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Dettaglio seduta n.65 del 07/02/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Dichiaro aperta la seduta.
Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Pozzo effettua l'appello nominale)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
28 Consiglieri ed in congedo n. 12 Consiglieri.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Procediamo all'esame dell'ordine del giorno relativo a Mutui-usurai e anatocismo fino alle ore 13.00, come da programma.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Non potremmo proseguire con il disegno di legge n. 178?



PRESIDENTE

Potremmo rinviare l'esame dell'ordine del giorno relativo ai mutui usurai e anatocismo nel pomeriggio, posto che, relativamente al disegno di legge n. 178, rimangono da fare le dichiarazioni di voto e l'esame degli ordini del giorno collegati.
Se l'aula acconsente, e non vi sono problemi, potremmo farlo adesso.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Cavallera, Costa Enrico Deorsola, Ghigo, Manica, Racchelli e Scanderebech.



PRESIDENTE

La Consigliera Manica, per coloro che ancora non lo sanno, è assente perché è stata colpita da un grave lutto per la morte del padre. A lei vanno le condoglianze mie e di tutta l'Assemblea.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali

Proseguimento esame disegno di legge n. 178 "Ulteriori disposizioni normative per l'attuazione del D.lgs. 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59)" (Esame e votazione ordini del giorno collegati)


PRESIDENTE

Proseguiamo ora l'esame del disegno di legge n. 178, di cui al punto 2) all'o.d.g.



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Ho risistemato tutti gli ordini del giorno, Consigliere Chiezzi, così che lei li abbia tutti ordinati e numerati per poter eventualmente intervenire.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Sospendiamo la seduta un momento, questa è una seduta aperta.



PRESIDENTE

Sospendiamo tre minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 10.35 riprende alle ore 10.36)



PRESIDENTE

Possiamo riprendere la seduta.
Comunico che gli ordini del giorno in votazione e in discussione sono i seguenti.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ce n'è un altro in arrivo.



PRESIDENTE

Aspettiamo quello in arrivo, intanto comunico quelli già depositati.
Il primo ordine del giorno, il n. 193, "Indirizzi per il riordino delle funzioni in materia di pianificazione territoriale, per l'approvazione degli strumenti urbanistici e per la vigilanza urbanistica", a firma dell'Assessore Botta Franco Maria, è relativo all'articolo 88, comma primo. Sostanzialmente, come vi ricordate, ricalca la formulazione originaria riportando i princìpi che erano ricompresi nella stessa formulazione originaria; cioè, la parte dispositiva recita: "Il Consiglio regionale 1. stabilisce che la l.r. di modifica della vigente l.r. 56/1977, che deve essere approvata entro sei mesi dall'entrata in vigore del ddl. 178, si uniformi ai seguenti princìpi: a) le Province si dotano, in base ai criteri stabiliti con deliberazione del Consiglio regionale, dei piani territoriali provinciali che devono essere conformi agli atti regionali di indirizzo del territorio come definiti nella legge di riforma urbanistica regionale: b) i piani territoriali provinciali sono intesi come piani di coordinamento e indirizzo della pianificazione urbanistica comunale e contengono princìpi in materia di tutela delle bellezze naturali c) le funzioni amministrative sono di regola conferite a Province, Comuni e Comunità montane, riservando alla Regione quelle che devono essere esercitate in modo unitario sul territorio regionale ivi comprese la partecipazione alle Conferenze di servizi indette per l'esame degli strumenti urbanistici e la pianificazione di aree vaste di rilevante interesse regionale.
2. Dà mandato alla Commissione consiliare permanente competente per materia di tenere conto dei princìpi sopra definiti, in fase istruttoria.



PRESIDENTE

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



PRESIDENTE

Mi fornisce un chiarimento: da chi è stato presentato?



PRESIDENTE

Certo, Consigliere Ronzani.
E' un ordine del giorno della Giunta, quindi dell'Assessore Botta.
Se noi leggiamo l'art. 88 del ddl 178, che abbiamo approvato, che contiene norme in materia urbanistica, noi abbiamo nella legge, nella norma, queste cose che presentiamo come ordine del giorno. Noi le avevamo tolte dalla norma, si ricorda che c'era stato un dibattito su questi articoli, e cioè sul modo in cui dovevano essere formulati, cioè se l'articolo dovesse contenere princìpi...



RONZANI Wilmer

E' vero; perfetto.



PRESIDENTE

Quindi, questo è il senso dell'ordine del giorno n. 193, relativo all'articolo 88, comma primo.
E' stato presentato un secondo ordine del giorno, il n. 192, relativo all'art. 88, comma terzo, "Indirizzi per il riordino delle funzioni in materia di pianificazione territoriale, per l'approvazione degli strumenti urbanistici e per la vigilanza urbanistica" degli Assessori Vaglio e Botta Franco Maria, che ricalca i princìpi di cui alle lettere a), b), c), e), d) dello stesso articolo 88, comma terzo.
Abbiamo un ulteriore ordine del giorno, il n. 204 "Normativa relativa all'abrogazione dei Consigli di disciplina all'interno delle Aziende di trasporto pubblico e locale", a firma dei Consiglieri Marcenaro, Cattaneo e Ghiglia, relativo, invece, agli articoli 96 e 98, per intenderci alla Sezione Trasporti, che è relativo ai Consigli di disciplina. Quindi, la parte dispositiva recita: "il Consiglio regionale impegna la Giunta ad attivarsi presso il Governo al fine di valutare l'abrogazione degli articoli 54 e 55 del R.D. 148/31 relativi alla nomina dei consigli di disciplina all'interno delle aziende di trasporto pubblico locale, alla luce di quanto previsto dall'articolo 102, primo comma, lettera b)."



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Era concordato.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 195 "Costituzione gruppo di lavoro tra Giunta regionale, Amministrazioni provinciali ed ANAS per la gestione delle strade" a firma dei Consiglieri Marcenaro, Riba, Giordano, Caracciolo Ronzani, Tomatis, Di Benedetto, è relativo all'articolo 104.
La parte dispositiva recita: "invita il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente 1) a costituire un gruppo operativo di lavoro tra Giunta regionale Amministrazioni provinciali ed ANAS (compartimentale e centrale) per: a) discutere con le organizzazioni sindacali tutti i trasferimenti del personale b) decidere operativamente con l'ANAS compartimentale l'uso delle risorse attribuite alle singole Province ed alla Regione e la loro rendicontazione "pratica" c) concordare adeguate modifiche all'art. 12 della predetta convenzione finalizzate a non consentire rilascio di concessioni da parte dell'ANAS nei mesi intercorrenti tra l'1.1 ed il 30.06.2001, soprattutto per quanto attiene alle reti materiali ed immateriali, giacché esse devono far parte di piani provinciali e regionale di cablaggio d) presentare un piano urgente per l'utilizzo del fondo nazionale di 200 miliardi di lire per la messa in sicurezza dei pendii e delle scarpate, con particolare riferimento alle Province che hanno sùbito l'alluvione del 2000.
2) a presentare una proposta di accordo con il Ministero dei LL.PP. e con il Ministero del Tesoro per la realizzazione degli interventi urgenti necessari e prioritari per le strade trasferite, in modo da attivare sui progetti già disponibili le risorse della finanziaria e per impegnarsi alla modifica del criterio di attribuzione delle somme destinate agli investimenti da parte dello Stato nella prossima Legge Finanziaria " Sui primi tre la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Sul n. 195, del Consigliere Marcenaro?



CASONI William, Assessore a viabilità e comunicazioni

Parere favorevole.



PRESIDENTE

C'è un ulteriore ordine del giorno, il n. 201 "Diritto allo studio" che è quello presentato dai Consiglieri Brigandì, Dutto, Ghiglia, Cattaneo, che è collegato all'art. 124, e che, nell'ambito delle funzioni attribuite alla Regione in tema di diritto allo studio, la cui parte dispositiva recita: "Il Consiglio regionale si impegna ad approvare entro tre mesi una legge organica che assicuri il diritto allo studio anche mediante l'erogazione di assegni di studio regionali agli alunni delle scuole statali e non statali a sostegno della spesa sostenuta e documentata dalle famiglie per l'istruzione".



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Parere favorevole.



PRESIDENTE

Poi, c'è un ultimo ordine del giorno, presentato dal Consigliere Angeleri, il n. 203 "Stato di attuazione della legge regionale 44/2000" la cui parte dispositiva recita: "Il Consiglio regionale, visto l'articolo 11, comma 2, L.R. 44/2000 conferisce alla VIII Commissione mandato, affinché, anche attraverso procedure di audizione delle rappresentanze delle autonomie locali relazioni annualmente al Consiglio regionale sullo stato di attuazione della L.r. 44/2000".
Ricordo che la legge regionale 44/2000 prevede un rapporto annuale sullo stato di attuazione della riforma che deve essere trasmessa al Consiglio regionale. In occasione di questo rapporto si svolge un'istruttoria, una valutazione in Commissione.
La Giunta, nella persona dell'Assessore Laratore, si dichiara favorevole.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo di associare a questa votazione quella relativa alla mozione n.
194 "Trasferimento di funzioni amministrative del Corpo Forestale dello Stato alle Regioni", che ho presentato unitamente ai Consiglieri Muliere Moriconi, Giordano, Saitta, Contu e Di Benedetto, che riguarda sempre l'attuazione del decentramento amministrativo.



PRESIDENTE

Trattandosi di una modifica della legge 44/2000, dichiaro la mozione n.
194 connessa alla discussione. Iniziamo un dibattito unico.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Per riuscire a lavorare velocemente, è meglio numerare gli ordini del giorno.



PRESIDENTE

Iniziamo con la discussione con l'esame degli ordini del giorno n. 193 relativo all'articolo 88, comma 1 e n. 192, relativo all'articolo 88 comma 3.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il mio intervento riguarda la forma, perché, al di là della condivisione di questo testo, mi sembra che decidere che il Consiglio regionale stabilisce oggi i contenuti di una legge non sia un modo corretto di pronunciarsi, nel senso che il Consiglio regionale fa le leggi.
Un ordine del giorno può auspicare, può invitare a comprendere in una nuova legge certi princìpi, ma non può stabilire che una legge avrà certi princìpi.
Secondo me, in questo modo, è irricevibile, è incongruo stabilire una norma di legge. Non può stabilire, auspica. Chiedo al proponente di correggere questo verbo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Il Consigliere Chiezzi ha anticipato una serie di rilievi che avrei svolto nel mio intervento.
Questo ordine del giorno non si limita a suggerire o a stabilire un indirizzo alla legislazione regionale nell'ambito delle competenze che, in particolare, la Giunta deve esercitare, quindi adempiendo alla funzione di indirizzo che è propria degli ordini del giorno, ma rappresenta una sorta di anticipazione impropria di un contenuto normativo che dovrebbe essere stabilito e votato in una legge regionale, tanto più in una materia complessa, che è già oggetto di consultazione e di analisi da alcuni mesi nella II Commissione del Consiglio regionale, e il cui termine, esito e conclusione viene anticipato da questo ordine del giorno.
Non comprendo neppure l'interesse politico della Giunta ad anticipare in un ordine del giorno, che non ha ovviamente nessuna cogenza di tipo giuridico, quello che dovrà essere l'obiettivo che immagino la Giunta si propone di ottenere in sede di approvazione della legge urbanistica regionale.
Non c'è un problema di termini e non ci può essere un problema di contenuti perché, Vicepresidente Casoni, anche qualora il Consiglio approvasse questo ordine del giorno, la legge può essere diversa da ciò che questo ordine del giorno stabilisce.
Non è un ordine del giorno di indirizzo all'attività della Giunta in senso stretto e quindi, al di là delle valutazioni sulla ricevibilità che faceva il Consigliere Chiezzi, c'è anche un problema di contenuto politico e normativo di questi due ordini del giorno, che vanno forse valutati con maggiore attenzione.
Non è presente l'Assessore Botta; vorrei dal Vicepresidente Casoni una risposta, altrimenti su ogni cosa - e lo vedremo su altri ordini del giorno noi possiamo fare un ordine del giorno impegnativo di nulla, costringendo il Consiglio regionale a misurarsi con testi che non hanno nessun contenuto normativo e che anticipano surrettiziamente il contenuto di leggi che devono ancora essere approvate e che ovviamente non si riescono a vincolare con questo strumento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Casoni; ne ha facoltà.



CASONI William, Assessore a viabilità e comunicazioni

L'ho chiesta per evitare che si sviluppi un dibattito su una cosa che invece condividiamo, quindi è inutile perdere tempo.
Suggerisco, sulla base di quello che è stato detto dai Consiglieri Chiezzi e Palma, di scrivere, anziché "stabilisce", "auspica". In effetti è un auspicio e non possiamo inserire lo stabilire in un ordine del giorno come concetto a seguire. Inoltre, al posto "che deve essere", scriverei "sia" e dopo "178", la congiunzione "e".
Il testo risulterebbe così: "...auspica che la legge regionale di modifica della vigente legge 56/77 sia approvata entro sei mesi dall'entrata in vigore del disegno di legge 178 e si uniformi ai seguenti principi...".
Questo è un auspicio e quindi diventa "auspica" anziché "stabilisce" rendendo più funzionale lo scritto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Credo che il problema sia non solo puramente terminologico, in quanto ci troviamo di fronte a un ordine del giorno della Giunta che chiede che il Consiglio chieda alla Giunta di elaborare una proposta. Al di là che lo chieda in termini perentori o lo auspichi, la Giunta deve poi fare una proposta con un lavoro che stia dentro certe caratteristiche. Credo che stia dentro le indicazioni...



PRESIDENTE

Chiedo scusa: è invece il contrario, nel senso che attiva proprio una procedura di carattere consiliare, dando mandato alla Commissione consiliare di fare l'istruttoria.



PAPANDREA Rocco

D'accordo, ma su quale base? Qualcuno dovrà pur fare le proposte in questa istruttoria.



PRESIDENTE

Però non impegna la Giunta. Mi scusi se l'ho interrotta.



PAPANDREA Rocco

In ogni caso, non può essere cogente e anche nei contenuti deve essere una proposta che, al limite, può dire che si deve discutere dell'argomento ma non è che l'ordine del giorno debba vincolare i tipi di contenuti su cui si deve discutere.



PRESIDENTE

Non vi sono altri interventi. A questo punto, possiamo passare alla votazione dell'ordine del giorno così come modificato.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente, chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Quindi chiede la votazione per appello nominale.



SAITTA Antonino

No, io chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

D'accordo.
Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Mancuso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n.
20 Consiglieri, anziché 25, ed in congedo n. 12 Consiglieri.
La seduta è sospesa (ai sensi dell'art. 52, comma 4 del Regolamento).



(La seduta, sospesa alle ore 11.03 riprende alle ore 11.35)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Dobbiamo ripetere la votazione per la verifica del numero legale.
Comunico fin d'ora che se non dovesse essere raggiunto il numero legale procederò ad un'altra verifica - una sola - perché in questo momento c'è una convocazione straordinaria sull'usura, e poi proceder all'aggiornamento a data da destinarsi. Questo ve lo comunico in anticipo.
Se non dovesse esserci il numero legale, aggiorno la seduta ancora di mezz'ora e poi la aggiorno ad altra data.



RONZANI Wilmer

Posso prendere la parola, Presidente? Grazie.
Non credo che possiamo aggiornarci ancora di mezz'ora. Qui ci sono Consiglieri, lei compreso, che sono partiti questa mattina alle 6 da casa e ieri sera sono arrivati a casa alle 11,30. Non credo che sia giusto che, a causa dei colleghi assenti - di questo si tratta - ingiustificati - di questo si tratta - noi si debba bivaccare nell'aula del Consiglio regionale.
Abbiamo dato tempo ai colleghi assenti di essere presenti. A questo punto, Presidente, a mezzogiorno, lei giustamente deve aggiornare la seduta non di mezz'ora, ma a data da destinarsi, censurando i colleghi assenti perché non si può lavorare in Consiglio in questo modo, per poi sentirmi come membro dell'opposizione, rampognato dai colleghi della maggioranza e accusato di fare l'ostruzionista su una legge importantissima. No, questo non è accettabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Credo - parlo in qualità di Presidente del Gruppo di maggioranza relativa - che il collega Ronzani abbia esposto delle ragioni oggettive indubbiamente condivisibili.
Chiedo scusa al Consiglio regionale in quanto Presidente del Gruppo maggiore e maggiore responsabile, per una questione di numeri, perché ho l'onore di presiedere un gruppo di 22 Consiglieri. Volevo anche informare il Consiglio regionale che questa volta c'è un problema altrettanto oggettivo: in concomitanza di questo Consiglio regionale ci sono importanti riunioni e incontri degli Assessori, quindi dei membri del governo regionale, con le forze sindacali. Questa non è una giustificazione. Lo volevo dire non tanto per giustificare, ma per informare il Consiglio sulla causa dell'assenza dei membri della Giunta regionale.
Ad ogni modo, mi rimetto alle decisioni della Presidenza. A norma di Regolamento, mi sembra che si possa ancora aggiornare di mezz'ora la seduta; ci stiamo anche attivando per chiedere ai colleghi membri di Giunta di essere presenti, così come ai Consiglieri.
Comunque il Presidente, nella piena autonomia, decida quello che ritiene e noi certamente ci adegueremo, com'è giusto che sia.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Mancuso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
25 Consiglieri ed in congedo n. 11 Consiglieri.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali

Proseguimento esame disegno di legge n. 178 "Ulteriori disposizioni normative per l'attuazione del D.lgs. 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59)" (Esame e votazione ordini del giorno collegati)


PRESIDENTE

Invito i colleghi a rimanere in aula perché stiamo per votare l'ordine del giorno n. 193, presentato dall'Assessore Botta.
Tale ordine del giorno recita: "Visto l'articolo 88, comma 1 del disegno di legge n. 178 del 31 ottobre 2000 relativo alla materia dell'urbanistica e tutela dei beni ambientali visto l'articolo 78 del Regolamento interno del Consiglio regionale rilevato che la Regione deve procedere al riordino delle funzioni in materia di pianificazione territoriale, di approvazione degli strumenti urbanistici e di vigilanza urbanistica con una legge di riforma della vigente l.r. 56/1977, da approvare entro sei mesi dall'entrata in vigore della deliberazione legislativa attuativa relativa al decreto Bassanini ritenuto che tale legge di riforma deve uniformarsi ai principi sanciti dal d.lgs. 112/1998 nelle sue materie il Consiglio regionale auspica 1. che la legge regionale di modifica della vigente l.r. 56/1977, sia approvata entro sei mesi dall'entrata in vigore del ddl 178, e si uniformi ai seguenti principi: a) le Province si dotano, in base ai criteri stabiliti con deliberazione del Consiglio regionale, dei piani territoriali provinciali che devono essere conformi agli atti regionali di indirizzo del territorio come definiti nella legge di riforma urbanistica regionale a) i piani territoriali provinciali sono intesi come piani di coordinamento e indirizzo della pianificazione urbanistica comunale e contengono principi in materia di tutela delle bellezze naturali a) le funzioni amministrative sono di regola conferite a Province, Comuni e Comunità montane, riservando alla Regione quelle che devono essere esercitate in modo unitario sul territorio regionale ivi comprese la partecipazione alle Conferenze di servizi indette per l'esame degli strumenti urbanistici e la pianificazione di aree vaste di rilevante interesse regionale dà mandato alla Commissione consiliare permanente, competente per materia di tenere conto dei principi sopra definiti, in fase istruttoria." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 13 Consiglieri).
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 192, presentato dagli Assessori Vaglio e Botta il cui testo recita: "Visto l'articolo 88, comma 3 del disegno di legge n. 178 del 31 ottobre 2000 relativo alla materia dell'urbanistica e tutela dei beni ambientali visto l'articolo 78 del Regolamento interno del Consiglio regionale rilevato che la Regione deve procedere al riordino delle funzioni in materia di pianificazione paesistica e di tutela del paesaggio, di approvazione degli strumenti urbanistici e di vigilanza urbanistica con una legge di riforma della vigente l.r. 20/1989, da approvare entro sei mesi dall'entrata in vigore della deliberazione legislativa attuativa relativa al decreto Bassanini ritenuto che tale legge di riforma deve uniformarsi ai principi sanciti dal d.lgs. 112/1998 nelle materie sopra indicate il Consiglio regionale auspica 1. che la legge regionale di modifica della vigente l.r.20/1989, sia approvata entro sei mesi dall'entrata in vigore del ddl 178, e si uniformi ai seguenti principi: a) individuazione della pianificazione paesistico-ambientale quale strumento necessario per attuare la valorizzazione e la salvaguardia delle aree soggette a tutela a) esercizio delle funzioni amministrative attraverso la subdelega ai Comuni, singoli o associati ed alle Comunità montane riservandosi le sole funzioni che richiedono un unitario esercizio a livello regionale a) promozione dell'esercizio associato delle funzioni sub-delegate attraverso l'erogazione di incentivi , garantendo l'assistenza tecnica la consulenza e la formazione a) unicità e responsabilità dell'intero procedimento autorizzativo semplificazione e delegificazione in relazione ai contenuti ed elaborati dei piani paesistici, nonché dei criteri per il rilascio delle autorizzazioni, individuazione e quantificazione delle sanzioni dà mandato alla Commissione consiliare permanente, competente per materia di tenere conto dei principi sopra definiti, in fase istruttoria." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 13 Consiglieri).
Vi è poi l'ordine del giorno n. 204, a firma dei Consiglieri Marcenaro Cattaneo, Ghiglia, relativo alla Commissione di disciplina, che ha ottenuto il parere favorevole della Giunta. Se non vi sono interventi al riguardo lo pongo in votazione.
Pongo in votazione tale ordine del giorno il cui testo recita: "Il Consiglio regionale vista la deliberazione legislativa concernente "Ulteriori disposizioni normative per l'attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali in attuazione del Capo I, della legge 15 marzo 1997, n.
59) Modificazioni ed integrazioni alla legge regionale 26 aprile 2000, n.
44" visto il R.D. 8 gennaio 1931, n. 148 impegna la Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo al fine di valutare l'abrogazione degli articoli 54 e 55 del R.D. 148/1931 relativi alla nomina dei Consigli di disciplina all'interno delle aziende di trasporto pubblico e locale, alla luce di quanto previsto dall'articolo 102, 1 comma, lettera b) del d.lgs.
112/1998".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti .
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 195, "Costituzione gruppo di lavoro tra Giunta regionale Amministrazioni provinciali ed ANAS per la gestione delle strade", il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che, per i sei mesi intercorrenti dal 1° gennaio al 30 giugno 2001, la gestione delle strade trasferite dall'ANAS alle Regioni ed alle Province sarà ancora gestita dall'ANAS medesima per consentire un passaggio delle funzioni completo e mirato alle Regioni ed alle Amministrazioni Provinciali preso atto che a tal fine la Conferenza delle Regioni, in accordo con il Ministero dei LL.PP. e l'ANAS, il 21.12.2000 ha proposto una bozza di convenzione che dovrà essere sottoscritta dalle Amministrazioni Provinciali e dalle Regioni con l'ANAS entro il 30.1.2001 constatato che in tale bozza si precisa, all'art. 4 ed all'art. 12 rispettivamente, che l'ANAS dovrà rendicontare le spese sostenute per ambiti provinciali (art. 4), essendo le risorse impegnate in questi prossimi sei mesi trasferite dallo Stato alle singole Amministrazioni Provinciali, e che si determina, con il citato art. 12, che per le concessioni in atto e che, per quelle che l'ANAS dovrà rilasciare entro il 30.6.2001, la medesima ANAS provvederà a garantire il trasferimento dei canoni considerato infine: a) che i compartimenti ANAS regionali non saranno certamente in grado di rendicontare le spese sostenute nel semestre 1.1/30.6.2001 provincia per provincia, giacché l'ANAS agisce in una visione complessiva regionale non solo per la manutenzione ordinaria e straordinaria, ma anche per i vari interventi urgenti e che non potrà certamente adeguare il suo comportamento nel breve tempo di sei mesi, per cui si avrà come conseguenza certa il fatto di non conoscere, poi, esattamente quali risorse di ogni singola provincia siano state spese nel proprio territorio b) che le concessioni date in passato dall'ANAS e che ancora potranno essere date in questo semestre, non riguardano soltanto le tradizionali concessioni (pubblicità, stazioni di servizio, ecc.), bensì le ben più complesse concessioni concernenti un uso plurimo del sedime stradale, a cominciare da quelle di cablaggio c) che le concessioni per le reti materiali ed immateriali non riguardano soltanto l'affitto del sedime, bensì anche la possibilità per l'Ente proprietario del demanio (Province, in primo luogo, e Regioni) di partecipare direttamente, attraverso forme di società miste, anche al cablaggio medesimo, per affittare poi tali reti a terzi, con un provento ben superiore che non il semplice affitto del sedime considerato che l'occasione del trasferimento dallo Stato alle Regioni ed alle Province delle ex strade ANAS, si configura come una "occasione unica ed irripetibile" per mettere ordine e redigere il catasto complessivo delle strade di valenza regionale e di quelle provinciali e di trasferire su supporto informatico tutto il patrimonio delle reti provinciali e regionali preso atto che con i provvedimenti dell'attuale finanziaria per il 2001: a) sono stati sottratti dai fondi ANAS per le strade trasferite 200 miliardi di lire, con i quali si è costituito un fondo per gli interventi urgenti di salvaguardia dei pendii e delle scarpate pericolosi; fondo che sarà gestito sentita la Conferenza Permanente delle Regioni b) che i fondi per gli investimenti sono stati aggiudicati nella misura del 50%, secondo il principio che lo Stato pagherà man mano che vengono realizzati i progetti e che essi verranno messi in cantiere secondo lo stato di avanzamento (principio in questo caso molto discutibile poich si impedisce una programmazione complessiva non solo a livello regionale, ma anche da parte delle singole Province, delle strade trasferite) e che quindi si verrebbe a verificare una situazione per cui il trasferimento ai demani provinciali viene privato del corrispettivo per gli investimenti, inibendo la possibilità di contrarre mutui, così come era stato concordato nel programma di investimenti tra Amministrazioni locali e Regione Piemonte invita il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente 1. a costituire un gruppo operativo di lavoro tra Giunta regionale Amministrazioni provinciali ed ANAS (compartimentale e centrale) per: a) discutere con le organizzazioni sindacali tutti i trasferimenti del personale b) decidere operativamente con l'ANAS compartimentale l'uso delle risorse attribuite alle singole Province ed alla Regione e la loro rendicontazione "pratica" c) concordare adeguate modifiche all'art. 12 della predetta convenzione finalizzate a non consentire rilascio di concessioni da parte dell'ANAS nei mesi intercorrenti tra l'1.1 ed il 30.6.2001, soprattutto per quanto attiene alle reti materiali ed immateriali, giacché esse devono far parte di piani provinciali e regionali di cablaggio d) presentare un piano urgente per l'utilizzo del fondo nazionale di 200 miliardi di lire per la messa in sicurezza dei pendii e delle scarpate con particolare riferimento alle Province che hanno subìto l'alluvione del 2000 2) a presentare una proposta di accordo con il Ministero dei LL.PP. e con il Ministero del Tesoro per la realizzazione degli interventi urgenti necessari e prioritari per le strade trasferite, in modo da attivare sui progetti già disponibili le risorse della finanziaria e per impegnarsi alla modifica del criterio di attribuzione delle somme destinate agli investimenti da parte dello Stato nella prossima Legge Finanziaria.
Su tale documento la Giunta aveva espresso parere favorevole. Lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
L'ordine del giorno n. 201 è relativo all'art. 124, ovvero nell'ambito delle funzioni attribuite alla Regione in tema di diritto allo studio, il Consiglio regionale si impegna ad approvare entro tre mesi una legge organica.
Ci sono interventi? Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiederei ai colleghi, anche in questo caso, di modificare questo impegno perché non so bene che conseguenze possa avere una dichiarazione di questo tipo.
"Il Consiglio regionale" - cioè noi - "si impegna ad approvare entro tre mesi...": che senso ha? L'impegno a maggioranza c'è sempre, è implicito, potete fare quello che volete, per cui non capisco che senso abbia far pronunciare a maggioranza - perché all'unanimità potrebbe avere un senso politico - la decisione che "entro tre mesi, a maggioranza" sarà fatta una legge. Va bene, ma mi sembra carta un po' sprecata.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Mi associo alle cose che ha detto il Consigliere Chiezzi poco fa.
Mi pare che proprio ieri il Presidente Ghigo sia intervenuto dicendo che eravamo in presenza di disegni di legge che chiedevano discussioni organiche e non pronunciamenti stralcio su questo punto, che prefigurino in un modo vago e indeterminato, soluzioni che invece devono essere il risultato di una discussione. Per questo secondo me sarebbe opportuno che questa discussione avvenisse nella giusta sede.
In mancanza di questo, dichiaro che il nostro Gruppo non parteciperà al voto perché intende esprimere il voto solo dopo una discussione che abbia consentito di affrontare il merito di questa questione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 201 il cui testo recita: "Nell'ambito delle funzioni attribuite alla Regione in tema di diritto allo studio il Consiglio regionale si impegna ad approvare entro 3 mesi una legge organica che assicuri il diritto allo studio, anche mediante l'erogazione di assegni di studio regionali, agli allievi delle scuole statali e non statali a sostegno della spesa sostenuta e documentata dalle famiglie, per l'istruzione." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli e 3 contrari (non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri).
Ora abbiamo l'ordine del giorno n. 203, riformulato dalla Giunta come segue: "Il Consiglio regionale visto l'articolo 11, c. 2, della l.r. 44/2000 dà mandato all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale di individuare forme e modalità attraverso le quali monitorare e verificare la implementazione della legge regionale n. 44 e, in generale del processo di decentramento amministrativo." Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Vorrei solo approfittare un attimo sulla procedura per sollevare una questione che, almeno in due occasioni, ha fatto perdere un po' di tempo ai lavori delle Commissioni e che, prendendo ad esempio questo ordine del giorno, potrebbe - spero - da lei, Presidente del Consiglio, essere risolta una volta per tutte.
La questione è quella relativa alla firma illeggibile di questo ordine del giorno e alla scrittura, a mio parere, illeggibile del testo. Dato che il Presidente Salerno ha tentato - poi non c'è riuscito - di soffocare un'iniziativa politica emendativa attraverso la ridicola scusa che la firma di un collega - il sottoscritto - la considerava illeggibile e quindi irricevibile, vedendo chiaramente che questo ordine del giorno è con una firma che io considero illeggibile, spero che lei possa, magari parlando anche in via privata, con il Presidente Salerno, indurlo a comportamenti un po' più razionali. Grazie.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
Esaminiamo ora la mozione n. 194, presentata dai Consiglieri Chiezzi Muliere, Moriconi, Giordano, Saitta, Contu e Di Benedetto, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che in attuazione della legge 15 marzo 1997, n. 59, è stato emanato il decreto legislativo 4 giugno 1997, n. 143, concernente il conferimento alle Regioni delle funzioni amministrative in materia di agricoltura e pesca e riorganizzazione dell'amministrazione centrale, che prevede il trasferimento alle Regioni delle risorse umane, strumentali e finanziarie anche del Corpo Forestale dello Stato, non necessarie all'espletamento delle funzioni statali preso atto che la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in attuazione dell'art. 4 comma 1 del Decreto Legislativo 4 giugno 1997, n. 143, ha predisposto con l'intesa delle Regioni uno schema di DPCM che prevede, fra l'altro, il trasferimento alle Regioni di una quota pari al 70% del personale del CFS e dei beni ad esso appartenenti considerato che il Corpo Forestale dello Stato svolge funzioni e compiti riconducibili alle materie escluse dal conferimento alle Regioni elencate ai commi 3 (lettere a, i, l, m) e 4 (lettera c) dell'articolo 1 della suddetta Legge n. 59/97 ed in particolare per il comma 3 alle lettere considerato altresì che il Corpo Forestale dello Stato espleta funzioni di polizia giudiziaria e di concorso nell'ordine e sicurezza pubblica ai sensi della legge 1 aprile 1981, n. 121, art. 16, comma 2 e che l'incardinamento nel reparto sicurezza è stato recentemente rafforzato dall'approvazione della legge 78/2000 recante la delega al Governo in materia di riordino dell'Arma dei Carabinieri, del Corpo Forestale dello Stato, del Corpo della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato. Norme in materia di coordinamento delle forze di polizia preso atto Che in Parlamento è stato predisposto un testo unificato concernente il "nuovo ordinamento del Corpo Forestale dello Stato e istituzione dell'Agenzia Nazionale per l'ambiente rurale, forestale e montano" adottato dalla Commissione Agricoltura del Senato della Repubblica in data 27.07.2000 ritenuto necessario Favorire l'accelerazione dell'attuazione delle riforme nella pubblica amministrazione, soprattutto con i conferimenti delle risorse finanziarie alle amministrazioni regionali ed in particolare delle risorse previste dal DPCM attuativo dell'art. 4, comma 1 del decreto legislativo 4 giugno 1997 n. 143 impegna la Giunta regionale A far sì che nella fase di trasferimento di funzioni amministrative del Corpo Forestale dello Stato alle Regioni, si attivi per chiedere e difendere l'unitarietà del Corpo Forestale dello Stato stesso, affinché non siano disperse storia, competenze da sempre baluardo per la difesa delle foreste e del nostro territorio nel suo complesso." La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

L'illustrazione è molto breve. Il futuro del Corpo Forestale dello Stato è materia che sarà gestita dalla Regione e si ritiene debba consentire la conservazione dell'unitarietà del Corpo e non lo spezzettamento del Corpo stesso.
A questo proposito, in sede parlamentare, una maggioranza molto ampia trasversale, ha richiesto - ed alcune Regioni amministrate sia dal Polo che dal centrosinistra hanno già votato un ordine del giorno in quel senso - di mantenere per questo Corpo, pur nel processo di decentramento delle funzioni e della competenze, un carattere unitario dal punto di vista della sua organizzazione e status giuridico.
Il mio Gruppo, insieme ad altri Gruppi che in quest'aula hanno firmato il documento - ma ricordo che nell'aula parlamentare praticamente tutti i Gruppi ne hanno firmato uno identico - si è fatto portavoce di questa necessità e la presenta, nel modo più aperto, a tutti i colleghi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei. La parola all'Assessore Vaglio per il parere della Giunta.



VAGLIO Roberto, Assessore alle foreste

Ricordo ai colleghi che la vicenda relativa al Corpo Forestale dello Stato è questione aperta ed oggetto di contenzioso che dura da molti anni da parte delle Regioni nei confronti del Governo, perché, con l'attuazione dello Statuto delle Regioni autonome, o, meglio, dello Statuto speciale di alcune Regioni, il Corpo Forestale dello Stato venne smembrato, se così si può dire.
Il Corpo Forestale dello Stato della Sicilia, della Sardegna, della Valle d'Aosta, del Friuli, delle Province autonome di Trento e Bolzano non è più statale, ma è alle dirette dipendenze e gerarchicamente inquadrato all'interno dello Statuto delle Regioni autonome. Per questo motivo, tra le rivendicazioni che, a seguito del DPR 616, le Regioni portarono allo Stato vi fu anche quella della regionalizzazione del Corpo Forestale dello Stato.
A seguito dell'adozione del decreto legislativo 143 sull'agricoltura il Corpo Forestale dello Stato, perlomeno le vicende inerenti al Corpo Forestale dello Stato furono stralciate perché, da parte del Corpo Forestale dello Stato stesso, o, meglio, da parte delle strutture presso il Ministero dell'agricoltura del Corpo Forestale dello Stato si sollevò una fortissima protesta. Protesta che, come voi ben sapete, conoscendo il territorio anche meglio di me, non è la medesima presente territorialmente nelle stazioni della nostra e di altre regioni.
Esiste, pertanto, questo contendere tra la vocazione tecnica del Corpo Forestale dello Stato e la vocazione di Polizia del Corpo Forestale dello Stato; vocazione, fra l'altro, attribuita al Corpo Forestale stesso solamente da pochi anni.
In Conferenza permanente Stato-Regioni si sta discutendo ed arrivando ad una soluzione. Soluzione che, ovviamente, vede su posizioni diversificate il Ministro della funzione pubblica, Bassanini, il quale aveva già sottoscritto, a nome del Governo, un accordo per la regionalizzazione del 70% del Corpo Forestale, ed i Ministeri dell'ambiente ed il Ministero dell'agricoltura, i quali rivendicano la titolarietà del Corpo Forestale stesso.
Le Regioni hanno fatto delle controproposte e non più tardi di una settimana fa si sarebbe trovata una soluzione. Tale soluzione comprenderebbe la creazione di un coordinamento nazionale affidato in parte ai Ministeri competenti ed in parte alle Regioni, ad alcuni Presidenti di esse. Una soluzione che, dunque, non tiene più conto della possibilità di creazione dell'Agenzia.
Ritengo che il testo presentato a gennaio dai colleghi che hanno sottoscritto l'ordine del giorno (il 17 gennaio, se non ricordo male) sia un testo fra l'altro non scritto dal collega Chiezzi, perché il tono è abbastanza militaresco (il Corpo Forestale che si erge a baluardo...) evidentemente è stato dettato dalla Direzione Nazionale del CFS, ma va benissimo.
Mi pare di intravedere una posizione tendente a difendere la categoria che però non fa chiarezza relativamente al dibattito attualmente in corso tra Governo, Parlamento e Regioni.
Non sono affatto contrario a che permanga una forma di unitarietà nella conduzione soprattutto della parte formativa ed organizzativa dal punto di vista della Polizia Giudiziaria e della Polizia in senso più lato, mentre qualche fiero dubbio è stato pur segnalato dalle Regioni, ma anche dagli stessi coordinamenti regionali del Corpo Forestale dello Stato sull'arruolamento.
Pur non essendo contraria, la Giunta, al senso di questo ordine del giorno, ritengo che l'evolversi in generale del dibattito su questo argomento ci porti ad una considerazione prudente, cioè a dire che, pur riconoscendo la validità dell'ordine del giorno presentato, riteniamo opportuno astenersi da un'indicazione eccessivamente rigida, che potrebbe vincolare gli accordi che si stanno stringendo tra Governo e Regioni per la definitiva chiusura di questa annosa vicenda.
La Giunta ritiene opportuna l'astensione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Tenendo conto delle considerazioni fatte dell'Assessore Vaglio, prego la Giunta e l'Assessore medesimo di considerare che il testo, nel dispositivo finale, "parla" solo della necessità di mantenimento del carattere unitario al fine di garantire la preservazione di un patrimonio di competenza, lasciando aperto il testo, nella sua disposizione finale alla ricerca di soluzioni quale quella in atto in questo momento. Non è un testo che recita "devono rimanere in capo allo Stato", ma dà, secondo me un'indicazione abbastanza flessibile. Prego, quindi, di considerare il dispositivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Concordo che questa sia una vicenda lunga e annosa. Alcune affermazioni che ha fatto l'Assessore non coincidono con le conoscenze a mia disposizione. Ho parlato con alcuni appartenenti al Corpo Forestale dello Stato - che non facevano parte di quella che credo sia stata definita gestione tecnica del Corpo Forestale dello Stato - e tutti hanno manifestato la preoccupazione per quanto riguarda una regionalizzazione troppo spinta, definiamola come vogliamo - di questo corpo. Al di là del tono, definito militaresco, negli impegni presi nell'ordine del giorno presentato, credo che questo documento rappresenti una preoccupazione che esiste nel Corpo Forestale dello Stato. Volendo si potrebbe proporre una riscrittura, un emendamento del documento se c'è la volontà politica di cercare una soluzione, di lanciare un indirizzo. Un indirizzo che, a livello nazionale, vede su posizioni vicine, forze politiche distanti tra di loro.
L'altra questione è relativa al fatto che l'Assessore Vaglio faceva distinzione fra funzione tecnica e funzione di polizia. Sono contrario alla militarizzazione di alcun corpo, tuttavia ci rendiamo conto che qualsiasi opera tecnica, o di vigilanza per quanto riguarda le cose che succedono sul territorio, prevedono anche un momento di sanzione, di verifica, di portare nella norma eventuali comportamenti irregolari.
Altro punto importante da sottolineare per quanto riguarda il Corpo Forestale dello Stato (non a caso anche gli ambientalisti, il Ministro dell'Ambiente e quello dell'Agricoltura hanno delle perplessità sulla regionalizzazione) e che nessuno può ignorare, è che i campi di attività sui quali interviene il Corpo Forestale dello Stato, sono campi che, tante volte, sono sopraregionali. Se noi pensiamo, ad esempio, alle funzioni dell'acqua, o a certi problemi di zone boschive, tante volte i confini possono tagliare a metà delle situazioni omogenee. Una regionalizzazione troppo spinta, a nostro avviso, darebbe luogo a possibili e pericolose gestioni, diversificate a comportamenti che, a volte, potrebbero addirittura essere confliggenti.
Non credo che le richieste di una visione unitaria del Corpo Forestale dello Stato, rispondano a visioni di statalismo che nessuno di noi vuole riproporre. L'ambiente non si può ridurre nei confini di una regione l'ambiente non rispetta i confini che mettiamo sulle carte geografiche. Se adesso volessimo, anche con atti legislativi, segnare rigidamente questi confini contro le istanze dell'ambiente, ne pagheremo le conseguenze tutti insieme.
Invito a riconsiderare la posizione della Giunta. Se c'è l'intenzione di affermare una visione unitaria del Corpo Forestale dello Stato, pur salvaguardando alcune prerogative che la Regione si vuole assumere e che si possono anche ritenere legittime, si potrebbero rivedere e riscrivere alcuni particolari del documento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Abbiamo esaminato con attenzione l'ordine del giorno del Consigliere Chiezzi. Quando c'era stata la formulazione di questo documento, il Consigliere Chiezzi lo aveva posto all'attenzione del nostro Gruppo proponendoci di sottoscriverlo in quanto, a suo dire, a livello nazionale c'era una certa convergenza su questa posizione. Nel frattempo, come diceva l'Assessore Vaglio, sono emerse novità importanti nella Conferenza Stato Regioni tant'è che in quella sede è stato preso l'impegno, sia da parte dei Presidenti di Regione che dal Governo, di trovare una formulazione per garantire l'unitarietà del Corpo Forestale dello Stato, e, nel contempo, di garantire il trasferimento delle funzioni amministrative e conseguentemente, la regionalizzazione del Corpo Forestale dello Stato.
Questo percorso è in fase avanzata, non c'è contrarietà da parte della maggioranza di trovare una formulazione per garantire, soprattutto nella tradizione, l'unitarietà del Corpo. Nella formulazione di questo ordine del giorno si parla anche di evitare la dispersione della storia, della tradizione, al di là dell'enfatizzazione un po' militaresca dell'ordine del giorno (quando si dice "non disperdere le competenze", bisognerebbe entrare nel merito in modo più approfondito, anche perché rimane un dispositivo e un indirizzo di questo Consiglio regionale). Alla luce di tutto questo chiederei al Consigliere Chiezzi di valutare l'ipotesi di ritirare questo ordine del giorno e, da parte nostra, l'impegno di trovare, in funzione di questa disponibilità e della collimanza di intenzione sia di difendere unitarietà che di garantire la regionalizzazione specialmente delle competenze, una nuova formulazione. Approfittando della presenza del Presidente della Giunta Regionale - che è anche Presidente della Conferenza Stato-Regioni - verifichiamo a che livello siamo in questa fase avanzata ed elaboriamo un ordine del giorno più attuale che tenga conto di questo indirizzo che, se sviluppato, potrà trovare un punto di incontro in Consiglio Regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio l'Assessore e i colleghi che sono intervenuti.
Per mettere le carte in tavola in modo chiaro, il problema che affronta questo ordine del giorno, quello che interessa affrontare, è la decisione di perorare la unicità del Corpo Forestale. Il problema è quello, perché su altri problemi (la gestione delle funzioni) ha ragione l'Assessore Vaglio nel dire che in Conferenza Stato-Regioni sono stati anche raggiunti dei nuovi accordi, però sono nuovi accordi limitati a problemi di gestione. Il problema - ho sentito adesso gli interessati - della unitarietà del Corpo è ancora tema di contrasto e di visioni differenti. La Conferenza Stato Regioni non ha raggiunto sulla conservazione della unitarietà del Corpo un accordo, quindi lì si rimane contrapposti.
Questo ordine del giorno parla solo di questo, cioè vuole dare un'indicazione al Governo che si intende mantenere l'unitarietà del Corpo.
A me pare di capire che su questo specifico tema non riusciamo, oggi di sicuro, a trovare un compromesso, anche perché il compromesso è quello che o si decide di chiedere l'unitarietà del Corpo oppure di non chiederla, non è una questione fine.
Mi rivolgo ai colleghi, in particolare a Cattaneo, se mi dite "attenzione, noi vogliamo impegnarci per portare il Consiglio a esprimersi in un testo che dica 'unitarietà del corpo", allora una sospensione è ben vista, nel senso che è utile, nel senso che si dice "va bene, non forzate oggi no, il prossimo martedì ne parliamo", ma con una dichiarazione che si parla di quello, se c'è dal punto di vista di tutti i colleghi la possibilità di dire "va bene l'unitarietà del Corpo".
Questo ordine del giorno è un testo identico a quello votato nelle altre Regioni e quindi è un testo bilanciato, frutto di un compromesso che io non toccherei nel senso che è inutile che facciamo altri compromessi di un testo che soprattutto dice "il Corpo deve rimanere unitario". Se i colleghi mi dicono di no...



(Commenti dai banchi della maggioranza)



CHIEZZI Giuseppe

Ma è proprio su quello che potremmo giungere a un accordo rimandando la discussione alla prossima seduta; se invece i colleghi pensano che questo sia comunque un punto non risolvibile nel Consiglio regionale, allora per votarlo la prossima volta e respingerlo, possiamo votarlo questa volta e respingerlo. Chiederei solo questo ai colleghi. Quindi sono disponibile a rimandarlo con una sollecitazione che lo rimandiamo se c'è una speranza di comporre quel problema: il problema dell'unitarietà. Se rimane aperto quello, votarlo adesso o la prossima volta per me va benissimo.



PRESIDENTE

Chiedo il parere alla Giunta.
L'Assessore Vaglio è per votarlo adesso.
Lo pongo quindi in votazione.



CHIEZZI Giuseppe

Facciamo il voto segreto? Ha voglia?



PRESIDENTE

Non dipende da me, Consigliere Chiezzi: devono chiederlo, a norma di regolamento, 9 Consiglieri.
Ci sono 9 Consiglieri che chiedono la votazione a scrutinio segreto?



(Commenti dai banchi delle opposizioni)



PRESIDENTE

Per gentilezza, vi chiedo di alzare la mano.
Va bene, il voto segreto è ammesso, perché alla richiesta del Consigliere Chiezzi si sono associati altri otto Consiglieri.
Si proceda alla distribuzione delle schede.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà perché la distribuzione delle schede è ancora in corso.



CATTANEO Valerio

E' per una richiesta connessa alle modalità di espressione del voto sulla scheda. Siccome sulla scheda sono riportate due caselle con le indicazioni SI e NO, ma noi prima abbiamo dichiarato che la maggioranza vuole astenersi, vorrei semplicemente sapere se ponendo nell'urna la scheda bianca questa è da ritenersi come un voto di astensione oppure se bisogna scrivere la parola "astenuto".



PRESIDENTE

Ci si astiene deponendo nell'urna la scheda bianca.
Ovviamente chi vota "SI" è favorevole all'ordine del giorno, mentre chi vota "NO" è contrario.
Si proceda all'appello nominale.
Nomino scrutatori i Consiglieri Ronzani e Rossi Giacomo.



(Il Consigliere Segretario Pozzo effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

I Consiglieri Rossi Giacomo e Ronzani procedano, seduta stante, allo spoglio delle schede.



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI' 10 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri schede bianche 25 La mozione n. 194 è respinta.



PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 202 "Coinvolgimento del Consiglio regionale nella Conferenza Regione-Autonomie locali su progetti di legge di competenza del Consiglio regionale che coinvolgono le Autonomie" presentato dai Consiglieri Marcenaro, Muliere e Ronzani.
La parola all'Assessore Laratore.



LARATORE Giovanni, Assessore alle autonomie locali

Per far rientrare un ordine del giorno che tenga conto della legislazione in vigore, siccome l'art. 6 della legge n. 34 prevede, al punto c), che su espressa richiesta della competente Commissione consiliare la Conferenza Regione-Autonomie locali esprime pareri sulle proposte di legge e sugli atti amministrativi di competenza del Consiglio regionale aventi riflessi sul sistema delle Autonomie locali, si pensa di precisare che nel dispositivo della deliberazione, nel caso di cui alla lettera c) dell'art. 6, legge n. 34/98, alle riunioni della Conferenza Regione Autonomie locali partecipano sia la Giunta che il Consiglio regionale attraverso la competente Commissione consiliare.
Propongo di sostituire il dispositivo in questi termini: "Impegna la giunta e il Consiglio regionale che, nel caso di cui all'art. 6, lettera c), della l.r. 34/1998, alle riunioni della Conferenza Regioni-Autonomie partecipino sia la Giunta che il Consiglio regionale, attraverso la competente Commissione consiliare".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente, credo che si possa essere d'accordo, perché in effetti prevediamo non di invadere campi che non ci riguardano, ma soltanto di fare in modo che sia garantita una presenza del Consiglio quando interveniamo su materie che riguardano direttamente il processo legislativo.
Questa formulazione mi pare che risolva questo problema. Credo vi sia a monte, l'esigenza di riflettere anche sulla legge n. 34, ma non è questa la sede.
Quest'ordine del giorno, dunque, soddisfa in parte la nostra richiesta.



PRESIDENTE

Quindi accoglie la proposta di modifica?



RONZANI Wilmer

Accolgo la proposta dell'Assessore Laratore.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 202 così come modificato, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che la legge 34 del 20 novembre 1998 individua la Conferenza Permanente quale organo di concertazione, cooperazione, coordinamento tra la Regione e il sistema delle Autonomie che tra i compiti che vengono attribuiti alla Conferenza Regione-Autonomie vi è quello di esprimere pareri sulle proposte di legge di competenza del Consiglio regionale aventi riflessi sul sistema delle autonomie rilevata la necessità di un coinvolgimento del Consiglio regionale quando all'esame della Conferenza Regione-Autonomie vengono proposte questioni che hanno una incidenza diretta sul processo legislativo impegna la Giunta e il Consiglio regionale che, nel caso di cui all'art. 6, lettera c) della l.r. 34/1998, alle riunioni della Conferenza Regioni-Autonimie partecipino sia la Giunta che il Consiglio regionale, attraverso la competente Commissione consiliare".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 32 voti favorevoli.
Con questa votazione sono esauriti gli ordini del giorno collegati.
Procederei, quindi, alla votazione dell'intero testo di legge n. 178 per appello nominale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani per dichiarazione di voto.



RONZANI Wilmer

Rubo pochi secondi per esprimere le ragioni del nostro voto contrario.
Noi voteremo contro questo provvedimento per tre ragioni essenzialmente.
Innanzitutto perché si è persa una grande occasione. Noi abbiamo avvertito in queste settimane, prima in Commissione e poi in aula, una tensione tutto fuorché federalista della discussione su questo provvedimento.
In realtà, questo provvedimento rappresentava una grande occasione per cominciare una discussione sul tema del federalismo e per discutere di un provvedimento che avrebbe concretamente potuto avviare, o completare attraverso il decentramento di alcune deleghe, una parte del processo cosiddetto di federalismo amministrativo.
Da questo punto di vista, la Giunta e la maggioranza hanno perso l'occasione per semplificare e stabilire un rapporto corretto per quanto riguarda le funzioni e la riorganizzazione delle funzioni con le Amministrazioni locali e con le Province.
In realtà, questo provvedimento produrrà un aggravio di costi per la Pubblica Amministrazione. Si è persa l'occasione perché questo poteva essere, invece, lo strumento con il quale ripensare, sulla base del principio della sussidiarietà, all'impianto istituzionale del nostro Piemonte.
Voi parlate tanto di devoluzione, cari colleghi della maggioranza, ma da una parte avete, con questo provvedimento, finito per accentrare introdurre elementi di centralismo regionalista, che è esattamente il contrario di ciò che dovremmo fare se volessimo realizzare per davvero un processo federalista, e, dall'altra, non avete ancora trovato il tempo per presentare all'esame del Consiglio due provvedimenti che sono molto importanti: la legge sulla devolution e il provvedimento che deve fissare i criteri per l'indizione del referendum.
Quindi, da questo punto di vista, traggo la conclusione che, di fronte a tanto parlare di federalismo, poi, alla prova dei fatti, la logica che muove questa maggioranza riguarda scelte che hanno un carattere fortemente centralista.
Questa è la seconda ragione per la quale noi decidiamo di esprimere il nostro parere contrario nei confronti di questo provvedimento.
Nell'impianto che ispira la legge sono forti gli elementi di centralismo.
Altra è la scelta che noi avremmo dovuto compiere, che doveva portarci ad individuare funzioni precise per fare in modo che la Regione assumesse sempre di più un ruolo di governo e di programmazione, e decentrasse invece, agli enti locali e alle autonomie in generale i poteri di gestione.
Infine, la terza ragione per la quale esprimiamo voto contrario - a fronte di un trasferimento di competenze, peraltro discutibile, che noi abbiamo contestato sul merito, non facendo ostruzionismo in quest'aula, ma tentando di immaginare un'altra ipotesi di riorganizzazione del nostro sistema politico-istituzionale in Piemonte, applicando questa legge riguarda un altro elemento di debolezza molto forte: voi immaginate un trasferimento di competenze di delega a cui, però, non fa seguito un trasferimento di risorse. Da questo punto di vista, questo provvedimento rischia di diventare un'anatra zoppa.
Vorrei capire sulla base di quale ragionamento è possibile immaginare una concreta applicazione di questo provvedimento. Cosa diremo ai sindaci che ci chiederanno con quali risorse e con quali poteri dovranno gestire le competenze che abbiamo trasferito loro? Queste mi paiono tre buone ragioni per votare contro questo provvedimento, ribadendo il voto contrario dei DS.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

A nome dei Comunisti Italiani dichiaro il voto contrario per quattro motivi.
Per quanto riguarda il primo motivo, ci siamo trovati di fronte ad una sorta di disinteresse militante da parte della maggioranza. Un disinteresse che si è sviluppato durante la lunga discussione in Commissione, si è riversato in un disinteresse militante nei comportamenti d'aula dove tranne pochissime eccezioni, abbiamo avuto modo di colloquiare soltanto di volta in volta con gli Assessori competenti.
Per quanto riguarda il secondo motivo, in questo provvedimento non mancano segni di centralismo. Ne segnalo due per tutti: l'invenzione della fattispecie delle strade regionali - per tenersi un po' di competenze in una materia che poteva essere tranquillamente trasferita interamente alle Province - e la persistente volontà di tenere il bandolo dei contributi a pioggia, che, all'ultimo minuto, l'Assessore Leo ha voluto, dietro varie pressioni, conservare in capo all'Assessorato. Quindi, questi sono segni di centralismo che rendono meno efficace la volontà della riforma Bassanini di procedere ad un'individuazione delle regioni quali organi di programmazione e degli enti locali quali organi di gestione.
Per quanto riguarda il terzo elemento, in questo testo di legge ci sono improprie anticipazioni di contenuto che avrebbero dovuto essere trattate in specifiche leggi di settore. Alcune di queste anticipazioni siamo riusciti ad evitarle, altre no, rimangono ed è altro motivo di contrarietà.
Per quanto riguarda l'ultimo motivo, già segnalato dal collega Ronzani mancano le indicazioni dei tempi e delle risorse economiche, organizzative e professionali che dovrebbero accompagnare un provvedimento di questo genere.
Per queste quattro ragioni, esprimo voto contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Non gareggio sui numeri, sulla quantità, lo dicevo ieri, era una, ma importante.
Il voto è evidentemente contrario; le motivazioni sono state in qualche maniera anticipate ieri nella discussione in merito alla parte finanziaria e del personale.
Volevo soltanto richiamare un impegno che il Presidente della Giunta regionale, Ghigo, il Presidente dei Governatori, ha assunto nel 1998 quando venne fatta la legge madre. Ho qui il testo delle sue dichiarazioni. Il Presidente Ghigo si era assunto un impegno in quest'aula, e non soltanto che ripropose anche durante la campagna elettorale: la sburocratizzazione.
Ci ha ricordato che l'applicazione del federalismo amministrativo avrebbe dovuto provocare una sburocratizzazione della Regione e una semplificazione amministrativa.
Presidente, lei non era presente, ma allora procedemmo al conteggio delle leggi della Regione Piemonte. La Regione Piemonte aveva in quel momento, parlo della fine del 1998, n. 1.633 leggi e tutti quanti abbiamo riconosciuto che era un corpo legislativo, oltre che numeroso, molto complesso e non sempre coerente, contenente anche delle norme superate.
Tutti quanti convenimmo che, nel momento in cui si fosse applicato per settore il decreto legislativo, sarebbe stata l'occasione per rivedere la legislazione di settore.
Questa era la grande operazione da mettere in atto. Questo non è avvenuto. Le leggi sono aumentate, allora, nel momento in cui era in atto la discussione, ammontavano a n. 1.633; oggi, sono n. 1.831. Quindi, il corpo legislativo è aumentato. Nessuna semplificazione è avvenuta dal punto di vista amministrativo, come non si è verificata alcuna sburocratizzazione. Non è avvenuto proprio nulla. Lo stesso Presidente, in merito ad una nostra sollecitazione, quando si trattò di approvare la legge 51 sul personale, riconobbe che si sarebbe dovuta assumere una grande iniziativa politica perché, se il processo di trasferimento amministrativo fosse stato gestito dai dirigenti della struttura, non avrebbe provocato effetti; poi questo lo pubblicheremo, anche per verificarne la coerenza. Lo stesso Presidente disse della necessità di un'iniziativa politica, perch se il processo è attuato e soprattutto disegnato da parte dei dirigenti, i dirigenti, per forza di cose, non scrivono qualcosa che porta al loro suicidio. Quindi manterranno le loro funzioni e i loro compiti.
Conclusione: il nostro voto è contrario, nettamente contrario perché la Giunta, la maggioranza di centrodestra di allora e l'attuale maggioranza di centrodestra con questa legge dichiara il fallimento di un progetto che non è riuscita a realizzare. La Regione non è stata sburocratizzata, il corpo legislativo è aumentato, non si è avuta una delegificazione. Questo vuol dire che la Regione trasferisce in base a leggi che spesso sono state definite contraddittorie, definisce anche questioni contraddittorie, cioè vengono trasferite agli Enti locali questioni che bisognava eliminare. Si era detto che se la Regione avesse riconosciuto delle leggi contradditorie prima di trasferire delle competenze, avrebbe dovuto mettere ordine.
Altrimenti, in questa maniera, aumentiamo la burocratizzazione e le contraddizioni, trasferiamo le inefficienze della Regione alle Province e ai Comuni.
Non voglio fare una profezia facile, ma credo che l'Assessore Laratore un giorno si renderà conto che la sua modalità di legiferare, che è una modalità molto burocratica e non politica, tutta assegnata a chi mantiene il proprio il ruolo, porterà, per forza di cose, a una reazione da parte degli Enti locali. L'Assessore Laratore potrà dire di aver sentito la Conferenza permanente Regione-autonomie locali, potrà raccontarci di aver applicato le leggi n. 44 e n. 34, ma si renderà conto di aver siglato politicamente un processo che non è di carattere politico, ma è un processo che rimane nelle mani della struttura, che si è così garantita la perpetuazione del proprio ruolo.
Il Presidente - ho qui l'intervento, ieri me lo ricordavo appena allora ci disse che il 50% della struttura regionale doveva essere trasferita. La conclusione è questa. Richiameremo la responsabilità del Presidente Ghigo e diremo, spero anche a livello nazionale, che il Presidente dei Governatori ha queste caratteristiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Intervengo per dichiarare il voto favorevole del Gruppo di Alleanza Nazionale, ma non senza qualche piccola considerazione e riflessione.
Questo provvedimento può essere considerato storico nell'evoluzione legislativa e organizzativa dello Stato e degli Enti locali, ma crediamo che avrebbe dovuto essere accompagnato con tempi e gestazioni diverse.
Devo constatare che abbiamo avuto alcuni problemi durante la fine della passata legislatura e qualche mese fa l'evento drammatico dell'alluvione ha creato sicuramente una serie di urgenze e contingenze, ma credo che un provvedimento di questo livello avrebbe dovuto essere gestito in tempi diversi e con maggior riflessione.
Il provvedimento è giunto in Commissione a fine novembre, disponendo forse di un mese per discutere, riflettere, aggiungere e modificare un provvedimento che, sicuramente, è di portata storica.
Un mese, però, non è bastato, perché, troppo spesso, abbiamo notato come alcuni articoli e alcuni passaggi del provvedimento fossero abbastanza perfettibili e che avessero bisogno di un'ulteriore riflessione e revisione, ma i tempi non l'hanno permesso. Per questo motivo, mi lagno perché dei provvedimenti di questo tipo e di questo livello devono essere gestiti in tempi diversi, con delle capacità diverse di studio, di elaborazione e, alla fine, di stesura definitiva e di licenziamento. E' chiaro che vi è una lacuna nel provvedimento, manca un'attuazione minima di decentramento di ordine fiscale.
Le Regioni continuano ad essere orfane di un sistema fiscale di qualunque genere - non parlo di imposte dirette o indirette - ma una capacità in positivo che, in qualche maniera, possa bilanciare il decentramento amministrativo e di funzioni. La delega per il sistema fiscale non viene ancora affidata alle Regioni, quindi rimane ancora un'istituzione povera di un elemento fondamentale: una cassa propria. Senza un sistema fiscale, continuiamo ad essere in balia delle leggi finanziarie nazionali e di funzioni che ci vengono delegate con un trasferimento conseguente di patrimonio e di finanze.
Credo che sia questo il messaggio, oltre alla dichiarazione di voto favorevole, di invito alla Giunta a usare tempi diversi, a dare più tempo al Consiglio; ad avere, in sostanza, più spazio e più "rispetto" per dei provvedimenti che sono considerati storici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Sigg. Consiglieri, il nostro intendimento è quello di esprimere il nostro dissenso assoluto e totale nei confronti del disegno di legge oggetto di discussione e votazione.
Riteniamo che esso rappresenti un'ennesima occasione perduta.
Si sarebbe potuto attuare un ampio decentramento amministrativo in capo agli Enti locali, in omaggio ad una logica che vorrebbe radicare la titolarità dell'atto amministrativo nell'ente posto a più diretto contatto con il cittadino, affinché questi veda facilitata la risoluzione dei suoi singoli, specifici problemi e, più in generale, semplificati i rapporti con la Pubblica Amministrazione.
Partendo dalle c.d. leggi Bassanini, si sarebbe potuto e dovuto ripensare l'azione della Regione in campo amministrativo, procedendo alla costruzione di un Ente di governo diverso, leggero, dinamico, fondato sul principio di sussidiarietà.
Le esperienze fatte con i patti territoriali, i PRUST e, in più generale, la programmazione contrattata hanno dimostrato che Province e Comuni sono il motore dello sviluppo dei territori.
Province e Comuni non debbano essere destinatari di deleghe, ma devono vedersi attribuiti compiti e funzioni.
Tutto ciò deve avvenire non per "graziosa" concessione dall'alto, ma deve essere il frutto di una giusta e corretta concertazione.
In realtà il disegno di legge n. 178 innovato poco o nulla; utilizza considerato nel suo complesso una tecnica normativa meramente dilatoria rinviando ad altri atti normativi di rango legislativo, la disciplina del settore.
E' francamente curioso come in un testo di legge regionale, principale e primaria fonte normativa, in più di un articolo la Regione finisca con fissare a se stessa una lasso temporale entro cui emanare la specifica normativa di settore relativamente alle materie interessate dal decentramento.
Se una legge regionale risulta necessaria, ci si attivi per porla in essere, piuttosto che procrastinarle la sua emanazione.
I cittadini della Regione Piemonte vogliono provvedimenti normativi concreti, con una diretta ricaduta sulle specifiche realtà territoriali.
In fondo questo disegno di legge, valutando nel suo complesso, è del tutto coerente con i comportamenti fino ad oggi tenuti da questa Giunta.
In campo sanitario, piuttosto di adottare soluzioni concrete, al limite, anche, dell'impopolarità, si preferisce differire la resa dei conti mediante la richiesta di autorizzazione alla contrazione di mutui.
In campo amministrativo, si prende tempo, prevedendo che la specifica disciplina di dettaglio sia emanata in un secondo momento centralizzandone, nelle more, la gestione in sede regionale.
Così facendo si dimentica che ogni materia oggetto di normazione a livello regionale ha pur sempre una valenza locale e la sua gestione non può assolutamente prescindere dal diretto coinvolgimento degli Enti locali interessati, ai quali deve essere garantita la dovuta rappresentatività.
Se la funzione amministrativa deve essere esercitata da quegli Enti posti a più diretto contatto con i cittadini, essi non debbono essere dimenticati allorché si pongono in essere atti di trasferimento di compiti e prerogative quale quello oggi in discussione.
Agendo diversamente, si corre il rischio concreto di sostituire al tanto deprecato centralismo statale una nuova forma di centralismo regionale che, nel quadro della semplificazione delle procedure amministrative, non può che rappresentare un inevitabile passo indietro ed un arretramento su posizioni inaccettabili.
In considerazione di quanto sopra, esprimiamo con tutta la nostra forza il più vivo dissenso di fronte ad un provvedimento normativo assolutamente privo di contenuti concreti e completamente privo di una reale forza precettiva.
Grazie per l'attenzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Preannuncio il voto contrario del Gruppo Radicale - Lista Emma Bonino.
Anche noi, quindi, voteremo no a questo provvedimento, in quanto si tratta di un provvedimento che, per come è venuto a crearsi, per come è cresciuto in Commissione e in aula e per come è stato disegnato e predisposto dalla Giunta, non ha anima, non ha un disegno, non è inserito in un quadro complessivo. Abbiamo visto come si è lavorato in Commissione e in aula: è un collage. E' un collage di varie esigenze e di varie sensibilità sensibilità diverse degli Assessori, ma non c'è un'anima complessiva in questo provvedimento.
Ha ragione il collega Salerno quando dice: "Questo era un provvedimento storico: abbiamo sbagliato". Ma ha sbagliato soprattutto la maggioranza neanche tanto la Giunta e i singoli Assessori, che hanno dato disponibilità al dialogo difficile di queste settimane; hanno sbagliato i colleghi di maggioranza, che hanno rinunciato al loro ruolo, il ruolo di Consiglieri che devono discutere e prendersi tutto il tempo necessario per migliorare questa legge.
Lo dico in questa dichiarazione di voto anche perché sono profondamente convinto che quando si cercano le scorciatoie e si cercano le vie brevi alla fine i tempi si allungano, le strade sono sbagliate, si torna indietro sovente e, come hanno dimostrato i lavori di questi giorni e di queste settimane, il tempo si perde, ma si perde davvero.
Sono convinto che se si fosse affrontata la questione con più serenità e anche con più disponibilità al dialogo, si sarebbero potuti cambiare i nodi salienti di questo provvedimento e migliorarlo davvero.
Ricordo semplicemente che in alcuni punti il provvedimento addirittura riportava citazioni di legge sbagliate; in alcuni punti - come dicevano i colleghi Chiezzi e Ronzani - si inserivano normative decisamente fuori luogo in questa, che doveva essere una legge generale e non andare a regolamentare singoli settori.
Quindi, dando atto al collega Palma - che in questo momento non è in aula - per il lavoro che ha svolto per il nostro Gruppo andando a presentare blocchi interi di emendamenti sostitutivi di interi Capi di questa legge, dando atto ai colleghi dell'opposizione che hanno testardamente tentato di migliorare questa legge, devo dire che se c'è stata una sconfitta, è la sconfitta della maggioranza, che ha rinunciato a discutere davvero questo provvedimento. E con questo voto no, perch l'occasione è persa, e l'occasione persa non ritorna.
Collega Salerno, si tratta davvero di una sconfitta rispetto al vostro programma di governo, rispetto alle vostre promesse elettorali, rispetto alla capacità innovativa che ha illuso tanti elettori in Piemonte che hanno creduto che la Giunta Ghigo fosse così forte e autorevole da poter disegnare un Piemonte diverso. Questo Piemonte diverso non emerge neanche da questo provvedimento così importante.
Lo attendiamo ancora, il Piemonte diverso di Ghigo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Intervengo anch'io per manifestare il mio voto. Voterò no a questo provvedimento perché è un provvedimento che, contrariamente a quello che si proponeva, non permette - com'è già stato detto - di raggiungere quel decentramento che invece era stato promesso.
Noi delle opposizioni concordemente lamentiamo che questo strumento legislativo non raggiunge gli scopi per il quale è stato anche sbandierato.
In verità si potrebbe anche pensare che forse voleva raggiungere un altro obiettivo: sostituire a un centralismo romano un centralismo di Torino, per quanto riguarda la gestione della Regione.
Molti articoli di questo strumento legislativo lasciano chiaramente intendere una volontà regionale di non procedere sulla strada della sussidiarietà verticale, ma di lavorare per realizzare un centralismo regionale.
Devo dire che questo sarà il risultato dell'applicazione di questo decreto legislativo.
L'applicazione di questa legge regionale creerà un grave problema alla gestione dei Comuni.
Dico anche che c'è un motivo di preoccupazione in più relativamente alla discussione che abbiamo avuto in quest'aula su questo provvedimento ed è il fatto che indubbiamente credo che tutti, anche della maggioranza debbano ammettere che il lavoro che è stato svolto in Consiglio ha permesso perlomeno di limitare i danni relativamente al testo che era stato licenziato dalla Commissione.
Francamente dispiace molto che il lavoro che è stato fatto con fatica supportato soprattutto dai Consiglieri della minoranza, sia stato da qualcuno scambiato e accusato di ostruzionismo.
Se la maggioranza pensa che ascoltare le opinioni della minoranza ancora di più quando poi queste vengono recepite - perché in parecchi punti le proposte della minoranza sono state accettate nel documento finale - sia una perdita di tempo, se la maggioranza pensa che la discussione sia una perdita di tempo o, peggio, che sia ostruzionismo, la mia preoccupazione è che non avremo dei tempi felici per la discussione democratica in questo Consiglio. Questa è una grande preoccupazione che mi rimane da questa vicenda.
Se la vicenda si è protratta a lungo non è stato certo per una volontà ostruzionistica della minoranza, ma per un'incapacità della maggioranza di capire che il testo licenziato in Commissione era largamente e fortemente incompleto e quindi avrebbe inevitabilmente dato luogo a una lunga discussione in aula. E questa incapacità politica della maggioranza non pu essere ribaltata sulla minoranza.
In conclusione ripeto e ribadisco il no a questo provvedimento perch e ce ne accorgeremo tutti insieme - questo documento non va sicuramente nell'indirizzo di fare quel federalismo da tanti invocato, ma per il quale in questo momento non si è lavorato per raggiungere o per andare in quella direzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

E' utile in questa dichiarazione di voto anche ricordare due punti temporali di questo provvedimento. La Giunta, bene o male, questo provvedimento - e dirò anche perché bene o male, perché abbiamo sentito moltissime critiche o, meglio, abbiamo sentito rinnovare alcune critiche da parte delle opposizioni, e questo è anche normale nel gioco delle parti e dei ruoli.
Dicevo, questo provvedimento è stato presentato il 31 ottobre 2000 quindi poco più di tre mesi fa, con l'obiettivo di giungerne all'approvazione entro la fine dell'anno, così come dettato dalla legge e quindi entro il 31 dicembre. Poi questo non è stato possibile, e non dico il perché: l'abbiamo vissuto tutti nelle scorse settimane. Lo approviamo quest'oggi: 7 febbraio.
Bisogna comunque riconoscere che, in particolare all'interno dell'VIII Commissione, i lavori sono stati estremamente utili; sono stati ascoltati e valutati con grande attenzione i contributi di tutti, sia dei colleghi Consiglieri membri della Commissione, ma anche e soprattutto - non me ne vogliate - nell'ambito dell'ampia fase consultiva, anche dei soggetti esterni, che hanno avuto modo di esprimere le loro osservazioni.
Al di là dei ritardi e della situazione temporale, che ha visto il protrarsi della data dell'approvazione, credo che il lavoro svolto sia stato estremamente utile e che vi sia stato un atteggiamento disponibile e serio da parte del Consiglio regionale e anche da parte dell'opposizione.
Credo che le critiche poste siano state un pochino dettate anche dal gioco delle parti; bene o male, tutti sono stati ascoltati e c'è stato anche conseguentemente un atteggiamento disponibile, come dicevo prima forse in funzione di un dibattito che poteva essere più accesso e migliore di un confronto che certamente poteva essere implementato, ma che comunque vi è stato.
Sono state fatte molte accuse o rinnovate molte considerazioni negative. Io mi sento di respingerne due in particolare: quella della mancanza di volontà, da parte della Giunta regionale e di questa maggioranza, di voler sburocratizzare la macchina della Regione, e quella dell'inefficienza.
Ricordo che già nella campagna elettorale del 1995, l'allora candidato alla Presidenza della Giunta regionale del Piemonte, on. Enzo Ghigo, aveva fatto della sburocratizzazione e dell'efficienza della macchina regionale un proprio baluardo, un proprio obiettivo.
Credo che già nella passata legislatura in parte questi obiettivi siano stati certamente raggiunti. Infatti ricordo - anche se è noto, però è sempre utile rinnovare la memoria a questo Consiglio regionale - che proprio sulla campagna inerente alla sburocratizzazione ed efficienza della Regione abbiamo vinto le elezioni e Ghigo è diventato Presidente della Giunta regionale, eletto dai piemontesi con grande successo personale.
O i piemontesi sono tutti "gonzi" o comunque un pochino di questa efficienza e di questa volontà di sburocratizzazione siamo stati capaci di trasferirla all'esterno.
Credo quindi che la volontà di sburocratizzare la macchina ci sia in questo governo regionale e in questa maggioranza, così come la volontà di gestire con efficienza. Possono sembrare giudizi scontati o posizioni scontate come le vostre, che vedono invece la mancanza di volontà di sburocratizzazione e l'accusa di inefficienza confermata.
Certamente la volontà di sburocratizzare la Regione ci deve vedere protagonisti insieme, protagonisti come Consiglio regionale.
Ci auguriamo che pure voi, dal ruolo di opposizione, vogliate trasferire questa volontà nella realtà, ma soprattutto che vogliate, come Consiglio regionale, approvare delle leggi che vanno in questa direzione anche con - perché no? - una volontà di delegificazione, per trasferire le competenze nei prossimi mesi e nel corso della legislatura.
Signor Presidente, in sostanza penso che stiamo per approvare una buona legge, una legge completa, che trasferisce le competenze in primo luogo alle Province. Da questo punto di vista - come avete detto - si poteva certamente trasferire di più; questo l'abbiamo riconosciuto, comunque non si trasferiscono inefficienze, Consigliere Saitta, ma noi vogliamo e crediamo di trasferire alle Province delle reali competenze.
Quindi noi voteremo favorevolmente a questo provvedimento e, mutuando un po' il vigore del Presidente Giordano, lo faremo anche con grande convinzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, intervengo solo per svolgere una brevissima dichiarazione di voto, dopo un iter lunghissimo, durato molti mesi, che ci ha portato all'approvazione di questa importante legge attuativa fuori termine (siamo ormai ad un mese e più dalla scadenza che ci era stata imposta).
Intervengo per dire che il nostro Gruppo esprime ovviamente un voto favorevole rispetto a questo disegno di legge. Però si tratta di un voto favorevole disciplinato. E spiego perché disciplinato.
Ritengo che probabilmente il periodo storico attuale sia un momento di grande difficoltà e di passaggio, per cui alcuni aspetti che sono stati sottolineati in quest'aula e alcuni punti su cui si sono espressi dei dubbi, li abbiamo verificati concretamente in occasione di alcuni avvenimenti che hanno interessato la nostra Regione; l'abbiamo verificato anche sulla legge madre, il decreto legislativo 112.
In questa sede è in corso un dibattito su un reale decentramento, che deve necessariamente avere un effetto a cascata. Se questo effetto a cascata dal livello nazionale non arriva realmente a quello regionale per poi diffondersi nelle maglie delle varie istituzioni minori, è evidentemente difficile programmare e presentare un disegno di legge attuativo organico. Ed è un po' questo il motivo del nostro "sì" disciplinato.
Noi riteniamo che questo disegno di legge, per alcuni aspetti, presenti ancora una certa disorganicità, non dovuta ovviamente all'incapacità di questa Giunta, anzi, ma ad una legge nazionale che non è stata attuata, che non è stata chiara nelle sue linee principali. Per questo volevo essere estremamente onesto.
Votando a favore, intendo manifestare alcune perplessità che il mio Gruppo ritiene in tutta sincerità riferibili unicamente al momento storico che stiamo vivendo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Vaglio che interviene in qualità di Consigliere.



VAGLIO Roberto

Grazie Presidente e grazie colleghi per un attimo di attenzione che avrete la cortesia di dedicarmi.
Sarò molto breve, ma tenevo a che il Gruppo Federalisti Liberali intervenisse in coda all'approvazione di questa legge. Prima di tutto però, volevo tranquillizzare quei colleghi che hanno avanzato dei dubbi su fatto che la Regione potesse diventare il contraltare centralista dello Stato. Non è così, lo sanno quelli che nella passata legislatura definirono i percorsi dei trasferimenti di competenze dallo Stato alle Regioni agli Enti locali.
Noi già con la legge 34 nel '98, avevamo ben chiaro cosa bisognava fare.
Sapevamo che le competenze dovevano andare soprattutto ai Comuni, che gli Enti locali dovevano essere rafforzati, che il trasferimento non doveva essere un'alluvione, ma un'azione in progresso.
Nel '99 riconfermavamo questa nostra volontà e tendenza, ma anche sensibilità, che avevamo ormai acquisito dal confronto, dal tavolo di concertazione continuo con gli Enti locali, in occasione della legge 44.
I colleghi ricorderanno i due passaggi fondamentali nei quali ricordammo questa capacità di trasferimento: l'art. 3, dove veniva definito il ruolo della Regione, e l'art. 4, dove abbiamo definito un percorso che non ammette deviazioni: il percorso della sussidiarietà.
L'art. 4 della legge 44 stabilisce che, nelle materie di cui al decreto legislativo 112, tutte le funzioni non ricondotte espressamente alle competenze regionali sono conferite tassativamente agli Enti locali.
Questo significa che, le poche competenze che vengono mantenute per indirizzo in capo alla Regione, anche se temporaneamente la Regione continua a mantenere alcune funzioni gestionali, devono essere trasferite tassativamente, entro il 2002, agli Enti locali. La Regione dà un tempo agli Enti locali, ma gli Enti locali stessi richiedono un periodo di tempo di irrobustimento, di riorganizzazione, di ripensamento per gestire le competenze attribuite loro.
Lo hanno fatto le Province, lo stanno facendo i Comuni, lo sta facendo il tessuto amministrativo della nostra Regione, che si sta modificando in modo estremamente interessante e veloce.
La legge 16 del 2000, che stabiliva che le Comunità collinari dovessero diventare un ambito ottimale, sta dando ottimi risultati. Si stanno creando unioni di Comuni collinari in tutta la regione e con grande successo. E' un grande successo dell'associazionismo tra gli Enti locali. E' l'unica chiave di lettura attraverso la quale potremo procedere, se siamo convinti secondo il principio di sussidiarietà, nel trasferimento delle competenze agli Enti locali.
Non posso, dunque, che salutare con soddisfazione un'altra tappa certamente non il traguardo - di questa razionalizzazione del sistema amministrativo, del sistema della gestione delle competenze.
Certo, si può sempre fare qualcosa in più, ma attraverso la collaborazione delle forze sedute in quest'aula, che è un'aula legislativa me lo devo ricordare sovente, questo non è il Consiglio comunale di Levone, dove io siedo e sono onorato di sedere - che ha il compito di legiferare per l'autonomia, per portare verso l'autonomia la nostra Regione, oggi è stato fatto un passo importante. Non sarà l'ultimo, ma dobbiamo essere convinti che la strada che stiamo percorrendo è quella giusta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Faccio mie tutte le critiche mosse dagli altri colleghi dell'opposizione, e non vorrei essere ripetitivo.
Nella discussione della proposta di legge 178 è emersa una logica che anche noi non ci sentiamo di accettare. Vengono trasferite, dallo Stato alle Regioni, delle competenze previste dal decreto legislativo 112, che, a loro volta, attraverso il principio della sussidiarietà, avrebbero dovuto essere trasferite, insieme alle risorse umane e finanziarie, al sistema delle autonomie locali.
Non tutto è avvenuto realizzando il principio della sussidiarietà essendo stato ritenuto il sistema delle autonomie locali (Province, Comuni e Comunità montane) ancora allo stato grezzo, cioè non maturo per accettare ed esercitare tali funzioni.
Ne deriva, dunque, che molte competenze sono rimaste a livello regionale, determinando un centralismo regionale che si è sostituito a quello statale.
Riteniamo che si sia persa un'occasione propizia per realizzare un passo decisivo verso il federalismo, tradendo il principio della sussidiarietà. La maggioranza ritiene che la proposta di legge 178 sia solo una tappa importante; noi speriamo che, non a lungo termine, ma a breve questo percorso sia terminato.
Pertanto, riguardo a questa tappa, annuncio il mio voto contrario.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Il Consigliere Segretario Mancuso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 votanti 41 hanno risposto SI' 29 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La legge è approvata.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Comunico che riprenderemo i nostri lavori alle ore 15.00.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13,29)



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