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Dettaglio seduta n.125 del 16/02/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 14.34 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione a risposta immediata n. 905 presentata dal Consigliere Valetti, inerente a "Frequenza di manifestazioni delle condizioni individuate dal semaforo anti-smog"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
905, presentata dal Consigliere Valetti, che ha la parola per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Abbiamo fatto quest'interrogazione in seguito alle misure che abbiamo appreso dai giornali, che sono state intraprese da un tavolo dove vi era sicura la presenza del Presidente Chiamparino e dei Sindaci dei capoluoghi dei Comuni di maggiori dimensioni del Piemonte, relativamente a delle misure contro il problema delle polveri sottili, quindi dello smog.
Senza nulla togliere alla figura rispettabile dell'Assessore Valmaggia avevo chiesto appositamente che rispondesse il Presidente Chiamparino perché sapevo che il virgolettato sui giornali relativo alle scelte di queste misure era suo.
In particolare, noi ci chiedevamo come si è arrivati ad una soluzione del problema dello smog prendendo delle misure quando i livelli del particolato sono tre o quattro volte oltre la soglia raccomandata per la salute umana. Quindi, la domanda un po' tra le righe è implicita, perché la domanda esplicita chiede quante volte si sono verificati i superamenti di queste soglie impostate dal semaforo, che è stato definito, negli ultimi anni. E che cosa ha portato a fissare delle misure che non scattano mai cioè delle misure che arrivano a soglie che sono già quattro volte la misura di salute.
Ci è parso poco incisivo ed eravamo curiosi se c'era un qualche fondamento scientifico su queste scelte o se è stata, più che altro, una soluzione politica per non creare situazioni di disagio al traffico e prendere misure davvero incisive sul problema delle polveri.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Lei vuole il Presidente Chiamparino, ma io rispondo nel merito dell'interpellanza dicendo che la Regione Piemonte ha attivato l'11 febbraio queste procedure tecnico-amministrative per definire un protocollo operativo immediatamente applicabile in grado di identificare in modo inequivocabile quando e sulla base di quali informazioni sia applicabile dal Comune che voglia attuarla - ricordiamo che è facoltà dei Comuni intervenire attraverso lo strumento dell'ordinanza nelle situazioni di emergenza - un'ordinanza sindacale che ricalchi gli impegni definiti nella bozza di protocollo di azione anti-smog presentata la settimana precedente.
Questo per evitare che ogni Comune si muova con iniziative diversificate e in modo disorganico.
Per definire il protocollo operativo sono stati analizzati i dati rilevati dal Sistema regionale di monitoraggio della qualità dell'aria negli anni scorsi e, insieme alle Province, alla Città metropolitana ed ai Sindaci si stanno studiano i dettagli operativi che potrebbero anche consentire alcune variazioni alle occasionalità di attivazione del "semaforo". A breve, la bozza di protocollo operativo verrà nuovamente sottoposta agli amministratori per la sua approvazione.
A questo hanno lavorato i tecnici e gli Assessori delle Province e dei Comuni che sono stati coinvolti, quindi è stato un lavoro tecnico e politico insieme.
Per quanto riguarda la richiesta di informazioni, riguardo al semaforo per esempio, il semaforo giallo, nel 2015, sarebbe scattato 36 volte...



(Commenti del Consigliere Valetti)



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Il semaforo arancione sarebbe scattato 11 volte; il semaforo rosso, che è il massimo livello di allerta, dalla verifica degli ultimi anni risulterebbe superato per cinque volte nel 2012, ma non negli anni successivi. Questo è riferito a Torino.
La frequenza della conurbazione torinese è ovviamente la maggiore di quelle che si sono evidenziate negli altri capoluoghi, ma se gli eventi di superamento del valore di 1.000 mcg/mc sono nettamente inferiori, il livello di "semaforo rosso" è sostanzialmente paragonabile.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.) - Caccia

Interrogazione a risposta immediata n. 906 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Perplessità sull'applicazione dell'articolo 39 l.r. 26/2015, divieto di caccia pernice bianca e lepre variabile"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 906, presentata dal Consigliere Bertola, che ha la parola per l'illustrazione.
Risponderà l'Assessore Valmaggia.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Proprio l'Assessore Valmaggia, perché probabilmente il qui pro quo è dovuto, chissà mai, forse, a due Direzioni che non si parlano o a qualche altra disattenzione.
L'interrogazione riguarda l'applicazione di una legge, dell'articolo 39 della legge regionale 26/2015, che è il collegato alla Finanziaria riguardo al divieto di caccia alla pernice bianca e alla lepre variabile.
Infatti, grazie a un emendamento firmato anche da noi, è stato introdotto nel collegato alla finanziaria il divieto di abbattere catturare o cacciare le specie pernice bianca, allodola e lepre variabile ora vorrei concentrarmi in particolare sulla pernice bianca e la lepre variabile.
Successivamente all'entrata in vigore della legge regionale n. 26 del 22 dicembre 2015, e precisamente il 18 gennaio 2016, è stata approvata una deliberazione di Giunta regionale, la n. 28/14, che al suo interno contiene la sostituzione delle lettere c) e d) del comma 1 dell'articolo 3 delle Misure di conservazione all'interno dei siti "Natura 2000". In pratica vengono inserite delle modifiche alla possibilità di prelievo venatorio delle specie lepre variabile e pernice bianca all'interno dei siti della Rete Natura 2000, però non è menzionato il divieto al prelievo stesso.
Quindi, a noi è subito parso che questa deliberazione fosse in palese contrasto con le disposizioni normative dell'articolo 39 della legge regionale 26/2015.
Questo fatto assume un'importanza ancor maggiore se teniamo conto del fatto che prima, nel collegato alla finanziaria, abbiamo approvato il divieto di caccia per quelle specie. Successivamente la Giunta fa un disegno di legge dove dichiara comunque una tutela delle quattro specie della tipica fauna alpina, tra cui sono ricompresse proprio le due che ho citato, però le demanda al calendario venatorio, quindi non dà una vera protezione di legge, una vera tutela per legge e quindi non esprime più un divieto.
Tuttavia, poiché - fino a prova contraria - adesso la legge vigente è quella, vorremmo capire il motivo di questa deliberazione e sapere come la Regione intenda dare applicazione all'articolo 39 della legge regionale 26/2015.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale e paesaggistica

Grazie, Presidente.
Abbiamo tirato a sorte: al collega Ferrero è toccato il lupo, a me la pernice.
Comunque, in riferimento all'interrogazione, la Regione Piemonte ha stabilito, con la DGR dell'aprile 2014, le misure di conservazione per la tutela della Rete Natura 2000 del Piemonte, ai sensi dell'articolo 40 della 19/2009 "Testo Unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità", in attuazione della normativa nazionale comunitaria.
Nel novero delle citate misure, sono state inserite all'articolo 3 anche disposizioni di divieto in merito al prelievo venatorio delle specie lepre variabile e pernice bianca. Questo divieto è stato oggetto di parziale modifica con la DGR 17-2814 del 18 gennaio 2016, confermando per le disposizioni originarie che condizionavano il prelievo alla verifica del favorevole stato di conservazione delle specie per il tramite della procedura di Valutazione di Incidenza.
Il divieto di caccia delle succitate specie introdotto con l'articolo 39 della l.r. 26/2015, approvata in data 22 dicembre 2015, non è stato recepito integralmente, come ha giustamente evidenziato il Presidente Bertola, nella citata DGR 17-2814 del 18 gennaio 2016 per mero errore materiale, causato dall'approvazione della norma di legge in concomitanza alla presentazione in Giunta regionale del provvedimento amministrativo in parola.
Va da sé che le disposizioni di divieto introdotte dalla legge valgono anche nelle porzioni del territorio regionale rientranti nella Rete Natura 2000, cioè prevale la legge sulla deliberazione di Giunta, e che laddove le misure prevedono la derogabilità al divieto stesso per il tramite della Valutazione di Incidenza, queste non trovano applicazione nel pieno rispetto dei disposti di legge. Quindi, anche laddove prima si poteva con la Valutazione di Incidenza, adesso prevale la legge. Eventuali istanze tese ad ottenere l'applicazione della deroga al divieto verrebbero quindi respinte.
Per gli altri aspetti citati nell'interrogazione concernenti l'applicazione del divieto di caccia delle specie lepre variabile e pernice bianca, si rimanda alla competenza dell'Assessorato all'agricoltura, ma per la parte che richiamava relativa a Rete Natura spero di avere chiarito quella che è la situazione.


Argomento: Nomine

Interrogazione a risposta immediata n. 903 presentata dalla Consigliera Gancia, inerente a "Nomina Giuseppe Grieco" (risposta scritta)


PRESIDENTE

All'interrogazione a risposta immediata n. 903, presentata dalla Consigliera Gancia, verrà data risposta scritta da parte dell'Assessore Saitta.


Argomento: Nomine - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 904 presentata dal Consigliere Monaco, inerente a "Nomina del rappresentante designato dal Ministero al collegio sindacale ASO Alessandria"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 904, presentata dal Consigliere Monaco, che ha la parola per l'illustrazione.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Questo è un tema che, purtroppo, comincia ad essere ricorrente nella nostra Regione.
Qualche mese fa abbiamo votato in modo unanime l'ordine del giorno n.
449, che impegnava la Giunta ad intervenire presso il Ministero, cercando di assicurare il più possibile la continuità territoriale e la vicinanza territoriale, quale elemento anche di economicità oltre che di efficacia e di efficienza.
Inoltre, abbiamo anche votato una legge in sede legislativa, che riduce i rimborsi delle spese che spettano ai revisori dei conti. Vediamo ancora una volta, almeno in queste settimane, che l'ASL di Alessandria sembra tormentata per queste nomine. Il Ministro ha pensato bene di ridurre quanto meno il chilometraggio. Questa volta parte da Roma il nostro funzionario.
Il quesito è chiedere all'Assessorato che cosa è accaduto rispetto al Ministero, per cui ha pensato solo di dimezzare e non effettivamente di economicizzare sul serio quelli che erano i costi. Mi permetto di sottolineare all'Assessore che una perplessità, che purtroppo non è scritta nella formulazione scritta, è quanto viene rilevato ed osservato, e che ci scrive in particolare un Direttore generale dei nostri: in merito a quella legge approvata dal Consiglio, suggeriscono e scrivono testualmente che "non è pensabile che dette spese siano a carico del componente nominato dal Ministero".
Mi sembra un chiaro giudizio politico, ma è esattamente come se dovessimo stabilire che un dipendente pubblico, un insegnante o un medico che vince un concorso, parte da Reggio Calabria, viene destinato a Pordenone e non è pensabile che ci vada a spese proprie.
Mi sembra che oggi, per tutta la Pubblica Amministrazione, chiunque vinca un concorso nel territorio nazionale, va in giro a spese proprie. Mi sembra che un rimborso spese, che è stato ampiamente contabilizzato da un nostro Direttore generale in 1.218 euro all'anno per le riunioni che devono fare, oltre ad un compenso di 12.188 euro all'anno, possa essere suggestivo di un buon lavoro di un professionista, che credo si debba riunire, come collegio sindacale, una volta al mese.
Questo lo annoto come atto specifico, perché più di una volta ci vediamo arrivare dei nostri tecnici, Dirigenti e Direttori, che ci danno pareri che sono di natura squisitamente politica. In tal caso ce lo dicano: se devono sostituirsi a noi hanno solo da farsi eleggere e saremo ben lieti, se hanno più voti di noi, che stiano al nostro posto. Però che facciano il loro mestiere è già sufficiente.
L'hanno mandata anche al suo Direttore generale. L'importante è che sull'ultima riga ha scritto in grassetto che "stante l'entrata in vigore della nuova legge, l'azienda provvederà a rimborsare le spese solamente entro il tetto previsto dalla norma". Però le considerazioni precedenti su cui il Consiglio si è espresso mi sembrano oggettivamente non da Direttore generale, ma di natura squisitamente politica.
Ritorno alla domanda dell'interrogazione - e mi scuso, Presidente, se ho rubato qualche secondo in più di tempo - per sapere oggettivamente lo stato dell'arte rispetto all'ordine del giorno e quindi quanto è stato fatto - che certamente è stato fatto - dall'Assessorato riguardo ai Ministeri e quanto ci è stato risposto. Nei fatti lo stiamo vedendo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il collega, che è attento su queste questioni ed è stato addirittura promotore di un'iniziativa legislativa che ha avuto un buon risultato in Consiglio, ha rilevato un'altra contraddizione e i termini sono condivisibili.
Noi, come Regione Piemonte, negli incontri che abbiamo molto spesso con i Dirigenti del Ministero della Sanità, ma anche con lo stesso Ministro abbiamo rilevato quella vicenda di Avola, questione anche nota al Ministero, perché quello che capita sulla sanità è profondamente monitorato, anche sulla stampa.
Credevamo che il rilievo che allora avevamo formulato fosse, per la verità, un rilievo che potesse portare a buoni consigli, ma è successo soltanto a metà.
Per quanto riguarda la parte relativa alle nostre competenze, tengo a sottolineare che ci atteniamo alla prossimità territoriale. Per quanto riguarda il Ministero, cioè le nomine del Ministero della Salute e anche del Ministero dell'Economia e del MEF, è chiaro che non disponiamo, se non di qualche suggerimento, di qualche presa di posizione come quella dell'ordine del giorno che abbiamo approvato in modo unanime. Non abbiamo nessuno strumento di carattere giuridico-formale idoneo ad influenzare la libera determinazione delle autorità statali in questione, in modo particolare sulle designazioni che la legge nazionale attribuisce alla loro competenza.
Penso che, essendo parzialmente fallito il primo tentativo - ne parler con il Presidente Chiamparino, ma credo che sarà d'accordo - valuteremo la possibilità di un eventuale intervento, proprio a seguito di quest'interrogazione, in sede di Conferenza permanente Stato-Regioni.
Riferirò quello che è capitato e anche di quest'interrogazione, per quanto anche questa sede costituisce una sede più di negoziazione nei rapporti tra la Regione e lo Stato, ma in ogni caso lo tenteremo.
Per le altre questioni rilevate, la ringrazio delle osservazioni che sono state fatte. E' chiaro che noi ci atteniamo alla legge regionale, non c'è altra via d'uscita, quindi che qualcuno non pensi di fare giurisprudenza, la legge è quella; è chiaro che interverremo anche nei confronti del revisore dei conti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 909 presentata dal Consigliere Appiano, inerente a"Erogazione di contributi per l'acquisto di ausili tecnologicamente avanzati per persone con gravi disabilità"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 909, presentata dal Consigliere Appiano, che ha la parola per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Se il Consigliere Monaco mi permette, illustro all'Assessore Saitta l'interrogazione che riguarda l'erogazione di contributi per l'acquisto di ausili tecnologicamente avanzati per persone con grave disabilità. Il tema è quello della promozione dell'autonomia, elemento fondamentale di inclusione sociale.
Ci si rifà ad un vecchio decreto ministeriale che aveva approvato il Nomenclatore tariffario delle protesi dirette al recupero funzionale e sociale dei soggetti affetti da minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali dipendenti da qualunque causa. Il suddetto decreto prevedeva in casi particolari la possibilità di erogare contributi anche in deroga rispetto ai dispositivi previsti dal Nomenclatore.
La delibera di Giunta regionale del Piemonte del 23 luglio 2007 disponeva in via sperimentale, nel contesto di programmi integrati di presa in carico, la concessione di un contributo a favore di persone disabili per l'acquisto di dispositivi ausiliari tecnologicamente avanzati non compresi nel Nomenclatore; tale misura è stata soggetta a una serie di proroghe, di anno in anno, l'ultima delle quali risale alla DGR del 23 aprile 2014.
Facciamo riferimento ad ausili volti a favorire la comunicazione l'apprendimento e la mobilità, come iPad, PC e altri attrezzi.
Nell'anno 2015 non è stata approvata alcuna ulteriore deroga, quindi le famiglie che hanno provveduto all'acquisto di questi dispositivi si sono viste rispondere picche alle richiesta di rimborso.
Prima di scrivere l'interrogazione mi sono informato dall'Ufficio, il quale ha detto che i familiari erano stati avvisati per tempo che non era assicurato il rimborso dell'acquisto di questi dispositivi.
Tuttavia, mi sono fatto inviare l'e-mail della famiglia interessata che mi ha segnalato il caso, che riferita appunto a questo previo avviso diceva: "Nell'aprile 2015 la pratica segue una procedura diversa rispetto ad altri ausili" - in questo caso si trattava dell'acquisto di un iPad necessario per la comunicazione e lo studio di una bravissima studentessa universitaria - "in quanto viene inviata in Regione, prevede l'autorizzazione al rimborso della spesa sostenuta sulla base del preventivo presentato. Potete dunque provvedere all'acquisto, il rimborso verrà erogato in seguito alla presentazione delle fattura.
L'11 gennaio 2016 ho provveduto a consegnare la fattura alla nostra Segreteria; siamo in attesa della delibera regionale per i contributi dell'anno 2015, appena avremo notizie certe verrà contattata telefonicamente".
Infine, qualche giorno dopo, purtroppo, a fine dicembre, è pervenuta alle ASL comunicazione del fatto che la Regione ha interrotto l'erogazione dei rimborsi previsti per questi ausili. Quindi, alla faccia della previa informativa che forse non sarebbe arrivato il contributo.
Pertanto, chiedo se e in quale termine è possibile da parte di quest'Assessorato intervenire per garantire dei contributi così importanti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Appiano.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il collega Appiano, che è sempre molto attento sulle questioni di carattere sanitario, probabilmente sentirà da me un richiamo, quasi una ripetizione, al Piano di rientro dal debito sanitario - e a forza di ripetere questo concetto sembra quasi di svalutarlo.
Noi - ahimè - non riusciamo a fare parecchie cose perché siamo in Piano di rientro, che vorremmo fare, perché non siamo certamente insensibili alle questioni soprattutto di chi ha più bisogno, poi dirò qualcosa in specifico.
In modo particolare per quanto riguarda questo tema, recentemente insieme al collega Ferrari, ho incontrato le associazioni. Stiamo lavorando per dare delle soluzioni; devo dire che abbiamo anche trovato una buona intesa con il mondo associativo, perché si sono resi perfettamente conto delle difficoltà che non dipendono da noi per quanto riguarda il Piano di rientro.
Non è soltanto questo il tema, ce ne sono tanti.
A me piacerebbe - penso di poterlo dire a nome della Giunta - che ogni tanto, anziché essere accusato come colui che è insensibile a dare delle risposte, venisse mosso qualche rilievo a chi in passato ha determinato questa situazione. Perché se non riusciamo a farlo, il motivo c'è. Se altre Regioni riescono a farlo e noi non lo possiamo fare, c'è una responsabilità che, ancora prima di noi, è di altri, indipendentemente dalle appartenenze politiche.
Ogni tanto qualche domanda la farei a chi c'era prima di me o a chi c'era prima di noi, sarebbe utile, perché mi rendo perfettamente conto di avere la responsabilità di non dare risposte a chi ha bisogno, come in questo caso, indicando la causa nel Piano di rientro.
Contemporaneamente, c'è un problema di carattere politico, in qualche maniera, a dire a Tizio o a Caio: "Tu non stai dando gli ausili perch allora hai sprecato il denaro pubblico!". Possiamo farlo questo? Perché c'è una responsabilità che mi assumo per il presente ma non per il passato.
Non mi piace fare questo, assolutamente, ma credo che la politica questo ogni tanto lo deve poter dire.
Venendo alle questioni specifiche, le prestazioni previste dalla delibera citata non sono ricomprese nei livelli di assistenza LEA proprio perché siamo nel Piano di rientro; dopodiché non è che non abbiamo fatto nulla, ci stiamo assumendo della responsabilità anche individuali e personali per dare qualche risposta, però tenendo conto delle osservazioni dei tavoli ministeriali, che hanno scritto, constatato e fatto osservare che gli strumenti in oggetto risultano sempre di più nella comune disponibilità dei cittadini a prescindere dalle condizioni di salute, così ci scrive il Ministero. Quindi, la Regione Piemonte non ha potuto prorogare quella delibera perché si è verificata una situazione - non dico di abuso e in ogni caso è fuori dai LEA.
In fase istruttoria è emerso che diverse altre Regioni non possono continuare a garantire questo tipo di assistenza.
Inoltre, preme evidenziare che l'eventuale adozione dell'atto da parte della Giunta regionale del Piemonte sarebbe sicuramente stata considerata difforme rispetto alle direttive nazionali e ai tavoli di monitoraggio pertanto censurata in tali sedi.
Possiamo compiere atti soltanto di testimonianza in politica o cercare di modificare le questioni (poi si possono anche fare gli atti, che magari vengono impugnati e magari ritardiamo ancora l'uscita dal Piano di rientro).
Ciò premesso, si evidenzia che nell'anno 2015, comunque, sono stati autorizzati altri strumenti tecnologicamente avanzati non ricompresi nei LEA, quali i comunicatori a controllo oculare, specifici per la patologia e indispensabili per la qualità della vita quotidiana dell'assistito.
Sempre per le motivazioni sopra descritte, inoltre, si è cominciato a garantire, nel 2015, una serie di prestazioni, quali gli apparecchi acustici digitali per i minori fino a 14 anni, i processori esterni per orecchio medio e materiale d'uso per i portatori di impianto coclearie nonché un contributo per acquisto di parrucche a favore di bambini adolescenti e donne residenti in Piemonte affetti da alopecia a seguito di chemioterapia.
Nel momento in cui la Regione Piemonte non sarà più sottoposta alle limitazioni, che oggi possiamo dire soltanto formali, del Piano di rientro (perché non ci sono più stati chiesti altri piani operativi) - e quindi questo dovrebbe avvenire al momento dell'approvazione dei bilanci di previsioni delle ASL, ad aprile 2015 -, è chiaro che avremo la libertà necessaria per poter intervenire. Questo è il nostro obiettivo.
Noi incontriamo periodicamente le associazioni dei malati, ascoltiamo le loro richieste e facciamo le cose possibili - e qualche volta andiamo oltre le cose possibili - per autorizzare gli Uffici nelle anticipazioni.
Per parte mia e della Giunta, però, nessuno di noi - e credo che non convenga ad alcuno, indipendentemente dal fatto che abbiamo una responsabilità - chiederà ai dipendenti di autorizzare e fare degli atti contro la legge: loro non lo farebbero e in più noi assumeremmo evidentemente, una responsabilità gravissima.
Credo quindi che in questa situazione, come in altre, vada spiegato quello che stiamo facendo, compatibilmente con le condizioni; ma credo vada anche spiegato alle stesse famiglie dei pazienti che per ottenere questo risultato stiamo tutti quanti lavorando - almeno tutti coloro che sono concordi - per uscire dalle difficoltà in cui ci hanno messo anni e anni di criticità e di commissariamento.
Credo che dire questo - che cioè noi abbiamo lavorato per tale fine e che tra un po', per quello che abbiamo fatto tutti insieme, riusciremo a fornire quei servizi - rappresenti la risposta più giusta. In ogni caso, la sensibilità sul tema è completa e totale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Allora, ci dicono che il problema segnalato arriva dall'albergo qui affianco e quindi stiamo cercando di capire come fare: c'è questo odore.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 910 presentata dal Consigliere Gariglio, inerente ad "Accesso al trattamento di protonterapia"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 910, presentata dal Consigliere Gariglio, che ha la parola per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente. Sarò telegrafico.
La protonterapia è un tipo di radioterapia che usa un fascio di protoni per irradiare un tessuto biologico malato e ha la specificità di colpire una porzione molto limitata di cellule e quindi di essere particolarmente indicata per tumori che colpiscono, per esempio, a livello cerebrale. Si tratta chiaramente di un intervento mirato che produce molti minori effetti collaterali dei trattamenti tradizionali.
Ora, nel documento relativo all'aggiornamento dei LEA, di cui è prevista a breve l'approvazione con DPCM, è inserita anche la protonterapia, che oggi invece non è prevista nei LEA. Oggi c'è un solo centro che la eroga a Trento, per cui al momento questa dev'essere praticata a carico dei cittadini.
Di fatto, alcune Regioni come il Veneto hanno provveduto a sottoscrivere una specifica convenzione con la Provincia autonoma di Trento per rendere possibile ai loro concittadini di rivolgersi a quel centro di riferimento.
Io vorrei sostanzialmente sapere dall'Assessore - per lo meno nelle more dell'approvazione della nuova revisione dei LEA - se sia possibile agevolare l'accesso al trattamento di protonterapia da parte dei pazienti piemontesi, atteso che noi abbiamo la specificità di essere una Regione in cosiddetto piano di rientro e quindi - immagino - con maggiori vincoli.
Al di là dell'aspetto formale e "giuridichese", però, sappiamo che ci sono casi di pazienti piccolissimi che avrebbero bisogno di questa cura e che quindi ora sono limitati nell'accesso alle terapie proprio da questo fatto. Oggi, dunque, parliamo qui di una questione che ha risvolti giuridici importanti, ma sotto la quale si nascondono dei casi umani particolarmente rilevanti, per cui sento un po' l'urgenza che come sistema regionale si provi a dare risposta, ovviamente per quanto è rimesso alla nostra discrezionalità.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gariglio.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ringrazio il Consigliere Gariglio per aver richiamato qui in Aula un tema delicato e importante che riguarda, in questo caso, una bambina molto piccola. E quindi, avendo la sanità sempre a che fare con il dolore, con i problemi e con l'angoscia, siamo sempre presi da situazioni che ci coinvolgono.
Il Consigliere giustamente ha richiamato la nostra situazione, cosa che poco fa ho fatto anch'io con il collega Appiano: questo tema del Piano di rientro. E potrei aggiungere che questa situazione che si è determinata in passato non permette, anche in questo caso, una presa in carico: quante cose non riusciamo a fare.
Anzi, mi permetto di dire che varrebbe ogni tanto la pena - poi verr nel particolare - quando siamo costretti, come maggioranza e come Giunta, a dover dire dei no che non sono responsabilità nostra, richiamare il fatto che in questo caso viene impedito di dare la cura ad una persona per errori che sono stati commessi in passato. Lo ripeto, questo: non mi stancherò di ripeterlo perché ci conviene farlo, anche per non assumerci responsabilità che non sono nostre.
Venendo al tema specifico e anche alla domanda che è stata fatta, è chiaro che l'attenzione ai percorsi assistenziali per chi è colpito da tumore è per noi prioritaria. Conosco - nel senso che mi è stato segnalato il caso della bimba e già da qualche giorno eravamo stati sollecitati con la richiesta di supportare il pagamento della protonterapia nella struttura privata di Trento. E' un caso sicuramente doloroso, che tocca, e per forza di cose ci chiama a rispondere in qualche modo, superando e forzando le regole che esistono.
La protonterapia, com'è stato ricordato, è una forma particolare di radioterapia che utilizza, al posto dei raggi x ad alta energia o i fotoni particelle elementari dotate di massa e carica, i protoni; questi rilasciano la loro energia nei tessuti irradiati in maniera caratteristica: la dose è, infatti, depositata quasi interamente, con estrema precisione nello spazio di pochi millimetri o micron. Solo a partire dagli anni '90 sono state realizzate strutture sanitarie dedicate esclusivamente al suo uso terapeutico e attualmente, nel mondo, sono operativi 40 centri. Il trattamento con protonterapia è indicato in situazioni cliniche particolari: in caso di lesione in vicinanza di organi sensibili, in regioni anatomiche complesse, in caso di lesioni tumorali impegnative per forma e volume in età pediatrica.
Al momento la protonterapia non è prestazione indicata tra i LEA e non viene erogata in nessuna struttura del Piemonte. La sentenza della Corte costituzionale del 2013 - non voglio fare il leguleio, ma lo dico soltanto per richiamare e far capire il passo che cerchiamo di compiere - rileva il contrasto dell'erogazione di prestazioni aggiuntive rispetto ai LEA nelle Regioni sottoposte ai piani di rientro con gli obiettivi di risanamento del Piano di rientro stesso, in quanto questo viola il principio del contenimento della spesa pubblica sanitaria quale principio di coordinamento della finanza pubblica.
In considerazione del Piano di rientro cui è tuttora formalmente sottoposta la nostra Regione e di quanto disposto dalla sentenza della Corte, la Regione Piemonte non può addivenire ad accordi in deroga a quanto disposto dagli attuali LEA, né autorizzare i pazienti residenti sul proprio territorio ad effettuare la protonterapia presso strutture in altre Regioni, ai fini del rimborso della spesa sostenuta dai pazienti stessi.
Tuttavia, nel riconoscere l'efficacia della protonterapia in pazienti con particolari patologie, come in questo caso (patologie tumorali), e perseguendo l'equità dell'offerta assistenziale, come Assessorato stiamo valutando (nella conclusione dirò qualcosa di più preciso) soluzioni a breve termine, nelle more dell'approvazione dei nuovi LEA.
Questa terapia è prevista nei nuovi LEA: il Ministro Beatrice Lorenzin ci ha annunciato che alla fine di febbraio dovrebbe uscire il decreto con i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza, ma - come voi sapete - c'è un altro elemento che ci induce a compiere mezzo passo importante, e cioè che, nella ripartizione del fondo sanitario nazionale, l'aumento riguardante il 2016 (l'ho detto qui in Consiglio) è dovuto anche al finanziamento dei nuovi LEA, di cui però non conosciamo ancora l'elenco.
Nel 2016, dunque, avremo le risorse per poter attuare i nuovi LEA, ma non conosciamo concretamente l'elenco degli stessi. Stiamo cercando una soluzione che non confligga con quanto disposto dalla Corte dei Conti e dal Tavolo Massicci, in attesa che il Ministro pubblichi l'elenco dei nuovi LEA e si possa attuare la protonterapia. In seguito all'imminente decisione nazionale, utilizzeremo delle risorse (è una sorta di anticipazione) con le modalità di questi anni per quanto riguarda gli extra LEA, perché, non potendo utilizzare il fondo sanitario, ce ne siamo fatti carico sul bilancio regionale, in modo particolare attraverso i fondi sociali o di altri Assessorati.
Pertanto, anche in questo caso stiamo cercando una soluzione, cioè dare una risposta in attesa della decisione a livello nazionale. Ci sentiamo di compiere questa scelta soprattutto perché la determinazione che abbiamo avuto, come Regione Piemonte, di avere il riparto del fondo sanitario all'inizio dell'anno ci ha permesso di ancorare la decisione al fatto che le risorse ci sono. Sapendo quali sono, in via non soltanto informale, le nuove terapie, ci sentiamo di assumere la responsabilità di fare un'anticipazione, e cioè che verranno date le indicazioni per procedere.
BONO Davide (fuori microfono) E' un'anticipazione sul singolo caso o...



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

In questo singolo caso. Poi, vedremo strada facendo.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Interrogazione a risposta immediata n. 914 presentata dal Consigliere Vignale, inerente a "Ulteriori approfondimenti sull'incendio nel reparto psichiatrico dell'Ospedale Amedeo di Savoia del 16 dicembre 2015"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 914, presentata dal Consigliere Vignale, che ha la parola per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'Assessore Saitta ricorderà che presentammo un question time già nel mese di dicembre, legato all'incendio che si è svolto all'Amedeo di Savoia.
Per ricordare ciò che è avvenuto, questa foto indica chiaramente la situazione delle stanze che hanno preso fuoco all'Amedeo di Savoia, nel repartino.
Ho il verbale, in modo da non potermi sbagliare: l'Assessore ha avuto modo di rispondere ad alcune questioni che ponemmo, e cioè se il paziente che pare sia stato l'effetto con cui ha avuto luogo l'incendio, fosse stato controllato, come prevede il regolamento, cioè gli fosse stato tolto ogni oggetto che potesse ledere se stesso e terzi, e se i materassi e il resto dei materiali fossero ignifughi (la legge è dell'81, credo), e quindi come avesse potuto prendere fuoco il reparto.
L'Assessore Saitta (immaginiamo abbia risposto utilizzando le informazioni date dall'ASL-TO2) ha dichiarato: "Nel reparto vengono adottate procedure di attenzione e vigilanza, evidentemente nel rispetto dei diritti personali. In particolar modo, esiste all'interno del servizio psichiatrico (diagnosi e cure) un regolamento relativo alle persone ricoverate, che viene consegnato ai degenti. Esso prevede, al momento dell'ingresso in reparto, una verifica dei beni personali, con il ritiro di tutti gli oggetti potenzialmente lesivi: forbici, armi, accendini fiammiferi, che vengono elencati e custoditi presso l'infermeria e riconsegnati al momento delle dimissioni. E' espressamente vietato fumare all'interno delle camere: accendini e sigarette vengono depositati presso le infermerie e consegnati a richiesta, rispettando gli accordi presi all'interno. Per ciò che attiene alla fornitura di arredi sanitari come i materassi, la dichiarazione di conformità alle normative di sicurezza esiste all'ASL-TO2 e, in particolar modo, si è evidenziato che i materassi ignifughi sono omologati nella classe UNO-I-EMME".
Pertanto, ci troviamo nella situazione di un paziente ricoverato in quella stanza, che non aveva - rispetto alla risposta data dall'Assessore Saitta - alcuno strumento con cui poter appiccare il fuoco: né accendini n fiammiferi e quant'altro. Inoltre, si trovava in una stanza che rispondeva alle norme di sicurezza previste dalla legge ed anche alla certificazione che l'ASL ha, avendo materassi ignifughi.
E' evidente a chiunque - e per questo motivo mi faccio aiutare da una fotografia che vi mostro - che questo è un materasso che ha preso fuoco che questa è una stanza d'ospedale, perché abbiamo il servizio di ossigeno e quant'altro. E' una foto reperibile su Internet; chi ha scritto l'articolo sui giornali ha riportato anche delle foto.
Noi chiediamo se la ricostruzione dei fatti che hanno determinato l'incendio sia quella che l'Assessore ci ha dato, molto probabilmente ripeto - sulla base di una ricostruzione fatta dall'ASL il 23 dicembre 2015, oppure se abbia ritenuto di farsi rilasciare una dichiarazione più puntuale, che risponda anche solo a quanto visivamente vediamo nella fotografia.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Sicuramente, dando le risposte mi riferisco a dati forniti da parte dell'Azienda, in cui ho fiducia, e ritengo che, chiunque di noi abbia questo compito di carattere politico, faccia riferimento a informazioni e dati che qualcuno fornisce.
Pertanto, a meno che il collega Vignale abbia delle conoscenze particolari sui materiali ignifughi, ci riferiamo ai dati che ci vengono forniti.
Posso dire quali sono le informazioni e da chi provengono: dall'ASL TO2. Questo sono in grado di dirlo. Non ho nulla di particolare da aggiungere, se non qualche aggiornamento, perché mi pare che venga data un'interpretazione su quanto accaduto, riprendendo una risposta anche abbastanza puntuale (mi pare che l'interrogazione allora venne presentata dalla collega del suo Gruppo).
Ho fatto effettuare nuovamente una verifica alla Direzione dell'ASL TO2, che mi informa come le fiamme sono probabilmente quelle iniziate nella camera di degenza, che non si sono sviluppate successivamente, proprio grazie alla presenza dei materiali ignifughi (materasso compreso) omologati, ripeto, in classe UNO-I-EMME.
Infatti, nel rispetto della normativa vigente, la caratteristica di tali materiali (non è che non sono infiammabili; ignifugo non vuol dire questo, come lei sa) non risulta totalmente incombustibile, non è quindi in grado di partecipare alla combustione, impedendo il sopravvento delle fiamme com' è avvenuto.
Questo è quello che mi dice l'azienda e non ho motivo di dubitarne. Se poi i sui tecnici e le sue informazioni sono particolari, credo che un confronto con il suo tecnico, o con qualche dipendente che lavora nell'azienda, potrà aiutarci a chiarire meglio la situazione, evitando di occupare il Consiglio su questo question time.
Io riferisco.



(Commenti del Consigliere Vignale)



SAITTA Antonio

Sì, lo so, le foto, capisco, ma impegnare il Consiglio su questi temi mi sembra sicuramente importante, però se lei, con il tecnico o con i tecnici dell'azienda, o quello che lei conosce, è a disposizione, si pu organizzare un confronto per chiarire il tema.


Argomento: Montagna

Interrogazione a risposta immediata n. 908 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Avvistamento lupi regione Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 908, presentata dalla Vicepresidente Ruffino, che ha la parola per l'illustrazione in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
La mia interrogazione ha come oggetto l'avvistamento di lupi nella nostra Regione.
Premesso che il lupo, in Italia, è un animale tutelato dalla legge da oltre 40 anni, rientrando anche nelle specie cosiddette "particolarmente protette" a partire dal 1977, è una presenza segnalata sulle montagne cuneesi e poi su quelle della provincia di Torino. Branchi di lupo si stanno diffondendo oramai su tutto l'arco alpino. E' bene ricordare come il mondo rurale e montano, quello contadino, da sempre una ricchezza economica e patrimonio storico e culturale del Piemonte, sia da tempo allarmato e si stiano sollevando queste problematiche ad autorità e ad opinione pubblica.
I pastori e i margari, in numero sempre crescente, minacciano l'abbandono degli alpeggi e della pratica della monticazione. Questo ovviamente, sarebbe la fine di molte attività fondamentali, anche per la perdita di presidi di biodiversità agro-alimentare, ma anche per il contributo fondamentale offerto dal pascolamento in alta quota.
Aumentano le preoccupazioni di singoli cittadini.
E' proprio di questi giorni un avvistamento di lupi in Val Sangone - ho visto alcuni articoli riguardanti, ad esempio, la località Pianca - ed è stato immediatamente segnalata la presenza alla guardia forestale.
Ho letto un dato importante, proveniente dal servizio tutela flora e fauna della Città metropolitana, in cui si dice che da dicembre 2001 ad oggi sono stati trovati 55 lupi morti.
Che cosa si presume? Si presume che la morte possa essere derivata da ferite mortali perché investiti da auto o da treni. Sono stati lasciati sul posto e magari qualcuno è stato anche nascosto.
Proprio a fronte di quanto esposto, Assessore, chiedo come le problematiche generate dalla presenza del lupo sul territorio piemontese sono state gestite, tenendo anche conto della crudezza del dato; chiedo quali siano i costi e i benefici che tale presenza ha avuto e avrà sulle comunità rurali, alpine ed anche sulle attività economiche che, come bene sappiamo, sono già fortemente provate dalla crisi economica.
La ringrazio.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Ferrero; prego.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente, e grazie, Consigliera Ruffino, per darmi l'opportunità di rispondere su questo tema.
Avrà una risposta articolata in due parti: la prima parte è del collega dell'Ambiente, che riguarda le misure con cui può essere oggi gestito il lupo, partendo dalla legge 157, che ne impedisce la caccia, e poi questa nuova circolare del Ministero dell'Ambiente che, in raccordo con le Regioni, prevede ben sette punti su cui si articola la gestione della specie lupo, incluso il fatto degli incroci con i cani.
Nella seconda parte - ed è il motivo per cui le rispondo - è indicato che cosa stiamo facendo rispetto all'attività agricola e rispetto alla convivenza con la specie lupo.
Ci sono ben tre attività distinte, che le cito, ma poi le farò avere il documento. La prima, è relativa ad un piano regionale di intervento a sostegno dei costi per la difesa del bestiame da predazione di canidi.
Abbiamo inteso questo per includere anche gli incroci che a volte avvengono tra lupi e cani selvatici.
Anche nel 2015, lo stanziamento è stato di 287 mila euro di fondi regionali. Questi interventi vengono fatti in regime di de minimis, quindi possono avere, come massimo, un intervento di 15 mila euro in tre anni per tipo di impresa.
Abbiamo poi immaginato di inserire alcune misure nel Piano di Sviluppo Rurale. Dal 2016 verranno aperti i bandi per attivare delle misure, sia di investimento, cioè per attivare le recinzioni elettriche, i cani da guardiania e tutte quelle azioni, incluse la presenza costante dell'uomo ai greggi, per poterle finanziare (su questo c'è una misura specifica), sia quelle a superficie, cioè aggiuntiva ad ettaro a quello che già le aziende di montagna percepiscono come indennità compensativa, che è variabile a seconda dell'altimetria della loro azienda.
Questa è una misura che va ad integrare il contributo, ad ettaro, per quelle aziende che attivano recinzioni elettriche e cani da guardiania cioè si attivano per poter convivere alla meglio con la presenza del lupo.
Ultima annotazione.
Il consorzio Co.Sm.An, ora Consorzio e Difesa, ma fino all'anno scorso Consorzio obbligatorio per lo smaltimento delle carcasse, ha attivato, tra i propri soci, un'assicurazione per queste predazioni.
Le alleghiamo una tabella che dà, a partire dal 2012, contezza di un centinaio di aziende che si fanno un'assicurazione volontaria, in cui si possono trovare i dati su eventi avvenuti, su risarcimenti e sulla tipologia di animali aggrediti da lupi o da canidi. Per la maggior parte vedrà che sono ovini.
Sta cambiando la modalità che avevano di fare alpeggio, soprattutto con gli ovini, che era quella di portarli in montagna e lasciarli anche qualche giorno a vagare nelle montagne, non essendovi un loro antagonista naturale.
Il ritorno del lupo impedisce questa pratica.
Noi, quindi, dobbiamo attrezzarci affinché queste pratiche abbiano uno svolgimento moderno e dobbiamo dare assistenza - e cercheremo di farlo con il piano di sviluppo rurale - alla presenza dell'uomo costante insieme ai greggi, perché non possiamo più permetterci questo tipo di modalità di pascolamento.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 907 presentata dal Consigliere Bono inerente a "Partecipate ATC: in tempi di esuberi Getica pubblica, avvisi per la selezione di un dirigente e di un esperto informatico"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 907, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'interrogazione verte su assunzioni, in un momento in cui è stato fatto un piano di riorganizzazione delle partecipate dell'Agenzia Territoriale per la Casa della Provincia di Torino, che ci sembrano proprio in conflitto con la situazione di difficoltà e di organizzazione interna della partecipata stessa.
Al momento, l'ATC-Torino ha cinque società partecipate, di cui quattro partecipate al 100% dall'ATC stessa ed una è una S.p.A. a partecipazione mista.
Le elenco brevemente.
La prima, anche in ordine di importanza, è la Getica S.r.l., nata nel 2004 per la gestione di servizi professionali intermi all'ATC, quindi 100 partecipata; Gim S.r.l., nata nel 2004 per la gestione immobiliare, 100 pubblica; ATC-Project S.r.l., nata nel 2002 per la progettazione e direzione lavori, 100% pubblica; Manet S.r.l., nota alla cronaca recente per le sue vicende interne, nata nel 2004 per la gestione dei servizi di manutenzione ordinaria e straordinaria, 100% pubblica; Esegesi S.p.A.
gestisce soprattutto riscaldamento, com'è noto, ed è l'unica a partecipazione mista ATC-Torino, Gesi S.r.l. di Brescia e ASM di Settimo Torinese.
Le cinque partecipate hanno tra i 20 e i 50 dipendenti ciascuna.
Abbiamo analizzato anche alcuni verbali del C.d.A. a partire dal 2013 in cui venivano sollevate una serie di problematiche, soprattutto all'interno di Getica, relative alla presenza di stipendi molto elevati, un alto numero di dirigenti rispetto ai dipendenti e ad erogazioni di premi - perlomeno così sembrerebbe - al di là di quelli che siano i risultati lamentati anche all'interno del C.d.A. stesso.
Con la legge n. 11/2014 è stato fatto un piano di riorganizzazione delle partecipate, che le ha ridotte da otto a tre e si è chiesto di efficientare anche il funzionamento interno delle ATC. Si parla, dunque, di una fusione di almeno tre partecipate su cinque, in particolare Getica, Gim e ATC-Project in una NewCo. In seguito a questo, si parlerebbe di un esubero di 40 o 50 persone. Nel contempo, veniamo a sapere che sono stati pubblicati sul sito - sono visibile a tutti - due bandi di selezioni, uno per la figura di dirigente e uno per un sistemista informatico, con retribuzioni rispettivamente di 70.000 e 50.000 euro, con scadenza 22 febbraio. Questo il motivo per cui abbiamo interrogato la Giunta attraverso un question time, proprio perché la scadenza è brevissima.
Vorremo dunque sapere, in relazione agli esuberi che vengono fatti, per quello che ha potuto valutate e interrogare l'Assessorato, se ritiene corretti questi due bandi.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Ferrari; ne ha facoltà.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Consigliere Bono, potrei cavarmela dicendo che la Giunta ha il compito esplicito e formale di approvare, con proprio atto, le piante organiche delle ATC, cosa che si sta facendo per ciascuna di esse.
Potrei cavarmela dicendo che non è un nostro compito specifico entrare nelle dinamiche interne delle società partecipate di ATC. Noi abbiamo soltanto il compito di comunicare quanto avviene all'interno di queste decisioni.
Ma mi rendo conto che me la caverei aggrappandomi ad un aspetto puramente formale, aggirando, in maniera un po' stolta, la sostanza del problema.
Qual è la sostanza del problema? Devo correggerla su un punto, se mi permette, ma credo che si sia trattato soltanto di un difetto linguistico non sostanziale.
La legge n. 11 riforma le ATC e la loro riorganizzazione territoriale.
Chiede espressamente che ci sia un piano di riduzione e di razionalizzazione delle società partecipate (non dice di quanto o di come ma dice che dev'esserci questo punto).
Proprio per questa ragione, noi stiamo seguendo passo dopo passo il processo di razionalizzazione e di riduzione delle cinque società partecipate del Piemonte centrale, sapendo che questa non è un'operazione che può derubricarsi in chiave esclusivamente locale, perché ha una grande valenza, anche regionale potremmo dire, tant'è vero che abbiamo deciso di fissare una cabina di regia regionale anche con le organizzazioni sindacali perché questo processo venga monitorato costantemente.
L'obiettivo è quello di passare gradualmente da cinque società partecipate a tre, poi a due e, probabilmente, ma questa la cito soltanto come un'ipotesi molto in là nel tempo che si sta solo valutando, anche ad una sola.
La sostanza della sua interrogazione è la seguente: se è in corso questo processo, quanto sta facendo Getica in questi giorni non è in palese contraddizione con le scelte che stiamo operando? Perché è chiaro che il processo di riduzione e di razionalizzazione delle società partecipate non è che siamo su Marte! - comporta inevitabilmente la gestione del numero degli esuberi, che grosso modo sarà la cifra che lei ha citato in maniera molto precisa. Allora, forse, è il caso, laddove ci sono delle necessità a livello di personale, di far prima riferimento a quel tipo di bacino.
Proprio per questa ragione, i vertici di ATC del Piemonte centrale e di Getica sono stati convocati giovedì nel primo pomeriggio nel mio ufficio perché dobbiamo valutare in maniera esplicita e chiara se le due professionalità messe a bando non siano reperibili all'interno di quello che c'è già. Mi sembra opportuno fare una valutazione e un approfondimento diretto con le persone che stanno operando per vedere quali sono le scelte conseguenti.
Anticipo anche il fatto che, siccome era stata presentata una interrogazione più ampia che ha a che vedere con queste problematiche, noi stiamo predisponendo una risposta in maniera puntuale sulle singole società e sugli incarichi, e sul perché di alcuni incarichi all'interno delle società, proprio per poter rispondere e per dimostrare, nei limiti del possibile, la coerenza di un percorso che non è semplicissimo - ve ne renderete conto - ma che dobbiamo affrontare.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 911 presentata dal Consigliere Valle, inerente a "Finanziamento capitolo di bilancio 'Riconoscimento e valorizzazione della funzione educativa, formativa aggregatrice e sociale svolta dalle Parrocchie, dagli istituti cattolici e dagli altri enti di culti riconosciuti dallo Stato attraverso le attività di oratorio'"


PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori con l'esame dell'interrogazione n. 911 presentata dal Consigliere Valle, che la illustra; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Con l'assestamento di bilancio che abbiamo votato sul finire dello scorso anno abbiamo reimpostato i fondi relativi alla legge 26/2002 sul 2016. Poiché nelle ultime settimane non abbiamo avuto modo di poter affrontare il question time, in parte mi hanno già risposto con l'esame del bilancio di questi giorni, però sarebbe interessante affrontare nel dettaglio il tema e quindi sapere esattamente quali linee intende perseguire l'Assessorato sul rifinanziamento di questa misura per l'anno in corso, e soprattutto - visto che a quest'interrogazione abbiamo già sufficientemente risposto coi lavori di Commissione - a quali tipi di attività sarà aperto, quindi se solo quelle svolte nel 2016 o anche quelle svolte nel 2015, e con quali tempistiche, entrando un pochino più nel merito.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Ferrari; ne ha facoltà.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Mi perdonerà, Consigliere Valle, se non ho una risposta scritta, per spero di essere sufficientemente chiaro.
Lei sa perfettamente quanto era stato previsto nella legge di bilancio del 2015 per quanto riguarda il capitolo dei cosiddetti "Enti di culto e oratori". Ricordiamo che non stiamo parlando soltanto di oratori di matrice cattolica, ma di una serie di espressioni religiose di matrice cristiana ed ebraica, che svolgono attività ritenute di valenza educativa per i minori e per gli adolescenti.
Nel 2015 era stata indicata una cifra pari a un milione e 200 mila euro, che nel corso dell'anno non ha potuto essere assegnata alla Direzione per ragioni di equilibrio complessivo del bilancio, mettendo le Direzioni nella condizione di poter operare attraverso il bando, cosa che era stata fatta fino a quel momento tenendo conto che negli ultimi tre anni (2012 2013-2014), d'accordo con le realtà che hanno sottoscritto il Protocollo d'intesa con la Regione Piemonte, l'erogazione era fatta a scavalco dei due anni solari per coprire un'attività che andava da settembre di un anno ad agosto dell'anno successivo (simile, diciamo così, all'anno scolastico).
Questo per dire che non tutto il 2015, pur in mancanza di assegnazione è rimasto scoperto, perché comunque fino ad agosto del 2015 sono stati erogati contributi a queste realtà in relazione al bando dell'anno precedente. Diciamo che rimarranno scoperti i mesi che vanno da agosto settembre fino alla fine dell'anno 2015.
Perché dico questo? Noi abbiamo ragionato, abbiamo anche incontrato le realtà che hanno chiesto conto delle scelte che verranno messe in campo e abbiamo cercato di operare una scelta che potesse essere utile. Quindi l'ipotesi è quella di far sì che, appena dopo l'approvazione della legge di bilancio 2016, si apra il tavolo con i soggetti coinvolti (quindi andremo al mese di aprile, grosso modo), si stabiliscano immediatamente i tempi per l'apertura del bando, in modo tale che il bando di quest'anno possa coprire un arco di tempo che va dal mese di gennaio al mese di dicembre del 2016.
Chiaramente un'avvertenza - su questo sono stato molto chiaro - in relazione proprio alla tipologia, alla natura del contributo che la Regione eroga su questo fronte: non possono essere contributi che vanno nella direzione di sostenere i costi di gestione delle strutture, i costi ordinari per intenderci, ma devono essere sempre messi in relazione e rendicontati sulla base di progettualità e progetti che vengono presentati in base a criteri che vengono fissati a livello regionale.
Questo deve essere chiaro, perché non possiamo accettare l'idea che questi siano contributi che vanno a sostenere spese ordinare, che non possono essere gestite in questo modo. In tal senso la Regione riproponendo nella proposta di legge per il 2016 la stessa cifra del 2015 dice nei fatti che intende operare in questa direzione. Poi, evidentemente sarà il Consiglio, nella sua sovranità, a stabilire in ultima istanza su quali risorse dovremo cercare di lavorare.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi del Liceo Classico "Lagrangia" di Vercelli


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della IV A Ginnasio del Liceo Classico "Lagrangia" di Vercelli in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Interrogazione a risposta immediata n. 913 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Articolo 18 del Regolamento Edilizio Tipo - DCR 79/2015"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 913, presentata dal Consigliere Graglia, che ha la parola per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Do per illustrata l'interrogazione, ma aggiungo solo alcune considerazioni.
E' un'interrogazione che è un po' una conseguenza di quella di martedì scorso, alla quale mi aveva dato risposta il Vicepresidente Reschigna.
Tuttavia, siccome a parer mio non risolveva l'ambiguità e la contraddittorietà della questione, ho continuato con questa question time.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'urbanistica

Grazie, Presidente.
Lasciando perdere tutti i "premesso" e i "considerato", sui quali non concordo, vengo al quesito finale: la cantina, va considerata superficie utile lorda o no? La risposta è evidentemente no.
Il testo della modifica del Regolamento parla di un metro e 80 come altezza minima riferita esclusivamente ai locali sottotetto, perché sono i locali sottotetto con una altezza superiore a un metro e 80 che possono essere trasformati in superficie abitabile e quindi computabili ai fini fiscali e quant'altro. Quindi va inteso che nel computo della superficie utile lorda dei Piani sono escluse le superfici relative ai locali cantina nella loro totalità.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Interrogazione a risposta immediata n. 912 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Stato degli investimenti di FIAT-Chrysler Automobiles in Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ultima interrogazione a risposta immediata, la n. 912, presentata dal Consigliere Grimaldi, che ha la parola per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come abbiamo scritto, mercoledì 3 febbraio, il gruppo automobilistico FIAT-Chrysler Automobiles (FCA) ha pubblicato i risultati finanziari del 2015, gli ultimi che includono ancora i conti della Ferrari, poi definitivamente scorporata da FCA lo scorso 3 gennaio.
Secondo questi risultati, approvati dal Consiglio di amministrazione FCA dichiara di aver raggiunto e superato gli obiettivi che si era data, ma come abbiamo scritto - diciamo che questa analisi non avrebbe convinto molti analisti finanziari, che hanno rivisto al ribasso queste previsioni.
Abbiamo voluto inserire nell'interrogazione un po' di dati, che qui non riassumerò, ma vi sarebbe un ulteriore motivo di sfiducia non solo degli analisti.
Durante una conference call, l'amministratore delegato del gruppo Sergio Marchionne, avrebbe ufficializzato che il rilancio del marchio Alfa Romeo subirà un ritardo di almeno due anni e che la sua gamma non sarà completata prima del 2020. Il rallentamento del mercato cinese è la spiegazione con cui l'amministratore delegato avrebbe giustificato lo slittamento di oltre un anno dalla partenza della seconda linea produttiva di Mirafiori accanto a quella ormai vicina, la partenza e la produzione del Levante. Di conseguenza, anche gli investimenti sarebbero spostati in avanti, il che rappresenterebbe ovviamente una pessima notizia per gli impianti italiani, centrali nel rilancio del marchio. Soprattutto, come sapete, da alcuni anni Alfa Romeo e la vicenda italiana sono strettamente collegati, più di altri marchi del gruppo FCA.
Secondo altre fonti, però - come abbiamo scritto - il ritardo dell'arrivo sul mercato della nuova berlina sarebbe legato al fallimento da parte della Giulia di alcuni crash test (così verrebbero chiamati da alcune testate giornalistiche), dovuto alla successiva riprogettazione di alcuni componenti tecnici che avrebbe richiesto un prolungamento dei lavori, e naturalmente lo sviluppo di nuovi test. Al momento, Alfa Romeo e FCA non hanno né commentato né confermato questa ultima notizia.
Scriviamo ancora che i rappresentati della FIOM-CGIL, in questo caso dicono che il Polo del Lusso, formato da Mirafiori e Grugliasco rischierebbe seri contraccolpi dal possibile rinvio del lancio dei modelli Alfa Romeo. Il ritardo della Giulia infatti, dicono, incide non solo su Torino, poiché vi sono altre realtà di FCA (quali Teksid e Marelli), ma interessa la produzione di tutto l'indotto, cioè quindi non è una ricaduta soltanto del ritardo di alcuni modelli, ma c'è la ricaduta anche sull'intero indotto FIAT, fra cui Teksid e Marelli.
Ricordiamo che a Torino il gruppo FCA ha ancora...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Grimaldi, chiedo un po' di silenzio in aula perché c'è troppo rumore. Grazie.



GRIMALDI Marco

Dicevo che ha ancora 21.500 dipendenti, cifra che sale se aggiungiamo quelli di CNH-Industrial, quindi sono all'incirca 4.500 a Mirafiori, 7.000 nella componentistica di Comau e Marelli. Il polo del lusso ha circa 6.000 dipendenti; erano 7.000 nel 2011, in seguito ad un centinaio di pensionamenti, qualche dimissione e trasferimenti in attività diverse.
Secondo i rappresentanti sindacali, per Mirafiori il secondo modello da affiancare al SUV Levante è l'unica condizione per il rientro nel 2018 di tutti i lavoratori in cassa integrazione; ricordo che sono ancora 1.500.
Inoltre, anche a Grugliasco i modelli Ghibli e Quattroporte non sarebbero in questo momento sufficienti dal momento che i volumi, tra l'altro, sono scesi da 36.000 a 26.000 e potrebbero anche diminuire.
A Mirafiori, oltre a Carrozzeria, vi sono le Presse con 600 dipendenti e le ex Meccaniche con 1.400. Inoltre, più di 500 dipendenti della Powertrain hanno sottoscritto una petizione per chiedere nuovi prodotti da affiancare al cambio che ha ormai 25 anni; e incerto, per segnalare tutti i dati del gruppo, è altresì il destino di Automotive Lighting di Venaria con un migliaio di addetti, che lavora anche per gli stabilimenti non solo di FCA.
Per questo motivo abbiamo chiesto al Presidente e all'Assessore Pentenero, intanto se è possibile, se intende convocare una riunione in cui siano presenti magari anche il Ministero dell'Economia, oltre che la proprietà di FIAT e l'amministratore delegato Sergio Marchionne.
Sperando che sia chiaro, diciamo, sia alla Giunta che a tutte le Istituzioni, che la strategia del rinvio tanto amata da Sergio Marchionne continua a costare cara a decine di migliaia di lavoratori che sono ancora in cassa integrazione.
Ricordo che se non si trovasse una soluzione molti degli ammortizzatori sono alla fine della loro durata, quindi questo ulteriore rinvio che è già costato tanto a quei lavoratori rischia di non essere più procrastinabile.
Ricordo anche, se è possibile, che la responsabilità dei mancati investimenti e dei nuovi modelli stanno anche in capo alle scelte della proprietà, che - mi dispiace - quasi mai è stata chiamata in causa in questi anni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Mi pare che la ricostruzione del Consigliere Grimaldi sia fedele e puntuale attraverso quelli che sono gli organi di stampa, attraverso i documenti che sono disponibili attraverso fonti pubbliche, che quotidianamente o periodicamente leggiamo all'interno degli organi di stampa e che ci danno elementi di preoccupazione rispetto ad un ritardo che sarebbe stato confermato anche dall'Amministratore delegato.
Peraltro, forse è utile sottolineare che nell'incontro che c'è stato l'11 gennaio e che si è tenuto presso l'Assessorato al Lavoro, all'interno del quale c'è un piano che è stato sottoscritto tra organizzazioni sindacali e FCA non sono emerse, soprattutto da parte sindacale contraddizioni o novità che possono far pensare ad una conferma. Peraltro per la prima volta una firma unitaria, seppur gestita su tavoli diversi, da parte di tutte le sigle sindacali, ma - dicevo - non sono emerse sostanziali novità o differenze rispetto a quanto è stato sottoscritto nell'accordo iniziale tra sindacato e azienda. Credo che questo sia un segnale e non voglio dire di essere troppo ottimista nel dire un segnale positivo, ma è un segnale che dobbiamo cogliere positivamente.
L'attenzione che la Regione ha da sempre dedicato al tema FCA è un'attenzione assolutamente prioritaria, anche perché l'azienda stessa rappresenta il soggetto più importante che la nostra regione ha sul proprio territorio e anche per tutto il tema dell'indotto che esso rappresenta.
Quanto suggerito dal Consigliere Grimaldi è sicuramente un consiglio che, insieme al Presidente, facciamo nostro. Quindi, oltre a quelli che sono gli incontri con i vertici di FCA che abbastanza frequentemente avvengono sulla base di quelli che sono i tavoli aperti tra la Regione ed FCA in un quadro che ovviamente è quello che determina la costituzione di FCA, siamo in un quadro di un'organizzazione internazionale, siamo all'interno di un quadro che risente delle dinamiche di un mercato complicato, di un mercato difficile, di un mercato che ha avuto in questi anni alti e bassi con crisi assolutamente difficili e complicati.
In un congresso che c'è stato recentemente si evidenziava quanto i segnali positivi del mercato dell'automobile fossero segnali che andavano a confermare e a premiare il piano di FCA negli ultimi due anni.
E' evidente che però queste osservazioni, per cui verifichiamo un ritardo intorno alla produzione della Giulia, riguardano temi che vanno valutati con attenzione.
Quindi, facciamo nostro l'invito che il Consigliere Grimaldi attraverso il question time, ci ha fornito. Oltre ai vertici che, come dicevo, frequentemente incontriamo, chiederemo chiarimenti all'amministratore delegato, che ci auguriamo ci dia la sua disponibilità ma sappiamo che ha sicuramente validi collaboratori che potranno interloquire con noi e che potranno raccontarci lo stato dell'arte in merito ad una situazione che ha caratteristiche e dinamiche molto complesse, globali, spesso anche di complessa lettura e quindi di difficile valutazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.58 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 16.05)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Comunico che non ci sono Consiglieri in congedo.


Argomento: Condizione femminile

Proseguimento esame disegno di legge n. 142, inerente a "Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza ed ai loro figli"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 142, inerente a "Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza ed ai loro figli", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta di questa mattina è terminata la discussione generale e sono stati votati gli articoli dal n. 1 al n. 15.
Passiamo alla votazione dell'articolo 16.
Vi ricordo che non funziona il sistema elettronico, quindi chiedo ai colleghi di restare ai loro posti per poter effettuare la votazione.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Con la prima votazione facciamo subito la verifica del numero legale.
Ripeto, procediamo con la votazione dell'articolo 16.
ARTICOLO 16 Indìco la votazione nominale sull'articolo 16.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 27 Consiglieri votanti 26 Consiglieri hanno votato SÌ 26 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 Indìco la votazione nominale sull'articolo 17.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 35 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 Indìco la votazione nominale sull'articolo 18.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 35 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 Ha chiesto la parola il Consigliere Graglia per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Intervengo semplicemente per ribadire la dichiarazione di voto contraria, non solo su questo articolo, ma anche per il voto finale.
Le dico sinceramente che ho deciso di intervenire nella pausa mensa perché prima non avevo intenzione di farlo. Sono contento che ridiate, ma spero che continuiate a ridere anche dopo. Questo è un argomento molto importante, che mi sta molto a cuore e ho deciso di intervenire per le cose che ho sentito dire stamattina, per alcune dichiarazioni e proposte ed anche per l'atteggiamento dell'Aula, che è stato confermato poco fa con le risate. Io non mi sono mai permesso di ridere.
Non posso esimermi dall'intervenire su questa proposta di legge e, come ho detto prima, molto più in generale. Stamattina pensavo di dover manifestare il mio voto e le mie idee su una proposta di legge contro la violenza sulle donne.
Chiederei all'Assessore competente un ascolto, perché ci tengo particolarmente. Stavo dicendo che stamattina pensavo di dover intervenire su una proposta di legge contro la violenza sulle donne, ma mi trovo di fronte ad una legge stravolta, che inserisce al suo interno degli argomenti molto importanti che nulla hanno a che fare, secondo me (e parlo a titolo personale), sull'argomento della violenza sulle donne.
Ritengo - e lo ribadisco - che la violenza sulle donne debba essere combattuta con forza, perché lo considero uno dei più grandi e vili peccati dell'uomo. Non uso a caso il termine "peccato", in quanto mi professo un cristiano convinto e praticante. Non me ne vergogno, anzi me ne vanto soprattutto in questo momento - è anche per questo che ho deciso di intervenire - di decadenza totale di valori, ma soprattutto di assoluta mancanza di coscienza. Capisco che sia più facile non avere rimorsi, perch potrebbero disturbarci, ma ogni tanto potrebbero anche obbligarci, sempre seguendo la coscienza, ad andare contro le direttive del partito cui apparteniamo, perché magari intimamente la pensiamo diversamente.
Capisco anche che, per assumere certe decisioni - e, in questo caso certi voti - ci voglia molto coraggio e anche molta dignità. Io rispetto tutte le posizioni dell'Aula e personali, ma voglio anche avere la possibilità - ed è per questo che ho deciso di intervenire - di esprimere la mia opinione.
Prenderò qualche minuto in più e me ne scuso, ma non sono intervenuto prima e non interverrò dopo.
Noi, come Forza Italia, abbiamo presentato una decina di emendamenti quindi pochi, ma tutti di merito e tutti molto convintamente. Come è diritto della maggioranza, sono stati respinti tutti, ma aggiungo che sono stati tutti respinti tra l'indifferenza dell'Aula, che seguiva a stento che spesso ha anche sbagliato ad esprimere il voto non solo sui nostri emendamenti, ma anche sugli emendamenti proposti dall'Assessore. Questo la dice lunga sull'attenzione e sull'interesse che la maggioranza pone a questa proposta, su un argomento così importante come quello della violenza contro le donne.
Tutti noi abbiamo momenti di disattenzione, anche io, ma poche volte una disattenzione che dura una mattinata intera, tant'è che il Presidente Laus è intervenuto più volte per richiamare il silenzio in aula. Ma allora ci facciamo belli solo di facciata, con proposte che sposano gli ideali di un partito di appartenenza, quando, in realtà, dimostriamo con i fatti concreti che poco ci importa; forse sarebbe più dignitoso in questi casi allontanarsi dall'aula, ma subito dopo rientrare altrimenti manca il numero legale.
Critico l'introduzione di argomenti quale quello del "gender" dell'identità di genere e sessuale, che cristianamente respingo con convinzione e che nulla ha a che fare con questa proposta, difatti il nostro emendamento ne chiedeva lo stralcio, ma non siamo stati ascoltati.
Critico anche l'introduzione di punti quale quello della "violenza sui bambini", reati contro i quali avrei soluzioni molto più spicce personalmente.
Non ci vuole molto a capire che questa proposta, probabilmente, si intreccia con il voto che in questo momento si sta compiendo alla Camera sulle unioni civili, per questo, forse, ritengo che sia ancora più sbagliato.



(Commenti del Vicepresidente Reschigna)



GRAGLIA Franco

Io esprimo la mia opinione, poi abbiamo dimostrato con i voti...



(Commenti del Vicepresidente Reschigna)



GRAGLIA Franco

Ho capito, ci credo, non c'è nessun problema.
Lo ribadisco come cristiano convinto delle proprie idee, ma vi faccio un esempio, e concludo: ho cambiato idea sulle unioni civili, su certi diritti delle unioni civili, perché ho avuto una lezione di vita domenica sera quando, con mia moglie, ho partecipato, a Fossano, in Duomo, alla Santa messa degli innamorati.
Nel Duomo gremito, due ragazzi di sesso maschile hanno avuto il coraggio - uso questo termine, poi vi spiego - di entrare e di sedersi nel primo banco, e ho visto l'atteggiamento di quasi tutti gli altri.
Purtroppo, questi due ragazzi, secondo me, non hanno avuto il coraggio di andare fino in fondo e di presentarsi di fronte al celebrante per ottenere la benedizione della coppia. L'atteggiamento della gente era come il mio atteggiamento iniziale, di cui mi vergogno anche un po'. Questa situazione mi ha fatto comprendere la grande sofferenza di questi due ragazzi e il grande conflitto interno che vivono ogni giorno, per cui su di loro ho cambiato idea. Assolutamente non cambio idea su certi atteggiamenti di alcune coppie estreme, che fanno sfoggio di certe loro peculiarità, cosa di cui, secondo me, potrebbero fare a meno; così come non cambio idea assolutamente sulla non adozione dei figli.
Dico questo - e concludo - perché come io, secondo coscienza, sono riuscito a cambiare idea su un concetto molto chiaro che avevo in mente, mi aspettavo anche che questa mattina, di fronte a certe proposte della minoranza, ci si potesse incontrare, ma soprattutto si avesse il coraggio di dimostrare che abbiamo tutti una coscienza, che non obbediamo solo alle direttive di un partito; che avessimo anche il coraggio non dico di ascoltare, perché è troppo complicato, ma almeno di sentire e di accorgerci di avere una coscienza. Quindi, mi sarei aspettato, a parte un'attenzione minima - che non c'è stata - anche un'approvazione e un accoglimento di qualche nostra proposta.
Conoscendo altresì personalmente qualche Consigliere e qualche Assessore, mi è anche dispiaciuto: non so come si porranno di fronte al loro elettorato cattolico. Probabilmente si comporteranno - qui non do giudizi - come ogni domenica o ogni sabato, partecipando senza problemi alla celebrazione dell'eucarestia.
Probabilmente, è mancata un po' di buona volontà, soprattutto sugli articoli n. 2 e n. 14; spero che questo possa servire per il futuro. Vi ringrazio e mi scuso se ho preso un po' più di tempo.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Graglia.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 19.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 35 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 20 Indìco la votazione nominale sull'articolo 20.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 Indìco la votazione nominale sull'articolo 21.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 38 Consiglieri hanno votato NO 4 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 22 Indìco la votazione nominale sull'articolo 22.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 36 Consiglieri hanno votato NO 4 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 23 Emendamento rubricato n. 4) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessora Cerutti: Sostituire la rubrica dell'art. 23 "Piano triennale regionale degli interventi per contrastare la violenza sulle donne" con la seguente: "Piano triennale regionale degli interventi per contrastare la violenza di genere".
La parola all'Assessora Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

Si tratta di una mera sostituzione di termini: da "Piano triennale regionale degli interventi per contrastare la violenza sulle donne" alla dicitura sostitutiva di "Piano triennale regionale degli interventi per contrastare la violenza di genere".



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Cerutti.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 4).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 23, così come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 24 Indìco la votazione nominale sull'articolo 24.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri hanno votato NO 4 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 25 Indìco la votazione nominale sull'articolo 25.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri hanno votato NO 4 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 26 Indìco la votazione nominale sull'articolo 26.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri hanno votato NO 4 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 27 Indìco la votazione nominale sull'articolo 27.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri hanno votato NO 4 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 28 Emendamento rubricato n. 4) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessora Cerutti: Il primo periodo del comma 1 dell'articolo 28 del disegno di legge 142 è sostituito dal seguente: "Agli oneri per l'attuazione degli articoli 3, 8, 9 ,10, 11, 12, 13, 14 15, 16, 20, 21 e 26, quantificati nel bilancio 2016-2017 in euro 500.000,00 per ciascun anno, in termini di competenza del bilancio 2016-2018 ripartiti in euro 300.000,00 per la spesa corrente e in euro 200.000,00 per la spesa in conto capitale, entrambi nella missione 12, programma 12.10, si fa fronte rispettivamente con le risorse della missione 12, programma 12.10 e con le risorse della missione 01, programma 01.03 del bilancio di previsione finanziario 2016-2018, che presentano la necessaria copertura finanziaria".
La parola all'Assessora Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

Questo emendamento è l'emendamento finanziario che abbiamo anche portato in I Commissione ieri e che dà, per quanto riguarda i fondi regionali, 500.000 euro per ogni anno, ripartiti in 300.000 euro per le spese correnti e 200.000 per le spese in conto capitale.
Ricordiamo - giusto per avere anche dei parametri di riferimento - che noi finora abbiamo finanziato in particolare le case protette e i centri antiviolenza con un milione di euro circa, ottenuto da 200.000 euro di fondi regionali e 797.000 euro di fondi statali.
Se vogliamo andare a vedere lo storico, noi abbiamo avuto nel 2009 un importo stanziato ed assegnato, come fondi regionali, di 300.000; nel 2010 di 400.000 euro; negli anni 2011, 2012 e 2013, di zero euro; nel 2014, di 200.000 euro, che sono quelli cui ho fatto riferimento prima; nel 2015, di 156.000 euro, a cui si aggiungono appunto i fondi statali.
Io credo quindi, anche dal punto di vista di uno sguardo storico, sia importante ripristinare una situazione che vede, dal 2014, ricominciare un finanziamento che era stato azzerato negli anni precedenti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Cerutti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Beh, con l'intervento dell'Assessore è certificata l'inutilità della norma. Anche qualora la condividessimo - e alcune di queste parti le condividiamo, l'abbiamo anche detto nella discussione in sede di Commissione -, bisogna però capire se si propende per fare una norma che sia utile. Va ricordato, infatti, che questa Regione - tant'è che l'ultimo articolo di questo provvedimento riguarda le abrogazioni - disponeva già di due leggi, che sostanzialmente prevedevano la quasi interezza degli articoli che oggi stiamo votando: la legge sulle case rifugio e quella sul sostegno legale.
La differenza contenuta in questa legge la fa una parte di interventi sanitari, che venivano svolti anche se non stavano all'interno di una norma e la vera diversità, invece, la fanno quegli articoli che abbiamo contrastato.
Se guardiamo la norma nelle sue parti attuative - quindi dal Capo III in quelle che vengono definite le attività e le azioni, con 500 mila euro di cui 300 mila euro di spesa corrente, dovremmo fare: azioni di sensibilizzazione e prevenzione, azioni nell'ambito del lavoro, del sistema scolastico, educativo e del tempo libero, azioni di contrasto alla discriminazione dell'immagine femminile, attività di informazione accoglienza, sostegno e percorsi per l'autonomia, violenza assistita (non "favorevoli alla violenza assistita", ovviamente, io leggo le rubriche) interventi per la prevenzione dei fenomeni della tratta e della riduzione in schiavitù, interventi per la prevenzione del fenomeno delle mutilazioni genitali femminili, la rete sanitaria contro la violenza, l'istituzione del codice rosa, il centro esperto sanitario, gli interventi rivolti agli autori di violenze di genere, la formazione delle operatrici e degli operatori, degli standard formativi, l'istituzione di un fondo di solidarietà regionale per il patrocinio legale, il piano triennale degli investimenti e il monitoraggio.
Queste poche cose, con le risorse di cui ci ha parlato l'Assessore (i trasferimenti dello Stato), che però, per la gran parte, riguardano il mantenimento delle case rifugio, quindi riguardano un articolo di tutti quelli che abbiamo citato.
Noi dovremmo fare tutto ciò: evidentemente, non lo faremo mai, ed è assolutamente evidente come questa norma serve più per dire: "Abbiamo fatto la legge per le attività di sostegno alla violenza sulle donne, ma soprattutto per l'introduzione di alcuni aspetti che non sono mai stati nella normativa regionale, piuttosto che altri".
Guardate, la controprova l'avremo domani mattina, nel senso che la comunicazione che l'Assessore Cerutti, la Giunta o SEL faranno oggi pomeriggio su questo tema sarà la cartina di tornasole rispetto all'interesse. L'interesse è quello mediatico, com'è stato fino ad oggi l'intervento. Faccio un esempio? L'anno scorso, la Regione Piemonte ha stanziato 17 mila euro sulle mutilazioni genitali femminili e quest'anno ne stanzia zero, ma c'è un articolo che interviene in quell'ambito.
Quando si fa un bilancio, bisognerebbe anche solo banalmente dire visto che sono 17 mila euro: "Per non fare brutta figura, visto che stiamo discutendo la legge, quei 17 mila euro li metto" - 17 mila eh! - "così facciamo finta di dare una risposta al non aver votato un ordine del giorno, che è una sorta di marchetta di partito, più che legge regionale".
Questo stiamo facendo. Il problema è che questa marchetta di partito ha, al proprio interno, alcuni aspetti che sono molto, molto delicati, ma questo lo vedremo in un altro momento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Sarò breve, anche perché ritengo che abbiamo discusso abbastanza: in Commissione abbiamo sempre lavorato, siamo sempre stati presenti, di conseguenza conosciamo bene il disegno di legge. Perlomeno, ci abbiamo provato e ci proviamo a studiare e valutare bene questo provvedimento.
Ho già espresso il nostro pensiero e l'Assessora ne è a conoscenza: siamo a favore di questo disegno di legge, sin dall'inizio. Abbiamo presentato dei nostri emendamenti, abbiamo avanzato delle proposte, abbiamo dato consigli e abbiamo cercato di lavorare, perché, prima di tutto abbiamo un senso di responsabilità e del dovere verso le persone che hanno bisogno, che sono vittime di questo sistema.
La violenza contro le donne è una grave emergenza sociale, una grave problematica che sembra non dare tregua: voglio ricordare gli ultimi episodi che si sono verificati e di cui hanno parlato tutti gli organi di stampa.
Detto questo, svolgo una riflessione: noi saremo sempre attenti e vigileremo affinché le risorse possano essere incrementate, perché le criticità di questo disegno di legge sono proprio le risorse. Le risorse ahimè, ahinoi! - sono limitate, considerando tutti gli impegni che la Giunta si è assunta o comunque si accinge ad assumere.
Pertanto, quello che noi auspichiamo è che, una volta votata ed approvata la legge di bilancio, possano essere integrate ulteriore risorse perché 500 mila euro non sono sufficienti. Inizialmente, la norma finanziaria prevedeva molte più risorse; queste sono diminuite per i motivi che ho appena citato, ma mi auguro che possano essere incrementate, perch per poter agire in tutti i campi, nella prevenzione, nell'informazione nella formazione, case rifugio e centri antiviolenza, abbiamo veramente bisogno di tante risorse.
Il nostro augurio e la nostra speranza è che ci sia un impegno vero e proprio, concreto da parte dell'intera Giunta. Mi rivolgo e lancio l'appello al Presidente Chiamparino, perché è la prima persona che deve dare il buon esempio in quest'aula, prima di tutto ai cittadini piemontesi e alle vittime di violenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 13).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 36 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 28 Indìco la votazione nominale sull'articolo 28.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 36 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 29 Indìco la votazione nominale sull'articolo 29.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 36 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri, stiamo facendo l'appello nominale perché voi fate confusione con la votazione per alzata di mano, quindi già è un subordine.
Abbiamo fatto l'appello nominale e voi avete il dovere di dire ad alta voce: "sì, no, astenuto". Se c'è un dubbio.
Adesso chiedo al Consigliere Vignale: "Sì" o "no"? Hanno interpretato il "no".
Lei voleva votare "sì" o "no"?



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Hanno ascoltato, però per ascoltare bisogna dirlo.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Va bene, non è successo niente e ci siamo chiariti per le prossime volte.
Il Consigliere Vignale ha votato "no". Va bene.
Colleghi, abbiamo due atti di indirizzo collegati al provvedimento: mozione n. 398 presentata dai Consiglieri Batzella, Andrissi, Bertola Bono e Mighetti, inerente a "Implementazione servizi territoriali supporto e ascolto per le vittime di violenza" mozione n. 507 presentata dai Consiglieri Batzella, Andrissi Bertola, Bono, Campo, Mighetti e Valetti, inerente a "Potenziamento dei servizi di vigilanza sui treni nelle fasce serali o comunque con bassa affluenza, per contrastare il fenomeno delle moleste e della violenza contro le donne"



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, vi chiedo un po' di silenzio.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Guardi, io mi limito, anche se non sono tenuto a dare spiegazioni, a spiegare qual è il senso dell'ordine del giorno n. 649 "Utero in affitto carcere per la maternità surrogata", che tra l'altro non reca solo la mia firma.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Marrone, parlo prima io.
Personalmente, quindi come Presidente del Consiglio, l'ordine del giorno lo considero non attratto, perché l'oggetto non è un oggetto di violenza e quindi non ha nulla a che vedere con la legge.
Se considero l'ordine del giorno come..



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

E' legale in Italia?



PRESIDENTE

No, io sto dicendo un'altra cosa, non sto aprendo il dibattito, sto dicendo.



(Commenti del Consigliere Marrone)



PRESIDENTE

Non mi interessa, in questo momento sto dicendo un'altra cosa.



(Commenti del Consigliere Marrone)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Marrone, ma il documento "L'utero in affitto carcere per la maternità surrogata", personalmente non lo considero un atto violento perché c'è il consenso. In ogni caso, stiamo parlando di violenza e secondo la lingua e la definizione italiana, questo non rientra.
Per questo motivo, e per queste argomentazioni, non lo considero attratto. Lo potrà discutere in un altro momento.
Le posso dare la parola solo ed esclusivamente per dirmi e contestare quanto sto dicendo io, però senza aprire il dibattito.



MARRONE Maurizio

Sa che cosa c'è? Penso che tutti noi, anche gli Uffici, dovremmo ripassarci le disposizioni del Codice Civile, per cui atti di disposizione del proprio corpo non sono tutti ammessi solo per il consenso. La prostituzione è un reato, nonostante ci sia un consenso della prostituta.
Lo sfruttamento.



(Commenti fuori microfono)



MARRONE Maurizio

Se aveste voglia di leggere l'atto d'indirizzo, vedreste che non è ovviamente alla vittima dell'utero in affitto che si propone una repressione, ma nei confronti del soggetto che ne trae profitto, proprio come nella prostituzione.
Poi guardi, Presidente, sa che cosa c'è? Capisco che siete in imbarazzo e che quindi non lo vogliate discutere.



PRESIDENTE

No, no, lei.



MARRONE Maurizio

Che non lo vogliate discutere.



PRESIDENTE

Lei provi a prendere la definizione della lingua italiana sul termine "violenza".



MARRONE Maurizio

Io comprendo che siete in imbarazzo. Dico solo che nel DDL si fa riferimento agli interventi di mutilazione genitale femminile, subiti da donne non costrette con la forza, ma soggette a violenza psicologica magari anche con un consenso del tutto formale indotto da paura e minacce.
Se questa è la concezione che il centrosinistra attuale ha della dignità della donna e della violenza contro la dignità della donna, e avete imbarazzo nell'affrontare il dibattito, pur essendo voi liberissimi di votare no, tenetevi la vostra paura, tenetevi il vostro imbarazzo e non accettate il dibattito! Ormai è l'unica cosa che in questo Paese si può fare, ma evidentemente a voi crea paura anche questo.



PRESIDENTE

No, il dibattito ci sarà perché lei l'atto d'indirizzo lo può sempre presentarlo, io ho solo detto che.



(Commenti del Consigliere Marrone)



PRESIDENTE

No, no, può chiedere all'Aula se oggi ritiene di discutere l'atto di indirizzo.



(Commenti del Consigliere Marrone)



PRESIDENTE

E io ho dato una risposta irremovibile.
Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

In qualità di firmatario.
Prendiamo solo atto, lo dico al Presidente perché è il Presidente che ha il compito di fare queste valutazioni.
Rispetto alle modalità con cui si attraggono gli ordini del giorno senza entrare nel merito perché non è mia competenza farla in questa fase della non trattazione dell'ordine del giorno, rilevo soltanto che in questo Consiglio.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Vignale.
Colleghi, stiamo parlando e non riusciamo a capirci, nonostante i microfoni.
Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie.
Dicevo che in questo Consiglio, da quando c'è questo Ufficio di Presidenza e da quando lei presiede l'Aula, abbiamo visto attratto "la qualunque". Nel senso che se uno prende la.



PRESIDENTE

No, "la qualunque" non lo posso accettare! Ha visto attrarre tutto quello che poteva essere attratto. E quando non c'erano margini per attrarre, è stato attratto solo ed esclusivamente perché c'era un consenso unanime.
In questo momento, comunque, non ci sarebbe stato un consenso unanime.
Prego.



VIGNALE Gian Luca

Lei lo sa da cosa? E' un veggente?



PRESIDENTE

No, sono solo attento a gestire l'Aula, perché ho visto tutti i colleghi che non erano d'accordo.
Vada avanti col suo ragionamento.



VIGNALE Gian Luca

In ogni caso, se prendiamo l'atto di bilancio che abbiamo votato, vedrà che lì dentro c'è "la qualunque"! E lo risottolineo, "la qualunque"! La distinzione vera è che quegli atti che abbiamo attratto quando abbiamo discusso il bilancio preventivo erano in gran parte condivisi in modo trasversale oppure, qualora fossero stati respinti, non creavano un problema di carattere politico.
L'unica cosa che lei non può fare - ed è quella che, invece, lei sta facendo - è avere discrezionalità politica rispetto agli atti da attrarre.
Ed è quello che sta facendo! Noi adesso chiederemo agli Uffici che ci facciano pervenire l'elenco degli ordini del giorno che sono stati attratti sulla singola legge e vedrà non in Conferenza dei Capigruppo, ma il prossimo Consiglio regionale, in modo tale che ci ascoltino, anche rispetto alla sua modalità di gestire l'Aula - che la smentiremo con una facilità imbarazzante.
Io me ne ricordo dieci, quindici o venti in cui abbiamo discusso di ordini del giorno che nulla c'entravano con quel disegno di legge, ma che non davano fastidio a nessuno.
L'aspetto è politico? Se l'aspetto è politico, non importa: viene attratto perché ha, evidentemente, un aspetto di attrazione. Poich all'articolo 2 del disegno di legge in questione parliamo di "violenza psicologica", l'utero in affitto non può - almeno a nostro avviso - non essere considerato un aspetto riguardante la violenza psicologica. Ma senza entrare nel merito, dico soltanto che o attraiamo praticamente tutto oppure siamo molto rigorosi, e diciamo che tutte le volte passate che abbiamo accolto degli ordini del giorno (anche a discussione aperta) perché serviva per votare una legge, è stato fatto senza rispettare il Regolamento.
Allora il Regolamento si rispetta a momenti alterni, a seconda di quella che è la convenienza della maggioranza. Questo, però, non lo fa un Presidente del Consiglio che dovrebbe essere sopra le parti.
Noi non abbiamo problemi: dimostreremo pubblicamente, il prossimo martedì, che lei ha torto e che lei, in questo momento, è partigiano.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Io vorrei avere torto per darle una soddisfazione psicologica, per purtroppo, ho ragione. Ma vorrei veramente avere torto.
Le spiego: all'articolo 87 del Regolamento interno del Consiglio regionale.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Ma non rispetto il Regolamento, rispetto alle volte che lo ha violato!



PRESIDENTE

Io non ho mai violato il Regolamento, né lo farò in questo momento.
Però io non l'ho interrotta: se vuole essere.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Sì che mi ha interrotto, e quindi io la interrompo.
Se lei guarda l'educazione.



PRESIDENTE

Lei deve portare.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Il rispetto che merita.



PRESIDENTE

No, no, no! Lei deve portare il rispetto al sottoscritto che deve essere almeno pari a quello che io porto nei suoi confronti, sempre, in Aula e fuori dall'Aula.
Detto questo, tutti gli atti di indirizzo che sono stati attratti, sono stati attratti perché c'era un consenso unanime, e non ci sono state mai forzature.
Nel caso specifico, il Presidente, essendo - lo ripeto - attento all'Aula, considera questo atto di indirizzo non da attrarre, perché non attiene alla violenza.
Adesso, proprio per essere super partes, glielo dimostrerò, così come prevede il Regolamento: pongo in votazione la richiesta, sentito un Consigliere a favore e uno contro, e per appello nominale si deciderà se questo ordine del giorno sarà o meno attratto.
Non si apre la discussione.
MARRONE Maurizio (fuori microfono) Sempre per essere democratici! Complimenti!



PRESIDENTE

Non si apre la discussione perché questo è il Regolamento; se ne volete un altro.
Non è che facciamo il dibattito su.
MARRONE Maurizio (fuori microfono) Complimenti!



(Il Consigliere Marrone applaude)



PRESIDENTE

Non c'è discussione, collega Marrone.
Non siamo a teatro!



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Uno a favore e uno contro! Legga il Regolamento!



PRESIDENTE

E' quello che ho detto adesso, l'ho letto! Chi è a favore? MARRONE Maurizio (fuori microfono) Bravissimi! E voi decidete se discutere rispetto a chi è a favore nel merito? Davvero complimenti! L'ordini dei lavori ormai è sconosciuto! E' sconosciuto!



PRESIDENTE

Consigliere Marrone, ascolti: il Regolamento - e non io - dice che dovete pronunciarvi, uno a favore e uno contro, e poi si pone in votazione.
MARRONE Maurizio (fuori microfono) Ma nel merito, non se discuterlo o meno.
Ma quando mai!



PRESIDENTE

Ma cosa sta dicendo! MARRONE Maurizio (fuori microfono) Questa è una sua valutazione, se ne deve assumere la responsabilità! E se la assuma! Se la assuma!



PRESIDENTE

Ma lo ha letto?



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi! MARRONE Maurizio (fuori microfono) Così non si discuteranno più le cose che non condividete.



PRESIDENTE

Consigliere Marrone, io leggo il Regolamento, non per lei, perché lo deve conoscere, ma.



(Commenti del Consigliere Marrone)



PRESIDENTE

Consigliere Marrone, sto parlando! Il Regolamento - lo sto leggendo non per lei, ma per chi ci ascolta recita: "Se il proponente insiste ed il Presidente ritenga opportuno consultare l'Assemblea, questa decide per votazione palese, sentito un oratore a favore e uno contro per non più di cinque minuti".
Ho chiesto prima: chi è a favore? Presidente Marrone, può intervenire per non più di cinque minuti.
Poi interverrà un Consigliere contro.
Si è prenotato il Consigliere Gariglio.
Prego, Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Intervengo per informarla che il motivo per cui si ritiene che questo ordine del giorno abbia invece a che fare con la proposta legislativa dell'Assessora Cerutti e della Giunta è perché questa proposta cerca di affrontare a 360 gradi il tema della violenza contro le donne. Ma non solo violenza - perdonatemi la brutalità - intesa nell'ordine della violenza fisica, dello schiaffo, perché se così fosse, dovremmo fermare il dibattito e preoccuparci di quello che stiamo discutendo e votando.
Da tutto il dibattito e dal testo del disegno di legge emerge in modo chiaro che si tratta, invece, di un contrasto alla violenza nei confronti della donna in tutti i suoi aspetti.
Il fenomeno dell'utero in affitto non è un'operazione consentita in Italia: è per questo motivo che si va all'estero a farla; si va evidentemente, in Paesi che, a differenza del nostro, non garantiscono tutela alla dignità di una donna che, verosimilmente, non avrà tutto il piacere di trattare il proprio utero come una sorta di organo in affitto ad altri individui, con una maternità su commissione, e lo dico in una città (e in città come quelle piemontesi) dove addirittura il regolamento degli animali domestici vieta di separare i cuccioli dai genitori! E stiamo parlando di animali, a cui questo diritto viene riconosciuto! Invece per gli esseri umani, evidentemente, secondo l'interpretazione che è contraria a trattare un ordine del giorno come questo nel tema della violenza sulle donne, riteniamo che sia una condotta del tutto tranquilla e pacifica.
Così non è, non solo per i Consiglieri proponenti; non lo è per il nostro ordinamento giuridico e giudiziario, consentitemi, che non ammette questa condotta. E se non la consente, un motivo ci sarà.
La proposta - non voglio entrare nel merito, ma mi ci porta rispetto a questo rito che sta evocando - va a chiedere al Presidente della Giunta (è un atto di indirizzo) di introdurre e di sostenere una posizione nei confronti di un'altra autorità, ossia nei confronti del Parlamento, che proprio in questi giorni, sta legiferando su questo tema.
Io non so se il Capogruppo del PD, il Presidente Laus, che appartiene al PD, e tutti gli altri Consiglieri del PD sono a conoscenza del fatto che questa proposta che noi riportiamo - quella di non ritenere solo illegittima, ma di configurare come reato la violazione della dignità della donna che, in stato di necessità economica, sia portata ad affittare il proprio utero con la pratica di maternità surrogata - è una proposta legislativa che in questo momento è avanzata da Deputati eletti nelle liste del Partito Democratico nel Parlamento del nostro Paese.
Il paradosso è che il dibattito su un tema come questo sia impedito, o quantomeno evidentemente osteggiato, proprio da esponenti del Partito Democratico. Ora, nessuno vi chiede di votare a favore. Avete delle legittime fratture all'interno su temi etici? E' del tutto normale, è sempre avvenuto nella storia della Repubblica per ogni grande partito.
Però, che per questo motivo, voi andiate a impedire un dibattito nel merito, quando siete liberissimi, con la vostra maggioranza (finché ce l'avete), di votare di no, a questo punto diventa invece un tema di democrazia d'Aula, perché non è ammissibile che la linea sia quella che, a prescindere da un'attinenza di oggetto, di tema all'argomento dell'atto legislativo a cui si collega l'ordine del giorno o l'atto di indirizzo, ci sia la regola per cui, se è condiviso nel merito da tutti, allora si mette se invece c'è un distinguo o la maggioranza contraria, allora si prescinde dall'attinenza e non si discute.
E' inammissibile e inaccettabile che l'ordine dei lavori venga costruito e disegnato nella misura della condivisione del merito che la maggioranza ha o no. La parola e il voto sono l'unico diritto che rimane alle minoranze, e voi non avete la possibilità o l'arroganza - non ve la consentiremo - di calpestarli.
Pertanto, quello che chiedo a quest'Aula è di avere almeno il coraggio di discutere, anziché soccombere alla paura di dimostrare quali sono le proprie posizioni e anche le proprie divisioni e contraddizioni. Se questa paura non l'avete, sarete molto liberi e sinceri nel consentire il dibattito e, se lo riterrete, di bocciare questa proposta di ordine del giorno.



PRESIDENTE

Consigliere Marrone, prima di dare la parola al Consigliere Gariglio le leggo ancora un altro passaggio del Regolamento: "Nel corso della discussione degli articoli, possono essere presentati per iscritto e svolti ordini del giorno che servano di indicazione alla Giunta in relazione alla legge in esame".
Con quest'ordine del giorno, lei non dà un'indicazione alla Giunta facendo riferimento alle competenze della Giunta: dice che la Giunta deve rivolgersi al Governo per considerare reato penale.
Questo a completamento.
Prego, Consigliere Gariglio, prenda pure la parola.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Guardate, capisco che con le regole delle assemblee elettive a volte non tutti abbiano dimestichezza, o meglio, che alcuni le interpretino a loro piacimento; tuttavia, se il collega Marrone vuole iscrivere oggetti all'o.d.g., lo può fare, come abbiamo fatto il sottoscritto e il collega Bertola a inizio seduta: può alzarsi e chiedere che un oggetto venga iscritto all'o.d.g. E noi, anche su temi spinosi, quali quello proposto dai colleghi del Movimento 5 Stelle, non abbiamo mai eccepito che venissero iscritti. Se invece si vuole dare per collegato a un disegno di legge un testo che nel suo dispositivo non ha nulla che attiene al collegamento, noi diciamo "no".
Non vogliamo disconoscere la serietà delle questioni poste nell'ordine del giorno del collega Marrone né sottacere un tema oggetto di divisione anche nel nostro interno, poiché nel nostro partito legittimamente ci sono posizioni diversificate. Vuole fare la discussione? La facciamo, però il collega Marrone, come facciamo tutti noi, abbia la buona pazienza e, in qualche modo, l'attenzione verso i colleghi di chiedere di iscrivere un testo all'o.d.g. nella Conferenza dei Capigruppo, lo faccia a inizio seduta e ne discutiamo. Noi non abbiamo paura di confrontarci con nessuno, non abbiamo neanche paura di discutere su temi rispetto ai quali al nostro interno siamo divisi, ma non ci facciamo condizionare da nessuno.
Questo tema, Presidente, noi lo riteniamo non collegato. Riteniamo che il Presidente dell'Assemblea abbia agito correttamente. Voglio ricordare a tutti che il Regolamento è stato cambiato alla fine della legislatura nel 2010 e che nel nuovo Regolamento il depositario dell'interpretazione del Regolamento è il Presidente dell'Assemblea.
Presidente, se si deve votare, sappia che noi voteremo per dichiarare questo ordine del giorno non collegato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gariglio.
Indìco la votazione nominale sulla richiesta di attrazione dell'ordine del giorno n. 649 al punto 4) all'o.d.g. presentata dal Consigliere Marrone.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 32 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Passiamo all'esame della mozione collegata n. 398, "Implementazione servizi territoriali supporto e ascolto per le vittime di violenza", presentata dai Consiglieri Batzella, Andrissi, Bertola, Bono e Mighetti.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Con questa mozione chiediamo che vengano implementati i servizi territoriali proprio per renderli più agibili e lavorare in rete con tutti i territori della Regione Piemonte.
La delibera di Giunta n. 14 del 21 settembre 2009 ha istituito la rete regionale di supporto alle vittime di violenza, creando in ogni Azienda Sanitaria Locale o Azienda Sanitaria Regionale la figura del referente di violenza, poiché ad oggi i numeri degli accessi in pronto soccorso legati a casi di violenza sono sempre più in crescita, ma la prevenzione continua ad essere carente.
Il territorio piemontese è assolutamente disomogeneo rispetto ai servizi offerti alle vittime di violenza: presenta centri di eccellenza e aree non coperte. Verificato che vanno comunque riorganizzati i servizi offerti alla popolazione, anche in relazione a quello che sta accadendo nel riordino della nuova rete territoriale, bisogna prestare particolare attenzione alla formazione del personale - ma l'abbiamo visto già presente nel disegno di legge - che opera nelle strutture, cercando anche di contenere i costi.
L'aumento dei casi segnalati di violenza con accessi ai pronto soccorso è in costante aumento, con una crescita dei costi legati proprio alla gestione sanitaria. Occorre, da un lato, porre un argine con delle azioni di prevenzione urgenti, proprio per diminuire la pressione sociale da tali criticità; dall'altro lato, i servizi territoriali, quindi gli Enti gestori e i Consorzi, si ritrovano con pochissime risorse da dedicare al sostegno a queste vittime.
Riteniamo necessario implementare tutta la rete dei servizi in tutto il territorio piemontese, con dei professionisti formati e dedicati, come anche già messo all'interno di questo disegno di legge. Noi chiedevamo al Consiglio regionale tre impegni. Io li leggerò tutti e tre, ma ho modificato l'ordine del giorno e cambierò l'impegno: non più con tre impegni, ma un unico impegno.
Inizialmente, la mozione originare invita "ad adottare indirizzi di appositi nella riorganizzazione della rete territoriale che tenga conto di tutti i risparmi effettivi, implementando i servizi di rete, dedicati alla prevenzione e alle fasce deboli della popolazione, che è il bersaglio prioritario di possibili violenze a donne e minori, ma anche a violenza assistita e anche estesa agli anziani e ai disabili".
Questo impegno lo elimino, perché è già presente all'interno del disegno di legge. Lascerei, al contrario, l'impegno - mi sono anche confrontata con l'Assessora Cerutti, la quale è d'accordo, con l'Assessore Saitta e anche con la collega Caputo, che recita "ad individuare nei consultori, negli ambulatori di distretto, negli ospedali operatori e spazi da rafforzare e utilizzare per proseguire e promuovere tutte le azioni di prevenzione della violenza e l'accompagnamento delle vittime, offrendo a tutto il territorio regionale lo stesso standard qualitativo di supporto".
Quindi, implementazione di tutti i servizi in tutta la Regione Piemonte.
Spazi a disposizione ne abbiamo, perché magari all'interno dei consultori degli ospedali o di tanti consultori, che magari sono sottoutilizzati oppure dove ci sono stanze vuote e che possono essere utilizzate come sportelli di ascolto e di supporto per le vittime di violenza.
Per quanto riguarda l'ultimo impegno, che recita "a garantire l'accesso alle strutture protette e a tutte le vittime che da sole o accompagnate dal servizio di riferimento devono essere tutelate", ritiro anche questo perché si trova già all'interno del disegno di legge.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
Consigliera Batzella, vuole illustrare anche l'altra? Così facciamo prima l'illustrazione e poi apriamo il dibattito.
Procediamo con l'esame della mozione n. 507.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Con questa mozione chiediamo il potenziamento dei servizi di vigilanza sui treni nelle fasce serali o, comunque, con bassa affluenza per contrastare il fenomeno delle molestie e della violenza contro le donne.
Questa mozione l'ho presentata in seguito a un numerose segnalazioni.
E' datata 21 ottobre perché proprio in quel periodo ci sono state diverse donne molestate all'interno dei treni. Si trattava di donne lavoratrici e di studentesse che sono state più volte molestate. Allora, per quello nasce questa mozione che ho presentato. Ne approfittiamo per collegarla al disegno di legge, perché più riusciamo a fare miglioramenti e a rendere il più completo il disegno di legge, meglio è per tutti.
Non sto a dirvi che negli ultimi anni il fenomeno della violenza e delle molestie sta raggiungendo dei livelli altissimi, perché ne abbiamo ampiamente conferma. Tuttavia, vorrei porre l'attenzione sul fatto che esiste un corpo di polizia ferroviaria che è la Polfer. Attualmente la Polfer è costituita da 4.500 operatori distribuiti su tutto il territorio in tutte le stazioni italiane, comprese le stazioni in Piemonte.
Abbiamo segnalato che ci sono stazioni ferroviarie che non hanno i posti di polizia ferroviaria, perché sono stati chiusi. Ad esempio, nella stazione di Alessandria, nella stazione di Casale Monferrato, ma il servizio Polfer di Arquata Scrivia, Tortona, è molto penalizzato e così l'Alessandrino; a Cuneo, ad esempio, non c'è il posto di polizia, ma anche a Bra, Novara, Arona, Orbassano; altri uffici declassati, anche la stessa Porta Susa e anche nel Verbano Cusio Ossola, Domodossola e anche il posto di polizia di Vercelli e di Santhià.
La percezione di sicurezza non viene soddisfatta nel quotidiano soprattutto a beneficio delle donne a bordo dei trasporti regionali e i casi segnalati continuano ad aumentare, ma paradossalmente, vengono segnalati soprattutto attraverso i social. Se tutti andiamo ad aprire i social magari riusciamo a leggere i vari commenti, le segnalazioni, una sorta di pseudodenunce che vengono fatte attraverso i social per segnalare i casi di molestie.
Riteniamo necessario intervenire con delle risposte chiare e puntuali considerato che la Regione Piemonte ha dichiarato un impegno costante su tema della prevenzione della violenza. Lo stiamo dimostrando, perch comunque è stato fatto un lavoro, siamo qua e stiamo cercando di lavorare proprio su questo tema.
Allora, l'impegno è: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale ad adottare misure apposite nella riorganizzazione della rete dei trasporti territoriali, che pongano la sicurezza delle viaggiatrici negli orari serali e di minore affluenza al primo posto, implementando e non riducendo il personale di polizia ferroviaria a bordo dei mezzi, fornendo agli stessi tutti gli strumenti operativi necessari per tutelare le donne.".
Poi, "a richiedere a tutti gli attori coinvolti di installare delle telecamere collegate con il personale sul treno in caso di pericolo", anche se in alcuni casi le telecamere sono già presenti a bordo del treno.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
La parola alla Consigliera Caputo.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
In merito alla mozione n. 507, appena illustrata dalla collega Batzella, vorremmo sottoporre alla sua attenzione e prevedere che anzitutto possa essere modificato in parte il dispositivo.
Le proporremo di modificarlo in questo modo.
Nel primo punto, nella parte in cui si dice "ad adottare misure apposite nella riorganizzazione della rete dei trasporti territoriali che porgano la sicurezza delle viaggiatrici negli orari serali e di minore affluenza al primo posto", togliere la parte successiva, in quanto la polizia ferroviaria non è di competenza regionale ma del Ministero dell'Interno; da questo punto, ci fermeremmo subito dopo "posto", al primo punto, e toglieremmo "implementando e non riducendo il personale di polizia ferroviaria a bordo dei mezzi fornendo agli stessi tutti gli strumenti operativi necessari".
Al secondo punto, invece, siamo d'accordo: però, anziché "a richiedere", noi le proponiamo "a prevedere che nei prossimi rinnovi contrattuali" - che ovviamente sono di competenza del nostro Ente - "tutti gli attori coinvolti possano installare telecamere collegate con il personale sul treno in caso di pericolo".
Al terzo punto: "a far sì che la Giunta possa farsi da tramite con RFI per impiegare ogni altra strategia che possa essere individuata per aumentare la sicurezza dei viaggiatori, in particolare delle viaggiatori rafforzando anche gli strumenti nelle stazioni negli orari serali con pattuglie e videocamere". Ovviamente, ci soffermiamo più sul fatto che possa intervenire come tramite di chi è di competenza al settore, quindi con le Ferrovie dello Stato.
Inoltre, aggiungeremmo altri due punti. Il primo è "a farsi da tramite con RFI affinché siano attivate le campagne di comunicazione e di informazione ed estendere le campagne di comunicazione sia sui treni Freccia Rossa, così come previsto dalla Convenzione con il Ministero delle Pari Opportunità" (quindi verificare che siano attuate), "ed a estendere le campagne di comunicazione ed informazione regionali anche sui treni locali".
Ultimo punto: "farsi da tramite con il Ministero competente per evitare la chiusura dei posti di polizia ferroviaria", che sono citati nella mozione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.28, riprende alle ore 17.41)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola alla Consigliera Batzella, che comunica le modifiche apportate alla mozione n. 398.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
"Adottare misure apposite nella riorganizzazione della rete dei trasporti territoriali che pongano la sicurezza delle viaggiatori negli orari serali e di minore affluenza al primo posto". Questo rimane invariato.
Viene modificato il secondo punto, che recita "a prevedere nei prossimi rinnovi contrattuali che tutti gli attori coinvolti possano installare telecamere collegate con il personale sul treno in caso di pericolo" inoltre, "sollecitare il Ministro dell'Interno e le Prefetture affinché il personale di polizia ferroviaria sia implementato e non ridotto"; "a farsi da tramite con RFI per impiegare ogni altra strategia che possa essere individuata per aumentare la sicurezza dei viaggiatori e, in particolare delle viaggiatrici, rafforzando anche gli strumenti nelle stazioni negli orari serali con pattuglie e videocamere".
Abbiamo inoltre aggiunto altri due impegni, che recitano "a farsi da tramite con RFI affinché siano attivate le campagne di comunicazione previste dalla Convenzione con il Ministero per le Pari Opportunità e ad estendere le campagne di comunicazione e informazioni regionali anche su tutti i treni locali".
L'ultimo impegno recita "di farsi da tramite con il Ministero dei Trasporti per evitare la chiusura dei posti di Polizia ferroviaria". Questo è importante, perché sono stati chiusi tanti posti di polizia ferroviaria in diverse stazioni, come ho ricordato prima.
Quindi, chiediamo che l'Assessore intervenga tempestivamente affinch non vengano chiuse altre stazioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 398, come modificata L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 36 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 507.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 36 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola la Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera, per dichiarazione di voto sull'intero testo di legge.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
E' gentilissimo, cercherò di utilizzare il minor tempo possibile.
Intanto, svolgo soltanto qualche considerazione: il nostro Gruppo ha proposto pochi emendamenti, peraltro anche di merito, sui quali non è stata aperta una reale discussione, anche soltanto volta a cercare convergenze.
Noi pensiamo che un voto unanime espresso da quest'Aula avrebbe dato forza ad un disegno di legge, che, a nostro parere, parte con tante difficoltà.
Ribadiamo la nostra contrarietà sull'articolo 2, lettera h), sulla percezione della propria identità sessuale; questa legge deve concentrarsi sul grave problema della violenza alle donne.
Abbiamo chiesto lo stralcio dell'articolo 14: il nostro Gruppo lo ritiene fuori luogo e con il solo concreto rischio di allontanamento dei minori.
Le risorse sono il tema costante di questi giorni: per noi sono fondamentali, darebbero credibilità al disegno di legge n. 142. Invece sono scarse, insufficienti, inesistenti, soprattutto se oggi si parla di provenienze legate a possibili bandi europei. Quindi, ci sono poche risorse regionali, incerte sono quelle provenienti dal Governo e dubbie sono quelle che arriveranno da possibili bandi a emanazione dell'Unione Europea.
Manca di concretezza questa legge, non offre pari opportunità a causa della distribuzione disomogenea di strutture per l'accoglienza sui territori, sono penalizzate oggi e saranno penalizzate domani le donne che subiscono violenza. Quindi, la Regione Piemonte, per il nostro Gruppo, non ottempererà alla raccomandazione dell'ONU che chiede di assicurare alle vittime l'accesso ai servizi.
Per noi ci sono troppi punti interrogativi, ad esempio l'unificazione dei protocolli, la garanzia di personale specializzato e costantemente formato.
Abbiamo espresso in quest'Aula un forte e accorato disagio - credo sia stato colto quello del collega Graglia - consapevoli che una discussione più ampia, molto probabilmente, avrebbe messo in crisi qualche componente della maggioranza.
Brevemente, mi soffermo sui grandi assenti su questo disegno di legge: la casa e il lavoro. Il lavoro come indipendenza, il lavoro come momento di formazione.
Assessore, è opinione unanime che il lavoro viene considerato il primo e fondamentale strumento per raggiungere l'indipendenza economica per una donna che ha subito maltrattamenti. Il lavoro viene vissuto come significativo incentivo per riuscire a denunciare quelle sistematiche situazioni di violenza di natura famigliare. Il lavoro, per noi, permette alle donne di fare autonomamente delle scelte pensando al proprio bene; per una donna in difficoltà che ha deciso di uscire dalla spirale alla violenza, il lavoro è un ancora di salvezza, è un obiettivo prioritario per ricominciare da capo e riprogettare una vita più serena anche per i propri figli.
Associata a una violenza fisica e psicologica si innesca soprattutto quella che noi chiamiamo violenza economica, che costringe la donna a non poter compiere liberamente nessuna scelta. Il lavoro è importante, sempre per una donna, ma lo è soprattutto se parliamo di una donna maltrattata. Il lavoro come risorsa è possibilità per la donna abusata di conquistare un'emancipazione personale e sociale; il lavoro come socioterapia e riparazione interiore, appunto, di questa libertà conquistata come libertà di scelta e di autodeterminazione.
Noi pensiamo che queste considerazioni siano utili a definire con quali modalità e attraverso quali servizi, strumenti e sinergie istituzionali di rete è possibile agevolare l'inserimento lavorativo per le tante donne violentate, maltrattate, abusate.
Non abbiamo letto e non abbiamo sentito parlare di tirocini formativi che, ad esempio, sono uno strumento privilegiato proprio per l'accompagnamento nel mondo del lavoro attraverso una precisa e mirata ricostruzione delle proprie capacità lavorative e abilità possedute.
Ed è proprio partendo dall'analisi dei punti di debolezza e dei punti di forza in relazione ad eventuali esperienze di lavoro acquisite, o in alcuni casi partendo dalle aspirazioni, dai sogni o dalle competenze trasversali, che una donna si riscopre capace di essere forte.
Pensiamo ci sia la necessità di un costante affiancamento, pensiamo ci sia necessità di ricercare una casa per uscire il prima possibile dalle case rifugio, ma anche in questo caso, Assessore, si parla di risorse che non ci sono, che non sono sufficienti e lo dimostreremo con il tempo, credo che qualche altro intervento abbia detto la stessa cosa. Noi pensiamo che le donne abbiano necessità di sganciarsi il prima possibile dai servizi per tornare a vivere come donne libere.
In modo un po' scherzoso, oggi, in quest'Aula si è votato "un Cirinnà in salsa piemontese".
Siamo delusi dallo svolgimento del lavoro in Commissione e siamo delusi dallo svolgimento dei lavori in quest'Aula, perché non si è stato cercato neppure per un momento un punto di convergenza che permettesse a quest'Aula l'espressione di un voto unanime su una legge che è importante non soltanto per il Piemonte, ma potrebbe essere presa ad esempio anche dalle altre Regioni. Dico questo con sommo dispiacere perché abbiamo ricercato con il numero esiguo di emendamenti un dialogo, che non c'è stato e per lei Assessore, in particolare, questo è un punto di grande debolezza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Ruffino.
La parola alla Consigliera Conticelli.



CONTICELLI Nadia

Grazie.
A nome del Partito Democratico, esprimo soddisfazione per il lavoro che è stato presentato dall'Assessore Cerutti in Commissione e per il lavoro lungo, puntuale e minuzioso svolto in Commissione.
Siamo stati richiamati questa mattina e tacciati di essere stati distratti. In realtà, la discussione è stata lunga ma produttiva in Commissione: si è parlato di linguaggio, di linguaggio di genere e di fenomeni connessi, nella sicurezza però da parte di tutti che c'era l'obiettivo comune, che pensavamo condiviso anche con i colleghi, di approvare una legge, di fare la nostra parte, altrimenti parlare di violenza e di vittime diventa solo demagogia.
Oggi, con soddisfazione, arriviamo alla fine di un lungo percorso, che potremmo dire avviato già alla fine dell'VIII Legislatura, quando venne approvata, attraverso un vasto movimento popolare, la legge per l'istituzione delle case protette. Spiace che durante la IX Legislatura non si sia riusciti mai a dare gambe a quella richiesta che veniva davvero dalle donne e dall'associazionismo senza colore politico e che faceva riferimento, credo, a tutti gli schieramenti.
Esprimiamo soddisfazione perché, fin dall'inizio di questa legislatura questa Giunta ha saputo dare non solo gambe, per quello che si poteva, dal punto di vista economico, all'istituzione delle case rifugio, ma anche creare una rete, affrontare il tema a livello regionale e non a macchia di leopardo, così come in maniera spontanea si era creato sui territori con il sostegno che potevano dare gli enti locali.
Diciamo che la legge corona un po' questo percorso. che passa attraverso tante cose. Voglio solo ricordare il fondo implementato quest'anno dalla Giunta sul patrocinio legale proprio per le donne vittime di violenza.
Si è parlato di modelli culturali e voglio soffermarmi solo un attimo su questo. Si è parlato di modelli culturali e poi si vogliono strumentalizzare le necessarie azioni di prevenzione che devono accompagnare una legge seria.
La violenza sul genere femminile non è innata: non esiste in nessun'altra specie in natura. Che siano le donne a subire violenza è un fattore culturale, naturalmente con un radicamento secolare. Ed è questo che va scardinato.
Quando si parla di fattore culturale, ovviamente in prima linea c'è la scuola, ma non solo; perché la scuola è lo specchio della società e perch la scuola, altrimenti, si riduce a fare il povero naviglio che deve navigare controcorrente. C'è la società e ci siamo in primo luogo noi, la politica, con la nostra azione legislativa. Una società cambia e le leggi devono seguire i cambiamenti della società; ma le leggi favoriscono, anche i cambiamenti di tipo sociale e culturale. E noi pensiamo che questa legge sia tra quelle che favoriranno il cambiamento, così come lo sono stati la legge sul femminicidio e altri provvedimenti analoghi.
Certo che parlare di violenza sulle donne significa parlare anche di dare parimenti strumenti alle donne per riprendere i propri percorsi di vita, attraverso il lavoro, la formazione, la casa; ma significa anche parlare di pubblicità e di modelli culturali, appunto; significa parlare di educazione sessuale nelle scuole. Tutto questo non viene escluso da questa legge: tutto questo, anzi, riporta - com'è stato sottolineato anche nel dibattito in Commissione - al fatto che questa legge è il perno, il mainstreaming, tramite cui bisogna attivare una serie di politiche che favoriscano l'autodeterminazione della donna. Il modello culturale ed educativo - dicevamo - è ciò che aiuta i ragazzi e le ragazze, in primo luogo, a riflettere sulle differenze, ma anche sul rispetto di sé e del proprio corpo.
Non troviamo, quindi, questo facile slogan della teoria del "gender" che è una scatola vuota di cui nessuno sa dare il contenuto. Bisogna parlare nelle scuole di educazione sessuale; bisogna insegnare ai ragazzi a rispettare la differenza, che è ricchezza; bisogna lavorare sulle ragazze perché altrimenti - come ci insegnano le organizzazioni economiche mondiali e, non ultime, le associazioni dei nostri territori - non riusciremo ad attivare le vere risorse che oggi al mondo sono inespresse e che riguardano la metà della popolazione, cioè le donne.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Conticelli.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, la parola alla Giunta.
Prego, Assessora Cerutti.



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

Grazie, Presidente.
Intervengo soltanto per ringraziare per quello che credo potrà essere uno strumento a disposizione per la nostra Regione. I miei ringraziamenti quindi, vanno a chi ha costruito le basi, perché noi oggi possiamo redigere una legge quadro, quindi anche alle leggi che noi ereditiamo e che, con l'ultimo articolo del disegno di legge, assumiamo: la legge 11 del 2008 - a cui è stato fatto riferimento dalla Consigliera Ponticelli - che aveva istituito in Piemonte, prima Regione, il fondo di solidarietà per le donne vittime di violenza che decidono di intraprendere un percorso di denuncia e la legge 16 del 2009, che - com'è stato ricordato - era una legge di iniziativa popolare, portata avanti dalle Associazioni delle donne della Regione.
Mi sento di dire quindi che il nostro lavoro e questa legge risultano a valle, cioè mettono a valore ciò che è stato. Però è chiaro che è molto importante il lavoro comune che abbiamo portato avanti, prima nel recepire i suggerimenti di tutti coloro che a diverso titolo lavorano su questo argomento e poi nell'attività condotta dai Consiglieri e dalle Consigliere dal Presidente della IV Commissione e quello della I. E poi chiaramente un ringraziamento va anche ai colleghi di Giunta perché, proprio con l'ambizione di essere legge quadro, questa dev'essere necessariamente una legge trasversale, che quindi interessa anche i miei colleghi per le diverse competenze.
Fornisco solo qualche elemento di valore in più, che voglio sottolineare. Siamo la prima Regione che mette all'interno di una legge applicandolo, ciò che è stato votato all'interno della legge di stabilità 2016, cioè la definizione del percorso di tutela delle donne: quello che noi abbiamo chiamato codice rosa e quindi anche l'istituzione di una équipe multidisciplinare che potrà appunto andare a prendere in carico le donne che denunceranno una violenza.
Evidenzio poi anche come questa sia la prima legge che approviamo attenta al linguaggio di genere. E credo che questo agisca proprio sull'aspetto culturale presente - lo rivendico - all'interno di questo disegno di legge; ma non come battaglia ideologica o, peggio, così com'è stato definito, ma perché per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne noi dobbiamo intraprendere soprattutto un lavoro di prevenzione quindi un lavoro culturale che riguarda, appunto, l'educazione e quella che può essere una sfida valoriale.
Ricordo ai Consiglieri e alle Consigliere che finora, nel 2015, le donne che sono state supportate dai nostri centri antiviolenza sono 1.650 e il mio auspicio è che questo numero con la nostra legge aumenti. Vorrei anche sottolineare che di queste donne più dell'80% - perché il valore torinese è del 95% e quello delle altre Province è del 78% - sono donne con figli. E quindi crediamo sia molto importante e non sia sicuramente a svantaggio dei minori anche l'aver introdotto il tema della violenza assistita.
Ci sono dunque tanti aspetti che avremo modo di verificare insieme sicuramente anche il tema delle risorse sarà importante - però adesso ci attendono la costruzione del regolamento attuativo ed una sfida importante nel mettere insieme tutti gli ambiti su cui la Regione è competente proprio per far sì che il contrasto alla violenza sia sempre più efficace.
E io auspico pertanto di poterlo misurare anche con i numeri.
Rivolgo ancora un ringraziamento, perché questo è un passo avanti nella nostra Regione. Credo che questa legge, in questo momento, possa essere per gli elementi che ho trattato anche in questo mio ultimo intervento, la più avanzata tra quelle di tutte le altre Regioni che hanno già legiferato in questa direzione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Cerutti.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri hanno votato NO 4 Consiglieri si sono astenuti XX Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame proposta di deliberazione n. 128 inerente a "Art. 18, IV comma, legge regionale n. 18/2007 e s.m.i. comune di Gifflenga (BI). Attribuzione all'ambito territoriale dell'ASL-BI"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 128, di cui al punto 5) all'o.d.g.
L'oggetto è il seguente: "Tenuto conto che il Comune di Gifflenga ancorché inserito nella provincia di Biella, sin dall'istituzione della medesima, avvenuta con il decreto legislativo 6 marzo 1992, n. 248, risulta a tutt'oggi assegnato nell'ambito territoriale dell'ASL di Vercelli".
Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Mi sostituisco all'Assessore Saitta! Ritengo che la questione sia rilevante su una cosa (riguarda 100-120 abitanti, quindi non è tanto il numero o lo spostamento): il fatto di adattare le norme all'evoluzione della tecnologia. E' una conseguenza del GPS e del fatto che, a questo punto, essendo in altra ASL, sia per la Guardia medica sia per tutti gli altri servizi che fino a questo momento senza GPS, arrivavano dalla zona dell'ex USL 48, ora ASL di Biella automaticamente si crea un impedimento.
Questo, perché in precedenza c'era anche un ponte che collegava alla parte sud; oggi la distanza è fra 500 metri e 17 chilometri, rispetto all'ASL di Vercelli.
Ecco perché la richiesta del Comune e - devo dirvi - di tutta la popolazione: io sono uno di quelli, quindi è una specie d'interesse privato in atti d'ufficio! Il trasferimento deve essere fatto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pichetto.
Indìco la votazione nominale sulla proposta di deliberazione n. 128, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 41 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Montagna - Contributi allo sport e al tempo libero

Esame mozione n. 627 presentata dai Consiglieri Ruffino, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani e Vignale, inerente a "Emergenza neve Regione Piemonte"; ordine del giorno n. 628 presentato dai Consiglieri Rostagno Caputo, Corgnati, Gariglio, Ravetti e Valle, inerente a "Agenda di priorità a favore del sistema neve e del Turismo invernale piemontese"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 627, avente ad oggetto "Emergenza neve Regione Piemonte", presentata dai Consiglieri Ruffino Graglia, Pichetto, Porchietto, Sozzani e Vignale, e dell'ordine del giorno n. 628, avente ad oggetto "Agenda di priorità a favore del sistema neve e del Turismo invernale piemontese", presentata dai Consiglieri Rostagno Caputo, Corgnati, Gariglio, Ravetti e Valle, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La mozione n. 627 viene illustrata dalla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Con questa mozione vogliamo significare l'importanza del sistema neve che è uno dei primi collettori di domanda turistica che genera un indotto tra i 500 e i 700 milioni di euro, che impiega oltre mille addetti diretti.
Ricordiamo che la nostra regione dispone di 54 stazioni sciistiche, con oltre 270 impianti di risalita, 12 snowpark e 1.300 chilometri di pista. E' un patrimonio del Piemonte, ma è soprattutto un patrimonio della montagna.
Con la legge n. 2 del 2009, la Regione si è impegnata a riqualificare e valorizzare i territori montani e le aree sciabili collegate, in termini di coesione sociale, economia territoriale e di sviluppo del turismo, e ovviamente - per la pratica dello sport.
Ritengo importantissima la parte legata ai posti di lavoro, con una forte prevalenza di giovani: per la maggior parte di essi, questi sono gli unici mesi dell'anno in cui lavorano.
L'attuale emergenza peggiora i problemi, li amplifica, si aggiunge a quelli dello scorso anno. Sono novant'anni che sulle Alpi piemontesi non si registra una mancanza di precipitazioni come quella attuale e l'ARPA dice che manca dal 70 al 90% della neve che in genere si era accumulata in questo periodo.
Nonostante l'accensione degli impianti di innevamento, che hanno garantito un minimo di sciabilità nei vari comprensori, la mancanza di neve ha ripercussioni serie sull'intera filiera economica, a partire dai gestori degli impianti di risalita, alle attività commerciali, alle attività turistiche, agli artigiani e a tutti i professionisti che operano nel comparto neve.
Ne abbiamo parlato più volte con i colleghi e riteniamo che, se non ci sono interventi concreti, si rischia di mettere in difficoltà la già difficile economia della montagna.
E' importante ribadire che ci sono delle stazioni a rischio chiusura ma credo i colleghi conoscano perfettamente queste situazioni.
Noi chiediamo la modifica del calendario scolastico, aggiungendo tre giorni all'interruzione delle cosiddette "vacanze di carnevale", per arrivare ad un'intera settimana di vacanza, garantendo comunque i 200 giorni di scuola previsti dalla legge.
A queste considerazioni aggiungo quelle legate allo sport, che sono molto ben rappresentate negli stati generali dello sport; un contesto in cui i Sindaci delle valli sono inseriti con soggetti attivi, concreti e propositivi.
Rimarco che ci sono esperienze molto belle ed importanti disponibilità da parte degli amministratori che, in caso di accoglimento di questa proposta, metterebbero a disposizione autobus per permettere ai nostri ragazzi di poter praticare lo sci.
Già oggi, alcune amministrazioni garantiscono la pratica dello sci per i bambini sin dalla scuola dell'infanzia. Questo è un altro aspetto di valore che deve essere rimarcato.
Riteniamo che questa emergenza debba permetterci di lavorare su orizzonti più ampi, coinvolgendo certamente il Governo e le altre Regioni ma non perdendo più tempo, perché siamo di fronte ad un Piemonte che nel 2015 ha perso 500 imprese.
L'unica nota positiva la troviamo nel turismo, con un 2% circa in più di numero di aziende: aziende piccole, aziende ovviamente sane.
E' proprio di questi giorni l'importante appuntamento delle passate Olimpiadi, che hanno significato molto per il Piemonte. Assessore, noi avremmo già voluto la settimana di vacanza a partire da quest'anno, e mai sarebbe stata più appropriata, visto il periodo che stiamo vivendo.
Ci rendiamo conto che la stagione invernale è partita soltanto adesso spero ci sia la volontà di non rincorrere più i problemi, cercando piuttosto di prevenirli.
Grazie.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Ruffino.
La parola al Consigliere Rostagno per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 628.



ROSTAGNO Elvio

Abbiamo aspettato un po' a discutere quest'ordine del giorno così nel frattempo è nevicato, però i problemi non si sono risolti, non solo per la piccola quantità di neve, ma perché la difficoltà economica che sta vivendo quel comparto registra sofferenze che questo anno, come ha già accennato la collega Ruffino, sono di notevole importanza.
Stiamo parlando di quasi 45 mila addetti. Stiamo parlando di danni che si aggirano intorno - almeno per i dati in mio possesso - di 100 milioni al mese. E' un segnale dato dai Sindaci e dai Presidenti dell'Unione dei Comuni. Va però detto che il 22 gennaio c'è stato un incontro della nostra Giunta con alcuni rappresentanti dell'Unione montane, con l'UNCEM e con gli organismi del settore imprenditoriale, in cui si sono registrate le varie intenzioni, ma si è anche ricevuta disponibilità da parte della nostra Giunta, confermata anche nell'incontro avuto quindici giorni fa con alcuni Sindaci.
Guardate, questo è un comparto che per i torinesi potrebbe sembrare marginale, perché potrebbe riferirsi solamente a chi fa sport, a chi ha soldi e a chi può dedicare qualche giorno di vacanza per quell'attività.
Non è così, perché è un comparto che dà lavoro ed occupazione a molte persone. Sappiamo che nel sistema neve ogni euro speso ne genere una decina; mentre nel sistema turistico ne genera tre-quattro.
E' un settore che è in grado di generare molto reddito.
Il nostro ordine del giorno cerca di approfondire la tematica sotto più aspetti, con azioni a breve termine e con azioni di prospettiva.
Nelle azioni di breve termine ci sono significative prese di posizione anche a livello nazionale (so che i parlamentari Taricco e Gribaudo hanno chiesto lo stato di calamità e si sono fatti promotori di una richiesta) sappiamo che la Giunta regionale ha garantito la chiusura dei pagamenti di stagioni pregresse; sappiamo che una delle azioni che possiamo richiedere e che ovviamente deve essere portata avanti sul livello nazionale, è che il Governo proceda su una moratoria relativa ai mutui che anche le società proprietarie di impianto di risalta hanno in essere, e sappiamo essere all'o.d.g. l'attività di rivisitazione della legge 2 del 2009, perch ovviamente ha bisogno di essere modernizzata. Sarà chiara la nostra attenzione sulle voci di bilancio 2016, affinché questo settore non abbia delle riduzioni.
Sottolineerei anche le azioni di prospettiva: non è possibile che ogni volta che c'è una situazione meteorologica straordinaria un comparto vada in crisi. Questa è un'annata eccezionale, però segnalo sicuramente una criticità che ciclicamente si ripete con periodi di anni abbastanza ridotti.
Crediamo sia opportuno provvedere ad un piano strategico sul turismo invernale, nel quale il comparto neve abbia un capitolo molto importante ma è un capitolo del sistema turistico.
Crediamo sia importante valutare l'ipotesi di istituire un fondo rotativo in Piemonte per gli investimenti e per garantire il credito per interventi aggiungerei "a sollecitare il compimento dell'iter a livello nazionale, finalizzato all'istituzione di una settimana annuale durante il periodo scolastico dedicata alla promozione sportiva".
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rostagno.
La invito al banco della Presidenza per formalizzare la modifica da lei illustrata.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Vorrei intanto rassicurare parzialmente i colleghi dicendo che ha nevicato lo scorso fine settimana, quindi la natura ci è venuta in parziale aiuto! Ho avuto modo di constatarlo perché ho fatto un sopralluogo nella zona di Cesana, dove ho visitato i resti e le reliquie della pista da bob, che è uno degli esempi di investimento di fondi pubblici per la montagna che è risultato assolutamente inutile; anzi, oserei dire dannoso.
Collegandomi a questo esempio, direi che dobbiamo prestare attenzione a come utilizziamo i fondi pubblici. Diciamo pure che questo rappresenta un caso eclatante: abbiamo abbandonato questo mostro sulle pendici della montagna, totalmente inutilizzato; un mostro che è costato diversi milioni e che è stato utilizzato soltanto nei quindici giorni delle Olimpiadi o poco più. Quest'opera dà proprio la misura di come la politica, molto spesso, non riesca a capire che cosa serva effettivamente alla montagna e quali siano i provvedimenti che meritano un impiego dei nostri fondi pubblici.
In questo caso, stiamo parlando di provvedimenti che potrebbero risultare utili per incrementare il turismo in montagna. Noi avevamo già riflettuto su questo tema in occasione di un nostro atto di indirizzo approvato quasi un anno fa (per l'esattezza il 31 marzo), con il quale chiedevamo di intervenire a sostegno dell'economia della montagna, settore che è stato ampiamente descritto dai colleghi Ruffino e Rostagno.
Nel nostro atto di indirizzo avevamo chiesto un intervento della Regione per promuovere, nello specifico, azioni che sostenessero dei progetti in ambito scolastico per avvicinare gli studenti agli sport, con particolare riguardo agli sport sulla neve, e di favorire una rete di collaborazione tra scuole primarie e secondarie, Enti locali, associazioni sportive, stazioni sciistiche (in particolare quelle micro, che sono in grande sofferenza, forse più delle grandi stazioni che accedono sicuramente a finanziamenti maggiori da parte della Regione) ed operatori turistici per programmare brevi soggiorni a costo contenuto che avvicinino i giovani agli sport sulla neve.
Credo che gli impegni di questo atto di indirizzo siano rimasti solo su carta, nonostante ci fosse la congiuntura giusta: ricordo che il Presidente Laus ha inaugurato gli "Stati generali dello sport" nella nostra Regione e quindi si stanno svolgendo tutta una serie di iniziative collegate (gli anziani che camminano in centro e iniziative nelle scuole), ma non ci risulta ad oggi nessun intervento che sia direttamente correlato a questo impegno che il Consiglio regionale ha preso ormai quasi un anno fa.
D'altra parte, riscontriamo come negli atti di indirizzo oggi proposti in particolare in quello della collega Ruffino, manchi l'attenzione alle famiglie, non tanto a quelle che possono permettersi la settimana bianca ma a quelle che non possono permettersela e che si troverebbero ad affrontare il problema della chiusura delle scuole con la conseguente difficoltà a gestire i loro figli in quel frangente.
Noi non siamo contrari alla modifica del calendario scolastico; per l'impegno che viene proposto nell'atto di indirizzo della collega Ruffino rimane un po' vago: si va a chiedere di individuare una soluzione che possa garantire il giusto equilibrio tra le esigenze didattiche legate all'anno scolastico e quelle del turismo montano piemontese. Ma ci sembra che manchi un soggetto: questo soggetto sono proprio quelle famiglie che non possono permettersi la settimana bianca.
Questo è il motivo per cui, un anno fa, avevamo presentato un atto di indirizzo che considerava anche la situazione di quelle famiglie che non hanno interesse o non hanno la possibilità di recarsi in montagna durante gli eventuali giorni di chiusura delle scuole: si prevedeva, quindi, di attuare dei progetti correlati, ma anche di diffondere una cultura della montagna che potesse magari indurre queste stesse famiglie a programmare negli anni successivi, delle vacanze sulla neve.
Molti piemontesi, infatti, non sono propensi a recarsi in montagna perché non hanno proprio la cultura della montagna. Anche il fatto di creare dei progetti all'interno delle scuole poteva essere un'occasione in più per diffondere questa cultura, che sicuramente potrebbe dare un forte impulso a quel settore economico che è, purtroppo, legato agli eventi climatici.
Anche in virtù del fatto che il nostro clima sta cambiando e che purtroppo ci troveremo ogni anno ad affrontare questa emergenza - l'assenza di neve - dovremmo studiare un piano che possa consentire di valorizzare la montagna indipendentemente dal turismo legato allo sci. Perché la montagna piemontese offre tantissime alternative: la montagna non è soltanto fatta di stazioni sciistiche! Anche a detta di molti operatori, il turismo che rende, quello che porta ricchezza, arriva principalmente dall'estero (non dimentichiamo questo aspetto!). Questi turisti sono curiosi di conoscere i territorio.
Occorre, quindi, promuovere un turismo che possa essere attratto dalle potenzialità culturali del nostro territorio, anche di quelle gastronomiche (perché no!). Bisognerebbe fare un ragionamento ben più complessivo e non ridurre il tutto alla semplice aggiunta di tre giorni di calendario festivo, che porta numerose conseguenze negative alle famiglie che non possono programmare la settimana bianca.
Queste sono le perplessità che nutriamo rispetto all'atto di indirizzo proposto dalla collega Ruffino; ci sembra un pochino riduttivo rispetto all'enorme emergenza che ci troviamo ogni anno a fronteggiare.
Non avrei altro da aggiungere. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come già richiamato da alcuni colleghi, un po' ha nevicato (oppure "è nevicato", come preferirebbe dire il collega Appiano, che ha aperto una querelle sul tema: abbiamo persino consultato l'Accademia della Crusca secondo la quale si può dire in entrambi i modi, perché sono corrette entrambe le forme).
Certo queste precipitazioni nevose a carattere locale e limitato non hanno "raddrizzato" una stagione che è iniziata male, da questo punto di vista, e che è andata avanti ancora peggio. E sicuramente queste nevicate non vanificano la discussione che stiamo facendo rispetto a questi atti di indirizzo.
D'altra parte, la carenza di precipitazioni, non solo nevose ma anche piovose, è il segno di un cambiamento climatico che purtroppo è in atto e che nessuno può negare.
Parliamo di cambiamenti climatici che hanno ripercussioni e conseguenze ben più gravi della cosiddetta "emergenza neve". Possiamo fare l'esempio della carenza di acqua che si sta riscontrando sui laghi e i corsi d'acqua piemontesi o anche fare riferimento, ad esempio, alla qualità dell'aria, e sappiamo bene quanto la Pianura Padana soffra per la sua conformazione geografica proprio di problemi con la qualità dell'aria.
Cosa significa questo? Significa che probabilmente occorre ragionare a più lungo termine anche sul favorire delle attività nelle località sciistiche di montagna non solo legate alla neve, che possano attirare del turismo, poiché non è così impossibile che per i prossimi anni ci si trovi nuovamente di fronte a scarsissime o assenti precipitazioni nevose.
Così come avviene in stazioni sciistiche al di fuori della nostra regione o anche al di là delle nostre Alpi, occorre far sì che ci siano delle condizioni per cui i turisti abbiano il desiderio e la volontà di visitare queste località anche in assenza di neve e quindi, in qualche modo, bisogna controbilanciare l'effetto negativo della mancanza di neve.
Viceversa, la discussione rischia di ridursi un po' - come stiamo facendo oggi - al calendario scolastico "vacanze di Carnevale sì, vacanze di Carnevale no", cosa che, secondo il mio parere, è un po' riduttiva.
Se da una parte ci può stare che si facciano delle vacanze di Carnevale per permettere le settimane bianche, dall'altra parte possiamo anche trovarci di fronte al disagio di alcune famiglie che magari non possono permettersi di mandare gli studenti a fare la settimana bianca e che poi devono avere, purtroppo, anche il disagio di gestire i figli in un periodo nel quale loro normalmente lavorano. Nelle vacanze di Natale sono a casa un po' tutti; diversamente, in questo periodo, chi ha la fortuna di avere un lavoro, deve andare a lavorare e dover gestire dei figli che in quei giorni non vanno a scuola può causare qualche disagio.
Proprio in questo senso, lo scorso anno avevamo proposto una mozione la n. 255, a prima firma della collega Frediani, che tra l'altro è stata approvata da questo Consiglio il 31 marzo - che, appunto, voleva avvicinare gli studenti allo sport. Era vista non tanto dalla parte delle famiglie, ma degli studenti e intendeva avvicinare gli studenti allo sport in generale e, ovviamente, agli sport invernali in particolare, in tutte le stazioni sciistiche e non solo in quelle più grandi che normalmente hanno diciamolo pure, l'abbiamo rimarcato più volte - qualche aiutino in più da parte della Regione.
In tal senso, probabilmente è opportuno fare dei ragionamenti e confrontarci anche su questo tema. Mi sembra che sia un po' l'argomento anche proposto dall'atto di indirizzo del Partito Democratico, così come il collega Rostagno ha detto di volerlo modificare. Quindi aprire delle collaborazioni tra le scuole primarie e secondarie, gli Enti locali, le associazioni sportive, gli operatori turistici e le stazioni sciistiche per far sì che all'interno del calendario scolastico - non prevedendo dei giorni a casa - ci si possa avvicinare agli sport (anche gli sport invernali) possibilmente trovando il modo di applicare delle tariffe calmierate, dei prezzi calmierati cosicché anche le famiglie che hanno meno possibilità dal punto di vista economico possano permettersi di avvicinare i figli allo sport e ovviamente, siccome lo sport è salute ed è una buona abitudine di vita, prevenire anche delle malattie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
La questione è decisamente più ampia del semplice ricorso alla ricalendarizzazione delle vacanze scolastiche, perché il problema della mancanza di innevamento nelle nostre montagne sarà causa di gravissimi problemi in questa primavera e nella prossima estate, soprattutto per la scarsità della risorsa irrigua, ma in alcune zone probabilmente anche di acqua potabile. Perché se l'innevamento nella parte settentrionale del Piemonte è un po' recuperato, nella zona dove vivo io veramente è nevicato quasi niente e sta sparendo tutto (ad esempio, anche oggi sta piovendo fino ai 1.000 metri).
La questione della stagione invernale e degli sport sulla neve è una questione che richiede un ripensamento strategico significativo, e questo deve far parte di un discorso che riguarda tutta la visione politica su quello che deve essere il territorio alpino, sul turismo nel territorio alpino, sullo sport nel territorio alpino.
Come ho già detto incontrando le rappresentanze delle zone dove ci sono gli impianti sciistici, siamo ormai al ventiquattresimo anno consuntivo di anomalia termica positiva, e ciò cosa vuol dire? Vuol dire che le condizioni climatiche sono tali - ma questo ce lo dice anche l'ARPA nei suoi studi - che andiamo necessariamente incontro a una riduzione delle precipitazioni e quelle che ci sono saranno sempre più legate a eventi estremi di precipitazioni straordinarie, la cui stagionalità oramai è anche fortemente compromessa e aleatoria.
Di conseguenza, se parliamo di vacanze scolastiche, bisognerebbe ragionare di una finestra mobile eventualmente da far calare qualora si abbia la precipitazione favorevole per puntare alle settimane bianche degli studenti o delle loro famiglie.
Ma il problema più significativo è quello di pensare fin da oggi a quale possa essere una strategia di riconversione, riutilizzo e anche diversificazione dell'offerta turistica di montagna invernale. Ciò, da un lato, per indirizzare - perché questo deve anche essere il ruolo della politica - puntare e stimolare nuove strategie da parte delle imprese private, non solo di fornire soldi per garantire i momenti di crisi, anche perché purtroppo i contributi a pioggia e i finanziamenti infrastrutturali li abbiamo visti fare soprattutto danni.
La collega Frediani ha citato le infrastrutture olimpiche della Provincia di Torino, ma io, che sono della provincia di Cuneo, ho sotto gli occhi il parcheggio costruito coi fondi delle Olimpiadi a Limonetto nel comprensorio di Limone Piemonte, che è oggi totalmente abbandonato e addirittura transennato poiché pericoloso. Tutto ciò dimostra l'assurdità dell'investire in infrastrutture spesso con l'unico scopo di spendere e di fare quel minimo di incentivo per quella stagione, per quell'anno lì, in assenza di una qualsiasi strategia.
Sostanzialmente, quello su cui si deve puntare è non cercare di tamponare con la questione dell'acqua per fare l'innevamento artificiale.
Rendetevi conto che, se le temperature medie tendono a salire, tenderà a salire anche la quota dello zero termico al di sopra della quale si potrà fare l'innevamento artificiale, coi conseguenti problemi sia di portare su l'acqua, sempre che ce ne sia a sufficienza (faccio notare che di bacini irrigui, ad esempio nell'area del sud Piemonte, continuiamo ad averne grossa carenza, ultimo esempio il tema ormai più che decennale del Bacino di Serra degli Ulivi per cui mancheranno sempre i fondi), sia dei costi energetici di portare su tutta quell'acqua da quote inferiori per riuscire a coprire un fabbisogno di neve che, comunque, è enorme anche solo per coprire i comprensori alpini esistenti.
Di conseguenza, troviamo interessante la mozione presentata dal collega Rostagno, in quanto qui si parla di strategia, ma va accoppiata a una strategia che riguardi complessivamente l'economia delle aree montane delle aree svantaggiate, perché - torno a ripetere - deve essere considerato un sistema unico ed integrato.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Campo.
C'è un volume altissimo e il Consigliere sta gridando per farsi sentire. Credo che non sia corretto nei suoi confronti.



CAMPO Mauro

Per questo motivo, due Consigli fa, per esempio, è stata approvata una mia mozione in cui chiedevamo di fare uno studio che valutasse quali potessero essere anche solo le misure di vantaggio fiscale per le aree montane, che tenessero conto di quella che deve essere la risorsa fondamentale per il turismo montano, ossia l'ambiente.
Quindi la logica deve essere una strategia complessiva per l'economia delle aree montane e una strategia di sistema per quello che riguarda il turismo e lo sport nelle aree montane, che tenga conto della risorsa "neve", ma ne tenga conto nel senso che essa sarà sempre più limitata nel tempo e quindi dovrà essere fruibile in maniere che non sono quelle di oggi, quelle che vedono infrastrutture significative e costose, che richiedono notevole manutenzione e significativi investimenti pubblici perché non sono più economicamente sostenibili, perché non esiste più la stagione bianca che andava da dicembre a marzo, quando io facevo il liceo e l'università.
Oggi, questa cosa non è più possibile; io non faccio lo stagionale della riserva bianca a Limone Piemonte oramai da un decennio. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che una serie di considerazioni che hanno espresso i colleghi siano condivisibili, ma non necessariamente in antitesi fra di loro.
Anzitutto, cominciamo a ricordare un po' di numeri. La montagna nella nostra regione fa più di tre milioni e mezzo di turisti. Nel periodo invernale il "sistema neve" continua ad essere il settore che garantisce la maggiore attrazione turistica, ancorché noi abbiamo un sistema che è fortemente penalizzato per quanto riguarda i posti letto. Noi nelle Alpi piemontesi abbiamo un posto letto, contro i sette della Valle d'Aosta e gli 11 del Trentino. Tant'è che nel periodo invernale nell'aeroporto di Caselle atterrano circa un milione di sciatori, ma all'interno della nostra regione ne tratteniamo 250-300 mila.
Detto ciò, è una delle principali fonti di turismo e, soprattutto, è la principale fonte di turismo montano. Nelle aree montane, e chiunque le conosce, lo sa bene, la neve - poi vedremo che cosa significa - fa 40 mila addetti diretti e indiretti; sono 4.000 i maestri di sci, sono più di 1.000 gli addetti agli impianti di risalita, sono decine di migliaia le persone che lavorano nei ristoranti, nei noleggi e quant'altro.
Possiamo fare degli esempi fra le stazioni che hanno chiuso e riaperto.
Quando chiude il Pian del Frais, che per tre anni rimane chiuso, o meglio quando riapre, circa 40-50 lavorano. E' evidente che sono almeno 10-15-20 aziende differenti, per cui che chiudano gli impianti in qualche modo non fa notizia. In questa Regione ha chiuso Alagna in Valsesia! E se non era per l'intervento che la Regione fece nel collegare Alagna poi alla Valle d'Aosta, nel 2004 e nel 2005, una delle principali località turistiche delle Alpi per due anni non ha avuto gli impianti di risalita.
Detto tutto ciò, abbiamo anche il vanto di essere l'unica Regione che ha una legge di sistema, la legge n. 2. Fortunatamente, oggi la montagna non è più soltanto neve, e fortunatamente oggi le presenze invernali sono presenze estive, nel senso che la montagna non è solo impianti di risalita per le famiglie ricche. La montagna è fatta, come nella valle in cui vado io, di impiantistica di fondo, di ciaspole, di sci escursionismo, di sci alpinismo, di camminate in percorsi frequentabili anche in periodo invernale. Ma senza tutto questo non sarebbe possibile.
Allora, perché la settimana dello sport, bianca - chiamiamola come credete, come crediamo - è importante? E' sufficiente copiare. E' importante, perché in quella settimana, con le modalità che si riterranno opportune: le scuole chiuse, le scuole aperte, consentendo alle famiglie di optare se mandare il figlio a scuola o se il figlio è assente può non essere giustificato. Il modello, il Paese alle nostre spalle, che cosa fa? Ha la settimana bianca, ma, badate, non ha la settimana bianca con un calendario unico, per cui in tutti i Dipartimenti delle Alpi francesi si chiude dal 1° al 7 febbraio. No. Lo dividono per settimane nei singoli Dipartimenti. Se voi provate a prenotare, visto che il sito di Booking fornisce anche le percentuali di prenotazione di un'area, in questo mese il mese di febbraio, visto che i singoli Dipartimenti chiudono le scuole in periodi diversi, vedrete che nelle località sciistiche francesi la percentuale di occupazione degli alberghi è elevata. Quanto costa questa misura? Zero.
Allora, io credo che il vero dato essenziale della proposta, che la collega Ruffino prima ha presentato e che stiamo illustrando, è che non costa. Perché ogni qualvolta noi facciamo una proposta, il problema è sempre quello del costo; avendo già un dato: nella precedente Legislatura venne modificato il calendario scolastico regionale. Ricordate? Il calendario regionale è stato modificato inserendo il lunedì e il martedì di carnevale. Oggi, nelle realtà montane...
Non vuol dire dove c'è l'impiantistica di risalita, ma nelle realtà montane, dopo il Natale e il Capodanno, i quattro giorni di carnevale sono il secondo momento che garantisce la maggiore attrattività. Provate a prenotare, com'è successo la scorsa settimana: anche in assenza di precipitazioni nevose, fortunatamente c'è stata una presenza significativa.
Di questo vive la montagna e vive del fatto che chi sceglie la casa in montagna per tutto l'anno e l'estate, la sceglie in una valle in cui d'inverno ci sono gli impianti di risalita. A prova di computer, provate a vedere quanto costa una casa in affitto in una valle senza gli impianti di risalita, e scegliete voi il luogo, dalle Marittime alle Pennine, è indifferente: vedrete che nella valle di fianco, dove al contrario ci sono gli impianti di risalita, il valore immobiliare è doppio. Perché è evidente che c'è una possibilità e un ritorno assolutamente significativo.
Fortunatamente, sono aumentati tantissimo i posti letto, quelli che in teoria ci piacciono, nel senso che noi vorremmo il turismo slow, la presenza di posti letto slow. Poi dobbiamo dire che ci sono grandi realtà sciistiche anche con grandi complessi alberghieri, che magari sono brutti ma che danno una percentuale di ritorno economico assolutamente significavo. Detto ciò, se guardate i dati degli ultimi quattro-cinque anni, abbiamo aumentato di molte migliaia le presenze alberghiere con piccole realtà, con i bed and breakfast, con le case in affitto, con tutta una serie di cose che prima non c'erano, a testimonianza del fatto che è un settore che vive, ma per vivere ha bisogno di essere incentivato.
Allora, credo che questa misura sia positiva: non costa e avvicina le persone allo sport. Poi dovremmo ricordarci che abbiamo anche una legge in tal senso, che noi siamo una Regione olimpica, perché è vero che venivano ricordati alcuni dei santuari dello spreco. Quasi dappertutto il bob rimane inutilizzato, fa quella fine; va anche detto che, grazie a quelle risorse una significativa attività impiantistica è valorizzata (i trampolini, la pista di biathlon, la pista di sci di fondo).
Quando la collega Accossato faceva l'Assessore in Provincia, i fondi di accompagnamento delle Olimpiadi, gestiti dalle Province di concerto con le comunità territoriali, funzionavano, e ancora oggi rappresentano degli aspetti significativi.
Prali è stata rifatta con quei fondi, Usseglio è stata rifatta con quei fondi; gran parte delle realtà e di chi ha scelto bene è stata rifatta con quei fondi. Quindi, è vero che abbiamo alcuni esempi di cattiva gestione ma abbiamo fortunatamente tantissimi esempi di buona gestione.
Mancano quelle risorse sugli investimenti e certamente questa rappresenta una possibilità di portare risorse in montagna senza spese per la Regione. E noi sappiamo di quanto ce ne sia bisogno, perché creare un posto di lavoro in una realtà montana è assolutamente difficile. Lo dico altrimenti qui rischiamo di fare teoria e non pratica: dire che dobbiamo garantire alla montagna le opportunità della pianura, è impossibile.
Dobbiamo garantire che la montagna sia viva, ma per garantirlo, questa è una via, perché garantisce ritorni economici concreti e dove c'è un ritorno economico concreto c'è una famiglia che si ferma, c'è un investitore che investe, c'è una nuova attività di lavoro e c'è una possibilità di creazione di forme di vita.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Considerato che sono le ore 19 e che sono iscritti a parlare parecchi Consiglieri, aggiorniamo la discussione alla prossima seduta.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.02)



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