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Dettaglio seduta n.63 del 06/02/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Come richiesto dal Consigliere Chiezzi, si proceda all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Vicepresidente Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n.
18 Consiglieri anziché 29 (sono in congedo n. 3 Consiglieri), la seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52 del Regolamento del Consiglio regionale.



(La seduta, sospesa alle ore 10,11 riprende alle ore 10,48)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali delle adunanze consiliari del 11, 19, 23, 26, 27 e 30 ottobre 2000 e 7 novembre 2000, i quali verranno posti in votazione nella prossima seduta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Marco, Cantore, Costa Enrico Ghigo e Manica.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Richiesta iscrizione all'o.d.g. dell'interrogazione n. 400 e della proposta di legge n. 25: "Proposta di legge costituzionale al Parlamento 'Abrogazione della norma transitoria e finale XIII della Repubblica italiana'"


PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Presidente, intervengo per chiederle di iscrivere all'o.d.g. della prossima seduta del Consiglio l'esame dell'interrogazione n. 400, che ho presentato il 28 novembre dello scorso anno, in quanto vorrei sollecitarne la risposta.
L'interrogazione tratta un argomento per il quale la I Commissione presieduta dal collega Gallarini, ha ripetutamente sollecitato l'invio di un parere da parte della Finpiemonte. So che lei si è adoperato per sollecitare l'invio e l'acquisizione di questo parere. Sollecito una risposta a questa interrogazione ed inoltre vorrei porre la questione che attiene ai rapporti fra il Consiglio, la Commissione e Finpiemonte, perch ritengo sgradevole il fatto che la Commissione sia in attesa di questo parere ormai da alcuni mesi.
Poiché i rapporti fra il Consiglio regionale e la Finpiemonte devono essere diversi, credo che, fermi restando i passi e gli atti che lei ha compiuto, sia quantomeno da criticare il fatto che una Commissione consiliare stia aspettando da mesi l'acquisizione di un parere.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ronzani.
Forse avremmo potuto parlarne non in aula. Ho una risposta da dare a lei e ne ho un'altra da dare al Consigliere Marcenaro, con riferimento alla convocazione del vertice FIAT.
Se ritenete, posso rispondere ai margini della seduta.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Marcenaro)



PRESIDENTE

Per carità, non voglio comprimere i vostri diritti. Comunque, la ringrazio per la segnalazione.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Intervengo per chiedere la risposta su un'altra questione che risale a giovedì scorso, quando un Consigliere del nostro Gruppo, Placido, presso gli uffici dell'Assessorato al turismo, invece di essere aiutato nel suo lavoro, ha trovato ostacoli ed opposizione alla ricerca di informazioni e documentazioni su questioni che riguardano i suoi compiti istituzionali.
So che la questione è stata sollevata, all'Ufficio di Presidenza e a lei personalmente, da una lettera del Vicepresidente Riba. E' molto importante per noi avere su questo punto una sua risposta.



PRESIDENTE

Lei ha riassunto perfettamente la questione. Il Vicepresidente Riba mi ha scritto in via ufficiale, in seguito ad una segnalazione ricevuta dal Consigliere Placido.
Noi esamineremo la questione durante la convocazione dell'Ufficio di Presidenza, che si terrà come ogni settimana, ai sensi delle disposizioni dello Statuto e del Regolamento.
Prendo atto della sua sollecitazione, anche se ci eravamo già attivati ai sensi delle disposizioni di Statuto e di Regolamento, in sede di Ufficio di Presidenza.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Grazie, signor Presidente.
Volevo, a seguito della lettera di richiesta presentata la scorsa settimana a lei, ai sensi dell'art. 34 del Regolamento interno del Consiglio regionale, richiedere che fosse iscritto all'o.d.g. di oggi la discussione relativa alla proposta di legge costituzionale al Parlamento: "Abrogazione della norma transitoria e finale XIII della Repubblica italiana", che avevamo presentato in data 30 maggio 2000 e che non è stata ancora esaminata dalla Commissione.
Essendo trascorsi otto mesi dalla data di presentazione, c'è stata da parte nostra la richiesta di iscrizione in aula, proprio per la discussione.
Mi sembra che, rispetto a questa tematica, ci siano stati degli sviluppi anche a livello nazionale, delle dichiarazioni ben precise da parte di Vittorio Emanuele e una replica del Presidente del Consiglio. La situazione si è fortemente evoluta rispetto a qualche mese fa, quindi, in questo senso, faccio questa richiesta a nome della maggioranza.



PRESIDENTE

Il Consigliere Angeleri ha chiesto l'iscrizione all'o.d.g. della proposta di legge n. 25, che era già stata richiamata in aula come il Consigliere l'ha presentata.
Per iscrivere la proposta o l'aula acconsente, oppure abbiamo una richiesta ai sensi dell'art. 51, comma quinto, del Regolamento.
Per iscrivere la proposta, chiedo se l'aula acconsente, altrimenti chiedo se c'è qualche intervento contrario.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non riesco a capire esattamente quale sia la richiesta da iscrivere.



PRESIDENTE

Il Consigliere Angeleri ha presentato una proposta di legge costituzionale al Parlamento, avente come oggetto l'abrogazione della XIII norma transitoria e finale della Costituzione, che è quella sul divieto di rientro dei discendenti maschi di Casa Savoia.
Questa proposta di legge è stata assegnata alla Commissione competente.
Poiché non è stata discussa e licenziata, il Consigliere Angeleri ne ha chiesto il richiamo in aula. Tecnicamente, questo provvedimento si pu iscrivere all'o.d.g. della seduta con le modalità di cui all'art. 51, comma quinto, del Regolamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi per parere contrario a tale richiesta; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Esprimo il parere contrario ad inserire la discussione su questa proposta di legge, in quanto penso che corrisponda ad un modo propagandistico di agire da parte del collega Angeleri e che, quindi, il Consiglio non debba accedere a manovre propagandistiche di alcun genere.
Per altro verso, nel merito non ritengo opportuno discutere la questione della riforma della norma transitoria della Costituzione relativamente al Casato Savoia, poiché mi sembra che si tratti di una questione consegnata alla storia nel momento in cui Casa Savoia, dopo l'8 settembre 1943, ha di fatto rinunciato all'Italia in virtù dei propri comportamenti. Non ritengo che, da questo punto di vista, la storia possa essere cancellata da revisioni costituzionali e, per quanto mi riguarda neppure da pseudointerpretazioni della Costituzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri per l'intervento a favore.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, ero già intervenuto prima e consideravo anche il mio intervento a favore della richiesta di inserimento all'o.d.g. di tale provvedimento.
Volevo però rispondere, rispettando le tesi del Consigliere Chiezzi sottolineando che la presentazione di questa proposta di legge è avvenuta in data 30 maggio dell'anno scorso, cioè otto mesi fa e quindi in epoca totalmente non sospetta.
Come maggioranza, abbiamo volutamente lasciato il provvedimento in Commissione senza sollecitarlo più di tanto perché dovevano maturare i tempi. Mi pare che questa richiesta avvenga oggi sulla scorta di alcune dichiarazioni importanti fatte dal Governo e da Vittorio Emanuele. Questa è la motivazione per la quale ci permettiamo di richiamarla oggi in quest'aula.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. della proposta di legge n.
25.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono favorevoli 31 Consiglieri, ma è inutile procedere ad un'ulteriore votazione, in quanto è necessaria la maggioranza di 40 Consiglieri per poter iscrivere il provvedimento ai sensi dell'art. 51, comma quinto, del Regolamento.
La richiesta di iscrizione è pertanto respinta.



PRESIDENTE

ANGELERI Antonello (fuori microfono)



PRESIDENTE

Prendo atto del comportamento delle minoranze sulla semplice iscrizione del provvedimento.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento all'episodio riguardante il Consigliere Placido a seguito della sua richiesta di visionare documentazione presso l'Assessorato al turismo


PRESIDENTE

Ci sono alcune richieste di chiarimenti da parte dei Consiglieri Tapparo, Saitta e Chiezzi.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, ho visto nella programmazione dei lavori che anche oggi - e così è stato nella seduta passata - non è previsto uno spazio per le interrogazioni.
Ora, lei sa che una delle poche funzioni che hanno i parlamentari e i Consiglieri regionali peones che non siano Capigruppo o Presidenti di Commissione è quella della funzione ispettiva.
Se i tempi che si lasciano passare tra le richieste e le risposte diventano eccessivi, la funzione ispettiva ne risulta sminuita, quindi sono preoccupato, anche perché ci sono questioni importanti in sospeso.
Ritengo che quando rivedremo il Regolamento forse sarà necessario introdurre il meccanismo del question time, per permettere in tempi brevi di ricevere risposte alle richieste più urgenti. Però oggi mi pare Presidente, che non si possa lasciare un lasso così ampio di tempo senza la possibilità, per i Consiglieri, di esprimere la propria funzione ispettiva che è soprattutto uno degli elementi portanti del ruolo, come dicevo, dei peones, che diversamente non hanno un ruolo particolarmente rilevante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, mi associo al rilievo fatto dal collega Tapparo sulla funzione ispettiva. Mi pare che la questione da lui sollevata sia però strettamente connessa con l'altra questione sollevata poc'anzi dal collega Marcenaro in ordine al fatto che ad un Consigliere è stato vietato di prendere visione della documentazione depositata negli uffici per assumere delle deliberazioni e delle determinazioni.
Lei ha annunciato che l'Ufficio di Presidenza valuterà questo episodio.
Su questo sono molto preoccupato, perché finora è prevalsa la regola che ogni Consigliere, preavvisando gli uffici, ha sempre avuto la possibilità di prendere visione di tutta la documentazione. Il fatto che debba riunirsi un organo per verificare se questo è un diritto, mi sembra esagerato. Credo che sia necessario e indispensabile che l'Ufficio di Presidenza, anzi, che il Presidente stesso intervenga nei confronti dei funzionari che hanno impedito l'esercizio di una funzione importante del Consigliere che voleva documentarsi, perché se la questione rimane sospesa, cosa vuol dire? Che non possiamo, fin quando non c'è una decisione, andare negli uffici per avere la documentazione? A me sembra un fatto gravissimo, perché la funzione ispettiva non pu essere esercitata se non c'è la possibilità di verificare concretamente la documentazione. La mia opinione è che occorre un intervento immediato.
Quello che è successo deve essere in qualche maniera immediatamente stigmatizzato, anche per non creare una situazione di conflittualità, che sarebbe priva di senso, tra i funzionari e il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Mi associo alla richiesta di una decisione immediata in ordine all'impossibilità del collega Placido di accedere ad una documentazione d'ufficio.
Sull'ordine dei lavori, chiederei di discutere e votare l'ordine del giorno già inserito all'o.d.g. in elenco a parte, relativo al salvataggio dell'unicità del Corpo Forestale dello Stato, iscritto con numerose firme.
Chiederei, per l'urgenza della questione, di riuscire a discuterlo in questa tornata settimanale di Consiglio.



PRESIDENTE

Consigliere Tapparo, lei ha ragione; non le do la parola, non tanto per dovere di forma, quanto perché evidentemente stiamo attraversando un momento un po' particolare, nel senso che stiamo discutendo un testo da diverso tempo. Posso dirle che sono d'accordo sul problema del "question time". Ciò, comunque, verrà valutato in sede di riforma del Regolamento.
Consigliere Chiezzi, visto che oggi e domani abbiamo parecchio tempo a disposizione, vediamo come vanno i lavori e può darsi che si riesca ad accedere alla sua richiesta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Presidente, devo dire che sono molto sorpreso nel non aver ascoltato da lei, in apertura dei lavori, alcun commento su quello che ritengo un fatto molto grave, come hanno ripetuto alcuni colleghi.
Ritengo molto grave, Presidente, il fatto che ad un Consigliere - che poi sia il sottoscritto o un altro è relativo - venga impedito quello che è un suo diritto fondamentale: poter accedere ai documenti in qualsiasi sede regionale.
Il fatto è ancora più grave perché è avvenuto dopo il Consiglio regionale di martedì scorso sul tema della TV satellitare che, come dire, è stato un Consiglio animato ed interessante (dico questo affinché rimanga agli atti e per conoscenza dei colleghi). Il giorno dopo (mercoledì) ho telefonato all'Assessorato al turismo preannunciando - cosa cui un Consigliere non è tenuto - una mia visita per chiedere in visione dei documenti relativi al Consiglio del giorno precedente. Il giorno dopo mi presento in Via Magenta e chiedo di poter visionare tali documenti; da parte della dirigente mi viene risposto che, dopo una discussione in Consiglio (quindi i funzionari e i dirigenti mettono in discussione gli interventi dei Consiglieri, cosa altrettanto grave), pretendeva la motivazione della richiesta e una richiesta scritta.
Allora, Presidente, lei non può far finta di niente: è il garante del rispetto del Regolamento e dello Statuto. Le chiedo di svolgere questa funzione di garante. Mi auguro che abbia uno scatto di dignità e di orgoglio istituzionale, non può trattare una questione del genere come una pratica burocratica e dire che l'Ufficio di Presidenza si riunirà.
Da parte sua mi aspettavo almeno una telefonata; mi ha chiamato per futili motivi settimane fa e pensavo che su un problema del genere mi telefonasse per sapere cosa è avvenuto.
Pertanto, le chiedo di intervenire immediatamente sul dirigente per capire se è una decisione sua personale o se dietro ci sono altre persone ed altre motivazioni; le chiedo di garantire i diritti dei Consiglieri e di provare ad essere, se ci riesce, il Presidente di tutto il Consiglio e non malamente, solo di una parte.



PRESIDENTE

Consigliere Placido, solo per dovere d'informazione, le dico che ho fatto diverse telefonate, non una, con riferimento al suo caso, e le devo dire che il Vicepresidente Riba, che è Vicepresidente di tutta l'assemblea si è, unitamente al sottoscritto, attivato sotto diversi fronti. Quindi, io la voglio rassicurare.
Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 178. Siamo all'art. 11/114.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusi, Presidente, chiedo la parola.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

La questione è stata sollecitata adesso dal collega Saitta e, per ultimo, dal collega Placido. Possiamo chiederle di dare una sua risposta adesso?



PRESIDENTE

Consigliere Marcenaro, le spiego: mi creda, non conosco esattamente tutti i termini della questione, ho bisogno di fare un minimo di approfondimento per verificare in assoluto equilibrio, ed anche con la necessaria profondità, se e in che modo sono stati violati i diritti del Consigliere regionale Placido, anche a garanzia del Consigliere stesso. Non vorrei dare risposte affrettate.
Quindi le assicuro - le assicuro - che, unitamente al Vicepresidente Riba, ci stiamo occupando della questione, che valuteremo al più presto, in sede di Ufficio di Presidenza; che sarà fatto tutto quanto, ma veramente tutto quanto è necessario, per tutelare la dignità del Consigliere Placido di tutti i colleghi del Consiglio regionale e le loro prerogative.



PRESIDENTE

GHIGLIA Agostino (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo anch'io la parola, Presidente.



PRESIDENTE

Prego, ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Credo che la via migliore da seguire sia la sua, ma non solo a tutela dei Consiglieri, ma anche a tutela dei funzionari e dei dirigenti, fatti i debiti approfondimenti. Il fatto che la documentazione vada richiesta in forma scritta è un fatto assolutamente usuale; non si pu tranquillamente andar lì e prendere i fogli! Quindi, ripeto, è una procedura a tutela di tutti: dei diritti dei Consiglieri, della legge e anche dei funzionari e dei dirigenti, che, caso mai, vengono inopinatamente portati all'attenzione dell'aula per aver magari fatto il loro dovere.
Questo lo vorrei chiedere anch'io, però.



PRESIDENTE

Consiglieri, non dobbiamo aprire un dibattito.



GHIGLIA Agostino

Visto che loro hanno parlato tre volte, ho voluto parlare anch'io!



PRESIDENTE

Ho preso questo impegno e intendo rispettarlo nell'esercizio delle prerogative di Presidente, garante di tutti, e anche delle prerogative dell'Ufficio di Presidenza.



(Il Consigliere Cattaneo chiede la parola)



PRESIDENTE

Consigliere Cattaneo, possiamo proseguire sul progetto di legge n. 178?



CATTANEO Valerio

Siccome hanno già parlato in cinque, uno in più non penso che possa creare problemi. Vorrei anch'io dire la mia.



PRESIDENTE

Va bene; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente, sarò brevissimo. So che di norma non c'è dibattito e quindi chiedo scusa a lei e all'aula. Però, dopo che sono intervenuti cinque Consiglieri, credo che un intervento in più possa cambiare poco.
I fatti o, meglio, la denuncia o la velata denuncia che è stata portata all'attenzione del Consiglio regionale credo che sia certamente un fatto degno di nota, di cui lei si è giustamente fatto carico. Voglio esprimerle solidarietà e rinnovarle la nostra stima perché tutte le volte sembra che lei non voglia tutelare la dignità e il ruolo dell'assemblea, cosa che invece fa in modo egregio, anche se tutte le volte la dipingono come Presidente di parte. Credo anche che questa accusa sia non solo scorretta ed offensiva della sua persona e del suo ruolo, ma anche dell'intero Consiglio regionale.
Chiedo scusa di questa parentesi, però sono anche abbastanza, se non indisponibile, indisposto nel vedere, tutte le volte che lei dice: "Me ne faccio carico, faccio la riunione, porterò qui una risposta", che viene attaccato come Presidente di parte, perché Presidente di parte non lo è e quindi le esprimo la solidarietà e la stima mia e del mio Gruppo.
Ritornando invece al discorso di merito, signor Presidente, lei ha preso questo impegno e, non ho dubbi, lo svolgerà e porterà quindi una risposta, giustamente - condivido - anche quando avrà accertato i fatti perché - per l'amor del Cielo! - il Consigliere Placido ed altri Consiglieri hanno detto che è successo un determinato fatto, che io apprendo in questo momento, quindi credo anch'io utile che ci possa portare, o in sede di Conferenza dei Capigruppo o all'attenzione del Consiglio regionale, la posizione che consegue da una sua - mi passi il termine - indagine o, comunque, da una sua valutazione.
Credo però, e concludo, che l'accesso agli atti e il disporre di copia degli stessi sia normato da una legge precisa dello Stato, non solo per noi Consiglieri regionali, ma addirittura per i semplici cittadini. Se ci sono state violazioni, credo che sia inutile continuare non dico a piangerci addosso, ma denunciarle e ritornarci sopra con l'intervento di uno, tre cinque, sette o diciotto Consiglieri, facendo un dibattito peraltro non previsto. Ogni Consigliere, sia in quanto cittadino, sia in quanto Consigliere regionale, sa quello che deve fare, quindi se avrà soddisfazione, come mi auguro, e ci sarà anche un chiarimento dalla sua presa di posizione, bene; altrimenti, tutelerà il suo diritto di cittadino e Consigliere regionale in questa ed in altra sede. Non credo però che sia utile, per il rispetto di tutti, continuare a parlarne non conoscendo i fatti, perché se dibattito dobbiamo fare, dobbiamo conoscere anche i fatti.



PRESIDENTE

Ancora solo una precisazione dell'Assessore Racchelli e poi andiamo avanti, anche perché l'Ufficio di Presidenza, ovviamente, dovrà valutare i fatti.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Per quanto riguarda la questione sollevata, ho solo da comunicare che il funzionario in oggetto ha presentato al Presidente del Consiglio la documentazione richiesta: un documento di presentazione degli atti e un'indicazione di come si sono svolti i fatti.
Pertanto, credo che il Presidente abbia tutte le condizioni e gli elementi per esaminare il caso e dare le risposte in merito a quanto è accaduto.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali

Proseguimento esame disegno di legge n. 178: "Ulteriori disposizioni normative per l'attuazione del D.lgs. 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59)"


PRESIDENTE

A questo punto, possiamo riprende l'esame dell'articolato del disegno di legge n. 178, di cui al punto 2) all'o.d.g.
ART. 11/114 10/114.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Caracciolo, Moriconi, Tomatis, Chiezzi Giordano e Contu: all'art. 11/114, la lettera a) del comma 1 è modificata come segue: "L'adozione del piano regionale degli interventi e dei servizi sociali provvedendo, prioritariamente, all'integrazione socio-sanitaria e al coordinamento con le politiche dell'istruzione, della formazione professionale e del lavoro".
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Desidero solo sottolineare l'avverbio "prioritariamente", in quanto trattasi ormai di priorità, anche in base alla nuova legge dello Stato quella di provvedere all'integrazione socio-sanitaria, per cui è un rafforzativo che ci pare assolutamente abbia una valenza, in questo caso rilevante. Quindi, chiediamo la sostituzione del termine.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

L'unica modifica proposta è appunto di sostituire "in particolare" con "prioritariamente". Abbiamo scelto e manteniamo "in particolare" proprio per riprendere la stessa dizione dell'art. 18, comma 6, della legge quadro nazionale, che reca: "in particolare".



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino per dichiarazione di voto.



SUINO Marisa

Certo che l'art. 18, sesto comma, della legge dello Stato dice: "in particolare", ma in quanto diventa poi disciplina delle Regioni rendere prioritaria tale funzione. Quindi, è un'interpretazione che di certo non va nel senso federalista né nel senso di garantire e favorire, in termini di tempi e modalità, una priorità (la priorità fra le priorità), cioè l'integrazione socio-sanitaria.
Noi voteremo a favore del nostro emendamento e contro la risposta assolutamente sommaria, dell'Assessore Cotto.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta è contrario.
Prima di procedere alla votazione, comunico all'aula che si vota per alzata di mano ancora per questa legge. Pertanto, invito i Consiglieri e gli Assessori a prendere posto perché non voglio che si ripetano incidenti incomprensioni, ecc. Da adesso in avanti si vota nell'emiciclo, i voti dei Consiglieri che si trovano fuori dall'emiciclo, da oggi, non vengono considerati validi.
Pongo in votazione l'emendamento n. 11/114.1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 15 favorevoli e 28 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
11/114.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Caracciolo, Moriconi, Tomatis, Chiezzi Giordano e Contu: all'art. 11/114, la lettera c) del comma 1 è modificata come segue: "La definizione degli ambiti territoriali ottimali per la gestione dei servizi, nonché gli strumenti e le modalità di intervento per la creazione di sistemi locali dei servizi sociali prevedendo in particolare incentivi per i Comuni che ricorrano all'esercizio delle funzioni sociali per ambiti territoriali coincidenti con i distretti sanitari".
La parola alla Consigliere Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Con questo emendamento sottolineiamo l'aspetto delle funzioni associate, ribadendo la necessità - peraltro vissuta con l'applicazione della L.R. n. 62 - di sostenere la collaborazione e la concertazione tra Comuni, nell'applicazione delle funzioni sociali.
Promuovere e favorire le funzioni associate tra Comuni, nell'ambito dell'integrazione socio-sanitaria, può essere una valida strada di applicazione della legge medesima. Può essere una strada da percorrere in modo più intenso di quanto non sia stato fatto in questi anni.
Qual è il problema che abbiamo verificato sul territorio? Il problema è la difficoltà, da parte dei piccoli Comuni, sia in termini finanziari che in termini organizzativi. Nel momento in cui affrontiamo il disegno di legge n. 178, la legge madre del federalismo, e il delicato passaggio di funzioni dalla Regione ai Comuni in materia socio-assistenziale (soprattutto per la competenza dell'integrazione socio-sanitaria) riteniamo doveroso, da parte della Regione, assumersi l'impegno di insistere su quanto è stato detto negli anni.
Ricordo, all'epoca, che l'Assessore Goglio assunse un impegno formale con tutti i Comuni, ma con interventi alquanto frammentati, non strutturati. L'art. 114 del Capo III è quello che disciplina tutta la partita che andremo a giocare nei prossimi anni.
In questo passaggio diventa importante, nel momento in cui definiamo gli ambiti territoriali ottimali, prevedere in modo chiaro ed esplicito le funzioni associate - quindi dare un'autorevolezza maggiore di quanto non avvenga con la dicitura presentata dal provvedimento - in applicazione della legislazione vigente. Prevedendo degli incentivi, prevedendo un sostegno e delle modalità operative serie nei confronti dei Comuni e quindi aiutando gli stessi ad andare in questa direzione.
Ci pare una piccola introduzione che non sposta in modo significativo né in termini di risorse né in termini di assetti pianificatori, ma che pu aiutare in tal senso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Premesso che sono condivisibili le argomentazioni della Consigliera Suino riportate nell'emendamento, si ritiene che, tecnicamente, la previsione di incentivi non debba far parte di questo disegno di legge che è un provvedimento di trasferimento e di delega di funzioni.
E' prematuro precisare che gli ambiti territoriali debbono coincidere con i distretti, anche se la scelta, da parte nostra, è condivisibile.
Quando sarà elaborato il Piano socio-sanitario regionale, ci sarà la scelta (infatti anche la legge quadro recita: "di norma coincidenti con i distretti sanitari").



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Il concetto di distretto, per noi, è un fatto di assoluta convinzione.
Siamo convinti che soltanto con una politica seria che vada nella direzione dell'organizzazione e realizzazione dei distretti, otterremo, da una parte un risparmio in termini economico-finanziari per la Regione Piemonte dall'altra, un aumento di qualità, di efficienza nei confronti del cittadino.
Abbiamo presentato un ordine del giorno, una proposta di legge, tutta una serie di atti ben sapendo che non abbiamo i numeri e gli elementi perché diventino legge, ma per aiutare, stimolare e provocare una reazione.
Siamo convinti che la chiave di lettura sia "distretto", sia integrazione socio-sanitaria.
Anche se si tratta di trasferimento di funzioni, riteniamo sia comunque una priorità sancire il principio degli ambiti coincidenti con i distretti.
La nostra convinzione è tale per cui noi sosterremo il nostro emendamento e ci spiace che la Giunta non sia disponibile a fare lo stesso.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 11/114.2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli, 25 contrari e 1 astensione (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
11/114.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Caracciolo, Moriconi, Tomatis, Chiezzi Giordano e Contu: all'art. 11/114, la lettera f) del comma 1, è modificata come segue: "Stabilisce, nei limiti delle risorse del Fondo nazionale per le politiche sociale e dei cofinanziamenti regionali, i livelli essenziali ed i requisiti di qualità per gli interventi e le prestazioni sociali, di cui all'art. 22.2-4 della legge n. 328/00".
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

I passaggi che affrontiamo con l'art. 114 sono molto importanti soprattutto tenendo conto della riorganizzazione verso la quale la Regione andrà incontro con il nuovo Piano socio-sanitario.
Ci spiace portare avanti da soli questa piccola battaglia, poiché si tratta di priorità che, in qualche modo, dovrebbero vedere l'attenzione, se dialogassero tra loro, dell'Assessore alla sanità e di quello all'assistenza, anche perché sono tutte modalità che aiutano ad andare in una direzione di qualità del servizio e di riduzione della spesa.
Evidentemente ci sono tali e tante difficoltà nel dialogo tra i settori che è un po' come parlare ai sordi.
Il passaggio, allora, è quello di non accontentarci della definizione dei requisiti di qualità per gli interventi e le prestazioni sociali, ma di garantire livelli essenziali di omogeneità su tutto il territorio regionale. Peraltro, livelli essenziali che per troppi anni, in questo Paese, sono stati ritenuti superflui, ma che oggi - guarda caso ritroviamo come principi e priorità degli atti portanti, almeno nel grande settore delle politiche sociali e sanitarie. Andare a precisare e ribadire il concetto di livello essenziale, ponendolo come priorità in capo alle funzioni della Regione è un concetto di democrazia partecipativa che viene esplicitato. E' una visione delle istituzioni che si assumono l'impegno di mettere al centro del proprio lavoro, del proprio operato, la tutela dei diritti della cittadinanza. Poi, è vero che possiamo ritrovarla anche in altro modo, ma non è esplicitata. Non c'è passaggio, nel Capo III, dove la Regione dica: "Siamo convinti dell'importanza, soprattutto nell'ambito socio-sanitario, della democrazia partecipativa; siamo convinti che sia compito precipuo delle istituzioni andare a porre al centro, come priorità strategica assoluta, la tutela del diritto di cittadinanza, e quindi di un bene comune, collettivo, che viene prima di quelli che possono essere gli altri parametri di riferimento". Ecco perché diventa importante stabilire precisare, battersi ed impegnarsi affinché vengano definiti dei livelli essenziali che, in qualche modo, si garantiscono su tutto il territorio regionale, plasmati sia nella situazione di alta montagna, dove c'è una maggiore difficoltà ed una più alta mortalità, sia nella provincia di Alessandria, dove c'è il più alto tasso di mortalità e la meno estesa età di sopravvivenza, sia nella realtà torinese.
Pertanto, occorre garantire dei livelli di omogeneità sul territorio regionale e, in sintonia con le leggi pilastro, le leggi portanti a livello nazionale, occorre altresì omogeneità sul territorio del nostro Paese.
Questo lo proponiamo con la certezza che ragionare in termini di sussidiarietà, di federalismo, di riorganizzazione, sia importante e sia giunta l'ora di fare tutto ciò, ma a condizione che non si perda di vista il timone, la barra. Dobbiamo tenerla ben ferma quella barra: è la tutela dei diritti del cittadino, è la difesa dei diritti del consumatore, è la salvaguardia dei livelli essenziali da garantire come istituzione. Questo non significa non dialogare o non trovare buone modalità di lavoro e collaborazione con il privato, ma significa essere forti di quei livelli essenziali che devono essere garantiti con pari dignità a tutti i cittadini e su tutto il territorio piemontese.
Ribadire questo concetto nel passaggio delle funzioni della Regione nel passaggio dell'art. 114, che definisce gli ambiti territoriali e che stabilisce che si andrà nell'ottica di una politica di integrazione socio sanitaria, che definisce la riorganizzazione, è un'assunzione del principio statutario della democrazia partecipativa ed è quindi la riconferma del ruolo istituzionale che, come Regione, ci sentiamo in dovere di riassumere ed esplicitare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Ringrazio la collega Suino che dà dignità di discussione in questo Consiglio a questi argomenti che in genere passano inosservati. Non si pu non essere d'accordo su tutte le problematiche esposte, ne abbiamo parlato anche in Commissione. Vorrei solo ricordare che l'art. 9 della legge quadro nazionale prevede che i livelli essenziali ed uniformi delle prestazioni vengano definiti dallo Stato.
Le preoccupazioni ben espresse dalla collega Suino troveranno spazio nella nuova legge regionale sull'assistenza e nel Piano socio-sanitario.
Riguardo all'emendamento, mi pare superfluo aggiungere: "nei limiti delle risorse".



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Non è superfluo andare a precisare, Assessore grazie comunque per la considerazione, se non altro ci ascoltiamo reciprocamente con il rispetto e la simpatia che questo comporta - "nei limiti delle risorse", quando siamo la Regione che ha il disavanzo di cui soffriamo. Regione che, per questo disavanzo, impone al proprio settore dei tagli che arrivano al 20% e che per quel disavanzo impone al settore della cultura dei tagli che sfiorano il 40%. Come facciamo a ritenere superflua la precisazione della copertura finanziaria nei limiti delle risorse proprio noi? E questo è il primo dato.
Secondo dato: certo, c'è la legge statale, ma siamo noi Regioni che andiamo a ridisegnare il nuovo Welfare, siamo noi che andiamo a disegnare il Welfare municipale, siamo noi che andiamo a dire come sarà il nuovo Welfare del terzo millennio, e lo facciamo con questo art. 114! Allora principi saldi come il distretto, come l'integrazione socio-sanitaria, come il livello essenziale, diventano caposaldo di democrazia. Siamo noi, e non lo Stato - lo Stato ha dato le linee guida - che diremo come vogliamo che sia la politica socio-sanitaria, come vogliamo che sia il Welfare del terzo millennio. Lo definiamo noi. Noi qui continuiamo a rimandare a futuri atti certo, saremo qui, li discuteremo, li vedremo, li miglioreremo se ci sarà la disponibilità da entrambe le parti, ma è perdere un ennesimo appuntamento.
E' questo che vi stiamo dicendo: qui si perde un'altra occasione. L'ha fatto l'Assessore alla sanità e lo sta facendo anche lei, Assessore Cotto.
Ci va un po' più coraggio, bisogna esserne un po' più convinti, bisogna battersi di più. Su questi temi non conta essere da una parte o dall'altra conta essere convinti di quelli che sono i diritti da salvaguardare. Di questo noi siamo convinti. Pertanto, sosterremo il nostro emendamento e voteremo contro la posizione della Giunta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 11/114.3).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.



(Proteste in aula)



PRESIDENTE

I Consiglieri che non erano presenti in aula non vengono conteggiati coloro che sono fuori dall'aula al momento della votazione non vengono conteggiati! Non entrate in aula perché non verrete conteggiati... Ho precisato prima che bisogna votare nell'emiciclo.
L'emendamento n. 11/114.3) è respinto con 11 voti favorevoli, 25 contrari e 1 astensione (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alle modalità di votazione


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Vorrei che fosse chiarito perché la scala non è considerata "aula".



PRESIDENTE

Perché, secondo tutte le definizioni, l'aula è rappresentata dall'emiciclo.



GHIGLIA Agostino

Però, Presidente, abbia pazienza, qui non siamo in seicento, non siamo alla Camera dei Deputati! Corriamo come dei dannati e, da questo punto di vista, o abbiamo una disposizione statutaria e regolamentare che delimita l'aula all'emiciclo delimitato dai banchi, oppure le chiederei che la scala di accesso, nel momento in cui il Consigliere è presente nello spazio fisico che solo casualmente si chiama aula, venga considerata tale, altrimenti questa interpretazione, glielo dico subito formalmente, non la posso riconoscere.
Dopodiché le chiedo che riunisca l'Ufficio di Presidenza e svolga tutti gli approfondimenti del caso.
Mi permetto di dire che non si può dare un'interpretazione così estensiva: se neanche la scala vale come aula, siamo veramente... Sono d'accordo che non possa più venire giù la gente per motivi di sicurezza, ma sul fatto che la scala non venga considerata "aula" siamo contrari Presidente.
Le chiedo di esprimere una valutazione in Ufficio di Presidenza prima di dare delle interpretazioni che, secondo me, sono eccessivamente restrittive rispetto al nostro numero. Se fossimo alla Camera dei Deputati potrei capirlo, ma siamo in quattro gatti e si rende l'agibilità democratica dell'aula veramente impossibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Io, invece, accetto l'interpretazione di "aula" data dal Presidente, qualunque essa sia. Sono obbligato ad accettarla in quanto è il Presidente che determina i confini dell'aula.



CHIEZZI Giuseppe

GHIGLIA Agostino (fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Questo non è scritto da nessuna parte!



CHIEZZI Giuseppe

No, no, certo.



CHIEZZI Giuseppe

GHIGLIA Agostino (fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Questo non c'è scritto.



CHIEZZI Giuseppe

Sì, perché la votazione è indetta dal Presidente, che decide in quale modo si può svolgere.
L'interpretazione del Presidente, che mi sembra vada in direzione di considerare la necessità che i singoli Consiglieri votino dal proprio posto, è da me condivisa.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Salerno; ne ha facoltà.



SALERNO Roberto

Mi pare, Presidente, che lei abbia introdotto il criterio di presenza in aula al momento della votazione.
Allora, le chiedo: se si adotta il criterio della presenza, ogni qualvolta lei chiederà il numero legale in quest'aula, se siano o no presenti i Consiglieri questo deve essere il criterio discriminante, non solamente il fatto che rispondano o no all'appello.
Una volta per tutte, quindi, se vogliamo introdurre un elemento di rigidità di presenza in aula, o sono presenti dal punto di vista fisico oppure sono fuori dall'aula, altrimenti lei li dovrà dare presenti.



SALERNO Roberto

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



SALERNO Roberto

Non accetti ordini da nessuno, Presidente!



PRESIDENTE

Non vorrei sollevare polemiche per diktat che non ho alcuna intenzione di dare.
Colleghi, rilevo semplicemente un'esigenza: le votazioni, per quanto si svolgano per alzata da mano, come anche in altre assemblee che non hanno un numero rilevante di persone (a parte che useremo anche il procedimento elettronico previa una nuova supervisione, perché non mi espongo più a dire che tutto funziona, posto che quando lo provo io funziona, poi regolarmente vengo sconfessato), si devono svolgere all'interno dell'emiciclo.
Invito semplicemente i colleghi a votare all'interno dell'emiciclo e vi dirò che quando si dichiarerà aperta la votazione, anche con il procedimento per alzata di mano dichiarerò chiusa la votazione, altrimenti non riusciamo più a gestire, con la dovuta razionalità, i lavori.



GHIGLIA Agostino

Scusi ancora, giusto per capire: l'emiciclo, secondo la definizione oltre al fatto che potrebbe comprendere la parte riservata al pubblico (ma non ho voglia di andare a scavalcare), include altresì i banchi dei funzionari? Cioè se fossi seduto là, potrei votare oppure no?



PRESIDENTE

Guardi, il problema è semplicissimo: non si possono avere gli occhi dietro.



GHIGLIA Agostino

Presidente, abbiamo votato così per trentacinque anni! Gli occhi dietro non li ha mai avuti nessuno, se non su Marte, e dalla scala si è sempre votato.
Vorrei capire se là dietro posso votare oppure no.



GHIGLIA Agostino

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

E' comico che si possa votare dalla scala.



PRESIDENTE

Abbia pazienza, rivolgo semplicemente un invito ai colleghi.
Scusi, Consigliere Ghiglia, non penso che questa questione possa sconvolgere più di tanto.



GHIGLIA Agostino

Presidente, se ho bisogno di lavorare là dietro, voto o no?



PRESIDENTE

Non penso di sconvolgere più di tanto, Consigliere Ghiglia. In futuro voteremo anche con il procedimento elettronico, risolvendo, in tal modo, il problema.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, la prego! Per l'approvazione del disegno di legge n. 178, ritengo di non chiedere troppo ai Consiglieri se domando loro di fare qualche passo, in maniera tale che votino all'interno dell'aula e sia più agevole il conteggio da parte dei Consiglieri Segretari.
Colleghi, ci penserò io ad eliminare le polemiche con il procedimento elettronico.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali

Proseguimento esame disegno di legge n. 178: "Ulteriori disposizioni normative per l'attuazione del D.lgs. 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59)"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame degli emendamenti al disegno di legge n. 178.
11/114.4) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cotto: all'art. 11/114, lettera n), comma 1, le parole ", in via transitoria, in regime di convenzione con soggetti terzi," sono sostituite con le parole " in regime di convenzione con l'INPS, ai sensi dell'art. 80, comma 8, della legge n. 328/00".
La parola all'Assessore Cotto per l'illustrazione.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Ne abbiamo già parlato in Commissione. L'approvazione della Finanziaria e la previsione dell'art. 80 ci permettono di poter fare la convenzione con l'INPS e risolvere, quindi, definitivamente l'annoso problema della concessione delle indennità agli invalidi civili.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 11/114.4).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 28 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione un Consigliere).
Si proceda alla votazione dell'art. 11/114 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 42 voti favorevoli 29 voti contrari 13 non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 11/114 è approvato.
ART. 11/115 11/115.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Ronzani, Placido e Manica: all'art. 11/115, comma 1, la lettera e) viene sostituita nel modo seguente: "e) l'istituzione di un albo provinciale delle persone disponibili alla tutela, curatela e gli affidamenti di pubblica tutela".
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Sostanzialmente, proponiamo di istituire un albo provinciale, quindi una sorta di banca dati ufficiale - sarebbe conveniente disciplinarli in qualche modo, quindi dargli un seguito anche nella fase di regolamento delle persone disponibili alla tutela, alla curatela e agli affidamenti.
Per affidamenti intendiamo una sorta di banca dati delle famiglie disponibili all'affidamento.
Questa vicenda da molto tempo porta con sé alcuni problemi dovuti anche ad una sorta di conflitto di interessi che esiste da tempo nell'applicazione, in primo luogo, dell'articolo - non ricordo quale sia del Codice Civile in merito alla tutela dei minori e degli interdetti prevedendo che possa essere deferita dal Giudice tutelare ad un Ente di assistenza nel Comune dove ha domicilio il minore o all'ospizio in cui è ricoverata la persona interdetta.
In secondo luogo, i Comuni vengono individuati - ormai con la legge n.
328 in modo assolutamente chiaro ed esplicito - quali Enti gestori delle attività socio-assistenziali; peraltro, è ancora in vigore l'art. 12 della legge n. 62 che non aveva reso facile l'applicazione di tale concetto.
Pertanto, il Comune, o l'istituto, si trova, nel contempo, nella veste di tutore, quindi colui che deve vigilare sul tutelato affinché venga adeguatamente assistito, e di gestore, quindi colui che deve fornire l'assistenza. Ciò, ovviamente, non garantisce i diritti del tutelato.
Quindi, riprendiamo un po' il principio che abbiamo espresso con l'art.
114.
Tra i compiti del tutore la legge mette al primo posto la cura della persona tutelata, quindi, fa testo il Codice Civile. Nel caso di una persona handicappata intellettiva ricoverata in comunità alloggio, il tutore dovrebbe curare i suoi interessi, ad esempio, verificando anche se il personale si sta prodigando bene nei suoi confronti.
Come fa, in questo caso, ad essere all'altezza del compito, se il personale dipende da se stesso? Lo può fare, ma la vicenda diventa controversa.
E' necessario prevedere, a livello provinciale, il trasferimento di queste funzioni di tutela, ma ben sapendo che, ormai, tutte le leggi disciplinano in capo agli Enti locali le funzioni di gestione.
Il disegno di legge regionale non ha sciolto questo nodo: ecco perch proponiamo una sostituzione, un emendamento alla lettera e).
Dal nostro punto di vista, sarebbe importante, prendendo atto del completo trasferimento delle funzioni assistenziali, anche quelle ancora in capo alle Province, totalmente ai Comuni, mettere in capo alle Province la funzione di coordinamento, di controllo e, in questo caso, l'istituzione di un albo, di una sorta di banca dati, che ci consenta di rendere pubblico e trasparente - quindi conoscere quello che, sostanzialmente, è il diritto del tutelato - l'elenco delle famiglie piemontesi disponibili all'affidamento. Inoltre, prevedere - e qui ci sarebbe un guizzo di innovazione e di miglioramento nell'ambito della previsione del Welfare una sorta di trasparenza di elenco, quindi dare dignità anche a tutta la partita delle curatele.
Essendo convinti sostenitori della domiciliarità, riteniamo che sia un argomento che ci vedrà sempre più coinvolti, che richiederà sforzi ed energie, ammesso che decidiamo, con l'avvio del terzo millennio, di programmare sul serio una politica a sostegno della domiciliarità.
Ci parrebbe un elemento utile per la Regione stessa, precisando le funzioni di gestione in capo ai Comuni, la funzione di raccordo, di trasparenza, di banca dati, di elenco, di albo, all'ufficio provinciale.
Mi sono dilungata, ma credo sia una materia complessa che, tra l'altro si sottovaluta un po' troppo.
Abbiamo apprezzato l'emendamento presentato precedentemente dalla Giunta in merito all'art. 114. Lo abbiamo votato con assoluta convinzione anche perché è un piccolo emendamento, ma semplifica la vita di coloro che la trascorrono - oltre che, magari, senza gambe, in carrozzina o con altre enormi difficoltà - passando da un ufficio all'altro per la presentazione di pratiche su pratiche, che peraltro sono sempre le stesse. Quando si hanno problemi di salute a quel livello non si può che andare incontro ad un peggioramento e ad una cronicità ulteriore della malattia, quindi lo abbiamo apprezzato.
Riteniamo che su questo emendamento ci possa essere un'apertura utile per i cittadini particolarmente deboli. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

La sensibilità per i cittadini particolarmente deboli speriamo di dimostrarla nei fatti con tanti atti, tipo quello che è stato test ricordato.
Le motivazioni per le quali si è scelta l'istituzione degli uffici di pubblica tutela presso le Province sono già state evidenziate anche nello stesso intervento svolto dalla collega. Il fatto che i Comuni, individuati quali Enti gestori dell'attività socio-assistenziale dalla legge n. 62/95 si trovino, nel contempo, nella veste di tutore, che deve vigilare sul tutelato, affinché venga adeguatamente assistito, e di gestore, che deve fornire l'assistenza, crea qualche problema, come è stato evidenziato.
Noi siamo confortati in questa scelta da diverse lettere che ci chiedono proprio di individuare la Provincia, prime fra tutte anche le associazioni, i tutori volontari ed altre associazioni di volontariato.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 11/115.1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli e 24 contrari (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
11/115.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Caracciolo, Moriconi, Chiezzi, Tomatis Giordano e Contu: all'art. 11/115, comma 3, dopo la lettera e), è aggiunta la seguente lettera: "f) l'istituzione degli uffici di tutela degli utenti dei servizi sociali in capo alle Province".
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Questo passaggio l'abbiamo previsto, ma ci rimane un dubbio; quindi, chiediamo più che una valutazione politica una valutazione tecnica.
Chiediamo, sostanzialmente, se vi è stata la considerazione di tutte le discipline trasferite, ivi comprese, in particolare, quelle dal Regio Decreto n. 798 del 1927.
L'art. 8 della legge di Stato, rifacendosi all'art. 132 del D.lgs. n.
112 dice: "Disciplina il trasferimento ai Comuni o agli Enti locali delle funzioni indicate dal Regio Decreto n. 798 convertito dalla legge... Con la medesima legge le Regioni disciplinano, con le modalità stabilite dall'art.
3 del citato decreto legislativo, il trasferimento ai Comuni e agli Enti locali delle risorse umane, finanziarie, patrimoniali, per assicurare la copertura degli oneri derivanti dall'esercizio delle funzioni sociali trasferite, utilizzate alla data di entrata in vigore della presente legge per l'esercizio delle funzioni stesse".
Questo emendamento serve a ricordare la complessità e la globalità dell'intervento e precisa che nel passaggio delle funzioni alle Province con l'art. 115 si dovrebbe prevedere perlomeno l'esplicitazione di questo concetto.
In altri passaggi di questa legge abbiamo tenuto conto delle varie funzioni indicate dai Regi Decreti; in questo caso, anche in Commissione si è sorvolato sull'argomento.
E' importante che vi sia, perlomeno, un'esplicitazione in tal senso da parte dell'esecutivo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Con questo e con il penultimo emendamento all'art. 116 si precisa che le funzioni, già di competenza delle Province, vengono svolte dai Comuni o più precisamente, dai Comuni capoluogo di Provincia.
Non avendo specificato nulla all'art. 115, davamo per scontato che fosse chiaro, invece è giusta la sua precisazione.
Presento un emendamento all'art. 116, comma 1: dopo la lettera a) inserire la seguente lettera a bis): "Esercitano le funzioni in materia di servizi sociali già di competenza delle Province, ai sensi dell'art. 8 comma 5, della legge 8 novembre 2000 n. 328 e secondo quanto sarà previsto da specifica legge regionale in materia".
Il concetto diventa più chiaro e preciso.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Intervengo per dire che siamo d'accordo sulla proposta avanzata dall'Assessore Cotto, in quanto è più pertinente l'inserimento presso l'art. 116 di non quanto l'avessimo previsto all'art. 115.
La dimenticanza che avevamo colto è stata recepita, per cui ritiriamo il nostro emendamento e votiamo quello proposto dall'Assessore Cotto.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 11/115.2) è pertanto ritirato.
11/115.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Giordano, Caracciolo e Tomatis: all'art. 11/115, comma 3, alle lettere c), d) ed e) la parola "dalla" è sostituita con le parole "con la".
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Riformulo meglio l'emendamento aggiungendo alla fine le parole: "di intesa con le Province".



PRESIDENTE

Dichiaro ritirato l'emendamento n. 11/115.3).
Pongo in votazione l'emendamento testé annunciato dall'Assessore Cotto: 11/115.3 bis) all'art. 11/115, comma 3, alle lettere c), d) ed e) sono aggiunte alla fine le parole: "di intesa con le Province".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 26 voti favorevoli.
La votazione non è valida, perché c'è stato un errore nel conteggio.
Dispongo la ripetizione della votazione ai sensi dell'art. 68 del Regolamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
11/115.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riggio e Manica: al comma 1 dell'art. 11/115 è aggiunta la seguente lettera: "f) Applicano quanto disposto dall'art. 8, comma 5, della legge n. 328/00 in sintonia con quanto direttamente gestito dai Comuni capoluogo".
Questo emendamento è superato.
11/115.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Ronzani, Placido e Manica: all'art. 11/115, è aggiunto il seguente comma 4: "4. E' delegato alle Province il controllo gestionale dei progetti e dei contributi relativi all'applicazione della legge n. 285/97 sulle politiche rivolte ai minori".
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Siamo rimasti dispiaciuti dal constatare che ci sia stata questa dimenticanza, perché tra le funzioni della Provincia già esiste l'applicazione della legge n. 285 che, peraltro, è materia assolutamente importante e che ha visto un rilevante impegno e lavoro da parte dei Comuni e delle Province con un'applicazione che dura da parecchio tempo e con una distribuzione di finanziamenti in questo caso - almeno quando capita diciamolo - copiosa e significativa da parte del Governo nei confronti delle Regioni, in particolare della nostra Regione.
Perdere l'opportunità di inserire tra quelli che sono i compiti e le funzioni delle Province quanto già previsto da una legge di Stato, e peraltro già applicato in tal senso, da parte di questa Regione, è assolutamente una dimenticanza spiacevole e sgradita. L'abbiamo ricordato alla Giunta; lo sto dicendo con molta simpatia, anche se si poteva usare un tono diametralmente opposto nella valutazione di questa dimenticanza. Siamo comunque convinti che la Giunta sia favorevole all'inserimento di questo emendamento.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta?



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

L'emendamento è accoglibile. In effetti si è trattato di una mini dimenticanza, per cui dobbiamo dare atto che avete lavorato bene su questi emendamenti. Tuttavia, proponiamo di riformulare l'emendamento aggiungendo la lettera f) al comma 3: "la predisposizione dei piani territoriali provinciali di intervento in attuazione della legge 28/8/1997, n. 285".



SUINO Marisa

Per quanto riguarda la parte relativa al controllo gestionale dei progetti e dei contributi? Cioè noi siamo in assenza del testo, Presidente quindi oggettivamente diventa difficile... Allora, gli aspetti importanti del nostro emendamento erano: 1) inserire le politiche dei minori; 2) applicare una legge di Stato esistente dal 1997; 3) ribadire, come la legge di Stato prevede, il controllo gestionale dei progetti e dei contributi in capo alle Province (legge n. 285/97). Non riusciamo a capire, dalla proposta dell'Assessore, che cosa viene salvato e che cosa viene modificato.



PRESIDENTE

Scusi, Assessore Cotto, le chiedo di formulare l'emendamento, in quanto mi pare che abbia in qualche modo recepito alcuni principi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

L'Assessore Cotto intende illustrare l'emendamento appena formulato: 11/115.5 bis) all'art. 11/115, comma 3, aggiungere la seguente lettera f): "f) la predisposizione dei piani territoriali provinciali di intervento, ai sensi della legge 28/8/1997, n. 285 e il relativo controllo gestionale dei progetti e dei contributi".
Prego, Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Ho solo reso più chiaro, avvalendomi della consulenza tecnica, quello che volevo dire prima. Penso che così possa andare bene.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

SUINO Marisa (fuori microfono)



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Ritiriamo il nostro emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 11/115.5 è pertanto ritirato.
Rimane l'emendamento n. 11/115.5 bis) predisposto dall'Assessore Cotto, che pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
Prima di procedere alla votazione dell'art. 115, chiede di intervenire il Consigliere Palma per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Voglio innanzitutto dare atto all'Assessore Cotto di avere lavorato bene sia in Commissione che in aula, in parte recependo alcuni emendamenti e suggerimenti che provenivano dall'opposizione, ma soprattutto per aver accettato di modificare l'assetto e l'impostazione di questo Capo, non limitandosi a trascrivere tardivamente una serie di indicazioni legislative contenute in una legge che dobbiamo riformare, cioè la legge n. 62, ma in qualche modo anticipando le condizioni di applicazione della legge di riforma dell'ordinamento dei servizi sociali, che è imposta dall'attuazione della nuova legge quadro nazionale.
In questo lavoro di riformulazione complessiva, di reimpostazione di questo Capo, l'unica riserva profonda che il mio Gruppo continua ad avanzare è proprio quella relativa all'art. 115 e al ruolo attribuito alle Province.
Come si evince in maniera mi pare abbastanza chiara dal testo della legge quadro, ma anche dalla sua logica e dalla sua filosofia, il sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali si compone sostanzialmente di due parti: una di garanzia della domanda (così la possiamo definire) che è conferita alla Regione, la quale deve preoccuparsi ed occuparsi di definire non solo gli ambiti territoriali, ma i livelli essenziali, gli strumenti di intervento, la garanzia generale del fabbisogno sociale regionale; un'altra relativa alle politiche dell'offerta, e la titolarità di questi servizi è affidata pressoché integralmente al sistema delle Autonomie, nella fattispecie ai Comuni.
In questo quadro, alla Provincia, non nella legge quadro nazionale, ma nella filosofia del provvedimento, è riservato un ruolo di coordinamento che però è un ruolo di coordinamento progettuale (se così possiamo definirlo) e non di coordinamento funzionale.
Invito l'Assessore e i colleghi a rileggere con attenzione l'art. 7 "Funzioni delle Province" della legge quadro nazionale, dove le funzioni di competenza delle Province si limitano, grosso modo, a quelle contenute nel comma 1 dell'art. 115. Tutte le altre funzioni trasferite o delegate in sede di disegno di legge n. 178 sono funzioni che dovrebbero, nella logica complessiva del provvedimento, ricadere molto più nella responsabilità dei Comuni che in quella della Provincia, perché sono funzioni di garanzia, di controllo o direttamente di gestione, relative al sistema dell'offerta e non già al coordinamento progettuale degli interventi e dei servizi sociali.
Ho l'impressione che, così formulato, questo articolo darà luogo a molti più problemi di quanti non riuscirà a risolverne e che attribuire funzioni interne all'offerta di servizi sociali alle Province, ad esclusione ovviamente di quelli previsti dalle leggi nazionali, non sia opportuno e soprattutto contrasti con la logica di impostazione del provvedimento. Alla Provincia, non a caso svuotata di tutte le competenze gestionali da tutta la normativa nazionale, non ha senso riservare una serie di funzioni accessorie, ma funzionalmente e burocraticamente rilevanti (l'istituzione di sezioni provinciali di albi, l'istituzione delle sezioni provinciali delle organizzazioni del volontariato, l'ingresso incongruo nel sistema dei corsi di formazione e così via): queste sono funzioni che dovrebbero competere, nella logica complessiva del sistema, a chi ha la titolarità della gestione dei servizi e degli interventi sociali.
Per questa ragione, pur avendo votato a favore di alcuni emendamenti relativi all'art. 115 e con la riserva - si parlava prima della legge n.
285 - di una serie di funzioni e competenze riservate alla Provincia da altre leggi nazionali, voterò contro l'art. 115 per le ragioni che ho provato ad esprimere.
Ritengo che dopo qualche tempo, quando verificheremo - come la stessa legge prevede - l'applicazione del sistema dei conferimenti e delle deleghe al sistema delle Autonomie, forse saremo costretti, con un po' di ritardo secondo me, a ridisegnare queste funzioni riservando alle Province il ruolo che non solo la legge quadro, ma la logica e l'impostazione del provvedimento dovrebbe riservare loro e non tutte quelle che abbiamo ricompreso nell'art. 115.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Solamente per dire che, durante la discussione che si è svolta prima in Commissione e poi in aula, noi abbiamo apprezzato la disponibilità dell'Assessore Cotto a tenere conto di una serie di richieste che sono venute dall'opposizione e che hanno in qualche modo modificato l'impostazione dell'articolato che è al nostro esame. Credo però che un po' più di coraggio ci avrebbe consentito di definire meglio questa impostazione.
Da questo punto di vista, noi abbiamo ravvisato questa disponibilità a tenere conto di una serie di questioni che venivano poste con forza dai Gruppi di minoranza. Ricordavo prima che durante i lavori di Commissione l'Assessore Cotto ha lavorato per una reimpostazione anche dell'articolato.
Ricordo ai colleghi che non si teneva conto del fatto che, per esempio bisognava fare riferimento alla legge n. 285. C'è stato un ritardo da questo punto di vista a recepire il fatto che andava adeguato il provvedimento, però questa mancanza di coraggio, Assessore, nel quadro comunque dell'apprezzamento del fatto che lei ha tenuto conto di molte nostre richieste, non ci consente di votare a favore di questo provvedimento. Quel coraggio che le è mancato e che noi abbiamo sollecitato sarebbe stato utile, secondo me, Assessore, per far diventare questo articolo rispetto all'impianto complessivo della legge una cosa un po' diversa. Per queste ragioni, il nostro sarà contrario.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione dell'art. 11/115, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 21 voti favorevoli 21 La votazione non è valida.



ANGELERI Antonello

Chiedo la votazione per appello nominale.



DEORSOLA Sergio

Mi unisco alla richiesta del Consigliere Angeleri.



PRESIDENTE

Ripetiamo la votazione per appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Mancuso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 hanno risposto SI' 27 Consiglieri Anche in questo caso la votazione non è valida per mancanza del numero legale, che è pari a 28.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12,35 riprende alle ore 13,10)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Si proceda nuovamente alla votazione dell'art. 11/115 per appello nominale.
Se dovessi constatare la mancanza del numero legale, dichiarerò chiusa la seduta, che verrà riaperta alle ore 14,30.
Invito i colleghi Consiglieri ad entrare in aula, così come i componenti dell'Ufficio di Presidenza per procedere all'appello nominale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Deorsola; ne ha facoltà.



DEORSOLA Sergio

Grazie, Presidente. Chiedo cortesemente di farmi avere, nei tempi tecnici necessari, la lista dei colleghi che hanno risposto in modo affermativo alla votazione precedente. Grazie.



PRESIDENTE

Certo, collega Deorsola, non ci sono problemi.
Si proceda all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Mancuso effettua l'appello nominale)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI' 30 Consiglieri L'art. 11/115 è approvato.



MARCENARO Pietro

Scusi, Presidente, ma abbiamo votato "SI'" pensando che l'appello nominale verificasse la presenza del numero legale. Nel senso che relativamente all'articolo avremmo partecipato ugualmente, ma votando negativamente.



PRESIDENTE

Non c'è problema, Consigliere Marcenaro. Ripetiamo la votazione.
Si proceda alla votazione dell'art. 11/115 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 votanti 32 voti favorevoli 25 voti contrari 7 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 11/115 è approvato.
ART. 11/116 11/116.1) Emendamento presentato dal Consigliere Marcenaro, Ronzani Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Caracciolo, Moriconi, Tomatis, Chiezzi Giordano e Contu: all'art. 11/116, comma 1, lettera a), dopo le parole "interventi sociali" sono aggiunte le parole "a rete".
La Giunta è favorevole all'emendamento, che pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
11/116.2) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cotto: all'art. 11/116, comma 1, dopo la lettera a), è inserita la seguente lettera a) bis: "a bis) esercitano le funzioni in materia di servizi sociali già di competenza delle Province, ai sensi dell'art. 8, comma 5, della legge 8/11/2000, n. 328 e secondo quanto sarà previsto da specifica legge regionale in materia".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
11/116.3) Emendamento presentato dal Consigliere Marcenaro, Ronzani Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Caracciolo, Moriconi, Chiezzi, Tomatis Giordano e Contu: all'art. 11/116, comma 1, dopo la lettera c), sono aggiunte le seguenti lettere c1) e c2): "c1) promuovono forme innovative di collaborazione per lo sviluppo di interventi di auto-aiuto e per favorire la reciprocità fra i cittadini nell'ambito della vita comunitaria c2) coordinano programmi, attività, progetti degli Enti che operano nell'ambito di competenza tramite operatività tra i servizi che realizzano attività volte all'integrazione sociale ed intese con le Aziende Sanitarie Locali per le attività socio-sanitarie e per i piani di zona".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
11/116.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Ronzani, Placido e Manica: all'art. 11/116, comma 1, è aggiunta la seguente lettera e): "e) costituiscono e gestiscono gli uffici di tutela per l'esercizio di funzioni di tutore ad essi deferiti dalle competenti autorità e per la difesa dei diritti degli utenti dei servizi sociali".
Tale emendamento è ritirato dai proponenti.
11/116.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riggio e Manica: all'art. 11/116, comma 1, è aggiunta la seguente lettera e): "e) i Comuni capoluogo applicano quanto disposto dall'art. 8, comma 5 della legge n. 328/00".
Tale emendamento è ritirato dai proponenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 11/116 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 24 voti contrari 6 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 11/116 è approvato.
ART. 11/117 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 24 voti contrari 6 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art.11/117 è approvato.
ART. 11/118 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 24 voti contrari 6 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 11/118 è approvato.



PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 178 è sospeso.
I nostri lavori riprenderanno oggi pomeriggio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,22)



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