Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.83 del 03/04/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Costa Enrico, D'Ambrosio, Ghiglia Pichetto, Rossi Giacomo e Salerno.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

A questo punto, dovremmo riprendere il punto 4) all'o.d.g. relativo alla proposta di legge n. 115, però si è svolta una Conferenza dei Capigruppo nella quale si è convenuto di fare oggi le nomine del Collegio sindacale dell'Ordine Mauriziano e fissare per domani l'elezione dei componenti del Co.Re.Com. Visto che bisogna fare questo adempimento, chiedo all'assemblea se acconsente nel distribuire subito le schede e procedere alla votazione, rimandando ad un momento successivo la proclamazione degli eletti.
Nel frattempo, possiamo proseguire con la discussione in merito alla proposta di legge n. 115. I Consiglieri Cattaneo, Angeleri e Valvo hanno dichiarato di voler sottoscrivere tale proposta di legge.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Dal momento che l'aula acconsente ad anticipare il punto 11) all'o.d.g.
relativo a "Nomine", si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina.


Argomento: Nomine

- Ordine Mauriziano (art. 5, legge n. 1596/62) - Collegio dei Revisori dei Conti. Designazione di un rappresentante effettivo e uno supplente.


PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Botta Marco e Giordano.
Prego un Consigliere Segretario di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Pozzo effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Il numero dei votanti è 45. Nel corso della seduta comunicherò i nomi dei rappresentanti eletti.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Proseguimento esame proposta di legge n. 115: "Costituzione della società consortile per azioni Ignitor"


PRESIDENTE

A questo punto, possiamo procedere con la discussione generale in merito alla proposta di legge n. 115, di cui al punto 4) all'o.d.g.
E' iscritto a parlare il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Colleghi, essendo stato in questo Consiglio regionale all'inizio degli anni '80, ho avuto non so se il privilegio o l'opportunità di assistere ai primi dibattiti attorno al progetto Ignitor, che si sviluppò la prima volta nel 1982 e poi seguì. Allora, c'era una Giunta di sinistra, ed era un tema oggetto di grande attenzione; tra l'altro, erano quelli gli anni in cui si arrivò all'individuazione del sito per la centrale nucleare, che cadde poi nel Comune di Trino. In seguito, quell'attenzione si è alternata a momenti di silenzio; c'è stata, anche in questo caso, una politica dello "stop go". Passano le Giunte, passano i Consiglieri, quindi si perde un po' di memoria storica, per cui occorrono degli sforzi per riportare all'attenzione aspetti, al di là del giudizio di merito su questa vicenda certamente di grande rilievo. E in questo caso magari cadono investimenti fatti, si disperdono e poi bisogna faticosamente riprenderli.
Questi grandi temi della ricerca andrebbero affrontati dalla Regione Piemonte, dal Consiglio regionale con un'ottica più ampia, a 360 gradi. La Regione Piemonte dovrebbe essere promotrice di stimoli in alcuni campi variegati della ricerca, che possono essere, ad esempio, l'inquinamento l'energia ed altri. Sappiamo che esiste il mito dell'autonomia della ricerca, ma la ricerca ha anche sponsorizzazioni, lobby ecc. E Ignitor è caduta in questo destino. La lobby Ignitor è meno potente, per esempio della lobby Iter, e ci sono delle cordate prestigiose, con scienziati sui quali non ci sono ombre di sospetto, ma che hanno capito che per far sostenere le loro iniziative devono trovare qualcosa di importante.
Insomma, se avessimo avuto un "colaninno" in Ignitor, magari ci sarebbe stata più attenzione (dico Colaninno con la "c" minuscola e tra virgolette per dire personaggi che permettono di polarizzare delle attenzioni).
Un altro elemento preoccupante è che l'Italia sta facendo - il Piemonte in qualche misura - uno sforzo attorno a Ignitor: ci sono grandi attenzioni negli Stati Uniti e nell'Unione Europea, ma nessuno scende in campo, ovvero investe; si aspetta un consistente investimento italiano. E' un po' - come dice un proverbio piemontese - la storia della bella Maria, che tutti vogliono, ma nessuno prende! Tutti, cioè, parlano bene di Ignitor, anche al MIT di Boston l'Ignitor è stata definita eccezionale, ma non si scuce un dollaro e si aspetta che sia l'Italia, la piccola Italia nel campo della ricerca, con il suo rapporto tra spesa per la ricerca e PIL da Paese del Terzo Mondo, a muoversi.
L'Unione Europea ha fatto, anche in questa vicenda, il pesce in barile certamente, in altri campi è approdata ad attenzioni maggiori, proprio perché anche qui, purtroppo, funziona una forma di "lobbismo". Ricordo l'iniziativa che porta la prima firma del collega Saitta e devo dire che anch'io, nel mio piccolo, ho presentato in Senato un'interrogazione nell'agosto 1996, per sollecitare un'attenzione su Ignitor a livello nazionale; l'interrogazione portava anche la firma dei colleghi Migone Larizza e Fassone. Questo è dunque un tema di grande attenzione, ma quanto facciamo è solo per mantenere in vita l'idea o vogliamo dare un forte spunto all'iniziativa? Per fare questa operazione occorre ovviamente un'attenzione, una scelta ed un'opzione in questo campo anche a livello nazionale, di Governo; queste ci sono state, ma troppo piccole e non ancora convinte.
Va anche detto che, purtroppo, c'è il problema della localizzazione di Ignitor, il quale non è un progetto senza effetti indotti sul piano dei problemi della sicurezza e dell'ambiente. Quindi, è un problema corposo quello della localizzazione di questo progetto che, nella fase iniziale sarà una fase pre-competitiva, cioè un progetto minore ma che, via via, se si affermerà, potrà aumentare. Tale impatto è una soluzione che non pu essere affrontata affrettatamente. A me pare che questa non sia la sede opportuna per individuare il sito di Ignitor, anche se traspare l'indicazione, una linea di tendenza. Tra l'altro, non si tratta di un'attività che può essere svolta in un'area industriale a fianco di altre attività industriali. E' un'area che deve essere vocata e, in quel caso potrebbe anche diventare il sito di stoccaggio nazionale per le scorie radioattive. Dobbiamo stare attenti a ciò che mettiamo in campo, non per demonizzare il progetto, sul quale credo occorra lavorare laicamente, senza pregiudizi, ma per dare quell'attenzione necessaria, perché non si tratta di un progetto mitico e basta, ma occorre capire se siamo, come Regolamento, l'elemento che stimola, il detonatore per far riprendere il progetto. La parte corposa del progetto non è compito nostro. Occorre capire se la Comunità Scientifica Internazionale crede in esso e per crederci deve trovare nei Governi nazionali la volontà di investire, deve capire che la localizzazione di Ignitor, anche nella prima fase sperimentale, è un aspetto delicato, perché può essere la prima tappa di un processo che può determinare per l'Italia, ripeto, la scelta del sito di stoccaggio nazionale, che non è fatto di poco conto ed è visto con comprensibile preoccupazione nella nostre realtà territoriali.
Se condivido, dunque, la ripresa di lavoro attorno all'ipotesi Ignitor sollevo alcune preoccupazioni e perplessità che spero, affrontandole a fondo, permettano al progetto di poter andare avanti realmente.
Ho svolto questo intervento a titolo personale, perché per il Gruppo DS interverrà autorevolmente qualche collega. Ho voluto collegarmi ad una storia che ho vissuto in Parlamento, in una legislatura passata ed ora, da esperienze ultime, soprattutto in vista dell'individuazione del sito di stoccaggio nazionale e delle preoccupazioni che ho condiviso questa mattina insieme all'Assessore Cavallera, relativamente alla massimizzazione delle garanzie di sicurezza idrogeologica che ci devono essere in qualsiasi tipo di individuazione di territorio, per questi tipi di progetti. Non siamo nell'ambito dell'industria dei gianduiotti o dell'imbottigliamento del Barolo, ma ci troviamo in un punto molto critico che dobbiamo affrontare con grande responsabilità, apertura e competenza.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Tapparo.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Esprimo anch'io parecchie perplessità su questa proposta di legge, facendo innanzitutto una considerazione: il tema dell'energia è di grande complessità e difficilmente può essere affrontato in termini legislativi, affrontando un solo problema all'interno di un comparto così vasto.
L'energia è il problema dello sviluppo della nostra società l'approvvigionamento e la distribuzione dell'energia sono fattori molto complessi ed anche le fonti di energia sono tema che considero sbagliato affrontare caso per caso.
Per questo motivo, mi piacerebbe trovare in quest'aula un collega di maggioranza - così come ha fatto il collega Saitta con il collega Pedrale che proponga insieme a me questo ragionamento.
In tema di energia occorre fare il punto della situazione, che oggi è rappresentato dal disegno di legge presentato dal Presidente Ghigo, in Giunta, e già raccontato ai giornali, che ne hanno dato notizia. Siamo in presenza di un disegno di legge per la politica sull'energia della Regione Piemonte. Un'iniziativa al di fuori degli schieramenti potrebbe essere quella che, in presenza del disegno di legge della Giunta, che dà nuovo ordine e competenze a Regioni e Comuni in tema di energia, dica che anche questo provvedimento, che tratta uno dei momenti d'impegno possibili della Regione Piemonte in tema di energia, deve essere trattato all'interno del panorama espresso dal disegno di legge sulle competenze, in campo energetico, della Giunta regionale. Quindi, se trovassi un collega di maggioranza che insieme a me chiede di sospendere l'esame di questo provvedimento e rinviarlo in Commissione accanto al disegno di legge della Giunta regionale in materia di energia, io sottoscriverei insieme a lui questa proposta.
Se così non sarà poiché nessuno si fa avanti, esprimo altre ragioni di perplessità.
La prima perplessità è sul merito di questa proposta di legge. Il merito di questa proposta di legge è dare vita ad una società consortile per azioni. A me sembra questo modo di iniziare sbagliato e spropositato rispetto al tema che abbiamo di fronte. Il tema che abbiamo di fronte, come ci hanno detto qualificati organismi, consultati in sede di Commissione, è il seguente: è possibile condurre studi e verifiche atti a farci capire se affrontare uno studio come quello proposto di generazione di energia subspecie Ignitor? Cioè lo stato dell'arte è che chi si occupa di questa materia non sa se valga la pena iniziare a studiare questo problema seriamente, perché iniziare a studiare questo problema seriamente vuol dire non impiegare dei miliardi e nemmeno delle centinaia di miliardi, ma vuol dire affrontare un discorso di migliaia di miliardi! Che poi moltiplicati per dieci possono portare, se tutto va bene, se il progetto è fattibile, a mettere in onda anche questa forma di energia. Ma noi siamo ancora prima dell'abc, perché chi abbiamo consultato non ci ha detto neppure di essere sicuro che valga la pena di studiarlo questo problema! Allora, siamo al punto in cui bisogna capire se vale la pena studiare il tema. Non vi pare un po' spropositato, per fare ciò, mettere in piedi una società consortile che non solo studierà il tema, ma realizzerà anche l'attrezzo? A me sembra veramente un modo di agire incomprensibile, almeno dal punto di vista razionale. Poi avrà mille altri momenti di comprensione, per carità, ma veramente, di fronte a consultazioni in cui viene detto "non sappiamo nemmeno se valga la pena studiare", passare a costituire una società consortile insieme ad altri mi sembra un modo di agire avventato.
Quindi, lo strumento proposto è esagerato; forse sarebbe più prudente un impegno della Regione Piemonte ad attivare canali di studio per vedere la possibilità seria di studiare senza spreco, quindi studiare la possibilità di uno studio. Per fare questo gli strumenti non sono le società consortili, si possono individuare altri strumenti più agili di intervento, di coordinamento, di messa in moto di un confronto fattivo, ma che abbia quel preciso obiettivo: nel giro di qualche tempo riuscire a capire se vale la pena studiare Ignitor o se non ne vale proprio la pena non di realizzarlo, di studiarlo! Invece vedo che andiamo avanti in un'altra direzione: una direzione amministrativamente molto impegnativa e pesante, una bardatura che noi diamo ad un obiettivo che non sappiamo, non solo se sia possibile raggiungerlo, ma neppure se sia utile studiarlo. Mi sembra una sproporzione netta tra un problema, uno stato dell'arte, e il disegno di legge che stanzia tre, dieci o quanti saranno miliardi, ma stanzia una cifra che vista nell'ambito del percorso che dovrebbe avere un progetto di questo genere, è addirittura irrisoria. Viceversa, visto dall'ambito dell'oculato impiego delle risorse, sono sempre alcuni miliardi che potrebbero essere destinati ad altre azioni. Per mettere in piedi un coordinamento regionale che attivi le forze capaci di organizzare un ragionamento al termine del quale si possa capire se valga la pena studiare o no questo tema, penso che gli ordini di grandezza siano le centinaia di milioni e non i miliardi.
Questi sono i motivi della perplessità.
Se altri colleghi ritengono di condividere questo ragionamento sono disponibile a richiedere al Consiglio un pronunciamento per riportare almeno correttezza nel merito del tema dell'energia. Stralciare dal disegno di legge sull'energia del Presidente Ghigo uno solo di questi temi è un particolarismo che non posso condividere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Sono contento che nel frattempo sia giunto il Presidente Ghigo perché a questo punto possiamo presentare a lui alcune delle perplessità che sono state sollevate nel corso di questo procedimento relativo al progetto Ignitor. Questa vicenda ci fa anche pensare al modo di lavorare in questa Regione. Forse potremmo utilmente saltare la fase delle consultazioni poiché mi sembra che sovente le osservazioni presentate siano considerate poco più di carta straccia. Le osservazioni hanno sempre due pesi e due misure: le osservazioni che sono favorevoli a quello che si intende fare sono considerate, mentre le osservazioni che sollevano perplessità sono appunto considerate poco più di nulla.
In verità, su questa vicenda ci sono state parecchie prese di posizione, Presidente, e credo che lei, così come ha partecipato ad un convegno in cui si presentava il progetto Ignitor, così dovrebbe preoccuparsi delle osservazioni che vengono presentate dai cittadini sotto forma di cittadini organizzati in associazioni oppure sindacati. Ma sullo stesso punto ci sono anche delle osservazioni da parte di amministratori pubblici che sollevano perplessità su questo progetto.
Credo che lei, Presidente Ghigo, lo sappia che ci sono degli amministratori pubblici che sono perplessi su questo progetto. Sicuramente la Regione, con i numeri che ha, può scegliere di imporre la propria volontà anche agli amministratori locali che dovranno accettare sul loro territorio delle scelte che non condividono! Sia chiaro che questa è una scelta politica, pesantemente politica, di una Regione che decide di andare ad installare a casa di qualcuno che non vuole qualcosa che lei vuole senza chiedere l'autorizzazione di poterlo fare.
Si è parlato di ricerca scientifica. Certo, si tratta di ricerca scientifica, ma quello che preoccupa, oltre a tutte le osservazioni presentate in precedenza, è il fatto che questa ricerca scientifica non è una ricerca puramente teorica. Per fare questa ricerca scientifica saremmo obbligati a costruire un reattore. Pertanto, a scanso di equivoci, dobbiamo dire subito che non si deve confondere tra fusione fredda e fusione calda.
Questa non è l'avvenire della ricerca in cui si colloca la ricerca della fusione fredda: si tratta di un impianto puramente e tipicamente su base nucleare, che ha la particolarità di confinare in un campo elettomagnetico la fusione, ma si tratta di fusione calda. E' un impianto che, a tutti gli effetti, produrrà scorie nucleari. E' stato detto e ribadito anche dai sostenitori del progetto che questo impianto produrrà almeno tre metri cubi di materiale radioattivo.
Solo questa mattina abbiamo parlato dei problemi legati alle scorie nucleari presenti nella nostra regione: accrescere ulteriormente il problema delle scorie radioattive è quanto meno improvvido. Ricordo ancora che si opererà con un materiale, il trizio, altamente pericoloso anche solo per contatto: portare nella nostra regione materiale radioattivo così pericoloso non mi sembra una scelta particolarmente felice.
Alcune Associazioni hanno sottolineato come, invece di promuovere un progetto di fusione nucleare, sarebbe meglio promuovere in Piemonte lo sviluppo di un polo di ricerca avanzata che possa indirizzarsi verso veri programmi che abbiano uno sviluppo capace di futuro, quali potrebbero essere il progetto dello sviluppo della ricerca sull'idrogeno che ricordiamo, è proposta dal premio Nobel Carlo Rubbia. Anche su questo non giunge dalla Regione alcun segnale.
La Regione sceglie, specificamente, di riportare in Piemonte uno sviluppo basato sul nucleare. Come è facile immaginare, se si dovesse passare dallo studio ad un'applicazione pratica, avremmo degli evidenti problemi a coesistere con il problema visto che in Italia, con gli esiti di un referendum, la scelta del nucleare è stata respinta.
Tutti questi problemi sono anche evidenziati nelle relazioni presentate alla Commissione che ha esaminato il progetto e che, ripeto, non sono state osservate con la dovuta attenzione. Intanto, viene da chiedersi perch vent'anni di attesa per un progetto che dovrebbe cambiare le sorti del problema dell'energia; perché vent'anni in attesa che la piccola Italia come è stata definita dal Consigliere Tapparo - si decidesse; perché ci sono voluti vent'anni affinché il Piemonte decidesse di prendere questa decisione; perché un progetto così avveniristico, così importante, dovrebbe essere ceduto all'Italia: sono domande che rimangono senza risposta. O meglio, una risposta potrebbero averla dal momento che, come è stato detto da coloro che hanno osservato il progetto, non si sa se questo progetto è in grado di funzionare o meno. Che il progetto potrebbe anche non funzionare, non è sostenuto solo da me, ma anche dall'Università degli Studi di Torino, Facoltà di Matematica, Fisica e Scienze Naturali (osservazioni a disposizione di tutti i Consiglieri). Il redattore di questa relazione afferma: "Ho proposto che, a tempi brevi, la Regione provveda a convocare un comitato di esperti, scelti tra i più qualificati scienziati conosciuti internazionalmente nel campo della fusione nucleare per fare un lavoro. Ho suggerito che, a questo comitato, venga affidato il compito di verificare, in primo luogo, la validità scientifica attuale di Ignitor e, se del caso, di aggiornare ed attualizzare il progetto, vecchio di una ventina di anni. Infine, ho proposto che, invece di una società per azioni, che al momento a me sembra anticipare i tempi, venga presa una delibera che affidi a qualche Ente competente, che potrebbe essere proprio l'Università e il Politecnico, la definizione del Comitato scientifico di cui sopra".
Il discorso sulle perplessità, sul perché scegliere questa strada, sul perché la Regione voglia insistere su un percorso che non è scientificamente motivato, ci lascia assolutamente perplessi. Com'è possibile ignorare i pareri espressi dalla Facoltà di Matematica, Fisica e Scienze Naturali, Facoltà più direttamente chiamata in causa per quanto riguarda lo studio dei fenomeni fisici? Avremo ancora tempo per parlare del progetto Ignitor nella giornata di oggi, ma le perplessità iniziali sono legate all'inutilità della strada scelta.
Vorrei che anche altri Consiglieri, soprattutto di maggioranza riflettessero sulla proposta avanzata dal Consigliere Chiezzi.
Questa proposta di legge dovrebbe essere rimandata nella Commissione competente per affrontarla insieme - almeno essere inserita - al Piano energetico regionale. E' lì che deve essere osservata in maniera globale insieme ad altri problemi energetici e non affrontata singolarmente ed espiantata da un contesto globale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Aggiungerò alcune considerazioni a quelle dei colleghi che mi hanno preceduto.
Guardo con perplessità a questo provvedimento anche perché mi sono giunte delle preoccupazioni da parte di amministratori e di Associazioni presenti nell'area interessata.
Questo provvedimento, appena vede la luce sulla carta, sta già manifestando delle opposizioni consistenti che credo vadano prese in considerazione. Non credo vadano liquidate con sufficienza, come paure ingiustificate. Bene o male si tratta sempre di energia nucleare, di trattamento di materiali nucleari. E' un elemento di preoccupazione perch segna un'inversione rispetto a scelte che, recentemente, si erano consolidate.
Nel passato, le preoccupazioni manifestate su forme di energie analoghe si sono dimostrate tutt'altro che infondate, nonostante le comunità scientifiche ci abbiano sempre rassicurati del contrario. Fino a quando non c'è stata la prova, ci dicevano che le probabilità di incidenti erano una su "tot" milioni. Non abbiamo aperto milioni di centrali nucleari, ma di incidenti se ne sono verificati parecchi! Quindi, chi ha fatto quei conti si è sbagliato! Si è sbagliato, e notevolmente! Condividiamo questo tipo di preoccupazione.
Penso anche che sia sbagliato emanare un provvedimento non tenendo conto che dovrà essere collocato territorialmente. C'è poco da fare.
Magari, adesso, per farlo votare, si sentirà dire: "No, non va nella zona di Leri, non è quella la destinazione, può essere un'altra". Però, se è un'altra, bisogna indicarla, non si può costruire in qualsiasi luogo perché sono impianti particolari, che richiedono collegamenti con fonti di energia consistenti. In ogni caso, andrebbe collocato in altro luogo.
Inoltre, anche laddove si decidesse di collocarlo alternativamente, non mi sembra che andrebbe tutto liscio. Non credo che possiamo decidere dall'alto; non credo che possiamo decidere dall'alto che qualcuno si prenda questo impianto perché abbiamo votato una proposta per cui si deve fare in Piemonte.
Credo sia un metodo sbagliato, e questa, secondo me, è una delle motivazioni per cui si dovrebbe ritornare. Credo che il primo atto di una verifica di fattibilità di questo progetto sia verificare se ci sono delle popolazioni in Piemonte disposte a recepirlo. Questo è il primo atto, poi viene la bontà di tutto il resto. Però, intanto, chi dovrà convivere con quell'impianto deve essere convinto.
Pertanto, occorre individuare i siti potenziali e, relativamente ad essi, individuare un consenso, e poi il provvedimento potrà andare avanti.
Altrimenti credo che attueremmo un progetto inverso rispetto a quello che dovrebbe essere realizzato.
Esistono molti altri elementi di perplessità. Non sono un tecnico, per cui non mi soffermerò sugli elementi tecnici. Però, sicuramente, siamo di fronte ad un investimento consistente. La prima riflessione, dunque, è quella di un investimento che, complessivamente, si presenta come consistente; prima di realizzarlo, bisogna vedere le ricadute possibili. Il giudizio contenuto nella relazione del programma statunitense per lo sviluppo e la ricerca della fusione energetica del luglio 1995 mi pare pur essendo positivo - quanto mai generico. Esso recita: "Produrre plasma ignito sarà certamente un traguardo di straordinaria importanza per il genere umano, provocherà un profondo interesse generale... rassomigliando ad una stella che brucia il plasma ignito sarà la dimostrazione del raggiungimento di conoscenze con immense possibilità per migliorare il benessere dell'umanità". Si tratta di considerazioni di una tale genericità, tanto che si può parlare dei viaggi interstellari! Sono discorsi troppo generici, anche nella definizione di chi è favorevole. E' come dire che sarebbe bellissimo arrivare alla levitazione, al trasporto dell'essere umano proiettandolo ad una velocità di mille chilometri al secondo. Certo, possiamo dire che sarebbero realizzazioni bellissime per l'umanità. Però, sostanzialmente, non si parla di un progetto preciso: mi sembra che il tipo di sostegno sia generico.
Invece, c'è un aspetto - Presidente Ghigo, chiedo, almeno a lei, di ascoltarmi, se non a tutta la Giunta - che mi incuriosisce. Il Presidente Ghigo è da sei anni Presidente della Regione Piemonte e questo progetto giace negli scaffali della Regione dal 1982. Sarei interessato a capire come mai, nonostante ci fossero fondi a disposizione e questo magnifico progetto, non solo le Giunte che hanno preceduto la Giunta Ghigo, ma la stessa Giunta Ghigo per sei anni non si è accorta della bontà del progetto non l'ha tirato fuori dal cassetto. Gli Assessorati competenti non hanno individuato una proposta di utilizzo, una proposta arrivata dal Governo che diceva: "Guardate, c'è questa possibilità, questo progetto, questi investimenti". Ma credo che il fatto che non sia stato dato corso al progetto sia un segnale, perché questi uffici non fanno nulla, oppure hanno analizzato il progetto e hanno ritenuto che non fosse da portare avanti.
Credo che, nel momento in cui la Giunta darà un parere, ci dovrà dire quali sono state le analisi che hanno indotto gli Assessorati a non essere loro i promotori del progetto, ma a lasciarlo cadere. Tant'è vero che viene presentato come una proposta di un Consigliere o di un Gruppo. Credo che anche questo sarebbe utile, perché non siamo di fronte ad una proposta sconosciuta, ma ad un'iniziativa che la Regione studia da diciotto anni.
Vorrei capire, come Consigliere, quali sono le conclusioni...



PRESIDENTE

Consigliere Papandrea, è scaduto il suo tempo.



PAPANDREA Rocco

No, Presidente, non è ancora scaduto, perché ho cominciato a parlare all'undicesimo minuto. Lei non ha azzerato il tempo, per cui mi mancano almeno tre minuti.



PRESIDENTE

Va bene, continui.



PAPANDREA Rocco

Dicevo che questo fatto, secondo me, non è secondario, perché uno degli elementi addotti per sostenere questo programma è che rischiamo di perderlo. Non riesco a capire come un progetto in campo da vent'anni e giacente in un cassetto non ce l'abbia ancora "soffiato" qualcuno, se era così interessante. Se era così interessante, non si capisce perché altre Regioni si sveglino all'ultimo momento insieme a noi e pensino di portarlo avanti. Non mi sembra, però, che sia così, che ci sia una corsa ad accapparrarsi il progetto, per cui se non decidiamo rapidamente, prima di Pasqua e delle elezioni, finisce che il progetto ci viene sottratto. Credo che non sia così. Questo è un ulteriore elemento che ci deve fare riflettere prima di andare avanti su questa strada.
Concludo dicendo che, nonostante ci sia stata una certa riflessione in Commissione, non mi sembra sia stata sufficiente, per la complessità e la pericolosità del tipo di scelte che si stanno per compiere. Anche perché si tratta di una scelta senza ritorno: non potremmo utilizzare in modo alternativo le risorse che verranno investite lì, anzi, ci può essere una dinamica a proseguire in quella direzione semplicemente perché si è fatto il primo passo in tal senso. Per questo non credo sia errato, anzi, sarebbe da prendere in considerazione l'idea di riflettere ulteriormente, perlomeno in V Commissione, in concomitanza con la I Commissione, per poter decidere.
Tenendo conto che, da questo punto di vista, disporre di un parere da parte degli Assessorati sul perché, se non l'hanno accantonato, perlomeno non hanno mai preso in considerazione questo progetto, è per noi importante per poter esprimere un giudizio. Ritengo che, dato che non si tratta di questioni politiche, in questo caso, ma di questioni strettamente tecniche conoscere queste ragioni sia significativo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

E' una di quelle giornate nelle quali ci si trova maggiormente in difficoltà, rispetto al solito, perché i temi affrontati questa mattina e quello che affrontiamo oggi pomeriggio sono di una complessità tale che, in qualche modo, dovrebbero riscuotere maggiore attenzione ed impegno.
Questa mattina abbiamo parlato di plutonio e oggi parliamo di Ignitor.
Dopo questa giornata si potrebbe decidere che sarà in eterno la giornata del nucleare in Piemonte, così si fa poi una festa regionale, o qualcosa del genere, con contributi vari.
Per alcuni mesi, all'Assessore, che adesso è assente, anche se è un Assessore sempre molto presente - fra l'altro, Presidente della Giunta e Presidente del Consiglio, che non ci sia l'Assessore all'ambiente su una tematica di questo tipo è doppiamente imbarazzante! - abbiamo presentato varie interrogazioni relative alle vicende dei siti nucleari, alla vicenda di Saluggia, alla vicenda del plutonio, e abbiamo rincarato la dose di preoccupazione, con interrogazioni ed interpellanze, dopo l'alluvione dell'ottobre 2000.
In tutte le risposte - quando abbiamo avuto risposta - compresa questa mattina, l'Assessore competente ha sempre confermato l'impegno assunto dalla Giunta Ghigo e da questo Consiglio: onorare il risultato del referendum del 1997 ed escludere che vi possa essere in Piemonte il sito nazionale per le scorie radioattive, in quanto è la regione italiana a maggiore dissesto idrogeologico.
Di nuovo, questa mattina, l'Assessore Cavallera lo ha ripetuto ribadendo alla terza interrogazione che questo Consiglio e questa Giunta cioè la Regione Piemonte, si stanno adoperando in tutte le sedi affinch non vi sia il futuro sito nazionale e venga bonificato il sito attualmente esistente a Saluggia, per cui è una chiara risposta che vuole indicare "no a tutto il comparto del nucleare e delle scorie".
Di fatto, la proposta di legge che ci ritroviamo in aula - qualcuno l'ha chiamata "con questa 'lobby' trasversale di nuclearisti" - che cosa ripropone? Innanzitutto, non tiene conto del referendum del 1997. Noi, che in quest'aula ci riempiamo frequentemente la bocca di questioni relative a referendum, federalismi e così via e che ne abbiamo fatto una questione di campagna elettorale, lo rifaremo e abbiamo di nuovo in ballo il referendum oggi, con questa proposta di legge, andiamo a dire che l'espressione dei cittadini piemontesi di tre-quattro anni fa non vale. Abbiamo fatto un referendum, abbiamo speso dei soldi, ma va bene, andiamolo a dire adesso che ne stiamo proponendo un altro ed altri ancora e così via: è coerentissimo! I cittadini si sono espressi dicendo "no al nucleare". Non solo: la gente che vive in Piemonte ha detto: "Il sito non può essere in Piemonte andiamo a liberare quelli che vi sono; non può esserci perché ad ogni alluvione andiamo sotto". Non solo: gli abitanti del Vercellese rappresentati in quest'aula dal Consigliere Pedrale, sono certamente contentissimi di ritrovarsi con una proposta che è l'esatto contrario di ciò per cui hanno lottato. Perché loro, nell'acqua fin sopra i capelli sempre, ogni volta che piove un po' di più, si "beccano" tutte quelle che sono le conseguenze del plutonio: ma non c'è problema, un po' di plutonio fa bene, scherziamo! Si "beccano" tutte le conseguenze del sito nucleare di Saluggia e non si "beccheranno" il polo industriale di sviluppo per il quale hanno lavorato e si sono impegnati, sia a destra che a sinistra, i Comuni, i Sindaci, i Consigli comunali e così via.
Oggi, con questa operazione, non andiamo a dire che il Piano energetico della Regione Piemonte è questo. No, noi non abbiamo fatto una valutazione di Piano energetico, perché sarebbe diverso.
Noi non andiamo dicendo che a Leri realizzeremo un centro avanzato di ricerca sulle politiche ambientali ed energetiche, che avrebbe un senso per l'economia e per le necessità di sviluppo del Piemonte. E' un'altra cosa.
Noi lì andiamo a realizzare ciò per cui ENEA, CNA e compagnia cantando da anni si stanno spendendo, che è la ricerca rivolta all'idrogeno, come tutti conoscono, anche i bambini delle elementari lo sanno. No, noi andiamo a dire: oggi, con un ragionamento trasversale e "fregandocene" dei referendum, "fregandocene" di avere fatto una consultazione - certo che è stata fatta, ma è stata una "roba" di un "amen" - in qualche settimana abbiamo deciso che diamo un futuro nucleare al Piemonte. Volendo spendere dei soldi che abbiano un senso, questa proposta dà una giusta valenza all'aspetto scientifico in sé, di quella che è stata la ricerca datata venticinque anni fa. Facendo le cose con una prospettiva: se si fanno è perché si pensa che poi Ignitor funzioni e che, quindi, si porti appresso Ignitor 2.
Vogliamo inserirci in una dinamica nella quale il mondo, l'Italia, il Parlamento, l'ENEA e tutti quanti ci hanno tagliato fuori perché noi siamo la regione del dissesto idrogeologico. Noi, di fatto, ci rientriamo in questo modo.
Perché, Ghigo, ti preoccupi soltanto di chiedere il grattacielo? La Giunta Ghigo rimarrà nella storia della Regione Piemonte anche per altre realizzazioni, certamente positive - figurati, te lo auguro! Rimarrà per il grattacielo, metà o tre quarti, ma rimarrà, perché avrà dato il segnale con il quale il Piemonte torna ad essere la regione nucleare; torna ad essere il sito che può risolvere i problemi di tanti altri siti che aspettano di trovare in Italia il luogo dove portarci il tutto: sarà il Piemonte.
Quindi, passeremo eccome alla storia! Questa "roba" ce la facciamo con quattro o cinque articoli, con una "discussioncina" di un paio di orette mentre si telefona perché si hanno problemi di candidati locali; poi ci sono altre questioni: le liste, le firme da raccogliere, altre "questioncine", domani ci abbiniamo la questione sulla salute e - via! - in 48 ore abbiamo risolto un po' di problemi. Certo, la politica può questo ma siamo qui solo per questo? Tra qualche minuto saremo tranquilli, perché intanto, con la forza dei numeri e delle lobby trasversali, cosa si deve fare? Ci si deve sdraiare farsi portare via dalla polizia o "piazzate" del genere - è ridicolo! - per poi passare per imbecilli, gli stupidi della modernità che non capiscono niente? Tra qualche minuto, pronti, alzeremo la mano - vero, Assessore Cavallera? - e daremo il via al ritornare indietro. Daremo il via a buttare a mare un referendum, ma dicendo che i referendum sono il sale della democrazia: siamo qui per questo! Sul referendum si molla tutto: bilanci sanità, ASL, tutto quanto sul referendum, il grande scambio! Spero che ci siano molti colleghi - non mi importa da che parte stanno - che pensino con la loro testa, perché quando si affrontano questi argomenti, guardate, ci potete liquidare con pochi discorsi: "Ma sì, sono i malati del nucleare che vedono nucleare dappertutto! Poi per la piccola percentuale di trizio che c'è... Anzi, un po' di trizio al giorno va bene. Dico bene, dottore? Lo aggiungiamo alle altre miscele e siamo a posto!". Insomma, in fondo l'acqua gasata è meglio? Anzi, magari il plutonio è meglio ancora! Certo che si può semplificare e banalizzare, però questa proposta di legge - e concludo - che deve toccare le coscienze e deve richiedere a chi ha figli, a chi pensa ad un futuro, di esprimersi a titolo personale, pu ancora, per la bontà con la quale è nata, per certi aspetti (invece c'è assolutamente della non bontà per altri aspetti), essere modificata in qualcosa di utile: un piano di ricerche e di sviluppo che tenga conto delle esigenze dei cittadini, dei Comuni e degli Enti locali, un polo industriale, e non andare a connotare la Regione Piemonte del terzo millennio come la Regione del nucleare. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Grazie, Presidente. Ho un'opinione diversa da quella della collega Suino. Ritengo che sia difficile ricondurre questa discussione sotto l'ombrello di una generica "questione nucleare", come se si trattasse della stessa questione di fronte al progetto Ignitor e di fronte a progetti sui quali abbiamo discusso negli anni passati.
Mi pare che siamo di fronte ad una questione che ha un'altra natura e che richiede - questo è ciò che intenderei rapidamente fare nei pochi minuti che mi sono consentiti - una discussione che cerchi di esaminare laicamente alcune questioni che, secondo me, rimangono aperte, alcuni interrogativi e alcune domande alle quali penso occorra cercare una risposta.
Siamo di fronte - non mi pare che possa essere messo in discussione ad un progetto che è stato considerato dalla comunità scientifica come un progetto di rilievo che apre prospettive importanti. Naturalmente, si tratta di un'ipotesi di un progetto di ricerca e non so neppure fino a che punto sia legittimo, di fronte ad un'ipotesi che si configura come un progetto di ricerca, avere la certezza assoluta sui suoi risultati. Mi pare che questa pretesa si configuri come una contraddizione interna. Quello che si può valutare è che si tratta di un progetto di cui è evidente la serietà e che è in grado di mobilitare una serie di energie positive.
Al tempo stesso, vorrei formulare alcuni quesiti. In primo luogo quando si parla di un progetto di ricerca che presenta - credo che occorra riconoscerlo - tale grado di incertezza, questo grado di incertezza deve essere in qualche modo sottoposto ad una valutazione. Per questo, a mio giudizio, è importante che in questo progetto la Regione Piemonte dichiari disponibilità ed impegno, ma lo deve fare come un impegno che non prende da sola, ma come un impegno che costruisce insieme ad altre istituzioni e forze, che siano in grado, in qualche modo, di assumersi la responsabilità di un giudizio sull'attualità di questo progetto, sulla sua contemporaneità e sulle possibilità della sua realizzazione.
Per questo, secondo me, non c'è solo bisogno di un'intesa preventiva con il Ministero dell'Industria e con il Ministero dell'Ambiente (adesso possiamo guardare il testo con più precisione), ma occorre chiedere che a questo progetto, e quindi anche alla società, siano associati il Governo le istituzioni e le agenzie in grado di contribuire ad una valutazione della sua effettiva utilità (penso all'Università e al Politecnico). Queste forze devono essere associate nella società. E' una precisazione che suona come un elemento di garanzia.
Vi è, inoltre, un'ulteriore domanda che vorrei porre al Presidente Ghigo, all'Assessore Cavallera e all'Assessore Pichetto, altro interessato che questo pomeriggio non è presente. La domanda che il collega Papandrea ha posto è una domanda legittima, alla quale è giusto avere una risposta: perché la Giunta non ha presentato proprie proposte in questa materia? Perché la Giunta, che pure adesso sembra condividere la proposta (sentivo prima il Presidente Ghigo che diceva ai Capigruppo di firmare questo progetto), non ha presentato una propria proposta? Non lo dico come critica. Vorrei soltanto capire, da persona che non ha un atteggiamento negativo pregiudiziale, perché su questo punto, dopo tanti anni, la Giunta non ha assunto la responsabilità di una proposta. In una discussione finalizzata al confronto e non solo, a fare un'operazione di schieramento mi pare che siano domande legittime alle quali è giusto che la discussione politica e le istituzioni di governo della Regione diano una risposta.
Troviamo il modo per legare, in qualche modo, questa iniziativa, di cui riconosco l'importanza e che francamente non può essere catalogata, perch credo che in questo ci sia qualcosa che non corrisponde al vero, come uno dei vari capitoli di un indifferenziato nucleare. Qui siamo di fronte ad un progetto che presenta altre caratteristiche, come affermava prima il Consigliere Giancarlo Tapparo ricordando le posizioni prese in Parlamento in precedenza.
Vi è, inoltre, una seconda questione - e concludo rapidamente il mio intervento - che riguarda la localizzazione dell'impianto Ignitor, cioè una localizzazione che mi pare debba rispondere a due parametri. Il primo sollevato da molti interventi (lo ha fatto per primo il collega Tapparo ed è stato ripreso in altri interventi dei miei colleghi dell'opposizione) riguarda una preoccupazione che c'è e che non nasce - guardate bene! - dal progetto Ignitor, ma dalla storia di quel territorio: nasce dal fatto che lì è ubicata una centrale nucleare dismessa; nasce dalla storia che ha fatto del Vercellese e del territorio attiguo a Trino uno dei siti nucleari.
E' evidente che la preoccupazione che può nascere a seguito di un collegamento tra questa iniziativa e l'individuazione del sito nazionale di un deposito delle scorie è una preoccupazione alla quale bisogna dare delle risposte. Sono molto cauto su queste faccende, perché sono tra quelli che hanno un'idea della politica come assunzione di responsabilità e, come nel caso dei rifiuti, a me la logica per cui "le discariche si facciano a casa degli altri" non mi piace. Tenderei, piuttosto, a cercare di discutere in modo responsabile, sulla base di valutazioni obiettive, dove si può fare o dove non si può fare una discarica, piuttosto che sulla logica per cui "i rifiuti ovunque, ma non nel mio giardino".
Detto questo, è un problema che non può essere trascurato dalla discussione e dall'analisi politica di questo discorso, perché, fra l'altro, la questione dell'individuazione in quel punto del Piemonte del sito nazionale deposito delle scorie è un discorso che è in campo indipendentemente dal fatto che ci sia o meno il progetto Ignitor.
L'ultima questione riguarda il rapporto tra Ignitor e le prospettive di quel territorio: lo sanno i presentatori Saitta e Pedrale, ma anche altri colleghi, che in quel territorio ci sono dei problemi.
Per quello che mi risulta, oltre a questi aspetti generali, le preoccupazioni sono legate alla compatibilità fra questo progetto e l'ipotesi di sviluppo economico e industriale dell'area a disposizione intorno alla centrale di Leri Cavour, che può essere importante per le condizioni vantaggiose che può offrire, non fosse altro per la possibilità di avere energia a costi competitivi.
Approfitto di qualche minuto in più per illustrare l'emendamento, che ho presentato insieme ad altri colleghi e che rinuncerò ad illustrare successivamente, che garantisce il rispetto dei criteri di compatibilità ambientale.
Noi dobbiamo, nel momento in cui assumiamo questa decisione, oltre alle questioni che richiamavo prima, precisare che l'individuazione dell'area di localizzazione dell'impianto avverrà dopo aver verificato la compatibilità fra questo insediamento e le ipotesi di sviluppo industriale ed economico di quell'area, coinvolgendo gli Enti locali e le forze sociali locali nel contesto di una valutazione delle politiche di sviluppo locale e nel quadro di una programmazione negoziata nei quali queste scelte si collocano.
Concludendo, devo dire che vi sono due problemi: da un lato, la costruzione di un contesto di valutazione di scelte e di assunzioni di responsabilità che permetta di affrontare - non dico di fugare i dubbi più consapevolmente, con maggiori elementi di tutela e di garanzie, scelte che rimangono esposte ad un certo grado di problematicità; dall'altro lato invece, la localizzazione, che comprende due questioni: la prima, rendere esplicita la questione che riguarda l'ipotesi che tutto questo rafforzi l'idea dell'individuazione del sito nucleare delle scorie radioattive l'altra, che riguarda il rapporto con lo sviluppo locale.
Inoltre, vorrei che la Giunta regionale spiegasse i motivi per cui non si è assunta la responsabilità di una proposta che da tempo è oggetto di valutazione e di riflessione.
Come spero che abbiate capito, il mio intervento non avviene in uno spirito preconcetto, ma è un tentativo di valutare un problema e cercare di approfondirlo e di discutere su questa base quelle che sono le soluzioni migliori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi Oreste.



ROSSI Oreste

Intervengo per segnalare alcuni punti che hanno interessato un gruppo di lavoro della Lega Nord, che ha analizzato i documenti, i possibili rischi e le varie idee che si sono alternate sia su tale sito, sia sull'utilità o meno di effettuare quel determinato tipo di ricerca.
Sicuramente, assicura garanzie dal punto di vista della sanità, della sicurezza per l'ambiente e per le popolazioni, perlomeno finché ci fidiamo del Politecnico di Torino, in quanto ha dichiarato, in merito agli aspetti radiologici dell'insediamento di Ignitor nel sito di Saluggia, da una produzione di scorie da parte dell'impianto, che le conseguenze radiologiche sono accettabili ed inferiori ai limiti prescritti dalla legge.
Sul rapporto preliminare di sicurezza, il giudizio del Politecnico di Torino è sempre positivo, tant'è che parla di impatto ambientale radiologico trascurabile, al di sotto dei limiti di rischio e, sempre secondo il Politecnico, l'impianto addirittura non necessita della presenza di un ulteriore contenimento come in uso per gli impianti nucleari di potenza. Secondo il parere della massima autorità piemontese in questo settore, non si dovrebbero correre rischi con questo impianto.
Il problema esiste ed è reale: il sito di Saluggia, che è stato alluvionato ben tre volte (nel 1993, nel 1994 e nel 2000). Riteniamo che si debba prestare particolare attenzione a questa localizzazione, avere la certezza che i lavori, sia sui fiumi, sia intorno a quel sito, siano tali da garantire assolutamente da eventuali esondazioni future, perch un'esondazione su un sito di quel tipo potrebbe creare notevoli e gravi problemi. Questo deve essere un impegno ovviamente preliminare. Ci deve essere la garanzia che non ci siano esondazioni e, anche se ci saranno quel sito dovrà essere tutelato da arginature di contenimento che impediscano alle acque di venire a contatto con l'impianto.
Devo dire che CGIL e Lega Ambiente Piemonte avevano proposto un progetto alternativo sull'idrogeno, poiché si riteneva superato il progetto attuale. L'obiettivo di una proposta di legge è scientificamente di superiore rilevanza data la ricaduta in gioco per i brevetti sui nuovi materiali destinati a resistere ad alte temperature e a tensioni interne elevatissime.
Il processo di produzione dell'idrogeno è noto ed è già applicato industrialmente. La sperimentazione per le pile a combustibile (idrogeno e ossigeno) e per la produzione di energia non presenta le difficoltà della fusione ed è già in corso; a prescindere dai costi, è possibile l'applicazione. Tra l'altro, la ricerca della sperimentazione per l'uso dell'idrogeno come combustibile è già in corso presso case automobilistiche con alcune applicazioni sul mercato. E' proprio degli ultimi giorni la notizia del primo motore funzionante addirittura con la scissione ad acqua.
E' inutile investire pesantemente su un progetto all'idrogeno.
Per quanto riguarda l'ordine di grandezza e l'impegno economico, si va da un minimo di 600 ad un massimo di 1.000 miliardi. Il problema è come reperire i fondi.
Noi sappiamo che la Comunità Europea è disponibile a finanziare, dal 15% al 45%, l'impianto, per cui potremmo valutare un'ipotesi media del 30 che corrisponderebbe a circa 300 miliardi di lire. Lo Stato investirebbe 60 miliardi l'anno, per tre anni, per un totale di 180 miliardi; la Regione potrebbe investire 10 miliardi l'anno per tre anni, per un totale di 30 miliardi. La somma che si porterebbe a casa dovrebbe essere inferiore ai costi reali, per cui occorre ottenere maggiori finanziamenti dagli Enti pubblici o, in alternativa, far sì che i privati possano avere interesse ad investire su questo progetto. Sicuramente, con l'attuale società che si vuole istituire, quindi senza alcuno scopo di lucro, diventa difficile ottenere investimenti da parte dei privati. Noi proporremmo, in alternativa, una joint-venture, una società consortile per azioni senza scopo di lucro per l'attività.
Quindi, si vada a sfruttare quel tipo di impianto per provare e testare nuovi materiali che potrebbero essere coperti da brevetto e, quindi commercializzati a livello mondiale. A quel punto, i privati, la stessa CRT, la FIAT o l'Alenia entrerebbero a far parte di questa joint-venture e quindi, potrebbero finanziare la parte mancante, in modo da poter realizzare il progetto.
Ripeto, occorre rivolgere un'attenzione assoluta al sito, perché deve esserci la garanzia matematica che il sito non possa essere alluvionato esondato o danneggiato da eventi esterni e deve esserci la garanzia che, in futuro - dico questo per rispondere alla collega Suino - non diventi il sito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti nucleari.
Credo che questa sia una delle premesse per poter dire "sì" a questo progetto, assieme alla garanzia del sito.
Chiediamo la garanzia che quello non diventi un sito per lo smaltimento di rifiuti nucleari e che ci sia l'assoluta garanzia della messa in sicurezza di quel territorio, per evitare danni e, quindi, contaminazioni delle falde acquifere.
Per il resto, siamo favorevoli a questo impianto di ricerca, perch potrebbe dare tantissimo sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista dell'occupazione, sia dal punto di vista dello sviluppo industriale del nostro territorio. Potremmo diventare veramente il fiore all'occhiello non solo a livello di Comunità Europea, ma addirittura a livello mondiale.



PRESIDENTE

Passiamo ora alle repliche da parte dei relatori.
La parola al Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca

Innanzitutto, devo sottolineare una questione che forse non è emersa nella giusta misura negli interventi precedenti.
L'iniziativa del progetto Ignitor, portato avanti attraverso una società consortile dalla Regione Piemonte, non è un'iniziativa estemporanea, ma è la logica conseguenza di un'iniziativa nazionale: è da tre anni e ben tre Finanziarie che il Governo nazionale - tra l'altro non dello stesso colore politico della Giunta regionale del Piemonte - stanzia miliardi, decine di miliardi, per il progetto Ignitor. Quindi, non è un'iniziativa estemporanea o un orgoglio regionalistico per voler essere all'avanguardia nel campo della ricerca, ma è un contributo, uno stimolo giusto, logico, che il Piemonte ha il dovere di fare, visto che a livello nazionale sono stati stanziati questi fondi. Per cui mi sembra più che logico che la Regione Piemonte faccia la sua parte, la sua piccola parte.
Una preoccupazione che è stata paventata e che dobbiamo invece assolutamente eliminare è che l'eventuale sito del progetto Ignitor possa diventare anche il sito di stoccaggio delle scorie nucleari. Ovviamente anche noi siamo assolutamente contrari che questo avvenga; non sarà sicuramente questo il caso, anche perché il sito che probabilmente verrà individuato sarà un sito dove accanto al progetto Ignitor ci saranno anche altri insediamenti industriali.
E' un'opportunità che secondo noi dobbiamo cogliere e non lasciar cadere.
Per quanto riguarda l'obiezione che si tratti di grossi investimenti e che non abbiamo la certezza che l'esperimento funzioni, che abbia un esito positivo, rispondo che la ricerca vive su queste scommesse. Quante volte si sono spesi tanti soldi e i risultati non sono stati consequenziali, per ripeto - la ricerca vive sulla sperimentazione, vive anche su questi tentativi.
La scelta poi dello strumento consortile è stata volutamente fatta sulla base di esperienze passate positive e anche proprio per coinvolgere più soggetti possibili: soggetti privati e soggetti pubblici, com'è stato sottolineato nell'intervento del collega Rossi e di altri colleghi. C'è la volontà di coinvolgere il più possibile tutti i soggetti interessati a livello regionale.
Condividiamo l'emendamento presentato dal collega Marcenaro che giustamente richiede un coinvolgimento e un'attenzione degli Enti locali sul territorio nel momento in cui si sarà individuato il sito per la realizzazione di questo laboratorio sperimentale.
Per quanto riguarda la sicurezza, ricordo che le consultazioni che abbiamo svolto nelle due Commissioni, sia in I che in V, hanno dato ampia rassicurazione dal punto di vista delle condizioni di sicurezza: al massimo, nel caso di incidente, le emissioni, le radiazioni sarebbero pari a quelle che si possono subire in un viaggio intercontinentale o in un esame radiologico (questo è quanto hanno detto, durante le consultazioni gli esperti e i tecnici del Politecnico).
Infine, per quanto riguarda il sito, devo dire che sarebbe stato presuntuoso, già nell'articolato della legge, indicare il sito, ma indubbiamente a livello regionale l'unico sito che sostanzialmente pu ospitare un laboratorio di questo tipo è quello di Leri Cavour, che è un sito sicuro dal punto di vista idrogeologico, non è zona alluvionabile, al riparo quindi da rischi derivanti da calamità naturali; inoltre, è sito vicino alla nuova centrale policombustibile di Leri, dove c'è la potenza di corrente elettrica che consente la sperimentazione e quindi l'attività del laboratorio sperimentale di Ignitor.
Vi invito quindi a vedere questo progetto Ignitor come un'opportunità che dobbiamo cogliere, non come un'iniziativa - ripeto - estemporanea, ma come la logica conseguenza di una scelta che è stata fatta anche a livello nazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Sento il dovere non tanto di fornire alcune risposte, quanto di riprendere alcune osservazioni che sono state fatte, soprattutto quelle critiche. Credo che alcune risposte sicuramente debbano essere date, anche perché - lo dico soprattutto alla collega Suino - nel momento in cui abbiamo pensato di proporre questa proposta di legge ci siamo posti un problema più generale per quanto riguarda la collettività ed è un problema che in qualche maniera tutti dobbiamo avere presente. Tutti abbiamo una coscienza, non ce l'ha soltanto chi sostiene una posizione.
Il problema è quello complessivo dell'esaurimento delle fonti di energia: è una questione che deve preoccupare tutta la classe politica, per non nascondersi dietro al dito che ci troviamo di fronte a fonti inesauribili. Il problema non è questo, lo sappiamo. D'altronde, lo Stato italiano ha un Ente di ricerca, l'ENEA, che ha questa finalità: studiare altre fonti di energia e tra queste c'è anche la fusione nucleare.
Il Parlamento italiano - è già stato ricordato - ha già finanziato in diverse occasioni, in diversi anni, il progetto di fusione nucleare. E il progetto di fusione nucleare, collega Moriconi, non è giudicato negativamente da parte dell'ENEA, che è l'Ente di ricerca; non ha un giudizio negativo da parte del prof. Rubbia, che è dedicato all'idrogeno.
Credo che anche il collega Moriconi, come gli altri colleghi, avranno avuto modo di leggere la lettera che il prof. Rubbia ha scritto al Presidente Ghigo e al Presidente Cota al momento della consultazione. Il prof. Rubbia per quanto riguarda il progetto Ignitor, ha dato un giudizio interessante anche dal punto di vista scientifico; ha detto: "Considero positivamente la validità scientifica del progetto Ignitor che, a mio parere, possiede tutte le potenzialità per apportare un importante contributo originale al perseguimento dell'obiettivo della fusione termonucleare controllata, nel quadro dell'impegno della cooperazione scientifica, sia a livello europeo che a livello mondiale". Quindi, lo stesso prof. Rubbia non fa che confermare la validità scientifica, non c'è contrapposizione con la via dell'idrogeno, che in ogni caso è una via derivata, per quanto riguarda la produzione di energia, perché la produzione di energia attraverso l'idrogeno richiede pur sempre combustibile, in sostanza. I due percorsi non sono tra di loro incompatibili, non è che una scelta esclude l'altra: sono due strade possibili. In ogni caso, ci troviamo di fronte ad un progetto - è stato detto e ripetuto - di sperimentazione, con tutto quello che ciò vuol dire, nel senso che può anche non dare i risultati sperati.
Qual è però il fatto nuovo rispetto al passato? Lo richiamava il collega Tapparo, che ha ripercorso la storia di questa vicenda. Io allora non ero in Consiglio regionale, ero al Comune di Rivoli, ma ricordo che ne parlava Ezio Alberton che era molto attento all'ipotesi di Ignitor. Il fatto è che si alternano delle fasi nella ricerca, soprattutto nella ricerca sull'energia, che sono legate a fatti concreti, a lobby come le ha chiamate il collega Tapparo. Il progetto Iter, progetto classico della fusione nucleare, che risale al 1985, è un progetto che la comunità scientifica ha deciso non essere adatto per continuare sulla ricerca perché è molto costoso. Non ha dato i risultati dopo le tante risorse utilizzate.
Ho qui sotto mano un rapporto redatto da diversi scienziati, dove si dice che, per raggiungere la fusione, Ignitor è la soluzione possibile.
Un fisico noto a Torino, il prof. Regge, in qualche maniera, cerca di collocare il problema in una dimensione laica, dicendo che la fusione non è la soluzione del problema, può dare qualche risultato a breve termine sull'applicazione, sulla ricerca. Non è detto che il risultato si ottenga però la comunità scientifica ritiene che la macchina Ignitor possa dare dei risultati e che vale la pena tentare.
Pertanto, credo che occorra evitare la modalità con cui il tema viene trattato. Il collega Moriconi sa che non ha questo parere, sa perfettamente che sono due cose diverse, come anche la collega Suino. Qui si parla di fusione nucleare e i colleghi sanno perfettamente che la fusione è una cosa totalmente diversa rispetto alla fissione. Non sto a ripetere le cose note anche perché un po' tutta l'Europa sta abbandonando la fissione nucleare per i gravi rischi che comporta, anche coloro che hanno compiuto una scelta diversa rispetto alla nostra, ma tutti stanno abbandonando quella modalità per gli alti rischi che comporta. Questo è il problema.
Quindi, non siamo di fronte alla fissione nucleare. Quando parliamo di nucleare ci riferiamo normalmente alla fissione nucleare, cioè la produzione di energia che produce radioattività, generata quando due nuclei di atomi pesanti come l'uranio vengono scissi.
Qui il processo è totalmente diverso, ed è stato detto e ripetuto che i rischi sono notevolmente minori; non è detto che non esistano, e io non faccio questa affermazione come nessuno ha fatto un'affermazione simile.
Mi pare abbia fatto bene il collega Marcenaro ad avere riportato questa discussione in termini, non dico pragmatici, ma realistici, cercando di mettere in moto un processo che deve portare alla sperimentazione. Mi pare che sia totalmente condivisibile - lo diceva prima il collega che ha firmato con me la proposta - che deve essere sicuramente garantito, e mi pare logico che occorra dare le certezze che giustamente le comunità locali chiedono attorno a questo tema. Sappiamo che c'è disinformazione, sappiamo che c'è confusione tra fissione e fusione. Questo esiste e le certezze devono essere date; nel momento in cui si decide di partire con la costituzione di una società bisogna scrivere chiaramente nella legge - e mi pare che il contenuto sia totalmente condivisibile - che l'avvio del percorso per giungere alla realizzazione del progetto Ignitor, quindi della sperimentazione, deve dare delle garanzie precise per quanto riguarda la compatibilità ambientale e la compatibilità territoriale.
Ha ragione il Sindaco di Trino quando dice: "Voglio realizzare l'area di Leri e deve essere un polo industriale, quindi non voglio degli impianti che in qualche maniera mandino via altri impianti industriali". Ha perfettamente ragione. Quindi, credo che debba essere dimostrato prima di costruire l'impianto, cioè immediatamente. E Ignitor deve lavorare in questo senso per dare quelle certezze di compatibilità ambientale.
Tutti noi abbiamo seguito con attenzione il dibattito in Commissione dove ci è stato detto da parte di studiosi del tema - poi avremo la conferma e avremo anche modo di dimostrare che sono questioni infondate che un impianto sperimentale con queste caratteristiche non è compatibile con altri impianti industriali. La condizione perché ciò avvenga, perché si realizzi Ignitor, è che questo sia dimostrato, cioè che sia compatibile con altri impianti industriali e che sia sicuro. Perché quando il Politecnico dà quell'affermazione, cioè ci dice che il grado di reattività è come quello di un impianto radiologico, o quando il prof. Regge ci dice che, in ogni caso, in caso di incidenti il processo messo in moto si spegne personalmente ci credo. Ma a parte il crederci personalmente, nel momento in cui si partirà concretamente dovrà essere data questa dimostrazione.
Questo è l'elemento di partenza ancora prima di discutere il sito anche se si pensa a Trino, ma è l'elemento di certezza. Se attraverso Ignitor, quindi attraverso uno strumento della Regione Piemonte, si è in grado di dimostrare preventivamente la sicurezza e la compatibilità dal punto di vista territoriale, credo che anche questo impianto di ricerca della fusione nucleare possa diventare un elemento caratterizzante per un nuovo e diverso sviluppo industriale e scientifico di una zona; pu diventare un elemento fortemente attraente sotto questo aspetto.
Queste sono le considerazioni che volevo fare e soprattutto sfatare il fatto che c'è il prof. Rubbia che sostiene una cosa e demonizza Ignitor.
Questo non è vero, perché il prof. Rubbia ha detto delle cose diverse e ha anche aggiunto, nella comunicazione fatta alla Regione Piemonte, non solo un giudizio positivo sul piano scientifico, ma ci ha informato che, in ogni caso, l'ENEA va avanti sulla fusione nucleare, sulla sperimentazione.
Quindi, che cosa viene chiesto? Che quella sperimentazione che si sta facendo altrove venga fatta in Piemonte, con quelle sicurezze e con quelle compatibilità.
Quando il prof. Rubbia dice: "Nel caso in cui la Regione Piemonte attraverso questa proposta di legge, decida di fare Ignitor in Piemonte, il personale e le risorse vengono trasferite dall'ENEA" e, in ogni caso essendo una società consortile, non è soltanto un problema della Regione Piemonte: è un problema di coinvolgimento necessario ed opportuno del Ministero dell'Industria, dell'ENEA, del Politecnico e dei Centri di ricerca.
Anche se concordo su alcune osservazioni del collega Chiezzi in merito al rapporto tra il Piano energetico regionale e questa proposta, ci sono sicuramente delle discrasie. Ma sono anche convinto di un fatto: qui c'è un problema di urgenza, di necessità. Se attraverso questa proposta di legge riusciamo a mettere in moto un processo affinché avvenga una localizzazione della sperimentazione qui, riusciamo ad evitare che possa andare in altre Regioni, ma sarà sempre in Italia. Sarebbe molto strano che, in Piemonte avendo tanti Centri di ricerca e avendo delle industrie elettromeccaniche interessate alla costruzione e alle ricadute sulla sperimentazione, si dimostrasse disinteresse.
Sotto certi aspetti, sono anche insoddisfatto del fatto che questa proposta veda un consenso diffuso, molto ampio, probabilmente anche un po' anomalo, ma che questa idea, ancora da sviluppare in termini progettuali e di compatibilità, incominci a prendere piede attraverso una proposta è un fatto positivo, poiché consente alla Regione Piemonte, a partire dal suo Presidente, di mettere in moto un processo anche nei confronti della Comunità Europea.
L'Euratom, che è sempre stato interessato alla fissione nucleare, in qualche maniera rivede, come sta tentando di rivedere, a livello europeo i suoi progetti, attraverso una riconversione, non soltanto dalla fissione verso la fusione, ma dal progetto Iter a questo progetto.
Abbiamo un ruolo fondamentale, e non voglio fare l'esaltato perch attorno a questi temi non ho neppure la competenza necessaria per poterne discutere a fondo, ma mi rendo conto che, in ogni caso, questa è una strada percorribile. Il successo non è evidentemente garantito, altrimenti non sarebbe una sperimentazione. Se il Piemonte riesce in qualche maniera a dare le gambe verso una costituzione, costituiamo un contenuto e uno strumento. Lo strumento è l'occasione, poi si tratta di dare contenuto e di costruire questo percorso, un percorso difficile soprattutto laddove bisogna creare il consenso con le comunità, che è un fatto fondamentale.



TOSELLIFRANCESCO



PRESIDENTE

Ringrazio tutti i colleghi che hanno partecipato al dibattito generale.
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, la relazione dei Consiglieri Pedrale e Saitta, i due firmatari di questo disegno di legge, è stata sufficientemente esauriente.
Riguardo alla specifica domanda posta dai Consiglieri Marcenaro e Papandrea, i quali si chiedono come mai la Giunta non abbia assunto, su un argomento di questo genere, una propria iniziativa legislativa, la questione è molto più semplice di quanto appaia o possa essere interpretata. In realtà, questa iniziativa è nata su sollecitazione del Consigliere Saitta, al quale si è aggiunto il Consigliere Pedrale, e da miei contatti diretti con i rappresentanti dell'ENEA, con il prof. Coppi e con altri eminenti docenti universitari.
Ho ritenuto, proprio per la contingenza e la necessità di dare un segnale attraverso un'iniziativa legislativa della Regione Piemonte su questo tema, che si potesse dare il via, con molto pragmatismo, ad un disegno di legge che non provenisse necessariamente dalla Giunta. La Giunta, o il governo regionale, non è stato assente in questa iniziativa perché io stesso ho avuto parecchi contatti con l'ENEA, così come, sia in fase di Finanziaria dell'anno 2001, sia in fase istruttoria di assestamento ed aggiustamento della legge, ho avuto parecchi contatti con questi interlocutori. Possiamo dire - lo dico in senso un po' ironico - che è stato uno di quei casi in cui l'esecutivo ha ritenuto di dare spazio alla proposta legislativa del Consiglio, in quanto da esso questa veniva, ma è comunque condivisa e questo l'ho detto da subito. Pertanto, non abbiamo voluto interferire nell'iter legislativo di questa proposta di legge n l'abbiamo sottoscritta come Giunta, ma l'Assessore Pichetto ha sempre espresso in Commissione, in rappresentanza della Giunta, il parere favorevole.
Abbiamo anche richiesto un emendamento - approvato nella discussione di abbattimento della disponibilità finanziaria per l'attuazione di questo progetto. E questo, per quanto riguarda l'atteggiamento della Giunta.
Questa proposta di legge, dunque, è condivisa da me e dalla Giunta anche l'Assessore Cavallera, pur considerando tutti gli aspetti ai quali alcuni di voi hanno fatto riferimento (di tutela del territorio e delle criticità del sito in oggetto - tant'è vero che abbiamo affrontato più volte l'argomento nei mesi scorsi), sta procedendo a passi forzati per mettere a fuoco e a punto una strategia per la messa in sicurezza e naturalmente la bonifica, anche se - come sapete - è estremamente difficile parlare di bonifica sui rifiuti nucleari, perché i tempi non sono di qualche anno, ma di qualche decina di anni, ma questo è un discorso che ci porterebbe lontano.
In buona sostanza, l'interrogativo che ci siamo posti è stato questo: di fronte all'eventualità che questa sperimentazione possa essere fatta in Piemonte, non dobbiamo tentare di giocare tale partita? La risposta è stata: "Sì, vogliamo tentare di giocare questa partita".
Deve essere chiaro a tutti - ma è già stato detto - che con questa proposta di legge ci mettiamo nell'eventuale situazione di intraprendere una sperimentazione che, come tutte le sperimentazioni, potrebbe portare ad un risultato o ad una conclusione che, come è frequente in questi ambiti potrebbe non essere quella che auspichiamo.
Il nostro atteggiamento - ripeto - è quello di voler giocare questa partita, di voler tentare che la Comunità Europea decida di identificare il Piemonte come la regione nella quale si procede a questo tipo di sperimentazione. Il passaggio fondamentale per accedere a questa opportunità è quello di mettere in moto un meccanismo legislativo che si metta nella situazione di poter interloquire. E noi l'abbiamo fatto.
In buona sostanza, confermo la volontà della Giunta ed il voto favorevole a questa proposta di legge e mi auguro, ringraziando i Consiglieri che hanno lavorato per la sua stesura, che il Consiglio regionale lo approvi. Grazie.



PRESIDENTE

La ringrazio, Presidente Ghigo.
A questo punto, possiamo procedere all'esame dell'articolato.
ART. 1 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Le osservazioni del dibattito generale meriterebbero un approfondimento, lasciando magari al tempo successivo altri problemi.
Vorrei ricordare che la fusione e la fissione sono diverse, perché la fusione è l'unione di due atomi e la fissione è la separazione di un atomo solo. E' fondamentale il fatto che la parola fusione fosse legata alla frontiera futura della ricerca ed al fatto che con la fusione fredda si potessero anche unire atomi non radioattivi ed ottenere energia. In questo caso, come ha ammesso il prof. Regge, noi lavoriamo con materiale radioattivo. Quindi, è vero che uniamo due atomi e non ne dividiamo uno solo, ma la conseguenza finale è la stessa: lavoriamo con materiale radioattivo. Possiamo sofisticare finché vogliamo, ma il prof. Regge, in Commissione - per chi ha voluto sentire - ha detto che, alla fine, solo per l'esperimento, produrremo tre metri cubi di materiale radioattivo. Allora scusate: il problema della radioattività esiste ed è questo il problema che poniamo, non la sottigliezza della fusione o della fissione. Sappiamo tutti cosa significano fusione e fissione, ma il problema è che noi produciamo materiale radioattivo in una zona esondabile.
Rispetto al documento dell'ENEA - lo dico per chi l'ha citato - mi sembra che si stia giocando a fare i politici, a parlare in maniera poco comprensibile e ad utilizzare questa situazione, interpretandola ognuno come vuole. Il documento del prof. Rubbia - scritto in perfetto "politichese" - al punto 1) esprime soddisfazione per il progetto, ma al punto 2) - guarda caso - dice che è assolutamente prioritario che vi sia un chiaro pronunciamento a favore del progetto anche in ambito europeo. Cosa significa questo? Spiegatemelo voi! Questo, in "politichese", vuol dire che sul progetto lui nutre molti dubbi, per cui vuole un appoggio europeo per portarlo avanti. Ma c'è di più, perché il punto 3) recita: "Un altro aspetto rilevante riguarda la licenziabilità del sito Ignitor S.p.A. per attività di carattere nucleare". Il fatto che sia un'attività nucleare lo dice il prof. Rubbia, non il Consigliere Moriconi. Il prof. Rubbia afferma ancora: "L'accurata analisi dell'impatto ambientale è svolta al fine di garantire una completa e preventiva accettabilità del progetto da parte dell'autorità di sicurezza e degli altri organismi preposti, e soprattutto da parte delle popolazioni limitrofe".
Allora, il prof. Rubbia va bene quando parla al punto 1) o va anche bene quando parla al punto 3)? Scegliete voi. Se va bene quando parla al punto 3), il Presidente Ghigo e chi vota questo progetto dovranno poi dire alle popolazioni limitrofe perché l'hanno approvato, nonostante il prof.
Rubbia, non un emerito sconosciuto, abbia parlato di attività di carattere nucleare. Lo stesso prof. Regge ha dovuto ammettere che il materiale che portiamo avrà un'attività radioattiva per migliaia di anni: questo lo dovete sapere.
Votate in perfetta coscienza, non posso influenzare questo voto.
Votate, maggioranza e minoranza, votate in perfetta coscienza questo progetto e poi andate a dire alle popolazioni limitrofe quello che dice il prof. Rubbia - io ci andrò, ma voglio vedere chi verrà con me! Sempre il prof. Rubbia al punto 6) della relazione rincara la dose dicendo: "Purché esista un vasto consenso al progetto da parte degli altri 'partner' invitati dalla vostra lettera".
All'art. 1, c'è un altro problema, quello economico. Con la legge formalizziamo l'invito alle Fondazioni bancarie e alle Unioni industriali ma nei materiali pervenuti alla Commissione, per chi li ha voluti consultare, è scritto: "L'IMI San Paolo dice 'no'; CRT dice 'no'"; insomma tutti quelli che abbiamo invitato a partecipare al progetto dicono "no".
Riflettiamo un attimo su quello che stiamo facendo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

La Giunta è stata evasiva su un quesito da me posto. Io non avevo chiesto il loro giudizio in merito al provvedimento presentato dai Consiglieri Saitta e Pedrale. Avevo chiesto che giudizio dava la Giunta rispetto ad un progetto che giaceva da circa vent'anni nei cassetti della Regione: perché da tanti anni c'è un progetto che non è stato fatto avanzare? Non è nuovo, non è nato con la proposta di legge. Il progetto è in Regione da tempo, lo ha analizzato e non lo ha mai portato avanti. E' significativo non il giudizio su una proposta di legge, ma sapere come mai gli Assessorati competenti, per una ventina di anni circa, non hanno dato seguito al progetto.
Premetto che sono contrario al progetto, ma, dovendolo elaborare i Comuni limitrofi e la Provincia, gli stessi dovrebbero far parte della società Ignitor, perché obbligherebbero ad individuare da subito l'area dove sorgerà l'impianto, per non creare prima la società e poi l'area.
Prima di assicurare le comunità dove verrà realizzato questo progetto occorre che le stesse siano d'accordo. Nessun scienziato può venire qui e dirci: "Il progetto è garantito", perché noi possiamo rispondere: "Realizzalo a casa tua!". Così come tutti quelli che sostengono che l'uranio impoverito non fa male: voglio vedere se gli stessi hanno il coraggio di dormire su un letto di uranio impoverito per almeno due mesi! Gli scienziati sono sempre sicuri per le cose che riguardano gli altri.
Individuare immediatamente il fatto che la Provincia e i Comuni vengano inseriti, così come la Regione Piemonte, nella società, ci permette di individuare da subito l'area (in Commissione si è sempre detto che potrebbe anche essere un'altra).
Inseriamo nella legge che, comunque, nel momento in cui si costituisce la società Ignitor, deve essere già individuata l'area, perché i Comuni e la Provincia interessate devono far parte della società stessa. Questo è un approccio serio, perché si pone realmente il problema di trovare il consenso delle popolazioni, altrimenti c'è un atteggiamento di imposizione.
Assicurare le popolazioni con atteggiamenti vari, ad esempio sulla sicurezza dell'impianto o sulle promesse di possibili ricadute: c'è un grande investimento, ci sono utilità per tutti, ecc.
Proprio perché nella proposta di legge si parla di Fondazioni bancarie si potrebbe essere più espliciti ed individuare le Province e i Comuni interessati.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare all'esame degli emendamenti presentati all'art. 1.
1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Moriconi, Chiezzi, Suino Papandrea e Riggio: l'art. 1 della proposta di legge n. 115 è abolito.
La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione.



MORICONI Enrico

La finalità della nostra proposta è quella di arrivare ad una vera discussione e ad una vera proposta per quanto riguarda un momento di ricerca scientifica. Mi rifaccio alle ultime parole del Consigliere Papandrea.
Quando si parla di ambito scientifico - tra l'altro ho fatto degli studi che sono catalogati in questo campo - tutti sappiamo che la scienza ha sempre ragione, la scienza non sbaglia mai. Le affermazioni che la scienza fa in questo momento, il giorno dopo possono essere smentite, per chiaramente il processo della scienza è questo. Quindi, le affermazioni che fa la scienza in ogni momento possono essere smentite, ma avrà sempre ragione.
Tanto per ricordare alcuni punti su questo argomento, ho ancora in mente le fotografie che ritraggono i cittadini americani che sono andati a vedere le prime esplosioni nucleari, perché gli scienziati sostenevano che non vi era alcun pericolo. Ci sono tantissime fotografie in cui ben pasciuti cittadini americani, dotati di occhiali da sole rigorosamente affumicati per evitare disturbi alla vista, erano presenti alle esplosioni nucleari perché secondo gli scienziati non vi era alcun pericolo. Di lì a poco, la maggioranza di questi cittadini morì per le conseguenze delle radiazioni che li colpirono mentre assistevano a quello spettacolo, e naturalmente sono morti perché la scienza aveva detto che non c'era alcun pericolo. Chissà perché sono morti! Oggi sappiamo bene che le radiazioni sono cancerogene, provocano leucemie ed altre malattie mortali. La ricerca scientifica - dopo - ha accertato che questo poteva succedere, per precedentemente non aveva sollevato alcun dubbio.
Quindi, il nostro tentativo è quello di abrogare questo articolo, per provvedere poi alla sua sostituzione con un testo che renda possibile la costituzione di una società che, lavorando nell'intento di ricercare, in campo scientifico, fonti alternative di energia, permetta una ricerca che sia utile al Piemonte, che crei occupazione e che, naturalmente, non sia dannosa per le popolazioni che devono convivere con questo centro. Il problema fondamentale è sempre quello di riuscire a non fare dei danni.
Credo di poter dire che ci siamo anche raccontati qualche menzogna finora, oggi pomeriggio.
Mi dispiace che non sia presente il Consigliere Ghiglia, perch facciamo affermazioni a futura memoria, che vorrei fossero verbalizzate. A questo punto, il Consigliere Ghiglia avrebbe detto che tutto è verbalizzato e che quindi è inutile ricordare che vorrei che le mie parole fossero verbalizzate. Vorrei che, tra qualche anno, ci ricordassimo che, se questo progetto va in porto così com'è stato concepito, è avvenuto alla luce di queste discussioni, in modo da verificare, a seguito delle inevitabili conseguenze negative, chi aveva ragione e chi torto. Ma questo, purtroppo già succede tante volte in molti altri campi, e non ci tengo particolarmente ad avere un primato nell'essere profeta di sventure. Voglio solo dire che il tentativo che oggi possiamo fare è di realizzare una società che permetta agli scienziati, che si dedicano al campo della ricerca, di lavorare per la ricerca di fonti alternative serie e valide.
Ripeto: in questo momento la forma di ricerca che sembra dare maggiori sviluppi è quella legata alla ricerca dell'idrogeno. Quindi, noi rischiamo con questa operazione, di fare un'azione di retroguardia. Ma, d'altronde come abbiamo detto prima, tra gli stessi scienziati è presente questa preoccupazione. Un progetto vecchio di ventidue anni, che non è stato aggiornato e non è stato più verificato, non è coerente con una seria ricerca scientifica.
Per questo motivo, per fare della vera ricerca, chiediamo che il primo articolo venga abolito e sostituito da un altro testo.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione l'emendamento.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Il numero legale lo verifichiamo mentre votiamo l'emendamento.
Come richiesto dai Consiglieri Moriconi, Suino, Giordano e Marcenaro si proceda alla votazione dell'emendamento n. 1.1) per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Di Benedetto effettua l'appello nominale)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 24 votanti 23 hanno risposto NO 23 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La votazione non è valida.
Ai sensi dell'art. 52, comma quarto, del Regolamento, chiedo se possiamo passare ad un altro punto all'o.d.g. per poter fare in questa mezz'ora...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Papandrea)



PRESIDENTE

E' alternativa, è a discrezione del Presidente, ma chiedo all'assemblea, che è sempre sovrana.



PRESIDENTE

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Se passiamo al prossimo punto, finiamo questo punto, non è che fra mezz'ora ne riprendiamo un altro.



PRESIDENTE

Ci possono anche essere dei punti che richiedono meno di 30 minuti di trattazione.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Dispongo la sospensione della seduta per 30 minuti. Riprendiamo alle ore 18,04.



(La seduta, sospesa alle ore 17,34 riprende alle ore 18,04)


Argomento:

Nomine (Proclamazione degli eletti)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ritorniamo al punto 11) all'o.d.g. per la proclamazione degli eletti relativamente alla seguente nomina: Ordine Mauriziano (art. 5, legge n. 1596/62) - Collegio dei Revisori dei Conti. Designazione di un rappresentante effettivo e uno supplente.
Proclamo eletti i signori Pizzi Gabriele Maria, quale rappresentante effettivo, e Notaristefano Dante, quale rappresentante supplente.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Proseguimento esame proposta di legge n. 115: "Costituzione della società consortile per azioni Ignitor"


PRESIDENTE

A questo punto, si tratta di ripetere la votazione dell'emendamento n.
1.1), sempre per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Mancuso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 16 votanti 15 hanno risposto NO 15 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La votazione non è valida.
La seduta ordinaria con questo argomento all'o.d.g. è aggiornata a data da destinarsi, in seguito a valutazione in sede di Conferenza dei Capigruppo. Pertanto, ci rivediamo domani per la seduta straordinaria relativa ai Piani aziendali delle AA.SS.LL. e delle AA.SS.OO. in Piemonte più le nomine Co.Re.Com.
Infine, ricordo che alle ore 14 è convocata la VI Commissione per le consultazioni e alle ore 15 la IV Commissione per espressione di pareri.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,08)



< torna indietro