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Dettaglio seduta n.102 del 27/10/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 14.30 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Opere pubbliche - Linee elettriche

Interrogazione a risposta immediata n. 712 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "La Cittadella di Alessandria necessita di interventi urgenti di manutenzione e riqualificazione"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
712, presentata dal Consigliere Grimaldi, che ha la parola per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Questo question time è molto semplice, nel senso che il Piano Integrato di Sviluppo Urbano della città di Alessandria, in seguito con il PISU, ha definito un programma che si chiama "Da Borgo Rovereto a Borgo Cittadella" in cui vengono messi alcuni punti di rigenerazione urbana fondati sull'approccio integrato. Questo tipo di progettazione è inserito dentro il POR-FESR che, come sapete, è ovviamente scaduto, ma è in scadenza in termini anche della parte di rendicontazione.
Come viene detto nel question time, viene citata anche un'interrogazione fatta all'interno del Comune di Alessandria, in cui si chiede se sulla Cittadella Militare di Alessandria - che ha bisogno di urgenti lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria - oggi ancora di proprietà del demanio, si possano in qualche modo generare delle risorse magari con una modifica di destinazione d'uso delle risorse previste per l'illuminazione, già programmati nel FESR 2007-2013 (Asse tre) nell'asse di riqualificazione territoriale. Si chiedeva se era volontà del Comune di Alessandria destinare queste risorse.
La nostra richiesta è semplice. Da una parte, se si condivide l'utilizzo di questi 800 mila euro per le urgenti ed inderogabili opere di manutenzione è per non correre il rischio paradossale di fare impianti di illuminazione magari nelle aree antistanti e avere una Cittadella di grande prestigio architettonico e culturale, com'è la Cittadella Militare di Alessandria, in uno stato di degrado assoluto, magari anche con il rischio che l'opera architettonica stessa venga degradata. Dall'altra parte ovviamente, c'è una domanda più tecnica, cioè fatta salva la fattibilità amministrativa, di procedere ad un cambiamento.
Se così non fosse, chiederei già all'Assessore di ipotizzare altri tipi di interventi, perché, ripeto, sembrerebbe assurdo utilizzare parte delle risorse POR-FESR per fare un lavoro di ricucitura, come il PISU prevedeva e poi non prevedere la salvaguardia e la messa in sicurezza di un bene così importante per la città di Alessandria, ma credo per l'intera Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore alle attività produttive Ringrazio la Presidente e il Consigliere.
Sulla domanda puntuale dell'interrogazione, ossia se sia possibile modificare l'uso delle risorse attualmente previsto nel POR-FESR, la mia risposta è che purtroppo non si può fare. E' una risposta tecnica verificata con gli Uffici per due ordini di ragioni.
Uno è quello evidente dei tempi; poiché l'intervento deve essere concluso e rendicontato entro il 31 dicembre, immaginare di fare una cosa completamente diversa da quella su cui si è ragionato finora non è ipotizzabile.
In secondo luogo, siccome questo è un tema che sicuramente entro il 31 dicembre non si risolve, ad oggi la Cittadella di Alessandria è proprietà del demanio. Il presupposto degli interventi contenuti nei PISU è il fatto che i beni oggetto di intervento siano proprietà del Comune. Quindi, da questo punto di vista, così come stanno le cose oggi, non è assolutamente possibile immaginare di spostare l'uso di queste risorse.
Altro è, invece, il tema posto dal Consigliere Grimaldi sulla Cittadella di Alessandria in sé per sé, che in quanto tale è sicuramente un oggetto di straordinario pregio che, secondo me, sarebbe terribile lasciare degradare. Cosa che, a quanto mi risulta, in realtà, sta avvenendo da quando non ci sono più i militari, perché loro almeno provvedevano ad alcune minime cose, a cui oggi, essendo disabitata, non provvede più nessuno.
Su questo tema sicuramente avvieremo un confronto con l'Amministrazione comunale e sicuramente lo farò con la collega Parigi, pensando al nuovo POR, perché sicuramente quell'oggetto merita una riflessione in chiave di tutela e in chiave di valorizzazione, in prima battuta per restituirgli quelle condizioni minime di agibilità, a seguito delle quali si può pensare che qualcuno ci faccia qualcosa dentro. Lo dico con poca precisione tecnica, ma credo che questa sia la sostanza del problema.
Io sono assolutamente determinata ad approfondire questo tema nella fase di programmazione nuova dei fondi.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 713 presentata dal Consigliere Marrone, inerente a "Lavoratori della 'Gozzo Impianti' di Pianezza, quale futuro?"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 713, presentata dal Consigliere Marrone, che ha la parola per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

L'interpellanza riguarda un caso che sta molto allarmando i 230 lavoratori della Gozzo Impianti che, ricordo, ha sede a Pianezza, quindi in provincia di Torino per una vicenda che ha del paradossale.
In un momento in cui è così difficile garantire occupazione e continuare quindi a garantire anche benessere del nostro territorio l'opportunità, che sembrava essere una commessa importante per questa azienda torinese a Fiumicino di lavori riguardanti l'aeroporto, è diventata paradossalmente una trappola quasi letale, per tutta una serie di ritardi all'italiana che hanno portato poi ad una tale crisi di liquidità di questa azienda, che adesso addirittura avrebbe richiesto - queste sono le indiscrezioni pervenute dai media - il concordato preventivo in Tribunale fallimentare.
Questo effettivamente è un segnale che ingenera comprensibilmente grande preoccupazione per i 230 dipendenti dell'azienda del nostro territorio. Motivo per cui, alla luce di un incontro riportato dai nostri Consiglieri ed Assessori del Comune di Pianezza con l'Assessore De Santis in cui veniva chiesto quale sarebbe l'intervento del Governo - e pare non essere arrivata nessuna notizia, né cattiva né buona - con quest'interpellanza si cerca di capire quali siano le linee della Giunta regionale per cercare di prevenire la chiusura di un'azienda con i conseguenti licenziamenti e le gravi ripercussioni per il tessuto economico, ma anche sociale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Ovviamente mi limito a leggere quanto gli Uffici dell'Assessorato al lavoro hanno predisposto, nella consapevolezza che può essere un utile contributo alle domande che poneva il Consigliere Marrone.
La Regione Piemonte ha seguito fin dall'inizio la crisi della storica ditta di Pianezza Gozzo Impianti. Il 20 aprile 2015 si è svolto presso gli uffici dell'Assessorato al lavoro l'incontro per l'esame congiunto fra azienda e organizzazioni sindacali per la richiesta di cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi per 12 mesi per 240 dipendenti.
In quella sede la Gozzo Impianti ha chiesto il pagamento diretto della CIGS all'INPS, ovvero non era in grado di anticipare le spettanze ai lavoratori.
Per ovviare al problema che i lavoratori avrebbero dovuto aspettare diversi mesi senza alcuna forma di sostegno al reddito - perché l'INPS paga la CIGS solo dopo che il Ministero del Lavoro emana il decreto di autorizzazione e possono passare diversi mesi dalla presentazione della domanda - la Regione Piemonte, tramite l'Agenzia Piemonte Lavoro, ha provveduto inizialmente ad anticipare le spettanze della cassa integrazione ai lavoratori che ne hanno fatto richiesta.
La cassa integrazione è stata successivamente autorizzata dal Ministero del Lavoro con decreto n. 91-444 nel 13 agosto 2015.
La Gozzo Impianti ha presentato domanda di ammissione al concordato preventivo in continuità, ai sensi dell'articolo 161, comma 6, della legge fallimentare, in data 3 aprile 2015. Tale richiesta va vista come elemento di garanzia per il mantenimento dell'impresa e per la salvaguardia dell'occupazione, in quanto da quel momento l'attività è sottoposta alla sorveglianza del Tribunale fallimentare.
La Regione Piemonte ha incontrato ripetutamente l'azienda per verificare la possibilità di utilizzare gli strumenti finanziari a disposizione per affrontare la situazione di crisi. In particolare, si è proceduto a una verifica, insieme a Finpiemonte, sulla possibilità di utilizzare, prima della domanda di concordato, il fondo di garanzia per le imprese. La misura, forse, non è stata valutata come risolutiva dall'azienda, che non ha poi formulato domanda formale a Finpiemonte.
Nel mese di maggio, l'Assessore alle attività produttive della Regione Piemonte, De Santis, ha accompagnato l'azienda presso la Direzione dell'Unità per la Gestione delle Vertenze delle Aziende in Crisi del Ministero dello Sviluppo Economico, per verificare la possibilità di utilizzare eventuali strumenti disponibili presso il Ministero.
Nel frattempo, l'impresa ha predisposto il piano concordatario che è stato presentato al Tribunale fallimentare di Torino, ed era prevista un'udienza alla fine del mese di settembre, che si riteneva avrebbe potuto portare all'omologazione del concordato. Nel mese di settembre, però, si è sviluppato un contenzioso fra la Gozzo Impianti e l'azienda Cimolai capofila dell'ATS, con cui la Gozzo partecipa all'appalto per la realizzazione del nuovo terminal degli aeroporti di Roma. La realizzazione di questa attività è elemento fondamentale per la realizzazione del piano previsto nel concordato e quindi per la continuità dell'attività di impresa.
Il Tribunale fallimentare di Torino ha rinviato la decisione alla fine del mese di ottobre, per dare il tempo alla Gozzo di chiarire la problematica relativa alla commessa di ADR.
Il 16 ottobre 2015 si è svolto un tavolo istituzionale di crisi presso l'Assessorato al lavoro della Regione Piemonte, alla presenza degli Assessori De Santis e Pentenero, della Città metropolitana, dei Comuni della zona (a partire da Pianezza), dell'azienda e delle organizzazioni sindacali. In quella sede, la Gozzo ha dichiarato, in merito al contenzioso in atto con la Cimolai, di aver fatto una segnalazione all'ANAC e di aver adito alle vie legali presso il Tribunale competente, per far valere le proprie ragioni.
La Regione Piemonte ha continuato a monitorare, anche dopo l'incontro del 16/10 e d'intesa con il MISE, la situazione. Al momento, trattandosi di una procedura prevista all'interno della legge fallimentare, non sono possibili aiuti diretti all'azienda. A seconda dell'evolversi della situazione, potranno essere valutati ulteriori strumenti da impiegare sempre nell'ambito di quanto previsto negli atti regionali.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 720 presentata dal Consigliere Valetti, inerente a "Posizione della Giunta regionale sulla vicenda dell'autista SADEM e misure di controllo parco mezzi della compagnia"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 720, presentata dal Consigliere Valetti, che ha la parola per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione nasce da un caso specifico, ma vuole essere di buon esempio per la corretta gestione del trasporto pubblico piemontese quindi dell'amministrazione, del controllo, da parte della Regione e degli enti preposti che - ricordiamo - saranno esercitati dall'Agenzia della Mobilità Piemontese, sulla qualità del servizio. Qualità del servizio sono ovviamente, le condizioni dell'utenza, la qualità dell'erogazione, ma anche la qualità del lavoro e dei lavoratori del comparto, che vogliamo altrettanto tutelare.
L'azienda SADEM salta all'occhio per la vicenda degli incendi degli autobus: ci sono stati 14 incendi di autobus in tre anni; fatto che non ha precedenti, nel settore, almeno a livello europeo.
Ultimamente, è successo il caso molto particolare di un autista facente parte di un sindacato - licenziato in seguito all'ennesimo incendio di autobus, in quanto ritenuto parzialmente responsabile di tale fatto.
Proprio oggi abbiamo avuto la conferma di una sentenza del Giudice del Lavoro che riconosce una condotta antisindacale da parte dell'azienda verso il lavoratore licenziato per la questione degli autobus andati a fuoco.
Pertanto, chiediamo come intenda agire la Regione per fare chiarezza e vigilare maggiormente sul funzionamento delle aziende concessionarie di un servizio pubblico, nella qualità del servizio che erogano, nel rispetto delle normative di sicurezza e, quindi, dei controlli ai mezzi, e nel rispetto delle condizioni di lavoro dei dipendenti, perché le tre cose sono imprescindibili e non si possono valutare separatamente.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Siamo venuti a conoscenza di questo episodio dai giornali, dalla stampa, e ovviamente non abbiamo competenze specifiche sulla questione anche se sarà nostra premura cercare di capire cosa sia effettivamente successo.
In merito alla domanda specifica della sua interrogazione, e cioè il livello di monitoraggio e controllo da parte della Regione sui mezzi ricordo che nostra competenza - e di questo ovviamente abbiamo tutti i dati è la verifica dell'età dei mezzi e anche della loro classificazione (Euro0, Euro1, Euro2, ecc.).
Non abbiamo competenze specifiche sulla verifica della sicurezza dei mezzi, che compete, invece, alla Motorizzazione Civile, come lei sa.
Questo non toglie che, con l'avvio dell'Agenzia della Mobilità Piemontese, l'Agenzia stessa possa dotarsi di qualche elemento di controllo, anche solo a campione, sullo stato dei mezzi e sul livello della loro sicurezza (sempre che questo sia, ovviamente, legittimo, ma credo di sì).
Per quanto riguarda il caso specifico, e cioè l'azienda che lei citava siamo al corrente che sta facendo un investimento significativo per rinnovare una parte dei propri mezzi. Devo dire che la situazione a livello regionale non è delle più felici, da questo punto di vista, perché è indubbio che la vetustà dei messi comincia ad essere significativa e anche preoccupante, e che nella modalità finora prevista, cioè quella della contribuzione da parte regionale e statale per l'acquisto dei mezzi, ci sia un ritardo anche dovuto alla reimpostazione di fondi FSC, che non sono più stati destinati al rinnovo del materiale rotabile su gomma.
Peraltro, nei mesi scorsi si è conclusa un'assegnazione anche piuttosto corposa da parte dell'Assessorato all'ambiente su un bando del Ministero dell'Ambiente che riguarda mezzi elettrici. Non so sinceramente se questa azienda abbia partecipato al bando e se abbia ottenuto dei mezzi. Mi risulta, comunque - risulta agli uffici competenti - che sia in atto un rinnovo significativo dei mezzi, da parte dell'azienda.
Comunque è chiaro che il tema che lei propone - un controllo più forte della sicurezza dei mezzi - sia un'esigenza ampiamente sentita. Spero che noi riusciremo a dotarci di tutti i mezzi per verificare questo controllo e monitoraggio, in modo più assiduo.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 715 presentata dalla Consigliera Motta, inerente a "Crisi della Dierre di Villanova d'Asti" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Non potendo farmi sostituire, poiché c'è un po' di penuria di colleghi dell'Ufficio di Presidenza, chiedo all'Assessore Ferrari la risposta scritta all'interrogazione a risposta immediata n. 715, da me presentata.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 719 presentata dal Consigliere Campo, inerente a "Edilizia sociale per i profughi istriani"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 719, presentata dal Consigliere Camp, che ha la parola per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Il correttore ha colpito il titolo: sono i profughi istriani. Non ce ne siamo accorti in fase di stampa.
La mia domanda riguarda una tematica che si trascina da lungo tempo parliamo di quelle famiglie provenienti dal triste esito della Seconda Guerra Mondiale e che ha visto perdere un pezzo d'Italia nella parte più orientale, che è la penisola istriana.
A questi profughi con successive normative sono state nel tempo destinate abitazioni popolari a vario titolo e una parte di loro è stata anche destinataria della possibilità di acquisire tali abitazioni a prezzo agevolato.
Quello che è successo poi con il passaggio delle case popolari dal sistema nazionale alle ATC regionali è il fatto che la questione è andata trascinandosi, anche se sembrava essersi finalmente risolta con l'approvazione di una legge regionale nel 2011 (anche se non ritenuta necessaria in quanto in presenza di legge nazionale). Nonostante questo pure in colpevole ritardo, arriviamo al 2015, quando all'inizio dell'anno da parte dell'ATC, giunge finalmente la notizia che le procedure potevano partire, per poi puntualmente bloccarsi nel giro di un paio di mesi, tant'è che già ad aprile nulla più si sapeva sul fatto che circa 150 famiglie aventi diritto avrebbero potuto acquisire l'alloggio popolare.
Poiché sappiamo che questo problema è già stato oggetto anche nella precedente legislatura di un intervento di richiesta da parte di quella che oggi è la maggioranza di governo nella persona del Vicepresidente Reschigna, in particolare, soprattutto non è stato possibile, né da parte dell'Associazione dei profughi istriani e nemmeno nostra, perché abbiamo provato a chiedere sia all'Avvocatura sia all'ATC quale fosse il nodo del contendere, avere almeno il testo della richiesta fatta dall'ATC all'Avvocatura, ma ad oggi nulla ci è stato risposto. Ho chiesto alla Giunta, sia al Vicepresidente Reschigna che all'Assessore Ferrari, en passant per provare a capire quale fosse la situazione, ma non sono state date risposte chiare.
Quello che sono qui a chiedere è una risposta chiara e un iter chiaro da fornire a persone che sono in attesa da oltre cinquant'anni per l'attuazione di un diritto; un diritto che viene negato, non so se in attesa dell'estinzione del problema per limiti d'età. Ci pare abbastanza triste che si arrivi anche a non fornire le informazioni su quanto sta succedendo.
Quindi, la mia domanda oggi riguarda cosa si sta facendo e cosa si pensa di fare per risolvere questa situazione, visto che la legge nazionale e quella regionale sono tuttora vigenti e visto che la legge regionale non è paragonabile a quella toscana, che qualcuno sostiene sia l'esempio sul quale ci si sta fermando, perché è stata impugnata..



PRESIDENTE

In effetti, dovevamo immaginare che ci fosse un refuso.
La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Consigliere Campo, come le ho già detto personalmente, e come a lei ho detto le stesse cose ai rappresentanti dell'Associazione dei profughi istriani, a fronte di cinquant'anni senza soluzione e a fronte degli ultimi quattro, nonostante la legge, senza soluzione, noi il problema vogliamo risolverlo e vogliamo risolverlo a breve. Non so cosa possa dire più chiaro di così.
L'Amministrazione regionale in carica intende risolvere il problema dei profughi istriani per quanto concerne l'acquisto delle case popolari che hanno a disposizione entro breve tempo. Se riusciamo, già in queste settimane e in questi mesi.
Se guardiamo la tempistica (cinquant'anni, quattro anni, un anno) possiamo essere abbastanza soddisfatti, voglio dire, della risoluzione del problema. Intendiamo risolverlo perché non possiamo fare altro - ovviamente secondo l'indicazione prevista dalla legge.
Non sono legibus solutus come il monarca, mi sottopongo alla legge e quindi alla legge intendo religiosamente obbedire. Certamente, soluzione del problema in tempi rapidi, secondo quanto è previsto dalla legge regionale.
Perché è intervenuto, anche nei mesi che abbiamo alle spalle, un rallentamento di un soluzione che sembrava già definitiva? Ricordo - lo ricordo perché c'ero io, quindi è chiaro che me lo ricordo - che nella primavera scorsa, avevo già incontrato in due occasioni le Associazioni e avevamo concordato un certo tipo di iter; il Consiglio d'Amministrazione dell'ATC aveva già pronta la deliberazione per risolvere il problema.
Tuttavia, sono intervenute due esigenze che hanno richiesto effettivamente, da parte dell'ATC un parere all'Avvocatura della Regione.
Il primo parere è relativo al fatto che una legge non uguale, ma analoga, della Regione Toscana è stata dichiarata incostituzionale, quindi si voleva fare una verifica da questo punto di vista.
Il secondo parere è relativo al fatto che alcuni dirigenti dell'Agenzia paventavano un danno patrimoniale derivante dalla cessione di parte del proprio patrimonio ai profughi a prezzi sensibilmente più bassi rispetto agli altri. Allora, era chiara la necessità di fare una valutazione puntuale di questo aspetto.
In questo momento, in queste settimane, in questi giorni stiamo provvedendo, con gli Uffici e con i dirigenti e funzionari dell'ATC, a fare un'opportuna verifica, una puntuale verifica della quantificazione, perch i dati sono un po' "ballerini", quindi abbiamo bisogno di essere certi della quantificazione di quanto potenzialmente verrebbe ricavato dall'alienazione degli alloggi in questione. Questo è.
Pertanto, è sicuramente intenzione di quest'Amministrazione risolvere definitivamente un problema così annoso secondo quando previsto dalla legge regionale, che è vigente!



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 723 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Chiusura piattaforma logistica Leroy Merlin Rivalta Scrivia"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 723, presentata dal Consigliere Berutti, che ha la parola per l'illustrazione.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Volevo comunicare che non siamo in streaming, non riescono né a vederci e neanche a sentirci.



PRESIDENTE

Il pulsante rosso era schiacciato.
Consigliere Berutti, prosegua, intanto verifichiamo i problemi tecnici.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Su Tortona, nell'area di Rivalta Scrivia, si sta ponendo un altro problema assolutamente pesante, oltre a delle ipotesi relative ad altri settori e altre realtà.
Leroy Merlin, nel febbraio 2016, prevede la chiusura della piattaforma logistica all'interno dell'Interporto; questa ipotesi di chiusura comporterà la soppressione di 90 posti di lavoro nell'ambito di società cooperative e di altri 41 posti dei dipendenti dell'Interporto.
Alla luce di questo, si potrebbe creare un ulteriore contraccolpo all'economia del territorio e alle oltre 130 famiglie che potrebbero venire penalizzate.
Tra l'altro, erano state fatte anche delle proposte, ma il consorzio ha respinto la richiesta di attivazione dei contratti di solidarietà di tipo B, per cui probabilmente a febbraio non ci sarà alcun tipo di appello.
Alla luce di questo, volevo chiedere se la Regione è stata messa al corrente e come intende intervenire a salvaguardia dei posti di lavoro.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Ferrari.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Anche qui, Consigliere, devo limitarmi ad una lettura un po' asettica sine glossa, senza commento.
La notizia della chiusura della piattaforma logistica della Leroy Merlin all'interno dell'interporto di Rivalta Scrivia, con le conseguenti pesanti ripercussioni sui livelli di occupazione, è giunta assolutamente nuova: presso l'Assessorato al lavoro non è stata attivata alcuna procedura relativa a richieste di utilizzo degli ammortizzatori sociali - CIGS o procedura di licenziamento collettivo - né, da parte dell'azienda e/o delle organizzazioni sindacali, è pervenuta richiesta dell'attivazione di un tavolo di crisi.
Tuttavia, dalle notizie di stampa pare di capire che le ragioni della chiusura appaiano ormai scontate. Le ricadute occupazionali di tale decisione sono già state oggetto di valutazione fra aziende e organizzazioni sindacali che, sempre da notizie di stampa, avrebbero già individuato percorsi tesi a limitarne l'impatto sui livelli occupazionali.
La Regione Piemonte è comunque disponibile, se le parti lo riterranno a supportarle nella ricerca di eventuali soluzioni per tutti i lavoratori coinvolti, anche alla luce delle nuove normative in tema di ammortizzatori sociali.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 714 presentata dalla Consigliera Chiapello, inerente a "Nuovo piano vaccinale"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 714, presentata dalla Consigliera Chiapello, che ha la parola per l'illustrazione.



CHIAPELLO Maria Carla

Grazie, Presidente.
Nelle ultime settimane si è parlato molto delle vaccinazioni per i bambini, a causa di alcune notizie di cronaca che hanno fatto il giro del mondo e hanno raccontato la morte di neonati per pertosse.
In Italia sono circa 5.000 i bambini che tutti gli anni non vengono vaccinati contro poliomelite, difterite e tetano; mentre per morbillo rosolia e parotite hanno subito un netto calo e la copertura si aggira intorno all'87%.
Dopo questa breve premessa, vengo al nocciolo della questione.
Il 15 ottobre, durante la seduta delle Conferenze delle Regioni si è discusso del nuovo piano vaccinale, nella cui bozza si prevede anche l'ipotesi di condizionare l'accesso scolastico a seconda della regolarità del libretto delle vaccinazioni, cioè il divieto di acceso alle scuole ai bambini che non sono vaccinati.
Il nuovo piano vaccinale, inoltre, prevede per i più piccoli alcuni nuovi vaccini non obbligatori, come varicella, rotavirus e meningite di tipo B, mentre per gli anziani pneumococco e herpes zoster. Tale piano verrà ridiscusso e approvato o respinto il 5 novembre.
Nel frattempo, è stata lanciata una petizione online indirizzata al Ministro Lorenzin, dal titolo "Vaccinazioni obbligatorie nelle comunità scolastiche" e le adesioni sono già migliaia. Lo stesso Ministro ha dichiarato che l'ipotesi sarebbe da valutare.
A tale proposito, alcune Regioni italiane si sono dette favorevoli ed altre contrarie. Alcune sono molte preoccupate per l'aumento della spesa.
Nella nostra Regione, ad esempio, dagli attuali 18 milioni che si spendono annualmente per le vaccinazioni, si passerebbe ad un costo di 39 milioni circa.
Con quest'interrogazione vorrei conoscere la posizione della Regione Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Abbiamo sicuramente e continuamente preoccupazione sui costi, ma, in questo caso, se c'è da fare le vaccinazioni si fanno le vaccinazioni perché evidentemente è importante.
Detto questo, al quesito posto su qual è la posizione della Regione Piemonte in ordine al dibattito nazionale che c'è stato - che c'è, per la verità - volevo spiegare la nostra posizione partendo dai dati della Regione Piemonte, perché la situazione della Regione Piemonte è utile anche per indicare al Governo qual è una modalità per avere più copertura possibile sulle vaccinazioni.
La situazione del Piemonte è notevolmente diversa da tante altre Regioni. Sicuramente il fenomeno del rifiuto vaccinale è leggermente in crescita anche nella nostra Regione, dove però non raggiunge il livello di allarme segnalato in questi ultimi giorni. Nella nostra Regione, circa il 97% - quindi parliamo di una grande copertura - dei nuovi nati si sottopone alla vaccinazione nel primo anno di vita (97%, percentuale superiore alla media nazionale) e solo il 92% accetta invece la vaccinazione contro il morbillo, la parotite e la rosolia, proposta all'età di 15 mesi. Se si eliminano i soggetti irreperibili, i veri rifiuti alla vaccinazione in Piemonte sono soltanto il 2%.
Nella nostra Regione è in vigore un piano regionale di prevenzione vaccinale che da oltre dieci anni basa la propria iniziativa sul principio dell'adesione consapevole alla vaccinazione da parte dei genitori, cioè viene fatto un grande lavoro, da parte delle strutture sanitarie, per avere un rapporto con i genitori, in modo da aumentare il più possibile la copertura. L'elevato livello di copertura raggiunto nel primo anno di vita è frutto del lavoro di promozione attiva svolta dagli operatori dei servizi vaccinali che sono stati tutti formati nel corso degli anni.
Il livello più basso ottenuto nella vaccinazione anti morbillo indica una particolare diffidenza - questo esiste - verso questo vaccino e non verso la vaccinazione in genere. Le persone diffidenti che rifiutano la vaccinazione rappresentano una minoranza - come dicevo prima - di soggetti generalmente molto informati, anche se, secondo noi, in modo distorto, e spesso attivamente impegnati nelle campagne di rifiuto delle vaccinazioni.
Difficilmente queste persone cambiano la propria opinione dopo i colloqui e difficilmente vengono intimoriti dalle minacce di sanzione.
Questa la nostra situazione.
Per questo motivo, in Piemonte è stata da tempo sospesa l'erogazione non soltanto in Piemonte - delle sanzioni amministrative ed una convenzione con il Tribunale dei minori esclude l'intervento dell'autorità giudiziaria a meno che il rifiuto vaccinale non sia conseguente a situazioni di evidente trascuratezza nella cura del minore.
Noi pensiamo che, sulla base dell'esperienza piemontese, sia ragionevole ritenere, anche confrontando i nostri risultati con quelli di altre Regioni, che questo approccio promozionale e non coercitivo, se fatto in modo organizzato e richiede anche del tempo, può dare dei buoni risultati.
Tuttavia, siamo di fronte ad una proposta del Ministro (come è stato richiamato): quella del Piano. Abbiamo discusso a lungo come Assessori e molte Regioni concordano sull'obbligatorietà: per l'iscrizione a scuola occorre avere le vaccinazioni. E' chiaro che si tratta di un dibattito molto complesso, anche perché qualche mio collega ha sollevato la questione che si scontrerebbero due diritti: il diritto alla salute e il diritto all'istruzione. E' una questione obiettivamente complessa.
Una decisione definitiva non è stata ancora assunta, però posso riferirvi che, mentre noi abbiamo detto che è possibile con questa modalità, ho anche constatato che da parte di Regioni, pure importanti, c'è una condivisione dell'obbligatorietà perché, normalmente, nelle Regioni dove non c'è questa copertura, è chiaro che c'è il rischio, per i bambini e per i neonati immunodeficienti, che hanno deficienze immunitarie, di avere seri problemi. Per garantire di diritto alla salute, quindi, è chiaro che occorre qualche iniziativa forte.
Ora, noi abbiamo quest'esperienza positiva, ma se l'obiettivo giustamente è quello di accelerare la copertura, soprattutto nelle Regioni che hanno percentuali molto basse, io credo che un'iniziativa determinata da parte del Governo sia utile.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 717 presentata dalla Consigliera Conticelli, inerente a "Articolazione territoriale dei Servizi di Patologia delle Dipendenze"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 717, presentata dalla Consigliera Conticelli, che ha la parola per l'illustrazione.



CONTICELLI Nadia

Grazie.
Il tema è quello dei servizi di patologia delle dipendenza che svolgono, nell'ambito dell'organizzazione delle ASL, un'attività importante sui territori, spesso in rete con i servizi territoriali e socioassistenziali, per ogni tipo di dipendenza che comporti o meno uso di sostanze; abbiamo parlato anche qui, per esempio, della cosiddetta ludopatia, cioè del GAP. Si tratta quindi di un settore che svolge un ruolo sempre più incentrato sulla prevenzione, oltre che sulla funzione di cura.
Rispetto alla riduzione delle strutture complesse, che era stata recepita dagli atti aziendali come richiesto dal Piano regionale, è stato successivamente previsto un ulteriore taglio di ben sei strutture individuandone in sostanza una per ogni Azienda.
Siccome il panorama è naturalmente anche abbastanza variegato, a seconda della dimensione dell'ASL e del territorio a cui questo servizio si rivolge, questo riordino comporta per esempio il fatto che - soprattutto su Torino, ma non solo - ci siano strutture complesse con numeri molto rilevanti; qui riporto il caso dell'ASL-TO2 dove, riunendo tutte le strutture territoriali in un'unica, ci sarebbe una struttura con ben 200 operatori.
La preoccupazione è intanto quella di mantenere una rete territoriale che lavori "a scavalco" tra il comparto socio-assistenziale, quello sanitario e, visto che si parla di prevenzione, quello educativo; e poi che si riesca a dar seguito, com'è avvenuto fino ad oggi, ai piani locali delle dipendenze.
Si chiede quindi se, pur in presenza di queste riduzioni già proposte non si ritenga di ritornare leggermente sui parametri, anche rispetto alle proposte delle varie Aziende e dei Direttori generali.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Conticelli.
La parola all'Assessore Saitta per la riposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Naturalmente sono a conoscenza della posizione dei responsabili delle strutture complesse dei servizi per le dipendenze; ho preso visione delle loro proteste e anche delle loro proposte, perché hanno fatto anche delle proposte: il suggerimento è quello di aumentare il numero dei responsabili delle strutture.
Rispondo alla domanda precisa che è stata fatta. Innanzitutto ritengo sia doveroso fare una precisazione. Come voi sapete, è chiaro che il metter mano alla riorganizzazione del sistema ospedaliero e della sanità ispirandosi a questo principio della razionalizzazione, ha comportato per forza di cose, come potete immaginare, dei tagli in modo diffuso alle strutture complesse; ricordo che abbiamo riportato anche quelle strutture complesse amministrative, che sono tante, al 10% delle strutture complessive: è stata operata, quindi, una riduzione forte.
Anche per quanto riguarda i servizi di patologia delle dipendenze evidentemente, è stata fatta quest'operazione e credo che in futuro vedremo se abbiamo definito un modello perfetto o se questo necessiterà di aggiustamenti. Io però ritengo che sia doveroso - l'ho detto anche pubblicamente e lo ripeto qui - poter ragionare, ma che non si possa assolutamente affermare che in un'ASL ridurre il numero delle strutture complesse da due ad una, per quanto riguarda le dipendenze, voglia dire che non ci sono più i servizi. Il personale resta e sono tutti medici; uno di questi due farà il medico e lavorerà: non è che la situazioni cambi.
Allora, io credo che sicuramente si debba stare attenti ai problemi dei servizi offerti, ma continuo a dire - almeno, ho preso l'abitudine di farlo di evitare il catastrofismo. Resta lo stesso numero di dipendenti, ma non solo: sui servizi per le dipendenze, per quanto riguarda il 2015, noi abbiamo mantenuto le stesse risorse, seguendoli con grande attenzione. E' quindi opportuno che gli operatori non si lascino prendere non dico da una visione errata, ma da una preoccupazione, e soprattutto non trasmettano ai pazienti l'idea che da oggi, siccome non ci sono più due primari ma ce n'è soltanto uno, c'è il dramma. Questo è capitato in altre Regioni e il dramma non è accaduto.
Dopodiché, ritengo che le proposte che i Direttori hanno indicato negli atti aziendali non troveranno tutte un'immediata applicazione e vedremo nella fase concreta cosa succederà. In ogni caso penso che, anche rispetto a queste ipotesi di modifica a saldi invariati, l'indicazione che abbiamo dato ai Direttori è di monitorare la situazione con grande attenzione.
Quando usciremo dal piano di rientro, evidentemente, avremo modo anche di valutare questi aspetti in maniera diversa, però bisogna che pure in questo settore, come in tutti gli altri che sono stati oggetto di esame, valga questa logica.
E' chiaro che se noi dovessimo fare una scelta, si tratterebbe di una scelta - siccome chi ha responsabilità di gestione, il primario, non ha soltanto il compito della cura, ma anche quello dell'organizzazione del personale e delle risorse - basata sul principio di liberare, con questa modalità, delle persone che potranno dedicarsi alla cura in modo prevalente: vuol dire ridurre agli operatori il peso di funzioni anche gestionali perché si possano dedicare alla cura.
Dopodiché è chiaro che chi in futuro non sarà più primario - eh ragazzi. - protesterà, come sta succedendo da altre parti. Io per considero questo un passaggio di applicazione delle regole che ci siamo dati. Vedremo concretamente che cosa capiterà attraverso il monitoraggio e se in futuro ci sarà da fare qualche modifica o da adottare qualche accorgimento, evidentemente lo faremo; però con la dovuta attenzione di separare le questioni personali da quelle della tutela dei servizi, che mi pare fosse la motivazione contenuta nella richiesta della Consigliera Conticelli.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 718 presentata dalla Consigliera Batzella, inerente a "Reparto TBC San Luigi di Orbassano"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 718, presentata dalla Consigliera Batzella, che ha la parola per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Questa mia interrogazione riguarda il reparto di tubercolosi dell'ospedale San Luigi di Orbassano.
Vorrei ricordare all'Assessore e ai presenti che il 23 dicembre del 2014 c'è stato un ordine di servizio interno all'Ospedale San Luigi di Orbassano che prevedeva la chiusura di tale reparto perché dovevano esservi effettuati dei lavori di ristrutturazione o di adeguamento del sistema di climatizzazione, in quanto ormai il sistema di aerazione esistente non era più a norma di sicurezza ed era anche obsoleto.
Che cosa è successo? Che a gennaio - il tempo di organizzare il tutto il reparto è stato chiuso. Ricordo che i posti letto dedicati ai malati tubercolari erano 8: 4 camere, composte ciascuna da due posti letto.
Cosa è capitato? Che i tempi previsti per i lavori dovevano essere di tre mesi. Infatti i giornali ne avevano scritto, la sottoscritta aveva interrogato l'Assessore e aveva portato il caso anche in Commissione sanità. Persino un medico che lavora all'interno del reparto e che si occupa da oltre trent'anni di malati di tubercolosi aveva espresso preoccupazioni in merito: ebbene, questo medico è stato condannato a pagare una multa di 200 euro per aver espresso pubblicamente sui giornali le sue preoccupazioni per questi malati. In Italia e nella nostra Regione se qualcuno si preoccupa dei pazienti viene anche punito! Noi viviamo in una realtà simile.
Detto questo, per ritornare al discorso oggetto dell'interrogazione era stato fatto un preventivo, che inizialmente doveva essere di 20.000 euro. Poi si è pensato che la semplice ristrutturazione dell'impianto non fosse sufficiente, forse era il caso di sostituire completamente l'impianto di aerazione. L'importo sale, quindi, a 60.000 euro. Successivamente, si è ancora pensato di creare un nuovo reparto di pneumologia: ecco, quindi, che il costo dei lavori è lievitato a 400.000 euro.
Nel frattempo, che cosa è successo? Vi ricordo che gli ammalati di tubercolosi sono pazienti particolari e rappresentano, tra virgolette, gli "ultimi" della nostra società: sapete perché? Perché si tratta di tossicodipendenti, di ex tossicodipendenti, di extracomunitari, persone che vivono in condizioni disagiate e sono abbandonate a se stesse.
Nella città di Torino abbiamo ancora un altro ospedale, che è l'Amedeo di Savoia, che sarà prossimo alla chiusura. Oltre all'Amedeo di Savoia di Torino abbiamo un altro centro ad Asti e uno a Cuneo. Esistono sono quelli! Quindi se non c'è posto all'ospedale Amedeo di Savoia, i pazienti devono essere indirizzati presso ospedali di altre province.
Nel reparto dell'ospedale San Luigi di Orbassano è rimasta una sola camera con due posti letto. Questi due posti letto, però, non accolgono tutti i pazienti, perché quelli contagiosi, infatti, non possono stare in quella camera. Noi ci ritroviamo quindi dei pazienti altamente infettivi e contagiosi a spasso! Questa è la realtà in cui viviamo.
Chiedo gentilmente all'Assessore Saitta se questi posti letto (che originariamente erano otto) verranno ripristinati; se è prevista la costruzione di un nuovo reparto di pneumologia; se le risorse di 400.000 euro ci sono e sono a disposizione e se i lavori finalmente inizieranno.
Infine, il 15 settembre c'è stata l'ultima revisione dell'atto aziendale: nello stesso, sulla versione del 16 settembre, non risulta scritta la funzione di tisiologia: mi chiedo, dunque, se è stato un errore una mera dimenticanza, o se la tisiologia è stata completamente cancellata.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il Direttore dell'Azienda San Luigi, dottor Manfredi, ha ricostruito la vicenda per dare delle risposte e garantire quelle certezze che ci vengono chieste, oggetto anche di altri interventi che sono stati fatti dai colleghi (compreso il collega Appiano) in passato.
Le camere di isolamento per i pazienti affetti da TBC sono state chiuse per criticità di carattere strutturale nel gennaio 2015. Il dottor Manfredi, dopo il suo insediamento al San Luigi, si è immediatamente occupato della questione e ha fatto pervenire all'Assessorato, alla Direzione Sanità, una nota nella quale si evidenzia la possibilità di utilizzare, per la messa a norma delle camere di TBC, fondi già stanziati per altre finalità.
In questi giorni gli Uffici stanno valutando questa richiesta e credo che il parere sarà senz'altro positivo.
La messa a norma prevede costi stimabili in circa 250.000 euro e i lavori potrebbero terminare entro il mese di giugno 2016.
Tale investimento prevedrebbe anche la ricollocazione dell'area dedicata alla cura della fibrosi cistica, con adeguamenti strutturali e recupero di alcuni spazi.
Attualmente, la gestione dei pazienti con TBC attiva viene effettuata adottando le misure di isolamento aereo secondo gli standard scientifici di riferimento, in attesa della realizzazione delle camere a pressione negativa. Non sono quindi presenti - mi conferma il Direttore - particolari elementi di criticità. Di certo, l'attivazione delle camere di isolamento comporterà un miglioramento complessivo dei percorsi della rete ospedaliera nello specifico ambito.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 722 presentata dal Consigliere Vignale, inerente a "Utilizzo di CONSIP per acquisizione beni e servizi da parte delle ARS piemontesi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 722, presentata dal Consigliere Vignale, che la illustra; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
In modo molto succinto, come indichiamo all'interno dell'interrogazione la normativa nazionale (non soltanto quella del 2006, ma anche i recenti aggiornamenti) obbliga tanto gli Enti pubblici quanto gli Enti del servizio sanitario ad acquistare i servizi o i presidi a cui devono far fronte nell'erogazione del servizio sanitario esclusivamente da due soggetti: o dalla Società di Committenza Regionale o da CONSIP.
La nostra Regione si è tra l'altro strutturata anche con delibere recenti (che fanno riferimento anche a questa Giunta) nel suddividere alcuni acquisti che sono in capo alla Società di Committenza Regionale e altri che, invece, sono in capo alle aziende capofila, cioè i soggetti di area vasta che riuniscono più aziende e che sono titolati a svolgere le gare.
Ciononostante, vi è una delibera della Giunta regionale che invece ha previsto l'utilizzo di CONSIP per l'acquisizione di un presidio farmaceutico.
Vogliamo sapere quante volte, dal 1 gennaio 2014 ad oggi, sia stata utilizzata non SCR, non le aziende capofila, ma CONSIP, per l'acquisto di presidi sanitari.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Gli acquisti di beni e servizi, come il collega sa, sono di competenza diretta delle Aziende Sanitarie e non dell'Assessorato regionale, che ha piuttosto, compiti di programmazione, come ad esempio la definizione della centralizzazione degli acquisti (cosa che abbiamo fatto) con l'identificazione dell'azienda capofila. L'azienda capofila, evidentemente ha responsabilità completa e totale, e non è compito della Regione. Rimane cioè nell'autonomia aziendale la corretta applicazione della normativa che è stata richiamata (anche quella che riguarda la CONSIP).
Per poter rispondere, però, al question time, che normalmente riveste temi di carattere d'urgenza, l'Assessorato dovrebbe interpellare - e lo farà - le singole Aziende per farsi trasmettere il dettaglio richiesto, e cioè quante volte, dal 1° gennaio 2014 ad oggi, le Aziende abbiano fatto ricorso a CONSIP.
Il Consigliere Vignale, che ha esperienza, potrà facilmente comprendere come, da ieri pomeriggio ad oggi, non sia stato assolutamente possibile avviare questo tipo di ricerca: lo faremo. Piuttosto, invito il Consigliere Vignale, se è a conoscenza di casi specifici in cui un'Azienda sanitaria risulti non avere correttamente applicato la normativa sul ricorso a CONSIP, a segnalarlo e sarà mia cura far seguire con urgenza gli accertamenti del caso.


Argomento: Volontariato

Interrogazione a risposta immediata n. 721 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Prossima chiusura distaccamenti dei Vigili del Fuoco Volontari"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 721, presentata dalla Consigliera Ruffino.
La parola alla Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
La mia interrogazione è legata a capire, per quanto di competenza della Regione, cosa si intende fare per scongiurare la chiusura dei distaccamenti dei Vigili del Fuoco Volontari. Spiego brevemente il motivo della mia domanda.
Abbiamo già parlato di quest'argomento in aula consiliare, ma purtroppo la situazione è peggiorata; situazione legata alle risorse che sono spesso insufficienti. Il costo di un solo automezzo ammonta a circa 200.000 euro.
Ricordo che sugli automezzi comprati attraverso donazioni e contributi di privati ed Enti locali viene pagata l'IVA e che, una volta acquistati questi mezzi, per il loro regolare utilizzo, in attuazione di una direttiva dell'Unione Europea, vengono donati dallo Stato al Ministero dell'Interno.
Ci sono ancora altri problemi che desidero far presente, ad esempio i costi della visita medica sono in carico al neo-vigile. Così ovviamente non era: questi costi dovrebbero essere a carico dell'amministrazione del Ministero dell'Interno. C'è la necessità di attuare dei corsi di formazione per neo-vigili, che da tempo non vengono messi in calendario; stessa cosa per la formazione per l'acquisizione delle patenti. C'è poi un tema importantissimo, che è quello dei costi dei trattamenti assicurativi previsti per il personale volontario: dovrebbero essere eguali come per il personale permanente.
Credo che queste siano le problematiche, che in sintesi ho riportato che rischiano di compromettere per adesso l'operatività, ma in prospettiva anche l'esistenza dei distaccamenti. Sappiamo che sono molti sui nostri territori, che le strutture sono state costruite spesso con costi a carico dei Comuni, che le attrezzature vengono acquistate attraverso sottoscrizioni da parte della popolazione; sappiamo che spesse volte non vengono utilizzati ed ottimizzati al meglio, ma sappiamo che i distaccamenti dei Vigili del Fuoco Volontari sono assolutamente utili a garantire la sicurezza dei territori e dei cittadini.
Ringrazio fin d'ora per la risposta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla Protezione Civile

Grazie, Presidente.
Premesso che c'è profonda gratitudine verso i Vigili del Fuoco Volontari, che insieme alla componente permanente costituiscono il corpo dei Vigili del Fuoco in Piemonte, per il lavoro che svolgono e per la collaborazione che ci danno come Protezione Civile, ricordo - com'è stato richiamato dalla collega Ruffino - che i Vigili del Fuoco, ancorch volontari, sono inquadrati all'interno del Ministero dell'Interno dipartimento dei Vigili del Fuoco. Tra questo dipartimento e la Regione Piemonte è in atto un accordo di programma quadro, stipulato fin dal 2007 rinnovato di recente nell'aprile 2015. Tale accordo di programma quadro ha introdotto, per quanto riguarda la componente volontaria, l'estensione dei benefici dell'accordo anche ai distaccamenti dei Vigili del Fuoco Volontari presenti sul territorio regionale. Inoltre, viene inserito un rappresentante di una di queste organizzazioni dei Vigili del Fuoco Volontari maggiormente rappresentativa della regione nella Commissione tecnica istituita a supporto delle decisioni da assumere.
Proprio nello scorso mese di settembre, la Commissione tecnica consultiva ha trovato l'intesa in merito all'utilizzo dei fondi regionali concessi negli anni 2012- 2013 per un progetto formativo a vantaggio della componente volontaria dei Vigili del Fuoco, assicurando a tale scopo una disponibilità aggiuntiva di risorse da parte dell'Amministrazione regionale, derivante da economie realizzate nella gestione del sistema di Protezione Civile. Questo permetterà l'effettuazione dei corsi di ingresso di primo livello finalizzati alle nuove decretazioni dei Vigili del Fuoco Volontari.
Pertanto, alla prima richiesta della Consigliera Ruffino, che riguarda i corsi di abilitazione, verrà data una risposta nelle prossime settimane.
Invece, per quanto riguarda la partita delle assicurazioni, le progressive misure di ridimensionamento della spesa pubblica hanno portato, purtroppo all'azzeramento, a partire dal 2011, dei finanziamenti statali sui quali era basata una parte consistente dei finanziamenti trasferiti ai Vigili del Fuoco. Di conseguenza, sulla partita delle visite mediche si è ancora in difficoltà a trovare le risorse, ma come ho detto prima, invece, per quanto riguarda i corsi per l'ingresso dei nuovi Vigili del Fuoco, a brevissimo partirà un nuovo programma dei corsi a seguito dell'accordo di cui parlavo poc'anzi.


Argomento:

Interrogazione a risposta immediata n. 716 presentata dal Consigliere Rossi, inerente a "Risorse per le Associazioni ed Enti aderenti al Sistema Piemonte in Rete Contro la Tratta"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 716 presentata dal Consigliere Rossi, che ha la parola per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Assessore Cerutti, so che l'argomento che sto per sottoporle le sta molto a cuore: si tratta del sistema delle Associazioni che si occupano di lotta alla tratta e di sostegno alle vittime dello sfruttamento, un reato gravissimo che si concretizza - come lei sa benissimo - nella mercificazione della persona umana e nella sopraffazione della sua dignità con la violazione dei diritti fondamentali della persona.
E' un fenomeno, quello della tratta, che negli ultimi decenni si è evoluto e, da autonomo, è ormai diventato inscindibile da quello dei flussi migratori, dove le reti criminali e mafiose, di fatto, mercificano e trattano le persone ai fini di sfruttamento di vario tipo (lavorativo sessuale, traffico d'organi, accattonaggio e tutto ciò che alimenta ogni forma di economia illegale).
In Italia, con il decreto legislativo n. 286/1998 e la legge n.
208/2003, si è messa in campo una serie di azioni contro la tratta e contro lo sfruttamento. La Regione Piemonte, attraverso una DGR del 2012, ha emesso un bando di finanziamento in attuazione del Piano nazionale, che di fatto costituisce il cardine del Sistema Piemonte Rete Contro la Tratta costituito da un gruppo di Associazioni che da anni, meritoriamente, si occupano di questo fenomeno e, in principio di sussidiarietà, danno una mano alle istituzioni a lottare contro questa problematica.
Entrando nel merito dell'interrogazione, nelle more di una mancata approvazione del Piano nazionale antitratta per il 2015-2017, la Regione Piemonte opera in regime di proroga, dove - per farla breve - ogni sei mesi, a fronte di relazioni da parte delle Associazioni e degli Enti aderenti al Sistema Piemonte in Rete Contro la Tratta, eroga o dovrebbe erogare la copertura finanziaria per le attività.
In questi ultimi mesi, senza entrare nei dettagli tecnici riportati nel testo dell'interrogazione, ci sono state delle difficoltà nei trasferimenti dei fondi. La mancanza dell'approvazione del piano nazionale genera incertezza e genera incertezza anche per la Regione Piemonte. Se andiamo a vedere l'ultimo anello della catena, le associazioni sono in difficoltà perché, da un lato, fanno fatica a mantenere le strutture e a pagare il personale, che poi è quello che mette in campo le azioni che sostengono il sistema; dall'altro, le porta a chiedere finanziamenti alle banche pagando poi interessi che nessuno riconosce loro.
Il rischio di indebolire la rete è quello di indebolire l'azione contro la tratta dello sfruttamento e, per qualche associazione, anche il rischio di chiusura. Noi non possiamo permetterci tutto questo. So che anche lei condivide tutto questo, perché in Piemonte verrebbe meno una risorsa fondamentale nella lotta alla mafia e nel sostegno alla tutela dei diritti inviolabili delle persone.
L'interrogazione chiede come s'intende individuare le modalità opportune per consentire, in tempi celeri, lo sblocco dei fondi relativi alla seconda proroga e a garantire la liquidazione dell'associazione degli enti aderenti.
Ho altresì presento un ordine del giorno sullo stesso tema relativamente al piano nazionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerutti per la risposta.



CERUTTI Monica, Assessore all'immigrazione

Grazie, Presidente.
Rispondo soprattutto in relazione alle questioni di carattere economico che sono, in questo momento, le più pressanti. E' chiaro che il tema del piano nazionale rimane aperto, così come, aggiungo, il tema della tratta si sta ponendo all'ordine del giorno in modo sempre più evidente, anche rispetto ai flussi non programmati delle persone che stanno arrivando nel nostro Paese con i barconi. Da un punto di vista numerico, la nazionalità più importante nella richiesta di asilo in Piemonte è proprio quella nigeriana, quella più spesso legata al tema della tratta.
La Regione Piemonte è, dal 2008 - come ricordava il Consigliere Rossi capofila del progetto "Piemonte in rete contro la tratta" finanziato dal Dipartimento Pari Opportunità e dalla Regione Piemonte nonché dai partner di progetto, in particolare amministrazioni locali.
La quota di cofinanziamento del capofila e partner è stabilita in percentuale fissa ed è obbligatoria per l'accesso al fondo statale. Come correttamente rilevato, è attualmente in corso la quarta proroga semestrale (dal 1° luglio 2015 al 31 dicembre 2015), ma occorre mettere in evidenza che alcuni dei partner finanziatori hanno ridotto, nelle successive proroghe, la propria quota di cofinanziamento determinando così un aumento della somma a carico della Regione e chiaramente una difficoltà di programmazione.
Poiché nell'apposito capitolo non c'era la necessaria copertura, si è provveduto a reperire la quota mancante trasferendo i fondi dal capitolo dei Centri Antiviolenza, quindi abbiamo anche dovuto far quadrare il cerchio con le risorse a disposizione.
Verificato il raggiungimento della quota dovuta per il cofinanziamento si è provveduto a comunicare al DPO, entro la data di scadenza del 30 settembre, la conferma dell'adesione con il dettaglio degli enti co finanziatori.
Con DGR 5-2260 del 19 ottobre 2015 si è provveduto ad iscrivere a bilancio i fondi ministeriali e, pertanto, è ora possibile impegnare assegnare i fondi e formalizzare le convenzioni.
Si precisa che non è possibile firmare le convenzioni di collaborazione finché le risorse finanziarie non sono iscritte a bilancio.
In riferimento alla seconda proroga (dal 1° luglio 2014 al 31 dicembre 2014), si precisa che tutti gli atti di liquidazione sono stati emessi ed in questi giorni la Ragioneria ha provveduto ad emettere tutti i mandati.
Abbiamo notizia che alcune associazioni hanno già incassato i fondi.
Infine, per ciò che concerne la terza proroga (dal 1° gennaio 2015 al 30 giugno 2015), si precisa che le spese sono state regolarmente rendicontate al DPO entro il termine previsto del 31 agosto, e proprio in questi giorni è arrivata comunicazione dal Dipartimento che stanno per essere accreditati i fondi.
Sarà cura degli Uffici predisporre gli atti di liquidazione non appena le somme saranno disponibili.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.48 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.52)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Caputo e Monaco.


Argomento:

Nomine (inversione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Suggerirei all'Aula di posticipare il punto 3) all'o.d.g. relativo a "Nomine" e di continuare con il proseguimento del disegno di legge n. 145.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione all'o.d.g.)


Argomento: Province - Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni - Città metropolitane

Proseguimento esame disegno di legge n. 145, inerente a "Riordino delle funzioni amministrative conferite alle Province in attuazione della Legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province sulle unioni e fusioni di Comuni)"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 145, di cui al punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Siamo giunti all'esame dell'articolo 12.
ARTICOLO 12 Emendamento rubricato n. 97) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani Ruffino: Il comma 7, dell'articolo 12 del disegno di legge n. 145 è soppresso.
Emendamento rubricato n. 98) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani Ruffino: Al comma 8, dell'articolo 12 del disegno di legge 145, le parole: "alla data di trasferimento della funzione", sono sostituite le seguenti: "alla data del 21 luglio 2015".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Illustro entrambi gli emendamenti.
L'emendamento n. 97) è soppressivo dell'articolo 12. L'emendamento n.
98) prevede una modalità di trasferimento della funzione alla data del 21 luglio 2015. Al comma 8, l'articolo 12 prevede che, in deroga a quanto previsto, le Province restituiscano le risorse finanziare già loro trasferite alla Regione, in relazione alle opere per le quali non è stato avviato il procedimento per l'individuazione del soggetto affidatario.
Si sostituisce "alla data di trasferimento della funzione", con "alla data del 21 luglio 2015". Crediamo sia più corretto rispetto a quanto è avvenuto nell'arco di questi mesi.
In realtà, l'articolo 12 ha un'importanza significativa relativamente ai beni e alle risorse strumentali e organizzative ma, visto che abbiamo due emendamenti che inseriscono articoli aggiuntivi, sarà su quelli che cercheremo di spiegare la nostra posizione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

Capisco soprattutto la ratio dell'emendamento n. 98) del Consigliere Vignale, che è quella di evitare che in questo periodo, conoscendo già il testo di legge, ci sia una ricorsa ad instaurare il rapporto. La cosa non sta avvenendo.
Per correttezza, preferisco mantenere il testo del disegno di legge dando parere negativo ad entrambi gli emendamenti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 97), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 98), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 12, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 bis Emendamento rubricato n. 99) presentato dai Consiglieri Vignale, Pichetto Fratin, Sozzani, Berutti, Porchietto, Graglia e Ruffino: Dopo l'art. 12 del disegno di legge n. 145 è aggiunto il seguente: "Art. 12 bis (Razionalizzazione del patrimonio delle province) 1. In considerazione del fatto che la Regione Piemonte possiede più sedi regionali dislocate al di fuori del Capoluogo regionale e tenuto conto di quanto previsto dall'articolo 7 della presente legge, la Regione e le Province, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge predispongono un piano di razionalizzazione e successiva risoluzione dei contratti di locazione e dismissione degli immobili.
2. Nel rispetto di quanto stabilito dal comma 1 la razionalizzazione risoluzione del contratto di locazione e le dismissioni avvengono successivamente a un singolo accordo quadro, ovvero singoli accordi quadro con l'amministrazione provinciale".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ancorché li illustri separatamente, anche perché riguardano due articoli differenti, gli emendamenti n. 99) e n. 100) cercano di intervenire sull'efficienza possibile delle Province.
L'emendamento n. 99) prevede la razionalizzazione del patrimonio delle Province, nel senso che è evidente come, mentre prima ragionavamo su un sistema che era, da una parte, quello della Regione che aveva delle sue sedi decentrate, dall'altra vi è un altro organismo, che era quello delle amministrazioni provinciali che avevano anch'esse le loro sedi, così come le Amministrazioni comunali, le Comunità montane e quant'altro.
In questo momento, portando in Regione un numero considerevole non solo di funzioni, ma anche di dipendenti e sancendo la norma che oggi le Province, in una parte rilevantissima del loro bilancio, vivono grazie al trasferimento della Regione, crediamo sia doveroso fare efficienza rispetto alle sedi.
E' evidente che in alcune realtà non sarà più necessaria la sede della Regione e quella della Provincia. E' possibile che una singola sede sia in grado di erogare servizi, ospitare i dipendenti dell'una e dell'altra Amministrazione, tenendo conto che in molti casi i dipendenti di un'Amministrazione, che erano quelli della Provincia, sono diventati a tutti gli effetti dipendenti regionali che erogano le funzioni.
La cosa importante è che ci siano sedi dislocate sul territorio regionale che erogano servizi ai cittadini, ma crediamo che sia importante che questa razionalizzazione avvenga, in particolar modo prevedendo quanto dice il comma 2, cioè che "la razionalizzazione e la risoluzione del contratto di locazione e le dismissioni avvengano successivamente ad un singolo accordo quadro, ovvero singolo accordo quadro con l'Amministrazione provinciale". Significa che bisogna cercare di attuare un risparmio significativo, mettendo a sistema quelle che sono le differenti sedi regionali dislocate sul territorio delle Province o provinciali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

Il parere è positivo se l'emendamento si limita al primo comma, perch il secondo comma è una mera conseguenza procedurale del primo.



PRESIDENTE

L'emendamento viene quindi modificato, depennando il comma 2.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 99), come modificato, sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso al nuovo articolo.
ARTICOLO 12 ter Emendamento rubricato n. 100) presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani Ruffino: OMISSIS "5. In deroga a quanto previsto ai commi 1, 2, 3 e 4 è .. l'assunzione definitivamente a tempo determinato di professionalità altamente specializzate non presenti all'interno del personale da soggetti di cui al comma 1".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 100) ha lo stesso spirito del precedente, cioè quello di fare in modo che la norma non contenga solo aspetti di maggiore costo ma anche aspetti di efficienza. Riguarda i dipendenti non soltanto della Regione, ma anche degli Enti strumentali della Regione.
Cosa prevede quest'emendamento? Prevede, visto che abbiamo un'eccedenza dichiarata di personale in seno alla Regione, come sostiene il documento di equilibrio finanziario discusso l'anno scorso, e poiché vi è anche un numero considerevole di dipendenti che assorbiamo dalle Province, che la Regione, le Province stesse e anche gli Enti strumentali della Regione attingano dal personale che figura nel Portale nazionale della mobilità per altre assunzioni, tanto a tempo indeterminato quanto anche nella stipula di un contratto a tempo determinato.
Chiediamo che prima si verifichi se non esistono, all'interno del personale previsto all'interno del Portale nazionale della mobilità, le figure professionali necessarie, perché credo che sia un dovere garantire a chi è in una situazione di precarietà una possibilità di impiego e soprattutto, evitare che ci sia un'ulteriore spesa.
Se un Ente parco ha necessità di un amministrativo o magari anche di un addetto che svolga un'attività ispettiva, che oggi sono in carico alle Province, accede al Portale nazionale della mobilità su quei dipendenti provinciali e se lo porta in capo. Operando una buona procedura di mobilità fra Enti, si fa in modo che, man mano, si riduca il numero complessivo del sistema regionale delle risorse umane, che non è fatto solo dai dipendenti del Consiglio e della Giunta, ma di tutto quello che abbiamo più volte definito: il sistema Regione.
Abbiamo cassato il comma 2, relativo alle Aziende Sanitarie, perché è stato inserito in un emendamento precedente, però ritengo che riprenderlo male non sia. Se, ad esempio, c'è la necessità di un amministrativo all'interno di un'Azienda Sanitaria, non vedo perché si debba procedere ad un concorso, quando abbiamo dei dipendenti che possono svolgere quel ruolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
A supporto di quanto affermava il collega Vignale, riteniamo che questa debba essere una condizione assoluta, in quanto già questa fase crea certamente delle criticità, problematiche, tensioni e preoccupazioni a tutto un sistema di dipendenti, di personale. Pertanto, diventa di assoluta importanza questo elemento fermo e monolitico, in una posizione di attenzione verso i profili professionali che ci possono essere all'interno del personale delle Province e della Città metropolitana, sempre che non si richiedano profili di assoluta particolarità, che magari non sono presenti.
Inoltre - l'abbiamo detto anche in Commissione - c'è un elemento che riteniamo molto importante in questa fase: quello dell'aspetto formativo cioè dare la possibilità anche a chi si trova in una condizione di difficoltà, soprattutto una posizione di stand by (chiamiamola così), di essere riqualificato, formato, aiutato a reinserirsi nel sistema.
Sfruttare, quindi, una delle forze del nostro Ente e, di conseguenza, dare un'opportunità e soprattutto uno stimolo a del personale che sta vivendo una fase certamente non serena.
Grazie.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta? Prego, Assessore Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

L'emendamento è stato rettificato rispetto alla stesura originaria.
Il parere della Giunta, pertanto, è favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 100), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



(Il voto è esteso al nuovo articolo)



PRESIDENTE

ARTICOLO 13



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 55) presentato dal Consigliere Andrissi e dagli altri Consiglieri del Gruppo del Movimento 5 Stelle, è ritirato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 23) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: Al comma 3 le parole: "ed a trasferire all'Agenzia il personale addetto ai centri per l'impiego di cui all'articolo 20 della l.r. 34/2008, con le correlate risorse finanziarie, strumentali e organizzative", sono soppresse.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

Al comma 3, abroghiamo le parole "ed a trasferire all'Agenzia il personale addetto ai centri per l'impiego di cui all'articolo 20", perch queste saranno disciplinate e definite all'interno della legge regionale di riordino, che riguarderà anche la riorganizzazione del ruolo e delle funzioni dell'Agenzia Piemonte Lavoro.
Rimane confermata, all'interno dell'articolo, la scelta dell'Amministrazione di considerare l'Agenzia Piemonte Lavoro come soggetto di riferimento sulle politiche attive per il lavoro.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Emendamento rubricato n. 107) presentato dai Consiglieri Frediani Andrissi, Batzella, Bertola, Bono, Campo, Mighetti, Valetti: Dopo il comma 3 si aggiunge il comma 4: "4. Nel personale di cui al comma 3 è ricompreso il personale delle Province e della Città metropolitana con contratto di lavoro a tempo determinato in corso che alla data del 31 dicembre 2015 non risulta addetto ai centri per l'impiego di cui all'articolo 20 della l.r. 34/2008 e per i quali le Province o la Città metropolitana si è avvalsa della norma di cui all'articolo 15, comma 6-bis, del decreto legge n. 78/2015".
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Brevemente, perché, in realtà, è identico all'emendamento del collega Grimaldi.



PRESIDENTE

Ha lo stesso contenuto normativo.



FREDIANI Francesca

Chiediamo, all'interno dell'Agenzia Piemonte Lavoro, di riconsiderare nell'assunzione del personale anche quel personale che risulta, alla data del 31 dicembre 2015, addetto ai Centri per l'Impiego.
E' sempre il discorso legato alla situazione dei precari, che possono essere considerati insieme al personale che gode di maggiore stabilità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 14) presentato dal Consigliere Grimaldi: Art. 13 comma X Dopo il comma 3 è inserito il seguente comma X "X. Nel personale di cui al comma 3 è compreso quello delle Province e della Città metropolitana con contratto di lavoro a tempo determinato in corso che alla data del 31 dicembre 2015 risulta addetto ai centri per l'impiego di cui all'articolo 20 della l.r. 34/2008 e per i quali le province o la Città metropolitana si sono avvalse della norma di cui all'articolo 15, comma 6-bis, del decreto legge n. 78/2015".
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Solo sulle motivazioni (prima cercavo di capire, insieme al direttore se questo emendamento, qualora passasse quello della Giunta, decade, ma non mi risulta).
La modifica serve semplicemente a potenziare i Centri per l'Impiego per i quali, tra l'altro, è documentata una rilevante carenza di organico.
Inoltre (lo dico per le leggi che sono presenti in aula o in Commissione), chiediamo sempre più ai Centri per l'Impiego di assolvere a delle funzioni che non hanno avuto fino a poco tempo fa. Pertanto, non solo chiediamo di riconsiderare il tema dei tempi determinati, e quindi che nel personale di cui al comma 3 sia compreso quello delle Province e Città metropolitana con contratto di lavoro a tempo determinato in corso - come diceva la Consigliera Frediani - ma, se possibile - e lo dico di nuovo almeno il lavoro di moral suasion verso la Città metropolitana, a partire dal Presidente Fassino, affinché vengano rinnovati fino al 2016.
Questa è anche una delle premesse per l'approvazione di questo emendamento, ma in generale dell'articolo 13.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Su quest'articolo ci siamo particolarmente intrattenuti, sia in Commissione sia in queste giornate d'Aula, perché è evidente che i Centri per l'Impiego costituiscono uno dei servizi più strategici ed importanti per quanto riguarda le politiche di area vasta e della nostra Regione.
Pertanto, bene facciamo a individuare nell'Agenzia Piemonte Lavoro l'Agenzia che si occuperà di politiche attive.
E' evidente che, per quanto riguarda il tema specifico del personale a tempo determinato che si occupa di politiche attive, negli attuali Centri per l'Impiego, ci confrontiamo con una normativa nazionale ottenuta quest'estate (il decreto legge n. 78, poi convertito con legge n. 125), che permette di portare la scadenza dei contratti al 31 dicembre 2016, anche se attualmente essi hanno scadenza fissata al 31 dicembre 2015.
Pertanto, l'idea di fondo è quella di depositare un ordine del giorno relativo a questa legge, che illustreremo successivamente e che attribuisce degli impegni verso il Governo e, poi, anche alla Regione, in merito al personale a tempo determinato, laddove prorogato nella futura Agenzia Piemonte Lavoro.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Questa mattina, ci siamo lasciati con il Vicepresidente Reschigna che diceva che sull'articolo 11 non avrebbe accolto gli emendamenti, perch avrebbe provveduto sull'articolo 13, ecc.
Vicepresidente, noi prendiamo atto che all'interno della norma finalmente - e mi permetto di sottolineare finalmente, perché, come lei ben sa, è quasi un anno che sollecitiamo un'iniziativa che porti a compimento una proposta che Forza Italia aveva già cercato di manifestare in varie riprese e in varie norme.
Tengo a sottolineare ancora un passaggio: prendendo atto di quello che avete inserito, chiediamo, però, di poter avviare molto velocemente questo percorso perché la Regione Piemonte, mi permetta, è già in ritardo rispetto alle altre Regioni. Porto l'esempio della Toscana, ma non soltanto, perch forse è più affine, dal punto di vista dei percorsi, con quanto sta facendo in questo momento la Regione Piemonte, che, circa un anno fa, aveva già manifestato in modo molto chiaro quello che sarebbe stato il percorso verso cui ci si sarebbe indirizzati.
E' un momento difficile, lo sappiamo molto bene ed io spero, tra l'altro, che nel sostenere le istanze su un rafforzamento dei Centri per l'Impiego non si dimentichi però lo sforzo il e il lavoro fatto nel precedente triennio rispetto ad una forte sinergia tra quello che è il mondo delle Agenzie per il Lavoro private e i Centri per l'Impiego. Non sono soggetti che entrano in concorrenza tra di loro, ma sono stati soggetti che hanno creato una rete importante e significativa in Piemonte che hanno aiutato ad avere una presenza non "a macchia di leopardo", ma significativa e che ha dato dei risultati importanti sul territorio.
Era un'azione sperimentale, quindi nel momento in cui all'interno della norma si parla di competenze, di strumenti e di risorse umane sull'Agenzia Piemonte Lavoro non dimentichiamoci però di quel lavoro fatto tra pubblico e privato, perché sarà sicuramente importante portarlo avanti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.
La parola all'Assessore Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per esprimere il parere negativo su tutti gli emendamenti, tranne quello della Giunta.
Per quanto riguarda il tema, invece, dei contratti a tempo determinato dei dipendenti delle Province, mi pare sia in fase di elaborazione un atto d'indirizzo che impegnerà la Giunta.
Infine, per quanto riguarda le questioni sollevate dalla Consigliera Porchietto, lascerei la parola all'Assessore Pentenero.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessore al lavoro

Grazie.
Vorrei precisare una questione che è stata sottolineata un attimo fa dalla Consigliera Porchietto. L'articolo introduce il principio rispetto all'intendimento della Regione in merito alla riorganizzazione dei servizi per il lavoro.
La Regione Piemonte non è in ritardo rispetto al tema, perché le altre Regioni hanno dovuto legiferare in merito alla costituzione dell'Agenzia per il Lavoro, al di là di quella che ne era la provenienza.



(Commenti della Consigliera Porchietto)



PENTENERO Giovanna, Assessore al lavoro

Sì, perché le altre Regioni non avevano ancora costituito l'Agenzia per il Lavoro e hanno legiferato in questo anno, costituendola.
L'attuazione della legge di riorganizzazione dei servizi per il l'impiego doveva attendere necessariamente il decreto e anche quella che oggi è l'articolazione della convenzione con il Ministero che la Regione sottoscriverà. Qui si introduce il principio di come s'intende riorganizzare, mentre sarà oggetto di successiva legge la definizione puntuale e precisa, compresa l'articolazione del personale all'interno della nostra Regione.
Quindi, non tutte le Regioni italiane, come sicuramente la Consigliera sa, avevano un'Agenzia per il Lavoro, e laddove non esisteva, compresa la Regione Toscana, in questo anno, hanno dovuto legiferare in merito. Oggi stanno procedendo nella fase di legiferazione e di attuazione rispetto a quanto è stato definito dal decreto nazionale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Pentenero.
Proseguiamo con la votazione degli emendamenti dell'articolo 13.
Ricordo che l'emendamento n. 55) è stato ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 107), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 13, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Emendamento rubricato n. 59) presentato dai Consiglieri Andrissi, Batzella Bertola, Bono, Campo, Frediani, Mighetti, Valetti: Al comma 1 dell'art. 14 le parole "sei mesi" sono sostituite da "3 mesi".
Quest'emendamento è dato per illustrato.
Qual è il parere della Giunta sull'emendamento n. 59)? Prego, Assessore Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

Grazie, Presidente.
Il parere è negativo, perché vorrei ricordare al Consiglio che il lavoro che rimane da fare dopo l'approvazione di questa legge è veramente immane. Pertanto, il termine dei sei mesi è un termine prudenziale, perch contiamo di impiegare meno tempo. Dobbiamo tenere conto che il lavoro da svolgere è veramente immane.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 59), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 14, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Colleghi, per una migliore organizzazione dei lavori d'Aula, ma lo faccio anche per l'organizzazione del prosieguo della vostra giornata ritengo - forse, probabilmente, ma non è sicuro - che prima sarà portata a compimento la votazione del provvedimento. Probabilmente, ci sarà soltanto il tempo per l'unica nomina in programma e, forse, per qualche atto di indirizzo.
Vi pongo la seguente domanda: devo sconvocare in questo momento la seduta serale o no? Perché anche i dipendenti devono organizzarsi.
Siete d'accordo?



(L'Assemblea, tacitamente acconsente)



PRESIDENTE

Bene.
ARTICOLO 15 Emendamento rubricato n. 101) presentato dai Consiglieri Berutti, Sozzani Vignale: "Il comma 1,dell'articolo 15, del disegno di legge n. 145, è sostituito dal seguente: "1. La Regione riconosce l'associazionismo intercomunale per garantire una più ampia esigibilità dei diritti connessi ai servizi pubblici locali".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento 101) riprende un principio che, non solo abbiamo presentato, ma è stato anche recepito (credo si riferisse all'articolo 8 relativo alle funzioni).
E' un emendamento di principio secondo cui la Regione riconosce l'associazionismo intercomunale per garantire una più ampia esigibilità dei diritti connessi ai servizi pubblici locali.
Così come abbiamo presentato - e se non ricordo male è stato anche approvato - un emendamento che individua le Unioni dei Comuni quale soggetto da interpellare per la sottoscrizione degli accordi di sviluppo economico, in questo caso si sancisce l'importanza dell'associazionismo intercomunale per garantire i diritti ai servizi pubblici locali.
Sembrano due righe di poca importanza, ma noi crediamo che abbiano un grande valore, perché sanciscono un principio.
Evidentemente, indicare un principio e la sua declinazione sono aspetti differenti, però crediamo sia importante.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Gancia e Benvenuto: al comma 1 dell'articolo 15 sostituire la dicitura: "La Regione riconosce il valore dell'associazionismo intercomunale, quale opportunità di." con la seguente: "1. La Regione riconosce il valore strategico dell'associazionismo intercomunale, riconoscendo in particolare il ruolo delle Aree Omogenee della Città Metropolitana di Torino, quale opportunità di.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Benvenuto in qualità di Consigliere per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
L'emendamento 2) all'articolo 15 serve perché manca, all'interno del disegno di legge, una menzione particolare alle Aree Omogenee (che per la Città metropolitana di Torino sono 11).
Per noi è importante provare a garantire e a supportare l'attività di queste Aree Omogenee, quindi che la Città Metropolitana e la Regione possono essere di supporto.
Con quest'emendamento si va ad inserire l'Area Omogenea della Città Metropolitana di Torino perché ad oggi, per come sono strutturate queste Aree Omogenee, non sempre garantiscono gli stessi diritti e non è facile capire le esigenze e le caratteristiche dei vari Comuni.
L'Area Omogenea che tocca Nichelino e Pancalieri, ad esempio, unisce due Comuni che hanno esigenze estremamente diverse. Menzionare all'interno di questo disegno di legge le Aree Omogenee può essere di aiuto a tutti i Comuni, soprattutto a quelli piccoli.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

Il parere è negativo sull'emendamento 101) e positivo sull'emendamento 2), perché ricorda questa tipica specificazione e articolazione della Città metropolitana, che sono le Aree Omogenee.
Peraltro, la Città metropolitana dovrebbe anche trasmettere alla Regione la delibera di individuazione delle Aree Omogenee, perché la legge Delrio prevede il parere da parte delle Regioni.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
Comunico che l'emendamento 101) viene ritirato.
Procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 15, così come emendato.
Il Consiglio approva.
La Consigliera Batzella chiede di inserire "presenza" nella votazione e ne diamo atto a verbale.
ARTICOLO 16 Indìco la votazione palese sull'articolo 16.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 Indìco la votazione palese sull'articolo 17.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 Indìco la votazione palese sull'articolo 18.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 Emendamento rubricato n. 25) presentato dal Consigliere Rossi.
Alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 19 del disegno di legge n. 145 dopo le parole: "La Regione provvede all'elaborazione ed approvazione del Piano regionale dell'attività estrattiva (PRAE), nonché allo svolgimento dell'attività di polizia mineraria di cui all'articolo 23, relativamente alle cave e torbiere nell'intero territorio regionale", sono inserite le seguenti: "Fino all'approvazione del PRAE e in assenza di Piani provinciali di settore dell'attività estrattiva, l'autorizzazione di cui all'articolo 7 è rilasciata previo parere positivo rilasciato dal Comune o dai Comuni interessati dal provvedimento, da esprimere all'interno del procedimento di cui agli articoli 32 e 33 della l.r. 44/2000".
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Visto che la Giunta, correttamente dal mio punto di vista, attrae a s l'attività di programmazione in ambito di cave, abbiamo solo specificato che, fino all'approvazione del Piano regionale delle attività estrattive e in assenza di Piani provinciali (considerato che noi spostiamo la funzione dai Comuni alle Province), ci vuole l'assenso del Comune. Quando poi ci sarà il Piano regionale, che è co-pianificato con le norme urbanistiche non servirà più.
In questo momento, invece, è necessario avere un parere positivo del Comune.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Emendamento rubricato n. 69) presentato dai Consiglieri Mighetti, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani, Valetti: Nella lettera b) del comma 1, dopo le parole "territorio ottimale" sono inserite le seguenti parole: "previo parere favorevole e vincolante dei Comuni".
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Non per ripetersi, ma sostanzialmente il contenuto dell'emendamento è molto simile a quello illustrato dal Consigliere Rossi. Non prevede la questione dell'entrata in vigore del PRAE, anche perché è stata depositata una proposta di legge, prima firma Consigliere Rossi, che regola questo PRAE e questo Piano.
Pensiamo che la questione del funzionamento della co-pianificazione e del processo di formazione di questo Piano sia in addivenire.
In attesa di capire bene come funzionerà il PRAE, pensiamo che una formulazione un po' più stringata possa essere plausibile per evitare che il Comune non abbia più alcuna voce in capitolo, in merito alla creazione di nuove cave sul proprio territorio comunale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
Emendamento rubricato n. 115) presentato dai Consiglieri Gariglio, Boeti Rossi: Dopo la lettera b) del comma 1 dell'articolo 19 del disegno di legge n. 145 è inserita la seguente: b bis) Al comma 1 dell'articolo 7 della l.r. n. 69/78 le parole: "L'Amministrazione comunale" sono sostituite dalle seguenti: "L'Amministrazione competente".
Emendamento rubricato n. 114) presentato dai Consiglieri Gariglio, Boeti Rossi: Dopo la lettera b) del comma 1 dell'articolo 19 del disegno di legge n. 145 è inserita la seguente: b ter) Al comma 4 dell'articolo 7 della l.r. n. 69/78 le parole: "L'Amministrazione comunale" sono sostituite dalle seguenti: "L'Amministrazione competente".
Emendamento rubricato n. 113) presentato dai Consiglieri Gariglio, Boeti Rossi: Dopo la lettera b) del comma 1 dell'articolo 19 del disegno di legge n. 145 è inserita la seguente: b quater) Al comma 1 dell'articolo 8 della l.r. n. 69/78 le parole: "responsabile della cava e all'amministrazione comunale" sono sostituite dalle seguenti: "responsabile della cava e all'Amministrazione competente".
Emendamento rubricato n. 112) presentato dai Consiglieri Gariglio, Boeti Rossi: Dopo la lettera b) del comma 1 dell'articolo 19 del disegno di legge n. 145 è inserita la seguente: b quinquies) Al comma 1 quater dell'articolo 8 della l.r. n. 69/78 le parole: "all'amministrazione comunale" sono sostituite dalle seguenti: "all'Amministrazione competente".
Emendamento rubricato n. 111) presentato dai Consiglieri Gariglio, Boeti Rossi: Dopo la lettera b) del comma 1 dell'articolo 19 del disegno di legge n. 145 è inserita la seguente: b sexties) Al comma 1 quinquies dell'articolo 8 della l.r. n. 69/78 le parole: "L'Amministrazione comunale" sono sostituite dalle seguenti: "L'Amministrazione competente".
Emendamento rubricato n. 110) presentato dai Consiglieri Gariglio, Boeti Rossi: Dopo la lettera b) del comma 1 dell'articolo 19 del disegno di legge n. 145 è inserita la seguente: b septies) Al comma 1sexies dell'articolo 8 della l.r. n. 69/78 le parole: "Se l'Amministrazione comunale" sono sostituite dalle seguenti: "Se l'Amministrazione competente".
Emendamento rubricato n. 109) presentato dai Consiglieri Gariglio, Boeti Rossi: Dopo la lettera b) del comma 1 dell'articolo 19 del disegno di legge n. 145 è inserita la seguente: b octies) Il comma 9 dell'articolo 10 della l.r. n. 69/78 è sostituito dal seguente: "9. Le Amministrazioni competenti, entro 30 giorni dalla data dei provvedimenti, sono tenute ad inviare gli atti autorizzativi alla Regione e alle amministrazioni comunali interessate".
Emendamento rubricato n. 108) presentato dai Consiglieri Gariglio, Boeti Rossi: Dopo la lettera b) del comma 1 dell'articolo 19 del disegno di legge n. 145 è inserita la seguente: b nonies) Al comma 1, lettera a) dell'articolo 20 della l.r. n. 69/78 le parole: "è comunale" sono sostituite dalle seguenti: "e territorialmente competente".
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
In realtà, questi sono emendamenti di coordinamento.
Visto che andiamo a modificare la competenza, sempre sul settore estrattivo, in realtà questi emendamenti servono per andare a correggere gli articoli della legge regionale 69 e a renderli coerenti con la modifica di funzione che stiamo approvando.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rossi.
Emendamento rubricato n. 117) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: Dopo la lettera e) del comma 1, è inserita la seguente: e bis) alla lettera g) del comma 1 dell'articolo 55 della l.r. 44/2000, le parole: "previo accordo con la medesima", sono sostituite dalle seguenti: "sulla base di un accordo finalizzato alla definizione delle modalità di esercizio della funzione;".
Ha chiesto la parola l'Assessore Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

E' un emendamento che abbiamo presentato ieri nella discussione in I Commissione sul collegato e, su indicazione dei Gruppi di minoranza, è stato chiesto di collocarlo all'interno del disegno di legge.
Sostanzialmente, definisce il ruolo ed il rapporto sulle funzioni delle Province legate alle grandi derivazioni. E' una norma di coordinamento che ha questo tipo di funzione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
Emendamento rubricato n. 26) presentato dal Consigliere Rossi: All'articolo 19 del disegno di legge n. 145 dopo la lettera h) è inserita la seguente: i) il comma 4 dell'articolo 14 della legge regionale 35/2006 è sostituito dal seguente: "4. Le tariffe del diritto di escavazione sono dovute ai comuni in cui sono ubicate le attività, alla provincia, alla Città metropolitana, alla Regione e agli Enti gestori delle aree protette, ove esistenti, secondo la seguente suddivisione: in caso di attività autorizzate dalla Città metropolitana o dalla provincia: 50 per cento al Comune, 40 per cento alla Città metropolitana o alla provincia e 10 per cento alla Regione in caso di attività ricadenti all'interno di aree protette e nelle relative aree contigue o in zone naturali di salvaguardia: 60 per cento al comune 30 per cento all'ente di gestione dell'area protetta competente per territorio e 10 per cento alla Regione".
Emendamento rubricato n. 27) presentato dal Consigliere Rossi: All'articolo 19 del disegno di legge n. 145 dopo la lettera h) è inserita la seguente: "i) Il comma 5 dell'articolo 14 della legge regionale n. 35/2006 è sostituito dal seguente: 5. Gli introiti degli enti locali, derivanti dall'applicazione del presente articolo, sono finalizzati alla realizzazione di opere di recupero e riqualificazione ambientale, a progetti di sviluppo locale sostenibile e alle attività necessarie alla vigilanza. Il controllo in merito al pagamento delle tariffe sarà effettuato dalle province o dalla Città Metropolitana".
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
L'emendamento 26) interviene sulla legge regionale 35/2006, perch l'articolo 14 norma la ripartizione degli oneri di escavazione. Attualmente gli oneri sono per il 70% ai Comuni e per il 30% alla Regione.
Considerato che stiamo attribuendo la funzione alle province e alla Città metropolitana, l'emendamento prevede una nuova ripartizione degli oneri, perché non possiamo attribuire una funzione di autorizzazione al controllo alle province senza corrispondere anche parte degli oneri.
Si propone, quindi, che questi siano suddivisi così: 50% al Comune, 40 alle Province o Città metropolitana e 10% alla Regione.
C'è anche una proposta di ripartizione per gli oneri che riguardano invece, cave in aree protette.
L'emendamento n. 27) va a specificare, modificando leggermente il comma 5, dell'articolo 14 della legge n. 35/2006, le finalità per le quali devono essere utilizzati gli introiti provenienti da oneri. In particolari dovranno essere finalizzati alla realizzazione di opere di recupero e riqualificazione ambientali, a progetti di sviluppo locale sostenibile e alle attività necessarie alla vigilanza, sapendo che uno dei problemi relativi a questo ambito è proprio l'assenza di controlli.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per fare una distinzione e una richiesta: mentre gli emendamenti dal 108) al 117), se non ricordo male, sono sostanzialmente emendamenti di coordinamento - dove si sostituisce la parola "comunale" con "amministrazione territorialmente competente" - quindi sono condivisibili nel senso che sono corretti rispetto all'articolato che abbiamo votato, gli emendamenti n. 25), 26) e 27) in realtà intervengono su modifiche di merito che nulla hanno a che fare con la norma che stiamo oggi discutendo.
L'emendamento n. 25) prevede che l'attribuzione alle Province avvenga sostanzialmente, in modo esclusivo per coloro i quali hanno un Piano provinciale approvato (nella Regione Piemonte ve n'è una). La stessa ripartizione delle risorse di cui agli emendamenti n. 26) e 27) meriterebbe un po' d'attenzione: intanto non dovremmo inserirli in una norma di riconoscimento di funzioni, perché è una cosa completamente differente; in secondo luogo, perché credo che debba essere valutata opportunamente. Nel senso che è vero che diamo le competenze alle Province in termini di vigilanza e di autorizzazione. Ricordiamoci, però, che il canone sulle attività estrattive nacque non come diritto istruttorio, cioè come spesa istruttoria per una pratica, ma come riconoscimento per ciò che un territorio offre in termini di materiale, ma anche rispetto ad una serie non soltanto di benefici, ma anche di negatività che quel territorio subisce. Per cui spostare una parte dei proventi dall'Amministrazione comunale a quella provinciale perché svolge un'istruttoria o un'attività di vigilanza, non credo sia corretto. E credo che comporti anche una serie di problemi per i bilanci comunali. Ma questo è un altro tema.
Ma al di là del merito, non credo che gli emendamenti n. 25), 26) e 27), in un momento in cui abbiamo un collegato alla finanziaria aperto in I Commissione, e tre proposte di legge sulle attività estrattive, vadano inseriti in una norma di attribuzione delle funzioni dalla Regione alle Provincia.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Reschigna, per esprimere il parere della Giunta regionale.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

La Giunta esprime parere contrario all'emendamento n. 69) e parere favorevole agli emendamenti n. 115), 114), 113), 112), 111), 110), 109) 108) e naturalmente al 117), presentato dalla Giunta.
Per quanto riguarda gli emendamenti n. 25), 26) e 27), la Giunta ne chiede il ritiro al primo firmatario, per questa ragione: gli emendamenti n. 26) e 27) intervengono su una diversa ripartizione l'uno, e l'altro su una finalizzazione dei proventi dei diritti di escavazione.
Voglio ricordare al proponente e a tutto il Consiglio regionale che abbiamo un articolo 21, che è la norma finanziaria, che dice che mentre oggi noi operiamo in termini di mero trasferimento di risorse della Regione, la prospettiva di indirizzo è quella invece di fare in modo che soprattutto le funzioni delegate dalle Regioni alle Province, possano essere in parte (totalmente non sarà mai possibile) finanziate attraverso i trasferimenti di quote di diritti o di imposizione fiscale. Ma questo è il lavoro che dobbiamo fare complessivamente, che certamente coinvolge le cave, ma anche le acque minerali, l'attività venatoria, l'attività di pesca, coinvolge tutta una serie di ambiti di intervento. Estrapolare un punto da un lavoro che va fatto considerando che...
In questo momento, la diversità della situazione piemontese - faccio riferimento alla attività estrattiva - fa sì che non tutte le Province piemontesi ne siano coinvolte: ce ne sono alcune più forti dove, talune sull'attività estrattiva sulle pietre ornamentali, altre sull'attività di sabbia e ghiaia, è più consisteste rispetto ad altre. Noi rischieremmo, in questo momento, di creare una condizione che privilegi alcune province a discapito di altre. Mentre la logica, una volta definita questa legge, è quella di passare ad un'analisi attenta di tutti quelli che sono i diritti le imposte e quant'altro ricompresi oggi nella disciplina e nella disponibilità della Regione, sostanzialmente per capire, nella lettura e nell'incidenza che ogni dato determina sui bilanci delle Province, come compensare, attraverso un fondo indistinto perequativo, quelle province che, invece, non hanno introiti di questo tipo, o li hanno in misura decisamente insignificante.
Questo è il lavoro che dobbiamo fare. Mi sembra che estrapolare un punto da questo lavoro non abbia senso e rischi di determinare, invece degli effetti negativi.
Infine, chiedo il ritiro dell'emendamento n. 25) con la disponibilità da parte del proponente e da parte della Giunta, a discuterne in sede di collegato alla legge finanziaria. Perché questa norma non interviene sul processo di riordino, non ne è conseguenza. Questa è una norma di merito sulla legge complessiva sulle attività di escavazione.
Se li collochiamo all'interno di una legge che ha come obiettivo quello di ridefinire il rapporto sulle funzioni fra la Regione, le Province e gli Enti locali, diventa un nonsenso in questo contesto. E siccome stiamo discutendo in I Commissione del collegato alla legge finanziaria, questa norma può essere posta come emendamento allo stesso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Alla luce della dichiarazione del Vicepresidente Reschigna, il Gruppo del PD chiede cortesemente cinque minuti di sospensione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Sinceramente, le considerazioni dell'Assessore Reschigna relative all'emendamento n. 25) le prendo come un impegno scritto col sangue! Anche perché è l'omologo di un emendamento a cui la Giunta ha espresso parere negativo.
Teniamo presente che non è possibile che le autorità comunali passino dall'autorizzare e ispezionare le cave a non essere più nulla! Chiaramente non è pensabile che ci sia un vuoto legislativo da qui all'approvazione della nuova normativa sulle cave in merito a un parere comunale.
La volontà di ogni comunità di avere cave sul proprio territorio, viste anche le vicende degli ultimi tempi, ci pare un atto imprescindibile che va assolutamente rispettato. Grazie.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.46, riprende alle ore 16.56)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Accogliamo la richiesta della Giunta di rimandare il tema dell'emendamento n. 25), sul quale però, Presidente, mi permetto di spendere due parole: la nostra preoccupazione, cioè, è che in assenza di pianificazione l'equilibrio con le norme urbanistiche vada salvaguardato nel rapporto con i Comuni, soprattutto qualora vi siano da autorizzare attività fuori dal Piano regolatore.
Detto questo, però, accettiamo l'invito a parlarne già a partire dalla settimana prossima nel collegato in discussione in Commissione e quindi ritiriamo l'emendamento n. 25), il cui contenuto ripresenteremo in quella sede. Ritiriamo anche gli emendamenti n. 26) e n. 27), accogliendo la richiesta della Giunta di affrontare questo tema nel provvedimento che la Giunta sta predisponendo.



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 25), 26), 27) sono ritirati.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 69), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 115), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 114), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 113), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 112), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 111), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Diamo atto per il verbale che la collega Batzella, che per motivi tecnici non è riuscita a votare, ha inteso esprimere voto favorevole per l'insieme di questi emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 110), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 109), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 108) sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 117).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 19, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 20 Consigliere Mighetti, ritira l'emendamento rubricato n. 67)?



MIGHETTI Paolo

Lo ritiro perché legato ad altri emendamenti che sono stati bocciati.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Emendamento rubricato n. 116) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: Dopo la lettera m) del comma 1 è inserita la seguente "m bis) il comma 3 dell'art. 126 della l.r. 44/2000:".
Emendamento rubricato n. 24) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: La lettera aa) del comma 1 è sostituita dalla seguente: "aa) all'articolo 25, comma 2, le parole: "e in armonia con i programmi provinciali di sviluppo per il settore forestale"e l'articolo 26 della legge regionale 10 febbraio 2009, n. 4 (Gestione e promozione economica delle foreste)".
La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

Questi emendamenti sono conseguenza di alcuni emendamenti che sono stati accolti e di alcuni errori che erano contenuti nel testo originale.
Si tratta quindi meramente di questioni di coordinamento e di tipo formale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Invito i colleghi a prendere posto.
Allora, l'emendamento rubricato n. 67), recante come prima firma quella del Consigliere Mighetti, è stato dunque ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 116).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 24).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 20, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 Su tale articolo vi sono due emendamenti recanti il medesimo contenuto normativo.
Emendamento rubricato n. 15) presentato dal Consigliere Grimaldi: Art. 21 comma 1 Dopo le parole "a far data dal 1 gennaio 2016." aggiungere "La Regione Piemonte assicura, a partire da tale data, la copertura del costo del personale direttamente o indirettamente impiegato nelle funzioni oggetto di riordino mediante le risorse appositamente stanziate a bilancio".
Emendamento rubricato n. 60) presentato dai Consiglieri Frediani, Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Campo, Mighetti, Valetti: Dopo il comma 1 si aggiunge il comma 1 bis "1 bis) La Regione Piemonte assicura a partire da tale data la copertura del costo del personale direttamente o indirettamente impiegato nelle funzioni oggetto di riordino mediante le risorse appositamente stanziate a bilancio".
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione dell'emendamento n. 15).



GRIMALDI Marco

Semplicemente, dire in questo emendamento che "la Regione Piemonte assicura, a partire da tale data, la copertura del costo del personale direttamente o indirettamente impiegato nelle funzioni oggetto di riordino mediante le risorse appositamente stanziate a bilancio" serve a garantire che i 50 milioni di euro stanziati, di cui 17 in realtà ancora da stanziare nella prossima legge, siano effettivamente e durevolmente destinati al personale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione dell'emendamento n. 60).



FREDIANI Francesca

Con quest'emendamento chiediamo di aggiungere, dopo il comma 1, il comma 1 bis; quindi lavoriamo, ovviamente, sulla norma finanziaria.
Il comma 1 bis recita: "La Regione Piemonte assicura a partire da tale data la copertura del costo del personale direttamente o indirettamente impiegato nelle funzioni oggetto di riordino mediante le risorse appositamente stanziate a bilancio".
Qui, dunque, intendiamo inserire una sorta di garanzia del fatto che i 51 milioni di euro stanziati siano effettivamente destinati al personale.
Chiediamo quindi di definire con sicurezza la destinazione di questi fondi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 16) presentato dal Consigliere Grimaldi: Art. 21 comma 2 Eliminare le parole "sulla base di un sistema di fabbisogni standard".
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Eliminiamo semplicemente le parole "sulla base di un sistema di fabbisogni standard".
La motivazione è semplice: la modifica è finalizzata a garantire che non vi sia personale impiegato sulle funzioni oggetto di riordino che rischi di non seguire la funzione esercitata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

La Giunta esprime parere contrario a tutti e tre gli emendamenti e spiego anche la motivazione.
Relativamente all'emendamento n. 16), abbiamo già avuto una lunga discussione nella seduta della settimana scorsa del Consiglio regionale sul punto.
Ricordo che questa legge prevede due fasi di attuazione. Nella prima che è quella che determina il passaggio del personale a far data dal 1 gennaio 2016, indipendentemente dalle opinioni dei singoli, compresa la mia, la Regione non può fare altro che riconoscere tutto il personale impiegato ad oggi, nelle Province, per esercizio delle funzioni. Lo riconosce.
La questione dei fabbisogni standard subentra in una fase successiva.
Certamente dovremo tentare di riequilibrare disequilibri tra le singole funzioni nelle diverse Province, ma lo faremo in una fase successiva e lo potremo fare unicamente quando ci sarà il meccanismo del turnover del personale. Avere dei dati di fabbisogno di costi standard ci consente di evitare di continuare a dare personale in più in quell'area vasta che ha già sufficiente personale. Questa è la ratio per cui non mi sento di togliere la questione dei costi standard. Ribadito che non ha un'incidenza sulla fase di prima attuazione, giusto o sbagliato che sia, quel personale ce lo dobbiamo prendere tutto.
Sugli emendamenti n. 15) e n. 60) la motivazione del parere contrario è un'altra. A me preoccupano molto le parole "o indirettamente". Le persone direttamente occupate nelle funzioni sappiamo quali sono. Voglio ricordare al Consigliere Grimaldi e alla Consigliera Frediani che, a parte la polizia provinciale, che negli accordi ci impegniamo a pagare il costo degli agenti di polizia giudiziaria, a parte la compartecipazione del 40% sui costi del personale sull'ambiente e a parte la questione Centri per l'impiego, che ha le dinamiche che ha ricordato l'Assessore Pentenero, tutta il restante personale che viene riconosciuto, sia quello occupato nelle funzioni delegate dalla Regione, sia il 10% dei servizi generali tecnici amministrativi, dal 1° gennaio 2016 diventa personale regionale in ruolo straordinario. Personale che dobbiamo pagare perché diventa personale regionale in ruolo straordinario. Non c'è il rischio che le risorse possano poi essere distolte e non pagare il personale.
Capisco l'esigenza di cautela sotto tutti i profili, ma ribadisco che la legge è molto chiara nei suoi meccanismi di attuazione: 1° gennaio passaggio del personale nel ruolo straordinario; 1° gennaio, avvalimento del personale sui centri per l'impiego, sulla polizia provinciale e sul 40 dei costi ambientali e corresponsione da parte della Regione. Questo è il meccanismo.
Non c'è il rischio di lasciare fuori qualcuno, altrimenti quel qualcuno presenta un ricorso e lo vince.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 60), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 21, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 22 Indìco la votazione palese sull'articolo 22.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto sull'intero testo il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
L'occasione della dichiarazione di voto è anche per fare alcune riflessioni su un momento un po' particolare che sta vivendo non solo la Regione, ma la nostra Repubblica.
Le Province erano l'avversario di cinque anni fa da dare in pasto al popolo; Province che, con questa legge, di fatto, un po' resuscitano. In un quadro di disordine che, a livello nazionale, si sta manifestando a proposito delle riforme. Quando dico disordine, una grossa responsabilità è da attribuire al Governo e alla maggioranza attuale, anche se quella di prima la sua parte l'ha fatta. Non è che con ciò voglio esimermi dalle responsabilità politiche delle varie parti.
Tale disordine è frutto dell'effetto mediatico degli annunci. Nel senso che bisogna sempre avere un avversario. Prima l'avversario erano le Province, successivamente è diventato il bicameralismo. Personalmente posso anche essere favorevole al monocameralismo o ad altre forme di riequilibrio istituzionale. Fra qualche anno, con i tempi delle varie riforme costituzionali, rischiamo di trovarci in un Paese che non ha più un sistema equilibrato di pesi e di contrappesi e con una situazione di assoluta incertezza giuridica sullo Stato di diritto; in un Paese dove tutto quello che era stato il sistema dei pesi e dei contrappesi, che la Costituzione della Repubblica e l'organizzazione giuridica del nostro Stato, che partiva ereditando i modelli prefettizi napoleonici come braccio dello Stato, con la garanzia sul sistema dei nostri comuni, con i visti di legittimità che davano i Segretari comunali, sta venendo meno.
Sono tanti i pezzi che si sono sgretolati negli ultimi 10-15 anni. Lo dimostra questo legiferare a livello nazionale un po' convulso. Lo dimostra il fatto che alcuni poteri dello Stato allargano la loro influenza.
Naturalmente tutti pensano alla Magistratura, ma faccio un esempio diverso da quello ordinario che ha fatto anche il mio Presidente di partito. Faccio l'esempio della Banca d'Italia, che sta continuando ad ingrandirsi pur non avendo più il controllo sulle banche: non è più istituto di emissione ma nonostante ciò, continua ad imperversare più di prima come centro studi e come chi detta le condizioni.
Questo si sta creando nel nostro Paese e naturalmente, con tutto questo ribaltarsi di ordinamento istituzionale, noi ci troviamo adesso ad avere lo Stato, che dapprima ha preso come obiettivo di distruzione le Province (dovevano essere soppresse, io ero anche del partito che voleva sopprimerle e lo sono ancora), poi la riforma del Senato e in questi ultimi tempi l'obiettivo stiano diventando le Regioni.
Questa è un'Aula legislativa che sta agendo su tutta una serie di punti nevralgici, che vanno dalla limitazione dei poteri legislativi (forse in futuro la soppressione dei poteri legislativi) alla limitazione delle prerogative dei Consiglieri regionali ed eventualmente nella loro trasformazione in Consiglieri paracomunali; andando avanti di questo passo non ultima anche la valutazione sulle indennità, che una volta erano legate ai parlamentari e adesso si va a libera scelta, e la scelta di andarla a parametrare ai Sindaci ha un significato: significa che, man mano, lasciamo i nostri cittadini in una Repubblica dove lo Stato tenta di riprendere dei poteri che in questo momento non ha, perché - anche lì - sono ripartiti su altri poteri.
E poi la catena Stato-Regioni-Province normali-Province montane-Città Metropolitane-Unioni comunali-Unioni montane-Comuni-Ambiti-Accordi quadro... Beh, certo che diamo uno strano messaggio ai cittadini italiani e piemontesi, nonostante l'ammirevole sforzo che riconosco al Vicepresidente Reschigna nel tentare di trovare momenti di equilibrio e di dare un percorso che non è certamente dei migliori.
Se vogliamo, l'applicazione della legge Delrio - una legge malfatta sul sistema della soppressione o del riordino delle Province - era per noi non solo un obbligo di legge, ma anche un'occasione per rendere omogeneo il sistema. Ciò non è stato fatto perché, a seconda di dove ci muoviamo nel territorio piemontese, dobbiamo cambiare porta - da una parte busso alla parrocchia di San Vincenzo, dall'altra devo andare a bussare alla parrocchia di Sant'Antonio - per renderlo più moderno, meno burocratico. La modernizzazione era presente anche nelle condizioni di delega che c'erano vent'anni fa; oggi non ci sono più, perché la tecnologia ha permesso di svolgere alcune funzioni in modo centrale e più efficiente ed efficace rispetto ad allora. Ne parla uno che è d'accordo sulla centralizzazione dell'agricoltura; l'avrebbe fatto anche su tutta la formazione professionale e che continua a non aver capito perché Torino debba avere la formazione professionale, mentre le altre Province, invece, devono viaggiare su un binario diverso (quindi, se mi sposto di confine, devo cambiare porta a cui andare a bussare). Naturalmente, tutto ciò con la conseguenza di avere su tutti questi vari soggetti nei quali siamo articolati a livello piemontese indirizzi diversi, modalità diverse per la gestione delle funzioni.
Ho sentito alcune risposte del Vicepresidente Reschigna legate alla capacità, dovuta anche alla dimensione dell'Ambito, che alcune strutture hanno nello svolgere delle funzioni e altre invece non hanno, ma probabilmente ciò è dettato da ragioni di ordine politico che a noi quantomeno sfuggono. Peraltro, se sfuggono a noi, che comunque, a parte il dibattito, abbiamo tentato di seguirle, chissà come sfuggono agli operatori, ai cittadini e a tutti coloro che esternamente devono essere i fruitori dell'azione di riordino messa in atto con questa legge e che quindi dovranno abituarsi ad andare a geografia variabile, a velocità diverse a seconda della realtà.
E' per tale ragione che, pur considerando notevole lo sforzo svolto dall'Amministrazione nel tentare di applicare questo obbligo di legge nazionale e anche nell'avere accolto tutta una serie di istanze venute da parte nostra, noi dichiariamo il nostro voto contrario, perché gli elementi di negatività prevalgono certamente su quelli di positività.



PRESIDENTE

Ricordo che l'intervento per dichiarazione di voto è di cinque minuti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Siamo finalmente giunti al termine della discussione in Aula di questo disegno di legge e noi dobbiamo manifestare la nostra sostanziale insoddisfazione per il risultato ottenuto.
Questo è un disegno di legge che non dà certezze, che riorganizza in modo disordinato. Pur comprendendo tutte le esigenze che hanno portato a ogni singolo articolo del provvedimento, ci saremmo aspettati un po' più di coraggio e, passibilmente, anche un approccio fatto un po' prima a questo disegno di legge, perché altre Regioni ci sono arrivate prima: non mi stanco di ricordare che, per quanto con diverse soluzioni proposte, Emilia Romagna e Toscana hanno legiferato con un buon anticipo; anche la Liguria ha legiferato prima, e soprattutto con maggiore chiarezza.
Con questo disegno di legge, noi scegliamo sostanzialmente di non decidere più di tanto, tant'è che non andiamo neanche ad inserire al suo interno un chiaro elenco delle funzioni esercitate dalla Regione, dalle Province e dalle entità comunali e sovracomunali, ma questo anche perché il percorso delle Unioni di Comuni è ancora ben lungi dall'essere completato.
Quindi, mi rifaccio a quanto detto dal Consigliere Pichetto poc'anzi: a noi è poco chiaro il contesto generale, il quadro generale che si va costruendo di tutte le funzioni che vengono gestite dal livello regionale in giù.
Penso che il cittadino rinunci completamente a capirle, salvo, quando vi si debba confrontare, il dover fare il solito percorso a ostacoli che dipenderà dalla solita buona volontà del funzionario che si troverà di fronte.
Io continuo a dire che, quando le leggi non sono chiare o rimandano ad ulteriori disposizioni per definire meglio le questioni, si aprono anche spazi per l'arbitrio dei singoli funzionari. Un percorso di questo genere tra l'altro, va al di là di introdurre una diversificazione delle funzioni in diverse aree del territorio regionale: ricordiamo le funzioni speciali assegnate in modo diverso tra Città metropolitana, Provincia di Verbania forme associate di gestione e anche a livello di Unioni di Comuni. A questo si aggiunge il contesto nazionale, che vede nell'applicazione della legge Delrio, e quindi anche nella legiferazione delle Regioni in seguito a tale legge, percorsi completamente differenziati, per cui noi abbiamo scelto un percorso diverso da quello delle Regioni a noi confinanti, che indurrà chi come impresa o come cittadino, debba avere a che fare con gli Enti pubblici sul territorio nazionale in luoghi diversi, a fare percorsi diversi.
Dal punto di vista del legislatore, una cosa del genere è un incubo, è qualcosa da non fare: le leggi devono essere chiare, devono essere univoche, devono chiarire come si fanno le cose, non stabilire che qua si fa così, là si fa "cosà", quest'altro invece lo rivedremo nel frattempo e cercheremo di capire come farlo.
Non solo. Anche quello che viene chiaramente identificato in questo disegno di legge, pur capendone il motivo, è temporaneo, perché sappiamo che le prescrizioni che stiamo dando comunque avranno valore quest'anno e l'anno prossimo, ma poi? Poi bisognerà vedere il compiersi del percorso di riforma costituzionale e bisognerà vedere il compiersi del percorso di riordino delle forme associate di Comuni e anche, appunto - si spera - la fine delle Comunità montane, perché mi pare di aver visto in giro qualcuno che propone di prolungare per un altro anno la gestione commissariale delle Comunità montane per alcune parti relative, ad esempio, all'agricoltura.
Quindi, sembra un percorso infinito in cui le istituzioni a livello più o meno chiaro, più o meno vitale, trascinano funzioni in maniera sovrapposta e confusa e la funzione legislativa della Regione Piemonte, che vorremmo anche difendere, perché in questi 15 anni di attuazione della riforma del Titolo V del 2001 abbiamo visto un sostanziale fallimento di tale riforma dal punto di vista della regionalizzazione del processo legislativo.
Quindi, se oggi le Regioni vogliono provare a difendere quello che è un percorso simil-federale e di autonomia locale, anche nella legislazione devono fare uno sforzo in più di coordinamento, di organizzazione e di chiarezza nel processo legislativo. Altrimenti avrà buon gioco il Governo centrale a dire quello che sta dicendo da un po' di tempo a questa parte che, tutto sommato, le Regioni non servono, fanno solo pasticci e le competenze più importanti devono probabilmente ritornare al Governo centrale, che, come vediamo dalla Delrio, non è in grado di legiferare in modo chiaro e di dare un'indicazione chiara di quale sia la struttura istituzionale dell'Italia a tutti i livelli e quindi di come sostanzialmente dirigere la società italiana a tutti i livelli.
Questo sicuramente non è quello che serve nel contesto nazionale ed internazionale di oggi ai cittadini italiani. Pertanto, esprimeremo voto contrario a questo provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Il Gruppo della Lega Nord ovviamente esprime parere contrario.
Riteniamo assolutamente questo un momento di grande caos istituzionale quindi molto delicato per il Paese, perché i livelli decisionali continuano ad essere tanti e diventa veramente difficile riuscire a districare la matassa.
Riteniamo che forse l'unica soluzione sia tentare un'abolizione per referendum dell'articolo 139, che dichiara immodificabile la forma di Stato, perché probabilmente questa forma di Stato non è più confacente alle esigenze del cittadino.
So che è una dichiarazione forte, ma si dovrà andare in quella direzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Innanzitutto voglio portare il dibattito sul tema che le deve essere proprio, cioè noi andiamo ad approvare oggi un disegno di legge che è stato molto complicato.
Il collega Campo ironizzava, io invece userò proprio le sue parole.
Voglio ringraziare il Vicepresidente della Giunta regionale per il lavoro paziente, faticoso e lungo che ha fatto, perché questo non era solo un provvedimento tecnicamente difficile. E' un provvedimento che si basa anche sul lavoro di conciliazione di diverse esigenze e di necessità di tutelare lavoratori dipendenti delle Province, nonché la necessità di tutelare gli amministratori delle Province che si sono trovati ad affrontare una fase di trapasso da un vecchio ad un nuovo sistema.
E' stato un lavoro difficile fatto con meticolosità e con puntiglio e credo che oggi stiamo licenziando un provvedimento che è un buon testo. E' un buon testo che prevede anche uno scenario già di più lungo periodo, nel senso che questo provvedimento, com'è stato più volte detto nel dibattito in quest'Aula, non solo si limita ad attuare la legge Delrio, ma impegna già le Province ad esercitare le funzioni che noi decidiamo oggi di delegare loro e di esercitarle in forma associata, cioè immaginando già oggi quella che sarà la scelta politica della Regione a nuova Costituzione approvata, ossia immaginare il futuro del Piemonte su quattro Enti di area vasta.
Credo che questo sia importante. Molte volte in sede di discussione in Aula si è lamentata una certa parzialità di visione del disegno di legge riformatore che porta il nome del Ministro Delrio. Io ammetto che questo provvedimento ha delle lacune e poteva essere, forse, perfezionato, ma questo provvedimento è anche frutto del fatto che le Province italiane nel corso degli anni non sono state capaci di proporre loro stesse le riforma e che la classe dirigente di questo Paese, in cui nel piccolo mi colloco anch'io, ha passato gli ultimi vent'anni a pensare al proliferare degli enti Province piuttosto che ad una loro razionalizzazione.
Quando un livello di governo locale non è in grado di autoriformarsi e di autocorreggersi, alla fine si rischia un intervento al di fuori del sistema di correzione. E' quello che è successo alle Province, è quello che è successo alle comunità montane ed è quello che succederà inevitabilmente alle Regione se noi stessi in qualche modo non cerchiamo di capire come rendere più efficace la nostra azione e come adeguarci alle esigenze di un Paese che è mutato.
Siccome ho lavorato al processo di riforma che porta il nome del Ministro Bassanini e che parte con la legge n. 59/97, ricordo che uno dei commenti più importanti a quel testo fu un bel libro sul decreto legislativo 112/98 scritto dal professor Falcon.
Nella prefazione di quel libro il professor Falcon dice che stiamo lavorando ad un processo di decentramento di funzioni dallo Stato alle Regioni e agli Enti locali esclusivamente per un fatto: perché partiamo da un assunto politico, cioè che i livelli di governo locale siano più vicini ai bisogni del cittadino e quindi siano più efficaci nella loro azione, ma questo assunto non è mai stato dimostrato. E' stato un assunto, secondo Falcon, fatto proprio dalla politica e, soprattutto, questo non ridurrà la spesa pubblica, anzi tenderà ad aumentarla.
Devo dire che questa profezia per certi versi si è rivelata nel corso degli anni veritieria. Del resto, su questo abbiamo esperienza di altri Paesi che possono testimoniare che questo fatto avviene non solo in Italia ma avviene ovunque.
Quindi che cosa fare? Tornare indietro sul percorso autonomista e ritornare ad un sano centralismo, come pensa qualcuno? No, credo che sia una scelta sbagliata. Il problema è cercare di fare tutti bene il proprio lavoro e cercare di correggersi in casa propria.
Credo che il disegno di legge che abbiamo fatto, che diventerà legge tra pochi minuti, prefigura uno scenario per gli Enti di area vasta in Piemonte che garantisce l'autonomia politica di questi Enti, ma anche un'efficacia nel loro agire. Credo che lo stesso problema venga affrontato per quanto riguarda le Regioni con il disegno di legge costituzionale Renzi Boschi e che in qualche modo la nostra azione abbia concorso a realizzare un testo di riforma, che - è vero - accentra nuovamente nello Stato alcuni poteri legislativi, ma su questo c'è stato un orientamento politico molto ampio, perché nel passato sono state fatte scelte che, a posteriori potremmo giudicare non complessivamente felici.
Voglio rivendicare la scelta fatta di differenziare le competenze e le funzioni attribuite alla Città metropolitane rispetto a quelle attribuite alle Province, in particolar modo con riferimento alla formazione professionale.
Comprendo che la differenziazione, come dice il Capogruppo Pichetto rompe l'uniformità - del resto, è già il lessico che lo rende evidente - ma la differenziazione nel nostro sistema è entrata con la legge n. 59/97 nei principi fondamentali, nei principi e criteri direttivi per quella delega e soprattutto la differenziazione, entrata nel nostro ordinamento costituzionale, con l'articolo 116, comma 3, della Costituzione, frutto di un emendamento presentato all'epoca dall'attuale Sottosegretario con delega alle Regioni, l'Onorevole Gianclaudio Bressa, che prevede la possibilità per le Regioni, di avere funzioni differenziate, ossia che alcune Regioni più virtuose possano acquisire dallo Stato competenze, anche legislative ulteriori.
Questo è sicuramente un passaggio che crea scossoni, che non è destinato a fermarsi. Anche gli Enti locali più vicini ai cittadini (i Comuni) dovranno essere oggetto di un'azione da parte nostra, per favorire laddove è possibile - l'esercizio associato delle funzioni, anche le fusioni, ma ritengo che quello che facciamo oggi sia un passaggio dovuto.
Rimane, da un lato, l'amarezza che se avessimo agito dieci anni fa forse avremmo agito meglio; dall'altro, resta la consapevolezza che oggi si è agito in una situazione difficile. Si è fatta questa riforma che impegna come abbiamo visto oggi, nella I Commissione volante - molte risorse delle Regioni, nel momento peggiore, per la Regione Piemonte.
Per questo motivo, questo lavoro, che è stato anche un lavoro certosino, di cesello, fatto con attenzione alle persone, al ruolo politico delle Province ed anche al bilancio regionale, è un buon lavoro. Ritengo che quest'Aula, andandolo a votare, possa dimostrare di essere un'assise legislativa che quando lavora con diversità di opinioni, ma con il concorso di tutti (maggioranza e opposizione), può fare un buon lavoro al servizio della nostra regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

Molto brevemente, per dire che voglio sentitamente ringraziare il Consiglio regionale, perché, su un testo di un disegno di legge complicato su cui si sono confrontate opinioni molto diverse, sia in Commissione sia in Aula, c'è stato un confronto fortemente improntato sul merito.
Il secondo ringraziamento, molto sincero, lo rivolgo al personale di Giunta che da mesi (e avrà ancora di più da lavorare nei prossimi mesi) è impegnato, prima nel predisporre il testo di questa legge e, poi, da qualche settimana, nella sua attuazione.
E' un disegno di legge nato dall'apporto di una pluralità di Direzioni all'interno della Regione. Risente di questo confronto, ma è anche un modo attraverso il quale vogliamo caratterizzare questa fase: quello di superare, nella nostra organizzazione interna, gli steccati tra Direzione e Direzione.
Anche il gruppo di lavoro che è stato messo in piedi da qualche settimana e che si sta confrontando con i tecnici delle Province per cercare di condividere numeri, dati, costi, personale, profili professionali, al fine di dare attuazione celere e così rassicurare anche il personale delle Province, è un gruppo di lavoro che coinvolge la Direzione Affari Istituzionali, la Direzione Bilancio e la Direzione Personale: a loro va il sincero ringraziamento per quello che hanno fatto insieme alla comprensione ed anche un po' di stimolo, per quello che dovranno fare.
Un ringraziamento lo rivolgo anche al rapporto che si è costruito in questo anno di lavoro, all'interno dell'Osservatorio, con i Presidenti delle Province. Non è stato semplice, a volte è stato conflittuale, ma anche qui - il confronto ha consentito di avvicinare molto le posizioni e cercare di trovare assieme le soluzioni più adeguate, nel contesto della realtà piemontese.
Un ringraziamento va alle organizzazioni sindacali, anche se ho beneficiato ripetutamente - sia io sia il Presidente Chiamparino - di apprezzamenti a volte poco generosi. Ritengo che aver tenuto aperto un confronto molto difficile e complicato anche con le organizzazioni sindacali, un confronto che dura da mesi, abbia aiutato la reciproca comprensione rispetto alle sfide che abbiamo di fronte.
Brevemente, poi, due semplici annotazioni. Vorrei trasmettere una consapevolezza al Consiglio regionale: se vogliamo che questa legge non rappresenti una mera applicazione, pedissequa, formale, della legge Delrio abbiamo molto da lavorare nella fase della sua attuazione. Una corretta e lungimirante fase di attuazione di questa legge può veramente superare anche quelle contraddizioni cui faceva riferimento il Consigliere Pichetto nel suo intervento e può darci degli strumenti importanti per il futuro.
Se funzionano le aree vaste, quando entrerà in vigore il nuovo Titolo V della Costituzione e quando le Province spariranno, noi - a differenza di altri territori regionali - avremo costruito delle basi di atterraggio. E questo guardare al futuro non è stato fatto da tutte le Regioni: l'hanno fatto il Piemonte e l'Emilia Romagna.
E' questo, sostanzialmente, l'elemento più importante e - se vogliamo innovativo di questa legge: abbiamo costruito delle basi di atterraggio che eviteranno un centralismo regionale e la dispersione amministrativa in capo ai Comuni.
Se saremo in grado di attuare anche quelle indicazioni che sono state raccolte dagli emendamenti, circa la possibilità di creare elementi di mobilità del personale della Pubblica Amministrazione piemontese, che sopperisca ai fabbisogni ed eviti duplicazioni e incrementi di costi, sarà un costruire positivo per il futuro. Se riusciremo a costruire un rapporto con le Province, teso a mettere nelle condizioni di interpretare le diversità dei sistemi territoriali piemontesi, piuttosto che la sopravvivenza della gestione di alcuni fatti amministrativi, sarà un modo attraverso il quale avremo costruito il futuro.
Questa è la responsabilità di dover attuare questa legge, è la consapevolezza che attuare questa legge non sarà semplice e non sarà facile. E' anche, però, ribadire l'ulteriore convincimento che nell'attuazione di questa legge, forte e costante sarà il rapporto tra la Giunta e il Consiglio regionale.
Questo lo abbiamo scritto all'interno della legge, ma, soprattutto - al di là delle cose che abbiamo scritto - sono le cose che faremo a rendere proficuo, ancora una volta - mi auguro - il rapporto tra Giunta e Consiglio.
Grazie a tutti voi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente Chiamparino; ne ha facoltà.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Solo poche parole anche da parte mia, per fare miei i ringraziamenti che ha già fatto il Vicepresidente Reschigna, a cominciare dal Consiglio regionale, in tutte le sue rappresentanze.
Naturalmente, ringrazio pubblicamente anche il Vicepresidente Reschigna, perché - com'è già stato rilevato, ma ci tenevo a farlo personalmente - con il suo lavoro molto paziente, ma anche determinato, ci ha consentito di arrivare ad un punto di conclusione che offre certezze, in un momento in cui - come rilevava anche il collega Pichetto - c'è bisogno di qualche certezza, a cominciare dagli interlocutori, dai cittadini, dai gruppi di interesse, ma anche dagli stessi lavoratori dipendenti. Cosa che tra l'altro, l'ordine del giorno che ci apprestiamo ad approvare contribuirà a fare.
Ci tengo a dire - come è già stato detto, quindi posso essere molto breve - che noi, con questa legge, facciamo un'operazione che cerca di colmare un po' l'asimmetria che vi è in una riforma costituzionale che avrebbe dovuto precedere, e che invece segue, l'attuazione della legge Delrio. Perché la legge Delrio è una legge di transizione, che, forse anche un po' per quell'effetto di "mediatizzazione" che ormai ha pervaso la politica in tutti i suoi aspetti, anziché arrivare come legge attuativa di un dettato costituzionale nuovo, che impernia su Città metropolitana Regioni e Stato le articolazioni del medesimo, ha anticipato l'eliminazione o, comunque, il ridimensionamento di uno di quei livelli, che peraltro, a Costituzione vigente, non si può cancellare. Di qui, la legge, che continua a dargli delle attribuzioni.
Quindi, aver fatto, aver fatto una legge che, da una parte, dà certezze per evitare che, come dire, interessi costituiti e personali non sappiano a chi rivolgersi e alcune operatività importanti - si è discusso delle guardie venatorie e di altri aspetti - non abbiano le necessarie certezze e, dall'altra parte, però, inserire elementi che possano già anticipare il dettato costituzionale nuovo.
Aldo Reschigna ha accennato alle aree vaste, io accenno al tema che ha introdotto Gilberto Pichetto. La differenziazione con l'Area metropolitana è nella Costituzione. Non pretendo che sia condiviso, però il dettato costituzionale prevede che fra le attuali nuove Province, che non ci saranno più, e la Città metropolitana, che ci sarà, ci sia una differenza.
Questo bipolarismo è un bipolarismo evolutivo del nuovo sistema istituzionale, almeno nello spirito del legislatore e dei Costituenti.
Credo di aver già posto qualche elemento, come la differenziazione sulla formazione professionale. Capisco che non si potesse fare di più, se fosse dipeso da me avrei cercato di condividere una politica di devoluzione maggiore verso la Città metropolitana anche su altri campi. Capisco che non si possono fare forzature e che sono temi su cui bisogna andare gradualmente.
Mi pare che il valore di questa legge sia quello di aver contemporaneamente dato certezze rispetto alla situazione attuale e a quella che seguirà nel breve e medio periodo, aver posto qualche elemento che ci consentirà di essere preparati quando i Costituenti avranno ridefinito un quadro costituzionale nuovo che dovrà essere recepito.
Forse, possiamo dire che abbiamo già fatto qualche passo avanti verso quella direzione, che è una direzione che guarda al futuro.
Dunque, ancora grazie al Consiglio regionale e grazie all'amico Aldo.
Anch'io, avendo partecipato alcune volte, colgo l'occasione per ringraziare i Presidenti delle nuove Province che, al di là di qualche momento inevitabile di discussione vivace, hanno però complessivamente portato elementi di sostegno e anche utili al raggiungimento dell'intesa che ci apprestiamo ad approvare.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Chiamparino.
Passiamo ora agli atti di indirizzo collegati al disegno di legge n.
145.
ordine del giorno n. 511 presentato dai Consiglieri Mighetti, Bertola Frediani, Valetti, Campo e Bono, inerente a "Riallocazione funzioni di controllo e vigilanza attività estrattive e norme specifiche per il settore".
La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Quest'atto di indirizzo muove dalle considerazioni fatte in Aula con l'Assessore Reschigna, in merito alla questione del nuovo assetto che viene dato alle Province e al personale che verrà riassorbito dalla Regione in materia di cave.
Ci sono alcuni impegni che rispecchiano alcune osservazioni nate dal dibattito e dagli emendamenti e alcuni altri impegni che vanno a delineare alcuni aspetti specifici che ci interessava in un qual modo rendere ben visibili e ben delineati per il futuro sviluppo del controllo dell'attività estrattiva.
Il primo impegno riguarda l'espletamento dei controlli e chiediamo come già definito dall'Assessore durante il dibattito...
Se ci fosse un po' di silenzio, non mi farebbe dispiacere.



PRESIDENTE

Mi pare che il collega Mighetti abbia ragione.
Invito i Consiglieri a recuperare il loro posto e, se è possibile chiedo di stare zitti. Grazie.



MIGHETTI Paolo

In primo luogo, chiediamo che la funzione di polizia mineraria all'interno delle funzioni della Regione sia svolta sia dal personale attualmente addetto a questo scopo in Regione sia mediante il riassorbimento del personale che, attualmente allocato alle Province svolge la stessa mansione.
Poi, chiediamo che questo personale sia poi dislocato sul territorio per creare un sistema di controlli vicino alle realtà che sono da controllare.
Inoltre, chiediamo chiarimenti su altre questioni. In primo luogo abbiamo appreso come non ci sia un elenco aggiornato delle attività estrattive su cui, per esempio, i controllori, i funzionari delle Province addetti al controllo potessero basarsi per andare a controllare le attività estrattive. Quindi, chiediamo un censimento delle attività estrattive sia in itinere, sia concluse, sia sospese e sia solamente autorizzate.
Infine, chiediamo una cosa molto semplice, e cioè che nelle prossime attività legislative e nelle attività di Giunta sia previsto che nella fase di controllo siano stabiliti dei minimi sindacali sull'espletamento di questi controlli, quindi almeno un controllo annuale per ogni attività estrattiva. Questo ci sembra il minimo per avere una certezza sulla sicurezza e un controllo effettivo di quanto sta succedendo all'interno delle attività estrattive in Piemonte. Questi controlli non sono solo controlli di quanto avviene in cava, ma anche di ciò che avviene negli impianti di trasformazione, che sappiamo bene quali pericoli e insidie riservino agli operatori.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
ordine del giorno n. 513 presentato dai Consiglieri Gariglio, Accossato Valle, Appiano, Corgnati, Gallo, Rostagno e Ravetti, inerente a "Garantire la permanenza nelle sedi attuali delle ex Comunità Montane degli uffici preposti all'esercizio delle funzioni in materia di agricoltura".
La parola al Consigliere Gariglio per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Solo un minuto per spiegare che il fine di quest'atto d'indirizzo è cercare di garantire la permanenza nelle attuali sedi periferiche di montagna degli Uffici delle ex Comunità montane, che si occupavano di agricoltura. Con la legge che stiamo approvando queste funzioni vengono introiettate in capo alla Regione, quindi diventano di fatto Uffici periferici della Regione.
Ebbene, per scongiurare il rischio che questi Uffici lascino il territorio su cui hanno sempre operato, quest'atto d'indirizzo è volto a impegnare la Giunta a mantenere questa presenza nei territorio attuali.
Ovviamente, questo è subordinato al fatto che le Amministrazioni locali forniscano, anche in futuro, come hanno fornito fino ad oggi, le sedi per esercitare questa funzione ed anche i beni immobili e i beni strumentali necessari (auto, telefoni, e strutture varie) per consentire che queste funzioni vengano esplicate sui territori.
Poiché c'è molta preoccupazione sui territori montani che quest'accentramento di funzioni in capo alla Regione depauperi il territorio di attività che erano esercitata in loco, l'atto d'indirizzo mira a dare una garanzia anche politica già diretta affinché questo nostro provvedimento non vada a impoverire il territorio montano. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gariglio.
Ordine del giorno n. 514 presentato dai Consiglieri Appiano, Ferrentino Ottria, Ravetti, Valle, Barazzotto, Batzella, Rossi, Campo, Mighetti Bertola, Conticelli, Accossato, Giaccone, Baricco, Gariglio, Rostagno Corgnati, Andrissi, Caputo, Gallo, Frediani e Grimaldi, inerente a "Continuità dei servizi dei Centri per l'Impiego e proroga del personale precario".
Consigliere Appiano, lo vuole presentare, magari in maniera sintetica come ha fatto il Consigliere Gariglio?



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Come mai quando prendo la parola io c'è sempre questa raccomandazione? Non capisco.



PRESIDENTE

Dobbiamo avere il tempo anche di votare questi atti di indirizzo.



APPIANO Andrea

Starò sicuramente nei tempi che il Regolamento prevede che noi abbiamo.
Allora, parto dal presupposto della centralità dei Centri per l'impiego, che sono assolutamente strategici, se vogliamo un cambio di rotta solo del quadro economico, ma anche della nostra società. Per questo motivo, l'ordine del giorno si focalizza su un tema così importante.
Sappiamo che i Centri per l'impiego, come altri settori della Pubblica Amministrazione, sono caratterizzati da un organico non sufficiente, da diversi posti non coperti neppure da personale a titolo precario, tant'è che, per esempio, la nostra Città metropolitana di Torino fece all'inizio del 2014 un bando di mobilità volontaria interna, per trovare persone da collocare nei ruoli scoperti dei centri per l'impiego.
Situazione destinata a peggiorare negli anni futuri, a seguito dei pensionamenti che già oggi possiamo programmare e si sono programmati.
Centri per l'impiego su cui lo Stato, nel corso della discussione e nel corso degli ultimi mesi, ha cambiato opinione. In un primo tempo sembrava che tutto il tema delle politiche attive dovesse essere accentrato in un'agenzia nazionale, e quindi finanziato per intero dalla finanza statale dopodiché si è cambiato passo - in questo caso non in senso positivo decidendo che lo Stato avrebbe contribuito in misura di un terzo rispetto alla spesa complessiva. Infine, dopo tutta una serie di discussioni, si è passati ad una compartecipazione di due terzi da parte dello Stato e di un terzo da parte della Regione.
Quindi, centralità del tema entro il quale si ascrive anche il tema specifico dei precari. I precari non sono in un numero particolarmente rilevante, rispetto alla manovra complessiva che abbiamo visto riguardare circa 1.500/1.600 dipendenti. Parliamo di poche decine di persone, ma sono comunque sempre persone e lavoratori che non sono precari da un mese, da due o da cinque, ma hanno contratti a tempo determinato già da dieci anni alcuni addirittura da più di dieci anni.
Si dirà: ma non hanno superato tutti i concorsi e non sono in graduatorie? Vorrei solo sottolineare che in questo campo, come in tanti altri della Pubblica Amministrazione, l'utilizzo dei contratti di natura precaria vada oltre i dettami, o quelli che dovrebbero essere i dettami della legislazione. Il contratto precario va certamente bene per gestire sostituzioni eccezionali e mole di lavoro straordinaria, ma nel momento in cui rincorriamo - e nella scuola abbiamo visto argomentazioni e situazioni analoghe - pervicacemente per anni contratti a tempo determinato per posti in organico, quindi posti ordinari, questa è sicuramente una patologia.
E' questo che detta l'attenzione particolare a questo tema, pur quantitativamente non rilevante rispetto alla mole della questione.
Grazie anche allo sforzo di alcuni parlamentari piemontesi, nel decreto "Enti locali" della scorsa estate sono state inserite due norme: una per i precari che si occupano di tutti i servizi, al di fuori del centro per l'impiego, e una per i centri per l'impiego.
In questo secondo caso, lo Stato ha detto alle Province e alle Città metropolitane di poter prorogare i contratti fino al 31 dicembre 2016 proprio per garantire continuità dei servizi, nelle more della riorganizzazione complessiva del settore da parte delle Regioni.
Ad oggi, i precari a nostra conoscenza hanno tutti contratti in scadenza al 31/12/2015; alcuni però, stante il testo normativo statale potrebbero avere un prolungamento fino alla fine del 2016 e consentirci di gestire la situazione con un po' più di tempo. Tra l'altro, questa facoltà è ammessa anche per le Province e Città metropolitane che l'anno scorso non hanno rispettato il Patto di stabilità, purché garantiscano l'equilibrio di parte corrente del bilancio nel periodo di vigenza dei contratti.
Ecco, quindi, l'ordine del giorno, che impegna la Giunta ad attivarsi verso il Governo nazionale per disciplinare - una volta per tutte, mi verrebbe da dire - cosa accadrà a scadenza, qualunque essa sia, dei contratti attualmente in essere, e si stabilisca una forma di stabilizzazione dei nuovi concorsi per coprire i posti ordinari in organico con personale a tempo indeterminato e non con proroghe all'infinito.
In seconda ragione, tutti i contratti in essere - ma questo già lo dice oggi la legge - anche a tempo determinato e fino a scadenza, dovranno essere presi in considerazione nel discorso riorganizzativo generale dei servizi dei Centri per l'impiego, garantendo, insieme a tutti gli altri soggetti coinvolti e con un buon gioco di squadra, la continuità di servizi così importanti e strategici.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Appiano.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo in merito agli ordini del giorno - così non chiedo più volte la parola - per rammentare alcuni aspetti.
Una serie di questi ordini del giorno, tanto quello sulle attività estrattive quanto quello sui Centri per l'impiego e sulle sedi montane hanno ancora un concetto, che per la verità esiste ancora oggi relativamente alla modalità con cui eroghiamo i servizi, che è quello della presenza fisica.
Rammento che questo Consiglio regionale ha approvato, e con la legge sulla semplificazione (non si chiama legge sulla semplificazione? Va beh comunque il disegno di legge n. 8) e con successivi atti, il tema della digitalizzazione.
E' un tema centrale, non soltanto perché, su questo, la Regione si giocherà, nei prossimi sei anni, i circa 80 milioni di euro sui fondi strutturali europei, ma soprattutto per avvicinare i servizi delle Pubbliche Amministrazioni ai cittadini.
E' evidente l'utilità di mantenere un servizio in aree decentrate o in aree montane, ma sarebbe molto più utile che una parte consistente di quei servizi - che, badate, sono la quasi totalità - si potessero fare attraverso un tablet o uno smartphone: tutto ciò che riguarda pagamenti presentazione o ricevimento di istanze, lo possiamo fare in questo modo.
Per carità, va bene mantenere la fisicità, però teniamo conto che abbiamo un'organizzazione delle sedi regionali, provinciali e delle comunità montane che sono ancora pensate quando era indispensabile recarsi allo sportello.
Questa è una delle sfide da compiere, non soltanto perché avvicina i servizi ai cittadini, ma perché consente di avere anche un censimento su ciò che viene fatto in modo molto più semplice.
La Giunta, che si sta occupando del pagamento del bollo, con le procedure telematiche - in parte messe in atto e in parte ancora da mettere in atto - ha la possibilità di verificare giorno per giorno quanto avviene in sanatoria rispetto al bollo auto.
Ho fatto solo un esempio semplice, ma questo vale, per esempio, anche per l'attività estrattiva. Ricordiamo che, in realtà, la nostra Regione ha una banca data delle attività estrattive che è, giustamente ed adeguatamente, da aggiornare. Se la banca dati, o meglio, se il settore avesse le risorse sufficienti per tenere aggiornata la banca dati, non solo si farebbe un controllo più semplice dell'attività, ma, anche rispetto al tema posto dal Consigliere Rossi sulla pianificazione, sapremmo quanti sono i metri cubi quotidianamente o mensilmente estratti all'interno di una realtà.
Questo ci consentirebbe di capire, ad esempio, quanto l'attività dei canoni sia utile o meno.
Rammento ancora un altro aspetto, sempre disciplinato dalla nostra Regione.
Quando abbiamo definito la norma di semplificazione, non solo sulle attività estrattive, ma su tutto il comparto regionale, abbiamo previsto che vi fosse la stessa modalità che sta utilizzando il Governo nazionale ossia un'uniformità di controlli, facendo in modo che siano puntuali, ma soprattutto per far sì che i controlli delle Pubbliche Amministrazioni regionali non diventassero un peso, a volte difficoltoso, per le singole imprese, anche con prescrizioni difformi, che i controlli avvengano in modo uniforme, per evitare che la Polizia mineraria dia una prescrizione, che l'ARPA ne dia una seconda differente e che l'ASL ne dia una terza ancora.
Dico questo per affermare che, anche all'interno di una norma di conferimento di funzioni e di ordini del giorno che affrontano dei temi concreti, bisogna non dimenticarsi di ciò che di positivo è stato approvato negli ultimi mesi e quindi darne un'attuazione.
Questo vale anche, per esempio, per i Centri per l'impiego: per moltissime delle attività - pensiamo a "Garanzia giovani" - oggi funziona di più lo strumento informatico che non l'esistenza dello sportello.
Bisogna che esistano le due cose, ma non possiamo prescindere dalla facilitazione con cui i cittadini possono avvicinarsi alla cosa pubblica a distanza. Ovviamente, infatti, questo comporta un risparmio di tempo, di carburante, di percorrenza, un minor traffico e le mille cose che sappiamo.



PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo alla votazione degli atti di indirizzo.
Comunico al Consiglio che rispetto a tutti e tre gli ordini del giorno la Giunta ha espresso parere favorevole.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 511, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 513, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 514, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Passiamo alla votazione sull'insieme del disegno di legge n. 145.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 30 Consiglieri hanno votato NO 13 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 35 "Consigliere/i di parità regionali (Decreto Legislativo n. 198 dell'11/04/2006) - Designazione di una/un Consigliera/e di Parità effettiva/o e di una/un supplente".


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Presidente, come Gruppo del Partito Democratico esprimiamo l'indicazione di voto in modo conforme a quanto segnalato nel parere dalla Commissione regionale per l'impiego e quindi proporremo di votare la signora Giulia Maria Cavaletto come Consigliera effettiva e la signora Chiara Maria Germano come Consigliera supplente.
Per il futuro, per i posteri, per la prossima legislatura e per chi ne farà parte, le chiediamo parallelamente, Presidente, di rivedere un po' le procedure, perché di fatto questo modo di operare fa sì che il Consiglio regionale sostanzialmente prenda atto di una designazione già fatta; e quindi tanto varrebbe evitare direttamente questo passaggio. Poi mi rendo conto che siamo in attuazione di norme nazionali e non so quanto spazio ci sia per intervenire. Pongo quindi il tema, fiducioso di un saggio intervento, coadiuvato dai sapienti Uffici del Consiglio regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Prego la Consigliera Segretaria Motta di procedere all'appello nominale.



(La Consigliera Segretaria Motta effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame ordine del giorno n. 499 presentato dai Consiglieri Laus, Barazzotto Benvenuto, Boeti, Corgnati, Gariglio, Giaccone, Molinari, Motta, Rossi e Ruffino, inerente a "Contrasto della ludopatia e di eventuali attività ad essa prodromiche"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 499, avente ad oggetto "Contrasto della ludopatia e di eventuali attività ad essa prodromiche" presentato dai Consiglieri Laus, Barazzotto, Benvenuto, Boeti, Corgnati Gariglio, Giaccone, Molinari, Motta, Rossi, Ruffino, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Lo illustra il Consigliere Segretario Molinari, che interviene in qualità di Consigliere regionale.



MOLINARI Gabriele

Grazie, Presidente.
Quest'ordine del giorno nasce a seguito di alcuni servizi televisivi che hanno evidenziato un fatto nuovo: la diffusione di macchinari del tutto simili alle slot machine e agli strumenti del gioco d'azzardo, realizzati per un pubblico di bambini (o comunque di minori), con modalità molto simili a quelle delle effettive e reali slot machine.
Simulando modalità analoghe a quelle dei macchinari destinati agli adulti, si è ritenuto che in forma indiretta, o addirittura occulta, si corra il rischio che vengano indotte ed abituate al gioco anche le giovani generazioni.
Tale preoccupazione è emersa anche in seno all'Ufficio di Presidenza Considerato che in Italia ci sono circa 15 milioni di giocatori abituali, dalle stime di cui siamo in possesso, tre milioni dei quali a rischio di patologia, e 800.000 già dichiarati "patologici"; considerato che in Piemonte la diffusione del fenomeno è abbastanza sentita, tant'è che nella fascia tra i 14 e i 19 anni i soggetti che sostengono di aver provato a giocare almeno una volta sono il 40%; considerato che il Consiglio regionale - non da oggi - opera per tenere alta la guardia, limitare e contenere fenomeni di questo tipo, che possono compromettere equilibri sociali e civili nella nostra comunità, e che, peraltro, è anche in discussione un disegno di legge che attiene alla materia della ludopatia con riferimento al quale ci si augura anche di poter arrivare all'adozione di norme che regolino anche questi aspetti di nuova diffusione (macchine e strumenti del tipo precedentemente indicato); considerando anche inaccettabile, sotto il profilo etico, il ricorso a giochi d'azzardo e/o a strumenti similari che siano rivolti a bambini e minori, l'impegno che si chiede alla Giunta è quello di operare un monitoraggio puntuale del fenomeno descritto, in particolare verificando la diffusione delle macchine da gioco destinate ad un pubblico minorenne e promuovendo un'informazione atta a generare una maggior consapevolezza dei funzionamenti di queste stesse, dalle distorsioni cognitive più comuni all'illusione del controllo fino a condividerne e ed esplicitarne le conseguenze sociali e i rischi sanitari connessi; valutare idonee iniziative mirate a disincentivare anche da un punto di vista fiscale, la tenuta presso gli esercizi commerciali piemontesi di questo particolare tipo di macchinari analogamente a quanto già accade per la strumentazione costituente vero e proprio gioco d'azzardo.
Infine, l'impegno che si chiede alla Giunta è di promuovere azioni di informazione in materia di uso consapevole del denaro con attività di educazione e sensibilizzazione sulla scorta delle iniziative che in questo senso sono già state promosse dal Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ovviamente sono favorevole non solo all'oggetto, ma anche a tanta della narrazione presente in quest'ordine del giorno. Probabilmente perché - devo dire la verità - è stato presentato nei giorni che precedono l'ultima legge finanziaria: come minimo, bisognerebbe dire qualcosa sulla riduzione dei centri scommesse.
Guardate, io non sto alle frasi d'effetto, al Renzi che gioca d'azzardo, ai 22.000 nuovi centri scommesse... Non è questo l'oggetto della discussione. Anche svelato l'arcano, così come ha detto Renzi - "In realtà non è così, non sono 22.000 le nuove sale da gioco!" - l'idea stessa di rinnovare tutte le concessioni e di prendere le 7.000 che sono tra virgolette illegali e regolarizzarle, di per sé è in contrasto con tutto quello che abbiamo detto fino adesso. Tra l'altro, lo dicono tutti: adesso non si capisce chi ha preso l'abbaglio, perché se lo dicono Don Ciotti e Avvenire ci può stare; però se lo dice Confindustria, i consumatori e tutti chiedono quella riduzione, allora, forse, qualcosa è sfuggito in quell'articolo della legge di stabilità.
Posto che avevo già preannunciato al Presidente Gariglio e all'Ufficio di Presidenza di rimandare la trattazione di quest'ordine del giorno per scrivere almeno un punto su questo, ma senza voler aprire una polemica a favore o contro il Governo; ma se siamo tutti d'accordo per la riduzione scriviamolo; specifichiamo che siamo per la riduzione dei centri scommessa.
Non è che siamo contrari per un fatto strano, per cui un giorno siamo per la legalizzazione di alcune cose e poi, il giorno dopo, ne siamo contrari. Tutti siamo d'accordo sul fatto che è meglio che il gioco d'azzardo sia tra virgolette legale, piuttosto che vederlo gestito da organizzazioni criminali. Però siamo uno strano Paese: siamo passati da pochi casinò in tutta Italia, a un casinò ogni 50 metri! Perché è questo l'oggetto del contrasto alla ludopatia.
Il problema - diciamoci la verità - è che nessuno vuole dirci cosa c'è dietro, cioè che abbiamo voluto espropriare i Comuni dal diritto di scegliere dove vengono messi questi centri scommessa, perché li abbiamo messi spesso dentro i bar e le tabaccherie, e sono diventati, di fatto oggetti non regolati dal sistema. Vorremmo dire anche questo nei nostri atti di indirizzo? Non basta solo dire che dobbiamo allontanare il gioco d'azzardo dai bambini. Intanto, iniziamo a dire che da mezzanotte a mezzogiorno non possono essere utilizzati? Possiamo iniziare a dire che ci vogliono delle regole per iniziare magari a mascherali dentro dei luoghi e non siano accessibili a tutti? Allora, solo per questo - mi rivolgo soprattutto a chi esposto - almeno aggiungiamo un punto, almeno chiediamo di considerare una forte riduzione delle concessioni e una nuova legge nazionale che permetta anche ai Comuni in qualche modo, di poter programmare. Tutto qui. Altrimenti, per carità si possono votare mille altre mozioni sulla ludopatia e sul contrasto a questi fenomeni, però ci prendiamo in giro.
Quindi chiederei solo ai primi firmatari, se possibile, entro una settimana o entro la seduta stessa, almeno di aggiungere questo punto, che è il tema delle concessioni e delle regolarizzazioni, tra l'altro, dei broker che hanno illegalmente esercitato in questo Paese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Devo dire che sono un po' in difficoltà a commentare questo atto di indirizzo: se lo leggo, non posso che ritenerlo condivisibile e non riesco a dire nulla di diverso dall'esprimere un giudizio favorevole e un voto positivo a un documento di questo tipo; tuttavia, se ci fosse un cittadino che segue con attenzione, con tenacia e con costanza le attività di questo Consiglio regionale, oggi ci darebbe degli ipocriti. Un cittadino ci direbbe che siamo ipocriti perché penso che non sia più il momento per altri atti di indirizzo sulla ludopatia, sul contrasto alla ludopatia, alle slot machine, ecc., ma sia il momento di fare atti concreti, per quelle che sono le competenze della Regione.
Visto che c'è un disegno di legge della Giunta, c'è anche una proposta di legge consiliare e visto che si sono fatte tante parole, io direi che invece di votare altri atti di indirizzo, potremmo metterci tutti insieme vederci in Commissione e cominciare a trattare questi provvedimenti legislativi. Per questo motivo, sarei portato addirittura a non votare; non votare per distinguermi, per distinguerci, per toglierci da questa ipocrisia.
Invece, noi votiamo questo atto di indirizzo per un motivo: perch possiamo dire, quasi unici, di essere coloro i quali possono votare un atto di indirizzo del genere con la coscienza pulita, perché diciamo le stesse cose in Consiglio regionale a Torino come le diciamo in Parlamento, e non facciamo due cose diverse, due atti diversi tanto per pulirci la coscienza.
Se parliamo del Governo nazionale, allora dobbiamo parlare - è già stato richiamato - delle 22.000 nuove concessioni per sale slot videolotterie e sale scommesse; prima ancora, il maxi sconto della multa ai concessionari delle slot machine; poi il nulla di fatto su provvedimenti legislativi che vanno a limitare il gioco d'azzardo, tutti incardinati in Commissione. Ancora nulla, non abbiamo fondazioni che ricevono fondi finanziamenti dai concessionari del gioco d'azzardo (tipo la Vedrò e altre), quindi noi, se votiamo a favore di un atto di indirizzo del genere abbiamo la coscienza pulita. Però mi piacerebbe che gli esponenti del Partito Democratico, proprio per toglierci di dosso questo velo d'ipocrisia, dicessero chiaramente di cosa pensano di quello che Renzi sta facendo in Parlamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questa è un'assemblea legislativa e, come tale, ha uno strumento maggiore rispetto a quello di altri consessi: i Consigli comunali inevitabilmente, possono muoversi esclusivamente con delle mozioni. Noi non solo siamo un'assemblea legislativa, ma abbiamo anche le competenze esclusive in materia di sanità.
Quando, il 4 febbraio, ripetemmo una discussione simile a quella di oggi su una mozione presentata dai colleghi del Partito Democratico intervenne l'Assessore Saitta, dicendo, non solo in Aula, ma anche inviando delle comunicazioni via stampa: "Con i Consiglieri regionali, esamineremo a breve sia la proposta di Piano triennale che i contenuti di un disegno di legge specifico per uniformare il Piemonte alle altre Regioni d'Italia".
Noi ricordiamo che questa Regione, con l'emendamento presentato dal Partito Democratico, ha approvato, nella finanziaria 2013 (o 2014, non ricordo), un intervento di monitoraggio sul gioco d'azzardo, per cui la Giunta aveva qualche mese di tempo, tant'è che l'Assessore Saitta, a febbraio, disse: "Entro maggio presenteremo il Piano triennale", ma il Piano triennale non c'è.
Vi sono due proposte di legge, di cui una presentata dal nostro Gruppo consiliare, che da molti mesi giace in Commissione. Sono state fatte le audizioni e l'Assessore Saitta disse: "In tempo breve dobbiamo arrivare a un provvedimento normativo", e io credo che sia questo il punto. Perch vedete, noi oggi possiamo fare ciò che vogliamo - come si diceva una volta una mozione non si nega a nessuno - e possiamo anche votare l'ordine del giorno, ma partiamo da un presupposto evidente di distonia politica (diciamo così), al limite della schizofrenia politica, nel senso che è bello questo gioco, l'abbiamo già visto nel pomeriggio: il Governo nazionale fa una legge acclamata di cancellazione delle Province, noi oggi facciamo un provvedimento che sana la norma nazionale e creiamo le Province.
A livello nazionale non si interviene su nulla rispetto al tema della ludopatia, dal Ministero Balduzzi in poi. Ricordo che la legge Balduzzi conteneva al suo interno un aspetto estremamente significativo di contrasto alla ludopatia (parliamo di tre anni fa): è stata cancellata, è arrivata in Aula ed è stata cancellata. I Governi successivi, purtroppo, hanno peggiorato la situazione perché, non solo non hanno contrastato, ma hanno agevolato questo fenomeno, fino a farlo diventare un fenomeno su cui si interviene con difficoltà.
Noi abbiamo presentato una proposta di legge che dice cose semplici considerando anche il fatto abbiamo la fortuna di avere all'interno della nostra regione alcuni Comuni che sono stati pionieri in questa lotta: il Comune di Verbania e il Comune di Rivoli. Entrambi, seppure in momenti diversi, hanno sancito due aspetti: il Comune di Verbania, che da soli è impossibile sconfiggere la lobby delle macchinette, perché non solo ha perso al TAR (il Vicepresidente lo sa bene), ma deve anche pagare una multa di un milione di euro; il Comune di Rivoli invece, che è possibile intraprendere una via, che è quella indicata nella nostra proposta di legge.
L'OMS individua la ludopatia come una patologia e noi possiamo fare attività di prevenzione su una patologia, quindi è di competenza regionale.
Prima il Comune di Bolzano e poi, all'interno della nostra regione, il Comune di Rivoli, hanno vinto il ricorso perché hanno fatto ordinanze che riguardavano la prevenzione della salute e non sono intervenuti su meriti di ordine pubblico.
Cosa dice, per esempio, la nostra legge? Prevede che vi sia un sostegno alle Amministrazioni comunali a tutela del fatto che non solo facciano un regolamento, ma che poi possano anche applicarlo, nella certezza che, se perdono il ricorso, esiste - come la nostra legge prevede - un fondo di sostegno. Però, vedete, bisogna passare dalle parole ai fatti. Lo dico al Presidente Ravetti e al Presidente Gallo, perché credo che siamo incardinati a scavalco nelle loro Commissioni.
Non penso che ci sia contrasto: la maggioranza presenta un ordine del giorno e, se non ricordo male, il Movimento 5 Stelle ha presentato una proposta di legge o comunque si espresso favorevolmente rispetto alla riduzione.
Penso che ci impiegheremo il tempo di una sede legislativa. Se vogliamo, in una legislativa, da qui a tre settimane licenziamo la legge che è molto più serio che votare quest'ordine del giorno. Altrimenti il rischio e il timore è solo quello di buona stampa, che non serve a nessun paziente, a nessuna persona affetta da malattia da gioco. Il sottoscritto insieme ad altri colleghi, nel 2012 presentò una legge simile. Quando guardavamo i dati sul numero medio di euro spesi per ogni singolo piemontese, era un terzo rispetto a quello attuale. Se fossimo andati a vedere quanto il fenomeno dell'usura interveniva rispetto a chi è affetto da questa patologia, vedevamo che era decisamente più limitato.
Credo che possiamo fare una cosa seria, al di là dell'ordine del giorno. Convocare al più presto una Commissione legislativa in cui vengono incardinati tutti i provvedimenti, o una IV e III Commissione congiunta in cui si lavori in modo veloce e, da qui a poche settimane licenziamo - e saremo la prima Regione d'Italia - un provvedimento. Vi posso dire che penso non facilmente avverrà? Oggi chi gestisce il gioco non ha solo una fonte di introito rilevante, non gestisce solo una fonte di introito non rilevante per lo Stato; ripeto, non rilevante.
Se verificate quanto spende un cittadino rispetto a ciò che incassa lo Stato, è assolutamente non rilevante, ma è il più grande soggetto di garanzia di sponsorizzazione della comunicazione. Voi non aprite un sito dal più grande giornale nazionale all'ultimo dei siti free su internet, che non sia fortemente promosso da chi? Dalle case di gioco. Non guardate una pausa pubblicitaria televisiva, senza che in questa non sia fortemente presente il gioco. Oggi è la lobby più potente, da un punto di vista della pervasività nella politica, che c'è all'interno di questa regione.
Mi sono un po' stancato di fare qui dentro i convegni di Libera. Li ospitiamo, siamo bravi, ospitiamo le scuole, facciamo i convegni, siamo primi in Italia a fare i GAP, i Gruppi di Prevenzione per il Gioco Patologico (all'interno della nostra regione fortunatamente esistono da molti anni), ma poi non facciamo una legge e votiamo l'ennesimo ordine del giorno. Va bene tutto, ma poi c'è un limite oltre al quale non si pu andare.
Noi non esprimiamo un voto contrario all'ordine del giorno. Siamo anche disponibili a votarlo, ma è assolutamente evidente che, se da qui a poche settimane, non discutiamo e non incardiniamo - abbiamo anche già fatto le consultazioni, dobbiamo solo trovarci e discuterlo - i provvedimenti che i Consiglieri hanno presentato, è perché non si vuole farli.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Nella mozione che avevamo presentato e che il Consiglio aveva assunto qualche mese fa e sulla cui traccia l'Assessore Saitta ha lavorato insieme ai colleghi di Giunta, anche mettendo assieme una serie di disposizioni che la Regione negli anni passati aveva già preso, se ricordate, si segnalava anche un altro rischio. Cioè che il nuovo target di potenziali clienti adesso si rivolge agli adolescenti. Lì si citava una cartoleria sala gioco e chiedevamo una regolamentazione, che sappiamo quanto sia complicata - ne abbiamo parlato a proposito di Uber - perché poi ci sono le norme sulle concorrenza, ma anche sulle tipologie merceologiche con cui il gioco d'azzardo viene mescolato.
Quest'ordine del giorno che, naturalmente, non sostituisce in nessun modo la legge, tuttavia pone l'evidenza su un rischio ancora più pericoloso, quello che la fascia di potenziali clienti abitudinari al gioco vada addirittura su una fascia di bambini, neanche più di adolescenti.
Avevamo ricordato allora che c'è una risoluzione dell'Unione Europea che richiama i Paesi membri ad intervenire non solo sulle distanze, o sui paletti su cui noi, come Italia, dobbiamo ancora normare, ma sul gioco online (adesso ce l'abbiamo anche sul telefonino), che è un atteggiamento compulsivo di cui spesso, soprattutto i più giovani, non si rendono conto.
Sono fiduciosa, credo che in poco tempo, quanto meno per la parte di nostra competenza, riusciremo ad approvare la legge, perché anche quando ne abbiamo parlato in Aula c'è stata una concordia abbastanza trasversale sulle cose da fare.
La legge è stata incardinata in Commissione. Naturalmente la IV Commissione si trova sempre un po' intasata perché sono tanti i provvedimenti e tutti urgenti. Adesso i colleghi si metteranno d'accordo tra la IV e la III Commissione su come portarla avanti.
In realtà, alcuni strumenti li abbiamo già, perché la finanziaria 2014 istituiva la possibilità di un sistema premiante o disincentivante rispetto all'IRAP sullo sgravio o l'aggravio dello 0,92%, che è una piccola cosa, ma indica la volontà di andare verso una direzione di regolamentazione e di disincentivo.
Siamo un Ente di legislazione e dobbiamo legiferare, ma sappiamo che la protezione migliore per i ragazzi è usare la testa; possiamo fare tutte le leggi che vogliamo, ma se i ragazzi non ragionano con la loro testa su questi temi, non abbiamo fatto nulla. Tra l'altro, a livello nazionale nella legge di stabilità, oltre a questo mistero delle 20.000 o non 20.000 concessioni, che per adesso non ci sono, (e su cui ma anche da parte dei Parlamentari c'è massima attenzione) ad esempio, si prevede che le vecchie licenze vengano rimesse a bando e non semplicemente rinnovate o prorogate.
Questo significa avere un'attenzione su quello che era il sommerso e un po' su tutto il mondo che gravita intorno a questo sistema. Naturalmente si parla di tanti soldi, ne siamo tutti consapevoli. In Parlamento ci sono due leggi ferme in Commissione: una in Commissione bilancio che riguarda un riordino più complessivo della fiscalità, e un'altra sulla Commissione Welfare proprio sulla regolamentazione dei giochi. Questo è il secondo documento che il Consiglio - nella sua interezza, auspico - vota. Si potrebbe dare anche un esempio trainante rispetto alla volontà di affrontare il tema, altrimenti facciamo tutti solo del pietismo e non diamo, soprattutto agli amministratori comunali, gli strumenti concreti per agire.
Chiudo dicendo che dobbiamo anche sapere che parliamo di un terreno complesso, dove le competenze sono a vari livelli. Voi sapete che le sale slot, quelle h24, non sono neanche autorizzate dai Comuni, cui arriva solo l'ordine di autorizzazione, ma direttamente dalla Questura. Il tema è sicuramente più ampio e coinvolge Questure e Prefetture, quindi il livello è quello nazionale del Ministero dell'Interno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Monticelli.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 499, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Questioni internazionali - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame mozione n. 509 presentato dai Consiglieri Laus, Boeti, Motta Benvenuto e Molinari, inerente a "Impegni dell'Italia in vista della COP 21 di Parigi sui cambiamenti climatici"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 509, avente ad oggetto "Impegni dell'Italia in vista della Conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici" presentato dai Consiglieri Laus, Boeti, Motta, Benvenuto e Molinari, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Segretaria Motta in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Sarò molto breve per presentare la mozione n. 509 presentata e firmata dall'Ufficio di Presidenza. Leggerò solo l'impegno della mozione.
Ricordo che la Conferenza della Parti degli Stati Membri della Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico è alla ventunesima edizione.
Chiediamo che la Giunta si impegni ad inserire, nei propri strumenti di pianificazione programmazione in campo energetico e di miglioramento della qualità dell'aria, misure di riduzione progressiva delle emissioni di CO2 perseguendo l'obiettivo dell'azzeramento dell'uso di combustibili fossili a partire dallo stop agli impianti più inquinanti, di dare speranza all'economia del futuro, adottando nuove strategie integrate in campo energetico e di uso razionale delle risorse, basate sulla circular economy le energie rinnovabili, il risparmio e le efficienze energetiche nell'edilizia pubblica e privata, la climatizzazione residenziale e del terziario, l'illuminazione pubblica efficiente, di privilegiare la sostenibilità nelle politiche di pianificazione del territorio, del paesaggio e dei trasporti, promuovendo le modalità di trasporto meno inquinanti, l'ammodernamento e il potenziamento delle infrastrutture esistenti, l'arresto del consumo e della conversione urbana del suolo e la rigenerazione urbana, la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici, la manutenzione, la rinaturalizzazione e la riforestazione del territorio, il recupero ecologico delle sponde delle zone di esondazione naturale dei corsi d'acqua, la tutela della biodiversità attraverso le infrastrutture verdi e la riqualificazione ambientale delle aree libere abbandonate o sottoutilizzate.
Spero che questa mozione venga approvata da tutta l'Aula. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Valmaggia; ne ha facoltà.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per dire che, come Regione, sul tema dei cambiamenti climatici si sta lavorando ad un documento di strategia regionale di adattamento ai cambiamenti climatici in un percorso volto ad affrontare in maniera organica e con azioni coordinate e finalizzate a ridurre la vulnerabilità dei sistemi naturali e socio-economici.
Volevo segnalare questa iniziativa più particolare nel percorso di avvicinamento alla Conferenza di Parigi: alcuni governi regionali, nella consapevolezza che una percentuale molto elevata delle azioni di adattamento si attua a livello di governo regionale e locale (sono circa il 50-80% degli interventi che hanno questa dimensione territoriale) hanno lanciato un'iniziativa finalizzata ad incidere sulla definizione degli obiettivi dei negoziati della COP21 di Parigi e favorire l'assunzione di impegni adeguati alla sfida di assicurare il raggiungimento del predetto obiettivo.
Questa iniziativa porta un protocollo denominato "UNDER 2 MOU" (formalmente Subnational Global Climate Leadership Memorandum of Understanding"). Questa iniziativa nasce tra la California e il Baden Wurttemberg, e include i Governi sub nazionali che intendono impegnarsi entro il 2050 a ridurre le proprie emissioni climalteranti dall'80% al 95 rispetto al valore del 1990, oppure al di sotto di due tonnellate pro capite per anno.
Questo impegno per questo protocollo pone degli obiettivi in linea con i livelli di emissione scientificamente individuati come utili per limitare il riscaldamento del pianeta entro i due gradi celsius e offre l'opportunità a Stati, Regioni e Città di condividere e scambiare esperienze e buone pratiche per la riduzione dei gas serra e la promozione delle energie rinnovabili per la ricerca scientifica e la riduzione delle emissioni nei trasporti e, in generale, la sostenibilità dei sistemi produttivi.
Questo protocollo prevede anche un impegno tra le parti, al fine di collaborare in azioni che promuovono l'adattamento e la resilienza, nella prospettiva di massimizzare i benefici tanto in termini di emissioni di gas serra quanto di adattamento climatico.
La Regione Piemonte ritiene che la sottoscrizione di questo protocollo di accordo UNDER 2 MOU possa realmente fornire un valore aggiunto in termini di condivisione di esperienze, conoscenze, strumenti, metodi tecnologie e buone pratiche utili per sviluppare un'efficace strategia sui temi della mitigazione dell'impatto degli effetti sul cambiamento climatico.
La Regione Piemonte intende, quindi, aderire al Protocollo, prevedendo propri specifici impegni che prendano avvio e possano anche capitalizzare i risultati delle iniziative già avviate in corso.
Nella seduta di Giunta dello scorso 26 ottobre, quindi ieri, è stata data specifica comunicazione di tale intendimento, chiedendo il coinvolgimento dei comparti maggiormente coinvolti, quali le attività produttive, l'energia, l'agricoltura, i trasporti, la difesa del suolo senza il cui apporto non potranno essere realizzati gli obiettivi comuni e condividere le proposte di impegno e di obiettivi che la Regione intende perseguire nel proprio territorio per raggiungere specifici obiettivi di riduzione delle emissioni.
Questi impegni costituiranno l'allegato alla deliberazione di adesione al Protocollo che dovrà essere fatto entro il 30 novembre p.v.
Mi sono permesso, collegandomi a quest'ordine del giorno che condivido in toto, di segnalare anche questa iniziativa, che ci permette di affacciarci al prossimo incontro di Parigi con una strategia condivisa anche con altre Regione italiane, ma con molte altre Regioni del mondo, per portare avanti insieme un progetto di riduzione degli impatti sul cambiamento climatico che sta nell'ordine e nelle corde di questo ordine del giorno. Grazie.



PRESIDENTE

Poiché vi sono molti Consiglieri iscritti a parlare, propongo di rinviare la discussione di tale atto di indirizzo.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente)


Argomento:

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 35 "Consiglieri di Parità regionali Designazione di un Consigliere di Parità effettivo e di un supplente" Proclamo designate, quale Consigliera di parità effettiva la signora Giulia Maria Cavaletto e quale Consigliera di parità supplente la signora Chiara Maria Germano.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.53)



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