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Dettaglio seduta n.115 del 22/12/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(Alle ore 14.31 il Presidente Laus comunica che la seduta avrà inizio alle ore 14.45)



(La seduta ha inizio alle ore 14.45)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo la Consigliera Conticelli.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 129, inerente a "Piano di rientro dal disavanzo finanziario al 31 dicembre 2014 come rilevato dal Rendiconto generale per l'anno finanziario 2014, ai sensi dell'articolo 9 comma 5, del decreto legge 19 giugno 2015, n. 78 convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2015, n. 125"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 129, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La delibera viene data per illustrata, in quanto è già stata presentata dal Vicepresidente Reschigna.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia e Sozzani: "Allegato B - Nella tabella di pagina 2 sostituire "Consiglio regionale" con "Consiglio e Giunta regionale".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 2) interviene sulla tabella della nota quindi la tabella riepilogativa della nota accompagnativa, l'allegato B delle DGR n. 41 e n. 42, dove nei risparmi previsti dai costi della politica, vi è l'indicazione "Consiglio regionale".
Noi abbiamo aggiunto alla parola "Consiglio" le parola "Giunta regionale", che peraltro sono le parole che il Vicepresidente ha detto questa mattina.
Ci sarebbe inoltre, all'interno della stessa delibera, una modifica da apportare alla parte descrittiva; una parte di modifiche è stata già apportata dalla Giunta, nel senso che è evidente che non può essere la Giunta che si fa promotrice dei risparmi del Consiglio. Il Consiglio sta discutendo dei risparmi ma, come è evidente, ognuno può discutere di ci che può risparmiare in casa propria e non in casa altrui. Anzi, per contro avendo il Consiglio potestà normativa, in teoria potrebbe essere solo il Consiglio che può indicare dei risparmi in capo anche alla Giunta regionale, facendo parte della Regione Piemonte.
Quindi, l'emendamento è molto semplice ed è solo integrativo della tabella, mantenendo inalterate le quote di risparmio che vengono indicate.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Sia riportato a verbale il voto favorevole del Vicepresidente Boeti.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore dall'Assessore Reschigna: All'Allegato B) della P.D.C.R. n. 129, vengono apportate le seguenti modifiche: a pag. 2 ed in calce alle tabelle vengono aggiunte le seguenti parole ". Il risparmio alla voce ARAI risulta già conseguito nel 2015".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 1.1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: all'Allegato B, a pag. 9, al termine del capitolo, dopo le parole "i costi di funzionamento tra più Enti convenzionati" vengono aggiunte le parole "Si precisa che il risparmio pari a 0,5 milioni di euro risulta già conseguito nel 2015" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.1).
Il Consiglio approva.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 129, come emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

La Consigliera Frediani esprime voto favorevole?



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

La Consigliera Frediani esprime voto contrario.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di deliberazione n. 130, inerente a "Piano di rientro dal maggiore disavanzo al 1° gennaio 2015, derivante dalla rideterminazione del risultato di amministrazione a seguito dell'attuazione del riaccertamento straordinario dei residui, ai sensi del decreto legislativo 23 giugno 2011 n. 118, così come integrato e modificato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di deliberazione n. 130, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La delibera viene data per illustrata, in quanto è già stata presentata dal Vicepresidente Reschigna.
Ci siamo estesi nella discussione anche per questa delibera, comunque chiedo se ci sono colleghi che desiderano intervenire.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Essendo due delibere separate, noi vorremmo intervenire; magari non con il numero e la durata degli interventi che abbiamo svolto sulla precedente delibera, però, essendo due delibere diverse, vorremmo dire la nostra anche su questa, in quanto ci siamo soffermati soprattutto sul piano di rientro del disavanzo finanziario, cioè la delibera n. 129, che riguardava il miliardo e 264 milioni maturato nell'esercizio 2014.
Invece, su questa delibera affrontiamo il piano di rientro dal disavanzo sulla ricognizione straordinaria dei residui al 31 dicembre 2014 svolta con grande fatica dalla Regione Piemonte, visto che, come possiamo immaginare, la selva dei residui attivi e passivi della Regione Piemonte era parecchio intricata; pare che la matassa sia stata districata e si sia giunti ad un valore di due miliardi e 152 milioni di euro dalla ricognizione straordinaria degli stessi. Questi sono stati spalmati in trent'anni con una rata di copertura annua di 180,6 milioni di euro (arrotondato, sarebbe un poco meno ma possiamo arrotondare).
Come la manovra del disavanzo finanziario veniva coperta da uno spostamento dei residui degli impegni residui verso la gestione commissariale anche la manovra della ricognizione straordinaria dei residui vede una copertura grazie alle reimputazioni dei residui. Sembra un po' uno scioglilingua per chi non è avvezzo alle pratiche e ai numeri del bilancio ma così è.
Praticamente, dalla ricognizione straordinaria dei residui si sono reimputati una serie di residui attivi agli anni 2015, 2016 e 2017 spostati dai residui passivi; quindi, ne emerge praticamente un avanzo, cioè un "tesoretto", tra virgolette, che, ovviamente, è vincolato, cioè non si pu utilizzare per nuova spesa - per fortuna, ci mancherebbe - ma viene messo a copertura del disavanzo. Quindi, 180 milioni nel 2015, 90 milioni nel 2016 33 milioni nel 2017. Chiedo scusa, ho letto la colonna del disavanzo precedente.
Sono 163 nel 2015, 98 nel 2016 e 26 nel 2017, per un totale di 289 milioni, se no eravamo fermi ancora alla delibera precedente.
Quindi, la quota annuale - la correggo - è 67 milioni (67 milioni moltiplicato 30 si avvicina ai due miliardi cui accennavo prima).
In questo caso, pure ci sono sia l'aumento delle entrate che riduzioni di spesa. Ovviamente, essendo un importo minore rispetto alla copertura in sette anni del disavanzo finanziario, stiamo andando a parlare di 67 milioni di euro, che sono probabilmente più facilmente copribili con le manovre anche di riduzione di spesa piuttosto che con l'aumento ulteriore delle entrate.
Per quanto riguarda le manovre di riduzione di spesa, come abbiamo detto prima, abbiamo i dubbi che abbiamo espresso precedentemente, quindi le due delibere e le due manovre di ripiano del disavanzo vanno viste insieme, sicuramente, insieme anche all'allegato C dell'assestamento (che vedremo dopo), fermo restando che l'assestamento di bilancio prevede la somma dei due disavanzi e la relativa spalmatura. Sostanzialmente, non ci sono spalmature ulteriori e l'insieme delle due delibere con i due piani di rientro rappresenta fondamentalmente la legge di assestamento con la spalmatura del disavanzo 2014.
Come abbiamo già avuto modo di dire prima, le perplessità riguardano l'allungamento non dico sine die ma a trent'anni della grossa parte di disavanzo fatto negli anni precedenti e il problema strutturale del bilancio stesso, che vedremo nel disegno di legge di assestamento. Cioè, le entrate, nonostante gli aumenti, che, come ho detto prima, sono comunque vincolati in larghissima parte alla copertura del disavanzo, non stanno dietro alle spese, perché le spese sono ancora e sempre più grandi rispetto alle entrate. Comunque, questo lo vedremo nell'assestamento, dove farò un intervento più organico e svolgeremo più interventi anche su questo tema.
Come ultimo punto sulle due delibere di rientro del disavanzo, voglio ricordare che, ormai, abbiamo perso veramente il conto di quello che è il debito della Regione Piemonte, perché questo disavanzo, fondamentalmente emerso dal bilancio diventa debito contrattualizzato a sette anni e in parte a trent'anni. Se si somma il disavanzo finanziario di 1,2 miliardi ai 4,5 miliardi del giudizio di parifica della Corte dei Conti si arriva a 5,8 miliardi; se aggiungiamo i due miliardi e 100 della ricognizione straordinaria dei residui si arriva a otto miliardi. E' ovvio che non è il disavanzo del 2014, sono residui che vengono magari da 10-15 anni (alcuni addirittura), però parliamo di otto miliardi di disavanzo, che è diventato debito, che si va ad aggiungere al debito finanziario che avevamo già contrattualizzato con Cassa Depositi e Prestiti o altre banche (i derivati che citava nell'intervento mattutino il collega Campo).
Ormai, la cifra del debito regionale - e temo non solo della Regione Piemonte - è arrivata a livelli stratosferici, quindi ben venga una stretta di trasparenza sui conti. Noi siamo qui proprio per fare, come diceva prima il Vicepresidente Reschigna, un'azione di controllo e di vigilanza più che un'azione ancora solo e sempre propositiva; poi, ovviamente, ci occupiamo anche di proposte di legge, di atti di indirizzo e quant'altro, ma soprattutto sul bilancio occorre - grazie anche alle nuove normative sul bilancio - fare in modo che il documento sia trasparente, facilmente leggibile, comprensibile, quindi analizzabile ed emendabile.
Purtroppo, siamo sempre al solito bivio; cioè, se il combinato disposto delle entrate locali e delle entrate nazionali arriva ad una certa cifra noi non possiamo più permetterci il lusso - non avremmo dovuto farlo neanche prima, ma a maggior ragione oggi - di impegnare più spese di quelle che possiamo impegnare. Non lo possiamo più fare, pertanto la battaglia si gioca non solo qui a Torino, sulle questioni di trasparenza e veridicità dei conti che abbiamo presentato, ma, ovviamente, anche a Roma, con la richiesta di maggiori trasferimenti alle Regioni e agli enti locali, quindi nella direzione opposta rispetto a quella in cui si sta muovendo il Governo Renzi, il Governo nazionale.
Concludo ribadendo quanto ho già detto in precedenza: si tratta di due delibere che ci sono sembrate un po' un pro forma, come richiesto dalla legge nazionale. Vigileremo affinché ogni sei mesi ci venga presentato l'andamento del Piano di rientro e non come è successo con il DL 35, dove il Commissario straordinario, Chiamparino, doveva venire in Commissione ogni sei mesi a rendicontarci, ma non l'abbiamo mai visto.
Chiediamo fin da subito che tra sei mesi (la deadline è giugno) ci venga presentato l'andamento di questo Piano di rientro, del disavanzo, e che ci sia sempre più trasparenza nei nostri bilanci.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Sozzani: Allegato B Nella tabella di pag. 2 sostituire "Consiglio regionale" con "Consiglio e Giunta regionale".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Approfitto anche per svolgere un breve intervento in merito alla deliberazione, riprendendo quanto affermava il collega Bono. Nella deliberazione n. 42 vengono dettagliate in modo più puntuale le competenze in capo al Commissario straordinario del Governo.
Possiamo vedere che, fra i residui passivi perenti di cui all'articolo 5, comma 1, le passività pregresse relative al TPL, gli altri debiti latenti e quant'altro, vi sono, già solo in capo al Commissario straordinario, residui per uno stanziamento complessivo ed economie di un miliardo 271 milioni di euro. Così come tutta la parte che va a coprire il 2016, il 2017 e un pezzo del 2018, cioè le economie derivanti dalle spese che la Regione ha assunto relativamente ai pagamenti che si potevano effettuare ai sensi del DL 35, ma che, per urgenza, per ingiunzioni o altro, effettuate con il proprio bilancio, fanno sì che oggi vi sia una cifra di 488 milioni (se non ricordo male) in capo al Commissario straordinario.
Pertanto, è assolutamente evidente che, al di là di quanto prevede la deliberazione - che ogni sei mesi il bilancio del Commissario sia presentato alla Commissione competente - chiediamo alla Giunta regionale che nel mese di gennaio il Presidente della Giunta, in qualità di Commissario del Governo, venga in sede di I Commissione. Questo, lo chiedemmo già all'inizio della discussione dell'assestamento di bilancio la discussione è stata non compressa, ma oggettivamente più breve rispetto ad anni precedenti, pertanto il tempo e - devo dire - anche la volontà perché non dovrebbe essere una richiesta delle opposizioni, ma un dovere sono venuti meno.
I colleghi che erano presenti nella scorsa legislatura ricorderanno come legittimamente, in molte occasioni, i partiti dell'opposizione chiedevano all'allora Presidente Cota di venire a relazionare in Commissione, relativamente alle sue competenze, avendo (al termine della legislatura) anche la funzione di Commissario, ma non avendo una quantità economica di risorse da gestire pari a quelle che ha oggi il Commissario di Governo.
Invitiamo, pertanto - e di questo chiediamo che anche il Presidente se ne faccia carico - che nel mese di gennaio vi sia la presenza del Commissario di Governo in sede di I Commissione consiliare, ad illustrare la situazione. Da qui in poi, avremo la semestralità che la deliberazione richiama.
Per venire all'emendamento in oggetto, è assolutamente identico a quello illustrato precedentemente, semplicemente perché la nota descrittiva è la stessa, tanto per la delibera n. 129 quanto per la delibera n. 130: ribadisce che le efficienze che s'intendono apportare in termini di riduzione di spesa, dei costi della politica, devono essere assunte tanto dal Consiglio quanto dalla Giunta regionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: All'Allegato B della DPCR n. 130 vengono apportate le seguenti modifiche: a pag. 2 ed in calce alle tabelle vengono aggiunte le seguenti parole: "Il risparmio alla voce ARAI risulta già conseguito nel 2015".
Emendamento rubricato n. 2.1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: All'Allegato B, a pag. 9, al termine del capitolo, dopo le parole "i costi di funzionamento tra più enti convenzionati" vengono aggiunte le parole "Si precisa che il risparmio pari a 0,5 milioni di euro risulta già conseguito nel 2015".
Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore dall'Assessore Reschigna: Alla P.D.C.R. n. 130, dopo le parole "DELIBERA", vengono aggiunti i seguenti punti: "- di impegnare formalmente l'Ente ad evitare la formazione di ogni ulteriore potenziale disavanzo di impegnare il Presidente della Giunta regionale a trasmettere al Consiglio regionale, con periodicità almeno semestrale, una relazione riguardante lo stato di attuazione del piano di rientro;" Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2.1).
Il Consiglio approva.
Indico la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 130, come emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame disegno di legge n. 167, inerente a "Variazione al bilancio di previsione 2015 ed al bilancio pluriennale 2015-2017 e relative disposizioni finanziarie"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 167, inerente a "Variazione al bilancio di previsione 2015 ed al bilancio pluriennale 2015 2017 e relative disposizioni finanziarie", di cui al punto 6) all'o.d.g.
E' relatore di maggioranza il Consigliere Rostagno; sono relatori di minoranza i Consiglieri Bono e Vignale.
La parola al relatore di maggioranza, Consigliere Rostagno.



ROSTAGNO Elvio, relatore

Il dibattito svolto questa mattina su queste due prime proposte di deliberazione ha già anticipato alcuni concetti che riguardano questo provvedimento di legge che, di fatto, ne recepisce i contenuti.
Sottolineo il fatto che questa legge di variazione, che è a tutti gli effetti un assestamento, avviene con tempi eccezionali in un periodo che è eccezionale. Noi ci auguriamo che sia così: è un momento di percorso definito dal Consigliere Appiano e dal Vicepresidente Reschigna, che ha visto tutti molto impegnati, dall'Assessorato alla Commissione, e ovviamente il personale che ha lavorato affinché si arrivasse almeno ad una situazione di riordino, di chiarezza sui conti e di certezza relativa sul percorso dei prossimi anni.
Ha una tempistica eccezionale anche come momento dell'anno, perché in una normalità legislativa - e mi auguro che dall'anno prossimo possa essere così - la legge di stabilità dovrebbe arrivare verso settembre/ottobre, i bilanci di assestamento entro la fine di novembre e i bilanci di previsione entro la fine dell'anno, perché non c'è nessuna azienda che programma l'attività dell'anno successivo facendo dei bilanci a metà anno o nel primo trimestre dell'anno successivo.
Così non è, perché abbiamo vissuto almeno un decennio di disordine dei conti: ne stiamo pagando le conseguenze e stiamo correndo ai ripari. Quello fatto quest'anno è una messa in sicurezza dei conti ed è per questo che, a nome del Gruppo (come già detto dal Consigliere Appiano), esprimiamo il nostro riconoscimento e il nostro ringraziamento al Vicepresidente Reschigna e al personale che con lui ha collaborato affinché si raggiungesse questo obiettivo, che è un obiettivo ambizioso, anche se doloroso.
Per parecchie sedute in Commissione abbiamo affrontato questo provvedimento e abbiamo la contezza dei pochi margini che ha avuto la Giunta nel fare questo provvedimento. Siamo tutti consapevoli che con questa variazione di bilancio abbiamo solo la certezza di alcune poste che non saranno assegnate.
Il Vicepresidente ha dato garanzia alle minoranze - ma anche a noi che le UPB oggetto di emendamento sarebbero state oggetto di assegnazione tranne al netto di alcuni settori dove non vi era la necessità (SCR, per esempio).
Detto questo, non ci sono margini per dare spazio a quelle che potrebbero essere delle ulteriori necessità. Più volte si è parlato di due grandi capitoli, due grandi aspetti rispetto ai quali si concentra la nostra attenzione: il trasporto pubblico locale e la spesa sociale. C'è stata data garanzia della copertura della spesa.
Siamo tutti consapevoli del fatto che, per tanto si metta, come disponibilità su quei capitoli, non sarà mai sufficiente, però dobbiamo essere responsabili nel comprendere che senza ulteriori entrate non si possono fare ulteriori spese.
Il fatto stesso che come maggioranza, nonostante i desideri, non abbiamo presentato alcun emendamento, deve essere considerato un'assunzione di responsabilità, sia per i tempi di questo provvedimento, che deve essere adottato prima di Natale per permettere alla Giunta di fare le assegnazioni (credo lunedì prossimo o il 24) sia per il fatto che individuare ulteriori spese alla fine dell'anno sarebbe stato poco saggio. Siamo reduci da un periodo di amministrazione che ad ogni esigenza ha aperto capitoli di spesa ed ha individuato entrate per coprire dei capitoli di spesa che poi non erano sufficienti.
Nel momento in cui abbiamo assunto la responsabilità di dire che questo non doveva più succedere, lo dobbiamo fare fino in fondo. Farlo fino in fondo per noi ha voluto dire non fare alcun emendamento rispetto a questa legge di bilancio.
Mi auguro che il dibattito, che è a completamento di quanto già detto questa mattina, sia arricchente e non banale: io spesso provo il disagio di ascoltare cose già scontate solo perché dobbiamo dirle.
Guardate, fare bilancio vuole anche dire assumerci la responsabilità di essere parchi nei tempi e nelle parole, perché se noi facessimo un consuntivo dei nostri tempi, probabilmente avremmo un disavanzo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rostagno.
La parola al Consigliere Bono, primo relatore di minoranza.



BONO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Cercherò di non partire dall'invito del collega Rostagno, nel senso che penso che il tempo impiegato qui in Consiglio sia quasi sempre un tempo ben speso, soprattutto nel momento in cui affrontiamo il bilancio.
Il bilancio è il documento più importante della Regione Piemonte. E' un documento di programmazione contabile e finanziaria da cui poi discendono tutte le scelte strategiche dell'Ente o, almeno, quelle che recano con s una spesa, una parte finanziaria, ove poi ci possono essere atti di indirizzo astratti, impegni astratti che non comportano spesa.
Ritengo che il bilancio abbia bisogno di tutto il tempo possibile per essere affrontato serenamente e approfonditamente. Purtroppo, invece, il bilancio viene sempre più costretto in una camicia di forza di tempistiche veramente limitate, sia il bilancio previsionale, che viene sempre più approvato oltre la scadenza del bilancio provvisorio di aprile, sia il bilancio di assestamento, che viene sempre più schiacciato verso Capodanno data oltre alla quale non si può andare, a meno di non fare l'assestamento com'è accaduto, se non ricordo male, nel 2012.
Questo dovrebbe già porre una riflessione, che espongo subito e che ho già avuto modo di esporre in Commissione: se nell'assestamento il Consiglio non apporta variazioni, sia da parte della maggioranza che dell'opposizione, viene meno il ruolo stesso del Consiglio, ma anche la funzione di un assestamento.
L'assestamento è un documento che passa dal Consiglio e che in qualche modo viene votato dal Consiglio, ma non deve essere soltanto una ratifica o una presa d'atto, deve apportare delle modifiche.
Questa richiesta di responsabilizzazione fatta dalla Giunta verso la maggioranza, la quale poi la gira verso l'opposizione, secondo me è intimamente e profondamente sbagliata, nel senso che il Consiglio, nei limiti dei margini di spesa, ha un ruolo di indirizzo e di controllo quindi può anche decidere di spostare dei capitoli di spesa, non necessariamente incrementare la spesa. Si può dire che non si incrementa nulla - perché ovviamente queste risorse non ci sono - però le si sposta da un capitolo ad un altro. Questo, quindi, è un ruolo fondamentale del Consiglio regionale che noi non possiamo delegare alla Giunta, perché la Giunta fa un suo lavoro e noi ne facciamo un altro. Questa, dunque, è la prima premessa che mi sentivo di fare già dalla Commissione, ma che l'intervento del collega Rostagno mi ha ancora più rafforzato a fare.
Questo assestamento di bilancio è uscito dalla Commissione senza l'approvazione di alcun emendamento consiliare. Penso che, almeno negli ultimi cinque anni in cui sono stato qui in Consiglio - poi possiamo chiederlo ai colleghi che hanno più esperienza in termini di tempo - non sia mai successo. Nell'assestamento, cioè, ci sono sempre stati degli emendamenti approvati. E questo è successo non perché per forza si debba dare il contentino a una forza politica o ad un'altra: perché è normale che il Consiglio porti anche delle sensibilità, delle richieste, delle istanze e delle esigenze che magari - magari - possono essere sfuggite alla Giunta o che magari l'esecutivo avesse, su quelle determinate istanze o esigenze altre opinioni e altre vedute.
Se il provvedimento dovesse uscire senza alcuna modifica dal Consiglio regionale, quindi, questa sarebbe innanzitutto una sconfitta della politica, del Consiglio regionale e delle istituzioni. A questo punto infatti, verrebbe da dire: approviamo il bilancio di previsione entro i termini giusti, cioè il 31 dicembre, e poi la Giunta faccia le sue variazioni con delibere di Giunta, senza più passare dal Consiglio. Tanto se dobbiamo essere ratificatori, allora sì, ha ragione il collega Rostagno: a discutere qui dottamente, con esempi, numeri, ecc, perdiamo del tempo.
Quindi, delle due l'una; però dobbiamo scegliere e questo lo dico a tutti i colleghi del Consiglio.
Quest'assestamento, quindi, ha questa particolarità di giungere al termine di un anno e mezzo di bilancio della Regione Piemonte veramente drammatico; come lo era l'ultimo anno e mezzo della legislatura Cota e come probabilmente è sempre stato, ma si è cercato negli anni passati di nascondere i problemi sotto il tappeto e di non vederli. E si cerca in qualche modo di chiudere con l'impegno, pur sostanziale, a non formare nuovo disavanzo, cosa su cui noi, però, avanziamo dei dubbi perché non siamo così sicuri; anzi, siamo abbastanza certi che ci sarà disavanzo anche nel 2015, ma lo vedremo a brevissimo, a febbraio 2016, se questi, com'è stato detto, saranno i tempi del rendiconto.
Si viene però da una situazione in cui le Regioni - soprattutto il Piemonte, che è una delle Regioni con il bilancio peggiore, forse insieme al Lazio e alla Sicilia, ma spero di non aver fatto torto ai colleghi delle altre Regioni, avendone aggiunta o dimenticata qualcuna - hanno chiuso i bilanci grazie a numerosi interventi nazionali, a partire dal decreto legge 35. Lo "Sblocca crediti", infatti, se non sbaglio, ha permesso a tutt'oggi in diverse tranche, di arrivare a ripagare in trent'anni un debito di circa cinque miliardi di euro: i famosi due miliardi e mezzo del 2013, il miliardo e 900 milioni del 2014, "spalmato" poi in buona parte nel 2015, e l'ultima tranche dei 337-338 milioni di euro. E quindi già questo è un primo dato. Senza di quello, tutti quei debiti che risalivano ad anni addietro, che si nascondevano sotto il tappeto e che erano addirittura fuori bilancio perché andati in perenzione e non riscritti, sarebbero rimasti lì e giustamente la gente li avrebbe reclamati, magari con ingiunzioni di pagamento; e noi saremmo andati in difficoltà più di quello che eravamo. Questo, quindi, è il primo dato.
Adesso è venuto l'intervento sulla possibilità di "spalmare" il disavanzo in sette anni e probabilmente ora sarà in dieci anni e quindi non più in tre; e quindi questo è un altro aiuto fondamentale, perché un conto è distribuire un disavanzo di un miliardo e 200 milioni in tre anni (che vuol dire 400 milioni l'anno, che obiettivamente non abbiamo) e un conto è farlo in dieci anni con una rata di 120 milioni, che magari, con un po' di peripezie, riusciamo a ottenere.
Come terzo elemento ci è stata data la possibilità di fare un'ulteriore ricognizione straordinaria dei residui al 2014 - quindi ulteriore a quella del decreto legge 35 - che ha fatto emergere altri due miliardi e 100 milioni di residui non pagati. Siamo quindi in una situazione - come dicevo prima nell'analisi delle delibere - di aver fatto emergere un disavanzo di otto miliardi di euro. Ribadisco che ovviamente non è tutto disavanzo del 2014, perché questo sarebbe impensabile. Non so - il Vicepresidente Reschigna ce lo potrà dire - quale sia il residuo più vecchio che avevamo (forse di dieci, 15 anni o anche di più), però questi dati chiariscono la situazione di totale sbando in cui oramai era posta la Regione Piemonte e forse non solo lei.
Senza questi tre interventi, quindi, che noi abbiamo chiamato a più titoli come "Salva Regione", "Salva Piemonte" - perché la norma di nominare Commissario straordinario proprio Chiamparino era dedicata al Piemonte così come l'articolo 11 del decreto legge n. 35 che permetteva di derogare dall'utilizzo dei Fondi Sviluppo e coesione sul TPL era solo per il Piemonte - saremmo stati in difficoltà. Tra le tante Regioni, purtroppo, il Piemonte era una di quelle messe peggio. Non è che dobbiamo ripeterlo tanto per darci la colpa e compatirci di questo; anzi, dobbiamo cercare di dar luogo ad un percorso e ad un processo di miglioramento, innanzitutto nella trasparenza di bilancio.
Quello che per anni l'opposizione ha detto nella scorsa legislatura il Movimento 5 Stelle e il Centrosinistra - e penso, a parti rovesciate ancora in quella precedente, è infatti che senza trasparenza non si pu fare un bilancio che rispetti i principi di veridicità. La trasparenza dunque, è fondamentale e grazie a questa possiamo appunto capire qual è la spesa storica, dove stiamo andando a spendere le risorse e dove stiamo andando a mettere sotto il tappeto tutta una serie di impegni che abbiamo preso e che non potevamo prendere.
Facendo un'analisi veloce, perché il tempo stringe, dei bilanci degli anni passati, noi vediamo che - come ho già avuto modo di dire - gli impegni sono sempre stati, al netto dell'indebitamento, pari a 11 miliardi di euro; anche con i tentativi della Giunta Cota e con quelli della Giunta Chiamparino di ridurre la spesa, non siamo andati tanto lontani dagli 11 miliardi. Si tratta quindi un po' di una spesa storica non dico incomprimibile, ma che - lo vediamo - fatichiamo a comprimere. Le entrate purtroppo, sono andate diminuendo negli anni, complice la crisi. Adesso c'è stato questo incremento di entrate - come dicevo da due interventi della Giunta Cota (50 più 150 milioni di IRPEF) e da uno della Giunta Chiamparino (100 tra IRPEF e Bollo auto) -che arriva a 300 milioni.
Nel 2013 avevamo circa diecimiliardi e 200 milioni di entrate che si sono lievemente incrementate nel 2014. Vediamo però che, nel famoso Piano di riequilibrio finanziario della Regione Piemonte - quello che il Vicepresidente Reschigna ci aveva presentato a novembre del 2014, quando mancavano quei 588 milioni di euro (sicuramente vi ricordate) - abbiamo cercato di raggiungere il pareggio di bilancio. Come? Rinviando di nuovo il pagamento di una serie di mutui e di rate, con il famoso pre-ammortamento dei mutui con Cassa Depositi e Prestiti per circa 120 milioni di euro. Per anche su questo vorremmo avere un ragguaglio sulle cifre, perché erano in ballo anche altri mutui, quelli con il MEF, che ovviamente non sono stati oggetto di pre-ammortamento. Una parte, dunque, è stata spalmata in questo senso. Ecco, qui sulla tabella erano 126, che hanno liberato una serie di spese.
Ci sono state una serie di risparmi e una serie di incrementi di entrate. Ma, come abbiamo detto nell'analisi delle due delibere, le entrate sono vincolate al piano di rientro del disavanzo e quindi non si possono utilizzare per coprire la spesa. Vorremmo quindi poi capire - se possibile oggi per l'assestamento 2015, se no lo scopriremo con il rendiconto ma soprattutto nel nuovo bilancio previsionale del 2016 - come realmente si costituisce il pareggio di bilancio, visto che da oggi - dalla legge 78 c'è l'impegno a non formare ulteriore disavanzo.
Il Vicepresidente Reschigna ha lanciato un piano di rientro che dovrebbe essere abbastanza simile a questo del 2014, nel quale ci sono 140 milioni di riduzione della spesa, di cui 83 - lo diciamo subito - sono quelli derivanti dal non pagamento della rata di un mutuo della sanità quindi non si tratta di un'efficienza: si chiude un mutuo e, di conseguenza, si libera un capitolo di spesa. Sulle altre abbiamo tutti punti interrogativi: TPL, società partecipate, personale del Consiglio, che sono i capitoli da cui risparmiare quei 30-40 milioni, sono ancora dei punti interrogativi.
L'abbiamo detto anche noi, certo. Il Vicepresidente Reschigna ci ha stuzzicato, prima, dicendo che le opposizioni non fanno proposte sui risparmi. Noi una serie di proposte sui risparmi e su dove andare a trovare le risorse le abbiamo fatte: innanzitutto avevamo detto di aggredire i costi della politica sulla parte dei vitalizi, che non è stato fatto, non si è voluto fare il contenzioso, neanche su quella minima riduzione (erano otto milioni di euro).
Sui costi della politica abbiamo rinviato, probabilmente, a gennaio (abbiamo appreso la notizia dai giornali): anche lì, due o tre milioni si possono trovare. Sulla gestione del Fondo Sviluppo e Coesione abbiamo contestato per anni (e lo facciamo ancora adesso) l'utilizzo su investimenti che non servono. Se siamo d'accordo che la spesa per investimenti serve, in qualche modo, a far ripartire l'economia - noi siamo un po' allergici alla misurazione del benessere di un popolo dal PIL quindi non ci interessa parlare di PIL, ma far ripartire l'economia e i posti di lavoro - pensiamo che alcune opere siano utili, altre meno.
Di conseguenza, i soldi che vengono utilizzati per fare un tunnel ferroviario sotto una delle arterie principali della città di Torino parlo di Corso Grosseto - in un momento di crisi si potevano utilizzare parliamo di 130 milioni di euro - per investimenti di altro tipo, ad esempio per il dissesto idrogeologico, che è stato chiesto sia dal nostro collega Mighetti che dal collega Berutti, o per interventi su tanti altri temi che sono importanti, o magari anche per finanziare spesa corrente.
Perché non ci si deve vergognare: in un momento di difficoltà economica abbiamo dei capitoli che soffrono di un taglio della spesa corrente quindi, magari, investiamo lì.
I capitoli più toccati in questo assestamento - e vado a chiudere perché il tempo è tiranno - sono stati sicuramente la cultura l'istruzione, le politiche sociali e - lo vedremo adesso - anche i trasporti. La cultura è stata oggetto di un nuovo slittamento al 2016, così come il tema dell'istruzione e del bando per i buoni scuola e gli assegni di studio, che è stato non rinviato ma accorpato con quello dell'anno prima, quindi le risorse si sono dimezzate. Idem dicasi per le politiche sociali: sono state slittate al 2016 con l'impegno ad impegnarle - scusate il gioco di parole - nel 2015. Ci dovete spiegare nel 2016 dove troveremo le risorse per il 2015 più quelle per il 2016! Questo è già un nodo fondamentale.
Sul trasporto pubblico locale abbiamo già detto: aspettiamo il Piano triennale dell'Assessore Balocco per capire quali risorse ci saranno e su che cosa, perché è ovvio che qualche investimento in più investimenti (non nel senso di investimenti infrastrutturali, ma nel senso di risorse), a maggior ragione in un autunno e in un inverno come questo, che ci dimostrano come l'emergenza traffico, l'inquinamento ambientale e la salute siano legati. Sono tutte tematiche collegate, non è un caso il picco degli accessi al pronto soccorso degli anziani, che hanno magari patologie croniche respiratorie o cardiache.
Pertanto, se investiamo un po' di più magari negli assegni di cura per gli anziani, magari nel trasporto pubblico locale, magari nella cultura e nell'istruzione, ci scaricheremo poi spese di altro tipo, come le spese sanitarie, le spese sociali, di sicurezza e quant'altro.
Sono scelte politiche; scelte che sono oggetto sia di proposte della Giunta, ma anche di emendamenti del Consiglio regionale, per cui devono essere oggetto dei nostri interventi in Consiglio. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale, secondo relatore di minoranza.



VIGNALE Gian Luca, relatore

Grazie, Presidente.
Discutere un assestamento di bilancio il 22 dicembre, in termini di nuova programmazione, è assolutamente inutile.
La Regione Piemonte si è sempre dotata di due strumenti per la programmazione - non tanto del bilancio, ma per la programmazione regionale che sono, come veniva ricordato dai relatori che mi hanno preceduto, il bilancio e l'assestamento. L'assestamento dovrebbe essere, nel mese di settembre, il documento che, in qualche modo, modifica il documento che era stato votato nel dicembre precedente. Quindi oggi, come stanno facendo tanti Consigli regionali d'Italia, dovremmo essere in quest'Aula per discutere di bilancio previsionale 2016.
E' certamente utile per una parte consistente degli articoli che l'assestamento contiene, che sono quelli relativi alla copertura del disavanzo. Questa è sicuramente una parte significativa, però dobbiamo dare atto che questo documento, in larghissima parte, risponde ad una necessità che non è soltanto di norma, ma è una necessità che abbiamo nei confronti dei cittadini piemontesi: quella di dare certezza e trasparenza, pur con le riflessioni che abbiamo fatto sulle delibere che abbiamo discusso questa mattina, ai cittadini piemontesi.
E' assolutamente inutile o quasi, salvo pochissimi casi (penso alle politiche sociali e alla nuova assegnazione che c'è all'interno dell'assestamento di bilancio), per quella che è la programmazione regionale, che, da qui al 31 dicembre, è evidente che si possono fare degli impegni che avranno valenza ovviamente sull'anno successivo.
Ciò che noi contestiamo principalmente di questo assestamento, non nel merito dei singoli articoli, ma nel concetto generale con cui discutiamo dell'assestamento - è uno dei temi che maggiormente abbiamo rappresentato alla Giunta e al Vicepresidente in seno alla Commissione - è che noi stiamo discutendo un assestamento che non mi permetto in alcun modo di definire "falso", perché non è così - è un assestamento vero! - ma che non fotografa in alcun modo quello che è il bilancio della Regione.
Se noi prendiamo il dato del 30 novembre - lo dico per semplicità, poi i colleghi che hanno seguito i lavori di prima, e ancor più il Vicepresidente, sanno bene che i dati che cito sono parziali, nel senso che ci sono state delle evoluzioni negli ultimi 21 giorni - cioè la verifica contabile che la Regione Piemonte fa ogni mese, si evince che al 30 novembre 627 milioni di euro erano ancora da assegnare e che tre miliardi e 200 milioni di euro erano ancora da impegnare.
È vero che di questi tre miliardi e 200 milioni due miliardi sono in sanità, e quindi verranno certamente impegnati; ma è altrettanto vero che ci si domanda perché si impegnino l'ultimo mese dell'anno. Se è vero che daranno copertura alla competenza e anche alla cassa della nostra Regione è altrettanto vero che tutta una serie di pagamenti o di impegni verrà fatta nell'ultimo mese dell'anno, quando noi dovremmo avere un impegno che se lo prendiamo per dodicesimi, dovrebbe essere di circa 800 milioni di euro mensili che vengono impegnati in sanità.
Noi cosa avremmo chiesto? Avremmo chiesto un assestamento di bilancio che porti le riduzioni che troveremo con la verifica del 30 dicembre. Noi al 30 dicembre troveremo un numero che non conosciamo nella sua completezza, ma che ci porterà ad avere 300 milioni di euro circa (noi crediamo di sbagliarci in difetto) di riduzioni rispetto a quello che è il bilancio che il Consiglio regionale ha votato.
E' evidente che se la Giunta avesse proposto un assestamento di bilancio a meno 300, perché era la cifra che serviva per pareggiare e per non andare in disavanzo, cosa che la legge correttamente ci chiede (e che prima bisognava fare), il Consiglio regionale, nelle Commissioni che si sono tenute, avrebbe discusso se il taglio di dieci milioni (ovviamente dico per dire, perché non è avvenuto) alle politiche agricole piuttosto che al personale (uso gli Assessori presenti) o alle politiche sociali o al patrimonio o agli Enti locali, era corretto oppure no. E su questo il Consiglio regionale sarebbe potuto intervenire modificando i tagli.
La verità è che i tagli non sono stati presentati. Cioè noi oggi discutiamo di una manovra correttiva per 88 milioni di euro in più o in meno che non affronta quello che sarà il tema che evidenzieremo, in modo assolutamente palese, prendendo quello che sarà il rendiconto al 31 dicembre. Noi, in quella data, ci renderemo conto che quello che oggi stiamo qui discutendo è certamente utile per ciò che riguarda la messa in ordine dei conti della Regione (delibere n. 129 e n. 130 che abbiamo discusso), ma è totalmente inutile rispetto alle competenze che il Consiglio regionale ha, cioè quelle di votare le più importanti leggi dell'anno, ovvero la legge finanziaria, il bilancio e l'assestamento.
Perché oggi non stiamo facendo quello.
La politica di bilancio, cioè le assegnazioni, la decide la Giunta regionale e, nella fattispecie, il Vicepresidente, certo non da solo perché la Giunta è un organo collegiale, ma non il Consiglio regionale.
Questo credo - lo dico anche al Presidente - sia un tema di cui non si pu non tenere conto. E' pur vero che dal prossimo anno, con la nuova normativa contabile, verosimilmente questo aspetto dovrebbe essere largamente superato, però non possiamo non farlo presente, anche perché da subito abbiamo detto, in sede di I Commissione, che chiedevamo che venisse portato un bilancio che fotografasse quelle che erano le reali volontà politiche dell'Amministrazione, che - lo ricordiamo - è l'organo esecutivo, che in termini di bilancio dovrebbe rendere gli stanziamenti che il Consiglio regionale ha "consegnato" (fra virgolette) a ciascun Assessore, assegnarle e renderle esecutive: la differenza fra il legislativo e l'esecutivo vorrebbe dire questo.
In questo momento la Giunta regionale - non è la prima volta che lo fa ma è certamente la prima in termini di quantità economica - sta a tutti gli effetti assumendo una competenza, di fatto, legislativa, che sottrae al Consiglio regionale.
Quindi, questa è la principale critica che facciamo.
Per questo si motivano una serie di emendamenti che abbiamo presentato che sappiamo bene che, in termini di addizione generale, non sono sostenibili da questo bilancio, perché noi abbiamo presentato tutta una serie di emendamenti che hanno un più e un meno, che se venissero approvati tutti comporterebbero un disavanzo per l'Ente. Non è certamente questa la volontà: noi abbiamo voluto presentare degli emendamenti di merito significare i numeri singoli, puntuali di casi in cui riteniamo (l'avremmo potuto fare se avessimo discusso come chiedevamo) che in alcune situazioni dell'Ente vi siano delle realtà che, da un punto di vista economico, sono sottostimate. Ancorché il Consiglio regionale gli abbia assegnato delle risorse, quelle risorse non sono state stanziate per le finalità che in realtà il Consiglio regionale aveva previsto, non solo con gli emendamenti ma anche con le illustrazioni che i singoli Assessori hanno fatto in Commissione.
Ricordo che quando il Consiglio regionale approva il bilancio, ogni singolo Assessore viene in Commissione e spiega che con quei suoi dieci milioni di euro farà una serie di cose, ma se alla fine ne ha otto non possiamo sapere quali sono i due che non verranno impegnati per quale tipo di politiche. Questo è quanto noi lamentiamo e gli emendamenti che presentiamo devono essere letti in tal senso.
Lo dico perché non siamo irresponsabili. Sappiamo bene che la nostra Regione sta vivendo una fase di grande difficoltà. ll grande senso di responsabilità che abbiamo cercato di mettere nella discussione che abbiamo fin qui intrapreso lo dimostra, perché noi non siamo irresponsabili.
L'attività di risanamento del bilancio di questa Regione non è iniziato, lo dico con grande correttezza, nel 2010, come diceva correttamente il collega Bono: nell'arco di uno/due anni la Regione ha perso un miliardo e mezzo di trasferimenti e si è tentato di giustificare e di gestire un bilancio storico in una situazione eccezionale. Da quando il Consigliere Pichetto, Presidente del nostro Gruppo, è stato il Vicepresidente della Giunta devo dire che è stato affrontato il bilancio in una situazione assolutamente emergenziale.
Ciò non significa che non sono stati fatti disavanzi, perché nelle deliberazioni di questa mattina vi è ancora il disavanzo del 13 e del 14 significa però che senza quel DL 35, che certamente oggi comporta un indebitamento maggiore, la nostra Regione non faceva il bilancio già nell'anno 2013.
Però, badate, la responsabilità che veniva richiamata dal collega Rostagno, che non è soltanto relatore, ma anche Vicepresidente del suo Gruppo consiliare, non può essere a fasi alterne. Ancorché contrastiamo quelle che sono state le scelte che la Giunta e il Vicepresidente, perch ha le deleghe, ha fatto in termini, per esempio, di aumento della fiscalità, così come riteniamo poco coraggioso non procedere nell'alienazione delle società partecipate del patrimonio, noi non possiamo non riconoscere al Vicepresidente un senso di responsabilità e un lavoro importante che svolge, nel rispetto dei ruoli. Questo non accadeva, devo dire, sempre con le precedenti controparti. Noi non possiamo non riconoscerlo, però va anche detto che il senso di responsabilità non riguarda solo l'opposizione o il nostro Gruppo consiliare e il Vicepresidente Reschigna. Se questa è una Regione in grave crisi economica come è in termini di bilancio, la Giunta regionale deve assumere un senso di responsabilità.
Noi abbiamo votato un collegato alla finanziaria che dimostra che questa maggioranza e questa Giunta sono schizofreniche e quindi va dal richiamo al senso di responsabilità, perché siamo al 22 dicembre e deve approvare l'assestamento di bilancio e la legge sui bolli e poi, invece nella settimana precedente - io parlo della maggioranza - proprio si diverte con la cancellazione dell'allodola, con l'introduzione dei Consorzi che riconosce solo la Giunta, cioè con una serie di marchette politiche che sono tutto fuorché dimostrazione del senso di responsabilità.
Il senso di responsabilità a corrente alternata non funziona e noi lo diciamo con molto senso di responsabilità, perché crediamo di averlo dimostrato e di dimostrarlo anche nella giornata di oggi. C'è una situazione in cui si chiede alla maggioranza e all'opposizione, ognuno mantenendo fede a quelli che sono i propri principi e le proprie idee in termini di gestione della macchina pubblica, di essere responsabili per superare insieme un periodo di difficoltà, e questo può essere anche accettato, ma non è che questo accade quando si è in difficoltà e quando invece non si è in difficoltà ognuno si fa le sue marchette. Questo non è senso di responsabilità, ma è prendere in giro chi invece responsabilmente, cerca di non affossare, anche se dall'opposizione, questa Regione. Potrei fare esempi a decine di quanto è accaduto solo in tempi molto recenti.
Credo che questo sia il punto sul quale noi affrontiamo questo assestamento, per valutare altre delicate azioni di questa Giunta, perch noi continuiamo a pensare di essere un partito di Governo momentaneamente all'opposizione, quindi un senso di responsabilità non manca, pur ricordando quanto avveniva nella legislatura precedente, ma quello è il passato e non il futuro.
Concludo con un'ultima considerazione.
Sulla sfida dell'efficienza, non abbiamo alcun timore, ma vorremmo che non la si facesse - lo diciamo anche all'Assessore al bilancio - con il concetto "è impossibile". Possiamo fare gli elenchi, e allora in sanità l'efficienza, che è stata fatta dalla precedente Amministrazione (3-400 milioni di euro, è vero, moltissimi in personale, ma non solo in personale) è possibile. L'efficienza nella logistica, nella farmaceutica e in alcuni settori è possibile, ma non l'abbiamo vista e, soprattutto, non se n'è discusso, perché primo fra tutti, se uno dovesse fare delle ripetizioni, si prenda l'Assessore Saitta e gli si spieghi che il senso di responsabilità lo esercita un esecutivo e non lo esercita un singolo Assessore.
Inoltre, se il senso di responsabilità lo vuole esercitare un esecutivo, intanto l'Assessore Saitta, quando approva delle deliberazioni che hanno l'obbligo dell'espressione del voto del Consiglio, porta quelle deliberazioni in Consiglio, perché se vengono violate quelle che sono, per norma del Consiglio, le competenze consiliari, il senso di responsabilità non può essere chiesto soltanto alle opposizioni.
Si potrebbero fare molti altri esempi, ma qui ci fermiamo, e accettiamo volentieri, a partire dal bilancio del 2016 (perché adesso siamo al 22 di dicembre), la sfida sull'efficienza, che però - come dicevamo - deve essere perseguita.
Le partecipate le stanno vendendo tutti gli Enti pubblici, non pu essere questo l'unico soggetto che non vende le partecipate. In termini di politica di alienazione dei mattoni, finalmente abbiamo visto nell'ipotesi di entrata che c'è anche una valorizzazione del patrimonio regionale.
Allora, in termini di efficienza, noi crediamo di poter "sfidare" la maggioranza e la Giunta relativamente al bilancio del 2016, rammentando sempre, nell'atteggiamento che terremo all'interno di questa discussione poi la Giunta e la maggioranza faranno le valutazioni che credono - che il senso di responsabilità è una cosa, essere presi in giro un'altra.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
E' già stato osservato dai colleghi: un bilancio che ormai vediamo come molto slegato dalle competenze del Consiglio regionale e dalle prerogative dei Consiglieri regionali, così come purtroppo accade per tante altre questioni, anche queste già richiamate, relative alla programmazione sanitaria. Quindi un Consiglio regionale che si vorrebbe in qualche modo ratificatore di decisioni già prese, per il quale però si invoca una responsabilità da parte della maggioranza.
Siamo arrivati alla discussione dell'assestamento in Commissione con un grande punto interrogativo, perché mancava, ad esempio, la situazione aggiornata al 30 novembre; poi, per fortuna, ci è stata fornita, altrimenti sarebbe stato impossibile capire dove si stava andando.
E' un bilancio che dipende, ormai, totalmente dalle assegnazioni della Giunta. A fine novembre, erano ancora da assegnare più di 600 milioni di euro, quindi è piuttosto difficile portare avanti una discussione di merito, come pure abbiamo fatto in questi casi. Infatti, in Commissione non è stato approvato nessun emendamento, nulla. Anzi, come Consiglieri di opposizione, siamo anche dovuti andare a rivendicare che la Giunta regionale mantenesse gli impegni presi in sede di bilancio previsionale.
Nel bilancio previsionale ci è stato permesso di spostare un milione e mezzo di euro, una cifra veramente bassa, considerato che era su tre capitoli (tre capitoli per 500 mila euro, veramente poco). Nonostante questo, in nessuno dei tre casi le somme erano state assegnate, quindi sembrava quasi di aver ottenuto qualcosa facendo sì che venissero mantenuti gli impegni presi in sede di previsionale. E allora poi capite bene come sia difficile andare ad affrontare una discussione di merito e mantenere un atteggiamento responsabile in questo caso.
Riprendo ciò che ha detto il Vicepresidente Reschigna stamattina, che ha detto: "Ah certo, riconosco nelle opposizioni una prerogativa e una funzione di controllo, però devono anche fare delle proposte". Signori, qua di proposte ne avete sempre sentite, poi sta alla maggioranza approvarle oppure no, però è indubbio che siete stati voi a relegare la nostra funzione ad una prerogativa solo di controllo, perché in fase di assestamento in Commissione abbiamo fatto solo la fase di controllo per chiedere che venissero mantenuti degli impegni. E allora non dipende certamente da noi.
Adesso ci è stato anche chiesto, da parte del relatore di maggioranza di non perdere, in buona sostanza, del tempo a ripetere cose che già si sanno. No, signori, noi abbiamo proposto degli interventi all'esame della Commissione, li abbiamo riproposti qui in Aula, sono interventi anche in numero limitato e anche su importi decisamente limitati, però noi vogliamo dare questa testimonianza, perché altrimenti veramente i costi della politica diventano alti e stratosferici, se dobbiamo stare qui in 50 e servire a nulla, solo a ratificare delle decisioni. Noi invece vogliamo mantenere una prerogativa democratica per il Consiglio regionale, quindi è un po' troppo facile chiedere la responsabilità a noi. Poi io capisco che anche la maggioranza è stata inibita dal presentare emendamenti che tanto non sarebbero passati, ma non è che per questo noi dell'opposizione possiamo dire: "Ah, visto che non hanno permesso di presentare emendamenti non li presentiamo nemmeno noi". Mi sembra quantomeno risibile. Poi, a noi sembra che qui la responsabilità se la debba prendere chi ha ridotto la nostra Regione in queste condizioni, e non siede certo tra questi banchi ma non mi sembra che questo sia ancora avvenuto finora.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Volevo aggiungere alcuni elementi che riguardano la politica della Regione Piemonte nel suo complesso.
E' già stato toccato il tema delle differenze fra le assegnazioni e l'impegno, cioè alla fine della fiera la gestione - ci pare - della Regione Piemonte si sta avvicinando sempre di più a quella di un Consiglio comunale e sempre meno a quella di un'assemblea legislativa e di una Giunta che rispetto all'approvazione che l'Assemblea legislativa fa, porta avanti una serie di programmazioni. Ci sono delibere della Giunta, una maggioranza che le fa proprie e una minoranza che le critica, ma ci sembra che questo non sia corretto, perché poi andrò a spiegare quali sono gli elementi di assenza di quella che dovrebbe essere un'attività importante.
Il Vicepresidente Reschigna questa mattina ha lanciato un messaggio importante sull'approvazione in tempi utili della delibera che stiamo discutendo, che è la delibera caposaldo entro cui, nell'ambito del recinto amministrativo (chiamiamolo così), questa Amministrazione e questa Assemblea si devono muovere per l'anno 2016. Evidentemente, vorremmo capire quali sono gli elementi e i collegamenti politici che la sostanziano.
Ora, il fatto che esista una grandissima differenza fra ciò che è assegnato e ciò che è impegnato vuol dire che, indipendentemente da quali sono gli indirizzi che la discussione di quest'Aula pone rispetto all'approvazione finale della delibera, deciderà poi la Giunta cosa assegnare e cosa impegnare. Quindi vi è una discrasia fra la discussione magari ampia di giorni, portata all'esagerazione, sempre negli ultimi giorni dell'anno, come dicevamo prima, e il prosieguo dell'azione amministrativa.
Sarebbe bastato presentare la delibera anche solo un po' prima, per discuterla meglio e con obiettivi magari più precisi. Io lo dico perch pur con una manovra di 88 milioni in discussione, finirà come quando una discussione va per le lunghe: visto ciò che ci ha detto stamattina la Giunta, mi aspetto che ci sarà la sospensione, da parte del Presidente della discussione, la convocazione dei Capigruppo e il contingentamento. Lo sappiamo già, anticipo quale sarà la conclusione di questo dibattito perché andrà a finire così: si contingenteranno i tempi e si taglierà la discussione della minoranza, dicendo che tanto si è già discusso in Commissione, che è inutile perdere del tempo a sentire altre battute all'interno dell'Aula.
Però quello che non comprendo è quali sono le politiche di investimento di questa Regione.
Do atto della grande passione e dell'enfasi che l'Assessore al bilancio mette nell'affrontare una situazione comunque difficilissima, compresa fino in fondo dal nostro Gruppo, compresa fino in fondo dalla minoranza, ma a latere non troviamo, nell'ambito della discussione, elementi che ci fanno capire qual è la politica di questa Giunta.
Ci sono, infatti, importanti tematiche d'investimento di questa Regione, come i Piani della logistica. Rispetto a un movimento delle merci a livello europeo, vi sono stati incontri fra Presidenti delle Regioni, che hanno firmato una serie di protocolli. Abbiamo più volte chiesto delucidazioni nell'ambito delle Commissioni, ma non sappiamo qual è lo stato del Piano della logistica, se esistono delle possibilità di investimento per le nostre aziende, se esiste una programmazione dello sviluppo di questa Regione da parte della politica.
E' assente l'Assessore De Santis e non è che la vediamo molto nell'ambito delle nostre discussioni; probabilmente è impegnatissima all'esterno. Per quanto riguarda i bandi POR FESR, non abbiamo una notizia quindi dal bilancio non sappiamo se ci sono, né che idee ha questa Giunta sugli investimenti e sugli aiuti alle imprese nel nostro Piemonte. Ci sono solo tagli; qui si parla sempre e solo di tagli e riduzioni, ma come contraltare non sappiamo quali sono le politiche industriali di sviluppo della Regione Piemonte.
Abbiamo pensato ad un altro elemento e abbiamo detto: "Benissimo evidentemente questa Giunta ha una sensibilità; invece che per gli investimenti nella nostra Regione e quindi per la produzione di posti di lavoro, si sarà dedicata alle politiche sociali". Andiamo allora a vedere il lavoro che sta facendo l'Assessore alle politiche sociali. Abbiamo fatto un giro in tutto il Piemonte e abbiamo fatto una richiesta a tutte le associazioni sul bilancio delle politiche sociali. L'Assessore ci dirà, ma è già venuto a dirlo in Commissione, quanto era a disposizione quando è arrivato e quanto lo è oggi.
Abbiamo anche una riduzione degli investimenti sulle politiche sociali speriamo che gli incontri fatti in tutta la Regione possano portare ad una riconoscibilità e ad una riorganizzazione delle associazioni e da parte di coloro che lavorano nel welfare a tutti i livelli della Regione Piemonte nell'essere autonomi nella ricerca di finanziamenti e nella ricerca di attività quotidiana, tale per cui ci possa essere un continuo lavoro.
Nell'ambito dell'agricoltura, forse siamo l'ultima Regione che ha approvato il PSR in Italia, o se non siamo l'ultima, siamo sicuramente tra le ultime. Quindi, pensavamo che, non essendoci le politiche sociali, ci sarebbero state le politiche agricole, ma anche in questo campo c'è un taglio inverosimile.
Sulle politiche sportive, non parliamone. Ne ho discusso due-tre volte con l'Assessore, ma il bilancio che l'Assessore propone sulle politiche sportive nell'ambito della Regione Piemonte è talmente risicato che forse un semplice Comune, un comunello di qualunque parte del Piemonte, ha magari più fondi dell'intera Regione Piemonte.
Quindi, veramente ci sfugge il nesso di quale è la politica di bilancio che viene fuori dalla discussione di oggi, di qual è la politica di bilancio per la quale ci sono una serie di tagli a fronte di una serie di iniziative che contraddistinguono lo sviluppo della nostra Regione. E ci sfuggono anche tutta una serie di iniziative su come mai, alla fine, questi impegni vengono spesi nella parte finale dell'anno. Sembra quasi che vi sia una paura sul discorso delle entrate nel primo semestre, per poi, magari rilassarsi e decidere cosa fare nel secondo semestre, quasi come se la programmazione esistesse nella parte finale dell'anno, quando finalmente possiamo essere capaci di trarre le conclusioni di tipo economico e quindi decidere se dare l'avvio o il completamento a programmi iniziati durante l'anno.
Questo è l'elemento di critica maggiore, cioè l'assenza di una filosofia di bilancio, al di là delle tabelle che abbiamo letto stamattina e al di là delle preclusioni che, nell'ambito delle tabelle stesse, abbiamo fatto come minoranza e al di là degli aiuti. Infatti, dovete anche accettare che moltissime iniziative che facciamo sono iniziative di merito e che così entriamo nell'ambito dell'analisi delle documentazioni e delle azioni amministrative che voi ci proponete e che cerchiamo di correggere cercando di migliorare nel dare un contributo significativo rispetto alla politica di questa Regione.
Speriamo che il risultato finale di questo dibattito, sia per la minoranza sia per la maggioranza, sapendo già che il bilancio sarà tagliato e non potremo completarlo secondo le nostre indicazioni, possa essere nel capire se queste osservazioni e queste critiche possono essere superate, ma soprattutto che sono critiche attraverso cui far capire ai cittadini piemontesi che razza di Regione e che razza di azione amministrativa vorremmo fare come Regione Piemonte nei prossimi anni.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Mi sono resa conto che questo è il mio primo intervento di oggi; sono stata in silenzio ed ho ascoltato.



(Commenti in aula)



BATZELLA Stefania

Consigliere Gariglio, stia attento ed ascolti le mie parole con attenzione, stia seduto e non disturbi l'Aula.
Stiamo parlando del disavanzo del bilancio e delle risorse della nostra Regione. Sono anche contenta che ci ha raggiunto il Presidente Chiamparino apposta per me, perché sapeva che gli avrei posto delle domande.
Per quanto riguarda il bilancio, volevo concentrarmi sulla sanità e sulle politiche sociali, citando anche i vari tagli che sono stati fatti.
Come hanno già detto bene i miei colleghi di Gruppo, ricordo anche i tagli sulla cultura, che è un capitolo che viene spesso raso al suolo, quindi risorse ce ne sono pochissime, anche se tutti sappiamo che il nostro Paese e la nostra Regione potrebbero vivere di cultura e di turismo per tutte le bellezze che orgogliosamente hanno sul territorio, ma che non sono sfruttate e valorizzate come dovrebbero essere.
Noi, come Movimento 5 Stelle - lo voglio ribadire e ripetere a gran voce - non siamo solo quelli che, secondo quanto erroneamente sostengono alcuni, dicono sempre di no, né dei dissidenti che urlano - una tra i tanti sono io, che mette enfasi e passione nei discorsi. Non siamo solo quello abbiamo fatto e facciamo tante proposte. Peccato però che questa Giunta non prenda in considerazione tutte le nostre proposte, che sono frutto di un lungo lavoro, di ore e ore di lavoro e di confronto con collaboratori e professionisti che ci sono di aiuto, che ci appoggiano e che sono alle nostre spalle.
Spesso, per non dire sempre, i nostri emendamenti e le nostre proposte vengono perennemente bocciate. E' una Giunta che sembrerebbe tutt'altro che democratica e che non prende in considerazione tutte le richieste che vengono fatte anche dalle forze di opposizione, perché in un anno e mezzo di governo con a capo il Presidente Chiamparino, mi sarei aspettata altro da un uomo che ha sempre professato certi presupposti politici.
Mi riferisco sempre al discorso che feci sul fatto che lei aveva i capelli bianchi e io, invece, avevo i capelli neri, ma i capelli bianchi rappresentavano il segno del tempo e dell'esperienza.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio (fuori microfono)

Il collega Bertola non ha capelli bianchi!



BATZELLA Stefania

Infatti, non ha capelli bianchi, perché non ne ha.
Visto che si parla di esperienza, mi sembra che, in realtà, lei Presidente, questa sua esperienza la metta in pratica solo per quello che desidera, che più le fa piacere e sicuramente non nei confronti, magari, di giovani, tra virgolette, "politici", perché non amiamo neanche definirci politici, però facciamo parte del mondo della politica. Siamo qui per dare voce e per rappresentare i cittadini, come tutti quanti, quindi ci piacerebbe che anche le nostre proposte venissero prese in considerazione e, soprattutto, dulcis in fundo, che il nostro lavoro venisse riconosciuto.
In relazione a quanto questa Giunta si vanta di fare, in continuazione apprendiamo le notizie dai giornali. Sia chiaro - e lo voglio precisare per l'ennesima volta - che sempre noi apprendiamo le notizie dai giornali quindi siete dei bravi comunicatori sotto questo punto di vista; ci siamo stancati anche di questo, vorremmo ci fosse più dialogo e più confronto.
Riprendo le parole - che ho apprezzato - del Consigliere Vignale quando parla del nostro caro Assessore alla sanità, Antonio Saitta: se questo governo della Regione Piemonte è gestito ed è portato avanti da un solo Assessore, che sta distruggendo la sanità piemontese, dovete dirlo altrimenti non è necessario per tutti quanti noi stare qui! Dovete proprio dirlo se sono lui e il suo direttore (il suo braccio destro) a governare la Regione Piemonte, che stanno distruggendo la sanità piemontese. Dovete dirlo, perché sono stanca! Ieri, tutti i giornali ne hanno parlato! Leggete cosa dice La Stampa, è quanto tutti i giorni ripetiamo io e i miei colleghi, lo ripetiamo in continuazione anche in Commissione sanità.
In merito a quando si dice che - poi arriviamo, oggi ce n'è per tutti in particolare - si fanno gli appelli alle istituzioni, 30 mila anziani aspettano un posto in una casa di riposo; la sottoscritta disse che c'erano 23 mila pazienti piemontesi non autosufficienti gravi in attesa degli assegni di cura e degli assegni domiciliari per potersi curare, per poter pagare un assistente che li aiuti nella vita quotidiana, perché sono persone che non sono autosufficienti - e sono 23 mila quelle persone! Ancora ci sono 30 mila anziani che aspettano un posto in una casa di riposo! Ancora si parla di mancanza di posti letto! Voi parlate di razionalizzazione della spesa e di efficienza; avete confezionato un pacchetto ad hoc di delibere, come la famosa delibera n.
600 del novembre 2014 e la famosa delibera di integrazione n. 1-924! Spero vivamente che da parte di questo TAR - che si sta pronunciando nei confronti di tutti i Sindaci dell'alessandrino che hanno fatto ricorso e adesso vogliono delle spiegazioni chiare, specifiche e dettagliate da parte dell'Assessorato della sanità - ci sia un po' di giustizia in questo mondo ingiusto, perché queste delibere che sono state confezionate ad hoc da parte di pochi stanno distruggendo il nostro sistema sanitario! Poi si parla di rete ospedaliera.
Visto che questa delibera doveva apportare delle modifiche e dei risparmi in positivo, cosa succede? Non ci sono posti letto. Poi ci sono le denunce e la disperazione da parte dei familiari dei pazienti che si rivolgono ai giornali perché sono disperati, come il caso che ieri abbiamo letto tutti sul giornale. C'è questo padre disperato che ha un figlio gravemente malato ricoverato in rianimazione: un posto letto in rianimazione costa 2.000 euro al giorno. Questo povero ragazzo di 25 anni si trova ricoverato lì perché non ci sono posti negli altri reparti di degenza. Quindi, 2.000 euro al giorno per 15 giorni, fate il calcolo. Sono 30 mila euro per 15 giorni di degenza in una struttura che non è specialistica e pertinente alla patologia del paziente. Si spendono questi soldi perché non ci sono posti letto, e poi si parla di fare efficienza e di risparmiare i passaggi in pronto soccorso.
Il caro Assessore Saitta parlava di codici bianchi, di codici verdi, di accessi impropri in pronto soccorso. Non è cambiato proprio un bel niente! Prossimamente sarà sempre peggio, perché, comunque, siamo nei mesi freddi invernali e il virus influenzale colpirà in maniera decisa gran parte della popolazione. Allora, cosa succederà? Avremo gli stessi problemi dello scorso anno, e non è cambiato proprio un bel niente!



PRESIDENTE

L'intervento è di dieci minuti, siamo già a 11.



BATZELLA Stefania

Mi affretto a concludere, Presidente.
Quindi, il discorso è questo.



(Commenti dell'Assessore Reschigna)



BATZELLA Stefania

Del virus influenzale non ho alcuna colpa, è un virus che colpisce la stragrande maggioranza.



PRESIDENTE

Il Consiglio regionale non è un laboratorio di microbiologia.
La prego di proseguire e di concludere.



BATZELLA Stefania

Prendetevela con il vostro collega, l'Assessore alla sanità, lui risolve tutto, in realtà non risolve niente, il discorso è questo.
Per quanto riguarda questo bilancio, ho cercato di ampliare il discorso perché nel dettaglio erano entrati bene i miei colleghi, in particolare il collega Bono.
Detto questo, volevo dirvi, per cortesia, di non rilasciare dichiarazione sul giornale, non andate a promettere, a fare sempre le continue false promesse che poi non riuscite a mantenere. Sapete perché? Là fuori ci sono tante persone gravemente malate, persone che hanno veramente bisogno, anche le politiche sociali....



PRESIDENTE

Consigliera Batzella, sono 12 minuti, deve concludere.



BATZELLA Stefania

Presidente, un attimo, un secondo e chiudo.



PRESIDENTE

Le regole sono regole.



BATZELLA Stefania

Ci sono persone che hanno parlato 15 minuti e 17 minuti.



PRESIDENTE

Sono dieci minuti.



BATZELLA Stefania

Va bene, concludo.



PRESIDENTE

Il relatore ha 15 minuti e il Consigliere dieci.



BATZELLA Stefania

Chiedo al Presidente Chiamparino e all'Assessore Reschigna, che ha comunque detto che metterà in bilancio i 500 milioni che erano destinati alle politiche sociali.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio (fuori microfono)

Cinquecentomila euro.



BATZELLA Stefania

Scusate, 500 mila euro, magari 500 milioni! Se mette 500 milioni siamo felici.
Quindi, 500 mila euro sulle politiche sociali sono pochi, anche perch vi ricordo ancora che mancano 35 milioni - questa volta sono milioni - dal bilancio previsionale. Infatti, erano esattamente previsti 223 milioni sulle politiche sociali, invece finora ne sono stati investiti 188.
Quindi, attenzione perché mancano quei famosi 35 milioni. Lasciamo perdere i 22 milioni del fondo nazionale che sono stati utilizzati per altro, noi vi chiediamo di porre attenzione ai 35 milioni di euro che mancano sul fondo delle politiche sociali.



PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Parto dal ringraziamento nei confronti del Vicepresidente Reschigna per questo lungo lavoro che ha visto sicuramente tutti impegnati, e lui in prima persona. Il lavoro che ha svolto è sicuramente apprezzabile.
Dall'altro lato, ringrazio anche il mio Capogruppo, Pichetto, che ha realizzato (anche lui) un grande lavoro, rispetto al riordino dei conti citato dal collega Rostagno.
Vi era questa necessità prima e sicuramente c'è ancora oggi.
Mi ha colpito l'intervento del Consigliere Rostagno, quando ha dichiarato che ci sono pochi margini di manovra e che ci sarebbero ulteriori necessità, anche recenti. Io ne cito alcune, non ripetendo anche se di grande interesse - quelle già riportate dai colleghi. La prima è quella legata al trasporto pubblico locale.
Questa mattina c'è stato un altro incontro con i pendolari; si sono susseguiti diversi incontri, nel tempo, e - pensate - non siamo ancora riusciti a organizzare un appuntamento tra Città metropolitana e Regione Piemonte. Da questo incontro è emerso un dato, un numero, che fa riflettere: il 50% della popolazione piemontese che si muove per recarsi al lavoro non utilizza il mezzo pubblico, ma la propria auto. Perché, questo? Molto probabilmente, perché ci sono dei mezzi che non partono, che si rompono durante il tragitto, ci sono dei treni impraticabili, abbiamo dei bus che superano il milione di chilometri e che hanno una vita di 15 anni mentre negli altri paesi i mezzi hanno un rinnovo sicuramente più immediato.
Cito il trasporto pubblico locale, perché è stato oggetto di tagli perché è stato riportato più volte in quest'aula in discussione e perché è un tema che deve essere preso in assoluta considerazione.
C'è una volontà di dialogo: penso sia stata riportata in più contesti anche qui, oggi, perché la volontà è di discutere insieme alcune scelte. Mi preoccupa ciò che è stato detto rispetto all'assenza di emendamenti, che potrebbe essere letta come un "mettiamoci in riga e discutiamo, e parliamo poco", oppure "finiamo in fretta, c'è poco tempo".
Su questo, ovviamente, lascio a voi la risposta.
Quello che è stato riportato prima dalla Consigliera Batzella (i nostri concittadini malati cronici non autosufficienti colpiti da demenza piuttosto che da Alzheimer, le liste d'attesa, i ricoveri) non lo riprendiamo più, perché è già stato più volte trattato, ma - ad esempio in merito alla parte legata alla scuola, ne abbiamo parlato con l'Assessore.
Per quanto riguarda l'edilizia scolastica, oggi abbiamo lo strumento dei mutui BEI, ma ci sono dei Comuni che hanno emergenze e necessità, che non sono presenti in quella graduatoria, non possono far fronte con i propri bilanci e non avranno risposte.
La necessità di rifinanziare la legge 23 potrebbe essere una risposta reale.
In Commissione, con i nostri emendamenti abbiamo parlato di messa in sicurezza delle scuole e del territorio. Perché questo? Perché sappiamo che centinaia di domande sono depositate presso l'Assessorato e hanno necessità di ricevere risposta, proprio per mettere in sicurezza il territorio piemontese, certamente complesso, che si aprirà a nuove difficoltà nel momento in cui ci sarà la neve, piuttosto che le piogge. Questo è un tema che ci è caro.
Abbiamo preoccupazioni legate ai 600 mila euro che non sono stati assegnati, agli atti ispettivi che sono stati approvati in sede di licenziamento di bilancio 2015, ma che non sono stati portati a termine. Ci sono le politiche per la famiglie: anche in questo caso, i nostri emendamenti hanno riportato alcune situazioni che necessitano di risposte.
D'altro canto, però, ci viene detto di cercare di contrarre al massimo i nostri interventi, per non perdere tempo, ma temo che a questo appello potremo rispondere soltanto in parte.
Ritengo che il nostro Gruppo abbia fatto un buon lavoro; un lavoro attento, calibrato e soprattutto responsabile. Questa è sicuramente una nostra caratteristica e per questo ci aspettiamo un atteggiamento analogo per cercare di disegnare un futuro per il Piemonte che tenga conto delle "emergenze" che abbiamo identificato, perché abbiamo bisogno di sviluppo abbiamo bisogno di lavoro e di occupazione. Per questo chiediamo di finanziare alcune linee legate al turismo, alla cultura, piuttosto che allo sport, importantissimo tema che è stato toccato dal collega Sozzani, in merito alle difficoltà che incontrano le associazioni: banalmente, le iscrizioni ai campionati sono impossibili, poiché le famiglie sono sempre più in difficoltà a pagare le già basse quote associative per i propri figli.
Sono questi i temi che c'interessano e che spero l'Aula, senza contingentamenti, vorrà discutere domani.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Valgono le considerazioni svolte per le due deliberazioni precedenti e più in generale, vale l'affermazione che stiamo votando una grossa variazione di bilancio e non un assestamento.
In effetti, il percorso del disegno di legge 167 era iniziato come una variazione di bilancio. Alla fine ha cambiato nome, ma non sostanza, perch non è stato un momento di verifica dell'andamento delle politiche regionali. E' diventato l'esercizio di quadratura del cerchio per risolvere le questioni che si trascinavano da troppe legislature e che, seppure debitamente segnalate con ampio anticipo dalla Magistratura contabile erano state affrontate in maniera superficiale, fin dal loro esordio.
Mi riferisco sia al tema del Piano di rientro per la questione sanità sia al tema dell'utilizzo spregiudicato dei fondi che dovevano servire per pagare i debiti certi ed esigibili della Pubblica Amministrazione, che ci hanno portati, in questo finale di annata, a dover coprire un buco di bilancio che ci ritroveremo, o, meglio, che sarà sul groppone dei cittadini piemontesi per il prossimo trentennio.
Siamo qui a sperare e pregare che la situazione economica cambi, anche se non abbiamo, dal micro al macro, la minima idea di come definire le politiche per far sì che questo avvenga. Ci affidiamo a fattori esterni che, però, non ci stanno aiutando più di tanto, e non discutiamo di come si è evoluto il contesto di tutte le politiche regionali che abbiamo provato a mettere in campo, con il bilancio preventivo.
Non abbiamo avuto, ad esempio, un momento d'incontro con tutti gli Assessori per fare il punto della situazione sulle loro voci di entrata e uscita del bilancio. Abbiamo avuto, purtroppo, un profluvio di aggiornamenti continui sulla situazione di dette voti di bilancio, ma senza tante giustificazioni, se non il fatto della complessiva incertezza delle risorse. E questo perché, alla fine, come Regione stiamo facendo, nei confronti del nostro Governo, come il nostro Governo sta facendo nei confronti dell'Unione Europea: vogliamo far vedere che siamo bravi, che facciamo interventi che ci rendono virtuosi e non ci accorgiamo che nel fare questo ci mettiamo solo nella condizione in cui ci viene chiesto sempre di più. E' esemplare la situazione del piano di rientro dove si dava per scontato che al 1° gennaio ne saremmo usciti, e invece - guarda un po' almeno altri sei mesi.
Voi siete la stessa maggioranza qui e in Parlamento: chi governa la Regione e chi governa lo Stato. Nella mia relazione con i nostri parlamentari c'è un rapporto molto diretto di confronto sulle questioni quindi mi sarei aspettato, non solo interventi per andare a chiedere un "Salva Piemonte" per risolvere la questione del DL 35, ma tutta una serie di interventi che avrebbero dovuto scongiurare situazioni come lo scoprire a novembre che non si esce dal piano di rientro; come lo scoprire a fine ottobre che certe entrate del bollo auto non potevano entrare e come scoprire solo a dicembre che ci davano gli ultimi soldi per coprire i debiti pregressi.
Si tratta di situazioni ben note da parecchio tempo, per cui si potevano comodamente gestire con quello che si chiama "reale collaborazione tra i vari livelli istituzionali". E' una collaborazione che non esiste: non esiste tra Stato ed Europa; non esiste tra Regioni e Stato. L'Europa ci sta prendendo in giro perché permette deroghe a tutti tranne che a noi; e la Regione si sta facendo prendere in giro dal Governo perché, con tutti i sacrifici fatti con le draconiane delibere di riordino della rete ospedaliera, con "tranci" di posti letto e con risorse ridotte al lumicino (quindi senza neanche più un contributo regionale al piano sanitario regionale), alla fine non esce dal piano di rientro.
Tutto questo è stato fatto per risolvere il macello del DL 35.
Ricordo che il Governo ha una parte di responsabilità per un testo scritto male, anche se poi ci ha messo del suo chi ha governato qua e ha cercato di interpretarlo nel solito modo "furbo" per ottenere che, pagando un debito per cose che erano da pagare, si creassero invece ulteriori spese.
Siamo riusciti a pagare due volte: come debito e poi come disavanzo da spalmare ulteriormente.
L'unica soluzione qual è stata? Non è che il Governo dice che l'unica corretta ed effettiva soluzione sarebbe la seguente: "E' stato fatto un pasticcio, si stanziano le risorse e si evita di fare pagare ai cittadini due - due volte - la stessa cifra fornita dal Governo alle Regioni".
Continuiamo, invece, nell'ennesima solita non applicazione della riforma costituzionale del 2001, che dava alle Regioni compiti specifici per cui avrebbero dovuto avere autonomia di entrata e di gestione, senza alla fine avere autonomia di entrata e di gestione. Caso esemplare è sempre il sistema sanitario: i soldi sono quelli che arrivano dallo Stato centrale che decide quanti, come ce li dà e spesso anche cosa farne.
Allora che cavolo serve la Regione come organo intermedio? Nell'ultimo decennio è servita proprio a poco, perché non è stata in grado di chiedere al Governo le risorse giuste né in grado di fare le programmazioni né in grado di controllore cosa facevano le ASL con questi soldi.
La situazione della sanità regionale che abbiamo trovato a luglio 2014 sancita dai giudizi di parifica della Corte dei Conti, era quella di un sostanziale fuori controllo. Un fuori controllo che, in realtà, c'è su tutti i settori. La stessa situazione l'abbiamo anche sul sistema del trasporto pubblico con chi ha firmato contratti di servizio sia per il TPL gomma che con Trenitalia per il servizio ferroviario: contratti capestro contratti che non garantiscono i servizi e garantiscono esclusivamente le comodità di chi fa il servizio.
Stesso discorso vale per i consorzi dei bus, per il ruolo di controllo della Regione e per il potere eventualmente sostitutivo sull'attività delle Province nella loro attività delegata di programmazione puntuale - questa sì - di verifica tecnica e di distribuzione delle risorse.
Poi ci ritroviamo con il tentativo veramente poco coraggioso, al minimo sindacale - ed è purtroppo solo un tentativo, che personalmente ho contestato nella riforma di riordino delle funzioni delle Province - di mettere una pezza al problema evitando di crearne degli altri. Se non si creano altri problemi, non s'innova il sistema e lo si tiene in piedi puntellandolo.
E' questo che noi oggi stiamo facendo con logiche del genere, da variazione di bilancio invece che di assestamento di bilancio, da confronto, sì, con le opposizioni, ma alla fine prevale una scelta monolitica nelle soluzioni da prendere.
Continuo a ricordare che, per quanto riguarda le politiche industriali sull'ambiente, sul dissesto, sul trasporto e sulla salute, se non usciamo dagli schemi usuali, il solo riordinare gli elementi del puzzle non cambia il quadro generale. Può dare l'impressione che temporaneamente le cose stiano insieme, ma poi sono pezze.
Il problema è che, visto che nel frattempo a Roma si va avanti con una riforma costituzionale pietosa, come ha anche detto il Presidente Chiamparino, l'intento delle Regioni avrebbe dovuto essere quello di andare ad incidere meglio sulla separazione chiara dei ruoli tra i diversi livelli istituzionali.
Se oggi siamo in questa situazione, ed è una caratteristica tutta italiana, è per la costante e continua sovrapposizione di incertezza dei ruoli, delle responsabilità e della gestione delle risorse, perché non si sa mai a chi compete che cosa.
Allora ci ritroviamo con chi deve controllare che non controlla, con chi deve programmare che non programma e alla fine in gestione emergenziale a tappare i buchi. Così continueremo a fare la stessa cosa l'anno prossimo e l'anno dopo e quello dopo ancora.
Quello che noi opposizioni chiediamo è un dialogo su come vogliamo cambiare, e questi momenti di confronto sul bilancio, quando si vanno a toccare tutti i temi dell'azione regionale, sono importantissimi e dovrebbero avere il tempo necessario per sviluppare anche le discussioni strategiche, altrimenti non affrontiamo neanche i provvedimenti specifichi tant'è che in questo anno e mezzo abbiamo fatto qualche riordino della governance e pochi provvedimenti veramente strutturali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Oggi ci troviamo a discutere un provvedimento che è il proseguimento o meglio, il culmine di un lavoro di ristrutturazione del bilancio regionale iniziato dalla Giunta precedente o, almeno, da metà del mandato della Giunta precedente.
E' un percorso complicato, un percorso che ha più padri, ma certamente un percorso che ad oggi dovrebbe, alla luce della pulizia dei residui, dei tagli e di tutta una serie di azioni, teoricamente mettere la parola fine almeno alle criticità di ordinaria amministrazione, naturalmente non tenendo in considerazione il piano di rientro.
Quello che lascia un po' perplessi è che questa questione, avviata nel 2014, poteva richiamare ad un percorso di inizio mandato.
Naturalmente, il fatto che oggi siamo alla fine dell'anno 2015 - e che quindi la Regione ha già visto un bilancio previsionale all'inizio (o meglio, circa alla metà) di quest'anno - implica il fatto che il previsionale fosse stato fatto in modo molto aleatorio, se questo è un termine che si può usare. Obiettivamente, infatti, il sunto che abbiamo visto ancora nelle giornate precedenti in Commissione, legato a tutti i vari tabulati e allegati che ci erano stati passati, evidenzia che sì, sono state fatte tante buone azioni, tante buone promesse e tante buone "pacche" in termini previsionali; sono stati fatti tanti comunicati e poi al lato pratico abbiamo visto, anche da parte del Vicepresidente, seppur successivamente, una serie di ulteriori impegni assunti, ma certamente anche, tanti numeri disattesi.
Da una parte, allora, questo evidenzia una programmazione abbastanza poco strutturata, cosa che mi ricollega un po' a quel che diceva il collega Sozzani, cioè che c'è comunque una scarsa propensione alla programmazione e quindi a un programma di investimento. Non dimentichiamo che l'Ente regionale è quello che probabilmente, più di ogni altro - in alcuni casi più ancora dello Stato - ha un ruolo in termini strategici, perch l'obiettivo delle Regione è quello di lavorare in ambito territoriale e quindi avere un quadro di insieme e di visione strategico.
Tutta questa situazione non ci dà una grande prospettiva e questo ci lascia un po' l'amaro in bocca. A prescindere dalle considerazioni dei colleghi sul fatto che ci si possa sedere ad un tavolo a discutere infatti, quello che è importante probabilmente sono gli elementi preventivi. E' stato detto da vari colleghi: il nostro ruolo dev'essere un ruolo - e ancora di più nei momenti critici e di difficoltà - in cui maggioranza e opposizione si siedono ad un tavolo e cercano, al di sopra delle convinzioni "di bottega", di arrivare a degli obiettivi strategici e comuni, nonostante le difficoltà e le criticità del momento, raccolte e soprattutto condivise e comprese da tutti; cosa che obiettivamente viene fatta in modo quasi nullo, se non nei momenti critici in cui si arriva alla fase finale, dove allora si cerca di trovare un punto di contatto; anche se poi la legge permette pure, volendo, di non trovarlo.
Questo, quindi, è ciò che probabilmente più manca ed è mancato.
L'obiettivo è che si possa nel 2016 cambiare impostazione, alla luce di quello che dicevo, cioè di una deadline che oggi traccia una fase finale di ristrutturazione e che possa invece proiettarci verso un lavoro diverso e una prospettiva di operato costruttivo per questa Regione.
Mi rivolgo al Presidente e alla Giunta. Noi dobbiamo partire da un principio: per quanto noi siamo in difficoltà qui, ogni nostra azione - non va sottovalutato - è comunque speculare negli Enti e nei territori che siamo a governare. Quando si parla di tagli, quindi, e non ci si attiene agli impegni, bisogna sempre pensare che fuori c'è qualcuno che è condizionato dalle nostre azioni e dai nostri impegni.
A mio avviso, ci vuole quindi ancora uno sforzo. Bisogna vedere se si riesce a prendere ancora un impegno prima di chiudere questo assestamento affinché ogni azione positiva da parte della Giunta possa essere raccolto.
Credo che questo sia l'obiettivo e a questo punto il segnale che noi ci sentiamo di dare alla Giunta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Tengo ad intervenire soprattutto dopo l'invito del collega Rostagno a non perdere tempo, quindi vorrei dare il mio contributo perché credo che la discussione in Consiglio non sia una perdita di tempo. E, anche se non potrò sicuramente esprimere dei concetti di livello tecnico elevato come molti miei colleghi più esperti, vorrei comunque partecipare a questa discussione, che sicuramente è utile ed è giusto che avvenga: com'è avvenuta in Commissione dev'essere riportata anche in Consiglio in seduta pubblica, quindi visibile anche da casa da chi ha voglia di seguire queste lunghissime sessioni.
Diciamo che finora questa discussione in Commissione non ha portato grandi soddisfazioni per il mio Gruppo. Abbiamo presentato diversi emendamenti, siamo andati molto sul merito delle questioni, ma - come si suol dire - non abbiamo portato a casa alcun risultato. Le nostre proposte che ci sono state e sono state anche ragionevoli, sensate e di buonsenso quindi, non sono state in alcun modo accolte. E dunque sicuramente cercheremo di ripresentarle in Aula, magari argomentandole in modo più ampio e cercando finalmente di ottenere un po' di riscontro da parte del Consiglio e, quindi, di poter portare a casa qualche risultato; risultato non nostro, ma che secondo noi porterà beneficio a tutti i piemontesi.
Relativamente alle materie che ho seguito più da vicino, devo dire che quest'anno mi sono trovata forse ancora più in difficoltà dell'anno precedente. Intanto, siamo arrivati infatti sempre di corsa a fine anno, ma ormai ci stiamo abituando a questi tempi sempre più stretti che limitano decisamente l'azione dell'opposizione. Come diceva prima il mio Capogruppo Bertola, ormai ci siamo ridotti ad un ruolo di controllori e diciamo che questo non è proprio un ruolo che riteniamo utile d esaustivo del mandato che ci hanno consegnato gli elettori.
Per quanto riguarda la cultura, poi, il tutto si è ancora più complicato con questo passaggio, questi slittamenti e queste notizie di tagli, che poi in realtà pare che tagli non siano. Abbiamo quindi da una parte ritardi nei pagamenti, dall'altra slittamenti nel prossimo anno e chissà quando potremo capire se effettivamente stiamo parlando di tagli o di una fase transitoria che poi porterà ad una situazione più stabile, dove sarà anche più facile capire se i fondi sono stati assegnati correttamente e se siano sufficienti a coprire le richieste di tutti gli Enti e di tutti gli operatori che si muovono in ambito culturale. Per ora, quindi, diciamo che sospendiamo il giudizio.
Faremo comunque delle nostre proposte, ovviamente cercheremo di partecipare alla discussione e di migliorare un po' la situazione del sistema cultura, per quel poco che potremo fare in questi giorni di discussione in Consiglio. E poi valuteremo, ovviamente con il tempo, se la Giunta abbia ben agito; dico se la Giunta abbia ben agito, perché ormai noi ci vediamo passare sotto il naso delle delibere, quindi i fondi vengono stanziati ma poi vengono assegnati direttamente dalla Giunta e pertanto noi possiamo soltanto tenere sotto controllo quello che passa sotto il nostro naso senza poter mettere becco in nessuna decisione. Su questo, quindi sarà il tempo a dire se la Giunta sta operando bene o meno.
Per quel che riguarda l'istruzione, anche in questo settore abbiamo visto purtroppo il pasticcio dei buoni scuola che ha portato alla fine ad un unico bando per due anni. Noi potremo definirlo un taglio, anche se in realtà la Giunta ha precisato più volte che non si tratta di un taglio. Per noi, però, un bando unico che va a coprire due anni alla fine costituisce un taglio di risorse. Anche in questo caso, dunque, diciamo che si maschera sotto altro nome un qualcosa che ci sembra comunque la sottrazione di risorse destinate ai cittadini; tra l'altro, risorse che sono destinate ad un qualcosa di molto importante, come l'istruzione.
Questa mattina abbiamo ricevuto per qualche minuto i ragazzi dell'Istituto Steiner che erano in presidio qui davanti e abbiamo appreso un quadro veramente desolante della situazione: istituti fatiscenti palestre non agibili, i ragazzi costretti per motivi di sicurezza a trascorrere tutto l'intervallo chiusi in classe; sembrava veramente di sentire parlare delle persone chiuse in un carcere di massima sicurezza! Tra l'altro, quest'anno parliamo di Torino come di "capitale dello sport", con un sacco di iniziative, per poi scoprire che ci sono dei ragazzi che non hanno la palestra, e quindi non possono fare educazione fisica; ci sono ragazzi che non possono seguire l'ora di religione, perch coloro che non si avvalgono dell'insegnamento della religione non possono uscire dall'aula perché non sanno dove andare, quindi l'insegnante di religione si ritrova in classe anche i ragazzi che non intendono seguire l'insegnamento della religione, ma costretti a rimanere. Il risultato è che nessuno segue l'insegnamento di religione. Mancano inoltre gli insegnanti i ragazzi ancora adesso - siamo a dicembre! - hanno un orario provvisorio.
Siamo a dicembre e c'è ancora un orario provvisorio, comunicato di settimana in settimana.
Noi sappiamo che la condizione che ci è stata descritta questa mattina da questi ragazzi non è l'unica nella nostra regione. Se dovessimo fare un giro nei nostri istituti, sicuramente troveremmo centinaia di situazioni simili. Quindi io chiedo veramente un'attenzione maggiore all'istruzione e alla scuola, che diventi veramente una priorità e che non sia soltanto uno slogan. La "buona scuola" va bene, come hashtag su twitter, però nei fatti se andiamo a vedere in che condizioni sono ridotte le nostre scuole, siamo molto distanti da quello che il nostro premier Renzi vuole farci credere.
Infine, veniamo alla parte che riguarda il lavoro.
Abbiamo una disoccupazione altissima in Piemonte: parliamo non solo di disoccupazione giovanile, ma anche di tutta una serie di soggetti over 50 che si ritrovano fuori dal mercato del lavoro, che non sanno come ricollocarsi e che si trovano ad avere molto spesso soltanto degli ammortizzatori sociali per qualche tempo, dopodiché c'è il buio assoluto.
Anche in questo campo, vorremmo cercare di capire quale direzione vuole prendere questa Giunta. E' vero che noi non siamo tenuti a fare gli imprenditori: noi siamo un Ente pubblico, per cui non siamo tenuti a sostituirci al ruolo di un imprenditore, che invece deve investire. Per possiamo in qualche modo orientare la nostra economia: possiamo dare dei segnali e far capire, ad esempio, che privilegiamo un certo tipo di economia; possiamo far capire che siamo contrari all'apertura indiscriminata dei centri commerciali che poi sfruttano i lavoratori con orari impossibili.
Abbiamo visto in questi giorni i centri commerciali, le Gru e Auchan con orari di apertura fino a mezzanotte! Negozi aperti fino a mezzanotte! La Regione può far capire che quello non è un modello di economia che intendiamo sostenere e far sentire una maggiore vicinanza per tutti quei piccoli operatori che cercano di sopravvivere nei Comuni, i piccoli punti vendita, i produttori che vogliono far conoscere i loro prodotti sia sul mercato locale che sul mercato internazionale. Abbiamo un potere notevole da questo punto di vista: possiamo indirizzare, possiamo sostenere quella che riteniamo essere un'economia che possa avere un futuro e possa dare un futuro al Piemonte.
Coi nostri emendamenti cercheremo, per quanto possibile, di dare una nostra direzione, quindi indicare qual è secondo noi la via da seguire.
Speriamo sinceramente che in futuro ci sia maggior spazio per il confronto e che finalmente le nostre proposte siamo maggiormente ascoltate e, magari anche accolte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Quest'assestamento diventa sempre più un esercizio di stile: da una parte la maggioranza che dà le sue linee, per cui bisogna approvarlo in fretta e bisogna far sì che passi velocemente per tutte le esigenze tecniche del caso; dall'altra, l'opposizione che, chiaramente, sostiene che in tal modo viene espropriata dei pochi spazi che ancora rimangono per far sentire la propria voce, pochi spazi per delineare quelle che sono le idee e gli intendimenti per sfruttare quei pochi soldi che sono rimasti in Regione Piemonte.
Espropriare il Consiglio delle proprie prerogative non porta granch fortuna. Mi sembra che sia notizia proprio di oggi, per esempio, alcune richieste del TAR del Piemonte, in riferimento alla delibera 1-600 e alla 1 924, relative al ricorso presentato dai Comuni dell'Acquese; richieste che facemmo anche noi in Commissione, senza però trovare spazio di dialogo.
E' questo forse il punto: lo spazio di dialogo. Spazio di dialogo che non trova riscontro tra maggioranza e opposizione, neanche in questa fase di bilancio. Spazio per il dialogo che talvolta può sembrare superfluo, ma non lo è quasi mai, perché ognuno di noi ha da portare il suo contributo e rappresenta realtà diverse del nostro Piemonte, le più variegate possibili realtà che hanno delle esigenze e che, a fronte di piccoli impegni di spesa, potrebbero portare notevoli vantaggi per i cittadini e anche ai futuri bilanci.
E' un po' il discorso che facevo precedentemente nel corso della discussione sulla delibera, ed è anche il discorso che faremo con i nostri emendamenti.
Come ricordava il collega Vignale, tutti gli emendamenti presentati dall'opposizione chiaramente non sono accoglibili in un pacchetto completo non sono un corpus unico, anche perché non starebbero dentro a quello che è il contenitore, il montante della parte disponibile del nostro bilancio. Ma all'interno ci sono sicuramente proposte valide, proposte talvolta minimali che possono risolvere alcuni problemi.
Dal canto mio, posso parlare di alcune proposte che verranno presentate coi successivi emendamenti: abbiamo proposto un emendamento per aggiungere un milione di euro per l'adeguamento degli strumenti urbanistici; abbiamo chiesto un incremento di 200.000 euro per i danni da fauna selvatica occorsi durante gli incidenti stradali.
Che senso hanno tali richieste? Hanno un senso importante: la strumentazione urbanistica oggi dovrebbe essere un elemento importante per chiarire qual è il nostro futuro come Regione. Dovrebbe essere un elemento importante, visto con nuovi strumenti di aggregazione. Voglio ricordare che, quando si parla di razionalizzazione, siamo in un ambito in cui abbiamo una legge sull'Unione di Comuni che consente aggregazioni non coese, aggregazioni non funzionali, aggregazioni che non possono fare quello che dovrebbero fare, cioè facilitare la vita al cittadino.
Quando abbiamo Unioni di Comuni con Comuni distanti magari chilometri senza continuità territoriale, in cui la vera e propria unione sostanzialmente nasce da un'unione politica degli amministratori e non da un unione dei territori e dei cittadini, noi abbiamo chiaramente degli incrementi di spesa per i cittadini e degli incrementi di spesa per gli Enti.
Tutte le volte che andremo a mettere qualche soldino su questi nuovi aggregati un po' li perderemo, un po' li sperpereremo, perché se non sono funzionali, chiaramente parte di essi finiranno nel solito buco.
Dico questo per rimarcare che anche l'urbanistica ha il suo senso; ha il suo senso vista in ambiti maggiori, ha il suo senso vista in ambiti di centri-zona che aggregano territori contermini; ha il suo senso in un perequazione più vasta, una perequazione che dovrebbe creare delle unioni salde, che assicurano vera razionalizzazione della spesa.
La fauna selvatica. Un piccolo problema: piccolo problema, piccola somma. Chiaramente a Torino non avete problemi di caprioli che passano in Piazza Castello, però mai dire mai. Un cinghiale è arrivato sotto casa del Consigliere Bertola e non si sa mai che arrivi anche da queste parti. La questione è abbastanza delicata, anche perché vediamo ogni volta gli o.d.g.
di Giunta e vediamo che, sotto il nome del Vicepresidente Reschigna, ci sono quasi sempre dei contenziosi per incidenti stradali occorsi per il passaggio di fauna selvatica. Quindi, bisognerebbe porre rimedio a questo problema. Bisognerebbe che non si andasse sempre nella fase emergenziale e nella fase di contenzioso; bisognerebbe avere un'ottica diversa, un'ottica che non premi chi si pone in contrasto con la Regione, ma che premi solamente chi, ahimè, si trova in una situazione di difficoltà e chiede aiuto alla Regione, come dovrebbe essere per qualunque cittadino.
Infine, riprendo quanto detto dal collega Bertola. La situazione è sicuramente drammatica per i conti della Regione. E' sicuramente drammatica, ma possiamo dire, come Gruppo consiliare, che non è sicuramente colpa nostra.
Quando sentiamo dire che adesso bisogna guardare avanti, un po' di rabbia ce l'abbiamo. Un po' di rabbia perché guardare avanti è sicuramente il mezzo per risolvere i problemi, però ci aspettiamo anche che, visto che qualcuno c'era, qualcuno ha visto, qualcuno deve anche cercare i responsabili di queste catastrofi. E' necessario alle volte fare azioni di responsabilità; bisogna anche cercare di far sì che qualcuno che ha sbagliato, alla fine, paghi il conto rispetto ai danni che ha fatto alla collettività.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Partirei da un'analisi complessiva del dato economico regionale che la Camera...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, mi pare che il Consigliere Andrissi non possa presentare le sue riflessioni al Consiglio, perché nessuno lo ascolta, eccetto l'Assessore Ferrero che dichiara un'attenzione continua.
Prego, Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Mi fa piacere che c'è l'Assessore Ferrero, così poi gli riferisco anche sul convegno di venerdì scorso sulla problematica del falso riso biologico o presunto falso, perché credo che l'agricoltura sia una parte importante dell'economia regionale.
Torno a quanto stavo dicendo in apertura. I dati della Camera di Commercio ci dicono che la Regione Piemonte, tolte le due Province che hanno un dato di disoccupazione più basso, cioè Cuneo e Verbania, faticano a ripartire, quasi che avessero perso effettivamente parte della loro capacità produttiva, e fanno fatica a riagganciare una ripartenza che effettivamente, ultimamente stenta a livello nazionale e ancora più a livello piemontese, dove il tasso di disoccupazione è ancora più elevato nonostante in Piemonte siano concentrate grandi opere.
Abbiamo la TAV della Val di Susa; abbiamo lo stabilimento FACO di Cameri in Provincia di Novara, costato quasi un miliardo allo Stato italiano; abbiamo il Terzo Valico nell'Alessandrino che avanza verso il Novarese.
Nonostante questo, il Piemonte è caratterizzato da una disoccupazione decisamente più elevata rispetto alle altre Regioni settentrionali. Se ci soffermiamo solo sui dati occupazionali promessi dal Ministro Pinotti Ministro alla Difesa (sarebbe più corretto dire Ministra, visto che ormai si usa così), che ha parlato di 6.000 posti di lavoro, constatiamo che in realtà i posti di lavoro creati dalla costruzione degli F35, che da qui al 2020 porteranno ad un aggravio di spese per il bilancio statale (dico aggravio perché secondo me sono soldi decisamente buttati) di tre miliardi e mezzo di euro, sono solo 600; di questi 600, 200 sono persone provenienti da Alenia Aermacchi di Caselle.
Quindi la situazione è questa: grandi investimenti che non portano alcun beneficio dal punto di vista occupazionale. Se poi consideriamo che questi F35 hanno la possibilità, rispetto agli Eurofighter (EFA), di caricare bombe nucleari e che noi non siamo un Paese considerato nucleare ma abbiamo solo firmato il trattato di condivisione nucleare, e che sul suolo nazionale si stimano 90 bombe nucleari, proprio come sono 90 gli F35 che si vogliono costruire, capiamo che, come ci ribadisce spesso e volentieri la Russia, ci facciamo un baffo del trattato di non proliferazione nucleare. Credo che questo sia molto grave.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Andrissi. Così non si può continuare! Non è corretto nei confronti del Consigliere: chi vuole ascoltare non è in grado di ascoltare. Evitate i capannelli banco per banco, posto per posto, per cortesia.
Prego, Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Come preambolo, volevo partire dal nazionale per arrivare al regionale.
Altro aspetto che il Governo nazionale ci propone è quello di liberalizzare le trivellazioni che, a suo dire, potrebbero far ripartire la nostra economia. Come dice Luca Pardi, ricercatore del CNR, è come se noi fossimo diventati tutto d'un tratto il paese degli elefanti. In realtà non siamo il paese degli elefanti, forse un tempo siamo stati il paese dei mammut, ma oggi non siamo il paese degli elefanti.
Proprio oggi è passato alla Camera il collegato ambientale, quindi l'Oil free zone che noi abbiamo approvato recentemente diventa una vera barzelletta. Ed è confermato ancora di più che è una barzelletta quell'ordine del giorno che abbiamo dovuto approvare tutti, perché l'Oil free zone non vuol dire un blocco alle trivellazioni! Quell'ordine del giorno non vuol dire nulla, non vuol dire nulla. Vuol dire solo uno stimolo ad utilizzare l'energia alternativa. E' uno stimolo positivo e noi siamo completamente d'accordo su questo. Magari non siamo d'accordo quando si vanno a tassare anche a livello regionale le centrali idroelettriche perché sicuramente è una fonte energetica alternativa.
Passando, invece, sul tema agricoltura, recentemente abbiamo fatto a Vercelli il convegno di cui dicevo. E' una situazione paradossale. Una produzione, quella del riso biologico, che è strategica, un fiore all'occhiello per l'agricoltura piemontese, sta diventando un giallo dalle tinte fosche e dalla facile risoluzione, perché se i controlli sono stati fatti sui produttori di riso biologico a conversione parziale, tutti e sei nel momento in cui la Regione.
In proposito, ringrazio l'Assessore Ferrero. Lo ringrazio, anche perch è venuto il responsabile bio a Vercelli, è stato veramente un atto di gentilezza sopra le righe...



PRESIDENTE

Per quello era attento l'Assessore Ferrero.



ANDRISSI Gianpaolo

Tutti e sei sono risultati avere dei problemi con il rintracciamento di sostanze non consentite nella coltivazione biologica. Purtroppo, tra i 149 produttori biologici, solo 12 sono a conversione totale. Il vivo sospetto tra tutti i coltivatori è che stia avvenendo una concorrenza sleale nei confronti dei coltivatori sia convenzionali che biologici che rispettano le regole. Credo che questo richieda un intervento straordinario da parte della Regione, perché non è possibile accettare che in Piemonte, con un'omertà che a volte fa spavento, ci sia una situazione di questo genere.
Detto questo, la Regione Piemonte arriva in questa situazione economica purtroppo nel peggiore dei modi, con un disavanzo - come diceva prima il nostro vice Capogruppo Davide Bono - di circa otto miliardi. Abbiamo vissuto, in questi giorni e nelle passate settimane, il balletto del monitoraggio sulle entrate accertate e le spese impegnate ma non assegnate di fatto, da questo balletto risultano in pratica 219 milioni di euro non assegnati e io, viste le informazioni che arrivano da Roma sulla possibilità di tassazione, credo che in realtà la cosa più interessante sarebbe capire quali sono le spese che "slittano" al 2016, se parliamo di spese sociali, di spese sulla cultura, cioè addentrarci effettivamente a capire perlomeno che cosa dovremmo dire ai cittadini della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 L'articolo 13 presenta degli emendamenti. Qui c'è una richiesta, da parte dei Presidenti di Gruppo, di un incontro in Sala A e quindi sospendiamo.
GARIGLIO Davide (fuori microfono) Potremmo chiudere qui la seduta.



PRESIDENTE

Bisogna che i Capigruppo siano d'accordo per chiudere la seduta, perch altrimenti.
I Capigruppo sono d'accordo sulla richiesta del Consigliere Gariglio di chiudere i lavori del Consiglio? Calma, altrimenti non si capisce.
Potete stare zitti un attimo, per favore? Allora, il Consigliere Gariglio ha chiesto - e mi pare che ci sia l'intesa con i Presidenti dei Gruppi - di fare un incontro sugli altri articoli che presentano 155 emendamenti, sui quali ipotizza un lavoro lungo e quindi ha chiesto di interrompere qui i lavori del Consiglio. Se c'è qualche Capogruppo che non è d'accordo.
Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Sono ovviamente favorevole alla sospensione e anche a chiudere anticipatamente i lavori, però è da quattro sedute che richiamiamo all'o.d.g. dei nostri lavori una linea di indirizzo di contrasto, diciamo allo smog e soprattutto per un nuovo Piano di revisione della qualità dell'aria. Visto che non l'abbiamo fatto durante i lavori di Parigi l'abbiamo rinviato per tre sedute, credo che sia importante che, così come hanno fatto tantissimi Comuni piemontesi, anche la Regione dia un suo contributo a questo tema.
Siamo al ventesimo giorno di sforamento, Presidente: veda lei. Insomma l'abbiamo di nuovo rimesso...
Dico, ci mettiamo un quarto d'ora, se non tutti i Gruppi parlano.



PRESIDENTE

Devono decidere i Capigruppo.



GRIMALDI Marco

Non sarà il ventunesimo giorno di sforamento, però le chiedo un impegno al fatto che si vada al voto di quest'atto, visto che è la quarta seduta che rimandiamo.



PRESIDENTE

Allora, il Consigliere Grimaldi ha chiesto di discutere un altro ordine del giorno che è stato depositato ieri e anche stamattina, riguardante l'apertura notturna dei centri commerciali a seguito della vicenda dello Shopville. E' un ordine del giorno che invita a tenere conto dei tempi della vita e dei tempi del lavoro, soprattutto in riferimento alle donne che lavorano in questi centri commerciali. Presumo però che anche il Movimento 5 Stelle, come altri partiti, possono avere qualche ordine del giorno.
Quindi mettiamoci d'accordo: se vogliamo interrompere la discussione discutere i tre ordini del giorno e poi sospendere, io sono disponibile a farlo. Altrimenti sospendiamo e andiamo in Sala A.
Invito i Capigruppo ad avvicinarsi al banco della Presidenza.



(I Presidenti dei Gruppi consiliari si recano presso il banco della Presidenza del Consiglio)



PRESIDENTE

I Capigruppo hanno deciso di chiudere la seduta del Consiglio. Invito i Capigruppo a recarsi in Sala A.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.22)



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