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Dettaglio seduta n.94 del 24/04/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bolla, Burzi, Casoni, Cattaneo Chiezzi, D'Ambrosio, Galli, Ghigo e Scanderebech.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Distribuzione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Distribuzione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 27 febbraio, 2, 6, 13, 20 e 27 marzo e 3, 4 e 9 aprile 2001 i quali verranno posti in votazione nella prossima seduta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 362 dei Consiglieri Rossi Giacomo, Dutto, Valvo, Galli Mellano, Costa Enrico e Mancuso inerente a "Realizzazione di discarica rifiuti solidi nel territorio del Comune di Magliano Alpi"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 362, presentata dai Consiglieri Rossi Giacomo, Dutto, Valvo, Galli, Mellano, Costa Enrico e Mancuso, alla quale risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Gli interroganti, con riferimento alla previsione della realizzazione di una discarica per rifiuti solidi nel territorio del Comune di Magliano Alpi in provincia di Cuneo, intendono sapere se la Regione sia a conoscenza di tale realizzazione e se sia stata in qualche modo coinvolta nell'individuazione dell'area di localizzazione dell'impianto.
Da una recente corrispondenza inviata dall'Azienda Consortile Ecologica Monregalese (ACEM), con riferimento al disegno di legge n. 224 "Norme per la gestione dei rifiuti", si evince che è in atto la procedura per la realizzazione, da parte di ACEM, del nuovo impianto ecologico di recupero e smaltimento RSU e RSAU nel Comune di Magliano Alpi.
In particolare viene riferito che "il sito è stato individuato dall'Assemblea consortile basandosi su criteri più restrittivi di quelli imposti dai piani sovracomunali e ciò a tutela degli interessi degli Enti pubblici, dei privati e dell'ambiente più in generale; il sito prescelto è già stato oggetto di un'indagine da parte dell'ufficio tecnico dell'ACEM che sta procedendo, su specifica autorizzazione dell'Assemblea all'acquisto dei terreni oggetto della localizzazione; è in corso la gara di appalto dei lavori e la procedura trovasi nella fase di predisposizione dei progetti esecutivi".
In proposito sentita la Provincia di Cuneo cui, come è noto, è delegato dalla legge il rilascio di autorizzazioni per gli impianti, si è potuto appurare che agli atti non è stata presentata alcuna richiesta da parte dell'ACEM, né alcun progetto per la realizzazione di un impianto di preselezione e trattamento di rifiuti solidi urbani da realizzarsi sul territorio del Comune di Magliano Alpi.
E' da annotare che comunque, ai sensi della L.R. 14 dicembre 1998, n.
40 "Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione", tale impianto dovrà essere soggetto a procedura di VIA.
Al momento, agli atti della Provincia non c'è alcun progetto e lo si deduce dall'osservazione che allora avevano fatto, consultati sulla nuova legge regionale dei rifiuti. Comunque precisiamo fin da subito che non potrà essere approvato il semplice progetto, ma dovrà essere fatta la Valutazione di Impatto Ambientale, con tutta la partecipazione consentita e prevista sia per i cittadini che per i Comuni. Questo è quanto siamo riusciti ad appurare ad oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi Giacomo.



ROSSI Giacomo

Ringrazio della risposta e chiedo se è possibile averne copia scritta.
Vorrei però chiarire alcune questioni. Innanzitutto, è vero che i 38 Comuni sono d'accordo per la costruzione della discarica, ma in realtà nessuno la vuole. Il comportamento che mi ha dato più fastidio è stato quello dei Sindaci e degli amministratori di questi Comuni, che inizialmente hanno valutato che la distanza per la costruzione della discarica era di 600 metri, ma successivamente tutti d'accordo, l'hanno modificata a 1.000 metri. In questo modo, la distanza dei 1.000 metri non viene ricompresa da nessun Comune, tranne Magliano. Non voglio dire che sia una truffa, ma è una situazione che non accetto volentieri.
Inizialmente, la discarica poteva essere costruita a 600 metri di distanza dalle case, mentre adesso è di 1.000 metri, e questa distanza nei vari Comuni non può essere rispettata, tranne per i Comuni di Magliano e Carrù. Inoltre, abbiamo un acquedotto che serve il Comune di Magliano con una profondità di 184 metri e con un pompaggio per tutto il paese distante dalla discarica 600/700 metri. Non credo che la discarica non possa dare fastidio all'acquedotto. Certamente darà fastidio! E' assurdo costruire una discarica sulla collina dove ci sono i pozzi delle vigne.
Voglio raccontare un episodio che può far ridere. Un giorno, di mia iniziativa, ho preso un sacco di farina di grano e l'ho riversata nei pozzi vicino alla discarica e l'acqua bianca è giunta fino al paese. Inoltre girare casa per casa per cercare di convincere i contadini a firmare per i terreni non penso che sia un comportamento legale: a chi non va bene 10.000 la giornata gliene danno 12.000, 15.000, 16.000, basta convincerli a firmare.
Vorrei anche verificare le prove geologiche effettuate, perché, secondo me, quello non è un luogo adatto per costruire una discarica; tra l'altro vicino c'è il cimitero, oltre all'acquedotto e alle case di Trinità. Vorrei essere sicuro che non dia fastidio. Grazie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 356 del Consigliere Marcenaro inerente a "Annuncio di esuberi"; interpellanza n. 357 del Consigliere Tapparo inerente a "Esuberi FIAT Auto"; interpellanza n. 359 del Consigliere Chiezzi inerente a "Mille esuberi FIAT"; interrogazione n. 403 del Consigliere Tapparo inerente a "Forte riduzione numero dirigenti FIAT"; interrogazione n. 426 del Consigliere Giordano inerente a "Esuberi dichiarati dalla FIAT tra gli impiegati degli Enti centrali presso lo stabilimento di Mirafiori" interrogazione n. 528 del Consigliere Tapparo inerente a "FIAT vende Magneti Marelli"; interpellanza n. 535 del Consigliere Chiezzi inerente a "Vendita della Magneti Marelli da parte della FIAT"; interpellanza n. 551 dei Consiglieri Contu e Papandrea inerente a "Interruzione del rapporto di lavoro per 147 giovani assunti a termine dalla FIAT"; interpellanza n. 577 dei Consiglieri Papandrea e Contu inerente a "Possibile cessione da parte della FIAT della Magneti Marelli"; interpellanza n. 578 dei Consiglieri Papandrea e Contu inerente a "Cassa integrazione alla Powertrain. Richiesta di incontro tra Regione ed Azienda Powertrain"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame congiunto delle interrogazioni ed interpellanze n. 356, n. 357, n. 359, n. 403, n. 426, n. 528, n. 535, n. 551, n. 577 e n.
578, alle quali risponde l'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

In sequenza si tratta di fatti verificatisi negli ultimi mesi. Inizio con l'interrogazione n. 356, presentata dal Consigliere Marcenaro, relativa all'annuncio di esuberi da parte della FIAT Auto. Tale annuncio si è concretizzato all'inizio dell'anno 2001 con l'avvio formale di procedure di mobilità che riguardavano FIAT Auto S.p.A., FIAT Sava S.p.A. e FIDIS S.p.A.
Il confronto tra le parti sociali si è svolto presso il Ministero del Lavoro, dove era già in corso la trattativa sul contratto integrativo aziendale (attualmente è sospesa a seguito della rottura e, probabilmente riprenderà dopo le elezioni del 13 maggio).
La trattativa sulle procedure di mobilità ha condotto al raggiungimento di un accordo il giorno 27 marzo 2001. Tale accordo riguarda le procedure di mobilità avviate da FIAT Sava S.p.A., FIDIS S.p.A. e FIAT Auto S.p.A. La collocazione in mobilità riguarderà complessivamente 699 lavoratori, di cui 90 FIAT Sava, 15 FIDIS S.p.A. e 594 FIAT Auto S.p.A. (di cui 503 nell'area torinese e i rimanenti 91 in altre aree d'Italia).
I lavoratori da collocare in mobilità sono stati individuati tra coloro che al termine del periodo di mobilità possono accedere ad un trattamento pensionistico. L'utilizzo dello strumento della mobilità è abbastanza diffuso, poi si potrà valutare se la finalità della mobilità è l'accompagnamento alla pensione e non un ritorno nel circuito produttivo.
L'intesa è stata raggiunta in un quadro complessivo di valorizzazione delle risorse umane che determina l'opportunità di inserimento di giovani neodiplomati e neolaureati con specifici profili professionali, ma nello stesso tempo rende necessario il ridimensionamento delle strutture centrali e delle aree commerciali e finanziarie del settore auto con l'uscita di personale.
L'Azienda ha riconfermato ruoli e missioni specifiche delle strutture centrali, commerciali, tecniche e di progettazione di FIAT Auto, nonch delle Società finanziarie rispetto all'evoluzione del business del settore e ha illustrato alle Organizzazioni sindacali la necessità di potenziare quelle attività collegate al ridisegno tecnico-organizzativo ed alle strumentazioni informatiche.
Inoltre, ha riconfermato il ruolo e la valenza organizzativa, anche in relazione all'evoluzione del proprio business, intendendo favorire al massimo la crescita professionale dei giovani assunti continuando nel programma volto all'inserimento di circa 300 giovani da dedicare alle attività reingegnerizzate sui nuovi ruoli professionali.
La comunicazione della FIAT aveva destato attenzione e preoccupazione espresse sia dalla Regione (con l'approvazione da parte del Consiglio regionale dell'ordine del giorno n. 138 del 14/11/2000 e nel corso dell'audizione dei rappresentanti dell'Azienda svoltasi lo scorso 20 marzo presso la VII Commissione consiliare), sia dal Ministro del Lavoro, sen.
Cesare Salvi.
In questo contesto è con l'attenzione che si seguono le vicende della Powertrain Italia - e qui sono alla seconda interpellanza - che è stata costituita il primo dicembre 2000, nell'ambito dell'alleanza della FIAT con la General Motors, alla quale è stato trasferito il ramo aziendale "Direzione Meccanica" della FIAT Auto.
In data 4 aprile 2001, la Powertrain ha avviato formalmente una procedura di mobilità che interessa 454 lavoratori (401 operai, 40 impiegati e 4 intermedi) appartenenti allo stabilimento di Mirafiori Meccanica di Torino. In questo caso, per quanto riguarda l'avvio della procedura di mobilità, si è in trattativa con il sindacato, quindi non è ancora sul tavolo istituzionale.
L'Azienda ha comunicato di considerare tali lavoratori strutturalmente eccedenti a causa della progressiva cessazione di alcune produzioni ed in conseguenza della complessiva revisione dei processi operativi rispetto alle attuali esigenze tecnico-organizzative.
Vengono seguiti con attenzione gli incontri fra Azienda ed Organizzazioni sindacali che si stanno svolgendo presso l'Unione Industriale di Torino all'interno della fase sindacale della procedura di mobilità, che terminerà nella seconda metà del prossimo mese di maggio. A questo proposito, si rileva che l'Azienda ha dichiarato la propria disponibilità ad esaminare eventuali proposte in ordine a misure che possono essere adottate per attenuare le conseguenze, sul piano sociale dell'attuazione dei licenziamenti.
Qualora gli incontri dovessero rivelarsi infruttuosi, la procedura prevede la convocazione del tavolo di trattativa istituzionale presso la Regione Piemonte (questo verso la seconda metà di maggio, al termine del periodo di contrattazione tra le parti).
Le Organizzazioni sindacali hanno sottolineato come dei 27 mila dipendenti del settore automobilistico torinese solo 16 mila fanno parte della FIAT, mentre gli altri 11 mila sono dipendenti delle società cedute a nuovi proprietari.
Inoltre, è di queste ultime settimane la notizia che la FIAT Auto ha ceduto le attività Sospensioni ed Ammortizzatori di Magneti Marelli al gruppo tedesco ThyssenKrupp Automotive (TKA). In base a tale accordo l'Azienda tedesca acquisirà inizialmente il 51% delle partecipazioni, con diritto di opzione sul restante 49%, da esercitare entro il 31 dicembre 2004.
Nelle attività Sospensioni ed Ammortizzatori la Magneti Marelli occupa circa 5.500 addetti, in maggioranza concentrati in Italia (2.800 addetti) e in Brasile (2.200 addetti). Inoltre, la società è presente anche in Polonia e negli Stati Uniti.
La ThyssenKrupp ha un fatturato di oltre 6,1 miliardi di euro (circa 12 mila miliardi), conta circa 40 mila dipendenti ed è fra i maggiori fornitori mondiali dell'industria autoveicolistica (la ThyssenKrupp tempo fa costruiva i carri armati e i cannoni, adesso opera in questo settore).
Nel momento in cui le aggregazioni diventano una via obbligata l'accordo FIAT-General Motors assume il carattere di scelta strategica, su cui si ribadisce in linea generale la valutazione positiva, come già espressa al momento dell'intesa e dopo l'audizione dell'Amministratore delegato della FIAT, congiuntamente svolta nel giugno scorso da Regione Provincia e Comune di Torino. Questa era stata la valutazione generale delle diverse parti politiche e del mondo sindacale circa l'accordo FIAT General Motors; vorrei ricordare che vi era, in alternativa, un altro accordo che, rispetto a quello con la General Motors, prevedeva uno sviluppo segmentato in verticale, anziché in orizzontale.
L'accentuata posizione internazionale della FIAT può agire come molla nei confronti dell'intera economia piemontese per renderla più dinamica e competitiva sui mercati esteri, costituendo un'opportunità di crescita della componentistica. E' dunque importante che le piccole e medie imprese possano cogliere l'opportunità dell'intesa FIAT-General Motors per crescere ancora e dare un concreto contributo all'occupazione, soprattutto nell'area torinese.
A fronte del trend occupazionale negativo degli ultimi anni del gruppo FIAT Auto e della denuncia dell'Associazione Provinciale Dirigenti Aziende Industriali (APDAI) della riduzione di un centinaio di dirigenti, se da un lato registriamo la dichiarazione aziendale di aver effettuato, nel corso del 2000, 5.300 assunzioni, di cui 1.800 nell'area torinese, dall'altro ricordiamo la mancata conferma, avvenuta nelle settimane scorse, di circa 140 giovani assunti a tempo determinato.
Nell'area torinese il mercato del lavoro ha mostrato chiari segni di miglioramento nel corso dell'ultimo biennio: gli occupati, secondo le stime prodotte dall'ISTAT con le rilevazioni sulle forze di lavoro, sono passati da 861 mila del 1998 a 916 mila nel 2000, con un incremento di 55 mila unità, e le persone in cerca di occupazione sono diminuite nello stesso periodo del 24%, con un tasso di disoccupazione sceso nel 2000 al 7,9 rispetto al 10,7% di due anni prima. Vorrei ricordare che il trend attuale è sul 6,8% ed è vero che a questo proposito è necessario fare una serie di valutazioni circa le nuove assunzioni, che sono frutto anche di un'alta mobilità nell'avviamento al lavoro. Vorrei ricordare che in Piemonte nel corso del 2000 gli avviamenti sono stati 330 mila; naturalmente, in questi 330 mila ci sono i 45 mila nuovi, ma ci sono anche alcuni interinali che ruotano quattro-cinque volte, per cui non è un dato da prendere alla leggera, ma va comunque disarticolato nelle varie componenti ed in ogni caso dimostra una forte vivacità. Tra i nuovi avviamenti ci sono molti contratti a tempo determinato, e posso anche portare una valutazione di precariato, ancorché - questo vorrei precisarlo - il trend percentuale di stabilizzazione nell'ambito della nostra Regione, quindi di stabilizzazione con passaggio da contratti atipici a contratti a tempo indeterminato, è molto alta - siamo sul 70-80% - e questo è un dato che ritengo vada letto con positività (dato ISTAT governativo).
In quest'area la crescita dell'occupazione interessa prevalentemente le donne e si concentra quasi interamente nel terziario, dove l'area di maggior crescita è quella a più elevato contenuto tecnologico (servizi alle imprese, comunicazione, intermediazione finanziaria), mentre l'industria mantiene un profilo basso, con una flessione occupazionale contenuta, ma significativa nel 2000.
Si mantiene sostenuto il ricorso alle forme di lavoro atipiche (contratti a tempo determinato e part-time), anche se nell'ultimo periodo si rileva una maggiore stabilizzazione dell'impiego. Si registra, da un lato, il crescente orientamento della domanda di lavoro verso la mano d'opera extracomunitaria (nel primo semestre 2000 le assunzioni di stranieri segnano un aumento del 90%, tra l'altro ben al di sopra delle quote assegnate alla Regione Piemonte), dall'altro lato, vi è un elevato assorbimento di lavori con un livello di scolarità medio-alto.
In un quadro di accentuato dinamismo va segnalato come elemento critico l'aumento della disoccupazione adulta per la maggiore esposizione sul mercato dei soggetti con un minor grado di istruzione, difficilmente ricollocabili e "riconvertibili", e la progressiva rarefazione delle leve demografiche giovanili, che tende a produrre una preoccupante carenza di forza lavoro, specie per le attività più innovative.
A questo proposito, richiamo l'attenzione sulle dichiarazioni effettuate dall'Azienda in merito agli esuberi dovuti all'introduzione delle nuove tecnologie. In termini generali, le nuove tecnologie possono, a mio avviso, produrre esuberi che debbono essere esaminati e valutati sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo.
In questo quadro, si evidenzia un contesto di trasformazione e specializzazione occupazionale, che ha visto, fra l'altro, la stessa FIAT assorbire giovani, con professionalità nel settore informatico.
La Regione intende partecipare a questo processo di trasformazione e di specializzazione, sia con il sostegno all'innovazione tecnologica (non certo sulla grande azienda, ma sulla fascia della struttura della piccola e media azienda), innovazione nel settore informatico, comunicazione e tecnologico, sulla ricerca applicata, i servizi logistici per le imprese.
Una serie di elementi che rappresentano il filo conduttore della politica di aiuto che vengono portate a livello regionale, o politiche di incentivo di integrazione dell'economia a livello regionale, utilizzando sia fondi propri, sia fondi trasferiti con fondo unico nazionale - a seguito del processo di delega delle leggi Bassanini - sia fondi comunitari (siano essi parte FES o del FSE).
La sensibilità e l'attenzione politica che noi tutti rivolgiamo all'aspetto occupazionale ci impone di attrezzarci in modo adeguato alle sfide che lo sviluppo industriale ci propone, e per questo pongo in evidenza la nostra competenza in materia di formazione professionale.
La Regione Piemonte, durante il corso dell'anno 2000, si è dotata degli strumenti di programmazione, previsti dai Regolamenti comunitari in materia di fondi strutturali, quali il POR - Obiettivo 3 - 2000/2006. Dopo l'approvazione del POR, il 13 dicembre 2000 si è presentato il Comitato sorveglianza e il Complemento di programmazione del Fondo Sociale Europeo.
Ciò consente di usufruire del Fondo Sociale Europeo che costituisce lo strumento indispensabile per il sostengo alla politica regionale in materia di formazione ed occupazione. Il complemento di programmazione del Fondo Sociale Europeo è strumento non solo per la formazione. Per le complesse politiche attive del lavoro e della strutturazione di nuovi meccanismi di incontro domanda ed offerta, gli Enti gestori saranno le Province, ma Ente programmatore la Regione.
In conseguenza di ciò, per l'anno 2001 si intende porre in essere tutti gli atti di programmazione annuale relativi alle attività formative, così come di seguito sintetizzati.
Sul fronte dei lavoratori occupati è stata recentemente approvata la direttiva annuale 2001. Con questa direttiva si prevede di mettere in campo azioni formative rivolte ai lavoratori occupati a fronte di risorse finanziarie per circa 104 miliardi. Tali risorse serviranno ad attivare circa 4 mila corsi, coinvolgendo circa 36 mila allievi; inoltre, sul fronte delle azioni finanziate con i fondi nazionali, a valere sulle risorse di cui all'art. 9 della legge n. 236/93, destinati alla realizzazione di azioni di formazione continua per le imprese, si prevede di coinvolgere circa 12 mila allievi ripartiti in 1.500 corsi con una spesa preventiva di circa 30 miliardi di lire. Voglio ricordare che 30 miliardi di lire discendono dalla contrattazione del giugno 2000 dove c'era stato un primo stanziamento di 13 miliardi; le domande erano state moltissime, erano quelle per cui avrei dovuto intervenire ponendo il metodo del sorteggio. I Consiglieri certamente ricorderanno che avevano suscitato qualche problema alcuni fatti verificatisi in altre Regioni dove non ci fu sorteggio, ma ci furono tafferugli, interventi della polizia e vendita di posti. Il Ministero accolse la richiesta della Regione di devolvere una parte dei fondi destinati alla formazione continua, che in quel periodo aveva accantonato sulla quota 2000 per i famosi Enti bilaterali di gestione alla formazione continua. Gli Enti bilaterali sono previsti dall'art. 118 della Finanziaria - sulla quale non tutte le Regioni Italiane sono d'accordo dove con un meccanismo di bilateralità gestita tra sindacati editoriali e sindacati dei lavoratori si creeranno dei grandi Enti nazionali che gestiranno tutta la partita della formazione continua.
Forse qualcuno può pensare che ci si toglie da un fastidio, ma bisogna anche mettersi in tema di preoccuparci cosa succederà di questi Enti se diventeranno dei grandi Enti da ristrutturare, così com'è previsto dalla Finanziaria. Questa è una preoccupazione che vi trasferisco, non è un j'accuse perché non sono Frate Indovino e nemmeno so leggere il futuro. Mi auguro per tutti noi che i fondi dello Stato che verranno dati a Confindustria e sindacati, per una gestione congiunta, siano ben spesi. Il Consiglio accolga la mia preoccupazione sotto questo fronte, anche perch va in controtendenza all'impostazione data al sistema della formazione negli ultimi cinque anni nella riforma sullo Stato nazionale e rispetto a ciò che erano alcuni indirizzi dell'Unione Europea.
Era stata emanata per prima la Direttiva "Mercato del lavoro" che prevedeva la programmazione di attività formative rivolte ai disoccupati da inserire sul mercato del lavoro per l'anno formativo 2001/2002. Ricordo che siamo la prima Regione d'Italia ad aver approvato la direttiva occupati Fondo Sociale Europeo. Solo ieri la Giunta regionale ha approvato per prima, a livello nazionale, la direttiva finalizzata all'occupazione quindi con l'attuazione anche dell'altro percorso. E' in fase finale la chiusura della direttiva apprendistato.
Questo ci permette di utilizzare tutti i percorsi, quindi attuare completamente il disegno dei percorsi istruzione, formazione, apprendistato che si prevede con riferimento ai cicli.
Le risorse finanziarie messe in campo per tali attività ammontano a circa 188 miliardi che consentono di attivare più di 3.000 corsi: ci consente all'utenza, in massima parte composta da giovani disoccupati in uscita dal sistema scolastico, di fruire di un servizio che tradizionalmente nella nostra Regione viene reso disponibile con cadenza riferita all'anno formativo. La direttiva apprendistato, che fa riferimento alla stessa fascia giovani, sarà una direttiva con una dotazione di circa 50 miliardi fra la datazione attuale più le integrazioni che dovrebbero avvenire a livello nazionale.
In conclusione, sulla valutazione complessiva che si chiedeva con questa serie di interrogazioni ed interpellanze, aggiungerei un'ulteriore valutazione sulle 7.000 cassintegrazioni annunciate ieri dalla FIAT (ho appreso questa notizia solo l'altro giorno). Questo disegno di grande trasformazione, di internazionalizzazione del sistema produttivo piemontese e torinese in particolare, nel senso che la FIAT-GM, non solo per aumentare la propria competitività a livello mondiale, ma anche per creare un sistema integrato sulle produzioni, deve certamente cambiare le tipologie di attività interne, sono fatti che portano anche ad una serie di traumi.
Il ruolo che noi dobbiamo svolgere e la preoccupazione che dobbiamo avere è che tutto questo processo sia graduato, sia accompagnato. Noi manifestiamo preoccupazione quando vediamo una mobilità a colpi di 500 unità, ma se questa mobilità, al di là delle valutazioni sulla bontà dello strumento, porta al pensionamento, in qualche modo c'è un percorso con un ombrello. Dobbiamo valutare se tutto questo ha come obiettivo n on il microintervento o macro, se ci riferiamo ai numeri, ma quello di ricreare una condizione aziendale ad alta competitività e quindi a spazi futuri, cioè a rendere le condizioni di maggiore capacità sul futuro. Se invece alcune azioni hanno il solo scopo della pura dismissione, con la soppressione di quelle attività, la questione è molto più preoccupante.
Non vorrei dare un giudizio sui 7.000 di ieri; la giustificazione fa riferimento al mercato e quindi trattasi di una crisi congiunturale che spero si riduca al breve, brevissimo periodo. Non lo collegherei nemmeno alla fase contrattuale, anche se ci sono considerazioni certamente di questo tipo. Mi rendo conto che i giudizi possono essere di vario tipo; mi auguro solo che questo meccanismo di cambiamento sia accompagnato da una crescita di quello che è tutto l'altro settore dell'economia torinese.
E' vero che rispondiamo ad interrogazioni ed interpellanze sulla FIAT che è stato l'asse portante per tutto un secolo di questa città che si è identificata con questa grande industria, ma Torino e il suo hinterland oggi non sono più solo FIAT. Dall'esperienza, dalle capacità, dal know how che è nato attorno alla FIAT, sono nate molte imprese, molte Aziende che costituiscono l'avanguardia della realtà economica, produttiva ed occupazionale di questa Regione e rappresentano il futuro con - mi auguro FIAT, in questo caso FIAT-GM e quello che vorrà fare questa impresa.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Passiamo ora alle repliche degli interroganti.
Possono intervenire i Consiglieri Marcenaro, Tapparo, Chiezzi Giordano, Contu e Papandrea.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

L'Assessore ha dato una risposta che potremmo definire urbi et orbi, se fosse il Pontefice, poiché ha saputo inquadrare il problema in un numero elevato di interrogazioni, non sempre molto omogenee, quindi anche di difficile definizione.
Il senso di alcune interrogazioni di cui sono firmatario è quello di avere oggi una risposta non congiunturale, ma strutturale di come la Regione Piemonte vuole atteggiarsi di fronte a processi di cambiamento profondi.
Una mia interrogazione riguardava la Magneti Marelli proprio per non considerare l'aspetto specifico congiunturale, ma per porci come Regione Piemonte, come Consiglio regionale, il problema di far sì che i processi di trasformazione non siano solo frutto di un giro di partecipazioni, cioè che la FIAT diventi sempre di più una società di portafoglio e meno una società di produzione. Il caso Magneti Marelli è classico: si dismettono certe attività, se ne acquisiscono altre, si passano altri aspetti e i fenomeni sul territorio sono strutturalmente preoccupanti e ne perdiamo di vista il senso.
Quando in passato ho voluto sottolineare che nell'accordo FIAT-General Motors il trasferimento in Germania dell'Ufficio Acquisti poteva avere delle ripercussioni sull'indotto e quindi sulla struttura che caratterizza il sistema industriale di larga parte del Piemonte, aveva proprio questo senso. Quando si cita troppo il Ministero del Lavoro, oppure lei Assessore, interpreta prevalentemente la parte di Assessore al lavoro e non di Assessore all'industria (ricordo che le competenze alle Regioni con la riforma amministrativa sono cresciute), temo sempre che in qualche modo facciamo i notai di una situazione. Certamente poi con il Fondo Sociale Europeo, con la formazione professionale ed altro, riusciamo a fare qualcosa, ma ci sfugge di mano il senso, se non di una guida, di una capacità di interpretazione dei processi che ci sono e ci poniamo come interlocutori nei confronti della FIAT e di altri in una visione globale e non per trattare con la FIAT magari le prospettive del Lingotto perch questo sarebbe un tavolo separato e non idoneo a capire quali sono le prospettive, per esempio, delle sue scelte sull'indotto auto.
Voglio ancora significare che, al di là di ciò che sta succedendo direttamente in FIAT, che è importante, la struttura diffusa dell'indotto auto sarebbe proprio il terreno di politiche industriali in cui la Regione si spende, interpreta, ha una struttura di osservazione, anche multiparte convocando sistematicamente dei tavoli, per capire dove si va. Anche perch la formazione professionale, se non la vogliamo giocare al buio, se non la vogliamo regalare ad altri soggetti che aspirano a controllarla, dobbiamo essere molto forti nel capire dove sta andando il processo economico industriale del Piemonte.
Potrei citare analoghi problemi che si stanno determinando in questi giorni all'Antibioticos e al Gruppo Finanziario Tessile, che sono aspetti di processi di diversa dislocazione societaria e di specializzazione, sui quali bisogna intervenire, a monte e non a valle, non dunque a contare la mobilità e a "raccattare" quelli che sono i frutti di queste decisioni.
Per questo motivo, mi dichiaro insoddisfatto. Capisco la difficoltà dell'Assessore a dover rispondere ad un pacchetto di interrogazioni non perfettamente omogenee, ma gli chiedo che anche nel caso si verificasse in futuro un'altra opportunità, che spero non si ripeta, di rispondere ad un pacchetto molto vasto di interrogazioni, faccia prevalere la parte di ruolo che la Regione vuol giocare nel processo di sviluppo, e non come un notaio che registra ciò che sta avvenendo.
Concludo dicendo che quando si va al Ministero del Lavoro è un segno di debolezza anche per il sindacato; quando si va al Ministero dell'Industria oggi un po' meno, il Ministero dell'Industria è fortemente depotenziato a causa dei trasferimenti di competenza - significa che si vuol capire che cosa sta succedendo.
Quando si è sviluppato il discorso di Colaninno, relativo ad Olivetti sostenevo - allora ero in Parlamento - che andare al Ministero del Lavoro voleva dire sancire quello che altri avevano deciso; se si andava al Ministero dell'Industria significava entrare nel vivo del processo di sviluppo in via di attuazione cercando di condizionarlo.
In questi momenti, Assessore, le consiglierei di essere meno Assessore al lavoro e più Assessore all'industria, proprio con l'orgoglio, la determinazione e la convinzione che la Regione può giocare e deve giocare questi ruoli importanti e deve essere un soggetto che si inserisce nello sviluppo e non solo che lo registra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anch'io devo manifestare la mia insoddisfazione alle risposte dell'Assessore. In parte, credo che effettivamente ne siano state date troppe insieme, ma alcune appartenevano ad un determinato filone, e devo dire che forse questo filone permetteva di trattarle con una certa organicità o di fare delle riflessioni più ampie.
E' una delusione. Attenendomi prevalentemente alle risposte che riguardano la FIAT, dopo un anno e mezzo dall'accordo con la General Motors, potremmo capire di più, potremmo fare uno sforzo per capire e non solo per sentire cosa ci raccontano, sapendo che la FIAT non ci racconta nulla, perché alcuni suoi esponenti sono venuti in Commissione il giorno prima di annunciare la vendita del secondo pezzo della Marelli (Sospensioni), però potevano fare il gesto elegante di comunicarcelo in quell'occasione. Avevano anche ricevuto domande specifiche sulla Marelli ma non ci hanno detto nulla, così come non ci hanno comunicato, né a noi n alle Organizzazioni sindacali, l'avvio della seconda mobilità alla Powertrain, anche quella avvenuta pochi giorni dopo.
Tutto questo la dice lunga sul tipo di rapporto tra la FIAT e le istituzioni. Quello che mi stupisce è che le istituzioni continuino a subire e basta, il che mi delude un po'. Mi delude il ruolo delle istituzioni, che facilitano quanto l'Azienda sta facendo.
Parto da alcune considerazioni dell'Assessore sull'accordo General Motors. Noi eravamo tra i pochi fuori dal coro e avevamo detto che non andava bene. Tra l'altro, una precisazione: non è detto che quella sia l'unica strada, infatti l'altro giorno ho letto un'intervista al Presidente della Peugeot-Citroen, il quale ha dichiarato: "Noi viaggeremo soli". La stessa opinione ce l'hanno gli azionisti e la Direzione della Honda, e nel mondo c'è chi ha fatto degli accordi e chi invece va ancora avanti da solo.
In sostanza, abbiamo una situazione in cui quella delle fusioni non è necessariamente l'unica strada aperta. D'altro canto, le fusioni possono essere subìte come è avvenuto per la Volvo e per la FIAT Auto, che a mio avviso viene assorbita nei fatti dalla General Motors. La General Motors ha un diritto di prelazione sul 100% della FIAT, ma la FIAT non ha un diritto analogo, quindi non vi è alcuna reciprocità in tale accordo. Mentre vi possono essere accordi come quelli che hanno portato la Volkswagen o la Renault a superare una dimensione nazionale e locale per incidere più efficacemente sul mercato mondiale dell'automobile.
Sul piano delle aggregazioni si poteva, dunque, giocare diversamente.
Lo ricordava anche l'Assessore: si poteva fare un'integrazione ampia con il Gruppo Mercedes, che avrebbe portato l'insieme del gruppo FIAT a stipulare un accordo non solo per quanto riguarda l'auto, ma anche per tutti gli altri comparti. Mentre l'accordo che è stato stipulato, a mio avviso, pare una vendita a pezzi della FIAT Auto e uno "spezzatino" del gruppo FIAT. Noi l'avevamo detto il giorno dopo l'accordo che era l'inizio di uno "spezzatino", e purtroppo i fatti ci hanno dato ragione. Sono stati venduti vari pezzi della FIAT, come la FIAT Ferroviaria e, soprattutto, nel settore dell'indotto, la Marelli. A questo punto, dovremmo fare una riflessione poiché si è verificata una vera inversione di tendenza. La Marelli, fino a che la FIAT aveva delle prospettive di crescita e di autonomia come gruppo automobilistico, rappresentava un settore strategico all'interno del core business dell'Azienda, anche perché era fondamentale, per una casa automobilistica che viaggiava sulle proprie gambe, avere un indotto sotto il proprio controllo. Dal momento in cui la FIAT Auto è stata ceduta a pezzi, anche il settore della Marelli ha perso la propria strategicità e quindi viene venduto a pezzi (quello che noi chiamavamo "spezzatino").
Questo ci dovrebbe preoccupare.
L'Assessore faceva delle considerazioni e diceva: "Qui c'è stata la FIAT, però intorno alla FIAT è nato molto". Attenzione: quel molto che è nato, non è detto che sia in grado di reggersi sulle proprie gambe, cioè non è detto che un indotto auto sia solo un indotto FIAT e non è detto che senza l'auto quell'indotto riesca a reggere. In ogni caso, il fatto che non si sia trovato un unico acquirente, anzi, che non si sia voluto trovare un unico acquirente per la Marelli, è preoccupante, perché vuol dire che, come azienda nel suo insieme, la Marelli non è stata valutata da Bosch o da altri che l'avevano presa in considerazione, ovvero questo tipo di operazione non è stato considerato interessante. E personalmente penso che in prospettiva, si potranno presentare gravi problemi.
Se consideriamo le mosse della FIAT e pensiamo a quanto ci hanno raccontato i rappresentanti quando sono venuti qui, alle bugie che ci hanno raccontato in Commissione, dovremmo essere molto preoccupati. Dopo l'avvio della mobilità alla Powertrain (produzione di motori e di cambi), ci hanno detto che quello era un settore su cui stavano vedendo cosa fare evidenziando però che i motori a benzina hanno una specificità maggiore e che la Opel è più specializzata sui motori diesel. Vedete, sono tutti lavoratori occupati nella produzione di motori diesel, e il settore che chiude è il settore del motoristico, il settore che è in crisi è tutto il settore motoristico.
A me non risulta che ci siano grandi stabilimenti che producono automobili e carrozzerie che non abbiano vicino anche uno stabilimento che produce motori; se guardiamo la mappa dell'industria mondiale dell'automobile, al mondo non c'è un caso simile, tant'è vero che quando è stato impiantato lo stabilimento di Melfi è stato attivato anche lo stabilimento di Pratola Serra. In sostanza, ovunque si costruisce una fabbrica di assemblamento di automobili, si attiva nei paraggi anche una fabbrica di motori.
Penso che ci sia un elemento di estrema preoccupazione dietro la situazione della Powertrain, perché se finiscono le produzioni di motori a Torino, è in discussione tutto il sito di Mirafiori e potrebbe rimanere attivo solo un comparto specializzato nella produzione dei cambi, punto e basta.
Credo che la questione abbia delle dimensioni incredibili e dovrebbe preoccuparci tutti. A mio avviso, l'Assessorato dovrebbe fare queste considerazioni, dovrebbe essere in grado di vedere questo tipo di dinamica ed esserne preoccupato. Il fatto che non la veda, per me è veramente un elemento di perplessità, perché se viene a mancare nei prossimi anni questo importantissimo centro produttivo che ha avuto la nostra regione, credo che le conseguenze non ricadranno soltanto su quel centro, ma su tutto ciò che vi è intorno.
Ritengo, quindi, che dovremmo, da questo punto di vista, pensare che siamo quasi arrivati ad una situazione di allarme rosso, perché i fatti, e non le dichiarazioni che sono state riportate finora, sono di estrema gravità.
Concludo su questo, perché mi pare che sia deludente il ruolo assunto dalla Regione, che si accontenta e preferisce essere in qualche modo rassicurata dalle dichiarazioni senza avere alcuna capacità di analisi e di comprensione dei fenomeni.
Vorrei soltanto fare un'ultima considerazione sui prepensionamenti e sulla mobilità. Certo, si tratta di strumenti che evitano il trauma, ma segnalano comunque un elemento concreto: una perdita secca di posti di lavoro di una certa qualità che vengono sostituiti da molti meno posti di lavoro precari. Non è vero che la FIAT sta creando posti di lavoro di maggior livello, perché con l'utilizzo di strumenti flessibili, come stanno facendo con le nuove assunzioni, non si crea una professionalità.
Segnalo una certa differenza di comportamento delle istituzioni, e non solo del Piemonte, non solo dell'istituzione Regione, ma dell'insieme delle istituzioni italiane, a partire dal Governo. In Francia, un anno fa, si sono trovati di fronte all'esigenza, dicono le Aziende, di "svecchiare" il personale e hanno dato vita ad un gigantesco processo di prepensionamento per circa 40 mila lavoratori: chi andava via veniva sostituito da un altro lavoratore assunto sempre a tempo indeterminato, cioè con le stesse caratteristiche. E' avvenuto qui vicino in due Aziende con ottimi profitti e che, alla lunga, si sono dimostrate più solide della FIAT attuando quelle politiche di maggior attenzione verso i lavoratori. Credo che ci sia stata e continui ad esserci, una miopia dell'Azienda nel pensare che la flessibilità sia stata un toccasana, perché effettivamente riduce i costi ma talvolta anche la qualità e la competitività dell'Azienda. Comprendo che l'Azienda abbia preso quel tipo di decisione e abbia avuto una veduta a corto termine, ma ciò che mi stupisce è che le istituzioni continuino invece, ad assecondare queste visioni che comportano non solo una perdita di competitività di quell'Azienda, ma un indebolimento del territorio e di tutto il Paese. Quindi, credo che sia stato, e purtroppo continui ad essere, un atteggiamento miope.
Ritengo che il fatto che le notizie, anche le ultime, vengano registrate semplicemente dicendo: "Speriamo che sia solo questo e niente di più", sia un ulteriore segnale univoco, perché su questo c'è quasi un pensiero unico, con poche eccezioni. Quanto sta avvenendo per Torino credo invece che possa trasformarsi in un dramma di grandi dimensioni.



PRESIDENTE

La ringrazio, collega Papandrea.
Se non ci sono altri interventi, possiamo passare ad altre interrogazioni.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Risposta scritta all'interpellanza n. 464


PRESIDENTE

In riferimento all'interpellanza n. 464 da me proposta, qualora l'Assessore Pichetto fosse in possesso di risposta scritta, la darei per assorbita.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore alle società partecipate

Le sarà consegnata il più presto possibile.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 439 dei Consiglieri Tapparo e Ronzani inerente a "Possibile insediamento della Boeing in Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 439 presentata dai Consiglieri Tapparo e Ronzani.
La vuole illustrare, collega Tapparo?



TAPPARO Giancarlo

E' un'interrogazione, Presidente, non può essere illustrata. Si illustra un'interpellanza, credo.



PRESIDENTE

Grazie.
Risponde l'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Il collega Tapparo ha presentato questa interrogazione facendo riferimento ad un articolo apparso su Sole 24 Ore del 7 novembre 2000. In quell'articolo si parlava di ipotecici contatti, o di contatti, tra la rappresentanza della Boeing e la Regione Lombardia (o comunque dei funzionari della Regione Lombardia) per un insediamento della Boeing in Italia.
Secondo quell'articolo - se ricordo bene - grazie allo sviluppo di Malpensa, nella comoda zona dell'hinterland, tra Milano e Malpensa poteva sorgere uno stabilimento Boeing.
A seguito di quell'articolo, ho preso contatti sia con ITP (in fondo noi abbiamo creato una fondazione che ha lo scopo precipuo di portare imprese sul nostro territorio, in particolare imprese qualificate che garantiscano lo sviluppo economico della nostra Regione), sia con il Ministero, in quanto la Boeing fece questo viaggio, o questo tour, su invito del Governo italiano, e quindi era un tour del Governo italiano.
In merito, devo dire che il Ministro dell'Industria, Letta, che ha organizzato la visita della delegazione Boeing in Italia, ha smentito la notizia de Sole 24 Ore; ha smentito, cioè, l'intenzione della Boeing di avviare uno stabilimento in Italia. L'interesse della Boeing per l'Italia secondo il Ministero dell'Industria e il Governo italiano, era volto ad accreditarsi per vendere, per aprire rapporti. Quindi, si è ritenuto comunque di passare a ITP l'informazione/invito a prendere contatto. In questo momento, non so se ci sono stati ulteriori contatti, comunque questa valutazione Boeing è apparsa su un giornale.
In merito, per rispondere all'interrogazione, devo dire che, sotto l'aspetto delle opportunità che il Piemonte offre, in particolare per l'inserimento di industrie qualificate, che ben combacia con la struttura di know how del capitale umano che ha la realtà piemontese, proprio dalla storia di cui all'interrogazione precedente, sia la politica di incentivi ed investimenti che la Regione fa, sia le azioni che vengono portate avanti, vanno in questa direzione, nel senso di promuovere la creazione di una serie di condizioni di inserimento di imprese innovative.
Vorrei ricordare che Icarus è nato con un intervento rilevante della Regione Piemonte, sia come partecipante al capitale, sia come soggetto che ha erogato un contributo. Per Icarus abbiamo impiegato circa 25 miliardi costruendo una fase giuridica per crearne altre, ma tutto questo ci permette di dire oggi che siamo posizionati in Europa all'avanguardia nella tecnologia satellitare e, quindi, anche nel rapporto contrattuale.
Voglio ricordare che tutto questo è stato fatto, perché la NASA non firmava contratti se non vi era una garanzia pubblica, ma ha ritenuto che la garanzia della Regione fosse di continuità, per un contratto che deve durare diciotto anni. Lo stesso tipo di intervento, con l'ITP in questo caso che ha fatto da tramite, la Regione Piemonte l'ha effettuato per Motorola con il suo Centro ricerche insediato su Torino, per la PRIM, per la GFI New Business, ecc., cioè per tutta una serie di inserimenti di imprese estere che hanno ritenuto di doversi localizzare sul mercato italiano e che hanno ritenuto idoneo il Piemonte.
In merito al caso specifico, se imprese della valenza della Boeing vogliono insediarsi sul Piemonte, noi siamo pronti ad accettarle, non offrendo però dei contributi, perché non possiamo dare dei contributi alle grandi imprese e non sarebbe nemmeno logico. Però siamo pronti a creare il massimo delle condizioni di appetibilità per l'insediamento dei loro stabilimenti su tutto il nostro territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Grazie, Assessore Pichetto. Il senso dell'interrogazione che ho presentato il 15 dicembre, che ha anche la firma del collega Ronzani, era quello di verificare se, visto che si è svolto un incontro tra Regione Lombardia (mondo imprenditoriale lombardo) e dirigenti della Boeing, non c'era l'interesse e l'intenzione di poter agganciare questa società, perch qualche titolo il Piemonte in materia di industria aeronautica c'è l'ha, in quanto esiste un polo aeronautico, con pezzi di indotto importanti.
Ha fatto bene, Assessore, a girare la pratica all'ITP (Investimenti Torino Piemonte). Però, ovviamente, bisogna tenerli un po' sotto pressione altrimenti l'ITP si dedica troppo a cercare agganci nel mondo delle società di Out-let, che arrivano in Italia ed impiantano in Piemonte i loro grandi sistemi di vendita, vendendoci prodotti di altri mercati rispetto alla nostra rete distributiva, che è più incidente sulla struttura dell'offerta presente in Piemonte. Questo vale anche per la grande distribuzione alimentare.
E' possibile che la Boeing abbia voluto fare semplicemente un'operazione di assaggio sul mercato italiano, tanto per poter vendere i suoi prodotti, però è certo che era una notizia preoccupante se non ci vedeva in campo.
Assessore, come dice giustamente, è una situazione passata, ma vorrei segnalare che le antenne, soprattutto di Investimenti Torino Piemonte dovrebbero essere più pronte, nel senso che se grandi gruppi internazionali guardano verso l'Italia, bisogna sapersi subito proporre, soprattutto dove il Piemonte ha dei titoli; non dico nel settore calzaturiero o in un altro settore dove non abbiamo una vocazione, ma in quello aeronautico sì. Questo era il senso della mia interrogazione.
La ringrazio per la risposta, anche se sono parzialmente soddisfatto.
Vorrei che da parte sua ci fosse un utilizzo più deciso di Investimenti Torino Piemonte, proprio per orientarne l'attività, perché se queste strutture vengono lasciate da sole possono combinare guai, come, lo ripeto quando si occupano troppo di Out-let con operazioni che, a mio parere, non risultano di grande utilità per il sistema economico piemontese. Sono più utili attività in cui si insedia un processo produttivo e non un'attività di know how di vendita, perché - ripeto ancora - distribuiscono catene di prodotti che giungono da altre parti del mondo, penalizzando la tradizionale distribuzione che viene svolta dal sistema commerciale piemontese.


Argomento: Boschi e foreste

Interrogazione n. 619 della Consigliera Manica inerente a "Dismissione del vivaio forestale regionale 'Alpinia' di Stresa (VB)"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 619, presentata dalla Consigliera Manica, alla quale risponde l'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore ai beni ambientali

L'interrogante si riferisce al vivaio "Alpinia" di Stresa, che apparteneva alla rete di undici vivai regionali funzionali e funzionanti fino a circa tre anni fa.
Il ragionamento alla base di questo intervento di razionalizzazione è molto semplice. I nostri vivai erano mediamente dei piccolissimi vivai salvo un paio di casi, ed ognuno aveva una produzione del tutto analoga agli altri vivai regionali. L'elevato numero di stabilimenti non consentiva un miglioramento e una modernizzazione della produzione, per cui, in sede di contratto aziendale (è il contratto integrativo di lavoro che la Regione ogni tre anni stende con i sindacati), abbiamo svolto dei ragionamenti sul futuro di questi vivai, che hanno portato alla determinazione di potenziare e rendere estremamente moderni due vivai e su questi concentrare l'intera produzione forestale della nostra Regione.
Come? Sicuramente non producendo più alberi a radice nuda, ma producendo solamente alberi in contenitore, la cui percentuale di attecchimento è molto vicino al 100%, mentre con la radice nuda abbiamo dei risultati decisamente meno positivi.
Considerato che il maggior peso finanziario delle operazioni di rimboschimento non riguarda il materiale reimpiantato, ma, ovviamente, la manodopera che viene impiegata per questo scopo, in accordo con i sindacati, nel piano di potenziamento delle maestranze utilizzate per lavori di rimboschimento e di manutenzione ambientale, nel piano di maggiore professionalizzazione di queste maestranze rientrò anche la ristrutturazione del sistema vivaistico forestale piemontese. I vivai della nostra Regione, quindi, si ridussero a tre e precisamente: il vivaio di Chiusa Pesio, il vivaio di Albano (Provincia di Vercelli) e il vivaio di Fenestrelle per le produzioni montane.
Relativamente al vivaio di Stresa devo aggiungere delle considerazioni puntuali. Tale vivaio è stato dismesso con determinazione dirigenziale del mese di febbraio 2001; insieme a questo vivaio sono stati dismessi il vivaio "Vignaioli" di Verolengo e il vivaio "La Crosa" di Varallo Sesia.
Nell'anno passato, la produzione del vivaio "Alpinia" è stato di 180 mila piante, che è la produzione media degli ultimi anni. Di queste 180 mila piante soltanto 100 mila sono state assegnate ad Enti locali e a privati che hanno avanzato richiesta. Le 80 mila rimanenti sono tragicamente finite nel cippatore.
Le richieste della zona sulla quale insisteva il vivaio "Alpinia" (come ricordava la Consigliera interrogante, la provincia di Novara e la provincia del Verbano Cusio Ossola), riguardanti queste 100/150 mila piante di cui necessita il territorio, possono essere tranquillamente soddisfatte con la produzione dei tre vivai che rimangono attivi con una qualità decisamente superiore.
Nel vivaio "Alpinia" non verranno attuati interventi culturali tendenti a sviluppare nuove produzioni, ma le operazioni culturali saranno limitate alla cura delle piante che verranno consegnate presumibilmente fino alla primavera 2002, salvo residui che potranno essere assegnati nelle campagne seguenti.
A ridosso del vivaio "Alpinia" vi è un orto botanico, denominato anch'esso "Alpinia", ma tra l'orto botanico e il nostro vivaio non esiste alcun legame. Si potrebbe eventualmente prendere in esame la possibilità di cedere interamente o in parte all'orto botanico "Alpinia" i terreni dell'ex vivaio forestale.
Il personale attualmente impiegato nel vivaio viene utilizzato per l'esecuzione di lavori di miglioramento forestale e di manutenzione del territorio, come avviene per il personale delle altre strutture vivaistiche dismesse. Ovviamente, senza alcuna ripercussione negativa sul piano occupazionale che, in accordo con i sindacati, riteniamo possa essere potenziato attraverso l'impiego dei risparmi derivanti dalla ristrutturazione della produzione vivaistica. Già da quest'anno, infatti il numero degli operai forestali a tempo determinato è stato incrementato mentre il numero degli operai a tempo indeterminato continua a crescere in base al piano pluriennale stilato in accordo con il sindacato e ricompreso nel contratto integrativo di lavoro.
Le serre e gli ombrai interessano circa 2.500 metri quadrati sui 40.000 metri di superficie vivaistica, pari a circa il 6%, e le attrezzature verranno impiegate utilmente nelle strutture che residuano.
Il sito del vivaio potrebbe essere oggetto di accordo con l'orto botanico "Alpinia" e potrà essere utilizzato come punto di distribuzione delle piante prodotte altrove e come area sulla quale impiantare eventualmente una collezione comparativa di specie forestali idonee alla stazione.
Quindi, vorrei rassicurare la collega che la dismissione del vivaio non comporterà assolutamente l'abbandono dello sviluppo forestale dell'area del Verbano Cusio Ossola, anzi, come detto in precedenza, si libererebbero ulteriori risorse, sia economiche, sia lavorative, per la cura dei boschi e dell'ambiente.
In chiusura, ricordo che, in base ad una deliberazione regionale, il personale delle nostre squadre forestali interviene direttamente a seguito di eventi meteorologici eccezionali, quali le alluvioni, per un immediato ripristino dei siti alluvionati. Durante le due alluvioni dell'anno passato (quella di metà giugno e quella di metà ottobre) le squadre hanno abbandonato immediatamente i lavori programmati all'interno dei boschi e sono stati tutti impiegati sugli effetti dell'alluvione. Debbo dire, con grande soddisfazione, che la professionalità degli operai forestali della Regione ha sortito unanimi consensi e la sollecitazione, da parte delle Amministrazioni, di impiegare ulteriormente questo personale per scopi di manutenzione e di ripristino di ambienti danneggiati o comunque di ambienti idrogeologicamente dissestati.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Ho sentito che l'Assessore ha risposto con una certa puntualità alle domande che noi avevamo posto: se rispondesse al vero che la Regione aveva l'intenzione di procedere ad una riorganizzazione e che, nell'ambito della riorganizzazione del sistema vivaistico, intendesse dismettere l'attività di alcuni vivai, tra cui questo; se questa dismissione sarebbe avvenuta come e in che tempi; che destinazione avrebbe avuto il personale addetto e se non si intendesse riconsiderare tutto questo.
Alla luce di quanto sentito questa mattina, chiederei all'Assessore di poter avere il testo scritto della sua risposta, perché senz'altro è una notizia importante, di un certo rilievo all'interno dell'area interessata.
Pertanto, vorrei acquisire la risposta data all'interrogazione anche nel corso della mattinata. La ringrazio.


Argomento: Formazione professionale

Interrogazione n. 638 della Consigliera Manica inerente a "Nuovo percorso di studi quinquennali nel Comune di Ghemme"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interrogazione n. 638 presentata dalla Consigliera Manica.
Risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Ci tenevo a rispondere a questa interrogazione della Consigliera Manica perché volevo dirle che mi sono attivato, cara collega, presso la Provincia di Novara, come lei chiedeva, e presso il tavolo regionale.
Mi permetto di ricordare - solo per memoria, ma la collega Manica lo sa, perché già l'altra volta mi ha detto di essere bene al corrente - che ancora le competenze non sono della Regione, non lo sono in alcun modo.
Però dirò subito quello che abbiamo fatto.
Fra le segnalazioni pervenute dalla Provincia di Novara, che per ora è il soggetto competente a proporre l'avvio di nuovi indirizzi di studio - il soggetto non è la Regione - non compare alcuna indicazione di attivare tale percorso di studi in vista del prossimo anno scolastico. Infatti, come risulta da comunicazione ufficiale dell'Amministrazione Novara - che mi permetto di consegnarle, perché l'ho sollecitata dopo la sua sollecitazione è stato da essa, Amministrazione di Novara, deciso di soprassedere per il momento all'attivazione di tale indirizzo di studio con sede a Ghemme.
La lettera è dell'Assessore all'istruzione, Gianluca Godio, che scrive: "In relazione alla nota" - che noi gli abbiamo mandato tempestivamente appena lei ci ha rivolto l'interrogazione - "si comunica che la Giunta provinciale, nella seduta del 22 marzo, ha esaminato la richiesta di cui all'oggetto e, in considerazione della limitazione attuale del settore vitivinicolo in provincia di Novara, non ritiene utile attivare tale tipo di corso, riservandosi comunque un eventuale ulteriore approfondimento al riguardo".
Come la collega Manica ricorderà, lo stesso Gruppo DS - secondo me più che legittimamente - quando facemmo l'assestamento scolastico, il dimensionamento, mi ricordò che dovevano essere le Conferenze provinciali e che non poteva la Regione sovrapporsi, essendo un compito dato dalla legge alle Conferenze provinciali.
Quindi, ci siamo attivati con la Provincia di Novara, che ci ha dato questa risposta ufficiale, e io ricordo per precisione giuridica che le competenze delle Regioni in merito alla realizzazione della rete scolastica e alla predisposizione dell'offerta affermativa di cui all'art. 138 del D.lgs. n. 112/98 "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli Enti locali" riguardano solo le funzioni programmatorie, mentre la decisione di attivare gli specifici nuovi indirizzi nelle scuole superiori spetta, ex art. 139 del citato D.lgs. n.
112/98, alle Province, le quali lo esercitavano comunque anche precedentemente al D.Lgs. n. 112/98, sebbene in un diverso contesto.
Inoltre, queste nuove competenze, come si deduce dal secondo comma dell'art. 138, non sono ancora operative. Lo saranno soltanto a partire dall'1 settembre 2002, salvo che il Governo decida, con apposito provvedimento, di anticiparne la decorrenza effettiva.
Per lavorare in questa direzione, l'Assessorato ha costituito nel settembre scorso il tavolo di confronto Regione-Province, cui partecipa la Direzione regionale all'Istruzione e il Provveditore agli Studi, che in questo momento - come lei sa - sono in fase di esaurimento, nel senso che la Direzione vorrebbe prendere tutte le competenze per trattare gli argomenti e le nuove competenze e raccordarsi con gli uffici del Ministero così da concordare eventuali decisioni a carattere generale che fosse opportuno adottare durante questo periodo di attesa delle competenze attribuite.
Quindi, in seguito alla sua sollecitazione, porterò anche a questo tavolo la richiesta, però devo dire sinceramente che mi sono attivato con la Provincia, che in sostanza ha risposto: "Non intendiamo"; non è nostra competenza, l'unica cosa che posso fare è portare la questione, che mi sembra interessante, al tavolo di confronto Regione-Province e Direzione regionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Ringrazio l'Assessore per la risposta. Debbo dire che nell'interrogazione noi chiedevamo appunto all'Assessore di attivarsi per quanto di sua competenza, non certamente al di fuori delle competenze che la legge demanda alla Regione.
Ritengo veramente singolare questa decisione della Provincia di Novara rimanendo una convinta assertrice dei vari livelli di autonomia e di decentramento e quindi anche dei ruoli che Provincia e Comune debbono avere; questo non implica che io non possa nello stesso tempo ritenere alcune decisioni profondamente sbagliate. Nel caso specifico si tratta di una di queste, perché qui non siamo in presenza di una richiesta di decentramento casuale: siamo in presenza di una richiesta di istituzione di attivazione di un nuovo corso formativo in una dimensione importante di collegamento con il territorio, con la sua attività produttiva e con le vocazioni di questo stesso territorio, anche perché trovavo una profonda sinergia tra scuola, Amministrazioni locali e mondo agricolo e produttivo.
Tanto più è singolare la decisione della Provincia di Novara in quanto più vicina a quel territorio e a quelle esigenze.
Ritengo indispensabile che si sottoponga la questione anche al tavolo di cui l'Assessore in questo momento ci parlava perché "errare humanum est solo persevare è diabolico", quindi forse anche la Provincia di Novara pu avere una sua forma di resipiscenza in questa direzione. Assessore Leo, se la aiutiamo facciamo un'opera meritoria.


Argomento: Università

Interpellanza n. 710 dei Consiglieri Contu e Papandrea inerente a "Stato di agitazione degli studenti ospiti del Collegio universitario 'Renato Einaudi', sede di Corso Lione n. 24"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 710, presentata dai Consiglieri Contu e Papandrea.
Risponde ancora l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Mi sono permesso di rispondere a questa interpellanza perché, devo dire, ho una funzione particolare. Non ho ancora predisposto la risposta scritta perché sono in corso le attività che il collega Contu ha richiesto.
Per brevità, anche se l'interpellanza meriterebbe di essere letta per intero, affermo che sulla parte descrittiva quello che dichiara il Consigliere Contu è assolutamente vero. Gli studenti di questi collegi (collegi privati, del Politecnico, della Fondazione Einaudi) hanno subìto particolari disagi.
Il Consigliere Contu chiedeva specificamente quali e quanti contributi economici versa annualmente la Regione Piemonte al Collegio universitario Einaudi. La risposta, che il Consigliere Contu conosce essendo documentatissimo, è zero.
Nell'interpellanza si chiede ancora se la Regione Piemonte ha i suoi propri rappresentanti nel Consiglio di amministrazione: la risposta è no.
Ancora, se sussistano, nello stato attuale, obblighi di controllo diretto e indiretto sull'operato del Consiglio di amministrazione da parte della Regione: la risposta è ancora no.
Il Consigliere Contu, in un incontro con gli studenti, ha sollecitato delle iniziative che hanno portato al riscontro oggettivo di un vero deficit di democrazia nel Collegio Einaudi. Il Consigliere Cuntu aveva ragione: gli studenti mi hanno detto di aver apprezzato molto l'intervento della Regione. Ricordo che i Regolamenti dei Collegi universitari regionali i Consiglieri che hanno seguito negli anni scorsi questo tipo di regolamenti lo sanno - sono molto più democratici: prevedono forme di partecipazione, di controllo, assemblee, ecc. Mi rendo conto che i colleghi non possono ricordare tutti i dettagli, ma c'è una situazione particolare che vorrei portare all'attenzione del Consiglio: circa cinque anni fa gli studenti dei Collegi regionali volevano trasferirsi nel Collegio. Oggi succede esattamente l'opposto: gli studenti dell'Einaudi vorrebbero trasferirsi nei Collegi regionali proprio per quel lavoro di miglioramento della democrazia della qualità della vita che il Consiglio ha così sottoposto e che si è sviluppato positivamente.
Sono completamente concorde sulle valutazioni che vi sia stata una carenza di informazione colposa, che vi sia un deficit di democrazia e che sia necessario portare attorno ad un tavolo il Presidente dell'Ente Einaudi e gli studenti. Per questa ragione ho chiesto un incontro in un'audizione che dovrebbe tenersi già in questi giorni (riferirò, magaria per via scritta, se il Consiglio non sarà convocato).
Gli studenti, nell'incontro che hanno avuto con l'Assessorato, hanno evidenziato l'assenza di qualunque loro forma di partecipazione, nessuna forma di informazione e la non disponibilità al dialogo, mentre nei Collegi regionali sono previsti rappresentanti, assemblee, ecc.
Mi permetterò di sostenere con forza le tesi di questa interpellanza e le buone ragioni degli studenti. Aggiungo che, a volte, abbiamo dato disponibilità all'Amministrazione Einaudi a ricevere fondi dalla Regione che sono stati addirittura rifiutati, per non essere obbligati ad avvalersi delle regole. Affermo, anche se è una soddisfazione per il nostro governo che le regole dei Consigli regionali considerano gli studenti di oggi eccellenti, di grande democrazia e di grande partecipazione.
Ringrazio per questa interpellanza, che ritengo essere molto importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Ringrazio l'Assessore per la tempestività con la quale è intervenuto su una nostra segnalazione.
La nostra segnalazione parte da una situazione di disagio profondo alla quale gli studenti ospiti del Collegio Einaudi, collegio privato, sono andati incontro negli anni e che potranno andare prossimamente, nel momento in cui si dovrà operare l'apertura del cantiere per dare luogo ai lavori di ristrutturazione dei locali che ospitano il collegio stesso.
Credo che l'Assessore abbia voluto enfatizziare tutta la parte relativa alla problematica della democrazia interna e i gravissimi deficit di partecipazione alle decisioni emerse da una prima disamina di tutta la questione.
Solleciterei un percorso, che sostanzialmente è questo. La questione della partecipazione alla vita democratica del collegio è solo un aspetto ma ce n'è un altro più grave, più imminente, motivo per noi di profonda preoccupazione: quale ospitalità sarà in grado di offrire la città o la regione tenendo conto della situazione di estrema difficoltà che si è venuta a creare.
La situazione è estremamente delicata: da una parte, ci sono indubbie responsabilità da parte del Collegio Einaudi che avrà proposto delle soluzioni, dell'altra, insiste una forte richiesta da parte degli studenti.
Negli anni, con un ricambio minimo di presenze, si è costituita un'autentica comunità: siamo in presenza di 170 studenti con un ricambio annuale di una ventina di presenze (quelli che prendono la laurea). Il ricambio, quindi, che fa una richiesta pressante di aiuto alla Regione è veramente minimo. La Regione non ha competenza diretta, ma forse una competenza dovuta ce l'ha: sono studenti ospiti di questa città frequentano la nostra Università, vengono da altre Regioni, vivono anche una situazione di solitudine perché lontani dalle loro famiglie. Bisogna provare ad incamminarsi verso una soluzione che, in accordo con il privato possa individuare, da qui alla fine di luglio (i ragazzi devono decidere il proprio futuro), una soluzione che possa consentire loro di proseguire gli studi in questa città sapendo che la Regione non è assolutamente estranea a questa problematica e che molto può fare. E' un atto di volontà politica.
Prendiamo atto degli impegni assunti dalla Regione, ma dobbiamo trovare delle soluzioni. Saranno soluzioni provvisorie, ma improntate a quella raccomandazione e a quella istanza che arriva dagli studenti.



PRESIDENTE

Dichiaro esaurite le interrogazioni e le interpellanze.
Sospendo la seduta per cinque minuti perché dobbiamo fare una breve riunione nell'Ufficio di Presidenza. Riprendiamo alle ore 12,20.



(La seduta, sospesa alle ore 12,15 riprende alle ore 12,20)


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Passiamo ora al punto 3) all'o.d.g. relativo alle "Nomine".
Dobbiamo procedere a due votazioni.
La prima è quella dei due componenti del Comitato regionale di controllo sulle comunicazioni ad integrazione dei cinque che erano stati eletti; è una ripetizione della votazione.
Chiedo alla minoranza la dichiarazione di collegamento ai sensi dell'art. 72.



(Consultazione tra i Capigruppo di minoranza)



PRESIDENTE

Dispongo che si effettui prima l'altra votazione, cioè quella relativa all'ATC di Alessandria.
Nel contempo invito i colleghi a prepararsi per la dichiarazione di collegamento.
Si distribuiscano le schede per la seguente nomina.


Argomento: Nomine

- Agenzia territoriale per la Casa (ATC) di Alessandria - L.R. n. 11/93 art. 6, comma 6) - Collegio Sindacale - designazione di 1 Sindaco con funzioni di Presidente, in sostituzione del signor Claudio Mazzella


PRESIDENTE

Prego un Consigliere Segretario di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Mancuso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Rossi Giacomo e Di Benedetto, che procederanno immediatamente allo spoglio.
Dispongo ora la distribuzione delle schede relative alla seconda nomina.


Argomento: Nomine

- Comitato Regionale per le Comunicazioni - CO.RE.COM. (art. 3, L.R. n. 1/01). Designazione di 2 componenti (integrazione)


PRESIDENTE

Chiedo se c'è la dichiarazione di collegamento.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi pare che rispetto alla discussione svoltasi nella scorsa seduta ci sia un fatto nuovo. Questo fatto nuovo, per quanto ci riguarda, è costituito dal deposito da parte dell'Ufficio di Presidenza, sottoscritto da tutti i suoi membri, di una proposta di modifica della legge istitutiva del CO.RE.COM. che, tenendo conto del dibattito avvenuto, promuove un riequilibrio che rafforza il pluralismo di questo istituto di garanzia.
Il fatto che sia stato depositato con le firme dei componenti dell'Ufficio di Presidenza, a partire da quella del Presidente del Consiglio, costituisce quel fatto di cui avevamo parlato nel corso dell'ultima discussione, che formalizza un impegno politico maturato nella nostra discussione in Consiglio.
Sulla base di queste modificate condizioni, riteniamo che esista la possibilità di indicare il collegamento per quanto riguarda due candidati in particolare il prof. Marletti e il prof. Rattazzi, che sono quelli che le minoranze indicano per questa votazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Vorrei solo precisare che ognuno è libero di assumere le considerazioni che ritiene maggiormente opportune.
E' evidente che l'Ufficio di Presidenza ha una valenza diversa sia dal Consiglio che dalla Giunta.



PRESIDENTE

Prego un Consigliere Segretario di procedere all'appello nominale per la seconda nomina.



(Il Consigliere Segretario Mancuso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

A questo punto, si può procedere allo spoglio delle schede.
Successivamente comunicherò il risultato.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 118: "Programma 1996/1999 di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata. Modifica deliberazione del Consiglio regionale n. 272-12411 del 30 luglio 1996"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g., che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 118.
La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Si tratta della prima di una serie di proposte di deliberazione che abbiamo esaminato in Commissione in modo approfondito.
La prima deliberazione che viene proposta al Consiglio regionale è la n. 118.
In sostanza, la nuova formulazione consente alle Agenzie Territoriali per la Casa di poter acquisire e recuperare immobili di aree edificate, ai sensi dell'art. 11 della legge n. 179/92.
Quindi, con questa deliberazione i proventi delle vendite possono essere destinati anche per l'acquisto di singoli alloggi immediatamente assegnabili o da recuperare.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione la deliberazione il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 38 voti favorevoli e 1 contrario.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 199: "Indirizzi e criteri per la conclusione del programma 1996/1999 di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 199, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Si può dare la stessa votazione.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 38 voti favorevoli e 1 contrario.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposte di deliberazione n. 161: "Legge 24 dicembre 1993, n. 560. Ulteriore integrazione al piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Asti", n. 41 "Legge n. 560/93. Esclusione di immobili dal piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Asti" e n. 206 "Legge 24 dicembre 1993, n. 560. Ulteriore integrazione al piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Asti"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 6) all'o.d.g. che raggruppa le proposte di deliberazione n. 161, n. 41 e n. 206.
Non essendovi interventi, pongo in votazione il testo unificato delle deliberazioni, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 38 voti favorevoli e 1 contrario.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 39: "Legge n. 560/93. Esclusione di immobili dal piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Alessandria"


PRESIDENTE

Pongo ora in votazione la proposta di deliberazione n. 39, di cui al punto 7) all'o.d.g., il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 38 voti favorevoli e 1 contrario.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 40: "Legge n. 560/93. Esclusione di immobili dal piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Cuneo"


PRESIDENTE

Pongo inoltre in votazione la proposta di deliberazione n. 40, di cui al punto 8) all'o.d.g., il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 38 voti favorevoli e 1 contrario.


Argomento: Zootecnia - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame proposta di legge n. 253: "Costituzione Consorzio per lo smaltimento o il recupero dei rifiuti di origine animale provenienti da allevamenti ed industrie alimentari"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di legge n. 253, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Relatori sono i Consiglieri Riba e Toselli.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido, relatore

Molto rapidamente, colleghi, data la giornata e il tempo a disposizione che abbiamo opportunamente autolimitato anche per questa legge, che richiederebbe una valutazione più approfondita, vorrei mettere in evidenza tre punti.
Il primo riguarda la dimensione finanziaria. Si tratta, infatti, di un provvedimento che stanzia oltre 11 miliardi, che è una cifra ancora limitata rispetto ai danni della zootecnia in relazione alla crisi della "mucca pazza", però è comunque un provvedimento destinato ad avere un risultato reale.
Il provvedimento è partito da due proposte di legge, una presentata dall'opposizione e una dalla maggioranza; successivamente è stata unificata, con un notevole apporto dei tecnici dell'Assessorato all'agricoltura e dell'Assessorato alla sanità. Sostanzialmente, prende l'avvio dal fatto che negli allevamenti piemontesi muoiono, per cause naturali, circa 10 mila capi di bestiame ogni anno; a questi si aggiungono circa 50 mila capi di suini e qualche decina di migliaia di capi di animali da cortile. Storicamente gli animali che morivano per cause naturali avevano ancora l'opportunità di essere recuperati alla cosiddetta "bassa macellazione". Successivamente, il termine "bassa macellazione" ha assunto un significato soltanto politico, mentre dal punto di vista della gestione della zootecnia la bassa macellazione è sparita del tutto, perché gli animali che perdono la vita per qualsiasi causa devono essere interrati.
Poi le provvidenze stabilite per la tutela igienica a seguito della BSE ha una quantità notevole di abbattimenti per ragioni di natura profilattica e si trattava, quindi, da un lato, di organizzare un sistema di smaltimenti che facesse fronte all'incremento della domanda in questa direzione dall'altro lato, a prevedere un'organizzazione tra i produttori che contenesse, se non il danno, perlomeno le conseguenze delle perdite di animali che normalmente comportavano un'esigenza di 500/600 mila lire per lo smaltimento.
Questa proposta di legge praticamente istituisce un Consorzio obbligatorio tra gli allevatori di animali, al quale possono partecipare gli operatori della macellazione di tutta la filiera; si prevede anche un'assicurazione facoltativa. Vi è un intervento regionale per sviluppare il sistema delle assicurazioni facoltative. Sostanzialmente, realizziamo un sistema che, tra l'altro, è anche il primo su scala regionale, e per certi versi risponde - chi si occupa di agricoltura lo sa - ad un'antica esigenza, quella della cosiddetta "mutua bestiame" proposta come tale negli anni '60.
Ritengo che il provvedimento possa essere approvato, in quanto corrisponde alla necessità di assicurare le condizioni per realizzare una profilassi severa e, nello stesso tempo, consente di contenere, nei limiti del possibile consentiti dalla legislazione nazionale, il danno a carico delle aziende zootecniche.
Naturalmente, la legge meriterebbe un approfondimento ulteriore, ma lo faremo tra coloro che hanno un particolare coinvolgimento anche ai fini dell'applicazione.
Propongo l'approvazione della legge. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro aperto il dibattito generale.
La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

La ringrazio, Presidente. Cari colleghi, è certamente un momento importante quello che ci accingiamo, attraverso il provvedimento, a varare stamane, soprattutto per l'emergenza nel settore zootecnico nel suo complesso.
Non sono intervenuto precedentemente, nella presentazione della proposta di legge, poiché l'ha fatto correttamente il collega Riba, che ringrazio unitamente ad altri Consiglieri, per l'apporto che hanno saputo dare e soprattutto per l'efficienza dimostrata nella conoscenza della materia in un momento particolare come questo.
Il problema, però, resta, perché se questo progetto di legge prevede la realizzazione di un consorzio, non dobbiamo dimenticare che lo stesso entrerà a regime entro sei mesi dalla data odierna.
Mi chiedo, però, se non si debba valutare un altro problema impellente ossia il contributo che lo Stato ha promesso di dare, prima alle imprese e poi agli allevatori, di oltre 200 mila lire per ogni capo, anche se, per quanto mi consta, non si è ancora andati in questa direzione.
Se, invece, si andasse in questa direzione succederebbe che, essendo il contributo del Governo a scadere nel mese di maggio ed entrando a regime la proposta di legge regionale successivamente, non collimeremo certamente con le date creando ulteriori disagi agli allevatori.
Mi auguro che gli Assessori competenti in materia di sanità, ambiente ed agricoltura sappiano farsene carico, tenendo conto, insieme al Governo di tutte le soluzioni, affinché la zootecnia non abbia più a soffrire rispetto all'emergenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Grazie, Presidente. Il mio intervento - come al solito, è la seconda volta che ripropongo il problema in quest'aula - è di metodo prima che di merito.
E' evidente che il provvedimento è condivisibile. E' altrettanto evidente che questo provvedimento ha come primi firmatari il Vicepresidente eletto dal centrodestra e il Vicepresidente eletto dal centrosinistra.
Quindi, è logico che il provvedimento avrà il parere positivo di quest'aula. Sarebbe interessante conoscere l'opinione dell'Assessore competente in materia e sarebbe interessante, soprattutto, che l'Assessore mi spiegasse in maniera seria, chiara ed imprescindibile... In queste condizioni non riesco a parlare.



PRESIDENTE

Invito i colleghi a prestare attenzione, perché sta parlando il collega Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Vorrei anche sapere a quale Assessore posso rivolgermi.



PRESIDENTE

Può rispondere l'Assessore Cavallera, perché oggi ha la delega di Vicepresidente, quindi rappresenta la Giunta nel suo complesso.



BRIGANDI' Matteo

Pregherei - credo che sia una questione imprescindibile - l'Assessore di spiegarci come politicamente viene giustificato questo provvedimento.
Questo provvedimento, assieme ad altri provvedimenti, è l'espressione della volontà della destra e della sinistra.
Posso capire questo fatto in via eccezionale: un atto terroristico. In questo caso, come non lo si può condannare in toto? E in una situazione di emergenza: l'alluvione. E' chiaro che tutto il Consiglio si schiera per cercare di tutelare la gente colpita dall'alluvione.
In questo momento, siamo di fronte ad un provvedimento che certamente ha una valenza ed una caratteristica politica. La valenza e la caratteristica politica deve essere, come tutta la politica del mondo e di tutta Italia, connotata da proposizioni di maggioranza e di minoranza, cioè una parte politica governa e l'altra controlla. Ci troviamo, invece, in una situazione dove tutti governano. Il problema è: cosa andiamo a dire alla gente? Il provvedimento per lo smaltimento dei rifiuti lo abbiamo voluto realizzando il nostro programma elettorale? Questo discorso lo farà anche la sinistra: chi dei due ha ragione? Assessore, in rappresentanza della Giunta, questo meccanismo non è più tollerabile.
Non è pensabile che questa Regione sia gestita in maniera comunitaria.
Se così è, siamo seri, diciamo ai cittadini che in questa Regione c'è un unico partito, un insieme di amici che si siede intorno ad un tavolo e discute, con un meccanismo del "compra" e del "vende", qualsiasi provvedimento e, quindi, è un provvedimento di tutti. I cittadini non hanno più alternativa, se scegliere un centrodestra o un centrosinistra, perch fanno la stessa cosa.
Assessore, le chiedo di darmi una risposta su questo punto. Voglio capire se questo provvedimento rappresenta un incidente. Se è così, c'è una ragione politica che mi sfugge ed è un meccanismo che si limiterà ad avere il nostro voto negativo, perché il mio Gruppo non vota mai con le sinistre.
Se non è un incidente, bisognerà prendere una posizione politica più seria e più ferrea, perché il nostro obbligo, il nostro preciso impegno e dovere morale è far sì che i cittadini sappiano che in questo Consiglio regionale c'è una maggioranza ed un'opposizione o il contrario.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera, che interviene in qualità di Vicepresidente della Giunta, essendo il Presidente Ghigo e il Vicepresidente Casoni in congedo.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Credo che possiamo considerare il problema di carattere speciale. Né il centrodestra né il centrosinistra, durante la stesura del proprio programma per le elezioni regionali del 2000, potevano infatti prevedere quanto è successo nel campo della BSE.
I Gruppi consiliari, nell'ambito della loro autonomia, hanno presentato dei provvedimenti distinti che, successivamente, in sede di Commissione sono stati unificati, tant'è che adesso è stato varato un unico provvedimento. Questo è quello che abbiamo appreso dalla relazione del Consigliere Riba e dall'intervento del Consigliere Toselli.
Ritengo che le ragioni per distinguere maggioranza e minoranza in questo Consiglio siano molte. I programmi della maggioranza, nel caso particolare, hanno uno spessore adeguato per affrontare le tematiche sanitarie, ambientali, territoriali e culturali di ogni specie e ne fa fede la contrapposizione che vi è su temi rilevanti. Recentemente, si è svolto il dibattito sulla sanità con delle posizioni ben distinte.
Questo lo ascriverei, rispondendo al suo quesito, ad una tematica di emergenza del tutto particolare nel momento in cui può prevalere l'elemento risposta, piuttosto che l'elemento distinzione; anzi, proprio per poter far sì che questo provvedimento abbia un segno distintivo da parte della Giunta regionale, si è fatto presente ai relatori del provvedimento che vi è una necessità che il provvedimento non copre, che è quella di corrispondere ad un'emergenza di stoccaggio e smaltimento delle farine animali, per cui vi è un emendamento importante e significativo, a mio avviso, presentato dalla Giunta regionale, che va in questa direzione.
Il provvedimento durante l'iter consiliare e di Commissione, ancora oggi, acquisisce il contributo di tutti proprio perché siamo di fronte alla risposta relativa ad un problema di emergenza.
Per quanto riguarda le politiche dello smaltimento dei rifiuti, la Giunta ha presentato la nuova legge regionale sui rifiuti e, per quanto riguarda le tematiche sanitarie, presenterà il piano sanitario.
Per quanto riguarda le tematiche agricole, ovviamente, vi sono molte posizioni in ordine al piano di sviluppo rurale e quant'altro, quindi, come giustamente diceva lei, Consigliere Brigandì, ci possono essere delle emergenze di fronte alle quali ci può essere anche una risposta convergente.
Secondo me, ci troviamo in un caso particolare e credo che, nonostante il periodo di contrapposizione elettorale che stiamo vivendo, sarebbe opportuno trovare un momento di convergenza su alcune risposte basate su soluzioni tecniche ed operative valide. Ritengo che non vi sia alcuna ragione per non riconoscere questa validità, tanto più che vi sono autorevoli Consiglieri di maggioranza e di minoranza che hanno concorso all'elaborazione del testo in Commissione.
Ripeto, questo testo, per quanto riguarda la Giunta, deve essere modificato con l'emendamento che abbiamo presentato e che chiediamo al Consiglio e soprattutto alla maggioranza di votare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Intervengo semplicemente per dire che il nostro Gruppo condivide questa proposta di legge e che il nostro voto sarà favorevole.
Credo che l'unico rimpianto su questo punto sia quello di arrivare solo oggi all'esame in aula. Nel mese di dicembre, il nostro Gruppo aveva chiesto di approvare celermente un provvedimento di questo genere. Non voglio far perdere altro tempo, il nostro voto sarà favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Intervengo per annunciare il voto favorevole del Gruppo Alleanza Nazionale.
Collega Brigandì, farei rientrare questo provvedimento in quel gruppo di provvedimenti motivati da un'emergenza. E' vero che non si tratta di un'alluvione o di un terremoto, ma, per un comparto e un po' per tutta una filiera, se questa non è un'emergenza, mi chiedo cosa sia l'emergenza per i toni, per le sottolineature e anche per le isterie collegate a quella che è la BSE. Quindi, di questo fatto politico insolito non c'è da scandalizzarsi, anzi, a mio avviso, si tratta di maturità politica votare comunemente, tra poco, un provvedimento che dovrebbe dare un po' di fiato ad un settore che ha veramente molte difficoltà; è un fatto non negativo.
Sottolineo che, visti i tempi molto spesso biblici del Consiglio regionale, questa volta - certo, sempre con un po' di ritardo rispetto a quelle che potrebbero essere le volontà di tanti - riusciamo ad arrivare in un tempo abbastanza ristretto alla conclusione di un iter legislativo.
Questo fatto riafferma la volontà di intervenire da parte di tutti con rapidità e speriamo anche con un'eccezionale efficacia rispetto al comparto dell'allevamento e di tutta la filiera, che, a mio avviso, necessitava assolutamente di un segnale forte da parte di quest'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anche noi, come Gruppo, annunciamo il voto favorevole, che avviene indipendentemente dall'aver guardato bene chi l'ha firmato e chi no.
Abbiamo letto e discusso i contenuti in Commissione e pensiamo che sia un provvedimento necessario ed utile in questa fase, così come prima abbiamo votato qualche altra deliberazione presentata dalla Giunta.
Una considerazione: credo che effettivamente ci sia una differenza significativa rispetto ai terremoti o alle alluvioni. In questo caso purtroppo, questo provvedimento è determinato da comportamenti umani irresponsabili: ne avremmo fatto a meno, così come nel caso delle alluvioni. E' vero che per quanto riguarda le conseguenze poi interviene anche l'uomo, ma perlomeno all'origine del fenomeno alluvionale o sismico non c'è l'essere umano; mentre, in questo caso, le scelte un po' irresponsabili di alcuni anni fa per ottenere il massimo della produttività possibile con la crescita degli animali ci ha portati a questa situazione.
Nel momento in cui realizziamo questo provvedimento necessario e urgente è anche utile riflettere sul perché lo facciamo e sul perch ingenti risorse pubbliche vengono finalizzate ad un problema che poteva anche non esserci. Da questo punto di vista, sarebbe stato meglio non arrivare a questa discussione, ma, purtroppo, ci siamo arrivati e credo che sia una risposta a quel tipo di situazione, ovviamente abbastanza di emergenza, che si è verificata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Mi ricollego alle ultime parole del Consigliere Papandrea. Anche per me questa legge riveste un duplice aspetto: da un lato, c'è la necessità di dare risposte ad un problema che è di tutta la zootecnia; dall'altro lato inevitabilmente, si deve svolgere una considerazione: la crisi che stiamo vivendo è figlia di un certo tipo di zootecnia, cioè nasce dal rapporto che abbiamo costruito negli allevamenti. Su questo punto sappiamo bene che vi sono visioni diverse. Questa legge va nel senso di mantenere un certo tipo di produzione e di perpetrare un certo tipo di allevamento.
Sono personalmente convinto, e con me molti altri, che questo tipo di allevamento non potrà continuare all'infinito su questa strada.
Quindi, mi auguro che nel futuro, oltre agli investimenti per sostenere la zootecnia intensiva, basata essenzialmente sullo sfruttamento degli animali, ma che a lungo andare provoca conseguenze per la salute stessa dei consumatori, il Consiglio prenda finalmente in mano tutta la vicenda dell'allevamento e si indirizzi verso leggi a favore di un tipo di allevamento diverso, più ecocompatibile, che parta dal rispetto degli animali per costruire modi diversi di mantenere gli animali, seppur destinati, dopo un breve periodo della loro vita, ad essere macellati e quindi consumati.
Credo che questo tipo di considerazione non sia stato fatto, ma queste considerazioni sarebbero invece fondamentali, perché - e si è visto - altro e diverso tipo di allevamento potrebbe significare anche una ricaduta occupazionale ed economica favorevole per chi lavora nella nostra regione considerando che nella nostra regione vive una razza bovina particolarmente pregiata - così è riferito da tutti gli operatori del settore.
Oltre che pensare a leggi che vanno incontro ad un problema che è nato per la distruzione degli animali morti, sarebbe tempo che pensassimo anche agli animali vivi.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale e passo all'esame dell'articolato.
ART. 1 Chiede di intervenire il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Molto brevemente perché la relazione si è svolta in modo doverosamente affrettato, tenuto conto del momento; poi il collega Brigandì ha voluto introdurre qualche elemento che richiede per forza un minimo di riflessione e quindi approfitto, in termini regolamentari, della discussione di questo articolo per dare una risposta.
In realtà, Consigliere Brigandì, io condivido fino in fondo l'opportunità di una netta distinzione e cercheremo di fare buon uso di questa raccomandazione, ma normalmente lo facciamo. Il problema è che c'è stata una doppia emergenza: la prima è l'emergenza oggettiva, la "mucca pazza" e il resto; la seconda è l'emergenza della latitanza dell'Assessorato all'agricoltura, che in quanto tale non ha proposto alcun provvedimento. Questo ha creato una fattispecie, non particolarmente ricorrente devo dire ad onore dell'obiettività, per cui i provvedimenti sono stati proposti dai Consiglieri dell'opposizione - tutti, anche gli altri Gruppi - e da singoli Consiglieri della maggioranza. Da questa fattispecie, Consigliere Brigandì, è nata una situazione che oggettivamente ha prodotto una soluzione che ritengo adeguata e all'altezza della situazione, e non mi voglio intrattenere, data l'assenza in questo momento dell'Assessore titolare che, se avrà fortuna, secondo le sue speranze passerà ad un altro incarico. Ma volendo, da parte della maggioranza o da parte della Giunta, ritornare sugli argomenti dell'emergenza dell'agricoltura, mi permetto di suggerirne due o tre, prima che l'opposizione finisca per invadere il campo che le è considerato - pu darsi giustamente - improprio.
Pensate all'emergenza del Moscato: sono 120 mila ettolitri di eccedenze l'anno scorso come adesso. Se si vuole fare da parte vostra una legge - la nostra c'è già - ci troveremo di nuovo di fronte ad una situazione componibile, altrimenti è peggio: ci sarà solo la nostra legge e ci sarà solo il problema. Se poi vogliamo ritornare rispetto agli stanziamenti scomparsi dal bilancio, sarà un'operazione che può opportunamente fare la maggioranza, altrimenti ci sarà da parte nostra un ruolo di supplenza, in quanto non possiamo prevedere che a fronte di questa situazione gli stanziamenti dell'agricoltura siano dimezzati. E' vero e io apprezzo che siano raddoppiati quelli per il turismo, ma capite che ogni tanto metterli assieme significa una forzatura, perché non si può risolvere in questi termini la crisi della zootecnia. Quindi, questo era dovuto ad un argomento posto opportunamente e di natura politica.
L'altro invece è un chiarimento, poi finisco e non interverrò più in seguito, Presidente. In Piemonte un minimo di rilievo va dato al fatto che comunque può succedere domani, ma finora casi di "mucca pazza" in Piemonte non ce ne sono stati. Naturalmente, questo lo si dice non per assicurare che questo non avverrà, ma perché in termini statistici noi abbiamo una buona possibilità di considerare esenti dal rischio gli allevamenti della razza piemontese, per la natura dell'allevamento, per il circuito interno della razza e per il fatto che la macellazione e la filiera avvengono seguendo determinati protocolli.
Questo, ad onor del vero, suona a riconoscimento di una storia di impegno a favore di questo settore particolare e dà anche qualche elemento di ragione - non mi capita spesso di convenire su questi punti con Moriconi sul fatto che sostenere la qualità paga nel tempo. Per tanto tempo la salute degli animali, il sistema di allevamento, erano argomenti un po' avveniristici, mente adesso cominciano ad essere degli elementi che possono avere un corrispettivo economico nel momento in cui l'emergenza richiede di fornire una certificazione attorno ad elementi che in genere venivano sopraffatti da quelli propri del mercato (prezzo); adesso abbiamo qualche risultato sotto questo profilo. Questa è una situazione che in qualche maniera continua a richiedere, a sollecitare una produzione di provvedimenti di ordine legislativo come questo, che tra l'altro è stato poi unificato in relazione alle procedure regolamentari che prevedono di unificare provvedimenti di natura analoga.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Avevo detto che il nostro non era un problema di merito, ma un problema di metodo, e un problema di metodo importantissimo, in quanto noi lo reputiamo basilare, poiché non è pensabile che in questa Regione ci sia un Regolamento che necessita oggettivamente dell'accordo di tutti. Quindi bisogna che ci sediamo attorno ad un tavolo, che ci chiariamo, che stabiliamo delle regole che tutti dobbiamo seguire, altrimenti è evidente che, seppure ci mettiamo a fare un teatrino di maggioranza e di minoranza viene il momento in cui ci si impunta sul miliardino che scappa per gli zingari e siamo qui bloccati, perché a questo Regolamento basta non solo l'impuntatura di maggioranza o di minoranza, ma è sufficiente l'impuntatura di un movimento che occupa quattro poltrone - credo che siano sufficienti anche tre, nell'ipotesi la quarta sia occupata - per bloccare questo Consiglio.
Prendo atto dell'osservazione dell'Assessore, ma più ancora della pacatezza con cui il Consigliere di Alleanza Nazionale ha condiviso questa mia opinione, dell'onestà intellettuale del Consigliere di Rifondazione Comunista ed infine dell'autorevole esposizione del Vicepresidente, che fanno venire meno il mio problema di carattere politico, in quanto ci dicono: "Attenzione che in questo momento ci troviamo di fronte all'alluvione, al terremoto, alla guerra, al disastro, alla 'mucca pazza'".
Ne prendo atto, siete stati convincenti. Faccio un passo indietro e dichiaro di votare a favore di questo provvedimento, prendendo atto del fatto che si tratta di un provvedimento di emergenza: è evidente, signori della Giunta, che qui passeranno solo i provvedimenti d'emergenza e quindi solo i provvedimenti eccezionali. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, si proceda alla votazione dell'art. 1 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 31 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 31 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 31 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 31 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 5.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: aggiungere il seguente comma 4: "4. Ai sensi dell'art. 1, comma 8, del D.lgs. 11/1/2001 convertito nella legge 9/3/2001 n. 49, la Regione concede un'indennità integrativa rispetto a quella prevista dallo Stato ai sensi della legge n. 49/01 ai soggetti che assicurano la distribuzione, compreso l'eventuale stoccaggio, dei materiali e delle farine animali a rischio specifico BSE e ad alto rischio, prodotti nel territorio piemontese entro il 31/5/2001".
La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

L'emendamento è molto chiaro. Utilizziamo la facoltà che prevede la legge n. 49 di adottare misure integrative, per far sì che il meccanismo previsto a livello centrale, come tutto ciò che è previsto in linea teorica, possa essere coniugato con l'effettiva realtà locale. Occorre tenere conto degli effettivi costi di smaltimento, di inceneritore, di stoccaggio e di trasporto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 5.1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 5 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 32 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 32 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 32 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 8.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: sostituire l'art. 8 nel modo seguente: "Art. 8 (Disposizioni finanziarie) 1. Per l'attuazione della presente legge è autorizzata per l'anno finanziario 2001 la spesa complessiva di L. 12.900.000.000.
2. Alla copertura della spesa si provvede mediante riduzione del capitolo 15910, per L. 12.200.000.000, e del capitolo 27170, per L. 700.000.000, in termini di competenza e di cassa e mediante l'istituzione, nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 2001, dei capitoli indicati nei successivi commi.
3. Per l'attuazione dell'art. 5, comma 1, è istituito, nello stato di previsione della spesa del bilancio 2001, un capitolo con denominazione 'Contributo alle spese di costituzione e di gestione dei programmi annuali di attività del consorzio per lo smaltimento o per il recupero dei rifiuti di origine animale' con dotazione nei termini di competenza e di cassa di L. 1.000.000.000.
4. Per l'attuazione dell'art. 5, comma 3, lettera a), è istituito, nello stato di previsione della spesa del bilancio 2001, un capitolo con denominazione 'Contributo a favore del consorzio per lo smaltimento o il recupero dei rifiuti di origine animale per la parziale copertura delle spese sostenute per lo smaltimento degli animali morti', con dotazione nei termini di competenza e di cassa di L. 5.000.000.000.
5. Per l'attuazione dell'art. 5, comma 3, lettera b), è istituito, nello stato di previsione della spesa del bilancio 2001, un capitolo con denominazione 'Contributo a favore del consorzio per lo smaltimento o il recupero dei rifiuti di origine animale per l'onere derivante dal costo del premio assicurativo dei soci allevatori contro le malattie del bestiame' con dotazione nei termini di competenza e di cassa di L. 5.000.000.000.
6. Per l'attuazione dell'art. 5, comma 3, lettera c), è istituito, nello stato di previsione della spesa del bilancio 2001, un capitolo con denominazione 'Contributi per l'eventuale adeguamento degli impianti e delle attrezzature necessarie ad assicurare l'eliminazione dei rifiuti di origine animale', con dotazione nei termini di competenza e di cassa di L.
700.000.000.
7. Per l'attuazione dell'art. 5, comma 4, è istituito, nello stato di previsione della spesa del bilancio 2001, un capitolo con denominazione 'Indennità integrativa per la distruzione, compreso l'eventuale stoccaggio dei materiali e delle farine animali a rischio specifico BSE e ad alto rischio', con dotazione nei termini di competenza e di cassa di L.
1.200.000.000.
8. La presente legge costituisce integrazione degli elenchi 4 e 5 del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2001 ove viene aggiunta nell'elencazione riferita all'Agricoltura la voce: 'Contributi al consorzio per lo smaltimento o il recupero di rifiuti di origine animale'".
Ricordo che, ai sensi dell'art. 80 del Regolamento, tale emendamento è stato inviato alla I Commissione, la quale ha espresso parere favorevole.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Si tratta della conseguenza finanziaria dell'emendamento precedente. E' un'integrazione dell'articolo che prevede la norma finanziaria.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, si proceda alla votazione del nuovo testo dell'art. 8 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 32 Il nuovo testo dell'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 32 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 32 L'art. 10 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Mancuso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI' 35 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Nomine (Proclamazione degli eletti)


PRESIDENTE

A questo punto, prima di passare ad un altro punto all'o.d.g., comunico il risultato relativo alle seguenti "Nomine".


Argomento: Nomine

- Agenzia territoriale per la Casa (ATC) di Alessandria - L.R. n. 11/93 art. 6, comma 6) - Collegio Sindacale - designazione di 1 Sindaco con funzioni di Presidente, in sostituzione del signor Claudio Mazzella


PRESIDENTE

Proclamo eletto il signor Graziano Poppi.


Argomento: Nomine

- Comitato Regionale per le Comunicazioni - CO.RE.COM. (art. 3, L.R. n. 1/01). Designazione di 2 componenti (integrazione)


PRESIDENTE

Proclamo eletti i signori Carlo Angelo Marletti e Giulio Cesare Rattazzi.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame disegno di legge n. 132 (ex disegno di legge n. 552): "Autorizzazione, limiti e condizioni per conferimenti in conto capitale in società partecipate in liquidazione" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 132 (ex disegno di legge n.
552), di cui al punto 10) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Dal punto di vista della procedura. Dato che il mio Gruppo intende presentare alcuni emendamenti su questo testo, abbiamo bisogno di un approfondimento per la presentazione degli stessi, eventualmente confrontandoci con gli altri Gruppi dell'opposizione.
Riteniamo che sarebbe opportuno sospendere questo argomento, abbastanza esteso per cui ha bisogno di una trattazione e di una definizione di un passaggio emendativo, e discuterlo nella prossima seduta.



PRESIDENTE

La Giunta esprime parere favorevole.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 98 (ex pdcr n. 771): "Modalità di funzionamento dell'Osservatorio regionale per l'Università e per il diritto allo studio universitario - L.R. n. 29/99, art. 4, comma 2"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame della proposta di deliberazione n. 98, di cui al punto 11) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'Università

E' passato un po' di tempo, ma credo che i colleghi ricordino che già nella passata legislatura avevamo approvato questo provvedimento. Era stato seguito molto in Commissione: mi permetto di citare, per stima e non per corresponsabilizzarla, la collega Suino che aveva presentato integrazioni ed emendamenti, perché fosse il più ampio possibile. Già nella passata legislatura - lo ricordo nuovamente - è stato approvato.
Poi, nel corso di questa legislatura, il collega Contu ha chiesto di rispiegarlo in Commissione e così abbiamo fatto. Il collega Contu testimone il collega Moriconi, mi ha detto di aver visto e di essere favorevole a questo provvedimento. Quindi, essendo stato ampiamente discusso, integrato da suggerimenti, arricchito, è uno degli elementi della legge sull'Università che avevamo votato tutti insieme, io penso che possa andare avanti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Dichiaro aperta la discussione generale.
Vi sono richieste di parola? Non essendovi interventi, chiedo se vi sono delle dichiarazioni di voto.
Non essendovene, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.


Argomento: Parchi e riserve

Esame disegno di legge n. 196 (ex disegno di legge n. 452): "Modifica della L.R. 1 giugno 1983, n. 16 (Integrazione alla L.R. 16 maggio 1980, n. 47 'Istituzione della Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto'). Abrogazione della L.R. n. 67/96"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valvo; ne ha facoltà.



VALVO Cesare

Le chiederei di fare un sacrificio, signor Presidente.
Al punto 12) dell'o.d.g. è iscritto il disegno di legge n. 196, che è una leggina relativa alla ricollocazione di un corridoio di attracco nella Riserva naturale dei Canneti di Dormelletto, licenziato all'unanimità dalla Commissione competente, sulla quale anche la minoranza è d'accordo. Quindi se lo ritiene, potremmo licenziare questo provvedimento.



PRESIDENTE

Le do la parola per la relazione, Consigliere Valvo.



VALVO Cesare, relatore

Do per letta la relazione, a mani dei Consiglieri, il cui testo recita: "Con il presente disegno di legge si intende proporre all'approvazione del Consiglio regionale un'ulteriore modifica alla cartografia allegata della legge regionale istitutiva della Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto, sulla quale sono localizzati i corridoi in cui è permessa la navigazione per raggiungere i punti di ormeggio sulla sponda del Lago Maggiore. Una prima modifica della cartografia riguardante tali corridoi era già stata apportata con L.R. 4 settembre 1996, n. 67.
Successivamente, il Comune di Dormelletto ha proposto di rilocalizzare un corridoio e di prevederne uno nuovo in corrispondenza di un punto di attracco turistico in località 'La Rotta'; la proposta era stata approvata dall'Ente di gestione della Riserva.
Tale operazione ha lo scopo di consentire l'allontanamento di un corridoio corrispondente ad un attracco pubblico, di accorpare in un solo punto il luogo di ormeggio dei natanti, che ora sono ormeggiati casualmente al largo.
La realizzazione del pontile galleggiante in località 'La Rotta' permetterebbe, inoltre, con adeguati interventi progettuali, di mitigare l'impatto di un collettore ivi situato.
Al fine di evitare continui interventi legislativi in una materia necessariamente in continua evoluzione e nella quale è possibile garantire massima vigilanza e controllo attraverso l'intervento dell'Ente di gestione dell'Area protetta, si rende necessaria la delegificazione dell'individuazione dei corridoi, attribuendo tale competenza all'Ente di gestione, garantendo il rispetto dei valori naturalistici dell'Area protetta.
Comportando, inoltre, il presente disegno di legge una modificazione alla cartografia allegata alla legge regionale istitutiva dell'Area protetta, già modificata con L.R. 4 settembre 1996, n. 67, si è reso necessario abrogare quest'ultima legge.
La V Commissione, tenendo conto dell'istruttoria svolta nella VI legislatura dal corrispondente disegno di legge n. 452, ha esaminato il disegno di legge e lo ha approvato all'unanimità. Se ne raccomanda ora una sollecita approvazione al Consiglio regionale".



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 35 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 35 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 35 L'art. 3 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Vicepresidente Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI' 33 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
Signori Consiglieri, dichiaro chiusa la seduta.
Ci rivedremo, secondo la programmazione realizzata in sede di Conferenza dei Capigruppo, martedì 22 maggio 2001.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,33)



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