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Dettaglio seduta n.64 del 06/02/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Procediamo all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Vicepresidente Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n.
26 Consiglieri anziché 30 (sono in congedo n. 2 Consiglieri), la seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52 del Regolamento del Consiglio regionale.



(La seduta, sospesa alle ore 14,41 riprende alle ore 15,09)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali

Proseguimento esame disegno di legge n. 178: "Ulteriori disposizioni normative per l'attuazione del d.lgs. 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59)" (seguito)


PRESIDENTE

Comunico che sono stati accolti dalla Giunta i seguenti emendamenti: 11/121.1) presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Muliere, Manica Suino, Tapparo, Giordano, Caracciolo e Tomatis 11/123.1) presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Muliere, Manica Suino, Tapparo, Caracciolo, Moriconi, Chiezzi, Tomatis, Giordano e Contu 11/124.2) presentato dal Consigliere Dutto 11/126.1) presentato dal Consigliere Dutto 11/127.1) presentato dal Consigliere Dutto 11/124.3) presentato dall'Assessore Leo 11/124.4) presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Muliere, Manica Suino, Tapparo, Caracciolo, Moriconi, Tomatis, Chiezzi, Giordano e Contu 11/124.5) presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Muliere, Manica Suino, Tapparo, Caracciolo, Moriconi, Tomatis, Chiezzi, Giordano e Contu 11/124.6) presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Muliere, Manica Suino, Tapparo, Caracciolo, Moriconi, Tomatis, Chiezzi, Giordano e Contu 11/131.1) presentato dai Consiglieri Mellano e Placido.
L'emendamento all'art. 11/131, presentato dal Gruppo dei DS è ritirato?



PLACIDO Roberto

Sì, è sostituito.



PRESIDENTE

Tutti gli emendamenti all'art. 11/132 sono accolti, ma andiamo per ordine. E' accolto l'emendamento 11/132.1), che sostituisce il primo comma con la seguente frase: "1. La Regione definisce ogni tre anni il programma regionale e gli obiettivi prioritari degli interventi, attivando a tal fine forme di concertazione con gli Enti locali e sentito il parere della Consulta regionale dei giovani".
Colleghi, per facilitare le operazioni di voto, darò una numerazione progressiva agli emendamenti, così sarà più facile identificarli.



PRESIDENTE

PALMA Carmelo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Io, però, non ho capito cosa viene accolto o meno.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione (fuori microfono)

Tutti gli emendamenti presentati dai Consiglieri Placido e Mellano sono accolti.



PRESIDENTE

E' accolto anche l'emendamento all'art. 11/132, presentato dal Consigliere Marcenaro ed altri, che chiede di sostituire il secondo comma con la seguente formulazione: "La Regione ripartisce i fondi regionali alle Province sulla base di un'analisi dei fabbisogni fondata su indicatori oggettivi di carattere demografico, socioeconomico e territoriale, e tenuto conto delle innovazioni espresse dalle stesse Province".



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Che articolo è?



PRESIDENTE

Forse, nella copia a sue mani, è scritto art. 130, ma si tratta di un errore, di una vecchia numerazione. Le fotocopie attuali sono già state corrette.
In pratica, tutti gli emendamenti sono accolti, tranne quelli di cui vi dirò alla fine.
E' accolto anche l'emendamento 11/132.3), presentato dai Consiglieri Placido e Mellano, che sostituisce il terzo comma con la seguente formulazione: "La Regione definisce forme ed attribuzioni della Consulta regionale dei giovani, al fine di garantire la piena rappresentanza della popolazione giovanile".



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione (fuori microfono)

Questo emendamento supera quello presentato dal Gruppo dei DS.



PRESIDENTE

Infatti l'emendamento dei DS è ritirato, così come l'emendamento relativo all'Osservatorio permanente sulla condizione dei giovani è da intendersi superato.
L'emendamento all'art. 11/132, comma sette, presentato dai Consiglieri Placido e Mellano, che recita: "Dopo le parole 'la Giunta regionale' aggiungere le parole: 'in collaborazione con la Consulta regionale dei giovani'", viene accolto.
E' accolto anche l'emendamento, sempre a firma dei Consiglieri Mellano e Placido, che recita: "Dopo le parole 'condizione dei giovani', aggiungere le seguenti parole: 'valorizzando l'apporto operativo e progettuale della Consulta regionale dei giovani'"...



(Breve consultazione tra il Presidente Cota e l'Assessore Leo)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Per quanto riguarda il settimo comma dell'art. 11/132, il testo della Giunta recita: "La Giunta regionale organizza la costituzione dell'Osservatorio permanente sulla condizione dei giovani". Un nostro emendamento stabilisce che "la Regione istituisce e coordina la costituzione...", ecc. E' stato accolto, questo, oppure no?



PRESIDENTE

L'Assessore Leo mi diceva che l'emendamento è superato dall'accoglimento dell'emendamento presentato dai Consiglieri Placido e Mellano.



PLACIDO Roberto

In Commissione era stata accolta una serie di emendamenti presentati dal nostro Gruppo, e solo gli altri si intendono sostituiti dagli emendamenti che successivamente abbiamo presentato io e il collega Mellano.
Nello specifico, il nostro emendamento al comma 7 dell'art. 11/132 era stato accolto - almeno questo è quanto ho negli appunti a mie mani - già in Commissione. C'era, poi, una serie di nostri emendamenti, che si intendono superati dalle modifiche successivamente presentate da me e dal collega Mellano. Quindi questo emendamento rimane.



PRESIDENTE

Mi scusi: accolti vuol dire che avrebbero dovuto essere inseriti nel testo licenziato.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Per quanto riguarda la metodologia, forse conviene guardare il testo.
L'Assessore Leo dice una cosa che a me sembra molto semplice: la Giunta regionale, anziché "organizza" la costituzione, "istituisce". E' una formulazione più chiara, che a mio parere risolve il problema.



PRESIDENTE

Sì, però, scusate, resta: "in collaborazione con la Consulta" e togliamo: "valorizzando l'apporto operativo e progettuale", perché è una specie di ripetizione. Oppure, scriviamo: "valorizzandone l'apporto operativo e progettuale".
Allora lo riformulo: "Il comma 7 dell'art. 132 è così sostituito: 'La Giunta regionale, in collaborazione con la Consulta regionale dei Giovani e valorizzandone l'apporto operativo e progettuale, istituisce l'Osservatorio permanente sulla condizione dei giovani'".
Se ho ben capito, rimangono da discutere: l'emendamento presentato dal Consigliere Saitta, relativo all'art. 11/120; l'emendamento a firma dei Consiglieri Ronzani, Marcenaro ed altri, che istituisce l'art. 12 bis l'emendamento presentato dal Consigliere Saitta, relativo alla norma finanziaria (art. 13); l'emendamento presentato dal Gruppo dei DS istitutivo dell'art. 14 bis.
Bene, incominciamo...



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ce ne erano altri sull'art. 11/120.



PRESIDENTE

Certo, ma per ora ho fatto questo elenco solo per organizzarci.
Sull'art. 11/120 c'è probabilmente una richiesta di intervento del Consigliere Ghiglia, ma, per procedere con ordine, passerei alla votazione dell'art. 11/119.
Per andare avanti ordinatamente, occorre procedere all'esame degli articoli relativi al Capo IV.
Prima di porre in votazione l'art. 11/119, comunico all'Assemblea che soltanto da un punto di vista tecnico, il Capo IV e l'Oggetto dell'art.
11/119 dovrebbero essere così riformulati: "Istruzione ed edilizia scolastica e diritto allo studio universitario", indipendentemente dall'accoglimento di eventuali emendamenti, perché abbiamo un articolo l'art. 11/123 - che presenta quel titolo.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, chiedo che questa modifica sia formalizzata con un emendamento.



PRESIDENTE

Va bene, Consigliere Chiezzi, formuliamo un emendamento.
ART. 11/119 11/119.1 Emendamento presentato dal Presidente Cota: Al titolo del Capo IV, dopo le parole: "Istruzione ed edilizia scolastica" aggiungere le parole: "e diritto allo studio universitario".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 39 voti favorevoli.
Proporrei di estendere l'emendamento testé approvato anche al titolo dell'art. 119.
Pongo nuovamente in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 39 voti favorevoli.
Si proceda alla votazione dell'art. 11/119, come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 votanti 32 voti favorevoli 32 non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri L'art. 11/119 è approvato.
ART. 11/120 Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Chiedo, a nome della maggioranza, dieci minuti di sospensione su questo art. 11/120, che dobbiamo rimeditare.



PRESIDENTE

Chiedo se il Consigliere Saitta ha la gentilezza di accedere a questa richiesta.
Se l'Aula acconsente, sospendo brevemente la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 15,35 riprende alle ore 16,34)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi, penso che tutti voi comprendiate che si sta discutendo di un problema la cui incidenza sull'ordine dei lavori è notevole. A questo punto, formalizzo una nuova sospensione di altri dieci minuti. Mi impegno però, a tener fermo il calendario sul Consiglio straordinario relativo ai mutui-usurai e anatocismo, perché è stato espressamente richiesto.



(La seduta, sospesa alle ore 16,34 riprende alle ore 16,43)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Le chiedo, Presidente, come intende svolgere i lavori, dato che è convocato un Consiglio straordinario.



PRESIDENTE

Proporrei di procedere con il disegno di legge n. 178 ed iniziare domani mattina, vista l'importanza del dibattito, la seduta straordinaria sull'usura. Ovviamente, deve esserci il consenso dell'Aula e, in particolare, dei richiedenti la convocazione straordinaria.
Diversamente, votiamo l'art. 11/120 ed incominciamo i lavori del Consiglio regionale straordinario sull'usura.
Chiedo, in questo senso, lumi.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Non sono il firmatario, bisogna chiedere ai proponenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Di Benedetto.



PRESIDENTE

DI BENEDETTO Alessandro



PRESIDENTE

Si può continuare con il disegno di legge 178 fino alle ore 20,00, come è stato proposto informalmente dal collega Cattaneo, ed iniziare domani mattina il dibattito sull'usura.
Chiedo, però, che vengano rispettati i tempi per il Consiglio straordinario di domani.



PRESIDENTE

Questa proposta va anche nella direzione di dare dignità al dibattito.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Poco fa, informalmente, anche per un atto di rispetto e di garbo nei confronti del collega Di Benedetto, in quanto primo firmatario e proponente del Consiglio straordinario su questo importante tema, ho detto, con un atto di grande disponibilità, parlando con alcuni colleghi di maggioranza che c'era una certa difficoltà a garantire il numero legale per la seduta notturna e che si rischiava di doverla interrompere nel momento più importante del dibattito.
Mi associo, dunque, a quanto diceva prima il Presidente.
Mi sembra ci sia la disponibilità, da parte dei proponenti il Consiglio straordinario, di ultimare la seduta ordinaria alle ore 20,00 e differire il Consiglio straordinario, su questo importante tema, nella mattinata di domani. Questo, se l'Aula sovrana è d'accordo, in modo che possiamo dare dignità, ma soprattutto utilità al dibattito, garantendo, nella giornata di domani, un tempo utile per affrontare un dibattito così interessante magari assumendo un provvedimento relativamente al dibattito stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Se il Consigliere Di Benedetto, che è il primo firmatario della richiesta di convocazione del Consiglio straordinario, concorda sul rinvio a domani, anch'io sono d'accordo.
Voglio solo dire, per fare una valutazione dei tempi della nostra discussione, che dobbiamo ancora esaminare una serie di articoli del disegno di legge 178 che il nostro Gruppo considera esauriti, dopo le risposte positive che hanno portato al recepimento di una serie di emendamenti.
Per quanto ci riguarda, non so per gli altri Gruppi, segnaliamo la necessità di una discussione sugli ultimi due articoli e due emendamenti che abbiamo presentato. Vi sono, come tutti ricordiamo, una serie di ordini del giorno collegati, che richiedono un approfondimento ed una discussione.
Vorrei dire di condurre, fino all'ora che si riterrà opportuna, la discussione sul disegno di legge 178, ma non è detto che si riesca a terminare questa sera, con il voto finale, gli ordini del giorno collegati ed il voto generale sul provvedimento.
Occorre prevedere, dunque, che domani mattina, prima del dibattito sull'usura, ci sia lo spazio necessario per concludere la discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Non ci opponiamo al rinvio della seduta straordinaria a domani, anche se mi spiace di non poter essere presente alla discussione, perché non potrò essere in aula.
Chiedo, Presidente, di allegare alla discussione un breve appunto che le lascerò.



PRESIDENTE

Lo farò senz'altro, Consigliere Deorsola, e la ringrazio per la sua sensibilità.
Proseguiamo con il disegno di legge 178 fino alle ore 20,30 e rimandiamo a domani la seduta straordinaria, quindi la seduta notturna non è necessaria.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali

Proseguimento esame disegno di legge n. 178: "Ulteriori disposizioni normative per l'attuazione del d.lgs. 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59)" (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo al disegno di legge n. 178.
Si proceda alla votazione dell'art. 11/120 nel suo complesso per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 47 votanti 44 voti favorevoli 30 voti contrari 14 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art. 11/120 è approvato.
ART. 11/121 11/121.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Giordano, Caracciolo e Tomatis: All'art. 11/121 del d.d.l. n. 178/2000, comma 2, dopo le parole "Comunità montane, per", aggiungere la parola "mirati".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 40 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri).
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art.11/121, come emendato, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto. L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 votanti 39 voti favorevoli 29 voti contrari 10 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art. 11/121 è approvato.
ART. 11/122 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 votanti 39 voti favorevoli 29 voti contrari 10 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art. 11/122 è approvato.
ART. 11/123 1/123.1) Emendamento presentato dal Consigliere Marcenaro, Ronzani Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Caracciolo, Moriconi, Chiezzi, Tomatis Giordano e Contu: All'articolo 11/123 del d.d.l. n. 178/2000, il comma 2 è sostituito come segue: "Le Province ed i Comuni concorrono all'esercizio delle funzioni di cui al comma 1, lett. a) e b) secondo il principio di sussidiarietà e nell'ambito della programmazione" Pongo in votazione l'emendamento, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 39 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri).
Si proceda alla votazione dell'art. 11/123, così come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 votanti 40 voti favorevoli 29 voti contrari 11 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art. 11/123 è approvato.
ART. 11/124 Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Questo è ancora un articolo su cui, in conseguenza di un emendamento della Lega Nord, svolgo un intervento che segnala che tra le funzioni della Regione, previsto da questo articolo, vi è anche quella relativa alla tutela e promozione della conoscenza dell'originale patrimonio linguistico del Piemonte.
E' un articolo che promuove e coordina censimenti che si occupiamo di patrimonio pubblico, promuove studi, promuove la costituzione di associazioni.
Direi che prende in esame, Presidente Ghigo, la varietà e la ricchezza di presenze culturali, la ricchezza delle storie che hanno attraversato le varie realtà del Piemonte e tutte insieme cerca di valorizzarle.
L'articolo si appoggia ad indicazioni legislative vigenti, che sono improntate ad una scelta pluralistica; è un articolo che quindi non seleziona e privilegia, ma accosta tutto ciò che è stato storicamente costruito e sviluppato e che fa parte dell'identità del Piemonte, frutto di tante identità locali di vario tipo (culturali, economiche, sociali e linguistiche).
La mia impressione è che questo pluralismo sia da rispettare anche nell'attuazione della Bassanini. Vedo che vi sarebbe - perché non siamo ancora arrivati all'emendamento - la proposta di limitare la funzione della Regione di valorizzare l'originario patrimonio linguistico del Piemonte e che vi sia l'intenzione di limitare e soffocare questa azione a danno delle varie presenze linguistiche del Piemonte, restringendo il campo di applicazione a quella che l'emendamento chiama semplicemente "lingua piemontese" e altre lingue citate da un emendamento.
Vorrei sull'articolo segnalare la necessità di respingere questa restrizione della finalità delle funzioni della Regione alla identificazione di singole lingue, ma che rimanga, così com'è nella legge la difesa e valorizzazione dell'intero patrimonio linguistico regionale che è composto di varie lingue parlate ancora oggi, e che tutte insieme rappresentano una identità linguistica plurale, che tutta insieme deve appartenere all'azione di sostegno e di promozione della Regione Piemonte.
Questo è un fatto, e mi rivolgo direttamente al Presidente Ghigo perché assuma, come Presidente, un'attenzione specifica a questo fatto. Noi abbiamo la legge n. 26 del 1990, che dice chiaramente che il patrimonio linguistico e culturale delle singole comunità linguistiche deve essere oggetto di attenzione e di ricerca da parte della Regione.
Presidente, su questo punto penso che l'attenzione debba essere massima e che nessun tentativo di restringere l'attenzione della Regione rispetto alle presenze linguistiche possa essere accettato. Non vi è purezza della lingua, e dopo aver già conosciuto per un certo periodo la purezza della razza! In questa Regione non si introduce la purezza della lingua! In questa Regione vi è un patrimonio di lingue che sono state o sono parlate e che tutte insieme rappresentano una ricchezza. Non vi è da approvare alcun codice che fissi in modo arcaico e sbagliato che cosa sia una lingua! Tra l'altro, sappiamo che la lingua è evoluzione continua; non c'è bisogno di essere grandi studiosi per sapere che una lingua è soprattutto una lingua parlata e che una lingua parlata è soggetta, nel tempo, a modificazioni, a contaminazioni, a cambiamenti del modo di produrre e di vivere, quindi la lingua non può essere codificata come struttura rigida.
Allora, mi rivolgo al Presidente Cota e al Presidente Ghigo perch questo elemento sia in ogni modo salvaguardato.
Dico ai colleghi che questa legge 26 è una legge che non può essere variata, anche questa, con un "emendamentino" che ne restringe la portata perché noi stiamo parlando di funzioni della Regione Piemonte. E le funzioni della Regione Piemonte sono quelle contenute negli articoli della legge "Tutela, valorizzazione e promozione della conoscenza dell'originale patrimonio linguistico del Piemonte": questa è la legge! Attuare la Bassanini vuol dire riconoscere tra le funzioni della Regione quelle previste dalla nostra legge, a meno che, Presidente Ghigo, non si voglia anche qui cambiare la legge che tutela l'originale patrimonio linguistico del Piemonte, cosa che può sempre essere fatta, ma è questione legislativa di merito che sarebbe incongruo, anche rispetto alle decisioni prese fino a poco fa, trattare all'interno di un piccolo emendamento di attuazione della Bassanini.
Quindi condivido che l'articolo, dal punto di vista del suo pluralismo rimanga com'è stato scritto dalla Giunta, rimanga questo il testo. Ogni ipotesi, da parte di colleghi, di voler modificare la legge che tutela l'originale patrimonio linguistico del Piemonte, consegniamola a una fase successiva di modifica legislativa, così come abbiam fatto sull'urbanistica, sulla scuola privata e su altre questioni che abbiamo stralciato.
Spero che il Presidente Ghigo abbia potuto ascoltare queste parole perché mi sembra che una sua attenzione sia utile anche in questa occasione, sia da parte sua sia da parte dell'Assessore Leo, perché non vorrei che si cambiassero dei testi di legge con dei semplici emendamenti.
Manteniamo la dizione "originale patrimonio linguistico del Piemonte" che è la dizione la più ampia possibile, dentro la quale ci stanno tutte le ricchezze e le varietà delle lingue e, colleghi, delle parlate presenti in Piemonte, rimandando un'eventuale discussione (so che ci sono anche ordini del giorno in proposito) al momento in cui si discuteranno gli ordini del giorno o proposte di modifica legislativa in ordine al patrimonio linguistico, che chiederei venisse tutto insieme garantito di pari attenzione da parte della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire sull'articolo il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Prendo spunto anche dall'intervento del Consigliere Chiezzi perché su quel punto ho già ricordato si è accentrata l'attenzione del Consigliere Brigandì che è il primo firmatario di un emendamento che stravolge l'impostazione del punto in questione che riprendo: "tutelare, valorizzare e promuovere la conoscenza dell'originale patrimonio linguistico del Piemonte nonché del patrimonio linguistico dell'arco alpino, in cooperazione con le Comunità montane".
Il Consiglieri Brigandì non può far finta di non sapere che il Parlamento ha approvato il 15 dicembre 1999 una legge, la n. 482, che è il frutto di un lungo lavoro istruttorio. Intanto, questa legge recepisce una risoluzione del Parlamento Europeo, la fa propria e pone al centro del dibattito anche del Parlamento la definizione di lingua perché - credo che il Consigliere Brigandì concorderà - la dignità di lingua non è una cosa che si dà così, credo che abbia dei presupposti che corrispondono ad un'identità storica, culturale e sociale ben definita, che contribuiscono poi ad arricchire e rendere quel patrimonio linguistico il patrimonio di quel popolo.
Allora, guardando questa legge alla quale noi credo ci dovremo attenere nel momento in cui facciamo conseguire degli atti che comportano anche degli impegni di spesa per la collettività non da poco perché se per estensione nell'applicazione di questo articolo noi dovessimo con una forzatura legislativa a livello regionale fare propria l'impostazione della legge n. 482 ne conseguirebbero, sul piano anche degli impegni di spesa notevoli adempimenti.
Vorrei ricordare che l'art. 32 di quella legge individua fra le lingue di questa Regione il franco-provenzale e l'occitano. Non mi sembra sia riconosciuta nell'ambito di questa legge dello Stato la lingua piemontese e quindi io credo che debba essere fatta...



(Commenti del Consigliere Galli)



CONTU Mario

Io per ora ho questi riferimenti; ho anche i riferimenti recepiti nella modifica alla legge 49 che molto correttamente la maggioranza ha riportato nel disegno di legge n. 178.
Quando si parla di patrimonio linguistico è facile pensare che questo sia un patrimonio che in questa Regione si è arricchito. Vorrei ricordare la lingua sarda, dato che in Piemonte vi sono comunità sarde. Non lo dico per spirito di partigianeria, ma posso dire che altre culture, altri ospiti, altre realtà di popolo che si sono inserite in questa Regione vanno altrettanto tutelate come le culture locali e quindi le espressioni di lingue locali.
Per quanto ci riguarda, manterremo immutato il disposto della lettera b) del comma 2 dell'art. 124. Qui, Presidente, non si capisce bene.
Guardando attentamente il testo, mi sembra difficile fare riferimenti siccome gli interventi si riferiscono ad un testo scritto, sembra ci sia un po' di incongruenza fra la denominazione dei punti e delle lettere.
L'art. 124 inizia infatti con un punto 1), poi c'è un comma a) e di nuovo una disposizione per punti, ecc...



PRESIDENTE

Lei tenga conto: un primo comma, a pag. 26; un secondo comma, che inizia con "sono da considerarsi", a pag. 27; un terzo comma: "la Regione" un quarto comma: "la Regione"; poi il quinto, sesto e settimo comma.



CONTU Mario

Il mio intervento era comunque teso a ribadire che è in relazione a quel punto, che però è difficile da riprendere in termini di riferimento anche dal punto di vista emendativo.
Naturalmente mi pronuncio già sull'emendamento proposto dalla Lega Nord, annunciando il nostro voto contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, intervengo sull'articolo in generale e focalizzo quello che ritengo il punto nodale, in cui è ruotato l'intervento dei colleghi Chiezzi e Contu.
Nella formulazione data ("Tutela, valorizzazione e promozione delle conoscenze dell'originale patrimonio linguistico") si intende, con "originale", l'originalità del processo costitutivo linguistico del Piemonte, che è la lingua piemontese. Su tale aspetto c'è un grosso dibattito in corso, però il senso è questo.
Il riferimento al patrimonio linguistico dell'arco alpino rappresenta il patrimonio franco-provenzale, il valser e, semmai, l'occitano. C'è oggi una discussione in corso in tali realtà territoriali perché negli anni Sessanta non si parlava di occitano, non veniva usato il termine "occitano", se non da studiosi molto sofisticati. Era più frequente un riferimento a lingue di ceppo provenzale.
Ancora oggi, nella polemica esistente nelle valli del cuneese, una parte della popolazione - ad esempio la comunità di Comboscuro - sostiene per esempio il valore della definizione "provenzale" o tuttalpiù "occitano provenzale" .
Al di là di questo aspetto, che è un po' specialistico, la definizione che viene data è chiara. Certo, potremmo avere un elemento esplicitativo facendo riferimento alla lingua piemontese, facendo riferimento ai tre tronconi "valser, franco-provenzale, occitano". Io, ripeto, sulla definizione "occitano" ho qualche riserva.
Al collega Chiezzi vorrei dire che le derivazioni di parlata diversa che ha un impianto linguistico come il piemontese, ed una tradizione letteraria comune, che si è sviluppata tra il '200 e il '300, che ha una sedimentazione forte, li si ritrova anche in altre lingue con cadenze tonalità e ricchezze linguistiche diverse.
Ci sono lingue di frontiera, verso la Lombardia e la Liguria, dove si crea una linea di confine non precisa, ma questo è un misto che subisce ogni fenomeno di confine.
Pertanto potremmo dire che la definizione la si intende in un certo modo e vorremmo tenerla invariata; se la vogliamo decriptare, è chiaro che l'indicazione che viene data da un emendamento può essere più precisa, ma non si sposta di molto.
Occorre capire che, quando ci si riferisce al patrimonio originale, non si tratta del patrimonio che si sta costituendo in una parte di una comunità che parla in modo diverso, perché questa avrà una storia di provenienza diversa e diversa è l'interpretazione che dobbiamo dare noi.
Se, cioè, nel quartiere di Torino si parla una lingua diversa da quella originale, la legge non la comprende e pertanto la dovremo comprendere sotto una forma diversa.
La proposta, pertanto, è buona, ma potremmo aggiungere un elemento chiarificatore, che è quello dato dall'emendamento. Non metterei in discussione la non esistenza delle tre lingue alpine e di quella piemontese. C'è una ricchezza di articolazione, ma è opportuno non attardarsi in un dibattito complesso.
Faccio ancora una considerazione: la legge nazionale ha compreso fra le lingue il friulano ed il sardo e ritengo che la ricchezza letteraria storica e grammaticale del piemontese sia analoga a queste. Tra l'altro, la Carta Europea delle lingue indica il piemontese come lingua caratteristica.
Dobbiamo capire, semmai, se c'è l'intenzione di inserire qualcosa di diverso.
Non entro nel merito se sia giusto o sbagliato, ma c'è il problema ad esempio della lingua rom ed una serie di cose che vanno dette esplicitamente. Qui, così com'è formulato, non vengono comprese tali realtà linguistiche e pertanto le potremmo comprendere in una norma diversa.
Mi pare giusto che nell'impianto generale ci sia la formulazione data pertanto, se i colleghi che hanno presentato l'emendamento lo vogliono ritirare e viene fatta una dichiarazione di principio, con la quale si stabilisce che la formulazione presente nella proposta originale ha questo significato, va bene. Se, invece, vogliono forzare la loro proposta possiamo anche accompagnarla.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

President, lu meu cée al preicava mac de li amun...
Naturalmente non continuerò in questa lingua originale, perché il Regolamento non me lo consente...



RIBA Lido

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



RIBA Lido

Intanto traduci quello che hai detto!



RIBA Lido

Naturalmente, Presidente, non volevo violare il Regolamento, che impone di diffondere il testo scritto qualora gli interventi non vengano svolti in italiano, ma semplicemente usare un'espressione di richiamo, che traduco subito - ci mancherebbe - altrimenti il mio intervento non avrebbe significato.
Quando dico: "Lu meu cée al preicava mac de li amun", uso una frase originale in occitano. Gli occitani non hanno mai usato il termine "occitano" perché è un termine culturale di cui loro ignoravano l'esistenza. Quando dicevano: "preicava de li amun" volevano dire: "parlare del posto in cui si parla in occitano".
Ho usato questa espressione per dire - e lo dico molto cordialmente non vorrei assolutamente che questo argomento diventasse un elemento di conflitto tra di noi - che ad esempio il mio nonno materno parlava soltanto l'occitano e se si voleva parlare con lui, o si parlava in occitano oppure si svolgeva un colloquio in termini approssimativi.
Posso dire, e non vorrei scandalizzare nessuno, che io stesso ho imparato a parlare l'italiano verso i sei anni, quando sono andato a scuola, in quanto nella zona in cui ho vissuto non si parlava assolutamente in italiano. La lingua veicolare era il piemontese, ma penso che sia stato così un po' per tutti.
Ritengo che tutto questo rappresenti veramente un grande patrimonio oggi si stanno effettivamente compromettendo come tante altre cose. Quanto tempo ci vorrebbe per ricostruire una lingua, una volta scomparsa? Si potrebbero fare tante dotte citazioni. Mi ricordo di un amico grecista che diceva che del greco sappiamo soltanto che "vee" vuol dire "bee" perch abbiamo appreso che le pecore fanno "bee" che si scrive "vee". Lui era un grecista.
Queste provocazioni per dire che, magari, un giorno, cercherò di fare un intervento in lingua occitana, osservando il Regolamento naturalmente per rendere omaggio a quel territorio la cui voce, nella scorsa legislatura, poteva ancora essere originariamente espressa da tre o quattro Consiglieri, mentre adesso si va assottigliando questo genere di presenza in Consiglio.



(Commenti in aula)



RIBA Lido

Per parlare una lingua non italiana è prevista la distribuzione di un testo scritto, anche perché, obiettivamente, sono lingue che hanno una certa distanza, quando dico: "Lu meu cée al preicava mac de li amun", è un suono non traducibile facilmente. In certe vallate, invece, è un suono assolutamente ricorrente.
Sottolineo le considerazioni fatte dal Consigliere Tapparo, nel senso che una spiegazione, una terminologia in questo testo che si richiami a questo patrimonio la cui citazione non è particolarmente usata in Piemonte mi trova d'accordo. Ovviamente questo non introduce nessun elemento di alterazione, di speculazione.
L'unica questione che voglio sostenere è una piccola polemica con quanti dicono che il piemontese non è una lingua. Può anche darsi, ma questo vuol dire che io e tanti altri abbiamo parlato qualcosa che non era una lingua e che tutto il Piemonte parlava qualcosa di particolarmente strano. Ritengo, per la complessità - e anche perché abbiamo il diritto di esprimere la nostra opinione - per l'originalità dei vocaboli, che il piemontese sia una lingua.
Lasciando a chi vorrà altrimenti definire questa partita, credo che lingua o non lingua, sia comunque elemento significativo del patrimonio comunicativo della nostra regione: franco-provenziale (perché è specifico) occitano (perché, al di là delle discussioni, è una differenza e un'articolazione diversa rispetto al franco-provenzale), il valser (perch non ha mai avuto echi ma, effettivamente, nel Monte Rosa e nella zona della Val Sesia è ancora conosciuto e parlato da qualcuno). Credo che non debbano essere dati significati diversi da un'attenzione a questo tipo di valori nell'ambito della discussione di questo articolo e di questo emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Volevo chiedere, da profano, ma tenendo conto delle cose che diceva il Consigliere Chiezzi e delle motivazioni che riportavano sia il Consigliere Tapparo che il Consigliere Riba, se il Consigliere Brigandì e gli altri firmatari presentatori del documento sono d'accordo se era possibile, dopo "lingua piemontese", aggiungere una spiegazione che dicesse "lingua piemontese nelle sue molteplici articolazioni". Questo, mi pare che risponda ad una preoccupazione manifestata, cioè di tenere una formulazione aperta ad un pluralismo.



PRESIDENTE

In distribuzione c'è già un subemendamento presentato dal Consigliere Chiezzi; il Consigliere Marcenaro, se desidera, può formalizzare il suo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Intervengo sull'articolo, ma anche per illustrare il nostro emendamento.
Il motivo per cui abbiamo presentato l'emendamento, nella dizione specifica, a livello pratico, burocratico, legislativo, è semplicemente per equiparare la dizione di questa legge di cui oggi stiamo discutendo, con la dizione utilizzata nella legge regionale 17 giugno 1997 n. 37 (legge presentata dalla Lega Nord proprio per trattare questo argomento). Già allora c'era stata una discussione lunghissima, che forse qualche collega non ricorda. Perché si era utilizzata questa dizione? Mi ricollego al discorso fatto precedentemente di quando si può parlare di lingua o di dialetto. Non è per una scelta di simpatia o di politica che si possa dare una definizione di lingua o di dialetto. Le lingue hanno la grammatica e la letteratura, i dialetti no. I dialetti derivano dalle lingue.
Oggi posso sicuramente affermare che esiste la lingua piemontese e accanto alla lingua piemontese vera e propria, esistono diversi dialetti utilizzati nei vari paesi e nelle varie vallate del Piemonte. Il piemontese, come ho detto, ha la grammatica e una fitta letteratura.
Mi dilungo con qualche notizia. La letteratura piemontese trova i suoi fondamenti attorno all'anno mille quindi, la lingua piemontese, è più vecchia di duecento anni di quella lingua toscana che poi divenne l'italiano. Non solo. Sembra che la lingua francese derivi da quel ceppo di lingue originarie che erano non solo il piemontese, ma anche l'occitano, il valser e il franco-provenzale. Naturalmente, anche per l'occitano, il valser e il franco-provenzale, esistono la letteratura e la grammatica. Non sono io che affermo ciò, ma studi fatti a livello di comunità europea: una risoluzione della comunità europea ha riconosciuto le lingue europee esistenti e storiche, queste quattro lingue sono state riconosciute come tali e hanno tutti gli elementi per essere lingue.
E' scandaloso, quindi, che il Governo italiano non abbia riconosciuto il piemontese nella legge dell'anno scorso sulla tutela delle lingue parlate all'interno dell'Italia. E' scandaloso che il nostro Governo non abbia riconosciuto il piemontese come lingua. Relativamente a questa questione erano anche stati approvati in Consiglio ordini del giorno inviati al Governo, senza peraltro ottenere alcun risultato.
Su questo invito tutti i Consiglieri a riprendere la nostra battaglia poiché si tratta di difendere una dignità storica, una tradizione ed un patrimonio storico che è di tutti noi.
Dunque, ribatto che la dizione proposta è quella precisa, perch ripeto - in Piemonte sono state parlate queste quattro lingue e non altre esistono solo queste quattro. Qualsiasi altra parlata o dialetto che troviamo, deriva da queste quattro lingue.
L'articolo, così come da noi proposto, è preciso sotto il punto di vista letterario; è esatto e trova fondamento nel riconoscimento da parte della Comunità Europea di queste quattro lingue. Comunque, nella dizione successiva, estende la tutela a qualsiasi parlata. Attenzione, perché le parlate e i dialetti che derivano dal Piemontese o dalle altre lingue, non hanno, però, nulla di scritto, non hanno né grammatica né letteratura, per cui è difficile riuscire a tutelarli in tal senso. Noi possiamo trovare un libro recente o antico in piemontese, in occitano, in valser, in franco provenzale, ma non riusciamo a trovarlo, ad esempio (dico la prima cosa che mi viene in mente), nel valsusino o in qualche parlata strana.



(Commenti del Consigliere Marcenaro)



DUTTO Claudio

A Verbania parleranno una parlata derivante suppongo dal piemontese magari leggermente diversa dal piemontese vero, ma derivata da lì senza non ha un ceppo originario. A Verbania, se si trovano dei documenti scritti saranno sicuramente scritti in piemontese.
Trovatemi un documento scritto in un'altra lingua: se ci riuscite rimettiamo tutto in discussione.
Resta comunque tutelato dall'articolo così come impostato da noi: "tutelare, valorizzare e promuovere la conoscenza della lingua piemontese e delle altre lingue storiche del Piemonte (occitano, franco-provenzale e valser), nonché del patrimonio linguistico dell'arco alpino in cooperazione con le Comunità Montane".
Con questa dizione tuteliamo tutto; si fissano i punti chiari, ovvero che ci sono queste quattro lingue, e vogliamo che siano riconosciute, che tutti sappiano che sono lingue.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano, che interviene sull'articolo.



MELLANO Bruno

Ho cercato di seguire questo dibattito che parte dall'emendamento proposto dai colleghi della Lega Nord.
Ho solo un dubbio, e lo esprimo al Consiglio.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, visto che mi pare che l'aula sia sostanzialmente interessata, almeno ritengo che più Consiglieri lo siano, vi sarei grato se si potesse abbassare il brusìo.
Vi chiedo cortesemente di abbassare il tono della voce. Grazie.
Prosegua pure, Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Sarò molto breve perché, come dicevo, ho solo una piccola osservazione da fare. Invito, quindi, i colleghi a seguirla.
Temo che questa volontà, anche positiva, di andare ad esplicitare il patrimonio linguistico piemontese ci porti in un ginepraio senza fine, che vedo profilarsi con posizioni contrapposte sempre più scientificamente, o quasi scientificamente, articolate.
Piuttosto, secondo me, bisognerebbe prendere atto che su questa situazione non siamo dei fini linguisti, almeno non tutti, e accontentarci della dizione sufficientemente vaga ma onnicomprensiva che era stata proposta nel testo originario, che, parlando di patrimonio linguistico del Piemonte, comprende tutte le forme del patrimonio linguistico piemontese senza andare a creare una distinzione (anche nel testo proposto dalla Lega Nord già pone due piani: da una parte la lingua piemontese, dall'altra le altre lingue fra parentesi citate).
Quindi, davvero, l'invito mio è di evitare di far diventare anche questo un attimo di propaganda elettorale. Accontentiamoci di una dizione vaga, ma onnicomprensiva.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo dieci minuti di sospensione per riuscire a discutere, con le minoranze, questa vicenda.



PRESIDENTE

Se è utile ai fini della redazione dell'emendamento, sono accordati.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 19,16 riprende alle ore 19,39)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Relativamente all'art. 11/124 del ddl n. 178 è stato presentato un nuovo emendamento, che faccio illustrare al firmatario, Consigliere Dutto.
Sentiamo l'illustrazione dell'emendamento, poi chiediamo al collega Chiezzi, in base al subemendamento 11/124.1) che ha presentato in precedenza, se lo vuole mantenere.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Lo ritiro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto per l'illustrazione dell'emendamento.



DUTTO Claudio

Per eliminare le discussioni, facciamo riferimento alla legge esistente.
Al momento l'emendamento non è più a mie mani, pertanto dovrebbe leggerlo lei.



PRESIDENTE

Ne do lettura io.
11/124.2) Emendamento presentato dal Consigliere Dutto: Il punto 2), comma 1, lettera b), è così sostituito: "b) tutelare, valorizzare e promuovere l'originale patrimonio linguistico del Piemonte come indicato all'art. 1 della l.r. 17/06/1997, n. 37".
E' chiarissimo, collega Dutto.
Pongo in votazione l'emendamento n. 11/124.2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 39 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
11/124.3) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Leo: All'art. 11/124, comma 3, dopo le parole "La Regione si riserva altresì" inserire le parole "la promozione ovvero".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Peccato, Assessore Leo! Peccato! Evidentemente, lei non vuole staccarsi del tutto dalla possibilità di elargire contributi a destra e a manca. Peccato! Vi era l'occasione per evitare alla Regione Piemonte il compito di dare tanti contentini, a seconda delle pressioni provenienti da varie parti.
Evidentemente, l'Assessore ha ceduto a qualche pressione, non la mia di certo.
Voterò contro questo emendamento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento della Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 31 voti favorevoli, 6 contrari e 1 astensione (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
11/124.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Caracciolo, Moriconi, Tomatis, Chiezzi Giordano e Contu: Al punto 4, del comma 1, dell'articolo 11/124 del d.d.l. n. 178/2000, le parole "Giunta regionale" sono sostituite dalle parole "Consiglio regionale".
Pongo in votazione l'emendamento, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 44 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
11/124.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Caracciolo, Moriconi, Tomatis, Chiezzi Giordano e Contu: All'articolo 11/124 del d.d.l. n. 178/2000, comma 6, la parola "garantendo" è sostituita dalle parole "rendendosi garante della".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 44 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
11/124.6) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Caracciolo, Moriconi, Tomatis, Chiezzi Giordano e Contu: All'articolo 11/124 del d.d.l. n. 178/2000, al termine comma 7 sono aggiunte le parole "secondo il principio di sussidiarietà".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 44 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione dell'art. 11/124, come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 votanti 38 voti favorevoli 30 voti contrari 8 non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 11/124 è approvato.
ART. 11/125 Non sono stati presentati emendamenti a tale articolo. Posso proporvelo anche come emendamento, ma è evidente che "funzioni della Regione"...



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non c'è nulla di evidente.



PRESIDENTE

Dipende dai punti di vista.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Facciamo un tentativo.



PRESIDENTE

Facciamo un tentativo: Art. 11/125 (Funzioni della Regione in materia di tutela dei Beni Librari e funzioni della Soprintendenza) era la formulazione originaria, perché nel testo non si parla delle funzioni della Soprintendenza ai Beni Librari.
Presento, pertanto, un emendamento e lo pongo in votazione.
11/125.1) Emendamento presentato dal Presidente Cota: Al titolo dell'articolo 11/125 sono soppresse le parole "e funzioni della Soprintendenza dei Beni Librari".
La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

L'unica Soprintendenza che ha delegato totalmente alle Regioni è quella dei Beni Librari, per questo era stato...



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Chi sbaglia paga.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 40 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione dell'art. 11/125, come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 votanti 40 voti favorevoli 30 voti contrari 10 astensioni 1 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 11/125 è approvato.
ART. 11/126 11/126.1) Emendamento presentato dal Consigliere Dutto: Il punto 2, comma 2, lett. b) è così sostituito: "b) tutelare, valorizzare e promuovere l'originale patrimonio linguistico del Piemonte come indicato all'art. 1 della l.r. 17.6.97 n. 37.".



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 43 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione dell'art. 11/126, così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 votanti 41 voti favorevoli 31 voti contrari 9 astensioni 1 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 11/126 è approvato.
ART. 11/127 11/127.1) Emendamento presentato dal Consigliere Dutto: Il punto 2, comma 2, lett. b), è così sostituito: "b) tutelare, valorizzare e promuovere l'originale patrimonio linguistico del Piemonte come indicato all'art. 1 della l.r. 17/6/97, n. 37".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 43 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione dell'art. 11/127, così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 votanti 41 voti favorevoli 31 voti contrari 9 astensioni 1 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 11/127 è approvato.
ART. 11/128 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 votanti 41 voti favorevoli 31 voti contrari 9 astensioni 1 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 11/128 è approvato.
ART. 11/129 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 votanti 41 voti favorevoli 31 voti contrari 9 astensioni 1 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 11/129 è approvato.
ART. 11/130 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 votanti 41 voti favorevoli 31 voti contrari 9 astensioni 1 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 11/130 è approvato.
ART. 11/131 11/131.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Mellano e Placido: Al comma 1 dell'art. 131 sostituire le parole "con legge regionale 13 febbraio 1995, n. 16 (Coordinamento e sostegno delle attività a favore dei giovani)" con la seguente formulazione: "dalla legislazione regionale".
Su tale emendamento la Giunta ha espresso parere favorevole, per cui lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 48 voti favorevoli.
Comunico che i seguenti emendamenti, presentati dai Consiglieri Marcenaro Ronzani, Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Caracciolo, Tomatis, Moriconi Chiezzi, Giordano e Contu, sono stati ritirati dai proponenti: "All'art. 11/131 del disegno di legge n. 178/2000, comma 2, dopo le parole 'rispettive competenze', sono aggiunte le parole 'secondo il principio di sussidiarietà'" "All'art. 11/131, termine della lett. b), comma 2, del disegno di legge n.
178/2000, sono aggiunte le parole 'e svolgono il controllo gestionale dei progetti e dei contributi relativi all'applicazione della legge 285/97 sulle politiche rivolte ai minori'".
Si proceda ora alla votazione dell'art. 11/131, così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 votanti 41 voti favorevoli 31 voti contrari 9 astensioni 1 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 11/131 è approvato.
ART. 11/132 11/132.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Tomatis, Giordano e Caracciolo: All'art. 11/132 del disegno di legge n. 178/2000, il comma 1 è sostituito così come segue: "1. La Regione definisce ogni tre anni il programma regionale e gli obiettivi prioritari degli interventi, attivando a tal fine forme di concertazione con gli Enti locali e sentito il parere della Consulta regionale dei giovani".
Pongo in votazione l'emendamento, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 41 voti favorevoli.
11/132.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Tomatis, Giordano e Caracciolo: All'art. 11/132 del disegno di legge n. 178/2000, il comma 2 è sostituito così come segue: "2. La Regione ripartisce i fondi regionali alle Province sulla base di un'analisi dei fabbisogni fondata su indicatori oggettivi di carattere demografico, socioeconomico e territoriale e tenuto conto delle innovazioni espresse dalle stesse Province".
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Ho chiesto la parola per svolgere una dichiarazione di voto sull'intero articolo e su questo emendamento.
Se fosse possibile, si potrebbe "svecchiare" un po' il concetto di giovanile? Questa è una perorazione all'Assessore.
Oggi il concetto di giovanile penso che giunga alla soglia dei trent'anni: sarebbe possibile svecchiarlo un po'?



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione (fuori microfono)

Abbiamo compreso, ma esiste questo parametro del Parlamento Europeo.



PRESIDENTE

Cioè quale, Assessore?



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione (fuori microfono)

Fino a 29 anni.



PRESIDENTE

Vuole intervenire anche lei, Consigliere Mellano? Ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Volevo soltanto dire due parole perché rimangano a verbale rispetto al corpo degli emendamenti che abbiamo presentato sia in Commissione che in aula in questi giorni di lavoro con il collega Placido, ma interpretando sicuramente anche il pensiero di altri colleghi di maggioranza e di opposizione.
Questi emendamenti erano orientati - e voglio che rimanga a verbale - a riconoscere e a dare un'attuazione compiuta alla Consulta regionale dei Giovani, in modo tale che, in una legge fondamentale come questa importante anche per i prossimi lavori di riforma della legge n. 16/95 sulle politiche giovanili, si prendesse atto di uno strumento che c'è, che è a disposizione dell'Assessorato e del Consiglio.
La Consulta regionale dei Giovani non deve essere solo un mero strumento vuoto, magari una palestra per futuri giovani politici, ma uno strumento vero di rappresentanza delle istanze giovanili, svecchiate - come dice il collega Chiezzi - uno strumento vero di confronto, di dibattito, di discussione.
Gli emendamenti erano volti in questo senso. Ho voluto motivarlo perch rimanesse a verbale questo spirito di voler accentuare il ruolo della Consulta dei Giovani.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre richieste di parola, pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 41 voti favorevoli.
I Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Muliere, Manica, Suino, Tapparo Giordano, Caracciolo e Tomatis presentano il seguente emendamento: "All'art. 11/132 del disegno di legge n. 178/2000, al comma 3, dopo le parole 'La Regione', sono aggiunte le parole 'istituisce la Consulta regionale dei Giovani è'".
Tale emendamento è ritirato dai proponenti.
I Consiglieri Mellano e Placido presentano i seguenti emendamenti: "Aggiungere al comma 7 dell'art. 11/132, dopo le parole 'condizione dei giovani', le seguenti parole: 'valorizzando l'apporto operativo e progettuale della Consulta regionale dei Giovani'" "Aggiungere al comma 7 dell'art. 11/132, dopo le parole 'La Giunta regionale', le seguenti parole: 'in collaborazione con la Consulta regionale dei giovani'".
Comunico il ritiro di tali emendamenti da parte dei proponenti.
11/132.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Placido e Mellano: Sostituire il comma 3 dell'art. 11/132 con la seguente formulazione: "La Regione definisce forme ed attribuzioni della Consulta regionale dei giovani, al fine di garantire la piena rappresentanza della popolazione giovanile".
Pongo in votazione l'emendamento, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 41 voti favorevoli.
11/132.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Tomatis, Giordano e Caracciolo: All'art. 11/132 del disegno di legge n. 178/2000, il comma 7 è sostituito così come segue: "La Regione istituisce e coordina la costituzione dell'Osservatorio permanente sulla condizione dei giovani".
I proponenti mi comunicano che tale emendamento viene ritirato e così riformulato: 11/132.4 bis) Il comma 7 dell'art. 11/132 del disegno di legge n. 178/2000 è così sostituito: "La Giunta regionale, in collaborazione con la Consulta regionale dei Giovani e valorizzandone l'apporto operativo e progettuale, istituisce l'Osservatorio permanente sulla condizione dei giovani".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 41 voti favorevoli.
Si proceda alla votazione dell'art. 11/132, così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 43 voti favorevoli 32 voti contrari 10 astenuti 1 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 11/132 è approvato.
ART. 11/133 11/133.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Giordano, Tomatis e Caracciolo: All'art. 11/133 del d.d.l. n. 178/2000, al comma 3, dopo le parole "gli interventi di politica giovanile,", sono aggiunte le parole "e in particolare della consulta dei giovani".
Tale emendamento è ritirato dai proponenti.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 11/133, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 43 voti favorevoli 32 voti contrari 10 astenuti 1 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 11/133 è approvato.
ART. 11/134 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 43 voti favorevoli 32 voti contrari 10 astenuti 1 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 11/134 è approvato.
ART. 11/135 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 43 voti favorevoli 32 voti contrari 10 astenuti 1 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 11/135 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione dell'art. 11, nel suo complesso, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 votanti 43 voti favorevoli 33 voti contrari 9 astenuti 1 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 37 voti favorevoli 28 voti contrari 8 astenuti 1 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 12 è approvato.
12.1) Emendamento aggiuntivo presentato dai Consiglieri Ronzani, Riba Muliere, Suino, Riggio, Marcenaro, Manica e Tapparo: E' istituito l'articolo 12 bis del d.d.l. n. 178/2000 come segue: "Il provvedimento della Giunta regionale con il quale è stabilita la data di decorrenza dell'esercizio delle funzioni conferite, ai sensi del comma 3 dell'art. 16, della L.R. 34/98, è adottato entro il 30/06/2001. Tre mesi prima della data di decorrenza dell'esercizio delle funzioni conferite dovranno essere definite le entità e le modalità per il trasferimento agli enti locali delle risorse finanziarie, umane, strumentali e organizzative necessarie a garantire la congrua copertura degli oneri derivanti dal conferimento".
Chiedo il parere della Giunta.
La parola all'Assessore Laratore.



LARATORE Giovanni, Assessore alle autonomie locali

Questo emendamento lo si ritiene superfluo.
La legge 34/1998 indica il percorso per l'individuazione delle risorse e la data di decorrenza dell'esercizio delle funzioni trasferite. Siamo tuttora in attesa del DPCM che dovrebbe essere pubblicato il 15 febbraio chiaramente non possiamo prestabilire delle date, perché non permetterebbe un parallelismo del passaggio delle funzioni e delle risorse. Di fatti, la Giunta ha già individuato, ai sensi della legge n. 34, le risorse, che di concerto con la Conferenza permanente Regioni-Autonomie locali, andranno assegnate.
Le competenti Commissioni, sia la I che l'VIII, sono già documentate di quanto sopra. Aggiungiamo, altresì, che, mentre da parte dello Stato non abbiamo avuto ancora trasferimenti, la Regione si è fatta carico di anticipare alle Province ed alla Autonomie locali, pronta cassa, il 20% di quanto è stato stabilito per l'anno 2001, sulla base della legge n. 44 affinché possano attrezzarsi adeguatamente. Teniamo conto che sono previste azioni di monitoraggio per poter seguire l'evolversi della situazione.
La Giunta, dunque, ritiene superfluo questo articolo e si dichiara pertanto contraria all'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente e colleghi, pensiamo che su questo emendamento bisogna soffermarsi un attimo.
Con questo provvedimento affrontiamo il tema del trasferimento delle risorse umane e finanziarie agli Enti locali.
Come sapete, abbiamo criticato il provvedimento nel suo complesso, ma adesso non è il caso di ritornare su queste critiche, perché dobbiamo affrontare il problema del trasferimento delle deleghe, che per noi sono inadeguate e, in certi casi, sbagliate, in un quadro di certezze finanziarie.
Assessore Laratore, non ci siamo, perché se manca chiarezza per quanto riguarda le risorse umane che vogliamo trasferire, il provvedimento è un'anatra zoppa. Come possiamo pensare che gli Enti locali possano gestire queste deleghe se non è chiaro, dal trasferimento di queste deleghe, quali saranno le risorse sulle quali gli enti locali potranno puntare? Questo è un punto critico aperto in Conferenza permanente Regioni-Autonomie locali.
Spesso avete fatto riferimento al fatto che vi è un'intesa su una parte del provvedimento, ma dovete dirla tutta la verità! Il punto riguardante le risorse, rimane un capitolo aperto. Abbiamo scelto - sbagliando - di navigare a vista, non indicando il quadro economico-finanziario fondamentale per dare le gambe al provvedimento che stiamo discutendo.
Vorremmo, con questo emendamento, cercare di presentare e indicare quel quadro di certezze per quanto riguarda i trasferimenti, che è la condizione affinché gli Enti locali, indicati a gestire le deleghe, possano farlo con piena funzione di causa e con i mezzi necessari. Questo è il punto Assessore Laratore.
Non posso non rilevare il fatto che la Giunta, in un suo documento, che abbiamo avuto in Commissione nella fase preliminare di discussione di questo provvedimento, non ritiene di dover trasferire, su alcuna di queste deleghe, del personale, perché è difficile quantificare il personale da trasferire, quindi avete deciso di quantificare il problema in termini di risorse finanziarie, però dobbiamo, da questo punto di vista, essere chiarissimi.
Se diciamo che il personale, per alcune deleghe, è difficilmente trasferibile, perché il documento della Giunta dice: "La Regione è gravata da responsabilità che implicheranno l'utilizzo di una parte di quel personale. Noi pensiamo di regolare il rapporto con gli enti locali trasferendo risorse...".
Questo punto diventa fondamentale.
Qui non è il problema di dividerci su come impostare il provvedimento.
Non stiamo discutendo di questo ora, non stiamo dicendo se è giusto che la viabilità venga trasferita alla Regione o alle Provincie, e neppure se bisogna fare la norma stralcio sull'urbanistica. Non parliamo più di questo, ma per quanto riguarda la legge - quella che abbiamo tutti insieme a torto o a ragione, concorso a determinare - la domanda è: noi che poteri che risorse diamo agli enti locali affinché essi possano fra due-tre mesi esercitare queste competenze? Il punto è chiarissimo. Il nemico di questa legge sarebbe da questo punto di vista l'indeterminatezza, Assessore Laratore. Poi, se guardo il bilancio 2001 della Regione scopro che sotto il capitolo "Trasferimenti per applicazione della legge", le risorse sono passate da 10 miliardi a 6 miliardi e mezzo. E' vero che potete, in fase di assestamento del bilancio fare delle correzioni, ma la logica vorrebbe che potessimo accompagnare ad una proposta di riforma e di trasferimento delle deleghe un'analoga proposta di trasferimento delle risorse.
Il nostro emendamento ha soltanto questo fine, Assessore Laratore poiché l'articolo della legge a cui si è fatto riferimento - se non ricordo male è l'art. 16 della legge n. 34 - dice che la Giunta deve con proprio provvedimento determinare la data di decorrenza delle funzioni, che oggi decidiamo con questa legge di trasferire, noi diciamo soltanto una cosa: la Giunta stabilisca quella data. Noi sosteniamo che quella data può essere verosimilmente il 30 giugno di quest'anno, ma tre mesi prima voi dovete, in sede di Conferenza Regioni e Autonomie, presentare il quadro delle risorse che pensate sia giusto trasferire agli enti locali dopo che abbiamo approvato il provvedimento.
Mi sembra un ragionamento che si sposa con il discorso di merito che stiamo facendo da qualche giorno in quest'aula. Altrimenti rischiamo di approvare un provvedimento difficilmente attuabile, perché l'altra faccia della medaglia del federalismo che stiamo discutendo, del trasferimento delle deleghe, è dare ai Comuni e agli Enti locali le risorse per gestire questo nuovo processo.
Per questo invito la Giunta a riconsiderare la questione. Noi poniamo in quell'emendamento, Presidente del Consiglio, non questioni di quantità non stiamo dicendo che dovete dare ai Comuni 20 miliardi anziché 10. Non poniamo questo problema, diciamo solo che siccome voi come Giunta dovete decidere quando decorre la data di trasferimento delle funzioni, sappiate che, tre mesi prima, dovete indicare questo quadro di certezze.
Mi sembra una cosa normale, dovendo realizzare il federalismo da questo punto di vista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Credo, Presidente, che questa sia una delle questioni più importanti del provvedimento in discussione. E' una delle questioni centrali insieme alla questione del personale; quindi, oltre alla parte finanziaria quella del personale.
Lo è, perché qui si misura la bontà del provvedimento, e per capire se ciò che il Consiglio ha deciso finora è una decisione formale oppure ha delle conseguenze pratiche.
La capacità di dare attuazione ad un provvedimento dipende evidentemente dalla parte finanziaria e dalla questione del personale soprattutto un provvedimento con queste caratteristiche.
Questo mi pare che è il provvedimento conclusivo dell'applicazione della legge Bassanini e dei decreti legislativi. Ho già avuto modo di dirlo in Commissione, e lo ripeto qui perché mi sembra utile fare una riflessione di tipo generale. Che cosa succede alla fine di questo processo che è iniziato lo scorso anno? Noi abbiamo iniziato con la legge madre, con i successivi provvedimenti, e adesso con questo si conclude una fase.
Ricordo gli interventi non soltanto dell'Assessore Vaglio, allora Assessore agli enti locali, ma anche gli interventi del Presidente della Giunta Regionale, laddove nonostante i limiti del provvedimento diceva che in fondo il federalismo, anche a Costituzione invariata di tipo amministrativo, avrebbe sicuramente rimesso in discussione la struttura regionale, l'ordinamento regionale.
Si diceva, ed è stato indicato nei documenti, che era l'occasione per arrivare ad una Regione leggera; il trasferimento di funzioni e compiti dalla Regione agli enti locali avrebbe sicuramente alleggerito per lo meno in termini organizzativi la Regione Piemonte, che si sarebbe dedicata prevalentemente alla funzione legislativa oppure alla funzione amministrativa per questioni d'interesse regionale.
Era questo l'obiettivo. Che cosa sta succedendo alla fine? Alla fine il risultato è che la Regione ha la stessa struttura numerica di prima. Da quando si iniziò a procedere a legiferare è uguale. Quindi, c'è da chiedersi che cosa è capitato: se abbiamo trasferito soltanto delle norme fittizie, oppure se abbiamo trasferito dei compiti senza dare il personale.
Alla fine 3.000 e rotti dipendenti c'erano, e 3.000 e rotti dipendenti ci sono. L'unica operazione che è stata fatta è il trasferimento di personale dell'agricoltura con un lavoro enorme - i colleghi di allora lo ricorderanno - che facemmo tutti quanti, perché in quel momento nell'applicazione del decreto legislativo dell'agricoltura, assumemmo come Consiglio, su sollecitazione della minoranza, un provvedimento, un ordine del giorno che impegnava concretamente a trasferire un numero di personale definito e anche le risorse.
Ricordo che tutti quanti come Consiglio imponemmo quasi all'Assessore all'agricoltura questo impegno. L'Assessore allora fu sfortunato, perché il Consiglio aveva questa sensibilità; oggi noi decidiamo di trasferire delle competenze in materia di turismo, acque minerali, urbanistica, edilizia aree protette, trasporti, viabilità, tutela della salute, istruzione edilizia scolastica, servizi sociali, beni culturali, e non cambia niente! Non viene fatto nessun trasferimento.
Alle osservazioni fatte in Commissione viene detto: no, questi compiti saranno gestiti dai Comuni e noi, in qualche maniera, dovremo finanziare le modalità con cui i Comuni dovranno gestire le funzioni, cioè nuove assunzioni. Allora l'operazione di federalismo amministrativo si sta concludendo con un aumento della spesa pubblica; trasferiamo delle funzioni e aumenta la spesa pubblica.
Noi, per la verità, eravamo dell'opinione che questo avrebbe dovuto comportare una riduzione della spesa pubblica, per lo meno - diciamo oggi almeno la stessa spesa, ma questo non può crescere. Allora il limite di questa operazione è che il federalismo amministrativo è, come è stato applicato, un fallimento, perché non ha toccato assolutamente nulla nell'impianto organizzativo della legislazione regionale, così come non ha toccato nulla su un'altra questione, sulla quale il Presidente Ghigo ripet in diverse occasioni - anche in campagna elettorale - che l'occasione della Bassanini era un'occasione per delegiferare, per semplificare. Niente! Non abbiamo tolto una norma; noi aggiungiamo delle norme, le abbiamo innestate su altre norme e abbiamo complicato il nostro sistema legislativo.
Questo per dire che nessuno di quegli obiettivi è stato raggiunto: fallimento totale.
Ha ragione il collega sulla parte finanziaria; non è che siamo obbligati a rimandare a dopo la questione degli oneri finanziari, perché la legge n. 34 dice al punto 16 comma 4: "salvo quanto diversamente previsto dalle leggi regionali attuative, la Giunta regionale...". Quindi, non è che possiamo adesso nella legge regionale attuativa definire le risorse e definire il personale, perché il fatto di garantirsi soltanto, nell'art. 14 sul personale, è un'operazione pure molto corretta.
La Regione dice: "Mi cautelo; il personale che sarà trasferito dallo Stato alla Regione, va in Regione e aumenta la capacità organica", ma non si dice nulla sul processo contrario. E, quindi, questa è un'operazione che ha un saldo vantaggioso per la Regione in termini di aumento del personale.
Al punto 14 si dice: "alla dotazione organica del ruolo della Giunta regionale è aggiunto per le rispettive categorie un numero di posti pari al numero delle unità di personale che transitano alla Regione direttamente o attraverso finanziamenti sostitutivi". Quindi, la Regione si cautela sul fatto che tutto il personale trasferito dallo Stato alla Regione deve andare tutto alla Regione, ma non dice assolutamente nulla sul personale che dalla Regione deve andare...
Mi pare che, come atteggiamento, è veramente paradossale. Noi invitiamo a fare un ragionamento più di tipo complessivo. Un disegno organizzativo deve essere legato. Io non so gli altri colleghi che cosa intendono fare della minoranza, ma occorre sapere concretamente quali sono le risorse necessarie - io spero che la Giunta lo abbia fatto questo ragionamento affinché i Comuni e le Province possano gestire queste funzioni: quali sono, una stima, qual è il personale che dovrà essere trasferito, quali sono le questioni di carattere sindacale che devono essere affrontate in tempo per evitare il problema che abbiamo avuto con l'agricoltura. Ricordo proprio la questione dell'agricoltura: era stato detto che se non avessimo individuato dei meccanismi incentivanti per il trasferimento, sarebbe stato difficile realizzare l'operazione. L'esperienza quindi non è servita a nulla.
A conclusione del federalismo amministrativo, Presidente Ghigo, il personale resta a 3.300 dipendenti; abbiamo trasferito dei compiti; ci prendiamo l'impegno che tutto il personale dello Stato deve restare nella Regione. Abbiamo alleggerito la Regione? Abbiamo delegificato, Assessori e colleghi? Abbiamo fatto un'operazione seria? Non mi pare. Ma le questioni verranno sempre al nodo, c'è sempre una partita di ritorno, in cui ci accorgeremo di aver fatto un'operazione che è veramente di tipo centralista! E' un'operazione di tipo centralista! Ho la sensazione che alcuni trasferimenti vengano fatti per poter poi far dire ai Sindaci "noi non li vogliamo più perché non abbiamo il personale". Capiterà così! Perch nel momento in cui gli amministratori comunali si renderanno conto che alcune funzioni non potranno essere gestite, diranno "prendetevele!".
Questa è l'operazione! Siamo contenti di aver fatto una operazione di questo tipo? E' da anni che lavoriamo su questo! Mi sembra proprio il fallimento più completo! Abbiamo complicato, io credo, la vita agli amministratori, spero che in questa fase finale l'Assessore Laratore, ma soprattutto il Presidente della Giunta che si era speso su questa vicenda anche in prima persona, facciano qualcosa. Si era parlato addirittura di una riduzione del personale del 30%, adesso ci si dimentica di tutto e il Presidente finge di non sapere neppure che cosa aveva detto, ma le carte restano!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Laratore.



LARATORE Giovanni, Assessore alle Autonomie locali

Ho già avuto modo di dire prima che nell'ambito della Conferenza Regione-Autonomie locali ed anche alle rispettive Commissioni consiliari è stata presentata la ricognizione esatta delle funzioni trasferite. Bisogna intenderci per funzioni, perché c'è la parte di "funzioni" e la spesa relativa di personale o di risorse sostitutive, e l'esercizio delle tesse con le relative spese conseguenti che avvengono automaticamente. Su questa questione noi abbiamo, per quanto riguarda la legge 44, prima parte già in vigore, stabilito e concordato nella Conferenza le risorse che dobbiamo trasferire e abbiamo già anche sostanzialmente concordato quelle che fanno parte di questo disegno di legge che non potevano essere ancora definite proprio perché mancava la conclusione legislativa in questa sede. Noi abbiamo fatto una ricognizione specifica e sulla base di questa ricognizione per quanto riguarda per esempio il 2000 avevamo individuato una determinata somma, complessivamente 2 miliardi. Poi, nell'ambito della trattativa con la Conferenza ove è emersa una richiesta di 3 miliardi abbiamo stabilito un ulteriore aumento di risorse di 2 miliardi e questo lo abbiamo concordato con la stessa Conferenza Regione-Autonomie locali.
Purtroppo in questa fase, ma probabilmente anche in seguito, non sempre è possibile ottenere dei grossi benefici, perché per quanto riguarda ad esempio alcuni settori la Regione dovendo mantenere i rapporti con la Comunità Europea per quanto riguarda ad esempio il settore agricolo, deve comunque avere la capacità di seguire queste disposizioni a livello comunitario ed avere una struttura in grado di gestire questi rapporti.
Le Province a loro volta, avendo da gestire direttamente ed autonomamente la funzione devono crearsi anche loro le strutture; quindi non sempre è possibile ottenere un vantaggio economico. Certo è possibile ottenere un vantaggio per l'utente perché si trova ad avere il centro decisionale più vicino alle sue attività.
Questo è quanto. Confermo quindi il parere contrario della Giunta all'emendamento presentato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro per dichiarazione di voto.



MARCENARO Pietro

Come lei ha già potuto rilevare, signor Presidente, dagli interventi che mi hanno preceduto, quelli dei colleghi Ronzani e Saitta, il giudizio su questo emendamento anticipa in qualche modo e costituisce parte del giudizio che poi daremo in fase conclusiva sul provvedimento. E questo non solo perché, com'è stato detto, l'indicazione e la definizione in tempi utili delle risorse finanziarie e umane, strumentali e organizzative necessarie a garantire la copertura degli oneri derivanti dal conferimento è un aspetto essenziale che consente di avviare il processo.
Sono questioni che per la loro consistenza, per la loro difficoltà organizzativa, presuppongono elementi di governo di questi processi che non possono essere improvvisati. Basti ricordare quello che ancora pochi giorni fa abbiamo dovuto affrontare per un provvedimento non recentissimo - l'ha richiamato il collega Saitta - in materia di agricoltura. Ma questo è un aspetto molto importante, che serve anche a dare una dimensione. Credo non ci sia bisogno di insistere su questo punto, cioè il trasferimento delle risorse, sia quando si parla di trasferimento di risorse dallo Stato alla Regione, sia quando si parla di trasferimento di risorse dalla Regione agli Enti locali, dà la dimensione concreta del trasferimento di poteri e di funzioni che è stata effettuata.
Nessuno può sottovalutare il fatto che lì c'è un elemento essenziale di misurazione della consistenza del processo che è stato avviato.
C'è però un'altra ragione - anche questa è stata richiamata sia dal collega Ronzani che dal collega Saitta - che è molto importante. Alla fine e qui ci avviciniamo al giudizio conclusivo su questa legge - se questo provvedimento in qualche modo non è solo una pura operazione burocratica questa è la nostra impressione sull'impostazione che è stata data, una impostazione che rinuncia a qualsiasi ambizione di cambiamento e di riforma, vede Presidente Ghigo, alla fine il bilancio si dovrà fare in termini di bilancio consolidato. Alla fine i cittadini avranno bisogno di sapere e di poter misurare se tutta questa operazione che stiamo costruendo darà come risultato efficacia, dal punto di vista dei risultati in termini delle prestazioni offerte, ed efficienza dal punto di vista dei costi.
Bisogna avere un elemento di misurazione di quello che io chiamo il bilancio consolidato dell'operazione nel suo complesso, un elemento di giudizio importante e di valutazione utile non solo per un giudizio politico, ma anche per avere gli strumenti che consentano una messa a punto.
Alla fine insomma bisognerà misurare, lo diceva Saitta: quando si parla di burocratizzazione o sburocratizzazione da cosa si misura? Si misura anche dai numeri, che aumentano o che diminuiscono, dei funzionari, dei dipendenti, e dalla capacità di raggiungere un migliore o maggiore risultato a parità di risorse o no? Su questo punto mi pare che noi siamo di fronte a una situazione che non offre elementi di valutazione certi, sui quali - mi dispiace Assessore Laratore - il documento che avete presentato alla Conferenza Regione Autonomie locali è, come si dice, l'acqua di Baveno che non fa né male n bene.



CATTANEO Valerio

Si dice "è come l'acqua di Baven che non fa né mal né ben".



MARCENARO Pietro

Dopo le discussioni "linguistiche" di qualche minuto fa non mi sono avventurato nel dialetto.
Non siamo, dicevo, di fronte ad un'ipotesi che abbia un elemento concreto di misurazione. Domani, in fase di discussione degli ordini del giorno collegati, parleremo anche della Conferenza Regione-Autonomie locali, della funzione che svolge ecc., però questo punto - ripeto - è un punto essenziale.
E' essenziale, secondo me, definire per tempo - perché questo vi abbiamo chiesto - la capacità di indicare le risorse trasferite e farne un elemento trasparente di governo e controllo del processo.
L'atteggiamento che l'Assessore Laratore ha confermato non è altro che la conferma del generale atteggiamento burocratico, sottotono e disimpegnato con il quale l'insieme del provvedimento è stato affrontato.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli e 28 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
ART. 13 13.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Giordano, Saitta e Tomatis: All'art. 13 (Norma finanziaria) inserire il seguente comma 1 bis: "1 bis. Agli oneri derivanti dall'attuazione di quanto previsto al punto e) dell'art. 11/120, pari a lire 35 miliardi, si fa fronte con la disponibilità del capitolo 15910 dell'esercizio finanziario 2001)".
Tale emendamento è da considerarsi superato, in conseguenza della bocciatura dell'emendamento sull'art. 120.
Si proceda pertanto alla votazione dell'art. 13, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 votanti 36 voti favorevoli 28 voti contrari 7 astensioni 1 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 votanti 36 voti favorevoli 28 voti contrari 7 astensioni 1 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 14 è approvato.
14.1.bis) Emendamento aggiuntivo presentato dai Consiglieri Marcenaro Ronzani, Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Giordano, Caracciolo e Tomatis: E' istituito l'articolo 14 bis così come segue: "Entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge è istituito presso l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale un Osservatorio con il compito di seguire l'attuazione della legge Bassanini e dei relativi decreti attuativi nonché di valutare la congruità delle risorse che sono state trasferite agli Enti locali.
Fanno parte dell'Osservatorio: cinque Consiglieri regionali, tre di maggioranza e due di minoranza, tre esperti nominati dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ed un rappresentante per ciascuna delle associazioni presenti nella Conferenza permanente Regioni-Autonomie locali.
L'Osservatorio è presieduto dal Presidente del Consiglio regionale o da un suo delegato.
L'Osservatorio ha altresì il compito di relazionare ogni quattro mesi al Consiglio regionale sull'attuazione della legge Bassanini e dei relativi decreti di attuazione, nonché di predisporre eventuali proposte di modifica entro i termini previsti dal comma 2 del presente articolo".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Prima che si pronunci la Giunta, ed in forma di ragionamento, sia verso i colleghi che hanno presentato l'emendamento sia verso i colleghi che non l'hanno presentato: il processo di attuazione della riforma è un processo importante ed i firmatari dell'emendamento propongono di creare una struttura ad hoc che abbia una funzione di controllo e monitoraggio di un processo complesso. Una nuova struttura del Consiglio.
Dal punto di vista concettuale, penso sia una preoccupazione che potrebbe anche essere condivisa vista la rilevanza del processo. In questo senso, condivisa.
Avrei, e continuo ad avere perplessità, sul creare nuovi organismi consiliari. Abbiamo già otto Commissioni permanenti, quindi conservo una certa contrarietà a costituire nuovi organismi, però posso anche capire che, per verificare l'attuazione di questa riforma, se ne possa creare uno nuovo.
Seconda osservazione: l'organismo, così come viene proposto, non consente a tutti i Gruppi consiliari di parteciparvi. Se la riforma è così importante, e se occorre monitorarla in sede consiliare, riterrei corretto consentire a tutti i Gruppi consiliari di partecipare all'azione di controllo e verifica. La proposta, invece, è che solo cinque Consiglieri tre di maggioranza e due di minoranza, vi possano fare parte.
Mi sembra una rappresentanza incongrua rispetto alla grandezza del problema.
Già il governo del Consiglio regionale, dal punto di vista della rappresentanza, non è comprensivo di tutti i Gruppi consiliari e questo è un limite. Se aggiungiamo, poi, ad un Ufficio di Presidenza, che governa l'aula e che non vede rappresentanti di tutti i Gruppi, un nuovo organismo di grande importanza, perché verifica l'attuazione della legge Bassanini in cui solo una parte dei Gruppi consiliari è rappresentata, mi sembra che facciamo un'operazione molto limitata dal punto di vista della rappresentanza democratica.
La mia osservazione è questa: se si vuole creare un nuovo organismo allora di questo organismo facciano parte tutti i Gruppi consiliari, un rappresentante per Gruppo. Certo, si paga il prezzo di avere un organismo di 15 rappresentanti, però mi sento un po' in difficoltà a creare un organismo che non abbia la rappresentanza di ciascun Gruppo. E questo è il motivo per il quale non ho firmato l'emendamento.
Tornando all'inizio del mio intervento - e io mi esprimo in questo senso - se riteniamo opportuno dare vita ad un organismo, riflettiamo su quale sia la strada per renderlo veramente rappresentativo di tutti i Gruppi consiliari. Ci possono essere varie soluzioni, ma non penso sia questa l'ora adatta per ragionare.
Il mio intervento intende solo capire se su questo tema, al di là della forma proposta, i colleghi hanno intenzione di ragionare, e allora possiamo farlo domani e sospendere l'argomento. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Grazie, Presidente. Vorrei restare all'essenziale perché, su questo tema, la formulazione che è stata proposta può essere discussa, critica adeguata o non adeguata; comporta sicuramente un certo numero di problemi.
Il punto che chiedo di sapere è questo, e lo chiedo in primo luogo a lei, Presidente del Consiglio regionale: pensiamo che in un'operazione politico-legislativa e strutturale di questa dimensione, che ha qui una sua parte, ma che naturalmente comprende anche quanto è stato fatto nella precedete legislatura, attraverso la legge 44, il Consiglio regionale sia in grado di avere efficaci strumenti di monitoraggio e verifica dell'andamento e della gestione globale, sistemica di questo processo? Questo mi pare il punto: chiederci se ci mettiamo nelle condizioni di avere degli strumenti che consentano una valutazioni su ciò che capita, un giudizio su come opera la legislazione che oggi o domani approveremo e sui risultati che darà.
Vorrei una risposta su questo punto: se c'è intesa sul fatto che il Consiglio regionale si doti degli strumenti idonei per questa valutazione e quindi non solo la Giunta, che avrà naturalmente il proprio campo di applicazione, ma se quello della gestione del decentramento e della devoluzione a livello regionale è considerato punto importante, se il Consiglio Regionale si dota di strumenti per conoscere e governare questa operazione e quindi fare le operazioni necessarie.
Vorrei una risposta su questo punto e non semplicemente sulle forme.
Capisco le obiezioni del Consigliere Chiezzi sulla composizione di questo organismo, così come capisco che possa non essere la cosa più entusiasmante il dar luogo a nuovi organismi.
Se questo è il problema, si trovino altre soluzioni, si adottino convenzioni con gli enti strumentali che possano contribuire ad una conoscenza di questo tipo. In primo luogo c'è un problema di conoscenza, di monitoraggio, di una conoscenza che sia a disposizione del Consiglio Regionale per poter avere un elemento di valutazione - usufruibile non dico in tempo reale, ma quasi - per verificare l'andamento della situazione. Se c'è questo punto, su questo costruiamo la soluzione organizzativa e la soluzione pratica per rispondere a questa esigenza.
La prima domanda che faccio alla Giunta, soprattutto al Consiglio Regionale perché questo è un problema del Consiglio, è se il Consiglio intende svolgere questo ruolo perché questo costruisce la discussione sugli strumenti migliori per esercitarlo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Faccio un intervento telegrafico in merito agli interventi dei Consiglieri Chiezzi e Marcenaro, per ribadire una situazione già esistente.
Quando ipotizziamo di costituire nuovi organismi che devono fare un monitoraggio su ricadute di leggi (che non sono solo quella che andiamo a fare in questa sessione, ma che sono già in parte fatte con la precedente legge n. 44), a me pare che si rischia di produrre un doppione, creando anche una complicazione formale e burocratica con quanto è già previsto dalla legge. Voglio ricordare a quest'aula, soprattutto al Presidente del Consiglio, che quale Presidente dell'VIII Commissione già tre mesi fa era stata fatta istanza al Presidente del Consiglio, a seguito di parere dell'VIII Commissione consultiva, per parlare di Enti locali visto che abitualmente, in Commissione, pur essendo gli Enti locali competenza della stessa, in genere si tratta troppo volentieri, per una serie di motivazioni plausibili, di affari istituzionali e non di Enti locali. Avevo chiesto che proprio l'VIII Commissione, che, ripeto, ha la funzione degli Enti locali avesse la specifica funzione di verifica di indagine conoscitiva sul territorio, per verificare la ricaduta delle leggi Bassanini sugli Enti locali e, in particolare, su tutti quei comuni che non hanno la possibilità abituale di venire in Regione e che magari potrebbero non essere n coinvolti né controllati.
Questa richiesta e questa discussione, che era già stata fatta con una motivazione assolutamente circoscritta, non aveva nessun altro significato e intenzione che quella di fare un monitoraggio, che potrebbe essere fatto per quadranti o per province almeno una volta all'anno su un settore di ogni provincia.
Con la richiesta di un nuovo ufficio di monitoraggio e con la possibilità che già abbiamo a livello legislativo con la Commissione, non credo si debba pensare di creare ulteriori ingorghi burocratici, di coinvolgimento di persone diverse (che poi sarebbero sempre Consigliere Regionali), ma si possa dare corso all'attivazione di un'indagine conoscitiva, da parte dell'VIII Commissione che, ovviamente, assieme all'Assessore agli Enti locali potrebbe compiere un monitoraggio, così come era stato richiesto.
Esprimo parere contrario alla richiesta di emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Ho ascoltato con attenzione il Consigliere Manolino, adesso chiedo che lui ascolti quello che dicono gli altri Consiglieri. Avevo appena detto che la questione dell'osservatorio non è una cosa su cui siamo "fissati", della forma si può discutere, il problema è la sostanza. Se da parte della Giunta, oltre che della maggioranza del Consiglio, ci fosse la disponibilità non dico ad approvare il nostro emendamento, ma a prendere in considerazione il problema che avevamo posto, cioè quello di come il Consiglio, anche attraverso il ruolo dell'VIII Commissione, si mette in condizione di monitorare questo processo, potrei proporre di ritirare adesso questo emendamento e di preparare domani un ordine del giorno, in cui il problema sia affrontato nelle forme che insieme determineremo.



PRESIDENTE

Assessore Laratore, la possibilità di utilizzare gli organismi già in funzione presso il Consiglio regionale mi pare interessante.
Prego, Assessore.



LARATORE Giovanni, Assessore alle autonomie locali

Desidero ricordare ai Consiglieri che la legge regionale n. 44 all'art. 11, ha già istituito l'Osservatorio sulla riforma amministrativa.
Il Consiglio regionale viene periodicamente informato sullo stato di attuazione della riforma, attraverso un rapporto annuale approvato dalla Giunta regionale e sentita la Conferenza permanente Regioni-Autonomie locali.
Per quanto riguarda l'aspetto gestionale del rapporto tra Regione e Autonomie locali, è opportuno che la Regione si presenti come rappresentanza del Governo. In questo siamo confortati - l'emendamento relativo lo abbiamo avuto da qualche giorno - anche da quello che hanno fatto altre Regioni come, ad esempio l'Emilia Romagna.
Nulla osta da parte della Giunta, che, nell'ambito della Commissione competente, si possano fare le audizioni che si ritengono opportune, per avere informazioni dirette da parte delle amministrazioni locali.
Confermo che su questo emendamento il parere della Giunta è contrario.



PRESIDENTE

Mi posso permettere un'osservazione? L'art. 11 della legge n. 44 è in vigore? L'articolo recita: "E' istituito presso la Presidenza della Giunta regionale, nell'ambito della Segreteria interistituzionale, l'Osservatorio sulla riforma amministrativa. Il Consiglio regionale è periodicamente informato sullo stato di attuazione della riforma, attraverso un rapporto annuale approvato dalla Giunta regionale, sentita la Conferenza permanente Autonomie locali".
La domanda è: c'è la possibilità di fare, domani, un ordine del giorno che costituisca atto di indirizzo alla Giunta, sulla possibilità di inserire, in questa procedura di verifica, il Consiglio regionale attraverso l'VIII Commissione? Attraverso un meccanismo di consultazione (adesso lo dico così, ma ovviamente dovremo approfondirlo domani)? Consigliere Marcenaro, mi spieghi bene.



MARCENARO Pietro

Il punto, almeno per quanto mi riguarda, è questo: se il Consiglio regionale, naturalmente avvalendosi di tutte le strutture, di tutti gli strumenti d'informazione, ecc., si dota di una sua possibilità autonoma di valutazione. Questo può avvenire attraverso un rapporto che il Consiglio regionale, ad esempio, stabilisce con l'IRES, con gli Enti strumentali affidando loro compiti di osservazione, ecc.; può avvenire anche attraverso il lavoro delle Commissioni. Però quello di cui io parlo - per capirci, in modo che non ci siano equivoci - riguarda naturalmente competenze della Giunta, ma il Consiglio regionale si dota di strumenti di conoscenza osservazione, ecc. Poi la forma la discutiamo: questo, per quanto mi riguarda, non è un problema, l'importante è tenere presente questa caratteristica.
E' una questione che riguarda la Giunta, ma in primo luogo - per questo mi rivolgevo anche a lei, Presidente - occorre una decisione che riguarda i poteri di cui il Consiglio comincia a dotarsi per effettuare delle verifiche.



PRESIDENTE

Il Consiglio regionale ha un generale potere ispettivo su tutti gli atti del governo regionale, ma anche sull'attuazione delle sue leggi quindi poteri di verifica e di controllo. Stavo riflettendo sull'opportunità di devolvere queste funzioni all'VIII Commissione, che è rappresentativa comunque...



(Commenti, fuori microfono del Consigliere Manolino)



PRESIDENTE

Detto questo, domani bisogna trovare la formula più idonea per questo ordine del giorno. E' d'accordo, Assessore Laratore?



LARATORE Giovanni, Assessore alle autonomie locali

Se si tratta di ragionare in termini di audizioni che la Commissione può fare nei confronti delle Autonomie locali, credo proprio di sì possiamo stilare un ordine del giorno che preveda questo.



PRESIDENTE

Assessore, bisogna vedere anche il rapporto, non è soltanto un problema di audizioni: dobbiamo ragionare sul principio di quell'art. 11, e cioè sul fatto che "il Consiglio regionale è periodicamente informato sullo stato di attuazione della riforma attraverso un rapporto annuale".



LARATORE Giovanni, Assessore alle autonomie locali

Questo lo fa la Giunta, sentita la Conferenza delle Autonomie locali.



PRESIDENTE

Allora dobbiamo stilare un ordine del giorno con il quale, in relazione all'attuazione della Bassanini, il Consiglio dà mandato alla Commissione permanente di provvedere a delle consultazioni semestrali o annuali per effettuare gli opportuni esami. Forse sarebbe meglio stabilire delle cadenze annuali, collegandole al rapporto, di modo che, nel momento in cui il rapporto viene trasmesso, l'esame da parte della Commissione non è astratto, ma c'è la possibilità di attivare su di esso una procedura di consultazione.
Mi aiuti anche lei, Presidente Manolino.



MANOLINO Giuliano

Se mi permette, volevo solo precisare che quanto lei sta dicendo Presidente, è esattamente già individuato e circoscritto, sia come date sia come periodi di riferimento sia come mansione limitata all'indagine conoscitiva, nella richiesta inviata dal sottoscritto, come Presidente dell'VIII Commissione. Credo - ma non certo perché la presiedo - che sia veramente la Commissione adatta a svolgere questo compito.



PRESIDENTE

Grazie. Domani mattina stenderemo questo ordine del giorno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Mi pare che l'indicazione fornita dal collega Marcenaro, ovvero che il problema non è costituire un nuovo organismo, ma monitorare l'applicazione della legge, sia un'esigenza più che condivisibile; occorre definirne le modalità, come Consiglio.
Assessore Laratore, faccia ogni tanto lo sforzo di uscire - anche se è Assessore esterno, capisco la difficoltà: non è Consigliere e quindi non può uscire dal suo compito di Assessore, altrimenti sarebbe un cittadino normale e quindi non potrebbe fare questo sforzo - cioè faccia il tentativo di considerare che è il Consiglio che approva la legge di non dotarsi di uno strumento per seguirne l'applicazione. Quindi va bene l'indicazione che veniva prima data e condivisa, mi pare, anche dal Presidente del Consiglio nel senso di un suggerimento per l'ordine del giorno.
C'è un problema che riguarda il funzionamento della Conferenza permanente Regione-Autonomie locali. Lo riprenderemo, ma lo volevo anticipare. Questo è un organismo che non ha risposto alle aspettative che in qualche maniera tutti avevamo; molti di noi erano contrari a come era stato istituito, ma credo che molte delle difficoltà (i pareri, il sentito ecc.) derivino dal fatto che questo organismo rappresenta poco le autonomie diciamo così.
Di conseguenza, probabilmente nell'ordine del giorno che domani si pensa di stilare forse può essere aggiunta qualche indicazione per giungere a una rivisitazione di questo organismo, che ha creato qualche problema.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Saitta.
L'emendamento, dunque, è ritirato.
Si proceda alla votazione dell'art. 15 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 votanti 36 voti favorevoli 29 voti contrari 6 astensioni 1 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 15 è approvato.
Domani proseguiremo con il calendario che vi ho annunciato: ordini del giorno collegati e dichiarazioni di voto.



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