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Dettaglio seduta n.86 del 09/04/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI


Argomento:

Mancanza del numero legale


PRESIDENTE

Constato la mancanza del numero legale, pertanto sospendo la seduta per trenta minuti (ai sensi dell'art. 52, comma 4 del Regolamento interno)



(La seduta, sospesa alle ore 10,06 riprende alle ore 10,38)


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 30 gennaio, del 6, 7, 13 e 20 febbraio 2001 si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Marco, Cantore, Cattaneo Cotto, Galli, Ghigo, Leo, Mancuso, Marengo, Pichetto Fratin e Vaglio.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Proseguimento trattazione "Piani aziendali delle ASL e delle ASO in Piemonte" Interpellanza n. 655 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica Placido, Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani, Tapparo, Saitta, Chiezzi e Moriconi inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASL 2: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

Passiamo ora alla trattazione del punto 3) all'o.d.g.: "Piani aziendali delle ASL e delle ASO in Piemonte". Eravamo alla fase di risposta alle 29 interpellanze che erano state presentate, interpellanze cui era stata aggiunta la firma, rispetto alle originarie interpellanze da parte dei Consiglieri Chiezzi e Moriconi, del Gruppo dei Verdi. Stava parlando l'Assessore D'Ambrosio, il quale doveva rispondere all'interpellanza n. 2.
Assessore D'Ambrosio, le do l'autorizzazione a restare seduto e pu procedere alla risposta all'interpellanza n. 655.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Grazie, Presidente, anche per il fatto che mi fa rispondere stando seduto.
I punti 1, 2, 3 e 4 dell'interpellanza, che attengono all'ASL 2, sono già stati affrontati in termini generali nella relazione introduttiva.
In particolare, per quanto riguarda il punto 1, si rileva che l'azienda, forse più di altre, paga l'insufficiente sinergia in atto fra i presidi cittadini e il tentativo di garantire, con le proprie strutture l'assistenza ai propri cittadini per la quasi totalità delle patologie.
Per quanto riguarda il punto 2, si richiamano le considerazioni sviluppate nella premessa della delibera di Giunta regionale che porter stasera in Giunta.
Il bilancio dell'azienda riporta il finanziamento regionale assegnato con delibera del 7/1/2001, pari a 312 miliardi. Gli oneri contrattuali per la dirigenza e le convenzioni uniche nazionali per l'anno in corso sono stati quantificati in lire 13,5 miliardi, importo da verificare e validare come finanziamento regionale.
Le risultanze gestionali e l'andamento dei costi saranno puntualmente verificati nel corso del monitoraggio trimestrale a consuntivo.
L'assegnazione regionale 2001, se confermati gli oneri contrattuali risulta essere di 325,5 miliardi.
In sintesi, la manovra 2001 richiede, rispetto al 2000, un recupero di circa 16,6 miliardi, pari al 4,85%.
La relazione di accompagnamento alla manovra 2001 presentata dal Commissario evidenzia: la riorganizzazione interna del presidio ospedaliero con l'attivazione della geriatria, urologia e lungodegenza, già programmata mediante la riconversione dei posti letto esistenti; la consegna diretta dei farmaci (quelli previsti dalla nota 37) e la responsabilizzazione dei medici di medicina generale; la rivisitazione dei contratti di fornitura e il ricorso a nuovi modelli contrattuali, quali il global-service e i contratti aperti; il contenimento dei consumi aziendali; la rinegoziazione delle tariffe per l'assistenza in convenzione dell'area fasce deboli.
Le azioni quindi comportano: una diminuzione dell'attività di ricovero ospedaliero; il mantenimento dell'attività ambulatoriale; l'aumento del costo dell'assistenza territoriale; una forte diminuzione della spesa farmaceutica e di quella per beni e servizi; il mantenimento dei livelli assistenziali per le fasce deboli, con aumento di posti letto residenziali per anziani sia a gestione diretta che accreditati; un lieve aumento della semiresidenzialità per disabili.
La programmazione aziendale delle attività prevede anche, in parziale contraddizione con gli obiettivi della manovra, un aumento di 21 unità di personale, oltre al turnover, nonché due strutture complesse e due semplici che possono produrre effetti economici negativi anche per gli anni futuri.
L'ASL, per il mantenimento dei livelli assistenziali per l'assistenza territoriale delle fasce deboli richiede un'integrazione del budget assegnato.
L'attività del dipartimento di prevenzione sarà oggetto di appositi indirizzi e verifiche da parte della competente Direzione regionale.
La Conferenza dei Presidenti di Circoscrizione ha espresso, a maggioranza, parere favorevole sulla manovra proposta dall'ASL.
Per quanto riguarda il punto 5, che chiedeva se il servizio di trasporto per il Centro Dialisi c'è e a carico di chi, debbo dire che questo servizio è attivo mediante l'utilizzo di mezzi attrezzati (anche ambulanze) per il trasporto individuale o collettivo, gestito da terzi.
L'organizzazione del servizio tiene conto delle esigenze lavorative e personali degli utenti.
Il costo del servizio è a totale carico dell'Azienda Sanitaria.
Per quanto riguarda i punti 6 - chiede se si ritenga che il rapporto di 1 ambulatorio/laboratorio per 10 mila residenti sia appropriato e rispondente al fabbisogno - e 7 - chiede se si ritenga che l'incidenza di 23 ambulatori privati su 36 totali sia adeguata agli obiettivi di razionalizzazione della spesa e di programmazione territoriale - si segnala che il rapporto indicato non è significativo se non vengono prese in considerazione le tipologie di specialità offerte e le capacità produttive di ciascun ambulatorio/laboratorio. Poi bisogna tener conto che il numero di ambulatori/laboratori va considerato in tutta la città e quindi il riferimento specifico del numero degli ambulatori di 1 ogni 10 mila residenti può sicuramente essere riconsiderato nel complesso.
Il punto 8 chiede di sapere se la drastica riduzione a un più puntuale e mirato approccio al paziente coinvolgerà direttamente gli operatori sanitari. Al riguardo preciso che le indicazioni relative alle attività territoriali debbono essere lette non tanto come richieste di riduzione, ma come razionalizzazione delle stesse e come loro inserimento in un progetto complessivo di assistenza.
Anche per l'attività territoriale viene affrontata una analisi di appropriatezza e viene considerata come modello di assistenza sostitutivo quando possibile ed opportuno, al ricovero ospedaliero.
Come esplicitato in precedenza, la definizione di un percorso assistenziale sanitario corretto darà modo di contenere i costi complessivi, consentirà un più puntuale e mirato approccio al paziente coinvolgerà direttamente gli operatori sanitari territoriali, creerà una maggiore e migliore interrelazione tra gli operatori ospedalieri e territoriali, determinerà una maggiore stabilità economica aziendale.
L'obiettivo regionale di cui alle DGR 27/1912 e 29/1914 potrà ritenersi conseguito con il successo di tali linee di intervento, in quanto sono rivolte non ad una visione settoriale delle attività sanitarie (che, se in essere, determina valutazioni settoriali), ma ad un modello complessivo e sistemico, costruito sull'obiettivo di una maggiore e più appropriata tutela sanitaria, modello che competerà, tra l'altro, una stabilizzazione economica.
Per quanto riguarda il punto 9, la nomina di un Commissario è una scelta interlocutoria in quanto, essendo l'ASL 2 verosimilmente interessata dalla prossima variazione dell'assetto istituzionale e territoriale che coinvolgerà tutte le AA.SS.RR., si è ritenuto opportuno optare per un incarico definito nel tempo. Va tuttavia sottolineato che, a livello gestionale ed in particolare per quanto si riferisce agli effetti della manovra, la figura istituzionale del Commissario non condiziona affatto la piena operatività dell'Azienda, in quanto questa carica configura prerogative e poteri esattamente sovrapponibili a quelle del Direttore generale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Assessore, la risposta che lei ci ha dato sull'ASL 2 non tiene conto di una serie di dati specifici che non ci appartengono, in quanto è un'ASL sulla quale non esiste ancora la delibera. Lei stesso diceva che solo stasera si procederà, quindi è l'ASL torinese che è rimasta "fuori pacco" (diciamo così) per le note vicende relative al commissariamento.
Siamo dunque in assenza di un provvedimento specifico e ci avalliamo di una serie di risposte che sono ancora più parziali rispetto a quelle che ineriscono alle altre ASL.
Nello specifico dell'ASL 2, le ricordo che è un'ASL sulla quale abbiamo avuto una serie di momenti di consultazione e di audizioni in Commissione poiché sia il personale sia i lavoratori avevano richiesto di incontrarsi con lei e con la Commissione sanità, cosa che è avvenuta mi pare di ricordare in due circostanze (sono state raccolte firme, sono state poste una serie di istanze).
In IV Commissione lei aveva sostenuto che l'ASL 2 avrebbe avuto un suo Direttore e non sarebbe stata commissariata. Di fatto, questa è stata la prima ASL di Torino ad essere commissariata e dai giornali abbiamo rilevato che, nella riorganizzazione che si sta prevedendo sulle ASL e sulle ASO torinesi, è sua intenzione andare ad estinguere di fatto quelle che sono le specificità dell'ASL 2, accorpandola con altre.
Si tratta quindi di un Piano che ha ancora un grosso punto interrogativo e che vede però questo fatto serio, pesante: è la prima ASL che viene commissariata. Un'ASL sulla quale, tra l'altro, prima, è stata avanzata una serie di ipotesi di nomi che lei ha anche fatto in Commissione relativamente ai Direttori, alle varie funzioni e alle varie cariche; dopo ci siamo ritrovati con una scelta assolutamente diversa, che è anche andata a penalizzare del personale che ha lavorato seriamente in questi anni e che più ha sostenuto le linee dell'Assessorato anche nel periodo di "vacanza" tra un Direttore e l'altro.
Mi riferisco nel caso specifico al mobbing pesantissimo al quale è stato sottoposto il Direttore amministrativo; la signora in questione, dopo essersi fatta carico per mesi della struttura, si è ritrovata sbattuta fuori dalla struttura stessa con un calcio, e lei sa molto bene a quale caso ci riferiamo.
Come mai in questa ASL, sulla quale sono arrivati oltre 30 miliardi sono state rifatte tutte le sale operatorie (che tuttavia sono chiuse, dopo che sono stati investiti 30 miliardi di denaro pubblico)? La camere operatorie hanno avuto una ristrutturazione, ma si dice esistano delle carenze enormi nella struttura stessa; si dice che vi siano state delle "intemperanze" nella procedura e nell'applicazione degli appalti; nelle sale operatorie del Martini appena rifatte ci sono dei buchi enormi nel pavimento, però sono chiuse, oltre al fatto che - come ho detto prima - gli è piovuto addosso qualcosa come oltre 30 miliardi di finanziamento.
Questo, ovviamente, comporta che i cittadini destinati a quel tipo di prestazione o di servizio debbano rivolgersi altrove. E questo è un dato.
Dopodiché, lei ci parla di 16 miliardi di tagli. Dalle tabelle e dai documenti che ci sono stati consegnati, a noi risulta che il taglio complessivo sull'ASL 2 sia di 39 miliardi, pari praticamente ad una percentuale dell'8%; lei parla di poco meno della metà.
Non solo: non ha precisato che, a seguito del commissariamento, manca il Piano, ma anche non ha fatto alcun cenno ai finanziamenti dell'ex art.
20 per quelle sale operatorie.
Quindi l'Assessore alla sanità non ci dà nessun tipo di risposta sull'ASL, la prima che viene commissariata nella Regione Piemonte, la prima che viene commissariata a Torino. Un'ASL sulla quale ci sono stati 30 miliardi di finanziamento pubblico e che ha tutte le sale operatorie chiuse. Lei non ne fa alcun accenno a tutto questo.
Forse a lei questa pare una risposta democratica e utile, ma a noi no.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Concordo con tutte le osservazione della collega Suino; aggiungo che per la terza volta, mi sembra - l'Assessore, alla domanda n. 7, quella relativa ad un giudizio sulla presenza di ambulatori, risponde in questo modo: "L'incidenza dei laboratori non può essere solo guardata dal punto di vista numerico. Bisogna analizzare la situazione caso per caso; vedere le specialità che si trovano all'interno di questi ambulatori; bisogna fare un discorso più generale". Però, questo discorso più generale dovrebbe farlo lei, Assessore! L'interpellanza le chiede: "Secondo lei, Assessore, la presenza di 23 ambulatori privati su 36 totali è adeguata agli obiettivi?".
Lei risponda: "Sì, è adeguata"; "No, non lo è"; "Abbiamo in corso progetti di adeguamento".
Invece vedo che a questa domanda lei risponde sempre dicendo: "Beh formulata così, non si può dire, bisogna vedere".
Quand'è che vediamo, Assessore? Ci dica, per cortesia, in che modo lei valuta adeguata o meno la presenza di ambulatori rispetto alle cifre che noi le diamo, e spero che nelle prossime risposte si possa capire qualcosa di più. Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 656 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani, Tapparo, Saitta, Chiezzi e Moriconi inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASL 3: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 656, alla quale risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitarie

Questa interpellanza attiene all'ASL 3, Maria Vittoria e Amedeo di Savoia. Anche qui, i punti 2), 3) e 4) dell'interpellanza sono stati già affrontati in termini generali nella relazione introduttiva.
In particolare, però, per quanto riguarda il punto 1), si rileva che l'Azienda in ambito ospedaliero ha adottato le misure organizzative atte a garantire tramite il Maria Vittoria il supporto plurispecialistico necessario all'Amedeo di Savoia. Anche l'assistenza territoriale risulta equilibrata in rapporto alle necessità e alle risorse disponibili.
Per quanto riguarda i punti 2) e 7), si richiamano le considerazioni sviluppate nella premessa della delibera di Giunta del 29 marzo 2001, che si riportano: il bilancio dell'Azienda riporta il finanziamento regionale assegnato con delibera del 17 gennaio 2001, pari a 331 miliardi gli oneri contrattuali per la dirigenza e le convenzioni uniche nazionali per l'anno in corso sono stati quantificati in L. 20 miliardi e 639 milioni (importo da verificare e validare come finanziamento regionale) le risultanze gestionali e l'andamento dei costi saranno puntualmente verificati nel corso del monitoraggio trimestrale consuntivo l'assegnazione regionale 2001, se confermati gli oneri contrattuali risulta pertanto di 351, 639 miliardi.
In sintesi, la manovra 2001 richiede, rispetto al 2000, un recupero di circa 7 miliardi, pari all'1,88%.
Questi nuovi dati dal punto di vista del finanziamento e dal punto di vista della percentuale di recupero li ricaviamo dal fatto che i preconsuntivi presentati a febbraio scorso si diversificano leggermente da quelli presentati a dicembre. Inoltre al preconsuntivo vengono aggiunti gli oneri contrattuali per la dirigenza. Ovviamente questo fa la somma totale anche perché quando era stato richiesto, comprendeva gli oneri contrattuali, per cui la manovra 2001 richiede al 2000 un recupero di circa 7 miliardi pari all'1,88%.
La relazione di accompagnamento alla manovra 2001 presentata dal Direttore generale si sostanzia nei punti seguenti: il contenimento dei costi della farmaceutica ospedaliera e miglioramento dell'efficienza gestionale mediante l'attento governo dei budget e degli obiettivi di struttura la riduzione dei ricoveri ordinari a vantaggio dei day-surgery e delle prestazioni ambulatoriali potenziamento delle cure domiciliari.
Le azioni intraprese comportano il mantenimento dell'attività di ricovero ospedaliero e di quella ambulatoriale, il mantenimento della residenzialità per disabili e anziani, linee di sviluppo dell'assistenza diurna e residenziale per tossico-alcoldipendenti.
Rispondo anche al quesito del punto 7.
La programmazione aziendale delle attività prevede anche, in parziale contraddizione con gli obiettivi della manovra, un aumento di 44 unità di personale oltre al turnover, che possono produrre effetti economici negativi anche per gli anni futuri.
Preso atto che la manovra 2001 richiede, rispetto al preconsuntivo 2000, un recupero di circa 7 miliardi, si ritiene che l'ASL 3 non necessiti di risorse aggiuntive e possa rispettare, mediante azioni di tipo congiunturale, il budget assegnato mantenendo l'attuale livello assistenziale.
L'andamento programmatico della residenzialità psichiatrica complessiva necessita di monitoraggio ed analisi, tenendo presente l'indicatore regionale riferito alle comunità protette ed alle comunità alloggio, posto in relazione al rilevato fabbisogno nella realtà cittadina.
La Conferenza dei Presidenti di Circoscrizione, pur esprimendo apprezzamento per la condotta dell'ASL, dà parere negativo sulla manovra.
Il punto 5 chiede se vi sia il servizio di trasporto per il centro dialisi. Questo servizio è attivo ed è a carico dell'ASL.
Con il punto 6 si chiede se si ritenga che l'incidenza dell'ASL 3 di 1,2 ambulatori e laboratori per 10 mila residenti sia appropriato e rispondente al fabbisogno. In questo caso si ritiene che l'incidenza di ambulatori/laboratori nel territorio dell'ASL 3 è rispondente al fabbisogno, tenuto conto che il territorio della città di Torino va considerato unitariamente ed i confini tra le varie ASL sono per queste prestazioni di fatto solo virtuali. E comunque si ritiene sia sufficiente.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie Presidente. Ci stavamo soffermando sull'ultima affermazione fatta dall'Assessore, che era un po' a lato dell'interpellanza, perché in riferimento a quello che lei diceva adesso "virtuale rispetto alla città di Torino", quali sono, dal suo punto di vista o in base al suo osservatorio i dati di riferimento su quella che è la situazione della città di Torino? Se per ogni ASL la risposta è che non incide rispetto al ragionamento complessivo dell'ASL torinese, allora ci deve dare dei parametri di riferimento diversi, ci deve dire quali sono i budget obiettivi generali.
Cosa che qui non ritroviamo.
Ritroviamo però ad esempio un punto interrogativo enorme sull'applicazione della 229, cioè sull'integrazione sociosanitaria di cui nemmeno l'Assessore competente pare interessarsi, e sulla città di Torino ancora 80 miliardi di debito che le ASL non hanno mai riconosciuto al Comune, che si è fatto carico in prima persona per garantire gli inserimenti degli anziani, dei minori e dei malati psichiatrici nei vari servizi. Quindi, un riferimento aggiuntivo è assolutamente doveroso.
Per quanto riguarda l'ASL 3 i dati in nostro possesso, e che sono anche in suo possesso, Assessore, rispetto alla manovra sono assolutamente diversi; una manovra che penalizza l'ASL 3 soltanto di 16 miliardi rispetto ai 40 dell'ASL precedente - perché l'ASL 2 non aveva santi in paradiso e quindi è stata l'ASL commissariata ed ha avuto un taglio di 40 miliardi.
Questa ASL ha qualche santo in paradiso o qualche riferimento in più, e quindi ha un taglio soltanto di 16 miliardi, 5% circa.
Però questo scherzetto ha significato su quell'ASL che ci sono già stati 94 ricoveri in meno, che c'è un taglio del 35,4% in materiali protesici - che detto così ci si può chiedere di quale ufologia si parla.
Si parla di quella gente che ha bisogno di sostituire il braccio, che ha bisogno di sostituire un'attrezzatura per poter sopravvivere e per poter essere indipendente. Quando si va a tagliare il 40%, forse c'è qualche problema aggiuntivo e questi sono i tagli che si sono verificati.
Il 53,7% in beni strumentali è stato tagliato su quell'ASL; questo che cosa vuol dire? Vuol dire che, ad esempio, tutto il comparto relativo ai materiali protesici e materiale sanitario, tutta la parte relativa all'assistenza protesica, quindi quanto dicevamo prima, più tutto il servizio di verifica e di valutazione è stato abbattuto in modo pesantissimo. Vedasi tutte le voci relative al conto capitale software conto capitale attrezzature sanitarie, conto capitale immobili e arredi conto capitale automezzi, conto capitale fotocopiatrici: tutto azzerato nel momento in cui abbiamo provveduto all'accreditamento. Quindi, mi spiegate se in un'ASL come questa si azzerano i servizi di vigilanza, dopo che abbiamo fatto i provvedimenti sull'accreditamento, chi farà il controllo e la vigilanza? Dopodiché questi tagli che cos'altro comportano? Comportano 32 posti in meno nei centri diurni socio-terapeutici riabilitativi, 110 posti in meno per l'assistenza residenziale psichiatrica, 334 milioni in meno sul territorio per il personale infermieristico per l'assistenza domiciliare la chiusura del poliambulatorio di via Del Ridotto, 250 milioni in meno all'assistenza domiciliare della zona del Borgo Vittoria, 2800 milioni in meno all'assistenza residenziale psichiatrica di quella zona, 7 posti letto in meno in neurologia, 10% di posti in meno al dipartimento materno infantile. E lei prima ci ha detto che questa operazione sull'ASL 3 è soltanto un'operazione di riaggiustamento? Quella è un'ASL che è stata nonostante i santi in paradiso, messa in ginocchio sul versante socio sanitario, sul versante del territorio, sul versante dell'integrazione, e lì ci sono parecchi soldi che devono essere restituiti al Comune di Torino di quegli 80 miliardi che la Regione si è guardata bene dal dare. Sono soldi da restituire.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 657 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani, Tapparo, Saitta, Chiezzi e Moriconi inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASL 4: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

I punti 1, 2, 3 e 4 dell'interpellanza sono già stati affrontati in termini generali nella relazione introduttiva. In particolare, per quanto riguarda il punto 1, si rileva che l'azienda paga l'insufficiente sinergia in atto fra i presidi cittadini e il tentativo di garantire, con le proprie strutture, l'assistenza ai propri cittadini per la quasi totalità delle patologie, ivi comprese le alte specialità.
L'ASL, 4 per chi non lo sapesse, è l'ASL che ha come presidio ospedaliero il Giovanni Bosco.
L'incidenza sul territorio di nuclei di popolazione ad elevato grado di disagio sociale necessita inoltre di risorse appropriate. Per quanto riguarda i punti 2 e 7 si richiamano le considerazioni sviluppate nella premessa della D.G.R. n. 10-2584 del 29.03.01 che si riportano: Il bilancio dell'Azienda riporta il finanziamento regionale assegnato con D.G.R. 31 1916 del 07.01.01, pari a 317 miliardi. Gli oneri contrattuali per la dirigenza e le convenzioni uniche nazionali per l'anno in corso sono stati quantificati in lire 16.339.000.000, importo da verificare e validare come finanziamento regionale.
Le risultanze gestionali e l'andamento dei costi saranno puntualmente verificati nel corso del monitoraggio trimestrale a consuntivo.
L'assegnazione regionale 2001, se confermati gli oneri contrattuali risulta essere di 333,339 miliardi.
In sintesi, la manovra 2001 richiede rispetto al 2000 un recupero di circa 5 miliardi, pari all'1,57%.
La relazione di accompagnamento alla manovra 2001 presentata dal Direttore generale si sostanzia nella manovra di contenimento delle spese inerenti beni e servizi e il personale, limitando il turnover al solo ruolo sanitario.
Le azioni intraprese comportano: il mantenimento dell'attività di ricovero ospedaliero e quella ambulatoriale; un lieve sviluppo dell'assistenza diurna e residenziale per disabili; una lieve diminuzione della residenzialità per tossico-alcoldipendenti.
La programmazione aziendale delle attività prevede anche, in parziale contraddizione con gli obiettivi della manovra, un aumento di 75 unità di personale oltre al turnover, nonché di 6 strutture complesse e 13 semplici che possono produrre effetti economici negativi anche per gli anni futuri.
Si evidenzia al riguardo la particolare situazione inerente l'attività cardiochirurgica per cui si richiama l'azienda a non esercitare tale funzione in quanto non autorizzata dalla Regione nell'ambito del piano di organizzazione aziendale. In tal senso è stata fatta una diffida al direttore generale.
Inoltre, la presenza di altre specialità, non prioritarie rispetto alle esigenze dell'area metropolitana, indirizzerebbe parte delle risorse verso finalità differenti dalla missione territoriale che la Regione ha assegnato all'azienda, distogliendola anche dai compiti di assistenza alle fasce deboli. Conseguentemente l'ASL per il mantenimento dei livelli assistenziali per l'assistenza territoriale delle fasce deboli richiede un'integrazione del budget assegnato per 7,5 miliardi.
Preso atto che la manovra 2001 richiede rispetto al preconsuntivo 2000 un recupero di circa 5 miliardi, si ritiene che l'ASL 4 non necessiti di risorse aggiuntive e possa rispettare, mediante azioni di tipo congiunturale, il budget assegnato mantenendo l'attuale livello assistenziale.
L'andamento programmatico sull'area della residenzialità psichiatrica complessiva necessita di monitoraggio ed analisi, tenendo presente l'indicatore regionale definito unicamente in relazione ai posti letto in comunità protette e in comunità alloggio e non anche alle altre soluzioni residenziali per pazienti neuropsichiatrici stabilizzati o abitative adottate dal Dipartimento di Salute mentale.
La Conferenza dei Presidenti di Circoscrizione, pur esprimendo apprezzamento per la condotta dell'ASL, dà parere negativo sulla manovra.
Per quanto riguarda i punti 5) e 6), si segnala che il rapporto indicato non è significativo se non vengono prese in considerazione le tipologie di specialità offerte e le capacità produttive di ciascun ambulatorio e laboratorio. Inoltre, nell'area urbana, come ho detto poc'anzi, i rapporti tra confini di aziende e servizi sono tendenzialmente virtuali.
Per quanto riguarda l'incidenza degli ambulatori privati rispetto alla programmazione territoriale è evidente che la loro funzionalità dipende dalla possibilità di indirizzo...



RIGGIO Angelino

Chiedo scusa, Assessore, ma...



PRESIDENTE

Lo lasci terminare, Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Ma se poi non corregge di volta in volta...



PRESIDENTE

E' previsto un ordine degli interventi. Sta terminando...



RIGGIO Angelino

Chiedevo solo se nella risposta potesse in qualche modo integrare perché la collega Suino, a proposito di questa faccenda...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Riggio...



RIGGIO Angelino

Solo una spiegazione sul fatto che i confini delle ASL...



PRESIDENTE

No, Consigliere Riggio. Decido io se darle la parola; c'è una modalità d'intervento. Lasciate terminare l'Assessore D'Ambrosio e poi avrete la possibilità di fare la replica.
Assessore, prego.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Per quanto riguarda l'incidenza degli ambulatori privati rispetto alla programmazione territoriale è evidente che la loro funzionalità dipende dalla possibilità di indirizzo e di integrazione che l'azienda pu esercitare affinché gli stessi siano orientati ad erogare prestazioni più rispondenti alla domanda sanitaria dei cittadini residenti.
In altre parole, gli ambulatori privati presenti sul territorio debbono recepire quelli che sono gli input dell'azienda che ovviamente vengono dati in base alle necessità dei cittadini dell'azienda stessa.
Ho finito, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Prima di replicare devo sottolineare una cosa. Vede, Presidente, c'è un difetto in questo meccanismo di discussione perché noi a questo punto dichiariamo se siamo soddisfatti o insoddisfatti e l'Assessore non replica di nuovo.
L'Assessore per ben tre ASL e adesso per la quarta, a proposito di ci che riguarda le strutture private, la presenza degli ambulatori sul territorio, ci ha detto "per quanto riguarda la città di Torino, i confini fra le ASL sono di fatto virtuali". Condividiamo, ma se sono virtuali, a questo punto l'Assessore era tenuto in qualche modo a dimostrare che la situazione di Torino, nel complesso, rispetto a quella che è la situazione dell'atlante sanitario da cui noi abbiamo tratto i dati per potere chiedere se esista un livello di compatibilità tra popolazione residente e strutture ambulatoriali, è in equilibrio. Ci dimostri che la situazione della città di Torino di fatto è in equilibrio. Questa è la prima questione.
Seconda questione: ci dimostri che è stato messo in atto, attraverso un accordo di quadrante tra le quattro aziende sanitarie locali, un meccanismo di governo rispetto alle strutture poliambulatoriali private, perché se non esistono questi due criteri, di fatto noi siamo in presenza di un meccanismo che è completamente selvaggio. Selvaggio dal punto di vista della offerta quantitativa, perché qual è il rapporto popolazione territorio? E': popolazione residente-numero di strutture ambulatoriali? Qual è il rapporto tra queste strutture ambulatoriali fra di loro, quelle del pubblico e quelle del privato? Qual è la capacità di governo del pubblico rispetto al privato? Non sono domande insignificanti. Mi spiego: voi avete messo in piedi un meccanismo che giustamente adesso definite congiunturale perché vi siete accorti che non funziona e non funzionerà. Faccio un esempio: questo meccanismo taglia completamente la possibilità di intervento non della sanità in generale, perché non vengono ridotte le spese della sanità in generale, ma vengono ridotte le spese delle ASL, che è cosa ben diversa.
Quindi il pubblico gareggia, nella gara fra pubblico e privato, con la mano legata dietro la schiena; viene vincolata questa situazione. Faccio un esempio più concreto: si rompe un'apparecchiatura diagnostica, siccome il budget, come ci ha spiegato bene la collega Suino, per le riparazioni ecc.
è molto più ristretto, non si ripara oppure c'è uno specialista che va via il direttore generale, che "poveraccio" deve raschiare da qualche parte questi soldi e siccome le criticità non si debbono toccare fino alle elezioni perché voi cercate di vincere le elezioni, allora questo "povero" direttore generale per risparmiare che cosa fa? Non sostituisce lo specialista per due o tre mesi invece di sostituirlo in 5 giorni, aspetta tre mesi: tre mesi per uno specialista, tre mesi per un altro, qualcosa si raschia perché sono ormai al livello che stanno raschiando proprio il fondo del barile i direttori generali perché non ce le faranno, ma sia nell'un caso, che si rompa l'attrezzatura diagnostica e non venga riparata, sia nell'altro caso, che lo specialista non venga sostituito, il bisogno sanitario del singolo cittadino che ha necessità di fare per esempio una lastra o una visita specialistica, non è stato per nulla estinto! E di fronte a questa situazione di bisogno sanitario che non è stato estinto, se il pubblico non dà risposta, inevitabilmente chi dà maggiore risposta? La dà il privato convenzionato! E non è un mistero.
Assessore le ho fatto già vedere, in via completamente personale, una lettera che un noto laboratorio di Torino ha inviato a me, non in quanto Consigliere regionale, ma in quanto medico, promettendo una mammografia in un giorno, una TAC in un giorno, la risonanza magnetica nucleare in due giorni, completa di refertazione ecc. Siamo al supermarket delle prestazioni! Lei sa meglio di me che il supermarket delle prestazioni significa che splafonerete ancora di più, perché il problema non è aumentare l'offerta, ma è costruire un governo dei percorsi di salute.
Allora, il rapporto fra strutture pubbliche e strutture private, questa capacità di governo, o c'è o non c'è. Se non è stata impiantata, è uno dei motivi per cui le vostre delibere saranno monche. Allora, Assessore, se vuole integrare, poi entrerò nello specifico in un'interpellanza successiva, perché - chiedo scusa, Presidente, e spiego perché ho dovuto fare questa lunga discussione - l'Assessore, giustamente, parla della città di Torino come un'unica situazione. O fa un discorso integrato per l'intera città di Torino, oppure le risposte per le singole Aziende non funzionano.



PRESIDENTE

Mi spiace, Consigliere, ma lei non può più intervenire su questa interpellanza. Chiediamo all'Assessore D'Ambrosio se vuole fare una replica o se ci sono altri colleghi che vogliono intervenire.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Volevo fare una premessa: quando si parla di raschiare questi poveri direttori generali e quant'altro, noi, prima di adottare questa manovra ovviamente tutte le manovre non si prendono a cuor leggero - abbiamo interpellato fior di economisti e fior di persone che fanno controllo di gestione. Ebbene, questi specialistici e professionisti ci hanno detto che un'Azienda con un budget che varia da 350 a 450 miliardi può, se il direttore generale è persona valida, risparmiare dal 4 al 5%.
Complessivamente, in questa famosa manovra dei tagli, abbiamo chiesto questo ai direttori generali. Mi rendo conto che qualche ASL avrà qualche difficoltà in più; ebbene, quella ASL, nel momento in cui documenterà - e vedremo attraverso i controlli trimestrali - l'andamento della gestione potrà essere tenuta in debita considerazione.
Questo per dire che il grande raschiamento è limitato, perché tutti i direttori generali hanno convenuto che indubbiamente c'è qualche spreco e qualche inefficienza. Ci auguriamo che la manovra possa andare avanti fermo restando che sono anch'io convinto che alcune ASL, ma non più di quattro o cinque, abbiano qualche difficoltà in più, proprio perché hanno un numero elevato di strutture e di presidi ospedalieri e, quindi, senza una manovra di tipo strutturale, avranno difficoltà notevoli a rispettare il budget assegnato.
Il numero dei laboratori presenti a Torino è indubbiamente sufficiente per dare risposta alle richieste e, pertanto, per quanto attiene alle prestazioni, il numero di risposte date è sufficiente.
Devo dire che i laboratori privati devono assolutamente ottemperare a quelli che saranno gli input delle ASL, con le quali noi ovviamente ci siamo parlati e ci parleremo ancora di più. C'è qualche carenza di laboratori ed ambulatori pubblici, cosa a cui ovvieremo con i fondi dell'art. 71, che dovrebbero pervenirci entro un paio di mesi.
Devo ribadire ancora una cosa: i laboratori e gli ambulatori accreditati lavorano...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Chiedo scusa, Assessore, ci può dire...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere, sta parlando l'Assessore D'Ambrosio; può darsi che l'Assessore non soddisfi le richieste dei Consiglieri...



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

Può darsi.



PRESIDENTE

Magari è anche così, io non lo so. Ci sono, però, delle modalità di intervento che sono disciplinate dal Regolamento. Consigliere Riggio, abbia la bontà di far finire l'intervento all'Assessore D'ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Ho finito, Presidente. Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 658 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani, Tapparo, Saitta, Chiezzi e Moriconi inerente a: "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASL 5: responsabilità, indicatori e soluzioni"; Interpellanza n. 693 dei Consiglieri Papandrea e Contu, inerente a "Ospedale di Venaria Reale"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare le interpellanze n. 658 e n. 693.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

L'ASL 5 è l'ASL di Rivoli. E' un'ASL con quattro presidi ospedalieri: quello di Susa, di Giaveno, di Avigliana e di Rivoli. I punti 1), 2), 3) e 4) dell'interpellanza sono già stati affrontati in termini generali nella relazione introduttiva. In particolare, per quanto riguarda il punto 1), si rileva che la presenza di 4 ospedali rappresenta una criticità storica all'interno dell'Azienda, che dovrà essere attentamente valutata all'interno del nuovo Piano socio-sanitario regionale, soprattutto in relazione alle funzioni attribuibili ad ognuno. Quindi, bisogna sicuramente evitare le duplicazioni che costituiscono i costi maggiori, vuoi per il personale, vuoi per altro.
Per quanto riguarda il punto 2), si richiamano anche qui, come per le precedenti interpellanze, le considerazioni sviluppate nella premessa della D.G.R. n. 10-2584 del 29/3/2001: "Il bilancio dell'Azienda riporta il finanziamento regionale assegnato con D.G.R. 32-1917 DEL 7/1/2001, pari a 446 miliardi; gli oneri contrattuali per la dirigenza e le convenzioni uniche nazionali per l'anno in corso sono stati quantificati in lire 24 miliardi e 974 milioni, importo da verificare e validare come finanziamento regionale. Le risultanze gestionali e l'andamento dei costi saranno puntualmente verificati nel corso del monitoraggio trimestrale a consuntivo. L'assegnazione regionale 2001 ex D.G.R. 32-1917 del 7/1/2001 se confermati gli oneri contrattuali, risulta essere di 470,974 miliardi.
In sintesi, la manovra del 2001 richiede, rispetto al 2000, un recupero di circa 12 miliardi, pari al 2,48%". Ribadisco che quelle che erano state le indicazioni date in precedenza venivano dal fatto che il preconsuntivo 2000 non era comprensivo degli oneri contrattuali. Alla luce degli oneri contrattuali, stiamo valutando la differenza tra l'assegnato e il preconsuntivo 2000 del febbraio. Devo dire altresì ai colleghi che ad aprile avremo i consuntivi definitivi.
La relazione di accompagnamento alla manovra 2001, presentata dal direttore generale, si sostanzia nelle seguenti azioni: il progressivo riordino strutturale e organizzativo dei presidi, che richiede tempi medio lunghi e pertanto non produce effetti economici immediati; il rinvio al 2002 di nuovi posti letto e attività presso gli Ospedali di Rivoli e Susa decurtazione significativa della spesa farmaceutica (da lire 94 miliardi del preconsuntivo 2000 a 80 miliardi per il 2001).
Le azioni intraprese comportano: l'aumento dell'attività di ricovero ospedaliero e il mantenimento di quella ambulatoriale; il mantenimento dei livelli assistenziali per le fasce deboli; un lieve incremento di posti letto in RSA per anziani. La programmazione aziendale dell'attività prevede inoltre, in parziale contraddizione con gli obiettivi della manovra, un aumento di 3 strutture organizzative complesse e una semplice, che pu produrre effetti economici negativi anche per gli anni futuri. Preso atto che la manovra 2001 richiede, rispetto al preconsuntivo 2000, un recupero di circa 12 miliardi, si ritiene che l'ASL 5 non necessiti di risorse aggiuntive e possa rispettare, mediante azioni opportune, il budget assegnato, mantenendo l'attuale livello assistenziale.
La Conferenza dei Sindaci chiede alla Giunta regionale di ritirare la deliberazione del 7 gennaio e di avviare un confronto con le Amministrazioni locali.
In risposta al punto 5), si precisa che il Dipartimento Materno Infantile è stato istituito con deliberazione aziendale n. 2639 del 31 dicembre 1997.
Per quanto riguarda il punto 6), le criticità evidenziate sono riferite al momento gestionale dei presidi ospedalieri. In effetti, la natura delle opere strutturali riguarda essenzialmente interventi di adeguamento a norma di sicurezza anche tramite la ristrutturazione e l'umanizzazione delle strutture.
In particolare, per quanto riguarda il Presidio Ospedaliero degli Infermi di Rivoli: completamento e ampliamento del DEA, ristrutturazione Ginecologia ed Ostetricia, ambulatori, aree esterne; ristrutturazione bar atrio, ambulatori e DEA; ristrutturazione servizi di neonatologia, chiesa Direzione Sanitaria, mensa, magazzini, fisioterapia e parcheggio.
Riguardo al Presidio Ospedaliero Civile di Susa: ristrutturazione e ampliamento della struttura ospedaliera; adeguamento funzionale dei locali tecnico ed economali; completamento e potenziamento delle attrezzature sanitarie e attività diagnostiche.
Riguardo al Presidio Ospedaliero S. Agostino di Avigliana: realizzazione di un reparto di lungodegenza riabilitativa; adeguamento aree di Day Hospital, ambulatori e fisiatria; razionalizzazione e adeguamento a norme di sicurezza.
Per quanto riguarda il Presidio Ospedaliero di Giaveno: ampliamento di 4 piani fuori terra e sistemazione paratie interrate per il collegamento tra il vecchio edificio ed il nuovo; realizzazione cucina e mensa, reparto lungodegenza, Day Hospital, ambulatori, ristrutturazione sala operatoria adeguamento a norme di sicurezza.
Poliambulatorio di Orbassano: realizzazione di edificio da destinare ad attività poliambulatoriali nel distretto n. 3 di Orbassano. In tal senso l'esistenza e il conseguente funzionamento dei presidi in oggetto, peraltro mai posto in discussione, indipendentemente dall'organizzazione dall'attività svolta (a ciclo diurno, continuativo, residenziale) necessita comunque degli interventi indispensabili per gli adeguamenti alla normativa vigente. Peraltro ai sensi della legge Merloni ter, l'azienda ha presentato, nel mese di marzo c.a., il programma triennale degli interventi in edilizia, coerenti con le previsioni gestionali proposti in attuazione della manovra sanitaria per l'anno 2001. Il Nucleo di Valutazione dell'Assessorato sta verificando la congruità degli interventi proposti per l'assegnazione definitiva dei finanziamenti necessari. Nel momento in cui l'istruttoria evidenzi casi di incompatibilità degli interventi strutturali rispetto alla gestione aziendale, saranno prescritti conseguenti adeguamenti che dovranno essere oggetto di rettifica della programmazione regionale degli investimenti, nonché dell'accordo Stato Regioni sui finanziamenti ex art. 20 seconda fase. Le opere relative alla prima fase dell'art. 20 sono completate.
Riguardo al punto 7), per sapere quanto incida l'assistenza domiciliare integrata sul bilancio dell'ASL 5, rispondo che l'ASL 5 ha indicato di aver trattato nel 2000 n. 592 casi di assistenza domiciliare e prevede, nel 2001, di incrementare l'attività portando i soggetti assistiti a 710, che rappresenta, rispetto alle indicazioni programmatiche per il 2003 indicate dalla Regione per la stessa azienda in 2410 casi, rappresenta, dicevo, solo il 25 % dei casi previsti. L'ASL dichiara, inoltre, un costo per caso al di sotto delle previsioni regionali: lire 4.642.000 a fronte di 5.688.000 indicate dalla Regione per tale tipologia di attività. In ogni caso l'attività di assistenza domiciliare incide per lo 0,6% sul totale del bilancio dell'azienda.
Fermo restando le osservazioni sulla significatività dell'indicatore proposto, per quanto riguarda il punto 8) si segnala che l'ASL presenta un numero di ambulatori/laboratori (corredati di punti di prelievo ad accesso diretto) che si distribuisce in termini territoriali adeguati e puntuali.
Questo è quanto ci ha scritto il direttore generale dott. Coppola.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Visto che il Presidente è così rigoroso nel fare rispettare il Regolamento, chiedo, in futuro, di poter illustrare tutte le interpellanze visto che ne ho facoltà e per non scontrarmi di nuovo con l'ufficio di Presidenza poiché anch'io, come il Presidente, tengo al funzionamento e prima ancora, alla dignità dell'aula.
Assessore, volevo dire alcune cose per quello che riguarda questa azienda sanitaria. Avete dato indicazione di non intervenire sulle questioni strutturali prima delle elezioni, perché avete paura di dire quali sono le vere intenzione. Le popolazioni sono abbastanza "scatenate" su questa questione, figuariamoci se dichiaraste sul serio le vostre intenzione sull'ospedale di Avigliana, o su quello di Giaveno (tra l'altro il sindaco di Giaveno è un candidato alle prossime elezioni, quindi non potete dichiarare quali sono le vostre vere intenzioni).
C'è un problema che dichiara lo stesso Direttore Generale, il dottor Coppola, nella sua relazione. A pagina 10 scrive: "Nel corso dell'anno 1999 i cittadini residenti dell'ASL hanno fatto ricorso a strutture extra ASL per un totale di 48.142 ricoveri". Che lì ci sia un problema di carattere strutturale, dal punto di vista dell'area, lo dimostra il fatto che di questi 48.142 ricoveri solo 9.239 afferiscono all'ASO San Luigi.
Stiamo parlando di una situazione assolutamente squilibrata, perch abbiamo un'ASL che, dal punto di vista territoriale, è la più grande della regione. Infatti ha a disposizione, nella sua prossimità, un'ASO, quindi un'azienda di eccellenza, e tutti i livelli ospedalieri possibili e immaginabili dall'ospedale montano, quale voi volete declassificare l'ospedale di Giaveno (naturalmente non dichiarandolo apertamente per salvare i voti del candidato Sindaco Napoli), all'ospedalino che avete intenzione di chiudere -l'ospedale di Avigliana - fino all'ospedale di territorio che ha una sua precisa dignità - l'ospedale di Rivoli - per arrivare all'ospedale di frontiera, con possibilità di intervento anche sul flusso turistico, che è quello di Susa (inoltre in quella zona c'è anche un'ASO). Malgrado ciò, c'è un flusso negativo di 48.142 ricoveri di cui soltanto 9.239 vengono intercettati dal San Luigi.
Questo rappresenta una diseconomia di dimensioni colossali, si parla di 184 miliardi e 322 milioni che, dal punto di vista della diseconomia potrebbero tranquillamente coprire, addirittura essere d'avanzo, rispetto ai tagli prospettati. Mi piace sottolineare la disinvoltura con cui l'Assessore dice: "La Conferenza dei Sindaci è contro e chiede un incontro". Un po' di decenza! La decenza ormai c'è soltanto sul fatto che gli interventi dei Consiglieri di opposizione possono essere stoppati al trecentesimo secondo. Un po' di decenza porterebbe a dire: "Abbiamo programmato questo incontro, ne terremo conto". Veramente volete governare la sanità andando contro le amministrazioni locali, le organizzazioni sindacali, le organizzazioni degli operatori e gli stessi cittadini? Dove pensate di arrivare? In ogni caso, visto che l'Assessore è così sicuro che queste riduzioni ci porteranno tutti i vantaggi di cui si è parlato, per cortesia un impegno: alla prima verifica trimestrale, ritroviamoci per verificare se questi piani hanno un livello di congruità oppure no. La mia impressione è che "raschiare il fondo del barile" effettivamente abbia un senso. La questione degli esperti economici da lei citati: probabilmente parlavano di aziende che producono depliant pubblicitari o mega manifesti per campagne elettorali, ma qui si parla di produrre per la sanità. Le riduzioni sono estremamente delicate che debbono essere costruite, logica vuole, con l'opposizione se ne avete voglia, ma, soprattutto, con le amministrazioni locali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliare Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Non essendo nella testa del Consigliere Riggio non saprei proseguire il suo intervento, ma vorrei fare un'osservazione su quanto ha detto l'Assessore D'Ambrosio e ripreso dal Consigliere Riggio.
Ha stupito anche me il parere dato da questi grandi economisti; un parere che potrebbe portare ad affermare di nuovo, a distanza di millenni che Achille non raggiungerà mai la tartaruga, come sosteneva Zenone di Elea. Secondo questo antico paradosso, dimezzando la distanza tra Achille e la tartaruga, tale dimezzamento della distanza può andare avanti all'infinito. Achille, prima della teoria degli infinitesimi, non raggiungeva mai la tartaruga e non si riusciva a spiegare come mai la raggiungesse. L'Assessore ci dice la stessa cosa: in un bilancio di 400 miliardi gli economisti hanno detto che è sempre possibile tagliare il 5 va bene, andiamo a 399 miliardi. Gli economisti diranno che è sempre possibile tagliare l'1%. Andando avanti così, diranno che è possibile avere finanziamento zero perché, a suon di tagli, arriviamo a quel punto. Spero che questi economisti non siano stati pagati, ma che quello che hanno sostenuto sia frutto di un colloquio informale in cui si è detto che in un bilancio di 400 milioni si può sempre tagliare qualcosa. Quel parere, per come è stato raccontato, secondo me, è privo di valore, e rimane il fatto che questi sono dei tagli che turbano l'erogazione di un servizio pubblico anche con le cose aggiunte prima dai colleghi Riggio e Suino (mancata sostituzione di attrezzature, specialisti...). Per esempio, sono venuto a sapere che, per quanto riguarda il turn over degli infermieri, oltre ad avere eliminato la sostituzione di infermieri già promessa, c'è un altro appesantimento della situazione, perché le convenzioni con gli infermieri professionali che vengono a scadere non vengono rinnovate. Così l'infermiere professionale, che dava una mano in situazioni di difficoltà non viene più sostituito. Siamo in presenza di tagli che creano un depotenziamento, un turbamento dell'attività di erogazione di un servizio pubblico. Io, comunque, continuo a fare delle verifiche per cercare di scoprire se, al di fuori della politica, non esista qualche organo dello Stato che tuteli i cittadini da questo modo di agire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anch'io sono stato colpito dall'affermazione dell'Assessore che ha ribadito in aula quanto aveva già in altri momenti affermato. Trovo (l'avevo già detto nel corso del dibattito svolto in Commissione) l'affermazione semplicemente aberrante: l'Assessore tratta tutte le Aziende sanitarie ospedaliere allo stesso modo. Senza fare nessun'analisi della situazione concreta, si applica un modello generale. Questo è il primo difetto. Oltretutto, si applica un modello esportato dai privati. Posso capire la FIAT o altre grandi aziende. Normalmente, ogni anno, fanno così: chiamano le ditte che forniscono prodotti alle aziende, dicono loro che l'anno successivo gli daranno un tot per cento in meno e che quindi si debbono aggiustare. Lo fanno e, tra l'altro, ogni tanto qualcuna chiude perché non ce la fa. Poi, ci sono macchine ritirate dal mercato, prodotti che funzionano meno, si perdono quote di mercato, l'azienda che fa questo vende...Esportare il modello dal privato alla sanità mi sembra una cosa aberrante. Per ragioni precise: si considera tutte le ASL sullo stesso piano, non si guarda se qualcuna ha operato nel passato applicando i criteri indicati, di gestione efficiente. Non si guarda se ce n'è una in una condizione e una in un'altra. Se così fosse, a quella che non ha seguito i criteri indicati si potrebbe anche togliere il 7%, ma a quella che l'ha già applicato non si dovrebbe tagliare nulla o, addirittura, la si dovrebbe premiare. Però, mettendole tutte sullo stesso piano non si guarda bene la realtà. In più, si chiede di applicare ciò agli stessi che hanno creato questa situazione. Si dice loro che negli anni precedenti era stato detto loro di fare dei tagli, che i tagli non sono stati fatti e quindi gli si chiede di nuovo di fare i tagli. Faranno come prima: in parte non riusciranno, in parte l'unico modo, perché molti (non tutti, non voglio cadere nel discorso generale) laddove ci sono state inefficienze, chi si sente premiato dall'averle fatte continuerà a fare come prima, ad intensificare le spese inefficienti e taglierà i servizi, non è vero che semplicemente, prosciugherà. Taglierà i servizi e, che non sia un'ipotesi lo testimonia quanto sta avvenendo. Le notizie che riceviamo dalle ASL sono di taglio dei servizi, non di economie. Ripeto, bisognerebbe andare a vedere il loro bilancio attentamente, dove è effettivamente comprimibile dove ci sono sprechi, facendo un lavoro certosino, attento, per individuare dove si può tagliare del 7% e dove no. Ma questo modo di operare, generale credo sia una vera aberrazione, che viene pagata dai cittadini. E paradossalmente, viene pagata soprattutto da quelle strutture - se ci sono che si sono comportate con virtuosismo nel periodo precedente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Come prima nota, devo dire che trovo un po' deludente il fatto che una discussione sulla sanità venga seguita in aula da circa una decina di Consiglieri della maggioranza, con cenni di palese sonnolenza da parte di alcuni. Sarà il lunedì mattina?! Aggiungendo anche la mia voce a quanto è già stato detto, adesso si capisce di più, Assessore, ciò che lei intendeva per "manovra congiunturale" e non "manovra strutturale", perché andiamo a prosciugare di qua e di là - come può avvenire - senza pensare alle conseguenze che ne discendono. Da parecchio tempo, invece, si sta chiedendo, da parte della minoranza, una manovra che non sia congiunturale ma strutturale, che vada a vedere le conseguenze che induce sui cittadini. Farò poi un esempio specifico per quanto riguarda l'ASL di cui stiamo parlando. Quello di cui la sanità regionale ha bisogno è una manovra d'indirizzo da parte della Regione, che non può solo stabilire la quantità del livello del taglio che si va a fare. Già pensiamo, assieme ad altri colleghi, che sarebbe utile in verità, per arrivare ad un risparmio successivo, comunque investire qualcosa adesso. I risparmi immediati che si credono di perseguire in questo modo non saranno perseguiti. Lo sappiamo e continuiamo a dirlo ahimè, senza essere ascoltati dall'Assessore. Il problema di base è proprio questo: non si può pensare, mancando una linea di indirizzo della Regione che non può solo essere quella d'indicare dei tagli, ma quella di razionalizzare le strutture, il tipo d'intervento. Questa è la richiesta che abbiamo da sempre avanzato all'Assessorato alla sanità, ed è proprio questo che continuiamo a trovare come elemento mancante. Per tornare nello specifico dell'ASL di cui stiamo parlando, ad esempio, il discorso pu essere riassunto nel concetto che, se noi chiudiamo o ridimensioniamo, o comunque riduciamo la quantità dell'intervento del pronto soccorso di Avigliana, dove andranno quei 14.000 passaggi che tutti gli anni vi si effettuano? Dove andranno a finire? Su altre strutture che sono già, a loro volta, sovraccariche. E' proprio questo il problema che sottolineiamo. E' indubbio che la sanità ha visto i costi schizzare in alto. E' indubbio che l'Assessore dovrà porsi il problema di come intervenire per ridurre questi costi. Però, secondo noi, è inevitabile che invece di pensare solo a dei tagli, fatti e imposti allo stesso modo per tutte le ASL, senza considerare quelle ASL che, già prima, avevano operato meglio e ora sono poste allo stesso livello di quelle che hanno operato non coerentemente.
Poi, comunque, ci rimane sempre il dubbio, nel senso che due anni fa ci si era posto il problema di avere una riduzione dell'1%, ma non la si era ottenuta. Come si può pensare di ottenere adesso una riduzione di un'entità ben superiore questo rimane un mistero, che saremo ben curiosi di vedere come si uscirà a risolvere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, per quanto riguarda l'ASL 5, il programma presentato dal Direttore - suppongo che i colleghi che mi hanno preceduto abbiano già avuto modo di evidenziare le questioni principali che l'Assessore, fra l'altro, conosce, oltre alla questione di Avigliana ripresa poco fa dal collega Moriconi e del rapporto tra il pronto soccorso di Avigliana e quello di Rivoli - è questione in qualche maniera nota, ma continua ad essere preoccupante perché qualunque tipo di intervento ad Avigliana richiede evidentemente il completamento o il potenziamento di Rivoli, che non mi pare programmato.
Oltre a questa questione, volevo evidenziare come l'ASL 5 dimostri chiaramente la non validità di un'affermazione dell'Assessore e del Presidente Ghigo, che ancora oggi ribadiscono laddove ritengono che i cosiddetti tagli, cioè l'azione di carattere finanziario, non producono effetti sul livello dei servizi; questo è un caso che lo dimostra. In ogni caso, produce sicuramente un'impossibilità all'attuazione di alcuni progetti avviati e finanziati dalla stessa Amministrazione regionale (penso all'ospedale di Rivoli, ai due reparti di urologia e di neurologia, che erano stati previsti nei piani precedenti). In questo caso, avremo due reparti che partiranno senza posti letto, cioè con il primariato senza posti letto. E' un po' un assurdo, lo evidenzio perché mi sembra un fatto importante che questi due reparti non vengano attivati.
Mi chiedo se questo non sia un caso - non dico di malasanità - di incapacità complessiva a programmare. La decisione di attivare i due reparti era stata presa non molto tempo fa dalla stessa Amministrazione regionale e il reparto di urologia è strettamente connesso al ruolo e alla funzione del DEA di Rivoli. Quando si dice che le vicende dell'ospedale di Avigliana sono collegate al DEA e, poi, per quanto riguarda il DEA, non è prevista l'attivazione del reparto di neurologia, l'incongruenza mi pare abbastanza evidente.
In questo piano viene citata un'altra questione di tipo generale perché l'ASL 5 ha un consistente patrimonio in non buone condizioni, come lo stesso Direttore dice, ed è l'intero patrimonio derivante dall'ospedale psichiatrico di Collegno.
Qui, il Direttore fa riferimento anche alla decisione assunta dalla Regione nella deliberazione quadro laddove una delle manovre essenziali era contenuta nella decisione di istituire l'agenzia patrimoniale.
L'Assessore sa perfettamente che quella deliberazione prevedeva quattro o cinque manovre; la prima, in ordine, era la costituzione dell'agenzia patrimoniale, perché si riteneva che il patrimonio delle ASL non fosse un patrimonio ben gestito e l'agenzia doveva avere questo significato.
La seconda riguardava il portale per gli acquisti e la terza era la questione dei medicinali e via di questo passo.
La questione principale, cioè l'agenzia patrimoniale, è stata completamente accantonata. Quindi, l'Assessore sa perfettamente che uno degli elementi centrali di quella manovra non esiste più e mi chiedo come possa essere raggiunto l'obiettivo fissato perché quell'elemento avrebbe consentito la realizzazione della manovra. Quell'elemento non c'è più perché la Giunta ha fatto una scelta diversa, ha detto: "Costituiamo l'agenzia in occasione del bilancio". Infatti, la deliberazione prevedeva alcuni articoli da proporre come emendamento alla legge sul bilancio e addirittura, prevedeva anche lo statuto relativo alla costituzione dell'agenzia patrimoniale.
Poi abbiamo visto che la Giunta ha cambiato opinione. Quel percorso è abbastanza classico: la Giunta parte, annuncia, decide a destra e a sinistra, poi, strada facendo, rinuncia a tutte le decisioni. Per quanto riguarda l'agenzia, sulla quale abbiamo dei dubbi, ma ne discuteremo a suo tempo, la Giunta ha deciso: no, non se ne fa nulla. Non viene costituita in occasione della legge sul bilancio, ma viene costituita con un'altra legge con una legge a parte; infatti, è stato presentato un disegno di legge.
Faccio notare questo perché vuol dire che uno degli elementi per la riuscita della manovra non c'è più e, in ogni caso, alcune reali questioni non sono affrontate.
La questione del patrimonio, che può essere affrontata indipendentemente dall'agenzia, non è stata affrontata dai piani, perch non può esserci il momento in cui si costituisce l'agenzia per gestire bene il patrimonio.
Credo che l'Assessore, insieme alla Giunta, avrebbe dovuto dedicare un po' di attenzione ai programmi dei direttori per quanto riguarda il proprio patrimonio. E' proprio necessario costituire l'agenzia, oppure è necessario, in fase di presentazione dei programmi, verificare se i comportamenti passati, ma soprattutto i comportamenti futuri, sono coerenti con l'obiettivo da raggiungere attraverso un'ipotetica costituzione dell'agenzia? Sono alcune questioni che faccio notare, come quella, ad esempio, degli anziani, laddove il piano del direttore dice che, per quanto riguarda l'assistenza agli anziani, ci sarà un abbassamento del livello del servizio.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 659 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Manica Placido, Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani, Tapparo, Saitta, Chiezzi e Moriconi inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASL 6: responsabilità, indicatori e soluzioni".


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 659.
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

L'ASL n. 6 riguarda la vicenda di Venaria e di Ciriè, in sostanza, il regalo della Befana.
L'Assessore afferma che, per quanto riguarda la situazione organizzativa dell'ASL 6, la maggiore criticità rilevata all'azienda è la presenza di due presidi ospedalieri a gestione diretta e dell'ospedale Mauriziano di Lanzo, ognuno dotato di strutture autonome che svolgono per lo più analoghe funzioni con conseguente duplicazione di ruoli e insufficienza del sistema.
Di fatto, questa deliberazione taglia 12 miliardi, praticamente il 5 rispetto al fabbisogno dell'ASL e penalizza ulteriormente una situazione nella quale il direttore generale, dottor Bertone, sta procedendo speditamente dando un ampissimo spazio all'ospedale di Ciriè, dove vi è una serie di sue vicissitudini legate a primariati di vario genere, familiari e non, e non all'ospedale di Venaria.
Per Venaria sono state svolte tutta una serie di sollecitazioni, tutte di carattere trasversale, che vedono la partecipazione di tutte le forze politiche. Mi risulta che l'Assessore D'Ambrosio sia stato invitato due o tre volte in Consiglio comunale a Venaria. Ieri, a Venaria, c'è stata la catena della solidarietà alla quale hanno partecipato tutti i Gruppi politici. La trasversalità riguarda non solo tutte le forze politiche, ma anche tutti i comuni interessati e tutti i sindaci che hanno partecipato alle cinque manifestazioni che vi sono state finora. In IV Commissione ripetutamente, sono intervenute queste realtà, vuoi delle Amministrazioni locali, vuoi dei lavoratori. La scorsa settimana sono state consegnate 18.500 firme nelle mani del Presidente del Consiglio Cota e dell'Assessore D'Ambrosio; mi risulta che ieri ne siano state di nuovo presentate un'altra serie in occasione della catena di solidarietà.
Qual è, sostanzialmente, il problema che abbiamo lì? L'assistenza sanitaria nella città di Venaria desta una serie di preoccupazioni. Siamo ai bordi della città di Torino, zona sulla quale, dalle risposte che dava prima l'Assessore, abbiamo capito che capiteranno tutta una serie di vicende che vedranno un ridimensionamento pazzesco, sia in termini di ospedali che, soprattutto, di ASL.
Tra l'altro, in nessuna delle risposte di stamane si è fatto alcun accenno alla questione dei poli oncologici che investono i territori di cui abbiamo parlato. Non c'è stata risposta di nessun genere, ed è uno di quei punti essenziali ed importanti che prevedevano una serie di elementi nel piano oncologico regionale che adesso non riusciamo più a ritrovare in nessuno dei "regali della Befana" e in altre regalie del centrodestra.
Qual è la situazione relativamente all'assistenza sanitaria nelle città di Venaria e Ciriè, quindi l'ASL 6? Di prevenzione non si parla, di come ridurre i tempi delle liste di attesa per le visite specialistiche nemmeno l'ospedale è sempre più in crisi, la costruzione di un nuovo poliambulatorio contenente la dialisi non ha ancora l'area sul quale dovrà sorgere. La Regione Piemonte decide tagli per 800 miliardi complessivamente, che incidono su questa zona per la cifra che abbiamo detto poc'anzi.
L'attenzione dell'opinione pubblica, giustamente, è concentrata sulla situazione dell'ospedale, perché rappresenta il più importante dei servizi sanitari presenti sul territorio, un ospedale che venne inserito dal precedente piano sanitario regionale negli ospedali riuniti di ASL e da allora iniziò un lento e costante decadimento dovuto, essenzialmente, a tre fattori: una forzata e malriuscita integrazione con l'ospedale di Ciriè una struttura inadeguata sia dal punto di vista degli spazi che delle norme di sicurezza, la perdita di professionalità mai recuperate.
Su questa perdita di professionalità, anche con una serie di casi di mobilizzazione, si va a costruire sostanzialmente lo svuotamento reale di questo ospedale.
Nessuno parla apertamente di voler chiudere l'ospedale. L'Assessore D'Ambrosio è andato ripetutamente in Consiglio comunale a Venaria dicendo: "L'ospedale non verrà chiuso". I Gruppi politici del centrodestra, ancora in piazza ieri alla manifestazione di solidarietà, hanno ribadito che non verrà chiuso. Ma di fatto è stato svuotato. La dimostrazione è che la pediatria e l'ostetricia, che sono da sempre il fiore all'occhiello di Venaria, sono praticamente stati chiusi oramai da alcuni mesi.
La ringrazio per avermi fatto recuperare il tempo di attesa che ho consentito cortesemente al collega Assessore D'Ambrosio.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intendo illustrare brevemente l'interpellanza, perché non so se ieri l'Assessore D'Ambrosio era presente alla catena umana a cui io stesso non ho partecipato, ma ero presente la settimana scorsa a quel corteo con finale in piazza e dichiarazioni di Sindaci e gruppi politici, ma desidero segnalare all'Assessore che in quell'assemblea pubblica ho sentito alcune cose.
Innanzitutto, ho sentito le rappresentanze di Alleanza Nazionale andare sul palco e, grosso modo, dire: "Ho parlato con l'Assessore D'Ambrosio, il quale ha assicurato che questo ospedale assolutamente non si chiude", detto proprio con questa chiarezza. Applausi.
Poi ho sentito un rappresentante di Forza Italia (non so se fossero Consiglieri comunali, comunque si sono qualificati come rappresentanti di Forza Italia) che ha detto: "Ho parlato con il Presidente Ghigo, il quale mi ha detto che assolutamente questo ospedale non si chiude". Applausi.
Ho sentito un esponente della Lega Nord dire: "Non mi fido di nessuno quindi nemmeno della Giunta. Fidatevi però della Lega Nord, perché n questo, né altri ospedali simili a questo, la Lega Nord permetterà che vengano chiusi". Applausi.
Poi vengo qui e vedo i tagli. Mi sembra che un ospedale che oggettivamente è stato messo in una situazione deperiente susciti qualche perplessità. E' una situazione di deperimento, è un ospedale deperiente: perde l'ostetricia, perde la pediatria, il Pronto Soccorso non parte, il lavori ritardano, i medici chiedono il trasferimento; insomma è deperiente.
Un ospedale deperiente mi sembra sia difficile rianimarlo tagliando i fondi. Chieda agli economisti di cui lei si ciba se ritengono, in una situazione di deperimento, se la riduzione di calorie possa essere, per un individuo, un ricostituente. Magari se lo dicono gli economisti...
Non vorrei solo essere protagonista passivo di una situazione in cui mi si "contano delle storie". Siccome a Venaria in piazza ho avvertito la sicurezza, non solo perché lo dice il centrosinistra che vuole l'ospedale ma anche la destra (anzi, porta lì le assicurazioni dei responsabili) vorrei che quella rassicurazione che ho ricevuto la settimana scorsa a Venaria fosse confermata dall'Assessore oggi in Consiglio. E dato che siamo in presenza di tagli, gradirei anche che l'Assessore ci spieghi: a) se ritira la deliberazione dei tagli su Venaria; b) qualora non la ritiri, che garanzie di chiarezza offre sul futuro dell'ospedale di Venaria. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chiezzi. In questo modo, l'Assessore ha il quadro delle domande dell'interpellanza, anche verbalmente aggiornate sulla base degli ultimi avvenimenti concernenti la materia.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Darei prima una risposta di ordine generale, poi cercherò di entrare nei dettagli.
Per quanto riguarda il punto 1), si rileva che la presenza di tre ospedali, come è stato sottolineato, (Ciriè, Venaria e Lanzo) rappresenta una criticità storica all'interno dell'azienda che dovrà essere attentamente valutata all'interno di un nuovo piano sociosanitario regionale, soprattutto in relazione alle funzioni attribuibili ad ognuno.
Voglio sgombrare subito il campo: ad oggi, non si prevede nessuna chiusura dell'ospedale di Venaria. Ci sono delle difficoltà che sono sicuramente indipendenti dalla volontà della Giunta regionale, perché se non fosse intervenuta la Sovrintendenza e se i lavori fossero partiti, a quest'ora il Pronto Soccorso sarebbe già in buone condizioni. Invece, come sapete, c'è stato un veto della Sovrintendenza. Pare, tuttavia, che ci sarà la conferenza fra circa dieci giorni (non so con precisione la data) e sembra che la Sovrintendenza abbia rivisto questa posizione, per cui dovrebbero partire i lavori.
Che non si voglia chiudere l'ospedale di Venaria non è una cosa di oggi, ma lo si può evincere dal fatto che ben 11 miliardi sono stati assegnati, ex art. 20, a Venaria, soprattutto per mettere a norma una struttura, e poi per attivare un Pronto Soccorso degno di tale nome.
Per quanto riguarda il punto 2), si richiamano le considerazioni sviluppate nella premessa della deliberazione del 29 marzo 2001. Il bilancio dell'azienda riporta il finanziamento regionale assegnato con delibera di Giunta del 07/01/2000 pari a 229 miliardi. Gli oneri contrattuali per la dirigenza e le convenzioni uniche nazionali per l'anno in corso sono state quantificate in 17 miliardi e 418 milioni, importo da verificare e validare come finanziamento regionale. Il risultato gestionale e l'andamento dei costi saranno puntualmente verificati nel corso del monitoraggio trimestrale consuntivo. L'assegnazione dell'addizionale 2001 se confermata, risulta essere pertanto di 246,418 miliardi.
In sintesi, la manovra 2001 non richiede rispetto al 2000 recuperi stante un differenziale positivo di circa 200 milioni, pari allo 0,07%.
La relazione di accompagnamento alla manovra 2001, presentata dal Direttore generale, si sostanzia in modificazioni strutturali e risparmi di gestione mediante la riorganizzazione del Dipartimento materno-infantile dell'ASL e delle attività dell'Ospedale di Venaria. Le azioni intraprese comportano l'aumento dell'attività di ricovero ospedaliero e il mantenimento di quello ambulatoriale, il mantenimento delle residenzialità per disabili e l'aumento dei posti letto in RSA per anziani.
L'andamento programmatico della residenzialità psichiatrica complessiva, che deve comunque garantire il mantenimento dei livelli assistenziali raggiunti, sarà oggetto di monitoraggio e analisi, tenendo presente l'indicatore regionale riferito alle comunità protette e alle comunità alloggio, poste in relazione a specificità della realtà locale.
Si rileva altresì che fra il budget 2001 e il preconsuntivo 2000 non sono richiesti recuperi finanziari, ma un semplice e attento controllo della spesa e delle dinamiche evolutive.
La rappresentanza dei Sindaci prende atto della manovra proposta e rinvia il parere alla Conferenza, che a tutt'oggi non si è ancora espressa.
Stamattina il Direttore generale mi ha detto che vuole convocarla dopo Pasqua.
Per quanto concerne il punto 5), si segnala che è attivo il servizio trasporto per il centro dialisi di Ciriè e per il centro di assistenza limitata di Caselle e di Nole.
Punto 6): si rileva che l'attuale offerta di prestazioni ambulatoriali prodotte direttamente dall'Azienda, che per il 2000 sono state superiori al milione e mezzo (1 milione e 600 mila prestazioni, pari a circa 9,5 per ogni residente), soddisfa il 90% delle richieste.
Per quanto riguarda il punto 7), che chiede quale sia lo stato di avanzamento dei lavori di edilizia sanitaria sul Poliambulatorio di Venaria e se questo sia congruente al programma contenuto nella delibera del 30 ottobre 2000 di edilizia sanitaria, debbo dire che, per quanto concerne l'Ospedale civile, i lavori sono completati al 31/12/2000. Lo stato di avanzamento dei lavori della seconda fase dell'art. 20 è invece il seguente: per l'Ospedale di Venaria è in fase di verifica il progetto preliminare alla Conferenza dei servizi; per il Presidio ospedaliero di Ciriè è in fase di verifica sempre alla Conferenza dei servizi.
Per quanto riguarda il punto 8), che chiede di conoscere quale sia l'incidenza dell'assistenza domiciliare integrata, l'ASL 6 ha indicato di aver trattato, nel 2000, n. 440 casi di assistenza domiciliare e prevede nel 2001, di incrementare l'attività portando i soggetti assistiti a 700 che rappresenta, rispetto alle indicazioni programmatiche per il 2003 indicate dalla Regione per la stessa Azienda in 1195 casi, il 59% dei casi previsti. L'ASL dichiara inoltre un costo per caso al di sotto delle previsioni regionali. E' evidente che le patologie inserite nel ciclo di cura di assistenza domiciliare integrata sono diverse da quelle previste dalla Regione: sono inseriti anche i semplici accessi infermieristici quindi vanno sicuramente rivisti. La Commissione regionale per le cure domiciliari sta elaborando appositi indirizzi inerenti percorsi clinici attivabili dai servizi di cure domiciliari.
Per quanto riguarda il punto 9), che chiede di conoscere quale sia l'esigenza della residenzialità per disabili fisici e psichici e se la si ritenga adeguata ed appropriata al bisogno, si rileva che, a fronte di un fabbisogno stimato ai sensi del vigente Piano sanitario regionale in 60 posti letto residenziali per disabili, equivalente a 3,5 posti letto ogni 10 mila abitanti, l'esigenza della residenzialità per disabili fisici e psichici prevista per il 2001 sulla popolazione dell'ASL risulta leggermente inferiore, ma comunque coerente con la risposta residenziale attualmente erogata sul territorio dell'ASL in convenzione con gli enti gestori socio-assistenziali. La previsioni aziendali al 2003 soddisfano pienamente il suddetto bisogno.
Penso che la criticità maggiore per l'ASL sia quella del Presidio ospedaliero di Venaria. Ribadisco quanto ho detto all'inizio della risposta, ovvero che questo Presidio va migliorato, ovviamente compatibilmente con l'allocazione dello stesso - voi sapete che è allocato proprio nel centro della piazza di Venaria, addirittura è stato precluso l'accesso dalla piazza in quanto c'è un bel marciapiede di oltre 50 cm.
per cui si accede dalla parte posteriore. Comunque, per quanto riguarda la sanità di Venaria, sia la possibilità di metterlo a norma, sia la necessità/possibilità di attivare il Pronto Soccorso e la partenza del Poliambulatorio possono sicuramente migliorare.
Queste risposte non le do in base al fatto che sia i cittadini di destra che quelli di sinistra manifestano per avere un Ospedale degno di tale nome, ma perché la programmazione andava in tal senso.
Debbo dire altresì che indubbiamente bisogna fare un'attenta riflessione sul reparto di ostetricia e ginecologia e sul reparto di pediatria. Debbo, per inciso, dire che il Piano sanitario nazionale che il Ministro Veronesi vorrebbe presentare prima delle elezioni prevede che i reparti di ostetricia e ginecologia con meno di 700 parti non dovrebbero essere riconvertiti, così come i reparti di pediatria con meno di mille ricoveri all'anno dovrebbero essere riconvertiti. Dico questo semplicemente perché dobbiamo fare delle riflessioni, ma nel caso il reparto di pediatria, proprio in quell'ottica di non avere duplicazioni, venga trasferito a Ciriè, è chiaro che nella struttura ospedaliera si possono attivare uno o due funzioni, se non altro in day-surgery (vedi l'oculistica, vedi la possibilità di poter avere quegli interventi di urologia che possono essere effettuati in un giorno a Venaria).
Questo, in estrema sintesi e in linea di massima, è quello che si vuol fare per l'Ospedale di Venaria, fermo restando che è indispensabile avere lì una struttura di tipo ospedaliero. Sarebbe stato meglio se in zone limitrofe ci fosse stata, così come si era parlato in passato in zona Lucento, una struttura ospedaliera che potesse venire incontro alle esigenze dei cittadini, però se per quella struttura, unitamente a un'attivazione delle prestazioni di tipo ambulatoriale, quindi col Poliambulatorio, vi è la messa a norma della struttura nel Presidio sicuramente può essere quantomeno sufficiente a dare risposte ai cittadini di Venaria.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Comunico che è stata assorbita anche l'interpellanza n. 693, presentata dai Consiglieri regionali Contu, Papandrea e Moriconi in data 26 marzo 2000, relativa proprio all'Ospedale di Venaria.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Intervengo per dire che la risposta data dall'Assessore è, come le altre, assolutamente insoddisfacente, perché le interpellanze partono da un presupposto abbastanza preciso. Lo dico perché ci credo, e sono molto preoccupato della situazione della sanità. Non mi pare che il Consiglio nel suo complesso lo sia, a giudicare dalla presenza dei Consiglieri soprattutto di maggioranza: è un peccato. E' un peccato, perché la gente di fatto è in grosse difficoltà in questo momento e perché vi troverete anche voi in difficoltà dal punto di vista della situazione del bilancio, non soltanto perché saranno scassati i servizi sanitari, ma perché saranno scassati i conti.
Vede, Assessore, quello su cui le interpellanze invitavano a riflettere erano fondamentalmente queste cose qui: quali sono i flussi di utenza delle diverse ASL? Non le è venuto naturalmente nemmeno in testa. Lo richiamavo a proposito del rapporto dell'ASL 5 con il San Luigi e il fatto che ben 184 miliardi dell'ASL 5 (l'Azienda più vasta della Regione) vadano a finire in ricoveri extra-azienda sanitaria e soltanto una minima parte viene assorbita dall'ASO compresa nel territorio del San Luigi.
Quali sono i flussi di utenza? Non è una roba da poco; è una roba abbastanza importante, perché sta a dimostrare qual è il rapporto tra il livello di domanda e la nostra capacità di dare una risposta e, in base a questo, costruire dei meccanismi di equilibrio anche economico.
Se non si è in grado di rispondere a questo, tutto il resto, in realtà sono pannicelli caldi, a maggior ragione a fronte del fatto che, trovandoci in prossimità delle elezioni, non si può dare una risposta precisa rispetto all'altra domanda collegata alla questione dei flussi di utenza, ovvero: qual è il tasso di day-ospedalizzazione che si vuole raggiungere in questa ASL? Anche a questo non si risponde, perché rispondere significherebbe essere chiari, e la parola d'ordine che lei ha ricevuto dal Presidente Ghigo è: "Rispondi pure alle interpellanze, perché a questi della minoranza, in particolare un paio di questi della minoranza - perché c'è da dire che anche qualcuno nella minoranza non gliene importa assolutamente della sanità, e nel frattempo sta facendo grandi strategie - bisogna dare comunque una risposta; però tieniti sul vago, perché dobbiamo fare le elezioni e non possiamo dare delle risposte precise!" Però, Assessore, perfino i Direttori generali non possono fare a meno di lamentarsi, malgrado abbiate creato un clima di servilismo pazzesco perché quando c'è questa mannaia dei tagli, quando si sa che le Aziende sanitarie verranno ridotte in un numero spaventoso, gli stessi Direttori generali non possono fare a meno di lasciarsi scappare qualche frase imprudente, di cui voi naturalmente terrete conto, perché siete vendicativi.
Il Direttore dell'ASL 6 dice: "Ovviamente, il processo di razionalizzazione non può essere improvvisato; occorre programmare prevedendo lo sviluppo a breve, medio e lungo periodo, compatibilmente con le normative vigenti e le conoscenze di cui si dispone al momento. E' altrettanto ovvio che il superamento delle irrazionalità ed implicazioni storiche debbano essere precedute da investimenti che permettano di erogare in modo qualitativamente ed economicamente migliore i servizi sanitari di cui necessitano i cittadini".
E' questa, la questione, Assessore. Voi non avete in testa un Piano per la sanità; voi presentate questa manovra congiunturale e dite: "Presenteremo il Piano sanitario a luglio". Bene che vada, se vuole seguire un percorso democratico (a meno che non abbiate previsto delle scorciatoie con colpi di mano, con non so quali complicità nella minoranza) difficilmente questo Piano entrerà in funzione prima di un anno e quindi non avete in testa che la razionalizzazione a cui lei spesso fa riferimento.
Mi chiedo però se abbia capito che cosa voglia dire questa parola: razionalizzazione non significa necessariamente compressione della spesa e compressione delle risorse.
La compressione della spesa è il prodotto finale della razionalizzazione, la quale non necessariamente parte sempre dalla compressione della spesa; molto più spesso può partire da un progetto di investimento.
Ed è qui la contraddizione: progetto di investimento che, in teoria...



RIGGIO Angelino

E' rientrato il Presidente Cota e so che debbo smettere. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Ho ascoltato anche le virgole tra le parole dell'Assessore per capire la prossima volta che andiamo a Venaria, cosa dire e cosa sentir dire.
Io ho capito questo: che l'Ospedale di Venaria, in quanto struttura capace di svolgere le funzioni per le quali ha significato quella parola ospedale - per i cittadini, non ci sarà più. Io ho capito questo.
L'Ospedale si chiude, non si chiude: non penso che i cittadini si riferiscano ad una porta chiusa (l'ospedale è chiuso, cartello davanti, non si va più lì). I cittadini pensano all'ospedale come una struttura che fornisce servizi sanitari a largo spettro e, soprattutto, servizi utili alla popolazione nei momenti più delicati.
Un ospedale come quello di Venaria, nel centro della città, è un ospedale a cui si pensa quando i bambini hanno dei problemi, e allora li si porta all'ospedale. C'è la pediatria: non voglio che venga chiuso l'ospedale, perché non voglio fare 20 chilometri per ricoverare il bambino quando, sino ad oggi, la struttura era in città. E così per l'ostetricia.
Non giochiamo con le parole: se l'Assessore mi dice che a Venaria la pediatria non ci sarà perché... Che l'ostetricia e ginecologia non ci sarà perché..., io dico: "L'ospedale di Venaria, cari cittadini, sarà chiuso nel senso che diventerà un ospedale-ambulatorio".
I cittadini non pensano che l'ospedale-ambulatorio vada bene: loro chiedono che venga mantenuto un ospedale capace di affrontare problemi sanitari di quel livello.
Non equivochiamo. Se non chiude, va beh, rimane aperto: ci sarà qualcosa, però non ci sarà più l'ospedale. assessore, una delle osservazioni che facevano i Sindaci è quella che nessuno pensa che nell'ospedale di Venaria ci debba essere la cardiochirurgia.
No. Quello che chiedono è che i due ospedali di Venaria e di Ciriè abbiano prospettive di sviluppo analoghe, nel senso che alcune funzioni possono essere collocate a Ciriè, altre funzioni possono essere collocate a Venaria, che siano però funzioni ospedaliere di base vere, capaci di risolvere problemi sanitari.
Quello che si fa e non si dice è concentrare tutto su Ciriè depotenziando la capacità di dare un servizio sanitario all'ospedale di Venaria. Questo è quello che sta succedendo: Venaria deperisce, tutto va a Ciriè.
L'Assessore dice: "Venaria non si chiude"; la popolazione vede che i servizi non vengono più svolti e chiede ragioni di cosa succede.
L'Assessore dice "Non si chiude", e invece pediatria si chiude, ostetricia si chiuderà, perché più di 700 parti... E via dicendo.
Faccia chiarezza, Assessore, perché non è possibile tornare a Venaria e sentire i rappresentanti del partito a cui anche lei è iscritto dire: "L'ospedale non si chiuderà".
Fate chiarezza! Abbiate il coraggio di un'opinione.
Quello che chiedono i cittadini non è la luna, ma di avere in zona due veri ospedali, tra loro collegati. Non chiedono di fare tutto lì; chiedono di sapere se a Venaria si può ancora pensare ad una struttura ospedaliera vera, così come a Ciriè, e che le due strutture diano entrambe un servizio complessivamente buono, ma non con una struttura dominante sull'altra! Chiedono di avere due strutture alla pari, il che non vuol dire duplicare tutti i reparti. No, vuol dire che alcuni reparti sono solo a Ciriè, altri sono a Venaria, ma non tutti a Ciriè.
Questo nodo, per come ho capito, lei lo ha risolto dicendo che Venaria morirà come ospedale. Io ho capito questo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 661 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Manica Placido, Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani, Tapparo, Saitta, Chiezzi e Moriconi inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASL 7: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Siamo in presenza di una caratteristica che differenza un po' questa ASL dalle altre. Nella deliberazione di regalo dell'Epifania si dice "nell'ASL 7 la maggiore criticità rilevata è la presenza di un presidio ospedaliero insufficiente al fabbisogno dell'area, il che comporta la necessità di avvalersi dei presidi delle aziende limitrofe. Si riduce il fabbisogno di 15 miliardi pari a un 6,07%".
Dopodiché andiamo a vedere nei vari atti svolti nel territorio dalla direzione, e l'abbiamo letto anche sui giornali. Seguo con attenzione alcuni giornali locali, d'altronde è l'ASL dell'Assessore D'Ambrosio.
Quindi, un'ASL dove la signora Direttrice fa l'impossibile per dire che va tutto molto bene e che tutto funziona alla grande, che sono delle azioni insignificanti. Quindi, lì più di altre portano un fiore all'occhiello.
Ma un paio di fiori all'occhiello ci sono, perché questa ASL ha avuto il parere favorevole di tutti i sindaci, e ci sono anche sindaci nostri nostri è un eufemismo. Comunque sono sindaci che hanno tutta una serie di interessi in quei territori e che, a maggioranza, si sono espressi in questo modo.
La relazione di accompagnamento alla manovra 2001, presentata dal Direttore generale e con l'espressione di favore della maggioranza dei sindaci, dice: "contenimento dei costi per beni e servizi, rinvio di nuove attività e apertura graduale delle nuove RSA, gestione diretta di Settimo e San Mauro, trasferimento nelle stesse di utenti già ricoverati in strutture private convenzionate, attribuzione alla competenza dei Consorzi socio assistenziali di una quota aggiuntiva pari a quella che l'ASL riduce per ricoveri in RSA, utilizzo di posti letto in RSA per dimissioni ospedaliere protette".
Di fatto, è un'ASL che si caratterizza per il fatto che ha azzerato in assoluto i finanziamenti vincolati sui progetti finalizzati. Ciò significa che ha azzerato il trattamento domiciliare AIDS, ed è l'unica ASL ad averlo azzerato; ha azzerato gli inserimenti lavorativi nei SERT, ed è l'unica ASL ad averli azzerati; ha azzerato il progetto finalizzato alle malattie infettive dei malati di AIDS.
Quindi, o è stato dato un ordine preciso e cioè: "su quella zona non si deve intervenire per motivi di appartenenza, per motivi di carriera, non si deve intervenire su tutto il comparto dell'AIDS e della tossicodipendenza" oppure questo è un dato strano.
Tutte le altre ASL ci dicono: "abbiamo già ridotto dell'1,5%, abbiamo aggiunto il 7,8%, raggiungiamo il 15% di riduzione sul versante tossicodipendenza e non possiamo di più perché altrimenti non riusciamo neanche a dare il metadone e a garantire un minimo di prestazioni".
C'è un'ASL che invece azzera totalmente questo tipo di prestazioni, a fronte di un contesto nel quale c'è comunque una ripresa e un aumento del versante AIDS. Su questo fatto ci deve dare una risposta specifica, perch è grave.
Inoltre, come mai le due RSA che sono pronte, che devono aprire (quella dei 60 posti nel sanmaurese e l'altra di 40 posti nel chivassese), non trovano l'avvio e non vengono aperte? Non solo: veniamo anche al comparto dell'integrazione sociosanitaria. La riduzione dei contributi ai consorzi socioassistenziali in quella zona arriva al 6%. Come mai? L'applicazione della 229 in questo caso non verrà fatta, ma non solo. Un'applicazione del contratto aziendale, sia rispetto alle posizioni orizzontali sia rispetto a quelle verticali, non avviene nella sua ASL di riferimento; infatti lei sa che a fronte di quattro posti di primariato vacanti, a due è stato revocato l'incarico, uno ha chiesto il trasferimento, uno è dimissionario. Quindi di fatto, si è azzerato il comparto della disponibilità delle sostituzioni.
Non solo: ci sono due sale operatorie da attivare, di cui non si hanno cenni di vita.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Per quanto riguarda il punto 1, si rileva che il problema dell'insufficiente capienza dell'ospedale di Chivasso è in via di soluzione grazie all'ampliamento del presidio.
Debbo dire altresì che qualche candidato, facendo terrorismo politico ha detto: "ecco, si sono giocati i soldi dell'ospedale e l'ospedale non andrà più avanti". Si aspettava solamente la nota dell'agenzia milanese che dà il parere sulla progettazione, e questo inizio di lavori per ultimare l'ospedale ci sarà entro 40 giorni. Questo lo dico non certo alla collega interpellante, ma a questo autorevole candidato che ritiene opportuno ancorché si è trasferito dalla zona in cui era candidato a Torino, fare questo tipo di terrorismo.
Per quanto riguarda il punto 2 si richiamano le considerazioni sviluppate nella premessa della D.G.R. n. 13-2587 del 29.03.01 che si riportano: "Il bilancio dell'Azienda riporta il finanziamento regionale assegnato con D.G.R. 34-1919 del 07.01.01 pari a 232 miliardi; gli oneri contrattuali per la dirigenza e le convenzioni uniche nazionali per l'anno in corso sono stati quantificati in lire 10,411 miliardi, importo da verificare e validare come finanziamento regionale. Le risultanze gestionali e l'andamento dei costi saranno puntualmente verificati nel corso del monitoraggio trimestrale a consuntivo.
Questo controllo trimestrale, nel momento in cui ci evidenzierà questa caduta di impegni per settori importantissimi come quello dell'AIDS e delle tossicodipendenze, indubbiamente alla luce di quello, correremo immediatamente ai ripari e daremo gli input ulteriori alla direzione generale, che tra le altre cose ha un differenziale di solo 100 milioni tra l'attribuito e il richiesto.
L'assegnazione regionale 2001 ex D.G.R. 34-1919 del 07.01.01, se confermati gli oneri contrattuali, risulta essere di 242,411 miliardi.
In sintesi la manovra aziendale 2001 non richiede, rispetto al 2000 recuperi, stante un differenziale di circa 100 milioni, pari allo 0.06%.
Per cui non solo le cose devono rimanere com'erano, ma devono assolutamente migliorare in quella ASL.
La relazione di accompagnamento alla manovra 2001 presentata dal Direttore Generale si sostanzia nelle seguenti azioni: contenimento dei costi per beni e servizi rinvio di nuove attività e apertura graduale delle nuove R.S.A., a gestione diretta di Settimo e S.Mauro e trasferimento nelle stesse di utenti già ricoverati in strutture private convenzionate per mantenere invariati i livelli assistenziali e di spesa; quella di S.Mauro so che aprirà quanto prima, quella di Settimo ha bisogno di essere ultimata; comunque entrambe le RSA saranno aperte quanto prima, ma quella di S.Mauro in tempi brevissimi attribuzione alla competenza dei Consorzi socio assistenziali di una quota aggiuntiva pari a quella che l'A.S.L. riduce per ricoveri in R.S.A. a seguito della manovra utilizzo di posti letto in R.S.A. per dimissioni ospedaliere protette stante la fase di ristrutturazione ospedaliera, quindi la necessità assoluta, a fronte di ricoveri più brevi, di avere delle strutture alternative.
Le azioni intraprese comportano: il mantenimento dell'attività di ricovero ospedaliero e ambulatoriale il lieve incremento dell'assistenza diurna per i disabili e residenziale per i tossico-alcooldipendenti l'incremento dei posti letto per anziani a gestione diretta il mantenimento della residenzialità per disabili e dell'assistenza residenziale psichiatrica in comunità protetta ed in comunità alloggio.
La programmazione aziendale delle attività prevede anche, in parziale contraddizione con gli obiettivi della manovra, un aumento di 24 unità di personale oltre al turn-over, che possono produrre effetti economici negativi anche per gli anni futuri.
L'attività del Dipartimento di Salute Mentale sarà oggetto di monitoraggio ed analisi, sia per quanto attiene alla funzione ospedaliera non rilevabile nella programmazione aziendale in quanto non gestita direttamente bensì in rapporto con altra azienda (faccio riferimento al repartino perché Chivasso adesso è rimasta l'unica azienda senza il repartino per le urgenze psichiatriche e ha rapporto con Ciriè per quanto riguarda questa funzione), sia per quanto attiene alla residenzialità complessiva, tenendo presente l'indicatore regionale definito unicamente in relazione ai posti letto in comunità protetta ed in comunità alloggio e non anche alle altre soluzioni residenziali per pazienti neuropsichiatrici stabilizzati o abitative adottate dal Dipartimento.
La Rappresentanza dei Sindaci ha espresso parere favorevole sulla proposta dell'ASL eccetto per quanto riguarda l'attribuzione della competenza ai Consorzi socio-assistenziali di una quota aggiuntiva pari a quella che l'ASL riduce per ricoveri in RSA a seguito della manovra." Per quanto riguarda il punto 5): "se sia stato attivato il servizio trasporto per centro dialisi", la risposta è la seguente.
"In relazione all'esistenza presso l'Azienda di un servizio di trasporto a favore di pazienti dializzati, si precisa che le UU.SS.LL. 28 29-39, confluite nell'ASL 7, avevano in essere convenzioni con le Associazioni di Volontariato presenti nei propri ambiti territoriali per il trasporto di dializzati ai rispettivi Centri Dialisi di riferimento.
All'atto dell'accorpamento in ASL 7 è stato confermato il Servizio di trasporto, che perdura tuttora, senza alcun onere economico, per tutti i dializzati che lo richiedano, compreso il trasporto ai Centri Dialisi ad Assistenza Limitata di Settimo Torinese. Sono altresì autorizzati i trasporti ai Presidi Sanitari nel caso di accertamenti (visite specialistiche ed esami diagnostici) richiesti dal Centro di riferimento.
In risposta al punto 6) si precisa che l'attività ambulatoriale viene svolta nei tre distretti presso le cinque sedi poliambulatoriali di Chivasso, Crescentino, Settimo, Volpiano e San Mauro-Gassino. Vi sono inoltre altre sedi distaccate con attività di consultorio, igiene pubblica ed altre specialità storicamente presenti nel territorio. Attività ambulatoriale per il territorio viene espletata anche presso il presidio ospedaliero da specialisti dello stesso.
Per quanto riguarda il punto 7) "per conoscere qual è lo stato di avanzamento dei lavori sul presidio ospedaliero di Chivasso e se questo sia conseguente al cronoprogramma contenuto nella delibera", debbo dire che lo stato di avanzamento dei lavori della I fase dell'art. 20 è il seguente: P.O. di Chivasso - le opere sono state completate addirittura nel 1999.
Lo stato di avanzamento dei lavori della II fase dell'art. 20 è il seguente: P.O. di Chivasso - Approvato dal CROP il progetto esecutivo lotto 17.a) per . 17.301.000.000.
Riguardo al punto 8) "qual è l'incidenza dell'ADI nella ASL", l'ASL 7 ha indicato di aver trattato nel 2000 n. 658 casi in assistenza domiciliare e prevede nel 2001 di incrementare l'attività, portando i soggetti assistiti a 700 che rappresenta, rispetto alle indicazioni programmatiche per il 2003 indicate dalla Regione per la stessa Azienda in 1.282 casi, il 55% dei casi previsti. Quindi c'è un numero non sufficiente di assistenza domiciliare integrata, ma siccome l'obiettivo era stato dato entro il 2003 penso che sia sicuramente perseguibile.
L'ASL dichiara, inoltre, un costo per caso al di sotto delle previsioni regionali: £. 2.000.000 a fronte di £. 5.688.000 indicati dalla Regione per tale tipologia di attività, è evidente che le patologie inserite nel ciclo di cura ADI sono diverse da quelle previste dalla Regione (sono inseriti anche i semplici accessi infermieristici). La Commissione regionale per le cure domiciliari sta elaborando appositi indirizzi inerenti i percorsi clinici attivabili dai servizi di cure domiciliari.
Circa il punto 9) "per sapere quale sia l'incidenza della residenzialità psichiatrica", si rileva che, a fronte di un fabbisogno stimato, ai sensi del vigente PSR e del Progetto Obiettivo nazionale "Tutela della salute mentale" 1998-2000, in 46 p.l. residenziali in comunità protetta ed in comunità alloggio, equivalente a 2,5 p.l. ogni 10.000 abitanti, l'incidenza della previsione aziendale per il 2001 sulla popolazione dell'ASL (54 p.l.) risulta leggermente superiore e corrispondente a 3 p.l. ogni 10.000 abitanti".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Noi chiediamo ovviamente di avere copia scritta delle risposte che lei sta dando, Assessore, perché troviamo un'assoluta incongruenza fra le risposte che lei ci dà qui in aula e le delibere che sono state fatte per l'approvazione dei piani.
Sapevamo che ci saremmo trovati di fronte a una situazione di incongruenza perché voi siete condannati alla non trasparenza visto che dovete affrontare la questione elettorale, però che si arrivasse al punto di contraddire perfino le stesse delibere che avete approvato con le risposte qui in aula, questo è veramente singolare.
Lei non può dire, Assessore, che per quello che riguarda l'apertura delle nuove RSA a gestione diretta di Settimo e San Mauro si procederà come previsto e nello stesso tempo dire che per altri settori, quelli che la collega Suino ha citato, soprattutto tossicodipendenze e patologie infettive correlate, si taglia! Tra l'altro questo è un bel segnale, perch è proprio la ASL dove risiede l'Assessore! Si dice "per quello che riguarda le tossicodipendenze e le malattie infettive correlate, tagliamo e tagliamo in modo pesante e severo". Comunque lei non può dire che queste cose effettivamente non vengono tagliate - non è vero! - e che saranno eventualmente monitorate e poi correrete ai ripari. A parte il fatto che per cortesia! - il ruolo della Giunta dovrebbe essere tutt'altro che quello di correre ai ripari. La sanità di tutto ha bisogno tranne che di emergenza; anzi, una delle cose più gravi, generata da queste delibere, è stata quella di aver creato una situazione di emergenza, di provvisorietà! Voi stessi avete parlato di manovra congiunturale e avete creato una situazione di instabilità; i tagli in generale hanno generato una sensazione di paura e la paura si porta con sè due cose terribili che sono il servilismo da una parte e la demotivazione dall'altra, cose che sono esattamente il contrario della scienza, perché la scienza per definizione è libera ed è motivata. Voi avete creato instabilità, servilismo e demotivazione! In questa situazione voi non potete dire che queste cose non sono state decise, perché nella deliberazione relativa all'ASL 7 voi dite che approvate la manovra adottata dal direttore generale di quell'ASL e questa manovra è descritta in sintesi nella deliberazione (al di là di quello che è il piano presentato dal direttore dell'ASL 7 che penso abbiate letto con la stessa attenzione con cui l'abbiamo letto noi), nella quale si dice esplicitamente: "rinvio di nuove attività e apertura graduale delle nuove RSA a gestione diretta di Settimo e San Mauro". Queste sono cose che vengono dette! Così come i tagli ai servizi per la tossicodipendenza e alle malattie infettive correlate: tutto questo è detto, è già detto! Cosa dovete correre ai ripari? Ve l'hanno detto! Aspettate di vedere gli effetti fra tre mesi? Nel frattempo fate come le tre scimmiette! Assessore, una piccola annotazione generale: quello che emerge è che questa ASL è quella che ha il disavanzo minore, perché - combinazione - è l'ASL che non ha ospedale, mentre l'ASL 5, che è quella che ha sovrabbondanza di ospedali, è quella che ha avuto necessità del taglio maggiore. Questo, non per l'essere più o meno virtuosi da parte dei direttori generali, ma per un'indicazione abbastanza precisa rispetto alla necessità di andare a territorializzare gli interventi.
Questo non vuol dire che noi auspichiamo che nell'ASL 7 non ci sia l'ospedale, ma vuol dire che abbiamo una strada obbligata e seria che riguarda, ancora una volta, la questione dei flussi di utenza, della deospedalizzazione e della territorializzazione, che va fatta in modo intelligente, costruendo non poliambulatori, ma distretti.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Riggio.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 660 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani, Tapparo, Saitta, Chiezzi e Moriconi inerente a: "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASL 8: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'illustrazione dell'interpellanza n. 660.
La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Per quanto riguarda l'ASL 8, il taglio prospettato è molto pesante perché uno degli aspetti più terribili di questi tagli è che gli economisti consultati e sicuramente pagati dall'Assessore, hanno detto che, su un bilancio di 400 miliardi, si può operare tranquillamente una riduzione che va dal 5 all'8%, senza grossi problemi.
Questa operazione può essere effettuata più facilmente da parte di quei direttori generali che fino a ieri hanno esagerato con le consulenze, hanno sprecato per beni e servizi, hanno esagerato su una serie di attività assolutamente superflue. Sembra paradossale, ma in questa situazione dei tagli si troveranno avvantaggiate le "canaglie" - uso il termine tra virgolette perché so bene che non esistono canaglie tra i direttori generali, ma intendo dire quelli più superficiali - mentre i direttori generali più virtuosi, quelli che hanno lavorato meglio, troveranno difficoltà maggiori.
Una nota del Direttore Generale dell'ASL 8 recita: "Con estrema semplificazione del bilancio 2000, di cui voi mi chiedete di ridurre intorno al 5,3%, il 30,68% del bilancio aziendale non è condizionabile perché sono i medici generici, la farmaceutica, gli specialisti del SUMAI la specialistica accreditata esterna" - che tra l'altro per fortuna è di rilievo modestissimo, dello 0,56% - "le case di cura (5,23%). Il 38,82% del bilancio aziendale è spesa di personale non licenziabile; il massimo che si può fare è bloccare tutte le assunzioni" - e già ho spiegato, Assessore, in precedenti interventi, cosa vuol dire bloccare le assunzioni: vuol dire semplicemente fare competere il pubblico con la mano legata dietro la schiena rispetto al privato - "con un risparmio statistico del 2%, che per corrisponde soltanto all'1% al primo anno, e quindi allo 0,39% del bilancio. Il 10,91% del bilancio aziendale è per pagamento rette di altra assistenza (RSA, RAF, psichici, SERT). Sottolineato che la spesa è inferiore ai minimi livelli di assistenza imposti dal Piano sanitario nazionale e regionale, il massimo che può essere fatto è bloccare i nuovi inserimenti, anche a seguito di dimissioni e decessi".
Purtroppo questo sta succedendo: a Nichelino (nel distretto dove io risiedo) 60 anziani sono, da 4 mesi, in attesa di essere inseriti e sono stati bloccati gli inserimenti. Il direttore generale dice giustamente che è una soluzione comunque non reggibile, cioè che può essere assunta per un breve periodo di tempo, ma non è strutturale.
Il 18,92% del bilancio aziendale è destinato ai beni e servizi: questa è la voce sulla quale si può concentrare il massimo impegno. Il 50% non è comprimibile, in quanto è il supporto alla produzione (beni sanitari), a meno che non si voglia fare come brillantemente ha fatto il Direttore Generale delle Molinette, che ha fatto mancare gli aghi per l'ago aspirato ai malati di leucemia. Il rimanente 50% può essere obiettivo di risparmio di un 5%: un risparmio dello 0,47% sulla spesa globale.
Quindi, volendo fare un lavoro di riduzione della spesa reale, si potrebbe sommare lo 0,39% della seconda voce, quella relativa al personale allo 0,47%, relativo ai beni e servizi.
Arriviamo, così, ad un ricchissimo 0,86%, dato enormemente lontano dal 5,3% prospettato per tale Azienda Sanitaria.
La stessa Azienda - mi preme dirlo - è stata valutata da un organismo terzo, di carattere nazionale (nel quale rientrano l'ISTAT ed alcuni organismi assolutamente indiscutibili dal punto di vista della competenza) come la migliore Azienda Sanitaria della nostra regione, dal punto di vista dell'efficacia, dell'efficienza e dell'equità.
Il direttore generale dice giustamente che occorre intervenire sulle questioni strutturali, sulle criticità, ed io aggiungo che queste criticità erano già conosciute. Si sapeva che c'erano tre ospedali e che questi tre ospedali sono stati finanziati, con una delibera del dicembre 2000 addirittura con 70 miliardi.
Passate le elezioni, quando finalmente si esaminerà il Piano sanitario e si arriverà al momento della verità, probabilmente ci proporrete di chiudere l'ospedale di Carmagnola! Chiedo, allora: a chi saranno addebitati, come spreco, i denari che sono stati spesi per migliorare l'ospedale di Carmagnola, che poi verrà chiuso?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Per quanto riguarda il punto 1), si rileva che la presenza di tre ospedali rappresenta una criticità storica, anche qui all'interno dell'Azienda che dovrà essere attentamente valutata all'interno del nuovo Piano socio-sanitario regionale, come sollecitava ed aspetta con una certa preoccupazione il collega Riggio.
Per quanto riguarda i punti 2) e 12), si richiamano le considerazioni sviluppate nella premessa della D.G.R. n. 14-2588 del 29/3/2001: "Il bilancio dell'Azienda riporta il finanziamento regionale assegnato con D.G.R. 35-1920 del 7/1/2001, pari a 394 miliardi; gli oneri contrattuali per la dirigenza e le convenzioni uniche nazionali per l'anno in corso sono stati quantificati in lire 19,569 miliardi.
Le risultanze gestionali e l'andamento dei costi saranno puntualmente verificati nel corso del monitoraggio trimestrale a consuntivo.
L'assegnazione regionale 2001, ex D.G.R. 35-1920 del 7/1/2001, se confermati gli oneri contrattuali, risulta essere di lire 413,569 miliardi cioè i 394 miliardi che erano stati assegnati, più i 19,569 miliardi degli oneri contrattuali.
In sintesi, la manovra 2001 richiede, rispetto al 2000, un recupero di circa 6 miliardi, pari all'1,5%, perché i dati che erano stati forniti e sui quali ci si era basati non prevedevano gli oneri contrattuali. Quindi un recupero di circa 6 miliardi, pari all'1,5%.
La relazione di accompagnamento alla manovra 2001, presentata dal direttore generale si sostanzia delle seguenti azioni: progressivo riordino strutturale e organizzativo dei presidi, che richiede tempi medio-lunghi e pertanto non produce effetti economici immediati; rinvio delle nuove attività e dell'apertura delle nuove RSA, ovvero il trasferimento nelle stesse di utenti già ricoverati in strutture private convenzionate, per mantenere invariati i livelli assistenziali e di spesa; sviluppo dell'organizzazione dipartimentale e delle attività a ciclo diurno contenimento dei costi per beni e servizi.
Le azioni intraprese comportano: il mantenimento dell'attività di ricovero ospedaliero e ambulatoriale; l'incremento dei posti in assistenza diurna e residenziali per i disabili; l'incremento dei posti letto per anziani a gestione diretta; un aumento di 300 unità dei casi trattati in assistenza domiciliare.
Si rileva altresì un decremento sull'area della residenzialità psichiatrica complessiva, il cui andamento necessita di monitoraggio ed analisi, con riferimento all'indicatore regionale definito unicamente in relazione ai posti letto in comunità protetta e in comunità alloggio.
Preso atto che la manovra 2001 richiede, rispetto al preconsuntivo 2000, un recupero di circa 6 miliardi, si ritiene che l'ASL 8 non necessiti di risorse aggiuntive e possa rispettare, mediante azioni di tipo congiunturale, il budget assegnato mantenendo l'attuale livello assistenziale. La Conferenza dei Sindaci prende atto della manovra proposta dall'ASL 8 e rimanda alla concertazione regionale gli eventuali interventi strutturali." Punti 5, 10, 11: Le criticità evidenziate sono riferite al momento gestionale dei presidi ospedalieri. In effetti la natura delle opere strutturali riguarda essenzialmente interventi di adeguamento a norma di sicurezza anche tramite la ristrutturazione e l'umanizzazione delle strutture in particolare: presidio ospedaliero Maggiore di Chieri Ristrutturazione del presidio in attuazione previsione Piano Sanitario Regionale, adeguamento a norme di sicurezza, umanizzazione e riconversione degenze ordinarie in Day Hospital e Day Surgery, attività intramoenia e miglioramento efficienza attrezzature. 2a Fase. Completamento ristrutturazione corpi di fabbrica esistenti.
Presidio Ospedaliero S. Croce di Moncalieri - Ampliamento e ristrutturazione del presidio ospedaliero. 2a Fase: Realizzazione nuove volumetrie degenze a valle e nuovo accesso, ambulatori e servizi ristrutturazione del nucleo storico del presidio.
Presidio ospedaliero S. Lorenzo di Carmagnola- 2a Fase: ristrutturazione di parte del presidio, in attuazione previsioni Piano Sanitario Regionale, tramite adeguamento a norme di sicurezza e umanizzazione delle degenze nel nucleo storico del nosocomio e completamento della ristrutturazione di parte del presidio, in attuazione previsioni Piano Sanitario Regionale, tramite adeguamento a norma di sicurezza e umanizzazione delle degenze nel nucleo storico del nosocomio.
Parco sanitario di Nichelino II Lotto - Completamento della nuova struttura sanitaria sede degli uffici distrettuali e del CUP, consultorio familiare, neuropsichiatria infantile, poliambulatorio specialistico centro dialisi ad assistenza limitata e guardia medica C.P. psichiatrica di Chieri - Nuova realizzazione comunità protetta tipo B - 20 posti letto e n. 2 comunità alloggio 8 posti letto. In tal senso l'esistenza e il conseguente funzionamento dei presidi in oggetto peraltro mai posto in discussione, indipendetemente dall'organizzazione dell'attività svolta (a ciclo diurno, continuativo o residenziale) necessita comunque degli interventi indispensabili per gli adeguamenti alla normativa vigente.
Ricordo che, per quanto riguarda l'ospedale di Carmagnola, i lavori sono stati realizzati perché, comunque, era necessario mettere a norma oppure si chiudeva, ipso facto, tre anni fa. Peraltro, ai sensi della legge Merloni ter, l'Azienda ha presentato, nel mese di marzo c.a., il programma triennale degli interventi in edilizia, coerenti con le previsioni gestionali proposte in attuazione della manovra sanitaria per l'anno 2001.
Il Nucleo di Valutazione dell'Assessorato sta verificando la congruità degli interventi proposti per l'assegnazione definitiva dei finanziamenti necessari. Nel momento in cui l'istruttoria evidenzi casi di incompatibilità degli interventi strutturali rispetto alla gestione aziendale, saranno prescritti i conseguenti adeguamenti che dovranno essere oggetto di rettifica della programmazione regionale degli investimenti nonché dall'accordo Stato-regione sui finanziamenti ex art. 20 II fase.
Al punto 6 per conoscere lo stato di avanzamento dei lavori dei suddetti interventi e per sapere se sono congruenti con il programma contenuto nella citata delibera del 3 ottobre 2000. Lo stato di avanzamento dei lavori della II fase dell'art. 20 è il seguente: le opere sono in fase di progettazione mentre sono in fase di ultimazione i lavori della prima fase.
Punto 7 chiede per sapere quale sia l'incidenza dell'assistenza domiciliare integrata. L'ASL 8 ha indicato di aver trattato nel 2000 n. 980 casi in assistenza domiciliare e prevede nel 2001 di incrementare l'attività portando i soggetti assistiti a 1275, che rappresenta rispetto alle indicazioni programmatiche per il 2003 indicate dalla Regione per la stessa Azienda in 1865 casi, il 68% dei casi previsti. L'ASL dichiara inoltre, un costo per caso analogo a quello delle previsioni regionali: lire 5.687.000.
Il punto 8 chiede per sapere quale sia l'incidenza della residenzialità psichiatica. A fronte di un fabbisogno stimato, ai sensi del vigente Piano Sanitario Regionale e del progetto Obiettivo nazionale "Tutela della salute mentale" 1998-2000, in 68 posti letto residenziali in comunità protetta ed in comunità alloggio, equivalente a 2,5 posti letto ogni 10.000 abitanti l'incidenza della previsione aziendale per il 2001 sulla popolazione dell'ASL (109 posti letto) è di circa 4 posti letto ogni 10.000 abitanti (quindi è leggermente superiore alle indicazioni nazionali e regionali).
Il punto 9 per conoscere quali siano le prospettive di utilizzo, tempi di completamento, modalità di gestione e disponibilità dei posti nella struttura RSA Latour. L'ASL 8 prevede di procedere all'apertura della RSA Latour, dotata di 150 posti letto, nella seconda metà del 2001, rendendone disponibili per il miglioramento della dotazione aziendale complessiva solo una parte, mentre i rimanenti verranno utilizzati secondo le modalità specificate al punto 2. Inoltre l'ASL 8 intende mettere a disposizione di altre Aziende Sanitarie Locali i posti letto non utilizzati per soddisfare il loro fabbisogno.
Il punto 12 chiede se non si consideri che per l'ASL 8, nella quale il costo medio di prestazioni ambulatoriali è di lire 20.000 a fronte di una media regionale di 29.000a e nella quale esiste un rapporto di 632 dipendenti per dipendente a fronte di una media regionale di 464, tagli finanziari della dimensione contenuta in delibera non rischiano di bloccare il necessario sviluppo dei servizi sanitari. Si precisa che l'Azienda nel mese di dicembre 2000 aveva presentato un fabbisogno per l'anno 2001 di 419 miliardi che la manovra regionale ha ridefinito in 394 miliardi, cui sono da aggiungere 20.4 miliardi di finanziamento degli oneri contrattuali per la dirigenza e per i medici di medicina generale, ottenendo così un importo di 414,4 miliardi. Il preconsuntivo per l'anno 2000, presentato nel mese di febbraio u.s., determina un fabbisogno, oneri contrattuali compresi, di 420,1 miliardi, pertanto la manovra aziendale richiede un recupero di circa 6 miliardi. L'entità del recupero rispetto all'anno 2000, che nella manovra aziendale presentata dal Direttore Generale avviene con l'azione combinata di minori costi e maggiori entrate proprie, quindi con azioni di tipo congiunturale che non comportano riduzione dei livelli assistenziali e lo sviluppo razionale ed efficiente dei servizi sanitari resi nella forma appropriata.
Si confida che, anche per la bravura del direttore generale dell'ASL 8 questa non penalizzi assolutamente i servizi a fronte di un'attribuzione di 6 miliardi circa rispetto al 2000.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riggio; ne ha facoltà



RIGGIO Angelino

Sono in grado di smentire l'Assessore sulla base delle constatazioni che faccio, in quanto medico di famiglia.
Malgrado la bravura e il giudizio positivo, che condividiamo, del direttore generale, i servizi, invece, stanno subendo un vero danno.
L'Assessore ha parlato del raddoppio del poliambulatorio di Nichelino ma c'è il rischio che questo diventi un emerito scatolone vuoto. Parlo del modulo C dove dovrebbe essere attivato la Day Surgery mentre, di fatto malgrado le strumentazioni siano a disposizione, è tutto quanto fermo.
Parlo del servizio di diagnosi precoce della displasia congenita dell'anca del servizio di ecografia che è stato sospeso. Parlo del fatto che due infermiere dell'ADI sono in manternità e non sono state sostituite (mettere in ADI e miei assistiti, come, in generale, gli assistiti dei medici di famiglia, è diventato veramente complesso). Le infermiere dell'ADi hanno un livello di demotivazione che veramente è preoccupante, sono in condizioni di incredibile super lavoro. Parlo del servizio di radiologia che aveva ottenuto di avviare, tramite attività intramoenia, un meccanismo per cui si azzerava la lista d'attesa che è stato sospeso. Parlo del servizio di laboratorio analisi di Nichelino che, di fatto, si sta svuotando. L'ha detto molto bene il collega Chiezzi, prima, parlando di Venaria. Prima di questa "operazione-verità", che ci sarà dopo le elezioni (non illudetevi malgrado la complicità dei giornali, che molto spesso non fanno pervenire le notizie, è più facile che appaia sui giornali se io dicessi che lei Assessore, ha fatto chissà cosa di scandaloso sul piano personale, terreno su cui non scenderei mai, però è più facile che compaiono delle notizie su queste sciocchezze che non su questioni di sostanza), malgrado però ci sia una certa omertà da parte dei giornali, ormai siete nudi. Quest'aula sembra un po' un'astronave perduta nello spazio, dove quanto si discute sembra interessare soltanto gli addetti ai lavori. Ormai tra i cittadini quest'idea è risultata abbastanza chiara: siete nudi! Il fatto che voi aspettiate le elezioni per fare i tagli veri, gli interventi veri, quelli strutturali, su Venaria, su Avigliana, Giaveno, Carmagnola etc., visto che non siete stati capaci di fare la razionalizzazione prima, perché voi andate (come ha detto lei "Correremo ai ripari) avanti per emergenze (che sono quelle che consentono il minimo di democrazia e il massimo di arbitrio). Però, questa cosa qua, i cittadini piemontesi ormai ce l'hanno chiara! Malgrado le grandi questioni siano rimandate a dopo le elezioni, la percezione della diminuzione quantitativa, ma soprattutto qualitativa è una cosa ormai chiara. La questione della Latour è esemplare. C'è un atteggiamento, rispetto a queste questioni delle RSA, che è quello di far slittare il più possibile, di far scivolare i meccanismi di spesa. Ma sa cosa significa far scivolare i meccanismi di spesa? Significa che in famiglia ti devi tenere l'anziano handicappato che, per via dell'ictus ormai è assolutamente ingestibile! Su chi sta ricadendo ciò che state facendo voi? Sulle famiglie, dove si perdono giornate di lavoro, serenità reddito, tempo libero. Almeno di questo, sentitevi responsabili!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Ho sentito, anzi, ho visto che, quando il Consigliere Riggio accennava a dei problemi di assistenza riferiti all'ASL 8 l'Assessore ha scosso la testa come a dire che non c'era da temere questo pericolo. Invece, credo che questo pericolo dovrebbe essere tenuto presente, perché si evince dalle parole del Direttore generale.
Possiamo anche dare fiducia all'Assessore quando dice di non voler pregiudicare i livelli assistenziali, però se leggiamo i documenti capiamo che è difficile coniugare questa presa di posizione con quello che avviene nella realtà. Lo stesso Direttore generale prevede di risparmiare quattro miliardi sul costo del personale, dicendo "Mediante controllato blocco della copertura del turn over".
Lo sappiamo tutti cosa significano queste parole: esattamente la situazione che ha descritto il Consigliere Riggio. Possiamo anche far finta di nulla, interpretarle come una bellissima descrizione, ma mi sembrano un po' (non so se hanno già finito) la lettera che stanno scrivendo gli americani ai cinesi per chiedere scusa senza chiedere scusa! Esse vogliono dimostrare, cercano di dimostrare che si andrà ad una riduzione del personale con tutto ciò che sappiamo. Lo sappiamo tutti che l'effetto immediato di queste manovre sarà che i Direttori generali cercheranno di risparmiare laddove possono, e la prima voce di risparmio è quella di tagliare i posti, il turn over. Un esempio, probabilmente ininfluente riguarda direttamente la mia posizione, il mio ruolo. Nell'Azienda sanitaria ospedaliera di cui faccio parte non è stato sostituito il mio ruolo, prima si erano già fatte tutte le pratiche per la sostituzione del mio ruolo, ma non è stato coperto, proprio perché costituisce un risparmio.
Quindi, è inutile che pensiamo di riuscire a realizzare quello che noi non rusciremo a realizzare. Questa manovra porterà inevitabilmente ad un unico risultato: bloccare il turn over delle assunzioni. Queste cose le sappiamo tutti, e le conseguenze del blocco sono quelle efficacemente descritte dal Consigliere Riggio. Le persone non possono impegnarsi più di tanto nello svolgere il proprio ruolo, nel senso che i compiti previsti per due persone non possono essere svolti da una sola. Lo sappiamo tutti. E' un po' una commedia delle parti, perché parliamo di molte cose ma, sul sostanziale non siamo riusciti, finora, a venire a capo di nulla, ad arrivare al punto cruciale.
Assessore, la stessa conclusione del documento dell'ASL 8 giustifica questa preoccupazione, perché il Direttore dice "In conclusione, una manovra sicuramente difficile per la nostra Azienda, che controllerà i costi con l'assegnazione di budget sostanzialmente di spesa che, a cascata dovrà corresponsabilizzare tutta la dirigenza, che verrà giudicata, anche ai fini della corresponsione degli incentivi, sul rispetto della spesa prefissata". Queste parole giustificano e dicono chiaramente quale sarà l'atteggiamento: i vari responsabili di unità operative cercheranno di risparmiare dove possibile, a partire dai tagli al personale, perché sanno che da lì ne discenderà il giudizio sul loro operato.
Per concludere, credo che davvero questa manovra, che era necessaria e indispensabile, nasce con dei presupposti e va a sfociare laddove noi, da più tempo, insistiamo. Questo porterà, inevitabilmente, a dei problemi a livello assistenziale.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 662 dei Consiglieri Riggio, Suino, Manica, Placido Marcenaro, Muliere, Riba, Ronzani, Tapparo, Saitta, Chiezzi e Moriconi inerente a "Criticità individuate dall'Assessorato per l'ASL 9: responsabilità, indicatori e soluzioni"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 662.
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

L'ASL 9, per dare qualche elemento in più ai colleghi che non siano semplicemente numeri, è la zona che riguarda Cuorgnè, Ivrea, Caluso Castellamonte, che è una zona importante, e cercherò - spero di riuscirci di far cogliere alcuni degli elementi di maggiore attenzione e gravità che dobbiamo tener presente.
Su quell'ASL, la "ASL 9 di Ivrea", chiamiamola così per semplicità, la deliberazione della Giunta regionale porta sostanzialmente un taglio dell'11% dei costi stimati per il 2001. Siamo sui 41/42 miliardi di tagli siamo già nel conteggio sul 2000, ad un ulteriore, ad un più 7,3% rispetto a quello che era già stato il contenimento sul 2000. Perché è ancora più grave - o per lo meno è grave come in altre situazioni e contesti - questa manovra nel caso dell'ASL 9? Perché lì abbiamo 108 Comuni che vi afferiscono e 5 Comunità montane: si tratta di uno degli esempi di grande bacino geografico, sono 180-190 mila gli abitanti che vi afferiscono da punti diversi, anche lontani tra loro, quindi con disagi legati alle caratteristiche specifiche e precipue delle zone di montagna.
Per quanto riguarda il nostro paese e, in particolare, il Piemonte ricordo che i dati epidemiologici rilevati due anni fa evidenziavano quali zone a più alta mortalità proprio le zone di montagna e questa ASL ha un bacino di utenza con queste caratteristiche. Se verifichiamo, vediamo che il tasso di ospedalizzazione della popolazione da anni è il 160 per mille che è uno standard universalmente ritenuto buono ed ottimale; vediamo che l'indice di fuga rispetto ad altre ASL per ricovero e altro è il più basso di tutta la Regione: siamo al 30 per mille quando la nostra Regione ha punte negative di esodi verso altri territori. Quindi, si direbbe che questa ASL presenti le caratteristiche di una buona funzionalità e di una buona risposta. Se vediamo i case-mix sul territorio rispetto allo standard piemontese, vediamo che siamo nell'ordine dell'1,23-1,25%, quindi vuol dire all'incirca un buon 20% in più rispetto alla media regionale.
La manovra che l'Assessore D'Ambrosio si inventa per questa ASL crea uno scompiglio pazzesco in un territorio che ha delle sue regole e una sua funzionalità, perché, sostanzialmente, è una manovra fattibile soltanto prevedendo l'immediata chiusura dei presidi ospedalieri di Cuorgné e di Castellamonte. L'unica manovra possibile è quella di tagliare del 30-35% i beni e i servizi, bloccando tutte le attività a partire dal primo maggio 2001.
Chi è che dice questo? Lo dicono tutti i sindaci del territorio dell'ASL 9 e tutti esprimono parere contrario, Assessore.
Viene presentato un ricorso al TAR da parte del Comune di Ivrea e i documenti, ufficialmente votati dall'Assemblea dei sindaci e dei direttori dicono: "No ai tagli; no alla chiusura dell'ospedale di Cuorgné".
All'ospedale di Cuorgné vi sono dai 600 ai 700 parti all'anno, dagli 800 ai 900 interventi di ortopedia, 1.923 interventi di chirurgia, 6.915 visite ambulatoriali e voi chiudete questa realtà? Veramente ha dello psichiatrico, non so più come dire! Non solo: questa manovra abbatte di 120 posti letto le degenze ordinarie. Ma non siamo nell'unica ASL piemontese che non ricorre all'esodo? Non dovremo premiarla ed incentivarla? No, eliminiamo i posti letto! Ci sono 450 milioni in meno per le strutture di accoglienza, cioè le abbiamo ridotte a zero; 380 milioni in meno per il polo oncologico, meno il 50% già in vigore da gennaio; meno 420 milioni per AIDS, SERT e progetti sul territorio. Vi ricordo che lì ne avevano 570, meno 420; vuol dire che è stato applicato un taglio dell'85%.
E' pazzesco ed è una realtà montana dove i dati epidemiologici ci dicevano: "Attenzione, vanno sostenute, vanno aiutate, vanno in qualche modo protette". Questa è la protezione di cui siamo capaci.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Esaminiamo l'ASL 9 di Ivrea.
Per quanto riguarda il punto 1), si rileva la presenza, come è già stato sottolineato, di tre ospedali che rappresentano ovviamente una criticità storica all'interno dell'azienda, che dovrà essere attentamente valutata all'interno del nuovo Piano Sanitario Regionale.
Quando il collega Riggio dice che si parla solamente di razionalizzazione, di progettualità future e quant'altro, rispondo dicendo che c'era un Piano Sanitario Regionale, quello del 1997, per cui tutto ci che riguardava la razionalizzazione della rete ospedaliera non poteva che essere ripresentato in quello che era il nuovo piano.
I ritardi per il nuovo piano non sono ritardi notevoli perché, anche qui in Piemonte, generalmente, i piani sono rimasti in vigore quantomeno per 4-5 anni, oltre il tempo che era stato definito. Per cui il piano 1997 1999, approvato nel dicembre 1997 e che aveva una scadenza fisiologica nell'anno 2000, non rappresenta un ritardo eccessivo per quanto riguarda la programmazione regionale.
Indubbiamente, con il nuovo Piano Socio-Sanitario Regionale si cercherà di attuare quella che viene identificata come riforma strutturale e sulla quale, così come ha detto il Presidente Ghigo, cercheremo il massimo della condivisione, ben sapendo fin da adesso che, appena si tocca una qualsiasi struttura ospedaliera in Piemonte, i comitati locali e i politici, a qualsiasi parte essi appartengono, si sollevano. Però, come ho già ribadito in altre circostanze, se vogliamo una sanità di livello medio-alto e soprattutto, se vogliamo quella sanità nella quale credo, cioè il sistema sanitario nazionale ad assistenza globale, tutti dobbiamo fare uno sforzo affinché la razionalizzazione della rete ospedaliera abbia il massimo della condivisione. Su questo, sicuramente, ci sarà grande disponibilità e non si cercherà di agire, come è stato sottolineato in quest'aula anche questa mattina, in modo più o meno arbitrario.
La necessità della manovra di tipo congiunturale ci ha portati indubbiamente ad attuare una manovra in tempi brevissimi, quindi non ci sono state le necessarie consultazioni. Questo sicuramente non si verificherà per la manovra strutturale, a prescindere proprio dai passaggi di legge, che riguardano le consultazioni con gli Enti locali, la consultazione in IV Commissione e, poi, la discussione qui in aula.
Per quanto riguarda il punto 2), si richiamano le considerazioni sviluppate nella premessa della deliberazione di Giunta regionale del 29 marzo 2001.
Il bilancio dell'azienda riporta il finanziamento regionale assegnato pari a 330 miliardi.
Gli oneri contrattuali per la dirigenza e le convenzioni uniche nazionali per l'anno in corso sono state quantificate in 15 miliardi e 565 milioni, importo da verificare e validare come finanziamento regionale.
Le risultanze gestionali e l'andamento dei costi saranno puntualmente verificati nel corso del monitoraggio trimestrale a consuntivo.
L'assegnazione regionale 2001, se confermati gli oneri contrattuali risulta essere di 345 miliardi e 565 milioni, richiedendo, sulla base dei dati economici del preconsuntivo 2000, un recupero di circa 33 miliardi.
Questo è il recupero più alto, che è pari all'8,6%.
La relazione di accompagnamento alla manovra 2001 presentata dal Direttore generale evidenzia, quali azioni strutturali, la riorganizzazione dei presidi sui quali, come sottolineava qualcuno - ma non da adesso e non per le elezioni - la manovra doveva essere eminentemente congiunturale, non si procederà all'eventuale riconversione o chiusura di qualche ospedale dell'ASL 9. Sicuramente non di Cuorgnè, che sin da adesso è stato incluso tra gli ospedali di montagna e che quindi resteranno come tali ed avranno quantomeno, i servizi di base (e mi riferisco soprattutto alla chirurgia alla medicina e all'ostetricia). Né potevamo pensare di chiudere il reparto di ostetricia con 650 parti all'anno. Per cui, per l'ospedale di Cuorgnè non vi è stato alcun pensamento o ripensamento da parte della Giunta ma come sottolineava la collega Suino, il Direttore generale, per stare dentro il budget attribuito, doveva chiudere due ospedali. Sicuramente quello di Cuorgnè non si chiude.
Per quanto riguarda le attività ...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Diciamolo senza reticenza.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Io l'ho detto prima. Lei non mi seguiva, collega Riggio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

No no, seguivo benissimo.
Qual è l'ospedale che si deve chiudere?



PRESIDENTE

Prosegua, Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Non provochi, collega Riggio!



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Dica cosa si chiude.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Ma perché è così reticente?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Quando ci sarà il piano socio-sanitario si saprà con precisione; su quello discuteremo e vedremo il da farsi. Oggi come oggi è indubbiamente...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Intanto lì il collegio l'avete perso comunque.



PRESIDENTE

No, scusate. Assessore D'Ambrosio, la prego di proseguire nella risposta.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Alcuni quesiti che pone in modo birichino il Consigliere Riggio avranno risposta il 14 maggio, per cui sicuramente rinviamo a quella data le risposte alle sue domande.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Le delusioni le rimandiamo a quella data lì.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Le azioni intraprese comportano, per quanto concerne le azioni congiunturali e l'attività di base, il mantenimento dell'assistenza territoriale, il mantenimento dei livelli assistenziali delle fasce deboli con uno sviluppo dei posti letto a gestione diretta per anziani dell'assistenza residenziale per disabili, tossico-alcoolcodipendenti, la diminuzione dei costi dell'assistenza farmaceutica, un'elevata contrazione dei costi per beni e servizi.
Si rileva, altresì, un andamento lievemente decrescente sia sull'area della residenzialità psichiatrica che sull'area ospedaliera SPDC.
Tale andamento necessita di monitoraggio ed analisi in rapporto all'indicatore regionale riferito unicamente alle comunità protette e alle comunità alloggio. Per quanto riguarda le SPDC, questo dipende anche dal fatto che sulla SPDC di Ivrea fa capo Chivasso, quindi oltre che su Ciriè anche su Chivasso.
Per quanto concerne l'attività specialistica, sia in ambito di ricovero ospedaliero che ambulatoriale, i modelli di accompagnamento alla manovra evidenziano un forte calo delle attività e non trovano adeguata spiegazione nella relazione del direttore. Nessuna delle due ipotesi formulate relative alla riorganizzazione dei presidi, consente di raggiungere l'obiettivo del budget assegnato. I livelli assistenziali, che risulterebbero garantiti attivando le misure sopraevidenziate, richiedono secondo l'azienda, maggiori risorse. La programmazione dell'attività 2001 è stata presentata in data 02 febbraio 2001.
Comunque non si è formalmente espressa, ma è stato presentato ricorso al TAR affinché la deliberazione-madre, o, come la definisce la collega Suino, la "deliberazione dell'Epifania", venga ritirata.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

SUINO Marisa (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Della Befana.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Relativamente al punto 5), per sapere quale sia l'incidenza dell'ADI l'ASL ha indicato di aver trattato nel 2000 545 casi in assistenza domiciliare e prevede, nel 2001, un incremento dell'attività, portando i soggetti assistiti a 650, che rappresenta, rispetto alle indicazioni programmatiche per il 2003 indicate dalla Regione per la stessa azienda in 1365 casi, il 48% dei casi previsti.
L'ASL dichiara, inoltre, un costo per caso decisamente superiore a quello delle previsioni regionali, lire 7.064.000 rispetto a 5.688.000 indicati dalla Regione per tale tipologia di attività.
Al punto 6) si richiedeva quale fosse l'incidenza della residenzialità psichiatrica.
A fronte di un fabbisogno stimato ai sensi del vigente piano sanitario regionale del progetto Obiettivo Nazionale Tutela della Salute Mentale 1998/2000, in 46 posti letto residenziali in comunità protette e in comunità alloggio, equivalenti a 2,5 posti letto ogni 10.000 abitanti l'incidenza della previsione aziendale per il 2001 sulla popolazione dell'ASL è di circa 6 posti letto ogni 10.000 abitanti, pari a 108 posti letto, quindi quasi il doppio.
Come stabilito nella citata deliberazione di Giunta del 29/03/2000 tale dato previsionale sarà soggetto a monitoraggio trimestrale tenendo conto che nel piano di attività aziendale, sotto la voce Programmatica Assistenza Residenziale Psichiatrica, sono stati conteggiati tutti i posti letto in residenzialità psichiatriche e non soltanto quelli in comunità protette e in comunità alloggio, come invece era previsto dalla deliberazione di Giunta dell'01/02/2000. Faccio riferimento a quelle che erano le linee di programmazione sanitaria 2000-2003.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Intervengo con uno stato d'animo un po' particolare, nel senso che mi chiedo anche il significato di questo dibattito tra sordi, in sostanza, nel senso che vengono poste delle questioni, si risponde con osservazioni già preparate, ma non si entra nel merito.
D'altronde l'abbiamo richiesto noi, si sta svolgendo in un'aula quasi deserta. Continueremo a svolgere quest'azione di testimonianza anche per rilevare questioni che ci accorgeremo che saranno vere e ci accorgeremo che ancora una volta l'Assessore ha fatto affermazioni non esatte.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

Sono in delibera.



SAITTA Antonino

Quante cose sono in delibera! Lei ha citato il piano sanitario. Ma io leggo qui il piano sanitario vecchio e ho la deliberazione generale.
Ogni tanto, veramente, non riesco a stare sereno...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

Si sforzi di stare sereno, siamo a Pasqua!



SAITTA Antonino

Non riesco, perché quando lei afferma in questa deliberazione: "Abbiamo fatto il piano sanitario, poi le norme non sono state date, poi abbiamo dovuto modificare...". Sempre una negazione continua di una decisione presa, ma sempre da lei.
Il piano sanitario non è stato applicato perché lei non l'ha saputo applicare, e viene qui a dirci: "Vediamo il prossimo piano sanitario".



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

Ma non c'era la razionalizzazione...



PRESIDENTE

Assessore D'Ambrosio, la prego di non interrompere il Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Vogliamo leggere questa deliberazione generale, che è un atto di accusa pesante che talvolta dovrebbe leggere e, in qualche maniera, crearsi anche qualche problema di coscienza, se non politico? A un certo punto si dice: "Il piano sanitario approvato nel '97.
Occorre prendere atto che il piano sanitario, per quanto di indirizzo vada bene - eccetera - non ha concretamente potuto, per mancanza di norme cogenti, trovare attuazione". Ma chi doveva farle le norme cogenti? Chi doveva farle? Oppure, quando dice: "In questo quadro generale il piano sanitario richiedeva alle aziende di programmare la propria attività e pertanto quantificare, col massimo decentramento possibile, e questo non è stato fatto", chi doveva verificarlo questo? L'Assessore alla sanità della Regione Piemonte, l'Assessore d'Ambrosio. E continuo: "Ovviamente, questi strumenti della programmazione sanitaria dovevano essere diretta conseguenza degli accordi di quadrante". Dovevano essere, ma non lo sono stati. E' colpa nostra? E' colpa dell'Assessore regionale della Lombardia? Di chi è la colpa se qualcuno non ha verificato questo? E poi, siccome sono state fatte delle eccezioni, la Regione ha autorizzato tutte le eccezioni.
Allora non parli del vecchio piano sanitario, e non parli neppure del nuovo, perché lei non può parlare di un nuovo piano sanitario avendo fallito non tanto la redazione del piano, ma l'applicazione, perché non l'ha saputo applicare.
Ma torniamo all'ASL 9. Qui la realtà, checché lei abbia raccontato ai Sindaci, è che per l'ospedale di Cuorgnè è stata decisa la chiusura con questo piano di riorganizzazione. E' cosa difficile da dire, ma la realtà è questa. Lei sa perfettamente che la realtà è questa, per cui tutto ciò che è stato detto e scritto ha il valore di due o tre settimane: la riorganizzazione, chiudiamo il reparto; la realtà è questa. D'altronde guardi, questo piano, che è stato presentato dal direttore, è chiarissimo.
Il piano del Direttore dice, nelle premesse, una cosa molto semplice: se noi dovessimo applicare, dal punto di vista finanziario, ciò che la Regione ci dice, cioè la riduzione dell'11%, questo comporterebbe la chiusura degli Ospedali di Cuorgnè e di Castellamonte. E' scritto questo. In ogni caso occorre arrivare con una manovra di recupero finanziario nei termini indicati dalla delibera esclusivamente fattibili, prevedendo l'immediata chiusura dei Presidi ospedalieri di Cuorgnè e di Castellamonte, che assorbono risorse complessive valutabili in 49 miliardi circa nel periodo gennaio/novembre 2000. E il beneficio ne deriverebbe solo fra 4 anni, con la messa in mobilità del personale impiegato.
Queste sono le premesse da cui parte il Direttore. E non credo che siano premesse di una persona irresponsabile: sono le premesse di chi ha delle risorse e deve assumere delle decisioni.
Poi il Direttore aggiunge: però, considerato che la Regione Piemonte ci dice che bisogna fare quest'operazione di taglio senza ridurre i servizi noi chiudiamo gli Ospedali. E allora il Direttore fa un'operazione magnifica, all'interno delle indicazioni che gli ha dato la Giunta, e riduce un reparto, aumenta dei posti letto, fa il day-surgery, fa la fusione di due chirurgie, riduce i Pronto Soccorso da tre a due, individua un unico punto aziendale. Ma queste sono operazioni - e lei lo sa perfettamente - che non si realizzano in un anno. Siamo già al mese di aprile e neppure una lira è stata risparmiata rispetto alle indicazioni: questa è la verità. D'altronde sta scritto con chiarezza.
Anche per quanto riguarda il personale - e concludo - lei, Assessore sa che qui si parla di messa in mobilità di personale? Lei continua a negare questi fatti. Qui ci sono delle indicazioni precise. Io suppongo che questi Piani (questo e altri dove si parla di riduzione e riorganizzazione dei servizi), credo che siano una magnifica fonte per un'eventuale inchiesta della Corte dei Conti su come sono state amministrate le ASL perché sono una dichiarazione perfetta di uno sperpero di denaro pubblico.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Francamente, Assessore, nella sua illustrazione lei avrebbe dovuto dire che le cose stanno in un certo modo, che di fatto l'Ospedale di Cuorgnè ha già chiuso. Perché nemmeno avere il coraggio di dire queste cose quando sono sotto gli occhi di tutti coloro che vivono nel territorio è veramente un fatto di vigliaccheria assolutamente esagerato.
E poi ci viene detto che siamo arbitrari. Ma non siamo noi arbitrari: è arbitrario usare l'emergenza in questo modo; è arbitrario usare un Piano sanitario vigente in questo modo; è arbitrario non avere nemmeno il coraggio di dirle le cose.
Siamo in presenza di un'ASL che, oltre alle cose che dicevo prima - non ci ritorno - presenta dei dati assolutamente di buona gestione rispetto a quelli che sono i parametri nazionali e regionali. Siamo in presenza di un'ASL che ha anche saputo attivare un progetto ad hoc con l'Università per tenere sotto controllo quella che è la rete dei servizi sanitari, quindi siamo nell'ambito di una buona capacità, di una buona presenza, di un governo - forse è questo che vi crea dei problemi, perché dato che l'esempio qui è di non governarla la sanità, là dove ne hai uno che te la governa, la devi far saltare, perché altrimenti non me lo spiego diversamente.
Ma come? Noi siamo nell'ASL dove abbiamo l'Ospedale di Cuorgnè - ma glielo ripeto perché, insomma, sembra che parliamo veramente alla luna che ha 640 parti all'anno, 850 interventi di ortopedia, 1923 interventi di chirurgia, 6915 visite ambulatoriali che presta al suo interno, e questo Ospedale viene chiuso.
Non solo. Glielo ripeto, Assessore, lei non ci ha dato una risposta.
Sull'oncologia sta continuando a districarsi senza dare risposta. Allora quella è la zona più colpita dall'alluvione, e non diamo nessuna risposta.
Quell'ASL viene penalizzata fortemente, più di metà viene tagliata, ed è una delle ASL che più ha pagato le conseguenze dell'alluvione, e qui non si dice assolutamente nulla.
Non solo. Siamo nel territorio che ha tutta la vicenda legata ancora a Chernobyl e quindi alla radioattività: ve la ricordate la questione sul latte e le altre questioni legate all'alimentazione e gli interventi che sono stati fatti? Lei lì ha ridotto di un ulteriore 50% quelle che sono le prestazioni di prevenzione oncologica, in quella zona lì. Siamo nella zona che ha gli elettrodotti, con una delle punte più alte di crescita della leucemia. Certo, il Ministro Veronesi dice che... Va bene, ma rileviamole queste cose. Ma perché in presenza di una zona e di un territorio che ha un certo tipo di prestazioni, noi andiamo tagliare del 50% il polo oncologico ad azzerare le prestazioni economiche e i finanziamenti sui progetti territoriali, a diminuire di 120 posti, a chiudere un Ospedale? E non abbiamo il coraggio di dire: "E' chiuso". E' chiuso da 15 giorni, c'è il cartello che dice: "Signori, rivolgetevi da un'altra parte". Allora per forza che non siamo soddisfatti. Ma come si fa ad essere soddisfatti? Sembra che ci siano dei... Io mica sono candidata da nessuna parte, mica ho degli interessi particolari lì, ma è una questione di amministrazione della sanità, un minimo di amministrazione della sanità, della cosa pubblica.
Tra 15-20 giorni cosa facciamo, arriviamo col nuovo Piano, non abbiamo realizzato quello in cui abbiamo promesso tutto a tutti, arriviamo con un nuovo Piano e pensiamo così, sic et simpliciter, in base a come sono andati i risultati elettorali, di...? Signori, ma la sanità si amministra in un altro modo, non possiamo fare queste cose. Che cosa diciamo a quella convenzione con l'Università, al monitoraggio che loro hanno fatto? Cosa diciamo alle cinque Comunità montane che afferiscono a quella zona? Diciamo che ci eravamo sbagliati, che pensavamo che non avesse chiuso e invece nel frattempo l'Ospedale ha chiuso? E' un altro esempio di pazzia? Stanno impazzendo tutti quelli che lavorano nel territorio, soltanto dall'Assessorato regionale non ci sono dei segnali di pazzia? Lei, Assessore, continua a rispondere allo stesso identico modo a tutte le interrogazioni. Eppure ci sono dei dati epidemiologici diversi, c'è una domanda diversa, c'è una risposta diversa. Nemmeno la capacità di diversificare la risposta. Noi dall'opposizione, coi quattro elementi che ci ha dato - perché non ci ha fornito nemmeno tutta la documentazione che per legge dovremmo ricevere - siamo andati a vedere, abbiamo riscontrato abbiamo verificato e almeno diversifichiamo: è un fatto di rispetto nei confronti del territorio e dei cittadini che vi abitano. Grazie.



PRESIDENTE

Direi che possiamo riprendere la seduta alle ore 15, con la prosecuzione di questo punto e del punto 4), che è stato calendarizzato in successione, relativo alle nomine.
Devo anche informarvi che l'incontro richiesto dai Capigruppo di minoranza con il Presidente della Giunta per discutere in relazione alle sedute di bilancio, con la presenza anche del sottoscritto, è fissato per le ore 14,45 nell'Ufficio di Presidenza.
Vi comunico che la seduta riprenderà alle ore 15,15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.40)



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