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Dettaglio seduta n.89 del 10/04/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Mancanza del numero legale


PRESIDENTE

Constato la mancanza del numero legale. La seduta è sospesa ai sensi dell'art. 52, comma 4 del Regolamento del Consiglio regionale.



(La seduta, sospesa alle ore 14.37 riprende alle ore 15.17)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bolla, Bussola, Pedrale, Pichetto e Salerno.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Proseguimento trattazione "Piani aziendali delle ASL e delle ASO in Piemonte"; interpellanza n. 676 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino Manica, Placido, Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani, Tapparo, Saitta Chiezzi e Moriconi inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'Ordine Mauriziano - Presidi Umberto I di Torino e Candiolo: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

Passiamo alla trattazione del punto 3) all'o.d.g.: "Piani aziendali delle ASL e delle ASO in Piemonte".
Riprendiamo dall'esame delle interpellanze. Eravamo all'interpellanza sul Mauriziano, e cioè la n. 676. L'illustrazione era già stata svolta.
La parola all'Assessore D'Ambrosio per la replica.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Grazie, Presidente. Cortesi colleghi, scusatemi se continuo a stare seduto.
Oltre alle problematiche dibattute per le singole aziende, vi sono delle motivazioni di carattere generale per cui non si è proceduto all'approvazione definitiva dei piani di attività, rinviando ad un momento successivo l'assunzione di nuove determinazioni in merito alla manovra aziendale complessiva, così come evidenziato nella delibera del Mauriziano che è in vostro possesso, ma così come è nella maggior parte delle delibere adottate il 29 marzo.
In sintesi, le motivazioni di carattere generale sono le seguenti: non si dispone ancora del bilancio consuntivo 2000 delle aziende sanitarie regionale e per legge dovrà provvedersi entro il 30 aprile; non sono state ancora definite le fonti nazionali di finanziamento per gli oneri contrattuali e per i maggiori costi della farmaceutica e non si dispone ancora delle risultanze del primo monitoraggio trimestrale sull'andamento di tutti i costi aziendali.
Solo a seguito di tali sequenze di azioni, come peraltro già indicato nella deliberazione relativa alle manovre aziendali, sarà possibile assumere nuove e definitive determinazioni in merito alla predetta manovra.
Debbo però chiarire che con i dati in nostro possesso e riferiti ai primi consuntivi 2000, non si rilevano significativi scostamenti rispetto ai valori complessivi regionali presi a riferimento per la manovra regionale 2001.
Le variazioni delle singole aziende, considerata la provvisorietà dei valori di consuntivo 2000 sino alla definitiva approvazione dei bilanci che avverrà successivamente al 30 aprile, non sono state ritenute tali da farci procedere a variazioni di assegnazioni di budget prima della definitiva presa di atto dei tre punti elencati in precedenza. Tre punti che mi permetto di ripetere, se qualche collega non li avesse ancora presenti.
Le motivazioni di carattere generale che ci hanno indotto a fare questa assegnazione provvisoria sono dovute al fatto che non disponiamo ancora del bilancio consuntivo 2000 delle aziende sanitarie regionali; non sono ancora state definite le fonti nazionali di finanziamento per gli oneri contrattuali e per i maggiori costi della farmaceutica; non si dispone ancora delle risultanze del primo monitoraggio trimestrale sull'andamento di tutti i costi aziendali che, come vi ho detto, sarà in nostro possesso a partire dal 5 maggio p.v.
L'altro quesito posto dalla collega Suino atteneva la delibera della variazione dei poli. In realtà si tratta di una delibera sperimentale sulla quale indubbiamente sarebbe stato opportuno che avessimo discusso in IV Commissione ma, essendo una cosa sperimentale, la verificheremo e poi se ne discuterà nel momento in cui gli stessi dovranno essere definiti nel piano sociosanitario prossimo venturo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Signor Presidente e Assessore alla sanità, mi dispiace: avevo visto qui nel Palazzo del Consiglio regionale anche il Presidente della Giunta regionale, perché quello che sto per dire secondo me riguarda l'intera Giunta, in quanto qui non stiamo parlando di delibere assunte soltanto dall'Assessore alla sanità, ma di delibere di Giunta, che a questo punto debbono essere completamente ridiscusse.
Innanzitutto chiedo che venga ritirata la delibera del 6 aprile di quest'anno, con numero provvisorio 531.08, che da quello che ci ha riferito l'Assessore è stata assunta solo ieri sera, in quanto si basa su presupposti che non esistono. In particolare, nella premessa si dice che la relazione di accompagnamento alla manovra 2001 presentata dal Direttore generale evidenzia... e sono elencati 5 punti che però non hanno nessun tipo di riscontro, in quanto lo stesso Assessore ha riconosciuto che questa relazione, che è quella fatta dall'Ordine Mauriziano (di cui io sto mostrando una copia), non ha nessun valore effettuale.
In effetti, la logica su cui era costruita la relazione del Direttore del Mauriziano era costruita nell'ipotesi che la riduzione del budget fosse di 55 miliardi; oggi l'Assessore ci ha detto che è stato scoperto che la riduzione del budget è di soli 2 miliardi, quindi vi è uno scostamento di notevole dimensione, perché si tratta di uno scostamento di ben 53 miliardi su 400 a disposizione dell'Azienda.
A questo punto, chiaramente la relazione congiunturale non ha assolutamente nessun senso e, se non ha senso questa relazione, altrettanto non ha senso questa deliberazione, in quanto viene assunta su presupposti che non esistono. Di conseguenza, chiedo che questa deliberazione venga ritirata, perché basata su preposti di nessun valore, e venga rimandata alla presentazione di una nuova relazione fatta dal Direttore dell'Ordine Mauriziano.
Questa è la prima osservazione.
La seconda osservazione che vorrei fare è la seguente. La manovra, nel suo complesso, è stata costruita nell'ipotesi che i tagli fossero di 378 miliardi. Come viene costruita questa cifra di 378 miliardi? Viene costruita pressappoco così (naturalmente poi chiederò all'Assessore di darmi lumi): ogni Azienda sanitaria ha previsto quello che avrebbe speso quest'anno e ha scritto a fianco al numero dell'Azienda la cifra di cui aveva bisogno per poter fare le proprie attività; l'Assessorato alla sanità ha fatto la somma di queste cifre e ha visto che la cifra totale superava la disponibilità di 378 miliardi; a fronte di questi 378 miliardi che superavano la disponibilità effettiva, ha spalmato i tagli su tutte le 22 Aziende sanitarie locali, le 7 Aziende sanitarie ospedaliere e sul Mauriziano.
Ora però veniamo a scoprire che i tagli effettivamente non dovevano essere di 378 miliardi, bensì di 325 miliardi, perché il Mauriziano aveva sbagliato il preconsuntivo - udite, udite! - di 53 miliardi, non una cifra modesta, ma 53 miliardi su 400. Però i tagli che erano stati previsti per 378 miliardi sono ancora stati spalmati come se fossero 378, mentre sono soltanto 325.
I tagli, a questo punto, sono stati "spalmati" come se fossero ancora 378 miliardi e non 325 .
Se parlassimo di cifre modeste o di cifre che avessero scarso significato non ci porremo nessun problema, ma siamo in presenza di direttori generali, come quello della struttura ospedaliera San Luigi, che affermano che le loro risorse - ripeto, non stiamo parlando di cifre enormi sono tali da condizionare la stessa sopravvivenza dell'ospedale e la dignità del lavoro degli operatori. Il Direttore Generale dell'ospedale San Luigi chiede 10 miliardi per superare una fase di stallo che farebbe bene credo, non solo al San Luigi, ma a tutta la sanità piemontese (in particolar modo all'ospedale Molinette, forse non al dottor Odasso, ma questo è un altro discorso, è un problema di contiguità e di amicizie che io non ho con il dottore).
Ripeto, il Direttore Generale del San Luigi afferma che con 10 miliardi potrebbe sopravvivere. A questo punto mi chiedo se non sia corretto rivedere tutte le delibere - sicuramente è da ritirare quella relativa all'ospedale Mauriziano - perché costruite su un presupposto errato.



PRESIDENTE

Può intervenire solo un Consigliere per Gruppo.



PRESIDENTE

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



PRESIDENTE

Questa è una questione incidentale che ha creato l'Assessore.



PRESIDENTE

Va bene, la considero una questione incidentale. Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Intervengo solo sul tema specifico; mi attengo alle regole.
Sul tema specifico della delibera sulla rete oncologica, l'Assessore D'Ambrosio ha consegnato l'atto elaborato il 20 novembre il cui oggetto recita: "Approvazione del progetto sperimentale di rete oncologica piemontese". Sempre l'Assessore in riferimento all'atto ha detto: "E' un ragionamento sperimentale, poi vediamo, nella pratica come andrà formalizzato definitivamente all'interno del nuovo Piano sanitario regionale". La cosa in sé è grave, ricordo che non è avvenuto alcun passaggio in Commissione. Lo voglio ribadire: che il Piano oncologico della Regione Piemonte non venga portato in Commissione sanità nemmeno come informativa, è un fatto gravissimo. Questo è il primo dato.
Secondo dato. Come può essere sperimentale un progetto di rete oncologica che, contemporaneamente all'operazione finanziaria (questione della quale si è parlato prima con l'intervento dell'Assessore e del Consigliere Riggio) modifica la geografia degli ospedali che si occupano della rete di servizi di oncologia sul territorio. I tagli hanno modificato profondamente le situazioni che afferiscono, per fare un esempio della realtà torinese, al San Giovanni vecchio: è arrivato un gruppo privato che utilizza il bacino d'utenza di Torino nord-est che grava su quel polo oncologico - previsto prima - e lo sta scaricando su quello che è il nuovo blocco privato caratterizzato dalla Cellini ed altri, che diventeranno la vera risposta oncologica per quella fetta di Torino.
Come è possibile che da una parte si hanno delibere che tagliano il famoso piano finanziario - quindi una serie di servizi a rete oncologici che vengono eliminati in tutte le ASL e in tutte le ASO della Regione Piemonte - e, contemporaneamente, un provvedimento sperimentale: ma è demenziale, non è sperimentale. Quale sarà la conclusione? Che da una parte si avranno ASL e ASO che indeboliranno ulteriormente la rete oncologica e dall'altra, una sperimentazione che, di fatto, è diventata realtà e la ritroviamo, come dato di fatto, a distanza di tre o quattro mesi.
I poli sono cambiati in questo modo, l'Assessore non può dirci: "è sperimentale" e dopo qualche mese inserirlo nel Piano sanitario: è profondamente sbagliato. Questo piano va ritirato soprattutto perché lo avete elaborato alla fine di novembre - ripeto, sbagliato non consultarci sbagliato non ragionare con tutta la Commissione Sanità, ma questo è un aspetto istituzionale che qualcuno dovrebbe far tutelare - e la manovra finanziaria l'avete realizzata dopo.
La manovra finanziaria si incastra, si incardina, si aggiunge sulla riorganizzazione sperimentale: ma come si fa a fare della sperimentazione su un tema di questa natura! Profondamente convinti che è una manovra sbagliata che crea danno alla rete oncologica e ai problemi oncologici dei piemontesi, vi chiediamo di sospendere il provvedimento e di ritornare in Commissione. Facciamo un ragionamento oggettivo che tenga conto della situazione ed elaboriamo una proposta trasparente, alla luce del sole. Ripeto, non si può fare sperimentazione su una rete oncologica, quando nel frattempo, "ammazziamo" i servizi ai quali afferiscono gli utenti malati di cancro o quelli che devono prevenirlo.
L'avete letta la delibera; come si fa a scrivere "sperimentale" su una rete oncologica che, tra l'altro, era una dei fiori all'occhiello del Piemonte, perché andiamo "attaccare" anche lì?



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Per una questione incidentale. L'esame della delibera sull'Ordine Mauriziano risulta un errore di attribuzione. Su questo, Assessore, abbiamo posizioni politiche diverse. Noi sosteniamo che le delibere debbano essere "accecate" una volta per tutte e che si passi ad una programmazione. Lei ritiene, viceversa, che le stesse delibere abbiano una loro validità.
Tuttavia su un fatto oramai siamo d'accordo: le delibere vanno tutte ritirate perché sbagliate tecnicamente. Su questo dovremo essere tutti d'accordo. L'Assessore, a questo punto, non può rispondere alla prossima interpellanza, sulla prossima ASL, perché la prossima ASL ha dei ragionamenti viziati dall'errore di essere un'ASL che ha ricevuto un taglio pro quota dei 53 miliardi che non dovevano essere tagliati. Questo è l'elemento che dovrebbe unirci.
Quindi, il ritiro delle delibere va fatto in via tecnica: il mio Gruppo le dirà di ritirare le delibere e così sia! Basta, non ne riproponga altre! Lei potrà dire che le ritira per riproporre tagli di diversa natura quantitativa, tenuto conto delle risposte della ASL e dei problemi in corso. Però, Assessore, come facciamo ad andare avanti con queste interpellanze, quando sappiamo che parliamo tutti e due sulla base di una realtà descritta dalle deliberazioni che è inesistente e sbagliata? Rifletta un attimo su questo. Secondo me, a questo punto, le delibere vanno ritirate tutte. Poi, lei, dal suo punto di vista, le ripropone spalmando 53 miliardi in meno di tagli o a pioggia o, come proponeva il collega Riggio, su un ospedale piuttosto che su un altro in relazione a cosa hanno risposto i Direttori generali. Però, come facciamo, Assessore? Chiederei chiarimenti al Presidente - anche se non so se ha ascoltato però questo è un impasse delicato, perché rischiamo di dare riposte ad interpellanze su una realtà che non è più quella.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 677 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Manica Placido, Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani, Tapparo, Saitta, Chiezzi e Moriconi inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASO SS. Antonio e Biagio di Alessandria: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

Non voglio tornare sugli argomenti che ho illustrato stamattina parlando delle ASL 20, 21 e 22, ma qui stiamo trattando il futuro dell'Azienda ospedaliera di Alessandria. Un'Azienda ospedaliera nazionale non va dimenticato, ma sottolineato. Si tratta dello stesso ospedale che durante l'alluvione del 1994, venne completamente evacuato, perché allagato e danneggiato pesantemente. Lo stessa Azienda ospedaliera di Alessandria ha affrontato il dopo alluvione investendo capacità e denaro, fino a risollevare la testa. Ho partecipato alla Conferenza dei Servizi dell'Azienda e mi pareva, leggendo il suo bilancio economico, che siamo di fronte ad un'Azienda ospedaliera sana, che ha investito.
Come dice il Direttore generale, il Prof. Tofanini (ha letto una parte della relazione il collega Riggio stamattina) ha fatto alcune osservazioni sulle quali bisogna riflettere almeno un po'. Dice che di fronte alla fase di pieno sviluppo gli viene chiesto di interrompere il completo sviluppo di tutte le attività specialistiche. Io mi chiedo: un'Azienda ospedaliere nazionale cosa deve fare se non specializzarsi ulteriormente qualificandosi in attività specialistiche? Qui si chiede all'Azienda ospedaliera di Alessandria di bloccare tutte le attività specialistiche.
Credo sia un'ulteriore contraddizione, con il rischio, come dice la relazione del dottor Tofanini, di costringere, per le attività specialistiche, i cittadini di Alessandria a rivolgersi ad Aziende ospedaliere fuori città se non, addirittura, fuori Regione, com'è avvenuto in passato. Non solo. La stessa relazione paventa un pericolo molto serio: siccome ci sono i tagli agli altri presidi ospedalieri e alle altre attività della Azienda sanitaria ospedaliera della Provincia di Alessandria (riduzione dell'ADI, blocco delle dimissioni protette da parte delle ASL territoriali, posti letto insufficienti, personale di assistenza insufficiente) il rischio è che tutti si rivolgano all'Azienda ospedaliera di Alessandria e, quindi, si rischia un'inesorabile collasso. Questa è un'ulteriore contraddizione: tagliamo nelle altre Aziende ospedaliere negli altri presidi rischiando di collassare l'Azienda ospedaliera nazionale di Alessandria. E' una contraddizione - come abbiamo fatto rilevare stamattina - nella gestione della sanità piemontese. Questa è una della tante.
Credo che dobbiamo guardare con preoccupazione al futuro dell'ospedale di Alessandria, perché esso non può interrompere la sua attività specialista. Anzi, quest'attività va rafforzata e indirizzata verso una maggior qualificazione.
Voglio fare una considerazione conclusiva. Anche questa è stata una scelta fatta senza aver interpellato i sindaci, le organizzazioni sindacali, i medici. Il Presidente della Giunta, un mese fa, faceva appello ai sindaci e ai medici chiedendo loro di aiutarlo e di aiutare la Giunta a raggiungere gli obiettivi fissati dalla deliberazione del 7 gennaio. Questa mattina è stata pubblicata, sulla Repubblica, un'intervista del Presidente Ghigo. Tra le sue risposte, ce n'è una molto chiara, che dice: "Quando si governa, è necessario saper ascoltare le istanze e le problematiche che arrivano dalle parti politiche avverse". Bene. Ora, non soltanto noi dell'opposizione, ma la parte viva della Regione chiede alla Giunta regionale di ritirare la deliberazione del 7 gennaio.
Un'ultima affermazione del Presidente Ghigo riguarda il dibattito che stiamo facendo. Afferma che ormai siamo al collasso - parlando della sanità piemontese - e dichiara: "Ma qualcosa devo fare, andare avanti così non si può" e non esclude di valutare l'ipotesi, appena possibile, di un ticket di cinquantamila lire sul pronto soccorso. Non la esclude, nella riposta al giornalista, quest'ipotesi! Credo che siamo di fronte all'incertezza nella gestione anche del Piano finanziario fissato dalla Regione. Siamo, come abbiamo detto e denunciato nel dibattito di ieri e di oggi, alla confusione più totale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Devo confessarle che non ho letto la relazione del Direttore generale dell'Azienda sanitaria ospedaliera di Alessandria. Mi sembra abbastanza strano ciò che ha affermato il Direttore generale di quest'Azienda, perch in realtà, l'assegnazione regionale 2001 è di 239,104 miliardi, compresi gli oneri contrattuali. Questa attribuzione fa sì che l'Azienda ospedaliera non necessiti di recupero rispetto al 2000. L'essenza stessa di un'Azienda ospedaliera nazionale è quella di privilegiare l'alta specialità, per cui io trovo strano che qualcuno possa dire che noi non vogliamo che l'azienda faccia l'alta specialità, anzi è vero il contrario: noi desidereremmo che le aziende ospedaliere riducessero le attività non di eccellenza nel senso della difficoltà, perché ci sono strutture ospedaliere di medio e alto livello, cui i cittadini possono recarsi senza andare nell'azienda ospedaliera nazionale. Comunque egli stesso ci dice nella sua relazione non in questa, bensì nella comunicazione del piano di attività, che "le azioni intraprese comportano l'aumento dell'attività di ricovero ospedaliero e il mantenimento di quella ambulatoriale".
La programmazione aziendale, a dimostrazione che il direttore generale sicuramente è orientato verso una maggiore attività dell'azienda stessa prevede - in parziale contraddizione con gli obiettivi della manovra - un aumento di 81 unità di personale, oltre al turnover, che possono produrre qualche significativo effetto economico anche per il futuro. Questo è quanto prevede nel piano il direttore generale.
Al punto 5) della interpellanza si chiedono notizie in merito allo stato di avanzamento dei lavori ex art. 20. Debbo dire che le opere sono state realizzate al 60%; lo stato di avanzamento dei lavori della seconda fase dell'art. 20 è in fase di progettazione.
Ho finito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

Sono preoccupato. Capisco che l'Assessore non possa assolutamente conoscere tutto e leggere tutto (questo mi pare evidente), però siamo in una fase particolare che io ritengo decisiva per il futuro della sanità piemontese.
Per quanto riguarda questa ASL devo dire che in questi anni il direttore generale ha lavorato bene, se teniamo conto della situazione difficile dell'ospedale di Alessandria, creando rapporti positivi nella città di Alessandria. L'Assessore Cavallera può testimoniare del lavoro svolto dal dottor Toffanini. Ebbene, vorrei rileggere un passaggio, che ritengo molto importante, della relazione del dottor Toffanini: "Ora che ci troviamo in pieno sviluppo - quindi non un ospedale fermo, che chiude i reparti, anzi un ospedale in pieno sviluppo - che il ricambio dei dirigenti di struttura complessa sta terminando (anche questo con operazioni assai difficili e impopolari), ci si chiede di interrompere quello che la logica e le attese della popolazione si aspetterebbero, cioè il completo sviluppo di tutte le attività specialistiche che un'azienda ospedaliera nazionale deve garantire per numero e qualità, con la preoccupazione di un esodo possibile dei cittadini di Alessandria verso altre aziende ospedaliere".
Questa è la preoccupazione di un direttore che ha lavorato in questi anni per qualificare l'attività dell'ospedale di Alessandria, cioè una contraddizione bella e buona rispetto a quella che dovrebbe essere un'incentivazione per un'azienda ospedaliere di carattere nazionale! Si stanno facendo investimenti importanti, come lei sa, nella città di Alessandria, mi riferisco al recupero del Borsalino, una struttura importante per la sanità alessandrina. Che cosa ne sarà non lo so, anche se c'è l'impegno di andare nella direzione di aprire al più presto questa struttura.
Forse il dibattito di questi due giorni sarà stato noioso e faticoso per lei, Assessore, però è stato estremamente importante e interessante magari poco partecipato, perché ognuno di noi, attraverso questo dibattito almeno per chi lo ha seguito, ha potuto conoscere quello che i direttori generali hanno scritto nelle loro relazioni ed è stato molto importante questo, almeno per quanto mi riguarda, perché ho capito che questa è un'operazione impraticabile e improduttiva per la sanità piemontese: è un'operazione, come ha detto il Presidente della Regione, puramente finanziaria! Ma oggi per ridurre e razionalizzare la spesa, non avevamo bisogno di un'operazione finanziaria; avevamo bisogno di un progetto sul futuro della sanità piemontese! Forse sarebbe bene discutere di questo e ho l'impressione che dopo le elezioni saremo di fronte al fallimento di questo progetto finanziario che la Giunta ha varato il 7 gennaio e ci ritroveremo a discutere di questo fallimento o parziale fallimento e si dovrà correre ai ripari! Si sta preparando il nuovo Piano sociosanitario: questa sarebbe un'occasione importante, però è chiaro che i Sindaci, le organizzazioni sindacali, chi lavora quotidianamente nella sanità, andava sentito prima perché li abbiamo messi in condizione di operare in una situazione di difficoltà estrema, cioè con un taglio di 758 miliardi! Credo che questa sia stata una scelta sbagliata, ma naturalmente su questo ci ritorneremo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, ha facoltà di intervenire per una breve precisazione l'Assessore D'Ambrosio, senza ulteriori repliche; dopodich passeremo alla successiva interpellanza.
Prego Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Collega Muliere, solo un chiarimento: io domani convocherò il direttore generale Toffanini e se lei gradisce lo farei in sua presenza, perché se il direttore generale di un'azienda chiede 234 miliardi e la Regione gliene dà 239,104 mi vuol dire in che cosa è stata penalizzata questa azienda? Gradirei che lei fosse presente al colloquio che avrò domani col direttore generale.



MULIERE Rocchino

Volentieri.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Inoltre, quanto viene espresso nella relazione del direttore generale non lo metto in dubbio, ma lo voglio approfondire, perché - ripeto - la richiesta del direttore generale di assegnazione per il 2001 è stata di 234 miliardi.



RIGGIO Angelino

Quando ha fatto questa richiesta?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

La richiesta è stata fatta a novembre.



(Commenti del Consigliere Muliere)



PRESIDENTE

Per favore, colleghi, non facciamo dialogo.
Penso che domani, all'incontro con il direttore generale dell'ASL di Alessandria, l'Assessore D'Ambrosio non abbia problemi, a questo punto, ad invitare anche gli altri Consiglieri regionali della Provincia di Alessandria qualora intendessero partecipare. Penso che l'Assessore l'invito lo abbia esteso, attraverso l'indicazione del collega Muliere, a tutti i Consiglieri regionali di Alessandria.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

interpellanza n. 678 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Manica Placido, Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani, Tapparo, Saitta, Chiezzi e Moriconi inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASO Maggiore della carità di Novara: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

Passiamo adesso invece all'interpellanza n. 678 relativa all'ASL di Novara.
Illustra l'interpellanza la Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Più che un'illustrazione, vorrei porre delle domande all'Assessore così possiamo rendere il nostro dibattito più produttivo.
Quella di Novara è la seconda azienda ospedaliera del Piemonte, dopo le Molinette di Torino. Tra l'altro questa è una delle deliberazioni dei piani che lei ha approvato in prima battuta: fanno parte di quei famosi 11 piani su cui la Giunta non ha espresso osservazioni, ma penso che non l'abbia fatto per una serie di ragioni, perché la relazione e il piano del direttore, potremmo dire tra virgolette, sono un "piano e una relazione di tipo tacitiano": assume quello che voi indicate in questa direzione, rinvia tutto al futuro e attende tempi migliori. La cosa che però noi vorremmo sapere a questo punto, perché è piuttosto significativa, se, rispetto alla seconda azienda del Piemonte, quale ordine di decisioni intendiamo assumere. In questo senso: vi sono una serie di finanziamenti piuttosto consistenti che si stanno riversando su questa azienda, non ultimi una parte di quelli dell'ex art. 20, che intervengono di nuovo su altri lotti su una serie di interventi strutturali all'interno della struttura ospedaliera. Nello stesso tempo, procedono ad una serie di processi di riorganizzazione.
Recentemente, mi risulta che lei abbia siglato la convenzione Regione Università che attendiamo da tutta la scorsa legislatura, ma che comunque per gli ospedali clinicizzati, sia quelli torinesi che per l'ospedale di Novara, rappresentano un punto assolutamente nodale.
Siamo in presenza di una serie di investimenti, confermati con l'ex articolo 20 e di un piano confermato di riorganizzazione di alcune parti dell'ospedale. Ora, siamo in presenza di una convenzione Regione-Università firmata e, mentre tutto questo avviene, ci sono contemporaneamente sue dichiarazioni giornalistiche, come ho ricordato già ieri in occasione di un altro ospedale, su pagine nazionali de La Stampa e confermate anche sulle pagine locali. Per cui lei lì avrebbe proposto uno dei famosi tre, forse sei, ospedali modello che verranno realizzati nella Regione Piemonte.
L'avevo già detto ieri che non mi aveva deluso. Nel senso che per quella terza campagna elettorale, cui ci apprestavamo per il 13 maggio, sia lei che il Presidente Ghigo, avendo già promesso il nuovo ospedale a Novara per due conseguenti campagne elettorali, prima una amministrativa, poi quella regionale, sarebbe stato stupefacente se in presenza di Berlusconi candidato Presidente, non si fosse promesso l'ospedale nuovo a Novara. Che poi di questo nuovo ospedale a Novara non vi sia alcuna traccia in nessun documento, come non c'è traccia nel Piano Sanitario Regionale, penso sia un fatto assolutamente indifferente dal vostro punto di vista.
Assessore, che senso ha la vostra deliberazione e il piano del Direttore se rimangano taciuti tutti questi aspetti ed elementi? Tutti questi aspetti dovrebbero trovare un altro elemento di chiarificazione che in questa sede, colgo l'occasione per porlo.
Alla progettazione dell'ospedale modello (la Commissione è presieduta dall'architetto Renzo Piano, concorrono diverse Regioni italiane addirittura, il Piemonte concorrerebbe con tre nuovi, forse sei, ospedali se inseriamo Asti, Biella e quant'altro. Il Governo, qualora ne finanziasse uno, ne finanzierebbe soltanto il 60% e chiederebbe a voi di aggiungere alcune centinaia di miliardi che, da come sta il bilancio, mi sembra non abbiate, anche perché ne avete iscritti mille in meno all'appello del bilancio, che ritengo inizieremo a discutere domani mattina, cioè 8.500 invece di 9.500.
Assessore, le chiedo una spiegazione, che sarebbe veramente un regalo che lei farebbe non tanto a me quanto alle istituzioni e ai cittadini novaresi. Come fa ad inserire tra gli esempi di quell'ospedale modello, che è un ospedale di un certo ambito, piuttosto contenuto anche dal punto di vista dei posti letto, un ospedale quale l'ospedale di Novara che, pur con una riduzione dei posti letto, non arriva mai comunque a quel parametro? Comunque rimane la seconda struttura del Piemonte; comunque rimane una struttura clinicizzata.
Se lei riuscisse a sciogliere alcuni di questi nodi prima delle elezioni, consentirebbe alle cittadine e ai cittadini novaresi, ma anche del Piemonte, di votare con maggiore serenità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Quando la collega fa riferimento ai sei ospedali, in realtà, il Piemonte potrebbe porsi come modello e come Regione che, alla luce di quanto si è mosso negli anni scorsi e di quanto si può fare nell'immediato futuro, potrebbe avere addirittura ben sei ospedali con quelle caratteristiche, in quanto l'ospedale di Asti è, per la verità, abbastanza vicino al progetto Piano e gli ospedali di Biella, di Alba e di Bra hanno già un piano finanziario ben definito e debbono partire, quindi possono sicuramente avere le caratteristiche del progetto Piano.
L'aver segnalato a Roma la possibilità di costruire altre tre strutture con tali caratteristiche indubbiamente non può concretizzarsi nell'immediato. La precedenza riguardava l'ospedale unico del canavese, già inserito nella deliberazione di Giunta del 1997; nella deliberazione dell'ex articolo 20 si è aggiunto l'ospedale del VCO e l'ospedale di Novara.
La collega mi chiede come li costruiamo e dove sono i fondi.
Indubbiamente, se si riuscisse ad avere per tutte e tre le strutture il 60%, penso che, sicuramente, l'altro 40%, con enormi sacrifici, si potrebbe ottenere. Come? E' sufficiente vedere quanto si è verificato a Biella: una fondazione ha donato 40 miliardi a fondo perduto, poi c'è la possibilità di accendere dei mutui da parte delle aziende e di avere altre voci che possono definire il piano finanziario.
Oggi, il Piemonte è la Regione con il numero di ospedali più datati d'Italia: hanno mediamente più di ottant'anni. Programmare ospedali non significa realizzarli il giorno dopo, ma, tra quattro, o cinque, o otto anni, potremo avere un abbattimento del primato, veramente non bello, degli ottant'anni e scendere di molto, perché - ripeto - tre strutture di questo tipo farebbero del Piemonte una Regione con ospedali di eccellenza.
Per quanto riguarda l'ASL di Novara, vorrei essere preciso, il sottoscritto non ha mai fatto campagna elettorale, tanto meno nel novarese.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

MANICA Giuliana (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

E' stato il Presidente Ghigo, anche a nome suo; questo lo dico fuori microfono.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Comunque non penso che il Presidente abbia voluto fare - almeno mi auguro che sia così - campagna elettorale, ma le richieste per la realizzazione di un ospedale a Novara venivano da più parti, sia dalla destra sia dalla sinistra. Penso abbia detto qualcosa nell'interesse della popolazione di Novara e, quindi, andrebbero individuate tutte le pezze di appoggio, come si dice in gergo, per poter costruire l'ospedale di Novara.
Novara, alla luce dell'enorme patrimonio dell'azienda, non dovrebbe avere grandi difficoltà per realizzare un ospedale, a prescindere dal fatto che tutte le Regioni d'Italia, soprattutto le Regioni del centro Italia, si stanno muovendo per trovare sinergie con il privato, perché, mi permetto di dire che, quando si parla di privato, immediatamente subentrano situazioni di fibrillazione. Ma lo stesso Presidente del Consiglio Amato ha detto che il sistema sanitario nazionale non può reggersi nelle condizioni attuali ha bisogno assolutamente di trovare sinergie ottimali con il privato. Fermo restando - e su questo sono pienamente d'accordo - che la gestione sanitaria resti in capo al pubblico.
Per quanto riguarda il bilancio dell'azienda di Novara, sono stati attribuiti all'azienda 271,704 miliardi, compresi gli oneri contrattuali che ammontano a 14 miliardi e 704 milioni.
La manovra 2001 non richiede recuperi rispetto al 2000. La relazione di accompagnamento alla manovra 2001 presentata dal direttore generale si sostanzia nel progressivo riordino organizzativo dei servizi con riduzione dei posti letto riportati fra le diverse strutture.
Le azioni intraprese comportano il mantenimento dell'attività sia di ricovero ospedaliero che ambulatoriale. La programmazione aziendale dell'attività prevede, inoltre, in parziale contraddizione con gli obiettivi della manovra - ma trovo che complessivamente la cosa sia comprensibile - un aumento di 22 unità di personale, oltre al turnover che possono produrre effetti economici negativi.
Al punto 5) si chiede la situazione e lo stato di avanzamento dei lavori della prima fase dell'art. 20.
Devo dire che le opere sono state completate nel 2000. Per quanto riguarda lo stato di avanzamento dei lavori della seconda fase, le opere sono in fase di progettazione.
Al punto 6) si chiede se è vero che per esami diagnostici e di strategica importanza preventiva, come i pap-test, mammografie e colonscopie, presso l'Ospedale Maggiore di Novara si pagano i ticket.
Il direttore generale mi ha riferito che assolutamente non vengono pagati i ticket per i programmi di prevenzione oncologica. Penso che su questa risposta la collega Manica possa ovviamente darmi maggiori delucidazioni. Io mi attengo a quanto mi ha detto il direttore generale dell'Azienda di Novara.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Vorrei fare solo alcune osservazioni a margine di una proposta, mi è sembrata anche dell'Assessore, circa la realizzazione di un ospedale modello. Le posso dire la mia opinione. Prima della caduta del muro di Berlino, in Europa c'era il sistema a economia di mercato e il sistema a economia totalmente pianificata. Già allora, militavo nel Partito Comunista Italiano e, come comunisti, in Italia noi parlavamo non di pianificazione ma di pianificazione democratica, ed era una differenza che caratterizzava il nostro essere comunisti in Italia. Noi non eravamo per la pianificazione di tipo sovietico, non eravamo per una pianificazione che inventava una casa per la Crimea e quella casa andava bene anche a Novosibirsk totalmente pianificata. Non c'erano modelli.
Noi abbiamo, invece, sostenuto per lunghi anni - personalmente lo sostengo ancora adesso - che di pianificazione ci sia bisogno, ma di pianificazione democratica: vuol dire che dev'essere una pianificazione che lega i propri obiettivi alle concrete realtà, ai concreti soggetti che operano, alle risorse, agli effettivi bisogni.
Ho fatto questa brevissima premessa per esprimere che rimango un po' allibito che oggi ci sia qualcuno, chiunque esso sia, che pensa si possa realizzare un "ospedale modello". Rimango allibito.
L'ospedale modello non esiste. L'ospedale modello è un ospedale ben progettato per quella comunità, in quel sito, per quei bisogni che non sono ripetibili meccanicamente in nessun altro luogo. Quello è l'ospedale modello: un ospedale ben progettato da bravi professionisti in accordo con i soggetti che devono utilizzarli.
Rimango strabiliato dal fatto che ci sia ancora l'idea di inventare l'ospedale modello, in sede amministrativa e non in sede di studio (fare uno schema di come si progettano gli ospedali, di quali funzioni debbono mantenere; quelli sono schemi astratti che poi, caso per caso, bisogna applicare sulla base delle risorse, dell'inventiva e via dicendo). Questa idea mi lascia perlomeno scettico. Non so quale sia la sua opinione in proposito. Non mi dica che l'ospedale modello è stato inventato da uno dei miei amici politici. Non mi dica quello, che il mio discorso non cambia.
Grazie.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

Lo dica a Cossutta di fare presente al Ministro Veronesi. Io per la prima volta...



PRESIDENTE

Assessore, non fate dialogo!



CHIEZZI Giuseppe

Magari lei può incontrare Veronesi. Se per caso lo incontra, gli porti i miei saluti!



PRESIDENTE

Assessore D'Ambrosio, le concederò, dopo l'intervento della Consigliera Manica, una breve replica, che non dà diritto a riaprire nessun dibattito sulle interpellanze.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Rispetto alla risposta dell'Assessore...



PRESIDENTE

Prevede la statua? Eravamo rimasti lì ieri.



MANICA Giuliana

L'avevo proposto per una statua equestre qualora fosse riuscito - lei ma anche il Presidente Ghigo a l'Assessore Racchelli - a trovare la sede unica per l'ospedale di Verbania.
Però una statua equestre un po' più piccola, perché in effetti qui la difficoltà è minore, nonostante sia il secondo ospedale del Piemonte, la proporrei in Piazza Martire, di fianco a quella del re sabaudo, qualora riuscisse finalmente a dire una parola certa su questa questione dell'ospedale di Novara. Perché l'unica cosa che concretamente ho capito, e penso si possa dire in modo conclamato ai novaresi, è che per la terza campagna elettorale gli promettiamo un ospedale che non verrà mai fatto. E questo è un fatto assolutamente certo. Anche perché quando noi abbiamo presentato un ordine del giorno perché lo si inserisse nel piano sanitario regionale e si facesse un modesto stanziamento regionale, si allocasse una modesta cifra nel bilancio regionale per poterlo fare, la maggioranza vot clamorosamente contro quell'ordine del giorno. Quindi una cosa certa che possiamo dirgli è di stare tranquilli, che il nuovo ospedale - modello o non modello - non ci sarà.
L'altra cosa che possiamo dire loro con assoluta certezza è che l'Assessore non mi ha neanche confermato se la convenzione Regione Università sia stata o meno firmata. Mi sembra di capire che lo sia stata e solleciterei, a questo punto, un incontro immediato con la struttura ospedaliera di Novara, presenti anche i Consigliere regionali del territorio e le istituzioni interessate, perché venga immediatamente vista la possibilità di gestione di quella convenzione. Lei sa, Assessore, che in quell'ospedale abbiamo clinicizzato reparti al di fuori di ogni convenzione per anni. Gli unici garantiti e stabiliti regolarmente dentro una convenzione erano quattro reparti. Siamo al triplo dei reparti ormai clinicizzati. Solo oggi abbiamo una convenzione. E' importante per creare condizioni serie per la ricerca e per l'università, affinché possa sviluppare e anche valorizzare la parte ospedaliera dell'assistenza, uscire da quello stato di belligeranza continuo e discutere al più presto con la struttura interessata - e questo glielo chiedo formalmente - la gestione di quel testo e di quel documento, che ritengo l'abbiamo sempre richiesto in tal senso come un documento molto importante.
Per quanto riguarda la problematica relativa alle visite specialistiche inerenti alla prevenzione dei tumori femminili e al pagamento dei ticket le posso dire, Assessore, che, a quanto mi risulta, fino a pochi giorni fa ciò che era esclusivamente in vigore, anche per averlo segnalato più volte (anche con un'interrogazione urgente) all'ospedale era applicata semplicemente l'esenzione della campagna di prevenzione tradizionale che la Regione ha indetto, che ritengo si chiami "Progetto serena".
Per quanto riguarda l'applicazione, invece, della normativa contenuta nella finanziaria, cioè la soppressione di alcuni ticket per quanto riguarda la parte relativa alla diagnostica e alla prevenzione dei tumori femminili, questa fino a pochi giorni all'ospedale di Novara non era ancora in essere.
Pertanto la risposta del Direttore generale, data relativamente a quel tipo di prevenzione, era corretta. Mi risultano diverse segnalazioni da parte di utenti invece sul ritardo dell'altra Direzione, che in questi giorni avrebbe potuto essere colmato.
Chiedo comunque all'Assessore di fare una verifica in questa direzione.
Non penso ci siano difficoltà, da parte dell'azienda, ad ottemperare in questo senso al più presto qualora non l'abbia già fatto.
Pertanto, con la richiesta di un incontro sulla questione della convenzione con l'università per verificare una possibile risoluzione del problema del pagamento del ticket per questa diagnostica, e con la conferma avuta in senso definitivo di una nuova struttura ospedaliera di Novara nell'immediato, ci auguriamo che sia scongiurato un "per sempre", anche se su questi tempi in questo momento ci pare non ci sia.
Penso che queste siano le tre cose arguite dalla risposta che lei ci ha dato, perché tutte le questioni da lei poste sul patrimonio ospedaliero di Novara e sui possibili rapporti pubblico-privato, implicano che innanzitutto ci sia un'idea ed un progetto.
La prima cosa che voglio ribadire, Assessore, quando parliamo del nuovo ospedale di Novara, è che sia a Novara, che sia un'operazione sanitaria e non un'operazione che abbia altri ordini di valenze, di ordine territoriale, di ordine finanziario, di ordine di utilizzo di rendite o di quant'altro. Quindi, che sia un'operazione sanitaria, che sia fatta a Novara e che sia inserita nel Piano Regolatore della città.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Dico al Consigliere Chiezzi che, per la prima volta, sono pienamente d'accordo con lui, sul fatto che il modello ospedale non sia esportabile.
Però si è così tanto parlato in questo periodo del modello-piano, per cui mi sono lasciato andare semplicemente in quella che è stata forse un po' la propaganda elettorale di un Ministro che non si presenta più, ma che ha voluto lasciare uno pseudo-segno presentando questo ospedale particolare.
Devo dirle, Consigliere Chiezzi, che il progetto dell'ospedale modello porta un costo elevatissimo che penso nessuna Regione possa sopportare perché nessuna Regione può permettersi 800 milioni a posto letto.
Per cui quando si parla di ospedale, indubbiamente l'ospedale modello non può essere esportato in tutte le Regioni e in tutte le realtà soprattutto dal punto di vista orografico e quant'altro.
Collega Manica, domani mi attiverò, così come farò per la richiesta del collega Muliere, a convocare la riunione in Assessorato.
Devo dire che il protocollo è stato sottoscritto, però è un protocollo leggermente monco. Lei sa che c'è un decreto che deve essere approvato di qui a qualche giorno. Innanzitutto si è detto, con una nota aggiuntiva, che se il protocollo sottoscritto tra Regione e Università si differenzia sostanzialmente dal decreto, ovviamente va rivisto. Inoltre, non abbiamo sottoscritto l'allegato 2, che penso a lei interessi, perché questo prevede le unità operative autonome universitarie e non, che negli ospedali d'insediamento vanno attuate. Quindi, l'impegno è in tal senso.
Inoltre, per quanto riguarda l'ospedale, non c'è stato neppure un pour parler, ma sapendo che Novara è collegata bene, penso che l'ospedale principalmente debba essere di Novara e il più possibile più vicino agli svincoli autostradali o quant'altro.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 679 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani, Tapparo, Saitta, Chiezzi e Moriconi inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASO S.Croce e Carle di Cuneo: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

In merito all'interpellanza n. 679, ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Approfitto dell'occasione per fare un discorso un po' più generale.
Avevamo presentato queste 30 interpellanze (22 per le ASL, 7 per le ASO e quella per il Mauriziano) allo scopo di dimostrare una serie di cose.
La prima cosa che volevamo smantellare era questa: voi dite che il bilancio complessivamente è a posto, perché c'è stata la manovra del 7 gennaio.
L'Assessore alla sanità, rispondendo alle interpellanze, di fatto ci ha confermato che effettivamente non è vero, perché alle deliberazioni del 7 gennaio non sono seguiti dei piani conseguenti. Questi piani vengono approvati a distanza di tre mesi e non hanno la caratteristica dell'operatività, dell'efficacia e dell'accettabilità sociale.
Che non ci sia la praticabilità operativa è dimostrato dal fatto che nessuno dei provvedimenti finora è riuscito a produrre nulla e vedremo quando ci sarà la verifica Seimandi, che effettivamente non avremo alcun vantaggio effettivo, in quanto gli unici interventi vengono fatti per comprimere in qualche modo il turnover, per comprimere l'acquisto di beni e servizi e l'inserimento in residenzialità di persone in difficoltà, come gli ammalati psichiatrici, i tossicodipendenti ecc.
Sono provvedimenti di scarso respiro, che non produrranno assolutamente nulla.
Dal punto di vista dell'efficacia non c'è dubbio che non ci sarà nessuna efficacia, in quanto questi piani fatti dai Direttori Generali non vanno ad intaccare quella che voi stessi avete individuato come criticità e quindi non intervengono sul dato strutturale. A questo punto voi dite che si tratta di una manovra congiunturale, perché gli interventi strutturali in qualche modo, saranno fatti con il piano sanitario. Ma il piano sanitario è costruito in una situazione in cui si sta generando un incredibile sfacelo, in cui voi andate allo scontro frontale con la minoranza e, come dimostra la questione dell'accettabilità sociale di cui volevo parlare, la grande opposizione che avete trovato sul territorio davanti ai sindaci, alle Comunità montane, alle associazioni sindacali alle associazioni degli operatori, questo piano sanitario non avrà la possibilità di vedere la luce sicuramente in tempi brevi, e soprattutto non riuscirà a produrre nessuna efficacia.
Le dico questo, Assessore alla sanità e Presidente della Giunta: l'unica efficacia di questa deliberazione è quella di avere creato grande scompiglio sul territorio. Ho citato stamattina quello che è successo per la psichiatria di Nichelino, ma di episodi di questo genere ne raccoglieremo altri e faremo un libro di tutti i dissesti che state procurando, perché paradossalmente il fatto di non intervenire sui nodi strutturali significa che agite proprio sul quotidiano, sulle liste d'attesa, sull'umanizzazione, intervenite su servizi ad integrazione sanità assistenza.
State generando molto scompiglio e paura, e la paura è la cosa peggiore che potrebbe generarsi nel mondo della sanità, che è un mondo di scienza.
La scienza ha bisogno di tutt'altro che servilismo e demotivazione.
Qui ci sono le relazioni dei direttori generali e pochi hanno avuto il coraggio di dire effettivamente quello che sta succedendo. Il loro servilismo ricade a cascata sui loro collaboratori, sui primari, e così via.
Non crediate di aver fatto un bene a voi stessi e alla sanità sicuramente non alla sanità perché la scienza, per definizione, è libera ed è fatta con passione e amore.
Voi state creando demotivazione sul territorio! Vi faccio una proposta, non come Consigliere regionale, ma come medico che vede la sanità andare a rotoli! Chiedo all'attenzione del Presidente Ghigo e alla cortesia del Presidente del Consiglio regionale un minuto in più per poter fare una proposta. Ha ragione il Presidente della Giunta regionale a dire che la situazione è al collasso. Ha ragione, condivido l'affermazione che ha pubblicato il quotidiano Repubblica.
E allora, di fronte a questa sanità che è al collasso, ma che può anche peggiorare - come dice il collega Gallarini, quando pensi di aver toccato il fondo, guarda verso il basso e attento alle vertigini! - faccio una proposta: vengano ritirate queste delibere e si crei un meccanismo di serenità sul territorio e fra gli operatori. Se queste delibere verranno ritirate - lo dico a titolo personale, ma penso che le minoranze non siano contrarie a discuterne - noi possiamo impegnarci ad un provvedimento-ponte di razionalizzazione, da approvare entro un tempo dato (si può immaginare che siano sei mesi). L'importante è che sia discusso e condiviso con le Amministrazioni locali, con gli operatori sanitari, con le Organizzazioni Sindacali e con le organizzazioni che tutelano i diritti del malato.
Possiamo riunire la IV Commissione, o creare una Commissione ad hoc per costituire una serie di tavoli: alcuni tavoli a livello locale, dei tavoli a livello di quadrante ed un tavolo regionale che approvi, entro sei mesi un provvedimento di razionalizzazione che sia condiviso.
Nel frattempo, la Giunta regionale terrà sotto controllo i conti accentuando la propria capacità di verifica e controllo, perché non si esca dalla possibilità di spesa del 2000. Questo permetterà di salvaguardare la qualità e raggiungere il risparmio, non come premessa dell'operazione, ma come prodotto finale della razionalizzazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Presidente, rispondo e illustro allo stesso tempo l'interpellanza che attiene all'Azienda Sanitaria Ospedaliera di Cuneo.
In particolare, per quanto riguarda il punto 1), si rileva che l'Azienda Sanitaria Ospedaliera ha raggiunto una buona sinergia con l'ASL 15 ed eroga l'assistenza specialistica anche sul territorio dell'ASL medesima. E' comunque opportuno che il nuovo Piano sanitario regionale annulli questa atipicità e riconduca l'area al modello gestionale prevalente.
Per garantire tale integrazione, l'ASO ha costituito - primo in Piemonte - il Dipartimento interaziendale tuttora in fase di assestamento.
Per quanto riguarda il punto 2), si richiamano le considerazioni sviluppate nella premessa della delibera del 29 marzo u.s., considerazioni che dicono che il bilancio dell'Azienda riporta il finanziamento regionale assegnato con delibera del 7/1/2001, pari a 232 miliardi.
Gli oneri contrattuali per la dirigenza sono di 13 miliardi e 99 milioni, per un totale di 245,099 miliardi.
L'assegnazione regionale 2001, se confermati i quadranti contrattuali risulta essere di 245 miliardi.
In sintesi, la manovra aziendale 2001 non richiede recuperi rispetto al 2000.
La relazione di accompagnamento alla manovra 2001 presentata dal Direttore Generale si sostanzia nelle seguenti azioni: riduzione da tre a due presidi; ristrutturazione e riqualificazione del presidio Carle, che diventa un polo di area medica; ristrutturazione e umanizzazione in diverse collocazioni dei reparti del Santa Croce con l'unificazione delle funzioni di supporto in unica palazzina; azioni di recupero efficienza, mediante l'adeguamento ai tassi di ospedalizzazione previsti dal Piano sanitario regionale; miglioramento della qualità e incremento della produzione in alcune discipline; possibili criticità in ordine all'aumento della spesa per i farmaci in fascia H e a quella derivante dall'attivazione del ciclotrone.
Le azioni intraprese comportano il mantenimento dell'attività di ricovero ospedaliero e l'incremento di quello ambulatoriale, il mantenimento dei rapporti con l'ASL 15, per l'assistenza territoriale a favore delle fasce deboli.
Al punto 5) si chiede qual è la situazione dello stato di avanzamento dell'art. 20. Le opere, per quanto riguarda la prima fase, sono complete le opere della seconda parte sono in fase di progettazione. Grazie.



PRESIDENTE

La ringrazio, Assessore D'Ambrosio.
La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Sono stupefatto di fronte alla risposta di tipo ragionieristico. Siamo capaci a fare un discorso di tipo politico? Assessore, avete presentato la delibera del Mauriziano con un programma assolutamente inattuale e noi abbiamo chiesto se quella delibera era da ritirare oppure no. A questo non è stato risposto.
Abbiamo detto che i tagli, invece che di 378 miliardi, secondo quanto sostiene il Mauriziano, dovevano essere di 325 miliardi, quindi dovevano essere riviste le delibere? Tutto questo non merita una risposta? Da quattro giorni parliamo di una situazione di sfacelo: perché fate finta di non vederla? Perché fate finta di non vedere che tutti i Comuni sono contro di voi, con gli operatori che non ne possono più, anche quelli che dovrebbero esservi politicamente affini? Lo stesso Presidente della Giunta ha parlato di collasso ed è stata fatta una proposta per ragionare seriamente, una proposta che al limite mi rendo conto - può essere considerata consociativa, perché proviene dai banchi della minoranza, ma abbiamo cercato di sollecitare un clima di serenità nella sanità piemontese. L'Assessore alla sanità, invece, ha letto sembra che non riesca a fare altro! - una risposta di tipo ragionieristico sull'ASO di Cuneo.
Se siamo in queste mani, cosa dobbiamo aspettarci? A questo punto mi viene il dubbio che, dietro ad un'apparente incapacità, qualche significato ce l'abbia il fatto che l'Assessore alla sanità della Regione Liguria sia l'ex general manager dell'Umanitas, mi viene il dubbio che ci sia un progetto generale del Polo per smantellare la sanità pubblica! Dimostrateci che avete a cuore questo discorso, perché si è creata una situazione di demotivazione! Avete bisogno che ve lo diciamo noi? Fate un giro sul territorio, parlate con gli operatori, ma parlate in modo libero rendete liberi i direttori generali, perché dei manager servili non servono nemmeno a voi.
Io ho fatto una proposta: ditemi no, ma spiegatemi il perché!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore D'Ambrosio per una breve replica ne ha facoltà.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Consigliere Riggio, la ringrazio per l'offerta di collaborazione, ma la delibera del 7 gennaio non la possiamo sicuramente ritirare. Tuttavia, si farà di tutto affinché quelle che lei sottolinea come situazioni veramente angoscianti sul territorio, non abbiano a concretizzarsi veramente.
Relativamente al presidio ospedaliero Mauriziano. Con la delibera non è stato approvato il piano del Mauriziano, ma si è dato compito di procedere provvisoriamente, come ho già ribadito, quando avremo a disposizione il bilancio consuntivo del 2000, quando sapremo con precisione le fonti nazionale di finanziamento per gli oneri contrattuali e ultimo, ma non per ultimo, quando disporremo delle risultanze del primo monitoraggio trimestrale, allora in quel caso provvederemo all'assunzione di nuove determinazioni in merito alla manovra aziendale.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 680 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani, Tapparo, Saitta, Chiezzi e Moriconi inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASO CTO/CRF/ Maria Adelaide: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 680, la parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Per quello che riguarda la situazione del CTO Maria Adelaide ci sono due osservazioni da fare. Una prima osservazione è di carattere specifico e riguarda la questione degli ospedali traumatologici, in particolar modo la protesica. Effettivamente, se c'è un motivo per ragionare seriamente sul portale delle forniture, questo riguarda la situazione della protesica che merita una grossa attenzione. Ho l'impressione che sul dato relativo alla fornitura esista una scarsa capacità di vigilanza e di controllo complessivo da parte dell'Assessorato alla Sanità. Questa è una questione di carattere specifico che andrebbe ragionata in termini di efficacia, di percorsi di salute e di costi medi; un problema che, sicuramente, andrà esaminato.
La seconda questione è di carattere generale e riguarda le ASO, una delle questioni che non avete affrontato. Si può economizzare prestando attenzione all'infermiera infedele della sala chirurgica che non rubi i lenzuolini per ricoprire la propria macchina o episodi come quelli che vengono raccontati da medicus medicorum in camice e pigiama. Si pu risparmiare prestando attenzione al direttore generale che non affidi la consulenza all'amico di suo cugino, ecc. Tutte queste cose, alla fine, sono briciole e non riguardano la questione della razionalizzazione, ma problemi di malaffare in sanità, di trasformare il nostro in un paese un po' più normale.
I grossi nodi per quello che riguarda la razionalizzazione in sanità interessano due questioni. La deospedalizzazione, cioè il fatto di intercettare le patologie sul territorio attraverso i distretti: abbiamo presentato una proposta di legge sui distretti, facciamoli! La seconda questione, è quella di creare un'effettiva gerarchia fra ospedali di eccellenza. Questo non l'ho ritrovato in nessuno dei piani presentati dagli ospedali di eccellenza, tranne, in piccola parte, in quello che riguarda l'ospedale di Cuneo (su cui, non a caso, non ho voluto soffermarmi particolarmente). Innalzare il case mix è un atto fondamentale per le aziende sanitarie ospedaliere. Non si tratta di chiudere l'ospedale di Venaria o quello di Avigliana (atto che rimandate a dopo le elezioni) ma è un problema serio che riguarda l'intervento sul case mix, cioè innalzare un po' il livello medio di intervento sugli ospedali.
E' possibile che le ortopedie poliambulatoriali e degli ospedali di territorio, possano impattare tutta una serie di questioni. Qual è lo sforzo che viene fatto, in specifico dal CTO, rispetto a queste problematiche? Le questioni sono fondamentalmente due. La prima riguarda la vigilanza sulla protesica che, effettivamente, è un problema molto serio e a questo punto, il discorso del portale può essere condivisibile.
Ritorno al proposta che ho fatto prima: la razionalizzazione non è un desiderio soltanto della Giunta, anche noi vogliamo arrivare a ciò, ma c'è differenza tra economizzare, tagliare e razionalizzare. L'economizzazione il taglio, parte dal risparmio, ma non si sa dove arriva (fino ad ora abbiamo visto che crea soltanto disordine e preoccupazione in sanità e sui territori), la razionalizzazione non necessariamente parte dal risparmio in alcuni casi può partire dall'investire di più. Sono convinto che relativamente alle ASO, una forma di razionalizzazione è investire accendere, ad esempio, un mutuo di cento miliardi per migliorare il nostro parco tecnologico e strumentario. Questa è un modo per razionalizzare spendere di più.
La razionalizzazione sicuramente arriva al risparmio, mentre, se si parte dai tagli, vi troverete di fronte ad un muro. Non crediate che con questi presupposti il piano sanitario abbia qualche probabilità di avere un'accettabilità da parte degli operatori, da parte dei territorio e soprattutto, da parte delle minoranze.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Condivido che un'azienda senza investimenti non ha la possibilità di svilupparsi più di tanto, ma se i fondi per gli investimenti non ci sono non ci sono anche se il Consigliere Riggio consiglia di accendere un mutuo per procedere agli investimenti.
Il Consigliere Riggio ha detto cose sulle quali non si può non essere d'accordo; indubbiamente molte volte bisogna spendere di più per poter razionalizzare o per poter risparmiare. Un esempio tipico di quanto ha detto, può concretizzarsi sul territorio con la prevenzione perché questa ha un costo iniziale, ma, in tempi medio lunghi, costituisce un motivo di risparmio.
Per quanto riguarda il portale debbo dire che tutta la procedura è pronta (penso che sarà attivata fra 15 giorni), importantissimo per quanto riguarda la vigilanza sulla protesica.
L'azienda sanitaria CTO avrà qualche difficoltà, perché ha attivato tutta una serie di nuove funzioni che, però, erano indispensabili, vuoi perché centro dell'emergenza (e quindi faccio riferimento alla rianimazione, che è stata attivata da poco), vuoi per l'attivazione di un servizio come la dialisi che non era indispensabile ma che, pensando a quanti pazienti grandi ustionati o altri hanno bisogno anche di dialisi indubbiamente anche la dialisi sta bene in quell'azienda. Dico questo perché l'ASO CTO, che ha un Direttore generale che in passato ha gestito bene, potrà avere qualche difficoltà. Egli ci ha rappresentato le azioni che vuole adottare, che sono fondamentalmente l'aumento dell'attività di ricovero ospedaliero, la riduzione di quella ambulatoriale, la drastica riduzione dei costi dei beni e dei servizi. Proprio per quanto riguarda l'attivazione di nuove funzioni, ci sarà un aumento del costo del personale. Per quanto riguarda la richiesta del punto 5), che riguarda la fase dell'art. 20, debbo dire che le opere per il CTO saranno completate nel 2001 e presso il Maria Adelaide sono state realizzate per un abbondante 60%.
Al punto 6) gli interpellanti chiedono di sapere chi sono i responsabili che hanno determinato negli anni scorsi un notevole incremento di spesa causando il deficit di bilancio regionale e quanto questo abbia inciso rispetto alla produttività aziendale e all'incremento delle prestazioni in termini qualitativi e quantitativi.
Nel PSR 1997/1999 l'Azienda è stata identificata come centro di rilievo regionale ed ex regionale per le patologie traumatiche (Trauma center).
L'azienda ospedaliera nel 1997 presentava numerose e significative carenze relative a specialità che in un centro di tali caratteristiche dovevano essere necessariamente attivate ed era necessario progettare e realizzare una riorganizzazione aziendale che da un lato verificasse ulteriormente alcune attività già presenti con il contestuale sviluppo delle nuove ed indispensabili, perché diventasse il Trauma center previsto e dall'altro rendesse complementare la funzione dei presidi minori (CRF e Maria Adelaide) a quella del presidio principale CTO.
Sono stati pertanto attivati i reparti strutturati per la chirurgia generale d'urgenza, la cardiologia con alcuni letti ulteriori e portato a compimento il settore di attività per l'angiografia e attivati i 9 posti letto di terapia intensiva presso l'Unità operativa di rianimazione, come detto poc'anzi. A lato dell'attività specifica dell'Azienda CTO è stata affidata anche la funzione di nefrologia e dialisi. Sulla dialisi hanno iniziato l'attività nell'anno 2000. L'Azienda centro di riferimento (come sottolineato dal Direttore generale nella sua relazione del Piano di attività 2001, formalizzato e di fatto per alcuni settori di attività specialistici) per la Banca dell'osso, per la Banca della cute, per i grandi ustionati, per la neurologia, la neoriabilitazione per la microchirurgia craniolesi e per la scoliosi. Questa connotazione aziendale in divenire, come previsto dal PSR, non poteva che comportare un aumento dei costi aziendali che occorre rilevare, nell'anno 1999, sono stati convenuti nell'ambito del limite previsto dal Patto del buon governo.
Questi fatti, comunque, non esimono l'Azienda dal ricercare e perseguire la qualità delle prestazioni e la maggiore efficienza gestionale possibile già a partire dall'anno in corso, come previsto dalla manovra regionale.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 681 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani, Tapparo, Saitta, Chiezzi e Moriconi inerente "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASO S. Luigi di Orbassano: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 681.
La parola al Consigliere Riggio per l'illustrazione.



RIGGIO Angelino

Assessore, se non è accettabile, da parte della Giunta, la nostra richiesta di ritirare le deliberazioni sui tagli in generale (anche se lei non ha spiegato perché, dal punto di vista dei costi sia economici che politici probabilmente vi sarebbe di più convenuto accettare), sicuramente questo non crea una buona disposizione sul territorio e nella minoranza rispetto a questo PSR, e non si può nemmeno pensare che questo PSR possa essere uno strumento di razionalizzazione, specialmente quando prevede interventi di carattere strutturale e ideologico di spessore, come la questione della divisione tra produzione e tutela e la revisione degli ambiti territoriali della ASL e la riconfigurazione delle ASO.
Comunque, se non è accettabile il ritiro delle deliberazioni nel loro complesso sicuramente penso che sia ragionevole ritirare questa deliberazione. La deliberazione sul San Luigi di Orbassano merita veramente di essere ritirata. Siamo in presenza di un'Azienda Sanitaria che è stato devastata da un Direttore generale che voi avete, molto malamente giubilato a Vercelli e che l'ha portata invece, come dice giustamente il Direttore attuale, ad essere priva di un progetto, di una vocazione. E' una delle cose peggiori, perché un'Azienda esiste se esiste una "mission".
Chiunque abbia fatto un corso per dirigente d'azienda sa che quello è il presupposto di un'azienda: non esiste azienda senza mission. E al San Luigi, il vostro vecchio Direttore, che avete giubilato e mandato a Vercelli a gestire un budget di gran lunga superiore, è riuscito a fare questo! Quando si parlava dell'ospedale modello di Veronesi (che io non considero una cosa poi così tanto fantastica, ma una bella provocazione, e per questo la raccolgo) pensavo che in Piemonte ce l'abbiamo già: è il San Luigi di Orbassano. E' una struttura che c'è già, e che al momento attuale è incredibilmente e stupidamente sottoutilizzata. Stupidamente poco utilizzata! Queste deliberazioni, invece di creare un meccanismo d'inversione al sottoutilizzo di questa magnifica struttura, che potenzialmente potrebbe essere di un aiuto al territorio metropolitano in modo formidabile, che potrebbe riconfigurare in modo formidabile anche il meccanismo del rapporto tra l'insegnamento universitario e l'attività ospedaliera di eccellenza, oggi rischia di andare in coma per queste deliberazioni.
Penso che, almeno per questa deliberazione, per un senso di decenza sia legittimo immaginare che si possa andare ad un suo ritiro, costruendo un programma ad hoc. Mettiamoci intorno ad un tavolo, se è così complicato fare un piano di razionalizzazione, a livello regionale, su tutta la sanità, mettiamoci intorno ad un tavolo. Non ho paura di essere indicato come quello che fa gli accordi con il nemico. Costruiamo un tavolo per il rilancio del San Luigi. Per cortesia, l'ignominia di questa deliberazione deve essere ritirata! Ne facciamo una completamente nuova, in vista del suo rilancio, per il bene della sanità piemontese, perché il San Luigi è un'opportunità stupenda! Noi ce l'abbiamo già l'ospedale-sogno di Veronesi impariamo soltanto ad usarlo!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

L'ospedale San Luigi è un ospedale di insegnamento perché come molti colleghi sapranno ha sia gli ospedalieri che l'Università, anzi direi che è il secondo polo dell'Università di Torino quindi merita l'attenzione cui faceva riferimento il collega Riggio.
Questo ospedale è allocato in una posizione ottimale per poter fare un campus universitario e quant'altro, ma indubbiamente per fare quello che anch'io caro Riggio avrei desiderio di realizzare, occorrono notevoli fondi. Debbo dire che ho fiducia in questo direttore generale in modo particolare, perché ha avuto fin dall'inizio un rapporto diverso con l'Università, quindi avendo un rapporto diverso con l'Università e conoscendo bene il territorio e gli ospedali per quanto ha fatto in passato sono sicuro che potrà rapportarsi in modo diverso e migliore soprattutto con l'ospedale di Rivoli e quindi sul territorio.
Per quanto riguarda i finanziamenti, nonostante le ristrettezze, debbo però far rilevare una cosa rispetto a questo pianto del direttore generale del San Luigi che poi è il pianto di tutti i direttori generali. Apro una parentesi: questa vicenda della manovra, se ce ne fosse stato bisogno, ci ha fatto conoscere a fondo ancora di più tutti i direttori generali perch non uno ha detto "bene, con il budget che ho - che è lo stesso del 2000 io opererò in modo ottimale", quindi qualche cosa di strano perlomeno c'è in questa situazione.
Per quanto riguarda l'Ospedale San Luigi - dicevo - il bilancio dell'azienda riporta il finanziamento regionale assegnato con delibera pari a 140 miliardi. Gli oneri contrattuali sono di 8.898 milioni.
L'assegnazione regionale è stata pertanto di 148.898 milioni. In sintesi la manovra aziendale 2001 non richiede recuperi rispetto al 2000, anzi rispetto al 2000 il San Luigi a 7,1 miliardi in più. Si riconosce quindi al direttore generale una capacità di coinvolgimento della parte universitaria: questo è importante, perché quando in un ospedale di insegnamento il rapporto tra ospedalieri e universitari non è ottimale indubbiamente le cose peggiorano. Debbo dire che invece, alla luce anche delle risultanze che ho avuto dalle mie due ultime visite fatte al San Luigi, pare che questo rapporto stia migliorando, e di molto, per cui complessivamente la situazione del San Luigi mi lascia ben sperare.
Al punto 6) dell'interpellanza si chiedevano notizie circa le responsabilità che hanno determinato negli anni scorsi notevole incremento di spesa e conseguente deficit del bilancio regionale e quanto questo abbia inciso rispetto alla produttività aziendale.
Come ho detto poc'anzi, il preconsuntivo 2000 presentato dall'azienda nel mese di febbraio u.s. determina un fabbisogno comprensivo degli oneri contrattuali per la dirigenza pari a 141,8 miliardi, il che migliora l'andamento dei costi rispetto alle previsioni e determina spazi di attività per la manovra 2001. Questo fattore ha migliorato i rapporti e le correlazioni tra attività e costi per l'anno 2000 avvicinando l'azienda alla media regionale, anche se permane un'ulteriore necessità di qualificazione dell'attività e ricerca di efficienza operativa, sia pure in presenza di una consistente presenza di unità operative universitarie (sono 19 le unità operative universitarie sul totale di 36), la cui attività è in buona parte impegnata nell'insegnamento e nella ricerca.
Al punto 7) invece si chiedeva per quali motivazioni il direttore generale uscente è stato trasferito all'ASL di Vercelli, anche a seguito delle pubbliche dichiarazioni dell'Assessore D'Ambrosio alla conferenza dei servizi.
Inizio da quest'ultima parte: nella conferenza dei servizi dell'anno scorso, io ebbi a dire che l'Ospedale San Luigi era un malato che aveva bisogno di un'opportuna sollecita terapia, non ho mai detto che era un malato terminale o un malato in coma, così com'è stato riportato dai giornali. Per cui a mio modo di vedere è stato giustissimo che io l'abbia detto in pubblico, così come la conferenza dei servizi vorrebbe si facesse cioè un bilancio dell'anno passato e i progetti per quest'anno, quindi un bilancio effettivo dove non si fanno autocelebrazioni, ma ci si dice quello che ci si deve dire.
Il dottor Scarabosio poi è stato trasferito all'ASL n. 11, nel momento in cui nella medesima si era creata una situazione di vacanza e a seguito di una sua espressa richiesta, quindi non è stato spostato per punizione o quant'altro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

E' stato addirittura giubilato, quindi figuriamoci! E' andato a gestire un budget ben maggiore, dopo aver lasciato la situazione che ha lasciato! Si può dire quello che si vuole, ma qui nella relazione dell'ASL n. 5 che è l'azienda sanitaria nel cui territorio insiste l'ASO San Luigi di Orbassano, si dice che nel corso dell'anno 1999 i cittadini residenti in questo ambito territoriale hanno fatto ricorso a strutture extra-ASL per un totale di 48.142 ricoveri, corrispondenti a un fatturato di 184.322 milioni. Di queste prestazioni, 9.239 sono state erogate dall'Azienda Ospedaliera San Luigi, cioè in pratica un quinto di quella che è la necessità di ospedalizzazione del territorio dell'ASL 5, che pure ha una bella copertura ospedaliera (ne abbiamo già parlato). Soltanto un quinto ripeto, viene coperto dal San Luigi di Orbassano.
Il lavoro che ha fatto il direttore generale dell'ASL 5 è importante nel senso che se voi aveste seriamente ragionato sui flussi di utenza avreste imparato un sacco di cose. Lei ha detto che grazie a queste delibere, avete imparato a conoscere i direttori generali; se andaste a parlare con gli operatori sanitari, vi accorgereste di come sono in una situazione di demotivazione; se parlaste con i cittadini potreste percepire lo scontento; e se parlasse con i Sindaci potreste percepire l'allarme.
Stando chiusi in Assessorato e sentendo soltanto un po' di yes-men avete l'impressione di aver fatto chissà quale bellissima operazione. Certo è che qui ci sono i numeri che parlano: quando una ASO è in grado di intercettare soltanto un quinto del fabbisogno di ospedalizzazione, non soddisfatto da un'azienda sanitaria territoriale che ha ben quattro ospedali, vuol dire che questa ASO è seriamente malata! Allora non si ci si può limitare a dire "abbiamo tagliato un po' meno che dalle altre parti".
Bisogna rispondere a una precisa domanda, e se ci fate la cortesia al più presto di avere questa conferenza permanente per la programmazione sanitaria, vi risparmierete anche un po' di ordini del giorno, di petizioni, di mobilitazioni e così via, e potrete seriamente ragionare su questa domanda: "lo vogliamo rilanciare il San Luigi di Orbassano seriamente o no?".
Con i fondi che ci sono, il dottor Pertinari vi dice che si entra in stato di precoma! Lei stesso ha detto che ha fiducia in questo direttore generale; va bene, diamogli fiducia, ma diamogli fiducia su tutto! Non pu avere fatto una dichiarazione di questo genere, che non è una dichiarazione "Assessore, siamo un po' in difficoltà". Qui siamo in presenza di un'Azienda Sanitaria Ospedaliera che, al di là delle sue dichiarazioni "è un'azienda che ha perduto la sua identità e la sua 'mission'", è in grado di raccogliere solo un quinto della domanda di fabbisogno di ricovero ospedaliero dell'ASL 5 - altro che essere punto di riferimento regionale! con una potenzialità che lei stesso riconosce.
Vogliamo rilanciare il San Luigi di Orbassano? Sì o no? Questa è la domanda a cui dovete rispondere.
Noi, molto spesso, raccogliamo il dattiloscritto, redatto con molta solerzia dai dipendenti che lavorano in modo magico (non so come facciano a scrivere, mentre noi parliamo, con questa incredibile rapidità). Il più delle volte questo dattiloscritto si perde in archivi polverosi; noi vi facciamo una promessa: quello dattiloscritto lo faremo circolare e la risposta che voi avete dato per il San Luigi di Orbassano, come al solito è né no né sì. Boh!


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 682 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Manica Placido, Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani, Tapparo, Saitta, Chiezzi e Moriconi inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASO San Giovanni Battista di Torino: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 682.
La parola al Consigliere Riggio per l'illustrazione.



RIGGIO Angelino

Il discorso svolto a proposito della questione del case-mix, che è il vero nodo delle Aziende Sanitarie Ospedaliere, riguarda a maggior ragione per il San Giovanni Battista che - badate! - è un vero grande malato.
Quando, all'inizio di questo dibattito, avevo riconosciuto al Presidente Ghigo l'esistenza di una dinamica in questa frazione che al numeratore ha il "C" dei costi e al denominatore la spesa, avevo preso atto di una situazione, secondo me, positiva. Rispetto a questo aumento dei costi diventa fondamentale capire che questo "C" è un insieme formato da una serie di altre "C": "C con 1", "C con 2", "C con 3", "C con 4", dove ognuna di queste "C" ha un livello tecnologico e professionale quale "T con zero più P con zero", "T con 1 più P con 1" e così via, fino ad arrivare a livelli diversi.
E' chiaro che, quanto maggiore è il livello tecnico e professionale coinvolto in questo "C" che viene interessato a dare una risposta rispetto alla domanda, tanto è maggiore il costo.
Se poi poniamo il nostro principale ospedale regionale nelle condizioni, e addirittura si mette lui in queste condizioni, di intercettare con il cannone ogni insetto che entra nella nostra casa, noi avremo sprecato un sacco di polvere da sparo e avremo fatto anche un po' di buchi nel soffitto; ed è più o meno quello che stanno facendo alle Molinette.
Per quanto riguarda il problema del case-mix alle Molinette, l'attuale Direttore generale, che giustamente il collega dei Democratici, Costantino Giordano, ha denunciato perché non è nemmeno in grado di vigilare affinch la gente non muoia negli ascensori, probabilmente, è un problema che non si è posto seriamente, oppure non avete ragionato seriamente.
Noi, in Commissione, abbiamo approvato un ordine del giorno, che poi è stato riportato in Consiglio, che chiedeva per le Molinette la redazione di un progetto. Il Direttore Odasso ne aveva presentato una parte che, nella sua miseria - in qualche modo, chiederemo che venga rispettato - viene richiamato nell'interpellanza che abbiamo presentato. Il problema del case mix è il problema delle Molinette: o questo piano di razionalizzazione viene fatto sul serio, oppure le Molinette tradiscono la loro mission.
Noi ci rendiamo conto che l'Ospedale Molinette rappresenta contemporaneamente tre aspetti: è un ospedale territoriale per la zona su cui insiste, è la principale sede di insegnamento ed è un ospedale di eccellenza; ma si deve essere in grado di gestire questa contraddizione e trasformarla in una risorsa. Alla fine, è tutto qui; per governare si intende trasformare i problemi in risorse. Se si è in grado di trasformare i problemi in risorse, si è dei bravi governanti; se, invece, si è in grado di trasformare i problemi in situazioni croniche, si è soltanto degli infami spettatori, dei notai o qualcosa di peggio.
Alle Molinette stiamo assistendo ad una situazione di questo genere: non siamo in grado di effettuare questa trasformazione.
Ho visto il piano presentato dal Direttore generale, che, come sempre si sbilancia poco, però, al momento di acchiappare soldi, è il più bravo come al momento di causare disavanzi. Non è bravo, come dice il Consigliere Giordano, ad aggiustare gli ascensori, ma ad acchiappare soldi sì. Chissà forse ha dei rapporti di parentela ideologica particolare con questa Giunta, fatto sta che li acchiappa bene. Però, il piano che ha presentato non fa giustizia del case-mix, perché gli interventi di riduzione, ancora una volta di economia, di risparmio e non di razionalizzazione, colpiscono in modo indifferenziato quella che è l'eccellenza da quelli che sono reparti che, in qualche modo, qualcuno dovrebbe spiegarci e giustificare.
In particolare, Assessore, questa benedetta cardiochirurgia che esegue solo 45 interventi, mentre il privato è accreditato per 1.200 interventi non vi crea qualche problema?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Inizio dalla cardiochirurgia.
La cardiochirurgia delle Molinette ha eseguito una decina di interventi...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Sono due le cardiochirurgie.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Sì, la cardiochirurgia del professor Di Summa ha fatto una serie di interventi; l'altra cardiochirurgia, in realtà, ne ha fatti meno, per penso che il problema, di qui a qualche giorno, verrà risolto perché...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Ci è stato detto quattro anni fa.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

No, perché c'è una nuova equipe di cardiochirurghi che occuperà il quinto piano, quindi il mio auspicio è che la cardiochirurgia delle Molinette possa elevarsi a livello europeo non solo per la qualità, ma anche per il numero degli interventi.
Per quanto riguarda il case-mix devo dire che, in realtà, le cose stanno andando molto meglio. Il case-mix rappresenta la difficoltà ad eseguire gli interventi e un'azienda ospedaliera dovrebbe avere un case-mix superiore all'uno per essere un'azienda degna di tale nome. Adesso siamo già all'1,2, per cui le cose vanno molto meglio rispetto ad un recente passato, perché si sta dando importanza all'alta specialità, mentre gli interventi di base devono essere eseguiti altrove.
Collega, da medico, le devo dire che le difficoltà non sono di poco conto, perché al cittadino che vuole andare alle Molinette per essere operato di appendicectomia non si deve dire che lì non deve fare l'appendicectomia perché è un bel problema.
Quello che, invece, si deve realizzare sollecitamente è un day-surgery ottimale, perché tanti interventi di chirurgia possono essere effettuati in un giorno, senza occupare in modo improprio i posti letto.
Un altro aspetto che è cambiato alle Molinette è la durata del ricovero. Nel 1996, c'erano sette giorni di attesa prima di qualsiasi intervento, adesso le cose vanno molto meglio.
Per quanto riguarda l'intervento della spesa negli ultimi anni, ci sono delle grosse attenuanti, per l'attuale direttore generale, ma anche per il direttore generale che ha preceduto l'attuale, il commissario lombardo perché l'incremento di spesa negli ultimi anni si deve imputare soprattutto alla necessità che la direzione aziendale ha dovuto affrontare per portare i livelli assistenziali e i compiti formativi aziendali a quelli richiesti sia dall'utenza che dalle norme vigenti.
In particolare, è stato affrontato il problema della carenza infermieristica, del turnover eccessivo, nonché la mancanza di informatizzazione - questa è un'altra cosa che è stata risolta quasi completamente - e la necessità di aumentare la manutenzione al patrimonio edile e strumentale, anche al fine di mettere a norma le strutture nel suo insieme.
Devo dire, rispondendo così anche a un quesito del collega Giordano che l'azienda sta predisponendo la progettazione esecutiva per la sostituzione di 33 ascensori montaletti e montapersone, per un importo complessivo di 7 miliardi e 150 milioni, coperti dal finanziamento dell'art. 20, secondo fase. Rilevo, tuttavia, una cosa strana: questi ascensori quotidianamente si bloccavano; da quando è stato assunto un gruppo di vigilantes, questi ascensori improvvisamente non si bloccano più com'era successo in un passato recentissimo.
Attualmente la manutenzione ordinaria integrale di emergenza degli impianti elevatori dell'azienda è stata aggiudicata per due anni ad una ditta specializzata con l'obbligo di intervento entro dieci minuti dalla segnalazione. Presso gli impianti considerati più critici sono stati posizionati cartelli riportanti le istruzioni circa il corretto utilizzo degli impianti stessi in relazione alla capienza massima.
La situazione degli ascensori delle Molinette è sicuramente un'emergenza alla quale, alla luce di quanto ho detto, si sta cercando di porre rimedio sollecitamente.
L'attività di ristrutturazione dei reparti per il riammodernamento delle strutture e l'umanizzazione dei ricoveri ha portato ad una riduzione dei posti letto sia ordinari che in day-hospital, perseguendo l'ottimizzazione delle risorse economiche e la riorganizzazione dell'attività orientata verso l'alta specialità.
L'orientamento dell'attività all'alta specialità ha indotto anche un diffuso impiego di protocolli terapeutici con l'utilizzo di farmaci di ultima generazione, indiscutibilmente più efficaci in alcune patologie, ma decisamente più costosi.
Oltre alla cardiochirurgia, vi sono alle Molinette altre specialità prima fra tutte i trapianti. I trapianti di fegato con il Professor Salizzoni ci pone al primo posto in Europa, per numero ma direi anche per qualità. Indubbiamente, doverosamente anzi, quest'attività dev'essere supportata in modo ottimale dalla Regione. Anche per i trapianti di rene andiamo bene. Per quanto riguarda i trapianti di rene e pancreas, che si effettuano dall'estate dello scorso anno, sono stati fatti quattro trapianti; due di questi trapiantati li ho conosciuti personalmente e godono di ottima salute. Tutto questo fa parte degli oneri e dell'impegno di spesa che sicuramente è diverso che per le altre aziende.
Per quanto riguarda i farmaci, trattandosi di farmaci innovativi ottenuti con nuove tecnologie, quali, per esempio, l'ingegneria genetica il loro costo è spesso molto elevato, riuscendo, in alcuni casi, a superare il milione di lire per unità terapeutica.
Lo sviluppo dell'attività chirurgica meno invasiva ha determinato un costante e correlato aumento del costo per presidi sanitari e per materiale monouso. La relazione di accompagnamento alla manovra 2001 presentata dal direttore generale evidenzia un progressivo riordine strutturale e organizzativo dei servizi con una riduzione di 144 posti letto ripartiti fra le diverse strutture.
Anche qui, lei lo sa benissimo, collega Riggio, essendo un ospedale di insegnamento, coesistendo università e ospedalieri, le problematiche aumentano di molto. Rilevo, tuttavia, che l'università e gli ospedalieri assieme stanno facendo sì che quelle che erano in passato problematiche anche gravi, che portavano nocumento addirittura agli assistiti, stanno per essere risolte e devo dire, altresì, che - la cosa vale anche per il San Luigi - dall'anno prossimo l'università contribuirà alle spese di natura strettamente sanitaria. Per cui, ritengo che sia una cosa positiva sia per il San Luigi che per le Molinette.
Vi è stata una ridefinizione delle funzioni e dei compiti delle diverse strutture organizzative. Vi è stata la evidenziazione del ruolo dell'azienda sanitaria ospedaliera quale ospedale di riferimento per l'alta specialità, un migliore coordinamento con i presidi di ASL per le specialità diffuse di base. Le azioni intraprese comportano la diminuzione dell'attività di ricovero ospedaliero e il mantenimento di quella ambulatoriale, l'aumento dei costi per il personale, l'acquisto di beni e servizi. La programmazione aziendale delle attività prevede, inoltre, in parziale contraddizione con gli obiettivi della manovra, un aumento di 138 unità di personale, oltre al turnover, che possono produrre effetti economici negativi anche per gli anni futuri.
Al punto 5) si chiede lo stato di avanzamento dell'art. 20.
A tal riguarda, le opere sono realizzate al 90%. Devo altresì comunicare al Consiglio che dopo le elezioni verrà inaugurata la palazzina nota sotto il nome "FIO", dove sarà trasferita l'oncologia e ai piani inferiori ci sarà tutta la parte farmaceutica dell'azienda ospedaliera delle Molinette.
Lo stato di avanzamento dei lavori della seconda fase dell'art. 20 è a buon punto. Sono state approvate dal CROP n. 16 interventi in data 7 marzo 2001. Le restanti opere sono in fase di progettazione.
Sul punto 7) ho già risposto per quanto riguarda gli ascensori.
Al punto 8), per stabilire le responsabilità organizzative e gestionali che hanno determinato il grave disagio dei pazienti e degli operatori nella distribuzione del vitto dopo l'assegnazione dell'appalto alla ditta Gemears Cusin S.r.l., si chiede quali richieste siano state inoltrate dal direttore generale al risarcimento del danno subito, nonché quali servizi siano stati potenziati a seguito del rinserimento del personale dipendente non più adibito a tale attività.
Relativamente a questo punto, dalle informazioni agli atti dell'Assessorato, risulta che il disservizio si è limitato alla sola giornata del 16 marzo, avvio del nuovo servizio, e che sono stati prontamente assunti provvedimenti atti a scongiurare conseguenze negative.
In particolare, è stato costituito un nucleo di valutazione composto dalla direzione sanitaria, dall'economato e dal servizio di dietetica. Il personale, in accordo con le organizzazioni sindacali, è stato adibito secondo le proprie mansioni, a servizi vari all'interno dell'azienda ove esistono carenze.
Al punto 9), per verificare il raggiungimento degli obiettivi realizzati dal direttore generale, come richiesto nell'ordine del giorno approvato all'unanimità dal Consiglio regionale, di questo ordine del giorno, per la verità, non ho traccia. Comunque, l'auspicata verifica...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Sul programma con cui si presentava il direttore generale.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Comunque l'auspicata verifica degli obiettivi raggiunti dal direttore generale sarà affidata al servizio ispettivo, coadiuvato dalle figure professionali indispensabili a effettuare i sopralluoghi, tenendo conto dei programmi già avviati e considerando attentamente gli esiti dell'attività di autocontrollo effettuata dall'apposita unità operativa istituita dalla direzione.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 683 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Manica Placido, Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani, Tapparo, Saitta, Chiezzi e Moriconi inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASO OIRM/S. Anna di Torino: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'ultima interpellanza, la n. 683, relativa al S.Anna.
Intanto comunico ai Consigliere che concluso l'argomento relativo alla sanità, terminerà anche la seduta odierna.
Domani mattina la seduta inizierà alle ore 10.30, mentre alle ore 10.00 è fissata - lo comunicherò ancora prima della fine della seduta - una riunione coi Capigruppo, per programmare i lavori della giornata di domani.
Proseguiamo, quindi, con l'interpellanza n. 683.
La parola al Consigliere Riggio per l'illustrazione.



RIGGIO Angelino

Per quel che riguarda il S. Anna, vale, naturalmente in modo diverso la questione che è stata sollevata per le Molinette. A parte il fatto che Assessore, ci sarebbe un po' da rivedere quello che è il nostro quadro delle eccellenze, questa futura memoria per la redazione del piano sanitario regionale. Le eccellenze, in qualche modo, dovrebbero essere tutte collegate tra di loro e non inserite nelle ASL. Parlo ad esempio dell'allocazione impropria nella ASL 3 dell'ospedale Amedeo di Savoia dell'allocazione impropria nella ASL 1 dell'oculistica, e situazioni analoghe.
Inoltre varrebbe la pena che parlassimo anche della rete oncologica.
Non voglio girare il coltello nella piaga. Tra l'altro, Assessore, per quanto riguarda la rete oncologica - e lo dico una volta tanto prodomomea come medico di famiglia - non sognatevi di fare una rete oncologica che non arrivi al territorio, perché siamo noi medici di famiglia che facciamo la diagnosi dei tumori e siamo noi che accompagniamo queste persone alla morte. E non si può fare una rete oncologica che prescinda dal rapporto con i medici di famiglia e soprattutto con la questione del territorio e dei distretti. Non si fa così la rete oncologica.
Detto questo, la questione del Sant'Anna e Regina Margherita riguarda due questioni di un certo rilievo. La questione del Regina Margherita ci richiama al problema generale della pediatria e della carenza di pediatri.
Il collega Caracciolo ha insistito molto su questa vicenda e vorremmo sapere a che punto siamo. Bisogna che il Regina Margherita smetta di essere l'ospedale generalista rispetto a tante vicende e diventi esclusivamente un ospedale di eccellenza. E' così complicato immaginare che le aziende sanitarie di eccellenza, in qualche modo, costruiscano delle convenzioni con gli ospedali territoriali per poter garantire l'aggiornamento professionale e il corretto flusso delle utenze, in base alle esigenze e ai percorsi di salute, in modo da garantire la differenziazione dell'accesso? Altrimenti abbassiamo inevitabilmente il livello, che pure è ottimo, di un ospedale come il Regina Margherita.
Per quanto riguarda il Sant'Anna, la situazione della clinica è sicuramente ad un livello molto elevato; mentre per quanto riguarda il Sant'Anna c'è il problema grossissimo del decentramento dei punti-parto che significa andare a ragionare su una rete di maternità sul nostro territorio, che sicuramente deve trovare il suo punto di eccellenza nel Sant'Anna. Però non è possibile che quando facciamo i certificati di idoneità sportiva per i bambini, sono quasi tutti nati a Torino. Sono nati tutti a Torino! Allora bisogna ragionare seriamente sul decentramento dei punti nascita, e ragionare seriamente su una rete di punti nascita che, ancora una volta, come per la rete oncologica, non può non arrivare sul territorio.
C'è una proposta di legge presentata dalle colleghe Manica e Suino per quanto riguarda il parto a domicilio che è un nostro contributo, ancora una volta consociativo - perché ci sentiamo dire anche queste cose. Noi offriamo le nostre idee alla Giunta, ma non buttate a mare i nostri contributi per costruire una sanità migliore. Noi facciamo il nostro dovere come oppositori, e come ha potuto constatare l'Assessore lo facciamo molto bene, ma nello stesso tempo abbiamo a cuore il problema; non seguiamo la logica del "tanto peggio tanto meglio", anzi stiamo dando il nostro contributo affinché la nostra sanità si salvi.
Certe volte abbiamo l'impressione che siate voi a seguire la logica del "tanto peggio tanto meglio" per giustificare una filosofia dell'emergenza che è quella che vi permette di non dialogare con i sindaci che non siano accompagnati dagli Assessori, come i bambini che devono essere accompagnati dai genitori.
Siete voi che inseguite la logica dell'emergenza per parlare poco con i cittadini. Non ce la farete a governare contro il Piemonte. Avete vinto le elezioni, ma non ce la farete a governare contro il Piemonte!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Mi permetta, Presidente, di fare una considerazione di ordine generale.
Ringrazio i Consiglieri dell'opposizione, che hanno dato un contributo propositivo in questi tre giorni. Per quanto riguarda il sottoscritto sicuramente farò tesoro delle cose sulle quali addirittura c'è ampia condivisione. E' chiaro che alcune altre questioni, vuoi per il periodo particolare, vuoi per la posizione doverosa dell'opposizione, hanno avuto una certa strumentalizzazione, per cui era naturale che ci fosse, ma non mi riguarda più di tanto.
Inoltre, collega Riggio, spero che questa Giunta possa governare con il Piemonte e per il Piemonte, non contro il Piemonte. E' un impegno che il Presidente Ghigo professa quotidianamente e mette in pratica quotidianamente, quindi è un impegno trasferito ad noi Assessori e spero proprio che possa essere così nei prossimi quattro anni. Quindi, guidare per e con il Piemonte, non contro il Piemonte.
Il problema Sant'Anna e Regina Margherita è, in realtà, un problema vuoi per il fatto che devono entrambi specializzarsi come Azienda ospedaliera di eccellenza, vuoi per il fatto che il reparto di ostetricia e ginecologia ha tre unità operative ospedaliere e quattro unità operative universitarie. In un'azienda avere sette unità operative è un qualche cosa che crea sicuramente delle diseconomie ed altresì crea delle fibrillazioni.
Anche il problema del Regina Margherita è simile, perché vi sono due pediatrie ospedaliere e tre pediatrie universitarie. La relazione di accompagnamento alla manovra 2001 presentata dal Direttore generale evidenzia la necessità di ridurre l'attività di base, incrementando l'alta specialità.
Per quanto attiene il parto a domicilio, devo dire al collega che, tre anni fa, avevo adottato una deliberazione che spingeva a che il parto venisse riconsiderato un atto fisiologico e non una patologia, come purtroppo oggi è ricorrente. E' chiaro che ci vogliono determinate precauzioni, perché anche il parto che apparentemente può sembrare il più naturale, può riservare delle sorprese; per cui il parto a domicilio, con le dovute precauzioni, va sicuramente incentivato.
Il Direttore generale oltre alla necessità di ridurre l'attività di base, incrementando l'alta specialità, ha proposto un progressivo riordino organizzativo finalizzato all'efficienza del sistema, una maggiore appropriatezza dei ricoveri e il potenziamento dell'attività di day surgery, il contenimento della spesa per attività non sanitarie, e le azioni intraprese devono comportare la diminuzione dell'attività di ricovero ospedaliero e l'aumento di quella ambulatoriale, la drastica riduzione dei costi di beni e servizi e la razionalizzazione della spesa per quanto riguarda il costo del personale.
Al punto 5), che fa sempre riferimento all'art. 20, devo dire che le opere sono state completate nel 2001 per quanto riguarda la prima fase. Lo stato di avanzamento dei lavori della seconda fase è il seguente: le opere sono in fase di progettazione.
Per quanto riguarda il punto 6), per individuare le responsabilità che hanno determinato negli anni scorsi un notevole incremento di spese e conseguente deficit in bilancio regionale, e quanto questo realmente abbia inciso rispetto alla produttività aziendale ed all'incremento delle prestazioni in termini qualitativi e quantitativi, devo dire che l'Azienda ospedaliera è composta di due presidi monospecialistici: ostetrico ginecologico (il Sant'Anna) e pediatrico (il Regina Margherita), che si trova ad operare in un contesto determinato dal Piano sanitario generale nel quale entrambe le specialità trovano una collocazione diffusa sul territorio regionale.
Come logica conseguenza, l'Azienda si è trovata in una situazione nella quale, a fronte di un calo di attività programmata, aumentavano i casi di emergenza e le complicanze anche per trasferimenti da parte di altre Aziende sanitarie, con conseguente aggravio di costi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Assessore, per cortesia, "strumentale" lo dica a qualcun altro, noi non lo possiamo accettare. Possiamo ricevere di tutto, ma non accettiamo assolutamente questo, perché non è nel nostro stile, mio e di tutti i colleghi del mio Gruppo, dopo anni di lavoro svolto insieme. Riporti un solo fatto che giustifichi l'uso di questo aggettivo, altrimenti, per cortesia, se lo riprenda!



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

E' ripreso, collega.



PRESIDENTE

E' terminato l'esame delle interpellanze.
Rimangono ora da esaminare gli ordini del giorno collegati alle interpellanza inerenti la sanità: ordine del giorno n. 70 "Programmazione sanitaria", presentato dai Consiglieri Suino, Riggio, Placido e Manica ordine del giorno n. 238 "Richiesta di indagine ispettiva presso l'Azienda sanitaria ospedaliera San Giovanni Battista di Torino" presentato dai Consiglieri Giordano, Moriconi, Caracciolo, Di Benedetto Chiezzi, Papandrea e Contu ordine del giorno n. 251 "Delibere della Giunta in ordine alla programmazione sanitaria assunte in data 7 gennaio 2001" presentato dai Consiglieri Manica, Riggio e Moriconi.
L'ordine del giorno n. 70 è da considerarsi superato.
Diamo per illustrati tali ordini del giorno e procediamo con il parere della Giunta.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Come ha detto il Presidente del Consiglio, l'ordine del giorno n. 238 presentato dal Consigliere Giordano ed altri, può essere recepito. Invece così come ha dichiarato precedentemente il Presidente Ghigo, la Giunta regionale non ritira le delibere presentate dal sottoscritto e votate dalla Giunta stessa in data 7 gennaio 2001, in ordine alla programmazione sanitaria.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Procediamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 238, presentato dal Consigliere Giordano, il cui testo recita: "Visto che negli ultimi quattro mesi del 2000 presso l'ospedale Molinette si sono registrati oltre mille guasti agli ascensori ed ai montacarichi, come rilevato dalla consulenza tecnica disposta dal procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Torino, dott.
Raffaele Guariniello , che, rilevata la mancanza di un corretto approccio all'organizzazione del servizio, ha sollecitato la Regione Piemonte ed il Servizio di Igiene e Sicurezza del Lavoro ad adottare i provvedimenti del caso, fermi restando gli esiti dell'inchiesta penale al momento in corso Visto che in data 5 marzo 2001 presso l'ambulatorio di Ematologia dell'ospedale Molinette i pazienti presenti, dopo vana e protratta attesa sono stati rinviati alle proprie abitazioni a causa dell'impossibilità di procedere agli esami previsti per effetto dell'assoluta mancanza di aghi per 'l'aspirato midollare' e per la 'biopsia molecolare', con conseguente grave disagio per soggetti già colpiti da gravi patologie ematologiche Visto il ripetersi di casi di aspergillosi e di legionellosi presso l'ospedale Molinette, imputabili essenzialmente alla assoluta inadeguatezza della rete idrica, risalente ad oltre sessant'anni or sono Visto che è stato riscontrato come presso l'ospedale San Vito ricompreso sotto la direzione dell'Azienda sanitaria ospedaliera San Giovanni Battista di Torino, sia prassi comune trasportare i pazienti utilizzando l'ascensore adibito al trasporto dei cadaveri nella sala mortuaria e le vivande nel montacarichi destinato, invece, ai rifiuti allorché si verificano guasti ai due ascensori in esercizio, che risultano il più delle volte inutilizzabili o malfunzionanti Visto che il servizio mensa, predisposto presso l'ospedale Molinette dalla ditta aggiudicataria del relativo appalto per i prossimi nove anni Gemeaz Cusin, ha rilevato notevoli carenze tanto da richiedere la predisposizione di un servizio di scorta a cura dell'Arma dei Carabinieri al fine di accelerare la consegna dei pasti preparati Considerati tutti gli altri innumerevoli casi di disservizio verificatisi presso l'Azienda sanitaria ospedaliera San Giovanni Battista di Torino, che mostrano, nel loro complesso, come la direzione dell'Ente sia ben lungi dall'ispirarsi ai criteri di imprenditorialità individuati dall'Assessorato regionale alla sanità come base e fondamento dell'azione amministrativa in campo sanitario Considerata la rilevanza costituzionale riconosciuta al diritto alla salute, da intendersi anche come qualità e funzionalità nei servizi e nelle prestazioni erogate ai malati, della cui pazienza e del cui spirito di sopportazione non è lecito abusare sine die il Consoglio reginale A) impegna il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente a disporre un'immediata indagine ispettiva nei confronti della direzione dell'Azienda sanitaria ospedaliera San Giovanni Battista di Torino e ad adottare tutti i provvedimenti del caso, compresa la rimozione del direttore, dott. Luigi Odasso, là dove fosse riscontrato che i disservizi lamentati siano imputabili a precise responsabilità e/o a cattiva gestione B) ritiene il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente personalmente e direttamente responsabili circa l'esito dell'attività ispettiva disposta e del suo immediato riscontro all'Assemblea Consiliare." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Verifico la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n. 18 Consiglieri, anziché n. 28 (in congedo n. 5 Consiglieri).
Comunico che la votazione dell'ordine del giorno n. 238 sarà ripetuta nella seduta di domani.



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