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Dettaglio seduta n.88 del 10/04/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Costa Enrico, Ghigo, Leo Marengo, Pedrale, Salerno e Scanderebech.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Procedo personalmente, così come mi è stato richiesto informalmente dal collega Deorsola, ad effettuare l'appello nominale per la verifica del numero legale.
Constato che non è garantito il numero legale, essendo presenti n. 12 Consiglieri. Di conseguenza, la seduta è riaggiornata alle ore 10,45.



(La seduta, sospesa alle ore 10.15 riprende alle ore 11.00)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Proseguimento trattazione "Piani aziendali delle ASL e delle ASO in Piemonte": interpellanza n. 673 inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASL 20: responsabilità indicatori e soluzioni" interpellanza n. 674 inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASL 21: responsabilità indicatori e soluzioni"; interpellanza n. 675 inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASL 22: responsabilità indicatori e soluzioni" presentate dai Consiglieri Riggio Suino, Manica, Placido, Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani, Tapparo, Saitta Chiezzi e Moriconi.


PRESIDENTE

Passiamo alla trattazione del punto 3) all'o.d.g.: "Piani aziendali delle ASL e delle ASO in Piemonte".
Come richiesto dal Consigliere Muliere, cominciamo con l'esame dell'interpellanza n. 673, relativa all'ASL 20.
La parola al Consigliere Muliere per l'illustrazione.



MULIERE Rocchino

Poiché le tematiche sono simili, vorrei illustrare le tre interpellanze (ASL 20, 21 e 22), in modo tale che l'Assessore possa unificarle in un'unica risposta.
Naturalmente gli interrogativi e il riferimento all'ASL di Alessandria Tortona, di Casale-Valenza e di Novi-Tortona sono gli interrogativi e le preoccupazioni comuni alle altre ASL del Piemonte che sono state qui espressi dai colleghi, illustrando le altre interpellanze.
Innanzitutto devo dire che c'è una contraddizione evidente in quanto stabilito nella delibera della Giunta del 7 gennaio in riferimento all'indicazione ai Direttori generali di "tagliare" soprattutto sui ricoveri ospedalieri e non sul territorio.
Dai dati evidenziati, leggendo i piani presentati dai Direttori generali, si capisce che questa tendenza, questa indicazione non viene rispettata. Basta leggere cosa accadrà rispetto ai piani presentati dall'ASL 20 in riferimento all'assistenza domiciliare: si prevede una diminuzione di 334 milioni, una diminuzione di 130 milioni per quanto riguarda i centri diurni socio-terapeutici e soprattutto una diminuzione del 50% per quanto riguarda l'assistenza residenziale in psichiatria passando da 8 miliardi e 350 milioni a 3 miliardi e 879 milioni.
L'Assessore potrà convenire con me che questa è una diminuzione pesante per quanto riguarda un'attività come quella dell'ASL 20, che si è caratterizzata in particolar modo in questo settore.
Ma andiamo, per esempio, all'ASL 22. Oltre alla diminuzione di 3 miliardi sui ricoveri, per quest'anno viene prevista una diminuzione per l'assistenza domiciliare, passando dai 2043 casi del 2000 ai 1500 per quest'anno, e così una diminuzione per quanto riguarda alcuni progetti già finanziati.
Qui siamo di fronte ad una tendenza che preoccupava soprattutto noi delle opposizioni, che denunciavamo non soltanto una diminuzione e un taglio dei ricoveri, ma soprattutto un pericolo: quello di un taglio all'assistenza e alla cura sul territorio.
Ma io vorrei porre alcune questioni all'Assessore, sperando che nella sua risposta possa chiarire i dubbi che ci sono, in particolar modo per quanto riguarda due grandi questioni.
La prima. Mi riferisco all'ASL 21, un'ASL che forse non ha grandi progetti perché il Direttore generale a maggio dovrebbe lasciare il suo incarico. Nella sua relazione, il Direttore denuncia che non ha potuto fare molto perché ci sono decisioni politiche assunte da altri - mi chiedo qual è la funzione dei Direttori generali - in riferimento all'attività della Casa di Cura Sant'Anna in particolar modo e al Mauriziano di Valenza, che nel corso degli ultimi anni hanno aumentato la spesa di parecchi miliardi.
C'è una forte preoccupazione a Valenza rispetto al futuro del Mauriziano; vorrei che l'Assessore potesse rassicurare i cittadini della città di Valenza sul futuro di questo ospedale.
L'altra grande questione che io vorrei sollevare è la seguente. Due settimane fa ho assistito all'inaugurazione, insieme all'Assessore e ad altri Consiglieri, della TAC dell'ospedale di Ovada. L'Assessore in quell'occasione ha rassicurato gli ovadesi che l'ospedale, pur essendo un piccolo ospedale - con funzioni da ospedale di montagna, com'è stato detto dovrebbe essere salvaguardato. Bene, questo ci ha fatto piacere e ha fatto piacere agli ovadesi. Ma c'è un'altra questione che riguarda quell'ASL e che io vorrei che fosse chiarita.
Da tempo si parla in modo sbagliato - perché è un dibattito poco chiaro sull'ipotesi della costruzione di un nuovo ospedale tra la città di Tortona e la città di Novi Ligure.
L'Assessore, in un colloquio informale, mi ha riferito che questa ipotesi non ha nessun fondamento; sta di fatto, che il dott. Morgani, che è il Direttore, mi pare, responsabile dell'Agenzia Sanitaria regionale, in una riunione con i Dirigenti dell'ASL 22 di pochi giorni fa, ha dichiarato che l'ipotesi di questo ospedale è ormai una cosa fatta.
Mi chiedo dunque come sia possibile una tale contraddizione tra le cose che si dicono e quelle che si fanno.
In questi ultimi mesi l'Ospedale di Tortona ha praticamente ristrutturato tutti i suoi reparti e a luglio, probabilmente, verrà inaugurato il reparto di rianimazione.
A Novi si sta ampliando l'Ospedale (dovrebbe arrivare un finanziamento di circa 12 miliardi).
Mi chiedo dunque: cosa stiamo facendo? Stiamo spendendo miliardi per ristrutturare degli Ospedali e, nello stesso tempo, si sta percorrendo l'ipotesi della costruzione di un nuovo ospedale? Poiché questa affermazione è stata fatta dal Responsabile dell'Agenzia sanitaria regionale, mi chiedo che cosa ne pensi l'Assessore, che cosa pensi la Giunta: cioè, si decide di spendere dei soldi per ristrutturare degli ospedali, nello stesso tempo si decide di tagliare e di costruire un nuovo ospedale, non facendo chiarezza e creando allarmismo e confusione tra i cittadini delle città di Tortona e Novi Ligure.
Di questa idea si tratta di parlarne, di parlarne con chiarezza e non in questo modo. Credo che l'Assessore oggi debba rispondere.
Probabilmente i giornali non ne parleranno, ma stia tranquillo Assessore, che se lei darà una risposta chiara, ci penserò io, insieme al nostro Gruppo, a chiarire cosa sta succedendo nella città di Novi e nella città di Tortona rispetto a questa nuova idea.
La prego di rispondere e di rispondere in modo chiaro.



PRESIDENTE

Collega Muliere, credo che lei abbia già illustrato anche le altre interpellanze relative alle ASL della Provincia.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo per partecipare anch'io a questa illustrazione, perché è veramente insopportabile, a mano a mano che andiamo avanti su queste delibere, vedere che c'è un effetto su tutte le ASL del Piemonte identico rispetto alla manovra che l'Assessore ha proposto.
Anche in questo caso, il Direttore generale parla di riduzione di personale.
Affermare che i tagli non provocano una diminuzione del servizio è una grossa bugia, perché se voi leggete tutte queste relazioni, in ognuna di queste c'è: taglio di personale (secco); taglio di prestazione, nonch quello slittamento verso il non ricovero, verso le prestazioni che sono trasportate verso livelli di sicurezza inferiori, verso le dimissioni precoci, che è preoccupante, Assessore! E' inammissibile! Le comunità protette psichiatriche si riducono per almeno 20 unità, ma avevate detto che sulle fasce della psichiatria, dell'assistenza non ci sarebbero stati dei tagli! Invece ci sono! Come fate a continuare a resistere in una situazione in cui i Direttori generali, quelli nominati da voi, vi fanno capire che non ce la fanno? Anche il Direttore generale dell'ASL 19, alla fine, dice: "Guardate che dovrò tagliare i servizi", perché ha fatto una relazione in cui taglia il personale di 200 unità. Taglia di qua, taglia di là, e alla fine dice: "Se poi non ce la farò, Assessore, non si potrà che incidere sull'offerta di servizi", offerta di servizi sulla quale già sta incidendo! Queste delibere sono da ritirare, Assessore! Le ritiri! Ritirate queste, gli obiettivi di razionalizzazione non sono negati dai Direttori generali e non sono nemmeno negati dai Sindaci, perché i Sindaci le hanno detto che sono ben d'accordo sulla razionalizzazione della spesa sull'evitare le duplicazioni, ma sono d'accordo in un clima di programmazione generale, non da un giorno all'altro! Lei ha costretto all'emergenza questo settore della sanità. Esca dall'emergenza! Dia degli obiettivi per il prossimo anno! Avvii il Piano sanitario! Per fare questo, Assessore, deve anche dimettersi, perché un Assessore che per sei anni ha condotto la sanità da una situazione di pareggio ad una situazione di deficit che è stato nascosto, - adesso viene accertato improvvisamente dice ai Direttori: "Tagliate, altrimenti vi licenzio" - è un Assessore che non ha la credibilità di procedere su una strada di programmazione! E' un Assessore dimezzato!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Molto serenamente, e una volta per tutte, devo dire che mai la Regione Piemonte ha chiuso il bilancio della sanità in pareggio, collega Chiezzi (le farò avere la documentazione): solo che c'era il ripiano a piè di lista e le cose andavano avanti in un determinato modo.
Inoltre, ho detto molto esplicitamente la volta scorsa che, se tutte le Regioni d'Italia hanno sforato di 34.000 miliardi, c'era qualche motivo. Io non voglio dire che la colpa è del Governo o dell'Assessore o dei Direttori generali, ma ritornare su questo mi pare veramente cosa non simpatica.
E' di ieri sul Sole 24 ore un articolo completo di uno schemino, da cui si evince che la sanità del Piemonte nel 1999 ha speso qualche cosa come 1600 miliardi in meno dell'Emilia Romagna, regione che ha gli stessi abitanti del Piemonte; ha speso percentualmente qualche cosa come 7 punti in meno della Toscana. Ma - ripeto - discutere di queste cose quando non si vuol sentire è inutile.
Che poi ci siano delle cose che in Piemonte non sono andate bene, che la programmazione abbia avuto qualche difetto e così via è tutto da discutere e da verificare.
Ritorno all'interpellanza. Il collega Chiezzi ha fatto riferimento all'ASL 19, quella di Asti. Debbo dirvi da subito, così come è mio costume che in questa manovra noi abbiamo evidenziato che tre ASL hanno effettivamente dei problemi rispetto alle altre.
Queste tre ASL sono, fondamentalmente, quella di Alba-Bra, la n. 19 di Asti e in parte quella di Ivrea.
Per quanto riguarda il punto 1) dell'interpellanza relativa all'ASL 19 non per volermi ripetere, ma anche questa è programmazione passata, perch se in ogni territorio, in ogni ASL c'è un ospedale, almeno di questo la colpa non è mia.
Anche nell'ASL 19 si rileva la presenza di due ospedali che rappresentano indubbiamente una criticità storica all'interno dell'Azienda...



PRESIDENTE

Scusi, Assessore, mi spiace interromperla. E' vero: il collega Chiezzi si è soffermato sull'ASL 19, però le rammento che è stata illustrata l'interpellanza relativa all'ASL 20 e che torneremo sulla 19.
Se ricorda, ho chiesto il suo assenso rispetto alla richiesta del Consigliere Muliere di discutere le interpellanze relative alle ASL 20, 21 e 22, facenti parti del territorio di Alessandria.
Chiudiamo dunque la Provincia di Alessandria e poi torneremo alle ASL che prima abbiamo saltato, tra la 18 e la 20, quindi la n. 19, per poi proseguire oltre.
Mi scusi: ho preferito riportare nei termini previsti quanto avevamo iniziato a fare stamani.
Siamo all'ASL 20.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Anche Asti in realtà fa parte dello stesso quadrante. Comunque, l'ASL 20 è l'ASL territoriale di Alessandria-Tortona.
Per quanto riguarda i punti 1) e 5) dell'interpellanza, si rileva che l'Azienda paga l'insufficiente sinergia in atto fra i presidi del quadrante, soprattutto con l'ASO di Alessandria, e tenta pure di garantire con le proprie strutture, anche mediante l'attivazione di nuove specialità l'assistenza ai propri cittadini per la quasi totalità delle patologie.
Pur in presenza di funzioni assegnate all'Azienda dal PSR l'applicazione delle norme di programmazione regionale, avrebbe dovuto indurre l'Azienda stessa a verificare, a livello di quadrante, la convenienza a fornire tali cure autonomamente, ovvero ad avvalersi dei presidi di altre Aziende.
Per quanto riguarda il punto 2) si richiamano alcune delle considerazioni sviluppate nella premessa della deliberazione di Giunta del 29/3 u.s. che riporto: "Il bilancio dell'Azienda riporta il finanziamento regionale assegnato pari a 235 miliardi. Gli oneri contrattuali per la dirigenza e le convenzioni uniche nazionali per l'anno in corso sono stati quantificati in 12,872 miliardi, importo da verificare e validare come finanziamento regionale".
L'assegnazione regionale, se confermati gli oneri contrattuali, risulta essere di 247 miliardi e 872 milioni, richiedendo sulla base dei dati economici del preconsuntivo 2000 un recupero di circa 17 miliardi pari al 6,48%.
La relazione di accompagnamento della manovra 2001 presentata dal Direttore generale evidenzia: "lo sviluppo dell'attività di day-surgery e di quella ambulatoriale; una maggiore collaborazione tra i dipartimenti e con le ASO e i presidi del quadrante; la definizione del budget di distretto e il mantenimento dei livelli di assistenza e l'attività domiciliare e la distribuzione diretta di farmaci".
A proposito del budget di distretto devo dire che ieri sera è stata approvata la deliberazione con la quale si annulla quell'ultimo periodo presente nella deliberazione madre, e si parla non più di "budget di distretto con l'attribuzione al singolo medico della quota di spesa possibile, ma di budget di distretto globale".
Le azioni intraprese per l'ASL 20 comportano: l'aumento dell'attività sia di ricovero ospedaliero che ambulatoriale lo sviluppo della residenzialità per disabili e lieve decremento della residenzialità per tossicoalcoldipendenti criticità in ordine alla residenzialità per anziani per l'esiguità delle risorse impegnate. La situazione della zona va valutata per il numero di anziani che eccede, così come nella zona di Novi, che è l'ASL che presenta percentualmente il numero maggiore di ultrasessantacinquenni.
Evidenzia inoltre come azioni intraprese la riduzione dei costi per l'assistenza farmaceutica e i beni e servizi.
La rappresentanza dei sindaci esprime preoccupazione sulla riduzione dei finanziamenti regionali ed esprime giudizio positivo nei confronti degli impegni assunti dalla ASL.
Al punto 6 gli interpellanti chiedono se sia attivo il Dipartimento materno-infantile. Il Dipartimento materno-infantile è stato costituito con deliberazione aziendale n. 2038 del 28/11/97. Quindi, il Dipartimento materno-infantile è attivo.
Con il punto 7 invece si vuole sapere se sia attivo il Dipartimento di salute mentale. Il Dipartimento di salute mentale dell'ASL 20 è stato istituito nel marzo 97 e si configura quale Dipartimento interaziendale facente capo all'ASL 20 medesima e all'ASO di Alessandria, presso la quale ha sede l'SPDC.
Il Dipartimento è articolato in due unità modulari; alla prima unità modulare fanno capo il centro di salute mentale di Tortona, il quale garantisce l'assistenza specialistica su tutti i Comuni del distretto di Tortona e tramite i punti ambulatoriali di Felizzano e Castellazzo Bormida e su tutti i Comuni del distretto di Alessandria, ad eccezione del Comune di Alessandria. Due comunità protette di tipo A e tipo B dotate di 20 posti letto ciascuna con sede in Alessandria e un centro diurno in Alessandria.
Fanno capo alla seconda unità modulare il centro di salute mentale di Alessandria, il quale garantisce l'assistenza specialistica sul territorio del Comune di Alessandria; l'SPDC ubicato nell'ASO di Alessandria. E' stato inoltre avviato un progetto di due nuclei gruppo appartamento nel Comune di Alessandria per n. 8 pazienti.
Al punto 8 gli interpellanti chiedono se sia attivo il servizio di trasporto per il centro dialisi. E' stato istituito da lungo tempo il servizio di trasporto da e per i centri dialisi aziendali di altre strutture sanitarie. I dati attuali evidenziano un'attività di trasporto sviluppata su 6 giorni settimanali riguardante circa 80 pazienti, 61 nel distretto 1 e 19 nel distretto 2.
Il punto 9) chiede qual è lo stato di avanzamento dei lavori degli interventi previsti dalla D.G.R. n. 32 del 30 ottobre 2000 "Edilizia sanitaria - seconda fase".
Lo stato di avanzamento di questi lavori è il seguente: Presidio ospedaliero S. Giacomo di Tortona, è stata inviata il 18/12/2000 la richiesta di approvazione per quanto riguarda la radiologia.
Le altre opere sono in corso di progettazione.
Al punto 10) si chiede quale sia l'incidenza dell'ADI. Circa il punto 10 l'ASL 20 ha trattato in cure domiciliari nel corso del 2000 2487 casi che superano in realtà le previsioni regionali per il 2003; di poco, ma le superano.
Così come in altre ASL, l'ASL 20 dichiara un costo per caso al di sotto delle previsioni regionali, lire 1.964.000 a fronte di lire 5.688.000 indicato dalla Regione per tale tipologia di attività. E' evidente che le patologie inserite nel ciclo di cura ADI sono diverse da quelle previste dalla Regione e sono inseriti i semplici accessi infermieristici.
Al punto 11) si vuole sapere quale sia l'incidenza della residenzialità psichiatrica. A fronte di un fabbisogno stimato, ai sensi del vigente PSR e del Progetto Obiettivo nazionale della Salute Mentale, in 46 posti letto residenziali e in comunità protette e in comunità alloggio equivalente a 12,5 posti-letto ogni 10.000 abitanti, l'incidenza della previsione aziendale per il 2001 sulla popolazione dell'ASL è di circa 4 posti letto ogni 10 mila abitanti, pari a 76 posti-letto. Quindi, c'è un numero di posti-letto maggiore sia rispetto alle previsione del PSR sia rispetto al Progetto Obiettivo nazionale della Salute mentale.
Tale dato previsionale sarà oggetto di un monitoraggio trimestrale tenendo conto che nel piano di attività aziendale, sotto la voce programmatica "assistenza residenziale psichiatrica" sono stati conteggiati i posti-letto in residenzialità psichiatrica e non soltanto quelli in comunità protetta.
Il Consigliere Muliere chiedeva delucidazioni sull'ipotetico - e l'aggettivo già dà una risposta - ospedale di Novi-Tortona.
C'è stata un'ipotesi in tal senso fatta dagli amministratori dei Comuni di Novi e di Tortona, recepita anche dal Direttore generale dell'ASL 20, ma noi non abbiamo avuto ad oggi nessuna richiesta ufficiale, per cui effettivamente l'ospedale di Novi-Tortona è ipotetico, e ancorché lo stesso potrebbe andare nell'ottica di una razionalizzazione, è veramente prematuro parlare di questo ospedale. Probabilmente tra 10 anni potrà esserci sicuramente un ospedale di Novi-Tortona, ma nell'immediato assolutamente no.
Il collega ha fatto riferimento anche ad Ovada. Ovada rappresenta uno degli ospedali di più recente costruzione. Voi sapete che siamo ad 80 anni di media regionale come strutture ospedaliere, invece quella di Ovada è veramente "giovane".
Ribadisco quanto ho detto nell'occasione della mia visita ad Ovada: Ovada, ad oggi, nella bozza di piano, è catalogata tra gli ospedali di montagna, quindi tra gli ospedali che avranno le funzioni di base, che resteranno in capo all'ASL anche se con il futuro piano venissero approvate le distinzioni tra acquirente e produttore.
In capo alle ASL resterebbero gli ospedali di montagna o gli altri tipi di strutture di cui si parla spesso (il country-hospital, l'ospedale gestito da medici o il week-hospital) che sono sperimentate in varie parti d'Europa e per le quali bisogna fare doverosamente un pensiero anche qui in Italia.
Per quanto riguarda invece l'ASL 21 di Casale la manovra aziendale non richiede recuperi, rispetto al 2000, stante un differenziale positivo di circa 1,3 miliardi, pari allo 0,62%. Il Direttore Generale dell'ASL, che come lei ha detto, lascerà la direzione il 28 maggio per raggiunti limiti d'età - ha già avuto un anno di proroga lo scorso anno - ha evidenziato nella sua relazione di accompagnamento alla manovra, quanto le comunico: una riduzione dei posti letto, l'utilizzo sul territorio del personale, sia medico che infermieristico reso disponibile dalla chiusura dell'ospedale sviluppo del modello dipartimentale-distrettuale del sistema budgetario aumento dell'integrazione con l'ospedale Mauriziano di Valenza sensibilizzazione dei medici di medicina generale ospedaliera nello svolgimento dell'attività prescritta, necessità di maggiore finanziamento per il mantenimento dei posti letto in RSA-RAF.
In estrema sintesi, le azioni intraprese comportano una diminuzione delle attività di ricovero ospedaliero, l'aumento di quelle ambulatoriali e il mantenimento dei livelli assistenziali per le fasce deboli.
Questo è quanto sottoscrive il Direttore Generale dell'ASL 21.
La Conferenza dei Sindaci ha espresso preoccupazione per i tagli ed ha auspicato un appropriato governo della domanda sanitaria, con riduzione dei tempi e delle liste d'attesa.
L'interpellanza dei colleghi chiede, al punto 5), qual è la situazione dell'edilizia sanitaria.
La natura delle opere strutturali riguarda essenzialmente interventi di adeguamento a norma di sicurezza anche tramite la ristrutturazione e l'umanizzazione delle strutture. In particolare: il potenziamento e l'ampliamento dei servizi ospedalieri di Casale Monferrato (primo lotto) sostituzione delle coperture in amianto; ristrutturazione del DEA; messa a norma degli impianti elettrici; adeguamento alle norme anti incendio interventi di umanizzazione; ristrutturazione muri di cinta; realizzazione del distretto sanitario e del poliambulatorio a Moncalvo; messa a norma e ristrutturazione del poliambulatorio di Casale, in via Palestro potenziamento ed ampliamento dei servizi di Casale Monferrato (secondo lotto); rifacimento della rete dell'impianto di riscaldamento realizzazione impianti condizionamento acqua ed elettricità ristrutturazione blocco operatorio.
In tal senso, l'esistenza e il conseguente miglioramento dei presidi in oggetto, peraltro mai posti in discussione, indipendentemente dall'organizzazione e dall'attività svolta, necessita comunque degli interventi indispensabili per gli adeguamenti alla normativa vigente.
Per l'ospedale Mauriziano di Valenza non è stata segnalata, ad oggi nessuna preoccupazione riguardante il mantenimento dello stesso. Si sottolinea, però, la necessità di una maggiore integrazione, in futuro, tra Casale e Valenza per evitare duplicazioni che possono essere ovviate.
Questo, ad oggi è l'unico problema riguardante Valenza.
Al punto 6) si chiede la conoscenza dello stato di avanzamento dei lavori dei suddetti interventi e se questi siano congruenti al cronogramma della delibera del 30 ottobre 2000.
Lo stato di avanzamento dei lavori della I fase dell'art. 20 è il seguente: le opere sono state completate. Lo stato di avanzamento dei lavori della II fase dell'art. 20 è il seguente: le opere sono in corso di progettazione.
Al punto 7) si chiede quale sia l'incidenza dell'ADI. L'ASL 21 ha trattato, nel corso del 2000, 1.152 casi, dato superiore alle previsioni regionali del 2003 (si erano previsti 908 casi). Anche in quest'ASL il costo per caso è al di sotto delle previsioni regionali ed è di lire 2.235.000 a fronte di lire 5.688.000.
Anche per quanto riguarda l'ASL 22 (Novi-Acqui-Ovada) abbiamo la presenza di tre ospedali.
Per quanto riguarda il punto 2), comunico alcune considerazioni sviluppate nella premessa della D.G.R. del 29/3/2001.
Il bilancio dell'Azienda riporta il finanziamento regionale assegnato con D.G.R. del 7/1/2001 pari a lire 275 miliardi. Gli oneri contrattuali sono di lire 14,651 miliardi, pertanto il totale dell'assegnazione regionale per il 2001 è pari a lire 289,651 miliardi.
La manovra 2001 richiede, rispetto al 2000, un recupero di circa 4 miliardi di lire, pari all'1,23%.
La relazione di accompagnamento alla manovra del 2001, presentata dal Direttore Generale, si sostanzia nei seguenti punti: una migliore integrazione fra l'attività del DEA e quella dei medici di famiglia, al fine di un più appropriato ricorso al Pronto Soccorso e al circuito ambulatoriale; una maggiore integrazione con l'Azienda Sanitaria Ospedaliera di Alessandria e il rinforzamento e l'integrazione dell'attività ospedaliera con quella territoriale; il potenziamento dell'attività di prevenzione; l'utilizzo di posti letto e delle risorse sul modello dipartimentale.
Le azioni intraprese comportano una diminuzione dell'attività di ricovero ospedaliero, l'aumento di quello ambulatoriale ed il mantenimento dei livelli assistenziali per le fasce deboli.
Sull'area della salute mentale si rileva un lieve decremento di posti letto ospedalieri in SPDC, non ricondotti a posti in Day Hospital, che sarà oggetto di monitoraggio ed analisi, tenendo presente l'indice tendenziale previsto dalla normativa vigente in materia nonché il tasso di utilizzo dei posti letto.
Il Direttore Generale ci comunica che a questo decremento di posti letto ospedalieri in SPDC farà riscontro - ovviamente non per la sintomatologia acuta della patologia psichiatrica - un aumento di posti letto per quanto riguarda case alloggio.
Preso atto che la manovra aziendale 2001 richiede, rispetto al preconsuntivo 2000, un recupero di circa 4 miliardi, si ritiene che l'ASL 22 non necessiti di risorse aggiuntive. La rappresentanza dei Sindaci ha auspicato, nella sua relazione, il mantenimento dei livelli assistenziali sul territorio.
Anche in questa interpellanza viene chiesto qual è lo stato di avanzamento dei lavori degli interventi di edilizia sanitaria.
Per l'Ospedale San Giacomo di Novi Ligure: costruzione di un nuovo blocco operatorio di terapia intensiva e centrale di sterilizzazione in ampliamento. Per l'ospedale di Acqui Terme: lavori di adeguamento alle norme di prevenzione incendi.
Il conseguente miglioramento dei presidi in oggetto, peraltro mai posti in discussione, indipendentemente dalla realizzazione dell'attività svolta necessita comunque degli interventi indispensabili per gli adeguamenti alla normativa vigente.
Peraltro, ai sensi della legge Merloni ter l'Azienda ha presentato, nel mese di marzo c.a., il programma triennale degli interventi in edilizia coerenti con le previsioni gestionali proposte in attuazione della manovra sanitaria per l'anno 2001.
Il Nucleo di Valutazione dell'Assessorato sta verificando la congruità degli interventi proposti per l'assegnazione definitiva dei finanziamenti necessari.
Al punto 7) viene chiesto se l'incidenza di 8 ambulatori/laboratori per 10.000 residenti sia considerata adeguata.
Il Direttore Generale ci comunica che questa incidenza può ritenersi adeguata.
Viene chiesto, inoltre, quanti posti in ADI ci sono nell'ASL 22.
L'ASL 22 ha trattato in cure domiciliari, nel corso del 2000, n. 2.043 casi, dato che supera di molto le previsioni regionali, che erano di 1198 casi. Questo proprio per la collocazione orografica dell'ASL e per il numero di cittadini con più di 65 anni di età. Anche qui il costo per ogni singolo caso è leggermente al di sotto delle previsioni regionali (3 milioni e 35 mila).
E' evidente che le patologie inserite nel ciclo di cura ADI sono diverse da quelle previste dalla Regione, sono inseriti i semplici accessi infermieristici. La Commissione regionale per le cure domiciliari sta elaborando appositi indirizzi inerenti percorsi clinici attivabili dai servizi di cura domiciliare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocchino

Quando affermiamo che la decisione di attuare un piano finanziario per razionalizzare la spesa non va in quella direzione, ma soltanto di tagliare, di creare confusione, di essere arrivato in ritardo, dimostriamo che non c'è stata programmazione nel passato, e nemmeno ci sarà per il futuro, nella sanità piemontese.
Quando ancora "La Stampa" di questa mattina nella cronaca di Alessandria appare il titolo "guerra tra gli ospedali per gli infermieri: timori a Casale" (ormai gli ospedali si "rubano" i primari e gli infermieri o, addirittura, si assumono infermieri spagnoli per curare i cittadini italiani che, per carità, va benissimo), vuol dire che non si è fatto nulla per programmare anche in questa direzione. Vuol dire che stiamo vivendo in una situazione di confusione totale, ragion per cui c'è bisogno di chiarezza.
Io ho fatto l'esempio dell'ipotetico, come ha detto l'Assessore, nuovo ospedale tra Novi e Tortona: la prego, bisogna fare chiarezza da questo punto di vista. Se un funzionario, che fa riferimento all'Assessorato alla Sanità, in una riunione ufficiale con dirigenti dell'ASL 22 dichiara che ormai quell'ospedale è una cosa fatta, non siamo di fronte ad un'ipotesi ma ad un'affermazione chiara. Non si può dire è prematuro, un ospedale non si costruisce in tre mesi, ma in anni. Bisogna decidere, adesso, che cosa accadrà nei prossimi anni. L'Assessore non può dire che questa è soltanto un'ipotesi, bisogna avere il coraggio di dire ai cittadini di Novi, di Tortona e agli amministratori che non hanno fatto richiesta, se questo è un ospedale che va fatto oppure no. Si può anche decidere di realizzare l'ospedale, si può anche affermare, perché è comodo, che quegli ospedali non vanno chiusi, ma gli ospedali possono morire poco a poco. Quando gli ospedali muoiono in questo modo, allora si cercano altre soluzioni.
Ripeto, c'è bisogno di chiarezza, c'è bisogno di intervenire nel modo più efficace e nel più breve tempo possibile. Siamo in ritardo. Quando leggo un'affermazione, una constatazione fatta dal Direttore Generale dell'ASL n. 20 in cui si dice che la spesa farmaceutica si è incrementata nell'anno 2000 di 9 miliardi rispetto al '99 (ricordo che c'era ancora il ticket che con la nuova finanziaria per il 2001 il Governo ha eliminato) vuol dire che non si è fatto nulla per evitare che quella spesa venisse incrementata in quel modo in un solo anno. Non voglio attribuire responsabilità al Direttore Generale, ma questo vuol dire che non c'è stata un'iniziativa capace di ridurre la spesa negli anni che hanno preceduto la manovra attuata dalla Regione Piemonte. Una manovra come questa va contro la programmazione e va contro l'idea di razionalizzazione. Verificheremo a maggio quando ci saranno i primi conti, tagliare può essere anche facile ma doloroso: i risultati si vedranno nei prossimi mesi.
Le relazioni dei Direttori Generali affermano che si taglia anche rispetto all'assistenza domiciliare: questo è un dato preoccupante! Lo ha affermato l'Assessore, come anche i direttori generali, che nella provincia di Alessandria vive una delle più alte percentuali di anziani (forse dopo Trieste è la più alta d'Italia). Decidere in questo settore è una grande responsabilità che vi dovete prendere e che avrà ripercussioni negative soprattutto nei prossimi mesi.
Quando ci sono persone con più di 65 anni che hanno bisogno di assistenza domiciliare, tagliare in questa direzione è un fatto estremamente grave che voglio sottolineare e denunciare. E' una scelta sbagliata che dimostra che state compiendo un'operazione matematica e di tipo ragionieristico. Se non fosse così, bisognerebbe fare altre scelte magari potenziare o tagliare da altre parti. E' solo di questa mattina una notizia apparsa su La Stampa che recita: "I lussi dell'ASL n.22: 122 automobili e un miliardo e mezzo di telefono". Questa è la spesa che occorreva controllare invece di tagliare l'assistenza domiciliare. Questo è l'esempio di una gestione un po' leggere.
L'Assessore D'Ambrosio non ha risposto ad una mia interpellanza presentata nei mesi scorsi sul comportamento di quel Direttore Generale che oggi dirige un'altra ASL in Liguria: se avessimo parlato prima di come veniva gestita l'ASL n. 22, forse non saremo di fronte a queste denunce.
Ripeto, 122 automobili, non si sa per fare che cosa, e 1 miliardo e mezzo di spese telefoniche. Oggi, invece, discutiamo sui tagli all'assistenza domiciliare. Questa è una grave responsabilità che pesa sulla Giunta e sull'Assessore.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

La situazione si complica sempre di più. L'Assessore ha detto: "Non è vero che non sapevamo che la sanità era in deficit, ma solo che si ripianava a piè di lista". Questo non è vero perché lo Stato non ha mai ripianato a piè di lista, tant'è che ha sempre dato finanziamenti insufficienti a coprire le spese propabili. Questo era un chiaro segnale dello Stato che diceva: "A piè di lista non voglio più pagare". Forse lo Stato, in presenza di deficit, ha ripianato fino al '99 le altre Regioni e la Regione Piemonte ha avuto, in conseguenza del denaro versato dallo Stato, la necessità improvvisa di segnare a bilancio un mutuo di 350 miliardi, cose che le altre Regioni non hanno fatto perché i deficit erano trasparenti e da voi erano negati.
Oggi si dice che questa situazione di deficit era nota all'Assessore D'Ambrosio, se la situazione era nota all'Assessore, sarà stata nota anche ai Direttori Generali. Cosa avete fatto voi e i Direttori Generali in una situazione di deficit che conoscevate, per programmare un assetto della sanità capace di contenere i costi a parità di servizi. Avete fatto niente! Se si leggono queste relazioni dei direttori generali in certi momenti vin voglia di dire "ma questo direttore generale dov'era? Le cose che ha scritto adesso erano scritte nell'incarico, negli obiettivi che aveva un direttore generale! Ma cos'ha fatto fino adesso per razionalizzare? Ma dov'era questo direttore generale?" Era là dove voi l'avete nominato! E dove voi, dopo averlo nominato, l'avete magari anche premiato, perché gli avete dato anche i premi di produzione! E adesso ci si sveglia e si dice "attenzione! bisogna razionalizzare tutto!" Però queste sono parole ("razionalizzare tutto"), i fatti sono "farò, trasporterò un po' di visite e un po' di cure dall'ospedale agli ambulatori": no grazie, Assessore! No grazie! Perché questa decisione "più day-hospital, più cure ambulatoriali" può essere accettata in una linea di programmazione del servizio sanitario non in una linea di taglio, perché in una linea di taglio vuol solo dire che sarò curato peggio! Non meglio! Perché il passaggio improvviso da una situazione di ricovero, di intervento ordinario, in una situazione di day hospital, quel cambio improvviso non piace, non mi fido! Vuol dire che poteva essere fatto prima, e allora se non è stato fatto prima, come mai non punite il direttore generale non dandogli i premi? Se voi ritenete che per scorrettezza amministrativa e per cattiva capacità manageriale un direttore generale per sei anni non ha fatto in day-hospital ciò che doveva essere fatto, va sanzionato e gli si dice "caro direttore generale il premio non te lo do, ti rimuovo". Non si può accettare, Assessore, proprio lei che è anche medico, che di punto in bianco un direttore generale si accorge che adesso fa tutto in day-hospital e fa tutto in ambulatorio.
Perché non l'ha fatto prima? Allora vien da pensare che adesso lo fa solo perché ha davanti a sé l'unico obiettivo di risparmiare, anche sulla pelle dei pazienti! Lei dovrebbe respingere le deliberazioni in cui si accorge che in conseguenza di una necessità di taglio economico, il direttore generale dà l'ordine ai medici "adesso scaricate tutto sul day-hospital e sugli ambulatori". Dovrebbe respingerle queste cose! E chiedere conto perché non è stato fatto prima! E se invece poteva essere fatto prima e adesso ha un senso, dovrebbe rimuovere il direttore generale. Invece tutto questo non accadde.
Vede, Assessore, che le cose si complicano nel verso che la responsabilità vostra è netta e il modo in cui voi volete affrontare un problema di difficoltà di gestione della sanità è un modo sbagliato, che porta gli utenti a disporre, dal 7 gennaio in avanti, dopo queste delibere di un servizio sanitario che sulla loro pelle cerca di risparmiare delle risorse.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 672 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani, Tapparo, Saitta, Chiezzi e Moriconi inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASL 19: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interpellanza n. 672 relativa all'ASL n. 19.
La parola al Consigliere Riggio per l'illustrazione.



RIGGIO Angelino

Assessore, io mi rifaccio a una specie di leit-motiv che incontriamo in moltissime relazioni e lei stesso ne ha dovuto dare atto, che si ritrova nella relazione del direttore generale, dottor Di Santo che all'ultima pagina dice: "La Conferenza dei Sindaci in data 5 febbraio u.s. ha approvato due documenti, allegati alla presente relazione: uno relativo al servizio di continuità assistenziale, l'altro di carattere generale che tra l'altro evidenzia la preoccupazione che anche con l'attivazione di tutte le misure di razionalizzazione da intraprendere, non sia possibile ottenere un contenimento dei costi nella misura corrispondente a quella stimata dalla Regione per l'anno 2001. Ciò anche a causa di assegnazioni finanziarie che comportano per l'azienda recuperi di molto superiori alla media regionale.
Questa preoccupazione è anche della Direzione generale". E così via. Il direttore generale in pratica fa propria la preoccupazione dei Sindaci.
Dicevo che è un leit-motiv perché praticamente non c'è stata Conferenza dei Sindaci, se non qualcuna particolarmente addomesticata, che non si sia espressa contro questa questione dei tagli. E i direttori generali non hanno potuto fare a meno di evidenziare che una cosa di questo genere sta creando soltanto un grandissimo scompiglio.
Oltre a quello che dice qui con molto garbo il dottor Di Santo, voglio citare quello che dice il direttore del San Luigi di Orbassano che proprio oggi ha un minimo di spazio sui giornali per l'apertura di nuove sale operatorie. Il direttore del San Luigi dice: "Il finanziamento a disposizione ci permette a malapena di sopravvivere, ma sopravvivere in questo momento potrebbe anche voler dire entrare in uno stato precomatoso nel quale sarebbe poi impossibile ricreare la dignità del lavoro nella nostra azienda".
Il direttore dell'Azienda Ospedaliera S. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria dice: "Ora che ci troviamo in pieno sviluppo, che il ricambio di dirigenti di struttura complessa sta terminando, anche questo con operazioni assai difficili e impopolari, ci si chiede di interrompere quello che la logica e le attese della popolazione si aspetterebbero, cioè il completo sviluppo di tutte le attività specialistiche che un'azienda ospedaliera nazionale deve garantire per numero e qualità. Tutto ci dovremo dimenticarcelo e dovremo assistere allo spettacolo di cittadini che emigreranno verso le Regioni limitrofe dalle quali in questi anni avevamo recuperato una cospicua parte della mobilità passiva preesistente oppure saranno inviati presso strutture private concorrenti alle quali non ci si risulta siano stati imposti tagli di bilancio e contingentamento di produzione".
Io non lo so: voi veramente siete convinti che potete continuare a governare la sanità contro tutto e contro tutti! Contro i Sindaci che si sono espressi tutti contro; contro le circoscrizioni, perfino quelle di centro-destra, che si sono espresse contro di voi! Contro i vostri stessi Consiglieri regionali che fanno il gioco delle parti: qui in Consiglio alzano la manina per dire "difendiamo questi tagli e difendiamo questo Assessore" e poi sul territorio dicono "non ci fidiamo di questa Giunta state tranquilli, non si farà nulla di quello che è stato scritto".
Continuate a governare contro le associazioni dei medici, contro le associazioni degli infermieri, contro gli stessi primari ospedalieri che si sono espressi contro. Tra l'altro le cose che avete detto, cioè che gli interventi di carattere strutturale, quelli sulla criticità, vengono rimandati al Piano Sanitario Regionale, in realtà dimostrano come sia vero quello che dice più avanti il dottor Di Santo che in pratica con queste delibere non si riuscirà a risparmiare, se non si toccano le criticità. Ma voi non le volete toccare perché avete prima davanti le elezioni! E il fatto di dire questo è un'affermazione, se ci pensate, ancora più grave! Perché se non avete il coraggio e la forza di intervenire sulle questioni strutturali e di criticità, è una ammissione di fatto che voi sapete dove state colpendo, su quello che apparentemente non si vede perché complici i giornali, complici i media, se non tocchi l'ospedale, sembra che non si sia toccato nulla! Chiedo scusa al Consigliere Muliere, che prima è intervenuto, se non ho potuto ascoltare le cose molto interessanti che ha detto su Alessandria perché stavo ricevendo una delegazione, anzi non una delegazione, tutti i medici del Servizio di psichiatria di Nichelino (i dottori Arnaud, Azzei Audisio, Beccati, Belfiore, Bracco, Cicorella, Cornali, Di Benedetto Gallarato, Marangon, Massara, Polesello, Re, Rolfo, Saraceno, Scalici Spagnolini, Tenconi, che mi hanno portato personalmente una lettera in cui c'è scritto: "Gli scriventi operatori del Centro di salute mentale dell'ASL 8, sede di Nichelino, con la presente intendono portare a conoscenza della Signoria Vostra in indirizzo, la situazione che si è venuta a determinare in seguito ai provvedimenti deliberativi emessi nel gennaio scorso dalla Regione Piemonte riguardanti drastici tagli alla spesa sanitaria. In conseguenza di questi provvedimenti le Amministrazioni delle ASL hanno imposto un ridimensionamento preoccupante delle prestazione nei confronti dell'utenza a fronte di standard che già in precedenza presentavano difficoltà ben note a chi si occupa di salute mentale. Gli operatori di questa sede intendono evidenziare il tentativo della nostra Amministrazione di ridurre i livelli di prestazione e la qualità della stessa con provvedimenti gravanti su di un'utenza debole, pur essendone stata assicurata più volte la tutela da parte dei vertici regionale tramite dichiarazioni pubbliche. Nella fattispecie, rileviamo che la mancata sostituzione di un medico psichiatra a tempo pieno ha indotto alla chiusura degli ambulatori di Candiolo, None e Vinovo, frequentati dai pazienti impossibilitati a raggiungere la sede principale di Nichelino, costituenti un valido presidio e punto di ascolto nonché un riferimento territoriale. Inoltre, dal 10/05/2001 la Dirigenza dell'ASL 8, con modalità del tutto unilaterale ha deciso la sospensione del rapporto di convenzione esistente da anni con l'ASO S. Luigi di Orbassano che prevedeva l'erogazione di prestazioni del personale medico e infermieristico, con conseguente disponibilità di un determinato numero di posti letto riservato all'utenza della nostra sede. E' da rilevare che il nuovo servizio di salute mentale di Moncalieri, che dovrebbe rappresentare la futura sede di ricovero, pur prevedendo l'istituzione di almeno 17 posti letto, risulta attualmente dotato di soli 8 posti letto, quindi non in grado di accogliere un bacino di utenza cospicuo come quello dall'area di Nichelino. Ciò determina la perdita di un repartino di competenza che garantisce in breve tempo il ricovero in situazioni di acuzie. Ne consegue che pazienti, parenti e personale infermieristico sono costretti ad estenuanti trasferimenti in ambulanza per effettuare i ricoveri nei nosocomi piemontesi disponibili, pregiudicando in particolare il rapporto utente-operatore e il collegamento tra i servizi. Questa situazione, dalle connotazioni assistenziali inquietanti, è esasperata dai provvedimenti sopracitati, che hanno indotto altresì un drastico ridimensionamento dell'inserimento in comunità, con pesantissime ripercussioni sui progetti terapeutici per i pazienti.
Rimanendo naturalmente a disposizione per ogni possibile chiarimento ecc. ecc.



PRESIDENTE

Consigliere Riggio, la invito a concludere.



RIGGIO Angelino

Ho finito.
Non so, Assessore. Ma, al di là delle questioni politiche, umanamente come si sente lei?



PRESIDENTE

Bene, possiamo passare all'interpellanza successiva...



RIGGIO Angelino

No, Presidente, voglio la relazione!



PRESIDENTE

Chiedo scusa, è stata una mia svista! Prego, Assessore, a lei la parola.



(Commenti dei Consiglieri Ghiglia e Riggio fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Per quanto riguarda il punto 2, riferisco alcune delle considerazioni sviluppate nella premessa della delibera n. 242598 del 29/03/2001.
Il bilancio dell'azienda riporta il finanziamento regionale che è di 347 miliardi, cui vanno aggiunti i 15 miliardi degli oneri contrattuali.
L'assegnazione regionale 2001, se confermati gli oneri contrattuali risulta essere di 362 miliardi e 29 milioni, richiedendo sulla base dei dati economici del preconsuntivo 2000 un recupero di 36,7 miliardi, pari al 9,19%. In realtà, questa è l'ASL che dovrebbe fare il recupero maggiore.
Abbiamo detto che la cosa ci è nota e che sarà valutata nel momento opportuno, quello della verifica trimestrale. La relazione di accompagnamento alla manovra del 2001, presentata dal Direttore generale evidenzia la riduzione di posti letto e di ricoveri, il riordino di tre ospedali mediante la concentrazione dell'attività per acuti nei due presidi di Asti e di Nizza, e il mantenimento temporale delle attività di riabilitazione a Canelli in attesa della gestione diretta da parte di un soggetto terzo.
Questo soggetto terzo è l'INAIL che vorrebbe attivare a Canelli 90 posti letto di riabilitazione.
La razionalizzazione dell'attività di ricovero nel presidio di Asti, lo sviluppo delle cure domiciliari e la riduzione di posti letto in comunità psichiatriche con contestuale avvio di "gruppi-appartamento", il contenimento della residenzialità con equilibrio tra la domanda e il costo complessivo dell'assistenza, ivi comprese forme alternative e la messa a disposizione di 13 posti letto per dimissioni protette, con il coinvolgimento di medici di medicina generale; la rinegozziazione di rilevanti contratti di acquisti attraverso l'attivazione di nuove procedure di acquisto stesso, gestione esterna dei magazzini, la ricollocazione del personale eccedente sul territorio.
Le azioni intraprese comportano fondamentalmente il mantenimento delle attività di ricovero ospedaliero e ambulatoriale, il mantenimento del livello assistenziale per anziani, disabili e tossico-alcool dipendenti.
Vedete, questo è quanto ci scrivono i Direttori generali. Noi lo verificheremo. Tra le altre cose, sapete che il 16 gennaio il Presidente Ghigo ha emanato una deliberazione, indirizzata al sottoscritto, perch verificassi che non vengano penalizzati i servizi socio-assistenziale.
Il Direttore generale della ASL 19 evidenzia una riduzione di costi dei beni e dei servizi. La Conferenza dei Sindaci richiede soprattutto il ridisegno del sistema sanitario astigiano.
Il punto 5) chiede la situazione dell'edilizia sanitaria e dell'ospedale di Asti. In realtà, la parte strutturale dell'ospedale è pressoché finita. Inizierà, da qui a non molto, l'attivazione delle attrezzature e dei supporti tecnologici della struttura. Il Direttore generale della ASL mi comunicava, stamattina, che spera che il tutto possa essere ultimato nel secondo semestre dell'anno prossimo. Per cui teoricamente (dico "teoricamente" perché possono manifestarsi degli imprevisti) per fine anno 2002 il nuovo ospedale di Asti dovrebbe andare in funzione.
Il punto 6) fa richiesta dello stato di avanzamento dei vari interventi dell'art. 20, il punto 7, invece, fa riferimento alla situazione dell'assistenza domiciliare integrata nell'ASL 19. Quest'ASL ha trattato in cura domiciliare, nel corso del 2000, 667 casi e per il 2001 prevede d'incrementare l'attività portando i soggetti assistiti a 1200, il che rappresenta, rispetto alle indicazioni programmate per il 2003, indicate dalla Regione per la stessa Azienda in 1555 casi, il 77% dei casi previsti.
Anche qui, però, l'ASL dichiara un costo per caso al di sotto delle previsioni regionali.
E' evidente che le tipologie inserite, anche qui, sono i semplici accessi infermieristici.
Il punto 8) chiede quale sia l'incidenza della residenzialità psichiatrica. L'incidenza della residenzialità psichiatrica sulla popolazione complessiva dell'ASL è corrispondente al fabbisogno regionale stimato ai sensi del vigente PSR, del Progetto Obiettivo nazionale Tutela della salute mentale. I posti in residenzialità psichiatrica sono 50, 50 posti residenziali in comunità protette e in comunità alloggio, equivalente a 2,5 posti letto ogni 10.000 abitanti, che era la percentuale indicata col PSR.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

A proposito del taglio all'ASL 19 di Asti, mi chiedo che fine ha fatto la quota capitaria.
Fra l'altro, in merito a questo, sono curioso di conoscere cosa ci pu dire l'Assessore Cotto che, oltre ad essere Assessore all'assistenza, è residente ad Asti. Soprattutto la chiamo in causa quale Assessore all'assistenza.
Vede, Assessore, il fatto di questi incredibili tagli, non intervenendo sulle questioni strutturali, come ho cercato di dimostrare prima citando questo caso che fa ribollire il sangue - perché quando mi si dice che non vengono toccati i servizi territoriali non corrisponde alla verità e di questi casi, se si avesse la voglia di andare a guardare non le carte, ma di andare a girare territorio per territorio, quanti ne troveremmo, e quanti ne troveremo! I Direttori generali saranno costretti a fare questo si interviene su queste tre questioni. L'ho già denunciato in altre occasioni: sono i servizi nuovi che vengono completamente tagliati e cassati, ma non se ne accorge nessuno. Ci sono le questioni che riguardano il turn over, quindi la quotidianità della gente, le liste di attesa che si allungano, l'umanizzazione che si perde - penso che all'Assessore all'assistenza questo dovrebbe stare particolarmente caro. Poi, sono gravi i tagli alle prestazioni, che presentano un alto costo unitario, che sono proprio quelle con forte integrazione sanità e assistenza, come per i servizi psichiatrici.
Quando, di fatto, la quota capitaria è saltata, e non si capisce perché, è stata una delle cose peggiori che sono state fatte.
Sono sempre stato dell'idea che la quota capitaria andrebbe pesata, ma il peso della quota capitaria andrebbe costruito in altro modo: sulla base di quella che è l'età media della popolazione, sulla base della patologia prevalente e sulla base della complessità dell'intervento. E' così che andrebbe ricostruita la quota capitaria.
Con quale criterio, invece, è stata costruita questa quota capitaria e questo taglio che è spaventoso per questa azienda sanitaria, tanto che ad un galantuomo come il direttore dell'azienda sanitaria di Asti si fa dire: "Non so se ce la faremo"? Io posso rispondere con più libertà dei direttori generali, che sono costretti al servilismo dal vostro atteggiamento. Non corro il rischio di essere licenziato, mentre voi li avete costretti al servilismo. Tra l'altro, costruendovi dei cattivi servitori, perché, in realtà, un servitore servile è colui che ha perduto la testa, che non funziona.
Effettivamente, quindi, posso rispondere con più libertà: non ce la faranno e, alla prima verifica della Seimandi, ci dovrete venire a dire come sarà.
Non pensi di sfuggire, Assessore, forse vincerete le elezioni, forse riuscirete a nascondere una serie di cose di qui alle elezioni, ma alla verifica della Seimandi non scapperete.
Però, voglio sentire cosa dice l'astigiana Assessore Cotto, Assessore all'assistenza oltreché astigiana, sulla vicenda di Asti e su queste vicende in generale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e alla famiglia

Do la stessa risposta che ho fornito ieri quando il collega Lido Riba mi ha tirata in causa per Alba: il fatto che sia Asti non cambia assolutamente nulla.
Noi stiamo verificando e nella settimana passata, insieme all'Assessore D'Ambrosio, abbiamo svolto degli incontri, ASL per ASL, con tutti gli enti gestori di riferimento.
Ci rendiamo conto che vi sono delle difficoltà, faremo la verifica al più presto e non verrà meno l'attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, non conosco nei particolari la situazione dell'ASL 19, però colgo questa occasione per dire che ho letto sui giornali, anche sulla stampa locale, alcune informazioni sia in termini particolari e sia in termini generali.
L'Assessore e i colleghi sanno che, dopo le decisioni assunte dalla Giunta regionale il 7 gennaio, molti amministratori comunali hanno chiesto di essere ascoltati e di incontrare l'Assessore per esporre le loro ragioni, tantissimi amministratori, tantissimi sindaci, soprattutto in quelle ASL dove si parlava o si immaginava la chiusura degli ospedali.
L'atteggiamento della Giunta regionale, del Presidente Ghigo e dell'Assessore è stato di disinteresse. Nel senso che non è stata neppure assunta una posizione di attenzione, non ci sono stati incontri, quasi un atteggiamento di disprezzo istituzionale. Non so se si è ritenuto che i sindaci abbiano posto delle questioni ritenute molto localistiche oppure di scarso significato, perché gli incontri non vi sono stati.
Questo atteggiamento l'ho verificato e mi è stato segnalato in molte riunioni alle quali ho partecipato. Ieri sera, a Chieri, sono venuto a conoscenza del fatto che non vi è stata alcuna risposta da parte dell'Assessore e del Presidente Ghigo a numerosi ordini del giorno che i Consigli comunali hanno preparato e inviato alla Giunta. Mi è stata posta la seguente domanda dal Presidente del Consiglio comunale, che rivolgo a lei, Assessore: "Ma gli ordini del giorno che, come Consiglio, approviamo sulla sanità che fine fanno? Che effetto hanno?". Per la verità imbarazzato, ho risposto: "Suppongo nessuno effetto, è carta inutile, come Consiglio comunale avete discusso probabilmente una serata". Questo Consiglio comunale, dopo aver assunto queste decisioni, non ha avuto alcuna risposta da parte dell'Assessore, da parte di nessuno.
Credo che la ripresa di coscienza da parte degli enti locali sul tema della sanità venga vanificata.
Ho aggiunto, con un po' di amarezza: "Probabilmente, non solo i vostri ordini del giorno non producono alcun effetto, ma credo che anche la discussione che stiamo facendo in Consiglio regionale abbia lo stesso risultato. E' una sorta di sopportazione per alcuni rilievi che i colleghi di minoranza stanno facendo, ma, in realtà, non producono effetto".
Questo è l'atteggiamento. Noto che l'atteggiamento della Giunta e dell'Assessore è diversificato a seconda di chiede gli incontri, perché, se nella zona di Asti, come è capitato, c'è un Assessore importante, i sindaci arrivano accompagnati dall'Assessore. Sono fortunati! L'ho letto sui giornali: "I sindaci - adesso non so più di quale zona - accompagnati dall'Assessore hanno incontrato l'Assessore D'Ambrosio".
Questo è corretto, non critico la posizione dell'Assessore. Se il problema è quello di trovare una sorta di padrinaggio per essere ricevuti allora spiegateci come fare, andiamo dal Consigliere di maggioranza della zona, ci mettiamo in coda, supplichiamo il Consigliere di maggioranza: "Per favore, ricevete i sindaci, perché sono di centrosinistra, ma sono bravi e in ogni caso, al limite, hanno un atteggiamento come quello del Presidente Ghigo: al di sopra delle parti", perché il Presidente Ghigo si atteggia a questo.
Assessore, questo è grave! Ad Avigliana, c'era anche il collega Riggio, non è successo niente: n telefonate, né telegrammi, né ordini del giorno, niente. Lo faccio notare.
Lei ci consigli cosa dobbiamo rispondere. Se proporre (lo possiamo fare avremo la discussione dello Statuto), come dire, un nuovo Assessorato, un Assessorato alle intercessioni, alle raccomandazioni. Potrebbe essere una figura nuova, in sostanza, che tenga i rapporti con gli Enti locali, a cui rivolgersi per essere ricevuti dall'Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

Si consideri Assessore e faccia fare un telegramma o una telefonata al Sindaco. Io non ho mai avuto...



SAITTA Antonino

No, non ho assolutamente voglia.
Mi rendo conto della cosa, però, Assessore, c'è un aspetto da considerare, e se ci fosse il Presidente Ghigo ne parleremmo: qualche amministratore comunale continua a ritenere che è più facile essere ricevuti da un Ministro che da qualche Assessore regionale.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

Non io.



SAITTA Antonino

No, lo dico...
Pensateci, ecco, perché ho l'impressione che si stia sostituendo a un centralismo che stiamo contestando - Formigoni - un centralismo regionale.
E' grave; bisogna perlomeno rispondere agli amministratori e ai Consigli Comunali quando prendono una posizione. E' un problema di rapporti; questo è trascurato. Se il problema è delle intercessioni, vuol dire forzare il sistema. Ma non credo che tutti quanti, battute a parte, vogliamo forzare il rapporto e considerare gli Enti locali degli enti da utilizzare a seconda della convenienza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Vorrei mettere in rilievo in questa ASL un altro problema che mi sembra molto evidente, quello del rapporto tra il direttore generale e l'Assessore. E' un rapporto che, a seguito di queste deliberazioni di taglio, rivela tutta la sua problematicità. A me sembra che sia un rapporto che non funziona tanto, perché il direttore generale sembra quasi un impiegato dell'Assessore più che un manager che ha in mano la gestione di qualcosa (non dico azienda perché mi fa un po' senso, quando parlo di sanità, pensare che sia un'azienda e quindi preferisco, quando posso evitarlo). Questi direttori generali, che dovrebbero fare i manager, mi sembrano invece impiegati al servizio dell'Assessore. Perché in queste relazioni si vede una certa titubanza a dire le cose come stanno, la titubanza di chi ha un rapporto di soggezione con una persona che incarna una funzione che gli ha dato la vita: è vivo come direttore generale, in quanto c'è un Assessore che lo ha scelto e gli ha detto: "Vai, fai il manager!".
Adesso, invece, l'Assessore gli dice: "Fermati: non avrai più i soldi dell'anno scorso". E il direttore generale scrive delle relazioni in cui sussurrando e soffrendo, dice all'Assessore: "Cercherò di fare quello che non ho mai fatto" e, come in questo caso, dirà: "Certo che sarà difficile riequilibrare il sistema sanitario; certo che questa razionalizzazione avrà effetti solo il prossimo anno, quest'altra avrà effetti l'anno successivo questo avrà effetti molto parziali". Poi si conclude - e non è l'unico dicendo: "Certo che, qualora l'andamento della gestione dovesse evidenziare scostamenti - e già si è capito che ci saranno scostamenti perché li ha già sussurrati prima - allora bisognerà concordare ulteriori misure di contenimento dei costi - leggo testualmente - che non potranno, a questo punto, che incidere sull'offerta di servizi".
Questo è proprio un modo di relazionare tipico di chi accenna e allude a situazioni, non di chi, manager, in piena autonomia, risponde all'Assessore: "Non ce la facciamo, non è questo il sistema; questo taglio qui non può produrre niente. O lei programma, caro Assessore, e dà dei tempi a questa azienda per riconvertire e razionalizzare - il che vuole dire togliere ma dare, investire e disinvestire - oppure questa è una finta". Questi sarebbero manager, dei direttori che rispondono per le rime ad un Assessore che non ha mai detto loro nulla, che non gli ha mai tagliato nulla, che li ha lasciati fare e un bel giorno si sveglia e taglia. Quella sarebbe un'attività manageriale. Invece qua non è manager.
Allora, forse una riflessione va fatta sul fatto che la sanità non pu essere trattata come un'azienda, e quindi il manager non può essere tale perché nei confronti della sanità bisogna lavorare in termini di erogazione di servizi e tutela della salute più di far tornare i conti. Forse una riflessione su questa struttura che governa la sanità va fatta rivedendola, perché non funziona in nulla e non funziona nemmeno questo rapporto impiegatizio che hanno i direttori generali nei confronti dell'Assessore.
Stiamo attenti che un rapporto di quel tipo può essere anche un rapporto che pian pianino verifichiamo in qualche situazione tra i primari e i direttori generali che li hanno nominati; c'è anche qua un altro elemento; questo però è più nascosto. Bisognerebbe andare a vedere le relazioni dei primari, se le hanno fatte, in risposta ai direttori generali che gli dicono: "Taglia", perché anche lì troveremo queste stesse cose.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 676 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani, Tapparo, Saitta, Chiezzi e Moriconi inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'Ordine Mauriziano - Presidi Umberto I di Torino e Candiolo: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 676.
La parola al Consigliere Riggio per l'illustrazione.



RIGGIO Angelino

Qui siamo in presenza del taglio più grande che sia stato fatto ad una struttura ospedaliera: si parla di 55 miliardi, che corrispondono al 18,03%. Dalla relazione del direttore generale e dal piano approvato dalla Giunta risultano queste cose: il blocco delle assunzioni, il blocco del turnover in cardiochirurgia e oncologia (teniamo presente che stiamo parlando di una struttura a cui afferisce anche il centro di Candiolo), il rinvio dell'applicazione dei contratti di lavoro, la chiusura di psichiatria, la chiusura di sessuologia, la chiusura del servizio di tossicodipendenza e 13 miliardi e 847 milioni in meno per il personale infermieristico (credo che ci sia un errore qui).
Vi è, inoltre, una dichiarazione del direttore generale in merito alla questione della chiusura di psichiatria, sessuologia e il servizio di tossicodipendenza, in cui dice che il Mauriziano provvederà a un disimpegno per quanto riguarda le attività non strettamente pertinenti all'ambito ospedaliero (psichiatria, tossicodipendenza, alcoologia, sessuologia psicologia), che rimanda alle strutture territoriali.
Su come risponderanno le aziende territoriali, in particolare la 1 rimando al dibattito che abbiamo già svolto e che dimostra in quale situazione di disastro si trovino le strutture territoriali.
La riduzione del Pronto Soccorso a 12 ore per quello che riguarda alcune sedi ospedaliere minori, con una situazione attuale che prevede un'attesa dai 7 ai 45 giorni per i ricoveri, 180 giorni di attesa per la riabilitazione, dai 7 ai 360 giorni di attesa per la chirurgia, 800 giorni di attesa per l'ortopedia. Sono numeri che parlano abbastanza chiaro e che dimostrano che sarà messa in crisi una struttura piuttosto complessa. Una struttura piuttosto complessa perché riguarda contemporaneamente un grande ospedale del conurbato di Torino, che per noi è qualcosa di diverso, ma che dalla popolazione viene percepito come un pezzo del sistema ospedaliero della città, che quindi in una certa misura è complementare al Mauriziano alle Molinette, al CTO, al Sant'Anna, al Regina Margherita e alle altre strutture ospedaliere. In particolare, per quello che riguarda il territorio della 1, che non ha di fatto un'azienda sanitaria ospedaliera di riferimento, il Mauriziano ha queste caratteristiche; oltre a questo, il complesso dell'Ordine Mauriziano raccogliere altre due tipologie: si tratta di una serie di ospedali montani che sono importantissimi per le loro realtà territoriali e che di fatto vengono svuotati dall'interno - mi chiedo quando avremo un piano per la riconversione degli ospedali montani e dell'Istituto di ricovero e cura per i tumori di Candiolo.
Si colpisce, nel complesso, in modo pesantissimo il Mauriziano in questa triplice situazione. Anche qui sarà divertente vedere come si rientrerà nei conti.
Il programma che è stato fatto dalla Direzione è evidentemente un programma che penalizza quello che voi dite che invece volete tutelare ovvero l'attività ordinaria, l'umanizzazione, gli interventi nei confronti delle fasce deboli. Di fatto, nelle cifre che io ho citato invece questo non accadrà e io scommetto, anche in questo caso, che non riuscirete a far rispettare questi tagli.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Il quadro di fabbisogno per l'anno 2000, in seguito alla presentazione nel mese di marzo 2001 del preconsuntivo 2000, si modifica rispetto alle previsioni, passando da 298 miliardi del pre-preconsuntivo... In realtà collega Riggio è importante perché, stando alle comunicazioni e quindi alla delibera adottata ieri sera, questo cambia le cose per il Mauriziano.
In realtà il preconsuntivo che è stato presentato nel mese di marzo non è di 298 miliardi come lo era quello di dicembre, che era un pre preconsuntivo, ma è di 266,3 miliardi compresi gli oneri contrattuali quindi c'è una differenza in riduzione di 31,7 miliardi. Per questo fatto l'assegnazione 2001, compreso il finanziamento degli oneri contrattuali per la Dirigenza, pari a 264,1 miliardi (250 miliardi assegnati e 14,1 miliardi di oneri contrattuali, quindi il budget per il Mauriziano per il 2001 è di 264,1 miliardi)...
Il preconsuntivo che ci è stato presentato, come ho detto poc'anzi, è di 266,3 miliardi e pertanto c'è una differenza di 2,2 miliardi rispetto al fabbisogno 2000. Questo alleggerisce, quasi annullandolo, l'onere della manovra aziendale.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

A questo punto, verrà modificato o no?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

L'attribuzione era stata già definita...



POZZO GIUSEPPE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Questo vuol dire che la manovra sarà modificata, perché la manovra che è stata costruita dalla Direzione del Mauriziano, è stata costruita nell'ipotesi che la Regione procedesse al taglio che noi abbiamo previsto che era addirittura pari al 18% e corrispondeva a 55 miliardi.
E' chiaro che se io debbo fare una manovra per tagliare 55 miliardi prevedo un certo numero di cose. Se voi dite che a questo punto la Regione ha tagliato soltanto 2,2 miliardi, il documento del Direttore del Mauriziano deve essere modificato. O no?



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Prego, Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

L'assegnazione, per il momento, è rimasta di 250 miliardi più gli oneri contrattuali e pertanto questo - come ho detto poc'anzi - porta questa differenza a soli 2,2 miliardi...



PRESIDENTE

Chiedo alla cortesia del collega Riggio e dei Consiglieri di dare modo all'Assessore di informarsi al meglio per poter rispondere rispetto a quanto è stato prospettato dal collega.



(L'Assessore D'Ambrosio si consulta con il funzionario)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Collega Riggio, l'attribuzione resta la stessa, perché i 250 miliardi erano stati attribuiti sui 2/3 migliori delle prestazioni, per cui se noi andassimo ad attribuire un budget inferiore chiederemmo un'efficienza di gran lunga superiore ed indubbiamente le cose si complicherebbero non poco.
Comunque, per il momento. l'attribuzione resta quella che le ho detto; poi chiariremo in tutte le sedi possibili.
La delibera di Giunta, approvata ieri sera, oltre a questo fatto evidenzia in particolare che il bilancio dell'Ordine riporta il finanziamento regionale assegnato con delibera di Giunta il 7/1, pari a 250 miliardi.
Gli oneri contrattuali per la dirigenza e le convenzioni uniche, come ho' detto poc'anzi, ammontano a 14,1 miliardi. L'assegnazione quindi, se confermati gli oneri contrattuali, risulta essere di 264,1 miliardi richiedendo, sulla base dei dati economici del preconsuntivo 2000, un recupero di circa 2,2 miliardi, pari al solo 0,83%.
La relazione di accompagnamento alla manovra 2001 presentata dal Direttore generale evidenzia la conferma della missione del Mauriziano e di Torino-Candiolo, quale ospedale per alta specialità; il completamento del reparto di cardiochirurgia con 20 posti letto rispetto ai 9 attuali l'incremento delle attività in libera professione.
Le azioni intraprese comportano: l'aumento delle attività di ricovero ospedaliero e il mantenimento di quelle ambulatoriali una significativa riduzione del costo del personale e l'aumento di quello relativo ai beni e servizi l'azzeramento dei costi. Comunque questo è un punto lasciato in sospeso perché è aperto un dibattito con l'ASL 1, in quanto nelle proposte - così come lei ha sottolineato, collega - c'era l'azzeramento dei costi per l'assistenza a favore delle fasce deboli; ciò non perché non si volessero più fare, ma perché le stesse dovevano essere erogate dall'ASL1. E' in corso un dibattito che sarà sollecitato e che dovrà essere concluso quanto prima.
Comunque, per il momento il Mauriziano continua a tenere sia l'SPDC sia a gestire la parte di psicologia e le tossicodipendenze stesse.
Al punto 5) dell'interpellanza si chiede di conoscere lo stato di avanzamento dei lavori di edilizia sanitaria previsti nella delibera n. 32.
Lo stato di avanzamento dei lavori della prima fase è a buon punto sono state realizzati per una percentuale superiore al 95%. Lo stadio di avanzamento dei lavori della seconda fase, ex. art. 20, è questo: è stato approvato dal CROP il progetto esecutivo finanziato con i fondi propri dell'Ente.
Al punto 7) si vuole sapere quali iniziative di pertinenza regionale siano state intraprese e quanto abbiano in effetti prodotto al fine di evitare che la complessa situazione istituzionale della struttura di Candiolo sia adeguata alle necessità operative.
La Regione ha sempre posto doverosamente una particolare attenzione alla struttura di Candiolo, sorta - non va dimenticato - con il contributo solidaristico dei cittadini anche non piemontesi. Ne è prova il suo inserimento come riferimento di eccellenza nella rete oncologica regionale.
La collega Suino a lungo ieri ha accennato ai Poli oncologici; c'è una delibera del 29 novembre 2000 nel quale viene rivista la rete oncologica e i poli oncologici.
Con questa delibera i poli oncologici sono così definiti: Polo di Torino est, con sede presso l'Ospedale San Giovanni antica sede con afferenti le ASL 1-4-8-10; - Polo di Torino ovest, con sede presso l'ASO San Luigi di Orbassano, con afferenti l'ASL 2-3-5 Polo della Cittadella ospedaliera, con sede presso L'Azienda Sanitaria Ospedaliera San Giovanni Battista e l'OIRM S. Anna e l'ASO CTO-CRF M.
Adelaide Polo di Candiolo, quindi Candiolo sede di polo, con sede appunto presso l'Istituto ricovero cura del cancro di Candiolo Polo di Ivrea, con sede presso l'Ospedale di Ivrea Polo di Biella, con sede presso l'Ospedale degli Infermi di Biella Polo di Novara e Vercelli, con sedi presso l'ASO Maggiore di Carità di Novara e l'Ospedale S. Andrea di Vercelli Polo di Cuneo; - Polo di Alessandria e Asti.
Quindi, il 29 novembre è stata rivista la rete oncologica con la definizione dei Poli così come ho testé enunciato.
Attualmente Candiolo ha come posti attribuiti dalla Regione 35 posti letto convenzionati; pur rappresentando una risposta significativa alla domanda, debbono comunque essere sicuramente incrementati.
Per una definizione più puntuale dei fabbisogni e delle relative esigenze finanziarie, si è in attesa del riconoscimento di Candiolo come istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, annunciato come imminente dallo stesso Ministro Veronesi prima dell'approvazione della legge stessa; legge che, come sapete, è stata approvata alla Camera ed è ora passata al Senato, ma il Ministro Veronesi aveva manifestato l'intenzione di definirlo come istituto di ricovero e pure a carattere scientifico prima dell'approvazione definitiva della legge.
Ovviamente questo consentirà di meglio precisare ruolo, funzione contributi e sinergie di Candiolo con altre strutture della rete oncologica.
Non si configurano quindi situazioni conflitto e di inopportuna interferenza con gli altri centri di riferimento oncologico regionale, ma piuttosto, come documenta la delibera di Giunta a cui ho fatto riferimento del 29 novembre, una stretta integrazione a tutto beneficio della razionalità operativa.
Al punto 9) si chiede quali strumenti di verifica e quali azioni siano state messe in atto onde sopperire ad una riduzione delle attività legate alla legge n. 194 ( numero sedute e operatorie), anche in conseguenza dell'inaccettabile sostegno e finanziamento al Movimento per la Vita, in chiaro contrasto con lo spirito della legge stessa.
Durante gli ultimi mesi, gli interventi di IVG effettuati settimanalmente presso l'Ospedale Mauriziano Umberto I sono stati compresi tra 6 e 10, contro il numero massimo di 12 effettuati in precedenza (quindi, con una riduzione sostanzialmente esigua).
L'ospedale Mauriziano ha sempre garantito, e ciò avverrà anche in futuro, in regime di urgenza gli IVG per le donne che non abbiano potuto reperire altrove, per qualsivoglia motivazione, adeguata assistenza.
Lo sportello gestito dall'associazione SOS Vita, che opera da anni in Torino e in Piemonte per l'accoglienza della maternità difficile, è temporaneamente ubicato nel corridoio centrale, nei pressi dei reparti di ginecologia.
Questo per una necessità logistica e per i lavori edili in corso stante quindi l'impossibilità tecnica di collocazione presso altri settori dell'Ospedale Umberto I.
La volontà del personale che vi opera - ci viene comunicato - non risulta essere improntata a tentativi di dissuasione dall'IVG per le gestanti che hanno effettuato tale scelta. Piuttosto, la mission volontaristica è quella di fornire il supporto morale e solidaristico per le donne esposte a situazioni familiari, sociali e cliniche tali da porle in condizioni di disagio nei confronti della maternità.
Non risulta che l'Ordine Mauriziano abbia finanziato o agevolato economicamente tale Associazione.
Le considerazioni esposte ci paiono dunque assolutamente estranee tecnicamente e giuridicamente ai criteri di discrimine sociale e a violazione della legislazione vigente. Sono piuttosto improntate alla tutela della salute e alla salvaguardia della vita, pur nel rispetto inalienabile dei diritti, della volontà e della dignità della donna.
Prima di concludere, volevo dire al collega Riggio che, comunque, il Mauriziano deve rivedere il suo piano di attività sulla base della conferma dell'assegnazione data.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Dalla scialuppa dell'arch. Robino è arrivata una ciambella di salvataggio per l'Assessore.



PRESIDENTE

L'Assessore era già seduto sulla ciambella, collega Riggio.



RIGGIO Angelino

Quelli che stanno seduti sulla ciambella, hanno il sedere indovina dove! Comunque pongo la domanda, perché in ogni caso l'Assessore non potrebbe sfuggire, in quanto è una cosa che fa saltare tutta quanta la manovra.
Questo documento del Mauriziano che fine fa? La relazione che è stata inviata al Presidente della Giunta della Regione Piemonte e all'Assessore della Regione Piemonte, al Direttore regionale per la programmazione sanitaria e al Direttore dott. Ferro, che fine fa? Inoltre voi avete tarato i tagli alla sanità sulla base di questo.
Presidente, chiedo un po' di cortesia, altrimenti non riesco ad aprire il raggio del mio discorso nel modo adeguato. Quindi, vorrei chiedere in anticipo due minuti in più di tempo per intervenire.
La logica dei tagli era fondamentalmente questa: la Giunta regionale di centrodestra ha causato un disavanzo - di fatto lo ha ignorato, perché noi avevamo avvertito che lo avrebbe causato - che nei 5 anni si attesterà fra i 2900 miliardi e i 3600 miliardi. Questa è la cifra minima e la cifra massima.
Il Governo nazionale, dei 2134 miliardi fino al 99, ha saldato 1984 miliardi, a condizione che dei 350 miliardi si facesse carico la Giunta regionale piemontese e che, in futuro, dei disavanzi si facesse carico direttamente la Regione.
A fronte di questa situazione, visto che il disavanzo tendenziale era di circa 1000 miliardi, la Giunta regionale ha predisposto, per il bilancio di quest'anno, una situazione di questo genere: 250 miliardi saranno sottratti un po' a tutti gli Assessorati; di 759 miliardi restanti, 381 miliardi sono dei tagli rispetto a quelle che erano le attese delle ASL per il loro naturale sviluppo. Tanto per fare un esempio, la day-surgery di Nichelino che è già pronta con tutta la strumentazione e non parte; tanto per citarne una, perché il Comune ha sborsato soldi per quel progetto.
Inoltre, in generale, tutti i progetti nuovi che erano previsti, non si fanno: quindi i 381 miliardi non sono tagli, sono attese che non avranno un seguito.
Poi sono stati previsti 378 miliardi di tagli. Questi 378 miliardi sono stati spalmati su tutte le ASL. Ora noi scopriamo che, in virtù di un errore di preconsuntivo dell'Ordine Mauriziano, il Mauriziano invece di avere 55 miliardi di tagli, avrà 2 miliardi di tagli. Quindi, ci sono 53 miliardi di tagli in meno su un budget complessivo di tagli di 378 miliardi. Quindi, i tagli avrebbero potuto essere di 325 miliardi. Questo significa che si poteva tagliare di meno un po' su tutte le aziende sanitarie, invece si mantiene il taglio - tanto per citarne una a caso all'ASL 1, dove il San Giovanni Vecchio di fatto diventa un ospedale fantasma. Questa è la vigliaccheria, perché la Giunta non chiude gli ospedali pubblicamente, ma li svuota da dentro, li fa morire completamente da dentro. Sono stato a Venaria del quale si dice: "il presidio di Venaria resta!", però intanto su 9 endoscopi che c'erano, 7 erano rotti da tre anni, due funzionavano e uno si era rotto il giorno prima che andassi io.
Questa è la situazione: gli ospedali non si chiudono, ma li si fa morire da dentro, perché il San Giovanni Vecchio con le nuove sale operatorie, di fatto, sta morendo letteralmente da dentro, per cui chi ha professionalità e competenza non resta in una struttura destinare a morire e su cui non s'investe.
Si potevano fare dei tagli di 325 miliardi su tutte le ASL, invece il taglio che viene fatto è di 323 miliardi su tutte le altre ASL, per le quali, quindi, non è cambiato nulla.
Ora mi chiedo e l'ho già chiesto prima: ma che fine ha fatto la quota capitale con questi tagli? Quindi, chiedo che, di fronte a una cosa di questo genere, innanzitutto il Direttore del Mauriziano, per cortesia rifaccia la comunicazione.
Inoltre chiedo di conoscere che cosa avete approvato ieri, perché se non sbaglio quello che avete approvato in questi giorni erano le deliberazioni di approvazione dei piani di rientro. Ma che cosa avete approvato se questo piano non ha alcuna validità? E se non è stato presentato nessuno piano, che cosa avete approvato per il Mauriziano? Ora sicuramente la seduta verrà sospesa per la pausa del pranzo; alla ripresa dei lavori presentateci che cosa avete approvato ieri.
La terza cosa che chiedo è perché non si rivedono a questo punto i tagli per tutte le aziende sanitarie; perché non si rivedono i tagli ad esempio per il San Luigi di Orbassano, che come dice il Dott. Pertinaria "così viene condannato al coma"; non lo dice un rappresentante dell'opposizione, lo dice un Direttore generale che, d'altra parte, è in buona compagnia, perché lo ha detto anche l'Assessore alla sanità quando parlando del San Luigi, lo aveva definito come un "malato terminale". E' stato scritto sui giornali, poi c'è l'ufficio smentite che funziona benissimo!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Ho seguito l'intervento del collega Riggio che pone un problema che, in modo flebile, avevo posto in una delle ultime riunioni, discutendo dei piani. Non ricordo più per quale ASL, ma mi pare che l'Assessore rispetto ad un rilievo che avevo formulato, mi rispose dicendo: "in effetti i dati del preconsuntivo del 2000 sono diversi rispetto a quelli pubblicati dalla Gazzetta".
Chiesi di conoscere i dati definitivi, cioè il consuntivo più che il preconsuntivo, perché se il consuntivo si discosta dal preconsuntivo del 2000, evidentemente la portata della manovra ha caratteristiche diverse, in termini complessivi e globali. Perché, se il ragionamento viene fatto all'interno di ogni singola ASL sul suo preconsuntivo, decadono le motivazioni che erano state addotte nelle singole deliberazioni per la riduzione della spesa. Perché la riduzione della spesa non era motivata dall'entità della stessa, ma dal fatto che alcuni parametri dell'ASL si discostavano dai dati medi regionali. Pertanto, le motivazioni del taglio continuano ad essere vere indipendentemente dal preconsuntivo del 2000.
Questo mi sembra abbastanza logico.
La domanda che pongo è precisa (se l'Assessore ci vuole rispondere perché lui i dati li conosce) e riguarda i dati precisi del consuntivo 2000, perché attraverso questi dati siamo in grado di capire meglio se la manovra che è stata immaginata e progettata regge ancora, oppure se richiede minori risorse complessive.
L'Assessore sa perfettamente che la Regione Piemonte aveva immaginato di immettere 250 miliardi di risorse regionali per arrivare alla copertura della spesa. L'Assessore Burzi ci ha detto che quei 250 miliardi saranno indicati nel bilancio pluriennale del 2002.
E' chiaro che, se la manovra ha caratteristiche diverse per 50, 100, 20 o 1 miliardo, evidentemente la quantità di risorse che la Regione deve stanziare cambia.
La domanda, dunque, è questa: Assessore, ci dà un'informazione globale? La differenza, cioè, tra preconsuntivo pubblicato e consuntivo e come questa differenza venga gestita nel rapporto con le diverse ASL indipendentemente dalle singole ASL, perché il rapporto riferito alla singola ASL è sbagliato, non regge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Ringrazio il collega Saitta perché ha anticipato quanto volevo sottolineare al collega Riggio.
In realtà è importantissimo avere i consuntivi, che saranno pronti per fine aprile (questo è quanto abbiamo chiesto ed è quanto, per legge, ci devono fornire).
Cosa succederà alla fine di aprile? Nelle delibere noi non abbiamo assegnato il budget in via definitiva, ma abbiamo fatto delle assegnazioni provvisorie, dicendo - così come è avvenuto con la delibera del Mauriziano di rinviare all'analisi del primo monitoraggio trimestrale, ovviamente tenendo conto anche del consuntivo definitivo, l'assunzione di nuove determinazioni in merito alla manovra aziendale complessiva.
Pertanto, in base al consuntivo 2000 ed in base al monitoraggio trimestrale (che avverrà il 5 maggio), la Giunta assumerà nuove determinazioni in merito alla manovra aziendale. Dunque, se ci saranno altre situazioni come quella del Mauriziano, saranno prese decisioni atte a distribuire eventuali eccedenze per le ASL che sono in sofferenza.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Assessore, da quanto lei ha detto, risulta che la cifra sulla quale è stata fatta la manovra della delibera madre più le delibere figlie - concedetemi questi termini - è cambiata in corso d'opera.
La cifra sulla quale abbiamo ragionato e siamo qui oggi è, quindi, stata modificata.
Questo è il primo dato.
Il secondo dato è che ieri sera la Giunta regionale ha modificato alcune di queste delibere, che quindi non sono più quelle che ci sono state consegnate - dico "ci" in senso lato - ma sono, nel caso del Mauriziano "modifica la cifra e modifica la delibera" (una di quelle delibere figlia).
Ma allora, quanto avete affermato la scorsa settimana - cioè che la manovra era intoccabile - ha subito una serie di modifiche.
Chiediamo, quindi, di conoscere le delibere che sono state emanate dalla Giunta regionale e le delibere che hanno modificato quelle precedenti.
Presidente, mi rivolgo a lei, chiedendole se abbiamo capito bene e cioè se la cifra sulla quale si è ragionato (378 miliardi) non è più la cifra sulla quale si sta ragionando, perché nel frattempo è cambiata (tra l'altro in meglio!).
E' diminuita: benissimo! La Giunta ne prende atto ed emana delle delibere di modifica. Ma allora, il "provvedimento dell'Epifania" è stato modificato! Visto che stiamo discutendo di questi provvedimenti, portateci gli atti relativi.
E questo è il primo ragionamento.
Secondo ragionamento: apprendiamo, dopo 25 interpellanze, che, con una delibera risalente al 29 novembre, è stato modificato il Piano oncologico.
Piano oncologico che non è passato in Commissione; non eccepisco su questo fatto, ma sul fatto che un Piano oncologico, che non ha visto alcuna forma di dibattito e socializzazione in Commissione sanità, è stato modificato.
Scusate, ma mi chiedo perché si tengano ancora le Commissioni, oltre che per onorare dei colleghi Presidenti e Vicepresidenti! Il Pian oncologico della Regione Piemonte viene modificato e nessuno si sogna di dire, in Commissione: "Sapete che abbiamo modificato il Pian oncologico?".
Non sto parlando di bruscolini; sto parlando del Piano oncologico che finora era vigente e sul quale noi abbiamo impostato le nostre osservazioni in tutte le interrogazioni, nel bene e nel male, chiedendo: "Come mai il Piano oncologico prevedeva questo e ci ritroviamo quest'altro?". E tranquilli come il sole, stamattina ci dite: "Ma è perché, nel frattempo, è stato modificato il Piano oncologico!".
Possiamo avere, di questo, conoscenza oppure il Consiglio è l'ultimo luogo in cui si esercita un minimo di regole e di democrazia? Presidente, su questo chiediamo risposte precise! Siamo in presenza di due comunicazioni sulle quali siamo rimasti senza parole! Chiediamo al Presidente del Consiglio regionale del Piemonte di metterci nelle condizioni di esercitare le nostre funzioni di amministratori regionali. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliera Suino, potremmo terminare i lavori della mattinata e riprendere il Consiglio alle ore 14,30, incominciando proprio dalle domande che sono state poste all'Assessore D'Ambrosio...



SUINO Marisa

Con quale impegno, Presidente?



PRESIDENTE

Con l'impegno che alle 14,30 l'Assessore risponderà a quanto voi avete chiesto...



SUINO Marisa

Con i documenti...



PRESIDENTE

Risponderà certamente con dei dati, collega Suino, infatti la pausa Consiglio permetterà di ottenere i dati richiesti e dare le risposte dovute.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13,03)



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