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Dettaglio seduta n.105 del 11/11/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 14.33 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 756 presentata dalla Consigliera Chiapello, inerente a "Hospice di Busca"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
756, presentata dalla Consigliera Chiapello, che ha la parola per l'illustrazione.



CHIAPELLO Maria Carla

Grazie, Presidente.
L'Hospice di Busca è il Centro Residenziale di Cure Palliative dell'ASL CN1 ed è l'unico Hospice presente sul territorio cuneese. L'Hospice è nato nel 1999 per dare supporto ai malati e alle loro famiglie quando l'assistenza domiciliare non è più possibile.
Dopo aver presentato quest'interrogazione, il Sindaco di Busca, Marco Gallo, ha dichiarato ai giornali di aver sentito il Direttore dell'ASL-CN1 Francesco Magni, il quale avrebbe garantito che l'Hospice resterà a Busca.
Quindi chiedo spiegazioni in merito, grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Come la collega sa, l'Hospice di Busca fa parte delle strutture delle Cure Palliative del Piemonte e rappresenta la parte residenziale di un'attività che è un esempio virtuoso per tutta la regione, soprattutto in termini di integrazione col territorio. In questa struttura per noi importante operano medici, infermieri e OSS adeguatamente formati; molta parte dell'attività è di tipo domiciliare (elemento caratterizzante).
Nell'ultimo anno sono stati presi in carico oltre 700 nuovi pazienti fulcro dell'attività di cura operativa è rappresentato dal personale specializzato in un lavoro di équipe.
L'Hospice è uno dei quattro servizi della struttura Cure Palliative insieme ai servizi ambulatoriali, al day hospice e all'attività domiciliare quotidiana che coinvolge un territorio molto ampio. Emblematica è la definizione che ne ha dato di recente il Direttore, dottor La Ciura, che mi sembra indichi chiaramente la caratteristica e la modernità di questa struttura: un reparto ospedaliero "liquido", nel senso che dà proprio l'idea dell'assistenza, anche domiciliare, come un servizio che, se rapportato al normale reparto, corrisponde a 29 posti letto sempre occupati di continuo.
L'ASL-CN1 dovrebbe disporre di una ventina di posti letto (questo dai i conti che sono stati fatti). Considerando che la zona è molto ampia, si pone la necessità, perlomeno, di cominciare a pensare (per il futuro, non immediatamente) a una soluzione che ampli l'offerta per gli anni a venire anche nella parte residenziale delle Cure Palliative. Nel breve periodo non cambierà nulla, il ragionamento sul se, sul come e su quanto potenziare questa necessità richiederà evidentemente un confronto e un coinvolgimento del territorio con le Amministrazioni locali e con le Associazioni dei cittadini.
La cosa certa sin d'ora è che Busca è una struttura importante e quindi non ci sono pericoli.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 759 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Stato di attuazione della mozione n. 100 'Regione Piemonte. Rispetto degli accordi contratti circa la delocalizzazione di Ambienthesis S.p.A., ex SADI-Servizi Industriali S.r.l.'"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 759, presentata dal Consigliere Bertola, che ha la parola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione, siamo a chiedere lo stato di attuazione di una mozione approvata all'unanimità di quest'Aula, e lo siamo non solo perché è doveroso chiederlo, ma anche per un fatto contingente.
Parliamo della mozione n. 100, votata all'unanimità da quest'Aula il 21 luglio 2015. La mozione titolava "Rispetto degli accordi contratti circa la delocalizzazione di Ambienthesis S.p.A., ex SADI-Servizi Industriali S.r.l.". Qual era il dispositivo? Il dispositivo impegnava la Giunta "nel rispetto degli impegni presi dal 1995 a oggi coi propri cittadini e i territori ad emanare ed adottare celermente ogni atto necessario alla delocalizzazione dell'impianto Ambienthesis S.p.A. e a promuovere uno specifico accordo di programma; inoltre, a mettere in campo immediatamente insieme agli enti interessati e preposti, delle misure di mitigazione compensative di riduzione della pressione ambientale e quindi misure volte alla protezione della salute umana nella zona interessata, fino all'avvenuta delocalizzazione definitiva dell'azienda in questione".
Appunto, ho presentato quest'interrogazione a risposta immediata perch c'è un fatto contingente. Sia il 23 ottobre che la scorsa domenica, abbiamo letto sugli organi di stampa di problemi relativi probabilmente alla Servizi Industriali; problemi dovuti a disagi di puzze sul territorio di Beinasco e sul territorio di Grugliasco - vedo che il Consigliere Appiano conferma - quindi il territorio circostante l'impianto.
Facciamo un passo indietro. Parliamo di un'azienda che, dalla fine anni '70, è presente ad Orbassano, ma in un'area situata al confine tra diversi Comuni (Orbassano, Beinasco, Torino, Rivalta) ed è la più grande piattaforma in Italia per il trattamento dei rifiuti pericolosi, con una lavorazione potenziale di 500.000 tonnellate annue. Vi è una lunga storia di accordi di programma che ne prevedevano la delocalizzazione: il primo fu quello relativo alla realizzazione del Centro Agroalimentare (1995). In tale accordo di programma si prevedeva la rilocalizzazione dell'azienda di smaltimento rifiuti tossico-nocivi Servizi Industriali sita nel Comune di Orbassano.
Più avanti arriviamo a un protocollo d'intesa, quello che ha portato alla realizzazione dell'inceneritore del Gerbido, nel 2004. Si diceva che "per un'equa distribuzione di carichi ambientali, si impegnano a far rispettare l'accordo di programma per la realizzazione del Centro Agroalimentare relativamente alla rilocalizzazione degli impianti della Servizi Industriali prima dell'entrata in funzione dell'impianto di termovalorizzazione del Gerbido", stabilendo che lo stesso dovesse essere un elemento sostitutivo, e non aggiuntivo, della Servizi Industriali.
Non si è mai provveduto alla delocalizzazione. Arriviamo al 2011: nel verbale di un incontro avvenuto a Beinasco nel giugno 2011, esponenti della Regione Piemonte dicevano: "La Regione Piemonte, competente in merito ripeto, competente in merito - si impegna ad assumere una forte iniziativa nel corso del 2011 - siamo alla fine 2015 - per verificare, a partire dall'ipotesi di rilocalizzazione elaborate dallo studio SOPRI-Finpiemonte ATOR 2009, la possibilità concreta di dare corso al trasferimento sostenendo azienda e Enti locali; di verificare il valore attuale della società per dare corso alle procedure di acquisizione (esproprio); di verificare ogni altra strada per dare corso agli impegni previsti nelle diverse intese/ accordi di programma, (SITO, CAAT, Termovalorizzatore del Gerbido o Inceneritore del Gerbido)".
Sottolineo che la valutazione favorevole di impatto ambientale dell'inceneritore è stata pronunciata sul presupposto che l'impianto della Servizi Industriali sarebbe stato rimosso dal sito. Abbiamo un inceneritore da 421.000 (ora quasi 500.000) tonnellate all'anno che non doveva partire prima che fosse delocalizzata quell'azienda, che invece è partito l'azienda c'è ancora e, a quanto pare, crea disagi. Quindi, per questo motivo e visti anche gli altri carichi ambientali presenti sulla zona (inceneritore, casella autostrada di Beinasco), siamo a chiedere che cosa la Giunta abbia finora fatto per dare attuazione alla mozione n. 100.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Mi pare di aver già trattato, in questa sede, di quest'argomento, non certo come risposta all'attuazione della mozione 100. Tuttavia, alcune premesse vanno fatte. Sul punto, infatti, è ancora pendente il giudizio di appello avanti il Consiglio di Stato per la riforma della sentenza con cui il TAR Piemonte ha respinto il ricorso del Comune di Beinasco e del Consorzio COVAR 14 volto all'accertamento dell'obbligo in capo alla Regione Piemonte di rilocalizzare lo stabilimento della Servizi Industriali S.r.l.
assunto nell'Accordo di Programma del 1995.
Il TAR Piemonte ha ritenuto nel merito che la Regione non era parte contraente del Protocollo di intesa del 2004 relativo all'insediamento nel sito del "Gerbido" del termovalorizzatore e che pertanto "tale circostanza la pone al riparo da ogni sorta di possibile addebito di responsabilità inerente la mancata esecuzione delle intese in quella sede raggiunte".
D'altro canto, in merito all'Accordo di Programma del 1995, il Giudice Amministrativo ha riconosciuto che "la rilocalizzazione dell'azienda di trattamento dei rifiuti si inseriva, pertanto, in un più ampio quadro di interventi e si giustificava in previsione della destinazione dell'area occupata dalla Servizi Industriali alla realizzazione del Centro Intermodale di Torino-Orbassano". E che "in sintesi, la connessione tra le due opere ha fatto sì che una volta venuto meno il progetto di completamento del centro intermodale merci sia contestualmente cessata l'esigenza di rilocalizzazione della Servizi Industriali".
Per quanto riguarda il verbale della riunione svoltasi presso il Comune di Beinasco in data 27 giugno 2011, da cui si vorrebbe far derivare l'impegno della Regione a verificare la possibilità concreta di dare corso al trasferimento della Servizi industriali, pur rappresentando una manifestazione di disponibilità alla collaborazione, mai negata dalla Regione, non può ritenersi fonte di obbligazione per l'Amministrazione regionale in quanto trattasi di atto unilaterale, mai sottoposto ad approvazione da parte dei soggetti partecipanti.
Segnalo, inoltre, che eventuale rilocalizzazione appare poco probabile in quanto l'impianto della società Ambienthesis oggi è in possesso di un'autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata dalla Provincia di Torino (ora Città metropolitana) con determina dirigenziale del 6 marzo 2014 valido fino al 6 marzo 2020. Tale autorizzazione prevede diversi monitoraggi ambientali secondo modalità concordate con l'ARPA, dipartimento di Torino. Stanno comunque procedendo le opere di mitigazione compensative della pressione ambientale sull'area, opera che la Regione sta realizzando e sono previste nell'Accordo di Programma concluso con la Provincia l'Associazione di Ambito dei rifiuti, il comune di Beinasco, Orbassano Rivalta, Torino e TRM S.p.A. "per la progettazione delle opere di compensazione ambientale del termovalorizzatore del Gerbido". In ultimo l'area è costantemente monitorata da ARPA in quanto nella zona nord ovest di Torino è presente una stazione di monitoraggio di qualità dell'area di tipo industriale.
Questo per dire che, pur essendoci una mozione di indirizzo, dobbiamo muoverci. Quel che possiamo fare è un tentativo di incontro con l'azienda per valutare la possibilità di un trasferimento della servizi industriali ma questo non può ritenersi fonte di obbligazione per l'azienda ad essere rilocalizzata, viste le considerazioni che ho testé fatto BERTOLA Giorgio (fuori microfono) La Regione non fa nulla!



PRESIDENTE

Consigliere Bertola, per cortesia.


Argomento:

Interrogazione a risposta immediata n. 757 presentata dal Consigliere Valetti, inerente a "Emergenza Villar Pellice"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 757, presentata dal Consigliere Valetti, che ha la parola per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
L'argomento ha avuto un'ampia prefazione nella discussione sull'emergenza emigranti di questa mattina, quindi la coincidenza è stata molto fortunosa perché ci consente di avere un quadro delle opinioni in questa sede consiliare. Io stesso mi sono espresso questa mattina in un quadro più globale della mia visione sul problema delle migrazioni.
Ci riferiamo all'emergenza che si è registrata in Val Pellice, presso il Comune di Villar Pellice, dove è stato registrato un episodio di violenza tra due degli inquilini dell'edificio Crumière. Si tratta di immigrati ospitati al centro gestito dalla comunità alloggio della Chiesa Valdese. Episodio che si è verificato su un autobus di linea, presenti diversi studenti. Nessuno ha sporto segnalazione anche su invito dalle Forze dell'Ordine per non creare un caso mediatico sulla questione. Adesso ci sono diverse persone che sono disponibili a raccontare come si sono susseguiti i fatti.
Noi imputiamo quest'episodio anche a servizi insufficienti.
La lite è avvenuta fra due persone che non si sono volute sedere vicino. Questi autobus normalmente sono già parecchio affollati dai pendolari, studenti e lavoratori, e i servizi sono minimi. Anche l'Assessore Cerutti aveva detto che si sarebbe impegnata ad inserire servizi aggiuntivi, perché in un Comune montano con un centro abitato di 150 abitanti e servito da poche linee di autobus, basta poco per fare collassare il trasporto pubblico con 60 immigrati che vi adesso stazionano.
Vogliamo chiedere come si voglia agire, rispetto alla mancata applicazione di nuovi servizi dovuto all'insediamento di una grande comunità di immigrati presso questo comune alpino, per evitare situazioni a rischio e tensioni tra immigranti stessi e la popolazione locale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerutti per la risposta.



CERUTTI Monica, Assessore all'immigrazione

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Valetti per aver presentato quest'interrogazione, dandomi così l'occasione di parlare del tema.
Ho già sentito quello che ha detto questa mattina e adesso le ulteriori considerazioni, ragion per cui vorrei tranquillizzarla sul fatto che a Villar Pellice non c'è nessuna emergenza. A Villar Pellice c'è un centro di accoglienza per richiedenti asilo, operativo da fino agosto e che a noi risulta funzionare bene. La maggioranza della popolazione ha reagito bene molti sono passati in questi mesi a Villa Crumière, chi per socializzare con i nuovi ospiti, chi per portare coperte e vestiti, chi per regalare una vecchia bicicletta (ero presente non casualmente e ho visto come alcune persone portassero una bicicletta ai ragazzi). Tutto questo anche grazie al lavoro che sta facendo la Diaconia Valdese.
Una decina di giorni fa, sabato 31 ottobre, sono passata a Villar Pellice per partecipare alla festa organizzata dai gestori, proprio con lo scopo di aprire il centro di accoglienza agli abitanti del Paese. È stata una festa partecipata, con bambini, famiglie, anziani, giovani, che hanno cenato insieme ai ragazzi ospiti, chiacchierato e ballato. Questo vorrei sottolinearlo anche per il clima.
L'emergenza continua ad esistere secondo le considerazioni di alcuni politici. Le questioni e i problemi si affrontano lavorando insieme facendo rete e cercando soluzioni. Naturalmente sono dispiaciuta per i fatti accaduti in data 5 novembre sull'autobus della linea SADEM e per il turbamento che questo può aver creato tra i ragazzi e le ragazze che si stavano recando a scuola.
Certo, non posso prendere atto che, però, si sono usati dei toni allarmistici ed esagerati. Non sfuggirà come le risse tra ragazzi italiani siano anche queste fenomeno non raro, anzi, eppure nessuno si sognerebbe di pubblicare un articolo sul giornale per raccontare un diverbio tra studenti italiani o, magari, scrivere all'Assessore regionale.
Il giorno dopo, venerdì 6 novembre, ho appreso dalle dichiarazioni del Capitano Alberto Tulli - io mi attengo a dichiarazioni rese, formalmente rese - Comandante della Compagnia Carabinieri di Pinerolo, che quanto sui giornali è stato raccontato come un episodio di rissa violenta tra i profughi sul bus, con tanto di spintoni e prese al collo, in realtà è stato un litigio verbale tra richiedenti asilo.
Questo, da una parte, mi ha rassicurata e, dall'altra, chiaramente, non posso nascondere l'amarezza nel constatare che un episodio di vita quotidiana ha avuto in qualche modo effetti che vanno al di là dell'oggettività; tra l'altro, lo stesso Consigliere Valetti questa mattina, in qualche modo, addiveniva nelle proprie considerazioni nella necessità di "passare" su fenomeni che in qualche modo non devono essere strumentalizzati.
Per quanto riguarda l'implementazione del trasporto pubblico, a cui chiaramente non mi sottraggo, come impegno assunto, abbiamo ricevuto la richiesta dalla Commissione sinodale per la Diaconia contenente la proposta condivisa con le Amministrazioni comunali di Villar Pellice e di Bobbio Pellice in data 5 ottobre. Ci siamo subito attivati insieme all'Assessorato ai trasporti e abbiamo girato le richieste al Settore competente di Città metropolitana; c'è stato anche qualche equivoco, o incomprensione, su quali fossero gli orari migliori in cui aggiungere una corsa; quindi, abbiamo anche avuto qualche problema nel verificare quale fosse il bisogno necessario.
In data 5 novembre, abbiamo ricevuto un'ulteriore richiesta dalla Diaconia con maggiori dettagli sulla linea SADEM da potenziare e gli orari.
Abbiamo avuto un incontro con gli Uffici dell'Assessorato ai trasporti della Regione e del Settore Trasporti della Città metropolitana per discutere questa questione. Il Settore Trasporti della Città metropolitana sta monitorando la linea Bobbio-Torre Pellice per valutare se e quali siano gli orari di maggiore sovraccarico dei mezzi. Inoltre, il Settore Trasporti della Città metropolitana è in contatto anche con la Sindaca di Villar Pellice per verificare insieme la situazione.
Siamo convinti che nel più breve tempo possibile, insieme al collega ai trasporti della Regione e al Settore Trasporti della Città metropolitana troveremo una soluzione che vada incontro alle richieste dei cittadini della Valle, della Diaconia Valdese e delle Amministrazioni comunali di Villar e di Bobbio Pellice.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Cerutti.


Argomento: Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 755 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Superamento della DGR n. 30 sulla revisione della rete domiciliare psichiatrica"

Argomento: Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 758 presentata dal Consigliere Bono inerente a "Riordino residenzialità psichiatrica a seguito della sospensiva concessa dal TAR"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 755, presentata dal Consigliere Grimaldi, e dell'interrogazione a risposta immediata n. 758, presentata dal Consigliere Bono.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione dell'interrogazione n. 755.



GRIMALDI Marco

Grazie.
Come sapete, abbiamo chiesto questo tipo di approfondimento già mesi fa, poi c'è stata una discussione qui in Aula che ha determinato la richiesta di un tavolo di lavoro per il superamento della delibera in oggetto. Poi, c'è stato ancora un incontro in Commissione, nel quale si era addivenuti ad un punto: alcune delle considerazioni espresse dal ricorso delle Associazioni Di.A.Psi. e dell'Associazione per la Lotta contro le Malattie Mentali, già espresse al TAR il 29 ottobre, venissero nel frattempo superate. Alcune di queste richieste erano chiare: la riqualifica immediata delle strutture residenziali in solo tre categorie (SRP1, SRP2 e SRP3) di fatto escludeva gran parte delle comunità alloggio, essendo inserite nella SRP3, dalle caratteristiche più riabilitative, con la conseguenza che buona parte di queste prestazioni sarebbero state a carico del malato o in qualche modo a carico degli Enti locali, altrimenti - lo ripeto - la Città di Torino non credo avrebbe fatto il ricorso in tal senso.
La delibera è stata oggetto di questi ricorsi. Come sapete, il 29 ottobre si è già espresso dando una sospensiva. Non conosciamo ancora il merito di questo accoglimento del TAR, ma la richiesta è molto semplice, è un po' la stessa che avevamo fatto in Commissione.
Qual era la richiesta all'Assessore? Dicevamo che si era arrivati ad un punto di incontro, cioè entro il 15 novembre la ricognizione dell'accreditamento di queste strutture avrebbe potuto portare - la pongo in termini ancora più ipotetici - ad un riconoscimento di alcune attività terapeutiche anche dentro queste strutture. Quindi, di fatto, andando un po' indietro sul concetto, in quanto, se sono dentro SRP3, dove non c'è la parte terapeutica, queste strutture avrebbero goduto di un trattamento diverso, magari rientrando nell'SRP1 e nell'SRP2.
Poiché questa parte nella delibera non c'è, così come non ci sono altre considerazioni sulla parte delle professionalità in campo, in generale ci sono dei dubbi che sono stati in qualche modo sottoposti alla Commissione e all'Assessorato, anche in termini non solo di costi ma sull'idea stessa che questi continuino ad essere dei luoghi appartamento, perché è lì la filosofia che in qualche modo non si vuole scardinare.
Allora, lo dico sommessamente: dobbiamo aspettare il merito, che magari arriverà a gennaio, di questa delibera per superarla, quando di fatto la ricognizione credo, a questo punto, sia a un passo dalla vicenda (l'Assessore non ci ha più aggiornati, ma avendoci indicato il 15 novembre credo saremo lì lì per finirla)? Lo dico così: secondo me, l'Assessore deve mettere nero su bianco quello che abbiamo già detto in Commissione, cioè incontrare questi soggetti, far sì che questo tavolo dia subito dei buoni frutti e superare questa delibera.
Adesso abbiamo atteggiamenti diversi, perché chi sta all'opposizione ci chiedeva la cancellazione o la sospensione; l'importante è che se ne scriva una superando alcuni errori, secondo me, commessi nella fase precedente che in parte saranno anche riconosciuti dal TAR, altrimenti il TAR non si sarebbe espresso con questa sospensiva. Non l'ho detto nel question time ma, successivamente, noi avevamo già prorogato i termini, quindi di fatto il problema non è solo più sulla tempistica, immagino sia anche sui contenuti.
Assessore, sa qual è il miglior modo di prevedere il futuro? E' inventarlo e farlo, quindi la cosa migliore credo sia superare queste incongruenze e, se possibile, addivenire ad una deliberazione che vada oltre questa che è oggetto del ricorso. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione dell'interrogazione n. 758.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'interrogazione verte sulla questione già citata dal Consigliere che mi ha preceduto sul tema della sospensiva concessa dal TAR Piemonte in merito al ricorso avanzato da una serie di associazioni di parenti di pazienti psichiatrici riguardante la ormai famosa delibera n. 30 del 3 giugno, che ha revisionato la normativa regionale in termini di residenzialità psichiatrica.
Si deve ricordare anche la modifica parziale d'inizio settembre, con la DGR n. 35, che ha spostato il termine per l'istanza delle richieste di autorizzazione al funzionamento delle strutture, secondo classificazione nazionale recepita anche dalla Regione, non oltre il 2 dicembre.
Oggi è l'11 novembre, quindi è chiaro che la sospensiva dà un segnale chiaro alla Regione Piemonte. Cioè, il Tribunale non riuscirà ad esprimersi in tempo per la scadenza prevista dal combinato disposto delle delibere 30 e della delibera 35, quindi la Regione Piemonte si trova in questa situazione di limbo. Sopratutto, si trovano in un limbo tutte le residenze e le strutture residenziali psichiatriche che devono conoscere quale tipo di istanza richiedere, che tipo di autorizzazione richiedere e per quale tipo di struttura, cioè SRP1, SRP2, SRP3, a seconda che si considerino residenze che effettuano un percorso terapeutico riabilitativo, oppure residenze che effettuano solo un percorso socio-assistenziale.
Visto che questo tema l'avevamo affrontato più volte in Commissione e non era così chiara e netta la separazione tra le strutture o, meglio, la classificazione automatica di "gruppo appartamento" come struttura che eroga solo prestazioni socio-assistenziali, avevamo chiesto all'Assessorato di prevedere una deroga o, comunque, una modifica sostanziale alla delibera, che prevedesse, appunto, la possibilità di individuare dei percorsi diversi a seconda delle prestazioni che vengono erogate nelle strutture residenziali psichiatriche, al di là dell'etichetta che gli era stata appiccicata addosso, oltre, ovviamente, ad un percorso di rivalutazione dei pazienti. Perché il percorso di rivalutazione dei pazienti non è terminato e non può terminare, e dimostra anche la carenza degli anni passati (non è responsabilità certamente di questa Giunta) nel non aver saputo classificare quella che era la domanda e, di seguito l'offerta.
Noi chiediamo lumi anche sul fantomatico "tavolo" di cui si è tanto parlato: non siamo aggiornati in merito, per cui non sappiamo se è stato convocato, se ci sono stati degli incontri, che cosa si è detto e che cosa deciso.
Chiediamo quindi all'Assessore di fornirci qualche delucidazione affinché queste informazioni possano essere anche diffuse sul territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

L'Assessore Saitta risponderà ad entrambe le interrogazioni; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
I colleghi hanno voluto porre alcune questioni oggetto di approfondimento anche in Commissione (e non solo).
In quella sede, mi pare che il lavoro sia stato estremamente utile perché ha permesso anche di evidenziare, attraverso il confronto con il mondo associativo, il superamento di alcune parti di quella deliberazione.
Dopo l'ultimo incontro che abbiamo avuto in Commissione, è stato avviato il lavoro di confronto con il mondo associativo (con gli operatori e con le Associazioni, diciamo così) per definire un percorso comune: la nostra idea, come ho già avuto modo di dire in Commissione, è quella di fare un lavoro entrando nel merito; la differenziazione tra la Giunta e la maggioranza è avvenuta su questo tema, con una posizione aprioristica - si cancelli la delibera - e la nostra di modifica. Però, per poterla modificare - ripeto ciò che abbiamo detto in Commissione l'approfondimento e la definizione puntuale delle modifiche eventualmente da apportare alla delibera devono partire da una conoscenza dettagliata sulle caratteristiche dei pazienti ospitati e sul livello di assistenza fornito attualmente dalle strutture residenziali.
Questo lavoro, come sosteneva il collega Grimaldi poco fa, dovrebbe essere compiuto entro il 15: solo ieri il dottor De Micheli mi diceva che c'è ancora qualche ASL che è un po' in affanno, ma credo che la prossima settimana dovremo avere il quadro completo.
Con il quadro preciso e completo verrà convocato il Tavolo - quello che è stato istituito - con gli operatori e con le associazioni delle famiglie dei pazienti e inizierà il confronto. Le linee le abbiamo già indicate in Commissione, per cui non sto qui a ripeterle. In ogni caso, cominciamo da lì.
Io credo che, al di là delle valutazioni politiche che possiamo esprimere, sia utile che questo confronto avvenga con la finalità di risolvere le questioni che sono state evidenziate in diverse occasioni.
Alcune questioni ci sono note, altre indicazioni le abbiamo espresse in Commissione. Ma la misurazione concreta di ciò che può essere fatto lo dobbiamo fare, evidentemente, dopo la conoscenza dei dati.
In quest'occasione non posso che ribadire, in termini politici, la disponibilità ad operare interventi di integrazione e di correzione della delibera n. 30; non posso che confermare ciò che ho detto in Commissione e ribadisco la disponibilità al dialogo e al confronto, che è stata secondo me praticata, ma qualora fosse risultata insufficiente, la praticheremo meglio, evidentemente.
Sarà fondamentale e necessario mettere assieme la domanda di salute con l'offerta dei produttori, in modo da poter adeguare l'offerta all'organizzazione - e anche le questioni di carattere sociale connesse evidentemente, ad una soluzione, vedendo il problema - per poterla orientare in funzione della domanda di salute.
Posso sicuramente fornire un'indicazione in termini di tempi: la settimana prossima credo che gli Uffici avranno tutti i dati. Suppongo dunque, che nei primi giorni di dicembre si potrà entrare nel merito della questione e si potranno incontrare i produttori con gli Uffici dell'Assessorato, e cominciare ad abbozzare qualche ipotesi.
Non appena ci sarà un lavoro compiuto, se il collega Ravetti concorda si potrà convocare una Commissione e in quella sede, evidentemente approfondire ulteriormente la questione per arrivare, se tutti concorderanno (noi siamo di questa opinione), alla modifica della deliberazione.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 762 presentata dal Consigliere Appiano, inerente a "Tutela delle professionalità e del servizio di neuropsicologia con la valutazione delle competenze residue, l'orientamento e l'accompagnamento professionale e la presa in carico dei caregiver erogato presso il Presidio Sanitario Ausiliatrice - Fondazione Don Carlo Gnocchi di Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 762, presentata dal Consigliere Appiano, che la illustra.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Il tema oggetto dell'interrogazione - per sintetizzarne il titolo riguarda la delicata materia della riabilitazione a seguito di incidenti stradali (è il caso del Capogruppo Gariglio).
Il tema della capacità di iniziare o riprendere un'attività dopo un incidente è una delle più importanti misure di successo riabilitativo a lungo termine.
Il servizio day hospital di Neuropsicologia presente ad oggi presso il Presidio Sanitario Ausiliatrice-Fondazione Don Carlo Gnocchi di Torino svolge ormai da quindici anni un prezioso lavoro nella riabilitazione e nel reinserimento di pazienti affetti da cerebrolesioni.
Il Presidio trova al proprio intero diverse professionalità, da anni dedicate in modo specifico a detto servizio, che alla tradizionale attività neuropsicologica integra - unico caso in Italia - percorsi di valutazione delle competenze residue e di accompagnamento al reinserimento lavorativo e scolastico ad opera di psicologi del lavoro formati a lavorare con questa tipologia di pazienti.
I risultati di questa attività sono davvero interessanti, in quanto evidenziano che quasi il 57% dei pazienti presi in carico viene reinserito nel mondo del lavoro, quasi il 7% rientra a scuola e quasi il 20 intraprende un percorso formativo.
Oggetto dell'interrogazione, in particolare, è la DGR n. 13-2022 del 5 agosto 2015, recante "Approvazione degli schemi di contratto/accordo contrattuale per il triennio 2014-2016 da stipulare ex art. 8 quinquies D.
lgs. n. 502/1992 con le Case di cura private ed i presidi ex artt. 42 e 43 L. 833/78", che assegna al Presidio Ausiliatrice un totale di 68 posti letto, così ripartiti: 21 posti letto per Neuroriabilitazione, 47 posti letto per Recupero e Riabilitazione Funzionale di secondo livello previa variazione del titolo autorizzativo e/o accreditamento.
Constatato che la Neuroriabilitazione e il Recupero e Riabilitazione Funzionale di secondo livello prevedono attualmente solo l'attivazione dei servizi di logopedia e di terapia motoria, e quindi in questo quadro non è contemplata presso il Presidio, l'erogazione dei servizi di day hospital di Neuropsicologia presso cui operano gli psicologi citati nelle premesse, che serve per la valutazione delle competenze residue, l'orientamento e l'accompagnamento professionale, la presa in carico del caregiver, e segnalato che la problematica di questo mancato riconoscimento potrebbe già dispiegare effetti a partire dal prossimo mese di gennaio 2016, alla luce di quanto esposto interrogo l'Assessorato regionale alla Salute in merito a quali misura intenda adottare a tutela di detti servizi di straordinaria importanza, nonché dei posti di lavoro dei professionisti attualmente impiegati per la loro erogazione presso il Presidio Ausiliatrice-Fondazione Don Gnocchi di Torino.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il Consigliere Appiano solleva un problema che è noto da tempo all'Assessorato.
Le difficoltà sono collegate alle specificità delle funzioni svolte da questa struttura, il presidio Don Gnocchi, e sono collegate alla necessità di completare - questo è il tema - un processo di riconversione (ex art. 26 della legge n. 833/79) per il quale deve ancora essere definita, in accordo con la struttura, la forma giuridica più opportuna.
Ci sarà tempo fino a settembre 2016 per completare tale percorso; nel frattempo, è bene precisare, per evitare inutili allarmismi, che il Servizio di Neuropsicologia del Presidio sanitario Don Gnocchi non subirà alcuna riduzione di attività.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 765 presentata dalla Consigliera Porchietto, inerente a "Piano nazionale per la prevenzione vaccinale"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 765, presentata dalla Consigliera Porchietto, che ha la parola per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Mi permetto di leggere alcuni passaggi in modo puntuale, perché ritengo che sia anche un'interrogazione delicata, a fronte del fatto che, nel momento in cui sono coinvolte non soltanto delle rappresentanze politiche ma anche delle strutture, sia opportuno essere attenti e puntuali, e mi spiego in merito.
Questa interrogazione verte sul Piano nazionale per la prevenzione vaccinale. Tra l'altro, negli ultimi tempi è stato un argomento all'ordine del giorno anche degli organi di stampa, perché dopo le segnalazioni dell'Istituto Superiore di Sanità sulla necessità di prendere dei puntuali provvedimenti, stante che l'Italia si troverebbe in termini di copertura vaccinale al limite della soglia di sicurezza, è intervenuto, in modo anche abbastanza tempestivo e precipitoso, un Piano nuovo nazionale per la prevenzione vaccinale che, dopo aver visto il via libera da parte della Conferenza Stato-Regioni il 5 novembre scorso, dovrebbe essere approvato dalla stessa, stante che è stato rinviato nella prossima seduta della Conferenza, quindi nei prossimi giorni.
Fatta questa debita premessa, il problema nasce dal fatto che il Sole 24 Ore, in data 27 ottobre scorso, pubblicava un articolo firmato, in qualità sicuramente di epidemiologo ma anche, - come si specificava nell'articolo stesso, dall'ex Direttore regionale della Sanità della Regione Piemonte e attuale Dirigente regionale del Settore Assistenza Sanitaria e Socio-sanitaria territoriale - quindi un nostro esponente importante della struttura - che parlava addirittura di un Piano nazionale vaccini, con il titolo "Cura di trasparenza contro la teoria del complotto".
Tralascio tutto il contenuto, che possiamo però ritrovare tranquillamente sul Sole 24 Ore del 27 ottobre. All'interno di questo articolo, però, si diceva anche non molto velatamente che c'è una posizione non incline al sistema dei vaccini da parte non della Regione, ma comunque da parte di un esponente della struttura della Regione Piemonte, ma soprattutto all'interno di questo articolo si ipotizzava addirittura una teoria di complotto. Tant'è che, in modo molto tempestivo, interveniva la Presidenza del Consiglio Superiore di Sanità e rispondeva prontamente a queste affermazioni, dicendo: "Attenzione, siamo pronti anche ad iniziative giudiziarie contro gravissime false affermazioni".
Ho fatto questa premessa, perché credo sia opportuno, a prescindere da tutto, che anche la Regione Piemonte, nella figura dell'Assessore e della Giunta regionale, si esprima in modo molto chiaro su questo tema, non soltanto partecipando alla Conferenza Stato-Regioni e approvando le misure di intervento che nella Conferenza si stanno definendo (il 5 novembre e nei prossimi giorni), ma anche facendo in quest'Aula un momento di verifica rispetto al Piano che la Regione Piemonte intende portare avanti, ma enunciando anche qual è il pensiero della Giunta in merito. Perché è anche vero che stiamo parlando di parte della struttura, ma questa parte della struttura ha comunque ai vertici un Direttore generale, che fa riferimento ad un Assessore regionale, che politicamente risponde delle affermazioni della struttura.
Sono contenta che ci sia l'Assessore Saitta, che sicuramente su questo tema potrà risponderci, ma penso sia importante sapere ufficialmente qual è la posizione della Regione Piemonte in merito al Piano nazionale per la prevenzione vaccinale. Mi permetto anche di chiedere, se è possibile, qual è la posizione dell'Assessore rispetto ad affermazioni che, è vero arrivano comunque a titolo personale, ma da parte di una struttura dell'Assessorato che sicuramente ha anche delle responsabilità in termini di comunicazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

In termini complessivi la Regione Piemonte ha approvato, insieme ad altre Regioni, il Piano vaccini, che adesso è stato sospeso dal Ministero.
PORCHIETTO Claudia (fuori microfono) Per questioni finanziarie.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Sì, per questioni finanziarie e credo anche per questioni relative alle modalità di rendere obbligatoria la volontà. Credo che occorra qualche norma di carattere legislativo e suppongo che debbano trovare l'occasione per poter inserire la norma che consente l'obbligatorietà.
Per quanto riguarda la questione sollevata, devo dire che su tutto il tema del Piano vaccini, e soprattutto sull'articolazione di tale Piano all'interno del mondo scientifico c'è una discussione ed un dibattito abbastanza ampio. Il dottor De Micheli partecipa ad un gruppo di rappresentanti di tutte le Regioni, nel quale si è svolta questa discussione.
La discussione in modo particolare si è svolta ed è stata anche oggetto di valutazione all'interno della Conferenza, in modo particolare su un tema che abbiamo trovato di un certo interesse, sulla modalità per rendere veramente effettiva la copertura del Piano vaccini.
Il dottor De Micheli ha avanzato in questa riunione l'esperienza piemontese, non soltanto per risultati che sono ormai di qualche anno. La Regione Piemonte ha una delle più alte coperture in Italia per quanto riguarda il Piano vaccini e questo è avvenuto non in modo obbligatorio, ma attraverso un lavoro di grande sensibilizzazione che è stata fatto da parte dei medici di base e dei pediatri.
In queste discussioni alcune Regioni hanno avanzato l'ipotesi della obbligatorietà perché in quelle Regioni non si riusciva. Invece noi il risultato l'abbiamo ottenuto e mi pare che siamo intorno al 97%, siamo una delle Regioni meglio piazzate. Questo è stato il primo tema.
L'altro tema trattato in quella discussione è relativamente a quali vaccini e a quali malattie fare riferimento. Devo dire che però la discussione si è conclusa con l'approvazione del Piano vaccini, che quindi fa riferimento ad un dibattito e, in ogni caso, noi come Regione Piemonte abbiamo condiviso totalmente il Piano.
C'è da sottolineare che per quanto riguarda questo tema - e ne avevamo discusso la volta scorsa, perché la collega Chiapello aveva presentato un'interrogazione in questo senso - un'opinione che non è soltanto della Regione Piemonte, ma di tutte le Regioni italiane, è sul fatto che bisogna garantire le risorse necessarie per l'acquisto dei vaccini. E' il tema del confronto nazionale, del Fondo sanitario che è di un miliardo, però poi ci sono 800 milioni di LEA, ci sono i 300 milioni del Piano vaccini, c'è il contratto.
Quindi, noi abbiamo riproposto il tema dell'acquisto dei nuovi vaccini quindi del finanziamento per l'acquisto di nuovi vaccini, per il potenziamento dei servizi vaccinali.
Attualmente sappiamo che l'attuazione del Piano comporta un aggravio economico stimato nazionalmente intorno ai 300 milioni (e noi siamo sempre al 7-8% di quella cifra) che non sono previsti nel riparto del Fondo nazionale. Allo stesso tempo, la Regione Piemonte, come tutte le altre Regioni italiane, ritiene essenziale che le modalità di valutazione dei livelli essenziali di assistenza che riguardano i vaccini siano riviste. Ad esempio, è inutile mantenere obiettivi di copertura, che è molto bassa, che nessuna Regione riesce a raggiungere negli anni, e penso alla vaccinazione per gli anziani, all'anti-influenzale.
Riteniamo importante essere concentrati sugli obiettivi di controllo delle malattie (ad esempio, l'eliminazione del morbillo) e in ogni caso ripeto, la valutazione di tutte le Regioni sui LEA, che riguardano i vaccini, vanno concordate da parte del Ministero con le Regioni.
In ogni caso, resta il parere e il giudizio favorevole al Piano che è stato approvato.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 763 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Situazione attuale relativa al trasferimento della struttura Villa Margherita di Belvedere Langhe all'interno della RSA Don Comino di Lequi Tanaro"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 763, presentata dal Consigliere Graglia, che ha la parola per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
L'Assessore ricorderà che quest'interrogazione segue ad una discussa alla fine dell'anno scorso.
Premetto che con l'interrogazione n. 193, quella del dicembre 2014 avente, ad oggetto "Trasformazione della Casa di residenza per anziani di Lequio Tanaro in struttura psichiatrica", s'interrogava la Giunta regionale per sapere quale fosse la situazione relativa al trasferimento della struttura Villa Margherita di Belvedere Langhe all'interno della RSA Don Comino di Lequio Tanaro.
Allora, l'Assessore Saitta, fornendo risposta all'interrogazione di fine anno, riferiva dell'iniziale richiesta del Sindaco di Lequio Tanaro alla Direzione Sanità per il trasferimento della struttura Villa Margherita presso l'RSA "Don Comino" a cui, un mese e mezzo dopo, seguiva un parere negativo, da parte dello stesso Sindaco, alla realizzazione del progetto di trasferimento dei malati psichiatrici nella Casa di riposo, a causa del dissenso manifestato dai residenti, che si costituivano in un comitato.
Si considera, inoltre, che la risposta all'interrogazione richiamava le Linee d'indirizzo nazionali per la Salute Mentale del 2008, dove si stabilisce che "devono essere evitate forme di ricovero improprie in strutture non deputate alla cura del disagio psichico e modelli di accorpamento di strutture". Si tiene ancora conto che l'Assessore Saitta concludeva precisando che alla Direzione sanitaria dell'ASL-CN1 non risultava depositato nessun progetto preliminare relativo al trasferimento di Villa Margherita presso il Comune di Lequio Tanaro: inoltre, in questi giorni, si è appreso che nel Comune di Lequio Tanaro è apparsa comunicazione relativa all'inizio dell'attività dei lavori, con inizio il 21 ottobre 2015, di "adeguamento dell'ingresso su via Europa mediante la realizzazione di un impianto elevatore e opere accessorie" da eseguire su un immobile adiacente l'RSA Don Comino.
Infine, tenendo ancora conto delle preoccupazioni nuovamente manifestate dai residenti di Lequio Tanaro, immutate rispetto a un anno fa per la vicinanza della Casa di riposo, ubicata in pieno centro cittadino rispetto alla scuola e all'asilo e considerato, come anche ricordato allora dall'Assessore Saitta, che la presenza di diversi tipi di utenza mal si concilia con la finalità di reinserimento sociale e territoriale del paziente e di differenti percorsi riabilitativi, interrogo il Presidente e l'Assessore per sapere, nel caso in cui il Comune di Lequio Tanaro abbia oggi intenzione di procedere al trasferimento della struttura Villa Margherita di Belvedere Lunghe all'interno della RSA Don Comino di Lequio Tanaro, come si ritenga di salvaguardare i cittadini residenti, in virtù delle scelte e dei cambiamenti di orientamento dell'Amministrazione comunale e, al contempo, garantire ai malati psichiatrici ambienti e strutture adeguati alle cure che necessitano.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Graglia.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Il collega Graglia ha ricostruito puntualmente la vicenda, perché di questa struttura ci siamo già occupati lo scorso dicembre 2014. Ad oggi, la situazione è modificata, ma del resto è la stessa Amministrazione Comunale di Lequio Tanaro che ha modificato più volte la propria opinione nel corso del tempo.
La struttura, che sarà trasferita, è una comunità terapeutica e l'attuale RSA sarà ristrutturata per adeguarne una parte allo scopo: è importante sottolineare che i vincoli della ristrutturazione della parte di RSA destinata alla comunità terapeutica sono molto precisi, dovendo rispettare standard strutturali e funzionali previsti dalle norme di legge che, in particolare, non prevede le possibilità di alcuna condivisione di spazi tra le due strutture.
Il soggetto erogatore è in possesso di una regolare autorizzazione e del relativo accreditamento e ha il diritto di trasferire la struttura rispettando gli standard e depositando una domanda.
Le ragioni dell'Amministrazione Comunale non costituiscono un impedimento efficace a contrastare l'esercizio di quel diritto.
Come il Consigliere Graglia ricorda, abbiamo già detto - e lo ripeto oggi - che la Regione Piemonte comprende le motivazioni alla base delle preoccupazioni della comunità locale, ma una verifica puntuale da parte dei nostri Uffici conferma che un'eventuale opposizione della Regione risulterebbe giuridicamente infondata.
Posso però confermare l'impegno dell'ASL-CN1 a supportare l'Amministrazione e quindi la popolazione di Lequio Tanaro per fare in modo che, una volta completate le procedure ed eseguite le ristrutturazioni previste e richieste dalla legge per separare nettamente la comunità l'avvio di questa nuova attività non produca impatti negativi, quindi sicuramente l'ASL è a disposizione per fornire non soltanto le informazioni, ma anche a svolgere quel lavoro necessario di sensibilizzazione della comunità locale.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 761 presentata dalla Consigliera Accossato, inerente a "Riscatto case ATC da parte dei profughi istriani e greci"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 761, presentata dalla Consigliera Accossato, che ha la parola per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Brevemente, con quest'interrogazione vorremmo avere un aggiornamento rispetto alla situazione dell'ipotesi di vendita delle abitazioni pubbliche a questi cittadini, che sono profughi istriani e greci, tutelati da una legge regionale abbastanza recente, del 2011, che ha previsto per loro la possibilità di riscattare le abitazioni loro assegnate a condizioni particolarmente favorevoli.
Le procedure sono state avviate ormai da un paio di anni; alcuni di loro hanno versato anche delle somme, ma non riescono più ad avere risposta da ATC. Non solo non si è concluso l'iter di acquisto, ma in questo momento l'ATC non sta rispondendo e non sta dando indicazioni su come procederà l'iter, se arriverà a conclusione e con quali tempistiche.
Credo che l'Assessore Ferrari, che risponderà per bocca dell'Assessore Valmaggia, sia informato sull'argomento. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia, in sostituzione dell'Assessore Ferrari, per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Impresto la voce all'Assessore Ferrari.
L'Assessorato alla Casa della Regione Piemonte, come già comunicato in occasione della risposta all'interrogazione n. 719, del 27 ottobre 2015 presentata dal Consigliere Campo, ribadisce di essere perfettamente a conoscenza di quanto esposto nella presente interrogazione.
Le procedure di alienazione degli alloggi hanno subito un rallentamento a seguito della Sentenza della Corte Costituzionale n. 161/2013, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale di norme contenute nella legge regionale della Regione Toscana n. 59/2005, il cui testo è sovrapponibile per oggetto e finalità a quello della legge regionale del Piemonte n.
17/2011.
L'ATC del Piemonte Centrale teme, inoltre, il danno economico che deriverebbe dalla cessione di parte del proprio patrimonio ai profughi a prezzi sensibilmente più bassi rispetto a quelli determinati per la generalità degli assegnatari dalle norme ordinarie in materia.
Poiché, però, come evidenziato anche dall'Avvocatura regionale, la legge regionale n. 17/2011 risulta pienamente vigente, è intenzione di questo Assessorato richiedere all'ATC del Piemonte Centrale di dare corso alle vendite, previa comunque un'opportuna verifica della quantificazione di quanto potenzialmente ricavato dall'alienazione degli alloggi in questione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 764 presentata dal Consigliere Sozzani, inerente a "Proroga Piano casa"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 764, presentata dal Consigliere Sozzani.
Anche in questo caso risponderà l'Assessore Valmaggia per l'Assessore Ferrari.
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
L'interrogazione è abbastanza semplice ed è relativa ad una discussione, che avevamo già affrontato, sullo snellimento delle procedure in materia di edilizia urbanistica.
L'anno scorso avevamo deciso questa proroga al 31 dicembre 2015; in realtà, l'attività che abbiamo condotto durante l'anno necessiterebbe di un'ulteriore - magari, definitiva - proroga al 31 dicembre 2016, che vada a sanare tutta una serie di elementi per dare possibilità al compimento di una serie di attività in corso.
Quindi, l'interrogazione richiede semplicemente se sia possibile prevedere da parte della Giunta un'ulteriore proroga a quella già concessa l'anno scorso.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Valmaggia; prego.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Sarò molto veloce.
Di questo tema si è parlato quando giorno fa nella Commissione bilancio, riferendosi agli emendamenti al collegato alla Finanziaria. Si è discusso di questo tema, ma al momento non abbiamo ancora individuato un percorso univoco. Stiamo valutando diverse possibilità che sicuramente prenderanno concretezza nelle prossime settimane. Abbiamo ben presente qual è il problema; cerchiamo di definire anche rapidamente una soluzione.
Grazie.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione n. 760 presentata dalla Consigliera Motta, inerente a "Linea ferroviaria Asti-Acqui Terme" (risposta scritta)


PRESIDENTE

All'interrogazione n. 760, presentata dalla sottoscritta, viene fornita risposta scritta da parte dell'Assessore Valmaggia.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.35 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.39)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richiesta, da parte del Consigliere Bono, di chiarimenti in merito alla determina dirigenziale A0402A/161 del 14 ottobre 2015


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano ulteriori proposte di modifica.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono per una richiesta.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Vorremmo chiedere a tutto l'Ufficio di Presidenza - chiedo un attimo di attenzione anche ai colleghi del Partito Democratico - informazioni in merito alla determina dirigenziale A0402A/161 del 2015, datata 14 ottobre 2015, con cui è stato deliberato l'acquisto di 750 copie del volume "Il Telero di Carlo Levi: da Torino un viaggio nella Questione Meridionale" nell'ambito del 40° anniversario della scomparsa di Carlo Levi autorizzando un importo di euro 32 mila 670 sul capitolo 13040 del bilancio 2015.
L'acquisto del libro è alla società editrice "Il Rinnovamento s.a.s" sita in Torino, via Tollegno 52, collegata alla Fondazione Amendola Associazione Lucani in Piemonte.
Ora, come sa, siamo anche usciti sui giornali, avete letto tutti gli articoli di giornali - nulla ovviamente contro questo libro e contro la figura ottima di Carlo Levi - però mi chiedo se, in un momento di difficoltà economica, avete valutato correttamente, come Ufficio di Presidenza, la scelta di impegnare 32 mila euro per l'acquisto di 750 libri, circa 47 euro a libro e, soprattutto, capire che tipo di progetto culturale vi è dietro.
Sollevo solo una questione (poi ovviamente non sarà oggetto qui, ma sarà oggetto di dibattito, magari in Conferenza dei Capigruppo o magari anche nella Commissione Regolamento e quant'altro), la proposta di modificare anche la disponibilità di queste risorse in capo all'Ufficio di Presidenza, perché se sono progetti culturali, sportivi e di qualunque tipo, magari sarebbe il caso di inserirli nelle disponibilità dell'Assessorato.
Visto che si sta cercando di rivisitare la normativa degli Assessorati competenti per poter far andare a bando quello che è bandibile, quindi cercando di limitare gli affidamenti diretti, che sono tendenzialmente tendenzialmente - discrezionali, noi chiederemmo di poter vagliare attentamente i fondi a disposizione dell'U.d.P. e cercare di avere una procedura che sia meno possibile discrezionale, proprio per evitare che poi si facciano accostamenti non voluti, e non chiari ovviamente, al Presidente del Consiglio o al Vicepresidente o al Consigliere Segretario e quant'altro.
Quindi, chiediamo solo una comunicazione in merito, se è possibile oggi, dall'Ufficio di Presidenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Lei, giustamente, nel suo intervento è stato molto attento, soprattutto in apertura.
Questi fondi non rientrano nella discrezionalità dell'Ufficio di Presidenza, quindi non è una competenza dell'Ufficio di Presidenza, non sono fondi dell'Ufficio di Presidenza. Attengono a fondi gestiti dalla Direzione, per quanto riguarda la comunicazione del Consiglio.
L'Ufficio di Presidenza, quindi, non ha deliberato; difatti non c'è una delibera ma, come lei giustamente ha detto, è una determina.
In ogni caso, dato che ho appreso, dalla stampa e dal vostro comunicato, la necessità - giustamente e correttamente - di avere delle delucidazioni, ho già comunicato alla struttura di adoperarsi affinché vi venga trasmesso, in modo dettagliato, di che cosa si tratta, perché è stato fatto e se è un evento singolo. Tutto, nel dettaglio, dalla "a" fino alla "z". Ho dato comunicazione alla struttura e vi sarà recapitato.
Se poi altri Consiglieri ne faranno richiesta, la stessa comunicazione dettagliata verrà presentata anche agli altri Consiglieri.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Ordine del giorno n. 422 presentato dai Consiglieri Ruffino, Berutti Graglia, Pichetto Fratin e Vignale, inerente a "Protocollo di intesa Ospedale di Susa" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Chiedo che venga inserito al primo punto dell'o.d.g. odierno il dibattito sul Protocollo di intesa relativo all'ospedale di Susa.
Il Presidente ed i colleghi ricorderanno che il punto era già stato in parte discusso. Chiederei di poter terminare la discussione e di arrivare alla votazione.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Ordine del giorno n. 425 presentato dai Consiglieri Batzella, Andrissi Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Protocollo d'intesa per l'ospedale di Susa" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Vorrei, appunto, parlare del protocollo di intesa. Inoltre - lo so che non posso entrare nel merito - ma credo veramente sia giunto il momento di dire che in Ufficio di Presidenza il Movimento 5 Stelle non è rappresentato. Credo che sia giunto il momento che ci sia trasparenza perché ci sono delle cose, Presidente, che non tornano.



PRESIDENTE

Non la sto seguendo, mi scusi: se lei mi aiutasse.



BATZELLA Stefania

Parlo in generale delle spese per i progetti, in considerazione del fatto che.



PRESIDENTE

No: ho già risposto, Consigliera Batzella.
Ho già dato la risposta, non c'entra niente e siamo andati oltre.
Ho spiegato - magari era distratta - che non si tratta.



BATZELLA Stefania

No, no, non riguarda solo quello che ha detto il Consigliere Bono. Il punto è che comunque "là dentro" noi non siamo rappresentati e non abbiamo voce in capitolo e non possiamo controllare né verificare.



PRESIDENTE

Eh, ma non è colpa nostra! Collega, lo so, ma non è questo il momento.



BATZELLA Stefania

Se dobbiamo lavorare, Presidente, lavoriamo tutti in maniera onesta e trasparente, perché il nostro compito è quello.



PRESIDENTE

Collega, ne approfitto, e lo dico anche a chi ci ascolta: anche da un punto di vista istituzionale sono costretto a dare una piccola delucidazione.
Nell'Ufficio di Presidenza è rappresentata l'opposizione.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) No, noi non siamo rappresentati!



PRESIDENTE

Dovevo finire di parlare.
Dicevo che è rappresentata l'opposizione: ci sono due rappresentanti dell'opposizione.
Non è rappresentato il Movimento 5 stelle, ma questa è un'altra questione.



(Commenti della Consigliera Batzella)



PRESIDENTE

Vi organizzerete per la prossima metà di mandato.
Colleghi! Non è questo il momento, non è questa la sede ed è inopportuno anche l'intervento.
Se non vi sono opposizioni, possiamo considerare iscritte all'o.d.g.
l'ordine del giorno n. 422 e l'ordine del giorno n 425 e completarne l'esame.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame disegno di legge n. 131, inerente a "Modifiche agli articoli 3, 4 e 8 della legge regionale statutaria 4 marzo 2005, n. 1 (Statuto della Regione Piemonte)"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 131, inerente a "Modifiche agli articoli 3, 4 e 8 della legge regionale statutaria 4 marzo 2005, n. 1 (Statuto della Regione Piemonte)", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatori di maggioranza e minoranza sono, rispettivamente, i Consiglieri Appiano e Mighetti.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea, relatore

Grazie, Presidente.
Si tratta di un provvedimento dagli "altissimi" e "complessi" contenuti, in quanto va a modificare alcune terminologie contenute all'interno dello Statuto della Regione.
Tali modificazioni mirano a meglio specificare ed attualizzare il concetto di Comunità montana, intesa non più come ente creato dalla Regione, dotato di personalità giuridica, bensì come aggregazione funzionale posta nell'ambito del territorio montano, che la Regione intende continuare a considerare nella sua specificità.
L'articolato licenziato dalla I Commissione consiliare recepisce le proposte emendative presentate, per il tramite del CAL, dall'Unione nazionale Comuni, Comunità ed Enti montani, che introducono nel disegno di legge per effetto delle modifiche apportate al quadro normativo nazionale e regionale, il riferimento alle Unioni montane, in quanto costituenti una forma speciale nell'ambito delle forme associative comunali.
In particolare, l'articolo 1 modifica il comma 2 dell'articolo 3 dello Statuto, identificando nelle Unioni montane e nelle forme associative comunali, oltre che nelle Province e nei Comuni, i destinatari della collaborazione istituzionale finalizzata alla realizzazione di un coordinato sistema delle Autonomie locali. L'articolo 2 modifica il comma 2 dell'articolo 4 dello Statuto, disponendo la necessità del raccordo tra gli strumenti di programmazione della Regione, delle Province, dei Comuni nonché delle Unioni montane e delle forme associative comunali. L'articolo 3 modifica il comma 2 dell'articolo 8 dello Statuto, ribadendo la specificità dei territori montani, unitamente a quelli collinari, come destinatari di specifiche politiche di intervento e individuando nelle forme associative montane e collinari il livello di gestione ottimale di tali misure di sostegno. Infine, l'articolo 4 modifica l'articolo 97 dello Statuto, affermando il ruolo della Regione quale promotore dei rapporti di sistema con i Comuni, le Province, nonché con le Unioni montane e le forme associative comunali.
Insomma, in definitiva, tutta questa relazione porta a far sì che laddove oggi nella legge c'è scritto "Comunità montane", domani si leggerà scritto "Unioni montane".
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Appiano.
In assenza del relatore di minoranza Mighetti e in accordo con le opposizioni, diamo per illustrata l'altra relazione.
La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla montagna

Presidente, è vero - come ha simpaticamente richiamato il collega Appiano - che andiamo semplicemente a sostituire il termine "Comunità montane" con il termine "Unioni montane". E' anche vero che questa modifica dello Statuto è stata unanimemente approvata in Commissione.
Approfitto di questo spazio per fare il punto sul cammino verso la formazione delle Unioni montane, sia a seguito della legge n. 11 che della legge n. 3.
Ad oggi, in Piemonte, sono state riconosciute 45 Unioni montane, che riguardano complessivamente 492 Comuni. I Comuni montani in Piemonte sono 524; ad oggi, 492 - quindi siamo oltre il 90% - hanno scelto di unirsi all'interno di un'Unione montana e in queste ultime settimane dovrebbe completarsi il quadro con la nascita di ulteriori sei Unioni montane, per complessivi 24 Comuni. Si arriverà dunque a qualche numero in più rispetto alle 48 Comunità montane che si trovavano in Piemonte prima della modifica fatta nel 2007. Di queste 45 Unioni, ben 31 sono già state riconosciute, ma più che altro svolgono le funzioni di sviluppo montano; molte hanno anche preso in carico i dipendenti delle vecchie Comunità e si sta procedendo ad accompagnare questo percorso per i dipendenti, in modo da non lasciare alcun lavoratore senza una prospettiva, o con la prospettiva degli esuberi.
Si tratta quindi di un percorso che si sta portando avanti e che dovrebbe concludersi con la fine dell'anno.
Questa delibera va a sancire un passaggio, per certi versi naturale, di adeguamento dello Statuto a questa nuova situazione e alla presenza delle Unioni montane al posto delle storiche, importanti, ma - ahimè - oggi non più salvaguardabili Comunità montane.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Con i voti dell'opposizione.



PRESIDENTE

Con i voti dell'opposizione, come mi fa notare il Consigliere Vignale.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Le chiederei cortesemente se fosse possibile precisare il voto della Lega Nord sull'articolo 1, nella prima votazione, che era favorevole.
Chiedo se possiamo metterlo a verbale, in modo che rimanga. Grazie.



PRESIDENTE

Certamente.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 38 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Comunico all'Aula che lo Statuto della Regione Piemonte prevede all'articolo 101, che lo stesso è modificato dal Consiglio regionale con legge approvata a maggioranza assoluta dei suoi componenti, con due deliberazioni adottate con un intervallo non minore di due mesi.


Argomento: Professioni e imprese turistiche (agenzie, guide turistiche alpine speleologiche, accompagnatori, maestri di sci, ecc.

Esame proposta di legge n. 114, inerente a "Modifiche alla legge regionale 29 settembre 1994, n. 41 (Ordinamento della professione di guida alpina)"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di legge n. 114, presentata dai Consiglieri Vignale, Graglia, Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani, Berutti e Porchietto, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Sono correlatori i Consiglieri Vignale, Allemano e Frediani.
La parola al Consigliere Vignale per la relazione.



VIGNALE Gian Luca, relatore

Grazie, Presidente.
Questa proposta di legge intende modificare la legge regionale n. 41 del 1994, relativa all'Ordinamento della professione di guida alpina, che prevedeva di adottare la norma nazionale del 1989 concernente l'Ordinamento della professione di guida alpina.
La legge nazionale prevede tre differenti fattispecie di figure professionali all'interno delle guide alpine: 1) la guida alpina, quindi colui il quale può accompagnare su qualunque territorio i clienti; 2) l'aspirante guida, che è il passo precedente per poter diventare guida alpina; 3) l'accompagnatore di media montagna, che invece ha una competenza esclusiva su terreni non innevati, non ghiacciati, non rocciosi.
Quando il Consiglio regionale, nel 1994, disciplinò l'Ordinamento della professione di guida alpina, ritenne di non inserire l'accompagnatore di media montagna. Sostanzialmente, con la modifica della norma, oggi diamo completa attuazione alla norma nazionale.
Perché riteniamo che questa legge sia estremamente importante? Per una serie di motivi. Intanto perché individuiamo una professione in più nell'area montana e, quando dico professione, intendo una libera professione che ha un riconoscimento da parte dello Stato, unico soggetto che può disciplinare una professione e che quindi ha tutta una serie di vantaggi, ha un proprio albo, un proprio codice deontologico, ha attività di formazione, ha un'obbligatorietà di aggiornamento. Questo sarà estremamente utile innanzitutto per offrire maggiori servizi a coloro i quali si recano presso le aree montane; in secondo luogo, è una grande opportunità di lavoro per coloro i quali vivono non solo necessariamente nelle aree montane, ma principalmente in quelle zone.
E' anche un'opportunità per poter aspirare a diventare guida alpina.
Oggi il corso di guida alpina ha un costo significativo; una volta la Regione Piemonte contribuiva in modo consistente a questo costo, ma oggi non lo può più fare e quindi l'accompagnatore di media montagna può anche essere il primo passaggio relativamente a questa professione. Non rappresenta, dunque, solo un aspetto di possibilità occupazionali, ma anche un aspetto di erogazione di servizi e di servizio che possiamo dare all'interno delle nostre aree.
Peraltro, questa norma non viene a sovrapporsi con quella degli accompagnatori naturalistici o delle guide escursionistiche ambientali, che possono ovviamente continuare a svolgere la loro attività, anzi un articolo della norma prevede proprio che chi ha svolto una professione che pu essere in qualche modo abilitante è che può essere certificata seguirà un percorso formativo diverso, a differenza di coloro i quali non hanno mai svolto questo tipo di attività.
E' una proposta di legge sulla quale c'è stato unanimità all'interno della Commissione, e per questo voglio ringraziare i componenti della III Commissione, l'Ufficio di Presidenza e tutti i Gruppi consiliari. E' anche molto attesa dal mondo della montagna, tanto dal Collegio delle guide alpine quanto dal mondo del CAI e anche da coloro i quali potranno beneficiare di questa nuova figura.
Quindi noi siamo lieti che oggi si possa discutere di questa norma, che crediamo possa essere uno strumento ulteriore per la promozione delle nostre vallate e per dare la possibilità di creare una nuova opportunità all'interno delle Alpi e degli Appennini piemontese.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani, seconda relatrice.



FREDIANI Francesca, relatrice

Grazie, Presidente.
Come diceva il collega Vignale, è stata una proposta alla quale abbiamo aderito e partecipato con entusiasmo (senza esagerare con i termini).
Diciamo che si tratta di un adeguamento ad una legge nazionale e quindi abbiamo accolto volentieri questa proposta, abbiamo lavorato anche con un'attività emendativa propositiva e migliorativa del testo.
Anche noi riteniamo che questa legge, modificata in questo senso quindi con l'introduzione di questa figura, possa portare dei benefici al nostro territorio; benefici sia dal punto di vista delle ricadute lavorative che dal punto di vista del turismo. Dal punto di vista delle ricadute lavorative, crea una figura più snella, che consente di godere di un tipo di turismo montano dolce, che può accompagnare il turista senza trovarsi nelle condizioni estreme in cui potrebbe trovarsi andando magari a fare un'escursione con una guida alpina o, comunque, con un operatore professionista che abbia delle competenze che consentano di utilizzare anche, ad esempio, delle attrezzature per affrontare condizioni più estreme; consente di godere anche del paesaggio naturalistico e di avere delle notizie differenti a seconda dell'estrazione e della formazione precedente di questo tipo di operatori, perché questa figura professionale può essere esercitata da persone che arrivano da diversa estrazione, quindi potrebbero essere persone con passione per la botanica, per la zoologia oppure persone con competenze storiche. A seconda delle caratteristiche dell'accompagnatore di media montagna, il turista può vivere esperienze diverse in tutta tranquillità.
Per quanto riguarda il ruolo della Regione, riteniamo che, a questo punto, sia importante garantire, anzitutto, che ci siano adeguati corsi di formazione. La legge prevede che ci siano dei momenti formativi ben precisi, che consentano anche di qualificare ulteriormente questa figura professionale che andiamo ad introdurre, con particolare riguardo rispetto ai criteri che consentano l'abilitazione, quindi in questo sarà fondamentale il ruolo della Giunta dall'approvazione della legge in poi.
Noi accogliamo in modo positivo questa proposta di legge, anche alla luce delle modifiche che siamo riusciti ad apportare attraverso il dialogo che si è svolto in III Commissione. Auspichiamo che un simile ragionamento si possa fare in altri settori, cosa che abbiamo tentato di introdurre nei giorni scorsi in Commissione, anche in riferimento al settore della cultura. Auspichiamo che ci sia la possibilità di introdurre figure più "snelle" anche relativamente agli accompagnatori turistici legati a particolari siti del territorio piemontese.
Sarà così possibile prevedere figure simili, che non siano paragonabili per competenza, per preparazione e anche riconoscimento alle guide turistiche, ma che consentano di visitare un sito turistico, magari con persone che mostrano la loro passione nei confronti dello stesso sito.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Allemano, terzo relatore.



ALLEMANO Paolo, relatore

Grazie, Presidente.
Mi resta ben poco da aggiungere, se non esprimere gratitudine e soddisfazione.
Gratitudine ai colleghi che hanno fatto in modo che si colmasse questa lacuna che, tra l'altro, creava anche una disparità rispetto alle Regioni limitrofe dove tale figura è riconosciuta. Oggi può operare nella nostra regione, ovviamente con svantaggio per i piemontesi.
Si è ampiamente fatto rilevare come vada nella direzione di sostenere un turismo montano di qualità nell'accezione della sicurezza e della professionalità, e aggiungo che non crea conflitti. Abbiamo verificato che non ci sono conflitti né verso le guide alpine che, ovviamente, hanno facoltà di svolgere questa funzione - ma non hanno nulla da temere da chi la svolga, perché aumenta la base dalla quale si esprime la guida alpina né nei confronti degli accompagnatori escursionistici, ai quali non è precluso certamente questo sbocco professionale se lo desiderano e che hanno, come è stato fatto rilevare, un'accezione diversa.
Voteremo convintamente e vorrei che l'Aula fosse sempre così armonica e arrivasse in questo modo al traguardo.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Ccuola Media "A. Cruto" di Piossasco (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Media "A. Cruto" di Piossasco in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Professioni e imprese turistiche (agenzie, guide turistiche alpine speleologiche, accompagnatori, maestri di sci, ecc.

Esame proposta di legge n. 114, inerente a "Modifiche alla legge regionale 29 settembre 1994, n. 41 (Ordinamento della professione di guida alpina)" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di legge n. 114.
Se non vi sono richieste di intervento in sede di discussione generale passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3 Il Consiglio approva.
Sia messo a verbale che la Consigliera Batzella ha votato a favore.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5 Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 1) presentato dal Consigliere Vignale: Prima del comma 1, dell'articolo 6 della proposta di legge n. 114 è inserito il seguente: "01. La rubrica dell'articolo 5 della l.r. 41/1994 è sostituita dalla seguente: Condizioni per l'iscrizione all'albo professionale e all'apposito elenco speciale".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non è altro che un coordinamento, come per l'altro emendamento all'articolo 10.
Negli articoli avevamo dimenticato l'albo speciale. Gli accompagnatori di media montagna saranno iscritti ad un albo speciale che abbiamo aggiunto in tutti gli articoli della legge. In realtà gli Uffici, che sono più diligenti di noi, si sono poi accorti che in due articoli avevamo dimenticato di aggiungere l'albo speciale. Quindi tanto questo articolo quanto quello successivo non fanno altro che coordinare la norma.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Vignale, Allemano Frediani: Il comma 2 dell'articolo 10 della proposta di legge n. 114 è sostituito dal seguente: "2. Al comma 4 dell'articolo 9 della legge regionale n. 41/1994 dopo le parole: 'la guida alpina o l'aspirante guida' sono inserite le seguenti: 'o l'accompagnatore di media montagna' " e, dopo le parole "la validità dell'iscrizioni nell'albo professionale" sono inserite le seguenti: "e nell'apposito elenco speciale di cui all'articolo 4, comma 3 bis" Tale emendamento è già stato illustrato dal proponente.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 10, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Indìco la votazione palese sull'articolo 13.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Indìco la votazione palese sull'articolo 15.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Indìco la votazione palese sull'articolo 16.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 Indìco la votazione palese sull'articolo 17.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 Indìco la votazione palese sull'articolo 18.
Il Consiglio approva.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato SÌ 33 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Questioni internazionali - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame mozione n. 509 presentata dai Consiglieri Laus, Boeti Benvenuto, Grimaldi, Molinari e Motta, inerente a "Impegni dell'Italia in vista della COP 21 di Parigi sui cambiamenti climatici"


PRESIDENTE

Procediamo con il proseguimento dell'esame della mozione n. 509, avente ad oggetto "Impegni dell'Italia in vista della COP 21 di Parigi sui cambiamenti climatici", presentato dai Consiglieri Laus, Boeti, Benvenuto Grimaldi, Molinari e Motta, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questa è una mozione che ha incidenza non nello specifico sulla nostra Regione, ma nell'ambito di un'azione globale di pressione ha un suo senso ovviamente vede il nostro favore poiché è promossa dal WWF, che è un'associazione molto vicina alle tematiche e alle idee che propone il Movimento 5 Stelle nelle aule istituzionali.
Se posso fare una piccola digressione, e anche una piccola provocazione, forse, per tutta una serie di motivi, quest'Aula sta diventando più adatta alla votazione di atti di indirizzo un po' general generici che non richiedono un impegno effettivo, immediato e costante da parte della Giunta regionale. Infatti, gli altri atti, anche quelli votati all'unanimità da quest'Aula, sempre nell'ambito di tematiche ambientali poi non vengono attuati, ed è il caso oggi della mozione n. 100, approvata all'unanimità da quest'Aula, che non ha visto alcuna attuazione in quattro mesi e per la quale l'Assessore Valmaggia ha detto che non è possibile dare attuazione.
Allora, probabilmente, così creiamo meno dissapori, manteniamo un clima di maggiore collaborazione se votiamo solo questi atti di indirizzo; poi sul resto, probabilmente, le varie forze politiche, soprattutto la nostra vedranno come portare l'attività in Aula, visto che quella di indirizzo non viene rispettata dalla Giunta regionale. Ho terminato la digressione.
Questo atto di indirizzo è importante perché, secondo le proiezioni di Istituti riconosciuti e di Centri di ricerca internazionale, nel nostro Paese si potrebbe verificare un aumento della temperatura di circa tre gradi per il periodo 2071-2100, quindi tre gradi in più rispetto al secolo prima, in riferimento al periodo 1971-2000, con picchi anche di quattro gradi per quanto riguarda la temperatura media invernale.
Nel contesto italiano, sicuramente, la zona più critica è proprio la pianura padana date le sue caratteristiche di area protetta, in un certo senso, da montagne piuttosto alte, ma in quanto tale anche molto meno esposta alla possibilità di ingresso di aria e di vento. Questo è un tema che abbiamo dibattuto più volte anche parlando della qualità dell'aria così come, purtroppo, dell'inadempienza anche del Piemonte alle normative europee che prevedono un limite annuo di sforamento rispetto ai limiti dell'inquinamento dell'aria. D'altra parte, lo stiamo vedendo anche in questi giorni, stiamo vivendo una piccola estate che è molto più lunga di quella che tradizionalmente viene chiamata "estate di San Martino". Ieri alla Capanna Margherita sul Monte Rosa si è registrata una temperatura di 0,8°C, con l'innalzamento dello zero termico, quindi è veramente una situazione anomala. Certo le giornate anomale dal punto di vista della temperatura devono sempre essere considerate, ci sono sempre periodi anomali, ciò che conta è la media; però, anche qui, se andiamo a vedere, la media degli ultimi anni ci dice che la temperatura è aumentata: abbiamo avuto un inverno per nulla freddo lo scorso anno e un'estate molto calda se le aspettative sono queste, potremo avere un inverno mite.
Al di là degli studi internazionali, anche la nostra percezione individuale è di un aumento delle temperature.
Mi fa piacere ricordare in questo contesto che un nostro collega e amico parlamentare piemontese del Movimento 5 Stelle, Mirko Busto, un mese fa ha partecipato in Bolivia a Cochabamba alla Conferenza internazionale dei popoli sul cambiamento climatico e la difesa della vita, organizzata dal Presidente della Bolivia Evo Morales. Mi fa piacere anche dire che l'unica forza politica italiana invitata a questa conferenza è stata quella del Movimento 5 Stelle, e questo dovrebbe dirla lunga, probabilmente, sul riconoscimento della nostra forza politica come forza slegata da certi contesti e da certi interessi, quindi che può parlare a ragione veduta e senza condizionamenti anche di questo tipo di problemi.
Con questo voglio ribadire il nostro voto favorevole all'atto di indirizzo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Alle parole del nostro Presidente, che ha detto che voteremo a favore di questa mozione, volevo solo aggiungere qualche elemento di ragionamento in quanto gli obiettivi di queste conferenze internazionali, purtroppo, già vengono usualmente viste al ribasso quando addirittura non vengono neanche assunti impegni specifici in materia.
A nostro parere, al di là dell'obiettivo importante di questa mozione per sollecitare l'impegno del nostro Paese nel contesto internazionale, si devono assumere iniziative programmatiche e politiche concrete sul nostro territorio regionale. Quindi, ricordo che siamo ancora nelle more dell'approvazione del piano energetico ambientale regionale, che già nella scorsa legislatura si era arenato alla VAS.
Solleciterei affinché ci si dia una mossa, come si suole dire, nel portare avanti questa tematica, perché nella produzione energetica e nella tutela dell'ambiente (quindi, con un adeguato contesto di programmazione e legislazione) è possibile incidere se ognuno fa la sua parte.
Allora, noi abbiamo degli obiettivi nazionali che, purtroppo, sono il minimo sindacale per rispettare gli impegni europei, che, tra l'altro, sono stati rivisti al rialzo recentemente, come obbiettivo e come ambizione.
Questi si traducono in impegni regionali, con la direttiva Burden Sharing che venne approvata dal Governo Monti, ma, purtroppo, fanno ancora perno su dati e informazioni che risalgono, ormai, usando una terminologia scientifica, ai tempi andati. Infatti, parliamo ancora di dati dell'ENEA relativi agli anni 2005-2007; anche sul tema delle fonti rinnovabili siamo ancora ai dati di Terna relativi al più tardi al 2011.
Un mondo intero è cambiato dal 2007 ad oggi; abbiamo avuto una crisi globale che, forse, ci ha anche aiutati nel perseguire gli obiettivi di riduzione di emissioni climalteranti e di contenimento del consumo energetico. Dalle costanti informazioni provenienti dalle agenzie internazionali sappiamo che, purtroppo, ogni anno superiamo l'anno precedente in termini di record di emissioni, nonostante il rallentamento dell'economia globale.
Allora, come si suole dire, "think global, act local", cioè pensiamo al problema globale ma agiamo localmente. Quindi, sollecito, oltre all'approvazione del presente ordine del giorno, a un cambio di marcia nel portare avanti il piano energetico ambientale regionale e tutte quelle misure che possono veramente aiutare. Stiamo parlando anche dal Piano rifiuti, che veramente è tristemente poco ambizioso, ma purtroppo anche il piano energetico ambientale regionale è poco ambizioso, in quanto ci si limita a perseguire gli obiettivi coerenti con la legislazione nazionale senza cercare di fare balzi in avanti, che forse ci darebbero anche dei vantaggi competitivi, nello sviluppo di nuove attività produttive su tutte queste tematiche che oggi, nel futuro immediato ed anche a medio e lungo termine, diventeranno via via più cogenti.
Proprio oggi, i giornali parlavano nuovamente di un aumento di quattro gradi della temperatura globale entro il 2100 e di cosa questo voglia dire anche solo in termini di innalzamento del livello delle acque. Stiamo parlando dell'Italia, non della Micronesia o delle Maldive; stiamo parlando dell'Italia e di due milioni e 900 mila persone che dovranno essere ricollocate, perché alcune zone di Napoli, Venezia e della costa toscana verranno inondate e noi non siamo bravi come gli olandesi a costruire le dighe, visto che non siamo ancora riusciti a proteggere bene nemmeno Venezia (una singola città) dall'acqua alta.
Pertanto, rinnovo il mio invito ad agire localmente, mentre proponiamo mozioni di livello globale.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Ovviamente, c'è soddisfazione e condivisione per questa mozione presentata dall'Ufficio di Presidenza.
E' chiaro che l'appuntamento di Parigi è molto atteso e sappiamo anche che l'auspicio che i risultati e le conclusioni della conferenza siano positivi, viste le esperienze passate, rischiano di andare delusi. Spesso purtroppo, le conferenze internazionali degli ultimi anni hanno dato risultati inferiori alle attese, oppure gli impegni che erano stati assunti non sono stati rispettati.
In ogni caso, considero importante - come veniva rimarcato - l'azione decentrata e diffusa su tutto il territorio - sul globo - da parte dei singoli Stati. Da questo punto di vista, la mozione riassume molti impegni che la Regione Piemontesi ha assunto in questi anni e che sta portando avanti.
Voglio ricordare che il Piemonte, come territorio, è leader in Italia per la presenza di aziende innovative nel settore del risparmio energetico e di qualità. Pertanto, c'è una presenza di competenze, oltre che di istituti di ricerca, anche nell'ambito industriale e produttivo, che deve trovare risposta nelle programmazioni regionali. Noi ci stiamo muovendo in questo senso.
Voglio ricordare, inoltre, che il dibattito sul Piano rifiuti avvenuto in questi giorni in Commissione è stato approfondito e sta vedendo, in accordo con l'Assessorato e l'Assessore, ulteriori integrazioni e modifiche che vanno nella direzione posta dalla mozione: quella dell'economia circolare e del riuso del riciclo, anziché dell'abbandono.
Al tempo stesso, ritengo possano trovare risposta alle attese di questa mozione sia il Piano paesaggistico regionale sia il Piano energetico. Siamo certamente tutti in attesa e sollecitiamo la conclusione dell'iter, ma è sicuramente un documento che va in quella direzione, così come il dibattito avviato sul consumo di suolo, che, in qualche modo, si accompagna al lavoro del Piano paesaggistico, ma non solo, e che dovrà vedere quest'Aula e le Commissioni impegnate nei prossimi mesi su un provvedimento regionale che sia all'altezza delle sfide in corso.
Abbiamo molti fronti aperti, dopo alcuni anni di rallentamento dell'azione programmatoria e pianificatoria della Regione Piemonte: i provvedimenti ci sono e io auspico che ci sia anche il clima e la disponibilità giusti per un dibattito nel merito delle questioni, più che su singole posizioni, che possa condurre il Piemonte a rispettare le istanze che oggi andiamo ad approvare con questo documento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Ovviamente, il contenuto di questa mozione è condivisibile: come potrebbe non esserlo? Occorre far notare, però, che ci vorrebbe un po' di coerenza tra gli organi regionali, perché mi pare che Giunta e Consiglio stiano agendo in ordine sparso. Vediamo, infatti, un invito al Governo italiano a farsi promotore sulle politiche di emissioni di CO2 più incisive, per probabilmente il Consiglio deve invitare la Giunta a fare lo stesso perché, nello stesso tempo, il primo impegno della mozione chiede di inserire in programmazione delle misure più incisive di riduzione (stiamo parlando di introdurre il bollo auto alle categorie che producono meno emissioni di CO2, ovvero GPL, metano, auto elettriche).
Pertanto, mentre il Consiglio propone questa mozione e - auspico - la voterà positivamente, da parte della Giunta vi è un provvedimento che va nella direzione completamente opposta.
Nel secondo impegno del documento abbiamo l'adozione di nuove strategie in campo energetico e uso delle risorse basati sull'economia circolare. E qui, di nuovo, ci scontriamo con il Piano rifiuti, che va esattamente nella direzione opposta, perché, non solo pone obiettivi poco ambiziosi rispetto al 2020, ma non pone assolutamente obiettivi, se non citando concetti che poi, non sono applicati nei fatti.
Pertanto, è assolutamente cosmetico votare questa mozione, quando la Giunta sta operando, sui due settori, in senso completamente opposto.
Vediamo bene che finora la Regione Piemonte non ha attuato alcuna misura e non ha dedicato alcuna risorsa del proprio bilancio, neanche dei fondi che le sono messi a disposizione, su reali politiche di riduzione perché non vi è alcun tipo di politica d'incentivo alla mobilità pubblica non vi sono politiche di incentivo all'utilizzo di mezzi più puliti, non vi sono politiche di alcun tipo sulla riduzione delle emissioni di CO2.
Si tratta veramente di un'operazione per lavarsi la coscienza, per dire che il Consiglio è favorevole a delle strategie che sono ormai riconosciute a livello mondiale, ma, poi, gli organi esecutivi fanno esattamente l'opposto.
Forse, occorre mettersi d'accordo. Apprendiamo dalla stampa di malumori o - non so come chiamarli - piccole differenze di pensiero tra la maggioranza e la Giunta sul problema del bollo auto. E' chiaro che stiamo facendo la guerra per non arretrare, ma non certo per avanzare, perché si tratta di un provvedimento retrogrado, e noi stiamo qui a lottare affinch non venga approvato: altro che politiche di riduzione di CO2! E' proprio il senso opposto.
Pertanto, voteremo tranquillamente a favore di questa mozione e aspettiamo anche questo esecutivo al varco, per dare seguito a quello che il Consiglio afferma e speriamo che la maggioranza faccia anche il proprio ruolo, visto che la sopravvivenza di questo Governo dipende da lei.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Mi rivolgo anche a lei, come firmatario, perché mi sembra un po' anomalo che l'Ufficio di Presidenza, nell'ambito della sua azione legislativa, presenti una mozione ambientalista. Mi sembra di comprendere cioè, che l'Ufficio di Presidenza è attento (provo a interpretarla in questo modo), che c'è l'attenzione dell'Ufficio di Presidenza rispetto alle iniziative che l'Aula fa e soprattutto - immagino - le iniziative che fa la Giunta in questo senso.
Sicuramente, ci si va ad impegnare per delle cause nobili (la metto in questi termini), anche in funzione ad una soluzione di esaurimento futuro (non si sa quando, alcuni testi parlano del 2100) del residuo di carburanti fossili e di elementi di questo genere. Prima o poi ci sarà un momento entro il quale la crescita della popolazione mondiale porrà un limite allo sviluppo; alcuni testi danno indicazioni di questo tipo, quindi la causa è sicuramente nobile. Tuttavia, sapendo che si vota in termini positivi, noi voteremo in termini positivi, rispetto a quest'impegno dell'Ufficio di Presidenza, immaginando che la maggioranza sappia cosa significhi il voto di questa mozione: vuol dire una serie di iniziative che vanno ad incidere profondamente sull'azione legislativa che stiamo facendo.
Diceva bene la Consigliera Accossato che una programmazione in campo energetico e un miglioramento della qualità dell'aria esclude l'incenerimento dei rifiuti. Quindi, poiché l'Ufficio di Presidenza ha fatto questa proposta che la Consigliera Accossato ha fatto propria, mi aspetto che nel futuro andremo ad annullare il Piano rifiuti previsto per i prossimi cinque anni, il cosiddetto "20 20 20". Questo impegna l'introduzione del bollo auto che penalizzi coloro che non hanno auto euro 1, ammesso che poi gli euro 4, 5 o 6 siano meno inquinanti, considerando le ultime polemiche rispetto al caso Volkswagen.
Al di là della battuta, mi pare che la Giunta modifichi il bollo auto andando a discriminare coloro che hanno le auto "apparentemente" (usiamo questo termine) meno inquinanti rispetto ad altre auto invece più inquinanti per dare un impulso alle infrastrutture (manca l'Assessore Balocco). Noto che questo sia un segnale di una programmazione delle infrastrutture rispetto all'intermodalità, quindi più treni e meno camion in Piemonte. Cosa intende fare la Regione Piemonte rispetto a questo tipo di intermodalità? Poiché gli impegni di questo documento, che ho letto con attenzione sono consistenti, è chiaro che il voto di questa mozione prevede (immagino che lo ricorderemo durante la discussione di una serie di provvedimenti legislativi, che arriveranno in Aula prima o poi, ma lo ricorderemo anche nelle Commissioni) una serie di obiettivi di un certo tipo, di una certa portata, di una certa economia, importante dal punto di vista del bilancio della Regione e quant'altro.
Voteremo a favore di questo documento, ma al di là degli aspetti nobili, relativamente alle future applicazioni, ricorderemo questi impegni che andremo a votare oggi, perché ci preoccupa quale impatto avrà una mozione di questo genere sulla Giunta. Potrà essere un impatto estremamente pesante, perché dal punto di vista economico l'applicazione quotidiana di questo tipo di iniziative, nell'attività amministrativa e legislativa, che faremo come Aula, soprattutto quanto la Giunta farà proposte a quest'Aula non sarà semplice.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Consigliere Sozzani, volevo dirle che questa mozione nasce da una raccomandazione della Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali. Il nostro Presidente Laus ha raccolto questa raccomandazione e l'ha tradotta in una mozione di indirizzo. Questo può capitare.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
La discussione sull'effetto serra e sui suoi effetti negli anni vedeva delle posizioni contrapposte tra chi prevedeva che i gas climalteranti (CO2 e metano) in primis avrebbero creato un aumento significativo delle temperature e chi diceva, invece, che le attività antropiche dell'uomo non avrebbero avuto alcuna influenza sui cambiamenti climatici. In realtà i quasi mille scienziati dell'IPCC all'unanimità ritengono da parecchi anni che le attività antropiche provocano un cambiamento definito "effetto serra".
L'ultimo dato è di qualche giorno fa: le parti per milioni della CO2 hanno raggiunto le 400 parti per milione e, da circa 14 anni, ogni anno è il più caldo della storia.
Diciamo quindi che il dibattito "a qualcuno piace caldo" potrebbe dirsi superato, sebbene non lo è del tutto, però nella scienza si può fare qualsiasi affermazione se si ha la voglia di farla e sicuramente qualsiasi affermazione ha una piccola probabilità di essere vera.
Credo che adesso il tema è che bisognerebbe distinguere fra chi dice una cosa e ne fa un'altra. Nel senso che a qualcuno "piace caldo" nei fatti e poi dimostrerò perché la Regione Piemonte, di fatto, rientra in questa categoria, cioè nella categoria degli ipocriti, degli ipocriti politici per una serie di azioni, ma prima di arrivare a questo ragionamento, volevo dare alcune notizie interessanti.
Anzitutto, l'Agenzia Internazionale dell'Energia, recentemente, ha parlato di un effetto virtuoso, positivo, della cosiddetta capacity energy cioè le energie rinnovabili: mentre fino a qualche anno fa si prevedeva una loro diffusione decisamente contenuta, ormai hanno superato, per restare solo alla fonte solare, i 180 gigawatt e sei anni fa la previsione era che nel 2015 non si potessero superare i 20 gigawatt. Ma perché? Perché la produzione con energie rinnovabili e, in particolar modo, con l'energia eolica, è diventata fortemente competitiva dal punto di vista dei costi sia nella realizzazione degli impianti, sia perché l'approvvigionamento di questi impianti è gratuito. Nel senso che l'energia eolica e l'energia solare arrivano grazie alla posizione della Terra nella volta celeste quindi non richiedono soldi per gli approvvigionamenti.
Tutto questo sta cambiando decisamente le condizioni internazionali anche le posizioni dei detrattori delle energie rinnovabili, quelli che fino a pochi anni fa dicevano che parlare di energia rinnovabile era come un'operazione di nicchia, per poche persone, per ecologisti, che non avrebbe avuto gambe in nessun modo.
Detto questo, la mozione impegna la Regione a fare delle cose concrete.
Cioè, pensare globalmente e agire localmente, come dicevano prima i miei colleghi, ma se noi guardiamo l'azione della Regione ci accorgiamo che la Regione ha cercato di tassare gli impianti idroelettrici (poi, gli è andata male) e recentemente, vuole inserire una tassazione sulle auto più ecologiche. Sul TPL sicuramente non ha favorito quello a minore impatto dal punto di vista della produzione di gas climalteranti e, non ultimo, il Piano Regionale Rifiuti dove si parla, ipocritamente, di "economia circolare", perché il Piano rifiuti, in realtà, e l'abbiamo visto nell'emendamento presentato dalla Giunta, punta a produrre maggiormente combustibile solido e secondario, per bruciare rifiuti, come se bruciare derivati del petrolio fosse ad impatto zero nell'emissione di gas climalteranti.
Questa è una tesi che sinceramente potrebbe diventare interessante come quella secondo cui la luna è fatta di gorgonzola - perché è francamente incomprensibile.
Non solo. Sappiamo che un modo per impedire l'aumento della CO2 è di riciclare la sostanza organica, ed è quello che si è proposto (poi vedremo se andrete avanti su questa opzione): fare un pre-trattamento dell'indifferenziato, la cui composizione è in stragrande maggioranza costituita da sostanza organica, e la sostanza organica ha alla sua base il carbonio. Voi cosa proponete? Di essiccare questa sostanza organica per buttarla in discarica e ovviamente bruciarla, magari con qualche bel certificato verde o qualcosa di simile.
Allora capiamo, anzi, capiamoci: il posto migliore dove deve andare la sostanza organica è nel terreno agricolo. Per poterlo fare ci vuole una raccolta differenziata portata ai massimi livelli ed un recupero di questa sostanza organica come ambientante per l'agricoltura.
La strada che voi intendete percorrere è una strada decisamente e completamente sbagliata. Voi volete impedire l'accumulo di carbonio e non andate ad affrontare un altro problema dovuto all'utilizzo di sostanze chimiche, quali concimi chimici ed altre porcherie in agricoltura, che purtroppo vengono usate massicciamente anche sul territorio italiano, e che portano ad una desertificazione.
Il 40% del terreno agricolo italiano viene indicato come soggetto a desertificazione.
La situazione è questa: da una parte, approviamo mozioni, ordini del giorno ed atti di indirizzo in Consiglio regionale; dall'altra l'Amministrazione e il Governo di questa Regione va, nelle poche azioni che fa, in tutt'altra direzione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Su quest'ordine del giorno ero già intervenuto in chiusura del passato Consiglio, quando poi sono stati sospesi i lavori e non si è potuto procedere alla votazione. In quell'occasione ho raccontato al Consiglio di aver partecipato ad un'iniziativa che raccoglie i Governi sub nazionali del pianeta, quindi le Regioni, in un protocollo operativo concreto, proprio per dare una concretezza al tema dei cambiamenti climatici a livello regionale.
E' un protocollo denominato "Under 2 Mou", nato tra due Regioni del mondo - la California in America e il Baden Wurttemberg in Germania - che impegna i Governi sub regionali a portare avanti politiche concrete per la riduzione delle emissioni climalteranti ed anche per la riduzione del riscaldamento globale del pianeta.
Questo protocollo parte dalla considerazione che buona parte delle politiche sul tema del clima e sulle emissioni climalteranti vengono svolte e sviluppate a livello regionale: dal 50 all'80% degli interventi di mitigazione e di contenimento delle emissioni sono svolte a livello di governi regionali e di politiche locali.
L'indirizzo è condiviso anche in Giunta con i colleghi Assessori perché il tema ambientale non riguarda un solo Assessorato, ma trasversalmente deve coinvolgere le politiche generali dell'Ente, in particolare il coinvolgimento dell'Assessore Ferrero all'agricoltura dell'Assessore De Santis all'energia e dell'Assessore Balocco ai trasporti e alla mobilità, creando un gruppo di lavoro che porti avanti e dia concretezza alla richiesta provenienti da quest'Aula e che traduca in concretezza le politiche ambientali.
La sottoscrizione di questo protocollo serve proprio per realizzare tutto ciò, per condividere le buone prassi, le buone iniziative e i percorsi che altre Regioni nel resto del mondo hanno portato avanti traducendo, in una condivisione di intenti e in uno scambio di buone pratiche, il protocollo che verrà sottoscritto.
Nello specifico, è già stato individuato, proprio per definire questo obiettivo prima dell'avvio di Parigi, del COP 21 di Parigi, un incontro qui in sala Viglione, anche con il Presidente della Regione, giovedì 26 novembre p.v., in cui ci sarà la sottoscrizione ufficiale di questo protocollo, che ritengo vada a tradursi, operativamente e concretamente alle indicazioni contenute in questo giorno del giorno.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla mozione n. 509, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di deliberazione n. 111, inerente a "Documento di economia e finanza regionale 2015"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 111, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

Innanzitutto, vorrei ricordare il significato del Documento economico finanziario di programmazione.
Se la legge di bilancio è il documento nel quale si allocano le risorse da utilizzarsi nel corso di un esercizio, il Documento economico e finanziario è lo strumento che sostanzialmente, facendo il punto degli interventi delle politiche regionali in un arco pluriennale, non solo fissa lo stato dell'arte nella fase di attuazione di quelle politiche, ma individua gli obiettivi aggiornati che si pone l'Amministrazione regionale nel corso del successivo esercizio contabile.
Questo è il significato più importante di questo documento. Per molti anni ha rappresentato uno studio, una fase di aggiornamento della situazione economica e sociale del Piemonte; mentre adesso, adagio adagio lo stiamo trasformando in uno strumento più sintetico, ma più capace di rappresentare questa sua specificità e questa sua funzione.
E' evidente che il Documento economico e finanziario parte da un aggiornamento della situazione economica e sociale della nostra Regione nelle sue diverse componenti: nella componente demografica, che ancora una volta conferma un dato di una Regione che sta progressivamente invecchiando, soprattutto nel rapporto tra indici di natalità e di mortalità; di una Regione che, in anni di più forte espansione economica aveva visto attenuare questo elemento, che non è un elemento da non sottovalutare, soprattutto in chiave di prospettiva, attraverso il saldo tra emigrati ed immigrati e che in questi ultimi anni questo saldo incomincia a rappresentare, invece, elementi di problematicità; di una Regione nella quale, in sintonia con gli elementi più generali dell'economia nazionale e mondiale, si colgono già in questo 2015 segnali significativi di una ripresa economica e di una crescita del PIL regionale.
E le previsioni che vengono individuate, anche attraverso il contributo e le analisi dell'IRES Piemonte, sono previsioni di crescita ulteriore soprattutto nel corso del 2016; anche se permangono elementi sul piano della dimensione internazionale.
Per una prima fase - negli ultimi anni, soprattutto negli ultimi due precedenti a questo - il mercato internazionale e la ripresa internazionale avevano infatti rappresentato un elemento di forte spinta nel tentativo di ripresa economica dopo sette anni di crisi molto forte e molto preoccupante; e questo elemento della ripresa della domanda internazionale poneva il tema di un obiettivo, che viene confermato anche nelle strategie di politiche regionali, cioè quello di favorire la penetrazione internazionale delle nostre imprese.
Ora, se pensiamo ai prossimi anni, pensiamo ad anni nei quali forse la crescita del prodotto interno lordo regionale e nazionale è più affidata agli elementi di crescita del mercato interno, perché sul piano internazionale permangono invece elementi di forte instabilità. I Paesi emergenti di forte sviluppo, che per molti anni avevano trainato la ripresa economica mondiale - la Russia e il Brasile, in maniera molto forte e particolare, e l'India, che pur è molto diversa - sono Paesi che stanno vivendo una condizione di fortissima difficoltà e il rallentamento della crescita cinese - peraltro assolutamente prevedibile - non aiuta.
In questo contesto il Documento cerca di individuare le scelte che l'Amministrazione regionale colloca all'interno delle proprie politiche per cercare di proseguire l'operazione di risanamento della propria situazione, difficile sotto il profilo economico e finanziario: sono scelte di riduzione di costi, di organizzazione e di funzionamento della Regione mentre viene rappresentato un dato certamente significativo, anche sottostante alla riorganizzazione fatta nel corso della parte finale del 2014 e nel 2015 della Regione Piemonte, relativo al calo del costo del personale interno all'Ente particolarmente significativo - che vengono confermate nel corso del 2016.
Il secondo obiettivo che viene fissato è certamente quello relativo all'attuazione di un programma e di un piano di dismissione del patrimonio immobiliare della Regione. Sotto questo aspetto, il 2015 è stato un anno preparatorio nella predisposizione di tutti gli atti e nell'avvio delle procedure urbanistiche di variante, mentre il 2016 sarà l'anno nel quale lo sforzo massimo verrà compiuto nell'alienazioni di parti consistenti del patrimonio immobiliare regionale.
Il terzo elemento è quello rappresentato dal piano di riorganizzazione di tutto ciò che è esterno alla Regione - Enti strumentali, Società Partecipazioni, ecc. - e che rappresenta anch'esso un obiettivo, sia per questo 2015 ma soprattutto nel corso del 2016. E dentro questo obiettivo al di là del lavoro che è già stato svolto e dei risultati che già si stanno leggendo, è evidente che la questione più rilevante che porremo anche nei documenti legati alle politiche di bilancio sarà rappresentata sostanzialmente dalla riorganizzazione del sistema delle Finanziarie regionali e dall'individuazione del nuovo ruolo della Finanziaria regionale, meno appiattito sulla gestione delle leggi regionali e invece più dedicato alle politiche di sostegno allo sviluppo economico e di abbattimento del deficit infrastrutturale della nostra Regione.
Il quarto elemento rilevante è certamente lo sforzo che si sta portando avanti - sia legato alla programmazione dei fondi strutturali europei sia all'utilizzo di fondi nazionali - circa il recupero del gap e della condizione di arretratezza della nostra Regione, soprattutto in relazione alla rete telematica interna, che è elemento indispensabile non solo per sostenere il sistema e il mondo delle imprese, ma anche per la riorganizzazione economica.
Il Documento individua e fa il punto, dopo l'approvazione da parte del Consiglio regionale della legge di riordino del rapporto tra Regione e Province, sull'esigenza di concretizzazione e di attuazione di questa legge, soprattutto in relazione all'organizzazione a valle della riforma del Titolo V della Costituzione, esprimendo elementi di positività per quanto riguarda il lavoro che si sta portando avanti circa i soggetti di area vasta ed elementi di problematicità, invece, per quanto riguarda l'attuazione della Delrio, soprattutto in riferimento alla gestione associata tra i Comuni; dove, a fianco ad elementi positivi quali le proposte di fusione (o di fusione per incorporazione) da parte di alcune Amministrazioni comunali della nostra Regione, permane una condizione di forte fragilità del sistema che, soprattutto in Piemonte, è un elemento che non aiuta la costruzione di politiche per il futuro. Ricordo infatti che la nostra è una Regione che ancora oggi ha 1.204 Comuni e che ancora oggi più del 90% di questi Comuni ha una popolazione inferiore a 5.000 abitanti.
Il Documento fa il punto anche sulle politiche che la Regione Piemonte sta portando avanti in materia sanitaria, sulle azioni che sono state condotte nel corso del 2015, ma anche e soprattutto sugli obiettivi che nel 2016 l'Amministrazione regionale si pone; anche se l'obiettivo fondamentale dei lavori del Presidente e dell'Assessore alla sanità è quello di consentire alla Regione Piemonte, entro la fine dell'anno, di poter uscire dalla fase di piano di rientro e di poter cercare di recuperare quell'autonomia che consente di rafforzare gli elementi anche di più forte integrazione sotto il profilo sociale e sanitario.
Questi sono, a grandi linee, i tratti. Poi il Documento individua anche azioni e impegni di intervento legislativo che nel corso del prossimo anno l'Amministrazione assume come obiettivi da perseguire.
Ripeto: questo è lo scenario dentro il quale poi, nella limitatezza delle risorse economiche a disposizione, si collocheranno le scelte di politica di bilancio e di allocazione delle risorse.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo analizzato abbastanza lungamente nelle Commissioni competenti il Documento di economia e di finanza regionale, che rappresenta una "prima assoluta" per la nostra Regione, in quanto negli anni passati quando la Regione lo faceva, quando si ricordava di farlo o quando ne ha avuto voglia - abbiamo analizzato invece il Documento di programmazione di economia e finanza. Si tratta quindi di una nuova previsione che recepisce la normativa nazionale e, come dicevo, di una prima assoluta per la Regione Piemonte. Mi permetto di dire che penso e spero che nei prossimi anni il testo verrà scritto anche con una maggiore aderenza rispetto alla realtà.
Lo dico perché se si scorrono i dati, partendo dalle premesse della situazione economica e sociale del Piemonte per arrivare alla stima delle entrate, si vede un Documento nettamente lontano dalla realtà.
Innanzitutto, per quanto riguarda la situazione economica del Paese - poi vedremo successivamente se le previsioni casualmente hanno azzeccato una fase di ripresa dell'economia a livello regionale, di cui si parla da alcune settimane e anche in questi giorni - bisognerà comprendere se si tratta di una crescita del PIL - fermo restando che questo sia un bene, ai sensi di quello che dicevamo prima discutendo la mozione precedentemente approvata - oppure se si tratta di un fuoco di paglia, nel senso che è qualcosa che si va esaurendo, e soprattutto vedere anche che tipo di crescita è, perché dobbiamo smettere di fare una valutazione solo quantitativa della crescita, ma dobbiamo andare su una valutazione anche qualitativa, perché è evidente che anche un disastro ambientale o una guerra, ad esempio, possono dare un segno più magari in un momento iniziale al prodotto interno lordo di un Paese o di una Regione.
Il Documento analizzava una lievissima riduzione del tasso di disoccupazione: da 11,3 a 11,2 (stima del 2015); però, a pagina 15, si sottolinea come la crescita degli occupati sia soprattutto femminile nella sola componente straniera (niente contro questo, ovviamente), concentrato nella fascia di età più anziana, denotando caratteristiche strutturali del mercato del lavoro dovuti a crescente femminilizzazione e sviluppo delle professioni legate alla manodopera straniera, in particolar modo legate all'assistenza alla persona. Questo era un dato, oltre i dati che ci sono non proprio positivi, riguardanti soprattutto la produzione industriale cioè mentre il settore industriale sembrerebbe quello che sta un po' ripartendo, poi si fa un'analisi sul fatto che il settore terziario riparta prima del settore industriale, ma i settori industriale e manifatturiero invece dimostrano ancora un trend negativo, almeno al momento in cui è stato fatto il documento.
Anche il confronto col Settentrione mostra comunque una Regione Piemonte molto più in difficoltà rispetto alle Regioni cui noi facciamo riferimento, (Lombardia, Emilia Romagna e Veneto) e anche la città capoluogo di regione, Torino, che dovrebbe essere, anche dal punto di vista di traino per l'economia, il motore, dimostra una difficoltà molto maggiore rispetto ai capoluoghi delle Regioni del Nord.
Si passa poi ad analizzare i fondi europei, dal fondo di sviluppo regionale al fondo sociale europeo, e giova ricordare che, al momento, si è ancora indietro sulla nuova programmazione. L'altro giorno - forse giustamente, non lo so - l'Assessorato della De Santis e la Giunta regionale dichiaravano con giubilo che, insomma, si erano riusciti a salvare 40 milioni di vecchi fondi europei della vecchia programmazione. Va bene, siamo contenti, siamo lieti, ma siamo nel 2015, quasi 2016, e quasi nulla si sa della nuova programmazione dei fondi europei. Quindi vorremmo anche avere delucidazioni su questo, visto che siamo all'11 novembre.
Anche sul tema dell'efficientamento della macchina, ci sono diverse perplessità, nel senso che il Piano di dismissioni immobiliari, di cui si è discusso con la finanziaria regionale (articolo 6, legge n. 9/1025 allegato D) al momento il Vicepresidente Reschigna mi sembra che abbia detto che il 2015 si chiuderà solo con la spinta propulsiva a rivedere i piani regolatori dei Comuni per poter.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze (fuori microfono)

Alle varianti.



BONO Davide

Alle varianti, ecco, per poter eventualmente alienare. Ma ovviamente l'accertamento e quindi i fondi andranno solo nel 2016, mi sembra di aver capito, quindi già il bilancio previsionale che noi abbiamo approvato prevedeva 56 milioni di alienazione al Titolo IV e vediamo, appunto, in assestamento.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze (fuori microfono)

Zero euro.



BONO Davide

Vedremo appunto poi in assestamento quanto ci sarà appunto per quanto riguarda le alienazioni, quindi se rimarrà zero siamo lieti perch insomma, negli anni passati c'erano state cifre che poi assolutamente erano state disattese e non vi erano state entrate per quanto riguarda le alienazioni.
Anche per quanto riguarda la razionalizzazione delle società partecipate, c'è un po' di confusione e di perplessità. Abbiamo anche approvato degli emendamenti ieri riguardanti alcune partecipate che danno loro delle funzioni e il piano delle partecipate è ancora un po' un'incognita da cui si vorrebbe capire soprattutto i risparmi perché, se si deve andare in una logica di efficientamento della macchina regionale, è ovvio che alcune funzioni della Regione Piemonte che non sono fondamentali purtroppo - dico purtroppo perché non fa mai piacere vendere magari delle partecipate che funzionano - devono essere oggetto di tagli. Quindi anche su questo vorremmo capire come si procede e con quali tempistiche, perch sono anche i tempi che contano.
Per quanto riguarda il bilancio, si analizza ormai il bilancio con le aree di governo e le emissioni e quindi questa è sicuramente un'innovazione dettata dall'armonizzazione del bilancio a livello nazionale delle Regioni.
Diceva anche il Vicepresidente Reschigna che il Documento è molto sintetico rispetto ai documenti di programmazione finanziaria e quindi forse la parte più interessante, perché poi tutte le parti singole delle varie aree di governo, delle emissioni verranno analizzate in quello che dovrebbe essere l'assestamento di bilancio, cioè la trasformazione della legge di bilancio in una legge di assestamento, dove vedremo appunto, compatibilmente con le risorse, perché al netto del decreto "salva Regioni", che non dovremmo chiamare "salva Regioni", ma che non saprei come altro chiamare, rimangono comunque 200 milioni di euro da.
GARIGLIO Davide (fuori microfono) Decreto "salva Regioni" si può dire.



BONO Davide

Okay, allora possiamo dire decreto "salva Regioni" con il beneplacito del Capogruppo del Partito Democratico.
Rimangono comunque 200 milioni di euro da inserire ogni anno perché ora non si può più fare quello che abbiamo fatto tutti gli anni, cioè che avete fatto, perché, insomma, il Movimento 5 Stelle non ha ancora governato e ha votato contro tutte le leggi di bilancio da quando è in Consiglio regionale, proprio anche per questi motivi, perché c'era un debito di 100 uno si metteva a copertura nell'anno successivo, dieci nell'anno dopo e 89 il terzo anno, così si rinviava sempre in là il debito. Grazie a questo siamo arrivati a questa situazione di bilancio che, al netto del decreto "salva Regioni" che permette di spalmare quattro miliardi di euro, comunque presenta ancora un disavanzo, in un anno, di un miliardo e 400 milioni senza considerare poi la ricognizione straordinaria dei residui attivi e passivi.
Ultimissima cosa. La pagina più importante è forse il documento di economia e finanza regionale è il quadro di tendenza finanza pubblica capitolo 6, e la dinamica previsioni entrate tributarie regionali. Su questo chiedo un attimo di attenzione da parte del Vicepresidente Reschigna. A pagina 68, si cita il dato del Titolo I, che coincide con quello del bilancio, e si stimano le entrate tributarie della Regione in 10,11 miliardi. Io vorrei appunto che poi ci fosse un momento di trasparenza, non se qui oggi in Aula o poi in fase di assestamento, per spiegarci come la Regione intende accertate 10,11 miliardi di entrate al Titolo I, visto che nell'anno scorso (se non ricordo male, vado a memoria) erano 9,6 miliardi, poi arrotondato, l'anno scorso mi sembra fosse 9,6 miliardi, quindi abbiamo aumentato le tasse di 100 milioni (addizionali IRPEF e bollo auto) e quindi dovremmo arrivare a 9,7 miliardi. Quindi vorrei capire come si pensa di arrivare a 10,11 miliardi. Questo è un dato sicuramente interessante. Infatti, nel 2016 e nel 2017 non compaiono più dieci miliardi, ma 9,6 miliardi: forse è più corretto il 2016-2017, non vorrei che ancora il 2015 ci trovassimo a fare bilanci un poco - dico un poco con un po' di ironia - ampli (diciamo così per non dire altro).
Bollo auto, ultimissima cosa e vado a chiudere, perché è abbastanza indicativo del tema. A pagina 73, si stima il bollo auto, l'ingresso della tassa automobilistica regionale in 543 milioni di euro. I dati che avete anche diffuso come Assessorato parlano di 430 milioni di euro, più una possibilità di recuperarne ancora 30 se passerà l'aumento che sia il Movimento 5 Stelle che il Partito Democratico mi sembra che non vogliano l'aumento sulle auto ecologiche, GPL, metano ed elettriche, quindi al massimo si arriverebbe a 460. Se ho sbagliato io i conti, ho preso dati ovviamente forniti dalle Ansa della Giunta regionale e quindi fateci sapere.
Infine, e poi chiudo veramente, l'IRAP. Vorrei sapere quali sono le ricadute sull'IRAP sia della manovra regionale passata che dell'addizionale regionale IRAP in relazione alla legge di stabilità approvata dal Governo nell'anno scorso che prevede incentivi per l'assunzione dei lavoratori fino a 8.000 euro a lavoratore. Quindi, quant'è la riduzione dell'IRAP attesa a livello regionale, delle singole Regioni, perché poi a livello nazionale fanno le manovre e poi stranamente i tagli, come l'IMU che arriverà per i Comuni o TASI che dir si voglia, sull'IRAP quanto è la ricaduta per le Regioni, perché sono dati ovviamente importanti.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Credo che questo Documento sia importante anzitutto per tracciare e ribadire il quadro di estrema difficoltà in cui l'Amministrazione regionale si trova a dover governare la Regione Piemonte. Difficoltà che derivano sia dalla situazione complessa di bilancio ereditata e rivisitata alla luce delle nuove normative contabili, sia per effetto delle politiche di Governo che, negli anni, hanno ridotto le risorse per i livelli locali di governo sia per la situazione socio-economica particolarmente complessa. Ancora nel primo trimestre di questa annualità, come si legge nel Documento che stiamo discutendo, si rilevava un decremento, sia pure minimo, della produzione industriale.
Nel corso dell'anno, com'è stato anche emendato il Documento medesimo si sono riscontrati dei segnali in controtendenza positiva, sia sul livello della produzione, sia sul livello dell'occupazione. Questo, certo, è un piccolo spiraglio di ottimismo, guardando al futuro. Certamente la situazione resta particolarmente complessa.
Mi ha colpito in particolare un dato. Non mi ha stupito, perché l'ho vissuto anche da amministratore locale, quindi ne trovo conferma nel Documento in discussione, ma vale la pena ribadirlo. Nel primo decennio del nuovo millennio, anni in cui tutti quanti ci siamo riempiti la bocca di federalismo e di sollecitazioni di interventi delle autonomie locali, in realtà abbiamo assistito alle manovre più centralistiche, soprattutto dal punto di vista finanziario, ma non solo, rispetto anche agli anni passati.
Nel Documento sta scritto che così come nel 2001, all'inizio di questo decennio, allo stesso modo nel 2012, a livello locale, per ogni euro speso solo 50 centesimi derivano da tributi propri, quindi da incassi diretti delle autonomie locali. Certamente questa è una situazione di contraddizione palese soprattutto rispetto agli anni in cui sembrava che nel nostro Paese, si dovesse andare verso il federalismo più spinto.
Il Documento fotografa anche le azioni, come venivano ricordate prima dal Vicepresidente, in cui siamo impegnati. I riassetti, anzitutto, delle competenze agli Enti di aria vasta, con una scelta che pone il Piemonte in continuità di decentramento il più possibile verso i livelli locali e non la ricentralizzazione di tutte le competenze come altre Regioni, invece hanno fatto.
La razionalizzazione della spesa e delle partecipate. Si attendono, nel 2017, risparmi nell'ordine di 75 milioni. Saranno risparmi strutturali, che certamente serviranno per poter reggere, o per tentare di reggere come bilancio, negli anni futuri.
Le operazioni di messa in sicurezza sul debito. Anche qui, la nostra Regione ha sulle spalle poderoso un debito di diversi miliardi di cui occorre garantire la sostenibilità.
La riorganizzazione di uffici e per quadranti all'interno della Regione, la riduzione delle Direzioni, passate da 16 a 11, dei Settori scesi da 131 a 93 immaginando e prevedendo, anche in questo caso, risparmi nell'ordine dei due milioni e mezzo. Una riduzione dei dipendenti, nel biennio che stiamo vivendo, nell'ordine delle 220 unità, al netto delle operazioni sul riassetto istituzionale - cioè il disegno di legge n. 145 appena approvato - con riduzione del numero di dipendenti, da cui si attendono risparmi di 12 milioni. Queste sole ultime misure, a regime portano ad una riduzione nell'ordine di 100 milioni della nostra spesa.
Questo per testimoniare che la nostra Regione vuole presentarsi ai tavoli di trattative e di discussione nazionale, non già con il cappello in mano di chi chiede qualcosa e non fa nulla, ma con la marcia inserita di un Ente che intende ridurre strutturalmente la propria spesa e riorganizzare il proprio funzionamento. Corredando, queste operazioni, con due importanti piani che vengono citati, e già adottati: il Piano triennale di prevenzione e di corruzione e il programma per la trasparenza e l'integrità introducendo due concetti molto importanti, quello della rotazione degli incarichi e quello dell'accesso civico, un altro principio di assoluta importanza.
Poi vi è il piano di dismissioni immobiliari su cui ci si è già intrattenuti, con la scelta di scrivere a bilancio i proventi solo a dismissioni avvenute, e non iscriverli come previsione a futura memoria.
Abbiamo detto della riorganizzazione delle partecipazioni e delle azioni di semplificazione amministrativa. In questo quadro, gli unici interventi sulle entrate fotografati nel Documento e che sono stati effettuati da questa amministrazione hanno tentato di coniugare le necessità di maggiori entrate con la necessità di progressività fiscale dello sforzo richiesto ai cittadini e di recupero delle evasioni. I dati sul recupero dell'evasione sul bollo auto sono dati sicuramente importanti, soprattutto da un punto di vista di equità.
Una parte significativa, e su questo vorrei spendere qualche parola in più, viene riportata sui piani operativi regionali. Quei tre grandi programmi che, da qui al 2020, porteranno a tre miliardi di intervento nella nostra regione, tra finanziamento europeo e cofinanziamenti nazionali e regionali.
Siamo alla fine del 2015, i piani sono 2014-2020, quindi su questo tema è assolutamente necessaria, e cogliamo l'occasione della discussione su questo documento, un'accelerazione, uno scatto in avanti, con uno sforzo per far partire al più presto possibile i bandi correlati ai tre documenti.
Assolutamente positiva è la notizia, di qualche settimana fa dell'approvazione del Piano di sviluppo rurale che ritengo, e riteniamo sia uno dei settori strategicamente più importanti e qualificanti della nostra regione.
La competitività della Regione Piemonte può crescere solo se si coniugano gli interventi diretti su impresa o sulle politiche attive del lavoro, delle politiche attente sul diritto allo studio, l'attenzione al versante ambientale, l'attenzione alle pari opportunità, ai diritti sociali e ai servizi. In questi tre programmi dobbiamo cercare di concentrare il più possibile le azioni all'interno di questa cornice che tiene insieme questi diversi livelli di intervento.
Il 2015 si qualifica come un anno con una profonda e importantissima iniezione di liquidità nell'economia piemontese, con il compimento del miliardo e 700 milioni di pagamenti arretrati sia commerciali sia sanitari.
Tantissime sono le azioni su cui ci si è soffermati nelle diverse Commissioni. Una la vorrei citare perché ha un peso economico e un peso sociale assolutamente centrale, ed è quello in materia sanitaria, dove la necessità di superare il piano di rientro è un obiettivo assolutamente strategico, che dovrà portarci ad una fase b), con un profondo dialogo l'attuazione degli atti aziendali di recente recepiti, in modo da dare una svolta effettiva alle politiche sanitarie della nostra Regione.
Da ultimo, ed è la terza criticità che citavo agli inizi, guardiamo qual è il nostro rapporto con i piani alti. I piani alti, tra il 2012 e il 2015, hanno regalato al comparto Regioni una contrazione, un taglio di risorse di oltre cinque miliardi e mezzo che sono dati dal miliardo e 50 milioni del DL n. 95 del 2012; 750 milioni del DL n. 66 del 2014; 450 milioni. Questo è il dato che ho ricavato rispetto ad un'istanza del Consigliere Bono sul minor gettito IRAP derivante da operazioni negoziate a livello nazionale, oltre tre miliardi e 400 milioni della legge di stabilità 2015, che sappiamo essere, per due miliardi, stati assorbiti dal mancato incremento per il 2015 del Fondo Sanitario Nazionale. Più gli effetti che si produrranno per le nuove regole di pareggio di bilancio che se non ricordo male, sono state contabilizzate e previste in un miliardo e 800 milioni.
In questo quadro, s'inserisce il disegno di legge di stabilità attualmente in discussione, e che prevede sì un incremento del Fondo Sanitario Nazionale per un miliardo rispetto all'anno precedente, ma prevede, allo stesso tempo, nuovi servizi, e penso in particolari ai nuovi LEA o non solo, per almeno due miliardi di spese.
Su questo, un ragionamento dobbiamo sicuramente farlo con la dovuta serietà. Così come sono previsti ulteriori contrazioni al comparto Regioni per due miliardi e 200 parzialmente attenuato per il prossimo anno da un miliardo e 300 milioni di contributo, che tuttavia non rileva ai fini dei saldi. Questo comporterà certo un problema, con gli effetti delle risposte al vecchio disavanzo e dopo il positivo decreto legge approvato: ci porterà a dover allocare 250 milioni di spese correnti per i prossimi sette anni che faranno sì che a questo Documento farà seguito un'attività molto seria di razionalizzazione e riorganizzazione della spesa e tutela dei servizi facendo però i conti con questa drastica penuria di risorse su cui la discussione deve essere molto seria.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, la parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

Ringrazio per gli interventi e soprattutto ringrazio i Consiglieri intervenuti, perché hanno dimostrato di avere letto il Documento. Peraltro nella mia replica sarò molto veloce e voglio solo dare le tre risposte puntuali che il Consigliere Bono mi ha posto.
Una è relativa alla tabella 7.1, che riguarda le previsioni di entrata del bilancio pluriennale 2015-2017. In effetti, c'è questo forte divario tra le entrate tributarie riportate in questa tabella sul 2015-2016-2017 perché le entrate tributarie 2015 rappresentavano quelle che erano state iscritte nella legge di bilancio, che sono superiori a quelle effettivamente introitate.
E' lavorando e ragionando sul rendiconto del 2014 - questo emergerà nella discussione che faremo nella settimana prossima in Consiglio regionale sul rendiconto 2014 - che la struttura del bilancio (e io personalmente) ha potuto per una volta stabilire qual è l'entità delle entrate tributarie della nostra Regione, atteso che questo dato nel corso degli anni era sempre un dato alterato in eccesso.
Il dato del 2015 lo stiamo tenendo sotto controllo, perché abbiamo l'obbligo di chiudere l'esercizio 2015 in equilibrio di bilancio altrimenti subiamo delle sanzioni per l'anno prossimo. Lo strumento attraverso il quale teniamo sotto controllo la gestione del bilancio 2015 è lo strumento delle assegnazioni delle risorse alle singole Direzioni.
In questo senso, confermo che nel fare le assegnazioni delle risorse alle singole Direzioni noi stiamo ragionando costantemente come bilancio della Regione su un andamento delle entrate pari a quello accertato in sede di rendiconto del 2014 e non iscritto in sede di legge di bilancio 2015.
Facciamo questo anche perché il decreto legislativo n. 118 ci dice che per il 2015 l'equilibrio di bilancio va mantenuto e dimostrato in sede di rendiconto. Dal 2016 invece l'equilibrio di bilancio va dimostrato e mantenuto già in sede di legge di previsione del bilancio. Ecco perché la discussione sulla legge di previsione del bilancio dell'anno prossimo sarà particolarmente complessa: dovremo fare conto su risorse spendibili, su una capacità di spesa strettamente correlata alla capacità di entrata della Regione e non lasciare che questo diventi un meccanismo affidato alla gestione.
Per alcuni aspetti, rende anche più matura, più consapevole e più responsabile la discussione e il confronto in Consiglio regionale, per la semplice ragione che molte volte il Documento di bilancio approvato dal Consiglio regionale diventava inevitabilmente cosa diversa dalla gestione del bilancio affidata alla Giunta, per la quale, con lo strumento delle assegnazioni, c'era poi la discrezionalità nel compiere le scelte più precipue che attengono alla gestione della politica di bilancio.
Dal 2016 non sarà più così; la legge di bilancio che presenteremo purtroppo, avrà risorse molto delimitate e, come tali, su queste risorse molto delimitate faremo le proposte come Giunta, ci sarà il confronto innanzitutto con la maggioranza e poi con l'intero Consiglio regionale.
Mentre ha ragione il Consigliere Bono, che ha rilevato un errore quando faceva riferimento alla tabella 7.5, quella relativa al gettito delle principali entrate tributarie regionali.
Confermo il dato. Noi nel 2015 tra riscossione volontaria - che è quella che normalmente ogni cittadino dovrebbe fare, cioè ricevo a casa la lettera con l'importo e la scadenza del bollo auto e la pago - e riscossione che non è coattiva, ma è il procedimento cha abbiamo messo in atto dal mese di luglio per recuperare un pezzo di evasione ed elusione sul bollo auto, arriveremo ad incassare tendenzialmente tra i 450-460 milioni di euro, con un elemento fortemente rilevante dato dal fatto che le nostre previsioni ci dicono che di questi 450-460 milioni di euro, circa 40 sono derivanti dal recupero su evasione ed elusione.
Non voglio affrontare in questa sede questo tipo di discussione. Il dato vero su cui tutto il Consiglio regionale deve avere consapevolezza è che il gettito sul bollo è in costante e progressivo calo.
Noi siamo passati come riscossione volontaria da 460 milioni di euro dell'anno 2010 a circa 420 milioni di euro nel 2015; il differenziale tra il 2014 e il 2015 sul bollo auto, anche se in incremento, non è pari all'incremento del 6% votato nella legge sui provvedimenti finanziari a valere sul 2015.
Le ragioni sono evidenti; in parte, c'è un forte livello di evasione che riteniamo di poter combattere, perché quando un'Amministrazione dimostra che è attenta al fatto che un cittadino paga o non paga, è il deterrente vero sull'evasione, che sconteremo in termini positivi nel prosieguo.
L'altro elemento forte è che decresce il gettito sul bollo auto anche perché è incostante, ed è un elemento positivo. Non faccio la sanguisuga sotto questo aspetto, anche se ho la responsabilità di garantire la correttezza dei conti della Regione. E' in crescita costante e forte dal 2010 al 2015 la massa delle autovetture in esenzione. Ma di questo parleremo nei prossimi giorni.
Per adesso riconosco che c'è un errore sulla tabella, mentre il dato sull'IRAP è questo. La manovra, lo dico inter nos, molto positiva che ha fatto il Governo nazionale sulla legge finanziaria 2015, che era quella della neutralizzazione del costo del personale al fine del calcolo dell'IRAP - quindi togliere dalla base imponibile quello che era un valore incrementativo del risultato dell'esercizio rappresentato dal costo del personale - è stata una manovra di grande intelligenza politica, perché ha aiutato soprattutto le imprese a non sentirsi penalizzate, soprattutto quelle imprese che hanno un elevato costo del personale all'interno della propria organizzazione.
Questa manovra vale complessivamente per le Regioni per 450 milioni di euro; per il Piemonte vale circa 30 milioni, in termini di minori trasferimenti. Anche se la settimana scorsa c'è stata la Conferenza unificata tra Regioni e Governo, che ha approvato il riparto sul rimborso dello Stato per il Piemonte pari a tre milioni di euro. Quindi, lo Stato di quei circa 30 milioni di euro che perdiamo in materia di trasferimenti, ce ne ha trasferiti solo tre; quindi, perdiamo 27 milioni nel corso del 2015 come bilancio della Regione sul tema dell'IRAP.
Penso di aver risposto alle domande, per il resto ringrazio gli interventi per i contributi e anche per le riflessioni che hanno proposto.
Mi auguro che sempre di più questo Documento non rappresenti un'esercitazione in termini di analisi socio-economica della Regione, ma uno strumento - ripeto - capace di rappresentare gli obbiettivi e le scelte, per poi tradurle in allocazione delle risorse con la legge di bilancio.
Grazie.



PRESIDENTE

Votiamo il Documento di economia e finanza regionale con le modifiche di coordinamento proposte dal Vicepresidente Reschigna. La tabella viene modificata così come è stato detto.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 111, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Proseguimento esame ordine del giorno n. 422 presentato dai Consiglieri Ruffino, Berutti, Graglia, Pichetto Fratin e Vignale, inerente a "Protocollo di intesa Ospedale di Susa"; ordine del giorno n. 425 presentato dai Consiglieri Batzella, Andrissi, Bertola, Bono, Campo Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Protocollo d'intesa per l'Ospedale di Susa"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 422, avente ad oggetto "Protocollo di intesa Ospedale di Susa", presentato dai Consiglieri Ruffino, Berutti, Graglia, Pichetto Fratin e Vignale, e dell' ordine del giorno n. 425, avente ad oggetto "Protocollo d'intesa per l'Ospedale di Susa", presentato dai Consiglieri Batzella, Andrissi, Bertola, Bono, Campo Frediani, Mighetti e Valetti, di cui al punto 7 bis) all'o.d.g.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Avevamo già iniziato questa discussione, penso sia importante portarla a termine.
Leggo alcune dichiarazioni dell'Assessore alla sanità quando dice che "stiamo rispettando gli impegni che avevamo sottoscritto con i Sindaci della Valle", ovviamente tutto questo legato alla possibilità di assunzione negli ospedali di Susa, Pinerolo e altri.
Mi colpiva una sua frase: "Ogni giorno lavoriamo per riportare la sanità regionale in linea di galleggiamento". Qui, ritengo che, ormai, si debba andare oltre, poiché abbiamo anche avuto l'opportunità di leggere gli atti aziendali.
Ritengo questa una grande opportunità per l'Ospedale di Susa, ma non solo, volendo ragionare in un'ottica non di valle ma di valli, pensando all'alta e alla bassa valle e anche alla Val Sangone che comprende due strutture sanitarie, quella di Giaveno e quella di Avigliana.
I medici e le risorse mediche sono legate al pronto soccorso, alla chirurgia, all'anestesia, alla traumatologia, alla dialisi e alla medicina e proprio il reparto di medicina di Susa ha una copertura dei posti letto al 100%; immagino che anche le richieste dell'alta valle legate alla traumatologia debbano avere una risposta e, sicuramente, questo aspetto darebbe una grande importanza all'Ospedale di Susa.
Concludo il mio intervento chiedendo una risposta affermativa all'accordo che è stato preso con i Sindaci in una riunione. Lo reputo molto importante, chiedendo anche all'Assessore di usare lo stesso metodo per ogni territorio, ossia concordando gli interventi, i progetti, le proposte e, spero, i miglioramenti con gli amministratori locali, perch hanno la percezione delle necessità del territorio, un diritto alla salute che è imprescindibile.
Su Susa occorre anche ricordare la recente chiusura del punto nascite.
Penso che la risposta all'ordine del giorno che ho presentato ricopre, se è possibile, un'importanza ancora maggiore.
Quindi, come ho detto in sintesi, il personale è per il pronto soccorso, per garantire la qualità, e, ovviamente, anche per la riduzione delle liste d'attesa; poi, l'assunzione del medico per la medicina interna per permettere con quei 24 letti di dare risposte a una popolazione che sappiamo essere prevalentemente anziana. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Con quest'ordine del giorno si chiedono delle delucidazioni in merito al Protocollo d'Intesa per l'Ospedale di Susa, che è stato siglato nel mese di marzo 2015 tra l'Assessore Saitta, i Sindaci della Val di Susa e l'ex Direttore generale dell'ASL TO3, Cosenza.
Questo incontro è avvenuto, naturalmente, a porte chiuse, all'interno dell'Assessorato regionale, con quei pochi Sindaci presenti; sono stati presi degli accordi e, tra l'altro, esiste un documento - che adesso cercavo ma non trovo - dove sono scritte delle cose.
In realtà, voi vi chiederete cosa è successo nel frattempo, da marzo a novembre, perché sono trascorsi otto mesi: non è accaduto proprio un bel nulla. Che è un bel nulla per quanto riguarda quello che c'era scritto nel protocollo d'intesa; invece, è successa una cosa grave e importante.
Per cortesia, Assessore e Presidente, gradirei che mi ascoltaste perché si tratta di un tema molto importante che riguarda una parte dei cittadini del territorio piemontese. Quindi, gradirei essere ascoltata soprattutto in questo periodo, che è molto particolare per i cittadini e che anche la sottoscritta sta vivendo, e non sono per niente soddisfatta e sono anche molto arrabbiata.
Cosa è accaduto? La delibera n. 1-600 di novembre 2014 e la delibera n.
1-924, quella di integrazione, dicevano delle cose; poi, in realtà, ne sono accadute delle altre, anche anticipatamente. Ad esempio, nella delibera è scritto che il punto nascite dell'Ospedale di Susa deve chiudere a dicembre 2016; invece, in fretta e furia si sono preparati i bagagli, hanno preparato i fagotti e deciso di chiudere il 30 novembre. Il punto nascita chiuderà il 30 novembre, pertanto i cittadini, che per anni hanno fatto delle richieste, ancora una volta sono stati presi in giro. Per l'ennesima volta sono stati presi in giro dalle false promesse avvenute anche in campagna elettorale da parte di Consiglieri che sono presenti in quest'aula, che si sono recati presso quell'ospedale, quel territorio facendo delle false promesse ai cittadini. Io, al posto di quelle persone mi alzerei e uscirei da quest'aula! Ho già ribadito questo concetto in Commissione e lo ribadisco, ancora una volta, qui, in Consiglio, dove siamo in streaming e tutti possono ascoltare: invito certe persone sedute qua, se hanno il coraggio, ad uscire da quest'aula, perché la sanità va difesa, non va tagliata. Vanno tutelati i territori disagiati delle aree montane! Non è più possibile tollerare queste scelte scellerate della vostra Giunta! La Giunta Cota aveva salvato il punto nascita di Susa; l'aveva salvato e sapete con quale motivazione? In previsione dei lavori del cantiere del TAV, usando i seguenti termini: "Magari, nel frattempo, arriveranno dei lavoratori a Susa e metteranno al mondo dei figli con le donne del posto oppure con le proprie mogli, e famiglia al seguito".
Tutto questo non è accaduto ed è stato l'ennesimo inganno per la popolazione valsusina, perché il flusso di operai che era previsto non è mai arrivato. E' stata un'ennesima presa in giro per il territorio.
Ancora, era prevista la STAM, ma anche quella non è mai arrivata. E' arrivata la Giunta Chiamparino, che doveva salvare il punto nascita potenziare l'ospedale, e cosa ha fatto? Ha dato il colpo di grazia all'ospedale e al punto nascita, parlando di sicurezza, quando tutti sappiamo che non è un problema legato alla sicurezza.
E' vero, sono state tenute in considerazione delle norme nazionali però è anche vero che esistono delle deroghe e si possono concedere delle proroghe: come sono state concesse in passato, possono essere concesse anche oggi, da parte di un'altra Giunta del Partito Democratico.
E quando la popolazione - anche la sottoscritta - ha chiesto aiuto, non ha mai ricevuto risposta da parte vostra, o, se ne ha ricevute, erano soltanto menzogne! Vi siete riuniti per siglare un Protocollo d'Intesa che è solo carta straccia, perché non è mai accaduto niente di tutto quello che è scritto in quel Protocollo d'Intesa. Questo non lo dice la Consigliera Batzella: vi invito ad andare personalmente e documentarvi, perché è inutile che poi escano i comunicati stampa con le affermazioni dell'Assessore Saitta o le dichiarazioni del Direttore generale, che dice: "Abbiamo assunto un urgentista in pronto soccorso".
E' vero che è arrivato un urgentista, ma, nello stesso tempo, ne hanno trasferito uno in un altro ospedale, quindi non è arrivata un'unità in più: c'è stato uno scambio. Non c'è stata un'assunzione per andare a compensare la carenza di organico di personale medico all'interno del pronto soccorso perché, se si assume un urgentista per poi trasferirne un altro, non abbiamo un'unità in più, ma uno scambio alla pari. E se, poi, assumiamo il personale medico soprattutto come "gettonisti" o liberi professionisti oppure il personale infermieristico o gli operatori socio-sanitari attraverso contratti con le agenzie interinali, non stiamo andando a costituire un'équipe, un gruppo di lavoro.
Non andate a rilasciare interviste dove dichiarate: "Abbiamo assunto arriverà un ortopedico". Avete dichiarato che l'ortopedia verrà potenziata che diventerà un centro di eccellenza. Questo avete dichiarato ai Sindaci dell'alta Val di Susa! Ma quale eccellenza? Ma finitela di dire bugie! Come può diventare un'eccellenza una struttura semplice di ortopedia che non ha neppure un Primario, perché il Primario si trova nella struttura complessa e l'Ortopedia di Susa è una struttura semplice? Non ha un Primario e l'ortopedico è presente dalle nove del mattino fino a mezzogiorno! Spiegatemi come fa un ortopedico o come possono andare avanti un reparto di ortopedia e un pronto soccorso se l'ortopedico è presente in sede dalle nove del mattino a mezzogiorno, dopodiché, l'ortopedico è reperibile! Me lo dovete spiegare, perché c'è qualcosa che non torna. Se vogliamo potenziare un reparto di ortopedia, l'ortopedico non può essere presente dalle otto-nove del mattino a mezzogiorno e poi essere reperibile! L'ortopedico deve essere presente almeno 12 ore come guardia diurna e nel servizio di guardia notturna, magari essere reperibile. Ricordiamo che siamo ai piedi di una valle dove ci sono impianti sciistici, quindi pensiamo al turismo, o, comunque, ai cittadini della valle che usufruiscono di tali impianti. Se siamo il punto di primo soccorso, il punto di riferimento ospedaliero ai piedi di una valle olimpica, mi chiedo come potete parlare di potenziamento, se non ci sono i medici a sufficienza perché finora non è stato assunto nessun ortopedico! Per quanto riguarda, invece, la chirurgia.



PRESIDENTE

Consigliera Batzella, ha dieci minuti.
Lei è già intervenuta, su questo argomento, tre volte: in presentazione, durante la discussione e adesso la consideriamo una replica.
Più di questo, sinceramente, non è corretto che lei occupi. Pertanto, la prego di concludere.



(Commenti del Consigliere Gariglio)



PRESIDENTE

Lei si occupi dei fatti suoi, Consigliere Gariglio!



BATZELLA Stefania

Il Presidente Chiamparino mi concede del tempo!



PRESIDENTE

E anche il tempo del Presidente Chiamparino non conta: la prego di concludere, Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Scusi, Presidente, è importante spiegare bene la situazione, perch quando si rilasciano le interviste si dicono tante cose, ma in realtà la situazione è diversa e chi abita, vive e usufruisce dei servizi in quella valle, conosce veramente la realtà.
Per quanto riguarda la chirurgia (dico ancora un'ultima cosa Assessore), parlavate di una chirurgia attiva, tutti i giorni, 24 ore su 24, invece non è così, perché gli interventi si stanno riducendo. Nell'atto aziendale si parla di Week Surgery e One Surgery quindi significa che ci saranno degli interventi che avverranno in regime di Day Hospital o di Day Surgery - quindi giornalieri diurni - e i ricoveri saranno dal lunedì al venerdì.
Anche qui, l'ennesima menzogna e presa in giro! Concludo con il reparto di medicina generale, che è l'unica struttura complessa che l'ospedale di Susa ha, perché ha anche un Primario. Il reparto di medicina generale sta andando avanti da tantissimo tempo con quattro bravissimi medici internisti. Sono almeno due anni che chiedono l'assunzione di nuovi medici, ma finora non è stato assunto alcun medico internista, se non una giovane dottoressa laureata da poco, che è stata assunta a contratto a tempo determinato per dare una mano.



PRESIDENTE

Consigliera, le chiedo di concludere.



BATZELLA Stefania

Ecco quello che è successo all'Ospedale di Susa.
Detto questo, le conclusioni.
In quest'ordine del giorno chiedo appunto che venga rivisto questo Protocollo d'Intesa, anche alla luce dei nuovi fatti che sono accaduti.
Quindi, venga rivisto il Protocollo d'Intesa e non venga solo siglato con in Sindaci della Val di Susa, ma che vengano sentiti anche una parte dei cittadini, i comitati, le associazioni e soprattutto la Commissione competente sanità, Assessore, perché vogliamo valutare il nuovo protocollo in Commissione sanità ed esprimere anche il nostro parere. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
Consigliere Ferrentino, lei è già intervenuto in discussione generale e non ha il diritto di intervenire ancora. Mi dispiace, ma le regole valgono per tutti.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Brevemente, per far notare una cosa. Mi dispiace un po' vedere l'ilarità che suscita la sentenza del Tribunale dei Popoli da parte, ad esempio, del Capogruppo Gariglio, ma direi anche di tutti i Consiglieri della maggioranza. Vi consiglierei di leggerla, veramente, ve lo consiglio perché magari scoprireste degli aspetti che non conoscete in merito a quanto sta succedendo in Valle.
D'altra parte, mi unisco all'appello della mia collega, Consigliera Batzella, per la salvaguardia del diritto alla salute in Valsusa. Come ho detto via Facebook all'Assessore Saitta, che ovviamente non avrà neanche letto il mio commento, spero di non avere mai bisogno di un pronto soccorso pediatrico in valle! Forse, voi non vi rendete conto di cosa significhi andare al pronto soccorso di Rivoli con un bambino che non si sente bene e che ha bisogno urgentemente di aiuto e sapere che il pronto soccorso più vicino è, per l'appunto, quello di Rivoli che è già congestionato e non è neanche così facile da raggiungere ed io abito in una zona della Valle che è vicina all'autostrada. Pensiamo un po' alle persone che abitano in alta valle e quindi devono andare fino a Rivoli di corsa, magari con dei bambini che hanno delle urgenze e delle emergenze.
Io glielo auguro, Assessore Saitta, che non capiti mai nulla; lo auguro a lei ma anche a tutte le persone che vivono in valle.
Concludo dicendo che sto aspettando da luglio una risposta ad un'interrogazione sull'uso dei gas CS in Valsusa. Ho capito già da tempo che non le sta molto a cuore la salute dei Valsusini, ma colgo questi pochi minuti che ho a disposizione per sollecitare questa interrogazione.
Mi rendo conto dell'imbarazzo, ma la prego di rispondermi al più presto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Per la verità, il tema è stato dibattuto in diverse occasioni e ha occupato parecchio delle nostre discussioni. Le posizioni sono note, anzi devo dire che sono arcinote.
Tuttavia, poiché si è fatto riferimento al Protocollo, io lo difendo non soltanto per il contenuto, ma per il rispetto che ho nei confronti delle Amministrazioni comunali.
So che la collega Batzella e probabilmente anche il suo Gruppo e il suo partito non hanno condiviso quell'intesa, non hanno condiviso le decisioni che hanno assunto le Amministrazioni comunali, ma dovrà farsene una ragione...
BATZELLA Stefania (fuori microfono) No, non me ne farò mai una ragione!



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Lo so, ma dovrà farsene una ragione, perché le Istituzioni contano, i Sindaci contano, esprimono la propria comunità, che è articolata, ma in ogni caso la volontà delle Istituzioni conta! Se non si condivide un'opinione dei Sindaci, non si può contrapporre la voce dei cittadini. In ogni caso, noi abbiamo interloquito con le Amministrazioni comunali, la cui posizione, nel tempo è stata molto articolata. Siamo arrivati alla conclusione di un'intesa che è frutto di un lavoro dove, mi permetto di dire, le Amministrazioni non hanno bisogno certamente della mia difesa, è stato trovato un punto in grado di soddisfare, compatibilmente con le esigenze...
La collega non è d'accordo. Continua a sostenere delle ipotesi diverse ma devo dire che deve avere anche rispetto, in sostanza, sicuramente per le Istituzioni, ma anche per la sua comunità. Lei non può offendere le comunità rappresentate dai Sindaci, perché questo è un fatto grave.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Ma cosa sta dicendo? Ma come si permette?



PRESIDENTE

Consigliera Batzella, no, lei deve lasciar finire l'Assessore! BATZELLA Stefania (fuori microfono) Non si permetta!



PRESIDENTE

Lei deve lasciar finire l'Assessore! BATZELLA Stefania (fuori microfono) Non sto zitta! Siete voi che state discriminando i cittadini!



PRESIDENTE

Lei ha diritto di dire quello che vuole e l'Assessore anche! BATZELLA Stefania (fuori microfono) No, mi spiace, non si permetta.



PRESIDENTE

Consigliera, lei non può trasformare questo Consiglio regionale nella propria possibilità di parlare...
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Non è la prima volta che un Assessore fa delle dichiarazioni simili!



PRESIDENTE

L'Assessore sta replicando, lo lasci finire.
GARIGLIO Davide (fuori microfono) Presidente!



PRESIDENTE

Se non la finisce, Consigliera, finiamo qui la discussione! GARIGLIO Davide (fuori microfono) Presidente, vogliamo sapere se qui si può parlare solo la Consigliera Batzella è d'accordo!



PRESIDENTE

Lo sto spiegando alla Consigliera Batzella.
Vogliamo lasciare finire l'Assessore, per cortesia? Basta!



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il protocollo è importante. Non è stato fatto con qualcuno che passava ma è stato fatto con l'espressione delle comunità locali, con i Sindaci. Mi sembra che in un ordinamento istituzionale questo sia importante.
Dopodiché, è chiaro che non si è d'accordo; la posizione della collega Batzella è una posizione anche di minoranza all'interno di quel territorio capisco perfettamente questo, capisco la sua reazione, ma questa è la decisione.
Quel protocollo è un documento, come è stato detto, anche ripetutamente in questi mesi, nonostante le forme di protesta che la collega ha voluto organizzare sul territorio di Susa, assolutamente legittimo. Noi il protocollo l'abbiamo rispettato e lo stiamo rispettando. Si tratta di un protocollo articolato nel tempo e daremmo completa attuazione...
E va beh, questa è la sua opinione.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Non è la mia opinione, ma è un dato di fatto!



PRESIDENTE

Consigliera Batzella, se continua mi costringe a farla uscire dall'Aula!



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il documento è un Protocollo di Intesa.
In ogni caso, noi continueremo a dare attuazione agli impegni che abbiamo assunto, per cui mi pare che questo ordine del giorno - dico delle cose abbastanza scontate - sia perfettamente superato, perch successivamente sono stati anche assunte già delle decisioni di applicazione di quel protocollo in termini di organizzazione di servizi, ma anche in termini di personale.
Per quanto riguarda l'altro ordine del giorno della collega Ruffino che fa riferimento a dare attuazione al protocollo, in effetti stiamo già dando attuazione al protocollo, quindi anche questo è superato.
Se il problema è di un riferimento più di carattere generale, avremo occasione di farlo, quando troveremo l'interlocutore disponibile a farlo.
Abbiamo trovato interlocutori disponibili ad assumersi qualche responsabilità.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Il parere della Giunta è negativo su entrambi i documenti.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 422, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 425, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Diritti umani

Esame ordine del giorno n. 523 presentato dai Consiglieri Laus, Monaco Ravetti, Motta, Grimaldi, Giaccone, Bertola, Vignale e Valmaggia, inerente a "Violazione dei diritti umani in Iran"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 523, avente ad oggetto "Violazione dei diritti umani in Iran", di cui al punto 8) all'o.d.g.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 523, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 521 presentato dai Consiglieri Bertola Andrissi, Batzella, Bono, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Solidarietà al pool antimafia, al Pubblico Ministero Antonino Di Matteo e gli uomini della sua scorta"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 521, avente ad oggetto "Solidarietà al pool antimafia, al Pubblico Ministero Antonino Di Matteo e gli uomini della sua scorta", di cui al punto 9) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Penso che questo sia un atto di indirizzo molto importante, perch attiene a tutto ciò che le Istituzioni, quindi anche la nostra Istituzione regionale, possono fare per il contrasto alla criminalità organizzata.
Peraltro, è un atto di indirizzo che fa parte di un'iniziativa a livello nazionale: è già stato approvato in altre assemblee legislative regionali quali la Toscana, la Puglia e il Friuli Venezia Giulia ad esempio (tra l'altro, Regioni che hanno una maggioranza di Governo analoga a quella che governa la Regione Piemonte).
Mi piace anche ricordare una frase di Falcone, parlando di tutto quello che è possibile fare da parte delle Istituzioni: "La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni". E' quello che ciascuno, nel proprio piccolo, cerca di fare.
Nel caso specifico, quest'ordine del giorno vuole portare solidarietà al pool antimafia, al Pubblico Ministero Antonino Di Matteo e agli uomini della sua scorta. Il Pubblico Ministero Antonino Di Matteo è impegnato nel Processo sulla Trattativa tra Stato e Mafia, che riguarda una fase ancora molto buia e ancora da spiegare della nostra storia repubblicana anche recente (sono trascorsi poco più di vent'anni, ma possiamo ancora chiamarla storia recente).
I magistrati palermitani impegnati in questo processo, quindi non solo Di Matteo, ma anche Vittorio Teresi, Roberto Tartaglia, Francesco Del Bene e anche il Procuratore Generale della Corte di Appello di Palermo, Roberto Scarpinato, hanno subito una lunga serie di minacce e di intimidazioni. La più grave è sicuramente quella che è stata definita un vero e proprio ordine di morte indirizzato al Pubblico Ministero Di Matteo, intercettato a Salvatore Riina durante l'ora d'aria in carcere.
Proprio per questo - anche per questo - per una lunga serie di intercettazioni che risalgono a circa due anni fa, al mese di ottobre novembre 2013 (che nell'atto di indirizzo sono citate per il semplice motivo che sono pubbliche e quindi, in quanto tali, sono citabili in un atto pubblico quale anche un atto di indirizzo per questo Consiglio regionale) e per queste gravi minacce, si è registrato un incredibile ritardo nella disposizione del cosiddetto "bomb jammer" per il Pubblico Ministero Di Matteo, che è un congegno elettronico che può neutralizzare le frequenze dei telecomandi a distanza e impedire stragi come quelle che purtroppo sono avvenute nel 1992 a Capaci e in via D'Amelio.
Il provvedimento dell'assegnazione di questo "bomb jammer" è stato adottato con un grave ritardo. In questo, più che parole - utili o inutili si sono registrati pesanti silenzi, dei silenzi assordanti da parte delle Istituzioni ai più alti livelli.
Questo atto di indirizzo, già promosso in altre Regioni, vuole dare un sostegno ad una manifestazione nazionale che avrà luogo a Roma il 14 novembre. Non è la manifestazione di un movimento politico, quindi di una parte politica, ma è una manifestazione organizzata dal Movimento delle Agende Rosse, movimento di opinione, così possiamo definirlo, fondato da Salvatore Borsellino, fratello del magistrato Paolo, assassinato il 19 luglio 1992.
Nell'ambito di questa iniziativa, e nell'ambito di questa manifestazione nazionale, il Movimento delle Agende Rosse propone che le Regioni si facciano parte attiva, non solo partecipando alla manifestazione a livello istituzionale, quindi dando una partecipazione ufficiale delle Regioni, ma anche ad una serie di altre iniziative: l'affissione di uno striscione attinente al tema in oggetto sui balconi delle sedi della Regione di sostegno al Pubblico Ministero Di Matteo; l'invio di una lettera istituzionale, per conto della Regione, come espressione di solidarietà diretta alla Procura della Repubblica del Tribunale di Palermo all'attenzione del dottor Di Matteo; la massima diffusione mediatica, anche attraverso i canali istituzionali della Regione, sull'evento ed anche - non ultimo - garantire la partecipazione istituzionale della Regione Piemonte alla manifestazione nazionale di solidarietà, che avrà luogo a Roma sabato prossimo, sabato 14 novembre 2015.
Questi sono gli impegni che chiediamo al Consiglio regionale e alla Giunta regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
In realtà, abbiamo già avuto modo di parlare con il Consigliere Bertola di quest'ordine del giorno. Riteniamo importante e fondamentale esprimere la solidarietà al pool antimafia di Palermo e al Sostituto Procuratore Antonino Di Matteo, perché fa parte delle buone pratiche su cui questo Paese deve ancora crescere: imparare a stare vicino ai vivi e non soltanto ricordare i morti.
Detto questo, vorremmo, come ho già avuto modo di dire al Consigliere Bertola, evitare ogni forma di corto circuito, per cui un'espressione di solidarietà, doverosa, non si presti anche ad altre considerazioni più conflittuali.
Da questo punto di vista, riteniamo un passaggio del documento delicato e chiederemmo di toglierlo, al fine di poterlo votare all'unanimità e riguarda il passaggio che recita: "Su tutta la questione si è assistito al totale silenzio da parte dei più alti vertici istituzionali", fino alla parola "Matteo Renzi". Primo perché il Presidente Mattarella, per esempio non poteva esprimersi su qualcosa avvenuta quando - nel momento in cui queste intercettazioni sono emerse - non era ancora Presidente della Repubblica; secondo, perché non è nei nostri compiti entrare nel merito di come, quando e in che maniera la Presidenza della Repubblica o la Presidenza del Consiglio dei Ministri ritengano di esprimere valutazioni. E anche perché, in realtà, altri vertici istituzionali hanno espresso una solidarietà anche pubblica. Penso, per esempio, alla Commissione nazionale Antimafia, nella persona della Presidente Bindi, che si è recata personalmente a Palermo, insieme alla Commissione.
BERTOLA Giorgio (fuori microfono) La Presidente Bindi, che non ha ottimi rapporti con Renzi.



ROSSI Domenico

Ma qui stiamo parlando di alti vertici istituzionali. Non credo che siamo nell'ambito della polemica politica o partitica, ma stiamo parlando di solidarietà al dottor Di Matteo; e credo che su questo siamo tutti d'accordo.
Quindi, noi non andiamo a fare l'elenco di chi l'ha fatto o di chi non l'ha fatto: noi chiediamo di togliere questo passaggio, di aggiungere un elemento che riguarda il fatto che la Città metropolitana di Torino l'8 giugno del 2015 ha conferito la cittadinanza onoraria al dottor Di Matteo (nel corso di una manifestazione a cui ho partecipato anche personalmente) come hanno fatto anche altre città della Regione Piemonte, per esempio - mi diceva il collega Appiano - Bruino. Chiederemmo dunque di cancellare il paragrafo che dicevo prima e di aggiungere questi due.
C'è poi un altro elemento che per noi è di criticità soprattutto per quanto riguarda i tempi, Consigliere Bertola, che attiene alla questione dello striscione: è l'11 novembre e da qui al 15 sicuramente non si riesce a fare quest'operazione. Quindi magari questo elemento potrebbe essere sostituito da un'altra azione della Giunta che in ogni caso, nel momento in cui invia una missiva istituzionale e le dà massimo rilievo, credo abbia già assolto al compito che noi chiediamo.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di intervento, do la parola al Consigliere Bertola che deve dire se intende modificare l'ordine del giorno.
Prego, Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Innanzitutto intendo sottolineare che ovviamente quel passaggio - che capisco possa essere discutibile e discusso, del resto come tutto - non parte tanto da una nostra iniziativa; ripeto che, al contrario, questo è un testo che è stato elaborato a livello nazionale non da noi, appunto, ma dal Movimento delle Agende rosse: testo che peraltro condividiamo, altrimenti non l'avremmo presentato. Da parte nostra, l'osservazione sul Presidente Mattarella e sul premier Renzi deriva dall'analisi di un comportamento.
Come tutto, però, è opinabile.
Ovviamente, nell'ottica di arrivare ad un'approvazione unanime del documento e vista l'importanza del fatto in sé di esprimere solidarietà al Pubblico Ministero Di Matteo, sono tuttavia disponibile ad emendare l'atto di indirizzo, stralciando questa parte; così come mi sembra condivisibile e di buonsenso inserire il riferimento al conferimento della cittadinanza onoraria al dottor Di Matteo e a correggere la parte relativa allo striscione, perché - si sa - gli atti di indirizzo a volte si riescono a discutere subito e a volte anche mai, quindi capisco che ci possano essere tempi stretti.
Ciò che ci preme, oggi, è un impegno a sostenere la manifestazione da parte della nostra Istituzione regionale, quindi con l'invio di una lettera ufficiale, con un comunicato stampa formale della Regione ed anche possibilmente e sperabilmente, con la partecipazione di un rappresentante del nostro Ente alla manifestazione.



PRESIDENTE

Vista la disponibilità del proponente alla modifica del testo, chiedo ai Consiglieri Bertola e Rossi di avvicinarsi al banco della Presidenza per procedere alla nuova stesura.
Sospendiamo pertanto i lavori per qualche minuto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.27, riprende alle ore 18.29)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Do atto che il documento è stato emendato: si toglie la parte che va dalle parole "su tutta la questione" fino alle parole "Matteo Renzi", viene aggiunto "La Città metropolitana di Torino ed altre Amministrazioni comunali hanno già conferito la cittadinanza onoraria al Pubblico Ministero Di Matteo" e si depenna il primo paragrafo del dispositivo di impegno.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 521, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi energetici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordine del giorno n. 264 presentato dai Consiglieri Rossi, Accossato Allemano, Appiano, Conticelli, Corgnati, Ferrentino, Grimaldi, Motta Ottria, Ravetti e Rostagno, inerente a "Promozione 'Oil free zone' in Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 264, avente ad oggetto "Promozione 'Oil free zone' in Regione Piemonte", presentato dai Consiglieri Rossi, Accossato, Allemano, Appiano, Conticelli, Corgnati Ferrentino, Grimaldi, Motta, Ottria, Ravetti, Rostagno, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Sono un po' emozionato, collega Barazzotto, perché quest'ordine del giorno è stato presentato a marzo e finalmente, anche dopo tanti mesi riusciamo a discuterlo.
Allora, visto il poco tempo a disposizione, sarò brevissimo. L'oggetto dell'ordine del giorno riguarda la promozione, in Regione Piemonte, delle "oil free zone". Oil free zone è un'espressione coniata all'interno del Collegato ambientale alla Finanziaria del 2014, già approvato. Nelle settimane scorse il documento è stato approvato anche al Senato, pur con alcune modifiche per le quali dovrà tornare alla Camera; ma l'iter sta procedendo in maniera spedita verso l'approvazione.
Che cosa sono le oil free zone? Anche in accordo con quanto fissato dall'Unione Europea, che ha dato come obiettivo per il 2020 il raggiungimento del fabbisogno energetico ricavato da energie rinnovabili si prevede la promozione sui territori delle Regioni italiane di zone libere dal petrolio, dove - appunto - l'energia si ricavi da fonti rinnovabili. Calcoliamo anche la natura della Regione Piemonte, quello che è previsto dallo Statuto, dove si dice che "la Regione valorizza il paesaggio e le bellezze naturali". Rileviamo che anche in Piemonte abbiamo alcune fra le eccellenze agroalimentari migliori di tutta la Nazione, che su questa filiera agroalimentare stiamo investendo anche durante questa legislatura e che alcune di queste zone sono anche riconosciute: penso ai "Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato" quale patrimonio dell'Unesco e al "Monviso", come Riserva della biosfera del programma MAB.
In questo contesto si inserisce anche una richiesta che ENI, a partire del 2012, ha fatto all'interno del "Permesso di ricerca CARISIO", nella zona limitrofa ai territori del Comune di Carpignano Sesia: un progetto che prevede la trivellazione ai fini della ricerca di petrolio nel sottosuolo.
Noi sappiamo che con il cosiddetto "Sblocca Italia" il titolo concessorio è rilasciato con decreto, però previa intesa con la Regione; e sappiamo anche che il territorio in questione - tutti i Comuni interessati e anche la Provincia di Novara stessa - in tutte le occasioni, sia nella prima presentazione del progetto sia nella seconda (perché adesso risparmio i passaggi tecnici, ma l'ENI prima ha presentato un progetto, poi l'ha ritirato e poi l'ha ripresentato) ha espresso contrarietà alla realizzazione di queste trivellazioni. Ai Comuni interessati si sono aggiunti anche il Comune capoluogo di Novara e, come ho detto, la stessa Provincia di Novara.
L'area presa in considerazione da ENI è un'area collinare contraddistinta da una forte vocazione agricola. In questo territorio infatti, abbiamo la produzione delle eccellenze maggiori del Novarese e del Piemontese: solo a titolo esemplificativo, il vino Ghemme docg, il Gattinara docg, il Fara doc, il Sizzano, riso di eccellenza e miele. A pochi chilometri dal luogo identificato abbiamo diversi parchi e riserve naturali. Come ho detto, il documento è di marzo e riporta le vecchie denominazioni: Parco naturale del Ticino, Riserva naturale delle Baragge Parco delle Lame del Sesia.
Tutte le istituzioni, quindi, si sono espresse contrariamente perch questo progetto andrebbe a violare la vocazione di questo territorio, che è legata alla promozione della filiera agro-alimentare del turismo connesso alla cultura della zona circostante.
Ecco perché, al netto del parere che la Regione dovrà esprimere al termine dell'iter tecnico - immaginiamo che nelle prossime settimane si arriverà alla conclusione del percorso della Conferenza dei servizi - il Consiglio esprime la propria contrarietà a ogni ipotesi di petrolizzazione dell'area in questione e considera che le oil free zone rappresentino, allo stato attuale, la più interessante opzione di programmazione volta a favorire uno sviluppo economico in chiave di sostenibilità del territorio in alternativa ad un modello basato su combustibili fossili, come nel caso del progetto di Carpignano Sesia.
Da questo punto vista, impegniamo la Regione a: promuovere sul nostro territorio le oil free zone; promuovere tutte le misure di green economy inserire all'inserire all'interno delle oil free zone i paesaggi vitivinicoli delle Langhe, Roero e Monferrato e di tutti i territori già riconosciuti dall'Unesco, nonché quei territori a est del fiume Sesia, in Provincia di Novara, interessati dal progetto di ricerca di idrocarburi presentato da ENI. Inoltre, impegniamo anche la Giunta a insistere sul Parlamento affinché il disegno di legge arrivi a celere approvazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Come dicevamo prima, anziché pensare globalmente e agire localmente qui si pensa e si agisce solo localmente. Da una parte, le forze politiche che ci governano a livello nazionale e a livello regionale, per far ripartire l'economia di questo Paese, propongono di trivellare i territori (l'autorizzazione per l'area dell'Ombrina di fronte alle coste dell'Abruzzo ne è una prova); dall'altra parte, laddove vi sono interessi economici differenti (produttori agricoli, filiera vitivinicola o altri tipi di produzioni pregiate), si crea un contrasto economico che genera una situazione di impasse alla proposta di procedere a trivellare il territorio della provincia di Novara.
Credo che, invece, occorra fare un discorso generale. Il petrolio italiano garantirebbe - questo lo dicono i massimi esperti - una produzione in grado di soddisfare il fabbisogno nazionale all'incirca per 24 mesi. Di conseguenza, non ha senso procedere alle trivellazioni in provincia di Novara, come in altre zone del territorio italiano: meglio sarebbe mantenere queste riserve limitate per situazioni di forte carenza, per poter andare incontro a necessità importanti sul territorio nazionale sviluppando nel frattempo le energie alternative che crescono in gran misura.
Detto ciò, a parte il fatto che il collegato ambientale non è ancora stato approvato, credo che quest'ordine del giorno sia, da un lato condivisibile, soprattutto da parte di una persona come me, che appartiene a Coordite, di cui fa parte anche DNT, il comitato che lotta da anni contro le trivellazioni.
Io, che quando vado alle riunioni di Coordite mi sento a casa mia, mai potrei essere contrario a votare a un provvedimento oil free zone su quell'area, però non trovo giusto che altre aree che potrebbero essere soggette a pozze esplorativi alla ricerca di giacimenti di petrolio non vengano inserite nelle oil free zone. Quindi quello che chiedo è di estendere il provvedimento a tutte le aree esplorative della regione Piemonte, a questo punto, perché dare una oil free zone laddove l'ENI vuol fare pozzi di petrolio, vorrebbe dire discriminare altre zone dove l'oil free zone non l'andiamo a riconoscere.
Credo che questo sia l'aspetto importante, considerando anche l'atteggiamento che avete avuto nei confronti della nostra richiesta sull'articolo 38. Si trattava del ricorso alla Corte Costituzionale contro l'articolo 38, il cosiddetto "sblocca trivelle", a cui avevano aderito anche numerose Regioni, mentre la Regione Piemonte si è rifiutata con il vostro voto contrario, perché l'astensione è un voto contrario.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 264, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.43)



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