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Dettaglio seduta n.118 del 28/12/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 14.34)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Essendoci i numeri per iniziare, iniziamo i lavori, ma, come abbiamo deciso, sospendiamo il Consiglio per fare una Conferenza dei Capigruppo in Sala A.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 14.35, riprende alle ore 15.38)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Problemi energetici - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 611 dei Consiglieri Rossi, Accossato, Caputo Conticelli, Gallo, Ottria, Ravetti, Rostagno, Valle inerente a "Cessione di Versalis S.p.A. da parte di ENI, non si fermi la ricerca sulla Green economy" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione e vi informo che sono state proposte delle modifiche.
Chiedo se vi siano ulteriori proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne fa facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Chiedo, per il Gruppo del PD, l'iscrizione di un nuovo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ce ne sono già tre, per i quali c'è l'accordo dei Capigruppo di partecipare alla discussione uno per Gruppo.
Possiamo iscriverlo, non è detto che si possa discutere oggi.



ROSSI Domenico

Giustamente, è stato chiesto il titolo dell'ordine del giorno, che reca: "Cessione di Versalis S.p.A. da parte di ENI: non si fermi la ricerca sulla Green economy".



PRESIDENTE

Lo depositi, vedremo quando sarà possibile esaminarlo.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Caputo, Giaccone e Laus.
Non è presente l'Assessore Saitta.



PRESIDENTE

Pensavo che ogni Capogruppo informasse i propri Consiglieri. Informo l'Aula che è stato deciso di procedere oggi con l'approvazione del bilancio del Consiglio regionale e dell'esercizio provvisorio e che saranno affrontate le discussioni relative agli ordini del giorno.
Il Consiglio di domani mattina è sconvocato. Sarà convocata la I Commissione, che riprenderà alle ore 14.30; quindi, il Consiglio regionale continuerà, come prefissato, nel pomeriggio e il giorno seguente.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

L'abbiamo riaperto, collega Vignale.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Mi sono dimenticato, ha ragione.
Chiedo scusa, continuiamo con la sospensione di dieci minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.41 riprende alle ore 16.04)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Esame proposta di deliberazione n. 135, inerente a "Schema di bilancio finanziario di previsione del Consiglio regionale per gli esercizi 2016 2017 e 2018 "


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 135, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come abbiamo già detto questa mattina in I Commissione, abbiamo ricevuto il documento del bilancio del Consiglio regionale nel tardo pomeriggio del 23 dicembre. Questa mattina abbiamo affrontato la discussione e la votazione del provvedimento.
Il parere del Revisore dei Conti è arrivato al volo, nel senso che è arrivato quando avevamo già deciso di rinviare la decisione a domani quindi il provvedimento è stato votato al volo, forse anche senza un approfondimento nel merito di una serie di questioni sollevate, tra cui il fatto che si tratta del primo bilancio che affrontiamo secondo i criteri di contabilizzazione del decreto legislativo 118, quindi con i programmi e con le missioni, e non con i capitoli.
Per questo motivo risulta diverso, non confrontabile o comparabile con il bilancio del Consiglio regionale che abbiamo imparato a conoscere l'anno scorso e nelle precedenti legislature, e diventa difficile anche una comparazione nel merito e nell'analisi dell'andamento di bilancio.
E' vero che il bilancio del Consiglio regionale è decisamente minore rispetto a quello della Regione Piemonte, quindi è anche una prova ed un intervento che facciamo, per poi richiedere una nota esplicativa di quello che sarà il bilancio previsionale 2016, 2017 e 2018 della Regione.
Il bilancio regionale riceve entrate - arrotondando - per 50 milioni nel 2016 dalla Regione, che vengono considerate spese obbligatorie, quindi esuleranno dall'esercizio provvisorio che vedremo successivamente, e poi c'è una serie di fondi, le cosiddette partite di giro, o entrate per conto terzi.
E' vero che sono stati fatti risparmi negli ultimi cinque anni: una manovra di riduzione della spesa fatta soprattutto per quanto riguarda i cosiddetti costi della politica o, forse, più che i costi della politica sono stati toccati i costi di funzionamento dei Gruppi consiliari. Il fondo di funzionamento dei Gruppi, ad esempio, è stato praticamente azzerato come sono stati ridotti i fondi per l'assunzione di collaboratori nei Gruppi consiliari, con una quota destinata alla ricollocazione di personale del Consiglio e della Giunta all'interno dei Gruppi consiliari, piuttosto che una riduzione delle indennità di carica e di funzione. E' vero, siamo passati da circa 10.000 euro di indennità a 6.000, ma noi pensiamo che tutto questo fosse necessario.
Nella scorsa legislatura, quando siamo entrati, come Gruppo Movimento 5 Stelle, in Consiglio regionale abbiamo sempre fatto battaglie (ed anche un 10% in questa legislatura) perché ci sembrava evidente che, in un momento di crisi dell'Ente e di contrazione di tutta una serie di politiche di finanziamento della Regione Piemonte, non andare a toccare lo stipendio dei cosiddetti Consiglieri di amministrazione e del Presidente, se questa fosse un'azienda, ci sembrava un'assurdità, visto che prima eravamo 60 e adesso 50 (per la precisione 53, con i tre Assessori esterni).
Per quanto riguarda il tema dei costi della politica, siamo convinti che si possa e si debba fare ancora qualcosa. Il tema è stato rinviato al 2016, mentre altri temi hanno trovato e troveranno spazio in questi giorni nella discussione in Consiglio.
Rinviare l'ulteriore riduzione dei costi della politica al 2016 quindi, è stata una scelta politica.
Anche il tema dei vitalizi oggi è tornato alla ribalta.
Dai giornali abbiamo appreso del ricorso presentato da 42 ex Consiglieri regionali alla Corte dei Conti, per la riduzione temporanea minima (parliamo del 6, 8, 10% del vitalizio per la durata legislatura) ma, come abbiamo avuto modo di dire, si poteva essere più coraggiosi e provare a fare una soppressione dell'istituto del vitalizio dato che, come avevamo preannunciato, i ricorsi al Tribunale Amministrativo e alla Corte dei Conti li avremmo ricevuti lo stesso.
Oltre al danno anche la beffa, perché avete concertato un provvedimento con l'associazione degli ex Consiglieri. Dato che noi non siamo rappresentati, come vogliamo sempre ricordare, nell'Ufficio di Presidenza non abbiamo votato il provvedimento (oltretutto mi pare che il rappresentante dell'Ufficio di Presidenza fosse il Vicepresidente Boeti che attualmente presiede), ma non mi sembra che la contrattazione sia riuscita nell'obiettivo di evitare i ricorsi perché, nel momento in cui viene fatto un ricorso, credo che valga, erga omnes, per tutti gli aventi diritto.
Questo è il tema dei costi della politica.
Per quanto riguarda l'avanzo, risulterebbe un avanzo di 7,8 milioni di euro, di cui 6,8 sono accantonamenti, in gran parte sempre per pagare i costi della politica, cioè i Consiglieri che abbiano diritto al vitalizio e che ne richiedano la restituzione dei contributi versati. Alla fine quindi, l'avanzo sarà solo di un milione e potrà essere indirizzato nell'utilizzo solo quando arriverà il rendiconto del 2015, quindi più in là nel tempo.
L'ultimo tema che voglio affrontare riguarda il capitolo degli Organi Istituzionali, i famosi 18 milioni di euro al cui interno vi sono le indennità di carica, le indennità di funzione e i rimborsi spesa dei Consiglieri. Potremmo anche ricavarli da soli facendo un semplice calcolo ma sarebbe più agevole se i funzionari del Consiglio regionale ce li rendessero disponibili, perché vorremmo indicare, da una parte, i costi fissi; dall'altra, i costi discrezionali, che sono le Consulte, i contributi ad enti, ad associazioni privati, ad enti pubblici e tutto quello che è scelta discrezionale dell'Ufficio di Presidenza.
A tal proposito abbiamo contestato - lo prendo come riferimento, ma ce ne sarebbero tante altre spese discrezionali da parte dell'Ufficio di Presidenza - il finanziamento della Fondazione Amendola, di un libro di Carlo Levi, per circa 40 mila euro. Si tratta di una spesa notevole, se pensiamo che questa è una delle tante singole spese discrezionali che fa l'Ufficio di Presidenza.
Quindi, quando contestiamo, ad esempio, all'Assessore per la montagna i singoli interventi su un piccolo plafond di spesa discrezionale (dato dal Testo Unico sulla montagna), pensiamo che l'Ufficio di Presidenza abbia un plafond che non conosciamo, ma sicuramente consistente, se si vanno a leggere tutte le delibere o le determine relative allo stesso. Nell'arco dell'anno si vedono tanti finanziamenti ad enti ed associazioni con intenti sicuramente meritevoli e meritori (finanziare la tale associazione, la tale pubblicazione letteraria o il tale evento culturale), ma forse dovrebbe rientrare nella scelta del Consiglio regionale, tutto, non solo di una rappresentanza ristretta, come quella dell'Ufficio di Presidenza che tra l'altro - lo sottolineo ancora una volta - è distorta nella sua rappresentanza, in quanto non vede al suo interno un rappresentante della prima forza di opposizione in Consiglio regionale, cioè - se non si fosse capito - il Movimento 5 Stelle.
Quindi, siamo in difficoltà a discutere nel merito un provvedimento che ci è stato fornito nel tardo pomeriggio del 23 dicembre, dovendolo discutere questa mattina.
Pensiamo che un provvedimento che, come ho detto, adotta nuove modalità di contabilizzazione complesse, che dovremmo affrontare da gennaio, forse avrebbe meritato un maggiore approfondimento in termini di tempo e non quello che, invece, è stato dedicato oggi a questo documento.
Avremmo modo di parlarne anche successivamente, eventualmente, se durerà la legislatura, con i successivi provvedimenti di bilancio in Consiglio regionale. Questo è quanto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Com'è stato ricordato nell'intervento che mi ha preceduto, si tratta del primo bilancio del Consiglio regionale redatto pienamente secondo le nuove modalità di finanza potenziata, ex decreto legislativo 118 e con i correttivi successivi. Un bilancio che viene redatto anche in termini di cassa, un bilancio cui viene affiancata la contabilità finanziaria a cui siamo abituati, la contabilità economico-patrimoniale, quindi un bilancio particolarmente complesso, redatto anche con criteri e nomenclature diverse. Da questo punto di vista non mi stupisce che si arrivi verso la fine dell'anno a discutere, prima in Commissione e poi in Aula, del bilancio medesimo.
Peraltro, a differenza del bilancio della Regione, che andremo ad analizzare nel nuovo anno, in questo caso si tratta di un bilancio in cui gran parte delle spese iscritte sono la trascrizione di impegni o comunque, di spese ormai obbligatorie, nel senso che sono determinate da scelte legislative precedenti; quindi, sono la fotografia dello stato dell'arte.
Vorrei spendere solo qualche minuto per analizzare lo stato dell'arte che prima veniva ricordato in estrema sintesi e che, invece, ritengo abbia un suo significato politica ben preciso.
Questa mattina in Commissione ci siamo soffermati per fare un quadro dell'andamento del bilancio del Consiglio regionale, soprattutto per la parte corrente, quindi per le spese di funzionamento del Consiglio nell'ultimo quinquennio e anche negli ultimi anni.
Se analizziamo nell'ultimo quinquennio la sommatoria delle spese del funzionamento in termini di spese del personale, spese per indennità e vitalizi, spese per servizi, spese per canoni arriviamo ad una riduzione di oltre un terzo, in quanto il previsionale 2010 quadrava intorno ai 71 milioni 350 mila euro (per la parte, ripeto, corrente del bilancio); il previsionale 2016, che è oggetto di trattazione in Aula questo pomeriggio quadra intorno ai 46 milioni 366 mila euro, quindi il 35% in meno. La parte del leone di questa riduzione sta proprio nelle indennità dei Consiglieri e nei trattamenti dei vitalizi, quindi, in quei famosi costi della politica di cui spesso ci siamo occupati e torneremo ad occuparci come primo provvedimento nella I Commissione dell'anno nuovo, per cui è stata chiesta anche la sede legislativa, in modo tale che gli ulteriori risparmi verranno presumibilmente trattati in tempi ristretti, come la sede legislativa della Commissione dovrebbe garantire.
Se accorciamo la forbice di analisi agli ultimi due anni, che sono quelli in cui questa legislatura ha operato, vediamo che nel 2014, nel previsionale, la quadrature del bilancio corrente del Consiglio era di circa 55 milioni di euro a fronte dei 46 milioni 366 mila attuali. Quindi 15,7% in meno dal 2014, 7% in meno dal 2015.
Questo per dire che in questi anni, anche negli ultimi anni, si è andati avanti, oltre che nella contrazione dei costi della politica propriamente intesi, cioè le nostre indennità, anche in tutta un'altra serie di voci: penso all'affitto dei locali e noleggio autovetture; penso alle spese per il personale addetto al Consiglio regionale, ma in questo caso la contrazione ovviamente è più esigua perché si tratta dei dipendenti assunti dal Consiglio regionale; penso ai contributi per il funzionamento dei Gruppi consiliari, una voce che si è azzerata in quanto non avviene più alcun trasferimento al proposito; infine, penso alla spesa del personale dei Gruppi consiliari, che oggi si attesta a poco meno di due milioni e che cinque anni fa era di sei milioni e mezzo.
Ripeto, credo che il bilancio, che in questo momento è la fotografia di scelte che si sono adottate per legge negli anni, anche nell'anno precedente, abbia degli elementi di condivisione tecnica e politica indubbi e significativi. Ritengo che il Consiglio, in quanto a funzionamento, abbia dato e intenda continuare a dare il proprio contributo a quel risanamento e riduzione dei costi dell'apparato regionale nel suo complesso; ovviamente non è una tappa d'arrivo, ma è una delle tappe di un percorso che intendiamo portare avanti.
Quindi il nostro voto è certamente favorevole non per atto dovuto, ma per consapevole condivisione del documento medesimo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Appiano.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
La discussione su questo bilancio del Consiglio regionale ci dà l'occasione anche per spiegare e illustrare brevemente, con poche parole anche quello che succederà da qui ai prossimi tre giorni, da qui a mercoledì prossimo.
Perché? Questo è bene dirlo anche alle persone che seguono il Consiglio regionale: discuteremo in questi tre giorni dei provvedimenti in modo praticamente contemporaneo in Aula rispetto a quanto è avvenuto in Commissione; il tutto all'ultimo momento. Il bilancio del Consiglio regionale, infatti, è arrivato molto tardi, ci è stato inviato poco prima della pausa natalizia. Questa mattina ci sono arrivati altri dati e questa mattina mancava ancora il parere dei Revisori.
Abbiamo sottolineato come nella formazione, possiamo dire, di questo atto amministrativo il parere dei Revisori era un elemento fondamentale senza il quale non poteva essere assunto il provvedimento, quindi non poteva essere approvato.
E' arrivato nella mattina, quindi abbiamo appena avuto il tempo di riceverlo o, meglio, di poterlo consultare brevemente sullo strumento informatico messo a disposizione dal Consiglio, il tutto molto velocemente.
Allo stesso modo, nella medesima giornata, nell'arco di poche ore lo dobbiamo approvare e questo accadrà anche per altri provvedimenti.
L'unico provvedimento rimasto fuori da quel pacchetto di documenti presentati all'ultimo è quello che riguarda anche il bollo, il cosiddetto minibollo (bollo alle auto ecologiche) che è arrivato in Commissione, ma sul quale, proprio perché forse c'era stato un po' più di tempo, si voleva addirittura il richiamo in Aula tagliando la discussione in Commissione; ma ciò non è avvenuto perché ne parleremo domani. Ricordo questo, perché così si capiscono meglio certe prese di posizione che magari non sarebbero chiare.
Com'è stato richiamato dal collega Bono, ci sono stati ovviamente risparmi rispetto al passato, il Consiglio regionale ha risparmiato e sta risparmiando. Questo è avvenuto, però, in buona parte non soltanto tagliando i costi della politica rispetto alla scorsa legislatura e l'elemento più forte, diciamo, è il taglio alle spese di funzionamento di questa legislatura rispetto a quella precedente, peraltro non con decisione del Consiglio regionale, ma adeguandosi a normative nazionali. Tuttavia, il taglio è stato soprattutto su quelli che io definirei come i "costi della democrazia". Perché abbassare gli stipendi dei Consiglieri regionali vuol dire abbattere un costo della politica, tagliare i vitalizi e abbattere un costo della politica, togliere i personale ai Gruppi consiliari significa eliminare un costo della democrazia, perché significa diminuire la possibilità, la capacità dei Consiglieri di portare avanti la loro attività istituzionale, specie se paragonata alla capacità, alla possibilità che ha la Giunta regionale che, oltre ad avere dietro di sé, com'è giusto che sia tutto l'apparato della Regione, ha anche dei fondi per il personale in staff molto più alti, e questo va in qualche modo richiamato.
Sui costi della politica era ed è possibile fare molto di più. Non stiamo a richiamare tutti i provvedimenti presentati dal Gruppo del Movimento 5 Stelle finora, già a partire dalla scorsa legislatura, ma non posso fare a meno di sottolineare un fatto di attualità, perché è stato pubblicato sui quotidiani oggi. Lo scorso anno avevamo proposto l'abrogazione totale dei vitalizi. Tanto per parlare di cifre, visto che domani andremo a discutere un provvedimento sul bollo auto che dovrebbe recuperare una parte di gettito previsto che per una legge nazionale veniva perso, ci sarebbe la possibilità magari di evitarlo recuperando circa sette milioni di euro l'anno dai vitalizi dei Consiglieri regionali. Lo abbiamo proposto lo scorso anno, non è passato.
Invece, lo scorso anno ci è stato detto: "Non abroghiamo i vitalizi andiamo noi a trattare, l'Ufficio di Presidenza va a trattare con gli ex Consiglieri, vedrete che troviamo la quadra". E' stata presentata una proposta di legge da parte dell'Ufficio di Presidenza che prevedeva e prevede, come misura peraltro temporanea, un cosiddetto "contributo di solidarietà", che va dal 6% al 10%, a seconda.



PRESIDENTE

Al 15%, per correttezza. Mi scusi.



BERTOLA Giorgio

Al 15%: è vero. Dal 6% al 15%, a seconda dell'ammontare dell'assegno mensile di coloro che percepiscono il vitalizio. Se andiamo a fare una media, siamo a poco meno del 10%.
Ci era stato detto: "Così, vedrete, non correremo nessun rischio, non ci sarà nessun ricorso". Invece, oggi sui quotidiani leggiamo che ben 42 ex Consiglieri regionali hanno proposto ricorso contro questo provvedimento. E allora - oggi lo possiamo dire a ragion veduta - l'anno scorso siamo stati bellamente buggerati, per usare un termine un po' desueto, ma aulico perché ci era stato raccontato che, con quel piccolo taglio, nessuno avrebbe fatto ricorso e che andava bene, che si adeguavano, e invece hanno fatto ricorso lo stesso.
Qui ripeto quello che avevo detto lo scorso anno: ci vuole un po' di coraggio. Ricorso per ricorso, allora tanto valeva proporre l'abrogazione totale, se tanto hanno fatto ricorso lo stesso: magari avremmo recuperato un po' di più, magari avremmo dimostrato un po' di coraggio. A distanza di un anno, invece siamo a parlare di un ricorso presentato dagli ex Consiglieri, con buona pace della trattativa che - sono sicuro nel modo più efficace possibile e con la maggior buona fede possibile - era stata fatta dall'Ufficio di Presidenza, però questo è un fatto.
Sui costi della politica si può ancora ragionare. Spero che all'inizio dell'anno, come previsto, alla ripresa dei lavori del Consiglio, si possa al più presto portare avanti le proposte che porterebbero a un'ulteriore riduzione dei costi della politica. C'è una proposta di maggioranza, ce n'è un'altra del centrodestra; la nostra punta almeno a vietare il cumulo dei vitali (vitalizio da ex Parlamentare con vitalizio da Consigliere regionale), sperando che si possa arrivare all'approvazione di un provvedimento che riduca ulteriormente i costi della politica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il bilancio che stiamo affrontando è, diciamo, interessante se non altro perché è la prima volta che vediamo uno schema di bilancio con l'utilizzo del 118 e della nuova legislazione finanziaria. Questo per comporta alcuni limiti, nel senso che vi sono alcune spese - come dicevamo nella Commissione di oggi - che non sono chiare e pertanto andrebbero meglio chiarite in quella che è la nota integrativa, cioè il documento di accompagnamento.
Credo che però vi sia un aspetto interessante contenuto all'interno delle schede presenti negli allegati in discussione - che non trovo più negli allegati qui in Aula - che è la comparazione fra quanto costava il Consiglio regionale e quanto costa oggi. Il Consiglio regionale nel 2010 quindi quando - lo dico anche da ex Consigliere della scorsa legislatura iniziava la IX Legislatura, costava 71 milioni di euro e, a partire già dal previsionale del 2011, nel corso degli anni si apporta una serie significativa di riduzioni - va detto - precedendo anche quella che è stata la norma nazionale, che ha imposto ai Consigli regionali una riduzione delle spese, quindi abbiamo iniziato a efficientare il Consiglio senza che questo fosse un obbligo di legge nazionale, continuando per far sì che quest'anno si arrivi da un importo complessivo del 2010 di 71 milioni di euro a un importo inferiore ai 50 milioni di euro. Di conseguenza, il Consiglio oggi costa circa 21 milioni di euro in meno, quasi 22, rispetto al 2010 e la riduzione arriverà a più di 25 milioni di euro nel 2016, cioè il bilancio che stiamo approvando farà sì che il Consiglio regionale avrà un risparmio e costerà 25 milioni di euro in meno (rispetto ai 71, non rispetto ad alcuni miliardi) del 2010.
Chi ha garantito questo risparmio? E' bene che si dica, perché anche nell'ultima conferenza stampa il Presidente Laus ha fatto bene a rimarcare che il Consiglio regionale ha realizzato un'ulteriore efficienza, ma è bene dire almeno chi ha garantito questo risparmio. Lo dico perch contestualmente noi, nella mattinata di domani mattina, esamineremo un provvedimento, per noi iniquo - ma non anticipiamo nulla di quanto non abbiamo già detto e di quanto diremo - che ha un valore complessivo di circa 15 milioni di euro l'anno, quindi noi domani interveniamo su un provvedimento fiscale importante, che ha questo valore economico.
In sostanza, i 25 milioni di euro che il Consiglio regionale ha fatto risparmiare sono, per il bilancio della Regione Piemonte (e non del Consiglio regionale), risorse assolutamente significative, che potranno essere utilizzate ovviamente nella stesura del bilancio, cioè il bilancio di quest'anno della Giunta regionale, della Regione Piemonte, beneficia del fatto di non dover trasferire 25 milioni di euro in più al Consiglio regionale. E visto che ogni tanto, quando ci chiedono "cosa fai nella vita?", non "che lavoro fai?", chi di noi passa gran parte del tempo all'interno di quest'Aula, se dice la verità, dice che gran parte del suo tempo lo occupa facendo il Consigliere regionale e prova a inventarsi una scusa, o dice la professione che realmente fa ma che in gran parte non svolge più, perché il servire i cittadini non è proprio in questo periodo come dovrebbe essere, il compito, che ci è affidato se non altro per cinque anni, più popolare. Però va detto che se ogni tanto rivendicassimo anche ciò che abbiamo fatto, male non farebbe, perché all'interno di quei 21 milioni di euro, che oggi abbiamo risparmiato, vi è un risparmio di più di 16 milioni di euro (quasi 17) che sono in capo ai Consiglieri regionali, i quali hanno rinunciato non soltanto a parte dello stipendio, che è la questione più minimale, ma anche a quello che era uno strumento assolutamente importante per svolgere il ruolo che ognuno di noi compie tanto che stia all'opposizione quanto che stia in maggioranza, cioè fare proposte ed esercitare un compito di controllo che, in particolar modo, se si è all'opposizione è quello che i cittadini ci assegnano.
Pertanto lo facciamo, rispetto a prima, con risorse non economiche, ma in termini di personale, che valevano circa sei milioni di euro. Quindi, se si hanno risorse in meno, lo si fa con minore capacità ed efficacia.
Questo per dire che affrontiamo volentieri i provvedimenti (tant'è che uno porta la firma del Gruppo di Forza Italia) dello status dei Consiglieri e della riduzione complessiva dei costi della politica, partendo dal presupposto che il Consiglio Regionale, se anche non facesse nulla, ha già fatto tantissimo in termini di efficienza. Cioè se la stessa efficienza fosse portata all'interno della Giunta regionale rispetto agli stessi temi non ovviamente su quelle che sono spese per i cittadini, ma rispetto a quelli che vengono definiti i costi della politica - avremmo un risparmio che sarebbe almeno pari, se non quasi pari, a quello che negli anni il Consiglio ha fatto.
Questo deve essere il presupposto per cercare di iniziare a fare un ragionamento dove non soltanto si rivendichi un lavoro svolto. Si dica che quel lavoro verosimilmente è stato fin troppo "punitivo" per questa Assemblea, perché scambiare i casi di mala gestione che possono essere avvenuti - in gran parte, quelli più eclatanti, non all'interno di questa Regione - per un costume diffuso, è stato un grande errore. Ed è stata anche una grande chance che si è data a chi ha cercato di depotenziare le Amministrazioni regionali, con una grancassa mediatica che ha seguito chi dava queste indicazioni non da poco. Poi è evidente che quando i casi sono quelli che abbiamo visto, è anche facile farli. Però è opportuno che almeno qualche volta si sottolinei ciò che di positivo ha fatto.
Rimarco un aspetto e concludo, perché stiamo parlando di bilancio del Consiglio e non di altro. Noi crediamo che un'Amministrazione debba badare ai costi. Attenzione però, perché se si mette come priorità esclusivamente o quasi quello che è il costo della politica, si rischia di avere una macchina che costa poco, ma che è incompetente. E la cosa che a volte fa arrabbiare i cittadini rispetto alle Amministrazioni pubbliche, non solo i Consigli regionali, è l'incapacità di dare risposte, non tanto che la politica in sé costa.
E' evidente che vale per noi come vale per qualunque altro soggetto qualunque sia la cifra pagata: se non vali per quello che vieni pagato, in termini di capacità e di risposta, ritieni che quei soldi siano mal spesi.
Noi riteniamo che, invece, abbiamo dato un grande esempio in modo trasversale, peraltro, di capacità di efficienza e di riduzione della spesa. Vorremmo anche mantenere la capacità di essere utili per i cittadini piemontesi, anche in termini di proposte e di controllo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Il nostro Gruppo consiliare voterà favorevolmente alla proposta fatta dall'Ufficio di Presidenza. Però volevo anch'io sottolineare alcuni aspetti, che peraltro i colleghi intervenuti prima di me hanno già evidenziato.
In primis, evidenzio la riduzione progressiva e rilevante dei costi del funzionamento del Consiglio regionale, ovvero la macchina amministrativa del Consiglio regionale. Costi che sono stati ridotti intervenendo prevalentemente sulla parte del costo della politica, perché gli altri costi fissi di questa struttura sono più difficilmente comprimibili. Non è stato licenziato personale, non sono state ridotte attività svolte dalla macchina amministrativa; peraltro, quel settore di attività è rimasto pressappoco coerente con il corso storico.
Per contro, come hanno sottolineato i colleghi, da ultimo il collega Vignale, c'è stata una notevole riduzione dei costi etichettati dai media come costi della politica per quanto concerne la significativa riduzione degli emolumenti e, comunque, di tutto ciò che può essere etichettato alla voce "emolumenti della politica", finanche alla riduzione del costo risibile delle assicurazioni per gli ex Consiglieri, costo che si è voluto ridurre per una decisione dell'Ufficio di Presidenza, cui ogni Gruppo consiliare non ha sollevato la benché minima obiezione.
Faccio notare che questo Consiglio regionale concorre a ridurre i costi della politica anche avendo il passato Consiglio regionale soppresso i vitalizi; quindi, questi Consiglieri alla collettività costano meno, non solo perché guadagnano meno, ma costano meno perché, una volta passati a miglior vita - nel senso non dell'altra vita, ma una volta lasciato il Consiglio regionale - non si porteranno dietro il costo di significativi vitalizi che gravavano invece sulle precedenti legislature.
Oltre tutto, un grande lavoro è stato fatto economizzando le risorse per i Gruppi consiliari, sia le risorse girate ai Gruppi consiliari per il personale in dotazione ai Gruppi, sia le risorse girate per il funzionamento dei Gruppi. Questi ultimi si sono contratti in modo molto significativo, siamo andati sotto il livello previsto dagli accordi Stato Regione e dalla legislazione nazionale dettata dal Governo Monti. Oltre tutto, vengono gestiti oggi con deliberazioni dell'Ufficio di Presidenza che rendono, di fatto, inapplicabili questi denari, ragion per cui in questa sede sollecito formalmente l'Ufficio di Presidenza a porre in essere gli atti amministrativi o legislativi necessari per far sì che i Gruppi consiliari possano usufruire di questa dotazione.
Rammento che erano circa 9.000 euro stabiliti dal livello regionale a Consigliere a testa; qui in Piemonte si è deciso con delibera dell'Ufficio di Presidenza di scendere a 7.500 euro. Nella proposta di legge del Partito Democratico si propone di ridurre a 2.500 euro, ma quelli vorremmo poterli spendere, perché faccio notare che la cifra che proponiamo è circa la metà della dotazione pro capite di un Consigliere comunale. In omaggio al Presidente della Giunta regionale, che è stato Sindaco della Città, noi abbiamo voluto andare oltre a quello che succede al Comune di Torino, per un conto è proporre di andare oltre, un conto è mettere i Gruppi consiliari nella condizione di non poter funzionare, perché, di fatto, oggi un Gruppo consiliare non può fare una campagna di comunicazione. Le belle campagne di comunicazione del Gruppo PD della scorsa legislatura, che generosamente sono state ricordate dal collega Vignale, nella seduta del 23 dicembre sono state fatte con il marchio "Gruppo consiliare Partito Democratico" e pagate con i fondi in dotazione del Gruppo consiliare Partito Democratico dall'allora Vicepresidente del Gruppo, attuale Vicepresidente della Giunta regionale.
Ricordo a chi mi ascolta, all'Aula e soprattutto al collega Vignale che non erano campagne irresponsabili - lo dico perché l'altro giorno, per economicità di tempo, non sono tornato su questa sua affermazione - perch noi non dicevamo che non si dovevano ridurre i costi. Criticavamo le modalità con cui venivano ridotti i costi.
Noi non abbiamo detto "non bisogna chiudere linee ferroviarie non efficienti". Abbiamo contestato (si possono tranquillamente leggere le mie dichiarazioni) che si dicesse di chiudere le linee ferroviarie che hanno un rapporto ricavi-costi oltre una certa soglia e, poi - guarda caso - la linea che aveva il peggiore rapporto ricavi-costi (la Novara-Varallo) sia rimasta aperta, in funzione di una servitù culturale nei confronti di un eccentrico Sindaco, che ancora regna su Varallo Sesia, e un'altra (la Casale-Vercelli) sia rimasta in piedi perché di qualche interesse per l'allora Capogruppo, nonché mio amico, del Gruppo di Forza Italia. Noi contestiamo quell'applicazione, ma tant'è, non è questa la sede per discutere di tali vicende.
Ritengo che il Consiglio regionale abbia dato dimostrazione di saper ridurre i cosi della politica e della propria macchina amministrativa e che i Consiglieri abbiano fatto la propria parte. Sono convinto che questo Consiglio regionale possa contribuire ulteriormente in maniera significativa e devo dire che le proposte di legge avanzate - non solo quelle del nostro Gruppo consiliare, ma anche quelle degli altri Gruppi contengono elementi di buonsenso, su cui si può trovare una soluzione ampiamente condivisa. Non vogliamo mettere le bandierine, ma trovare una soluzione di buonsenso, che salvaguardi la dignità e il ruolo dei Consiglieri e consenta agli stessi di continuare a lavorare.
Come ha rilevato, nelle sedute del 22 e 23 dicembre, il Vicepresidente Reschigna, la proposta di legge avanzata dal Gruppo del Partito Democratico prevede significative riduzioni a carico dei membri della Giunta regionale per i quali è proposto l'abbattimento dei rimborsi spesa, a ragion del fatto che ne hanno meno bisogno dei Consiglieri ordinari, perché utilizzano strumenti in dotazione di servizio. Prevede, altresì, un intervento significativo di riduzione dei costi della macchina amministrativa legata alla politica della Giunta regionale: in altri termini, i costi delle segreterie e degli staff degli Assessori.
Ovviamente, abbiamo cercato di salvaguardare i rapporti in essere. Ci sono posizioni diverse tra i colleghi, tra i Gruppi consiliari, e saranno oggetto della valutazione del Consiglio regionale.
La proposta del Movimento 5 Stelle è una proposta radicale. Noi la consideriamo difficile da applicare, ma siamo disposti a ragionarne, perch si può decidere di arrivare ad una votazione, di approvare una legge per avere un bel titolo sul giornale e magari essere in testa alle recensioni del proprio post su Facebook per un paio di settimane, ma poi scoprire che la cosa non è attuabile, poiché si ledono dei diritti costituzionalmente inviolabili, pertanto la materia cade di fronte alla Corte Costituzionale.
Noi siamo disposti a discuterne in seno al Consiglio, per trovare delle soluzioni di buonsenso.
Ritengo sia lecito - per far fronte all'esigenza di dare un segnale all'opinione pubblica - ricorrere al TAR o al Consiglio di Stato, su scelte fatte dalla politica, che sono eque; lo si può fare perché è un diritto soggettivo farlo, ma è un errore percorrere questioni giudiziarie, in questo senso. E' facoltà dei singoli, nessuno di noi può impedirlo, ma ritengo che una soluzione di buonsenso, anche su questo punto, si possa trovare.
Un costo ulteriore che è venuto meno per la comunità, grazie all'azione dell'attuale Governo in carica, è il finanziamento diretto che i partiti politici ricevevano dalla mano pubblica attraverso il rimborso delle spese elettorali. Quei soldi sono venuti meno, ma i partiti continuano ad operare, come nel nostro caso, perché abbiamo la pessima abitudine di dotarci ancora di qualche sede sul territorio e di qualche presidio territoriale, e questo ha dei costi. Noi continuiamo a lavorare come prima semplicemente, il costo del finanziamento di quelle strutture oggi è a carico dei Consiglieri regionali del Partito Democratico, che non dichiarano d'incassare meno di quello che incassano, perché nella loro busta paga è presente tutto quello che viene loro attribuito dalla Regione Piemonte, ma con atti individuali di liberalità, regolarmente registrati versano ogni mese al Partito Democratico delle quote significative che permettono a tutte le strutture periferiche di funzionare.
Questo è un altro dato significativo: dimostra che la politica riesce a fare le cose, quando le fa seriamente. Su questo, il Consiglio regionale è nelle condizioni di camminare a testa alta e non deve prendere lezioni da alcuno. E' nelle condizioni di dire ai cittadini che abbiamo fatto la nostra parte sin qui e nel mese di gennaio sapremo fare tutti insieme la nostra parte, per dare un segnale ulteriore e - io credo - risolutivo e definitivo, circa la regolazione permanente e definitiva del tema "costi della politica".
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Mi aggancio a quanto dichiarato adesso dal Capogruppo del Partito Democratico, auspicando che nel 2016 il nostro Consiglio regionale non si concentri soltanto sulle riduzioni di natura economica, ma anche sulla qualità della politica. Ritengo che da troppi anni la difesa sia soltanto un arroccamento e, anziché difendere la qualità della politica, ci si difenda riducendosi sistematicamente le indennità, senza pensare che forse il popolo italiano avrebbe piacere di avere dei politici di qualità, che non giocano soltanto a chi riesce a ridurre più facilmente o in misura più eclatante le indennità.
Mi permetto di dire che sono entrata in politica credendo che fare politica di qualità potesse essere un costo per la collettività, ma anche un alto beneficio e vorrei che questo Consiglio regionale non parlasse solo dei costi, ma anche dei benefici: una buona gestione del Consiglio e del suo potere legislativo riporta qualità nella politica regionale ed anche a livello nazionale.
Mi permetta di fare questo appunto, perché ogni volta che parliamo del bilancio del Consiglio regionale, l'unica cosa che ci preme fare è quella di dire chi riduce di più. Io vorrei, invece, andare a vedere i risultati del lavoro di un Consiglio regionale: cosa ha fatto e quali sono stati gli atti, non solo d'indirizzo, che il Consiglio regionale ha approvato. Forse così torneremmo a guardare a testa alta coloro i quali fanno politica perché oggi confondiamo un po' troppo la qualità della politica con il rincorrere chi la spara più grossa. E mi scusi l'amaro sfogo.
Ho letto molto velocemente, stanti i momenti ormai ultimi in cui sono pervenuti, gli atti e le relazioni dell'organo di revisione sul bilancio di previsione. Mi hanno colpito due questioni che mi permetto di riportare in Aula; poi, chiaramente nulla si può fare, anzi ringrazio il Collegio dei Revisori che, in tempi così stretti, è riuscito ad esprimere un parere anche perché uno dei tre Revisori l'ha dovuto dare in audioconferenza (probabilmente, a scavalco tra il 21 e il 28 dicembre qualcuno aveva qualche impegno preso precedentemente). Quello che - dicevo - mi ha colpito è come, su una serie di punti importanti, tra cui anche il tema del personale, l'organo di revisione metta le mani avanti, dicendo che potrà accertare una serie di dati programmatici soltanto nel momento in cui avrà altri documenti. Questo passaggio viene evidenziato in almeno due o tre punti della relazione.
Ciò può significare che sicuramente alcuni dati potranno essere recepiti dall'organo di revisione successivamente, ma anche che siamo arrivati in ritardo nel produrre il documento all'organo di revisione, e quindi, stante che esso ha molto chiara la propria responsabilità e le proprie competenze, non ha potuto fare altro che mettere le mani avanti.
Spero che questo sia da monito al nostro Consiglio rispetto ai tempi in cui i documenti devono arrivare, e non è un tema che sollevano solo i Consiglieri regionali, ma - come vedete - lo solleva anche il Collegio dei Revisori, chiaramente in modo meno politico e più sommessamente con natura tecnica, ma è quello che si legge nella relazione.
Auspicando che questo non accada più, spero che, nel tenere in considerazione le motivazioni espresse chiaramente con parere favorevole dall'organo di revisione, si tenga anche in considerazione un messaggio che tra le righe passa molto chiaro. Così come nella precedente legislatura si sollecitava sistematicamente il Consiglio, o comunque la Giunta regionale a non arrivare in tempi così stretti, la stessa cosa facciamo noi, perch le condizioni legate ai rapporti con il livello nazionale sono le stesse che c'erano precedentemente.
Quindi, sapendo qual è la serietà e la professionalità che coloro i quali redigono questi documenti mettono, ci preme però sottolineare che fatta in tempi diversi, questa discussione avrebbe permesso anche al Consiglio regionale di prendere atto di una serie di dati in modo più chiaro.



PRESIDENTE

Intervengo solo per un chiarimento alla Consigliera Porchietto.
Il bilancio gestionale può essere approvato solo dopo l'approvazione del bilancio di previsione. Questa è la ragione per la quale, quindi.



PORCHIETTO Claudia

Se mi permette un inciso, Presidente, io l'ho sottolineato questo. Ma mi permetta: conoscendo un po' le tematiche e soprattutto le responsabilità di un organo di revisione, è chiaro che questo ha messo le mani avanti rispetto ad una questione.



PRESIDENTE

Va bene, d'accordo.
Non essendovi richieste per dichiarazioni di voto - qualche Gruppo consiliare l'ha già espressa durante la discussione generale - possiamo procedere con la votazione della delibera.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 135, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame disegno di legge n. 189, inerente a "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno 2016"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 189, inerente a "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno 2016", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Appiano e relatore di minoranza il Consigliere Bono.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea, relatore

Grazie, Presidente.
Si tratta di un atto assolutamente improcrastinabile, per permettere al contempo di analizzare con attenzione il DDL finanziario per il prossimo anno e di non paralizzare l'attività della Regione.
L'esercizio provvisorio viene richiesto e proposto per tre mesi quindi per un periodo inferiore rispetto, per esempio, all'anno precedente con l'impegno da parte di tutti ad affrontare con serenità e determinazione nei primi tre mesi dell'anno il Disegno di legge finanziario per il 2016, secondo le nuove modalità e scontando tutto il lavoro poderoso fatto per avviare questo piano di rientro della Regione medesima in relazione al proprio disavanzo.
Ovviamente l'esercizio provvisorio vuol dire limitare la possibilità di impegno da parte della Giunta sulle diverse voci del bilancio, in misura di un dodicesimo al mese per i primi tre mesi, rispetto alle poste iscritte nel disegno di legge finanziario 2016 approvato dalla Giunta negli scorsi giorni.
Viene fatta salva da questa limitazione una serie di spese, a partire sicuramente da quelle di carattere obbligatorio, che non merita neanche la necessità di un'ulteriore discussione: pensiamo alle spese dei mutui, del Consiglio regionale, del personale e così via. Sono poi inserite altre spese, in eccezione al vincolo dei dodicesimi, che riteniamo importanti sottoporre ad un utilizzo pieno sin da subito: pensiamo soprattutto ai Fondi strutturali europei e al cofinanziamento dei progetti che si intende far partire - in parte sono già partiti - con celerità, per dare un impulso all'economia e alla società della nostra Regione; così come altre spese penso a quelle del settore fitosanitario - che riteniamo importante sottrarre alla limitazione in dodicesimi.
Ovviamente il provvedimento prevede la dichiarazione d'urgenza, in modo tale che dal 1° gennaio l'impegnabilità in dodicesimi sia effettivamente possibile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Appiano.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Non vi è molto da dire quando si arriva ad un provvedimento che autorizza l'esercizio provvisorio di bilancio di una Regione. Conosciamo la situazione dell'Ente, sappiamo le difficoltà strutturali del bilancio delle Regioni e, in particolar modo, della Regione Piemonte. Abbiamo presente il debito che è stato fatto negli anni passati, soprattutto con una spesa sempre nettamente molto maggiore alle entrate, addirittura al lordo dei mutui contratti negli anni in cui si potevano contrarre mutui. Si tratta quindi di una precisa responsabilità politica che noi individuiamo sicuramente nella Giunta Bresso, nelle Giunte Ghigo e, in buona parte anche nella Giunta Cota. E vediamo che nella Giunta Chiamparino siamo comunque arrivati a vederci presentare il 28 dicembre un provvedimento per l'esercizio provvisorio di bilancio, ricevendo solo nella tarda mattinata le relative tabelle.
Sappiamo che nel bilancio 2015 - l'abbiamo chiuso con l'assestamento recentemente - le entrate al Titolo I sono ancora sovrastimate e quindi, a nostro giudizio, si genererà un disavanzo; anche se su questo abbiamo avuto modo di discutere ampiamente con il Vicepresidente Reschigna, in quanto ci sono anche due delibere consiliari che impegnano il Consiglio - e quindi la Regione Piemonte - a non generare ulteriore disavanzo. Vedremo.
Notiamo che nel bilancio previsionale del 2016 le entrate al Titolo I si sono nettamente ridotte; o, meglio, non sono sovrastimate come nel 2015.
Invece di dieci miliardi e 11 milioni, quindi, ci sono nove miliardi e 575 milioni: quindi la cifra che più o meno avevamo calcolato dall'incremento dell'addizionale IRPEF e del bollo auto. Il bilancio mi sembra dunque tarato su cifre complessive più credibili; mi sembrano sempre sovrastimate ma sono più credibili rispetto al 2015.
E' ovvio che oggi non si parla del bilancio 2016, perché non stiamo discutendo di questo: stiamo parlando dell'autorizzazione all'esercizio provvisorio, che però ovviamente è tarato sulla cifra complessiva delle risorse che pensiamo di incamerare, divisa per dodicesimi, da cui è esclusa una serie di spese che sono considerate obbligatorie.
Noi, quindi, auspichiamo che il prima possibile si possa iniziare la discussione del bilancio previsionale - a gennaio, già a partire dall'11 o poco dopo - in modo che si possa addivenire ad un bilancio approvato il prima possibile, che finalmente, dopo anni di insicurezza, dia certezza a quest'Ente.
Siamo e restiamo scettici, perché - come dicevo - conosciamo le difficoltà strutturali del bilancio della Regione Piemonte per il 2016 e cosa ancora più grave, per il 2017. Gli ultimi due anni della scorsa legislatura e questo primo anno e mezzo di quella attuale, infatti, non hanno fatto altro che procrastinare i problemi, rinviandoli in là: sia attraverso la contabilizzazione, con il decreto legge 35, di una serie di debiti fuori bilancio e di residui perenti, spalmati appunto in 30 anni sia perché il disavanzo 2015 verrà distribuito in dieci anni (quindi anche questo è uno spostare in là il pagamento di una serie di obbligazioni); sia perché c'è tutta un'altra serie di misure, tra cui quella per l'ammortamento dei mutui con la Cassa Depositi e Prestiti, che andranno a finire, appunto, nel 2016. Siamo dunque ancora nel bel mezzo delle difficoltà finanziarie di quest'Ente.
Non possiamo quindi esprimere un giudizio, anche perché forse non c'è neanche da esprimere un giudizio sul ricorso ad un esercizio provvisorio di bilancio. Forse in questo momento non sappiamo neanche dire se sarebbe stato possibile, diversamente, approvare un bilancio in tre-quattro giorni probabilmente non lo sarebbe stato. Diversi provvedimenti sono andati in porto - compresa la legge di stabilità a livello nazionale - il 23 di dicembre, quindi si tratta di un gatto che si morde la coda: ci sono cioè dei ritardi a livello nazionale e regionale, che si scaricano sulle Province (su quello che ne resta) e poi ancora sui Comuni.
Conseguentemente, non possiamo fare altro che sperare in un miglioramento delle condizioni finanziarie - magari in minori tagli da parte del livello nazionale - e in una gestione più oculata, più attenta e più trasparente da parte della Regione. Su questo lanciamo anche un appello e lo ridiremo più volte in Commissione alla presentazione di un bilancio che possa essere comunque intelligibile e comparabile in relazione a quanto eravamo abituati ad avere negli anni precedenti. Cioè, se si passa ad una nuova formulazione di bilancio con programmi e missioni, ai sensi del 118 sia data la possibilità di averlo anche ancora suddiviso per capitoli. Mi riferisco ai vecchi capitoli che abbiamo avuto fino all'altro ieri altrimenti sarà praticamente impossibile fare un'operazione di indirizzo e di controllo del bilancio regionale, che è la funzione principale, oltre a quella legislativa - che, purtroppo, negli ultimi anni, è stata sempre più compressa - del Consiglio regionale, che è funzione fondamentale.
Questo è quanto chiediamo. E' ovvio che non possiamo a scatola chiusa dare alcuna valutazione di merito su un esercizio provvisorio. Ribadisco che speriamo che duri il meno possibile e che il prima possibile si possa approvare un bilancio che tenga conto delle esigenze del Piemonte e dei piemontesi, che produca veramente efficacia ed efficienza in relazione alle risorse che abbiamo a disposizione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Le relazioni sono terminate.
Non essendoci interventi in discussione generale, cominciamo l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: "All'art. 1, comma 2, al termine dello stesso, le parole 'il rischio di definanziamento' sono sostituite dalle parole 'il mancato rispetto degli impegni assunti nei rispettivi Comitati di sorveglianza'".
La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

E' un emendamento molto semplice e molto tecnico.
Al termine del secondo comma dell'articolo 1, laddove parliamo delle spese relative ai programmi cofinanziati dall'Unione Europea, la cui mancata tempestiva attuazione determinerebbe il rischio di definanziamento le parole "il rischio di definanziamento" sono sostituite dalle parole "il mancato rispetto degli impegni assunti nei rispettivi Comitati di sorveglianza".
Non cambia il senso della frase, è una questione meramente tecnica.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 28 Consiglieri hanno votato SÌ 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 16 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Esame ordine del giorno n. 566 presentato dai Consiglieri Grimaldi Accossato, Allemano, Appiano, Barazzotto, Baricco, Boeti, Chiapello Conticelli, Corgnati, Gallo, Giaccone, Ottria, Ravetti, Rossi e Valle inerente a "Concretizzare subito gli impegni presi per la tutela del clima e della qualità dell'aria"


PRESIDENTE

ordine del giorno n. 599 presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Frediani e Mighetti, inerente a "Indirizzi per il risanamento della qualità dell'aria in Regione Piemonte e contestuale miglioramento delle condizioni di salubrità dell'ambiente urbano"



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 566, avente ad oggetto "Concretizzare subito gli impegni presi per la tutela del clima e della qualità dell'aria", e dell'ordine del giorno n. 599, avente ad oggetto "Indirizzi per il risanamento della qualità dell'aria in Regione Piemonte e contestuale miglioramento delle condizioni di salubrità dell'ambiente urbano", di cui al punto 8) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 566.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come dice bene quest'ordine del giorno, domenica 29 novembre si è aperta una conferenza importante sul clima. Abbiamo discusso con gli Assessori competenti di alcuni impegni presi in quell'occasione.
Tra i molti impegni che abbiamo assunto in quella seduta, con la sottoscrizione del protocollo Under 2 Mou, per raccogliere l'impegno dei Governi sul nazionale - appunto, la riduzione delle emissioni - la Regione si è impegnata a ridurre entro il 2050 almeno l'80% delle emissioni di gas serra rispetto al 1990. Per farlo abbiamo chiamato in causa tantissime leggi e tantissimi piani regionali, tra cui quello dell'energia e quello dei rifiuti - che, tra l'altro, stiamo esaminando nelle Commissioni competenti - ovviamente c'è tutta la discussione - che qui, invece analizziamo - sul piano della qualità dell'aria.
Come sapete, questo è un piano che ha più di 14 anni. L'Assessore prima dell'estate, ha dato la disponibilità non solo della Giunta ad iniziare questo percorso, ma anche per una sorta di percorso di avvicinamento, quindi anche di ascolto, non solo verso gli Enti locali ma verso tutti quelli che saranno chiamati in causa da questo piano.
E' vero che però - diciamola così - in un momento storico come questo è giusto iniziare a parlare di pianificazione e, ovviamente, le Regioni, in questo momento, non possono permettersi solo di dare linee di indirizzo, ma devono provare anche con il coordinamento a trovare degli strumenti utili ovviamente, per migliorare la qualità dell'aria. Soprattutto in questo momento storico, la qualità dell'aria non attende i nostri piani strategici, quindi questo abbiamo ipotizzato in un atto di indirizzo alcune linee di intervento, che sono tipicamente regionali, e ne cito alcune.
Non solo viene presentato dalla Regione il nuovo piano di risanamento della qualità dell'aria, ma questo analizza alcune proposte che sono già presenti in molte città piemontesi. Parlo, per esempio, di limitare la circolazione dei veicoli a maggiore impatto ambientale. La Regione Piemonte è stata tra le prime, tanti anni fa, a ipotizzare anche dei blocchi e il fine corsa di alcuni diesel più inquinanti. Credo che questo piano dovrà prevedere il fine ultimo, per esempio, di alcuni diesel come l'euro 3 e il diesel euro 4; ovviamente, è necessario che questo piano presenti anche l'estensione di alcune ZTL, in quanto alcune sono ancora troppo piccole e troppo poco estese.
Certamente, questo piano deve avere al centro il tema dell'efficientamento dei mezzi di trasporto pubblico locale e in questo però, come avete visto nella mozione, c'è un invito al Governo nazionale a riattivare dei fondi che, per esempio, non sono più stati stanziati; non solo quello del parco rotabile che viene spesso citato dall'Assessore Balocco, ma anche, per esempio, penso ad un piano di efficientamento per i Comuni che preveda il concorso al cambiamento di alcune flotte, soprattutto quelle su rotaia, che, come sapete, dagli anni '90 non vengono più rinnovate.
Ci sono tantissimi punti e, tra l'altro, ho appena depositato le correzioni - ovviamente l'abbiamo visto con l'Assessore Valmaggia - in quanto era importante non solo richiamare il piano della qualità dell'aria ma anche altri piani e, soprattutto, evitare di tracciare linee di indirizzo che non vengano percepite come elementi di copianificazione con i Comuni. Ovviamente, c'è tutto il tema di incentivare, attraverso il programma regionale, la diffusione non solo dell'energia sostenibile e della rigenerazione urbana, ma anche di tutto quello di cui abbiamo discusso in relazione agli edifici e, naturalmente, anche sul piano della performance energetica del patrimonio pubblico.
Ricordo, per esempio, che nei fondi strutturali abbiamo messo una quota molto importante anche a partire dal nostro patrimonio pubblico. Questo lo dico perché, spesso, negli anni, sono stati disseminati tanti incentivi anche ai Comuni, mentre è importante far vedere, non solo simbolicamente ma anche concretamente, sulla bolletta, il significato di queste risorse sul piano energetico regionale.
Arrivo ai punti più politici. Ovviamente, la non riduzione delle risorse economiche da destinare al trasporto pubblico urbano ed extraurbano è tema al centro della discussione. Lo dico anche sorridendo: è chiaro che se il Governo, quando ci convoca e convoca le Regioni, mette meno risorse di quelle che ha tolto sul trasporto pubblico locale, diventa anche difficile ipotizzare misure per incentivare il trasporto pubblico.
L'aspetto più importante che indichiamo nel documento - e credo che sia giusta l'analisi fatta dal nostro Presidente sul senso della convocazione delle Regioni in questo momento di crisi - è il dire: bene, andiamo avanti sul teleriscaldamento; bene, andiamo avanti sulla riforma del trasporto pubblico locale a partire magari dalle linee forti dentro le grandi città a partire dal rinnovo delle flotte; bene, non abbandoniamo i pendolari però ci deve anche essere una cabina di regia chiara in un momento di crisi come questo.
Lo dicevo già con il Presidente, e un po' ci vengono in mente quelle che sono le nostre migliori pratiche: penso a tutto il piano delle alluvioni; penso a quando si verificano grandi nevicate. Non è possibile che su tutti gli altri allarmi abbiamo momenti strutturali e momenti emergenziali.
In questo ordine del giorno diciamo che si deve definire, in seguito ad un'intesa con la Conferenza unificata Stato-Comuni-Regioni, perché ognuna ha le proprie competenze, una norma che preveda l'analisi di emissioni in aree geografiche omogenee.
In questo contesto le rilevazioni devono essere chiare ed occorre l'istituzione di una cabina di regia che lavori da subito, non solo con una nuova normativa di riferimento, in modo che dopo "enne" giorni si sappia esattamente che tipo di misure si devono utilizzare per contrastare l'emissione delle sostanze più inquinanti.
Cosa intendiamo? Metaforicamente, citando il piano delle alluvioni o quello delle grandi nevicate, immaginiamo un'ipotesi in cui, se siamo in una certa zona - cromaticamente dalla gialla alla rossa scura - se stiamo parlando dei primi dieci giorni, magari questo prevedrà il blocco immediato del trasporto privato sulle grandi città, oppure omogenee per Regioni oppure si potrà prevedere anche lo spegnimento di altri tipi di situazioni antropiche che portino il maggior numero di emissioni inquinanti.
Questo è il senso di un ordine del giorno che ovviamente vuole dare il contributo, da una parte, alla Giunta, perché da gennaio presenti nelle Commissioni lo stato avanzamento lavori sul piano per la qualità dell'aria dall'altra, vuole promuovere una regia pubblica, che non è solo quella di lasciare i Comuni all'autogoverno, in questo momento dell'emergenza, ma che in qualche modo provi a dire al Governo nazionale che se arriva una nuova normativa, o se arriva un'intesa, le Regioni sappiano esattamente qual è il loro ruolo a fianco dei Comuni e sappiano esattamente cosa promuovere.
Lo ripeto: la qualità dell'aria non attende le lungaggini della nostra politica. Per questo spero che nei prossimi mesi riusciremo a parlare subito del piano per la qualità dell'aria, ma anche degli altri piani, come citati nella mozione. Mi auguro che si trovi subito una forma concertativa a livello statale, per arrivare al più presto a misure, anche emergenziali che possano essere utili al nostro Paese.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 599.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Stavo proprio rivedendo l'ordine del giorno, che nella sua versione iniziale aveva una certa forma; dopodiché, anche con un po' di dialogo con la Giunta nella persona dell'Assessore all'ambiente, abbiamo trovato una sintesi accettabile.
Cosa prevede quest'ordine del giorno? Innanzitutto, siamo molto contrari a valutazioni generiche da inserire nei piani che prevedono misure, probabilmente già non coercitive, nei confronti degli enti locali.
Già un piano della qualità dell'aria, come un piano dei rifiuti prescrive quella che è la best practice che la Regione chiede alle amministrazioni del suo territorio, però, di fatto, senza un potere coercitivo, perché obbligare i Comuni e gli Enti locali a prescrivere delle misure è cosa difficile, se non impossibile, forse anche perché non permesso dalla legislazione vigente.
Questa, però, non deve essere una scusa per essere poco esigenti, anzi deve essere uno sprone ad essere molto esigenti. Gli Enti locali possono ottemperare o meno alle misure prescritte dalla Regione, ma la Regione ha fatto il suo dovere, ha prescritto nel suo piano quello che la scienza ormai ha accertato relativamente agli impatti sulla salute e sull'ambiente.
A questo punto, quindi, la responsabilità ricade sugli Enti locali che nella misura in cui è possibile, le possono applicare o meno.
L'intelligenza, quindi, sta nel trovare la giusta misura per non imporre alle amministrazioni norme impossibili da applicare, ma prescrivere linee guida che devono essere applicate il prima possibile.
Questa premessa ovviamente si cala sulla situazione emergenziale che abbiamo sulla qualità dell'aria nelle città capoluogo del Piemonte, ma anche nella Pianura padana, perché il problema della concentrazione di particolato riguarda tutta l'area della pianura, non solo i centri a più alta concentrazione di abitanti.
Ciò che chiediamo è che si rediga un piano di qualità dell'aria con obiettivi a medio-lungo termine, quindi non si limiti ai soliti cinque o sei anni, ma si prescrivano misure di lungo periodo.
Questo non deve essere prescrittivo nel piano, ma se vogliamo avere una visione di lungo periodo, non possiamo limitarci a cinque anni, ma dobbiamo buttare un occhio a quello che vogliamo fra tra dieci o vent'anni.
Questo deve coinvolgere il parere degli Enti locali e dei soggetti anche privati maggiormente significativi sul territorio. Noi non vogliamo imporre qualcosa che poi viene rifiutato dalle parti, perché sarebbe inutile, quindi prescrivere un piano di azioni specifiche per le situazioni di concentrazioni emergenziali ed inquinanti nella qualità dell'aria superando le norme consentite dalla normativa vigente, che è quella europea, sulla qualità dell'aria.
Adesso veniamo a ciò che abbiamo modificato con l'Assessore Valmaggia.
Le misure che erano strettamente prescrittive sembrava fossero impositive verso gli enti, diventando non valutazioni nel piano, quindi non è che si valuta se il disincentivo all'uso dell'auto si può fare o meno, o se si possono fare incentivi alla mobilità sostenibile o meno. No, le misure che sono scientificamente dimostrate, e che sono valide per la riduzione degli inquinanti, vengono inserite nel piano. Dopodiché, gli enti le possono adottare o meno, non è un problema, però sono scritte, perché la scienza dice questo. Ci si limita, quindi, a quello che è appurato scientificamente. Qui noi non mettiamo dei paletti su che cosa è appurato scientificamente o no, ma diciamo che qualcosa deve essere scritto sulle misure da adottare per ridurre le fonti appurate scientificamente come causa dell'inquinamento e degli agenti nocivi per la salute umana, senza definirli nello specifico e rifacendoci alla comunità scientifica.
Le misure di sostituzione dei mezzi pubblici con mezzi a minore emissione, quali elettrico, metano e GPL, sono misure non prescrittive ma ove possibile, secondo le disponibilità economiche.
Le modifiche che abbiamo concordato con l'Assessore, quindi, sono quelle di inserire queste valutazioni nel piano: non a valutarle, ma ad inserirle. Dopodiché, per quanto riguarda i mezzi a combustibile più inquinante, il disincentivo deve essere fatto nella misura in cui le emissioni un danno alla salute scientificamente dimostrato. Questa è un'aggiunta che abbiamo fatto. Dopodiché, chiedo l'attenzione della Giunta perché è un elemento che abbiamo aggiunto adesso: chiediamo che il piano della qualità dell'aria sia redatto entro il primo semestre del 2016 e niente di più.
Mostriamo questo documento con le variazioni e sentiamo qual è il parere.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola al Presidente Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Colgo l'opportunità di intervenire su un tema che ha l'attenzione ovviamente, dell'opinione pubblica da tempo e di farlo nell'Istituzione davanti al Consiglio regionale e non, come a volte succede, attraverso i media e parlando in Consiglio dopo.
Lo voglio fare anche perché anche qui, per una volta tanto, un atto di indirizzo cade prima di un momento che potrebbe essere rilevante l'incontro di mercoledì con il Governo, in cui l'Assessore Valmaggia rappresenterà la Regione e si potrà fare forte, io mi auguro, di un indirizzo comune da parte di tutto il Consiglio.
Il mio intervento è molto semplice e rapido, vi saranno due considerazioni e poi una proposta, soprattutto per il livello nazionale.
Le considerazioni mi pare siano in totale sintonia con il Consigliere Valetti; anzi, commentavo prima, io mi permetterei, rispetto al Consigliere Valetti, di aggiungere un suggerimento in più, almeno se ho ben capito.
Parto da una considerazione. Dobbiamo evitare il rischio dell'emotività del breve periodo, perché l'emotività del breve periodo provoca allarmismi ma tutti sappiamo che quello che succede in questi giorni non ha effetto immediato in questi giorni, ma ha effetto che si protrarrà nel tempo quindi noi, più che essere allarmati, dobbiamo prendere spunto da quello che succede oggi, per intervenire e far sì che, in occasione del prossimo evento meteorologico che riproponesse le caratteristiche di oggi, vi sia una riduzione delle sostanze inquinanti.
Inoltre, il breve periodo è un cattivo suggeritore, proprio perché è molto difficile intervenire. In dieci anni da Sindaco, credo che le abbiamo provate tutte: targhe alterne, blocco della domenica, blocco del sabato eccetera. In fin dei conti non dico che siano provvedimenti inutili, ma provvedimenti che non lasciano significative tracce nel breve periodo.
Quindi, proprio per questa difficoltà, il rischio è che poi ci sia la tentazione che ognuno di noi scarichi le proprie responsabilità passando il cerino acceso a quello che gli sta vicino, oppure ci può essere questo rischio delle politiche fatte di tavoli a mezzo di tavoli, per cui, a forza di fare tavoli, aumenta ancora la lo smog, perché tutti si muovono in macchina e, alla fine, non si ottiene nessun risultato.
Dobbiamo giustamente cogliere l'occasione per rafforzare una politica di medio-lungo periodo, partendo però da una considerazione, che qui io non ho sentito e che invece voglio introdurre.
Se guardiamo i dati di medio-lungo periodo, cioè da quando le rilevazioni articolate vengono condotte, in Piemonte e a Torino c'è stato un miglioramento netto e costante rispetto a tutte condizioni di inquinamento; perlomeno da quando sono cominciate le rilevazioni. Se insomma, facciamo un interpolante di dati, quindi attraverso i picchi scopriamo che è un interpolante che ha una tendenza negativa.
Questo non ci deve autorizzare a dire che andrà così per sempre, ma ci deve incoraggiare ad andare avanti sulle politiche che sono state adeguate è questo il criterio per valutare le politiche. Per apprezzare la bontà delle politiche, bisogna valutarne gli effetti sul medio e lungo periodo.
Torino è già la città più teleriscaldata d'Italia in termini di abitanti serviti; va incoraggiato un ulteriore potenziamento di questa politica, sicuramente in parte per incentivi dati dalla politica, in parte anche per opportunità di mercato: la sostituzione dei sistemi di propulsione dei veicoli con sistemi in tutte le categorie di minore impatto ambientale, dai diesel fino alle auto elettriche, contribuisce a migliorare significativamente la qualità dell'aria. Sicuramente vanno estese le zone e le aree caratterizzate a riduzione di circolazione dei veicoli.
Diciamo che ci sono una serie di politiche che sicuramente gli stessi comportamenti individuali possono assecondare; comportamenti che sono cambiati notevolmente nel corso degli ultimi vent'anni. Un tempo questo era un tema che sostanzialmente non veniva considerato rilevante; oggi è un tema su cui, a livello diffuso di opinione pubblica, c'è un'attenzione assai significativa.
Naturalmente, il tema dei mezzi pubblici e del loro rinnovamento è un tema centrale che qui incrocia il problema delle risorse, come hanno detto il Consigliere Valetti e il Consigliere Grimaldi poc'anzi, però è un tema che, ad esempio, suggerisco di portare a Roma. Non si capisce infatti perché la metropolitana di Torino, a differenza di altre metropolitane italiane, non abbia i contributi da metropolitana e quindi abbia dei costi obbiettivamente maggiori di quelli di altre metropolitane. Si tratterebbe semplicemente di adeguare il contributo al trasporto pubblico che viene dato in altre città che hanno un sistema di metropolitana sotterranea esattamente come quella di Torino.
Suggerirei di accelerare un'indicazione che in c'è in legge di stabilità, cioè quella di dare luogo a un fondo nazionale che consenta l'acquisizione di materiale per il TPL, sia rotabile sia dei mezzi su gomma, per potere far sì che gli Enti locali possano fare le gare ed utilizzare quella centrale unica d'acquisto per avere i mezzi. Quello potrebbe permettere di fare delle gare e acquisire del materiale più avanzato, perché è previsto in uno degli articoli della legge di stabilità consentendo di acquistare materiale su gomma e rotabile da mettere a disposizione, e chi fa le gare può attingere da quella fonte. Quindi indurre una domanda di mezzo pubblico, indurre una domanda di mezzi pubblici puliti e consentire ai Comuni e alle aree vaste di avere con certezza la possibilità di disporre di questo materiale rotabile innovativo.
Da questo punto di vista, mi pare che l'indicazione che contiene la mozione potrebbe delineare le linee del Piano sull'aria, da presentare nel più breve tempo possibile. Questa è la direzione, quindi questa mi sembra la strada da portare avanti.
Nel breve periodo, e finisco, come ho già detto prima, al di là di misure ed episodi che contengono messaggi, ma con poco effetto, credo che si potrebbe avanzare una proposta a livello nazionale. La delineava in qualche misura, giustamente in termini generali, il Consigliere Grimaldi.
Potremmo chiedere che in Conferenza unificata (Stato, Città e Regioni), in modo che siano tutti protagonisti e che ci sia una formalizzazione cogente si definiscano aree regionali omogenee, ovviamente dal punto di vista climatico, magari escludendo le vallate. Se penso al Piemonte e alla Lombardia, la Liguria non è sicuramente omogenea, la Valle d'Aosta neppure la Valtellina e la Val d'Ossola, tanto per dire.
Pertanto, bisogna delineare aree omogenee; bisognerebbe avere un campione di centraline di monitoraggio omogenee, rappresentative di questi territori vasti, e poi, più o meno come avviene per altri fenomeni meteorologici critici, avere delle soglie di allarme e di attenzione che prevedano dei meccanismi automatici o semiautomatici, nel senso che siano dei meccanismi e delle prescrizioni che dovrebbero scattare se si verificano queste condizioni di allarme, che possono essere definite con dei colori molto facilmente (dal giallo fino al rosso scuro), sapendo che poi - io questo non lo cambierei mai - sono i Sindaci a dover, in ultima istanza, adottare e firmare i provvedimenti, perché credo che in questa materia il Sindaco sia sovrano. Cioè una sorta di definizione di aree omogenee e di soglie di attenzione che prevedano - adesso lo dico volutamente in modo provocatorio - da una soglia minima che prenda in considerazione l'arresto dei veicoli più inquinanti nei centri abitati o la limitazione delle ore di riscaldamento, fino a una soglia massima che preveda il blocco di tutta la circolazione su un'area vasta, comprese le aree tangenziali e autostradali, perché se di allarme si tratta e se intervento massiccio deve essere, bisogna che sia un intervento che risponda con una dose altrettanto massiccia e forte.
Quindi a me sembra che, se si vuole provare a dare un suggerimento per delle misure di politica nazionale che possano cercare di incidere nel breve periodo, nell'immediato, questa è una strada che forse va perseguita.
Ricordo che questa strada la tentammo - lo dico per onestà - nel 2007 o 2008 (non ricordo perfettamente) con l'allora Sindaco Moratti: tentammo un'intesa destinata a coinvolgere, attraverso l'ANCI, gli altri Comuni. Non fece molta strada, devo dirlo con grande onestà, perché è evidente che finché si tratta di stare su provvedimenti di bassa soglia, allora è relativamente facile prendere in considerazione delle risposte comuni, ma quando si alza la soglia, come ad esempio in questi giorni poiché sono due mesi che non piove, è evidente che bisognerebbe aumentare la soglia dell'intervento, e questo non vi è dubbio che ha delle ricadute pesanti in termini non solo dell'economia, ma anche in termini di vita (basta pensare alle scuole). Ma proprio per questo, io credo che, per evitare che ogniqualvolta si crea una situazione di emergenza ci sia questo rincorrersi di provvedimenti presi più o meno a mezza voce, sarebbe un tema che vale la pena di discutere su un tavolo nazionale almeno per adottarne la parte più di base, quella che perlomeno affronta le questioni nella loro parte più bassa di emergenza, altrimenti rischiamo che sul breve periodo si riesca davvero a fare interventi che non hanno un impatto immediato, come invece secondo me, è necessario fare.



PRESIDENTE

Consigliere Valetti, lei ha apportato delle modifiche al suo ordine del giorno: venga al banco della Presidenza, così controlliamo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Prendo la parola a maggior ragione dopo l'intervento, peraltro apprezzabile, del Presidente Chiamparino. Gli ordini del giorno presentati oggi, sia il nostro che quello presentato da un componente della maggioranza, cercano di apportare delle migliorie e invitano a prendere delle misure concrete, delle decisioni concrete, perché siamo ancora qui con l'emergenza, ma di fatto non si è ancora fatto nulla che, a nostro avviso, possa essere apprezzabile. Faccio l'esempio di Torino, ma il problema degli sforamenti nelle emissioni non è solo a Torino: è anche in altre città del Piemonte: Alessandria, Asti, ecc. Torino, però, è l'esempio più grande ovviamente anche per popolazione, oltre perché siamo qui in questo momento.
Sono state adottate delle misure che, a nostro avviso - l'abbiamo detto sono populiste e demagogiche, perché dire che si viaggia gratis sui mezzi pubblici come avvenuto dieci giorni fa e poi non informare nemmeno bene le persone o far sì che poi le persone (l'ho visto coi miei occhi) non riescano nemmeno a trovare il tornello aperto perché ce n'è solo uno e vidimino il biglietto, non serve a nulla ed è veramente populismo per uscire sui giornali e dire che si è fatto qualcosa.
Allo stesso modo, dare la possibilità di viaggiare per tre giorni con un solo biglietto urbano, se da un certo punto di vista può essere una soluzione più apprezzabile - e qui penso che si sia copiato ciò che è stata fatto a Milano - non è comunque una soluzione che porti a dei risultati apprezzabili: non c'è nulla di prescrittivo, ma sono inviti fatti e decisioni delegate alla sensibilità delle persone. Ed è piuttosto strano perché, quando c'è di mezzo la salute delle persone, purtroppo, chi ha la responsabilità di governo, deve anche prendere delle decisioni che ad alcuni possono sembrare impopolari. Probabilmente, questo non lo si è voluto fare in questo momento a Torino perché il Sindaco della Città metropolitana di Torino, Fassino, si ricandida a fare il Sindaco e allora magari è più difficile attuare delle misure impopolari.
Il Presidente Chiamparino ha detto: "Le abbiamo provate tutte". Sì, è probabile: le avete provate tutte. Però, proprio perché abbiamo di fronte colui che in questo momento è il Presidente della Regione e che in passato per due legislature, ha fatto il Sindaco di Torino, probabilmente non sono stati attuati dei programmi concreti, altrimenti non saremmo in questa situazione, perché nonostante la crisi, che ha diminuito certamente l'impatto della componente industriale alle emissioni, nonostante la crisi abbia probabilmente diminuito in parte il traffico cittadino, nonostante forse sia leggermente migliorato il parco veicoli circolante, nonostante tutto questo siamo ancora a parlare di emissioni importanti di articolato siamo ancora a parlare di sforamenti rispetto al limite massimo consentito di 35 giorni all'anno di sforamenti e, appunto, siamo ancora a parlare di come fare dei programmi, dei piani per evitare che tutto questo accada.
Allora possiamo dire oggi, a ragion veduta, che in questi anni è stato fatto poco o nulla.
Da questo punto di vista, noi siamo disponibili, oltre ovviamente a votare l'atto di indirizzo di oggi, anche ad essere parte attiva quando la Commissione competente affronterà il Piano dell'aria, sperando che in esso vengano contenute delle indicazioni importanti come quelle che intendiamo inserire anche con l'atto di indirizzo di oggi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
E' un tema quanto mai attuale e non posso che essere d'accordo col Presidente Chiamparino quando afferma che gli interventi devono essere interventi sistemici, che provano a guardare al futuro, al di là di quella che può essere vista come l'emergenza attuale.
Tuttavia voglio ricordare anche una serie di interventi che la Città di Torino ha messo in campo negli ultimi anni, che sicuramente vanno in una direzione importante. Penso, come diceva già il Presidente, al teleriscaldamento: più di 400 mila abitanti di Torino sono serviti dal teleriscaldamento, che ha permesso l'eliminazione di più di 6.000 caldaie che avevano un effetto inquinante non secondario. Ma penso anche a tutto il progetto di car sharing che oggi la Città di Torino utilizza moltissimo.
Nelle prossime settimane verranno installate circa 700 colonnine per l'alimentazione delle auto elettriche. Quindi, è una visione assolutamente importante.
Voglio anche ricordare il tema dell'efficientamento energetico. Si sta procedendo alla sostituzione di 55 mila lampade tradizionali con lampade a led. Questo ha un'importanza enorme, intanto perché libera delle risorse economiche importanti, visto che il costo dell'energia si riduce di almeno il 50%, e queste risorse possono essere impegnate e finalizzate alla riduzione dell'inquinamento.
Questo significa che vengono consumati anche 20 milioni di kilowattora all'anno in meno e conseguentemente vengono consumate 3600 tonnellate di petrolio all'anno in meno. Quindi, sono provvedimenti che vanno nella direzione di andare oltre l'emergenza attuale, emergenza che ovviamente non può non essere valutata.
Io non sono mai stato un tifoso delle targhe alterne, perché le ritengo più foriere di problemi che di soluzioni a favore dell'ambiente. Penso che invece, la chiusura totale dei centri storici al traffico sia un provvedimento da valutare in casi come questi, ma non sicuramente le targhe alterne.
Vi sono anche altri provvedimenti che riguardano il potenziamento del traffico su ferro sia per i passeggeri sia per le merci. In Italia abbiamo efficientato tutto il programma di trasporto ferroviario ad alta velocità per i passeggeri e penso che moltissimi di noi quando devono andare a Roma preferiscono più il treno che l'aereo, che è sicuramente altamente competitivo nei confronti del trasporto privato su gomma. Dobbiamo assolutamente puntare sull'intermodalità gomma-ferro per cercare di aumentare l'insignificante percentuale di trasporto merci che oggi effettuiamo con il ferro.
Noi continuiamo a vedere circolare anche sulla nostra tangenziale decine di migliaia di vettori merci al giorno e un adeguato programma di trasporto su ferro potrebbe dare una mano alla riduzione del carico inquinante sul nostro tessuto urbano.
Questo per dire che molte sono le cose che la Città di Torino ha già fatto e molte sicuramente possono essere ancora fatte. Io non sono per minimizzare nemmeno i provvedimenti assunti per cercare di avvicinare i cittadini all'utilizzo del trasporto pubblico sia con la gratuità per due giorni sia con l'iniziativa attuata in questi giorni, ovvero il biglietto unico con il quale si può circolare tutto il giorno utilizzando tutti i mezzi di trasporto, dalla metro ai mezzi in superficie. Sono interventi che sicuramente avvicinano il cittadino all'utilizzo del trasporto pubblico.
Quello che dicevo sul fatto di liberare risorse grazie all'efficientamento energetico può essere utilizzato anche per cercare di avere dei vettori del TPL che siano a minor impatto sull'ambiente.
Tutti questi interventi strutturali uniti ad un piano di intervento che deve essere assolutamente razionalizzato su area vasta, possono dare delle risposte importanti, molto più che provvedimenti spot dettati dall'urgenza, che servono molte volte più a tacitare le richieste che arrivano in modo non scientifico piuttosto che mettere in campo interventi strutturali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Arriviamo a discutere gli ordini del giorno sul tema dell'inquinamento e dello smog urbano, tema che ormai è all'attenzione dei media, dei giornali e anche delle persone da almeno un mese circa.
Non piove da fine ottobre, quindi sono 60 giorni circa (anche qualche giorno in più) che non piove. Quindi, sicuramente una delle cause dello smog e dell'inquinamento nella nostra città e nella Pianura Padana sono le condizioni climatiche.
In inverno c'è il fenomeno cosiddetto di "inversione termica", nel senso che l'aria calda tende a salire mentre l'aria fredda tende a ristagnare e quindi gli inquinanti restano schiacciati a terra. In più oltre alla pioggia non c'è neanche vento e siamo, com'è noto, in un cosiddetto catino circondato dalle Alpi e dall'Appennino ligure e quindi le polveri inquinanti, le cosiddette polveri sottili, non si spostano e galleggiano in uno strato di circa 100-200 metri, e le inaliamo direttamente.
Quindi, sicuramente le condizioni climatiche stanno peggiorando, nel senso che ci sono sempre più inverni miti e siccitosi; addirittura abbiamo il fenomeno di carenza di acqua idropotabile, che si sta manifestando in questi giorni, e anche problemi di incendi in inverno, che è una questione che non succedeva molto spesso in passato. Per questo dobbiamo mettere in campo delle misure strutturali, secondo il nostro punto di vista, cioè non si può dire solo che il 2014 è stato un anno piovoso e quindi abbiamo avuto poche polveri sottili, pochi giorni di inquinamento e pochi giorni di superamento dei limiti, mentre il 2015 è stato un anno orribile, e interveniamo quando ormai l'emergenza è quasi passata.
Lo dico un po' provocatoriamente: siamo da 60 giorni in una situazione di aria veramente inquinata, le previsioni meteo parlano di pioggia in città e neve in quota per il 2 gennaio. La politica ha questi tempi, ma dovrebbe, forse, intervenire prima, perché con i tempi della politica prima che ci si incontri tra Consiglieri, Sindaci, Assessori, Ministri eccetera per mettere in atto delle strategie, l'emergenza in un modo o nell'altro è già superata, o con un eccesso di mortalità - com'è stato riscontrato da autorevoli fonti - oppure perché il problema si è risolto.
Sull'eccesso di mortalità fatemi dire due cose, anche in qualità di medico. E' noto ed è evidente - contestando quindi quanto detto dal Presidente Chiamparino - che le conseguenze non sono solo a lungo termine e tra l'altro sottolineo che le conseguenze a lungo termine non sono molto piacevoli, nel senso che le conseguenze a lungo termine di polveri sottili inalate profondamente nel polmone possono essere anche molto spiacevoli cioè ci può essere un aumento di incidenza (cioè di nuovi casi) di patologie tumorali. E questo si è visto soprattutto nei bambini, che sviluppano sempre di più patologie tumorali da piccoli, e anche negli adulti, con un aumento di incidenza. Quindi, non è che gli effetti a lungo termine siano tanto piacevoli.
Gli effetti a breve termine, però, Presidente Chiamparino, esistono senza dubbio e colpiscono la classe di cittadini più fragili, ovvero gli anziani e tutte le persone che hanno delle difficoltà respiratorie o cardiache. Quindi, classicamente - e guardo il collega Boeti, perché almeno su questo ci intendiamo - chi soffre di bronchite cronica ostruttiva, nel caso di una pessima qualità dell'aria o molto inquinata, tende ad avere delle riacutizzazioni, cioè avere degli episodi di bronchi e polmoniti più frequentemente. E queste in un paziente anziano o fragile possono essere anche mortali, oltre ad avere un effetto immediato e visibili sui nostri pronto soccorso, perché ci sono più persone che si recano al pronto soccorso - quindi valutiamo anche in un'ottica di costi sanitari.
Ho sempre detestato chi prova a fare i calcoli, cioè a monetizzare le giornate di malattia, di assenza dal lavoro, di mortalità, perché da un punto di vista medico mi sembra orribile. Però, essendo in questo caso prestato ad un'Amministrazione pubblica, bisogna fare anche una valutazione da un punto di vista dell'impatto dei costi sanitari.
Quindi, ci sono dei costi sanitari notevoli derivanti dall'inquinamento. Un Sindaco, come lo era il nostro Presidente Chiamparino o, adesso, Fassino, è la massima autorità sanitaria, quindi, se vengono presi dei provvedimenti, questi devono valere su tutti i Comuni, non è che un Comune può dire che non lo fa perché è in scadenza di mandato, mentre Pisapia a Milano, che non si ricandida - forse siamo un po' maligni, un po' cattivi e cattivelli in questo senso - attua il blocco delle auto, anche se dalle 10 alle 16 magari non avrà tanta efficacia. Fassino, invece, è fermo non fa nulla se non aver regalato due giorni di biglietto gratis sui pullman, perché farlo adesso in un periodo in cui ci sono le feste e le scuole sono chiuse non è un grande risultato.
Ovviamente, non si possono fare a fine legislatura. Ormai, la legislatura di Fassino è terminata a Torino senza alcun risultato concreto e senza alcuna iniziativa concreta.
Visto che il Presidente Chiamparino mi sembra non abbia portato a casa grandissimi risulti - checché lui ne abbia detto, poi abbiamo posizioni diverse - quando era Sindaco, almeno adesso, come Presidente della Regione visto che siamo all'inizio (è passato un anno e mezzo), cerchiamo di mettere in atto un piano di risanamento della qualità dell'aria immediato cioè che, se lo approviamo nel 2016, possa iniziare ad avere effetto per gli anni 2017, 2018 e 2019. Magari, a fine legislatura, lei e la sua maggioranza potrete dire che qualcosa avete fatto, altrimenti ci ritroveremo ciclicamente, tutti gli anni - magari un anno pioverà di più e un anno di meno - a dover dire sempre le stesse cose.
Questa è anche una delle cose che alla cittadinanza non piace, perch noi siamo soliti parlare molto, ed è quello che percepiscono all'esterno senza poi vedere risultati positivi, se non risultati negativi.
Oggi - pensiamoci bene - è paradossale che noi discutiamo dell'inquinamento dell'aria, di misure e di provvedimenti per ridurre l'inquinamento dell'aria quando voi vi state accingendo a varare la reintroduzione del bollo sulle vetture ecologiche. Proviamo ad astrarci innanzitutto io - dalla polemica politica: se uno ci pensa, all'esterno pensano che non si colleghi tanto la testa con la lingua, nel senso che, da una parte, si parla di...



(Commenti del Consigliere Ravetti)



BONO Davide

No, parlo del Consiglio in generale, Consigliere Ravetti.
Ho detto che "il Consiglio si accinge a varare un provvedimento": non ho detto "maggioranza", ho detto "opposizione".
Riformulo per non suscitare polemiche: i cittadini potrebbero non capire perché, da un lato, parliamo di ordini del giorno - che sapete hanno un valore, sono ordini del giorno - cioè di atti di indirizzo, per ridurre l'inquinamento dell'aria, mentre, dall'altra, il "Consiglio" probabilmente con i voti, ovviamente, della maggioranza e forse no delle opposizioni, immagino - si accinge a varare un provvedimento che reintroduce il bollo sulle auto ecologiche. Cioè, c'è un po' di confusione anche nella comunicazione all'esterno.
Noi abbiamo presentato un ordine del giorno, che, ovviamente, non parla di bollo auto ma di questo provvedimento che, invece, dovremo approvare tutti insieme come Consiglio, mi auguro. Relativamente al piano di risanamento della qualità dell'aria, dobbiamo introdurre delle misure che trovino non solo condivisione nel Consiglio, più o meno unanime, ma anche nelle Amministrazioni comunali - su questo ha ragione il Presidente Chiamparino. Cioè, i Sindaci dell'area metropolitana devono essere ascoltati, perché se la Regione redigesse un piano e già il Comune di Torino ci dicesse che loro non lo applicano, sarebbe totalmente inutile perché già Torino produce il 50% dell'inquinamento della Città metropolitana.
E' vero, anche su questo sono d'accordo: forse, Presidente Chiamparino le targhe alterne non servono granché. Ricordo che quando ero un po' più giovane la mia famiglia acquistò un'auto pari e un'auto dispari, per aggirare semplicemente la modalità delle targhe alterne. E' vero, su questo ha ragione, perché fatta la legge, si trova la gabola; è giusto ed è anche legittimo da parte di una famiglia che, magari, deve portare i bambini a scuola e ha queste difficoltà.
Innanzitutto, si devono garantire i servizi. Lo diceva lei prima, e ha ragione: come si fa a dire a una famiglia che non ha uno scuolabus che porta i suoi bambini a scuola di non usare la macchina, se la scuola si trova, magari, a chilometri di distanza? E' impensabile, occorre attuare politiche mirate tra trasporti, sanità - quindi, prevenzione - e ambiente insieme, a livello regionale e a livello nazionale, altrimenti non andiamo da nessuna parte.
Inoltre, mi preme richiamare un discorso molto importante - non ne ho parlato con i colleghi, però mi impedirebbe di votare l'ordine del giorno del collega Grimaldi, glielo espongo in tempi rapidissimi - quello dei filtri antiparticolato: lo abbiamo detto più volte - penso anche il collega Valetti - ed è scientificamente dimostrato che i filtri antiparticolato sono un grosso problema, non risolvono il problema dell'inquinamento.
Infatti, c'è stata quella controindicazione, per cui noi li abbiamo acquistati, li abbiamo installati sui nostri pullman a gasolio, che poi hanno preso fuoco, quindi li abbiamo dovuti disinstallare.
Quindi, nell'ordine del giorno chiedere, quale politica di incentivazione della qualità dell'aria, l'inserimento dei filtri antiparticolato, che siano bus o che siano auto, personalmente - non ne ho parlato con i collegi - mi trova in difficoltà e non potrei votare l'ordine del giorno, che nel resto del testo condivido pienamente.
Ultimissima questione, non ne abbiamo parlato forse anche perché è una misura...



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



BONO Davide

Sì, tra parentesi.
Non abbiamo parlato, in quanto è un tema ancora controverso, del lavaggio delle strade. Su questo non sono riuscito a trovare studi scientifici che dicano se serva o meno. Leggendo i giornali, c'è chi dice che è utilissimo e c'è chi dice che è una bufala, che non serve a niente ovviamente, dobbiamo contemperare l'esigenza, da una parte, di salvaguardare la risorsa acqua, perché non è che ne abbiamo tantissima, e dall'altra, fare un servizio utile alla cittadinanza.
E' facile dimostrarlo, chiunque lascia un'autovettura parcheggiata su una strada molto trafficata dopo un giorno la ritrova nera. Forse anche questa potrebbe essere una misura che si può attuare per diminuire l'impatto delle particelle che restano nell'aria e vengono tirate su dalle automobili e quant'altro.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Sicuramente in questo dibattito si stanno ascoltando considerazioni e anche proposte molto concrete nel merito, per affrontare un tema che in questi giorni è esploso.
Credo sia opportuno accogliere l'invito del Presidente Chiamparino di in qualche modo, separare le questioni dell'emergenza da quelle strutturali e non farci prendere dal panico emotivo; però, è altrettanto vero che è tradizione della politica, o anche dei media, occuparsi delle questioni quando diventano emergenza, quando diventano pressanti e ci toccano anche da vicino. Credo che ciascuno di noi in questi giorni, se può, eviti di passeggiare per Torino o nelle nostre città e, se proprio deve passeggiare si renda materialmente conto di cosa sta succedendo. Questo è l'ambito nel quale siamo costretti.
Però ritengo opportuno nel nostro dibattito, come sta avvenendo sottolineare innanzitutto gli interventi di natura strutturale: sono tanti sono stati citati e sono stati realizzati da una grande città come Torino ma anche da altri piccoli e medi centri del Piemonte, che hanno orientato le loro politiche sul teleriscaldamento o sull'efficientamento energetico o, in qualche modo, incentivando una mobilità più sostenibile. Certo, non siamo ancora al fondo di questo percorso, siamo nel bel mezzo del guado relativamente a questo percorso di miglioramento strutturale, di interventi che possano avere un'incidenza davvero efficace e con effetti a lungo termine sulla qualità dell'aria.
Però, anche la proposta del Presidente Chiamparino per quanto concerne la modalità con cui gestire l'emergenza può essere considerata una proposta strutturale, perché anche la gestione dell'emergenza necessita di un metodo che, ad oggi, in effetti, non esiste.
Io ero tra quei Sindaci che raccolsero il suo invito nel 2007: andai a Milano a quell'appuntamento rigorosamente in treno e in metro, in effetti sono stata una delle poche e quell'appello cadde nel vuoto, ma da lì si deve ripartire. Da oggi, dal 2015, dalle condizioni attuali, si deve ripartire tenendo anche conto che noi quest'anno abbiamo pagato la mancanza della Provincia. Chiedo scusa al Consiglio, rimango una vecchia provinciale, da questo punto di vista. Quanto meno, però, sicuramente la Provincia di Torino - ma credo anche le altre - aveva messo in atto, negli anni, un metodo per gestire l'emergenza in modo coordinato e collegiale.
Pertanto, anche se si rischiava di adottare soluzioni che non hanno dato grandi risultati, ad inizio stagione autunnale ci si riuniva e si cercava di portare avanti, su tutto il territorio metropolitano, una serie d'iniziative ed interventi innanzitutto condivisi (sappiamo bene come non abbia senso un provvedimento adottato a Torino e non preso a Grugliasco Chieri, e così via).
Domani ci sarà il tavolo metropolitano, ma siamo a fine anno. Questo percorso deve essere affrontato prima, pertanto torno alla proposta del Presidente Chiamparino, che ritengo debba essere sostenuta e portata sui tavoli nazionali. Infatti, se nelle altre emergenze ambientali i livelli di allerta sono strettamente collegati a fenomeni che i cittadini vedono molto bene (pensiamo al sistema di allerta per la pioggia, dove i fiumi tracimano e si vede molto chiaramente; non parliamo del terremoto o altri fenomeni simili), in questo caso, al di là delle sensazioni personali (do conto di qualche situazione che i nostri pronto soccorso possono evidenziare) l'allarme rischia di non esserci.
E allora, credo vada fatta una codificazione condivisa dei numeri, che metta in atto delle operazioni. Da questo punto di vista, non si deve aver paura e occorre condividere anche operazioni estreme, come il blocco totale del traffico, seppure quest'ultimo abbia solo il 30-35% (ciascuno ha le sue percentuali) d'incidenza sul fenomeno dell'inquinamento. Se l'abbiamo fatto nel '73 (chi è più anziano, come me, lo può ricordare), quando siamo andati a piedi per un po' di domeniche, perché il petrolio costava troppo caro forse possiamo stare anche completamente fermi oggi, perché ne va della nostra salute, attuale e futura. Certamente, però, questo non può essere fatto in modo estemporaneo e scoordinato.
Ritengo non si possano assolutamente non riconoscere in quest'Aula gli interventi strutturali che sono stati fatti e che ho citato prima. Se come io auspico - questo Consiglio regionale è nelle condizioni di approvare due documenti e condividere una serie di azioni di breve, ma anche medio e lungo periodo, riguardanti la mobilità sostenibile e una serie di azioni concrete sul trasporto pubblico locale, occorre sfrondare un po' la nostra discussione dalla polemica politica e di parte. Non deve girare tutto attorno a Torino, perché - vivaddio - inciderà molto in Piemonte, ma è soltanto una delle grandi città della nostra regione. Il Piemonte è più vasto e la situazione difficile si verifica anche a Casale Monferrato, ad Asti o Alessandria, che, in questi giorni, risulta essere una delle città con più alto grado d'inquinamento.
Pertanto, rivolgo questo invito e appello anche ai Consiglieri del Movimento 5 Stelle, il cui ordine del giorno ha, nell'impegno alla Giunta delle azioni condivisibili e fattibili, che credo abbiano già verificato con l'Assessore Valmaggia. Quel documento, però, dovrebbe essere sfrondato da quel giudizio estremamente negativo sulle azioni della Città di Torino e della Regione Piemonte, perché - peraltro - non sono veritieri.
Certo, ognuno ha il suo punto di vista: noi non condividiamo né l'una né l'altra critica. Né quella nei confronti della Città di Torino, per le azioni fatte, che sono già state ricordate in aula, quindi non le riprendo ne quella nei confronti della Regione Piemonte, che negli ultimi anni ha contribuito all'acquisto di un numero rilevante di autobus a metano per il trasporto pubblico locale in tutta la regione, solo per citare un intervento.. Ancora, con l'Assessore Valmaggia, un ulteriore intervento di finanziamento per autobus elettrici, che andranno sicuramente a migliorare la situazione. Rimangono ferme le diverse posizioni politiche in proposito ma occorre tenere conto che l'intervento che questa Regione ha fatto per incentivare il trasporto ecologicamente sostenibile è stato forte: è stato il più deciso e determinato in tutta l'Italia.
Quella piemontese è stata l'unica Regione a concedere agevolazioni per quel tipo di vetture a basso impatto energetico ed oggi ci apprestiamo viste le condizioni difficili del nostro bilancio, a trovare delle soluzioni che siano mediate, che possano tenere insieme l'impegno ecologico con la necessità di contemperare le scelte di bilancio.
Per concludere, ritengo che il nostro impegno debba concentrarsi, nel prossimo anno, sul piano della qualità dell'area, con tempi che auspico siano più veloci di quelli che solitamente abbiamo nella V Commissione perché abbiamo tante cose da fare e abbiamo bisogno di impegnarci celermente.
Chiedo anche all'Assessore di prevedere un passaggio in Commissione, in questa fase di costruzione del piano, quindi già a gennaio, nelle prime riunioni di Commissione, affinché anche i Consiglieri, così come devono essere ascoltati gli enti locali e il piano debba essere condiviso con gli stessi, possano vedere su quale strada si sta andando e quali sono gli ambiti del nostro intervento e del nostro operato.
Con queste considerazioni, l'impegno del Consiglio regionale deve concretizzarsi - oggi - nella votazione di queste mozioni, che - ripeto devono essere molto operative e concrete. Il nostro impegno, però, deve essere costante e soprattutto trasversale tra le varie competenze, per mettere insieme interventi che riguardino tutte quelle azioni che hanno davvero un'incidenza strutturale su questo tema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Quello che voglio aggiungere a questa discussione è un'esortazione perché quello attuale, pur essendo un evento di tipo estremo, è comunque un qualcosa cui siamo ormai abituati da diversi anni, ed è un trend che non può che aumentare. Questo è documentato dall'ARPA e addirittura, a livello internazionale, la NASA ci documenta che da dieci anni, anno dopo anno i giorni di copertura nuvolosa e le precipitazioni sono in diminuzione (mediamente, ovviamente).
Pertanto, quella che abbiamo di fronte è una situazione già nota, che avrebbe dovuto essere affrontata in maniera strutturale, ma questo vuol dire che bisogna prendere in considerazione quelle idee che portano ad affrontare effettivamente il problema.
Noi non affronteremo effettivamente questo problema, finché non decidiamo come uscire dall'impasse che ci fa dipendere dalle fonti fossili per l'approvvigionamento energetico: dalla mobilità, al riscaldamento all'uso industriale. In merito all'uso industriale, ci ha pensato la crisi economica, che ha falciato le strutture industriali piemontesi con un crollo di quasi il 40% del fabbisogno energetico, ma, per quanto riguarda l'autotrasporto, siamo allo stesso livello di utilizzo del combustibile fossile di dieci anni fa.
Ricordo, poi, anche per quello che riguarda l'uso civile (riscaldamento domestico), che in Italia siamo stati tra i primi ad avere una normativa con un piano energetico e una legge per l'efficienza energetica delle abitazioni. Non so se qualcuno ricorda la legge 10/91 (purtroppo siamo rimasti indietro nella sua applicazione). La sua riedizione del 2007, con la legge 192, non vede, oggi, significativi miglioramenti, nonostante importanti livelli di incentivazione, perché, di fatto, non cambia la strategia. Se non cambia la strategia, per cui io continuo a puntare sulla mobilità privata e sull'incentivazione della motorizzazione a idrocarburi perché di fatto non sto spingendo più di tanto per la mobilità elettrica che è più costosa e non sto aiutando più di tanto neanche la mobilità a metano, che pur essendo ugualmente a idrocarburi è leggermente meno inquinante,ma non ho la rete di distribuzione e ho una serie di problematiche relative ai propulsori, che comunque in Italia richiedono sempre lo stesso un serbatoio anche a benzina per l'avviamento e per le situazioni di emergenza legate al fatto che la rete non è capillare continuo a non affrontare questo problema.
Come continuo a non affrontarlo se continuo a pensare all'incenerimento dei rifiuti anche come soluzione di produzione energetica e se continuo a pensare al teleriscaldamento, cercando di spingerlo il più possibile invece che alla riduzione dei consumi energetici legati all'efficienza energetica; e questo vuol dire ristrutturazioni, non solo nuove costruzioni. Questo vuol dire finalmente smettere di prorogare l'applicazione delle termovalvole per gestire correttamente la contabilizzazione dei consumi energetici. Io non so come si possa invitare sui giornali ad abbassare le temperature in casa, quando negli uffici pubblici si sta con le finestre aperte perché si schiatta di caldo; ma parlo anche di qua. Qualcosa non funziona.
Non funziona l'approccio che è quello per cui, tanto, se ne parla, si prenderà qualche provvedimento, si fermano le auto per qualche giorno facciamo il piano. Ma vi ricordo che c'è già la legge - l'abbiamo fatta che dice che bisogna fare il piano per la qualità dell'aria, che dice che ci dev'essere il piano provinciale per l'intervento in caso di sforamenti che dice che i Comuni devono fare le segnalazioni; e si zonizzano pure le aree per gli sforamenti: c'è già tutto, siamo coperti di informazione! Siamo coperti anche di informazioni epidemiologiche: ci sono gli studi che ci dicono già oggi che, a livello di bambini e adolescenti, abbiamo dei livelli di incidenza delle neoplasie superiori a quelli dei Paesi nordici dove ci sono studi paragonabili. Ci sono studi epidemiologici che ci dicono che ad aumenti di concentrazione delle polveri sottili, e ricordo che noi le soglie le mettiamo sulle pm10 e non ci peritiamo più di tanto dei pm2,5 e dei pm1. C'è un aumento percentuale delle morti e anche dell'incidenza di nuovo, di tumori e di tumori specifici come gli adenocarcinomi, e che ci dicono che nelle categorie degli anziani questo ha un'incidenza maggiore e che nelle donne in situazione di post-menopausa addirittura l'incremento certo, va riferito alla percentuale di possibilità di incidenza - è del 75 per ogni 10 mg di aggiunta di pm2,5.
Allora, se noi dobbiamo aspettare di arrivare come in Cina, dove abbiamo avuto i primi casi di adenocarcinoma in bimbi di otto anni, non siamo ben messi. O dobbiamo aspettare che la gente muoia per strada per avvelenamento - i barboni - come succedeva a Città del Messico? Il nostro ordine del giorno, allora, è fin blando. Le responsabilità purtroppo ci sono. Non è da oggi che sappiamo queste cose, non è da oggi che facciamo dei piani e che vorremmo affrontare questo problema. Il punto è che poi non lo affrontiamo. Perché? Perché è difficile, è faticoso e bisogna programmare.
Occorre che le flotte di autobus offrano il servizio su tutto il territorio, la frequenza e la capillarità. E invece che cos'ho? Ce ne siamo accorti in questo anno e mezzo con il riordino del sistema del TPL che sta cercando di fare l'Assessore Balocco, che ha scoperto che bisogna centralizzare questa gestione perché, lasciata alle Province, nessuno ha controllato un fico secco. E abbiamo posti con autobus che si inseguono sulla stessa tratta e altri posti che per periodi dell'anno, soprattutto nelle feste quando non c'è l'esigenza per le scuole, sono completamente scoperti e non esiste servizio: non esiste più il servizio. Abbiamo smantellato la rete ferroviaria più capillare. Nella provincia di Cuneo la cosa è di un'evidenza spaventosa, perché delle otto linee che c'erano facenti capo al Capoluogo ne rimangono due: si va solo più a Torino e a Nizza; anzi, a Ventimiglia e Nizza non si va quasi più perché anche quella linea doveva morire (adesso, forse, nel giro di qualche anno si cercherà di ravvivarla, con qualche soldo). Però questa è la situazione.
O c'è la volontà politica di dire che dobbiamo cambiare - dobbiamo cam bia-re - o ci stiamo ammazzando. Venire a Torino, per me che abito in montagna, vuol dire accettare un rischio di stare peggio. Qui vivono famiglie con dei bambini piccoli. Perché devo accettare un incremento di rischio di incidenza dei tumori in mio figlio piccolino? Io nelle vacanze avrei voluto venire a Torino a far vedere i musei ai miei figli, ma non li porto: non rischio una cosa del genere, con i livelli di polveri che ci sono qua! E poi vi ricordo che quando si parla di inquinamento da traffico, da riscaldamento, ecc, non ci sono solo le polveri generate direttamente; ci sono anche i precursori - gli ossidi di azoto e gli ossidi di zolfo - che poi diventano anche loro polvere. Allora, il problema è da affrontare in maniera concreta da subito, attaccando una serie di politiche, a partire dall'urbanistica. Non può più esistere il condominio scaldato a gasolio non può più esistere il vetro da tre millimetri nelle abitazioni, non pu più esistere che si continui a rinviare l'applicazione delle termovalvole invece che avere impianti di riscaldamento che sappiano gestire le temperature negli ambienti.
Io ho comprato - e mi sono svenato - una pompa di calore che si programma; ha le curve di carico e fa i calcoli sulla temperatura di mandata e di ritorno; ci metto la volumetria dell'edificio e posso regolare le cose meglio - e ve lo dico perché lo sto vivendo - di quando avevo i termostati in ogni stanza. E' tutto diviso in zone con i termosifoni normali e non ho dovuto neanche mettere il riscaldamento a pavimento: ho messo solo delle piastre a bassa temperatura e una caldaia intelligente. Ci sono incentivi notevoli, ma certo che è un sacrificio. Io non faccio viaggi per un po' di anni: non mi muoverò, perché queste cose costano. Ma queste cose servono. Ho fatto il cappotto, ho rifatto il tetto e un sacco di cose: mi sono svenato e ho ristrutturato una casa (non ne ho neanche fatta costruire una nuova). Le ristrutturazioni, tra l'altro, muovono l'economia locale. Queste sono le cose innovative.
Vado a concludere. La questione di approvare queste due mozioni quindi, dovrebbe essere banale perché sono per certi versi all'acqua di rose. Servono delle scelte politiche importanti che dovete fare con il Governo, perché senza il piano di azione nazionale non combineremo più di tanto. Ma servono azioni decise che devono partire da oggi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Allora, chiedo un attimo di attenzione. Sono segnate per il dibattito ancora tre persone: se anche loro facessero interventi di dieci minuti, con la replica dell'Assessore Valmaggia ci sarebbe il pericolo di non arrivare nemmeno alla fine. Tra l'altro, poi, avevamo ipotizzato di esaminare anche gli altri due ordini del giorno, che però a questo punto mi sembra non si sia in condizione di discutere.
Forse, se avessimo utilizzato il tempo con un po' più di parsimonia, ci sarebbe spazio anche per gli altri atti di indirizzo.
Chiedendo un po' di attenzione sui tempi, do la parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Cercherò di stare ampiamente nei tempi prescritti per lasciare ovviamente spazio ai colleghi nonché per ascoltare, poi, la replica dell'Assessore.
Ci tenevo ad intervenire in questo dibattito perché ho sentito oggettivamente tantissime cose. La prima è che pare quasi, da alcuni interventi, che le responsabilità dell'inquinamento nella Val Padana dipendano da Chiamparino - quand'è stato Sindaco e poi adesso da Presidente della Regione - e da Fassino, Sindaco della Città metropolitana di Torino.
Ho fatto un esercizio: ho aperto la mappa e ho guardato in questo momento, sul meteo in Italia.



PRESIDENTE

Scusate, ma dato che gran parte dei Consiglieri sono intervenuti per dieci minuti e sono stati ascoltati, date la possibilità anche ad altri Consiglieri di parlare.
Prego, Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Ho fatto un esercizio: sono andato a guardare la mappa fotografata in questo momento dai satelliti e scopro che in tutta Italia, soprattutto nelle zone di valle, l'alta pressione schiaccia a terra un'ingentissima massa di smog.
Siamo, quindi, in una fase di emergenza, in cui mi diventa difficile per quanto abbia la testa scollegata dagli organi vocali, attribuirne a Chiamparino prima e a Fassino successivamente la responsabilità.
Ho fatto ancora un ulteriore esercizio: vado a guardare cosa si è fatto e cosa si fa, ma più che alimentare quella che deve essere, anche se legittima, una volontà di tipo propagandistico ed autopromozionale, oggi se si parla di emergenza inquinamento, si devono porre le basi per suggerire almeno indicatori che ci possano permettere, in prospettiva, di avere meno giorni di emergenza e, comunque, una qualità dell'aria migliore.
Non credo che si debba farlo pensando a Torino, Alessandria, Acqui o alle città più inquinate del Piemonte, ma farlo di concerto con gli altri.
Tutte le forze politiche, relativamente alla posizione che tengono nelle rispettive Aule, si stanno esercitando, anche con posizioni contrapposte rispetto a quelle che oggi noi, come maggioranza, stiamo portando in Aula, ad accusare chi governa in quel momento.
Poiché è evidente che questa fotografia dell'Italia altamente inquinata non dipende né dal Sindaco di Torino né da quello di Milano, di Piacenza di Roma o di Augusta (paese con raffinerie), credo che la posizione più saggia sia quella adottata a Parma: ad oggi non si è fatto nulla, se non indicare che al 31 dicembre ci si affida al buonsenso dei cittadini di non sparare i botti. Se invece qualcuno non ha questo buonsenso, contribuisce ad alimentare l'inquinamento atmosferico.
Mi limito a dire, Presidente, che sarebbe opportuno che il suggerimento della mozione presentata dal collega Grimaldi e quanto detto dal Presidente Chiamparino abbia un senso, una volta tanto nelle Aule parlamentari, di serietà.
Il Presidente ha riconosciuto che da Sindaco ha proposto varie soluzioni che non hanno portato i benefici auspicati, perché è evidente che non è solo l'aria di Torino che può influenzare quella della Lombardia o di altri settori, ma può incidere soltanto un ragionamento di più ampio respiro.
Se tutte le Aule danno forza ai propri rappresentanti nelle sedi istituzionali sovra-governative dei nostri livelli, e vanno a ragionare e a cercare punti comuni, evidentemente con regole comuni da applicare quasi in modo codificato, forse potremmo arrivare ad un suggerimento, per una volta serio, non di parte, ma trasversale e che comprenda tutte le forze politiche.
E' stato fatto un continuo richiamo allo stato di salute. E' evidente che ci sono implicazioni molto forti sull'insorgenza di tumori e sull'abbassamento delle soglie di età. Tumori una volta rari oggi si vedono con sempre maggiore frequenza ed anche in fasce di età dove non si erano mai visti; malattie che non sono così empaticamente ed emotivamente riconosciute come quelle tumorali, le ipersensibilità e le allergie subiscono il fattore di influenza dell'inquinamento ambientale atmosferico.
Ormai comincio ad imparare alcune cose: se fra qualche settimana dovesse piovere troppo, arriveremo in Aula con qualche mozione sul dissesto idrogeologico e la colpa sarà di Chiamparino, di Fassino e di quant'altri.
In questo momento, in Gran Bretagna ci sono zone alluvionali imperversano le tempeste che dovevano arrivare nella nostra Europa e invece hanno preso la via del nord. Mi immagino che possa essere colpa di Chiamparino, e in quel caso vedremo il Sindaco di Parma cosa farà. Forse anche in quel caso, nulla.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Erano i primi anni '90 quando in Lombardia si discuteva di un ampliamento di una superstrada, la superstrada n. 11, poi diventata un'autostrada. Si tratta dell'ennesima autostrada che si affianca ad un'altra autostrada.
Negli anni, l'unica soluzione prospettata, sia dalle aree del Governo centrale sia dalle gestioni regionali, è sempre stata quella di seminare strade per raccogliere traffico. Gli investimenti si sono sempre più spostati dalla ferrovia al trasporto su gomma, con investimenti in strade spesso inutili che spesso rimangono vuote, dove neanche le società petrolifere vogliono aprire - e qui siamo al paradosso - pompe di benzina.
Si tratta di autostrade sulla cui costruzione hanno indagato Pubblici Ministeri, nelle cui relazioni parlano di autostrade costruite, in realtà per seppellire rifiuti pericolosi.
Questa è la situazione dell'Italia.
Le leggi obiettivo ed il piano infrastrutture hanno sempre premiato gli investimenti su strade: il 66% delle risorse va sulle strade. Attualmente il Governo Renzi ha diminuito i trasferimenti per il trasporto pubblico ferroviario, passando da 6,1 miliardi nel 2009, a 4,8 nel 2014.
In questa situazione di difficoltà per la Regione, con un disavanzo di otto miliardi e con una situazione di difficoltà che porta questa Regione a prevedere una riduzione degli investimenti nel trasporto pubblico locale (ricordo che, in Piemonte, negli ultimi anni il numero dei passeggi pendolari si è ridotto da 236 mila a circa 200 mila, quindi una forte contrazione dovuta al fatto che 14 linee di trasporto pubblico locale sono state tagliate), dobbiamo pensare a soluzioni che ci possono portare ad uscire da una situazione che non è veramente più accettabile.
Se mi guardo in giro, come esempi positivi posso pensare all'area C di Milano, un'area che sicuramente andrà estesa, nel senso che bisogna pensare ad un ticket per entrare nelle città con un mezzo di trasporto inquinante oppure a quanto è stato fatto dalla Città di Parigi.
La Città di Parigi sta attuando un exit strategy da trasporto privato in particolar modo trasporto privato utilizzando mezzi diesel, perché sono quelli che producono più particolato. Purtroppo, negli anni è stato tolto il super bollo al diesel, però studi ci dicono che il diesel è il mezzo di trasporto privato, sebbene qua vogliamo togliere l'esenzione alle auto più ecologiche e lo faremo domani, più inquinante.
Si continua a procedere in controtendenza, sia tagliando sugli investimenti per favorire i pendolari che utilizzano il ferro sia tagliando linee ferroviarie. Ci sono linee che sono in vita per modo di dire: dove abito io, la linea Novara-Arona al mattino ha due treni e tutti utilizzano pullman che ovviamente sono diesel.
Continuiamo a fare una programmazione che è completamente sbagliata.
Mi fa piacere (piacere tra virgolette, perché questa condizione è dettata da una situazione emergenziale) che fino ad oggi, in realtà, si è voluto scansare, in Commissione ambiente, questo piano area, un piano che sia credibile, perché è di difficile realizzazione.
Se vogliamo dare credibilità a questa situazione, dobbiamo prendere impegni e chiedere a Roma - lo chiediamo innanzitutto a Chiamparino di andare a Roma a chiederlo - di cambiare queste leggi obiettivo, queste proposte di interventi su infrastrutture che premiano continuamente investimenti sull'asfalto.
Questa è una politica nazionale sbagliata.
A livello regionale dobbiamo iniziare a pensare ad iniziative fattibili, ma concordate anche con altre Regioni, quindi un piano di coordinamento, perché qui siamo in una situazione dove negli anni si è voluto premiare l'Alta Velocità. La linea Torino-Milano dell'Alta Velocità a me piace ripeterlo, perché è veramente "allucinante": otto miliardi investiti in questa linea che è usata per meno del 10%, probabilmente. E' uno scandalo! Nessuno lo dice. Tra l'altro, avrebbe dovuto costare quattro miliardi con investimenti in trattativa privata. Un'esplosione di costi! Tra l'altro sarà il tappo maggiore, ne abbiamo parlato in II Commissione.
Voi parlate della "Gronda merci" che si attuerà a Torino e che si immetterà a Settimo Torinese su una linea storica intasata di treni dove le merci non potranno passare. L'ha detto Confindustria! Non lo diciamo noi del Movimento 5 Stelle! Questa è la situazione.
Allora parliamoci seriamente, guardiamoci negli occhi con serietà.
Questi problemi esistono da sempre in Pianura Padana e sono accentuati da una situazione ambientale che accentua questi problemi, però quello che si è fatto in questi anni non ha portato a dei benefici. L'unico beneficio l'abbiamo avuto grazie alla crisi, che ha ridotto il trasporto pubblico e privato. Forse, la crisi poteva essere un'occasione, se non avessimo avuto anche la crisi economica della Regione, perché abbiamo tagliato 14 linee del TPL.
Che cosa possiamo fare con le poche risorse di questa Regione? A me piacerebbe, al di là dell'ordine del giorno, discutere in Commissione di cose concrete e fattibili, ma che diano degli obiettivi cronologicamente determinati, perché altrimenti rischiamo di parlare e parlare e non concludere nulla.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola alla Consigliera Batzella, che conclude gli interventi. Poi daremo la parola all'Assessore Valmaggia.
Prego, Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con molta attenzione tutti gli interventi che mi hanno preceduto.
Inizierei rivolgendomi al Presidente Chiamparino, e anche ad alcuni interventi fatti con tanto di elogi, rivolti a lei, Presidente, per quando ha svolto l'incarico di Sindaco della Città di Torino, e quando non era solo Sindaco, ma anche Presidente dell'ANCI.
Presidente, non metto in dubbio che lei abbia lavorato, che abbia messo in atto dei piani e delle azioni per la riduzione delle sostanze inquinanti e per favorire la qualità dell'aria. Non lo metto in dubbio, ma tutto il suo impegno e le azioni che ha messo in atto non sono servite a granché.
Ahimè, non abbiamo avuto grandi benefici...



(Commenti del Consigliere Gariglio)



BATZELLA Stefania

Presidente Gariglio, veda di stare attento e di tacere, magari potrebbe anche imparare qualcosa dal mio intervento...



PRESIDENTE

Consigliera, parli però con l'Assemblea e non con il Consigliere Gariglio.



BATZELLA Stefania

Dicevo che non abbiamo visto così tanti benefici e mi spiace, anche con tutto l'impegno che lei abbia potuto mettere ma, ahimè, questi benefici non ci sono stati o, se ci sono stati, soltanto in minima parte.
Detto questo, passiamo a cose molto più serie. La qualità dell'aria che noi respiriamo è pessima, con valori di polveri sottili che sono molto al di sopra del limite consento per legge.
Mi colpisce una relazione dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) datata 28 dicembre, oggi. E' mia abitudine leggere tutte le relazioni, finché riesco, dell'OMS e mi ha colpito molto, anche se ne ero già a conoscenza.
L'OMS dichiara che il 24% delle malattie, nel mondo, e in particolare nel nostro territorio, sono dovute all'esposizione dei fattori ambientali legati a sostanze altamente nocive e inquinanti. Vi ricordo che le emissioni di sostanze inquinanti sono particolarmente alte e destano forti preoccupazioni, perché incrementano la percentuale delle patologie a carico dell'apparato respiratorio e anche tutti i vari tipi di allergie; c'è anche un incremento delle allergie.
Quando noi parliamo di inquinamento, le sostanze particolarmente nocive sono il biossido di azoto e il particolato sospeso fine, associato - non dimentichiamo - all'ozono, alle polveri sottili e al biossido di zolfo, che spesso viene sottovalutato, ma è una sostanza fortemente inquinante e dannosa, che intacca i nostri polmoni ed il monossido di carbonio.
Credo che rappresenti l'urgenza più sentita e provvedimenti che sono stati presi dalla Città di Torino e dalle altre Città e da tutta la Regione Piemonte, non tanto tempo fa. Ne parlavamo la settimana scorsa. C'è stato lo sponsor, una sorta di campagna elettorale da parte del PD: "Sospendiamo per due giorni il traffico con il biglietto gratuito per i cittadini".
Sicuramente, quei due giorni sono serviti in minima parte a ridurre le sostanze inquinanti. Questi due giorni non sono serviti così tanto, perch abbiamo bisogno di mettere in atto delle azioni, dei piani concreti duraturi nel tempo! Non possiamo sospendere il traffico per due giorni e poi ricominciare le normali attività, senza mettere un atto un piano di azione concreto. Noi abbiamo bisogno di piani fissi, duraturi nel tempo e non solo delle azioni sporadiche, perché queste azioni riducono di poco (eravamo a 54 e sono scesi a 48 e adesso siamo di nuovo saliti, in base agli studi dell'ARPA). Capite che queste azioni servono veramente a poco e non abbiamo dei benefici.
Dobbiamo concentrarci sulle sostanze inquinanti nell'aria, quindi tutto quello che è stato fatto finora è servito in parte, ma è risultato insufficiente per debellare l'emissione di queste sostanze inquinanti e migliorare la qualità dell'aria che respiriamo.
Tornando indietro, è un tema che mi sta molto a cuore, perché quando parliamo di ambiente, parliamo di salute, perché la tutela dell'ambiente di un ambiente sano e della possibilità di respirare aria sana significa anche garantire salute ai cittadini. Il mio collega Campo ha fatto l'esempio che lui abita in montagna e si accorge tutti i giorni della differenza che c'è tra Torino e la montagna. Anch'io abito in montagna abito a Susa e mi accorgo della differenza... E' inutile, Presidente, che lei faccia la mano così...



(Commenti in aula)



BATZELLA Stefania

Non è montagna? Sono 500 metri di altitudine e Torino non mi sembra che sia a 500! Ho la fortuna di abitare in un luogo circondato dal verde quindi quando mi sveglio la mattina vedo gli alberi, vedo del verde intorno a me, vedo le montagne ed è piacevole piuttosto che svegliarsi la mattina e vedere dinanzi a sé dei palazzi, tutto grigio. Io preferisco vedere del verde e degli alberi di pino che mi circondano.
Detto questo, è una mia opinione personale, ciascuno ha le sue vedute.
Però mi accorgo anch'io che l'aria è veramente irrespirabile, anche già solo quando si va - faccio un esempio banale - a lavare la macchina. Sono andata a lavare l'auto (era da tanto che non lo facevo) e mi sono accorta che la vettura era in condizioni pietose: solo per aver utilizzato quest'auto per venire a Torino, mi sono accorta delle sostanze depositate l'acqua era nera e, nonostante continuassi a lavare, continuava ad essere nera. Questo per far capire che qualcuno sottovaluta il tutto, ma invece è molto importante.
Qualcuno ride quando il mio collega dice: "Arrivo a casa, mi lavo la faccia e ho la faccia nera". C'è poco da ridere, perché è la verità.
Attenzione, io parlo sempre della salute; adesso stiamo tutti bene, ma quest'aria, queste polveri sottili, queste sostanze vengono respirate e rimangono lì a livello dei nostri polmoni e poi, a distanza di anni abbiamo le sorprese, cioè subentrano tutte le patologie. Attenzione, perch abbiamo un'alta percentuale di neoplasie polmonari e non possiamo tacere e far finta di niente, perché tacere e far finta di niente significa favorire ed essere dei "potenziali criminali" e complici. Noi non possiamo essere complici, non possiamo tacere e non possiamo continuare a stare fermi con le mani in mano a non fare niente: bisogna intervenire e bisogna intervenire veramente con delle azioni concrete, con dei piani, metterci lì a tavolino tutti insieme, per una volta...



PRESIDENTE

La invito a concludere, collega Batzella.



BATZELLA Stefania

Concludo, Presidente, dicendo che bisogna sedersi lì tutti insieme confrontarci e ascoltare tutte le varie esigenze, anche delle forze di opposizione, perché questa Giunta non può sempre lavorare da sola, non pu sempre escludere le opposizioni dai piani di lavoro, poiché abbiamo bisogno anche noi di contribuire e di svolgere al meglio il ruolo per il quale siamo stati eletti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio i molti Consiglieri che sono intervenuti e le considerazioni che sono state fatte; svolgo anch'io qualche considerazione di carattere generale.
E' vero che nelle ultime settimane stiamo vivendo un momento difficile da un punto di vista ambientale; è una situazione di emergenza, però i dati visti nel lungo periodo ci dicono che in Piemonte la situazione ambientale la situazione degli sforamenti è sicuramente molto migliorata. Il fatto che noi ci siamo concentrati oggi sul tema del trasporto, soprattutto della mobilità del trasporto, dipende anche dalle scelte fatte nel passato, tipo quella di rendere Torino la città più teleriscaldata d'Europa; le scelte compiute sul tema del riscaldamento piuttosto che sulle termovalvole hanno fatto sì che il problema dell'inquinamento dell'aria che proviene dalle abitazioni e dagli edifici civili sia molto contenuto.
Oggi parliamo soprattutto del tema del trasporto pubblico locale, del tema della mobilità e in questo senso anche gli interventi e i percorsi sviluppati sono stati diversi: ad esempio, prima la Consigliera Accossato richiamava l'acquisto dei mezzi pubblici a metano. E' in ballo un bando importante (13 milioni e mezzo di euro) del Ministero dell'Ambiente per la nostra Regione, con lo scopo di acquistare mezzi elettrici (una quarantina di autobus elettrici). Nel prossimo mese di gennaio ci sarà la gara europea e anche questo è un aiuto sul tema della mobilità, così come - lo richiamava il Consigliere Ferrentino - il progetto del car sharing, che farà diventare Torino la città con più mezzi di car sharing elettrici, una delle prime in Europa, poiché è prevista una flotta di 400 auto elettriche e il posizionamento di 700 colonnine per la ricarica, di cui 140 (il 20%) a disposizione anche dei privati. Il bando è stato vinto dalla società Blue Solutions, che lavora a Parigi e che nei prossimi due anni realizzerà a Torino questo tipo di intervento. Come Regione Piemonte, abbiamo partecipato a un bando del Ministero dei Trasporti e ottenuto un finanziamento proprio per sostenere questo tipo di progettualità.
Dico tutto questo per dire che non si è all'anno zero, che si lavora che si sta andando avanti e che lo stesso Piano della qualità dell'aria datato 2000 e del quale è partito l'aggiornamento nei mesi passati prevedeva degli step, degli aggiornamenti, dei momenti di verifica e di riproposizione.
Il Piano della qualità dell'aria, dicevo, è partito nei mesi passati c'è stata una prima fase all'interno degli Uffici regionali perch interessa diversi Assessorati; nell'estate c'è stato un momento di audizione pubblica, con la possibilità per i cittadini di contribuire attraverso un questionario al quale hanno risposto diverse centinaia di cittadini. Quest'ultima è una metodologia che serve per raccogliere informazioni utili e anche per coinvolgere e responsabilizzare i cittadini perché le scelte sono sì politiche, ma molte delle scelte sull'inquinamento atmosferico dipendono anche da valutazioni di tipo personale. Quindi è stato fatto questo lavoro di ascolto, di audit e adesso gli Uffici stanno lavorando sui modelli e sulla parte tecnica, insieme a ARPA, proprio per entrare nel merito.
E' intenzione, nel più breve tempo possibile, di approvare il nuovo Piano della qualità dell'aria; certo è che ci sono dei tempi tecnici di realizzazione, per cui è difficile pensare che l'iter si possa concludere nel prossimo semestre. L'obiettivo che ci siamo dati è che entro l'anno 2016 sia completato questo nuovo Piano della qualità dell'aria.
Sull'emergenza e sulla necessità di vedere anche un po' oltre il nucleo urbano centrale ha già detto tutto il Presidente Chiamparino. Quello dell'aria è un tema che investe più Regioni e qualche sera fa al telegiornale mi pare sia passata un'immagine dove si vedeva la nube tossica che dalla Cina e dall'India veniva fino in Europa. L'aria non la possiamo separare e dividere, il Ticino non ci separa dall'aria inquinata della Lombardia, non la ferma: il tema va visto in un'ottica sovraregionale e quindi l'indicazione della cabina di regia, che porteremo anche al tavolo nazionale, è una giusta indicazione.
Da qualche anno, la nostra Regione lavora con tutte le Regioni del bacino padano, essendo il bacino padano una realtà unica da un punto di vista morfologico e orografico (è un catino che raccoglie l'inquinante), e si lavora anche con altre realtà europee che vivono gli stessi problemi per dare delle risposte univoche alle richieste dell'Europa. Quindi nel lungo periodo, con un'ottica - com'è stato richiamato - di vent'anni (il nuovo Piano della qualità dell'aria avrà valenza fino al 2035), dobbiamo mettere in campo i suggerimenti che sono venuti qui oggi; anche gli approfondimenti che faremo in Commissione saranno sicuramente utili.
Dobbiamo mettere in campo strategie di lungo periodo che riguardano soprattutto il tema della mobilità. Nell'immediato, oltre che sperare nelle precipitazioni - e, come Assessore alla montagna, nella neve anche per la stagione sciistica, nonché nelle riserve di acqua per la prossima estate poiché va in pianura anche la pioggia - dobbiamo fare però un'operazione come diceva giustamente il Presidente Chiamparino, essendo un'emergenza simile alle procedure che vengono eseguite per le emergenze della Protezione Civile. Quindi, allarme, interventi e cercare di codificare e di non trovarsi poi all'ultimo momento spiazzati e con scelte che variano da posto a posto e che, a volte, non sono così efficaci.
In questo senso concludo il mio intervento, ringraziando coloro che sono intervenuti e ringraziando anche della presentazione di questi ordini del giorno, che possono aiutare il lavoro che andremo a fare sul tema sia della Città metropolitana sia sul tavolo nazionale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 566, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 599, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Università

Esame mozione n. 598 presentata dai Consiglieri Marrone, Gancia e Vignale inerente a "Salviamo le residenze universitarie del villaggio olimpico ex MOI" (rinvio)


PRESIDENTE

Vi sono ancora due ordini del giorno che non possono essere discussi.
Se vogliamo, li possiamo mettere in votazione senza discussione.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Ritengo già illustrata la mozione n. 598, perché in realtà era stata già discussa durante il dibattito dell'assestamento di bilancio.



PRESIDENTE

Ma non è stato discusso come atto di indirizzo.



MARRONE Maurizio

Assolutamente sì, come mozione.
Poi purtroppo la cattiva conduzione della Presidenza - mi sento di dirlo - della scorsa seduta ha fatto saltare la messa in votazione di questo mio atto di indirizzo. Questo è quello che è accaduto.
Se invece qualcuno chiede di approfondirlo in un prossimo Consiglio va benissimo, però in realtà è stato già discusso in Conferenza dei Capigruppo con l'Assessore ed è già stato illustrato.
Poi lascio alla Presidenza qualsiasi valutazione.



PRESIDENTE

La Presidenza non ha alcun problema, se i Consiglieri presenti decidono di non intervenire.



MARRONE Maurizio

Io lo do per illustrata, ma mi limito a chiedere alla Presidenza la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Chiedo ai Consiglieri se intendono partecipare alla discussione oppure se possiamo mettere in votazione.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Si apre la discussione.
Quindi, se si apre la discussione, visto che sono le ore 19, non è più possibile.



MARRONE Maurizio

Se è così, chiedo però che sia garantita la discussione e la votazione nella seduta di domani, perché continuo a ricordare che era un atto collegato al bilancio che, per errore della Presidenza, non è stato posto in votazione e non si è potuto discutere nel dibattito per il contingentamento nuovamente imposto dalla Presidenza al di fuori della Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Consigliere Marrone, restano due ordini del giorno non discussi oggi a causa del prolungamento della discussione dell'altro ordine del giorno.
Prima che finiscano questi due giorni di Consiglio, l'impegno è quello di discuterli e approvarli o respingerli, a seconda di quello che il Consiglio deciderà.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.57)



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