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Dettaglio seduta n.85 del 04/04/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Costa Enrico, Deorsola, Dutto Ghiglia Mercurio, Pozzo, Rossi Giacomo.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

"Piani aziendali delle ASL e delle ASO in Piemonte" (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica, ne ha facoltà.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



MANICA Giuliana

Presidente, colleghi, nonostante la situazione di estremo interesse che mi mette quasi in imbarazzo - tenterò ugualmente di fare il mio intervento...



PRESIDENTE

Siamo incuriositi anche noi, collega Manica, non è vero? E' che vorremmo sapere...



MANICA Giuliana

Beh, vedo che l'aula è oltremodo attenta...



PRESIDENTE

Vorremmo sapere come mai, in un angolo dell'aula, si effettuano "riunioni", si legge e commenta un giornale di cui non siamo neanche a conoscenza! Mi scusi, collega Manica, vorrei solo aiutarla! Invito i colleghi Consiglieri a prendere posto e ad attutire il tono di voce, così che la collega possa intervenire sul dibattito generale.
Prego, Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Posso continuare? C'è qualche notizia che ha seminato il panico in Consiglio. Pare che si tratti dei collegi senatoriali!! A proposito di sanità. Il dibattito sulla sanità di oggi ha certe caratteristiche che vorrei evidenziare nella parte relativa al dibattito generale, perché poi, sulla parte relativa alle ASL, avrei delle cose più approfondite da dire.
Ciò che vorrei da subito sottolineare è un primo elemento che, a mio avviso, non è sufficientemente emerso né dalle relazioni - autorevolissime del Presidente Ghigo e dell'Assessore alla sanità né dal dibattito. In queste settimane, abbiamo avuto modo di esaminare (centellinandola) la situazione della spesa sanitaria piemontese in IV prima e in I Commissione poi. E, a mio avviso, l'elemento di fondo, non emerso dalle relazioni, è che ci siamo trovati davanti ad una spesa sanitaria che noi abbiamo voluto esaminare dal 1995 ad oggi in parallelo all'andamento dei trasferimenti nazionali del Fondo Sanitario Nazionale al Piemonte, in quanto l'esame in parallelo delle due cifre ci consente di svolgere una valutazione, nel momento in cui, tra il 1997 e il 1998, esplode il deficit sanitario piemontese, avendo ereditato nel 1995 un bilancio a pareggio.
Noi vediamo che gli andamenti sono distonici, cioè non sintonici mentre la spesa sanitaria nazionale, a differenza di quanto diceva il Consigliere Ghiglia questa mattina, cresce. Non solo, con i Governi del centrosinistra la rivalutazione del Fondo Sanitario Nazionale conosce degli aspetti assolutamente inediti nelle fasi precedenti. Di questo non ci accontentiamo, perché sappiamo che la sottostima storica del Fondo Sanitario Nazionale è cosa da recuperare in un periodo anche più lungo. Ma se questo elemento c'è, diventa sempre più consistente, in particolare sul Piemonte, anche parametrato a dei dati oggettivi, che sono quelli della quota capitaria pesata.
In assoluta non sintonia con questo, invece, la spesa sanitaria piemontese pur aumentando i trasferimenti del Servizio Sanitario Nazionale, ad un certo punto, subisce un'impennata e apre un deficit significativo, mentre i trasferimenti sono sempre più alti.
Non solo, con l'esame ravvicinato dei due dati, anno per anno, dal 1995 al 2000, arriviamo al 1999 in cui, per effetto immediato dell'accordo del 3 agosto, di cui il Presidente Ghigo parlava, con sviluppi successivi arriviamo sostanzialmente a ripianare un debito di oltre 2 mila miliardi ripianati compiutamente dallo Stato con un versamento di oltre 500 miliardi, vi sono altre centinaia di miliardi sui ticket, vi sono 1.200 miliardi di finanziamento sull'ex articolo 20, quindi di edilizia sanitaria.
A fronte di tutto questo, invece, cosa avviene? Oggi, e lo possiamo dire con certezza, sul 2000, indipendentemente dal lungo dibattito svolto in Commissione, ci sono circa 1.200 miliardi che ancora ballano. Ballano perché non vengono inseriti tra le uscite e non vengono inseriti tra le entrate. Per cui noi dovremo avere una spesa sanitaria che si dovrebbe aggirare - questo è il punto chiave - intorno ai 9.500 miliardi, se fosse una cifra reale la cifra di bilancio; invece abbiamo dei dati che si aggirano intorno agli 8.300-8.400 miliardi.
Questo è il punto sostanziale del bilancio che abbiamo davanti e che inizieremo ad esaminare lunedì e che non è assolutamente comparso nelle relazioni.
Cosa è successo? Si è assunta una misura congiunturale - si tratta delle deliberazioni del 7 gennaio - che anche dalle prime note sintetiche dell'Assessore regionale si dimostra una manovra ingiusta ed inefficace.
Ingiusta perché opera dei tagli uguali in situazioni diverse: a chi aveva sprecato e a chi aveva risparmiato, a chi aveva avuto 700 miliardi, come le Molinette, e a chi, come le ASL del quadrante del nord-est del Piemonte (ad esempio, del novarese e del VCO), che hanno sempre avuto una spesa sottostimata, continua ad esserlo e il taglio è lo stesso.
Sono soprattutto inefficaci per una ragione molto seria: non ritorniamo alla quota capitaria pesata, sulla base della quale avvengono i trasferimenti del Fondo Sanitario Nazionale, e non interveniamo su alcune cause strutturali. Le cause strutturali sono quelle che noi enunciamo nella premessa della deliberazione: i ricoveri impropri, la struttura obsoleta delle nostre attrezzature tecnologiche e l'impossibilità di spostare costi impropri insiti negli ospedali sul territorio.
Voi sapete cosa si è verificato con quelle deliberazioni del 7 gennaio, sia quelle che avete approvato in prima battuta con deliberazione di Giunta sia quelle che avete respinto con osservazioni, che hanno tagliato tutte sui servizi territoriali, sulle R.S.A., sui servizi per anziani, sui servizi per l'Alzheimer, e su tutto il territorio hanno dato un consistente colpo alla rete della struttura dei piccoli e dei medi ospedali piemontesi? Non si tocca nulla dei doppioni e dei ricoveri impropri delle grandi strutture ospedaliere: questa è l'efficacia della misura congiunturale.
Voi sapete che la misura congiunturale non è sufficiente, perché se sono 1.200 i miliardi che mancano, sul 2000 ne mancano altrettanti. Sulla cifra analoga, se gli andamenti sono questi, noi potremmo veleggiare verso il 2001, posto di poter operare dei risparmi con queste deliberazioni: 350 miliardi di mutuo e altro; e sapete bene che la manovra non è finita qui.
Vorremmo chiedere al Presidente Ghigo se la proposta avanzata dal suo responsabile nazionale della sanità di Forza Italia, cioè far pagare i ticket ed eventualmente rimborsarli sufficientemente, è la misura strutturale che lei intenderà assumere dopo le elezioni, avendo adesso operato soltanto una manovra di assestamento, che ho cercato di spiegare in quanto la ritengo insufficiente ed inefficace? E' quella? L'operazione di eliminare i ticket a livello nazionale per reintrodurli, magari anche con una forma di rimborso, come questa, a livello della sanità piemontese, è una manovra che rigetto sia sul piano politico che sul piano della scelta di politica sanitaria. Ma è una misura e io, avendola sentita parlare di questo in relazione, sarei molto interessata a capire qualcosa di più sull'andamento attuale e successivo al periodo elettorale su una vicenda come questa.
Inoltre, sarei interessata a capire qualcosa di più degli altri accenni che lei ha fatto questa mattina, che sono stati ripresi dall'Assessore, ma che aveva già svolto in sedute precedenti, sulle linee di riorganizzazione della sanità piemontese.
Le linee di riorganizzazione della sanità piemontese sono la separazione tra gli ospedali e il territorio? Gli ospedali vendono pubblici e privati, il prodotto e il territorio compera, un modello tipo quello lombardo? E' questa la riorganizzazione? Con un ridimensionamento serio delle piccole e medie strutture ospedaliere, territorio che acquista struttura ospedaliera pubblica e privata che vende, senza mai dichiarare la compressione della piccola e media struttura ospedaliera, ma facendo in modo che i piccoli ospedali di Santhià, di Gattinara, di Omegna, di Galliate - se vuole, proseguo - progressivamente chiudano? E' questo il modello? Se è questo, Presidente Ghigo, si apre un dibattito serrato. Penso che questa idea, oltre ad essere ingiusta, si dimostrerà inefficace perché lei ha davanti a sé un mercato in Piemonte che ha il 95% di pubblico e il 5% di privato, non il 25; non mi risulta che la struttura del San Raffaele e della Compagnia delle Opere attualmente lavori in Piemonte sul mercato o sia interessata a questo.
Queste sono due questioni di fondo, che sarebbe molto interessante capire in modo ulteriore rispetto alla riflessione che stiamo svolgendo. E' la terza questione di fondo, ma riguarda strettamente la vicenda del bilancio: dove e come lei intenda allocare quei mille miliardi nel bilancio che inizieremo a discutere da lunedì prossimo.
Per quanto riguarda i territori e le aziende del novarese e del quadrante del nord-est, svolgerò delle riflessioni di merito, ma vi sono posizioni diverse all'interno del Gruppo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Rompendo la prassi che dà autonomia al Presidente di intervenire in chiusura del dibattito, credo che due o tre interrogativi posti dalla Consigliere Manica debbano essere chiariti immediatamente, non che quelli posti da altri Consiglieri non abbiano lo stesso merito, ma diciamo che questi, sentendomi colpito direttamente, li voglio subito chiarire.
Ho distribuito quel documento; come lei ricorda, nella mia esposizione non ho citato che fosse un'idea di Forza Italia, poi sul documento c'era scritto, a parte che le idee sono tutte legittime. Quella è un'idea che è stata posta nel Comitato degli Assessori alla sanità in senso generale e non è un'idea o un pensiero di manovra che io personalmente ho preso in considerazione per la Regione Piemonte. Quindi, si trova nell'alveo di quelle grandi discussioni che si fanno, ma che, da parte mia, non ha ancora raggiunto l'approfondimento del caso. Tant'è vero che nel mio intervento di questa mattina, pur essendo scritto nella relazione che è un'idea - non mi ricordo neanche il nome - di una persona che fa riferimento a Forza Italia non rientra nell'ottica di quello che noi vogliamo fare.
MANICA Giuliana (fuori microfono) Tommasini.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Come si chiama? MANICA Giuliana (fuori microfono) Tommasini.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Tommasini. Posso garantire che non so neanche chi sia, nel senso che è una nota che ha introdotto la persona che mi ha preparato questa relazione.
Per quanto concerne, invece, l'altro tema, che rappresenta un elemento di valutazione che stamani ho brevemente accennato solo nel percorso e non nei contenuti, chiaramente, perché i contenuti sono in progress, nel senso che la presentazione del piano sanitario regionale è una cosa alla quale stiamo lavorando molto intensamente e che sarà oggetto di tutti quei percorsi che lei ben conosce (di consultazione, di presentazione nella Conferenza delle Autonomie, di discussione in Giunta e poi naturalmente in Consiglio), ciò che però mi preme dire, ed è il motivo per cui ho deciso di intervenire, è che lei ha fatto un riferimento al modello lombardo immaginando o pensando che il modello di riferimento che la Regione Piemonte vuole attuare nella presentazione e nella formulazione del piano sanitario regionale sia quello lombardo.
Non so se le do un dispiacere o se le do, invece, una notizia positiva, ma sappia che il modello di riferimento per l'ipotesi di riforma che noi abbiamo in mente non è quello lombardo. Immagini, Consigliera Manica, che siamo talmente immaginifici e positivi che riteniamo che questo modello si debba chiamare "modello piemontese", in contrasto con il mio collega Formigoni, se non fosse per far sì che sulla sanità si cominci a parlare di modelli contrapposti e non del modello lombardo, che lei mi insegna essere un modello non esportabile in altre Regioni per la configurazione della struttura sanitaria della Lombardia e, soprattutto - qua non esprimo elementi di giudizio - non mi sembra il riferimento al quale, con l'Assessore D'Ambrosio, abbiamo intenzione di rifarci.
Le dico subito - e qua faccio un'affermazione di principio - che il modello di sanità che abbiamo in mente per il Piemonte è un modello di sanità pubblica. Mi sono spiegato? Questo non significa che il privato non debba avere un ruolo, ma significa che il pubblico ha un ruolo, e che ha un ruolo predominante. Poi naturalmente, nell'intreccio e nella partecipazione della fornitura dei servizi, il privato, nei luoghi e nei modi che le leggi permettono, farà la sua parte. Ma il modello di sanità che abbiamo in mente è un modello pubblico, perché noi riteniamo che questa sia una scelta corretta.
Su come poi questa riforma si esplicherà, questo non tolga la suspense e non mi solleciti più di tanto a farle delle anticipazioni.
MANICA Giuliana (fuori microfono) So che la realtà che metterete in campo supererà ogni fantasia!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Mi fa piacere che lei abbia queste speranze! Se non altro, sono sicuro che porremo sul tavolo argomenti che susciteranno vivaci discussioni.
Quello che le posso garantire, che lei ci creda o no, è che non abbiamo modelli di riferimento. Stiamo pensando ad un nostro modello. Questo naturalmente, può essere giudicato positivamente o meno, ma pensiamo ad un nostro modello, ad un modello nel quale la sanità pubblica abbia chiaramente il ruolo da protagonista e pensiamo anche ad un'attuazione. Le cito soltanto una linea di filosofia generale sulla quale stiamo elaborando evidentemente una segmentazione e una proiezione sulla realtà della sanità piemontese. Se mi permettete di fare alcune considerazioni legate alle regole del marketing, la sanità, come lei mi insegna (faccio questi paragoni evidentemente dando per scontato tutti gli aspetti etici dei livelli minimi di assistenza e quant'altro) è un mercato nel quale la domanda non è comprimibile, perché non è gestibile. La domanda nella sanità è quella che le contingenze producono. Allora, non potendo comprimere la domanda, che è strettamente legata al costo - questo è ovvio - noi immaginiamo e pensiamo ad un modello che ci permetta di segmentare la risposta alla domanda, cioè di differenziare il costo della risposta secondo la domanda, con una giusta e correlata sinergia tra il servizio territoriale e il servizio ospedaliero. Lei sa bene - ce lo insegnate e ce lo avete rappresentato in tante situazioni - che oggi uno dei problemi principali del costo della sanità è che buona parte della domanda sanitaria finisce in strutture ospedaliere e le strutture ospedaliere, per loro configurazione e per loro realtà, hanno dei costi generali di gestione più alti che una differenziazione di strutture di risposta di domanda sanitaria a livello territoriale.
Ora, il ragionamento di base è questo. Il risultato devo dire onestamente che lo stiamo elaborando. Non so ancora quale possa essere, ma ci stiamo muovendo nel tentativo di realizzare una giusta commisurazione tra strutture ospedaliere e strutture territoriali, in relazione ad un meccanismo che coinvolge tutti gli operatori della sanità, non ultimi i medici di base, in quanto la spesa farmaceutica ha assunto (e quella diagnostica assumerà) un elemento di non controllo di spesa, in modo da arrivare non a comprimere la domanda, perché non è il nostro obiettivo, ma a dare efficienti risposte sanitarie in modo segmentato, e quando dico segmentato dico a costo differenziato, nel senso che il nostro obiettivo è quello di realizzare una riforma che ci permetta di dare la risposta sanitaria al cittadino; oggi quella risposta ci costa 100 lire in modo indifferenziato; diciamo che domani vorremmo arrivare a far sì che questa risposta venga data ad un costo di 30 lire quando il bisogno corrisponde a 30 lire, e a 100 o 120 quando il bisogno corrisponde a 100 o 120 lire.
Queste sono, a grandi linee, le riflessioni che stiamo tentando di mettere in pratica. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione le relazioni svolte dal Presidente Ghigo dall'Assessore D'Ambrosio e anche questo breve intervento aggiuntivo del Presidente Ghigo.
Cosa dire? Siete stati ineffabili; non so, una sorta di "Bronzi di Riace": belli, alti, statuari, con lo sguardo fermo, ben posizionati inattaccabili, inossidabili.
Ma come? Avete ereditato nel 1995 il Governo con un bilancio della sanità in pareggio e, tranquilli, avete viaggiato per sei anni nominando i Direttori, poi rinominandoli, poi decaduti rinominandoli come Commissari poi trasformando i Commissari di nuovo in Direttori, sparigliando un po' le carte delle ASL; i Direttori hanno nominato i primari, i quali sono stati nominati anche se non avevano i posti letto. Avete acconsentito che la sanità fosse gestita caso per caso, senza integrazione alcuna, con duplicazione di servizi anche costosi posti a pochi chilometri di distanza uno dall'altro, avete promesso tutto a tutti, avete lasciato correre la sanità nella direzione in cui le varie spinte proponevano andasse.
In questo cammino, serafici, avete sempre respinto le critiche dell'opposizione, le preoccupazioni che dal '97-'98 in poi vi ponevamo, di attenzione ai conti, ai deficit, al fatto che i conti crescevano in direzione di uno sbilancio, che il servizio e la qualità non miglioravano serafici, siete andati avanti, negando tutto! Nel frattempo lo Stato ripianava i deficit che stavate producendo e di cui a noi negavate l'esistenza. In cinque anni avete accumulati più di 2.100 miliardi di deficit che lo Stato, "quel cattivone", ha ripianato. Quello Stato contro il quale avete avuto il coraggio, oggi, di dire: la colpa viene di là.
No, caro Assessore e Presidente, avete una responsabilità precisa politica, di aver gestito, senza intralcio alcuno, la politica sanitaria di averla portata in una situazione di deficit e, poi, per arrivare all'ultimo dei fatti incredibili: dopo sei anni, quasi svegliati di soprassalto, avete da un'ora all'altra trasformato le difficoltà di gestione del sistema sanitario, che esistono e nessuno nega, sia a livello nazionale che a livello piemontese, in una situazione di emergenza da un'ora all'altra. Questo è inammissibile. Per questo motivo, continuo a ritenere che se decenza vi fosse, come minimo l'Assessore alla sanità si sarebbe dimesso e continuo a chiedere che si dimetta per decenza politica perché la situazione sanitaria, dopo le delibere del 7 gennaio, è stata da queste delibere turbata nell'erogazione del servizio.
Questa mattina, accendendo la radio, abbiamo saputo che un operaio, che è andato a protestare all'Ospedale di Susa, perché non gli consentivano attraverso una convenzione, di avere dei servizi sanitari oltre confine probabilmente ha fatto un po' di baccano in qualche corridoio o in qualche sala d'aspetto - è stato incriminato, perché ha interrotto un pubblico servizio.
Voi non avete fatto una cosa tanto diversa. A valle di quelle delibere il giorno dopo, i servizi sanitari sono stati turbati da queste vostre deliberazioni, perché il giorno dopo ci sono stati dei Direttori generali che hanno telefonato ai primari, dicendo loro che in quel reparto, dove doveva arrivare la prossima settimana la sostituzione di tre infermieri quella sostituzione va fermata, ma quel reparto, che attendeva la sostituzione, che aveva le liste di attesa e gli utenti ai quali aveva già dato delle prenotazioni, ha dovuto telefonare agli utenti per disdire la prenotazione, perché non si sa se gli infermieri che si aspettavano da quindici giorni e che speravano di avere per la settimana prossima torneeranno; quindi, i letti disponibili non sono più quelli che pensavo.
Avete turbato l'erogazione di un pubblico servizio, dopo sei anni di costante vostra amministrazione. Se ci fossa decenza, certo che vi sareste dimessi; invece no, la colpa ricade sullo Stato. La colpa non è dello Stato.
Comunque è certificato che non lo è per quei 350 miliardi che avete messo a mutuo. Non sostengo che la cifra capitaria fosse la cifra che pure lo Stato riteneva sufficiente a colmare tutto, ma un conto sono le Regioni che da sempre hanno tenuto sott'occhio il bilancio, non hanno negato l'andamento del deficit, l'hanno dichiarato, l'hanno controllato; un altro conto è la nostra Regione, che per cinque anni ha detto che non esiste un nessun problema e, alla fine, ha dovuto ammettere, a fronte dei ripiani dello Stato che seguono alla modifica delle quote capitarie, che la Regione Piemonte è sotto di 350 miliardi, per i quali ha dovuto accendere un mutuo.
Siamo di fronte a una scelta politica, a sei anni di amministrazione senza efficacia e senza controlli e a valle di questa scelta politica c'è l'ultima conseguenza sociale: i tagli. Le bugie che avete detto - certo che militando nel campo di Berlusconi, che è un professionista della menzogna alla fine imparate a mentire bene anche voi - relative al taglio del 7 gennaio che non ha prodotto o non doveva produrre nessun taglio di servizi ma solo razionalizzazione, è contraddetto dalle delibere che hanno dovuto prendere i Direttore generali e che voi avete eletto.
Delibere nella quali si può vedere che all'Ospedale Molinette ci sono 51 infermieri in meno e 146 posti letto in meno; all'ASL 1, all'Ospedale San Giovanni, c'è 166 personale ospedaliero in meno; all'Oftalmico ci sono 67 persone in meno. Si tagliano 88 infermieri, 30 medici, 85 tecnici, 117 posti letto e avanti scorrendo le delibere.
All'ASL 9 ci sono 120 letti ospedalieri in meno; all'Ospedale di Omegna c'è stato un taglio di personale di 88 persone e di posti letto di 72.
Questo è il turbamento che avete creato nella gestione della sanità. A chi addebitare questa responsabilità? Allo Stato? L'Assessore ci dice che queste criticità derivano dal fatto che le strutture sanitarie sono quelle che sono, ma cosa dovevano essere, quelle che non erano? Nessuno sapeva che per la struttura sanitaria di un certo tipo si adduce a scusante di un non governo il fatto che la realtà è quella che è, che l'Ospedale San Giovanni è stata costruito nel 1930 e quell'altro Ospedale ha più di cent'anni, ma questa è la realtà! Questo ha detto, Assessore D'Ambrosio! Ha detto che ci sono due criticità, ma una deriva dalla nostra storia ma quella non si può portare come criticità. La seconda criticità che ha richiamato riguarda la mancata integrazione dei servizi, ogni azienda ha fatto per conto proprio. Su quella integrazione dei servizi, per 6 anni che tipo di attività e di iniziativa hai avuto di controllo? Non si è accorto dopo tre anni che non c'era l'integrazione dei servizi, o dopo cinque anni? Neanche dopo sei anni se ne è accorto! Dopo sei anni ha preso una delibera di taglio indiscriminato: buoni e cattivi; taglio di fronte ai quali i Direttore sanitari hanno agito di punto in bianco, come agisce chi non ha mai avuto una regola, un indirizzo e una programmazione dentro la quale, giorno per giorno, anche attrezzarsi come Direttore generale, a capire. Non dico che governare la sanità sia facile e che il suo posto da Assessore sia facile, che i compiti dei Direttori generali siano facile e i posti dei primari siano facili; sono faccende difficilissimi da gestire, ma dopo sei anni i conti dovrebbero tornare.
Quindi, questo elemento di criticità, che non avete risolto per sei anni, è un elemento che perdura.
Lo affronteremo con il piano sanitario! Bene, lo affronteremo! Se ci fossero delle responsabilità politiche e ci fosse un'onestà politica di comportamento, bisognerebbe prendere atto di questo fallimento e prendere atto che l'ultima deliberazione di gennaio è veramente un atto vergognoso.
Dovreste rendervi conto dalle risposte che avete avuto dai Direttori quelle ufficiose, e dai primari verso i Direttori e dai medici verso i primari. Non si può agire in questo modo, non si scrive in una delibera che adesso spendi di meno, perché il Direttore generale conseguentemente scrive al primario di spendere meno, ma il primario cosa scrive al medico: fammi meno interventi, compra materiale di serie B, non sostituisco gli infermieri? Questo è quello che è stato detto.
Su questa vicenda, si vede che la politica può arrivare fino ad un certo punto, e l'arroganza della maggioranza è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo provato una prima volta a sollevare il problema, a chiedervi di ritirare le deliberazioni; non le avete ritirate e con prosopopea oggi Ghigo dice che non si torna indietro e che le difende fino in fondo.
Cercheremo di difendere fino in fondo anche le nostre ragioni. Fin qua c'è la politica, fuori di qua ci sarà qualcos'altro. Però vi è questo elemento che lascia la situazione della sanità in una situazione di emergenza, che potrebbe essere risanata dal ritiro delle deliberazioni iniziando a fare quello che lo Stato, Presidente Ghigo, ha fatto con voi in tutti questi anni, perché la descrizione che ha fatto il Presidente Ghigo non è stata una descrizione in cui, ad un certo punto, lo Stato ha detto: "Basta, non ci sono più soldi!". No, durante questi anni le discussioni fra Stato e Regione sono andate avanti, anno per anno, ogni semestre con le Conferenze, con le discussioni. E lo Stato da anni continua a dire: "Attenzione, la spesa bisogna contenerla!". E va avanti, discute, ripiana ma lungo una linea che è sicuramente di programmazione. Non erano sei anni in cui la Regione parlava con i Comuni, con i sindaci, con i Direttori generali, magari investendo anche l'aula, dicendo: "Attenzione, ci sono dei problemi, le cose non vanno, c'è un deficit. Nell'88 c'era già, nell'89 è cresciuto!" Non ha seguito una programmazione di questo genere, non ha messo i problemi sul piatto, non li ha affrontati, ma li ha celati. E dopo averli celati esce con una deliberazione di taglio indiscriminato! Ma questo vuol dire gettare un servizio pubblico nell'emergenza quando poteva non essere gettato.
Oggi prendiamo atto che su quella linea la Giunta non torna indietro cercheremo di mettere in moto tutte le verifiche possibili, perché che ci sia solo l'operaio che va nell'ospedale di Susa e fa un po' di baccano e viene incriminato per interruzione di pubblico servizio non va bene bisogna un po' compensare le responsabilità. Se lì si è commesso un atto non dovuto, cercherò di far compiere le verifiche per capire se questo taglio indiscriminato non abbia comportato veramente un turbamento improvviso ed immotivato nell'erogazione di un pubblico servizio.



PRESIDENTE

Comunico che, al termine del dibattito generale, procederemo su ogni singola interpellanza. Siccome le interpellanze sono firmate da un unico gruppo consiliare, procederemo come si conviene rispetto alle mattinate di ordinaria seduta di Consiglio.
Sul dibattito generale ha chiesto la parola la Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie Presidente. Anch'io riprendendo un po' quanto diceva il collega Chiezzi, rilevo che dal tono e dal contenuto delle relazioni che abbiamo ascoltato stamattina - quella del Presidente Ghigo e quella dell'Assessore D'Ambrosio - di fatto si riconferma che abbiamo dinanzi a noi una sanità governata, abbiamo avuto sei anni di ottime scelte di politiche sanitarie abbiamo una manovra finanziaria che viene difesa, viene sostenuta e che sta creando qualche difficoltà, ma nulla di così grave! Continuate ad essere convinti e a sostenere nella bugia e nella falsità questi elementi, così come quando vi si diceva che il disavanzo stava crescendo in un modo pauroso e non si poneva freno, continuavate a dire che non c'era disavanzo. Quindi, siamo assolutamente abituati.
Peccato che, in questo caso, i tagli che sono stati apportati siano tagli che stanno mettendo in ginocchio totalmente il servizio pubblico creando dei turbamenti, creando un'interruzione di servizio in alcuni casi creando una mobilizzazione continua del personale, perché c'è paura tra il personale, perché vengono intraprese e portate avanti delle azioni di mobbing pesantissimo nei confronti dei vari ordini professionali. Si stanno abbattendo i servizi sul territorio in un modo pesantissimo! Se fosse solo colpa dello Stato a fronte dell'aumento del PIL (siamo arrivati al 16%), dell'aumento al 19% della spesa sanitaria e di una ridistribuzione... Ma mai una Regione italiana come il Piemonte ha avuto tanti soldi come i soldi che sono arrivati sul comparto sanitario in questi ultimi anni sul versante strutturale e sul versante corrente. Mai, non ci sono mai stati tanti soldi quanti quelli di cui abbiamo potuto fruire; mai c'è stata un'azione di ripianamento quale quella che abbiamo vissuto e alla quale abbiamo assistito.
Ammesso che le colpe siano da ricercarsi altrove e non in questa Regione e non al tavolo della Giunta - e voi siete quindi assolutamente degli stinchi di santo e dei grandissimi governatori della materia sanitaria e state operando per il bene della salute piemontese - allora spiegateci come mai tutti i Comuni si sono espressi in modo contrario.
Tutti, non sto parlando solo dei Comuni governati - come ci ha chiamati il Consigliere Ghiglia - da quelli di sinistra, dai pragmatici di sinistra. Ma si sono espressi in modo contrario tutti i Comuni, e qui ho un elenco: nel cuneese ci sono 56 Comuni che presentano il ricorso al Tar, ci sono i Comuni di Caraglio, Beinette, Mondovì, Ceva, Savigliano, Dogliani Vicoforte e posso andare avanti. Nel biellese altri 50, nel novarese 4 ricorsi al Tar e si può continuare, perché qui ci sono sei fogli di Comuni che si esprimono dicendo: "Signori, siamo in ginocchio!".
Ma non solo; abbiamo firme e firme che vengono raccolte. Stamattina vengono presentate altre 12.500 firme consegnate nelle mani del Presidente Cota e dell'Assessore D'Ambrosio; a distanza di due ore altre 6000 firme.
Con la petizione con la quale vi chiediamo di fermare questa manovra perché sta creando un danno sociale gravissimo, un impatto che non sarà poi recuperabile, noi ne raccogliamo 10 mila in 15 giorni, e cominciamo a consegnarle.
Ma tutta questa gente che si sta esprimendo in questo modo, tutte le organizzazioni sindacali che si esprimono ai vari tavoli, dicendo no, tutte le Conferenze dei Presidenti di Circoscrizione che, nel caso di Torino, ce n'è uno che è del centrosinistra, gli altri sono tutti di centrodestra, che si esprimono con parere contrario.



(Commenti del Consigliere Marcenaro)



SUINO Marisa

E' vero, ce n'erano due che avevo dimenticato; già ne abbiamo solo due vediamo di non regalare, ha ragione il mio Capogruppo che mi ha subito ripreso: almeno quei due ricordiamoli.
Tutte le manifestazioni che ci sono state e i presidi: a Venaria l'altra sera c'è stata la quarta manifestazione, oltretutto unitaria perché sono manifestazioni fatte da parte di tutti quanti i Gruppi politici con 5.000 persone che hanno partecipato l'altra sera alla fiaccolata domenica prossima c'è la catena della pace ecc.: tutta questa gente si esprime perché i comunisti, perché i "rossi" dicono "dobbiamo dire che va male la sanità in Piemonte"? C'è qualcosa che non va! Ma non solo: come mai i vostri compagni di gruppo e di partito, i vostri amministratori nei territori, quando partecipano alle manifestazioni, ai presidi, si esprimono dicendo "siamo preoccupati, siamo contrari, guardate che non chiuderà questo reparto". L'altra sera, durante l'ultima fiaccolata alla quale ho partecipato, il rappresentante della Lega, Capogruppo in quel Comune, ha detto: "per carità, fidarsi è eccessivo, figuriamoci se mi fido di una Giunta di centro-destra, per guardate che ci sono state date proprio delle forti rassicurazioni che questo ospedale non chiuderà"; è intervenuto il collega Capogruppo di Forza Italia che ha detto: "ma noi siamo andati all'incontro con l'Assessore siamo andati all'incontro col Presidente Ghigo, ci hanno garantito che", ma dove sta la ratio di tutto questo? E' evidente, ma perché? Perché questa gente è in difficoltà sul serio! Perché ci sono delle battaglie tra primariati che avete lasciato assolutamente alla libertà totale, sotto per quello che è un indirizzo ben preciso di chi dovete andare a mettere e qual è l'azione che volete portare avanti: avete deciso di ammazzare la sanità pubblica! Di svenderla al privato! Prendiamo ad esempio alcune tabelle. Tra l'altro la parzialità del materiale che ci è stato consegnato è veramente incredibile! Sembra che sia impossibile in questo organismo avere la documentazione prevista dalla legge. Abbiamo letto tutto, tutti quanti, ma c'è una parzialità di documenti che è paurosa! Perché non ci sono tutte le delibere, perch mancano alcuni piani aziendali; ma guardando queste schede è vergognoso come si siano azzerate tutte le voci che riguardano ad esempio la strumentistica e la diagnostica; che riguardano i controlli e la vigilanza che riguardano quindi il sistema di sicurezza che in qualche modo era stato creato. Ma guarda caso a tutte le ASL si è richiesto di aumentare le spese per la pubblicità! Questo c'è dappertutto: per vendere immagine! Per vendere fumo! Stamattina abbiamo appreso dalla relazione del Presidente Ghigo un'altra vostra intenzione, oltre a quella di far piazza pulita del sistema pubblico, e già ci siamo riusciti, siamo a metà percorso. Applicando quanto previsto dal responsabile della sanità di Forza Italia, Arturo Tommasini con la proposta di legge relativa alla forma di assistenza sanitaria pubblica indiretta, la vostra intenzione - questa è pazzia! - è quella di eliminare le tre fasce dei farmaci e di mettere nella condizione tutti i cittadini piemontesi di pagarsi a pie' di lista tutte le spese farmaceutiche! E non c'è A, non c'è B, non c'è C che tenga! Noi sappiamo che ci sono alcuni farmaci che sono ritenuti essenziali per consentire la vita alle persone e con questo sistema prenderemo dopo i soldi, ma siamo impazziti? Ma andiamo a dire a un operaio che ha 1 milione e 700.000 lire di stipendio con una famiglia da mantenere: "Pagati prima tutti quanti i farmaci che servono per te e la tua famiglia, che poi tra un mese, un mese e mezzo, due mesi, forse prenderai la restituzione dei soldi sul tuo conto corrente"? E sul sistema con il quale questo avviene, ammesso che non sia oneroso un sistema di questo tipo, poi vediamo; intanto azzeriamo le tre fasce: e questa sarebbe la proposta, il culmine delle proposte sanitarie che volete realizzare in questo Paese, che volete portare in questa Regione? E Ghigo dice pure che sarebbe interessato a garantire questa sperimentazione come prima Regione, come Regione leader nel nostro Paese? Ma è proprio il massacro di quello che è il servizio pubblico! Altro che le categorie deboli! Un'altra delle questioni che dovevano essere portate è la seguente.
Siamo alla chiusura del primo trimestre, abbiamo speso 88 miliardi per le consulenze nel comparto sanitario. Allora, dato che si fa la verifica del primo trimestre e adesso siamo in chiusura del trimestre, volete portarci questi dati? Se questi dati ci dicessero che l'operazione fatta è un'operazione che ammazza soltanto quello che è il servizio sociale pubblico - sociale pubblico! - il servizio della salute pubblica e non ha attuato... Ma avete letto le relazioni? E' vergognoso! Questi direttori che sono obbligati a dire: "abbiamo già tagliato del 15% le spese psichiatriche; abbiamo già tagliato del 18% le spese relative alla tossicodipendenza; abbiamo già ridotto i posti letto; dobbiamo aggiungere un altro 4,5% di riduzione, non ce la facciamo! Persone che a quei livelli firmano dichiarazioni nelle quali si dice "siamo in ginocchio!" Le leggo testualmente Assessore: "Siamo ad un collasso gestionale operativo che nel breve volgere di poche settimane condurrà alla morte del servizio pubblico". E lo dicono loro! Allora, siamo ancora in tempo, qui non importa chi vince e chi perde in questo caso vince la salute pubblica. Siamo ancora in tempo, abbiamo tentato con una manovra, ritorniamoci sopra, ci sono delle modalità diverse, ci sono dei buoni tecnici che possono aiutarci anche all'interno della struttura, ma bisogna governarla! La domanda non è comprimibile Presidente Ghigo. La domanda è governabile, facendo però una buona azione di politica della salute, per la salute, facendo territorio vero!



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi nel dibattito generale.
Possiamo introdurre quindi la seconda parte del Consiglio.
Per quanto riguarda la richiesta del Consigliere Chiezzi di firmare l'interpellanza rispondo che tale richiesta è inammissibile perch l'interpellanza non può essere firmata durante la seduta, quando è già iniziata la discussione.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, non è ancora iniziata la discussione sulle interpellanze.
Siamo al dibattito generale adesso, quindi è prima; dopo c'è la discussione delle interpellanze.



PRESIDENTE

Un attimo che sto cercando di fare un esame di tutti i documenti che sono stati presentati.
Consigliere Chiezzi, lei può parlare avendo presentato un'interpellanza urgente per il presidio ospedaliero di Venaria, quindi su questa lei pu parlare; poi lei è firmatario di un'interpellanza collegata. Bisogna capire come vogliamo svolgere il dibattito.
Sospendo cinque minuti i lavori per fare il punto della situazione ed organizzare il dibattito.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.54 riprende alle ore 16.59)



PRESIDENTE

Abbiamo trovato una modalità operativa. I documenti presentati possono essere riassorbiti, ai fini della discussione, nelle trenta interpellanze relative ad ASL, ASO ed al Mauriziano, così come l'ordine del giorno n. 70 sottoscritto dal Consigliere Giordano, può essere affrontato in questo contesto e votato al termine della seduta.
Poiché non era ancora conclusa la discussione generale, chiedo ai Consiglieri se vogliono aggiungere la loro firma alle interpellanze.
Mi è giunta la richiesta del Presidente Saitta e del Presidente Chiezzi ora mi giunge la richiesta del Consigliere Moriconi. Possiamo, dunque procedere.



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