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Dettaglio seduta n.93 del 18/04/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albani, Galli, Ghigo, Racchelli Rossi Oreste, Scanderebech, Vaglio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

c) Rettifica decreto del Presidente della Giunta regionale dei componenti della Giunta regionale


PRESIDENTE

Comunico che è stato rettificato il decreto di nomina dei componenti della Giunta regionale, ed in particolare comunico che, con decreto n. 38 del 10 aprile 2001, le funzioni assegnate all'Assessore Deodato Scanderebech, con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 52 del 26 maggio 2000, sono provvisoriamente esercitate dal Presidente della Giunta regionale, a far tempo dalla data del presente decreto.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Risposta scritta interrogazione n. 385 dei Consiglieri Rossi Oreste Brigandì e Dutto inerente a "Discarica consortile dell'Alessandrino"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 385.
Prima di dare la parola all'Assessore Cavallera per la risposta, chiede di intervenire il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Penso che possa andare bene la risposta scritta.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Dutto.


Argomento: Calamità naturali

Interrogazione n. 387 dei Consiglieri Ronzani, Muliere e Suino inerente a "Provvedimenti urgenti per la Val Sermenza"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 387.
La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore ai lavori pubblici e alla protezione civile

Nei giorni 14 e 15 ottobre 2000, nel corso dell'evento alluvionale di cui all'ordinanza ministeriale 3090 del 18/10/2000, si è verificato un evento franoso di notevoli dimensioni in località Fontane del Comune di Boccioleto. La frana, coinvolgente diverse decine di migliaia di metri cubi di materiale detritico e blocchi rocciosi di varia pezzatura, determinava l'interruzione della strada provinciale n. 10 di Val Sermenza, provocando altresì l'isolamento dei Comuni di Rimasco, Carcoforo, Riva S. Giuseppe e Boccioleto.
A partire dal 16 ottobre 2000 sono stati effettuati sopralluoghi di accertamento da parte delle Direzioni regionali Opere Pubbliche e Servizi Tecnici di Prevenzione con l'Amministrazione comunale di Boccioleto, al fine di definire le possibilità e modalità di intervento.
In data 17 ottobre 2000 è stata convocata, da parte del COM (organismo di protezione civile) di Varallo Sesia, una riunione con tutti i Sindaci della Comunità montana della Val Sesia. In tale sede venivano ribadite e spiegate le linee procedurali per attivare gli interventi e le opere da eseguire in situazione di somma urgenza.
Sulla base delle indicazioni fornite nella riunione, l'Amministrazione comunale di Boccioleto procedeva, avvalendosi di ordinanza sindacale, a far intraprendere le opere di sgombero e di ripristino del piano viabile interrotto della strada comunale Oro Genestreto e consentire così l'accesso alla porzione sommitale della frana. L'Amministrazione provinciale di Vercelli provvedeva contemporaneamente all'affidamento dei lavori per il tracciamento di una pista di accesso alla sommità della frana.
In data 25 ottobre 2000 veniva convocata una riunione presso il COM di Varallo cui partecipavano, oltre alle Direzioni regionali Opere Pubbliche e Servizi Tecnici di Prevenzione, l'Amministrazione provinciale e la Prefettura.
La situazione di sgombero è risultata molto complessa. Infatti contrariamente a quanto ipotizzabile in sede di prima valutazione, si è reso necessario consolidare con pali la parte alta del versante e solo successivamente sgomberare il corpo di frana, al fine di evitare il crollo delle masse instabili in sommità della nicchia di distacco.
Tale modalità operativa è stata valutata l'unica ragionevolmente praticabile. Inoltre, a causa delle notevoli quantità di acqua presenti nel versante e della forte instabilità delle parti di pendio ancora in posto la ditta incaricata delle operazioni non ha potuto intervenire aggredendo immediatamente il versante per ovvi motivi di sicurezza.
La predisposizione del cantiere - pista e piani di lavoro - ha richiesto un tempo adeguato allo svolgimento delle lavorazioni in sicurezza. Infatti proprio la tipologia delle attività, in relazione al contesto ambientale assai difficile, non ha consentito di attivare subito turni di lavoro notturni che avrebbero posto a rischio la stessa incolumità degli addetti. Solo quando queste condizioni operative hanno consentito lavorazioni notturne e parallele, si è proceduto ad una diversa organizzazione del cantiere.
Vista la complessità dell'intervento, l'Amministrazione provinciale ha ritenuto di predisporre il progetto definitivo di sistemazione del versante, al fine di rendere coerenti le operazioni di somma urgenza con la stabilizzazione definitiva del versante franato e per consentire la riapertura del transito veicolare.
Nella riunione sono state anche definite le modalità e le procedure per attivare in tempi brevi una viabilità temporanea pedonale.
In data 14 novembre 2000 veniva convocata dalla Provincia una Conferenza dei Servizi, nella quale si è approvato il progetto di sistemazione.
Allo stato attuale, terminata la fase di somma urgenza con la riapertura al transito della strada il 22 novembre 2000, sono state parzialmente realizzate le opere di consolidamento della parte alta del versante, che consistono in due file di micropali non completamente intirantate.
Finora la Provincia di Vercelli ha attivato interventi per circa 1,5 miliardi, ai sensi dell'ordinanza 3090.
Nella determinazione dirigenziale recentemente predisposta dalla Direzione Opere Pubbliche e attualmente sottoposta alla presa d'atto del Dipartimento della Protezione Civile, sono previsti ulteriori 2 miliardi a favore della Provincia per la sistemazione definitiva del tratto in frana e la conseguente riapertura in sicurezza della strada. Quindi abbiamo avuto un incontro con la Provincia di Vercelli e tutte le necessità emerse in quella zona sono state affrontate con questo ulteriore finanziamento.
Domani siamo a Roma; penso che la Protezione Civile in Conferenza (c'è una Conferenza delle Regioni) rilasci il nulla osta e quindi si possano avviare i lavori definitivi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Ringrazio l'Assessore Cavallera per la risposta, che chiedo di acquisire.
Dal punto di vista delle cose che sono state fatte o che si stanno per fare, la risposta è esauriente, perché risolve un problema che ha creato in quelle ore, un'emergenza molto grave in Val Sermenza e in Val Sesia.
Tuttavia sollevo un problema che, in questo caso, prescinde dal merito della risposta dell'Assessore. Il problema è quello dei tempi entro i quali si risponde alle interrogazioni che vengono presentate dai Consiglieri.
Questa interrogazione è datata novembre; si risponde ad aprile, per cui il senso e lo scopo di quell'interrogazione, ovvero di segnalare una situazione che si era creata, determinando l'isolamento di quel Comune e di quella Valle, vengono meno.
Rispetto alla risposta fornita dall'Assessore Cavallera, faccio soltanto un'osservazione: nulla quaestio per quanto riguarda gli interventi che oggi sono stati avviati e stanno per essere completati. Rilevo che, tra le difficoltà che hanno determinato quella condizione di emergenza, non vi è soltanto la complessità dell'intervento che si andava realizzando e che state realizzando; le difficoltà sono anche imputabili ad una certa disorganizzazione che si è verificata in quelle ore e che, secondo me, è imputabile ad alcuni Uffici dell'Amministrazione provinciale. Di conseguenza, in quelle ore si è prodotta un'ulteriore difficoltà per effetto del fatto che l'Ufficio competente a gestire quella situazione si è mosso la senza necessaria tempestività.
Ciò detto, ringrazio l'Assessore per la risposta fornitami.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione n. 475 dei Consiglieri Ferrero e Bolla inerente a "Proposta di P.R.U. presentata alla Regione Piemonte dal Comune di Leinì"


PRESIDENTE

Ricordo, affinché rimanga a verbale, che l'interrogazione n. 446 del Consigliere Moriconi inerente a "Inceneritore di Parona": ha già avuto risposta nell'ultima seduta: è stata inserita per errore nell'elenco.
Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 475, alla quale risponde l'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

In riferimento all'interrogazione dei Consiglieri Ferrero e Bolla relativa alla proposta di P.R.U. presentata alla Regione Piemonte dal Comune di Leinì, svolgo le seguenti considerazioni.
Il programma considerato è stato proposto dal Comune di Leinì alla Regione Piemonte nel settembre 1996 ed è stato ammesso a finanziamento con DGR n. 14-22596 del 6 ottobre 1997.
Con DGR n. 4-24870 del 22 giugno 1998 è stato confermato il finanziamento, a seguito dei perfezionamenti prodotti dall'Amministrazione comunale, per un importo, sui fondi Gescal, di L. 9.058,85 milioni, a fronte di un investimento complessivo di L. 16.717,79 milioni.
Sono in fase di esecuzione (dal febbraio 2000) opere di urbanizzazione finanziate con i fondi Gescal, per un importo di L. 3.952,5 milioni (centro sportivo, una strada comunale con ponte, un'area pubblica per il tempo libero ed un centro sociale), mentre restano da attivare, nei termini indicati dal Comune stesso, i restanti L. 5.106,35 milioni, previsti per la ristrutturazione della case popolari (L. 1.848,75 milioni per opere di manutenzione straordinaria sui 64 alloggi del CIT e L. 3.257,60 milioni per la realizzazione, in sopraelevazione, di 20 alloggi).
Il ritardo è da imputare, in prima istanza, ai tempi necessari per il trasferimento delle competenze CIT all'Agenzia Territoriale per la Casa della Provincia di Torino, che ha assunto in carico le progettazioni e le direzioni dei lavori del Consorzio con deliberazione del Consiglio di amministrazione del 29 marzo 1999 e, in seconda istanza, a giudizio all'ATC, all'inattendibilità tecnico-economica del progetto preliminare C.I.T. (R.R. n. PE 3393 del 24 gennaio 2001).
Denuncia infatti l'Agenzia che, nel corso delle necessarie verifiche preparatorie al progetto definitivo, con particolare attenzione alla sopraelevazione prevista, sono state eseguite le prove statiche sulle strutture esistenti.
Gli esiti ufficiali hanno "smentito" in parte le previsioni del progetto CIT, in quanto, strutturalmente, non è possibile sopraelevare di due piani gli edifici. Ciò ha comportato la conseguente riduzione degli alloggi da 20 a 16.
Ulteriori fattori tecnici (acqua nei vespai, vani ascensori da modificare, impianti, ecc.), non sufficientemente valutati in sede di progetto preliminare, hanno indotto l'Agenzia ad una nuova progettazione preliminare.
Tali condizioni, unitamente agli aggiornamenti di costi intervenuti a seguito delle disposizioni regionali in materia di spese tecniche conseguenti ai maggiori costi derivanti dagli obbligatori "Piani della sicurezza", nonché dall'attuazione dei prezzi, hanno determinato, a giudizio dell'ATC, sulla base di computo metrico estimativo, un maggior costo complessivo dell'opera di circa 1,5 miliardi, a fronte di 4 alloggi in meno.
L'interrogazione in oggetto richiede pertanto, e sostanzialmente, se è possibile che "a conti fatti, un alloggio di edilizia popolare possa costare lire 2,7 milioni al metro quadrato, come proposto dall'ATC, contro i 1,6 milioni originariamente proposti dal CIT" e come la Regione intenda esercitare i poteri di controllo sull'attuazione dei programmi costruttivi.
Si richiede inoltre alla Giunta regionale "se ritiene possibile che il Comune possa gestire autonomamente tale intervento".
Questo Assessorato ha convocato e sentito congiuntamente le parti rispettivamente in data 6 novembre 2000 (Responsabile del procedimento la dr.ssa Maria Cavallo Perin), in data 15 gennaio 2001 (Direttore arch.
Brunetti) e successivamente, in data 6 febbraio 2001, alla presenza del sottoscritto.
A conclusione degli incontri si è convenuto che: 1) la Regione non è disponibile a stanziare ulteriori risorse rispetto agli importi programmati. L'integrazione finanziaria è quindi a carico del soggetto attuatore e potrà essere coperta, in via eccezionale, con il recupero delle eventuali economie d'asta, a seguito delle definitive valutazioni sui costi 2) compete alla Commissione Tecnico Consultiva, di cui all'art. 21 della L.R. n. 11 del 26 aprile 1993, l'espressione sulla congruità economica del progetto esecutivo 3) il progetto di massima, configurato dall'Agenzia Territoriale per la Casa, sulla base delle incongruenze riscontrate nel progetto CIT rientrerebbe nei costi massimi ammessi. La valutazione definitiva è comunque demandata alla Commissione Tecnico Consultiva 4) i ritardi accumulati sono da ritenersi in parte giustificati dal passaggio di competenze dal CIT all'ATC ed in parte derivano da una difficoltà di intesa e di coordinamento tra gli enti attuatori, in un programma complesso; essendo la proprietà dello stabile in capo al CIT non è possibile ipotizzare la gestione autonoma dell'intervento da parte del Comune.
Si auspica, a questo proposito, che i Comuni consorziati pervengano allo scioglimento del Consorzio Intercomunale Torinese, dal momento che non svolge più funzioni operative.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Grazie, Presidente. Ringrazio anche l'Assessore per aver risposto ad un'interrogazione ormai sufficientemente datata.
Devo dire che questa interrogazione ha permesso alla Regione, per l'azione svolta dalla sottoscritta e dal Consigliere Bolla, di farsi parte conciliatrice di questo problema sorto qualche mese fa nel Comune di Leinì ma che di fatto rappresenta un problema abbastanza diffuso sul territorio della nostra provincia e non penso solo su questa parte di territorio, nel momento in cui le ATC svolgono questo tipo di lavoro.
Sicuramente, il trasferimento delle competenze dal CIT all'ATC ha fatto sì che i lavori avessero tempi decisamente lunghi. Mantengo e sottolineo le considerazioni fatte all'interno dell'interrogazione, circa la valutazione dei costi, soprattutto quelli legati alla fase progettuale. Secondo il nostro punto di vista, cioè, la logica delle valutazioni dei progetti, tra l'altro non ancora esecutivi, ma semplicemente di iniziale fattibilità, è sempre una parte assolutamente rilevante della progettazione ed esecuzione complessiva.
Questo è un problema che sottolineo all'Assessore e che mantengo.
Richiedo, inoltre, insieme al Consigliere Bolla, che l'azione della Regione, in termini di controllo su queste procedure, venga mantenuta perché molto spesso i tempi e la progettazione sono quelle parti dell'attività di costruzione di queste aree di riqualificazione urbana che creano grossi problemi di realizzazione.
Ringrazio l'Assessore e chiedo, se possibile, una copia della risposta.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Colleghi, prima di passare alla prossima interpellanza, volevo proporvi l'iscrizione all'o.d.g., come ultimo punto della giornata, della proposta di legge n. 253, licenziata dalla Commissione: "Costituzione consorzio per lo smaltimento e il recupero dei rifiuti di origine animale provenienti da allevamenti ed industrie alimentari", e dell'ordine del giorno n. 249 "La qualità deve esseere premiata" presentato dal Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Posso, Presidente? Visto che procediamo all'iscrizione di provvedimenti, chiedo se possiamo fare una tornata unica di iscrizioni. So che il collega Giordano ha presentato degli ordini del giorno; io stesso ne ho presentato uno. Potremmo procedere ad un'unica votazione ed inserirli nell'o.d.g., poi vedremo i tempi delle discussioni. Grazie.



PRESIDENTE

Va bene, facciamo una votazione unica. Se l'aula acconsente iscriviamo, in successione la proposta di legge n. 253 e l'ordine del giorno n. 249.
Li do per iscritti all'unanimità


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni e interpellanze


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta alle seguenti interrogazioni ed interpellanze:


Argomento: Artigianato

Interpellanza n. 540 del Consigliere Toselli, inerente a "Legge Regionale 21/97 - Utilizzo di parte dei fondi strutturali CEE/misura 2.1 per l'integrazione delle risorse regionali destinati agli interventi a beneficio delle aziende artigiane"

Argomento: Artigianato

interpellanza n. 541 del Consigliere Toselli, inerente a "L.R.21/97 Integrazione della convenzione stipulata da FINPIEMONTE con le banche per garantire migliori condizioni di tasso nella fase di prefinanziamento dei contributi erogati".

Argomento: Polizia rurale, urbana e locale

Interpellanza n. 569 dei Consiglieri Contu e Papandrea, inerente a "Impedimento dell'esercizio del diritto di volantinaggio di materiale di carattere politico da parte dei vigili urbani del Comune di Acqui (AL) "


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 569, dei Consiglieri Papandrea e Contu.
Risponde l'Assessore Laratore.



LARATORE Giovanni, Assessore alla polizia locale

Grazie, Presidente. In relazione all'interpellanza in oggetto, si precisa che: questo Ente è venuto a conoscenza dei fatti lamentati soltanto all'atto della presentazione dell'interpellanza né d'altra parte avrebbe potuto essere diversamente in quanto l'Assessorato alla Polizia Locale non ha il compito di soprintendere ai servizi operativi dei singoli Corpi o Servizi di Polizia Municipale.
Se ciò si verificasse ne conseguirebbe una grave violazione del principio di autonomia dei Comuni, oltreché un evidente quanto ingiustificato eccesso di potere. Si ricorda infatti che i compiti e le funzioni della Regione sono espressamente individuati dalla vigente normativa, che non prevede alcun compito di controllo sull'attività dei singoli agenti di Polizia Municipale.
Non si dispone pertanto di elementi utili a fornire la risposta agli ulteriori due quesiti, poiché, per i motivi sopra espressi, queste informazioni non rientrano tra quelle che la Regione è competente a richiedere ed ottenere dai Comuni.
Sono fatti salvi, ovviamente, i rimedi presso le competenti autorità da parte dei soggetti interessati.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Laratore.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Credo sia opportuno riproporre i fatti così come si sono svolti perch la risposta non entra nel merito.
Il 10 febbraio alcuni esponenti del nostro partito, mentre distribuivano volantini, sono stati avvicinati dai vigili urbani i quali hanno chiesto loro la ricevuta della tassa d'affissione. Naturalmente la risposta è stata che non era possibile avere il pagamento dei diritti di affissione perché, come è noto, quello non era materiale rispetto al quale si deve richiedere preventiva autorizzazione, ma, essendo materiale di propaganda politica, non è soggetto a nessun tipo di imposta.
Non contenti della risposta i vigili vanno oltre e riescono ad arguire che, poiché le persone incaricate alla distribuzione occupano suolo pubblico, viene chiesto il pagamento del suolo e l'esibizione della relativa autorizzazione. Naturalmente, la situazione è degenerata. E' evidente che di fronte a provocazioni come queste c'è stato un irrigidimento da parte dei diretti interessati per cui i nostri militanti hanno ritenuto di non esibire un documento d'identità, atto peraltro dovuto.
La domanda sulla quale non chiediamo di interferire, stante la potestà del Comune in materia di polizia locale - ricordo che noi siamo fra quelli che più tenacemente si sono opposti ad un'ipotesi di polizia unificata sotto il comando della Regione con motivazioni sufficientemente condivisibili - è l'opportunità di valutare, nell'ambito delle potestà attribuite alla Regione, quale iniziativa si intenda assumere per salvaguardare, soprattutto in una fase come questa, il diritto assolutamente non violabile di ogni forza politica di esprimere, nelle forme di legge dovute, il proprio diritto-dovere ad informare i cittadini in occasione della prossima scadenza elettorale. Non so, Assessore, se nei disposti di legge si possono trovare alcuni elementi che possano consentire ad un Ente come quello della Regione di raccomandare ai comuni certi comportamenti durante le campagne elettorali. Tutti i comuni del Piemonte sono interessati alla propaganda elettorale, per cui mi chiedo se non sia opportuno verificare la potestà della Regione in materia di vigilanza sul diritto di ogni cittadino ad un'informazione politica e a poter espletare il proprio diritto-dovere di informare i cittadini in occasione della prossima competizione elettorale.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. il seguente provvedimento: ordine del giorno n. 252 presentato dai Consiglieri Toselli, Cattaneo, Di Benedetto, Tapparo, Riggio, Caracciolo, Tomatis, Suino, Angeleri, Riba Ghiglia, Contu, Chiezzi, Deorsola, Costa Enrico inerente a: "Incentivi alla lotta mondiale contro la mortalità da malattie infettive" il cui dispositivo recita: "Impegno la Giunta regionale affinché si inviti il governo del parlamento italiano ad un forte ed autorevole impegno nelle sedi internazionali volto a promuovere e garantire la salute nei paesi a basso reddito. A sostenere i progetti dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle malattie che affliggono un terzo della popolazione mondiale dimenticato".
L'ordine del giorno è iscritto con il consenso unanime dell'aula.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 630 dei Consiglieri Chiezzi e Moriconi inerente a "Scorie nucleari secche e liquide a Saluggia" (rinvio)


PRESIDENTE

L'Assessore Cavallera ha chiesto di dare risposta nella prossima seduta perché avrebbe delle integrazioni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Siccome l'Assessore dice che ha delle novità anch'io ne ho una da segnalare.
Pare che qualche domenica fa sul greto dei fiumi interessati da questo insediamento siano state notate ad una certa distanza persone "scafandrate" in bianco che prelevavano sabbia e la mettevano in bidoni. Lo segnalo all'Assessore affinché acquisisca, anche su questa vicenda, informazioni perché a vedere il fatto, sembrava che prelevassero dal greto del fiume materiale sospetto usando molta precauzione.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Risposta scritta interrogazione n. 534 dei Consiglieri Dutto, Cota Brigandì e Rossi Oreste inerente a "Elettra Park a Torino"


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Per questa interrogazione chiedo la risposta scritta.


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Interrogazione n. 499 del Consigliere Ronzani inerente a "Servizio idrico integrato del biellese e vercellese"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 499, alla quale risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

L'interrogazione ha per oggetto un argomento che ha assunto una particolare valenza nel campo dell'organizzazione dei servizi idrici in dipendenza del processo di riforma e industrializzazione in corso di sviluppo sulla base delle specifiche previsioni normative di livello nazionale (L. 36/94 legge Galli) e regionale (L.R. 13/97)...



PRESIDENTE

Scusi Assessore, a quale interrogazione sta rispondendo, alla n. 488?



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

No, all'interrogazione n. 499.



PRESIDENTE

L'interrogazione n. 499 non è in elenco.



(Commenti dei Consiglieri di minoranza)



PRESIDENTE

Va bene, non c'è problema facciamo la n. 499 e la 488 così completiamo il programma.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alle risorse idriche

In coerenza con i principi fondamentali delle leggi di riforma sopra richiamate, il decreto legislativo 267/2000 "Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali" prevede tra le forme organizzative della gestione del servizio il ricorso alla costituzione d'apposita società per azioni partecipata da più soggetti pubblici o privati in relazione alla natura o all'ambito territoriale del servizio. Tant'è che, in questo contesto, il Consigliere interrogante non avanza rilievi circa la trasformazione del Consorzio in società per azioni, ma pone degli interrogativi sull'iter che ha portato alla trasformazione ed in particolare sul mancato recepimento della trasformazione da parte dei Consigli comunali dei Comuni consorziati.
Per meglio comprendere l'argomento oggetto dell'interrogazione, si ritiene opportuno riassumere, in via preliminare, il percorso di trasformazione in S.p.A., così come risulta dagli atti deliberativi del Consorzio Idrico del Biellese e del Vercellese: con deliberazione n. 569 in data 5/2/2000 l'Assemblea consortile espresse la volontà di procedere alla trasformazione in società per azioni con deliberazione n. 590 in data 24 giugno 2000 l'Assemblea consortile approvò la trasformazione stessa e lo Statuto; con la medesima deliberazione, l'Assemblea deliberò anche di acquisire dai Comuni Soci l'approvazione del provvedimento in Consiglio Comunale; lo Statuto della nuova società per azioni fu predisposto da un'apposita Commissione istituita nella seduta del 5 febbraio 2000 e giunse in Assemblea dopo aver acquisito la preventiva approvazione del Consiglio d'Amministrazione che in data 16/5/2000 deliberò il testo definitivo da sottoporre all'Assemblea nella seduta successiva del 29/7/2000, in cui con l'intervento del Notaio fu rappresentato l'adempimento formale del processo di trasformazione del Consorzio in società per azioni, l'Assemblea consortile ritenne non indispensabile, sotto l'aspetto giuridico amministrativo, procedere all'acquisizione delle deliberazioni d'approvazione dei singoli comuni anche a seguito d'esplicito parere fornito dal consulente appositamente incaricato.
In merito ai quesiti posti si ritiene di dover evidenziare quanto di seguito rappresentato. Quesiti 1 e 2 concernenti la mancata acquisizione delle deliberazioni d'approvazione dei singoli comuni.
Come risulta dagli atti relativi alla seduta del 29/7/2000 dell'Assemblea, l'opposizione del Comune di Cossato non appare motivata da posizione contraria alla trasformazione, ma è rivolta in particolare alla mancata attuazione della deliberazione n. 590 del 24 giugno 2000 nella parte in cui era previsto, il preventivo recepimento della trasformazione da parte dei Consigli comunali dei Comuni consorziati. Motivazione che, a prescindere dal parere tecnico legale acquisito dal Consorzio e senza voler mettere in discussione la legittimità formale dell'operato dello stesso Consorzio, si ritiene di dover condividere sotto il profilo dell'opportunità politica che imponeva la ricerca del più ampio consenso in ordine ad una scelta così rilevante e di radicale trasformazione della gestione del servizio in un ambito territoriale significativo in termini d'estensione territoriale e di comuni interessati.
Una volta acquisita la posizione dei singoli comuni in ordine al progetto di trasformazione, il Consorzio Idrico del Biellese e del Vercellese avrebbe potuto comunque procedere alla trasformazione avendo appurato la validità, la legittimità e l'efficacia delle proprie deliberazioni adottate ai sensi dell'art. 25 dello Statuto allora in vigore, che riconosceva: "la facoltà di approvare le deliberazioni di natura straordinaria con la maggioranza dei comuni consorziati e delle quote di partecipazione".
Sotto l'aspetto puramente formale, dalla documentazione amministrativa risulta che i 39 Comuni facenti parte del Consorzio Idrico hanno condiviso la trasformazione o in sede d'Assemblea oppure tacitamente non partecipandovi e non facendo successivamente osservazioni, con l'esclusione del Comune di Cossato per le motivazioni che sono state evidenziate e del Comune di Lessona perché contrario alla trasformazione.
Per completezza d'informazione si fa inoltre presente che altri cinque Comuni: Asigliano, Tricerro, Ronsecco, Sali Vercellese e Caresanablot (non facenti parte del Consorzio originario) hanno chiesto, su conforme deliberazione dei rispettivi consigli comunali, di acquisire quote di partecipazione alla nuova società per azioni.
Quesito n. 3 concernente il presunto conflitto tra la carica di Assessore provinciale e quella di Vicepresidente del Consorzio Sul timore che le decisioni della Provincia di Biella in ordine al rinnovo della concessione d'acqua ad uso potabile chiesta dal Comune di Lessona possano venire assunte in conflitto d'interessi, si deve far rilevare che la materia delle concessioni di derivazioni d'acqua è regolata da specifica e puntuale disciplina nazionale e da atti d'indirizzo di livello regionale finalizzati al coordinamento e all'omogeneizzazione dell'attività tecnico amministrativa delle Province. In base alla vigente normativa (T.U. 1775/33) il rinnovo della concessione in argomento è essenzialmente subordinato all'accertamento dell'assenza di elementi che contrastino con altri superiori interessi di valenza pubblica e generale.
Nel caso in argomento, non sembra di ravvisare tali elementi d'incompatibilità, trattandosi peraltro di una concessione d'acqua ad uso potabile che è notoriamente prioritaria rispetto a qualunque altra utilizzazione.
Si deve ancora far rilevare che le competenze in materia di rinnovo di concessioni di derivazione d'acqua non sono delegate all'Assessore citato nell'interrogazione.
In ogni caso, non si ha motivo di dubitare sull'imparzialità degli organi deliberativi della Provincia.
Quesito n. 4 concernente la tutela delle amministrazioni comunali che non intendano partecipare alla nuova società per azioni La normativa nazionale e regionale, cui si è fatto cenno in precedenza disciplina il processo di riforma del servizio idrico integrato sancendo tra l'altro, il principio della separazione della funzione di rappresentanza del cittadino utente del servizio da quella della prestazione del servizio: riservando la prima funzione alla Pubblica Amministrazione e riconoscendo alla seconda una valenza prettamente imprenditoriale indipendente dalla natura pubblica o privata dell'azienda che svolge il servizio.
Sotto quest'aspetto se da un lato le Amministrazioni comunali hanno l'obbligo di farsi carico di rappresentare la domanda e le esigenze della popolazione, dall'altro si deve rilevare che la partecipazione ad un'azienda pubblica o privata preposta all'erogazione del servizio si configura come una libera scelta di ciascuna amministrazione interessata che non può diventare obbligatoria neppure nel caso in cui a questa scelta si pervenga attraverso la trasformazione di un preesistente Consorzio tra Amministrazioni locali.
In tal senso le Amministrazioni locali che, contrariamente a quanto deliberato a maggioranza dal Consorzio originario, non intendono partecipare alla costituzione della Società S.I.I. S.p.A. non hanno alcun obbligo di uniformarsi alle scelte della maggioranza, senza che da ci possa venire meno la funzione di rappresentanza dell'utente, che potrà e dovrà essere svolta nelle forme di cooperazione con le altre amministrazioni (Autorità d'Ambito) previste dalla legge regionale 13/97.
In questa eventualità si renderà necessario definire in modo puntuale i rapporti pregressi tra i Comuni che intendono recedere dal vincolo associativo e il preesistente Consorzio. Tale regolazione dei rapporti pregressi maturati in ambito consortile non potrà non tenere in debita considerazione i seguenti fattori: l'esigenza di assicurare in ogni caso all'utenza comunale un servizio adeguato, in termini di qualità e prestazioni operative, alla tariffa più economica possibile il diritto dei Comuni serviti di svolgere, in dipendenza del nuovo assetto della gestione, ogni azione di controllo esterno dell'operato della società a tutela degli interessi della popolazione rappresentata il rispetto degli impegni pregressi (agli stessi patti e condizioni allora stabiliti) riguardanti l'ammortamento degli investimenti decisi in ambito consortile, nonché di tutti gli altri impegni riguardanti la condivisione di schemi d'approvvigionamento idrico e delle relative fonti d'approvvigionamento".
Mi sembra di aver distinto tra quella che è la cooperazione obbligatoria nell'Autorità d'ambito per prendere le decisioni di indirizzo generale e quelle che sono invece le soluzioni pratiche di gestione del servizio che ovviamente sarà poi l'Autorità d'ambito a decidere autonomamente, ma che a livello di gestione possono anche prevedere varie soluzioni.



PRESIDENTE

Ricordo al Consiglio che questa è l'ultima interrogazione che esaminiamo, perché stiamo sforando i tempi. Infatti, alle ore 15 dobbiamo lasciare l'aula perché è già impegnata.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Ringrazio l'Assessore per la risposta che in parte soddisfa alcune delle domande che ho posto nella mia interrogazione.
La prima questione che ponevo riguardava l'opportunità che il consorzio idrico acquisisse le delibere dei Comuni perché si tratta di dar vita a un consorzio che ha ragione di esistere se vi è una adesione consapevole e convinta da parte dei soggetti interessati.
Il fatto che questa procedura non sia stata seguita, però, Assessore e in questo senso la invito a monitorare la situazione che si è determinata in quell'area - la dice lunga anche sul rapporto che invece si vorrebbe stabilire con le amministrazioni comunali. Io faccio esattamente il discorso che lei in qualche modo ha fatto dandomi la risposta, cioè siccome è un consorzio è gioco forza che chi in qualche modo dirige questo processo, lo faccia avendo la cognizione dell'importanza che assume in quel processo la ricerca del massimo di consenso. Questo processo non è avvenuto. E' vero che da un punto di vista giuridico formale si poteva anche non acquisire, forse - uso questo termine - le delibere, ma dovendo mettere in piedi un consorzio che ha quelle caratteristiche e quella funzione, è gioco forza fare in modo che i Comuni interessati si sentano coinvolti fino in fondo. Questo francamente non è avvenuto e forse ci aiuta anche a capire come si intendono gestire i rapporti con i Comuni: cosa che se mi consente Assessore, qualche problema lo porrebbe, se anche in futuro le cose dovessero continuare in questa maniera.
Vengo ora alla seconda questione che ho posto nella mia interrogazione.
Un problema di opportunità - parlo anche in questo caso di opportunità lo solleva il fatto che un Assessore della Provincia di Biella è anche Vicepresidente del Consorzio. Non c'è un problema formale giuridico, c'è un problema di opportunità politica. Gioco forza vorrebbe che l'amministrazione provinciale, che ha comunque in questa materia alcune competenze e alcune funzioni, evitasse di avere un rappresentante della Giunta che è anche Vicepresidente del Consorzio idrico. Ripeto, non c'è un problema d'incompatibilità formale, ma un problema di opportunità politica.
Dicevo solo questo. E' evidente che, poi, possono esserci elementi di discussione e di conflitto: evitiamo che questa "duplicazione d'incarichi" possa determinare un problema.
Sulla terza questione, sono d'accordo con lei, Assessore: è una libera scelta dei Comuni e delle Amministrazioni. Ma, questo, è quanto hanno detto le Amministrazioni comunali interessate (Cossato e Lessona). Su questo punto, se ho capito bene la risposta - c'è un po' di confusione - verte il conflitto che si è aperto tra il Consorzio idrico e le due Amministrazioni che lei ha citato, sul fatto che mentre loro dicono: "E' una libera scelta aderire o meno, fermo restando che debbo in qualche modo regolare il pregresso", qui c'è un atteggiamento che negava alla radice questa opportunità delle due Amministrazioni, Cossato e Lessona, di atteggiarsi liberamente di fronte alla possibilità di stare o meno in quel Consorzio.
Su questo ultimo punto, mi pare che la sua risposta, Presidente, sia soddisfacente. Grazie, Assessore.


Argomento: Bilanci preventivi - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Spesa socio - assistenziale

Proseguimento esame ordini del giorno collegati al bilancio di previsione 2001 e al pluriennale 2001-2003: n. 266 presentato dai Consiglieri Rossi Oreste, Cota, Brigandì, Dutto inerente a "Stanziamento per fondo regionale vittime della criminalità"; n. 267 presentato dal Consigliere Giordano inerente a "Istituzione fondo regionale per le vittime della criminalità"


PRESIDENTE

Terminato il punto inerente a "Interrogazioni ed interpellanze" passiamo al punto 3) all'o.d.g.: "Proseguimento esame ordini del giorno collegati al bilancio di previsione 2001 e al pluriennale 2001/2003".
In via preliminare, dovevamo ripetere una votazione, precisamente la votazione sull'ordine del giorno n. 266. Dobbiamo ripetere la votazione perché, in seguito alla votazione effettuata allora, la seduta scorsa era stata sospesa perché non era stato assicurato il numero legale. Ricordo che l'ordine del giorno impegnava la Giunta a mantenere lo stanziamento al capitolo 15910 relativo alla devolution e ad utilizzare un altro capitolo per il finanziamento al fondo regionale "Vittime della criminalità".
Ricordo che la Giunta ha espresso parere favorevole su tale ordine del giorno.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 266 il cui testo recita: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale a mantenere lo stanziamento al capitolo 15910 relativo allo stanziamento sulla 'devolution' e ad utilizzare altro capitolo per il finanziamento al Fondo regionale vittime della criminalità".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 28 voti favorevoli, 11 contrari e 2 astensioni.
Il Consigliere Giordano ha presentato in una nuova formulazione l'ordine del giorno n. 267 che, con riferimento al Fondo regionale per le Vittime della criminalità, chiede che questo Fondo venga adeguatamente finanziato in occasione della prossima variazione di bilancio, che approverà l'Assemblea.
Consigliere Cattaneo, mi ricordo che, nel dibattito generale, lei si era accordato con il Consigliere Giordano per arrivare a questa formulazione. Chiedo, prima di mettere in votazione anche quest'ordine del giorno, il parere della Giunta.
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore bilancio e finanze

Chieda il parere al Vicepresidente Casoni.



PRESIDENTE

Va bene. Vicepresidente Casoni, si tratta dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Giordano riformulato, che chiede semplicemente di impegnare la Giunta, in occasione dell'assestamento di bilancio, ad istituire un Fondo regionale per le Vittime della criminalità adeguatamente finanziato. Quindi, è una dichiarazione di intenti su questo.
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Casoni.



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

Il parere della Giunta è favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Siccome vedo la firma del Consigliere Giordano ma riconosco la mia calligrafia nella stesura, chiedo di parlare su questo punto, visto, tra l'altro, che il dibattito era chiuso sul punto precedente. Questo riguarda una parte dell'ordine del giorno che, come vedete, era stato votato la volta scorsa.
Voglio fare due considerazioni. La prima è questa: noi abbiamo chiesto che si provveda, in occasione dell'assestamento di bilancio all'istituzione di questo fondo regionale per le vittime della criminalità.
Ovviamente, si tratta di un fondo che, a nostro avviso, la Regione dovrebbe istituire, costruendo successivamente un concorso per la creazione di un fondo adeguato, naturalmente, di altre Istituzioni, che possono concorrere alla costruzione di uno strumento oggi necessario. Sapete che abbiamo, nel nostro Paese, l'istituzione di un fondo per quanto riguarda le vittime del terrorismo, che abbiamo un fondo per le vittime della criminalità mafiosa e, in un momento come questo, nel quale questi premi sono molto acuti questo costituisce non "la soluzione", ma uno degli strumenti di una politica per la sicurezza, in particolare uno degli strumenti attraverso i quali i cittadini possono sentirsi meno soli, e possono trovare nelle Istituzioni un elemento di sostegno di fronte a situazioni per loro drammatiche. Questo è il senso dell'ordine del giorno che abbiamo presentato.
Voglio fare una breve considerazione anche sulla parte che manca di questo ordine del giorno, che riguarda la discussione generale sul modo in cui finanziare questi fondi. Abbiamo appena votato - la maggioranza ha votato - un ordine del giorno che prevede il mantenimento dello stanziamento per il referendum.
Voglio semplicemente dirvi questo: sapete che questo voto è un voto bugiardo; sapete benissimo, meglio di noi, che il referendum sulla devolution in Piemonte non si farà; sapete meglio di noi perché non avete fatto nessuno degli atti che nelle deliberazioni che a suo tempo abbiamo approvato, come Consiglio regionale, erano gli atti indispensabili per poter andare nella direzione del referendum sulla devolution.
Non voglio discutere in questa sede sul merito. Voglio semplicemente ricordarvi che, preliminari all'indizione e all'effettuazione di quel referendum, erano due atti che questo Consiglio regionale doveva assumere: il primo riguardava la proposta di una vera e propria legge nella quale si chiarisse il contenuto e, quindi, le decisioni effettive da sottoporre ai cittadini per quanto riguarda il referendum, mentre il secondo riguardava quegli adeguamenti statutari e regolamentari che consentivano, in qualche modo, di regolare l'effettuazione del referendum, che oggi non è regolata né dallo Statuto né dal Regolamento regionale.
Vorrei sottolineare che voi non avete avanzato nessuna proposta in questa direzione. Oggi, di fronte a questo Consiglio, non vi è alcuna proposta della maggioranza e sapete benissimo che non solo non l'avete fatta, ma non siete in grado di farla. Nel momento in cui questo problema si ponesse, in questa maggioranza emergerebbero tutte le contraddizioni tutte le divisioni, tutte le diverse posizioni che l'hanno caratterizzata in passato su questo tema.
Come ho già affermato, è indubbio che, dal punto di vista procedurale quello che la maggioranza ha compiuto nei giorni scorsi si è configurato come un errore, e nulla obietta al fatto che questo errore sia corretto.
Come ho commentato nei giorni scorsi, la proposta su cui si è votato era così sensata che avreste potuto votarla solo per errore.
Vorrei aggiungere che nelle varie discussioni sul Regolamento che si dovranno affrontare nelle prossime settimane o nei prossimi mesi, un punto su cui ci si dovrebbe soffermare potrebbe riguardare l'obbligo, per i Consiglieri che votano, di leggere gli ordini del giorno quando almeno non superano le dodici righe. Potrebbe essere un nuovo elemento che si istituisce al fine di garantire, in futuro, una certa serietà nella discussione.
Fermo restando questo punto e questa obiezione, naturalmente diamo un voto favorevole a questo ordine del giorno, che è quello che mantiene l'obiettivo che avevamo proposto, per il quale avevamo chiesto una discussione in questo Consiglio regionale.
A mio parere, il voto che ha preceduto questo ordine del giorno naturalmente non monda la maggioranza dalla brutta figura che mi pare abbia fatto nei giorni scorsi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, signor Presidente.
Vorrei fare anch'io una considerazione: il Consigliere Marcenaro non era in aula quando abbiamo commesso quell'errore, quello sbaglio di votare in modo contrario rispetto al nostro intendimento, l'ordine del giorno a firma del Consigliere Giordano. Peraltro, si è trattato di un ordine del giorno di cui abbiamo condiviso la parte della proposta, tant'è che ci siamo immediatamente adoperati (io personalmente l'ho fatto), passatemi il termine, per mantenere quella parte.
Dico subito che il nostro voto riguardo quella parte, quindi relativo a questo nuovo ordine giorno, sarà un voto favorevole, ancorché abbiamo inserito nel dispositivo che ho concordato con il Consigliere Giordano chiedo scusa al collega Marcenaro, ma lui non era presente - "adeguato stanziamento". Non a caso abbiamo inserito "adeguato stanziamento", perch non vuole essere un indirizzo generale quello del Consiglio regionale volto a "pulirci la coscienza": siccome abbiamo sbagliato a votare l'ordine del giorno, quantomeno recuperiamo la parte di quell'ordine del giorno e inseriamo uno stanziamento, giusto per inserirlo, tanto quando ci troveremo in sede di assestamento di bilancio chi se ne ricorda! Oppure metteremo quello che c'è. Questo no.
Voglio dare subito una garanzia e credo che anche il parere favorevole che il Vicepresidente Casoni ha espresso a nome della Giunta sia significativo. L'adeguamento che sarà inserito su questo fondo, perché noi ne condividiamo sia lo spirito che la necessità, sarà uno stanziamento sostanziale e anche significativo. Visto che questo ordine del giorno penso potrà essere approvato con la condivisione dell'intera Assemblea, ritengo sia un punto di partenza che possa dare la garanzia in quel momento, quindi nella sede in cui ci confronteremo, discutendo di questo nell'assestamento di uno stanziamento significativo.
Invece, relativamente alle valutazioni che ha svolto il Consigliere Marcenaro sul nostro errore di votazione, le ritengo quantomeno ingenerose perché a nome della maggioranza, non avrei nessuna difficoltà a rifarlo, n mi manca l'umiltà per farlo, ho ammesso l'errore della maggioranza Consigliere Marcenaro. Può succedere e ho chiesto scusa anche al Consiglio regionale quando abbiamo presentato quell'ordine del giorno per riparare a quell'errore. Può succedere. Era un clima, non ho nessuna difficoltà ad ammetterlo (ma credo che non eravamo soli) vacanziero. Qualcuno, fra cui lei, era già partito e probabilmente aveva lasciato il Consiglio regionale altri sono rimasti qui, invece, con grande umiltà e senso del dovere fino alla fine della seduta. Magari quel clima, in quel momento, ci ha portato a non leggere per intero quell'ordine del giorno. Credo che la sua sia solo un'ironia, perché l'apprezzo e la stimo anche per questo, indipendentemente che sia prevista, in futuro, una norma all'interno dello Statuto o del Regolamento che prevede di leggere con attenzione gli ordini del giorno, di dodici o più righe. Non mancheremo di farlo e quindi, per quanto mi riguarda e riguarda il mio Gruppo, ma sono certo anche gli altri Gruppi della maggioranza, e spero e credo anche dell'opposizione, posto che potrebbe capitare in questi anni ad ognuno di noi, leggeremo con maggiore attenzione gli ordini del giorno al fine di non dover più disturbare il Consiglio regionale per riparare simili errori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente, anch'io intervengo per esprimere il voto favorevole sull'ordine del giorno n. 267, perché, come è stato detto anche dai colleghi, l'obiettivo è condivisibile.
Tuttavia, Presidente, colgo questa occasione per far rilevare una metodologia che viene applicata in quest'aula per quanto riguarda le votazioni.
Probabilmente, come sicuramente avrà avuto modo di verificare, sarà coerente col nostro Regolamento, però qualche perplessità dal punto di vista politico me la pongo e la vorrei esporre, perché riguarda anche l'ordine del giorno n. 267.
La volta scorsa ero assente, ma mi pare che la sostanza fosse questa: era stato approvato un ordine del giorno; oggi viene riproposto un altro ordine del giorno che annulla il precedente.



SAITTA Antonino

CATTANEO Valerio (fuori microfono)



SAITTA Antonino

No, che si affianca.



SAITTA Antonino

Che si affianca.
Tuttavia, il fatto che col nuovo ordine del giorno viene ricostituito lo stanziamento al capitolo 15910 sulla devolution, vuol dire che è stata annullata una precedente votazione del Consiglio dal punto di vista sostanziale. Dal punto di vista formale lei può avere perfettamente ragione. Ma credo che non sia un problema di cortesia. Una volta che il Consiglio approva un ordine del giorno, assume quindi una decisione; non credo che siano ammissibili degli ordini del giorno con i quali, come dire si ritorna indietro e si annulla una precedente votazione, perché, di fatto, questo è un ordine del giorno che annulla la precedente votazione.
Credo che ci siano degli ordini del giorno inammissibili. L'ordine del giorno precedente, e anche questo, sotto tale aspetto può essere corretto dal punto di vista formale, ma dal punto di vista sostanziale non sono ammissibili. Perché cosa vuol dire, che ogni volta possiamo ripresentare gli ordini del giorno nella stessa seduta, o quando la discussione è collegata, che rimettono in discussione la votazione precedente? Possiamo in questo momento e in questa seduta presentare un ordine del giorno dove diciamo che i 35 miliardi della devolution li utilizziamo per una legge che decidiamo di aggiungere? Lei mi direbbe: "No", sicuramente Presidente. Mi direbbe di no, perché vi è già una precedente votazione. Però lei, sullo stesso argomento, ha già ammesso diverse votazioni.
Io faccio notare questa contraddizione. Mi pare che dal punto di vista della sostanza politica ci sia una violazione e, in qualche maniera, credo che la garanzia di tutela delle decisioni, che possono anche non piacere sia eccessiva; possono essere stati commessi anche degli errori, ma una volta che gli errori sono commessi, sono commessi! Non esiste dire: "Ho sbagliato, rifacciamo la votazione". Non riesco a rendermi conto di questo fatto: "Si sbaglia, rifacciamo la votazione perché abbiamo sbagliato". Ma chi ha detto che abbiamo sbagliato? L'interpretazione è un'interpretazione politica, ma il voto di ogni singolo Consigliere è, in ogni caso, un voto singolo, che deve essere garantito, perché se dovesse valere questo principio, il potere, la volontà e il diritto di esprimere un voto individuale viene a mancare. Lei ha ritirato una votazione sulla base di una valutazione politica che ha espresso un gruppo di maggioranza o dei gruppi di maggioranza.
Io vorrei che lei, Presidente, invece tutelasse, al di là delle valutazioni politiche, il fatto che il voto è un voto individuale, è un voto sovrano; l'aula è sovrana e lei dovrebbe garantirlo.
Per questo motivo, voto sull'ordine del giorno n. 267 e lo votiamo perché l'obiettivo viene mantenuto, ma, dal punto di vista della sostanza non faccio altro che notare contraddizioni. Lei ha ammesso una procedura che costituisce un precedente, che consentirà al Consiglio, una volta che si è sbagliato - e la valutazione la faranno individualmente sulla base della valutazione che ognuno riterrà di fare - di ripetere la votazione. E la si rifarà fino al punto in cui qualcuno si riterrà soddisfatto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

In relazione anche all'intervento del Consigliere Saitta, vorrei chiedere un chiarimento al Presidente. Se io presentassi in questo momento un ordine del giorno che recitasse: "Il Consiglio Regionale del Piemonte impegna la Giunta ad abrogare lo stanziamento al capitolo 15 relativo alla devolution", lei lo accetterebbe?



PRESIDENTE

Cerco di rispondere per quello che posso fare e riesco a fare.
Il problema di questo ordine del giorno è un problema legato ad una modalità di discussione e di approvazione dei documenti da parte di quest'aula, che obiettivamente non garantisce un sufficiente approfondimento in ordine ai provvedimenti.
Io non dico che sia colpa di qualcuno, ma obiettivamente gli ordini del giorno possono arrivare anche durante il corso della discussione, e devo confessarvi che, a volte, sono in difficoltà.
Stamattina c'era personale ridotto, ero in difficoltà, perché bisognava risistemare gli ordini del giorno, fare fotocopiare gli ordini del giorno farli distribuire e indire tutta una serie di votazioni su di essi.
Quindi, la volta scorsa, è stato commesso un errore, probabilmente anche da parte mia e me ne assumo la responsabilità, nel senso che non sono riuscito a spiegare all'aula sufficientemente bene gli atti che venivano votati, e di questo vi chiedo scusa, perché ero in difficoltà.
E' stato commesso un errore da parte della Giunta nell'esprimere il parere - l'Assessore Burzi si era già assunto nella scorsa seduta la sua responsabilità in tal senso, ed io me la assumo oggi - ed è stato commesso un errore nel votare da una parte dei Consiglieri regionali, che avevano fatto diverse votazioni e che avevano programmato la giornata per chiudere il Consiglio regionale. Quindi, si è verificata questa situazione obiettiva.
Inoltre, gli ordini del giorno non sono atti di carattere legislativo sono manifestazioni di volontà. Una legge è una norma e una norma di legge che viene approvata successivamente dal Consiglio, laddove è incompatibile rispetto ad una precedente norma o ad una precedente legge, ha l'effetto di abrogare la precedente norma approvata dal Consiglio stesso.
Per quanto riguarda le leggi, vi è poi una procedura che stabilisce tempi e modi dell'entrata in vigore delle leggi. Facciamo il caso se noi avessimo approvato una legge nella scorsa seduta e avessimo voluto abrogarla immediatamente: laddove c'è un errore materiale, comunque pu essere ravvisato e anche in questo caso il regolamento del Consiglio Regionale assegna all'Ufficio di Presidenza un potere per il riscontro di errori materiali e correzioni attraverso una procedura all'interno dell'Ufficio di Presidenza e, se ci sono dubbi o problemi, attraverso una procedura di aula. Quindi, esiste lo strumento per arrivare a delle correzioni.
Ad ogni modo, per quanto riguarda le leggi il termine è stabilito dalle procedure di entrata in vigore, perché ci vuole il visto, il ritorno, la pubblicazione; quindi, ci vuole comunque un lasso di tempo. Invece, con riferimento agli ordini del giorno, non essendo atti normativi, ma atti d'indirizzo politico, ovviamente hanno un significato prevalentemente politico, più che un significato formale, perché fanno parte dei cosiddetti atti d'indirizzo.
Cos'è successo? E' stato approvato, nella scorsa seduta, un atto che era un atto d'indirizzo; si è preso atto che la maggioranza su quel punto la pensava in maniera leggermente difforme rispetto al contenuto di quel documento, perché quel documento è stato approvato per errore, ma non completamente per errore. L'errore sta nel non avere letto una parte di quel documento, perché la parte centrale del documento, e cioè la volontà di dare mandato alla Giunta per istituire il fondo per le vittime della criminalità, è una manifestazione politica che ha raccolto il consenso dell'aula. Allora è stato presentato un altro documento per correggere e per precisare quel determinato indirizzo politico.
Infatti, oggi questo indirizzo politico viene precisato anche nel dettaglio, nel senso che viene precisato che quella parte del testo non costituisce indirizzo politico, almeno allo stato attuale, del Consiglio Regionale; invece, l'istituzione di un fondo per le vittime della criminalità costituisce sì indirizzo politico di questo Consiglio regionale, indirizzo importante che è emerso oggi. Da tutto questo collage di atti approvati emerge l'indirizzo politico del Consiglio Regionale, che è quello di istituire un fondo per le vittime della criminalità.
Rispondo alla domanda sull'ammissibilità dell'ordine del giorno. Devo dire che sugli ordini del giorno c'è naturalmente una maggiore larghezza in ordine all'ammissibilità dei provvedimenti, sempre che siano collegati.
Chiedo scusa se non riesco a fare valutazioni rapidissime, ma mi sono messo ora a valutare il suo ordine del giorno e l'ho fatto insieme all'Assessore perché quando recita: "la richiesta di indagini ispettive e contabili presso l'Azienda regionale per la protezione ambientale del Piemonte", non riesco a trovare il collegamento. Quindi, a mio avviso, non è collegato rispetto alla discussione.
Se vi sono delle richieste di presentare ordini del giorno su uno stesso argomento, cerco di essere disponibile nell'ammetterli, in base al regolamento attuale. Se noi decidiamo tutti insieme - e qui chiedo la collaborazione di tutti appena dopo le elezioni, soprattutto la collaborazione dei Presidenti di Gruppo - finalmente, di porre un termine per la presentazione degli ordini del giorno - potrebbe essere di ventiquattr'ore prima della seduta, oppure ne discutiamo, non voglio anticipare niente - allora possiamo anche studiare una scaletta per la votazione degli ordini del giorno, in maniera tale da salvaguardare appieno anche il processo logico di formazione di volontà dell'assemblea regionale.
Da quello che è successo, possiamo trarre un insegnamento; io per primo lo traggo nel chiedervi scusa. Che insegnamento traggo? Che laddove dovesse essere il caso, disporrò la sospensione della seduta per poter valutare meglio gli ordini del giorno, anche allo stato attuale, in cui gli ordini del giorno sono presentati in aula.
Quindi, nel rispondere il più ampiamente possibile alla sua domanda, mi sento di dire che, laddove dovessi andare incontro alla volontà effettiva dell'assemblea ed interpretarla, sarei disponibile nell'ammettere gli ordini del giorno.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Grazie, Presidente.
Molte delle considerazioni che lei ha fatto naturalmente fanno parte di una discussione; io le considero un contributo a una valutazione, a una discussione generale, però mi interessava su questa questione avere un chiarimento, quindi non c'è nessun elemento polemico, ma solo un chiarimento procedurale che ritengo importante in questo momento della discussione.
Non ho fatto una domanda generica. Le chiedo e le ripeto la domanda: se lei accoglierebbe, come Presidente, un ordine del giorno che io presentassi in questo momento, che dicesse: "Il Consiglio regionale del Piemonte impegna la Giunta ad abolire lo stanziamento al capitolo 15910 riguardante la devolution"; un ordine del giorno che dica esattamente il contrario di quello che è stato approvato due minuti fa nell'ultima votazione, che diceva invece "impegna a mantenere"; in questo momento lei accoglierebbe un ordine del giorno che dicesse esattamente il contrario? Sì o no? Perché su questo regolo il mio comportamento nei prossimi minuti a seconda della sua risposta, nel senso che posso presentare un ordine del giorno che un minuto dopo sostiene l'esatto contrario di quello che abbiamo votato un minuto prima? Presidente, ho capito il suo discorso e lo apprezzo, lo considero un contributo, ma vorrei una risposta formale in termini procedurali. Lo posso fare? E aggiungo: per quante volte lo posso fare, se lo posso fare? Vorrei una risposta per sapere se lo devo presentare o no, semplicemente.



PRESIDENTE

Le do questa risposta, poi dovrei magari anche riflettere e via dicendo, perché su questo punto, pur nella difficoltà rappresentata da questo Regolamento, oggi o domani (quando c'è la riunione dell'Ufficio di Presidenza) mi ripropongo di individuare e stilare una specie di procedura per la discussione, procedura interna che non può avere la valenza regolamentare, ma può avere la valenza della prassi.
Le dico che l'ordine del giorno che è stato presentato non era completamente incompatibile con il precedente ordine del giorno; non era incompatibile perché precisava il significato di una parte della votazione.
Allora, se lei mi presenta un ordine del giorno sostenendo che lei ritiene che ci sia stato o un errore nella votazione del precedente ordine del giorno, oppure chiede un pronunciamento dell'assemblea che sia opposto e diverso ed in qualche modo motiva la necessità di questa diversità potrebbe anche essere ammissibile, però vi invito tutti, facendo un appello al di là della strumentalizzazione politica e di maggioranza e di opposizione, a non speculare rispetto a quanto è successo.
A mio avviso, l'ordine del giorno - infatti l'ho ammesso ed è stato votato - era perfettamente ammissibile in quanto precisava un concetto in ordine ad una manifestazione di volontà, quindi la manifestazione di volontà che esce dal Consiglio è una volontà complessa che è positiva in ordine all'istituzione di questo fondo.
Sono questi i termini della questione, non è una norma giuridica che ha l'esatto contrario o meno. Quindi questa è la risposta che io le do.
Prima di dare la parola al Consigliere Saitta, vi ricordo, colleghi che dobbiamo lasciare l'aula alle ore 15 e che è prevista una sospensione di cinque minuti a mezzogiorno per le nomine del CO.RE.COM. Nel ringraziarvi della collaborazione, vi ricordo questo.
Prego, Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Credo che il Presidente del Consiglio debba interpretare la volontà dell'aula attraverso i voti, attraverso il voto individuale e non attraverso le dichiarazioni dei Gruppi consiliari.
Lei ha ammesso la votazione dell'ordine del giorno che abbiamo votato precedentemente su una dichiarazione di voto che è stata: "Abbiamo sbagliato, rifacciamo la votazione". Questo è stato detto. Ma in ogni caso poi sono fra quelli che non credono molto agli ordini del giorno, perché ne abbiamo approvati sempre tanti e non hanno avuto esito... Però non posso far notare una cosa. A questo punto, vi sono due ordini del giorno, tutti e due votati dall'aula, un ordine del giorno che dice "fondo regionale per le vittime del terrorismo utilizzando per il capitolo 15910 35 miliardi ecc.", e un altro ordine del giorno, votato anche questo dall'aula, che afferma una cosa diversa. Presidente, tra questi due ordini del giorno, lei quale sceglie? Sono tutti e due votati. Nella seduta di oggi continua la discussione sugli ordini del giorno del Consiglio, quindi sono tutti e due validi. Faccio notare questo aspetto perché...



PRESIDENTE

Scusi, abbia pazienza, non è previsto un dibattito su questo punto semmai li sceglierà la Giunta. Io veramente, colleghi, sto cercando il più possibile - Consigliere Saitta, poi la lascio finire - di superare l'incidente e trarre anche degli argomenti dalle cose che succedono, per le chiedo veramente, Consigliere Saitta, collaborazione.



SAITTA Antonino

Gliela do volentieri.
Questo per dire che in effetti, se vale il principio che vale l'ultimo vuol dire che è possibile presentare continuamente ordini del giorno e l'ultimo che arriva in qualche maniera decide, in sostanza. Vale questo principio, che mi pare un po' un assurdo sotto il piano giuridico.
In ogni caso, ci sono due ordini del giorno votati, e l'ordine del giorno che è stato votato poco fa non dice "annulliamo il precedente", non lo richiama neppure, quindi tutti e due sono validi. E allora cos'è? Il Presidente del Consiglio dice alla Giunta: "Scegliete voi quello che vi conviene di più"? Dice questo? Faccio notare questo aspetto.
Credo che il giudizio di inammissibilità degli ordini del giorno abbia il significato di verificare la coerenza con le decisioni assunte dal Consiglio; questo è l'elemento importante. Altrimenti mi pare che questo precedente che viene stabilito sicuramente ci può trovare oggi immediatamente d'accordo, in questo momento di presentazione dell'ordine del giorno, sulla constatazione del fatto che ha sbagliato. Lei dice che ha sbagliato: si può anche fare una cosa simile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Volevo ringraziare l'aula perché effettivamente ai soggetti che sono vittime di violenza poco importa della figura. Mi rendo conto che in politica purtroppo si consumano tantissime di quelle figure; volevo soltanto dire che l'aula ha tirato fuori un provvedimento, un ordine del giorno a dir poco eccezionale.
Capisco che il cespite a cui fa riferimento potrebbe essere l'uno o l'altro; per quello che mi riguarda, visto che avevo già presentato un progetto di legge il giorno 13 febbraio 2001 a sostegno delle vittime della violenza, non riesco a capire questo modo di giustificare quanto quest'aula ha fatto in questo momento, un qualcosa di prezioso, di importante per i quattro milioni di abitanti di questa Regione.
Volevo soltanto provare a chiarire, molto telegraficamente, quello che è stato votato.
Gli ordini del giorno mirano ad attuare misure di sostegno concreto a favore delle persone anziane, che troppo spesso finiscono per essere vittime di reati quali il furto, la rapina, l'estorsione e la truffa.
Il fenomeno ha assunto, in questi ultimi anni, una dimensione preoccupante ed è tanto più turpe in quanto l'attività criminale si indirizza verso soggetti quali appunto gli anziani, più facilmente vulnerabili per effetto dell'età.
Il servizio fasce deboli predisposto dalla Polizia, solo a Torino, ha effettuato in un anno 472 interventi, di cui 112 per furti, 138 per truffe 12 per scippi e 10 per rapine.
Signori, nei confronti di questi dati, l'aula non si deve mortificare perché ha fatto un qualcosa di buono, altrimenti significa che veramente è cambiato il senso della politica.
Io mi auguro che di provvedimenti come questo, che vanno nell'indirizzo e nell'interesse dei cittadini, ne escano tutti i giorni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Sarò velocissimo. Ad integrazione di quanto lei ha detto, vorrei ricordare ai colleghi che non erano presenti lo scorso Consiglio, che l'ordine del giorno in questione è stato votato due volte, con due risultati diversi, in quanto, dopo la prima votazione e approvazione risparmio il parere favorevole della Giunta e tutto il resto - un Consigliere della maggioranza ha richiesto la votazione per differenziare il proprio voto.
Si tratta di un ordine del giorno che era a conoscenza della maggioranza, che è stato votato due volte dal Consiglio, con risultato positivo, e poi c'è stato il seguito che tutti sappiamo.
Mi aggiungo dunque alla richiesta del Capogruppo Marcenaro di avere una risposta ufficiale sulla possibilità o meno di votare due ordini del giorno e quanti se ne possono votare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Enrico Costa.



COSTA Enrico

Riprendo brevemente le cose dette da alcuni Consiglieri, perché ritengo che quello posto dal Consigliere Marcenaro sia un quesito legittimo, dal momento che ci consente di andare a capire, per il futuro (intanto per il passato) come si potrà procedere in quest'aula.
Lo ammetto candidamente: la volta scorsa, io mi sono sbagliato a votare e, chiaramente, oggi ho rettificato il mio errore attraverso un voto diverso.
Penso che molti possano fare la stessa candida affermazione che ho fatto io.
Mi rendo però conto che i proponenti del primo ordine del giorno possano prenderla male, perché è giusto che, nel momento in cui qualcuno approva o vede approvata una sua proposta e la vede invece eliminata cancellata, magari nel corso della seduta successiva del Consiglio, abbia dei dubbi sul comportamento "schizofrenico".
Quindi, secondo me, questa è una questione da affrontare, una questione seria, una questione che può essere portata forse all'attenzione della Commissione Regolamento, se non ci sono delle norme che in proposito attraverso un'interpretazione estensiva, possano rendersi operative.
Tuttavia, forse si è innescato un precedente che potrebbe portare al risultato di un difficile rapporto tra maggioranza ed opposizione, comunque nell'ambito dell'intero Consiglio.
Auspico dunque che ci sia un chiarimento, eventualmente anche attraverso l'apporto della Commissione.



COSTA Enrico

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



COSTA Enrico

Si interviene su questo tema?



PRESIDENTE

No, non è previsto dibattito: sono previsti due minuti di chiarimento.
Si sta votando sull'ordine del giorno n. 267.
Però - scusate colleghi - nel ringraziarvi per gli interventi, perch effettivamente questo problema della presentazione potrebbe finalmente trovare una soluzione, volevo ricordarvi che stiamo manifestando la volontà per istituire il fondo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Non c'è discussione, ma si può intervenire per chiarimenti sull'ordine del giorno. A mio avviso la questione è molto diversa.
Un ordine del giorno, una mozione sono atti di indirizzo con cui un Consiglio esprime una volontà. Un Consiglio che esprime una volontà non è costretto necessariamente a rimanere fedele a se stesso. E i Consiglieri che ritengono di avere espresso una volontà falsata dalla fretta, dalla non lettura - e molti in quest'aula lo ammettono e lo ammetto anch'io - dalla concitazione dell'ultimo momento, da un Regolamento che ormai non è più un Regolamento - e che non andrebbe più bene nemmeno per un condominio, perch non consente ai nostri lavori di essere affrontati con la dovuta serietà in quanto ognuno di noi può, in qualsiasi momento, presentare qualunque cosa all'attenzione dell'aula - possono cambiare idea.
Fatta questa premessa, che però mi sembra doverosa, un Consiglio, una qualsiasi assemblea, nell'ambito della sua attività di indirizzo politico può, in maniera assolutamente legittima, non solo cambiare posizione, ma modificare delle posizioni già assunte.
Siamo addirittura in una seduta diversa; se uno volesse fare del formalismo, potrebbe dire: "Guardate, colleghi, siamo in un seduta diversa è cambiata la situazione politica, riteniamo opportuno modificare la nostra posizione". E non come diceva pateticamente - abbiate pazienza - il collega Giordano che "qui si vogliono togliere i soldi" per le categorie che lui aveva così intelligentemente individuato: semplicemente si cambia il capitolo di riferimento del bilancio da cui questi soldi vengono attinti.
Ritengo dunque che - con buon senso perché è chiaro che meno ci sbagliamo, meglio è; meno votiamo, direi quasi per castigare noi stessi meglio è - associandomi al mea culpa generale per non aver letto sufficientemente bene quell'ordine del giorno, una maggioranza, un'aula nella sua sovranità ha tutto il diritto, in sedute diverse, di mutare l'indirizzo politico o di mutare l'indirizzo alla Giunta che viene inteso dare da una maggioranza.
A mio avviso si tratta di una questione assolutamente definitiva rispetto a quello che ha detto bene lei: non è una legge. E' un atto di indirizzo.
Gli atti di indirizzi possono mutare; in questo caso non lo mutiamo neppure: mutiamo semplicemente un capitolo di bilancio da cui viene attinta una somma per fare la stessa cosa.
Quindi non diciamo neanche no al principio, non votiamo contro il principio che ha sollevato il collega Giordano: semplicemente andiamo ad attingere da un altro capitolo i soldi per rendere sostanza quel principio.
Pertanto, tutto il resto della discussione, a mio modestissimo avviso diventa esclusivamente strumentale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Molto brevemente: il nostro Gruppo voterà e voterà a favore dell'ordine del giorno. Nella passata riunione il nostro Gruppo non aveva partecipato alla votazione proprio perché non riteneva condivisibile il riferimento al capitolo, mentre era d'accordo sulla finalità dell'ordine del giorno.
Questo perché riteniamo che il Presidente abbia evidenziato come sia possibile sottoporre al giudizio dell'aula ordini del giorno anche diametralmente opposti e, a maggior ragione, ordini del giorno che sono sfumature intermedie tra due posizioni contrapposte.
Lo voglio ribadire anch'io: l'ordine del giorno è un indirizzo impegnativo fino a quando non venga formulato un indirizzo diverso. Questo deve essere sufficientemente chiaro.
Il nostro Gruppo, pertanto, parteciperà alla votazione e voterà a favore dell'ordine del giorno. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Per annunciare, a nome del Gruppo Radicale, il voto favorevole all'ordine del giorno e per entrare nella discussione con due semplici considerazioni.
La prima: non condivido quanto è stato detto dai banchi del centrosinistra - dai colleghi Saitta, Marcenaro ed altri - cioè non credo sia davvero il caso di fare di questo un fatto più importante di quello che è.
Non considero questo fatto un errore; non è stato un errore formale, ma una valutazione pienamente assunta con i criteri del nostro Regolamento.
E' stata sicuramente un'errata valutazione dell'ordine del giorno. E' stato detto in tutte le salse e credo davvero che non si debbano pretendere le forche caudine per aver commesso un errore che è stato subito riconosciuto, un errore di valutazione politica che l'aula può smentire in qualsiasi ordine del giorno successivo.
Si tratta di un indirizzo politico; l'indirizzo politico è cambiato ed evidentemente i colleghi della maggioranza non avevano letto il testo del documento, altrimenti non l'avrebbero votato. Ci siamo resi subito conto nel momento in cui hanno votato contro il referendum, che c'era qualcosa che non andava, non perché fossero improvvisamente rinsaviti - su questo dobbiamo nutrire scarse speranze, almeno in questa fase elettorale! - ma perché chiaramente c'era un errore di valutazione.
Quanto intendo sottolineare anche al Presidente è questo: io non accetto la sua richiesta di scuse, perché non c'è stato un errore suo o della Presidenza. La formalità del percorso decisionale del Consiglio è stata rispettata, il Presidente non ha colpe in questo. La maggioranza si è distratta, era di corsa, voleva andare a casa, erano le 14,30 ed ha valutato in modo errato il testo dell'ordine del giorno, non avendolo letto interamente.
La seconda considerazione è dunque questa: anche a nome del Gruppo, non accetto la sua richiesta di scuse né - mi permetta - la sua reiterata insistenza sulla riforma del Regolamento. Il Regolamento c'è, è questo e finché c'è, sarà questo. Noi siamo favorevoli ad una modifica che vada nell'agevolazione dei lavori, sempre così difficili, dell'aula, ma onestamente quanto è successo in aula l'altro giorno non è riferibile al Regolamento.
Condivido, dunque, la smorfia comparsa sul volto del collega Chiezzi quando, all'ennesimo suo richiamo al Regolamento, ha detto: "Basta!". Nel senso che non si può ricondurre tutto quello che succede in quest'aula ad un Regolamento fatto dalle opposizioni vent'anni fa, pensando che adesso avrebbe governato il centrodestra! Il Regolamento è quello: prendiamone atto, cerchiamo di mantenere i lavori nell'ordine dato; fortunatamente è dato anche a difesa delle minoranze, e di questo bisogna riconoscerne il valore. Se, poi, sono stati commessi degli sbagli nel "casino" - mi si permetta il termine - di quel momento (era davvero una baraonda finale!), va beh, c'è stato uno sbaglio! Punto.
Ripeto, pertanto, a nome del mio Gruppo, che non si può accettare l'interpretazione del collega Saitta, secondo il quale non si può più discutere l'ordine del giorno.
In qualsiasi momento l'aula è sovrana di dire tutto e il contrario di tutto, anche di dire al Presidente del Consiglio regionale che sbaglia chiedendo scusa per un atto che non ha commesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Grazie, Presidente. A me pare che in questo dibattito si sia rimosso un fatto grave, verificatosi nella scorsa seduta, non in questa, e si sia tentato, nella stessa seduta, nella sequenza temporale diretta, di modificare una decisione che l'assemblea aveva assunto.
Questo è il vulnus dell'autonomia e della caratterizzazione dell'assemblea.
Io, quel giorno, rimasto nei banchi un po' deserti dell'aula, l'ho detto che si sarebbe creato un precedente gravissimo e lei, Presidente aveva cercato di tranquillizzarmi dicendo che era un'operazione eccezionale, ma noi sappiamo che non ci sono operazioni eccezionali nell'iter e nelle procedure che si determinano con la formazione della prassi.
Il nodo è questo: se la volta scorsa aveste avuto i voti, sarebbe passato, nella stessa seduta, in uno spazio temporale ristrettissimo, un ordine del giorno che si rimangiava la decisione precedente.
Questo è grave! Questo non avviene in nessuna assemblea! Anche a livello nazionale a volte capita, soprattutto in finanziaria che il Governo venga sconfitto e recuperi il testo con un super emendamento, magari non nella stessa seduta, ma in una successiva.
Occorre rivedere, dunque, il meccanismo degli ordini del giorno inoltre, bisogna prendere atto che una maggioranza super premiata da una legge elettorale, che gli ha dato due/terzi delle forze in assemblea elettiva, non ha avuto la forza organizzativa e la capacità di vedere una scelta che ha dichiarato sbagliata e che però, sbagliando ancora, ha tentato di recuperare immediatamente, ledendo l'autonomia di un'assemblea che prende delle decisioni, che possono certamente essere riviste, ma non il minuto dopo. Questo, altrimenti, è un gioco che non permette di far funzionare una dialettica democratica.
E' qui il vulnus che si è determinato in questa assemblea.
Oggi non faremo la discussione perché, se fosse stato approvato la volta scorsa e se non fosse mancato il numero legale, sarebbe passato un ordine del giorno in contraddizione con quanto voi stessi avete detto: che si rivede la posizione dell'assemblea elettiva, che è libera ed autonoma nel farlo, non subito, ma in una seduta successiva.
Si è verificato un fatto grave e io le chiedo, Presidente, che operazioni di questo genere non vengano più ripetute, perché non è soltanto un problema di fare una brutta figura, ma è un problema di lesione nei confronti dell'operatività di un'assemblea.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. In breve, il mio parere accanto a quello degli altri. Il Consiglio regionale, validamente costituito, è sovrano e perci insindacabile nelle decisioni che assume, anche quando queste sono contraddittorie ed anche se la contraddizione avviene nell'immediatezza di decisioni contrapposte.
Il fatto, peraltro, si è già verificato prima della scorsa seduta.
Ricordo di aver visto il Consiglio regionale respingere un ordine del giorno con un certo contenuto; questo contenuto è stato tracopiato da un collega - che non nomino - ed è stato approvato immediatamente dopo.
Sono situazioni che possono avvenire e che segnano la qualità del nostro lavoro, ma che hanno nulla a che vedere con il Regolamento. Grazie



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 267, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte impegna la Giunta Regionale in occasione dell'assestamento di Bilancio, a istituire un Fondo Regionale per le vittime della criminalità adeguatamente finanziato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 39 voti favorevoli.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame ordini del giorno n. 260 relativo a "Variazione del Bilancio preventivo 2001 e del bilancio triennale 2001-2003: stanziamento a favore dell'agricoltura e della zootecnia"; n. 261 "Variazione del Bilancio preventivo 2001 e del bilancio triennale 2001-2003: stanziamento a favore di opere di tutela e manutenzione idrogeologica"; n. 262 "Bilancio triennale 2001-2003: stanziamento per interventi in favore dell'economia dei territori considerati ammissibili alle previdenze ex obiettivo 2" (ritirati) n. 270 "Variazione del Bilancio preventivo 2001 e del bilancio triennale 2001-2003: stanziamento in favore dell'agricoltura e della zootecnia"; n. 271 "Variazione del Bilancio preventivo 2001 e del bilancio triennale 2001-2003: stanziamento in favore di opere di tutela e manutenzione idrogeologica"; n. 272 "Bilancio triennale 2001-2003: stanziamento per interventi in favore dell'economia dei territori considerati ammissibili alle previdenze ex obiettivo 2" presentati dai Consiglieri Caracciolo, Di Benedetto, Giordano, Marcenaro, Muliere Placido, Riggio, Ronzani e Tomatis.


PRESIDENTE

Comunico che sono stati ritirati gli ordini del giorno nn. 260, 261 262. Tali ordini del giorno vengono sostituiti dai seguenti ordini del giorno: n. 270, n. 271 e n. 272.
Questi ordini del giorno riguardano tutti lo stesso argomento e sono stati riformulati a seguito di colloqui intercorsi con la Giunta.
La parola all'Assessore Burzi



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Non voglio illustrare i tre ordini del giorno perché mi sembra di prevaricare il ruolo dei presentatori. Voglio solo ricordare all'aula i tre temi citati. Il primo ordine del giorno riguarda l'agricoltura e le sfide che questa, specificamente nell'area della zootecnia, deve affrontare nel prossimo periodo e per le quali, nella riformulazione, si impegna la Giunta a tenerne conto nella prima riformulazione del bilancio triennale anche a seguito di tutto il dibattito avvenuto sia nella Commissione competente che in I.
Il secondo, parte dagli elementi degli eventi alluvionali dell'ultimo periodo e dalla criticità dell'elemento acqua come componente fondamentale per l'equilibrio del territorio. Anche questo ordine del giorno chiede, sia in nota di variazione che in termini più ampi, di avere attenzione per tutte le problematiche di ricerca, raccolta e distribuzione dell'acqua per quanto riguarda le aree del nord e del sud Piemonte.
Il terzo ordine del giorno, il più problematico, cita le conseguenze della ridefinizione per i quinquennio 2001-2005 dell'Obiettivo 2 e la differenziazione di zone rispetto al periodo precedente che il territorio piemontese ha dovuto subire nell'ambito della concertazione sia all'interno del nostro Paese, che dei rapporti con la Comunità Eropea. Anche sul terzo ordine del giorno, facendo seguito ai colloqui che non soltanto in sede di Bilancio la Giunta ha avuto nelle Commissioni competenti con i colleghi, la Giunta accetta l'impegno.
Sottolineo sul terzo documento due difficoltà che non mi esentano dall'esprimere parere favorevole, ma vorrei che rimanessero soprattutto nella testa dei proponenti, come dati oggettivi. Dicevo, qui ci sono due problemi che esulano dalla totale competenze della Giunta: la praticabilità nei rapporti con la Comunità Europea dell'autonomia e della sovranità della Regione nel sopperire a decisioni che hanno visto la comunità europea a concertare e siglare accordi con l'Italia; la disponibilità dei fondi che può essere un elemento di criticità.
Fermo restando, per quanto riguarda questo terzo ordine del giorno, la difficoltà obiettiva di mantenere un impegno che peraltro la Giunta aveva già assunto (quindi non ci costa fatica riassumere), su tutti e tre gli ordini del giorno la Giunta esprime parere favorevole.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Sull'insieme dei tre ordini del giorno vorrei dire alcune cose. Vorrei ricordare, anche in relazione alla discussione che abbiamo fatto prima, che anche in questa occasione la scelta di una discussione, di una votazione in sede di discussione sul Bilancio e ordini del giorno collegati, non è nata dalla minoranza. Come ben sapete, questa è una scelta che la maggioranza ha trovato per comporre la difficile dialettica che l'aveva attraversata.
Avevamo detto e ribadito che, per quanto ci riguarda, vista la straordinarietà della situazione, eravamo disponibili ad un'approvazione ad un voto in sede tecnica, sul Bilancio. E' stata la maggioranza a decidere la strada degli ordini del giorno collegati per risolvere, come tutti sanno, le contraddizioni che l'attraversano su alcuni punti particolarmente delicati. Questo per ricostruire, almeno fino a che siamo in tempo e la memoria non ci abbandona, quale sono state le dinamiche che hanno portato alla discussione sugli ordini del giorno collegati.
E' abbastanza evidente che, nel momento in cui la maggioranza fa questa scelta, anche la minoranza esplicita, attraverso i propri ordini del giorno, quella discussione sulle linee programmatiche del Bilancio che non abbiamo fatto in aula visto che il percorso è stato un altro.
Gli ordini del giorno da noi presentati indicano tre grandi temi di indirizzo: il primo riguarda la questione dell'agricoltura; il secondo la questione della riorganizzazione del territorio; il terzo le politiche di sviluppo e, in particolare, il collegamento fra le politiche Regionali e quelle europee legate a quello che definiamo ex Obiettivo 2. Ovviamente è una discussione che abbiamo deciso di rendere operativa, normativa ed impegnativa in sede alla discussione che faremo nei prossimi mesi per l'assestamento di Bilancio, facendo di questi, i temi di scelte diverse rispetto a quelle che sono configurate nel Bilancio.
Voglio solo mettere in evidenza il punto che riguarda l'opposizione.
Non abbiamo fatto una discussione di merito in sede di Bilancio per la strada che abbiamo seguito, ma, attraverso questi ordini del giorno vogliamo dire che è possibile un Bilancio diverso di questa Regione, un Bilancio più nettamente orientato ad individuare alcune grandi priorità, a concentrare su questo gli investimenti necessari, dando una fisionomia politica all'azione del governo Regionale diversa da quella presenta.
Questo è il senso degli ordini del giorno che abbiamo presentato.
Ovviamente faremo un confronto di merito sulle risorse, ma, come sapete, la discussione sul Bilancio e la strada che abbiamo scelto non intendevano mettere in ombra le differenze politiche che, naturalmente, in una libera assemblea caratterizzano maggioranza e opposizione. Tutti questi aspetti li richiamiamo su questi punti per consegnarli ad un confronto successivo che avverrà, fra due posizioni diverse, ma cercando tutti i punti di convergenza che saranno possibile rintracciare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

A fronte della precisazione che ha fatto il Consigliere Marcenaro vorrei puntualizzare ancora un fatto.
Se questi interventi che stiamo svolgendo si sviluppassero nell'ambito della legge di Bilancio, invece si svolgono nell'ambito di ordine del giorno pur direttamente collegati, il parere favorevole della Giunta potrebbe prestarsi a fraintendimenti, in quanto oggetto di comprensibili mediazioni, che possono avvenire in senso costruttivo nella sovranità dell'aula, perché un procedimento possa avere un iter più celere o praticabile di quanto normalmente non abbia. A me fa particolarmente piacere, invece, che avvenga in un momento totalmente libero, quindi dopo le elezioni, perché i temi qui sollecitati avrebbero evidenziato nella legge di bilancio non tanto un'impostazione diversa (ripeto, la Giunta su questo ha, non da ora, un'opinione fondamentalmente favorevole) ma probabilmente, una diversa impostazione del quantum suddiviso nell'ambito degli anni di cui una legge finanziaria si occupa. Sono tre problemi strategici: se, come ex Assessore alla programmazione (è una delega che oggi non più mi compete, posso permettermi di citarne uno), quello del territorio è certamente un elemento che attiene a una componente di praticabilità, di strategia ineludibile. Lo dico perché è un patrimonio comune di tutti i Gruppi di minoranza e maggioranza, che credo se ne debbano far carico in maniera significativa. Il problema della praticabilità è anche un problema di rapporto tra questa Regione e la Comunità Europea, perché non è semplice l'obiettivo di sopperire con risorse proprie (che sappiamo essere per loro natura carenti rispetto a esigenze forti ed importanti che alcuni territori connotano), ma il problema dall'agricoltura e della zootecnia è talmente ben spiegato nell'ordine del giorno che qualunque mia parola servirebbe soltanto a peggiorarlo.
Riconfermo, non tanto e non solo per il prossimo assestamento, che ieri in Giunta ho comunicato - verrà approvato entro il 15 di maggio successivamente al consuntivo, che invece verrà approvato il 30 di aprile ma anche al DPEF - che sarà il primo Documento di Programmazione economico finanziaria che nel primo anno, a seguito della nuova legge di ordinamento contabile, la Giunta si è impegnata con quest'aula a presentare entro ottobre, e che sarà un po' il documento "capofila" politico-finanziario cui faranno riferimento le scelte di bilancio degli anni prossimi. Credo che quei due momenti, tra gli altri, siano due dei momenti specifici in cui queste discussioni dovranno essere riprese e trovare dei connotati numerici a sostanziarne le scelte.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Assessore Burzi, per registrarlo agli atti, le chiedo il parere della Giunta.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Il parere della Giunta è favorevole a tutti e tre gli ordini del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Intervengo per dichiarazione di voto.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 260 sull'agricoltura, se interpreto bene il plico che mi avete consegnato, e l'ordine del giorno n.
261 sui problemi delle dighe...



PRESIDENTE

Lei sa che sono stati sostituiti?



MORICONI Enrico

Sì, ce li avevo di due tipi diversi, di fatto nel plico ci sono degli ordini del giorno...



PRESIDENTE

Le rispiego. Gli ordini del giorno n. 260, 261 e 262 sono stati ritirati e sostituiti dagli ultimi tre che, penso, sono nel plico.



MORICONI Enrico

Va bene. Comunque, il mio giudizio non cambia: il mio voto sarà contrario a questi ordini del giorno, per questi motivi.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno relativo all'agricoltura, se la stessa analisi presenta alcuni punti condivisibili (laddove si fa cenno alla qualità dei prodotti e al discorso della certificazione), altri non lo sono, come il discorso della competizione, laddove si vede solo la produzione da un punto di vista di prezzo e quantità. Non è, inoltre condivisibile l'analisi della crisi della zootecnia, perché essa è solo lo specchio di quanto sta accadendo, senza che riveli alcuno sforzo per prevedere, migliorare e voler uscire da questo circuito vizioso.
L'impegno che si chiede alla Giunta regionale è un impegno che va nell'ordine e nell'indirizzo di continuare a mantenere tale circuito vizioso, va nel senso di non promuovere quella che è invece la soluzione già indicata anche da esperti internazionali. Si deve puntare sulla qualità e non sulla quantità in senso assoluto: quest'ordine del giorno, invece, va diritto e sparato a richiedere solo un aumento di quantità. E' un ordine del giorno che parla di sostegno all'area zootecnica senza indicare quale area zootecnica vogliamo promuovere, che parla solo di sviluppo delle reti di smaltimento senza rendere conto che il problema è quello di qualificare in modo preciso la razza bovina piemontese, non percorrendo quindi quella strada che già altri marchi di certificazione stanno seguendo - cosa che invece noi in Piemonte non riusciamo ancora a fare - e senza capire che scegliere strade precise di intervento, sostegno e certificazione pu salvare le nostre produzioni.
Quanto all'ordine del giorno relativo alla gestione dell'acqua, sono totalmente in disaccordo sull'analisi, in quanto l'analisi proposta si basa esclusivamente sull'idea che basta costruire delle dighe per evitare i problemi delle inondazioni. Non è un'analisi condivisibile: il problema della gestione dell'acqua è molto complesso. L'ordine del giorno è tutto puntato su un'idea di gestione dell'acqua che fa ancora capo alle centrali idroelettriche e agli invasi. Mi piace ricordare che, fin dagli anni '60 gli esperti dicevano che in Italia non era più logico promuovere altri sistemi di invasi. Questo quarant'anni fa. Che dopo quarant'anni si propongano ancora degli invasi d'acqua mi sembra, francamente, strano! Per tutti questi motivi, annuncio il mio voto contrario a questi ordini del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Non condivido questi ordini del giorno per ragioni di metodo e di merito. Di metodo, in quanto un ordine del giorno su materie così complesse dovrebbe concludere un confronto, un dibattito politico su linee strategiche d'intervento, che invece non c'è stato. Per ragioni di merito perché gli ordine del giorno così modificati sono privi di determinazioni certe, sfumano nel vago, nel momento del dispositivo. Quindi, confermo quanto ho detto all'inizio della vicenda aperta dagli ordini del giorno di maggioranza: ritenevo più utile, per chiarezza politica, non partecipare alla loro votazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Ha ben ribadito prima il Capogruppo Marcenaro il contesto dentro il quale ci troviamo a votare questi ordini del giorno. Queste sarebbero state alcune delle questioni su cui - insieme a quella della sanità, che peraltro ha avuto ampio spazio di dibattito in questo Consiglio - avremmo posto l'attenzione durante la discussione di un documento di bilancio che, a nostro avviso, doveva, su alcune grandi questioni della realtà piemontese rappresentare esigenze di compatibilità tra le ragioni dello sviluppo e le ragioni di ordine ambientale e di qualità della vita.
Quindi, avremmo ritenuto che certamente i temi della sanità e dell'assistenza, i grandi temi dell'agricoltura all'interno della nostra realtà regionale e i temi relativi alle problematiche aperte dall'alluvione non possono essere gestite da noi solo come elementi legati all'emergenza ma individuando politiche serie di ordine strutturale, cogliendo anche l'occasione di importanti finanziamenti in questo momento sul Piemonte, per indirizzarci verso una politica di ordine strutturale, così come le problematiche relative all'obiettivo 1), all'obiettivo 2) e ai fondi europei.
Noi ci ricordiamo bene, in particolare l'Assessore Burzi, come, in occasione di un precedente dibattito (se non ricordo male eravamo in sede dell'ultimo bilancio della scorsa legislatura) suddividemmo questi fondi sul territorio piemontese in modo non soddisfacente rispetto a tutte le esigenze territoriali. Ci furono interi territori che rimasero scoperti da questo intervento e interi settori che non avevano potuto vedere un adeguato momento di intervento.
Ricordo che allora sia il Presidente della Giunta regionale che l'Assessore Pichetto ebbero occasione non solo di dire in quest'aula, ma di esternarlo alle varie realtà territoriali, che era un grande problema che andava riequilibrato. Penso che sia stato importante da parte nostra questa è l'intenzione con cui l'abbiamo fatto - voler ribadire queste tre grandi questioni.
Nell'ordine del giorno relativo all'agricoltura, in particolare abbiamo voluto richiamare alcune leggi e politiche di distretto che già sono state votate dal Consiglio, ma che reimpostano tutta la politica dell'agricoltura in questa direzione: penso alle politiche del distretto del riso, dei fiori e del vino, che reimpostano compiutamente su alcuni grandi settori un modo di affrontare le problematiche dell'agricoltura.
Alcune di queste leggi e di questi provvedimenti sono stati presentati dalle minoranze, ma hanno trovato un momento di confronto, anche serrato nelle Commissioni e in quest'aula.
Sul problema dell'alluvione, dicevo prima, il punto di fondo che noi rileviamo nell'ordine del giorno e che vogliamo cogliere l'occasione di questa emergenza per uscire dalla semplice problematica dell'emergenza ed intervenire su quegli elementi strutturali dal punto di vista del ciclo delle acque e degli interventi in questa direzione, per non riproporre emergenze drammatiche quali quelle che abbiamo avuto.
Per quanto riguarda i fondi strutturali, ho ribadito come abbiamo ripreso una questione rimasta in sospeso, addirittura nell'ultimo bilancio della scorsa legislatura, che aveva creato in alcune realtà, in alcune Province e in alcuni territori situazioni problematiche.
E' del tutto evidente che grandi questioni su settori strutturali insieme certamente alle problematiche sulla sanità e sull'assistenza saranno oggetto del dibattito e del confronto dialettico dei due modi di vedere il bilancio, le politiche regionali e le prospettive di sviluppo di questa Regione, che certamente caratterizzano la maggioranza e l'opposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Mi differenzio dalla posizione della mia collega, quindi chiedo di intervenire per questa ragione. Mi asterrò perché, per un aspetto di metodo, mi sembra che vengano introdotti, tra l'altro con una formulazione anche di rango importante, degli interventi in materie che meriterebbero una trattazione in sede diversa, piuttosto che con ordini del giorno.
Invece, per quanto riguarda il merito, voglio dire che, per esempio l'ordine del giorno che riguarda i temi dell'irrigazione e il controllo delle acque, soprattutto per il Cuneese, così come impostato, è un tema che questa assemblea negli anni '80 aveva approfondito e anch'io professionalmente avevo seguito.
Si tratta degli invasi del Gaiola e Moiola, dello Stroppo e di altri che rappresentano, anche con l'evoluzione della tecnica, degli interventi in materia idrogeologica e in termini di irrigazione, perché c'è stata un'evoluzione anche nell'agricoltura, che richiede un intervento di quadro legislativo e di approfondimento.
Non posso accettare a scatola chiusa un'indicazione così impegnativa tra l'altro ideata da una mente che conosce il problema. Voglio essere libero di ragionare, capire ed approfondire. Questo tema è stato da me approfondito circa quindici anni fa. Oggi si presenta in un quadro diverso sia sotto l'aspetto dei problemi idrogeologici, che hanno cambiato un po' la natura, seppur in pochi anni, sia sul piano agricolo.
E' per questa ragione che mi astengo, perché mi sembra un po' troppo decisionistica un'operazione di questo tipo. Credo che in questo momento occorra una riflessione non per non fare, ma per poter fare delle scelte adeguate al nuovo contesto idrogeologico ed agricolo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente.
Intervengo soltanto per esplicitare una differenziazione di voto che vedrà nella mia espressione una astensione, quindi in difformità dal mio Gruppo, per due questioni. Certamente per una questione di metodo, forse per un problema interno ai Gruppi della minoranza, ma anche di merito poiché la complessità di questi ordini del giorno è enorme, evidentemente perché non ho seguito le Commissioni che in qualche modo hanno affrontato questo dibattito e la discussione.
Su questi temi, tuttavia, generalizzare con una questione di fiducia, a fronte di argomenti importanti che spesso non vengono affrontati e non si ritrovano in nessun altro ordine del giorno, nonostante il dibattito molto complesso che c'è stato in quest'aula nelle settimane passate, mi imbarazza fortemente.
Forse è il risultato di un clima dovuto a quanto è capitato nella chiusura della precedente seduta consiliare e in apertura dell'attuale.
Certamente, però, a questo imbarazzo non posso che rispondere con un'astensione, che mi vedrà obbligata ad approfondire ulteriormente questi temi, sapendo che però sono temi che, guarda caso, non si ritrovano propriamente nelle Commissioni, a proposito di Regolamento, che ne hanno competenza, ma solo in altre.
La ringrazio, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Grazie, Presidente. Ho chiesto di intervenire perché volevo fare un intervento sul metodo e sulla forma di questo ordine del giorno. Il mio intervento non può prescindere da quello che abbiamo visto stamani.
Lei, Presidente, con estrema correttezza, ha presentato delle scuse non dovute a quest'aula, perché il suo compito è quello di portare in votazione gli ordini del giorno comunque siano stati redatti.
Se errore vi è stato, questo errore è stato certamente una disattenzione dovuta all'intera maggioranza. Ma c'è di più, Presidente.
Credo che questo errore sia dovuto ad una non cattiva, ma maliziosa illustrazione dell'emendamento. Non è pensabile - in una nuova situazione che è venuta a nascere in questa Regione esattamente un anno e due giorni fa - che questa maggioranza sia permeata su un accordo e che il punto cruciale di questo accordo sia la devolution, non è pensabile di presentare una emendamento qualunque, di mettere in discussione questo accordo senza neanche illustrarlo o meglio senza neanche illustrare il punto.
La mancata illustrazione del punto evidenzia la malafede con cui si è proceduto...



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, sta parlando d'altro.



BRIGANDI' Matteo

No, non sto parlando d'altro! Sto spiegando perché voto contro questo provvedimento.



PRESIDENTE

Va bene.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Dategli tempo; è insindacabile l'intervento.



BRIGANDI' Matteo

Grazie.
Ha illustrato la perfetta malafede, dicevo, con cui si è intervenuti in tal senso.
Avevamo avuto un dubbio qualche tempo fa, quando era stato presentato un ordine del giorno sul "Gay Pride", nel quale si diceva che c'erano i diritti umani degli omosessuali. Non potevamo votare contro perché è evidente che la Costituzione si applica a tutti i cittadini, anche a quelli, che hanno certamente pari dignità, e il giorno dopo sui giornali è emersa invece una cosa completamente diversa. Potevamo pensare che quella fosse la malizia dei giornalisti. Qui invece è indubitabile: è stato fatto un gioco delle tre carte con disonestà intellettuale, in tanto e in quanto non si è illustrata una parte che non poteva essere considerata secondaria in un provvedimento che quest'aula andava a prendere.
Detto questo, signor Presidente, io credo che il suo intervento in riferimento al Regolamento sia più che mai opportuno, perché senza un intervento sul regolamento non si può andare a differenziare quelle che sono le posizioni di maggioranza da quelle che sono le posizioni della minoranza, che a noi, nel nostro interno, in quest'aula, sono perfettamente chiare, ma altrettanto chiare, visibili e riconoscibili devono essere da parte della gente, degli elettori, che devono sapere fra quattro anni se premiare nell'esatta misura, come siamo stati premiati noi, cioè 40 a 20 l'opposizione o la maggioranza.
Quindi l'opportunità del Regolamento cui lei ha fatto cenno va ribadita con forza, perché? Perché io chiedo all'Assessore Burzi: Ci sono degli ordini del giorno, non entro nel merito, che lei, Assessore, condivide...



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

La Giunta.



BRIGANDI' Matteo

Certo, lei come Giunta, altrimenti non mi sarei rivolto all'Assessore Burzi, bensì al Consigliere Burzi! Ordini del giorno che la Giunta condivide esprimendo una valutazione di merito. Fra l'altro, colgo l'occasione per ringraziarla per aver accolto l'ordine del giorno con atti concreti in riferimento alla riduzione del capitolo sugli zingari, chiudo la parentesi.
Ma se venisse accolto questo ordine del giorno della sinistra, la domanda che le pongo è: questo atto, politicamente, in capo a chi deve avere ricaduta? In capo alla sinistra che l'ha proposto o in capo a lei che l'ha accolto? La gente deve sapere, perché poi andremo a parlare con la gente e la sinistra dirà: "vedete come siamo stati bravi, noi abbiamo fatto questo ordine del giorno, se non c'eravamo noi la Giunta non lo avrebbe accolto". Noi andremo a dire: "e cavolo! L'ordine del giorno sì, per l'atto giuridico, amministrativo o legislativo, che è stato posto in essere è stato posto in essere per merito di questa maggioranza". Allora, siccome me secondo me la riconoscibilità politica è un valore dal quale non possiamo prescindere, io non posso fare nient'altro, prima di valutare il merito, che valutare la fonte per potere spendere la posizione politica di questo Consiglio in riferimento alla gente, per cui non posso fare nient'altro che votare in coerenza con quella che è la posizione politica.
D'altronde il mio amico Ghiglia dice che la forma è sostanza e come non valutare la forma in situazioni di questo tipo? Per cui noi voteremo contro qualsiasi ordine del giorno provenga dalla minoranza che non rappresenta certamente noi né i nostri elettori.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre richieste di parola, pongo in votazione gli ordini del giorno in sequenza e li rinumero.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 270 il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che 1) l'agricoltura deve fronteggiare la sfida della "globalizzazione" che richiede essenzialmente di: miglioramento continuo della qualità dei prodotti riduzione al massimo dei costi di produzione e aumento della produttività degli investimenti e delle aziende garanzia della certificazione dei prodotti competizione in termini organizzativi e di promozione dei prodotti 2) la crisi della zootecnia richiede uno specifico programma di sostegno articolato su tre aree di intervento: sostegno allo sviluppo di tecnologie e metodi di lavorazione e commercializzazione particolarmente sicuri integrazione dei prezzi crollati a causa della crisi costituzione di una rete funzionale per fronteggiare le nuove esigenze e normative di natura igienico-sanitaria impegna la Giunta Regionale ad apportare in sede di prima nota di variazione del bilancio preventivo 2001 e del bilancio triennale 2001-2003 un adeguato aumento complessivo di stanziamenti sui capitoli dell'agricoltura per: il sostegno al mercato piemontese, il sostegno all'area zootecnica, lo sviluppo delle reti di smaltimento, sostegno all'area del moscato, sostegno alle politiche di distretto (riso, fiori, viticoltura)." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli, 2 contrari e 5 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri).
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 271 il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale premesso che 1. gli eventi alluvionali verificatisi in Piemonte nell'ultimo decennio hanno causato danni all'economia, alle infrastrutture ed al territorio per oltre 10.000 miliardi complessivi. L'esposizione dovuta alla fragilità del sistema idrico e della sicurezza territoriale costa al Piemonte non meno di 1000 miliardi l'anno 2. la Regione Piemonte "produce" annualmente 12/13 miliardi di mc di acqua che da tutto l'arco alpino e appenninico convergono verso un'area ristretta di pianura dove, a causa della rapida riduzione della velocità di deflusso, si produce il ristagno che ha causato gli allagamenti delle città di fondovalle; recentemente lungo l'asse del Tanaro, del Po, della Dora Baltea e Riparia, dei corsi minori 3. l'assenza di ghiacciai permanenti nel primo segmento delle Alpi occidentali causa la mancanza di forme di immagazzinamento di acqua nel periodo invernale (e il conseguente rilascio nel periodo estivo) cosa che, normalmente avviene per le aree interessate da deflussi delle aree del Monte Bianco, del Cervino e soprattutto del Monte Rosa, oltreché per le aree che prelevano dalla riserva lacuale del Lago Maggiore 4. l'acqua complessivamente prodotta è utilizzata in minima parte, mentre circa due terzi viene convogliata direttamente verso l'Adriatico con un percorso che richiede continui interventi di arginazione sul corso del Po. Per la mancanza di sistemi di immagazzinamento l'uso dell'acqua prodotta in Piemonte si riduce a: o 500/600 milioni di mc. per uso civile o 500/600 milioni di mc. per uso industriale o 3,5 miliardi di mc. per uso irriguo 5. sempre per mancanza di immagazzinamenti naturali o costruiti con invasi nella fase estiva mancano in Piemonte circa 250/300 milioni di mc. di acqua con perdite per l'agricoltura attorno ai 50 miliardi l'anno soprattutto nel settore della cerealicoltura e dell'ortofrutta, delle basi foraggiere per la zootecnia 6. nonostante l'elevata produzione di acqua abbiamo una bassa produzione di energia idroelettrica e importiamo circa il 50% del fabbisogno regionale dalla Francia dove la produzione si realizza con sistema termonucleare rilevato che mentre gli interventi effettuati nel settore idroregolatore sono stati finalizzati prevalentemente alla "riparazione guasti" delle alluvioni mentre occorre adesso, con urgenza ed in modo organico, predisporre interventi preventivi, finalizzati a: individuare un sistema di regolazione dei flussi di acqua anche mediante la predisposizione di invasi "eco-compatibili" predisporre un piano per la sicurezza del territorio con particolare riferimento al consolidamento con sistemi ecologici avanzati: ristabilire i territori montani e il sistema "Langhe-Monferrato" impegna la Giunta Regionale a predisporre, con la prima nota di variazione del bilancio preventivo 2001 e del bilancio triennale 2001-2003, lo stanziamento necessario per far fronte alle seguenti specifiche urgenze: programmazione di lavori per la ricerca, la raccolta, la distribuzione di acqua nel settore sud-occidentale manutenzione e valorizzazione dei grandi sistemi di canalizzazione delle province del Nord-Piemonte e di Alessandria studio e attuazione di un adeguato sistema di messa in sicurezza dei territori montani e delle aree a rischio delle Langhe e del Monferrato." E' approvato con 34 voti favorevoli, 2 contrari e 5 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri).
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 272 il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale premesso che 1. nella definizione delle aree ammesse ad usufruire degli interventi di cui al nuovo obiettivo 2 per il quinquennio 2001/2005, sono intervenute due insostenibili limitazioni: l'utilizzo dei sistemi del lavoro ha portato alla esclusione di aree a media ed alta marginalità in quanto teoricamente aggregate a sistemi attivi, ma, di fatto, esclusi da ogni sistema per ragioni geografiche logistiche, sociali e organizzative 13. alcuni Comuni sono stati esclusi dall'elenco nonostante l'esistenza delle richieste delle convenzioni socio-economiche per i limiti del numero complessivo di abitanti ammesso 2. nel corso del dibattito che si svolse in merito nell'estate 1999 sia in Consiglio regionale che sugli organi di stampa, la Giunta regionale espresse l'intenzione di intervenire con fondi del bilancio regionale per assicurare interventi corrispondenti a quelli dell'obiettivo 2 nei territori indicati al precedente punto 1 3. l'intervento a favore dell'economia dei territori considerati ammissibili alle previdenze ex obiettivo 2 può essere effettuato o con il finanziamento di leggi già operanti con delimitazione dei territori ammessi a beneficio o con la redazione di apposita legge che identifichi i territori beneficiari, la misura e l'ammontare degli interventi.
impegna la Giunta regionale a stanziare, in sede di definizione della prima nota di variazione del bilancio triennale 2001-2003, le risorse finanziarie necessarie al finanziamento degli interventi, di cui al punto 3 della premessa, suddivisi sul triennio." E' approvato con 34 voti favorevoli, 2 contrari e 5 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri).
Dichiaro non collegato l'ordine del giorno n. 274 relativo a: "Richiesta di indagine ispettiva e contabile presso l'azienda regionale per a protezione ambientale del Piemonte", presentato dal Consigliere Giordano.
Dispongo una sospensione di dieci minuti, così come mi è stato richiesto informalmente, prima di procedere al capitolo Nomine, anche per esigenze dei Consiglieri fisiche per predisporre le schede. Quindi alle ore 12,55 procediamo alla votazione, intanto stiamo facendo portare le schede in aula.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12,46 riprende alle ore 13,02)


Argomento: Nomine

"Comitato regionale per le Comunicazioni - CO.RE.COM - (art. 3 l.r. 1/2001) - Designazione di sette componenti fra i quali il Consiglio stesso elegge il Presidente"


PRESIDENTE

Riprendiamo la seduta.
Passiamo ora al punto 4) all'o.d.g.: "Nomine: CO.RE.COM".
E' prevista la nomina, ai sensi della L.R. n. 1/2000, dei componenti del CO.RE.COM (Comitato Regionale della Comunicazione). In particolare bisogna provvedere alla scelta, da parte dell'assemblea, dei componenti ai sensi dell'art. 3 della predetta legge.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Questo punto riguarda una questione delicata perché attiene a un organismo che si configura a tutti gli effetti come un organismo di garanzia. Questo organismo, come sapete, viene istituito dopo l'approvazione di una legge regionale. In questa legge regionale concordemente è stato stabilito un aumento del numero dei componenti del CO.RE.COM. da cinque a sette anche in deroga da quanto previsto dalla legislazione nazionale.
Nelle intese che facevano parte del rapporto di buona fede che precedette l'approvazione di questa legge era inteso che l'aumento dei membri di questo Comitato sarebbe avvenuto in modo che, come è abbastanza evidente se si segue il principio di buona fede, avrebbe riguardato maggioranza e minoranza.
C'è stata a questo punto, credo, una certa leggerezza probabilmente da parte della minoranza, nell'approvazione di una legge in questo modo, ma credo - e l'abbiamo richiamato molte volte nel confronto tra di noi - che nessuno possa pensare che se si è discusso di un passaggio da cinque a sette, come semplicemente un aumento di due membri da parte della maggioranza e di nessuna parte della minoranza. Sostenere questo vuol dire venire meno a quello che io definisco principio di buona fede.
Nelle discussioni successive - voi sapete che su questo punto abbiamo anche condotto una discussione in Consiglio Regionale straordinario - era stato assunto l'impegno da parte di diversi esponenti della maggioranza, e anche del Presidente Ghigo, di condurre un'operazione di riequilibrio che costituisse le condizioni per il funzionamento effettivo di un organismo di garanzia e che, in particolare, ristabilisse proporzioni accettabili all'interno di questo organismo.
Dico semplicemente questo: una scelta diversa da parte della maggioranza, per quanto ci riguarda, aprirebbe un problema di valutazione e di crisi nei rapporti istituzionali. Peraltro, con un ulteriore elemento che si aggiunge ad un quadro che vede nella Regione Piemonte una situazione quale non si presenta in nessun altro Consiglio Regionale nel nostro Paese con l'esclusione della minoranza dalle Presidenze delle Commissioni, con un sistema che tende a negare o a non riconoscere in modo sufficiente - se vogliamo ottemperare alle parole - gli elementi di pluralismo che caratterizzano una assemblea elettiva; dove, come qualcuno ricordava (ad esempio, il Consigliere Tapparo), già l'applicazione di una legge elettorale con quel principio di maggioranza penalizza fortemente i rapporti reali che esistono dal punto di vista elettorale.
Ho fatto queste considerazioni senza cercare di alterare i toni, senza drammatizzare ulteriormente con le parole una situazione che considero molto pesante, ma se le decisioni della maggioranza fossero quelle che sono state comunicate informalmente, cioè quelle di prevedere che, nel passaggio da cinque a sette, i due membri aggiuntivi risultassero entrambi della maggioranza e, quindi, senza riconoscere un rapporto equilibrato basato sui quei principi di buona fede che richiamavo, per quanto ci riguarda, pur comprendendo la serietà di una decisione del genere, penso che la minoranza non dovrebbe partecipare all'indicazione di propri membri del Comitato regionale per le Comunicazioni, prendere atto di una situazione di questo tipo e quindi porre la maggioranza di fronte alle sue responsabilità, che sono semplicemente quelle di ristabilire dei rapporti su un piano di correttezza.
Lo ripeto: penso che, dopo queste settimane di campagna elettorale sarà indispensabile un bilancio e un quadro complessivo della situazione dei rapporti istituzionali all'interno del Consiglio regionale; rapporti istituzionali che, così come si configurano oggi, sono un fattore potenziale di crisi permanente delle relazioni e del funzionamento del Consiglio.
Quindi, questo è il punto cruciale. Per questo chiederei una discussione nella quale si desse atto in qualche modo di questi problemi prima di procedere al voto, perché altrimenti, per quanto ci riguarda, la nostra conclusione sarebbe quella che prima ho annunciato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Il collega Marcenaro ha ripercorso un po' le tappe di questa vicenda, e lo ha fatto perché, in qualche maniera, c'è una frattura tra la discussione fatta in aula all'indomani dell'approvazione della legge e le decisioni che stiamo assumendo.
Credo che il Capogruppo di Forza Italia Cattaneo si ricordi perfettamente che cosa discusse il Consiglio quando venne approvata la legge. Anche lì ci fu una distrazione quasi simile a quella che ha avuto la maggioranza per il voto sui 35 miliardi del referendum. Certo non abbiamo una maggioranza per correggere una distrazione.
Il meccanismo fu di questo tipo: in sostanza, ci fu una sorta di distrazione, ma in qualche maniera oggetto di discussione. Quel voto ebbe un effetto nella nostra discussione, nel senso che quel tema fu dibattuto in aula. Mi pare che ci fu un intervento del Capogruppo del partito di maggioranza relativa, dove, in qualche maniera, anche se non esplicitamente, disse che in effetti bisognava trovare una modalità per una rappresentanza diversa rispetto a quella indicata.
Non ricordo più bene, perché ci sono state parecchie sedute di Consiglio, ma ci fu addirittura una seduta straordinaria richiesta dalla minoranza, nella quale quel tema è stato indicato. Se non erro, ci fu anche un intervento in questo senso da parte del Presidente della Giunta regionale.
Ricordo, in ogni caso, che facemmo riferimento a quanto è stato fatto in altre Regioni addirittura per quanto riguarda la composizione della Presidenza, della Vicepresidenza, ecc., e che c'era in tutti la convinzione, fino a non molto tempo fa, che il Consiglio avrebbe modificato la strada indicata nella legge, magari con un percorso di tipo provvisorio.
Mi pare che questo fosse uno dei passaggi, fino alla modifica della legge che avrebbe dovuto modificare e correggere l'errore commesso. Mi pare che fossero previste due tappe: una di tipo transitorio e l'altra definitiva, con l'impegno a modificare la legge in tempi ragionevoli prevedendo l'Ufficio di Presidenza, la presenza delle minoranze ed anche una composizione diversa da parte del Consiglio.
Questo è quanto è stato detto in riunioni pubbliche o nel discorrere che c'è stato attorno a questo tema in modo non pubblico.
Quei temi restano tutti, nel senso che i problemi che abbiamo posto addirittura per il vecchio CORECO e che oggi vengono ripresi riguardo al CO.RE.COM, sono questioni valide che richiedono una risposta di carattere politico. Chiedo, dunque se la maggioranza è ancora dell'opinione di rivedere la composizione del CO.RE.COM, se è ancora dell'opinione di rivedere la composizione dell'Ufficio di Presidenza. Perché lì non è previsto un Ufficio di Presidenza, ma soltanto il Presidente? La maggioranza è ancora disponibile ad adottare una soluzione transitoria, che garantisca le questioni evidenziate in attesa della modifica alla legge che bisognerà fare? Credo che prima di passare alla votazione occorra conoscere il parere della maggioranza, perché l'annuncio del collega Marcenaro, di non partecipare alle indicazioni della composizione del CO.RE.COM, è un fatto di grandissima importanza, perché è un organismo di garanzia che non vede la presenza della minoranza.
Ci rendiamo conto di questo gesto? Una scelta di questo tipo, che è condivisibile se non ci saranno risposte di apertura, è un gesto grave, che serve a sottolineare un problema di rapporti tra maggioranza e minoranza che avranno ricadute nei lavori del Consiglio e nei rapporti tra maggioranza e minoranza.
Pertanto, prima di procedere alla votazione ed assumere una posizione definitiva, vogliamo conoscere se da parte dei partiti di maggioranza ci sono dei ragionamenti, delle riflessioni utili per la formazione di una decisione definitiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. Intervengo volentieri sul dibattito preliminare alla votazione per il Comitato Regionale per le Comunicazioni, quello che oggi si chiama CO.RE.COM.
Credo sia la prima volta che il Consiglio regionale interviene o apre un dibattito preliminarmente ad un'elezione di persone e naturalmente con schede, non a caso, con voto segreto.
Prima di dare la risposta al Presidente Marcenaro e al Presidente Saitta, relativamente all'impegno, dico subito al Consigliere Saitta che quando parlo, parlo sempre in modo esplicito, se prendo degli impegni, li prendo in modo esplicito e, se faccio degli interventi, esterno il mio pensiero in modo esplicito. Non c'è mai nulla di implicito.
Ricordando il mio intervento, dunque, voglio rinnovare e poi esplicitare l'aspetto che avevo già accennato in occasione del dibattito avvenuto nel Consiglio straordinario in cui ci eravamo lungamente confrontati sulla questione del CO.RE.COM, e non solo.
Preliminarmente voglio esplicitare e valutare l'impegno e dare una risposta rispetto a quanto chiedeva il Consigliere Saitta, che mi sembra si differenzi rispetto all'intervento meno intransigente del Consigliere Marcenaro, lasciando uno spazio ed una possibilità ad un confronto utile per poi addivenire ad una soluzione del problema.
Ci stiamo accingendo a votare un Comitato Regionale per le Comunicazioni, il CO.RE.COM, organismo di garanzia, in un perfetto quadro normativo. E questo è il punto.
Faremo, poi, un confronto politico, rispetto alla legge che abbiamo votato con responsabilità e convinzione, perché in quell'occasione nessuno si è scusato e nessuno ha esplicitato alcun errore vero o potenziale.
Abbiamo votato una legge regionale con la quale si prevede l'elezione di questo organismo di garanzia nella sua composizione di sette membri, di cui, cinque ad indicazione della maggioranza e due ad indicazione della minoranza. Altra cosa è (e condivido) chiedersi che vantaggio avesse la minoranza ad accettare l'emendamento del collega Angeleri, che portava rispetto alla legge quadro nazionale, da cinque a sette i componenti, se non ne poteva indicare almeno uno di quei due.
Questa è altra cosa, sono perfettamente d'accordo. Si vede che in quel caso, in quella situazione, al posto della maggioranza si è sbagliata la minoranza. Questo può capitare ed in un certo senso abbiamo la conferma, il riscontro oggettivo che in quest'aula ci si può sbagliare e può sbagliare ogni singolo Consigliere, in proprio o in concorso con i colleghi degli altri Gruppi, indipendentemente dall'appartenenza all'opposizione o alla maggioranza.
Al di là di queste considerazioni preliminari, che sono forse poco utili, ma che mi sono sentito di porre all'attenzione del Consiglio regionale, qual era l'impegno ufficiale o ufficioso? E' stato detto anche in sede istituzionale di questo Consiglio regionale, perché ne abbiamo discusso anche nella Conferenza dei Capigruppo in modo esplicito, e la Conferenza dei Capigruppo è un organismo istituzionale di questo Consiglio regionale.
In un certo senso, le risposte che oggi ha richiesto il Consigliere Saitta sono già state date, ma certamente non mi sottrarrò nel ribadirle e riproporle al Consiglio regionale.
L'impegno era di trovare un accordo o una possibilità, all'interno della maggioranza, in un'ottica provvisoria, di eleggere una persona indicata dall'opposizione in quota alla maggioranza, in modo che si potesse fare quattro più tre uguale sette, perché comunque la scheda, a norma di legge non era modificabile con quattro righe per la maggioranza e due per l'opposizione, perché bisogna fare le schede conseguentemente a quanto previsto dalla legge e quindi sono cinque e due.
Questo accordo non si è trovato e si è deciso di affrontare quest'elezione, non più rinviabile - va ricordato - nel pieno quadro normativo, quindi cinque di maggioranza e due di opposizione.
Altra cosa è la piena disponibilità della maggioranza a garantire, in un momento magari non elettorale, quindi dopo le elezioni, dove siamo tutti più sereni ed in condizione di confrontarci non più con la spada di Damocle, sul collo con la scadenza odierna che bisogna quindi eleggere il nuovo CO.RE.COM., così come previsto dalla legge regionale che noi abbiamo presentato, discusso, votato ed approvato.
Altra cosa è la piena disponibilità - la confermo, e credo che anche altri la possano confermare - su un confronto, nella sovranità del Consiglio, delle Commissioni e quant'altro, per esempio relativamente all'ipotesi, su cui spesso abbiamo dibattuto nella Conferenza dei Capigruppo, di istituire all'interno del Co.Re.Com. un Ufficio di Presidenza, al cui interno sia garantita, questa volta - e poi dirò perch questa volta, anche se è noto - la presenza dell'opposizione per legge.
Avevamo anche ipotizzato l'istituzione dell'Ufficio di Presidenza con la figura di due Vicepresidenti, di cui almeno uno indicato dall'opposizione, perché era avvenuto precedentemente, ed era il motivo per cui l'opposizione aveva chiesto all'epoca un Consiglio straordinario sul CO.RE.COM. Era avvenuto che l'Ufficio di Presidenza del vecchio CORECOIN non comprendesse tra i propri componenti alcun rappresentante dell'opposizione. Da parte nostra, avevamo evidenziato che se fosse emersa una condivisione, in un momento di serenità e di confronto più complessivo avremmo dato la nostra disponibilità.
Si tratterebbe, infatti, di modificare comunque una legge regionale con un riequilibrio - quattro e tre componenti, un allargamento ulteriore non so che cosa si potrà prevedere - nell'ambito di un confronto rispetto al quale certamente non ci sottraiamo e diamo una certa disponibilità.
Credo che in questo senso vi sia una piena volontà positiva da parte di questa maggioranza per cercare di trovare un riequilibrio, ancorché in un perfetto e legittimo quadro normativo: un confronto in Commissione prima e in Consiglio regionale dopo, con una modifica della legge regionale.
Questo, anche per quel rispetto che è stato spesso e che spesso viene evocato nella sovranità e nell'autonomia del Consiglio regionale, credo che possa essere non tanto un atto di buona volontà, ma un impegno preciso assunto in Consiglio regionale dal sottoscritto e da altri. Quindi penso che in questo senso possa essere apprezzato e ben valutato.
Un'ultima considerazione sulla quasi - mi perdoni il termine, perch solitamente sono più garbato e certamente meno perentorio - minaccia del Presidente Marcenaro: "Se non si fa un riequilibrio della composizione" scusa se interpreto, per semplificare: quattro e tre, sette "l'opposizione non parteciperà alla votazione e quindi non indicherà i propri rappresentanti". Addirittura, a microfono spento, mi è stato detto: "Eleggetevi pure tutti i 7 componenti del CORECOIN".
Innanzitutto, come ben sa il Presidente Marcenaro, che è Consigliere regionale capace ed attento, questo non sarebbe nemmeno possibile, ma anche se fosse possibile, a noi certamente non interesserebbe invadere il campo della minoranza e mai acconsentiremmo all'elezione di un organismo di controllo totalmente rappresentativo e rappresentante della sola maggioranza. Su questo non c'è dubbio.
Poi sa benissimo il Consigliere Marcenaro che non sarebbe nemmeno possibile perché per i due candidati dell'opposizione bisogna dichiarare un collegamento, e al momento, da quanto mi risulta, i 40 Consiglieri assegnati alla maggioranza sono ancora tutti facenti parte dei Gruppi della maggioranza e sono ben contenti di sostenerla, per cui proprio non sarebbe possibile fare questo tipo di collegamento.
Ma anche se fosse possibile, mai lo faremmo, e ci mancherebbe! Perch siamo d'accordo che il CO.RE.COM. è un importante organismo di controllo e dunque vi invito a riconsiderare questa posizione, Presidente Marcenaro.
Ricordo comunque - e voglio chiudere con la riflessione, con la considerazione che ho fatto all'inizio - che stiamo operando e stiamo votando in maniera segreta, con una scheda che andremo a consegnare nell'urna, per eleggere un Comitato Regionale per le Comunicazioni, un organismo di controllo, nel perfetto, pieno quadro normativo e nella piena legittimità.
Quindi dico subito che, se la minoranza rinuncia ad esprimere i propri rappresentanti, è una rinuncia che la minoranza fa, che nessuno le chiede e di cui si assume la piena responsabilità. Nessuno può uscire da quest'aula attribuendo alla maggioranza - sugli organi di informazione, al bar, nei corridoi piuttosto che in strada - la colpa di aver creato questa condizione, perché quella legge - ricordo - è stata votata e, se non ricordo male, è stata votata, se non all'unanimità, a larghissima maggioranza e quindi anche con i vostri voti. Di quell'atto avete la piena responsabilità e dovreste comportarvi conseguentemente rispetto a tale scelta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Io, a differenza del collega Cattaneo, non intervengo volentieri, ma intervengo lo stesso, per dire che ho passato tutta la mattina a sentirmi rimproverare di essermi sbagliato su un ordine del giorno e poi prendo atto che invece autorevoli membri della minoranza si sbagliano o non sono attenti nel votare addirittura una legge che riserva una quota di posti per la minoranza stessa: meno male che non siamo gli unici a sbagliare! A parte questo, che ovviamente non c'entra con il tema in discussione vorrei tornare su due aspetti molto brevemente.
Primo aspetto. Lo ha detto il collega Cattaneo: siamo nel pieno del rispetto della legge, votata a larga maggioranza. Chi vuole, vota e chi non vuole, non vota: sono affari suoi! Lo dico perché personalmente non vedo nessun tipo di frattura rapportuale o istituzionale rispetto a una libera scelta di non partecipazione da parte della minoranza. E lo motivo anche.
L'ho già ricordato in quel Consiglio straordinario dove abbiamo dovuto parlare straordinariamente di nomine: il Garante nazionale è nominato a maggioranza e decide solo lui. Non c'è nessuno spazio per le minoranze, ci sono delle Commissioni che lo coadiuvano, ma non c'è nessuno spazio per le minoranze: se lo nomina la maggioranza e chi ci sta, ci sta; chi non ci sta, non ci sta; chi vota, vota; chi non vota, non vota.
Per farvi un paragone rispetto al livello nazionale, per quanto riguarda il Garante nazionale per le telecomunicazioni - non quello regionale - a colpi di maggioranza, visto che lo hanno istituito sotto il regno della sinistra, la sinistra ha deciso che se lo nomina, chiaro? Non ha fatto, come il centrodestra, due leggi democratiche, di cui una riserva comunque alle minoranze il diritto ad esprimere dei membri in tutti i Consigli di amministrazione - le poltrone, per essere chiari, per cui in tutte le poltrone in Regione Piemonte la minoranza ha una quota riservata.
No, per il Garante nazionale delle telecomunicazioni la maggioranza decide e chi non è d'accordo vince le elezioni la volta dopo.
La seconda cosa è molto più attinente alla nostra territorialità. Il Comune di Torino e la Provincia di Torino si nominano tutto come vogliono chiaro? Non c'è nessuna riserva per le minoranze: o decide il Sindaco o decide la maggioranza, e per gli altri non ce n'è, tranne che per il Revisore dei Conti e per un'altra nomina che non ricordo. Anche lì abbiamo sprecato tanto fiato ad urlare contro le fratture istituzionali: se ne sono "sbattuti" per otto anni e hanno continuato a nominare tutto loro.
Anzi, caro collega Cattaneo, tu che dici: "Noi mai faremmo quel gioco di indicare dei collegamenti, perché i 40 Consiglieri...", sai cosa capita invece alla Provincia di Torino, spessissimo? Che lo fanno! Cioè con Rifondazione Comunista - lo devo dire - che sta all'opposizione, lo fanno perché da una parte la maggioranza esprime i suoi, poi Rifondazione Comunista esprime i suoi e se li nominano tutti, alla faccia dei diritti delle minoranze! Quindi non solo lo fanno in maniera legale, lo fanno anche in maniera surrettizia, truffando e raggirando quella che è la legge.
Noi, nel pieno rispetto della legge, chiediamo umilmente, signor Presidente, di poter votare dei membri di maggioranza da parte della maggioranza che ha vinto le elezioni e che è talmente democratica in tutti i suoi organi da lasciare lo spazio alla minoranza.
E per questo dobbiamo anche essere accusati di provocare fratture istituzionali, dalla minoranza che non vota, che non partecipa? Lo strappo la ricucitura? Ma quale strappo? Di che? Abbiate pazienza, colleghi, lo dico con molto garbo: dove governate voi, non ce n'è per nessuno! Non ce n'è per nessuno: Provincia, Comune, per non parlare dello Stato nazionale, dove stiamo vedendo in questi giorni il Consiglio d'amministrazione della RAI, per esempio, il cui Presidente arriva persino a dire che "125.000.000 di cazzate" è un titolo che pu andare sulla televisione pubblica e in prime time. Vi nominate tutto e tutti, poi venite qua e cercate anche di moralizzarvi.
Allora, la moralizzazione da parte del centrosinistra pigliatutto non la accetto; dopodiché io, che sono un sincero democratico, acclarato democratico, conclamato democratico, faccio una legge votata a stragrande maggioranza da quest'aula nella sua libertà, in cui, doverosamente rispetto ad un'altra legge che io - che ero già in maggioranza - ho votato e condiviso, in cui si riserva una quota alla minoranza in tutti i Consigli d'amministrazione, do la possibilità - io del centrodestra, perché l'ho votata io quella legge nella legislatura passata, insieme a tanti altri colleghi - alla minoranza di essere presente ovunque, laddove la minoranza dov'è maggioranza, impera, distrugge, fa tabula rasa, e mi debbo sentire anche minacciare che si compie una frattura...
Non votino! Cioè, fate quello che volete.
In buona sostanza: i posti ci sono; se volete, ve li nominate; se non volete, non ve li nominate! Ma dimostrerete, una volta di più, la vostra intolleranza, perché questa è intolleranza! Pretendere, dove si comanda, di nominare tutto e, dove si è all'opposizione, di nominare di più è intolleranza, prepotenza antidemocratica.
Quindi, visto che noi non lo accettiamo, i nostri nomi, per quanto riguarda AN, li votiamo, non temiamo nessuno strappo, perché qualcun altro in tutti gli altri posti dove governa, non ha solo scucito, caro Presidente, ma ha lacerato irreparabilmente quelli che vengono qui definiti rapporti istituzionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Sono davvero tentato di fare un gesto clamoroso, oggi, ma serietà e assenza del Capogruppo mi impone di non farlo. Il gesto clamoroso sarebbe quello di ricondurre a questo Gruppo, che non partecipa alle nomine qualcuno di questi 29 nomi, per dimostrare al colleghi del centrosinistra quanto sia sbagliato il metodo, metodo che noi, come Radicali, abbiamo contestato dal primo giorno in cui siamo entrati in quest'aula.
Il CO.RE.COM non diventa un organo migliore o di maggiore garanzia se c'è qualcuno nominato dai partiti.
Se quest'aula non è in grado di nominare, per propria scelta, il maggiore esperto di comunicazione politica italiana, che è pure uno dei candidati in questo elenco, è segno del livello di quest'aula. Ricondurre a una nomina partitica e di parte l'elezione del maggiore esperto di comunicazione politica italiana è una cosa che non fa onore al candidato e non fa onore a quest'aula.
Con questa tentazione, che respingo davvero, di ricondurre al nostro Gruppo uno di questi nominativi, chiedo ai colleghi del centrosinistra di valutare se questa crisi di rapporti, questa frattura che è stata ventilata, che è stata in qualche modo individuata, non ci debba spingere a fare delle proposte alternative, radicalmente alternative, individuando metodi diversi di nomina, di selezione, di partecipazione alla gestione di organismi.
Questo è un organo importantissimo, lo condivido, collega Marcenaro; è un organo di vitale importanza per noi Radicali che sulla comunicazione siamo ossessivamente attenti.
Siamo d'accordo che questo è un momento molto delicato per procedere a queste nomine. Però, davvero, quello che io vorrei che uscisse da questo dibattito, da questa discussione e da questo voto è una volontà, almeno del centrosinistra, almeno dei Gruppi che oggi escono insoddisfatti da questa discussione e da questo voto, a ridiscutere complessivamente i metodi di voto, perché gli organismi non diventano migliori se si contratta o si ottiene un qualche rapporto privilegiato o qualche rapporto dovuto ad una legge partitocratica, vecchia e superata di lottizzazione e di concertazione, che appunto noi contestiamo e chiediamo di superare. Un organismo non diventa migliore se, nel momento in cui la maggioranza nomina i suoi "clienti", il centrosinistra nomina i suoi "clienti (perch purtroppo, queste nomine in gran parte sono questo).
Vediamo gli elenchi dei nomi: sono sempre gli stessi nomi che si ripercorrono, candidati a tutto, con requisiti che sono difficilmente individuabili.
Io voglio davvero esprimere solidarietà ai componenti dell'Ufficio Nomine, che si trovano in grande difficoltà rispetto a valutazione di esperienze e di requisiti così vaghi e così aleatori da poter far diventare tutti esperti di tutto.
Pare che la regola sia che un ex Consigliere comunale, provinciale o regionale diventi d'ufficio esperto di tutto.
Su questo settore particolare della comunicazione abbiamo visto quante riunioni sono state fatte dalla Commissione Nomine, proprio per valutare i requisiti in base alla vecchia legge, che era particolarmente restrittiva e allora bisognava trovare dei meccanismi per essere un po' più blandi nella selezione.
Davvero vorrei che, senza tracotanza, ma ribadendo un impegno e una scelta che non è una mera presa di posizione - è una posizione che costa nel senso che qualche posto di sottogoverno o di sottorappresentanza poteva averlo anche il nostro Gruppo radicale - ma è una scelta anche dura e difficile, spero che se c'è frattura oggi, se c'è crisi di rapporti, ci sia per una ridiscussione generale del metodo, che è davvero da cambiare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Stiamo sul punto. Il punto è il problema che è nato in questo Consiglio regionale in occasione dell'approvazione della nuova legge che istituisce il CO.RE.COM.
Il problema, Presidente, c'è; l'intervento del collega Cattaneo l'ha nominato.
Il problema non è sfuggito all'imbarazzo di una situazione che, come ricordiamo tutti, è nata quando, in occasione della discussione della legge, che era una legge con un suo impianto, un suo equilibrio, delle sue strutture, vi è stata un'improvvisa irruzione da parte di un collega che non nomino; irruzione (se ricordo bene) costituita da un emendamento che secondo il mio modo di vedere, snaturava in modo molto netto la composizione del CO.RE.COM.
Era un emendamento che all'ultimo minuto, forse anche a insaputa di molti componenti della maggioranza, e, aula sovrana, giunto durante la discussione della legge in aula, è stato motivato e discusso (se non ricordo male, votai contro).
In quell'occasione, in quell'irruzione improvvisa, ed è qui che nasce il problema e l'intervento del Consigliere Cattaneo non l'ha negato, i discorsi e le parole che vennero spesi sono quelli richiamati da tutti fuorché dal Consigliere Ghiglia. Un ampliamento di questo organismo avrebbe tenuto conto di maggioranza e minoranza: queste le parole dette. Le parole dette in quest'aula, dovrebbero mantenere qualche significato nel tempo non perché sia previsto da una qualche norma scritta, ma perché previsto dalla buona creanza dei rapporti politici e dalla solidità dei rapporti politici tra maggioranza e minoranza. Solidità e rispetto che si generano certamente servendoci del Regolamento e applicandolo, ma anche servendoci delle cose che ci diciamo, degli impegni non scritti che solennemente ciascun Gruppo prende.
Credo che questo elemento non sia stato disconosciuto, che non è un errore, ma un elemento di valutazione nato in occasione dell'esame improvviso su un emendamento.
Poiché penso che la maggioranza di quest'aula non sia insensibile al tema della parola data, alla correttezza di rapporti di uno zoccolo che unisci quest'aula, ai rapporti politici seri e responsabili; poiché penso che la maggioranza di quest'aula sia attenta a queste questioni, a fronte di questo accordo di parole, di valutazioni sul senso di un emendamento improvviso che vennero date in quella circostanza, a fronte di tutto questo, un Consiglio Regionale che sente l'argomento della minoranza riprendere le parole che sono state spese e vede la minoranza pronta al sacrificio della propria rappresentanza, dovrebbe tenerne conto. La minoranza, alla fine delle parole scambiate, non si mette di traverso, al contrario, ragiona e dice: vi sembra logico che in una legge modificata all'ultimo minuto, con un emendamento piovuto per caso e sul quale si era convenuta una interpretazione - che adesso non viene più data, con delle pezze d'appoggio legislative - la minoranza rinunci e sacrifichi la propria rappresentanza. Penso che un passo, da parte di chi ha partecipato a dare parole di interpretazione all'emendamento, dovrebbe essere fatto (quale passo non lo so, non sono maggioranza). Non stiamo facendo i "capricci" non stiamo ostruendo, stiamo solo dicendo guardate che siamo in una situazione in cui abbiamo difficoltà, a fronte di interpretazioni e parole che sono state date, ad eleggere la nostra rappresentanza. Questo è un fatto grave che mette in discussione la possibilità politica di esprimere come organismo, una rappresentenza che la legge prevede di maggioranza e minoranza. Dalla parole del Consigliere Cattaneo ho visto enunciare il problema, ma non dare soluzioni.
Ricordo che siamo partiti da una legge con rappresentanza "tre e due" (poi è stato catapultato un emendamento che ha sbiellato tutto), ma da quel punto di vista dico: la maggioranza faccia un ragionamento che riporti alla parola data all'accordo tenuto, faccia un passo in quella direzione. Non accetti, come si propone da qualche parte, che la minoranza rinunci, come rinuncerà se così stanno le cose perché capisce che è un elemento di sofferenza che si introduce nei rapporti politici. Faccia dei passi utili a fare in modo che quella interpretazione e quelle parole continuino ad essere in vita anche in occasione della elezione del CORECO.
Noi vi dicemmo: "rinunciamo". E' ovvio che rinunciando ad una rappresentanza in un organismo di garanzia, siamo molto preoccupati. Si innescano dei meccanismi di contrapposizione che non si sa bene dove andranno a finire. La nostra è una preoccupazione, una strada che non si vuole percorrere.
Di fronte a questo atto di rinuncia, la maggioranza proponga degli equilibri che consentano alla situazione di tenere in vita una prospettiva per la quale si erano spese parole. Questo è quello che chiedo alla maggioranza. Ripeto, tenete in vita una prospettiva sulla quale la maggioranza aveva convenuto, teniamola in vita insieme. Il nostro passo gravissimo, è pronto a sacrificare la nostra rappresentanza, adesso fate voi un passo, nella direzione del mantenimento di questa situazione.
Chiedo una sospensione di qualche minuto a termine di questo dibattito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Le posizioni politiche sono chiare ed univoche, quindi non c'è bisogno di nessuna sospensione, per nessuna discussione.
Dichiaro di condividere appieno l'intervento dei Consiglieri Cattaneo e Ghiglia, voglio esprimere solo alcune considerazioni su quelli che vengono vantati come patteggiamenti fra le parti. I patteggiamenti fra le parti con il Presidente della Giunta vanno fatti quando c'è una nomina di Giunta, per cui non si può dire "ho parlato con il Presidente Ghigo". Il Presidente Ghigo ha una valenza di carattere amministrativo, mentre il Consiglio ha una valenza di carattere legislativo: se le nomine sono del Consiglio i discorsi devono essere fatti con il Consiglio e con tutte le forze del Consiglio: maggioranza e minoranza.
Non ho mai speso una parola su questo argomento. Se qualcuno della minoranza, credo non tutti, dall'intervento del Consigliere Mellano arrogandosi il potere di rappresentare tutta la minoranza ha fatto dei patteggiamenti con qualcuno della maggioranza, ben sapeva che questa non era composta dal singolo consigliere o dal singolo Capogruppo. La maggioranza, mi dispiace per quanti non lo ritengano tale, è composta da una insieme di forze politiche di cui la Lega, ancorché non presente in Giunta, è parte integrante.
Detto questo, avevo dei dubbi di comportamento che mi sono stati chiariti dal Consigliere Chiezzi e so esattamente cosa fare: farò l'opposto di quello a cui ci invita in base al principio enunciato nel precedente intervento.
L'ulteriore principio è che "amicus sum magistris sed magistris vera amica est veritas", laddove il maestro è rappresentato dal Presidente dei DS, che pone in campo delle argomentazioni logiche, ma fino ad un certo punto: perché se i due soggetti di aumento devono essere ripartiti nelle proporzioni precedenti e le proporzioni precedenti erano 3 e 2, la ripartizione non fa 1 e 1, ma fa 1 e qualcosa e l'altro fa 1 meno qualcosa.
Quindi, la matematica non è tutta a favore di quest'argomentazione. Ma, a fronte di quest'argomentazione c'è la "veritas", cioè la norma giuridica che dà una determinata posizione e prerogativa di cui noi, con tutta tranquillità, riteniamo di volerci avvalere. Per cui sono certo che le forze di minoranza - e me ne dispiace molto - manterranno la parola che hanno dato, cioè che apriranno una crisi istituzionale, la smetteranno di discutere con la maggioranza, terranno una posizione distinta. Mi dispiace per questo problema di carattere istituzionale che, forse, però, avrà una valenza positiva in quanto la gente capirà quali proposizioni normative siano di maggioranza e quali di minoranza.
Conto quindi sul mantenimento della parola data qui, oggi, in quest'aula, dagli esponenti di minoranza.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Angeleri, spiego le modalità del voto ai Consiglieri, affinché tutti si preparino.
Si voteranno i componenti: 5 vengono indicati dalla maggioranza (quindi il voto è limitato a 5); per i 2 componenti proposti dalla minoranza c'è bisogno della dichiarazione di collegamento ai sensi dell'art. 72, comma 3 del Regolamento. Comunque sia, immediatamente dopo - nella stessa seduta ai sensi della legge regionale procederemo all'elezione del Presidente, che è un'elezione a parte. Quindi, invito tutti i Consiglieri a restare in aula, partecipando allo spoglio, perché immediatamente dopo faremo la votazione del Presidente.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non penso che si debba dedicare più di tanto tempo ad una questione di nomine di questo tipo. Devo dire che se non fossi stato tirato in ballo da un intervento quale quello del Consigliere Chiezzi, fatto ultimamente, non sarei neanche intervenuto non raccogliendo, fuori microfono, le minacce di tipo politico che mi sono state rivolte. Non dico, per correttezza, da chi.
Quando si arriva a minacciare politicamente su una vicenda di nomine si comprende qual è il livello del dibattito e di alcuni membri dell'opposizione. Penso che quando è stata approvata la legge sul CO.RE.COM., ci sia stata la partecipazione, come sempre avviene, di tutto il Consiglio, e la dovuta attenzione rispetto ad un emendamento che proposi, chiedendo di aumentare il numero da 5 a 7 membri. Tant'è che da parte dell'opposizione, e di colui che ha espresso, in particolare, le minacce di tipo politico, mi fu risposto: "In fondo, questo emendamento pu passare, non modifica sostanzialmente le cose".
Vorrei dire che da parte di alcun membro di questa maggioranza - a quanto sappia - né da parte mia (e lo posso dire a gran voce) c'era qualche intenzione di relegare la minoranza in un angolo, come qualcuno vuole qui far credere. Il numero e la suddivisione che è emersa a seguito della lettura attenta dei nostri Regolamenti ha fatto capire che la divisione relativa all'aumento era poi di 5 membri a 2, tutelando comunque la presenza della minoranza rispetto alla già citata legge poc'anzi enunciata dal Consigliere Ghiglia. Mi chiedo se coloro che, dall'altra parte, oggi si scandalizzano, non si scandalizzerebbero di un comportamento che abbiamo visto più volte all'interno di altre istituzioni. Non sto parlando del livello nazionale, ma di istituzioni vicine a noi, della Provincia e del Comune di Torino, dove la maggioranza ha diviso al suo interno i membri della maggioranza e della minoranza, riunendoli più volte su alcune nomine che conosciamo molto bene.
Ciò che chiedo, allora, è che in quest'aula, prima di tutto, non sia accettabile una divisione tra "buoni" e "cattivi", ma soprattutto che in quest'aula si usino due pesi e due misure a seconda dell'appartenenza politica, a seconda che uno sieda in maggioranza o all'opposizione. Le istituzioni devono essere rappresentate tutte all'identico modo, con un unico peso e misura. Per cui ciò che chiedo in quest'aula è semplicemente un comportamento coerente da parte della minoranza - ed è stato dimostrato più volte, attraverso le nomine fatte, che hanno visto sempre la rappresentanza della minoranze, cosa che non si è vista al Comune e alla Provincia di Torino, che potrebbero essere anche interpretate diversamente dalla maggioranza - nel senso che la rinuncia e il sacrificio, che prima chiedeva in un certo senso il collega Chiezzi, non siano sempre richiesti alla stessa parte: occorre una coerenza di fondo e vorrei che questo si verificasse anche nelle altre istituzioni.
Volevo specificare e fare queste considerazioni perché non solo ritengo che siamo nel rispetto della legge - e questo non è stato contestato - ma ritengo anche che questa maggioranza sia stata, all'epoca e oggi, in perfetta buona fede e che abbia agito tenendo in considerazione, come sempre ha fatto nelle nomine precedenti, la presenza di una minoranza che abbiamo sempre riconosciuto essere attenta.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, do la parola al Consigliere Marcenaro.
In qualità di Capogruppo di opposizione, è titolato a fare la dichiarazione di collegamento; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Vorrei rassicurare che adesso cercherò di moderare a microfono le parole, perché ho difficoltà ad immaginare che dire che la prepotenza è un atteggiamento che si paga politicamente se, quando uno fa queste valutazioni, viene considerato una minaccia. Mi sento un po' intimorito però di questo sono convinto: la prepotenza è una di quelle cose che, in politica, prima o poi si pagano. Spero che questa non sia considerata una minaccia ma una convinzione che mi rimane, giusta o sbagliata che sia.
Vorrei poterla dire senza essere considerato responsabile di violenza privata nel fare affermazioni del genere, perché altrimenti ne risentirei...



PRESIDENTE

La violenza privata presuppone degli atti fisici, materiali, per la configurazione del reato.



MARCENARO Pietro

Va bene, Presidente, mi aiuti lei. Pensavo fosse un'affermazione politica che si poteva fare, condivisibile o meno.
Vorrei provare a precisare la nostra posizione su questo punto anche dopo la discussione. Primo: per quanto ci riguarda - è stato già detto, ma ci tengo a ribadirlo - nessuno ha mai messo in discussione, né intendo farlo io adesso, la legittimità formale del comportamento, cioè la rispondenza di quanto la maggioranza dice di dover fare a dei provvedimenti di legge che lo consentano, è fuori di discussione, anche se - voglio ricordare a tutti - la legge che è stata approvata non prescrive che i rapporti siano 5 a 2: indica 5 come limite massimo dei voti per quanto riguarda la maggioranza, ma non prescrive questo tipo di rapporto. Il punto comunque non è qui, è un altro, e su questo punto, a differenza di altri do atto al Presidente Cattaneo di avere ricostruito la dinamica dei rapporti e delle discussioni che ci sono state. Tra l'altro su questo punto, nei mesi che stanno alle nostre spalle, c'è stata una discussione che ha coinvolto direttamente, come è noto, anche il Presidente della Giunta regionale, che io non considero un uomo di passaggio di questa maggioranza, per cercare una soluzione che in qualche modo ristabilisse un rapporto che andasse in questa direzione. Il Presidente Cattaneo con molta chiarezza ha detto: "ci eravamo impegnati ad andare su questa strada, salvo il fatto che non abbiamo trovato il consenso all'interno della maggioranza e quindi questa strada oggi non risulta praticabile". Io ho ascoltato e capito queste parole.
Faccio rapidamente un passo indietro: è vero che qualcuno può trovare conforto in questa discussione nel fatto che non solo la maggioranza, ma anche la minoranza a volte fa degli errori. Ecco, ricavatene per cortesia la lezione che a differenza della maggioranza, la minoranza quando fa questi errori non ha il diritto e non ha i numeri per correggerli. Anche questa è una cosa che vorrei fosse tenuta in considerazione dal punto di vista dei rapporti politici...



(Commenti del Consigliere Cattaneo)



MARCENARO Pietro

Certo, però il fatto che gli errori possono essere corretti è una questione che non riguarda solo i rapporti numerici.
Detto questo, vengo ora al punto. Noi siamo in presenza di una situazione nella quale dentro normali rapporti politici, per una serie di ragioni, di questioni, di dialettica tra le forze politiche, tra i diversi gruppi che compongono la maggioranza e la minoranza, non ci si affida a strumenti di iniziativa politica più forte, di pressione. Noi siamo di fronte a un quadro nel quale in un normale stato di relazioni politiche sopraggiungono argomenti come quelli che sono stati detti: "nella maggioranza non c'è accordo, quindi non si può procedere".
In questa situazione, per quanto ci riguarda, noi pensiamo che non ci siano le condizioni per una nostra partecipazione al Comitato regionale di controllo sull'informazione, quindi per una dichiarazione di collegamento.
Noi pensiamo e vi diciamo che è possibile, anche sulla base della discussione che c'è stata, ricostruire le condizioni per questa partecipazione e per avere un qualche grado di affidabilità in più nel confronto che faremo, noi chiediamo almeno che si sia di fronte - lei su questo, se vuole, Presidente del Consiglio, può svolgere il ruolo - a un testo di riforma della legge che abbiamo fatto, che stabilisca con chiarezza quali sono le condizioni nelle quali si può operare. Perché oggi ci troviamo di fronte alle ennesime parole, salvo poi fra una settimana sentirsi di nuovo dire che non è possibile perché nella maggioranza non c'è accordo e quindi bisogna scegliere ancora un'altra strada! Oggi queste condizioni non ci sono, si ricostruiscano. La maggioranza ed anche, se lo vuole, se lo ritiene nei suoi ruoli, siccome questo in qualche modo è un problema istituzionale, il Presidente del Consiglio regionale, mettano le opposizioni nella condizione di valutare di fronte a un testo.
Infine, l'ultima cosa che voglio dire voglio dirla al Consigliere Mellano. Su tante cose abbiamo punti di differenza, però ci sono delle cose ingiuste fra quelle che lui ha citato. Il collega Mellano ha parlato del massimo esperto di comunicazione; lui sa che questo massimo esperto di comunicazione, che non è iscritto ad alcun partito, che non ha rapporti con nessuno, viene nominato da molto tempo dalla minoranza tra i suoi membri e sa che le persone che noi indichiamo, questo lo possiamo dimostrare rispondono tutte a criteri di competenza. Sarà così anche per gli altri, ma io parlo per questi perché non conosco quelli che indica la maggioranza quindi non sono in grado su questo punto di dare una valutazione. Per quanto riguarda però le nostre proposte, siamo in grado di rispondere con i fatti.
Questa, signor Presidente, è la nostra posizione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marcenaro.
Procediamo ora alla elezione a scrutinio segreto dei componenti del CO.RE.COM, prendendo atto che non è intervenuta la dichiarazione di collegamento ai sensi dell'art. 72, comma 3, dello Statuto.
Procederò io stesso allo spoglio, quindi restiamo in aula, e successivamente procederemo all'elezione del Presidente.
Si proceda alla distribuzione delle schede per la votazione a scrutinio segreto.
Ha chiesto la parola per una comunicazione il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Approfitto della pausa per la distribuzione delle schede per informare i membri della IV Commissione che la riunione anziché svolgersi alle ore 14, si svolgerà alla fine della seduta del Consiglio.



PRESIDENTE

L'avrei ricordato fra qualche istante, ma ha fatto molto bene a dirlo ora. La ringrazio Consigliere Pedrale.
Si proceda alla seguente nomina: "Comitato regionale per le Comunicazioni CO.RE.COM - (art. 3 L.R. 1/2001) - Designazione di 7 componenti fra i quali il Consiglio stesso elegge il Presidente" Nomino scrutatori i Consiglieri Contu e Bolla.



(Il Consigliere Pozzo effettua l'appello nominale per la votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede Proclamo eletti, quali componenti del Comitato regionale per le Comunicazioni i signori Grosso Giuseppe, Fenu Giovanna Maria, Fumi Alberto Ferrero Pierumberto e Bongiovanni Guido (succesivamente si procederà all'integrazione dell'organo con i nominativi mancanti) Si proceda ora alla distribuzione della scheda relativa all'elezione del Presidente del Comitato regionale per le comunicazioni, per la votazione a scrutinio segreto.



(Il Consigliere Segretario Pozzo effettua l'appello nominale per la votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto quale Presidente del Comitato regionale per le comunicazioni il Signor Pierumberto Ferrero.
Comunico il calendario dei lavori del Consiglio.
Come ha già ribadito il Consigliere Pedrale, la IV Commissione slitta alle ore 15.
Comunico inoltre che venerdì alle ore 11,30 è convocata la V Commissione.
Comunico che la I Commissione è convocata per venerdì alle ore 9,30 per esaminare gli emendamenti al provvedimento che abbiamo iscritto oggi, cioè la proposta di legge n. 253.
Comunico che nella giornata di venerdì sono convocati i Capigruppo alle ore 13, l'Ufficio di Presidenza alle ore 14 e che martedì prossimo è convocato per l'intera giornata il Consiglio regionale.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti al-l'Ufficio di Presidenza verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,28)



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