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Dettaglio seduta n.119 del 29/12/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 15.36)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato approvato nella seduta del 28 dicembre 2015.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Caputo, Giaccone, Laus, Rossi Ruffino e Valmaggia.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di deliberazione n. 136, inerente a "Modificazioni ed integrazioni alle deliberazioni del Consiglio regionale n. 118-45411 e n. 119-45412 del 22 dicembre 2015 in materia di rimodulazione del Piano di rientro del disavanzo finanziario"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 136, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Come ho appena illustrato in I Commissione, la settimana scorsa il Consiglio regionale ha assunto una deliberazione con la quale, in relazione al disavanzo finanziario di 1.264.000.000 di euro, ha disposto la copertura in sette anni, che era il termine massimo di copertura previsto dalle norme di legge vigenti al momento.
Successivamente, la legge di stabilità approvata dal Parlamento ha previsto di innalzare questo termine massimo da sette a dieci anni.
Pertanto, con la deliberazione che oggi viene esaminata dal Consiglio regionale, considerando che questo ci aiuta in termini di sforzo della copertura del disavanzo, prendendo atto di questa norma contenuta nella legge di stabilità, provvediamo a modificare la deliberazione e l'allegata tabella, prevedendo che il disavanzo finanziario al 31 dicembre 2014 di un miliardo, 264 milioni e rotti venga coperto, in quote costanti, in dieci anni.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
E' aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ovviamente, nulla da eccepire rispetto ad un atto che è intervenuto grazie all'approvazione della legge di stabilità, che proprio il 22 dicembre (quando noi votavamo l'assestamento, quindi non era possibile fare altrimenti) ha previsto la possibilità di spalmare il debito non su sette ma su dieci anni.
Noi vogliamo far presente un aspetto, cui presteremo maggiore attenzione nella discussione del bilancio generale.
Oggi abbiamo due allegati al documento che stiamo votando: uno, sposta semplicemente il valore economico dai sette ai dieci anni, quindi determina una variazione nell'importo complessivo; l'altro (una seconda tabella) sostituisce quella che abbiamo votato qualche giorno fa. Alcune parti di questa tabella non possono non essere condivise, in quanto si sposta una parte di competenza dei residui in capo al Commissario straordinario riducendo la quota al 2015 e aumentandola sul 2016 e 2017, in modo che vi sia la quasi totale copertura di ciò che dovremo garantire nel 2016 e nel 2017, mentre vengono tenuti invariati i dati relativi ai piani di rientro (la tabella che ognuno di noi ha visto), dove si risparmia in termini di trasporto pubblico locale, di politiche sociali, di cultura, insomma tutte le singole Direzioni: personale e quant'altro. Ovviamente, viene spalmata la cifra che non è più di 180 milioni, ma di 126 milioni dal 2015 al 2044 quindi il quadro economico è invariato, salvo il dato che citavo precedentemente, che ha una sostanziale differenza, relativa alle entrate.
Stiamo discutendo di una tabella votata il 22 dicembre e di una tabella che dobbiamo votare oggi, 29 dicembre, quindi ad una settimana di distanza una dall'altra. Una settimana fa votammo una tabella che prevedeva un introito derivante da maggiori entrate, quindi dalle manovre fatte nel 2013 e 2014, relative alle addizionali IRPEF, per 78 milioni di euro nel 2016 118 milioni nel 2017 e 130 milioni nel 2018. La tabella di oggi, prevede maggiori entrate necessarie alla copertura complessiva dei 126 milioni di euro: non 78 milioni nel 2016, ma tre milioni e 800 mila, non 118 milioni nel 2017, ma 29, e non 130 milioni di euro nel 2018, ma 75.
E' evidente che questo pone due aspetti: il primo, è relativo a quanto sostenevamo - non da soli - cioè che quella scansione temporale delle maggiori entrate (78 milioni nel 2016, 118 nel 2017 e 130 nel 2018) non poteva avvenire a legislazione invariata.
La previsione di maggiori entrate avrebbe dovuto prevedere, nell'anno 2016, un aumento delle tasse regionali (l'addizionale IRPEF) che consentiva di arrivare ai 118 milioni del 2017 e, poi, ai 130 del 2018.
E questo è un aspetto. Un secondo aspetto è che se non è evidente quello che dicevamo noi, se - cioè - è evidente quello che diceva la Giunta e il Vicepresidente, cioè che la tabella di una settimana fa era costruita a legislazione invariata, dovremmo ritoccare le norme per ridurre l'IRPEF perché c'è lo spazio per fare questo, anche se sappiamo che non è possibile, oppure vi è la possibilità - e ne discuteremo anche nel disegno di legge successivo - di avere un margine su cui lavorare, che per il 2016 sempre che i dati siano dati a cui noi crediamo, perché noi non abbiamo mai messo in discussione i dati. Non abbiamo votato le delibere, ma non abbiamo messo in discussione i dati.
Se questi due elementi sono entrambi corretti - e noi riteniamo che per il 2016 lo siano - significa che, fra i 78 previsti di maggiori entrate dall'IRPEF per la copertura del disavanzo e i 3,8 che impegneremo, abbiamo sostanzialmente 75 milioni di euro da poter impegnare con altre modalità.
Queste altre modalità dovranno essere modalità che valuteremo all'interno della discussione sul bilancio del 2016. Infatti, mentre una settimana fa avevamo un bilancio estremamente rigido in termini di allocazioni, oggi non è così. Lo dico non casualmente, sul 2016, perché questo sarà un anno ancora sostenibile, nel senso che abbiamo un grande avanzo in capo al Commissario straordinario che ci consente di coprire la quasi totalità del disavanzo e non dobbiamo ancora restituire tanto la quota interesse tanto la quota capitale dei mutui. E' quindi importante che il 2016 venga ben utilizzato per fare in modo che il 2017, il 2018 e il 2019 non abbiano invece un peso significativo in termini di blocco del bilancio regionale.
Abbiamo voluto intervenire esclusivamente per il fatto che bisogna essere chiari - lo dimostrerà poi la discussione sul bilancio - quando si fanno alcune affermazioni o quando si dice che l'opposizione agita paure che non esistono. E' infatti sufficiente far leggere a chiunque - questo lo capisco anch'io e, da un punto di vista della lettura dei numeri, lo pu capire davvero chiunque - e comparare le due tabelline del 2016 (quella di una settimana fa e quella del provvedimento che stiamo votando oggi) per capire che non c'era proprio tutta la verità scritta all'interno di quei numeri.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
E' evidente che noi oggi andiamo a discutere e a votare un provvedimento annunciato, in quanto la disposizione contenuta nella legge di stabilità era già in fieri una settimana fa, ma abbiamo dovuto attendere l'approvazione definitiva della legge nazionale per poterla (e doverla) recepire nei nostri provvedimenti.
Innanzitutto, riteniamo molto positivo il fatto che il termine dei sette anni sia stato differito fino a dieci, il che permetterà alle Regioni di poter gestire la partita del disavanzo finanziario con un po' più di serenità rispetto all'ipotesi dei sette, che pur era già un'ipotesi migliore di quella dei tre, che era il termine ordinario ante provvedimenti dell'ultima annualità.
Tuttavia, riconducendomi anche all'intervento che è stato testé fatto io mi sento di giungere a conclusioni contrarie. E' evidente, infatti, che laddove noi avevamo un onere di copertura del disavanzo in sette anni occorreva già immaginare, nella deliberazione che pone alla Regione stessa i vincoli di rientro dal disavanzo, di contingentare e congelare quote significative di entrate della nostra Regione per questa partita. Il fatto che oggi si riesca a ragionare in una prospettiva di decennio e non di settennato permette di indicare in quella tabella cifre di entrate inferiori da imputare a questo scopo. Non si tratta di una questione di cifre scritte falsamente o in maniera non trasparente da una parte, o di mezze verità: si tratta semplicemente della traduzione pratica dell'operazione che si spalma su tre anni in più del previsto.
E credo che, per fortuna, il dibattito in Commissione e in Aula permetta a tutti noi di comprendere meglio dei documenti, che forse in un primo tempo avevamo frainteso. Mi riferisco ai comunicati fatti all'esterno, quando vennero fuori le prime tabelle allegate a queste proposte di deliberazione, in cui si raccontava ai cittadini che quest'Amministrazione regionale stava mascherando degli aumenti dell'addizionale IRPEF che invece trovavano riscontro nelle documentazioni presentate. All'atto pratico si è dimostrato che questa era una notizia falsa ed era una cattiva interpretazione dei fatti, perché semplicemente si trattava della corretta contabilizzazione degli effetti degli aumenti degli anni pregressi, che vengono contabilizzati quando diventano effettivamente esigibili in base alle nuove normative.
Oggi - ripeto - possiamo imputare una minor parte di questa maggior cifra, proprio perché ragioniamo su dieci anni invece che su sette. Per fortuna le Aule istituzionali portano a quella maggior chiarezza e a quella maggior onestà d'informazione che le prime uscite sui giornali, invece tendevano a mascherare o edulcorare.
Di conseguenza, ovviamente, il nostro voto sarà favorevole, come sul provvedimento che prevedeva la copertura di questo disavanzo nei prossimi sette anni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente vedremo poi chi avrà ragione, nel senso che a breve parliamo insomma del 2016, 2017 e 2018 - vedremo appunto se le stime dell'Assessorato, quindi di un incremento delle entrate per 130 milioni di euro, saranno corrette oppure sovrastimate come abbiamo anticipato noi.
Noi avevamo sollevato il tema di un possibile ulteriore aumento della tassazione nel 2016 e anche su questo vedremo perché il 2017, come sappiamo, sarà l'annus horribilis della Regione Piemonte, con la fine del pre-ammortamento dei mutui: dovremo quindi pagare di più di mutui, avremo più spese vincolate e saranno al loro massimo anche il rimborso dei mutui e la spalmatura del disavanzo, che con questa norma viene ancora spostata in là nel tempo.
Da un lato, quindi, si tratta di una norma positiva, nel senso che permette alla Regione Piemonte di respirare, ma dall'altra non possiamo non ricordare e non sottolineare che si tratta dell'ennesimo spostamento in là del debito fatto da quest'Ente e quindi di una spalmatura addirittura sulle spalle delle prossime generazioni, perché parliamo di una distribuzione dell'anticipazione di credito su trent'anni (decreto legge 35), della ricognizione straordinaria dei residui sempre su trent'anni e del disavanzo finanziario su dieci anni. E' ovvio, quindi, che queste non sono misure strutturali: sono misure estemporanee che le Regioni, insieme al Governo decidono e mettono in atto; ma non si possono fare sempre misure estemporanee per salvaguardare e salvare gli Enti territoriali e le Regioni che sono in una situazione di estrema instabilità finanziaria.
Questo provvedimento, quindi, riduce la quota di disavanzo annuale da 180 milioni a 126; viene quindi lasciata libera, in teoria, una grossa parte delle entrate, che dovrebbe appunto - secondo le stime dell'Assessorato, che noi riteniamo aumentate - arrivare a 130 milioni di euro, mentre qui nel massimo si parla di 75: parliamo quindi di 55 milioni di euro liberi ogni anno per coprire le spese della Regione Piemonte o come ho detto prima, il rimborso dei mutui. In più, vedremo se sarà così o se non sarà così, visto che già nel 2015 - come ho già avuto modo di dire le entrate erano sovrastimate per oltre 330 milioni di euro per la copertura fittizia del bollo, per permettere di passare al Commissario straordinario una quota parte di crediti che vari creditori vantavano verso la Regione Piemonte. E già nel 2016, durante l'esercizio provvisorio abbiamo visto che il Titolo I delle entrate è ritornato alla cifra più credibile di nove miliardi e 575 milioni.
Vedremo, insomma: se dovessero aumentare le entrate senza ulteriori manovre non potremmo che essere lieti, nel senso che più entrate vogliono dire più possibilità di spesa e possono voler dire, magari, anche una riduzione e un trend inverso rispetto a quello degli ultimi anni, in cui ci sono stati solo e sempre aumenti dell'IRPEF, del bollo auto e di vari altri tipi di tasse.
In ogni caso, non crediamo totalmente a questo piano, quindi non pu esserci un voto favorevole da parte del nostro Gruppo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Non essendoci altri Consiglieri iscritti ad intervenire, la parola all'Assessore Reschigna per la replica.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Per i Consiglieri che erano presenti in I Commissione sarà una ripetizione, ma, siccome il ragionamento è stato legittimamente riproposto in questa sede, credo sia mio dovere fornire anche all'Aula le stesse spiegazioni.
La settimana scorsa, noi abbiamo approvato due deliberazioni di Consiglio regionale, che erano composte da un testo, da un allegato (rappresentato dalla tabella di copertura dei due disavanzi) e da un documento (rappresentato dalle note descrittive relativamente al piano di qualificazione delle spesa e all'andamento delle entrate).
Oggi, viene proposta una modifica che riguarda il testo della delibera è molto semplice, da sette a dieci anni - e le tabelle che riportano una copertura su base annua inferiore a quella della precedente deliberazione non viene modificato il testo del documento, che è allegato ed è parte integrante alla deliberazione assunta la settimana scorsa dal Consiglio regionale.
In quel documento venivano indicate sia le voci più significative, con le dovute spiegazioni, relativamente al piano di riduzione della spesa, e sia la parte relativa alle entrate.
Ricordo al Consiglio regionale che in quel documento gli elementi riportanti le riduzioni delle spese erano, in termini di cifre assolute superiori all'importo che veniva utilizzato nella tabella per dare copertura su base annua al disavanzo, proprio per dimostrare la credibilità di quel piano di copertura del disavanzo.
Oggi, a fronte della possibilità di spalmare questo disavanzo in dieci anni, anziché in sette, abbiamo ritenuto di intervenire sulla tabella modificando in diminuzione l'utilizzo annuale delle maggiori entrate che erano contenute all'interno della deliberazione assunta dal Consiglio regionale.
Qui il problema non è che la settimana scorsa eravamo un po' ebbri e abbiamo proposto una deliberazione con una certa entità di entrate e oggi siamo meno ebbri allora diminuiamo quelle entrate. Quelle entrate non diminuiscono, è l'utilizzo della quota parte delle stesse, che viene destinata alla copertura del disavanzo, che cambia.
Ho deciso di proporre questa modifica della tabella e non di utilizzare l'altra alternativa, rappresentata dalla diminuzione della quota parte di riduzione della spesa, perché sarebbe stato poco responsabile da parte della Giunta regionale venire oggi a dire che, a fronte della possibilità di spalmare il disavanzo da sette a dieci anni, cala l'impegno a ridurre strutturalmente la spesa, perché questo non è nelle politiche di bilancio di questa Amministrazione regionale.
Voglio ricordare, come ho detto questa mattina in I Commissione, che questa Amministrazione regionale ha attuato una manovra finanziaria, alla fine del 2014, per 100 milioni di euro complessivi di valore, a fronte di una manovra finanziaria assunta dalla precedente Amministrazione regionale per 250 milioni di euro, e l'equilibrio di bilancio, in una condizione decisamente più problematica rispetto a quella della precedente legislatura. La condizione decisamente più problematica è data dal fatto che abbiamo fatto emergere debiti fuori bilancio e abbiamo dovuto coprire disavanzi non coperti nel corso degli anni. Ed è una bella notizia che alla fine di questo 2015 - a parte 50 milioni di euro - abbiamo pagato gran parte dei 320 milioni di euro del disavanzo del Trasporto Pubblico Locale accumulatosi fuori bilancio nel 2011, nel 2012 e nel 2013! E questo lo abbiamo costruito in un anno di lavoro di questa Amministrazione regionale! La restante parte del lavoro per tentare di portare in equilibrio i conti è stata un'operazione durissima di spending review, che non è finita proseguirà nel 2016 e nel 2017, con gli stessi obiettivi che il Presidente ha indicato. Nel 2016 e nel 2017, in modo particolare, l'attenzione, più che all'organizzazione interna della Regione - che è stato il cuore della manovra di riduzione della spesa del 2015 - si sposterà sul mondo degli enti strumentali e delle società partecipate, attraverso operazioni che si è cominciato a mettere in atto a partire da questo 2015.
Allora, nessuna ebrietà o poca ebrietà, cogliamo questo tipo di opportunità. Riteniamo che questo ci aiuti, sostanzialmente, a reggere almeno l'impatto - non dico iniziale - nei prossimi anni della copertura di questo disavanzo. Come ho detto in Commissione, lo ribadisco in Aula: non vedo problemi di copertura del disavanzo sul 2015, sul 2016 e sul 2017, ma dal 2018, quando cesserà l'avanzo vincolato per la copertura del disavanzo si porrà nel bilancio regionale il problema di reperire le risorse per dare copertura a questo disavanzo. Però, abbiamo tempo per costruire politiche e per cercare di ottenere quei risultati molto ambiziosi che ci stiamo ponendo non solo nell'obiettivo di riportare in equilibrio i conti della Regione, ma anche con l'obiettivo di non mortificare le politiche, almeno quelle più essenziali e più qualificanti delle politiche regionali.
E' chiaro - non l'ho mai tenuto nascosto e lo ribadisco in Aula - che i problemi dei prossimi anni della Regione non riguardano solamente la copertura del disavanzo, ce ne sono altri: ritornare a ripagare l'ammortamento dei mutui e, sostanzialmente, l'incremento, dal 2016, degli oneri di restituzione al Ministero dell'economia e delle finanze per l'operazione da un miliardo e 700 milioni fatta nel 2015 sul DL 35.
Quindi, abbiamo una complessità e una moltitudine di problemi che stiamo cercando di affrontare e che affronteremo, tanto che la discussione che, dal mese di febbraio, partirà in I Commissione, anche alla luce dei risultati del rendiconto 2015, non riguarderà solo il 2016, ma si proietterà anche sul 2017 e sul 2018, perché tutto ha voluto fare questa Amministrazione regionale tranne che quello di non rendere trasparente la situazione della Regione nella sua difficoltà - nella sua difficoltà, ma anche nella sua possibilità di poter essere affrontata.
Guardate, non è così semplice, perché a gridare alle malefatte del passato siamo buoni tutti, mentre ad individuare le soluzioni per cui usciamo da queste malefatte del passato e restituiamo credibilità e possibilità di spesa della Regione ci vuole tanto, tanto, tanto, tanto lavoro, ma credo che tutti insieme questo "tanto lavoro" siamo in grado di poterlo fare.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 136, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame disegno di legge n. 191, inerente a "Modifiche all'articolo 3 della deliberazione legislativa in materia di assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2015 e disposizioni finanziarie"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 191, inerente a "Modifiche all'articolo 3 della deliberazione legislativa in materia di assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2015 e disposizioni finanziarie", di cui al punto 6) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Appiano, che ha facoltà di intervenire.



APPIANO Andrea, relatore

Grazie, Presidente.
Intervengo molto velocemente.
In questo disegno di legge si recepisce la modifica che abbiamo adottato con la deliberazione precedente. Quindi, all'articolo 3 si passa da sette a dieci anni, poi si recepiscono le modifiche delle delibere ogniqualvolta nella legge di assestamento venivano richiamate la due deliberazioni precedenti.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato SÌ 26 Consiglieri hanno votato NO 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 166, inerente a "Misure di armonizzazione e razionalizzazione di norme in materia di tributari regionali" (atto d'indirizzo collegato: ordine del giorno n. 612)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 166, inerente a "Misure di armonizzazione e razionalizzazione di norme in materia di tributi regionali", di cui al punto 7) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Ravetti, che ha facoltà di intervenire.



RAVETTI Domenico, relatore

Grazie, Presidente.
Non per forza, quando si è relatori di un disegno di legge bisogna partire dalle citazioni, però, dato che in questo caso si parla di tasse mi va di partire da un monito che deriva da una cultura liberale dell'amministrazione: "Una Nazione che si tassa nella speranza di diventare prospera è come un uomo in piedi in un secchio che tenta di sollevarsi tirando il manico".
Secondo una cultura di amministrazione socialista, quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora, ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi ed intollerabili privilegi.
Sono i due confini entro i quali muoverci, senza andare alla ricerca della ridondanza, con quattro azioni ben definite.
La prima riguarda le leve fiscali, quindi anche la tassazione dei veicoli in Regione Piemonte: leve fiscali adeguate a ristabilire un duraturo riequilibrio del bilancio.
La seconda azione è la cosiddetta spending review, il contenimento dei costi e, se mi è possibile, anche dei costi della politica e per il funzionamento dell'amministrazione regionale in genere.
La terza azione riguarda le politiche del welfare, politiche adeguate per rafforzare le reti di protezione sociale.
La quarta azione riguarda gli spazi di posizione che la politica deve vivere e abitare per intercettare i tanti flussi che possono generare benessere; i flussi del territorio, nell'accezione positiva del localismo i flussi che possiamo intercettare negli spazi tra le Regioni; i flussi che possiamo intercettare negli spazi che devono abilitare la politica tra le Regioni, l'Europa e il mondo. Servono per intercettare i flussi dell'economia, del turismo, della logistica e dell'innovazione tecnologica.
Quelli utili a garantire prosperità.
Insomma, in questa fase, anche in Regione Piemonte viviamo una trasformazione. Alla maggioranza è chiaro, ma sono e siamo certi anche a gran parte dell'opposizione, che questo è un punto di svolta anche per ridisegnare le mappe delle politiche fiscali nella nostra Regione. Le tasse che riguardano i veicoli in Piemonte, sono una parte di questo tratto.
Il numero di veicoli in Piemonte aumenta di anno in anno: siamo passati, dal 2010, con 3 milioni e 700 mila veicoli, al 2015 con tre milioni e 900 mila, eppure il gettito della riscossione è in continua diminuzione.
Le entrate sono diminuite dai 472 milioni del 2011 ai 427 del 2014.
Mi sia permesso, Presidente, un rilievo su alcune tipologie di veicoli in particolare i veicoli green. Negli anni in Italia è stata impostata una politica da primi della classe, ma primi della classe senza aver studiato.
Questo è stato l'atteggiamento negli anni e infatti, alla prima verifica, è stato consegnato un risultato palesemente insufficiente.
In questo schema, all'interno di questi due binari e secondo queste quattro azioni, noi proviamo, almeno in questo disegno di legge, a rimettere in ordine i pensieri e a restituire una stabilità, rispetto al futuro, per le politiche di entrata.
È più di qualche settimana che proviamo a ragionare su come possiamo assestare diversamente politiche di entrata, soprattutto per quanto riguarda i cosiddetti veicoli bipower.
Questa mattina in Commissione, dove un confronto con le opposizioni anche a seguito di impostazioni iniziali differenti (e quindi, come si dice in gergo politico, secondo contaminazioni politiche), siamo stati disponibili ad offrire questo schema all'Aula; uno schema, peraltro, che prevede nuove entrate, a fronte di un provvedimento, il cosiddetto "flotte automobilistiche", che non permette comunque lo stesso gettito per il 2016.
E' un provvedimento che nemmeno copre del tutto le entrate che verranno meno nel 2016, secondo il provvedimento delle flotte, quello che non tassa più in base alla residenza della locazione finanziaria.
Allo stesso modo, abbiamo deciso di mantenere l'esenzione perenne, fino alla rottamazione, per i veicoli ad alimentazione esclusivamente elettrica e per quelli esclusivamente a metano.
Abbiamo deciso di presentare un provvedimento che prevede, dopo cinque anni di esenzione il pagamento ad un quinto per i veicoli a benzina e a metano e ad un quarto per i benzina-GPL, dopo cinque anni dall'immatricolazione.
In questo provvedimento è anche previsto il pagamento, ma con una riduzione del 10%, per i veicoli storici dai venti ai trent'anni e, così come succede in gran parte delle Regioni d' Italia, il pagamento di 2,58 euro al chilowatt dopo cinque anni di esenzione, per i veicoli che hanno installato, successivamente all'immatricolazione, l'impianto GPL o metano.
Prevediamo, diversamente dal passato, un adeguato responsabile introito, per quanto riguarda il pagamento da sospensione per provvedimento giudiziario, che sino ad oggi non era previsto.
Nonostante le minori entrate derivanti dai provvedimenti sulle flotte continuiamo ad essere i primi della classe in Italia; continuiamo a premiare chi inquina meno.
Se è possibile, Presidente, vogliamo premiare, in questo settore, la ricerca e l'innovazione tecnologia, mai un quadro diverso! In un quadro sostenibile che potremo finalmente consolidare nel tempo.
Per entrare nell'articolato, nell'ultimo minuto che mi resta, dico ai colleghi che l'articolo 1 prevede modifiche alla legge regionale 13 del 6 marzo 1980, sulla decadenza dei termini di prescrizione per accertamenti e rimborso delle tasse sulle concessioni regionali. La norma regionale si adeguò ai dettami della norma nazionale per evitare confusioni ed equivoci anche in sede di contenzioso giurisdizionale.
L'articolo 2 prevede modifiche alla legge regionale 20 del 5 agosto 2002 e in particolare le norme che incidono sulla struttura dei rapporti tributari. Così si allinea alle norme nazionali la disciplina regionale in materia di prescrizione dell'azione di accertamento della tassa automobilistica.
Nell'articolo 3 si definisce un quadro più chiaro sulla legge regionale 23 del 23 settembre 2003 in materia di rimborsabilità della tassa di circolazione, di mantenimento della scadenza attribuita dalla Regione di provenienza, di trasformazione dell'esenzione per i veicoli elettori e alimentati a gas metano o GPL, permanente o quinquennale. Delimitazione dell'esenzione prevista per organizzazioni di volontariato, per le cooperative sociali onlus, dei veicoli ultratrentennali diversi da autovetture e motoveicoli, di obbligo di variazione delle destinazioni d'uso per ottenere la cosiddetta sospensione per i rivenditori d'auto.
Ovviamente, in questo articolo 3 sono inseriti i provvedimenti relativi ai veicoli bipower e alle installazioni successive per benzina-GPL e benzina-metano dopo i 5 anni. Per terminare sull'articolo 3, il pagamento dei veicoli con la riduzione del 10% dai 20 ai trent'anni.
Nell'articolo 4 abbiamo previsto di normare una mancanza legislativa sulla ripetibilità delle spese di notificazione in materia di atti relativi a tributi, sia altri ambiti sanzionatori regionali.
Nell'articolo 5 abroghiamo una norma riguardante la soggettività passiva della tassa automobilistica per i veicoli in locazione finanziaria in conflitto con analoga norma di fonte statale.
Infine, nell'articolo 6, in sostanza, diciamo che per quanto riguarda il pagamento dopo cinque anni dall'immatricolare per i veicoli benzina-GPL e benzina-metano proprio per permettere ai nostri Uffici, ma se vogliamo anche a tutta l'utenza di adeguare il sistema di pagamento, diciamo che entrerà in vigore dal 1° aprile 2016.
Questo è quanto, Presidente.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berutti, primo relatore di minoranza.



BERUTTI Massimo, relatore

Grazie, Presidente.
Oggi siamo ad intervenire su un provvedimento che obiettivamente ci lascia abbastanza esterrefatti, perché non più di ieri sono state trattate di mozioni che parlavano di problemi ambientali, mozioni che hanno occupato un buon spazio nell'ambito della seduta pomeridiana, dove tutti si sono prodigati a trattare la questione legata alle problematiche ambientali delle varie città del Piemonte. Naturalmente, conosciamo tutti, o quantomeno tutti abbiamo sentito parlare del Protocollo di Kyoto e, ancora dell'incontro di Parigi sull'ambiente di qualche settimana fa, quindi di tutta una serie di passaggi in cui i grandi della Terra si incontrano per parlare sull'ambiente. Poi sento, pochi minuti fa, che vogliamo fare i primi della classe nel cercare di affrontare le questioni ambientali; se ho capito bene, perché magari mi è sfuggito qualcosa.
Detto ciò, obiettivamente, riteniamo questo provvedimento, che noi naturalmente non condividiamo nel modo più assoluto, un ulteriore aggravio sulle casse dei cittadini piemontesi. Ma soprattutto perché va ad intervenire in quei contesti e su quelle categorie che, in qualche modo sono sempre state incentivate a percorrere un certo tipo di strada. Ci sono delle filosofie, ci sono delle logiche intelligenti, votate chiaramente a un certo tipo di uso di determinati combustibili e un attimo dopo, si interviene, seppure temporizzando - questo va detto - dopo cinque anni questo tipo di intervento, però comunque si interviene.
Quindi, da una parte si predica in un certo modo quando si parla, per esempio, dei massimi sistemi di difesa ambientale, ma dall'altra si interviene entrando a piedi uniti in un meccanismo che gradatamente va avanti, perché come sono cresciute le auto in Piemonte, sono cresciute le auto che hanno questo tipo di dispositivi. Vuol dire che c'è un'attenzione vuol dire che c'è una sensibilità, vuol dire che c'è un certo tipo di orientamento.
Senza contare un altro elemento che non va sottovalutato, e cioè che le auto, per buona parte di ognuno di noi, sono mezzi di lavoro. Quindi, non dimentichiamo che qualsiasi azione che possa essere di un euro, 100 o 1.000 euro, comunque è un'azione votata a tassare ulteriormente chi usa un mezzo come strumento di lavoro.
Quindi vi è tutto un insieme di condizioni che, obiettivamente, ci spingono a contrastare questo provvedimento in assoluto, ma riteniamo anche per ragioni di buonsenso. Pur comprendendo il discorso delle difficoltà finanziarie, che non abbiamo mai negato, i nostri emendamenti potevano portare a percorrere altre strade, dando anche delle soluzioni. Altre strade che potevano avere un senso, perché il fatto di percorrere la strada delle dismissioni, così tanto evocate, a suo tempo, delle società partecipate poteva avere una logica, sia in termini immediati, quindi in termini d'incasso, sia in termini di spesa, in quanto la partecipazione come abbiamo visto in più tabelle nelle settimane e nei mesi precedenti comporta dei costi fissi.
Alla luce di questo, ancora una volta, quello che emerge è la "mazzata" che arriva ai piemontesi, il regalo di Natale tra Natale e Capodanno.
Questo onestamente non è accettabile, perché riteniamo che si potesse veramente fare un sacrificio, seppure mettendo dei punti interrogativi perché il Vicepresidente ha dato atto che ha sempre, diciamo così, negato questo tipo di azione votata al fatto di non esporsi prima di aver dei dati certi. Sappiamo che cosa succede con il bilancio, si creano delle situazioni di residui, però sappiamo anche che in alcuni casi bisogna rischiare, perché è molto facile, invece, imporre il tassametro al cittadino piemontese.
Questa è una strada che non condividiamo nel modo più assoluto, per i motivi di cui ho detto, perché d'altro canto vedo, nell'ambito del disegno di legge n. 166, che ci sono anche mozioni che portano ad aumenti alternativi su altre situazioni, ma sempre comunque di aumenti si parla.
Allora, probabilmente lo sforzo che andrebbe fatto è di cominciare veramente a parlare in termini di tagli di altro tipo e, soprattutto, non sempre di aumenti che vanno a ricadere sui cittadini: se aumentiamo i costi delle autostrade o dei concessionari, alla fine, li rigirano sui cittadini quindi c'è tutta una serie di situazioni che, onestamente, sono contraddittori.
Se poi ci mettiamo anche che il Governo nazionale stesso, a quanto sembra, ha negato la possibilità, o quantomeno, di procedere a questo tipo di intervento dal punto di vista nazionale, a questo punto obiettivamente ci domandiamo come mai la Regione Piemonte ha voluto, in questo caso, fare la prima della classe ancora una volta e cassare i cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti, secondo relatore di minoranza.



VALETTI Federico, relatore

Grazie, Presidente.
Arriviamo a questa discussione in Aula dopo numerosi confronti; per la verità, abbiamo avuto poco tempo per entrare nel merito in Commissione perché, se pure il testo di legge fosse stato presentato il 22 ottobre abbiamo avuto solo una seduta per la discussione generale e due sedute per l'approfondimento degli emendamenti. Questo sicuramente ha comportato minore profondità e minore confronto di quello che ci saremmo aspettati.
Nondimeno, non pensiamo che sia un accadimento così casuale, ma che ci si sia ritrovati a discutere all'ultimo il provvedimento anche per poi porre quest'Aula, e quindi le opposizioni, nelle condizioni di dover subire un contingentamento o, comunque, una riduzione dei tempi di discussione.
Questo perché, come ha ammesso lo stesso Vicepresidente Reschigna, vi era comunque l'intenzione iniziale di far passare questo provvedimento a tutti i costi.
Non erano previsti altri tipi di entrate di gettito fiscale che fossero alternativi a questa norma nella forma in cui è stata presentata. Quindi dal momento che a livello nazionale ci è impedito di aumentare ulteriormente le aliquote di bollo di chi già paga tanto, non restava che andare a toccare quelle fasce esentate per dei motivi del tutto lodevoli scelti dalle Giunte passate, che erano quelli delle agevolazioni ai mezzi meno inquinanti. Che cosa resta? Malgrado gli ammorbidimenti della Giunta il provvedimento finale non ci piace e il segnale politico è comunque quello di un inasprimento della tassazione verso i mezzi meno inquinanti.
Quindi la richiesta del Movimento 5 Stelle era molto chiara: una manovra di questo tipo, che abbia anche un suo sfondo politico, che detti delle politiche incentivanti, non può essere fatta così alla fine dell'anno per far quadrare i conti del bilancio, poiché non ci sono i tempi tecnici per fare quel lavoro che avrebbe richiesto un tavolo di coordinamento anche nazionale per ridefinire la tassa tutt'al più secondo criteri maggiormente correlati all'inquinamento ambientale, meno penalizzanti per le fasce trasversali, a prescindere dal reddito, a prescindere dall'uso dell'auto e a prescindere dal fatto che, purtroppo, i mezzi pubblici spesso non sono a un livello adeguato da poter sostituire l'uso dell'auto privata. Questo tipo di politica andava abbinata ad un aumento della tassazione che colpisse quelle fasce che inquinano di più, ma non prima di avere dato gli incentivi adeguati e i servizi adeguati.
Quindi la richiesta del Movimento 5 Stelle è stata molto semplice: motorizzazioni come il metano e l'elettrico, che tra l'altro hanno un parco circolante molto contenuto, andavano salvaguardate al massimo, perch questo settore deve continuare a espandersi. Lo prescrive anche una normativa europea, che prevede un graduale disincentivo alle motorizzazioni basate su combustibili derivati dal petrolio, come il gasolio e la benzina il gasolio interessa di più per la questione del particolato e della concentrazione nell'atmosfera di PM10 inferiori, problema che riguarda.



PRESIDENTE

Ha fatto bene a fermarsi, Consigliere.
Adesso continui pure.



VALETTI Federico, relatore

Quello del particolato è un problema che riguarda Torino, ma anche tutto il Piemonte e tutta la Pianura Padana, quindi è lì che si devono abbattere degli sforzi disincentivanti con incentivi a sostituire gradualmente le motorizzazioni più inquinanti e l'uso del mezzo privato.
Sul GPL abbiamo tenuto anche una linea dialogante (diciamo così) per capire se si trovavano delle misure intermedie di tassazione che non penalizzassero chi, ad esempio, non può cambiare l'auto perché non ha i soldi per farlo e quindi che non ci fosse la solita misura della tassazione dopo i cinque anni, ma un qualche cosa che fosse un'aliquota molto bassa per tutti. Ma questa era già una proposta quasi come se l'opposizione del Movimento 5 Stelle si mettesse nei panni di un'eventuale maggioranza di governo per dire: "Troviamo comunque una soluzione al problema".
Alla fine, si è optato per una misura che sicuramente rientra nella proposta iniziale, ma che per noi continua ad essere inaccettabile. Di conseguenza, in quest'Aula noi continuiamo a presentare le nostre richieste principali, che sono per un ulteriore abbassamento della tassazione e qualunque sia l'extragettito che viene previsto da questa norma, noi chiediamo anche di vincolarlo agli investimenti per i sistemi di trasporto sostenibili e le infrastrutture per l'intermodalità. Parliamo, ad esempio dei famosi parcheggi di interscambio e di tutte quelle strutture che servono alle persone per poter usare uno o più mezzi pubblici o cambiare l'auto con un mezzo pubblico, per non venire in centro con l'auto.
A volte basterebbero piccoli investimenti puntuali: abbiamo una serie di parcheggi d'interscambio inutilizzati, lasciati nel degrado perché mal collegati e con poche centinaia di migliaia di euro questi investimenti potrebbero andare a compimento ed essere efficaci, cosa che viene lasciata lì dov'è. Quindi, almeno, se si deve aumentare la tassazione, che la si usi per fare quel lavoro di incentivi che non è stato fatto fino adesso.
Rinnoviamo la nostra proposta fatta oggi in Commissione con un emendamento a prima firma del Vicepresidente Bono sui risparmi dovuti ai costi della politica. Si ripropone un taglio più netto ai vitalizi degli ex Consiglieri, dal momento che pende comunque un ricorso verso le scelte operate sul taglio dei vitalizi da parte degli ex Consiglieri.
Noi abbiamo detto: visto che ci siamo, visto che siamo destinati comunque ad un procedimento legale, tanto vale andare fino al fondo della questione, perché riteniamo che questi privilegi continuino a essere molto ingiusti e, dal momento che i qui presenti vi hanno rinunciato, non vediamo perché quelli delle legislature passate debbano continuare a usufruire di questo odioso privilegio.
Quindi il succo è che noi ci siamo comunque ridotti all'ultimo momento e abbiamo scoperto i problemi dell'inquinamento di nuovo, come ogni anno, e invece che porvi rimedio la Giunta fa delle misure che sono in lieve controtendenza, ma pur sempre in controtendenza. Quindi rivendichiamo questo piccolo risultato dell'esenzione alle auto elettriche e in parte a quelle a metano, con questa distinzione tra bifuel e monofuel, che non conosceva nessuno, neanche l'Assessore, poco prima che ne discutessimo in Commissione, ovvero abbiamo scoperto che le auto monofuel a GPL sono inesistenti, quindi nessuno si agevolerà dell'esenzione sul monofuel GPL, e solo 2.000 auto in tutta la regione si agevoleranno dell'esenzione al metano, perché le altre decine di migliaia sono tutte considerate bifuel poiché con serbatoio della benzina sopra i 15 litri.
Di conseguenza, di questa norma avremmo fatto volentieri a meno, perch suona veramente un po' come una presa in giro; infatti nel testo si legge "esenzione totale per i veicoli esclusivamente alimentati a metano e GPL" ma poi scopriamo che sono una manciata, se non inesistenti, e questo veramente potevate risparmiarcelo. Se non avessimo approfondito un po' questa questione, la cosa sarebbe passata del tutto inosservata, invece ci teniamo a mettere l'accento su questo, perché gran parte del gettito che viene da questa manovra deriva, appunto, da questa ambiguità della norma.
Inoltre, come non considerare che anche la nostra ultima proposta, cioè del Movimento 5 Stelle, per una riduzione di extragettito di circa due milioni e mezzo di euro su un totale di dieci milioni è stata respinta in Commissione? Noi la ripresentiamo tale e quale in Aula per farcela bocciare anche qui, evidentemente, dal momento che su questo livello non c'è più stato spazio di discussione, ma noi siamo fermi su quella linea, perché crediamo che sia la cosa più giusta e che se la Regione aveva bisogno di più soldi era opportuno che li andasse a prendere da qualche altra parte e non da persone che, con piccoli gesti, ovvero scegliendo motorizzazioni più pulite, contribuiscono a diminuire il grande problema dell'inquinamento che tutti stiamo vivendo in questi giorni.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Il mio sarà un intervento breve, perché penso che il dibattito in Commissione e nei passaggi precedenti sia già stato molto esaustivo e peraltro, in questa sede i concetti da ribadire sono pochi e molto semplici.
Ci troviamo forse, e possiamo incolpare il meteo quanto vogliamo ma, in realtà, è una contingenza di sicuro non limitata solo a questi singoli mesi, in un periodo di forti, pesanti e consecutivi sforamenti dei livelli tollerabili di micropolveri per la salute dei cittadini. Questo accade in tutto il Piemonte e in tutta Italia, ma con una concentrazione su Torino inteso come tessuto metropolitano e non solo come città, che ormai sta davvero suscitando una preoccupazione rispetto ad una simile situazione. Lo vediamo dall'attenzione e dalla centralità nell'attenzione del dibattito politico, ma anche dall'attenzione diffusa della cittadinanza.
Ci ritroviamo di fronte - non è questo, forse, il luogo per dirlo, ma ormai ci troviamo in un sistema monocolore a tutti i livelli istituzionali quindi credo che un minimo di responsabilità le possiate condividere - a delle Amministrazioni comunali, a partire da quella di Torino e anche della Città metropolitana, che stanno rispondendo con delle false soluzioni; in realtà, con delle non soluzioni, perché cambiano ogni momento la proposta.
Il Sindaco Fassino ormai ce lo possiamo immaginare con il berrettino da bigliettaio della GTT a proporre, promuovere e lanciare mediaticamente ogni giorno diverse promozioni di utilizzo dei mezzi pubblici, quando in realtà vediamo il Presidente Chiamparino - che lo ricordiamo già da Sindaco affezionato a misure meno di incentivo e più coercitive - aver riesumato anche le soglie automatiche di blocco del traffico.
In realtà, grazie al vostro incaponimento su questo tipo di misure di limitazione al traffico veicolare come soluzione di tutti i mali dei livelli di micropolveri, se c'è un dato ormai scientificamente dimostrato e lo dice ARPA, non lo dice Marrone o Fratelli d'Italia - è che ogni limitazione che sia di luogo, di spazio o di tempo del traffico veicolare non ha mai portato alcun risultato, perché sono delle misure strettamente propagandistiche, tutt'al più ideologiche, quando poi in realtà sappiamo tutti benissimo che l'unica vera soluzione a tutela della salute e dell'ambiente può dipendere solo da misure seriamente strutturali, che vadano a ridurre in termini proprio di sistema l'abbattimento delle emissioni di micropolveri e non con la giornata dedicata, nella speranza magari con qualche segreta danza della pioggia, che il meteo arrivi a salvarvi. Perché non funziona così.
Ci ritroviamo di fronte ad un'emergenza ambientale, e penso che presto diventerà anche sanitaria, senza precedenti ma voi, proprio in questo momento, a fronte di politiche consolidate, anche rispetto a cambi di governo nella Regione Piemonte, di incentivo della mobilità ecosostenibile cosa andate a fare? Lanciate esattamente il messaggio di voler fare cassa esattamente su quel settore.
A fronte di una simile folle decisione, si può combattere il più possibile a livello politico.
Come ricordava il collega di Forza Italia, sono state presentate proposte costruttive di emendamento per andare proprio a cambiare questa mentalità, che voi del centrosinistra avete sempre, di aumentare le tasse dopo aver promesso e spergiurato in tutti i modi che non l'avreste fatto.
Non l'ha fatto il centrodestra in passato, perché non ha avuto, forse abbastanza coraggio, ma adesso trovereste il nostro pieno appoggio.
Continuiamo a proporvelo, con gli emendamenti in ogni singolo dibattito, di andare ad intervenire sulla dismissione di partecipate inutili. Nessuno parla di quelle strategiche, ma di inutili ce ne sono e ce ne sono anche tante per milioni di euro.
Invece c'è questo incaponimento, su cui avete innescato una trattativa tutta interna alla maggioranza, che si è comunque conclusa con un ristabilimento e una leva fiscale anche in quell'ambito.
A fronte di decisioni simili, la battaglia politica non può che spostarsi, dopo che sarà votato quest'atto, anche al di fuori delle aule consiliari. C'è tutta una quota di cittadinanza che ha investito su una mobilità e su veicoli ecosostenibili, confidando in una serie di regime agevolativi, che voi adesso andate a revocare.
Ci saranno associazioni e federazioni di consumatori che interverranno su questo. Per non parlare dell'assoluta inutilità dal punto di vista ambientale delle altre misure che proponete, quando invece andate a tassare indirettamente l'aria pulita.
Credo che la cittadinanza che ormai assume, grazie al cielo, una sempre maggiore consapevolezza e partecipazione, saprà dare anche su questi fronti una risposta a questa vostra cieca e miope intenzione, tra l'altro anche dimentica di tutti i valori da voi proclamati di tutela dell'ambiente e tutela della salute. Penso che saprà dare una risposta, capendo una volta tanto che li state fregando.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Mi associo alle parole di chi mi ha preceduto, in particolare del Consigliere Marrone e del Consigliere Berutti.
Volevo però fare due considerazioni. La prima considerazione è che non si possono diminuire le tasse, come viene richiesta a volte in modo ipocrita da più parti, senza ridurre la spesa e dobbiamo prendere atto che in questa Regione - ma non solo, anche in questa nazione - ormai quello che viene definito il PUS (il partito unico della spesa pubblica) è a percentuali elevatissime.
Finché non viene ridotta la spesa pubblica, è ovvio che le tasse non possono essere ridotte, ed è quindi un problema serio, che definirei culturale.
Noi, come Lega Nord, possiamo ancora pensarci, dato che stiamo votando.
Dato che in questi giorni e proprio in queste ore, mentre stiamo aumentando ai cittadini le tasse sull'aria pulita, dalle nostre banche piemontesi (lasciamo stare quello che avviene da altre parti) stanno partendo decine di milioni di euro per salvare la banca della Ministra Boschi.
Ad esempio, potrebbe essere un'idea quella di bloccare i bonifici che stanno partendo dalle banche dei risparmiatori piemontesi per farle entrare nelle casse della Regione Piemonte. Potrebbe essere un'idea, Presidente Chiamparino. Dato che ormai è saltato tutto, dato che ormai è normale che chi indaga su un caso come la Banca Etruria possa fare il consulente del Ministro, possiamo anche pensare di bloccare questi bonifici che stanno partendo per salvare le banche - e ribadisco, le banche - e non i risparmiatori. Potrebbe essere un'idea quella di proporre questa soluzione anziché aumentare le tasse. E' ovviamente una provocazione, però credo che potrebbe essere una riflessione da fare.
Vi anticipiamo che vorremo poi conoscere veramente gli importi - credo sia compito della Regione - che le banche devono mandare a Renzi e alla Boschi per salvare le quattro banche. Credo che sia fondamentale.
Finché continueremo sulla strada di aumentare le tasse, la frode fiscale non potrà essere considerata alla stregua degli altri reati, finch le leggi tributarie rimarranno vessatorie e pesantissime e finché le sottili arti della frode rimarranno l'unica arma di difesa del contribuente contro le esorbitanze del fisco, evadere diventa legittima difesa. Non parliamo, poi, del fatto che da luglio, poiché si vota a maggio, avremo.



PRESIDENTE

Colleghi, c'è troppo rumore e non si riesce a sentire quello che dice la Consigliera Gancia. Vi prego di fare silenzio.
Prego, Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

A giugno, dopo le elezioni, comunque a partire da luglio, avremo anche il canone della RAI (quella simile alle reti di Ceausescu) in bolletta.
Credo sia fondamentale fare una riflessione sull'aumento delle tasse ben consapevoli che si tratta di una situazione di difficoltà per il Paese e per il Piemonte. Molti Stati hanno dichiarato il fallimento: potrebbe essere - questa - un'idea per il Piemonte e ripartire da zero.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
In altre occasioni abbiamo avuto modo di osteggiare dei provvedimenti di aumento della pressione fiscale, ben consapevoli che - in alcuni casi quei provvedimenti di aumento della pressione fiscale avevano anche un fine di certezza delle entrate.
Con il provvedimento riguardante l'addizionale IRPEF dello scorso anno (non quello sulla fiscalità) vi era oggettivamente la necessità di dare certezza alle coperture sull'utilizzo delle risorse del DL 35.
Oggi ci troviamo in una situazione totalmente diversa, profondamente diversa. Intanto, è paradossale per almeno due macro motivi: il primo perché abbiamo una legge nazionale, approvata una settimana fa, che impedisce al legislatore regionale di aumentare la propria tassazione tant'è che l'articolo 1 del disegno di legge n. 166 viene cassato, quindi l'aumento sugli autocarri e sui motocicli non viene introdotto, perché vi è questa impossibilità.
Non comprendiamo la volontà del legislatore nazionale di evitare che, a fronte di un mancato trasferimento alle Regioni, le Regioni reagiscano con l'aumento della spesa. Questo è un problema tutto vostro, nel senso che ve la cantate e ve la suonate in casa. Se il Presidente Renzi e il Governo nazionale decidono di ridurre i trasferimenti e impedire l'aumento delle spese, è un problema che dovete risolvere in casa: non è un compito che spetta a questo Consiglio regionale.
Il primo vero paradosso è che abbiamo una legge che impedisce l'aumento delle tasse regionali e noi, con un trucco - perché di questo si tratta le aumentiamo, dicendo: "No, non è un aumento delle tasse, è una riduzione di un beneficio, perché noi siamo i primi della classe".
Il secondo paradosso è che anche ieri abbiamo discusso sulla situazione grave, critica, che sta vivendo l'intera Pianura Padana, e - ovviamente anche la nostra regione e la provincia di Torino, in particolar modo l'area metropolitana di Torino, ma, con una puntualità quasi voluta, il centrosinistra decide di sostenere un aumento della tassazione sulle auto a minore impatto ambientale.
Al di là del fatto che aumentare le tasse è vessatorio sempre (ai cittadini non piace mai pagare le tasse), questo lo è doppiamente, non soltanto perché si predicano misure di minore impatto ambientale e poi le si tassa, quando tutto il resto del mondo fa l'opposto, anzi, le si tassa maggiormente rispetto a prima, ma anche perché - in secondo luogo - si rompe un patto. Un cittadino piemontese, cioè, ha acquistato un'auto a GPL piuttosto che a metano o ibrida, con la consapevolezza di non pagare il bollo sull'auto fino al giorno della rottamazione; si era fatto quel conto nel momento della scelta, oltre ad avere una minore spesa sul pieno del rifornimento.
Tutto questo sembra non importare nulla, come sembra non importare nulla della proposta, più sensata, avanzata dall'intero centrodestra. Ne abbiamo presentate due, distinte: la prima, sostiene che questa manovra fiscale non serve e che si potrebbero vendere, ad esempio delle società partecipate.
Noi sosteniamo che con la modifica di questa mattina, in realtà, il maggiore gettito è di 33 milioni, perché ce ne sono 13 di maggiore gettito derivante dagli aumenti e 20 derivanti dall'introduzione del bollo per chi ha un fermo amministrativo.
In merito alle società partecipate, abbiamo fatto un esempio: con il 28% delle vendite di SAGAT, l'aeroporto di Torino ha incassato 35 milioni di euro. Sarebbe stato sufficiente vendere l'8% che abbiamo in SAGAT per evitare l'aumento previsto in questa legge, ma anche questo non è stato accolto.
Pertanto, noi non presenteremo emendamenti, perché l'abbiamo fatto in Commissione e sono stati, più volte, respinti.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ma così non si può lavorare e il Consigliere Vignale non può esprimere il proprio pensiero. Vi prego di lasciarlo parlare senza girare per l'aula.
Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

La ringrazio, Presidente.
Come Gruppi consiliari - dicevo - a differenza di quanto abbiamo fatto questa mattina in Commissione, non presenteremo emendamenti, con la certezza che gli stessi sarebbero respinti. Non abbiamo, però, alcuna intenzione di stare ad approvare una tassa sull'aria pulita. E allora, come diciamo nei cartelli che adesso vi mostriamo, la tassa sull'aria pulita ve la votate voi.



(I Consiglieri dei Gruppi consiliari di Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d'Italia esibiscono cartelli recanti la scritta: "La tassa sull'aria pulita ve la votate voi!!")



PRESIDENTE

No, no, calma! Stiamo attenti a fare foto; poi dobbiamo ritirare i cartelli.
Le foto sono state fatte? Senza litigare, per favore!



(I commessi d'aula requisiscono i cartelli esibiti)



PRESIDENTE

Va bene, le hanno già fatte le foto! Consigliere Marrone, le hanno già fatte le foto! Basta così.
PORCHIETTO Claudia (fuori microfono) Perché ci hanno portato via i cartelli?



(I Consiglieri dei Gruppi consiliari di Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d'Italia abbandonano l'aula)



PRESIDENTE

Nessuno ha chiesto ai Commessi di portare via i documenti: da parte mia non c'è stata indicazione in tal senso. E' prassi che (ricordo quando i cartelli li esibivamo noi) i cartelli vengano ritirati.
Consigliera Porchietto, l'obiettivo è politico e abbiamo lasciato il tempo di fare le foto. Non è successo niente. Se andate via, ovviamente siamo rattristati, ma ognuno è libero di scegliere le forme che ritiene opportune per fare politica.
Il Consigliere Vignale ha concluso il proprio intervento, pertanto do la parola al Consigliere Bertola, se desidera intervenire.
Il Consiglio non è stato interrotto.
Prego, Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Chiedo cortesemente il silenzio ai colleghi del Partito Democratico grazie.



PRESIDENTE

E anche ai colleghi a destra della Presidenza: ognuno torni al proprio posto e si lasci parlare il collega Bertola. Chi vuole uscire, ovviamente esca.
Prego, Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie.
Avviso subito che non ho cartelli.



PRESIDENTE

Se ci sono, li tratteremo allo stesso modo, Consigliere Bertola: ognuno utilizza gli strumenti che ritiene. In questo non c'è nulla di straordinario.



BERTOLA Giorgio

I commessi possono prendersi un momento di pausa; altrimenti li facciamo sul momento, volendo.
Il relatore di maggioranza Ravetti ha iniziato il suo discorso partendo da una citazione. Io, invece, vorrei partire da ciò che stiamo vivendo nella realtà quotidiana poiché, per fortuna, passiamo parecchie ore qui, ma ciascuno di noi ha una vita anche fuori; un po' meno nei periodi di bilancio, ma comunque sappiamo ciò che succede fuori.
E voglio partire dall'inquinamento, perché è uno degli argomenti principe di quest'ultimo mese: perlomeno dell'ultimo mese. E sappiamo che siamo in condizioni molto difficili anche per via della siccità, per via del fatto che da due mesi non piove.
E' chiaro che quando ci si trova a dover fronteggiare un'emergenza del genere bisogna prendere delle contromisure, tanto più se negli anni non si è fatta un'adeguata programmazione.
Il collega Ravetti ha detto che abbiamo voluto essere i primi della classe senza aver studiato. Il Capogruppo del PD Gariglio questa mattina in Commissione ha rivendicato la scelta fatta dalla Giunta Bresso di dare un'esenzione ai veicoli ecologici, mentre il Consigliere Ravetti dice che abbiamo voluto essere i primi della classe senza aver studiato. Allora delle due l'una: o è stata fatta una cosa molto positiva, o si è fatta senza poterla fare. Sta di fatto che se sugli incentivi ai veicoli ecologici si è stati i primi della classe e da domani lo si è un po' meno mettiamo quindi un segnino "meno" e non un segnino "più", ma ci arriviamo dopo - di sicuro non si è stati i primi della classe per quanto riguarda la tutela ambientale, una corretta pianificazione della qualità dell'aria e le misure a suo sostegno.
Lo dico perché ieri siamo stati accusati di fare campagna elettorale nell'esposizione del nostro ordine del giorno sulla qualità dell'aria: un ordine del giorno che avevamo anche concertato, nelle sue modifiche, con l'Assessore Valmaggia che l'aveva accettato, ma che poi non è stato votato dalla maggioranza perché, a loro dire, noi si faceva campagna elettorale. A me sembra invece più che evidente che in realtà la campagna elettorale è stata fatta, qui, proprio da chi vede chi governa fare zero - zero, se non misure populiste come far viaggiare gratis sull'autobus per un paio di giorni - e, non avendo in quel momento in mano misure coercitive, fa indirizzi a se stesso: il centrosinistra fa indirizzi al centrosinistra.
Però noi siamo accusati di fare campagna elettorale.
Per tornare al discorso relativo a questo disegno di legge - e qui come si suol dire, torniamo a bomba, quando si dice il tempismo - siamo in emergenza inquinamento. La Giunta regionale prevede un minore gettito dal bollo auto e cosa si fa? Tassiamo le auto ecologiche: quando si dice una cosa al posto giusto nel momento giusto.
Viene licenziato dalla Giunta regionale un disegno di legge che prevede un aumento del 10% del bollo degli autocarri e dei trattori stradali e la fine dell'esenzione permanente dal bollo per le auto a GPL, a metano ed elettriche (più le auto ibride, relativamente alla parte elettrica del motore), contemplando una residua esenzione per cinque anni, da subito: chi fosse stato al sesto anno, quindi, avrebbe pagato da subito. Beh, non c'è nulla da dire: si tratta di un ottimo tempismo, a nostro avviso.
E' stato detto che c'è bisogno di aumentare la tassazione, in quel caso per una stimata riduzione di gettito dal bollo, derivante da un provvedimento nazionale; e si potevano mettere in campo diverse misure.
Cito sempre il relatore di maggioranza, si poteva andare a tassare e a colpire i privilegi: non mi sembra sia stato fatto, perché sui costi della politica siamo ancora uno ad uno e palla al centro. Infatti, dobbiamo ancora portare avanti i provvedimenti che sono stati proposti dalle varie forze politiche e forse ci arriveremo con la prima metà di gennaio. Di certo, ciò che è sicuro è che verrà approvato prima questo disegno di legge n. che aumenta la tassazione e poi, eventualmente, si affronterà il taglio ai costi della politica.
Anche a questo proposito vorrei fare una proposta. Siccome si parla della necessità di sostituire una riduzione di gettito, chiediamo ai cittadini piemontesi - che hanno fatto dei sacrifici e magari stanno anche pagando delle rate per aver acquistato un'auto a metano o a GPL - se preferiscono pagare un minibollo (40, 50, 60 o 70 euro) sulle auto ecologiche, oppure se non sarebbe meglio, magari, abrogare i vitalizi. Lo chiediamo a loro: non esprimo giudizi.
Sta di fatto che questo disegno di legge è stato criticato anche dalla maggioranza, perché è in ogni caso un provvedimento impopolare da tutti i punti di vista. E bisogna dire che la vera discussione, se vogliamo fino a questa mattina, si è svolta sui giornali non certo per parte nostra: si è svolta sui giornali tra maggioranza e Giunta e l'accordo vero è arrivato tra maggioranza e Giunta, al punto che fino a ieri c'era l'intenzione di sospendere, quindi di troncare, la discussione in Commissione dopo l'illustrazione di quattro-cinque emendamenti - quindi non dopo un dibattito prolungato per mesi - per richiamare il provvedimento in Aula. In qualche modo si doveva chiudere a fine anno e si voleva tagliare il confronto in Commissione.
Possiamo dire di aver ottenuto e ricevuto la disponibilità a discuterne ancora questa mattina e anche in questo caso la modifica è stata proposta dalla maggioranza alla Giunta regionale. Si tratta di una modifica che poi può essere anche apprezzabile perché probabilmente, anche grazie alla nostra pressione e non solo al nostro lavoro in Commissione - magari anche grazie alla petizione popolare che abbiamo promosso - se non altro l'impatto di questo aumento è stato ridotto, com'è già stato richiamato rispettivamente ad un quinto e ad un quarto, mentre nella proposta arrivata all'inizio in Commissione dopo la prima mediazione il bollo era ridotto ad un terzo. Di sicuro, comunque, rimane che se - come dice qualcuno - siamo ancora i primi della classe, lo siamo per quest'anno un pochino meno. Poi vedremo più avanti cosa succederà.
Nel frattempo, siccome il diavolo - come si suol dire - fa le pentole ma non i coperchi, arriva un emendamento alla legge di stabilità che dice che le Regioni per quest'anno non possono aumentare i tributi. Proprio in conseguenza di questo, la Giunta stralcia l'aumento del 10% che era passato dai motocarri e dai trattori stradali ai ciclomotori: altro mezzo, a due ruote, probabilmente più sostenibile dell'automobile. Quell'aumento dicevo, è stato stralciato.
Ecco, noi abbiamo fatto rilevare questo: che probabilmente comunque seppur in questo caso si lavori sulle esenzioni, di fatto, anche con il mini bollo stiamo aumentando la tassazione; quindi, verosimilmente - lo vedremo nei prossimi mesi, questa è una supposizione che facciamo noi questo provvedimento di aumento del bollo alle auto ecologiche verrà secondo noi, impugnato e, magari, ci troveremo tra qualche mese a parlarne.
Quindi, tra la riduzione di gettito derivante dallo stralcio dell'aumento del bollo ai ciclomotori e la riduzione dell'aumento del cosiddetto mini bollo, dopo la mediazione in Commissione, siamo arrivati ad avere un gettito - peraltro presunto, come è sempre il gettito del bollo auto, come ci insegna il Vicepresidente Reschigna - che, alla fine, è molto basso, circa tre milioni di euro.
A questo punto, la domanda che ci poniamo è la seguente: alla fine della fiera, forse, non si faceva più bella figura a ritirare questo provvedimento? La proposta che poniamo in primis è ancora sempre questa, per il resto abbiamo pochi emendamenti di merito, che vogliamo comunque illustrare per dare anche una testimonianza all'Aula del nostro lavoro sul provvedimento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Il mio intervento era più che altro rivolto ai colleghi che se ne sono andati e non tanto ai colleghi del Movimento...



PRESIDENTE

Se ritiene, può evitarlo, Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Non lo posso evitare, perché avrei richiamato l'attenzione sulla relazione introduttiva e sul merito del provvedimento, mentre invece i peggiori responsabili del disastro finanziario di questa Regione si permettono il lusso di andarsene dall'Aula e di fare sceneggiate fuori e dentro l'Aula con metodi che con il garbo istituzionale ben poco hanno a che fare.
Per fortuna, anche attraverso il richiamo in Commissione del provvedimento, con il supplemento di discussione istruttoria di questa mattina, credo che, al di là delle diversità di opinione sostanziale sul merito, sia stata un'occasione utile e di approfondimento ulteriore, che ha determinato una scrittura un po' diversa del provvedimento che è proposto in Aula, quindi, a mio parere, migliorandolo.
Appunto, richiamavo l'attenzione sulla relazione perché questo provvedimento non parla del salvataggio di banche italiane, non parla di misure relative al blocco del traffico o di targhe alterne, non è un provvedimento fiscale collegato alla legge di stabilità. E' un provvedimento di armonizzazione che parte da un presupposto senza il quale oggi non discuteremmo di questo provvedimento: da gennaio, circa 20 milioni di gettito derivante dalla terza imposta, per importanza e per gettito, di tutta la Regione verranno meno a legislazione attuale. Questa è la cornice del provvedimento.
Senza questa norma sulle auto in leasing - che è sfavorevole per la Regione Piemonte e favorevole per altre Regioni, quindi a saldo zero di comparto, ma per la Regione Piemonte, che già sta vivendo una situazione particolarmente difficile dal punto di vista finanziario, è certamente sfavorevole - questa Amministrazione regionale non avrebbe portato all'attenzione della Commissione e dell'Aula un provvedimento di armonizzazione del bollo auto, che, ben che vada, permetterà di recuperare i due terzi del mancato gettito derivante dalla norma nazionale, quindi 15 dei 20 milioni. Questa è la cornice del dibattito.
Abbiamo voluto tenere fermo il principio fondamentale: pur nell'ambito dell'armonizzazione e non potendo rinunciare al gettito del bollo, le auto di natura ecologica sono diverse e vanno trattate in modo diverso dalle auto che non hanno questa impronta ecologica. Lo era nel disegno di legge originario della Giunta e lo è molto di più nella versione che viene presentata oggi in Aula dopo il lavoro in Commissione, sia pure ristretto nei tempi.
Non solo si differenziano le auto ecologiche dalle auto non ecologiche per cui in un caso c'è il bollo ordinario, che non subisce alcun ritocco o alcun aumento rispetto all'annualità pregressa, e sulle auto ecologiche invece, si istituisce una forma di mini bollo, su cui tornerò - ma si differenzia anche tra auto ecologiche, perché, giustamente - questa è una delle sollecitazioni che è stata maggiormente portata alla nostra attenzione proprio dal dibattito e dal Gruppo del Movimento 5 Stelle - le auto a metano rispetto alle auto a GPL meritano un'ulteriore differenziazione. Infatti, i costi di gestione dell'auto a metano sono superiori, il metano tendenzialmente ha un impatto ecologico inferiore rispetto allo stesso GPL e la difficoltà di approvvigionamento del metano rispetto al GPL è maggiore. Per questo, l'emendamento passato questa mattina determina una differenziazione anche tra queste due fattispecie (metano-benzina e GPL-benzina).
Proviamo anche a fare un esempio, perché capisco la necessità di uscire sui giornali in modo folcloristico, capisco l'impopolarità di un provvedimento che riguarda il bollo auto, capirei anche la discussione, che però non ci possiamo permettere, sulla giustizia dell'esistenza di un bollo auto. Lì, sì, che potremo aprire il confronto se è giusto o non è giusto che il proprietario di un'auto paghi il bollo. Probabilmente qui apriremo una discussione molto articolata; magari, molti di quelli che con folklore abbandonano l'auto non si sono mai sognati di farsi un abbonamento a un mezzo pubblico e comportarsi in modo virtuoso per testimoniare una vera volontà di andare incontro alle esigenze dell'ambiente, ma tant'è.
Facciamo l'esempio di un auto comune tarata sui 57 kilowatt di potenza e con doppia alimentazione. Quest'auto, con il bollo ordinario - il disegno di legge non lo prevede, se ha doppia alimentazione, neppure dopo i cinque anni di esenzione - pagherebbe 147 euro annui; invece, in virtù della norma scritta nel disegno di legge all'attenzione, se ha un'alimentazione doppia (benzina-GPL), pagherà 37 euro annui; se è a doppia alimentazione a metano pagherà 29 euro. Di questo stiamo parlando, perché la riduzione ad un quinto o ad un quarto comporta questo pagamento.
Quindi, se passa questo disegno di legge, che serve ad arginare una caduta di gettito del bollo derivante da una norma nazionale, dopo cinque anni di esenzione, il bollo per un'auto di 57 chilowatt andrà dai 37 ai 29 euro, a seconda che sia a metano o a GPL.
E' questo che incide sulla scelta di acquisto di un'auto ecologica? Vogliamo davvero raccontarci questa cosa qui? Tra l'altro, io sarò tra coloro che pagheranno il mini bollo dall'anno prossimo, quindi potrei anche essere interessato a fare un conto più preciso. Comunque, ho fatto un controllo alla pompa di benzina da cui mi approvvigiono regolarmente e ho appurato che il gpl questa mattina costava 0,51 euro al litro, che per un serbatoio di 37 litri - qual è il mio - sono 19 euro di spesa per un pieno, che assicura 330 chilometri. La benzina verde comune, quella con gli ottani normali, era 1,338 euro al litro, per un pieno - se avessi il serbatoio pieno di benzina verde - di circa 65-70 euro.
Allora, questi sono i termini di paragone, che mi portano a dire che personalmente, e come me tantissime altre persone, a fianco di una valutazione ambientale - quando si è sostituita l'auto - dai conti economici che ho fatto, ad ogni pieno di carburante, che non sia benzina ma GPL o, meglio ancora, metano, il risparmio è esorbitante.
Sarei stato radicalmente contrario, come tutti i colleghi di Gruppo e non solo, se il bollo praticato da un eventuale disegno di legge sarebbe stato pari a quello delle auto a benzina o diesel, perché si sarebbe creata, dal punto di vista ambientale, una decisione ingiusta e ingiustificabile; applicare un mini bollo dell'entità di cui dicevo prima non piace né al sottoscritto né a nessuno di noi, certamente non snatura la scelta fatta di acquisto, passata o futura, di un auto e non risponde all'esigenza di fare cassa, altrimenti le scelte sul bollo sarebbero state diverse (noi non le avremmo fatte ne avremmo voluto farle), ma risponde semplicemente all'esigenza di consolidare il gettito della terza entrata in ordine di grandezza, della nostra Regione. Punto.
Sappiamo che i discorsi ecologici e sulla virtuosità dei comportamenti con un tasso di resa ambientale maggiore, si dovranno sempre più fare ragionando sui mezzi di trasporto pubblici piuttosto che su auto, pur ecologiche; dopodiché, sono assolutamente d'accordo sul fatto che una tassazione delle auto correlata alla potenzialità inquinante e non alla mera potenza, o al tipo di alimentazione, sarebbe e sarà la strada più giusta, ma sarà una strada che deve passare attraverso una norma nazionale perché alla Regione, ad oggi, purtroppo non è consentito tarare il bollo se non se sulla potenza e se non differenziando rispetto alle fonti di approvvigionamento.
Sicuramente questo è un impegno, laddove sarà modificata questa norma a lavorare in tal senso; non ritengo che il dibattito di queste ultime settimane e di questi ultimi giorni in Commissione sia stato sterile quindi credo che il provvedimento finale che oggi discutiamo sia sostenibile e sicuramente migliore del provvedimento di partenza, da cui abbiamo cominciato il nostro ragionamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Mi dispiace che parte dell'opposizione si sia alzata e abbia deciso di abbandonare questo dibattito. Credo, tra l'altro, che in Commissione si abbia avuto tempo e modo per avanzare le proposte alternative e soprattutto, capire da cosa è partita tutta questa discussione.
Ringrazio i colleghi Ravetti e Appiano per averlo ricordato sommessamente: questa non è una manovra fatta per aumentare le entrate per poi fare più spesa, e mi pare che l'abbiano capito tutti.
Tutto nasce da una vicenda, secondo me, ambigua. Pochi l'hanno detto in Aula: quando si affitta una macchina in leasing, di fatto non si paga il bollo, perché lo paga l'azienda che ti sta affittando la macchina. Se quell'azienda ha la sede legale in Piemonte, non si capisce perch accogliere la richiesta di alcuni Presidenti di Regione in tal senso.
Questa discussione la trovo già sbagliata a monte. Che cosa ha voluto dire? Ha voluto avanzare un'ipotesi di mancate entrate di 20 milioni di euro. Tra l'altro, con questa misura non riusciamo neanche a ricoprire tutto questo disavanzo.
Come ho stigmatizzato l'atteggiamento del centrodestra, ringrazio il Movimento 5 Stelle per essere in Aula ed ascoltare attentamente questa discussione, così come ha fatto in Commissione, però voglio precisare un particolare. Fa bene il Movimento 5 Stelle a ricordarci una norma prevista nell'ultima legge di stabilità, ossia quella che blocca la possibilità di aumento alle Regioni.
Più che ricordarlo, ci sarebbe da indignarsi su questa vicenda. Lo dico al Presidente Chiamparino, forse uno degli antesignani, almeno nel centrosinistra, del discorso federalista.
Credo che questa norma - mi permetta, Presidente, ma lo dico anche a tutti i miei colleghi, a partire dai colleghi del Partito Democratico andrebbe impugnata davanti alla Corte Costituzionale. Lo dico perché il conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato mi pare abbastanza chiaro: uno può condividere o no di poter aumentare le tasse, cioè di volerle aumentare o no.
Tuttavia, ritengo che lo Stato non possa dirci che è impossibile farlo.
Credo che la nostra Regione dovrebbe chiedere di impugnare tale norma nella Conferenza delle Regioni, perché noi abbiamo il diritto di farlo.
Qualcuno potrebbe anche dire che non è opportuno, ma credo sia altamente sbagliato il fatto che ci sia una norma che impone che non si pu fare.
Arriviamo ad un'altra questione che bisognerebbe sollevare a livello centrale e ai nostri parlamentari, come diceva prima il Consigliere Appiano: figuriamoci se non siamo d'accordo ad ipotizzare una normativa che, a differenza di quello abbiamo fatto l'anno scorso (l'anno scorso, se vi ricordate, anche questa discussione fu assente), aumentava al massimo fino al 10% (e l'abbiamo fatto sopra ai 130 kilowatt) le vetture più potenti. Abbiamo provato a chiedere in maggioranza, e abbiamo fatto anche riunioni con la Giunta: è possibile dividere la benzina dal diesel? I nostri uffici, oltre che l'Assessore, ci hanno detto che non si può fare perché non è previsto da una normativa nazionale.
Colleghi, credo che questo vada cambiato, modificato o, se volete anche considerato come un impegno di tutta l'Aula verso il Parlamento. Dico di più: se l'Assessore Valmaggia fosse disponibile, con l'Assessore Balocco, a scrivere una proposta di legge al Parlamento, potremmo farla anche per la prossima finanziaria.
Ultima osservazione rispetto a quello che è ormai l'oggetto del "mini mini bollo". Di sicuro, in questo momento, fare un'operazione del genere non è un'operazione di marketing e di comunicazione. Questo ci sembra abbastanza chiaro e quindi, chi ironizza, lo fa nel gioco della politica.
Fa bene, però possiamo dirci almeno una cosa: c'è una Regione italiana che ha incentivi maggiori della Regione Piemonte, anche dopo questa manovra? Perché, per intenderci, con gli emendamenti che il centrosinistra ha depositato non più di tre ore fa, qualcuno potrebbe dire: ci attestiamo su quello che fa la Regione Toscana, cioè facendo pagare il "mini mini bollo" per il GPL-benzina un quarto di quello normale.
No, colleghi, non è così, perché la Regione Toscana, per i primi cinque anni, non fa l'esenzione.
Diciamoci la verità: alla fine di questa discussione e delle seguenti votazioni, la Regione Piemonte continua ad essere quella che fa cinque anni di esenzione e fa pagare un quarto di bollo a chi - anche questo diciamocelo - oggettivamente sa che c'è una convenienza, a quel punto, dopo cinque anni di un acquisto di una GPL-benzina.
Ricordiamolo sempre, perché su questo ho una posizione diversa da altri: non è poi vero che le GPL-benzina non inquinano in termini assoluti.
Inquinano di sicuro meno delle benzine, di sicuro tanto meno del diesel, ma non pensiate che tutti quelli che hanno il GPL-benzina non utilizzano in assoluto la benzina.
In più, ricordiamolo, possiamo fare misure incentivanti, ma non è questa la sede di discussione sulla qualità ambientale, tanto è vero che ieri abbiamo detto molte di queste cose in una maniera più articolata, a proposito di misure strutturali che anche il Movimento 5 Stelle ci ha ricordato.
Arrivo ad un altro punto, che è il punto più politico di questa manovra.
Avete sicuramente visto un emendamento, un emendamento che molti sottovalutano: un emendamento che ci può portare - e lo dico perché è una buona notizia per il Vicepresidente Reschigna e per tutti noi - sei milioni di euro che l'anno scorso non abbiamo raccolto, ed è una tassa già prevista da una legge finanziaria del 2014 che, di fatto, non è entrata a regime.
Noi abbiamo provato a riscriverlo in un emendamento, perché il meccanismo previsto in quella norma era quello delle macchinette installate negli esercizi commerciali pubblici.
Di fatto, in una norma forse poco comprensibile, il fatto di aver messo questo meccanismo delle macchinette installate o di quelle non installate con un meccanismo incentivante o disincentivante dello 0,92, comunque ha fatto sì che questa norma non fosse ancora applicata.
Adesso noi abbiamo provato a modificare quella normativa, tra l'altro provando a raggirare il tema del blocco dell'aumento, in quanto, essendo già previsto dal 2014, semplicemente specifichiamo che tutti i soggetti che hanno quelle macchinette, una o più macchinette pagherà lo 0,92% in di IRAP. Chi non ce l'ha non è che avrà uno o due anni di incentivo, pagherà 3,90% come il bar sotto casa che non le ha mai messe.
Anche lì, è un aumento dell'IRAP, scusatemi. Facendo le debite proporzioni, il baretto o il tabaccaio sotto casa pagheranno con questo 0,92% in più, se avevano un imponibile di 20-30 mila euro, 300 euro in più l'anno per una cosa che sicuramente crea più entrate rispetto al bar o al tabaccaio che non hanno quelle macchinette. Certamente, un centro scommesse pagherà molto di più. Ma secondo voi era normale in questo momento storico che pagassero il 3,90% come gli altri esercizi? Allora, credo che questi possibili sei milioni di euro possono essere un'altra piccola boccata d'ossigeno per il nostro bilancio.
Illustro anche delle altre mozioni, visto che il centrodestra ha abbandonato l'aula; faccio che presentare anche le altre per non riparlarne dopo, se non è necessario.
Abbiamo previsto altre tre mozioni di accompagnamento. Una si inserisce in una discussione che hanno già fatto altre Regioni italiane, cioè su banche e assicurazioni. Apro una piccola parentesi. Chi era in piano di rientro "hard", cioè per esempio il Molise o la Basilicata, questo aumento oltre alla forchetta dello 0,92, dello 0,15%, non è stato scelto dalle Regioni, è stato fatto direttamente dal cosiddetto Tavolo Massicci con il MEF, quindi è un aumento che è scattato in automatico. L'unica Regione che di fatto, come la Calabria, aveva un piano di rientro "non hard" l'ha aumentato per poi toglierlo l'anno successivo.
Noi che cosa chiediamo alla Regione Piemonte? Allora, la Regione, come sapete, non è in piano di rientro hard, ma in piano di rientro cosiddetto soft, mi permetta la parola il Vicepresidente Reschigna, e lo saremmo immagino - fino alla primavera di quest'anno. Ecco, noi abbiamo la possibilità di aumentare questo 0,15%; è chiaro che potrebbe anche succedere che questa tassa l'anno successivo non verrà riconfermata, stiamo parlando di entrate per oltre sei milioni in più da banche e assicurazioni.
Noi chiediamo di inserirlo nella finanziaria del 2016 e chiediamo che ci sia un piccolo aumento, fatemelo dire, per chi ha avuto un segno più in questa crisi.
Così come abbiamo fatto un lavoro, Presidente Chiamparino, abbiamo semplicemente capito le ragioni per cui lei ci chiedeva di non aumentare l'IRAP a tutte le imprese e credo che, anche se potrebbe essere una delle vie più semplici per risolvere l'annualità del 2017, io credo che invece abbia più senso fare quello che, per esempio, hanno fatto le Regioni Toscana ed Emilia o altre Regioni italiane, cioè hanno rimodulato per alcune categorie.
Per esempio, che le autostrade paghino quanto le altre imprese praticamente non succede da nessuna parte. Allora, noi prevediamo nella forchetta dello 0,92 un aumento di 0,50 che porterà, anche in questo caso due milioni di euro in più alla Regione Piemonte.
Ultimo caso più emblematico. Tra l'altro, sono contento che molti colleghi hanno firmato questa proposta, anche se era più difficile probabilmente, per averne compreso tutti i contorni di fatto più di sviluppo industriale. La misura è molto semplice: da una parte, prova a disincentivare, secondo me, un uso molto liberista della possibilità di alcune grandi aziende italiane di spostare la sede fiscale o la sede legale all'estero, per fare cosa? Per carità, in sede di libero mercato, diciamoci la verità, per cosa lo hanno fatto? Per pagare meno tasse sugli utili o su alcune transazioni finanziarie.
Ecco, noi chiediamo che a chi ha la sede produttiva in Piemonte e ha spostato per questi motivi negli ultimi cinque anni l'IRAP sia aumentata dello 0,92. E' chiaro che è una misura a scorrimento, perché cinque anni passano in fretta. Per intenderci, alcune grandi aziende lo hanno fatto già da oltre due o tre anni, quindi magari quella tassa la pagheranno soltanto per uno o due anni. Ma è una misura disincentivante per le altre imprese piemontesi, non è una misura "ad aziendam", ma è una misura per le altre imprese che non devono fare la stessa cosa.
Seconda misura, ancora più importante...



PRESIDENTE

Il Consigliere Grimaldi ha presentato anche le mozioni all'interno della discussione generale e di accompagnamento.



GRIMALDI Marco

Sì, così evito di riparlarne.
Così come abbiamo messo, invece, una misura incentivante, che anche questa dura solo cinque anni. L'idea è questa: ci sono dei siti produttivi dismessi in questa regione? Sì. Tra l'altro, e mi dispiace che non ci sia la Consigliera Porchietto, da due anni chiediamo la fine di questo lavoro di ricognizione di Finpiemonte su questi siti produttivi, semplicemente noi vogliamo dare un indirizzo a questa vicenda. Ci sono tantissimi siti produttivi dismessi da più di cinque anni? Se ti insedi in quel sito produttivo con un'impresa ex novo o con una produzione ex novo, l'IRAP viene abbassata dello 0,92%. Credo che sia una misura di attrazione fiscale interessante, che può essere un buon strumento per la leva produttiva e per rigenerare un pezzo di crescita di questo Piemonte.
Spero che questa discussione porterà alla votazione di tutti questi atti che possono essere utili anche a superare le più grandi difficoltà che fatemelo dire - abbiamo ancora di fronte. Noi diciamo di non chiamarlo "Salva Piemonte", perché sarà anche vero che abbiamo ricontrattato parte di quel disavanzo, ma molte delle difficoltà sono ancora davanti. Quindi, o inizieremo a discutere di alcune misure alternative per salvare effettivamente questa Regione, oppure rischiamo semplicemente di rimandare di un anno quello che è uno dei nostri destini, cioè quello di abbassare le politiche o rimodulare in qualche modo il nostro indebitamento.
Spero che questa discussione possa essere già utile come premessa al bilancio del 2016.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
Ci sono ancora tre Consiglieri iscritti a parlare.
Prima di dare la parola ai Consiglieri, il Vicepresidente Reschigna ha chiesto di intervenire, perché non interverrà dopo, alla fine del dibattito generale.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.30 riprende alle ore 17.31)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Vorrei fornire anch'io un contributo alla discussione che ha animato la sessione odierna.
Oggettivamente, sono rimasto piuttosto perplesso da quanto è accaduto in Aula, ma mi pare che si possa sintetizzare nel fatto che, in mancanza di elementi, una parte dell'opposizione ha preferito andarsene e lasciare il via libera al documento, che è in votazione oggi, piuttosto che dare un contributo reale al margine di manovra di quello che si sta andando a discutere e a votare.
Abbiamo veduto una scena, come dire, ad uno show che non può essere classificato con tante stelle, forse non più di una, perché l'abbandono dell'Aula, che vuole avere un significato politico, di fatto lascia il via libera al documento. Forse, non c'erano elementi sufficienti.
Il tutto è stato fornito e formulato sull'assunto che si va a tassare l'aria pulita. Allora, mi verrebbe di fare una battuta e me la si passi oggettivamente, proprio come battuta: forse l'Assessore, immaginando che in una società futura, dove sarà bandita qualunque emissione di CO2 nell'atmosfera fino ad essere punito con trent'anni di prigione, oggi ha pensato bene di tassare coloro che hanno una doppia alimentazione e che quindi, producendo benzina, produce emissioni di CO2 nell'atmosfera.
Prima il collega Appiano ha detto che effettivamente anche lui, fra qualche settimana, sarà tenuto a pagare questo obolo alla Regione Piemonte questa nuova tassazione; mi iscrivo a quel gruppo, però mi pare insolito questo è il tipo di contributo che vorrei fornire oggi alla discussione che quando si parla di essere solleciti e attenti rispetto a tutto ciò che è ambientalmente sostenibile e utile per quello che è l'oggi e soprattutto, in prospettiva futura, questo lo debba fare solo ed esclusivamente l'operatore pubblico.
Mi sembra di percepire, da una serie di interventi fatti in Aula, che quando noi andiamo ad acquistare un articolo ecologicamente sostenibile, a basso impatto ambientale, lo facciamo solo ed esclusivamente perché c'è una convenienza che ci viene erogata dall'operatore pubblico. Guai se l'operatore non lo fa. Io, quando ho comprato l'auto ecologicamente utile ho pensato ai bassi consumi, ho pensato al costo del carburante, ho pensato all'ambiente e ho scoperto che non c'era il bollo da pagare: è un'aggiunta che mi ha dato l'operatore pubblico. Adesso mi sembra che qui abbiamo una massa di cittadini che si affrettano tutti ad andare dalle concessionarie se si tratta di auto, o di qualunque strumento (caldaia a condensazione ecc.), solo ed esclusivamente perché c'è un bonus incentivante, che deve essere compito dell'operatore pubblico erogare.
Immagino che l'operatore pubblico debba percepire la sensibilità del cittadino e, allo stesso tempo, affiancarlo, aiutarlo, educarlo a quella che può essere l'attenzione verso l'ambiente. E credo che tutti noi, che abbiamo piacere di essere attenti all'ambiente - perché la mia macchina sebbene sia a GPL, consuma anche benzina e comunque immetterebbe nell'aria anidride carbonica anche se andasse solo a GPL - un contributo alle casse della nostra Regione lo diamo volentieri.
E' evidente che se, come si pensava all'inizio, tutti i motori fossero stati messi alla stessa stregua azzerando quella che era l'esenzione, lì l'avrei vissuta male, l'avrei vissuta come un cambio di regole in corso d'opera. Invece, se si mantiene l'esenzione per cinque anni, quindi se si è fatto un certo percorso e se c'è ancora da fare un altro piccolo pezzo credo che questo sia un segnale a cui il cittadino attento all'ambiente non risponda domani mattina andando a comprare una macchina euro 1 giusto per fare dispetto alla Regione, ma continuerà a trovare conveniente comprare un'auto a basso impatto ambientale per la sua tasca, per la collettività per l'ambiente e per le generazioni future.
Oserei dire che già da adesso, vista l'emergenza ambientale, non è che avere azzerato il contributo di tassazione sulle macchine ecologicamente utili abbia portato Torino ad essere una città non inquinata in questi giorni per l'aria: lo è lo stesso, come tutte le città d'Europa e del mondo. Mi sembra corretto che sia stato invece tenuto debitamente conto dell'attenzione che il cittadino ha avuto rispetto alle auto ecologiche che sia mantenuto un percorso di esenzione nei cinque anni, che quindi la regola del gioco non venga cambiata e modificata tout court e che sia stato introdotto un contributo da parte di questi cittadini. Credo che ci comprenderanno.
E' auspicabile che questo sforzo sia sufficiente a mettere definitivamente in sicurezza i conti rispetto anche a un futuro che non è ancora previsto solido e brillante, ma credo che questa sia la strada che è stata disegnata all'inizio, sulla quale si sta lavorando. In meno di due anni si è riusciti a dare delle risposte contabili e anche politiche su margini molto stretti.
Credo che anche il contributo dei Gruppi che oggi sono folcloristicamente usciti dall'Aula di fatto abbia permesso e permetterà di licenziare il provvedimento nel più breve tempo possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Devo esordire dicendo che sono molto spiaciuto del comportamento dei colleghi dell'opposizione di centrodestra. Ritengo assolutamente legittimo e, peraltro, usuale manifestare anche con supporti visivi, cartacei e quant'altro il loro disappunto rispetto alle scelte della maggioranza ritengo invece grave e un pericoloso precedente abbandonare l'Aula particolarmente grave.
Devo dire che, mentre il Gruppo consiliare cui ho appartenuto nelle scorse legislature non ha mai mancato di sottolineare i propri distinguo in modo anche duro, mai ha disertato l'Aula. Tra l'altro, questo Paese ha nel DNA i guasti prodotti da un abbandono dell'Aula in tempi piuttosto lontani avvenuto nel pieno del Parlamento italiano, e quindi già solo questo dovrebbe indurre a non abbandonare l'Aula; poi è chiaro che le persone sedute oggi sui banchi della Giunta non fanno temere pericolose evoluzioni autoritarie, ma abbandonare l'Aula per gli eletti nelle istituzioni credo sia un qualcosa di estremamente grave.
Mi rendo obiettivamente conto che, con i figli a casa, un anticipo di vacanze è quanto mai utile e rinforza i vincoli familiari; credo che per gli eletti delle istituzioni debbano sentire il dovere di essere in quest'Aula e svolgere qui le proprie funzioni.
La normativa che ci apprestiamo a votare è stata definita dall'opposizione come tassa sull'aria pulita. Io credo che sia una mistificazione di comunicazione. La nostra Regione era, è e rimarrà la Regione più avanzata in termini di attenzione alle tematiche ambientali in materia di bollo auto. Eravamo, siamo e saremo la Regione più avanzata.
Con questa normativa, abbiamo sopravanzato anche la Regione Toscana.
Non introduciamo nuove tasse: riduciamo le esenzioni, e le riduciamo grazie al fatto che le esenzioni del passato, di cui rivendichiamo la paternità hanno raggiunto il loro obiettivo, perché hanno stimolato l'acquisto di auto ecologiche; l'hanno stimolato in un momento in cui non c'era questa cultura e in un momento in cui le auto ecologiche costavano molto di più.
Oggi abbiamo un parco auto ecologiche, le cosiddette bifuel, che ammontano a 180 mila mezzi; di questi, 100 mila e poco più sono immatricolati oltre i cinque anni e quindi saranno oggetto della tassazione che verrà introdotta con questo provvedimento, ossia l'esenzione di cui loro potranno godere sarà un'esenzione totale per cinque anni con un mini bollo ridotto a un quarto o a un quinto di quanto sarebbe dovuto. Credo che sia importante perché, con i ritmi di crescita attuale, avremo presto un parco auto ecologiche che avrà quote del 30-40% rispetto al parco auto complessivo di questa Regione e un'esenzione totale non sarebbe ovviamente più praticabile.
Mi spiace che i colleghi del Movimento 5 Stelle, in particolare il loro Capogruppo, abbiano ravvisato un vulnus nel fatto che in Commissione oggi sia stato proposto dai Gruppi di maggioranza un ritocco alla normativa ritocco che però, con onestà intellettuale, viene riconosciuto andare nel verso auspicato da alcuni emendamenti delle opposizioni, in particolare del Gruppo del Movimento 5 Stelle.
Noi l'abbiamo fatto facendoci carico della necessità di creare le situazioni di maggior condivisione politica di questa manovra, e abbiamo preso atto che anche negli emendamenti del Gruppo del Movimento 5 Stelle implicitamente ci si rendeva conto dell'impossibilità di mantenere sine die l'esenzione. Veniva proposta, se non erro, per il bifuel benzina GPL, una riduzione e un'esenzione per cinque anni con un bollo ridotto a un quinto nella nostra proposta abbiamo proposto un quarto: è stato il tentativo di andare un passo avanti e cercare di trovare delle sintesi.
Ci piacerebbe, ovviamente, poter esentare tutti e poter anche distribuire dolci a tutti i passanti per strada in occasione delle feste natalizie, ma purtroppo le esigenze di bilancio, per oggi e immagino per il prossimo domani, ce lo impediscono; contiamo che in futuro si possa anche questo fare.
Al di là della battuta, devo dire che abbiamo cercato di accogliere le obiezioni e i suggerimenti che venivano dal Movimento 5 Stelle anche per quanto concerne l'esigenza, da loro in particolare introdotta e da noi riconosciuta come sensata e sostenibile, di differenziare il parco auto bifuel a seconda del livello di inquinamento. Alcuni interventi dei colleghi del Movimento 5 Stelle in Commissione l'hanno sottolineato e questo ci ha convinto a proporre misure differenziate che tengano conto del diverso impatto che queste auto hanno sul sistema ambientale.
In sintesi, credo che anche il passaggio in Commissione, che giustamente è stata voluta dal Presidente Chiamparino, abbia consentito di ridare centralità al ruolo del Consiglio regionale e abbia consentito di avvicinare le posizioni.
Non ci aspettiamo che il provvedimento venga votato questa sera tra gli urrà dell'opposizione, ma crediamo sia una norma sostenibile, praticabile di buonsenso e, soprattutto, non faccia perdere al Piemonte il primato di Regione più virtuosa, nel rispetto delle normative ambientali, per quanto riguarda il bollo auto. Primato di cui rivendichiamo la paternità e che auspichiamo davvero di poter mantenere di qui alla fine della legislatura.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente, sarò breve; almeno, ci proverò.
Andando nel solco di quanto detto dal nostro Capogruppo e cercando di non raccogliere le provocazioni dei colleghi della maggioranza (ce ne sarebbero parecchie), cerchiamo di rimanere nel merito del provvedimento: noi chiediamo, ancora una volta, con forza, il ritiro di questo provvedimento da parte del Vicepresidente Reschigna, o della maggioranza.
Non votare questo provvedimento è un atto di coraggio, e cercherò di spiegare sinteticamente il perché: non si tratta di un provvedimento fondamentale per le casse e per la situazione della Regione Piemonte.
Questo dobbiamo dircelo.
Come è stato detto più volte, siamo partiti con il dover coprire un gettito mancante di 20 milioni di euro e arriviamo ad ottenere un gettito di tre milioni e 400 mila euro. Qualcuno affermava che questa non è una norma per fare cassa, ma tre milioni e 400 mila significano fare cassa.
Non è un provvedimento che va a sanare un lucro cessante (come si dice) di 20 milioni di euro, dovuto a quella norma nazionale che prevede la modifica del pagamento del bollo per le società di leasing auto. Questa norma fondamentalmente non serve, perché se questa Giunta avesse calcolato con i suoi Uffici, che quel lucro cessante di 20 milioni di euro era fondamentale per gestire il bilancio del 2016 ed anche degli anni successivi, avrebbe previsto una norma con un aumento del gettito che coprisse il 100% di quei 20 milioni di euro.
Così non è: stiamo parlando di una norma che aumenta di 3,4 milioni di euro le entrate, su entrate di 11 miliardi e 280 milioni circa, del 2016.
Stiamo parlando di niente: tre milioni. Abbiamo fatto una manovra (bollo auto) per 80 milioni (79,4); qui ne stiamo facendo una da 3,4 milioni di euro. Francamente, avendo aumentato l'anno scorso di 80 milioni il bollo auto, a fronte di questo lucro cessante di 20 milioni di euro avremo, comunque, un margine di 50-60 milioni di euro.
Vi è, cioè, un ulteriore margine in più. Appena adesso abbiamo spalmato il disavanzo in dieci anni, quindi avremo, rispetto alle maggiori entrate di 130 milioni di euro, un tesoretto di 55 milioni di euro. E' vero, forse per coprire le anticipazioni del MEF, forse per andare a coprire l'ammortamento dei mutui che ripartirà dal 2017, ma non penso che per tre milioni di euro si debba fare una manovra che ha un messaggio culturale sbagliato.
Non ricordo più chi, dei colleghi (forse il Consigliere Appiano), aveva fatto un calcolo su autovettura o, comunque, una media; va benissimo.
Ovviamente, non pensiamo di spostare, per 30-40-50 euro, delle scelte fatte per questioni ambientali, ma quando vengono assunte per questioni di portafoglio e riguardano famiglie che sono in difficoltà ad arrivare alla terza (non dico la quarta) settimana del mese, a pagare la bolletta della corrente, del riscaldamento, ecc., anche 30-40-50 euro sono un balzello non insignificante.
Torno al messaggio culturale, che è sbagliato. Potremmo dire che - è ovvio - 30 o 40 euro su 150-200-300 euro spesi per la benzina o il gasolio si possono anche pagare, ma è il messaggio che stiamo dando ad essere sbagliato. L'ha detto benissimo il nostro Capogruppo, Bertola, prima: in un momento in cui tutti i giornali, tutti i media, qualunque telegiornale nazionale aprono con la prima o la seconda notizia sulla questione dello smog (Milano che ha bloccato il traffico, Roma con le targhe alterne, non piove, in montagna ci sono le margheritine, sono sbocciate le rose), noi diamo un messaggio culturale sbagliatissimo.
Naturalmente, voi direte che è colpa delle opposizioni, ma provate ad andarlo a spiegare in piazza, alla gente, che si tratta di un minibollo! Chi ha l'auto a metano fa la revisione delle bombole ogni quattro anni quindi le deve cambiare spesso; la revisione del motore ha costi maggiori rispetto ad una vettura alimentata a benzina e bisogna andare a spiegare che un minibollo sono 30-40-50 euro.
Secondo noi non è assolutamente il momento giusto per adottare questa misura e ribadisco ancora una volta che 3,4 milioni di euro non cambieranno la situazione del bilancio della Regione Piemonte. Se ne potrà discutere un'altra volta, su altri provvedimenti e misure, non ultime quelle proposte dal collega Grimaldi, di cui vorremmo parlare in maniera più approfondita.
In ultimo, il tema del bifuel. Come è stato detto (l'ha detto giustamente il collega Appiano), se uno ha un impianto a GPL o metano, non è che mette la benzina perché non ha voglia di andare a fare il pieno di GPL o di metano: è perché il GPL o il metano costano la metà o addirittura un terzo, rispetto all'alimentazione a benzina. Voi sapete che le macchine a bifuel hanno un serbatoio a benzina molto piccolo, sotto i 15 litri pertanto vengono considerate a monoalimentazione. Ora, che il serbatoio per la benzina sia piccolo o grande, se non si è in Sardegna, dove mi sembra non ci siano distributori di metano (non so se hanno provveduto ultimamente), si usa il GPL e il metano.
Cioè, distinguere tra monofuel, monovalente o bivalente è una cosa che non sta né in cielo né in terra. E' una scelta sbagliatissima, perch escluderà e creerà confusione nell'acquisto dell'autovettura. Pertanto, se si vuole dare un messaggio culturale, si deve dare un messaggio fatto bene nel tempo, con delle proposte anche concertate a livello di Conferenza Stato-Regioni e con il livello governativo.
Per questo motivo, abbiamo presentato (a prima firma Mauro Campo) un ordine del giorno che chiede un po' più di libertà, da parte delle Regioni nel valutare la tipologia di alimentazione, la tipologia degli inquinanti ecc.
Così, al 29 dicembre e in piena emergenza smog, per 3,4 milioni di euro, state facendo un errore di comunicazione e di messaggio culturale enorme. Non è una questione politica spicciola ("faccio l'uscita sul giornale o meno"). È un errore di strategia comunicativa e culturale gravissima, di cui - secondo me - pagheremo le conseguenze a livello di immatricolazione di vetture meno ecologiche rispetto a quelle più ecologiche.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Molto brevemente, per alcune precisazioni, e mi spiace che farò anche riferimento ad alcuni interventi di Consiglieri regionali assenti, ma non dipende da me.
Innanzitutto, sull'ultimo intervento del Consigliere Bono, la manovra riguarda complessivamente circa dieci milioni di euro, perché non si tratta solamente dei veicoli con alimentazione bifuel, ma rientrano anche le auto storiche e quelle con l'impianto riconvertito, oltre alle questioni legate al fermo amministrativo.
E' chiaro che, rispetto all'obiettivo iniziale del disegno di legge, il saldo, in termini di entrata per il bilancio della Regione è inferiore a quello del disegno di legge originario. Questo, però - lo credo personalmente - in un dibattito che ha coinvolto la maggioranza, ma anche tutto il Consiglio regionale, ha anche la necessità di trovare dei punti di mediazione e di contatto tra tesi e punti di partenza diversi.
Questo non lo considero un elemento negativo; semmai, lo considero come l'elemento indispensabile del confronto positivo tra Giunta e Consiglio regionale. E questo è il primo elemento.
Il secondo elemento (non torno su ragionamenti che abbiamo già fatto nel corso di questi giorni, che peraltro sono stati ripresi in termini molto precisi dagli interventi dei colleghi della maggioranza, cui va il mio apprezzamento anche per la documentazione che hanno fornito al dibattito in Consiglio regionale): noi continuiamo ad essere la Regione più virtuosa, sotto il profilo degli incentivi, e questo lo ribadiamo con grande forza. Non c'è nessun'altra Regione che ha un livello di agevolazione per l'alimentazione bifuel come la Regione Piemonte, anche dopo questo modesto ritocco.
Il terzo elemento è che noi non stiamo alzando il livello delle entrate del bilancio della Regione per il 2016: noi stiamo cercando di contenere il gap tra introiti del 2015 e introiti in diminuzione sul 2016. Noi stiamo ragionando di questo: in un momento, cioè, in cui il bilancio della Regione è nelle condizioni di cui tutti abbiamo piena consapevolezza, stiamo ragionando su una manovra che non incrementa le entrate ma che cerca di ridurre l'impatto della loro riduzione che certamente ci sarà nel 2016.
Questo è ciò di cui stiamo ragionando.
Faccio un'ultimissima considerazione; lo dico per l'ennesima volta anche perché nel suo intervento il Consigliere Vignale, che è un collega sicuramente intelligente, colto e preparato, ha utilizzato un termine da me poco gradito, definendo questo disegno di legge come un "trucco". Io non credo di fare trucchi. Certamente non faccio bilanci truccati: certamente non faccio bilanci truccati! E l'operazione proposta dal centrodestra, tesa ad evitare l'approvazione di questo disegno di legge n. , non è nient'altro che la mera riproposizione di anni di politiche di bilancio dove, nella legge di bilancio di ciascun esercizio, venivano previsti 70, 100, 120 milioni di euro l'anno come proventi dell'alienazione di società partecipate e di patrimonio immobiliare; salvo il fatto che non c'era un euro che veniva incassato in quegli anni! Allora, questo è fare bilanci seri: non è fare bilanci truccati! E vorrei che questo fosse molto chiaro nei rapporti all'interno di quest'Aula. Quelle proposte sono vecchie, ma sono vecchie soprattutto perché hanno contribuito a costruire un dissesto all'interno di questa Regione, assieme a molte altre proposte di questo tipo!



PRESIDENTE

Passiamo all'esame e alla votazione dell'articolato.
I Consiglieri e gli Assessori che votano sono pregati di rientrare in aula.
Do atto che fino all'articolo 3 non vi sono emendamenti.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani e Mighetti: "All'articolo 3 del disegno di legge n. 166 il comma 3 è sostituito dal seguente: 3. La lettera g) del comma 2 dell 'articolo 5 della lr. 23/2003 è sostituita dal seguente: g) gli autoveicoli elettrici e quelli alimentati a gas metano ed a gas da petrolio liquefatto (GPL); i veicoli ad alimentazioni ibrida continuano ad essere assoggettati alla tassa limitatamente alla potenza sviluppata dal motore termico." Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani e Mighetti: "All'articolo 3 del disegno di legge n. 166 il comma 3 è sostituito dal seguente: 3. La lettera g) del comma 2 dell'articolo 5 della lr. 23/2003 è sostituita dal seguente: g) gli autoveicoli elettrici e quelli alimentati a gas metano ed esclusivamente a gas da petrolio liquefatto (GPL) e, per cinque annualità a decorrere dalla data di immatricolazione, quelli a doppia alimentazione benzina/GPL, già dotati di dispositivo per la circolazione con GPL all'atto dell'immatricolazione; per i veicoli provenienti da altra Regione o Provincia autonoma l'esenzione temporanea quinquennale opera limitatamente al periodo che intercorre tra la data di immatricolazione e il compimento del quinto anno; l'esenzione, in ogni caso, non è cumulabile con quella di cui alla lettera g bis) del presente comma; i veicoli che hanno beneficiato dell'esenzione temporanea quinquennale e per i quali dal sesto anno decorre l'obbligo di pagamento, sono assoggettati alla tassa automobilistica ordinaria, calcolata sulla base della tariffa fissa di E 2,58 per kilowatt, ridotta a un quinto; i veicoli ad alimentazione ibrida continuano ad essere assoggettati alla tassa limitatamente alla potenza sviluppata dal motore termico." Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani e Mighetti: "Il comma 4 dell'art. 3 del disegno di legge n. 166 è sostituito dal seguente: 4. Alla lettera g bis) del comma 2 dell'articolo 5 della l.r. 23/2003 sono aggiunte, a fine periodo, le seguenti parole: 'tali veicoli, per i quali dal sesto anno, decorre l'obbligo di pagamento, sono assoggettati alla tassa automobilistica ordinaria, calcolata sulla base della tariffa fissa di E 2,58 per kilowatt ridotta del 50 per cento';" Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani e Mighetti: "Al comma 4 del disegno di legge n. 166 sono inserite le seguenti parole: Nell'art. 5, comma 2, lettera g bis) della l.r 23 del 23 settembre 2003 dopo le parole 'su cui è installato un sistema di alimentazione a GPL od a metano' sono inserite le parole 'od elettrico'".
Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani e Mighetti: "All'art. 3 del disegno di legge n. 166 è aggiunto il seguente 6 bis): 6 bis) Nell'art. 8 comma 1 della l.r.. 23 del 23 settembre 2003 a fine periodo sono aggiunte le parole: 'tranne nel caso in cui sussista un evidente carattere storico e/o collezionistico del veicolo oggetto di richiesta'".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Li diamo per illustrati: passiamo alle votazioni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 bis Comunico che l'emendamento rubricato n. 2) agli atti viene sostituito da una nuova versione che il Consigliere Grimaldi intende far pervenire alla Presidenza.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Colleghi, illustro la riscrittura, il cui senso in parte avevo già spiegato.
Allora, noi siamo nella difficile situazione di chiarire che questa norma è già prevista dalla legge n. 1 del 2014, quindi da una finanziaria precedente. Noi cerchiamo di riformulare il comma 6 dell'art. 7, che spiegava - ce l'ho qui davanti - che "a decorrere dal 1° gennaio 2015 gli esercizi nei quali risultano installati apparecchi da gioco.".
Nella riscrittura affermiamo: dopo le parole "a decorrere dal 1 gennaio 2015" - anche per spiegare al legislatore nazionale che non ci stiamo inventando un nuovo aumento, già previsto nella legge finanziaria del 2014 che fissava come data di inizio il 1° gennaio 2015 - diciamo rendendolo meglio, che "gli esercizi in cui sono presenti uno o più apparecchi da gioco di cui all'art. 10. sono soggetti all'aliquota IRAP di cui all'art. 16 della l. 446/97, aumentata dello 0,92%".
Come ho già spiegato ai colleghi, infatti, nella versione precedente si rischiava di incappare nel tema degli apparecchi installati o non installati e in quello della loro nuova installazione, o meno. In più successivamente voteremo un'abrogazione, quella dell'incentivo.
Per riassumere alla fine cosa stiamo votando, risulterà che i soggetti che hanno uno o più apparecchi pagheranno un'IRAP superiore dello 0,92%.
Chi non avrà uno o più apparecchi - quindi tutti i bar, tutte le tabaccherie e tutti i ristoranti che non li hanno - continuerà a pagare l'aliquota base di 3,90.
Questo è il senso dell'emendamento che stiamo ridepositando.
Ovviamente se, come abbiamo chiesto in Commissione, i colleghi del Movimento 5 Stelle vorranno sottoscriverlo, siamo favorevoli.



PRESIDENTE

Vi chiedo allora solo un attimo di tempo, in modo che la Giunta possa valutare la proposta; secondo me non tanto sul merito - perché credo che su questo nell'Aula ci sia la disponibilità di tutti - quanto sulla possibilità di un'impugnazione da parte dello Stato.
Prego il Consigliere Grimaldi di venire un momento al banco della Presidenza.



(Il Consigliere Grimaldi si avvicina al banco della Presidenza e conferisce con il Vicepresidente Boeti)



PRESIDENTE

L'emendamento è stato modificato dal Consigliere Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Grimaldi, Rossi Ferrentino, Ravetti, Motta, Appiano,Valle, Rostagno, Boeti, Barazzotto Conticelli: "Comma 1.
Tra le parole "nei quali" e le parole "apparecchi da gioco" del comma 6 dell'articolo 7, legge regionale n. 1/2014, le parole "risultano installati" sono sostituite "in cui sono presenti uno o più".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva (voto esteso al nuovo articolo).
ARTICOLO 4 ter Emendamento rubricato n. 11.1 presentato dal Consigliere Bono, Bertola Campo, Andrissi: "Viene aggiunto l'articolo 4: Articolo 4 ter (Modifiche alla l.r. 25/2011 1. Il comma 7 dell'art. 5 della legge regionale 28 dicembre 2011, n. 25 Modifica alle leggi regionali 13 ottobre 1972, n. 10 (Determinazione delle indennità spettati ai membri del Consigli e della Giunta regionale), 3 settembre 2001, n. 24 (Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali) e 31 dicembre 2010, n. 27 (Rideterminazione dell'indennità dei Consiglieri regionali) è sostituito dal seguente: 7. I contributi versati dai Consiglieri regionali che si avvalgono della facoltà di cui al comma 2 sono restituiti in rate mensili, il cui ammontare è determinato con deliberazione dell'ufficio di presidenza in misura comunque non superiore al 25 per cento dell'indennità di carica di cui all'articolo 1.1. della l.r. 10/72, corrispondente all'ammontare vigente alla data del 30.06.2014.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
E' l'emendamento che abbiamo annunciato in discussione generale che riguarda la soppressione dei vitalizi degli ex Consiglieri regionali, con la modalità della proposta di legge che avevamo presentato a inizio legislatura, che venne bocciata. Quindi, con la proposta di restituzione dei contributi...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Bono, quest'emendamento è la rideterminazione dell'indennità dei Consiglieri, può darsi che quello sia un altro e mi pare che sia non tanto suo quanto del Consigliere Valetti.
Comunque, questo riguarda la rideterminazione dell'indennità dei Consiglieri. Vuole venire un attimo a vederlo? E' l'emendamento rubricato n. 11.1); se vuole, glielo consegno.



BONO Davide

On line è quello riguardante i vitalizi, comunque il senso è quello: eliminare i vitalizi e lasciare la restituzione dei contributi versati.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11.1), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 2.1 presentato dal Consigliere Grimaldi Rossi Ferrentino, Ravetti, Motta, Appiano,Valle, Rostagno, Boeti, Barazzotto Conticelli: "Dopo il comma 1 dell'articolo 5 del disegno di legge n. 166 è aggiunto il seguente: '1 bis. All'articolo 7 della legge regionale 1/2014, il comma 5 è abrogato.'".
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

L'ho già spiegato, è la seconda parte di quello che abbiamo già votato.
Semplicemente, questo è soppressivo, nel senso che la legge di allora dava un incentivo a chi le disinstallava entro quell'anno.
Noi semplicemente riportiamo alla normalità, cioè tutti i soggetti che non hanno macchinette da gioco pagheranno l'IRAP base da 3,90, quindi sia chi ce l'aveva prima e sia chi ha deciso di installarle, anche perché, di fatto, è un'agevolazione avendo appena portato lo 0,92 a tutti quelli che le hanno.
Questo è il senso dell'emendamento, altrimenti per un anno ancora ci dovrebbe essere un incentivo a ridurre addirittura l'IRAP per chi non ce l'ha, tra l'altro rendendolo ineffettivo, anche perché è difficile provare a ipotizzare una spesa del genere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Chiedo scusa, se posso intervengo 30 secondi.
Il comma che con questo emendamento viene chiesto di abrogare è quello che prevede una riduzione dell'aliquota IRAP a partire dall'anno successivo per quei pubblici esercizi che disinstallano le macchinette per i giochi d'azzardo all'interno della propria attività. Questa è una norma che era stata inserita nella legge finanziaria del 2015, su richiesta del Consiglio regionale, sotto questo aspetto...
GRIMALDI Marco (fuori microfono) Nel 2014...



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

...nel 2014, su richiesta del Consiglio regionale. Lo ricordo perch ero in Consiglio regionale ed era una battaglia che ha fatto anche il Gruppo regionale, allora, del Partito Democratico.
Esprimo qualche perplessità sull'opportunità di abrogare questa norma.



PRESIDENTE

Chiedo se qualcuno vuole intervenire. Il Movimento 5 Stelle vuole dire qualcosa?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Quindi, il parere della Giunta è negativo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Per quanto mi riguarda, se il parere è negativo, lo ritiriamo.
Ricordo solo che non è stata applicata perché, sentiti gli Uffici regionali, è impossibile interpretare una norma per cui la disinstallazione prevede una diminuzione dell'IRAP, non è possibile.
La riformulazione che avevo fatto semplicemente rendeva giustizia a un principio, lasciamola in campo, sappiate che poi non arriverà lo sgravio dell'IRAP.



PRESIDENTE

Quello è un problema che, magari, può essere affrontato in maniera diversa.



GRIMALDI Marco

Infatti.
Io l'ho fatto per la certezza. Per questo ritiro l'emendamento se anche gli altri colleghi sono d'accordo.



PRESIDENTE

L'emendamento è ritirato.
Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Valetti, Bono Bertola, Campo, Andrissi. Batzella, Mighetti: "All'art. 6, comma 1, del disegno di legge n. 166 le parole: 'elettrici o' sono abrogate".
Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Valetti, Bono Bertola, Campo, Andrissi: All'art. 6, comma 1, del disegno di legge n. 166 le parole in tutto il testo dell'articolo 6: "1 aprile 2016" sono sostituite con "1 gennaio 2017" Tali emendamenti sono dati per illustrati.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 bis Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: "Dopo l'articolo 6 del disegno di legge n. 166, è aggiunto, infine, il seguente: Art. 6 bis. (Dichiarazione d'urgenza) 1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi dell'articolo 47 dello Statuto, ed entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, fatto salvo quanto previsto all'articolo 6, comma 1".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1) Il Consiglio approva (voto esteso al nuovo articolo).
ARTICOLO 6 ter Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri Valetti, Bono Bertola, Campo, Andrissi. Batzella, Mighetti: "Viene aggiunto l'articolo 6 comma 1: Articolo 6 ter (Vincoli di utilizzo entrate tributarie) 1. Il surplus di entrate fiscali derivanti dall'applicazione di tale legge è vincolato al finanziamento dei sistemi di trasporto a basso impatto ambientale, in particolare alle infrastrutture per l'intermodalità".
L'emendamento viene dato per illustrato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 6 quater Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Valetti, Bono Bertola, Campo, Andrissi. Batzella, Mighetti: "Viene aggiunto l'articolo 6: Articolo 6 quater (Abolizione assegno vitalizio) Ai Consiglieri e ai loro beneficiari non è più corrisposto e non è più erogato l'assegno vitalizio né la quota di assegno vitalizio.
Gli assegni vitalizi già in essere, alla data di entrata in vigore della presente legge, sono erogati sino al raggiungimento dell'intero ammontare dei contributi versati.
Fermo restando il limite di cui al comma 2, le quote di assegno vitalizi corrisposte ai beneficiari possono essere erogate sino al raggiungimento del 60 per cento dei contributi versati." L'emendamento viene dato per illustrato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Essendo terminato l'esame dell'articolato, procediamo con l'esame degli atti di indirizzo collegati: Mozione n. 607 presentata dai Consiglieri Grimaldi, Accossato, Allemano Appiano, Ferrentino, Gallo, Giaccone, Motta, Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle, inerente a "Aumento IRAP per esercizi commerciali che ospitano apparecchi da gioco".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Riteniamo che questi ordini del giorno abbiano bisogno di un ulteriore approfondimento. Si tratta di temi importanti, e mi pare che in questo momento non ci sia più neanche particolare attenzione da parte del Consiglio, oltre a mancare una parte dell'opposizione.
Se su quello relativo alle macchinette da gioco siamo tutti d'accordo su altri temi - su cui siamo anche d'accordo - come Gruppo consiliare vorremmo fare alcune valutazioni.
Relativamente alle autostrade e ai trafori, ad esempio, vorremmo essere sicuri che poi i concessionari non si rivalgano sui pedaggi con un ulteriore aumento; oppure le banche e le assicurazioni sull'aumento del costo del conto corrente o dei prodotti assicurativi.
Sul tema delle delocalizzazioni, invece, voleva intervenire la collega Frediani, in quanto abbiamo giù depositato una proposta di legge contro la delocalizzazione dell'attività produttive, quindi non so se riusciamo ad affrontarli oggi.
Ovviamente, rimetto all'Aula la discussione.



PRESIDENTE

Facciamo una breve sospensione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle 18.23 riprende alle 18.26)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Ovviamente in politica devono prevalere le logiche e il rispetto, prima di tutto, dei propri colleghi, dell'Aula e anche di quello che stiamo facendo, quindi lungi dai miei pensieri rimandare ad un'altra giornata di Consiglio questa discussione.
Dico, per il rammarico dei Consiglieri del Movimento 5 Stelle, che non si dovrebbe chiedere permesso a nessuno relativamente all'aumento delle tasse, tanto meno ai trafori e alle autostrade. Fatemelo dire così, per accolgo.
No, non si chiede permesso, perché la mozione impegna la Giunta a presentare una proposta per la legge finanziaria del 2016, quindi ci sarà tutto il tempo, in questo lasso di tempo, di discutere con assicurazioni banche e trafori.
Dopodiché, se voi ci chiedete un approfondimento, lungi da me prevaricare in qualche modo sulla vostra richiesta.
Quindi, richiedo formalmente al Presidente del Consiglio, visto che è una mozione che deve essere fatta prima della scrittura del bilancio preventivo 2016, di mettere queste quattro mozioni (se volete, possiamo togliere il documento relativo al gioco d'azzardo, perché essendo stato approvato un emendamento, di fatto è superato) al primo punto all'o.d.g.
della prossima seduta consiliare, la prima disponibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Volevo solo dire che noi non abbiamo mai detto che bisogna chiedere il permesso a qualcuno per aumentargli le tasse. Primo.
Secondo, ricordo che a qualcuno l'anno scorso è stato chiesto il permesso per mettere un contributo di solidarietà.



PRESIDENTE

Se è possibile, vorrei evitare che la toppa fosse peggiore del buco nel senso che mi sembra che il Consigliere Bono abbia fatto un intervento di buonsenso. E' necessario approfondirlo e, come Presidente dell'Assemblea, il fatto di continuare la discussione in assenza di una parte importante dell'opposizione mi disturba, perché non si può lavorare con solo una parte dell'Aula.
Ovviamente è stata una loro decisione e va bene lo stesso, però dato che il Consigliere Grimaldi ha mostrato disponibilità a ritirarli, ci impegniamo ad approfondire nella prossima seduta, come ha detto il Consigliere Bono le tre mozioni (una è stata ritirata).
Ordine del giorno n. 612 presentato dai Consiglieri Campo, Bertola Frediani, Andrissi, Mighetti, Valetti e Batzella, inerente a "Impegno della Giunta regionale ad attivarsi con il Governo con il Governo Nazionale per sviluppare un decreto che permetta alle Regioni di rimodulare il bollo auto in base alle esigenze dei cittadini".
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Lo illustro brevemente, anche perché è un qualcosa che ha già anticipato il Consigliere Grimaldi nel suo intervento di discussione generale sul bollo auto.
E' un ordine del giorno che impegna la Giunta a farsi parte attiva, con il Governo nazionale, per un decreto che permetta di superare gli stretti limiti che le Regioni hanno ad operare su questa che è, di fatto, una tassa regionale e che, dal nostro punto di vista, avrebbe tutte le carte in regola per essere una leva fiscale che permetta di perseguire le politiche relative all'inquinamento del traffico veicolare sia, dall'altro lato, ma anche di tenere conto di particolari esigenze sociali e di degrado economico di parti del territorio.
Quindi, sotto questo profilo, chiediamo che si intervenga presso il Governo, affinché con un decreto - se poi vogliamo fare una proposta di legge, come proponeva il Consigliere Grimaldi all'Assessore Balocco potremmo anche percorrere quella strada - sostanzialmente si assuma un impegno a far sì che il bollo auto diventi una tassa modulabile sia su parametri tecnici relativi ai livelli di inquinamento e alle diverse tipologie di motorizzazione degli autoveicoli, sia in relazione ai livelli di reddito, perché ricordiamoci che, a volte, tassare le auto più inquinanti può anche incidere sulle fasce più povere della popolazione che non hanno la possibilità di cambiarla. Quindi, anche quello dovrebbe essere un parametro di cui tenere conto, così come della necessità, a volte, di usare l'automobile per le aree più marginali o in aree economicamente depresse della nostra Regione.
Secondo noi, andrebbe parametrizzato in vari modi dando autonomia alle Regioni per una propria leva fiscale legata all'autotrasporto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 612, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SÌ 29 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Commercio - Commercio al dettaglio

Esame ordine del giorno n. 578 presentato dai Consiglieri Boeti, Molinari e Motta, inerente a "Aperture notturne dei centri commerciali a seguito della vicenda Shopville Le Gru"


PRESIDENTE

Vi chiedo di fermarvi ancora un attimo, colleghi.
Vi è ancora quell'ordine del giorno, che pendeva dalle altre sedute di Consiglio, relativo agli orari dei centri commerciali.
Esaminarlo e approvarlo dopo le vacanze natalizie, secondo me, non avrebbe nessun senso. Il primo firmatario, il Consigliere Rostagno, lo presenterà, se è necessario. Ed è aperto alla firma dei Consiglieri che desiderano sottoscriverlo.
Esaminiamo, pertanto, l'ordine del giorno n. 578, di cui al punto 10) all'o.d.g La parola al Consigliere Rostagno per l'illustrazione.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
Brevemente. E' un ordine del giorno che impegna la Giunta a costituire un tavolo per la concertazione fra i tempi di vita e i tempi di lavoro.
Sta diventando un'emergenza, perché gli esercizi commerciali di grandi dimensioni stanno via via proponendo l'esercizio di apertura anche nelle ore notturne, a discapito sia dei tempi di vita per il personale dipendente, sia del piccolo esercizio commerciale che, ovviamente, diventa sempre meno concorrente.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rostagno.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo letto, già nei giorni scorsi, questo ordine del giorno che contiene tutta una serie di considerazioni che sono condivisibili, così come non può non essere condivisibile anche l'impegno.
Tuttavia, anche qui, bisogna che ci parliamo un attimo chiari altrimenti, si ripete il solito rituale che il PD qui dà determinati indirizzi, prende determinate posizioni e poi fa altro a livello nazionale.
La situazione in cui siamo oggi, dal punto di vista della gestione degli orari del commercio, delle aperture festive, domenicali, quasi 365 giorni all'anno, dei centri commerciali ha una storia. Una storia che parte dalle prime liberalizzazioni di Bersani, fino ad arrivare al cosiddetto "Salva Italia" di Monti, del 2011.



(Commenti in aula)



BERTOLA Giorgio

Non si è ancora cambiato...
Quindi, ha una storia lunga che ha sicuramente visto i voti anche del centrosinistra.
E' stata totalmente tolta, "scippata" alle Regioni la possibilità di regolamentare gli orari del commercio e la chiusura dei centri commerciali.
Bisognerebbe che ne parlaste ai vostri colleghi a Roma, anche perch sottolineo - in Parlamento ci sono una serie di proposte di legge, una anche del Movimento 5 Stelle. La prima è stata bocciata e chiedeva di riportare in capo alle Regioni la possibilità di decidere le chiusure settimanali e mensili dei centri commerciali. La seconda chiedeva di inserire obbligatoriamente 48 chiusure all'anno; in pratica tutte le domeniche. E' passato in un ramo del Parlamento con delle modifiche apportate dal Governo, dalla maggioranza e dal PD: da 48 a dieci chiusure obbligatorie all'anno, quindi già decisamente smontata e, se non erro, in questo momento è ferma al Senato.
Quindi, ci sono già delle proposte a livello nazionale che, anche qui darebbero una mano.
E' difficile votare contro un atto d'indirizzo del genere, però bisogna anche parlare chiaramente, altrimenti sembra che ci stiamo prendendo in giro: la stessa forza politica a Torino dice una cosa e a Roma, come al solito, ne dice un'altra! Le proposte a livello nazionale ci sono. Si erano chieste 48 chiusure all'anno obbligatorie, il che significava chiudere tutte le domeniche, come minimo, ma non è stata accettata. Adesso ci troviamo qui con i centri commerciali aperti la domenica, la vigilia di Natale fino alle ore 24 insomma, le solite cose che conosciamo.
L'importante è che si parli chiaramente e non stiamo qui a prenderci in giro. Grazie.



MOLINARI GABRIELE



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Vicepresidente Boeti, che interviene in qualità di Consigliere.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Vorrei aggiungere qualche riflessione a quanto è già stato detto dal Consigliere Bertola.
Non sono d'accordo con l'indirizzo che, a livello nazionale, il mio partito ha su questo tema e non ho problemi a dirlo.
Credo che le famiglie abbiano il diritto, la domenica, di stare assieme, di accompagnare i bambini al parco, oppure se si vuole tenere aperto la domenica, che questo si realizzi attraverso un personale diverso che sa di lavorare soltanto il sabato e al domenica. Anche questo potrebbe essere un modo diverso di lavorare che preferisce avere a disposizione il resto della settimana, magari per fare le sue cose.
Ma se si pensa che una donna possa lavorare tutta la settimana domenica compresa e soprattutto che termini non alle 22.30, come avveniva fino ad ora, ma fino a mezzanotte, come è stato proposto a "Le Gru", è una cosa che va contro la possibilità di avere diritto ad una famiglia e ad una casa.
Peraltro, una donna che esce a mezzanotte dal posto di lavoro non ha più i pullman a disposizione per poter tornare a casa, il marito deve andarla a prendere per forza; magari lui si dovrà alzare alle 5 del mattino per andare a lavorare in fabbrica. A me questo sembra sinceramente disumano e se il mio partito la pensa in maniera diversa, io ho il diritto di pensarla in maniera diversa dal mio partito.
Questa è la ragione per la quale abbiamo presentato questo ordine del giorno. Soprattutto, rispetto a "Le Gru", alle 22.30 poteva ancora andare bene, ma spostare la chiusura di un'ora e mezza fino a mezzanotte mi pare una crudeltà inutile.
Ho visitato recentemente una signora, per una tendinite, che lavora a Cuneo, che abita a Rivoli, che guadagna 1.050 euro al mese e tutti i giorni si fa Rivoli-Cuneo, tra l'altro lavorando anche il sabato e la domenica.
Secondo me, questo non può accadere in un Paese...
Dopodiché, ripeto, si può lavorare solo al sabato e alla domenica, si prende personale che sa di lavorare il sabato e la domenica, ma non tutta la settimana, rinunciando alla possibilità di stare con il proprio marito e con i propri figli.
Questa è la ragione, Bertola: ti prego di credere che non ce ne sono altre. Io non sono abituato a giocare, diciamo così, sulle questioni.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste d'intervento, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 578, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Buon anno a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.42)



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