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Dettaglio seduta n.66 del 07/02/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Comunico che si tratta di seduta straordinaria, convocata ai sensi dell'art. 26 dello Statuto e dell'art. 43, comma 1, lettera b) del Regolamento interno, sul tema: "Mutui usurari e anatocismo".
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Costa Enrico, Deorsola Ghigo, Leo, Mancuso, Manica, Racchelli, Rossi Giacomo e Scanderebech.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

Comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 14 21, 28 e 29 novembre 2000; 5, 12, 21, 22 e 27 dicembre 2000; 16, 17, 18 e 23 gennaio 2001, i quali verranno posti in votazione nella prossima seduta.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Mutui-usurari e anatocismo. Esame documenti collegati: interpellanza n. 374 dei Consiglieri Deorsola e Costa Rosanna inerente a "Iniziative contro fenomeno criminoso dell'usura"; l'interrogazione n. 467 dei Consiglieri Suino e Tapparo, inerente a "Legge regionale 11/2000 'Interventi in materia di usura'"; l'interrogazione n. 532 del Consigliere Ronzani, inerente a "L'usura"; l'interrogazione n. 539 del Consigliere Caracciolo inerente a "Bilancio di previsione anno 2001, copertura finanziaria per la legge 11/200"; l'ordine del giorno n. 183 dei Consiglieri Di Benedetto, Giordano Caracciolo, Contu, Suino, Riggio, Chiezzi, Moriconi, Tomatis, Angeleri Botta Franco, Costa Rosanna, Deorsola, Brigandì, Rossi Oreste inerente a "Usura".


PRESIDENTE

Passiamo quindi al punto per il quale è stato convocato il Consiglio in seduta straordinaria.
Comunico che sono state presentate l'interpellanza n. 374 dei Consiglieri Deorsola e Costa Rosanna inerente a "Iniziative contro fenomeno criminoso dell'usura"; l'interrogazione n. 467 dei Consiglieri Suino e Tapparo, inerente a "Legge regionale 11/2000 'Interventi in materia di usura'"; l'interrogazione n. 532 del Consigliere Ronzani, inerente a "L'usura"; l'interrogazione n. 539 del Consigliere Caracciolo inerente a "Bilancio di previsione anno 2001, copertura finanziaria per la legge 11/200"; l'ordine del giorno n. 183 dei Consiglieri Di Benedetto, Giordano Caracciolo, Contu, Suino, Riggio, Chiezzi, Moriconi, Tomatis, Angeleri Botta Franco, Costa Rosanna, Deorsola, Brigandì, Rossi Oreste inerente a "Usura".
Invito ora il Vicepresidente Toselli ad assumere la Presidenza perch intendo svolgere un intervento in apertura in qualità di Consigliere.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire in qualità di Consigliere il Presidente Cota ne ha facoltà.



COTA Roberto

Devo dire che ho accolto con favore, come Presidente dell'assemblea, la richiesta di convocazione del Consiglio regionale straordinario.
L'avrei sottoscritta anch'io, soltanto che mi sono informato sulla prassi invalsa e pur avendo il Presidente dell'assemblea gli stessi diritti dei Consiglieri regionali - e questo mio intervento è un'estrinsecazione proprio del mio diritto di Consigliere regionale - ritenevo un po' anacronistico rivolgere un invito a me stesso per la convocazione della seduta.
Ringrazio quindi tutti i colleghi delle diverse forze politiche che hanno ritenuto di presentare questa richiesta di Consiglio regionale straordinario su un tema così attuale e soprattutto per le decisioni e le determinazioni o valutazioni che oggi l'aula vorrà dare.
L'assemblea regionale del Piemonte è un'istituzione che si è sempre posta all'avanguardia in tema di interventi in materia di usura. Infatti come tutti voi sapete, è stata approvata in data 2 febbraio 2000 la legge regionale n. 11 che prevede interventi regionali in materia di usura. Si tratta di una legge molto importante perché è da un lato legge di principi ma è anche legge operativa, che può essere operativa, che a mio avviso deve essere operativa.
Questa legge prevede la istituzione di un fondo integrativo di solidarietà per le vittime dell'usura; prevede degli interventi integrativi che possono essere elargiti dalla Regione con riferimento alle pratiche di garanzia prestata dai Confidi, che sono consorzi fidi delle associazioni di categoria; prevede, infine, la istituzione di un osservatorio sull'usura che dipende direttamente dalla Presidenza del Consiglio regionale.
Oltretutto questa legge, all'art. 6, incentiva anche la erogazione di contributi e l'organizzazione di iniziative sul tema dell'usura da parte del Consiglio regionale.
Dicevo che si tratta di una legge molto importante perché è una legge di principi, ma è anche una legge che può essere operativa e incidere concretamente nella realtà della nostra Regione, perché il problema è quello di non parlarci addosso soltanto, fare magari delle riflessioni auliche che possono essere interessanti da un punto di vista della dottrina in determinati casi o da un punto di vista sociologico in altri casi, senza poi essere operativi e fare qualcosa che interessa i cittadini piemontesi.
Questa legge può fare qualcosa di concreto, se attuata, perché si inserisce rispetto ad un intervento che viene già fatto dal Governo nazionale con l'attuazione degli strumenti che lo Stato ha predisposto con riferimento alle vittime dell'usura.
Con questo intervento non voglio entrare più di tanto nel merito (anche perché ho dieci minuti) sul problema dell'usura, sulla impostazione da dare al problema, sul ruolo e le responsabilità per esempio delle banche nell'altro problema legato ai mutui oppure sulla posizione che è stata assunta recentemente con una legge che è stata approvata dal Senato in tema di mutui e di rinegoziazione degli stessi, in particolare dei tassi.
Svolgo soltanto due considerazioni. Ritengo che l'attenzione rispetto al fenomeno usura sia in questo caso più di forma che di sostanza, perch il fenomeno dell'usura è la punta di un iceberg di una situazione di disagio molto più ampia, che ha un risvolto dal punto di vista dell'ordine pubblico generale che non si limita al fenomeno dell'usura in se stesso, ma denuncia uno stato di disagio, una realtà da monitorare e problemi più ampi da verificare e da risolvere. Nello stesso tempo, oltre al problema usura che ha riflessi dal punto di vista dell'ordine pubblico, a monte c'è anche una campagna di educazione che, senza dubbio, deve essere realizzata. Una campagna culturale per evitare che le persone, spesso per disattenzione negligenza o scarsa conoscenza vadano ad infilarsi in un tunnel dal quale non riescono ad uscire.
Un'ultima valutazione è legata al ruolo e alla funzione degli istituti creditizi. Le banche hanno la funzione di concedere crediti i quali devono essere dati a tassi equi. In questo ruolo, in questa funzione, naturale da parte delle banche, si inserisce anche l'aiuto che le stesse possono dare attraverso i binari ordinari della concessione del credito alle vittime dell'usura.
I problemi possono essere riassunti, mi scuserete per la schematicità in tre blocchi: il problema dell'usura come fenomeno che attiene all'ordine pubblico; come punta di un iceberg di comportamenti criminogeni e di reati molto più estesi; il fenomeno dell'usura dal punto di vista della necessità di rimuovere una sub cultura che spesso è dilagante in alcune realtà.
Faccio un esempio concreto. Sono segnalati molti episodi di indebitamento da parte di chi gioca al video poker, magari per leggerezza, magari padri di famiglia che vengono invischiati da questa catena infernale e che poi ricorrono al prestito. Guardo anche con terrore alla prossima apertura delle sale da "Bingo", anche qui potremmo aspettarci un rischio ulteriore.
Il terzo punto è legato al ruolo e alla funzione, in queste situazioni patologiche, degli istituti di credito. Fatta questa analisi, illustro molto concretamente quello che, a mio avviso, potremmo fare noi come assemblea regionale e anch'io, in questo caso parlo da Presidente, come Presidente del Consiglio.
Poche cose. La prima è quella di finanziare - finalmente - la legge n.
11/2000. Questa legge è in parte finanziata con riferimento all'articolo 6 cioè con riferimento alle disponibilità per la concessione dei contributi.
Esiste uno stanziamento nel bilancio del Consiglio Regionale di 100 milioni, che può essere usato per contributi a favore delle fondazioni e delle associazioni e per la realizzazione di iniziative di manifestazioni.
Dicevo, finanziamento della legge con riferimento agli artt. 1 e 2, e una richiesta con riferimento al bilancio che sarà discusso in quest'aula.
Chiedo alla Giunta una dichiarazione di disponibilità per finanziare predisponendo le somme necessarie, il capitolo di finanziamento alle leggi.
Finanziarlo per l'attuazione del fondo integrativo e per quanto riguarda gli interventi aggiuntivi integrativi di garanzia ai Confidi. Questa potrebbe essere una soluzione.
Successivamente, da parte mia, mi impegno ad attivare il lavoro dell'osservatorio sull'usura che non deve essere un'istituzione morta. Ho ripreso i contatti con i componenti di questo osservatorio che hanno lavorato bene e che sono stati confermati, realizzando un'attività di monitoraggio che può passare anche attraverso l'istituzione di borse di studio per studenti che si laureeranno con una tesi sull'usura o sui problemi collegati, e che quindi facciano direttamente un lavoro di monitoraggio a livello qualificato.
Un'altra soluzione potrebbe essere l'organizzazione di un convegno di studio importante sul ruolo e la funzione degli istituti creditizi nella lotta all'usura. Questa deve essere la loro funzione, le banche devono essere strumenti di lotta all'usura. Hanno una funzione sociale nel sistema, non possono certo essere strumento, a loro volta, di usura anche legalizzata.
Ho esaurito il tempo a mia disposizione, ho fatto un intervento da Consigliere ed è giusto che intervengano anche i colleghi che hanno avuto la sensibilità di presentare questa richiesta di convocazione straordinaria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Di Benedetto, che interviene in qualità di Consigliere.



PRESIDENTE

DI BENEDETTO Alessandro



PRESIDENTE

Do per conosciuto il mio ordine del giorno ed entrerò nel merito nell'intervento che mi appresto a fare per spiegare le motivazioni di questo provvedimento e il voto relativo voto.
Egregio Presidente, colleghi Consiglieri. Desidero innanzitutto ringraziare i Consiglieri che hanno firmato la richiesta di convocazione straordinaria di questo Consiglio regionale, che mi auguro possa offrire un contributo concreto alla risoluzione di questo problema che, come sapete, è passato dalla Commissione Finanze del Senato alla Commissione Finanze della Camera di cui andrà in discussione in questi giorni. Con profondo dispiacere invece ho appreso della decisione di qualche collega del centrosinistra di non firmare questa richiesta.
Dico profondo dispiacere perché conosco la storia ed il passato del centrosinistra e non capisco come si possa non essere in prima linea a difendere gli interessi di quei consumatori che in questi anni sono stati tartassati dal sistema bancario.
Sono stato d'accordo nel discutere e nel firmare nei giorni scorsi in un Consiglio ad hoc sul ruolo e la composizione del CO.RE.CO.IN, e conosco bene la fame di posti che anima questa Giunta di centrodestra. Ma insieme alle giuste battaglie per rivendicare un ruolo democratico delle minoranze nelle strutture regionali, occorre però allo stesso modo e con la stessa forza combattere per difendere gli interessi dei consumatori. Capisco e comprendo che la politica è molte volte mediazione, ma in questo caso occorre fare una scelta di campo molto chiara tra consumatori da una parte e gli interessi delle banche dall'altra.
Cari colleghi, i consumatori di oggi che rivendicano giustizia sono in larga parte le stesse persone che qualche tempo fa difendevamo anche nelle fabbriche. Cercando di tutelare i salari e i diritti dei lavoratori, oggi la battaglia è la stessa.
Oggi dobbiamo chiedere la rinegoziazione automatica dei mutui usurari per difendere i salari e pretendere l'applicazione delle sentenze dei tribunali per difendere i diritti dei lavoratori. Il decreto legge del Governo Amato è stato definito, giustamente, dall'opinione pubblica un decreto salvabanche.
Questo decreto è un ulteriore umiliazione che il Governo ha inferto al Paese.
E' uno strano modo di governare, quello di questa maggioranza che corre in difesa del più forte se per qualche volta - ironia della sorte - non riesce a farsi dare ragione da nessun Tribunale d'Italia.
Pensate solo al titolo di questo decreto "Interpretazione autentica della legge 108/96".
Questo Governo un po' pasticcione ha fatto un'interpretazione autentica dopo 5 anni dall'approvazione della legge e dopo che si sono già espressi in merito tutti i gradi della Magistratura dando sempre torto alle banche e ragione ai consumatori.
Forse è proprio questo il problema: che i tribunali applicano la legge a prescindere dalle parti in causa.
Non vi è alcun dubbio di sorta: quando i poteri forti chiedono di sanare le sentenze della Magistratura a loro sfavorevoli, il Governo di centrosinistra, che dovrebbe affondare le proprie radici nelle masse popolari, si affretta ad elaborare decreti d'urgenza per mettere una pietra tombale sui diritti dei consumatori e dei ceti più deboli e popolari.
Questa vicenda ha dimostrato anche un'altra cosa: che di fronte ai problemi concreti ed agli interessi della gente questo falso bipolarismo salta in aria.
Quanto affermo è provato dalla posizioni di alcuni partiti all'interno della maggioranza (ad esempio i Verdi al Senato hanno votato contro l'emendamento della maggioranza) e anche dell'opposizione nella quale la posizione di Forza Italia, Lega e Alleanza Nazionale è fortemente differenziata.
Pensate che ad esempio Berlusconi che continua ad affermare di voler abbassare le tasse propone una libera revisione dei contratti tra le parti e di scaricare i costi sul fisco e quindi sullo Stato.
Di natura diametralmente opposta la posizione della Lega che chiede il rimborso di tutto il pregresso, mentre Alleanza Nazionale chiede sostanzialmente tassi più bassi per le famiglie e la rinegoziazione dell'ultima rata del 2000 per quanto riguarda i mutui.
In tutta questa confusione voglio ringraziare l'opera, la coerenza e la testardaggine delle associazioni dei consumatori ed in particolare dell'Adusbef per come tutelano e rappresentano gli interessi dei cittadini.



PRESIDENTE

Ringrazio l'Adusbef sia come cittadino che come politico perché in questo caso le associazioni dei consumatori si sono trovate a svolgere quello che dovrebbe essere il compito di ogni Deputato eletto dai cittadini e non dalle segreterie di partito.
Per tornare al tema dei mutui, abbiamo assistito ad un indecoroso balletto di cifre, sparate a scopo terroristico sui mutui usurari, dopo la famosa sentenza di cassazione del 17 novembre 2000.
Sia il governatore Fazio (che in una lettera inviata al Ministro del Tesoro Visco il 4 dicembre 2000 ha detto: "Le banche rischiano un collasso da 50.000 miliardi") che la relazione di accompagnamento del decreto legge hanno offerto uno spettacolo indecoroso di gravissima disinformazione, al punto di far scrivere al Presidente della Commissione Finanze del Senato: "Stime molto relative".
Le dichiarazioni ripetute del Governo ed in particolare del Ministro Visco circa le preoccupazioni sulle sorti del sistema bancario italiano sono a dir poco vergognose perché non spreca - mentre si spende dall'altra parte - una sola parola sui diritti dei consumatori.
Nelle giornate di martedì 16 gennaio e mercoledì 17 gennaio le associazioni dei consumatori, che hanno incontrato i gruppi parlamentari hanno ribadito che il decreto salvabanche non può essere considerato un'interpretazione autentica, bensì una norma innovativa rispetto alla legge sull'usura.
Proponendo quindi su una nuova legge le seguenti proposte: A. Tasso di sostituzione, cioè il nuovo tasso di interesse da applicare sulla parte residua del mutuo che deve essere inferiore all'attuale tasso di usura 9,48%.
B. Mutui prima casa. Ulteriore riduzione per le famiglie del tasso di interesse all'8% fino ad un massimo di 200 milioni di mutuo, riduzione motivata dall'eccezionale riduzione dei tassi d'interesse avvenuta dal 1 aprile 1997 ad oggi, cioè periodo dell'applicazione dei tassi di soglia.
C. Estinzione anticipata del mutuo. Estendere anche ai mutui la norma di legge del credito al consumo che prevede una penalità dell'1% sul capitale residuo, per l'estinzione anticipata del prestito.
D. Bonus per i mutui in corso di estinzione. Prevedere un bonus nella forma di obbligazioni gratuite per compensare i mutui recentemente estinti o in corso di estinzione.
Per questo occorre un riconoscimento ai mutuatari sugli interessi usurari pagati dal 1997 ad oggi.
Questo è il punto importante.
Non si può dire che il sistema bancario ha violato la legge e nello stesso tempo affermare che non deve restituire il maltolto.
Il sistema bancario deve rispettare le leggi come qualsiasi altro cittadino e quando sbaglia deve essere obbligato a risarcire i danni.
Questa è la posizione che deve essere chiara prima di discutere sul merito del decreto.
Quando il centrosinistra insorge contro il tentativo di sanatoria edilizia della Giunta di centrodestra in Sicilia, non può poi accettare una sanatoria verso gli abusi del sistema bancario italiano.
In quanto al decreto non è possibile discriminare in maniera così pesante le imprese, quando sono molte volte le prime vittime dell'usura.
Nei giorni scorsi si è svolto un dibattito interessante a Biella sull'usura e sono emersi dati molto interessanti.
Il primo è ad esempio come mai la legge regionale contro l'usura ad un anno dopo l'approvazione non ha elargito un solo contributo.
Le chiedo quindi di dare i fondi necessari a questa legge regionale per rendere operativo uno strumento importante per la difesa dei consumatori e della legalità, come ha detto anche il Presidente Cota nel suo intervento.
Il secondo dato è che esistono grandi aziende che pagano artigiani a 120-180 giorni (è la regola in questa Regione) e poi, sapendo delle difficoltà di reperire denaro da parte degli artigiani offrono servizi di anticipo contante attraverso loro società finanziarie che finanziano fino all'80% con spese elevatissime.
Il terzo elemento è fornito dal Presidente della Camera di Commercio di Biella che da un'indagine in quella Provincia (che è una delle più piccole) rivela che esistono solo nel biellese casi di usura per 51 casi nell'industria, 63 casi nell'edilizia, 75 casi nell'artigianato e 97 nel commercio.
Da questo Consiglio Regionale deve uscire un pronunciamento chiaro e deciso in difesa degli utenti consumatori sia famiglie che imprese.
In uno stato di diritto non è possibile permettere al sistema bancario di violare le leggi e di non rispettare nemmeno le sentenze dei Tribunali di ogni ordine e grado.
In questo periodo tutto viene trasformato in campagna elettorale, e mi auguro che questa battaglia possa essere trasversale e condivisa da tutti coloro che credono in uno stato di diritto e che intendono la politica come strumento per la difesa delle legittime aspettative dei cittadini e non come fine per soddisfare le proprie aspettative personali.
A lei, Presidente Ghigo, chiedo di svolgere ogni azione possibile anche all'interno della Conferenza delle Regioni per difendere le aspettative di legalità e di equità rispetto ad un decreto del Governo appiattito sugli interessi delle banche.
In questi mesi le posizioni delle Regioni hanno influito molte volte in maniera positiva e decisiva sulle scelte governative. Io le chiedo di essere promotore e portatore dei diritti dei consumatori e quindi dei cittadini.
Questo decreto deve essere ritirato e non può essere considerato un'interpretazione autentica della legge antiusura.
Per finire voglio invitarvi a leggere l'articolo pubblicato su La Stampa del 1 febbraio sull'anatocismo, dove un lettore lamenta che la banca per attuare ciò che la legge gli ha imposto, ha quadruplicato le spese di chiusura del conto.
Ancora una volta le banche ribaltano sulla clientela i costi delle loro malefatte e della loro inefficienza.
Di fronte a tutto questo la politica non può limitarsi al ruolo di semplice spettatore ma, al contrario deve essere protagonista per imporre regole chiare ed eque.
Non possiamo permettere che la legge sia uguale per tutti ad eccezione delle banche.
Questo Governo pensa, addirittura, di porre la fiducia alla Camera e far passare un decreto salvabanche senza ulteriori modifiche.
Questa è la logica di questo Governo: è possibile trattare su tutto, si deve sempre ricercare la massima convergenza su ogni provvedimento (ad esempio quello sul conflitto di interessi), ma quando si tratta di toccare gli interessi dei poteri forti, si procede a qualunque costo, anche ponendo la fiducia.
In questa situazione mi rivolgo soprattutto al centrosinistra, che dovrebbe essere, per storia ed evocazione, dalla parte dei più deboli, e mi rivolgo soprattutto ai DS; a loro chiedo, come nel film di Moretti: "Fate qualcosa di sinistra" ed aggiungo smettetela di fare cose sinistre.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marengo; ne ha facoltà.



MARENGO Pierluigi

Dopo i due interventi che ho avuto il piacere di ascoltare - quello del Presidente Cota, condivisibile al cento per cento, fortemente istituzionale, fortemente collegato a quelle che sono le possibilità concrete ed oggettive che questo Consiglio e questo Palazzo hanno per inserirsi sul fenomeno, e quello del collega Di Benedetto, che da tempo si batte, vestito e non vestito, per questi problemi che riguardano la sfera nazionale, riguardano quello che sta succedendo a Roma, un intervento fortemente tecnico, altrettanto condiviso - voglio, a questo punto, dare un taglio un po' diverso al mio intervento.
Tutti noi odiamo l'usuraio. Vediamo l'usuraio come una persona un po' sporca, un po' brutta, che presta il soldo, le centomila lire, poi manda il cattivo a casa a recuperare le centomila insieme ad altre centomila, e tutti siamo pronti a condannarlo. La nostra coscienza collettiva ci porta alla condanna.
Ma signori, questo non è l'usuraio, questo è un poveretto. Lui è l'ultimo anello di una catena. E' come lo spacciatore da marciapiede della droga.
Il vero usuraio è un sistema creditizio, un sistema creditizio folle che è proprio dell'Italia.
Tutti sappiamo come nasce l'usura: si chiede l'apertura di un fido, 50 o 30 milioni, concessa dal "doppiopetto" seduto dietro la poltrona di un istituto di credito; una cambiale da cinquecentomila lire al negoziante va male, una RID non viene rispettata nei termini, a cui segue la letterina: "Caro cliente, lei ha otto giorni per rientrare il fido". Il commerciante si reca in banca e dice: "Ma come? Se rientro, chiudo la saracinesca" ottenendo come risposta: "Eh, guardi, purtroppo l'Esecutivo..., la Commissione..., la Direzione... Io le verrei incontro, ma non è possibile.
Però, guardi, le diamo quindici giorni, così lei può andare da una finanziaria, che sa, non guarda queste cose. Le danno i soldi e lei ce li porta. Poi facciamo passare sei mesi e le ridiamo il fido".
Questa è la partenza. Perché l'usura - l'ometto che dà le centomila - è solo l'anello finale. La partenza è nel "doppiopetto" dell'istituto di credito, che per concedere 30 milioni ad un'attività commerciale chiede garanzie fino al triplo o al quadruplo.
Una persona che ha un alloggio da 200 milioni, per avere 50 milioni deve paralizzare il suo patrimonio, la sua capacità economica, perché se va in banca gli danno 50 milioni e gli iscrivono un'ipoteca per 150 milioni.
Ha esaurito la sua capacità patrimoniale a sostegno della sua necessità di indebitamento. Ma lui ce l'ha la capacità patrimoniale, ma la banca non gliela riconosce.
Ecco dov'è l'usura che va combattuta. L'usura non va combattuta nel poveretto che dà le centomila e manda il cattivo a picchiare. Quello è come lo spacciatore da strada, nient'altro che lo spacciatore da strada, il più delle volte, peraltro, usurato a sua volta, utilizzato e messo nel circolo.
L'usura va combattuta a monte, nel sistema creditizio, un sistema creditizio che sta fuori dalle leggi, che si fa fare le leggi, perché si fa fare le leggi.
A qualunque persona normale, se entra in un fallimento, non gli vengono riconosciuti gli interessi. Il credito della banca, invece, gode di interessi sinanche nelle procedure fallimentari.
Stiamo parlando di un sistema forte, che riesce persino a farsi fare le leggi, e questa del Decreto Antiusura è l'ultima.
Recepiamo le Direttive CEE in materia di consumo e di tutela del consumatore, ma le recepiamo con una clausola: non si applicano alle banche, non si applicano al sistema creditizio. Questo è il punto su cui dobbiamo ragionare in termini politici.
Ben venga la Consulta. Cioè se riusciamo a tamponare il problema io lo condivido, qualunque scelta va bene. Però l'importante è politicamente partire per combattere il sistema dell'usura, non l'usura in sé. Se noi buttiamo in galera dieci usurai, il giorno dopo ce ne sono undici sul mercato! Dobbiamo colpire la mente, la fonte dell'usura.
Il Consiglio straordinario di oggi ha come tema all'o.d.g. l'usura e l'anatocismo. Un soggetto forte come la banca, per anni ha imposto gli interessi passivi venissero conteggiati trimestralmente, mentre quelli attivi una volta all'anno. Inoltre sono previste commissioni di massimo scoperto, costi vari, persino queste cinquecento lire per un pezzo di carta, per un assegno.
Ormai è pacifico: l'anatocismo è nullo; l'anatocismo era illecito. Sono state emanate sentenze e provvedimenti di ogni genere. Ebbene, le banche cosa hanno fatto? Non lo applicano più perché non possono più applicarlo ma andate a verificare quanti denari impropriamente percepiti a seguito dell'applicazione dell'anatocismo sono stati restituiti ai legittimi titolari di quel diritto di restituzione. Nessuno. Perché? Nell'anatocismo gli interessi passivi non li paga il privato, ma l'imprenditore, colui che ha un fido, un affidamento sul conto corrente, cosa propria dell'imprenditore. Quanti ne avete conosciuti che, a seguito degli articoli sul giornale, si sono recati in banca e hanno detto: "Il giornale dice che quei soldi non me li potevate prendere. Allora restituitemeli". La banca ha risposto: "Guardi, siamo disponibili a fare i riconteggi e a restituirglieli. Però, sa, è discrezionale mantenerle il fido; pertanto, se lei ci chiede indietro i soldi indebitamente trattenuti attraverso l'anatocismo, noi le togliamo il fido, quindi la facciamo morire".
Ma questo è altrettanto grave rispetto a quello che manda il pugile suonato a picchiare il debitore. E' altrettanto grave, perché le banche hanno minacciamo di morte economica quegli imprenditori che hanno osato chiedere il riconteggio, quegli imprenditori che hanno avuto l'ardire di andare dalla "sacra banca" a dire:"Restituiscimi quello che mi spetta".
E allora abbiamo una situazione dove palesemente c'è un soggetto forte un soggetto stratutelato, che rifiuta le norme di legge, non le applica tanto è talmente forte che può permettersi di non applicarle.
Quando le sentenze sono avverse, dice: "Non ci interessa, tanto noi non le rispettiamo", magari facendosi fare anche una legge da quel - mi dà un po' fastidio dirlo - centrosinistra, perché l'usura non è né di centrodestra né di centrosinistra, l'usura è criminale e basta, però, trova un governo che si presta.
Ora, come Consiglio regionale, cosa possiamo fare? Possiamo intervenire a livello istituzionale, come indicatoci dal Presidente Cota, che condivido; possiamo approvare quell'ordine del giorno, che altrettanto condivido, però non siamo noi. In un caso, demandiamo a Roma l'assunzione di una determinata posizione; nell'altro caso, diamo la caramella, ma non risolviamo il problema.
Allora, amici e colleghi Consiglieri, perché non dare un segnale forte tenete presente che quanto sto per dire è riferibile solo ed esclusivamente a me e non è un qualcosa discusso in ambito né di maggioranza né tanto meno di Forza Italia - perché non usare quella forza che abbiamo? Tale forza è l'unica che le banche sentono. Questi soggetti sono la colpa e la fonte dell'usura e dell'illegalità, laddove non rispettano le sentenze e le leggi.
Allora, perché non impegniamo la Giunta e il Consiglio, sentite le associazioni dei consumatori, a predisporre un decalogo a cui l'istituto di credito deve adeguarsi, altrimenti la Regione Piemonte chiude i conti correnti accesi presso quell'istituto? Perché non li minacciamo sul loro campo? Perché non cerchiamo di tutelare i cittadini andando laddove loro sono deboli, laddove loro sentono e hanno paura? Perché non impegniamo la Regione ad usare il suo potere e i denari che tiene presso di loro per imporgli - non è un ricatto - la legalità.
In merito a questo, ho preparato un ordine del giorno, chiaramente ha una sola firma. L'ordine del giorno per essere presentato ne deve contenere tre, se qualcuno lo vuole firmare lo presento, altrimenti lo rimetto nel cassetto.
Tale ordine del giorno recita: "Riconosciuto il cittadino quale parte debole dei rapporti con il ceto bancario, preso atto della posizione del ceto bancario di non adeguamento al previsto giudiziario in materia di mutui usurai, rilevato che nessun istituto di credito ha provveduto, se non a seguito di condanna giudiziaria, a restituire ai propri correntisti il loro dovuto a seguito della riconosciuta nullità dell'anatocismo trimestrale fino a poco tempo addietro applicato dal predetto ceto bancario, ritenendo che la Giunta regionale e il Consiglio regionale, nell'esercitare il proprio potere discrezionale, nella scelta degli istituti di credito con cui operare debbano privilegiare quei soggetti che maggiormente rispettano i giusti diritti dei cittadini piemontesi e osservano i dettami legislativi, nonch i pronunciamenti giurisprudenziali, impegna la Giunta regionale e il Presidente del Consiglio a definire congiuntamente ed entro 60 giorni sentite le associazioni di tutela dei consumatori, un decalogo comportamentale da sottoporre al ceto bancario, subordinando all'adeguamento del ceto bancario, al predetto decalogo, la continuazione dei rapporti in essere con gli istituti attualmente utilizzati o la scelta di nuovi istituti di credito con cui operare".
Se arrivano altre due firme, lo presento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La ringrazio, collega Marengo. Fra l'altro, hanno già provveduto a distribuire l'emendamento all'ordine del giorno n. 183, presentato dal Consigliere Di Benedetto e altri.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente e colleghi, credo che occorra approfondire in modo più significativo le ragioni, le cause e le origini di un processo che ha quale sbocco il fenomeno dell'usura di cui percepiamo solo, come qualche collega ha detto, la punta dell'iceberg. In effetti, è un fenomeno molto diffuso, quantificarlo non è facile perché è sommerso, quindi se ne pu intuire la valenza, ma non lo si può quantificare.
Credo che fermarsi solo al sistema bancario sia un gioco molto semplice, troppo di maniera e troppo facile, che non va alla radice del problema.
Noi dobbiamo pensare che molte imprese artigiane e piccole imprese soffrono della loro condizione finanziaria per i tempi di pagamento lunghissimi che i committenti, in genere grandi imprese, applicano su di loro.
Noi sappiamo, ad esempio, che fare impresa non è una cosa di tutti i giorni e si deve prestare attenzione anche alle leggi di finanziamento alla nuova imprenditorialità.
In Parlamento ne avevo parlato per il prestito d'onore perché non è un meccanismo automatico negli esiti, come si dice in gergo del "mettersi in proprio". Si deve avere un progetto imprenditoriale, un'idea, altrimenti si entra rapidamente, anche qui in gergo informatico, in "loop" e si arriva a condizioni di necessità finanziarie che non possono essere più soddisfatte nemmeno dalla più disponibile banca.
Il problema è anche nostro, dobbiamo prestare attenzione a come congegniamo le leggi di finanziamento al fare impresa e come agiamo, ad esempio, in merito al grande sistema dell'indotto che c'è in Piemonte. In Piemonte, rispetto ad altre Regioni, è prevalente il settore dell'indotto che vive condizioni di sofferenza, con tempi di pagamento molto lunghi.
C'è poi, evidentemente, il problema dell'espansione, che tocca la cultura di spesa delle famiglie ed è un tema molto più complesso, le vendite a rate molto forzate, quindi, è anche una autoregolazione nel forzare un meccanismo che, apparentemente, induce una famiglia, che probabilmente non sa valutare bene, a livelli di spesa che poi non è in grado di onorare con il proprio reddito.
Non arrivo poi a parlare del gioco o delle forme consumistiche di orientamento, di cui è anche responsabile la società: se il "Bingo" va in porto, non ce l'ha dato lo spirito santo, ma è stata una scelta voluta. Le forme di consumismo esasperato sono frutto di uno stile di rappresentazione della vita, certamente non espresse dallo spirito santo, ma voluto da questo sistema.
Anche il sistema bancario, ovviamente, ha le sue responsabilità, ma sono responsabilità di un sistema che, oggi, mettendo in atto le fusioni degrada i livelli di servizio rispetto all'utente meno importante.
Certamente sono banche che lucrano anche per la loro posizione dominante nel rapporto, nel sistema informativo, nella forza che fanno sentire, per certamente, non possono essere la la San Vincenzo. Il sistema bancario quando concede un prestito, pensa che sia suo compito riuscire a riaverlo indietro. Poi, è chiaro che la banca deve stare nella società che è in difficoltà, quindi, non è un corpo estraneo che può lucrare, ma tendenzialmente, una banca ha questo tipo di comportamento. Sono altre le funzioni di assistenza, altri i soggetti che devono guardare questo elemento assistenziale. Che poi la banca sia lenta nell'erogare il finanziamento, che sia speciosa, che sia troppo fiscale, sono tutti elementi che aggravano la situazione.
La nuova legge, quella del 1996, ero allora in Parlamento, ha subito l'urgenza che era alle porte dello scioglimento della dodicesima legislatura e ci sono stati anche effetti propagandistici da tutte le parti politiche (destra, sinistra e centro), ma comunque è stato un elemento importante. Tale legge ha fatto superare il riferimento allo stato di bisogno dell'usuraio che il giudice non riusciva mai a dimostrare o la procedura era molto lunga. Ha introdotto il fondo di solidarietà e di prevenzione. Ha introdotto una fattispecie tipica, nel senso che all'impiegato bancario che preclude le possibilità di finanziamento e indica un'altra strada viene applicata una sanzione specifica (una fattispecie tipica, come si dice giuridicamente) ed ancora si è giunti a una riabilitazione dei protestati in modo più rapido.
E' una legge certamente imperfetta, fatta in una situazione di urgenza.
La parametrizzazione della soglia di quando scatta il tasso usuraio è grossolana, non tiene conto di molti aspetti, però in qualche modo è un elemento utile.
Sappiamo che uno dei risultati di cui si può vantare lo schieramento del centrosinistra è l'aggancio della lira all'euro, che ha portato a una riduzione dei tassi di interesse più forte del previsto, secondo una tendenza di dimensione europea. Questo elemento ha interagito sul meccanismo di individuazione del parametro di soglia di usura, che ha creato delle disfunzioni gravi, su cui le banche sono state ben zitte, ma che va regolato.
Il provvedimento - in discussione approvato al Senato ed ora è alla Camera, è un decreto legge di interpretazione autentica - esso è stato modificato dal Senato. Esso prevede - lo dico al collega Di Benedetto, non so se c'è e se ne è al corrente - l'8% sulla prima casa non di lusso e il 9,6% per quanto riguarda i mutui riferiti alle persone e non alle imprese perché per le imprese c'è un'aggiunta di mezzo punto.
Sappiamo che resta il nodo di come far valere questi elementi, se hanno un valore pregresso, oppure se si parte dal 3 gennaio, come prevede la proposta.
Oserei dire, visto che tutti hanno beneficiato del meccanismo che si è determinato sul finire del '98, con l'abbattimento dei tassi, che esso dovrebbe costringere anche le banche a venire incontro, in quanto nella norma è prevista la possibilità di rinegoziare il mutuo già acceso senza costi. Questo aspetto è aperto e alla Camera potrebbe ancora essere oggetto di discussione.
Torno, però, a dire che faremo un'azione, almeno per quello che possiamo fare, contro le banche. Tra l'altro, non sono un liberista, quindi non posso essere considerato un protettore di quel sistema, ma in Italia vi è un sistema bancario che, con le fusioni e le concentrazioni, accresce soprattutto i propri bilanci e non certo la capacità di servire con maggiore efficienza gli utenti; però, certamente, non è puntando il dito esclusivamente sulle banche che si può risolvere il problema. Il problema riguarda l'organizzazione della società, il meccanismo industriale dei pagamenti, il meccanismo dei finanziamenti delle nuove attività, la cultura consumistica che induce anche le famiglie in difficoltà a non misurare la propria capacità di spesa.
Con l'Osservatorio potremmo avviare un'azione di informazione, di orientamento e di sensibilizzazione sui giovani (così credo si stia facendo), ma i due fondi che sono stati inseriti dalla legge e sui quali la norma regionale pensa di agire per conferirgli ancora più sostanza, sono un elemento sul quale questa Giunta è mancata, perché solo nella previsione di bilancio essa scopre l'opportunità di intervenire in proposito! C'è solo un finanziamento per l'operatività dell'Osservatorio, ma non c'è un intervento per il fondo di solidarietà: questo è grave! E' inutile che dal centrodestra e dalla maggioranza facciano delle filippiche. Ho imparato oggi anche qualcosa: l'espressione "ceto bancario" non l'avevo mai sentita. Ho una certa età, ma non è mai troppo tardi per imparare! La Giunta ha uno strumento per operare, ma non pensa di inserire nulla nel bilancio di previsione! Quindi, è curioso sapere come si posiziona la Giunta su questo argomento, magari cercando di dimostrare come possa conciliarsi rispetto a un discorso come quello svolto dal Consigliere Marengo. Per quanto mi riguarda, in merito ai comportamenti delle banche, sono in buona parte d'accordo con il collega Marengo, ma la questione non finisce lì: bisogna vedere come la FIAT, l'Olivetti, la Michelin e la Ferrero pagano i loro fornitori, perché è da questi grandi gruppi che nasce un meccanismo che ricade a cascata sulla catena della subfornitura, il cui ultimo anello si trova ad essere in condizioni disperate.
Sono d'accordo con l'interrogazione presentata dal Consigliere Di Benedetto. Invece, sul Governo possiamo dirne di tutti i colori, perch certi atteggiamenti di prudenza di alcuni Ministri non mi sono eccessivamente piaciuti, però intanto si è lavorato, si è partiti da una posizione e si arriva a definire dei valori a cui il Consigliere Di benedetto accennava nel suo intervento.
Resta aperto il nodo di quanto pregresso recuperare. Su tale questione c'è anche uno spazio in Parlamento. Potremmo invitare a fare qualcosa, non tutto, perché se quel cittadino che ha fatto il mutuo a tasso fisso avesse guadagnato perché i tassi, invece di calare, salivano fortemente, non avrebbe ripartito con me o con un cittadino povero questo suo vantaggio quindi bisogna equilibrare una situazione del genere, perché non bisogna esasperare demagogicamente il richiamo al diritto del consumatore. La questione è un po' come quella dei mutui in ECU: se erano in difficoltà, i cittadini protestavano; se ci guadagnavano, perché li avevano negoziati in ECU, non dicevano nulla. Allora, bisogna giungere a un punto di equilibrio: un certo pregresso, più alto di quello che è stato inserito nella proposta del Parlamento, è il punto di partenza su cui si può lavorare sopra la proposta.
Credo che alla Camera ci siano le condizioni per poter avere un risultato positivo in questo senso.



PRESIDENTE

E' pervenuto alla Presidenza l'ordine del giorno n. 207 "Predisposizione di decalogo comportamentale quale strumento per la scelta degli Istituti di credito operanti con la Regione" a firma dei Consiglieri Marengo, Pedrale, Manolino, Galli, Di Benedetto eMellano. Prego cortesemente di metterlo in distribuzione, affinché i colleghi Consiglieri possano averne copia.
La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Il mio intervento non è di natura politica, ma penso di dare un contributo a questo dibattito con una messa a punto giuridico-storica della problematica degli interessi usurari applicati da tutto il sistema bancario italiano, senza eccezione di sorta, a danno di coloro che hanno contratto mutui per acquistare la casa; sistema bancario, nei cui Consigli di amministrazione sono rappresentate tutte le forze politiche in modo proporzionale alla consistenza del loro consenso elettorale. Quindi, chi è politicamente senza peccato scagli la prima pietra.
La soluzione a cui si sta arrivando per chiudere questo problema non è sicuramente tecnica né a norma di legge, bensì politica, perché ci viene spiegato che, se si dovesse restituire i miliardi sottratti ai cittadini interessati, si verrebbe a destabilizzare tutto il sistema bancario.
Il 31/01/2001 il Senato ha dato il via libera alla conversione del decreto legge n. 394 del 29/12/2000, riguardante l'interpretazione autentica della precedente legge n. 108 del 7/03/1996, recante disposizioni in materia di usura.
La citata legge n. 108/1996 ha delineato il campo applicativo del reato di usura, configurandolo in presenza della dazione o della promessa di interessi usurari in cambio della controprestazione di denaro o di altre utilità.
Si individuano come usurari gli interessi che superano del 50% i tassi medi effettivi globali, registrati da organismi istituzionali a questo preposti.
Premesso che - dal punto di vista del diritto civile - l'obbligazione specifica degli interessi si concretizza in una serie di prestazioni successive alla stipula del contratto di mutuo, non esaurendosi in una prestazione unica, è necessario precisare che il momento pregnante per la qualificazione degli interessi come usurari è la dazione, e non la stipulazione del contratto (vedi anche l'art. 644 ter c.p., introdotto dall'art. 11 L. 1088/96).
Pertanto, la dazione di interessi, diventati usurari per effetto dell'entrata in vigore della ripetuta L. 108/96, integra una lesione dei diritti dell'usurato, con la conseguente nullità parziale sopravvenuta della pattuizione, nell'ambito di un rapporto non ancora esaurito.
Gli articoli 1339 e 1419 c.c., infatti, prevedono l'eliminazione di clausole divenute nulle, anche senza sostituzione automatica con altre clausole di origine ordinamentale.
In materia, è intervenuta una sentenza della Suprema Corte del 17/11/2000 n. 14899, con la quale si sancisce l'immediata applicazione della L. 108/96 - seppure di per sé non retroattiva - in tutti i casi di mutuo stipulati e non esauriti precedentemente al 09/03/1996 - data di entrata in vigore della predetta legge - nei limiti degli effetti ancora in corso.
Al fine della rilevazione del fenomeno dell'usura è, dunque, rilevante la corresponsione degli interessi, e non il momento della stipulazione del contratto.
Tale indirizzo va nel senso di un consolidamento dell'orientamento giurisprudenziale, già espresso dalla Corte di Cassazione con le sentenze nn. 1126 e 5286 del 2000.
Per effetto della descritta sentenza, i contraenti possono ottenere dagli Istituti di Credito la ripetizione della quota di interessi versati oltre il tasso legale, successivamente al 09/03/1996.
Tuttavia è intervenuto - come già accennato - il D.L. n. 394 del 28/11/2000, con il quale si stabilisce il carattere novativo della L.
108/96, interpretata in via autentica, impedendone sostanzialmente l'applicazione ai contratti di mutuo stipulati anteriormente all'entrata in vigore di detta legge.
In altre parole, tale decreto legge inibisce i contraenti dal chiedere la nullità delle clausole che prevedono la dazione di interessi usurari, se non a partire dal 02/01/2001, in palese contrasto con l'orientamento specifico della giurisprudenza della Suprema Corte, così come sopra enucleato.
Dal Senato è arrivata - purtroppo - conferma del decreto; infatti, nel tasso licenziato da Palazzo Madama si legge che il tasso di sostituzione dei mutui è fissato al 9,96%. Scende all'8% per i contratti riguardanti l'acquisto della prima casa, con un tetto massimo di 150 milioni e ad esclusione delle abitazioni di lusso.
Sale all'11,46%, invece, il tasso nei confronti di soggetti imprenditoriali.
Non spetta - ed è questa la nota dolente che si contesta - alcun rimborso per il pregresso, compresa l'ultima rata dell'anno 2000.
Ora, in questo modo si nega un credito già acquisito a soggetti notoriamente deboli - è certamente così chi contrae un mutuo per acquistare la prima casa - favorendo le banche, che, già in sede di stipula esercitavano comunque un potere contrattuale forte.
Ebbene - a parere dello scrivente - il descritto danno perpetrato contro i consumatori - consistente, si ripete nella privazione del diritto alla ripetizione della corresponsione di interessi divenuti usurari, per il periodo che va dal 09/03/1996 al 01/01/2001 - può integrare una violazione dei Diritti dell'Uomo, puniti dalla Convenzione Europea.
Non solo; nel caso in cui dovesse essere approvata dalla Camera dei Deputati la legge di conversione nella versione "scellerata" ed opinabile del Senato, si evidenzia la possibilità di determinare a presentare, entro sei mesi dall'emanazione, ricorso avverso lo Stato Italiano innanzi la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, lamentando la privazione di un diritto di credito maturato e consolidato, ancorché non richiesto in sede giudiziale, in aperta violazione dell'art. 1 del Protocollo n. 1 dell'Addizionale alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo del 04/11/1950, ratificata con L. n. 848 del 04/08/1955. (vedi precedente: Ambrosi contro Italia del 19/10/2000, sebbene per fattispecie concreta differente).
Sempre per i motivi esternati, nonché per altri più squisitamente tecnici, non sollevabili in questa sede, si ritiene che il predetto D.L.
394/00 configuri una ipotesi di incostituzionalità sollevabile - così come è stato fatto dal Tribunale di Benevento con ordinanza del 02/01/2001 innanzi la Corte Costituzionale.
La Regione Piemonte, con la legge n. 11 del febbraio 2000, si è voluta dotare di uno strumento legislativo che ha come finalità quello di contribuire a combattere e prevenire il fenomeno dell'usura, costituendo presso la Presidenza della Giunta regionale un fondo integrativo di solidarietà per le vittime dell'usura.
Detta legge, all'art. 3. elenca le modalità e i criteri per la concessione dei contributi ed all'art. 7 recita: "all'onere derivante dall'applicazione della presente legge si provvede con opportuno stanziamento delle leggi di bilancio".
Oggi, in questa seduta straordinaria del Consiglio regionale, stiamo affrontando un tema tanto delicato e importante quale il fenomeno dell'usura, spesso sottovalutato, che non può concludersi qui, ma che certamente avrà bisogno di altri momenti di approfondimento per mettere a punto misure per la lotta all'usura.
Credo che per soddisfare le nobili e responsabili finalità che la legge si prefigge sia comunque indispensabile che il bilancio di previsione 2001 trovi copertura finanziaria che, ad oggi, risulta non esserci.
A tale scopo, ho presentato un'interrogazione con cui si interroga il Presidente della Giunta regionale per conoscere quali sono le ragioni per cui nel bilancio di previsione 2001 non vi è alcuno stanziamento di fondi per soddisfare le nobili e responsabili finalità che la legge si prefigge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Sembra che in quest'aula si stia consumando un dibattito un po' surreale: piccoli uomini che discutono sulla base di un mandato elettivo e che cercano di dire la loro su un tema sul quale, all'improvviso, si dimenticano le appartenenze; si dimenticano i ceti sociali che rappresentiamo e si affermano dei diritti universali.
Uno su tutti: non essere "strangolati", nell'accedere ad un sistema creditizio bancario, dal sistema finanziario.
Io ho sentito il Consigliere Marengo, e mi sono chiesto perché occupa quei banchi; mi auguro che il Consigliere Marengo, in modo altrettanto coerente, in un assise di Forza Italia, proponga un ordine a quell'assemblea, magari presieduta dall'on. Berlusconi, che forse qualcosa da dire, in quanto avente interessi in campo, ce l'ha.
Credo che oggi non sfugga, poi forse ci sono altre ragioni, l'assenza dei DS che, invece, per il fatto di condividere responsabilità di governo si debbono far garanti di un sistema bancario nel momento in cui si sono sposate le tesi della compatibilità, con questo sistema, senza creare quello che è stato definito da alcuni autorevoli rappresentanti "un atto eversivo".
Un Governo che entra nei meccanismi finanziari: è un po' come chiedere l'intervento dello Stato in materie che attengono all'economia, cosa che può essere fatta, ma che fa parte di opzioni politiche che non sempre trovano d'accordo i Governi, soprattutto quelli di sinistra, che hanno un passato ed un trascorso per cui rimane loro difficile operare su un terreno come questo.
Ritengo ci sia un altro aspetto assolutamente trascurato, ed è questo: quando si parla di mutui, l'immaginario collettivo evoca la questione della casa. Poi ci sono gli imprenditori e tutta una serie di mutui legati magari anche agli investimenti dei singoli cittadini (si pensi all'acquisto di beni rifugio, alla casa non come bisogno primario, ecc.).
Nessuno pensa che, per quei milioni di cittadini che oggi, in un mercato degli affitti totalmente bloccato, sono obbligati - pena l'espogliazione decennale, quindicennale, ventennale, del proprio reddito ad acquistare la casa, il modo migliore di intervenire, oltre agli interventi di legge specifici, sia quello di intervenire in quell'ambito nell'ambito dell'abitazione, della casa? Se si guarda il quadro europeo - e i dati sono quelli più recenti quelli del censimento del '91 - il totale delle case in affitto nel nostro Paese è del 20% e, nella classifica dei Paesi europei, in negativo, su questo versante, l'Italia si colloca al dodicesimo posto. Pensate che in Germania, nei Paesi Bassi, in Inghilterra, si sfiorano percentuali del 60 del 50, del 40%, rispetto alle abitazioni in affitto.
E' allora evidente che, su un terreno come quello della casa, oggi migliaia e milioni di cittadini sono costretti, dal bisogno e dalla necessità, ad accedere al sistema bancario e del finanziamento.
E qui sorgono i problemi. Credo che già la legge lo preveda: quello che ha compiuto il Governo è sicuramente un atto di pirateria, perché il Governo non ha avuto il coraggio di affrontare il problema in modo coerente, nell'ambito di una tutela più ampia del consumatore e delle varie categorie che accedono al credito, operando quel vergognoso atto legislativo che si è consumato all'inizio del 2001.
Di questo prendiamo certamente atto ed è una posizione che vede insieme, allegramente, al di là delle posizioni opportunisticamente assunte sul piano della pura propaganda, il centrodestra ed il centrosinistra. E' una posizione "concertativa" - chiamiamola così, per richiamare un termine che sarà sempre di maggiore attualità - o di gestione consociativa di un problema come quello delicato del rapporto col sistema finanziario e col sistema delle banche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Mi permetto, se il collega e disponibile politicamente, si intende - di sottoscrivere in pieno l'intervento del collega Tapparo, perché tra tutti gli interventi che ho sentito, mi è sembrato quello più serio.
In questo senso: è stato un intervento capace di discutere del problema dell'usura o, meglio ancora, del problema del credito, in termini non contingenti, non legati alla situazione di un momento, ad un semplice atto legislativo, ad una contingenza giornalistica più o meno amplificata, ma affrontando la questione dal punto di vista della complessità e della persistenza del problema dell'usura e del credito nel nostro Paese.
Questo è il modo a me più congeniale di discutere; questo non significa che sia il modo più praticato di discutere, anzi, la demagogia o la strumentalizzazione di eventi di questo genere a fini molto miopi, dal punto di vista della prospettiva, sono poi quelli che hanno più credito e capacità di fare immagine.
A corredo delle osservazioni fatte dal collega Tapparo - che non riprendo - ne suggerirei un'altra, sempre da indagare a lungo nel passato e nel futuro.
Il collega Tapparo indicava alcuni elementi strutturali del problema credito dentro al quale si innesta l'usura; io ne vorrei sollevare un altro, non per esaurirlo, ma per enunciarlo. Sappiamo che il sistema del credito offre garanzie rispetto a certe contropartite; usualmente, e spessissimo in Italia, la contropartita più richiesta è una contropartita del tutto parassitaria.
Nell'ambito del sistema economico, le banche - sappiamo - organizzano e consentono con facilità crediti sulla base di garanzie costituite da beni immobiliari.
In Italia, più che in altri Paesi, i beni immobiliari sono del tutto soggetti al libero dispiegamento e alla libera acquisizione delle cosiddette rendite urbane, che, per eccellenza, sono rendite parassitarie non legate ad alcuna attività produttiva, ad alcuna iniziativa imprenditoriale.
Oggi, nel sistema del credito, le rendite parassitarie sono l'unico mezzo certo per accedere al credito. Se ci fosse, invece, una situazione nella quale, più che alle rendite parassitarie, si desse credito a progetti industriali, forse il sistema del credito sarebbe in grado di tenere più conto delle effettive esigenze e garanzie, che un meccanismo economico e le varie attività economiche possono dare. Per fare questo occorre una riforma del regime dei suoli, riforma che, dal dopoguerra ad oggi, ancora attendiamo e che nessuno dei Governi passati, compreso quello in carica, ha avuto modo, tempo e voglia di affrontare. Dentro il sistema del credito c'è anche questo.
Rimarco anch'io che, invece di tante grida, si poteva fare quello che già era possibile fare, cioè erogare almeno qualche lira nell'ambito della legge n. 11 approvata e che nessuno di coloro che ha possibilità, potere responsabilità di farlo ha fatto. Questo potrebbe anche essere un elemento positivo.
Il provvedimento adottato dal Governo, come Comunisti Italiani, lo abbiamo ritenuto sbagliato, pertanto non lo abbiamo votato. E' nato un movimento di opposizione, di richiesta di maggiore equità e di minor cedimento rispetto ad interessi corporativi e di puro potere rappresentato dagli istituti bancari. Il Gruppo dei Comunisti Italiani ha appoggiato questo movimento e continua ad appoggiarlo; ci adoperiamo in quest'aula insieme alle organizzazioni dei consumatori, e in Parlamento, per giungere a quei miglioramenti citati dal Consigliere Tapparo, che non riprendo, e per i quali, come Comunisti Italiani, metteremo tutto il nostro impegno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Per prima cosa voglio sottolineare che la firma in calce all'ordine del giorno del Consigliere Di Benedetto nasce esclusivamente per la sostanza del contenuto dell'ordine del giorno perché, a prescindere dalla simpatia personale che ho per il Consigliere, nulla è più distante dalla Lega se non il movimento rappresentato dal Consigliere Di Benedetto. Siamo garantisti non pentiti e, per questo modo di vedere le cose, ci poniamo esattamente in ambito diametralmente opposto a quello che è il suo modo di vedere la giustizia, uno dei fenomeni fondamentali di un Paese civile.
Credo che o in Consiglio non c'è nulla da fare, per cui quando qualcosa assurge all'ambito delle cronache si viene a dibatterne come in un qualsiasi cortile, oppure si devono prendere delle posizioni precise specifiche, se non legislative, o quanto meno che diano dei risultati pratici e specifici, a vantaggio della gente.
Il ragionamento di questo ordine del giorno, condivisibile, è un ragionamento necessario, ma certo non sufficiente ad avere la nostra piena approvazione. A ragione di ciò, abbiamo presentato, sugli stessi presupposti, ulteriori conclusioni alle quali credo che questo Consiglio Regionale debba pervenire.
Faccio un passo indietro per capire di che cosa stiamo parlando poich il Consigliere Tapparo ha citato la legge sull'usura che, come me, votò a suo tempo. Un iter che ci ha tenuto in sospeso per parecchio tempo perch il problema era: le persone devono essere considerate stupide a priori, per cui dobbiamo fissare un tetto massimo? Oppure bisogna che resti presente nel reato d'usura, il meccanismo dello stato di bisogno? Mi spiego con un esempio: tizio, plurimiliardario, ha dimenticato il libretto degli assegni a casa, una sera va al Casinò di Saint Vincent e decide di giocare 10 milioni, trova un cambista che glielo cambia a 11: quale interesse ha la Nazione a che venga punito il cambista che, in fondo non fa nient'altro che assecondare un gioco, una speculazione da parte di uno che non ha nessun problema a pagare o meno un milione in più? Alla fine di tutto questo discorso, la maggioranza, quasi all'unanimità, decise che per usura, era sufficiente che vi fosse un tasso eccessivo. Dobbiamo inchinarci di fronte al dettato del legislatore e dobbiamo ritenere che qualsiasi tasso che superi quello legale, debba essere considerato usuraio.
Se così è, sappiamo bene che tutti sono sottoposti alla legge, quindi anche le banche.
Dobbiamo sanzionare ogni attività che porti alla consumazione di questo tipo di reato. Dico questo perché non è necessario e sufficiente valutare il problema banche nel ristretto ambito del mutuo, bisogna avere una mentalità un po' più allargata e valutare il problema in generale: mutuo scoperti di conti corrente, tutta una serie di episodi a cui i colleghi che mi hanno preceduto hanno fatto cenno, tutti quegli elementi per i quali viene fuori che le banche richiedono qualcosa in più rispetto a quello che è dovuto per legge, superando il tasso. Se è così, dobbiamo giungere ad alcune conclusioni. La prima è che il Consiglio regionale deve necessariamente, porre la mano al portafoglio - perché questo è un problema serio e reale - per risolvere questo tipo di problemi. Abbiamo ritenuto di dover impegnare la Giunta, sono accettati tutti i tipi di emendamenti, a stanziare almeno una decina di miliardi affinché si faccia fronte a questa contingenza, che è una piaga della società.
Altre due questioni devono essere sottoposte all'attenzione del legislatore. La prima è il danno morale. Se è vero che c'è stato un pagamento di interesse oltre il limite di usura, è evidente che c'è stato un danno anche se non fosse possibile individuare la persona fisica che ha commesso questo illecito: il danno morale c'è stato e deve essere risarcito. Bisogna sollecitare il Governo romano affinché questo rientri nella logica del sistema.
La seconda questione è quello che accennavo prima. Bisogna che la verifica venga fatta non esclusivamente sui mutui della prima o seconda casa, ma su tutta l'attività bancaria creditizia debitoria. Non è pensabile richiedere la restituzione di una somma per chi ha patteggiato un 8% e poi con il sistema dei fidi, un soggetto che va a recuperare crediti alla banca per tot lire, paghi il doppio nel giro di un anno. Se questo venisse fatto da un qualsiasi privato, sarebbe reato d'usura consumato.
Inoltre, va verificato anche quell'altro tipo di attività bancaria che non è presente nell'ordine del giorno del Consigliere Di Benedetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

2 febbraio 2001: "Mutui: il decreto non serve a nulla"; 1 febbraio: "Il Governo trema, ma il decreto passa"; 31 gennaio: "Il Governo ha ritirato l'emendamento"; 30 gennaio: "Mutui usurari: si rischia un rimedio peggiore del male"; 20 gennaio: "Mutui: le colpe dello Stato":potremmo continuare.
Sono i titoli della rassegna stampa consegnataci a supporto di questo Consiglio straordinario. E sono i titoli non di giornali di partito del centro-destra, ma di autorevolissime testate economiche: Il Sole-24 Ore, La Stampa, Italia Oggi e così via.
La prima osservazione da fare, cari colleghi, è che su questa vicenda scontiamo, noi tutti, le difficoltà di questo Governo che negli ultimi mesi lo diciamo anche con un po' di dispiacere - sta inanellando un pasticcio dietro l'altro. Su questo tema così difficile, così complesso, il risultato è un risultato che mette d'accordo nel condannarlo tanto i cittadini quanto il sistema bancario. Si tratta di un problema importante, che coinvolge decine di migliaia di persone, e reale, ma le risposte che sono state date al problema fino ad ora sono risposte di questo tipo: pasticciate.
Come AN noi abbiamo seguito tanto in sede parlamentare quanto a livello regionale da sempre questo problema, e con un occhio di riguardo sicuramente ai cittadini, ai consumatori. E la nostra è una posizione a mio avviso di moderazione, di attenzione alla garanzia dei consumatori; una posizione che richiede in maniera chiara, lampante, che almeno una parte dei soldi che le famiglie e le imprese hanno versato dal '97 al 2000 alle banche in più rispetto all'usura venga restituita. Tra l'altro noi proveniamo anche da una tradizione di pensiero che nei confronti dell'usura non fa sconti (ritengo siano state scritte delle pagine storicamente importanti e fondanti), ma pur provenendo moralmente da quel movimento di pensiero devo dire che vorremmo introdurre in questa giornata, che è una giornata "tutti contro le banche", una posizione significativa, ma che va meditata. Un discorso sul sistema bancario, sulle debolezze e le tortuosità del sistema bancario italiano, è un discorso che ci porterebbe lontano. Noi comprendiamo e diciamo che convergiamo su tante cose dette anche dall'amico Marengo che ha centrato sicuramente un'analisi sul sistema bancario italiano, ma detto questo noi riteniamo che su questa vicenda, con le cifre che sono in contestazione, vadano anche valutati altri aspetti, perché se è vero come è vero che c'è l'interesse dei consumatori, di coloro che hanno contratto i mutui, è anche vero che questa politica pasticciata del nostro Governo ha creato una perturbazione incredibile ad esempio sul mercato azionario. E allora chi pensa alle decine di migliaia di risparmiatori che hanno investito in azioni bancarie e che per settimane, mesi, hanno visto i loro titoli svalutati, in perdita e quindi sono stati vittime sostanzialmente inconsapevoli e impotenti rispetto all'andamento di questa questione? Ecco perché queste questioni vanno meditate con grande attenzione ed ecco perché la nostra critica si rivolge in particolare all'azione governativa, non per una questione meramente politica. Noi tutti preferiremmo vivere in un Paese dove il Governo non sbaglia i decreti sui mutui, non sbaglia i decreti su mucca pazza; noi tutti desidereremmo vivere in un Paese non destinato al caos, almeno in questi ultimi mesi di legislatura: purtroppo siamo costretti, auspichiamo solo per qualche mese.
Ma proprio perché il nostro è un atteggiamento di razionalità che vede sicuramente gli interessi di questi consumatori, di questi mutuatari come interessi primari, ma vede poi anche i riflessi che sul sistema Italia potrebbero avere delle decisioni forse azzardate, forse dettate da un eccesso di emotività, chiediamo che su questo provvedimento si faccia chiarezza, ma si faccia chiarezza tenendo presente tutta la situazione del sistema.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, potremmo definire l'usura una piaga come lo è per esempio quella della droga, perché molte famiglie attraversate da questo tipo di problematiche sappiamo quale reazione spesso hanno e i problemi conseguenti che ci possono essere nel trovarsi in una situazione pesante, ricattuale, quale quella che abbiamo appreso dalle cronache viste alla televisione e lette sui quotidiani.
E' per questo motivo quindi che abbiamo accettato favorevolmente l'iniziativa del Consigliere Di Benedetto. Anche noi, come diceva il collega Brigandì, siamo agli antipodi dal punto di vista politico rispetto alla posizione del Consigliere Di Benedetto, ci sembrava però che questa fosse un'opportunità da utilizzare come rappresentanti dei cittadini per dibattere di un problema e creare quella opera di sensibilizzazione e anche perché no? - quella pubblicità, quella conoscenza e quella predisposizione che il Consiglio regionale ha già manifestato creando l'osservatorio sul fenomeno dell'usura e quindi le categorie sapessero qual era la posizione di un'istituzione importante come la Regione.
E' per questo motivo che noi abbiamo firmato l'ordine del giorno n. 183 che è stato presentato all'inizio di quest'anno. E' per questo motivo che abbiamo accettato di firmare l'ordine del giorno presentato da un Gruppo ampio della maggioranza, che in termini estremamente chiari, puntando il dito sul sistema bancario (sicuramente non il solo, ma uno dei principali responsabili della situazione attuale sul fenomeno dell'usura), chiede un decalogo comportamentale da sottoporre al sistema bancario.
Tutta l'opera di sensibilizzazione (anche attraverso gli interventi svolti in quest'aula), ma soprattutto tutta l'opera in termini preventivi che si può fare in questa direzione, credo siano meritorie. Il fatto che domani, mi auguro, i giornali parlino di questo dibattito all'interno del Consiglio regionale può essere un messaggio importante da inoltrare a coloro i quali vivono di questa piaga. E allora ben vengano tutte quelle iniziative, mi pare che il Presidente del Consiglio Cota abbia dimostrato anche nel suo intervento grande sensibilità per riprendere il lavoro svolto dal precedente Presidente Sergio Deorsola. Ci pare quindi che in questa direzione anche il nostro partito a livello nazionale specificamente su questa battaglia debba in qualche modo non solo acconsentire e dare il proprio supporto, ma intervenire con forza denunciando un sistema, e lo facciamo apponendo la nostra firma a questo ordine del giorno, un sistema che purtroppo avalla una grande piaga.
In questo senso voteremo a favore dei due ordini del giorno, ritenendo positiva la discussione di oggi, e forse un po' meno positiva l'attenzione manifestata dagli organi di stampa che non vedo adesso presenti, e soprattutto non molto positiva la disattenzione di molti colleghi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

Poc'anzi il Consigliere Angeleri si augurava che domani i giornali possano riprendere questo dibattito. Mi chiedo come potrebbero riprendere questo dibattito, che è stato un dibattito non tanto contro il fenomeno dell'usura, ma che si è rivelato più che altro un dibattito relativo all'atteggiamento del Governo e a quello che ha fatto il Governo in queste ultime settimane.
Il Consigliere Botta leggeva alcuni titoli di giornale e si riferiva alla cattiva azione del Governo in questi anni, in particolar modo su questo ultimo decreto che è passato al Senato e andrà alla Camera.
Bisognerebbe anche ricordare all'aula che i tassi sono cambiati. Forse qualche Consigliere cinque o sei anni fa, accendendo un mutuo per l'acquisto di una casa o per altre esigenze, si trovava a pagare un tasso che era del 13-15%.
Oggi se uno di noi si reca in banca per accendere un mutuo per l'acquisto della casa, si troverà a pagare un mutuo del 6-7%. Questo credo sia un fatto positivo, e non è perché le banche sono diventate generose, ma perché si è creata una situazione economica, grazie all'azione del Governo tale per cui il sistema bancario ha ridotto i tassi fino al 6-7%.
Credo che questo sia un fatto positivo, che è dovuto all'azione del Governo. Oggi il Governo credo abbia un altro merito: quello di avere affrontato una situazione difficile come quella dei tassi usurari. Una situazione difficile, perché un Governo deve tenere conto di un giusto movimento che si è creato nel Paese, quello dei consumatori, e le esigenze di un sistema bancario che ha responsabilità che sono state denunciate in quest'aula, ma naturalmente che non può entrare in crisi improvvisamente.
Questa situazione poteva creare un'altra crisi e altre difficoltà ai consumatori. Quindi, il Governo ha dovuto mediare le diverse esigenze, e ha elaborato un decreto che, credo, non è al meglio forse rispetto alle esigenze dei consumatori. Ma sono convinto che alla Camera il dibattito potrà migliorare sicuramente questo decreto.
Forse il dibattito di oggi poteva approfondire meglio il tema dell'usura. Avrei preferito un dibattito, signor Presidente, con un approfondimento maggiore del fenomeno dell'usura almeno in Piemonte.
Quindi, che cosa significa l'usura in Piemonte.
E' stato, secondo me, un dibattito superficiale. Il mio intervento sicuramente non ha dato un contributo a questo approfondimento, ma non ho chiesto io di fare un Consiglio regionale su questo tema, anche perch credo che non sia grande la nostra competenza in materia. Gli ordini del giorno presentati più che altro strumentalizzano dal punto di vista politico questo fenomeno.
Questo fenomeno è grave ed ha bisogno di tutto tranne che di una strumentalizzazione politica. Forse il Consiglio Regionale dovrebbe impegnarsi in qualche modo, attraverso il suo osservatorio e attraverso il lavoro delle Commissioni, ad approfondire meglio questo fenomeno. Quello che non dobbiamo fare è fare demagogia su un fenomeno grave e pesante che interessa non soltanto qualcuno, ma interessa centinaia e migliaia di persone.
Forse dovremmo agire e dibattere in un altro modo; oggi non credo che abbiamo dato un contributo a risolvere o ad affrontare degnamente il problema.



PRESIDENTE

Vorrei ricordare che il Consigliere Deorsola - oggi in congedo - ha presentato un testo scritto. L'aveva annunciato nella seduta di ieri.
Pertanto sarà inserito agli atti del Consiglio regionale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giordano. Ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Siamo oggi chiamati a dibattere su un tema di grande rilevanza sociale quale quello dei tassi applicati nei contratti di mutuo dagli istituti di credito.
La storia ci insegna che interventi statali per la regolamentazione degli interessi sui prestiti in denaro si sono quasi sempre e dovunque avuti, ma la repressione penale dell'usura non è un fenomeno costante.
Il mutevole articolarsi delle condizioni economiche e sociali dei vari popoli ha evidentemente finito con l'esercitare un'influenza diretta sulla rilevanza penale da attribuire all'usura.
Nel corso del XVI secolo - ad esempio - affermata la legittimità del prestito ad interesse, il delitto di usura si delineò come trasgressione al tasso legale.
Il movimento si accentuò con la filosofia razionalista e con le teorie economiche ad essa ispirate, teorie che invocano la soppressione totale delle leggi sull'usura.
Le legislazioni penali subirono l'influenza di questo movimento e per lo più cercarono in vario modo di conciliare la necessità di favorire i commerci con l'esigenza di impedire forme eccessive di sfruttamento.
Il compito, non certo agevole, di decidere quando il corrispettivo avesse il detto carattere era, perciò, rimesso al giudice al quale veniva lasciato un margine di discrezionalità da molti ritenuto eccessivo.
Nel febbraio 1996 sull'onda emotiva di fatti criminali gravissimi, il Parlamento a Camere già sciolte, modificò gli articoli 644 del Codice Penale e 1815 del Codice Civile, stabilendo che fosse l'entità del tasso applicato, pari ad una volta e mezzo quello medio, a determinare il reato di usura.
Tassi superiori al "tasso soglia" sono, quindi, da considerarsi usurari e, là dove fossero convenuti, la clausola contrattuale che li contemplasse sarebbe da intendersi nulla e gli interessi non sarebbero dovuti.
A seguito dell'entrata dell'Italia nell'aria dell'Euro i tassi medi sono calati e quelli pattuiti in periodi caratterizzati da alta inflazione si trovano oggi ben oltre la soglia che definisce l'usura.
Con specifico riferimento al contratto di mutuo, la Corte di Cassazione in una sua sentenza (cfr. sent. n. 14899/2000) ha affermato che per la sussistenza del reato di usura rileva il tasso in essere quando le singole rate vengono versate e non già quello vigente al momento della stipula del contratto, il che potrebbe determinare effetti retroattivi, sulla cui portata ed entità i pareri risultano essere assai difformi.
I dibattiti attualmente in corso sono, peraltro, originati, a nostro giudizio, da un errore di principio che caratterizza la legge.
Essa non individua il terreno di illegalità in cui si sviluppa l'usura; non riconosce che "non c'è usura nel mercato legale", come ha avuto modo di ricordare il Governatore della Banca d'Italia, parlando alla prima Conferenza Nazionale contro l'usura.
La legge non prende atto sia delle differenze sia in termini di rischiosità che di costo e tempo per il recupero dei crediti esistenti a livello territoriale.
La strada maestra da percorrere sarebbe quella di modificare la legge sull'usura, ma essendo difficile soprattutto a fine legislatura intervenire sulle cause, si intende porre rimedio alle conseguenze del problema.
Un decreto del Governo ha confermato, con una sorta di interpretazione autentica della normativa previgente, che il momento in cui deve valutarsi se il tasso applicato è da intendersi usuraio è quello in cui il contratto viene stipulato.
Il decreto aggiunge inoltre, che "in considerazione della eccezionale caduta dei tassi d'interesse verificatasi nel biennio 1998-99", i mutui debbano essere rinegoziati e prevede un'articolata griglia per l'individuazione del tasso di sostituzione.
Il decreto vuole interpretare il pensiero autentico del legislatore nel 1996, ma al tempo stesso sembra dirci che quel pensiero era sbagliato perché all'epoca non si tenne conto di quanto sarebbe avvenuto di lì a due anni con l'entrata in Italia nell'area dell'Euro, posto, invece, che il Trattato di Maastricht era stato firmato sin dal 1992.
Si fornisce un'interpretazione ora per allora e, nel contempo, da questa interpretazione ci si discosta allorché si impone la rinegoziazione dei contratti di mutuo.
L'Italia ha voluto rispettare il Trattato di Maastrich ed è entrata nell'area dell'Euro con i primi in considerazione dei benefici che ci avrebbe portato a tutto il Paese.
Per centrare questo obiettivo ci siamo fatti carico anche della cosiddetta eurotassa poi in parte restituita.
Molti hanno tratto beneficio dalla enorme azioni redistributiva prodotta dalla variazione dei tassi; si pensi a chi aveva contratto mutui a tasso fisso a lunga scadenza negli anni Settanta prima che i tassi salissero, o a chi aveva comperato titoli del debito pubblico emessi nel corso degli anni Ottanta e fino alla metà degli anni Novanta.
Ancora oggi, su 75 tipi di BTP quotati al Mercato Telematico, 32 hanno cedole "usurarie", e di queste 24 superiori all'8.25% ed 8 superiori all'11%.
Non a caso il Governo, nel decreto, ha sentito la necessità di rassicurare i mercati, confermando di non considerare usurai i risparmiatori che abbiano affidato allo Stato i propri risparmi.
Non riteniamo giuridicamente corretto che contratti nati dalla libera contrattazione fra le parti vengono poi rinegoziati in un regime di tassi amministrati.
Una cosa è l'interpretazione del reato di usura contemplata dal codice penale, ed altra cosa è invece la soluzione dei problemi innescati dall'entrata dell'Italia nell'area dell'Euro.
Non tenere distinti i due piani non può che dare campo libero al più bieco populismo, finendo con il fare, per mera strumentalizzazione politica pre elettorale, di ogni erba un fascio.
Da un problema tecnico, che tecnicamente dovrebbe essere affrontato, si innesca una spirale di veleni destinati a mirare la credibilità del nostro Paese sui mercati finanziari.
L'entrata dell'Italia nell'area dell'Euro ha sicuramente ridotto la volatilità della moneta. Ciò non esclude però, che altri fatti valutati a posteriori come eccezionali abbiano ancora a verificarsi.
Se si dovesse affermare il principio per cui i contratti stipulati tra privati possano poi essere modificati per legge, che i tassi possono essere fissati per via amministrativa, come pensiamo che sarà poi valutata dai mercati internazionali la bontà della nostra firma apposta su contratti firmati in condizioni che ci riserviamo di giudicare a posteriori eccezionali? Le leggi non devono tradursi in strumenti di intrusione dello Stato sul terreno di rapporti che debbono essere regolati esclusivamente dalla volontà degli interessati.
Compito della Regione, ritengo infine debba essere piuttosto quello di vigilare se le banche garantiscano a tutti i cittadini eguali condizioni di accesso al mercato del credito, eliminando quella sorta di convenzione "ad escludendum" che, di fatto, colpisce certi soggetti. Mi sia consentita un'ultima considerazione sul tema dell'usura.
In Piemonte, in virtù di una deliberazione del Consiglio regionale assunta il 30 luglio 1996, esiste l'osservatorio regionale sul fenomeno dell'usura ed esiste un fondo regionale a favore delle vittime dell'usura.
Riteniamo che ad entrambi non venga dato abbastanza impulso, per la cronica carenza di risorse.
La legge che istituiva il fondo è stata emanata senza che fosse dotata della necessaria copertura finanziaria e ciò ha di fatto comportato la pratica inoperatività del fondo.
Pensiamo a questo problema di diretta pertinenza regionale, e reperiamo tutti insieme le necessarie risorse finanziarie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Giordano.
Non essendoci ulteriori interventi, procediamo alle votazioni.
C'è un primo ordine del giorno, il n. 183, a firma dei Consiglieri Di Benedetto, Giordano, Caracciolo, Contu, Suino, Riggio, Chiezzi, Moriconi Tomatis, Angeleri, Botta Franco, Costa Rosanna, Deorsola, Brigandì, Rossi Oreste inerente a "Usura". E' stato presentato un emendamento da parte del Consigliere Di Benedetto - che, pertanto, è da considerarsi accettato - ed un emendamento proposto dal Consigliere Brigandì, che corrisponde al secondo testo distribuito.
Chiedo il parere del presentatore, perché se non ci dovesse essere il suo parere favorevole, verrebbe trasformato in altro ordine del giorno.



PRESIDENTE

DI BENEDETTO Alessandro



PRESIDENTE

Chiedevo se era possibile votarlo come atto separato.



PRESIDENTE

Voglio solo sapere tecnicamente se lo accoglie oppure se deve presentare un nuovo testo il Consigliere Brigandì, solo questo.



PRESIDENTE

DI BENEDETTO Alessandro



PRESIDENTE

Lo accogliamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Signor Presidente, intervengo soltanto per chiedere la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Appena ci stiamo approssimando alla votazione dell'ordine del giorno se non ci sono interventi, lei può chiedere la verifica e procediamo.
Ricordo che è una richiesta trasversale, ed è anche uno strumento di opposizione la richiesta del Consiglio regionale straordinario.
Comunico che il Consigliere Brigandì ha presentato il seguente emendamento: aggiungere le parole "impegna la Giunta a stanziare con il prossimo bilancio..." nella parte di testo relativa.
Consigliere Di Benedetto, se lo accoglie, è sostitutivo del suo emendamento.



PRESIDENTE

DI BENEDETTO Alessandro



PRESIDENTE

L'emendamento che ho presentato...



PRESIDENTE

L'emendamento Di Benedetto recita: "impegna la Giunta a stanziare con il prossimo bilancio le somme necessarie per l'attuazione degli interventi previsti dalla legge regionale 11 febbraio 2000".
Invece, l'emendamento Brigandì recita: "impegna il Presidente e la Giunta ad inserire nella legge finanziaria almeno la somma di lire 10 miliardi da destinare alle previdenze previste dalla legge antiusura per il Piemonte. Il Presidente della Giunta a reperire i fondi da quelli già destinati agli zingari e agli extracomunitari e la parte rimanente dall'apposito fondo. Il Presidente e la Giunta a far sì che i soggetti che hanno contratto un mutuo risultato usurario ricevano anche dalle banche il risarcimento del danno morale. Il Presidente della Giunta a far sì che il tasso usurario e l'anatocismo venga verificato anche nelle altre situazioni creditizie-debitorie delle banche".
La parola al Consigliere Segretario Di Benedetto, che interviene in qualità di Consigliere.



PRESIDENTE

DI BENEDETTO Alessandro



PRESIDENTE

Mi dispiace per il collega Brigandì, ma noi manteniamo il nostro emendamento, nel quale si chiede alla Giunta di stanziare con il prossimo bilancio i fondi necessari; l'Amministrazione regionale deciderà l'ammontare.



PRESIDENTE

Grazie per la precisazione, Consigliere.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

La Giunta non si posiziona su questo dibattito importante, dove è toccata direttamente da un riferimento al bilancio di previsione?



PRESIDENTE

Deve farlo sugli emendamenti.
Chiedo il parere della Giunta sui seguenti ordini del giorno: n. 206 del Consigliere Brigandì inerente a "Finanziamenti legge regionale 11/2000" n. 183 dei Consiglieri Di Benedetto, Giordano, Caracciolo, Contu, Suino Riggio, Chiezzi, Moriconi, Tomatis, Angeleri, Botta Franco, Costa Rosanna Deorsola, Brigandì e Rossi Oreste n. 207 dei Consiglieri Marengo, Pedrale, Manolino, Galli, Di Benedetto e Mellano.
Dichiaro assorbite l'interpellanza n. 374 dei Consiglieri Deorsola e Costa Rosanna inerente a "Iniziative contro fenomeno criminoso dell'usura" l'interrogazione n. 467 dei Consiglieri Suino e Tapparo, inerente a "Legge regionale 11/2000 'Interventi in materia di usura'"; l'interrogazione n.
532 del Consigliere Ronzani, inerente a "L'usura"; l'interrogazione n. 539 del Consigliere Caracciolo inerente a "Bilancio di previsione anno 2001 copertura finanziaria per la legge 11/2000".
Dopo l'intervento della Giunta regionale gli interroganti hanno il diritto di dichiararsi soddisfatti o insoddisfatti a termine di Regolamento....



(Commenti fuori microfono del Consigliere Saitta)



PRESIDENTE

La verifica la facciamo, a norma di Regolamento, nell'imminenza della votazione.
L'articolo 52 del Regolamento, comma secondo, recita: "Ogni volta che il Consiglio stia per procedere ad una votazione, il Presidente verifica se il Consiglio sia in numero legale per deliberare, se del caso disponendo l'appello nominale dei presenti, che deve comunque essere effettuato qualora lo richieda un Consigliere".
In questo momento, non siamo nell'imminenza della votazione. Appena ci approssimeremo alla votazione procederemo alla verifica, come da lei richiesto.
La parola al Consigliere Chiezzi in merito alla procedura.



CHIEZZI Giuseppe

Uno di questi ordini del giorno impegna il Consiglio regionale e la Giunta ad inserire dieci miliardi nella legge finanziaria. Riflettiamo se questo sia corretto. Nel senso che se "auspica" mi seggo, ma, se "impegna" è una sorta di ordine che non può essere dato alla Giunta.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Saitta)



CHIEZZI Giuseppe

Può essere dato, se si dice dove si prendono.



CHIEZZI Giuseppe

BRIGANDI' Matteo (fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

C'è scritto, collega.



CHIEZZI Giuseppe

C'è scritto? Cioè, in diminuzione ad altri capitoli?



CHIEZZI Giuseppe

BRIGANDI' Matteo (fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Sì.



PRESIDENTE

E' un atto di indirizzo, quindi, ovviamente...



CHIEZZI Giuseppe

Ma, se è di indirizzo, si può scrivere, ma se c'è "impegna", c'è una cifra...



PRESIDENTE

No, lo prevede, ho già verificato.



CHIEZZI Giuseppe

...che ci sia la diminuzione dall'altra parte.



PRESIDENTE

La ringrazio per l'osservazione, comunque puntuale.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Questo ordine del giorno, che, di fatto, con l'impegno di dieci miliardi, è un emendamento quasi al bilancio in corso d'opera, è preventivo, perché, in effetti, è vero che viene indicato dal Consigliere Brigandì dove prendere, quindi, in un certo senso, la...



CATTANEO Valerio

CHIEZZI (fuori microfono)



CATTANEO Valerio

A che punto del documento ti riferisci?



CATTANEO Valerio

Alla fine: "il Presidente e la Giunta a reperire i fondi da quelli già distribuiti agli zingari e agli extracomunitari".
Se non ricordo male, la prima documentazione è stata distribuita al Consiglio regionale in sede di Commissione. Questi capitoli non sono per capienti per una cifra di dieci miliardi, quindi, magari, sarebbe utile rinviare la votazione di questo ordine del giorno e procedere ad una verifica.



PRESIDENTE

Questa è una valutazione legata alla sensibilità, o, meglio, alla decisione, del Consigliere Brigandì e non alla ricevibilità formale dell'atto.
Chiamo in aula il Vicepresidente Casoni in quanto è un adempimento necessario. In attesa del suo arrivo, sospendo brevemente la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 17,25 riprende alle ore 17,30)



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Casoni.



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

Esaminati gli ordini del giorno, la Giunta esprime parere favorevole all'ordine del giorno n. 183 presentato dal Consigliere Di Benedetto integrato con un emendamento a firma di altri Consiglieri. Il dispositivo di tale emendamento recita: "Impegna il Presidente della Giunta a manifestare al Governo la contrarietà di questa Regione verso ogni atto legislativo volto a non riconoscere i diritti dei consumatori. Impegna altresì il Presidente della Regione a riportare la medesima posizione nella prossima conferenza delle Regioni". L'emendamento allegato, che recita: "Impegna la Giunta a stanziare con il prossimo bilancio le somme necessarie per l'attivazione degli interventi previsti dalla legge regionale n. 11 del 2 febbraio 2000" riguarda l'osservatorio già citato in più occasioni anche dal Presidente Ghigo, che è volontà della Giunta istituire. Quindi, la Giunta esprime parere favorevole a questo primo ordine del giorno così emendato Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 206, presentato dal Consigliere Brigandì, devo dire che i contenuti sono molto pregnanti e vedono posizioni condivisibili in alcune loro parti. Ritengo, però, proprio perché prevede uno stanziamento di 10 miliardi che non ci è dato modo in questo momento di poter verificare, che questo tema venga affrontato con l'apporto e la forza necessaria in sede di discussione del bilancio. Per questo motivo, chiedo al proponente di soprassedere su questo ordine del giorno; oppure, proporrò un voto di astensione, rimarcando che questo ordine del giorno venga allegato, comunque per conoscenza, in sede di discussione di bilancio, dove, come so già, sarà posta una questione su questi temi.
Per evitare di fare una doppia discussione su questo tema, chiedo che sia rimandata nella sede opportuna dove il problema può essere risolto.
Questa non è la sede nella quale il tema può essere risolto, quindi chiedo di avere la possibilità di discuterne compiutamente, con tutte le argomentazioni, in sede di discussione di bilancio. In sostanza, o c'è un possibile ritiro di questo emendamento, oppure il parere della Giunta, in questo caso, è di astensione, in quanto è un tema che rimando in sede di discussione di bilancio.
Non mi esprimerò né con un parere favorevole né contrario, perché su questo tema la Giunta vuole che sia l'aula, in sede di discussione di bilancio, a discuterne.
L'ordine giorno n. 207, presentato dal Consigliere Marengo è condiviso totalmente dalla Giunta, che esprime parere favorevole, perché non sono previsti movimenti economici che, viceversa, sono previsti nell'altro emendamento, sul quale - ripeto - c'è la volontà, peraltro condivisa dalla parte politica cui appartengo, di approfondire questo tema, quanto e come voglia fare la Lega, nella sede opportuna dove esso tema può essere risolto.



PRESIDENTE

Vicepresidente Casoni, le chiedo anche di riassumere la posizione della Giunta sulle interrogazioni e le interpellanze, anche se stata già esposta negli ordini del giorno, perché presuppongono tutti uno stanziamento.



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

L'interrogazione presentata dal Consigliere Ronzani fa richiamo al bilancio. Posso dire che se in sede di bilancio ci sarà un approfondimento su questo tema, automaticamente ci sarà la risposta a queste interpellanze perché sono tutte interrogazioni e interpellanze mirate a sapere quali sono le iniziative finanziarie che la Giunta vuole intraprendere nei confronti di questa misura.
Come ho detto prima, le iniziative finanziarie della Giunta si potranno discutere e decidere in sede di bilancio. Approvando gli altri due ordini del giorno, la volontà della Giunta è quella di intraprendere azioni in questa direzione, ma queste dovranno essere accompagnate da dati concreti di compatibilità finanziaria in ambito di bilancio. In quella sede si potranno effettuare tali aggiornamenti, scendendo veramente nel dettaglio delle misure che concretamente si possono prendere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Non so se questo ordine del giorno è accoglibile.



PRESIDENTE

Non decide lei l'accoglibilità, ma l'assemblea.



CHIEZZI Giuseppe

Sollevo il problema. Nell'ordine del giorno si cita un soggetto e si addebitano a questo soggetto parecchie vicende che non so se sconfinino nell'addebito di mandante del reato di usura, ma ci si avvicina. Il soggetto citato è il "ceto" bancario.
Dato che siamo in un Consiglio regionale, prima di dire qualcosa di un soggetto vorrei capire a chi ci riferiamo. Quando scriviamo l'espressione: "il ceto bancario", a chi ci riferiamo? Cos'è il ceto bancario: l'impiegato allo sportello? Bisogna capire in cosa consista il ceto bancario prima di dire che questo ceto deve fare qualcosa; altrimenti, legittimamente, qualsiasi impiegato di un istituto di credito può pensare di poter far parte del ceto bancario e chiedere al Consiglio regionale di rispondere di quanto addebitatogli.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno, a parere dell'Ufficio di Presidenza, è ammissibile; la sua, ovviamente, è una valutazione.
La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

In accoglimento parziale dell'istanza fatta dalla Giunta, è opportuno dare un segnale che non sia di indirizzo vago, che può essere cambiato dopo dieci minuti e dove si può affermare il contrario. Dobbiamo fare in modo che la gente tocchi con mano un'azione fatta da questo Consiglio.
Per far sì che questo avvenga, riduco i 10 miliardi a 1 miliardo e indico il capitolo in diminuzione, il n. 20565. Per comodità della Giunta spiego che erano i soldi stanziati a favore della cultura zingara.
Detto questo, vorrei avere il parere della Giunta su questo emendamento. Qualora fosse contraria, onde evitare di far perdere tempo al Consiglio, ne chiederò la votazione per appello nominale e la votazione per parti separate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu sulla procedura.



CONTU Mario

Intervengo per suggerire al presentatore primo firmatario dell'ordine del giorno n. 207, Consigliere Marengo, se non sia opportuno sostituire "ceto bancario" con "banchieri".



PRESIDENTE

Mi scusi, non ho capito cosa è successo.



CONTU Mario

Poiché il Consigliere Chiezzi ha messo in discussione l'uso di un certo termine, che io condivido in relazione a quell'ordine del giorno, propongo al primo firmatario dell'ordine del giorno di sostituire, attraverso un emendamento o un subemendamento, il termine "ceto bancario" con "banchieri".



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marengo, sempre sulla procedura; ne ha facoltà.



MARENGO Pierluigi

La parola "banchieri" non esprime il concetto, perché è la persona fisica; "ceto bancario" è il termine tecnico utilizzato dal sistema creditizio per indicare l'insieme degli istituti di crediti. Su qualunque documento emanato dal sistema creditizio, da cordate di banche viene utilizzato il termine tecnico, peraltro recepito nel dizionario giuridici di "ceto bancario".



PRESIDENTE

Prima di passare alla verifica del numero legale, chiedo il parere della Giunta sull'ordine del giorno n. 206 del Consigliere Brigandì, così come modificato.



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

Io assumerei l'ordine del giorno del Consigliere Brigandì come indicazione da presentare in sede di bilancio, nel senso che non chiederei di esprimere un parere, ma di recepirla come - ripeto - indicazione da presentare in sede di bilancio. Questo in quanto oggi non posso assumere un impegno del genere in assenza dell'Assessore competente; però lo assumerei come indicazione da portare in discussione in sede di bilancio, quindi condividendone sostanzialmente il merito.



PRESIDENTE

Quindi parere favorevole?



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

No, io non posso dire che viene stanziato un miliardo se non sono certo della copertura finanziaria, quindi non posso impegnare la Giunta a stanziare un miliardo finché l'Assessore al bilancio non mi dà il consenso.



(Commenti del Consigliere Brigandì)



PRESIDENTE

Scusi, Vicepresidente, dovrebbe dare il parere della Giunta, quindi: favorevole, contrario o astenuto.



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

Ho già detto che l'accoglierei come indicazione in sede di discussione di bilancio; diversamente, mi asterrò.



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

BRIGANDI' Matteo (fuori microfono)



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

Ma l'ordine del giorno è un'indicazione!



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

Sì, però un conto è un'indicazione, altro è stanziare una cifra in un articolo di bilancio quando io non ho la certezza della copertura economica. Cosa succederebbe se non fosse disponibile? Ne rispondo io direttamente, perché mi sono preso l'onere di non verificarlo con l'Assessore al bilancio? Se non viene accettata questa indicazione, la posizione è di astensione.



PRESIDENTE

Questo è il parere della Giunta.
Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocchino

Oggi abbiamo discusso dei pasticci del Governo, mi sembra che qui stiamo vedendo un pasticcio della maggioranza: forse bisognerebbe guardarsi in casa, invece di guardare nella casa degli altri.



(Commenti del Consigliere Ghiglia)



MULIERE Rocchino

Questo è un pasticcio, perché evidenzia una difficoltà, all'interno della maggioranza. Abbiamo letto in questi giorni, a proposito del bilancio, che ci sono delle critiche da parte della Lega Nord: questa è stata l'occasione per porre la questione in aula e ne prendiamo atto.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Brigandì, noi non partecipiamo al voto, in quanta riteniamo che non sia opportuno, in questa occasione, discutere di una proposta come quella posta del Consigliere Brigandì.
Abbiamo ascoltato la risposta della Giunta; ripeto, il Gruppo dei DS non partecipa alla votazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Brigandì sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Presidente, io sono piuttosto stupido, e chiedo scusa. Esiste un'alternativa diversa nel Regolamento tra un parere favorevole, contrario o astenuto?



PRESIDENTE

Il parere della Giunta è un parere.



BRIGANDI' Matteo

Io vorrei sapere se è un parere favorevole, contrario o di astensione: non mi pare...



PRESIDENTE

Non è disciplinato dal Regolamento; potrebbe anche essere quello di lasciare libertà di coscienza o di rimettersi all'aula.



BRIGANDI' Matteo

Poiché, a dispetto di quanto detto dal Consigliere DS, io credo di essere una parte organica di una maggioranza e di essere completamente coerente con questa maggioranza, che ha un programma elettorale serio che cerco di far rispettare e di rispettare io per primo all'interno delle forze della maggioranza, e credo che tutti me ne possano dare atto, vorrei uniformarmi, per come possibile, all'interno di quello che è il nostro programma elettorale, con quanto dice la Giunta.
Non mi è ancora chiaro. Vorrei capire se la Giunta è favorevole contraria o non si esprime; vorrei capire cosa ci dice, perché un atto di indicazione alla Giunta si chiama ordine del giorno: l'ordine del giorno quindi è un atto di indicazione alla Giunta, e su questo siamo d'accordo tutti quanti.
Su questo atto di indicazione alla Giunta, qual è la posizione della Giunta medesima? Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Volevo semplicemente chiedere un'informazione; non vuol essere un escamotage, ma semplicemente una domanda al Presidente del Consiglio regionale, proprio per farne tesoro e quindi in futuro non sbagliare e aumentare il mio bagaglio culturale procedurale di Consigliere regionale.
Se non ricordo male, mi sembra che sugli ordini del giorno non sia obbligatorio il parere della Giunta regionale, a differenza di altri provvedimenti.
Vorrei sapere se c'è a norma di Regolamento l'obbligatorietà da parte del Governo regionale di esprimere parere sugli ordini del giorno; se così non fosse, credo che rientri nelle libertà del Vicepresidente della Giunta regionale, che oggi rappresenta la Giunta, non esprimere parere.



PRESIDENTE

Comunico che il parere della Giunta non è obbligatorio; è però una prassi invalsa nel Consiglio regionale che la Giunta, sugli atti deliberativi di iniziativa consiliare, dia il proprio parere.
E' una prassi che fa stato; indubbiamente la Giunta può anche rimettersi all'aula: questo è pacifico.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Credo che il Presidente Casoni sia stato, invece, molto chiaro: probabilmente ha parlato solo in italiano (a me è sembrato chiaro).
Ha detto due volte che questa - da quello che ho capito io - è materia da bilancio preventivo; che la prende come indicazione; che la sede del bilancio preventivo sarà quella propria in cui discutere un emendamento magari importante, come quello sottoposto dai colleghi della Lega.
Dopodiché, il parere del mio Gruppo su questo emendamento è di non partecipazione, perché ci sembra un po' buttato lì. Un po' buttato lì sulle cifre, un po' buttato lì rispetto alle esigenze reali, un po' buttato lì nei confronti della situazione, della fotografia dello stato dell'arte.
Non partecipiamo, quindi, alla votazione e ci riserviamo, nell'unità della maggioranza, di approfondire l'argomento sulla base dei dati, delle esigenze, delle risorse che la Regione Piemonte ha necessità di destinare secondo una scala di priorità.
Ritengo sia la maniera più seria per affrontare i temi delicati.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Ghiglia.
La parola al Consigliere Brigandì.



PRESIDENTE

BRIGANDI'



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto sull'ordine del giorno da me presentato: premesso che l'italiano non è necessariamente anacoluto, dichiaro il mio voto positivo a tale documento.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

E' stata richiesta la verifica del numero legale. Si proceda, pertanto all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Pozzo effettua l'appello nominale)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n.
14 Consiglieri (sono in congedo n. 10 Consiglieri) La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 17.57)



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