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Dettaglio seduta n.124 del 16/02/16 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 9.34 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica - Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 791 presentata dai Consiglieri Frediani, Bertola, Mighetti e Valetti, inerente a "Posizione della Giunta regionale in merito allo sviluppo di un abbonamento regionale per gli studenti delle scuole superiori e dell'Università"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi. Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 791 presentata dai Consiglieri Frediani, Bertola, Mighetti e Valetti, avente ad oggetto "Posizione della Giunta regionale in merito allo sviluppo di un abbonamento regionale per gli studenti delle scuole superiori e dell'Università".
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Buongiorno, Assessore. Torniamo a parlare dell'abbonamento studenti. Se n'è fatto un gran parlare negli ultimi mesi, anche per colpa nostra, perch abbiamo riportato all'attenzione un ordine del giorno presentato qualche tempo fa.
In questo caso parliamo di un abbonamento che potrebbe interessare tutti gli studenti a livello regionale.
Recentemente abbiamo focalizzato l'attenzione soprattutto su studenti diretti ad Oulx, quindi in area montana, che vivono una situazione un po' paradossale, per cui devono sostenere un costo eccessivo rispetto ad altri colleghi studenti che viaggiano invece verso Torino.
Ci chiedevamo se era possibile andare in qualche modo incontro alle loro esigenze, ma poi abbiamo pensato che, in realtà, questo problema riguarda un po' tutti gli studenti in Piemonte, perché il costo degli abbonamenti e del trasporto pubblico è decisamente elevato per le famiglie.
Qualche anno fa si poteva usufruire di un abbonamento ridotto per gli studenti, ma questa possibilità, con il nuovo sistema dell'Area Integrata Formula, non è più così scontata, nel senso che in alcune zone gli studenti possono usufruire di tariffe agevolate, ma al di fuori di quest'area (che prevede la fascia urbana più le fasce di espansione che si trovano al di fuori) non è più possibile averle.
Il nostro documento nasce anche nel rispetto degli atti di indirizzo approvati. Il primo, ricordiamo, è stato presentato dal mio collega Federico Valetti, approvato in data 30 aprile 2015, quindi quasi un anno fa, in cui si chiedeva di valutare la possibilità di creare abbonamenti per i mezzi pubblici a costi ridotti per gli studenti delle scuole superiore.
Successivamente, questo atto di indirizzo è stato riproposto e citato dal collega Monaco, che ha fatto più specificatamente riferimento alle aree montane, quindi principalmente agli studenti dell'istituto Des Ambrois l'Istituto più grande che si trova in area montana, ma di certo non l'unico.
Con questa interrogazione chiediamo all'Assessore quali sono le posizioni su questo tema, che ha un grande impatto sia sulle famiglie quindi sul costo da loro sostenuto, sia sulla mobilità degli studenti perché non dimentichiamo che sostenere il trasporto pubblico equivale anche ad aiutare l'ambiente e a ridurre il traffico.
Chiediamo, quindi, se si possa valutare la possibilità di avere un abbonamento unico regionale per gli studenti, ovviamente nel più breve tempo possibile.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Balocco; prego.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Ho ben presenti le varie sollecitazioni su questo tema, da parte di diversi Consiglieri regionali, giunte alla Direzione, all'Assessorato e a me personalmente. Tra l'altro, proprio questa mattina, su sollecitazione di alcuni Consiglieri regionali, incontrerò il Sindaco di Oulx.
Il tema, come sempre, è di una certa complessità ed il sistema formula è un sistema che ha ulteriormente irrigidito, come lei ha ricordato, questo sistema, con alcuni aspetti positivi, ma con troppi aspetti negativi.
L'obiettivo finale è di superare questo sistema di tariffazione, quindi anche il sistema Formula, attraverso la generalizzazione del sistema BIP con un sistema che superi addirittura la logica dell'abbonamento, e che vada nel senso del "più uso meno pago", proprio per incentivare nel miglior modo possibile l'uso dei mezzi pubblici in modo alternativo ai mezzi privati.
Questo, però, richiederà ancora tempi non brevissimi, anche perché si potrà arrivare a soluzione definitiva solo attraverso le gare, che si dovranno comunque avviare tra il 16 ed il 17. Stiamo però studiando - le lascerò una risposta scritta più dettagliata preparata dal Direttore dell'AMP - la possibilità di un intervento, su tempi più brevi generalizzando anche per gli abbonamenti Trenitalia Pentachilometrici il sistema degli studenti inferiori ai 25 anni, anzi, ai giovani sotto i 25 anni, quindi indipendentemente dal fatto che siano studenti o no. Questo si potrebbe generalizzare su tutto il territorio piemontese e anche sul sistema Trenitalia in tempi relativamente brevi.
Stiamo lavorando su questo. Ovviamente terremo sempre in considerazione le vostre sollecitazioni e vi daremo notizie, spero nel più breve tempo possibile.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 853 presentata dal Consigliere Gallo, inerente a "Manutenzione del patrimonio di edilizia sociale e in particolare gli interventi relativi agli immobili in parti locati e in parte di proprietà di privati"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 853.
La parola al Consigliere Gallo per l'illustrazione.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Con questa interrogazione parliamo di manutenzione ordinaria e straordinaria delle case in gestione ATC. Le case popolari, come sappiamo sono suddivise in due tipologie: le case locate, quindi immobili totalmente locati da ATC, ed alcuni immobili che, a seguito del piano di alienazione di edilizia sociale, sono in parte locati e in parte alienati a privati.
Come sappiamo, la problematica della manutenzione delle case popolari ATC è stata oggetto delle legge nazionale 80 del 2014, che ha destinato una serie di risorse su un piano casa pluriennale, che per il Piemonte vogliono dire 35 milioni di euro sui due assi di interventi (senza entrare nel dettaglio delle tipologie di interventi).
Questo piano di interventi, reso operativo in autunno, è figlio di un bando di questa estate ed interviene esclusivamente, per tipologia di bando, su immobili totalmente in capo alle ATC, per le manutenzioni straordinarie, con una serie di caratteristiche ben precise (prima, fra tutte, quella relativa all'efficienza energetica).
Rimane comunque importante affrontare il tema della manutenzione di quegli immobili, in parte alienati a privati e in parte in capo all'ATC che hanno necessità di manutenzione ordinaria e straordinaria, che sono fuori dalla disponibilità di queste risorse ed anche delle successive, che saranno inserite a livello nazionale.
Per questo motivo, chiediamo all'Assessore se e con quali risorse siano stati programmati ed effettuati, di concerto con gli ente gestori e gli inquilini, la programmazione della manutenzione per questa tipologia di immobili, se sono stati programmati e definiti degli interventi, e con quali tempistiche sono previsti.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Ferrari; ne ha facoltà.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Il programma di manutenzione e di ristrutturazione degli immobili di proprietà pubblica, che è figlio dell'articolo 4 del decreto convertito poi, nella famosa legge n. 80, rappresenta, diciamo così, una prima opportunità con cui lo Stato mette a disposizione delle risorse vincolandole alla ristrutturazione degli immobili di edilizia popolare residenziale pubblica, con una visione strutturale o, perlomeno tendenzialmente strutturale, e non episodica. Siamo di fronte ad una progettualità che ha una valenza pluriennale e che vuole diventare un impegno stabile dopo diversi anni che lo Stato mette a disposizione delle risorse per le Regioni che permettono di intervenire stabilmente sulla ristrutturazione di alcuni immobili.
Tengo a precisare quest'aspetto perché il programma, che ha questo significato e questa ratio, lascia aperte, al proprio interno, alcune problematiche non ancora chiaramente risolte, per cui abbiamo la necessità che lo Stato emani delle "Linee guida" o degli indirizzi un po' più precisi. E all'interno di queste problematiche non ancora chiarite c'è esattamente quella in oggetto all'interrogazione da lei presentata, che riguarda le cosiddette "proprietà miste", con una particolarità: le principali problematiche le abbiamo riscontrate sulle proprietà miste in cui la parte pubblica, diciamo così, è minoritaria rispetto a quella privata. E' una questione annosa che la Regione Piemonte si è trovata di fronte già in altre occasioni. Già ai tempi del "Programma Casa 10.000 alloggi entro il 2012" della Giunta Bresso la questione si era posta, così come si sta riproponendo in questo momento.
Abbiamo la necessità di affrontare alcune questioni propriamente tecniche che devono essere approfondite in maniera precisa: ad esempio come conciliare l'interesse pubblico con l'interesse privato, come gestire e appaltare i lavori, come attivare il cofinanziamento dei privati insomma, tutta una serie di questioni che non sono chiarite.
La risposta scritta a quest'interrogazione, frutto del lavoro degli uffici tecnici, permetterà di dettagliare meglio le considerazioni che sto facendo, però due orientamenti sono fondamentali: da una parte abbiamo già affrontato e concesso il via libera a quelle proposte di ristrutturazione di immobili con proprietà mista, in cui la parte pubblica sia maggioritaria. Su questo, quindi, c'è già un indirizzo preciso da parte nostra, rispetto al quale vogliamo incamminarci e andare avanti, tenendo presente che siamo a conoscenza di alcune realtà che avrebbero proposto degli interventi, ma non lo hanno fatto proprio perché non avevano la certezza della possibile cantierabilità dei lavori. E' chiaro che su questo punto dobbiamo fare un approfondimento. Però, certamente, laddove c'è maggioranza di proprietà pubblica, questo ragionamento e questo percorso si può cominciare ad avviare.
Va comunque sottolineato che abbiamo già incominciato a porre la questione in sede di Commissione nazionale presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Lavori Pubblici, che è competente sul finanziamento di questo Piano, affinché sia possibile avere, da parte del Ministero, delle "Linee guida" più dettagliate, che affrontino, in maniera più specifica questo aspetto, per evitare di essere presi poi in contropiede rispetto al tema europeo degli aiuti di Stato.
Mi rendo conto che è una materia ancora di approfondimento e di chiarimento, ma ci stiamo già lavorando.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 869 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Water Framework Directive (WFD)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 869 presentata dal Consigliere Bertola, che la illustra.



BERTOLA Giorgio

Parliamo della cosiddetta Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE, che fissa degli obiettivi ben precisi per la qualità delle acque superficiali e sotterranee.
Per la fine del 2015 la Direttiva Acque fissa come obiettivo il raggiungimento dello stato di "buono" per le acque, inteso come condizione solo parzialmente compromessa dei corsi d'acqua, nel senso che permette comunque, la presenza di forme di vita nell'acqua.
C'è da dire che pochi tratti in Piemonte raggiungono lo stato di "buono" (o un livello più elevato). I monitoraggi triennali redatti da ARPA Piemonte rendicontano un trend negativo, che è in peggioramento. Tale peggioramento è attribuibile, principalmente, alle pressioni antropiche: l'eccessivo prelievo ai fini irrigui ed idroelettrici, a cui si aggiunge lo scarso controllo sulle modalità di derivazione da parte delle autorità competenti.
L'aggiornamento dello stato qualitativo delle acque in Piemonte risultante dal monitoraggio 2009-2014, evidenzia questa situazione: per quanto riguarda i corsi d'acqua, il 44% dei corpi idrici è in stato ecologico uguale o inferiore a "sufficiente"; il 56% in stato ecologico "buono" o "elevato".
Per quanto riguarda le acque sotterranee, l'88% dei corpi idrici del sistema acquifero superficiale e dei principali di fondovalle è in stato chimico "scarso", e il 12% è in stato chimico "buono"; il 33% dei corpi idrici del sistema acquifero profondo è in stato "scarso", e il 67% in stato "buono".
Di recente, è stato trasmesso all'Italia l'EU-Pilot 7304/2015/ENVI relativo alla Direttiva Acque, che contiene la segnalazione di lacune conoscitive del primo ciclo di pianificazione distrettuale e la richiesta di ulteriori chiarimenti su quanto in corso per l'implementazione della Direttiva e la revisione dei piani. Tra le questioni evidenziate dalla UE per il territorio italiano risultano di particolare interesse, anche per il Distretto padano, diverse tematiche: la governance, l'analisi economica, il comparto agricolo e le criticità ambientali.
A livello nazionale sono state elaborate le "Linee guida nazionali per la definizione del costo ambientale e del costo della risorsa per i vari settori di impiego dell'acqua", approvate con decreto del 24 febbraio 2015 n. 39, e le "Linee guida per la regolamentazione da parte delle Regioni delle modalità di quantificazione dei volumi idrici ad uso irriguo" approvate con decreto 31 luglio 2015. Queste introducono novità importanti che però necessitano di uno sviluppo operativo ulteriore e di una sperimentazione sul territorio per renderle davvero applicabili ed efficaci.
Tutto ciò premesso, e considerando anche che sono state concesse delle "misure individuali", ovvero proroghe temporali o deroghe per quanto riguarda i corpi idrici che al 2015 non risultano raggiungere lo stato di qualità di "buono", per i quali sono state previste e motivate specifiche esenzioni al raggiungimento dello stato di "buono", chiediamo alla Giunta regionale se attualmente la Regione Piemonte ha rispettato l'obiettivo europeo del 2015 di raggiungimento dello stato ecologico di "buono" delle acque; chiediamo chi pagherà l'eventuale sanzione europea derivante dal mancato raggiungimento degli obiettivi; chiediamo se la pianificazione regionale rispetta le indicazioni della Direttiva 2000/60/CE e quando verranno recepite, sviluppate e sperimentate sul territorio regionale le novità introdotte dalle "Linee guida nazionali per la definizione del costo ambientale e del costo della risorsa per i vari settori d'impiego dell'acqua", approvate con Decreto 24 febbraio 2015, n. 39 e le "Linee guida per la regolamentazione da parte delle Regioni delle modalità di quantificazione dei volumi idrici ad uso irriguo", approvate con Decreto 31 luglio 2015.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Approfitto, prima di dare la parola all'Assessore Valmaggia, per chiedere un po' di silenzio, soprattutto nella parte dietro le mie spalle.
Assessore Valmaggia, prenda pure la parola per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Riservandomi di lasciare al Consigliere Bertola una risposta scritta più articolata, per ora mi limito a richiamare alcuni aspetti.
La Direttiva quadro sulle acque ha elevato la pianificazione in materia di acque dal livello regionale al livello di Distretto idrografico, che per la Regione Piemonte è rappresentato dal Bacino del Po.
Il primo Piano di gestione del Distretto idrografico del fiume Po, che è stato adottato nel 2000 e aveva una durata di sei anni, è stato rivisto recentemente con il secondo ciclo di pianificazione, che è stato valutato positivamente dalla Giunta regionale nello scorso 14 dicembre 2015.
Questo processo di aggiornamento del Piano di gestione del Po ha visto un rafforzamento della collaborazione operativa e continuativa tra le Regioni del Bacino padano, per una strategia comune di Distretto regionale che rispondesse alle richieste europee e alle criticità ambientali ancora presenti. Quindi un primo riferimento è questo della pianificazione del Bacino del Po.
Rispetto alla domanda se abbiamo raggiunto gli obiettivi, i documenti tecnici con cui la Commissione europea ha valutato i primi Piani di gestione hanno evidenziato punti di forza e debolezza da utilizzare come guida nella redazione del secondo ciclo. Da questa analisi della qualità dei corsi d'acqua europei risulta che, mediamente, circa il 50% ha raggiunto l'obiettivo di stato ecologico "buono".
Questo dato rispecchia anche la situazione del Bacino padano e la situazione del Piemonte, dove si ha una condizione che è stata già prima richiamata dal Consigliere Bertola, che vede come punto di maggior debolezza la falda idrica superficiale. Mentre i fiumi e i laghi hanno un buon livello qualitativo sia da un punto di vista ecologico che chimico e anche le acque sotterranee profonde, il punto più delicato è il livello sia chimico che fisico delle acque superficiali.
Su questo aspetto si è lavorato nel nuovo Piano di gestione del Bacino del Po e quindi, alla domanda "chi pagherà le eventuali infrazioni?", al momento rispondo che non siamo soggetti a infrazione, a fronte comunque dell'identificazione di una strategia più a lungo termine che, seppur con le difficoltà oggettive presenti e sopra descritte, dovrebbe consentire di affrontare le situazioni di compromissione ancora presenti, ovvero l'aver lavorato sul nuovo Piano di gestione del Po (secondo periodo di pianificazione), evidenziando le strategie per risolvere i problemi, ha fatto sì che ad oggi non ci siano delle infrazioni dell'Unione Europea verso il nostro territorio.
Accanto al Piano di gestione del Distretto idrografico del Po, il secondo livello di programmazione sono i Piani regionali di tutela delle acque. Il nostro Piano regionale, a cascata, raccoglierà le osservazioni del Piano di gestione del Distretto idrografico e le tradurrà in obiettivi operativi per dare le risposte che anche l'Unione ci chiede.
Altro aspetto delicato a livello nazionale è il tema del recupero dei costi ambientali e della risorsa a carico dei diversi settori di impiego dell'acqua, previsto dall'articolo 9 della Water Framework Directive. A tale questione è strettamente connessa la problematica della quantificazione dei volumi idrici prelevati in agricoltura dai corsi d'acqua naturali, che costituisce peraltro un elemento di condizionalità ex ante per l'accesso ai fondi europei.
Anche su questo si sta lavorando e i lavori, sia a livello nazionale che a livello locale, sono in evoluzione proprio per raggiungere gli obiettivi previsti sia dalla Direttiva nazionale sia dai Piani, soprattutto del Bacino del Po, che è stato da poco approvato.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Io, veramente, vi prego di fare più silenzio in Aula: c'è un forte brusio e non si sente assolutamente niente. Non sento io, che sono qua dietro l'Assessore, figuriamoci i Consiglieri interroganti. Credo che sia anche una questione di rispetto per l'Aula e per i nostri colleghi, che hanno il diritto di ascoltare le risposte.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Trasporti aerei

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 510 presentata dal Consigliere Barazzotto, inerente a "Futuro dell'aeroporto di Cerrione: la Regione valuti lo spostamento dell'elisoccorso da Borgosesia"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 510.
La parola al Consigliere Barazzotto per l'illustrazione.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione è un po' datata, nel senso che era stata presentata a giugno dell'anno scorso. Rimane un principio di fondo, per cercare di attualizzare questa interrogazione, che non sto a leggere, dove si chiedeva perché non si poteva utilizzare l'aeroporto di Cerrione.
Cercavo di comprendere, poiché non l'avevo capito nella legislatura precedente, perché era stato istituito un centro di elisoccorso in quel di Borgosesia, e ancora oggi le ragioni mi sono sconosciute e non le ho capite con l'interrogazione precedente. Dato che sono un ostinato, riformulo la medesima interrogazione per comprendere le ragioni.
Avendo una sorta di deformazione atavica, probabilmente derivante anche dalle mie origini biellesi, non riesco mai a comprendere il perché, o meglio, la ragione economica di tale convenienza. Non capisco, dal punto di vista economico, perché l'elisoccorso sia collocato in quella zona, ma soprattutto non capisco perché non possa essere ricollocato in Cerrione cosa che sicuramente aiuterebbe un aeroporto che è in fase di dismissione.
Infatti, un eventuale spostamento dell'elisoccorso aiuterebbe a tenere vivo l'aeroporto: avrebbe le stesse funzioni e la stessa utilità e magari le 100 persone collocate potrebbero avere ancora un futuro.
Mi scuso se mi ripeto, ma - come ho detto - ho questa deformazione che cerco di attuare nella vita privata e di portare nella vita politica: ogni volta che non capisco una ragione economica, mi fermo e cerco di comprenderla. Presumo - chiedo scusa, ma non è un processo alle intenzioni che anche oggi subirò un'ulteriore frustrazione sotto questo aspetto, ma davvero vorrei, al di là delle battute, che provassimo a ragionare nel pubblico nello stesso modo in cui facciamo nel privato. Questo vale per la sanità e per qualsiasi altro settore.
Ripeto, l'interrogazione è datata, ma davvero non riesco a comprendere le ragioni di questa ostinazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Anch'io temo di ripetermi, come il collega ha avuto modo di dire poco fa. Ripeterò una spiegazione che ho già avuto modo di dare in passato perché giustamente, come il collega Barazzotto ha detto poco fa, il tema che viene presentato attraverso questa interrogazione, datata 23 giugno, è stata poi assorbito da altri due question time del 30 giugno e del 14 luglio, dove ho provato a dare delle spiegazioni.
E' chiaro che abbiamo opinioni ed esigenze diverse, tutte legittime nel senso che il collega pone un problema duplice, perché il problema relativo all'Aeroporto di Biella Cerrione esiste sempre. Evidentemente, il collega pone - questo lo capisco - il problema di trovare una modalità per aumentare le attività per l'aeroporto di Biella Cerrione, ma anche qui ripeto, per quanto riguarda le ipotesi possibili dell'Aeroporto Biella Cerrione, mi pare che in queste settimane abbiamo avuto modo di leggere che cosa stia capitando negli aeroporti italiani di dimensioni superiori rispetto a quello di Biella.
Al di là di questa valutazione, che non mi compete, mi limito soltanto alla parte sanitaria, e per la terza volta mi trovo a ripetere con la stessa ostinazione del collega...



(Commenti del Consigliere Barazzotto)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La terza volta è oggi, dopo i due question time precedenti.
Oggi è la terza volta che mi ritrovo a ripetere all'Aula che la collocazione di una base operativa del servizio di elisoccorso nell'area della Valsesia ha precise ragioni geografiche e operative.
L'area della Valsesia e dell'Ossola e le valli collegate, nonché il comprensorio turistico del Monte Rosa, rappresentano un territorio di particolare complessità e quindi meritevole di particolari attenzioni dal punto di vista dell'organizzazione dei servizi di emergenza; inoltre presso il nuovo Ospedale di Biella è stata realizzata una superficie già abilitata per il volo notturno. Pertanto, non si intravedono vantaggi dal trasferimento della base operativa all'Aeroporto di Bella Cerrione.
Ricordo che già nel mese di giugno avevo provveduto a richiedere al responsabile del Dipartimento 118, il dottor Danilo Bono, una nota tecnica dalla quale si evince la mancanza di adeguate motivazioni a sostegno della richiesta in oggetto, pur nella consapevolezza delle difficoltà in cui verte l'Aeroporto biellese, difficoltà alle quali bisogna trovare soluzioni diverse rispetto alla collocazione dell'elisoccorso che sia dal punto di vista logistico che dal punto di vista della complessità di quel territorio continuo a ripetere - la sua collocazione è quella dell'area Valsesia.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 678 presentata dai Consiglieri Batzella, Bertola e Bono, inerente a "Centro 'Bambi' antiviolenza"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 678.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Dal 2002, presso l'Ospedale Infantile Regina Margherita, è entrato in funzione, nell'ambito del DEA, un ambulatorio dedicato alla diagnosi di abusi e maltrattamenti sui minori denominato "Bambi". Il principio su cui si fonda l'Ambulatorio Dedicato è quello di ridare ad un bambino, che è stato violato nel corpo e nello spirito, la considerazione come "persona" e la rassicurazione sul suo stato di salute fisico.
A tal fine l'Ambulatorio "Bambi" offre, al bambino o alla bambina ed anche a chi lo accompagna, un pediatra ed un'infermiera "dedicati" che possono offrire tutta l'attenzione ed il tempo necessario per raccogliere il racconto dell'accompagnatore o accompagnatrice e del bambino e soprattutto, per permettere al bambino di "potersi fidare" degli operatori ed accettare la visita, svincolando la gestione del caso da quella procedurale del DEA attraverso l'assegnazione di un codice specifico.
Dopo la visita vengono effettuati, in altra sede, i necessari colloqui dei genitori del bambino con la psicologa e l'assistente sociale. Se necessario, vengono attivate anche altre consulenze specialistiche, come la consulenza del neuropsichiatra infantile (NPI) del dermatologo, dell' endocrinologo in seguito alle necessità che il bambino in quel momento richiede.
La DGR n. 77-4806 del 4 dicembre 2006 parla del "Piano di riqualificazione dell'assistenza e di riequilibrio economico-finanziario dell'ASO-OIRM - S. Anna di Torino. Presa d'atto e conseguenti autorizzazioni". Si costituiva un'équipe "abusi" denominata "Centro servizio violenza sessuale al Sant'Anna e l'Ambulatorio Bambi" presso l'Ospedale Regina Margherita, formata da professionisti con competenze specifiche che permetteva di fornire un servizio h24 a bambini e donne con sospetto di abuso e/o maltrattamento, al fine di attivare, attraverso un percorso preferenziale, tutte le misure atte alla tutela degli stessi.
Individuato che, dal 2003 al 2010, sono afferiti all'ambulatorio Bambi 838 bambini, inviati dall'interno dell'ospedale (DEA, ambulatori, reparti) e dai servizi esterni (medici di base, consultori, servizi sociali comunità, altri ospedali, scuole e forze dell'ordine), dopo i primi anni di avvio dell'attività la numerosità dei casi si è mantenuta costante, e questo può far riflettere sulla necessità di intervento sia sul lato della prevenzione che su quello dell'informazione. La percentuale di referti sul totale delle prime visite è costante e negli ultimi anni, dimostrando che le modalità diagnostiche sono consolidate e condivise dall'équipe.
Nell'ultimo anno, si sono riscontrati 170 nuovi casi di abusi e maltrattamenti. Quindi gli abusi e i maltrattamenti sono assolutamente in aumento. Questo è un fattore fortemente preoccupante, che non deve essere assolutamente messo da parte, ma va considerato e anche tempestivamente.
In questo momento si riscontra la mancanza di medici dedicati a tale servizio e carenza di locali adeguati alle necessità. C'è un locale molto piccolo, che conosco molto bene, perché l'ho visitato e di tanto in tanto mi reco sul posto; ci sarebbe quindi la necessità di ampliare i locali, ma quello che più ci sta a cuore è se si ritenga di investire risorse per questo prezioso servizio che è un obiettivo prioritario della Giunta; se nella revisione della rete territoriale si intenda implementare la rete antiviolenza. L'abbiamo visto perché, per quanto riguarda le donne e il supporto e sostegno ai loro figli, oggi approveremo il disegno di legge n.
142, quindi perché non lavorare anche sui minori, sull'infanzia e sull'adolescenza?



PRESIDENTE

Consigliera Batzella, aveva due minuti.



BATZELLA Stefania

Concludo, Presidente.
Quindi, implementare questa rete con particolare attenzione agli abusi e ai maltrattamenti sui minori, e quando si intenda dimensionare adeguatamente il personale medico dedicato all'Ambulatorio "Bambi" del Regina Margherita.
Ricordo che il personale medico dedicato è carente e, tra l'altro, non viene coperta la reperibilità notturna, che dovrebbe essere attiva h24.
Invece, il medico pediatra dedicato è presente solo dalle ore 8 alle ore 16 e dalle 16 alle 8 del giorno dopo è presente un medico reperibile nel DEA ma non è un medico dedicato e specializzato al servizio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Vorrei rassicurare la Consigliera Batzella e tutto il Consiglio regionale sul fatto che la delicatezza e l'importanza di questo servizio a cura del Centro Antiviolenza "Bambi" non solo sono ben noti all'Assessorato, ma ci è stata segnalata ed è oggetto anche di confronto continuo attraverso l'instancabile Procuratore Anna Maria Valdelli responsabile della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Torino, con la quale venerdì prossimo, insieme al collega Ferrari firmeremo un protocollo per fare ancora dei passi avanti su questa esperienza positiva a Torino.
L'attività del Servizio "Bambi" è da sempre garantita h24 dal personale medico della pediatria di urgenza e del personale infermieristico dedicato.
L'unica modifica avvenuta nel corso del secondo semestre 2015 è stata la sospensione temporanea della pronta disponibilità medica garantendo, per la continuità del servizio con la guardia attiva di pronto soccorso articolata con la presenza in contemporanea di due medici pediatri, oltre alla garantita e mai sospesa pronta disponibilità infermieristica.
Quest'ultima garantisce in particolare la presa in carico dei pazienti e dei familiari in ambiente protetto in locali dedicati messi a disposizione dal Servizio "Bambi" in area adiacente al DEA.
Durante il normale orario di servizio, il "Bambi" dispone di figure professionali dedicate (medico, infermiera, psicologa, assistente sociale) per affrontare in modo multidisciplinare ed integrato i casi che quotidianamente vengono all'osservazione del Servizio. In particolare l'ambulatorio è coperto da un medico, uno psicologo, un infermiere. La reperibilità medica è garantita dai dirigenti della Pediatria d'urgenza in turnazione DEA con 13 unità e la reperibilità con sette unità.
L'attuale assetto organizzativo non ha creato in questa fase problematiche tali da mettere in dubbio la risposta organizzativa alle necessità del servizio né sul versante della presa in carico dei pazienti né rispetto alle molteplici attività, non ultime quelle di interfaccia con i servizi territoriali e con l'autorità giudiziaria, che inevitabilmente caratterizzano situazioni di tutela verso i minori e la loro gestione.
Ciononostante la Città della Salute, consapevole dell'importanza del servizio e della necessità di fornire risposte sotto il profilo professionale sempre più specifiche e dedicate, anche grazie all'adozione del nuovo atto aziendale e all'istituzione della struttura complessa Direzione Universitaria di Medicina Legale, si sta organizzando per supportare il personale già attivo sul Servizio "Bambi" sugli aspetti connessi con le sempre più stringenti competenze medico-legali.
A tale proposito, la pronta disponibilità della Medicina legale istituita in azienda rappresenta una precisa risposta organizzativa orientata alla copertura specialistica estesa in modo strutturato anche all'ambito della tutela dei minori.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione n. 491 presentata dal Consigliere Benvenuto, inerente a "Resti della Cittadella sotterranea di Torino"

Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 529 presentata dal Consigliere Monaco, inerente a "Cittadella e Museo Pietro Micca di Torino" (ritirata)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora due interrogazioni inerenti allo stesso tema.
La prima è l'interrogazione n. 491 del Consigliere Benvenuto, avente ad oggetto "Resti della Cittadella sotterranea di Torino", per la quale il Consigliere interrogante non ha facoltà di illustrazione.
La seconda è l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 529 del Consigliere Monaco, avente ad oggetto "Cittadella e Museo Pietro Micca di Torino". Su tale interrogazione è facoltà dell'interrogante illustrare il testo.
La parola al Consigliere Monaco per l'illustrazione.



MONACO Alfredo

Presidente, volevo ricordare che quest'interrogazione era stata ritirata il 23 settembre: considero superato l'argomento.



PRESIDENTE

Rimane, quindi, in essere solo l'interrogazione n. 491.
Dopo la risposta dell'Assessore, il Consigliere Benvenuto potrà replicare.
La parola all'Assessore Parigi.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente.
Questo Assessorato condivide in pieno la preoccupazione per la conservazione di strutture militari così importanti per la memoria storica della Città ed ha appoggiato nel tempo la meritoria attività del Museo Pietro Micca, contribuendo anche finanziariamente agli scavi fra il 1995 e il 2006 per il recupero del Cisternone cinquecentesco per complessivi 320.000 euro.
Attualmente, gli Uffici della Direzione Cultura stanno seguendo, su fondi statali FAS per 133.000 euro, i lavori per la messa in sicurezza e il ripristino delle gallerie costituenti le fortificazioni sotterranee del Forte Pastiss.
Compatibilmente con le necessità di bilancio, esprimiamo l'assoluta intenzione di compartecipare ad ulteriori iniziative per lo studio, il recupero e la valorizzazione dei beni storico-artistici pertinenti alla Cittadella di Torino. E' tuttavia necessario che le strategie di tali interventi vengano contestualmente concordate sia con la Città di Torino sia con il Ministero dei Beni Culturali, ente quest'ultimo sul quale prioritariamente ricadono le competenze decisionali in materia di tutela ai sensi del titolo I del Codice per i Beni Culturali e del Paesaggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Benvenuto in qualità di Consigliere per la replica.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta. La mia sarà una brevissima risposta.
Quello che abbiamo chiesto con quest'interrogazione era soprattutto porre l'attenzione da parte della Regione su questo tema, che è un tema importante, non solo per la Città di Torino, ma per tutti i piemontesi per quella che è, come ricordava l'Assessore, la memoria storica.
Quello che chiediamo alla Regione è di continuare a monitorare e soprattutto, insieme alla Città di Torino e al Ministero dei Beni Culturali, di provare a trasformare quell'area. Oggi ci sono dei lavori in tutta quella parte che oggi è stata messa un po' in discussione con alcune manifestazioni, cioè il Comitato Pietro Micca. Quindi, chiediamo di cercare di trasformare quell'area in un polo museale e cercare di arrivare a quel tipo di soluzione.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Interrogazione n. 744 presentata dai Consiglieri Frediani, Bono e Campo inerente a "Accordo tra la Fondazione per il libro e GL-Events"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 744.
La parola all'Assessore Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente.
Ad oggi risulta sottoscritta in data 30 marzo 2015, con validità triennale, una scrittura privata tra la Fondazione per il libro, la musica e la cultura e la società GL-Events ad oggetto l'ospitalità, presso le strutture del Lingotto Fiere, dell'evento fieristico a carattere culturale e/o commerciale denominato "Salone Internazionale del Libro di Torino".
In merito alla procedura a trasparenza pubblica avviata dalla Fondazione nell'anno 2015 per la concessione dell'organizzazione del Salone del Libro, si segnala che l'Ente ha indetto un bando per individuare il concessionario per l'organizzazione dell'edizione 2016 del Salone Internazionale del Libro, mantenendo l'opzione anche per le edizioni 2017 e 2018.
A seguito della pubblicazione del bando sulla Gazzetta europea sono pervenute tre manifestazioni di interesse (Totem Eventi S.r.l., Bologna Fiere S.p.A., GL-Events S.p.A.). Nonostante tutti e tre i soggetti siano stati invitati a presentare la loro offerta tecnica ed economica, è pervenuta solo quella di GL-Events, che ha elaborato un piano progettuale ed un'offerta economica con un rialzo dello 0,5% sulle condizioni poste a gara per il ricavo netto da biglietteria (15%) e per il ricavo netto da vendita del plateatico (5%), oltre a riconoscere il 25% delle eventuali sponsorizzazioni raggiunte, al netto dei costi eventualmente sostenuti.
La Commissione giudicatrice ha ritenuto validi i documenti presentati e ha proceduto all'aggiudicazione provvisoria della gara a GL-Events in data 9 dicembre 2015.
Nella seduta del 15 gennaio 2016, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, sulla base degli impegni assunti dall'Assemblea dei Soci e degli indirizzi espressi, ha approvato l'aggiudicazione definitiva della gara in favore di GL-Events.
Il Consiglio di Amministrazione, ricorrendo il requisito dell'urgenza ha altresì deliberato a favore di GL-Events la cosiddetta "consegna anticipata" della gestione dell'organizzazione del Salone, al fine di consentire il regolare svolgimento del Salone del Libro dal 12 al 16 maggio di quest'anno.
Il contratto tra le parti verrà sottoscritto nel momento in cui saranno positivamente concluse le verifiche circa il possesso dei requisiti dichiarati in sede di domanda di partecipazione e offerta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani, per la replica.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Grazie, Assessore.
Lei mi ha descritto l'iter di un bando. Prendo atto della procedura che mi ha illustrato.
Nell'interrogazione chiedevamo conto di quanto riportato dai giornali in merito alla scelta di vincolarsi rispetto alla GL-Events, quindi chiedevamo se ci fosse conferma delle voci di corridoio, riportate dai giornali, su cui ci saranno degli approfondimenti che esulano da quest'Aula consiliare.
Avremo occasione, se non sbaglio nel corso della prossima seduta di VI Commissione, di approfondire il tema Fondazione del Libro e di capire quali siano gli ultimi sviluppi, anche in relazione all'uscita degli editori dal C.d.A. della Fondazione, all'ingresso del Ministero e al probabile ingresso di istituti bancari; quindi, avremo modo sicuramente di approfondire meglio l'argomento e di capire meglio quale sia la situazione, soprattutto per il futuro dell'importante manifestazione che coinvolge Torino ogni anno.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.


Argomento: Beni librari (biblioteche, tutela ecc.

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 792 presentata dai Consiglieri Frediani, Bertola e Bono, inerente a "Tutela dei beni librari"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 792.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Nell'interrogazione facciamo riferimento alle recenti modifiche apportate da alcune norme approvate a livello statale in materia di tutela dei beni librari di proprietà non statale.
In particolare, con l'abrogazione del comma 2 dell'articolo 5 del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, che attribuiva alle Regioni "le funzioni di tutela che abbiano ad oggetto manoscritti, autografi, carteggi documenti, incunaboli, raccolte librarie non appartenenti allo Stato o non sottoposte alla tutela statale, nonché libri, stampe e incisioni non appartenenti allo Stato", è stato nuovamente attribuito allo Stato l'esercizio di funzioni di tutela in materia di beni librari di proprietà non statale.
La Circolare n. 30 del 28 ottobre 2015 della Direzione Generale Archivi riporta l'accordo tra la Direzione Generale biblioteche e istituti culturali e la Direzione Generale Archivi, attribuendo alle Soprintendenze archivistiche anche la tutela dei beni librari.
Nelle premesse della nostra interrogazione mettiamo in evidenza come molto spesso non sia previsto presso le Soprintendenze personale che abbia le competenze atte a portare a termine queste funzioni, quindi come non ci sia personale con esperienza o competenza in tema di tutela dei beni bibliografici.
Per questo motivo, chiediamo alla Regione, rispetto a questa accessione alle funzioni statali di conservazione dei beni librari, per quali motivazioni, intanto, queste funzioni siano state attribuite allo Stato; in che modo la Regione intenda ricollocare il personale qualificato che precedentemente era impiegato nell'espletamento delle funzioni previste che abbiamo prima elencato e se intenda farsi parte attiva affinché le Soprintendenze archivistiche statali ricorrano all'organico regionale competente, anche per non disperdere le competenze e le conoscenze che questo personale aveva ormai accumulato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
La parola all'Assessore Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Vicepresidente.
Naturalmente, consegnerò alla Consigliera Frediani uno scritto, che brevemente riassumo.
L'abrogazione e la successiva centralizzazione della tutela sui beni librari rientra in una complessiva strategia messa in atto dal Ministero su alcune funzioni per creare uniformità su tutto il territorio nazionale circa l'attività di tutela, quindi li ha richiamati a sé con decreto legislativo del 6 agosto 2015.
Le funzioni di tutela sui beni librari non sono state attribuite alle Sovrintendenze archivistiche, ma, dal 15 agosto 2015, vengono esercitate dalla Direzione Generale Biblioteche e Istituti culturali del MIBACT, che si avvale sul territorio regionale delle Soprintendenze archivistiche e degli Uffici Esportazione, supportati da idoneo personale individuato, in Piemonte, all'interno della Biblioteca Nazionale Universitaria e della Biblioteca Reale di Torino, così come da accordi.
Il personale dell'ex Settore Soprintendenza Beni Librari della Regione Piemonte, oltre ad aver svolto le attività relative ai procedimenti di tutela previsti fino a questo momento, ha svolto e svolge le attività giuridico-amministrative regionali e quelle inerenti alla promozione, alla conservazione e alla valorizzazione previste dalle leggi regionali n. 58/78 e n. 78/78, sia riguardo ai beni librari sia riguardo al patrimonio culturale in generale.
A seguito dell'ultima riorganizzazione dell'Amministrazione regionale l'ex Settore Soprintendenza Beni Librari è confluito già da prima dell'entrata in vigore della legge n. 125/2015 nel Settore Promozione Beni Librari e Archivistici, Editoria ed Istituti Culturali, dove il know how in precedenza acquisito dal personale viene utilmente impiegato per la realizzazione delle attività giuridico-amministrative e delle attività di promozione, di conservazione e di valorizzazione dei beni librari.
Va, infine, ricordato che a fine anno lasceranno i ruoli della Regione Piemonte oltre 200 dipendenti e, pertanto, stante l'attuale carenza di organico e la conseguente maggiorazione dei carichi di lavori, non si prospetta alcuna problematica di salvaguardia occupazionale per il suddetto personale.
Si ricorda ancora che attualmente sono in corso valutazioni tra il tavolo delle Regioni e il Ministero circa l'eventualità di stipulare delle convenzioni con il Ministero proprio su questo argomento. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Parigi.


Argomento: Contributi alla cultura

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 784 presentata dai Consiglieri Frediani, Bertola e Bono, inerente a "Cinema, assegnazione fondi regionali a sostegno del settore"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 784.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Concludo questo ciclo di interrogazioni (mi si sono di nuovo accumulate tutte nello stesso giorno).
Con quest'interrogazione chiediamo un riassunto o una panoramica in merito all'attività di Film Commission.
Ricordiamo che il 20 luglio 2000 la Città di Torino e la Regione Piemonte, con apposita deliberazione, hanno costituito la fondazione Film Commission Torino-Piemonte, che è un soggetto deputato per statuto alla promozione e all'incentivazione della produzione cinematografica televisiva e audiovisiva sul territorio regionale e alla crescita della produzione di settore sul territorio.
Lo Statuto della Fondazione, all'articolo 4, stabilisce che il patrimonio può essere costituito, fra l'altro, "dai contributi annuali dei Fondatori"; quindi, noi siamo ovviamente a conoscenza di contributi che la Regione ha erogato a Film Commission.
Pertanto, in considerazione di questa partecipazione rispetto all'attività per cui Film Commission è nata, chiediamo quale sia l'ammontare dei contributi erogati dalla costituzione ad oggi e per quali attività; quali siano i risultati ottenuti, in particolar modo con riguardo alle attività che hanno dimostrato crescita; quali siano in pratica quindi, i successi in ordine agli investimenti della Regione - se vogliamo definirli così - rispetto alle associazioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessora Parigi.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente.
Si tratta di una risposta veramente lunghissima e comincio intanto dicendo che Film Commission è per questo Assessorato un vero fiore all'occhiello. L'attività di Film Commission ha una ricaduta sul territorio veramente straordinaria e voglio ricordare che il nostro investimento annuale, che è di circa due milioni di euro, dà lavoro - abbiamo stimato a 4.500 persone sul territorio piemontese.
Devo anche dire che Film Commission, che peraltro è stata una delle prime sul territorio nazionale e che ha rappresentato un punto di riferimento come modalità operative per quanto riguarda questo settore, ha saputo evolversi, cambiare anche veste e sta lavorando, direi in modo per noi apprezzabile, sullo strumento del tax credit.
Noi, oggi, produciamo film e non solo: attraiamo produzioni sul nostro territorio non esclusivamente tramite il nostro investimento diretto, ma anche coinvolgendo sempre di più le aziende private. Gli ultimi film prodotti sul territorio piemontese hanno avuto una partecipazione del privato straordinaria.
Solo per dare alcuni dati a cui tengo - se lei, Consigliera Frediani permette, le do tutta la risposta scritta, così non facciamo perdere ulteriore tempo, perché è piuttosto lunga - dal 2000 al 2014 sono state girate 580 produzioni: 174 lungometraggi, 88 fiction TV, 20 soap opera, 298 documentari (prima della nascita del fondo per documentari, attivo dal 2007), cortometraggi, spot pubblicitari e video clip. Globalmente sono state impiegate 8.307 maestranze tecniche, 2.396 attori locali e 27.785 sono state le comparse coinvolte; vi sono state 548 settimane di preparazione e 2.133 settimane di lavorazione. Ancora - solo per dare gli ultimi dati - nel 2014 Film Commission ha sostenuto sette lungometraggi sette fiction TV, una soap opera, 26 spot pubblicitari e video clip e dieci cortometraggi, per una ricaduta sul territorio regionale stimata in circa 15.750.000 euro e, come dicevo, con una media di 4.500 persone l'anno coinvolte attraverso questo investimento.
Le lascio la risposta completa e naturalmente sono a sua disposizione per ulteriori chiarimenti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Parigi.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.38 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.dg. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.43)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Corsi e scuole musicali

Ordine del giorno n. 642 presentato dai Consiglieri Ravetti, Appiano Boeti, Rossi e Valle, inerente a "Sostegno al comparto dell'Alta Formazione Artistica e Musicale" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne fa facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Vorremmo chiedere l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 642, il cui primo firmatario è il Consigliere Ravetti, recante "Sostegno al comparto dell'Alta Formazione Artistica e Musicale"



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Ordine del giorno n. 643 presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Individuazione di un nuovo Presidente della VI Commissione regionale Cultura" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Vorremmo iscrivere un documento, appena presentato, riguardante l'Ufficio di Presidenza della VI Commissione del Consiglio regionale.
Grazie.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Sollecitazione, da parte dei Consiglieri Bertola e Vignale, relativamente a comunicazioni della Giunta regionale in merito alla situazione dell'Ospedale Oftalmico di Torino


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
La mia non è una richiesta di modifica dell'ordine dei lavori, ma una segnalazione che ritengo importante.
Evidenzio che, a distanza di più di un mese, non è ancora stata effettuata la comunicazione da parte dell'Assessore Saitta relativa all'Ospedale Oftalmico: comunicazione che avevamo chiesto in Aula, che poi avevamo accettato di ricevere in Commissione, ma che a tutt'oggi non è ancora stata resa.
Allora, siccome riteniamo che questo stato di cose non sia più accettabile, noi avvisiamo che questo sicuramente non è un buon viatico per tutto quello che andremo ad affrontare nei prossimi mesi, in primis il bilancio di previsione.
Rilevo che a questa forte insoddisfazione sull'operato dell'Assessore Saitta si aggiungono una lunga serie inevasa di accessi agli atti, che indicherò con una lettera tra oggi e domani, e una lunga serie di interrogazioni giacenti, anche da più di un anno, che ugualmente segnaler tra oggi e domani.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Cerco di mettermi in contatto con l'Assessore Saitta per darle magari una risposta entro oggi: vediamo se riusciamo ad affrontare questa situazione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo per porre la stessa questione, semplicemente per un motivo banale. Quando in Conferenza dei Capigruppo si chiede e si ottiene una comunicazione, infatti, solitamente - come il Presidente sa bene - questa si svolge nell'arco di due settimane: prima, ci può essere l'impedimento da parte di un Assessore ad essere presente in Aula per motivi istituzionali.
Noi, non solo è circa un mese mezzo che attendiamo la risposta, ma abbiamo anche svolto tre sedute di IV commissione con la presenza dell'Assessore Saitta. Dopodiché, si è deciso di calendarizzare i lavori delle Commissioni individuando altre priorità; e questo ovviamente non sta a noi deciderlo, potendo solo lamentarci del fatto che, in termini di disponibilità, più di così non si può dire.
E' stata richiesta l'audizione da parte dei colleghi del Movimento 5 Stelle, che veniva anche in contro ad una nostra esigenza. E' stata portata in Commissione, è da più di un mese in Commissione, ma non è ancora stata svolta. Anche nella seduta di mercoledì scorso, terminata senza lo svolgimento dei lavori, abbiamo chiesto che avvenisse oggi e ritengo che non si possa andare oltre.
Rilevo che la Giunta è un organo collegiale. Pertanto, anche se non è presente l'Assessore Saitta, oggi è presente il Presidente - come in molte altre occasioni - e, in ogni caso, chiunque può rispondere su un tema semplice.
Il problema sa qual è? Che continuiamo ad apprendere notizie dai giornali! Che la carta stampata o i media, in generale, abbiano più notizie del Consiglio regionale è un fatto usuale quando si parla di sanità, ma non mi sembra corretto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Caputo e Gariglio.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 9 febbraio 2016.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 2 febbraio 2016.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Consigliere e Assessore regionale avvocato Corrado Calsolaro, deceduto il 14 dicembre 2015


PRESIDENTE

E' scomparso il 4 dicembre scorso, all'età di 89 anni, l'avvocato Corrado Calsolaro, Consigliere regionale nella I e II Legislatura e Assessore all'ambiente, nella III.
Nato l'8 febbraio 1926 a Londra, era avvocato libero professionista dal 1960 al 1970 è stato Assessore al turismo in Provincia, a Torino.
Eletto nella I Legislatura in Consiglio regionale nella lista del Partito Socialista Italiano, circoscrizione di Torino, è stato Presidente del Gruppo consiliare del PSI, oltre che componente delle Commissioni Lavoro, Turismo, Ambiente e Affari Istituzionali.
Rieletto nella successiva legislatura, è stato Presidente del Gruppo e Presidente della Commissione Affari Istituzionali, oltre che componente delle Commissioni Lavoro, Urbanistica e Ambiente.
Nella III Legislatura, rieletto in Consiglio regionale nella lista del Partito Socialista Italiano, è stato, dal 1983 al 1985, Assessore alla tutela dell'ambiente e urbanistica.
Con il Consiglio regionale del Piemonte ha sempre mantenuto uno stretto rapporto, sostenendo attivamente le iniziative dell'Associazione dei Consiglieri cessati dal mandato.
Alla moglie Vanda, alla figlia Valentina e alla sorella Maria Grazia desidero rinnovare, a nome dell'Assemblea regionale, le più sentite condoglianze e i sensi della nostra solidarietà e vicinanza.
Invito i presenti a osservare un minuto di silenzio in memoria del già Assessore e Consigliere regionale Corrado Calsolaro.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.51, riprende alle ore 10.56)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico


Argomento: Gruppi consiliari

c) Variazione denominazione Gruppo consiliare


PRESIDENTE

In data 11 febbraio 2016, l'Ufficio di Presidenza ha preso atto che il Gruppo consiliare "Lega Nord - Basta Euro" ha variato la denominazione in "Lega Nord Piemont".


Argomento:

d) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato, in data 10 febbraio 2016, la seguente legge regionale ed ha deliberato la non impugnativa: "Legge regionale n. 27 del 4 dicembre 2015, 'Istituzione del Comune di Campiglia Cervo mediante fusione dei Comuni di Campiglia Cervo Quittengo e San Paolo Cervo'".


Argomento:

e) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Nomine (rinvio)


PRESIDENTE

Colleghi, propongo di rinviare l'esame del punto 3) all'o.d.g.
inerente a "Nomine".
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Presidente, come abbiamo concordato nella Conferenza dei Capigruppo, ci sono alcune nomine su cui è necessario un consenso ampio, da perseguire.



PRESIDENTE

Per questo mi sono permesso di dire.



GARIGLIO Davide

Mi pare che questa mattina non ci siano le condizioni. Siamo disponibili a trovare un consenso, però occorre vedersi un attimo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gariglio.
Per questo motivo, ho proposto di bypassare il punto 3), relativo a "Nomine".
Se in giornata riuscite a parlarvi, possiamo sempre rimetterlo all'ordine dei lavori del pomeriggio, oppure della prossima seduta.


Argomento: Condizione femminile

Proseguimento esame disegno di legge n. 142, inerente a "Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza ed ai loro figli"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 142, inerente a "Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza ed ai loro figli", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta del 9 febbraio è iniziato l'esame del provvedimento. Sono state svolte le relazioni di maggioranza e di minoranza. In sede di discussione generale sono intervenuti i Consiglieri Grimaldi, Gancia Accossato, Vignale e l'Assessore Cerutti. Devono ancora intervenire i Consiglieri Bertola, Frediani e Campo, che avevano chiesto di parlare. Se hanno cambiato idea, non ci sono problemi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente, non ho cambiato idea in una settimana.
Solo per dire, brevemente, che per noi questo è un disegno di legge importante, per il quale abbiamo anche cercato di collaborare in modo costruttivo in Commissione. Parliamo di un fenomeno - quello della violenza di genere - che purtroppo, a livello nazionale, è in aumento.
Ripetutamente sentiamo fatti di cronaca che raccontano di gravi episodi di questo tipo. Quello che ha destato particolare scalpore, nell'ultima settimana-dieci giorni, è relativo alla vicenda di una ragazza, peraltro in gravidanza, alla quale è stato addirittura dato fuoco da parte del compagno.
Riteniamo, naturalmente, che questo sia uno strumento legislativo importante, che deve sicuramente avere un supporto per quanto riguarda le risorse, ma anche l'ambito culturale, a livello generale e non solo regionale. Ritengo sia proprio la cultura a dover cambiare: una cultura che vada verso il riconoscimento dell'importanza dell'educazione sentimentale e sessuale per i giovani, per le persone in età scolare. Pertanto, c'è la necessità di un cambiamento della cultura, dell'evolversi della stessa.
Mi ha particolarmente colpito, la scorsa settimana, ciò che è successo sulla TV nazionale, la RAI, la TV che dovrebbe essere di tutti, giacch tutti o quasi, a parte gli evasori, paghiamo il canone. La trasmissione "Presa diretta" voleva parlare di come, negli altri Paesi, si faccia educazione sessuale nelle scuole, e di come, sempre negli altri Paesi, si faccia educazione sessuale a ragazzini di 13-14 e 15 anni, ma anche più piccoli, alle scuole elementari.
La trasmissione "Presa Diretta" è stata costretta a mandare in onda quel servizio, che parlava di come si fa educazione sessuale a dei ragazzini, in un orario in cui i ragazzini non potevano vederlo.
Questa è proprio una grande contraddizione: in qualche modo è stato ritenuto che affrontare in televisione l'educazione sessuale per ragazzi fosse da fascia protetta.
Questo lo dice lunga su quanta strada ci sia ancora da fare e di quanto sia difficile, se non c'è uno scatto in avanti dal punto di vista culturale.
Ritengo, quindi, che questo provvedimento, come altri attualmente in discussione, siano importanti, però da soli non bastano.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Nella scorsa seduta abbiamo ribattuto in merito all'importanza dell'educazione nelle scuole. A tal proposito, mi sento in dovere di ricordare che giace ancora indiscussa, in qualche cassetto a Roma, una proposta di legge della nostra deputata Silvia Chimienti, che prevede l'introduzione dell'educazione all'affettività nelle scuole.
Questo potrebbe essere uno strumento molto importante per affrontare certi temi, proprio in quel luogo deputato all'educazione delle giovani menti, quindi luogo di formazione per eccellenza; un'educazione che dovrebbe essere orientata all'accettazione della diversità, quindi tesa ad insegnare ai ragazzi e agli studenti, sin da giovani, ad accettare il diverso, che non significa riconoscere che siamo tutti uguali, perché è evidente che non siamo tutti uguali, ma evidenziare le differenze che ci sono tra i vari individui ed insegnare ad accettarle.
Occorre proprio partire da questo, dalle scuole, per riuscire a combattere la cultura della violenza che purtroppo, come ricordava il mio Capogruppo Bertola, sta dilagando, soprattutto negli ultimi mesi, e che al momento non ha ancora trovato un'arma adeguata di contrasto.
Voglio anche ricordare che questo Consiglio regionale, a luglio, ha approvato un ordine del giorno che chiedeva di dare attuazione alla risoluzione n. 2038 del Parlamento europeo, approvata il 3 settembre 2008 sull'impatto del marketing e della pubblicità sulla parità fra donne e uomini.
In questa proposta di legge c'è proprio un accoglimento di questi principi, illustrati durante la discussione dell'ordine del giorno. In questi mesi, però, abbiamo visto casi di aziende che hanno sfruttato l'immagine femminile in contrasto con questi principi. Io stessa, qualche mese fa ho fatto un comunicato stampa riferito ad una campagna pubblicitaria di una catena di patatine olandese che aveva ideato uno slogan altamente lesivo della figura femminile, suscitando anche l'ilarità di vari commentatori sui social.
Fino a quando non combatteremo questa mentalità, non potremo parlare di parità tra uomo e donna e non potremo neanche credere che la figura femminile possa acquistare una sua dignità. Occorre combattere questi stereotipi. La Regione può e deve svolgere un ruolo importante e ha tutti gli strumenti per farlo. Speriamo che con questa legge abbia qualche strumento in più per farlo e che finalmente si possa contrastare il dilagare della violenza sulle donne.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Alla discussione e ai contributi dei miei colleghi aggiungo solo una piccola nota, in relazione al fatto che se oggi licenziamo una legge abbastanza articolata e completa - che definirei anche ambiziosa - dobbiamo preoccuparci del fatto che questo non è che il primo passo, perché dopo dovrà essere data attuazione in maniera completa alla legge. Per farlo saranno necessarie risorse, sia in termini economici sia in termini di strutture e di persone, anche se sappiamo che di questi tempi è quanto mai complesso, soprattutto perché vediamo una sostanziale contrazione di questo tipo di risorse su tutti i fronti dell'intervento pubblico.
Quello che facciamo oggi non è che un primo passo; un primo passo a cui ne dovranno seguire altri; passi che saranno sempre sotto la responsabilità di questo Consiglio e di questa Giunta, ed anche di altre Giunte che nei prossimi anni saranno chiamate a far sì che le aspettative e gli obiettivi di questa legge non siano tradite.
Sotto questo profilo, uno degli elementi introdotti - che voglio citare perché anche questa è una prima volta, per certi versi - è una clausola valutativa introdotta in questa legge, che è di nuovo tipo rispetto a quelle già presenti in 37 delle norme della Regione Piemonte.
E' una clausola che si preoccupa di ottenere la relazione con un elenco abbastanza preciso delle informazioni necessarie per valutare questa legge e le sue evoluzioni prima dell'approvazione dei piani programmatici, al fine di fornire al Consiglio e alla Giunta le informazioni utili e necessarie per far sì che le pianificazioni, che verranno periodicamente prodotte, possano essere supportate da quanto necessario a valutare attuazione ed effetti della norma nel periodo precedente e con un margine di tempo sufficiente perché sia il Consiglio sia la Giunta possano adottare misure per migliorarne l'efficacia e l'efficienza.
Sotto questo profilo, quindi, abbiamo una legge moderna che cerca di toccare tutti i punti che riguardano questo complesso problema della violenza di genere. Si tratta di violenza di varia natura: psicologica fisica e culturale, relativa all'utilizzo del genere in maniera discriminatoria, anche nella comunicazione pubblica e commerciale.
Di conseguenza, l'auspicio che facciamo, nel varare la legge, è che essa sia veramente qualcosa di vivo, che quindi abbia attuazione e che in futuro possa essere modificata, nel senso di completarla e renderla più efficace.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Non ci sono altri interventi.
Chiederei ai Consiglieri Bertola, Pichetto Fratin e Vignale di avvicinarsi al banco della Presidenza.



(I Consiglieri Bertola, Pichetto Fratin e Vignale si recano pressi il banco della Presidenza del Consiglio)



PRESIDENTE

Ringrazio i colleghi dell'opposizione e riprendiamo i nostri lavori.
Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1) presentato dall'Assessora Cerutti: All'art. 1 comma 2, lettera a) dopo le parole "contro la donna" inserire "ed i minori".
Ha chiesto la parola l'Assessora Cerutti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

Grazie, Presidente.
Per uniformità con tutta la legge, con quest'emendamento chiediamo di inserire le parole "ed i minori" dopo le parole "contro la donna", proprio perché all'interno del testo, come i Consiglieri avranno visto e come abbiamo discusso in sede di IV Commissione, ci sono dei riferimenti e un articolo specifico sul tema della violenza assistita.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Cerutti.
Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri Ruffino, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Vignale: Alla lettera b), del comma 2, dell'art. 1, del disegno di legge n. 142, le parole: "e minori" sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Ruffino, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Vignale: Alla lettera b), del comma 2, dell'art. 1, del disegno di legge n. 142, le parole: "e dei loro figli" sono soppresse.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento segue un po' le valutazioni che abbiamo fatto in sede di discussione generale, che riprendono, peraltro, anche l'emendamento precedente che ha illustrato l'Assessore.
L'emendamento n. 10) all'articolo 1 cassa le parole "e minori" dalla norma, perché noi crediamo che tanto all'articolo 1 - contestualmente illustrerò anche l'emendamento n. 11), perché è simile, dal momento che si chiede di eliminare le parole "e dei loro figli" - quanto in molti articoli successivi della norma, assimilare la violenza delle donne nei confronti della violenza dei minori, dove si specifica che è violenza assistita con l'emendamento che ha presentato l'Assessore, significa dare in qualche modo uno strumento normativo in più per garantire gli allontanamenti dei minori all'interno della nostra Regione, cosa che dovrebbe essere almeno nota rispetto a ciò che accade.
In molti casi, gli allontanamenti dei minori avvengono per violenza assistita, cioè non perché subiscono una violenza, ma perché assistono ad una violenza. Così la donna che denuncia non solo viene correttamente aiutata nel procedere alla denuncia, ma in molti casi l'intervento prevede di allontanare anche dalla madre, e non solo dal padre violento, i figli.
Questo pone una serie di problematiche, e ce lo dicono i dati regionali che bisognerebbe conoscere (l'Assessore Ferrari glieli può fornire, perch li produce l'Osservatorio regionale sull'Infanzia): in Regione Piemonte ogni anno circa mille minori vengono allontanati dalle loro famiglie naturali; di questi, nell'arco di sei-otto mesi, circa il 60% torna nella comunità familiare.
È dunque evidente che quell'allontanamento non aveva una base forte: non era il minore che rientrava nella comunità dove esisteva il "mostro" ma era verosimilmente una famiglia in difficoltà che andava precedentemente aiutata e sostenuta.
Questa norma diventa una "legge pastrocchio", perché parte da un presupposto corretto, ma poi interviene - lo vedremo successivamente mettendo in difficoltà l'istituto familiare sulla presenza dei figli e poi lo tratteremo nell'articolo successivo sulla definizione del genere - si allarga rispetto a quelli che sono gli obiettivi principali.
Alcune delle fondazioni e delle associazioni più significative che svolgono attività di prevenzione e sostegno alla violenza sulle donne non si recano dai servizi sociali quando individuano un caso di violenza, per evitare che i minori vengano allontanati.
Noi invece - non soltanto qua, ma lo vedremo successivamente in modo molto più drastico all'articolo 14 - sanciamo quello che alcuni magistrati hanno definito l'essere i figli: cioè i figli sono proprietà dello Stato e non dei genitori. Nel senso che noi prevediamo - lo scriviamo nell'articolo 13, ma lo indichiamo qua nelle definizioni - che la possibilità dell'allontanamento dei minori debba essere sancita per norma anche quando nei confronti dei minori non vi è stata una violenza, ma hanno assistito a violenza.
E' assolutamente evidente che il dramma che andiamo a creare è immensamente superiore rispetto a quello che un minore può subire. Perch tutto questo? Tutto questo ha una serie di motivazioni, alcune di carattere psicologico o altro. Ma va ricordato un dato: spiace, su temi che appaiono motivati da grande filantropia, metterci anche il dato economico, per ricordiamo che in questa Regione si spendono circa 50 milioni di euro per minori per le rette in comunità. Se volete, con dettaglio, vi spieghiamo anche come i soggetti che svolgono i corsi che noi prevediamo per l'individuazione dell'abuso sono gli stessi soggetti che poi gestiscono le case minori. Vi facciamo anche presente - sarà motivo di una prossima interrogazione - come i soggetti che si occupano di prevenire la pedofilia e la violenza nei confronti dei minori siano gli stessi soggetti che operano all'interno dei consorzi socio-assistenziali di questa Regione per allontanare i minori che, guarda caso, vanno all'interno della stessa cooperativa dove quello stesso soggetto ne fa parte. Per cui c'è un intreccio che noi, in qualche modo, andiamo a rafforzare.
Non cambia nulla, nel senso che leggi dello Stato, purtroppo garantiscono già questo aspetto. Però noi, per non farci mancare assolutamente nulla, in una logica in cui spesso le dinamiche economiche vengono prima della tutela dei minori, anche in questo caso inseriamo un aspetto che, per quanto ci riguarda, è drammatico.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Informo i colleghi che non funziona il dispositivo elettronico delle votazioni, per cui si voterà per alzata di mano.
Invito dunque i Consiglieri Segretari a presenziare alle votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Colleghi, risulta impraticabile procedere così.
Essendo fallita la votazione per alzata di mano, le votazioni avverranno per appello nominale, con la chiama effettuata dal sottoscritto.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 1).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 36 Consiglieri hanno votato NO 7 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 36 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 36 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, così come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Ruffino, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Vignale: "La lettera h), del comma 1, dell'articolo 2, del disegno di legge n. 142 è soppressa".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come vedremo, in questa norma abbiamo presentato alcuni emendamenti per la verità non moltissimi, ma quelli che riteniamo utili per far sì che la norma sia davvero una norma che contrasta la violenza sulle donne e non una norma all'interno della quale l'Assessore Cerutti deve dimostrare l'esistenza in vita della sua delega e quindi inserire anche aspetti che con la violenza sulle donne non hanno nulla a che fare.
Se i colleghi, o chi ci ascolta, andrà a leggere l'articolo 2 all'interno di esso vi sono le definizioni di cosa si intende, nell'ambito della legge, per violenza nei confronti delle donne, per violenza domestica, per genere, per violenza nelle donne basata sul genere, per tratta, per vittima, per stalking: tutti aspetti che hanno non soltanto il diritto di stare, ma che devono stare all'interno di una norma che contrasta la violenza sulle donne.
Dalla lettera h) in poi - e la lettera h) è il motivo dell'emendamento n. 8) - invece, si inserisce la filosofia e l'ideologia gender all'interno della norma. Ricordiamo che questa è una norma che prevede interventi di prevenzione in contrasto con la violenza di genere, per il sostegno alle donne vittime di violenza e dei loro figli.
Quando si è iniziato a parlare di genere all'interno delle norme, quasi sempre, è stato per introdurre - giustamente - degli aspetti tutelanti nei confronti della maternità, della donna e di chi si riteneva che avesse minore diritti o avesse necessità di maggiori tutele; il dato relativo alle violenze è certamente...
E' sufficiente leggere la cronaca per capire che ciò è necessario e assolutamente condiviso.
Dalla lettera h) in poi, però - il nostro emendamento vuole cancellare la lettera h) - si parla di un'altra cosa, cioè parliamo di gender parliamo del fatto che non esistano più generi naturalmente definiti, ma che l'identità di genere, come dice la legge, sia la percezione della propria identità sessuale.
Questo è un aspetto naturalmente inesistente, politicamente non condiviso, che peraltro non ha nessun senso di stare qui, se non in termini ipocriti.
Allora, noi avremmo dovuto fare una norma che non soltanto prevedeva la tutela della violenza di genere e sulle donne e poi una declinazione che in realtà, prevede tutto questo, le case rifugio e tutti quelli che sono gli interventi a tutela nel prevenire la violenza sulle donne, ma in realtà ci inseriamo questo, e perché? Perché non casualmente, come abbiamo già detto nella scorsa seduta, i disegni di legge n. 141 e 142, licenziati nel mese di luglio, vengono presentati quando inizia in Parlamento la discussione sulla legge Cirinnà! Allora, possiamo mica fare che l'Assessore Cerutti, che in qualche modo giustifica la sua presenza in Giunta perché rappresentante della sinistra di questa maggioranza, non si intesti almeno l'identità di genere? Almeno intestandosi l'identità di genere, quando fa la cosa che fa più spesso cioè partecipare alle marce, alle manifestazioni e alle iniziative per i diritti omosessuali potrà andare portando la sua "medaglietta", dicendo "nell'articolo 2 io ho definito che cos'è l'identità di genere", che è quello che volete, nel senso che posso essere uomo, donna...
Poi, Presidente, dovremmo porre un problema su come veniamo vestiti! Perché, per esempio, gli uomini hanno il dovere di portare la giacca in quest'Aula, le donne no. Un soggetto che non è né donna né uomo non so come dovrà venire vestito, perché se individuiamo l'identità di genere come la percezione della propria identità sessuale...
Io ho una percezione certa di quella che è la mia identità sessuale.
Può essere che qualche collega abbia una percezione differente.
Rilevo soltanto...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Vignale.
Colleghi, chiedo silenzio in aula.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Per carità, io sono anche abituato a parlare nel chiasso, quindi non mi faceva alcun disturbo. Rilevo solo che, come a volte, quando viene manifestata una priorità così significativa su alcune norme sull'attività legislativa, bisognerebbe, se volete soltanto per buona educazione, far sì che questi passaggi epocali, dove nella legislazione regionale individuiamo l'identità di genere, fossero accompagnati da pari attenzione o grande silenzio.
Pertanto, noi non possiamo che essere contrari perché, ripeto, stiamo costruendo una legge "pastrocchio", che nulla ha a che fare o non ha soltanto a che fare... In alcuni articoli sì, infatti, su quegli articoli abbiamo anche espresso valutazioni positive, in seno alla Commissione sulla tutela e la prevenzione della violenza femminile, e molte altre sono semplicemente delle "marchette ideologiche" che un Assessore deve porre all'interno di una norma.
Che l'Assessore Cerutti lo voglia fare è dovuto, nel senso che - ripeto è una dichiarazione di vita. Che l'Aula e la maggioranza acconsentano che in una discussione sulla prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne inseriamo l'identità di genere, devo dire che è una cosa che ha senso soltanto perché in questi giorni il Parlamento nazionale sta discutendo del disegno di legge Cirinnà, altrimenti, da un punto di vista normativo, non avrebbe alcun senso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Do per illustrati tutti gli emendamenti?



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Solo il n. 8)? Ha parlato per quasi un'ora solo sull'emendamento n.
8)!? PORCHIETTO Claudia (fuori microfono) Presidente, sono argomenti importanti, mi permetta!



PRESIDENTE

Anche se l'argomento è importante, per l'illustrazione degli emendamenti è possibile intervenire soltanto per tre minuti.
Pensavo stesse illustrando tutti gli emendamenti. Ora vi interromper alla scadenza ordinaria, tassativamente tre minuti e non un secondo in più.
La parola al Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Una parte importantissima (per raggruppare il mio intervento sugli emendamenti) è legata - ho già avuto modo di dirlo all'Assessore in Commissione e lo ribadisco oggi - a garantire l'indipendenza economica alle donne vittime di violenza, per favorire autonome e consapevoli scelte di vita.
Leggiamo qui: "I progetti di inclusione e inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza in genere sono sostenuti dalle reti territoriali dei servizi di formazione orientativa, eccetera. L'inserimento lavorativo considerando anche l'esigenza di conciliazione tra l'attività lavorativa e i compiti di cura nonché le specifiche competenze, se esistenti, e le esperienze pregresse".
In Commissione, anche ieri è stato fatto presente che non ci sono coperture per portare avanti questi progetti. La nostra richiesta di concretezza, per non creare false aspettative nei confronti di donne che sono state in ogni modo umiliate e sottomesse, è legata alla capacità dell'Assessore, della legge di questo Consiglio di dare autonomia e dignità attraverso veri percorsi legati al lavoro, cosa che, ad oggi, mi pare assolutamente inesistente in questa legge; per me e per noi è assolutamente prioritario.
Quindi, la richiesta è di dire che cosa si intenda fare, ma attraverso una copertura e non soltanto a parole, con quella concretezza che le donne sono abituate a portare avanti in ogni momento della loro vita e che a mio parere meritano.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
Non ci sono altri interventi sull'emendamento n. 8).


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media "Dante Alighieri" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media "Dante Alighieri" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Condizione femminile

Proseguimento esame disegno di legge n. 142, inerente a "Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza ed ai loro figli" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 142, inerente a "Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza ed ai loro figli", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Emendamento rubricato n. 12) presentato dai Consiglieri Ruffino, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Vignale: La lettera i), del comma 1, dell'art. 2, del disegno di legge 142, è soppressa.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Ruffino, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Vignale: La lettera l), del comma 1, dell'art. 2, del disegno di legge 142, è soppressa.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Ruffino, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Vignale: Il comma 2, dell'articolo 2, del disegno di legge n. 142, è soppresso.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.
Le ricordo che ha tre minuti a disposizione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Illustro sia l'emendamento n. 9) che l'emendamento n. 12).
Gli emendamenti n. 9) e n. 12) cassano dalla norma altri due orpelli ideologici, come abbiamo detto precedentemente. Il primo è un orpello ideologico e il secondo, invece, è un aspetto particolarmente delicato e rischioso.
Il primo cassa la lettera che individua l'orientamento sessuale, perch la legge dice che l'orientamento sessuale non è, come dovrebbe essere credo, naturalmente non solo l'identità sessuale di ognuno di noi, non l'affettività, ma l'identità sessuale di ognuno di noi; quelle che sono poi, le relazioni affettive sono aspetti che ovviamente nessuno mette in discussione.
La legge dice: "L'orientamento sessuale è la caratteristica che contribuisce a formare l'identità sessuale"; indica il genere "e le caratteristiche sessuali oggetto di attrazione". E' per questo che prima facevo la battuta, ma non tanto, rispetto alle dinamiche con cui dovremo comportarci anche in quest'Aula. Io ho citato l'aspetto più banale, cioè quello dell'abbigliamento, perché la norma dice che prima l'identità di genere e poi l'orientamento sessuale (quindi le due cose messe insieme) sono ciò che, in qualche modo, noi ci sentiamo di essere. Quindi, io non sono un uomo necessariamente, cioè io sono certamente un uomo e non ho dubbi sulla mia identità sessuale, ma questo vale esclusivamente per singole valutazioni personali; però, ad esempio, il collega Graglia avrebbe legittimità di sentirsi invece di un genere diverso.
Noi sorridiamo; in realtà non è così, perché si mette in discussione un aspetto fondamentale, che non sono le relazioni affettive, ma il genere. In realtà, nella legge individuiamo una disposizione che è a favore di un genere, che è quello femminile; in modo inequivocabile la legge dice questo, perché parla di violenza sulle donne. Però poi, ripeto, l'orpello andava messo, non solo sull'identità ma anche sull'orientamento sessuale.
Cosa c'entra all'interno della legge che noi dobbiamo stabilire quale sia la caratteristica che contribuisce a formare l'identità sessuale (il sesso credo)? Non solo: indica il genere e le caratteristiche sessuali oggetto di attrazione.
Appare quasi una parte di morbosità normativa che inseriamo all'interno della legge. Noi siamo uomini e donne e della nostra vita privata e pubblica, in quanto uomini e donne anche da un punto di vista attrattivo faremo ciò che crediamo. Io posso essere attratto dalla collega Porchietto o dal collega Graglia, ma sarà un problema della norma? Me lo domando: di questa norma, che è una norma che previene il.
Il collega Graglia me la farà pagare per qualche anno, non per qualche settimana! Come dicevo, noi ci sorridiamo, ma è un tema estremamente serio.
L'aspetto successivo noi lo riteniamo ancora più serio, perché queste crediamo siano lettere ideologiche che, alla fine, non cambieranno nulla per un motivo banale di cui diremo in seguito: questa legge non ha un soldo. Quindi, possiamo scrivere tutto quello che vogliamo, tanto alla fine prendiamo i soldi dello Stato, che vengono trasferiti sulle case rifugio, e li usiamo. Ben venga, ma non usiamo un euro in più.
Invece, l'emendamento successivo è relativo alla violenza assistita.
Che cos'è la violenza assistita? E' "l'esperienza, da parte del bambino o della bambina, di qualsiasi forma di maltrattamento compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica". Non vi è solo una violenza fisica e sessuale, ma vi è una violenza verbale. Lo dico sempre quando accadono i casi di allontanamento: uno deve dimostrare che è esistita una violenza verbale o una violenza psicologica. Se anche avessimo - e non li abbiamo, purtroppo - degli esperti di tecnica forense legati ai minori, sarebbe difficile comunque dimostrare qual è il limite all'interno di un contesto familiare, della violenza verbale o della violenza psicologica, perché può essere molto soggettivo. Se pensassimo alle differenti dinamiche familiari rispetto a stato sociale e censo della popolazione, ci renderemmo conto che il livello è più alto o più basso.
C'è anche "una violenza di carattere economico su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative, adulti e minori". Questo come dicevamo prima, spalanca la porta alla possibilità di individuare abusi verbali e abusi psicologici nei confronti non del minore, ma del minore che assiste ad una violenza nei confronti di un genitore - della madre - e per questo motivo, visto che è una persona che ha assistito ad una violenza, quel tipo di violenza è in qualche modo codificata; quindi non viene fatta una valutazione per cui se vi è un padre violento che maltratta o malmena la moglie e il figlio, legittimamente vengono allontanati i minori.
Apro e chiudo una parentesi: in Italia le denunce per maltrattamento che si trasformano in condanna sono meno del 20%. I dati sono del Ministero dell'Interno. Anche questo ci dovrebbe far riflettere, però noi queste "zeppe" le inseriamo all'interno della norma.
Ho sforato il tempo, ma illustro anche l'emendamento che cassa il comma 2, così non rubo altro tempo. Infatti, nel comma 2 lo specifichiamo: cioè prima spieghiamo cos'è la violenza assistita e al comma successivo diciamo "nell'ambito della violenza assistita, di cui al comma 1, sono da considerarsi vittima di violenza domestica i minori, anche in quanto testimoni di violenza all'interno della famiglia". Questo comporta - per ripeto, bisogna conoscere ciò di cui si legifera - che il fatto che un minore abbia assistito alla violenza del padre nei confronti della madre non dico in tutti i casi di violenza, ma in alcuni casi non risibili, cioè non stiamo parlando di due-tre casi all'interno della nostra Regione ogni anno, ma di decine di casi ogni anno - fa sì che il minore venga allontanato ancorché non abbia subito violenza, e non possa stare con la madre, perché la madre ha omesso di denunciare il padre, il marito o il compagno che sia, e quindi ha causato quella che noi individuiamo come una violenza sul minore.
La violenza sul minore non è quella che si patisce con una violenza che subisce, ma la violenza sul minore è quella che il minore subisce perch assiste. Ed è evidente che un minore all'interno di una famiglia nella quale vi sono delle violenze subisce dei traumi. Sta peggio rispetto ad un minore che non li subisce. Ma è altrettanto vero che dobbiamo sempre mettere sulla bilancia quello che è l'allontanamento per violenza assistita, cioè noi un minore lo allontaniamo non solo dal padre ma anche dalla madre perché ha assistito ad un atto di violenza, oppure lo lasciamo assieme alla madre perché continui a stare con la propria comunità familiare naturale.
Questo è il tema su cui noi oggi legiferiamo, non altri; gli altri sono fantasia, gli altri sono retorica. Quando facciamo leggi, noi ci dobbiamo calare - e lo vedremo perfettamente nell'articolo 14 - con quella che è la drammatica realtà di tutti i giorni. Ogni giorno in Piemonte, nella media vengono allontanati tre minori, cioè oggi, mentre noi parliamo, tre minori vengono allontanati dalle loro famiglie. E noi di questo siamo responsabili.
Noi non lo siamo, ma per questo chiediamo che queste tre parti vengano cassate.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Sugli emendamenti rubricati n. 12), n. 9) e n. 5), faccia lei come ritiene.



PORCHIETTO Claudia

Impiegherò solo due minuti.



PRESIDENTE

Faccia lei come ritiene.



PORCHIETTO Claudia

Veramente, Presidente, solo due minuti, anche perché credo che per chi ha avuto la bontà di ascoltare anche l'intervento del collega Vignale - e mi permetta di aprire una parentesi - ciò che dispiace è che in quest'Aula molto spesso vengano archiviati come interventi dell'opposizione alcuni interventi di persone che hanno competenza e conoscenza di alcune situazioni.
Se mi permette, mi dispiace perché non sempre in quest'Aula c'è la giusta attenzione e l'intelligenza di ascoltare anche coloro i quali magari, non rappresentano la maggioranza ma portano delle significative esperienze. Lo dico con molta onestà: negli anni non ho affrontato i temi che sono stati riportati in questi ambiti, anche quando ero Assessore perché avevo competenze diverse e molto spesso non trovavo il tempo, ma anche da Assessore al lavoro, nei quattro anni precedenti in cui ho rappresentato la Regione, molto spesso mi sono trovata a dovermi confrontare con delle realtà, che ad un certo punto, si tramutavano in situazioni di violenza su minori o donne, che erano legate anche alla disperazione per la mancanza del lavoro.
Ribadisco quanto stavo dicendo: probabilmente, ad una parte della maggioranza - come sto vedendo - non interessa ascoltare le motivazioni che ci portano a chiedere lo stralcio di alcuni punti da questa norma.
E mi rivolgo, da donna, all'Assessore Cerutti, perché ritengo che un impianto legislativo come questo possa avere il suo perché se ha il coraggio di rimanere contenuto nei termini che, fin dall'origine, avevamo definito.
Dopodiché, siccome sono una persona molto democratica, laica e parto dal presupposto che, giustamente, le maggioranze debbano proporre ed eventualmente, ascoltare ciò che le opposizioni portano, nulla vieta di riportare ciò che è stato messo un po' in aggiunta.
Un tempo, per fare partecipare più persone alle feste si scriveva, in fondo, la frase "ricchi premi e cotillons". Permettetemi la battuta, mi sembra che qui avvenga lo stesso: "ricchi premi e cotillons" per portare l'attenzione su un impianto legislativo che può avere il suo perché nel momento in cui lo lasciamo originale; poi, occorre avere il coraggio giustamente, di compiere delle scelte e di proporre un impianto legislativo che prevede alcuni temi, che in questo momento sono dibattuti anche a livello nazionale, anche lì, all'interno di un disegno di legge pastrocchiato che nasconde la verità, cioè dire che le unioni civili sono equiparate a dei matrimoni, ma non voglio andare su quel tema, torno su questo.
Ritengo importante nel momento in cui si parla correttamente di identità di genere, stralciare e parlare dell'identità di genere....



(Scampanellio del Presidente)



PORCHIETTO Claudia

E' veramente faticoso, Presidente.
Lo ribadisco, dopodiché vorrei essere una mosca per andare a vedere come alcuni colleghi diranno che, in realtà, non si erano accorti di alcuni passaggi. No, ma non è quello che è contenuto in questa norma, perch l'ipocrisia dell'Aula la conosciamo tutti molto bene, soprattutto quando ci trasferiamo fuori dall'Aula.
Invece, se c'è una cosa da dire, noi in questo momento, come Forza Italia, l'ipocrisia non la stiamo usando e stiamo cercando di proporre un percorso che abbia un senso dal punto di vista dei contenuti delle norme.
Chiudo veramente, Presidente.
Stiamo soltanto dicendo - e non entro nello specifico come ha fatto molto bene il collega Vignale - di chiamare le norme e il contenuto delle norme come vanno dichiarate - qui stiamo facendo un pastrocchio, Assessore! Rispetto il lavoro, e so quale lavoro lei ha fatto, ma ritengo più corretto nei confronti dell'Aula, ma soprattutto dei cittadini piemontesi scindere le cose. Dopodiché ragioneremo in un altro impianto legislativo rispetto ad una serie di indicazioni, dove una parte di questo Consiglio regionale potrà non essere d'accordo; però, mi permetta - dopo aver tutti quanti ben evidenziato cosa significa in questo momento la violenza, cosa ha voluto dire e quali sono le difficoltà in una regione dove avviene anche un lucro di natura economica, rispetto ad alcune segnalazioni che spesso molti di noi ricevono riguardo a risvolti di natura economica in casi di allontanamento, ad esempio, di minori, e che stiamo facendo finta di non vedere - Assessore, su questo noi siamo pronti a lavorare. E' chiaro che se rimaniamo ai principi comunicativi - definiamoli così - o alle prese di posizione, che possono fare bene soltanto nelle campagne elettorali, credo che non troverà da parte nostra una disponibilità.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Porchietto.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 36 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 36 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 36 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 38 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 2, nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione nominale sull'articolo 3.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione nominale sull'articolo 4.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione nominale sull'articolo 5.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Ruffino, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Vignale: Al comma 1 dell'art. 6 del disegno di legge n. 142, le parole "o che si trovano esposte alla minaccia di ogni forma di violenza" sono soppresse.
In accordo con i proponenti, diamo il testo per illustrato.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cerutti: All'art. 6, comma 8, dopo le parole "a carattere provinciale o sovracomunale", inserire la frase "Le reti antiviolenza locali operano in stretto raccordo con gli organi giudiziari e le Forze dell'ordine".
La parola per l'illustrazione all'Assessora Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

Si tratta di un'aggiunta rispetto alle reti antiviolenza, perch andiamo a specificare che le reti antiviolenza locali operano in stretto raccordo con gli organi giudiziari e le forze dell'ordine, in quella logica di avere insieme tutte le competenze che possono contrastare questo fenomeno.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cerutti.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 47 Consiglieri votanti 46 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 39 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 2).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 45 Consiglieri hanno votato SÌ 38 Consiglieri hanno votato NO 7 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 6, così come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Emendamento rubricato n. 3) presentato della Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cerutti: All'art. 7, dopo il comma 10, aggiungere il seguente comma: "l0 bis. Le case rifugio, delle quali possono essere titolari gli enti ed i soggetti di cui al comma 8. lett. a), b) e c), sono gestite in forma diretta o tramite affidamento a soggetti terzi. In quest'ultimo caso l'affidamento della gestione della casa rifugio a titolarità pubblica deve avvenire in conformità con la normativa vigente in materia di appalti pubblici e di affidamento a terzi".
La parola all'Assessore Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

Abbiamo presentato quest'emendamento a seguito della discussione in Commissione, proprio per specificare la questione per cui le case rifugio delle quali possono essere titolari gli Enti e i soggetti di cui al comma 8, lettere a), b) e c) - sono gestite in forma diretta o tramite affidamento a soggetti terzi. In quest'ultimo caso - è questa l'aggiunta l'affidamento della gestione della casa rifugio a titolarità pubblica deve avvenire in conformità con la normativa vigente in materia di appalti pubblici e di affidamento a terzi.
Questa era la considerazione che avevamo fatto in Commissione, in modo da precisare che gli eventuali affidamenti avvengano, appunto, in conformità con le norme in materia, cioè con il Codice degli appalti pubblici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Apprezziamo il fatto che sia stato inserito questo comma, perché - come abbiamo detto in Commissione - riteniamo che la formulazione esistente (quella della possibilità di dare denaro pubblico a soggetti terzi senza alcuna procedura di affidamento rispondente al Codice degli appalti) metta anche a rischio l'impianto normativo, ma soprattutto la gestione delle risorse.
Sottolineiamo come l'aspetto della gestione in forma diretta ponga comunque un problema. Ricordiamo che, all'interno della nostra regione anche quelle poche realtà - per esempio nel mondo della sanità - che avevano una gestione in forma diretta sono state superate, perché la gestione in forma diretta si avvale, nel 95% dei casi, di soggetti terzi senza passare, però, da una procedura concorsuale.
Questo è quanto abbiamo visto in altre situazioni e riteniamo che sarebbe stato da evitare. In ogni caso, non possiamo certamente non esprimere una positività rispetto ad un impianto normativo che era, invece secondo noi - non soltanto contro la norma, ma anche contro la buona gestione delle risorse pubbliche.
Si tratta di un tema su cui cercheremo di porre attenzione, però la clausola valutativa che è stata realizzata dal Comitato per la qualità normativa prevede anche questo. Bisogna porre attenzione alle clausole normative, perché tendono a non essere realizzate al meglio, ma questo è un problema annoso che non riguarda soltanto l'Assessore Cerutti o questa Giunta, ma in generale tutte le Giunte.
Oggi, rispetto al passato, abbiamo uno strumento migliore - la legge su



IRES - che ci dà anche la possibilità di utilizzare un soggetto terzo per

svolgere questa attività di valutazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 3).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 47 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 42 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 7, così come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 48 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 36 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione nominale sull'articolo 8.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 48 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 36 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione nominale sull'articolo 9.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 48 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 36 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione nominale sull'articolo 10.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 48 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 36 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione nominale sull'articolo 11.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 37 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 13 lo usiamo come esempio di come le leggi vanno, sì scritte, ma anche declinate con necessarie risorse economiche, altrimenti sono atti di indirizzo.
Questo articolo, come tanti altri, rischia di essere tale.
L'articolo 13, non solo prevede l'accoglienza, ma anche il sostegno ed i percorsi per le autonomie, tant'è che l'articolo recita: "La Regione opera per garantire, anche attraverso finanziamenti mirati (quindi risorse economiche) alle vittime della violenza di genere e ai loro figli, minori o diversamente abili, accoglienza, tutela e sostegno, per consentire loro nel rispetto della riservatezza e dell'anonimato, di recuperare la propria autonomia e indipendenza personale, sociale ed economica, indipendentemente dalla loro residenza e tenuto conto delle specificità delle donne straniere, ivi comprese le eventuali problematiche connesse al titolo di soggiorno".
Intanto, introduciamo il principio per cui, al di là dell'aspetto del fenomeno della tratta (che è normata e sul quale vi sono delle possibilità differenti rispetto a ciò che la norma prevede), prevediamo di intervenire anche laddove esistono problematiche legate al permesso di soggiorno.
Personalmente, non so quanto una legge lo possa fare. Certo, essendo così generico, si può dire tutto, ma è assolutamente evidente a chiunque legga l'articolo 13 e a chiunque veda la norma finanziaria che, se non ricordo male, stanzia 500 mila euro sull'intera legge. Se ricordiamo ci che ad oggi abbiamo votato - l'istituzione delle case rifugio, il sostegno psicologico (poi ci sarà quello medico), il codice rosa, la rete sanitaria e gli interventi per la prevenzione delle mutilazioni genitali femminili rammento che, in questo momento, il bilancio che stiamo approvando è di zero euro su questo capitolo.
Questa è un po' la dimostrazione di come vi sia una differenza sostanziale fra il proclama e l'atto vero.
Questa legge è un proclama, nel senso che questa legge è "fuffa": è buona - per chi lo ritiene che sia - comunicazione, ma non ha un soldo.
Avevamo due leggi, che andiamo ad abrogare, relative all'istituzione delle case rifugio e per la garanzia di sostegno economico nei confronti dei processi che le donne devono sostenere. Avevamo uno stanziamento che era superiore a quanto oggi stanziamo all'interno della legge, che non si occupa più soltanto di questi due elementi, ma di tutta un'altra serie di cose, fra cui, per esempio, all'articolo 13, il reinserimento sociale economico, psicologico, lavorativo e quant'altro, con una modalità chiara che la legge dice: attraverso finanziamenti mirati. Se non ci sono finanziamenti mirati, è evidentemente che tutto questo non serve a nulla.
Quindi, si evince maggiormente che è sempre di più una legge elettorale, una legge comunicativa, tanto questo Governo regionale, ma soprattutto il Governo nazionale ci hanno abituati a come la comunicazione venga prima degli aspetti concreti. Il dato vero è che questa legge purtroppo, non cambierà la vita ad una sola donna piemontese, o ad un numero limitatissimo di donne piemontesi. Certo, la potrà cambiare rispetto ad alcuni stanziamenti, ai professionisti di questi temi che grazie ad alcuni articoli - poi vedremo successivamente il 14 o altri avranno un altro settore in cui poter esercitare le loro poliedriche attività, perché vedremo che abbiamo associazioni che sono in grado di occuparsi di violenza femminile, di migranti, di Rom, di inserimento sociale, di ludopatia e di bullismo.
Sono sempre le stesse, però hanno la capacità talmente elevata di occuparsi dei problemi del mondo e, grazie al fatto che si occupano dei problemi del mondo, di incassare denaro pubblico, esclusivamente denaro pubblico. Ci fosse una di queste che ha una commessa da un soggetto privato! E', ancora una volta, un sistema, che non è solo più Torino, ma è Piemonte, perché uno degli artefici del sistema Torino lo sta lentamente esportando anche all'interno della nostra Regione. Legge dopo legge andiamo a favorire i soggetti che c'erano nel sistema Torino e che stanno entrando pezza dopo pezza, anche in quello che sta diventando il sistema Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 13.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 36 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere si sono astenuti 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Ruffino, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Vignale: "L'art. 14 del disegno di legge n. 142 è soppresso".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Abbiamo già ripreso questo tema, che è quello relativo alla violenza assistita. L'articolo 14 è interamente dedicato alla violenza assistita in altri interventi.
Leggendo l'articolo 14 si capisce chiaramente le finalità della norma.
Al comma 2 lettera a), in particolar modo, chiediamo che questo articolo venga interamente cassato, perché tali e tanti sono i problemi esistenti su questo tema che non c'è bisogno di una legge regionale per aiutare ad allontanare con più facilità i minori dalle famiglie della nostra Regione.
Cosa dice il comma 2? Recita: "I servizi di cui al comma 1, in particolare: a) assicurano, in via prioritaria, la protezione del minore, anche attraverso il coinvolgimento della competente autorità giudiziaria per l'assunzione degli eventuali provvedimenti di tutela. In presenza di esigenze di tutela e protezione del minore, tali esigenze - cioè quelle di protezione - sono da considerarsi prevalenti rispetto all'eventuale contraria volontà dell'adulto esercente la responsabilità genitoriale;".
Ricordiamoci...



(Brusìo in aula)



VIGNALE Gian Luca

No, però.



PRESIDENTE

Cosa sta succedendo?



VIGNALE Gian Luca

Ma che ve ne frega di questa legge? Che cosa ve ne frega di questa legge? Perché se questo è un "votificio", dovete dircelo! Se questa è una commedia, noi veniamo qua, schiacciamo il bottone.



PRESIDENTE

Capita anche lei, qualche volta, di venire a consegnare qualche documento! Questa volta, per una mera combinazione, quattro Consiglieri hanno portato quattro documenti! Non potevo allontanarli.
MARRONE Maurizio (fuori microfono) È tutto il giorno che è così! GRAGLIA Franco (fuori microfono) Ha perfettamente ragione, è generale!



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Vignale, ha ragione.
Colleghi, silenzio!



VIGNALE Gian Luca

Dicevo che il comma 2 è proprio l'espressione di quello che stavamo dicendo precedentemente.
Il comma 2 dell'articolo 14 aiuta ad allontanare i figli all'interno della nostra Regione. Perché lo stesso dice in modo assolutamente evidente che la tutela e protezione del minore è da considerarsi prioritaria rispetto all'eventuale contraria volontà dell'adulto esercente la responsabilità genitoriale. Detto in malo modo, significa che la volontà di allontanamento del minore da parte dei servizi, ovviamente con l'autorizzazione del Tribunale, viene prima della volontà del genitore di tenersi il figlio naturale.
Attenzione: noi di cosa stiamo parlando? Di maltrattamenti o di violenza nei confronti dei minori? No! Noi stiamo parlando di violenza assistita, cioè, come dicevamo precedentemente, di minori che assistono ad una violenza all'interno delle mura domestiche. E visto che l'articolo 14 correttamente richiama l'articolo 2, dove abbiamo definito la violenza intesa sia fisica, sessuale, psicologica o economica, ai sensi di questa legge, quindi, il minore che assiste alla violenza psicologica o alla violenza economica - termine un po' anomalo, ma così si dice in legge - o a quella psicologica o a quella verbale, è oggetto di possibilità di allontanamento. Il che, evidentemente, non vuol dire - e meno male! - che laddove esiste una violenza verbale, psicologica o economica i minori tout court sono allontanati dalla famiglia. Ma vuol dire che in quella casistica che esiste.
Io invito qualunque collega a digitare su internet "minori allontanati": non vedrete le parole "pericolose" del Gruppo di Forza Italia o del Consigliere Vignale, ma troverete qualunque quotidiano e qualunque trasmissione, da Le Iene, Avvenire.
Panorama, nell'ottobre di due anni fa, ha fatto una copertina di apertura del settimanale che si intitolava "Sequestri di Stato". Noi stiamo giustificando i sequestri di Stato con l'articolo 14! Il dato paradossale è che questa Regione si sta impegnando per l'intervento sulla riduzione degli allontanamenti minorili. Perché con l'Assessore Ferrari abbiamo anche fatto degli incontri comuni, perch condividiamo il tema per cui sarà sempre meglio tenere un minore in una famiglia scassata ("scassata" ma non nel senso che provochi violenze importanti!) che non in una comunità. Io lo sottoscrivo su un muro questo principio! È meglio una famiglia scassata della migliore comunità! Dovete parlare con i bambini allontanati, non dovete solo fare le leggi sulla carta! Andate a parlare con una famiglia di un minore allontanato! Parlate con un minore allontanato, e sentirete cosa vi dirà della sua esperienza.
Invece, noi cosa facciamo? Scriviamo quest'articolo.
Noi vi chiediamo di abrogare l'articolo 14 da questa norma, perché non c'entra niente con la norma che state facendo. Parla di minori, non parla di violenza sulle donne! Vi chiediamo di abrogare l'articolo 14 e certamente avrete ottenuto lo stesso risultato in termini di contrasto alla violenza sulle donne. Ma non rischiamo di dare uno strumento in più per garantire l'allontanamento anche grazie ad una legge regionale, di minori all'interno della nostra Regione.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli studenti dell'Istituto superiore "Albert" di Lanzo torinese


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto superiore "Albert" di Lanzo torinese in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Condizione femminile

Proseguimento esame disegno di legge n. 142, inerente a "Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza ed ai loro figli" (seguito)


PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale l'Assessora Cerutti, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 14, nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 30 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Prima di passare alla votazione sull'articolo 15, ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come i colleghi avranno potuto vedere, noi abbiamo differenziato il nostro voto a seconda degli articoli, perché alcuni degli articoli che abbiamo votato, in realtà, se vi fosse stato uno stanziamento economico che garantisse alla legge di essere davvero attuata, avrebbero avuto anche una condivisione. Così come alcuni articoli che verranno successivamente perché certamente la parte più significativa della norma secondo noi è quella sul sistema sanitario regionale, dove realmente abbiamo titolo per intervenire.
Credo che noi abbiamo provato, tanto in Commissione quanto in Aula devo dire che in Commissione abbiamo affrontato ovviamente il disegno di legge, ma se avessimo voluto svolgere una pratica ostruzionistica l'avremmo fatto, e non è stato fatto - a intervenire nel merito, però abbiamo visto che questa legge, come in pochi altri casi.
Perché in molti altri casi, quando si è affrontata una discussione in sede di Commissione - potrei fare decine di esempi, che peraltro i colleghi ricorderanno - c'è stata una disponibilità a recepire alcuni aspetti provenienti dalle minoranze. Ricordiamo sempre che il Presidente Chiamparino avrà pur vinto con un ampio margine, ma una parte consistente di piemontesi ha votato questo schieramento e allora credo che, quando si fa una legge regionale equilibrata, difficilmente la legge è completamente di parte, ma è una legge che tende a rispondere alle sensibilità e alle esigenze di tutti i piemontesi, e noi ne rappresentiamo un pezzo.
Abbiamo provato a introdurre pochi emendamenti puntuali, che facessero sì che la norma rimanesse una norma contro la violenza e non una norma "puzzle", dentro la quale ci stavano sensibilità differenti, alcune delle quali, come abbiamo detto, sull'articolo 14 molto pericolose. Di conseguenza, da questo articolo in poi noi esprimeremo, chiedendo la votazione su ogni singolo articolo, un voto contrario, perché crediamo che l'atteggiamento che la Giunta e la maggioranza hanno avuto sia stato non dico non corretto, ma non riguardante sensibilità diffuse.
La verità è che l'Assessore Cerutti ha fatto la sua legge. Dopodich noi smettiamo di discutere questa legge e usciamo di qua, come molti colleghi hanno già detto o come si è visto in alcuni degli interventi che noi abbiamo svolto, ma ci sono alcuni articoli - soprattutto l'articolo 14 largamente non condivisi. L'ignavia però è correa: se fossimo in un'aula di giudizio, uno che sa e non dice è responsabile lo stesso, o uno che sa che quella cosa è sbagliata e l'approva è responsabile lo stesso, anche se non è l'esecutore materiale.
Noi certamente spiegheremo ai piemontesi che cosa oggi è stato fatto all'interno di quest'Aula. Tuttavia, secondo me, è gravissimo. Guardate, un conto era fare una legge sulla violenza femminile: ci mancherebbe, saremmo stati i primi! Tant'è che, come ho detto, tanto in Commissione quanto in Aula - e segnalo che oggi gli emendamenti da noi presentati saranno circa dieci, su temi specifici - avremmo voluto quella norma, ma quando una norma diventa ideologica e all'interno di quella norma ideologica si nascondono aspetti che nulla c'entrano con la norma stessa, come ad esempio tutta l'ideologia gender, ma che rispondono a una dinamica di partito, neanche a una sensibilità diffusa, oppure quando si mettono a rischio i minori, è evidente che non possiamo votare a favore di una norma che, avendo respinto tutti i nostri emendamenti, questo prevede.
E' semplice dire che una volta in quest'Aula c'era la sensibilità anche all'interno del Partito Democratico Popolare. E' evidente che questa sensibilità, se c'è, è molto silente e molto sopita; peraltro, è una sensibilità che dovrebbe esprimere, col Presidente del Gruppo e col Segretario regionale, un'attenzione esistente che, badate, fortunatamente esiste all'interno della nostra Regione. Fortunatamente c'è, all'interno della nostra Regione, chi ha scelto la coalizione di centrosinistra, ma ha mantenuto una sensibilità su temi assolutamente valoriali, quelli che una volta, quando io ho iniziato a fare attività politica, si definivano "valori non negoziabili".
Oggi vediamo che tutto è diventato negoziabile, ma non per noi, per cui quelli che erano valori non negoziabili sono valori non negoziabili e quindi non possiamo che avere una posizione, e ce ne dispiace intransigente rispetto a questa norma (intransigente nel voto, che sarà un voto contrario), perché purtroppo si è stravolta; si è stravolta mettendoci pezzi di necessità di partito all'interno di una norma che è di tutti i piemontesi e quando la dinamica di parte viene prima del senso collettivo credo che si faccia un grande errore, in particolar modo quando si vota una legge.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 15.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 35 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.58)



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