta.
Peraltro, anche in questa sede voglio rallegrarmi per la mancata approvazione perché, tra le tante cose di principio giusto, inserire anche un reato di opinione nel Codice penale.



(Commenti fuori microfono)



MARRONE Maurizio

Ne abbiamo già visti abbastanza. Qua vedo sempre citato il ventennio spesso anche fuori luogo. Vorrei ricordare a tutti che era quello il periodo in cui i reati di opinione proliferavano e vedo un certo ritorno di proliferazione anche senza richiami espressi all'ideologia fascista.
Evidentemente, i totalitarismi sanno ripresentarsi anche sotto altre insegne.
Tutto questo per dire che non capisco perché dovete inserire una normativa antidiscriminazione regionale, quando la competenza è ovviamente nazionale, e in sede nazionale non vi è riuscita.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Porchietto, Marrone: Al comma 2, dell'art. 1 del disegno di legge n. 141, le parole: "e con l'associazionismo" sono soppresse.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che riteniamo significativo, unitamente ad altri che abbiamo presentato. Come sempre, nella presentazione di emendamenti, non tutti sono uguali.
Mentre quello precedente aveva una finalità di buona scrittura della norma, questo è invece sostanziale.
Cosa dice il comma 2 dell'articolo 1? Recita: "La Regione dà concreta attuazione ai principi e alle finalità della presente legge in raccordo con le istituzioni di parità e antidiscriminatorie locali, regionali, nazionali ed internazionali, promuovendo la collaborazione con gli enti locali e il dialogo con le parti sociali e con l'associazionismo".
Gli Enti locali sono un aspetto: sono, evidentemente, il sistema della Pubblica Amministrazione. Le "parti sociali" rappresentano tutto quel mondo che non è Pubblica Amministrazione, ma che in qualche modo ha volontà di rappresentare i differenti soggetti potenzialmente discriminati.
Perché noi vogliamo cassare la parte "con l'associazionismo"? Perch l'associazionismo è inserito, ovviamente, all'interno delle parti sociali.
Ma perché si inserisce all'interno della norma? Perché è ben evidente che se uno legge l'articolo 2 in combinazione con l'articolo 4 al comma 3 e con l'articolo 10, in cui si individua in modo puntuale che l'associazionismo cui facciamo riferimento è l'associazionismo legato alle associazioni che svolgono attività nel campo alla lotta alle discriminazioni di cui all'articolo 6, che riguarda razza, origine etnica e sesso, ci rendiamo conto che una parte della legge che stiamo discutendo, in particolar modo nella definizione all'articolo 2, è assolutamente non rispettata.
La domanda è la seguente: se associazionismo ci deve essere, e se noi vogliamo tutelare da discriminazione, per esempio, i soggetti per disabilità o per minoranza nazionale o per espressione politica, allora è evidente che dentro ci dovranno essere le associazioni franco-provenzali occitane e walser di questa regione, perché sono una minoranza nazionale (è riconosciuta la norma); ci dovranno essere le associazioni dei pazienti disabili, perché sono una delle categorie che intendiamo tutelare rispetto alla discriminazione. Invece queste associazioni non ci sono: nella norma sono assenti! Perché è assolutamente evidente che è una norma.
E' sufficiente che rilegga la legge che ha scritto, l'articolo 4, comma 3 e l'articolo 10: comprenderà bene che i commi - tant'è che anche quelli intenderemo emendare - intendono individuare associazioni che si occupano di discriminazione per razza, per etnia o per sesso, non per altro.
Ci domandiamo il perché: è evidente che quello interessa, e non altro.
E perché quello interessa? Interessa perché è evidente che è un mondo ristretto, ma molto attenzionato in particolar modo rispetto a quella che è la contribuzione pubblica, che non si può non inserire all'interno della legge, così com'è stato inserito all'interno del disegno di legge n. 142 in cui non abbiamo discusso solo della lotta alla violenza, perché non ci siamo dimenticati di inserire quali sono i beneficiari dei quattro soldi che c'erano in quella legge. Ovviamente, i beneficiari sono di nuovo gli stessi soggetti.
Noi crediamo intanto che l'associazionismo faccia parte delle parti sociali e quindi non si debba inserire. O, qualora si inserisca - lo riprendiamo negli emendamenti successivi - debba essere esteso a tutti i soggetti che intendiamo tutelare da discriminazione.



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, aveva tre minuti di tempo per l'illustrazione dell'emendamento. Sta intervenendo da oltre quattro minuti.



VIGNALE Gian Luca

Chiedo scusa.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani.
Collega, le ricordo che, essendo il secondo firmatario, ha due minuti di tempo per l'intervento.



SOZZANI Diego

Concludo il ragionamento che stava sviluppando il mio collega Vignale.
Stiamo discutendo di un emendamento che ci sembra che vada a discriminare una legge che vuole essere contro le discriminazioni, perch alla fine della fiera è così! Noi chiediamo semplicemente l'eliminazione della parola "associazionismo", perché riteniamo che possa essere ugualmente ricompresa tutta una serie di categorie che può beneficiare da questa legge.
Sapete coma la pensiamo: noi riteniamo che di benefici non ce ne saranno molti, ma cerchiamo comunque, con i nostri emendamenti, di andare a migliorare almeno l'applicazione della stessa, affinché ci possa ottenere una legge che vada a costruire un insieme di norme che rappresentino una vera politica applicata alla famiglia, e non a taluni.
Vedremo anche nei prossimi emendamenti quanto questa legge sia stata fatta per talune categorie o per taluni soggetti, che sono chiaramente identificati. Dunque, generalizzare un po' di più; generalizzare in modo corretto; generalizzare in modo che l'applicazione della stessa sia garantita ad una platea sicuramente più ampia.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Una piccola aggiunta a quanto hanno già detto i colleghi estensori dell'emendamento che ho provveduto a controfirmare.
Il fatto di scrivere espressamente "associazionismo", che è proprio una categoria.
Io non credo neanche che sia una definizione da testo normativo. Cioè l'associazionismo è un fenomeno - non saprei neanche come definirlo - non è l'indicazione di un mondo.
L'associazionismo, inteso come riferimento espresso in questa norma, fa capire un dato molto chiaro: questa norma non solo non parla a tutti i piemontesi, ma non parla neanche alle vittime di potenziale discriminazione. Parla alle associazioni, o, meglio, parla a quelle associazioni che hanno trasformato quella che viene chiamata azione positiva o culturale o formativa se non in un business (perché in certi casi è anche questo), quantomeno in una professione; e l'hanno trasformata in una professione dalle quale scaturiscono carriere.
È quella la rassicurazione che noi vediamo in questo riferimento espresso: cioè a chi ha fatto di quest'opera di sensibilizzazione una professione remunerativa, i cui effetti non è mai dato modo di verificare e sapere, gli si dà la rassicurazione che i pochi quattrini di cui si parla in questa legge sono destinati a loro, e non ad altri. Tutto ciò con un problema aggiuntivo: finché non esisteranno meccanismi di selezione obiettiva e meritocratica degli interlocutori dell'Ente Regione Piemonte o di qualsiasi altro Ente che intervenga su questo tema, sarà inevitabile non solo un'individuazione delle associazioni e delle organizzazioni "amiche" ma addirittura, com'è avvenuto qui, di un'individuazione a monte degli oggetti di discriminazione per coinvolgere le organizzazioni "amiche" rispetto ad altre.
Quante discriminazioni ci vengono segnalate, in termini quantomeno di denuncia, da cittadini disabili o da malati rispetto ai trattamenti che subiscono! Quantitativamente sono senza dubbio molte di più, anche solo in termini di ricaduta e incidenza. E perché allora non se ne parla? Perch non si riconosce anche a quel mondo un sostegno? Perché evidentemente si vuole fare ideologia ed evidentemente si vuole continuare a sostenere un collateralismo metapolitico che poi però un ritorno politico, nelle sedi opportune e nei momenti giusti, evidentemente lo dà.
Concludendo, vorrei ricordare che ci sono alcune associazioni che intervengono sul tema dell'assistenza agli immigrati anche in molti eventi come la "Giornata del rifugiato" e tanti altri eventi che di questi temi trattano; associazioni che evidentemente chiederanno di accedere ai fondi di questa legge, che hanno dei board direttivi che possono essere sovrapposti quasi con gran parte di assemblee organismi di partito, e questo è un problema.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente. Ruberò anch'io veramente soltanto un minuto.
Mi rivolgo direttamente all'Assessore, di cui ho grande stima ed apprezzo gli sforzi che ha fatto in tutti questi anni, anche quando le parti erano inverse, nel senso che lei faceva parte dell'opposizione. E' sempre stata una persona attenta e credo che non possa che ricordare con quale attenzione - almeno personalmente, ma non soltanto - prendevo in considerazione le osservazioni che faceva su delle tematiche legate al mondo del lavoro e, mi permetto di dire, anche in quel frangente, al mondo delle discriminazioni, in quanto comunque, in assenza di lavoro, le discriminazioni si fanno sentire veramente tanto, quando un datore di lavoro deve operare un taglio drastico di posti e deve scegliere chi tenere e chi non tenere in funzione delle maternità, in funzione di prospettive di carriera, in funzione comunque di pensieri che sono discriminatori anche da questo punto di vista.
Faccio appello proprio e, con grande rispetto dell'Assessore - e credo che lei questo lo sappia, io non sono una persona che strumentalizza e soprattutto, quando interviene, lo fa in funzione poi magari delle quattro righe sugli organi di stampa, non mi è mai interessato e continua a non interessarmi - mi permetto però di sottolineare ancora una volta come questo impianto normativo è un impianto normativo - mi scusi, Assessore fatto male.
Allora, gli emendamenti che fino a questo momento l'opposizione, in particolare il centrodestra, sta portando alla vostra e alla sua attenzione, Assessore, nascono dal fatto che, così come ha già detto il mio collega Graglia, noi riteniamo assolutamente condivisibile un percorso e una costruzione di norme che possano attuare il divieto di ogni forma di discriminazione. Tuttavia, Assessore, ci sono degli interventi normativi che nascono bene e altri che nascono male. Ahimè, questo, a parer nostro, è nato male.
Diamo la disponibilità, attraverso gli emendamenti, a provare ad immaginare un percorso in cui anche in Aula - senza offendere nessuno, ma senza ricevere offesa da alcuno, mi permetto di dire - si possa ancora porre rimedio ad una serie di caratteristiche normative che ha questa proposta di legge. I colleghi - in particolare il collega Vignale, che come sempre segue con particolare attenzione anche proprio l'evolvere del processo normativo - lo hanno già evidenziato e lo faremo nella presentazione di tutti gli emendamenti. Credo che sarebbe però un atto di grande intelligenza, e mi permetto di dire anche di stima nei confronti dell'opposizione, immaginare di valutare un ragionamento che non ci porti sistematicamente ogni settimana a votare contro una serie di osservazioni che il centrodestra fa a prescindere che siano lecite o meno, l'importante è votare contro qualcosa che il centrodestra dice; dopodiché si esce da quest'Aula e hai una parte della maggioranza che prende atto che una serie di osservazioni erano delle osservazioni né becere né strumentali, ma che volevano contribuire ad una gestione successiva di un processo normativo che vediamo qui oggi, ma che domani poi deve essere attuato, e che porterà delle conseguenze nella gestione, che secondo porranno due strade: 1) un'applicazione di una norma fatta male; 2) una non applicazione della norma perché, nel momento in cui è fatta male, si fa che non applicare.
Siccome tutti quanti pensiamo che sul tema delle discriminazioni, a prescindere dal fatto che, come ha già detto qualcuno, ci sono.



PRESIDENTE

Collega Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Chiudo, chiedo scusa per il tempo, ma non ho parlato fino adesso Assessore, ho evitato, e penso di potermi permettere di prendere 50 secondi in più; non penso di dire delle stupidaggini e mi farebbe piacere se anziché guardare l'orologio, sentisse le cose che le sto dicendo, mi farebbe veramente un grande piacere.
Quello che sto chiedendo è un appello anche alla maggioranza: di fare un'attenta valutazione degli emendamenti presentati, perché noi vogliamo supportare l'iniziativa legislativa, ma vogliamo evitare che sia una iniziativa legislativa che faccia discriminazione all'interno delle discriminazioni. Ed è quello che sta avvenendo già nella valutazione del primo articolo di questa proposta.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Porchietto.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Sozzani, Porchietto, Ruffino, Marrone e Berutti: Al comma 3, dell'articolo 1, del disegno di legge n. 141, le parole "con particolare riferimento alla trasversalità della discriminazione fondata sul sesso" sono soppresse.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 3) intende cassare la parole "con particolare riferimento alla trasversalità della discriminazione fondata sul sesso" nel senso che il comma 3 dell'articolo 1 dice che la Regione valuta anche gli effetti e l'impatto della compresenza e interazione di motivi diversi di discriminazione. L'articolo successivo vede fra i soggetti in cui si deve garantire parità di trattamento l'assenza di qualsiasi discriminazione diretta e indiretta fondata sul sesso e poi altri aspetti.
Non capiamo per quale motivo, se all'articolo 2 il tema della discriminazione sessuale è il primo punto che si pone per garantire la parità di trattamento, salvo in realtà poi dare ragione alle valutazioni che abbiamo fatto anche nella discussione generale, si debba inserire all'interno di questo. Perché è evidente a tutti che inserirlo all'interno di questo comma significa che, all'interno delle discriminazioni, noi ne abbiamo una che ci interessa più di ogni altra, cioè all'interno delle discriminazioni relative al sesso, al colore della pelle, all'ascendenza nazionale, religiosa, etnica, alla lingua e quant'altro, quindi i diversi motivi di discriminazione, la legge pone una particolare attenzione alla trasversalità della discriminazione fondata sul sesso.
E' evidente che queste sono le parole che, in qualche modo, dettano poi tutto il resto di una norma che di nuovo, come quella votata la scorsa settimana, in teoria sembra una norma di carattere generale, che quindi riguarda tutta una serie di attività sulle quali non vi devono essere discriminazioni, ma che invece dal primo articolo dice in modo chiarissimo che la particolare attenzione che si pone è alla trasversalità delle discriminazioni fondate sul sesso.
Allora, noi crediamo che, se sono vere le parole che l'Assessore ha detto nella replica, e cioè che la legge è una legge che riguarda tutte le discriminazioni, non avrà problemi nell'accogliere questo nostro emendamento, che non interviene, come altri emendamenti invece fanno, nel cercare di modificare la norma, ma cerca di renderla pari.
Noi crediamo che, se questo emendamento viene accolto, permangano una serie di perplessità, ma certamente non abbiamo più una priorità delle discriminazioni a cui dobbiamo far fronte: sono tutte uguali, perché è evidente che, nel caso in cui vi sia una discriminazione, che la discriminazione sia per sesso, che sia per colore della pelle, che sia per idea politica, che sia per minoranza etnica o quant'altro, è grave l'attività discriminatoria che in qualche modo viene fatta.
Di conseguenza, riteniamo questo uno degli emendamenti più significativi che abbiamo presentato, perché in qualche modo ci fa anche chiarezza rispetto a quella che è la volontà del legislatore e anche della Giunta, ovviamente, nell'esprimere il parere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Graglia; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Come ha già ribadito prima il collega Vignale, questo è un emendamento per noi fondamentale, che rispecchia la nostra posizione. E' un emendamento centrale, che ci permette di ribadire la nostra posizione, che ovviamente non è quella di combattere contro le discriminazioni, perché le combattiamo anche noi, ci mancherebbe. E' solo l'introduzione di questa identità sessuale e, come diceva prima il Consigliere Vignale, un accoglimento di questo emendamento ci farebbe veramente riflettere e ci farebbe andare in una direzione diversa rispetto a quella che stiamo tenendo adesso di estrema opposizione.
Come dicevamo prima, mentre la proposta del Movimento 5 Stelle è chiara e ben definita, questa proposta maschera degli aspetti che non condividiamo; quello che rimarchiamo di più è quello sull'identità sessuale che non condividiamo..



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Cerutti per il parere della Giunta.



CERUTTI Monica, Assessora ai diritti civili

Grazie, Presidente.
Il parere sui tre emendamenti è negativo. Noi teniamo conto, così come chiedeva la Consigliera Porchietto, degli interventi e delle proposte, per in questo caso si tratta soltanto di proposte soppressive e, in particolare, rispetto a quello che è il legame con gli enti nazionali ed internazionali non andiamo ad interferire, ma semplicemente a coordinarci così come con l'associazionismo.
Rispetto al comma 3, in realtà, si tratta di lavorare su discriminazioni plurime. Sicuramente, come diceva la Consigliera Gancia una discriminazione presente può essere quella del sesso, che può essere in qualche modo sommata ad altre discriminazioni.
E' semplicemente quello che la Consigliera Gancia diceva essere affermato nel comma 3.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Superiore "66 Martiri" di Grugliasco (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Superiore "66 Martiri" di Grugliasco in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Pari opportunità

Esame disegno di legge n. 141 inerente a "Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 141.
Per dichiarazione di voto, ha chiesto la parola il Consigliere Vignale ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ovviamente, esprimeremo un voto favorevole sugli emendamenti da noi presentati. Intendiamo però fare la dichiarazione di voto, perché crediamo che con il respingimento dell'emendamento n. 3) siano evidenti quelle che sono le volontà.
L'Assessore ricordava che, a fronte della presentazione della legge com'è avvenuto anche per la n. 142, anche rispetto a questa norma ha incontrato il mondo associativo e non solo, con il quale ha prodotto degli emendamenti che sono quelli che ha esaminato la I Commissione. Tra le associazioni che l'Assessore ha incontrato non ci sono le associazioni rappresentative di tutti i soggetti che dovremmo tutelare da discriminazioni presenti all'articolo 2. Ci sono, di nuovo, alcune associazioni, che sono quelle ben presenti rispetto al particolare riferimento alla discriminazione fondata sul sesso.
Per questo dicevamo in apertura che era più corretto un impianto normativo che avesse questa finalità, perché la finalità della norma è questa. E' assolutamente evidente che nessuno di noi è contrario ad intervenire rispetto a quelle che sono discriminazioni che riguardano il colore della pelle, le minoranze etniche, le convinzioni personali o le opinioni politiche e quant'altro. Però è altrettanto evidente che le priorità che si danno scrivendole - perché non è una desunzione all'interno della norma sono quelle che prevede il comma 3 dell'articolo 2.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Do atto per il verbale che i Consiglieri Barazzotto e Andrissi hanno votato a favore.
Alle ore 13, per chi lo desidera, c'è la possibilità di incontrare in sala Viglione una delegazione dei lavoratori della catena Auchan.
Alle ore 14.30 è prevista la discussione dei question time, mentre alle ore 15.30 per le Consigliere vi è la registrazione dello spot.
Chiedo alla Presidente della Consulta delle Elette di mandare una mail per dirci dove ci incontriamo.
Alle ore 16 è convocata la I Commissione in sala A, mentre l'ora presunta di inizio della seduta del Consiglio è alle 16.15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.02)



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