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Dettaglio seduta n.113 del 15/12/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 14.36 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 827 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Salviamo il CSP - Innovazione nelle ICT"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
827, presentata dal Consigliere Grimaldi, che la illustra.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come lei sa, giovedì scorso i lavoratori del CSP si sono fermati per qualche ora di sciopero, con un presidio davanti agli Uffici di via Alassio, in concomitanza dell'assemblea dei soci.
Di fatto, questa mobilitazione era stata indetta per chiedere chiarimenti in merito al proprio futuro.
Il CSP è un polo di eccellenza, che molti qua dentro conoscono. È detenuto al 39% dalla Regione Piemonte e al 24% dal CSI (quindi indirettamente, abbiamo più della maggioranza di questa partecipata). E' un'azienda che, come sapete, negli ultimi anni ha legato le proprie competenze allo sviluppo e alla sperimentazione di tecnologie avanzate informatiche e telematiche (non ultimo, ad esempio, il loro lavoro sul digitale terrestre piuttosto che su altre materie importantissime anche per lo sviluppo economico di questo Paese).
Negli ultimi anni si è assistito ad una flessione delle commesse da parte della Regione e del CSI stesso: si è partiti da due milioni di euro di qualche anno fa, si è scesi al di sotto del milione e mezzo e poi sono venute meno le commesse dirette della Regione Piemonte, se non tramite il CSI (ma anche queste negli ultimi mesi sono venute meno).
Considerato che l'Istituto Superiore Mario Boella, fondato dalla Compagnia di San Paolo e dal Politecnico più di dieci anni fa (quasi 15) per attitudine di ricerche è molto vicino ad alcune competenze del CSP, noi crediamo che prima di avviare qualsiasi tentativo di cessione delle nostre quote, bisognerebbe iniziare a discutere anche paritariamente con Compagnia di San Paolo e Politecnico su questi temi.
Sappiamo benissimo che c'è stato un inizio di discussione anche con l'Istituto per capire quali sono le possibili interazioni, ma noi crediamo che, proprio in un momento di crisi come questo, bisognerebbe alzare il livello di discussione anche con le ex fondazioni bancarie, per far sì che non succeda una sciagura: per i tanti temi che sappiamo essere legati alle ristrettezze economiche, dobbiamo ridurre le nostre partecipazioni anche nelle istituzioni pubbliche; ma non vorrei che, mentre noi dismettiamo le nostre partecipazioni, dall'altra parte rimangano solo gli istituti di ricerca fondati, diciamo così, dagli unici soggetti che non hanno avuto problemi di ristrettezze economiche.
Per questo, a mio avviso, ci dev'essere una strategia industriale.
Sappiamo che c'è un interesse di alcune aziende private all'acquisto di parte delle quote. Non vorrei - lo diciamo così - che questo costituisse di fatto, un diritto di prelazione che sottintendesse, poi, un'evidenza pubblica.
Noi interroghiamo appunto la Giunta per sapere se si intende avviare una discussione per rispondere a quei lavoratori che dicevano: "State mandando in cassa integrazione la ricerca pubblica!". Noi vorremmo smentire questa affermazione e vorremmo anche poter dire che stiamo facendo di tutto per mantenere pubblica parte della proprietà del CSP, anche attraverso la fusione e la creazione di un'aggregazione con altri istituti. Vorrei rispondere loro che non è del tutto impossibile trovare un'aggregazione con l'istituto di cui parlavo, per cui vorrei capire se esiste ancora questa possibilità e se stiamo provando almeno ad andare verso quella direzione.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore De Santis; ne ha facoltà.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente e grazie, Consigliere Grimaldi.
La prima informazione che vorrei fornire all'Aula, informazione che purtroppo rappresenta per noi un punto di partenza, è che per quanto riguarda il CSP il problema di gran lunga più rilevante che occorre affrontare è di natura economico-finanziaria: la società, verosimilmente chiuderà l'anno con un pesante disavanzo di bilancio. Noi ci auguriamo che la perdita del 2015 sia contenuta e ripianabile attraverso il capitale sociale della società stessa. In caso contrario, ci troveremmo di fronte a prospettive ben più serie e ben più complicate. Perché, sia per ragioni di tipo normativo, sia di concreta disponibilità di fondi, la possibilità di una ricapitalizzazione di CSP, ad oggi, purtroppo, per quanto riguarda la Regione Piemonte e il CSI, è da escludersi.
Farei un'ulteriore considerazione: sono perfettamente consapevole del fatto che all'interno di CSP ci sono dei valori di ricerca e di competenza che meritano di essere preservati, e che vale la pena cercare, in tutti i modi, di mantenere l'integrità dell'azienda. Finora ci siamo mossi in quest' ottica.
La nostra prima ipotesi di lavoro, com'è ben noto, perché è quella alla quale fa riferimento il nostro Piano di razionalizzazione delle partecipate, è stata quella di aprire un tavolo di lavoro con l'Istituto Boella (in realtà con i suoi soci, Politecnico e Compagnia di San Paolo) per capire, su un piano, quali prospettive potessero esserci di vera e propria integrazione fra le due strutture, e su un altro piano se e quali interventi si potessero adottare nell'immediato per alleviare il conto economico - il rosso di bilancio - di CSP nel 2015.
Questo secondo tema ha fatto qualche passo in avanti, ma di limitata dimensione; nel senso che si è avuto qualche distacco per qualche mese di personale CSP presso Boella.
Il tema, invece, di una più complessiva integrazione fra le due strutture ci è stato finora prospettato da Boella in termini non soddisfacenti dal punto di vista dei numeri e delle procedure, ma soprattutto dei tempi, in quanto ci è stato sempre rappresentato il fatto che un'eventuale operazione avente ad oggetto CSP doveva essere preceduta dall'integrazione fra Istituto Boella e SiTI, che sono due soggetti entrambi partecipati al 50% da Politecnico di Torino e Compagnia di San Paolo.
All'interno di questo processo avrebbe anche potuto avere luogo un'integrazione, un assorbimento o una qualche forma di unificazione diciamo così, fra Boella e CSP; tuttavia, le prospettive temporali di quest'operazione sono state progressivamente spostate nel tempo, fino ad arrivare alla seconda metà del 2016; tempistica assolutamente incompatibile con la situazione economica e finanziaria attuale di CSP.
Nel frattempo, abbiamo ricevuto - l'ha ricevuta il Presidente del Consiglio di Amministrazione di CSP - una formale manifestazione di interesse a rilevare delle quote di CSP, mantenendone la natura di "centro di ricerca". La manifestazione è pervenuta da parte di un'impresa privata importante e innovativa del nostro territorio, che, peraltro, CSP conosce per aver partecipato insieme a bandi, a progetti e a quant'altro: questo soggetto ha effettuato una due diligence (ci ha chiesto l'autorizzazione a fare una due diligence e l'ha fatta) ed è arrivato alla nostra medesima conclusione, ossia che, per quanto riguarda le sorti di CSP, emerge un'urgenza che non può aspettare i tempi necessari - minimo due o tre e mesi - per la vendita delle quote dei soci pubblici. Vendita che non pu che avvenire, quali che siano le vicende interne di CSP, attraverso procedure di evidenza pubblica, cioè gara. Non ci sono altre strade percorribili.
Ad oggi, questo soggetto privato, questa impresa privata, si è offerta di rilevare le quote di un altro socio privato di CSP e, dunque, cominciare ad occuparsi della società.
Devo dire inoltre che CSP - così come CSI, ma nel caso di CSP l'effetto è ancora più pesante - si trova in questo momento in una sorta di circolo vizioso, di gabbia perversa per effetto della quale Regione Piemonte non è più in grado di finanziarlo direttamente per ragioni vuoi normative vuoi di bilancio, ma il fatto che, come ricordava prima il Consigliere Grimaldi Regione Piemonte possieda, direttamente il 39% e indirettamente circa il 65%, delle quote di CSP, fa sì che CSP medesimo non possa partecipare a progettualità e gare di altri soggetti, anche pubblici, rispetto ai quali CSP ha una specifica competenza.
Ricordo che CSP ha lavorato sotto vari fronti e su vari temi con gli enti pubblici del nostro territorio, ma la nostra presenza impedisce che CSP possa partecipare a gare o a progetti fuori dal territorio della nostra regione. Anche qui, abbiamo costruito una specie di gabbia che, lentamente ma neanche tanto lentamente - sta togliendo a quel gruppo di persone l'aria per respirare, cioè le opportunità di lavoro.
Mi rifiuto di assistere semplicemente, in maniera inerte, e di accettare una prospettiva per cui una nostra società - alla quale peraltro, è attribuito un riconosciuto valore scientifico, tecnologico applicativo, innovativo, chiamatelo come volete - debba portare i libri in Tribunale.
Per conseguenza, al momento manteniamo aperto un tavolo con l'Istituto Boella ma, a nostra volta, non siamo più di tanto in grado di influenzare tempi e forme di decisione di soggetti che sono il Politecnico e Compagnia di San Paolo, nonché l'Istituto Boella direttamente, il suo C.d.A.
Dall'altro lato, l'assemblea di CSP che si è tenuta qualche giorno fa..



PRESIDENTE

Assessore, la prego di concludere, aveva cinque minuti.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora ai rapporti con società a partecipazione regionale L'assemblea ha deciso di dare corso alla proposta proveniente da un'azienda del nostro territorio, nella consapevolezza di due elementi: da un lato, le quote pubbliche non possono che essere vendute a evidenza pubblica, quindi ci saranno degli altri soggetti e faremo una gara, per chiamarla con il suo nome; dall'altro, c'è un'emergenza per la società dunque occorre mettere in atto, il più rapidamente possibile, tutte le azioni che si riescono a fare per migliorare il suo conto economico attuale e prospettico.
Abbiamo deciso, in pratica, di tenere in piedi, per il momento entrambe le opportunità (ossia quella rappresentata dall'impresa privata e quella rappresentata dal Boella), e di riconvocare l'assemblea della società a fine gennaio, allo scopo di verificare, innanzi tutto, gli elementi di tipo economico e finanziario e la possibilità reale della continuità aziendale per la quale noi stiamo lavorando, ma che non è scontata.
A quel punto ci auguriamo di riuscire ad individuare con i soci di CSP e, nel frattempo, anche con Istituto Boella, Compagnia di San Paolo e Politecnico, una soluzione praticabile.
Questo è lo stato del lavoro che abbiamo condotto fino ad oggi.
Chiedo scusa, Presidente, per essermi dilungata, ma era difficile dare queste informazioni in termini più sintetici.



PRESIDENTE

Chiedo scusa a lei, ma ci sono 12 interrogazioni.
Se non si rispettano i tempi, non si riesce iniziare il Consiglio in tempo utile.
Chiedo agli interroganti, ma soprattutto agli Assessori, di rispettare i tempi previsti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 826 presentata dalla Consigliera Chiapello, inerente a "Posti di lavoro in pericolo all'Azienda Asics Italia"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 826, presentata dalla Consigliera Chiapello, che ha la parola per l'illustrazione.



CHIAPELLO Maria Carla

Grazie, Presidente.
Ci sono dei lavoratori che, nel più totale silenzio, hanno perso il proprio lavoro. Si tratta di lavoratori dell'Asics, lavoratori storici, che da parecchi anni lavorano in quell'azienda. Franco Arese, nel 2013, ha ceduto le quote ad una multinazionale. Da allora, alcuni dipendenti hanno perso il posto di lavoro.
Non si sa se quest'azienda si stia comportando da vera multinazionale licenziando dipendenti storici assunti a tempo indeterminato, per assumere giovani a tempo determinato.
Vorrei sapere se possiamo fare qualcosa affinché non si verifichino più azioni di questo tipo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Consigliera Chiapello, indegnamente rispondo a nome dell'Assessore Pentenero, che mi ha lasciato la risposta scritta; solo brevemente leggo l'inciso del testo che le consegnerò.
Le aziende con più di 15 dipendenti devono attivare la procedura che prevede la legge. Nel corso della procedura le parti, con la partecipazione attiva della Commissione di Conciliazione, procedono ad esaminare anche la possibilità di soluzioni alternative al licenziamento. Tale procedura si conclude entro 20 giorni dal momento in cui la DTL ha trasmesso la convocazione per l'incontro, fatta salva l'ipotesi in cui le parti, di comune avviso, non ritengano di proseguire la discussione finalizzata al raggiungimento di un accordo.
Nell'ipotesi in cui il tentativo di conciliazioni fallisca e, comunque entro il termine citato, l'azienda può comunicare il licenziamento al lavoratore; si applica in questi casi, attraverso il tentativo di conciliazione, una forma di tutela volta anche alla salvaguardia dei posti di lavoro.
Si evidenzia che la Regione Piemonte ha competenza in materia di licenziamenti collettivi; allo stato attuale, agli atti d'ufficio, non risulta avviata alcuna procedura di riduzione di personale. Qualora si rendesse necessario, la Regione Piemonte si adopererà a mettere in campo ogni utile strumento che consenta il mantenimento dei livelli occupazionali.


Argomento: Giovani

Interrogazione a risposta immediata n. 831 presentata dal Consigliere Marrone, inerente a "Programma Garanzia giovani: a quando la riprogrammazione degli stanziamenti e le erogazioni alle aziende in attesa?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 826, presentata dal Consigliere Marrone, che ha la parola per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Si tratta di una richiesta di chiarimento. Sappiamo che Garanzia Giovani è stata sbandierata dal premier Renzi a livello nazionale, ma anche dalla Giunta Chiamparino a livello regionale, come una soluzione efficace rispetto ai problemi di avviamento al lavoro delle giovani generazioni.
Abbiamo già avuto modo di rilevare che si tratta spesso di tirocini piuttosto precari e mal retribuiti ma, al netto della critica politica abbiamo ricevuto una segnalazione in particolare da tante piccole e medie imprese che, avendo aderito al programma e avendo quindi avviato dei contratti, a vario titolo, di collaborazione con giovani tirocinanti o apprendisti, denunciano però che la quota parte pagata dalle imprese è stata regolarmente pagata, e questo ovviamente è giusto, ma, dall'altra parte, i ragazzi che aderiscono al progetto nelle loro imprese lamentino un mancato pagamento della quota parte statale.
Visto che la competenza è regionale, che c'è una mediazione da parte della Regione tra lo Stato e l'ultimo livello, la volontà è quella di capire, intanto, se corrisponde a verità quanto segnalato, ma soprattutto se in caso affermativo, di che cifra e di che tempistiche stiamo parlando per mettersi in pari con i pagamenti e quanti giovani sono al momento non retribuiti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Leggo la nota della collega Pentenero, che farò avere al Consigliere Marrone.
La Garanzia Giovani non è ferma o, meglio, non è possibile al momento coprire con il contributo pubblico le indennità di tirocinio. Gli operatori stanno continuando ad erogare i servizi ai ragazzi e stanno attivando dei tirocini per le aziende che decidono di pagare interamente l'indennità ai ragazzi.
L'attivazione del tirocinio è a carico del programma e le aziende non devono pagare le Agenzie per il lavoro cui vengono rimborsate le ore di servizio effettuate.
La Direzione Coesione Sociale sta riprogrammando le risorse residue per riuscire a coprire altre indennità di tirocinio con il contributo pubblico probabilmente si ripartirà nel 2016 con alcune modifiche che si stanno "concertando" con le parti sociali.
Per quanto riguarda i pagamenti dei tirocini in corso, ormai la maggior parte dei ragazzi riceve regolarmente, dall'INPS, l'indennità spettante.
Tuttavia, ogni mese rimangono alcuni casi per i quali devono essere risolti problemi dovuti alle incongruenze dei dati in possesso degli Uffici regionali inseriti dalle aziende/operatori e quelli in possesso dell'INPS.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 832 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Quale sostegno per il reddito per gli ex lavoratori della Manifattura Perosa - New.Co.cot di Perosa Argentina (TO)"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 832, presentata dalla Consigliera Frediani, che ha la parola per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi spiace che non ci sia l'Assessore Pentenero, non per sminuire il lavoro dell'Assessore Ferrero, ma perché volevo una sua opinione su quest'azienda, che si trova a Perosa Argentina, una delle tante aziende storiche del nostro territorio, un'azienda che lavorava nel tessile.
Abbiamo incontrato i lavoratori di quest'azienda e devo dire che abbiamo avuto l'impressione di persone con tanta voglia di lavorare, tanta voglia di ripartire. Quindi sarebbe bello studiare qualche progetto che possa venire incontro a questa loro volontà e cercare di assecondarla, sia per recuperare il patrimonio di competenze di queste lavoratrici - sono per lo più donne, ma non solo - sia per recuperare l'edificio in cui si trovava il cotonificio e prevedere un riutilizzo di quell'area, magari studiando qualche produzione alternativa che possa consentire un futuro anche a un presidio economico importante per la valle.
In particolare, abbiamo affrontato dei problemi più di livello regionale relativi alla mobilità in deroga, quindi al rifiuto di rinnovare la cassa integrazione per queste persone. Queste lavoratrici non soddisfano il requisito richiesto per la domanda, cioè devono avere un'età inferiore ai 57 anni compiuti, la fruizione di una precedente indennità ASPI o NASPI conclusa dopo il 14 agosto 2015; oppure, possesso di condizione di disoccupato, 12 mesi di anzianità nelle aziende di provenienza.
Ci chiediamo quindi come l'Assessorato intenda andare a sostenere questi lavoratori che si troveranno a breve, a partire dal gennaio 2016 privi di qualsiasi sostegno al reddito. Quindi, al di là dell'intervento immediato, del "paracadute" che la Regione può cercare di offrire, o comunque intercedere per cercare di ottenere, vorremmo capire se ci sono dei progetti a lungo termine che possono recuperare questa forza lavoro che si è dimostrata molto propositiva e desiderosa di riprendere un'attività per avere un futuro.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Leggo parte della risposta, che poi le consegnerò integralmente.
Si parte dal futuro, dicendo che questo provvedimento si chiude il 31 dicembre 2015. Nel 2016 sembra che sarà possibile prevedere un intervento analogo, sempre nell'ambito del 5% degli stanziamenti, sulla base di quanto attualmente stabilito dalla legge di stabilità in discussione al Parlamento, che andrà definito non appena possibile, e in cui si potrà eventualmente tenere conto di queste casistiche, considerando, peraltro che i fondi disponibili consentono una copertura limitata sia nel tempo (massimo quattro mesi), sia in termini quantitativi.
Un'altra opzione su cui si potrebbe lavorare riguarda l'impiego in attività di lavoro socialmente utile di ultrasessantenni disoccupati, con la concessione di un sostegno e di contributi figurativi, secondo quanto previsto dall'articolo 26 del D.lgs. 150/2015. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.


Argomento: Contributi all'agricoltura

Interrogazione a risposta immediata n. 835 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Campagna 2014 - Misura 214. Pagamenti agroambientali"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 835, presentata dal Consigliere Berutti.
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Premesso che nel mese di settembre scorso la Regione Piemonte, per il tramite di ARPEA, ha provveduto ai pagamenti della Misura 211 "Indennità a favore degli agricoltori delle zone montane" previa conclusione dell'istruttoria e predisposizione degli elenchi di liquidazione da parte degli enti istruttori.
Tenuto conto che relativamente alle Misure 214.1 "Applicazione di tecniche di produzione integrata" e 214.2 "Applicazione di tecniche di produzione biologica", facenti parte della Misura 214 "Pagamenti agroambientali", la Regione disponeva la conclusione dell'istruttoria ma non anche la compilazione degli elenchi di liquidatone, rinviando quest'ultima al momento della presenza di disponibilità finanziarie.
Rilevato che, con e-mail del 7/10/2015, delle ore 18.43, gli Uffici regionali trasmettevano la nota n. 16479, comunicando l'assegnazione del budget per la formazione degli elenchi di liquidazione fino all'occorrenza di dieci milioni di euro e richiedendo la formazione delle liste dì liquida/ione fino alla capienza consentita dal sistema.
Considerato che, data l'ora dell'invio della comunicazione, per coloro che riscontravano l'e-mail soltanto il giorno successivo, l'8 ottobre accedevano al programma per la compilazione degli elenchi di liquidazione le risorse risultavano già esaurite. Inoltre, rilevato che gli enti che avrebbero formato le liste fino a esaurire i dieci milioni di euro sarebbero, per la maggior parte, ricadenti nella provincia di Asti.
Tenuto conto che, a seguito della richiesta di informazioni, la Regione specificava resistenza della copertura finanziaria per tutte le domande del 2014 e comunicava la priorità sulla futura assegnazione di fondi degli enti che non avessero usufruito, o fruito in entità ridotta, della prima assegnazione.
Tenuto conto che in data 23/11/2015 la Regione inoltrava, via e-mail la nota n. 18882 con cui comunicava la disponibilità di 4.400.000 euro tuttavia già suddivisi per Ente.
Rilevato che in diversi casi sarebbero state assegnate risorse nella misura del 30% di quanto richiesto e che, ad oggi, non sarebbe possibile sapere quando verranno corrisposti i contributi restanti, appreso che, per quanto riguarda il 2015, potrebbe essere predisposta una graduatoria che consentirebbe il pagamento di un acconto del 75%, fino al raggiungimento della somma disponibile di 11 milioni di euro, che comporterebbe il conseguente rischio di penalizzare numerosi beneficiari che verrebbero esclusi dal pagamento.
Si interroga per sapere quali provvedimenti si intendano adottare al fine di garantire, entro tempi brevi in maniera equa sul territorio regionale, a tutti i soggetti beneficiari i pagamenti della Misura 214 2014, per gli importi ammessi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Berutti che, per la verità, mi dà la possibilità di rispondere anche a un pezzo che non si trova nella risposta scritta.
Per quanto riguarda l'equità dei pagamenti, le garantisco che viene operata in trasparenza tramite e-mail che tutti ricevono alla stessa ora nello stesso minuto, quindi coloro che sono pronti inviano le pratiche e ricevono i primi anticipi di pagamento. In tutta onestà, devo anche dirle che, vista l'esperienza di questo invio e la risposta, ho chiesto di trovare un'altra modalità, come ha definito lei, più equa per il prossimo futuro, che non lasci soltanto alla possibilità degli Uffici più preparati di rispondere e ad altri meno, perché si creano inevitabili disuguaglianze territoriali.
Detto questo, la voglio solo aggiornare e poi le darò la risposta scritta.
Per quanto riguarda i pagamenti agroambientali del PSR 2007-2013, noi abbiamo provveduto, nel 2014 e anche nel 2015, a tenere aperta la misura che è una misura a superficie e ad assegno. Per questo è stato complesso: perché abbiamo trovato la misura del 2014 completamente scoperta e abbiamo dovuto spostare le risorse dall'asse e da tutto il Piano per finanziare questa misura e poi, nella misura dell'anno 2015, che abbiamo riaperto con una dotazione finanziaria di un milione superiore a quella dell'anno precedente, abbiamo dovuto utilizzare fondi e aiuti di Stato che non erano stati utilizzati da altre misure del Piano di Sviluppo Rurale.
Procederemo al pagamento dell'annualità 2014 entro la fine di quest'anno e immediatamente dopo potremo accedere alle risorse e aiuti di Stato per pagare l'annualità 2015, che contiamo di fare nelle prime settimane dell'anno 2016.


Argomento: Istituti di credito - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 837 presentata dalla Consigliera Porchietto, inerente a "Piano industriale di Unicredit 2015-2018" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 837, presentata dalla Consigliera Porchietto, che ha la parola per l'illustrazione.
La parola alla Consigliera Porchietto per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Non vorrei abusare della pazienza dell'Assessore Ferrero, che oggi si è ritrovato con una serie di risposte da dare su ambiti che, fortuna sua, non sono di sua competenza, glielo posso assicurare.
Pertanto non mi soffermo molto sull'interrogazione, perché in realtà su questo tema sarebbe stato importante valutare insieme all'Assessore Pentenero una serie di modalità rispetto a un soggetto che oggi si chiama Unicredit, ma domani mattina avremo un'altra serie di ricadute occupazionali di altri soggetti che operano nel sistema bancario e finanziario e quindi sarebbe stato interessante capire se la Regione Piemonte riteneva di voler attuare comunque alcuni procedimenti in premessa e non successivamente.
Ad ogni modo, prenderò atto di quella che sarà la risposta che gentilmente l'Assessore ci fornirà; anzi, se ritiene, Assessore Ferrero può anche farmi avere la risposta scritta senza alcun problema. Grazie.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Consigliera Porchietto, le lascio la risposta scritta, così mi evita di recitare una parte in cui non sono molto a mio agio.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 828 presentata dal Consigliere Appiano, inerente a "Tutela della sicurezza del personale medico e infermieristico e dei pazienti del CAVS di Giaveno"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 828, presentata dal Consigliere Appiano, che ha la parola per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
L'interrogazione trae spunto da conoscenza diretta di un'informativa relativa al distretto di Giaveno e al CAVS di Giaveno, ma in realtà credo che abbia una valenza di carattere generale. In particolare, prende spunto da un articolo del vigente accordo collettivo nazionale, l'articolo 68, che disciplina i rapporti con i medici di medicina generale e con i CAVS, in cui si afferma che "è compito dell'ASL garantire la sicurezza dei medici che operano all'interno di queste strutture".
Nell'interrogazione viene citato un dossier intitolato "Dossier violenza", aggiornato alcuni anni fa a cura dell'esecutivo nazionale della Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale che operano nel settore di continuità assistenziale.
Tale dossier enuncia tutta una serie di episodi violenti avvenuti all'interno di queste strutture nell'orario di servizio delle medesime.
Prendendo atto che si è saputo che sarebbe intenzione eliminare il servizio di vigilanza all'interno del presidio di Giaveno e che circa un mese fa è stata inoltrata dal Segretario provinciale di Torino della medesima Federazione che ha curato questo dossier una lettera al Direttore generale dell'ASL-TO3 denunciando i pericoli legati all'eventuale attuazione di questa idea - ovvero di lasciare ai medici e agli infermieri il compito di portineria e sorveglianza, cioè sostanzialmente a nessuno perché al di là del fatto che le porte possono essere chiuse, si possono aprire automaticamente, già solo nel momento in cui i medici o gli infermieri stanno svolgendo la loro attività, di fatto, la sorveglianza non verrebbe effettuata da nessuno - e constatato che l'attribuzione a medici infermieri di compiti di vigilanza sarebbe quantomeno impropria dal punto di vista professionale, interrogo l'Assessore competente rispetto a quali misure si intendano adottare affinché la sicurezza del personale medico e infermieristico e dei pazienti, in questo caso del CAVS di Giaveno, ma pu essere un principio di carattere generale, venga effettivamente tutelata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Nel presidio di Giaveno tutti i servizi distrettuali amministrativi e ambulatoriali sono chiusi al pubblico fin dalle ore 17.30, mentre nella fascia notturna possono pervenire unicamente eventuali utenti al servizio di ex Guardia Medica o molto raramente familiari dei pazienti dei nuclei CAVS.
In ogni caso, rispetto alla domanda che è stata posta, dal 1° dicembre è stato sospeso il servizio di vigilanza notturno dalle 22 alle 8 presso il presidio di Giaveno e si ritiene che tale decisione non determini problemi di sicurezza per i motivi che ho esposto all'inizio, cioè le caratteristiche che ha il presidio. Infatti, fino alle 22 il presidio di Giaveno è presidiato dalle attività di portineria; dalle ore 22, i due accessi al pubblico sono entrambi chiusi e l'ingresso per le attività aperte in tale fascia oraria, ovvero la Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) e il Nucleo di Continuità Assistenziale a Valenza Sanitaria (CAVS), avviene suonando il videocitofono, con ben due porte a vetri da aprire sulla base della valutazione dei operatori di turno.
La decisione uniforma il presidio di Giaveno a tutti gli altri presidi territoriali aziendali nei quali da anni, in assenza di ricovero per acuti non esiste vigilanza notturna armata, come ad esempio avviene già al CAP di Avigliana.
Negli ultimi dieci anni non si sono verificati a Giaveno episodi notturni che possano giustificare una vigilanza armata. La vigilanza armata, come è noto, è un servizio svolto da una ditta esterna specializzata, con conseguenti costi significativi per il sistema sanitario. Vengono recuperate dunque, come succede in tutte le strutture simili, risorse che in attuale fase di spending review possono venire più proficuamente investite nei servizi sanitari, e credo che questo sia un obiettivo che ci accomuna, considerate le carenze attuali e probabilmente quelle che ci saranno sulla base delle decisioni che stanno assumendo il Governo e il Parlamento in questo momento.
Quindi è improprio affermare che, con la sospensione della vigilanza armata, i compiti di portineria vengono assegnati al personale medico di servizio.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 829 presentata dal Consigliere Barazzotto, inerente a "Limite massimo di lavoro per i medici fissato a 12 ore di lavoro giornaliero e 11 ore continuative di riposo: come la Regione Piemonte intende affrontare l'adeguamento alle disposizioni di cui alla legge n. 161/2014 in vigore dal 25 novembre 2015"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 829 presentata dal Consigliere Barazzotto, che ha la parola per l'illustrazione.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
Il tema è di estrema attualità, difatti anche oggi è in prima pagina sulla stampa a livello nazionale. E' un argomento di queste settimane e di questi mesi.
Premetto che il 25 novembre 2015 sono entrate in vigore le disposizioni in materia di orario di lavoro del personale delle aree dirigenziali e del ruolo sanitario del servizio sanitario nazionale, di cui al capo terzo dell'articolo 14 della legge 30/10)2014 n. 161. In base a queste norme adottate, in esito alla procedura di infrazione n. 2011-4185 della Commissione Europea è stato attuato il riallineamento alla normativa europea e l'abrogazione delle precedenti disposizioni in tema di orario di lavoro dei medici.
Per effetto delle disposizioni richiamate, quindi, un medico, come oggi i giornali riassumono, oltre le 12 ore e 50 minuti al giorno non pu lavorare, rispettando il limite massimo di 48 ore settimanali, compreso lo straordinario, e nell'arco del giorno dovrà osservarsi un riposo continuativo tra un turno e l'altro di almeno 11 ore.
L'Italia è l'ultimo Paese ad adeguarsi alle disposizioni europee in materia di orario lavorativo dei medici. In base alle disposizioni del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112, ora abrogate, per il solo personale sanitario del sistema sanitario nazionale pubblico era possibile derogare alla durata massima di 48 ore dell'orario settimanale di lavoro e il riposo giornaliero di 11 ore ogni 24 ore lavorate.
Come documenta il New England Journal of Medicin, la mancanza di sonno dovuto a turni lavorativi prolungati è il tallone d'Achille della professione medica, tanto che gli studi dimostrano che il 30% - dico la percentuale perché in quest'Aula sono molto care a tutti - degli errori evitabili avviene nelle ore di turno di notte.
Rilevato che, a parità di preparazione tecnica, un chirurgo o un cardiologo riposato dovrebbe essere in grado di svolgere al meglio il proprio lavoro rispetto a chi è stanco, attualmente uno dei turni ospedalieri più frequenti è il mattino-notte, che prevede l'ingresso alle 8,30 e uscita alle 14,30 e il nuovo ingresso alla sera alle 20,30 fino all'alba del giorno successivo. In molti casi, non è prevista neppure una pausa di riposo tra lavoro notturno e l'inizio del turno mattutino.
Preso atto che tutte le Regioni dovranno garantire la continuità assistenziale distinguendo turni h24 e h12, rispettando il vincolo economico relativo alle spese del personale, la Regione Piemonte in particolare è ancora sottoposta al piano di rientro.
Le problematiche derivanti dall'applicazione della legge n. 161 sono state recentemente affrontate, ovviamente da altre Amministrazioni regionali - in particolare, Veneto e Lombardia, per citarne due prevedendo sia pure, come estrema ratio, nell'impossibilita di operare qualsivoglia misura organizzativa alternativa, la possibilità per le Aziende di esercitare il proprio diritto-dovere di assumere dirigenti medici e sanitari, nonché personale del comparto e del ruolo sanitario nel rispetto dei tetti di spesa prestabiliti.
Pertanto, s'interroga l'Assessore per sapere in che modo la Regione Piemonte intenda adeguarsi alle disposizioni di quella legge n. 161/2014 compensando la quasi certa carenza di personale medico - aggiungo, come Biella, che dovrebbe chiudere in certi reparti e così come Biella tutti gli altri ospedali - in ogni ospedale della Regione rispetto al personale necessario a garantire il rispetto della norma nazionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Nella mia risposta farò riferimento a ciò che abbiamo deciso per la soluzione di questo problema, anche perché non c'è soltanto la Lombardia o il Veneto che sono state citate, ma anche noi abbiamo assunto delle decisioni. Però farò anche riferimento al contesto nazionale, soprattutto del decisore nazionale, perché questo tema degli orari di lavoro, cioè dell'applicazione della direttiva europea, è un tema di dibattito nazionale. Dopodomani c'è uno sciopero da parte della sanità proprio per protestare. In Parlamento sono emerse diverse proposte per poter consentire l'assunzione di nuovo personale. Questo mi pare sia anche noto.
Mi pareva che eravamo sulla strada giusta anche a livello nazionale c'era un emendamento che consentiva l'assunzione, anche se poi c'era la contestazione sul fatto che erano soltanto una parte dei precari.
Oggi ho letto un giornale nazionale (se non sbaglio, la Repubblica) che riferisce l'opinione del Ministro della Sanità che ha risposto alla domanda "avete trovato questi soldi?", perché la prima ipotesi era di finanziare le assunzioni con i risparmi derivanti dai provvedimenti della medicina difensiva. E' chiaro che la Corte dei Conti ha detto " come si fa a misurare quali sono i risparmi?" e ha pure detto che "quella soluzione non c'è". E si immaginava che, in qualche maniera, il Parlamento - io ci spero ancora - trovasse una modalità per poter finanziare l'operazione di assunzione.
Il Ministro oggi ci riferisce sulla stampa che ha trovato la soluzione.
Ho letto l'articolo e mi sono detto che è magnifico: pagano le Regioni all'interno del fondo sanitario. Riferisco questo, perché abbiamo la necessità non soltanto di fare riferimento al nostro dibattito, ma anche al dibattito nazionale, perché questo vuol dire che con quel famoso miliardo di aumento, oltre agli 800 milioni dei LEA, oltre ai farmaci innovativi oltre al contratto e tutto il resto, ci sarebbe anche questa cosa. Quindi mi sembra obiettivamente un'ipotesi. E sono convinto, anche per alcune agenzie che ho visto oggi da parte delle forze di Governo, che probabilmente si cercherà una modalità per definire le risorse necessarie per le nuove assunzioni. Le misure variano, però il tema è evidentemente di carattere generale.
Per quanto riguarda il Piemonte, per dare applicazione alla legge che il collega Barazzotto ha citato (la n. 161 del 2014), noi, sotto il profilo organizzativo, abbiamo ottemperato con alcuni atti - adesso vi dirò le conclusioni - innanzitutto con l'adozione formale di una deliberazione del 2 aprile 2015, che reca "Definizione degli standard qualitativi e strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera", facendo riferimento a questa normativa.
Successivamente, come vi è noto, con la deliberazione n. 1-600 del 19 novembre 2014, cioè la deliberazione sulla revisione della rete ospedaliera, abbiamo approvato il nuovo programma di revisione della rete ospedaliera e con una deliberazione successiva del 27 luglio abbiamo impartito nuovi principi e criteri di organizzazione delle Aziende Sanitarie Regionali e l'applicazione dei parametri standard per l'individuazione di strutture semplici e complesse. Quindi, abbiamo provveduto sul piano organizzativo a ridisegnare sulla base degli standard che sono stati definiti.
A seguito di questi atti di programmazione, sono stati adottati gli atti aziendali di organizzazione ed è stato attivato il procedimento regionale di verifica che si è concluso con l'adozione della delibera del 23 novembre scorso.
Questi atti, nel loro complesso, hanno consentito di addivenire ad un riordino dell'assetto organizzativo delle Aziende Sanitarie Regionali, che consente un migliore utilizzo del personale che, conseguentemente, sia sinergico all'obiettivo previsto dalla legge n. 161/2014.
Inoltre, sotto un profilo più propriamente operativo, la Regione Piemonte già con la deliberazione n. 36 del 25 maggio scorso aveva deliberato 800 assunzioni ed era stato deliberato anche lo sblocco del turnover. Noi non abbiamo più il vincolo del blocco del turnover, quindi abbiamo deliberato lo sblocco del turnover del personale del ruolo sanitario e per la figura dell'operatore socio-sanitario.
Pertanto, le Aziende già da circa sei mesi possono predisporre i propri piani di assunzione per intervenire nei casi di criticità, nel rispetto ovviamente - qui ritorniamo alla parte iniziale del mio intervento - dei tetti di spesa per il personale assegnato a ciascuna con la stessa deliberazione del mese di maggio.
Mi ricollego al mio intervento iniziale, perché le risorse sono quelle che conosciamo. Ricordo che nel 2015 le risorse trasferite attraverso il fondo sanitario sono 46 milioni in meno rispetto al 2014; non si sa quale è la situazione per quanto riguarda il 2016 e, in ogni caso, è ancora indefinita la posizione nazionale per quanto concerne il finanziamento per nuove assunzioni al fine di dare, al di là degli aspetti normativi e organizzativi, la copertura dei nuovi processi di riorganizzazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 833 presentata dalla Consigliera Batzella, inerente a "Chiarimenti deroga per i punti nascite in zone montane con numero di parti inferiore ai 500 annui"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
833, presentata dalla Consigliera Batzella, che ha la parola per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Ancora una volta sono qui per chiedere chiarimenti sulla deroga per i punti nascite in zone montane o comunque in centri con un numero di parti inferiore ai 500 annui.
Tutti siamo a conoscenza della sottoscrizione, in data 11 novembre, da parte del Ministro Lorenzin di un decreto che apre la possibilità di sperimentare in aree montane punti nascite con un numero di parti esigui inferiore ai 500 annui, a condizione che vengano mantenuti gli standard di qualità e di sicurezza previsti dalla normativa. Nel decreto si affida il tutto ad un Comitato per il Percorso Nascita nazionale composto da diverse figure professionali e professionisti, che ha il compito di esprimere un parere sulle richieste di deroga avanzate dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e di Bolzano.
A seguito dell'interrogazione a risposta immediata n. 798 che io stessa rivolsi all'Assessore il giorno 24 novembre, dove chiedevo una deroga per i punti nascite in zone montane in seguito al Decreto Lorenzin, l'Assessore ha dichiarato: "Suppongo che soltanto i punti nascite che sono DEA di I livello, qualora avessero una soglia inferiore rispetto a quella prevista dalla normativa, potranno chiedere una deroga, che poi dovrà essere valutata" naturalmente da questo Comitato, poiché non parliamo di un DEA di I livello.
L'Assessore continua dicendo: "E' evidente che la sicurezza vuol dire questo: DEA di I livello".
Alla luce di tutto questo, abbiamo finalmente valutato e visionato il nuovo decreto ministeriale del Ministro Lorenzin: da nessuna parte compare quello che l'Assessore aveva affermato, cioè che la deroga poteva essere richiesta soltanto per i punti nascite che si trovano all'interno dei DEA di I livello e che, quindi, non si poteva chiedere una deroga, invece, per tutti gli altri punti nascite, quindi per gli ospedali di base e di territorio e per gli ospedali di area disagiata.
In realtà, lo standard qualitativo di sicurezza nei punti nascite è definito tramite la proporzione di parti con taglio cesareo primario e il numero dei parti, che deve essere inferiore al 15% - è la normativa che parla chiaro. Dai dati del 2013 del piano nazionale esiti, la proporzione di parti con taglio cesareo primario presso l'ospedale di Susa risultava pari al 14,6%, quindi inferiore al 15%, cioè al di sotto della soglia di sicurezza, pertanto non mi sembra che il fattore sicurezza sussista.
Interrogo l'Assessore per l'ennesima volta in Consiglio regionale, alla presenza di tutti i Consiglieri, degli Assessori e dei giornalisti (se sono presenti in aula), per conoscere la ragione vera e propria, per sapere il motivo per cui non si sia nemmeno voluto provare a richiedere una deroga al Comitato per il Percorso Nascita nazionale. Qualora il punto nascite non avesse avuto i requisiti, sarebbe stato il Comitato nazionale a dare il verdetto e non sarebbe stato espresso categoricamente un rifiuto come è avvenuto dal principio da parte dell'Assessore alla sanità della Regione Piemonte e da parte del Partito Democratico.
Considerato che non ci sono problemi di sicurezza e non c'è alcun vincolo di deroga al DEA, chiedo all'Assessore per quale motivo ha rifiutato categoricamente di non chiedere la deroga verso il punto nascite citato. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Batzella.
Vi chiedo di rimanere nei tempi, perché sono già le ore 15.30.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Certo, tanto abbiamo già avuto modo di esprimere le nostre opinioni con la collega Batzella in diverse occasioni su questo tema, quindi sar sintetico.
Facendo riferimento al decreto ministeriale dell'11 novembre 2015 - è un decreto ministeriale e non un decreto del Governo, quindi sul piano della gerarchia della norma non è un decreto governativo - si ribadisce che nella normativa ministeriale vigente (quindi, norma nazionale: Accordo Stato- Regioni del 16/10/2010, Patto della Salute 2014-2016 e Decreto Ministero n. 70 del 2 aprile 2015), antecedente al Decreto Lorenzin, la presenza di un Punto nascita all'interno di ospedale viene determinata unicamente dalla presenza di DEA di I o II livello, a garanzia di sicurezza e di alta specializzazione delle cure. Questo a prescindere dal numero dei parti annuali.
Viceversa, la ipotetica deroga prevista dal decreto citato di novembre si riferisce alle maternità inferiori ai 500 parti annui e non invece alla sede di DEA, che garantisce per complessità e presenza di servizi e reparti il massimo della sicurezza per mamme e bambini.
Per tale motivo, non essendo l'ospedale di Susa sede, com'è noto, di un dipartimento di emergenza o di accettazione di I o II livello, un'eventuale richiesta di deroga relativa ad un Punto nascita con numero di parti inferiore a 500 l'anno, non rientrando nella normativa di cui sopra, non poteva neppure essere presentata.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Contributi alla cultura

Interrogazione a risposta immediata n. 834 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Utilizzo dei finanziamenti regionali dall'associazione 'A come Ambiente', che gestisce l'omonimo museo"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 834, presentata dal Consigliere Bertola, che ha la parola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Parliamo di un museo sito nel comune di Torino, ma ha piena attinenza con le competenze regionali, in quanto è finanziato anche dalla Regione Piemonte; come richiamerò più avanti, proprio recentemente è stata anche apportata una variazione al bilancio di previsione 2015 e al bilancio pluriennale 2015-2017 per aggiungere dei fondi: 150 mila euro proprio sul capitolo "Attuazione della programmazione regionale in materia ambientale e di politiche di sviluppo sostenibile" per questo museo.
Il museo nasce dall'associazione senza scopo di lucro A come Ambiente costituita nel 2003. Nello Statuto, revisionato l'ultima volta nel 2011, si legge che essa ha il compito di curare la gestione e di assicurare attraverso la collaborazione dei propri associati, il funzionamento e lo sviluppo del museo A come Ambiente. Tra i soci fondatori c'è anche la Regione Piemonte, in quanto i soci fondatori e sostenitori sono la Città di Torino, la Città Metropolitana di Torino (prima Provincia di Torino), la Regione Piemonte, la SMAT, l'AMIAT e la Reale Group.
Negli ultimi due anni, 2013-2014, sono stati portati avanti dei lavori di ammodernamento delle strutture e degli allestimenti interattivi e multimediali. Infatti, è stata avviata nel 2014 una gara per gli allestimenti dei nuovi spazi museali con i fondi europei POR-FESR, con il relativo co-finanziamento. Il bando riguarda la realizzazione dei nuovi exhibit interattivi, per un importo di quasi un milione di euro (990.895 IVA compresa). La chiusura dei lavori era prevista per il mese di agosto 2015.
Poiché il museo ha chiuso l'esercizio 2014 con un piccolo disavanzo (7.000 euro), vantando tra i crediti anche le quote associative della Regione, probabilmente non è un caso che sia stata fatta questa variazione di bilancio per assegnare i fondi.
In merito ai visitatori, nell'ultimo anno sono molto calati, rispetto agli anni precedenti: si è registrato un trend di decrescita da circa 50 mila visitatori l'anno a meno di 20.000.
Inoltre, ci hanno riferito che nell'ultimo mese sono stati smantellati (in gran parte distrutti) i precedenti allestimenti e gli exhibit interattivi e multimediali, e sono stati sostituiti solo parzialmente con nuovi allestimenti finanziati con fondi europei, inizialmente destinati all'ampliamento dei contenuti espositivi e non al loro totale rifacimento.
Pare che il rifacimento sia stato eseguito senza un nuovo progetto, in sostituzione del precedente.
Poiché questa struttura è finanziata in buona parte anche da fondi regionali, abbiamo inteso presentare quest'interrogazione a risposta immediata - vista anche la recente variazione di bilancio che ha assegnato i fondi - per conoscere, il più possibile nel dettaglio, compatibilmente con la velocità che la risposta richiede, le attività portate avanti dal museo A come Ambiente e, quindi, l'utilizzo dei fondi che la Regione ha conferito al museo stesso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
La risposta dettagliata sarà contenuta nell'allegato.
Venendo alla sostanza, l'interrogazione chiede quanto la Regione abbia dato, negli anni 2014 e 2015, all'associazione "A come Ambiente".
Nel 2014 non è stato pagato nulla ad "A come Ambiente", mentre nel 2015 è previsto un pagamento - come lei giustamente ha ricordato - di 150 mila euro, che serve a contribuire al finanziamento europeo per il completamento dell'intero progetto europeo, che ammonta 1.875.000 euro, serve a chiudere tutte le pendenze vecchie rispetto ad "A come Ambiente", più la quota di 55 mila euro, versata come quota associativa per il 2015.
In sostanza, nel 2014 non c'è stato alcun versamento. Nel 2015, sono stati versati 150 mila euro per il progetto europeo e a stralcio di ogni posizione debitoria della Regione, più i 55 mila euro di quota associativa 2015.
Grazie.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 830 presentata dalla Consigliera Motta, inerente a "Rilascio della nuova tessera elettronica BIP di libera circolazione agli ipovedenti gravi" (risposta scritta)

Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 836 presentata dal Consigliere Vignale, inerente a "Nuove smart card BIP dei diversamente abili"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame di due interrogazioni a risposta immediata che trattano lo stesso argomento: la n. 830, presentata dalla sottoscritta Consigliera Motta, in merito alla quale chiedo risposta scritta, non potendola illustrare.
La n. 836 è presentata dal Consigliere Vignale, che ha la parola per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Molto è scritto all'interno dell'interrogazione, ma avendo il vincolo di porre una singola domanda, ci tengo ad illustrarla.
Intanto, ci sono alcuni aspetti riguardanti la nuova smart card BIP: uno è quello delle tempistiche, nel senso che sul sito della Regione Piemonte, la comunicazione che è stata fatta e quant'altro, si dice che entrerà in vigore dal 1° aprile 2016. Bene, nel senso che si risolvono una serie di problemi che erano sorti, ma a noi non risulta esserci neppure un atto, una delibera, che ha spostato la data di due mesi in avanti (dal 1 febbraio al 1° aprile). Pertanto, ci domandiamo come questo fatto - che ripeto, noi condividiamo - possa essere stato comunicato.
Significhiamo che si tratta di un costo, per un incasso complessivo di quasi due milioni di euro per la Regione Piemonte, la quale scrive ai diversamente abili che destinerà queste risorse ad importanti investimenti a favore delle categorie protette di utenza, che sinora sono mancati. Non siamo, però, a conoscenza di quali saranno questi investimenti e non capiamo il motivo per cui il rinnovo sia annuale, poiché è verosimile che per chi ha una disabilità conclamata sopra il 100% (gli ipovedenti, ad esempio), quella disabilità rimanga: non capiamo per quale motivo ogni anno si debba procedere al rinnovo.
Si tratta di uno dei chiari eccessi di burocrazia: facciamo le leggi sulla semplificazione e poi imponiamo, ogni anno, a delle persone di fare una trafila che non è semplice.
Noi riteniamo che la volontà del rinnovo annuale sia anche quella di inserire il costo di 15 euro l'anno, incassando così due milioni di euro l'anno, in seguito al rinnovo delle singole tessere. E' evidente, peraltro che tutto ciò ha creato una serie di difficoltà anche rispetto ai sistemi di comunicazioni della Regione Piemonte, perché è stata mandata una prima tranche di lettere che ha interessato una parte dei possessori delle tessere gialle, che ovviamente si sono mobilitati per capire quali sarebbero state le tempistiche e quant'altro.
Chiediamo, pertanto (poiché una domanda ci è consentita), se non si ritenga opportuno prevedere almeno una durata illimitata nel tempo delle nuove smart card. Ci permettiamo, altresì, di sottolineare - anche se è una seconda domanda - con quale atto sia stata autorizzata la proroga della validità delle nuove BIP card al 1° aprile.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Con l'avvio del processo operativo di sostituzione dei titoli di viaggio - tessere cartacee - in ragione delle richieste di allungamento dei termini per la presentazione delle domande, si è resa necessaria la modifica delle date di scadenza previste dalla deliberazione originaria n.
62/1987.
Si procederà - e questo è il primo quesito posto dal Consigliere all'approvazione dei nuovi termini di scadenza con un ulteriore provvedimento di Giunta, che sarà calendarizzato nella prossima seduta (quindi non è ancora stato formalizzato con una delibera di Giunta). Nel frattempo, però, le nuove date di scadenza sono state divulgate tramite tutti i canali d'informazione disponibili (siti Internet, comunicazioni alle associazioni delle persone con disabilità e Numero Verde) e tutto il percorso è stato concordato con le associazioni che tutelano le categorie interessate da questo biglietto.
Per quanto riguarda il tema dell'annualità, la nuova modalità di attribuzione della gratuità prevede proprio l'accertamento annuale dei requisiti, per il fatto che ci sono anche fattori di disabilità temporanei.
E' prevista, quindi, una verifica annuale per coloro che rientrano nella categoria 3 - invalidi di guerra, civili di guerra e per servizio - non inseriti negli archivi informatici. Saranno effettuati controlli a campione, ai sensi dell'articolo 71 del DPR 445.
Questa nuova tecnologia, che è sicuramente più comoda, ha una durata fisiologica di quattro anni, trascorsi i quali il prodotto viene considerato deperito e, quindi, bisognerà ripartire con una nuova carta.
Spero di aver risposto correttamente.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.43 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.46)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Balocco e Baricco.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 143, inerente a "Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2015" (atti d'indirizzo collegati: ordine del giorno n. 559; ordine del giorno n. 561; ordine del giorno n. 564; ordine del giorno n. 567; mozione n. 574; ordine del giorno n. 573)


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 143, inerente a "Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2015", di cui al punto 3) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Nella seduta antimeridiana sono stati sospesi gli articoli 6, 15, 42 bis e 43 bis e sono stati votati ed approvati gli articoli 35, 36, 37, 38 39, 40, 41, 42, 43 e 44.
All'articolo 45 è stato ritirato l'emendamento n. 100) e sull'emendamento n. 136) è intervenuto l'Assessore Reschigna, che ha chiesto di sospenderne l'esame.
ARTICOLO 46 Indìco la votazione palese sull'articolo 46.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 47 Indìco la votazione palese sull'articolo 47.
Il Consiglio approva.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Tecnico industriale Statale "A. Avogadro" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli allievi dell'Istituto Tecnico industriale Statale "A. Avogadro" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 143, inerente a "Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2015" (atti d'indirizzo collegati: ordine del giorno n. 559; ordine del giorno n. 561; ordine del giorno n. 564; ordine del giorno n. 567; mozione n. 574; ordine del giorno n. 573) (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 143.
ARTICOLO 47 bis Emendamento rubricato n. 34) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti: "Dopo l'art. 47 si aggiunge: Art. 47 bis (Osservatorio della spesa per l'ICT) La Regione predispone, entro 90 giorni, il progetto per l'istituzione ed il funzionamento dell'Osservatorio della spesa per l'ICT da parte dei Comuni e delle ASR piemontesi e il tipo, la qualità e l'estensione dei servizi telematici interattivi offerti ai cittadini e alle imprese per la risoluzione degli adempimenti amministrativi di competenza La Regione identifica il o i soggetti che potrebbero essere incaricati di condurre materialmente la rilevazione e informa dettagliatamente la competente Commissione consiliare circa il progetto di cui trattasi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
L'emendamento in questione definisce l'Osservatorio per la spesa dell'ICT piemontese, ovvero, cerchiamo di sostenere un organismo che vigili, e possibilmente governi, sulla spesa della Pubblica Amministrazione sui servizi e i beni informatici, quindi su tutta quella che è l'infrastruttura informatica.
Questo deriva dalla constatazione che la spesa, sia dell'ente Regione (degli enti pubblici) sia delle ASL, è fuori controllo, per quanto riguarda l'informatica, nel senso che non vi è coordinamento, non vi sono categorizzazioni della spesa ed è impossibile riuscire a tracciare e a definire con precisione qual è la spesa, nei diversi ambiti dei servizi e dei prodotti informatici, all'interno della Pubblica Amministrazione e della sanità.
Con quest'Osservatorio vogliamo che la Regione, con sue strutture, con strutture terze o con enti partecipi della Regione, individui gli strumenti a sua disposizione, o che eventualmente può procurarsi sul mercato se non ne dispone, per fare questo tipo di lavoro.
Ciò che da questo noi ci aspettiamo è un maggior controllo della spesa sui servizi informatici e, possibilmente, economie di scala per allineare la spesa ai prodotti utilizzati, perché è inutile che si comprino e si paghino sviluppi di piattaforme, moltiplicate all'interno della PA e della sanità, con moltiplicazione dei costi.
Ad oggi non vi è nulla in questa direzione e neppure la contezza di cosa ci sia dentro la spesa di questi enti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Valetti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 34), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 47 ter Emendamento rubricato n. 29) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti: "Dopo l'Art. 47 si aggiunge: Art. 47 ter (Modifiche all'articolo 23 della Legge regionale n. 18 del 6 agosto 2007) All'articolo 23 (Funzioni di coordinamento delle aziende sanitarie regionali) della Legge regionale n. 18 del 6 agosto 2007 (Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale) dopo il comma 4 si aggiunge il seguente: 4bis.) La Regione entro, 90 giorni, istituisce l'adozione da parte di tutte le strutture sanitarie, comprese quelle convenzionate con il Servizio Sanitario Regionale, del Fascicolo Sanitario Elettronico, valorizzando o utilizzando al meglio le infrastrutture tecnologiche, data center e reti telematiche già disponibili.".
Emendamento rubricato n. 30) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti: Dopo l'Art. 47 si aggiunge: Art. 47 ter (Modifiche all'articolo 23 della Legge regionale n. 18 del 6 agosto 2007) All'articolo 23 (Funzioni di coordinamento delle aziende sanitarie regionali) della Legge regionale ex n. 18 del 6 agosto 2007 (Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale) dopo il comma 4 si aggiunge il seguente: 4bis) La Regione redige, entro 30 giorni, dei protocolli operativi atti ad uniformare gli acquisti di beni e servizi messi in gara dalle ASR.
Emendamento rubricato n. 31) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti: "Dopo l'Art. 47 si aggiunge: Art.47 ter (Modifiche all'articolo 23 della Legge regionale n. 18 del 6 agosto 2007 all'articolo 23 (Funzioni di coordinamento delle aziende sanitarie regionali) della Legge regionale 18 del 6 agosto 2007 (Norme per la programmazione sociosanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale.) dopo il comma 4 si aggiunge il seguente: 4bis) La Regione, per l'assistenza specialistica ambulatoriale istituzionale, a seguito di monitoraggio su quantità di prestazioni erogate, numero di ore di assistenza erogate e numero di medici impiegati per singola prestazione, provvede a uniformare il servizio allineando le ASR con la migliore.".
Emendamento rubricato n. 32) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti: "Dopo l'Art. 47 si aggiunge: Art. 47 ter (Modifiche all'articolo 23 della Legge regionale n. 18 del 6 agosto 2007) All'articolo 23 (Funzioni di coordinamento delle aziende sanitarie regionali) della Legge regionale n. 18 del 6 agosto 2007 (Norme per la programmazione sociosanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale.) dopo il comma 4 si aggiunge il seguente: 4bis) Le aree di coordinamento prevedono, entro 30 giorni, l'adozione di un unico data-base su scala regionale per il censimento delle apparecchiature biomedicali.".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione congiunta degli emendamenti.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con questi emendamenti intendiamo intervenire su un tema che non è stato oggetto di intervento in questo disegno di legge collegato alla finanziaria per l'anno 2015; e intendo, ovviamente, la sanità. A parte un articolo riguardante la Croce Rossa, appunto, l'argomento non è stato oggetto di interventi nel merito, per quanto riguarda la sua riorganizzazione, il suo potenziamento e il suo efficientamento. E questo è strano, in quanto la sanità rappresenta non solo l'80% del nostro bilancio ma ovviamente anche una delle funzioni più importanti - o, meglio, la più importante - delle Regioni.
Abbiamo quindi inteso presentare una serie di emendamenti che richiamano quelli già presentati in Commissione e che toccano vari argomenti e innanzitutto temi di informatizzazione sanitaria, che riteniamo sia una delle chiavi di volta dell'organizzazione del sistema sanitario perché può permettere efficienza verso il paziente e anche, all'interno nei confronti dell'organizzazione stessa del sistema sanitario regionale con notevoli risparmi.
Se è vero, quindi, che il Governo nazionale sta spingendo molto sul fascicolo sanitario elettronico e che pure la Regione Piemonte sta lavorando, insieme alla sua Azienda di riferimento, cioè il CSI, per una sua adozione, siamo ancora indietro. Dire questo è abbastanza semplice e quindi vorremmo avere degli impegni chiari e certi dalla Regione Piemonte affinché nel 2016 siano stanziate risorse, non solo per il funzionamento e il mantenimento del CSI, anche se sappiamo essere quest'ultimo oggetto di un nuovo tentativo di ristrutturazione (oggi uso questo termine perché sono buono, ma qualcuno potrebbe dire smantellamento e privatizzazione).
Dobbiamo cercare comunque, a prescindere da quella che sarà la funzione e l'organizzazione del CSI, di dare degli indirizzi cogenti per quanto riguarda l'informatizzazione in sanità.
In merito al fascicolo sanitario elettronico, quindi, noi siamo ottimisti e chiediamo almeno di dare le linee guida per l'adozione, da parte di tutte le strutture sanitarie, entro 90 giorni dall'applicazione di questo provvedimento. Ci rendiamo conto che questo non può essere adottato in 90 giorni da tutte le Aziende sanitarie, ma si possono dare almeno le linee guida da cui poi devono discendere tutte le applicazioni e l'adozione del software: ovviamente un software unico, che permetta di mettere in rete i medici del territorio, quelli degli ospedali e di avere una cartella clinica on line accessibile, se possibile anche da remoto, per il paziente per il medico curante, per quello ospedaliero e per quello del pronto soccorso. Questo costituirebbe veramente un grandissimo risparmio di tempo e quindi un miglioramento in efficienza, ma anche in efficacia, in quanto si eviterebbero esami doppi ed errori nelle diagnosi; perché a volte possono capitare anche degli errori diagnostici e terapeutici, proprio perché mancano delle informazioni fondamentali al medico, al clinico che approccia il paziente.
L'emendamento 30) riguarda la possibilità di uniformare gli acquisti di beni e servizi messi in gara dalle Aziende sanitarie regionali. Sappiamo che si sta andando, anche viste le direttive nazionali, verso la centralizzazione in una sola centrale unica di committenza regionale, che dovrebbe essere SCR, però chiediamo anche che ci siano delle linee guida condivise con la Commissione consiliare competente, la IV, proprio per cercare di dare anche il nostro apporto all'azione di efficienza e risparmio sugli acquisti; ma, attenzione, non solo: ci dev'essere anche il mantenimento della qualità. Infatti, se interveniamo solo su efficienza e risparmio, poi perdiamo in qualità e in efficacia. Alcuni casi - anche se si tratta più di servizi che di beni - sono per esempio quello delle pulizie o della mensa, settori in cui siamo andati a cercare di risparmiare il più possibile e alla fine ne difetta in qualità il servizio stesso; e abbiamo magari ospedali poco igienizzati, poco puliti e quindi a rischio di trasmissione di ulteriori infezioni nosocomiali, quindi quelle più resistenti alle terapie antibiotiche e dunque più pericolose. Chiediamo quindi un protocollo operativo che possa passare in Commissione consiliare in modo che possa essere dato il nostro apporto.
Per quanto riguarda l'assistenza specialistica ambulatoriale istituzionale - quindi quella pubblica e non quella privata, valutando in ogni caso anche il contributo della cosiddetta attività intramuraria (o intramoenia) - sarebbe importante avere dei dati di monitoraggio effettivo suddivisi appunto tra attività pubblica e privata di intramoenia, così che si possano avere il numero delle prestazioni erogate, il numero di ore di assistenza erogate in ambito pubblico puro e in ambito intramoenia e il numero di medici impiegati per singola prestazione. Questo fornirebbe una serie di dati utilissimi al monitoraggio - ovviamente non solo della Giunta regionale, ma anche del Consiglio e del tavolo di confronto ministeriale a Roma presso i Ministeri della Salute e dell'Economia e Finanze - per poter capire come ci stiamo muovendo, anche per cercare di superare l'annoso problema delle liste d'attesa.
Se infatti è vero che da un lato questo si risolverà solo quando e se le Regioni avranno il "permesso" da Roma - lo dico tra virgolette - di assumere personale (perché è ovvio che le liste di attesa non si risolvono se non superiamo il problema dello sblocco delle assunzioni e dell'adeguamento agli orari richiesti dall'Europa, cioè della fine della possibilità di effettuare turni straordinari al di fuori delle direttive europee), però è vero anche che serve un monitoraggio: oggi è esperienza di tutti, infatti - lo dice la vulgata -, che per prenotare un esame "X" nel pubblico viene dato un tempo di attesa di un anno e per prenotarlo in intramoenia c'è un posto magari il giorno dopo.
Dobbiamo quindi cercare di risolvere - io dico insieme, ovviamente se possibile - questo problema, proprio per cercare di trovare soluzione ad un dei problemi principali che fa sì che poi i pazienti si rivolgano al privato, magari puro, o che comunque debbano mettere risorse di tasca propria perché il sistema sanitario nazionale è sottofinanziato. E a dirlo non è il Movimento 5 Stelle, ma i dati ufficiali che fanno vedere che il nostro sistema sanitario è, tra quelli europei (quindi quelli a cui possiamo dire di assomigliare di più), tra i più sottofinanziati. E' ovvio dunque che questo è un dato su cui bisognerebbe lavorare, anche avendo appunto, più dati possibili a disposizione.
In ultimo, sempre nell'ottica di avere un flusso di dati oggetto anche dei programmi operativi del 2013, occorre un unico database per il censimento delle apparecchiature biomedicali relative a diagnostica terapia e riabilitazione. E' infatti necessario capire dove gli strumenti dalla semplice TAC alle macchine più complesse di diagnostica e terapia oggi sono sottoutilizzati, dove vengono fatti meno esami, dove ci sono più liste di attesa ed evitare anche quindi, avendo dati aggiornati, di andare a presentare degli atti contenenti degli spostamenti che creano malumore e malcontento sul territorio, perché non viene data una spiegazione che tenga conto dell'utilizzo degli apparecchi anche in termini di ore; a volte infatti, molte apparecchiature - per non parlare delle sale chirurgiche vengono utilizzate magari cinque ore al giorno (ovviamente anche perch manca personale) e quindi si creano le liste di attesa.
Si parla spesso dell'inopportunità di avere una risonanza magnetica ogni 30.000 abitanti e della necessità di adeguarci agli standard nazionali ed europei, facendo sì che le apparecchiature che ci sono vengano utilizzate per il tempo giusto; e soprattutto vengano utilizzate magari facendo un'attenta analisi costi/benefici tra l'acquisto e la locazione o l'affitto in service. Abbiamo infatti ormai molta esperienza, accumulata in questi anni, di affitto di apparecchiature e di personale esterno cosiddetto in service, che viene a costare tre o quattro volte tanto rispetto all'acquisto della singola apparecchiatura più manutenzione.
Questo è un dato chiaro ed evidente. Poi è ovvio che qualunque persona un minimo informata dirà che i Direttori Generali lo fanno per aggirare le norme sul blocco delle assunzioni: in pratica, non si può assumere un radiologo per far girare una macchina di imaging radiologico, per cui si aggira questo ostacolo affittando la macchina e il relativo personale.
È una prassi che deve terminare, grazie ad un impegno della Regione Piemonte anche in sede di Conferenza Stato-Regioni: è assurdo andare a pagare tre o quattro volte l'affitto di una macchina e del relativo personale solo perché non possiamo comprarla perché abbiamo un tetto di spesa per gli acquisti e gli investimenti, e nemmeno possiamo assumere personale.
Siamo al paradosso! A raccontarlo fuori da quest'Aula ci verrebbe detto che viviamo fuori dal mondo, che siamo in una logica strana, se non perversa: spendiamo di più per risparmiare! Sono quattro emendamenti che vanno a toccare, ovviamente in maniera non esaustiva, alcuni temi importanti della sanità regionale. Crediamo che sia importante inserirli nel collegato alla finanziaria, così come poterne discutere anche in un provvedimento unico di rivisitazione delle leggi quadro della sanità regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Il collega Bono ha esposto un quadro generale completo ed esaustivo degli emendamenti che abbiamo presentato.
Sono emendamenti di buonsenso, per cui mi auguro che vengano presi in considerazione.
In questi emendamenti - 29), 30), 31) - facciamo riferimento alla legge regionale n. 18 del 6 agosto 2007, "Norme per la programmazione socio sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale".
Con questi emendamenti tocchiamo diversi temi; il primo riguarda l'informatizzazione sanitaria: si parla di risparmi, di efficienza, di programmazione e di abbattimento delle liste di attesa.
Noi chiediamo che venga messo in atto un efficiente servizio di informatizzazione sanitaria, perché ci devono essere delle linee guida specifiche uguali per tutti, non soltanto per le Aziende Sanitarie, ma anche per tutte le strutture convenzionate con il Sistema Sanitario Regionale. Devono avere tutti delle linee guida.
Il fascicolo sanitario elettronico è di fondamentale importanza, perch si lavora in rete: tutte le varie figure professionali, dall'ospedale al territorio, dovrebbero lavorare in rete. Come ha già anticipato il collega Bono, quando un paziente si reca dal medico di famiglia, lo stesso conosce tutta la storia clinica del paziente; allo stesso modo, se il paziente si reca in un Pronto Soccorso, anche qui si deve conoscere la sua storia clinica; solo in questo modo si affronta in maniera efficiente il caso clinico! Ne convengono, inoltre, dei risparmi: innanzitutto di carta, ma soprattutto di tempo, perché i professionisti dispongono di tutti i dati dell'utente in carico; non ultimo, migliora l'efficienza nelle attività che vengono prestate ed erogate dagli stessi professionisti.
Parliamo non solo di informatizzazione e di fascicolo sanitario, ma anche di protocolli operativi atti ad uniformare tutti gli acquisti dei beni e dei servizi che vengono messi in gara dalle Aziende Sanitarie Regionali. Anche in questo caso ci devono essere delle linee guida specifiche che mirano alla centralizzazione: centralizzando gli acquisti dei beni e dei servizi si ottiene un risparmio notevole, non solo per il Sistema Sanitario Regionale, ma anche per tutti i cittadini. Con linee guida ben precise, seguite e messe in pratica da tutti, è possibile ridurre anche le liste di attesa, che rappresentato un vero e proprio problema.
Se vogliamo abbattere completamente le liste di attesa, o perlomeno cercare di ridurle, dobbiamo mettere in atto questo insieme di proposte.
Per quanto riguarda le assistenze specialistiche ambulatoriali, è importante il monitoraggio di tutte le attività specialistiche che i medici erogano; occorre verificare se il numero degli specialisti è sufficiente, o se è necessario implementare le ore per le attività. Anche questo rappresenta un modo per abbattere le liste di attesa.
Per quanto riguarda le apparecchiature biomedicali - l'emendamento n.
32, se non erro - puntiamo all'adozione di un unico database su scala regionale, per il censimento delle apparecchiature biomedicali.
E' un aspetto importantissimo: è fondamentale andare a vedere quante prestazioni vengono erogate tutti i giorni, se le apparecchiature diagnostico-terapeutiche che vengono impiegate sono utilizzate al meglio, o se magari esistono delle strutture che necessitano di un incremento di ore di specialisti o se ne esistono altre che erogano una minor quantità di prestazioni.
Se monitorassimo tutte le attività che gli specialisti erogano attraverso queste apparecchiature, riusciremmo ad abbattere le liste di attesa e, soprattutto, a risparmiare.
Come ha ben detto il collega Bono, tutte queste apparecchiature in realtà non sono acquistate dalle Aziende, ma sono tutte in service. Tutto questo comporta, ovviamente, un costo decisamente più elevato rispetto all'acquisto diretto dell'Azienda Sanità, perché con il tempo ne ricaverebbe un ritorno di denaro (effettuando le diverse prestazioni, col tempo si riesce a recuperare il denaro speso per l'acquisto di tale apparecchiatura). Se affidiamo tutto in service, continuiamo a spendere soldi per l'affitto o il noleggio di quelle apparecchiature e non abbiamo assolutamente nessun risparmio. Credetemi, non otteniamo alcun risparmio! Condivido appieno quanto detto in proposito dal mio collega Bono: noi crediamo di poter risparmiare, ma non lo facciamo. Cerchiamo di fare economia ed efficienza incrementando i costi, spendendo di più.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Io mi soffermo sull'emendamento rubricato n. 31), quello relativo all'intramoenia.
Esistono, infatti, diversi tipi di intramoenia: parliamo di intramoenia "intramuraria" se il professionista fa una visita privata all'interno delle mura dell'ospedale pubblico; parliamo invece della cosiddetta intramoenia "allargata" o "extramuraria" se il professionista svolge la sua attività libero-professionale all'interno di una struttura privata.
La legge Balduzzi, però, afferma che l'attività allargata è consentita solo laddove gli spazi per l'intramoenia intramuraria non vi sono nella struttura pubblica.
Noi assistiamo all'abbattimento di posti letto in tutta la regione, con una disponibilità di spazi, ma le ASL, purtroppo, continuano a firmare convenzioni per fare attività in intramoenia, extramuraria. Per questo motivo, sicuramente il monitoraggio è importante, ma credo che questa pratica vada, in qualche modo, fermata perché, purtroppo, è a scapito del portafoglio del cittadino. Il cittadino che va a fare una visita in intramoenia da un medico che ha l'esclusiva per lavorare nel pubblico, in una struttura privata (spesso, queste strutture private, glielo assicuro Assessore, fanno capo a una distribuzione, con il manuale Cencelli, a forze politiche di riferimento, per lo meno succede così nel Novarese) si trova a pagare un balzello che va dal 20 al 65% in più.
Considerate che abbiamo ospedali chiusi, vuoti, ovunque ambulatori e reparti chiusi. Ricordo che solo all'hub di Novara è stato fatto il reparto di pneumologia ed è ancora nuovo, è lì chiuso, intonso. Sarebbe una bella cosa che questa pratica venisse, in qualche modo, disincentivata e che il medico, che ha l'esclusiva pubblica, esercitasse la sua professione prevalentemente in una struttura pubblica, considerando anche che l'intramoenia entrerà in rete, speriamo, entro marzo 2016.
Entro tale data dovrebbe finire questa pratica dell'intramoenia allargata senza essere in rete, quindi verrà risolta per sempre la problematica di essere in rete.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Emendamento rubricato n. 33) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti: All'articolo 23 (Funzioni di coordinamento delle aziende sanitarie regionali) della legge regionale n. 18 del 6 agosto 2007 (Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale), dopo il comma 4 si aggiunge il seguente: 4 bis) La Regione redige, entro 30 giorni, dei protocolli atti ad uniformare i servizi di telefonia messi in gara dalle ASR.
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 33) definisce l'articolo 23, le funzioni di coordinamento delle Aziende Sanitarie Locali. Lo scopo dell'emendamento è l'introduzione dell'articolo 4 bis per la redazione, da parte della Regione, di protocolli per l'uniformazione dei servizi di telefonia messi in gara. Questo va in linea con la proposta dell'osservatorio sull'ICT. Noi chiediamo il controllo e l'uniformazione della spesa per il contenimento dei costi.
Sull'osservatorio dell'ICT il discorso è un po' più complesso, perch parliamo di un ventaglio di servizi molto diversificato che richiede un'analisi, e da qui l'osservatorio. Riteniamo che, per poter isolare le spese nell'ambito della telefonia, che è un settore piuttosto ristretto e più facilmente determinabile, qualcosa si possa fare subito. Attuare quell'economia di scala sin dall'anno successivo. Questo è un qualcosa che non richiede un'analisi troppo approfondita, non richiede delle strutture dedicate.
Noi riteniamo che economie di esercizio possano venire da una messa a gara dei servizi di telefonia con economie di scala dovute, magari, alla gestione di meno operatori in modo più uniforme di quello che è lo scenario che poi vede veramente una varietà di soluzioni diverse, a seconda delle aziende, con il moltiplicarsi delle spese e anche una difficoltà di controllo da parte dell'ente controllante.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Emendamento rubricato n. 35) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti: All'articolo 23 (Funzioni di coordinamento delle aziende sanitarie regionali) della legge regionale n. 18 del 6 agosto 2007 (Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale), dopo il comma 4 si aggiunge il seguente: 4 bis) Al fine di allineare la spesa farmaceutica ospedaliera con il flusso regionale file F le aziende capofila delle aree di coordinamento prevedono l'adozione di un unico programma informatico su scala regionale per il monitoraggio del file F, entro 90 giorni." Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sarò molto rapido su quest'emendamento, che vuole recepire uno dei punti sottolineati dal tavolo ministeriale tra il Ministero della Salute MEF, e Regione Piemonte riguardante l'adozione del flusso regionale per quanto riguarda i farmaci. C'erano state delle discrepanze tra il flusso inviato dalla gestione sanitaria regionale, rispetto a quello delle singole Aziende sanitarie. Volevamo capire se era possibile addivenire all'adozione di un unico programma informatico, sempre nell'ottica della centralizzazione e informatizzazione sanitaria in Regione Piemonte, per avere un dato rispondente, fedele ai consumi farmaceutici a livello di Azienda sanitaria per Azienda sanitaria.
Crediamo che inserire all'interno della legge sulla programmazione sanitaria la legge n. 18 del 2007 possa essere buona cosa, oltre ad averlo sottolineato all'interno dei programmi operativi adottati con una delibera di Giunta regionale a dicembre 2013.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 37) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti: All'articolo 23 (Funzioni di coordinamento delle aziende sanitarie regionali) della legge regionale n. 18 del 6 agosto 2007 (Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale), dopo il comma 4 si aggiunge il seguente: 4 bis) La Regione redige, entro 30 giorni, dei protocolli atti ad uniformare i servizi di smaltimento rifiuti messi in gara dalle ASR.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Nel pacchetto di emendamenti al collegato alla finanziaria, che attengono al nostro tentativo di migliorare ed efficientare i servizi nel comparto sanitario, abbiamo inteso presentare un emendamento riguardante la gestione dei rifiuti nelle Aziende Sanitarie Regionali.
Lo abbiamo fatto perché in questo periodo stiamo esaminando a 360° la gestione dei rifiuti della nostra regione. Stiamo affrontando in Commissione ambiente il Piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani con un'attività, anche difficile ed impegnativa, di confronto e di mediazione rispetto alle diverse posizioni.
Stiamo facendo, forse, dei passi in avanti, anche se ci sono luci ed ombre.
Successivamente affronteremo il Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali, quindi anche i rifiuti ospedalieri. I rifiuti sanitari sono una componente importante, se vogliamo anche trascurata, non se ne parla mai.
In realtà, se poi andiamo a vedere, scopriamo che lì, oltre a sostenere dei costi non indifferenti, andiamo anche a mettere in atto delle pratiche tutt'altro che virtuose. Ci sono parecchi rifiuti che sono da imballaggio che dovrebbero essere smaltiti o gestiti diversamente che, magari all'interno degli ospedali e delle Aziende Sanitarie Regionali, vengono buttati insieme agli altri, che sono ovviamente rifiuti speciali.
Con questo emendamento chiediamo alle Regioni di redigere entro 30 giorni dei protocolli atti ad uniformare i servizi di smaltimento rifiuti messi in gara nelle ASR. Questa è una prima misura, ma da parte nostra c'è anche la volontà di approfondire questo tema sia con un'attività di reperimento di informazioni, sia con un'attività di tipo normativo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Emendamento rubricato n. 38) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti: All'articolo 23 (Funzioni di coordinamento delle aziende sanitarie regionali) della legge regionale n. 18 del 6 agosto 2007 (Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale), dopo il comma 4 si aggiunge il seguente: 4 bis) La Regione redige, entro 30 giorni, dei protocolli atti ad uniformare i servizi di pulizie messi in gara dalle ASR.
Emendamento rubricato n. 39) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti: All'articolo 23 (Funzioni di coordinamento delle aziende sanitarie regionali) della legge regionale n. 18 del 6 agosto 2007 (Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale), dopo il comma 4 si aggiunge il seguente: 4 bis) La Regione redige, entro 30 giorni, dei protocolli atti ad uniformare i servizi di mensa messi in gara dalle ASR.
Emendamento rubricato n. 40) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti: Dopo il comma 4 dell'articolo 23, legge regionale 18/2007, è aggiunto il seguente: "Le ASR creano o mantengono i servizi di mensa interni. Tali servizi devono dare preferenza alla preparazione di cibi biologici e a chilometro zero".
Emendamento rubricato n. 42) presentato dai Consiglieri Batzella, Andrissi Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Valetti: All'articolo 23 (Funzioni di coordinamento delle aziende sanitarie regionali) della legge regionale n. 18 del 6 agosto 2007 (Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale), dopo il comma 4 si aggiunge il seguente: La Regione redige, entro 30 giorni, dei protocolli atti ad uniformare i servizi di mensa messi in gara dalle ASR. Tali gare devono essere scelte valutando il rapporto qualità-prezzo, pesando la qualità al 50%".
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Stavo pensando che magari posso illustrare tutti gli emendamenti. Sono il 38), il 39), il 40) e il 42).
Questi emendamenti fanno riferimento ancora alla legge regionale n. 18 del 6 agosto 2007, capitolo sul riassetto del Servizio Sanitario Regionale.
Ci riferiamo ai servizi di pulizia messi in gara dalle Aziende Sanitarie Regionali. Questo è un tema scottante, molto sentito e molto in voga in quest'ultimo periodo. Ci siamo occupati di tutte le problematiche riguardanti i lavoratori dei servizi di pulizia e anche dei servizi mensa.
Si sono anche recati in delegazione, accolta dallo stesso Presidente del Consiglio, che pare abbia preso a cuore anche il futuro di questi lavoratori. Spero che il Presidente si metta una mano sulla coscienza e prenda a cuore la situazione di tutti questi lavoratori.
Con quest'emendamento chiediamo la creazione di un protocollo regionale che dica come deve essere fatto il servizio. Perché chiediamo un protocollo unico ed uniforme? Perché ci sono dei luoghi in cui i servizi cambiano da Azienda ad Azienda o da ospedale ad ospedale; magari ci sono alcuni posti in cui si lava il pavimento tre volte al giorno e in altri posti soltanto una volta al giorno. Inoltre, i controlli, se ci sono, sono differenti da Azienda ad Azienda, quindi bisogna uniformare.
Se si decide di uniformare i servizi di pulizia in tutte le Aziende e in tutti gli ospedali, se le ore di capitolato previste sono 40 devono essere 40 ovunque. Anche perché in questo modo, spesso, questi lavoratori sono sfruttati e sottopagati, corrono veramente tantissimo, come ho avuto modo di constatare in prima persona, come lavoratrice della sanità e come Consigliera regionale, recandomi sul posto. Queste persone sono veramente sotto stress, sono "massacrate", perché hanno lo stesso carico di lavoro con un orario ridotto. Questo è uno sfruttamento vero e proprio e non garantisce le norme igienico-sanitarie che dovrebbero esserci all'interno di un ospedale.
Un ospedale pulito è un beneficio non solo per tutti i pazienti e per i visitatori, ma per anche per gli stessi dipendenti, per gli stessi operatori della sanità che ci lavorano tutti i giorni.
Quindi, occorre uniformare i servizi di pulizia e messa in gara delle Aziende Sanitarie Regionali, anche perché noi, come abbiamo ribadito e ancora una volta tengo a precisare, diciamo no alle gare d'appalto al massimo ribasso, perché tutte le gare d'appalto sono al massimo ribasso, ma in questo modo di certo non ne giovano gli stessi lavoratori, come neppure tutti gli utenti. Non si risparmia certamente sulla pelle dei lavoratori e sui pazienti che usufruiscono di questi servizi ogni giorno.
Per quanto riguarda i servizi di pulizia, nell'emendamento n. 39) chiediamo invece...
Poi, se non è possibile che la Regione rediga entro 30 giorni, possono essere anche 60, purché ci si prenda l'impegno e la buona volontà di mettere in atto questi protocolli.
Chiediamo ancora di uniformare i servizi di pulizia messi in gara dalle Aziende Sanitarie Regionali, ma è molto importante che in queste gare sia valutato il rapporto qualità-prezzo, quindi pesando anche la qualità al 50%. Anche sotto questo aspetto, ci deve essere un'uniformità, perch spesso queste gare di bando regionale sono deserte, si presenta magari un'unica società a responsabilità limitata o addirittura anche delle società per azioni. E' un dato di fatto che tutti gli appalti pubblici a livello sanitario in Piemonte sono affidati a imprese di pulizia che sono quasi tutte società a responsabilità limitata o addirittura S.p.A. che vengono dalla Sicilia, dalla Calabria, dalla Puglia, ma a seguito di gare fatte tutte al massimo ribasso.
Quindi, chiederei molta più trasparenza in queste gare di appalto e coinvolgere magari anche le nostre imprese...



(Commenti dell'Assessore Saitta)



BATZELLA Stefania

Anche qualcuna dalla Sardegna. Non lo so, sulla Sardegna non so, ma se parliamo di Sicilia, ad esempio Caltanisetta, di Puglia o di Bari, ne sono a conoscenza, perché basta andare a verificare quali sono...



PRESIDENTE

Fortunatamente, l'Italia è unica, però.



BATZELLA Stefania

Ho capito, Presidente, ma non credo che in Piemonte non ci siano imprese in grado di supportare le pulizie o i servizi mensa.
Detto questo, era giusto far capire che in queste gare d'appalto magari partecipa una sola cooperativa, una sola società. Volevo chiarire quest'aspetto.
A questo punto, illustro gli ultimi due emendamenti che sono sui servizi mensa. Il problema delle mense è un problema importante; tra l'altro ho depositato un'interrogazione, non è stata ancora discussa, ma ne abbiamo parlato anche in IV Commissione. Vi è il problema del servizio di ristorazione presso la Città della Salute e della Scienza, perché alle Molinette sono serviti quasi 5.000 pasti al giorno. Ci sono grossi problemi sulla qualità del cibo, 57 dipendenti rischiano di andare a casa, quindi dobbiamo cercare di risolvere questo problema.
Anche qui, chiediamo di uniformare i servizi di mensa che sono messi in gara dalle Aziende Sanitarie Regionali che, tra l'altro, sono mutevoli: non ci sono protocolli chiari ed uniformi per tutte le altre Aziende e neanche per tutti gli ospedali.
E' una questione molto importante, perché il servizio mensa delle Molinette, che fanno capo alla Città della Salute e della Scienza, riguarda anche la preparazione dei pasti per il Regina Margherita e per il Sant'Anna. Anche per qualche appalto periferico, esterno alle strutture ospedaliere, il nostro obiettivo sarebbe, per poter risparmiare e per poter fornire un servizio di eccellenza, avere delle mense sul posto e non subappaltare a cooperative o servizi esterni che portano i cibi già pronti nelle strutture ospedaliere.
Chiediamo ancora che ci sa creazione, oppure mantenimento dei servizi di mensa interni, ma questi servizi dovrebbero dare preferenza alla preparazione di cibi biologici e soprattutto a chilometri zero. Occorre quindi favorire cibi biologici a chilometri zero, perché comporta non solo maggiore qualità del cibo, ma anche grossi risparmi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per il parere della Giunta sugli emendamenti di sua competenza.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
I colleghi hanno presentato una parte notevole di emendamenti relativi alla questione delle gare di appalto, una parte che mi pare molto importante. Considerando nel complesso non soltanto gli interventi, ma anche le modalità con le quali sono state presentate le proposte e soprattutto l'ultimo intervento della collega Batzella relativamente all'utilizzo nelle mense dei cibi biologici o a chilometro zero, tutto sta a indicare che il tema è molto complesso.
Qui si parla molto spesso di uniformare. Uniformare è un termine direi, molto generico, che richiederebbe evidentemente qualche approfondita discussione. Se informare vuol dire arrivare a una gara unica di appalto, è chiaro che questo - e credo che tutti i colleghi non possano che concordare vuol dire di fatto ridurre la concorrenza, cosa che evidentemente non vale per tutti i beni e servizi, ma certamente è un tema che bisogna porsi.
Cioè bisogna, a un certo punto, fare una valutazione abbastanza semplice sul fatto se ci interessa avere la concorrenza. La concorrenza non è soltanto un problema economico, ma è anche un tema di qualità e non sempre collegata alla dimensione, e la creazione e la costruzione dei protocolli che venivano prima indicati secondo la tipologia dei servizi richiede evidentemente una riflessione.
Io sono d'accordo sulla qualità, ma se si dice "uniformiamo un'unica gara a livello regionale", non è scritto così, ed è chiara l'esigenza che la collega Batzella pone relativamente ai cibi a chilometro zero. Si tratta di gare a carattere internazionale a cui possono partecipare non soltanto i sardi o i siciliani, ma possono arrivare anche gli alsaziani, e ciò non significa che si portano il cibo dall'Alsazia. Questo per dire che le questioni, obiettivamente, sono complesse.
In ogni caso, questa partita relativa all'uniformità delle modalità attraverso i protocolli va rivalutata successivamente, sulla base di una riflessione che bisogna fare puntualmente anche in seguito alle decisioni che il Governo prenderà prossimamente per quanto riguarda la Centrale unica degli acquisti: mi pare che indicherà percorsi abbastanza precisi per dare le risposte alle questioni che sono state sollevate. Quindi credo che la legge nazionale supererà le questioni prima rilevate.
Come maggioranza, siamo invece d'accordo sull'emendamento n. 29) relativo al fascicolo sanitario: ci abbiamo già lavorato, ma il Consiglio indichi una data. In ogni caso, ci sottoponiamo, com'è giusto che sia, a una verifica da parte del Consiglio.
Per quanto riguarda i tempi d'adozione del fascicolo sanitario da parte di tutte le strutture sanitarie, l'emendamento n. 29) ci sembra accoglibile, con un'unica richiesta che avanzo ai colleghi: qui abbiamo indicato 90 giorni, ma credo che, realisticamente, non siano sufficienti per potersi assumere un impegno, malgrado io non conosca puntualmente le modalità e i tempi per poter avviare queste procedure. Mi sembra molto più realistico, considerati i tempi lunghi con cui è stato adottato in alcune province (penso a Cuneo, dove il fascicolo sanitario è già stato adottato).
Chiedo di indicare in questo emendamento, sul quale siamo d'accordo, 180 giorni, anziché 90: è soltanto una questione di carattere temporale.
Analogamente concordiamo sull'emendamento n. 32), relativo alle apparecchiature biomedicali. Questo è un lavoro da fare; non ho il quadro puntuale della situazione di tutte le aree di coordinamento, ma anche qui per assumersi un impegno credibile, chiediamo che, anziché 30 giorni, siano indicati 90 giorni: questo siamo sicuramente in grado di poterlo fare.
Gli altri emendamenti, per le motivazioni che poco fa ho richiamato richiedono un'ulteriore analisi prima di assumere in una norma degli impegni che necessitano di approfondimenti e soprattutto l'effettiva decisione da parte del Governo per quanto riguarda il percorso avviato con le Centrali uniche di acquisto, che credo sarà una novità. Posso soltanto annunciare che ai primi dell'anno prossimo noi, Assessori alla sanità siamo stati convocati dal Ministero dell'Economia e del Tesoro proprio per mettere a punto il testo definitivo dove molte questioni troveranno una risposta. In ogni caso, abbiamo lo stesso obiettivo. E' chiaro che bisogna declinare bene che cosa vuol dire uniformità, garantendo la concorrenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo come relatore di minoranza sul provvedimento.
Noi accogliamo le richieste di modifica relative agli emendamenti n. 29 e n. 32 (verrò al banco della Presidenza per modificarli e siglarli) e siamo favorevoli a rinviare o a una discussione in Commissione o a un provvedimento ulteriore gli emendamenti che riguardano invece gli appalti.
Di conseguenza, ritiriamo gli emendamenti n. 30), n. 31), n. 33), n. 35) n. 37), n. 38), n. 39), n. 40) e n. 42).



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 29), come modificato, sul quale l'Assessore Saitta, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 32), come modificato, sul quale l'Assessore Saitta, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 47 ter, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 47 quater L'emendamento rubricato n. 46) è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
ARTICOLO 47 quinquies L'emendamento rubricato n. 63) è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
Emendamento rubricato n. 140) presentato dai Consiglieri Graglia, Caputo e Appiano: Al disegno di legge n. 143, dopo l'articolo X, inserire i seguenti: "Articolo XXX (Osservatorio regionale sull'endometriosi) 1. È istituito, presso l'Assessorato regionale alla Sanità, l'Osservatorio regionale sull'endometriosi con il compito di: a) predisporre apposite linee guida per il percorso diagnostico-terapeutico multidisciplinare e per il controllo periodico delle pazienti affette da endometriosi b) elaborare programmi per la formazione e l'aggiornamento dei medici e per l'informazione delle pazienti c) proporre campagne di sensibilizzazione ed educazione sanitaria specialmente nelle scuole d) individuare azioni e iniziative per la prevenzione delle complicanze dell'endometriosi e) analizzare i dati del Registro regionale di cui all'articolo 6 e redigere una relazione annuale sul monitoraggio dell'endometriosi f) coadiuvare l'Assessorato regionale nell'individuazione e promozione di iniziative per la prevenzione delle complicanze dell'endometriosi, in particolare nei luoghi di lavoro.
2. L'Osservatorio è composto da: a) l'Assessore regionale alla Sanità o un suo delegato, che la presiede b) almeno un rappresentante di comprovata esperienza nel settore dell'endometriosi per ogni specialità medico-chirurgica interessata nel percorso diagnostico-terapeutico multidisciplinare. Per la specialità di ostetricia e ginecologia sono nominati due rappresentanti, uno ospedaliero e, sentita l'università d'appartenenza, uno universitario c) due rappresentanti, sentiti i rispettivi enti, indicati dalle sedi regionali dell'INPS e dell'INAIL d) un rappresentante competente in materia di lavoro scelto tra i dirigenti dell'Assessorato regionale del lavoro e formazione professionale e) un rappresentante competente in materia di integrazione socio-sanitaria scelto tra i dirigenti dell'Assessorato regionale alle Politiche sociali f) due rappresentanti designati dalle associazioni impegnate nel sostegno alle donne affette dalla malattia g) un rappresentante della Commissione regionale per le pari opportunità".
Emendamento rubricato n. 141) presentato dai Consiglieri Graglia, Caputo e Appiano: "Articolo XXX (Registro regionale dell'endometriosi) 1. E' istituito presso l'Assessorato regionale alla Sanità, che ne cura la tenuta, il Registro regionale dell'endometriosi per la raccolta e l'analisi dei dati clinici e sociali riferiti alla malattia al fine di stabilire appropriate strategie di intervento, monitorare l'andamento e la ricorrenza della malattia, rilevare le problematiche connesse e le eventuali complicanze.
2.11 Registro di cui al comma 1 riporta il numero dei casi di endometriosi diagnosticati, con esplicito riferimento al numero di nuovi casi registrati annualmente, così da rappresentare statisticamente l'incidenza della malattia sul territorio regionale.
3.11 Registro rileva in particolare le modalità di accertamento secondo i protocolli sanitari previsti, i trattamenti e gli interventi sanitari conseguenti, la qualità delle cure prestate, le conseguenze della malattia in termini funzionali.
4.1 soggetti pubblici e privati accreditati dal servizio sanitario regionale che hanno in carico pazienti affette da endometriosi sono tenuti alla raccolta e all'invio all'Assessorato regionale alla Sanità dei dati di cui ai commi 1 e 2 nel rispetto del decreto legislativo 30 giugno 2003, n.
196 (Codice in materia di protezione dei dati personali), e secondo le modalità definite dalla Giunta regionale, sentita la Commissione di cui all'articolo 3".
Emendamento rubricato n. 142) presentato dai Consiglieri Graglia, Caputo e Appiano: "Articolo XXX (Giornata regionale per la lotta all'endometriosi) l. E' istituita la Giornata regionale per la lotta all'endometriosi da celebrarsi annualmente in Piemonte nel mese di marzo.
2. In occasione della giornata regionale le amministrazioni pubbliche anche in coordinamento con le associazioni rappresentative delle pazienti e con le unità operative dedicate alla diagnosi e alla terapia dell'endometriosi e raccordandosi ai programmi predisposti dall'Osservatorio regionale sull'endometriosi, possono, assumere iniziative dirette a promuovere l'informazione e la sensibilizzazione sulle caratteristiche della malattia, sulla sintomatologia e sulle procedure di prevenzione delle complicanze".
La parola alla Consigliera Caputo per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento si richiede l'istituzione dell'osservatorio regionale sull'endometriosi, del registro regionale e anche dell'istituzione della Giornata per la lotta contro l'endometriosi.
Sappiamo, infatti, che è una patologia cronica progressiva che colpisce il 10% della popolazione femminile. E' riconosciuta dall'Unione Europea come una grave patologia ed è anche riconosciuta dal Senato come una patologia di interesse sociale, in quanto è una malattia cronica ed invalidante, ma soprattutto attualmente è una malattia per la quale poco si riesce a fare per la cura.
Purtroppo colpisce anche le persone più giovani e c'è un ritardo di circa 9 anni per arrivare esattamente alla diagnosi e alla cura di quest'importante patologia.
Porta purtroppo all'infertilità e le cause sono anche relative alla qualità della vita ed è fondamentale l'alimentazione. In ogni caso le cause sono diverse.
Quest'emendamento, attraverso l'istituzione dell'osservatorio, mira a far sì che gli stakeholder che agiscono, che si impegnano e che si occupano di questa patologia possano ancora dare il loro contributo, attraverso l'istituzione di questo osservatorio e predisporre quindi delle linee guida proprio per il percorso diagnostico e terapeutico multidisciplinare, per il controllo periodico delle pazienti affette da questa patologia, elaborare dei programmi di formazione che servano per formare i medici e informare le pazienti, anche a partire dalle più giovani, perché sono soprattutto le giovani ad essere colpite, ma spesso non lo sanno. Quindi, bisogna mettere in atto una sorta di prevenzione.
Con l'osservatorio si richiede che i vari Assessorati - a partire dall'Assessorato alla sanità per quanto di sua competenza, ma essendo considerata una malattia sociale anche l'Assessorato alle politiche sociali possano avere dei referenti, essere parte attiva insieme alle associazioni regionali, ai medici, ai componenti INAIL e INPS ed altre figure che si ritiene siano fondamentali per dare il loro contributo.
Per questo è opportuno che venga istituito il registro, perché è grazie al registro che avviene la raccolta e l'analisi dei dati clinici e sociali che si riferiscono a questa malattia e atti anche a stabilire le strategie di interventi che si vogliono mettere in campo.
Il registro che verrà istituito proporrà anche dei protocolli sanitari trattamenti ed interventi che sono atti ad offrire delle cure migliori e funzionali alla lotta a questa nuova malattia.
I soggetti pubblici e privati accreditati che hanno in carico le pazienti ovviamente potranno collaborare con l'Assessorato alla sanità nel fornire i dati che sono in loro possesso.
Dato che abbiamo dimostrato più volte la nostra sensibilità verso la diffusione e soprattutto la celebrazione di diverse giornate, si richiede l'istituzione nel mese di marzo in Piemonte della Giornata per la lotta all'endometriosi, in modo tale che possano essere coinvolte tutte le realtà che in questo settore s'impegnano.
Questa, tra l'altro, è solamente l'istituzione di una Giornata, che non comporterà impegno di spesa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Graglia; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Intervengo perché ci tengo a ringraziare sia la Giunta, che ha accettato questo emendamento, sia la maggioranza e la collega Caputo per avere unito i due emendamenti. Spero che ci sia una collaborazione fattiva in questo senso anche per le tre proposte di legge che, magari, verranno unificate.
E' molto positivo il fatto che sia stata riconosciuta come malattia sociale e l'istituzione entro il mese di marzo della Giornata sull'endometriosi, così come molto importante è l'osservatorio e il registro. Effettivamente, come diceva la collega, è una malattia disconosciuta, però dai dati sembra che 14 milioni di donne in Europa soffrano di questa patologia.
Quindi, è un riconoscimento che farà sicuramente felici tutte le donne.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Graglia.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 140), come modificato, sul quale l'Assessore Saitta, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 141), come modificato, sul quale l'Assessore Saitta, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 142), come modificato, sul quale l'Assessore Saitta, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo) Gli emendamenti rubricati n. 138) e n. 63) sono stati ritirati dai proponenti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle 16.50, riprende alle 17.10)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
ARTICOLO 47 sexies Emendamento rubricato n. 66) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani: Dopo l'articolo 47 del disegno di legge n. 143 è aggiunto il seguente: "Art. 47 sexies (Modifica alla l.r. 19 novembre 2013, n. 21 'Legge quadro in materia di incendi boschivi') 1. Dopo la lettera c), del comma 2, dell'articolo 7, è aggiunta la seguente: "d) nei comuni montani, nelle unioni montane e nei territori appartenenti alle ex comunità montane, di personale volontario appartenente ai gruppi comunali, intercomunali e alle associazioni di volontariato di protezione civile in convenzione con i suddetti enti, di cui alla l.r. 7/2003, purch formati e in regola con quanto previsto dall'art. 4 della presente Legge.
Tale disposizione si applica ove non esista un'associazione regionale dei volontari AIB nel raggio di 10 Km dalla zona di intervento. In occasione di questi eventi il personale volontario alla presente lettera sarà coordinato come il personale di cui alla lettera c)." L'emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 66), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 47 septies Emendamento rubricato n. 71) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani: Dopo l'articolo 47 del disegno di legge n. 143 è aggiunto il seguente: "Art. 47 septies (Inserimento dell'articolo 11 bis nella l.r. 10/1995) Art. 11 bis (Organismo di valutazione) L'attività del Direttore generale, il rispetto degli obiettivi indicati dalla Giunta regionale, l'adeguatezza dei servizi erogati da parte delle Aziende Sanitarie Regionali, sono valutati da un organismo indipendente.
L'organismo di valutazione è nominato dal Direttore dell'Assessorato regionale alla Sanità tra i vincitori di un bando pubblico.".
L'emendamento è dato per illustrato dai proponenti.
Gli emendamenti rubricati n. 75) e n. 88) sono uguali all'emendamento rubricato n. 71).
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 71), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Abbiamo votato...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

No, ero arrivato a 30...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Era a 30.
Cosa voleva votare? "Sì" o "no"?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Osservazione attenta e intelligente.
Il voto è esteso all'emendamento rubricato n. 70)...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusate. Il 70)?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Esaminiamo l'emendamento n. 70), che verrà illustrato dal collega Vignale.
Scusate, colleghi.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Ha ragione il Consigliere Bertola, perché prima i colleghi di maggioranza non erano tutti seduti al posto loro e io - non che ho perso tempo - ho messo nelle condizioni i colleghi di entrare e di votare.



(Commenti del Consigliere Gariglio)



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Gariglio.
Emendamento rubricato n. 70) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani: "Dopo l'articolo 47 del disegno di legge n. 143, è aggiunto il seguente: 'Art. 47 septies (Inserimento dell'articolo 14 bis nella l.r. 10/1995) Art. 14 bis (Controllo societario e di gestione e obbligo di certificazione del bilancio) Al Collegio Sindacale compete il controllo societario e di gestione dell'Azienda Sanitaria Regionale.
Il controllo legale dei conti deve essere assegnato a una società di revisione iscritte al Registro dei Revisori Legali presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze'.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 70) è stato presentato in altre occasioni con anche un ordine del giorno che impegnava la Giunta a modificare la norma e a recepirlo. Cioè, è quello che, sostanzialmente, assegna la verifica del controllo, introduce il controllo legale dei bilanci in sanità: se fosse avvenuto in altre situazioni avremmo evitato, oggi come in anni passati, il balletto debito/non debito.
Visto che l'abbiamo presentato sull'assestamento e riteniamo sia un articolo che abbia natura contabile - non impegna spesa ma ha natura contabile - lo ritiriamo e lo consegniamo all'assestamento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
ARTICOLO 47 opties Emendamento rubricato n. 82) presentato dai Consiglieri Appiano, Corgnati: "L'articolo 16 bis della legge regionale 29 dicembre 2006, n. 38.
(Disciplina dell'esercizio dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande) è sostituito dal seguente: 'Art. 16 bis (Violazione dell'obbligo di formazione) 1. In caso di violazione dell'obbligo di formazione di cui all'articolo 5 comma 3 è effettuata diffida ad adempiere entro sessanta giorni dall'accertamento con applicazione immediata della sanzione di cui all'articolo 21, comma 2.
2. In caso di inosservanza della diffida di cui al comma 1 l'esercizio dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande è sospesa fino all'assolvimento dell'obbligo formativo.'.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Corgnati per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CORGNATI Giovanni

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento è diventato necessario in quanto, in riferimento alla somministrazione di bevande e di cibi da parte di bar e ristoranti l'articolo 16 bis precedentemente prevedeva che, dopo l'entrata in vigore del corso di formazione obbligatorio per tali esercenti, se il Comune avesse riscontrato l'assenza di tale assolvimento avrebbe ritirato l'autorizzazione. Voi capite che per un vizio di forma, per negligenza e non sicuramente per malafede o magari perché il commercialista non lo aveva informato, si trovava a dover chiudere l'attività fino a quando non avesse prodotto il documento che attestava la formazione.
Invece, questo articolo, al contrario, vuole dire: va bene, non ha fatto la formazione triennale, però non gli sospendiamo l'autorizzazione fino a quando non produce il documento, gli diamo 60 giorni di tempo, se dopo questo periodo non interviene e non fa la formazione, allora sicuramente, si deve intervenire con la sospensione.
Questo è un modo per aiutare le attività, in quando, da indagini fatte ho riscontrato che parecchi non hanno svolto questo tipo di formazione allora tanti bar e tanti ristoranti sono in mora.
Allora, l'articolo 16 dovrebbe prevedere quanto segue: "In caso di violazione dell'obbligo di formazione di cui all'articolo 5, comma 3, è effettuata diffida ad adempiere entro sessanta giorni dall'accertamento con applicazione immediata della sanzione di cui all'articolo 21, comma 2 cioè, la sanzione rimane tale.
In caso di inosservanza della diffida di cui al comma 1 l'esercizio dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande è sospesa fino all'assolvimento dell'obbligo formativo". Quindi, qualora persista, viene sanzionato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Corgnati.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 82), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva. (Voto esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 47 novies Emendamento rubricato n. 84) presentato dai Consiglieri Appiano, Corgnati: "Dopo l'articolo 47 del disegno di legge n. 143 è inserito il seguente: Art. 47 novies Alla lettera f) del comma 1 dell'articolo 1 della legge regionale 3 agosto 2011. n. 15 'Disciplina delle attività e dei servizi necroscopici, funebri e cimiteriali. Modifiche della legge regionale del 31 ottobre 2007, n. 20 (Disposizioni in materia di cremazione, conservazione, affidamento e dispersione delle ceneri)' dopo le parole: 'l'attività commerciale marmorea e lapidea e i servizi floreali' sono inserite le seguenti: ', ad eccezione dei comuni o delle loro unioni ricompresi nei territori classificati come montani e con popolazione inferiore a 3000 abitanti'.".
Emendamento rubricato n. 112) presentato dai Consiglieri Appiano, Corgnati: "Dopo l'articolo 47 del disegno di legge n. 143 è inserito il seguente: Art. 47 novies (Modifica dell'articolo 1 della legge regionale 3 agosto 2011, n. 15) All'articolo 1, comma 1, lettera f) della legge regionale 3 agosto 2011, n.
15 'Disciplina delle attività e dei servizi necroscopici, funebri e cimiteriali. Modifiche della legge regionale del 31 ottobre 2007, n. 20 (Disposizioni in materia di cremazione, conservazione, affidamento e dispersione delle ceneri)', dopo le parole 'e i servizi floreali' sono inserite le seguenti: 'fatto salvo quanto previsto all'articolo 5 bis.'".
Emendamento rubricato n. 113) presentato dai Consiglieri Appiano, Corgnati: "Dopo l'articolo 47 del disegno di legge n. 143 è inserito il seguente: Art. 47 novies (Inserimento dell'articolo 5 bis alla legge regionale 3 agosto 2011, n. 15) Dopo l'articolo 5 della l.r. 15/2011 è inserito il seguente: 'Art. 5 bis (Deroghe per i comuni montani) Per i comuni ricompresi nei territori classificati montani sulla base della ripartizione del territorio di cui alla deliberazione del Consiglio regionale 12 maggio 1988, n. 826-6658 (Classificazione e ripartizione del territorio regionale fra montagna, collina e pianura) o per le loro forme associative, con popolazione complessiva inferiore a 3.000 abitanti, è ammessa deroga al regime di incompatibilità tra la gestione dei servizi cimiteriali, dei crematori e delle camere mortuarie, la gestione di impianti elettrici di luci votive e i servizi di pubbliche affissioni con l'attività di onoranze funebri, l'attività commerciale marmorea e lapidea e i servizi floreali, di cui all'articolo 1, comma 1, lettera f).'".
Chiedo gentilmente un unico intervento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ferrentino per l'illustrazione; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Svolgerò un unico intervento.
E' molto semplice, introduce la deroga al regime di incompatibilità tra la gestione dei servizi cimiteriali e le attività di onoranze funebri proprie della legge regionale n. 15/2001, con due limitazioni: introduce questa deroga solo per i comuni classificati montani dalla Regione Piemonte e con un massimo di 3.000 abitanti. Questo per significare gli sforzi che si compiono nei piccoli comuni per reperire due aziende che possono svolgere questi due servizi, quindi reintrodurrebbe questa possibilità normativa a favore dei piccoli comuni montani.



PRESIDENTE

Scusi, collega Ferrentino, forse mi sono distratto: l'emendamento rubricato n. 84) è ritirato? Illustrava gli emendamenti n. 112) e n. 113)?



FERRENTINO Antonio

Tutti e tre insieme, perché trattano lo stesso argomento...



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 84) è registrato come ritirato.



FERRENTINO Antonio

... in quanto sostituito dagli emendamenti rubricati n. 112) e 116).



PRESIDENTE

Quindi avevo ragione, è a posto.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 112), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso all'emendamento n. 113) e al nuovo articolo.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Sono state richieste votazioni separate.
Indico la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 113).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 47 novies.
Il Consiglio approva. (Voto esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 47 decies Emendamento rubricato n. 97) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: L'articolo 6 è abrogato.
Emendamento rubricato n. 97.1)) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: Dopo l'articolo 47 del disegno di legge n. 143 è aggiunto il seguente: "Art. 47 decies (Modifiche alla l.r. 23/2015) 1. La lettera a) del comma 3 dell'articolo 9 della legge regionale 29 ottobre 2015, n. 23 (Riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province in attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56), è abrogata.
Emendamento rubricato n. 132) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: Dopo l'articolo 47 del disegno di legge n. 143 è aggiunto il seguente: "Art. 47 decies (Modifiche all'articolo 11 della l.r. 23/2015) 1. Al comma 1 dell'articolo 11 della l.r. 23/2015, le parole '31 dicembre 2015', sono sostituite dalle seguenti: '1° gennaio 2016'".
Emendamento rubricato n. 131) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: Dopo l'articolo 47 del disegno di legge n. 143 è aggiunto il seguente: "Art. 47 decies (Modifiche all'articolo 21 della l.r. 23/2015) Dopo il comma 6 dell'articolo 21 della l.r. 23/2015, è aggiunto, infine, il seguente : "6.bis. I termini per la chiusura dei procedimenti di cui all'articolo 13 comma 3 con scadenza entro il 31 gennaio 2016, sono prorogati di 30 giorni".
La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

I primi due emendamenti - il n. 97) e il n. 97.1) - intervengono sulla recente legge regionale di riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province. Abroghiamo due norme che erano state introdotte dal Consiglio regionale e, in modo particolare, quella relativa alla delega ai Comuni per i piccoli impianti a biomasse. Le due norme vengono abrogate altrimenti sarebbero impugnate dal Governo, presso la Corte Costituzionale.
Per non farci impugnare la legge regionale, abbiamo assunto l'impegno come Regione - di revocare queste due norme, nel primo provvedimento utile.
Mi spiace, anche perché non vedevo nulla di trascendentale in tutto ciò.
L'emendamento n. 131) interviene sempre sulla legge regionale di riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province e stabilisce una proroga di 30 giorni per i termini di chiusura dei procedimenti da parte delle Province. Diversamente, correvamo il rischio di andare troppo velocemente, in relazione alla tempistica troppo ristretta.
L'emendamento n. 132) è un perfezionamento di stile: laddove è prevista l'entrata in vigore al 31 dicembre 2015, tale data viene sostituita con il 1° gennaio 2016. E' solo uno stile legislativo.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 97).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 97.1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 132).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 131).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 47 decies, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 47 undecies Emendamento rubricato n. 103) presentato dai Consiglieri Frediani Andrissi, Batzella, Bertola, Bono, Campo, Mighetti, Valetti: Dopo l'art. 47 del disegno di legge 143 è aggiunto il seguente: Art. 47 undecies Dopo l'articolo 5 quater della legge regionale 18 giugno 2007, n. 14 è inserito il seguente articolo: Art. 5 quinquies (Costituzione di parte civile della Regione Piemonte) 1. E' fatto obbligo alla Regione di costituirsi parte civile in tutti i processi di criminalità organizzata, relativi a fatti commessi nel proprio territorio".
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Abbiamo scritto quest'emendamento dopo l'audizione che abbiamo avuto in Commissione legalità, durante la quale il Sindaco di Sant'Ambrogio si è rammaricato del fatto che la Regione non si sia costituita parte civile nel processo San Michele, cosa che, invece, ha fatto nel processo Minotauro.
Il Sindaco, in quell'occasione, ha richiesto un segnale forte da parte della Regione, un segnale di vicinanza, e noi crediamo che attraverso questo emendamento - apportando una piccola modifica, ma di grande significato, alla legge n. 14 del 18 giungo 2007 - possiamo impegnare la Regione a costituirsi parte civile in tutti i processi di criminalità organizzata, relativi a fatti commessi nel proprio territorio.
E' un qualcosa che, ad esempio, è già previsto nella Regione Sicilia.
Abbiamo ritenuto di presentarlo in questa occasione proprio per evitare un lungo percorso, che forse sarebbe inutile.
Spero che quest'emendamento trovi accoglimento, perché ritengo doveroso dare un segnale di forte vicinanza a tutti gli amministratori locali che sono stati vittime delle infiltrazioni mafiose o della criminalità organizzata sul proprio territorio.
Invito, pertanto, tutti i Consiglieri a riflettere su questa piccola modifica che, però, potrebbe dare un forte segnale e consentire alla Regione di far sentire la propria presenza.
Ovviamente, rispetto al procedimento San Michele siamo in ritardo poiché è avviato e ci sono già state (proprio nei giorni scorsi) le prime sentenze per coloro che hanno scelto il rito abbreviato. Temiamo che in futuro ci saranno altri procedimenti sul nostro territorio, perché ci giungono voci di indagini (è uscita un'ANSA proprio stamattina) relative al pericolo di infiltrazioni mafiose, pertanto, attraverso questa modifica chiediamo di far sentire forte la presenza della Regione in tutte le occasioni future che si presenteranno.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Solo per sottolineare brevemente l'importanza di quest'emendamento.
Come ha richiamato bene la collega Frediani, è chiaro che si tratta di un argomento molto importante. Ci siamo sentiti quasi in obbligo di inserire un emendamento di questo tipo nel collegato alla finanziaria, per evitare che magari non un provvedimento organico, ma un semplice comma dovesse passare attraverso la presentazione di una proposta di legge dedicata e un passaggio, un iter in Commissione e poi in Aula.
L'emendamento è scaturito dall'audizione fatta ultimamente; audizione tra l'altro, nell'ambito della quale riteniamo ci sia stata una discussione anche molto importante ed interessante, accesa nei modi, perché è avvenuta tra persone che magari su certi aspetti la pensano in modo diverso, ma molto aperta, corretta e sincera.
E' importante che la Regione si doti di uno strumento legislativo che conferisca, in automatico, l'obbligo di costituirsi parte civile in processi di criminalità organizzata. Riteniamo sia una iniziativa che possa trovare un accordo unanime, per evitare, ogni qualvolta ci si trovi di fronte ad un processo, di dover prevedere degli atti politici per invitare la Regione a costituirsi parte civile. Mettendolo in legge, evitiamo di perdere la possibilità di farlo, come nel caso del processo San Michele dove ci si poteva costituire - come previsto dalla legge - solo nelle fasi delle udienze preliminari, oppure di andare a recriminare dopo, perché non lo si è fatto.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

L'emendamento proposto trova grande sensibilità all'interno della Giunta regionale. Chiediamo, però, al Gruppo del Movimento 5 Stelle il ritiro dell'emendamento e la presentazione di un atto d'indirizzo, che pu essere votato contestualmente al collegato, che la Giunta non ha alcuna difficoltà ad accogliere.
Non è con norma di legge che si può chiedere alla Giunta regionale di costituirsi parte civile su questo genere di processi, ma è con un atto politico, che legittimamente il Consiglio rivolge, con molta forza e autorevolezza, alla Giunta regionale.



PRESIDENTE

Consigliere Bertola, accoglie la proposta della Giunta di trasformare l'emendamento in atto di indirizzo? E' questione anche normativa.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Possiamo consultarci un momento, Presidente?



PRESIDENTE

Certo.
L'emendamento rubricato n. 103) è ritirato, però do la parola al Consigliere Bertola, per illustrarne le motivazioni.
Prego, Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Vista l'importanza del tema, riteniamo di non voler sminuire la questione con la semplice presentazione di un atto di indirizzo. A questo punto, quindi, ritiriamo l'emendamento, ma ci impegniamo fin da ora a presentare una proposta di legge, che avrà semplicemente un articolo, per la quale chiederemo l'esame in sede legislativa.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
ARTICOLO 47 duodecies Emendamento rubricato n. 139) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: "Nel disegno di legge n. 143 è inserito il seguente articolo: dopo l'articolo 47, l'articolo 47 duodecies (Interventi per la continuità dei servizi per l'impiego) Al fine di garantire la continuità dei servizi erogati dai Centri per l'impiego, la Regione concorre alle spese di personale sostenute dalla Città metropolitana di Torino per tutto il personale riconosciuto dalla stessa alla data del 31.12.2015, per la stipula dei contratti di lavoro a tempo determinato per l'esercizio dei predetti servizi per il periodo 1 gennaio 2016-31 dicembre 2016, per una percentuale del 40 per cento della spesa complessiva.
Il contributo riconosciuto alla Città metropolitana ai sensi dell'articolo 24, comma 4, della l.r. 23/2015, pari a 2 milioni di euro, limitatamente all'anno 2016 è destinato dalla Città metropolitana alla copertura del restante 60 per cento della spesa di cui al comma 1.
Ha chiesto la parola l'Assessore Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

L'emendamento n. 139) affronta il tema dei contratti dei dipendenti con contratto a tempo determinato, presso la Città metropolitana.
Sostanzialmente, l'emendamento dice che, qualora la Città metropolitana, alla data nella quale deve avvenire il passaggio delle funzioni alla Regione, riconoscesse personale con contratto a tempo determinato all'interno delle funzioni dei Centri per l'impiego, la Regione Piemonte non farà altro che prenderne atto e, per quanto riguarda la compartecipazione ai costi, viene prevista una compartecipazione al 40% a carico della Regione e al 60% a carico della Città metropolitana.
Perché questa diversa compartecipazione? Perché queste persone non facevano parte degli elenchi trasmessi al Ministero su cui è stata firmata la convenzione. Pertanto, la Regione Piemonte si troverebbe da sola ad affrontare l'onere del prolungamento di questi contratti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Semplicemente, in sede di discussione, per ringraziare la Giunta per aver presentato quest'emendamento che traduce, in norma, quello che in sede di disegno di legge di attuazione della "Delrio" era stato adottato come atto di indirizzo, permettendo, in questo modo, di stabilizzare, sia pur nell'anno in cui la legge nazionale lo permette (e poi si vedrà), tutto il personale precario, e non solo quello, che un anno fa era già inserito nei Centri per l'impiego.
Credo, quindi, che sia un emendamento importante.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Appiano.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 139).
Il Consiglio approva. (Voto esteso al nuovo articolo) Emendamento rubricato n. 143) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: "Dopo l'articolo 47 è aggiunto il seguente articolo: art. XX (dichiarazione di urgenza) 1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi dell'articolo 47 dello Statuto, ed entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, fatto salvo quanto previsto agli articoli 20 e 21 in materia di aree protette".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 143).
Il Consiglio approva (Voto esteso al nuovo articolo).
Avevamo sospeso gli articoli 6, 15, 42 bis, 42 ter, 43 bis, 45 e il 47 undicies.
Cominciamo con l'esame dell'articolo 6.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 102) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Ferrero: "Il comma 4 dell'articolo 6 del disegno di legge 143 è sostituito dal seguente: Il comma 1 dell'articolo 17 della l.r. 1/2015 è sostituito dal seguente: 1. Al fine di conseguire gli obiettivi di razionalizzazione dei soggetti partecipati e migliorare l'efficienza delle azioni a protezione del territorio, la Giunta regionale è autorizzata ad adottare le misure necessarie e opportune per costituire l'Agenzia Foreste e Territorio della Regione Piemonte, ente pubblico non economico, il cui personale è costituito dai dipendenti dell'Istituto per le Piante da Legno e l'ambiente S.p.a. (IPLA-S.p.a), dagli addetti alle sistemazioni idraulico-forestali della Regione Piemonte, nonché da dipendenti regionali".
Ha chiesto la parola l'Assessore Ferrero per l'illustrazione; ne ha facoltà.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Questo è l'articolo in cui cerchiamo di riorganizzare l'IPLA - Istituto Piante da Legno - in un'unica agenzia territoriale con i forestali, cioè i soggetti che oggi si occupano di riordino forestale.
E' un articolo che va ad aggiungersi ad un articolo di legge già esistente, in cui cerchiamo di portare a razionalizzare le competenze della Regione su questi settori.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Solo due aspetti. Intanto, ricordo che abbiamo votato, credo fosse nella legge finanziaria, che entro il 30 giugno del 2015 la Giunta regionale predisponesse un atto per la costituzione dell'Agenzia Foreste e Territorio della Regione Piemonte.
L'aspetto autorizzativo, secondo me un po' anomalo, è che, com'è noto tutte le società si costituiscono, o anche le modifiche di nuove società con legge regionale.
Noi non individuiamo quali saranno le funzioni di quello che oggi è un titolo, rispetto al quale potremmo anche trovare una condivisione o meno ma che è solo tale.
Personalmente, mi sembrerebbe poco corretto che il Consiglio regionale desse mandato alla Giunta di costituire una società all'interno della quale noi sappiamo come si chiamerà; che sarà un ente pubblico e non economico e il cui personale è costituito dai dipendenti dell'Istituto Piante da Legno personale e l'Ambiente S.p.A, dagli addetti alle sistemazioni forestali della Regione Piemonte, nonché da dipendenti regionali.
Se si vuole fare una cosa seria, si dovrebbe ritirare perché, come il Vicepresidente sa, noi siamo sempre stati sensibili al tema di IPLA e alla necessità che si dia una mission ben definita all'IPLA stessa, ma mi sembra che questo emendamento non possa essere accolto - ripeto - non rispetto alle finalità, ma rispetto alle modalità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intervengo sull'emendamento 107) semplicemente perché, pur avendolo letto un po' di volte, non l'ho capito. Ripete esattamente il testo del comma 7 dell'articolo 6 del disegno di legge che invece intende sostituire.
Intende sostituirlo, ma lo ripeto alla lettera. Vorrei capire.



PRESIDENTE

E' ritirato.



BERTOLA Giorgio

E' ritirato? Mi sembrava, grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

Intervengo in relazione all'intervento di Vignale.
Non è una delega; la Giunta regionale ha la consapevolezza che rispetto a questo tema, deve essere presentato un disegno di legge organico.
Questo è l'impegno.
La questione per cui abbiamo voluto inserire questo tipo di emendamento è perché vogliamo capire se è fattibile un percorso, legato soprattutto alla riunificazione di diversi contratti di lavoro all'interno dell'unica agenzia. Poi, l'Assessore Ferrero sa benissimo che va presentato un disegno di legge organico perché è evidente che non si costituisce una società o un'agenzia con questa semplice formulazione.



PRESIDENTE

Prego, collega Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Per noi le parole del Vicepresidente - tra l'altro, sono a verbale sono sufficienti.
Io rammento solo quello che è l'italiano con cui il testo è stato scritto. Qui si dice che il Consiglio "autorizza la Giunta regionale ad adottare le misure necessarie ed opportune per costituire l'Agenzia Foreste e Territorio della Regione Piemonte". Se non si utilizzassero le parole quali la Giunta è autorizzata "ad adottare le misure necessarie. per costituire", ma formulazioni come "al fine di presentare un progetto di legge che.", io credo sarebbe meglio.
Dopodiché rimane quell'impegno. Non vorremmo solo che si costituisse l'Ente. Ripeto: c'è un impegno ed è a verbale. Noi tendenzialmente ci fidiamo; a volte sbagliamo, eh.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Non sempre.



VIGNALE Gian Luca

Non sempre, non sempre. E a volte, infatti, facciamo bene a non fidarci.
Ripeto però che nell'articolo c'è scritto quello.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 102).
Il Consiglio approva.
Ricordo che gli emendamenti rubricati n. 105), n. 106) e n. 107) sono ritirati.
Indìco la votazione sull'articolo 6, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Sull'emendamento rubricato n. 61), presentato dai Consiglieri Vignale Berutti, Graglia, Pichetto Fratin e Sozzani, la parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Noi lo ritireremmo, solo con una preghiera, per come l'espressione "pregare" è usata nella lingua italiana, cioè non sempre intesa nel senso di fede ma nel senso di "pregare qualcuno" o "richiedere a qualcuno".
Noi sappiamo bene che il collegato è stato fatto per evitare che l'assestamento e la legge finanziaria fossero troppo pesanti. Chiediamo solo - così come annunciamo già che lo chiederemo anche rispetto all'emendamento n. 81) e a quello presentato dall'Assessore Ferrero rispetto alla legge del 2015 sugli agriturismo - se su un numero limitatissimo di temi potessimo ritirare gli emendamenti e discuterne durante l'assestamento; non per stravolgere il concetto di assestamento, ma perché secondo me qualche giorno è utile. Si tratta solo di una questione di buonsenso.
Quindi lo ritiriamo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'articolo 15.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 42 bis Sugli emendamenti rubricati n. 133) e n. 68), presentati dai Consiglieri Vignale, Berutti, Graglia, Ruffino, ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

La Giunta ha presentato l'emendamento n. 144) sull'articolo 42 bis e poi il n. 144.1) sull'articolo 42 ter che sostanzialmente, anche se non in modo integrale, riprendono alcuni concetti che a noi sono cari, cioè l'introduzione del voucher, la compilazione delle domande - e non più l'istruttoria - da parte delle Amministrazioni comunali, inevitabilmente la proroga del piano triennale anche per il 2016 e la previsione di approvazione/pubblicazione del bando entro il 31 gennaio del 2016.
Noi quindi ritiriamo gli emendamenti n. 68) e n. 133), solo con una richiesta. Il problema probabilmente è nato da una scrittura errata, perch arrivava da quando alcuni mesi fa indicammo il 15 ottobre come data per pubblicare il bando. Io credo che, se vogliamo dare una data corretta per la pubblicazione del bando, dovremmo indicarne una nel primo semestre e non nel secondo. Noi nell'emendamento n. 133) avevamo scritto il 15 marzo; si può fare il 15 aprile, però mi sembra che indicare il 15 ottobre significhi di nuovo porre la pubblicazione del bando a fine anno, cosa che non porterebbe all'unico giovamento dei due bandi indetti insieme, che è quello di recuperare un anno.
Adesso faccio delle valutazioni e poi ne farò anche un'altra. Se dunque il punto 1) del testo della Giunta viene modificato definendo un mese che sia nel primo semestre (aprile, al massimo maggio), noi a questo punto ritiriamo gli emendamenti 68) e 133). E, anche se non collimano completamente con quelli che erano gli emendamenti da noi presentati sosteniamo gli emendamenti n. 144) e n. 144.1), con una precisazione: c'è anche una mozione che il nostro Gruppo consiliare ha presentato e noi crediamo che, per darvi attuazione in termini corretti, bisognerà che in Aula nelle prossime sedute da qui alla fine dell'anno o nelle prime settimane del 2016, cioè prima della pubblicazione del bando, vi sia la presentazione di una delibera consiliare che modifica le modalità con cui i bandi venivano presentati negli anni passati.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 144) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessora Pentenero: Dopo l'articolo 42 del disegno di legge 143 è aggiunto il seguente: "Articolo 42 bis (Modifiche alla legge regionale 28 dicembre 2007, n. 28 'Norme sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa'") 1.) Dopo il comma 6 bis dell'articolo 12 della legge regionale 28/2007 sono aggiunti i seguenti: "6 ter. Il bando concernente i contributi di cui al presente articolo relativo all'anno scolastico 2016/2017 e ai seguenti è pubblicato entro il 15 ottobre di ogni anno.
"6 quater. A decorrere dal bando relativo all'anno scolastico 2016/2017 gli assegni di studio sono erogati tramite voucher." 2. Il punto 4) della lettera c) del comma 1 dell'articolo 31 della legge regionale 28/2007 è sostituito dal seguente: "4) la compilazione delle domande relative agli assegni di studio di cui all'articolo 12;" Emendamento rubricato n. 144.1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessora Pentenero: Dopo l'articolo 42 del disegno di legge 143 è aggiunto il seguente: "Articolo 42 bis (Modifiche alla legge regionale 28 dicembre 2007, n. 28 'Norme sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa'") 1. Per l'anno 2016 si applica il Piano triennale di interventi per gli anni 2012/2014 approvato con deliberazione del Consiglio regionale 29 dicembre 2011, n. 142-50340 (legge regionale 28/2007, articolo 27, Piano triennale di interventi in materia di istruzione, diritto allo studio e libera scelta educativa per gli anni 2012/2014) come ultimo modificata co deliberazione del Consiglio regionale 17 marzo 2015, n. 60-10487 (Ulteriore modifica al Piano triennale di interventi in materia di istruzione, diritto allo studio e libera scelta educativa per gli anni 2012/2014 approvato con DCR 29 dicembre 2011, n. 142-50340 e modificato con DCR 11 novembre 2014, n. 14 36707) con riferimento ai criteri ed ai parametri previsti al comma 2 dell'articolo 27 della legge regionale 28 dicembre 2007, n. 28 (Norme sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa) 2. Il bando previsto dall'articolo 12 della legge regionale 28/2007 per l'erogazione degli assegni di studio per gli anni scolastici 2014/2015 e 2015/2016 è unico ed è approvato entro il 31 gennaio 2016." Ha chiesto la parola l'Assessore Pentenero per l'illustrazione; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 144) è stato sdoppiato: con l'emendamento n. 144) definiamo la parte relativa alla programmazione rispetto all'attuazione dei bandi. Il 15 ottobre può essere oggettivamente tardivo rispetto all'inizio dell'anno scolastico, se l'obiettivo della Giunta è quello di allinearsi rispetto all'attività di programmazione della scuola.
E' altrettanto vero, però, che al 30 marzo si corre il rischio di non avere il bilancio approvato. Potrebbe essere quindi opportuno arrivare al mese di giugno; o anche maggio, va bene lo stesso.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Allora maggio.
Quindi l'emendamento n. 144) riporterebbe la data del 30 maggio, e non del 15 ottobre.
Con l'emendamento n. 144.1), com'è stato accennato un attimo fa, noi andiamo a prorogare il piano triennale ancora per un anno, e definiamo le modalità con le quali andremo a pianificare, rispetto al piano triennale l'attività legata alla legge n. 28.
BONO Davide (fuori microfono) C'è anche la scadenza del 31 gennaio?



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Sì, sì, all'ultimo comma.
Al comma 2 si riporta la data del 31 gennaio, legato al bando 2014 2015, 2015-2016. Questo per avere una pianificazione chiara rispetto all'attività legata ai bandi del diritto allo studio.



PRESIDENTE

Con l'illustrazione dell'emendamento n. 144.1), l'Assessore Pentenero è intervenuta anche sull'articolo 42 ter, che daremo quindi per illustrato.
Adesso siamo ancora in fase di discussione sull'emendamento n. 144).
Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Farò anch'io un intervento complessivo, perché abbiamo condiviso tutto il ragionamento a monte di questa modifica della legge n. 28 con la norma transitoria rispetto al bando unico sui due anni scolastici e con alcuni colleghi abbiamo anche sottoscritto l'ordine del giorno - anzi la mozione di accompagnamento, sempre legata agli assegni di studio.
La ragione dell'intervento è che è evidente che, mentre sui voucher posticipiamo l'introduzione di questa modalità molto più rapida al prossimo bando (non a quello dei due anni scolastici in corso perché sarebbe impossibile, anche dal punto di vista della legittimità), anticipiamo a questo bando dei due anni scolastici l'eliminazione dell'attività istruttoria in capo agli enti locali.
Non dobbiamo nasconderci, tuttavia, che l'attività istruttoria in questi anni è stata più che altro una sede di verifica e di aiuto ai cittadini nella correzione degli errori materiali apportati alle domande.
Questa attività non può e non deve sparire. Ecco perché menzioniamo il sostegno nella compilazione, che, soprattutto in questo primo anno di sperimentazione della nuova modalità, avrà un'importanza centrale.
E' chiaro che, quanto più è possibile il perfezionamento di questa pratica, tanto più riusciremo anche a migliorare il modulo informatico che è alla base della presentazione delle domande. Quindi io credo che dovremo tutti sentirci impegnati, da qui alla pubblicazione del bando (cioè da qui a fine gennaio), affinché l'applicativo informatico eviti il più possibile gli errori e le scorrettezze formali, in particolare per quanto concerne il discorso dei libri di testo che possono essere richiesti e finanziati con fondi statali per le famiglie al di sotto dei 10.000 euro di ISEE, che è stato spesso fonte del maggior numero di anomalie nella pratica delle domande passate.
Se riusciremo a raggiungere questo obiettivo, avremo sicuramente semplificato ed accelerato le procedure, e ci metteremo in quella linea di digitalizzazione effettiva della presentazione di domande di pratiche verso la Pubblica Amministrazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo anche come dichiarazione di voto. Noi abbiamo seguito il tema e, soprattutto nella fase di assestamento di bilancio ma anche nel corso dell'anno, abbiamo presentato degli emendamenti al riguardo, per cercare, in ogni modo, di ripristinare le somme mancanti sul capitolo dei buoni scuola e degli assegni di studio relativi agli anni 2014-2015.
Dividerei, quindi, l'argomento in due parti: un conto è il pregresso su cui noi riteniamo che sia stata compiuta una scelta sbagliata da parte di questa Giunta, pur comprendendo la limitatezza delle risorse; è una scelta politica quella di indire un solo bando per due anni scolastici (2014-2015, 2015-2016) con metà delle risorse, o, meglio, con le stesse risorse ma su due anni.
Noi riteniamo che le scelte che vanno ad intaccare un pregresso, che dovrebbe essere consolidato in quelle che sono state le esperienze e le esigenze delle famiglie, provocano delle conseguenze negative.
In questo senso, anche se accogliamo positivamente la scadenza per l'emanazione del bando entro il 31 gennaio del 2016, non possiamo condividere la parte relativa all'unico bando di gara su due anni con metà risorse.
Sul primo emendamento, invece, riteniamo che possa rappresentare un'innovazione positiva quella del passaggio ai voucher e quella del superamento dell'istruttoria lasciata in mano ai Comuni, che ha creato non poche difficoltà sia agli utenti che in parte ai Comuni, soprattutto quelli più piccoli, che ovviamente hanno meno personale e meno postazioni e dotazioni informatiche per compilare queste domande.
Su quest'emendamento esprimeremo quindi voto favorevole, non altrettanto sul secondo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono L'emendamento rubricato n. 144) è così come modificato: anziché "15 ottobre di ogni anno", "30 maggio di ogni anno".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 144).
Il Consiglio approva. (Voto esteso al nuovo articolo) Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 144.1).
Il Consiglio approva. (Voto esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 43 bis Emendamento rubricato n. 81) presentato dai Consiglieri Vignale, Accossato Benvenuto, Berutti, Campo, Ferrentino, Gallo, Graglia, Mighetti Porchietto, Rostagno, Sozzani.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come avevo annunciato sull'emendamento n. 61), ma forse non ricordo esattamente il numero, anche in questo caso chiediamo se sia possibile di postare questo tema alla discussione sull'assestamento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
ARTICOLO 45 L'emendamento rubricato n. 100) è ritirato perché sostituito dall'emendamento n. 136).
L'emendamento rubricato n. 98) è ritirato.
L'emendamento rubricato n. 135) sostituisce l'emendamento n. 98).
Emendamento rubricato n. 136) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Pentenero: Dopo l'articolo 45 del disegno di legge n. 143, è inserito il seguente: "Art. 45 bis. (Sostituzione dell'articolo 4 della l.r. 34/2008) 1. L'articolo 4 della l.r. 34/2008 è sostituito dal seguente: "Art. 4 (Funzioni della Regione) 1. La Regione esercita le funzioni di programmazione, indirizzo e coordinamento delle politiche attive del lavoro, nonché quelle relative alla regolazione ed organizzazione dei servizi per il funzionamento del mercato del lavoro regionale, in raccordo con le linee guida stabilite dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dall'Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL), di cui all'art. 4 e seguenti del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150 (Disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro di politiche attive, ai sensi dell'art. 1 comma 3, della legge 10 dicembre 2014, n. 183) ed in particolare: a) definisce la strategia regionale per l'occupazione, in linea con il programma pluriennale del Fondo Sociale Europeo, garantendo il necessario coordinamento con le politiche relative alle diverse materie collegate ed approvando i conseguenti atti di indirizzo b) definisce gli standard qualitativi, le linee guida di valutazione e di certificazione dei risultati raggiunti dai servizi lavoro c) adotta il quadro regionale delle competenze degli operatori pubblici in materia di politiche del lavoro e dei soggetti privati che svolgono attività nel mercato del lavoro piemontese d) realizza e sostiene la rete regionale dei servizi al lavoro attraverso l'interazione tra i Centri per l'Impiego e gli operatori accreditati programmandogli interventi di politica attiva del lavoro, anche mediante l'utilizzo delle risorse messe a disposizione dai fondi strutturali europei e dalle iniziative comunitarie e) riconosce i Centri per l'Impiego come snodo fondamentale di erogazione dei programmi e delle politiche attive per il lavoro valorizzando il loro ruolo di governance dei servizi per l'impiego locali e di garanzia e uniformità di trattamento di tutti i cittadini f) per consentire un'adeguata erogazione e un migliore governo delle politiche attive, costituisce ai sensi dell'articolo 18 del d.lgs.
150/2015, uffici territoriali denominati Centri per l'Impiego, definendone i bacini territoriali ottimali di competenza e affidandone il coordinamento e la gestione dell'Agenzia Piemonte Lavoro, secondo quanto stabilito dall'articolo 6, in raccordo con gli indirizzi generali in materia di politiche attive del lavoro di cui all'articolo 2 del dlgs 150/2015. In attuazione dell'articolo 16 della legge regionale 29 ottobre 2015, n. 23 (Riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province in attuazione delle legge 7 aprile 2014, n. 56), nelle more della costituzione dei predetti uffici, la Regione individua negli attuali Centri per l'Impiego, costituiti ai sensi dell'articolo 20, le strutture il cui coordinamento e gestione è affidato all'Agenzia Piemonte Lavoro, secondo quanto definito dall'articolo 6 g) disciplina le procedure ed individua i criteri di autorizzazione degli operatori pubblici e privati all'esercizio delle attività di cui all'articolo 2, comma 1, lettere b), c) e d), del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 (Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003, n. 30) nell'ambito del territorio regionale, nonché l'accreditamento degli operatori pubblici e privati idonei ad erogare i servizi al lavoro nel medesimo ambito territoriale, anche mediante utilizzo di risorse pubbliche h) realizza e sviluppa il sistema informativo regionale per il lavoro nell'ambito del sistema informativo unitario delle politiche attive del lavoro di cui all'articolo 13 del d.lgs. 150/2015 i) definisce i criteri di organizzazione, le modalità, le specificazioni e i tempi di attuazione delle procedure di avviamento a selezione presso le pubbliche amministrazioni, ai sensi dell'articolo 16della legge 28 febbraio 1987, n. 56 (Norme sull'organizzazione del mercato del lavoro) l) svolge l'esame congiunto previsto nelle procedure di integrazione salariale straordinaria, esprimendo motivato parere, anche in merito agli interventi gestiti dal Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali perché riguardanti aziende plurilocalizzate, ai sensi dell'articolo 24 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148 (Disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183) m) svolge attività di mediazione tra le parti nelle procedure di licenziamento collettivo previste dagli articoli 4 e 24 delle 1. 223/1991 qualora non sia stato possibile raggiungere un accordo nella fase sindacale della procedura n) promuove iniziative per l'impiego temporaneo e straordinario dei soggetti individuati dall'articolo 29 per la realizzazione di opere e servizi di pubblica utilità finalizzate all'incremento dell'occupabilità per l'inserimento nel mercato del lavoro o) favorisce l'inserimento lavorativo ed il mantenimento del posto di lavoro dei soggetti destinatari individuati dall'articolo 29, nonch incentiva la creazione di nuovi posti di lavoro per i medesimi soggetti mediante la promozione e il sostegno di nuove iniziative imprenditoriali p) sostiene iniziative locali per l'occupazione finalizzate all'erogazione di servizi di informazione sui programmi di intervento, predisposti dagli organi competenti, volti a favorire l'ingresso nel mercato del lavoro dei soggetti individuati dalla presente legge, nonché a favorire la progettazione di iniziative e di interventi integrati per lo sviluppo locale; q) promuove e sostiene azioni positive nelle pari opportunità; r) sostiene azioni positive nelle pari opportunità.
2. La Regione effettua un'attività regolare e continuativa di valutazione degli interventi di politica attiva del lavoro svolti dai servizi competenti, in raccordo con il NUVAL e con l'attività di valutazione realizzata nell'ambito della programmazione del FSE, e in una logica integrata con le iniziative avviate dall'ANPAL in collaborazione con l'ISFOL, avvalendosi dell'IRES o di altri soggetti in possesso di competenze specialistiche in materia.".
La parola all'Assessore Pentenero per l'illustrazione; ne ha facoltà.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Poiché la scorsa settimana abbiamo siglato l'accordo con il Ministero noi dobbiamo modificare la legge n. 34, con la quale definiamo le competenze della Regione in merito alle politiche attive. Gli emendamenti successivi ci indicano anche come noi gestiremo la rete dei servizi dei centri per l'impiego, attraverso l'utilizzo dell'APL (Agenzia Piemonte e Lavoro).
Con l'emendamento n. 136) indichiamo quali sono le competenze della regione, cioè funzioni di programmazione, indirizzo e coordinamento delle politiche attive, nonché quelle relative all'organizzazione dei servizi per il funzionamento del mercato del lavoro regionale, in accordo con le linee guida stabilite dal lavoro AMPAL, dall'Agenzia nazionale prevista dal Jobs Act.
Le azioni che noi prevediamo disciplinano l'articolazione dei servizi per il lavoro nella fase transitoria, cioè fino a quando andrà a regime l'Agenzia nazionale. L'emendamento della legge n. 34 implica una modifica sostanziale della legge, ma abbiamo anche la necessità di definire dei tempi che ci permettono di partire dal 1° gennaio 2016, con la riorganizzazione dei servizi e con tutto quello che da esso ne deriva.
Dobbiamo anche identificare le modalità con le quali avvieremo le convenzioni con la Città metropolitana e con le Province della nostra regione e partire con un lavoro importante che riguarderà, da un lato, la struttura, dall'altro la riorganizzazione dell'Agenzia Piemonte Lavoro.
L'emendamento n. 136) è quello volto a definire come avviene l'articolazione delle politiche attive e quali sono gli strumenti che noi identifichiamo per dare attuazione a quanto previsto dalla legge nazionale fermo restando che quanto noi abbiamo scritto è in attuazione del Titolo V così come oggi lo leggiamo, così come oggi lo troviamo. La definizione del lavoro dell'AMPAL a regime è anche subordinato all'approvazione della modifica del Titolo V.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Pentenero.
Emendamento rubricato n. 135) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Pentenero: All'articolo 45 del disegno di legge n. 143, è inserito il seguente: 1 ter (Sostituzione dell'articolo 6 della l.r. 34/2008) L'articolo 6 della l.r. 34/2008 è sostituito dal seguente: Art. 6. (Agenzia Piemonte Lavoro) Per i compiti di cui al presente articolo la Regione si avvale dell'Agenzia Piemonte Lavoro, ente strumentale dotato di personalità giuridica pubblica avente autonomia patrimoniale e contabile nell'ambito delle risorse ad essa attribuite dal bilancio regionale, con sede a Torino.
Lo statuto dell'Agenzia è approvato con deliberazione del Consiglio regionale su proposta della Giunta regionale.
L'Agenzia coordina e gestisce i Centri per l'Impiego di cui all'articolo 20, secondo quanto previsto dall'articolo 16 della l.r. 23/2015 e definito dalla convenzione di cui all'articolo 11, comma 1 del d.lgs. 150/2015 assicurando l'erogazione dei servizi e delle misure di politica attiva del lavoro di cui all'articolo 18, comma 1 del d.dlgs, 150/2015, nonché dei servizi per il collocamento mirato dei disabili di cui alla legge 12 marzo 1999, n. 68, e dell'avviamento a selezione nei casi previsti dall'articolo 16 della legge 28 febbraio 1987, n. 56.
La convenzione di cui all'articolo II, comma 1 del d.lgs. 150/2015 è attuata con successivi accordi approvati dalla Giunta regionale e da sottoscrivere con la Città Metropolitana di Torino e con le province piemontesi, previo confronto con le organizzazioni sindacali territoriali nei quali è definita la delega dei poteri datoriali e organizzativi all'Agenzia Piemonte Lavoro relativamente al personale dei Centri per l'Impiego temporaneamente assegnato ad essa, nonché gli ambiti e le modalità del potere direttivo da questa esercitato per tutta la durata degli accordi.
L'Agenzia esercita compiti di assistenza tecnica e monitoraggio in relazione alle funzioni di cui all'articolo 4, comma 1, e collabora d'intesa con gli uffici regionali competenti, al monitoraggio delle attività di formazione professionale. Inoltre, in linea con gli indirizzi della Giunta regionale l'Agenzia svolge compiti di: supporto alle attività di programmazione del Fondo Sociale Europeo (FSE) promozione e sostegno alla qualificazione dei tirocini, secondo quanto previsto dall'articolo 41 realizzazione degli interventi di ricollocazione lavorativa dei dirigenti previsti dall'articolo 20 legge 7 agosto 1997, n. 266 (Interventi urgenti per l'economia) gestione ed erogazione, secondo gli orientamenti definiti dalla Giunta regionale, di forme di sostegno al reddito a favore di lavoratori in difficoltà a seguito di crisi aziendali o di perdita del posto di lavoro supporto tecnico alla Consigliera o al Consigliere di parità, secondo quanto previsto dall'articolo 15, comma 4 del decreto legislativo 11 aprile 200 della legge 28 novembre 2005, n. 246).
L'Agenzia predispone annualmente un piano generale di attività e una relazione sulle attività svolte l'anno precedente, da presentare alla Giunta regionale, che ne informa la competente Commissione consiliare.
Allo scopo di ampliare l'offerta di servizi agli utenti in relazione a specifici bisogni, specie in materia di progettazione di iniziative e di interventi integrati per lo sviluppo locale, l'Agenzia può stipulare nell'ambito di ogni bacino per l'impiego convenzioni con gli enti locali o accordi con altri organismi pubblici o privati del territorio, ovvero supportare, su richiesta, gli enti locali e le loro associazioni per la progettazione e realizzazione di programmi e di interventi connessi alle politiche ed ai servizi per il lavoro.
La parola all'Assessore Pentenero per l'illustrazione



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Come dicevo un attimo fa, l'emendamento n. 135) ha il compito di definire le competenze che l'Agenzia Piemonte Lavoro, che è un ente strumentale dotato di personalità giuridica pubblica, avendo una sua autonomia patrimoniale contabile, le modalità con le quali il personale dei centri per l'impiego che resteranno in ruolo delle province, ma sarà staccato presso l'agenzia Piemonte Lavoro, con questo emendamento noi definiamo le modalità con le quali riorganizziamo, utilizzando l'ente strumentale Agenzia Piemonte Lavoro, le modalità con le quali andiamo a riorganizzare la rete dei servizi per il lavoro.
Ricordo - l'ho detto un attimo fa, ma lo voglio risottolineare - che quanto noi abbiamo scritto è frutto della convenzione firmata con il Ministero, all'interno della quale sono disciplinate le modalità di rapporto con il Ministero, le modalità di rapporto con l'Agenzia nazionale e le risorse che sono state assegnate alla Regione Piemonte, per la contribuzione prevista in due terzi e un terzo rispetto al personale dipendente che viene attribuito all'Agenzia Piemonte Lavoro, pur restando in ruolo all'interno delle Province e della Città metropolitana di Torino.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Pentenero.
Emendamento rubricato n. 13) presentato dai Consiglieri Frediani, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Mighetti, Valetti: dopo il comma 1 dell'articolo 45 del disegno di legge n. 143 è inserito il comma ...
Al comma 6 dell'articolo 7 (Organi dell'Agenzia Piemonte Lavoro) della legge regionale n. 34/2008), le parole "è rinnovabile" sono abrogate e sostituite con "non è rinnovabile".
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento interviene sul rinnovo del collegio dei revisori dei conti dell'Agenzia Piemonte Lavoro che al momento è possibile.
Noi chiediamo che questo collegio non sia rinnovabile, per garantire che si rispetti il principio di rotazione e che questo organo possa svolgere le sue funzioni in maniera più equa ed imparziale.
Chiediamo questa modifica, una modifica che va dopo il comma 1 dell'articolo 45 del disegno di legge 143, inserendo il comma che modifica la legge n. 34, nella quale si fa riferimento a questo collegio, quindi anziché indicare le parole "una sola volta", chiediamo di inserire le parole "non è rinnovabile".



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 99) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessora Pentenero: Dopo l'articolo 45 del disegno di legge n. 143 è aggiunto il seguente: 1. L'articolo 9 della legge regionale n. 34/2008, è abrogato.
La parola all'Assessore Pentenero per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Nella riorganizzazione delle funzioni dell'APL e della Direzione regionale, l'articolo 9 della legge n. 34 viene abrogato, perché non sarebbe coerente in quanto continuerebbe a contemplare le funzioni sulle politiche attive legate alle Province, quindi è necessario prevederne l'abrogazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Pentenero.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Frediani, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Mighetti, Valetti: Emendamento all'articolo 45, comma 2, (Modifiche alla legge regionale 22 dicembre 2008, n. 34) del disegno di legge regionale n. 143: Alla lettera c) del comma 2 dell'articolo 11 (Commissione regionale di concertazione per le politiche regionali del lavoro, della formazione e dell'orientamento) della legge regionale 34/2008 (Norme per la promozione dell'occupazione, della qualità, della sicurezza e regolarità del lavoro) dopo le parole "lettera d" si aggiungono "e garantendo la rappresentanza delle minoranze presenti sul territorio regionale".
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Frediani, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Mighetti, Valetti: Emendamento all'articolo 45, comma 2, (Modifiche alla legge regionale 22 dicembre 2008, n. 34) del disegno di legge regionale n. 143: Alla lettera d) del comma 2 dell'articolo 11 (Commissione regionale di concertazione per le politiche regionali del lavoro, della formazione e dell'orientamento) della legge regionale 34/2008 (Norme per la promozione dell'occupazione, della qualità, della sicurezza e regolarità del lavoro) dopo le parole "lettera c" si aggiungono "e garantendo la rappresentanza delle minoranze presenti sul territorio regionale".
Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Frediani, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Mighetti, Valetti: Dopo il comma 2 dell'articolo 45 del disegno di legge 143 è inserito il comma 2 bis: Al comma 2, lettera 4) dell'articolo 18 (Monitoraggio del sistema regionale delle politiche del lavoro) della legge regionale 34/2008, dopo la parola "Giunta" sono inserite le seguenti: "e dal Consiglio".
Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Frediani, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Mighetti, Valetti: Dopo il comma 2 dell'articolo 45 del disegno di legge 143 è inserito il comma 2 ter: 2 ter. All'articolo 20, comma 2 della legge regionale 34/2008 è inserito l'articolo 2 bis (clausole di salvaguardia del personale dei Centri per l'impiego). Gli operatori dei Centri per l'impiego rimangono dipendenti della Città metropolitana di Torino e delle Province, che ne garantiscono l'erogazione dei compensi, in comando all'Agenzia Piemonte Lavoro; nel caso di scioglimento o ridimensionamento dell'Agenzia Piemonte Lavoro il personale permarrà direttamente in capo alla Regione, sino alla definizione del percorso nazionale, secondo la legge n. 56 del 7 aprile 2014.
Emendamento rubricato n. 108.1) presentato dai Consiglieri Frediani Andrissi, Batzella, Bertola, Bono, Mighetti, Valetti: Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2015) Dopo il comma 2 dell'articolo 45 del disegno di legge 143 è inserito il comma 2 ter: "2 ter Al fine di: rafforzare le funzioni di monitoraggio e valutazione dei servizi per l'impiego 2. evitare sovrapposizioni e prevedere meccanismi di raccordo tra gli organi preposti che operano a livello sia centrale sia territoriale, in materia di politiche attive del lavoro 3. rafforzare le capacità d'incontro tra domanda ed offerta di lavoro e valorizzare le sinergie tra servizi per l'impiego pubblici e privati è previsto un piano di Formazione di aggiornamento e di rilevazione delle competenze a supporto del cambiamento organizzativo del personale in forza presso i Centri per l'impiego".
Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Frediani, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Mighetti, Valetti: Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2015) Dopo il comma 2 dell'art. 45 del disegno di legge n. 143 è inserito il comma 2 quater: dopo il comma 1, lettera b) è inserita la lettera c) all'articolo 21 (Operatori pubblici e privati accreditati della legge regionale 34/2008.
c) Gli operatori accreditati. Ad esclusione degli enti pubblici territoriali, sono tenuti ad adeguarsi entro il 31/12/2015 a quanto disposto dal d.lgs 231/2001. A partire dall'1/04/2017 l'adeguamento al decreto costituirà requisito essenziale ai fini dell'iscrizione nell'elenco di cui al comma 3.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Frediani, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Mighetti, Valetti: Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2015) Dopo il comma 5 dell'art. 45 del disegno di legge n. 143 è inserito il comma 5 bis: Alla lettera a) comma 1 dell'art 40 (Soggetti promotori, durata e limiti dei tirocini) della legge regionale 34/2008) dopo le parole "lavoro subordinato" si aggiungono le seguenti "nell'arco di un triennio" Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Frediani, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Mighetti, Valetti: Al comma 1 lettera d) dell'art. 59 (Interventi in materia di regolarità del lavoro) della legge regionale 34/2008 dopo le parole: "dell'economia sommersi" sono inserite le seguenti: "e delle gare al massimo ribasso" Emendamento rubricato n. 104) presentato dai Consiglieri Frediani Andrissi, Batzella, Bertola, Bono, Mighetti, Valetti: Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2015) Dopo i1 comma 5 dell'art. 45 della l.r. 143 è inserito il comma 5 quater: Dopo il comma 2 dell'art. 38 della L.r. 34/2008 è inserito il comma 2 bis: 2bis). La Giunta regionale provvede a monitorare il rapporto tra il numero di tirocini attivati presso i soggetti ospitanti e il numero di assunzioni derivate dalla conclusione degli stessi; recepisce tramite regolamento i limiti di attivazione dei tirocini formativi e di orientamento e di inserimento/reinserimento lavorativo di cui alla D.G.R. 74-5911 del 3/6/2013, secondo l'Accordo Stato - Regioni del 24 gennaio 2013 .
Tutti i suddetti emendamenti hanno come prima firmataria la Consigliera Frediani, alla quale do la parola per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Nell'emendamento n. 1) e n. 2) si fa riferimento alla Commissione regionale di concertazione per le politiche regionali del lavoro, che è introdotta nel disegno di legge n. 143.
Questa Commissione prevede la partecipazione di alcuni soggetti, tra cui il Presidente della Giunta regionale o un delegato con funzioni di Presidente, il Consigliere o la Consigliera di parità fino a 12 componenti effettivi e fino a 12 supplenti designati dalle organizzazioni sindacali.
Poi, fino a 12 componenti effettivi e fino a 12 componenti supplenti designati dalle organizzazioni dei datori di lavoro, comparativamente più rappresentativa a livello regionale.
In particolare, interveniamo su queste due categorie, quindi sulle organizzazioni sindacali e sulle organizzazioni datoriali e chiediamo che sia dato spazio anche alla rappresentanza delle cosiddette minoranze, sia dei sindacati che delle organizzazioni datoriali. Questo per consentire che possano partecipare anche loro a questo organismo che ha delle funzioni molto importanti nell'ambito delle politiche attive.
Questi sono i primi due emendamenti, il n. 1) ed il n. 2).
Nell'emendamento 3), invece, chiediamo di effettuare dei controlli più stringenti in merito all'utilizzo dei tirocini per evitare un abuso di questi strumenti, quindi chiediamo di individuare un arco temporale di tre anni per verificare che alcune aziende non abusino di questo strumento. E' vero che potrebbe essere spiacevole limitare l'utilizzo dei tirocini perché ritenuti uno strumento importante di avvicinamento al mondo del lavoro, però dovrebbero anche essere un'occasione per testare le capacità dei tirocinanti, quindi per formarli e verificare se le loro competenze possono essere di utilità all'azienda e, di conseguenza, portare possibilmente ad un'assunzione.
Per evitare che le aziende abusino di questo strumento, chiediamo che ci sia un controllo, nell'arco di tre anni, sul numero dei tirocini attivati presso le aziende. Questo non vuole essere, come dicevo, un deterrente all'utilizzo dello strumento, ma semplicemente una forma di tutela che garantisca che lo strumento sia correttamente applicato e quindi possa raggiungere al meglio le sue finalità.
L'emendamento 4) è finalizzato ad attività formative che possano sensibilizzare la diffusione della cultura della legalità ed evitare risvolti negativi che, negli ultimi tempi, si sono riscontrati sul lavoro e sulla qualità dei servizi erogati riguardante le gare al massimo ribasso.
Quindi, su quel tipo di formazione che esiste già nell'ambito degli Enti locali e che sensibilizza il personale proprio in riferimento ai temi legati all'economia sommersa e, insomma, a tutto quello che può essere un uso distorto degli strumenti normativi, anche all'interno dei bandi di gara e degli appalti, chiediamo che ci sia un'attenzione particolare e quindi una formazione particolare del personale. L'obiettivo è prevenire il fenomeno delle gare al massimo ribasso che, come abbiamo visto anche in occasione dell'illustrazione degli emendamenti precedenti, molto spesso recano danno ai lavoratori, che sono quelli su cui va a ricadere proprio il risparmio e quindi pagano lo scotto dell'abbassamento di prezzo.
Anche l'emendamento n. 5) fa riferimento alla Commissione. Chiediamo che uno dei due esperti esterni venga nominato dal Consiglio regionale. Ne abbiamo già discusso in Commissione e noi crediamo indispensabile garantire una rappresentanza che sia espressione del voto avvenuto in Consiglio regionale e che, quindi, sia un esperto esterno al di fuori dell'ambito consiliare, però comunque espressione della votazione del Consiglio.
L'emendamento n. 6), invece, fa riferimento agli operatori accreditati nella formazione. Si chiede che questi operatori si adeguino a quanto previsto dal decreto legislativo 231/2001, quello che definisce la regolamentazione della responsabilità amministrativa da reato. Crediamo sia necessario garantire una maggiore efficienza e trasparenza della Regione proprio per ampliare l'efficacia delle azioni previste da questo decreto quindi chiediamo che ci si adegui al più presto a quanto previsto da questo decreto.
L'emendamento 7), alla luce degli ultimi emendamenti, possiamo ritirarlo.
Credo di aver concluso l'illustrazione degli emendamenti; non mi pare ce ne siano altri.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 136).
Il Consiglio approva.
L'emendamento n. 98) è stato ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 135).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale l'Assessora Pentenero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 99).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale l'Assessora Pentenero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessora Pentenero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessora Pentenero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 108), sul quale l'Assessora Pentenero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 108.1), sul quale l'Assessora Pentenero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale l'Assessora Pentenero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessora Pentenero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale l'Assessora Pentenero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 104), sul quale l'Assessora Pentenero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 45, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 47 undecies.
L'emendamento n. 103) è ritirato, quindi anche l'articolo 47 undecies.
Vi sembrerà strano, ma abbiamo finito di votare tutti gli articoli.
Prima del voto finale, ci sono gli atti di indirizzo.
Colleghi, alle ore 19 dobbiamo chiudere la seduta pomeridiana; la seduta serale riprenderà alle ore 20. Se riusciamo a finire per le 19 personalmente, a differenza vostra, sarei la persona più felice. Quindi vi suggerirei - se è possibile - di impiegare al massimo due minuti per illustrare gli atti di indirizzo per poi andare in votazione. C'è questo accordo? Solo l'illustrazione, va bene?



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli atti d'indirizzo: Ordine del giorno n. 559 "Disegno di legge regionale n. 143 'Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2015', art. 3 (Modifiche alla legge regionale 11 aprile 2001, n. 7), comma 1 - Riorganizzazione ed integrazione dell'Agenzia Regionale piemontese per le Erogazioni in Agricoltura (ARPEA) nella struttura regionale" presentato dai Consiglieri Mighetti, Andrissi, Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Valetti Consigliere Mighetti, lo ha modificato, vero? Lo illustri pure.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno concerne la questione di ARPEA, l'Agenzia delle erogazioni in agricoltura. Questa Agenzia funziona da diversi anni. Prima c'era l'esigenza, per motivi dettati dalla Commissione europea e dai regolamenti europei, di avere un organismo pagatore esterno alla Regione che svolgesse questa funzione; attualmente la normativa è cambiata ed è possibile avere un organismo interno che si occupa della stessa cosa.
Cosa è successo nel frattempo? E' successo che alcune Regioni, come il Veneto e la Toscana, hanno intrapreso la strada dell'inglobazione dell'organismo pagatore, quindi all'interno della Direzione Agricoltura sia della Regione Veneto che della Regione Toscana c'è un organismo pagatore che fa quello che ARPEA fa in Piemonte. Chiaramente ci sono tutti i vantaggi di spending review che questo comporta: minori farraginosità maggiore operatività e soprattutto minori costi.
Per questo motivo, abbiamo così modificato l'impegno dell'ordine del giorno: da "predisponga l'integrazione dell'ARPEA" a "valuti l'integrazione dell'ARPEA all'interno della struttura della Regione Piemonte, con il compito di gestire ed erogare i pagamenti regionali in agricoltura". Questo è il succo dell'ordine del giorno.
Poi, anche nell'ultimo punto di impegno, sostituiamo "preveda" con "valuti una riorganizzazione funzionale dell'ARPEA, considerando le competenze e capacità interne acquisite negli anni, integrando nella nuova struttura il personale proveniente dalle ex Province, necessarie al funzionamento della stessa".
Chiaramente ARPEA faceva un lavoro di confronto sia con il personale delle ex Province che con quello regionale, quindi è un momento anche per far sì che il personale delle Province entri in questo sistema di riorganizzazione.



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 561 presentato dai Consiglieri Rossi, Appiano Barazzotto, Corgnati, Ferrentino, Gallo, Rostagno e Valle, avente ad oggetto "Previsione nel bilancio regionale 2016 di risorse da destinare alla redazione del Piano regionale delle attività estrattive (PRAE)".
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Si tratta di un ordine del giorno collegato a una modifica già votata nella seduta precedente, in cui abbiamo votato - appunto - che entro un anno la Regione si doterà del PRAE. Con quest'ordine del giorno, chiediamo che nel bilancio 2016 vengano stanziate le risorse necessarie al fine di riuscire a produrre il Piano regionale delle attività estrattive.



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 564 presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Batzella e Valetti, avente ad oggetto "Ordine del giorno collegato all'articolo 13 del disegno di legge 143 'Disposizioni collegate alla manovra finanziaria 2015'; impegno ad inserire il referendum propositivo, confermativo, di richiamo dell'eletto e il 'question time' del cittadino nello Statuto della Regione Piemonte".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
In relazione all'articolo 13, inserito nel testo del disegno di legge n. 143 licenziato dalla Commissione, che riporta delle modifiche alla legge regionale n. 4/1973, cioè la legge che regolamenta l'indizione dei referendum e delle procedure di democrazia partecipativa o diretta in Regione Piemonte prevedendo la possibilità di indire contestuali consultazioni di un referendum regionale con elezioni nazionali politiche o europee o amministrative, noi chiediamo un impegno per l'anno 2016 a valutare altri interventi legislativi per inserire ulteriori elementi di democrazia diretta nel nostro Statuto e poi nel Regolamento e quindi nel nostro ordinamento normativo.
Vorremmo introdurre il referendum deliberativo e confermativo e comunque un referendum consultivo, perché sappiamo che non può essere vincolante, sugli eletti (o su un eletto, normalmente). Sappiamo che nella nostra Costituzione è scritto che vi è un'assenza di vincolo di mandato per quanto riguarda ogni singolo eletto, però in molti Paesi, come ad esempio la Svizzera, ma anche in diversi Stati americani, esiste la procedura di richiamo dell'eletto, cioè se un eletto ha attuato dei comportamenti che vengono considerati lesivi da parte della pubblica opinione e quindi della cittadinanza, in questi Stati avviene proprio un referendum, una votazione per richiamare l'eletto e provocarne le dimissioni. Nel nostro ordinamento ciò non è possibile, però chiediamo di valutare la possibilità di introdurre almeno un referendum consultivo.
In ultimo, in analogia con quanto introdotto in alcuni Comuni, vorremmo aprire le sedute del Consiglio alla cosiddetta interrogazione del cittadino o, in inglese, question time del cittadino, cioè una interrogazione per seduta viene fatta direttamente dalla cittadinanza e può avere una risposta dalla Giunta. Questo succede in diversi Comuni e crediamo che sia interessante introdurlo anche in Regione, visto che spesso siamo percepiti come lontani dalla cittadinanza, lontani dagli elettori, lontani dalle problematiche locali.
Chiediamo che vengano prese in considerazione e discusse il prima possibile diverse proposte di legge che sono già state depositate, tra cui la n. 15 e la n. 11, e qualunque altra proposta che vada in questo senso da parte dei Gruppi consiliari.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 567 presentato dai Consiglieri Rostagno, Appiano, Laus e Valle, avente ad oggetto "Previsione nelle attuali procedure per l'aggiudicazione dei lavori della determinazione del prezzo più basso al netto delle spese relative al costo del personale".
La parola al Consigliere Rostagno.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
In Commissione legalità, nelle audizioni, è emersa la difficoltà di applicazione della legge n. 163, quella del Codice sui contratti pubblici e le gare di appalto, in merito alla definizione del prezzo più basso.
Il prezzo più basso, per quella norma di legge, dovrebbe essere al netto delle spese per il personale, ma la norma è di difficile interpretazione, tant'è che alcune stazioni di appalto poi non la applicano.
Pertanto, l'ordine del giorno che noi presentiamo è un rafforzativo e un impegno nei confronti della Giunta affinché si predispongano degli atti che favoriscano l'applicazione di questa norma.



PRESIDENTE

Mozione n. 570 presentata dai Consiglieri Laus, Corgnati, Ferrentino Molinari, Ravetti, Rossi e Valle, avente ad oggetto "Introduzione di un salario minimo per i servizi affidati con appalto pubblico".
La illustra il Presidente Laus, che interviene in qualità di Consigliere regionale.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Ovviamente, intervengo in qualità di Consigliere.
Sono primo firmatario di questa mozione, che ha per oggetto "Introduzione di un salario minimo per i servizi affidati con appalto pubblico".
Il salario minimo è una questione assolutamente diversa rispetto al reddito minimo. Non sto ad enunciare il combinato disposto del dettato costituzionale dell'articolo 1, 4 e 36, comma 1. Ricordo solo che, a livello mondiale, molti Paesi, tra cui l'Australia, la Nuova Zelanda l'America, il Canada, la Svizzera, il Regno Unito, il Giappone hanno previsto, con legge, quale sia il salario minimo da riconoscere al lavoratore, non lasciando, quindi, alla sola contrattazione la previsione della retribuzione oraria. Anche 28 Paesi appartenenti all'Unione Europea hanno intrapreso questa strada. In ultimo, la Germania ha introdotto il salario minimo orario nazionale, prevedendo una retribuzione oraria di otto euro e 50 centesimi.
Nel nostro Paese Italia, chi stabilisce qual è il luogo e chi stabilisce qual è la retribuzione minima oraria è la contrattazione collettiva, cioè le organizzazioni sindacali e le organizzazioni datoriali.
Questa è la norma nel nostro Paese.
Poiché ci sono dei contratti collettivi la cui retribuzione oraria oggi è di quattro euro l'ora, e la firma è in capo anche alle organizzazioni maggiormente rappresentative - tutte - e alle maggiori organizzazioni datoriali, la forma che ne deriva è di disagio e povertà. Questa forma di povertà, strettamente connessa al sistema di determinazione dei salari viene denunciata con sdegno crescente, tanto dai lavoratori interessati quanto dalle istituzioni e dalle organizzazioni sindacali, che pure partecipano a vario titolo alla contrattazione (chiaramente non dipende solo da loro, è una mediazione con le organizzazioni datoriali).
Un simile sdegno impone una risposta forte e univoca, che oggi risulta non più procrastinabile.
Pertanto, cosa si chiede alla Giunta regionale? Si chiede di attivarsi affinché, per i dipendenti degli appaltatori della Giunta regionale, del Consiglio regionale, delle società partecipate, delle ASL e delle ASO e di tutte le società che ricevono costantemente contributi dalla Regione Piemonte, si alzi il livello dell'asticella e si faccia sì che, finalmente i quattro euro scompaiano definitivamente almeno dalle buste paga dei piemontesi che lavorano con la Pubblica Amministrazione, con la speranza che questa attività comportamentale della Regione Piemonte possa risultare virtuosa e, quindi, un modello da imitare dagli Enti territoriali della nostra Regione. Ma la speranza è di scuotere un po' la coscienza di chi firma contratti a quattro euro e di alzare il livello dell'asticella.
Pertanto si richiede, e concludo, alla Giunta regionale di decidere qual è il livello dignitoso; possono essere sei euro, sette euro oppure otto euro, ma su questo ci rimettiamo alla discrezionalità della Giunta.
Su questo sono sicuro e certo, e me lo aspetto, che ci sarà un consenso unanime da parte dell'Aula e il mio invito, pertanto, non è rivolto alla Giunta ma a tutti i colleghi del Consiglio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Intervengo molto velocemente.
Sul merito dei due ordini del giorno possiamo anche essere d'accordo sebbene su alcuni aspetti, forse, occorrerebbe fare qualche distinguo e qualche precisazione. Del resto, abbiamo parlato dell'argomento più volte anche in Commissione o ricevendo dei lavoratori.
Come Gruppo Movimento 5 Stelle faccio solo notare che a noi - ma magari sembra solo a noi, e lo dico - sembra un po' anomalo che un Presidente del Consiglio sottoscriva come primo firmatario un ordine del giorno di questo tipo, anche vista l'implicazione che ha e l'argomento che tratta, e che poi lo vada ad esporre come Consigliere. A noi sembra anomalo. Se poi sembra anomalo solo a noi, significa che siamo un po' diversi dagli altri.
Faccio solo notare questo; almeno rimane a verbale che a noi sembra anomalo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come non condividere il richiamo in premessa alla mozione sul salario minimo proposta dal Presidente Laus agli articoli della Carta Costituzionale relativi alla tutela del lavoro? L'Italia, infatti, dovrebbe essere una Repubblica democratica fondata sul lavoro, in cui il lavoro è, dunque, un diritto universale ed attuale che la Repubblica dovrebbe rendere anche effettivo, permettendo a ciascuno di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Proprio questo principio, che potremmo definire di "congruità", sancito dall'articolo 4, ha ispirato la nostra proposta sul reddito di autonomia che, spero, valuteremo presto in Commissione tutti insieme. Un sostegno al reddito che consenta alle persone in cerca di occupazione di compiere una scelta fuori dai meccanismi di ricatto così tipici nell'epoca del lavoro precario.
E come non apprezzare il riferimento all'articolo 36 - arrivo al dunque, Consiglieri, questa è solo una premessa - sul diritto dei lavoratori ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa? Adesso abbiamo richiamato la questione scrivendo una mozione, la n.
229, che, tra l'altro - lo ricordo, visto che l'abbiamo votata tutti impegna la Giunta regionale ad adoperarsi affinché i committenti regionali i committenti partecipati della Regione Piemonte o i committenti a cui la Regione trasferisce continuamente risorse pubbliche, individuino attraverso procedura pubblica, i soggetti a cui affidare i servizi, la clausola di trattamenti economici e normativi complessi di maggiore favore per i lavoratori. Tra quali? Tra i contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati dalle organizzazioni maggiormente rappresentative.
Questo è il salario minimo, Presidente Laus! E' lì il punto! E' inutile che, da una parte, attacchiamo la contrattazione collettiva nazionale e poi non rispettiamo i contratti collettivi nazionali! E, come facciamo in quella mozione e stiamo chiedendo tutte le settimane in quest'Aula in ogni question time, chiediamo alle ASL e ai Direttori di quelle ASL di farsi un po' più furbi, cioè di prendere quei contratti collettivi nazionali maggiormente rappresentativi e di scegliere quelli più alti.
E in più, caro collega, le ricordo che il problema più grande dell'austerity e di queste politiche è che poi, non solo non si rispettano quei contratti collettivi nazionali, ma spesso si tagliano le ore. E sono quelle che fanno sì che una persona non arrivi a 800 euro al mese. Perch noi possiamo anche arrivare ad un salario più alto, di sei o sette euro all'ora, ma se poi gli facciamo fare 17 ore a settimana, sapete quanto prendono questi lavoratori? Un altro rispetto di quella mozione ci direbbe, cari colleghi, che il problema non è solo il salare orario. Qual è la differenza tra un salario minimo solo orario e i contratti collettivi nazionali? C'è il lavoro accessorio, c'è il salario accessorio, c'è tutto quello che rende diversi i lavoratori a seconda di che cosa fanno.
E qui c'è il terzo tema dell'incongruenza di un salario minimo slegato dai contratti collettivi nazionali. Qual è? Che non tutte le funzioni sono uguali.
Allora, io la dico così: vogliamo scherzare? Mettiamo anche che il salario minimo sia otto euro, però allora dobbiamo intenderci. Come mai noi vediamo, ad esempio, stazioni appaltanti che danno.
Faccio un esempio: l'Università dà 20 euro all'ora alla cooperativa. Ma la cooperativa dà 20 euro all'ora al lavoratore? Scherzeremo mica! Dovrà ben prendersi una parte per l'organizzazione e poi deve pagare i propri dirigenti.
Quando parliamo di questo argomento? C'entra con il salario minimo? Per me sì. Però l'ho già detto al Consigliere Laus: io sono d'accordo sul principio iniziale di questa mozione, ma non crediate che il salario minimo possa essere messo in concorrenza con i contratti collettivi nazionali.
Io la dico così, posto che per me è improprio - e gliel'avevo già detto il fatto di metterlo dentro una legge come questa.
Parliamone, discutiamone. Io sono d'accordo sui presupposti, sia chiaro. Quello che è stato detto come presupposto è giusto: anch'io eviterei che i sindacati facciano accordi sui cinque euro l'ora.
Se vogliamo alzarlo a otto euro, allora facciamo una bella Commissione la presiede il Presidente Chiamparino con il Vicepresidente al bilancio scegliamo tra i contratti collettivi nazionali che noi riteniamo inidonei.
Iniziamo, però, a non applicare quelli non maggiormente rappresentativi quelli magari fatti da organizzazioni farlocche? Iniziamo a dire alla signora Asproni, direttrice di una cara partecipata nella quale noi stiamo per entrare - per intenderci, è la Fondazione Musei - che ha sbagliato. Sapete cosa ha appena chiesto? Visto che stiamo per entrare nella Fondazione Musei, spiegatele che ha sbagliato perché andare a chiedere a Federcultura di uscire e di non usare più i contratti collettivi nazionali di Federcultura vuol dire abbassare semplicemente il costo di quei lavoratori da otto euro a otto euro. Allora ci ragioniamo su questo? Ripeto: io non voterò, così il salario minimo per me non esiste. Per me il salario minimo si fa sulla contrattazione collettiva nazionale e noi possiamo aiutarli, aiutiamoli però scegliendo gli strumenti migliori.
Quindi - lo dico - spero che questa discussione venga rimandata in altre sedi, perché farla così all'ultimo credo che sia un po' svilente anche rispetto a quello che poi si porta dietro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Credo che, in relazione a questa interessantissima discussione, occorra guardare un po' al mondo e, anche se dico una cosa antipatica, sarà ora forse, di iniziare a pensare di legare il lavoro, quindi il salario, alla produttività.
Volevo solo dare questo piccolo contributo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Gancia.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Voglio collegarmi innanzitutto all'intervento del nostro Capogruppo che è stato succinto, ma spero che essendo stato breve sia stato ascoltato.
Innanzitutto, parlo di opportunità e di metodo; poi, voglio ricollegarmi all'intervento del Capogruppo Grimaldi per i contenuti.
Prima di tutto, è un'opportunità che una mozione venga presentato su un tema così importante e così sentito all'interno di un collegato alla finanziaria; tra l'altro, vorrei sapere esattamente a quale articolo si ricollega, perché noi sappiamo dal Regolamento che dobbiamo collegare un ordine del giorno ad un articolo del collegato alla finanziaria. Quindi innanzitutto, vorrei capire l'articolo a cui è collegato.
Poi, per quanto riguarda l'opportunità che venga presentato dal Presidente del Consiglio, è vero, può presentare atti di indirizzo e quant'altro, ma di norma devono essere atti di indirizzo che rappresentano tutti i Gruppi consiliari, che sono stati concertati, discussi, quindi approfonditi, per addivenire ad un punto che metta d'accordo tutti. E' liberissimo il Partito Democratico, o il Presidente del Consiglio, di presentare un ordine del giorno che non mette d'accordo tutti, ma è ovvio che lo presenta un Consigliere di maggioranza che non ha il ruolo delicato di Presidente del Consiglio.
Il nostro Capogruppo è stato molto succinto e breve proprio per non andare nello specifico dell'inopportunità che noi riconosciamo al Presidente del Consiglio nel momento in cui presenta questo tipo di atto di indirizzo. Cioè, sappiamo benissimo che, pur non essendo più nel CdA della cooperativa REAR, la cooperativa REAR oggi è comunque legata alla sua famiglia - adesso non ricordo bene, posso sbagliare, tanto abbiamo l'insindacabilità di giudizio mentre parliamo, se ci sia la moglie o il fratello, comunque parenti stretti del Presidente del Consiglio Laus - e riceve una quantità di appalti considerevole dalla Regione, dalle partecipate della Regione e quant'altro. Quindi, è una situazione delicata.
Veramente, chiederei innanzitutto di ritirare questa mozione proprio per far sì che, come abbiamo detto, si possa concludere il collegato alla finanziaria; altrimenti, tutto il Gruppo consiliare è disponibile ad intervenire e prolungare la seduta alle otto di sera, non c'è nessun problema, tanto eravamo già pronti a fermarci, anzi, magari facciamo una cena insieme così migliorano i nostri rapporti.
Relativamente ai contenuti della mozione, anche noi non possiamo non sottolineare che il superamento della contrattazione collettiva quale unica sede deputata ai fini del salario minino almeno in affidamenti pubblici è una cosa che può essere molto pericolosa, perché il contratto collettivo come ricordava il collega Grimaldi, ad oggi, è, in fondo, l'unico strumento utile per avere una contrattazione uguale minima, visto che già a livello nazionale, un giorno sì e l'altro giorno no, il Ministro Poletti esce con affermazioni alquanto discutibili, tra cui la reintroduzione del lavoro a cottimo. Ad esempio, in senso positivo - poi possiamo vedere in senso negativo - dicendo: "Tu sei bravo, il lavoro che gli altri fanno in otto ore, tu lo fai in quattro, quindi ti pago per il lavoro a prescindere dal tempo che impieghi".
La visione negativa, ovviamente, riguarda quanto stiamo vedendo nei contratti di pulizia, cioè: "A prescindere dall'essere tu bravo o meno, che tu possa fare o meno, ti pago per quattro ore per pulire quella sala operatoria; poi, che tu la pulisca o no io ti pago comunque per quattro ore". Quindi, abbiamo le addette e gli addetti alle pulizie che ti dicono che comunque fanno straordinario non retribuito perché, in scienza e coscienza, si sentono di dovere pulire correttamente la sala chirurgica e dare il lavoro che prima si faceva in otto ore. Questo è molto pericoloso.
Oltre a questo primo punto, ce ne sono tanti altri.
Il tema del salario minimo orario si ricollega all'altro tema del reddito di cittadinanza e del salario minimo garantito, ma è un tema delicato, tant'è che noi avevamo presentato degli emendamenti al collegato alla finanziaria, ma li abbiamo ritirati, perché ci è stato chiesto dai colleghi di maggioranza di discutere i provvedimenti sul reddito di cittadinanza - anche l'Assessore Pentenero - in una seduta di Commissione dedicata a questo tema, al reddito di cittadinanza.
Sono temi che diventano veramente delicati e rischiano di suscitare dubbi, perplessità, criticità e anche altro nei Gruppi consiliari.
Questo è il mio suggerimento, poi è un po' irrituale che un Consigliere di opposizione chieda al Presidente del Consiglio di ritirare una mozione ma proprio perché siamo nell'irritualità totale avanziamo questa richiesta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente Laus, in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Chiaramente, non è che mi dimentico di essere Presidente; proprio perché sono Presidente, cerco di facilitare i lavori dell'Aula, quindi la mozione viene ritirata dall'ambito del collegato - poi lo trattiamo in un'altra seduta - per facilitare i lavori dell'Aula. L'accordo era che dovevamo solo presentare atti di indirizzo.
Detto questo, chiedo un minuto per chiarire alcuni concetti.
Mi aspettavo dai colleghi del Consiglio regionale - tutti, ad esclusione di nessuno, con certezza matematica anche da parte di chi ci sta ascoltando - un'ovazione. Vi spiego perché.



PRESIDENTE

L'ovazione non è frequentissima in quest'Aula.



LAUS Mauro

Lo so, eppure mi aspettavo un'ovazione, perché a tutti è capitato di esprimere giudizi negativi...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Lasciamo parlare il Presidente Laus.
Prego, Presidente.



LAUS Mauro

A tutti è capitato di esprimere dei giudizi negativi, non stiamo parlando del reddito e delle confusioni che sono state fatte da parte di qualche collega - opportunamente fatte. Alla domanda se la retribuzione oraria di quattro euro l'ora è dignitosa o no, tutti all'interno di quest'Aula dicono che non è dignitosa.
Cosa chiede il Consigliere Laus? Alla scadenza dei contratti, di fronte ad appalti con la Pubblica Amministrazione i cui contratti sono firmati (quelli maggiormente rappresentativi) dalle organizzazione sindacali CGIL CISL e UIL (credo solo CGIL e CISL) - stiamo parlando non solo della cooperazione, anche delle società di capitali - la retribuzione oraria oggi può essere di quattro euro l'ora.
Allora, qual è stata la proposta, cari colleghi, visto che con tutti gli atti di indirizzo negli ultimi anni non abbiamo risolto la situazione? Adesso facciamo una cosa: diciamo, stimoliamo a non superare la contrattazione collettiva - che resta tale, ci mancherebbe altro - nei confronti della quale va il massimo rispetto. Però, purtroppo, le organizzazioni sindacali non sono riuscite a strappare dalle organizzazioni datoriali una cifra più alta. Allora, noi diciamo: a casa nostra, anzich quattro euro, aumentiamo la cifra. E ci saremmo rimessi alla discrezionalità della Giunta.
Tanto dovevo per chiarire il concetto. Comunque, l'atto d'indirizzo è spostato ad una prossima seduta.



PRESIDENTE

La mozione n. 570, pertanto, è ritirata.
Mozione n. 574 presentata dai Consiglieri Vignale, Porchietto, Ruffino Graglia, Sozzani, Berutti, Appiano, Gariglio e Valle, avente ad oggetto "Bando assegni di studio 2014-2015 - disegno di legge n. 143 'Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2015'".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, poiché avevo già illustrato la mozione in occasione dell'emendamento.
Sostanzialmente, quest'atto d'indirizzo chiede tre cose: che la bozza di bando venga presentata in VI o I Commissione, prima dell'approvazione dell'assestamento di bilancio; che il bando venga approvato entro il 31 gennaio; che per le annualità 2014-15 e 2015-16 s'introduca un principio di premialità per quelle famiglie che presentano domanda su due anni.
E' evidente che, qualora la mozione dovesse essere approvata - come noi ci auguriamo - andrà poi presentata, nei tempi in cui la Giunta riterrà opportuno, una deliberazione per darne attuazione, come avviene per ogni modifica al piano.
La sostanza è che, essendo in ristrettezze economiche, occorre cercare di fare in modo che tutte le famiglie facciano sacrifici, per evitare che vi siano grandi penalizzazioni.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 573 presentato dal Consigliere Berutti, Porchietto Vignale, Graglia e Sozzani, avente ad oggetto "Esclusione dal Patto di Stabilità delle Amministrazioni locali le spese effettuate a valere sulle risorse dei cofinanziamenti comunitari - disegno di legge n. 143 'Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2015'".
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Rapidamente, Presidente.
Riteniamo che questo ordine del giorno abbia un'importanza strategica in prospettiva di questo settennato, sui fondi europei. L'impegno al Presidente è quello di farsi carico presso il Governo affinché siano escluse dal Patto di Stabilità delle Amministrazioni locali le spese effettuate a valere sulle risorse dei cofinanziamenti comunitari.
Pertanto, in merito alla difficoltà di spesa da parte dei Comuni e in merito alle risorse, alle maglie sempre più strette, chiediamo di farsi carico, se possibile, per introdurre nella legge nazionale che sta andando in votazione in questo periodo (se si riesce ancora ad intervenire), per avere una maggiore possibilità di attivare tutta una serie di cofinanziamenti in merito a progetti, dando un'opportunità seria alle nostre Amministrazioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 559, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 561, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 564, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Procediamo con la votazione dell'ordine del giorno n. 567.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Presidente, volevo solo sapere, ai sensi dell'articolo 97 del Regolamento, a che articolo del collegato si lega l'ordine del giorno in questione.



PRESIDENTE

E' collegato al Capo X:"Disposizioni in materia di lavoro".



BONO Davide

Ho capito. Quindi non ad un articolo specifico.



PRESIDENTE

No, al Capo X.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 567, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La mozione n. 570 è sottratta a questa discussione. Anch'essa era riferita al Capo X, "Disposizioni in materia di lavoro".
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 574, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 573, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Volevo solo segnalare che abbiamo approvato una legge in cui vi è un impegno, per via del bando per gli assegni di studio (buoni scuola), al 31 gennaio e un ordine del giorno che impegna ad indirlo entro il 18 gennaio.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

E' modificato.



BONO Davide

E' modificato? Va bene.



PRESIDENTE

Detto questo, do lettura della nota di coordinamento al disegno di legge n. 143: "Ai sensi dell'articolo 90 del Regolamento interno del Consiglio regionale si rendono necessarie le seguenti modifiche di coordinamento: alla linea del comma 2 dell'articolo 18 del disegno di legge 143, la parola "quinquies" è sostituita dalla parola "sexies" al comma 1 dell'articolo 28 del disegno di legge 143: a. le parole "L'articolo 2" sono sostituite dalle seguenti "Dopo l'articolo 1"; b. le parole "è sostituito" sono sostituite dalle seguenti "è aggiunto"; c. le parole "Art. 2 (Riconoscimento e vigilanza consorzi di difesa)" sono sostituite dalle seguenti "Art. 1 bis (Riconoscimento e vigilanza di difesa)" al comma 4 bis dell'articolo 23 della l.r. 18/2007, come introdotto dall'articolo 47 bis del disegno di legge 143, dopo le parole "entro 180 giorni" sono aggiunte le parole "dall'approvazione della deliberazione legislativa relativa alle disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2015" al comma 4 ter dell'articolo 23 della l.r. 18/2007, come introdotto dall'articolo 47 bis del disegno di legge 143, dopo le parole "entro 90 giorni" sono aggiunte le parole "dall'approvazione della deliberazione legislativa relativa alle disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2015".
Non essendoci richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato SÌ 30 Consiglieri hanno votato NO 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 12 Consiglieri Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.
(La seduta ha termine alle ore 19.05) (La seduta ha termine alle ore 19.05)



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