Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.107 del 17/11/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 14.36 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 777 presentata dal Consigliere Andrissi, inerente a "SEAB di Biella, società affidataria dei servizi di raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti senza una convenzione che ne specifichi i costi"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
777, presentata dal Consigliere Andrissi, che ha la parola per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
La vicenda della società SEAB di Biella, società affidataria dei servizi di raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti, è una vicenda paradigmatica della mancanza di controllo su ciò che fanno i consorzi e le società affidatarie. In questo caso, la società non può essere definita in house, e vedremo perché.
La SEAB nasce nel 2004, da una costola del consorzio COSRAB di Biella consorzio per la gestione e smaltimento dei rifiuti, ed è partecipata dagli 82 Comuni della Provincia di Biella. Da allora, gestisce la raccolta dei rifiuti solidi urbani e lo fa con un contratto che, in realtà, non si trova. E' una vicenda veramente simpatica: non esistono atti consorziali di affidamento (da impallidire!) a SEAB della gestione rifiuti né convenzioni.
E' stata scritta una bozza, ma non è mai stata stipulata.
Questa è la situazione in cui la civilissima Biella gestisce la raccolta differenziata e i materiali secondi, pertanto, la situazione è veramente paradossale. Oltretutto, questa società non può essere definita in house, perché, in quel caso, devono ricorrere congiuntamente tre condizioni e queste non vengono rispettate: la destinazione prevalente, la partecipazione pubblica totalitaria, il controllo analogo.
Non essendoci un contratto, non vi è un controllo analogo da parte degli Enti pubblici, pertanto non può essere definita una società in house.
Anche la Corte dei Conti sancisce che l'affidamento di un servizio deve essere preceduto dal contratto di servizio, al fine di stabilire il tipo di servizio, la durata dell'affidamento, le modalità e i tempi di svolgimento e i costi del servizio. Ma penso che non serva la Corte dei Conti: la normativa riguardante gli appalti sulla gestione dei rifiuti prevede queste cose.
Pertanto, ogni Comune ha un suo modo di rapportarsi con questa società (che non so come definire): la SEAB.
La Corte dei Conti ha aperto un'indagine ed è stato aperto un fascicolo dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Biella. Recentemente il 15 ottobre 2015 - l'Unione dei Comuni della pianura biellese, in un'assemblea, ha comunicato che occorre procedere celermente e per gradi al fine di regolamentare il rapporto SEAB-COSRAB e verificare tutti i costi.
Quello che sappiamo è che, a Biella, i Comuni pagano le tariffe più elevate d'Italia, pertanto chiedo all'Assessore (vorrei rivolgere tante domande, ma mi limito a porne una, come il Regolamento prevede) di avere notizie certe circa l'evoluzione delle vicende giudiziarie.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Sicuramente starò nei tempi. Diventa difficile dare una risposta a questa interrogazione a risposta immediata, che agli Uffici è giunta soltanto ieri e che peraltro riguarda un tema che non interessa direttamente la Regione.
Il Consigliere interrogante chiede di avere notizie certe circa l'evoluzione delle vicende giudiziarie.
Apprendiamo, da quanto esposto nell'interrogazione, che i rapporti tra gli enti partecipanti e la società partecipata si svolgerebbero sulla base di prassi diverse per ciascun Comune e che, in merito all'anomalia descritta, la Procura della Corte dei Conti abbia aperto un'indagine, così come la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Biella.
Si premette che non rientra tra le competenze regionali quella di verificare le condizioni per poter procedere ad affidamento cosiddetto in house providing o di rilevare la mancata sussistenza dei contratti di servizio: tali compiti spettano, da una parte, al Consorzio di bacino competente all'affidamento del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani e titolare del controllo analogo, dall'altra, ai Comuni soci nella loro qualità di azionisti della società.
In riferimento alla richiesta oggetto dell'interrogazione si comunica che la Regione non conosce direttamente, né del resto potrebbe conoscere le vicende giudiziarie relative a soggetti terzi, in quanto non è parte del procedimento penale in oggetto.
Sarà comunque, se lei mi dà il tempo adeguato, cura dell'Amministrazione regionale chiedere al Consorzio di bacino di riferimento, il Consorzio COSRAB, di fornire informazioni sulla vicenda oggetto dell'interrogazione e di trasmetterle appena le avremo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Enti strumentali

Interrogazione a risposta immediata n. 774 presentata dalla Consigliera Gancia, inerente a "Commissario straordinario ARPEA"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 774, presentata dalla Consigliera Gancia, che ha la parola per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
La do per illustrata.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Naturalmente, la risposta scritta è molto dettagliata. Tengo solo a dire che abbiamo già inoltrato la deliberazione per il bando e che si sono resi necessari due mesi di ulteriore proroga, perché le modifiche intervenute in sede legislativa, per quanto siano inerenti alla qualifica del futuro direttore di ARPEA, hanno comportato delle modifiche da effettuare nello statuto stesso di ARPEA.
Queste modifiche sono state portate nella Commissione competente il 15 ottobre e, di conseguenza, abbiamo dovuto fare una Giunta che prendeva atto, così come prevede la legge, delle modifiche con il parere della Commissione competente. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 775 presentata dal Consigliere Gariglio, inerente a "Progetti di ricollocazione dei lavoratori della De Tomaso"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 775, presentata dal Consigliere Gariglio, che ha la parola per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione a risposta immediata chiediamo informazioni alla Giunta regionale relativamente alla famosa azienda di produzione autoveicoli De Tomaso, che ha avuto varie traversie fintanto che nell'aprile di quest'anno è stata comprata da una società cinese, la Ideal Team Venture.
La Regione all'inizio di quest'anno ha presentato al Ministero del Lavoro un progetto per il contratto di ricollocazione dei lavoratori della De Tomaso, che prevedeva l'utilizzo di due milioni e mezzo di euro per avviare una sperimentazione.
Lo scorso mese di giugno abbiamo avuto dall'Assessore competente informazioni sul fatto che il Ministero del Lavoro aveva comunicato che i progetti finanziati erano più numerosi del previsto, quindi il progetto della Regione Piemonte veniva collocato in graduatoria ed era atteso il finanziamento per il mese di luglio.
In quella sede l'Assessorato regionale al lavoro aveva manifestato l'intenzione di realizzare un'ulteriore azione per ottenere la ricollocazione dei lavoratori della De Tomaso mediante il coinvolgimento della parti sociali. Sia i sindacati che Confindustria si erano resi disponibili ad avviare una sorta di percorso di monitoraggio del mercato del lavoro piemontese per offrire dei percorsi particolari ai lavoratori qualificati di quest'azienda.
Noi chiediamo all'Assessore di sapere quali siano gli sviluppi dei progetti citati in premessa che riguardano i lavoratori della De Tomaso che sono 850 e sono depositari di particolare competenze tecniche.
Ne abbiamo parlato più volte: questi lavoratori hanno un destino che non è ancora stato chiarito. Riteniamo che sia opportuno che il Consiglio regionale venga informato circa l'esito di queste procedure perch ovviamente, al di là delle famiglie e delle singole persone, si tratta di un capitale di conoscenze tecniche molto importante e molto prezioso da non disperdere.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gariglio.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Risponderò io, leggendo la risposta che è stata preparata.
Nel 2011 era stato attuato un fondo, un FEG, per un importo totale di 3,97 milioni, cofinanziato dalla Regione per un milione e 600 mila euro per attivare appunto politiche di riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori. Questo iter si è concluso nel dicembre 2014.
Si è poi attivata, nel febbraio 2015, la domanda per questo fondo di 2,2 milioni sempre per la ricollocazione, ma questo fondo, com'è stato già da lei ricordato, non ha trovato copertura neanche successivamente, nel mese di luglio. Ad oggi, il fondo non è stato incrementato.
La Regione Piemonte sta predisponendo ulteriori azioni di ricollocazione con le risorse residuate dal programma "Ri.Attivo", dedicato ai lavoratori licenziati nei settori della meccanica. Queste azioni si svolgeranno secondo modalità innovative, valorizzando la collaborazione fra i servizi per l'impiego pubblici e quelli privati.
A quest'iniziativa potranno partecipare anche lavoratori che abbiano già effettuato, negli anni passati, percorsi di politica attiva del lavoro (come gli ex lavoratori De Tomaso). In questo caso, naturalmente, non si ripeteranno attività già effettuate; le agenzie che li prenderanno in carico saranno remunerate a risultato, cioè solo in caso di ricollocazione del lavoratore con contratti di durata uguale o superiore a sei mesi.
Per questa misura verranno impiegati inizialmente sei milioni, che possono corrispondere approssimativamente a 2.000/2.500 percorsi individuali. La Giunta Regionale ha avviato incontri con le parti sociali per condividere le modalità di attuazione di questa iniziativa e per creare un contesto più favorevole alla ricollocazione dei lavoratori.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 776 presentata dalla Consigliera Batzella, inerente a "Implementazione del personale infermieristico nel Servizio di emergenza sanitaria territoriale 118 di Susa"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 776, presentata dalla Consigliera Batzella, che ha la parola per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Premetto che non è la prima volta che sottopongo tale questione all'attenzione dell'Assessore Saitta e non la sottopongo solo a quest'Aula perché questo problema l'ho già sollevato tante volte anche in IV Commissione.
Detto questo, con quest'interrogazione chiedo l'implementazione del personale infermieristico nel Servizio di emergenza sanitaria territoriale del 118 di Susa, anche perché vorrei informare che nella postazione di Susa, all'interno dell'ambulanza medicalizzata, quindi con medico a bordo sono da oltre due anni che nel servizio notturno non è presente l'infermiere professionale, nonostante le continue sollecitazioni richieste ed interrogazioni varie.
In considerazione delle varie DGR, soprattutto quella del 2013, che riguarda tutta la riorganizzazione dell'emergenza sanitaria territoriale del 118, e anche tutti gli adempimenti relativi alla riorganizzazione delle dotazioni di personale delle aziende sedi di centrale operativa l'approvazione degli schemi di avviso pubblico di mobilità endoregionale ha definito il suddetto fabbisogno per le aziende, che sono sedi di centrale operativa, definendo, così, il fabbisogno del personale per lo svolgimento della funzione di emergenza territoriale.
Con la DGR n. 361-483 del 25 maggio 2015 sono anche stati aumentati i tetti di spesa del personale; mentre con la DGR n. 1924 - quella di integrazione - del 23 gennaio 2015, la Regione comunica al Ministero che la revisione e il potenziamento dell'emergenza 118 dovrà essere fatta entro il 31 dicembre 2015.
Tuttavia, come ho già detto e ribadisco ancora una volta, il messo di soccorso avanzato, presso la postazione di Susa, durante l'orario notturno presenta, nei giorni feriali, la mancanza del personale infermieristico.
Interrogo quindi l'Assessore per sapere se intenda implementare tale postazione, anche perché è rimasta l'unica postazione nella provincia di Torino a non avere l'infermiere durante l'orario notturno. Tutto ciò anche in concomitanza con la chiusura del punto nascite.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Saitta; prego.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
In concomitanza della chiusura del punto nascite con la creazione di nuovi servizi materno-infantile, abbiamo programmato - e quindi deciso - la copertura totale nelle 24 ore, a partire dal 30 novembre.
Seconda informazione, anche se non è oggetto dell'interrogazione, è che sono in corso le procedure per l'assunzione di due infermieri più un medico anche qui a partire dal 30 novembre - per il potenziamento del Pronto soccorso.
Infine, credo che il Consiglio sappia che dal secondo semestre del corrente anno è attiva l'area atterraggi notturna presso il campo sportivo di Susa.
La domanda, quindi, sull'implementazione, è che abbiamo già provveduto e dal 30 novembre sarà in funzione.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione a risposta immediata n. 781 presentata dal Consigliere Sozzani, inerente a "PISU di Sant'Agabio: Polo di innovazione tecnologica e riqualificazione urbana"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 781, presentata dal Consigliere Sozzani, che ha la parola per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Semplicemente è un aspetto economico, nel quale la Regione aveva finanziato un investimento importante per la riqualificazione di una porzione della città di Novara, secondo un progetto che in acronimo viene chiamato PISU, che ha una disponibilità economica importante.
Tuttavia, sembra che, nell'ambito dell'attività di gestione dell'appalto e nel suo complesso, che è in capo al Comune di Novara, vi siano problematiche economiche di contenzioso con l'azienda. Ci preoccupa sapere se l'elemento di contenzioso con l'azienda possa essere o meno un elemento sostanziale, ai fini economici, tale per cui vada ad incidere sulla fine dei lavori che sottintendono la realizzazione di un'opera importante come un centro di ricerca per malattie autoimmuni, collocato a Novara all'interno di questo palazzo, nell'ambito del finanziamento del PISU.
La domanda è se la Regione è a conoscenza di questa situazione e se qualora ne fosse a conoscenza, quali sono gli elementi che intende assumere.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Ferraris; prego.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore regionale

Chiedo scusa al Consigliere Sozzani se rispondo io al posto dell'Assessore De Santis, ma cercherò di essere utile allo scopo riportando quanto mi è stato riferito, in merito al Polo di innovazione tecnologica e qualificazione urbana.
Tutte le attività inerenti alle procedure per l'assegnazione lavori e la relativa gestione del contratto con l'impresa risultano direttamente in capo all'amministrazione committente, ovvero al Comune di Novara, che le esplica in piena autonomia e responsabilità.
I rapporti tra l'Amministrazione regionale e il Comune di Novara attengono alla realizzazione del PISU, in conformità a quanto prescritto dall'attività III.2.2. del POR-FESR 2007/20123, le cui modalità attuative stabiliscono che il termine per la chiusura degli interventi e la rendicontazione e quietanzatura delle spese è il 31/12/2015.
Agli Uffici regionali competenti, in relazione a quello che interroga il Consigliere, risulta, in base alla documentazione e alle informazioni finora acquisite nelle fase di istruttoria e di controllo, che i lavori stanno procedendo nei tempi e nei modi programmati e che non si evidenziano criticità particolari che possano al momento destare preoccupazione in ordine alla corretta applicazione dei criteri e delle modalità che regolano la misura e al rispetto delle tempistiche stabilite dal POS FESR sopra richiamato.


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione a risposta immediata n. 778 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Progetto definitivo NLTL. Chiarimenti in merito al sito di deposito dello smarino individuato nella cava in località Truc Le Mura nel Comune di Caprie"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 778, presentata dalla Consigliera Frediani, che ha la parola per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Buongiorno, Assessore. Parliamo della cava di Caprie, cava che è stata indicata, con delibera del 20 febbraio 2015, come sito di deposito dello smarino del tunnel di base del TAV, insieme al sito di Torrazza, la cava di Torrazza. Il CIPE, quindi, ha approvato il progetto definitivo e la delibera è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale in data 6 agosto 2015.
La delibera definisce l'utilizzo di questi due siti, presso i Comuni di Caprie e Torrazza come depositi delle terre e rocce da scavo. Questa procedura è sottoposta a "legge obiettivo", a proceduta di VIA di competenza statale, nonché a dichiarazione di pubblica utilità.
Nel 2013, in fase di revisione del progetto definito, viene presentata la proposta di LTF circa il recupero ambientale della cava sita nel Comune di Caprie e, in parte, nel Comune di Condove. Siamo quindi, ovviamente, in bassa Val di Susa.
L'intervento si inserisce nel piano di utilizzo dei materiali di scavo derivanti dai lavori di realizzazione della nuova linea Torino-Lione. Esso costituisce un sito di destinazione presso il quale saranno destinati circa 610.000 metri cubi di smarino classificato C13A e una parte in surplus di smarino classificato come C12.
In fase di iter progettuale la Regione - al fine di ottenere dalle Amministrazioni interessate le indicazioni in relazione alle condizioni per ottenere gli assensi previsti dalle normative vigenti, nonché accertare l'eventuale necessità di ottenere ulteriori informazioni sul progetto - ha convocato diverse Conferenze dei servizi. In merito alla prima fase del progetto definitivo sono state sollevate varie problematiche.
In data 23 luglio 2014 la Giunta provinciale di Torino formula le seguenti osservazioni sulle mitigazioni e sulle compensazioni ambientali: "Per quanto attiene gli impatti sui siti di Caprie e Torrazza si rileva che per il primo sito è già autorizzato un progetto di recupero naturalistico connesso alla realizzazione di un impianto idroelettrico". Adesso non sto a far tanto lunga la storia: il succo è che su questa cava è già previsto un piano di recupero ambientale ed è anche attiva una fideiussione a carico della ditta dell'ingegner Rotunno, che ha per beneficiario il Comune di Caprie, proprio a garanzia della corretta esecuzione degli interventi di recupero ambientale.
Ora, leggendo le varie prescrizioni - che non sto a riportare, perch l'Assessore sicuramente le conoscerà - contenute nel progetto definitivo approvato quindi a febbraio, noi ci chiediamo come si sia conciliato l'intervento di questo progetto di LTF per utilizzare il sito di Caprie come deposito di smarino con l'individuazione di aree già avviate al recupero ambientale della cava in Località Truc le Mura nel Comune di Caprie.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore alla difesa del suolo

Grazie, Presidente.
Mi scuso con la Consigliera: ero già in Aula; poi mi sono assentato qualche minuto, ma ho sbagliato i tempi.
Faccio riferimento alla delibera della Giunta regionale del 29 settembre 2014, che formula i pareri riguardo a questa questione, frutto di una procedura che annovera tre convocazioni della Conferenza dei servizi regionale e altrettanti organi tecnici.
A conclusione dei lavori istruttori di cui sopra, la DGR recita quanto segue: "Dovrà essere necessariamente definito quale ditta sarà titolare della futura autorizzazione dell'attività di recupero e come si rapporterà alle garanzie fideiussorie già in essere.; quali saranno le tempistiche previste per il conferimento e la realizzazione del progetto e quali potrebbero essere le eventuali sovrapposizioni con l'attività esistente della ditta Ing. Rotunno.; se l'intervento del progetto di LTF interferisca con aree già avviate al recupero ambientale della cava attualmente esercita dalla ditta Ing. Rotunno; il progetto delle opere di recupero e ricomposizione ambientale del sito, in termini di riporto del substrato vegetale, inerbimenti e opere a verde che attualmente manca".
Ecco, queste sono le conclusioni espresse, appunto, dalla delibera di Giunta, frutto della Conferenza dei servizi di cui dicevo. C'è una riposta molto più dettagliata che io, Consigliera, le passerò, ma per rimanere nei tempi sottolineo solo due aspetti.
Intanto, il procedimento autorizzativo non si è concluso perché questo è il parere e si è in attesa che venga formulato e presentato il progetto definitivo che accolga, ovviamente, queste indicazioni e queste prescrizioni.
Il secondo aspetto importante, che riguarda il primo punto da lei sottolineato, è il fatto che LTF non poteva, in quanto soggetto deputato a progettare l'opera, stipulare contratti e convenzioni con privati ai fini della realizzazione dell'opera, cosa che invece può fare TELT. Quando presenterà il progetto definitivo, quindi, TELT dovrà anche assolvere alle prescrizioni che sono state imposte dalla delibera stessa.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione a risposta immediata n. 779 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Castello di Agliè" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Non illustro l'interrogazione che ho presentato, avente per titolo "Castello di Agliè", perché ho già ricevuto risposta scritta dall'Assessore.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 782 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Chiusura dello stabilimento Michelin di Fossano"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 782, presentata dalla Consigliere Graglia, che ha la parola per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Penso - e questo mi fa piacere - che mi risponderà l'Assessore Balocco che so essere informatissimo.
Non perdo tempo, quindi, nell'illustrazione in quanto l'ex Sindaco di Fossano conosce perfettamente la situazione incresciosa che si è venuta a creare ultimamente come un fulmine a ciel sereno, in ordine alla chiusura dello stabilimento di Fossano che chiama in causa oltre 400 famiglie.
Avendo appreso di un incontro del Presidente, ma soprattutto ritenendo opportuno e indispensabile un intervento della Regione nei confronti dell'Azienda, io ho anche subito chiesto un tavolo di lavoro e mi rammarico del fatto che non ne ho più saputo niente. In realtà, anticipo il fatto che mi è giunta la voce di uno slittamento della chiusura di quasi un anno.
In ogni caso, vorrei che mi fosse resa una relazione sugli incontri che il Presidente - o l'Assessore competente, o altri - avessero avuto con i sindacati e con i lavoratori e sapere se sono state individuate delle soluzioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Anche in questo caso rispondo a nome dell'Assessore Pentenero.
La Michelin ha comunicato nei giorni scorsi, nell'ambito del piano strategico 2016-2020, la riorganizzazione delle filiali di Gran Bretagna Germania e Italia. E' stata prevista la chiusura di tre impianti in Europa tra cui quello di Fossano. Nel nostro Paese sono a rischio circa 578 posti di lavoro: 400 a Fossano, 30 ad Alessandria, 120 a Torino e 28 a Padova (Tribano).
L'impianto di Fossano verrebbe chiuso entro il 2016, ma - notizia di ieri - questa chiusura potrebbe essere spostata al 2017, a causa di una cronica non saturazione degli impianti e della non competitività della produzione di cavi metallici. Questo tipo di semilavorato, secondo l'Azienda, sarebbe oggi acquistabile sul mercato a costi inferiori.
Michelin ha anche affermato di voler continuare ad essere un'importante e solida realtà industriale, commerciale e logistica in Italia e ha evidenziato che il piano strategico prevede 180 milioni di euro di investimenti entro il 2020. Questa è la posizione di Michelin.
Ovviamente la Regione - e prima di tutto il Presidente - si è attivata a fronte di questa situazione: nei giorni scorsi ha incontrato la Direzione aziendale - presenti le Assessore Pentenero, De Santis e il sottoscritto e ha avuto confronti che si stanno ulteriormente svolgendo in questi giorni con le organizzazioni sindacali. In questa fase si è aperta la trattativa di natura sindacale e industriale tra le OO.SS e l'Azienda e quindi la Regione non sta svolgendo, in questo momento, un ruolo istituzionale diretto. Ovviamente la Regione non solo ha già attivato i contatti, sia sul fronte sindacale sia sul fronte aziendale, ma continuerà a mantenerli dando la sua piena disponibilità, per quel di competenza, ad entrambe le parti per seguire la vicenda.
E' chiaro che l'intenzione di tutti noi è quella di scongiurare la chiusura dello stabilimento di Fossano e in particolare questa drastica riduzione occupazionale, che riguarda non solo Fossano ma tutto il Piemonte e non solo.
Non ci sono novità dal punto di vista delle relazioni e dei confronti sindacali, se non quella a seguito dell'incontro di ieri che, per quel che sappiamo, è stato un incontro interlocutorio ma comunque positivo. Le posizioni delle parti, infatti, non sembrano così lontane, tant'è che sono stati convocati altri due incontri, già previsti: uno per il 24 novembre e uno per il 2 dicembre.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 780 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Michelin - altri esuberi in Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 780, presentata dal Consigliere Grimaldi, che ha la parola per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente. A questo punto, visto che ho sentito le parole dell'Assessore, la mia sarà una replica.
Devo dire, Assessore, che, per quanto siano positive le intenzioni di volersi sedere a un tavolo e magari di rinviare di un anno il Piano industriale, non mi sembrano tanto positivi gli scenari che fa intravedere Michelin. Perché - la dico così - prima di tutto, vi è la preoccupazione dei lavoratori che, come ha fatto lei, ho visto a Fossano negli scorsi giorni (tra l'altro, tutto il gruppo, quindi Torino, Alessandria e Cuneo) i quali mi pare che ci dicano sostanzialmente una cosa: il vero rischio è che siano i più deboli, soprattutto a livello contrattuale, a pagare questa crisi. Anche perché la prima cosa che si fa in questi casi è prendere magari 300 interinali, ovvero 300 lavoratori che hanno un contratto a termine, e scaricare di fatto su di loro il peso di questa ristrutturazione aziendale.
Secondo problema. Mi pare che i sindacati l'abbiano detto chiaramente: il problema non è chiudere Fossano e spostarsi a Cuneo. Mi pare che ci sia la volontà dei lavoratori e dei Sindacati di arrivare a una trattativa anche per far parte, in qualche modo, degli interessi dell'azienda, se l'azienda vuole mantenere i livelli produttivi in Piemonte, ma soprattutto se vuole mantenere un pezzo di made in Italy.
E arrivo alla parte più industriale. Per questo motivo, credo che i lavoratori non vadano lasciati soli. C'è un punto di avanzamento che il Piemonte può fare. Il gruppo Michelin dice giustamente: "Guardate che a noi conviene di più comprarlo all'estero il filo; diciamo quel prodotto che viene fatto a Fossano, che occupa 300 dei 400 dipendenti, possiamo comprarlo all'estero". Bene, allora si risponda che il Piemonte, e in particolare Fossano e Cuneo, possono di nuovo reinternalizzare quella parte dei cerchietti che consentirebbe, tra l'altro, al gruppo Michelin di fare un prodotto made in Italy sul serio dall'inizio alla fine; cerchiamo di portare qua quella produzione e riportarla dalla Romania e dal resto d'Europa, dove è finita in anni di deindustrializzazione del nostro Paese.
Allora lancio una sfida non tanto all'Assessore Balocco e all'Assessore Pentenero, che per fortuna erano lì in quelle ore e hanno chiesto, con il Presidente Chiamparino, subito un incontro, ma chiedo a loro di fare un avanzamento nelle relazioni industriali di questo Piemonte, cioè provare a dire al gruppo Michelin che noi siamo pronti a discutere di questa vicenda anche a riportare produzioni in Italia, anche a fare uno scambio in termini produttivi.
Soprattutto - e con questo chiudo - credo che sempre di più noi non possiamo accontentarci delle parole in qualche modo rassicuranti del gruppo, che dice: "Ovviamente noi proveremo a mantenere i livelli occupazionali". Con questo tipo di atteggiamento, purtroppo, noi abbiamo perso migliaia di posti di lavoro e credo che non ce lo possiamo permettere, non solo per il Cuneese, ma per quelli che in queste ore stanno scioperando ad Alessandria e a Torino, giustamente preoccupati per il loro futuro.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.15 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



BOETI ANTONINO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Disegno di legge n. 134, inerente a "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2014" (inversione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Colleghi, ho una proposta di inversione di punti all'o.d.g.: trattiamo prima il punto 4) all'o.d.g., ossia il disegno di legge n. 134, e poi passiamo a "Nomine", perché sono ancora in corso alcuni aggiustamenti.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione all'o.d.g.)


Argomento:

Richiesta, da parte del Consigliere Bertola, di avviare la conclusione dei seguenti atti d'indirizzo:

Argomento: Norme generali sull'agricoltura

- mozione n. 429 presentata dai Consiglieri Mighetti, Andrissi, Batzella Bertola, Bono, Campo, Frediani e Valetti, inerente a "IMU agricola Richiesta presa di posizione contraria"

Argomento: Norme generali sull'agricoltura

- ordine del giorno n. 385 presentato dai Consiglieri Gancia e Benvenuto inerente a "Esenzione o riduzione dell'aliquota IMU sugli immobili inseriti in aree montane o parzialmente montane non serviti da viabilità"

Argomento: Comunita' montane - Comunità collinari

- ordine del giorno n. 97 presentato dai Consiglieri Berutti, Graglia e Sozzani, inerente a "Snellimento elenco dei Comuni montani e collinari"

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Richiesta, da parte del Consigliere Bertola, di chiarimenti in merito all'attuazione della mozione n. 100 presentata dai Consiglieri Bertola Batzella, Bono, Campo, Mighetti e Valetti, inerente a "Rispetto degli accordi contratti circa la delocalizzazione di Ambienthesis S.p.A., ex SADI Servizi Industriali S.r.L."


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente. In realtà, si tratta di due fatti tecnici, ma sono delle comunicazioni importanti.
Innanzitutto volevo far presente che è rimasta sospesa da tempo una votazione sulle famose mozioni e atti di indirizzo IMU; ce n'erano un po' di tutti i Gruppi e ci eravamo fermati alla votazione, quindi non sono nemmeno più da discutere. Nell'interesse di tutti i Gruppi consiliari che le hanno presentate (tutto l'arco costituzionale), le votiamo e almeno ce le togliamo.
Volevo anche segnalare che avevo inviato all'Ufficio Aula una mail per chiedere l'attrazione di atti di indirizzo del nostro Gruppo aventi lo stesso argomento di atti di indirizzo in programma per oggi. Siccome non l'ho visto a sistema, volevo segnalarlo.
Volevo inoltre far presente un'altra questione molto importante Presidente. Annuncio che arriverà una lettera a lei, Presidente Laus, al Presidente Chiamparino e al Vicepresidente Reschigna, perché nuovamente non si vuole dare attuazione a delle mozioni approvate all'unanimità da quest'Aula. E' il caso della mozione n. 100, approvata il 21 luglio 2015: la scorsa settimana ho chiesto all'Assessore Valmaggia lo stato di attuazione, perché sono passati 4 mesi e ci sono dei disagi sul territorio segnalati da amministratori che non sono del Movimento 5 Stelle, ma di altre forze politiche. E' stato detto chiaramente che non si vuole dare attuazione all'atto di indirizzo.
Di conseguenza, arriverà una lettera, perché questo, insieme ad altri atteggiamenti tenuti ultimamente da membri della Giunta regionale, ci stanno facendo interrogare sul tipo di rapporto che questa Giunto vuole avere con la nostra forza politica e rende molto difficile un nostro poter lavorare sul merito delle questioni come sempre abbiamo fatto.
Domani ci sarà la Conferenza dei Capigruppo, che è il luogo più deputato nel quale elencherò le questioni, però volevo anticipargliele.



PRESIDENTE

Ha fatto bene, grazie. Domani approfondiremo nella Conferenza dei Capigruppo e mi farò carico - ci mancherebbe - in prima persona di perorare le vostre istanze.
Mi scusi, collega Bertola, stavo pensando: gli atti di indirizzo che devono essere solo votati, li ha sollecitati nella Capigruppo o no? Qui non ci sono.



BERTOLA Giorgio

Sono solo da votare.



PRESIDENTE

Allora, se riusciamo, li mettiamo subito in votazione; se l'Aula acconsente, naturalmente.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Ne parliamo in sede di riunione dei Capigruppo e li votiamo nella prossima seduta.



PRESIDENTE

D'accordo.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri XX e XX.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali della seduta dell'11 novembre 2015.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 3 novembre 2015.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame disegno di legge n. 134, inerente a "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2014"


PRESIDENTE

Esaminiamo il disegno di legge n. 134, avente ad oggetto "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2014", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Rostagno; relatori di minoranza sono i Consiglieri Bono e Berutti.
La parola al Consigliere Rostagno.



ROSTAGNO Elvio, relatore di maggioranza

Grazie, Presidente.
Diciamo che un intervento su questo disegno di legge è quasi superfluo perché di fatto è una somma matematica, tra l'altro analizzata in Commissione. Credo che l'unica cosa che possiamo dire, in aggiunta a quanto scritto e a quanto più volte anche affermato dal Vicepresidente Reschigna è che probabilmente siamo alla fine di una scena di anni di bilanci che hanno visto modalità che in futuro non si perpetuerà più, grazie a Dio.
Il rendiconto del 2015 ci presenterà ancora una scena leggermente diversa, dopodiché disavanzi di questa natura saranno assolutamente impossibili e impensabili, quindi anche l'attività legislativa ne trarrà le conseguenze.



PRESIDENTE

Consigliere Bono, la diamo per letta? BONO Davide (fuori microfono) No, no, non ho mai dato nulla per letto.



(Commenti dell'Assessore Reschigna)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono, in qualità di relatore di minoranza.



BONO Davide, relatore di minoranza

Grazie, Presidente e grazie, Vicepresidente.
Ci provo da un po' di anni, ma il bilancio è sempre una materia molto ostica, anche dopo anni di analisi della stessa.
Siamo giunti oggi all'analisi del rendiconto del 2014 (sottolineo che è il 17 novembre 2015!). Ovviamente, abbiamo atteso così a lungo anche perch aspettavamo il giudizio di parifica della Corte dei Conti non solo sul 2014, ma anche sul 2013, per la rettifica dell'inserimento delle anticipazioni di cassa ai sensi del decreto legge n. 35 che erano state erroneamente contabilizzante, come dichiarato dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 181 del luglio 2015, che, sostanzialmente, dichiarava incostituzionale il bilancio dell'anno 2013. Di conseguenza, stendeva una luce preoccupante sul bilancio anche del 2014 e non solo (anche sul bilancio del 2015 e degli anni successivi), se non fosse giunto un decreto che la parte governativa ha denominato "di corretta interpretazione della contabilizzazione del decreto legge n. 35", mentre le opposizioni lo hanno interpretato come decreto "salva Regioni".
Qualcuno ha provato a sostenere che si trattava di un decreto specifico per il Piemonte e devo dire che, forse, non è andato troppo lontano dal vero. Nel senso che, a prescindere poi dalle responsabilità di questa Giunta, che in parte ha ereditato uno scenario che si era delineato già nella scorsa legislatura, nelle notizie che sono state diramate dalle agenzie di stampa subito dopo il licenziamento del decreto legge a livello nazionale si parlava soprattutto di Piemonte. Perché il Piemonte era la Regione che aveva fatto più ricorso al decreto legge n. 35 e che lo aveva contabilizzato in maniera erronea. "Erronea", come dice la Corte dei Conti sostanzialmente permettendo un aumento della capacità di spesa in quello che era il bilancio della Regione stessa appunto negli anni 2013 e, in parte, anche nell'anno 2014.
Nell'anno 2014, infatti, nel Titolo V dovevano risultare delle entrate per un miliardo e 900 milioni di euro, ma alla fine - si vedono nel rendiconto - sono stati accertati solo 509 milioni, il resto è stato rinviato al 2015. Facciamo fatica, ovviamente, a parlare di questione che riguardano l'anno passato, ma purtroppo questi sono i tempi della politica a livello nazionale.
Si è dunque corretto il rendiconto del 2014 (non potendo più correggere, ovviamente, il rendiconto del 2013 perché oramai la legge era approvata) e si è recepito, sostanzialmente, il disavanzo sancito dalla Corte dei Conti, che parla appunto di un disavanzo di cinque miliardi e 843 milioni (le cifre che seguono sono magari meno importanti). Tale cifra, se non ci fosse stato un decreto legge nazionale, avrebbe sancito sostanzialmente la chiusura per fallimento della Regione Piemonte, ma probabilmente anche di altre Regioni. Perché era impensabile, infatti l'idea di riassorbirla, anche con le regole più lasse, da un certo punto di vista, nel senso di una maggiore spalmatura nell'arco temporale, cioè in sette anni anziché in tre, ma comunque molto più precise. Cioè non si potevano fare più i "giochetti contabili" che sono stati fatti negli anni precedenti, come ad esempio, su un debito di un miliardo, quello di mettere in assestamento dieci milioni il primo anno come copertura, dieci milioni il secondo e 980 milioni l'ultimo anno, rinviando sine die la copertura del disavanzo e, quindi, del debito di una Regione che non riusciva più ad avere un bilancio in pareggio.
Si sono probabilmente potuti correttamente ricontabilizzare oltre quattro miliardi di anticipazioni ai sensi del decreto legge n. 35 e quindi il disavanzo definitivo da spalmare del 2014 sarà di circa un miliardo e 400, che, in sette anni, sono appunto 200 milioni; vi sono poi alcune altre quote che comportano un ulteriore disavanzo da coprire in tre anni per circa 30 milioni.
Sostanzialmente, si arriva ad una copertura per il 2015 e per gli anni successivi di circa 250 milioni aggiuntivi rispetto a quella che è la rata che già paghiamo di mutui, per quanto riguarda ovviamente la quota capitale, che insistono sul Titolo IV delle uscite della nostra Regione che veleggiano intorno ai 600 o 700 milioni di euro (dico "intorno" perch ai sensi degli accordi presi con la Cassa Deposito e Prestiti alcuni mutui per il 2015-2016 sono andati in pre-ammortamento e quindi sono stati sostanzialmente bloccati e rinviati di un anno). Mentre la parte degli interessi la troviamo annegata all'interno della spesa corrente (se erano coperture per spesa corrente) o all'interno del Titolo II (se erano, come correttamente dovrebbero essere i mutui, per soli investimenti).
La logica è che l'indebitamento non si può fare per coprire spesa corrente. Anche questa è una delle problematiche che ha sollevato la Corte dei Conti: ovviamente, le anticipazioni di credito, che dovevano essere anticipazioni a breve termine, come vorrebbe la normativa nazionale, in realtà sono state concepite come mutui, non tanto della Regione Piemonte quanto, soprattutto, dal Governo, che ha emanato il decreto, e dal Parlamento, che lo ha approvato, convertendolo. Parliamo, cioè, di restituzioni trentennali: un'anticipazione è considerata "a breve termine" per cui dovrebbe essere a tre anni; noi, invece, abbiamo fatto un'anticipazione anomala, che ha la forma del mutuo trentennale. Questa è un'anomalia che, ovviamente, nel decreto legge n. 35 era ben chiara agli estensori e al Parlamento che l'ha convertito. Ma era l'unica norma che forse, permetteva da una parte di pagare i creditori, e quindi i fornitori delle Pubbliche Amministrazioni, giovando innanzitutto al sistema produttivo italiano, che era veramente molto indebitato con le Pubbliche Amministrazioni, e dall'altra magari di abbassare i prezzi delle forniture dei servizi. Perché spesso, sapendo che la Pubblica Amministrazione paga ad un anno, nel prezzo della gara per la fornitura di servizi o di merci si includeva anche il costo del ritardo del pagamento.
Questo dovrebbe permettere di andare a pagare in termini europei, o almeno di avvicinarsi (i dati delle ASL dimostrano che siamo ancora ben lontani dal pagamento entro 60 giorni, ma almeno avvicinarsi sarebbe un buon segnale) e ridurre - in secondo luogo, ma non meno importante - la spesa complessiva per l'acquisto di beni e servizi.
Il rendiconto del 2014 sostanzialmente vede questa grande modifica a seguito del giudizio di parifica della Corte dei Conti. Inizialmente era stato presentato un disavanzo molto ottimistico di 328 milioni, che poi erano diventati 664; adesso arriviamo a un miliardo e 400. Quindi anche mettendo da parte la grande partita del decreto legge n. 35, non è che rimane un disavanzo minimale! Il Vicepresidente Reschigna dice che una buona parte è dovuta all'annullamento di una serie di residui attivi, per circa 900 milioni (ricordo una definizione del genere, magari me la sono segnata male), per cui non ci sarebbe un disavanzo così grande se non si fossero messe in atto già una serie di misure sperimentali nel bilancio della Regione Piemonte a partire dal 2014.
Chiedo scusa, forse erano le perenzioni. Mi sono confuso un attimo: non erano residui attivi, ma perenzioni. Quindi non sono andate in perenzione come classicamente era nel bilancio dopo due anni, quindi questo avrebbe portato ad una diversa interpretazione di bilancio. E' anche vero che quelle perenzioni sono soldi che devono essere dati, quindi li avremmo dovuti riscrivere. E' più corretto così il bilancio, quindi rappresenta un disavanzo notevole: un miliardo e 400. Non possiamo che auspicare, di concerto con una politica regionale più trasparente e più attenta alle spese che si devono fare, un sostegno concreto dal livello nazionale quindi bisogna dirlo in maniera chiara e forte in questo consesso: no ad ulteriori tagli da parte del Governo nazionale sul Fondo Sanitario Nazionale e non solo.
Se andiamo ulteriormente a tagliare quella quota parte di trasferimenti, per altri capitoli, tra cui il trasporto pubblico locale, la Regione Piemonte sarà ancora più in difficoltà a coprire il disavanzo che ci sarà. La copertura è del 2014, il bilancio del 2015, la previsione 2016.
Quando siamo in una fase di rendiconto, è ovvio che si fa un'analisi non solo del passato, ma anche del futuro. Non è un caso che sui giornali di oggi, dopo l'agenzia di stampa di ieri della Giunta, campeggi una domanda molto pressante, cioè cosa farà la Regione Piemonte, non dico neanche la Giunta Chiamparino, ma la Regione Piemonte? Visto che il Consiglio deve approvare delle norme, se dovrà aumentare nuovamente le tasse, in primis sul discorso del bollo auto sulle auto ecologiche, a partire dal 1° gennaio 2016, anche se cuba "solo" 25-30 milioni di euro, è comunque una nuova tassa, ma poi cosa succederà nel 2017 se questo non dovesse bastare? Che è l'anno, come ha dichiarato il Vicepresidente Reschigna in Commissione bilancio, con un punto interrogativo sopra.
È veramente il momento per fare il punto della situazione dove, proprio perché analizziamo un anno contabilmente chiuso, si possono risparmiare dei soldi, si può fare efficienza, e dove si possono impegnare meglio le risorse. Sicuramente il 2014 è un anno che rappresenta, per metà almeno, un anno guidato da questa Giunta. E' ovvio che nel momento in cui entra una nuova amministrazione, c'è una fase di assestamento che sicuramente comprende i primi tre mesi - parlo di giugno, luglio e agosto - in cui un'amministrazione si trova e inizia a fare le proprie valutazioni e inizia a individuare le proprie politiche e poi metterle in atto, ma sicuramente forse, si poteva già dare un taglio ulteriore. Un taglio ad una politica di rigore. Purtroppo questa è la situazione che abbiamo ereditato dal passato.
Quel famoso piano di riequilibrio finanziario della Regione Piemonte presentato a novembre 2014, sicuramente è stato frutto di un lavoro importante, fatto dall'amministrazione ma, ad oggi, probabilmente, siamo un po' indietro con una serie di misure di risparmi di spesa. Risparmi, ad esempio, sul TPL, ovviamente non ve ne sono ancora stati, anzi, forse ci sono stati degli aumenti di spesa sul patrimonio, per quanto riguarda le dismissioni delle sedi e trasloco nella sede del grattacielo c'è un ritardo, anche se non eccessivo, ma rispetto le tempistiche cui siamo stati abituati nelle opere pubbliche forse il leasing in costruendo ha aiutato il personale è già stato fin troppo colpito, infatti ci chiediamo se le strutture sono in grado di andare avanti senza nuove assunzioni e blocco del turnover.
Erano state indicate alcune partecipate, come ho già detto, di razionalizzazione ma, al momento, non abbiamo ottenuto significativi passi in avanti. Era previsto un risparmio di spesa di 18 milioni nel 2015 che verificheremo nell'assestamento del 2015.
Fotografa il rendiconto del 2014, i primi sei mesi della Giunta Chiamparino, forse qualcuno potrà dire che sono i primi sei mesi. Vedremo il 2015, sarà molto più importante verificare il 2015. Sicuramente un dato che preme molto, com'è sempre stato a cuore al Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, è quello della scrittura di un bilancio che sia più veritiero possibile.
Come abbiamo già avuto modo di dire sul capitolo delle alienazioni, nel 2014 c'è stata una grande discrepanza. Avevamo, nel 2014, 50 milioni iscritti come alienazioni nel patrimonio immobiliare, ne abbiamo incamerati un milione, quindi quello è stato forse uno dei veri nei dei primi sei mesi dell'amministrazione Chiamparino e dell'Assessore al bilancio. Sappiamo che c'è l'intenzione di non ripetere più errori di questo tipo, però scorrendo il rendiconto si vedono ancora tanti e tanti capitoli, per quanto riguarda le entrate tributarie, come minori accertamenti.
Minori accertamenti dell'IRAP, minori accertamenti sul gas metano minori accertamenti sulle concessioni statali, minori accertamenti sulla compartecipazione regionale all'IVA, sull'imposta aggiuntiva sulla benzina sull'IRPEF, l'addizionale regionale e così via.
Sul Titolo I chiediamo uno sforzo politico a questa Giunta, ma uno sforzo anche agli Uffici dell'Assessorato per cercare di avere un bilancio il più possibile, in futuro, chiaro e attendibile, visto che ancora nel 2014 non lo è stato. Basta vedere la relazione al rendiconto, in cui ci sono delle divergenze per 313 milioni di euro. Non sono bruscolini.
Alla fine, il nostro voto non potrà che essere contrario e speriamo di poter contribuire il più possibile, in questi anni a venire, per la scrittura di un bilancio che tenga conto delle esigenze dei piemontesi, ma che tenga anche conto dell'esigenza di un pareggio di bilancio e di una veridicità delle scritture contabili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berutti in qualità di secondo relatore di minoranza.



BERUTTI Massimo, relatore di minoranza

Grazie, Presidente.
Come diceva il Consigliere Bono precedentemente, questo è un po' l'anno zero del bilancio regionale. Naturalmente, quello che qualche settimana fa è emerso in merito al giudizio della Corte dei Conti sulla questione legata alle anticipazioni, mette in una luce molto impattante e molto pesante; una situazione che chiaramente se, in qualche modo, non avesse trovato un supporto dal punto di vista nazionale, chiaramente questo avrebbe creato dei problemi ancora maggiori rispetto alla situazione in essere.
È chiaro che alla luce di questo, come diceva il Vicepresidente in varie Commissioni, le prospettive non sono rosee. Certamente questo lo vedremo nei bilanci di previsione negli anni avvenire, comunque già nel prossimo.
Quello che salta un po' all'occhio guardando il disegno di legge dal punto di vista della comparazione tra il 2013 e il 2014, ossia quello che si coglie, è un rallentamento legato alle entrate, legato soprattutto agli accertamenti, a tutta una serie di azioni che possono essere governate dalla struttura. Così come residui attivi in termini di valutazione, in termini di azione conseguente.
È chiaro che, nel momento in cui - di questo va dato atto - la situazione non è sicuramente chiara ad un'amministrazione che si insedia questo pone tutta una serie di azioni conseguenti che non possono essere di base definite e codificate in modo totale e, soprattutto, radicale.
Alla luce di questo, nell'analisi dei numeri, quello che si evidenzia è la necessità, anche per il futuro, di intervenire su tutta una serie di azioni finalizzate ad evidenziare che la macchina è ancora più attiva su tutta una serie di azioni economiche e finanziarie.
D'altro canto, anche analizzando le varie tabelle, emerge una questione in modo abbastanza eclatante, che pone un problema che - presumo - la Giunta dovrà in qualche modo valutare per poi intervenire: i dati economico finanziari delle società direttamente partecipate, dove Finpiemonte Partecipazioni chiude con un risultato di esercizio di meno 15 milioni di euro, oltre ad altre società direttamente partecipate che evidenziano risultati negativi, più o meno importanti.
In funzione di quanto dicevo, cioè di un bilancio, in parte di questa Giunta e in parte della Giunta precedente, ma soprattutto questi dati, che sono inconfutabili e legati ad attività amministrative delle varie società quello che auspichiamo è che per il futuro ci possa essere una presa di posizione su queste realtà. Va bene tagliare e razionalizzare, ma fino ad un certo punto. E' comprensibile, viste le difficoltà, però, alla fine quando ci sono delle realtà che producono disavanzi, bisogna intervenire.
Questo credo sia uno degli elementi più eclatanti che emergono dal rendiconto. Pertanto, alla luce di questa nostra presa di coscienza dello stato del 2014, naturalmente ci rendiamo conto che la Giunta vorrà dare un segnale importante per il 2015, però quello che emerge oggi è che la situazione di fondo, pur sbandierata ai quattro venti, non ha visto sostanziali differenze tra la situazione precedente e la situazione al 2014.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Berutti.
E' aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Questo rendiconto, così come vedremo nel prossimo assestamento di bilancio di quest'anno, raccoglie l'eredità di gestioni un po' superficiali delle legislature passate. Anche negli anni prossimi vedremo l'accumularsi di situazioni che andranno, via via, a peggiorare i conti della Regione (sto facendo riferimento anche alla questione dei derivati).
In particolare, quest'anno emerge la tematica dell'uso del decreto legge 35 e dell'esigenza di un'interpretazione normativa, sfociata in un decreto di pochi giorni fa, che salva il Piemonte da un'interpretazione superficiale e una malagestione di quei fondi che dovevano essere utilizzati per pagare i debiti certi ed esigibili della Pubblica Amministrazione regionale. Fondi cui il Piemonte attinse copiosamente a partire dal 2013, che sono andati a costituire sia un debito sia un disavanzo. Pertanto, sono andati a pesare due volte sulle casse e sul futuro economico della nostra Regione.
Il trucchetto trovato a livello governativo per sanare questa situazione è quello di reinterpretare la norma sull'utilizzo del decreto legge 35, facendo sì che si costituisca un fondo, una specie di accantonamento, che di anno in anno va a figurare in entrata ed in uscita salvo la parte di rimborso della quota di fondo dell'anno di competenza.
E' un trucchetto che serve a mantenere neutro l'intervento di salvataggio sui conti dello Stato, ma che - a nostro parere - per quanto necessario, non sottolinea in modo adeguato le responsabilità, dal punto di vista della gestione dei conti pubblici, degli amministratori regionali.
Sotto questo profilo, questo tipo di bilanci, purtroppo con questi interventi necessari (ma continuo a pensare che prima o poi questo tipo di intervento ci sarà contestato), sono per certi versi eticamente scorretti perché vanno a fare, per i conti pubblici, qualcosa che, se si fosse trattato di un'impresa privata, l'avrebbe fatta chiudere e probabilmente avrebbe anche fatto finire in galera il responsabile legale.
Sotto questo profilo, non posso che stigmatizzare il fatto che, a fronte di tutti questi conti sbagliati, negli anni precedenti ed anche quest'anno, non si rilevano mai responsabilità di chicchessia, né dal punto di vista penale né politico. Alla fine, tutto si è risolto scrivendo un decreto, con espressioni abbastanza circonvolute, che sposta di anno in anno il problema, ma la questione di come siano stati gestiti questi fondi non viene affrontata dal punto di vista politico.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

Poche considerazioni, in merito alle relazioni e all'intervento che si sono svolti in sede di dibattito generale.
Le poche considerazioni riguardano innanzitutto il problema che è stato affrontato nelle relazioni e nell'intervento del Consigliere Campo, che riguarda la questione legata al percorso sul decreto legge 35.
Eviterei di dire, Consigliere Campo (lo dico molto sinceramente) quando affrontiamo temi così delicati, che il decreto legge che è stato recentemente approvato dal Governo rappresenta un trucchetto per uscire da una situazione. E, per dimostrare questo mio ragionamento e questa mia riflessione, cerco di ripercorrere velocemente alcune tematiche, a questo riguardo.
La prima: la Regione Piemonte è la seconda Regione, in Italia, che più ha utilizzato le anticipazioni sul decreto legge 35, comprendendo anche l'ultima, che stiamo chiudendo nel 2015: siamo a quattro miliardi e 700 milioni di euro, che è una cifra ragguardevole. Non è una consolazione per noi riconoscere che la Regione Lazio ha fatto anticipazioni per otto miliardi e 150 milioni di euro. Non è una consolazione, ma è solo per ribadire un concetto, che il Presidente Chiamparino ha più volte espresso quando è stato affrontato questo tema: questo non è un decreto legge salva Piemonte, ma è un decreto legge che ripone in una condizione di certezza le norme e i criteri di contabilizzazione delle operazioni fatte sull'articolo 2 e sull'articolo 3 del decreto legge 35.
Ribadisco che le operazioni fatte in ambito non sanitario sono operazioni che, io per primo, riconosco essere state fatte in maniera molto borderline rispetto a quanto prevede il decreto legge 35, mentre il problema delle anticipazioni fatte sulla sanità è un problema che riguarda il testo del decreto legge 35.
Ricordo che, quando si parla delle anticipazioni sulla sanità, il decreto legge parla di ammortamenti sterilizzati, di disavanzi delle Aziende Sanitarie Regionali, di trasferimenti anche in termini di competenza alle Aziende sanitarie, al fine del pagamento dei debiti verso i fornitori.
Questo è quanto la Regione Piemonte ha fatto sulle anticipazioni in ambito sanitario. Tanto che la stessa Corte Costituzionale ha definito tutte queste condizioni "anfibologie", cioè equivoci, come se la norma nazionale fosse chiara e le leggi regionali, che hanno applicato le anticipazioni sul decreto 35 in ambito sanitario, fossero incostituzionali.
Ma c'è un'altra questione che, secondo me, il legislatore voleva affrontare con il decreto legge 35 senza - ed è qui l'ambiguità di quel decreto legge - che il complesso, l'ammontare delle anticipazioni che lo Stato ha erogato non solo alle Regioni, ma anche al sistema degli Enti locali, concorresse ad innalzare il debito pubblico in Italia. Questo è il problema che il decreto 35 aveva al suo interno: trovare una soluzione ad un tema gravissimo, soprattutto nella crisi economica che stava e ancora sta attraversando, per alcuni aspetti, il nostro Paese, che è quello dei ritardi della Pubblica Amministrazione nel saldare i debiti nei confronti dei fornitori. Questo fatto certamente non ha aiutato il sistema economico italiano durante i sette anni della crisi, anzi ha prodotto carenze di liquidità ad un sistema che già ne aveva di gran lunga in termini di sofferenza, senza che queste anticipazioni concorressero a essere calcolate dall'Unione Europea relativamente al debito pubblico complessivo del nostro Paese. Questa era la questione.
Adesso il decreto legge definisce le norme sulla contabilizzazione e risolve l'elemento più pesante di condizione di incertezza che rappresentava certamente un problema enorme per la Regione Piemonte, ma anche per le altre Regioni italiane. Stante la sentenza della Corte Costituzionale, noi avremmo avuto un doppio gravame sul bilancio della Regione a seguito di un'unica operazione. Okay? Avevamo un gravame, che rimane ed è giusto che rimanga, sul bilancio della Regione in termini di restituzione al Ministero dell'Economia e Finanze, in trent'anni, degli importi delle anticipazioni, ma avevamo un secondo gravame, perché quelle anticipazioni, che sono servite per pagare fornitori della Regione Piemonte, non andavamo a coprire il disavanzo della Regione Piemonte determinato non in termini generali, ma da quelle singole e specifiche voci di spesa e fatture, quindi avevamo risolto un problema di cassa, però si poneva un problema enorme di copertura della competenza e quindi del disavanzo.
Se posso dire: l'equivoco, su cui molti hanno guardato da un'altra parte, era come dire che la Regione Piemonte aveva un enorme problema di deficit di cassa, tanto che non pagava i propri fornitori, ma nello stesso momento era capace di coprire con proprie risorse il disavanzo che si era creato a seguito del fatto che quella Regione stava spendendo, e ha speso nel corso degli anni, molto di più di quanto introitava. Era un equivoco parliamoci chiaro. Se una Regione ha un problema enorme di cassa che riguarda il pagamento di quattro miliardi e 700 milioni di euro di debiti nei confronti di terzi soggetti, quella stessa Regione non può avere la capacità all'interno del proprio bilancio di sopperire, con ulteriori poste del bilancio, anche alla chiusura del disavanzo che quelle operazioni avevano determinato sul bilancio stesso.
Però, dal mio punto di vista, l'importante è che, sia pur con qualche ritardo che - non nascondo - ha creato una condizione di incertezza, non si risanano i conti di una Regione o di qualunque altro soggetto quando per tre mesi si vive una condizione di incertezza, perché tutti avremmo bisogno, invece, di sapere a quali regole dobbiamo attenerci per cercare di portare avanti il nostro sforzo; oggi, il decreto legge c'è. Abbiamo questo rendiconto, che si divide in due parti.
Anzitutto, il disavanzo finanziario, risultante dalla somma algebrica tra rimanenze di cassa al 31/12/2014, residui attivi e residui passivi, e quello è il miliardo e 264 milioni di euro che dobbiamo coprire in sette anni. Rappresenta un problema per questa Regione, che cerchiamo di affrontare ogni giorno per evitare di esserne sommersi.
In secondo luogo, vi è la rettifica che ha fatto la Corte dei Conti in termini di disavanzo sostanziale, i cinque miliardi e 800 milioni cui ha fatto riferimento il Consigliere Bono nella sua relazione.
Anzitutto, con l'assestamento di bilancio, che spero cominceremo a discutere lunedì pomeriggio all'interno della I Commissione, dovremmo incominciare a dare copertura al disavanzo finanziario e rettificare, quale quota parte, quel disavanzo sostanziale complessivo risalente alle operazioni in precedenza con criteri di contabilizzazione che il decreto legge definisce, quindi circa tre miliardi di euro, e con le operazioni fatte nel 2015 sul decreto legge 35.
Diciamo che la differenza tra il disavanzo finanziario e disavanzo sostanziale, fatta questa operazione, che motiveremo nella legge di assestamento di bilancio, ci consegna tre problemi.
Il primo è la quota di disavanzo sostanziale derivante dalla sentenza della Corte Costituzionale del luglio 2015, che ha dichiarato l'incostituzionalità di parte della legge di bilancio della Regione Piemonte del 2013 nelle parti riferite ai trasferimenti alle Province.
Questa quota di disavanzo vale oggi circa 48 milioni, che copriremo in due anni (2016 e 2107), perché così è l'accordo transattivo che abbiamo raggiunto con le Province, e in base a quell'accordo, le Province del Piemonte hanno ritirato tutte le azioni in termini di decreti esecutivi, in termini di decreti ingiuntivi, in termini di ricorso al TAR, in termini di ricorsi alla Corte Costituzionale, che erano ancora aperti, perché quella sentenza parla del 2013, ma ci sono altre questioni che rimanevano aperte.
Però, ci rimangono circa 48 milioni che l'accordo transattivo con le Province ci impone di coprire tra il 2016 e il 2017.
Il secondo elemento che rimane aperto sono i 51 milioni circa di euro relativi al fondo che dobbiamo costituire e che costituiamo - con il rendiconto l'abbiamo già di fatto costituito - relativi al contenzioso aperto tra la Regione Piemonte e l'Unicredit sulla Fondazione Mauriziano.
In proposito, il Tribunale di Torino ha dichiarato in primo grado soccombente la Regione Piemonte per oltre 100 milioni di euro; in secondo grado, la Corte d'Appello di Torino ha dichiarato soccombente la Regione Piemonte, ma rettificando il dovuto all'Unicredit in 51 milioni di euro circa. Ora siamo in Cassazione ed è corretto che noi appostiamo un fondo che tenga conto di una situazione potenzialmente passiva per la Regione Piemonte.
Il terzo elemento è una quota parte dei residui perenti che in gran parte noi abbiamo già ricostruito nel corso del 2015, ma rimane una quota parte da definire. Queste sono le operazione che faremo con l'assestamento di bilancio.
Due brevissime riflessioni su questo rendiconto. Molte volte le nostre attenzioni, e dico volutamente "le nostre attenzioni", sono da sempre più ispirate alla legge di bilancio piuttosto che alla discussione sul rendiconto di un esercizio.
Considero invece quasi più importante il rendiconto di un esercizio perché dice qual è la quota parte di obiettivi che sono stati raggiunti qual è lo stato effettivo dei conti della Regione Piemonte. Almeno questo lo garantisco, ha questa caratteristica, mentre quelli del passato non avevano questo tipo di caratteristica, ma quali sono i problemi che rimangono? Alcuni sono stati proprio oggetto di considerazioni nel dibattito: questo rendiconto ci dice che noi abbiamo un livello di iscrizione delle entrate sul bilancio della Regione che è sproporzionato rispetto agli effettivi accertamenti di entrate.
Questo è un problema storico sul bilancio della Regione che il 2014 ripropone. E' un problema talmente storico che la settima prossima, quando il Consiglio regionale esprimerà il voto finale sul rendiconto, subito dopo noi, come Giunta, provvederemo ad assumere la delibera sulla ricognizione straordinaria dei residui attivi e passivi.
Dico da subito che in quella delibera cancelleremo un miliardo e 380 milioni di euro di residui attivi inesigibili, perché questa è l'entità che ci arriva dal passato: un miliardo e 380 milioni di euro di residui attivi inesigibili, con il problema che dobbiamo coprire anch'esso in trent'anni.
Sono sempre ulteriori 52 milioni di euro all'anno di quota parte, perch questo è il risultato di aver mantenuto, nel corso degli anni, bilanci con livelli di entrata sproporzionati rispetto agli effettivi accertamenti e di non aver cancellato, in sede di rendiconto di ciascun esercizio, quelle che rappresentavano iscrizioni di entrata non più esigibili per la Regione Piemonte.
Questo rendiconto ci consegna questo dato e questa riflessione peraltro già oggetto di vostri interventi nelle diverse relazioni, però è chiaro che nella vita bisogna essere coerenti. Non è che quando discutiamo il rendiconto discutiamo di uno strumento in cui contestiamo il fatto che la Regione Piemonte sistematicamente scrive entrate superiori rispetto al loro livello di esigibilità e, quando discutiamo di legge di bilancio, le nostre attenzioni sono invece per aumentare la spesa, perché i due termini sono assolutamente incompatibili.
Per alcuni aspetti, i due termini sono in rotta di collisione tra di loro, perché la legge di bilancio 2016 nasce in una condizione di norme nazionali, che devono essere rispettate, profondamente diverse rispetto al passato. Nel 2015, l'equilibrio di bilancio lo dobbiamo garantire in sede di rendiconto. Lo strumento che stiamo utilizzando per raggiungere questo equilibrio di bilancio è gestire le assegnazioni in termini ridotti rispetto agli stanziamenti a bilancio, perché abbiamo questo problema di disallineamento tra entrate e uscite.
La legge di bilancio 2016 ci dice che questo equilibrio di bilancio noi lo dobbiamo garantire sulla legge di bilancio, non sul rendiconto. Sarà una discussione molto impegnativa per tutti: per la Giunta, per la maggioranza e per i Gruppi di opposizione, perché nessuno di noi potrà far finta che questi quadri di riferimento hanno provocato un grandissimo danno nell'esperienza della gestione dei bilanci nelle diverse legislature nella nostra Regione.
Sarà una discussione più impegnativa anche per la semplice ragione che il Consiglio regionale ritorna ad essere il luogo della politica del bilancio della Regione. Guardate, nel passato, il fatto che il Consiglio regionale approvasse leggi di bilancio con margini molto più ampi rispetto all'effettiva realtà, di fatto consegnava una delega in mano alla Giunta che era il soggetto che poi gestiva, in termini di assegnazione l'effettivo utilizzo delle risorse e l'effettiva messa a disposizione delle stesse.
Sarà una discussione che tutti noi dovremmo fare all'insegna delle priorità: priorità, sapendo che parte delle risorse andranno a coprire il disavanzo; priorità, sapendo che nel 2016 l'effetto positivo di una Regione, che è ritornata responsabile nei confronti dei propri fornitori avendo saldato quattro miliardi e 700 milioni, lo paghiamo in termini di 222 milioni di euro all'anno in termini di rate di restituzione di quei proventi al Ministero dell'Economia e Finanze. Lo affrontiamo avendo tutti la consapevolezza che anche se abbiamo risolto un pezzo del problema, noi abbiamo un macigno rappresentato da due miliardi e 700 milioni di euro, che ad oggi rappresentano, tra gli effetti negativi della ricognizione straordinaria e il disavanzo del 2014, il peso che avremo sulla testa per i prossimi anni.
Sarà una discussione impegnativa, e credo che l'affronteremo - mi auguro - tutti con questo scopo e con questo atteggiamento. In questo contesto, quand'anche trovassimo le furbizie tecniche e i cavilli dentro i quali giostrare e far giostrare i conti della Regione, di fronte a noi c'è comunque il problema del macigno, rappresentato dal fatto che avere complessivamente, circa tre miliardi di euro di disavanzo complessivo come Regione, significa avere, in giro per il Piemonte, qualche decina di migliaia di soggetti - persone fisiche, enti o persone giuridiche - che sono creditori nei confronti della Regione per questo importo e a volte sono creditori per questo importo da lungo tempo.
Anche se, complessivamente, siamo riusciti, a cavallo tra le due legislature regionali, a saldare quattro miliardi e 700 milioni di euro di debiti, ma abbiamo ancora tre miliardi da saldare.
Questo è il quadro del rendiconto, che chiama, brutalmente, ciascuno di noi a fare i conti con la realtà; che richiede una coerenza di comportamenti, che innanzitutto riguarda la Giunta, sia ben chiaro, ma riguarda l'intero Consiglio regionale.
Riguarda l'esigenza di evitare che quando noi affrontiamo la discussione sul rendiconto, noi parliamo di quante entrate fasulle scriviamo nei nostri bilanci - fasulle è un termine tra virgolette, sia ben chiaro - o, per meglio dire, irreali rispetto all'effettiva loro esigibilità.
Quando affrontiamo, invece, la discussione sulla legge di bilancio siamo i primi ad essere fortemente impegnati ed occupati a segnalare giustamente, alla comunità piemontese, nella sua interezza, che vengono ridotte le risorse per questo, che vengono ridotte le risorse per quest'altro e che si sposta di un anno il bando sul buono scuola.
Sono solo esempi per rimarcare a quali comportamenti coerenti siamo chiamati, di fronte a questo tipo di realtà.
Grazie di tutto.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola media "Istituto Comprensivo Pavone" sede Banchette di Pavone Canavese (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola media "Istituto Comprensivo Pavone", sede di Banchette, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame disegno di legge n. 134, inerente a "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2014" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame del disegno di legge n. 134.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Reschigna per una precisazione ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

Una comunicazione che ho già fatto anche ieri in sede di I Commissione.
Poiché, per legge, nella stessa giornata in cui approviamo il rendiconto la Giunta deve approvare la delibera sulla ricognizione straordinaria dei residui attivi e passivi, e poiché il parere dei Revisori dei Conti sulla ricognizione straordinaria ci arriverà nei prossimi giorni si è concordato, insieme al Presidente del Consiglio regionale, di votare tutti gli articoli, mentre il voto finale viene rinviato a martedì prossimo.



PRESIDENTE

A questo punto, possiamo procedere con l'esame dell'articolato.
Ricordo che il numero legale è 26.
ARTICOLO 1 Indico la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Presidente, dia il tempo per votare! Io non sono riuscita e intendevo votare no.



PRESIDENTE

Collega, non stiamo procedendo per appello nominale.
ARTICOLO 2 Indico la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indico la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indico la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indico la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indico la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indico la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indico la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indico la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indico la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
Non essendovi richieste per dichiarazioni di voto sull'intero testo, nella prossima seduta di Consiglio riprenderemo direttamente dalla votazione finale della legge.


Argomento: Referendum abrogativo e consultivo

Ordine del giorno n. 476 presentato dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Referendum abrogativo di alcuni articoli del decreto 'Sblocca Italia'" ordine del giorno n. 472 presentato dai Consiglieri Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti e Valetti, inerente a "Impegno del Consiglio regionale a deliberare per presentare richiesta di referendum abrogativo dell'art. 35 e art. 37 del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli ordini del giorno n. 476 e n. 472, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Non mi sono consultato con i altri relatori dell'altro documento e ho bisogno di un suo consiglio, Presidente.
Essendo decorsi i termini per l'applicazione di questa mozione e per la delibera, e che noi non facciamo parte delle sette Regione italiane che hanno già fatto ricorso alla Corte costituzionale, ci sono due metodi. Il primo è quello di considerare superato il testo in oggetto, non essendo più applicabile l'impegnativa.
Però non so - gliel'ho chiesto anche la scorsa volta e quindi mi impegnerei ovviamente a modificare il testo nella parte dell'impegnativa se sia possibile, successivamente al ricorso alla Corte costituzionale di queste sette Regioni, che altre Regioni si aggreghino in un secondo momento, apponendo cioè la propria firma in calce al ricorso dopo.
Se questo fosse possibile, a questo punto basterebbe cambiare l'impegnativa del testo, aggiungendo ovviamente l'impegno della Regione Piemonte a sottoscrivere il ricorso presentato da sette Regioni italiane.
Quindi, Presidente, vengo da lei per la modifica.



PRESIDENTE

Io suggerirei la modifica.



GRIMALDI Marco

Non so.



PRESIDENTE

Ha chiesto a me? Secondo me, sì. Se vuole, facciamo un approfondimento con gli Uffici e domani ne discutiamo nella riunione dei Capigruppo. Per adesso soprassediamo, va bene?



GRIMALDI Marco

Chiediamolo anche agli altri.



PRESIDENTE

Consigliere Bertola? Prego.



BERTOLA Giorgio

Sì. Essendo anch'io firmatario dell'atto di indirizzo presentato dal Movimento 5 Stelle, sostituisco il primo firmatario, Andrissi, e devo dire che mi trovo d'accordo con l'ipotesi di sospendere, in modo da poter valutare.



PRESIDENTE

Secondo me, avete il parere di un giurista esperto, che è il sottoscritto.
Al di là delle battute, a mio avviso è fattibile; però, se volete possiamo approfondire. Come volete voi.



BERTOLA Giorgio

Approfondiamo, grazie.



PRESIDENTE

D'accordo.


Argomento: Commercio ambulante

Mozione n. 506 presentata dai Consiglieri Marrone, Gancia, Benvenuto Pichetto Fratin e Vignale, inerente a "No Bolkestein, tuteliamo i mercati piemontesi"; ordine del giorno n. 61 presentato dai Consiglieri Bertola Batzella, Bono, Campo e Frediani, inerente a "Escludere il commercio ambulante dalla Direttiva Bolkestein"; ordine del giorno n. 431 presentato dai Consiglieri Gariglio, Accossato, Appiano, Caputo, Conticelli Ferrentino, Ravetti e Valle, inerente a "Direttiva Bolkestein: occorre modificare il decreto legislativo di recepimento per escludere il commercio su area pubblica dall'applicazione delle procedure di selezione tra diversi candidati" (rinvio)


PRESIDENTE

Colleghi, l'esame del punto 6) all'o.d.g. è rinviato perché me lo ha chiesto gentilmente il Consigliere Marrone, a causa di altri suoi impegni.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 83 "Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, della Liguria e della Valle d'Aosta - (articolo 2, l.r. 13/2014 e articolo 3 dell'Accordo) - Consiglio di amministrazione - designazione di 1 componente"

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 119 "Enoteca regionale di Ovada e del Monferrato - (articolo 12, Statuto dell'Ente) - Consiglio di amministrazione - designazione di 1 membro"

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 121 "Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese - Vercelli - (articolo 31, Statuto dell'Ente) Collegio dei revisori dei conti - nomina di 1 membro effettivo e di 1 membro supplente"

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 122 "Associazione d'irrigazione Ovest Sesia Consorzio d'irrigazione e bonifica - (articolo 25, Statuto dell'Ente) Collegio dei revisori dei conti - nomina di 1 membro effettivo e di 1 membro supplente"

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 112 "Azienda Ospedaliera Universitaria - AOU Città della salute e della scienza di Torino - (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente d'intesa con il Rettore dell'Università degli studi di Torino"

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 114 "Azienda sanitaria locale di Asti (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente"

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 113 "Azienda sanitaria locale 'Torino 5' (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente"


PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Segretari Benvenuto e Molinari.
Prego la Consigliera Segretaria Motta di procedere all'appello nominale.



(La Consigliera Segretaria Motta effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.


Argomento: Difesa idrogeologica

Esame ordine del giorno n. 469 presentato dal Consigliere Monaco, inerente a "Fondi ATO Comuni montani - opposizione a proposta taglio"; mozione n. 502 presentata dai Consiglieri Mighetti, Frediani, Valetti, Bono, Bertola Andrissi e Vignale, inerente a "Fondi ATO per il dissesto idrogeologico e ripartizioni eque tra Comuni"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 469, avente ad oggetto "Fondi ATO Comuni montani - opposizione a proposta taglio", presentato dal Consigliere Monaco, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Risulta collegata anche la mozione n. 502 inerente a "Fondi ATO per il dissesto idrogeologico e ripartizioni eque tra Comuni", presentata dai Consiglieri Mighetti, Frediani, Valetti, Bono, Bertola, Andrissi e Vignale.
Inizierei con l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 469 da parte del Consigliere Monaco; prenda pure la parola, prego.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno che andiamo a discutere nasce dalla necessità di verificare quanto sta accadendo e quanto è stato deliberato dalla neo Città metropolitana, che ha tagliato i fondi ATO, portandoli al 3 (originariamente erano al 5%), assegnati e ripartiti ai Comuni, unico denaro che poteva essere trasferito dall'Ente pubblico all'Ente locale innanzitutto come denaro vero, in secondo luogo per tutelare il territorio e prevenire eventi calamitosi naturali. Il tema riguarda, appunto, il dissesto idrogeologico.
Si consideri che nell'area del Cuneese la percentuale è stata portata all'8%: è pur vero che l'8% non equivale al 5% di Torino in termini di cassa, e il territorio è molto complesso, ricco, articolato e difficile da gestire.
L'idea è quella di chiedere alla Giunta, attraverso il Consiglio, di farsi portavoce, presso la Città Metropolitana di Torino, delle richieste dei Sindaci di aree montane dei nostri territori, soprattutto di quelli virtuosi che altrimenti rischiano di non avere cassa e fondi per poter far fronte agli eventi calamitosi naturale, a di garantire una uniformità di trattamento, non diciamo pari all'8% ma almeno al 5%, su tutto il territorio regionale, anche in virtù dell'uguaglianza dei cittadini piemontesi.
Riteniamo che questo sia un momento difficile per lo casse di tutti gli Enti, ma gli Enti locali rischiano di essere il terminale più mortificato dagli eventuali tagli o ridistribuzione di denari pubblici: i fondi ATO ad oggi sono gli unici soldi veri che vengono trasferiti a tutela dei territori.
Per questo motivo, ci pareva particolarmente importante sottolineare e sollevare la questione e chiedere alla Giunta di farsi portavoce delle richieste dei Sindaci di queste aree di particolare disagio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti per l'illustrazione della mozione n. 502; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questa mozione prende spunto dalle osservazioni mosse dal Consigliere Monaco rispetto all'utilità di questi fondi e rispetto alla necessità di mantenerli vivi ed operanti sul territorio montano regionale per effettuare delle concrete e fattive attività di manutenzione del territorio,volte alla prevenzione del dissesto idrogeologico e alla tutela della risorsa acqua.
Con il superamento delle Comunità montane e l'ingresso delle Unioni montane, in molti territori si è mantenuto un assetto costante, mentre in altri, come quello da cui provengo, i raggruppamenti, una volta formanti le Comunità montane, sono un po' esplosi, generando una serie di Unioni montane, una serie di convenzioni tra Comuni che formano una frammentazione territoriale che non sto a commentare, essendo da sempre contrario a questa frammentazione e a questa libertà che è stata data ai Comuni.
Di per sé, questo sarebbe un altro discorso, se non che i fondi ATO venivano utilizzati dalle Comunità montane, ma le Comunità adesso non hanno più le dimensioni di un tempo. Per ripartire, e avere una nuova distribuzione dei fondi commisurati agli attuali territori, è necessario stabilire un'equa ripartizione su base comunale dei fondi ATO.
Tale ripartizione deve avere dei cardini su cui basare la divisione dei fondi.
Nella mozione abbiamo considerato alcuni parametri che abbiamo portato all'attenzione della Giunta e del Consiglio, cioè la superficie territoriale e la percentuale dello stesso territorio coinvolto in fenomeni di dissesto. Questi ci sembravano parametri giusti su cui affrontare la suddivisione dei fondi su base comunale. Questo ci sembrava doveroso.
La mozione ha avuto la firma di altre componenti della minoranza e pensiamo che sia opportuno agire su questa problematica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Questo è un tema particolarmente importante per i territori montani. È stato un grosso successo aver ottenuto che la legge regionale destinasse almeno il 3% dell'intero ricavo del servizio idrico integrato alle Comunità montane, quindi alle aree montane. Poi c'è stato un grosso lavoro: per due anni un gruppo tecnico ha lavorato in ATO 3 e si è portato tale importo al 5% e per quanto riguarda Cuneo, all'8%.
Ovviamente, non sfugge a nessuno che il 5% di Torino è un importo considerevole. Stiamo parlando di 14 milioni di euro all'anno, ma sono fondi fondamentali per le aree montane perché permettono una programmazione delle risorse su base pluriennale con certezza di trasferimento alle aree montane, quindi sono particolarmente importanti.
Nel frattempo, dobbiamo anche dire che ci sono state delle criticità nel sistema che dobbiamo assolutamente affrontare, come la difficoltà di impegno di queste risorse in alcune aree. La difficoltà di riparto delle risorse su alcuni territori ha comportato anche il non utilizzo di importanti finanziamenti, quanto mai indispensabili per mettere in sicurezza il territorio, per la salvaguardia delle sorgenti, per la salvaguardia di tutta l'approvvigionamento idrico della regione Piemonte.
E' stato un lavoro particolarmente intenso negli anni passati; io facevo parte di quel gruppo di lavoro che si è riunito per molte volte e alla fine penso che abbiamo trovato un giusto equilibrio.
Esaminando questi due ordini del giorno, faccio due riflessioni.
Mi rivolgo all'Assessore Valmaggia. So che c'è una proposta di delibera che andava in discussione oggi in un gruppo tecnico di lavoro in Regione Piemonte, quindi penso opportuno che si possa esaminare e discutere della bozza di provvedimento legislativo della Giunta.
Condividiamo pienamente le preoccupazioni del Consigliere Monaco rispetto all'entità delle risorse. Riteniamo che siano una delle poche entrate certe che possono utilizzare le forme associative dei Comuni montani per intervenire in montagna.
Proprio per questo condivisione, ma essendo necessario un approfondimento, mi permetto di chiedere al Consigliere Monaco di sospendere il suo documento per poterlo approfondire sulla scorta delle risultanze di oggi, di questo gruppo di lavoro.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 469, chiediamo al Consigliere Monaco, condividendo totalmente le sue preoccupazioni che sono anche le nostre, di soprassedere alla votazione del documento.
Non siamo d'accordo sulla mozione n. 502, sull'assegnazione di queste risorse ai singoli Comuni montani, perché sarebbe un'eccessiva frammentazione e, in alcuni casi, la corresponsione ai Comuni montani di trasferimenti veramente irrisori nella loro entità, quindi difficilmente potrebbero portare a quei benefici che non possono che essere ascrivibile ad interventi delle forme associative nelle aree montane.
E' vero che è stata cancellata la storia delle Comunità montane ma, con fatica, si sta concretizzando la forma associativa delle Unioni montane quindi noi riteniamo che vadano rafforzate queste forme associative e l'utilizzo di queste risorse, da parte delle Unioni montane, è assolutamente indispensabile per la loro attività sui territori.
Per quanto riguarda la mozione n. 502, siamo assolutamente contrari.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 469, chiediamo di poterlo approfondire, condividendo totalmente quello che diceva il Consigliere Monaco.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Forse è stato male interpretato il dispositivo.
Non chiedo assolutamente che vengano assegnati ai singoli Comuni bypassando le Unioni montane, ma che venga ricalcolata la quota spettante a ciascun Comune.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato le considerazioni che ha addotto il Consigliere Ferrentino sul tema. Da diverse posizioni dell'Aula, oggi abbiamo lanciato un messaggio forte a sostegno dei Comuni su aree disagiate e di montagna.
Tuttavia è evidente che se c'è un dibattito aperto, credo anzitutto che la discussione oggi sia stata necessaria e utile forse anche su altri tavoli dove si stanno discutendo di questi temi.
Accolgo la richiesta di sospendere, con il suo permesso, la votazione di questo ordine del giorno e di rinviarla ad altra data, a quando sia più chiara la definizione del tema negli ambiti dove si stano ridiscutendo e ridisegnano questo quadro.
Sarebbe auspicabile, secondo me, in questa ottica, e lo chiedo anche al Consiglieri del Movimento 5 Stelle, se facessero lo stesso esercizio. Mi permetterei di suggerire - accolgo l'istanza che arriva dal Consigliere Ferrentino che rappresenta il Gruppo di maggioranza dell'Aula - se c'è un dibattito in corso, di arrivare alle stesse conclusioni, mantenendo acceso il dibattito di ordine del giorno e di mozione. Credo che potrebbe essere uno stimolo per tutti i tavoli a lavorare in una direzione.
Mi sembra ci sia una concordia in Aula sul tema, quindi sarebbe auspicabile ridiscutere ed eventualmente votare, sia l'ordine del giorno sia la mozione, in una data successiva, quando sarà più chiaro il quadro anche a livello di Città metropolitana.
Per quanto mi riguarda, chiedo al Presidente di sospendere la votazione dell'ordine del giorno da me proposto e chiedo ai colleghi del Movimento 5 Stelle se hanno intenzione di fare lo stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Valutando che, da quanto ho capito, con una piccola variazione, la mozione potrebbe essere votabile, sentendo le osservazioni del Consigliere Monaco e considerando anche che uno dei firmatari di un altro Gruppo (il Consigliere Vignale) non è presente, sono d'accordo nel posticipare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Mighetti.
Pertanto, ricalendarizzeremo l'ordine del giorno n. 469 e la mozione n.
502.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Viabilità

Esame ordine del giorno n. 389 presentato dal Consigliere Monaco, inerente a "Abbonamento gratuito mezzi pubblici per talidomidici"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 389, avente ad oggetto "Abbonamento gratuito mezzi pubblici per talidomidici", presentato dal Consigliere Monaco, di cui al punto 8) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Monaco per l'illustrazione.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Credo sia un tema marginale in quello che è l'argomento della disabilità e dei servizi resi al mondo del disagio sulle abilità fisiche e in questo caso, legato purtroppo ad una storia tristissima che si è verificata nella farmacologia mondiale.
Negli anni '60 fu somministrato un farmaco contro le nausee delle donne in gravidanza, ma nessuno si accorse che produceva danni gravissimi al feto. Danni che si riconoscono in bambini nati senza gli arti, focomelici ovvero con difformità sia degli arti superiori che inferiori e, più spesso di quelli superiori.
Queste famiglie e questi soggetti hanno vissuto un problema molto grosso, perché spesso le madri si sentivano responsabili, inconsapevoli, ma comunque responsabili, e molte di queste persone disabili cercavano di nascondersi alla collettività.
Oggi, a distanza di anni, esistono delle associazioni che chiedono una sorta di riconoscimento della loro disabilità e si stanno recando presso vari enti istituzionali a chiedere, in buona sostanza, il riconoscimento di un gruppo sociale che è stato colpito da un errore farmacologico e scientifico. L'azienda, infatti, aveva studiato quel farmaco in modo fantastico, ma aveva omesso di fare gli studi sugli animali in gravidanza con i danni e gli esiti che ne sono derivati.
Molte di queste persone hanno sviluppato delle capacità alternative per riuscire a sopperire ai propri disagi e riuscire a fare esattamente tutto quello che fanno le persone non disabili, però incontrano spesso grandissime difficoltà, anche soltanto - ad esempio - a obliterare la scheda di permesso di transito su un autobus o sulla metropolitana. Cosa che richiede loro molti minuti o il dover rivolgersi alla pietas della collettività presente o, a volte - addirittura peggio - a quanti si spazientiscono nel vederli in coda davanti a loro.
Non si tratta di numeri grossi, pertanto credo che, a fronte di numeri oggettivamente marginali (credo che a Torino si tratti di 30 o 40 soggetti e forse, in tutto il Piemonte, una sessantina di persone), sarebbe una buona cosa, da parte del Consiglio, con il placet e la consapevolezza ovviamente anche della Giunta, riconoscere il danno sociale che hanno ricevuto queste persone quantomeno con il rilascio di un permesso di transito gratuito, che eviti loro quella modalità, che considero - in alcuni casi - umiliante, che li porta a tentare di obliterare in modo vano il biglietto dell'autobus o della metropolitana.
Il riconoscimento di un abbonamento gratuito per i mezzi pubblici ovviamente dove noi abbiamo la possibilità di agire - sarebbe una forma di attenzione da parte dei fratelli più fortunati, nati in quegli anni rispetto a coloro che - ahimè - a causa di un tragico incidente scientifico (ci sono stati milioni e milioni di danni e molti morti), sono nati con gravissimi problemi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Allemano.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
E' sicuramente un richiamo interessante, che documenta sensibilità ed anche memoria. Peraltro, siamo alle prese con una costante crescita della farmacoterapia (siamo sul miliardo), e ci fa bene riflettere sulle conseguenze di scelte che a volte, con il senno di poi, si sono rivelate catastrofiche, come nel caso della talidomide.
Ricordo un altro capitolo che ha impegnato anche il Presidente della Conferenza Stato-Regioni, riguardante il rimborso per i danni da emotrasfusione. Siamo nell'ambito di patologie rilevanti, per cui, non solo spendiamo molto in prima battuta, ma siamo anche chiamati ad intervenire per errori, non so se definirli umani, scientifici o legati a contesti particolari, ma certamente questa riflessione ci fa bene.
Nella fattispecie, i numeri sono esigui: chiedo lumi all'Assessore perché ci risulta che vi sia una soglia di esenzione dalle spese dei trasporti legata alla percentuale di invalidità. Credo che questa includa ovviamente, buona parte di questi soggetti, ma consideriamo questa la strada maestra, altrimenti dobbiamo scendere nell'ambito delle singole patologie e fare un trattato di patologia medica.
L'Assessore ci illuminerà e ci dirà magari di che consistenza è questo elenco, se è soggetto a rivisitazione e se comprende l'opportuna sollecitazione del Consigliere Monaco.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Per esprimere l'atteggiamento assolutamente positivo, da parte della Giunta, con un'indicazione di voto favorevole a questo ordine del giorno.
Il Consigliere Allemano mi ha preceduto, ma così è: l'attuale norma prevede che le persone diversamente abili, che abbiano riconosciuto un livello di invalidità pari al 67%, abbiano questa esenzione e facilitazione.
Probabilmente, molti dei casi che lei ha segnalato e molte delle persone affette da questa malattia rientrano in quella fattispecie. Tra l'altro, stiamo rivedendo anche la composizione delle disabilità previste anzi probabilmente verrà proposto un provvedimento legislativo (prossimamente verrà precisato questo aspetto).
Intanto - come parecchi Consiglieri sapranno - si sta procedendo con la fornitura della tessera elettronica BIP a tutti i soggetti che hanno la titolarità per ricevere l'esenzione. Nei prossimi mesi la distribuzione verrà fatta a tutti. Questo, in accordo con le associazioni dei disabili che hanno evidenziato, già nei mesi scorsi, la necessità di mettere ordine nella distribuzione delle cosiddette "tessere gialle", che oggi creano delle situazioni anche di abuso e spreco, rispetto alle risorse pubbliche.
Pertanto, ci pare che la segnalazione del Consigliere Monaco sia assolutamente importante.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.
Mettiamo in votazione l'ordine del giorno n. 389, con indicazione favorevole dell'Aula.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 389, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Trasporti su ferro - Viabilità

Esame mozione n. 482 presentata dai Consiglieri Ruffino, Berutti, Graglia Porchietto e Sozzani, inerente a "Trasporto pubblico locale: linea Pinerolo Torino"; mozione n. 94 presentata dai Consiglieri Bono, Batzella, Bertola Campo, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Servizio mattutino e serale Regionali Veloci Torino-Milano e fermata Torino Stura"; mozione n. 490 presentata dai Consiglieri Bono, Andrissi, Bertola, Frediani e Valetti inerente a "Servizio serale Torino - Milano in accordo con servizio metropolitano milanese S6"; mozione n. 470 presentata dai Consiglieri Bono Batzella, Bertola, Campo, Frediani e Valetti, inerente a "Accordo di programma con Regione Liguria per collegamenti ferroviari su Torino-Fossano Savona-Ventimiglia"; ordine del giorno n. 489 presentato dai Consiglieri Valetti, Bertola, Bono e Mighetti, inerente a "Cambiamento orari linea GGT 131 Servizio Scolastico Torino- Leinì- Rivarolo"


PRESIDENTE

Esaminiamo la mozione n. 482, presentata dai Consiglieri Ruffino Berutti, Graglia, Porchietto e Sozzani, inerente a "Trasporto pubblico locale: linea Pinerolo-Torino", di cui al punto 9) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa anche al primo firmatario della mozione n. 482.
Avevo chiesto l'attrazione degli atti di indirizzo n. 94, n. 490, n.
470 e n. 489, perché sullo stesso argomento.



PRESIDENTE

Sì, sono attratti. Sono qui nella cartella.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Attraggo tutto quello che si può attrarre, purtroppo non tutto si pu attrarre.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera, per l'illustrazione della mozione n. 482.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Da tempo partecipo agli incontri con i comitati dei pendolari dei bus e dei treni della zona di Pinerolo e Valli vicine. Devo dire che l'Assessore lo sa - viene portato avanti un lavoro importante e interessante ed io credo anche contrassegnato da un grande equilibrio e da una voglia di collaborare per cercare di migliorare il servizio in modo consistente.
Siamo in attesa di un incontro congiunto tra Regione Piemonte e Città metropolitana, per cercare di capire quali proposte e quali risposte verranno date alle richieste che vado ad elencare.
Anzitutto, penso di poter dire che gli interventi su rotaia sono sicuramente più ingenti e importanti, ma l'aspetto positivo è che c'è una grande disponibilità da parte delle Amministrazioni e, in particolare, come l'Assessore ricorda bene, del Comune di Nichelino, ma qui gli importi sono decisamente notevoli.
La parte invece legata al trasporto su gomma ha problemi di altro tipo come per esempio le corse sovraccariche in alcuni orari, che mettono forse, a repentaglio la sicurezza, e bus che viaggiano semivuoti in orari meno appetibili.
Certamente il taglio dei finanziamenti pubblici ha presentato dei disagi; credo che il maggior disagio riportato nei vari incontri sia quello legato al ritardo dei mezzi e anche ai mezzi che spesso si guastano, alla frequente impossibilità di salire sul bus perché arriva alla fermata già saturo e quindi non più con posti a sedere a disposizione.
I Comitati, come dicevo, hanno preparato un dossier che hanno consegnato circa tre settimane or sono all'Assessore, evidenziando quali corse annullare e quali mantenere; aspetto che, molto probabilmente potrebbe generare un risparmio.
Mi è parso di riscontare anche in questo caso disponibilità da parte delle Amministrazioni - mi riferisco al Comune di Pinerolo nell'accogliere queste richieste. E' chiaro che ci deve essere un reintegro di somme che possano permettere, negli orari di punta, di avere più mezzi a disposizione.
Andando al termine dell'esposizione della mozione, quello che il nostro Gruppo richiede è ripristinare un adeguato numero di corse verso Torino e il Pinerolese, la Val Chisone e la Val Pellice, ovviamente garantendo i collegamenti bus necessari, nonché istituire un tavolo che possa essere fortemente positivo, anche a livello di esperienza per l'Assessorato, con i Sindaci dei Comuni delle zone interessate, perché si è proprio vista la voglia di costruire e di collaborare e, chiaramente, di aumentare l'offerta dei servizi di trasporto pubblico in termini di frequenza e di cadenzamento.
Mi sembra che il problema che riporto sia complesso, perché certamente occorre trovare qualche risorsa, però sappiamo tutti quanto siano disagiate le zone distanti dai centri urbani. Il disagio maggiormente riportato è il ritardo sia sul lavoro che a scuola. I ragazzi dal Pinerolese raggiungono istituti in tutto il Torinese e non soltanto. Credo che questo Consiglio regionale debba dare a questi nostri concittadini piemontesi una risposta perché altrimenti è difficile perorare l'utilizzo del TPL quando si riscontrano costantemente le problematiche che vi ho elencato brevemente.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Ruffino.
Allora, attratti...
Ci sono gli atti di indirizzo n. 94, n. 490 e n. 470. Poi, secondo me c'è un errore da parte vostra, perché la n. 471 è relativa all'esenzione del ticket per prestazioni sanitarie.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Che io non ho. Facciamo in tempo a stampare la n. 489? La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione della mozione n. 94.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Lo dico anche ai colleghi della maggioranza. Come numero, è una mozione che è stata depositata addirittura a novembre 2014, quindi è passato un anno, e purtroppo era già stata calendarizzata mesi fa, poi era uscita e rientrata in un ordine del giorno del Consiglio, quindi non è la prima volta che...
Eravamo arrivati molto vicini alla discussione, che però non siamo riusciti ad affrontare.
Questa mozione riguarda un tema molto sentito dal Piemonte e spero molto sentito dall'Aula, che riguarda soprattutto i regionali veloci Torino Milano.
Lo stesso oggetto ha, se non sbaglio, la mozione n. 490, quindi tender anche ad illustrarle insieme, per economia di tempo, poi proverò a fare un discorso unico, anche perché la 490, come potete immaginare, è successiva di un anno, è stata depositata a ottobre 2015, quindi è oggetto di valutazioni successive che abbiamo già anche fatto in interrogazioni all'Assessore Balocco.
Per quanto riguarda la n. 94, dall'analisi degli orari del regionale Milano-Torino si evince che vi sono delle fasce orarie - inizio mattinata e sera tardi - in cui non vi sono treni del servizio ferroviario metropolitano.
I treni SFM iniziano intorno alle 5.30 del mattino e terminano intorno alle nove. C'è quindi una fascia oraria in cui non ci sono treni che fermano nelle stazioni di Rebaudengo Fossato e di Stura. Gli ultimi treni regionali veloci da Torino verso Milano, e da Milano verso Torino, passano in quelle stazioni ma non si fermano, in quanto le ultime stazioni verso Torino sono Chivasso e poi Porta Susa.
Da un'analisi approfondita degli orari del treno abbiamo visto che l'ultima corsa serale del regionale veloce Milano-Torino partiva da Milano alle ore 00.15. Questa corsa veniva considerata la prima della mattina però in realtà è l'ultima per i pendolari o per i piemontesi che si recano Milano per eventi sportivi, ricreativi o per convegni.
Questa corsa è stata soppressa nella scorsa legislatura per motivi infrastrutturali di potenziamento del nodo tra Torino e Chivasso nel 2012 ed era stato oggetto di un'interrogazione, a febbraio del 2013, del Consigliere Gariglio all'Assessora Bonino, per chiedere il ripristino di questa corsa, cioè dell'ultima corsa del regionale veloce Milano-Torino di 00.15. Aveva dati rassicurazioni a tutta l'Assemblea che sarebbe stato ripristinato quanto prima. Oggi - e sono passati due anni e mezzo - né con la scorsa legislatura né con quella attuale si è avuto un ripristino di questa cosa. Oggi, quindi, l'ultima corsa è delle 23.15.
Con la mozione n. 94, quindi, chiediamo di valutare la possibilità di far fermare la prima corsa da e verso Milano anche nelle stazioni del servizio ferroviario metropolitano di Torino di Rebaudengo e di Stura.
Come secondo punto chiediamo di ripristinare l'ultima corsa del regionale veloce da Milano delle ore 00.15.
Il tema del servizio serale Torino-Milano l'abbiamo affrontato anche nella mozione n. 490.
Viste le difficoltà che ci erano state segnalate anche in una risposta dell'Assessore Balocco ad un'interrogazione, abbiamo analizzato il problema insieme al Comitato dei pendolari e ai nostri omologhi in Regione Lombardia. Abbiamo scoperto che esiste un servizio metropolitano lombardo che da Milano arriva fino a Novara. Loro, quindi, hanno un treno, in un orario anche molto in là, da Milano a Novara, che quindi sostituirebbe l'ultimo regionale veloce da Milano a Torino che è stato soppresso.
Con la mozione n. 490, quindi, chiediamo all'Assessorato di valutare la fattibilità di un servizio che fosse complementare a questo servizio metropolitano milanese e permettesse, o con il prolungamento della corsa o con una corsa da Novara, di ricollegare il capoluogo lombardo e quello piemontese a questo orario tardi della sera (o presto la mattina che dir si voglia), anche con una spesa minore.
Sappiamo benissimo che il problema non è politico ma economico, nel senso che c'è in ballo il contratto di servizio con Trenitalia. Essendoci difficoltà nella copertura, con il fondo nazionale dei trasporti, di tutti i servizi erogati da Trenitalia, cerchiamo di individuare, immaginare e proporre soluzioni che siano a costo minimo o a costo zero. Ovviamente a costo zero è difficile, però un costo minimo potrebbe proprio essere quello di interfacciarsi con la Regione Lombardia, con questo servizio metropolitano milanese, e fare una corsa da Novara a Torino.
Questa è una situazione molto sentita, che è stata anche oggetto di un'interrogazione dell'attuale Capogruppo Gariglio nel 2013 (e non credo che dal 2013 al 2015 abbia cambiato idea). Sono state anche raccolte migliaia di firme su alcune piattaforme online, sia piemontesi sia lombarde, quindi chiediamo al Consiglio di approvare queste richieste e di dare mandato all'Assessorato di valutare la fattibilità economica di impegnarsi per realizzare queste richieste.
Grazie.



PRESIDENTE

Collega Bono, vuole illustrare anche la mozione n. 470? La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Sì, grazie.
Ho illustrato insieme le due mozioni perché erano oggetto della stessa linea ferroviaria Torino-Milano, mentre la n. 470 riguarda collegamenti ferroviari con la Regione Liguria, nell'ambito della linea Torino-Fossano Savona-Ventimiglia.
Le premesse possono essere lette da tutti i colleghi, così non mi dilungo troppo.
Attualmente, la linea Torino-Fossano è utilizzata da collegamenti in regime di regionale veloce verso Savona con un treno ogni due ore. Vi è un treno ogni due ore verso Cuneo e poi la possibilità di collegarsi alternativamente ogni ora, con un treno regionale con la cosiddetta "rottura di carico" a Fossano.
Il treno che parte da Fossano e raggiunge le città più meridionali del Piemonte, quelle della provincia di Cuneo (Mondovì e Ceva) si ferma a San Giuseppe di Cairo, in provincia di Savona.
Noi ci siamo chiesti, quindi, per quale motivo la Regione Piemonte spende risorse proprie per un collegamento verso una cittadina in Provincia di Savona, quindi in Regione Liguria, e non vi sia un accordo di programma con la Regione Liguria per far sì che la parte chilometrica esercita in Regione Liguria sia a carico della Regione stessa, magari prevedendo il prolungamento della corsa verso Savona.
Mi spiego meglio: ha poco senso che ci sia un collegamento Torino-San Giuseppe di Cairo perché, fermo restando che è un paese con un grosso nodo ferroviario, non è un punto di grande riferimento per i piemontesi in generale, e per i cuneesi in particolare.
Vorremmo quindi capire se c'è la possibilità di lavorare ad un accordo di programma con la Regione Liguria - so che gli Assessori si sono trovati per discutere questo tema - per migliorare le coincidenze, quindi le tratte ferroviarie che collegano Torino, Fossano e Mondovì con Savona e migliorare anche i collegamenti con il ponente ligure, perché ci sono anche problemi di questo tipo, sia per i lavoratori che si spostano dal ponente ligure vero l'area del Cuneese, del Torinese e viceversa; sia, anche, per tutti i flussi turistici di cui ci si ricorda classicamente a giugno, quando nel primo ponte estivo i treni scoppiano di pendolari e mancano i collegamenti.
Quindi, bisogna avere un accordo di programma con la Regione Liguria in maniera un po' stabile, che permetta sia un'adeguata programmazione, ma parimenti un'adeguata suddivisione delle competenze, ovviamente anche economiche.
Grazie.



PRESIDENTE

Per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 489, la parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno in oggetto si riferisce ai cambiamenti di orario della linea GTT di servizio scolastico Leini-Rivarolo.
Precisiamo che trattasi di un servizio pendolari, che di fatto costituisce un servizio a prevalente utilizzo degli studenti degli istituti secondari di Rivarolo: si tratta principalmente di studenti provenienti da Leinì e Mappano. Abbiamo dunque che a fine anno scolastico 2014-2015 l'azienda ha unilateralmente deciso di spostare degli orari di circa mezz'ora in avanti.
Avevamo pertanto il pullman delle 13.45, che è stato spostato alle 14.25; questo fa sì che gli studenti in uscita dalle scuole debbano aspettare mezzora o anche di più presso la stazione dei pullman di Rivarolo. Trattandosi anche di una zona non proprio tropicale - d'inverno gli studenti devono aspettare 40 minuti prima di prendere un pullman questa modifica non solo comporta un disagio in termini di tempo, ma anche di sicurezza e legato al fatto di stare alle intemperie per un tempo piuttosto lungo.
Queste linee non hanno molto senso se non servono alle persone che escono a quell'orario, quindi agli studenti; ma anche a chi facesse un part time e uscisse all'ora di pranzo servirebbe a poco un pullman alle 14.25.
Chiediamo quindi che la Regione, anche in virtù della nascente Agenzia per la mobilità, domandi le motivazioni di questo cambio e agisca affinch queste corse vengano ripristinate secondo le esigenze di chi le usa e del territorio, in modo più concertato e ritornando a concordare degli orari che siano utili a qualcuno. Un pullman in un orario simile, infatti probabilmente non serve a nessuno e si presta bene, un domani, ad essere rimosso perché effettivamente sarà vuoto, cosa che imporrebbe agli studenti di cambiare le proprie abitudini: o facendosi portare in auto - cosa non proprio agevole - o anche, eventualmente, cambiando istituto di studio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elvio

Faccio un breve intervento sulla mozione 482, visto che ovviamente riguarda il mio territorio e ci tenevo a fare una considerazione di questo tipo.
Naturalmente il nostro territorio, il Pinerolese, è stato penalizzato come altri ed è opportuno che si cerchino le risorse. Il nostro impegno però, non è quello di cercare le risorse per una singola area, ma di farlo per l'intero territorio piemontese. Tutti sappiamo, infatti, che la gestione è dell'SFM e quindi non entro nel merito delle singole gestioni territoriali, pur condividendo ovviamente l'impianto generale della richiesta.



PRESIDENTE

Ha nuovamente chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Per capire come orientare il voto, vorremmo solo rassicurarci sul fatto che l'ordine del giorno della Consigliera Ruffino intenda il potenziamento del trasporto pubblico nel Pinerolese nel complesso. Ovvero, dal momento che abbiamo istituito con successo un tavolo con la Regione Piemonte e i Sindaci per il potenziamento dell'infrastruttura ferroviaria, vorremmo che si ragionasse in un'ottica d'insieme e, allo stesso tempo, non si rischiasse di disperdere le risorse su troppi fronti, con l'incognita di non ottenere nulla.
Vorremmo quindi avere questa rassicurazione, cioè che nell'ordine del giorno si intende ottenere un potenziamento in generale del servizio nelle ore di punta, a prescindere dal mezzo: potrebbe trattarsi di un pullman, ma potrebbe anche essere che - se gli interventi di potenziamento dell'infrastruttura chiesti al Ministero dall'Assessore Balocco andassero a buon fine - di un pullman non ci sia più bisogno; e in tal caso non è che per forza dobbiamo aggiungere nuove corse o comunque disperdere le energie.
Chiederei quindi questa precisazione, anche verbale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Per me quest'ordine del giorno è talmente importante - ne abbiamo già discusso più volte - che, pur di arrivare a sensibilizzare e andando avanti con piccoli passi, sono anche disponibile a modificarlo.
Vorrei sentire prima il parere dell'Assessore per poter poi valutare insieme.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Indicativamente, come Gruppo consiliare non siamo ostili allo spirito che ha animato questi ordini del giorno, per quanto ci sia la necessità di fare alcuni interventi correttivi. L'intendimento e lo spirito che guidano questi atti di indirizzo, che cercano di dare indicazioni su come potenziare e correggere il servizio, ci vedono però favorevoli.
Invece, relativamente alla mozione n. 94 che riguarda anche il collegamento ferroviario Torino-Milano e l'uso della stazione di Stura ovviamente il nostro voto a favore sarà condizionato a che dalle premesse venga espunto il riferimento al fatto che un'infrastruttura è stata origine dei fenomeni di danneggiamento per inondazione, come scritto nel testo.
Questo, infatti, è oggetto di un contenzioso di lunga durata non ancora risolto; quindi lasciamo che siano poi le autorità preposte a decidere in merito.
Sull'utilizzo della stazione e sull'implementazione della linea, al contrario, noi ovviamente non siamo affatto in disaccordo.
Grazie.



PRESIDENTE

Se avete notato, siamo in ampia deroga al Regolamento, solo ed esclusivamente per cercare di capire la disponibilità ad alcune correzioni e per trovare un accordo. Lo dico perché ogni tanto si "sveglia" qualche Consigliere e mette i puntini sulle "i".
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Sì, intervengo, infatti, come primo firmatario di uno dei testi, solo per rispondere al collega Gariglio che sono assolutamente disponibile a modificare le premesse. L'importante, infatti, è poi l'impegno contenuto nella mozione.
Vengo al tavolo della Presidenza per modificare il testo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Dagli interventi che sono stati fatti, mi pare che ci sia la disponibilità ad apportare qualche modifica che può permettere sicuramente di approvare, direi, tutti questi ordini del giorno.
Per quanto riguarda la mozione n. 482, presentata dalla Consigliera Ruffino, relativamente all'istituzione del tavolo permanente, di fatto l'abbiamo già costituito con le Amministrazioni locali e anche con i Consiglieri del territorio, quindi con lei, con il Consigliere Rostagno e con il Consigliere Valetti. Quindi su questo assolutamente d'accordo, così come sull'aumentare l'offerta, nel senso di equilibrare l'offerta, perch effettivamente abbiamo delle carenze, specialmente sull'offerta gomma nelle ore di punta, mentre abbiamo una sovrabbondanza nelle altre ore.
Per quanto riguarda invece la questione delle risorse, la Giunta non si può assolutamente impegnare su un aumento della dotazione delle risorse, in specifico sul territorio relativamente a questo esercizio di trasporto pubblico, ma ci può essere l'impegno, nella ripartizione dei fondi che verranno previsti dal bilancio, ad una particolare attenzione su queste esigenze.
In relazione alla mozione n. 490, direi che la posizione della Giunta è favorevole nel portare avanti il rapporto e il collegamento con la Regione Lombardia affinché si attui il prolungamento dell'ultima corsa dell'S6 fino a Torino. Vi chiedo però di togliere l'inciso "costo del servizio aggiuntivo a carico della Regione Piemonte", anche perché nelle trattative in corso con la Regione Lombardia stiamo individuando delle possibili compensazioni che potrebbero evitare un maggior costo da parte della nostra Regione.
In riferimento all'ordine del giorno n. 489, anche qui in linea di massima siamo d'accordo.



PRESIDENTE

Mi scusi, Assessore. Lei ha detto che è d'accordo nella parte in cui dice "a contattare l'Assessore competente della Regione", quindi la prima parte, o "in alternativa", dunque "alternativa" va eliminata?



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Sta parlando della mozione n. 490?



PRESIDENTE

Sì, dove c'è scritto "con costo del servizio aggiuntivo a carico della Regione Piemonte o, in alternativa, ad inserire nella propria".



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

No, quello può rimanere. L'importante è togliere l'inciso "costo del servizio aggiuntivo a carico della Regione Piemonte".
Per quanto riguarda invece l'ordine del giorno n. 489, dove dice "ad agire in concerto con l'Agenzia della mobilità regionale affinché le due corse in questione vengano ripristinate", qui mi posso solo impegnare affinché la Giunta e l'Assessorato valutino, in concerto con GTT e con l'Agenzia della mobilità regionale, la possibilità che le due corse in questione vengano ripristinate. Un impegno diretto e immediato non lo posso prendere.
Relativamente alla mozione n. 94, direi che siamo d'accordo, con la specificazione - ma mi pare già accolta - che è stata richiesta dal Consigliere Gariglio.
Per quanto concerne la mozione n. 470, direi che può andar bene così.
Spero di averle citate tutte.



PRESIDENTE

Consigliere Bono, se vuole venire a controfirmare le modifiche sospendiamo i lavori solo per un minuto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Non vorrei fare un'interlocuzione con l'Assessore, però vorrei chiarire le modalità con cui vogliamo operare sull'ordine del giorno n. 489 relativamente al problema della ripianificazione delle corse da parte di GTT e dell'Agenzia della mobilità ancora metropolitana e della Città metropolitana. Siccome abbiamo già in corso diversi tavoli con la Città metropolitana, diventa poi anche difficile gestirli e chiaramente non possiamo fare un ordine del giorno per ogni singola linea.
Tuttavia, vorremmo rivedere il metodo con cui si è operato in questo periodo e vorremmo capire se c'è un impegno, anche informale, ad agevolare il dialogo tra Città metropolitana e Regione almeno sul ripristino di alcune corse che sono state fatte in modo "poco condiviso" (è un eufemismo dire così); vogliamo capirne le ragioni, perché finora non siamo riusciti ad avere neanche spiegazioni sufficienti, oltre che il non ripristino (parliamo di orari e di spostamenti, non di corse in più), e vorremmo conoscere le ragioni della ripianificazione.
Quindi posso modificare questo ordine del giorno per non renderlo impegnativo in quel senso, a patto che si faccia veramente un discorso generale. Grazie.



PRESIDENTE

La Giunta è d'accordo.
Sospendo i lavori qualche minuto per le correzioni.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.39, riprende alle ore 17.41)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La Consigliera Ruffino ha modificato il suo atto di indirizzo scrivendo "per valutare nel momento della ripartizione delle risorse sui vari bacini il possibile aumento delle dotazioni".
Invito i colleghi in aula a prendere posto e i Consiglieri fuori a rientrare in aula.
La Giunta intende esprimersi nuovamente per un orientamento, Assessore Balocco?



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

No, va bene così.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 482, come modificata, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 94, come modificata, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 490, come modificata, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 470, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Rimane da votare l'ordine del giorno n. 489, modificato dal Consigliere Valetti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti per l'illustrazione delle modifiche; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Abbiamo tolto l'impegnativa a ripristinare le corse, ma si chiede alla Regione di concertare la cosa con la Città metropolitana e i territori per un quadro di revisione delle linee un pochino più condivise, in senso generico.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 489, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 83 "Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, della Liguria e della Valle d'Aosta - (articolo 2, l.r. 13/2014 e articolo 3 dell'Accordo) - Consiglio di amministrazione - designazione di 1 componente" Proclamo designato, quale componente del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, della Liguria e della Valle d'Aosta, il signor Gilli Giorgio.
Rammento, inoltre, che ai sensi dell'art. 20 del D.lgs. 39/2013 la presentazione della dichiarazione da parte dei soggetti nominati sulla insussistenza in una delle cause di inconferibilità di cui al citato decreto, è condizione per l'acquisizione dell'efficacia dell'incarico.



PRESIDENTE

Proposta di deliberazione n. 119 "Enoteca regionale di Ovada e del Monferrato (Art. 12, Statuto dell'Ente) - Consiglio di Amministrazione Designazione di un membro



PRESIDENTE

Proclamo designato, quale componente del Consiglio di Amministrazione dell'Enoteca regionale di Ovada e del Monferrato, il signor Paravidino Francesco.



PRESIDENTE

Rammento, inoltre, che ai sensi dell'art. 20 del D.lgs. 39/2013 la presentazione della dichiarazione da parte dei soggetti nominati sulla insussistenza in una delle cause di inconferibilità di cui al citato decreto, è condizione per l'acquisizione dell'efficacia dell'incarico.



PRESIDENTE

Do atto che ai sensi del comma 9 dell'art. 5 (Riduzione di spese delle Pubbliche Amministrazioni) del DL 6 luglio 2012, n. 95 recante "Disposizioni urgenti per la revisione alla spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario)", da ultimo modificato dall'art. 17, comma 3 della legge 7 agosto 2015, n. 124, il collocamento in quiescenza del signor Paravidino Francesco, e comporta il conferimento dell'incarico a titolo gratuito.



PRESIDENTE

Proposta di deliberazione n. 121 "Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese - Vercelli" (Art. 31, Statuto dell'Ente) - Collegio dei Revisori dei Conti - Nomina di 1 membro effettivo e di 1 membro supplente



PRESIDENTE

Proclamo nominati, quali componenti del Collegio dei Revisori dei Conti del Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese - Vercelli quale membro effettivo la signora Bordin Paola, e quale membro supplente la signora Angelè Roberta.



PRESIDENTE

Proposta di deliberazione n. 122 "Associazione d'Irrigazione Ovest Sesia Consorzio d'Irrigazione e Bonifica" (Art. 25, Statuto dell'Ente) - Collegio dei Revisori dei Conti - Nomina di 1 membro effettivo e di 1 membro supplente



PRESIDENTE

Proclamo nominati, quali componenti del Collegio dei Revisori dei Conti dell'Associazione d'Irrigazione Ovest Sesia - Consorzio d'Irrigazione e Bonifica, quale membro effettivo la signora Bordin Paola, e quale membro supplente il signor Bonadeo Corrado.



PRESIDENTE

Proposta di deliberazione n. 112 "Azienda Ospedaliera Universitaria - AOU Città della Salute e della Scienza di Torino" (Art. 1, comma2, l.r. n.
15/2015) - Collegio Sindacale - Individuazione di 1 componente con funzioni di Presidente, d'intesa con il Rettore dell'Università degli Studi di Torino



PRESIDENTE

Proclamo individuato il signor Giacomo Büchi quale componente con funzioni di Presidente in seno al Collegio sindacale dell'Azienda Ospedaliera Universitaria - AOU-Città della salute e della scienza di Torino (d'intesa con il Rettore dell'Università degli studi di Torino), ai fini della successiva designazione da parte del Presidente della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Proposta di deliberazione n. 114 "Azienda Sanitaria Locale di Asti" (Art.
1, comma 2, l.r. n. 15/2014) - Collegio Sindacale - Individuazione di 1 componente con funzioni di Presidente



PRESIDENTE

Proclamo individuato il signor Luciano Sutera Sardo, quale componente con funzioni di Presidente in seno al Collegio sindacale dell'Azienda Sanitaria Locale di Asti, ai fini della successiva designazione da parte del Presidente della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Proposta di deliberazione n. 113 Azienda Sanitaria Locale "Torino 5" (Art.
1, comma 2, l.r. n. 15/2014) - Collegio Sindacale - Individuazione di 1 componente con funzioni di Presidente.



PRESIDENTE

Proclamo individuato il signor Renato Filippi, quale componente con funzioni di Presidente in seno al Collegio sindacale dell'Azienda Sanitaria Locale "Torino 5", ai fini della successiva designazione da parte del Presidente della Giunta regionale.


Argomento: Difesa idrogeologica

Esame ordine del giorno n. 510 presentato dai Consiglieri Berutti, Graglia Porchietto e Sozzani, inerente a "Pulizia degli alvei dei fiumi e Studi di Fattibilità Ambientale"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 510, avente ad oggetto "Pulizia degli alvei dei fiumi e Studi di Fattibilità Ambientale" presentato dai Consiglieri Berutti, Graglia, Porchietto e Sozzani di cui al punto 10) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Berruti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Alla luce della problematica che tutti conosciamo legata alle esondazioni e tutto quello che, non più di un anno fa, ha colpito i nostri territorio, il nostro ordine del giorno vuole dare un contributo, vuole essere una proposta ad un percorso che, in qualche modo, possa agevolare la pulizia degli alvei dei fiumi, passando dai non complicati piani di gestione dei sedimenti a degli studi di fattibilità ambientale che, in qualche modo, dovrebbero essere degli strumenti più snelli.
Questo nasce da una necessità, votata al fatto che le amministrazioni non hanno più soldi, la Regione men che meno, i fiumi continuano ad alzarsi meglio, i greti dei fiumi continuano ad alzarsi - ma le criticità rimangono, le preoccupazioni anche, quindi, in qualche modo, c'è la necessità di intervenire.
D'altro canto, anche alla luce di tante polemiche e battaglie varie legate al prelievo in cava, ancora di più la possibilità di prelevare secondo criteri ben definiti, quindi legati a tutta una serie di rilievi dal punto di vista topografico, quindi di livelli, quindi fatti con tutti i crismi all'interno dei fiumi, porterebbe, da una parte, a risolvere problemi di carattere operativo-ambientale, dall'altra a riportare delle risorse nelle casse sia dei Comuni sia della Regione.
Come tale, quindi, la nostra proposta è quella di provvedere alla predisposizione di studi di fattibilità ambientale, che costituiscano uno strumento snello e poco oneroso rispetto ai piani di gestione dei sedimenti, per individuare ed intervenire sulle zone maggiormente a rischio prevenendo i potenziali danni conseguenti alle esondazioni.
Occorre intervenire tempestivamente ed efficacemente nella predisposizione di bandi regionali per l'attività di estrazione di materiale litoide, per realizzare conferenze dei servizi nelle quali tutti gli enti coinvolti possano esprimere il proprio parere nell'attuazione di interventi che garantiscono la posizione degli ambiente.
Occorre intervenire affinché la situazione della pulizia degli alvei fluviali sia monitorata costantemente, provvedendo non solo all'estrazione di ricettazione di deposito di materiale alluvionale, ma anche allo smaltimento di eventuali rifiuti rinvenuti.
Questo è il nostro ordine del giorno su cui crediamo molto e che obiettivamente, alla luce anche del fatto che in un anno grandi risorse qui mi rifaccio ad inviti fatti in vari momenti alla Giunta in relazione ai sostegni ai territori alluvionati - auspichiamo che possa essere accolta.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.00, riprende alle ore 18.01)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 510, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Trasporti su gomma

Esame ordine del giorno n. 526 presentato dai Consiglieri Appiano Accossato, Boeti, Ferrentino, Ottria e Ravetti, inerente a "Il rinnovo della concessione per la concessione del tratto autostradale Torino Pinerolo sia vincolato alla soppressione del casello autostradale di Beinasco a causa del pesante carico ambientale che grava sull'intera zona"


PRESIDENTE

mozione n. 359 presentata dai Consiglieri Bono, Andrissi, Batzella Bertola, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Liberalizzazione del tratto autostradale Bruere-Rivoli"



PRESIDENTE

mozione n. 367 presentata dai Consiglieri Bertola, Andrissi, Batzella Bono, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Liberalizzazione del casello autostradale Sanda - Vadò"



PRESIDENTE

ordine del giorno n. 544 presentato dai Consiglieri Valetti, Bertola, Bono Frediani e Mighetti, inerente a "Ricollocazione del casello dell'autostrada Torino-Pinerolo, dalla sua attuale posizione nel comune di Beinasco a nuova posizione presso lo svincolo di None"



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 526, avente ad oggetto "Il rinnovo della concessione per la concessione del tratto autostradale Torino-Pinerolo sia vincolato alla soppressione del casello autostradale di Beinasco a causa del pesante carico ambientale che grava sull'intera zona" di cui al punto 11) all'o.d.g.
Vi è una serie di atti di indirizzo attratti: la mozione n. 480, la mozione n. 359, la mozione n. 367 e l'ordine del giorno n. 544.
La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 526.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Anzitutto credo sia opportuno contestualizzare questa proposta di mozione.
È evidente che se ci si limitasse a guardare il tema del casello in un tratto autostradale e un territorio più afferente a quel casello dicesse di essere contrario al pedaggio praticato dal casello medesimo, sarebbe una mozione banale, scontata e moltiplicabile all'infinito e credo anche di scarsa rilevanza.
In realtà, il casello è uno dei tanti carichi ambientali che si sono susseguiti nel tempo, in una zona - la zona sud di Torino - che, a questo punto, vuole delle risposte in termini di discontinuità.
La proposta di mozione non è frutto solo della scrittura del sottoscritto, ma è frutto di una meditazione che ormai da anni portano avanti le amministrazioni locali che afferiscono a questa parte dell'area metropolitana di Torino. E potrebbe tranquillamente essere collegata nelle motivazioni, ad una serie di atti di indirizzo, alcuni approvati altri bocciati, altri ancora ritirati, di cui ci siamo già occupati nelle scorse sedute e di cui sicuramente ci occuperemo più in avanti.
La richiesta è molto semplice. In occasione del rinnovo della concessione all'ATIVA, o di chi sarà di questo tratto autostradale, venga imposto, previsto o venga subordinata la nuova gara, la nuova concessione alla soppressione del pedaggio all'imbocco della città di Torino provenendo da sud.
Perché? Perché è evidente che una decina di anni fa, quando è stato istituito il pedaggio, come ampiamente previsto e prevedibile (senza avere particolari doti di vaticinio), una gran fetta di traffico veicolare in ingresso e in uscita da Torino si è riversata sulla viabilità ordinaria dei Comuni di zona.
In particolare, invito chiunque a percorrere la strada in accesso o proveniente da Stupinigi, da Orbassano e Beinasco, o dalla zona del San Luigi, tra le sette e mezza e le nove del mattino, oppure tre la cinque e le sette del pomeriggio in uscita, per verificare - chiunque la percorra l'impraticabilità della viabilità medesima, se non a costo di lunghissime code.
Fin qui - ripeto - nulla di nuovo rispetto a tante altre realtà del territorio. Peccato che questo traffico, così sostenuto sulla viabilità ordinaria, è stato incentivato dalla soppressione di alcuni ingressi e uscite sulla tangenziale medesima, perché, ad esempio, per impedire ai cittadini di bypassare il casello è stato soppresso l'ingresso ad Orbassano, se si vuole andare verso Pinerolo, quindi il traffico ordinario si dirige verso Volvera e intasa la viabilità ordinaria, oppure è stata soppressa l'uscita ad Orbassano provenendo da Pinerolo e quindi, anche in quel caso, si esce a monte e si percorre la viabilità ordinaria.
Ma - ripeto - questo traffico così sostenuto si aggiunge ad un territorio che ospita ormai da decine di anni una delle industrie chimiche più inquinanti della zona e dell'Italia (ne abbiamo parlato in una precedente seduta). Peraltro, annuncio che nei prossimi giorni ci sarà una manifestazione pubblica che vuole denunciare in modo plastico l'insostenibilità degli odori e delle puzze delle potenziali fonti di inquinamento derivanti da questa industria o dalle industrie limitrofe.
Questo, come segnale da parte di un territorio che vuole risposte concrete e non più dibattiti. E non ripeto tutta la storia che abbiamo già detto nelle precedenti sedute: questa industria andava ricollocata altrove (almeno, queste erano le intese), nel momento in cui si è progettata l'introduzione di un termovalorizzatore, un altro impianto altamente impattante sul territorio medesimo. Un impianto che era stato originariamente autorizzato per 421 mila tonnellate di incenerimento annuo mentre oggi veleggia intorno alle 500 mila tonnellate, dovendo smaltire un maggior numero di tonnellate di rifiuti.
Peraltro, ricordo che, per attenuare l'impatto di questo impianto, si era immaginato - alle origini - di creare uno svincolo dedicato dalla tangenziale, oppure un collegamento con il sistema ferroviario limitrofo.
Né una cosa né l'altra sono state realizzate, pertanto, ad oggi, tutto il traffico dei mezzi pesanti su gomma che contengono i rifiuti che afferiscono al Gerbido, percorre quella medesima viabilità ordinaria su cui impatta questo pesante traffico di cui ho fatto cenno.
Si tratta, inoltre, di una zona in cui si trova un'Azienda ospedaliera universitaria di primo piano, e ricordo che una viabilità dalle dimensioni molto limitate in termini di larghezza, con un traffico molto sostenuto, al di là del problema di inquinamento, può determinabile anche un problema di percorrenza dei mezzi di soccorso. Penso alle ambulanze, che nelle ore di punta fanno molta fatica a giungere alla sede ospedaliera.
Inizialmente, per cercare di risolvere il problema, si è tentato di modificare un po' la larghezza delle strade in prossimità delle rotonde mentre noi - come Amministrazioni locali - avevamo evidenziato l'opportunità di realizzare un sottopasso e non un mero ampliamento della strada. Non è stata scelta la strada del sottopasso e, pertanto, la situazione di disagio è quella che raccontavo prima.
Come misura compensativa (anche questa l'abbiamo discussa qualche seduta fa e ne ridiscuteremo), si è prevista l'attivazione di una fermata di un punto di partenza della SFM5 (il sistema del servizio ferroviario metropolitano), cosa che, ad oggi, non è ancora partita. Presumibilmente nella migliore delle ipotesi, sarà operativa a partire dal 2019, sempre che la tempistica venga rispettata.
In ogni caso, invito sin d'ora a ragionare sul fatto che una fermata del sistema ferroviario metropolitano attirerà necessariamente parecchio traffico in ingresso per arrivare al parcheggio di interscambio, o attraverso un sistema di trasporto pubblico locale ridefinito, o attraverso le auto private, e se questo maggiore traffico dovesse impattare sulla situazione attuale, ovviamente la situazione diventerebbe ulteriormente insostenibile e disincentivante dell'utilizzo di questa infrastruttura, che tanto speriamo si realizzi.
A questa, si aggiunga un'ulteriore osservazione: quando, una decina di anni fa, è stato aperto questo casello con pedaggio, il prezzo del pedaggio era di un euro. Oggi, il prezzo del pedaggio è 1,60, cioè nel giro di pochi anni c'è stato un incremento del 60% di una misura che tutta la zona aveva versato sin dalle origini.
A questo punto, l'obiettivo dell'ordine del giorno - ripeto - non è la segnalazione di uno dei tanti problemi, ma è l'ennesimo campanello di allarme di un territorio di decine di migliaia di persone (la sola area afferente al distretto di Orbassano è di 100 mila persone, ma, se allarghiamo lo sguardo verso il Pinerolese o verso altre parti della zona sud si arriva a numeri ancora più consistenti), che chiedono iniziative un po' più dirompenti da parte delle Amministrazioni locali.
Su questo, c'è una piena trasversalità: non c'è una differenziazione di colori politici, di partiti o movimenti. E' una richiesta dei territori che hanno responsabilmente condiviso scelte anche complesse e non condivise da tutti negli anni passati, ma che pretendono adeguato rispetto di questa responsabilità.
Un primo intervento di mitigazione dell'impatto ambientale può essere certamente l'attenuazione del traffico sulla viabilità ordinaria. Abbiamo alle porte il rinnovo della concessione della gestione del tratto autostradale: in quella sede si può porre, come condizione per il rinnovo della medesima, la ridiscussione del casello e del sistema del pedaggio.
Quello che chiediamo alla Giunta e all'Assessore, mettendoci a disposizione come amministratori di zona, come Consiglio regionale certamente e sicuramente come popolazione della zona medesima, è una ferma determinazione, perché è chiaro che, in assenza di una discontinuità rispetto ad un decennio in cui si sono solo incrementati i problemi, senza avere alcuna forma di mitigazione, ovviamente la reazione dei territori non potrà che essere consequenziale. Territori che - ripeto - finora si sono comportati, anche su argomenti spinosi (penso a quello del termovalorizzatore) in modo fortemente responsabile.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 544.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Su questo documento siamo pienamente d'accordo: non posso che fare alcune precisazioni. La prima, riguarda il metodo che noi teniamo venga applicato nelle concessioni.
Vogliamo che la richiesta dello spostamento del casello sia una delle clausole per l'aggiudicazione di una gara regolare. Pertanto, niente "Sblocca Italia" con opere compensative, anche perché vogliamo garantire la tariffa più bassa, perché non credo che i costi del gestore siano aumentati del 160% in pochi anni.
Andando normalmente a gara, determineremo un'opera - che è quella del casello - inclusa nei costi dell'affidamento e delle tariffe congrue, e vincerà l'offerta migliore. Questo, secondo noi, non si potrebbe avere se si optasse per la clausola dello "Sblocca Italia", che permette la riconcessione dell'affidamento senza gara.
Detto ciò, dobbiamo anche permettere ai Comuni di fare una pianificazione viaria più compatibile con le esigenze della popolazione quindi anche riservare la viabilità dedicata al trasporto pubblico e ai mezzi di soccorso, cosa che nel Comune di Beinasco è possibile, perché vi è una strada a quattro corsie che attraversa tutto il paese e, ad oggi supplisce il ruolo di un'autostrada.
Questo è decisamente inaccettabile perché Beinasco, come diceva il collega Appiano, sconta un grosso impatto ambientale delle aziende sul territorio, ha un'area industriale che è più grande dell'area dell'abitato ha l'interporto di SITO, transito di merci anche pericolose: francamente avere anche tutto il disagio del traffico non è il massimo. Inoltre, c'è anche l'Ospedale San Luigi lì vicino, in una zona con un impatto ambientale veramente tremendo.
Quindi andiamo anche oltre; chiediamo una pianificazione viaria della zona. L'autostrada è uno dei mezzi per raggiungere la città e deve essere privilegiato rispetto alle strade statali; dopodiché il trasporto pubblico deve essere adeguato per ridurre il carico della mobilità privata.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere. C'è troppo brusìo.
Nota un po' di differenza, adesso? Prego.



VALETTI Federico

Sì, Grazie, Presidente. Ero così concitato nel mio discorso che non avevo più notato che nessun mi stesse ascoltando, tranne il Consigliere Appiano.
Quello a cui si deve puntare tramite l'SFM è anche creare un sistema di trasporti integrati che permetta alla gente di raggiungere la periferia della città possibilmente non in auto. Vorremmo ragionarci ulteriormente.
Per il momento, visto che la concessione scade nel 2016, è assolutamente urgente definire le modalità dell'affidamento di questa concessione - noi auspichiamo - a regolare gara con le opere che vengono richieste come obbligatorie, quindi la nostra richiesta è che la gara venga affidata obbligatoriamente con ricollocazione del casello autostradale.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 480.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Questa mozione deriva dalla seguente riflessione: noi stiamo avviandoci ad una gestione dei servizi autostradali con concessioni private che dimostrano come, anno dopo anno, la gestione dell'autostrada abbia dei costi crescenti per l'utenza. Non crediamo che ragionevolmente l'aumento dei costi che i concessionari scaricano sull'utenza autostradale sia proporzionale a un aumento dei costi della manutenzione delle autostrade stesse.
Il dubbio è lecito, perché è aumentata diverse volte più dell'inflazione in un periodo di crisi. Tra l'altro, il costo dei prodotti petroliferi è anche sceso, quindi non si capisce l'esempio di prima, la Torino-Pinerolo, con un pedaggio che aumenta del 60% in pochi anni.
Questa mozione propone una cosa molto semplice. Se c'è un bene di utilità pubblica che dà anche un profitto, siamo di fronte a un qualche cosa che non è compatibile con la finalità pubblica di questo bene specialmente se operiamo in regimi di affidamenti poco chiari, come quello che concede lo "Sblocca Italia", del non rinnovo tramite gara. Noi pensiamo che questo non possa che determinare un aumento dei costi del servizio.
Se ci sono dei profitti, questi profitti dovrebbero essere a carico della collettività o, meglio, gestiti dalla collettività in modo che il servizio sia no profit. Quindi, il costo del mantenimento delle autostrade deve essere scaricato sull'utenza, senza ulteriori profitti per i gestori privati.
Quindi, chiediamo che la Regione osi e che faccia uno studio di sostenibilità per capire se le concessioni autostradali potrebbero essere rilevate dalla Regione stessa e gestite come un servizio pubblico qualsiasi. Questo aprirebbe delle strade anche ad una gestione dei proventi delle autostrade a finalità pubblica, quindi possono contribuire alla spesa e al sostegno del trasporto pubblico. Si possono aprire diverse strade anche le compensazioni ambientali che l'impatto di una struttura viaria comunque causa.
La richiesta è proprio questa: avviare uno studio di sostenibilità per capire se ci sono i presupposti per la gestione interna della Regione Piemonte delle infrastrutture autostradali con la stessa gestione dei pedaggi. Grazie.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 359.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo è un tema che ricorre spesso, se n'è già parlato in quest'Aula la scorsa Legislatura, ed è stato oggetto di diverse battaglie da parte di singole forze politiche, singoli rappresentanti politici e spesso anche di grandi manifestazioni e raccolte firme da parte dei cittadini.
Sto parlando del casello di Bruere nei pressi dell'abitato di Rivoli che collega la tangenziale di Torino all'autostrada A32, che porta al traforo del Frejus.
I tratti dell'unione della tangenziale di Torino e l'inizio della A32 costituiscono una sorta di mini-tangenziale che permette di superare l'abitato del Comune di Rivoli, tra l'altro uno dei Comuni più grandi della Provincia di Torino, ovviamente, dopo il capoluogo. Il problema è che il veicolo che utilizza questa sorta di mini-tangenziale è sottoposto ad un pedaggio in crescita, anche questo, nel 2015 paria ad oggi a euro 1,60.
Quindi, 1,60 all'andata e 1,60 al ritorno.
Spesso gli abitanti residenti del posto, comunque chi si reca spesso in quelle aree per lavoro o per altre motivazioni, tende a uscire dalla tangenziale di Torino all'uscita di Corso Francia che è gratuita, come tutto il tratto della tangenziale di Torino, tranne l'ingresso e la parte terminale, a passare nel centro abitato di Rivoli, creando grandi intasamenti e intoppi del traffico in Corso Susa, a rientrare al casello successivo dell'A32 gratis e quindi a fare il tratto successivo verso Bardonecchia e il Frejus.
E' un dato noto e riconosciuto. Dobbiamo capire come provare ad eliminare questo pedaggio. Non è una richiesta peregrina, perché, se ci pensiamo, chi abita nella parte nord di Torino è a conoscenza del fatto che tutto il primo tratto della A4, la Torino-Milano è gratuito e liberalizzato (i caselli di Settimo, di Brandizzo, di Chivasso Ovest e di Chivasso Est sono gratuiti), quindi si può entrare e uscire senza pagare; la barriera è a Rondissone, in cui si prende il pass e si è sottoposti a pedaggio.
Quindi, esperienze in Piemonte, in provincia di Torino e vicino a Torino esistono già, funzionano molto bene. Praticamente è stato azzerato il traffico nelle statali di raccordo tra i Comuni della parte nord di Torino e Chivasso, anche se è stata realizzata una superstrada parallela all'autostrada (e un giorno cercheremo di capire il perché).
Tuttavia, dal punto di vista del traffico è molto funzionale.
E' un tema che suscita molto interesse da parte della cittadinanza proprio per i motivi detti, e quindi, nell'ambito del rinnovo della concessione di ATIVA, in scadenza ad agosto 2016 (perché il casello di Bruere, se non erro, è di ATIVA, mentre SITAF gestisce i caselli di Avigliana e di Salbertrand), si parla di rinnovi praticamente automatici su cui noi abbiamo una posizione non tanto favorevole.
Noi crediamo che le autostrade debbano, sì, garantire un gettito che serva alla loro manutenzione, ma anche incassare qualcosa da parte del pubblico, come ad esempio in Svizzera o in Austria, dove si paga un pedaggio settimanale, mensile e annuale, introitato dalle casse dello Stato.
Tuttavia, nel caso si dovesse procedere alla concessione per rinnovo automatico, chiediamo che nei punti dell'accordo, oltre alla manutenzione e alle opere che verranno valutate, si preveda la liberalizzazione del casello di Bruere, proprio per le ricadute ambientali e sanitarie che si avrebbero in senso positivo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione della mozione n.
367.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
La tangenziale di Torino ha, in tutti i suoi confini esterni, caselli a pagamento. Abbiamo già parlato di quello di Bruere e di Falchera. Stesso discorso vale a sud, perché all'interno del territorio del Comune di Trofarello c'è l'ultimo casello, prima di immettersi nell'autostrada A21 che è quello di Trofarello, ed è a pagamento.
Qualche anno fa è stato edificato un altro casello, che arrivando da nord è subito prima, proprio al confine tra i Comuni di Moncalieri e di Trofarello: è lo svincolo di Sanda-Vadò, anch'esso a pagamento.
Questo non ha molto senso, anzitutto perché è materialmente a pochi metri da un altro casello a pagamento, e poi perché dà accesso ad una zona industriale e commerciale, molto molto frequentata. Negli ultimi dieci anni, infatti, quella zona di abitato di Moncalieri ha subito un grandissimo aumento del consumo di suolo e di carico ambientale, perché in quella zona, tra i Comuni di Moncalieri e di Trofarello, dove già era presente una zona industriale, è stata costruita tutta una serie di grandi centri commerciali.
Tanto per dare un dato: Moncalieri detiene il record europeo di metri quadri di centro commerciale per abitante: un triste record che c'è nel Comune in cui vivo.
Oltre al danno anche la beffa, perché è chiaro che essendoci un casello a pagamento posizionato nell'area Sanda-Vadò, tutti i mezzi che da nord devono arrivare alla zona industriale o alla zona commerciale (ad esempio tutti i mezzi che vanno a portare le forniture), devono anche subirsi il carico ambientale del traffico. E' ovvio che, potendo risparmiare un euro e 40 o 50 o 60 (perché non si riesce più a stare dietro alle tariffe, in quanto ogni tanto aumentano di dieci centesimi) passano dentro l'abitacolo.
Pur accettando di voler mantenere il casello a pagamento a Trofarello quello di Sanda-Vadò potrebbe essere liberalizzato.
Sarebbe una pura operazione di buon consenso, per risolvere un problema più volte segnalato sul territorio cittadino e, se non ricordo male, anche da alcune forze politiche all'interno del Consiglio provinciale anni fa.
Noi, quindi, semplicemente chiediamo che la Giunta proponga, in fase di rinegozzazione delle concessioni autostradali, la rimozione del pedaggio al casello Sanda-Vadò sulla tangenziale di Torino.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La seduta è sospesa



(La seduta, sospesa alle ore 18.31, riprende alle ore 18.32)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola all'Assessore Balocco per il parere della Giunta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Parere positivo della Giunta rispetto alle mozioni 526 e 544, che sono simili e parallele, nel senso che l'uno propone di togliere il Caselle di Beinasco; l'altra di togliere quello di Beinasco e di arretrarlo a None. Il parere è positivo perché su questa questione abbiamo attivato già un ragionamento con il territorio e con Ativa stessa. Tra l'altro, in questo modo verrebbe ripristinata una questione antecedente a quella attuale, di fronte a problemi di traffico veramente importanti e significativi, come è stato ricordato dagli interventi dei Consiglieri.
Il parere è invece negativo su tutti gli altri atti di indirizzo altrimenti togliamo tutti i caselli di mezzo Piemonte, ma mi pare poco sostenibile.
Per quanto riguarda la questione relativa allo studio di fattibilità affinché la Regione valuti la possibilità di entrare nelle compagini societarie dei concessionari delle concessioni che man mano scadranno nei prossimi anni, capisco lo spirito della proposta, però mi pare assolutamente irrealistica, sia da un punto di vista di risorse (in questo senso indirizzabili), sia anche da un punto di vista di principio.
Sempre più ci diciamo - ed è, anzi, un indirizzo molto chiaro della Giunta e del suo Presidente - che la Regione deve svolgere ruoli di programmazione e di pianificazione, ma non ruoli di gestione.
Se poi il discorso è di rendere pubblica la gestione di queste concessioni, potrebbe anche andarmi bene, ma è un ragionamento che bisognerebbe fare con il Governo ed eventualmente con ANAS.



PRESIDENTE

Invito nuovamente i colleghi a prendere posto e chiedo gentilmente ai Consiglieri che non sono in Aula di rientrare.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie.
Intervengo su tutte e due le mozioni, quindi su quella inerente al casello e quella relativa alla gestione autostradale.
A proposito della prima, se c'è una forma più morbida o meno impegnativa rispetto a "studio" che possa essere accolta - anche in chiave di intraprendere un dialogo col Governo, che faccia capire questa istanza noi la facciamo nostra; se no, lasciamo perdere, perché in ogni caso lo spirito è chiaro. Poi, che l'intento non sia di facile realizzazione d'accordo. Però vorrei che ci fosse agli atti che proviamo a sperimentare anche nuovi metodi di esercizio, perché si tratta sempre di servizio pubblico.
Invece, sulla mozione del casello della Torino-Pinerolo noi esprimiamo un'opzione diversa, ma compatibile con quella richiesta a nome della maggioranza dal Consigliere Appiano. Tengo a precisarlo, perché noi crediamo sia giusto pagare i servizi come le autostrade e che questi si sostengano con i pedaggi. Magari vorremmo che fossero pagati il giusto. Le due cose, quindi, vanno insieme, nel senso che noi non condividiamo la gestione e le modalità che spesso sono in essere con gli affidamenti ai privati, che si rivelano poco competitive e poco favorevoli all'utenza.
Tuttavia pagare si deve, perché i costi da qualche parte devono essere coperti.
Grazie.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere, il fatto che lei abbia detto "lasciamo perdere" significa che ritirerebbe le mozioni?



VALETTI Federico

No, Presidente.
Intendo dire che se è possibile ammorbidirla, noi veniamo incontro altrimenti, ce la faremo bocciare.



PRESIDENTE

Passiamo quindi alle votazioni.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 526, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 544, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 480, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 359, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 367, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Esame ordine del giorno n. 461 presentato dai Consiglieri Bertola Batzella, Bono Campo, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Parere contrario allo schema di decreto attuativo ai sensi dell'art. 35 dello 'Sblocca Italia'"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 461, avente ad oggetto "Parere contrario allo schema di decreto attuativo ai sensi dell'art. 35 dello 'Sblocca Italia'", di cui al punto 12) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo nell'ambito del provvedimento "Sblocca Italia", che è un argomento simile - anche se non uguale - a quello oggetto degli atti di indirizzo che erano al primo punto della seduta odierna. Parliamo, infatti di articoli sui quali il numero minimo di Consigli regionali richiesto dalla Costituzione ha già promosso un referendum abrogativo; sia per l'articolo 35 sia per l'articolo 37.
Come Piemonte "non abbiamo fatto in tempo" - diciamo così - a prendere quel treno, però in ogni caso, in futuro, per fortuna tutti i cittadini italiani si potranno esprimere attraverso un referendum abrogativo.
L'articolo 35 dello "Sblocca Italia" riguarda la gestione dei rifiuti.
E' un articolo che noi consideriamo molto negativo perché afferma esserci un'emergenza nazionale nella gestione dei rifiuti, ma non fa altro che trovare soluzioni che possano mantenere questo Paese nell'emergenza anziché trovare soluzioni di più ampio respiro e di più grande sostenibilità, che tra l'altro potrebbero anche creare qualche migliaio di posti di lavoro a livello nazionale; ma tant'è.
Cosa dice l'articolo 35? Praticamente individua tutta una serie di misure: permette ai gestori degli inceneritori di fare una semplice richiesta per avere l'autorizzazione all'utilizzo dell'impianto al massimo carico termico e permette di ricevere rifiuti anche da altre Regioni, nel caso in cui l'impianto venga definito come strategico. In Piemonte, per da una parte la produzione di rifiuti residui indifferenziati è più alta rispetto alla capacità dell'unico inceneritore che abbiamo, ma dall'altra parte li riceviamo comunque da fuori Regione perché abbiamo un accordo con la Regione Liguria.
L'articolo 35 richiede uno o più decreti legislativi che vi possano dare attuazione. Il 29 luglio, infatti, è stata trasmessa alle Regioni una bozza di decreto attuativo. Abbiamo letto anche con sgomento di alcune decisioni previste da questo decreto e la più grave, a nostro avviso, è la previsione di 12 inceneritori in dieci Regioni italiane, di cui uno anche in Piemonte. Per la nostra Regione si faceva riferimento a 140.000 tonnellate l'anno di residuo da gestire con un uovo impianto. Questa bozza di decreto attuativo non prende in considerazione il fatto che, proprio grazie all'articolo 35 dello "Sblocca Italia", l'inceneritore del Gerbido ha chiesto un ampliamento di circa 70.000 tonnellate l'anno.
Andando a vedere questo dato, in realtà, ciò che rimane fuori ammonterebbe più, quindi, a 140.000 tonnellate annue, bensì solo a 70.000 quantità che rende del tutto insensata e impensabile la progettazione di un inceneritore: su una quantità così piccola, infatti, l'impianto non avrebbe alcun tipo di sostenibilità, né ambientale - perché quella gli inceneritori non ce l'hanno a prescindere - ma nemmeno di tipo economico.
Siccome alla data in cui abbiamo presentato questo atto di indirizzo non era ancora stato dato un parere definitivo dalla Conferenza Stato Regioni rispetto a questo schema di decreto attuativo, e visto che anche nel nostro piano rifiuti, insieme ad altre misure che noi non condividiamo ma su questo stiamo facendo una discussione in Commissione - per lo meno si dice che al Piemonte non servono inceneritori, noi con questo atto di indirizzo vogliamo impegnare ed avere un impegno definito da parte della Regione Piemonte ad esprimere un parere contrario allo schema di decreto attuativo dell'articolo 35 dello "Sblocca Italia".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrentino.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Noi facciamo le stesse premesse o più o meno simili a quelle che faceva il Consigliere Bertola per quanto riguarda l'impiantistica e il contenuto dell'articolo 35 dello "Sblocca Italia", tant'è vero che, come diceva anche il Consigliere Bertola, nel piano rifiuti che stiamo valutando in V Commissione abbiamo assolutamente condiviso l'assoluta non indispensabilità di implementare ulteriormente l'impiantistica per quanto riguarda il Piemonte.
Ovviamente il Consigliere Bertola, in qualità di primo firmatario, ha citato anche l'intervento del Presidente Chiamparino e dell'Assessore Valmaggia, che condividiamo.
Per accogliere l'elemento di sintesi che chiedeva il Presidente avendolo già detto al Presidente Bertola qualche Consiglio addietro, quando sembrava che dovesse essere messo all'attenzione del Consiglio regionale questo ordine del giorno, chiedevamo di eliminare per poterlo prendere in considerazione i tre commi del "Considerato che".
Se vengono eliminati questi tre commi, nei quali si fanno delle valutazioni che non condividiamo ella formulazione che è stata fatta possiamo prendere in considerazione la possibilità di votarlo.
In caso contrario, non potremmo che esprimere un voto contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Intervengo brevemente per ricordare che sul piano dei rifiuti in discussione, noi abbiamo presentato una proposta, che è assolutamente attuabile con la volontà politica, che consentirebbe di non utilizzare neanche la metà dell'impianto di incenerimento esistente. Però anche soluzioni intermedie sulle quali la maggioranza volesse venire incontro comunque non saturerebbero quell'impianto.
Quindi, ci fa specie dover ricevere rifiuti da altre Regioni e aumentarne la potenzialità secondo quelle modalità dello "Sblocca Italia" che per noi sono irricevibili e anche incostituzionali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Come diceva il Consigliere Ferrentino, avevamo avuto occasione di parlarci proprio in una seduta dove era vicino come punto all'ordine del giorno questo atto di indirizzo e mi aveva già rappresentato questa richiesta, alla quale avevo dato il consenso, con un primo accordo verbale a stralciare le considerazioni che citava il Consigliere Ferrentino proprio nell'ottica di dare importanza al dispositivo e all'impegno ed avere una votazione condivisa su questo atto di indirizzo.
Quindi, verrei semplicemente a fare le modifiche.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Due considerazioni su quest'ordine del giorno.
La prima è che, come Regione Piemonte, anche avendo la responsabilità della guida del coordinamento nazionale sull'ambiente delle Regioni abbiamo da subito espresso parere contrario su questo decreto attuativo, al punto che è stato ritirato e si stanno facendo ulteriori valutazioni ed approfondimenti tramite ISPRA sui dati e sulle necessità del territorio nazionale.
Quindi, nella sostanza, questa richiesta di esprimere parere contrario allo schema di decreto attuativo è già stata esplicitata in quell'ambito.
Inoltre, per quanto riguarda la Regione Piemonte, proprio nel piano dei rifiuti abbiamo chiarito che non c'è bisogno di altri inceneritori, quindi mi sembra in parte superato dai tempi, perché lo schema di decreto attuativo non è stato accantonato - quindi non è all'attenzione oggi - e in parte, già recepito anche dal piano.
Quindi, questo ordine del giorno in parte è superato dai tempi, perch lo schema di decreto attuativo è stato ritirato e si stanno facendo ulteriori approfondimenti attraverso ISPRA su quelle che sono le necessità di tutte le Regioni italiane. Dall'altro lato, come Regione Piemonte abbiamo esplicitato nel piano rifiuti, in modo incontrovertibile, che non è necessario un nuovo impianto, quindi non c'è bisogno in questo momento 140 mila tonnellate all'anno per la nostra Regione.
Pertanto, mi sembra un po' superato dai fatti.



PRESIDENTE

Sono state fatte delle modifiche; è stato eliminato il comma che inizia con "Considerato che", così come ha sottolineato il collega Bertola in accordo con il Consigliere Ferrentino.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 461, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Esame mozione n. 452 presentata dai Consiglieri Frediani, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Mighetti e Valetti, inerente a "Impegno della Regione Piemonte a promuovere la questione della legittimità costituzionale della legge statale n. 107, pubblicata in Gazzetta ufficiale il 15 luglio 2015"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 452, avente ad oggetto "Impegno della Regione Piemonte a promuovere la questione della legittimità costituzionale della legge statale n. 107, pubblicata in Gazzetta ufficiale il 15 luglio 2015", di cui al punto 13) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Sarò breve, perché sono mesi che aspetto di discutere.
Questa è una mozione che inizialmente chiedeva un impegno della Regione Piemonte a promuovere la questione della legittimità costituzionale della legge statale n. 107, la cosiddetta "buona scuola".
In realtà, ormai siamo decisamente oltre i termini entro i quali si poteva presentare ricorso e per questo la mia richiesta è di modificare l'impegno per promuovere un ricorso ad adiuvandum, quindi di unirsi in qualche modo a quello che altre Regioni, a partire dalla Puglia, hanno già fatto. Questa legge cosiddetta della "buona scuola", secondo il nostro parere - e non solo, perché è un'azione che abbiamo portato avanti in tutte le Regioni d'Italia attraverso i nostri Consiglieri eletti - presenta numerosi aspetti che, a nostro avviso, potrebbero definire dei rilievi di incostituzionalità.
Ne cito solo alcuni, partendo dallo strapotere che viene assegnato al Dirigente scolastico. Ci riferiamo al fatto che lo stesso possa scegliere in modo discrezionale, gli insegnanti. Questo è uno degli aspetti che chiediamo di valutare, eventualmente, nelle azioni che la Regione deciderà di portare avanti. Per quanto riguarda l'articolo 1, comma 33, si ravvisa una violazione degli articoli 3, 4 e 34 della Carta Costituzionale, nella parte in cui, all'alternanza scuola-lavoro, si fa esplicito riferimento all'obbligo e non alla mera possibilità di svolgere esperienze lavorative.
Noi riteniamo che in questo modo sia leso il diritto al solo studio.
Tornando alla figura del Dirigente scolastico, riteniamo che ci sia una lesione dell'autonomia degli organi collegiali a favore di un organo monocratico, quello appunto del Dirigente scolastico, che ha potere pressoché assoluto sul piano dell'offerta formativa. Riteniamo, dunque, che ci sia anche uno svuotamento degli organi collegiali.
Le questioni sono tante; viene anche lesa l'autonomia scolastica. I profili sono comunque descritti nelle premesse della mozione e purtroppo adesso, non ho il tempo di illustrarli come vorrei. Ma spero che la Regione, finalmente, arrivi ad esprimersi in tal senso, perché il tempo passa, le scuole sono iniziate e ci sono tanti problemi: molte classi sono ancora senza insegnante e anche i ragazzi si trovano davanti ad una scuola che, probabilmente, non è quella adatta a prepararli al loro futuro.
Parliamo di una scuola che è sempre più orientata ad un mondo del lavoro che, però, dimostra poco accoglimento rispetto a quella che è, alla fine la loro preparazione. L'ultimo punto che evidenziamo, giusto per uscire un po' dal terreno "scuola", è quello relativo alla formazione professionale perché riteniamo che in questo caso il legislatore sia andato oltre il limite del dettato dei principi generali, e quindi sia sceso a definire delle norme di dettaglio che, probabilmente, non erano di sua competenza.
Per tutti questi motivi, noi chiediamo che la Regione finalmente si esprima, prenda posizione e si unisca alle altre Regioni d'Italia che hanno già presentato ricorso. Tra l'altro, anche i sindacati hanno deciso di avviare delle procedure per la tutela degli insegnanti, figura sempre più svilita, in una scuola sempre più svilita nelle sue funzioni.
Noi chiediamo un impegno ben preciso da parte della Giunta, affinché si faccia sentire anche la voce della Regione Piemonte. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Non pensavo che arrivassimo in chiusura di seduta ad analizzare questa proposta di mozione, ma cercherò di stare nei tempi anche io. Parla certamente una persona che, nel corso del lungo dibattito successivo all'approvazione della legge n. 107, ha manifestato, unitamente ad alcuni rappresentanti del Forum Istruzione del Partito Democratico, perplessità su alcuni aspetti della legge medesima.
Tuttavia, qui non ci viene chiesto, in un atto di indirizzo, di esprimere un'opinione su alcuni aspetti della legge, ma ci viene chiesto come Regione, di sollevare - non più in via principale, perché il tempo non c'è più, ma ad adiuvandum, come ci avete insegnato essere ormai procedura di inserimento in ricorsi altrui - questioni di legittimità costituzionale.
Personalmente ritengo, per ragioni innanzitutto giuridiche, che non ci siano gli estremi affinché la Regione presenti, né in via principale né ad adiuvandum, un ricorso. Perché effettivamente, se si scorre tutta la mozione, si entra nel merito dell'articolato della legge: si contestano le scelte in materia di Piano di stabilizzazione; si contesta legittimamente il nuovo ruolo del Dirigente scolastico, che - mi permetto di dire - si sta manifestando più vero sulla carta e nelle declaratorie che nei fatti, anche dato l'altissimo numero di reggenze; si contesta il discorso degli organi collegiali, e chi più ne ha più ne metta. Insomma, si esprime un legittimo contrasto ai contenuti della legge. Ma non si afferma in modo convincente la lesione di una competenza della Regione, che dovrebbe essere il presupposto affinché la Regione esca dal novero della valutazione di un testo ed entri nel novero della valutazione dell'opportunità di chiedere alla Corte Costituzionale di restituirle una competenza violata.
Anche laddove si parla di "genericità delle deleghe affidate al Governo", se è vero, è un problema di rilevanza costituzionale, che per non afferisce alle competenze che la Costituzione affida alla Regione medesima.
E anche laddove si dice che esiste un filone giurisprudenziale - è vero per cui se è possibile aggiungere in un ricorso alla Corte Costituzionale degli elementi estranei al tema "riparto competenze concorrenziali Stato Regioni", è altresì vero - l'altro pezzo della verità - che questo si pu fare se in via principale c'è la lesione di una competenza. Non ci si pu sostituire al giudice nel filtro verso la Corte Costituzionale, non potendosi ancorare, effettivamente, alla lesione delle competenze affidate alla Regione.
Per queste ragioni - parlo a nome del Gruppo e penso anche della maggioranza - esprimeremo un parere contrario al testo così come formulato non sottraendoci certamente al dibattito nel merito dell'attuazione della legge. Ricordo, a riprova di quanto sto dicendo, che alcuni mesi fa quest'Aula ha unanimemente approvato un atto di indirizzo rivolto al Governo e al Parlamento affinché il Piano di stabilizzazione fosse diverso da quello che è stato poi approvato nella legge n. 107, in quanto chiedevamo che anche le graduatorie di istituto, cioè quelle di seconda fascia, entrassero nel Piano di stabilizzazione. Non abbiamo cambiato idea al proposito: se mesi fa abbiamo detto questo, anche oggi abbiamo la stessa idea! Però - ripeto e chiudo come ho iniziato - non credo, in piena coscienza, che sia il rilievo di incostituzionalità ad entrare in gioco semmai, una legittima valutazione nel merito della legge medesima. Grazie.



PRESIDENTE

Risultano ancora numerose richieste di intervento, e poiché sono le ore 19, direi di rinviare la trattazione di questo atto di indirizzo.
Buona serata a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.02)



< torna indietro