Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.62 del 30/01/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Questione pregiudiziale sollevata dal Consigliere Cattaneo in merito ad un'inserzione pubblicitaria a pagamento, apparsa sul quotidiano La Stampa relativamente alle riduzioni dei finanziamenti applicate alla sanità


PRESIDENTE

Dichiaro aperta, ai sensi dell'art. 43, comma primo, lettera b) del Regolamento interno del Consiglio regionale, la seduta di convocazione straordinaria del Consiglio regionale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Volevo porre all'attenzione del Consiglio, quale mozione d'ordine, un fatto, a nostro giudizio, estremamente grave. Chiedo scusa di non averlo fatto presente nella seduta ordinaria di questa mattina, ma ho letto il giornale soltanto durante i lavori di quella seduta.
Mi riferisco ad un'inserzione, apparsa su La Stampa di oggi un'informazione pubblicitaria del Consiglio regionale del Piemonte (in quella pagina compare lo stemma istituzionale del Consiglio Regionale, ma il testo è firmato dal Consigliere Antonio Saitta, Capogruppo Regionale del Gruppo "Centro per il Piemonte- Popolari"), con cui si fa un appello al Presidente della Giunta Regionale riguardo i problemi della sanità pubblica piemontese.
Riteniamo che sia un fatto estremamente grave per due motivi: uno di metodo e l'altro di merito.
Di metodo, perché questa pagina, da come si presenta, dovrebbe essere stata pagata - quindi promossa - con i soldi del Consiglio regionale (quindi con soldi pubblici), forse - lo verificheremo in altra sede - con un atto legittimo.
Di merito, perché, a nostro giudizio, questo messaggio contiene delle falsità e, sotto un certo aspetto, crea allarme ( potrebbe implicare un reato di procurato allarme verso la comunità piemontese).
Mi riferisco, in particolare, ad alcuni passaggi di questa inserzione: in un passaggio il Presidente della Giunta regionale viene accusato di voler "chiudere gli ospedali minori": fatto non vero; in un altro, ancora il Presidente della Giunta regionale viene accusato di voler "ridurre drasticamente i ricoveri ospedalieri e tagliare i medicinali": fatto non vero.
Inoltre, viene chiesto al Presidente della Giunta regionale come mai "non abbia deciso di risparmiare centinaia di miliardi tagliando spese per consulenze e pubblicità", con riferimento preciso alla chiusura di società partecipate in perdita, "evitando di foraggiare inutili agenzie regionali e creare una TV satellitare".
Sarebbe interessante capire dove sono individuabili queste centinaia di miliardi perché, a nostro giudizio, questi soldi, ammesso che sia una buona scelta tagliarli, nei fatti non esistono.



PRESIDENTE

Consigliere Cattaneo, non ho capito di cosa si tratta: di una richiesta di chiarimenti, quindi in questo caso avrebbe due minuti, oppure avanza un'istanza in ordine a che cosa? Sospensiva? Pregiudiziale?



CATTANEO Valerio

Un'istanza pregiudiziale, preliminare. Noi vogliamo che si discuta di questo argomento e che, preliminarmente, venga chiarito.



PRESIDENTE

E' una questione relativa all'o.d.g., quindi ritengo si possa applicare l'art. 63, comma secondo, del Regolamento, che prevede la possibilità, su questa questione, di un intervento di due minuti di un oratore per ciascun Gruppo consiliare. Adesso chiedo se qualche oratore vuole iscriversi...
MARCENARO Pietro (fuori microfono) Presidente, chiedo di intervenire prima, per chiarimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro per chiarimento.



MARCENARO Pietro

Chiedo al Presidente del Consiglio regionale se, in un Consiglio regionale straordinario, convocato a termini di Regolamento, con un ordine del giorno stabilito, la maggioranza può decidere di modificare l'ordine del giorno. Chiedo solo se questo è possibile.



PRESIDENTE

Le rispondo, non ho problemi. Il Regolamento esiste, e quindi va applicato.
Il Consiglio regionale è convocato con un ordine del giorno "monotematico" quindi questo punto non è iscritto all'o.d.g. Ovviamente l'aula, anche in presenza di una richiesta di Consiglio regionale straordinario, ai sensi del Regolamento, può votare questioni sospensive o decidere di trattare altri punti, pur restando nell'ambito del Consiglio straordinario. E' chiaro che, per iscrivere - e poi trattare - altri punti all'o.d.g. è necessaria la maggioranza prevista dal Regolamento. In questo caso, ci vorrebbero quarantun voti per iniziare un dibattito su un argomento nuovo non ancora iscritto all'o.d.g. Non si tratta di un'inversione di ordine del giorno.



(Commenti dai banchi della minoranza)



PRESIDENTE

Scusate, trentun voti. Chiedo scusa.



(Commenti dai banchi della minoranza e della maggioranza)



PRESIDENTE

No, quaranta voti! Correggo, sono necessari quaranta voti! Chiedo scusa di nuovo! MARCENARO Pietro (fuori microfono) Presidente, le chiedo se i quaranta voti ci sono.



PRESIDENTE

Consigliere Marcenaro, le ho risposto. Su questa richiesta ha diritto ad un intervento di due minuti un oratore per Gruppo, poi si procederà alla votazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia, ne ha facoltà.



(Commenti dai banchi della minoranza)



PRESIDENTE

Se si tratta dell'iscrizione di un punto all'o.d.g., può parlare un oratore a favore e uno contro, se invece si tratta di una questione pregiudiziale può parlare un oratore per Gruppo.
Consigliere Ghiglia, prego.



GHIGLIA Agostino

Noi appoggiamo la proposta, e condividiamo la questione pregiudiziale del Capogruppo di FI perché - per carità, la legge ci consente, nell'ambito dell'informazione cosiddetta "istituzionale", di fare un po' quello che vogliamo dei soldi pubblici - dobbiamo pagare poi, in qualche sede, le falsità che scriviamo.
Oggi, con i soldi pubblici, sono state riportate, su un quotidiano nazionale, autentiche e vergognose falsità, tese a creare un allarme ingiustificato nella cittadinanza piemontese, con particolare riferimento alle fasce più deboli.
Il Capogruppo di FI ha posto una questione pregiudiziale su questo fatto gravissimo e senza precedenti, non supportato da alcun atto formale perché dire che la Giunta ha deciso di chiudere ospedali, ridurre posti letto, addirittura ridurre la somministrazione dei farmaci è un atto di terrorismo politico, Presidente del Consiglio, che lei deve censurare con durezza perché non si ripeta più.
Dietro a queste richieste di Consigli straordinari c'è il tentativo della minoranza, ormai completamente smascherato, di guidare i lavori del Consiglio, di impedire di legiferare, di votare le leggi che l'Assemblea deve votare a favore degli interessi primari del Piemonte. Tutto ciò per fare soltanto propaganda e polemica politica, nonostante la minoranza abbia già perso - e male - una campagna elettorale, usando questi sistemi.
Noi vogliamo segnalare la deriva pericolosa di quest'aula che non riesce più a legiferare, sotto la spinta di una richiesta continua di eventi straordinari e che di straordinario non hanno alcunché! Come da accordi presi, avevamo chiesto di continuare l'esame del disegno di legge n. 178. Stiamo stufi di fare la parte politica che "si diverte", di fronte ad altri che fanno finta di non fare ostruzionismo facendolo. L'accordo che risale addirittura a prima di Natale - era di non convocare il Consiglio tra Natale e Capodanno per arrivare alla chiusura del disegno di legge n. 178 entro i primi quindici giorni di gennaio. Siamo al 30 di gennaio e non è stato ancora chiuso. E' un fatto incontestabile, che ha decine di verbali a sua testimonianza.
Presidente del Consiglio, dobbiamo smetterla, questa è un'Assemblea legislativa, non soltanto una palestra di propaganda politica. Siamo stufi di assistere soltanto alla propaganda, soprattutto quando è falsa.
Presidente, concludendo il mio intervento intendo esprimere il mio sostegno alla questione pregiudiziale, che non avrà i voti. Le chiedo formalmente di portare questo coacervo di falsità in Ufficio di Presidenza dove valutare una censura e un provvedimento disciplinare nei confronti del Consigliere che se n'è fatto attore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Noi abbiamo chiesto la convocazione di questo Consiglio regionale straordinario per discutere di una violazione dei principi di democrazia verificatasi nella nostra Regione, riguardante il pluralismo degli organi di garanzia del mondo dell'informazione.
Come sapete, la nostra è l'unica Regione in Italia dove, nella composizione degli Uffici di Presidenza del CO.RE.CO.IN. è stata esclusa la minoranza.
Nel sentire la discussione di questi pochi minuti, devo dire che la preoccupazione per la tutela della libertà è veramente più forte di quanto non temessimo. Stiamo arrivando al punto che la maggioranza pensa di poter censurare politicamente, in una sede istituzionale, un'opinione di parte (che può essere l'opinione di una minoranza, di una forza politica, di un Gruppo, di un Consigliere) e che giudizi politici - naturalmente condivisibili o no - sono sottoposti a censura. Capisco come simili iniziative possano venire da un fascista come il collega Ghiglia. Mi risulta meno chiaro, invece, come possano venire da persone che dichiarano il proprio legame con la tradizione liberale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

E' chiaro che in ogni Consiglio regionale, anche in quello convocato ai sensi di una richiesta di un Gruppo - di opposizione o di maggioranza chiunque può proporre variazioni al programma. Può farlo, L'aula è sempre sovrana, ed essendo sovrana, caratterizza la propria qualità dei rapporti politici.
E' chiaro che, di fronte ad un Consiglio regionale richiesto dalle minoranze su un certo tema, se la maggioranza si impunta e, come diceva il Consigliere Marcenaro prima, impedisce politicamente la discussione di quel tema, a norma di Regolamento può farlo. La conseguenza è che si imposta un tipo di rapporto politico di cui le minoranze sono costrette a tener conto perché la soffocazione dell'iniziativa di discutere certi temi, se pu essere presa a norma di Regolamento, indice alla gestione di un'aula in cui vi è una incomunicabilità e una impossibilità di accesso democratico alle proprie ragioni. E' un fatto gravissimo, che è accompagnato, evidentemente da una cultura di insofferenza a punti di vista differenti. Questa è una cultura che evoca esperienze, note in Italia, di stampa di regime, evoca pulsioni alla censura politica ed è incredibile che in un'aula democratica ci siano dei Gruppi che tentino di impedire ad altri Gruppi di proporre nelle forme e coi mezzi che la democrazia e la libertà di stampa consentono, proprie interpretazioni e punti di vista. Se questo sistema fosse applicato alle iniziative regionali, sarebbe veramente un fatto incredibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Mi associo a quanto detto dai Consiglieri che mi hanno preceduto e mi rivolgo a lei direttamente perché mi pare che ci troviamo di fronte ad una richiesta non solo grave ma anche anomala.
Credo che di fronte ad un atto di un Gruppo o di una forza politica, un qualsiasi altro Gruppo del Consiglio regionale possa chiedere, con strumenti normali (interrogazioni o presentazione di ordini del giorno), di poter esprimere il proprio punto di vista. Tuttavia, mettere in discussione, come punto all'ordine del giorno del Consiglio, un atto politico o un comunicato di un Gruppo, è una cosa gravissima, intollerabile e non accettabile, perché sarebbe come dire che dobbiamo sottoporre non si capisce bene a quale censura preventiva gli atti politici che facciamo. La invito, pertanto, a ritenere non ammissibile questa discussione, perché è fatta in forma impropria. Qualsiasi Gruppo, compreso il Gruppo di Forza Italia, può presentare un ordine del giorno alla discussione del Consiglio nelle forme appropriate, e la discussione avverrà. Ma non è accettabile da parte sua, a mio avviso, la discussione su un atto politico di un Gruppo come punto a se stante di un ordine del giorno di questo Consiglio, perch altrimenti introduciamo una gravissima ed inaccettabile censura.
Credo che raramente abbia senso parlare di un attacco alla libertà del Consiglio, dei Consiglieri e delle forze politiche. Non è assolutamente accettabile che si discuta tale questione, perché avviene in forma assurda ovvero come una richiesta di valutazione degli atti politici e delle forze politiche.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Papandrea.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia per fatto personale. Lo deve esplicare ai sensi dell'art. 54.



GHIGLIA Agostino

Sì, Presidente, perché mi è stato dato del "fascista" in quest'aula. Io capisco che, poverino, il Presidente dei DS, a corto di argomenti, arrivi come dire, al lazzo, al frizzo e a quello che crede lui, perché ognuno fa quello che può.
Quello che le chiedo, invece, stante il fatto che la ricostituzione del Partito Fascista è vietata financo dalla Costituzione, e che ovviamente ne discendono conseguenze di natura penale, per cui se io fossi fascista - a parte il fatto che ho preso il quadruplo delle sue preferenze, quindi magari ho più dimestichezza con la democrazia di lui, ma questo è un altro discorso - non potrei stare in quest'aula perché commetterei un reato, le chiedo, anche in questo caso formalmente, di valutare le dichiarazioni del collega Marcenaro, perché mi accusa di una violazione addirittura della Costituzione.
Dopodiché, chiedo che l'Ufficio di Presidenza si riunisca e valuti i provvedimenti disciplinari nei confronti del collega Marcenaro per quella che mi si imputa come violazione delle leggi vigenti. E' chiaramente a discrezione dell'Ufficio di Presidenza valutare se questi fatti sussistono o meno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, vorrei fare innanzitutto mia la preoccupazione che il Consigliere Marcenaro ha esplicitato in quest'aula e che è stata ripresa, attraverso gli interventi di altri Consiglieri, in ordine al mancato pluralismo e ai mancati principi di democrazia in quest'aula.
La faccio mia a nome del Centro Cristiano Democratico e, ritengo, a nome dell'intera maggioranza, perché oggi, a distanza di più di un mese stiamo ancora discutendo un importante provvedimento, determinante per il futuro di questa Regione (che 1200 Comuni e 8 Province attendono), che è il disegno di legge 178, documento che è stato sviscerato più volte all'interno delle varie Commissioni, che è ritornato nel mese di gennaio in Commissione dopo una precisa presa di posizione all'interno dei Capigruppo in cui si era deciso che nel mese di gennaio, nelle prime sedute, avrebbe trovato, dopo un ampio dibattito, l'approvazione in quest'aula. Ancora una volta, grazie ad un Regolamento consiliare unico in Italia, le minoranze in quest'aula fanno quello che vogliono. Cioè ci tengono letteralmente ostaggio attraverso una grande capacità nel fare opposizione; ma si tratta di un'opposizione che non ci consente di andare avanti su seri provvedimenti.
Ritengo che la preoccupazione che manifestava il Consigliere Cattaneo sia reale, quella di un'informazione pubblicitaria che non corrisponde al vero, che noi assolutamente, Consigliere Saitta, non censuriamo. E' ovvio che questa sia libertà di qualsiasi Gruppo consiliare, ma chiediamo che rispetto all'informazione, si dica la verità. In questa pagina molte cose non corrispondono al vero, anzi nessuna.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, signor Presidente e signori Consiglieri.
Vorrei fare una riflessione dopo quello che è stato detto dal collega che mi ha preceduto: il disegno di legge n. 178 ha richiesto una ratifica naturale, tanto è vero che le minoranze non si sono permesse, nel modo più assoluto, di fare opposizione.
La maggioranza ha ritenuto opportuno rettificare il provvedimento e, di conseguenza, il Consiglio è andato fuori tempo.
Vorrei dire ai colleghi della maggioranza che mi hanno preceduto che sono effettivamente molto abili nel fare ostruzionismo.
A mio giudizio, questo è ostruzionismo e significa non voler rispettare gli ordini del giorno. Onestamente, non è la prima volta che si programma un lavoro e, poi, alla fine della giornata, si scopre di averne svolto tutt'altro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Presidente, intervengo brevissimamente.
Volevo esprimere il completo appoggio a quanto detto dal Consigliere Angeleri, che ha esternato proposizioni che coincidono con il nostro modo di pensare. Inoltre volevo sollecitare, nei tempi più stretti possibile, la riforma dello Statuto e, soprattutto, del Regolamento.
A prescindere dal caso specifico del quale ci occupiamo, in via generale, noi sappiamo bene, perché è un patrimonio acquisito da quest'aula, che tre Consiglieri - non la minoranza, ma una parte piccolissima della minoranza, tre cellule impazzite - sono in grado, con turni di otto ore al giorno, di bloccare questo Consiglio regionale.
Questo è quanto consente il nostro Regolamento.
E' evidente che qualsiasi discorso dialettico è anche psicologicamente bloccato da questo fatto. I Consiglieri di maggioranza sanno bene che o mangiano la minestra o saltano dalla finestra, non vi è scelta.
Quindi, sottopongo all'aula questa sollecitazione con una seconda considerazione: tutte le forze presenti in quest'aula reputano il federalismo un dato positivo. Cioè, il federalismo, da dato reietto, è diventato per tutti un valore, ma esso presuppone che il potere legislativo ricada da un potere centrale ad uno periferico, dando per scontato che quello periferico sia migliore.
Se noi non provvediamo immediatamente a risolvere i problemi inerenti al Regolamento, per consentire alla maggioranza una produzione legislativa senza incorrere in alcun condizionamento della minoranza, noi non potremo realizzare il federalismo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Mi sembra che questa discussione sia gestita da parte della maggioranza in maniera da non arrivare a trattare il problema più grave del CO.RE.COM.
e del CO.RE.CO.IN., per il quale è stata convocata la seduta straordinaria.
Quindi, credo sia un clamoroso autogol per la maggioranza parlare di ostruzionismo da parte della minoranza, quando tutti ricordiamo che nonostante la convocazione del Consiglio per tre giorni consecutivi, la maggioranza non è riuscita a portare avanti la discussione in modo costruttivo. Le richieste che la minoranza ha presentato in Consiglio sono state regolarmente presentate in Commissione, sempre senza avere ascolto mentre in Consiglio - giustamente - hanno avuto diverso accoglimento.
Questa discussione è assolutamente pretestuosa, serve soltanto ad allungare la discussione e non arrivare al punto fondamentale, che è la discussione dell'ordine del giorno che noi abbiamo proposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Signor Presidente e colleghi, non dico che sono soddisfatto, però credo sia stato utile sollevare, da un lato, questo problema, porlo all'attenzione dell'aula, perché, comunque, vi è stata una presa di posizione da parte dei singoli Consiglieri, dell'opposizione e della maggioranza, che hanno espresso i loro diversi punti di vista.
Se le mie parole sono state interpretate in questo senso, chiedo scusa per essermi espresso in modo, forse, non cristallino rispetto alla capacità di interpretazione di terzi, però non volevamo assolutamente censurare nessuno. Lo avevo detto in premessa, probabilmente, nelle prerogative del Gruppo consiliare...



(Commenti del Consigliere Marcenaro)



CATTANEO Valerio

Parlo per me e per il mio Gruppo, Presidente Marcenaro. Poi, gli altri trentotto Consiglieri parlano in proprio attraverso i loro Presidenti di Gruppo.
Non volevamo fare alcuna censura. Certamente, da un lato, volevamo sollevare il problema e, dall'altro, dire con forza, cosa che credo siamo puntualmente riusciti a fare, che riteniamo, soprattutto la seconda parte false le notizie contenute nella presa di posizione del collega Antonio Saitta - ed è questa la motivazione che mi ha dato la forza e la convinzione di prendere la parola su questo argomento in aula soprattutto, sono notizie distorte e imputate al Presidente della Giunta regionale a sua insaputa, addirittura, a volte, contro le prese di posizione ufficiali convalidate da atti amministrativi compiuti, da deliberazioni della Giunta regionale e del Consiglio regionale.
Detto questo, signor Presidente, ritiro immediatamente la questione pregiudiziale, perché voglio liberare il campo. Certamente non abbiamo sollevato questo problema per evitare il confronto, al di là del dibattito sul CO.RE.CO.IN. e sul CO.RE.COM. Siamo pronti, staremo qui durante i lavori di questo Consiglio regionale straordinario, risponderemo punto per punto nella discussione di merito e su quanto l'opposizione vorrà imputare a questa maggioranza relativamente alla questione CO.RE.COM. e CO.RE.CO.IN.
Torneremo su questo argomento, perché, non essendo pretestuoso aver sollevato questo problema, riteniamo sia un fatto grave. Torneremo in una fase successiva con atti successivi sia in quest'aula che al di fuori.
Con questo mio intervento credo di liberare il campo e chiarisco che non vogliamo certamente sottrarci a questo confronto, quindi, possiamo, se i colleghi e il Presidente riterrà, iniziare i lavori del Consiglio straordinario.



PRESIDENTE

Informo il Consiglio che il Consigliere Cattaneo ha ritirato la questione pregiudiziale posta all'inizio dei nostri lavori.
La parola al Consigliere Ghiglia per chiarimenti.



GHIGLIA Agostino

Intervengo per chiarire che, invece, il mio Gruppo mantiene la richiesta di censura nei confronti del Consigliere Saitta per le falsità che, con soldi pubblici, sono state ammannite per mezzo stampa.



(Il Consigliere Mercurio chiede la parola)



PRESIDENTE

Consigliere Mercurio, le spiego il problema: lei avrebbe diritto di parlare, ma il Consigliere Cattaneo ha appena dichiarato che la questione pregiudiziale non verrà portata in votazione, quindi, di fatto, cessa la materia del contendere. Le chiedo scusa, però ho ricevuto la richiesta formale del Consigliere Cattaneo.
La parola al Consigliere Mercurio per chiarimenti.



MERCURIO Domenico

Credo sia un mio diritto intervenire.
Mi servono soltanto dieci secondi per dire che il Consigliere Saitta come qualunque altro Consigliere di qualunque altro Gruppo, pu legittimamente pubblicare qualunque cosa e può fare manifesti; credo che sul piano formale della legittimità, abbia la piena legittimità di fare quanto ha fatto.
Per quanto riguarda il comunicato pubblicato su La Stampa, quando si svolgerà il dibattito nei modi richiesti dal Consigliere Cattaneo, ognuno prenderà posizione in merito.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Informazione

"La violazione dei principi di pluralismo, correttezza e garanzia democratica da parte della maggioranza nella vita delle istituzioni regionali. Il caso 'CO.RE.CO.IN.'" - esame interpellanze n. 500 del Consigliere Saitta inerente a "TV satellitare Regione Piemonte" e n. 506 del Consigliere Chiezzi inerente a "Canale televisivo satellitare della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo ora alla discussione dell'unico punto all'o.d.g. della seduta straordinaria, relativamente al CO.RE.CO.IN.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Il tema per il quale abbiamo chiesto questa convocazione è di una grande delicatezza.
La reazione nervosa alla quale abbiamo assistito poco fa sulle modalità con cui viene fatta l'informazione indica che è un problema fortemente connesso con la democrazia, e lo è sempre di più nel momento in cui vi sono degli organismi - in questo caso, la Regione - in cui il potere viene sempre più concentrato nelle mani di una persona sola: nelle mani di un Presidente e nelle mani della Giunta.
Proporre questo tema vuol dire affrontare un tema più generale del pluralismo dell'informazione. E' un problema delicato, perché oggi i mass media sono molto più potenti, soprattutto quelli innovativi, a cui si è fatto riferimento in qualche delibera.
I mass media possono influenzare tantissimo l'opinione pubblica e, allora è necessario che, nel momento in cui si affrontano questi temi, gli organismi si attrezzino per costruire momenti di discussione, di equilibrio, di verifica e di controllo, perché il tema è delicato altrimenti, se questo non avviene, si può verificare una cosa prevedibile ossia chi detiene il potere è in grado di controllare il consenso e quindi, di non consentire di svolgere i classici rapporti all'interno della democrazia. Il tema è praticamente questo.
Quando si chiede, è stato fatto poco fa, una censura per avere espresso un'opinione politica, questo la dice lunga, è indice di una difficoltà.
Collega Ghiglia, anni fa, ho assistito a questa escalation, del modo con cui la maggioranza ha fatto informazione, anzi, per meglio dire, ha fatto pubblicità, come quando il Presidente Ghigo comprava delle pagine su "Tuttosport", pagate con il denaro pubblico, con delle interviste a lui e all'Assessore al Turismo mentre partecipavano a una gara di sci e andavano sullo slittino. Questa era un'iniziativa istituzionale - ne cito una - ma potrei citare tantissimi casi.
Il problema che poniamo è questo. C'è un tema delicato, dobbiamo attrezzarci in modo che l'informazione garantisca il pluralismo. Il collega Marcenaro ripetutamente ha posto questo problema, soprattutto per il caso del CO.RE.CO.IN. Abbiamo votato questo organismo in Consiglio regionale ancora prima nella riunione dei Capigruppo e ha fatto rilevare giustamente, come questo organismo di controllo deve avere queste caratteristiche, quindi non può essere in mano alla maggioranza, ossia dove la maggioranza non determina concretamente le scelte di un organismo di garanzia.
Il collega Marcenaro rilevò questi fatti e furono date, da parte del collega Cattaneo, delle garanzie, cioè che il CO.RE.CO.IN avrebbe mantenuto le caratteristiche tipiche di un organismo di controllo e di garanzia ossia avrebbe garantito la presenza delle minoranze soprattutto negli organismi direttivi. Mi pare che questi erano i ragionamenti fatti, invece è capitato che, nonostante le assicurazioni date dalla maggioranza intendendo l'informazione come una questione che riguarda soltanto la maggioranza, quando la minoranza solleva da una puntura di spillo, reagisce pesantemente e si comporta conseguentemente: il Presidente, il Vicepresidente e il Segretario, tutti di maggioranza.
Non c'è nessuna Regione in Italia dove la minoranza non è presente all'interno di un organismo direttivo di controllo, un organismo importante che deve avere queste caratteristiche. Il Piemonte è l'unica Regione in Italia dove per questo organismo è stata fatta un'operazione come se fosse un organismo qualunque, cioè c'è stata una corsa alla dirigenza per impossessarsi anche del ruolo che compete alla minoranza.
Abbiamo chiesto ripetutamente - il collega Marcenaro l'ha fatto - di rivedere quella scelta, perché non risponde agli obiettivi di un organismo di garanzia. Il risultato è stato negativo: "No, non se ne fa nulla".
Abbiamo il Presidente e il Vicepresidente: "Non se ne fa nulla, resta tutto così".
Noi riproponiamo questo problema, sentiremo in che modo intendono superare il Presidente Ghigo e, soprattutto, il Presidente del Consiglio che dovrebbe essere garante del pluralismo, questa scelta pesantemente maggioritaria fatta da parte della maggioranza.
Certamente il problema si pone anche per l'organismo che abbiamo da poco nominato, il CO.RE.COM, dove anche in questo caso la maggioranza ha tentato, con un po' di distrazione - per la verità - da parte della minoranza, di fare un'operazione tendente a fare pesare di più la maggioranza nel numero complessivo. Anche in questo caso vi è un tema delicato, lo riproponiamo, la questione è nota: quale deve essere il rapporto tra la maggioranza e la minoranza che non riguarda solo un problema di occupazione di posti all'interno di questo organismo, ma di un problema di rappresentanza delle minoranze per un organismo importante come quello di un organo di garanzia. Questo è il primo tema sul quale attendiamo delle risposte.
Un'altra questione collegata è il problema della televisione satellitare. I giornali ne hanno parlato, volevo riprendere questo tema anche a nome dei colleghi della minoranza, perché anche questa è una questione molto delicata, poiché riprende una modalità per fare pubblicità che è stata adottata già in passato dalla Giunta Ghigo. Vi ricordate, nel 1996 - i colleghi che erano qui si ricordano perfettamente - ad un certo punto la Giunta Ghigo, della quale mi pare che era comunicatore l'attuale Vicepresidente del CO.RE.CO.IN, decise di comprare delle pagine sui giornali locali, delle pagine confezionate in Piazza Castello, mandate a tutti i giornali locali della Regione Piemonte. Queste ci sono state "vendute" come informazione regionale, quindi pagine composte dagli addetti stampa del Presidente o della Giunta inviate a tutti i giornali. Questa è la modalità con cui la Giunta intende l'informazione: l'informazione per la Giunta è la pubblicità.
Sfido chiunque a leggere quelle pagine, non troviamo una sola riga o un titolo dove vi è espresso qualche dubbio sull'andamento della sanità. Se fosse stata informazione vera, qualche dubbio sarebbe stato espresso.
Quelle pagine riportano una situazione della sanità eccezionale, dove tutto va bene, quindi era pubblicità, promozione della Giunta regionale (per la verità, all'inizio era promozione anche da parte degli Assessori).
Si vuole riproporre questo tema anche per quanto riguarda la televisione, cioè la Giunta regionale che si costruisce un suo strumento in questo caso la TV satellitare, per condizionare e per intervenire sull'informazione. Il tema è questo, Assessore Racchelli, spiegherò il motivo dopo avere letto attentamente le deliberazioni. Innanzitutto c'è da dire che la Giunta decide di creare una TV satellitare senza informare il Consiglio. Credo che nessuno della minoranza e pochissimi della maggioranza sapevano che la Giunta aveva deciso di dotarsi di una TV satellitare.



PRESIDENTE

Consigliere, lei ha dieci minuti per parlare, perché la programmazione dei lavori è stata predisposta in modo da non superare una durata di due ore e trenta minuti. La invito a concludere nell'ambito del tempo assegnato.



SAITTA Antonino

Ho il dovere, avendo anche preso l'impegno con i colleghi, di parlare a nome di tutti, di svolgere almeno la parte iniziale, se mi viene consentito, avendo posto il motivo della convocazione.
MARCENARO Pietro (fuori microfono) Chiedo se, siccome siamo in una riunione a tempi contingentati, perch non è possibile un accordo per i Gruppi in cui distribuiamo i tempi degli interventi, distribuendoli per maggioranza e opposizione, poi ciascuno li regola come crede?



PRESIDENTE

No, Consigliere Marcenaro. Non è ammesso cedere i minuti agli altri colleghi, lo sapete.



SAITTA Antonino

Ho presentato anche una interpellanza collegata su questo tema.



PRESIDENTE

E' vero, Consigliere, c'è una sua interpellanza sulla TV satellitare.
Quindi, le concedo cinque minuti per illustrarla.



SAITTA Antonino

Dicevo che la Giunta ha preso questa decisione non informando nessuno.
Il Consiglio? Per carità! Utilizzare un potente strumento di comunicazione è un tema molto delicato: la Giunta lo decide nascondendolo al Consiglio. E l'ha nascosto anche bene, perché le deliberazioni che fanno riferimento a questa istituzione hanno per titolo: "Linee di intervento per la comunicazione e la promozione regionale con mezzi innovativi", non si parla di televisione! Per la verità noi ci siamo accorti di questo fatto perch la Giunta ha dato un incarico per il progetto, diciamo così - le indicazioni per la TV satellitare - a un professionista senza impegno di spesa, e lì abbiamo capito che la Giunta regionale aveva deciso di fare una TV satellitare. In sostanza, in quella delibera assunta il 30/10/2000 quindi non è una decisione di questi giorni, la Giunta dice che esistono nuove tecnologie, che i costi di queste nuove tecnologie si sono abbattuti che quindi è possibile potenziare le strategie di marketing, soprattutto nel settore turistico, per cui la Regione può dotarsi di una televisione satellitare e quindi si parte. Pertanto, decide di affidare due incarichi: uno di carattere tecnico-redazionale, l'altro di carattere economico, per impostare questa televisione partendo dalle questioni relative al turismo cioè dalla promozione di carattere turistico. A quella deliberazione sono seguite altre determinazioni da parte dei dirigenti che, messe una dietro l'altra, spiegano concretamente, in modo realistico, qual è l'obiettivo della Giunta o qual è l'obiettivo di chi ha suggerito all'Assessore Racchelli di costruire quella televisione satellitare. Che cosa emerge allora? Emerge che la Giunta regionale ha deciso di non fare soltanto una televisione per la promozione turistica, ma di costruire una vera e propria televisione con tanto di palinsesto, con tanto di ore di trasmissione; che si dedica non soltanto al turismo e allo sport, ma anche alla cultura all'industria, ai servizi: settori tutti citati nelle determinazioni.
Se noi prendiamo le deliberazioni di incarico alla ditta Akron, alla quale è stato appunto affidato un incarico di 132 milioni per fare il piano di carattere economico, veniamo a sapere qualcosa che la Giunta non aveva indicato, perché la Giunta non aveva dato quella indicazione! Veniamo a sapere che l'obiettivo della Giunta è quello di prevedere ipotesi di allargamento attraverso le scuole, le librerie, le edicole e i centri culturali. Veniamo a sapere che bisogna trovare dei testimonial, cosa che non era prevista nella delibera della Giunta! Veniamo a sapere che la Giunta è decisa ad incentivare le televisioni locali al fine di realizzare un consorzio tra tutte le televisioni locali.
Così come veniamo a sapere da un'altra determinazione, e non era indicato nella delibera di Giunta (cioè le determine han fatto delle cose anche diverse rispetto alla delibera di Giunta), che non soltanto queste ditte sono state incaricate di fare i palinsesti, ma anche di indicare la tipologia dei programmi, la programmazione del primo anno della messa in onda, articolare differenti ipotesi del tempo-trasmissione (da una a otto ore al giorno); verificare le ipotesi di share; di fare delle analisi dettagliate sulle attrezzature tecniche necessarie e relativi costi di utilizzo; fare un'ipotesi di dettagliata redazione giornalistica - è scritto così: dettagliata redazione! - funzionale, sulla base delle varie ipotesi del tempo-trasmissione; utilizzare spazi e finalità dell'informazione-approfondimento; rapporti con l'editoria cartacea (settimanale e quotidiana).
Questo è il disegno! Non è soltanto un fatto di promozione di carattere turistico! Così come veniamo a sapere, nell'incarico che è stato dato alla società che ha il satellite, che la Regione Piemonte dovrà dotarsi anche di un centro televisivo, chiamiamolo così, per fare le trasmissioni in diretta: ecco una sede regionale che consenta di fare le trasmissioni in diretta.
Questo è il disegno e la cosa molto strana è che nel momento in cui viene dato l'incarico a questa società per prenotare il canale, la Regione Piemonte fa una dichiarazione contenuta in questa delibera in cui viene detto che la Regione...



PRESIDENTE

Chiuda, Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Sto finendo, Presidente. Viene detto che la Regione è in qualche maniera a conoscenza del fatto che non può richiedere autorizzazione al Garante perché è un ente pubblico. Non per nulla prevede, questa delibera l'ipotesi di costituire poi delle società di capitali. Questo è il quadro e concludo rilevando che ci troviamo di fronte a un potere invasivo enorme da parte della maggioranza su questi temi della comunicazione. E' un tema delicato: noi chiediamo che venga ritirata questa deliberazione; che venga discusso con grande attenzione da parte del Consiglio. La Giunta deve sapere, d'altronde lo sa, che questa decisione è contraria alle indicazioni del Garante che escludono in modo tassativo che degli Enti pubblici possano costruire delle televisioni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

D'altronde l'Assessore e il Presidente sanno perfettamente...



PRESIDENTE

La ringrazio Consigliere Saitta, la invito a chiudere, altrimenti le tolgo la parola.



SAITTA Antonino

Il Presidente della Giunta sa perfettamente che in questa Regione l'informazione esiste: c'è il TG3, ci sono le televisioni locali, ci sono i giornali locali, ci sono i quotidiani. Non ha senso mettersi in proprio...



PRESIDENTE

Le tolgo la parola, Consigliere Saitta.
SAITTA Antonino (fuori microfono) Non ha senso mettersi in proprio a costruire programmi televisivi! Non ha senso mettersi in proprio per fare promozione!



PRESIDENTE

Le ho tolto la parola, Consigliere!



(Il Consigliere Saitta prosegue l'intervento fuori microfono)



PRESIDENTE

Le ho tolto la parola, Consigliere Saitta! Le ho tolto la parola quindi lei non può più parlare! Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



(Il Consigliere Saitta prosegue l'intervento fuori microfono)



PRESIDENTE

Ne ha facoltà il Consigliere Chiezzi!



CHIEZZI Giuseppe

Grazie Presidente. Non posso cedere un minuto al collega?



(Commenti ironici da tutti i banchi del Consiglio)



CHIEZZI Giuseppe

Io mi associo alle informazioni che ci sono state date dal collega Saitta e con molta sintesi vorrei aggiungere una considerazione rivolgendomi a chi in questo momento sta telefonando, il Presidente Ghigo a lui personalmente, perché ho l'impressione che il fatto che in un organismo di garanzia (il CO.RE.CO.IN adesso e il CO.RE.COM. tra poche settimane) si sia negata l'evidente necessità di far dirigere questo organismo di garanzia in modo unitario da tutti i rappresentanti eletti siano essi stati espressi dalla maggioranza o dalla minoranza, io penso per come conosco il Presidente Ghigo, che sia tema da lui condiviso. Magari mi sbaglio, ma non penso. Per come il Presidente Ghigo si esprime su questo versante, quello delle regole della democrazia, io non penso che l'abbia mai interpretato né adesso lo intenda come eccesso di prevalenza delle condizioni della maggioranza sulla minoranza. Penso che così non sia. Se il Presidente Ghigo ha opinione diversa ce lo dirà, ma non penso che sia così.
La questione che questa sera abbiamo di fronte non è astratta, Presidente Ghigo, è molto concreta e non può secondo me essere risolta dicendo "fra tre settimane succederà qualcosa; faremo alla svelta nel rinnovare nella nuova forma del CO.RE.COM. la rappresentanza di garanzia". Non la si risolve così, Presidente Ghigo, perché questa è una violazione grave delle regole della garanzia! La garanzia non è una cosa affidata al buon cuore di qualcuno, la garanzia è affidata all'equilibrio delle rappresentanze ed è un equilibrio che, senza la buona volontà di nessuno, ma automaticamente segnala una concretezza dell'esercizio di funzioni di garanzia.
A questo proposito, le chiedo, Presidente Ghigo, di intervenire, per cortesia, garantendo sin d'ora, con una sua dichiarazione-iniziativa all'interno di questo organismo, che dovrebbe già garantire la parità di accesso e di condizioni a questo metodo di informazione, l'accesso alla minoranza nell'Ufficio di Presidenza.
Secondo punto, quello relativo alla TV satellitare. Presidente Ghigo forse è l'eccessiva occupazione del tempo che lei ha che le ha impedito di informare la minoranza, il Consiglio regionale e, a quanto sembra, parte della maggioranza, di questa idea, che considero sbagliata e pericolosa, di trasformare la Giunta regionale, e quindi la Regione Piemonte, in una sorta di agenzia editoriale.
La considero molto sbagliata e pericolosa, perché l'informazione principale che un Governo dovrebbe fare è quella che passa attraverso i fatti del Governo; sono i fatti che parlano della bontà e della capacità di governare.
Le informazioni astratte sono più proprie di iniziative politiche; sono più vicine alla propaganda; sono più vicine all'ideologia che qualcuno chiamava giustamente falsa coscienza, cioè modo di rappresentare i fatti e di illustrarli.
Presidente Ghigo, la deriva personalistica e pubblicitaria dei Governi non è cosa buona: alla lunga, ci si accorge delle bugie di tutti - dei suoi manifesti - e di chiunque faccia propaganda politica. Lei si affidi Presidente, e ritiri queste determine e queste delibere, ai fatti buoni che lei intende o è in grado di realizzare, e affidi il 99% dell'informazione che fa alle cose che fa.
Ricordo che quando ero Assessore, e volevo fare propaganda ad un tipo di attività che stavo per intraprendere, mi sono recato presso una testata importante, chiedendo cosa si poteva fare. La risposta che ho ricevuto - e che ricordo evidentemente ancora oggi, e che non ho considerato, neppure allora, sbagliata - è quella che l'informazione dovevo farla realizzando le cose, e non parlandone. E che quando avrei realizzato le cose, la libera stampa, la libera informazione, autonomamente, le avrebbe valutate e avrebbe dato lo spazio che la libera stampa avrebbe ritenuto di dare. E' stata per me una lezione, che mi sono ben messo in testa, e che ritengo giusta: siamo in una situazione di libertà dell'informazione.
Questo, però, Presidente Ghigo, è un atto di responsabilità sua: è lei che deve prendere questa scelta, come scelta alta di responsabilità di governo, che non si abbassa, non si degrada a fare propaganda politica di stampo ideologico.
Quindi chiederei, proprio a lei direttamente, se non vuole assumere una chiara iniziativa in questa direzione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Signori colleghi, dai giornali abbiamo appreso che la Regione Piemonte o, meglio, la Giunta regionale intende avviare un canale televisivo tematico via satellite.
La televisione satellitare regionale trova il suo fondamento nella D.G.R.
n. 52-1215 del 30 ottobre 2000 e per essa sarebbero già in corso le prove tecniche di trasmissione.
Dobbiamo sicuramente volgere il nostro plauso a questa Giunta, che non riesce a far quadrare i conti della spesa sanitaria, non riesce a reperire i fondi per dare concreta e pratica attuazione alla legge regionale che istituisce il fondo a favore delle vittime dell'usura, ma in brevissimo tempo avvia le prove tecniche di trasmissione sul canale satellitare facendo sfoggio dei tanti invocati criteri imprenditoriali che ne ispirerebbero l'azione.
Forse è più facile fare televisione per chi ha "Sua Emittenza", il Cavalier Silvio Berlusconi come massimo vertice ed espressione politica piuttosto che farsi carico dei reali problemi che quotidianamente coinvolgono i cittadini di questa Regione.
Potremo così vantare un nuovo strumento di "marketing territoriale" (così è scritto sulla delibera), da presentare ai cittadini in coda per un accertamento diagnostico o per un intervento chirurgico.
In ogni caso, credo che la delibera di Giunta debba essere valutata nei suoi contenuti ed esplicitata nei suoi reali fini.
E' veramente indispensabile avviare un canale tematico satellitare per promuovere l'immagine del Piemonte e, più in particolare, le Olimpiadi invernali del 2006 nel mondo? La delibera risulta essere stata adottata all'unanimità e, quindi, il Presidente della Giunta ed ogni singolo Assessore ne condividono l'impostazione, le scelte e, da ultimo, la responsabilità.
Un primo ordine di considerazioni riguarda le risorse ritenute necessarie per tale impresa.
La delibera della Giunta prevede che i costi di progettazione e realizzazione debbano essere "contenuti" per l'anno 2000 nella sola somma (si fa per dire!) di lire 2.000.000.000, mentre quelli di realizzazione per l'anno 2001 dovranno essere "contenuti" nella somma di lire 4.000.000.000.
Ringraziamo la Giunta regionale per il lodevole sforzo di contenimento della spesa nel biennio considerato in soli (si fa per dire!) 6 miliardi.
Il regista di tutta l'operazione risulta essere stato individuato nella Direzione Turismo Sport e Parchi.
Ci pareva, peraltro, che uno dei tagli più significativi alla spesa corrente fosse stato apportato dall'Assessore al bilancio proprio sul Turismo.
In sede di predisposizione del bilancio le parole chiave sono state rigore e controllo nelle spese; poi, nei fatti, però, si trovano dei denari pubblici per avviare un'impresa televisiva.
Il progetto prevede la consulenza di una società privata che fa capo a Maurizio Costanzo, il quale percepirà - si è letto sui giornali - un compenso di 180 milioni fino a febbraio per la realizzazione di una campagna pubblicitaria incentrata sui "new media" in vista dei giochi olimpici invernali del 2006.
Al riguardo mi sia consentita una riflessione rivolta al Presidente del Consiglio regionale. Ella, di recente, ha richiesto al Presidente della Giunta regionale di inserire nel bilancio 2001 200 milioni di lire - 200! per alimentare il fondo previsto dalla legge regionale sull'usura, senza che si abbiano al riguardo, considerate le affermazioni rilasciate agli organi di stampa dall'Assessore al bilancio, molte speranze.
Purtroppo, Presidente, le vittime dell'usura fanno audience solo allorch la cronaca presenta episodi drammatici. E così ci dobbiamo arrangiare stornando dal bilancio a disposizione del Consiglio regionale 100 milioni.
Che curioso paradosso: questa Regione è in grado di reperire 180 milioni per pagare la consulenza di Maurizio Costanzo, ma non è in grado di alimentare adeguatamente un fondo previsto da una legge regionale che coinvolge temi di grande rilevanza sociale. Ancora una volta si confonde la gerarchia delle fonti del diritto: ciò che una delibera della Giunta regionale può fare, non è, invece, consentito ad una legge regionale.
Nella delibera di Giunta in discussione si poneva l'accento, fra l'altro, sulla necessità di avviare un'attività di collaborazione con le TV private locali, alle quali la televisione regionale avrebbe potuto "giornalmente offrire parziali coperture di palinsesto".
"A loro volta, le TV locali avrebbero potuto offrire significativi programmi da trasmettere sulla televisione regionale".
Gli ultimi intendimenti di Giunta sembrano, invece, avere escluso ogni riferimento al coinvolgimento delle TV private piemontesi, posto che tale situazione avrebbe costretto la Regione a rispettare le norme previste dalle leggi Mammì e Maccanico sull'emittenza.
Prima si dispone e, poi, per poter meglio perseguire i propri fini, si ritorna tranquillamente sui propri passi, con la tipica arroganza di chi ritiene che tutto gli sia consentito.
Si richiede ai direttori generali delle ASL il rispetto del cosiddetto Patto di buon governo, pena la loro rimozione in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi di contenimento della spesa fissati e, poi alla prova dei fatti si distribuisce a tutti loro un premio, prescindendo dai risultati conseguiti.
La coerenza abita sicuramente presso la cosiddetta Casa delle Libertà e del buon governo.
E veniamo ora a trattare il delicato tema della libertà delle fonti di informazione.
Non vorremmo che il canale tematico regionale si risolvesse, anziché in uno strumento di marketing territoriale a vocazione prettamente turistica in uno strumento di propaganda politica.
Il fatto stesso che si preveda la costituzione a breve di una società di capitale con lo specifico compito di gestire la TV satellitare, non ci lascia per nulla tranquilli.
Chi saranno gli azionisti di questa costituenda società e quale statuto sociale si daranno? Da un lato, si corre il rischio di creare un'entità inutile, i cui fini istituzionali potrebbero tranquillamente essere perseguiti utilizzando i mezzi di informazione già esistenti; dall'altro, vi è il pericolo di creare una pericolosa commistione tra potere politico e poteri forti del mondo editoriale, che nel nostro Paese si identificano con il capo della coalizione del centrodestra.
Non vorremmo che il canale tematico regionale divenisse un'altra emanazione di Mediaset.
Le rassicurazioni che in tal senso provengono dalla Giunta regionale non ci tranquillizzano, posto che tutta la vicenda è stata finora condotta senza mai coinvolgere direttamente il Consiglio regionale, vale a dire l'Assemblea degli eletti dei cittadini della Regione Piemonte.
La Giunta, costituita da valenti imprenditori, come il bilancio della spesa sanitaria amaramente testimonia, sa sempre ciò che è bene per il Piemonte e per i suoi cittadini ed ora ha ritenuto che per far brillare e rifulgere il nostro territorio fosse necessaria una TV di proprietà gestita dalla Regione o, meglio, dalla sua Giunta.
Credo che il Piemonte, più che al mondo dello spettacolo, dovrebbe ispirarsi alla civiltà dei valori.
Forse sei miliardi sono sicuramente pochi per risolvere il problema della sanità regionale, ma sono sicuramente tanti, forse troppi, per determinare un'indebita ingerenza della politica nel mondo dell'informazione.
Chiediamo al Presidente della Giunta regionale se lo stato dei conti pubblici di questa Regione possa rappresentare argomento da inserire nel palinsesto dell'istituendo canale televisivo satellitare, affinché tutta l'Europa ed i Paesi del bacino del Mediterraneo sappiano da quali imprenditori è costituito il Governo della nostra Regione.
Se è giusto promuovere l'immagine del Piemonte nel mondo, è altresì vero che a ciò si può altrettanto validamente giungere utilizzando quanto già viene offerto dai tradizionali mezzi di informazione, con i quali è lecito e doveroso collaborare; un po' meno, invece, sovrapporsi alla loro azione.
Potere politico e mezzi di informazione sono due entità che devono restare separate e distinte.
Se proprio si vuol spendere il denaro pubblico a fini di marketing territoriale, si utilizzino le risorse disponibili per promuovere e sostenere le emittenti locali che quotidianamente si dibattono per la loro stessa sopravvivenza e si garantisca la loro indipendenza da qualsivoglia controllo politico.
Concludendo, siamo assolutamente contrari all'iniziativa promossa dalla Giunta regionale, non perché siamo contro il progresso tecnologico, ma perché non riteniamo opportuno che la politica, anche soltanto per i dichiarati fini di marketing territoriale, si faccia la TV in proprio.
Un organo politico assume decisioni politiche; ogni atto normativo assunto ha, alla base, delle considerazioni politiche che male si conciliano con la cronaca dei fatti.



PRESIDENTE

Collega Giordano, la prego cortesemente di volgere al termine perch abbiamo altri interventi. Lei sa, come gli altri colleghi Consiglieri, che ha dieci minuti a disposizione. Comprendo che si possa sforare, ma non si può eccedere. Le chiedo cortesemente se può concludere. Grazie.



GIORDANO Costantino

Concludo dicendo a questa Giunta che mi auguro che il canale televisivo nascente non abbia, come direttore, un membro della maggioranza, perch saremmo veramente nelle mani di Dio nel settore pubblicitario politico.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Giordano.
Ha chiesto la parola il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Intervengo cercando di proseguire quanto il collega Saitta non ha potuto dire, per motivi di tempo.
Parto dalla delibera 52 del 31/10/2000, dove la Giunta ha stanziato 6 miliardi: 2 miliardi sul capitolo del 2000, per la progettazione e realizzazione di questo famoso canale satellitare, e 4 miliardi per la realizzazione sul capitolo del bilancio 2001.
A questa delibera - sorvolo tutti i tempi riportati in essa - seguono una serie di determine; la prima, la n. 746...
Mi scusi, Presidente, le chiedo solo di poter parlare!



PRESIDENTE

Chiedo cortesemente ai colleghi Consiglieri di prendere posto oppure di uscire all'esterno dell'emiciclo, affinché i colleghi che desiderano ascoltare l'intervento lo possano fare. Siate così cortesi altrimenti alcuni colleghi hanno difficoltà.
Prego, collega Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie. Dicevo che la determina n. 746 del 19/12/2000, dove si affida alla Telespazio, sul satellite Eltelsat, per 393 milioni, la prenotazione e l'attivazione fine 2000 e due canoni di due bimestri 2001 per un totale di 393 milioni, a cui eventualmente possono seguire canoni mensili, alla fine del 31/12/2001, per un totale di circa 1 miliardo e mezzo. Le cifre, in tutta questa vicenda, non sono secondarie, al di là della parte politica che ha indicato nel suo intervento il Consigliere Saitta.
Seguono, tra l'altro, una serie di determine. Il punto 3, capo a) della delibera chiede la conoscenza della legislazione nazionale in materia. Per i colleghi che non fossero informati, ricordo che sul problema della TV satellitare della Regione Piemonte c'è un'interpellanza urgente in Parlamento che sarà discussa nei prossimi giorni, ragion per cui ritorneremo sull'argomento perché non è una questione secondaria non solo per l'aspetto di voler occupare l'informazione, ma anche su come è stata costruita la delibera e le successive determine.
Nella determina n. 746 vengono istituite delle pseudogare (infatti gli importi sono al di sotto dei 200 milioni). Con le determine 628 e 631 si invitano tre ditte (documentazione fornita dagli uffici regionali, quindi documenti ufficiali) a inviare non meglio precisati curriculum per il progetto di programmi innovativi e TV satellitari. Con la determina 628 viene affidato, per 132 milioni, alla società ARKON (società già citata dal Consigliere Saitta) uno studio su una parte di eventuali programmi della televisione satellitare. Le altre due società invitate in questa pseudogara sono la EDV (Editrice del Vascello, sita in L.go Dora a Torino), società nata per editoria tradizionale, tramutata poi in editoria WEB, e una seconda società di produzioni televisive della provincia di Novara.
Da un lato si parla di grandi innovazioni, TV satelittari, grandi strategie, consulenti e poi a chi ci si rivolge? A normalissime sconosciute ed inadeguate società che non sono assolutamente in grado di gestire una cosa del genere.
L'ARKON (per chi ne fosse interessato, sono in possesso del curriculum di questa società) è una società di Business e Financial Advisores. Al suo interno c'è un socio che ha esperienze nel campo delle televisioni innovative. Ma non è una determina per una persona come consulente, ma per una società che si occupa di consulenze finanziarie (il che c'entra poco con il satellite e la televisione innovativa).
La società EUPHON - società torinese assolutamente conosciuta, di importanza nazionale - non la si mette in competizione, non si fa concorre con altre due società dello stesso livello, ma con la Nova Rolfilm e la Factory Corporation, due piccole società di produzione televisiva (siamo a 228 milioni).
Non entro nel merito se è stata rispettata la legislazione vigente e il Regolamento del '99 che, come lei ben sa, Assessore Racchelli, vieta agli enti pubblici di aprire un canale televisivo. Dopo, l'Autorità sulle telecomunicazioni è stata invitata a dare un giudizio su questo aspetto valuterò con i colleghi del mio Gruppo se tutta questa partita, con tutte le spese, sono da passare alle autorità competenti o meno.
Per ritornare all'EUPHON, questa viene invitata a spedire, con un semplice fax, entro 25 giorni, un curriculum su una questione così importante. A miei mani ho un simpatico libretto su SAT-Expo 2000 Vicenza in cui sono elencate tutte le società qualificate in Italia per affrontare una partita del genere, per creare studi di fattibilità, e tutto il resto.
Non viene assolutamente fatto uno studio serio, non vengono invitate aziende adeguate per uno studio di fattibilità.
Nella determina si cita il rispetto delle leggi vigenti e si invita l'EUPHON - su questo faccio una domanda precisa e attendo una risposta - a presentare uno studio di fattibilità entro il 15 dicembre 2000 (la domanda appunto, è se è stato presentato lo studio e cosa dice). Ritengo che questo sia in contraddizione con le prove tecniche già partite.
Qualcuno ha detto - e lo voglio verificare, quindi lo ammetto con ipotesi del dubbio - che nel periodo di Natale sono stati mandati in onda gli auguri dell'Assessore Racchelli. L'ho premessa come battuta, ma chi si sintonizza sul canale 579 lo può verificare, come può verificare la trasmissione di cassette a rotazione.
Si fa anche riferimento ad un consulente che, senza compenso, presta la sua opera per coordinare il gruppo di lavoro messo in piedi dall'Assessorato al turismo o dalla Presidenza della Giunta (questo lo verificherò) rispetto ai programmi innovativi. Il consulente è il sig.
Pecchini, coadiuvato dal figlio, coordinatore di consulenti e funzionari dell'Assessorato al turismo in questo grande progetto. Manca assolutamente un quadro di capacità professionali e aziendali adeguate all'argomento.
Dulcis in fundo, arriviamo alla famosa società Maurizio Costanzo Communications. In realtà, sul problema del satellite e del canale innovativo, c'entra relativamente poco, se non fosse che con la determina 724 alla Maurizio Costanzo Communications vengono distribuiti 180 milioni fino al 28 febbraio 2001; 180 milioni per il resto dell'anno, e, per una campagna di un miliardo nei primi sei mesi del 2001, un altro 15% sul miliardo (150 milioni). Assessore Rachelli, sono in possesso del documento che la società Murizio Costanzo Communications ha inviato al suo Assessorato e c'è scritto quello che dico.
Siamo di fronte alla comunicazione della Regione Piemonte piena di consulenti, senza gare con agenzie adeguate, tranne in rari casi, con creatività discutibili. Potrei citare, ad esempio, quella apparsa su un noto settimanale l'autunno scorso sui vini piemontesi dove, non potendo indicare il produttore, su una bottiglia di Asti Spumante c'era scritto "brut", che con l'Asti non c'entra niente.
C'era stata anche una polemica del Consorzio, poi fatta rientrare, non m'interessa come. In mancanza di una strategia di comunicazione seria senza gare, con agenzie adeguate, ci troviamo di fronte a questo documento della Maurizio Costanzo Comunicazioni - documento debole e scarso, che non fa onore al nome del personaggio - che dice (peccato che non ci siano i colleghi della Lega Nord!): "Strategia: documentare come il Piemonte sia accogliente per il turista significa tout court documentare il fascino e l'ospitalità della Regione più italiana d'Italia". E' veramente poca e misera cosa rispetto agli investimenti, non solo questi sul canale satellitare, su cui ritorneremo, ma anche sulla comunicazione del suo Assessorato, Assessore Racchelli. Ma anche su questo sono convinto che ritorneremo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Scusi, Presidente, ma su cosa parlo? No, perché oggi c'è un po' di ...
Volevo sapere se devo parlare del CO.RE.COM., delle parabole, dei satelliti... Di cosa parlo? Ho sentito parlare di tutto!



PRESIDENTE

L'argomento in discussione è riferito alla richiesta della convocazione del Consiglio straordinario, concordato in sede di Conferenza dei Capigruppo. Convengo anch'io che alcuni colleghi Consiglieri, pur rimanendo nell'ambito di un argomento collegato, non hanno trattato esclusivamente quanto al punto all'o.d.g.



GHIGLIA Agostino

Quindi io dovrei parlare di CO.RE.CO.IN., ma potrei anche parlare di chat line, in quanto argomento collegato? Lo vorrei sapere, Presidente perché sa, in questi Consigli straordinari - che sono così straordinari così importanti e vitali per il futuro del Piemonte, tanto più importanti dell'approvazione del disegno di legge n. 178 - noi parliamo di tutto, di CO.RE.CO.IN., di CO.RE.COM, di parabole, satelliti...
Magari posso parlare di chat line! Non sono solo una cosa "sporca" colleghi, aggiornatevi, le chat line sono un metodo di colloquio via Internet assolutamente non a sfondo sessuofobo o pornografico. E' un termine che si può dire, "chat line", non è una parolaccia. Chi non è aggiornato, si aggiorni: vorrei tranquillizzare sull'assoluta "urbanità" delle mie dichiarazioni.
Presidente, non volevo mettere in ridicolo la discussione di oggi, ma solo dire che questi Consigli "straordinari" di "straordinario" non hanno assolutamente nulla, perché di straordinario, di urgente, di emergenza nel tema trattato non c'è nulla! Può essere straordinaria - e Dio non voglia - una riunione su un'alluvione, su una catastrofe naturale, su un accadimento assolutamente eccezionale che interessi la vita del Piemonte. Sinceramente, sul fatto che il CO.RE.CO.IN abbia nominato - e poi dirò anche perché, secondo me, ha pure fatto bene - tre membri di maggioranza, non solo non interessa nulla al futuro del Piemonte, non frega niente ai piemontesi e non ha nessuna importanza né per il Piemonte né per i piemontesi, né per la democrazia ma nemmeno per i membri del CO.RE.CO.IN.! Sa perché lo dico? Quando dico queste cose, pensi lei, qualcuno mi da del fascista! Lo stavano sussurrando alcuni colleghi sottovoce, tra i banchi. Se lo dite di nuovo non chiedo di parlare per fatto personale perché tanto l'ho già chiesto prima al Presidente! Lo dico, Presidente, perché vorrei ricordare a tutte queste prefiche della democrazia dell'equilibrio, che l'Autorità delle Telecomunicazioni è una: c'è un Presidente, a livello nazionale, ed è scelto dalla maggioranza. Non ci sono né Vicepresidenti né Uffici di Presidenza; c'è un Presidente nominato dalla maggioranza, che fa, disfa, decide, rilascia interviste parla, cassa, uccide una televisione, ammazza un'altra radio, fa quello che vuole! Qui stiamo a discutere se la nomina di Segretario del CO.RE.CO.IN.
piemontese spetta alla minoranza, mentre a Roma il governo del centro sinistra nomina il suo Garante che fa quello che vuole! Questa è la verità! E' la democrazia del doppio binario, tipica di una certa cultura comunista che non sto qui a ripercorrere, perché non è il caso. E' la verità dei fatti! Esistono due Commissioni, e queste Commissioni in parte vengono nominate dal Parlamento, ma chi decide, il garante, è uno! Uno! E non ha n Vicepresidente, né Ufficio di Presidenza! Tanto per sballare subito il campo! Attenzione, i membri sono nominati dal Consiglio regionale e decidono nel loro ambito le funzioni quindi, anche da un punto di vista giuridico, tutto è pienamente legittimo. Mi fa ridere che queste perplessità il centro sinistra le sollevi qua e non le sollevi mai a livello nazionale, dove invece sta benissimo che ci sia un solo Garante.
C'è un solo Garante.
Perché dove comandano loro ce ne dev'essere uno solo che decide, mentre dove al governo c'è il centrodestra ci vuole una "pluralità" per assicurare che la democrazia non venga lesa, violentata, sopraffatta, vituperata distrutta, uccisa e umiliata quotidianamente.
Ci sono sempre due teorie. Però bisogna anche dirlo, e nel dirlo mi faccio forte di una lettera - brodosa e lunghissima - scritta dai tre componenti espressi dalla minoranza del CO.RE.CO.IN. Non cito i nomi perché non è corretto. Uno è il nome di un dittatore romano, che tiene delle assemblee nelle scuole. Queste persone...



(Commenti dai banchi della minoranza)



GHIGLIA Agostino

Ho detto che uno ha il nome di un dittatore romano, non ho detto né il nome né il cognome! Poteva chiamarsi "Benito"! Perché ti scandalizzi collega Saitta? Fammi finire! In questa lettera questi signori, espressione della minoranza, ci intrattengono - poco piacevolmente, perché hanno una prosa davvero spessa sgridando questo Consiglio regionale perché avrebbe deciso di aumentare il numero dei membri del CO.RE.CO.IN. e dicendo che, secondo loro, non è sufficientemente bilanciato.
E che me frega? Quando loro si faranno eleggere al Consiglio regionale del Piemonte e sarà compito loro fare le leggi, si diranno, in questa sede quello che pensano! Fino al momento in cui sono dei nominati in un ente pensassero a fare il loro lavoro e non a fare la ramanzina ai Consiglieri regionali! E' quasi come se mi mettessi a scrivere al Presidente del Consiglio Amato dicendo: "Caro Presidente del Consiglio, vorrei segnalarle un'anomalia. Il Garante per le Telecomunicazioni a livello nazionale è uno solo. Secondo me, non è giusto. Visto che non è giusto, dovremmo avere lui più due Vicepresidenti e un Ufficio di Presidenza, su decisione del Parlamento, con delle quote riservate alla minoranza." Non è mio compito.
Questa lettera, indirizzata al mondo intero - l'ho letta, perché leggo tutto, per dovere d'ufficio - sinceramente non riveste la minima importanza e, secondo me, travalica anche i poteri e le funzioni di queste persone.
Tutti sono liberi di scrivere, ma se uno è eletto in un Parco non rimprovera il Direttore della NASA dicendogli come deve far partire i missili! Lei capisce che, ad un certo punto, si crea un po' di confusione di ruoli e di funzioni.
Questa lettera mi da l'idea - e ne è la riprova - dell'assoluta strumentalità della posizione di chi ha chiesto un Consiglio straordinario che non ha nessun elemento né di straordinarietà né di scavalcamento della democrazia, perché, in maniera molto più democratica di quanto faccia il centrosinistra a livello centrale, noi abbiamo previsto, già nella passata legislatura, una quota riservata alle minoranze in ogni Ente, in ogni partecipata, in ogni parco e in ogni società in cui la Regione Piemonte abbia, in qualche modo, dei suoi rappresentati verso un capitale o sia da essi istituito. Più democratico di così penso non si possa chiedere! A Roma comanda uno, qua ci vuole l'assemblearismo militante. Si tratta di un Consiglio straordinario che straordinario non è, di una richiesta assolutamente priva di ogni fondamento tecnico, giuridico e legale. E' legittima da un punto di vista politico, perché dal punto di vista politico tutto è legittimo, tranne le falsità.
Spenderei gli ultimi 45 secondi, perché veramente non ne vale la pena di sprecare più fiato, sul tema delle parabole, che per la verità non mi appassiona. Devo dire che su questo c'è stato un difetto di comunicazione.
Peraltro l'iniziativa mi sembra eccezionale e, a mio avviso, deve continuare. Anzi, dev'essere fatta in fretta perché può essere un grande strumento di visibilità e di immagine del Piemonte nel mondo, e va, quindi perseguita, con tanti complimenti a chi ha avuto l'idea di realizzarla.
Magari avremmo potuto parlarne in maniera più articolata, avrebbe potuto dircelo prima, avremmo anche potuto vendercela meglio, ma è una grande iniziativa e una grande idea e invitiamo la Giunta a perseguire sulle deliberazioni che ha fatto e che ha sostenuto e che, fino a prova contraria, essendo stata eletta addirittura, per quanto riguarda il Presidente, direttamente dai cittadini, credo che sia ancora democratica.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Vorrei affrontare due questioni che quest'oggi sono al centro della discussione. L'aspetto politico e istituzionale è quello che in questo momento mi interessa maggiormente. Sulla questione del CO.RE.CO.IN. la cosa è abbastanza semplice. La si può raccontare come si vuole, ma so anche che le cose che dico, nelle discussioni che si sono avute in sede formale penso, ad esempio, alla Conferenza dei Presidenti e dei Gruppi - hanno trovato, su questo punto, un riscontro da parte di forze diverse da quelle della minoranza.
Il fatto che in un organismo che si delinea sostanzialmente come un organismo di garanzia (tanto è vero che, a differenza dell'Authority per le telecomunicazioni, è nominata con un voto che prevede una presenza proporzionale nella sua composizione delle diverse forze presenti nel Consiglio regionale) si è giunti, diciamo così, ad una formazione di un Ufficio di Presidenza che, come sottolineava il collega Saitta, caso unico su tutto il territorio nazionale, è composto interamente dalla maggioranza può destare preoccupazione. La cosa che a volte più mi preoccupa è che questo avvenga, a mio parere, non tanto per un disegno premeditato o perch c'è qualcuno che ha deciso che bisogna far fuori le minoranze, ma semplicemente perché c'è un'ansia di ripartizione di quei tre posti comunque siano, che fanno sì che a questi problemi non si pensi neppure, ma ci si accorga di essi dopo, com'è capitato a molti in quest'occasione: tutti si sono precipitati dopo a vedere come si poteva rimediare a questa situazione, tranne che dire che, siccome la cosa era avvenuta, non si poteva scontentare quello o quell'altro e quindi non si poteva far niente impegnandosi, semmai, a rivedere la cosa verso la fine di febbraio, quando anche dopo la legge che abbiamo approvato, il CO.RE.CO.IN. cambierà in CO.RE.COM. e ne cambieranno i criteri di composizione.
Vorrei insistere sul fatto che quando vengono compiute delle azioni che assumono significati politici di principio, e queste cose sono riconosciute da molti, anche se non da tutti (abbiamo sentito adesso le dichiarazioni del Consigliere Ghiglia, che indubbiamente ha altre posizioni), metter mano a queste cose e ripristinare una situazione di rapporti decenti costituisce una condizione politica importante.
Voglio sottolineare che stiamo discutendo dell'organismo che gestisce i rapporti con il mondo dell'informazione e della comunicazione, e lo fa alla vigilia di elezioni politiche generali tra le più importanti che il Paese abbia conosciuto, in una situazione nella quale darsi reciprocamente elementi di garanzia e una dimensione istituzionale corretta costituisce per quanto mi riguarda, un aspetto essenziale.
Per questo motivo, riteniamo che sarebbe giusto che questo Consiglio regionale si esprima confermando l'esigenza di un pieno rispetto dei criteri di pluralismo e di rappresentatività nella composizione di organismi come questi ai diversi livelli. Questo a noi pare un principio che penso incontri il consenso della grande maggioranza dei membri di questo Consiglio regionale.
Il secondo punto sul quale mi vorrei soffermare riguarda la questione della "televisione regionale", lasciatemela chiamare così. Non dirò niente per quanto concerne il merito. Anche in questo caso, il Consigliere Roberto Placido, dopo il Consigliere Saitta, si è già dilungato abbastanza. Per quanto ci riguarda, esistono molti dubbi sulla legittimità di questa operazione. Naturalmente non siamo noi che dobbiamo pronunciarci. Si pronunceranno le sedi che sono titolari, diciamo così, del giudizio su queste questioni. Voglio ricordare al Presidente Ghigo e alla Giunta che anche su tale questione si verifica un problema che riguarda i rapporti istituzionali. Non è una questione secondaria.
Non potete ignorare, giusti o sbagliati che siano, i giudizi che oggi siamo in grado di dare, che la questione del rapporto con le televisioni e con la comunicazione o la questione di costruire una televisione regionale quand'anche fosse legittimo, costituisce un fatto di assoluta delicatezza nel quale dovrebbe essere, in primo luogo, interesse vostro, interesse della maggioranza, interesse della Giunta, quello di fugare ogni dubbio che questo possa diventare semplicemente uno strumento propagandistico, un canale di parte. Di tutto questo non è avvenuto nulla. Ho letto sui giornali quello che stava capitando, senza che ci fosse, su un argomento che ammetterete che ha una certa delicatezza, se non altro per gli scenari che evoca, per quello che può rappresentare, quel minimo di rapporto istituzionale che consentisse un confronto o un'informazione preventiva.
Penso francamente che in un rapporto istituzionale così, fra maggioranza ed opposizione non ci sia nulla di consociativo, in cui si possa stabilire una possibilità di giudizio e lo ribadisco al di là addirittura delle valutazioni di merito e di legittimità.
Anche su questo punto sorge un problema che riguarda le relazioni istituzionali. Su questo argomento dovremmo, prima o poi, deciderci su qual è la strada da imboccare: se, diciamo così, proviamo, ciascuno con i suoi difetti, a scommettere su una strada che punta su un rapporto che abbia una qualche caratteristica di trasparenza, o se invece rimaniamo, alla fine, in una situazione come quella attuale che, per quanto riguarda noi come minoranza, non è una situazione soddisfacente. Non lo so se lo è per la maggioranza o per la Giunta. Ritengo, comunque, che si tratti di un argomento sul quale dovreste riflettere se i rapporti che avete tenuto, se il modo in cui avete gestito la questione è stata tale da rendere più semplice, diciamo così, un giudizio basato sull'obiettività.
In entrambe le questioni da me sollevate sussiste un problema che riguarda i rapporti politici e istituzionali e il modo nel quale li regoliamo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Anch'io vorrei fare una considerazione, posto che il Consiglio straordinario si sta trasformando in un Consiglio a tema libero, relativa a quelle inserzioni della sanità (poi abbiamo parlato di televisione, avevamo parlato anche di altre situazioni e forse molto meno di CO.RE.CO.IN. e di CO.RE.COM.).
Il mio intervento sarà basato principalmente sul tema del Consiglio Straordinario, facendo un quadro di che cosa è successo nella partita CO.RE.CO.IN. e CO.RE.COM., e che cosa può succedere in prospettiva.
Preliminarmente, vorrei esternare la preoccupazione del Gruppo consiliare che presiedo sul fatto che quest'oggi non si è potuto rispettare l'impegno dell'approvazione del disegno di legge n. 178, un importantissimo provvedimento su cui, sia la maggioranza che l'opposizione, avevano preso un impegno. Non voglio ricordare quanto altri hanno detto, ma l'impegno ultimo era quello di arrivare all'approvazione in Consiglio regionale nella giornata di oggi, quindi entro il termine del 31 gennaio.
Purtroppo questo non è avvenuto. Di questo siamo amareggiati e preoccupati.
Alla Conferenza dei Capigruppo avevo fatto una proposta credo estremamente di buon senso, quella di dedicare queste ore per l'ultimazione della discussione del disegno di legge n. 178 e tentare una sua approvazione entro il termine e dedicare, invece, il tempo del Consiglio regionale, sia per la seduta straordinaria che per altre esigenze, nella giornata di martedì.
Sono ancora più convinto della bontà di quella proposta dopo aver sentito la discussione e dopo, anche con toni - di questo riconosco l'assemblea e ne sono contento - estremamente civili, aver affrontato un problema certamente importante, però non era così urgente.
Detto questo, credo che si debba ricordare come nasce la nomina del CO.RE.CO.IN. Qualcuno prima di me, se non ricordo male il Presidente Saitta, aveva detto: "Abbiamo votato in quest'aula".
Non è vero! Il CO.RE.CO.IN. è stato, come ricorderanno i colleghi certamente per designazione dei Gruppi consiliari e anche del sottoscritto nominato con decreto del Presidente del Consiglio regionale.
Poi è stato citato anche l'impegno, Consigliere Saitta, ascritto alla mia forza politica e alla mia persona, che avremmo da subito garantito all'interno del CO.RE.CO.IN. un riparto delle cariche tali che fossero mantenute all'interno dell'organismo quelle caratteristiche di organismo di garanzia.
Questo non è vero! L'impegno che noi avevamo preso, e puntualmente abbiamo rispettato, era quello, così come altri Capigruppo hanno puntualmente fatto, di designare semplicemente persone alla Presidenza del Consiglio regionale per mettere in condizione il Presidente Cota di emanare il decreto, che avessero già i requisiti, in forza dei nuovi requisiti passatemi il giro di parole - nella nuova legge, che sarebbe entrata in vigore con le nomine del 21 febbraio. Questo era l'impegno; questo è l'impegno che abbiamo mantenuto, come sempre.
Il Comitato è nato con decreto del Presidente Cota, si è insediato il 19 dicembre 2000, e al proprio interno ha eletto, a maggioranza assoluta e con l'assenza dei funzionari, così come previsti, il Presidente, il Vicepresidente ed un segretario. Quindi, la perplessità, in ordine alla mancata attribuzione dell'incarico di Vicepresidente agli esponenti indicati dall'area della minoranza prospettata nei confronti della citata procedura può agevolmente essere superata e dirò come. Non si rileva infatti, l'esistenza di alcuna disposizione normativa - questo è utile ricordarlo - che riservi ai suddetti esponenti - quindi agli esponenti in capo alla minoranza - un qualsiasi diritto ad avere certezza di elezione all'interno dell'Ufficio di Presidenza, pur considerando certamente una presenza in altri Comitati in una situazione differente - questo certamente a favore della vostra tesi. In altre Regioni vi è una situazione completamente differente, è altrettanto vero e lo si deve riconoscere.
Nelle altre diciannove Regioni italiane, l'opposizione, indipendentemente dal colore politico che la determina, è comunque rappresentata.
Quindi è un fatto e non un'opinione politica, a nostro giudizio, per il legislatore, inteso nella norma (mi riferisco alla L.R. 59 del 1997) lasciare all'autonomia e alla collegialità del Comitato Regionale della Comunicazione e dell'Informazione la scelta del proprio Ufficio di Presidenza.
Questa scelta del legislatore fu operata per difendere il Comitato e i suoi membri, singolarmente e collegialmente, proprio dalle pressioni, dalle interferenze di cui oggi, invece, si rende protagonista l'opposizione con un'azione organica sincronizzata, che rivede la dipendenza dei tre membri adesso dirò perché - con i partiti del centrosinistra.
Credo che la lettera cui prima si riferiva il Presidente Ghiglia ne sia un esplicito ed esemplare incidente probatorio.
La nota di risposta del CO.RE.CO.IN., quindi del Comitato Regionale della Comunicazione e dell'Informazione, a questa lettera - che si è riunito ieri evidenzia questa forte preoccupazione istituzionale per la pretesa ingerenza politica. Ricordo come l'elezione dell'Ufficio di Presidenza sia avvenuta legittimamente, a seguito di una discussione tra l'opportunità della continuità con il passato Comitato Regionale ed una linea d'innovazione. Ricordo che, in effetti, nelle altre diciannove Regioni si è mantenuta questa scelta; invece, in Piemonte si è voluta fare una scelta innovativa e da voi contestata.
Qui dovrei richiamare quanto ho già detto al Consigliere Saitta.
L'impegno che avevamo preso - nella fattispecie, che avevo preso - era la nomina di persone con i nuovi requisiti, ma non certamente di garantirle.
D'altronde, non avremmo potuto nemmeno dare questo tipo di garanzia, da un lato, perché abbiamo - parlo per il mio Gruppo - designato persone certamente non organiche al nostro partito (quindi non funzionari di partito, amministratori e quant'altro), proprio per rispettare una richiesta e un'esigenza che era stata giustamente posta. Dall'altro lato proprio nel rispetto dell'autonomia di una scelta collegiale e legittima di un organismo terzo, quindi non con interferenza del partito o del Consiglio regionale.
Quindi, è nostro convincimento che il Comitato Regionale della Comunicazione e dell'Informazione sia legittimamente insediato, stia operando con correttezza e, a nostro giudizio, non vi possono essere ingerenze o interferenze né si devono o si possono precostituire all'esterno, senza incorrere in reati perseguibili, pressioni indebite sui membri dell'Ufficio di Presidenza del Comitato.
Proseguo con una riflessione sulla temporalità di questa situazione.
Ritengo inutile e sterile la richiesta ventilata, cioè, quella, in un certo senso, di "obbligare", anche se non siamo in condizioni di farlo, n vorremmo farlo né lo faremo, in quanto non vogliamo certamente creare queste interferenze e, magari, l'opportunità delle dimissioni, nella fattispecie, ad esempio, del Vicepresidente per sostituirlo con un appartenente all'opposizione. Ricordo che è imminente l'insediamento del nuovo CO.RE.COM. Il CO.RE.CO.IN. sarà trasformato in CO.RE.COM. Se non ricordo male, era già convocata per il giorno 21 o 22 febbraio una Commissione Nomine, quindi si tratta di aspettare - certamente faremo una proposta - alcune settimane per risolvere questa problematica.
Nel quadro della discussione che stiamo svolgendo, è utile ricordare che le scelte che competono al CO.RE.CO.IN. sono esclusivamente collegiali. Mentre è demandato all'Ufficio di Presidenza l'attuazione delle scelte. Credo che la rappresentanza dell'opposizione sia sempre e comunque tutelata. Nessuno può operare determinate scelte in danno ad alcuno senza avere all'interno un confronto e senza dare la possibilità ad ognuno di prendere una posizione ed, eventualmente, di denunciare questi fatti.
Invece, è diverso parlare in prospettiva del CO.RE.COM. Se non interveniamo, credo che anche per quanto riguarda il CO.RE.COM. - adesso dirò anche come, vorrei fare una proposta - si verificherà lo stesso ed identico problema, qui, in Piemonte, il 22 febbraio, o in altre Regioni, ma fortunatamente non ci riguarda in quanto siamo il Consiglio regionale del Piemonte. In effetti, se si nominasse il CO.RE.COM., così come dovrà essere nominato, si troveranno ancora i sette membri ad eleggere il Presidente, il Vicepresidente ed il segretario.
Siccome la maggioranza - in questo caso è nostra, ma poteva essere vostra potrebbe determinare scelte, ancora una volta, che violano dei princìpi che voi, giustamente, ponete all'attenzione...
Presidente, vorrei la sua attenzione, perché volevo svolgere un passaggio che, forse, la riguarda direttamente. Questa situazione si potrebbe verificare.
Credo che la competenza del Consiglio regionale sia presentare una proposta che modifichi la legge, quindi si dice: "Benissimo, almeno un rappresentante all'interno dell'Ufficio di Presidenza del CO.RE.COM. deve essere espressione dell'opposizione o scelto tra i membri espressione dell'opposizione", in modo che vi sia una vera garanzia e non sia demandato al buon cuore o alla generosità dei singoli. Oppure, ad esempio, come avviene nella Commissione di vigilanza della RAI, la Commissione parlamentare formata da venti senatori e da venti deputati; istituire la figura di due Vicepresidenze, di cui una tutelata e riservata all'opposizione.
Su questo percorso siamo certamente disponibili a confrontarci e riteniamo che si possa trovare una soluzione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, vorrei affrontare i due temi di cui si è discusso oggi in questo Consiglio straordinario.
Per quanto riguarda il primo tema, che è quello del CO.RE.COM, esprimer una mia opinione che mi auguro, avendola già espressa anche in sedi di riunioni con la mia maggioranza, possa essere propedeutica a un percorso che, per certi versi, anche il Capogruppo Cattaneo ha delineato nel suo intervento.
Penso, e lo penso a prescindere dalle posizioni delle maggioranze, che in un organo di controllo, su tematiche come l'informazione, è assolutamente necessaria la presenza dell'opposizione. Mi sembra il minimo che si debba realizzare su una materia così delicata come quella dell'informazione.
Materia sulla quale - mi sia permesso dirlo, visto che è stato anche questo oggetto di uno scambio o un inizio di dibattito sempre in quest'aula - le comunicazioni che il Consigliere Saitta ha fatto su La Stampa non rappresentano sicuramente un elemento di positività.
Inoltre, voglio anticipare, nel caso in cui i Consiglieri di opposizione giudichino la decisione che come Presidente della Giunta assumerò, che farò una comunicazione pubblicitaria, come Giunta, che dibatterà punto per punto le dichiarazioni che il Consigliere Saitta ha fatto nella sua comunicazione.
Comprerò una pagina su La Stampa, non con i soldi del Gruppo, ma con quelli della Giunta e comunicherò che le dichiarazioni svolte dal Consigliere Saitta non corrispondono a verità, in quanto ho adottato una delibera nella quale ho dato mandato all'Assessore alla programmazione sanitaria a vigilare affinché la manovra finanziaria che la Regione ha assunto non andasse ad incidere sulle tematiche del terzo settore (l'assistenza, la psichiatria e quant'altro); perciò, vi è un atto di Giunta che, a fronte di altri atti di Giunta, che hanno come obiettivo di frenare la crescita della spesa sanitaria, non riducendo i servizi, costituisce un'azione di governo che è andata proprio nella direzione opposta.
Non voglio entrare nel merito della questione dei farmaci, perché ci sono delle iniziative che lo stesso Governo ha assunto, come l'abbattimento dei ticket, e che noi abbiamo recepito. La nostra delibera, oltretutto suggerita da iniziative del Governo nazionale sull'uso alternativo dei principi attivi per i farmaci, che non sono sicuramente nell'ottica e nell'indirizzo di limitare l'uso dei farmaci da parte dei cittadini, ma che sono, invece, nell'ottica e nell'obiettivo di ridurre la spesa farmaceutica che, per vostra informazione, dal monitoraggio che è stato fatto nel mese di gennaio, dopo l'abolizione dei ticket, sembra essere aumentata del 25 30%; perciò capite che è un elemento sul quale l'amministrazione nazionale e, di conseguenza, quella regionale dovrà fare i conti.
Ho fatto questo riferimento perché ritengo che le pagine pubblicate sulle testate locali servono per fare informazione e non sono, come è stato oggetto di polemica nella passata legislatura, pagine di propaganda politica. Ricordo che ci fu una polemica perché nella prima uscita apparve la mia foto o quella di un Assessore. Non sono mai più apparse foto di amministratori pubblici e si tenta di fare informazione, ma considerate che oggi stiamo attenti a quel tipo di informazione perdendo di vista - ma in realtà non l'abbiamo perso di vista e sarà il discorso che affronterò dopo il fatto che ci sono mezzi di informazione che consentono molti più contatti di quelli di una testata locale.
Mi sembra strano che nessuno di voi ha contestato il sito Internet della Regione, perché è uno strumento che oggi permette addirittura più contatti di quanto possa una testata locale o un qualsiasi altro messaggio pubblicitario. Comunque, vi invito a visitare il sito Internet della Regione, perché è fatto bene ed è un servizio ai cittadini della Regione Piemonte. Scusate questa parentesi, ma ritenevo di dover fare queste considerazioni.
Per quanto riguarda il discorso del CO.RE.COM, mi sembra che ci sia in itinere l'approvazione di una legge di modifica. Mi auguro che ci sia un impegno da parte della maggioranza e dell'opposizione perché questo provvedimento venga approvato in tempi molto stretti, in modo che si possa attraverso questa legge, che mi sembra sia stata approvata in Commissione sia dalla maggioranza che dalla opposizione - correggetemi se sbaglio ristabilire un principio che torno a ripetere, il Consigliere Cattaneo ha già richiamato: 19 Regioni hanno costituito questo organismo con la rappresentanza dell'opposizione. Ho detto prima che questa è una mia opinione ed è un suggerimento che mi permetto di dare alla mia maggioranza ma, d'altro canto, so che si va in quella direzione, nel senso che si vuole approvare rapidamente questo provvedimento, per poter riposizionare in questo organismo un giusto equilibrio tra maggioranza e opposizione.
Devo, inoltre, dirvi che non sempre questo principio della rappresentatività dell'opposizione - scusate se faccio questo breve cenno polemico - viene esercitato negli altri enti non governati da noi. Un caso che abbiamo vissuto ultimamente è quello della Provincia di Torino, che nominando i suoi tre rappresentanti nell'organismo del Parco della Mandria li ha scelti tutti della maggioranza e questo, tanto per essere chiari, non ha permesso a noi di eleggere un Presidente, espressione della maggioranza regionale. E' una nota di colore che volevo rappresentarvi, perché, se vi è una regola, deve valere per tutti ed è bene che così sia.
Per quanto riguarda l'altro tema legato alla questione della TV satellitare, dal punto di vista tecnico lascerò la parola all'Assessore Racchelli, che il 30 ottobre 2000 ha presentato una delibera, approvata dalla Giunta, intitolata: "Linee di intervento per la comunicazione e la promozione regionale con mezzi innovativi". Innanzitutto vi è un riferimento prioritario al mondo del turismo, ed è per questo che l'Assessore Racchelli vi darà le delucidazioni del caso, quindi seguita come vi ho detto, da questa direzione che, tuttavia, poi si è definita, sin dalle iniziali battute, come una TV al servizio del Piemonte. L'idea portante di questo progetto è predisporre uno strumento per tutti i comparti produttivi, culturali e sociali della nostra Regione.
Voglio dire con chiarezza che abbiamo affrontato questo progetto non con l'idea di fare una televisione che possa servire a noi, come parte politica, per fare informazione di carattere politico. Pensiamo che debba essere uno strumento al servizio della collettività piemontese, nella quale realtà, dal nostro punto di vista, dovranno entrare tutte le amministrazioni (il Comune di Torino, la Provincia ecc.).
Vogliamo creare uno strumento innovativo da mettere al servizio della comunicazione - non dell'informazione - della Regione Piemonte.
I motivi per cui lo abbiamo fatto sono secondo me di due ordini.
Il primo fa riferimento alle tante iniziative che abbiamo assunto: vogliamo che questo faccia da start-up al settore della comunicazione.
Questo perché nella nostra Regione ci sono tante realtà dal punto di vista economico interessanti, che hanno delle difficoltà ad avere una massa critica che permetta loro di essere competitivi nel mercato della televisione e noi riteniamo che in quel settore la Regione Piemonte debba come ha fatto in tanti altri settori, aiutare le piccole e medie imprese (ricordo le tante iniziative che abbiamo portato avanti anche con la finanziaria regionale); riteniamo che questa sia un'opportunità da cogliere. E' un'opportunità che va colta chiaramente nel momento in cui questo settore non è ancora all'apice della sua espansione; è chiaro che entrare in un mercato quando questo non ha ancora delle connotazioni di domanda fortissima è un'opportunità dal punto di vista economico da cogliere. E noi ci siamo mossi in questa direzione decidendo di fare questa sperimentazione per verificare obiettivamente quali sono le possibilità che l'iniziativa lanciata dalla Regione Piemonte trovi un tessuto fertile nella collettività piemontese e possa diventare per la collettività piemontese uno strumento di forte comunicazione. E torno a ripetere: comunicazione e non informazione, perché noi l'informazione sappiamo che non possiamo farla. Noi non vogliamo fare le cose contro la legge, non è che vogliamo fare le "furbate", che ci inventiamo la televisione satellitare per fare comunicazione politica prima della campagna elettorale! Pensare che le nostre menti, che qualcuno di voi chiaramente pensa bacate, arrivino a concepire un disegno criminoso di questa portata, obiettivamente mi sembra eccessivo, perché esistono delle leggi in questo Paese che noi generalmente siamo abituati a rispettare (forse qualche volta eccediamo con la velocità in macchina e veniamo anche puniti, ma questa forse è l'unica infrazione che involontariamente facciamo).
Sappiamo benissimo che il sistema radiotelevisivo nel nostro Paese è regolamentato, c'è un Garante, perciò noi abbiamo chiesto la possibilità di trasmettere, anche se per legge la trasmissione via satellite non sottostà alle norme del garante, ma nonostante questo ci siamo premuniti, perch come ho detto non vogliamo fare le cose contro o che siano facilmente interpretabili come qualcosa di negativo. Nonostante questo, dicevo abbiamo chiesto la possibilità al Garante di trasmettere questo segnale in modo che quando questa concessione verrà data noi avremo anche la certezza nonostante ci sia vacanza di legislazione su questo aspetto, di essere nell'ambito di quelle che sono le norme.
Sicuramente, dal punto di vista del rapporto tra maggioranza e opposizione, tra Giunta e Consiglio, questo è uno strumento difficile.
Qualcuno di voi ha detto che lo abbiamo fatto di nascosto, sono interpretazioni soggettive; quello che io oggi posso dire è che la volontà della Giunta, la volontà politica di questa maggioranza nel proporre questo progetto è di entrare in un mercato in espansione, cercare attraverso questa iniziativa di far lievitare il mondo radiotelevisivo della nostra Regione e dare uno strumento innovativo, perché oltretutto nell'arco di due anni questo tipo di comunicazione sarà poi legato anche ai cellulari di nuova generazione. Insomma, il mondo della comunicazione cambierà completamente, la possibilità di fruire di informazioni attraverso le nuove tecnologie sarà veramente una frontiera innovativa nei prossimi due o tre anni.
La domanda che ci siamo fatti è stata quindi questa: la Regione Piemonte, avendo questa opportunità, deve rimanere fuori da questa grande occasione? Non deve dare un segnale anche nel processo di diversificazione che noi politicamente stiamo rincorrendo in varie direzioni? Dobbiamo proprio essere completamente assenti? La risposta che ci siamo dati è no noi vogliamo essere presenti, avere un atteggiamento e una proposta di incentivazione di questo settore. Non facciamo questo per fare informazione, vorrei che questo fosse sottolineato in modo chiaro. Vogliamo semplicemente far nascere e fare, come ho detto, da start-up a un settore che indubbiamente sarà molto importante nei prossimi anni.
La Regione Piemonte, dal nostro punto di vista, non deve essere assente; siccome c'è un buon fermento dal punto di vista privato, dal punto di vista delle opportunità, vogliamo incentivarlo e questo è il vero obiettivo di questa nostra iniziativa. Naturalmente la stiamo mettendo a punto; vogliamo non sottrarci a quello che è un confronto democratico vogliamo che l'opposizione sia certa e sicura che noi non vogliamo fare informazione, che non abbiamo nessuna intenzione di fare i "furbi", non ce ne sarebbe nessun motivo perché non vedo per quale motivo noi dovremmo percorrere delle strade per avere delle voragini di polemica. Voi immaginate che cosa potrebbe essere un organismo di controllo sull'informazione che comunque si decidesse di fare su un satellite? Voi immaginate se dovessimo mai fare una Commissione consiliare che controlla i programmi, che valuta chi ha parlato tanto, chi ha parlato poco? Obiettivamente questa sarebbe una situazione nella quale noi non abbiamo nessuna intenzione di infilarci né tanto meno di fare delle proposte in questi termini. Perciò la nostra televisione o la televisione che abbiamo pensato e immaginato è una televisione di servizio; è una televisione che io lo dico da subito - se la faremo, perché dobbiamo ancora fare alcune verifiche di fattibilità e quant'altro, anche di budgetizzazione, sarà una televisione di servizio per la collettività piemontese in senso lato.
Quando dico collettività cosa intendo? Intendo le imprese per comunicare le loro risorse e le loro proposte; gli enti pubblici, perch chiaramente non è una televisione solo della Regione Piemonte, è una televisione dove potranno parlare i Comuni, le Province, le collettività tutti potranno accedere a questo tipo di televisione, dal punto di vista della comunicazione - attenzione! - non è un passaggio di poco conto. Anche se la comunicazione è una cosa non semplice; tante volte qualcuno pensa che attraverso la comunicazione si faccia propaganda e in questo senso ovviamente un organismo poi di controllo dovrà essere esercitato (scelta dei palinsesti e dei tipi di programmi), ma in questo senso io vi garantisco il nostro progetto è stato pensato.
Vi riferisco solo una cifra e poi lascerò la parola, per gli aspetti tecnici, all'Assessore Racchelli: negli anni a venire, cioè nell'arco di due, tre anni, il bacino di utenza al quale si parlerà attraverso questo satellite è circa 900 milioni di abitanti. Con questo satellite si potrà comunicare a tutta l'Europa più al bacino del Mediterraneo. E' un'opportunità importantissima; chiaramente se uno parla in cifre assolute un investimento di 6 miliardi sembra un investimento enorme e significativo a fronte anche delle economie e delle ristrettezze nelle quali ci dobbiamo muovere, ma il rapporto costi-benefici è obiettivamente di dimensioni grandiose, perciò io ritengo, pur con tutte le considerazioni e gli approfondimenti del caso, che questo sia un progetto da valutare con attenzione. Naturalmente questo non lo dico alla mia maggioranza che è già convinta su questa iniziativa, ma all'opposizione, perché è un'opportunità della quale, nel caso in cui non si potesse approfondire, non si potesse percorrere, la Regione Piemonte ne avrebbe comunque un danno.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Presidente Ghigo.
Ha ora la parola l'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Signor Presidente e signori Consiglieri, è opportuno, prima di rispondere alle domande formulate nell'interpellanza in oggetto, correggere le inesattezze contenute nelle premesse, nelle evidenziazioni e nei richiami.
In primo luogo, è inesatto sostenere che le linee direttrici contenute nella deliberazione n. 52-1215 del 30 ottobre 2000 investono aspetti generali legati al tema della comunicazione istituzionale. Le indicazioni contenute nel testo sono indirizzate alla realizzazione di studi per valutare la possibilità di diffondere, via etere, i prodotti turistici del Piemonte e quindi incrementare la domanda di pubblico e di operatori.
In secondo luogo, la Giunta, dal 1997, non ha potere contrattuale: ha funzioni politiche e programmatiche, individua gli obiettivi e ne controlla il raggiungimento, ma non assume impegni di spesa. E' quindi inesatto attribuire alla Giunta l'assunzione di un impegno di 6 miliardi.
Altra inesattezza, poiché l'accantonamento e non l'impegno, riguarda l'anno 2000 per 2 miliardi e l'anno 2001 per 4 miliardi.
A chiusura dell'esercizio 2000, gli impegni assunti per adempiere alle direttive di Giunta sono stati i seguenti: studio di fattibilità, di cui alla lettera a) della delibera in questione, affidata dopo debita selezione all'impresa EUPHON S.p.A., per L.
228.000.000 studio di fattibilità, di cui alla lettera b) della suddetta delibera affidata alla ditta ARKON S.r.l., per L. 132.000.000 prenotazione del canale Tele Spazio, per un periodo di prove tecniche, L.
113.000.000 canale del primo bimestre su TV Telespazio, L. 280.000 secondo bimestre gratuito, perché questa era stata la scelta di non assumere il canale direttamente, ma di farlo con questo tipo di procedura per essere liberi e svincolati, nell'ambito dei 4 mesi di studi e di analisi di progetto, per un eventuale impegno definitivo.
Il totale degli impegni assunti ammonta a L. 753.000.000, a fronte di 2 miliardi ipotizzati.
In terzo luogo, il dott. Umberto Pecchini - che mi scuso di nominare perché quando si nomina una persona bisognerebbe fare la seduta segreta non è un consulente esterno, come erroneamente indicato nell'interpellanza ma ha un incarico di collaborazione continuativo e gratuito.
Il "conto satellite" - altra inesattezza - a cui l'interrogazione si riferisce non ha nulla a che vedere con il satellite televisivo; è invece un metodo raccomandato dall'Organizzazione mondiale del turismo per raccogliere i dati in modo che siano tra essi comparabili.
Nel recente Convegno mondiale di Nizza, è stato specificatamente richiesto che i vari Stati membri del WTO (World Turism Organisation) si dotino di Osservatori turistici e raccolgano i loro dati secondo tale metodo internazionale e unitario. Tale contabilità si chiama satellite in quanto ruota intorno alla contabilità nazionale, senza farne parte integrante, pur assumendo una sua identità per l'oggettivo rilievo che questi "conti satellite", sommati e confrontati fra loro, rivestono nella valutazione dell'andamento dell'economia mondiale del turismo.
In quarto luogo, non è corretto sostenere che il Piemonte dispone già di una propria TV regionale, individuando conseguentemente nel progetto della Giunta quasi un doppione. Lo studio commissionato riguarda la trasmissione di immagini ed eventi interessanti per le potenzialità turistiche e gli operatori del turismo. Ed è per questo motivo che i fondi sono stati accantonati sul capitolo della Direzione Turismo, e non della Comunicazione.
Del resto, solo con un canale satellitare si possono mettere a punto azioni di promozione turistica in grado di raggiungere contemporaneamente differenti aree geografiche ed un pubblico comunque selezionato e vasto intorno ai 900 potenziali utenti: circa 265.000.000 di famiglie.
Ciò premesso, provvedo a fornire le risposte alle domande poste nell'interpellanza. La Giunta è pronta a parlare sin da oggi della fase sperimentale della fase della progettualità, del progetto di fattibilità in modo che al termine di essa, previsto per l'aprile 2001, siano stati effettuati tutti quei chiarimenti e quegli adempimenti che potranno consentire un ottimo start-up e si deciderà di passare alla fase attuativa del progetto.
Gli incarichi sono stati effettuati dalla Direzione Turismo-Sport-Parchi nello specifico dal Settore Promozione, nel rispetto delle norme contenute nella L.R. 8/84 sui contratti della Pubblica Amministrazione.
Gli studi di fattibilità - perché di questo si tratta e non di progetti esecutivi - riguardano: 1) gli scenari comparati e le attrezzature tecniche 2) gli investimenti necessari per raggiungere lo scopo.
Sono stati consegnati nei tempi stabiliti, quindi gli impegni sono stati rispettati, come concordato.
Rimane in sospeso la stesura del capitolato d'appalto già previsto nella determina n. 628 del 27/11/2000, in quanto potremo determinarne il contenuto soltanto quando saranno stati chiariti tutti gli aspetti tecnici ed organizzativi dell'eventuale TV satellitare, compresa l'autorizzazione alle trasmissioni che dovrà essere rilasciata dall'autorià competente. Il tempo di realizzazione è stato breve, ma sufficiente per l'alto livello dei consulenti in carica.
Circa il dott. Umberto Pecchini, si conferma che ha offerto la sua consulenza gratuitamente ed ha presentato un rimborso spese di L. 570.000 il fondo spese disponibile per il dott. Pecchini è di L. 3.996.000.
I servizi offerti dalla "Maurizio Costanzo Comunicazione" non hanno nulla a che vedere con la comunicazione satellitare regionale.
Sono stati acquisiti dalla Direzione Turismo-Sport-Parchi, e in particolare dal Settore promozione, per promuovere "Piemonte 2006", in ottemperanza all'obiettivo contenuto nella sopracitata delibera e di mettere in moto gli strumenti più idonei per incrementare l'industria del turismo.
Il compenso all'Agenzia Maurizio Costanzo Comunicazioni non è legato ad un periodo, ma al budget che verrà destinato, a bilancio esecutivo, ai mezzi di comunicazione. Il compenso pattuito non versato ipotizza un investimento di un Piano mezzi di L. 1.000.000.000; pertanto, la percentuale di Agenzia del 15% comporta una spesa di L. 150.000.000, se verrà approvato il progetto. La percentuale è quella corrente.
La presenza del Presidente Ghigo al "Maurizio Costanzo Show" è avvenuta a seguito di invito formale e non ha nulla a che vedere con il contratto in promozione di Piemonte 2006.
Tutto ciò premesso, l'idea di sviluppare uno studio di fattibilità per la realizzazione di un progetto di comunicazione integrata che colleghi televisione tematica via satellite, televisioni locali ed Internet nelle sue molteplici applicazioni, fino ai telefoni cellulari, nasce da alcune considerazioni di fondo: il sistema economico piemontese sta vivendo momenti di profonda trasformazione, con una ridefinizione dei pesi relativi e delle componenti dei vari settori merceologici. Nascono nuove economie, nuove professionalità, nuove opportunità di lavoro. Quanto più la nostra Regione per la sua vocazione internazionale, saprà aprirsi all'Europa e al mondo tanto più potremo cogliere i vantaggi dell'integrazione comunitaria.
L'impresa piemontese si sta internazionalizzando sempre più, ed ha accettato con entusiasmo la sfida del mercato globale e della rivoluzione tecnologica. Sono sempre più numerose le imprese con capitali e know how piemontesi presenti su mercati anche lontanissimi: ma sono ancora un grande numero le piccole e medie imprese che chiedono alle Istituzioni aiuti strumenti e opportunità tecnologiche per poterlo diventare.
Noi dobbiamo essere in grado di dare risposte economicamente e tecnologicamente avanzate alla richiesta crescente di un sostegno strategico allo sviluppo del sistema Piemonte, dentro e fuori il territorio regionale.
Le telecomunicazioni costituiscono l'asse portante di qualunque progetto di sviluppo e l'impressionante accelerazione della tecnologia in questo settore deve farci riflettere se sia più opportuno assistervi da spettatori o parteciparvi con iniziative che ci allineino con quanto sta avvenendo negli altri Paesi d'Europa.
Da una mirata e condivisa politica d'incentivazione e di creazione di diverse opportunità per i protagonisti imprenditoriali della Regione Piemonte che operano nel settore, non potrà che discenderne un importante contributo al recupero di competitività che oggi il sistema locale lamenta.
Tra le attività che sicuramente trarrebbero maggior beneficio da una crescita in ambito locale delle nuove tecnologie legate alla comunicazione integrata, il turismo occupa i primissimi posti: e non è un fatto di poco conto, dal momento che il turismo, con un peso sul PIL mondiale tra il 3 e il 5% ed un tasso di crescita delle entrate del 50% superiore a quello medio dell'economia, sta diventando il primo settore mondiale.
L'Europa, trovandosi in una fase di maturità del ciclo di sviluppo turistico, ha tassi di crescita inferiori alla media mondiale. Il Piemonte a sua volta, è stato caratterizzato negli anni '90 da una stagnazione della domanda turistica che solo ultimamente, grazie agli sforzi compiuti da tutti i protagonisti, sta mostrando un'inversione di tendenza.
E' bene non dimenticare che il Piemonte ha un flusso netto in uscita relativo ai turisti italiani di circa 8 milioni di presenze (dati del 1998), con il solo 9,4% di presenze costituite dai residenti nella regione e con una bilancia commerciale turistica complessiva che è negativa per 6 mila miliardi di lire.
E' dunque di immediata evidenza quanto sia necessario compiere ogni sforzo per cambiare la situazione. Ecco che pare vitale un insieme integrato di interventi tra i quali è certamente prioritario quello della promozione: TV satellitare, mezzi di comunicazione locali, Internet e protagonisti istituzionali della nostra regione possono collaborare in un impegno comune che contribuirà anche allo sviluppo socio-economico del Piemonte.
In questo senso, abbiamo pensato ad una funzione pilota, di stimolo e non egemonica, della Regione Piemonte per far decollare un sistema integrato di valorizzazione con al centro la TV satellitare, che rappresenti uno strumento di servizio, a disposizione del sistema economico, territoriale e turistico del Piemonte. Il nostro interlocutore è il mercato europeo. Il nostro obiettivo è fornire alla collettività uno strumento di crescita e di servizio, e non certo quello di alimentare polemiche pretestuose.
La TV satellitare può svilupparsi anche al servizio di molteplici iniziative, non certo attribuendo al turismo una funzione esaustiva: basti pensare alla cultura, alla formazione, all'educazione scolastica e sanitaria, alla creatività artistica piemontese, alla fantasia ed all'intelligenza di quel Piemonte che in anni non lontani ha saputo esprimere uomini ed azioni d'esempio nel mondo.
Questo recupero progettuale, che può tradursi anche nell'individuazione di un'idea forte che ridia slancio all'immagine internazionale del Piemonte, può trovare nella TV satellitare un suo significativo momento interpretativo ed applicativo.
L'appuntamento delle Olimpiadi Invernali del 2006 ha riempito le pagine e le bocche di tutti. Daremo il meglio delle nostre capacità per presentarci al contesto internazionale con le carte in regola. Ma personalmente vorrei pensare anche al Piemonte dal 2007 in poi.
Cercherò adesso di sintetizzare i punti essenziali emersi dallo studio di fattibilità, e non dal progetto esecutivo, che erroneamente è stato presentato da qualche Consigliere, che abbiamo realizzato, concentrandoci sul tema specifico che ci è stato chiesto di dibattere oggi, e cioè quello della TV satellitare. In particolare vorrei sottoporre alla vostra attenzione tre momenti: 1. lo scenario europeo delle televisioni regionali e qualche raffronto con la nostra realtà 2. l'evoluzione tecnologica dei sistemi di trasmissione televisiva prevedibile a breve termine in Europa 3. alcuni possibili modelli teorici di TV satellitare promossi dalla Regione Piemonte ed aperti all'integrazione col tessuto istituzionale locale.



(Alcuni Consiglieri della minoranza intervengono, facendo notare la scarsa partecipazione dei Consiglieri di maggioranza)



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

L'interpellanza l'avete presentata voi! Io vi rispondo, mi pare sia mio dovere farlo! 1. Lo scenario europeo In Germania gli enti televisivi regionali sono alla base del sistema televisivo pubblico. Istituite nel dopoguerra insieme alla televisione nazionale, sono espressamente previste dalla Costituzione del 1949 (art. 5) e ricevono un terzo del canone annuale statale, ripartito proporzionalmente alla popolazione con interventi a favore delle regioni minori. La loro missione è quella di trasmettere programmi "generalisti" con forti contenuti di informazione, educazione e cultura.
Le televisioni regionali tedesche, nate come emittenti terrestri, sono state tra le prime a trasmettere via satellite in analogico e hanno ora cominciato a ridistribuire il segnale via satellite in digitale, mettendosi di fatto in concorrenza e cercando tra loro alleanze transregionali per competere con la TV nazionale.
Questa tematica, per le dimensioni economiche in gioco, è oggi in Germania al centro del dibattito nazionale.
Le televisioni regionali spagnole nascono dalla Costituzione del 1978 e dalla Legge di regolamentazione del sistema TV del 1982. Sei Regioni su diciassette hanno ormai la loro televisione regionale, con una missione più orientata alle identità linguistiche e culturali. I governi regionali di Madrid e Valencia stanno aprendo all'ingresso dei privati nelle televisioni regionali ed alcune, come la Catalunya ed i Paesi Baschi, hanno già lanciato un secondo canale satellitare digitale.
Il sistema televisivo pubblico francese si concentra sulle TV locali, ma è nata di recente la televisione regionale TV Breizh, con trasmissioni via cavo e via satellite in digitale.
E' questo un interessante caso di servizio pubblico creato dai privati che ne detengono la maggioranza. L'obiettivo è il rilancio della cultura bretone in tutti i suoi aspetti. TV Breizh è una classica televisione tematica i cui ricavi sono dovuti in larghissima misura alla capacità di raccogliere pubblicità.
Possiamo trarre alcune prime conclusioni: non esiste un unico modello di TV regionale europea, ma ovunque le TV regionali sono presenti, in via di sviluppo ed utilizzano canali satellitari digitali.
L'Italia è il Paese europeo in maggior ritardo rispetto all'affermarsi dei nuovi canali televisivi, ma di recente sono apparse iniziative di distribuzione satellitare quali Tele Sardegna, Tele Sicilia International Tele Napoli; anche l'Abruzzo, il Molise e la Calabria sono presenti nella comunicazione con caratteristiche diverse.
In Piemonte c'è, in apparenza, una ricca offerta di televisioni locali: circa 40 emittenti. Ma 35 di esse hanno una programmazione soltanto commerciale ed il loro numero nell'ultimo decennio è diminuito di oltre il 20%. Solo 3 sono consociate a canali satellitari, QuartaRete con Stream News, Rete7 con INN (sulla piattaforma D+) e Telesubalpina con Sat 2000 (TV della Conferenza Episcopale).
Le televisioni piemontesi sono molto più piccole di quelle lombarde o venete, i ricavi sono medio bassi, non sufficienti a garantire le necessarie risorse finanziarie, con problemi che incidono negativamente sulla qualità dei programmi e dunque, in ultima analisi, sull'audience.
I contatti medi al giorno, sulla base dei dati disponibili al 1999, solo in pochissimi casi superano i 300.000 contro il milione circa delle emittenti più grandi del nord.
Discorso a parte va fatto per Rai Tre. Ha certamente ragione Saitta nella sua interpellanza, a ribadire la necessità, da parte delle Istituzioni piemontesi, di difenderne il ruolo di servizio pubblico e le professionalità che essa esprime. Anch'io non ho dubbi: Rai Tre rappresenta un insostituibile punto di riferimento per il sistema dell'informazione regionale, e auspico che in futuro non venga mai meno l'impegno diretto della Regione per potenziare l'integrazione fra l'attività svolta dall'amministrazione pubblica e gli spazi d'informazione.
A maggior ragione, nella prospettiva di forte sviluppo dell'autonomia regionale da tutti auspicata, credo però che la riforma del servizio radiotelevisivo non possa escludere a priori alcun terreno di confronto.
Sotto questo aspetto, la TV satellitare regionale, rispetto a RaiTre si pone come una risorsa complementare: ma certo non concorrenziale o peggio, sostitutiva. E, almeno per quanto mi riguarda, mi auguro che dalla Rai piemontese giungano suggerimenti e proposte per il successo di questo strumento innovativo di servizio per l'intera collettività regionale 2.Lo scenario tecnologico I sistemi di trasmissione televisiva in Europa ed in Italia stanno evolvendo verso il digitale. La cosiddetta "Larga Banda" via cavo verrà installata per motivi commerciali solo nelle grandi città e la trasmissione terrestre digitale e' prevista in Italia attorno al 2006 (con molto ritardo rispetto agli altri Paesi europei). Pertanto il satellite risulta l'unico mezzo disponibile per raggiungere contemporaneamente e capillarmente il pubblico italiano, europeo e del bacino mediterraneo (il satellite scelto raggiunge 900 milioni di persone, ovvero 265 milioni di famiglie dotate di televisione).
Il progetto tecnologico e produttivo della TV della Regione prevede comunque la realizzazione di contenuti su supporto digitale, che potranno essere adattati e distribuiti su qualsiasi piattaforma: Internet, Banda Larga, Digitale Terrestre, UMTS. Si creeranno in tal modo "economie di scopo" per il fatto che uno stesso contenuto potrà essere veicolato su più mezzi di comunicazione anche contemporaneamente. Si tratta di tecnologie differenti, e il contenuto andrà rielaborato in forma grafica ogni volta che si accederà a un nuovo mezzo: è evidente che le immagini della TV potranno andare su Internet con opportune tecniche e viceversa, anche se in misura minore per le oggettive difficoltà. Un'applicazione possibile, per non fare che un esempio, è quella della formazione a distanza, nella quale Internet, TV e telefono potranno interagire e rendere la TV veramente interattiva.
La diffusione dei telefoni UMTS darà poi ulteriore spinta, da un lato alla possibilità di raggiungere qualunque utente e dall'altra a permettergli di accedere e selezionare specifici messaggi.
Poiché la TV della Regione sarà trasmessa in chiaro, sarà necessario disporre di un ricevitore digitale satellitare ed una parabola di 60 centimetri del costo oggi di circa 450.000 lire destinato a scendere notevolmente nel prossimo futuro. La televisione satellitare digitale è una recente applicazione che riduce notevolmente i costi di trasmissione e ricezione di un segnale tv. Ogni progresso in tale direzione è volto alla riduzione ulteriore di tali costi nonché alla miniaturizzazione degli apparati. Questo permetterà di aumentare il numero di famiglie con apparato di ricezione satellitare.
Oggi in Italia sono presenti circa 3 milioni di ricevitori satellitari (15% delle famiglie). Un dato di una ricerca uscita oggi, riportata da un importante quotidiano nazionale (Repubblica), ci dice che sono 6 milioni gli italiani che hanno la parabolica e che possono ricevere questo tipo di comunicazione. Ed è previsto un incremento del 30% all'anno nei prossimi 3 anni in modo da raggiungere un livello comparabile agli altri principali paesi europei, dove mediamente oggi il tasso di penetrazione è del 30%. Nel giro di pochi anni la TV digitale via satellite sarà la norma e non più l'eccezione.
La differenza tra satellitare analogico e digitale è ininfluente per il caso italiano in quanto le due piattaforme che stanno guidando lo sviluppo della televisione satellitare in Italia - Stream e D+ - trasmettono entrambe in digitale. L'Italia è giunta in ritardo all'appuntamento con i nuovi mercati televisivi ed ha quindi saltato la fase del satellitare analogico.
Il progetto realizzato prevede un'interessante interazione con le TV locali. Infatti i contenuti della TV della Regione potranno essere trasmessi anche parzialmente dalle stesse TV in modo da aumentare il bacino di utenza all'interno del territorio piemontese. Inoltre, poiché il palinsesto della TV della Regione prevede dalle 2 alle 4 ore di produzione giornaliera, nelle altre ore il satellite potrebbe trasmettere i programmi delle emittenti locali dando ad esse una visibilità europea. Questo progetto potrebbe quindi favorire il processo di crescita dell'industria audiovisiva piemontese che, come si evince dalla ricerca, si trova in condizioni di inferiorità rispetto a molte altre regioni vicine. Il possibile sviluppo di alcune delle televisioni locali passa da un consolidamento del settore e dall'investimento costante e non occasionale in prodotti di qualità.
3. Ipotesi di progetto per una rete TV satellitare regionale.
Credo che a questo punto sia indispensabile un chiarimento in merito alla portata degli studi di fattibilità (molto schematico) che abbiamo commissionato e che saranno oggetto di discussione e di analisi perch nulla è stato deciso e realizzato. Gli interlocutori invitati, e in particolare quelli prescelti, rappresentano in materia esperti fra i migliori sul mercato. Successivamente mi sono documentato, non compete alla parte politica intrattenere rapporti, e, visto che sono stati tirati in ballo in maniera scorretta, saprò dare alcuni dati relativi alla qualità degli interlocutori scelti dalla funzione. Ad essi non è stato richiesto di dire come dovremo fare la TV satellitare in Piemonte (è questo il dato principale), ma di presentarci alternative possibili, soluzioni organizzative differenti, costi conseguenti, necessità redazionali e di attrezzature impiantistiche, tali da metterci in condizione di poter disporre di un quadro completo di elementi per poi arrivare a quella che sarà la nostra decisione.
Le società in questione - la EUPHON Spa e la Arkon - hanno già consegnato i loro lavori. Il fatto che abbiano indicato organigrammi palinsesti, costi medi ripartiti fra investimenti fissi e costi annuali non significa che siano queste le scelte prese a priori dall'Assessorato e dalla Regione Piemonte, ma sono ipotesi di lavoro. Abbiamo cercato invece di disporre di riferimenti concreti e confrontabili per non dover scegliere solo sulla base di ipotesi, e del resto nessun preventivo sarebbe stato tale se non entrando nel merito dei singoli aspetti.
Detto questo, riporterò ora le specifiche di tali studi, e non le mie vostre o nostre decisioni.
Secondo EUPHON e Arkon, una programmazione iniziale giornaliera non pu essere inferiore alle due ore riproponibili. Più raccomandabile, ed economicamente vantaggiosa, sembrerebbe una programmazione rapportata a 4 ore giornaliere. Queste sono le due ipotesi su cui, a mio avviso, varrà la pena soffermarsi nelle sedi opportune e sulle quali, naturalmente, più ampio sarà il confronto più soddisfacenti saranno i risultati.
E' stata anche avanzata una terza ipotesi di otto ore giornaliere, che per il momento abbiamo accantonato per complessità e onerosità.
Le voci che incidono sul conto economico sono state suddivise in: costi annuali (compresi gli ammortamenti per gli investimenti in strutture fisse); costi di affitto del satellite e di trasmissione del segnale (che variano consistentemente a seconda della durata del contratto d'affitto) costo dei programmi; spese vive di produzione dei programmi; costi generali e costo per remunerare il gestore della televisione (anche questo andrà scelto con delle gare che ci portino nella condizione di scegliere quello che sul mercato internazionale è la migliore opportunità) Le cifre possono variare anche in modo rilevante a seconda delle soluzioni che verranno scelte. Ad esempio, se la sede e i servizi generali come contabilità e assistenza legale saranno regionali, le spese generali avranno un impatto meno rilevante. Anche la remunerazione del gestore varierà di molto a seconda che si scelga di affidare tutta la gestione tecnica e realizzativa anche nel merito dei programmi a un fornitore esterno riservandoci solo le indicazioni strategiche di contenuto, rispetto a soluzioni miste che vedano coinvolte in modo collaborativo le direzioni degli Assessorati o altre istituzioni piemontesi.
Per tutte queste alternative, si è sempre tenuto presente negli studi quella in assoluto più onerosa, ossia in totale outsourcing.
Nell'ipotesi delle 2 ore di programmazione giornaliera, i costi annuali (personale e ammortamenti) si aggirano intorno ai 2,4 miliardi; il costo dell'affitto del canale satellitare, a seconda della durata del contratto potrebbe variare da 1,7 a 2 miliardi l'anno, compresi i costi di trasmissione del segnale.
I costi generali (sede, amministrazione, servizi...) sono stimati in 1 miliardo di lire l'anno.
Remunerazione del gestore, circa 900 milioni nell'ipotesi di outsourcing totale.
Costo dei programmi: a seconda naturalmente della politiche che verranno decise, comunque non inferiore a 4-500 milioni.
Totale, intorno a 7 miliardi più IVA.
Nell'ipotesi delle 4 ore di programmazione quotidiana, ovviamente ripetibili nell'arco della giornata, l'incremento dei costi sarebbe prevalentemente concentrato nella voce "costi annuali", con un onere totale di circa 8,2 miliardi più l'incremento del costo dei programmi rispetto ai 4-500 milioni già contemplati nell'ipotesi precedente. Orientativamente è raccomandabile un investimento di ulteriori 3,5-4 miliardi l'anno.
L'impegno complessivo si attesterebbe in questo caso intorno al tetto dei 13 miliardi.
Nell'ambito della programmazione delle finalità proprie della tv satellitare piemontese, e a mio avviso compatibili con una natura pubblica del canale medesimo, dovremmo a mio avviso perseguire cinque finalità di fondo: 1) Diffondere l'immagine del Piemonte in Europa, al servizio dell'intero sistema socioeconomico.
2) Promozione turistica del Piemonte.
3) Accesso diretto e diffusione dei servizi.
4) Valorizzazione dei sistemi territoriali locali.
5) Valorizzazione delle produzioni tipiche e delle grandi valenze ambientali e culturali della nostra regione.
Come dovrebbe presentarsi la nuova tv? Con un'innovazione nei formati valorizzando i giovani creativi piemontesi (autori, attori, musicisti artisti), utilizzando un'immagine grafica molto caratterizzante e adatta ad essere trasformata agevolmente in funzione della veicolazione su altri formati e canali. Dato il target abituale dello spettatore dei canali satellitari, pensiamo a programmi di breve e brevissima durata esportabili, anche coprodotti con altre televisioni regionali e locali, e in buona parte idonei a interagire on line. Il canale è predisponibile per frequenze multilingue, fino a 5, per consentire di raggiungere i pubblici non di lingua italiana.
Voglio offrirvi alcuni esempi di cosa potrà significare una presenza on line della nostra tv satellitare. Il sito dovrebbe rispecchiare la programmazione della televisione, fornendo una guida ai programmi tv svolgendo una funzione di interattività per alcuni programmi (e-mail, forum eccetera), link di aggiornamento continuo delle informazioni di servizio possibilità di video-streaming per alcuni programmi e possibilità di gestire più lingue, e quindi di scambi e di collaborazioni con le altre televisioni regionali europee. Tali costi evidentemente sarebbero da aggiungere a quelli della televisione in funzione dello sviluppo che si intenderà dare a questo capitolo.
Un altro ruolo fondamentale della TV satellitare regionale è quello di supporto e valorizzazione del piano di programmazione turistica messo a punto dall'Assessorato al Turismo della Regione Piemonte. La TV satellitare rappresenta un nuovo modo di promuovere il Piemonte turistico presso nuove categorie di turisti potenziali: penso al turismo enogastronomico, agli itinerari culturali che hanno una grande ricchezza visuale ma non hanno di fatto spazio alcuno nel panorama televisivo attuale per poter essere veicolati con sufficiente programmazione e sistematicità. E ancora gli sport: tutti gli sport, non solo quelli olimpici, ma anche quelli considerati minori come quelli di montagna, di fiume e di lago.
La Regione, soprattutto negli ultimi anni, ha investito molto per promuovere l'immagine del marchio Piemonte e del suo territorio con un piano di promozione rivolto soprattutto all'esterno. In questa funzione, è di evidenza assoluta l'utilità di una rete satellitare captabile anche all'estero, che presenti il territorio piemontese nei suoi aspetti peculiari, ma anche i singoli prodotti turistici predisposti dalle ATL, dai consorzi, da tutti quanti lavorano per creare sviluppo e valorizzare la nostra terra.
Come Assessorato al Turismo, il nostro sforzo attuale è proprio quello di passare dalla promozione del Piemonte come marchio e immagine territoriale alla definizione e presenza sui mercati mondiali dei nostri prodotti turistici.
La TV satellitare è forse l'unico strumento in grado di presentare e supportare quest'esigenza raggiungendo contemporaneamente tutti i pubblici potenziali interessati a conoscere il Piemonte e a visitarlo.
Siccome la rete satellitare è anche una rete intraregionale, resta inteso che anche il turismo interno al Piemonte ne riceverà un grande impulso: il turismo delle seconde case, della domenica fuori porta, del week end o della semplice puntata nei tanti santuari della nostra enogastronomia.
Ma una televisione tematica regionale rappresenta anche un nuovo formidabile strumento di marketing territoriale per dialogare con il mondo del lavoro e dell'impresa, perché permette di raggiungere in modo capillare e selettivo un bacino ampio e articolato e i soggetti più diversificati. In questi mesi, da molti incontri bilaterali avuti con le categorie produttive della nostra regione, ho avuto la conferma di un grandissimo interesse per il canale televisivo satellitare da parte del mondo dell'impresa, del commercio, dell'agricoltura e di quanti in generale sono coinvolti nello scambio di competenze e servizi.
E' estremamente legata a questo aspetto l'opportunità, che la TV satellitare offre, di assicurare al mondo produttivo della nostra regione una presenza continua d'immagine e di informazione in tutto il mondo. Una presenza indispensabile per sostenere e valorizzare il processo di internazionalizzazione dell'impresa piemontese, verso la quale stiamo sempre più rivolgendo i nostri sforzi.
Il Piemonte ha sempre più imprese che investono all'estero, sempre più imprese presenti sul mercato globale. Fra i compiti della Regione vi è quello di sostenere la promozione degli investimenti delle imprese piemontesi sui mercati mondiali. Dare visibilità mondiale con il satellite all'impresa piemontese - sia essa industriale, commerciale o di servizi significa per la Regione assolvere nel modo più efficace a questo ruolo.
Discorso analogo e speculare si può fare per gli investimenti delle imprese straniere in Piemonte. La rete satellitare sarà di grande aiuto al lavoro di promozione svolto dall'ITP, l'agenzia per gli investimenti internazionali a Torino e in Piemonte.
E' evidente quanto, grazie a un mezzo innovativo come la TV satellitare regionale, si potrà vedere e toccare con mano nell'intero spazio del mercato globale come si produce in Piemonte, con quali servizi e con quali opportunità, con quali protagonisti e quali tecnologie. La TV sarà un veicolo formidabile in grado di accendere verso la nostra regione l'attenzione degli investitori internazionali e - ne sono certo - di aumentare ancora l'interesse verso il Piemonte come una terra dove venire a investire vale la pena.
In base a tutte queste riflessioni, sono assolutamente convinto che il Piemonte non debba in questa circostanza tirarsi indietro. Deve avere il coraggio di compiere un passo in avanti che lo rimetterà in gioco nella sua competitività e nella qualità dei servizi offerti.
A beneficiarne sarà l'intero sistema economico e sociale della regione.
Credo che valga la pena che una sfida di questo genere raccolga i suggerimenti e l'apporto leale di tutti." Vorrei, ma penso sia superfluo - perché reputo una scorrettezza l'aver nominato delle persone senza chiedere, come si conviene all'etica di questo Consiglio, una riunione a porte chiuse - menzionare quali sono le aziende che hanno ottenuto, dalla funzione e non dalla politica, l'incarico di svolgere queste attività. Credo valga la pena che questa comunicazione scritta pervenga a tutti i Consiglieri, in modo che tutti possiate fare delle valutazioni. Non voglio incorrere nella scorrettezza che, comunque qualche Consigliere ha perpetrato per l'ennesima volta.
Grazie.



(Il Consigliere Giordano chiede la parola)



PRESIDENTE

Consigliere Giordano, a norma di Regolamento hanno diritto di parlare solo gli interpellanti.
La parola al Consigliere Saitta prima e al Consigliere Chiezzi poi.
Prego, Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Siamo in pochi e, evidentemente, non posso che essere breve. Non entro nella questione del merito; ci torneremo sicuramente, e penso anche con un certo interesse.
Credo che dopo questa sorta di "impazzimento" - per cui sembra che ci possa risolvere tutti i problemi del Piemonte - torneremo con i piedi per terra, rendendoci conto che le questioni sono sicuramente più complesse.
Però, Assessore, con l'interrogazione, la invito - lo faccio di nuovo lo faccio in termini precisi, e vorrei che restasse a verbale - a verificare una cosa. Le determine dei dirigenti per l'attuazione della deliberazione regionale, sono delle determine - gran parte di esse - che non hanno fondamento nella deliberazione. Il dirigente di Settore ha dato dei giudizi su questioni complesse, probabilmente non avendo la competenza sufficiente.
Io non credo che un nostro dirigente del Settore Domanda Turistica sia in grado di valutare un'offerta di Telespazio S.r.l. o su un satellite. Lei verifichi questo, e verifichi ciò che ha detto il collega, che le modalità di "presunta", "finta gara" hanno in realtà e di fatto determinato la scelta, che non è stata fatta dall'Assessore ma, probabilmente, da questo consulente che si è presentato.
Si è presentato un giorno, per caso, e non è stato chiesto niente a nessuno. Un giorno questo signore, l'ingegnere Pecchini, si presenta e dice: "Presento il mio curriculum, sono disponibile a farvi un lavoro".
Immediatamente, lo stesso giorno, il dirigente gli conferisce l'incarico. E la Giunta dice: "Non ti diamo niente". Un grande professionista generoso e incomparabile, dato che non è stato chiesto niente a nessuno. Ci diceva poco fa il collega (che ha esperienza anche nel campo dell'urbanistica, del patrimonio e in tanti altri campi, non in TV satellitare) che questo professionista dice: "Svolgi questo incarico gratuitamente". Generoso e incomparabile, posto che non è stato confrontato con altri, e in più lo si autorizza ad utilizzare gli strumenti della Regione. Non so se ci rendiamo conto: non solo lo si autorizza ad utilizzare gli strumenti della Regione ma anche a vedere e a duplicare i documenti interni della Regione. E' scritto così nella deliberazione.
Allora, verifichi com'è stata sciolta quella ditta; verifichi che tipo di legame c'è e verifichi, inoltre, visto che torneremo su questo argomento perché ho elementi per farlo, se per caso questo signore, o eventuali società che hanno avuto l'incarico, hanno svolto il compito ancora prima della determina dei dirigenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Caro Presidente, caro Presidente Ghigo, che vedo ancora presente e lo ringrazio, e caro Assessore Racchelli, mo', mo' cominciamo a discutere giusto? Perché se non ho capito male, ci troviamo nel medesimo punto in cui è il progetto relativo all'Alta Capacità da Torino a Lione, siamo agli studi e alle valutazioni. Per il tunnel di 52 chilometri si sono spesi cento miliardi per proporre delle ipotesi, che poi vedremo se saranno attendibili e realizzabili. Comunque si sono disturbati Capi di Stato e Ministri, che hanno firmato ipotesi e studi in corso.
Qui si sono spesi solo settecento milioni e si è stesa, anche qua, una valutazione delle ipotesi.
Mi sembra che i due progetti, se ho capito bene, sono allo stesso stadio di prevalutazione di alcune ipotesi che, se ancora analizzate meglio potrebbero dar luogo a una decisione. Ho capito bene? Più o meno siamo qua.
Io chiedo al Presidente Ghigo e all'Assessore Racchelli se intendono giungere a quella decisione coinvolgendo, in modo pieno, il Consiglio regionale oppure no. Coinvolgerlo in modo pieno vuol dire prendere questa relazione, consegnarcela e chiedere che questo tema venga analizzato alla presenza di chi l'ha redatto, oltre che in sede tecnica, venga discusso presentato nella Commissione competete, che la Commissione competente lavori esaminando quest'ipotesi e che, alla fine di questo percorso, ci sia un pronunciamento della Commissione competente che sarà utilizzato della Giunta regionale come elemento di valutazione complessiva delle forze presenti in Consiglio su questo progetto.
Questo progetto, miracolistico o miracoloso, sarà quel che sarà, visto che non è qui che possiamo discutere sulla base di un'interpellanza quest'enorme e salvifica iniziativa televisiva, la Giunta intende discuterlo sul serio, affidarlo anche all'esame del Consiglio e far precedere questo esame alle decisioni della Giunta, oppure la Giunta vuol farne a meno? Per me questo è un discrimine.
Chiedo ovviamente - e lo chiederei fosse anche la mia maggioranza Presidente Ghigo - che a fronte di queste idee e di progetti di questo genere, il Consiglio ne venga investito in pieno, visto che siamo in fase di valutazione preliminare, un po' con le formule che scriviamo nelle leggi, "Sentita la Commissione...", "Valutata la Commissione...".
Se ci sarà questo, lo apprezzerò e lo condividerò; aspetterò i testi e attenderò che il Presidente convochi la Commissione che riterrà competente.
Gradirei una risposta, Presidente, perché se invece non è così, allora ci sono altre strade. Riterrei importante, visto che valutate ipotesi, che voi decideste di coinvolgerci. Sarebbe una prassi, secondo me, corretta e utile. Apprezzerei una risposta per non dover scrivere, appena terminato il Consiglio, un'altra interpellanza.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Chiezzi.
Dichiaro esaurite le interpellanze nn. 500 e 506. Se l'Assessore Racchelli vuole rispondere ne ha diritto.
La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Per quanto riguarda il discorso della funzione, avete tutti gli strumenti per chiedere, a chi ne è responsabile, che risponda. Non entro nel merito delle attività della funzione, perché credo che un dirigente per i soldi che prende, sarà responsabile delle sue azioni. Se ha fatto delle scelte sbagliate, lo accerteremo.
Se volete me ne occupo io, però invito voi a farlo, perché non c'è nessun problema, siete tranquillamente in condizioni di farlo. Per cui non entro ancora nel merito della gran scorrettezza che lei ha fatto...
SAITTA Antonino (fuori microfono) Questo signore, chi l'ha scelto? L'ha scelto l'Assessore o il Funzionario?



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Saitta, ha già parlato dichiarando la sua soddisfazione o non soddisfazione. Invito l'Assessore Racchelli a terminare, dopodiché dichiareremo chiusa la seduta.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Mi pare che il consulente sia stato scelto con una determina e non con una deliberazione. Comunque, a parte questo, ripeto, per l'ennesima volta che lei, molto scorrettamente, ha voluto fare i nomi in una seduta "aperta", perché, come lei sa, non si fanno queste cose quando si parla di persona, si chiede una seduta segreta o, come si dice, "chiusa".
Reputo, invece, un'osservazione intelligente quella posta dal Consigliere Chiezzi, alla quale procedo a rispondere.
E' chiaro ed evidente, Consigliere Chiezzi, che un progetto di questo livello, pur essendo comunque una decisione di carattere politico di un Governo e di una maggioranza che governa la Regione, faccia parte di un dibattito che deve avvenire e trovare il confronto nelle sedi competenti.
Però, per analizzare uno scenario, bisogna conoscerne gli aspetti.
Allora, poiché non è che parliamo di granturco, di patate o di bacche, ma argomenti di cui né io - perché anch'io ho dovuto istruirmi - né lei, n tanta gente in quest'aula conosce, abbiamo dovuto fare degli studi che ci permetteranno di dibatterne adeguatamente.
Per tutto il resto, non ho nient'altro da aggiungere. Se avete delle verifiche da fare, fatele, io politica e non assegno incarichi.
CHIEZZI (fuori microfono) Allora chiedete al Presidente una riunione di Commissione.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Sì, faremo tutto quello che dobbiamo fare.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Prima di dichiarare chiusa la seduta, comunico che domani non si terrà la riunione dei Capigruppo, come vi avevo anticipato, perché si è svolta oggi.
Comunico, inoltre, che il Consiglio regionale è convocato per martedì 6 febbraio e mercoledì 7 febbraio, alle ore 10.00, alle ore 14.30 e alle ore 20.00, quindi è prevista la seduta notturna con l'ordine del giorno che vi verrà recapitato (proseguiremo l'esame del disegno di legge n. 178).
Inoltre, martedì 6 febbraio, come concordato in sede di Conferenza dei Capigruppo, dalle ore 17.00 alle ore 20.00 sarà convocata la seduta straordinaria con all'ordine del giorno il punto "Mutui-usurai e anatocismo".


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20,47)



< torna indietro