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Dettaglio seduta n.72 del 27/02/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Stante il protrarsi della riunione dei Capigruppo, che definisce il percorso del disegno di legge n. 131, comunico che il Consiglio regionale è convocato alle ore 15,45.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Bussola, Costa Enrico Ghigo, Pedrale, Pichetto e Racchelli.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 131: "Ordinamento contabile della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 131, di cui al punto 14) all'o.d.g.
La parola alla relatrice, Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina, relatrice

La I Commissione ha dedicato varie sedute all'esame ed all'approfondimento del disegno di legge relativo all'ordinamento contabile della Regione Piemonte. Il testo in oggetto attua le disposizioni di cui al decreto legislativo 28 marzo 2000, n. 76. Data l'importanza dell'argomento trattato sono state sviluppate informative supportate da tecnici e specialisti della materia ed è stato organizzato un incontro seminariale al fine di permettere una lettura e un'analisi dei nuovi principi e criteri dell'ordinamento contabile e finanziario della Regione, esplicitati al capo I della normativa in esame.
La legge 25 giugno 1999, n. 208 (Disposizioni in materia finanziaria e contabile), modifica gli ordinamenti contabili dello Stato e di altre Amministrazioni pubbliche e prevede all'articolo 1, comma 4, la delega del Governo ad emanare, entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per adeguare il sistema contabile delle Regioni a quello dello Stato, secondo i principi ed i criteri direttivi di cui alla legge 3 aprile 1997, n. 94.
La legge n. 94 del 1997 ha trasformato la disciplina del bilancio dello Stato prevedendo schemi e forme di gestione non soltanto più finanziari, ma con impostazioni di tipo economico. Queste trasformazioni hanno trovato attuazione nel decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279, che individua le unità previsionali di base del bilancio, riordinando il sistema della Tesoreria unica e ristrutturando il rendiconto generale dello Stato. Anche altre categorie di Enti pubblici, quali ad esempio gli Enti locali e le Aziende Sanitarie, hanno visto i propri ordinamenti contabili profondamente trasformati negli ultimi anni, in conseguenza delle numerose ed ampie modificazioni organizzative e gestionali introdotte nella Pubblica Amministrazione.
Le Regioni, investite dai processi di decentramento di cui alle leggi Bassanini, hanno sentito sempre più l'esigenza di definire un nuovo ordinamento contabile, volto a superare l'attuale normativa fortemente inadeguata per una corretta applicazione delle innovate forme organizzative e gestionali.
Anche la Regione Piemonte si è attivata ed ha disposto un nuovo ordinamento, idoneo a rappresentare i fatti finanziari e contabili conseguenti ai suddetti processi.
In seguito al dibattito di approfondimento condotto in Commissione, si è ritenuto apportare modifiche al corpo della legge, sopprimendo riferimenti pleonastici e riscrivendo parzialmente alcuni commi, secondo le regole di tecnica legislativa. L'art. 2 del testo iniziale è stato pertanto soppresso in quanto ritenuto pleonastico e un nuovo articolo ha esplicitato, in modo più dettagliato, il contenuto dell'ex art. 3.
Il disegno di legge prevede all'art. 5, in tema di gestione finanziaria ed economica della Regione, improntata al metodo della programmazione l'introduzione del documento di programmazione economico-finanziaria, che con il bilancio pluriennale (art. 6) e il programma operativo (art. 7) costituiscono l'insieme degli strumenti regionali di programmazione pluriennale.
In sede di Commissione, il comma 3 dell'art. 5 è stato integrato al fine di operare un coordinamento con la legge regionale 34/1998, per quanto attiene alle scadenze istruttorie del documento, così come l'art. 6 ai commi 2 e 3 è stato riscritto in modo più dettagliato.
Gli articoli 8 e 9 introducono, poi, gli strumenti di manovra finanziaria: la legge finanziaria e gli eventuali provvedimenti collegati che vanno resi coerenti con gli strumenti di programmazione pluriennale. In Commissione si è provveduto ad inserire al comma 2 dell'art. 8 un riferimento esplicito alla fiscalità regionale e al comma 1 dell'art. 9 l'opzione circa la presentazione al Consiglio dei progetti di legge collegati alla manovra finanziaria annuale.
Nella legge segue successivamente una sezione dedicata agli strumenti di bilancio, che comprendono il bilancio annuale di previsione (art. 10) l'assestamento di bilancio (art. 23), le variazioni di bilancio (art. 24) l'esercizio provvisorio (art. 12), la gestione provvisoria (art. 13), la classificazione delle entrate e la specificazione delle spese (artt. 14 e 15), i fondi di riserva per le spese obbligatorie (art. 18), per le spese impreviste (art. 19), per le autorizzazioni di cassa (art. 20), per le autorizzazioni di spesa delle leggi permanenti di natura corrente (art. 21) ed infine i fondi 'speciali' ( art. 22).
Occorre evidenziare, a tal proposito, che in Commissione l'art. 10 relativo al bilancio annuale di previsione è stato modificato aggiungendo due precisazioni ai commi 1 e 3, ai commi 9 e 10 ed è stato inserito un ultimo comma 13. Anche l'art. 11 sulla formazione delle previsioni è stato riscritto nel comma 1. Inoltre, l'articolo riguardante la classificazione delle entrate al comma 1 è stato integrato, per la parte del titolo IV delle entrate, introducendo quelle derivanti da trasformazione di capitale.
Si è ritenuto, in Commissione, di sopprimere due commi dell'art. 15 relativi alla specificazione e classificazione delle spese perché non necessari nella nuova legge in materia di bilancio. L'art. 22 definisce correttamente i fondi 'speciali', ex fondi globali.
Rilevante è l'articolo 26, relativo alla copertura delle leggi; in base a tale disposto, le nuove o maggiori spese o le minori entrate contenute nei 'progetti di legge' devono essere corredate da una relazione tecnica sulla quantificazione degli oneri recati e sulle relative coperture specificando, per la spesa corrente e per le minori entrate, gli oneri fino alla completa attuazione delle norme. Per la spesa in conto capitale, la relazione riguarda la modulazione relativa agli anni compresi nel bilancio pluriennale e l'onere complessivo in riferimento agli obiettivi che si intendono conseguire con il provvedimento. Resta inteso che la definizione di 'progetti di legge' accorpa al suo interno i 'disegni' e le 'proposte' di legge.
Il disegno di legge mantiene l'impostazione finanziaria del bilancio sotto l'aspetto di acquisizione delle entrate e di erogazione delle spese.
Va precisato, a tale proposito, che in Commissione si è riformulato l'articolo 31 relativo alle spese per dare maggiore chiarezza interpretativa. Gli articoli 33 e 34 trattano dell'avanzo e del disavanzo di amministrazione. Particolare attenzione è dedicata all'avanzo che deve tenere distinti i fondi non vincolati da quelli vincolati, i fondi destinati a spese in conto capitale e i fondi di ammortamento. Si deduce che l'avanzo può essere utilizzato soltanto per spese d'investimento e dopo l'approvazione del rendiconto dell'anno precedente. In caso di accertamento di un disavanzo, si deve procedere al suo riassorbimento.
Gli articoli 25, 36 e 37 disciplinano la materia del Rendiconto della gestione, stabilendo che i risultati sono esposti nel Conto del bilancio e nel Conto generale del patrimonio. Come si evince dal disposto normativo il Conto del bilancio espone le risultanze della gestione finanziaria articolandola secondo le funzioni obiettivo e le unità previsionali di base, in modo da verificare il grado di raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Risulta più innovativa la strutturazione del Conto generale del patrimonio. Infatti, dovendo pervenire alla determinazione della consistenza patrimoniale netta, non si può trascurare alcun elemento che possa influire su questa determinazione. Pertanto, seguendo discipline già vigenti per altre soggettività pubbliche (Enti locali, Stato), si ha che il Conto del patrimonio comprende attività e passività finanziarie immobilizzazioni materiali, immobilizzazioni immateriali, immobilizzazioni finanziarie, rapporti giuridici attivi e passivi e infine la valorizzazione dei beni demaniali.
In Commissione si è predisposta la riformulazione dell'art. 35 accorpando i commi 1 e 2, al fine di chiarire meglio il contenuto.
Il disegno di legge prevede all'articolo 38 che la gestione sia anche valutata sotto il profilo economico. L'ordinamento contabile degli enti locali prevede, a questo fine, la redazione anche di un conto economico secondo gli schemi propri del bilancio d'azienda. Considerate le difficoltà che si presenterebbero ove si scegliesse questa soluzione, è parso più opportuno, pur nel rispetto delle regole introdotte al riguardo con carattere di generalità per tutte le amministrazioni pubbliche dalle recenti leggi, demandare a una documentazione extracontabile la dimostrazione dei risultati economici della gestione.
Gli articoli 39, 40 e 41 contemplano la materia dei Controlli. Le norme tengono conto delle ultime regole introdotte in questa materia dal decreto legislativo n. 286/1999 non essendo ipotizzabili, per la portata del provvedimento, altre impostazioni. Si stabilisce, coerentemente con i disposti previsti nel decreto, che siano appositi atti di normazione regionale: legge e Regolamento contabile a definire le metodologie di ciascun tipo di controllo.
Rispetto al testo assegnato, inoltre, sono stati riformulati gli articoli del Capo IV relativi all'autonomia finanziaria e contabile del Consiglio regionale. L'articolo 41 riconosce al Consiglio l'esercizio dell'autonomia finanziaria e contabile, autonomia normata agli articoli 42 e 43. La legislazione rimanda ad apposito regolamento di contabilità, che è parte integrante del regolamento interno del Consiglio, per le modalità di amministrazione e di gestione del bilancio consiliare.
Il Capo V riguarda poi gli enti, le agenzie e le società di partecipazione regionale.
L'art. 50 del Capo VI prevede, per gli enti locali, che, nelle entrate e spese del bilancio regionale, compaiano specifiche unità previsionali di base per la gestione delle risorse relative alle funzioni loro conferite.
Gli articoli successivi, 51 e 52, riguardano invece i fondi statali assegnati alla regione. In Commissione si è provveduto a modificare l'art.
52 aggiungendo alla stesura iniziale un ultimo comma volto a chiarire i vincoli dei trasferimenti dello Stato nel bilancio della Regione.
Il disegno di legge prevede agli articoli 54 e 55 il richiamo ai princìpi generali vigenti in materia di responsabilità degli amministratori e dei dipendenti della Regione e di obbligo di denuncia.
L'articolo 56 conferma l'adeguamento della contabilità regionale alle disposizioni sull'introduzione dell'EURO.
Il disegno di legge è completato dall'articolo 57 che si occupa dell'abrogazione delle norme incompatibili con il nuovo sistema, compiendo così una significativa opera di riordino.
La I Commissione ha dunque licenziato a maggioranza nella seduta del 2 febbraio c.a. il testo legislativo, rimettendolo all'aula per la sua approvazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Il nostro Gruppo coglie fino in fondo l'importanza di uno strumento quale quello che stiamo per costituire, relativamente alla sua influenza nel decidere il governo della Regione Piemonte dal punto di vista economico finanziario.
Preliminarmente, ricordo che il regolamento di contabilità generale deve essere impostato tenendo presente che si tratta di definire uno strumento a cui, oggi, compete il governo di un'operazione tecnico finanziaria di 15-20 mila miliardi all'anno, che, a regime, con il trasferimento di ulteriori competenze dallo Stato e sulla base del completamento delle ipotesi federaliste sotto il profilo del federalismo fiscale, ci porterebbe verosimilmente a gestire circa 30 mila miliardi di entrate e di spese effettive. Quindi, deve essere studiato uno strumento di contabilità per gestire una dimensione finanziaria di questa natura. E' chiaro che gli strumenti tecnici variano. Ad esempio, un'autovettura che deve mantenere un'andatura di cento chilometri orari necessita di una struttura diversa da un'autovettura con un'andatura di trecento chilometri orari.
In effetti, finora, il regolamento di contabilità era quello inizialmente previsto per gestire una partita amministrativa dimensionata quantitativamente e qualitativamente. L'ammontare della partita finanziaria che competeva alla Regione nella fase iniziale della sua costituzione ammontava a poche migliaia di miliardi, molto meno di quanto è adesso.
A questo punto, dovremo immaginare di disporre, quando sarà approvato e a regime, di uno strumento che ci sollevi dalle fatiche che abbiamo affrontato finora per gestire la parte economico-finanziaria della nostra istituzione con uno strumento tecnicamente e giuridicamente inadeguato.
Dico questo perché due o tre argomenti li abbiamo presenti un po' tutti. Mi pare che, in merito a questo, la condivisione da parte della Giunta ci abbia consentito di svolgere, nel corso di questi mesi, un lavoro che ha potuto mirare al merito della materia senza posizioni eccessivamente preclusive dal punto di vista della stessa posizione della Giunta. Il bilancio che noi dovremo gestire da qui in avanti, a prescindere dalla dimensione finanziaria dei 15 mila miliardi, deve reggere le caratteristiche di un'istituzione che ha la forma giuridica e politica dello Stato e non più quella dell'ente locale.
Non so se, Assessore Burzi, queste cose sono ridondanti, ma abbiamo ragionato di questi elementi e volevo richiamarli all'inizio della nostra discussione. Si tratta comunque di uno strumento che deve governare la finanza di uno Stato e non più quella di un ente locale, perché la differenza, sostanzialmente, è la grande autonomia impositiva e gestionale che pian piano sta affluendo a favore del Consiglio regionale.
Da questo punto di vista, la possibilità, attraverso questa nuova normativa, di disporre dei tre strumenti che ci mancavano può rappresentare un passo avanti.
Colgo l'occasione per anticipare, rispetto al provvedimento, una posizione di critica su alcuni limiti che poi esporrò. Sostanzialmente condividiamo l'impostazione del provvedimento per quanto riguarda la gestione finanziaria della Regione.
In modo particolare, vorrei sottolineare l'importanza di stabilire la manovra amministrativa, contabile e finanziaria annuale attraverso tre strumenti che devono essere necessariamente sincronizzati fra di loro sulla base del modello che finora è stato collaudato a livello dello Stato.
Non disponiamo di una cultura che vada oltre e, naturalmente, quello di cui disponiamo ci consente, al momento, di valutare, con una certa soddisfazione, la possibilità di tradurlo in norme per il Consiglio regionale. Quindi, la prima questione riguardava il documento di programmazione economico-finanziaria.
Presidente, è proprio un po' difficile procedere nell'intervento.
Questa materia è già complicata in sé, naturalmente fa parte di quelle materie che sarebbe bene decidere in Commissione tra gente ...



PRESIDENTE

Ha perfettamente ragione, Consigliere.
Invito i colleghi a prestare più attenzione e, soprattutto, a non rumoreggiare.



RIBA Lido

L'attenzione è una cosa diversa.
Finora abbiamo lavorato con uno strumento che era stato pensato e che corrispondeva alle esigenze, sostanzialmente, di una Regione concepita come un ente locale, con un bilancio che aveva le caratteristiche dell'ente locale, al quale avevamo posto dei vincoli di riferimento alla programmazione, ma in ogni caso si è trattato di una forma che doveva essere rinnovata anziché adeguata. L'aspetto positivo di questa legge è che viene rinnovato strutturalmente questo impianto. Apprezzo che lo sviluppo del bilancio avvenga attraverso una sequenza di tre operazioni che insieme costituiscono la manovra finanziaria annuale e che parte con il documento di programmazione economico-finanziaria. All'inizio si era discusso di questo e ho apprezzato che fosse stato condiviso dalla Giunta perché il documento di programmazione economico-finanziaria è il tracciato l'indirizzo politico, l'indirizzo di merito sulla base del quale deve essere redatto il documento contabile. Forse, Assessore Burzi, noi abbiamo una sequenza di tempi in questa legge che può renderci il tutto molto faticoso per la "interferenza" della Conferenza Regione-Autonomie locali perché la necessità di avere il documento approvato in tempi utili per predisporre il bilancio assegna una quindicina di giorni a tutti i pronunciamenti ed è probabile che sotto questo profilo... Noi non presentiamo emendamenti, perché è commendevole l'intenzione, ma verosimilmente non sarà praticabile perché si tratta di una serie di diritti di organismi che non possono seguire tempi così ristretti. Comunque l'approvazione del documento di programmazione economico-finanziaria annuale è quella condizione che consente a tutto il Consiglio di misurarsi con gli indirizzi anziché soltanto con i numeri. La traduzione nei numeri mi sembra l'atto che però, fatto partendo da un documento di politica economico-finanziaria, consente al bilancio di essere a questo punto un documento di governo e non soltanto un bilancio, cioè una registrazione dei numeri e della contabilità.
La terza parte che mi sembra altrettanto importante (qui non è particolarmente ampia, ma nella sostanza è chiara come esposizione) è la legge finanziaria vera e propria, cioè quella che dovrebbe in seguito diventare più significativa, man mano che l'ente realizza la sua fisionomia completa di autonomia politica (in parte l'abbiamo già), finanziaria (in parte l'abbiamo già) e impositiva (che abbiamo già), ma non abbiamo la condizione culturale per utilizzarla. Qui abbiamo ancora una posizione vorrei dirla a Ghigo, ma lo dico a lei che è sicuramente anche più attento sotto questo profilo - noi continuiamo ad avere una posizione di reticenza ad utilizzare l'autonomia finanziaria della Regione. Praticamente il tabù è (e questo è il tabù della maggioranza): "noi abbiamo fatto tutto senza ritoccare le tasse, senza ritoccare le imposte". Se mi permettete, non voglio essere irriguardoso nei confronti di un atteggiamento così serio ed importante, ma mi sembra un po' paesano l'argomento, perché la gestione di un bilancio comporta l'uso delle manovre fiscali in chiave di stimolo, in chiave di correzione, comporta un uso delle entrate altrettanto impegnativo rispetto a quello delle spese. Adesso prevediamo la possibilità dell'operazione, l'anno prossimo vedremo come la si collauda, comunque la possibilità di avere i tre tempi mi sembra che sia un elemento di sicura modernizzazione nella direzione che è richiesta per la disponibilità di un bilancio adeguato.
Devo fare un'osservazione preliminare sul fatto che c'è qui una lamentela (so che l'Assessore Casoni si è impegnato a rimuovere questo rilievo) da parte degli Enti locali, in modo particolare delle Province per la mancata consultazione. Sollecito che questo elemento sia colmato avvalendoci della possibilità che anche nel corso della discussione di un provvedimento gli interlocutori che consideriamo interessati siano sentiti.
Non chiediamo di sospendere l'iter di discussione che adesso è stato avviato; rilevo però che c'è un problema, che in qualche maniera vorrei poi tradurre in un emendamento ai primi articoli, della necessità di una forte correlazione tra il bilancio della Regione e il bilancio degli enti locali perché noi siamo il perno del sistema finanziario istituzionale regionale.
Cioè noi nella misura in cui rileviamo dallo Stato la sovranità finanziaria del bilancio, automaticamente siamo i referenti da questo punto di vista degli enti locali che sovranità finanziaria hanno in termini molto più limitati, dovendo derivare quasi tutta la loro finanza dalla manovra regionale (buona parte dalla manovra regionale); in ogni caso, derivare dalla manovra regionale quella che è la parte sostitutiva della manovra statale. In questo senso io riterrei, Assessore, che quando verremo a questi passaggi bisogna avere più presente che questo bilancio oltre ad essere servente rispetto all'esercizio del nostro intero progetto politico annuale, deve essere riferimento per il sistema finanziario degli enti minori anche perché la loro portanza finanziaria, sommando Comuni e Province, non raggiunge la metà, forse è poco più del 30%, di quella che mette in campo annualmente la Regione con il proprio bilancio.
Un'altra questione che deve essere posta è quella della unitarietà delle gestioni. Noi abbiamo bisogno che in questo bilancio, attraverso questi tre documenti, questi tre passaggi, tutto ciò che in qualche maniera si origina finanziariamente nell'ambito del Consiglio e nell'ambito della Regione Piemonte sia individuabile. Io pongo un problema, Assessore, che non abbiamo posto nella fase della discussione anche perché quando era il momento il Presidente Gallarini, premuto ed esasperato dai tempi che erano già stati lunghi, ha ritenuto di essere particolarmente severo e io non ho ritenuto di sfidare quella severità essendosi detto in quell'occasione "di questo ne parleremo in aula". In aula bisogna parlare di questo: noi abbiamo un bilancio che stimo in 15.000 miliardi (termine grossolanamente arrotondato) di cui 9.500 (anche questo, non tanto grossolanamente, ma comunque arrotondato) è la partita della sanità, la quale per normativa nazionale segue un suo canale organizzativo, però noi abbiamo bisogno che ci sia una riconduzione di quella partita finanziaria all'interno del bilancio perché di ogni ente e di ogni azienda il bilancio deve avere le caratteristiche della unitarietà. Difatti noi proporremo a quel punto un emendamento, Assessore, nel quale noi non vogliamo dire qui contestualmente alla discussione della legge, come si può risolvere quel problema, ma vorremmo risolverlo temporaneamente impegnando la Giunta regionale a proporre nel termine di sei mesi o di quello che sarà ritenuto necessario una modalità di esercizio della finanza sanitaria che la riconduca ad un passaggio all'interno del documento previsionale e dei documenti consuntivi della Regione, ritenendosi che si tratta di individuare una modalità che va studiata e quindi riterremmo adeguata una condivisione di questa esigenza e naturalmente l'assunzione da questo punto di vista.
Voglio infine rilevare, anche per dare atto al Presidente Cota, così mi concede ancora un minuto che sottraggo a tutti i miei colleghi, la ringrazio preliminarmente Presidente ...



MANICA Giuliana

Anche due di minuti.



RIBA Lido

Voglio dare atto al Presidente Cota del suo impegno, anche di elaborazione, oltre che come posizione politica, per la definizione della autonomia finanziaria e amministrativa del Consiglio regionale rispetto all'esecutivo. Un argomento che abbiamo affrontato con la dovuta chiarezza secondo una prospettiva di sviluppo di entrambe le autonomie e le prerogative, sia quella del Consiglio che dovendosi evolvere verso la fisionomia del parlamento regionale deve necessariamente, in parallelo con il Parlamento, disporre della sua autonomia finanziaria, cioè di una finanza non derivata dal primato della finanza, della gestione dell'esecutivo, e dall'altra parte anche l'evoluzione dell'esecutivo che con questo documento acquisisce alcuni livelli di autonomia e di prerogativa che una volta approvato il bilancio giustamente gli sono attribuiti, perché corrispondono ad una esigenza di tempestività nella gestione delle partite finanziarie.
La separazione di questi due destini, dal punto di vista dell'evoluzione del sistema, ci sembra un elemento che, da solo, merita una significativa sottolineatura ed un apprezzamento per l'operazione che, nel complesso, siamo venuti definendo.
L'ultima cosa su cui mi vorrei soffermare, ma non la voglio richiamare qui perché ci saranno poi alcuni emendamenti, riguarda, come dire, il mantenimento, in capo al Consiglio, delle prerogative di decisione che riguardino eventualmente spostamenti e manovre significative di assestamenti, di bilancio e di variazioni nel corso dell'esercizio.
Complessivamente, quindi, un giudizio che si mantiene una limitata riserva rispetto alla questione della necessità di una maggiore inclusione di partite, in particolare quella sanitaria, all'interno della unitarietà del bilancio, l'apprezzamento per un lavoro che in qualche maniera ci ha consentito di segnare un passo nella direzione del federalismo organizzativo per la nostra Regione.



PRESIDENTE

Ringrazio il Vicepresidente Riba.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Se c'era qualcuno di maggioranza ...



PRESIDENTE

Lo chiedo anche ai fini dell'alternanza; evidentemente c'è stato un lavoro esaustivo in Commissione.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Nel seminario che abbiamo tenuto su interessamento dell'Assessore Burzi, abbiamo potuto sentire, anche attraverso una lettura da lontano, da parte del Sottosegretario, che il tema della contabilità è tema spinoso difficile e, in certi tratti, ancora molto indecifrabile.
Quest'osservazione è stata ripetuta a proposito delle contabilità dello Stato, delle Regioni e anche delle ASL e delle ASO, contabilità di difficile decifrazione, al punto che su autorevoli quotidiani escono notizie sulla difficoltà (taluno dice quasi impossibilità) di capire tutto quello che succede in ordine agli ordinamenti contabili e all'effettivo andamento delle spese e delle entrate in enti come quelli che gestiscono la sanità.
Per guardare a casa nostra, come ricorda l'Assessore (lo farebbero anche gli Assessore precedenti presenti o meno in quest'aula), il bilancio della Regione Piemonte, accanto a tutti questi elementi, si è contraddistinto, almeno è quanto ho fatto notare in questi anni, per una notevole scarsa leggibilità dei contenuti politici. Bene, questo è il quadro entro il quale l'Assessore Burzi, la Giunta e il Consiglio regionale si accingono ad un tentativo di rimessa in ordine degli strumenti e delle procedure della contabilità e all'interno di questa rimessa in ordine l'individuazione di alcune strutture che dovrebbero aiutare a far bene i conti, lo dico in termini sintetici. Le strutture individuate sono di per sé, per quanto posso esprimermi al momento, condivisibili, come condivisibile è l'incipit di questa legge sull'ordinamento finanziario assolutamente condivisibile dalla mia parte. "La gestione finanziaria ed economica della Regione - dice la prima riga del primo articolo - è informata al metodo della programmazione". Evviva, sacrosanta dichiarazione di intenti.
Sappiamo che le leggi sono una cosa e la loro gestione è un'altra. Cosa potrei dire all'Assessore Burzi che ormai da tempo gestisce questa materia in ordine all'effettiva messa in pratica di principi analoghi che già vigono e che stentano ad essere praticati da questa maggioranza? L'art. 1 che invoca il metodo della programmazione non è diverso dall'attuale situazione nella quale la Regione Piemonte dovrebbe per prima cosa approvare il programma pluriennale di sviluppo e, a valle, in coerenza con questo, con gli anchilosati strumenti di ordinamento contabile oggi vigente, comunque dovrebbe informarli a quella programmazione. Qui si ripete la cosa e dato che non si fanno processi alle intenzioni, almeno non voglio farli, evviva, il nuovo ordinamento contabile (speriamo che poi sia messo in pratica da subito) riafferma la necessità di informare tutta questa documentazione al metodo della programmazione, quindi alla vitalità e necessità del programma regionale di sviluppo. I nuovi strumenti documento di programmazione economico-finanziaria, la legge finanziaria e il bilancio annuale - sono capisaldi che, per come sono stati scritti (vedremo se possono essere ancora migliorati), configurano delle novità rilevanti e utili al fine del corretto funzionamento di ogni esercizio e in generale, del programma pluriennale di spesa e della politica del progetto che la Regione Piemonte ha di se stesso. Ritengo che sia, almeno come tentativo, una delle riforme strutturali che dovrebbero segnare un'attenzione alta di questo Consiglio, e anche se non avrà l'attenzione alta di questo Consiglio saranno alte lo stesso queste riforme, perch cambiano la procedura e ci sono nuovi strumenti. Dunque è un momento importante, al di là che lo si riconosca in quest'aula o meno. Non riesco ad individuare, e non so se sia possibile aggiungere qualcosa in tal senso quel collegamento tra questo nuovo modo di organizzare l'ordinamento contabile e un'effettiva comprensibilità di quanto sta per succedere nella Regione Piemonte in ordine alle scelte contenute in questi documenti.
Alcuni hanno carattere più politico, quindi il documento di programmazione economico-finanziaria penso che, per quanto facciate, non riuscirete proprio a stravolgerlo e a renderlo illeggibile; viceversa, gli altri documenti, per quanto facciate, non so se proprio si riuscirà, da parte degli Assessori protempore, ad individuare, già nella legge, delle forme di proposizione leggibili.
Cito all'Assessore il secondo comma dell'art. 10, quando, a proposito del bilancio, si invoca che il bilancio deve avere i principi dell'integrità, dell'universalità, dell'unità, della veridicità e della pubblicità. E forse aggiungerci "della compresibilità", Assessore, sarebbe un guasto grave? Sarebbe una provocazione? Possiamo far qualcosa in quella direzione? Possiamo scrivere nella legge che questi benedetti bilanci devono essere conformati in modo da essere comprensibili? E' una parola che non si può pronunciare? E' una parola che può essere pronunciata, magari individuando modi di redazione del bilancio che hanno delle scale e degli elementi di penetrazione diversi l'uno dall'altro? E quindi individuare già in legge, che il bilancio si compone di tanti documenti: uno che pu assomigliare molto al documento illeggibile che oggi abbiamo e altri che possono essere individuati in documenti seri, coerenti, ma molto comprensibili? Introduco questo punto interrogativo nel dibattito, perché mi sembra che si debba fare uno sforzo teso all'obiettivo di costruire una legge che induca già chi governa oggi e chi governerà domani ad inventare un modo d'essere dei documenti di bilancio che tenga in conto il principio della comprensibilità, anche determinando nuove figure organizzate di elaborati a proposito del bilancio, non lasciandoli alla buona volontà degli Assessori: non saranno mica stati tutti privi di buona volontà, da quando io sono qui dentro? Non posso pensare, anche solo statisticamente, di aver sempre avuto di fronte Assessori privi di buona volontà; forse, la buona volontà era variabile nel tempo, ma in misura anche minima esisteva.
Tuttavia questa buona volontà - e lo stesso devo dire per gli uffici: non saranno mica sempre stati caratterizzati da cattiva volontà? - forse fa fatica ad individuare un percorso preciso entro il quale produrre elaborati comprensibili.
Se l'Assessore e tutti insieme decidiamo che l'obiettivo della comprensibilità è da inserire in legge, penso che sia un elemento importante, a valle del quale occorre certamente che la Giunta regionale e gli uffici lavorino.
Assessore Burzi, non ho presentato l'emendamento; presentiamolo insieme, lo presenti lei, ma pongo il problema, perché mi sembra che potrebbe essere un obiettivo utile.
Infine concordo con tutte le osservazioni del collega Riba, in particolare quella di creare un raccordo tra la contabilità nel settore della sanità, che è contabilità di un certo tipo determinata dallo Stato, e la contabilità della Regione: costruiamo l'interfaccia tra questi due ordinamenti contabili, in modo da poterli leggere in modo reciproco con molta chiarezza.



PRESIDENTE

Chiedo se ci sono altri interventi sulla discussione generale.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Volevo chiedere se la maggioranza aveva voglia di cimentarsi sulla materia.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Certo, è un passaggio molto importante. I Consiglieri che non sono stati nella Commissione di merito e quindi non hanno avuto l'opportunità di seguire l'andamento dei lavori oggi si trovano dinanzi ad una proposta impegnativa, quindi meriterebbe giustamente di dedicargli una sessione specifica in questo Consiglio; peccato che il dibattito non sia - almeno fino a questo momento - così ampio.
La proposta introduce in modo organico il documento di programmazione economico-finanziario; questo diventa il documento politico per eccellenza del quale la legge finanziaria dovrebbe essere una derivazione. Ovviamente io spero che vorremo evitare di interpretare una legge finanziaria come un trenino su cui si carica di tutto un po'. Esso dovrebbe essere un documento contabile molto sobrio, che utilizza pochi collegati, a pochi progetti di legge collegati singole ed incisive azioni.
Io non ho avuto tempo per un grande approfondimento, ho cercato anche il conforto della collega Ferrero che è relatrice, proprio perché questo deve essere un aspetto chiaro. Quando si presenterà il prossimo anno credo sia già il prossimo anno o forse c'è uno slittamento - il primo documento di programmazione economico-finanziario occorrerà interpretarlo come il documento politico per eccellenza, dove si gettano le basi delle proposte e dove la maggioranza, il governo, saprà tradurre quelle proposte in termini di disegni di legge, di iniziative e di coerenti proposte anche in materia finanziaria.
Quello sarà un momento molto importante, direi quasi più importante di ciò che succede in Parlamento, che oggi trova il documento di programmazione economico-finanziario catapultato alle aule, poi c'è un passaggio abbastanza rapido ed infine c'è la sessione della finanziaria molto più pesante ed ampia. Tendenzialmente ritengo che dovremmo cercare di invertire questa logica.
L'altro elemento è che dovremo dirci, con un patto tra di noi, che non si possono, attraverso la legge finanziaria, forse anche attraverso il documento di programmazione economico-finanziario che comunque ha il respiro di un esercizio, introdurre delle grosse riforme.
Siamo stati abituati nella storia italiana a fare delle riforme rilevanti con il passaggio della legge finanziaria.
Come potete notare dal mio intervento, non faccio una distinzione tra "allora c'eravamo noi" "prima c'eravate voi": è un giudizio alla ricerca di una soluzione ottimale per poi poter esprimere le nostre posizioni politiche.
Mi interrogavo anche se ci debba essere una successione temporale a cascata tra documento di programmazione nazionale, regionale e quello che interiorizzano gli Enti locali, con coerenza, oppure se ognuno debba viaggiare per conto proprio.
In proposito, vorrei spezzare una lancia sulla necessità di valorizzare la programmazione triennale, perché suppongo che il Governo, quando materializza alcune iniziative, comprenda che queste hanno una proiezione ed un respiro che non si esauriscono in un esercizio.
Oggi, in genere, la programmazione pluriennale è un po' un documento accessorio: quello che si guarda è il documento annuale.
Credo che dovremmo invertire il senso di questo, se vogliamo dare alle nostre iniziative di riforma una forza notevole. La programmazione pluriennale diventa dunque uno strumento estremamente importante.
E' chiaro che - lo diceva già il collega Chiezzi - un Governo regionale, che adesso, con le nuove modalità elettorali è sostanzialmente un governo di legislatura, con l'elezione diretta del Presidente, dovrebbe incardinare le proprie scelte - visto che parla del metodo della programmazione - in un Piano regionale di sviluppo che faccia capire quali sono le grandi opzioni, le grandi scelte.
Non credo che con il DPEF si possa parlare di politica per l'intera legisltura: il DPEF ne attua dei pezzi.
Noi sappiamo anche che nella contabilità aziendale l'esercizio annuale è molto riduttivo rispetto alle strategie aziendali; i maestri di economia dell'impresa dicevano che la contabilità di un'azienda è quasi quella che ne vede tutta la vita, perché anno per anno è difficile capirne il carattere.
In questo caso, allora, tutto ciò dovrebbe essere sotteso dal Piano regionale di sviluppo, se quando si parla di metodo della programmazione non si dicono parole in libertà.
La cosa che mi lascia un po' perplesso - però capisco e si sono consultati per questo anche degli esperti - è che non si sia fatto un salto di qualità per cercare di dare una formulazione anche di conto economico collegato al meccanismo contabile, ma si sia deciso frettolosamente di dire che ciò viene rinviato a documenti extracontabili che spiegano una contabilità che fa capire di più il rapporto costi-benefici rispetto alla visibilità che ci dà il bilancio, che è un bilancio tradizionale, molto poco chiaro per capire lo stato di salute, elemento finanziario di una Regione.
Francamente avrei preferito che si fosse realizzato uno sforzo innovativo in modo da introdurre una specie di conto economico, e non fare questa operazione che comporta un rinvio ad una documentazione extra contabile. Questo conto economico tecnicamente sarebbe già stato possibile farlo. Spero che, prima della fine della legislatura, si trovi il coraggio attraverso un intervento legislativo di adeguamento di questa norma che andiamo ad approvare, per rendere il conto economico anche un documento contabile che fa parte tutt'uno, organicamente e formalmente, del sistema economico-finanziario della Regione Piemonte.
Quindi, credo sia un passo avanti. Il gruppo DS sta presentando una serie di emendamenti, che possono contribuire a migliorare ancora l'impianto della norma. Però mi sembra che si sia fatto uno sforzo estremamente interessante, si è fatta un'accentuazione del meccanismo della copertura finanziaria delle leggi, che credo sia un aspetto estremamente importante per evitare finanza allegra o altri elementi degenerativi che si possono determinare.
Forse c'è un elemento di fondo che dovrebbe essere dichiarato, in qualche modo, dalla Giunta e dal legislatore nella sua sovranità, e cioè che il documento di programmazione economico-finanziaria è un'espressione politica. Quando lo si presenta si sa che intorno s'impernia quello che è il contenuto politico che la legge finanziaria recepisce. Non è un qualcosa che ci troviamo con delle aggiunte, delle modifiche o delle invenzioni.
Dobbiamo essere correttamente vincolati al fatto che la legge finanziaria non è un carrozzone nel quale si fanno le operazioni dell'ultimo momento. Le operazioni di rango politico si fanno nel documento di programmazione economico-finanziaria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Anche noi riteniamo, come la collega Ferrero che ha svolto la relazione introduttiva al disegno di legge n. 131, svolgere alcune considerazioni perché condividiamo alcune affermazioni fatte dai colleghi Tapparo, Riba e anche Chiezzi, relativamente al fatto che questo disegno di legge rappresenta una svolta importante oggi, che potrà essere ancora più importante per il prosieguo della legislatura.
Infatti ci troviamo di fronte, per la prima volta, ad una legislatura in cui per l'elezione diretta del Presidente s'immagina una continuità di legislatura, e quindi una maggioranza che abbia la continuità dei 5 anni essendo legata all'elezione del Presidente.
Questo è un fatto che si verifica per la prima volta in questa legislatura; non è mai stato così, perché quando ci sono state continuità di Presidente e di maggioranza si sono riscontrate al termine della legislatura. All'inizio non si sapeva se ci sarebbe stata quella continuità o meno.
Secondo elemento: piano regionale di sviluppo. Abbiamo esaminato, con l'Assessore Burzi e con il Presidente Ghigo nell'ultima seduta della I Commissione, il percorso relativo al piano regionale di sviluppo. Salvo un ulteriore passaggio, che si è concordato debba avvenire con la Conferenza delle Autonomie Locali, sostanzialmente quel piano regionale ha rappresentato l'idea base relativamente al programma con cui il Presidente Ghigo si è proposto agli elettori per governare in questa legislatura.
Dall'altra parte c'erano altri candidati Presidenti che avevano il loro programma, ma gli elettori hanno privilegiato questo programma, che è il piano regionale di sviluppo, che l'Assessore Burzi e il Presidente Ghigo hanno detto essere stato aggiornato attraverso le Amministrazioni Provinciali e Comunali più importanti, perché nel frattempo non c'è stata in tutte queste Amministrazioni la continuità rispetto alla scorsa legislatura.
Ci sono state delle discontinuità anche politiche, quindi di segno opposto, ma al di là di questi accorgimenti e ritocchi di rotta rispetto a quanto era stato impostato, ci troviamo ad avere per la prima volta il programma regionale di sviluppo, che rappresenta il binario politico amministrativo di legislatura.
All'interno di questo binario di legislatura, avevamo fino ad oggi un bilancio - e probabilmente l'avremo ancora per l'anno in corso, perché non è casuale che siamo al 28 febbraio e ancora si è parlato all'interno della riunione dei Capigruppo di quali potranno essere i tempi per il superamento dell'esercizio provvisorio affinché si possa avere entro il 31 marzo forse entro il 30 aprile necessariamente il bilancio finalmente definitivo.
Allora quanto ha detto il collega Tapparo diventa maggiormente di attualità e cioè far sì che i vari tempi siano coordinati, e non solo i tempi della nostra Regione - quindi piano regionale di sviluppo come cornice generale, disegno di legge n. 131 applicato e programmazione dell'ente spicchio per spicchio, tassello per tassello, esercizio finanziario per esercizio finanziario nell'arco dell'intera legislatura ma un coordinamento fra questi programmi finanziari della Regione e i programmi finanziari dello Stato. Finché la finanziaria sarà approvata molto spesso il 30 dicembre o il 24 aprile è ovvio che diventa pressoch impossibile far sì che il coordinamento scorra in modo fluido.
Affinché quel processo di federalismo fiscale di cui accennava anche il collega Riba possa avere una sua fluidità logica prima ancora che un'assonanza fra Stato, Regioni, Provincie e Comuni, occorrerà che nei prossimi anni ci siano dei tempi compatibili. Quindi, occorrerà coniugare i tempi della finanziaria nazionale con quelli delle finanziarie regionali perché se è vero che la Regione ha il suo piano regionale di sviluppo, e quindi la sua programmazione caratteristica, peculiare e personalizzata questo non è altro che un tassello inserito nella programmazione nazionale.
Quindi, il problema sanità potrà essere risolto, se le cose andranno come ad oggi si può prevedere, solo dal 1 gennaio 2002, perché fino a quando settori come quello della sanità - è il più macroscopico però non è il solo - prevedono un finanziamento in parte a carico della Regione e in parte a carico di un ripiano statale, è ovvio che non ha molto senso che ci si dia uno strumento di questo genere. Ma il non senso non è nello strumento che ci stiamo finalmente dando, ma è nel fatto che a Roma ancora non si è deciso che alcune materie, come per esempio la sanità, siano di completa responsabilità politico-amministrativa nazionale.
Quindi, se questo disegno di legge sarà approvato - come siamo convinti nel corso di questa seduta o nella prossima - sicuramente rappresenterà un salto in avanti molto importante verso la conquista di quella autorevolezza che le Regioni devono dimostrare per far sì che la richiesta di federalismo in capo regionale abbia un senso ed una credibilità.
Questo è un discorso di carattere generale; poi c'è un tassello secondo me, da estrapolare ed è il tassello relativo al fatto che per la prima volta, da quando esiste la Regione, si va verso due esercizi finanziari, scissi e scorporati: il bilancio del Consiglio e il bilancio della Giunta.
Questo è un fatto importante, che sotto certi aspetti va a completare un'anticipazione che ci fu negli anni scorsi; la legge n. 56 sul personale andò a stabilire due piante organiche già nel corso della legislatura scorsa: una relativa al Consiglio ed una relativa alla Giunta. Però il Consiglio regionale aveva una pianta organica che non era sorretta dall'autorevolezza della responsabilità di un finanziamento proprio.
Oggi finalmente ci si arriva, e quindi la pianta organica del Consiglio non sarà più una pianta organica a pietire nei confronti del bilancio della Giunta, ma avrà in sé le risorse per alimentare il funzionamento generale del Consiglio regionale e, quindi, anche questo è un grosso passo in avanti nella direzione di un'autorevolezza di assemblea legislativa per quanto concerne il Consiglio regionale.
Ho voluto aggiungere, alla collega Ferrero, per quanto ci riguarda come Gruppo, alcune considerazioni che vanno a sottolineare come questo provvedimento - concordo anche con altri colleghi dell'opposizione che sono intervenuti - non è uno dei tanti provvedimenti, ma è un plinto di fondazione su cui costruire dei pilastri, nel prosieguo della legislatura che vada in quell'unica direzione che tutti invochiamo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi per la replica.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Non farò una replica nel senso tecnico del termine, ma una serie di considerazioni.
Ringrazio soprattutto il Consigliere Chiezzi, perché è già la seconda volta (una volta in aula e una volta in Commissione) che dice una cosa in cui credo molto.
Questa è una riforma importante per l'Ente, non perché "fatta" da una Giunta del centrodestra; tra l'atro, questa è una legge che chiude un buco applicativo del decreto legislativo 142 che volle provvedere agli Enti locali, e da questo è nata la legge n. 77 aggiornata, che consente agli Enti locali la propria amministrazione.
Le Regioni sono state, per lungo tempo, prive di questo strumento fino alla L.N. n. 76/2000. Il tessuto di base era ancora la legge n. 335 che credo, fosse del 1976 - se la memoria non mi sfugge - quindi molto obsoleta rispetto alle mutate esigenze.
Questa legge ha un'impostazione fortemente coesa con le stesse analoghe difficoltà che gli amministratori si trovano ad affrontare. Non a caso alcuni degli emendamenti fortemente tecnici, che la stessa Giunta oggi propone, derivano dagli ultimi colloqui avvenuti con il Ministero e quindi, alla ricerca di quelle formulazioni che meglio consentano il lavoro dei Governi e di coloro che sono chiamati, su una materia tanto importante a lavorare.
Come tutte le leggi, tenderemmo a non caricarla di eccessivi orpelli onde siano poi le fasi attuative che consentiranno agli interpreti operandosi, di renderla ancora migliore di quanto già non sia. Mentre non posso che votare contro l'emendamento che richiede la comprensibilità, come richiesto dal Consigliere Chiezzi, perché è il presupposto primo. Sarebbe ben strana cosa che ci si appellasse a una condizione che è la prima che si deve garantire a coloro che governano e controllano, ai cittadini che valutano l'operato sia degli uni che degli altri.
Il Consigliere Chiezzi, che ha letto con attenzione la legge, sa che è un regolamento attuativo per non caricare la legge di eccessivi orpelli.
Nell'ambito di questo regolamento e nell'ambito dei tentativi che la scorsa legislatura (quindi non parliamo di quella attuale, parliamo di un fatto che si è già chiuso, che non comporta più esiti di natura politica) abbiamo fatto, in sede di I Commissione e vorrei prenderne merito come Giunta, una serie di tentativi episodici non ancora sistemici, per rendere i documenti di azione del Governo più leggibili, meno indispensabilmente richiedenti una competenza finanziaria, che non è oggettivamente richiedibile a tutti più comunicabili, perché la comunicazione è uno degli elementi che pu anche essere indispensabile al controllo dei cittadini, dei Consiglieri e degli amministratori nel rapporto tra funzione politica e funzione strutturale e, in questo caso, dell'Ente Regione Piemonte.
Credo che, non esistendo una forma o la forma di un documento che sia la più idonea a esercitare le suddette funzioni, tutti i Consiglieri sappiano che è facilmente possibile che queste strumentazioni vengono rese approcciabili e accessibili in rete a tutti. E' fattibile oggi, senza nessun ulteriore investimento.
Questo Ente ha la miglior infrastruttura tecnologica nell'ambito delle Regioni italiane, che si chiama "Piemonte in rete": è nata come idea dal primo, se non dal secondo Governo Brizio; ha comportato sette-ottocento miliardi di investimento da parte della Regione Piemonte; costituisce per questa Regione, per questo aspetto infrastrutturale, uno degli elementi di competitività.
Credo che non sia affatto difficile far sì che gli strumenti, che nasceranno dal lavoro della Giunta, del Consiglio e dei Consiglieri, siano accessibili facilmente, in chiave analitica o in chiave più sintetica, a seconda del tipo di legittimità che se ne voglia trarre, a tutti.
La rete, dicono alcuni, è libertà; io, invece, credo che la rete possa essere anche elemento di cultura e - visto che sono un amministratore costituisce un elemento di competizione.
Aggiungo ancora altre considerazioni e, poi, vorrei chiedere cinque minuti di sospensione, perché voglio valutare bene gli emendamenti proposti, perché voglio evitare di trarre delle conclusioni superficiali.
Per quanto riguarda il sistema finanziario degli Enti locali, questa legge viene consegnata all'autonomia del Consiglio nel febbraio 2000 rimane lì alla fine della scorsa legislatura; ci sono le elezioni; viene ripresa all'inizio di questa legislatura (maggio-giugno 2000); siamo a febbraio 2001. Abbiamo lavorato molto - ringrazio chi ne ha dato atto - in Commissione, nei seminari e in lavori interstrutturali per approfondirne i temi.
Posso dire - senza finalità polemiche - che il problema non consiste nel sapere chi non abbiamo audito, ma il problema è se qualcuno ha dato contributi, da qualunque parte arrivino, intelligenti a migliorare la legge. Non credo che si tratti di appellarsi a un sistema di audizioni che è obsoleto nei fatti e nei modi. Se qualcuno ha delle proposte intelligenti da proporre, le esponga. Credo che questa Giunta e questo Consiglio certamente abbiano la volontà di esaminarli. Tuttavia, la proposta di aggiungere, dopo la parola programmazione, che il sistema dell'Ente Regione deve raccordarsi al sistema finanziario delle autonomie locali, per come lo leggo, è una proposta a cui sono contrario non nella forma, ma nella sostanza, da qualunque punto di vista.
L'Ente Regione è sovrano nella propria politica di programmazione, che non ha mai svolto quanto avrebbe dovuto e potuto. Se la proposta è da intendersi nel senso che il bilancio e la programmazione dell'Ente Regione devono raccordarsi al sistema finanziario, in quanto collegate nell'interdipendenza - se questo devo leggere, e lo voglio leggere così una volta tanto - sono contrario nei modi e non negli obiettivi che un Ente di coordinamento deve avere.
Oggi chi vuole lavorare su questa legge trova certamente, lo dico senza difficoltà, secondo noi, che il documento di programmazione finanziaria è sotteso, come documento, a questa legge. Esso diventa il momento centrale di discussione delle politiche che in quel periodo un esecutivo e una maggioranza vorranno intraprendere, trovando nella sede del dibattito visto che se ne prevede un'approvazione propedeutica alle fasi successive di gestione e di controllo, un momento di sintesi, più alto o più basso a seconda della capacità propositiva che all'interno di esso si vorrà esprimere, della attività dell'Ente.
In tal senso, è un impegno che mi pare esplicitamente scritto; c'è addirittura un emendamento, che comprendo poco, che dice: "Il documento di programmazione economica deve essere aggiornato attualmente". Ne abbiamo già dibattuto in I Commissione, perché sosteniamo che l'aggiornamento serva proprio per renderne possibile una revisione, visto che la programmazione non la vediamo come un atto statico, ma esplicito anche il fatto che la Giunta vede questo documento come una parte integrante e strategica della propria attività di governo e non formale.
Certo che, più che connetterlo con il Piano regionale di sviluppo, come faceva il Consigliere Chiezzi (senza peraltro disattenderne l'importanza, e vi ricordo che nella scorsa legislatura ero Assessore alla programmazione) occorre rileggere la legge n. 43/94. Io non la conosco in tutte le sue sfumature, ma mi viene da dire che, una volta approvata questa - la legge n. 43/94 ha da essere (l'ho detto già in Commissione, lo ribadisco in questa sede) rivista e probabilmente quasi del tutto cassata, nella sede più competente. Ciò non perché si vogliano disdire le volontà programmatorie in essa insite - anzi bisogna riprenderne i principi - ma perché occorre adeguarla alle mutate esigenze a cui essa non può più sovrintendere, tanto meno quando avessimo, come Consiglio regionale approvato questa.
Sono favorevole a che si trovi un modo per ricongiungere i dati del sistema sanitario ad unità. Il principio, l'argomento sostenuto dal Vicepresidente Riba, ripreso anche dai colleghi Tapparo e Chiezzi, è condivisibile: è chiaro che, data l'importanza, nel bilancio di una Regione, dei volumi della sanità, deve trovarsi una modalità di ricongiungimento. Ne parlerò più a fondo nella seduta pomeridiana, ma è evidente che questi dati sono, come minimo, ricongiungibili in termini di rendiconto. Anche perché, poi, dal rendiconto di un esercizio si traggono le premesse per nuovi elementi di programmazione e di gestione non solo in termini di bilancio di esercizi successivi. In termini di rendiconto quindi, adesso vedremo attraverso quali modalità effettuare tale ricongiungimento, qualora il testo di legge non lo esplichi in maniera esaustiva. Ma, siccome il principio è oggettivamente condivisibile, vorrei vedere se è possibile trovare una modalità ulteriore.
Sull'autonomia finanziaria del Consiglio nulla ho da dire se non che ne abbiamo lungamente discusso in aula. Vorrei solo dire - ma ne parlerò poi al momento del voto, quando esamineremo l'articolato - che, come tutte le riforme, anche questa è una riforma parziale.
Il Vicepresidente Riba ha detto: "C'è una concatenazione di date difficile da rispettare". E' vero. D'altronde, la concatenazione di date qui prevista è strettamente collegata con quella dello Stato, con cui siamo strettamente collegati. E' vero che non basta fissare le date per rispettarle.
Il nostro Statuto - e il Vicepresidente Riba l'ha ricordato - prevede che la legge di bilancio sia presentata o approvata (non ricordo bene) entro l'agosto dell'anno precedente. Nei "primi" trentun anni di vita della Regione ciò è successo forse solo un anno (forse, non ne sono neanche sicuro), negli altri trenta certamente no, per oggettive difficoltà. Le date si rispettano più facilmente quando gli strumenti lo consentono.
Se penso all'autonomia finanziaria del Consiglio - caposaldo su cui certamente non si può, in linea di principio, essere "alternativi" - è chiaro che il nostro Regolamento non è ancora idoneo ai tempi. Abbiamo uno Statuto che non prevede alcuni organi - e relative funzioni - che, nella legge in oggetto, vengono invece caricati di incombenze. Considero una carenza a cui dobbiamo porre rimedio quanto prima - e il fatto che sia una carenza non vuol dire che non debba venire sottolineata - il fatto che in questo momento alcuni organi nella nostra legge vengano caricati di funzioni pur non essendo state ancora realizzate strutture di supporto.
Tutto ciò crea elementi di debolezza implicita per il Consiglio e per i rapporti che tra esecutivo e Consiglio devono esserci. Occorre dare all'uno la possibilità di governare con una certa flessibilità e non far mancare all'altro la facoltà di esercitare il proprio controllo.
Sono questi i temi su cui, più che una replica, volevo fare un commento. Avremmo bisogno, se la Presidenza ce li concede, di alcuni minuti per esaminare tecnicamente gli emendamenti presentati, in modo da poter poi esprimere il parere della Giunta sugli stessi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Dato che non ci sono obiezioni da parte dei colleghi Consiglieri, entrando nel merito dell'articolato, possiamo passare all'art.
1 e porlo in votazione ...



(Commenti dell'Assessore Burzi fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusate, non avevi colto la richiesta dell'Assessore Burzi di una sospensione. Il Consiglio è aggiornato alle ore 17.20.



(La seduta, sospesa alle ore 17.11 riprende alle ore 17.26)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'Assessore Burzi ha esaminato gli emendamenti presentati. Chiedo cortesemente ai colleghi Consiglieri di accomodarsi al proprio posto per poter riprendere i lavori. Invito i Capigruppo a far garantire l'agibilità dell'aula in modo tale da consentire la ripresa della seduta. In attesa che ciò avvenga, sospendo nuovamente la seduta per pochi minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 17.27 riprende alle ore 17.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Passiamo pertanto alla votazione del relativo articolato..
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 36 astensioni 1 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 36 astensioni 1 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 36 astensioni. 1 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 4.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Burzi: l'art. 4 è così sostituito: "Mediante specifico 'Regolamento di contabiltà', di seguito denominato Regolamento, sono dettate le disposizioni sulle modalità di applicazione delle norme contenute nella presente legge".



(Commenti fuori microfono del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Sottolineo l'esigenza di inserire nell'articolo - o così com'è, o come sarà con la piccola modifica - un termine entro il quale approvare il Regolamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi, per l'illustrazione dell'emendamento.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Mi ricollego alla domanda del Consigliere Chiezzi. Per quanto ci riguarda il Regolamento è pronto, il 30 giugno, se conviene anche ai colleghi, se non è troppo in là nel tempo, per noi va bene. Il 30 giugno tenuto conto degli impegni che incombono, potrebbe essere un termine ragionevole. Si tratta di trovare la modalità in cui inserirlo nell'ambito dell'articolato, ma sul principio e sulla sostanza convengo con quanto diceva il Consigliere Chiezzi.
Per quanto riguarda il commento del Consigliere Riba sulla modifica rispondo che questa è sottile, ma non sostanziale; il testo precedente prevedeva che il Regolamento venisse approvato dal Consiglio, nella legge c'è scritto "disposizione delle modalità ed integrazioni di norme contenute nella presente legge" significa che non indispensabilmente: passano in Consiglio quando devono e non ci passano quando è inutile. Questo emendamento è stato concordato con il ministero proprio per renderlo più praticabile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

E' un lavoro che riguarda la totalità del Consiglio che si impegna a svolgere come completamento della legge, quindi non può delegarlo. Volendo lo dovrebbe delegare, ma a questo punto sarebbe come una rinuncia alla sua prerogativa, noi non sappiamo cosa c'è scritto nel regolamento attuativo.
Ritengo che il testo debba rimanere così com'è.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

E' un vincolo contradditivo rispetto a tutte le ultime norme di andamento costituzionale. Quando si prevede la modalità regolamentativa perché così é quanto la Costituzione ha recentemente disposto, non capisco perché dobbiamo obbligatoriamente sceglierci una strada contraddicendo ci che i nostri governanti e il Regolamento di tutti i Consigli stanno attuando.
Da un lato, ripeto, condivido che il Regolamento venga proposto entro una data (abbiamo detto entro il 30 giugno); questo Regolamento obbligatoriamente dovrà essere ratificato dal Consiglio. Da lì in poi non si capisce perché le modifiche che, per disposizioni di Giunta, possono essere regolamentative, necessariamente debbano passare per il Consiglio.
E' l'esatto contrario rispetto alle norme che, in sede centrale, in delegificazione, è stata fatto. Non capisco perché dovremmo complicarci la vita modificando ciò che nel 2000 il nostro Governo ha definito per tutti.
Non vedo la necessità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

L'emendamento è poco chiaro perché non si dice qual è il soggetto che approva il Regolamento. Se non è più il Consiglio, come è scritto nell'articolo, si scriva chi è questo soggetto.
Non mi è chiara neanche l'affermazione dell'Assessore quando ha detto che "il Consiglio ratifica il Regolamento": cerchiamo di capire cosa si vuole decidere.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Intanto ...



PRESIDENTE

Vorrei capire se questo è un botta e risposta oppure se possiamo provvedere ed andare oltre. Chiede ancora di parlare l'Assessore Burzi, poi si segue l'ordine. Se l'emendamento è questo si vota e basta.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Burzi, ne ha facoltà.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

La Giunta riscrive l'emendamento perché abbiamo concordato di inserire un richiamo alla data del 30 giugno. Lo riformuliamo e nel ripresentarlo completiamo anche la risposta all'ultima parte dell'intervento del Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

Comunico all'assemblea che per procedere alla nomina di tre componenti del Consiglio dell'Ordine Mauriziano, non vi è altra possibilità che convocare il Consiglio regionale per sabato mattina, alle ore 9,30...



(Intervento, fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

E' una mia comunicazione perché, non so se lei era presente o se è arrivato dopo, nella riunione dei Capigruppo ci siamo dati appuntamento intorno alle ore 17,00...



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Discutiamone in una riunione, anche perché sabato mattina ho un'attività di Gruppo, da tempo annunciata e che coinvolge anche i colleghi della minoranza...



PRESIDENTE

Lo chieda ai suoi colleghi della minoranza, purtroppo. Io sto cercando di organizzare le varie esigenze.
Sospendo la seduta per qualche minuto.



(La seduta, sospesa alle ore 17,43 riprende alle ore 17,47)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'emendamento n. 4.1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Burzi, è ritirato.
Do pertanto lettura del nuovo emendamento sostitutivo riformulato dall'Assessore Burzi: 4.1 bis) "Art. 4.
"Mediante specifici 'Regolamenti di contabilità', di seguito denominati 'Regolamenti', da predisporre entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge ed assunti rispettivamente dalla Giunta e dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, sono dettate le disposizioni sulle modalità di applicazione delle norme contenute nella presente legge".
Pongo in votazione l'emendamento, che diventa l'art. 4, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 29 votanti 28 voti favorevoli 28 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Tale emendamento, che diventa l'art. 4, è approvato.
ART. 5 5.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Manica, Suino e Ronzani: all'art. 5, comma 1, dopo la parola "programmazione", aggiungere "essa deve raccordarsi al sistema finanziario delle autonomie locali, in quanto collegate alla Regione dalla interdipendenza delle entrate e della relativa ridistribuzione tra le Istituzioni regionali, secondo il modello e le finalità del federalismo fiscale".
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Lo do per illustrato perché ne abbiamo già parlato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Come ho già detto, sono contrario all'emendamento proposto dal collega Riba.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento, respinto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli, 26 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
5.2) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Burzi: all'art. 5 il termine indicato al comma 2 nel "10 luglio" viene sostituito nel "5 luglio".
La parola all'Assessore Burzi per l'illustrazione.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Proprio per ribadire la necessità che il raccordo con gli Enti locali sia il più funzionale possibile - se n'è parlato anche con il collega Laratore - aggiungiamo 5 giorni al tempo di interlocuzione con tali Enti rimanendo maggiormente nello spirito e nei tempi della legge n. 34, che gestisce analoga materia di rapporto con gli Enti locali.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

5.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Manica, Suino e Ronzani: all'art. 5, comma 6, sopprimere l'intero comma.
La parola al Consigliere Riba per l'illustrazione.



RIBA Lido

Ne abbiamo già parlato e non intendo intrattenere ulteriormente sul punto. Resta una differenza di interpretazione: continuo a ritenere che il DPF allegato, e da approvare prima del bilancio, sia un documento riferibile all'esercizio, indipendentemente dalla sua coerenza e congruenza con un ambito più ampio di documentazione.
Questo comma introduce la sensazione, che non mi è stata rimossa, di un documento depositato all'inizio di una certa fase e che viene aggiornato.
E' difficile percepire cosa la Giunta intenda per documento di programmazione, perché a livello di Parlamento (ma qui chiedo di avvalermi dell'esperienza dei colleghi Tapparo e Ronzani) il DPF è un documento annuale e non un documento che si aggiorna. Può avere una proiezione, per è un documento annuale, per cui deve essere assolutamente chiaro all'interno di questo articolo.
In sostanza, il sesto comma recita: "Il documento di programmazione economico-finanziaria è aggiornato annualmente". Questo presuppone che ci sia un documento che viene aggiornato annualmente, mentre l'altra parte prevede la costituzione e la formulazione di un documento a sostegno del bilancio di esercizio.
Veda se riesce a convincermi, Assessore. Anche lei è in contraddizione con l'impostazione data al documento di programmazione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Per quanto riguarda la forma, do ragione al Presidente Riba, perché su questo capoverso già una volta, in sede di I Commissione, ci siamo lungamente intrattenuti.
Per noi che lo proponiamo questo comma sottolinea ulteriormente la valenza strategica del documento. Mi richiamo all'intervento su analoga tematica svolto in questa sede dal collega Tapparo, quindi, esplicitandolo se ne vuol sottolineare ulteriormente l'importanza.
Il documento di programmazione economico-finanziaria dell'ente è un documento annuale - non vi è dubbio - che presidia, nelle fasi successive un documento che è anche triennale, perché lo dice: il bilancio successivo rimane un bilancio pluriennale. Mi pare indispensabile, quand'anche non ci fosse il comma sesto, ogni anno, nei tempi e nei modi previsti dalla legge oltreché dal buonsenso, ripresentare, nell'ambito delle linee della programmazione dell'ente, gli elementi mutati per l'esercizio che si aggiunge, perché devono essere introdotti in modo che, se rilevanti, il bilancio pluriennale le riprenda quale documento attuativo. Si perde l'anno precedente perché è scaduto. Mi pare che non vi siano dubbi che il documento sia la fase centrale di discussione della programmazione dell'ente e che debba essere discusso annualmente.
Avendo scritto la legge, mi pare che il fatto di esplicitarlo sottolinei che non è un documento che può o non può essere rivisto annualmente. Ho l'impressione che stiamo dicendo - temo o credo - la stessa cosa; dopodiché, posso benissimo accettare questa eliminazione. Ogni volta che tolgo un articolo di legge mi si riempie il cuore, però vorrei essere sicuro di aver fatto capire in questa sede, come in Commissione, che cosa intendevamo o intendiamo nell'esplicitarne la revisione annuale. Mi aspetterei, per converso, che me lo chiedeste voi. Mi aspetterei che ci fosse da parte della minoranza la richiesta, in altri campi più volte emersa, che ogni anno vi sia una revisione per quanto muta, in quanto avvengono dei cambiamenti.
Non saprei cosa contraddire. Non ho obiezioni neanche a cassarlo. Posso dire che, finché sarò Assessore, ogni anno lo ripresenterò perché, non essendo esplicito, la Giunta può sempre predisporlo.
Se volete, da questo punto di vista, elimino un obbligo. Vorrei solo essere stato chiaro nello spiegare le motivazioni che hanno portato la Giunta a renderlo esplicito al comma sesto di questo articolo, solo questo.
Dopodiché, posso anche convenire sull'eliminarlo.



PRESIDENTE

Comunque la Giunta lo mantiene?



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Sì.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto.



TAPPARO Giancarlo

Procedo a questa dichiarazione di voto perché credo che gli atti preparatori di una norma abbiano un loro rilievo qualora si determinassero dei problemi. Quindi, ab abundantiam, dopo le dichiarazioni dell'Assessore e i dubbi che ha sollevato il collega Riba, voglio dire che il documento di programmazione economico-finanziaria non è una graziosa elargizione dell'Assessore, ma diventa un obbligo perché la politica di anno in anno certamente, ha delle parti che si ricollegano al passato.
E' difficile andare avanti con le politiche ad esercizi annuali; è chiaro che vi sono parti che vengono recuperate e nuove interpretazioni, ma il documento di programmazione economico-finanziaria è un documento che la Giunta presenta annualmente.
Questo deve essere estremamente chiaro. Lo dico affinché gli atti preparatori di questa norma, qualora ci fosse un'interpretazione autentica abbiano questo carattere. Quindi manteniamo l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore, dato che siamo al sesto comma, vorrei cercare di capire. Se non riesco a capire bene, presento un'aggiunta al sesto comma con un altro emendamento, perché, qui, si propone di aggiornare questo documento. In questo articolo si dice che il Consiglio regionale entro il 30 luglio approva il documento di programmazione. Si dice anche che, se questo non accade, se il Consiglio regionale non approva entro il 30 luglio il documento di programmazione, la Giunta può presentare i due bilanci e la legge finanziaria. Il mio dubbio è il seguente: il Consiglio regionale però, non può approvare i due bilanci e la legge finanziaria se prima non ha approvato il documento di programmazione? Io direi di no, però questo non è scritto. Non c'è la necessità di approvare il documento di programmazione economico-finanziaria come necessità che libera la possibilità, da parte del Consiglio regionale, di approvare il bilancio pluriennale, il bilancio annuale e la legge finanziaria. Questo non è scritto. Io lo scriverei, altrimenti sembra che ci possa essere un documento di programmazione economico-finanziaria. C'è è stato presentato, la Giunta lo ha predisposto, va in Consiglio, il Consiglio lo mette da parte, la Giunta, a norma di questo articolo primo può procedere nel presentare i bilanci. Bene: i bilanci e la legge finanziaria arrivano in aula. Il documento di programmazione rimane lì e non viene approvato. Cosa succede? Mi pare che, a quel punto, si dovrebbe approvare il documento.
Approvato il documento, si approva il bilancio e la legge finanziaria, per questa catena non viene descritta, mentre è scritto che la Giunta è libera di procedere sui bilanci, anche se il Consiglio non ha deliberato. Non so se sia implicito che venga detto e se sia utile scriverlo.
Ho provato a formulare un emendamento in aggiunta al settimo comma, che recita: "L'approvazione da parte del Consiglio regionale del documento di programmazione economico-finanziaria è necessaria per la successiva approvazione del bilancio pluriennale ed annuale". Così si chiarirebbe un concetto che, non essendo descritto, mi lasciava un punto interrogativo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

E' certamente come dice il Presidente Chiezzi: c'è una concatenazione logica. E' evidente che la concatenazione logica ripercorsa dal Presidente Chiezzi può essere realizzata dall'autonomia del Consiglio.
Ripeto quanto ha detto il Presidente Chiezzi e parlo de jure condito di oggi. Oggi, noi possiamo stabilire un percorso che, come ricordato dal Presidente Riba, può essere congruo con la programmazione economico finanziaria dello Stato: abbastanza vincolante nei tempi, perché i tempi delle consultazioni, gli enti locali e i raccordi rendono il percorso abbastanza stretto.
Mi aspetterei, visto che stiamo definendo passaggi di colloqui non formali, ma sostanziali, nei rapporti come ente sovraordinante, che vi sia una fase successiva, su cui il Consiglio vorrà certamente esercitarsi, che renda - evidentemente tramite idoneo regolamento - praticabile ciò che qui è un'espressione di volontà. La Giunta può e deve presentare annualmente il documento di programmazione, e quando lo approva il Consiglio? Quando il Consiglio ritiene opportuno.



CHIEZZI Giuseppe

Quindi non necessariamente prima.



CHIEZZI Giuseppe

BURZI, Assessore al bilancio e finanze



CHIEZZI Giuseppe

Dopodiché io mi sentirei come Giunta in forte difficoltà se presentasse un bilancio che non fosse congruo, ma se il Consiglio, di cui io faccio parte, volesse approvare il bilancio prima del documento di programmazione io lo troverei abbastanza originale.



CHIEZZI Giuseppe

Sì, sì, allora lo presento.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Vorrei solo tornare alla dichiarazione di voto del Consigliere Tapparo che ha detto che il documento deve essere presentato autonomamente e non come graziosa regalia, ed è proprio perché non sembri una regalia che lo abbiamo scritto esplicitando, ma siete voi che chiedete che venga abrogato! Io sono sicuro che deve essere un dovere della Giunta quello di presentare il documento di programmazione aggiornato annualmente: è l'esplicitazione che fa sì che non sia un buon senso o una regalia, ma un dovere. Ed è proprio per questo che non capisco perché vogliate abrogarlo, mi sembra contraddittivo con quanto ha detto adesso costruttivamente il collega Riba.
Non è una regalìa, è un obbligo della Giunta: siccome ne convengo lo abbiamo scritto, se volete lo abrogo, ma non capisco.



RIBA Lido

Bisogna scriverlo in un altro modo, perché scritto così dà la sensazione che appartiene ad una sfera di autonomia diversa da quella che gli viene attribuita nella prima parte dell'articolo. Provi lei, perché non siamo affezionati all'idea che abbiamo avuto. Non abbiamo trovato un'altra soluzione, però se con il funzionario potete trovare una soluzione, anche se lo approviamo la prossima volta quest'articolo andiamo avanti.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Non abbiamo questa eccessiva ambizione di licenziare la legge stasera ci sembra eccessivo ...



RIBA Lido

Siamo d'accordo di trovare il modo.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Io chiedo, non volevo ledere l'autonomia del Consiglio.
Io sarei favorevole a prendere come impegno con i colleghi, visto che ci sarà una prima volta in cui ci eserciteremo, e sarà anche un onore oltre che un onere, su questo documento a vedere cosa succede e siccome mi è chiara la critica, anche se non so da che parte sta, sull'abrogazione o sull'obbligatorietà, riprendere il tema e ripeto se lo vedete come un'ingerenza io lo abrogo, ma temo che dopo l'accusa sia o potrebbe essere che lo presentiamo se ci pare, invece non è così: la Giunta deve presentarlo annualmente, una volta tanto che siamo un po' più espliciti!



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Di fronte all'atteggiamento dell'Assessore, che ci sembra sincero, noi non possiamo che accedere, però resta il fatto - e lo abbiamo sottolineato con diversi passaggi - che questo è un elemento che in qualche maniera rappresenta non una contraddizione con il fatto che il documento deve essere presentato annualmente. Ripeto, se ci fosse una formulazione che non crea questa contraddizione mi andrebbe meglio. Se non la trovate ritiriamo la proposta. Se la trovate - intanto andiamo avanti col testo - vuol dire che la prossima settimana può darsi che abbiamo trovato la formulazione non è la fina della legge, ecco.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Siccome in questo caso la volontà mi pare comune, auspico anch'io che si trovi una formulazione che meglio di quanto già non sia ulteriormente risolva, altrimenti accetto con piacere il ritiro da parte del Gruppo DS dell'emendamento abrogativo.



PRESIDENTE

Mentre siamo in attesa di qualche indicazione dal collega Riba...



RIBA Lido

E' ritirato.



PRESIDENTE

Quindi è ritirato l'emendamento n. 5.3) presentato dai Consiglieri Riba, Manica, Suino e Ronzani è pertanto ritirato.
5.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Riba: aggiungere al comma 6 il seguente comma: "L'approvazione da parte del Consiglio regionale del documento di programmazione economico-finanziaria è necessaria per la successiva approvazione dei bilanci pluriennale ed annuale".
Il Consigliere Chiezzi ritiene di illustrarlo?



CHIEZZI Giuseppe

No, l'ho già illustrato. L'ho illustrato prima.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Come ho detto prima, rispondendo all'intervento del collega, in termini logici è assolutamente ineccepibile. Sono contrario perché così lediamo l'autonomia del Consiglio.



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Ripeto quello che ha detto prima lei, Consigliere Chiezzi: il Consiglio si troverebbe in questa situazione di avere qui il documento di programmazione economico-finanziaria e i bilanci pluriennale e annuale. Se il Consiglio scegliesse, avendo i tre termini, non vorrà mica che sia un elemento di Giunta a interferire sulla sovranità del Consiglio? Troverei ben strana cosa che approvasse prima, ma non lo fisserei per legge. Questo è per logica, non per legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Sempre nel botta e risposta: non è che si leda l'autonomia del Consiglio. La legge non lede un bel niente, la legge norma! Dato che stiamo normando l'ordinamento contabile e la prima frase che è stata scritta è "informata al metodo della programmazione", anche qui allora lediamo l'autonomia del Consiglio, se il Consiglio non volesse programmare! Insomma, la legge è legge per tutti. Allora, noi nella legge decidiamo che quando la Regione Piemonte approva i propri documenti sulla struttura dell'ordinamento contabile, deve: a) approvare il documento di programmazione b) approvare il bilancio pluriennale c) approvare il bilancio annuale d) approvare la legge finanziaria.
Quindi non si tratta di ledere l'autonomia, si tratta di decidere i contenuti della legge sull'ordinamento contabile. La proposta di Riba e del sottoscritto è che il nuovo ordinamento contabile, fondato sulla programmazione, debba avere questo procedimento di approvazione: 1) approvazione del documento di programmazione economico-finanziaria 2) approvazione del bilancio pluriennale 3) approvazione del bilancio annuale 4) approvazione della legge finanziaria.
E' una scelta legislativa. Si risponda che invece non si vuole questo ma non dicendo "si lede l'autonomia"! Si risponda per merito, dicendo "no noi crediamo che una certa Giunta e una certa maggioranza in Consiglio possa anche non approvare il documento di programmazione economico finanziaria e approvarsi il bilancio". Sostenete questa tesi! Se non la sostenete, allora è inevitabile che si dovrebbe dare parere favorevole a questa procedura.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Per un attimo ho temuto che il Presidente Chiezzi volesse aiutarmi, ma adesso sono rassicurato. Solo per completezza: in Parlamento, dove questa modalità è simmetrica, c'è un tassello che auspico abbia anche questo Parlamento che chiamasi "voto di fiducia". Qualora questo ci fosse sulla manovra finanziaria dell'ente, io immediatamente voterei a favore di questo emendamento, quando ci sarà qui l'impegno a ripresentarlo. Siccome temo invece le lungaggini ineludibili della democrazia, in questo momento sono contrario.



PRESIDENTE

La parola per dichiarazione di voto al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Vede Presidente che a essere buoni e aver fiducia si sbaglia sempre.
All'inizio l'avevo presa con una certa fiducia dicendo che una legge così a leggere la prima riga del primo articolo, la bacerei in fronte. Poi avevo anche detto: "certo che le leggi bisogna poi applicarle, ma comunque non facciamo il processo alle intenzioni". L'avessi fatto! Avrei fatto meglio.
Mi fossi alzato, e nell'art. 1 avessi detto: "Caro Assessore Burzi, queste sono cose a cui non credi; tu non le praticherai mai. Fra quattro articoli prenderai già una decisione che contraddice quello che hai scritto". Avessi fatto questo intervento, a questo punto non avrei più bisogno di dire quello che sto dicendo, ma alzerei la mano e direi: "Ripeto quanto detto all'art. 1, comma 1, riga 1".
L'Assessore Burzi predica la programmazione ma poi la teme, perch evidentemente, sa che forse il prossimo anno, con la nuova legge contabile vigente, si presenterà qui con un documento di programmazione economico finanziaria al quale non crederà per nulla e non gli importerà della fine che farà quel documento, se starà in aula per essere discusso e approvato lo butterà nell'aula e se ne disinteresserà nel modo più completo, perch sa che in questa nuova legge non c'è l'obbligo di seguire un comportamento razionale e programmatorio nell'ambito delle decisioni di spesa, di bilancio e di legge finanziaria. Vede, la velina è già caduta all'art. 5.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Riba, in qualità di Consigliere, per dichiarazione di voto.



RIBA Lido

Sì, Sì, perché aderisco.
Comunque, Assessore, resta il fatto che l'emendamento proposto dal collega Chiezzi, a cui ho aderito, era utile e rimane utile. Lei dice che rimane invariata l'autonomia del Consiglio, ma in questo momento il Consiglio si dà delle regole che sono cogenti per i suoi comportamenti.
Assessore Burzi, in qualche maniera lei è avanti nel programma, nel senso che immagina un comportamento distinto tra Governo e Parlamento e dice: "Come provvedimento del Governo lascio invariata l'autonomia del Parlamento". Ma in questo momento stiamo trattando ancora della contestualità dei comportamenti delle autorità che coagiscono tra Governo come propositore, e Consiglio, cioè Parlamento, che dovrebbe decidere le proprie regole. Quindi questa situazione del documento di programmazione che dev'essere comunque approvato, magari contestualmente, ma che non pu essere accantonato, era un'affermazione coerente e direi anche necessaria nella precisazione di questa procedura.



PRESIDENTE

Invito i colleghi Consiglieri regionali a prendere posto in aula al fine di poter procedere alla votazione dell'emendamento proposto dal Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Facciamo l'appello nominale?



PRESIDENTE

Ringrazio i colleghi Consiglieri per essere stati propositivi rispetto allo stesso dialogo intercorso con l'Assessore Burzi, ed è per questo motivo, collega Chiezzi, che le chiedo di soprassedere alla richiesta del numero legale, perché siamo in fase di votazione. Verifichiamo il numero legale attraverso la votazione.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo solo l'appello nominale, non il numero legale.



PRESIDENTE

Va bene.
Pongo in votazione l'emendamento n. 5.4) su cui la Giunta esprime parere contrario.



(Il Consigliere Segretario Pozzo effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI' 3 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri L'emendamento è respinto.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Qual è il numero legale?



PRESIDENTE

Il numero legale è 27, Presidente Chiezzi.
Si proceda alla votazione dell'art. 5 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 28 votanti 27 voti favorevoli 26 voti contrari 1 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 30 voti contrari 1 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 30 voti contrari 1 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 30 voti contrari 1 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 30 voti contrari 1 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 10.1) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art. 10, al comma 2, aggiugere al fondo "della comprensibilità".
La parola alla Giunta.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Come ho detto prima, il parere è negativo, non come motivo ispiratorio ma come forma di emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore Burzi, tenti solo per un momento - magari le fa del bene, chi lo sa? - di mettere da un canto il suo anticomunismo viscerale; non il suo anticomunismo: il suo anticomunismo viscerale. Provi a metterlo da un canto un momento e a ragionare.
Dato che la comprensibilità dei bilanci - sappiamo - è un tema che costituisce un obiettivo da raggiungere e non un fatto, penso sia utile aggiungere, ai molti principi che lei già ha scritto, anche quello della comprensibilità.
L'argomento che lei prima ancora della presentazione dell'emendamento ha usato nel respingere questa proposta, e cioè che accoglierla avrebbe significato quasi presupporre la possibilità che un bilancio possa essere non comprensibile, in realtà, è un'affermazione priva di senso, almeno in questo articolo.
Infatti, lei, due parole prima di questa, scrive che tra i principi che deve rispettare il bilancio vi è la "veridicità". Assessore, come fa a scrivere che il bilancio deve essere veritiero? Cioè, può pensare che il bilancio non sia veritiero? Eppure lei scrive: "Il bilancio deve essere veritiero", e io sono d'accordo: scriviamolo, anche se, per forza, deve essere veritiero! Lei scrive: "Il bilancio deve essere veritiero"; io le dico: "Per cortesia, aggiunga anche 'comprensibile'"; lei dice: "No, perché è un'offesa, scrivere "comprensibile" è offendere il lavoro....". Non è un'offesa: è esattamente la stessa sottolineature che noi diamo alla parola "veridicità" e anche alle altre: pubblicità, unità, ecc.
Forse ha risposto in un momento in cui era un po' accecato dall'odio anticomunista, però lo metta un tantino da parte: si tratta di aggiungere nei principi che noi illustriamo, anche quello della facilità di lettura dell'immediata comprensibilità.
Non tengo al termine che ho scelto, "comprensibilità"; usiamone pure un altro: "immediata leggibilità". Però, visto che facciamo un lungo elenco di principi, aggiungiamo anche questo: che male fa? La invito quindi a tornare sui suoi passi. Visto che siamo d'accordo con l'Assessore che c'è molto da fare sul tema della comprensibilità inseriamo nella legge un termine che ci aiuti: tutto lì.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Assessore, questa richiesta non è un elemento provocatorio né estraneo se ritiene, il termine comprensibilità può essere sostituito da quello della chiarezza, che è un termine normalmente usato a proposito dei bilanci; se non vado errato, chiarezza è un termine normalmente usato per i documenti contabili.
E' un termine assolutamente rispettoso, però è un elemento che indica anche l'esigenza della semplificazione; poiché il termine semplicità è un po' generale, quello della chiarezza, invece, implica un indirizzo specifico nella formulazione del bilancio: mettere tutti gli elementi, meno rimandi, un dato non particolarmente succinto, non i riassunti dove sono comunque supportati da sufficienti descrizioni, ecc.
Io sosterrei con convinzione il requisito della chiarezza; se il termine comprensibilità è un termine più gergale e si vuole sostituirlo con uno più tecnico, mi pare che quello della chiarezza sia il termine giusto e che sarebbe sensato recepirlo come indicazione per completare il quadro dei requisiti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi per la replica.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

L'art. 7 del documento che riguarda il federalismo fiscale, il nuovo ordinamento contabile regionale, e cioè il decreto legislativo n. 76 del 28 marzo 2000, ha come intestazione "Universalità ed integrità del bilancio".
Si tratta di una norma nazionale, di cui questa legge è pura espressione.
Noi eravamo arrivati prima con la legge dell'ordinamento contabile del marzo 2000, anticipandone alcuni elementi di formazione, e poi il tempo del Consiglio fa sì che ci troviamo a marzo 2001 a recepirlo. Non essendo mai in aula si fa quello che si può. Perché ho citato questi termini? Perch alcuni di questi termini sono principi contabili; quindi comprendo il collega Chiezzi dal punto di vista dell'essere ingegnere, ma unità dei dati, integrità dei dati, l'universalità del documento e pubblicità sono elementi oggettivi.
Volendo potrei convenire che veridicità sarebbe da togliere, perché è superfluo, visto che non lo trovo nel dettato della legge. Quindi, per scrivere cose superflue, veridicità si potrebbe togliere, in quanto non indispensabile.
Gli altri termini non stanno nella significatività che il buon senso attribuisce loro, ma nell'attribuzione ad essi per quello che sono i principi contabili su cui si basa la formazione delle leggi e le revisioni delle stesse.
Non è che un bilancio non debba essere veridico; dico che probabilmente è superfluo, come lo è certamente la comprensibilità, che non può essere normata. Condivido - e l'ho già detto tante volte - che i nostri bilanci non sono sufficientemente chiari. Stiamo lavorando in questa direzione, ma non è scrivendolo che si ottiene il risultato. Posso firmare degli ordini del giorno, posso prendere degli impegni, ma non è scrivendolo che si ottiene il risultato.
Volendo, toglierei anche il termine "veridico", perché non è un principio contabile, ma per spiegare il motivo per cui sono contrario, non a ciò che induce il Consigliere Chiezzi a presentare l'emendamento, ma sullo scopo dell'emendamento nell'ambito di una legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Mi permetto di dire, essendo fresco di studi, che verità e chiarezza sono termini del Codice Civile.



PRESIDENTE

Quindi, è stato presentato l'emendamento n. 10.1) relativo alla chiarezza, sul quale la Giunta ha dato parere favorevole.
Lo pongo pertanto in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli.
10.2) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Burzi: al comma 3 dell'art. 10 sono aggiunte le seguenti parole: "e comunque nei limiti previsti dall'art. 23 del Decreto Legislativo 28 marzo 2000, n. 76".
La parola all'Assessore Burzi per l'illustrazione.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

E' un emendamento che ci è stato richiesto dall'interlocuzione con il Ministero, perché richiama le leggi di contabilità che presiedono il livello massimo d'indebitamento e per evitare un commento alla legge qualora l'avessimo deliberata senza questo comma. Aggiungiamolo, così evitiamo che la Presidenza del Consiglio dei Ministri lo emendi in fase di discussione.



PRESIDENTE

Quindi, è un emendamento tecnico.
Lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 10 così come emendato, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 voti favorevoli 27 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votaz ione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 32 astensioni 1 L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 32 astensioni 1 L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 32 astensioni 1 L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 32 astensioni 1 L'art. 14 è approvato.
ART. 15 Per quanto riguarda l'art. 15, comunico soltanto un mero errore materiale al comma 2: le parole "art. 20" sono da leggersi invece come "art. 10".
Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 32 astensioni 1 L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 32 astensioni 1 L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 32 astensioni 1 L'art. 17 è approvato.
ART. 18 Emendamenti presentati dai Consiglieri Riba, Manica, Suino e Ronzani: 18.1) all'art. 18, aggiungere comma 3/bis: "dei prelievi effettuati dal fondo di riserva la Giunta deve dare comunicazione al Consiglio contemporaneamente alla emissione del relativo provvedimento".
18.2) all'art. 18, aggiungere comma 3/ter: "devono essere ratificate dal Consiglio le variazioni di bilancio, ancorch effettuate con prelievo dal fondo di riserva, che comportino anche con più provvedimenti variazione superiore al 10% degli stanziamenti originari".
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba per illustrare gli emendamenti; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Mi sembra che sulla base dell'esperienza, pur consentendo l'agibilità della Giunta su questi provvedimenti, dovremmo avere una contabilità contemporanea all'esercizio di questa attività di trasferimento. Qualora su un capitolo si venga a determinare una variazione superiore al 10%, il capitolo dovrebbe essere valutato, perché costituisce una effettiva variazione di bilancio rispetto allo stanziamento iniziale.
Questo è il ragionamento al quale siamo pervenuti dopo una riflessione collettiva e sulla base dell'esperienza che ci ha visti più volte perdere di vista il bilancio, una volta che è stato deliberato ed approvato rispetto a modifiche, anche consistenti, che possono avvenire con provvedimenti amministrativi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Siamo favorevoli all'emendamento aggiuntivo del comma 3/bis, quindi alla comunicazione dei prelievi effettuati dal fondo di riserva contestualmente all'emissione del relativo provvedimento, proprio per la pubblicità di cui abbiamo ampiamente dibattuto all'articolo precedente insieme alla chiarezza. Siamo contrari, in quanto inutilmente appesantenti la gestione, sia all'emendamento del comma 3/ter sia a quelli successivi che hanno la stessa logica negli artt. 19 e 21, per cui anticipo il parere negativo della Giunta.
Tenete conto che le approvazioni del Consiglio sono da considerarsi esattamente equiparate a una legge e abbiamo sin qui avvertito la pesantezza, talora vi fosse, di tale procedimento legislativo. Stiamo parlando di fondi di riserva su cui il Consiglio già precedentemente ha deliberato come stanziamento, perché deve essere diventata una legge, onde si prelevi, di cui diamo comunicazione a protestare, perché stiamo parlando di spese obbligatorie. Quindi, il Consiglio avrà avuto precedentemente tutto il tempo per definire sia l'entità degli stanziamenti sia la natura dell'obbligatorietà delle spese e, infine, avrà condizione contestuale all'esercizio del prelievo da parte degli stessi.
Riassumendo: siamo favorevoli al comma 3/bis dell'art. 18; contrari all'emendamento 3/ter e anticipo la contrarietà, per gli stessi motivi agli emendamenti degli artt. 19 e 21.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

RIBA Lido (fuori microfono)



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

La motivazione relativa all'art. 18 per le spese obbligatorie non vale per l'art. 19, perché riguarda le spese impreviste.



PRESIDENTE

Consigliere Riba, procediamo con ordine.
Procediamo alla votazione dell'emendamento n. 18/1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli.
Procediamo alla votazione dell'emendamento n. 18.2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 28 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione dell'art. 18 nel suo complesso, così emendato per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 votanti 33 voti favorevoli 28 voti contrari 1 astenuti 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 18 è approvato.
Dalla rilettura dell'emendamento n. 18.1) che chiede di aggiungere il comma 3/bis, per motivi di sintassi spostiamo il soggetto all'inizio; quindi l'emendamento è considerato in questo modo: 18.1) Art. 18, aggiungere comma 3 bis: "La Giunta deve dare comunicazione al Consiglio dei prelievi effettuati dal fondo di riserva contemporaneamente all'emissione del relativo provvedimento".
ART. 19 19.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Manica, Suino e Ronzani: art. 19, aggiungere il comma 3/ter: "Le proposte di Giunta che comportano anche in più provvedimenti e variazioni superiori al 10% degli stanziamenti originari delle relative unità previsionali devono essere preventivamente approvate con deliberazione del Consiglio regionale".



PRESIDENTE

Do l'emendamento per illustrato.
Comunico che la Giunta non ha accolto l'emendamento e lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 27 contrari (1 Consigliere non ha partecipato alla votazione).
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 19, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 votanti 32 voti favorevoli 27 voti contrari 5 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 voti favorevoli 29 voti contrari 1 astensioni 1 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 20 è approvato.
ART. 21 21.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Manica, Suino e Ronzani: art. 21, aggiungere comma 2/bis: "I provvedimenti di integrazione delle singole unità previsionali che comportino anche con più provvedimenti variazioni superiori al 10% dello stanziamento iniziale sono approvati con deliberazione del Consiglio regionale" Do l'emendamento per illustrato.
Comunico che la Giunta non ha accolto l'emendamento e lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli e 27 contrari.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 21, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 votanti 32 voti favorevoli 27 voti contrari 1 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 votanti 32 voti favorevoli 27 voti contrari 1 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 22 è approvato.
ART. 23 23.1) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art. 23, comma 1, le parole "la presentazione" e "alla presentazione" sono sostituite rispettivamente con le parole "la approvazione" e "alla approvazione".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, Assessore, stiamo trattando un altro snodo importante perché si tratta di organizzare la successione di due momenti centrali della vita contabile della Regione: l'approvazione del rendiconto e l'approvazione dell'assestamento di bilancio.
Non fermiamoci a metà, Assessore. Non limitiamoci a dire - com'è logico che prima bisogna presentare la legge sul rendiconto e dopo quella sull'assestamento. Non limitiamoci a questo, a dire che non possiamo capire come assestare il bilancio se non conosciamo i risultati del rendiconto. Se ci limitassimo a questo, potrebbe succedere che, pur sapendo che la logica correttezza contabile vuole che prima sia approvato il rendiconto e poi l'assestamento, se non lo scrivessimo in legge, potrebbe anche darsi che prima si approvi l'assestamento e, dopo, il rendiconto.
Io parlo del nuovo ordinamento contabile, non di tutto il modo di procedere che ha caratterizzato sinora l'ente pubblico. Un assestamento per essere tale, è un assestamento nel quale si implementano nel bilancio i risultati del rendiconto. O no?! Perché assesto? Perché dopo aver visto il rendiconto decido, se sono avanzate dieci lire, di sistemare le dieci lire in un determinato modo. Non si può dire che prima "si approva" il rendiconto e poi l'assestamento? Perché ci limitiamo a dire "Prima "si presenta il rendiconto e poi l'assestamento"? E' di nuovo una riforma a metà, una finta riforma, una pura dichiarazione di agire bene, ma solo una dichiarazione. Non impedisce, infatti, la prassi perversa per cui, in assenza di approvazione del rendiconto, potrà avvenire che si approvi un progetto di assestamento. Anche quest'emendamento nasce dalla volontà di riportare ordine e pulizia contabile nell'attività routinaria della nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente, ho preso la parola per sostenere le argomentazioni del Consigliere Chiezzi e, almeno virtualmente, firmare il suo emendamento.
Naturalmente capisco che è controcorrente - stante la "corrente" che lei non so se subisce o anima! - ma che di fatto ispira la gestione delle nostre attività finanziarie. Quindi, ancorché si tratti di un contrasto limitato con questa tendenza, è meritevole di essere preso in considerazione. Auspico, dunque, che la Giunta si renda sensibile.
Vorrei fare ancora un'annotazione, Presidente, una modesta nota di "segreteria", per ricordarle che sono le diciannove, che nevica e che è anche carnevale! O forse è meglio dire solo che nevica e che sono già le diciannove!



PRESIDENTE

Il richiamo al carnevale potrebbe anche essere pericoloso! La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Il parere della Giunta è contrario. Volevo solo correggere - o meglio "integrare" - un punto. Non si può presentare un assestamento, sia secondo la legge precedente sia con questa, senza i dati del rendiconto, perché i dati del rendiconto costituiscono i mattoni dell'assestamento. Non solo si può, ma non lede nulla neanche nella fase successiva, approvare un assestamento senza aver approvato, invece, il rendiconto. Convengo che questo sia illogico e, che sia avvenuto molto spesso, è noto: credo che la logica secondo cui il rendiconto viene approvato prima dell'assestamento debba essere seguita. Però, lo si fa già, non lo si mette per legge: se lo si mettesse per legge, si dovrebbero dare contemporaneamente gli strumenti perché la legge diventi non un vincolo ma una prassi. Sarebbe stato sbagliato dire che posso presentare un assestamento senza rendiconto: è impossibile contabilmente.
Il rendiconto è elemento formante dei dati dell'assestamento, è il lavoro che definisce quello che passa prima.
E' già successo di aver approvato assestamenti senza rendiconto proprio per questo non vincolerei l'approvazione, perché manca lo strumento per condizionarne l'esito. Da questo punto di vista sono contrario.



PRESIDENTE

Alla richiesta di appello nominale si aggiunge il Consigliere Riba.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi.
La Giunta è contraria.



(Il Consigliere Segretario Mancuso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 hanno risposto SI' 3 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto, dell'articolo emendato. L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 27 voti contrari 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 23 è approvato.
ART. 24 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 27 voti contrari 1 astensioni 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 24 è approvato.
ART. 25 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 27 voti contrari 1 astensioni 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 25 è approvato.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 27 voti contrari 1 astensioni 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 26 è approvato.
ART. 27 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 27 voti contrari 1 astensioni 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 27 è approvato.
ART. 28 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 27 voti contrari 1 astensioni 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 28 è approvato.
ART. 29 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

L'art. 29 prevede: "I crediti della Regione di modesto importo, possono essere annullati". Mi preoccupa un po' quel "modesto" cos'è: centomila, un milione? E' relativo alla cifra assoluta del credito?



PRESIDENTE

Scusi Consigliere Chiezzi, posso aiutarla. L'articolo recita: "L'annullamento dei crediti è disposto quando il costo delle operazioni di riscossione di ogni singola entrata, risulti superiore all'ammontare della spesa".
Penso che le spese di riscossione possono quantificarsi in 50, 60, 70 mila circa.



CHIEZZI Giuseppe

Se viene identificata la presunta somma necessaria.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 27 voti contrari 1 astensioni 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 29 è approvato.
ART. 30 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 27 voti contrari 1 astensioni 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 30 è approvato.
ART. 31 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 27 voti contrari 1 astensioni 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 31 è approvato.
ART. 32 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 27 voti contrari 1 astensioni 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 32 è approvato.
ART. 33 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 27 voti contrari 1 astensioni 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 33 è approvato.
ART. 34 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 27 voti contrari 1 astensioni 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 34 è approvato.
ART. 35 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 27 voti contrari 1 astensioni 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 35 è approvato.
ART. 36 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 27 voti contrari 1 astensioni 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 36 è approvato.
ART. 37 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 27 voti contrari 1 astensioni 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 37 è approvato.
ART. 38 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 27 voti contrari1 astensioni 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 38 è approvato.
ART. 39 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 27 voti contrari 1 astensioni 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 39 è approvato.
ART. 40 40.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Burzi: il comma 1 dell'art. 40 è sostituito dal seguente: "1. mediante atto amministrativo assunto dai rispettivi organi, sono stabilite le modalità per l'effettuazione dei controlli previsti alle lettere c) e d) dell'art. 39".
La parola all'Assessore Burzi per l'illustrazione.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Se posso, sull'emendamento presentato dal Consigliere Riba...



PRESIDENTE

Sì, comunico che ci sono altri emendamenti: 40.2) Emendamento presentato dal Consigliere Riba, Manica, Suino e Ronzani: art. 40, sostituire il comma 1 come segue: "mediante norme da approvare entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge sono stabilite le modalità per l'effettuazione dei controlli di cui al precedente art. 39".
40.3) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Burzi: i commi 2 e 3 dell'art. 40 sono soppressi.
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Riassumendo, suggeriamo di definire, con atto amministrativo, che è il più snello, come ha ricordato adesso il Presidente Cota, assunto per rispettivi organi - quindi Giunta e Ufficio di Presidenza - la modalità dell'effettuazione dei controlli. In ciò siamo in linea con quanto chiede l'emendamento di cui il Presidente Riba è primo firmatario: il riferimento alla parte c) e d) dell'art. 39 - valutazione e prestazione del personale con qualifica dirigenziale e valutazione dell'adeguatezza delle scelte compiute, che sono controllabili - mentre la garanzia di legittimità e la verifica di efficacia sono già esaurite nella parte precedente.
Pertanto, tolto l'impegno dei sei mesi dell'atto amministrativo, che è la parte in cui non definiamo, con l'emendamento della Giunta, il tempo, ma che posso prevedere mediante atto amministrativo da recepirsi da parte dei rispettivi organi entro 180 giorni, chiederei il ritiro dell'emendamento della minoranza, che è sostanzialmente uguale al nostro. Nell'emendamento della Giunta aggiungiamo: "entro 180 giorni dall'entrata in funzione della legge".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento 40.1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 1 contrario.
L'emendamento 40.2) è ritirato dai proponenti.
Pongo ora in votazione l'emendamento 40.3) presentato dall'Assessore Burzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli.
Si proceda ora alla votazione dell'art. 40, così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 29 voti contrari 1 L'art. 40 è approvato.
ART. 41 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 29 voti contrari 1 L'art. 41 è approvato.
ART. 42 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 29 voti contrari 1 L'art. 42 è approvato.
ART. 43 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 29 voti contrari 1 L'art. 43 è approvato.
ART. 44 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 29 voti contrari 1 L'art. 44 è approvato.
ART. 45 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 29 voti contrari 1 L'art. 45 è approvato.
Emendamento aggiuntivo presentato dal Consigliere Riba, Manica, Suino e Ronzani: Capo V aggiungere un art. 45/bis: "1. Entro sei mesi dall'approvazione del presente ordinamento, la Giunta regionale proporrà al Consiglio le norme di adeguamento della contabilità del sistema sanitario ai principi dell'unitarietà e della possibilità di costante controllo delle dinamiche di spesa comunque riconducibili al bilancio regionale.
2. Il rendiconto riassuntivo della contabilità annuale delle ASL e delle ASO del Piemonte è allegato al conto consuntivo dell'esercizio di riferimento".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Scusi, Presidente nell'art. 45 c'è forse solo da effettuare una modifica di coordinamento, aggiungendo "chiarezza" dopo "pubblicità".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chiezzi. Dopo "pubblicità" si aggiunge "chiarezza" solo in questo punto.
Riprendiamo la discussione sul disegno di legge n. 131 in occasione della seduta di martedì prossimo.
Ricordo ai colleghi che sabato mattina alle ore 9.30 è convocato il Consiglio regionale per le nomine e vi ricordo che giovedì e venerdì si terrà il seminario a Belgirate.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.24)



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