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Dettaglio seduta n.111 del 01/12/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 14.36 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Commercio

Interrogazione a risposta immediata n. 810 presentata dalla Consigliera Chiapello, inerente a "'Affitto di poltrona' e 'Affitto di cabina'""


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
810, presentata dalla Consigliera Chiapello, che la illustra.



CHIAPELLO Maria Carla

Grazie, Presidente.
Alcune parrucchiere ed estetiste hanno segnalato di avere difficoltà ad applicare il contratto di "affitto poltrona", perché mancano delle direttive da parte dei Comuni.
Poiché il fattore dell'abusivismo è molto sentito, se si riuscisse ad applicare questo contratto, molto probabilmente si potrebbe debellare questo fenomeno.
La stessa Regione Toscana ha redatto delle linee guida e le ha inviate a tutti i Comuni, proprio per garantire l'applicazione di tale contratto.
Chiedo, quindi, che la Regione Piemonte faccia altrettanto, perché ci sono tanti piccoli Comuni che sul loro sito non dispongono ancora della relativa modulistica. Siccome è una comunicazione di inizio attività che può essere trasmessa solo in via telematica, ad oggi, in tantissimi Comuni non è ancora possibile.
In tal modo, si potrebbe aiutare chi vuole operare nella legalità perché l'abusivismo spesso e volentieri è nascosto nelle mura di casa.
Questo tipo di contratto è già molto diffuso all'estero, come in Inghilterra e negli Stati Uniti.
Il settore sta anche attraversando un grave momento di crisi, anche perché c'è sempre meno capacità di spesa da parte delle famiglie.
Dunque, per dare una mano a questi imprenditori, chiedo se la Regione Piemonte possa attivarsi, come ha fatto la Regione Toscana, a fornire delle linee guida. Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore De Santis; ne ha facoltà.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore al commercio Grazie, Presidente e grazie, Consigliera Chiapello.
Già nel 2013 i nostri Uffici del Settore Artigianato, essendo stati sollecitati su questo punto dalle associazioni di categoria, avevano effettuato una sorta di lavoro istruttorio per raccogliere le diverse soluzioni che i vari Comuni (qui si tratta non solo dei Comuni, ma anche delle Camere di Commercio e dell'INPS) stavano cercando di dare a tale questione, che, nell'immediato, è di loro competenza.
All'epoca, si era anche cercato di capire cosa stavano facendo le altre Regioni, ma pare che all'epoca non avessero ancora fatto niente.
Per quanto riguarda, invece, il nostro territorio, alcuni Comuni, come ad esempio la città di Torino, Asti, Novara e Tortona, hanno già approvato delle linee guida e la relativa modulistica. Senza dubbio sarebbe utile fornire delle indicazioni a tutti i Comuni della Regione, in modo da dare a tutti uno strumento per gestire tale opportunità.
Ringrazio la Consigliera Chiapello per la sollecitazione ad occuparci del tema: proveremo a sentire sul punto anche la Commissione regionale per l'artigianato e rifaremo un po' di istruttoria su quello che hanno fatto anche le altre Regioni, per cercare di raggiungere questo risultato.
Si tenga conto, però, che per questo come per altri temi, dobbiamo anche considerare la questione della disponibilità di risorse. Perché è chiaro che se fossimo in grado non solo di fornire la modulistica, ma anche di garantire una procedura online, probabilmente l'operazione sarebbe più semplice. Ma come la Consigliera sa bene, poiché in questo momento di risorse sul nostro bilancio per attività che non sono strettamente obbligate, diciamo così, ce ne sono poche, faremo quel che possiamo per aiutare i Comuni a fare quello che, di fatto, è pacificamente una loro competenza (e non nostra), ma sulla quale un'attività di sollecito sorveglianza e anche di messa a disposizione di strumenti da parte della Regione sarebbe indubbiamente utile.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Acque minerali e termali

Interrogazione a risposta immediata n. 813 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Sospensione della trattativa di cessione delle quote di proprietà regionale di Terme di Acqui S.p.A. al gruppo svizzero South Marine Real Estate"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 813, presentata dal Consigliere Berutti, che la illustra.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Quanto è emerso sugli organi di stampa nelle scorse settimane e ancora in questi giorni in merito ad una situazione molto importante ma, nello stesso tempo, anche molto delicata, legata alla sospensione della trattativa per l'acquisto dell'80% delle quote di proprietà della Regione da parte della South Marine Real Estate, solleva dei punti interrogativi in tutti noi, sia nella cittadinanza che nell'Amministrazione, perché a nostro avviso poteva essere una grossa opportunità.
Questa situazione, a quanto pare, ha evidenziato delle mancanze, ma poiché si tratta di elementi recepiti dagli organi di stampa, volevamo capire cosa sta realmente facendo la Regione in merito a questa trattative e come intende procedere. Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore De Santis; ne ha facoltà.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente e grazie, Consigliere Berutti.
Convengo con la sua ultima considerazione, perché il fatto di essere in presenza di un'attività imprenditoriale con un soggetto disposto ad investire su Terme di Acqui, credo che sia una grande opportunità per il territorio, ed è un'opportunità che noi abbiamo cercato di realizzare.
Devo sottolineare, peraltro, che noi ci muoviamo all'interno di un perimetro rappresentato dalla precedente legge finanziaria; a tal riguardo la società Terne di Acqui era critica sotto due punti di vista: il primo relativamente all'oggetto sociale, perché è difficile sostenere che compito di una Regione sia quello di gestire in proprio l'attività termale; il secondo relativamente al fatto che la società, in verità, accumula perdite da tempo; perdite che, in pratica, sono state tutte sostenute dalla Regione Piemonte e, per essa, dalla consociata Finpiemonte Partecipazioni (gli altri soci non hanno mai e in alcun modo contribuito al ripiano di queste perdite, e non lo fanno tuttora).
Sul tema specifico, quello che noi immaginavamo, stando all'interno di una procedura di evidenza pubblica, trattandosi appunto di un bene pubblico rispetto al quale, tecnicamente, forse, la parola non è corretta in questo caso, ma c'è un RUP che è un Consigliere di Amministrazione di Finpiemonte - era di aprire un tavolo di lavoro con l'acquirente della società nel momento in cui l'acquisizione fosse perfezionata. Perché ci è chiaro che un'operazione di questo genere avrebbe necessità di condivisione politica e accompagnamento amministrativo. E questa è l'ottica nella quale noi ci siamo mossi.
La trattativa è stata trascinata per le lunghe, come abbiamo tutti letto sui giornali, io come lei. Alla fine - ed era già una fine prolungata il giorno in cui si sarebbe dovuto fare, come si dice tecnicamente, il closing, ossia l'atto notarile di trasferimento delle quote, i compratori non si sono presentati, avvertendo semplicemente il giorno prima che non sarebbero venuti.
Devo anche dire che, come ricordavo, l'Amministrazione regionale riteneva che fosse corretto occuparsi di questa questione successivamente alla conclusione del procedimento. Se fosse stata espressa in forma diretta ed esplicita, a noi, a Finpiemonte Partecipazioni, a Finpiemonte S.p.A.
(che ha dalla Regione la delega alla gestione della nostra quota in Finpiemonte Partecipazioni) l'esplicita indicazione di criticità da affrontare prima della chiusura della procedura, naturalmente nessuno di noi si sarebbe sottratto.
Questo non è accaduto e, pertanto, il C.d.A. di Finpiemonte Partecipazioni, correttamente dal mio punto di vista, ha deciso di dare un termine agli offerenti - termine che scade, se non sbaglio, domani - in cui è stato chiesto di versare una cauzione e formalizzare l'intenzione di andare avanti nella trattativa; posto che ci siano problemi, naturalmente Finpiemonte Partecipazioni e Finpiemonte S.p.A. se ne occuperanno.
Che cosa accadrà di qui a domani, sinceramente non lo so. Vorrei soltanto dire una cosa, perché capisco e non solo capisco, ma condivido le preoccupazioni dei Consiglieri in generale, e dei Consiglieri di quel territorio in particolare, sul futuro delle Terme.
In ogni caso, se quest'operazione non andrà a buon fine, naturalmente questo avrà anche ricadute pesanti sul bilancio di Finpiemonte Partecipazioni e occorrerà che il C.d.A. della società Terme di Acqui, da un lato, e il C.d.A. della società Finpiemonte Partecipazioni dall'altro facciano il punto sulla situazione e sui riflessi della stessa in termini patrimoniali e dei flussi finanziari. E vedremo che cosa c'è da fare.
Il tema della azienda Terme è tuttavia diverso da quello della società "Terme di Acqui". Rispetto alla seconda, non posso escludere che noi dovremo prendere delle decisioni di natura societaria straordinaria, nel momento in cui si abbia una società in quelle condizioni di bilancio e l'opzione della vendita delle quote di un soggetto che ci investa dentro non si concretizzi.
In termini, invece, di assicurare l'esercizio dell'attività dell'azienda Terme e di continuare a lavorare per cercare un soggetto privato - perché di questo siamo convinti, cioè che occorra un imprenditore che gestisca quella attività - nessuno dei due impegni da parte nostra viene meno. Aspetteremo come si conclude la vicenda e poi faremo le opportune valutazioni, stando dentro a questa cornice.
Grazie.


Argomento: Agricoltura biologica

Interrogazione a risposta immediata n. 812 presentata dal Consigliere Andrissi, inerente a "Sequestri della Guardia di Finanza sul 'finto bio' e sollecito richiesta di revisione dei controlli sul biologico"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 812, presentata dal Consigliere Andrissi, che ha la parola per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Alcune settimane fa la Guardia di Finanza ha denunciato i responsabili di sei aziende agricole del Vercellese e sequestrato 3.800 tonnellate di riso "finto bio".
Che cosa succede? Queste sono aziende che solo parzialmente si sono convertite al biologico, ma che hanno delle rese agricole per la coltivazione biologica a volte superiore al convenzionale. Purtroppo gli organismi di controllo che certificano il bio hanno fatto negli anni dei controlli limitati alle sostanze chimiche e ai fitofarmaci utilizzati per la coltivazione del riso; invece bastava fare un controllo incrociato e andare a verificare gli inquinanti presenti nelle acque superficiali analisi che ogni anno l'ARPA fornisce, per capire che su quei terreni venivano impiegate sostanze non utilizzate in risicoltura.
Quindi, la situazione è questa. E' dovuta arrivare una denuncia da parte delle associazioni ambientaliste o una trasmissione televisiva quale Report per accendere i riflettori su questa problematica, che ha comunque caratterizzato aziende solo parzialmente convertite al biologico. Perch dobbiamo dire che le aziende ufficiali che coltivano riso e che si sono convertite al biologico sono solo tre; quindi, solo tre aziende hanno richiesto gli incentivi del PSR, che dal punto di vista economico sono incentivi molto significativi. Questo insospettisce ulteriormente.
Detto questo, sappiamo che la Regione ha tra le sue competenze un importante compito di vigilanza sugli organismi di controllo.
Quello che vogliamo chiedere all'Assessore Ferrero - che, tra l'altro desidero invitare al convegno che si terrà il 18 dicembre a Vercelli su questa problematica - quali azioni siano state intraprese dalla Giunta sull'applicazione dei controlli sul "finto bio", vista la riorganizzazione delle Province, ed in particolare su tutte le aziende agricole biologiche miste o in conversione che non aderiscono agli aiuti del PSR.
Piccola nota finale: alcune aziende che si rifanno alla coltivazione di tipo macrobiotico, i cui principi sono stati creati da Mario Pianesi, si sono addirittura rifiutate di aderire al PSR biologico dopo la trasmissione Report, perché non volevano essere immischiate con il biologico.
Quindi, credo che la tempestività sia più che mai necessaria. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Ringrazio il Consigliere Andrissi, che già da mesi, in tempi non sospetti, è stato molto attento a questa questione. Per motivi di tempo sintetizzo, al di là della risposta scritta, che sarà più esauriente.
Il 3 novembre 2014, quindi più di un anno fa, noi abbiamo già sospeso una deliberazione che consentiva di non fare una rotazione vera e propria per le coltivazioni di riso dedicate al biologico, che era un po' un escamotage per ripetere anno su anno riso. L'alternanza di coltivazione avveniva dopo la raccolta del riso, prima della semina.
Abbiamo sospeso questa deliberazione, veramente non confacente alle richieste delle coltivazioni biologiche del riso. Abbiamo sollecitato i controlli sugli organismi di controllo che fa la Regione, mentre le Province lo fanno al 2% rispetto ai produttori bio, che sono controllati dagli organismi di controllo.
Quello che lei ha detto è molto vero, cioè desta sospetto che ci siano aziende che non aderiscono alla misura agroambientale dedicata al biologico sul Piano di Sviluppo Rurale, per far sì che solo in parte figurino come aziende a coltivazione biologica.
In tempi non sospetti, siamo stati all'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle Politiche agricole, con la Regione Lombardia, su nostra richiesta, al fine di sollecitare tutti gli organismi di controllo ad attivarsi affinché venga riportata alla sicura legalità questo settore. Lo facciamo perché, invece, siamo convinti sostenitori della coltivazione biologica.



PRESIDENTE

Consiglieri, per favore, c'è troppo brusio. Chiedo se è possibile fare un po' di silenzio, altrimenti il Consigliere Andrissi non può sentire la riposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Crediamo che sia fondamentale mantenerne inalterato il valore ambientale, qualitativo e anche di sbocco commerciale rispetto ai produttori. Per questo motivo, intraprenderemo tutte le azioni utili per salvaguardarne l'immagine presso l'opinione pubblica.


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta - Logistica

Interrogazione a risposta immediata n. 814 presentata dal Consigliere Appiano, inerente a "Mancata inclusione di Corona Verde nel progetto di rete ciclabile di interesse regionale"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 814, presentata dal Consigliere Appiano, che ha la parola per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
L'interrogazione è volta ad ottenere un chiarimento rispetto ad una delibera adottata a fine luglio scorso in cui la Giunta regionale ha approvato il progetto di reti ciclabili di interesse regionale.
Le premesse di questa deliberazione sono certamente la strategia di Europa 2020, che punta sulla crescita sostenibile, il documento strategico di indirizzi per la redazione del Piano regionale dei trasporti e il particolare focus sulla mobilità ciclistica.
Questa DGR richiama un progetto assolutamente strategico e su cui la Regione investe risorse attingendo prevalentemente già da due programmazioni di fondi comunitari, che si chiama Corona Verde, programmato e gestito dalla nostra Regione a partire dal 2000. Il progetto strategico Corona Verde, inserito nel Documento unico di programmazione ha, come fine quello di realizzare una infrastruttura verde, alcuni tratti dei quali stanno per essere conclusi in queste giornate per non perdere neppure un centesimo della programmazione europea 2007-2013. Si tratta di un'infrastruttura volta ad integrare la Corona di Delizie delle Residenze reali, che è una parte del progetto, con tutta la cintura verde rappresentata dal patrimonio naturale di parchi metropolitani, fiumi, aree rurali ancora poco alterate per riqualificare il territorio metropolitano torinese e migliorarne la qualità di vita.
In questa deliberazione di fine luglio, dove si fotografa il progetto di reti ciclabili di interesse regionale, di Corona Verde è preso in considerazione solo l'anello denominato Corona di Delizie, escludendo gli altri ambiti territoriali che ne sono di completamento. Poiché l'obiettivo di questa deliberazione non è certo quello di fotografare o realizzare, ex novo, delle piste ciclabili - anzi, fotografa dei tratti esistenti l'obiettivo vero è quello di promuovere la fruibilità delle piste medesime potenziandone i servizi e la conoscibilità anche attraverso sistemi applicativi moderni. Ci sembra, dati anche gli ingenti sforzi finanziari che la Regione stessa ha fatto per potenziare tutto il progetto di Corona Verde in tutti questi anni, che sarebbe opportuno richiamare l'intero progetto Corona Verde, non soltanto un pezzo del medesimo progetto all'interno delle piste di interesse regionale.
L'oggetto dell'interrogazione è se non si ritenga opportuno apportare un correttivo che richiami integralmente il progetto Corona Verde e non solo una parte, sia pure particolarmente importante e gradevole dal punto di vista della fruizione, del medesimo progetto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessore al turismo

Grazie.
Il documento di progetto di rete ciclabile regionale, approvato con DGR n. 22-1903 dello scorso 27 luglio, costituisce il riferimento per la successiva pianificazione e programmazione regionale in materia di mobilità ciclabile, nonché la base per l'avvio della fase di verifica di Valutazione Ambientale Strategica.
In quest'ottica, il progetto approvato recepisce il lavoro di oltre un anno del Gruppo di Lavoro interdirezionale.
Da un lato il lavoro che la Regione ha attuato è stato quello di mettere a sistema i progetti di mobilità ciclistica esistenti ed individuare un progetto di rete ciclabile di interesse regionale costituto da una rete a maglia larga di ciclovie continue su tutto il territorio regionale, collegate alle analoghe infrastrutture degli stati e delle regioni confinanti.
Dall'altro lato, l'obiettivo è dotare il Piemonte di un sistema di ciclovie che, come le grandi piste ciclabili del nord Europa, potrà costituire una vera opportunità di sviluppo economico ed occupazionale ad impatto zero, favorendo tra le varie azioni anche la nascita e lo sviluppo dell'imprenditorialità turistica al servizio delle direttrici ciclabili capace di valorizzare il patrimonio paesaggistico ed ambientale dei territori attraversati. A questo fa riferimento, infatti, il bando di due milioni di euro che abbiamo fatto per start up turistiche collegate al servizio alle ciclovie.
E' stato quindi individuato un sistema di Rete primaria di grandi direttrici che attraversano la regione da nord a sud e da est a ovest: Eurovelo 8 e Ven.To; Via del Monviso; Canale Cavour; Via del Mare; Via Provenzale; Via Francigena, ma non solo. Oltre a queste, sono stati inseriti nella rete e nell'area di Corona Verde soltanto due anelli di valenza locale nei comparti turistici rilevanti, Langhe e appunto Corona di Delizie.
Il gruppo di lavoro interdirezionale è, peraltro, costantemente in contatto con i colleghi che seguono il progetto Corona Verde.
Solo in un secondo momento saranno appoggiate alla rete primaria le reti secondarie con valenza di penetrazione e di respiro più locale.
Per questo motivo, nell'area di Corona Verde è stato inserito solo l'anello ciclabile di 112 chilometri di Corona di Delizie in bicicletta.
Peraltro, gli Uffici dell'Assessorato sono disponibili per tutti gli approfondimenti che si rendessero necessari.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 811 presentata dal Consigliere Bono inerente a "Parco della salute"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 811, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come da titolo dell'interrogazione, interroghiamo l'Assessore Saitta sul Parco della Salute, della Ricerca e dell'Innovazione della Città di Torino. Il progetto dovrebbe realizzare un nuovo polo ospedaliero di alta complessità. Un polo di ricerca e innovazione che, da quello che sappiamo dalle informazioni sia dai giornali sia da quello che c'è stato riferito in Commissione, dovrebbe essere realizzato nell'area del Lingotto, ex Avio intorno al grattacielo della Regione, vicino alla stazione ferroviario del Lingotto.
Noi sapevamo che nel 2010 era stato realizzato un progetto dall'AReSS non lo cito, perché ormai è superato - che prevedeva la realizzazione della Città della Salute all'interno dell'area attualmente occupata dall'Ospedale San Giovanni Battista o Molinette che dir si voglia.
Ad oggi, si è deciso di spostarne la realizzazione nell'area che citavo prima. La Regione ha siglato, con una DGR, uno schema per un protocollo di intesa tra Regione Piemonte, la Città di Torino, l'Università degli Studi di Torino e l'Azienda ospedaliera attualmente esistente di Torino, Città della Salute e delle Scienze, per l'individuazione della localizzazione e un avvio del processo tecnico-amministrativo per la realizzazione del Parco della Salute.
Domenica scorsa abbiamo appreso dai giornali che è in corso lo stato di pre-progettazione di studio di fattibilità in maniera già abbastanza avanzata e con i contatti a livello romano, in quanto la cabina di regia starebbe analizzando lo studio di prefattibilità predisposto dai tecnici dell'Assessorato. Una volta raggiunto un esito favorevole, questo dovrebbe essere trasmesso ai Ministeri dell'Economia e della Salute.
Noi eravamo fermi ad un progetto che constava di circa 700 posti letto invece, domenica abbiamo letto che dovrebbero aumentare a 1.100. Questo assorbirebbe almeno in parte i posti letto delle cosiddette Molinette mentre rimarrebbero fuori i posti letto sia del CTO che del Regina Margherita e del Sant'Anna.
Abbiamo sempre letto sui giornali che non è previsto un riutilizzo n del padiglione più recente delle Molinette né del Sant'Anna né del Regina Margherita, mentre il CTO dovrebbe essere riutilizzato non solo per finalità ortopediche, ma anche per assorbire quei posti letto che derivano dalla chiusura del Maria Adelaide.
Quindi, vorremmo avere informazioni in più, visto che venerdì è prevista una Commissione in cui dovremo analizzare, forse, anche in parte l'edilizia sanitaria; è ovvio che se il protocollo dovesse andare già in firma domani o dopodomani, avremo anticipato un po' i tempi per avere maggiori informazioni oggi in merito anche alla discussione che faremo venerdì in Commissione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il collega ha ricostruito la vicenda e le tappe essenziali, ha fatto riferimento alla firma del protocollo d'intesa, che è già avvenuto, dove abbiamo stabilito un obiettivo, una localizzazione e una modalità per dare attuazione a questo progetto del Parco della Salute.
Nel protocollo d'intesa noi abbiamo individuato due modalità di lavoro una più tecnica, dove ci sono i tecnici di tutti gli enti che hanno sottoscritto il protocollo d'intesa; poi, con una certa periodicità, si riunisce la cabina di regia (innanzitutto l'Assessore e il Rettore) per valutare come il lavoro va avanti e dare eventuali suggerimenti.
Il lavoro non è ancora concluso. L'obiettivo è di arrivare alla redazione non tanto di uno studio progettuale e non tanto di un preliminare, ma esclusivamente di una sorta di studio di fattibilità possiamo dire così - che contenga di fatto le cose classiche dello studio di fattibilità: le motivazioni che giustificano la localizzazione all'Oval cosa che abbiamo già scritto, per la verità, nel protocollo - le motivazioni di carattere infrastrutturale, in modo particolare; le motivazioni di carattere sanitario e anche le motivazioni di carattere economico.
Oltre a questa parte, lo studio di fattibilità dovrà avere anche una parte relativa allo studio finanziario, cioè la modalità di finanziamento dell'operazione, e alle procedure di affidamento. Sostanzialmente, lo studio dovrà avere queste caratteristiche. Ne abbiamo parlato, mi pare nell'ultima riunione dove si è discusso degli altri ospedali: avendo poche risorse pubbliche, è chiaro che dobbiamo arrivare a una modalità di coinvolgimento dei privati per quanto riguarda la realizzazione e la gestione di alcune parti, evidentemente, non di carattere sanitario.
Il lavoro non è stato ancora completato, è ancora in corso, e la riflessione che stiamo svolgendo all'interno della cabina di regia è prevalentemente, oggi, di carattere economico; mentre è chiaro, ed è stato stabilito nel protocollo, che il Parco della Salute dovrà contenere le complessità che ci sono in tutti gli ospedali della Città della Salute.
Quindi, in termini sanitari, più o meno le questioni sono state fissate.
La parte finanziaria è importante, perché vogliamo evitare di ripetere errori che sono stati commessi in passato, cioè realizzare un nuovo ospedale e mantenere in piedi quello vecchio, in sostanza, perché non avrebbe molto senso. Quindi, anche la discussione sui posti letto ha un po' questa caratteristica. In ogni caso, vi posso anticipare che, nelle opinioni finora maturate all'interno della cabina di regia, l'ospedale Molinette andrà chiuso.
Comunque, rimane un problema complessivo di posti letto, perché - poi vedremo la dimensione definitiva del nuovo ospedale (800-900), è ancora oggetto di valutazione - è chiaro che si determinerà un delta di posti letto che sono necessari in quel bacino, che dovranno trovare una collocazione.
Siccome la modalità di finanziamento dell'opera coinvolge il privato attraverso la formula del partenariato pubblico-privato, vuol dire che il finanziamento deve essere garantito, per quanto riguarda i capitali che mette il privato, attraverso una riduzione dei costi di gestione. E lì l'operazione è possibile. Quindi, si tratta di addivenire - è il lavoro che si sta compiendo - ad un punto di equilibrio tale, in modo che si possa avviare una procedura di gara con una partecipazione da parte dei privati.
Pertanto, più economie di gestione si realizzano, garantendo evidentemente i servizi e i posti letto, e maggiore è la possibilità di realizzare un'opera attraverso una parte di finanziamento privato, altrimenti non si realizzerà.
In termini di percorso - e concludo questo intervento - l'operazione è praticamente la seguente: studio di fattibilità, che, una volta definito sarà immediatamente inviato al Ministero della Salute per tentare di recuperare quelle risorse (i 250 milioni), che sono state allora stanziate e non utilizzare. Quindi, cominciamo ad assumere un atto amministrativo della Giunta in modo da prenotare quelle risorse, con l'obiettivo evidentemente, di recuperarle, questo è l'obiettivo.
E' chiaro che, a quel punto, avendo la certezza, sulla base dello studio di fattibilità, che esistono 250 milioni, si può lavorare sul resto cosa che stiamo già facendo - del finanziamento, che non è solo una questione di carattere economico, ma anche di organizzazione sanitaria per quanto riguarda quella zona.
In ogni caso, strada facendo, evidentemente, forniremo ulteriori informazioni, a partire dalla Commissione di venerdì dove posso entrare più nel dettaglio.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 815 presentata dal Consigliere Ottria, inerente a "Integrazione presidio Acqui Terme e ASO-AL"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n.
815, presentata dal Consigliere Ottria, che ha la parola per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione che rivolgo oggi all'Assessore riguarda il processo di integrazione tra il Presidio Ospedaliero di Acqui Terme e l'Ospedale Civile di Alessandria. Tale integrazione è prevista nel piano aziendale dell'ASL che la Giunta ha approvato lo scorso 28 settembre. Infatti, nel documento approvato c'è scritto testualmente che "per quanto riguarda il coordinamento funzionale tra il Presidio di Acqui Terme e l'ASO di Alessandria, si provvederà all'istituzione di un tavolo permanente di lavoro guidato dai direttori sanitari delle due aziende, che avrà il compito di esplorare ogni possibilità di integrazione/collaborazione nel settore di intervento comune".
A questo fine, nelle scorse settimane, i Sindaci del bacino di utenza del Presidio di Acqui (sono più di trenta e riguarda zone anche oltre i confini provinciali) hanno redatto un documento in cui chiedono alla Direzione dell'ASL di Alessandria dei precisi impegni verso questa finalità.
Tra le osservazioni in particolare che sono state evidenziate, si chiede che vengano definiti in tempi certi dei protocolli operativi per quanto riguarda le interconnessioni con l'ASO di Alessandria per le varie specialità, rimarcando che per ogni patologia il riferimento sia Alessandria ed escludendo, com'è avvenuto finora, invece connessioni con gli Ospedali di Casale e di Novi Ligure, che per caratteristiche territoriali sono molto scomode per le utenze del territorio acquese.
Tutto questo è avvenuto, ad esempio, nello scorso anno, quando è stato chiuso il Punto Nascita dell'ospedale di Acqui e, contrariamente a quanto si era concordato, il riferimento è stato l'ospedale di Novi, in particolare, anziché quello di Alessandria.
Si chiede che, in questa fase delicata di riorganizzazione dei servizi anche in base alle delibere (la n. 1-600 e gli atti successivi) ci sia un preciso impegno su queste modalità, anche di operatività ambulatoriale, al fine di dare informazioni corrette agli utenti dell'ospedale.
Fino ad oggi, tutto questo non è avvenuto. Vi è un certo rallentamento ci sono non pochi ostacoli nel portare avanti quest'integrazione dovuta, in gran parte - da quanto mi risulta - anche una specie di pigrizia dei Direttori che non comunicano molto e non hanno avviato in maniera decisa questa fase d'integrazione.
Per questi motivi e per tutte le dinamiche presenti sul territorio, le incertezze ed anche i punti interrogativi, chiedo alla Giunta quali azioni intenda mettere in atto per assicurare in tempi certi l'integrazione tra Acqui Terme e l'ospedale di Alessandria, facendo sì che siano recepite le indicazioni contenute nel piano aziendale che la Giunta ha approvato lo scorso 28 settembre.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

A completamento dell'informazione, che è molto precisa, da parte del collega Ottria, faccio notare che la Giunta ha preso atto dell'atto aziendale con delle prescrizioni, ed è stata la stessa Giunta a dare l'indicazione dell'integrazione dell'ospedale di Acqui con Alessandria.
Dal punto di vista procedurale, i Direttori dell'ASO e dell'ASL hanno fatto proprie le nostre indicazioni, hanno fatto avere la delibera di applicazione di quel suggerimento, che abbiamo approvato la settimana scorsa, prima dell'incontro avuto a Roma. Pertanto, sono operative soltanto da una settimana.
Premesso che l'Amministrazione regionale è totalmente d'accordo (l'avevo espresso in diverse occasioni) sull'obiettivo di una forte integrazione tra l'ospedale di Acqui e quello di Alessandria, che l'atto aziendale contiene questa indicazione, che questa integrazione avverrà all'interno della rete provinciale che comprende anche l'Azienda Sanitaria Ospedaliera e sarà improntata al riorientamento della casistica, secondo livelli progressivi di complessità, in modo da realizzare una vera e propria rete hub e spoke, per ottenere questo risultato sarà necessario affiancare alle manovre di riordino strutturale anche l'adozione di regole di comportamento clinico e obiettivi dal risultato verificabile. In ogni caso, l'organizzazione prevista dai nuovi atti aziendali, appena approvati sarà progressivamente realizzata nel corso del 2016.
Faccio notare al collega e al Consiglio che uno degli obiettivi più importanti, che ha un maggiore peso all'interno degli obiettivi assegnati ai Direttori, è quello dell'applicazione dell'atto aziendale. Pertanto, la Direzione regionale svolgerà un'azione costante di monitoraggio per l'attuazione degli atti aziendali e posso aggiungere, dal punto di vista politico, che, a partire dal prossimo anno, non soltanto per quella parte del territorio, seguirò con attenzione l'attuazione degli obiettivi che abbiamo assegnato. Non mi pare ci sia un problema di pigrizia; in ogni caso, lavoreremo, laddove c'è la necessità di stabilire una forte relazione all'interno del territorio, affinché vi sia data attuazione.
L'obiettivo è quello del 2016, però la nostra intenzione, anche sulla base della sollecitazione del collega Ottria, è di dare una forte anticipazione alla scelta compiuta nell'atto aziendale. Lo seguiremo con attenzione, affinché sia data, il più velocemente possibile, realizzazione all'interno delle indicazioni che poco fa ho dato. Questo comporta anche un problema organizzativo di una certa complessità di orientamento delle situazioni che man mano si verificano. In ogni modo, siamo per dare attuazione velocemente.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 816 presentata dal Consigliere Valle, inerente a "Fondazione Ordine Mauriziano"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 816 presentata dal Consigliere Valle, che ha la parola per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione intendiamo riportare all'attenzione del Consiglio una questione di cui ci siamo già occupati prima dell'estate relativa alla situazione finanziaria dell'Ordine Mauriziano.
Sappiamo che nel patrimonio gestito dall'Ordine possiamo trovare importanti monumenti e risorse del nostro patrimonio culturale e turistico.
Ad oggi, l'Ordine riesce a gestire questo patrimonio soltanto con risorse proprie, ma l'ha fatto alienando, pian piano, il proprio patrimonio disponibile, che è arrivato alla fine, con gli incassi correnti in grado di coprire soltanto un terzo circa delle spese annuali di gestione del Castello di Stupinigi - principalmente - ma anche di altri beni sparsi nel Piemonte, e non solo.
La novità, ed è per questo motivo che chiediamo un aggiornamento circa lo stato dell'arte (a giugno avevamo interrogato la Giunta che stava lavorando ad una risoluzione dei contenziosi in atto con l'Ordine, tanto per quello che riguarda i pagamenti degli affitti degli ospedali di Lanzo e Valenza attuali, quanto per i tre milioni di debiti pregressi), è che (è notizia della settimana scorsa) in un incontro con i 22 lavoratori dell'ente il Commissario Zanetti ha ribadito la mancanza di certezze con cui affrontare con serenità il 2016, soprattutto dal punto di vista degli stipendi dei lavoratori, che sono stati fino ad oggi la priorità di questa Amministrazione.
Chiediamo, pertanto, alla Giunta un aggiornamento circa lo stato dell'arte, della risoluzione dei contenziosi pregressi e soprattutto degli affitti in essere, per quest'anno e l'anno prossimo.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Come i Consiglieri sanno, da molto tempo io e il Vicepresidente stiamo seguendo con grande attenzione la vicenda della Fondazione Mauriziano. Con il professor Zanetti e l'avvocato Taccagno abbiamo affrontato l'argomento di diversi contenziosi, in diverse occasioni. In ogni caso, è emersa la comune intenzione di definire in via transattiva quantomeno i contenziosi relativi agli immobili degli ospedali di Lanzo e Valenza.
Lo studio legale di parte (avvocati Tortonese e Biagi) ha presentato una proposta economica al fine di definire il contenzioso in atto. La transazione proposta prevede la definizione dell'importo che la Regione Piemonte deve versare all'Ordine Mauriziano per l'ospedale di Lanzo e l'ex ospedale di Valenza, per il periodo dal 1° giugno 2008 al 31 dicembre 2014 ovvero per il periodo successivo alla scadenza del periodo di comodato come da Protocollo siglato dalla Regione in data 9 dicembre 2013.
La transazione proposta prevede, inoltre, la definizione del canone annuale di locazione, decorrente dal 1° gennaio 2015 fino alla data di utilizzo delle strutture e la comunicazione delle intenzioni della Regione Piemonte in merito all'utilizzo delle due strutture.
Lo studio legale della Fondazione ha presentato, il 19 maggio scorso una proposta economica di transazione, definendo per i due presidi sia il riconoscimento di un importo a saldo e stralcio di canoni, rivalutazione e interessi per l'occupazione a decorrere dal 1° giugno 2008 al 31 dicembre 2014, sia la stipula di regolare contratto di locazione a decorrere dal 1 gennaio 2015.
La Regione Piemonte, pertanto, si è attivata per definire la congruità della proposta ricevuta e quantificare la proposta di parte. Da quella data, si sono svolti gli incontri con le ASL territorialmente competenti con l'obiettivo di quantificare le spese di manutenzione straordinaria compiute dalle ASL medesime sui due presidi nel periodo indicato, in quanto quelle spese poste a carico del Servizio Sanitario Regionale devono essere detratte dalle somme dovute alla Fondazione Ordine Mauriziano, perché, come in un normale rapporto di locazione, avrebbero dovuto essere eseguite dal proprietario.
Il 12 ottobre scorso, il Vicepresidente Reschigna ed io abbiamo nuovamente incontrato i vertici della Fondazione Ordine Mauriziano, abbiamo espresso le proposte di parte e abbiamo trovato un'intesa, nel senso che abbiamo definito i criteri, ciò che è manutenzione ordinaria, ciò che è manutenzione straordinaria e ciò che è un'attenzione legata all'attività sanitaria.
La Fondazione Mauriziano si è riservata di valutare le nostre proposte.
Mi risulta che soltanto ieri, o l'altro ieri, la Fondazione ha fatto avere una posizione sulla nostra proposta. In questo momento la proposta è all'esame dell'Avvocatura; credo che quanto prima sottoscriveremo l'intesa in modo da chiudere questa partita.
Colgo l'occasione per dire che, per l'ospedale di Lanzo, vi è il riconoscimento del canone dovuto al nuovo contratto. Per l'ospedale di Valenza, invece, l'intenzione della Regione Piemonte è di riconoscere sicuramente il canone per l'utilizzo che è avvenuto finora, ma per il futuro abbiamo intenzione di non utilizzare più quella struttura (cosa che abbiamo già comunicato alla Fondazione) perché, oltre al canone bisognerebbe sostenere una grandissima spesa. Questo sarebbe proprio utilizzare malamente le risorse sanitarie.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione a risposta immediata n. 817 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Criticità in merito allo schema del decreto del Ministero della Salute che individua le funzioni di organismo statale per la cannabis"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 817, presentata dal Consigliere Grimaldi, che ha la parola per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie.
Vorrei che fosse chiaro, prima di tutto all'Assessore, che queste criticità sono diverse dalla discussione che faremo in Commissione sul testo della deliberazione che l'Assessore ha predisposto, anche a seguito del lavoro fatto dal decreto Lorenzin. Tuttavia, mi sembrava più giusto che, soprattutto le criticità emerse sul piano nazionale, fossero espresse in una sede diversa da quella della Commissione, dove invece entreremo nel merito del lavoro fatto dall'Assessore in applicazione alla legge.
Come ricorderete, abbiamo legiferato in tal senso, cioè per permettere disposizioni organizzative e modalità di erogazione dei farmaci e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi. Abbiamo fatto esplicito riferimento agli studi che attestano l'efficacia della canapa nelle diverse patologie neurologiche, infiammatorie croniche, degenerative autoimmunitarie e psichiatriche, e ovviamente per la terapia del dolore e le cure terminali.
Noi autorizzavamo già la Giunta in quel testo ad avviare azioni sperimentali e prodromiche anche alla produzione, non solo tramite progetti pilota con lo stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, ma anche con tutti i soggetti autorizzati.
Ricordo che, in base ad una legge nazionale (il testo unico del '90) si stabilisce che chiunque intenda coltivare, produrre, fabbricare impiegare, importare, esportare, ricevere per transito commerciale a qualsiasi titolo sostanze stupefacenti o psicotrope (e, come sappiamo, i cannabinoidi sono ancora in tabellare 2 e quindi sono ancora dentro le sostanze stupefacenti e psicotrope) può farlo previa autorizzazione del Ministero della Sanità.
Questo è uno dei primi punti di criticità. E' giusto che il decreto avvii le sperimentazioni con l'unico soggetto autorizzato, ma il decreto non deve escludere le altre possibilità. Visto che c'è un punto in cui si dice che verranno avviate queste sperimentazioni solo con lo stabilimento Chimico e Farmaceutico di Firenze, è importante che si lasci ancora la possibilità, sia alle legislazioni regionali di attrarre imprese che vogliono chiedere l'autorizzazione, sia al Ministeri competenti di poterli dare in seguito.
Il fatto che fino ad oggi non abbiamo dato autorizzazioni, non vuol dire che non possa succedere in futuro.
Giusto per ribadirlo, visto che sono in tanti gli enti che in qualche modo hanno detto che il cosiddetto "monopolio fiorentino" può avere senso solo in una prima fase sperimentale.
Ciò che ci perplime di più - e l'Assessore lo sa bene - sono alcuni punti del decreto che contengono alcune criticità, in particolare una restrizione, secondo noi non giustificata, dell'elenco delle patologie trattate con i farmaci cannabinoidi, che erano presenti nella nostra legge in particolare il Parkinson, l'Alzheimer, l'Epilessia, il Chron, la SLA e le Epatite C, incluse in tutte le leggi sulla cannabis medica approvate non solo negli Stati Uniti, ma anche in altri Paesi europei.
L'aspetto più importante è che noi abbiamo messo un principio secondariamente a questo elenco se non fossero dentro a questo decreto Lorenzin, che è quello di utilizzare i farmaci cannabinodi in mancanza di valida alternativa terapeutica.
Perché abbiamo presentato quest'interrogazione? Ne discuteremo più nel merito nella nostra deliberazione in Commissione, ma per noi è importante, proprio perché a livello di Stato Regioni questo decreto immagino voglia armonizzare soprattutto quello che potrà essere rimborsato, ma capire un aspetto: facendo finta che queste sei malattie escluse non siano rimborsate, i medici potranno comunque prescriverle ai pazienti, visto che in assenza di valide alternative la cannabis è dimostrata come un medicinale efficiente? Questa è la domanda.
Se non abbiamo tempo oggi per rispondere, continueremo la discussione spero - in Commissione, e ringrazio già il Presidente Ravetti per averla messa all'o.d.g. dei lavori.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Nel mio intervento vorrei ricostruire il percorso e perché ci siamo agganciati a questo lavoro di carattere nazionale.
Il Ministero ha istituito una Commissione di esperti, alla quale ha affidato il compito di effettuare un'analisi della letteratura scientifica a livello mondiale, sull'uso terapeutico della cannabis.
La Commissione, dopo mesi di lavoro, ha prodotto il documento tecnico a cui fa riferimento la nostra proposta di deliberazione, da cui si rileva che le evidenze scientifiche ad oggi disponibili si limitano alle indicazioni riportate nel documento tecnico stesso.
E' da osservare che in altre Regioni, che avevano adottato leggi regionali sull'uso terapeutico della cannabis, i provvedimenti applicativi riportavano indicazioni terapeutiche sovrapponibili a quelle indicate nel documento approvato dalla Commissione citata. Mi riferisco, per esempio, a quella della Toscana.
Inoltre, nel testo approvato dalla Conferenza dei Presidenti, si fa esplicito riferimento alla necessità di aggiornamento periodico delle evidenze scientifiche sulla base delle nuove conoscenze delle continue ricerche. Si è fissato, quindi, un punto non definitivo.
Le indicazioni terapeutiche riportate dalla bozza di provvedimento regionale verranno prontamente adeguate alle nuove conoscenze scientifiche che si renderanno disponibili.
Peraltro, in nessuna parte della bozza di provvedimento regionale, si fa riferimento ad un decreto firmato dal Ministro, ma bensì ad un documento approvato dalla Conferenza dei Presidenti.
E' opportuno informare il Consiglio che proprio ieri, 30 novembre, il decreto ministeriale è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Non ho sottomano il decreto, ma avremo modo di parlarne in Commissione, per quanto riguarda questo riferimento alla sperimentazione fiorentina.
Non vorrei sbagliare, ma mi pare che sia prevista la possibilità di avere stabilimenti di produzione diversi da quello di Firenze. Questa possibilità, quindi, è prevista.
L'elemento di novità - che personalmente concordo - è che il processo autorizzativo è in mano al Ministero della Sanità. E' un decreto del Ministero della Sanità.
E' chiaro che se ci sono iniziative da proporre si possono proporre, ma mi sembra anche logico, trattandosi di un tema di una certa delicatezza che la decisione sia in capo al Governo, in questo caso particolare al Ministero della Sanità.
Nell'incontro che faremo in Commissione, alla presenza del nostro tecnico che prima era in Toscana, potremmo avere informazioni sicuramente più precise.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.34 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 15.40)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Conticelli, Laus e Caputo.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 143, inerente a "Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2015"


PRESIDENTE

E' pervenuta una richiesta da parte della maggioranza di soprassedere per il momento, al terzo punto all'o.d.g. inerente a "Nomine", quindi riprendiamo dall'esame del disegno di legge n. 143, inerente a "Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2015", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana del 1° dicembre 2015 è proseguito l'esame del provvedimento. Sono stati votati ed approvati gli articoli 23, 24, 24 bis, 24 ter, 25, 26, 27, 28, 29, 30 e 31.
Sono stati illustrati gli emendamenti rubricati n. 28), 87), 93) e 94) che insistono sull'articolo 32.
Ha chiesto la parola il Consigliere Graglia; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Concordandola con la maggioranza, vorremmo chiedere, se possibile, una breve interruzione per una brevissima riunione dei Capigruppo concernente i lavori di Commissione di domani.



PRESIDENTE

Dovremmo continuare con i lavori del Consiglio, Consigliere Graglia.
Però, se lei lo ritiene e se i Capigruppo concordano, possiamo fare cinque minuti di sospensione.
La Conferenza dei Capigruppo è pertanto convocata subito in sala A.
La seduta è sospesa.



(La Consigliera Segretaria MOTTA, a seduta sospesa, saluta i docenti e gli alunni delle classi IV e V Geometri dell'Istituto Tecnico "Calamandrei" di Crescentino (VC)



(La seduta, sospesa alle ore 15.42, riprende alle ore 15.56)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riprendiamo i nostri lavori dall'esame dell'articolo 32, pertanto invito i Consiglieri a riprendere posto.
ARTICOLO 32 Emendamento rubricato n. 91) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin: "L'art. 32 (Razionalizzazione dei Comitati di Gestioni degli A.T.C, e C.A.). del disegno di legge n. 143. è così modificato: '1. La Giunta regionale può affidare la gestione di più Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.) e Comprensori Alpini (C.A.) ad un unico Comitato di Gestione, secondo le disposizioni dettate da delibera del Consiglio regionale'.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie.
Adesso illustriamo l'emendamento n. 91), però inviteremmo solo a che ci venga garantita la possibilità di leggere ciò che dobbiamo illustrare, se no diventa difficile.
L'emendamento n. 91) prevede sostanzialmente quanto abbiamo già avuto modo di dire questa mattina, ma declinandolo con uno strumento. Fatta salva, cioè, la possibilità che la Giunta possa accorpare due ATC o due CA non le si dà una delega in bianco, ma si prevede che sia una delibera del Consiglio regionale a stabilire criteri e modalità per poter addivenire a questi eventuali accorpamenti. Al di là delle nomine e delle designazioni individuali nei singoli ATC e CA, infatti, in realtà c'è poi un Consiglio direttivo unico, per cui a tutti gli effetti interveniamo con un accorpamento.
Soprattutto, però, noi intendiamo indicare questa modalità - cioè quella della delibera del Consiglio regionale - perché ricordiamo che l'anomalia di questo articolo di legge è legata al fatto che l'Assessore Ferrero o, meglio, la Giunta regionale, potrebbe decidere di accorpare ATC o CA senza la necessità di una legge del Consiglio. Con una semplice delibera di Giunta, infatti, l'esecutivo può definire che i confini siano differenti. E credo che questa sia la modalità.
Quando, dopo l'approvazione della legge nazionale n. 157 la Regione Piemonte ha individuato le ATC e i CA, l'ha fatto con un proprio provvedimento che, ovviamente sulla scorta di una serie di valutazioni territoriali e di altro tenore, ha individuato i singoli soggetti.
Ricordiamoci, come dicevo stamattina, che si tratta di Enti di diritto pubblico e cioè che abbiamo a che fare con dei soggetti parificabili ad Amministrazioni locali o ad Enti strumentali. Ogni qualvolta noi accorpiamo Enti strumentali o Società pubbliche, lo facciamo con una delibera o una legge del Consiglio regionale. Questa sarebbe l'unica situazione che esiste in tutto il corpus normativo regionale in cui un accorpamento - una fusione di fatto - non avviene con una delibera o una legge del Consiglio, ma con una sorta di legge delega che dà la possibilità alla Giunta di accorpare ancorché, come dicevamo, le designazioni siano singole - come e con le modalità che essa ritiene.
Allora, noi crediamo che questo non sia né corretto da un punto di vista normativo né perché non vi è un solo criterio che ne definisce le modalità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 92) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin: L'art. 32 (Razionalizzazione dei Comitati di Gestioni degli A.T.C. e C.A.).
del disegno di legge n. 143. è così modificato: "1. La Giunta regionale può affidare la gestione di più Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.) e Comprensori Alpini (C.A.) ad un unico Comitato di Gestione, secondo le disposizioni dettate da un atto di iter generali approvato dal Consiglio regionale.
La parola al Consigliere Vignale, per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 92) prevede che la Giunta possa affidare la gestione di più ambiti territoriali o comprensori alpini secondo disposizioni dettate da un atto di criteri generali approvato dal Consiglio regionale.
Di nuovo, con una modalità differente, non una deliberazione del Consiglio, ma una deliberazione di criteri, si intende individuare le modalità in cui è possibile da parte della Giunta affidare la gestione a più ambiti.
Lo ricordavamo già prima, abbiamo parlato di fusione; il termine non è corretto da un punto di vista formale, ma lo è da un punto di vista sostanziale, perché è vero che noi teniamo separati i due ambiti (due ATC o due CA), è vero che all'interno delle singole ATC o dei singoli CA vengono fatte le designazioni da parte dei soggetti che hanno titolo a designare ma è altrettanto vero che poi questa assemblea diventa un'assemblea unica.
Non è l'assemblea dell'ATC1 e l'assemblea dell'ATC2 che eleggono due comitati di gestione distinti, ma le due assemblee insieme eleggono un singolo Comitato di gestione.
E' un po' come quando abbiamo fatto la legge di accorpamento delle ATC in questo caso, le Agenzie Territoriali per la Casa, non abbiamo detto che l'Agenzia Territoriale di Asti designava i suoi rappresentanti, quella di Novara designava i suoi rappresentanti e poi individuavano un singolo Consiglio d'Amministrazione, abbiamo fatto una legge che le ha unite, per era almeno chiara, nel senso che il Consiglio regionale ha avuto un disegno di legge sul quale si è confrontato dove diceva che l'ATC1 e l'ATC2, in quel caso Agenzie Territoriali per la Casa, venivano accorpate in un unico soggetto.
Il limite vero di questa legge delega è che noi non abbiamo la più pallida idea di quali ATC o CA, pur facendo le designazioni a livello territoriale, andranno ad avere un singolo comitato di gestione; quindi, a tutti gli effetti, avendo un soggetto direttivo che è quello che gestisce per i tre anni successivi al momento in cui si è decisa la fusione che gestisce tutti e due gli ambiti. Per cui, a tutti gli effetti siamo arrivati non nelle designazioni, ma ricordiamo che le designazioni sono esclusivamente funzionali alla nomina del Comitato di gestione; poi, chi gestisce l'ATC per tutti i tre anni successivi è il Comitato di gestione.
Quindi noi a tutti gli effetti non in modo formale, ma in modo sostanziale arriviamo ad una fusione di due ATC. Quali? Non lo sappiamo.
Anche in questo caso, non è mai avvenuto che non sappiamo quali singoli soggetti andranno ad unirsi fra loro secondo quali criteri, modalità e tempistiche. Allora, crediamo che questo articolo non possa essere accoglibile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 89) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin: L'art. 32 (Razionalizzazione dei Comitati di Gestioni degli A.T.C. e C.A.).
del disegno di legge n. 143, è così modificato: "1. La Giunta regionale non può affidare la gestione di più Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.) e Comprensori Alpini (C.A.) ad un unico Comitato di Gestione, ma rimanda tale possibilità ad apposita norma regionale" Emendamento rubricato n. 90) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin: L'art. 32 (Razionalizzazione dei Comitati di Gestioni degli A.T.C. e C.A.).
del disegno di legge n. 143, è così modificato: "1. La Giunta regionale può affidare con apposita legge regionale la gestione di più Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.) e Comprensori Alpini (C.A.) ad un unico Comitato di Gestione, secondo le disposizioni dettate dalla stessa." La parola al Consigliere Berutti, per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento rimanda la possibilità di affidare la gestione di più ATC non ad un unico Comitato di gestione, ma rimanda tale possibilità ad un'apposita norma regionale. In quanto, come diceva il collega, se si vuole portare avanti questo tipo di percorso, è naturale che questo debba essere comunque in qualche modo normato dalla Regione al fine di poter dare una linea guida e su questo operare con una certa linearità.
Come dicevamo già precedentemente, non ci possiamo permettere, in termini di riorganizzazione, di muoverci senza una logica normativa che altrimenti creerebbe non poco caos dal punto di vista operativo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 89) è quello che corregge rispetto alla modalità che noi crediamo più corretta l'emendamento stesso.
L'emendamento rimanda a una norma regionale la possibilità di accorpamento di ATC e CA, che credo dovrebbe essere il sistema con cui dovremmo procedere rispetto a questo aspetto.
Non mettiamo in discussione il fatto che sugli attuali confini di ATC o CA si possa discutere, è certamente un tema, come tanti altri, su cui si può porre l'attenzione del Consiglio regionale, ma crediamo che in virtù anche del fatto che ci avviciniamo - almeno noi ci auguriamo - alla discussione di una legge regionale sull'attività venatoria, crediamo che quello sia il luogo o per definirli all'interno della norma stessa o per indicare all'interno della norma dei criteri con cui una successiva deliberazione va a definire, ridefinire e mantenere le ATC e i CA esistenti.
Come abbiamo detto in più occasioni e lo ripeteremo, questo per noi è un aspetto essenziale rispetto ad una corretta attenzione rispetto all'Aula. Crediamo che non si possa approvare una norma e neppure un collegato alla finanziaria che ha una natura di "navetta", all'interno del quale si fanno piccole modifiche normative, ed essere lo strumento con il quale la Giunta a tutti gli effetti assume su di sé una legge delega che senza alcun criterio, senza alcun criterio, senza alcuna modalità, se non quelle dettate dalla Giunta stessa, in futuro potrà accorpare ad un mese dalla scadenza dei Comitati di gestione e dal rinnovo di ATC e CA gli stessi.
Crediamo che non sia corretto dal punto di vista del merito, perché noi non lo condividiamo, ma neanche dal punto di vista del metodo.
Ripeto, non abbiamo mai visto una modalità in cui il Consiglio procede alla fusione, incorporazione e gestione comune di più soggetti senza che questo non passi attraverso un'indicazione puntuale che il Consiglio regionale dà, ma rispetto a una delega e quindi a una scelta che la Giunta regionale può esercitare personalmente.
Di conseguenza, noi crediamo che questo aspetto non sia solo un aspetto che riguarda l'esercizio di attività venatoria - non è neanche l'esercizio di attività venatoria quanto la gestione dell'attività venatoria - e riteniamo che il non contenere all'interno del collegato alla legge finanziaria questo articolo sia un aspetto fondamentale rispetto a quelle che sono le prerogative del Consiglio regionale, che non può essere superato da una legge delega.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Graglia sull'emendamento n. 89); ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Ho chiesto la parola per intervenire in modo generico sulla complessità dei nostri emendamenti e per ribadire il concetto, che mi sembra ormai chiaro, che il nostro Gruppo vuole portare avanti: non siamo qui a discutere sulla possibilità che la Giunta possa procedere all'accorpamento delle ATC o CA, ma semplicemente contestiamo il metodo, cioè il fatto che la Giunta abbia carta bianca. In realtà, noi continuiamo a chiedere che sia una delibera del Consiglio regionale a definire questi accorpamenti.
Non parliamo assolutamente di fusioni, come giustamente prima diceva l'Assessore, ma comunque è vero che esisterà un unico Comitato di gestione l'anomalia di questa proposta di legge è che la Giunta potrebbe accorpare senza la necessità di avere una decisione presa dal Consiglio regionale.
Quindi possiamo essere d'accordo o meno sull'accorpamento, ma quello che continuiamo a chiedere è la sovranità di questo Consiglio regionale.
Sarebbe un precedente importante una legge delega che permetterebbe alla Giunta la massima discrezionalità e chiediamo appunto una logica normativa.
L'emendamento 89) in particolare rimanda a questa norma regionale la possibilità di accorpamento, di definire i criteri che porteranno al risultato richiesto. Ribadisco, noi chiediamo semplicemente una maggiore attenzione all'Aula consiliare e anche una maggiore correttezza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Graglia.
Emendamento rubricato n. 95) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin: L'articolo 32 (Razionalizzazione dei Comitati di Gestioni degli A.T.C. e C.A.), del disegno di legge n. 143, è così modificato: "1. La Giunta regionale può affidare la gestione di più Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.) e Comprensori Alpini (C.A.) ad un unico Comitato di Gestione, secondo le disposizioni dettate dalla stessa.
2. Tali gestioni unificate non possono essere attuate nell'anno precedente il rinnovo di CA e ATC".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 95) mantiene il principio che viene previsto in legge cioè il fatto che la Giunta regionale possa affidare la gestione di più ATC ad un unico Comitato di gestione, però inserisce un comma 2 che prevede che tali gestioni unificate non possano essere attuate nell'anno precedente il rinnovo di Comprensori Alpini e Ambiti Territoriali di Caccia.
Come abbiamo detto in altre occasioni, noi riteniamo che, essendo i Comitati a scadenza, è anomalo che la norma sia presentata in questo momento. Questa norma poteva essere presentata nella legge finanziaria di marzo, nel collegato del novembre dello scorso anno e certamente sarebbe stata meno "anomala" rispetto alla presentazione di una legge che discutiamo nel mese precedente al rinnovo dei Comitati di gestione di Comprensori Alpini e Ambiti Territoriali di Caccia.
Il nostro emendamento prevede che, ancorché la norma entri in vigore questo non possa avvenire, quindi non possano essere attuate nell'anno precedente il rinnovo di Comprensori Alpini e Ambiti Territoriali di Caccia. Come abbiamo detto precedentemente, noi riteniamo che questo sia un aspetto essenziale, cioè che il collegato alla finanziaria non contenga l'articolo 32 è per noi un aspetto essenziale rispetto a quelle che sono le prerogative del Consiglio.
Noi ci auguriamo che gli emendamenti di soppressione dell'articolo 32 vengano accolti anche per consentire una discussione serena del collegato come a oggi vi è stata, perché non crediamo che si possa inserire, in un collegato a scadenza dei Comitati di gestione di ATC e CA, una legge delega che dà l'assoluta potestà alla Giunta di fare ciò che vuole rispetto a ipotetiche fusioni.
Quindi, per evitare sorprese e per mantenere un rapporto, non dico di collaborazione, ma di miglioramento normativo che fino a oggi abbiamo tenuto, è per noi evidente che l'approvazione dell'articolo 32, che non c'entra nulla nel collegato alla finanziaria, che introduce il principio di una legge delega, che dà la possibilità alla Giunta di fare ciò che crede non è per noi assolutamente non soltanto inaccettabile rispetto all'articolo stesso, ma rispetto anche alla discussione complessiva del collegato alla finanziaria.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento pone una questione abbastanza particolare e delicata anche in merito a quello che diceva il collega Vignale.
Tali gestioni unificate non possono essere attuate nell'anno precedente al rinnovo di CA e ATC: questo può avere anche una sua logica, perché ci sono dei sistemi di equilibrio, delle ragioni amministrative e tutta una serie di situazioni che naturalmente necessitano di una certa stabilità, di un determinato tempo e soprattutto di un determinato percorso. Quindi, come tale, questa attenzione particolare a questa norma inserita in questo emendamento è finalizzata ad evitare qualunque tipo di strumentalizzazione e, nello stesso tempo, anche qualunque tipo di azione finalizzata magari solo a questioni di carattere politico.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Sull'argomento, innanzitutto, mi vorrei complimentare per l'attività svolta dai colleghi dell'opposizione e per la mole di preoccupazioni che hanno espresso nei loro emendamenti.
Vorrei, però, rassicurare tutti: il testo di legge è estremamente chiaro e dice che la Giunta "può affidare la gestione": quindi non parliamo di fusione, di fatto, dei territori, di iscrizioni nell'ambito dei comparti o delle attività. Chi è iscritto in un'ATC o in un'altra, è iscritto lì.
Punto. E si riferirà ad un gestore.
Tali preoccupazioni potrebbero pure essere legittime da parte degli astanti. Però, proprio in ordine all'ultimo emendamento, credo che la Giunta, in qualche maniera, si stia riservando il diritto, in prossimità di un'auspicabile attività legislativa che finalmente riporti ad una regolamentazione regionale (piuttosto che sottostare a quella che è l'attività nazionale di legislazione e regolamentazione), di avere una sorta di Commissari - chiamiamolo Comitato Unico di Gestione - su quelli che sono gli Ambiti Territoriali di Caccia e i Comprensori Alpini.
Credo che sull'argomento esistano due mondi: quello di chi ha passione per l'attività venatoria e svolge anche un ruolo sociale ed ambientale importante; e quello di chi, nella vita, si è dedicato con la massima "passione" - lo dico fra virgolette e vi assicuro che è ironico - a quella che è l'attività gestionale vera a propria, facendone un vero e proprio mestiere.
Se si analizzassero nel dettaglio i calendari venatori, che dovrebbero essere articolati su alcuni giorni, si rischierebbe di andare caccia otto giorni su sette! Siamo in attesa di una discussione serena, vivace, forte ed appassionata, prima in Commissione e successivamente in Aula, su quello che è un documento sul quale la Giunta ha lavorato in questi mesi (e sta ancora lavorando), su un testo che possa dare delle regole anche nuove. È auspicabile che lì ci sia veramente una ridefinizione o un ridisegno dei Comparti e degli ATC. Mi sembra legittimo che, in prossimità di una legge ed esattamente ad un mese dalla scadenza dei Comitati di gestione, la Giunta si possa ritrovare una nuova legge (è auspicabile), ma, nel contempo, dovrà sopportare per tre anni i Comitati di gestione di antica memoria. Allora, che si riservi il titolo.
Credo, forse, che vada bene per tutti la possibilità di avere dei Commissari e di prevedere, poi, una sorta di "commissariamento" degli ATC e dei CA: credo che possa essere un elemento in grado di aiutare tutti a spingere sull'acceleratore per promuovere e approvare una nuova legge che regolamenti il tema.
Proprio perché, evidentemente, ci sono forti sensibilità in Aula che sono attente a quella che è l'attività e il mondo venatorio, pu rappresentare uno stimolo, piuttosto che un freno, avere dei gestori, che lo fanno di mestiere, e che hanno tutto l'interesse a stare accomodati per tre anni a fare delle cose che non sempre - entriamo anche in tema di diritto pubblico - sono state di totale trasparenza.
E' auspicabile che ci sia un testo rapido, fresco e nuovo. Forse, anche questo articolo, che chiederei ai colleghi dell'Aula di non emendare, va nella direzione di spronare tutti noi a lavorare intorno ad un buon testo che auspichiamo di ottenere in tempi brevi, per il bene di tutti coloro che svolgono un'attività importante in tema ambientale, cioè il mondo venatorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Faccio una brevissima considerazione, perché mi pare che ci siano argomenti su cui abbiamo dei convitati di pietra. E in presenza di questi convitati di pietra non si può assumere alcuna decisione, perché tutto viene letto come chissà quale attentato a chissà quale norma.
Quest'articolo prevede una razionalizzazione dei Comitati di gestione punto. Non interviene nel merito di scelte di particolare delicatezza, su cui possiamo scontrarci o dividerci. Mi piacerebbe - e chiudo questo brevissimo intervento - che l'occasione dei rinnovi fosse anche un'occasione per entrare un po' nel merito di come funzionano i Comitati di gestione in giro per la regione, di entrare nel merito di alcune palesi contraddizioni e palesi conflitti di interesse, micro o macro che siano.
Questo è un tema di cui non mi ero mai occupato, ma, anche a seguito di alcune notizie, sto facendo una serie di approfondimenti. Mi piacerebbe che la stessa enfasi con cui trattiamo un articolo di collegato venisse riposta, per esempio, in quei casi in cui si scopre che, magari, il concessionario di un'azienda faunistico-venatoria è, allo stesso tempo Consigliere del Comprensorio Alpino. E se si affaccia in quel Comprensorio Alpino qualcun altro che vuole avere la concessione, e magari la ottiene quello stesso Comprensorio promuove un ricorso contro la nuova concessione e magari poi si ridefiniscono i metri quadri, si ampliano le aziende esistenti e, a seguito di questo ampliamento - combinazione - il numero di ettari minimo necessario per istituirne un altro non esiste più, e quindi nei fatti...
Con la stessa enfasi con cui noi, oggi, legittimamente, ci occupiamo del "se razionalizzare o meno" il Comprensorio, mi piacerebbe che in quest'Aula, in una Commissione o in qualunque organismo che volessimo attivare, si andassero ad analizzare quei micro o macro conflitti di interesse che in questo, come in altri campi, dominano la scena. Perch altrimenti, in Aula recitiamo delle parti, chi su una posizione, chi su un'altra: magari non legiferiamo e non facciamo nulla, come vedremo anche nell'articolo susseguente. In materia di caccia, per evitare un referendum tempo fa abbiamo abrogato la legge, lasciando un vuoto normativo e facendo salvi gli atti amministrativi che si reggono su una legge che non c'è più (magari c'è l'interesse affinché la legge non ci sia proprio più per sempre!).
Evitiamo, quindi, questi conflitti e questi confronti di stile: piuttosto, entriamo nel merito delle questioni, e ne vedremo delle belle!



PRESIDENTE

In discussione generale, ha chiesto la parola il Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Io credo che il collega Monaco abbia espresso, in modo puntuale, la volontà dell'Assessore, che l'Assessore ha omesso di dire ma che il collega Monaco ha esposto in modo estremamente preciso.
La Giunta regionale ha necessità dei Commissari. La Giunta regionale vuole individuare, tramite la possibilità di fusione (perché di questo si tratta), dei Commissari politicamente vicini.
C'è, però, un aspetto di cui dobbiamo tener conto: noi abbiamo una norma nazionale che prevede che all'interno di ogni Comparto Alpino e Ambito Territoriale di Caccia i designati siano indicati da associazioni agricole, associazioni venatorie, associazioni ambientaliste ed Enti locali. Fatti i venti nominati, quei venti si scelgono democraticamente lo risottolineo, democraticamente - il Comitato di gestione che ritengono maggiormente rispondente, in grado, capace e quant'altro, di gestire il Comparto.
Perché serve la norma? La norma serve per scardinare le realtà che magari, non piacciono. Per cui, con questa modalità c'è la possibilità non indicando i criteri, non indicando le modalità, non indicando le tempistiche o gli ettari venabili - di fondere chi la Giunta ritiene più opportuno per arrivare ad una modalità di comodo.
Cosa doveva fare la Giunta, se voleva fare ciò che il collega Monaco diceva? Doveva fare la delibera. La Giunta può fare domani mattina una delibera di ridefinizione degli Ambiti Territoriali: sono troppi, perch l'Assessore Ferrero ha detto in più occasioni che sono troppi? Ne faccia di meno, allora! Faccia una delibera di Giunta regionale con cui riduce gli Ambiti Territoriali e i Comparti Alpini. Noi potremmo essere favorevoli o contrari - dovremmo vederla - ma è nella sua possibilità farla. Questo si chiama "prendere in giro" il Consiglio regionale, perché lei non fa ciò che le è consentito, cioè ridefinire i confini, perché lei lo può fare con una delibera. Non fate la norma sulla caccia - mi consenta il collega Appiano ma ricordo che è un anno e mezzo che avete vinto le elezioni.



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

Sì, ma noi una legge l'avevamo presentata, l'avevamo anche discussa e poi l'abbiamo abrogata, perché abbiamo voluto risparmiare 22 milioni di euro. Però è da luglio dello scorso anno che giace in questo Consiglio regionale una proposta di legge da parte del nostro Gruppo consiliare. Voi non l'avete ancora scritta e neppure presentata, quindi almeno datevi da fare rispetto...



FERRERO Giorgio, Assessore alla caccia e pesca (fuori microfono)

E' stata deliberata ieri.



VIGNALE Gian Luca

E' stata deliberata ieri. Bene, ci abbiamo messo un anno e mezzo, per ce l'avete fatta! Il dato è: se ieri è stata licenziata dalla Giunta l'ipotetica nuova norma sulla caccia, perché dobbiamo anticipare il tema legato agli ATC e ai CA nel collegato alla finanziaria? Semplicemente perché vanno a rinnovo quindi l'interesse è quello di evitare che, come la legge nazionale prevede, per quanto riguarda i venti soggetti nominati - ripeto, non nominati tutti e venti dalle associazioni venatorie, ma sei nominati dalle associazioni venatorie, sei da quelle agricole, sei da quelle di promozione ambientale e quattro dagli Enti locali - si nominino chi credono. Questo non piace, altrimenti non ci sarebbe la necessità di fare le fusioni.
Volete approvare l'articolo 32? Approvatevi l'articolo 32: avremo moltissimo tempo per discutere di collegato, di assestamento, di tutto quello che c'è, perché le scorciatoie non vanno bene.
Volete modificare la delibera? Modificatevela! Volete modificare la legge? Modificatela! Non le scorciatoie di legge delega.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente della Giunta regionale Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Innanzitutto, Consigliere Vignale, certe affermazioni se le tiene per sé.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Io dico quello che voglio!



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta è nella titolarità di rispondere come vuole, perché questa operazione non la facciamo per cacciare delle persone che non ci piacciono e mettere degli amici. Non modifichiamo nessun criterio di nomina e di rappresentanza. E siccome negli ultimi giorni a lei la frizione le slitta un po' di frequente con alcune affermazioni, d'ora in avanti ogni volta che lei assume certi atteggiamenti, io le rispondo a tono! Dopodiché, questa norma è talmente stravolgente, egregi colleghi e soprattutto egregi colleghi del centrodestra, che è esattamente il secondo comma dell'articolo 14 della proposta di legge presentata dal Consigliere Vignale in materia di riforma dell'attività venatoria. E' esattamente lo stesso testo! E' esattamente lo stesso testo! Allora, una norma che serve per piazzare gli amici, caso strano, è la stessa norma che viene presentata da quel Gruppo consiliare in Consiglio regionale sulla legge in materia di attività venatoria. Prendiamo le cose per quello che sono! Questa è una norma che non modifica nessun criterio, questa è una nomina che non consente di mettere amici e nemmeno di cacciare nemici questa è una norma che all'occorrenza, laddove si presentassero situazioni di inefficienza, consente di raggruppare, e quindi di rendere un po' più semplice il sistema di gestione. Tutto qua! Dopodiché all'interno di quel sistema di gestione valgono le regole valgono le leggi, valgono le norme.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 28), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 87), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 93), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 94), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 91), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 92), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 89), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 90), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 95), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 32, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 32 bis Emendamento rubricato n. 83) presentato dai Consiglieri Appiano e Boeti: "Dopo l'articolo 32 del disegno di legge n. 143 è inserito il seguente: Art. 32 bis (Modifiche alla legge regionale 4 maggio 2012, n. 5) 1. Dopo la lettera f) del comma 4 dell'articolo 40 della l.r. n. 5/2012 è inserita la seguente: f bis) abbattere o catturare la pernice bianca (Lagopus mutus) e l'allodola (Alauda arvensis)".
La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Collegata alla discussione precedente, l'assenza di una norma in vigore, a seguito delle vicende che abbiamo testé ricordato, espone ad una sostanziale anarchia o a dei vuoti su un tema così delicato quale quello della caccia.
L'emendamento mira ad inserire come elemento di minima la tutela di due specie, che sono precisamente la pernice bianca e l'allodola, con un piccolo inserimento all'interno di un articolo della LR n. 5/2012.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Appiano.
Emendamento rubricato n. 27) presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Frediani, Mighetti, Valetti: "Dopo l'articolo 32 del disegno di legge n. 143 è inserito il seguente: 32 bis Dopo la lettera f bis) del comma 4, dell'articolo 40 della L.r.
5/2012 è inserita la seguente: f ter) divieto di cacciare specie Pernice bianca (Lagopus Muta) e Lepre variabile (Lepus timidus)".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Anche quest'emendamento interviene su alcune specie. Nella nostra regione siamo in vacatio legis perché la Giunta Cota, tra l'eredità che ci ha lasciato, c'è anche l'abrogazione della legge n. 70 del 1996.
Abrogazione operata con il solo scopo di evitare un referendum abrogativo che sicuramente si sarebbe tenuto, quindi hanno tolto la legge che eventualmente sarebbe stata abrogata lasciando un vuoto. Sicuramente al di là delle legittime e diverse posizioni all'interno del Consiglio regionale - noi siamo chiaramente contrari alla caccia e stiamo per presentare una proposta di legge in tal senso, che si affiancherà al disegno di legge predisposto dalla Giunta - riteniamo urgente intervenire su una situazione in particolare, che è quella evidenziata nel nostro emendamento.
Nelle more dell'approvazione di un nuovo testo di legge regionale sulla caccia chiediamo che non si faccia il prelievo e non si caccino le specie pernice bianca e lepre variabile che sono due delle specie alpine. Ci sono problemi nella tutela di queste specie, è stato evidenziato come diverse concause ne stiano determinando una forte diminuzione, sia le condizioni climatiche che attività legate a ciò che fa l'uomo, il turismo alpino piuttosto che la predazione. E' stata riscontrata una diminuzione in questi anni.
Lo scorso anno, proprio riconoscendo anche questo principio, la Giunta con la DGR 16-320 del 16 settembre 2014, ne aveva vietato il prelievo.
Dopodiché sappiamo quello che è successo, c'è stato un ricorso al TAR quindi non si è potuto fare diversamente. Nelle more di un'approvazione di un nuovo provvedimento di legge, riteniamo necessario, in emergenza ed in urgenza, intervenire su queste due specie: la pernice bianca e la lepre variabile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'intervento normativo rispetto alle specie non è soltanto rimasto evidente relativamente a due ricorsi persi dall'Amministrazione regionale ma intervenire introducendo il divieto di caccia relativamente ad alcune specie che sono nel calendario non è certamente compito del Consiglio regionale, in particolare modo in un momento in cui si avvia, o si avvierà la discussione sulla caccia.
Va ricordato che l'attività venatoria nel nostro Stato, piaccia o non piaccia - la legge nazionale è quella - è legata alla consistenza di fauna.
Si può inserire all'interno del calendario venatorio le specie, qualora vi sia una consistenza minima, vi sia una consistenza delle specie tale per cui il loro abbattimento non pregiudichi l'esistenza e la specie stessa tant'è che è il motivo per cui la Giunta regionale, prima levando dal calendario venatorio la pernice bianca e poi non inserendo nel calendario venatorio la pernice bianca, ha perso in entrambi i casi. Non è riuscita a dimostrare che non vi era una consistenza venatoria della specie così limitata da giustificare l'esclusione di alcune specie all'interno del calendario.
Che alcune specie, in particolar modo la fauna tipica alpina, vadano tutelate, è un dato certo. Se uno conoscesse i piani di tiro all'interno dei singoli CA, vedrebbe che vi sono dei piani di tiro estremamente limitati, proprio perché stiamo parlando di animali che vanno tutelati.
Non è la stessa realtà ovunque. Noi abbiamo alcune aree del Piemonte in cui, fortunatamente, la consistenza, per esempio, della pernice bianca è tale per cui l'attività venatoria non soltanto è consentita, ma è consentita, ai sensi della normativa nazionale, perché dobbiamo sempre ricordarci che è la normativa quadro alla quale noi ci dobbiamo rifare.
Abbiamo già perso due volte davanti al TAR, per cui mi sembrerebbe che inserire in legge adesso, nel momento in cui andiamo a discutere di una legge regionale, sia un errore. Dopodiché, si può continuare, nel senso che non è un problema. Se si vuole fare di questo collegato, che doveva essere uno strumento di facilitazione normativa, se se ne vuole fare quello che a tutti gli effetti appare oggi come uno strumento politico in cui due parti la maggioranza da un parte e il Movimento 5 Stelle dall'altra, trovano una fusione rispetto alle tematiche di ambientalismo più esasperato, contro i cittadini piemontesi, come abbiamo visto sul Piano casa e come vediamo adesso sulla legge sulla caccia, è una scelta che quest'Amministrazione pu fare.
Ovviamente, faccia ciò che ritiene, ed è altrettanto evidente che ad ogni posizione di anticipazione di una norma, in modo anche già puntuale come in questo caso e come relativamente all'articolo 32 - ricordo al Vicepresidente che è all'interno di una legge quadro, non è estrapolato e messo all'interno di un collegato - credo ci sia una differenza.
Ovviamente le scelte sono quelle che si ritengono più opportune, ma noi non condividiamo l'articolo inserito perché crediamo che vada, anche questo, affrontato nella discussione che avverrà in sede di III Commissione e, come ci auguriamo il più presto, sulla legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Era solo per riconoscere che è stato smascherato l'inciucio tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle sulla pernice bianca. È un patto che fa impallidire il patto del Nazareno. Penso che il Presidente del Consiglio Renzi abbia già convocato una riunione di urgenza nella sede nazionale del Partito Democratico per rivedere, alla luce dei nuovi fatti anche le alleanze a livello nazionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Giorgio, Assessore alla caccia e pesca

Riprendo un attimo il passaggio di prima. Volevo dire, se è possibile di riconoscere la buona fede negli atti che facciamo.
Sulla questione di prima, noi non fondiamo nessuna ATC. È il vero motivo per cui lo inseriamo adesso, e non attendiamo la nuova legge, è proprio la scadenza degli organi. Noi saremo costretti, di nuovo, appena approvata la nuova legge, che ha geometrie diverse, e lì sì, se il Consiglio lo decide, e come lo decide in Commissione e in Consiglio, con fusioni di ATC, ma non con questo articolo, in cui noi diamo un solo Comitato di gestione a soggetti che sono attualmente non toccabili, n andiamo ad incidere minimamente sulle modalità di elezione dei loro rappresentanti.
Semplicemente, definiamo che il Comitato viene eletto non in un solo ambito ma, ad esempio, in due ambiti, punto a capo. Questo lo dico solo per precisione.
Per quanto riguarda gli emendamenti proposti sia dal Partito Democratico sia dal Movimento 5 Stelle, non nego che noi abbiamo provato riuscendoci, per quanto riguarda la lepre bianca variabile e per la pernice bianca, solo per un anno.
Ricordo anche che quando vi fu un ricorso al TAR delle associazioni venatorie per una sospensiva riguardo all'effetto di diniego della caccia alla pernice bianca, il TAR negò la sospensiva dicendo che non vi era danno irreparabile nel consentire il diniego, ma vi era altresì danno irreparabile nel consentire la caccia di una specie che non è riproducibile in cattività in nessun modo.
Questa fu l'espressione del TAR che, invece, in fase di giudizio rispose per un dato tecnico e non scientifico che non era uno strumento idoneo a vietarne la caccia. Grazie.
Il parere è favorevole su entrambi.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta è favorevole su entrambi gli emendamenti.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 83), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Comunico che il voto espresso sull'emendamento rubricato n. 83) sarà esteso all'emendamento rubricato n. 27) avente lo stesso contenuto normativo.
Indìco la votazione palese sull'articolo 32 bis, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 32 ter Emendamento rubricato n. 23) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti: "Dopo l'art. 32 viene inserito l'art. 32 comma 1: 'All'art. 2 L.R. 1 del 4 gennaio 2000 (Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422) dopo il comma 2 viene aggiunto il comma 2bis: '2bis. Viene progressivamente agevolata, con lo sviluppo di infrastrutture e misure specifiche, la mobilità pedonale ciclabile e ogni altra tipologia di mobilità a basso impatto ambientale e consumo di energia, al fine di garantire costi inferiori per la collettività sia in termini economici che ambientali e sanitari.''".
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Siamo già capitati in passato sulla parte dell'efficientamento del trasporto pubblico. Abbiamo ritenuto doveroso specificare che economie di esercizio dal mantenimento delle infrastrutture per la viabilità vengono appunto, da quelle che sono le implementazioni della mobilità sostenibile quindi ricordiamo il mantenimento dell'efficienza della rete ferroviaria locale, ma anche l'incentivazione di quei mezzi di mobilità leggera, che oltre ad avere effetti diretti sull'inquinamento e sulla salute, hanno anche effetti economici importanti perché diminuiscono l'impatto dei costi sulle infrastrutture, quindi infrastrutture stradali, asfalto e tutta una serie di opere che sono associate alla mobilità pesante.
Noi riteniamo che questa norma di principio possa portare per la collettività riduzioni di costi ambientali e sanitari, sia per gli enti pubblici e sia per i cittadini direttamente, quindi determinando un beneficio generale alle finanze pubbliche.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Prima di procedere ad esaminare l'emendamento rubricato n. 21), chiedo una sospensione di 15 minuti e convoco la Conferenza dei Capigruppo in Sala A.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.56, riprende alle ore 17.22)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Nella Conferenza dei Capigruppo si è deciso di procedere all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine"; poi, durante lo spoglio, andremo avanti con il prosieguo dei lavori.
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 126 "Azienda Sanitaria Locale di Vercelli (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente"

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 127 "Azienda Sanitaria Locale 'Cuneo 2' (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente"

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 124 "Azienda Sanitaria Locale del Verbano Cusio-Ossola - (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale individuazione di 1 componente con funzione di Presidente"

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 125 "Azienda Sanitaria Ospedaliera S. Croce e Carle di Cuneo - (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale individuazione di 1 componente con funzione di Presidente"

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 115 "Azienda Sanitaria Ospedaliera SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria - (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente"


PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Segretari Benvenuto e Molinari.
Prego la Consigliera Segretaria Motta di procedere all'appello nominale.



(La Consigliera Segretaria Motta effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali. Procediamo allo spoglio delle schede.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 143, inerente a "Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2015" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 143.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Ci tengo solo a chiedere, coerentemente con quanto si era detto nella Conferenza dei Capigruppo di mercoledì scorso, se è possibile prevedere nella parte finale del Consiglio, la discussione degli ordini del giorno poiché c'era stato anche un rinvio nella scorsa seduta di Consiglio. Era un impegno che la Presidenza aveva preso, pertanto chiediamo, se non un'ora almeno una mezz'ora finale di spazio anche per questo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Poiché la richiesta che lei ha fatto è stata avanzata anche da altri Presidenti di Gruppo, direi che alle 18.30 possiamo sospendere l'argomento in esame e attivare gli atti di indirizzo.
Proseguiamo con gli emendamenti sull'articolo 32 ter.
Emendamento rubricato n. 21) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti: Dopo l'art. 32 viene inserito l'art. 32 ter, comma 2: All'art. 3 L.R. 1 del 4 gennaio 2000 (Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 1997, n.
422) comma 5 alla fine del periodo dopo le parole "a cui è demandata l'amministrazione del servizio" sono aggiunte le parole ", valutando in primo luogo la soddisfazione della domanda di trasporto effettiva e potenziale".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 21) andiamo ad agire sempre sulle norme in materia di trasporto pubblico locale, affinché l'amministrazione del servizio tenga conto di due parametri: la domanda di trasporto, che nasce dall'osservazione e dal campionamento di quello che succede allo stato attuale (quindi le utenze effettive delle persone che lo utilizzano) e il potenziale, su cui invece siamo molto indietro.
Si tratta di studiare preventivamente quelle che potrebbero essere le richieste potenziali di trasporto che non c'è; quindi andare ad offrire servizi che attualmente non sono soddisfatti, ma che potenzialmente lo sono, essendoci un bacino di persone.
Ci sono le condizioni per cui le persone usino i servizi che la Regione dà, se questi vengono attivati.
Ad oggi, quest'attività è marginale o inesistente nella pianificazione dei servizi, creando enormi sprechi.
Quindi noi, proprio come si fa con gli scolari, ad ogni occasione ricordiamo che questi devono essere i due pilastri per la pianificazione di un servizio efficiente, e lo facciamo quando si parla sia di trasporto pubblico sia di bilancio, perché le due questioni vanno di pari passo e non si possono scindere.
Chi amministra deve poter pianificare servizi con criteri scientifici e non con criteri di altro tipo, che niente hanno a che fare con la buona efficienza della macchina amministrativa.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Emendamento rubricato n. 109) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti: "all'art. 4 L.R. 1 del 4 gennaio 2000 (Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 197, n.
422) comma 1 lettera b) a fine periodo sono aggiunte le parole: sulla base della domanda effettiva e potenziale di trasporto e al fine di garantire la massima efficienza e copertura;".
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Si tratta dello stesso principio, però inserito all'interno dell'articolo 4 della legge 1 del 2000, riguardante il monitoraggio della domanda effettiva e potenziale di trasporto, con riferimenti sia all'efficienza di cui dicevo prima sia alla copertura.
Per quale ragione si dice questo? Perché la copertura va ad agire su tutta quella parte di analisi che ci manca, in quanto noi non facciamo l'analisi sulle domande potenziali.
E' bello, quindi, che sia la cittadinanza ad intervenire e a richiedere servizi. Qualche volta questo non succede, quindi noi dobbiamo comunque essere in grado di saper pianificare un servizio capillare anche dove non c'è. Una buona e capillare copertura induce anche ad economie di scala perché ne massimizzano l'utilizzo.
Attualmente, siamo in una fase di passaggio molto critica, perché ci troviamo a dover operare tagli, o a massimizzare l'efficienza, con finanze contingentate.
Noi ovviamente scegliamo di massimizzare l'efficienza.
Questo significa non una contrazione, ma un'espansione dei servizi fatti sempre più con logiche di mercato e con un minimo intervento della finanza pubblica, perché un sistema che funziona bene ha bisogno di interventi minimi da parte della Regione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Emendamento rubricato n. 110) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti: "Dopo l'art. 32 viene inserito l'art. 32 ter comma 14: all'art. 4 L.R. 1 del 4 gennaio 2000 (Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 1997, n.
422) al comma 1 è aggiunta la lettera c bis) c bis) monitoraggio periodico della domanda di trasporto effettiva e calcolo della domanda potenziale di trasporto;".
Emendamento rubricato n. 22) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti: "Dopo l'art. 32 viene inserito l'art. 32 ter comma 3: all'art. 4 L.R. 1 del 4 gennaio 2000 (Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 1997, n.
422) comma 5 lettera b) alla fine del periodo dopo le parole: "dei servizi minimi" sono aggiunte le parole: ", in base alla domanda di trasporto effettiva e potenziale".
Emendamento rubricato n. 19) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti: "Dopo l'art. 32 viene inserito l'art. 32 ter comma 4: all'art. 4 L.R. 1 del 4 gennaio 2000 (Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 1997, n.
422) dopo il comma 12 viene inserito il comma 12bis: 12bis. La Regione si avvale degli strumenti tecnici necessari a quantificare i costi per la collettività, dell'uso dei diversi mezzi di trasporto pubblico e privato, così come l'impatto economico della diversione di quote di mobilità stradale da mezzi a maggiore impatto energetico e ambientale, quali automobili, autobus e altri, a mezzi a basso impatto quali biciclette e affini, motorizzati e non".
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Mi concentro sull'emendamento n. 19), perché è quello che differisce maggiormente. Si parla del fatto che la Regione si doti di strumenti tecnici necessari a quantificare i costi per la collettività dei diversi mezzi di trasporto, pubblico e privato, visti come sistema e non come singoli mezzi.
Occorre, quindi, analizzare i costi globali di diversi paradigmi di trasporto, intesi come una rete che si integra di diversi tipi di trasporto, potendo anche stimare i risparmi per la collettività, già citati nell'emendamento precedente, dalla diversione di grosse fette di popolazione da un paradigma all'altro.
Il fatto che la Regione si doti di strumenti vuol dire che può, tramite i suoi Uffici e le competenze di cui dispone, effettuare studi o avvalersi di competenze esterne che possano fare questo tipo di analisi. Quello che conta è disporre di dati giusti per fare le scelte giuste, con criteri economici e di servizio.
In particolare, la politica deve dire dove bisogna andare.
In questo caso, il riferimento al trasporto pubblico e alla mobilità leggera è implicito e chiaro.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Emendamento rubricato n. 52) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Balocco: "Dopo l'articolo 32 del disegno di legge n. 143 è aggiunto il seguente: art. 32 ter (Modifiche alla legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1) Alla fine del comma 3 dell'articolo 11 della legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1 (Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422), sono aggiunte le seguenti parole: nel rispetto del principio di libera concorrenza, al fine di assicurare il tempestivo avvio del servizio in caso di affidamento a nuovo gestore all'impresa uscente è fatto obbligo di assicurare la disponibilità del materiale rotabile a titolo di locazione, fino all'entrata in esercizio del materiale oggetto di offerta e strumentale all'effettuazione del servizio da parte dell'aggiudicatario. La messa a disposizione di tali beni deve avvenire a condizioni non discriminatorie rispetto a tutti i partecipanti alla procedura di affidamento. In caso di vincoli di destinazione d'uso sui beni essenziali o indispensabili in proprietà del gestore uscente, detti beni sono messi a disposizione dell'aggiudicatario, il quale ha l'obbligo di manutenzione e di rilevare gli stessi a titolo di locazione o di cessione della proprietà. La Giunta regionale, con propria deliberazione fissa i criteri per la determinazione dei canoni di locazione e dei valori di subentro dei beni indispensabili di proprietà del gestore uscente da cedere al nuovo aggiudicatario, in coerenza con la disciplina regolatoria di settore".
Emendamento rubricato n. 52.1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Balocco: "Dopo l'articolo 32 del disegno di legge n. 143 è aggiunto il seguente: art. 32 ter (Modifiche alla legge regionale 4 gennaio 2000, n. 1) Dopo il comma 4 dell'articolo 12 della l.r. 1/2000 (Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422) è aggiunto il seguente: 4 bis) La Giunta regionale, con propria deliberazione, definisce un contributo annuo a carico degli utenti per la concessione delle agevolazioni di cui al comma 4".
Ha chiesto la parola l'Assessore Balocco per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Sono i due emendamenti che ho già illustrato in Commissione e che quindi i Commissari conoscono.
L'emendamento 52) introduce, nella nostra rete di trasporti, il tema dell'utilizzo del materiale rotabile, ma anche dei beni essenziali ed indispensabili. In particolare, gli immobili che riguardano i depositi e le officine di manutenzione quando, in sede di assegnazione dopo un espletamento di gara ferroviaria, ci sia un nuovo soggetto a gestirlo.
Sostanzialmente, riprendiamo le indicazioni già espresse dall'Autorità di regolazione dei trasporti, con la delibera n. 49 del 17 giugno 2015, che però rimanda ad un atto normativo.
Introduciamo semplicemente quest'atto normativo nella nostra legge.
L'emendamento 52.1), invece, legittima la Giunta a definire un contributo annuo a carico degli utenti che usufruiscono di agevolazioni tariffarie, indicando anche l'uso di questo fondo che, ovviamente, rimane destinato agli utenti che ne hanno diritto.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.
Emendamento rubricato n. 18) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti: Dopo l'art. 32 viene inserito l'art. 32 ter comma 5: all'art. 15 L.R. del 4 gennaio 2000 (Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 1997, n. 422) al comma 2 le parole: "Una quota non inferiore al 3 per cento" sono sostituite con: "Una quota non inferiore al 5 per cento".
Emendamento rubricato n. 20) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti: "Dopo l'art. 32 viene inserito l'art. 32 ter comma 6: all'art. 15 L.R. 1 del 4 gennaio 2000 (Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 1997, n.
422) al comma 4 le parole: "La verifica della ripartizione avviene ogni tre anni," sono sostituite con: "La verifica della ripartizione avviene ogni anno,".
Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti: ""Dopo l'art. 32 viene inserito l'art. 32 ter comma 7: all'art. 15 L.R. 1 del 4 gennaio 2000 (Norme in materia di trasporto pubblico locale, in attuazione del decreto legislativo 19 novembre 1997, n.
422) al comma 4bis: 4bis: Gli obiettivi di cui all'articolo 2 sono perseguiti sviluppando uno studio di settore a cadenza annuale che identifichi l'economicità e l'adeguatezza dei servizi di trasporto pubblico, supportando la ripartizione delle risorse assegnate al trasporto pubblico locale" Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Comunico che ritiro gli emendamenti 16) e 17), perché il testo non è conforme alle richieste.



PRESIDENTE

Va bene.



VALETTI Federico

Per quanto riguarda l'emendamento n. 18), abbiamo la richiesta perentoria che si sviluppino studi di settore a cadenza annuale, per verificare l'economicità dei servizi offerti.
Anche qui andiamo a parametrare periodicamente, ad intervalli regolari il sottoutilizzo ed il sovrautilizzo della rete di trasporto pubblico, in un'ottica di ripartizione adeguata della risorse. Sappiamo che anche nelle difficoltà non abbiamo suddivisioni di risorse non proprio eque e non proprio efficienti tra un territorio e un altro, tra una Provincia e un'altra. Specialmente in questo periodo di tagli molto accentuati in tempi molto brevi, qualche Provincia e qualche territorio ha patito più di altri: qualcuno ha pagato un po' meno e qualcuno un po' di più, non sempre in un'ottica equamente ripartita.
Noi ovviamente chiediamo che i monitoraggi vengano quindi fatti.



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi: mettete nelle condizioni il Consigliere Valetti di presentare gli emendamenti! Prego, Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Dicevo che chiediamo che i monitoraggi siano fatti in modo periodico anche in previsione della riduzione delle risorse - che non auspichiamo, ma temiamo - sia per quanto riguarda la quota regionale che per quanto riguarda quella nazionale, di cui abbiamo già dei segnali.
Quindi prepariamoci al peggio, insomma, almeno facendo efficienza. Se ci devono essere delle economie, che queste economie vengano equamente ripartite. E l'unico modo di ripartirle equamente è avere dati scientifici a riguardo di quali parti di servizio sono eccessivamente dimensionate e di quali siano invece sottodimensionate rispetto alla richiesta.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23), sul quale l'Assessore Balocco, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21), sul quale l'Assessore Balocco, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 109), sul quale l'Assessore Balocco, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 110), sul quale l'Assessore Balocco, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale l'Assessore Balocco, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 19), sul quale l'Assessore Balocco, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 52).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 52.1).
Il Consiglio approva.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Presidente, non sono riuscita a votare e intendevo esprimermi favorevolmente sugli emendamenti della Giunta.



PRESIDENTE

Diamo atto per il verbale della dichiarazione della Consigliera Batzella.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale l'Assessore Balocco, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20), sul quale l'Assessore Balocco, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale l'Assessore Balocco, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Ricordo che gli emendamenti rubricati n. 16) e n. 17) sono stati ritirati.
Indìco la votazione palese sull'articolo 32 ter, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 33 Emendamento rubricato n. 114) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti: L'art. 33 è soppresso.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

L'emendamento n. 114) cassa l'articolo 33, che prevede l'aggiunta di alcune parole: cioè che, nell'ambito della valorizzazione di linee e di immobili ferroviari dimessi o inutilizzati, dopo le parole "o il transito di cicli ferroviari" si faccia riferimento ad una verifica preventiva per stabilire l'eventuale messa in esercizio.
E allora credo che, da questo punto di vista, si debbano individuare le linee che stanno dentro alla norma relativa alla conservazione degli immobili ferroviari dimessi o inutilizzati e quelle che non vi stanno.
L'articolo, infatti, ovviamente ha una sua logica, cioè quella per cui prima di trasformare le linee per il transito di cicli, si verifichino le caratteristiche per stabilire l'eventuale rimessa in esercizio. Però è evidente che non parliamo di linee o immobili che sono dismessi inutilizzati.
Crediamo quindi che su questo, come su tutti i successivi articoli ed emendamenti del collegato sui quali dovremo discutere, sarà utile fare degli approfondimenti per comprendere se, come all'articolo 33, sia funzionale inserire questa norma all'interno del collegato, oppure se sia assolutamente superfluo come noi riteniamo.
Credo quindi che a partire da questo articolo bisognerà esaminare il collegato e anche le prossime leggi con un'attenzione maggiore rispetto a quella avuta fino ad oggi, per evitare che si compiano errori normativi come quelli che secondo noi si sono compiuti n alcuni degli articoli che abbiamo discusso nella giornata di oggi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 114), sul quale l'Assessore Balocco, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 33, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 33 bis Emendamento rubricato n. 14) presentato dai Consiglieri Frediani, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Mighetti, Valetti: Emendamento al capo IX disegno di legge 143 presentato il 14/7/2015 Dopo lì art. 33 s'inserisce l'art. 33 bis (Modifiche all'art. 50 della LR.
9 del 23 aprile 2007 (Disposizioni in materia di libera circolazione sui servizi di trasporto di pubblico locale. Modifica della L.R. 1/2000) 33 bis 1. Al comma 1 della l.r. 9/2007 dopo le parole "gli agenti e funzionari delle Forze dell'Ordine, in attività di servizio, appartenenti ai Corpi di Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale e Polizia locale, quest'ultima limitatamente all'ambito di competenza territoriale" sono aggiunte le seguenti: nonché il personale delle Direzioni territoriali dislocate in Regione Piemonte in qualità di ufficiali di polizia giudiziaria nell'esercizio delle loro funzioni (art. 8 del DPR n. 520 del 19 marzo 1955) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ci riprovo con quest'emendamento, perché è un emendamento a cui tengo molto e vorrei che si prestasse attenzione, perché già diverse volte abbiamo avuto modo di parlare di questo tema, che pone l'attenzione sulla situazione degli Ispettori del lavoro che si trovano impossibilitati a spostarsi con i mezzi per effettuare i loro sopralluoghi, le loro visite ispettive.
Non possono più utilizzare l'auto privata, perché i rimborsi non vengono più erogati e dovrebbero spostarsi a spese loro sui mezzi pubblici.
Con quest'emendamento chiediamo soltanto di equiparare il trattamento degli Ispettori del lavoro, che, ricordiamo, sono ufficiali di Polizia giudiziaria nel momento in cui escono in missione, diciamo, al trattamento di altri soggetti che godono già di questo "privilegio", ma che in realtà dovrebbe essere un diritto riconosciuto, che tra l'altro non comporta oneri per le casse regionali.
Ricordiamo che godono di questo trattamento il Corpo della Polizia di Stato, la Polizia penitenziaria, l'Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanzia, il Corpo forestale, la Polizia locale. E' un aiuto non solo per loro, è un aiuto per tutti noi, perché è inutile che facciamo i minuti di silenzio in Consiglio regionale per ricordare le vittime del lavoro quando non possiamo venire incontro a questa richiesta, che sembra piuttosto semplice e di buonsenso.
E' un piccolo emendamento: consiste nell'aggiungere soltanto alla legge di riferimento il nome di questa figura, gli Ispettori del lavoro; non comporta oneri e consentirebbe agli Ispettori del lavoro di poter svolgere la loro funzione almeno sul territorio di competenza regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 24) presentato dai Consiglieri Frediani, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Mighetti, Valetti: All'art .49 L.R. 9 del 23 aprile 2007 (Investimenti per il rinnovo ed il potenziamento dei materiale rotabile per i servizi di trasporto pubblico locale) viene aggiunto il comma 1 bis: "1 bis. Le modalità di approvvigionamento del materiale rotabile per il servizio ferroviario Regionale, rispettano i canoni di economicità ed adeguatezza alla domanda effettiva e potenziale del servizio di trasporto pubblico." La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Qui andiamo a definire le modalità di approvvigionamento del materiale rotabile che serve all'espletazione del servizio, affinché beneficino delle analisi sulla ripartizione del servizio pubblico anche i criteri dell'assegnazione dei mezzi che lo espletano.
Dobbiamo richiedere di rispettare i canoni di economicità e adeguatezza alle domande effettive e potenziali del servizio del trasporto pubblico quando si effettua l'approvvigionamento dei convogli, quindi sia che l'approvvigionamento sia effettuato attraverso un gestore, come oggi avviene, sia come - noi speriamo che avvenga in futuro e probabilmente sarà che vi sia un intervento, un acquisto diretto dello Stato o delle sue rappresentanze locali dei mezzi di trasporto che lo utilizzano. Quindi appunto, devono avvalersi degli stessi studi che noi abbiamo utilizzato per l'espletazione e per l'amministrazione del servizio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola all'Assessore Balocco per il parere della Giunta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 24) è materia di capitolato, non irrigidirei la legge.
Sull'emendamento n. 14), credo che molti di noi abbiano affrontato questo tema; in particolare l'abbiamo approfondito come Assessorato e anche la Presidenza del Consiglio.
Mi pare che a questo punto sia giustificato accogliere questo emendamento, su cui vi è consenso unanime.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Riteniamo che in particolar modo l'emendamento n. 14), che amplia quelle che sono le possibilità di transito non soltanto agli agenti delle forze dell'ordine, ma anche alle Direzioni territoriali dislocate in Piemonte di Polizia giudiziaria sia positivo rispetto allo stesso principio e spirito di quello che fu un precedente emendamento inserito nella legge 1 del 2000, cioè dare la possibilità di transito gratuito ai funzionari delle forze dell'ordine, perché questo non è soltanto un vantaggio economico, ma corrisponde anche alla possibilità, qualora siano maggiormente frequentate dai soggetti di cui alla norma, di tutela e di vigilanza sui servizi di trasporto pubblico locale.
Lo stesso emendamento 14), che amplia queste possibilità al personale delle Direzioni territoriali dislocate nella Regione Piemonte che hanno una responsabilità di Polizia giudiziaria, va in qualche modo in questo senso dando anche l'opportunità, in una situazione di ristrettezza economica, di poter svolgere alcune mansioni gratuitamente in molti casi, non essendovi la possibilità di un rimborso da parte degli Enti di appartenenza o semplicemente dell'utilizzo di mezzi.
Quindi crediamo utile l'approvazione dell'emendamento n. 14).
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale l'Assessore Balocco, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 24), sul quale l'Assessore Balocco, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 33 bis, così come emendato.
Il Consiglio approva.
Sia riportato a verbale il voto favorevole dei Consiglieri Valetti, Campo e Batzella.
ARTICOLO 34 Emendamento rubricato n. 115) presentato dai Consiglieri Vignale e Berutti: L'articolo 34 è soppresso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 115) intende sopprimere l'articolo 34 intanto perch come dicevamo, crediamo che vada posta maggiore attenzione rispetto a quella che, fino a questo momento, avevamo dato al collegato, che era stato pensato come uno strumento per migliorare alcune norme su cui era stato fatto anche un lungo approfondimento in sede di Commissione, per poi vedere che in realtà alcuni dei temi posti da differenti Gruppi consiliari sono stati, in diversi casi, presi in esame e, in altri casi, non presi in esame.
Quindi è inevitabile che quello che poteva o doveva essere un documento che non era in qualche modo divisivo, perché questa è una legge omnibus dentro la quale c'è ovviamente di tutto.
Invece, con alcune accentuazioni che la maggioranza ha inteso dare in particolar modo sul Piano casa, sull'articolo relativo agli ATC e ai CA crediamo che sia diventato un provvedimento normativo che non ha più i caratteri di valutazione per singolo articolo rispetto alle modalità con cui fino a oggi ci siamo comportati, nel senso che sugli articoli che abbiamo condiviso abbiamo votati a favore, quelli invece su cui avevamo delle perplessità abbiamo espresso il nostro voto contrario o di astensione o di semplice presenza.
Pertanto, diventando divisivo per scelte politiche legittime, ma che sono state fatte, inevitabilmente anche quell'opportunità di provare a discutere in tempi diciamo più brevi quello che è uno strumento utile non crediamo che, a questo punto, vada licenziato in fretta un brutto provvedimento normativo; anzi, se questo provvedimento normativo non venisse licenziato, certamente sarebbe meglio rispetto ad alcuni temi o, se alcune parti del provvedimento non fossero state modificate così come era uscito dalla Commissione, certamente il provvedimento sarebbe stato di carattere diverso.
Ripeto, è una scelta politica che la maggioranza ha inteso fare e quindi in questo, come in tutti gli altri articoli successivi, sarà nostra cura rallentare o, meglio, esaminare con estrema attenzione i singoli articoli e i singoli commi di ogni singolo articolo del collegato, per evitare che - appunto - un cattivo provvedimento possa essere immediatamente approvato.



PRESIDENTE

Collega Vignale, mi scusi se mi sono distratto: ha illustrato anche l'emendamento n. 117)?



VIGNALE Gian Luca

Neanche per sogno.



PRESIDENTE

D'accordo.
Emendamento rubricato n. 130) presentato dai Consiglieri Valetti, Andrissi Bono, Frediani, Mighetti: All'articolo 34, comma 1, dopo le parole "sono aggiunte le parole", la parola "prioritariamente" è sostituita da "con priorità".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
All'articolo 34, comma 1, quando parliamo di potenziamento del trasporto delle merci su rotaia, sostituiamo le parole "prioritariamente alla valorizzazione delle infrastrutture già esistenti" con "con priorità" perché la parola "prioritariamente" si prestava ad ambiguità e si poteva intendere anche nel senso opposto, mentre è ovvio che noi valorizziamo prima l'esistente piuttosto che intervenire su nuove infrastrutture ferroviarie per il trasporto merci.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Collega Vignale, vuole illustrare l'emendamento n. 117)?



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Devo illustrare l'emendamento n. 116).



PRESIDENTE

L'ha illustrato prima.



VIGNALE Gian Luca

Io ho illustrato il n. 115), che era l'abrogazione dell'articolo.



PRESIDENTE

Prima pensavo che li stesse illustrando tutti e due.
Emendamento rubricato n. 116) presentato dai Consiglieri Vignale e Berutti: Il comma 1 dell'articolo 34 è soppresso.
Allora illustri il n. 116); prego.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 116), sempre relativamente all'articolo 34, prevede di cassare il comma 1, e questo ovviamente non soltanto per ciò che il comma 1 dice.
Il comma 1 prevede che sulla norma per l'integrazione dei sistemi di trasporto e per lo sviluppo della logistica, dopo le parole "potenziamento del trasporto delle merci su rotaia", si individui una priorità relativamente alla valorizzazione delle infrastrutture esistenti. Allora è evidente che, parlando di sviluppo della logistica regionale, certamente il tema relativo al potenziamento delle infrastrutture già esistenti è un dato di cui tener conto, ma se noi pensiamo - come molti colleghi pensano, il nostro Gruppo di sicuro - che vadano fatti degli interventi di potenziamento anche del trasporto delle merci su rotaia rispetto allo sviluppo della logistica regionale, non possiamo solo pensare al potenziamento delle reti già esistenti, ma dobbiamo anche pensare, laddove è utile, alla realizzazione di nuove reti che possano servire il sistema della logistica regionale sul transito di merci su rotaia.
Di conseguenza, vi è un aspetto di non condivisione di ciò che riguarda il comma 1 proprio nel merito del comma stesso, che secondo noi limita quella che è la possibilità di intervento della Regione che, ancorché metta la parola "prioritaria", dà però un'indicazione che è evidentemente principale rispetto ad altre relativamente alle logiche di implementazione della rete regionale e, quindi, di implementazione del movimento di merci su rotaia.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti.
Sempre sull'emendamento n. 116)? Prego.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
La mia è solo una puntualizzazione o comunque un'attenzione all'abrogazione di questo comma.
In relazione a quello che diceva anche il collega Vignale l'inserimento della priorità rispetto alla valorizzazione delle infrastrutture già esistenti, secondo noi è, sia in un piano strategico che tra l'altro non esiste di base della logistica, e tra le altre cose sia che dia comunque una priorità a quello già esistente, senza evidenziare la necessità o l'opportunità di altri contesti logistici, obiettivamente ci lascia perplessi, anche alla luce del fatto che recentemente abbiamo assistito a posizioni che non vanno, diciamo così, verso la valorizzazione di siti esistenti a livello logistico su rotaia nell'area alessandrina.
Sembra, quindi, contraddittorio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Emendamento rubricato n. 117) presentato dai Consiglieri Vignale e Berutti: Il comma 2 dell'art. 34 è soppresso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il comma 2 dell'articolo 34 riprende, sostanzialmente, quanto indicato al comma 1, nel senso che, di nuovo, indica la priorità alle infrastrutture esistenti rispetto a quella che è l'integrazione dell'ottimizzazione e dell'uso delle infrastrutture per il trasporto merci e per il trasporto dei passeggeri. E se, per ciò che riguarda l'ottimizzazione delle infrastrutture per il trasporto dei passeggeri, possiamo condividere quest'aspetto, dando priorità, quindi, a quelle esistenti perché al limite oggi abbiamo la necessità di salvaguardare le linee ferroviarie già esistenti piuttosto che di realizzarne delle nuove (in virtù di quelle che sono le disponibilità di bilancio, ovviamente), come dicevamo precedentemente, per ciò che riguarda il trasporto merci, invece, crediamo che si possa e si debbano fare delle riflessioni differenti.
La nostra Regione, evidentemente, con gli investimenti sia sulla linea ad Alta Velocità Torino-Lione, sia sul Terzo Valico, avrà l'opportunità di diventare un importante centro nazionale ed europeo di logistica.
Allora è altrettanto evidente che se ciò avverrà, avrà anche la necessità, non magari data ma possibile, non soltanto di utilizzare le linee di trasporto merci già esistenti, ma anche di realizzarne nuove per mettere in collegamento i differenti interporti regionali o i differenti luoghi in cui si possono smistare le merci o dalle quali partono le merci.
Pertanto, crediamo che anche questo comma 2 - in particolar modo rispetto a questo punto, che noi crediamo sia limitativo, così come per il comma 1, che abbiamo precedentemente illustrato - debba essere soppresso in modo tale che non vi sia una limitazione rispetto ai possibili sviluppi della logistica piemontese su rotaia.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 115), sul quale l'Assessore Balocco, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 116), sul quale l'Assessore Balocco, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 130), sul quale l'Assessore Balocco, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 117), sul quale l'Assessore Balocco, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 34, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 34 bis Emendamento rubricato n. 12) presentato dai Consiglieri Frediani, Bertola Bono, Andrissi, Campo, Mighetti, Valetti e Batzella: Dopo l'articolo 34 del disegno di legge 143 è aggiunto il seguente: "Art. 34 bis Al comma 1 dell'art. 21 della legge regionale 19 dicembre 1978, n. 78, la parola 'annuale' è sostituita dalla parola 'triennale'".
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

E' soltanto una piccola modifica alla legge del 19 dicembre 1978, n.
78, che fa riferimento ai contributi per il sistema bibliotecario. Noi chiediamo di modificare la programmazione da annuale a triennale, per consentire una programmazione più a lungo termine e più a lungo respiro.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
E' evidente che non soltanto nell'ambito del sistema bibliotecario, ma anche rispetto ad altri piani, una programmazione non annuale ma triennale sarebbe auspicabile. È altrettanto evidente - l'abbiamo visto, per esempio sul Piano dell'istruzione, che, da triennale, si fece uno straordinario piano annuale di proroga - che i piani triennali sono utili quando sono seguiti da uno stanziamento sul bilancio triennale. Perché se no diventa assolutamente difficile prevedere (questo è un caso, ma ne potremmo fare molti altri) una programmazione triennale quando non vi è certezza di quelle che sono le disponibilità economiche per esempio nel settore bibliotecario, ma in molti altri settori.
Dunque, il fatto che la programmazione debba essere pluriennale è un aspetto positivo, ma a ciò si deve accompagnare una programmazione non soltanto normativa (o di atti amministrativi), ma anche di politiche di bilancio; altrimenti, la programmazione pluriennale rischia di essere vana.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.


Argomento:

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 126 "Azienda Sanitaria Locale di Vercelli (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente" Proclamo individuato il signor Cristiano Baucè quale componente con funzioni di Presidente in seno al Collegio sindacale dell'Azienda Sanitaria Locale di Vercelli, ai fini della successiva designazione da parte del Presidente della Giunta regionale.
Proposta di deliberazione n. 127 "Azienda Sanitaria Locale 'Cuneo 2' (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente" Proclamo individuato il signor Andrea Marengo quale componente con funzioni di Presidente in seno al Collegio sindacale dell'Azienda Sanitaria Locale "Cuneo 2", ai fini della successiva designazione da parte del Presidente della Giunta regionale.
Proposta di deliberazione n. 124 "Azienda Sanitaria Locale del Verbano Cusio-Ossola - (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale individuazione di 1 componente con funzione di Presidente" Proclamo individuato, quale componente con funzioni di Presidente del Collegio sindacale dell'Azienda Sanitaria Locale del Verbano-Cusio-Ossola il signor Greco Giuseppe.
Proclamo individuato il signor Giuseppe Grieco quale componente con funzioni di Presidente in seno al Collegio sindacale dell'Azienda Sanitaria Locale del Verbano-Cusio-Ossola, ai fini della successiva designazione da parte del Presidente della Giunta regionale.
Proposta di deliberazione n. 125 "Azienda Sanitaria Ospedaliera S. Croce e Carle di Cuneo - (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale individuazione di 1 componente con funzione di Presidente" Proclamo individuato il signor Lorenzo Durando quale componente con funzioni di Presidente in seno al Collegio Sindacale dell'Azienda Sanitaria Ospedaliera S. Croce e Carle di Cuneo.
Proposta di deliberazione n. 115 "Azienda Sanitaria Ospedaliera SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria - (articolo 1, comma 2, l.r.
15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente" Proclamo individuato il signor Lorenzo Dutto quale componente con funzioni di Presidente in seno al Collegio sindacale dell'Azienda Sanitaria Ospedaliera SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Mozione n. 568 presentata dai Consiglieri Bono, Accossato, Allemano Andrissi, Baricco, Batzella, Bertola, Campo, Ferrentino, Frediani, Gallo Giaccone, Grimaldi, Mighetti, Monaco, Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno e Valetti, inerente a "1° dicembre 2015: 'Giornata mondiale contro l'AIDS (sindrome da immunodeficenza acquisita) e lotta all'HIV'" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 506, avente ad oggetto "No Bolkestein, tuteliamo i mercati piemontesi", presentato dai Consiglieri Marrone, Gancia, Benvenuto, Pichetto Fratin e Vignale, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Chiederemmo la possibilità di inserire, discutere e votare (ma anche senza discussione) l'ordine del giorno in relazione alla Giornata mondiale di lotta all'AIDS e all'HIV, che cade proprio oggi 1° dicembre. Pertanto, è stato presentato un ordine del giorno dal nostro Gruppo.



PRESIDENTE

Consigliere Bono, se l'Aula acconsente, possiamo metterlo direttamente in votazione?



BONO Davide

Sì.



PRESIDENTE

L'Aula acconsente?



BONO Davide

C'era la volontà di fare una brevissima illustrazione.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Ordine del giorno n. 566 "Concretizzare subito gli impegni presi per la tutela del clima e della qualità dell'aria", presentato dai Consiglieri Grimaldi, Accossato, Allemano, Appiano, Barazzotto, Baricco, Boeti Chiapello, Conticelli, Corgnati, Gallo, Giaccone, Ottria, Ravetti, Rossi Valle


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

E' successa la stessa cosa stamattina su un altro tema molto odierno si è appena chiusa la Conferenza di Parigi e i temi della qualità dell'aria sono importanti. Abbiamo chiesto di introdurre anche quello ed è stato accolto. Nel nostro caso possiamo anche non discuterlo, se si va direttamente al voto.



PRESIDENTE

Quello del collega Bono ha la firma trasversale, quasi all'unanimità.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Se è d'accordo, Presidente, e se sono d'accordo i Gruppi, preferiremmo iniziare con la presentazione del documento per poi intervenire su questo importante testo.



PRESIDENTE

Nella Conferenza dei Capigruppo si era preso l'accordo di discutere l'atto di indirizzo relativo alla Bolkestein e gli altri collegati, quindi non c'era spazio su nulla.
Il Consigliere Bono ha chiesto, senza togliere spazio all'accordo raggiunto nella Capigruppo, di poter illustrare per pochi secondi e successivamente passare alla votazione. Visto che è stato firmato con consenso unanime, se l'Aula acconsente lo metterei in votazione e procederei allo stesso modo per l'atto di indirizzo del Consigliere Grimaldi.
Colleghi, siete tutti d'accordo? Non è d'accordo il Consigliere Vignale.


Argomento: Commercio ambulante

Esame mozione n. 506 presentata dai Consiglieri Marrone, Gancia, Benvenuto Pichetto Fratin e Vignale, inerente a "No Bolkestein, tuteliamo i mercati piemontesi"; ordine del giorno n. 61 presentato dai Consiglieri Bertola Batzella, Bono, Campo e Frediani, inerente a "Escludere il commercio ambulante dalla Direttiva Bolkestein"; ordine del giorno n. 431 presentato dai Consiglieri Gariglio, Accossato, Appiano, Caputo, Conticelli Ferrentino, Ravetti e Valle, inerente a "Direttiva Bolkestein: occorre modificare il decreto legislativo di recepimento per escludere il commercio su area pubblica dall'applicazione delle procedure di selezione tra diversi candidati"


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto la mozione n. 506, avente ad oggetto "No Bolkestein, tuteliamo i mercati piemontesi", presentato dai Consiglieri Marrone, Gancia, Benvenuto, Pichetto Fratin e Vignale, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Visto che manca meno di mezz'ora, cerco di entrare direttamente nel vivo. Il Regolamento introdotto dall'Assessore De Santis in Giunta regionale.



PRESIDENTE

Consigliere Marrone, le chiedo una breve sospensione. Le faccio recuperare il tempo.
Prego, Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Stavo dicendo che la materia della Bolkestein è stata a lungo dibattuta nella legislatura che ci ha preceduto. La Regione Piemonte è stata tra le prime ad intervenire, comprendendo qual era il rischio che correvano i mercati rionali dei nostri territori, ma in realtà di tutta l'Italia, dalla folle scelta di inserire anche il commercio su area pubblica tra i servizi oggetti della Direttiva Bolkestein di liberalizzazione e messa a gara dei servizi in situazione di scarsità delle risorse.
Il tema è tornato di attualità quando la Giunta Chiamparino, su proposta dell'Assessore De Santis, ha cambiato il regolamento, senza anticipare rispetto ai due anni ancora di proroga che prevede fino al 2017 la proroga dell'attuale disciplina, però introducendo chiaramente alcune indicazioni che la Conferenza Stato-Regioni aveva dato sull'introduzione della Bolkestein in Italia.
Nonostante ci sia stata polemica su questo, vorrei ricordare che è esattamente così nella misura in cui in questo regolamento si vanno ad introdurre anche dei requisiti e dei punteggi, che vengono riconosciuti, in particolare, a chi sia titolare dell'autorizzazione di posto scaduta.
Quindi, è ovvio che non si applicano solo, come in questi due anni, ai posti che rimangono senza assegnatario dopo la scadenza, bensì in futuro dopo il 2017, alle gare che verranno messe a bando su tutti i posteggi.
Questo però, di sicuro, ha consentito di riprendere in mano il tema per cercare di restituire la parola alla politica su un tema che è stato evidentemente preso sotto gamba negli anni scorsi.
Come centrodestra, avevamo presentato un ordine del giorno che andava a chiedere alla Giunta di riportare delle modifiche a tutela degli ambulanti e soprattutto contro le storture di quella che rischia di essere una porta aperta alla speculazione della grande distribuzione delle multinazionali nei confronti di un tessuto, quello del commercio su area pubblica, che sappiamo essere costituito da piccole partite IVA, da imprese familiari che rischierebbero di essere messe sul lastrico dalla speculazione, rispetto ad una insostenibile concorrenza sleale da parte di soggetti di sicuro più forti e più potenti a livello di capitale e di influenza.
Di sicuro, noi chiedevamo di recepire le proposte degli ambulanti sulle modifiche dell'intesa Stato-Regioni perché partivamo dall'assunto che il centrosinistra fosse d'accordo con l'applicazione della Direttiva Bolkestein rispetto al commercio ambulante. Con la presentazione, da parte del Partito Democratico, di un altro ordine del giorno collegato, abbiamo scoperto, con sorpresa, che in realtà il Partito Democratico piemontese evidentemente, la pensa diversamente.
Spiego anche perché con sorpresa. Meno di un mese fa, alla Camera, si è svolto un dibattito proprio su questi termini in cui il Sottosegretario Vicari ha sostanzialmente rigettato una risoluzione che le opposizioni avevano portato chiedendo proprio lo stralcio del commercio ambulante dall'applicazione del decreto legislativo n. 59 del 2010 che applica la Bolkestein in Italia. Il Sottosegretario aveva respinto questa richiesta tanto che il Gruppo del Partito Democratico, essendo di maggioranza, si era omologato a quest'indicazione.
Noi, con piacevole sorpresa, scopriamo che qui c'è un indirizzo diverso, ritenendo che sia una materia di fondamentale importanza ed interesse per il mondo commerciale e quindi anche produttivo, per il tessuto sociale, per la natura e la tradizione del commercio ambulante nella nostra città, il capoluogo di Torino, ma anche nei Comuni più piccoli.
Non vogliamo farne una questione di bandiera. Se ci rendiamo conto che esiste un fronte trasversale a sorpresa, almeno a livello piemontese, com'è già avvenuto, per esempio, sul trasporto pubblico non di linea, tra maggioranza e opposizione, riteniamo che si possa convergere. Tuttavia pretendiamo anche chiarezza e concretezza. Contestiamo, se proprio dobbiamo, all'ordine del giorno presentato dal Partito Democratico il fatto di limitarsi a suggerire al Parlamento di modificare il decreto legislativo n. 59 del 2010, quello che introduce la Direttiva Bolkestein stralciando il commercio ambulante dall'applicazione, andandolo quindi ad inserire tra i servizi esclusi.
Vorrei ricordare che non siamo in un'aula di Consiglio comunale, ma siamo un'assemblea regionale a cui, evidentemente, la Costituzione, in particolare l'articolo 121, conferisce la facoltà di iniziativa legislativa.
Noi, come Consiglio regionale del Piemonte, possiamo proporre al Parlamento un testo di legge e lo possiamo fare con la solidità di un'istituzione, senza bandierine di fazione. Guardate, l'intervento, e anche l'urgenza - è vero che mancano ancora due anni al 2017, ma sappiamo della lentezza con cui il Parlamento si muove - è quella di cercare di essere, anche su questo tema, avanguardia. Proporre al Parlamento di intervenire su un tema su cui, purtroppo, in Commissione la maggioranza ha già preso una posizione, è diverso rispetto a prendere questa posizione che, a livello regionale, sembra essere condivisa e portarla, a nome di tutta la Regione Piemonte, in Parlamento.
Per questo noi manifestiamo la disponibilità, per esempio, a votare prima anche l'atto di indirizzo presentato dal Partito Democratico. Credo che su questo ci possa essere convergenza perché c'è un'unanimità sull'indirizzo, ma con un impegno politico che è quello poi a prevedere una fase legislativa su una proposta di legge che noi, Fratelli d'Italia insieme a Forza Italia e Lega Nord, abbiamo preparato, e che si limita semplicemente a calare in un atto di una proposta legislativa, esattamente quello che voi avete detto nell'atto di indirizzo.
Per chiarezza, vado a leggere brevemente, tanto sono poche righe.
Vorrei ricordare, lo potete confermare anche voi, che la vostra impegnativa dice questo: "Attivarsi presso il Parlamento per la modifica del decreto legislativo 26 marzo 2010 n. 59 prevedendo di non applicare i principi di quell'articolo 12 della Direttiva 2006-123 (Bolkestein) alla disciplina del commercio su aree pubbliche".
Vorrei informarvi pubblicamente, nell'ambito di questo dibattito che come centrodestra, abbiamo preparato, e saremmo felici di poterla condividere, una proposta di legge regionale al Parlamento, come la Costituzione ci consente, che apporta queste modifiche che sono veramente brevi. Si tratta di modificare l'articolo 7 del decreto legislativo n. 59 del 2010, che menziona i servizi esclusi dall'applicazione della Direttiva Bolkestein aggiungendo la lettera g), che menziona anche le attività di commercio al dettaglio sulle aree pubbliche e, per coerenza, una modifica dell'articolo 70 del decreto legislativo che prevede di cassare l'articolo 70 che, infatti, contiene la disciplina dell'applicazione della Bolkestein con le gare pubbliche e quant'altro, al commercio e al dettaglio sulle aree pubbliche.
Con una proposta di legge regionale al Parlamento di soli due articoli si fa esattamente quello che voi suggerite con un atto di indirizzo andando a trasformare quello che è un indirizzo alla Giunta, che sappiamo essere poi una missiva del Presidente della Regione qualora venga approvato al Parlamento, che sappiamo che può essere recepita oppure no e, magari non ha il peso di priorità politica che, invece, meriterebbe, e trasformarla in un atto di proposta legislativa della Regione Piemonte al Parlamento, andando ad uniformare posizioni che sono comuni a tutti e tre i poli.
Chiaramente ci tengo a ricordare con orgoglio - lo faranno anche i Consiglieri del centrodestra - che questa era la posizione originaria di tutto il centrodestra, a prescindere dalle varie anime, ma c'è la volontà di non sacrificare, per logiche di bandiera e di fazione, le prerogative non solo di una categoria, ma di tutto un tessuto e anche di una tradizione che riguardano il commercio ambulante su area pubblica, che sappiamo costituire l'anima dei mercati rionali delle nostre città con anche un rapporto di fiducia tra operatori e clientela, con una garanzia rispetto alla qualità del prodotto, anche con un tessuto economicamente più fresco e più libero in quanto costituito da piccole partite IVA in concorrenza tra di loro.
Credo - sicuramente è preferibile, al netto delle ideologie per semplice buon senso rispetto al rischio - che su intere aree mercatali all'aperto possono magari allungare tentacoli soggetti che rischiano di trasformare questo patrimonio che ho appena descritto in una sorta di centri commerciali o ipermercati all'aperto; peraltro, con l'impoverimento e anche la scarsa tutela per i lavoratori, che da piccoli imprenditori finirebbero per diventare, inevitabilmente, salariati.
Sappiamo che la protesta dei lavoratori, spesso, nei grandi centri commerciali sta arrivando, addirittura, a richieste che un tempo avremmo definito banalmente di diritto acquisito, come il poter fare la domenica di riposo. Credo che questa sia un'istanza condivisibile, perché è un'istanza di territorio, è un'istanza di difesa e anche di giustizia sociale.
Tuttavia, sono dell'idea che dobbiate cercare di venire incontro alle opposizioni.
Qui nessuno si offende per il fatto che abbiate collegato un atto di indirizzo a quello che, originariamente, abbiamo introdotto noi, c'è la disponibilità a sostenerlo, ma chiediamo anche che sia una disponibilità concreta, seria e politicamente credibile. Questa credibilità politica e questa concretezza deve avere, come seguito, la disponibilità ad intavolare con noi un percorso legislativo che, a fronte di una condivisione nel merito - ed è talmente semplice che è difficile trovare dei distinguo potrebbe addirittura passare con la procedura della Commissione legislativa nell'arco di un paio di riunioni di Commissione. Penso sia dovuto un passaggio al CAL. Nell'arco di un mese, potremmo essere in grado addirittura, entro quest'anno o, al più tardi, all'inizio del prossimo, di consegnare nelle mani del Parlamento, creando quindi un buon esempio di avanguardia tra tutte le Regioni italiane, una proposta trasversalmente condivisa di stralcio del commercio su area pubblica della Direttiva Bolkestein.
Possiamo essere tutti d'accordo che la messa a bando per creare condizioni di trasparenza e concorrenza vanno benissimo su servizi di oggettivo monopolio come, per esempio, il trasporto pubblico, le forniture dei grandi servizi, le grandi utenze e la telefonia. Va bene tutto, ma chiaramente non c'entra assolutamente niente con servizi di questa proporzione, invece, il commercio in area pubblica. Credo che non si possa paragonare il grande cartello di fornitura di macroservizi all'impresa famigliare del banco di frutta al mercato rionale.
Credo che questo sia un atto dovuto e di serietà politica, anche per rimediare a quella che spesso è la scarsa lungimiranza di chi, con leggerezza, prende delle decisioni sapendo che tanto gli effetti si verificheranno solo dopo tanti anni. Noi possiamo precedere questo rischio e questo problema due anni prima evitando una bomba sociale.
Sappiamo benissimo che le categorie interessate si infervorano e alzano una legittima protesta solo quando ormai è troppo tardi, quando arrivano gli effetti di un'azione legislativa e di un'azione politica che, ormai, è consumata e irreversibile.
Noi abbiamo la possibilità di tutelare la qualità dei nostri mercati e di tutelare tante famiglie e tanti lavoratori, ma, soprattutto, di tutelare la credibilità della nostra Istituzione dando un buon esempio anche a Roma.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 61, avente ad oggetto "Escludere il commercio ambulante dalla Direttiva Bolkestein", presentato dai Consiglieri Bertola, Batzella, Bono, Campo e Frediani.
L'atto di indirizzo è già stato illustrato, è un proseguimento.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Non è stato illustrato e non è un proseguimento, è a firma mia e di altri Consiglieri; grazie, Presidente.
Siamo nell'ambito della cosiddetta Direttiva servizi, che, ormai, nel nostro Paese è diventata la famigerata Direttiva Bolkestein.
Ritengo che la situazione sia stata già ampiamente descritta da chi mi ha preceduto. Di fatto, l'Italia è l'unico Paese, insieme alla Spagna, che ha inserito il commercio ambulante all'interno della Direttiva Bolkestein.
Questo significa che, in realtà, non c'era alcun obbligo in tal senso altrimenti si sarebbero adeguati tutti gli altri Stati membri dell'Unione Europea, oppure vorrebbe dire che in questo momento tutta una serie di Stati membri si avvierebbe verso una sanzione.
L'errore è stato compiuto nel recepimento a livello nazionale di questa Direttiva, attraverso il decreto legislativo n. 59/2010, che, tra le altre cose, oltre a commettere questo - si può dire - danno, ha altresì privato le Regioni di gran parte della possibilità di programmazione sulle attività del commercio.
Il decreto legislativo n. 59/2010 ha rinviato la regolamentazione di questa disciplina all'intesa Stato-Regioni, che poi ha confermato la fattispecie mercatale all'interno della direttiva.
Occorre anche dire che, prima, a livello nazionale, si è un po' compiuto il danno inserendo gli ambulanti all'interno della Bolkestein poi, probabilmente, se n'è commesso un altro, perché, essendosi accorti dell'errore, si è detto: "Va bene, ormai, siete dentro la Direttiva Bolkestein, però noi troviamo a livello nazionale (a livello d'intesa Stato Regioni) un meccanismo premiale attraverso il quale" - detto molto fra virgolette - "'garantiamo' l'assegnazione a chi già ha la concessione almeno per il primo rinnovo".
A mio avviso, questo potrebbe far incorrere in una sanzione, perché, se è applicata, la Bolkestein è restrittiva e non permette quel tipo di facilitazione, quel tipo di, tra virgolette, "favore" nell'assegnazione dei posti a chi già ce l'ha; quindi, comunque, si è creato un ulteriore danno.
Oltre a veder disperdere un grande capitale di piccole aziende familiari o individuali dopo il primo rinnovo - in quanto, comunque, sono per 12 anni, a partire dal 2017, quindi, dopo, andrà disperdendosi questo patrimonio - c'è anche il rischio abbastanza concreto che all'interno del commercio ambulante entrino le grandi multinazionali della grande distribuzione organizzata e le varie coop di tutti i colori, con un netto sfavore nei confronti delle migliaia di piccole imprese che, già per altri versi, vivono momenti non facili.
Come si può facilmente evincere dal numero di protocollo (n. 61) questa mozione è piuttosto datata, avendola presentata più di un anno fa ma sono contento che sia stata posta in discussione. Qui chiedo un attimo di attenzione: emendo il testo cancellando praticamente il primo impegno andrò poi a fare la modifica - perché, nel frattempo, quest'anno è risultato più che evidente il problema: non quello che l'Italia dovesse andare in sede di Unione Europea a dire di non farci mettere gli ambulanti nella Bolkestein, perché la modifica si può fare a livello nazionale.
Quindi, quel punto lo tolgo, ma rimane la seconda parte dell'impegno che recita "O togliamo gli ambulanti dalla Bolkestein oppure decidiamo, con una modifica al decreto legislativo n. 59/2010, che l'attività di commercio al dettaglio su aree pubbliche sia riservata esclusivamente alle imprese individuali e alle società di persone", per togliere la possibilità che in questo settore del commercio entrino i soggetti della grande distribuzione organizzata.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La invito al banco della Presidenza per la modifica.
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 431, avente ad oggetto "Direttiva Bolkestein: occorre modificare il decreto legislativo di recepimento per escludere il commercio su area pubblica dall'applicazione delle procedure di selezione tra diversi candidati", presentato dai Consiglieri Gariglio, Accossato, Appiano, Caputo, Conticelli, Ferrentino Ravetti, e Valle.
La parola al Consigliere Gallo per l'illustrazione.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Svolgerò un intervento breve per permettere di porre in votazione gli ordini del giorno e concludere l'analisi di questo tema.
Noi abbiamo modificato l'ordine del giorno depositato qualche mese fa anche a seguito dell'approvazione del percorso compiuto in III Commissione in merito al Regolamento attuativo della Direttiva Bolkestein, però abbiamo mantenuto quest'ordine del giorno modificando e introducendo il percorso che la Commissione ha voluto fare in questo mese. Abbiamo mantenuto l'impegno perché il tema della Bolkestein è annoso, è un tema conosciuto, è un tema su cui tutti i Gruppi e tutte le forze politiche si sono più volte espresse; è una difficoltà che il Partito Democratico riconosce in merito al settore di cui stiamo parlando. E' un tema che parte dal 2006 con la Direttiva Bolkestein emanata dal Parlamento europeo e recepita nel 2010 dall'allora Governo Berlusconi, se non incorro in errori di memoria; poi si è giunti faticosamente a un accordo Stato-Regioni del 2012, che di fatto ha stabilito le linee guida e i criteri di attuazione dei regolamenti e l'attuazione concreta di questa direttiva.
Come noi sappiamo, e lo sappiamo tutti, le Direttive europee recepite all'interno della legislazione nazionale sono molte volte, come dire abbastanza inquadrate nell'ambito delle norme europee.
Cosa mancava all'interno della Regione Piemonte? Nel corso degli anni non è mai stato emanato il regolamento attuativo per dare seguito e rendere operative le norme che l'Unione Europea e il Parlamento hanno stilato e hanno definito con la Conferenza Stato-Regioni.
Non applicando e non emanando questo regolamento, nel corso degli anni, i nostri mercati si sono via via svuotati quando alcuni operatori si sono ritirati o hanno avuto difficoltà e i Comuni che gestivano questi mercati non avevano lo strumento per poter riorganizzare e riassegnare i posti vacanti, per cercare di assegnare una politica ai singoli mercati sui nostri territori.
Noi, come già nella discussione che abbiamo fatto qualche mese sul VARA, riconosciamo l'importanza sociale e turistica dei mercati sui nostri territori e nelle nostre città. E' chiaro che in assenza da parte dell'Amministrazione degli strumenti per valorizzare questi mercati, quindi per poter disegnare le peculiarità dei singoli mercati, noi non stiamo facendo un favore ai singoli ambulanti ma ci stiamo opponendo.
Per tutti questi motivi, la III Commissione ha affrontato il tema del regolamento, l'ha approvato e la Giunta regionale l'ha reso operativo nelle scorse settimane.
Nonostante tutto questo, noi manteniamo l'impegno nel chiedere al Governo delle norme e a verificare la possibilità di modificare il decreto legislativo del 2010 che recepisce la normativa europea. Abbiamo modificato anche l'impegno - lo trovate caricato sulla rete Intranet - inserendo le parole "ad attivarsi presso il Parlamento per verificare la possibilità di modificare il decreto legislativo n. 59/2010, prevedendo di non applicare i principi di cui all'articolo 12 della direttiva 2006 e la disciplina del commercio su aree pubbliche compatibilmente con la normativa europea".
Anche qui si deve capire nel dettaglio quali spazi di manovra e di possibilità hanno il Parlamento e il Governo per andare in questa direzione.
Crediamo che il tempo che manca da qui al 2017 all'effettiva applicazione della Direttiva Bolkestein sia un tempo sufficiente per fare tutti gli approfondimenti, gli atti e le verifiche necessarie per la modifica, pertanto manteniamo l'ordine del giorno e, naturalmente, voteremo a favore.
Se posso, Presidente, in merito agli altri due documenti, dichiaro che voteremo contro l'atto di indirizzo presentato dal collega Marrone, perch riteniamo che, stante la situazione attuale, l'accordo Stato-Regioni sia un accordo da non toccare. E' stato trovato un equilibrio importante e delicato al quale hanno lavorato tutte le Regioni, lo Stato e tutte le associazioni datoriali. In questo accordo sono state recepite molto cose che le associazioni di categoria segnalavano, stante la normativa nazionale vigente.
Ci asterremo, invece, sull'ordine del giorno presentato dal Movimento 5 Stelle.
Grazie.



PRESIDENTE

Il proponente, Consigliere Marrone, chiede di sospendere l'esame della mozione n. 506, per una nuova trattazione, quindi non la mettiamo in votazione.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 61, come modificato il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 431, come modificato il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.04)



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