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Dettaglio seduta n.87 del 09/04/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Ghiglia, Mercurio, Pozzo, Rossi Giacomo, Salerno e Vaglio.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 663 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani e Tapparo inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASL 10: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., che prevede la trattazione dei Piani aziendali delle AA.SS.LL. e delle AA.SS.OO. in Piemonte, proseguiamo con l'esame dell'interpellanza n. 663, presentata dai Consiglieri Riggio Suino, Manica, Placido, Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani e Tapparo relativa all'ASL 10.
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

L'ASL 10 di Pinerolo, Airasca, Angrogna, Buriasco, Cavour, ecc., è un'ASL che, in riferimento alla delibera della Giunta, riceve un giudizio totalmente negativo. Rispetto al quadro generale che insiste sulle varie AA.SS.LL. piemontesi è comunque una di quelle che viene, almeno in apparenza, meno penalizzata: riceve infatti un taglio che si aggira sugli 11 miliardi e quindi pressappoco intorno al 5%. Tuttavia, dai dati caratteristici relativi a questa ASL c'è da rilevare come il Direttore generale nella sua relazione confermi che questa razionalizzazione della spesa incide in modo significativissimo su un'inevitabile razionalizzazione del turn over, con un maggiore impiego di operatori tecnici e di assistenti in sostituzione di infermieri professionali. Questo è un primo dato di preoccupazione.
Tra le criticità riscontrate, le maggiori difficoltà consistono nell'incremento relativo alla parte oncologica e neurologica; anche qui va ricordato che l'ASL 10 vede al suo interno una fortissima presenza di realtà montana. E' un'ASL che nel passato si è caratterizzata per un forte lavoro di domiciliarità e di assistenza su anziani, ecc., di prevenzione di rete, di lavoro capillare negli anni, che certamente ha portato un beneficio; occorre però tenere conto che siamo nuovamente nell'ambito di una di quelle realtà dove i dati epidemiologici ci dicono che il tasso di mortalità legato ai disagi della vita in montagna continua ad essere molto alto, così come il tasso di mortalità legato a malattie oncologiche, a malattie alcoolderivati e simili, patologie che necessitano di quella serie di servizi collegati ed integrati tra sanità ed assistenza.
Dalla relazione del Direttore e dal parere riscontrato dai Sindaci cogliamo che il taglio, pur essendo piccolo rispetto alle situazioni che vanno a penalizzare in modo grave altre AA.SS.LL., comporterà per forza di cose un ridimensionamento, soprattutto sul versante assistenziale e di integrazione sanità-assistenza.
Conseguentemente, per quanto riguarda l'aspetto ospedaliero, c'è una sorta di riallineamento dei posti letto e dei costi ad esso correlati anche se lo stesso Direttore conferma che l'obiettivo regionale presenta delle oggettivissime difficoltà rispetto a quella che era l'impostazione che storicamente, peraltro riconosciuta con i piani precedentemente varati dalla Regione, si era autorizzata e che è completamente inibita.
Questo è il dato che ci ha fatto preoccupare ulteriormente; la relazione, infatti, parla di un sostanziale contenimento per quanto riguarda la prevenzione. A proposito della prevenzione, noi vediamo come in tutte le AA.SS.LL. ci aggiriamo su una percentuale del 2,6%-2,8%, a fronte di un'indicazione nazionale del 5%. La zona del Pinerolese, dei Valdesi (quella relativa all'ASL 10) in passato aveva avuto una caratterizzazione una specificità in positivo sul versante della prevenzione.
Nel contesto attuale, a seguito di questi tagli, il Direttore - dott.
Massa - rileva "un sostanziale contenimento dei costi del Dipartimento di prevenzione, attraverso la razionalizzazione delle risorse che potrebbero realisticamente verificarsi grazie all'implementazione di nuove tecniche ecc.". Dopodiché, dice: "La prosecuzione del progetto Serena - quindi siamo nell'ambito di un'ASL che ha forte presenza di tumori femminili - sulla prevenzione dei tumori femminili, per il quale è previsto un sensibile incremento di attività rispetto al 2000, comporterà per l'anno 2001 un costo aggiuntivo di circa 300 milioni, per fare fronte al quale è necessario che venga garantito uno specifico stanziamento regionale che allo stato attuale, non c'è. Inoltre - dato ancora più preoccupante - il piano di attività 2001 non può registrare quell'espansione dell'attività sanitaria che questa Azienda aveva inizialmente ipotizzato".
In sostanza, cosa è successo? Che con i provvedimenti precedenti, ivi compreso il Patto di buongoverno del 1999 e del 2000, si era andata autorizzando ed apprezzando la linea di tendenza del piano di organizzazione avviato dall'ASL 10; si era quindi indotta questa ASL verso un'espansione di tutta quella serie di attività e di servizi specifici dell'ambito integrazione sanità-assistenza distrettuale. Siamo in presenza di una di quelle realtà dove più che mai sarebbe necessario aver realizzato il distretto socio-sanitario montano, distretto che non abbiamo, che non c'è da nessuna parte, che non vede alcuna sorta di sostegno e di implementazione da parte dell'attuale piano di attività 2001. Di fatto obblighiamo questa realtà e questi 30 Comuni afferenti a dichiarare che quello che era stato previsto ed autorizzato nei precedenti due anni dal Piano sanitario deve essere interrotto, deve essere modificato e se ne deve bloccare l'espansione. Cioè, andiamo a dire: "Bloccate l'espansione del servizio pubblico". A beneficio di...? Su questo ci piacerebbe tanto avere una risposta.
Ancora nel dettaglio, i tagli, tutto sommato, sono piccoli, rispetto ad altre realtà che qui riscontriamo, ma sono tagli che, oltre ad influire su quanto ho già detto prima, agiscono anche in questo caso sull'AIDS. Quindi ad esempio, saltano i corsi per la formazione alla lotta all'AIDS, salta tutto il programma sulle malattie infettive, perché 100 milioni di taglio comportano di fatto l'annullamento o la residualità di questa progettazione che era stata approvata e riconosciuta. Saltano i corsi OTA per la parte che riguarda la formazione didattica, e siamo nell'ambito di una realtà che necessita in modo particolare di un potenziamento di personale sul versante infermieristico professionale; sono saltate le borse lavoro sul SERT.
Pertanto, anche qui si riconferma quel trend che vedevamo su quelli che sono definiti quasi ormai "servizi residuali", ma che, guarda caso ineriscono settori come la psichiatria, la tossicodipendenza e la geriatria. Tutte quelle che sono le attività risocializzanti subiscono un taglio importante e significativo, che arriva quasi a punte del 50%.
Quindi, pur essendo dinanzi ad un piano specifico per un'ASL che non risente in modo così ulteriormente aggravante rispetto a quello che è un po' il trend generale su tutte quante le altre AA.SS.LL., anche in questo caso abbiamo alcune punte che non possono che destare conseguente preoccupazione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Per quanto riguarda il punto 1), si rileva che anche in questa Azienda la presenza di tre ospedali rappresenta una criticità storica - sapete che oltre all'ospedale di Pinerolo vi sono i due ospedali gestiti dalla Tavola Valdese - all'interno dell'Azienda che dovrà essere attentamente valutata all'interno del nuovo PSR, soprattutto in relazione alle funzioni attribuibili ad ognuno, onde evitare duplicazioni e quindi maggiori costi.
Per quanto riguarda il punto 2) si richiamano le considerazioni sviluppate nella premessa della DGR n. 16-2590 del 29/3/2001 che si riportano: "Il bilancio dell'Azienda riporta il finanziamento regionale assegnato con DGR n. 37-1922 del 7/1/2001 pari a 205 miliardi; gli oneri contrattuali per la dirigenza e le convenzioni uniche nazionali per l'anno in corso sono stati quantificati in L. 10,580 miliardi, importo da verificare e validare come finanziamento regionale. Le risultanze gestionali e l'andamento dei costi saranno puntualmente verificati nel corso del monitoraggio trimestrale a consuntivo.
L'assegnazione regionale 2001 ex DGR n. 37-1922 del 7/1/2001, se confermati gli oneri contrattuali, risulta essere di 215,580 miliardi.
In sintesi, la manovra aziendale 2001 richiede, rispetto al 2000, un recupero di circa 3 miliardi pari all'1,46%.
La relazione di accompagnamento alla manovra 2001 presentata dal Direttore generale si sostanzia in modificazioni organizzative congiunturali e risparmi di gestione attraverso una migliore efficienza di sistema.
Le azioni intraprese comportano: un decremento dell'attività di ricovero ospedaliero e il mantenimento dell'attuale attività ambulatoriale il mantenimento degli attuali livelli assistenziali a favore delle fasce deboli.
Quindi, quanto ha sottolineato la collega ovviamente andrà verificato e lo vedremo con quello che è il monitoraggio trimestrale dell'Azienda.
L'andamento programmatorio sull'area della residenzialità psichiatrica necessita di monitoraggio ed analisi, tenendo presente l'indicatore regionale definito unicamente in relazione ai posti letto in comunità protetta ed in comunità alloggio, e non anche alle altre soluzioni residenziali per pazienti neuropsichiatrici stabilizzati o abitative adottate dal Dipartimento di Salute Mentale.
Preso atto che la manovra aziendale 2001 richiede, rispetto al preconsuntivo 2000, un recupero di circa 3 miliardi, si ritiene che l'ASL 10 non necessiti di risorse aggiuntive e possa rispettare, mediante azioni di tipo congiunturale, il 'budget' assegnato mantenendo l'attuale livello assistenziale.
La Conferenza dei Sindaci ha espresso parere favorevole sulla razionalizzazione della spesa e negativo sulla riduzione delle risorse finanziarie".
Il punto 5) chiede se l'incidenza di 1,4 ambulatori/laboratori di medicina, in riferimento ai residenti, sia ritenuta appropriata e adeguata al fabbisogno della popolazione.
Il Direttore dell'ASL ci comunica che ritiene adeguato al fabbisogno della popolazione il numero di ambulatori/laboratori attualmente presenti sul territorio dell'ASL 10, in considerazione dell'estensione territoriale di competenza e delle caratteristiche di territorio montano proprie di questa Azienda.
Il punto 6) chiede se il rapporto di 1.277 bambini per medico pediatra sia ritenuto adeguato ed appropriato per il fabbisogno della popolazione infantile.
L'Accordo Nazionale Collettivo, recepito con DPR n. 272/00, ribadisce come massimale quello delle 800 scelte per quanto riguarda la pediatria di base, prevedendo comunque alcune deroghe e rinviando agli accordi regionali in corso l'attuazione di una disciplina che consenta la piena attuazione del diritto all'assistenza pediatrica e alla libera scelta dell'assistito con l'inserimento graduale di nuovi pediatri convenzionati sul territorio.
A fronte delle difficoltà di reperimento di medici specialisti in Pediatria e alla situazione di carenze croniche in alcune situazioni geografiche disagevoli, è previsto che l'organizzazione del DMI ha il compito di sopperire anche attraverso la pediatria di comunità alle esigenze della fascia pediatrica.
Indubbiamente, c'è una carenza di pediatri in Piemonte. Speriamo che nei prossimi anni si possa ovviare. Come sapete dalle 12 borse siamo passati a 20, perché 8 erano state individuate dalla Regione, ma certamente saranno 18 e non 20 per situazioni subentrate in seguito alla decisione dell'Università.
Il punto 7) chiede quale sia l'incidenza dell'assistenza residenziale e semiresidenziale per anziani.
Per quanto riguarda l'assistenza residenziale ad anziani non autosufficienti l'ASL 10 dichiara di disporre nel 2000 di una rete di 270 posti letto e dichiara un lieve incremento per il 2001, portando a 275 i posti letto disponibili per tale attività, che rappresentano rispetto alle previsioni regionali per tale attività (n. 286 posti letto) il 96% del fabbisogno programmato.
Per quanto riguarda l'assistenza semiresidenziale l'ASL 10 ha già attivato, nel 2000, 4 posti di centro diurno, che prevede di portare ad 8 nel corso del 2001, raggiungendo per il 60% le previsioni regionali per tale tipologia di attività.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Per ognuna di queste interpellanze, penso che virtualmente si possano mettere a verbale gli interventi svolti in precedenza dalla collega Suino, che probabilmente non può, ogni volta ripetere i ragionamenti che ha proposto, ma che ritengo virtualmente sempre riproponibili. D'altronde, non si può nemmeno chiedere ad un collega di passare il pomeriggio a proporre ragionamenti che non ricevono risposta.
Per quanto riguarda l'Assessore D'Ambrosio, da un certo punto in poi non capisco neppure più in che situazione si venga a trovare, perché credo che l'Assessore D'Ambrosio sia persona seria e competente, ed è inevitabile ipotizzare che abbia esattamente il polso della situazione che si è creata.
Non è persona irresponsabile e, rendendosi conto della situazione in cui si trova, penso che sia obiettivamente imbarazzato a rimanere alla guida di un Assessorato, che ha condotto per sei anni, e che adesso è un Assessorato che si è visto costretto ad assumere una delibera di taglio indiscriminato.
L'Assessore D'Ambrosio sa che questo ha obiettivamente gettato in fortissima emergenza l'intero sistema sanitario piemontese. Non penso che l'Assessore D'Ambrosio si compiaccia di questo, però la situazione è questa, Assessore! A me dispiace che lei non riesca a prenderne atto portando ad una conclusione questa vicenda con le dimissioni e la consegna di questa "patata bollente" a qualcun altro, poiché temo che così non facendo la situazione sia difficilmente risolvibile, perché in politica c'è anche la storia che conta, quello che si è stati capaci di fare e di non fare. Con tutta la buona volontà che le si può riconoscere, ha prodotto una situazione nella quale adesso, con molta difficoltà, lei legge queste relazioni, però lo vede anche lei che leggendo queste relazioni ogni tanto legge dei pareri che pesano come macigni! Quando un Direttore generale dice "per far così dovrei chiudere gli ospedali" non ci divertiamo! E non si diverte neppure lei! E sono parole difficili da pronunciare.
Un momento fa lei ha letto che i Sindaci hanno espresso parere positivo per la razionalizzazione della spesa e negativo per il taglio delle risorse. In questa frase così sintetica c'è dentro tutto: c'è il non governo di questi anni e c'è l'ultima delibera che aggrava la questione.
Nessuno dice che la sanità non abbia problemi e che occorra razionalizzare il sistema: questo andava fatto e va fatto! Ma tagliare le spese - lo hanno detto prima sia la collega Suino che il collega Riggio - non significa diminuire le spese della sanità. Se non si razionalizza, se non si reimposta una politica sanitaria, quello che non si spende oggi perché il Direttore generale è costretto a dire "no, non sostituisco l'attrezzatura che non funziona più per l'analisi" - e lo dice! - quella spesa verrà fatta con un rimborso in una struttura convenzionata. Quindi, siamo in una situazione di estrema difficoltà che, secondo me, l'Assessore potrebbe ancora sanare, ma rimuovendo e concludendo un tragitto.
Quindi, dipaniamo pure tutte queste interpellanze, queste analisi di cui ringrazio moltissimo i colleghi Suino, Riggio e Saitta, ascoltando i quali si imparano molte cose, quindi è un tempo che non è assolutamente sprecato, almeno per chi sta a sentire e ha da imparare come il sottoscritto, però, Assessore (abbiamo ancora una quindicina o più di interpellanze), rifletta su questo ragionamento perché la vedo molto in imbarazzo, molto in imbarazzo...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

No, sono serenissimo.



CHIEZZI Giuseppe

Va bene, questa è la mia impressione, non è che sia la verità. Io dico che la vedo in imbarazzo perché leggere certe frasi, leggere che un Direttore generale nominato da lei le dice "lei mi chiede di fare una cosa ma io per fare questa cosa dovrei chiudere due ospedali", non penso che lei legga questa frase a tutti noi senza imbarazzo. Penso che lei sia imbarazzato.
Ringrazio ancora i colleghi e passiamo alla prossima.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 664 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Palcido Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani e Tapparo inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASL 11: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 664, presentata dai Consiglieri Riggio Suino, Manica, Placido, Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani e Tapparo relativa all'ASL 11.
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

L'ASL 11 è quella di Vercelli e delle Comunità montane della Valsesia.
Siamo nuovamente in presenza di un'ASL che al suo interno ha una forte presenza di Comunità montane, quindi, per una parte, con disagi legati alla vita in ambito montano e, per l'altra parte, di un'ASL con caratteristiche molto più simili a quelle di tipo urbano, come la realtà torinese.
Di fatto, ci ritroviamo ad avere - motivo che ha ispirato questa interpellanza - una situazione che viene aggravata notevolmente dalla riduzione di posti letto, dalla chiusura di un paio di Pronto Soccorso dalla riduzione da 8.567 a 6.350 milioni. Non si tratta quindi di poca cosa e il taglio si riferisce soprattutto a due voci. Una è quella generale: da 8.500 si passa a 6.350 milioni; l'altra è quella che colpisce la residenzialità anziani, cioè si scende per l'assistenza residenziale degli anziani da circa 600 posti a 400. Questo avviene in una realtà che è caratterizzata da situazioni difficili come quelle legate alle Comunità montane e quindi a situazioni che epidemiologicamente danno un certo tipo di emergenza. Inoltre, è un'ASL che vede al suo interno difficoltà di spostamento anche proprio per la complessità geografica, per la dispersione del territorio.
Abbiamo un ricorso al TAR presentato dal Comune di Vercelli; abbiamo il parere contrario di alcune decine di Comuni. Che cosa dicono sostanzialmente? Il ricorso al TAR viene motivato in questo modo: la manovra della Giunta di centrodestra della Regione Piemonte comporta un taglio sul comparto relativo alla reumatologia e alle malattie infettive, una riduzione di un buon terzo delle prestazioni; un taglio che insiste sui day hospital e day surgery in modo significativo perché in quel caso ci ritroviamo ad avere il 50% delle prestazioni riconosciute a fronte di una scelta che ci pareva di aver colto che fosse di potenziamento del servizio di day hospital e day surgery. Abbiamo una situazione legata a Varallo e a Gattinara con la chiusura del Pronto soccorso su Gattinara, la trasformazione in postazione di 118 operativa su Santhià: anche lì l'eliminazione del Pronto soccorso; in aggiunta, anche in questo caso si ha il dimezzamento di tutta quella che è la struttura della chirurgia generale che da struttura complessa passa a struttura semplice e viene dimezzata nella sua organizzazione.
Abbiamo un'ASL che presenta i distretti di Vercelli, Santhià Gattinara, Borgosesia e Varallo, dove sostanzialmente il Direttore dice "tale situazione configura il distretto più come luogo di gestione", cioè il taglio che siamo obbligati ad apportare fa diventare il distretto più una sorta di sede di gestione che non di sede di centro di responsabilità della tutela della salute del cittadino. Quindi, applicando alla lettera quanto è scritto in questi provvedimenti, si avrebbe come risultato il fallimento totale di ciò che dobbiamo ancora avviare sul serio che è la politica distrettuale: l'unico vero riferimento per ridurre l'afferenza all'ospedale perché si allarga sul territorio la domanda e di conseguenza la risposta in termini integrati di servizi socio-sanitari. Ma non solo: ci ritroviamo ad avere la Comunità montana Valsesia che lancia un appello fortissimo: se dovessero essere attuati completamente i tagli all'ASL 11 la situazione di Casa Serena, oggi già delicata, diverrebbe drammatica poiché verrebbero ridotti del 23% i fondi sanitari. Il Reparto di Medicina generale presso l'ospedale di Varallo passerebbe a 12 posti letto, a fronte di una quarantina, e intanto non si sa nulla del leggendario Maugeri, per la riabilitazione di terzo livello, che era previsto a Varallo. E l'ospedale di Borgosesia? Il distretto sanitario, in questo modo, diviene totalmente svuotato. Sono questi gli orientamenti a fronte delle promesse e delle parole spese in passato? Non dimentichiamo che in quell'ASL la voce "prevenzione" scende al di sotto del 2% rispetto al 2,55-2,66% esistente in Piemonte, dato comunque vergognoso perché a livello nazionale siamo intorno al 4,8-5,3%. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Suino.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



CHIEZZI Giuseppe

Posso, Presidente?



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. L'interpellanza è già stata illustrata dalla collega Suino.
Vorrei chiedere all'Assessore, prima di avere una risposta, particolare attenzione riguardo al Presidio Ospedaliero San Giovanni Battista di Gattinara. Ho partecipato a diverse assemblee in quella zona e chiedo se può avere un occhio di riguardo nell'illustrazione di quella realtà.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Senz'altro.
Devo dire alla collega Suino che nelle spese per la prevenzione bisogna inserire, così come fanno tutte le Regioni in Italia, anche le spese per l'ARPA, che rappresentano l'1% del fondo sanitario nazionale ed il progetto obiettivo nazionale in screening, pertanto i fondi che lei indica nel 2,5 sono al 4,1%. L'obiettivo che ci prefiggiamo è di arrivare al 5%, ma non è che la Regione Piemonte investa in prevenzione solo il 2,5%.
Per quanto riguarda, invece, l'interpellanza, devo dire che, in riferimento al punto 1), si rileva anche qui una grossa criticità, che è quella rappresentata dai quattro ospedali: Borgosesia, Gattinara, Vercelli e Santhià.
Rispondendo alle domande postemi, devo dire che già la precedente programmazione, quella fatta dal dott. Lombardo, prevedeva per questa ASL due poli ospedalieri: quello di Borgosesia e quello di Vercelli.
Ad oggi la situazione di Varallo è questa: la fondazione Maugeri ha chiesto al Comune un'ulteriore proroga per l'inizio lavori, i quali erano stati previsti per il 20 aprile. Indubbiamente, i tempi sono lunghi, per ci sono state vicissitudini e vicende complesse soprattutto dal punto di vista burocratico.
Per quanto riguarda i posti letto di lungodegenza, si era concordato che potessero variare da 12 a 20, degli iniziali 40 che non erano necessari. Questo per quanto riguarda Varallo.
Per quanto riguarda Borgosesia, sapete che il piano finanziario è definito, pertanto si stanno predisponendo le procedure per iniziare i lavori del nuovo ospedale, che avrà 200 posti letto ed un costo che si aggira sui 70 miliardi.
Gattinara usufruisce dei fondi previsti dall'art. 20. Sono state rifatte le sale chirurgiche per la chirurgia generale, mentre necessiterebbe, se continuerà ad esserci il servizio di Ostetricia e Ginecologia, una sala per Ostetricia e Ginecologia. Il Direttore generale ha detto che prenderà una decisione al riguardo quanto prima. Nel piano di attività non ci ha segnalato il destino delle sale per l'Ostetricia e Ginecologia.
Il Presidio di Santhià è una struttura in via di riconversione; la chirurgia è passata a Vercelli (Santhià dista da Vercelli 14 chilometri); è un ospedale che dovrebbe caratterizzarsi come ospedale riabilitativo. E' stato tolto il Pronto Soccorso, dove c'era mediamente un passaggio per notte; si è ovviato al problema mettendo a disposizione un'ambulanza 118 con medico a bordo e due infermieri professionali. In attesa della riconversione definitiva, la situazione è questa.
Il bilancio dell'Azienda riporta, poi, il finanziamento regionale assegnato con DGR n. 38-1923 del 7/1/2001, pari a L. 347 miliardi; gli oneri contrattuali per la dirigenza e le convenzioni uniche nazionali per l'anno in corso sono stati quantificati in L. 17,481 miliardi. Le risultanze gestionali e l'andamento dei costi saranno puntualmente verificati nel corso del monitoraggio trimestrale a consuntivo.
L'assegnazione regionale 2001 ex DGR n. 38-1923 del 7/1/2001, se confermati gli oneri contrattuali, risulta essere di L. 364,481 miliardi richiedendo, sulla base dei dati economici del preconsuntivo 2000, un recupero di circa 27 miliardi, pari al 6,95%. Anche questa è un'ASL dove il recupero è al di sopra del 5% per cui crea perplessità ulteriori.
La relazione di accompagnamento alla manovra 2001, presentata dal Direttore generale evidenzia: il progressivo riordino strutturale ed organizzativo dei presidi che richiede tempi medio-lunghi e pertanto non produce effetti economici immediati la riduzione, in varia misura, di personale, beni e servizi, assistenza farmaceutica, specialistica esterna, assistenza territoriale dalla relazione non si evince il rapporto fra il risparmio atteso, le azioni connesse, il mantenimento dei livelli assistenziali.
Le azioni intraprese comportano: la diminuzione dell'attività di ricovero ospedaliero e il mantenimento di quella ambulatoriale - in realtà, Vercelli e questa ASL ha 220 ricoveri ogni 1.000 abitanti, a fronte della media nazionale indicata come ottimale del 150-160% di ricoveri ogni 1.000 abitanti il mantenimento dei livelli assistenziali per le fasce deboli e gli anziani, con lieve incremento sulla residenzialità psichiatrica la riduzione del costo del personale l'elevata contrazione dei costi di beni e servizi la diminuzione dei costi dell'assistenza farmaceutica l'elevata contrazione dei costi dell'assistenza territoriale.
Questo è quanto ha evidenziato nel piano di attività il Direttore generale dell'ASL.
Inoltre, la programmazione aziendale prevede un aumento di 65 unità di personale oltre al turn over, in contraddizione con le previsioni di riduzione della spesa.
La rappresentanza dei Sindaci rinvia alla Conferenza il parere in merito alla proposta presentata dall'ASL, ma, come ha sottolineato la collega Suino, il Comune di Vercelli ha fatto ricorso al TAR per far ritirare la delibera.
Il punto 5) dell'interpellanza chiede di sapere se la criticità derivata dalla presenza di quattro presidi ospedalieri non fosse già considerata tale quattro mesi fa, nell'ottobre 2000, quando, con delibera del 30/10/2000 si è proceduto a cofinanziare la realizzazione del nuovo Presidio Ospedaliero di Borgosesia. Le criticità evidenziate per la verità sono riferite al momento gestionale dei presidi ospedalieri. In effetti, la natura delle opere strutturali riguarda essenzialmente interventi di adeguamento a norma di sicurezza anche tramite la ristrutturazione e l'umanizzazione delle strutture. In particolare: Presidio Ospedaliero di Vercelli - Riorganizzazione globale con interventi di ristrutturazione, umanizzazione e messa a norma A) Adeguamento a norma dei blocchi operatori di Chirurgia generale e Ostetricia-Ginecologia B) Adeguamento a norma dei blocchi operatori di Urologia e Oculistica C) Rifacimento rete elettrica di distribuzione e cabine di trasformazione D) Adeguamento rete elettrica di distribuzione E) Ristrutturazione ed adeguamento Impianti del Laboratorio di Anatomia Patologica e del Servizio Mortuario F) Prevenzione e protezione incendi: impianto antincendio, emergenza evacuazione G) Rifacimento coperture H) Umanizzazione reparto di Geriatria I) Umanizzazione reparto di Medicina L) Umanizzazione reparto di Chirurgia 1 e Chirurgia 2 M) Opere esterne: Realizzazione parcheggi N) Rifacimento centrale termica O) Ristrutturazione ed adeguamento impianti di atrio, pronto soccorso, DEA Direzione sanitaria. Completamento programma di interventi di manutenzione e di adeguamento e messa a norma di sicurezza.
Questo è quanto si è previsto con i fondi dell'art. 20.
Quota parte dei fondi attribuiti al vecchio ospedale di Borgosesia vengono utilizzati nel piano di finanziamento per il nuovo ospedale.
Per quanto riguarda l'Ospedale S. Giovanni Battista di Gattinara ho detto poc'anzi così come per quello di Santhià.
Ai sensi della legge Merloni ter, l'Azienda ha presentato, nel mese di marzo c.a., il programma triennale degli interventi in edilizia, coerenti con le previsioni gestionali proposte in attuazione della manovra sanitaria per l'anno 2001.
Il Nucleo di Valutazione dell'Assessorato sta verificando la congruità degli interventi proposti per l'assegnazione definitiva dei finanziamenti necessari.
Nel momento in cui l'istruttoria evidenzi casi di incompatibilità degli interventi strutturali rispetto alla gestione aziendale, saranno prescritti i conseguenti adeguamenti che dovranno essere oggetto di rettifica della programmazione regionale degli investimenti nonché dall'accordo Stato Regione sui finanziamenti ex art. 20 II fase.
Il punto 6) chiede di conoscere lo stato di avanzamento dei lavori dei suddetti interventi e sapere se sono congruenti al cronogramma contenuto nella citata delibera dell'ottobre 2000. Lo stato di avanzamento dei lavori della I fase dell'art. 20 è il seguente: gli interventi sul Presidio Ospedaliero di Borgosesia sono sospesi in attesa della realizzazione del nuovo presidio ospedaliero.
Lo stato di avanzamento dei lavori della II fase dell'art. 20 è il seguente: le opere sono in fase di progettazione.
Il punto 7) chiede qual è l'incidenza dell'ADI nell'ASL 11. L'ASL 11 ha trattato in cure domiciliari nel corso del 2000 n. 1.059 casi e per il 2001 prevede di incrementare l'attività, portando a 1.589 i soggetti assistiti che rappresenta, rispetto alle indicazioni programmatiche per il 2003 indicate dalla Regione per la stessa Azienda in 1.415 casi, un ulteriore incremento del 12%. L'ASL dichiara, inoltre, un costo per caso decisamente inferiore a quello delle previsioni regionali: L. 2.632.000 rispetto a L.
5.688.000 indicati dalla Regione per tale tipologia di attività. E' evidente che le patologie inserite nel ciclo di cura ADI sono diverse da quelle previste dalla Regione (sono inseriti anche i semplici accessi infermieristici). La Commissione regionale per le cure domiciliari sta elaborando appositi indirizzi inerenti i percorsi clinici attivabili dai servizi di cure domiciliari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

La risposta dell'Assessore D'Ambrosio alla nostra interpellanza dà la misura del pressappochismo e dell'assenza di programmazione con cui sono state affrontate in passato le questioni della sanità piemontese.
Assessore D'Ambrosio, a Varallo - è a conoscenza di quello che sto per dirle perché all'epoca era già Assessore - aveva discusso con l'Amministrazione e la popolazione locale una questione molto importante che riguardava il futuro dell'ospedale. Queste popolazioni hanno sopportato con sacrificio non indifferente, si sono fatte carico dell'esigenza di razionalizzare la sanità piemontese, in particolare quella vercellese, e hanno convenuto - le assicuro che non è stato facile - circa l'esigenza di riconvertire quella struttura.
Naturalmente, un'Amministrazione regionale degna di questo nome, di fronte al fatto che propone, in quella realtà, di sopprimere un ospedale e riconvertirlo, la prima azione che compie è quella mettersi in condizione di intervenire secondo i tempi previsti, i progetti, le garanzie e le promesse fatte a quelle popolazioni.
Relativamente al Presidio Ospedaliero di Varallo, Comune dell'Alta Valsesia, con tutte le problematiche dell'alta valle, con tutto ciò che questo comporta per un ospedale in quelle realtà. L'Assessore oggi ci ha comunicato che questa mattina ha parlato con il Sindaco di Varallo e che i tempi slitteranno ulteriormente: ne prendo atto, ma constato che questa vicenda, di per sé, dà la misurare del pressappochismo con il quale affrontiamo queste questioni.
Borgosesia. L'Assessore ha comunicato, nella parte iniziale della sua replica, che l'ospedale nuovo costerà 70 miliardi e che avrà 206 posti letto. Io credo che dovremmo tornare sulla questione. Ho in mano una documentazione nella quale c'è scritto che l'ospedale costerà non 70, ma 59 miliardi (c'è un problema di qualche miliardo, anche se è vero che i miliardi nella sanità sono bruscolini). Prendo atto che l'Assessore rispondendo poco fa all'interpellanza, ha detto "sono 70 miliardi per 206 posti letto". Dubito che anche 70 miliardi siano sufficienti, ma le popolazioni di quel territorio aspettano il nuovo ospedale. Naturalmente un giorno sì e l'altro anche, gli esponenti del partito lo promettono.
In questi giorni, dovendomi interessare di quelle questioni perché sono vicino ai problemi di quella realtà, mi sono preoccupato di capire qual è lo stato dell'arte. Lo stato dell'arte è tale per cui oggi abbiamo la possibilità di spendere in concreto 47 dei 70 miliardi che lei prevede.
Undici miliardi dovrebbero essere sborsati dall'ASL, ma questo rimane un punto interrogativo perché non so in che misura e se l'ASL penserà di investire queste risorse alienando, come capita in questi casi, una parte degli immobili.
La vicenda di Gattinara, da questo punto di vista, è emblematica. C'è un progetto che risale al 1987 che è stato bloccato; nel frattempo, l'ASL ha deciso di spendere un miliardo e mezzo per creare una sala parto e una sala travaglio in attesa che si chiarissero le questioni. I Comuni hanno finanziato una sala operatoria da "campo" all'interno dell'ospedale (credo l'unico caso in Italia) utilizzando i soldi delle comunità locali. I problemi sono due: inaugurare finalmente il reparto in cui abbiamo attivato la sala parto e la sala travaglio e dare finalmente avvio all'utilizzo delle stesse. Nel frattempo, cosa è capitato? Che il nuovo Direttore dell'ASL, Scarabosi subentrato a Lombardo, ha realizzato un piano che prevede di sopprimere il Reparto di Ginecologia. Ci troviamo di fronte al paradosso di aver speso un miliardo e mezzo per creare una sala parto e una sala travaglio e oggi il piano dice: chiudiamo il Reparto di Ginecologia.
I tre casi che ho ricordato sono davvero un po' emblematici: primo perché non stiamo assolutamente tagliando gli sprechi, ma li creiamo secondo, perché si interviene a "casaccio"; terzo, perché manca una politica di programmazione, fondamentale, della sanità piemontese senza la quale fatti come questi sono destinati, in futuro, a ripetersi.
Fra qualche mese dovremo affrontare gli stessi identici problemi e nessuno di quelli che avete pensato di affrontare con questi piani saranno stati risolti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore, con le deliberazioni del 7 gennaio ha turbato l'erogazione di un pubblico servizio. Legga cosa ha provocato con queste delibere.
Ospedale San Giovanni Battista di Gattinara: si rende opportuno ridurre i posti letto in day hospital da tre a uno. Ma come si permette! Da un'ora all'altra prende una delibera, fa i tagli e così i posti di day hospital passano da tre a uno. Chirurgia generale: i posti letto in day hospital passano da quattro a due. E' stato turbato il pubblico servizio.
Otorinolaringoiatria: i posti letto di tipo ordinario passano da ventuno a sedici.
Quando dico che si è turbato il regolare esercizio, è perché il turbamento è un'increspatura, un vortice, un'irregolarità prepotente che impedisce ad una struttura di continuare in un funzionamento che non sostengo debba essere sempre uguale, ma che non può essere improvvisamente turbato. Le turbolenze, a bordo di un aereo, si vede cosa provocano: le strutture cigolano, traballano, vengono messe a dura prova; se una turbolenza improvvisa avviene a livello del suolo, gli aerei si schiacciano a terra.
Vede che, con le sue deliberazioni, vi è stata una turbolenza improvvisa? Anche verso servizi che dovrebbero essere, secondo l'impostazione generale, in grado (ma con un'attività di turbolenza, bensì di programmazione) di, essendo meno costosi, fornire prestazioni sanitarie a costi ridotti con esiti di cura buoni.
Sono allibito da questa situazione. Continuo a non comprendere perch lei non ritiri questa deliberazione e come non si accorga di aver assunto il giorno dopo la Befana, una serie di deliberazioni sbagliate e inutili che hanno reso ancora più accidentato il percorso della cura per i cittadini piemontesi. Siamo ancora lontani dal numero 29. Ne prenda atto Assessore!



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 665 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani e Tapparo inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASL 12: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 665, presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido, Marcenaro, Muliere, Riba Ronzani e Tapparo, relativa all'ASL 12.
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Nel caso dall'Azienda Sanitaria Ospedaliera di Biella abbiamo di nuovo una serie di guai serissimi, che si profilano a seguito della deliberazione. Siamo in presenza di un taglio che arriva al 10%, per cui sono 30 miliardi in meno. C'è la dichiarazione particolarmente interessante, che compare nella deliberazione, che dice: "L'Azienda, pur attenendosi formalmente alle indicazioni fornite dal Piano Sanitario Regionale, ha realizzato interventi di potenziamento o nuova attivazione praticamente per tutte le funzioni di propria competenza, senza ricercare la possibile sinergia con gli altri presidi del quadrante". Questo è ci che l'Assessore dichiara nella deliberazione.
Di fatto, l'operazione perpetrata nei confronti dall'ASL 12 porta a punti di criticità fortissimi, come la sospensione di tutta l'attività di emodinamica, la necessità di intervenire - in quel caso siamo in presenza di una situazione con traslochi e con lavori programmati, come peraltro in altre strutture ospedaliere che abbiamo esaminato nella giornata), quindi il blocco di una serie di attività programmate e, tra l'altro, pure onerosamente.
La dichiarazione, per quanto riguarda il territorio, di andare a rivedere tutte le tariffe sanitarie giornaliere (quindi un'incidenza che avrà il suo peso sul versante geriatrico) è negativa; altrettanto, la necessità, insieme all'incremento delle rette socio-assistenziali da parte delle strutture residenziali, di compensare quelli che sono i minori ricavi provenienti dalla quota sanitaria. Di fatto, questi tagli che cosa hanno già prodotto? Non per niente, nell'interpellanza ci soffermiamo, a differenza di altre, su alcune questioni.
La prima di queste questioni è: qual è l'incidenza dell'assistenza residenziale - semiresidenziale dell'ADI? Perché? Cosa ha comportato il taglio? Che, a fronte della manovra del 1999/2000, l'aggiunta di quest'ultima manovra porta ad azzerare l'ADI, quindi il servizio di assistenza domiciliare è stato azzerato, Assessore Cotto. Il servizio di assistenza domiciliare, non sul versante anziani, ma su quello dei malati di AIDS e di Epatite C, tossicodipendenze e tutto quel comparto, è stato azzerato. Veramente, non riesco a darmi pace del fatto che facciamo affermazioni di tale gravità e non succede nulla. La risposta è sempre la stessa. Sembra di fare i notai. Stiamo dicendo che, anche in questo caso (segnalazioni di questo tipo ne ho fatte tre, oggi, e quindi il mio caso non mi sembra quello del registratore e della cassetta che va avanti, dice le stesse fesserie per tutte quante le situazioni; no, si diversifica!) siamo in presenza del'azzeramento del servizio ADI Anziani, ADI AIDS. Solo altre due situazioni sono così. Siamo all'azzeramento del servizio screening tumori femminili, all'azzeramento del budget messo a disposizione per la rete oncologica prevista dal vigente piano, a tuttora non modificato ufficialmente. Viene azzerata quella voce di finanziamento, abbiamo azzerato i fondi per la lotta alla droga (questo vale per tutte le AA.SS.LL., perché si vede che è un chiaro ordine di scuderia), sono state azzerate - questo ha veramente del pazzesco - tutte le erogazioni per le prestazioni relative ai disabili. Avevamo già visto le prestazioni protesiche azzerate in due AA.SS.LL.; in questo caso, abbiamo eliminato l'erogazione della prestazione complessiva, non solo della prestazione protesica. I posti letto vengono diminuiti di ottanta; il day hospital anche in questo caso, ha una piccola riduzione, ma da struttura complessa a struttura semplice; il contenimento delle manutenzioni ordinarie deve essere soltanto attenuto e mirato a quelle che sono le necessità relative alla sicurezza. Tutto il resto, compreso ciò che è stato appaltato, per cui esistono dei fondi, viene bloccato e sospeso, e anche in questo caso siamo alla terza settimana di attuazione di quanto ho elencato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Per quanto riguarda il punto 2), si richiamano le considerazioni sviluppate nella premessa della DGR n. 18-2592 del 29/3/2001: Il bilancio dell'Azienda riporta il finanziamento regionale assegnato con DGR n. 39-1924 del 7/1/2001, pari a 281 miliardi. Gli organi contrattuali per la dirigenza e le convenzioni uniche nazionali per l'anno in corso sono stati quantificati in 14,2 miliardi (importo da verificare e validare come finanziamento regionale). L'assegnazione regionale 2001, se confermati gli oneri contrattuali, risulta essere di 295,2 miliardi richiedendo sulla base di dati economici del preconsuntivo 2000, un recupero di 12 miliardi circa, pari al 3,87%.
Chiaramente, la manovra è stata fatta su quello che è il preconsuntivo 2000, non sulle richieste dei Direttori generali per quanto riguarda il 2001, perché, se così fosse, è chiaro che le cifre sarebbero diverse.
Qualsiasi manovra va fatta sul consuntivo o sul preconsuntivo dell'anno precedente e non su quelle che sono le richieste per l'anno a venire.
La relazione di accompagnamento alla manovra 2000, presentata dal Direttore generale, evidenzia gli interventi organizzativi interni per ottimizzare le risorse e l'incremento dell'assistenza domiciliare con conseguente riduzione dei posti in convenzione.
Le azioni intraprese comportano: la riduzione dell'attività di ricovero ospedaliero e il mantenimento di quella ambulatoriale il mantenimento dei livelli assistenziali a favore delle fasce deboli la riduzione dei posti letto in RSA, compensata dall'aumento dell'assistenza domiciliare la diminuzione del costo del personale e l'aumento di quello dell'assistenza farmaceutica la consistente riduzione dei costi dei beni e servizi.
L'attività del Dipartimento di Salute Mentale sarà oggetto di monitoraggio ed analisi per quanto attiene la funzione ospedaliera, non essendo rilevabile nella programmazione aziendale, trattandosi di attività non erogata direttamente, ma in rapporto con altra ASL". Chivasso e Biella sono le uniche due ASL che non hanno il SPDC.
Il punto 5) dell'interpellanza chiede quale sia l'incidenza dell'assistenza residenziale e semiresidenziale e dell'ADI.
Per quanto riguarda l'assistenza residenziale per anziani non autosufficienti, l'ASL 12 ha dichiarato di disporre, nell'anno 2000, di una rete di 537 posti letto, superiore alle indicazioni programmatiche della Regione (pari a 404 posti letto, 1,3 posti ogni 100 anziani ultrasessantacinquenni). Voi sapete che l'obiettivo era di un posto letto ogni 100 ultrasessantacinquenni. Noi, insieme alla collega Cotto, ci auguriamo di portare questa percentuale ad 82, ma si devono sempre fare i conti con i costi, poiché ogni punto percentuale comporta circa 210 miliardi di oneri aggiuntivi. Comunque, l'ASL di Biella aveva un numero di posti letto superiore a quelli previsti dal Piano Sanitario Regionale 1997/1999 e dichiara un lieve decremento per il 2001, portandolo a 525 posti letto, disponibili per tale attività, che soddisfano comunque un fabbisogno di residenzialità pari all'1,2 posti ogni 100 ultrasessantacinquenni.
Per quanto riguarda l'assistenza semiresidenziale, l'ASL 12, nell'anno 2000, ha già attivato 13 posti di centro diurno, che prevede di portare a 16 nel corso del 2001, raggiungendo per l'84% le previsioni regionali per tale tipologia di attività, che prevedeva 19 posti in centri diurni per anziani non autosufficienti.
La lieve riduzione dell'assistenza residenziale per anziani non autosufficienti è compensata dalla previsione di un incremento di assistenza domiciliare. Infatti, nel corso del 2000, l'ASL 12 ha trattato in cure domiciliari 438 casi e, per l'anno 2001, prevede di incrementare l'attività portando a 600 il numero dei soggetti assistiti, che rappresenta, rispetto alle indicazioni programmatiche per il 2003, indicate dalla Regione per la stessa Azienda, il 45% dei casi previsti. L'ASL dichiara inoltre un costo per caso decisamente inferiore alle previsioni regionali: L. 2.758.000 rispetto a L. 5.688.000 indicati dalla Regione per tale tipologia di attività. E' evidente che le patologie inserite nel ciclo di cura ADI sono diverse da quelle previste dalla Regione (sono inseriti anche i semplici accessi infermieristici).
La Commissione regionale per le cure domiciliari sta elaborando appositi indirizzi inerenti i percorsi clinici attivabili dai servizi di cure domiciliari.
Per quanto riguarda il punto 6), le criticità individuate nella suddetta deliberazione derivano da un difetto della programmazione aziendale, pur attenendosi formalmente alle indicazioni fornite dal Piano Sanitario Regionale, riportato nella deliberazione degli obiettivi gestionali ed economici per l'anno 2001 dell'Azienda. Si riferisce alla situazione organizzativa relativa al periodo di attività 1998/2000 e sottolinea le modalità con le quali sono stati effettuati gli interventi di potenziamento delle funzioni attribuite dal Piano Sanitario Regionale.
In data 5/8/1998, la Giunta regionale, con il provvedimento n. 85-25270 "Sviluppo dei parametri del Piano Sanitario Regionale ed osservazioni regionali per le intese di programma, ex art. 10 L.R. n. 61/97", aveva approvato le indicazioni programmatiche che, nello specifico, indicavano: 1) l'organizzazione generale dell'ospedale è di tipo dipartimentale, con i posti letto attribuiti al Dipartimento e non più ai singoli reparti 2) i posti letto e il relativo personale sono definiti in base ai volumi di produzione previsti in ricovero ordinario, pertanto direttamente correlati all'attività programmata per ciascun presidio ospedaliero 3) le attività di day ospital e day surgery sono effettuate con strutture distinte da quelle che effettuano i ricoveri ordinari. Alla realizzazione di tali distinte strutture consegue una riduzione dei posti letto riservati ai ricoveri ordinari 4) la scelta di istituire unità operative autonome, o non autonome, per realizzare attività e funzioni preesistenti, o di nuova istituzione, viene effettuata in relazione al volume di prestazioni previste come ricovero ordinario nel rispetto dei livelli minimi di produzione. Alcune attività o funzioni, in particolare di nuova istituzione, sono pertanto realizzate anche attraverso il modello organizzativo del Dipartimento interaziendale specialmente per quelle di maggior complessità e il ridotto volume di prestazioni, al fine di garantire la necessaria qualità tecnica e professionale degli interventi effettuati, comprese le emergenze e le attività di supporto 5) nel caso di nuove funzioni - anche universitarie - attribuite in sedi ospedaliere diverse, qualora l'attività assistenziale prevista dal Piano Sanitario Regionale non consenta un volume adeguato di prestazioni su tutte le sedi, la produzione viene attribuita solamente a chi già la effettuava nel 1997, non procedendo a nuove attivazioni. Sarà cura delle Aziende organizzare le modalità operative per un'eventuale produzione decentrata nell'ambito di quella prevista, curando il perseguimento della necessaria efficienza ed efficacia gestionale, come specificato al precedente punto 4).
Nel caso in esame, l'affermazione rileva che l'Azienda, nel rispetto del Piano Sanitario Regionale, ha effettuato l'attività senza aver completamente eseguito le indicazioni programmatiche regionali.
Per quanto concerne il punto 7), il rapporto è eccedente il numero di 800, perché gli interpellanti domandano se il rapporto di 1.663 bambini per medico pediatra nell'ASL 12 sia appropriato al fabbisogno della popolazione infantile. L'Accordo Nazionale Collettivo fissa a 800, come ho detto poc'anzi, il numero massimo di scelta, prevedendo comunque alcune deroghe e rinviando agli accordi regionali in corso l'attuazione di una disciplina che consenta la piena attuazione del diritto all'assistenza pediatrica mediante la libera scelta all'assistito, con l'inserimento graduale di nuovi pediatri convenzionati sul territorio.
A fronte delle difficoltà di reperimento di medici specialisti in pediatria e delle carenze croniche in alcune situazioni geografiche disagevoli, è previsto che l'organizzazione del Dipartimento Materno Infantile sopperisce anche attraverso la pediatria di comunità alle esigenze della fascia pediatrica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente e Assessore, vorrei porre una questione che avevo già posto nel corso del dibattito generale. La Giunta ha approvato questi piani, se non ricordo male, la scorsa settimana. Anzi, mi risulta che la Giunta, una volta approvati i piani, li abbia comunicati ai Direttori generali delle AA.SS.LL. - giustamente! In attesa che la Giunta intervenisse e si esprimesse sul merito dei piani, era legittimo attendersi che i Direttori generali sospendessero ogni decisione in merito all'attuazione del piano. Se presento un piano l'Assessore competente deve esaminarlo e, in via puramente teorica, pu essere che l'Assessore decida di sforbiciarlo. Anzi, anche in via di fatto può capitare un'eventualità del genere. Quindi, diciamo che un Direttore generale, una volta che ha trasmesso il piano, resta in attesa di capire se lo stesso è stato approvato dalla Giunta regionale.
Nel caso dell'ASL 12 si è verificato un altro fatto. Il giorno in cui il piano è stato inviato alla Giunta regionale affinché venisse esaminato ed approvato, quel Direttore generale ha deciso di attuarlo. Quindi, voi potevate decidere o non decidere di approvare quel piano, fatto sta che lo avevano già attuato: questo è un problema serio.
Posi tale questione all'Assessore D'Ambrosio durante una riunione della Commissione Sanità perché lamentavo questa mancanza di rispetto da parte del Direttore generale nei confronti della Giunta regionale. In quell'occasione, lei mi disse che sarebbe intervenuto invitando il Direttore generale a sospendere ogni decisione circa l'attuazione del piano, ma ho visto che tutto ha continuato a procedere, quindi quel piano è stato attuato bellamente. Qui, delle due, l'una: o l'Assessore, quando ho posto tale questione, mi ha raccontato una piccola bugia, dicendomi che era intervenuto per chiedere al Direttore generale di sospendere quel piano oppure il Direttore generale ha fatto quello che voleva. Il Direttore generale, probabilmente, ha deciso di andare avanti in ogni caso.
Qui si pone un primo problema, perché, se è vero che la Giunta deve esprimersi su quel piano di attività e decidere se attuarlo o meno, se approvarlo o meno, è del tutto evidente che ritengo arbitraria la scelta di procedere comunque verso la sua attuazione.
Seconda considerazione: credo che il piano, per quanto riguarda quell'ASL, si traduca, in sostanza, in meno posti letto per alcuni reparti in particolare per la chirurgia e per le medicine (ricordo, visto che parliamo della lotta agli sprechi, che un anno fa abbiamo istituito il terzo reparto di chirurgia e oggi sforbiciamo i posti letto nella chirurgia); si è tradotto, come ricordava la collega Suino, in un blocco dell'emodinamica, si è tradotto in una riduzione del personale infermieristico.
Dottor D'Ambrosio, lo sbocco di queste vicende è chiarissimo. Credo che in generale questa politica dei tagli avrà, come risultato, quello di produrre una domanda che la struttura pubblica non riesce più a soddisfare e che verrà soddisfatta dalla sanità privata. Questo capiterà anche nel caso degli infermieri. Cosa capiterà negli ospedali, visto che avremo meno infermieri? Che avremo meno assistenza e i familiari o i pazienti provvederanno in modo proprio. E' capitato a tutti di andare in un ospedale, Biella piuttosto che Borgosesia, e di sentirsi dire dal personale: "Guardi che purtroppo non ce la facciamo a garantire l'assistenza minima. Provveda!", e allora c'è l'elenco delle persone da contattare: assistenza privata. Lo sbocco naturale è questo, perché se si riduce il personale infermieristico, è evidente, la domanda va soddisfatta da qualcun altro. In questo caso, si soddisfa ovviamente ricorrendo ad infermieri ed assistenti privati.
Poi vi è stata, caro Assessore, come lei prima ricordava, la decisione di intervenire sull'assistenza agli anziani: vi sarà un aumento delle rette. Si dice: "Ma noi però, tutto sommato, su questo fronte interverremo anche aumentando l'assistenza domiciliare". Presumiamo che si intervenga non credo che sia questa la risposta che verrà data. La cosa certa è che questa operazione ha comportato, per quelle case di riposo, un aumento delle rette. Sono questi, tutto sommato, i tratti distintivi di quel tipo di piano di attività.
Forse potevamo fare qualche altro intervento; soprattutto voglio dire che non si è intervenuto per combattere gli sprechi, come sarebbe necessario. Io, per esempio, ho saputo, girando per ospedali in questi giorni per acquisire informazioni, parlare con la gente e con gli infermieri, che questo è un ospedale che ha due uffici stampa. Bene, sarà utilissimo: due uffici stampa, uno tradizionale e uno che fa capo direttamente al Direttore generale. Quel Direttore deve governare la sanità, non amministrare la sua immagine, Assessore D'Ambrosio! Perché due uffici stampa all'ASL di Biella sono, mi scusi tanto, una vergogna! E visto che vogliamo presentare il piano di attività e la manovra sulla sanità come un'operazione che intende comprimere gli sprechi, io constato che vi è una discrasia tra quel che dite e quel che viene fatto concretamente sul piano locale.
Ho concluso, Presidente, ma una cosa ancora vorrei dire: la sanità biellese ha una spesa pro capite di 1.600.000 lire. La spesa regionale ha un rapporto pro capite di 2.600.000 o 2.300.000 lire, se non ricordo male.
In ogni caso - adesso non voglio esulare sulle cifre o sui numeri - vorrei segnalare che vi è, da questo punto di vista, una differenza, e sa perché? Perché lì si è già intervenuti. Si è tentato di razionalizzare; per esempio, l'ospedale di Bioglio è stato a suo tempo riconvertito. Ma siccome la logica era "tagliamo purché sia", tutti sono finiti all'interno dello stesso calderone. Grazie, Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore, questa situazione, creata dalle deliberazioni del 7 gennaio è grave e drammatica. Spero che lei se ne renda conto, perché penso che sia una questione gravissima e, almeno dal punto di vista del mio Gruppo assolutamente inaccettabile. Non smetterò di dirlo e di provare tutte le strade, tutte quante.
Vediamo cosa le risponde questo Direttore generale, che non so nemmeno chi sia e non mi interessa. Lei improvvisamente taglia. Bene, il Direttore generale dice: "Allora, a questo punto, per le malattie metaboliche 13 letti (8 letti in meno di ricovero ordinario), cardiochirurgia 3 letti in meno, nefrologia 2 letti in meno, neurochirurgia 3 letti in meno oculistica 7 letti in meno, ortopedia 11 letti in meno, recupero e riabilitazione 10 letti in meno, radioterapia 15 letti in meno, geriatria 5 letti in meno", passando da un totale di 741 ad un totale di 724. Queste sono cose intollerabili.
Assessore, le parlo come se lei non fosse nemmeno più Assessore, le parlo proprio in modo obiettivo, tra umani: questo è inaccettabile! Un taglio di questo genere, che non provenga da una programmazione (e quindi da un discorso serio e fondato che dica: attenzione, adesso questa macchina complessa la prendiamo e la pieghiamo in questa direzione, ci fissiamo degli obiettivi che pian pianino fanno capire che c'è equilibrio tra l'obiettivo, se è quello di ridurre il posto letto anche riducendo il posto letto, ma ci sono investimenti che potenziano altre strutture e la macchina la giriamo) è inaccettabile; che una macchina rigida come quella sanitaria subisca un trauma di questo genere è insopportabile! Questo è un attentato alla salute pubblica, va bene? Sono attentati alla salute pubblica e lei lo sa benissimo, da umano; poi, da Assessore, farà qualcos'altro.
Però c'è un altro elemento, che lei valuterà senz'altro meglio di me perché medico, come altri colleghi qui presenti, che mi piace per nulla fatto in questo modo, fatto con il taglio improvviso: "Basta, non ci sono più soldi e allora devi fare...", da ieri ad oggi; è la questione del day hospital. Questa storia del day hospital non è uno zuccherino che diamo all'utente! Perché nella pratica medica c'è il ricovero ordinario, c'è la sala di chirurgia, c'è il day hospital, c'è l'ambulatorio, ma sono questioni parecchio diverse dal punto di vista, da un lato, dei costi e delle strutture, e, dall'altro, della sicurezza e dell'appropriatezza della cura, perché la sterilità che c'è in una sala chirurgica non è la sterilità che c'è in un day hospital, e la sterilità che c'è in un ambulatorio non è quella che c'è in un day hospital.
Pertanto, se è giusto avere una programmazione che porti, sulla base della scienza e della coscienza del medico, ad individuare, per ogni tipologia di intervento la struttura più appropriata, allora è sbagliato ricoverare di notte un paziente che può essere operato per quella patologia in un day hospital senza rischi. Quindi, se si è sbagliato, se il medico ha sbagliato, è bene trasferire quel paziente e non farlo dormire quella notte in ospedale, perché le sue condizioni generali e la patologia di intervento sono tali da garantire, a giudizio della coscienza del medico, che per quel paziente è ottimale il day hospital, e quindi non si disturba né il paziente e la sua famiglia né la struttura pubblica, ingombrando un posto letto in quella notte e così via. E se il day hospital è troppo, allora l'intervento sia fatto in quell'ambulatorio.
Ma se - Assessore - tutto questo avviene perché lei un giorno si sveglia e dice al Direttore generale di Biella che bisogna risparmiare, e il Direttore di Biella improvvisamente si inventa da quel giorno che i posti letto si riducono, perché si può fare più day hospital, io dico che non mi fido, che qui c'è un trucco a danno del paziente.
In pratica, grazie anche all'aziendalizzazione, noi abbiamo una catena di questo genere: l'Assessore nomina il Direttore generale. Questo l'ha voluto la legge: rapporto fiduciario, rapporto insindacabile; l'Assessore si sceglie persone di fiducia e consegna loro le Aziende. C'è un chiaro rapporto di dipendenza, non di indipendenza: di dipendenza, perché il Direttore generale può anche essere revocato dall'Assessore in un battibaleno, se il Direttore generale non piace più all'Assessore, e anche un Sindaco può chiedere la rimozione di un Direttore generale.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

La Giunta, non l'Assessore.



CHIEZZI Giuseppe

Sì, la Giunta può rimuoverlo, e quindi c'è una dipendenza netta e la prevalenza di una fiducia politica che viene versata verso una persona che quindi è dipendente da quell'assenso. Può un Direttore generale rispondere all'Assessore dicendo: "Tu dici delle stupidaggini, mi chiedi di tagliare io non taglierò mai!"? Voglio vederlo quel Direttore generale, il giorno dopo che fine farà! Questa è una situazione non soggettiva - Assessore D'ambrosio - ma oggettiva, e non c'è cattiveria o altro: è una situazione oggettiva.
L'Assessore nomina il Direttore generale. E il Direttore generale cosa fa? Nomina i Primari? Bella, questa invenzione! Il Direttore generale, che deve rispondere all'Assessore, chiama il Primario e dice: "Guarda che da domani non ci sono più i soldi...".



PRESIDENTE

Deve concludere.



CHIEZZI Giuseppe

Se lei mi fa concludere adesso, rinuncio all'intervento successivo altrimenti, mi fermo qui ed interverrò nuovamente dopo: veda lei.



PRESIDENTE

Intervenga dopo.



CHIEZZI Giuseppe

Per aumentare la confusione, scegliamo questa prassi!


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 668 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani e Tapparo inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASL 15: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza successiva: siamo all'ASL 13 di Novara.



PRESIDENTE

SUINO Marisa (fuori microfono)



PRESIDENTE

Mi pare che la collega Manica avesse chiesto il rinvio delle interpellanze relative alle AA.SS.LL. 13 e 14.



PRESIDENTE

Passiamo allora all'interpellanza n. 668, presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido, Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani e Tapparo, relativa all'ASL 15.
Prego, Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Per quanto riguarda l'ASL 15, nell'interpellanza noi rileviamo due questioni. In primo luogo, si tratta di un'ASL che ha avuto un 8% circa di tagli aggiuntivi, quindi in confronto ad altre cifre non è stata nemmeno così penalizzante e penalizzata, perché in sostanza ha un taglio aggiuntivo di 12/13 miliardi. Quello che però ci ha fatto riflettere è l'affermazione riportata nella deliberazione del 7 gennaio a motivazione di questa punizione nei confronti dell'ASL 15. Si dice: "L'ASL 15 è resa tipica dalla caratteristica di fornire assistenza sanitaria in assenza di presidio ospedaliero. A tal fine, sono stati realizzati più accordi con l'ASO di Cuneo per garantire la gestione delle strutture e dei servizi presenti nell'ASL 15.
La situazione, rappresentata dalla mancanza di presidio ospedaliero aziendale per acuzie, ha determinato lo sviluppo di servizi operanti a vario titolo sul territorio". Questo sarebbe un esempio della concezione secondo l'Assessore D'Ambrosio, del territorio. In questo caso, noi abbiamo: un'assenza di ospedale; un'ASL che impegna una serie di anni di progettualità sul territorio per dare corso, per rispondere a quella che è la domanda, domanda legata soprattutto al comparto anziani. In questo caso si usa come motivazione per dire: "Bisogna tagliare" - così almeno si legge dal documento. Tant'è che l'ASL 15 risponde dicendo, con i suoi atti insieme ai Sindaci c'è un ricorso al TAR, ecc. - che la drastica riduzione dei fondi destinati all'assistenza agli anziani, ai malati del morbo di Alzheimer, ai minori, riduce l'operatività sanitaria. La stessa manovra impone, a livello regionale, un tetto massimo di ricette che ogni medico di famiglia, ogni pediatra potrà prescrivere per l'effettuazione varia comprese di esami di diagnostica; risulta quindi inevitabile procedere alla sospensione delle convenzioni dell'ASL 15 con i Consorzi socio assistenziali.
Questo è un esempio classico. Pongo la questione anche all'Assessore Cotto (forse avremmo dovuto rivolgere l'interpellanza anche all'Assessorato all'assistenza). In un caso nel quale, proprio per l'assenza di presidio ospedaliero, abbiamo il ricorso a quelle che sono delle prestazioni integrate di tipo assistenziale e sul territorio, quindi più legate a quello che potrebbe essere l'ambito distrettuale, l'ASL viene ulteriormente penalizzata.
Di fatto, ci ritroviamo con un budget che non ha un taglio così forte ma che va ad intaccare le RAF di Bernezzo, i 10 posti previsti nella struttura protetta per malati di mente. In pratica, abbiamo una scomparsa di quello che avrebbe dovuto essere il Dipartimento di Salute Mentale sull'ASL 15 (perlomeno noi non ne abbiamo trovato traccia nei documenti) a fronte di una serie di problemi di altro genere che esistono.
Cambiando completamente argomento, vengono completamente azzerati - è una piccola questione, lo dico solo come fatto simbolico - i fondi previsti per il piano di smaltimento dell'amianto; in questa ASL questa voce scompare totalmente e ce ne siamo accorti solo perché è una voce che ritroviamo soltanto in questo caso, quindi evidentemente avrà una sua specificità. Ovviamente, sul versante dell'edilizia sanitaria, quindi l'ex art. 20, abbiamo la situazione del poliambulatorio del distretto di Cuneo dove la seconda fase dell'intervento di edilizia sanitaria è procrastinato a tempo da definirsi, nonostante vi sia stato un impegno con una deliberazione del 30/10/2000.
C'è il centro polifunzionale di Cuneo, dove i lavori sono stati sospesi; c'è la struttura polifunzionale di Cuneo, ma poi abbiamo degli esperti del territorio che meglio potranno dire; la sede polifunzionale distrettuale di Dronero.
Su tutte queste strutture che sono state finanziate, come mai gli interventi di manutenzione ad un certo punto si sono bloccati?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Per quanto riguarda il punto 1), si rileva che l'Azienda, pur nella sua aticipicità non essendo dotata di presidio ospedaliero, ha raggiunto una buona sinergia con l'ASO di Cuneo che eroga l'assistenza specialistica anche sul territorio dell'ASL 15.
E' comunque opportuno che il nuovo PSR annulli questa atipicità e riconduca l'area al modello gestionale prevalente.
Per quanto riguarda il punto 2), si richiamano le considerazioni sviluppate nella premessa della DGR n. 20-2594 del 29/3/2001 che si riportano: "Il bilancio dell'Azienda riporta il finanziamento regionale assegnato con DGR n. 42-1927 del 7/1/2001 pari a 154 miliardi; gli oneri contrattuali per la dirigenza e le convenzioni uniche nazionali per l'anno in corso sono stati quantificati in L. 8,260 miliardi, importo da verificare e validare come finanziamento regionale. Le risultanze gestionali e l'andamento dei costi saranno puntualmente verificati nel corso del monitoraggio trimestrale a consuntivo.
L'assegnazione regionale 2001 ex DGR n. 42-1927 del 7/1/2001, se confermati gli oneri contrattuali, risulta essere di 162,260 miliardi.
In sintesi, la manovra aziendale 2001 non richiede, rispetto al 2000 recuperi, stante un differenziale positivo di 7 miliardi circa, pari al 4,83%.
La relazione di accompagnamento alla manovra 2001 presentata dal Direttore generale si sostanzia nelle seguenti azioni: la riduzione da 7 a 3 dei laboratori di radiologia il temporaneo rinvio di attività sul territorio, quale l'ospedale di comunità a Demonte, e il convenzionamento di posti letto in RSA e RAF.
Le azioni intraprese comportano: l'aumento dell'attività di ricovero ospedaliero in post-acuzie e di quella ambulatoriale il mantenimento dei livelli assistenziali per le fasce deboli un lieve sviluppo dei posti letto in RSA per anziani.
Questo è quanto risulta all'Assessorato e quanto evidenziato nella deliberazione del 29 marzo dopo attenta visione effettuata dal Direttore generale della programmazione.
La programmazione aziendale delle attività prevede inoltre, in parziale contraddizione con gli obiettivi della manovra, un aumento di 32 unità di personale oltre al 'turn over' che possono produrre effetti economici negativi anche per gli anni futuri, anche se nell'immediato la situazione di bilancio parrebbe consentire tale incremento.
La Conferenza dei Sindaci ha espresso perplessità e preoccupazione sulla manovra e richiesto un incontro in sede regionale".
Riguardo al punto 5) si rileva che nell'ASL 15 è istituito ed è attivo il Dipartimento di Salute Mentale: tale Dipartimento si configura quale Dipartimento interaziendale facente capo all'ASL 15 medesima ed all'ASO S.
Croce e Carle di Cuneo, presso la quale ha sede il SPDC.
Il Dipartimento è articolato, ai sensi del vigente Progetto Obiettivo "Tutela della Salute Mentale", in due Unità Modulari, una delle quali comprendente il SPDC, a loro volta articolate in quattro strutture semplici.
La rete delle strutture facenti capo al DSM è così costituita: il nuovo Centro di Salute Mentale di Cuneo, aperto ad inizio 2000 la Comunità Protetta (Tipo B) di Demonte, aperta nel giugno 1997, dotata di 20 posti letto la Comunità Alloggio di Demonte, dotata di 10 posti letto, attualmente chiusa per lavori di ristrutturazione, ma di prossima riapertura i Centri Diurni di Cuneo e Dronero, presso i quali sono ospitati 116 pazienti la nuova Comunità "La Rocca" di Roccasparvera, dotata di 10 posti letto.
Nel mese di febbraio sono stati avviati due progetti in Gruppo Appartamento, rispettivamente a Borgo San Dalmazzo (n. 4 pazienti) e a Demonte (n. 2 persone).
Per quanto riguarda i punti 6) e 7), lo stato di avanzamento dei lavori della I fase dell'art. 20 è il seguente: le opere sono state completate.
Lo stato di avanzamento dei lavori della II fase dell'art. 20 è il seguente: Centro Polifunzionale "Villa S.Croce" - Inviata a Roma il 16/2/2001 la richiesta di approvazione Poliambulatorio di Dronero - Approvato dal Ministero il 24/1/2001.
Per quanto riguarda il punto 8), il numero dei residenti ultrasessantacinquenni dell'ASL, rilevato dalla Banca Dati Demografica Evolutiva regionale, gestita dalla Direzione Programmazione Statistica risulta essere, alla data del 31/12/1999, di 28.805 unità, pari al 18,82 della popolazione totale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Molto brevemente, Assessore. Lei non ha trattato per niente l'aspetto che invece aveva messo bene in evidenza la collega Suino relativo al fatto che questa è una delle poche unità sanitarie che non hanno sistemi ospedalieri propri, poiché si avvale di un'Azienda Sanitaria Ospedaliera.
Tra l'altro, risultava una delle unità sanitarie in sostanziale equilibrio gestionale. Questo è quanto è stato riconosciuto fino al precedente esercizio, e adesso lei propone un taglio addirittura del 7,93%. E' scritto così. I 7 miliardi in più, il taglio che lei fa è sulla somma necessaria per fare funzionare il sistema delle integrazioni delle attività territoriali.
Vorrei solo porre una domanda: questo tipo di costi in più non ritiene che possa essere determinato dal fatto che, in mancanza di un sistema ospedaliero proprio, in mancanza di poliambulatori che risolvono territorialmente il problema, perché tutto è convenzionato con l'ASO, in mancanza di una medicina del territorio e in mancanza di strutture per l'assistenza del sistema territoriale montano - perché ASL ha l'80% del territorio e il 50% della popolazione in area montana - tutto questo, se non le consente uno sviluppo del sistema di assistenza e di prevenzione e del sistema poliambulatoriale che abbiamo previsto, le richiede di acquistare tutte le prestazioni da parte dell'Azienda Sanitaria Santa Croce? Naturalmente, l'Azienda Sanitaria Santa Croce, vendendo prestazioni ai prezzi che stabilisce, può sicuramente trovarsi in una condizione anche di pareggio, ma perché vende magari - questo me lo deve dire lei, perché tutti i dati segnalano questa situazione - l'attuazione di un'appendicectomia o di interventi di questo genere a prezzi che sono quelli non soltanto per ospedali per acuti, ma per Aziende ospedaliere come ospedali nazionali, ma evidentemente questi interventi avranno dei costi superiori. Non mi spiegherei una situazione di tipo diverso.
Quindi, in un'Azienda di questo genere, dove è possibile immaginare un progetto che preveda gli ospedali di comunità, lì possono funzionare gli ospedali dove i medici assistono i loro pazienti. Lì possono funzionare soltanto che ne abbiamo richiesti tre e non se ne farà nessuno con questa situazione. E' una richiesta che si realizza quando c'è una disponibilità dei medici. Lì effettivamente, in territori con 10/15 mila abitanti e 10/12 medici, si ha questa possibilità con piccole strutture ospedaliere che esistono sul territorio (è così per Busca, per Dronero, per Demonte, per Caraglio e per Boves). Sono tutte strutture che potrebbero essere in quella situazione intermedia che, se non riduce il costo della malattia a 110 mila lire al giorno - come ricorda ogni tanto il collega Riggio per l'assistenza domiciliare - la ridurrà sicuramente al di sotto delle 300 mila lire addirittura ai costi di un'ASO.
L'avere decapitato le prospettive di organizzazione del distretto sanitario montano, degli ospedali di comunità e dei poliambulatori, che possano ridurre al minimo la richiesta di prestazioni da parte dell'ASO di Cuneo, secondo noi con tutta evidenza rappresenta un modo per ridurre certamente nel breve periodo e nell'immediato il costo di esercizio, ma per caricare sulla comunità regionale e sulla spesa regionale un costo molto alto per curare tutte le acuzie e tutte le patologie presso un ospedale generale come l'Ospedale Santa Croce. Se non risolve quel tipo di problema abbiamo la chiara antinomia tra l'esigenza di risparmiare quattro soldi adesso e naturalmente la conferma di un sistema di assistenza e di intervento sanitario massimamente costoso, lì ancora più che altrove, a tempo indeterminato. Su questo abbiamo parlato, anche in via breve, molte volte. C'era una certa aspettativa e oggi si dice che l'ipotesi degli ospedali territoriali, degli ospedali di comunità, dei presidi e del distretto montano, viene rinviata ad una situazione che oggi non possiamo neanche sapere quando si renderà praticabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, e grazie, Assessore. Chiedo scusa al lettore o alla lettrice di questo verbale se riprendo, qualche pagina dopo, una frase che mi è stata spezzata tra le mani dal Presidente dell'assemblea, che ha applicato il Regolamento in modo un po' burocratico e non mi ha permesso neppure di finire il concetto della frase. Abbiamo un Presidente che si propone di cambiare il Regolamento perché inadeguato, però è un Presidente che applica questo Regolamento dando ad esso delle interpretazioni e delle prestazioni assolutamente complicanti la nostra vita ed anche quella del lettore, che, a questo punto, deve tornare indietro di un paio di pagine per riannodare la frase che mi è stata spezzata! Tale frase diceva che la catena Assessore-Direttore generale era giunta - come dice anche il Direttore dell'ASL che stiamo esaminando - al Primario, nominato dal Direttore generale, che ha, verso il Direttore generale, lo stesso rapporto di soggezione che il Direttore generale ha nei confronti dell'Assessore. Il Direttore generale chiama, dunque, il Primario e gli dice: "Guarda che devi tagliare. Guarda che per tagliare devi diminuire i ricoveri ordinari.
Guarda che devi fare più day hospital. Hai capito?". Dice il Direttore generale al Primario, "Devi fare più day hospital!". E il primario cosa fa? Farà più day hospital del giorno precedente, in conseguenza di questa pressione ricevuta dal Direttore generale, o risponderà al Direttore generale dicendo: "Senta, lei faccia il suo mestiere, ai pazienti ci penso io; l'interesse del paziente, se debba essere soddisfatto da un ricovero ordinario o da un day hospital, non me lo impone lei con dei risparmi. Sono io, medico curante, che decido per il mio paziente cosa è meglio e meno rischioso", magari aggiungendo, "Come ho sempre fatto sinora"? Perché non penso che un medico, sino ad ora, abbia ricoverato chi poteva essere curato con il day hospital. Non penso. Cosa succede? Perché parlo di "attentato alla salute pubblica"? Perché questo tipo di pressione (l'Assessore sul Direttore generale e il Direttore generale sul primario) induce a pensare in quei casi che lei - Assessore - conosce meglio di me, perché è medico quei casi in cui il paziente è un po' su quella linea di confine: "Cosa ne faccio di questo paziente, che ha questa età, che ha questa patologia, che ha queste condizioni di salute generale? Cosa ne faccio in relazione a questo intervento? Gli faccio passare una notte in ospedale, oppure no?".
C'è quella fascia di dubbio: sono prudente o spero che tutto vada bene? Io sostengo che gli interventi come quelli determinati dalle delibere del gennaio sono interventi che effettuano delle pressioni improprie e a danno dei pazienti in direzione del risparmio, scaricando, sotto forma di pressione generica, nel dubbio, più interventi nel livello del day hospital, che è meno tutelante dal punto di vista generale del paziente, il quale non dorme in ospedale e, se c'è una complicazione, il problema viene risolto da un medico al domicilio. Questo è, a mio modo di vedere intollerabile, agghiacciante, ed è un danno procurato artificiosamente ai livelli di sicurezza e di efficacia delle cure. Non si va in "day hospital" per risparmiare; si va in day hospital perché la cura appropriata è quella.
Non per risparmiare, ma perché quella è la cura appropriata a giudizio insindacabile del medico.
Il fatto che lei, Assessore, con i suoi tagli abbia indotto dei Direttori generali, che - chissà perché - sino ad allora non si erano posti il problema, a dire: "Adesso faremo i tagli ai posti letto e faremo più day hospital", lo ritengo un modo di agire molto imprudente, che non tiene conto di una situazione in cui non si può barattare la sicurezza dell'esito della cura su un paziente al fatto che si devono improvvisamente fare delle economie di spesa. Non si può fare più day hospital solo perch quest'ultimo costa meno del ricovero ordinario. No, caro primario! E se non è così, allora significa che ne facevi di più prima, ma allora questo ti contesto e per questo sanziono una tua professionalità! Mi piacerebbe, Assessore, che partisse un monitoraggio epidemiologico a valle di queste sue delibere, perché se è vero che così diventa, che ci saranno improvvisamente più ricoveri in day hospital, mi piacerebbe sapere anche l'esito, a livello di screening di massa, di queste scelte forzate.
Il fatto grave è che, dal punto di vista del paziente, si genera magari un'illusione: "Sai, mi ricoverano solo in day hospital, quindi ho poca cosa!". No, caro paziente, allertati! Allertati molto se ti ricoverano in day hospital, perché i day hospital sono strutture di sicurezza inferiori a quelle del ricovero ordinario! Stai attento quando ti dicono questo, non essere troppo contento, non pensare: "Mi mandano a casa subito"! Questo Direttore generale parla di dimissioni precoci; io prenderei questa frase e la manderei a qualcuno che faccia qualche verifica...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Al Ministro Veronesi...



CHIEZZI Giuseppe

Lascia stare il Ministro! Se viene qui il Ministro Veronesi lo dico anche a lui! Non cercate sempre il Ministro; portatelo qui e sentirete le stesse parole verso il Ministro! Dimissione precoce rispetto a cosa? Rispetto alla guarigione? Non è guarito? Non era precoce prima? Queste cose non si inventano! Queste cose si programmano! Certo, la programmazione è lenta, richiede investimenti accompagna la precocità di una dimissione ad un investimento a casa: se quella notte sto male, perché sono stato dimesso precocemente, c'è uno stanziamento che dice che io, con un colpo di telefono, riprendo il filo interrotto in ospedale; non vado da un'altra parte, dal medico di base o al 118, ma riprendo il filo da dove precocemente mi hanno dimesso e c'è una struttura che corre ad assistermi! Questa è la dimissione precoce di una sanità che si riprogramma e si riprogetta, non come ha fatto lei Assessore! Io non penso che il Ministro Veronesi pensi a questo! Lei Assessore, in questo modo, dal 7 gennaio ha deciso che ci sono più dimissioni precoci. Questi li considero atti gravissimi ed intollerabili tanto più da parte di chi ha negato, per sei anni, una difficoltà economica.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 669 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani e Tapparo inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASL 16: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 669, presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido, Marcenaro, Muliere, Riba Ronzani e Tapparo, relativa all'ASL 16.
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Più che un'illustrazione, vorrei soffermarmi su alcune questioni particolari. E' una stranezza che, per alcune AA.SS.LL., ci troviamo sempre più frequentemente il dato relativo all'azzeramento dei progetti finalizzato agli screening. Tutto ciò che è finalizzato al comparto tumori femminili o al comparto screening - quindi monitoraggio inteso in senso di prevenzione - viene azzerato in tutte le AA.SS.LL. Questo, aggiunto alla cifra molto bassa della spesa del budget previsto relativo alla voce prevenzione, è un dato che può creare qualche preoccupazione in più a quelle che abbiamo già manifestato.
Come per altre AA.SS.LL., anche qui abbiamo azzerato il progetto finalizzato allo screening, abbiamo azzerato i finanziamenti vincolati per le attività formative, in particolare, di nuovo, per il comparto delle malattie infettive. A seguito dei tagli, peraltro modesti rispetto alle altre AA.SS.LL., sono stati azzerati i progetti di ricerca finalizzata.
Queste sono tutte stranezze che cogliamo relativamente all'ASL 16 e che evidenziamo. Più interessanti saranno quelle relative all'ASL 17.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba per precisazioni.



RIBA Lido

Non vorrei rinunciare ad un'esigenza che mi sta più a cuore della parte regolamentare della replica.
L'Assessore D'Ambrosio continua a scrivere in tutte le delibere che la criticità qui è rappresenta da due ospedali, là da tre; nella delibera di prima, invece, era rappresentata dalla mancanza di ospedali. Insomma giriamo sempre, in modo letterario, intorno ad una criticità che ancora non abbiamo capito come dovrebbe essere risolta (posto che la medesima esista perché l'esistenza dei due ospedali non la possiamo addebitare ad un cinico destino storico: l'ospedale di Ceva è stato realizzato dieci anni fa invece quello di Mondovì durante la sua autorevole e controversa gestione).
Con la realizzazione del nuovo ospedale siamo arrivati a totalizzare nel solo ospedale di Mondovì, un numero di posti letto che eccede il fabbisogno di tutta l'ASL; a questi devono ancora essere aggiunti i posti letto dell'ospedale di Ceva (che già esistono), per cui andiamo a 150 posti letto in più. C'è una questione che non avevamo previsto e vorrei una prova di schiettezza da parte dell'Assessore in Consiglio regionale (come vede ho rinunciato a seguirla nelle sue presenze sul territorio, dove era consentito che la parte politica, a cui appartiene, facesse la sua parte).
Quando è stato messo in condizione di non poter essere reticente, il Direttore generale dell'ospedale di Mondovì confermò che era stato creato un numero di posti letto eccedente al fabbisogno, ma ne erano stati creati 80 che dovevano essere a disposizione di una struttura privata per la riabilitazione. C'è un proverbio piemontese che recita: "L'ospedale fa la carità alla parrocchia" e viceversa. Questo è proprio il caso dell'ospedale che fa la carità alla struttura privata, per cui non è la struttura privata che realizza posti letto per quella pubblica (si è discusso per Alba, ma questo vale anche per altri presidi ospedalieri), ma è il pubblico che crea posti letto da assegnare al privato per una sua privata attività, sia pure di riabilitazione.
Quando feci presente che diventava un costo che il pubblico subiva - il che evidentemente non è soltanto un elemento di diseconomia, ma un elemento indifendibile sotto il profilo della tecnica finanziaria della finanza sanitaria - mi si rispose che il privato avrebbe pagato un affitto. E' chiaro che se il privato paga un affitto per una struttura convenzionata questo si ripercuoterà sulle rette, per cui il pubblico pagherà l'affitto che riscuoteva prima. Ci troveremo in una situazione per cui, attraverso un giro neanche tanto lungo, la struttura pubblica è costretta a pagare l'affitto di ciò che ha costruito con i propri soldi: paradossale, ma è così! Non è stato possibile trovare una spiegazione di tipo diverso.
A fronte di 2 o 3 miliardi di eccedenza che vengono tagliati con la riduzione del 3% circa, ci sono altre due esigenze. Primo, ridimensionare prima che sia troppo tardi, l'ospedale di Mondovì ai posti letto effettivamente occorrenti. Secondo, fare in modo che l'integrazione tra i due ospedali, che viene sempre posta come criticità ovunque in più ospedali vi sia una ripetizione di strutture parallele, venga affrontata. Questa è una direttiva che non può che essere affrontata dalla Regione.
Credo che non ci sarebbe assolutamente nulla di anomalo se in presenza di due presidi ospedalieri, in questo caso entrambi nuovi e quindi tecnologicamente avanzati, si unificassero le Divisioni (l'ho sentito citare questa mattina dal Consigliere Chiezzi a proposito di altre strutture analoghe). Si pensava di creare una Divisione di ortopedia solo in una struttura e non in entrambe. I due presidi sono stati realizzati su una tratta di territorio integrato da quella famosa autostrada che rappresentava la risorsa di una quantità prevista di incidenti stradali sufficiente a fornire lavoro ad un ospedale specializzato per l'ortopedia con l'ipotesi che il CTO utilizzasse delle degenze presso l'ospedale di Ceva in situazioni di emergenza. L'Assessore sa che tutte queste ipotesi non le abbiamo raccontate in aula, ma sono ipotesi trattate sui giornali ed approfondite a livello tecnico di indirizzo. Questa è una domanda che aggiuntivamente, ma non in modo fuorviante rispetto all'interpellanza vorrei avesse una risposta da parte dell'Assessore.
Non vorrei che l'Assessore, come ha già fatto con il precedente quesito, rispondesse ad altre domande. Il Regolamento e la vostra volontà di cooperare ci costringe a non sollevare il problema, ma, se anche su questa seconda questione l'Assessore risponde con il testo scritto che non corrisponde all'esigenza che abbiamo di avere una risposta, non potremo ulteriormente cooperare alla speditezza del dibattito.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Per quanto riguarda l'ospedale di Demonte, le assicuro che c'è stato solo un temporaneo rinvio.
Per quanto riguarda Mondovì, nel 1977, all'avvio del progetto, la ditta Maugeri voleva finanziare la costruzione del reparto di riabilitazione in gestione con l'ASL 16. Non si è fatto nulla, per cui l'ospedale di Mondovì ha i suoi 240 posti letto e l'ospedale di Ceva 130. In estrema sintesi, è questo per quanto riguarda i posti letto dei due ospedali.
E' chiaro che tra i due ospedali bisogna evitare il più possibile le duplicazioni, ancorché, essendo Ceva ospedale di montagna, così come si è detto in altre sedi, gli ospedali di montagna avranno sicuramente i servizi di base. Quali sono i servizi di base? Fondamentalmente, medicina chirurgia e ostetricia, anche se i parti a Ceva non sono più di 350, quindi bisogna fare una piccola eccezione per quanto riguarda l'ospedale di Ceva.
In estrema sintesi, ribadisco: i posti letto di Mondovì vengono calcolati senza gli 80 ipotetici posti di riabilitazione che, ripeto, non avremmo costruito con fondi nostri, ma era la Maugeri che li proponeva. Non se n'è fatto nulla, quindi restano i posti programmati per Mondovì, mentre i posti per Ceva, ribadisco, sono tra i 120/130 (con precisione non so dirlo in questo momento).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba per la replica.



RIBA Lido

Questa storia dei posti letto del Maugeri l'abbiamo scoperta indagando quasi attraverso una procedura che ha inciso nella clandestinità, perch addirittura in presenza di un dibattito pubblico, il Direttore generale ha detto: "Sono privati, ma non posso dire chi". Poi, siccome sui giornali l'hanno scritto, io ho detto chi era. Però, questa questione che l'ospedale di Mondovì si costruiva con un contributo del Maugeri che non è mai stato messo a disposizione...



(Commenti fuori microfono dell'Assessore D'Ambrosio)



RIBA Lido

Il nuovo ospedale di Mondovì si costruiva con un contributo del Maugeri, che acquistava 80/90 posti letto. Essendo una struttura privata la cosa non era scandalosa, ma poteva anche, come informazione, essere messa a disposizione. Questa faccenda, invece, neanche adesso la si conosce ancora bene, perché è chiaro e sicuro che il Maugeri non li prenderà, né è chiaro se verranno fatti o se non verranno fatti, chi li utilizzerà e se andranno ad incidere nel budget totale dei posti letto di quella ASl che ovviamente, verranno a superare di gran lunga (230 più 140) il fabbisogno dell'ASL. Poi, cosa chiudiamo, se stiamo aprendo quelli nuovi?



(Commenti fuori microfono dell'Assessore D'Ambrosio)



RIBA Lido

Ma no, è un problema di quell'ASL!



PRESIDENTE

Prego, Assessore D'Ambrosio, a lei la parola. Evitiamo però i dialoghi.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Le carte del mio Assessorato sono sempre aperte a tutti, e le dirò di più: se è vero, com'è vero, che purtroppo anche le bozze di deliberazioni del mio Assessorato sono a vostra conoscenza prima che le conosca io stesso, vuol dire che non può tacciarci di persone che tengono nascosto alcunché.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 670 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani e Tapparo inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASL 17: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 670, presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido, Marcenaro, Muliere, Riba Ronzani e Tapparo, relativa all'ASL 17.
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Nemmeno per quanto mi riguarda vale quanto diceva poc'anzi l'Assessore anzi, apprendiamo che i suoi documenti vengono resi noti ad altri. A questo punto, ci corre l'obbligo di sapere chi sono gli altri: perché noi no? Tra l'altro, sui dati che citava prima, Assessore, questa mattina rispondendo ad un'interpellanza lei diceva: "In un caso dove avvengono 900 parti dobbiamo comunque chiudere"; adesso ci ha detto: "Si chiude in un caso dove avvengono 300 parti". Siamo in presenza di realtà montana in entrambi i casi.



(Commenti fuori microfono dell'Assessore D'Ambrosio)



SUINO Marisa

No, no, non è polemica per forza! Rilevo che, in un altro caso, ha detto che, pur in presenza di 900 parti, bisogna comunque procedere alla chiusura di quell'ospedale; in questo caso lei dice, giustamente...



(Commenti fuori microfono dell'Assessore D'Ambrosio)



PRESIDENTE

Assessore, la invito a non dialogare, anche perché l'interpellanza la sta illustrando la Consigliera Suino.
Non appena terminerà l'intervento, lei, Assessore, come sempre, avrà diritto di replica.



SUINO Marisa

Non mi faccia già terminare: devo ancora cominciare! Comunque, mi riferivo all'ospedale di Venaria e a quello di Cuorgnè dove abbiamo parlato di parti. Quindi, rivedremo poi la questione.
Parliamo dell'ASL 17. Su di essa, concretizziamo ciò che avevamo anticipato in alcuni interventi. Allora, ci ritroviamo ad avere sostanzialmente, il progetto finalizzato allo screening del tumore femminile, in questo caso totalmente azzerato. Avevamo 96 milioni (ho detto "avevamo", anche se non sono di quel territorio) e adesso non ce n'è più nessuno. Quindi, è la controprova di quanto dicevo prima: si è deciso che su quel territorio non si svolge questo tipo di politica sanitaria.
Il progetto finalizzato al disagio adolescenziale è stato azzerato e quindi, dall'8 gennaio del 2001, non viene più realizzato, così come non si hanno notizie della RSA di Venasca (32 posti letto pronti che sono attesi ma non si hanno segnali in merito), così come non si ha alcuna notizia del Centro diurno finanziato dal Comune di Racconigi, tra l'altro con fondi propri (anche lì giace senza alcun tipo di input). Il Direttore generale dice che ci sarà un miliardo e mezzo in meno di finanziamenti per i ricoveri, quindi si dovrà scendere dai 35 ricoveri circa su quell'ospedale e aggiunge che rimane particolarmente difficoltoso procedere ad un ridimensionamento dei posti letto, tenuto conto delle spese effettuate e delle effettive esigenze della popolazione anziana.
A questo particolare, che riguarda l'ASL 17, vorrei però aggiungere una "chicca" (stiamo parlando di Fossano, Saluzzo e Savigliano), una curiosità contenuta in questa lettera che abbiamo ricevuto per conoscenza. La questione è questa. Una coppia si è rivolta all'ASL di Fossano e ha saputo che essa e la Clinica universitaria di Torino, a seguito delle disposizioni emanate dall'Assessore D'Ambrosio, impongono il pagamento del ticket di 3 milioni e mezzo per procedere al percorso previsto per la fecondazione assistita. Queste persone, che hanno avviato da tempo tutta questa vicenda (ho qui tutta la documentazione, con tutto il cartaceo, a cui seguirà un'interrogazione; riguarda Fossano, quindi sono in pieno nel tema dell'ASL), si sono rivolte all'Assessorato da lei presieduto chiedendo spiegazioni e documentazione, perché 3 milioni e mezzo qualcuno li pu anche spendere (e già è un bel ticket), ma altri rinunciano anche al percorso privilegiato. Si tratta di persone che fanno un percorso tremendo per anni, perché affette da sterilità, impossibilitate ad avere figli. Ma dato che sa che la Regione Piemonte su questo investe e ci crede veramente perché tutti abbiamo progetti in tal senso - alcuni si convincono di poter arrivare alla fine del percorso, percorso complicatissimo che comporta, per chi l'ha sperimentato, difficoltà psicologiche, di visite, di richieste, di prenotazioni. Quando arrivano alla fine e devono fare l'ultimo esame si sentono dire: "Conosce la novità? Abbiamo introdotto una tassa di 3 milioni e mezzo".
A quel punto, forse, una parte delle famiglie che vivono di uno stipendio normale - sono ancora tante le persone che vivono di uno stipendio normale in questa città e in questa regione - magari devono rinunciare. Questo si verifica nella Regione che fa l'impossibile per sostenere la famiglia, per favorire la nascita di bambini e noi ci inventiamo questa novità carina. Questa situazione riguarda l'ospedale di Fossano in collaborazione con la Clinica universitaria e non ci sono disposizioni a livello nazionale. In questo caso, c'è certamente un prontuario nazionale. Glielo anticipo, almeno trova facile il solito rimando: "E' colpa di Veronesi, è colpa della Bindi", è sempre colpa di tutti, peccato che sia qui che non si è saputo governare la sanità piemontese.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Prima di entrare nel merito dell'interpellanza per quanto riguarda l'ASL 17, mi preme sottolineare che le domande sono pervenute tutte dalla collega Suino.
I fondi per i progetti di ricerca finalizzata, per lo screening, per gli ausili ai disabili, per i progetti finalizzati a tossicodipendenti e AIDS sono vincolati extra budget nella famosa deliberazione dell'Epifania pertanto sono finanziati a parte su progetti specifici, come è sempre stato. Poi le farò avere i dettagli di quanto le ho detto.
Invece, per quanto riguarda la vicenda della coppia, alla quale, a Fossano, è stato richiesto un ticket così elevato, è stata una decisione dell'ASL e noi dobbiamo assolutamente prendere un provvedimento per definire se il ticket deve esserci e di quale entità deve essere, ma senz'altro non di 3 milioni e mezzo. Questo è quanto mi premeva sottolinearle.
Per quanto riguarda l'ASL 17, soprattutto in merito ai punti 1) e 8), i tre ospedali rappresentano una criticità storica all'interno dell'Azienda che dovrà perciò essere attentamente valutata all'interno del nuovo PSR.
Per quanto riguarda il punto 2), le considerazioni sviluppate nella premessa della deliberazione del 29/3/2001 recitano in tal senso: "Il bilancio dell'Azienda riporta un finanziamento regionale, assegnato con deliberazione del 7/1/2001, pari a 304 miliardi. Gli oneri contrattuali per la dirigenza e le convenzioni uniche nazionali per l'anno in corso sono stati quantificati in 17,072 miliardi, quindi un totale di 321,072 miliardi.
In sintesi, la manovra 2001 richiede, rispetto al 2000, un recupero di circa 14 miliardi, pari al 4,14%.
La relazione di accompagnamento alla manovra 2001 presentata dal Direttore generale si sostanzia nelle seguenti azioni: - potenziamento dei Dipartimenti responsabilizzazione dei dirigenti attraverso la retribuzione di posizione e di risultato aumento delle entrate proprie oculato utilizzo delle risorse vincolate riduzione delle spese per beni e servizi contenimento delle assunzioni con limitazione del 'turn over' razionalizzazione e contenimento delle attività di ricovero e di inserimento nelle strutture residenziali e progressiva riduzione dei posti letto di residenzialità in base alle risorse disponibili riduzione dei posti letto ospedalieri.
Le azioni intraprese comportano: la diminuzione dell'attività di ricovero ospedaliero - come dicevo poc'anzi il mantenimento dell'attività ambulatoriale il mantenimento dei livelli assistenziali per tossico-alcooldipendenti e disabili con incremento dei posti di assistenza diurna ai disabili sensibile decremento dei posti letto in RSA per anziani.
Preso atto che la manovra aziendale 2001 richiede, rispetto al preconsuntivo 2000, un recupero di circa 14 miliardi, si ritiene che l'ASL 17 non necessiti di risorse aggiuntive e possa rispettare, mediante azioni di tipo congiunturale, il budget assegnato mantenendo l'attuale livello assistenziale.
La Conferenza dei Sindaci rinnova la fiducia nell'operato dell'ASL e si augura che i tagli non vanifichino l'operato ottenuto fino ad oggi".
Il punto 5) dell'interpellanza vuole conoscere l'incidenza della popolazione anziana. Secondo i dati forniti dall'Azienda, la popolazione di età superiore ai 65 anni residente nel territorio dell'ASL 17, alla data del 31/12/2000, ammonta complessivamente a 32.968 unità, pari a circa il 20,8% del totale.
Riguardo al punto 6), comunico che l'ASL 17 ha trattato in cure domiciliari, nel corso dell'anno 2000, 664 casi. Per il 2001 prevede di trattarne un numero analogo che rappresenta, rispetto alle indicazioni programmatiche per il 2003, indicate dalla Regione per la stessa Azienda in 1.201 casi, il 55% dei casi previsti.
L'ASL dichiara inoltre un costo per caso al di sopra delle previsioni regionali: L. 6.438.000 a fronte di L. 5.688.000 più volte citate.
E' evidente che le patologie inserite nel ciclo dei cura ADI sono diverse da quelle previste dalla Regione e sono inseriti anche casi di più elevata complessità assistenziale.
La Commissione regionale sta lavorando, come ho detto più volte, ad appositi indirizzi inerenti i percorsi clinici attivabili dai servizi di cure domiciliari e i criteri di inclusione della casistica assistibile.
Il punto 7) chiede la quantificazione e le caratteristiche professionali dell'incremento di personale previsto. L'Azienda, nel programma di attività 2000/2003, per il periodo 1/1/2000-31/12/2003 prevedeva di incrementare il personale dipendente da 2.187 a 2.360 unità con l'assunzione di 177 persone, a fronte di 4 dimissioni: 17 medici, 65 infermieri, 13 addetti alla riabilitazione, 28 unità di altro personale del ruolo sanitario e 54 amministrativi.
Nella manovra 2001, trasmessa nel mese di febbraio 2001, l'Azienda indica in 2.245 i dipendenti al 31/12/2000 e prevede 49 assunzioni a fronte di 55 dimissioni, mantenendo nell'anno il numero di dipendenti stabile, per cui il numero totale dovrebbe arrivare a 2.289.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Alcuni colleghi non erano presenti nella scorsa legislatura, ma tutti gli altri sanno che abbiamo discusso in alcune sedute dell'intenzione della Giunta - che, in questo, si scontrava con il valoroso Viglietta, anche lui per una certa parte, facente parte della Giunta - di chiudere il Presidio Ospedaliero di Fossano. Allora non avevamo questi dati. Adesso, dai dati del suo Assessorato, risulterebbe che la Provincia di Cuneo nel suo insieme non abbia eccedenze di posti letto, almeno rispetto ai parametri più oggettivi e più razionali. Ciò non toglie che, tuttavia, l'ospedale di Fossano sia stato, a questo punto, non so se giustamente, molto depotenziato nel tempo, mentre, contemporaneamente, non si è realizzato alcun tipo di intervento che mettesse in rete i tre ospedali secondo l'esigenza di razionalità, proposta da lei e dall'Assessorato, ed avere una ripartizione per funzione che, in qualche maniera, corrispondesse all'esigenza del territorio.
Contemporaneamente, lei aveva portato avanti per un certo periodo di tempo l'idea di riorganizzare le strutture delle AA.SS.LL. in provincia di Cuneo. A suo tempo, dissi che era razionale perché la distribuzione dei presidi ospedalieri deriva dalla storia e abbiamo una suddivisione di AA.SS.LL. e di territori per le AA.SS.LL. che è stata fatta sulla base di un altro parametro, per cui abbiamo il massimo dell'irrazionalità.
Qualche minuto fa abbiamo discusso dell'ASL di Cuneo, dove giustamente, viene considerata una criticità il fatto che non vi siano ospedali territoriali, con i costi alti connessi all'utilizzazione dell'Azienda superspecializzata e, contemporaneamente, su questa parte del tutto adiacente del territorio, abbiamo un'eccedenza che qui viene indicata come una criticità senza, peraltro, indicare come la si dovrebbe e vorrebbe risolvere.
Inoltre, vi era un'eccedenza di spesa su questa ASL da tempo evidenziata come una criticità per l'Assessorato, ma rivendicata come una situazione oggettiva da parte del territorio a causa della grande concentrazione di domanda di servizi sanitari che sono connessi al fatto che qui si concentra una delle più alte punte di presenze di specializzazione della zootecnia a livello regionale.
Anche questo elemento deve essere, in qualche maniera, rapidamente trattato nella risposta per la quale le chiedo un supplemento.
In ultimo, la domanda può essere estemporanea fatta in questa sede, ma è pertinente all'argomento: perché, Assessore, quando avete deciso di intervenire in modo drastico e draconiano sulla sanità, non avete pensato ad un'ipotesi, come dire, in qualche maniera più difendibile, ancorch magari non condivisibile? Non possiamo aumentare la spesa ospedaliera, non la vogliamo aumentare ma la congeliamo ai livelli dell'anno 2000, perché si sa che l'anno 2000 rispecchiava una spesa da voi autorizzata e consolidata sulla base di una situazione che, oggettivamente, aveva portato a validare quel tipo di spesa. Si poteva dire che era aumentata la spesa farmaceutica, ad esempio invece l'aver pensato non soltanto di consolidarla, ma di ridurla addirittura del 3,5%, non ha fatto altro che mettere in evidenza una situazione di non idoneità della politica seguita a governare la spesa senza, peraltro, riuscire a creare alcun risultato di tipo oggettivo. Si è concluso il primo trimestre dell'anno: quanto reputa lei approssimativamente (non le imputeremo sicuramente il dettaglio), che sia stato il risparmio ottenuto in questo primo trimestre? Perché ha un senso: se lei reputa che abbiamo ottenuto il 7%, e non credo, che abbiamo ottenuto l'1% o che abbiamo ottenuto niente, come potrebbe anche essere, cominciamo ad avere dei dati per discutere di un'operazione che ci è parsa - se mi passa l'espressione - persino strampalata. Abbiamo consolidato una spesa e pretendiamo di ritornare indietro addirittura del 3,5% sulla base di un flusso rigido com'è tutto il flusso della spesa pubblica se non si rimuovono grandi centrali di spesa. Ma questo, evidentemente, lei non lo poteva fare e non lo può fare in un periodo molto breve se non attivando tutto il sistema di prevenzione, ma non voglio divagare.
Come rispondiamo ai tre presidi di Savigliano? Perché non ha pensato di congelare semplicemente (e sarebbe già stata una discussione complicata e non facilmente risolvibile)? Infine, "a branca", proprio a nasometria, quanto abbiamo risparmiato in questo primo trimestre?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Collega Riba, quanto abbiamo risparmiato lo sapremo il 5 maggio, perch in quella data ci verranno presentati i risultati del primo trimestre. Io spero almeno il 3%.
Per quanto riguarda la situazione degli ospedali del Cuneese, ci sarà un'ampia discussione, ma il prossimo Piano socio-sanitario prevederà sicuramente l'accorpamento di alcuni ospedali, quantomeno riunendoli in rete con l'istituzione, molto probabilmente, di Aziende Sanitarie Regionali.
L'altra domanda?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

RIBA Lido (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Perché non avete pensato semplicemente di consolidare la spesa senza la velleità di ridurla del 3%? Perché adesso lei dice che abbiamo ridotto del 3%, naturalmente i conti della sanità...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Sulla base delle risultanze che avevamo da parte della programmazione e da parte dell'Agenzia, si è ritenuto di poter proporre quella riduzione. E' chiaro che l'auspicio è che tutti riescano a rispettare quanto è stato definito con la deliberazione del 7 gennaio. Ovviamente, lo verificheremo come ho detto, trimestralmente, e la prima verifica ci sarà il 5 maggio dopodiché vedremo.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 671 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani e Tapparo inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASL 18: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

Procediamo con l'interpellanza n. 671, presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido, Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani e Tapparo, relativa all'ASL 18.
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente.
Vede, Assessore, lei ha affermato poc'anzi che una serie di voci sono comunque quelle che ricevono una garanzia di finanziamento; sono assicurate, quindi, tutte quelle relative all'ambito della prevenzione quelle sullo screening, quelle sui progetti adolescenziali, quelle sulle attività legate ai progetti finalizzati di ex tossicodipendenze, dicendolo come se fosse scontato. Però, di fatto, così non è, perché sui territori nelle prestazioni erogate, questi tagli hanno già inciso fortemente l'anno prima a seguito del precedente accordo. In questo caso, azzerano e penalizzano totalmente. Questi fondi, che voi continuate a sostenere e a cui noi abbiamo creduto, che sono garantiti perché arrivano diversamente non ritrovano questo riscontro nell'oggettività delle prestazioni erogate anche perché se così fosse, quali interessi avrebbero i Direttori generali e i Sindaci a far rilevare che questi sono grossi buchi che si ritrovano nella maglia delle prestazioni sanitarie sul territorio? Guarda caso, tutte le voci si riferiscono alla prevenzione, agli screening, all'AIDS, alle tossicodipendenze, alla psichiatria. Quindi, c'è qualcosa che non va. Noi lo rileviamo. Ma c'è qualcosa che non va nel sistema, così come dare per scontato e per certo che l'integrazione sanità-assistenza sia un dato di fatto che riceve comunque i suoi finanziamenti. Signori, non siamo ridicoli! Veramente, non raccontiamoci delle solenni fandonie! Perché lo sapete che così non è, lo sapete perfettamente che tutti gli accordi e le convenzioni con i consorzi socio-assistenziali stanno rischiando di saltare, che una parte è già saltata. Sapete perfettamente che avete persino in ipotesi di utilizzare quei fondi che arrivano in applicazione della legge n. 328, che sono dei fondi aggiuntivi (una settantina di miliardi), da aggiungere sul versante sanitario e quindi da "fregare" completamente a quello che è il versante socio-assistenziale. Queste sono cose che sui territori si sanno. Forse voi, in questa sede, cercate di non evidenziarle, ma sono note.
Per quasi tutte le AA.SS.LL. è stato evidenziato un parametro inferiore agli indicatori regionali per le spese relative all'integrazione. Non si è stabilito quanto dovesse essere riservato a quest'area, a questo settore.
Voi due Assessori, che vi state consultando, non l'avete fatto ed è una di quelle ipotesi sulle quali i soldi che arrivano, i 70 miliardi aggiuntivi che sono in arrivo, fanno assolutamente gola alla sanità. Sapete benissimo che abbiamo posto tutta la partita assistenziale in modo residuale in capo ai Comuni, che è chiaro che già la vivono come "Cenerentola" e, a questo punto, avranno ancora più difficoltà ad assumerla come impegno quando non c'è alcun tipo di esborso e i fondi aggiuntivi vengono scaricati sulla sanità.
Allora, quando lei afferma che sono garantite queste voci, Assessore questa volta ci consenta di ribadire, usando l'espressione molto cara a qualcuno del centrodestra, che non le crediamo più! Le abbiamo creduto nella precedente tornata, le abbiamo creduto in occasione del precedente piano. Non è vero, quelle voci sono state tagliate e sono quelle che fanno sputare sangue sui territori tutti i giorni, e voi lo sapete, così come l'integrazione socio-sanitaria è assolutamente diventata una vergogna, un buco enorme che non viene realizzata da nessuna parte, perché l'avete scaricata sui Comuni e i Comuni fanno fatica a reggerla. Non c'è assolutamente l'intenzione di andare in una direzione di questo tipo. Sono bugie quelle che vengono raccontate. Altrimenti non ci spieghiamo per quale motivo della gente, che non sta di certo a sinistra, e che è tra i dirigenti e tra i Sindaci, continua a dire nelle sue relazioni (oggi ne abbiamo citate soltanto alcune perché non è che abbiamo il tempo o la capacità tecnica per leggerle tutte, ma una parte l'abbiamo letta con doveroso impegno - l'avessero fatto anche altri non guasterebbe) che sono in ginocchio, che sono in una difficoltà estrema, che lo spettacolo di cittadini che migreranno verso le regioni limitrofe sarà in aumento. Dicono che ciò che era stato previsto ed autorizzato con i precedenti piani è saltato e quindi l'ordine, oggi, non è di espansione dei servizi dell'ASL o dell'ASO, ma è di bloccare, chiaramente, con una regalia immensa al privato. Ci dicono che le loro strutture sono obbligate a ritrovarsi verso il collasso gestionale e, in tutto questo, l'assistenza è comunque una cosa che viene ancora dopo. Non è vero che c'è la difesa delle categorie deboli non è vero che c'è la salvaguardia di quelle voci! Sui territori non è così! E' pura demagogia!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Prima di entrare nel merito della delibera relativa all'ASL 18, debbo comunicare ai Consiglieri che il budget per le singole strutture private accreditate è stato deliberato nel dicembre 1999 ed è bloccato fino al 2003, per cui non si vede in quale modo subdolo si possa privilegiare il privato.
Ribadisco in questa sede - così come ribadito da tutti gli Assessori di qualsiasi parte si sia - che la sanità ha bisogno del privato accreditato, e quindi non sfuggirà a nessuno la necessità di trovare queste sinergie; sinergie che sicuramente saranno trovate anche in Piemonte dove così come ha detto il Presidente Ghigo la volta scorsa, la sanità è pubblica e resterà pubblica. Le condizioni della Lombardia non possono essere trasferite in Piemonte; la situazione è diversa sotto tanti punti di vista, primo fra tutti il fatto che la sanità privata in Lombardia è rappresentata dal 30% della sanità stessa e quindi lì è possibile effettivamente, poter mettere addirittura in concorrenza pubblico e privato.
La sanità privata del Piemonte è il 9,7%, di cui solo 4,5% in realtà funziona con posti di ricovero; è dunque inimmaginabile che si possa "svendere" la sanità al privato, anche se si volesse. Effettivamente, sul problema privato bisognerebbe assumere un atteggiamento diverso e discuterne serenamente, senza quelle che sono le tensioni preelettorali.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

SUINO Marisa (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Ma che tensioni!



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Lo so, collega Suino, lei è sempre così gentile e serena da non pensare neppure a quelle che possono essere non le tensioni elettorali, ma i motivi che possono essere anche di natura elettorale; motivi che lei rifugge - e ne sono felice per lei - ma c'è chi, in qualche modo, cerca di utilizzare tutto in modo "appena appena" strumentale, senza voler entrare in dettagli.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

RIGGIO (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Ci deve dare atto che l'abbiamo trattata sempre allo stesso modo, con o senza elezioni!



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

ASL 18 di Alba-Bra. Anche in questo caso c'era - dico "c'era" perch penso non ci sarà più - una criticità rappresentata da due ospedali che distano 20 chilometri l'uno dall'altro, con l'ospedale unico di Verduno che rappresenta effettivamente l'esempio ottimale di razionalizzazione. Tra l'altro, in proposito non smetterò di ringraziare i Sindaci delle due città che, superando qualsiasi tipo di campanilismo, hanno recepito l'importanza che un ospedale unico potesse non solo dare servizi migliori, ma rappresentare quelle economie necessarie per far sì che l'Azienda potesse impegnare quei fondi in settori diversi da quello che era il finanziamento dei due ospedali.
I punti 1), 2), 3) e 4) dell'interpellanza sono già stati affrontati in termini generali nella relazione introduttiva.
Per quanto riguarda il punto 2), si richiamano le considerazioni sviluppate nella premessa della DGR n. 23-2597 del 29/3/2001 che si riportano: "Il bilancio dell'Azienda riporta il finanziamento regionale assegnato con DGR n. 45-1930 del 7/1/2001 pari a L. 244 miliardi. Gli oneri contrattuali per la dirigenza e le convenzioni uniche nazionali per l'anno in corso sono stati quantificati in L. 14,761 miliardi, importo da verificare e validare come finanziamento regionale. Le risultanze gestionali e l'andamento dei costi saranno puntualmente verificati nel corso del monitoraggio trimestrale a consuntivo.
L'assegnazione regionale 2001 ex DGR n. 45-1930 del 7/1/2001, se confermati gli oneri contrattuali, risulta essere di 258,761 miliardi richiedendo, sulla base dei dati economici del preconsuntivo 2000, un recupero di circa 18 miliardi, pari al 6,60%".
Indubbiamente, questa ASL è quella che ha le maggiori difficoltà.
Vorrei sottolineare che comunque, a prescindere dal fatto che le delibere sono state assegnate a tutti con la certezza che possono essere rispettate non sfugge però alla Giunta che qualche AA.SS.LL. potrà avere qualche difficoltà in più.
"La relazione di accompagnamento alla manovra 2001 presentata dal Direttore generale evidenzia: il contenimento della spesa farmaceutica nei limiti del 2000 attraverso la sensibilizzazione dei soggetti ordinatori di spesa l'adozione di convenzione aperta con le strutture di ricovero in possesso dei requisiti con copertura di spesa per i primi 306 soggetti inseriti residuando 24 posti per dimissioni protette l'introduzione di un ticket per prestazioni non urgenti di pronto soccorso quantificato in L. 50.000, secondo la proposta formulata dal sindacato SNAMI e accettata dai Sindaci della zona" (i Sindaci di Alba e di Bra sono veramente collaborativi) "- l'individuazione di un budget per le prestazioni in strutture private l'individuazione dei budget di servizio con una previsione di riduzione della spesa di beni e servizi del 12%.
Le azioni intraprese comportano: una diminuzione dell'attività di ricovero ospedaliero e un aumento di quella ambulatoriale il mantenimento dei livelli assistenziali per le fasce deboli, con un lieve miglioramento nelle aree relative agli anziani, ai disabili ed alle tossico-alcooldipendenze una diminuzione dei costi relativi al personale e ai beni e servizi un'elevata contrazione dei costi relativi all'assistenza farmaceutica e territoriale.
Il mantenimento dei livelli assistenziali, pur attivando le misure sopra evidenziate, richiede, secondo l'Azienda, maggiori risorse.
Sembrano poco realistiche le previsioni di contenimento della spesa per beni e servizi, farmaceutica ed assistenza territoriale; comunque l'impostazione di drastica riduzione comporterebbe dei risvolti negativi sul mantenimento dei livelli assistenziali, soprattutto nei confronti delle fasce deboli. Occorre peraltro rilevare che l'Azienda ha aumentato la spesa per la residenzialità sanitaria e per il Dipartimento di prevenzione al termine dell'anno 2000, al fine di adeguare il relativo livello di assistenza sanitaria.
Il ricorso al ticket per le prestazioni non urgenti di pronto soccorso deve essere approfondito nell'ambito della differenziazione tra prestazioni ambulatoriali e di pronto soccorso.
L'attività del Dipartimento di Salute Mentale sarà oggetto di monitoraggio ed analisi per quanto attiene all'assistenza residenziale tenendo presente l'indicatore regionale riferito unicamente ai posti letto in Comunità protetta ed in Comunità alloggio, e non anche alle altre soluzioni residenziali per pazienti neuropsichiatrici stabilizzati o abitative adottate dal Dipartimento.
La Conferenza dei Sindaci richiede la revisione da parte della Regione della DGR n. 45-1930 del 7/1/2001".
Il punto 5) dell'interpellanza chiede "se le criticità rilevate" - la presenza di due presidi ospedalieri - "non fosse già considerata tale quattro mesi fa, nell'ottobre 2000, quando con la delibera n. 32 del 30/10/2000, edilizia sanitaria II fase, si è proceduto a confinanziare la realizzazione del nuovo Presidio Ospedaliero di Alba-Bra".
Le criticità evidenziate sono riferite al momento gestionale dei presidi ospedalieri. In effetti, la natura delle opere strutturali riguarda essenzialmente interventi di adeguamento a norma di sicurezza anche tramite la ristrutturazione e l'umanizzazione delle strutture in particolare: Nuovo P.O. Alba-Bra - Realizzazione del nuovo presidio ospedaliero.
In tal senso, l'esistenza e il conseguente funzionamento dei presidi in oggetto, peraltro mai posto in discussione, indipendentemente dall'organizzazione dell'attività svolta (a ciclo diurno, continuativo o residenziale), necessita comunque degli interventi indispensabili per gli adeguamenti alla normativa vigente. Peraltro, ai sensi della legge Merloni ter, l'Azienda ha presentato, nel mese di marzo c.a., il programma triennale degli interventi in edilizia, coerenti con le previsioni gestionali proposte in attuazione della manovra sanitaria per l'anno 2001.
Occorre rilevare che l'ospedale di Alba-Bra, ancorché finanziato per intero, per bene che vada, non può concretizzarsi prima di quattro anni.
Ritornando al problema della Merloni ter e al programma triennale presentato dall'ASL 18, il Nucleo di Valutazione dell'Assessorato sta verificando la congruità degli interventi proposti per l'assegnazione definitiva dei finanziamenti necessari.
Nel momento in cui l'istruttoria evidenzi casi di incompatibilità degli interventi strutturali rispetto alla gestione aziendale, saranno prescritti i conseguenti adeguamenti che dovranno essere oggetto di rettifica della programmazione regionale degli investimenti nonché dell'accordo Stato Regione sui finanziamenti ex art. 20 II fase.
Il punto 6) chiede di conoscere lo stato di avanzamento lavori dei suddetti interventi e per sapere se sono congruenti al cronogramma contenuto nella citata delibera del 30/10/2000.
Lo stato di avanzamento dei lavori della I fase dell'art. 20 è il seguente: opere realizzate al 50%.
Lo stato di avanzamento dei lavori della II fase dell'art. 20 è il seguente: le opere sono in corso di progettazione.
Con il punto 7) si vuole sapere quale sia l'incidenza della popolazione anziana. Secondo i dati forniti dall'Azienda, la popolazione ultrasessantacinquenne residente sul territorio dell'ASL ammonta complessivamente, alla data del 31/12/1999, a 32.792 unità, pari al 21 circa della popolazione totale.
Riguardo al punto 8), l'incidenza della residenzialità psichiatrica programmata per il 2001 (37 posti letto in Comunità protetta ed in Comunità alloggio) equivale a 2,3 posti letto ogni 10 mila abitanti: tale previsione è lievemente inferiore rispetto al fabbisogno regionale stimato, ai sensi del vigente PSR e del Progetto Obiettivo nazionale "Tutela della salute mentale" 1998/2000, in 2,5 posti letto in Comunità protetta ed in Comunità alloggio ogni 10 mila abitanti.
La previsione aziendale, che è comunque coerente con il livello assistenziale raggiunto nel 2000, raggiunge il fabbisogno stimato nel programma previsto per il 2003.
Riguardo al punto 9) il Direttore generale segnala che il numero degli ambulatori/laboratori operanti nell'ASL è adeguato alle esigenze in rapporto all'estensione del territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

La sua risposta è un po' cifrata, nel senso che espone un ragionamento non comparabile. Ma una cosa mi è sembrata di coglierla, Assessore, ed è che in questa ASL si sta facendo tutto il possibile per raggiungere e superare i migliori parametri di razionalità. Questo è quanto lei ha detto nel senso che abbiamo alcune situazioni che corrispondono esattamente al fabbisogno, altre che sono sottodimensionate.
La situazione mi pare vada considerata anche alla luce del fatto che i due ospedali, messi insieme, assommano ad un numero di posti letto inferiori del 10% a quella che è attualmente la media regionale riferita alle tendenze di ottimizzazione. Questo è noto, e lei stesso lo ha rilevato più volte.
In una situazione di questo genere, una riduzione così ingente del 10,95% deve essere spiegata in un altro modo: e faccio la domanda specifica. O c'è stata un'esagerazione specifica su alcuni parametri, ma non basta quello farmaceutico, perché questo è ricorrente; oppure la riduzione del 10,95% non tiene conto del fatto che comunque la spesa ospedaliera non può che essere ridotta a causa della riduzione dei posti letto. Tutti gli altri parametri di spesa non rilevano alcuna situazione di eccedenza.
Approfitto della presenza dell'Assessore Cotto per dire che lei forse non lo sa, ma queste cose - e in questa ASL è affermato a caratteri cubitali - comportano tutti i tagli sulla partita dell'assistenza per i non autosufficienti. In questo caso, in presenza di tutti gli altri parametri scrupolosamente osservati, con un taglio dell'11% su un'ASL come quella di Alba, che è l'unica che sta chiudendo due ospedali per farne uno, e che ha un numero di posti letto sottodimensionato, clamorosamente rispetto a tutti i parametri noi tagliamo dell'11%.
Sugli altri non ho insistito, ma qui voglio sapere in modo particolare dove hanno barato, quale grossa esagerazione hanno proposto e se è falso il fatto che loro saranno costretti a tagliare massicciamente sulla partita dell'assistenza, cosa della quale - Assessore Cotto, mi dispiace dirlo perché lei è un bravo Assessore - si dice in giro che l'Assessore se ne "strafrega". Questo è ciò che emerge, perché non si pone rimedio dappertutto tagliano sull'assistenza.
In questo caso, in modo particolare, la cosa è sostenuta clamorosamente ed espressamente, perché non c'è altro modo di intervenire con un taglio dell'11% su quella ASL. Dateci un minimo di risposta, ma che sia difendibile, perché anche se trovo delle risposte diverse non ho caricato di particolari sollecitazioni questo passaggio. Però su questo se stessimo zitti e se non la rilevassimo come una questione troppo clamorosa, verremmo anche meno al nostro dovere minimo di informarci.
O me lo spiegate in un altro modo, e mi dite che non è vero che andrà tutto a finire sull'assistenza, che ci sono delle voci contraibili, su che cosa, perché si è arrivati a tagliare l'11%. Se non è una punizione clamorosa per aver osato pensare di chiudere due ospedali per farne uno solo. Potrebbe anche essere diventato, nel breve periodo, un elemento di particolare sprovvedutezza da parte di quel territorio. Se poi addirittura i Sindaci hanno accettato le 50 mila lire di ticket per le prestazioni ambulatoriali, siamo a dei livelli che neanche nella democraticissima Svizzera vi potreste permettere una cosa del genere. Assessore, voglio sapere qualcosa di più, e anche dall'Assessore Cotto, approfittando della sua presenza.



PRESIDENTE

Invito i colleghi, qualora ci siano delle domande da porre, di farlo durante l'illustrazione dell'interpellanza, così diamo modo all'Assessore di replicare e ai singoli Consiglieri firmatari di poter intervenire.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Collega Riba, il ticket di 50 mila lire è stato proposto, ma ovviamente sarà sperimentato per il Pronto Soccorso, secondo la proposta formulata dal sindacato.
Quello lei ha sottolineato va verificato, perché quanto esplicitato in delibera il 29/3/2001 è frutto delle azioni che il Direttore generale intraprende nella ASL, e lì si dice che "il mantenimento dei livelli assistenziali per le fasce deboli con un lieve miglioramento nelle aree relative da destinare ai disabili e tossico-alcooldipendenti viene mantenuto". Quindi, è una cosa che dobbiamo sicuramente verificare.
C'è un'elevata contrazione dei costi relativa all'assistenza farmaceutica e territoriale, ma sono tutte questioni che andranno verificate trimestralmente.
Nella deliberazione del 7 gennaio è scritto il motivo di quei tagli, e poi c'è una cosa che devo aggiungere: c'è stata un'erronea segnalazione di pre-preconsuntivo da parte del Direttore generale. Questo ha portato in realtà ad un taglio ulteriore.
Ripeto quanto ho detto nell'intervento precedente: sappiamo che l'ASL di Alba-Bra ha delle difficoltà, per cui la seguiremo con particolare attenzione sotto tutti i punti di vista.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali

Solo per tranquillizzare il collega. Come Assessorato stiamo verificando quello che succede sul territorio. Insieme all'Assessore D'Ambrosio abbiamo fatto una riunione, di cui sarete senz'altro informati ASL per ASL, con gli Enti gestori di riferimento. Abbiamo lavorato per due settimane, ci siamo confrontati e abbiamo valutato insieme alcune criticità.
Ora andiamo avanti con l'osservazione, quindi da parte dell'Assessorato alle politiche sociali, insieme all'Assessorato alla sanità, c'è la preoccupazione che sul territorio non si verifichino le cose che voi temete e che temiamo tutti.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 666 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani e Tapparo inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASL 13: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 666, presentata dai Consiglieri Riggio Suino, Manica, Placido, Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani e Tapparo relativa all'ASL 13.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Ho visto che l'ASL 13 faceva parte di quell'elenco di cui l'Assessore ci aveva detto: "La Giunta ha operato alcune osservazioni rispetto ai piani e ai programmi presentati dal Direttore generale in applicazione della deliberazione del 7 gennaio".
Sarebbe quindi interessante capire questo. Ci troviamo in presenza di una situazione singolare: questa ASL è tra quelle che aveva una delle quote più basse assegnate tra le AA.SS.LL. del territorio piemontese.
Comunque noi questa quota la vogliamo conteggiare, conteggiando al suo interno anche i fondi relativi all'ARPA e agli ospedali, o togliendoli; la proporzione con le altre AA.SS.LL. del territorio piemontese non cambia. La quota capitaria rimane tra le più basse, la spesa storica, mai rivalutata è tra le più basse, quindi c'erano già precedentemente significativi problemi a passare dal mantenimento dei servizi e delle strutture, quali erano, a significativi interventi, soprattutto in un territorio di confine con la Lombardia, che subisce fortemente la pressione e la concorrenza dell'aggressività della sanità lombarda e che concorre a determinare quella mobilità passiva che è uno dei costi più significativi e dolorosi, da tutti i punti di vista, per la Regione Piemonte. Questo perché gli utenti sono costretti a spostarsi, perché non trovano cure adeguate sul territorio in cui vivono ed anche perché queste prestazioni costano, alla Regione, di più rispetto alle prestazioni realizzate presso le proprie strutture ed all'interno del territorio regionale. Se sommiamo a questa situazione, al momento in cui abbiamo sospeso la quota capitaria pesata, i tagli quali quelli che si sono realizzati con le delibere del 7 gennaio, che quindi hanno un segno di patto "uguale tra diseguali" (tagliano a tutti più o meno nello stesso modo), riportando la spesa a quella dell'anno precedente, la situazione rischia di aggravarsi significativamente.
Assessore, i due obiettivi che lei vorrebbe centrare per rientrare dal deficit sanitario piemontese, cioè quello della riduzione dei ricoveri impropri e quello della riorganizzazione della rete ospedaliera, per effetto delle delibere del 7 gennaio e, ad esempio, di ciò che avviene all'ASL 13, è un obiettivo che non verrà centrato. E le spiego perché. Solo alcune cifre: nell'elenco "Misure del territorio" leggo che vengono eliminati 25 posti letto per centri diurni per anziani, 20 per il sollievo per dimissioni protette, 20 per Alzheimer, 20 ancora per Alzheimer in Novara, 60 in una RSA, 60 in un'altra RSA di un altro Comune della provincia, e così a proseguire. Abbiamo, poi, misure significative di contenimento dell'ospedale di Galliate - sul quale peraltro la Regione ha operato interventi ed investimenti - che rischia la chiusura, perché quando i reparti di Medicina e Chirurgia vengono ridotti, quando il Pronto Soccorso subisce un simile trattamento, quando si operano interventi di questo genere e non si rilancia neanche la lungodegenza, non può che verificarsi un rischio di chiusura. Ricordo che la lungodegenza si caratterizzava per essere l'elemento di specializzazione nel quadro dell'unico ospedale suddiviso in tre presidi (Galliate, Borgomanero e Arona), diversificando l'intervento tra le varie sedi ospedaliere. Noi qui leggiamo, non riorganizzazione degli ospedali, rilanciando i piccoli e medi ospedali, e magari quello più a ridosso dell'area lombarda; noi qui leggiamo "progressivo e surrettizio rischio di chiusura".
Pertanto, se i tagli, in virtù della deliberazione che lei ha inviato all'Azienda, avvengono con i numeri che le ho letto e non ho voluto neanche commentare, ma sono tutti su RSA, tutti su Alzheimer, tutti sul territorio tutti sul sostegno alle dimissioni protette, ed è il rischio di chiusura di un piccolo, medio ospedale a ridosso della Lombardia, che quindi potrebbe consentire alla grande struttura ospedaliera dell'ASO Maggiore di Novara di fare quelle attività di eccellenza e di ricerca anche collegate all'Università, trasferendo tutti gli interventi che possiamo dire "routinari" sul territorio e garantendo un servizio, io vorrei capire cosa sta succedendo in questo territorio. Territorio dove una spesa era già sottostimata, come lei aveva avuto occasione di riconoscere, insieme al Presidente Ghigo, in una riunione tenutasi a settembre, presso la sede della Giunta, presenti gli Enti locali interessati e i Direttori generali.
In quell'occasione avete addirittura proposto un ulteriore intervento finanziario nei confronti di quella ASL ed una revisione del meccanismo delle quote stesse, dell'assegnazione della quota all'Azienda.
Naturalmente, questo non è stato fatto e ci troviamo davanti ad una deliberazione di questo genere. So che ce ne sono molte altre simili a questa, sul territorio regionale, e ci siamo sforzati di dirlo. Questa mi pare emblematica, Assessore D'Ambrosio, assolutamente significativa, perch va a colpire e tagliare in quelle due direzioni - il territorio e la riorganizzazione della rete ospedaliera - che lei dice essere gli elementi fondamentali per ridurre i ricoveri impropri e chiudere il deficit.
A colpi di deliberazioni come queste, Assessore, non solo il deficit continuerà a crescere così come è cresciuto fino ad oggi, ma il taglio dei servizi e la riduzione significativa degli elementi di assistenza sono già nei fatti, sono già scontati in vasti territori della nostra regione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Manica.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

La collega Manica ha già evidenziato, nel presentare l'interpellanza questa leggera criticità, proveniente dal fatto che nell'ASL 13 ci sono tre ospedali (Arona, Galliate e Borgomanero), tutti e tre indubbiamente necessari, ma che debbono diversificare la loro attività.
Riguardo alla quota capitaria, che rivedremo nel prossimo Piano Socio Sanitario Regionale, devo dire che molte volte la quota capitaria dell'ASL di Novara è stata considerata molto bassa, poiché non venivano tenuti in considerazione i fondi necessari per pagare la mobilità. In realtà, nella quota capitaria vanno considerati anche i costi della mobilità, per cui l'ASL di Novara non ha una quota capitaria così bassa. Gli oneri contrattuali per la dirigenza e le convenzioni uniche nazionali per l'anno in corso sono stati quantificati in L. 20,723 miliardi, che, aggiunti al budget assegnato il 7/1/2001, fanno risultare il budget dell'ASL pari a L.
414,323 miliardi.
Sulla base dei dati economici del preconsuntivo 2000 c'è da fare un recupero di circa 400 milioni, pari allo 0,11%, quindi confrontando il budget attuale con il preconsuntivo 2000 ci sarebbe un recupero di soli 400 milioni. La relazione di accompagnamento alla manovra 2001, presentata dal Direttore generale, evidenzia: il rinvio al 2002 dell'attivazione di posti letto in strutture residenziali e rinegoziazione tariffe RSA un progressivo riordino strutturale ed organizzativo dei tre presidi ospedalieri (Arona, Galliate e Borgomanero) interventi organizzativi interni per ottimizzare le risorse e il recupero su farmaceutica territoriale con decurtazione significativa della spesa da L. 95,3 miliardi del preconsuntivo 2000 a L. 91,8 miliardi per il 2001 quale conseguenza della distribuzione diretta dei farmaci, almeno quelli della nota 37.
Le azioni intraprese dal Direttore generale comportano: il mantenimento dell'attività sia di ricovero ospedaliero che ambulatoriale il mantenimento dei livelli assistenziali a favore delle fasce deboli.
L'andamento programmatorio e finanziario sull'area della residenzialità psichiatrica necessita di monitoraggio ed analisi.
Preso atto che la manovra aziendale 2001 richiede, rispetto al preconsuntivo 2000, un recupero di circa 400 milioni, si ritiene che l'ASL 13 non necessiti di risorse aggiuntive e possa rispettare, mediante azioni di tipo congiunturale, il budget assegnato, mantenendo l'attuale livello assistenziale.
La programmazione aziendale delle attività prevede anche, in parziale contraddizione con gli obiettivi della manovra, un aumento di 21 unità di personale.
Si rileva altresì che la sostanziale parità fra il preconsuntivo 2000 e il budget 2001 non richiede importanti recuperi finanziari, ma un semplice attento controllo della spesa e delle dinamiche evolutive.
La rappresentanza dei Sindaci ha espresso parere negativo sulla proposta dell'ASL soprattutto per quanto riguarda il rinvio della residenzialità protetta.
Il punto 5) dell'interpellanza chiede la situazione del piano di attuazione dell'ex art. 20, quindi tutto ciò che è edilizia sanitaria.
Per quanto riguarda il presidio ospedaliero SS. Trinità di Borgomanero: completamento e riordino del presidio per adeguamento a norme di sicurezza ed attuazione previsioni PSR. Costruzione definitiva del Dipartimento Emergenze ed Accettazione. Sistemazione definitiva dei reparti di Dialisi Nefrologia ed Urologia. Riordino dell'area tecnologica per adeguamento alla normativa di sicurezza. Potenziamento delle strutture leggere dei servizi ospedalieri (ambulatori divisionali, laboratori). Umanizzazione delle aree di degenza del presidio.
In tal senso, l'esistenza e il conseguente funzionamento dei presidi in oggetto, peraltro mai posto in discussione, indipendentemente dell'organizzazione dell'attività svolta (a ciclo diurno, continuativo o residenziale), necessita comunque degli interventi indispensabili per gli adeguamenti alla normativa vigente. Peraltro, ai sensi della legge Merloni ter, l'Azienda ha presentato, nel mese di marzo c.a., il programma triennale degli interventi in edilizia, coerenti con le previsioni gestionali proposte in attuazione della manovra sanitaria per l'anno 2001.
Il Nucleo di Valutazione dell'Assessorato sta verificando la congruità degli interventi proposti per l'assegnazione definitiva dei finanziamenti necessari. Nel momento in cui l'istruttoria evidenzi casi di incompatibilità degli interventi strutturali rispetto alla gestione aziendale, saranno prescritti i conseguenti adeguamenti.
Il punto 6) dell'interpellanza chiede di conoscere lo stato di avanzamento dei lavori dei suddetti interventi e se sono congruenti con il cronoprogramma contenuto nella citata delibera dell'ottobre 2000.
Lo stato di avanzamento dei lavori della II fase dell'art. 20 è il seguente: le opere sono in fase di progettazione.
Il punto 7) dell'interpellanza chiede quale sia l'incidenza dell'assistenza domiciliare integrata. L'ASL 13 ha trattato in cure domiciliari, nel corso del 2000, n. 1056 casi e per il 2001 prevede di incrementare l'attività, portando a 1.556 i soggetti assistiti che rappresenta, rispetto alle indicazioni programmatiche per il 2003 indicate dalla Regione per la stessa Azienda in 2.271 casi, il 69% dei casi previsti. L'ASL dichiara, inoltre, un costo per caso decisamente vicino a quello delle previsioni regionali: L. 4.263.000 rispetto a L. 5.688.000 indicati dalla Regione per tale tipologia di attività.
E' evidente che le patologie inserite nel ciclo di cura ADI sono diverse da quelle previste dalla Regione: sono inseriti anche casi di elevata complessità assistenziale. La Commissione regionale per le cure domiciliari sta elaborando appositi indirizzi inerenti i percorsi clinici attivabili dai servizi di cure domiciliari e i criteri di inclusione della casistica assistibile. Per il 2001 l'ASL 13 prevede di riportare tale costo per caso a L. 2.893.000.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Sostanzialmente, di tutto ciò che ha riferito l'Assessore non sono riuscita a capire compiutamente una cosa. Questa deliberazione, o le osservazioni che voi avete fatto sul piano del Direttore generale confermano tutti quei tagli di servizi territoriali e li lasciano inalterati? Lasciano inalterata la situazione, tranne qualcosa di dettaglio, per quanto riguarda l'ospedale di Galliate? Sono due punti piuttosto significativi stante il fatto che questa non è una di quelle deliberazioni approvate in prima battuta.
Avrei necessità di conoscere questo punto per continuare la replica.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Nella deliberazione è esplicitato che l'ospedale di Galliate, per il momento, resta com'è. Tutto ciò che riguarda le economie, che non sono eccessive come ho detto poc'anzi, si riferisce solamente alla parte congiunturale.
Ripeto, l'ospedale di Galliate non viene toccato, proprio perch nell'ASL 13 ci sono tre ospedali e dobbiamo prevedere una specializzazione per tutte e tre le strutture. Soprattutto, dobbiamo evitare il più possibile duplicazioni, così come per le altre AA.SS.LL.



MANICA Giuliana

Questo vuole dire che tutti quelli in RSA rimangono e permangono inalterati e che per quanto riguarda l'ospedale di Galliate non riduciamo i posti letto? Non facciamo neanche uno degli interventi proposti? Oppure facciamo una specie di osservazione dicendo di mantenere le condizioni strutturali?



PRESIDENTE

Consigliera Manica, la sua è una replica rispetto alle dichiarazioni dell'Assessore; non possiamo fare un dialogo.



MANICA Giuliana

Presidente Toselli, capisco la sua difficoltà perché la situazione è oggettivamente difficile, ma quando un Direttore generale scrive in un piano che si tagliano "tot" posti letto in medicina, una delibera regionale può solo dire "sì", "no", non sono 29, ma 13. E' questo che non riesco a capire: cosa avete risposto al Direttore generale?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Nella delibera del 7 gennaio abbiamo scritto che si dovevano aumentare i day hospital chirurgici che raggiungono appena il 51% delle indicazioni regionali; ridurre i ricoveri ospedalieri e trasformare alcuni di questi se possibile, in day hospital. Tra le altre cose, sempre nella delibera, si evidenziava che molti day hospital medici erano impropri e che dovevano essere trasformati in prestazioni ambulatoriali.
I ricoveri ordinari risultavano, rispetto all'obiettivo regionale, più del 32% con previsione, per il 2003, di un ulteriore aumento, quindi più del 35%. Questo per quanto riguarda i posti letto che non sono stati esplicitati dal Direttore nel piano di attività presentato.



MANICA Giuliana

Nel punto relativo all'ospedale di Galliate il Direttore generale scrive: "Il trasferimento dell'attuale lungodegenza e concentrazione con la medicina attuale per acuti, che assume un nuovo connotato antivalidante...
con connessa riduzione dei posti letto dedicati alle acuzie, il mantenimento di quelli dedicati alla lungodegenza cui saranno altresì aggregati posti letto per la riabilitazione. La riduzione complessiva dei posti letto è pari a n. 29". Per quanto riguarda il punto: "Misure per gli ospedali", voglio sapere se questa misura rimane. Rimane la riorganizzazione della chirurgia generale con i nuovi indirizzi con conseguente riduzione dei posti letto? Rimane la chiusura del Pronto Soccorso? E la biosperimentale del punto di primo intervento? E la cessione in comodato gratuito della dialisi all'Ospedale Maggiore di Novara?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Nella deliberazione noi abbiamo detto che rinviamo alle risultanze del monitoraggio trimestrale le determinazioni in merito alla manovra complessiva e quindi anche all'ospedale di Galliate.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

MANICA Giuliana (fuori microfono) Quindi è accettata?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

No. Abbiamo detto: "Lei, Direttore generale, procede su quella che è la manovra di tipo congiunturale senza trasformazioni dei reparti negli ospedali", e abbiamo rinviato al monitoraggio trimestrale le determinazioni in merito alla manovra complessiva.



PRESIDENTE

Quindi, fino al 5 maggio, Assessore, dico bene?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Sì. Poi nella deliberazione è scritto: "Assegnare alle Aziende il compito di approfondire il progetto relativo al riordino dell'ospedale di Galliate... rinviare le relative determinazioni successivamente alle valutazioni conseguenti alla verifica trimestrale". Quindi, è proprio esplicitato nella deliberazione del 29/3/2001.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica per la replica.



MANICA Giuliana

Una replica faticosa.
A questo punto, se capisco bene, rimangono tutti i tagli consistenti al territorio su cui non si fa alcuna osservazione. Per quanto riguarda l'ospedale di Galliate si dice semplicemente: "Prendete queste misure relative alle chirurgie e alle medicine, le rinviamo di qualche tempo, le sottoponiamo a questo piano di riorganizzazione dell'ospedale e alla verifica trimestrale". Pertanto, al momento vi diciamo di non farli attendete un attimo e ripresentateci il piano di riorganizzazione soprassedete per un mese, fino al 5 maggio. Quindi, in sostanza, per l'ospedale di Galliate abbiamo rimandato tutto ad una verifica trimestrale intorno al 13 maggio.
Per quanto riguarda le quote capitarie - ho capito bene, Assessore? non vi è un'intenzione seria di procedere nella loro revisione sostanziale perché lei oggi ci dice che quello che avevamo accertato nella riunione del settembre scorso (che erano sottodimensionate, che voi in quel senso le avreste riviste) oggi non viene confermato, ma viene assunta una presa di posizione di generale assestamento delle quote stesse. Tuttavia, in una prima fase, avete cominciato a dirci che quelle di Novara non erano basse perché non si conteggiavano i soldi dell'ARPA; adesso non è più l'ARPA.
Nella seduta di oggi abbiamo scoperto che lì devono essere conteggiati i soldi della mobilità passiva. I soldi della mobilità passiva, Assessore devono essere conteggiati nel suo complessivo bilancio, perché essi sono un problema regionale, non di un'Azienda Sanitaria Ospedaliera che casualmente, si trova al confine. Sono un problema regionale! Ritengo sia una questione di una certa gravità.
Concludendo, devo dire che, se dovessi fare una previsione, con i tagli che questa deliberazione realizzerà, non solo avremo utilizzato malamente una parte di fondi regionali per la riorganizzazione di quegli ospedali non solo avremo aumentato la mobilità passiva, ma avremo creato un ulteriore problema al territorio. Ritengo questa una situazione complessa e a rischio, che non può trovare una chiusura in questi termini, anche per le preoccupazioni e le reali situazioni di consistente opposizione da parte delle Amministrazioni territoriali, compresi i ricorsi al TAR.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



PRESIDENTE

SAITTA



PRESIDENTE

Alla fine della discussione, anche se tra pochi intimi, pian piano sta emergendo il significato delle deliberazioni di approvazione dei piani.
Mi sembra di capire che ci sono diverse deliberazioni di approvazione dei piani che, formalmente, sono deliberazioni di approvazione dei piani ma in realtà soltanto pochissimi piani sono stati approvati, perché le deliberazioni, nella forma un po' burocratica con cui sono state scritte nel dispositivo, contengono indicazioni di questo tipo: "Si assegnano le risorse indicate nella deliberazione di gennaio". Per molti di questi piani si rinvia alla prospettiva di verificare, con un monitoraggio trimestrale l'andamento della manovra congiunturale, in merito alla manovra complessiva, unitamente alla valutazione dell'andamento economico, ecc.
Poi, qualche deliberazione contiene invece delle indicazioni che sono in contrasto con le indicazioni che hanno i Direttori per quanto riguarda le spese del personale. Cito tre esempi, ma mi pare di citare alcune deliberazioni che non sono una piena approvazione dei piani.
Allora, la mia domanda è di questo tipo: se la valutazione della Giunta sul piano (al di là di questo piano, facciamo un ragionamento più generale) è che il piano preparato dal Direttore non permette di raggiungere gli obiettivi fissati nella deliberazione di gennaio, come può pensare la Giunta regionale che, in occasione del primo monitoraggio trimestrale, si possano raggiungere gli obiettivi di carattere trimestrale se non sono stati definiti ed approvati dalla stessa Giunta regionale? Il rinvio al monitoraggio trimestrale mi sembra un rinvio ad un fatto che sicuramente non può che essere quello previsto, cioè che l'obiettivo non venga raggiunto. Per forza di cose! Viene rinviata la scelta, la definizione di un obiettivo preciso da raggiungere per una verifica trimestrale che, tra l'altro, va fatta nel mese di giugno.
In sostanza, la manovra, nella sua complessità e nella sua articolazione, ha queste caratteristiche. Piani che sono stati approvati perché giudicati utili per raggiungere l'obiettivo indicato dalla Giunta regionale per ogni ASL; piani che non sono stati approvati così come sono ma rinviano alcune questioni al monitoraggio trimestrale. Com'è pensabile dunque, che in questa prima parte dell'anno si riesca a raggiungere una quota del risparmio delle riduzioni che sono state programmate? Nelle deliberazioni, in sostanza, emerge che, in ogni caso, quell'obiettivo di riduzione non è prevedibile, perché molti di questi piani non contengono le scelte per raggiungere l'obiettivo. E la Giunta, questo, lo sa, perché ha rinviato una riflessione ulteriore al momento del monitoraggio trimestrale.
Non so se ho reso l'idea.
Alla fine, le deliberazioni sono state prese così come sono, non sono condivise, ma poi si vedrà cosa capiterà fra tre mesi, e fra tre mesi capiterà quello che la Giunta ha già preventivato: non sono state messe in atto delle azioni di carattere organizzativo, economico, strutturale congiunturale, per raggiungere l'obiettivo della riduzione, cioè per poter svolgere i servizi sanitari all'interno della quota che è stata assegnata.
E siccome viene assegnata una quota, voi avete già la certezza che il piano ha caratteristiche tali per non stare all'interno delle risorse assegnate.
Mi rendo conto che le mie considerazioni sono un po' confuse, ma la modalità adottata è nel senso che la Giunta, anziché dire: "Il piano non va", lo rinvia e dice: "Tu hai fatto un piano che non permette... lo rimetti a posto, lo definisci e lo approvo, a quel punto", ma non può dire: "Rinviamo tutto".
Se, alla fine, consideriamo le scelte compiute da quando la manovra è stata messa in atto, mi pare che si continui ad indietreggiare, come ricordavo questa mattina: "Dell'Agenzia regionale ormai se ne parlerà il prossimo anno".



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

E' in IV Commissione.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

SAITTA



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

Sì, ma siccome l'obiettivo della Giunta era l'approvazione in occasione del bilancio, adesso, era questa la scelta della Giunta. Quindi, l'Agenzia regionale l'abbiamo dimenticata e la realizzazione del portale per i servizi è stata affidata ad una ditta che se ne occuperà.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

E' pronto; è stato fatto.



SAITTA Antonino

Quindi, un secondo elemento della manovra è saltato. Questo terzo elemento, che riguarda l'assegnazione dei fondi, in realtà è un vincolo che è stato tenuto presente, è un'ottima esercitazione, ma, laddove i Direttori hanno rilevato la questione, hanno detto: "No, per il personale così non va bene".
In ogni caso, se non corrisponde agli obiettivi, lo verificheremo nel monitoraggio trimestrale. Non so se vi rendete conto di cosa è stato costruito. Si sta gridando "al lupo, al lupo". In realtà, questa manovra sta portando concretamente ad una modalità identica a quella adottata da lei, Assessore, e dalla sua Giunta in questi anni nell'applicazione del piano: ad ogni problema, anziché affrontarlo, si indietreggia per poi trovarci, come ci stiamo trovando dopo quattro anni di applicazione, a dire: "Abbiamo fatto di tutto, ma, alla fine, abbiamo dovuto indietreggiare".


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 667 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani e Tapparo inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASL 14: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 667, presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido, Marcenaro, Muliere, Riba Ronzani e Tapparo, relativa all'ASL 14.
La parola alla Consigliera Manica per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

Per quanto riguarda l'ASL 14, vorrei evidenziare alcuni problemi che mi sembrano particolarmente significativi, sempre, Assessore, cercando di fare riferimento al ragionamento che lei e il Presidente Ghigo avete detto di aver svolto presiedendo le deliberazioni del 7 gennaio. Quindi, il ragionamento di possibile riconversione della sanità piemontese da un eccesso di ospedalizzazione non utile, o di un uso improprio dello strumento del ricovero, ad una riconversione verso altre diverse strutture con un rilancio del territorio.
Queste deliberazioni, nella parte preliminare, indicano ai Direttori generali: "Mantenete il livello dei servizi, tenete conto di queste due ragioni, perché il taglio che noi operiamo, oggi, di questi miliardi, se non va in quella direzione, prendiamo questi miliardi, facciamo chiudere un po' di servizi adesso, li buttiamo in un pozzo senza fondo", che immediatamente riproduce lo stesso deficit perché le cause strutturali permangono.
L'ASL 14 è un altro esempio significativo per guardare con attenzione alla lente d'ingrandimento, quanto queste deliberazioni servano. Lo è perché, anche qui, quei pochi interventi territoriali che c'erano vengono "grosso modo", alla "disperata", mantenuti, con ulteriore riduzione. Il piano di riorganizzazione dei tre ospedali conosce una vicenda confusa, per non dire, per alcuni aspetti, inquietante. Alcune sono le cose scritte qui altre sono cose che lei ed altri rappresentanti della Giunta, mentre ne venivano scritte alcune qui, dichiaravate negli stessi giorni.
Per quanto riguarda il territorio, c'è una riduzione dei servizi territoriali e non c'è neanche un possibile accenno all'unico strumento che lì potrebbe essere realizzato per produrre veramente risparmio: la costruzione di quel famoso distretto montano, che potenzia i servizi in queste aree e consente di tirare fuori da ospedali e strutture, inutilmente costose, una serie di interventi.
Lei dispone di questa possibilità nel Piano sanitario: è una possibilità che potrebbe essere avviata domani mattina e di cui non troviamo traccia da alcuna parte. Lei sa che sarebbe un elemento utile ed importante per il risparmio, oltreché di modifica dell'intervento.
Per quanto riguarda i tre ospedali, permane una situazione di confusione massima sotto il sole. Si apre la questione del rapporto pubblico-privato sull'ospedale di Omegna e mentre si procede in questa direzione, chiedendo di poter procedere a formale autorizzazione, voi probabilmente approvate il piano del dott. Vannini. Nello stesso tempo avete partecipato a Roma ad una riunione con il Ministro Veronesi e avete detto - non so se lo avete detto a lui o solo ai giornalisti - che lì facevate uno dei tre ospedali modello del Piemonte, cioè partecipavate alla grande progettazione dell'ospedale modello. Poi, in realtà, partecipate alla progettazione (la Commissione è presieduta da Renzo Piano), ma non è assolutamente detto che il vostro progetto abbia alcun accoglimento perch vi partecipano molti Comuni e Regioni italiane. La versione rilasciata ufficialmente, sulla pagina nazionale de La Stampa, non solo da lei, ma da altri importanti Assessori e dal Capigruppo di Forza Italia, è la seguente: "Abbiamo risolto il problema dell'ospedale unico del Verbano Cusio Ossola si farà l'ospedale unico e sarà l'ospedale modello alla cui significativa progettazione noi stiamo partecipando".
Cosa approvate? Il pubblico-privato? Omegna? Il mantenimento degli altri tre? Una loro micragnosa riduzione o quell'altra cosa? Si tratta di capire.
Sarei poi interessata a capire cosa ne facciamo di questi ospedali modello, perché, in una prima fase, ne sono stati annunciati tre, uno lì uno nel Canavese e poi non poteva mancare, per la terza campagna elettorale, l'Ospedale Maggiore di Novara. Difatti, ne sentivo già la mancanza e dicevo: "Come, siamo già in campagna elettorale e non è ancora stato annunciato, per la terza volta, il nuovo Ospedale Maggiore di Novara?". Assolutamente sì, Assessore, lei non mi ha delusa! Successivamente a quei tre, ne ha annunciati altri tre; pare che siamo a sei ospedali modello in questo momento in Piemonte.



MANICA Giuliana

GALLARINI (fuori microfono)



MANICA Giuliana

Per adesso.



MANICA Giuliana

Per adesso, certamente, perché al 13 maggio manca ancora un po' di tempo.
Vorrei sapere dove questi ospedali verranno opportunamente collocati e quale relazione hanno strutture come queste, in particolare quella con il Verbano Cusio Ossola, con questo piano sul quale lei fa osservazioni. Mi chiedo se l'osservazione principale che lei fa a Vannini è non fare le operazioni su Omegna. Lascia stare la rissa con Domodossola e con Verbania e c'è qui pronto l'ospedale modello, di cui, poi, lei dovrà indicare la collocazione territoriale e, siccome lì è molto facile fra quei tre centri individuarla, se lei ce la farà, io la proporrò per una statua equestre da erigere esattamente nel luogo dove nascerà l'ospedale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Inizio dalla deliberazione di assegnazione del budget del 29/3/2001. Il budget, assegnato il 7 gennaio, era pari a 304 miliardi, a cui vanno aggiunti 17 miliardi 524 milioni degli oneri contrattuali, per un totale di 321 miliardi 524 milioni.
L'assegnazione regionale di 321 miliardi 524 milioni, sulla base dei dati economici del preconsuntivo 2000, obbliga il Direttore generale dell'ASL 14 ad un recupero di circa 14 miliardi, pari al 4,37%.
La relazione di accompagnamento alla manovra 2001, presentata dal Direttore generale, evidenzia: un nuovo modello gestionale dell'ospedale di Omegna una migliore integrazione fra gli ospedali di Verbania e Domodossola la responsabilizzazione della dirigenza aziendale sulla spesa farmaceutica e specialistica la razionalizzazione degli acquisti e delle manutenzioni mediante contratti di global service.
Le azioni intraprese comportano: il decremento dell'attività di ricovero ospedaliero e l'aumento di quella ambulatoriale l'incremento della residenzialità per disabili ed anziani il decremento del costo per beni e servizi.
La rappresentanza dei Sindaci ha approvato a maggioranza la proposta presentata dall'ASL.
Per quanto riguarda la situazione degli ospedali del Verbano Cusio Ossola vorrei chiarire alla collega Manica che indubbiamente è allo studio questo nuovo modello gestionale per l'ospedale di Omegna, mentre è stata presentata al Ministro Veronesi (al Ministro, non ai funzionari), non dal sottoscritto, la richiesta di un ospedale del Verbano Cusio Ossola che accorpasse quello di Verbania e Domodossola.
In realtà, devo dirle, collega, che le elezioni non c'entrano affatto.
Il primo progetto dell'ospedale nuovo di piano era stato fatto per l'ospedale del Canavese, dove, in realtà, c'erano questi tre ospedali, e vi era una possibilità per il collegamento di rete viaria notevole e quant'altro. Siccome l'avevamo previsto anche...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Posso interromperla? Solo perché vorrei segnalare che è la prima volta che...



PRESIDENTE

Chiedo al valido collega Gallarini di recarsi al suo posto e di non lasciarci, cortesemente: sarebbe un torto personale, collega Gallarini.
La invito a riprendere posto ancora per questi ultimi dieci minuti.



PRESIDENTE

GALLARINI Pierluigi (fuori microfono)



PRESIDENTE

E' meglio che stia zitto. Comunque si era deciso di concludere alle 19 e sono qui pronto per andarmene!



PRESIDENTE

Prego, Assessore D'Ambrosio, prosegua.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Comunque, il progetto dell'ospedale modello è già stato presentato per l'ospedale del Canavese; è in via di elaborazione quello del Verbano Cusio Ossola; ovviamente, non è stato stabilito dove verrà allocato e, siccome molte Regioni erano ferme, si era fatto anche il terzo nome, quello dell'ospedale di Novara, ma sicuramente non per motivi elettoralistici. Lei conosce la mia posizione e quant'altro. Per cui è probabile che i tre progetti possano essere tutti finanziati. E' chiaro che sarà un finanziamento diviso in tre, ancorché, alla luce del fatto che non c'è stato un grosso interesse da parte di altre Regioni (basti pensare che quando c'è stata la presentazione ufficiale eravamo solo cinque tra le Regioni che si erano attivate), questo ci lascia ben sperare che i tre progetti possano essere finanziati, anche se non in modo completo, ma almeno in modo abbastanza sostenuto, per poter, con eventuali nuclei accesi dalle AA.SS.LL., con eventuali donazioni da parte di fondazioni e con l'interessamento anche dei cittadini e - perché no! - della Regione, essere finanziati tutti e tre.
Quando lei ha parlato di sei ospedali, in realtà ha detto il vero perché pensiamo di considerare come ospedali del Progetto Piano anche quello di Asti, quello di Biella e quello di Alba-Bra. Sono tre ospedali con un piano finanziario completo, per cui è importante attenersi a quella che è la progettazione dell'arch. Piano, ancorché per queste strutture sono previste camere a due letti e non ad un letto, tranne che per le malattie infettive e quant'altro. Quindi, il costo per posto letto da 700 milioni previsti dal Progetto Piano passerebbe a 350/400 milioni, che rappresentano già un costo notevole per avere un ospedale di eccellenza.
Tenga presente che il calcolo fatto per l'ospedale di Biella e quello di Asti è di 300 milioni per posto letto.
Per quanto riguarda il punto 5), si vuole conoscere l'incidenza della popolazione anziana.
Dai dati forniti dall'Azienda, la popolazione anziana dell'ASL 14 rappresenta il 21% circa della popolazione totale.
Al punto 6) si vuole sapere quale sia l'incidenza dell'ADI.
L'ASL 14 ha trattato in cure domiciliari, nel corso del 2000, n. 881 casi e per il 2001 prevede di trattarne 1.300. Le indicazioni programmatiche della Regione per il 2003 sono di 1.321 casi, quasi il 98 dei casi previsti. L'ASL dichiara un costo per caso decisamente superiore a quello delle previsione regionali: L. 5.889.000 rispetto a L. 5.688.000 indicati dalla Regione per tale tipologia di attività. E' evidente che le patologie inserite nel ciclo di cura ADI sono diverse da quelle previste dalla Regione, visto che sono inseriti casi di più elevata complessità assistenziale.
Al punto 7) si chiedeva se è attivo il servizio di trasporto dialisi.
Il servizio di trasporto dialisi è attivo.
Per quanto riguarda il punto 8), si chiedeva se si riteneva appropriato il rapporto di uno a quattro ambulatori e laboratori per 10 mila residenti.
A quanto mi risponde il Direttore generale, la somma di tutti gli ambulatori è adeguata, stante la situazione geografica dell'ASL rappresentata per il 96% da territorio montano. Grazie.



PRESIDENTE

Lei pensa, collega Manica, che si possa iniziare la costruzione della statua? Può darci qualche indicazione, così concludiamo sull'ASL 14 e riaggiorniamo i lavori a domani?



MANICA Giuliana

Devo dire che, allo stato dell'arte, se lo stato di avanzamento verso il nuovo ospedale del Verbano Cusio Ossola, come quello di Novara e del Canavese, è questo, l'Assessore D'Ambrosio è ancora molto lontano dalla statua. Ma devo dire che non è lontano solo lui. Temo che la statua non la potranno avere, per il momento, neanche l'Assessore Racchelli e il Presidente Ghigo.
Pertanto, concluderei così le osservazioni che ho da fare in merito alla deliberazione relativa all'ASL 14, perché l'Assessore è riuscito a confermare tutti i miei dubbi, e di questo lo ringrazio.



PRESIDENTE

I lavori sono riaggiornati a domani mattina, alle ore 10, sempre con lo stesso ordine dei lavori: proseguiremo sulle AA.SS.LL., iniziando dall'ASL 19 di Asti.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellan ze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.00)



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