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Dettaglio seduta n.109 del 24/11/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 14.41 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura - Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 799 presentata dal Consigliere Campo, inerente a "Evasione Casa di Cura San Michele di Bra"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
799, presentata dal Consigliere Campo, che ha la parola per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Sul discorso delle REMS avevamo già presentato un'interrogazione qualche mese fa. Ci dispiace dover ritornare sull'argomento, ma è avvenuto un fatto che ha dimostrato un approccio un po' superficiale al problema.
Presso la clinica di San Michele di Bra, individuata come "soluzione" temporanea alla realizzazione delle REMS (Residenze per gli ammalati psichiatrici giudiziari che arrivano dalla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari), non più tardi di 15 giorni fa (il 5 o 6 novembre), uno dei ricoverati è evaso dalla struttura, in un momento in cui nel modulo REMS, che era previsto per 18 ospiti, erano già presenti una decina.
Questo è avvenuto nonostante a settembre, in particolare il Comune di Bra, avesse chiesto rassicurazioni ed approfondimenti sia alla Regione sia all'autorità di pubblica sicurezza - culminata in un incontro ad inizio ottobre in Conferenza dei Capigruppo, quindi sia con il responsabile in Regione che con personaggi della Prefettura, se non ricordo male - circa i protocolli di sicurezza e le necessità. All'epoca, si era persino ventilata la possibilità di mettere delle guardie armate all'interno della struttura cosa che, a prescindere dalle competenze in merito, personalmente mi rende più preoccupato che rassicurato. Comunque, questo non è mai avvenuto.
Quello che, di fatto, invece è successo è che le misure di sicurezza della struttura si sono rivelate palesemente inadeguate già subito all'inizio. Uno degli ospiti, dotato di notevole agilità e in forza della sua giovane età, con due salti è riuscito a scavalcare le griglie metalliche che chiudevano il cortile in cui si poteva prendere un po' d'aria. Quella persona non è stata prontamente riacciuffata e quest'episodio ha evidenziato evidenti falle nei protocolli di sicurezza.
Quello che ci chiediamo è, in particolare, dove siano le responsabilità, in quanto la struttura era stata visitata sia dai Consiglieri comunali che dal sottoscritto e, a mia impressione, il personale, così come i titolari della struttura, mi erano sembrati assolutamente disponibili. Anzi, quest'estate sollecitavano la definizione chiara delle misure necessarie. Quello che ci chiediamo è se, visto che è previsto dal protocollo di intesa, s'intenda impugnare questa situazione e chiedere la sospensione, per lo meno temporanea, delle attività di ospitalità della clinica San Michele di Bra, fino ad una più chiara e sperabilmente migliore definizione dei protocolli di sicurezza e delle misure di contenimento delle persone.
Ci risulta che fosse in valutazione, addirittura, la possibilità di attivare due moduli REMS presso la struttura per ospitare la totalità di 31 malati psichiatrici giudiziari, tutti all'interno di questa struttura.



PRESIDENTE

Consigliere Campo, le chiedo una cortesia.
Poiché anche il Consigliere Graglia ha presentato un'interrogazione simile, aspetterei il rientro del Consigliere così l'Assessore darà una risposta ad entrambi. Altrimenti deve ripetersi due volte nella risposta.
Accetta la mia proposta? Grazie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 793 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Rischio chiusura De Fonseca a Leinì"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 793, presentata dal Consigliere Grimaldi, che ha la parola per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come avete senz'altro letto in questi giorni, lo stabilimento della De Fonseca a Leinì è in stato di agitazione. I dipendenti hanno effettuato mobilitazioni per tre giorni per evitare l'ennesima fuga di un marchio storico che, tra l'altro, prima era a Torino, ma adesso è a Leinì da diversi anni. Di fatto, si tratta del licenziamento di 80 dipendenti che svolgono le loro attività nel sito di Leinì.
Si dirà, così evitiamo l'interlocuzione successiva, che parte di essi potranno essere riassorbiti nello stabilimento di Bologna, ma la chiusura di uno stabilimento rappresenta sempre una chiusura. Tra l'altro, si tratta di un'azienda tutto sommato sana e che gli imprenditori in queste ore abbiano stigmatizzato, e ogni tanto ridicolizzato, questo tipo di mobilitazione che, ovviamente, per tre giorni ha bloccato tutti i lavori in quello stabilimento, fa dedurre che non ci siano grandi disponibilità. Ed è proprio in questi casi che la politica deve alzare la testa e deve provare a capire quanto il Gruppo possa ancora tornare sui proprio passi.
Ragion per cui chiediamo all'Assessore cosa si è messo in campo per far sì che la tutela delle competenze professionali dell'occupazione sia al centro di una trattativa che rivede i piani industriali del gruppo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Credo sia utile ripercorrere un pezzo di storia dell'ultimo anno, in merito alle vicende che hanno caratterizzato l'azienda De Fonseca S.p.A.
che - come sappiamo - opera nel settore calzaturiero ed ha un mercato sia nazionale che internazionale.
Il 30 settembre 2014 l'azienda aveva attivato una procedura di licenziamento collettivo per 21 lavoratori, che si è conclusa il 9 dicembre 2014 con un accordo per 15 lavoratori.
Questa intesa fra l'azienda e le organizzazioni sindacali avrebbe dovuto risolvere in modo definitivo l'eccesso di capacità produttiva manifestata dall'azienda, garantendo una stabilità della situazione economica dello stabilimento stesso.
Invece, in seguito alla cessione del marchio a due fondi di investimento, "Consilium" - che possiede la maggioranza del pacchetto azionario - e "Star Capital", nonché dopo la nomina a nuovo amministratore delegato del dottor Paolo Gigante è stata ventilata (per il momento sui giornali e nei corridoi dell'azienda) la chiusura dello stabilimento di Leinì e il trasferimento delle produzioni a Casalecchio Di Reno, in provincia di Bologna.
I lavoratori dello stabilimento di Leinì hanno scioperato nei giorni scorsi e la loro mobilitazione ha avuto vasta eco sulla stampa locale. Il semplice trasferimento dell'azienda in una sede lontana come quella di Casalecchio Di Reno costringerebbe molti lavoratori a lasciare il posto di lavoro.
Per quanto al momento non sia stata attivata alcuna procedura né per la cassa integrazione guadagni né per un eventuale licenziamento collettivo come Assessore ho attivato immediatamente un contatto con l'amministratore delegato, con le rappresentanze sindacali e l'Amministrazione comunale.
Stiamo cercando di calendarizzare un incontro con l'amministratore delegato. Auspico di poterlo attivare nel più breve tempo possibile.
Ovviamente, non lasceremo nulla di intentato nel cercare di convincere l'azienda a non spostare la propria attività dalla nostra regione, cercando una soluzione all'interno del territorio di Leinì. Auspichiamo, quindi, un risultato positivo dell'attività, anche se - come ho detto - al momento abbiamo solo comunicazioni attraverso i giornali e nessuna ufficializzazione.
Ciò nonostante, è bene attivarsi, perché quando si prospettano queste situazioni, purtroppo hanno un fondamento reale e veritiero.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Montagna - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 798 presentata dalla Consigliera Batzella, inerente a "Deroga per i Punti Nascita in zone montane, come da decreto ministeriale"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 798 presentata dalla Consigliera Batzella, che ha la parola per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione ha come oggetto la deroga per i Punti Nascita in aree montane, come da decreto ministeriale. Come sappiamo, in data 11 novembre, il Ministro Lorenzin ha firmato il decreto con il quale apre alla possibilità di sperimentazione in aree montane di Punti Nascita con un numero di parti annui inferiore ai 500, a condizione che vengano mantenuti gli standard di qualità e sicurezza previsti dalla normativa.
Nel decreto si affida al Comitato Percorso Nascita Nazionale, composto da diversi tecnici esperti nel settore, il compito di esprimere un parere sulle richieste di deroga avanzate dalle Regioni e dalle Province di Trento e Bolzano. Lo standard qualitativo di sicurezza nei Punti Nascita è definito dalla proporzione di parti con taglio cesareo e il numero totale dei parti, che deve essere inferiore al 15%.
Inoltre, il lavoro svolto dal Ministero della Salute in collaborazione con l'AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) ha introdotto il Programma Nazionale Esiti, per la valutazione degli interventi sanitari.
Dai dati del Programma Nazionale Esiti, riferendoci al 2013, la proporzione dei parti con taglio cesareo presso l'ospedale civile di Susa è pari al 14,6%, quindi al di sotto della soglia di sicurezza, definita al 15%. Pertanto, interrogo il Presidente della Giunta e l'Assessore per sapere se intendano chiedere una deroga al Comitato Percorso Nascita Nazionale, in seguito al decreto ministeriale dell'11 novembre, del Ministro Lorenzin, per il Punto Nascita di Susa.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il citato decreto del Ministro Lorenzin dell'11 novembre integra la composizione del Comitato Percorso Nascita Nazionale e si riferisce alla Conferenza Stato-Regioni del 2010, che rimanda agli standard operativi dell'allegato 1B, "Personale e dotazioni tecnologiche".
In relazione alla domanda specifica (se intendiamo procedere alla richiesta di deroga), per evitare equivoci e soprattutto aspettative ritengo utile ricordare che il decreto del Ministero della Salute non è un decreto del Governo e che un decreto che ha quelle caratteristiche non cambia certamente gli standard previsti dalla legge Balduzzi o dal Patto per la Salute. Sono le questioni che abbiamo già dibattuto.
La questione della sicurezza era stata oggetto di un'attenta valutazione anche in occasione della costruzione del regolamento legato al Patto per la Salute, e si estrinseca nel fatto che la sicurezza, così come è stata intesa dal Ministero ed anche dalla normativa in vigore, comporta esclusivamente che i Punti Nascita devono essere collocati laddove c'è un DEA di primo livello.
Questo, dal punto di vista normativo. Pertanto, suppongo che soltanto i Punti Nascita che sono DEA di primo livello, qualora avessero una soglia inferiore rispetto a quella prevista dalla normativa, potranno chiedere una deroga, che - poi - dovrà essere valutata.
La situazione specifica, riferita dalla collega Batzella, è completamente diversa, poiché non parliamo di un DEA di primo livello.
Faccio anche notare che il decreto, il cambiamento della composizione e l'indicazione della deroga derivano da un'esigenza specifica, posta dalle Province di Trento e Bolzano laddove dei DEA di primo livello hanno Punti Nascite con interventi inferiori a quelli previsti, quindi riguardano in modo specifico i DEA di primo livello.
Noi non intendiamo assolutamente accedere, perché non si tratta di accedere, ma non vogliamo neppure prendere in giro il Ministero della Salute, che sicuramente potrebbe dirci: "Le leggi le conoscete oppure no?".
E' evidente che la sicurezza vuol dire questo: DEA di primo livello.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Pari opportunità

Interrogazione a risposta immediata n. 794 presentata dalla Consigliera Accossato, inerente a "Applicazione delle norme sulla rappresentanza di genere nelle Giunte dei Comuni oltre i 3.000 abitanti"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 794, presentata dalla Consigliera Accossato, che ha la parola per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Il tema della rappresentanza di genere nelle Giunte e negli organismi elettivi è un tema che ha una lunga storia e anche riferimenti normativi già abbastanza datati nel tempo; in particolare, ricordiamo anche il pronunciamento dell'articolo 51 della Costituzione. Però, la legge Delrio ha segnato uno spartiacque, un punto di passaggio importante, perché ha definito, in termini prescrittivi, la rappresentanza di entrambi i generi nelle Giunte e definendo anche un limite percentuale, che è quello del 40%.
Questo Consiglio regionale si è occupato qualche mese, credo a luglio di questo tema, approvando una mozione in cui abbiamo chiesto alla Giunta e all'Assessora Cerutti di monitorare la situazione nei numerosissimi 1.206 Comuni piemontesi.
Mi sembra opportuno, a questo punto, interrogare l'Assessora per capire se questo monitoraggio è stato avviato e quali primi riscontri ha già ottenuto, anche perché, come indico nell'interrogazione, vengono segnalati casi di Giunte che non sembrano essere rispettose dell'indicazione normativa; per esempio, nell'interrogazione cito il caso del Comune di Orbassano, un Comune grande di oltre 20.000 abitanti con la presenza di una sola donna nell'esecutivo. Probabilmente ce ne sono anche altri e forse anche casi in cui non c'è nessuna presenza femminile, perché ad oggi ci sembra che la disparità di rappresentanza sia a sfavore del genere femminile. Poi probabilmente ci possono anche essere casi diversi, e anche in quel caso, ovviamente, chiederemo all'Assessora di intervenire.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Accossato.
La parola all'Assessora Cerutti per la risposta.



CERUTTI Monica, Assessora alle pari opportunità

Grazie, Presidente.
Devo dire che da inizio mandato ad oggi abbiamo ricevuto più segnalazioni da parte di cittadini e cittadine della Regione Piemonte che denunciano la non applicazione del principio di parità di genere nei Consigli e Giunte dei loro Comuni.
A marzo 2015, abbiamo già, a fronte di queste segnalazioni, scritto al Presidente dell'ANCI nell'ottica dell'avvio di un monitoraggio comune dell'applicazione del principio della parità di genere, in particolare nelle Giunte degli Enti locali piemontesi.
A giugno di quest'anno, abbiamo scritto, quindi ancor prima dell'approvazione dell'atto di indirizzo da parte del Consiglio regionale a tutti i Comuni del Piemonte, rivolgendoci anche a quelli di popolazione inferiore ai 3.000 abitanti, per i quali si applicano le disposizioni di cui la legge 23 novembre 2012 n. 215, che prevedono interventi volti a garantire la parità di genere negli organi collegiali con particolare attenzione alle Commissioni pari opportunità e Piani di Azioni Positive adeguando Statuti e Regolamenti.
Il caso menzionato, quello a cui ha fatto riferimento la Consigliera Accossato, fa riferimento, però, ad una Giunta, quella del Comune di Orbassano, nominata nel 2013 e quindi prima dell'entrata in vigore delle norme contenute nell'articolo 46, comma 2 della legge Delrio.
Quindi, da questo punto di vista è opportuna la segnalazione, però è chiaro che la nomina è avvenuta prima della legge.
Recentemente, il Consiglio di Stato - Sezione, sentenza 24 settembre-5 ottobre 2015, n. 4626 - ha ribadito nel ricorso presentato in relazione alla Giunta del Comune di Cosenza, nominata nel 2014, quindi in piena disapplicazione della legge Delrio, di non ritenere fondato l'appello presentato dagli Assessori ed ha accolto, invece, le tesi, da sempre sostenuta dalla Consigliera di Parità, della cogenza dell'obbligo del 40 stigmatizzando il comportamento del Sindaco che, nelle more del giudizio di II grado, aveva ulteriormente rivisto la composizione dell'esecutivo rimanendo però al di sotto dei limiti di legge con tre donne Assessore anziché quattro.
La sola via della giustizia amministrativa non può, evidentemente bastare a diffondere i valori della corretta rappresentanza dei sessi all'interno dei Comuni piemontesi. Il nostro obiettivo è che tutti i Comuni del Piemonte applichino le suddette norme, non trattandosi di scelte discrezionali, bensì di applicazione delle leggi. L'impegno che come Regione potremmo assumere è anzitutto, anche in occasione delle Amministrative previste nel 2016, d'intesa con l'ANCI, di comunicare nuovamente alle Amministrazioni in scadenza (35 Comuni con popolazione superiore ai 3.000 abitanti e 109 con popolazione inferiore), l'obbligo di rispettare le norme previste in occasione della formazione delle Giunte.
Il monitoraggio è avviato, però vorremmo, insieme al Consiglio lavorare fin da subito sulle prossime elezioni amministrative, in modo che nessuna Giunta non ottemperi al principio di parità.
Do anche alla Consigliera copia della sentenza dell'ottobre 2015 del Consiglio di Stato.
Grazie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 796 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Gozzo impianti S.p.a. di Pianezza" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Do per illustrata la mia l'interrogazione a risposta immediata n. 796 cui l'Assessore mi fornirà risposta scritta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 795 presentata dal Consigliere Barazzotto, inerente a "Ipotesi di individuazione presso l'AOU-Maggiore della Carità di Novara della sede del laboratorio di analisi preposto agli esami di routine ad alta automazione"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 795, presentata dal Consigliere Barazzotto, che ha la parola per l'illustrazione.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
Premesso che la Regione Piemonte ha avviato il processo di riorganizzazione della propria rete di laboratorio di analisi delle ASR a partire dalla DGR n. 19-6647 del 2007, adottata sulla base delle indicazioni del Ministero della Salute e del Ministero dell'Economia e delle Finanze, che mira a costruire un sistema omogeneo a livello nazionale delle reti integrate, per quanto riguarda il Laboratorio delle Aziende Sanitarie con i tre obiettivi: garantire l'urgenza laboratoristica l'equità di accesso dei pazienti alle prestazioni e l'eliminazione delle ridondanze dei servizi; successivamente, in attuazione del Piano di Rientro, la Regione ha emanato ulteriori indicazioni per la realizzazione della razionalizzazione dei Servizi di Laboratorio Analisi, prevedendo la concentrazione di diagnostiche di laboratorio per livello di specializzazione e costi.
Da ultimo, nel 2005 è stata attuata la concentrazione degli esami specialistici negli ospedali hub, pertanto gli stessi attualmente non vengono più eseguiti dalle ASL.
In questa fase di riorganizzazione della rete laboratoristica, il nuovo ospedale di Biella dispone di tutti i requisiti per essere un laboratorio ad alta automazione, idoneo alla concentrazione degli esami di routine avendo già a disposizione spazi adeguati - molti spazi adeguati, i vercellesi dicono anche troppi - e strumentazione all'avanguardia.
A tale riguardo, inoltre, la principale ditta fornitrice della tecnologia in possesso del nosocomio ha dato la propria disponibilità ad implementare a costo zero la strumentazione, al fine di permettere un ulteriore incremento di efficienza a livello di produttività.
Rilevato che in base ad informazioni dovrebbe essere stata emessa - o sta per essere emessa - una DGR (perché non è neanche facile prendere informazioni, Presidente) che ha destato profonda preoccupazione nelle lavoratrici e nei laboratori dell'Ospedale di Biella, in cui pare che la Regione abbia individuato nell'Azienda Ospedaliera di Novara il sito presso cui svolgere gli esami di routine ad alta automazione e che stia procedendo all'individuazione della ristrutturazione di appositi spazi, al momento - e qui viene il bello - l'ASL di Novara non sarebbe in grado di farsi carico di tale attività.
Faccio presente che Biella può incrementare un numero di esami pari a quasi il doppio di quelli attuati, sempre a costo zero. Scusate la ridondanza.
Se tali informazioni dovessero corrispondere al vero - e pare proprio di sì - ancora una volta si verrebbe a determinare una situazione per cui l'Ospedale di Biella, che è costato tantissimo alla Regione Piemonte, e quindi anche ai contribuenti (anche troppo, dicono i vercellesi), anzich costituire un'opportunità per l'intera Regione, verrebbe svuotato di competenze, con il rischio concreto che le nuove strumentazioni di cui dispone non vengano mai utilizzate, determinando, quindi, un ingente spreco di risorse pubbliche, contrariamente alle indicazioni di razionalizzazione e risparmio alla base dell'attuale governance della sanità regionale.
Pertanto, s'interroga l'Assessore competente per sapere, nel caso in cui le informazioni corrispondano al vero, quali siano le motivazioni per cui si è individuata l'Azienda Ospedaliera di Novara quale sede del laboratorio di analisi presso cui effettuare gli esami di routine ad alta manutenzione, dato che il nuovo ospedale di Biella già dispone, senza necessità di alcun adeguamento delle attrezzature, del personale e delle strutture idonee per essere il riferimento in materia per il quadrante.
Sollecito, prendendo spunto da quest'interrogazione, ad una politica seria del quadrante, perché prima o poi dobbiamo fare il punto di dove vogliamo andare, perché non è possibile.
Lo dico perché ci rimettono contribuenti e pazienti, ma credo che ci siano tutti i presupposti per fare una politica seria in sanità. Se mettiamo in concorrenza le ASL, non credo che andremo molto lontano.
Possiamo invece fare benissimo. Pertanto, per il principio di razionalizzazione, chiedo il coinvolgimento, sicuramente, di chi ha funzione direttiva per, vivaddio, sollecitare, in modo che si possa fare una cosa seria.
Io non posso pensare di rimanere qui quattro anni a vedere che si va in concorrenza ogni volta su qualsiasi settore. Non è possibile. Credo che ci siano intelligenza, disponibilità e potenzialità per poter attuare una politica sanitaria di alto livello. Ci sono tutti i presupposti.
Condivido e apprezzo gli sforzi dell'Assessore, però non possiamo, ogni volta, ritornare su aspetti che dovrebbero essere, in un'azienda privata la base per realizzare quelle che si chiamano - e le si studia al primo anno di ragioneria - economie di scala.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il riferimento del collega alle economie di scala è sicuramente importante. E' chiaro che i livelli per valutare le economie di scala possono essere diversi, secondo il territorio che uno considera. Dal punto di vista regionale, questa valutazione delle economie di scala, per quanto riguarda il laboratorio, dobbiamo farla a livello di quadrante ed anche a livello regionale. Alla domanda specifica del collega, in relazione alle caratteristiche fisiche dell'Ospedale di Biella, cioè la novità e la capienza rispetto a Novara, nelle decisioni che abbiamo assunto c'è un'indicazione specifica, che consente di fare ancora qualche valutazione.
Tuttavia, prima di entrare nel merito, volevo anche dire qual è lo schema che abbiamo adottato per evitare che ci fosse un'interpretazione penalizzante nei confronti di un ospedale rispetto ad un altro. Per quanto riguarda le indicazioni che abbiamo dato sulla rete di laboratorio, è un'indicazione che evidentemente risponde a programmi operativi che erano stati indicati in passato e a cui non era stata data attuazione. Noi abbiamo assunto questa deliberazione, che sarà anch'essa esaminata nella riunione del Comitato di monitoraggio di domani.
Il punto di partenza è più di tipo gestionale. Non stiamo parlando cioè, di cambiamento dei servivi ai cittadini; non stiamo parlando di quello. Il punto di partenza è praticamente questo: che la diagnostica di laboratorio ha subito dei grandi cambiamenti perché l'automazione, la robotizzazione e l'informatica oggi consentono di compiere attività di laboratorio su una scala molto più ampia, soprattutto per le analisi come l'ematologia, la coagulazione, la chimica clinica, la sierologia. Le analisi di carattere comune e corrente, cioè, ormai sono analisi che vengono fatte in automazione. Più grande è la dimensione e la quantità delle analisi di automazione, maggiori sono i risparmi. Non parliamo evidentemente, di servizi ai cittadini: stiamo parlando di risparmi.
Allora, abbiamo sostanzialmente seguito lo schema che ho già avuto modo di esprimere anche in altre occasioni - ho sempre parlato, come voi sapete dell'Emilia Romagna, che ha soltanto un laboratorio per tutti gli ospedali e la stessa cosa riguarda anche la Toscana, che ne ha qualcuno in più - e la scelta che abbiamo compiuto per quanto riguarda i laboratori analisi all'interno delle norme, è quella di considerare gli attuali ospedali - hub e DEA di secondo livello - il punto in cui concentrare gli esami di grande automazione. Non parliamo quindi soltanto di Novara, naturalmente, ma di tutti gli hub: dalla Città della Salute al San Giovanni Bosco, al Mauriziano, a Novara, Cuneo e Alessandria. Questi, cioè, sono dunque gli hub dove verranno concentrati - stiamo parlando di indicazioni - tutti gli esami di routine e di grande automazione.
Poi, vi è anche la necessità di concentrare analisi complesse dove si constata, come in alcune realtà ospedaliere, che queste analisi sono poche.
Allora, molto brevemente, lo schema è praticamente questo. Si concentreranno le analisi di routine e ovviamente gli ospedali continueranno ad avere il loro laboratorio di analisi per l'attività ospedaliera; evidentemente non può che essere così. Questa modalità è una modalità che, laddove è stata adottata, ha portato grandissimi risparmi di gestione.
E' chiaro che il punto importante è che i centri di prelievo verranno tutti mantenuti, nel numero e nella dislocazione attuale. E' stato anche chiesto che l'operazione di accorpamento deve poter garantire le stesse tempistiche di processazione e anche di refertazione per le analisi provenienti dal proprio ospedale, fornendo quindi tutte le garanzie in modo da poter avere quelle certezze che un'operazione di accorpamento deve dare nei confronti del cittadino che fa le analisi.
Lo schema, dunque, è questo: "spock" dove si concentrano le analisi in grande automazione; ospedali che mantengono i loro laboratori analisi Ospedale Molinette che diventa il riferimento per tutta la Regione per le analisi rare. In questa maniera abbiamo la copertura.
Capisco perfettamente il problema che pone il collega. E' chiaro infatti, che un'impostazione di questo tipo comporterà, nel tempo, qualche modificazione nell'organizzazione, soprattutto per quanto riguarda i lavoratori. Ma il collega solleva un'altra questione, che a dire il vero mi aveva posto pochi giorni fa, cioè il fatto che la struttura di Novara secondo le sue valutazioni, e devo dire anche attraverso informazioni che ha raccolto, non ha gli spazi sufficienti, soprattutto per la vetustà dell'edificio, per poter concentrare lì tutte le attività di grande automazione. La stessa considerazione, per la verità, riguarda anche Alessandria, perché anche per quel presidio abbiamo una situazione simile.
E' vero che la struttura di Alessandria è un hub, ma è vero che, secondo valutazioni abbastanza oggettive, la vetustà dell'edificio è tale che magari non consente di fare lì quell'operazione di accorpamento.
Allora, noi nella delibera che è all'esame del Ministero abbiamo dato queste indicazioni sugli hub, sapendo e avendo indicato puntualmente nella delibera, dopo le sollecitazioni che ho avuto, che quest'operazione, per quanto riguarda gli hub di Novara ed Alessandria, dev'essere evidentemente compatibile con gli spazi disponibili. Questa mi sembra la condizione essenziale.
Quindi, appena verrà dato il via libera anche a quest'altra deliberazione che abbiamo assunto (parlo del Comitato di monitoraggio), il prossimo anno si inizierà a fare questo lavoro. Si tratta dunque di indicazioni di un processo che dovrà portare all'accorpamento. E' lo schema che ormai è stato seguito da tutte le Regioni che hanno i conti a posto.
Avere, cioè, in ogni ospedale il proprio laboratorio analisi che fa tutto non ha più senso. Certo, qualcuno mi ha detto: "Sì, però lì noi abbiamo fatto degli investimenti". Allora, gli investimenti possono essere prevalentemente investimenti di carattere edile perché, a proposito delle analisi, la spesa che oggi viene fatta, in base alle gare che vengono svolte dalle singole ASL, riguardano i reagenti, perché poi le macchine vengono messe a disposizione di chi fornisce.
E' come il glucometro: si comprano le strisce, ma viene messo il glucometro.
Allora questa operazione, che comporterà evidentemente problemi, me ne rendo perfettamente conto, è in linea con quello che sta avvenendo, cioè un tema di dislocazione, ma ho detto al collega Barazzotto, e lo dico anche al Presidente della Commissione per quanto riguarda Alessandria, che si farà questa verifica se lì è possibile, perché il problema non riguarda soltanto Biella, ma riguarda anche Alessandria.
In ogni caso, l'indicazione di carattere generale è che gli hub diventano la sede dove concentrare l'attività diagnostica, soprattutto per la grande automazione. Non ho qui i dati precisi, ma vi posso dire che laddove è stata fatta questa operazione, che non ha comportato nulla per quanto riguarda il paziente, i risultati sono stati straordinari dal punto di vista economico. E, come sempre, vale il principio che, avendo otto miliardi a disposizione, più operazioni di economie di scala e di contenimento facciamo, più risorse abbiamo per fare investimenti in tecnologie nuove e anche in edilizia sanitaria.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura - Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 799 presentata dal Consigliere Campo, inerente a "Evasione Casa di Cura San Michele di Bra" (seguito)

Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura - Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 800 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Chiusura OPG (Ospedale Psichiatrico Giudiziario) e realizzazione REMS (Residenze per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza)"


PRESIDENTE

Continuiamo i lavori esaminando le interrogazioni a risposta immediata n. 799 e n. 800, presentate rispettivamente dai Consiglieri Campo e Graglia.
Il Consigliere Campo ha già illustrato in precedenza la n. 799.
La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione della n. 800.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
L'Assessore conoscerà sicuramente l'argomento e rubo veramente pochi minuti, ma è un argomento importante che riguarda la chiusura degli OPG e la realizzazione delle REMS.
La Regione, a seguito della chiusura degli OPG, aveva proposto, nel 2013, al Ministero della Salute il proprio programma per la realizzazione di due REMS. Le REMS sono residenze protette per la custodia e la cura di soggetti piemontesi psichiatrici autori di reati, sottoposti a misure di sicurezza da parte dell'autorità giudiziaria.
Da quanto risulta, tuttavia detto programma - che prevedeva una struttura a Bioglio in provincia di Biella ed una ad Alessandria - è stato regolarmente finanziato da parte del Ministero della Salute.
Considerato che la nuova Amministrazione regionale, invece, non ha fatto avanzare detti progetti, ma ha adottato altre soluzioni, coinvolgendo strutture socio-sanitarie ordinarie; considerato anche il fatto che pochi giorni fa, anzi qualche settimana fa, a Bra - nella mia provincia - si è verificata l'evasione di uno di questi soggetti da una struttura appunto di Bra, che ha creato preoccupazione non solo in quel territorio, ma in tutta la provincia e la regione, allora volevo sapere dal Presidente e dall'Assessore quale sia lo stato di avanzamento della realizzazione delle REMS in Piemonte e i finanziamenti ministeriali già accordati.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta, relativa anche all'interrogazione n. 799 del Consigliere Campo precedentemente illustrata.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Le due interrogazioni riguardano lo stesso tema nelle premesse e poi ci sono domande diverse, e darò evidentemente una risposta unica perché le questioni si intrecciano.
Il tema del superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari è un tema che, a parole (possiamo dire così), viene ritenuto un obiettivo importante sia nel dibattito nazionale da parte di tute le forze politiche sia nelle Commissioni d'inchiesta parlamentare; poi è chiaro che concretamente, quando si tratta di trovare delle soluzioni sulla base delle indicazioni, scattano, come voi sapete, meccanismi complessi e scattano le paure, e mi sembra umano che questo avvenga.
Noi, da quando abbiamo iniziato, abbiamo dedicato il tempo necessario per dare una risposta, ma per correggere il collega Graglia volevo soltanto dire la situazione che abbiamo trovato, il punto di partenza. Il punto di partenza che abbiamo trovato un anno e mezzo fa (un anno e sei mesi, non ricordo più) è una deliberazione, per la verità neppure del 2014, forse dell'anno precedente, che prevedeva la realizzazione di due strutture: una struttura nuova ad Alessandria e una struttura da ristrutturare, che era quella di Bioglio, per una quantità (adesso non ricordo più i numeri precisi) mi pare di 80 pazienti (la dimensione doveva essere questa).
Quando ho assunto questo incarico, sono stato chiamato (non soltanto io, ma tutte le Regioni) dal Ministero della Salute per sapere lo stato di avanzamento. Debbo dire che tutti ci siamo trovati in grande difficoltà nel senso che i progetti non erano partiti, c'erano lo stanziamento.
Insomma, una situazione abbastanza diffusa, che per la verità rispondeva a logiche di processo amministrativo, ma devo dire anche a logiche "aspettiamo" (posso dire così).
Lì abbiamo ricevuto delle grandi sollecitazioni a fare in fretta perché altrimenti sarebbe scattato il commissariamento e in quella sede, da parte di molte Regioni, era stato chiesto, considerati i tempi lunghi (pensate ad Alessandria cosa avrebbe voluto dire realizzare una nuova struttura, a parte che non c'era nulla (appalto, ecc.), è stata avanzata la proposta da parte di molte Regioni se si potevano utilizzare le strutture private accreditate per dare una risposta. E il Ministero ci ha detto: "Sì però dal punto di vista provvisorio". Quindi abbiamo iniziato a trovare delle soluzioni provvisorie.
Noi abbiamo iniziato a lavorare con Broglio. Per la verità, non vi racconto i tentativi che sono stati compiuti, non sto a indicarli puntualmente, ma vi posso dire che, dopo una disponibilità politica di carattere generale, sono scattate quelle paure e quelle tensioni in tutta Italia. La situazione è questa.
Allora, il quadro ultimo che è stato ricordato è praticamente il seguente. Abbiamo definito una soluzione per quanto riguarda la REMS a Bra e un'altra che è in via di conclusione, spero anche velocemente, al Barocchio a Grugliasco.
Voglio ribadire che il tema delle REMS, trattandosi evidentemente di detenuti, non è soltanto oggetto di una semplice valutazione dell'Amministrazione regionale con i Comuni ospitanti, ma questa soluzione contiene una modalità di relazione e di rapporti con le forze dell'ordine e con la Magistratura, di garanzie che devono essere date e di sicurezza com'è logico che sia.
C'è un protocollo d'intesa tra la Corte d'Appello di Torino, la Procura generale presso la Corte d'Appello e la Regione Piemonte.
Bra è stata la prima risposta che è stata data. Io ho seguito, momento per momento, quello che è capitato, nel senso che il Sindaco è stato attentissimo all'insediamento dei nuovi pazienti. Sono stato in contatto con il Prefetto Russo e ciò che è capitato - mi riferisco alla fuga di uno dei pazienti - ha determinato, per forza di cose, anche in noi, come in tutti, delle paure.
Ho già scritto che la Regione Piemonte è impegnata a non attivare a Bra un eventuale secondo modulo previsto. L'abbiamo scritto e lo ripeto: sono 18 e resteranno 18.
Quindi una prima ipotesi di aumento, che era soltanto un'ipotesi, non esiste. Il contratto è soltanto per 18 e non è assolutamente previsto un secondo modulo. Il contratto è stato fatto così con il privato che gestisce la casa di cura.
A rafforzare questa decisione, già assunta con una lettera comunicata al Sindaco e al Prefetto, ci sarà quanto prima una determina da parte del Dirigente, che rende ancora più evidente questa volontà (mi pare che dovrebbe essere assunta oggi).
Per quanto riguarda i rapporti con il gestore, ho fatto prima riferimento ai rapporti con le forze dell'ordine, col Prefetto e anche con la Magistratura, perché il tema della sicurezza, dal punto di vista operativo, non riguarda soltanto la Regione, ma riguarda tutti, e il Prefetto lo sa perfettamente.
In ogni caso, abbiamo avuto modo di esprimere anche all'impresa le nostre preoccupazioni: mi rendo perfettamente conto del tipo di pazienti ma in ogni caso 18 sono e 18 restano, non ce ne saranno di più. Il Sindaco lo sa, ne abbiamo già parlato.
Per quanto riguarda, invece, l'altra questione che poneva il collega Graglia, in relazione al piano più completo, abbiamo fatto un piano per ospitare al Barocchio di Grugliasco, in una struttura già esistente e già destinata a comunità terapeutica, i pazienti provenienti dagli ospedali psichiatrici giudiziari, prevedendo il trasferimento di quelli che sono già lì. Gli altri sono una comunità psichiatrica di carattere normale, diciamo così: quelli verrebbero trasferiti in altre strutture, perché c'è la possibilità di poterlo fare, e lì destinare quegli spazi ai pazienti provenienti...
Abbiamo fatto un progetto in tal senso. Dunque, con un po' di lavoro, è possibile fare l'operazione.
Mentre stavamo definendo questo progetto si sono diffuse, anche a Grugliasco, paure e polemiche, anche con minacce al Sindaco, perché vicino a quella struttura, che peraltro è di proprietà della Città metropolitana ci sono gli squatter, che la occupano da tantissimi anni. Tutto ciò, in qualche maniera, ha alimentato paure e tensioni anche nell'opinione pubblica, anche per quel semplice trasferimento, con grande sbigottimento da parte di tutti, perché non sussiste alcuna motivazione di carattere serio, se non il timore di dover, forse, un giorno, abbandonare la struttura: c'erano pazienti psichiatrici e arriveranno altri pazienti psichiatrici. Ci sono stati, però, manifesti, preoccupazioni, lancio di monete al Sindaco, al quale abbiamo espresso tutti grande solidarietà.
Mentre abbiamo definito questo progetto, l'altra idea che c'era venuta per dare una sistemazione più completa (è chiaro che rispetto al progetto di prima, parliamo di circa 35 o 40 in tutto in Piemonte, poi il numero varia), avevamo pensato anche di poter utilizzare la struttura attualmente occupata dagli squatter per creare un edificio unico, una struttura unica di proprietà della Città metropolitana.
La Città metropolitana è d'accordo a metterla a disposizione per questa finalità e quindi abbiamo pensato di cominciare con l'utilizzo di quella parte che è già impiegata per... e, per l'altra, di avviare i lavori.
Voi sapete che il tema dell'occupazione da parte degli squatter non è una questione banale, per quello che si è verificato a Grugliasco e per quello che si potrebbe determinare. Col Sindaco di Grugliasco abbiamo chiesto un incontro con il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. In quell'occasione abbiamo registrato che si temono tensioni per la parte occupata, indipendentemente se viene sgombrata subito o dopo, ma già subito. In accordo con il comitato dell'ordine e la sicurezza in Prefettura, abbiamo deciso di procedere con un unico intervento che riguarda la parte attualmente disponibile, in modo che venga fatto lo sgombero.
Noi stiamo procedendo all'elaborazione del progetto per quanto riguarda la parte occupata; evidentemente in accordo con il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza si procederà poi ad utilizzare tutta la struttura.
E' evidente e chiaro che qualora la Prefettura di Torino dovesse decidere - e questo non è un tema di competenza della Regione Piemonte tutto il necessario supporto per poter procedere immediatamente all'utilizzo della parte già utilizzata come comunità terapeutica, noi procederemo velocemente.
Appena ci saranno date le indicazioni noi procederemo. Nel frattempo stiamo lavorando ad un progetto più generale che prevede anche lo sgombero degli squatter.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 797 presentata dal Consigliere Bono inerente a "Ospedale Unico del VCO"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 797.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Stavamo discutendo sulla risposta dell'Assessore Saitta alla precedente interrogazione, ma non è oggetto del question time, perché, purtroppo, non si può dibattere, come ci ricorderebbe il Presidente.
Quest'interrogazione invece riguarda l'Ospedale unico del VCO.
Innanzitutto, vorrei fare delle premesse generali anche di ordine politico.
La premessa politica è più rivolta al Vicepresidente Reschigna che all'Assessore Saitta, nel senso che sa meglio di me la storia dell'Ospedale unico del VCO, è riportata brevemente in una paginetta dell'interrogazione.
Non abbiamo volutamente messo l'atto di indirizzo (la mozione n. 121 del 2 dicembre 2014) che riportava la richiesta, da parte del Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle, di una valutazione di fattibilità politica, tecnica ed economica per la realizzazione del nuovo Presidio ospedaliero unico nella provincia del VCO.
Il 2 dicembre 2014 questa mozione è stata bocciata con un parere negativo da parte della Giunta nella persona del Vicepresidente Reschigna.
A distanza di 10 mesi, il centrosinistra ha cambiato totalmente idea. E ha cambiato talmente idea che ha fatto una riunione lampo il 13 ottobre nella sede della Provincia di Verbania (Tecnoparco), imponendo ai Sindaci un percorso rapidissimo di un mese per scegliere la localizzazione, il progetto economico e progetto di massima di un ospedale unico, e dichiarando di voler realizzare questo ospedale in quattro anni.
Siamo veramente alla fantascienza, nel senso che quando c'è la volontà politica, questa maggioranza corre e calpesta anche quelle che sono le indicazioni dei territori. E soprattutto mi chiedo cosa sia cambiato in dieci mesi, perché se è vero che solo gli stupidi non cambiano idea, e quindi è un atto di intelligenza cambiare idea, ricordiamo anche che nel 2003, quando il Vicepresidente Reschigna era sindaco di Verbania, fece una campagna contro il referendum indetto per la realizzazione dell'Ospedale unico.
Abbiamo quindi perso almeno 13 anni più quattro di realizzazione (ad essere ottimisti) e fanno 17, che porta un po' sfortuna, ma noi temiamo che i tempi saranno un po' più lunghi. Quindi, anche quel risparmio di cui si parla, cioè nove milioni all'anno dal risparmio della manutenzione di un unico presidio ospedaliero rispetto a due, se calcoliamo 17 anni per nove milioni, fate il conto dei soldi che abbiamo sprecato.
La nostra interrogazione, però, è più specifica, cioè verte sulla possibilità di utilizzare il progetto preliminare che era già stato realizzato nel 2003 dalla "defunta" agenzia ARESS, che era costato ben 407 mila euro ed era ovviamente, come tutti i progetti di ospedali nuovi degli anni duemila, modulare, cioè se era un ospedale tagliato per 400 posti su un'area pianeggiante e questo nuovo progetto ne dovrebbe avere 300 riteniamo che possa essere facilmente adattabile ad una realtà di 300 posti, a meno che la scelta dell'area collinare di Ornavasso - che spero non porti alle stesse peripezie e alle stesse sfortune (detto in maniera ironica) dell'ospedale di Verduno - non permetta di applicare e di rimodellare quel progetto già fatto dall'ARESS nel 2003.
Secondo noi, ci sono tutta una serie di scelte politiche erronee, che sono frutto della corsa - una corsa più elettorale che politica - nella scelta della realizzazione di un ospedale unico, però vorremmo una risposta, se possibile, più amplia possibile o, almeno, nel merito del quesito dell'interrogazione. Del resto, magari, ne discuteremo in IV Commissione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il punto di partenza di questa decisione per lavorare in fretta è dovuto alla condivisione, da parte delle Amministrazioni comunali e dell'assemblea dei Sindaci, di un'opinione che abbiamo già avuto modo di esprimere in occasione della riorganizzazione della rete ospedaliera (DEA primo livello, Domodossola, Verbania).
I Sindaci hanno accolto positivamente e tra qualche ora lo sottoscriveranno nel protocollo. La preoccupazione è che l'attuale organizzazione ospedaliera, in due strutture, richiede - così è scritto una non più procrastinabile operazione di riorganizzazione e razionalizzazione, con la finalità di recuperare risorse economiche che potrebbero essere indirizzate al miglioramento qualitativo dei servizi offerti e che gli attuali presidi ospedalieri non saranno in grado, nel prossimo futuro, di garantire.
L'operazione del mantenimento della scelta di un DEA e di un ospedale di territorio, cosa che noi avremmo dovuto fare entro la fine di quest'anno, ossia il mantenimento di due strutture, è un'operazione che dal punto di vista economico, non determina un grande vantaggio.
In ogni caso, dal punto di vista complessivo, soltanto la realizzazione di un'unica struttura ospedaliera forte è in grado di evitare la riduzione della domanda di servizi su quel territorio. Se uno guardasse nel tempo, si accorgerebbe che è avvenuto un progressivo depauperamento dell'utilizzo di quegli ospedali. È così. Quando le strutture sono deboli, la situazione è questa.
I Sindaci avevano sostenuto di essere per l'ospedale unico, allora abbiamo colto velocemente questa sollecitazione. L'abbiamo colta cercando di superare i limiti della discussione di allora: dove fare l'ospedale? nell'Ossola? nel Verbano? Sulla base di queste indicazioni, abbiamo chiesto una veloce stesura e sottoscrizione dell'accordo che verrà oggi anche con l'indicazione del territorio dove realizzarlo. Abbiamo concordato che il territorio è Ornavasso, come avete avuto modo di leggere, e abbiamo concordato che, nel momento in cui si assume questa decisione, i Sindaci si assumono contemporaneamente l'impegno a fare le varianti ai Piani regolatori per evitare, com'è consuetudine, di realizzare nuovi ospedali e abbandonare quelli esistenti, con conseguenti costi di gestione, abbandono e depauperamento patrimoniale.
Ci assumiamo tutti degli impegni.
Per quanto riguarda lo studio di allora, per quello che mi risulta era uno studio di fattibilità, non era un progetto vero e proprio. In ogni caso, noi pensiamo di procedere in questa maniera. Anzitutto l'indicazione dei Comuni. L'indicazione di Ornavasso, un'indicazione che nel documento viene scritto, è dell'assemblea dei Sindaci. E' chiaro che la Regione Piemonte, per evitare gli errori citati, la puntuale individuazione dell'area deve essere oggetto non soltanto dei parametri logici, ma deve anche tenere conto del punto di vista idrogeologico per evitare le questioni che conosciamo. Una volta che abbiamo individuato un'area che corrisponde a queste caratteristiche, si procede allo studio di fattibilità. Studio di fattibilità che non è, come si immaginava in passato, prima il progetto preliminare e poi quello definitivo.
Pensiamo di realizzare per questo ospedale, ma anche per gli altri sui quali stiamo lavorando, compreso quello unico di Moncalieri, Chieri e Carmagnola (sottoscriveremo l'accordo la prossima settimana) e considerata la scarsità di risorse pubbliche, una forma di partenariato pubblico e privato, cioè applicando il Codice degli appalti, che prevede un buono studio di fattibilità, dove si esprime chiaramente la volontà del committente, si indica il terreno dove deve essere localizzato per evitare gli errori commessi in passato, e si procede ad una gara per individuare il privato interessato non soltanto alla costruzione, ma anche alla gestione per la parte diversa da quella sanitaria.
Nel protocollo ci assumiamo questi impegni. Oggi siamo nella situazione per poter dire che la Regione si prende quattro mesi per individuare puntualmente l'area, si procederà alla quantificazione esatta delle caratteristiche che dovrebbe avere l'ospedale, poi lo si realizzerà. La tabella di marcia che ci siamo dati è una tabella che regge.
Fornisco un dato che può essere utile: sommando la superficie dei due ospedali, sono 90 mila metri quadri. Un ospedale di 300 posti letto secondo le caratteristiche odierne, è di 35 mila metri quadri. Voi immaginate che è un'operazione più semplice realizzare un unico ospedale in gran parte finanziabile con il canone attraverso i risparmi che si ottengono dalla creazione di una struttura unica e sicuramente di migliore qualità, anche in grado di servire meglio per evitare la mobilità verso altri territori.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.44 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.49)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Laus e Pentenero.
Non è presente l'Assessore Parigi.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 143, inerente a "Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2015"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 143, inerente a "Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2015", di cui al punto 4) all'o.d.g.
ARTICOLO 10 bis Emendamento rubricato n. 59 presentato dai Consiglieri Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Sozzani, Vignale: Dopo l'articolo 10, del disegno di legge n. 143, è aggiunto il seguente: "Art. 10 bis (Alienazione di società partecipate) Al fine di non aumentare la tassazione verso i cittadini piemontesi, la Giunta regionale dispone l'alienazione dello 0,78% del capitale sociale di C.A.A.T. S.c.p.A.; 2. La Giunta regionale fornisce inoltre indicazioni a Finpiemonte Partecipazioni S.p.A. per l'alienazione delle sotto indicate società e con le seguenti modalità: a) 29,05 per cento del capitale sociale di Ardea Energia S.r.l.
b) 30 per cento del capitale sociale di Barricalla S.p.A.
c) 30,06 per cento del capitale sociale di C.I.M.-S.p.A.
d) 30 per cento del capitale sociale di Consepi S.p.A.
e) 15 per cento del capitale sociale di M.I.A.C.-S.c.p.A.
f) 8 per cento del capitale sociale di S.A.G.A.T.-S.p.A.
g) 40 per cento del capitale sociale di S.I.T.O.-S.p.A.
h) 40 per cento del capitale sociale di Strambino Solar S.r.l.
40 per cento del capitale sociale di Terme di Acqui S.p.A.
43,54 per cento di Torino Nuova Economia S.p.A.
Le alienazioni di cui ai precedenti commi devono avere un valore complessivo non inferiore ai 50.000.000,00 di euro.
Le alienazioni sono disposte entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 59), che introduce l'articolo 10 bis, individua un principio cui noi teniamo (sarà la terza volta che lo discutiamo): quello dell'alienazione di quote di società partecipate.
I colleghi probabilmente ricorderanno che, quando l'anno scorso discutemmo il provvedimento di aumento dell'imposizione fiscale.



PRESIDENTE

Sono costretto a richiamare l'Aula, perché il Consigliere Vignale, in questo modo, non può parlare.
Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Dicevo, i colleghi probabilmente ricorderanno che, quando l'anno scorso discutemmo del provvedimento di inasprimento della fiscalità piemontese noi provammo a sostituire alcuni di quegli articoli con altri che garantivano maggiore gettito, tentando di scongiurare l'inasprimento fiscale.
Il Vicepresidente, rispetto ad alcuni temi come questo, cioè quello dell'alienazione delle società partecipate, disse che non era contrario al principio, anzi era un punto fondamentale delle politiche di bilancio della Giunta, peraltro più volte sottolineato come tale dal Presidente Chiamparino. Semplicemente, provare a sostituire maggior gettito derivante dall'alienazione di quote societarie, come gettito incerto, con un gettito certo, determinato dall'aumento dei tributi, non era possibile per garantire stabilità al bilancio.
E' passato quasi un anno (era il mese di dicembre, quindi sono passati 11 mesi), ma non abbiamo sentito parlare di partecipate; solo l'altro giorno, ma non in termini positivi, rispetto al tentativo di alienazione delle Terme di Acqui e rileviamo che è l'unico aspetto su cui la Giunta regionale ha provato ad alienare delle quote di partecipazione azionaria all'interno delle sue società.
Noi, volutamente, ne abbiamo indicate alcune (non sono la totalità abbiamo partecipazioni in più di 50 società), quelle che riteniamo utile alienare: Ardea Energia o Strambino Solar, che sono società costituite da due soggetti (Finpiemonte e una società privata) che hanno costituito una singola società. Sono società che fanno anche utili, quindi, se è vero che può essere difficile cedere, è altrettanto vero che, quando ci sono società come queste, che hanno concessioni pluriennali e che da molti anni fanno utili, verosimilmente c'è una possibilità di avere un mercato.
Abbiamo indicato, ad esempio, una percentuale del 30% del capitale sociale di Barricalla, che - di nuovo - è una società che fa utili, ma soprattutto ha un valore, noi crediamo, medio-alto, cioè può comportare un introito significativo per l'ente, o altre società come SITO, che è quella che certamente può avere un valore economico maggiore; l'8% di SAGAT essendo rimasto uno dei pochi enti che hanno ancora una percentuale in SAGAT e peraltro, rispetto agli altri enti, è una percentuale assolutamente insignificante, che ci serve esclusivamente a nominare il Consigliere di Amministrazione, ma non certo a determinare le politiche di SAGAT.
Al comma 2, scriviamo che le alienazioni di cui ai precedenti commi devono avere un valore complessivo non inferiore ai 50 milioni di euro, che è un valore decisamente inferiore rispetto al valore di mercato di queste azioni, ben sapendo che siamo in un momento in cui vendere non è semplice.



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, sa che ha tre minuti a disposizione.



VIGNALE Gian Luca

Non me ne ero accorto. Chiedo scusa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Alla luce di quest'emendamento, balza anche un pochino all'occhio la vicenda di Acqui. Naturalmente, non è oggetto dell'argomento, quindi sicuramente non la chiamo in causa, però, sulla linea di quella che è la nostra esortazione, cioè quella legata all'alienazione, quindi alla possibilità di alienare quote societarie, al fine di ricreare un introito finalizzato naturalmente ad altre situazioni, ad altri tipi di investimento, ma soprattutto anche a dimostrare e evidenziare che, di base il pubblico deve fare il pubblico e il privato deve fare il privato.
Alla luce di quello che sta succedendo, alla fine ci troviamo in condizioni dove ci sono quote pubbliche, si cerca di privatizzare e nel momento in cui si cerca di privatizzare probabilmente, per mille motivi io non sono ancora entrato nel merito della vicenda acquese, quindi non sono in grado di giudicare - alla fine ci troviamo in situazioni di grande difficoltà.
Quindi, probabilmente, facendo le cose per bene, magari cercare di togliersi dalle dalla partita delle partecipate è un bene per gli Enti pubblici, proprio alla luce di quello che ormai, non solo qui, ma in generale su scala nazionale e in tutti gli Enti locali ormai è assodato: le municipalizzate o, comunque, tutte società a partecipazione si stanno dimostrando un boomerang per le Amministrazioni pubbliche.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Qual è il parere della Giunta? Prego, Assessore Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

Il parere della Giunta è negativo, non perché la Giunta non sia impegnata sul fronte della razionalizzazione delle società, ma perch quest'emendamento non è lo strumento attraverso il quale si raggiunge quell'obiettivo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 59), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere negativo.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 La parola al Consigliere Bono per dichiarazione di voto.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'articolo 12 è su SCR e, come dicevo, abbiamo delle perplessità sul tema dell'articolo 12, in particolar modo il comma 1, laddove si sopprime la lettera c) della legge costitutiva della SCR Piemonte S.p.A., che riguarda l'eliminazione delle funzioni di progettazione e direzioni lavori da parte di SCR.
Quindi, se possiamo comprendere la ratio, vorremmo anche capire che cosa succederà al personale che è presente in SCR. Avevamo già chiesto in Commissione al Vicepresidente Reschigna e - colgo l'occasione - anche al Presidente Chiamparino, che è qui in Aula, di avere rassicurazioni in merito. Quindi, penso che, in futuro, si esternalizzerà di più, se passa questo articolo di legge, in quanto non credo ci siano complessivamente non tanto le competenze, ma il numero di funzionari, visto che stiamo riducendo il numero del personale della Regione, per garantire gli studi di fattibilità e di progettazione per la direzione lavori.
Abbiamo visto il caso del grattacielo della Regione Piemonte, ma non so se sarà un unicum o se sarà possibile anche in futuro una funzione del genere non spostata su SCR.
Abbiamo queste perplessità. Chiediamo se la Giunta voglia rassicurarci o meno nel merito, noi comunque, non voteremo favorevolmente a questo articolo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola all'Assessore Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

Grazie, Presidente.
Di fatto, con quest'articolo, delimitiamo gli ambiti e caratterizziamo SCR soprattutto come società di committenza regionale.
Con questo articolo, di fatto, sanciamo un principio che è nella realtà. SCR non fa progettazioni, ma affida progettazioni e direzioni lavori all'esterno, cosa che non è negata, perché nelle funzioni e nei compiti di una società di committenza SCR potrà e continuerà a svolgere questo tipo di funzione, anche perché la Regione non ha nessun interesse e intenzione di duplicare con risorse umane all'interno delle proprie strutture.
E' chiaro che soprattutto non emerge una logica di penalizzazione o di riduzione nell'ambito dell'intervento della Società di Committenza Regionale.
Noi vogliamo una Società di Committenza Regionale. Noi vogliamo che sia forte e che sia in grado di svolgere importanti funzioni, tipo le gare sulla sanità. Abbiamo bisogno di lavorare molto sotto questo aspetto abbiamo bisogno che SCR ampli l'ambito del proprio intervento sotto il profilo delle procedure negoziali e vogliamo evitare, anche perché negli ultimi anni non è mai avvenuto, che SCR fittiziamente svolga funzioni di progettazione direzione lavori, quando sono tutte affidate all'esterno.
Questo è il senso dell'articolo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 bis Emendamento rubricato n. 36 presentato dai Consiglieri Frediani, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Mighetti, Valetti: Dopo l'art. 12 si aggiunte: "art. 12 bis (Istituzione del Polo Archivistico Regionale) La Regione al fine di garantire una gestione e un trattamento centralizzato e omogeneo della documentazione si dota di un Polo Archivistico Regionale come unico archivio digitale per i documenti di tutti gli enti del territorio piemontese".
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo di aggiungere l'articolo 12 bis, che recita: "La Regione al fine di garantire una gestione e un trattamento centralizzato e omogeneo della documentazione si dota di un Polo Archivistico Regionale come unico archivio digitale per i documenti di tutti gli enti del territorio piemontese".
Con quest'emendamento siamo convinti di sfondare una porta aperta soprattutto dopo la venuta del premier Renzi a Venaria. Il premier ha sottolineato l'importanza della digitalizzazione dei documenti come strumento che consente la condivisione e, addirittura, il controllo sui dati, sottolineando come la digitalizzazione sia ormai un'esigenza cui le pubbliche amministrazioni non possono assolutamente sottrarsi. L'ha definita addirittura la più grande occasione per il nostro Paese un'insostituibile aiuto anche per la lotta all'evasione fiscale, un mezzo per arrivare ad avere un Paese più semplice e più giusto.
Rispetto a queste dichiarazioni, che noi ovviamente accogliamo in pieno, l'emendamento va proprio nella direzione di dotare la Regione Piemonte di questo strumento che consenta di digitalizzare tutta la mole di documentazione presente in più archivi, adesso sparsi sul territorio avviando finalmente il percorso verso l'informatizzazione del servizio pubblico, avviato, a livello di intenti, fin dagli anni '70, ma che probabilmente, finora non ha trovato la giusta volontà di adempimento.
Proponiamo quest'emendamento proprio in questa direzione e siamo sicuri che incontreremo l'accoglimento da parte di tutti, essendoci questo nuovo clima di apertura verso l'informatizzazione del servizio pubblico.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

Il parere è negativo, perché noi abbiamo già un progetto molto ambizioso, che è l'archivio digitale della Regione, che non è semplice da realizzare. Dopodiché, potremmo anche prendere in considerazione di creare il Polo Archivistico Digitale per tutto il resto del Piemonte, ma sarebbe un po' una presa in giro se oggi inserissi una norma, all'interno di una legge, rispetto alla quale in questo momento non abbiamo la capacità di dare poi una risposta concretamente positiva.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 36), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 12 ter Emendamento rubricato n. 57 presentato dai Consiglieri Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Sozzani, Vignale: Dopo l'articolo 12 del disegno di legge n. 143, è aggiunto il seguente: "art. 12 ter (personale delle comunità montane) 1. La Giunta regionale, prima dell'estinzione delle comunità montane garantisce la garanzia occupazionale dei dipendenti delle stesse come previsto dal comma 5, dell'articolo 18, della l.r. 28 settembre 2012, n. 11 (Disposizioni organiche in materia di enti locali).
Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Questo emendamento vuole evidenziare, ancora una volta, l'attenzione e il sostegno al personale delle Comunità montane. Naturalmente l'esortazione che viene da questo emendamento è di garantire l'occupazione ai dipendenti delle Comunità montana in liquidazione. Questo è necessario anche se ciò che emerge dall'assestamento che sta nascendo dalle Unioni sembra che, gradatamente, ci possa essere un processo di reintegrazione.
Tuttavia è inevitabile che, alla luce di una situazione molto delicata ci possa essere una garanzia.
Alla luce di una situazione di caos e di difficoltà che emerge dal fatto che magari da una Comunità montana ci siano state più frammentazioni è chiaro che le situazioni di peso, quelle strutturali e funzionali, non possono essere considerate simili rispetto ad una Comunità divisa in tre in termini di peso, di funzionalità ma, soprattutto, anche di possibilità di sostenere aspetti occupazionali.
Questa, quindi, è la nostra proposta.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, la parola all'Assessore Reschigna per il parere dell Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

Il parere della Giunta è negativo.
Se, come peraltro scrive l'emendamento, quest'indicazione appartiene già ad una norma di legge, non vedo la ragione per doverla rafforzare.
In pratica, però, vorrei invece richiamare l'attenzione sul fatto che l'Assessore Valmaggia sta operando affinché il processo di passaggio del personale avvenga dalle Comunità montane ai Comuni, anche attraverso incentivi economici che la Regione continua ad erogare.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
Emendamento rubricato n. 69 presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani: Dopo l'articolo 27, del disegno di legge n. 143. è aggiunto il seguente: "Art. 12 ter (Garanzia occupazionale per il personale delle Comunità montane) 1. Qualora nel passaggio del personale dalle Comunità montane alle Unioni di comuni risultassero dipendenti non collocati in alcun ente è loro garantita l'applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 18 della legge regionale 28 settembre 2012. n. 11 (Disposizioni organiche in materia di enti locali)".
In accordo con i proponenti, diamo l'emendamento per illustrato.
Indìco la votazione parere sull'emendamento rubricato n. 57), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione parere sull'emendamento rubricato n. 69), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 13 Emendamento rubricato n. 85) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: Il comma 3 dell'art. 13 del disegno di legge n. 143 è sostituito dal seguente: "Dopo il comma 2 dell'art. 39 della l.r. n. 4/73 sono inseriti i seguenti: 2 bis. Se nel corso dell'anno sono indette elezioni per il rinnovo della Camera del Senato o elezioni amministrative, il Presidente della Giunta regionale, previa intesa con il Ministero dell'Interno, può disporre la contestuale consultazione del referendum regionale e delle elezioni politiche o amministrative e fissa la data modificando quella eventualmente già fissata anche al di fuori dei periodi di cui agli artt. 20 e 34 facendola coincidere con la data di svolgimento delle elezioni alle quali si intende accorpare il referendum.
2 ter. Nell'ipotesi di cui ai commi precedenti restano valide, ove possibile, le operazioni già eventualmente effettuate dalla Regione o dai Comuni per lo svolgimento dei referendum ed espressamente individuate con decreto del Presidente della Giunta regionale".
La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

Quest'emendamento insiste sull'articolo 13, che avevamo presentato in Commissione come articolato: si tratta di una procedura di semplificazione nel rapporto tra presentatori di istanze di referendum e Amministrazione regionale.
Su questo articolo è intervenuto un emendamento da parte del Movimento 5 Stelle, teso ad abbinare - laddove ci fosse la possibilità nel corso di quell'anno - la consultazione referendaria a turni ordinari di elezioni amministrative o a consultazioni referendarie nazionali. E' un emendamento che noi avevamo accolto in senso positivo.
Questa proposta, però, prevede un ambito di ulteriore ampliamento della portata dell'articolo perché l'articolo 13, così com'è stato formulato sarebbe applicabile unicamente, parlando del secondo comma dell'articolo 20, ai referendum abrogativi. Con l'emendamento, invece, renderemmo fattibile l'applicazione del cosiddetto election day anche ad altro genere di referendum regionali.
Questo è il senso e lo scopo di questo emendamento: rimane quindi confermato il principio e, semmai, ampliamo la portata della proposta che il Movimento 5 Stelle aveva fatto in sede di Commissione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Nonostante la calligrafia con cui è stato scritto a mano l'emendamento siamo riusciti a decifrarlo, grazie all'esegesi del primo firmatario, il Vicepresidente Reschigna.
Siamo d'accordo, nel senso che, ad oggi, in ogni caso è in giacenza una proposta di legge di modifica dello Statuto regionale, sempre del Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, per ampliare gli strumenti di partecipazione della Regione. In effetti, esiste anche il referendum consultivo e noi mireremmo ad inserire parimenti quello confermativo o quello propositivo. Se un domani riusciremo a mettere mano anche a questa proposta di legge e allo Statuto, magari con un esito positivo, la portata della norma verrebbe ampliata e così non ci sarebbe bisogno di modificare nuovamente anche la legge del 1973.
Siamo quindi favorevoli a questa modifica.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 85).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 13, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Emendamento rubricato n. 61 presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani: All'articolo 15 del disegno di legge n. 143, dopo il comma 2, è aggiunto il comma 2 bis: 2 bis. L'articolo 7 della l.r. 11/2012 è sostituito dal seguente: "Articolo 7 (Requisiti di aggregazione) 1. I comuni formulano le proposte di aggregazione di cui al comma 1 dell'articolo 3 nel complessivo rispetto dei criteri di seguito indicati: a) appartenenza alla medesima area territoriale omogenea b) rispetto dei limiti demografici minimi di seguito indicati, dedotti dai dati dell'Istituto nazionale di Statistica (ISTAT) relativi al penultimo anno precedente a quello di formulazione delle proposte: 1 ) area montana: tremila abitanti 2) area collinare: tremila abitanti 3) area di pianura: cinquemila abitanti.
2. Il limite demografico minimo per l'esercizio in forma associata della funzione sociale, fermo restando il rispetto degli obiettivi del Piano socio-sanitario, è di quarantamila abitanti.
3. I livelli demografici minimi di cui al comma 2 possono essere conseguiti anche attraverso la stipula di apposita convenzione di forme associative di minori dimensioni.
4. La Regione concede deroghe ai criteri di cui ai commi 1 e 2, con le modalità di cui all'articolo 8. su richiesta motivata dei comuni proponenti.
5. I comuni appartenenti ad Unioni montane, relativamente allo svolgimento delle funzioni di cui all'articolo 3, possono stipulare convenzioni anche in deroga ai requisiti di cui al comma 1.
6. La proposta di aggregazione costituita da comuni appartenenti a diverse aree territoriali omogenee è considerata rispettivamente di montagna, di collina o di pianura in relazione all'area territoriale in cui risiede il maggior numero di abitanti dei comuni proponenti.
7. Ulteriori criteri, a completamento o in deroga a quelli previsti nei precedenti commi, possono essere stabiliti da specifiche leggi regionali di riordino di funzioni".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
E' una modifica alla legge 11 del 2012, che avevamo già posto in sede di Commissione legislativa relativamente a una modifica della legge 11 e della legge 3. Sostanzialmente la modifica che si apporta è legata al comma 5, che prevede: "I Comuni appartenenti ad Unioni montane, relativamente allo svolgimento delle funzioni di cui al comma 3, possono stipulare convenzioni anche in deroga ai requisiti di cui al comma 1", relativo al numero di abitanti.
Perché presentiamo quest'emendamento? Perché quando l'attuale legge 11 venne approvata - com'è noto, per cronologia, venne approvata precedentemente rispetto alla legge 3, cioè quella sulle Unioni montane sostanzialmente prevedeva un numero minimo anche per le forme di convenzione. Il comma 5 introduce un principio differente, e cioè: i Comuni che hanno già aderito e fanno già parte di un'Unione di Comuni possono esclusivamente per le funzioni obbligatorie, svolgere attività convenzionali anche sotto il numero di 3.000 abitanti. Questo per quale motivo? Perché noi abbiamo alcune grandi Unioni di Comuni montani che si sono costituite ai sensi della legge 3, o meglio, che ai sensi della legge 3 devono rispondere ad alcuni requisiti per lo svolgimento delle funzioni della montagna, che sono già all'interno di un'Unione di Comuni, quindi rispondono già alle prerogative previste dalla norma (anche dalla norma nazionale, quella relativa alle funzioni obbligatorie), ma che hanno magari la necessità di suddividere l'Unione montana in subambiti, in modo tale che, a fronte di un'Unione montana di 30.000 abitanti per 30 Comuni, i singoli Comuni si possono dividere in subambiti interni all'Unione montana e fra loro svolgere le funzioni fondamentali.
Questo perché, come i colleghi possono comprendere, soprattutto per le Unioni molto grandi, svolgere tutti insieme le funzioni fondamentali non è sempre semplice, cioè funzioni di protezione civile piuttosto che relativamente all'anagrafe o ad altre competenze possono essere svolte in modo più efficiente, più efficace e anche meno costoso in piccoli subambiti che non necessariamente rispondono ai requisiti di cui all'articolo 1 comma 1 (numero di abitanti).
Con questo, non viene meno il principio del numero di abitanti all'interno delle Unioni, ma si facilità il raggiungimento dell'attuazione delle funzioni obbligatorie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

Grazie, Presidente.
Stiamo valutando l'emendamento.
Per questa ragione, chiedo che venga messo in votazione martedì prossimo.



PRESIDENTE

Passiamo all'articolo successivo.
ARTICOLO 15 bis Emendamento rubricato n. 25 presentato dai Consiglieri Andrissi, Batzella Bertola, Bono, Frediani, Mighetti, Valetti: Dopo l'articolo 15 del disegno di legge n. 143, è inserito il seguente: "Articolo 15 bis (Piano regionale di gestione dei rifiuti) 1. In attesa della revisione della legge regionale 24 ottobre 2002, n. 24 (Norme per la gestione dei rifiuti), fermo restando quanto disposto dall'articolo 199 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), il Piano regionale di gestione dei rifiuti, al fine di assicurare livelli di tutela più elevati, prevede: a) la valutazione dei materiali che compongono il rifiuto indifferenziato che consente di quantificare le potenzialità di recupero dei rifiuti b) una analisi economica, ambientale e occupazionale dei migliori sistemi di raccolta differenziata presenti sul territorio nazionale c) la mappatura degli impianti si selezione e preselezione e un'analisi dei flussi in virtù del principio di autosufficienza regionale d) la mappatura degli impianti di riciclo e recupero del rifiuto differenziato piemontese, nonché un'analisi dei flussi che contempli l'impatto ambientale dato dal trasporto dei rifiuti recuperabili".
Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Credo che questo sia un emendamento molto importante, ed è collegato anche ad una vicenda di cui stiamo discutendo ormai da mesi in Commissione ambiente: mi riferisco al nuovo Piano regionale rifiuti.
Ci siamo accorti che la legge regionale "Norme per la gestione dei rifiuti", essendo stata approvata il 24 ottobre 2002, ha un articolo che indica i requisiti minimi di un Piano rifiuti che non è completo rispetto alla normativa nazionale.
Abbiamo dunque voluto fare un'integrazione, che non fosse per ripetitiva della normativa nazionale, ma che la richiamasse in modo tale da rendere la redazione di un Piano regionale rifiuti più rispettosa e sicuramente più completa, per non incorrere in problematiche di illegittimità. In particolar modo, laddove la normativa nazionale richiede che vengano indicati i tipi, le quantità e le qualità dei materiali che possono andare a recupero a livello di ogni ambito ottimale - aspetto che il Piano rifiuti in realtà non ha neanche a livello regionale - noi chiediamo che nella legge 24/2002 vengano inseriti i seguenti commi: "a) la valutazione dei materiali che compongono il rifiuto differenziato che consente di quantificare le potenzialità di recupero dei rifiuti". Credo che questo sia un atto fondamentale, perché vi sono numerose normative e direttive del Parlamento europeo che vanno ad indicare che i rifiuti riciclabili non devono essere portati in discarica, ma non devono neanche essere inceneriti, in quanto l'azione di riduzione/preparazione al riuso ma anche di riciclo, è prioritaria rispetto allo smaltimento in discarica o all'incenerimento, che è una forma di smaltimento che disperde inquinamenti in atmosfera e poi nel suolo, con l'interramento delle ceneri.
Il comma successivo di cui si chiede l'inserimento è il seguente: "b) un'analisi economica, ambientale e occupazionale dei migliori sistemi di raccolta differenziata presenti sul territorio nazionale". Anche questo è un aspetto fondamentale che non è presente nel Piano regionale rifiuti che stiamo discutendo e che andremo - chissà quando! - ad approvare. A livello europeo gli studi evidenziano che addirittura con lo sviluppo dell'economia circolare si parla di 20 milioni di posti di lavoro che potenzialmente si possono creare. A livello nazionale studi più che riconosciuti evidenziano cifre di almeno 200.000 posti di lavoro, laddove si utilizzano le migliori tecniche di raccolta differenziata, sviluppando la tariffa puntuale e poi utilizzando i sistemi migliori, quale il sacco con sistema RFID o il sistema transponder. Ne consegue un beneficio economico per le Amministrazioni comunali in primis, un beneficio ambientale per l'ambiente tutto, ma anche un ritorno occupazionale a livello regionale di grande portanza.
Concludo segnalando la necessità di disporre di una mappatura degli impianti di selezione e preselezione che sviluppino il principio di autosufficienza regionale e la mappatura degli impianti di riciclo e recupero dei rifiuti differenziati piemontesi, al fine di migliorare la presenza di questo tipo di impianti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 25), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 15 ter Emendamento rubricato n. 45) presentato dal Consigliere Rossi: Dopo l'articolo "x" del disegno di legge n. 143 è inserito il seguente: Art. 15 ter (Modifiche all'articolo 2 della legge regionale 22 novembre 1978, n. 69) 1. Dopo il comma 1 dell'articolo 2 della legge regionale 22 novembre 1978 è inserito il seguente: "1 bis. Il PRAE di cui al comma 1 è approvato dal Consiglio regionale con proprio provvedimento ed è redatto in coerenza con i principi e le norme recanti la disciplina finalizzata alla tutela delle risorse naturali e del quadro di governo territoriale, paesaggistico e ambientale e coordinato con gli altri piani e programmi che interessano direttamente o indirettamente le attività estrattive al fine della loro valorizzazione per la produzione di minerali di pubblico interesse per l'economia".
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Presidente, posso illustrare insieme l'emendamento n. 44) e l'emendamento n. 45)?



PRESIDENTE

No, può illustrare solo l'emendamento n. 45).



ROSSI Domenico

L'emendamento rubricato n. 45) va nella direzione di completare la modifica della legge n. 69/1978 approvata con la legge n. 23 di qualche settimana fa.
Con la legge di riordino delle Province la funzione di programmazione viene spostata dal livello provinciale a quello regionale, in particolare modificando l'articolo 2 della legge n. 69/1978.
In realtà, sappiamo che nei prossimi mesi si andranno a discutere progetti di legge di revisione della legge n. 69/78. Nelle more di questo percorso, anche in accordo con quanto discusso con la Giunta in Commissione, si prevede l'integrazione dello stato attuale. L'emendamento n. 45), in particolare, prevede semplicemente che "Il PRAE sia redatto in coerenza con i principi e le norme recanti la disciplina finalizzata alla tutela delle risorse naturali e del quadro di governo territoriale paesaggistico ed ambientale e coordinato con gli altri programmi e piani che interessano direttamente o indirettamente le attività estrattive, al fine della loro valorizzazione per la produzione di minerali di pubblico interesse per l'economia".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 45), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
(Il voto è esteso anche al nuovo articolo) ARTICOLO 15 quater Emendamento rubricato n. 64 presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani: Dopo l'articolo 15 del disegno di legge n. 143 è aggiunto il seguente: "Art. 15 quater (Modifica alla l.r. 2 novembre 1982, n. 32 "Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale") 1. Al comma 2 dell'articolo 11 della l.r. 32/1982 le parole "nonché alle piste e strade forestali che sono segnalate ai sensi della legge regionale 12 agosto 1981, n. 27" sono abrogate.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 64) in realtà corregge la legge n. 32/82, che rimanda per l'utilizzo delle piste e strade regionali, alla legge n. 28 del 1981 legge che però è abrogata. Quindi, noi abbiamo oggi questa situazione, che poi vedremo in un emendamento successivo, non chiara da un punto di vista della norma, in quanto uno dei fondamenti della legge n. 32 stessa è il rimando a questa legge che non c'è più.
Tenendo conto che il rimando a questa legge non prevede soltanto delle disposizioni, ma prevede anche relative sanzioni che vengono irrorate per coloro i quali utilizzano le piste o le strade forestali segnalate ai sensi di questa norma, crediamo, non fosse altro per una corrispondenza normativa esatta, che queste parole che rimandano ad una legge abrogata debbano essere eliminate dalla legge n. 32/82.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 67 presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani: Dopo l'articolo 15 del disegno di legge n. 143, è aggiunto il seguente: Art. 15 quater (Modifica alla l.r. 2 novembre 1982. n. 32 "Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale") 1. Dopo la lettera b), del comma 4, dell'articolo 11. della l.r. 38/1982 sono aggiunte le seguenti: "c) i mezzi d'opera di proprietà comunale o di ditte autorizzate dall'amministrazione comunale necessari per la manutenzione degli acquedotti comunali e le aree di pertinenza delle opere di presa d) i mezzi di soccorso e antincendio pubblici o appartenenti a enti privati utilizzati per tale scopo e) i mezzi i mezzi utilizzati per lo studio e la salvaguardia dell'ambiente f) nei giorni consentiti al prelievo venatorio i mezzi motorizzati pubblici o di privati per l'esercizio venatorio finalizzati al contenimento della fauna selvatica g) i mezzi della protezione civile e automezzi di privati cittadini che collaborano per lo spegnimento degli incendi".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

L'emendamento n. 67) interviene sempre sulla legge n. 32/82, ma tende a fare chiarezza su coloro i quali possono utilizzare le strade, perché ad oggi questa norma ha una situazione per cui la possibilità di blocco dell'utilizzo delle strade viene demandata ad un'ordinanza del sindaco che, a differenza della legge sul dissesto idrogeologico, non ha neanche un vincolo o una finalità per cui una strada si blocca in quanto pericolosa ma si blocca per ipotetici problemi di natura ambientale, che però non devono essere in alcun modo motivati.
Quindi, spesso vi è questa situazione anomala, che non è puntualmente normata. Pertanto, cerchiamo di fare questo, inserendo i mezzi d'opera di proprietà comunale o di ditte autorizzate dall'Amministrazione necessarie per la manutenzione degli acquedotti e le aree di pertinenze delle opere di presa, i mezzi e i soccorsi antincendio pubblici o appartenenti ad enti privati utilizzati per tale scopo, i mezzi utilizzati per lo studio e la salvaguardia dell'ambiente nei giorni consentiti al prelievo venatorio, i mezzi motorizzati pubblici o di privati per l'esercizio venatorio finalizzati al contenimento della fauna selvatica e i mezzi di protezione civile o automezzi di privati cittadini che collaborano per lo spegnimento degli incendi.
Crediamo che rispondere ed indicare in modo puntuale all'interno della legge n. 32 quali sono i soggetti autorizzati sia non soltanto corretto, ma anche utile, nelle fattispecie che vengono indicate all'interno dell'emendamento n. 67).
Quest'anno, proprio per questo motivo si è avuto non un contenzioso, ma una distinzione relativamente all'utilizzo o meno e in qual modo delle 32 ordinanze che le amministrazioni comunali hanno fatto, interpretazione della legge ai sensi degli Uffici della Regione che si occupano di ambiente, noi crediamo che questa vacatio della norma sia corretto darne compiutezza, individuando in modo puntuale coloro i quali sono autorizzati a circolare all'interno delle strade.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 56 presentato dai Consiglieri Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Sozzani, Vignale: Dopo l'articolo 15, del disegno di legge n. 143 è aggiunto il seguente: Articolo 15 quarter modifica alla l.r. 2 novembre 1982, n. 32 Norme per la conservazione del patrimonio e dell'assetto ambientale: "1. Dopo la lettera b), del comma 4, dell'articolo 11, della l.r. 32/1982 è aggiunta la seguente: c) nei giorni consentiti al prelievo venatorio i mezzi motorizzati dei soggetti autorizzati all'attività venatoria che espongono copia del tesserino regionale in corso di validità".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

L'emendamento n. 56) è la riproposizione di una norma approvata dal Consiglio regionale, che è stata cassata nella legge di semplificazione o qualcosa di simile. La legge n. 32/82, all'articolo 11, conteneva la lettera c), che prevedeva che "nei giorni consentiti al prelievo venatorio i mezzi motorizzati dei soggetti autorizzati all'attività venatoria che espongono copia del tesserino regionale in corso di validità", fossero tra coloro i quali potessero transitare. Questo per quale motivo? Perché noi oggi abbiamo, all'interno della legge, la possibilità che ciò avvenga nel momento in cui vi è un intervento di prelievo venatorio, ma autorizzato dall'amministrazione provinciale. Se uno interviene per la riduzione della pressione venatoria su un intervento durante o al di fuori del periodo di caccia finalizzato alla riduzione della pressione venatoria, lo può fare con un'autorizzazione dell'amministrazione provinciale. Se uno svolge la stessa mansione durante il periodo di prelievo venatorio, questo non lo pu fare. È facilmente comprensibile come in molte realtà, in particolar modo quelle più lontane, intervenire per garantire un prelievo venatorio opportuno, per esempio, rispetto alle specie più nocive, sia più complicato, perché si può fare il giorno dopo in cui è conclusa l'attività venatoria se vi è un'autorizzazione dell'amministrazione provinciale, ma non lo si può fare fino al giorno prima.
Questo crea di per sé una difformità e anche una modalità per cui vi è un numero minore di interventi. Crediamo che la modalità che era stata disciplinata dalla precedente norma vada ripristinata.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 65 presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani: Dopo l'articolo 15 del disegno di legge n. 143 è aggiunto il seguente: Articolo 15 quarter (modifica alla l.r. 2 novembre 1982, n. 32 Norme per la conservazione del patrimonio e dell'assetto ambientale): "1. Dopo il comma 7, dell'articolo 11, della l.r. 38/1982 è aggiunto il seguente: 7. Le amministrazioni comunali, al fine di garantire la manutenzione ordinaria dei sedimi stradali presenti all'interno dei loro confini possono prevedere canoni di transito per un importo non superiore ai 5 euro giornalieri e 20 euro annui. Le amministrazioni comunali possono esentare dal pagamento del canone singoli soggetti".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 65), sostanzialmente, può essere legato all'emendamento n. 67), cioè quello che individuava una serie di soggetti mezzi d'opera di proprietà comunale o ditte autorizzate dall'Amministrazione comunale per la manutenzione degli acquedotti, mezzi di soccorso, mezzi utilizzati per lo studio e la salvaguardia dell'ambiente ecc.
Si prevede, con quest'emendamento - perché è una problematica che le Amministrazioni comunali hanno posto, cioè la manutenzione delle strade che le Amministrazioni comunali, al fine di garantire la manutenzione ordinaria dei sedimi stradali presenti all'interno dei loro confini possano prevedere canoni di transito per un importo non superiore ai cinque euro giornalieri e 20 euro annui.
Le amministrazioni comunali possono esentare dal pagamento il canone ai singoli soggetti, per fare in modo che se vi è un intervento che ha anche una ricaduta economica per le amministrazioni comunali, le stesse possono prevedere una modalità di entrata finalizzata alla manutenzione ordinaria delle strade per garantire la loro manutenzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento sembra abbastanza forte. Già in Commissione aveva comunque, avuto delle considerazioni, perché è chiaro che nessuno vuole aggiungere ulteriori tasse, oltre a quelle che già ci carica il Governo.
Tuttavia, obiettivamente, ci troviamo in una situazione di grande difficoltà per quanto riguarda gli Enti locali. Anche l'elemento legato all'inserimento, in questo caso, di una proposta di pochi euro annui o qualcosa di giornaliero, diventa un elemento di deterrenza, se non necessario, in termini di fruizione, da parte dei mezzi di cui citava il Consigliere Vignale, oppure possono comunque consentire un ripristino o quanto meno, un'ordinaria manutenzione in termini di territorio naturalmente sempre più alla luce di grandi difficoltà, che sono innegabili da parte della Regione, in termini di finanziamenti e contributi, bandi o di altra opportunità legata alle Amministrazioni locali, alla manutenzione e sistemazione dei territori ed anche all'assetto idrogeologico.
Non dimentichiamo che, a volte, c'è una sistemazione di regimazione ben fatta, magari curata anche in modo dignitoso da parte di chi governa i fondi e, poi, magari, in alcune fasi basta un movimento di questo tipo da parte di mezzi di varie entità e per far saltare tutto quel sistema che meticolosamente è stato messo in piedi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Il nostro intervento intende comunicare il voto fermamente e convintamente contrario a questo blocco di emendamenti all'articolo 15 quater, con particolare riferimento all'emendamento n. 56), poich ripristina una modifica alla legge regionale n. 32/82, apportata dalla Giunta Cota, che permette il transito, nei giorni che consentono il prelievo venatorio, ai mezzi motorizzati.
In un collegato alla finanziaria o nel disegno di legge relativo ai provvedimenti finanziari dello scorso anno, con un nostro emendamento approvato dalla Giunta, avevamo ripristinato il dettato originario della legge regionale n. 32/82. Spero, pertanto, che la Giunta, in un anno, non abbia cambiato idea.
Tra l'altro, in questi mesi sono circolate delle informazioni non proprio veritiere al riguardo, perché è stato fatto un po' di terrorismo dicendo: "Non si può più viaggiare su quelle strade". In questo senso vorrei chiarire che la legge n. 32/82 stabilisce che le Amministrazioni comunali e provinciali possono interdire, pertanto possono farlo come non farlo.
Inoltre, non penso che in un anno (il periodo intercorso tra l'approvazione del nostro emendamento e oggi) così tante Amministrazioni comunali siano venute a conoscenza di questa possibilità e, in particolar modo, se ne siano avvalse.
Mi auguro, pertanto, che, nell'arco di un anno, la Giunta e la maggioranza non abbiano cambiato idea sulla legge n. 32/82.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
A proposito di questi emendamenti, mi preme aggiungere un contributo a quanto è stato detto, perché è evidente che possono esserci delle posizioni fortemente ideologiche, rispetto ad un tema che, invece, può essere anche pragmatico.
Ovviamente, anche la Giunta potrebbe rivedere e riproporre ciò che aveva modificato un anno fa. Evidentemente, nelle prossime settimane e mesi l'Assessorato potrebbe documentare meglio quanto sta accadendo sul territorio, e a questo vorrei aggiungere quelle che sono le attività delle guardie venatorie, che dovrebbero controllare la regolare attività di prelievo venatorio sul territorio, ma che molto spesso si limitano a multare le macchine parcheggiate, poiché, presumibilmente, i cacciatori sono in giro.
Poiché la modifica avvenuta lo scorso anno ha introdotto un elemento di comportamento non perfettamente aderente alla funzione della guardia venatoria, è possibile - se non in questa sede o circostanza, anche in prospettiva - modificare quanto è stato proposto dai colleghi del Movimento 5 Stelle, con un'ambizione ovviamente legittima, recepita benissimo dalla Giunta. Potrebbe essere anche rivisitata, e questo non significherebbe fare un passo indietro.
Se si vede che una legge o una modifica di legge non porta i benefici auspicati, se non a livello ideologico, è evidente che si può anche rimettere mano.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Anche relativamente all'ultimo intervento del collega Monaco, ricordo che, al momento, il transito dei cacciatori autorizzato dal Comune è possibile quando intervengono sotto il controllo della Provincia, per interventi di battute di caccia controllate. Saremmo fermi su questa dicitura, senza andare a modificare quanto già votato un anno fa dal Consiglio.
In merito agli altri emendamenti, il parere della Giunta è negativo: in parte, perché alcuni emendamenti sono già contenuti nella normativa. Ad esempio, l'emendamento n. 67), riguardante le deroghe per i mezzi d'opera i mezzi di soccorso, ecc., sono già contemplate all'articolo 11, comma 6 così come l'emendamento n. 65) è già una realtà, quella da parte dei Comuni di far pagare su certi tratti di strada comunale un transito con un corrispettivo giornaliero.
Alcune cose sono già attualmente previste e non c'è bisogno di inserirle nella normativa. Quindi, il parere della Giunta sugli emendamenti è negativo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Per dichiarazione di voto.
Non stupisce una posizione che, in parte, è quella che la Giunta ha assunto un anno fa. Bisogna però poi essere coerenti rispetto a ciò che si dice, a ciò che dice anche l'Assessore Valmaggia, ma in particolar modo a ciò che dice l'Assessore Ferrero, perché uno deve conoscere per parlare e quando conosce poi, adeguatamente, può motivare.
Se uno prende i numeri di abbattimenti - piace o non piace, ognuno fa le valutazioni che crede, ma tenta di essere pragmatico - che avvengono della fauna che produce danni, che non è solo il cinghiale, ma anche il capriolo e altri animali, e vede quanti sono gli abbattimenti durante la stagione venatoria e quanti sono gli abbattimenti che avvengono autorizzati dalle Amministrazioni provinciali, si capisce bene che questa è una norma che, più di ogni altro, tutela il mondo agricolo e non solo perché poi vi sono anche danni che vengono arrecati non solo alle culture, ma anche ad altro; il 90% dei danni vengono ovviamente arrecati al mondo agricolo.
Certamente, questa è una norma che nasceva e viene riproposta, anche se in alcuni casi, anche con modalità differenti, per cercare di tutelare quelli che sono alcuni aspetti su cui ogni anno continuiamo a discutere.
Sarebbe sufficiente leggere ciò che scrivono gli Uffici regionali per capire quanto è possibile utilizzare queste strade.
Vi ricordo che, fra le altre cose, esprimete parere contrario a un emendamento che cancella da una legge un riferimento ad una legge abrogata.
Però, voglio dire, va bene tutto. La legge 27 non c'è più. Nella nostra normativa ce l'abbiamo ed è la stessa norma inesistente che utilizziamo per motivare l'impossibilità di transito.
Evidentemente, va bene, però fa anche chiarezza, perché l'unica cosa che non si può fare è quella della doppia posizione...



(Commenti in aula)



VIGNALE Gian Luca

No, certo. E' bene far usare le strade perché si limita la pressione, è bene che si possa transitare perché consente di avere maggiore facilità negli abbattimenti, però prima si modifica una norma e poi si respingono gli emendamenti.
Da questo punto di vista, almeno la precedente Amministrazione...
Anche noi siamo stati molto chiari, nel senso che ogni modalità utile per ridurre la pressione venatoria, compresa quella, non indifferente dell'utilizzo delle strade, è certamente uno strumento da utilizzare.
Cosa è accaduto quest'anno? E' accaduto che chi ha tentato e chi ha voluto, nonostante l'Amministrazione regionale, si è aggiustato da solo nel senso che i Sindaci che hanno voluto agevolare e ridurre la pressione venatoria si sono fatti da sé l'ordinanza. Che cosa è accaduto? E' accaduto che l'Amministrazione regionale ha scritto loro, dicendo che la loro ordinanza violava la legge regionale n. 27, che non esiste! Questa è la situazione. Dopodiché, ovviamente noi chiediamo il voto per appello nominale in modo tale che almeno non ci sono due facce nella stessa commedia, cioè chi intende tutelare, vietare il transito anche a fini venatori e non solo, e questa è una posizione ideologica, perché è una posizione che non è compresa da chi vive nelle realtà rurali o semplicemente al di fuori della cinta daziaria di Torino, nella prima cintura, ma è una posizione di chi vive in città e non sa che cosa vuol dire avere danni, le auto distrutte e quant'altro.
Questa è la posizione dell'Amministrazione di centrosinistra. A noi dispiace, perché si porta un danno alle realtà rurali del nostro Piemonte che - vivaddio! - sono quelle maggioritarie, però purtroppo questa è la situazione.
Chiediamo per tutti e quattro gli emendamenti l'appello per voto nominale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Ci sono i tre Consiglieri per l'appello nominale.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 64), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 37 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 67), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 36 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 56), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 36 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 65), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 5 Consiglieri hanno votato NO 33 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 15 quinquies Emendamento rubricato n. 62 presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani: Dopo l'articolo 15 del disegno di legge n. 143, è aggiunto il seguente: "Art. 15 quinquies (Modifiche alla legge regionale 20 gennaio 1997, n. 13 (Delimitazione degli ambiti territoriali ottimali per l'organizzazione del servizio idrico integrato e disciplina delle forme e dei modi di cooperazione tra gli Enti locali ai sensi della legge 5 gennaio 1994, n. 36 e successive modifiche ed integrazioni. Indirizzo e coordinamento dei soggetti istituzionali in materia di risorse idriche)".
Dopo la lettera c), del comma 1, dell'articolo 3, della l.r. 13/1997 è aggiunta la seguente lettera: "c bis) determinazione di differenti livelli di imposizione tariffaria divisi per area alpina/appenninica, prealpina-collinare, di pianura e metropolitana al fine di favorire i territori da cui la risorsa idrica proviene;".
Dopo la lettera c bis), del comma 1, dell'articolo 3 della l.r. 13/1997 è aggiunta la seguente lettera: "c ter) determinazione di interventi di riduzione del 50 percento della tariffa per le attività imprenditoriali situate nei comuni montani sopra i 700 metri di altitudine classificate come micio o piccole imprese ai sensi del comma 2 dell'articolo 8.".
Dopo la lettera c), del comma 1, dell'articolo 6, della l.r. 13/1997 è aggiunta la seguente lettera: "c bis) dall'Assessore regionale alle Risorse idriche o suo delegato.".
Il comma 3, dell'articolo 6, della l.r. 13/1997, è sostituito dal seguente: "3. La convenzione di cui all'articolo 4 fissa le quote di rappresentatività riservando alle unioni montane e di comuni montani non appartenenti alle medesime il 35 percento dei voti, ai comuni non montani il 20 percento, determinando tali quote in base a popolazione e metri cubi di acqua erogata, tenendo conto della necessità di garantire la rappresentanza delle diverse esigenze del territorio. La convenzione determina altresì le quote di rappresentanza di province e città metropolitana di Torino nella misura del 20 percento e della Regione Piemonte per le restanti quote del 25 percento".
Al comma 4, dell'articolo 8, della l.r. 13/1997, le parole: "I suddetti fondi sono assegnati alle comunità montane sulla base di accordi di programma per l'attuazione di specifici interventi connessi alla tutela e alla produzione delle risorse idriche e delle relative attività di sistemazione idrogeologica del territorio" sono sostituite dalle seguenti: "I suddetti fondi sono assegnati, entro e non oltre il 30 aprile 2015, alle unioni montane o di comuni montani non facenti parte le unioni, sulla base di programmi per l'attuazione di interventi finalizzati alla prevenzione del dissesto idrogeologico e all'incremento occupazionale".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 62) introduce una serie di concetti. A noi interessa indicarne uno. E' uno degli emendamenti che abbiamo presentato a tutela delle aree di montagna.
La legge regionale 13 del 1997 - legge sull'organizzazione del servizio idrico integrato - prevede che vi sia la possibilità, per l'amministrazione regionale, di prevedere tariffe differenti all'interno delle aree montane semplicemente partendo da un sunto semplice: coloro i quali - tra virgolette - danno l'acqua, dovrebbero avere, com'era una volta prima della tariffa unica, un beneficio di carattere economico in termini di costi dell'acqua stessa.
Il comma 2 prevede di determinare interventi di riduzione del 50% della tariffa per attività imprenditoriali situate nei Comuni montani sotto i 700 metri di altitudine e classificate come micro e piccole imprese.
Noi crediamo che questo sia l'aspetto più significativo, nel senso che in alcune realtà, un piccolo intervento di carattere economico pu salvaguardare piccole o medie imprese, le quali pagano l'acqua come nel centro di Torino, ma hanno fatturati ben differenti.
Noi crediamo che questi piccoli interventi, che non cambiano il gettito complessivo per gli ATO, ma che, con un piccolo spostamento di canone o con una riduzione del gettito, possano dare ritorni economici significativi debbano essere presi. Vi è poi un tema, rispetto alla nostra capacità di rappresentanza all'interno degli ATO, che noi affrontiamo all'interno di quest'articolo, ma che non stiamo ad illustrare, essendo un altro il tema centrale. Faccio presente - ed è stato anche l'oggetto di più interrogazioni del nostro Gruppo consiliare - che quest'anno l'ATO 3, cioè quello della Provincia di Torino, ha deciso di tagliare una serie di contributi alle comunità montane che non avessero rendicontato l'80% della spesa. Non è un'indicazione che ha dato l'unico soggetto che lo poteva dare, cioè la Regione Piemonte, ma così è avvenuto.
Più due milioni di euro, quindi, si sono persi nei territori montani per andare in pancia all'ATO. Come poi li abbiano utilizzati, o il motivo è ancora da sapere, nel senso che un giorno l'Assessore Valmaggia ci ha risposto che sarebbero stati riutilizzati dall'ATO, ma come, in quale modo e in quali termini, ad oggi non è dato sapere. Crediamo, quindi, che questo potrebbe essere, almeno per ciò che concerne il comma 2, un aspetto significativo di incentivazione e di politiche montane di sviluppo.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
A sostegno di quest'emendamento, riteniamo che l'opportunità di creare situazioni tariffarie differenti per il servizio idrico integrato possa essere un elemento di assoluta importanza. Ma per cosa? Certo, come diceva il collega, per il fatto che le zone montane sono zone da cui si attinge un patrimonio straordinario, che naturalmente è quello dell'acqua. Nessuno vuole creare delle condizioni di discriminazione; d'altro canto, però, è importante poter agevolare territori che già hanno grandi difficoltà dal punto di vista della sopravvivenza di tutto quello che riguarda i trasporti o altri servizi: pur con tutte le promesse del caso che vengono sistematicamente fatte, è inevitabile che quelle siano realtà più penalizzate rispetto a zone ad alta densità.
La possibilità in questo caso, quindi, è innanzitutto quella di creare un meccanismo di agevolazione; ma d'altro canto anche quella di creare tutta una serie di formule di incentivo e di sgravio, finalizzate veramente a far sì che questi territori possano essere in ogni caso rivitalizzati e di conseguenza, soggetti a tutta una serie di elementi positivi.
Credo che questo sia un aspetto su cui naturalmente dovremo cominciare a lavorare tutti insieme, anche per il futuro.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Indìco la votazione sull'emendamento rubricato n. 62), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 16 Emendamento rubricato n. 54 presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Valetti: L'articolo 16 del disegno di legge n. 134 è abrogato.
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento abrogativo dell'articolo 16 di questo disegno di legge. L'articolo 16 è un articolo che è stato aggiunto a seguito dell'approvazione di un emendamento presentato dalla maggioranza in Commissione (siamo nell'ambito della disciplina di valutazione di impatto ambientale).
La legge regionale vigente, la n. 40 del 1998, al comma 1 dell'articolo 21 prescriveva che gli atti amministrativi assunti in violazione dell'articolo 4 della stessa legge (che è proprio l'articolo che definisce i progetti e le opere sottoposti a valutazione di impatto ambientale di livello regionale) fossero nulli. L'emendamento, invece, va a modificare il comma 1 dell'articolo 21, prevedendo per essi un'annullabilità: annullabilità, quindi, invece che nullità. Ovviamente siamo in una fattispecie un po' diversa del diritto amministrativo.
Sappiamo bene che la legge nazionale di riferimento sulla VIA (che è il D.lgs 152/2006), all'articolo 29 parimenti parla di annullabilità degli atti amministrativi e non di nullità. Siamo consapevoli di questo, tuttavia è altrettanto vero che siamo nell'ambito di una VIA regionale e non nazionale e che la nostra legge regionale, seppur antecedente al Testo unico in materia ambientale, su questo punto è più tutelante in quanto più severa, quindi prescrive proprio una nullità di questi provvedimenti assunti in violazione di legge, escludendo quindi del tutto la possibilità che vengano emesse delle valutazioni di impatto ambientale positive a fronte di una violazione di legge. Inoltre, esclude anche qualsiasi discrezionalità sull'annullabilità a posteriori di un atto assunto in violazione di legge.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Noi crediamo che, al di là del merito dell'emendamento in oggetto, sia utile - e per questo motivo abbiamo anche presentato una proposta di legge che questo Consiglio discuta relativamente alle procedure di valutazione.
In un caso, infatti, quello relativo alla legge di semplificazione, abbiamo provato - i Gruppi consiliari, la Giunta - a discutere su quanto fosse necessaria l'attività di semplificazione all'interno della nostra Regione a favore dell'impresa e dei cittadini; dopodiché siamo una delle Regione italiane che ha le procedure più rigide, rispetto alle valutazioni di impatto e di incidenza ambientale, anche rispetto alle indicazioni che danno le direttive europee e alle indicazioni che dà la normativa nazionale.
Allora, da questo punto di vista, è evidente che si rischia di non essere una Regione competitiva, perché una valutazione di incidenza o di impatto ambientale, laddove non sia utile, non solo ha un costo nella sua stesura per il soggetto che deve presentare la domanda - perché in questa Regione vengono fatte molte attività di valutazione, incidenza o impatto ambientale che in altre Regioni non vengono fatte perché sono al di fuori di quel che prevedono la norma nazionale o le direttive europee - ma vi è anche un tempo che in qualche modo viene perso dai cittadini o dalle imprese oppure dagli Uffici regionali che devono seguire questa attività che non è un obbligo di norma.
Allora, al di là dell'aspetto importante relativo alla nullità all'annullabilità e quant'altro, credo che il tema centrale su cui confrontarci sarà proprio su quanto sia utile snellire il più possibile rimanendo ovviamente sempre nell'attuazione delle direttive europee e delle norme nazionali, rispetto a procedimenti costosi sia da un punto di vista temporale che da un punto di vista economico.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 54), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 17 Indìco la votazione palese sull'articolo 17.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 Indìco la votazione palese sull'articolo 18.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 bis Emendamento rubricato n. 26 presentato dai Consiglieri Andrissi, Batzella Bertola, Bono, Frediani, Mighetti, Valetti: Dopo l'articolo 18 del disegno di legge n. 143, è inserito il seguente: "Articolo 18 bis (Modifiche alla legge regionale n. 7 del 24 maggio 2012) 1. Dopo la lettera d) del comma 1 dell'articolo 8 della legge regionale n.
7 del 24 maggio 2012 (Disposizioni in materia di servizio idrico integrato e di gestione integrata dei rifiuti urbani), è inserita la seguente: 'e) alla verifica degli obiettivi raggiunti dai Consorzi di bacino definiti dall'articolo 11 della legge regionale 24/2002, in relazione alla pianificazione regionale di settore e la verifica dell'utilizzo dei migliori sistemi disponibili per il raggiungimento degli obiettivi'.
2. Dopo il comma 3, viene inserito il seguente: '4. Ai fini di cui al comma 1, lettera e), i Consorzi di bacino redigono annualmente una relazione che consenta alla Giunta regionale di valutare il benchmarking quali-quantitativo ed economico sulla gestione dei servizi.
Entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente norma, la Giunta regionale delibera i criteri per redigere la relazione ed i criteri di valutazione della stessa, in ottemperanza agli obiettivi contenuti nella pianificazione regionale'.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento nasce da una segnalazione che ci è stata fatta, in merito alla quale ho anche presentato un question time. Siamo stati stimolati dall'analisi di questa circostanza, che è veramente paradigmatica di quella che è la situazione di gestione dei rifiuti in Piemonte, dove vi è una disparità nelle modalità di raccolta differenziata e nei risultati ambientali ed economici tra Consorzio e Consorzio e tra Comuni e Comuni disparità che indica una completa assenza di pianificazione regionale. In questa situazione, addirittura non ci si riesce a mettere d'accordo tra Consorzi sul colore dei contenitori per la raccolta differenziata, quindi immaginiamo quale difficoltà possa creare pensare di modificare un sistema di raccolta differenziata che, in ambito regionale, nella stragrande maggioranza dei casi, è obsoleto sotto tutti i punti di vista.
La vicenda ci ha stimolato a fare questo emendamento, che va a creare l'articolo 18 bis, è la vicenda del Consorzio COSRAB e della sedicente società in house SEAB di Biella. Dico sedicente perché addirittura, in provincia di Biella, le Amministrazioni comunali hanno affidato a questa società la gestione della raccolta differenziata e dello smaltimento dei rifiuti senza aver mai firmato una convenzione o un contratto, quindi ogni Comune ha un trattamento differente e poi vi sono anche parti di queste raccolte subappaltate. Dunque questa è la situazione.
Per ovviare a queste problematiche, che sono più che mai evidenti crediamo che sia urgente intervenire e la legge n. 7 del 24 maggio 2012 ci dà la possibilità di intervenire subito, grazie al collegato alla finanziaria.
Dopo la lettera d) del comma 1 dell'articolo 8 della legge regionale n.
7 del 24 maggio 2012, abbiamo dunque proposto l'inserimento di questi due commi: "e) alla verifica degli obiettivi raggiunti dai Consorzi di bacino definiti dall'art. 11 della l.r. 24/2012, in relazione alla pianificazione regionale di settore e la verifica dell'utilizzo dei migliori sistemi disponibili per il raggiungimento degli obiettivi.".
In pratica, noi chiediamo che venga verificato l'utilizzo dei migliori sistemi di raccolta differenziata e che questi rispettino la pianificazione regionale.
L'emendamento prosegue: "2. Dopo il comma 3. viene inserito il seguente: "4. Ai fini di cui al comma 1, lettera e), i Consorzi di bacino redigono annualmente una relazione che consenta alla Giunta regionale di valutare il benchmarking quali-quantitativo ed economico sulla gestione dei servizi. Entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente norma la Giunta regionale delibera i criteri per redigere la relazione ed i criteri di valutazione della stessa in ottemperanza agli obiettivi contenuti nella pianificazione regionale." Chiediamo, in pratica, che i consorzi redigano finalmente una relazione che consenta una valutazione del loro e permetta una valutazione seria e completa delle azioni da loro svolte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 26), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 19 Emendamento rubricato n. 78) presentato dai Consiglieri Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Sozzani, Vignale: Art. 19, comma 01 01. Il comma 8 dell'art. 12 della l.r 19/2015 è abrogato e sostituito dal seguente: 8. La lettera j) del comma 1) dell'articolo 12 della l.r. 19/2009 è sostituita dal seguente: "j) Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore, al quale sono affidati in gestione il Parco naturale del Ticino, il Parco naturale dei Lagoni di Mercurago, la Riserva naturale dei Canneti di Dormelletto, la Riserva naturale di Fondo Toce, la Riserva naturale di Bosco di Solivo, la Riserva naturale del Monte Mesma la Riserva naturale del colle del Buccione".
Emendamento rubricato n. 78.1) presentato dai Consiglieri Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Sozzani, Vignale: Art. 19, comma 1 bis "1 bis. La lettera b) del comma 1 dell'ter. 43 della l.r. 19/2015 è abrogata".
Emendamento rubricato n. 78.2) presentato dai Consiglieri Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Sozzani, Vignale: Art. 19, comma 1 ter "1 ter. Al comma 2 dell'art. 43 della l.r. 19/2015 le parole 'L'Ente di gestione delle Riserve pedemontane e delle Terre d'acqua' sono soppresse".".
Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti, per l'illustrazione di tutti e tre gli emendamenti.



BERUTTI Massimo

Il testo dell'emendamento rubricato n. 78) recita: "01. Il comma 8 dell'art. 12 della l.r 19/2015 è abrogato e sostituito dal seguente: 8. La lettera j) del comma 1) dell'articolo 12 della l.r. 19/2009 è sostituita dal seguente: 'j) Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore, al quale sono affidati in gestione il Parco naturale del Ticino, il Parco naturale dei Lagoni di Mercurago, la Riserva naturale dei Canneti di Dormelletto, la Riserva naturale di Fondo Toce, la Riserva naturale di Bosco di Solivo, la Riserva naturale del Monte Mesma, la Riserva naturale del colle del Buccione'".
L'emendamento rubricato n. 78.1) mi sembra uguale al precedente.
Diamoli per illustrati, perché obiettivamente ne so meno...
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Consideriamo illustrati anche gli emendamento rubricati n. 78.1) e 78.2).
Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Ho rintracciato il contenuto dell'emendamento n. 78), che si collega sostanzialmente, ad una discussione che è già stata fatta in merito alla legge del 3 agosto del 2015 e riguarda l'accorpamento del Ticino, Lago Maggiore, Baragge, Bessa e la Riserva del Vercellese, quindi delle Lame del Sesia. Con questi emendamenti, di fatto, si chiede, com'era già stato proposto in Commissione, di ritornare alla condizione per cui Ticino e Lago Maggiore abbiano la loro gestione, e Bessa e Lame del Sesia accorpate nella parte occidentale, rispetto a quella orientale. Vorrei ricordare che su questo argomento vi è già stata anche una presa di posizione da parte dei Sindaci, in particolare di quelli dell'area ovest, che sono numerosi, dove peraltro, è emerso che nella gestione da parte dei Comuni praticamente non vi è una rappresentanza negli organi di gestione di quelli del Ticino.
Perché essendo più numerosi quelli relativi alla parte di Baragge, Bessa e Lame del Sesia, si sono accordati escludendo l'altra parte. Si è creato quindi, anche uno squilibrio sotto questo aspetto.



PRESIDENTE

Sono stati illustrati gli emendamenti rubricati n. 78), n. 78.1) e n.
78.2).
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 78), sul quale l'Assessore Valmaggia, a Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 78.1), sul quale l'Assessore Valmaggia, a Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 78.2), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Prima di procedere alla votazione dell'articolo 19, la parola al Consigliere Vignale per dichiarazione di voto.



VIGNALE Gian Luca

Non solo per la dichiarazione di voto, ma per votare l'articolo avremmo necessità di avere la scala, perché la scala non è allegata e non è visibile.
Noi stiamo votando una scala (1:25.000) che non c'è. Quindi, cosa votiamo? Noi abbiamo una scala nella nuova modalità: "Il n. 81 dell'allegato è sostituito dal seguente:". Quindi, è sostituito da una nuova scala 1:25.000, che non c'è.



PRESIDENTE

Verifichiamo un momento.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.30 riprende alle ore 17.40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola l'Assessore Valmaggia; ne ha facoltà.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale e paesaggistica

Grazie, Presidente.
Rispetto alla richiesta del Consigliere Vignale, in effetti, non c'è nessuna modifica cartografica nell'emendamento. E' semplicemente un cambio nominalistico, quindi non c'è bisogno di alcun allegato cartografico.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Indìco la votazione palese sull'articolo 19, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 bis Emendamento rubricato n. 44) presentato dal Consigliere Rossi: Dopo l'articolo 19 del ddl n. 143 è inserito il seguente: "articolo 19 bis: Il PRAE di cui all'articolo 2 della l.r. 69/78 è adottato entro 12 mesi della legge regionale 29 ottobre 2015, n. 23".
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Molto brevemente. Parliamo sempre del Piano regionale per le attività estrattive, che sempre la legge regionale n. 23 ha previsto venga predisposto dalla Regione per scongiurare uno scenario negativo, quale quello in cui ci troviamo attualmente, per cui una legge del 2000 prevedeva l'adozione di piani provinciali che, ad eccezione della Provincia di Novara, non sono mai stati adottati.
Semplicemente, si chiede che il Piano regionale venga adottato entro 12 mesi dall'approvazione della legge n. 23, così le Province, dall'anno prossimo, autorizzeranno l'attività estrattiva e saranno messe nella condizione di avere i criteri anche nei rapporti tra Comuni, affinch l'autorizzazione venga svolta nel rispetto dei diversi vincoli esistenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento individua entro 12 mesi l'entrata in vigore del PRAE. Al di là del fatto che noi riteniamo sia complicato,entro 12 mesi, redigerlo l'unico aspetto - non c'è nell'emendamento - su cui vorremmo un chiarimento da parte della Giunta, è che i 12 mesi inseriti all'interno dell'emendamento, che fanno riferimento ad una legge approvata il 29 ottobre 2015, non siano un vincolo. Lo dico perché in Commissione il Consigliere Rossi aveva presentato un emendamento che, sostanzialmente prevedeva che il PRAE, in qualche modo, l'esistenza del PRAE o l'esistenza del Piano provinciale estrattivi fossero un vincolo per il soggetto rilasciante. Ci auguriamo che nel bilancio, o in assestamento, certamente nel bilancio del 2016, vengano stanziate le risorse per poterlo realizzare.
E' di assoluta evidenza che la stesura di un piano regionale delle attività estrattive necessita di un investimento economico per essere realizzato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Condivido l'ultimo passaggio dell'intervento del Consigliere Vignale tant'è che abbiamo presentato un ordine del giorno collegato che va nella direzione che indicava il Consigliere, cioè che si chieda alla Giunta di stanziare i soldi necessari alla realizzazione del PRAE nella previsione del 2016.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rossi.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 44), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
(Il voto è esteso anche al nuovo articolo) ARTICOLO 20 Indìco la votazione palese sull'articolo 20.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 Indìco la votazione palese sull'articolo 21.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 bis Emendamento rubricato n. 60) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani: Dopo l'articolo 21, del disegno di legge n. 143, è aggiunto il seguente: "1. La Regione Piemonte al fine di garantire il diritto all'acquisto della prima casa istituisce un contributo, detto 'voucher prima casa', da erogare una tantum e dal valore di 15.000,00 euro, destinato a coprire fino all'80 delle spese, previa presentazione dei costi realmente sostenuti, per notaio, assicurazione e perizie bancarie e agenzia immobiliare.
2. La Giunta regionale, con propria deliberazione entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, e sentita la Commissione consiliare competente, disciplina modalità e criteri per l'erogazione del contributo di cui al comma 1".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 60) introduce, come credo in altre due o tre occasioni, una misura di sostegno alla casa. Nel senso che i colleghi ricorderanno bene che a luglio 2014 noi discutemmo della riforma degli ATC senza intervenire in altro modo sulla legge n. 3, perché in quell'occasione si disse che quello sarebbe stato il primo momento di riordino per poi affrontare una modifica sostanziale, o parziale comunque, della legge n. 3 che avrebbe introdotto altre misure.
Da allora ad oggi, è pur vero che grazie al lavoro della Commissione II e del Consiglio quest'Aula ha licenziato un intervento sull'autorecupero e altre misure sono state approvate con delibera di Giunta (il fondo "salva sfratti" e altre iniziative), ma non siamo intervenuti relativamente alla legge n. 3, dove invece crediamo varrebbe la pena agire.
Osserviamo il Piano casa, di cui ancora prevediamo il finanziamento in assestamento: in realtà è un documento che ha quasi dieci anni e quando è stato redatto prevedeva una serie di modalità che oggi riteniamo superate.
Abbiamo una norma che non affronta ancora il tema che più volte abbiamo posto, quello legato all'intermediazione, per cui continuiamo ad avere molte case sfitte e molti soggetti che necessitano di un'abitazione. E qui introduciamo un principio, quello legato al voucher prima casa, che garantisce il diritto all'acquisto con un contributo - noi qui scriviamo 15 mila euro, come altre volte abbiamo detto, ovviamente, non ci impicchiamo alla cifra - destinato a coprire le spese per notaio, assicurazione perizia bancaria e agenzia immobiliare. Cioè, sono quelle prime spese che si devono sostenere nel momento in cui una singola persona, o una coppia avrebbe la possibilità economica di pagare il rateo di mutuo ma non ha la disponibilità economica per coprire quelle spese iniziali, che invece vorremmo garantire con il voucher prima casa.
Questo è uno dei tanti esempi; poi, certamente, l'Assessore e gli altri colleghi ricorderanno che noi presentammo una serie di proposte di modifica alla legge n. 3. Crediamo che sia arrivato il momento di discuterne qui, o certamente con una modifica parziale della legge n. 3, che provi a dare strumenti nuovi rispetto al momento dell'approvazione della legge n. 3 e del piano casa e più confacenti al periodo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

La Giunta sull'emendamento dà parere negativo, anche perché questo tipo di intervento potrà essere legittimamente proposto e valutato in sede di legge di bilancio e non in sede di collegato alla legge di bilancio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 60), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 22 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente.
Visto e considerato - anche grazie all'impegno di tutti e all'atteggiamento ritengo più che partecipativo e responsabile dell'opposizione - che siamo molto avanti con l'esame del provvedimento (siamo oltre l'articolo 20), volevo chiedere se era possibile dedicare l'ultima ora, dalle 18 alle 19, agli atti di indirizzo.
Grazie.



PRESIDENTE

Terminiamo l'esame degli emendamenti all'articolo 22 e dell'articolo stesso, li mettiamo in votazione, poi sospendiamo l'esame del disegno di legge n. 143, se l'Aula acconsente.
Emendamento rubricato n. 51) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: "Dopo l'articolo 22 del disegno di legge n. 143 è aggiunto il seguente: Art. 22 (Modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56) '0.1. Dopo il comma 1 dell'articolo 16 bis della l.r. 56/1977 è aggiunto il seguente: '1 bis. In attuazione delle finalità pubbliche della normativa vigente, le varianti di valorizzazione immobiliare del patrimonio pubblico non incidono sui limiti dimensionali relativi alla classificazione delle varianti urbanistiche; è fatto salvo il reperimento della dotazione di aree per servizi.''".
Ha chiesto la parola l'Assessore Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

L'emendamento interviene sulla legge regionale n. 56 sull'urbanistica e in modo particolare sulle varianti collegate a processi di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, quindi di proprietà di Comuni, di Province, della Città metropolitana e della Regione.
Ricordo che già la procedura prevista dalla legge urbanistica, in attuazione di una disposizione di legge nazionale, è una procedura straordinaria.
Con questo emendamento, semplicemente, noi diciamo che non rilevano i contenuti delle varianti collegate a processi di alienazione del patrimonio immobiliare pubblico ai fini degli strumenti urbanistici se non per il rispetto degli standard urbanistici, che devono essere garantiti per legge.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Emendamento rubricato n. 72) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Sozzani: Articolo 22, comma 1 Al comma 2 bis, dell'articolo 49, della l.r. 56/1977, come inserito dal comma 1, dell'articolo 22 del disegno di legge n. 143, le parole: "dell'amministrazione" sono sostituite dalle seguenti: "della pubblica amministrazione, anche nelle forme del sistema unificato MUDE".
Ha chiesto la parola il Consigliere Graglia per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Intendiamo emendare una proposta che, così com'è congegnata, è assolutamente inopportuna.
Ragionevolmente si deve ritenere che utilizzando il MUDE al professionista sia garantito il regime giuridico del deposito presso tale strumento e non, invece, come ritengono i funzionari regionali che si stanno occupando della vicenda, quello del protocollo comunale, che fa sì che la pratica pervenga con due giorni di ritardo quando al MUDE, magari arriva il venerdì.
La modalità da seguire veramente efficace e rispettosa della finalità della legge prevede che, se un professionista presenta al MUDE la pratica alle due di notte per abbattere un muro interno, alle 2.01, vicini permettendo, possa partire con i lavori - questa è semplificazione.
La proposta formulata, invece, sposta il problema delle questioni telematiche poco coerenti; peraltro, il termine "dell'amministrazione" utilizzato è un po' equivoco. Ciò sotto il profilo del legittimo affidamento del cittadino e leale collaborazione fra Enti e rispetto al cittadino, che volentieri presenterebbe la pratica direttamente in Comune.
La Pubblica Amministrazione, in tal senso, è da ritenersi un unico.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Graglia.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 51).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 72), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 22, così come emendato.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Vorrei fare una proposta all'Aula.
Poiché c'è stato qualche disguido nella Conferenza dei Capigruppo suggerirei di organizzarci così: esaminiamo gli atti di indirizzo relativi al punto 6) all'o.d.g., poi anticipiamo quelli relativi al punto10) e al punto 9), infine procediamo ad esaminare quelli relativi al punto 7).



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Proseguimento esame mozione n. 452 presentato dai Consiglieri Frediani Andrissi, Batzella, Bertola, Bono, Campo, Mighetti e Valetti, inerente a "Impegno della Regione Piemonte a promuovere la questione della legittimità costituzionale della legge statale n. 107, pubblicata in Gazzetta ufficiale il 15 luglio 2015"


PRESIDENTE

Procediamo, pertanto, proseguendo l'esame della mozione n. 452, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Chi la illustra? (Commenti in aula)



PRESIDENTE

Nella seduta pomeridiana del 17 novembre, la Consigliera Frediani ha illustrato la mozione ed è seguito l'intervento del collega Appiano.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla mozione n. 452, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Comunita' montane

Proseguimento esame mozione n. 429 presentato dai Consiglieri Mighetti Andrissi, Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani e Valetti, inerente a "IMU agricola - Richiesta presa di posizione contraria"; ordine del giorno n. 385 presentato dai Consiglieri Gancia e Benvenuto, inerente a "Esenzione o riduzione dell'aliquota IMU sugli immobili inseriti in aree montane o parzialmente montane non serviti da viabilità"; ordine del giorno n. 97 presentato dai Consiglieri Berutti, Graglia e Sozzani, inerente a "Snellimento elenco dei Comuni montani e collinari"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 429, dell'ordine del giorno n.
385 e dell'ordine del giorno n. 97, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana del 20 ottobre, il Consigliere Mighetti ha illustrato la mozione n. 429, che è stata posta in votazione.
La votazione è risultata non valida per mancanza del numero legale.
Proseguiamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 97.
La parola al Consigliere Berutti per illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Questo è un ordine del giorno, già a seguito del mio precedente relativo all'IMU, che puntualizza un ulteriore elemento di preoccupazione.
Dagli organi di stampa è stato reso noto che il Ministero dell'Economia e delle Finanze aveva intenzione di snellire l'elenco dei Comuni considerati montani e collinari.
Quindi, può ben immaginare quale problema può emergere, perché a tutte le criticità legate al "IMU sì o IMU no", anche questa questione che in qualche modo potrebbe essere un escamotage sì per rimettere l'IMU, ma se poi dall'altra parte si snellisce l'elenco, riducendo il numero dei Comuni beneficiari, obiettivamente è una presa in giro.
Quindi, esortiamo il Presidente della Giunta a intervenire nei confronti del Governo al fine di evitare tale snellimento dell'elenco dei Comuni montani e collinari.



PRESIDENTE

Procediamo con la votazione della mozione n. 429.
BERTOLA Giorgio (fuori microfono) Vorremmo sapere qual è l'orientamento della maggioranza!



PRESIDENTE

Su richiesta dei Consiglieri del Movimento 5 Stelle, do la parola al Consigliere Ferrentino, per esprimere l'orientamento della maggioranza sui documenti presentati.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Intervengo sia sulla mozione n. 429 sia sui due ordini del giorno perché sono collegati all'IMU agricolo, che - di fatto - è stato superato dalla legge di stabilità, pertanto, con l'esenzione di tutti i terreni agricoli, tutto questo viene a decadere.
L'ordine del giorno n. 385 è assolutamente troppo generico per prenderlo in considerazione, poiché parla di esenzione per fabbricati, nei Comuni montani o non montani, non serviti da viabilità carraia. E' ovvio che un dispositivo come questo potrebbe aprire a moltissime interpretazioni, anche con perdita di gettito per i Comuni, perché non si dice a che distanza deve essere la strada carrabile; magari è solo a 50 metri e quindi un fabbricato verrebbe ad essere esente, anche se la viabilità insiste a poche decine di metri.
Per questo motivo, voteremo in modo contrario tutti e tre i dispositivi del punto 10) all'o.d.g.



PRESIDENTE

Su richiesta dei Consiglieri del Gruppo del Movimento 5 Stelle, le votazioni avverranno per appello nominale.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 429, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 15 Consiglieri hanno votato NO 21 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 385, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato SÌ 6 Consiglieri hanno votato NO 23 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 12 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 97, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 16 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.


Argomento: Difesa idrogeologica

Esame ordine del giorno n. 469 presentato dal Consigliere Monaco, inerente a "Fondi ATO Comuni montani - opposizione a proposta taglio": mozione n. 502 presentata dai Consiglieri Mighetti, Frediani, Valetti, Bono, Bertola Andrissi e Vignale, inerente a "Fondi ATO per il dissesto idrogeologico e ripartizioni eque tra Comuni" (rinvio)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'ordine del giorno n. 469, che è stato illustrato dal Consigliere Monaco, e della mozione n. 502, illustrata dal Consigliere Mighetti, di cui al punto 9) all'o.d.g.
In sede di discussione sono intervenuti il Consigliere Ferrentino - che ha chiesto di sospendere la trattazione - e i Consiglieri Mighetti e Monaco, che hanno acconsentito alla sospensione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Monaco, sull'ordine del giorno n.
469; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Chiedo di rinviare ulteriormente l'esame dell'ordine del giorno. La volta scorsa abbiamo chiesto e ottenuto un rinvio, perché è in atto una discussione sull'argomento che potrebbe trovare una soluzione, a giorni.
Probabilmente, la calendarizzazione a sette giorni è stata una cosa furba perché mantiene alta l'attenzione, e quindi forse il dibattito, ma ritengo opportuno aspettare l'esito della discussione - che forse è già felice - ed eventualmente andare al voto fra qualche settimana. Grazie.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Referendum abrogativo e consultivo

Esame ordine del giorno n. 476 presentato dal Consigliere Grimaldi inerente a "Referendum abrogativo di alcuni articoli del decreto 'Sblocca Italia'"; ordine del giorno n. 472 presentato dai Consiglieri Andrissi Bertola e Bono, inerente a "Impegno del Consiglio regionale a deliberare per presentare richiesta di referendum abrogativo dell'art. 35 e art. 37 del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 476, avente ad oggetto "Referendum abrogativo di alcuni articoli del decreto 'Sblocca Italia'", e dell'ordine del giorno n. 472 avente ad oggetto "Impegno del Consiglio regionale a deliberare per presentare richiesta di referendum abrogativo dell'art. 35 e art. 37 del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133", di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 476.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Intanto - lo dico onestamente - avrei preferito che questa discussione si svolgesse nei tempi concordati con lo Stato, cioè entro la data per la sottoscrizione dei ricorsi per motivi costituzionali. Tra l'altro, i Consigli regionali della Basilicata, delle Marche, del Molise, della Puglia, della Sardegna, dell'Abruzzo si sono opposti. Inoltre, si sono anche espressi il Veneto, la Liguria, la Campania, l'Umbria e la Calabria.
Come avrà capito dall'elenco, Presidente, non sono certo Regioni di per sé con una maggioranza che sta sempre all'opposizione del Governo Renzi.
Rivolgo un invito ai colleghi. Su una materia così strettamente legata alle nostre competenze, così strettamente legata all'esigenza della programmazione in campo regionale delle attività estrattiva, partendo dall'idea che l'autorizzazione poteva provenire solo da un ente come il nostro, mi pare e mi risulta (adesso lo potrà dire anche il Presidente Chiamparino) che tantissime Regioni hanno provato a convincere il nostro Governo a cambiare questo tipo di norma. Se siamo andati dritti a questo tipo di consultazione referendaria, vuol dire che non si è fatto quello che si poteva fare.
Guardate, sono stati vari i tentativi del Governo di dire: "Va beh aumentiamo le royalties verso le Regioni" (non è questo il punto). Oppure si è accennato al fatto che si poteva realizzare una sorta di convenzione dicendo che, tutto sommato, la Regione poteva essere partecipe di questa discussione.
Guardate che è un fatto tutto italiano, ad esempio, che le procedure di VIA passino direttamente ai Ministeri competenti e non passino da qui; così come è inutile la discussione sul tema offshore o in terra.
Lo dico perché - e lo dico ai colleghi - non più tardi della scorsa settimana il Gruppo Democratico ha, per fortuna, depositato un testo che chiede al Piemonte di essere una Regione free oil, quindi una zona libera da questi tentativi.
Non si può dire che, da una parte, chiediamo che la Regione sia libera da questi tentativi, quando poi non abbiamo neanche più gli strumenti per fare questo.
Lo dico all'Assessore all'agricoltura, lo dico all'Assessore al turismo, lo dico all'Assessore all'ambiente: come si può difendere una vocazione turistica e agricola di un territorio quando non si ha neanche più la possibilità di veto verso tentativi come quello di oggi? Possiamo dirci un'altra cosa? Il problema non è solo dichiarare guerra al petrolio o alle fonti fossili, cosa che il nostro Governo di centrosinistra dovrebbe fare, proprio per la transizione ecologica.
Altrimenti che cosa votiamo a fare le mozioni per Parigi, se poi non siamo neanche convinti di quello che stiamo dicendo? Quello che mi fa arrabbiare di più è che, alla fine, se passasse lo "Sblocca Italia", sapete a cosa servirebbe, in termini energetici, al nostro Paese? A niente. Assolutamente a niente! Se le prendessimo tutte queste autorizzazioni e le mettessimo tutte insieme, non garantirebbero un anno di energia per il nostro Paese.
Neanche un anno! Ma cosa stiamo facendo allora? Perché stiamo deturpando questo sistema? Perché vogliamo togliere alla Basilica, all'Abruzzo, al Piemonte e a tutte le Regioni questo tipo di prerogativa? Io vi chiedo di fare esattamente quello che hanno fatto tanti governatori di tanti colori politici, cioè di aderire a questo referendum.
Chiudo con un'ultima osservazione.
Giustamente, messa in questo modo, la frase non sta in piedi, perché i tempi sono decorsi, e allora sottopongo a tutti un emendamento, anche ai presentatori dell'altro ordine del giorno, così magari si arriva ad un solo documento.
L'impegno potrebbe essere così modificato: "Il Consiglio regionale aderisce, condivide e supporta la richiesta di referendum abrogativo relativo all'articolo 38, comma 1, 1 bis e 5, del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133 (Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive), convertito con modifiche della legge 11 novembre." (ecc. ecc). Le disposizioni urgenti rimarrebbero uguali.
Propongo di finire così: "L'iter procedimentale è già stato avviato ai sensi della legge 352 del 1970, in materia di referendum della Regione Basilicata, insieme ad altre nove Regioni".
Ossia, la formula ipotizzata con gli Uffici del Consiglio è quella di aderire, condividere e supportare la richiesta dei referendum abrogativi in base alla legge 353 del '70, della Regione Basilicata e delle altre nove Regioni.
Credo che questo testo sia ammissibile. Ovviamente, speriamo che ci sia anche la disponibilità politica per votarlo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Se può portare il testo qui al banco della Presidenza mi fa una cortesia.
Passiamo all'ordine del giorno n. 472, per illustrare il quale ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Credo che siano ormai passati i tempi in cui si è voluto far credere all'Italia - ai cittadini, a tutti - che il nostro fosse diventato tutto d'un colpo il paese degli elefanti: il paese dove bastava trivellare e saltava fuori petrolio da ogni poro della nostra amata terra e fuoriuscivano ricchezze inesplorate e sconosciute.
In realtà esperti del CNR hanno confutato quello che l'allora Governo Monti - penso tramite il Ministro Passera - presentò come un piano di rilancio delle attività economiche, cioè una sorta di ipotesi stravagante che prevedeva di rendere l'Italia non autonoma, ma quasi, dalle dipendenze del petrolio con un piano di liberalizzazione dell'azione di trivellazione a livello nazionale.
In realtà la situazione è ben altra, come diceva prima il Consigliere Grimaldi. La realtà dei giacimenti di petrolio in Italia è tutt'altra e quindi per noi quella è una risorsa rara.
In questo momento è stato superato il picco del petrolio estratto con il sistema tradizionale, ma l'attività di fracking ha un impatto ambientale notevolissimo che comprende l'inquinamento delle falde e fenomeni di bradisismo; nelle ipotesi peggiori, inoltre, favorisce anche attività sismica. In Italia ci sono stati degli episodi di fracking, ma adesso questa pratica è stata vietata, almeno sul territorio nazionale: c'è stato un pozzo di petrolio in Toscana che ha utilizzato il sistema di fracking e so che per tale attività sono state fatte richieste anche in Piemonte.
Al di là di questo, dicevo che è stato superato il picco di petrolio per quanto riguarda l'attività tradizionale, ma al momento attuale il petrolio è presente sul mercato internazionale ad un costo che negli ultimi due anni è sicuramente calato in modo significativo rispetto al culmine del prezzo raggiunto nel passato, a testimonianza che è ancora presente sul mercato. Il gas naturale ha delle riserve maggiori rispetto al petrolio, ma non vi è un'esigenza - e quindi una situazione di emergenza - che impone attività estrattive eccezionali. Infatti, solo un caso eccezionale potrebbe giustificare - se giustificazione ci può essere - un'attività estrattiva laddove vi sono fiorenti attività agricole, quali la filiera vitivinicola in Piemonte (e penso alle colline dell'area a nord di Novara), o comunque la presenza di importanti falde di ricarica, come quelle presenti vicino all'area esplorativa di Carisio.
Ecco, parlando di Carisio mi viene in mente il discorso della free oil zone. Noi teniamo a sottolineare una cosa, rispetto all'ordine del giorno su quel tema, che ci è sembrato un ordine del giorno parecchio forzato.
Innanzitutto, l'atto citava infatti solo l'area esplorativa di Carisio e non quella di Cascina Alberto: quest'area parte da Gattinara, passa per Suno e Cavaglio, arriva a Oleggio e sale fino a Castelletto per poi andare nel Varesotto; e quindi non va dimenticata.
Inoltre, bisogna anche dire che la free oil zone attualmente non esiste perché il collegato ambientale non è stato approvato; quindi, parlare di free oil zone quando questa non è normata in alcun modo - possiamo dircelo in questo Consiglio regionale - non ha alcun valore. Se poi parliamo di free oil zone, dobbiamo considerare tutte le aree esplorative, altrimenti quella diventa doppiamente una proposta priva di senso.
Tornando sul discorso, parecchie Regioni italiane hanno fatto questa richiesta di referendum abrogativo a livello nazionale perché si sono sentite usurpate del diritto, contenuto proprio nella normativa, di avere la competenza in merito all'attività estrattiva. Adesso sappiamo che la competenza è solo "d'intesa" e questo "d'intesa" può essere interpretato in vari modi; ma noi crediamo che voglia dire che a livello nazionale fanno la valutazione di impatto ambientale e che a livello regionale, se questa VIA consente l'attività estrattiva, ci siano pochi veti che possono essere posti.
L'abbiamo visto per esempio in Abruzzo, dove il Governo ha imposto nella zona dell'Ombrina, al largo delle coste dell'Abruzzo, l'attività estrattiva, nonostante ci sia un fortissimo movimento contrario e nonostante la contrarietà a questo tipo di attività.
Quindi questo movimento a livello nazionale nasce forte; numerose Regioni, dallo svariato colore politico, hanno aderito e anche noi chiediamo che la Regione Piemonte, nonostante che questo referendum, di fatto, sia già stato approvato, aderisca ex post (forse si può dire così non lo so), ad adiuvandum, a questa richiesta di referendum e ponga un pochino "rimedio" (tra virgolette) - perché un ordine del giorno che arriva ex post non è un ordine del giorno forte, e noi l'avevamo presentato ben prima questo ordine del giorno, però sappiamo che le tempistiche sono tutt'altre - alla negazione della nostra richiesta del ricorso alla Corte Costituzionale contro l'articolo 35 per quanto riguarda gli inceneritori, e l'articolo 38 per quanto riguarda invece lo sblocca trivelle (così soprannominato).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Il collega Andrissi, com'è d'uso da parte sua, è stato piuttosto esaustivo; io voglio porre maggiormente e ulteriormente l'attenzione sull'articolo 35 dello "Sblocca Italia", che parla della gestione dei rifiuti.
Nello "Sblocca Italia" si individua la gestione dei rifiuti come un'emergenza nazionale e, ammesso e non concesso che lo sia, se lo è, lo è per una pessima programmazione portata avanti in questi anni sia a livello nazionale, proprio come atti di programmazione, ma anche come leggi che dovrebbero essere a monte della programmazione, sia da buona parte delle Regioni d'Italia, per non dire tutte (qualcuna più, qualcuna meno).
Questo articolo 35 presenta diversi aspetti molto critici e controversi, che abbiamo più volte avuto modo di sottolineare.
Innanzitutto, sembra puntare solo sull'incenerimento dei rifiuti come soluzione per risolvere questa emergenza, o comunque come strumento idoneo a chiudere il ciclo dei rifiuti; questo in barba a tutte le linee di indirizzo ormai prevalenti anche a livello comunitario.
In secondo luogo, si ripropone di individuare a livello nazionale una serie di impianti di incenerimento dei rifiuti che verranno considerati come strategici e che quindi potranno poi ricevere rifiuti da altre Regioni, anche in deroga al Testo Unico Ambientale che permetterebbe l'incenerimento o comunque il trattamento di rifiuti di altre Regioni solo in caso siano rifiuti già trattati o solo in caso di accordi bilaterali tra le Regioni (tipo l'accordo che il Piemonte, purtroppo, ha con la Liguria).
Il terzo aspetto molto negativo, a nostro avviso, è quello di semplificare le procedure per portare al massimo carico termico gli inceneritori già attivi. Se da una parte fino ad ora c'erano delle procedure giustamente elaborate e complicate per aumentare il carico termico degli impianti, perché sono impianti sottoposti ad autorizzazione integrata ambientale che è una procedura piuttosto lunga ed è una procedura giusta per impianti che comunque emettono inquinanti molto gravi, invece adesso, grazie all'articolo 35 dello "Sblocca Italia", la procedura è semplificata e basta fare una semplice domanda per saltare tutta una serie di passaggi.
Questo, ad esempio, fa sì che l'inceneritore che abbiamo attualmente attivo in Piemonte - l'inceneritore del Gerbido, alle porte di Torino passi da 421.000 tonnellate all'anno a 490.000 tonnellate all'anno; ci anche in violazione di un Regolamento europeo (Regolamento 850 del 2004) che dice che, ogniqualvolta si vada ad autorizzare o a modificare l'autorizzazione di un impianto che emette determinati inquinanti (e in quel Regolamento sono ben descritti, ben definiti, e sono esattamente gli inquinanti emessi dall'inceneritore che abbiamo), non si può fare un semplice rinnovo, ma bisogna riprendere tutto daccapo e andare a verificare se, nel frattempo, non siano intervenuti metodi che possano permettere di trattare quei rifiuti senza l'emissione di quegli inquinanti.
Quindi, per tutti questi motivi, noi avevamo già chiesto a suo tempo al Piemonte di impugnare avanti alla Corte Costituzionale l'articolo 35 dello "Sblocca Italia". La Regione Piemonte aveva espresso un giudizio sommariamente negativo su questo articolo, se non che, dopo una trattativa anche col Governo nazionale, la posizione contraria del Piemonte purtroppo si era un po' mitigata e ci si era purtroppo accontentati di quello che si può definire un "contentino", nel senso che nel recepimento che poi è avvenuto a livello parlamentare dell'articolo 35 dello "Sblocca Italia" è stato inserito un contributo che può arrivare fino a 20 euro a tonnellata a favore delle Regioni che ricevono rifiuti da altre Regioni. Quindi questo che di per sé non è nemmeno un elemento negativo, però è bastato a far cambiare posizione alla nostra Regione. La nostra opinione riguardo l'articolo 35 dello "Sblocca Italia" rimane fortemente negativa. Di conseguenza, chiediamo che la nostra Regione promuova, o comunque sostenga qualsiasi richiesta di referendum abrogativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Valmaggia; ne ha facoltà.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Su questo tema abbiamo discusso più volte in quest'Aula.
Volevo solo precisare e confutare quanto detto or ora dal Presidente Bertola rispetto alla posizione del Piemonte sull'articolo 35.
L'articolo 35 prevedeva, nella sua versione iniziale, la totale esautorazione delle Regioni nella politica degli inceneritori.
Con l'azione portata avanti dal Presidente Chiamparino, e col coordinamento ambientale che coordiniamo in ambito nazionale come Regione Piemonte, si è riusciti a far emendare l'articolo 35, introducendo nel testo una frase di sostanza che riconosce il ruolo programmatorio delle Regione e dice che quanto scelto deve essere fatto "tenuto conto della pianificazione regionale". Quindi la questione non è tanto quella dei 20 euro a tonnellata o meno, ma il fatto di riconoscere il ruolo programmatorio delle Regioni.
A tal riguardo, aprirei una parentesi: anche sotto questo aspetto, se rapidamente si riuscisse a concludere il Piano regionale dei rifiuti, ci metteremmo con le spalle coperte rispetto a questo tipo di programmazione.
Tutto ciò è avvenuto grazie al forte lavoro svolto in ambito nazionale dal Presidente Chiamparino. Per questo motivo non si è proceduto al ricorso al referendum abrogativo, avendo recepito nell'articolo 35 quanto richiesto dalla Conferenza Stato-Regioni.
Mi fermerei qui.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Chiedo scusa, Presidente. Sarò breve.
A titolo personale, voterò contro questi atti di indirizzo, perché se facciamo un'analisi di cos'è successo in questo Paese sul fronte dei rifiuti e sul fronte delle trivellazioni, anche quelle offshore, in mare se andiamo a vedere la storia di com'è stata la trivellazione in Basilicata, e di tutta la contrattazione a latere, sulla quale non intendo esprimere giudizi, credo che una nazione, se vogliamo ancora definire così l'Italia, abbia il dovere di intervenire, lasciando alle Regioni giustamente - la fase di programmazione, ma con un unico e univoco processo decisionale, con delle certezze.
Non considero la valutazione di impatto ambientale fatta dal Ministero dell'Ambiente come se fosse fatta dall'ISIS. Cioè o riconosciamo che siamo una Repubblica italiana e che c'è un Governo di questo Paese, con dei Ministeri, lasciando poi a latere le discussioni sulle competenze... oppure possiamo andare a discutere nel merito.
E, allora, sul merito, possono esserci tutte le valutazioni che vogliamo, naturalmente col supporto scientifico e la valutazione delle opportunità. Ma non andare a rivendicare, addirittura con un referendum costituzionale, prerogative che, peraltro, riguarderebbero chi è stato inefficiente e incapace negli ultimi trent'anni.
Perché se con i soldi dei cittadini piemontesi il Governo italiano paga il trasferimento dei rifiuti di Napoli in Scandinavia, dobbiamo chiederci il perché. Ecco perché voterò contro, a titolo personale.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Sei anche tu diversamente renziano!



PRESIDENTE

È diventato diversamente renziano il Consigliere Pichetto! Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Avrei un'unica precisazione: è giusto il riferimento alla Federazione internazionale del settore petrolifero - mi riferisco al collega Pichetto e a qualche ultrarenziano e felice di questa vicenda - ma volevo solo specificare che quanto ha detto dall'Assessore è corretto, ma per l'altro articolo, per quello dei rifiuti. Mi rivolgo ai colleghi che facevano così "sì" - ma stiamo parlando della parte dei rifiuti. Se ci fosse stata la stessa determinazione sulla parte delle trivelle, non sarebbe finita esattamente così.
Ultima specificazione: il decreto, se andate a leggere bene, prevede non tanto e non solo le agevolazioni economiche di cui ho già detto, ma anche la "...possibilità di porre il vincolo preordinato all'esproprio dei beni e dare effetto di variante urbanistica, dove necessario, alle autorizzazioni".
Per intenderci, se la prossima settimana la nostra cara Giunta regionale farà quello che gli abbiamo chiesto l'altra settimana - cioè dire: "Sapete cosa succede? A Carpignano Sesia non fate quella trivellazione". Il motivo l'abbiamo già spiegato in tanti altri luoghi - ci potranno dire che se sta nel progetto nazionale, che vi piaccia la copianificazione, che vi piaccia il vostro parere, l'autorizzazione la dà lo Stato.
Io credo che anche solo per questo, dobbiamo tenere la schiena diritta e, come le altre nove Regioni, dire che sta nel nostro diritto scegliere e sta nei nostri doveri scegliere le soluzioni migliori. Perché non credo che le Regioni siano dei "bambini". Dunque, questo atteggiamento del dire "Guardate che cosa è successo in Italia!" forse funziona da altre parti, ma non qui in Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Rispetto l'intervento del Consigliere Pichetto - nel senso che lo rispetto proprio! - però segnalo che qualche mese fa è emerso che i consulenti che fanno parte della Commissione VIA nazionale sono risultati essere in conflitto di interesse, quindi...
Noi ci fidiamo dello Stato italiano, però sappiamo che lo Stato italiano non eccelle per trasparenza nella gestione amministrativa. E purtroppo, proprio i componenti della VIA nazionale sono risultati in conflitto di interesse. Spesso sono consulenti anche al di fuori della loro attività nella Commissione nazionale VIA e, come sovente accade (non solo nella Commissione VIA nazionale, ma anche nello IARC o nell'Organizzazione Mondiale della Sanità) purtroppo emergono questi conflitti di interesse.
Questi signori dovrebbero fare come una volta...
Adesso, oramai, ogni bar ha una slot machine, quindi non si va più al Casinò (a me è capitato un paio di volte). Però quelli che gestivano i soldi facevano "così" con le maniche. Allora potremmo chiedere anche a questi signori di fare così o, per lo meno, dare una regolamentazione che sia seria, perché se non è seria, non ci fidiamo più. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 476, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 472, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.41 riprende alle ore 18.42)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Difesa idrogeologica

Esame ordine del giorno n. 20 presentato dai Consiglieri Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Ritardo di quarant'anni nella sistemazione spondale e nella risoluzione di sovralluvionamento del Torrente Elvo in prossimità del comune di Casanova Elvo" (rinvio)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 20, avente ad oggetto "Ritardo di quarant'anni nella sistemazione spondale e nella risoluzione di sovralluvionamento del Torrente Elvo in prossimità del comune di Casanova Elvo", di cui al punto 11) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Presidente, sarò velocissimo per dare spazio anche agli altri.
Ho avuto modo di visionare il sito con il Sindaco di Casanova Elvo.
Questo torrente, che è molto impetuoso quando è in piena a livello di questa cittadina del vercellese e che nel 1968 provocò anche una vittima a Casanova Elvo, di piena in piena si sta avvicinando sempre di più all'argine verso il paese.
Il Sindaco ci ha segnalato che la Regione aveva già fatto un progetto di sistemazione. Nel caso di inesistenza di questo progetto, si richiede una valutazione al fine di contenere i costi e velocizzare l'iter procedurale e siano sollecitati gli Enti pubblici competenti ad effettuare le adeguate manutenzioni ordinarie e straordinarie del torrente, perché si sta avvicinando pericolosamente all'argine verso il paese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Corgnati; ne ha facoltà.



CORGNATI Giovanni

Grazie, Presidente.
Condivido lo spirito di questo ordine del giorno, però ho verificato una serie di documenti con gli Uffici e non risulta che ci sia un atto depositato o un progetto presso la Regione. Non risulta, anche perch questo tipo di ordine del giorno è più simile ad un'interrogazione. Ci sono troppi soggetti coinvolti.
Secondo me, in base a quanto ho rilevato dagli Uffici, sulla documentazione che mi hanno fornito, non siamo in grado di sostenerlo con un voto positivo. È un'interrogazione. Presentatela come tale e gli Assessori vi daranno una risposta più precisa, perché all'interno abbiamo la Provincia, la Regione e l'AIPO. L'AIPO ha richiesto un finanziamento per un milione e 630 mila euro per fare un nuovo progetto. La Regione, ad ora non ha nessun documento in essere.
Non mi sento di votare a favore di questo progetto.



PRESIDENTE

Il Consigliere Andrissi chiede il rinvio dell'esame dell'ordine del giorno n. 20.


Argomento: Giovani

Esame ordine del giorno n. 383 presentato dai Consiglieri Batzella Andrissi, Bertola, Bono e Mighetti, inerente a "Designazione del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 383, avente ad oggetto "Designazione del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza", di cui al punto 12) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
E' un ordine del giorno in cui chiediamo la designazione del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza.
Il 20 novembre 1989 è stata approvata la convenzione dell'ONU sui diritti dell'infanzia. I principi guida sono la non discriminazione l'interesse superiore per i bambini e gli adolescenti, il diritto alla vita, alla sopravvivenza e alla crescita e il rispetto per le loro opinioni.
Il 12 luglio 2011, con l'entrata in vigore della legge n. 112, viene istituita in Italia l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza. Nel novembre dello stesso anno viene nominato Vincenzo Spadafora quale titolare dell'autorità. Le recenti indagini nazionali sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia, a cura delle Autorità garanti per l'infanzia e l'adolescenza, indicano chiaramente l'importanza di un sistema permanente di monitoraggio sulla violenza sui bambini.
La legge regionale n. 31 del 9 dicembre 2009 istituisce la figura del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza. In regione Piemonte, ad oggi, però, tale figura non è mai stata nominata, nonostante siano trascorsi sei anni dall'approvazione di tale legge.
La norma riguardo l'istituzione della figura del Garante regionale indica come l'elezione dello stesso avvenga da parte del Consiglio regionale con voto segreto e che resta in carica per tutta la durata della legislatura regionale.
L'avviso per la designazione del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza risale al 3 febbraio 2011. Sono trascorsi quattro anni e non è avvenuto niente.
Cosa chiediamo con questo ordine del giorno? Che entro, e non oltre 15 giorni dall'approvazione di questo ordine del giorno, venga pubblicato un avviso per la designazione del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza, quindi chiediamo che il Consiglio regionale impegni la Giunta affinché venga designata tale figura.
E' importante tutelare i minori. Mi affido al Consiglio regionale e alla Giunta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 383, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.53)



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