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Dettaglio seduta n.10 del 30/09/14 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(I lavori iniziano alle ore 09.34 con la trattazione del punto 1)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS

23001 - 43099&A XXXXX



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 32 presentata dai Consiglieri Ottria, Motta, Ravetti e Rossi inerente a "Chiusura del servizio Autozug Alessandria"



PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
In merito al punto 1) all'o.d.g., inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", iniziamo l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 32.
La parola al Consigliere Ottria, per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Gentili Consiglieri, l'Autozug svolge dal 2007 ad Alessandria un servizio molto utile, dal momento che porta numerosi turisti tedeschi e non solo nella città alessandrina, facendo giungere nel capoluogo questi viaggiatori che da lì si spostano nelle mete limitrofe. Il servizio è cresciuto nel tempo fino al 2012, anno in cui sono arrivati 34.639 turisti dal nord Europa, che hanno scelto Alessandria come porta d'Italia: quasi 26.000 per DB Autozug - con 6.299 auto e 4.804 moto - e oltre 8.700 per Autoslaap Trein (è l'omologo servizio di treni olandese), il cui flusso ha segnato un incremento del 36 %.
Purtroppo, da quest'estate, secondo indiscrezioni giornalistiche tedesche, questo servizio, probabilmente già a partire dal 2015, verrà sospeso.
Quello che sembra essere un problema circoscritto al basso Piemonte (ad Alessandria in particolare) è, secondo noi, tutt'altro. L'isolamento dell'alessandrino è un problema decisamente più ampio, ce lo dicono le stesse motivazioni che hanno spinto la compagnia tedesca a sospendere il servizio. È stato comunicato che, a fronte di un calo riscontrato negli ultimi due anni, e della necessità di ammodernare i mezzi con cui far viaggiare questi turisti, l'investimento non è stato più ritenuto indispensabile.
Queste motivazioni suonano come un campanello di allarme, specie in questo momento, in cui anche i Comuni del Monferrato hanno ottenuto il riconoscimento UNESCO e stanno cercando di organizzare iniziative ed eventi che possano rilanciare il proprio turismo, grazie soprattutto al traino che tale riconoscimento potrà eventualmente dare. Perché in quelle zone il turismo, se ben utilizzato, può rappresentare un volano per far ripartire l'economia, con un'industria che può giocare un ruolo molto forte.
Per sottolineare la necessità di un protagonismo regionale sottopongo a lei, Presidente, il fatto che ad Alessandria nelle prossime settimane si terrà un vertice interregionale tra Piemonte, Liguria e Toscana. Proprio perché questi turisti che attraverso Alessandria raggiungono l'Italia, si spostano prevalentemente in Liguria e in Toscana. Dunque, anche le Regioni vicine devono mostrare interesse verso ciò che l'abbandono dell'azienda tedesca può rappresentare per il turismo del territorio; è evidente che il calo dei flussi turistici rilevato non può essere imputato a questioni strettamente locali, ma riguarda l'intero nostro territorio, una porzione di Piemonte molto più rilevante.
Dicevo poco fa dell'UNESCO e del Monferrato: è stato un grande riconoscimento che premia il nostro territorio e tutto il Piemonte. Ma è necessario rispondere prontamente e senza indugi con nuove politiche turistiche. Ad esempio, è necessario potenziare l'offerta per Autoslaap (l'analogo servizio della società ferroviaria olandese) migliorando la ricettività del nostro territorio, ed è necessario chiarire quali spazi di manovra siano possibili nell'ambito della mobilità turistica europea e metterla in correlazione con un'offerta turistico-ricettiva all'altezza.
Accogliere degnamente i turisti che decidono di viaggiare con auto, moto e soprattutto bici al seguito deve rappresentare una priorità per noi; è il nostro target di riferimento e il territorio da cui provengo pu rappresentare un'eccellenza ineguagliabile a livello mondiale.
In forza di tutte queste motivazioni chiedo alla Giunta e al suo Presidente se, a fronte di una perdita potenziale di un flusso turistico consistente, si intendano avviare delle politiche di rilancio turistico coordinate per il basso Piemonte e quali siano.
Infine, da esponenti di un territorio che talvolta si sente un po' ai confini dell'impero, chiediamo se si intendano avviare politiche di valorizzazione del ruolo di Alessandria come terminale e porta d'ingresso dei flussi turistici verso il basso Piemonte ed il Monferrato, e se tali politiche turistiche possano essere correlate al rilancio del mio territorio, quello dell'acquese e delle terme, che sono all'onore delle cronache in questo periodo. Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Parigi; ne ha facoltà.



PARIGI Antonella, Assessore al turismo

Il progetto di un terminal per la movimentazione dei treni di passeggeri con veicoli al seguito nella stazione di Alessandria partì nell'estate del 2006, grazie all'interessamento dell'allora Assessore ai Trasporti, Daniele Borioli, e dell'ingegner Giuseppe Arena, allora Amministratore Delegato della Railion Italia, azienda del gruppo Deutsche Bahn dedita alla logistica. Si era saputo che DB Autozug, già attiva in Italia presso un terminal a Bolzano, uno a Verona e uno a Livorno, voleva sostituire quest'ultimo in quanto poco funzionale. Alessandria, a livello logistico, si prestava moltissimo a tal fine, essendo, come noto baricentrica rispetto a Torino, Milano e Genova, e soprattutto, dal punto di vista ferroviario, non troppo distante dal confine svizzero.
L'ATL Alexala venne subito coinvolta nel progetto e, a sua volta coinvolse le ATL "delle colline" AstiTurismo e Ente Turismo Alba Bra Langhe Roero.
Negli anni successivi si sono portate avanti operazioni di comarketing tra Alexala, sempre in coordinamento con la Regione Piemonte, e l'Ufficio Marketing DB Autozug, creando rapporti di collaborazione estremamente fattiva e soprattutto consentendo economie di scala: sono state realizzate presso i potenziali clienti tedeschi, svedesi, danesi, olandesi ed in generale di lingua inglese, diverse newsletter, inserzioni sui principali media, campagne radiofoniche e sondaggi; sono state svolte anche attività promozionali presso i canali professionali del turismo ed i media, con l'organizzazione di diversi press tour sul territorio piemontese e partecipazione ad eventi specializzati in Germania ed Olanda.
Lo stesso schema applicato a DB Autozug dal 2009 si ripete anche per la compagnia olandese Autoslaap Trein, che da quell'anno ha cominciato ad operare al terminal alessandrino.
Nei giorni scorsi, l'Amministratore Delegato di Deutsche Bahn Italia Marco Kampp, ha comunicato ufficialmente che dal 2015 il servizio dei treni con auto al seguito di DB Femverkehr AG, società nel frattempo subentrata a DB Autozug, sarà sospeso, precisando che "è stata presa questa decisione con rammarico, vista la ottima collaborazione con il Piemonte. Da anni purtroppo la richiesta della clientela per i treni auto al seguito è diminuita, la nostra azienda ha dovuto cancellare tutta l'offerta dei treni con auto al seguito, causa mancato investimento nel materiale rotabile, che non risponde più allo standard di qualità che vorremmo offrire. La diminuita richiesta non giustificherebbe gli investimenti in nuove carrozze rotabili. Non viene solamente cancellato il treno auto al seguito da e per Alessandria, ma tutti i treni auto al seguito internazionali ".
Di conseguenza, Alexala ha già preso accordi con l'azienda tedesca ampiamente disponibile a trovare nuove forme di collaborazione per promuovere il territorio alessandrino e piemontese sul mercato tedesco, sul quale Deutsche Bahn è fortemente presente, al fine di non disperdere il lavoro di semina operato in questi anni e proseguire il dialogo. Il tutto anche in previsione dei flussi turistici previsti in concomitanza con Expo 2015.
Contemporaneamente, Alexala sta potenziando gli accordi di comarketing con Autoslaap Trein, che intende rafforzare e aumentare gli investimenti in comunicazione anche per raggiungere quella fetta di mercato tedesco lasciata libera da Deutsche Bahn.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interpellanza n. 12 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Esercizio delle funzioni in materia di agricoltura - attuazione della riforma Delrio"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interpellanza n. 12.
Ricordo che il proponente, Consigliere Graglia, ha cinque minuti a disposizione e altrettanti sono a disposizione dell'Assessore per la risposta.
Prego.



GRAGLIA Franco

Do per illustrata l'interpellanza. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

L'interpellanza n. 12 pone un tema di grande attualità, richiamando la Giunta regionale circa le sue intenzioni relativamente all'esercizio delle funzioni amministrative in materia di agricoltura, che sino ad ora erano in gran parte affidate alle Province.
Voglio ricordare che, nei giorni scorsi, è stato sottoscritto tra il Governo e la Conferenza delle Regioni l'accordo previsto dal comma 91 dell'articolo 1 della legge Delrio, all'interno del quale sono ricompresi due fatti attinenti, sostanzialmente, all'oggetto dell'interpellanza. Il primo è l'impegno da parte delle Regioni alla costituzione dell'Osservatorio, che dovrebbe, insieme alla Giunta regionale, e fatte salve le facoltà legislative in capo al Consiglio regionale, elaborare una proposta complessiva di riordino delle funzioni amministrative sulle materie oggetto d'intervento legislativo da parte della Regione.
Abbiamo convocato per venerdì 10 p.v. la Conferenza Regioni-Enti locali proprio per sottoporre al parere della Conferenza la proposta di deliberazione, che assumeremo successivamente come Giunta regionale proprio per dare vita alla costituzione di questo Osservatorio, che avrà caratteristiche molto snelle. Però - lo dico fin da subito nell'affrontare questa materia noi immaginiamo di non mantenere unicamente un rapporto legittimo con le Organizzazioni rappresentative degli Enti locali e con le Unioni delle Province piemontesi, ma di estendere la riflessione sulla revisione delle forme del decentramento amministrativo in Regione alle organizzazioni economiche e alle organizzazioni sindacali perché gran parte di queste funzioni attengono proprio al rapporto tra la Pubblica Amministrazione piemontese e la vita economica.
Il secondo elemento contenuto all'interno dall'accordo sottoscritto prevede che, entro il 31/12/2014, le Regioni si attivino attraverso la predisposizione e la presentazione alle Assemblee legislative di disegni di legge che definiscano, sostanzialmente, il riordino del decentramento amministrativo nell'ambito delle materie di competenza legislativa regionale.
Questo è l'impegno che assumiamo. All'interno di questo percorso ci sarà anche una riflessione che riguarderà proprio il tema del decentramento in ordine alla materia dell'agricoltura. Dico, innanzitutto, che sottoporremo al Consiglio regionale, entro la fine dell'anno, il o i disegni di legge che affrontino il percorso e il riordino del decentramento amministrativo da qui ai prossimi anni in Piemonte, evidenziando fin da ora un elemento che veniva anche riproposto all'interno dell'interpellanza.
Infatti, nel riordino del decentramento amministrativo noi vogliamo rispondere ad una domanda molto semplice: "Chi fa che cosa".
Veniva evidenziato il numero di soggetti che in Piemonte intervengono sulle funzioni amministrative in ambito di agricoltura, cioè le Province le Comunità montane e tutta una serie di altri soggetti. Credo che questo non corrisponda più alle esigenze e alle sfide che abbiamo di fronte a noi ed è per questa ragione che, qualora fosse confermato che la materia dell'agricoltura debba essere oggetto di decentramento amministrativo, le funzioni amministrative dovranno essere affidate ad un unico soggetto e non suddivise in una pluralità di soggetti.
Questo è il percorso che vedrà impegnato sicuramente anche il Consiglio regionale, non solo perché il decentramento amministrativo è ambito d'intervento legislativo, ma anche perché è una straordinaria e importante occasione per riflettere su un'esperienza che ha visto, negli anni passati la Regione Piemonte all'avanguardia rispetto a molte altre Regioni italiane.
C'è, poi, una fase transitoria, che è quella legata alla chiusura del PSR con scadenza 2014. Nell'incontro con i Commissari prefettizi delle Province piemontesi, nella settimana scorsa, illustrando le disponibilità che l'Amministrazione regionale intende porre nel disegno di legge di assestamento e del bilancio, ho ribadito che questa disponibilità deve essere accompagnata dall'assolvimento di tre priorità. Innanzitutto, la chiusura della fase ispettiva da parte delle Province su tutti gli interventi finanziati del PSR, che negli ultimi tempi si era interrotta; in secondo luogo, il tema dell'esercizio della garanzia del diritto alla mobilità e, terzo, il tema dell'istruzione scolastica.
Mi sembra che da quell'incontro sia emersa una reciproca disponibilità ad un'operazione di leale rapporto tra istituzioni, considerando che qualora non fossero completate le visite ispettive sugli interventi finanziati sul PSR, ci troveremmo di fronte a due elementi assolutamente inaccettabili: la Regione dovrà restituire risorse all'Unione europea, ma soprattutto, molte imprese agricole dovranno rinunciare ai finanziamenti a fondo perduto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Comuni

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 36 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Ipotesi di abolizione della figura del Segretario comunale"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 36 che viene data per illustrata.
La parola al Vicepresidente Reschigna, per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il disegno di legge n. 1577, attualmente all'esame del Senato, si pone come esplicitato nella relazione che lo accompagna, l'obiettivo di semplificare l'organizzazione della pubblica amministrazione attraverso interventi innovativi che coinvolgono in modo significativo anche la Dirigenza.
In proposito, all'articolo 10 viene data delega al Governo di provvedere con uno o più decreti legislativi all'istituzione di tre ruoli unificati e coordinati della dirigenza Pubblica (rispettivamente dello Stato, delle Regioni e degli enti locali) cui si dovrà accedere con requisiti e procedure omogenee che valorizzino il merito e la formazione continua; dovrà inoltre essere garantita la piena mobilità tra i ruoli.
Necessaria conseguenza dell'istituzione del ruolo unico degli Enti locali è la prevista soppressione della figura dei segretari comunali e provinciali.
Fatta la doverosa premessa che la disciplina della dirigenza degli enti locali è di esclusiva competenza statale, sembra ragionevole ritenere che nell'ambito del potere di organizzazione riconosciuto agli enti, i compiti di attuazione dell'indirizzo politico, coordinamento dell'attività amministrativa e controllo della legalità dell'azione amministrativa saranno demandati a specifiche figure dirigenziali, come peraltro già avviene nelle Regioni.
Sul punto, il disegno di legge delega impone al Governo di prevedere per gli enti locali privi di figure dirigenziali la facoltà di nominare comunque un dirigente apicale con siffatti compiti, a conferma della consapevolezza della necessità di tale figura per un'amministrazione efficiente.
Peraltro, l'introduzione di una maggiore mobilità all'interno della dirigenza pubblica, selezionata secondo standard professionali omogenei e articolata in soli tre ruoli, potrebbe agevolare i processi di riorganizzazione delle strutture comunali proprio negli enti tenuti a completare i percorsi associativi per la migliore gestione di funzioni e servizi nell'interesse dei cittadini.
E' in questo contesto che appare la proposta contenuta nel disegno di legge dell'abolizione della figura in questione. Probabilmente, determinerà anche in una fase transitoria una situazione delicata nel rapporto tra le figure amministrative e gli amministratori locali, ma che potrà essere oggetto di una sua rivalorizzazione all'interno di questo percorso complessivo che il disegno di legge si pone.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.
La seduta inizierà alle ore 10.



(Alle ore 9.53 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto 1)



PRESIDENTE

all'o.d.g.
inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 10.01)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno n. 54 presentato dai Consiglieri Bono, Bertola e Frediani, inerente a "Solidarietà ai lavoratori della REAR Società Cooperativa REAR ingiustamente licenziati e tuttora non reintegrati, a seguito della condanna in Appello presso il Tribunale del Lavoro della REAR Soc. Coop." (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Volevo chiedere, così come da intese prese prima e anche durante la riunione i Capigruppo, l'inserimento dell'ordine del giorno a prima firma Davide Bono inerente a "Solidarietà ai lavoratori della REAR", per il quale lei stesso aveva espresso la volontà di trattazione immediata. Grazie.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Richiesta, da parte del Consigliere Bono, di una comunicazione della Giunta regionale in merito al Documento di Programmazione Economico Finanziaria Regionale


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Non sono a richiedere una modifica dell'o.d.g., però sono a sottolineare all'Aula, vista la presenza del Vicepresidente Reschigna, se ci voleva fare una comunicazione sua sponte sulla mancata presentazione del Documento di Programmazione Economica Finanziaria.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Bono, delle due richieste, una.



BONO Davide

No, non è una richiesta.



PRESIDENTE

No, è una richiesta.



BONO Davide

Se nella sua magnanimità il Vicepresidente.



PRESIDENTE

Ma è ugualmente una richiesta. Grazie, Consigliere.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Mozione n. 24 presentata dai Consiglieri Vignale, Pichetto Fratin, Berutti Graglia e Ruffino, inerente a "Bando assegni di studio anno scolastico 2013 2014" (rinvio)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Per quanto riguarda la comunicazione, non ho nessuna difficoltà a farla nel corso della mattinata.
L'Assessore Pentenero oggi è stata convocata urgentemente a Roma.
L'Assessore Pentenero ieri ha telefonato al Presidente Pichetto giustificando la sua assenza al Consiglio odierno e chiedendo - cosa che faccio io a nome della Giunta - che la mozione n. 24 iscritta all'o.d.g.
materia di competenza dell'Assessore Pentenero, possa essere svolta nella seduta di martedì prossimo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Credo che il Vicepresidente Reschigna abbia chiesto il rinvio per l'assenza dell'Assessore Pentenero, di cui ho avuto informazione nella giornata di ieri. Da parte nostra, prendiamo atto dell'impossibilità nella giornata odierna e chiediamo la calendarizzazione per martedì prossimo o nella prima giornata utile. Grazie.



PRESIDENTE

La richiesta è accolta.
Di conseguenza, la mozione n. 24 è iscritta al primo punto all'o.d.g.
della prossima seduta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno n. 54 presentato dai Consiglieri Bono, Bertola e Frediani, inerente a "Solidarietà ai lavoratori della REAR Società Cooperativa REAR ingiustamente licenziati e tuttora non reintegrati, a seguito della condanna in Appello presso il Tribunale del Lavoro della REAR Soc. Coop." (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Colleghi, avevo preso un impegno alla riunione dei Capigruppo, perch c'era un ordine del giorno a firma del Movimento 5 Stelle che coinvolge direttamente la Presidenza.
Quindi, mi sono permesso di chiedere l'autorizzazione ai Capigruppo e ho chiesto di discutere questa questione come primo punto all'o.d.g.
Purtroppo i colleghi del Movimento 5 Stelle non hanno presentato durante il giorno della Capigruppo, perché stavano elaborando ancora l'ordine del giorno, e quindi l'hanno depositato in ritardo e come da Regolamento oggi hanno chiesto l'iscrizione.
Ricordo che il Presidente del Gruppo PD Gariglio aveva detto in una seduta che, a differenza di quanto accadeva prima come prassi cioè che si dava per iscritto qualsiasi ordine del giorno proposto da ogni Gruppo, da questa legislatura invece la presentazione dell'ordine del giorno o della mozione non doveva più avvenire in automatico, ma doveva essere votata.
Ho chiesto quindi gentilmente di accogliere questa presentazione di ordine del giorno e metterla al primo posto come deroga.
Chiedo se vi siano obiezioni rispetto all'iscrizione dell'ordine del giorno n. 54 a firma del Movimento 5 Stelle come primo punto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

A noi può anche andare bene, come anticipato nella riunione dei Capigruppo, metterlo al primo punto delle mozioni e in qualche modo come primo atto di indirizzo del Consiglio.
Però intanto prima, come ci siamo detti, secondo me è giusto partire dalle leggi e dalle cose più imprescindibili in questo momento.
In secondo luogo, noi non abbiamo visto il testo, quindi gradiremmo almeno avere qualche minuto per leggere di cosa stiamo discutendo, perch nella riunione dei Capigruppo è stata annunciata.



(Commenti del Consigliere Bono)



GRIMALDI Marco

Io non l'ho ricevuto e non c'è sul sito in questo momento. Chiederemmo almeno di metterlo dopo le leggi in tarda mattinata, come il primo atto che discuteremo a fine mattinata.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, lo diamo per iscritto e accolgo la richiesta del Consigliere Grimaldi.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Facciamo il punto della situazione.
Discutiamo prima il disegno di legge n. 5, poi la proposta di deliberazione n. 5 e come primo punto successivo l'ordine del giorno n. 54 dando così la possibilità ai colleghi di dare un'attenta lettura del documento.
Consigliere Bono, al termine della seduta mattutina il Vicepresidente Reschigna è disponibile a fare la comunicazione rispetto a quanto da lei chiesto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Giustamente, su indicazione del Vicepresidente Bono, volevo ricordare che è stato mandato ieri sera via mail a tutti i Consiglieri o a tutti i Capigruppo.
In secondo luogo, volevo dire che quella che abbiamo fatto noi di richiesta di inserirlo in trattazione oggi - e peraltro inserirlo al primo punto dopo la commemorazione - era una richiesta del Presidente stesso e non una nostra pretesa.
Per cui eravamo rimasti su queste intese, visto che era proprio una richiesta non tanto nostra quanto del Presidente del Consiglio regionale proprio per evitare le questioni che potevano sorgere e che giustamente il Presidente voleva evitare. Volevo solo sottolineare questo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Presidente Bertola.
Ho accolto la richiesta del Consigliere Grimaldi.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Ferrari, Ferraris, Gariglio e Pentenero.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 23 settembre 2014.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 16 settembre 2014.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'Onorevole ed ex Consigliere regionale Giovanni Furia deceduto il 13 settembre 2014


PRESIDENTE

Colleghi, il 13 settembre 2014 è scomparso, all'età di 85 anni, l'On.
Giovanni Furia, Consigliere nella I Legislatura regionale.
Nato l'11 novembre 1928 a Vallemosso (VC), nel 1944, insieme ad alcuni giovani compagni di lavoro della Fila di Coggiola, partecipò alla costituzione del Fronte della gioventù, organizzazione unitaria di cui in seguito fu Segretario.
Nel 1945 aderisce al PCI e negli anni successivi diventa Segretario della sezione di Coggiola, nonché Responsabile della zona Valsessera.
E' stato Segretario della Federazione giovanile comunista e nel 1959 viene eletto Segretario della Federazione italiana dei lavoratori tessili.
Nel 1963 lascia il sindacato e viene eletto Segretario della Federazione PCI di Biella, che dirige per cinque anni, passando poi al Comitato regionale. A Torino prima si occupa delle questioni del lavoro e poi diventa Segretario regionale, incarico che occupa fino al 1972.
Nel 1970, con la costituzione delle Regioni, è stato eletto nel Consiglio regionale del Piemonte nella lista del Partito Comunista Circoscrizione di Torino, ed è stato componente della I Commissione Bilancio.
Dal 1972 al 1983 è stato Deputato della Repubblica Italiana.
Nel 1980 e nel 1985 viene eletto in Consiglio provinciale a Vercelli successivamente viene nominato Vicepresidente dell'Istituto Storico della Resistenza in Provincia di Vercelli fino al 1996.
Con il Consiglio regionale del Piemonte ha sempre mantenuto uno stretto rapporto, sostenendo e partecipando attivamente alle iniziative dell'Associazione fra Consiglieri regionali già facenti parte del Consiglio regionale del Piemonte.
Ai funerali dell'On. Giovanni Furia, che si sono svolti a Biella il 15 settembre scorso, era presente una rappresentanza del Consiglio regionale.
Ai figli Gino, Mario, Mirella e al nipote Paolo desidero rinnovare, a nome dell'Assemblea regionale, le più sentite condoglianze e i sensi della nostra solidarietà e vicinanza.
Invito i presenti ad osservare un minuto di silenzio in memoria del già Consigliere regionale Onorevole Giovanni Furia.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa dalle ore 10.14, riprende alle ore 10.17)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Comunicazione del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazione del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

c) Comunicazione relativa all'articolo 30, comma 9, del Regolamento interno


PRESIDENTE

In data 24 settembre 2014, la VI Commissione consiliare, riunita in sede legislativa, ha approvato a maggioranza la deliberazione legislativa avente ad oggetto "Diritto allo studio universitario. Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta e dal suo Presidente".


Argomento:

d) Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta e dal suo Presidente


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis, dello Statuto, si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito a n. 2 decreti di nomina della Presidenza della Giunta regionale e a n. 1 deliberazione di nomina della Giunta regionale.


Argomento:

e) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Veterinaria - Benessere animale

Esame disegno di legge n. 5, inerente a "Nuove modalità gestionali organizzative e di funzionamento dell'Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, della Liguria e della Valle d'Aosta. Abrogazione della legge regionale 25 luglio 2005, n. 11" (Atto d'indirizzo collegato: ordine del giorno n. 56)


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con il punto 4) all'o.d.g., che prevede l'esame del disegno di legge n. 5, inerente a "Nuove modalità gestionali organizzative e di funzionamento dell'Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, della Liguria e della Valle d'Aosta. Abrogazione della legge regionale 25 luglio 2005, n. 11".
La parola al Consigliere Allemano, relatore di maggioranza.



ALLEMANO Paolo, relatore

Grazie.
Presidente e colleghi, siamo chiamati a discutere una legge che disciplina le modalità gestionali dell'Istituto zooprofilattico. E' una legge il cui iter è partito nella passata legislatura e comporta alcune modifiche al Consiglio di amministrazione dell'Istituto.
Gli Istituti zooprofilattici sono normati dalla legge regionale 25 luglio 2005; successivamente è intervenuto il decreto legislativo n.
106/2012, che apporta delle modifiche, normando appunto gli Enti vigilati dal Ministero.
Le tre Regioni a cui afferisce l'Istituto zooprofilattico di cui ci stiamo occupano (Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta) hanno sottoscritto un accordo che prevede la diminuzione del numero dei componenti del Consiglio di amministrazione dell'Istituto. Questo comporta, per quanto riguarda la Regione Piemonte, la nomina di un rappresentante nel Board invece di due.
Come dicevo, la modifica è non sostanziale, in quanto nulla va a incidere sul funzionamento di questo prestigioso Ente, che ha una personalità giuridica di diritto pubblico, che è stato istituito dal Servizio sanitario nazionale nel 1913 e che si occupa - come loro ben sanno di sanità e benessere animale, di igiene e sicurezza alimentare e, negli ultimi anni, è andato ad ampliare l'ambito di applicazione delle sue competenze a materie sempre più delicate, basti ricordare il caso della "mozzarella blu". D'altronde, i rischi alimentari si sono ampliati e quindi l'Ente svolge oggi un'importante attività di ricerca e di formazione.
Sono dieci gli Istituti del sistema nazionale; quello di cui ci stiamo occupando ha la sede centrale a Torino, dopodiché ha cinque sedi dislocate nelle province piemontesi, quattro in Liguria e una ad Aosta. I dipendenti sono 454; il consuntivo 2013 riporta ricavi per euro 33.356.461, con un utile di euro 1.956.347 (è una partita di giro, in quanto il finanziamento è a carico del Sistema sanitario nazionale, trattandosi di attività a supporto del livello nazionale e regionale); transitano attraverso i trasferimenti alle Regioni e vanno direttamente all'Istituto.
In Commissione si è dibattuto sull'opportunità o meno di questa riduzione della rappresentanza piemontese nell'Istituto che accorpa tre Regioni e si è ritenuto poi di dare il via libera al testo perché, in caso contrario, le altre due Regioni, che già hanno approvato la nuova normativa, si dovrebbero di nuovo adeguare e quindi questo comporterebbe un allungamento ulteriore dell'iter, con un danno sull'operatività dell'Ente.
Occorre anche ricordare che il nuovo Patto per la Salute 2014-2016 dispone che le Regioni provvedano ad adottare le disposizioni applicative del decreto n. 106/2012 sugli Enti vigilati entro sei mesi dall'approvazione del Patto stesso. Loro quindi comprendono che non approvare la legge comporta anche mettere in discussione un adempimento collegato al Patto e questo provocherebbe il commissariamento dell'Ente con danno alla sua operatività.
Noi siamo chiamati a esaminare i cinque articoli del provvedimento, che prevedono: all'articolo 1, la formalizzazione dell'accordo interregionale all'articolo 2, l'individuazione delle competenze e degli adempimenti del Consiglio regionale, della Giunta e del Presidente, nell'ambito della disciplina gestionale dell'Istituto all'articolo 3, ad assicurare una rendicontazione da parte della Giunta al Consiglio regionale all'articolo 4, a delineare le norme transitorie fino all'insediamento di nuovi organi dell'Ente all'articolo 5, ad abrogare la legge regionale n. 11 del 2005, sostituita da quella in discussione.
L'allegato, che ovviamente è la parte di sostanza della legge, è articolato in 17 articoli, che prevedono: all'articolo 1, le funzioni e le competenze dell'Istituto all'articolo 2, la natura giuridica dell'Istituto (che abbiamo visto essere di diritto pubblico) gli articoli 3 e 4 provvedono a ridefinire la composizione, le attribuzioni e le competenze del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto l'articolo 5 prevede casi di scioglimento del Consiglio di Amministrazione l'articolo 6 regola la nomina del Direttore generale dell'Istituto l'articolo 7 definisce il quadro di competenze del Direttore generale l'articolo 8 ne definisce le incompatibilità e le cause di decadenza l'articolo 9 delinea il profilo e le competenze del Direttore Amministrativo e del Direttore Sanitario l'articolo 10 è finalizzato a definire la composizione del Collegio dei Revisori dei Conti l'articolo 11 prevede l'istituzione dell'Osservatorio Epidemiologico Veterinario l'articolo 12 delinea l'organizzazione interna dell'Istituto l'articolo 13 estende all'Istituto una normativa sanitaria in tema di buone pratiche di laboratorio l'articolo 14 definisce le modalità di finanziamento e di gestione economica dell'Istituto l'articolo 15 disciplina il rapporto di lavoro del personale in forza presso l'Istituto (abbiamo detto 454 dipendenti) l'articolo 17 disciplina il controllo regionale sugli atti dell'Istituto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Proseguiamo con la relazione di minoranza.
Prego, Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio, relatore

Grazie, Presidente.
In realtà, il paradosso è che non bisognerebbe neanche aggiungere molto alla relazione di maggioranza, perché devo riconoscere che c'è stata comunque onestà nel disegnare un quadro che rispecchia la realtà, la realtà dell'Istituto zooprofilattico.
E' un Istituto fortemente radicato in Piemonte.
I numeri parlano da soli (li ripeto più nel dettaglio): dalla sede provinciale di Torino, l'Istituto zooprofilattico coordina una rete di dieci sedi distaccate, ubicate nelle varie province, e di queste ben nove sono in provincia di Alessandria, Asti, Cuneo, Novara e Vercelli.
Stiamo parlando di nove strutture complesse veterinarie; due strutture complesse sanitarie e tre strutture complesse amministrative. A dispetto di queste nove, solo due strutture complesse si trovano in Liguria e solo una in Valle d'Aosta.
Voglio sottolineare anche un altro dato.
Venivano ricordati i numeri dei dipendenti: in particolare, circa il 70% del personale opera nella sede di Torino e quasi il 90% del personale dipendente complessivo dell'Istituto opera in Piemonte.
I numeri sono importanti anche rispetto alle dimensioni del servizio: basti pensare che ogni anno vengono eseguiti circa un milione e 500 mila analisi, di cui un milione presso le sedi piemontesi (diciamo due terzi).
In Piemonte, il patrimonio zootecnico è costituito da 40 milioni di polli, tre milioni di ovaiole, 883 mila bovini, un milione 110 mila suini e 168 mila ovicaprini.
E' il maggior bacino di utenza dell'Ente.
Direi che questi dati sono sufficienti a dipingere la mancanza di sostanza politica, soprattutto di motivazione amministrativa, di una scelta che va, non tanto a ridisegnare il C.d.A. o togliere, in generale, un componente, ma a dimezzare, come è stato correttamente ricordato, il peso della Regione Piemonte all'interno di quel C.d.A.; ovvero, passare da due componenti ad uno solo, parificandoci a quelle Regioni che in realtà, come abbiamo visto, sono coinvolte in modo molto più marginale dall'attività dall'operatività ed anche dal bacino di utenza dell'Istituto zooprofilattico.
Comprendo che si tratti di una ratifica di un patto avvenuto anteriormente, ma vorrei ricordare a questa maggioranza che proprio il fatto che le elezioni abbiano rinnovato questo Consiglio regionale e la Giunta, in realtà costituiva un fondamento sufficiente, da un punto di vista politico ed anche di legittimità, per rimettere in discussione quel patto.
Personalmente, ritengo a maggior ragione incomprensibile la scelta di dare corso a questa modifica legislativa, nella misura in cui è stato ricordato in Commissione, addirittura credo già formalizzato, che proprio dal Partito Democratico arrivò una proposta di riforma strutturale degli Enti zooprofilattici in sede legislativa; una radicale riforma che, se non ricordo male, va addirittura ad eliminare gli organi amministrativi esistenti, intesi come Consigli di amministrazione.
A questo punto la riflessione politica è: se è già in corso un disegno di riforma così radicale, che va a spazzare via questo assetto che oggi andiamo a votare e ad approvare in virtù dell'esecuzione di questo patto aveva senso dare comunque seguito a questo passaggio intermedio che porta sostanzialmente, a cristallizzare la situazione in un dimezzamento del peso della nostra Regione nelle vicende amministrative, nella storia e inevitabilmente, nell'operatività di questo Ente? Non potevamo solo riformare e disciplinare innovando la figura del Direttore generale, senza andare a toccare il C.d.A., sia per composizione sia per durata? Questa è una riflessione politica che non posso non sollevare ed è per questo che ho scelto di essere relatore di minoranza.
Ritengo sia un'incomprensibile autodiminuzione di peso politico ed amministrativo all'interno di un Ente i cui numeri parlano da soli. E' un Istituto fondamentalmente piemontese - prioritariamente piemontese - e non vedrà una coerente riproposizione degli equilibri sostanziali dell'operatività dell'Ente, all'interno del suo organo amministrativo perché il Piemonte conterà esattamente come il Governo, come la Valle d'Aosta e come la Liguria.
Tutto questo non ha senso oggettivo, perché non si tratta di visioni ideologiche o faziose: si tratta di peso del territorio, di dignità della nostra Regione.
Secondo me, sarebbe stato molto più coerente, razionale ed anche rispondente all'economia dei lavori legislativi la scelta di attendere o quanto meno, di stimolare la riforma nazionale che viene promossa dallo stesso partito di maggioranza relativa all'interno della maggioranza politica di questa Regione, e nel mentre non porre altre innovazioni.
Questo crea solo un indebolimento per la Regione Piemonte, che si troverebbe nel limbo che ci attende in attesa dell'approvazione di questa riforma annunciata dal PD.
Annuncio - e ne ridiscuteremo - di aver riproposto gli emendamenti già discussi e bocciati in Commissione, proprio per dare un segnale forte, cioè quello di ribadire che un'Assemblea sovrana come il Consiglio regionale si trova ancora nelle condizioni di rivedere un patto, se non lo condivide.
Le altre due Regioni possono prenderne atto (penso senza grandi sconvolgimenti di relazioni inter-istituzionali), a maggior ragione nella misura in cui noi per primi, politicamente, stiamo ammettendo che non si tratterà di un assetto definitivo, ma del tutto provvisorio.
Auspico, quindi, che ci sia una convergenza su questi emendamenti, in modo che un dibattito partecipato possa far comprendere ad ogni Consigliere di quest'Aula, a prescindere dal Gruppo di appartenenza, che in realtà, di fronte al peso e all'importanza del territorio, le divisioni politiche non contano.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Terminate le relazioni di maggioranza e di minoranza, dichiaro aperta la discussione generale.
Informo che è pervenuto un atto di indirizzo collegato al provvedimento l'ordine del giorno n. 56 presentato dai Consiglieri Grimaldi, Allemano Giaccone, Motta, Chiapello, inerente a "Nomina del Garante per i diritti degli animali".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Sarò più breve del tempo che lei mi concede.
Sono molto soddisfatto del lavoro fatto e dell'aver voluto tirare fuori dal cassetto - possiamo usare questa espressione - un disegno di legge precedentemente dimenticato (non so per quali volontà o se solo per dimenticanza).
Vorrei rivolgere un plauso all'Assessore Saitta che, tra le miriadi di preoccupazioni relative al mondo della sanità piemontese (che proprio in questo momento versa in grave crisi), non ha esitato ad estrarre dal cassetto questo documento e proporlo rapidamente alla Commissione, per poter giungere oggi ad una discussione in Aula.
E' un paradosso che il Piemonte arrivi ultimo a votare questa legge, se pensiamo che l'Istituto zooprofilattico è stato, nella storia, un promotore ed un antesignano della ricerca e della possibilità di capire che molte malattie potevano arrivare dal mondo animale, dalla selvaggina o, comunque dagli animali d'allevamento e, quindi, porre immediatamente in essere le cose.
Lo dobbiamo ad un'iniziativa del Conte e Onorevole Rebaudengo del Governo Giolitti, all'inizio del Novecento. Si pensi che soltanto alla fine dell'Ottocento si cominciò a capire la relazione reale tra infezioni provenienti dal mondo animale e mondo umano. Nonostante questa geniale oserei dire, invenzione, paradossalmente, all'inizio del nostro millennio ci troviamo al punto che il Piemonte deve rincorrere per ultimo.
Condivido alcune delle perplessità che potrebbero essere state e forse saranno sollevate nell'ambito della discussione, anche se molto marginalmente. Un C.d.A. non ha un valore politico, ma ha un valore di suggerimento amministrativo, al punto tale che si ipotizza anche di suggerire, con la sottoscrizione di un documento, persino la cancellazione di questo C.d.A.
Non credo che se avessimo 10, 20, 30 Consiglieri d'Amministrazione in un C.d.A. il Piemonte potrebbe contare di più. Credo che il Piemonte possa contare di più, e conta di più, per la mole di lavoro che produce nell'ambito dell'Istituto zooprofilattico e per l'eccellenza che riesce a documentare.
Non tutti forse sanno che nell'Istituto zooprofilattico ha lavorato uno ricercatore importantissimo che ha fatto importanti scoperte in merito alla malattia della "mucca pazza". Quando sono arrivati ricercatori giapponesi a vedere i nostri laboratori pensavano di trovare laboratori "alla giapponese". Chi di noi ha avuto modo di visitare quel laboratorio ha scoperto che è uno stanzino. I ricercatori giapponesi giravano e si chiedevano dove fosse il laboratorio! Sono tornati a casa perplessi e sorpresi, forse pensando che si volesse mentirgli su questo argomento.
Magari si chiedevano dove fossero i laboratori segreti dell'Istituto zooprofilattico. I laboratori sono quelli, perché quello che conta sono le intelligenze e le qualità.
Quindi, vorrei rassicurare alcuni colleghi che pensano che forse il Piemonte conta meno. Il Piemonte conterà sempre nella stessa misura per la quantità di lavoro che apporta e per la quantità di controlli che fa l'Istituto.
Questa legge forse avrà avuto dei momenti di rincorsa, ma oggi andiamo finalmente ad approvarla.
Complessivamente, è una buona legge, che apre spiragli importanti: oltre a comportare ulteriori economie vantaggiose per la Regione Piemonte potrebbe anche essere un volano importante di ulteriore risparmio.
Quindi, si introducono degli elementi che sono quelli della possibilità dell'Istituto zooprofilattico, che ha sempre collaborato con enti universitari, con dipartimenti di veterinaria, eccetera, di andare a fare controlli in altri settori, forse potendo permettere alla Regione Piemonte di risparmiare soldi che oggi destina all'ARPA, evitando qualche volta una sovrapposizione dei ruoli.
Quindi, accesso dal mondo dei privati, che possono chiedere all'Istituto zooprofilattico e poi sarà l'Istituto a studiare, ma ci sono già dei modelli in essere in altre Regioni, come il privato può rivolgersi a un Istituto di assoluta eccellenza come lo Zooprofilattico per fare i suoi controlli obbligatori sui suoi prodotti, e allo stesso tempo non correre il rischio di averlo dato al cosiddetto "controllore", ma estendere addirittura al mercato cui si rivolge.
Queste, secondo me, sono delle necessità.
Ringrazio alla Giunta per aver corso evitando un incidente che sarebbe stato invece gravissimo: il commissariamento di questo Istituto, che avrebbe portato alla paralisi totale.
Nell'attesa di fare patti o accordi con altre Regioni che forse avrebbero mostrato qualche resistenza, in realtà da domani mattina, appena sarà pubblicata la legge, che mi auguro sarà approvata, daremo all'Istituto la possibilità di dotarsi delle sue basi principali, ossia i ricercatori con la stabilizzazione delle piante organiche. Vi sarà la possibilità di assumere prestigiose figure di ricercatori, che da mesi sono in attesa di capire che cosa accadrà dei loro laboratori e quanto potranno realmente continuare a lavorare con le loro tanto preziose ricerche per il nostro territorio.
Credo che questo sia il nodo focale sul quale puntare l'attenzione, non tanto sul peso politico della Regione Piemonte nell'ambito di una struttura quale il C.d.A., pur di valenza.
Le modalità di contabilizzare i soldi sono tante e non soltanto attraverso il C.d.A., ma credo che il vero valore del Piemonte pu apportare all'interno del C.d.A. sia la quantità di ricercatori e la quantità di controlli e di esami di altissima qualità che riesce a produrre quotidianamente a tutela - lo dico e lo sottolineo con forza - della salute di tutti: lavorano nel mondo della prevenzione e ci danno un grosso risultato. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Monaco.
La parola al Consigliere Giaccone.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Mi fa effetto notare che due professionisti dell'ambito sanitario che arrivano da quel mondo abbiano entrambi così a cuore le sorti dell'Istituto zooprofilattico. E' evidente che per chi ha maggiore sensibilità e che ha senz'altro coincidenza di idee, questa è un'urgenza fondamentale.
Infatti, anch'io non posso che non manifestare il mio sostegno, come ho già avuto modo di evidenziare in IV Commissione, a questa legge e anche la soddisfazione di vedere i tempi rapidi con i quali è stata calendarizzata.
Mi auguro che con l'approvazione di questa legge oggi si ponga fine ad una situazione di oggettiva paralisi che condiziona le scelte strategiche e i possibili sviluppi futuri e, quindi, gli aspetti programmatori e non quotidiani di questo Istituto.
Di fatto, ci troviamo in una situazione che, in ultima analisi impedisce di dare corso a iniziative di riorganizzazione, semplificazione e ottimizzazione della gestione.
L'Istituto zooprofilattico è un ente che funziona bene già di per s ma che potrebbe funzionare benissimo. Passatemi l'esempio. Noi abbiamo una Ferrari in garage che usiamo solamente per i weekend, ma che se riuscissimo a rinnovare e a consentire a questa di evolversi, potrebbe sviluppare risultati ancora maggiori.
Voglio ricordare e porre l'attenzione sul fatto che l'Istituto ha un bilancio sociale attivo grazie all'azione che svolge nella sua attività di prevenzione, come è stato già ricordato, e di tutela della sicurezza alimentare ed è un pilastro fondamentale del posizionamento del nostro comparto agroalimentare. Non si tratta solamente della tutela interna, ma anche della promozione - vorrei quasi dire - della commercializzazione estera dei nostri prodotti.
Inoltre, ha un bilancio economico e finanziario contenuto, come è stato ricordato dal collega Allemano ed anche dal collega Marrone, al quale per ricordo che effettivamente il peso di una Regione è collegato alla capacità di muovere lavoro, di muovere eccellenze e competenze più ancora che il numero dei Consiglieri in un Consiglio d'Amministrazione. Penso che noi siamo davanti ad una circostanza ed una prospettiva politica, ma anche sociale nel quale vorrei che non si contassero più i posti nei Consigli d'Amministrazione, non si arrivasse più alle scelte con la lista in tasca dei nomi, ma si pensasse al lavoro che si deve fare e alle risorse che si possono liberare a fronte di scelte politiche come questa.
Per quanto riguarda l'Istituto zooprofilattico, siamo da tempo in una situazione di incertezza tale che di fatto il Direttore sanitario al momento svolga il ruolo di Direttore generale. Ora, il punto non è la questione di dare la giusta ricompensa a chi svolge delle funzioni e che si assume delle responsabilità diverse, ma è chiaro che siamo in una circostanza di incertezza e immobilità, che è proprio collegata al fatto di non aver potuto licenziare precedentemente questa legge.
Sottolineo ancora che il nuovo Patto per la salute prevede espressamente che le Regioni debbano adottare le disposizioni esplicative del disegno di legge n. 106/2012 entro sei mesi, diversamente il Ministero provvede a commissariare l'ente stesso. Troverei imbarazzante vedere risolta la situazione da un Commissario esterno come se questo Consiglio non avesse la capacità e anche la tempestività nell'ambito decisionale di fare le sue scelte da solo ben prima.
Intanto, se questo provvedimento di oggi verrà licenziato, l'Istituto zooprofilattico potrà mettere mano alle scelte strategiche in cantiere; tra le altre, alcune sono già state riportate, ma non le ripeto. Quello di cui non si è ancora parlato è la ricerca di un nuovo sito idoneo e con caratteristiche di sterilità che l'attuale sede, che risale all'Ottocento non può garantire. La sede è antica, i muri sono impregnati di batteri, la sede stessa è fatiscente ed è un luogo altamente frequentato. Non è lo standard che ci si augurerebbe per un Istituto di tale rilevanza.
Risolto questo primo aspetto organizzativo, c'è anche un aspetto di carattere strutturale. Sarà opportuno mettere mano all'altro grosso problema provocato dall'ingorgo burocratico ingenerato dalla pluralità di enti di controllo differenti.
Pongo nuovamente un esempio, perché con gli esempi semplici si ragiona meglio: la ricerca degli OGM o delle microtossine in una tortina di castagne, oggi è effettuata dall'ARPA, ma, sugli ingredienti della tortina stessa, dall'Istituto zooprofilattico.
Pertanto, partiamo con questa legge, ma poi mettiamo mano ad una riorganizzazione di tutto il profilo legato alla sicurezza, poiché in questo caso i costi sono replicati, perché due istituti fanno lo stesso lavoro, la reportistica spesso è incongruente, quindi non riusciamo nemmeno a metterci d'accordo, senza contare che tale sistema rallenta ed ostacola l'attività dei nostri produttori che devono aspettare il risultato di tali analisi.
Tra l'altro - è stato detto, ma mi sembra opportuno ricordarlo - è il fondo sanitario che sostiene i costi dell'Istituto zooprofilattico, insieme a tutti i proventi che lo stesso riesce a procurarsi grazie alla sua iniziativa. Pertanto, se noi lo mettiamo in condizioni di liberare nuove risorse, sarà in condizioni di reperirne altre, senza doverle chiedere alla Regione, come avviene, invece, con altri enti.
A fronte di questo, ci sono già le prospettive per possibili nuove assunzioni, se l'Istituto zooprofilattico potesse avere nuovi spazi ed opportunità. Durante il periodo del grave problema della mucca pazza, ad esempio, sono state perse delle opportunità, poiché non eravamo in condizione di svolgere determinati tipi di analisi e garantire determinati tipi di processi.
Sottolineo, ancora, che stiamo parlando di ricavi per 33 milioni, con un utile di 1,9, quindi si tratta di un ente ottimamente amministrato, che potrebbe dare risultati maggiori. Questo sta a confermare l'opportunità di mettere in campo strumenti corretti, per permettere ad un ente che controlla e certifica la sicurezza dei consumatori di svolgere ancor meglio le proprie funzioni.
Alla luce di quanto sinteticamente esposto, esprimo il mio convinto e forte sostegno alla legge. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Boeti, che interviene in qualità di Consigliere.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Chi era presente nella passata legislatura ricorderà il tempo perso in Commissione sanità: Commissione che aveva il compito di occuparsi di questioni più importanti rispetto a questo argomento.
Il Governo regionale precedente non portava avanti il provvedimento per una supposta debolezza del Piemonte, o, più che debolezza, una non sufficiente forza all'interno del Consiglio di Amministrazione del Piemonte (del resto è quello che diceva il Consigliere Marrone) rispetto alla Val d'Aosta o alla Liguria.
Il risultato è che siamo qui, dopo quasi un anno dall'inizio di questa discussione, ad occuparci di un argomento (la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione dell'Istituto zooprofilattico) del quale, secondo me potremmo tranquillamente fare a meno.
I compiti dell'Istituto zooprofilattico sono noti a tutti: ricerca sperimentale sulla patogenesi e profilassi delle malattie infettive diagnostica delle malattie degli animali e delle zoonosi, compiti di polizia veterinaria, profilassi e risanamento ed eradicazione, esecuzione degli esami e delle analisi necessarie alle attività di controllo sull'alimentazione animale, insomma tutti argomenti che attengono al Sistema Sanitario Regionale. E allora, se attengono al Sistema Sanitario Regionale, non si capisce quale sia la ragione per la quale, per questo ed unico settore all'interno del Sistema Sanitario Regionale, sia necessario un Consiglio di Amministrazione a parte, nominato dalla politica. Con tutto il rispetto per l'attuale Presidente, che non ho il piacere di conoscere (un uomo di 82 anni), non capisco quali possano essere le sue competenze e funzioni rispetto ad un argomento così delicato.
Al riguardo, ho presentato un disegno di legge, depositato in questo momento in Commissione sanità, che magari prima o poi sarà discusso.
Capisco, Assessore Saitta, che in quella Commissione ci siano questioni più importanti delle quali occuparsi, ma si tratta di un disegno di legge che prevede l'eliminazione del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto zooprofilattico e la figura di un Direttore generale che risponda all'Assessorato alla sanità; un direttore generale che, sul modello dei direttori generali delle ASL, abbia lo stesso stipendio e non possa essere pagato di più, che sia parte integrante del Sistema Sanitario Regionale e che risponda direttamente all'Assessorato alla sanità, all'Assessore, e pertanto, in definitiva, alla Regione.
Volevo solo dire che non si tratta unicamente di un risparmio di un milione di euro, che avverrebbe a livello nazionale, che sarebbe comunque importante. Da tanto tempo, Assessore Saitta, si ipotizza la possibilità per il Sistema Sanitario Regionale di fare una convenzione con un piccolo ristretto gruppo (le risorse sono quelle che sono) di medici veterinari che si occupano di piccoli animali, per offrire un sostegno agli anziani che spesso utilizzano l'animale come unica fonte di compagnia, offrendo un supporto economico per la visita veterinaria. Ci sono anziani che non possono permettersi di pagare la visita veterinaria per il proprio gatto o cane, pertanto i 50 mila euro che risparmieremmo eliminando il Consiglio di Amministrazione (secondo me pressoché inutile) potrebbero essere utilizzati per aiutare gli anziani, dando un piccolo contributo per la cura di quegli animali che accompagnano i giorni e, qualche volta, anche le notti di questi cittadini piemontesi.
Votiamo questo provvedimento, perché non possiamo fare diversamente votiamolo il più in fretta possibile, senza tante discussioni, ma poi chiediamo al Governo, approvando questo disegno di legge, di abolire il Consiglio di Amministrazione dell'Istituto zooprofilattico, perché non serve a niente.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Boeti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come ricordava il collega Boeti, si tratta di un provvedimento già presentato nella scorsa legislatura. Tale provvedimento legislativo non è stato approvato, ma non è che l'Istituto zooprofilattico ha smesso di operare! Lo dico altrimenti sembra che i nostri provvedimenti possano avere un carattere salvifico nei confronti dei soggetti che operano all'interno della nostra regione. Così non è.
Noi, piuttosto, rileviamo un aspetto: ci domandiamo - ma è retorica se questa sia una priorità regionale. Dico che è retorica, perché oggi siamo in Consiglio regionale a discutere questo provvedimento, perché non ne abbiamo altri da discutere in aula e non vi sono Commissioni che hanno operato in tal senso. Lo dico anche al Presidente: noi, ad oggi, abbiamo lavorato più o meno in questo modo, con un'inerzia abbastanza comprensibile, sotto certi punti di vista, e un po' meno comprensibile sotto certi altri (ormai sono quattro mesi che governate questa regione) con piccoli provvedimenti normativi portati in Aula e con alcun provvedimento normativo di una certa rilevanza discusso all'interno delle Commissioni.
Rammento al Presidente che il nostro Statuto contiene quello che viene definito "lo Statuto delle opposizioni", cioè una navetta obbligatoria che consenta alle opposizioni di poter discutere i provvedimenti di legge e non solo quelli presentati dalla Giunta. Sottolineo "presentati dalla Giunta" perché, ad oggi, fra le altre cose, salvo un singolo disegno di legge approvato in sede legislativa e presentato dal nostro Gruppo, non vi è stato un solo provvedimento del Consiglio regionale che sia esame delle Commissioni consiliari. Neppure quello di cui parlava il Vicepresidente Boeti.
Bisognerebbe rammentare questo, altrimenti è evidente che procediamo rispetto a priorità che sono della Giunta regionale: la razionalizzazione dell'ATC, l'istituzione del Segretario generale, la ricontrattazione dei mutui, la norma - l'unica, forse, seria di cui, ad oggi, abbiamo discusso sulla semplificazione delle procedure di cui ieri abbiamo discusso in I Commissione, la legislativa sul Comitato dell'università. Dopo 100 giorni non che le leggi siano determinanti nel modificare le politiche di questa regione, ma qualcosa sì.
Se veniamo al tema della sanità - un tema che affronteremo nella Commissione più puntualmente di mercoledì - da Consigliere sono un po' stanco di leggere roboanti notizie all'interno della carta stampata senza che questo tema, cioè quello dei numeri e dei conti, sia stato mai sottolineo mai - affrontato in sede né di Commissione bilancio né di Commissione sanità.
Quella sullo Zooprofilattico, del quale riconosco enormi meriti relativamente alla tutela della salute dei cittadini piemontesi, è certamente una legge fondamentale per il futuro del Piemonte, lo dico con estrema chiarezza, come lo diceva per certi versi il Consigliere Boeti.
Tuttavia, credo che se noi non la approvassimo, all'Istituto zooprofilattico, seppure con qualche difficoltà, avrebbero continuato a lavorare.
Non mi spaventa neanche la rappresentanza all'interno del C.d.A. Va solo rimarcato come, a volte, se fossimo al di fuori dell'istituzione, ma nel mondo normale, l'azionista di maggioranza - questo vale per lo Zooprofilatico, per il CSI e per una tutta una serie di soggetti l'azionista di maggioranza è anche sempre.
In altre parole, quello che paga più fatture e fa più attività, è anche sempre quello che ha la maggioranza nel Consiglio di Amministrazione.
Accade solo ed esclusivamente negli enti pubblici che il soggetto che ha la maggioranza del pagamento delle fatture, per dirla in modo banale, è in minoranza rispetto alla rappresentanza.
Che poi questa rappresentanza non sia sempre espressa nel migliore dei modi, questo è un altro problema di cui ognuno può avere le responsabilità.
A volte, anche coloro che nominiamo all'interno dei Consigli di Amministrazione rispondono di più al Consiglio di Amministrazione, che non al soggetto che l'ha nominato, penso sia un problema antico delle nomine degli Enti locali.
Invitiamo, da una parte, la Presidenza a svolgere il proprio ruolo nella tutela delle opposizioni, dall'altra ad iniziare a discutere di qualche provvedimento, che, in qualche modo, provi ad iniziare ad attuare 100 giorni dopo, un pezzo del programma di governo. Lo ripeteremo come un mantra.
Ad oggi abbiamo discusso di leggine, che siano state esse in sede legislativa, o in sede in Aula. Tuttavia, non mi sembra che ci sia stato nulla di rivoluzionario rispetto all'attesa che il Presidente Chiamparino e l'attuale maggioranza, candidandosi lui e assumendo voi gli incarichi di governo, avete suscitato. Non c'è più il Comitato di indirizzo - che adesso si chiamerà in altro modo - sulla legge dell'università; le ATC le abbiamo razionalizzate da sette a tre, ma non è cambiato quasi nulla. Abbiamo istituito, per volontà e utilità della Giunta e del Presidente, il Segretario Generale; posso ancora andare avanti, ma se c'è qualcuno che ci ascolta - e sono sempre di più quelli che lo fanno - capiranno che le norme che ho elencato non hanno cambiato di una virgola la vita dei cittadini piemontesi.
Credo che, in particolar modo sul tema della sanità, oggi approviamo anche questa norma, che sarà certamente strategica, ma, come ricordava il Consigliere Giaccone, se uno ha la pazienza di leggere il Patto per la salute, vede che ci sono una serie di punti che, non casualmente, anche la Regione Piemonte ha sottoscritto, che sono fondamentali. L'aspetto dei controlli, che è un aspetto fondamentale, arriva, credo, all'articolo 16.
Segnalo, infine, che non ci debba essere schizofrenia sull'attività di controllo. L'Istituto zooprofilattico avrà un Collegio dei Revisori composto da tre soggetti. Sembrava, nel Consiglio della settimana passata che mantenere un Collegio di tre Revisori insieme alle ATC - che noi ritenevamo utile per garantire maggiore garanzia, perché sei occhi vedono meglio di due, detto banalmente - fosse una cosa insostenibile per le casse dei contribuenti piemontesi.
Mettetevi d'accordo: o c'è sempre un sindaco unico, oppure ce ne sono tre.
L'altra norma che affronteremo nella giornata di mercoledì, anche questa essenziale per i cittadini Piemontesi, è la riduzione dei Revisori dei Conti all'interno delle ASL. Non bastano le buone notizie. Le buone notizie le pubblica solo la carta stampata. Quando ci sono le liste d'attesa, di cui c'è una responsabilità collettiva, o quando bisogna migliorare la sanità, penso che il cittadino che magari si reca al poliambulatorio in via Pacchiotti - lo dico perché è vicino a casa mia - e ha un problema sulla prenotazione, non sa neanche se in quell'ASL i Revisori dei Conti siano cinque o tre, ma il prossimo provvedimento legislativo è la riduzione del Revisore dei Conti delle ASL.
Temo che abbiate un po' sbagliato le priorità da un punto di vista legislativo. Se le comodità sono queste, accomodatevi, il timore è che non sappiate cosa fare: cercate buone notizie, che danno buona stampa, in attesa che vi venga in mente qualcosa.
Tanti auguri!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Molto di quello che volevo dire è già stato detto dal Consigliere Vignale. Quello che mi lascia perplessa è l'approccio che hanno avuto in questi mesi il Consiglio e la Giunta nell'affrontare i problemi: la casa brucia, ma ci preoccupiamo, anziché salvare le persone, che non si sporchino le tende.
Nella fattispecie, l'Istituto zooprofilattico, nel nostro pensiero, è un istituto che andrebbe sicuramente privatizzato. Ci teniamo a precisare che l'Istituto zooprofilattico rischia, se continuiamo così, di trovarsi senza lavoro perché rischiamo, in questo momento, di perdere tantissime aziende. Lo dicono i conti e i report.
Voglio sottoporre all'attenzione dell'Assemblea il fatto che stanno arrivando dall'Agenzia delle entrate e da Equitalia, le multe delle famose e famigerate quote latte, che porteranno alla chiusura di circa 2.500 stalle. Una stalla, quando chiude, non riapre più. E' come un'azienda. C'è dietro un know how di famiglie e di generazioni.
Vorrei chiedere al Presidente e al Consiglio - presenteremo ordini del giorno e mozioni in tal senso - uno specifico dibattito sulla questione perché risichiamo di perdere 6-7.000 posti di lavoro in un batter d'occhio.
Credo sia opportuno, prima di occuparci di costosissimi istituti che vengono mantenuti da chi paga le tasse, occuparci prima di chi queste tasse le paga e poi mantenere questi Enti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come già hanno avuto modo di ricordare i colleghi, stiamo discutendo di un disegno di legge sull'istituto zooprofilattico, sul quale, peraltro, non abbiamo particolari rilievi: com'è stato precedentemente sottolineato questo disegno di legge scaturisce dalla necessità di rinnovare la normativa sull'istituto zooprofilattico a seguito della convenzione stipulata con le altre Regioni.
Sento anch'io, però, a questo punto, l'esigenza di fare delle considerazioni di carattere più generale.
Com'è stato sottolineato dal Consigliere Vignale in questa occasione ma anche da noi in altre circostanze, questa mattina siamo chiamati ad approvare l'ennesimo provvedimento di Giunta che concordo nel definire "leggina"; dunque, non parliamo nemmeno di iniziative della maggioranza quindi di iniziative legislative di carattere consiliare, ma di un disegno di legge di Giunta (siamo ormai al settimo o all'ottavo disegno di legge di Giunta approvato).
Del resto, anch'io le definisco "leggine", perché, come nel caso del disegno di legge relativo al riordino delle ATC approvato nella scorsa seduta, non andiamo a cambiare il disegno generale, non andiamo a modificare una legge che, universalmente, l'Aula ha riconosciuto aver bisogno di migliorie, ma andiamo a fare provvedimenti di minima e di piccolo cabotaggio. Quindi, oltre a chiedere a tutti di non perseguire come unico risultato l'approvazione di una lunga serie di provvedimenti in numero, chiediamo di avere il coraggio di fare qualcosa dal punto di vista qualitativo.
Relativamente alle osservazioni mosse prima, mi unisco a coloro che chiedevano che nel corso della prossima seduta di Capigruppo vengano calendarizzate almeno due proposte di legge dell'opposizione. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste d'intervento in fase di discussione generale, darei la parola alla Giunta regionale.
Prego, Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ringrazio innanzitutto i Consiglieri che hanno voluto offrire dei suggerimenti. Mi pare che una delle osservazioni mosse sia stata sostanzialmente quella di far presente che viene approvata una legge, ma poi bisogna, evidentemente, non soltanto applicarla, ma pensare al futuro dello zooprofilattico. È chiaro che questo è l'intendimento principale di questo disegno di legge.
E' da parecchi anni che lo Zooprofilattico non ha, sostanzialmente, gli organi a posto, quindi ci mettiamo in moto: è la precondizione per ricominciare qualunque lavoro di razionalizzazione e anche di rilancio dell'istituto.
Non posso che apprezzare il fatto che sia molto chiaro che il valore di questo disegno di legge è dettato anche dall'urgenza: c'è il Patto per la salute, com'è stato detto (sei mesi, altrimenti si parla di commissariamento), quindi "facciamo bene il compito", possiamo dire così.
Mi pare che sia stato anche indicato in molti interventi - dal collega Allemano a Monaco, a Giaccone, a Boeti - un percorso che ci permette di presentarci all'appuntamento successivo alla pubblicazione della legge con qualche elemento in più rispetto al contenuto vero e proprio: c'è un'indicazione precisa su come valorizzare ulteriormente l'Istituto zooprofilattico.
Ai critici, per quanto riguarda la questione della composizione del Consiglio di Amministrazione, non difendendo un accordo che aveva stipulato il centrodestra, vorrei far notare che, in qualche maniera, il testo è riequilibrato. Perché, al di là della composizione del Consiglio di Amministrazione, è indicato un ruolo importante della Giunta regionale del Piemonte, della Regione Piemonte, per alcune funzioni importanti. Avrete sicuramente notato che l'articolo 2, al comma 2, dice chiaramente e in modo esplicito che è competenza della Regione Piemonte, ad esempio, la determinazione e l'aggiornamento periodico delle tariffe relative alle prestazioni. Questo può sembrare meno importante, ma addirittura rientrano tra i compiti della Regione Piemonte le indicazioni programmatiche per il Consiglio di Amministrazione.
E' chiaro che c'è una relazione forte tra il ruolo dell'Amministrazione regionale e il Consiglio di Amministrazione. Il Consiglio di Amministrazione, secondo le indicazioni contenute nella legge nazionale n.
106 del 2012, non ha l'autonomia di fare qualunque cosa. E' chiaro che la Regione deve poter esercitare questo ruolo di indicazione al Consiglio di Amministrazione con precisione. Vi posso sicuramente dire, da parte di questa Amministrazione regionale, che la nomina del Consiglio di Amministrazione sarà accompagnata da indicazioni programmatiche precise.
Ovviamente, la prospettiva è quella indicata dal collega Boeti - io la condivido - quella di non avere con il Consiglio di Amministrazione un rapporto più diretto. Ma ad ogni modo questo riguarda la politica nazionale.
Potrei ancora citare altri aspetti relativi ai compiti della Regione Piemonte per quanto riguarda tutta la procedura relativamente alla nomina del Direttore generale. Se voi leggete con attenzione l'articolo 2 del disegno di legge (compreso l'allegato) e l'articolo 17 sulle funzioni di controllo, è la Regione Piemonte ad avere una funzione di leadership. E' vero che anche questo può essere oggetto di critica, per cui capisco perfettamente le considerazioni circa la rappresentanza all'interno del C.d.A. della Regione Piemonte, ma mi pare che il testo sia riequilibrato.
Non voglio difendere, evidentemente, il passato, ma c'è un ruolo forte di leadership della Regione Piemonte e c'è una composizione del Consiglio di Amministrazione che potrebbe non piacere a molti. Forse, sarebbe stato meglio anche per noi. Vi confesso, a conclusione di questo percorso, che ho tentato nuovamente, nei confronti della Regione Valle d'Aosta e della Regione Liguria, di fare in modo di riprendere un po' il senso di queste intese per quanto riguarda i Consigli di Amministrazione. Devo dire che la risposta è stata: "Noi abbiamo approvato la legge e quella era l'intesa".
Ho tentato una forzatura, ma devo rilevare che loro stessi ci hanno detto che sull'articolo 2 e sull'articolo 17 l'Amministrazione di prima aveva ceduto per quanto riguarda il Consiglio di Amministrazione, ma ha valorizzato il ruolo della Regione Piemonte. Questo lo ritengo un fatto importante: guardate che il peso e il ruolo di un Ente e di una rappresentanza all'interno di un istituto di questo tipo non si misura solo dalla capacità dei componenti del Consiglio di Amministrazione, ma dalla capacità di dare indicazioni programmatiche precise al Consiglio di Amministrazione di esercitare delle funzioni di controllo. Noi questo lo faremo con grande determinazione immediatamente dopo l'approvazione della legge.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 2) presentato dal Consigliere Marrone: Al comma 1 dell'art. 3 (Consiglio di Amministrazione) dell'allegato A viene sostituita la parola "quattro" con la parola "cinque".
Emendamento rubricato n. 3) presentato dal Consigliere Marrone: Al comma 1 dell'art. 3 (Consiglio di Amministrazione) dell'allegato A viene sostituita la frase "uno della Regione Piemonte" con la frase "due della Regione Piemonte".
Emendamento rubricato n. 4) presentato dal Consigliere Marrone: Al comma 3 dell'art. 3 (Consiglio di Amministrazione) dell'allegato A viene sostituita la parola "quattro" con la parola "cinque".
Consigliere Marrone, li vuole illustrare contemporaneamente o uno per volta? Decida lei.



MARRONE Maurizio

Li illustrerò tutti e tre insieme.
Si tratta di emendamenti che avevo già annunciato in sede di relazione che vanno a modificare l'articolo che contempla la modifica del Consiglio di Amministrazione stesso, con la riduzione di un membro, che è uno dei due designati al momento dalla Regione Piemonte. Sostanzialmente, i tre emendamenti vanno a riportare da quattro a cinque i membri originali complessivi del C.d.A., di cui due dalla Regione Piemonte, invece che uno a maggior ragione alla luce di quanto ci ha riferito adesso l'Assessore Saitta.
Il fatto che, in ogni caso, il senso di questo mini intervento potesse prescindere dalla rinuncia del peso del Piemonte nel vertice amministrativo e che la Giunta - gliene rendo merito - abbia quantomeno tentato con le altre Regioni di proporre una marcia indietro su questo, dà il polso del fatto che un minimo valore lo deve pur avere, anche perché in questi organi si vota a maggioranza. Sicuramente, un peso doppio della Regione Piemonte rispetto alle altre Regioni ci metteva nelle condizioni di garantirci una leadership di questo ente e non, invece, di rivendicarla, però sulla base solo di condizioni e situazioni di fatto.
Domani, qualora tardi ad essere approvata la riforma annunciata dal Consigliere Boeti, rischia effettivamente di vederci penalizzati nelle future scelte strategiche rispetto alle altre Regioni, che, legittimamente dal canto loro, tenteranno di far valere questa parificazione nel Consiglio di Amministrazione, immagino per parificare anche scelte di investimento in termini di attivazione di sedi operative o di occupazione del personale dipendente.
Quindi, tiro diritto su questi emendamenti e, chiaramente, ne chiedo l'approvazione.



PRESIDENTE

Quindi, li do per illustrati tutti e tre.
Dichiaro aperta la discussione generale sull'articolo e sugli emendamenti, su cui nessuno chiede di intervenire, pertanto procediamo con la votazione degli emendamenti.
Chiedo alla Giunta regionale qual è il parere sugli emendamenti.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La Giunta esprime parere contrario.



PRESIDENTE

La Giunta regionale è contraria a tutti e tre gli emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 All'articolo 2 è stato presentato un emendamento a firma del Consigliere Marrone, che decade, in quanto l'articolo 1 è stato approvato.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Non essendoci richieste d'intervento per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Non essendoci richieste d'intervento per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'articolo 4.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Non essendoci richieste d'intervento per dichiarazione di voto, indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto sull'intero testo il Consigliere Monaco; ne fa facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Svolgerò un intervento molto stringato.
Chiaramente, sull'intero testo il parere è favorevole, recependo anche quelle che sono le criticità, che, tutto sommato, nella discussione in aula si sono dimostrate piuttosto labili, nel senso che si aveva quasi l'impressione che occorresse dire qualcosa, quindi è stato detto.
Mi ha sorpreso - voleva sembrare una sorta di critica rispetto all'ordine dei lavori, ma era stato anche ampiamente detto - che in ordine a questa legge il testo occorresse approvarlo così come presentato, in particolare mi riferisco ai revisori, collegando una precedente esperienza di questo Consiglio. In questo caso bisognava farla così, ma tre, quattro cinque o sei revisori possono anche essere equiparabili ad uno soltanto laddove ci siano persone probe e rette che riusciamo ad identificare in ordine a questi organismi.
Quindi, anche questa mi è sembrata un pelo di lana caprina.
Mi dispiace pensare una cosa, l'ha detto l'Assessore in Commissione: nel momento dell'insediamento degli organismi, quelli del C.d.A., c'è un impegno quantomeno da gentiluomini di rassegnare rapidamente le dimissioni per dare a questa legge la possibilità di avere l'organismo dirigente e direttivo rinnovato pienamente in carica, ferme restando le possibilità prospettiche che abbiamo anche noi sottoscritto - il primo firmatario è il Consigliere Boeti - rispetto ad una legge che abroghi il C.d.A.
successivamente.
Il nostro impegno è a favore di questa legge e il nostro voto è fortemente solidale a questa legge. Grazie.



PRESIDENTE

Prima di passare alla votazione dell'intero testo, la parola al Presidente Grimaldi per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 56 collegato.



GRIMALDI Marco

Sarò velocissimo.
Come sapete, la LR n. 6 del 18 febbraio 2010 ("Norme per la detenzione l'allevamento e il commercio di animali esotici e istituzione del Garante per i diritti degli animali") prevedeva all'articolo 19 l'istituzione di un Garante per i diritti degli animali ai fini di realizzare un piano organico di interventi su tutto il territorio regionale riferiti alla salvaguardia dei diritti degli animali nonché a rafforzare la cooperazione per lo sviluppo della tutela dei diritti degli animali attraverso forme di potenziamento e di coordinamento delle azioni svolte dalle Pubbliche Amministrazioni, dalle Province e dagli Enti locali piemontesi.
Come sapete, questo Garante non è stato istituito, anche se c'è ed è previsto per legge. Dovrebbe essere introdotto, di fatto, dentro gli uffici del Consiglio regionale e in collaborazione con gli altri Garanti che abbiamo istituito.
Semplicemente nell'ordine del giorno proponiamo come maggioranza di far sì che questa collaborazione venga istituita dentro l'Istituto Zooprofilattico. Tra l'altro, all'articolo 11 della legge che stiamo per votare viene introdotto l'Osservatorio Epidemiologico Veterinario. Esso recita che "presso l'Istituto è istituito l'Osservatorio Epidemiologico Veterinario che svolge attività di sorveglianza epidemiologica, vigilanza e controllo, nonché l'analisi del rischio a supporto delle decisioni di sanità pubbliche e delle attività di programmazione di competenza delle Regioni".
Cosa voglio dire? Di fatto, il Garante è a titolo gratuito e deve essere scelto dal Consiglio. Difficilmente come Consiglio regionale potremo supportare l'azione di questo Garante. Credo che sia giusto istituirlo con forme di collaborazione che lasceremo al Consiglio e alla Giunta presso l'Istituto zooprofilattico e, inoltre, credo che la collaborazione fra questa figura e quelli che sono i compiti dell'istituto possa essere interessante, non solo per le nostre azioni legislative, ma per i tanti Comuni che, come sapete, da anni producono azioni, deliberazioni e soprattutto regolamenti sulla tutela animale.
Quindi, spero che l'Aula vorrà accoglierlo. Tra l'altro, è una misura che può razionalizzare oggettivamente i costi di azione del nostro Ente.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Mi sembra un ordine del giorno condivisibile, anche se anche noi l'abbiamo potuto leggere solo adesso, quindi lo stavamo proprio commentando adesso come Gruppo. Dal testo mi sembra che ricordando la legge di istituzione del Garante dei diritti degli animali del 2010 ad oggi ancora non è stato nominato, ma non gli compete nessuna indennità di funzione e ha gli uffici presso la sede del Difensore civico.
Quindi, non avendo dei costi l'idea di potergli dare un supporto tecnico dall'Istituto zooprofilattico mi sembra una posizione condivisibile e quindi nell'esprimere un parere favorevole all'ordine del giorno rinnoviamo l'appello a nominare al più presto il Garante dei diritti degli animali. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 54, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Non essendoci ulteriori richieste d'intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SÌ 33 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Volontariato

Esame proposta di deliberazione n. 5, inerente a "Nomina dei componenti del Comitato regionale di gestione del fondo speciale per il volontariato presso la Regione ai sensi della legge regionale 19 agosto 1994, n. 38 (Valorizzazione e promozione del volontariato). Individuazione delle associazioni maggiormente rappresentative ai sensi della legge regionale 23 marzo 1995, n. 39 (Criteri e disciplina delle nomine ed incarichi pubblici di competenza regionale e dei rapporti tra la Regione ed i soggetti nominati)"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 5, di cui al punto 5) all'o.d.g.
È aperta la discussione generale.
Non essendovi interventi in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Non essendovi richieste d'intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 5, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 54 presentato dai Consiglieri Bono, Bertola e Frediani, inerente a "Solidarietà ai lavoratori della REAR Società Cooperativa REAR ingiustamente licenziati e tuttora non reintegrati, a seguito della condanna in Appello presso il Tribunale del Lavoro della REAR Soc. Coop."


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 54, avente ad oggetto " Solidarietà ai lavoratori della REAR Società Cooperativa REAR ingiustamente licenziati e tuttora non reintegrati, a seguito della condanna in Appello presso il Tribunale del Lavoro della REAR Soc. Coop." presentato dai Consiglieri Bono, Bertola, Frediani ed altri, di cui al punto 5 bis) all'o.d.g., così come iscritto.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno ha come titolo "Solidarietà ai lavoratori della



REAR Società Cooperativa REAR ingiustamente licenziati e tuttora non

reintegrati, a seguito della condanna in Appello presso il Tribunale del Lavoro della REAR Soc. Coop".
Noi abbiamo appreso nei giorni scorsi da un articolo uscito sui media in particolare modo su Il Manifesto, della sentenza in appello per quanto riguarda il C.d.A. della Società Cooperativa REAR riguardante una lavoratrice ingiustamente licenziata.
Questo ordine del giorno è da noi particolarmente sentito perché ci è particolarmente a cuore la questione dei lavoratori. Pensiamo che in Regione Piemonte si dovrebbe parlare anche di contratti dei lavoratori, di rispetto dei contratti dei lavoratori.
Inoltre, è un ordine del giorno sicuramente importante, perché in maniera diretta - non dico neanche indiretta - coinvolge l'attuale Presidente del Consiglio Regionale, Mauro Laus, in quanto l'attuale Presidente del Consiglio è stato Presidente della Cooperativa REAR, se non sbaglio - mi potrà correggere, Presidente - fino al 9 luglio 2014. Quindi la sentenza è precedente di pochi giorni alla nomina a Presidente del Consiglio, il 30 giugno.
Dal nostro punto di vista, c'è stato anche un tempismo non sospetto perché ovviamente non si poteva conoscere la sentenza, pure se c'era già stata la sentenza di primo grado. C'è stata, dal nostro punto di vista sicuramente una scelta inopportuna. Questo non abbiamo avuto modo di dirlo durante la scelta della Presidenza del Consiglio, anche perché non c'era un dibattito in questo senso, in quanto la maggioranza proponeva dei nomi e l'opposizione degli altri nomi.
Sicuramente, con una sentenza in primo grado - tra l'altro, con un testo abbastanza chiaro - si poteva facilmente dedurre l'esito dell'appello.
Quindi, oggi noi siamo ad esprimere solidarietà ai lavoratori per un semplice fatto: che non potevamo esprimere una sfiducia al Presidente del Consiglio, perché purtroppo nel nostro Regolamento è prevista solo la sfiducia al Presidente della Giunta.
Quindi, se il Presidente Chiamparino, che oggi è qui in Aula, dovesse compiere degli atti che noi riteniamo contrari sia al Codice di buon comportamento di un amministratore, ma anche atti magari contrari a quella che riteniamo la normale etica pubblica di un personaggio pubblico, noi potremmo fare una mozione di sfiducia verso il Presidente della Giunta regionale, che poi il Consiglio potrebbe votare o meno.
Non abbiamo, invece, lo strumento della sfiducia verso il Presidente del Consiglio, a prescindere da chi oggi ricopre questa carica. Quindi già su questo noi vorremmo poter modificare al più presto il Regolamento consiliare (più una serie di altre modifiche; sul Regolamento, come per ogni strumento, mentre lo si usa, vengono in mente i proponimenti e le proposte di modifica) per inserire, appunto, questa possibilità.
Inoltre, messa da parte l'ipotesi della sfiducia, non è neanche possibile censurare un comportamento né dell'Ufficio di Presidenza né tanto meno di un Consigliere, nel senso che è l'Ufficio di Presidenza che decide le censure. Noi, in questo caso, avremmo voluto censurare in qualche modo il comportamento del Presidente del Consiglio, Consigliere della Regione Piemonte, in merito a un suo modo di agire, anche se non correlato all'attività amministrativa del Consiglio regionale, ma alla sua attività professionale precedente o comunque alla sua condotta generale. E anche questo non è possibile.
Oggi noi ci atteniamo a quelli che ci sono dati come strumenti regolamentari, quindi un ordine del giorno di solidarietà ai lavoratori della REAR, ingiustamente licenziati.
Non so se i colleghi della maggioranza - li vedo un po' distratti conoscono bene i fatti, quindi proverò ad elencarli, facendo ovviamente attenzione a non citare nomi di persone private che potrebbero non gradire l'essere pronunciate in questa sede pubblica.
All'interno della REAR, società cooperativa presieduta - ricordo - fino al 9 luglio 2014 dal Presidente del Consiglio Mauro Laus.
Poi il Consiglio di amministrazione è stato cambiato con il 9 luglio io sottolineo, ma sicuramente lo sa anche benissimo il Presidente del Consiglio - ed è stato cambiato con un portavoce dello stesso Presidente del Consiglio, il signor Munafò, dalla cognata del Consigliere Laus e dalla sorella.



PRESIDENTE

Scusi, gentilmente, le faccio recuperare il tempo che le sto togliendo in questo momento.
Tassativamente, lei, come qualsiasi Consigliere, è tenuto in Aula a non citare nomi e cognomi di persone esterne e interne al Consiglio; tra l'altro, mi ero distratto ed è stato proprio lei a ricordarmi - mentre interveniva - che non si possono citare cognomi.
Prego, Consigliere Bono, continui pure.



BONO Davide

Grazie, ma sicuramente gliel'avrebbe ricordato il Segretario generale del Consiglio.
Non ho citato nomi, non so se posso citare almeno "cognata" e "sorella"... Tra l'altro, non cito il nome, ma suo fratello è nel Consiglio di amministrazione della REAR.
Quindi evidentemente è stato un "non cambio" di Consiglio di amministrazione, visto che esprime la sua stessa famiglia o comunque persone a lei vicine.
Superato questo scoglio del finto allontanamento o della finta rimozione dal Consiglio di Amministrazione della REAR, andiamo ai fatti incriminati.
Nel 2011, alcuni lavoratori, in un'assemblea della REAR, hanno giustamente protestato in merito a una sua richiesta di riduzione dello stipendio del 10%. Ricordiamo che lo stipendio che veniva applicato in quel momento era uno stipendio che derivava da un contratto collettivo nazionale considerato illegittimo dai tribunali, perché non mutuato dai contratti collettivi nazionali delle associazioni datoriali più rappresentative a livello nazionale, riconosciute dalla Direzione generale dell'Ispettorato del lavoro nei contratti della AGCI e della Confcooperative della Legacoop.
La sua azienda applicava il contratto UNCI, ovviamente nettamente più basso: adesso i numeri esatti non li ho, ma circa 1,5 euro l'ora lordi in meno.
Già questo dato veniva evidentemente accolto con non grande soddisfazione dai lavoratori. In più, in un'assemblea veniva detto di dover accettare il 10% in meno di stipendio. Ci è stato riportato che in quell'assemblea sono stati messi in atto degli atteggiamenti intimidatori com'è stato riferito nella sentenza del tribunale in primo grado, ovverosia coloro i quali fossero stati contrari all'autoriduzione dello stipendio (autoriduzione, perché in una cooperativa si vota ovviamente tendenzialmente sulle cose negative; ci è stato detto che sulle cose positive non si votava, però spesso queste sono le caratteristiche di alcune cooperative) dovevano mettersi in piedi e alzare la mano. Delle persone in questione - cinque lavoratori e soci della cooperativa - sono stati segnati nome e cognome e nei giorni, nelle settimane e nei mesi successivi sono state licenziate.
Questo era il clima presente nella cooperativa REAR (e mi dicono ci sia tuttora), cooperativa che lavora, tra l'altro, negli appalti finanziati anche dalla Regione Piemonte, come il Museo del Cinema e la Reggia di Venaria. Quindi, quando noi andiamo in giro a far vedere quanto è bella la città di Torino, come funziona bene il sistema culturale di Torino dobbiamo pensare anche alle persone che ci lavorano dentro, che guadagnano 5,50 euro lordi l'ora e che magari - magari, lo dice il tribunale subiscono anche atteggiamenti intimidatori o ricattatori o vengono licenziati se provano a far valere i loro diritti.
E la cosa fantastica e fantomatica è che noi abbiamo eletto come Presidente del Consiglio proprio lei, Mauro Laus, che era Presidente appunto di questa cooperativa, che sicuramente è stato il deus ex machina della cooperativa da circa vent'anni.
La sentenza del tribunale - sarebbe bello poterla avere in forma cartacea e leggerla - dice cose molto chiare. Dice che il contratto è illegittimo, che alla persona che ha fatto causa deve essere restituito per 11 anni di lavoro, il differenziale di contratto applicato (35.000 euro in più, e se fate i calcoli, in 11 anni, fa proprio 1,50 euro all'ora) e gli devono essere reintegrate o restituite in più otto mensilità di lavoro (perché in primo grado erano sei mesi, poi la società cooperativa REAR ha richiesto l'appello e sono stati aumentati a otto).
Quindi, francamente, è una sentenza molto importante, che spero possa avere delle ripercussioni innanzitutto qui in Consiglio e che il Consiglio si esprima, al di là delle persone che si vedono coinvolte, perché è ovvio che, essendo coinvolto il Presidente del Consiglio, ci può essere, da parte della maggioranza, una difficoltà, una titubanza ad esprimere un parere su questo ordine del giorno.
Però ricordo che è un ordine del giorno che esprime solidarietà ai lavoratori, quindi non votare questo documento, in cui non c'è nessun riferimento diretto alla figura del Presidente del Consiglio, sarebbe sicuramente uno smacco fortissimo ai lavoratori. E da questo - vado a chiudere, Presidente - poter fare una discussione più ampia sui contratti applicati, perché se non iniziamo noi, come Regione, a controllare gli appalti e i contratti di lavoro che vengono applicati - quindi addirittura appalti illegittimi, ovviamente, ma se il contratto di lavoro è illegittimo, io mi chiedo se l'appalto è legittimo o meno - e se non iniziamo neanche a controllare i Consiglieri regionali, che con le loro attività professionali magari si interfacciano con la realtà lavorativa del Piemonte, l'immagine che diamo di questa Regione è, francamente, sempre peggiore.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Direi che la questione è stata già esposta in modo molto esauriente dal collega Bono. Io vorrei ripartire da una sua dichiarazione, Presidente Laus, che abbiamo letto sulle testate di alcuni giornali (non su tutti) nel momento in cui abbiamo messo in evidenza questa sentenza, di cui a sua volta abbiamo appreso dai quotidiani.
Noi abbiamo chiesto di aprire un'ampia riflessione anche in Consiglio regionale e nelle Commissioni competenti sulle condizioni di lavoro degli operatori precari del comparto cultura. La sua risposta (prendo un virgolettato, quindi lo prendo per buono, lo prendo da una testata on line): "Mi domando a chi giova questo approccio strumentale alle tematiche del lavoro proposto dal Movimento 5 Stelle. Non alle aziende, che in questo Paese faticano a vedere riconosciuta la certezza del diritto, ma nemmeno ai lavoratori, della quale sorte, quando si spengono le luci del circo mediatico, nessuno più si preoccupa. Piuttosto, su questo varrebbe la pena che gli smemorati Consiglieri grillini proponessero una mozione".
Ecco, su questo vorrei rassicurarla. Innanzitutto, il nostro non è un approccio strumentale. Immagino lei conosca abbastanza il Movimento 5 Stelle per sapere ormai che noi siamo cittadini - lo so, lo siamo tutti qui dentro - e, in particolare, siamo cittadini che arrivano da esperienze di "non politica". Personalmente, arrivo da esperienze di lavoro di diverso tipo e da lunghi periodi di precariato, quindi il tema dei lavoratori mi sta particolarmente a cuore, perché mi ci riconosco in pieno. Non so quanti in quest'Aula possono dire di aver fatto esperienze simili nella loro precedente esperienza lavorativa.
Oltre a questo, vorrei rassicurarla sul fatto che noi non intendiamo spegnere le luci su questo argomento. Per noi è un tema di rilevanza fondamentale. Non solo per noi, ma è anche citato nella Costituzione all'articolo 36, in cui si dice che i lavoratori hanno diritto ad una retribuzione proporzionata.
E' un discorso legato alla dignità dei lavoratori: non possiamo pensare di far lavorare le persone e di non pagarle il giusto. A maggior ragione non possiamo permettere che ditte che lavorano con appalti della Regione trattino i dipendenti come se fossero persone prive di diritti. La dignità deve essere sempre garantita, a maggior ragione quando ci sono di mezzo enti pubblici che indicono delle gare di appalto.
Occorre tutelare e controllare come poi vengono trattati i lavoratori anche in seguito all'assegnazione della gara; tanto più che lo Statuto regionale prevede proprio che la Regione debba tutelare la dignità del lavoro. Noi sappiamo che ci sono, in particolar modo nel settore della cultura, lavoratori assolutamente non tutelati.
Oggi siamo qui a parlare dei lavoratori della REAR; siamo qui a parlare di un caso particolare, ma vogliamo andare avanti, approfondendo anche le posizioni lavorative di molte altre persone. Sono prevalentemente giovani sono prevalentemente persone che hanno studiato e che pensavano di trovare un lavoro adeguato rispetto alla loro formazione, e invece si ritrovano a lavorare nel settore della cultura (perfetto, probabilmente questo è il loro desiderio, altrimenti non avrebbero accettato di subire certe condizioni contrattuali), ma senza avere alcun diritto. Oltretutto, in base a quanto abbiamo appreso dai giornali, e avendo anche parlato con questi lavoratori, molto spesso si ritrovano ad aver paura di difendere i loro diritti.
Ciò che emerge da questa sentenza è il clima di paura che si respira tra queste persone, che normalmente vivono in condizioni assolutamente inadatte ad un lavoratore che merita dignità, ma, ancor più, in questa condizione non osano alzare la testa. Nel momento in cui lo fanno, perdono il lavoro. Questo è inaccettabile.
Vedo che alcuni colleghi della maggioranza su questo tema non sono particolarmente attenti, però riflettiamo anche sull'immagine che diamo all'esterno. Noi stiamo parlando di lavoratori che non sono assolutamente tutelati. E' inutile che poi ci riempiamo la bocca con parole come "diritto e dignità dei lavoratori", se poi non diamo solidarietà a lavoratori trattati nel modo appena descritto dal mio collega Bono.
Sappiamo che a Roma si sta consumando un dibattito sui diritti dei lavoratori: ruota sempre tutto attorno al famigerato articolo 18 che, a seconda dei Governi che si alternano, è sempre al centro del dibattito sul lavoro.
Qui siamo ancora un passo indietro rispetto all'articolo 18: stiamo parlando di lavoratori che l'articolo 18 non sanno neanche cosa sia. Sono lavoratori precari, sono lavoratori che vengono assunti a condizioni veramente inaccettabili.
Vi chiedo veramente di riflettere su cosa significa questo nostro voto oggi in Aula e sul fatto che queste persone si aspettano che un ente pubblico, che nel suo Statuto ha la difesa della dignità, prenda posizione in modo chiaro e deciso.
Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli studenti della classe III C dell'Istituto d'istruzione superiore statale "Fermi-Galilei" di Ciriè (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto superiore statale "Fermi Galilei" di Ciriè in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 54 presentato dai Consiglieri Bono, Bertola e Frediani, inerente a "Solidarietà ai lavoratori della REAR Società Cooperativa REAR ingiustamente licenziati e tuttora non reintegrati, a seguito della condanna in Appello presso il Tribunale del Lavoro della REAR Soc. Coop." (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 54.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Chiaramente la nostra mozione è di solidarietà ai lavoratori che sono stati discriminati per avere espresso, com'è loro diritto, le loro opinioni in merito a provvedimenti presi nei loro confronti. La Giustizia gli ha anche dato ragione.
Questo, dal punto di vista del Consiglio regionale, dovrebbe farci sorgere alcune considerazioni in merito alla figura del Presidente del Consiglio regionale, essendo una figura di garanzia e di equilibrio nella gestione dei lavori d'Aula e nell'organizzazione degli stessi.
Una figura di questo genere, dal mio punto di vista, mal si coniuga con chi, nella parte direzionale di un'azienda cooperativa, ha dimostrato metodi che sono poco rispettosi dell'equilibrio e delle relazioni tra le persone che lavorano insieme, a maggior ragione nell'ambito di una forma societaria cooperativa.
Ciò che mi domando - e chiedo anche a voi, colleghi di maggioranza e di minoranza - se non sia veramente il caso di stigmatizzare questo tipo di cose e di chiedere magari al Presidente Laus - tra l'altro, mi è simpatico anche per una sua sottile vena ironica nella gestione dell'Aula - se volesse ridurre gli stipendi di noi Consiglieri regionali, perché farebbe sicuramente un'opera meritoria, però mi pare che l'equilibrio richiesto per la gestione di un organismo democratico non si sposi assolutamente con la storia professionale passata della persona in questione.
Di conseguenza, chiederei al Presidente di farsi un profondo esame di coscienza ed, eventualmente, di fare un passo indietro. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Due aspetti. Il primo riguarda il metodo con cui siamo arrivati alla discussione di questo ordine del giorno.
Il Presidente Laus, in apertura, ancorché non vi fosse un ordine del giorno iscritto e tanto meno calendarizzato, salvo averlo anticipato in Conferenza dei Capigruppo, ha deciso.
Dico deciso, perché il Presidente Laus esordisce dicendo: "A differenza della precedente legislatura, per inserire un ordine del giorno alla trattazione dell'o.d.g. del Consiglio, ne metteremo in votazione l'iscrizione". In realtà, avendo verificato il Presidente che non vi era contrarietà, né sull'iscrizione né tanto meno sul posizionamento nell'o.d.g. del Consiglio, ha proceduto a riformulare.



PRESIDENTE

Mi scusi se la interrompo, Consigliere Vignale. Quanto succede questa mattina è stato deciso alla Conferenza dei Capigruppo. C'era un accordo tra i Capigruppo. Non è stata una libera interpretazione del Presidente, ma un accordo preso con i Capigruppo.



VIGNALE Gian Luca

No, no, infatti sto dicendo che, avendo verificato che non vi era contrarietà rispetto all'iscrizione e alla discussione dell'ordine del giorno, come avveniva anche nella precedente legislatura, e come comunicato nella Conferenza dei Capigruppo, siamo alla discussione dell'ordine del giorno.
Lo dico perché, se passa il principio - e poi entrerò nel merito - che a fronte della presentazione di un ordine del giorno che riguarda il Presidente, l'Ufficio di Presidenza e la Giunta, ovviamente a carattere personale e non politico, esso ha in qualche modo priorità nella discussione, ne prendiamo atto, perché non credo che ci sarà un comportamento diverso rispetto ad altre situazioni.
Nel merito invece - e abbiamo già avuto modo di dare qualche indicazione anche solo sulla discussione relativa ad ATC - si pone un problema, che a noi interessa poco, relativamente al conflitto di interesse, perché il collega Laus è in questo Consiglio per la terza legislatura. Il partito ha deciso di candidarlo, gli elettori l'hanno votato e tutta la maggioranza ha deciso di votarlo come Presidente del Consiglio.
C'è un tema che, invece, è decisamente più interessante, ma che riguarda tutta la legislazione regionale rispetto alla differenza di trattamento fra il contratto collettivo nazionale non cooperativo e il contratto collettivo nazionale cooperativo. Perché segnalo che, se qui il Presidente del Consiglio è stato anche il Presidente di una cooperativa, al Governo della nostra Nazione, il Ministro del Lavoro è l'ex Presidente nazionale di Legacoop. Mi preoccupo e ci preoccupiamo di più del secondo aspetto rispetto al primo, non fosse altro perché il Presidente Laus non fa l'Assessore al Lavoro. Se il Presidente Laus avesse fatto l'Assessore al Lavoro, forse poteva essere diverso.
Segnaliamo, ma abbastanza inascoltati, come vi siano oggettivamente due trattamenti sostanzialmente diversi, in questi giorni sui giornali nazionali: il Senato discute in modo serrato, perché è una materia importante, della riforma del mercato del lavoro, parlando sempre e soltanto di contrattazione di impresa. Per cui il nuovo contratto, o ci che verrà fuori dal Jobs Act, riguarderà ciò che riguarda le imprese. Non si menziona, non casualmente, tutto ciò che riguarda la cooperazione.
Segnalo che decine di sentenze danno uguale dignità alla contrattazione, al contratto nazionale delle cinque agenzie cooperative rispetto al contratto nazionale delle imprese.
Per fare qualche differenza, ma i colleghi lo sanno bene, se non ricordo male, quello dell'edilizia fa 22 euro sulla contrattazione delle imprese e sei sulla contrattazione cooperativa.
Ma segnalo che il mondo cooperativo - poi facciamo anche esempi di legislazione regionale - non è un mondo che è appartenuto allo schieramento di cui faccio parte. Se, infatti, uno ha la pazienza, o anche solo la volontà storica, ma altresì con grande attenzione all'attualità, di vedere che cosa è avvenuto in questa Regione dal 1975 in poi, cioè se uno vede che cosa è stato prodotto dal punto di vista normativo dal 1975 al 1980, ossia durante la prima legislatura, in cui il centrosinistra vinse e governò il Piemonte, vedrà che ci sono una serie di norme che favoriscono la cooperazione.
Una di queste è la legge n. 28 del 1976, quella sulla cooperazione edilizia, una legge che viene ancora molto finanziata dalla Regione Piemonte, negli anni passati, in particolar modo, col piano casa (10.000 alloggi entro il 2012). Quando dico che è stata molto finanziata... Avevo verificato un'unica annualità che, se non sbaglio, era quella del 2010 quindi governava il centrodestra, riguardava 80 milioni di euro.
Allora, bisogna solo fare attenzione, rispetto a qualunque sia la valutazione di quest'ordine del giorno, di tenere a mente una situazione che vive la nostra Regione, dove vi sono soggetti dipendenti d'impresa per i quali c'è una grandissima discussione nel Parlamento nazionale, e poi ci sono dipendenti di imprese cooperative, per le quali invece... Tanto la legge n. 242 del Ministro Tremonti è praticamente non applicata, e comunque applicano un contratto che arriva ad essere anche cinque volte inferiore in termini di retribuzione oraria, rispetto a quella della cooperazione.
Questo è un tema centrale.
Per esempio, sulla cooperazione edilizia è evidente che, grazie a quella norma, alcuni soggetti (dico i due più significativi, perché sono i più grandi della nostra Regione) la cooperativa San Pancrazio e la cooperativa Di Vittorio possono gestire un patrimonio che, in Piemonte oggi è quasi superiore a quello delle ATC.
Anche questo non nasce di nuovo per caso. Nasce perché, di nuovo, c'è una legislazione regionale che ha finanziato per svariate decine di milioni di euro quel settore: non quello dell'edilizia, ma quello della cooperazione edilizia.
Allora, se di un tema vogliamo interessarci, a noi interessa molto perché viviamo questa schizofrenia rispetto ai diritti, per cui i diritti sono quelli dei dipendenti di impresa e i non diritti sono quelli dei dipendenti del mondo della cooperazione, ma di cui nessuno in qualche modo si occupa; meglio, qualcuno se n'è occupato, perché il Governo di centrodestra, per la verità, ha fatto una norma che ha trasformato, o ha tentato di trasformare, il socio-cooperatore in dipendente delle cooperative, sulle quali però ci sarebbe molto, molto, molto da dire anche rispetto alle relazioni di carattere politico.
Lo dico perché, citando le cooperative di cui ho parlato precedentemente, è sufficiente leggere i nomi dei Presidenti fino a sette o otto anni fa: erano una diretta emanazione dei partiti politici di riferimento, non erano soggetti casuali, non erano imprenditori del mondo dell'edilizia.
Allora, credo che questo sia un tema estremamente interessante da affrontare, se si vuole.
Dico "se si vuole", perché tentammo di affrontare questo tema già nelle legislature precedenti non senza grandi risultati.
Finisco. Non è facile. Lo dico proprio per evitare la polemica di parte.
Governando Mercedes Bresso alla Provincia di Torino, tentammo, in un capitolato di un Global Service, di prevedere che i contratti nazionali dovessero essere rispettati al valore del contratto nazionale tanto dalle imprese, quanto dalle imprese cooperative.
Le imprese cooperative ricorsero e vinsero, perché evidentemente c'è una normativa che, sia a livello regionale che nazionale, aiuta questa attività. Che poi si dice che rappresenta il 9% del PIL italiano, grazie! Nel senso: facciamo una delegificazione in termini di diritti, in termini di retribuzione, in termini di orari rispetto a tutto il mondo del lavoro e vedrete che vale molto di più del 9% a livello nazionale.
Tuttavia, coniugare la difesa dei diritti dei lavoratori con la difesa di alcuni mondi non sempre è facile. In molti casi, dal centrosinistra perché è il soggetto che ha fatto le norme, che ha difeso quelle norme e che ha mandato un Ministro che arriva dal mondo della cooperazione a fare il Ministro del Lavoro. Non credo che neanche oggi sia il momento per poterlo fare.
Avremo molti esempi per poterlo dimostrare e alcuni abbiamo già tentato di annunciarli intervenendo sulla legge dell'ATC per discutere di questo tema.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Ci ritroviamo a discutere un ordine del giorno con cui il Movimento 5 Stelle esprime la solidarietà a lavoratori ingiustamente licenziati e non ancora integrati.
Questo non è un attacco nei confronti dell'attuale Presidente del Consiglio, che allora era Presidente della REAR, ma è una solidarietà che noi cerchiamo di esprimere, ed esprimeremo in futuro, per tutti i lavoratori ingiustamente licenziati o non integrati.
Questo tema mi sta molto a cuore, perché ho sempre lottato e mi batter sempre per la tutela dei diritti delle persone.
Mi viene in mente l'articolo 1 della Costituzione, che recita che l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, o ancora mi viene in mente l'articolo 38 della Costituzione, che prevede che ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano previsti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale.
Penso a tutti i giovani che cercano un lavoro, a tutti i sacrifici effettuati negli anni anche a carico delle famiglie. Ci sono famiglie sottoposte a grandi sacrifici per poter offrire un futuro ai propri figli per permettere loro di avere un titolo di studio e quindi un'integrazione nel mondo del lavoro. Si tratta di discriminazione, si tratta anche di non dare le pari opportunità a tutti i lavoratori.
Ne abbiamo parlato anche in Commissione, quando abbiamo discusso di cultura e del fatto di valorizzare tutti i dipendenti che lavorano nei Musei o nei Teatri: si parla sempre di penalizzazione di queste categorie di lavoratori.
Pertanto, mi chiedo se veramente tutti ci facciamo un esame di coscienza e valutiamo quest'ordine del giorno, che - ripeto - in questo caso prevede la solidarietà nei confronti dei lavoratori della REAR, ma un domani potrebbero essere altri lavoratori, perché il nostro compito è quello di rispettare i diritti costituzionali ed i diritti umani. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente Laus in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa all'Aula, ma chi vi sta parlando in questo momento è il Consigliere regionale. Per responsabilità, sono tenuto almeno ad illustrare, a dire come vedo io il mondo, la mia fotografia, perché usiamo delle macchine fotografiche completamente diverse.
Quest'ordine del giorno non può essere votato, perché è un ordine del giorno falso, è un ordine del giorno "farlocco", è un ordine del giorno costruito con una serie di accozzaglie di elementi messi assieme. Dopo aver messo assieme queste accozzaglie di elementi, c'è una proiezione di un film completamente fantasioso.
Entro nel dettaglio e parlo di sentenze.
Intanto, se fosse vero quello che è stato detto, significherebbe che nella Regione Piemonte non c'è una sola organizzazione sindacale, un sindacalista serio che denuncia il Presidente di un'azienda con un comportamento antisindacale. Mai nessuno, cioè, si è permesso di fare una denuncia antisindacale.
Tanto dovevo, e questa è la prima parte.
Perché dico che questo documento è "farlocco"? E' "farlocco", intanto perché mai nessun giudice ha chiesto ed ha obbligato l'azienda al reintegro di una persona. Mai. E mai l'azienda si è permessa di licenziare una sola persona per non aver voluto accettare quello che loro chiamano "la decurtazione dello stipendio". Se così fosse, non sarebbe violata una norma giuslavoristica, ma sarebbe violato l'abc dei diritti civili ed umani. E questo è ancora più grave.
Cosa succede? Succede che un giorno - e questa è la questione del regista, quindi approfitto per parlarne in questa sede - un signore, un dipendente della cooperativa.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Laus.
C'è un signore, tra il pubblico, in alto, che sta filmando. Invito quel signore a smettere di filmare, perché la seduta è già on line e non abbiamo bisogno di aggiunte.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Dicevo che questo dipendente, questo lavoratore al quale si vuole dare solidarietà, si presenta un giorno al Museo del Cinema - committente dell'azienda - con una maglietta sulla quale c'è scritto: "Sospendeteci tutti".
Provate ad immaginare se i commessi si presentassero in aula con una maglietta del genere (e avessero anche ragione): "Adesso sospendeteci tutti".
Si innesca un diverbio tra il lavoratore e il responsabile, e alla fine il lavoratore resta lì. In seguito il lavoratore viene sospeso, va in azienda e viene difeso da un sindacalista, il quale adduce determinate argomentazioni difensive, che potete leggere nella prima sentenza del tribunale.
Cosa afferma questo lavoratore? Afferma: "Io sono tifoso del Torino Calcio. La maglietta che indossavo il giorno della contestazione era bianca ed io avevo scritto sopra, con una tratto pen 'Adesso sospendeteci tutti'.
Questa scritta era finalizzata ad esprimere solidarietà nei confronti dei tifosi del Toro e della Fiorentina, sospesi per tafferugli. Volevo dimostrare a mio fratello che, pur non avendo la maglietta del Toro, anche io potevo essere un trasgressivo. Mio fratello lo avrei dovuto incontrare in Piazza Castello, al termine della giornata di lavoro. Quel giorno non c'erano partite".
In sostanza, questo signore, questo ex dipendente, sostiene che la scritta sulla maglietta si riferiva ad uno slogan noto ai tifosi del Torino Calcio, che, in qualità di tifoseria gemellata con i gruppi ultras della Fiorentina, protestavano in quei giorni per le recenti sospensioni DASPO avvenute a danno dei tifosi. Voi avete tutte le sentenze: questo è stato detto davanti al giudice.
Il giudice, di fronte a delle argomentazioni di questo tipo, ha detto: "Sì, va beh, il lavoratore ha sbagliato. Optate, come azienda: lo volete reintegrare gentilmente o gli riconoscete due o tre mensilità?". L'azienda ha scelto di riconoscere due o tre mensilità.
Nelle sentenze della Corte d'Appello non si parla di questo signore.
Stiamo parlando di una cosa assolutamente diversa (un lavoratore che mai ha lavorato al Museo del Cinema) e stiamo parlando di profili economici.
Questo signore ha raccontato a determinate persone la storia non vera e sulla storia non vera il regista (quel famoso regista che non ritira il premio) ha fatto un film basato sulla sua immaginazione. Il regista dice: "Ai lavoratori è stato posto un ricatto: se non vi tagliate lo stipendio siete licenziati".
Di cosa stiamo parlando? Come dicevo, è tutto frutto di fantasie.
Per quanto riguarda le dimissioni del Presidente dalla società, avete fatto un comunicato stampa, ma - chiaramente - vi siete distratti, perch nel vostro comunicato stampa non avete nemmeno notato (e presiedete la Commissione) che non sono più Presidente della società. E stiamo parlando di una Giunta per le Elezioni che verifica l'incompatibilità e l'ineleggibilità. Poi, avete corretto il tiro, ma siete distratti! Quindi siete stati distratti! Detto questo, il sottoscritto è stato Presidente della società e non è Presidente della società, non per questioni normative, non per rispetto dell'Istituzione (poi, dovremmo chiarire cosa significa rispetto dell'Istituzione!). Il sottoscritto si è dimesso dalla società per rispetto dei committenti, perché quando un committente chiama il Presidente di una società, questo non può dire: "Sono impegnato, mettiti in coda".
Assolutamente no, perché non c'è nessuna incompatibilità! Ci sono due tipi di politici: quelli che prendono le mazzette e le tangenti (e sono un anello della catena della corruttela), quelli che si fanno scoprire e quelli che non si fanno scoprire, e poi ci sono altri politici - come tanti.



(Commenti del Consigliere Bono)



LAUS Mauro

Ci sono altri politici.
Sì, sì: o è nero o è bianco, qua. Tertium non datur! Ci sono invece dei politici che non hanno nemmeno la falangetta, non dico lo scheletro.



(Commenti del Consigliere Bono)



LAUS Mauro

Non mi interrompa, gentilmente.



(Commenti del Consigliere Gariglio)



PRESIDENTE

Per cortesia, lasciamo completare l'intervento al Consigliere Laus perché nessuno è stato ancora interrotto.
Vada avanti, Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Grazie, Presidente.
Dopodiché - dicevo - ci sono altri Consiglieri, come il sottoscritto che non sono ipocriti, perché io non sono il proprietario di quella società ed è come se avessi messo un braccialetto elettronico: ovunque va la società, tutti possono sapere dove è andata, perché è andata, come ha vinto, e voi avete la possibilità di andare a verificarlo. Ma io, in questo momento, non devo difendere né me stesso né la società: io devo difendere la correttezza istituzionale.
Non si può far perdere tempo ai cittadini piemontesi architettando delle cose assolutamente false. Pertanto, per opportunità io sto all'interno della società. Se avessi voluto fare un gioco sporco sottobanco avrei messo i prestanome. Invece no, ed è una società privata dove può lavorare mia madre, mia sorella e chiunque voglia.
Io sono stato precario e oggi, nonostante la mia precarietà e le mie difficoltà - ricordo che questa non è la mia terra - quando sono arrivato qui il mio primo lavoro è stato.



PRESIDENTE

Invito il Consigliere Bono a lasciar concludere il Consigliere Laus.



LAUS Mauro

Il mio primo lavoro è stato fare il parcheggiatore al Lingotto: questa è la dignità del lavoro. Nel frattempo studiavo e superavo gli esami.
Auguro a voi di proseguire con questo tipo di dignità.
Sulla questione economica - e chiudo perché devo stare nei tempi dovete studiare! Questa assemblea legislativa non può essere rappresentata da persone che non conoscono l'ABC delle tematiche del lavoro. Ve lo spiego.
Ci sono sentenze, anche della Corte d'Appello che dicono una cosa, ma dicono anche la cosa opposta. Un'ora lavorativa.
Presidente.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Vada avanti. Non mi pare che il Consigliere Laus stia offendendo nessuno, quindi può proseguire nel suo intervento.
Lasciamo finire il Consigliere Laus.



LAUS Mauro

La retribuzione. Chi è attento ai lavoratori deve sapere che non esiste la questione dei lavoratori del comparto museale e di altri lavoratori.
Oggi, in Italia, un lavoratore firma contratti sindacali riconosciuti e legittimi: cooperative, Consigliere Vignale, e aziende.
Un lavoratore può percepire 3,90 euro per i servizi di cui state parlando. L'INPS affida questi appalti a questi importi; l'INPDAP anche nei Tribunali chi apre la porta viene retribuito da un'azienda a 3,90 euro l'ora. Ma quando all'ASL di Torino - l'ASL n. 4 - 40 dipendenti della società REAR hanno chiamato il Consigliere Bono e hanno detto: "La REAR era straordinaria perché eravamo tutti dipendenti, ci pagava queste cifre e adesso noi dobbiamo perdere tutto quello che abbiamo, a parità di mansioni con un'altra società ad un importo di circa quattro euro". A quel punto, il Consigliere Bono, anziché dare solidarietà ai lavoratori, è scappato altrimenti era costretto non solo a fare i complimenti al Consigliere Laus ma anche a votare il Consigliere Laus.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della classe III B dell'Istituto superiore statale "Fermi-Galilei" di Ciriè (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe III B dell'Istituto superiore statale "Fermi-Galilei" di Ciriè in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 54 presentato dai Consiglieri Bono, Bertola e Frediani, inerente a "Solidarietà ai lavoratori della REAR Società Cooperativa REAR ingiustamente licenziati e tuttora non reintegrati, a seguito della condanna in Appello presso il Tribunale del Lavoro della REAR Soc. Coop." (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con il dibattito sull'ordine del giorno n. 54.
La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Io, come altri Consiglieri, non sono nuovo di quest'Aula, ma credo non sia mai giunta in Aula una situazione di questo tipo. Io stesso, quando ho avuto l'avventura di presiedere il Consiglio regionale, sono stato attaccato pesantemente da brillanti Capigruppo dell'opposizione, ma gli attacchi riguardavano sempre una contrapposizione di tipo politico inerente alla conduzione dell'Aula.
Trovo l'uso che il Movimento 5 Stelle ha fatto oggi delle sue prerogative consiliari estremamente offensivo per la dignità di quest'Aula.
BONO Davide (fuori microfono) Tu sei offensivo per l'Aula!



GARIGLIO Davide

Non dico l'uso fatto dello strumento ordine del giorno o della mozione ma dell'uso che in quest'Aula viene fatto di lavoratori e lavoratrici che sono stati chiamati in causa non per esprimere loro una solidarietà, perch l'ultimo dei problemi che hanno i proponenti di questo ordine del giorno è esprimere solidarietà a quei lavoratori.
La finalità di questo ordine del giorno.



(Accese proteste del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Consigliere Bono, se continua così, sono costretto a sospendere la seduta.



(Accese proteste del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Consigliere Bono, lei è intervenuto senza che nessuno l'abbia interrotto: lasci parlare il Consigliere Gariglio.



(Accese proteste del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Quando i Gruppi vorranno riprendere i lavori, li riprenderemo altrimenti finisce qui.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.19, riprende alle ore 12.20)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Invito i Consiglieri a prendere posto.
Chiedo un attimo di silenzio. Credo sia corretto riprendere la discussione e il confronto che deve rimanere, ovviamente, all'interno di una discussione civile.
Vi prego anche di considerare che sta assistendo ai nostri lavori una classe di ragazzi: il fatto di non riuscire a completare una discussione non è particolarmente educativo nei loro confronti.
Ora possiamo riprendere la discussione, restituendo la parola al Consigliere Gariglio.
Ricordo che ci sono ancora due Consiglieri del Movimento 5 Stelle iscritti a parlare; presumo che nessuno li interromperà, quindi lasciamo che anche i Consiglieri di maggioranza possano esprimere quello che pensano.
Se un Consigliere si sente offeso, alza la mano e chiede di intervenire per fatto personale e l'Ufficio di Presidenza glielo consentirà.
Prego, Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Riprendo da dove sono stato interrotto.
L'intendimento del Movimento 5 Stelle, presentatore di quest'ordine del giorno, è stato presentato con molta trasparenza nei primi interventi. Non mi ricordo se nell'intervento del Consigliere Bertola o del Consigliere Bono, laddove hanno citato espressamente il nostro Regolamento argomentando come nel nostro Regolamento non fosse prevista la mozione di censura del Presidente del Consiglio, o la sfiducia del Presidente del Consiglio, cosa peraltro in linea con tutti i regolamenti di assemblee legislative esistenti in questa Repubblica.
I suddetti Consiglieri hanno detto: "Agiamo in questo modo perché noi vogliamo porre qui, con questo ordine del giorno, in quest'Aula, un atto di attacco politico, di censura e di condanna della persona che oggi presiede il Consiglio regionale".
Ecco perché ho detto, e ribadisco sperando di non essere interrotto che dei lavoratori che vengono citati in questo ordine del giorno si sta facendo un uso strumentale. Li si utilizza non tanto per affrontare il problema, quanto, per come è stato dichiarato negli incipit dei due interventi richiamati, per colpire politicamente la persona che, in questo momento, grazie al voto di questa Assemblea, la dirige e rappresenta.
Trovo molto sbagliato questo. In primis perché noi abbiamo sempre avuto delle contrapposizioni anche molto dure in quest'Aula, ma abbiamo sempre rispettato la terzietà dell'organo chiamato a presiedere e gestire i lavori dell'Aula. Contrapposizioni dure ci devono essere, ci deve essere scontro qui dentro, è giusto che le posizioni legittime vengano rappresentate, ma nessuno di noi si è mai permesso di mettere a repentaglio la rappresentanza che guida l'Assemblea. Parlo della Presidenza e dell'Ufficio di Presidenza in senso lato.
Questo ordine del giorno, invece, agisce strumentalmente per arrivare a tanto. Se si fosse voluto intervenire su una questione di merito, come sul trattamento di lavoratori che operano in un sistema di cooperazione, che è committente di appalti pubblici più vari, allora la questione andava affrontata in altri termini, interessandosi di un intero settore, magari facendo anche un focus sull'azienda, ma non mettendo i due piani in sovrapposizione. A me spiace che questo sia stato fatto, perché parliamo di donne e di uomini, lavoratori di un insieme di società e di cooperative che oggi sono in difficoltà, che meritano, da questo Consiglio, un'attenzione come esseri umani e non come strumenti al servizio di logiche politiche di questa Assemblea.
Nessuno venga a fare a noi del Partito Democratico la lezione! Perch non c'eravate voi di fronte all'Agrati di Collegno quando l'azienda ha chiuso, avendo il pieno di commesse, per trasferirsi fuori, ma c'era la collega che mi sta accanto, c'è stato l'attuale Sindaco di Collegno, gli amministratori del Partito Democratico. Potrei ancora citare la vicenda dell'Electrolux per parlare del Friuli o delle tante vicende citate nell'intervento dell'Assessore Pentenero in Commissione, dove si è fatto riferimento alle crisi aziendali.
Questo Paese vive un momento di grande difficoltà. Le armi e gli strumenti a disposizione della politica per intervenire sulle condizioni dei lavoratori, per provare non a fare speculazione, ma per migliorarle per dare loro opportunità, per evitare che le imprese continuino a chiudere, sono molto poche; l'utilizzo di tali strumenti ha margini di efficacia molto dubbi (lo sa l'Assessore Porchietto che ha faticato molto nei cinque anni passati per far fronte a queste crisi).
Siamo disposti a confrontarci; siamo disposti a ragionarci; siamo disposti ad audire tutti coloro che devono essere auditi; siamo disposti ad incontrarli e ad usare la nostra potestà legislativa per cercare di intervenire quanto possibile per dare strumenti e opportunità.
E quando il Presidente Chiamparino dice che l'alfa e l'omega di questa legislatura è il lavoro, dà chiaramente l'impostazione e l'imprinting che questa Giunta regionale e questa maggioranza vuole dare al suo mandato. Non siamo disposti, però, ad un uso strumentale delle persone e a fare giochetti da vecchia politica in Consiglio regionale, come quello di presentare ordini del giorno per mettere in condizioni di difficoltà o per provare a lucrare qualche titolo sui giornali. C'è gente che è arrivata tardi qui, ma che ha imparato in fretta le pratiche degli anni passati! Noi a questi giochi non ci stiamo. Rispettiamo tutti i lavoratori di tutte le società e di tutte le cooperative interessate. Ci consideriamo indegnamente al loro servizio e cercheremo, con l'intelligenza e la passione che abbiamo, di dare sostegno alla loro attività. Ma non siamo assolutamente disposti a farci prendere per il naso da pratiche strumentali e da modi di usare le facoltà che derivano da questa Assemblea non degne di questa Assemblea. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliera Batzella, non si può intervenire due volte in fase di dibattito generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Quando il Consigliere Gariglio dice che noi utilizziamo gli ex lavoratori di questa cooperativa in modo strumentale e quando dice che ai cancelli delle fabbriche c'era il PD e non noi, inviterei il Consigliere Gariglio a parlare con gli ex lavoratori della REAR, e chiedere a loro se siamo noi quelli che li strumentalizzano, o se, invece, siamo quelli che in qualche misura, li difendono.
Abbiamo sentito il collega Bono, il collega Vignale, abbiamo sentito il Presidente Laus in merito a precise questioni, quelle che sono oggetto del nostro ordine del giorno.
Ognuno si può fare un'idea in base a queste descrizioni: in base alla descrizione del singolo avvenimento o in base alla descrizione del mondo delle cooperative ben fatta dal Consigliere Vignale. E' a vostra discrezione giudicare nel bene o nel male quello che è accaduto. Nel bene o nel male bisogna giudicare a fronte di una lettura delle sentenze dopodiché si avrà un giudizio il più possibile oggettivo.
Detto questo, se il Consigliere Bono fosse in questo momento al posto di un'altra persona che dirigeva una cooperativa che è finita in questa vicenda, io interrogherei per primo il Consigliere Bono, ma poi mi andrei ad informare. Se il mio giudizio fosse positivo, difenderei il Consigliere Bono; ma se fosse negativo, inviterei il Consigliere Bono a dimettersi dal Movimento 5 Stelle, non a restare in campo nella nostra forza politica.
Il giudizio va dunque ponderato, ma poi bisogna prendere le opportune decisioni. Non si possono difendere i lavoratori nei giorni pari e non nei giorni dispari. Bisogna avere un'unica coscienza, non una doppia coscienza! Penso che i colleghi Consiglieri del centrosinistra possano fare questo approfondimento con serenità e con tranquillità. Ma devono trarne delle conseguenze: non possono ignorare quanto da noi descritto. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Stigmatizzo in modo deciso le reazioni della maggioranza, anche attraverso il suo Capogruppo Gariglio, che è sembrato molto aggressivo nei nostri confronti su un tema che, invece, dovrebbe essere patrimonio di tutto il Consiglio e, quindi, anche della sinistra. Noi cominciamo a pensare di aver messo il dito su un tema molto delicato, e di aver toccato questioni politiche che mettono in difficoltà la maggioranza. Non mi riferisco ai singoli Consiglieri che non si sono espressi, ma di certo questo tipo di reazione ci risulta quanto mai inaspettata. Sinceramente, mi attendevo tutt'altro tipo di dibattito e tutt'altro tipo di tono. È chiaro che agli attacchi personali ad un Gruppo si reagisce.
Il Consigliere Gariglio ha detto che non si sono mai verificati casi simili: probabilmente, in passato, non ce n'è stata necessità, perch abbiamo sempre avuto figure istituzionali al di sopra di ogni sospetto, al di sopra di ogni dubbio, assolutamente cristallini nella posizione che occupavano.
Incolpare chi denuncia delle situazioni ambigue non è una soluzione perché non risolve il problema. Non capisco assolutamente quest'ostilità da parte dei colleghi Consiglieri di fronte ad una questione che si pone all'attenzione dell'Aula; questione di cui si potrebbe tranquillamente dibattere mantenendo dei toni decisamente più civili, senza dare quello spettacolo che abbiamo visto prima.
Tutti sanno che la questione del lavoro è all'ordine del giorno a livello nazionale. Sappiamo anche che le cooperative sono uno strumento utilizzato spesso in modo improprio per aggirare i già scarsi diritti dei lavoratori; adesso si parla addirittura di abolizione dell'articolo 18, per cui questo tema viene sollevato anche per restare in linea con l'agenda nazionale. Di fatto siamo consapevoli di situazioni che si pongono già al limite della legalità. Questo era il tema dell'ordine del giorno.
Dopodiché, se questo fosse il tema del dibattito, tutti i Consiglieri dovrebbero essere più o meno d'accordo, e non dovremmo vedere alzare i toni in questo modo.
Sul fatto che sia successo proprio oggi, mi sembra che puntare il dito su chi denuncia situazioni poco chiare, alla luce di una sentenza che, se fosse stata nota al momento delle elezioni del Presidente del Consiglio regionale, forse avrebbe determinato delle riflessioni diverse da quelle attuali, sia sorprendente.
Aggiornare l'agenda alle sentenze a quanto abbiamo appreso negli ultimi giorni ci sembra un atto dovuto e non capiamo assolutamente questa reazione.
Ci aspettiamo, perlomeno, un dibattito civile sul tema dei lavoratori.
Perché quando c'è un fatto acclarato di violazione dei diritti si dovrebbe discutere di quello e non puntare alla contrapposizione politica a tutti i costi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Ruberò veramente pochi minuti, riprendendo un po' il tema che aveva toccato già il Consigliere Vignale precedentemente e, poi, svolgerò solo qualche riflessione di carattere più politico.
Oggi il tema da affrontare non è tanto quello di carattere personale quanto quello inerente alle motivazioni che spingono a ragionare sul contratto dell'UNCI, che in questi anni ha fatto veramente parlare tutti in vari ambiti. Lo dico anche quale precedente Assessore al lavoro: mi sono trovata - devo dire con il silenzio dell'Aula, mi permetto di sottolinearlo in vari momenti a dover, comunque, contrastare quello che era un tema legato alle crisi di aziende, che entravano in tale situazione anche perch i loro fornitori applicavano questo contratto, e questo contratto è stato oggetto di diatribe significative.
Non è un caso - lo ricordo solo per chi non ha seguito questa vicenda che, nel 2013, con un decreto ministeriale del MISE, all'UNCI venne revocato il riconoscimento di associazione di rappresentanza; poi, ahimè il 12 giugno 2014 - pochi mesi or sono - il TAR Lazio ha annullato questa revoca da parte del Ministero.
Penso sia chiaro a tutti che il tema è comunque difficile da affrontare, perché alla base c'è un utilizzo - mi permetto di sottolinearlo anche così - border line di contratti.
Così come abbiamo auspicato, sia in modo formale sia in modo un po' meno formale, in relazione a tavoli di crisi, ritengo fondamentale, oggi per quest'Aula cominciare a ragionare, come diceva prima il collega Vignale, su un approfondimento delle tematiche che portano molte cooperative ad applicare ancora un contratto che è sotto la lente di ingrandimento non soltanto da parte di quest'Aula oggi, ma anche da parte di chi si occupa di tematiche del lavoro.
Pertanto, auspico che, in realtà, nelle prossime settimane, si possa porre in sede delle Commissioni consiliari, attraverso ordini del giorno condivisi, un'attenzione particolare sul sistema delle cooperative, proprio perché va tutelato un sistema. E' un sistema importante per noi e, nella IX Legislatura, la precedente Giunta ha regionalizzato quella che era la legge nazionale sulle cooperative, a salvaguardia dei livelli occupazionali.
Quindi, non è un tema che non si è toccato, però è la prima volta che vedo scaldarsi così l'Aula, non tanto su un fattore dirimente, quale l'applicazione o meno di un contratto, che sicuramente mette in difficoltà le cooperative che operano con un'attenzione ai lavoratori, ma lo si personalizza.
Aggiungo un passaggio: auspico - lo dico sia al Presidente d'Aula in questo momento, sia al Presidente del Consiglio regionale, sia al Presidente Chiamparino - che non si scada, come è avvenuto, ahimè - lo dico soprattutto al Capogruppo della maggioranza Davide Gariglio - su personalizzazioni delle situazioni, come abbiamo visto nella precedente legislatura. Mi è sembrato un déjà vu quanto è successo e vedo che anche il Presidente Boeti annuisce.
Guardate che, molto spesso, nella passata legislatura, gli attacchi sono stati personali, alla Giunta e al Presidente della Giunta, e non fa bene a nessuno, né oggi né alla precedente legislatura.
Quindi, spero che su questo anche il Capogruppo Gariglio ci pensi un attimo, perché non è la prima volta che in quest'Aula succede e non è sicuramente una bella figura per tutto il Consiglio in questo ambito.
Ritengo importante andare su atti e temi concreti, che sono quelli posti attraverso un ordine del giorno - mi permetto di dire che anch'io non avrei puntualizzato e personalizzato così, ma avrei posto il tema sul vero problema, che è quello di cui abbiamo parlato in questo momento - e si torni a discutere con serenità e con attenzione.
Sono certa che anche la società di cui stiamo parlando prenderà atto che quel contratto è meglio rivederlo ed è probabile che sia opportuno applicare altre forme contrattuali, a prescindere da un riconoscimento economico di altra natura, molto più elevato rispetto a quanto questo contratto sta indicando. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Porchietto.
Credo che l'Aula sia d'accordo con le sue riflessioni, si deve evitare di personalizzare il dibattito e stare sui livelli politici e sui problemi che ha questa regione.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Ringrazio l'ultimo intervento, lo dico sinceramente, anche perché ha riportato parte della discussione ad un punto di merito, che mi sembra fondamentale.
Dico di più: ho guardato un po' in giro lo stato dei contratti delle cooperative e, prima di proporvi un intervento atipico, posso dirvi che questi si aggirano, più o meno, tra Torino e la provincia, ma nella regione la situazione non è diversa, tra i 5,44 euro l'ora e i 6,10, i 4,95, i 5,78, i 4,15, i 4,35 e i 5,70: stiamo parlando di paga base oraria lorda! Inizio con queste cifre per dire che, come Gruppo, come sapete, la solidarietà ai lavoratori, anche questi citati, è stata espressa ben prima di questa discussione, così come è stata espressa a tutti i lavoratori e soci lavoratori delle cooperative in ordine alle sofferenze dei propri redditi e all'applicazione di contratti nazionali, secondo noi, sbagliati.
Allora, vi propongo una via d'uscita e da Gruppo di sinistra utilizzo il termine copy left. Cioè, invece di svolgere un intervento, vi leggo il testo che desidererei votare come mozione, tra virgolette, "di indirizzo" su questo oggetto, che esce dalle vicende personali di quest'Aula e anche dai fatti citati in questa sede.
L'oggetto è il seguente: "Promozione dei contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali maggiormente rapprasentative a livello nazionale nella categoria e riconoscimento della giusta retribuzione".
Il testo della mozione recita: "Considerato che secondo quanto riportato dalle organizzazioni sindacali piemontesi - mi pare che la Consigliera Porchietto non dicesse cose diverse - e dalla carta stampata sono diversi i contratti di lavoro applicati nei musei torinesi e piemontesi, tra questi, oltre il cosiddetto 'ministeriale', il contratto di 'Federculture' e il 'Multiservizi', esistono contratti come quello firmato dall'UNCI che prevedono paghe bassissime.
Rilevato che l'UNCI (Unione nazionale cooperative italiane) firma questo genere di contratti con sigle sindacali di minore rappresentanza (CONFSAL, CISAL FESICA e CNAI) quest'ultimo contratto citato è stato oggetto di diverse critiche e con sentenza n. 3818 del 2010 il Tribunale di Torino ha dichiarato il contratto UNCI lesivo della dignità della persona poiché violerebbe l'articolo 36 della Costituzione italiana: 'Il lavoratore ha diritto ad un retribuzione proporzionale alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa' rilevando peraltro una 'sensibile disparità di trattamento economico' derivante dall'applicazione dei diversi contratti di lavoro applicati a parità di mansione fino a una differenza retributiva di circa il 35 la sentenza succitata suggerisce un chiaro punto di vista su questa anomalia: non si vuole sostenere che soltanto le sigle sindacali con maggiore rappresentatività possano legittimamente stipulare contratti collettivi e definire trattamenti retributivi. L'articolo 39 della Costituzione garantisce la piena libertà sindacale, ma è ovvio che non pu avvenire in contrasto con il diritto del singolo, intangibile da qualunque organizzazione sindacale, di percepire la giusta retribuzione ai sensi dell'articolo 36 della Costituzione".
Arrivo all'impegno, così comprendiamo anche il tema della solidarietà: "Il Consiglio regionale, sensibile alle manifestazioni dei lavoratori e dei soci lavoratori delle cooperative in ordine alla sofferenza dei propri redditi, già gravati dalla particolare congiuntura economica, richiede un impegno a introdurre da parte dei committenti regionali, dei committenti partecipati dalla Regione Piemonte o dei committenti cui la Regione trasferisca continuamente risorse pubbliche, nell'individuazione attraverso procedura pubblica dei soggetti cui affidare servizi, la clausola di trattamenti economici e normativi complessivi non inferiori a quelli dettati dai contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale nella categoria, al fine di fornire garanzie adeguate ai lavoratori per ottenere una retribuzione proporzionata".
Questa è una mozione che - bastano cinque Consiglieri - se volete possiamo depositare tutti insieme e continuare a discutere.
Trovo giustissime le parole del Consigliere Gariglio quanto dice di mettere in campo la Commissione lavoro, che ha gli strumenti per un'analisi sull'applicazione dei contratti collettivi nazionali, per tornare guardate, ci sono riusciti gli americani, c'è riuscita l'Amministrazione Obama! - al netto in busta paga, alla giusta ricognizione di quello che noi dobbiamo fare sulle nostre stazione appaltanti e sul fatto che non vengano utilizzati contratti nazionali "farlocchi" per violare alcune normative proprio sulla libera concorrenza.
Se è su questa base che si vuole continuare la discussione, credo che a prescindere dalle cose che non condivido dell'ordine del giorno del Movimento 5 Stelle.
Ad esempio, buon costume sarebbe non citare in un ordine del giorno l'operato dello stesso Gruppo, perché ovviamente, se si dice "tutta la politica torinese non ha fatto abbastanza, noi abbiamo fatto abbastanza", è già un ordine del giorno che si chiude in se stesso.
Io lo dico così, per il futuro, visto che l'ho letto stamattina. In effetti, mi era arrivato ieri notte, ma non l'avevo letto (e lo dico anche per dovere d'ufficio).
Se si vuole continuare su un altro solco per parlare poi alla fine del vero problema che abbiamo di fronte, cioè la nostra responsabilità su questa vicenda - la nostra, non quella dell'ex Presidente Laus, la nostra credo che, firmando questo atto, o comunque dicendo che la Commissione lavoro può andare avanti su questa ricognizione per dare degli indirizzi alle stazioni appaltanti, si possa cambiare anche il verso della discussione di oggi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Più che un intervento sulla discussione generale - premesso che i colleghi hanno già esposto il nostro atto di indirizzo - volevo fare una serie di osservazioni rispetto ad affermazioni fatte in quest'Aula.
E' un intervento che può anche essere preso in parte come intervento ai sensi dell'articolo 68 del Regolamento, quando si parla d'intervento per fatto personale, perché a questo Gruppo sono state attribuite consiliare delle parole e dei pensieri che non gli appartengono.
Però vorrei prima fare un richiamo a quello che ha detto il Presidente Laus, quando ci ha dichiarati distratti. Non siamo distratti, siamo molto attenti; attenti al punto da non avere mai citato la sua posizione come causa di ineleggibilità, incandidabilità e incompatibilità. Non ne abbiamo proprio parlato.
Diverso è parlare dell'opportunità.
Quindi, veramente vorrei che si stesse sul merito della questione perché poi, Presidente Gariglio, lei ha citato come esempio l'Agrati di Collegno. Io la invito ad andarsi a vedere gli atti parlamentari, perché, a parte il fatto che alcuni dei nostri erano presenti davanti allo stabilimento Agrati, abbiamo presentato immediatamente un atto in Parlamento a prima firma dell'Onorevole Castelli, che è anche di Collegno.
E' collegnese ed era lì davanti.
Quindi, Presidente Gariglio, se vogliamo stare al merito della questione, discutiamo, ma lei non si deve permettere di dire che il Movimento 5 Stelle non si occupa dei lavoratori. Non si deve permettere! Ritorniamo alla questione. Noi qui, date le premesse, stiamo chiedendo all'Aula se intende o meno esprimere solidarietà ai lavoratori ingiustamente licenziati. Attenzione, perché noi siamo qui per discutere non per attribuire pensieri agli altri o per offendere gli altri. Siamo qui per discutere.
Se poi si vuole ampliare il senso dell'atto d'indirizzo e chiedere anche che venga fatta una ricognizione sulle retribuzioni dei lavoratori delle cooperative, noi siamo ben felici, così come siamo felici se la Commissione consiliare competente vuole occuparsene. Però qui il merito della questione è limitato a questo: all'esprimere o al non esprimere solidarietà a questi lavoratori. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Nel tentativo di rasserenare un po' il dibattito e sdrammatizzare la situazione, voglio solo fare un ragionamento di metodo con i colleghi del Movimento 5 Stelle.
Io non riesco ad accalorarmi a questa discussione, perché trovo un po' buffo che nella normale polemica che può animare legittimamente un confronto e anche uno scontro politico, si utilizzi la propria posizione per portare degli attacchi e delle critiche anche molto dure, poi però non si accetti il cosiddetto contrattacco, cioè di esserne oggetto. Dico questo, perché in politica non può funzionare così. Nel senso che non credo che ci si possa indignare del fatto che qualcuno replichi e risponda.
Io questo lo voglio dire davvero in termini generali, altrimenti sono un po' preoccupato degli anni che ci aspettano, nella misura in cui credo che sia un po' la base di qualunque confronto - non voglio neanche dire democratico - semplicemente assembleare, perché è così che si fa.
Forse, effettivamente, quando si è abituati a fare la critica soprattutto su contesti mediatici che non prevedono la replica, ci si abitua un po' bene a non ricevere la controrisposta.
Su questo tema voglio intervenire sulla falsariga di quanto già detto precedentemente dai colleghi, soprattutto Vignale e Porchietto ma ripreso anche dal collega Grimaldi. Credo che nessuno in questa sede negherebbe la solidarietà a lavoratori a cui, condivisibilmente o meno, delle sentenze e quindi degli organismi giudiziari hanno già riconosciuto la "ragione", se vogliamo.
Il problema è un altro, però. Quando vi viene detto che è un'operazione strumentale - non voglio suscitare rabbie e polemiche - ritengo che non si voglia dire (almeno così ho interpretato) che non vi interessano i lavoratori di REAR o la loro sorte.
Ritengo che si voglia dire - ma l'avete proclamato voi, all'inizio del dibattito - che, in realtà, il motivo per cui è l'unico caso che ha suscitato un vostro intervento di indirizzo in questa sede è perché si voleva arrivare a contestare la figura del Presidente. Io credo che sia quanto meno un po' buffo che vi arrabbiate su questo, quando voi l'avete proclamato in premessa: l'avete annunciato voi.
E' una cosa legittima e normale; non gradevole, secondo me, perch sposta una tematica di carattere generale molto importante su una vicenda di dettaglio.
Questo, secondo me, deve rimanere un principio di metodo, non tanto per simpatia o antipatia al singolo collega, ma per una questione di compiti istituzionali dei vari enti.
Io sono dell'idea che se c'è un ordinamento giuridico che consente ad un cittadino che si veda leso nei propri diritti di ricorrere a degli organismi giudiziari - e lo può fare, lo fa e gli viene anche data ragione non sia poi sensato che una sede legislativa vada invece a riprendere quell'indirizzo per dargli delle conseguenze politiche. Ciò semplicemente perché arriveremmo al giorno in cui i Consigli regionali emettono le sentenze e i tribunali promulgano leggi.
Allora forse c'è qualcosa che non va, nel senso che non a caso individuiamo - e purtroppo vedo dei gesti dei colleghi - che forse da questo elemento potremmo arrivare ad un "dunque".
Abbracciando anche l'impostazione, sempre costruttiva, del collega Grimaldi, si potrebbe provare a dire: se interessa il problema della condizione dei lavoratori, allora attiviamo gli strumenti che sono nella disponibilità dell'Ente regionale per arrivare ad una tutela concreta, ma generale, dei lavoratori. Perché sono dell'idea che qua il bello delle leggi è che, essendo provvedimenti generali, si applicano a tutti e con l'eccezione di nessuno, non si applicano solo a qualcuno o con l'eccezione di qualcuno. Sono generali apposta per questo.



PRESIDENTE

Consigliere Marrone, mi scusi. Devo chiedere al Presidente Chiamparino e al Presidente di Gruppo Pichetto di non fare salotto - naturalmente con tutto il rispetto per le loro riflessioni - mentre un Consigliere interviene.
Prego, Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Era solo un intervento per riportare l'attenzione sulla funzione dei lavori d'Aula.
Trovo, insomma, un po' particolare che in premessa si dica che si vuole portare solidarietà a quei lavoratori per contestare il ruolo politico del Presidente del Consiglio e poi si concluda il dibattito dicendo che invece, qui si sta discutendo solo della solidarietà a quei lavoratori.
Se si vuole portare la solidarietà a dei lavoratori, ci dobbiamo mettere d'accordo: o la portiamo a tutti quelli che si trovano con problemi di salario o di integrazione lavorativa.



(Commenti in aula)



MARRONE Maurizio

Sì, per carità, però il problema non è che me lo dovete minacciare.
Potrei anche firmarvelo, tanto non è che li devo pagare io o cose simili.
Il problema è un altro.
Se il problema è il lavoro si parla dei lavoratori, non si parla dei lavoratori della REAR, solo perché c'è una persona in questo Consiglio che è legata a quella società. E' solo questo il problema: non è un problema di contrapposizione.



(Commenti in aula)



MARRONE Maurizio

Concludo, perché non era mia intenzione interloquire.



PRESIDENTE

Consigliere, si rivolga alla Presidenza, non ai Consiglieri.



MARRONE Maurizio

Io vorrei solo capire se si vuole terminare questo dibattito con una dinamica che porti dei risultati concreti per qualcuno - possono essere lavoratori della REAR, lavoratori in generale del mondo cooperativo lavoratori in generale o chiunque altro - o piuttosto cercare di ingenerare un meccanismo per cui, se si nega la solidarietà a quei lavoratori, si è automaticamente collusi in chissà quale sistema di "inciucio" politico istituzionale, perché in realtà, in questo caso, sì che diventerebbe una strumentalizzazione, ma - intendiamoci - credo senza neanche troppi benefici per quei lavoratori stessi.
Personalmente sono d'accordo che questa, come qualunque vicenda, debba effettivamente portare a un ragionamento nelle sedi opportune, però con delle conseguenze pratiche. Anche perché, quando sento dire "ah, che immagine diamo", provo la sensazione che, in certi casi, l'immagine vada davvero a pesare forse di più della sostanza. Tra l'altro, quando si parla inevitabilmente d'immagine mediatica (perché questo è), mi suona ancora più strano se proviene da un Gruppo politico che rivendica l'autonomia dagli apparati mediatici.
Di conseguenza, secondo me, se il tema è la tutela del lavoro, siamo in un Ente che ha dei poteri per incidere su quel mondo, e allora sarebbe il caso che li attivasse, e li attivasse con delle proposte concrete e generali; se invece il tema è impostare l'indirizzo politico apposta per arrivare a un isolazionismo che divide tra buoni e cattivi, è un perseguimento politico legittimo, però io non trovo che sia molto costruttivo in una fase in cui il lavoro è davvero un problema da affrontare con grande serietà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Intervengo in questo dibattito perché è opportuno, secondo me, fare un distinguo fra quello che sta accadendo - e oggi abbiamo visto, da quando si è insediata la X Legislatura, un dibattito molto vivace - rispetto al fatto di fare passare argomenti come l'approvazione di leggi, tipo quella che abbiamo fatto stamattina, come leggine, quando invece danno stabilità lavoro, garanzia a delle persone.
Non mi piace in genere, e spero che in futuro si veda sempre meno, che l'opposizione spieghi alla maggioranza quello che dovrebbe fare e qualche volta la maggioranza riesca a dire all'opposizione come dovrebbe fare l'opposizione.
Se il Consigliere Bertola ritirasse questa mozione per riproporla esattamente nel modo in cui l'ha spiegata e illustrata nel suo intervento cioè che il Consiglio esprima la solidarietà a tutti i lavoratori ingiustamente licenziati, credo che il Consiglio potrebbe fare un ampio dibattito e trovare un'ampia condivisione. Ma appare del tutto evidente che diversa è la finalità se mettiamo un nome, un cognome e un titolo di un'azienda in particolare.
Qualche giorno fa, in Commissione l'Assessore ci ha presentato una sorta di bollettino sul quale dobbiamo lavorare con grandissimo impegno per impedire che ci siano tanti lavoratori ingiustamente licenziati per esigenze economiche e per la gravità della crisi economica. Attenzione: se si vuole andare a puntare il dito su questioni derivanti da atti del tribunale (che hanno una valenza nemmeno di tipo penalistico) per attaccare quella che è una figura istituzionale, allora dividiamo i due piani.
Giudichiamo la figura istituzionale per come si sta comportando nel merito istituzionale e, per quello che è dato a me osservare, sembra che lo stia facendo con molta sobrietà e gestendo anche - qualcuno l'ha detto anche dall'altra parte - con una vena d'ironia, stemperando quelli che possono essere i toni più accesi, quest'Aula durante i dibattiti. Quindi un plauso al Presidente.
Esprimo la mia solidarietà al Presidente che si trova nell'occhio del ciclone, ma, ripeto, se il Consigliere Bertola ritira la mozione così come l'ha presentata, io sono pronto a votarla e credo che tanti saranno pronti a farlo.
La solidarietà va a tutti i lavoratori ingiustamente licenziati: togliamo le etichette, i nomi, i titoli e le qualifiche, in modo che anche per loro si sgombri il campo dal fatto personale, escludendo l'intendimento di additare l'istituzione che sta guidando i lavori di quest'Aula.
Il contratto ha delle pecche, evidentemente, com'è stato più volte sottolineato nel dibattito. Possiamo impegnarci in prospettiva a presentare una mozione, e anche quella odierna del Consigliere Grimaldi potrebbe essere un auspicio, un'ipotesi da mettere in campo.
La mozione, così com'è presentata, non è votabile, poiché confonde due piani. Se si vuole visibilità mediatica per dire che il Presidente Laus non è al posto giusto in quest'Aula per fatti che non riguardano quest'Aula e che non inficiano assolutamente quello che è il suo operato anche fuori da quest'Aula, onestamente non mi sento in grado di sostenere un documento di questo tipo. E non mi piace che confondere questo argomento con la solidarietà ai lavoratori possa creare degli imbarazzi.
Distinguiamo i due aspetti: mettetene uno soltanto e siamo pronti credo - in tanti del Consiglio a darvi sostegno. Fareste anche una bella figura, visto che ne siete stati i primi firmatari.



PRESIDENTE

Ci sono ancora tre Consiglieri iscritti a parlare.
Consigliere Bono, per quale ragione vuole prendere la parola? Per diritto di replica, come primo firmatario o per chiedere il rispetto dell'orario? Per quanto riguarda il rispetto dell'orario, l'Ufficio di Presidenza sarebbe intenzionato a proseguire, considerato che in un quarto d'ora dovremmo terminare, per evitare di riprendere la discussione nel pomeriggio. Io credo che, in un quarto d'ora, venti minuti, siamo in grado di completare il ragionamento. Peraltro, se ricordo bene, l'impegno dei Capigruppo era stato di cominciare questa discussione e di concluderla.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sarebbe anche nostra intenzione finire prima di pranzo, però volevo solo comunicarle che chiederemo, come prevede il Regolamento, il voto segreto su quest'ordine del giorno.
Glielo comunico solo perché, ovviamente, ci vorrà più tempo per la votazione.



PRESIDENTE

Adesso valutiamo, Consigliere Bono.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Credo che quest'ordine del giorno abbia sollevato eccessivamente gli animi da parte di qualcuno in quest'Aula, anche perché ciò di cui stiamo parlando è di esprimere un parere di solidarietà nei confronti di lavoratori che hanno subito - come dice la sentenza - un licenziamento discriminatorio; se non anche - perché è collegata - una paga oraria che sicuramente i Tribunali hanno ritenuto con due sentenze - sia il Tribunale di Torino sia quello di Milano - non accettabile.
Si tratta di un aspetto della vita lavorativa che sicuramente va a ledere la dignità del lavoratore. Ovvero, quando un lavoratore nell'esprimere la propria opinione in ambito lavorativo, in modo discriminatorio viene licenziato, in modo punitivo.
Questo, storicamente, il mondo della sinistra l'ha sempre protetto in tutti i livelli, quindi per noi era facile fare polemica in questa direzione, ma non lo abbiamo mai fatto. Al contrario, nei nostri confronti sono state rivolte accuse pesanti: non voler difendere, il fatto di non fregarcene niente della dignità dei lavoratori, o di aver scritto un ordine del giorno "farlocco" e pieno di falsità.
Sono accuse che sinceramente rimandiamo a chi le ha dette in quest'Aula, soprattutto perché noi, nel testo di questa sentenza, ci siamo fatti esclusivamente a sentenze di Tribunale. Allora dovremmo pensare che le sentenze dei Tribunali sono farlocche? Dovremmo pensare che i licenziamenti discriminatori siano una pratica di uso comune che va bene soprattutto in momenti di crisi come questi? Noi crediamo di no. Noi crediamo che quest'Aula debba esprimersi su questa sentenza, esprimendo solidarietà a questi lavoratori che hanno subito un comportamento definito non accettabile da dei Tribunali, non dal Movimento 5 Stelle.
Quando si rivolgono queste accuse nei nostri confronti, le accuse vanno girate ai Tribunali che hanno emesso queste sentenze. Attenzione quando si parla, perché non siamo noi ad aver scritto queste sentenze.
Se si vuole dire che noi non vogliamo difendere la dignità dei lavoratori, lo si dice sulla base di cosa? Sulla base di quale atto? Noi partecipiamo con grandissima dignità alla vita politica nazionale abbiamo portato un'ondata di rinnovamento in questo Paese, il cui primo problema è la corruzione. È per questo che non si creano posti di lavoro e le aziende straniere non vengono ad investire in questo Paese.
E allora, quando a livello nazionale vediamo una discussione incentrata sull'abolizione dell'articolo 18. ma cosa ha detto ieri Bersani al direttivo del Partito Democratico? Ha detto: "Ragazzi, pensate di creare posti di lavoro togliendo dignità ai lavoratori? Togliendo l'articolo 18?".
Proprio così, Gariglio, dovresti fare attenzione all'ex Segretario del tuo partito, alle parole che ha detto. Ha fatto un intervento che mi è piaciuto: un intervento che non sentivo più da tanto tempo da parte di leader politici della sinistra.
Ma siamo dovuti arrivare a questo? Un ordine del giorno di solidarietà a lavoratori di una società, la REAR, che ha un fatturato di 21 milioni un fatturato di 21 milioni - quindi non una piccola cooperativa che fa fatica ad arrivare alla fine del mese.
Qui non siamo in condizioni di indigenza. L'indigenza la vivono i lavoratori che percepiscono cinque euro e 44 all'ora. Lo posso dire io che in estate ho lavorato, per pagarmi anche gli studi, per delle cooperative.
Il mondo delle cooperative è anche questo. Lo vogliamo migliorare? Sicuramente un'espressione di solidarietà da parte del Consiglio regionale piemontese può solo essere una cosa positiva.
Oltretutto, rispetto alla mozione presentata dal Capogruppo di SEL, la sentenza dice precisamente che va rispettato il contratto nazionale. Lo dice già la sentenza e noi l'abbiamo citato nel nostro ordine del giorno quindi ribadirla con una mozione diventa un po' ridondante.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente, sarò molto veloce.
Ribadisco, dopo aver ascoltato alcuni interventi, che sicuramente il Partito Democratico non accetta lezioni di difesa dei lavoratori da nessuno, da chicchessia, né in quest'Aula né fuori da quest'Aula.
Il Partito Democratico, sia personalmente sia con molti altri colleghi è sempre stato presente in ogni luogo di crisi, per cercare di rapportarsi sia con le organizzazioni sindacali sia con gli stessi lavoratori.
È assolutamente indispensabile ribadirlo sempre.
Per quanto riguarda quest'ordine del giorno, ravvisiamo la strumentalità del testo e del modo con cui è stato rappresentato.
Solidarietà ai lavoratori oggetto di discriminazioni, vere o presunte e di atti di intimidazione, vere o presunte, vedrà sempre il Partito Democratico schierarsi dalla parte della difesa dei lavoratori.
Su questo non riteniamo assolutamente ridondante l'ordine del giorno che ha succintamente illustrato il Consigliere Grimaldi; anzi, riteniamo che possa essere la base per un approfondimento che possa vedere coinvolti più Gruppi - lo stesso Partito Democratico - per cercare di portare all'attenzione di un prossimo Consiglio, come diceva anche il Consigliere Monaco, questo problema in modo generale, senza andare a cercare di trovare in un ordine del giorno, la cui collocazione potrebbe essere, anche per come è stata rappresentata, molto strumentale.
La cultura del sospetto, in quest'ordine del giorno, è sicuramente abbondante. Quando uno ha degli elementi, deve rivolgersi alla Magistratura. Quando si hanno elementi per ritenere che un componente di questa o di un'altra Assemblea abbia praticato un comportamento non rispettoso della normativa, prima di venire in un'Assemblea elettiva dovrebbe recarsi da un Magistrato e raccontare tutto.
Questo, a prescindere dall'ordine del giorno qui rappresentato.
Per questo motivo, ritengo opportuno che il Partito Democratico voti convintamente "no" a questo ordine del giorno, ma che sia assolutamente disponibile a riprendere il tema anticipato dal Consigliere Grimaldi, per riportarlo all'attenzione di quest'Aula, in modo molto più generalizzato, e non focalizzandolo su un singolo caso.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Voglio iniziare subito dicendo la frase che ho già detto più volte in questo consesso, e cioè che un Paese senza verità è un Paese senza futuro.
Noi siamo qua a discutere di questo argomento, perché purtroppo (potremmo fare una statistica, magari qualcuno può impegnarsi e adesso chiederò ai colleghi) quando c'è una causa di lavoro la Magistratura tranne rarissimi casi, dà sempre ragione al lavoratore dipendente. Questo è un dato di fatto e questo è il re dei problemi.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



GANCIA Gianna

No, no. Io invito...



PRESIDENTE

Per cortesia! Avete parlato tutti, ora lasciate parlare la Consigliera Gancia senza interromperla.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



GANCIA Gianna

Gliela do io la fonte! Io ho le cicatrici qua!



PRESIDENTE

Consigliere Grimaldi, non interrompa.
Prego, Consigliera Gancia, vada avanti e si rivolga alla Presidenza non al Consigliere Grimaldi.



GANCIA Gianna

Uno dei problemi per cui le aziende straniere non vengono in Italia, e abbiamo visto che è uno dei principali problemi, è proprio la Magistratura oltre che i tempi, ma anche per il reintegro. Lo abbiamo visto anche ultimamente.
Quindi, finché non c'è una giustizia su questo, tutti i dibattiti che andiamo a fare in Aula sono dibattiti vani, perché non vi possono essere cittadini di serie A o di serie B.
In questi giorni, in questi anni, stiamo assistendo a suicidi di persone. I panettieri, i piccoli bottegai, i piccoli imprenditori che hanno nessuna forma di assistenza, per quarant'anni sono stati additati come evasori, all'insegna del detto "profitto farina del diavolo", come il peggiore dei mali, soprattutto in questo Paese. Non per niente siamo ridotti a questo punto. Creare profitto era considerato il peggiore dei mali che esistesse, soprattutto in Italia.
Non per niente, avevamo il più grande Partito Comunista di tutto l'Occidente, il secondo ce l'aveva la Grecia e guardate come sono messi questi due Paesi!



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

C'era anche l'Unione Sovietica...



GANCIA Gianna

L'Unione Sovietica che vi finanziava, ma non divaghiamo...



PRESIDENTE

Presidente Chiamparino, lasci parlare la Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Volevo solo dire che dobbiamo portare alla normalità il dibattito sui lavoratori, perché in una Regione come questa - lo sa bene il Presidente Chiamparino - a parte rarissimi casi di grandi aziende che adesso non ci sono più, la differenza tra lavoratore dipendente e datore di lavoro non esiste. Esiste pochissimo e questo va ricordato.
Quindi, dobbiamo davvero riportare al centro del dibattito sul lavoro la serietà, partendo dal fatto che il datore di lavoro non è un delinquente, ma è una persona che in questo momento è la meno garantita e che non sempre il lavoratore dipendente ha sempre ragione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
Consigliere Bono, la sua richiesta di votazione segreta è stata accolta, quindi il modo con il quale voteremo sarà quello segreto.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere rapido, perché a questo punto abbiamo esaurito i temi del dibattito.
Noi abbiamo cercato di tenere un profilo basso nella discussione o come si direbbe in inglese, un low profile, ma così non è stato da altre parti.
Ci interessava non tanto fare la strumentalizzazione o l'atto mediatico, perché potremmo discutere lungamente su quali e quanti Consiglieri invece indirizzano le proprie azioni proprio solo alla finalità del risultato mediatico. Dicevo, poco ci interessava del Presidente del Consiglio, e lo abbiamo detto in anticipo, proprio perché non esiste lo strumento di sfiducia e di censura, altrimenti non avremmo presentato l'ordine del giorno.
Questo ordine del giorno non è un atto di sfiducia e non è un atto di censura, e diciamo "purtroppo", perché noi avremmo voluto presentarlo come tale. Questo è un atto che esprime solidarietà a dei lavoratori licenziati ingiustamente con una sentenza definitiva in appello. Lo dico lentamente perché magari non tutti i Consiglieri avevano capito, perché prima ho parlato in una maniera un po' più concitata.
Non si tratta di dover dire che esprimiamo solidarietà a tutti i lavoratori che hanno perso il lavoro, Consigliere Monaco, perché a quelli coinvolti nelle crisi aziendali esprimiamo solidarietà già tutti i giorni: hanno perso il lavoro perché l'azienda è in crisi o perché vuole delocalizzare, vuole fare più profitto. Poi, sul profitto e il collegamento coi partiti comunisti potremmo parlare per un po' di settimane con la collega Gancia, ma non è questa la sede.
Questo è un caso ben circostanziato, voluto, espresso a seguito di una notizia rilevante, quale la sentenza in appello di un Tribunale, che noi abbiamo riportato.
Quindi, non sono cose "farlocche" e definite con altri aggettivi, come ha detto il Presidente del Consiglio nel suo intervento. Sono riportate le sentenze di un Tribunale, quindi un atto di cui siamo venuti a conoscenza.
Abbiamo presentato, di conseguenza, un ordine del giorno, perché se fosse stato un Assessore avremmo fatto un'interrogazione alla Giunta, ma non potevamo interrogare la Presidenza del Consiglio su un atto del Presidente del Consiglio che è rilevante nella vita di questo organo. Non si può dire ora non ricordo più chi l'ha detto, forse il Consigliere Monaco, ma non me ne voglia, collega, perché lei è l'ultimo che ha parlato e mi ricordo più il suo intervento, sarà l'età che avanza - che non è importante quello che il Presidente del Consiglio ha fatto prima, ma è importante come svolge la sua funzione da Presidente del Consiglio regionale. Se, per paradosso scoprissimo che (non il Presidente Laus) un futuro Presidente del Consiglio abbia commesso un omicidio e viene condannato, ma noi dicessimo che "in Consiglio regionale si sta comportando bene; tutto sommato, è bravo e dà la parola a tutti, quindi teniamolo, perché ci rappresenta bene". Insomma, non esageriamo! Capite che, dal nostro punto di vista, è un documento pienamente circostanziato. E' un atto che esprime, lo ribadisco, purtroppo solo solidarietà ai lavoratori ingiustamente licenziati. Poi, è ovvio che fare un ordine del giorno sulla solidarietà a tutti i lavoratori ingiustamente licenziati sarebbe - non vorrei servirmi di un termine che non voglio usare in questa sede, se vuole glielo dico privatamente - un atto che non avrebbe grande rilevanza, un po' come quando, con un ordine del giorno, chiediamo la pace nel mondo. Non avrebbe senso.
Ripeto, è un atto circostanziato su un fatto accaduto recentemente con una rilevanza per quest'organo, proprio per il Consiglio regionale.
Su questo vogliamo andare a chiedere questa espressione.
Sono assolutamente favorevole, ne ho parlato anche con il Gruppo, ad inserire una modifica dell'impegno da aggiungere. Perché pensavo che questo fosse propedeutico per una discussione che poi sarebbe avvenuta nella sede più competente, cioè la Commissione.
Quindi, chiediamo formalmente all'Ufficio di Presidenza - lo annunciamo all'Aula - di modificare l'impegno: sotto l'espressione di solidarietà chiediamo di impegnare l'Assessore competente a fare una ricognizione e una relazione in Commissione per illustrarci appunto lo stato dell'arte dell'applicazione dei contratti collettivi nazionali per quanto riguarda le cooperative esistenti sul territorio piemontese.
Collega Grimaldi, guardi che è la normativa nazionale, infatti è espressa chiaramente nella sentenza del Tribunale, che dice che è già così.
Però ha ragione quando dice che noi abbiamo tanti contratti illegittimi quindi dovremmo andare a capire come mai la Regione Piemonte mantiene ancora in piedi, tramite le sue Partecipazioni, contratti che sono riconosciuti illegittimi. Perché se un lavoratore non solo viene licenziato ingiustamente, ma viene detto che aveva un contratto illegittimo - infatti gli viene detto che gli sono restituite 35 mila euro per 11 anni di lavoro allora era stato applicato un contratto illegittimo, quel contratto,e quell'appalto sono illegittimi. Penso sia un segnale preoccupante che il Museo del Cinema sia stato condannato in contumacia, perché non si è neanche presentato, non ha mandato un suo rappresentante al Tribunale.
Sapete che il Museo del Cinema è rappresentato dalla Regione Piemonte e dal Comune di Torino. Questo è un segnale molto negativo da parte della Regione Piemonte. Pertanto, chiedo anche alla Giunta, in questo caso, di essere direttamente più presente su questi temi.
Concludo dicendo che modificheremo l'impianto dell'ordine del giorno sperando veramente che venga preso in considerazione. Altrimenti, potremmo ci trovarci in una situazione antipatica. Può andare a finire che, ogni volta che vi è un ordine del giorno presentato dall'opposizione e che magari, è un po' scomodo, arriva la maggioranza, presenta il suo ordine del giorno uguale, magari cambiando le premesse, perché sono un po' più addolcite.
In un atto di indirizzo, quello che conta e l'impegno. Quando un ordine del giorno viene approvato, se fate attenzione al database del Consiglio regionale, si legge l'impegno e non le premesse. Dicevo, arriva la maggioranza, presenta un ordine del giorno uguale e lo "scippa" - passatemi questo temine - a favore della propria azione politica. L'abbiamo già detto in Commissione tante volte per gli emendamenti: se l'emendamento è dell'opposizione, non può arrivare l'Assessore e dire che lo accoglie, ma a sua firma. Noi modifichiamo l'ordine del giorno, chiedendo anche quest'impegno a portare in Commissione una ricognizione dell'applicazione dei Contratti Collettivi Nazionali nella Regione Piemonte e speriamo quindi, che venga approvato. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Bono, se vuole modificarlo deve venire al banco dell'Ufficio di Presidenza: ha titolo per farlo; poi, lo metteremo in votazione.
Chiedo ai Consiglieri ancora un attimo di pazienza.



(Il Consigliere Bono si reca presso il banco della Presidenza del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Il Consigliere Bono ha modificato l'ordine del giorno n. 54 nel seguente modo: "Il Consiglio regionale esprime solidarietà ai lavoratori della REAR ingiustamente licenziati come da recente sentenza in appello al Tribunale del Lavoro e non ancora reintegrati".
Ha inoltre aggiunto: "Impegna la Giunta a predisporre una relazione alla Commissione consiliare competente circa l'applicazione dei Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro riguardanti le cooperative operanti sul territorio piemontese".
Indìco la votazione a scrutinio segreto sull'ordine del giorno n. 54, come modificato, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 24 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
La seduta è tolta.



(Applausi provenienti dai banchi riservati ai Consiglieri del Movimento 5 Stelle)



(La seduta ha termine alle ore 13.25)



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