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Dettaglio seduta n.60 del 30/01/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Constato la mancanza del numero legale e quindi riaggiorno la seduta alle ore 10,45.
Vista però la presenza di una delegazione di portatori di handicap, si tratta del coordinamento di un gruppo di associazioni di disabili, io li ricevo ora, così poi possiamo proseguire spediti nei lavori.
La seduta è aggiornata alle ore 10,45.



CHIEZZI Giuseppe

No, Presidente, scusi; chiedo la parola.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Lei ha aggiornato la seduta perché manca il numero legale ed ha annunciato un'audizione da parte sua delle associazioni di disabili che stanno manifestando fuori dal palazzo. Vorrei sapere se le riceve unitamente ai Capigruppo presenti.



PRESIDENTE

Sì, certo.



CHIEZZI Giuseppe

Va bene, grazie.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10,17 riprende alle ore 10,56)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Invito i Consiglieri e i signori Assessori ad entrare in aula e prendere posto.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Costa Enrico, Ghigo e Pichetto.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Richiesta di discussione dell'interrogazione urgente relativa a "Scorie di plutonio presenti nel sito di Saluggia"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Suino, immagino sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Devo segnalare molto brevemente una necessità, signor Presidente.
Insieme al collega Tapparo abbiamo presentato un'interrogazione urgentissima sul tema delle scorie di plutonio presenti a Saluggia, per dati che erano già a nostra conoscenza e che poi sono stati ulteriormente amplificati dall'indagine del settimanale Panorama. Le chiediamo soltanto di poterla porre all'attenzione per la discussione il più presto possibile se fosse possibile addirittura già nel corso di questa seduta oppure della prossima, e cogliamo l'occasione per darne copia ai colleghi, a lei per primo, chiedendo quindi la disponibilità a firmare, insieme a noi, questo provvedimento che serve a fare il punto sulla sicurezza in materia. Grazie Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei Consigliera Suino. Mi attiverò per procurare quanto prima la discussione sull'argomento.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali

Proseguimento esame disegno di legge n. 178: "Ulteriori disposizioni normative per l'attuazione del d.lgs. 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59)"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 178, di cui al punto 2) dell'o.d.g.
ART. 11/105 Eravamo giunti all'art. 11/105, sul quale non vi sono emendamenti trattandosi dell'oggetto delle funzioni e dei compiti amministrativi di competenza della Regione conferiti in tema di sanità veterinaria e salute umana, servizi sociali, istruzione ed edilizia scolastica, ecc.
Non essendovi richieste di parola, si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 votanti 33 voti favorevoli 28 voti contrari 1 astensioni 4 non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri L'art. 11/105 è approvato.
ART. 11/106 Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Io penso che non possiamo dividere il dibattito che oggi noi facciamo sul decreto legislativo n. 112/98, e quindi sul disegno di legge n. 178 dal dibattito che abbiamo fatto sulla questione del disavanzo in sanità per quello che riguarda questo capitolo, perché con questo provvedimento noi intendiamo modificare quello che è il meccanismo della programmazione.
Siccome non pensiamo che il disavanzo sia frutto di altro se non di una discrasia fra la programmazione, la gestione e il controllo, riteniamo che modificare uno dei tre termini, in particolare quello della programmazione che è l'elemento cardine, sia cosa di non poco conto rispetto a questo tipo di tematica.
Ora, quando l'Assessore alla sanità ci ha fatto la sua relazione, di fatto leggendo quello che il dottor Garante aveva scritto per lui, ha fatto una ricostruzione che - ahimè - è falsa. E' falsa perché nella relazione che ci è stata consegnata si diceva...
Presidente, c'è troppo brusìo, ho difficoltà a proseguire.



PRESIDENTE

Consigliere Riggio, c'è attenzione nell'aula. Prosegua tranquillamente.



RIGGIO Angelino

Nella relazione che ci aveva fatto l'Assessore si diceva (a pag. 2 della delibera madre): "In questo quadro generale, il Piano Sanitario Regionale richiedeva alle aziende di programmare la propria attività e pertanto quantificare le relative risorse, in modo da fornire con il massimo decentramento possibile l'assistenza ai cittadini, senza per questo creare doppioni o servizi che fornissero prestazioni per volumi e costo superiori agli standard regionali. Questo obiettivo andava conseguito attraverso intese interaziendali, gli accordi di quadrante, per garantire l'erogazione di livelli uniformi di assistenza, contenendo la spesa entro i limiti predefiniti dalla Regione.
All'atto della prima applicazione dei suddetti strumenti (primavera 1998) l'Assessorato alla sanità rilevava alcune gravi anomalie del sistema di programmazione aziendale quali il rischio di proliferazione di nuovi servizi e attività, con conseguente aumento di spesa in personale attrezzature e materiale di consuma.
Si rilevava altresì la volontà delle aziende di pareggiare i costi non mediante il contenimento della spesa, ma con l'aumento della produzione al fine di azzerare la mobilità passiva nei confronti sia delle ASO sia delle aziende confinanti e di diventare esse stesse fornitrici di prestazioni extra-aziendali".
Io, Presidente, sono a disagio, perché credo di essere l'unico ad ascoltarmi; lo stesso Assessore alla sanità, che dovrebbe essere il mio interlocutore...



PRESIDENTE

Invito i colleghi ad una maggiore attenzione, che peraltro c'era Consigliere Riggio: forse lei sottovaluta la sua capacità di...



RIGGIO Angelino

Presidente, è chiaro: io mi rivolgo a tutta l'aula, ma in particolare mi rivolgo alla Giunta. Poiché della Giunta, lì seduto, c'è un solo Assessore, che è l'Assessore alla sanità, che però non mi sta ascoltando e dovrebbe essere il mio interlocutore privilegiato trattandosi di questo argomento, sono a disagio.
Dicevo, questo capoverso, in cui si dice che effettivamente le Aziende sanitarie puntavano ad un meccanismo di tipo inflazionistico, di eccesso di offerta, è reale.
Noi l'avevamo denunciato; personalmente l'avevo denunciato in un intervento alla fine del 1996 in quest'aula, portando proprio l'esempio della situazione dell'Ospedale di Rivoli e del San Luigi di Orbassano laddove l'Ospedale di Rivoli, per non perdere DRG "pesanti" tendeva a costruirsi meccanismi di eccellenza e l'Ospedale San Luigi di Orbassano per non perdere utenza, abbassava il proprio profilo, facendo di fatto ognuno l'inverso di quello che avrebbe dovuto fare.
Questa tendenza, che noi avevamo denunciato e che avevamo cercato di fare inserire nel Piano Sanitario regionale in modo tale che si costruissero dei correttivi, non aveva trovato ascolto presso l'Assessorato, tant'è che il concetto di quadrante è semplicemente accennato nel Piano sanitario regionale.
E la vera storia delle intese di programma - l'Assessore alla sanità lo sa bene - non è questa, in quanto alle Aziende non era assolutamente stato dato l'input di lavorare secondo le intese di quadrante - l'Assessore lo sa bene - perché quando sono state costruite le intese di programma delle singole Aziende sanitarie non c'erano le intese di quadrante, che sono state fatte soltanto dopo che le varie Aziende sanitarie locali ospedaliere avevano presentato i loro programmi (o intese di programma).
Quando queste intese sono arrivate agli uffici regionali, si sono resi conto che la tendenza era quella inflazionistica che giustamente è sottolineata in questo capoverso e che ho detto noi avevamo dall'opposizione, e io personalmente, denunciato già a partire dal novembre 1996.
A questo punto - solo a questo punto! - con una delibera - la delibera del 5 agosto 1998 - si è sollecitato l'accordo di quadrante, dal quale dovevano poi discendere le intese di programma, che, però...



(Brusio in aula)



RIGGIO Angelino

Cavallera, tu in genere sei correttissimo... Chiedo scusa, poiché non è una questione da poco...



PRESIDENTE

Consigliere Riggio, io scampanello come scampanello con tutti, ma la stanno tutti a sentire!



RIGGIO Angelino

Ma è l'Assessore alla sanità che...



PRESIDENTE

Ho capito, ma lei sta parlando non di fronte ad una persona, ma all'assemblea regionale. Io la sto a sentire, così come altri colleghi!



RIGGIO Angelino

Gliene do atto e la ringrazio, Presidente: chiedo scusa.
Dicevo, soltanto allora sono state realizzate le intese di quadrante le quali hanno poi generato le intese di programma, che però non hanno più seguito il percorso virtuoso - ed era a questo punto che volevo arrivare che veniva indicato nel Piano Sanitario.
Che cosa diceva il Piano sanitario? Diceva che i Direttori generali dovevano proporre il documento delle intese di programma alle Amministrazioni locali, ai Sindaci, per costruire un meccanismo di compatibilità con le Autonomie locali, con gli operatori sanitari del proprio ambito territoriale, con i servizi socio-assistenziali, in modo tale da costruire dei progetti integrati.
L'Assessore sa bene, così come sanno i Consiglieri della precedente legislatura, che, effettivamente, il meccanismo da quel momento in poi è stato decisamente un meccanismo dirigistico, da cui sono stati tagliati fuori completamente sia gli operatori (non parliamo dei servizi socio assistenziali) sia soprattutto le Autonomie locali.
In realtà, questa correzione è stata peggiore del male, dal momento che si è innescato questo meccanismo dirigistico, con le delibere del dicembre '98 e poi con la famigerata delibera del cosiddetto "Patto di buogoverno" in cui la Regione Piemonte imponeva il taglio dell'1% a tutte le Aziende sanitarie, fino ad arrivare ad adesso a questa delibera di tagli su tutte le Aziende sanitarie.
Il meccanismo è estremamente dirigistico, cioè è un meccanismo per cui la Regione Piemonte, invece di coinvolgere gli operatori, invece di coinvolgere i servizi socio-assistenziali, invece di coinvolgere soprattutto le Amministrazioni locali, specialmente dopo che la riforma Bindi assegna alle Amministrazioni locali un ruolo nuovo e forte nell'ambito della programmazione sanitaria, ha assecondato delle imposizioni dall'alto, che comportano esclusivamente dei tagli di risparmio. E, come abbiamo detto, in sanità partire dal risparmio non porta alla qualità e non porterà nemmeno al risparmio. E' una facile profezia: ci ritroveremo nei prossimi anni per andare a verificare come questa profezia di fatto si avvererà.
Ma, soprattutto, per quello che ci riguarda, noi non facciamo il percorso virtuoso che è quello di andare a costruire un percorso che vada ad individuare la qualità come il nostro obiettivo principale. E' dalla qualità che può essere generato il risparmio e può essere costruito questo percorso di qualità, attraverso intese di programma che vengono costruite con gli operatori - che giustamente, dappertutto, in questo periodo in Piemonte si lamentano del fatto di non essere stati coinvolti - e attraverso il coinvolgimento delle Amministrazioni locali.
Questo è il percorso che non è stato seguito dalle vostre delibere per correggere il disavanzo in sanità e che è estremamente contraddittorio con la rivendicazione di federalismo fatta dal centrodestra. Il federalismo presuppone il coinvolgimento degli Enti locali che sono al di sotto della Regione, altrimenti sostituiamo al centralismo dello Stato il centralismo della Regione; questa vostra dichiarazione contraddice il DDL. 178.
Voglio dimostrare - poi lo andremo ad argomentare nei singoli articoli e negli emendamenti che abbiamo predisposto - che anche nella predisposizione del DDL. 178 voi non portate un meccanismo di correzione di questa linea dirigistica che vi ha portato in vicolo cieco, che ha portato il centrodestra nella gestione della sanità in un vicolo cieco, che ha causato disavanzo (e questo sarebbe il meno, perché spendere molto in sanità potrebbe anche essere un merito), e peggioramento di tutti gli indicatori di qualità della salute dei piemontesi, a partire dalle code dai tempi di attesa, dai livelli di umanizzazione, dal livello di motivazione degli operatori sanitari.
Questo è il quadro; noi invitiamo a fare una forte riflessione su questo articolo della legge, perché possiamo costruire un meccanismo nuovo e diverso di programmazione, attuando sul serio il D.lgs. n. 112/98 e modificando radicalmente il DDL. 178, costruendo quella Conferenza permanente per la programmazione sanitaria in modo altro e diverso da quello che ci è stato prospettato dalla Giunta.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 voti favorevoli 28 voti contrari 12 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 11/106 è approvato.
ART. 11/107 11/107.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore D'Ambrosio: la rubricazione dell'art. 11/107 è così modificata: "Funzioni della Regione".
Vi spiego. La Giunta, per questioni di coordinamento tecnico, propone di sdoppiare l'art. 11/107 in due parti, e cioè fino al comma 3 art.
11/107, dal comma 4 in poi art. 11/107 bis. Questo come impostazione generale; l'art. 11/107 avrebbe come titolo "Funzioni della Regione" semplicemente per motivi di coordinamento del testo.
Quindi: fino al comma 3 il titolo sarebbe "Funzioni della Regione" e invece l'art. 11/107 bis si titolerebbe "Istituzione della Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale".
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

In generale, noi concordiamo con questa sua proposta. Tuttavia ne approfitto per dire che anche questa proposta, che obbedisce a un problema di sintassi legislativa di impostazione, peraltro condivisibile, dà però la misura del pressappochismo con il quale la Giunta ha lavorato a questo provvedimento.
Più andiamo avanti e più scopriamo che la mano destra non sapeva cosa faceva la mano sinistra. Queste cose potevamo vederle per tempo, si potevano vedere per tempo. La conferma di come questo sia un provvedimento assemblato è che qui ciascuno ci ha messo del suo e non ci si è preoccupati e questa è una responsabilità che io pongo in capo alla Giunta - di dare un minimo di organicità, anche lessicale, al provvedimento che stiamo esaminando.



PRESIDENTE

Preciso soltanto che l'emendamento è della Giunta.
Procediamo per ordine, perché poi ci sono anche altri emendamenti che sono stati presentati e che ovviamente vanno discussi. Cominciamo dalla modifica del titolo in "Funzioni della Regione".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 47 voti favorevoli.
11/107.2) Emendamento presentato dal Consigliere Marcenaro, Ronzani Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Tomatis, Giordano e Caracciolo: al termine del comma 1 dell'art. 11/107 del disegno di legge n. 178/2000 sono aggiunte le seguenti parole "secondo i principi di sussidiarietà cooperazione, efficacia, efficienza ed economicità, omogeneità, copertura finanziaria e patrimoniale, responsabilità dell'amministrazione, autonomia organizzativa e regolamentare degli Enti locali".
Ha chiesto la parola la Consigliera Suino per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Intervengo soltanto per aggiungere qualche elemento di motivazione e di spiegazione alla nascita di questo emendamento.
Di fatto noi siamo in una fase storica molto importante perché stiamo ridisegnando quelle che sono le funzioni che dalla sanità e dalle politiche sociali vengono portate in capo alle Regioni. Contemporaneamente siamo anche nella fase in cui - con il provvedimento della legge n. 328 in capo al Ministro Turco e con il 229 in capo al Ministro Veronesi - ci ritroviamo di fatto nell'andare a ridisegnare un sistema di welfare che nel frattempo è completamente mutato anche perché mutati sono i bisogni, le istanze presentate dalla cittadinanza.
Allora si tratta di ripensare, rimpostare sui due versanti che fanno capo alla salute sul versante sanità e sul versante delle politiche sociali quello che è il welfare del terzo millennio. Si tratta di andare a ridefinire le nuove forme di partnerariato, perché diversa viene a configurarsi la necessità di dialogo e di collaborazione in capo all'istituzione pubblica nel rapporto con il privato, con il no-profit e con il terzo settore. Si tratta di andare a riporre in capo a tutta questa normativa una priorità che tra tutte è certamente la priorità tra le priorità, e cioè la dimensione di comunità.
Il concetto di comunità assume di nuovo, dopo anni (sono passati 20, 25 anni), una dimensione di grande rilievo e appare cruciale in questa fase di snodo: per ognuno secondo le sue facoltà e secondo le sue potenzialità.
Servono dei criteri guida che qui non abbiamo ancora ritrovato; serve un'assunzione di responsabilità; occorre che vengano date delle indicazioni precise perché ognuno svolga le sue funzioni secondo i propri compiti.
Ecco perché noi sottolineiamo con forza quello che è il principio della sussidiarietà, dimenticandoci completamente quelle che possono essere delle facili interpretazioni di carattere ideologico, ma basandoci molto di più su quelle che sono le necessità reali del nuovo comparto, del nuovo welfare che, insieme al Governo, andiamo a ridisegnare.
Una nuova politica di welfare e di supporto, di rapporto fra lo Stato ed i cittadini deve prendere atto dei limiti oggettivi che ha lo Stato soprattutto riguardo alla coperta sempre più stretta della partita finanziaria. Deve però mettersi nelle condizioni, attraverso le Regioni, le ASL e le ASO, attraverso i vari comparti e settori ed attraverso un'integrazione del sanitario con il sociale - integrazione che non ritroviamo in questo importantissimo provvedimento, che non ha dato alcun rilievo a questa impostazione e che era uno dei cardini principali della battaglia federalista - di riconoscere, di incontrare sul territorio quelle provvidenze che vadano a colmare direttamente, da parte dei servizi e dei cittadini, la cosiddetta differenza.
La Regione Piemonte si trova in un contesto particolare perché ha la necessità - e quindi seguiamo il principio di precauzione - di andare a ribadire il concetto di sussidiarietà che si è perso in questo provvedimento - e badate che sulla partita salute il concetto di sussidiarietà dovrebbe essere, e gli Assessori dovrebbero ricordarcelo, uno dei capisaldi.
Oltre ad andare a ripristinare con forza tale concetto, e quindi enuclearlo come uno dei principi delle linee guida fondanti di quella che sarà la nostra politica in materia di salute sul territorio regionale vogliamo sottolineare alcuni altri aspetti perché sono caratteristiche precipue e di cui la Regione Piemonte è carente.
Ecco perché andiamo a parlare di efficacia, di efficienza, di economicità ed omogeneità, perché siamo all'indomani di un dispositivo che l'Assessore D'Ambrosio ha definito "delibera-quadro madre", che ha portato un taglio ulteriore dell'8%, a fronte di quell'1% che già esisteva sul territorio e che ha suscitato quanto si sta verificando in tutte le ASL.
In questo contesto non ci sono colori particolari, non abbiamo una sinistra o una destra, ma abbiamo delle ASL e delle ASO, abbiamo dei territori che lamentano tagli di 30, 40 o 50 miliardi a fronte di un disavanzo, a fronte di due mutui che i cittadini piemontesi si sono caricati sulle spalle, a fronte della necessità, a partire dal 2003, di mettersi nella condizione di avere dei bilanci sanitari regionali autonomi.
In una fase come questa, guai a noi se non richiamassimo il principio di copertura finanziaria! Dopodiché il nostro Presidente del Consiglio, che è un esperto giurista, potrebbe dirci: "Signori, è lapalissiano, questo!".
Certo che è lapalissiano, ma ricordiamoci che siamo reduci da due anni di battaglia - veramente è dal '97 che abbiamo incominciato questa battaglia - dove ci siamo sentiti dire che il disavanzo non esisteva mentre adesso ci ritroviamo di fronte ad una nuova manovra che appesantisce ulteriormente quanto era già stato appesantito a sufficienza nelle ASL e nelle ASO in questi anni, e ci troviamo di fronte a due mutui e ad un'ulteriore penalizzazione di altri 7 punti percentuali, aggiuntivi a quel punto percentuale esistente nel biennio 1998/2000.
E' dunque evidente che ci appelliamo anche come principio di precauzione, prima che come schieramento politico, a tutela e difesa degli interessi della collettività. Pretendiamo che vengano esplicitati questi principi cardine, che diventino la nostra Bibbia in materia di salute, in questo importante passaggio del federalismo, perché andiamo a riconoscere le funzioni e l'istituzione della Conferenza permanente Stato-Regioni e Regioni-Enti locali, quindi le funzioni della Regione in materia di salute.
Quindi, il principio della sussidiarietà, il principio dell'efficienza e dell'efficacia - che nel quinquennio passato non sono stati coniugati dalla Giunta Ghigo e dall'Assessore D'Ambrosio - il principio della copertura finanziaria perché, dopo aver tanto parlato di federalismo, occorre anche assumersi l'impegno di dire ai cittadini piemontesi che abbiamo caricato sulle loro spalle due mutui e che abbiamo diminuito gli stanziamenti ad ogni singola ASL di 30-50 miliardi, ricordando anche che esiste il principio della copertura finanziaria e patrimoniale, oltre che il discorso dell'omogeneità.
Il principio dell'omogeneità è un altro di quei concetti che, con l'ulteriore taglio e la delibera-quadro, ci stiamo "mangiando" completamente. Il principio dell'omogeneità è quello che ti consente di garantire dei livelli essenziali minimi di tutela e sicurezza su tutto il territorio regionale.
Abbiamo già creato una serie di risultati nefandi con le scelte passate, con il famoso Patto di buon governo. Adesso, con la nuova delibera, Assessore D'Ambrosio, siamo andati a creare sul territorio del Piemonte un puzzle impazzito, perché vi sono situazioni - e lei lo sa - con livelli di prestazioni e servizi erogati assolutamente diversi tra loro livelli di prestazioni pericolosissimi, ad esempio, riguardo ai medici di base.
Il medico di base dovrà decidere se prescrivermi la TAC, per dire se ho un cancro oppure no, in base ad un principio etico, ad un principio di salute oppure in base a quanto verrà premiamo se risparmierà maggiormente? Sono saltati completamente i livelli essenziali di tutela della salute nel momento in cui il nostro Governo, lo Stato, con il contributo delle Regioni è andato a riporre, con una riforma eccezionale, al centro di tutta la partita, il concetto di salute. Salute intesa come benessere psicofisico, salute che viene nuovamente posta in capo alle condizioni socio-economiche, perché in base a quelle condizioni socio-economiche si può ritrovare una situazione di benessere oppure una situazione di sfiga totale, che ci si porta appresso per tutta la vita.
Ecco perché ci appelliamo anche all'attenzione democratica del Presidente del Consiglio, perché chiediamo che questo emendamento diventi un caposaldo nell'art. 107. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliera Suino.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Grazie, Presidente e cortesi colleghi. Chiedo a lei, Presidente, ed ai colleghi se mi concedete di stare seduto durante il dibattito.



PRESIDENTE

Certo.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Grazie. Prima di entrare nella discussione del disegno di legge n. 178 e quindi dare le risposte ai Consiglieri che hanno presentato l'emendamento, vorrei fare - senza polemiche, ma con grande serenità qualche chiarimento, perché è vero che il collega Riggio è un profeta per alcuni versi, ma è pur vero che le sue affermazioni non hanno riscontro oggettivo in toto.
Ovviamente, ognuno vede con la propria ottica, ancorché sul bilancio i dati sono quelli e quelli devono essere riferiti.
Caro collega, ho la sensazione che, a sentire gli amici dell'opposizione, la Regione Piemonte sia l'unica Regione italiana ad aver sforato. Tra le Regioni del centro-nord, il Piemonte è quella che ha sforato di meno. Per quanto riguarda il 2000, a fronte degli 8.000 miliardi, che rappresentano la cifra di sforamento globale delle Regioni italiane nel 2000 nonostante i 124.000 miliardi assegnati dal Governo centrale alle Regioni, lo sforamento della Regione Piemonte è, in rapporto a questo sforamento generalizzato, fisiologico. Con questo non intendo dire che non ci sono spazi di razionalizzazione, e quindi di economie da fare.
L'input dato alle Direzioni generali è quello di razionalizzare la spesa, nel senso di allocarla in modo diverso. Vogliamo che vengano finalmente tagliati gli sprechi e le inefficienze che tutte le ASL e le Aziende Ospedaliere hanno. Non abbiamo detto ai Direttori generali di tagliare i servizi sul territorio. In ogni deliberazione - perché ogni ASL e ogni ASO ha la propria deliberazione - vengono indicate quali sono le inefficienze e i tagli da attuare, per cui non penso che ci sia un'indicazione dell'8% dei tagli sul territorio. I tagli medi, come riferisce la collega Suino, si aggirano, in effetti, sul 7%. Però, come ripeto, sono tagli che devono mirare alla razionalizzazione e non alla penalizzazione dei servizi. Questo lo abbiamo ribadito in più sedi e speriamo che adesso, in occasione della presentazione dei Piani di attività, che deve avvenire entro il 6 febbraio, questo input sia stato convintamente recepito dai Direttori generali, ancorché mi rendo conto che un taglio del 6% o del 7% comporta delle difficoltà, soprattutto a chi? Un poco a tutti, dai Direttori generali ai funzionari, che sono stati abituati a ragionare nella cultura del ripiano a piè di lista.
Questa cultura deve cambiare. Con questi mutamenti potremmo sicuramente raggiungere quel pareggio di bilancio auspicato per il 2003.
Un'ultimissima cosa per quanto attiene le osservazioni poste sul bilancio: tutte le Regioni d'Italia (e ribadisco tutte) stanno attuando, in questo periodo, una manovra di razionalizzazione della spesa sanitaria. La Giunta non è stata assolutamente felice di dover intraprendere questa manovra congiunturale, alla quale, con la presentazione del Piano Socio sanitario, dovrà seguire, entro non molto, quella di tipo strutturale che dovrà inevitabilmente prevedere una razionalizzazione della rete ospedaliera con l'augurio che non ci siano chiusure ma riconversioni di reparti dei singoli ospedali.
Il capitolo nel quale è inserito il punto 1) riporta, come intestazione, "Funzioni delle Regioni".
Per quanto riguarda il principio di sussidiarietà, non si ritiene che debba essere riportato qui, poiché la ripartizione di funzioni tra Stato Regioni ed Enti locali è precisamente delineata sia dal d.lgs. n. 229 che dal d.lgs. n. 112.
I principi di cooperazione, di efficacia, di economicità, di copertura finanziaria e patrimoniale sono contenuti e delineati dettagliatamente nelle leggi quadro in materia sanitaria e quindi sarebbe, a mio modo di vedere, pleonastico ripeterli qui. Per di più, la formulazione non configura, in modo puntuale e tecnico, i principi stessi, come fa, invece la legge quadro n. 229 e come farà la legge regionale di attuazione prevista al comma 3 dell'art. 107.
Ci sarà, pertanto, una programmazione regionale che rispetterà i suggerimenti che vengono posti dai colleghi del DS.
Per quanto riguarda la responsabilità dell'Amministrazione, così come espresso, senz'altro tutte le Amministrazione, nell'ordinamento italiano sono responsabili della propria attività. Questo è giustissimo, ma non penso che sia necessario esplicitarlo in questo disegno di legge.
Per ciò che attiene, invece, l'autonomia organizzativa e regolamentare degli Enti locali, non occorre parlarne perché ce l'hanno già in via generale ai sensi del Testo Unico delle Autonomie Locali. Così come ho ribadito all'inizio del mio intervento, nell'intestazione di parla di funzioni delle Regioni e non degli Enti locali.
Presidente, anche condividendo lo spirito della proposta, la Giunta rigetta questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta per dichiarazione di voto.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, i rilievi formulati poco fa dai colleghi di minoranza che mi hanno proceduto non sono, come hanno argomentato, di carattere formale, e neppure proposte di tipo pleonastico. Non lo sono perché c'è un tentativo, non casuale di riportare qualche ragionamento economico attorno al problema della sanità. Assessore, occorre che la programmazione sia legate alle risorse. E' opportuno che questo rilievo le venga posto in questo momento, perché il suo comportamento, come responsabile della sanità, è stato totalmente disinteressato ai problemi di carattere economico. Per lei sarà certamente pleonastico, ma è importante che ci sia un riferimento alle risorse nella norma che stiamo discutendo.
Questo è il federalismo vero.
E' finita, Assessore, la fase in cui il problema della sanità era di rivendicare delle risorse allo Stato nazionale, e non quello rendere conto di come i soldi venivano spesi. Il problema è questo.
Già in questi anni era così. Lei ha mai reso conto di come le risorse sono state spese in Regione? Lei ci ha sempre detto - e d'altronde questo dimostra per quale motivo insistiamo su questo emendamento - che il legame tra programmazione e risorse c'è sempre stato e ha persino negato il fatto c'era una difficoltà (non parlo di buco) nel contenimento della spesa sanitaria, o perlomeno l'ha ridimensionata. Io capisco che lei possa aver avuto questa tentazione. Che non l'abbia fatto l'Assessore Burzi è ancora più grave, ma questo sembra non c'entrare nulla con la Regione Piemonte anche se la sanità incide per quasi l'80%.
Lei si porta la croce di tante cose, in sostanza, quindi anche di una irresponsabilità, da parte dell'Assessore Burzi, a seguire la parte di carattere economico-finanziario. Questo lo dico non per alleggerire la sue responsabilità, ma per ribadire come il riferimento sia opportuno ed essenziale.
Qualunque persona che abbia il senso del governo non può che legare la programmazione alle risorse. Altrimenti la programmazione è quella cosa che lei ha ripetuto in questi anni, che non è programmazione. Una programmazione di carattere generico, non legata alle risorse, porta all'aumento della spesa pubblica e al non controllo della stessa. Quando lei ha ripetuto in questi anni delle cose diverse rispetto al Piano sanitario, l'ha potuto fare perché non ha considerato le risorse. Ha promesso ospedali da tutte le parti e le posso citare uno come esempio: lei nel mese di ottobre andò alla ASL 5 di Rivoli dicendo: "Non preoccupatevi dell'Ospedale di Avigliana. State tranquilli, non si tocca l'Ospedale di Avigliana". Ho partecipato ad un'assemblea dei Sindaci l'altra sera ad Avigliana. Lei ha detto questo e tutti l'hanno ripetuto. Io lo so perch leggo i giornali, ho questo vizio di leggere ciò che lei racconta in giro e ha detto: "Non preoccupatevi, l'ospedale non sarà toccato". Dovrebbe anche arrossire un po'.
Dopo questa decisione di tagliare le risorse, il Direttore dell'ASL 5 ha preparato il Piano che prevede la chiusura dell'ospedale di Avigliana perché permette di risparmiare 8 miliardi.
Lei, soltanto tre mesi fa, ha detto: "L'ospedale non si tocca" e ha tranquillizzato tutti. Probabilmente, se non vi fossero dei ragionamenti di carattere politico, lei direbbe qualcosa di simile anche per quanto riguarda l'ospedale di Giaveno. Voglio vedere cosa dirà in riferimento all'ospedale di Venaria dopo aver detto che non si tocca.
Allora, questo è il riferimento alle risorse. Lei ha detto tutto il contrario di tutto e, probabilmente, oggi, continuerà a negare di aver detto quelle cose e ne inventerà delle altre.
Questa irresponsabilità e questa tentazione, che è di carattere elettoralistico, si può contenere soltanto se vi è un riferimento alla copertura finanziaria e al principio di sussidiarietà, che qui viene richiamato in modo chiaro.
Concludo, Presidente - il collega Riggio ha spiegato chiaramente il significato di questo principio. Vuol dire che la sanità non è soltanto un problema dell'Assessore regionale, che decide di far crescere la spesa, di non controllarla e, successivamente, di tagliarla. Perlomeno, avrebbe dovuto applicare la Riforma Bindi e chiedere l'opinione delle Amministrazioni comunali, che rappresentano le esigenze delle comunità. Lei non l'ha fatto e, allora, questo riferimento è più che opportuno e necessario.
Assessore, non accoglierlo significa che continua a non ritenere che la questione delle risorse sia il problema della Regione Piemonte.
Assessore, se nel bilancio 2001 dobbiamo accendere un mutuo di 350 miliardi e uno di 250 miliardi, se non sappiamo ancora cosa coprire del 2000, mi dica lei che senso ha dire che è pleonastico un riferimento alle risorse.
Per questo motivo, spero che l'Assessore - e anche la maggioranza - si renda conto della necessità dell'approvazione di un'indicazione di buonsenso semplice da parte del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio per dichiarazione di voto.



RIGGIO Angelino

L'Assessore non può nascondersi dietro il detto del mal comune mezzo gaudio. Lui conosce le differenze strutturali che vi sono state tra la sanità piemontese e le altre sanità. Conosce la situazione di disavanzo che gli è stata lasciata, cioè "zero", e quella che, invece, è stata costruita dal centrodestra, quindi, per cortesia, parliamo della sostanza. Non pu nemmeno nascondersi dietro l'espressione - a questo punto vuota "razionalizzazione", perché deve dire chiaramente che cos'è.
Quando si tratta di fare promesse, non può fare la parte di Babbo Natale e caricarsi dei denari trasferitigli dallo Stato, per esempio, con l'ex art. 20, mentre, quando vi è il problema dei tagli, non può caricare la responsabilità sui direttori generali. Si assuma la responsabilità.
Banalmente, con questo emendamento è stata avanzata tale richiesta. E' stato semplicemente richiesto di applicare tre principi che, lo sappiamo sono scritti in altre leggi: il principio della compatibilità economica della responsabilità e della sussidiarietà.
E' vero, ha ragione l'Assessore, questi aspetti vengono ricordati in altre leggi che qui vengono richiamate. Ma quante leggi contengono principi che sono già stati ribaditi in altre? Assessore, questa è una legge particolare, in quanto ridisegna i rapporti che intercorrono tra la Regione e gli enti locali. Quindi, non è assolutamente fuori luogo, in questa circostanza e in questo momento storico, parlare dei princìpi della compatibilità economica, della responsabilità e della sussidiarietà. E' una questione fondamentale e non assolutamente marginale.
Si può dire che è lapalissiano, ma, in un momento in cui queste cose sono state clamorosamente contraddette dalla prassi, a partire dalla deliberazione del 5 agosto 1998, e dagli atti che sono stati redatti dalla Giunta regionale, che anche adesso, di fronte a questi tagli, li chiama "razionalizzazione" e poi lascia che siano i direttori generali, di fatto ad operare i veri e propri tagli ai servizi, non ci possiamo nascondere.
Allora, non volere accettare questo è sintomatico perché, in questo momento, è un nervo scoperto della Giunta di centrodestra nella gestione della sanità, se veramente è lapalissiano. Tra l'altro, sono sempre stato dell'idea che La Palisse fosse un genio.
Assessore, è stato violato il principio della sussidiarietà; non è stato rispettato a partire dalla deliberazione del 5 agosto 1998 fino ad oggi. Quale ruolo effettivo hanno avuto i Comuni per costruire i percorsi di sanità? Quale ruolo hanno i Comuni per vigilare sul ruolo esercitato dai direttori generali? Siete voi che, invece, avete messo un cappio stretto ai direttori generali e che sta creando una notevole instabilità in tutte le aziende sanitarie.
Perché tutta questa ostinazione a negare la responsabilità e la questione della compatibilità economica, se è così ovvio? Lo accetti Assessore. In tante leggi viene ripetuto ciò che è stato detto in altre leggi; questa è una legge di tipo particolare, perché - ripeto - ridisegna i rapporti tra la Regione e gli enti locali, quindi non è fuori luogo citarli per questa legge e per questo momento storico.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, pongo il votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Marcenaro.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli e 24 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
11/107.3) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore D'Ambrosio: alla lettera f) del comma 2, sostituire le parole "regolamento quadro" con le parole "principi e criteri, in conformità a quanto previsto dal d.lgs. n. 229/1999,".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 10 Consiglieri).
11/107.4) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore D'Ambrosio: sostituire la lettera i), comma 2, come segue: "i) svolge, avvalendosi di personale appositamente individuato all'interno del Servizio Sanitario Regionale, le funzioni amministrative relative alla verifica di conformità sull'applicazione dei provvedimenti di autorizzazione e alla pubblicità ed informazione scientifica di medicinali presidi medico-chirurgici, dispositivi medici e caratteristiche terapeutiche delle acque minerali".
Il testo di questo emendamento è stato distribuito. Il vecchio emendamento sempre a firma dell'Assessore D'Ambrosio, che non so se era già stato distribuito, ma immagino di sì, che proponeva di aggiungere la lettera l) è stato ritirato, quindi vive l'emendamento sostitutivo della lettera i).


Argomento: Varie

Sull'ordine dei lavori e in particolare sulla richiesta di incontro con una delegazione di infermieri


PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
Questa mattina noi, mancando il numero legale, abbiamo ricevuto una delegazione delle associazioni dei disabili per l'applicazione della legge 68. Adesso, fuori dal palazzo, c'è un gruppo numeroso di infermieri che chiedono di essere ricevuti per problemi legati alla loro attività. Io le chiederei di interrompere i lavori adesso per un quarto d'ora e di ricevere questi infermieri, che non sono in sciopero, alcuni di loro devono andare a lavorare. Hanno preannunciato la visita e mi sembrerebbe giusto trattare con lo stesso riguardo sia le rappresentanze dei disabili sia le rappresentanze degli infermieri, perché altrimenti si verificherebbe il fatto che noi riceviamo le delegazioni quando siamo assenti - colpevolmente assenti - e non le riceviamo quando noi siamo presenti. Quindi le chiederei per cortesia, senza farli aspettar fuori fino all'una e mezza, di sospendere per dieci minuti, un quarto d'ora, i lavori per incontrarli come spesso accadde e come abbiam fatto per mezz'ora questa mattina perch mancava il numero legale. Le chiederei questa cortesia non per me, ma per gli infermieri che devono anche tornare a lavorare perché non sono in sciopero ed hanno chiesto a tutti (penso anche ad altri Gruppi, di maggioranza e minoranza) di essere ricevuti. Grazie.



PRESIDENTE

Ringrazio lei Consigliere Chiezzi.
Li riceveremo, ma lo faremo magari anticipando di qualche minuto la pausa di mezzogiorno. Loro stanno lavorando, ma anche noi stiamo lavorando per cui andiamo avanti.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali

Proseguimento esame disegno di legge n. 178: "Ulteriori disposizioni normative per l'attuazione del d.lgs. 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del Capo I della Legge 15 marzo 1997, n. 59)"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 178, di cui al punto 3) all'o.d.g., ed in particolare dell'emendamento sostitutivo n. 11/107.4) presentato dall'Assessore D'Ambrosio, di cui precedentemente ho dato lettura.
Vi sono richieste di intervento?



PRESIDENTE

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



PRESIDENTE

Gradiremmo avere, per cortesia, l'illustrazione da parte dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Il decreto legislativo n. 112/98 prevede che sia conservata allo Stato l'autorizzazione alla pubblicità ed informazione scientifica di medicinali e presidi medico-chirurgici, dei dispositivi medici in commercio e delle caratteristiche terapeutiche delle acque minerali (art. 119, lettera d).
Spetta invece alla Regione la verifica di conformità sull'applicazione dei provvedimenti di autorizzazione alla pubblicità ed informazione scientifica dei medicinali, presidi medico-chirurgici, dispositivi medici e caratteristiche terapeutiche delle acque minerali, come previsto dal DPCM del 26 maggio 2000. Questo è il motivo per cui è stato presentato l'emendamento, perché il decreto, che è recente, prevede quanto è stato messo in emendamento.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Dato che nessuno ha capito, Assessore, può ripetere l'illustrazione?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 maggio 2000 è esplicitato che spetta alla Regione la verifica di conformità sull'applicazione dei provvedimenti di autorizzazione alla pubblicità ed informazione scientifica di medicinali, presidi medico-chirurgici dispositivi medici e caratteristiche terapeutiche delle acque minerali.



RIGGIO Angelino

E allora?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Quindi abbiamo riformulato la lettera i) nell'emendamento che è stato presentato.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Ci troviamo in difficoltà perché ci stiamo sforzando di comprendere la ragione. E' un po' come se - uso parole mie, ovviamente - l'Assessore ci avesse detto "abbiamo recepito il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri emanato il 26 maggio 2000".
La prima domanda che sorge spontanea è questa: avendo noi trovato il testo della Bassanini a novembre 2000 ed essendo già passati sei mesi da maggio ad oggi, come mai non avevate provveduto a prevederlo e quindi a scriverlo nei termini di recepimento del DPCM? Il testo precedente infatti non ne teneva assolutamente conto: questo è il primo dato.
Seconda questione: l'autorizzazione alla pubblicità rimane in capo allo Stato, ma l'applicazione della normativa viene posta in capo alle Regioni.
Come si raccorda allora questa parte così modificata con la legge sull'accreditamento? A naso si direbbe che questo raccordo non c'è; dico "a naso" perché siamo presi un po' alla sprovvista in quanto ci ritroviamo solo adesso la modifica al provvedimento e non abbiamo appresso la documentazione, per cui abbiamo qualche difficoltà nella verifica. Comunque a noi pare che questo raccordo non ci sia perché quando abbiamo affrontato il provvedimento sull'accreditamento pubblico-privato non si è tenuto conto del DPCM.
Prevedete quindi di andare ad una modifica della legge sull'accreditamento? Se è così, bisogna che ce lo diciamo. O tiene invece conto di una qualche norma che noi non ricordiamo? La seconda questione necessita quindi di una precisazione.
Terza questione: il testo che abbiamo discusso, quello che ci trovavamo prima dell'emendamento, andava ad inerire anche quelli che erano i controlli preventivi, quindi toccava l'aspetto legato alla prevenzione e l'intervento sui laboratori, non solo in materia di acque termali, ma in materia di laboratori, pubblico e privato. Adesso con questa nuova dicitura l'emendamento ha tagliato fuori l'aspetto preventivo e dei laboratori (ribadisco che esiste la legge della Regione Piemonte sull'accreditamento) e pone tutta la questione controlli solo in capo alle acque termali. Siamo sicuri che sia onnicomprensiva di tutte le competenze? Come mai non ci ritroviamo i due aspetti importanti, cioè prevenzione e laboratorio? In particolare, Assessore, la richiamo sulla nostra legge sull'accreditamento. Quello è lo snodo per comprendere quanto possa essere utile e funzionale l'emendamento che lei ha presentato solo questa mattina con nostro grande imbarazzo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Forse è sfuggito, ma il senso delle domande che faceva la Consigliera Suino, presuppone un'integrazione di spiegazioni da parte dell'Assessore.
Prima di passare a dichiarazioni di voto o quant'altro, è importante che venga chiarito questo punto. E' in questo senso che noi dicevamo che non è molto chiara la spiegazione dell'Assessore. La Consigliera Suino ha fatto delle domande precise, se l'Assessore ha la cortesia di rispondere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Presidente, chiedo tre minuti di pausa perché le domande della Consigliera Suino sono importanti. Sicuramente questo emendamento non tocca il provvedimento dell'accreditamento, per cui debbo consultarmi con i funzionari.


Argomento: Varie

Sull'ordine dei lavori e in particolare sulla richiesta di incontro con una delegazione di infermieri (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Volevo intervenire sull'ordine dei lavori. Mi pare che sia tradizione di questo Consiglio ricevere la delegazione di cittadini che si fanno portatori...



PRESIDENTE

E' già stato richiesto dal Consigliere Chiezzi, la presidenza ha dimostrato sensibilità...



CONTU Mario

C'è una novità, Presidente, di cui voglio parlare, altrimenti era sufficientemente autorevole la richiesta del Consigliere Chiezzi. Il tema è attinente al dibattito che abbiamo in aula, cioè riguarda la problematica degli infermieri. Il clima fuori sta diventando poco simpatico, non si possono usare due pesi e due misure a seconda delle istanze che pervengono al palazzo.
Tenendo conto anche della pausa di riflessione richiesta dall'Assessore, mi chiedo se non sia opportuno sospendere un attimo i lavori del Consiglio e incontrare la delegazione per varie ragioni di opportunità che lo consigliano.



PRESIDENTE

L'Assessore D'Ambrosio è in grado di poter fornire risposte ai colleghi. Sospendo il Consiglio qualche minuto e, se i Capigruppo sono d'accordo, possiamo accogliere la richiesta dei Consiglieri Chiezzi e Contu e incontrare la delegazione presso la Sala Viglione. Riprenderemo i lavori alle 12,30.



(La seduta, sospesa alle ore 12.08 riprende alle ore 12.58)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali

Proseguimento esame disegno di legge n. 178 "Ulteriori disposizioni normative per l'attuazione del d.lgs. 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59)"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 178, di cui al punto 2) all'o.d.g.
L'Assessore D'Ambrosio ha comunicato di voler presentare un nuovo emendamento alla lettera i) e di ripresentare l'emendamento 11/107.5) nella sua versione originaria (quindi ritira l'emendamento sostitutivo alla lettera i).
Comunico, inoltre, che l'emendamento n. 11/107.4 è ritirato dai proponenti e conservato agli atti.
11/107.4 bis) Emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio: alla lettera i), comma 2, sono aggiunte dopo le parole "controllo preventivo", le parole "salvo quanto previsto dall'art. 115, comma 3 d.lgs. n. 112/98".
11/107.5) Emendamento presentato dall'Assessore D'Ambrosio: all'art. 11/107, comma 2 aggiungere la seguente lettera: "l) svolge avvalendosi di personale appositamente individuato all'interno del S.S.R., le funzioni amministrative relative alla verifica di conformità sull'applicazione dei provvedimenti di autorizzazione alla pubblicità ed informazione scientifica di medicinali, presidi medico-chirurgici dispositivi medici e caratteristiche terapeutiche delle acque minerali".
La parola all'Assessore D'Ambrosio per l'illustrazione dell'emendamento.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Come ha detto il Presidente - che ovviamente ringrazio per la collaborazione - il comma i) rimane come era stato presentato, solo che aggiungiamo, dopo "prodotti ai fini del controllo preventivo" la dicitura che recita: "salvo quanto previsto dall'art. 115, comma tre del d.lgs.
112/98".
Tale articolo recita: "Il conferimento delle funzioni di verifica delle conformità di cui al comma due ha effetto dopo un anno dall'entrata in vigore del presente d.lgs.
Entro tale termine, con decreto legislativo da emanarsi ai sensi dell'art. 10 della legge 15/03/1997 sono individuati gli adempimenti affidabili ad idonei organismi privati, abilitati dall'autorità competente nonché quelli che per caratteristiche tecniche e finalità devono restare di competenza degli organi centrali".
Così - come vi è stato già detto - si aggiunge, dopo la lettera i), la lettera l), con un emendamento che recita: "...che svolge, avvalendosi di personale appositamente individuato all'interno del sistema sanitario regionale, le funzioni amministrative relative alla verifica di conformità sull'applicazione dei provvedimenti di autorizzazione alla pubblicità ed informazione scientifica di medicinali, presidi medico-chirurgici dispositivi medici e caratteristiche terapeutiche delle acque minerali".



PRESIDENTE

Grazie Assessore D'Ambrosio. Ovviamente, nel testo distribuito "S.S.N." va corretto in "S.S.R.", trattandosi del Sistema Sanitario Regionale.
Iniziamo con l'esame del primo emendamento dell'Assessore D'Ambrosio quello relativo alla lettera i).
Ha chiesto la parola la Consigliera Suino, ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Ci rimane un dubbio.
Prima, parlando di sussidiarietà, si poneva il problema di non presentare "emendamenti pleonastici" e adesso ci stiamo richiamando all'art. 115 del dispositivo madre, il d.lgs. 112. Se era pleonastico precisare che dovevamo richiamarci al principio di responsabilità e di conformità di copertura di bilancio, mi si consenta la battuta, in questo modo siamo "nell'ultra-super pleonastico!".
Detto questo - può essere un repetita iuvant - che ci si spieghi se il problema era sorto per l'applicazione del DPCM. Il combinato disposto dei due emendamenti, quello attuale e quello aggiuntivo - la lettera l) - tiene conto del DPCM, oppure abbiamo fatto tutta quest'operazione e di fatto siamo fuori dall'applicazione del DPCM? Direi di no, però bisogna che venga esplicitato, perché di fatto non lo si ritrova.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Il DPCM può essere esplicitato e, collega Suino, nell'emendamento alla lettera l) c'è quanto esplicitato dal DPCM, che era in parte compreso nell'emendamento iniziale alla lettera i).



PRESIDENTE

Assessore D'Ambrosio, non capisco più di tanto le sue preoccupazioni nel senso che mi sembra che in quest'articolo siano ricomprese tutte le funzioni che devono stare in capo alla Regione. Non vedo il motivo delle sue preoccupazioni.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Ronzani)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Collega Ronzani, quest'inconveniente si è verificato dopo che è stato accolto un emendamento - che io reputo giusto - del collega Palma. Poi, c'è stata qualche riflessione aggiuntiva in questo secondo momento. Anche perché era formulato in modo non completo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento 11/107.4 bis) Chi è favorevole e pregato di alzare la mano L'emendamento è approvato con 29 voti favorevoli, 14 voti contrari (non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri).
Pongo ora in votazione l'emendamento 11/107.5), dove "S.S.N." deve intendersi come "S.S.R." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 29 voti favorevoli, 13 voti contrari (non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri).
Comunico che tutti gli emendamenti riferiti alla seconda parte dell'emendamento 11/107), diventano subemendamenti al nuovo art. 11/107 bis).
E' una questione puramente tecnica, non succede nulla.
Ha chiesto la parola la Consigliera Suino, ne ha facoltà.



SUINO Marisa

E' rimasto un emendamento a firma dell'Assessore D'Ambrosio l'emendamento 11/107.3), lettera f), che abbiamo saltato. Anche noi stiamo facendo un po' di fatica. Dai documenti che abbiamo, sempre all'art. 107 comma due, c'è un emendamento a firma dell'Assessore D'Ambrosio alla lettera f) che è quello, appunto, che si rifà al decreto 229/1999.



PRESIDENTE

L'abbiamo già votato, Consigliera Suino.



SUINO Marisa

No!



PRESIDENTE

Sì!



SUINO Marisa

Noi abbiamo votato il titolo, la modifica che proponevamo al comma 1).



PRESIDENTE

No, l'abbiamo votato. Le ripeto anche l'esito della votazione: ha ottenuto 28 voti favorevoli, nessun contrario, nessun astenuto, 10 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione.



SUINO Marisa

Allora è stato votato!



PRESIDENTE

Sì. Glielo garantisco. Tecnicamente, facciamo così: innanzitutto votiamo la soppressione dei commi.
11/107.6) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore D'Ambrosio: all'art. 11/107 sono soppressi i commi 4, 5, 6, 7, 8 e 9.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 13 Consiglieri).
Si proceda alla votazione dell'art. 107 così emendato per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 votanti 46 voti favorevoli 30 voti contrari 13 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art. 11/107 è approvato.
ART. 11/107 bis sub 11/107bis.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Caracciolo, Moriconi, Tomats, Chiezzi Giordano e Contu: al termine della lettera b) del comma 2, dell'art. 11/107 bis) del disegno di legge n. 178/2000 sono aggiunte le parole "e dei Presidenti dei Comitati dei Sindaci di Distretto".
Ricordo che stiamo parlando dell'istituenda Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale e della sua composizione.
Al riguardo c'è una serie di emendamenti presentati dai colleghi dei DS e altri colleghi che chiedono di modificarne la composizione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Debbo dire, Presidente, che noi consideriamo questo emendamento uno dei più importanti. L'accettazione di questo emendamento, di fatto, è un discrimine sulla natura che si vuol dare al provvedimento. Se questo provvedimento deve essere un puro e semplice atto formale, perché - haim dobbiamo recepire il D.lgs. 112/98, altrimenti saremmo "commissariati" dal Governo (e questa mentalità mi è parso che in modo strisciante fosse presente largamente nella Giunta e negli Assessori nel dibattito che c'è stato nelle diverse Commissioni); se questo è l'atteggiamento, la filosofia, possiamo pensare che, in realtà, abbiamo buttato gran parte del nostro lavoro.
Se invece, al contrario, c'è un atteggiamento serio, che prevede che nell'ambito dell'attività di decentramento la sussidiarietà assuma un ruolo fondamentale e che con questo atto noi introduciamo un elemento nuovo sul modo di fare programmazione, allora questo è proprio uno degli emendamenti cardine.
Chiediamo che nella composizione della Conferenza permanente - perch come verrà composta questa Conferenza non è assolutamente secondario rispetto al ruolo che questa Conferenza avrà - la domanda che ci siamo posti e che abbiamo posto in sede di dibattito generale con l'emendamento che è stato illustrato dalla collega Suino quando facevamo riferimento alla sussidiarietà, è: c'è stato un difetto di dirigismo finora oppure no? Noi vogliamo correggere questo difetto di dirigismo, che oggi viene aumentato in moltissime circostanze, non soltanto rispetto alla questione dei tagli e del disavanzo, ma è stato contestato rispetto a numerosissime questioni territoriali che sono state sollevate: la questione dell'ospedale di Saluzzo, di Savigliano e di Fossano; la questione dell'ospedale di Ceva e di Mondovì; la questione dell'Ospedale di Venaria; la questione degli ospedali di Arona, di Domodossola; le questioni territoriali dell'Ospedale di Acqui e così via.
In queste vicende, noi abbiamo visto che il ruolo che come Regione abbiamo assegnato alle Amministrazioni locali è stato inevitabilmente sterile, di contestazione a posteriori rispetto ad esigenze di programmazione che pur avevano una loro legittimità di razionalizzazione.
Noi invitiamo l'Assessore a dare corpo e sangue a significato alla parola "razionalizzazione", la quale non può essere fatta al di fuori dei soggetti che in qualche modo devono essere coinvolti, cioè delle comunità locali.
Non si può fare razionalizzazione "contro", e nemmeno si può fare la razionalizzazione con una serie infinita di mediazioni che vengono poi fatte sul singolo territorio. La razionalizzazione è un processo globale di confronto complessivo che viene fatto sul territorio.
In questa ottica, alla luce anche del fatto che con la legge 229 vengono sollecitate le Giunte regionali a dare corpo ai distretti sanitari come centro-sinistra abbiamo presentato una proposta di legge per quello che riguarda i distretti sanitari. C'è un recepimento sostanziale di questo concetto del distretto sanitario nella delibera sull'atto aziendale che è stato fatto dalla Giunta regionale, e il distretto sanitario porta con s questo nuovo meccanismo, che è il Comitato dei Sindaci di distretto.
E' una struttura agile, di coinvolgimento delle Amministrazioni locali che supera le pletoriche Conferenze dei Sindaci di Azienda sanitaria, che oggi sono costituite mediamente da 60 fino a 160 Sindaci, quindi con l'incapacità reale di poter esprimere una volontà politica collettiva, con l'incapacità reale di poter intervenire sul serio, in modo approfondito sulla programmazione.
Il Comitato dei sindaci di distretto sarà costituito da un piccolo numero di Amministrazioni locali e, quindi, avrà la possibilità di fare in modo che le Amministrazioni locali rientrino nella programmazione sanitaria. Questo, tra l'altro, nel modo più corretto, non nel modo che tutti quanti noi condanniamo e di cui non abbiamo nostalgia, quello dei vecchi Comitati di gestione costituiti dai "trombati" dei vari partiti che in qualche modo dovevano essere collocati (un po' quello che ha fatto la Giunta di centro-destra con le nomine). Una cosa seria, affinché i Sindaci rientrino nella programmazione esprimendo le loro posizioni sugli atti di indirizzo.
E' una opportunità veramente grande per superare questa logica dei conflitti locali che non porta da nessuna parte.
L'Assessore alla sanità si lamentava del fatto che non è riuscito a chiudere nemmeno l'ospedale, e non ci riuscirà nemmeno questa volta malgrado scarichi la responsabilità sui singoli Direttori delle Aziende.
Assessore, perché non riusciamo a fare un atto di vera e propria razionalizzazione? Perché per poter fare la razionalizzazione - lo dice la parola stessa - dobbiamo passare attraverso la ragione, e noi non possiamo fare la razionalizzazione al di fuori di un confronto ragionato con le Amministrazioni locali.
E allora abbiamo una grande opportunità. Questi Comitati dei Sindaci di Distretto esprimono dei Presidenti; non si tratta di un numero grandissimo (in Commissione abbiamo già discusso di questo), ma l'Assessore ha respinto l'emendamento con il quale abbiamo proposto di inserire i Presidenti dei Comitati dei Sindaci di Distretto nell'organismo di programmazione permanente con l'argomentazione che, a questo punto, la Conferenza permanente per la programmazione sanitaria sarebbe stata pletorica.
Noi abbiamo fatto dei conti: così come l'abbiamo prevista noi, si tratterebbe di una struttura di circa 90 membri che, confrontata con le dimensioni del Consiglio regionale, non è assolutamente una dimensione così diversa, tenuto conto anche del fatto che abbiamo ben 1.207 Comuni nel territorio della Regione Piemonte. Quindi si tratta di un organismo correttamente dimensionato e niente affatto pletorico.
Non sarebbe un organismo pletorico e sarebbe un organismo veramente interessante per andare a ragionare seriamente sulla programmazione, anche alla luce, Assessore, di un altro dato, che dobbiamo correggere, per quello che riguarda la nostra sanità, che ci è sollecitato dalla nuova legge di riforma dei servizi sociali, quello dell'integrazione fra sanità e assistenza, che fra l'altro viene affrontato sempre in questo capitolo del provvedimento che stiamo esaminando. Si tratta di un dato fondamentale: non è possibile pensare di fare integrazione fra sanità e assistenza senza un forte coinvolgimento delle autonomie locali che hanno la titolarità di questa funzione. E allora l'inserimento dei Presidenti dei Comitati dei Sindaci di Distretto è una cosa che è nella ragionevolezza delle cose, per cui invitiamo l'Assessore alla sanità e la Giunta nel suo complesso a riflettere sul serio su questo provvedimento, perché si tratta di un provvedimento che non porta ad un organismo che non funzionerà, ma che anzi funzionerà meglio, che soprattutto risponde alle finalità che noi vogliamo dare, che sono finalità di programmazione e quindi di coinvolgimento, che sono finalità di razionalizzazione e quindi di confronto dialettico, che sono finalità di integrazione fra sanità e assistenza, che sarebbe impossibile attuare senza questo tipo di coinvolgimento.
Per questo motivo, sull'atteggiamento che terrà la Giunta rispetto a questo emendamento, noi valuteremo; lo consideriamo una vera e propria cartina di tornasole per capire se veramente si vuole andare in una direzione nuova e diversa oppure se si vuole soltanto fare un atto formale per capire se facciamo questo 178 per togliercelo davanti e non essere commissariati oppure se veramente ci ispiriamo al principio di sussidiarietà.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Collega Riggio, comprendo le motivazioni che ha esposto, però se non si vuole definire pletorica un'assemblea di 107 persone, mi si deve dire come definirla.
Il collega Riggio chiede che della Conferenza facciano parte anche i Presidenti dei Comitati dei Sindaci di Distretto. I Distretti sono 66, per cui sarebbero 66 persone; aggiungete a queste 18 Presidenti della Conferenza dei Sindaci, più 10 Presidenti di Circoscrizione di Torino, più 5 rappresentanti delle Associazioni autonome locali (ANCI, UPP, UNCEM), più 8 Presidenti di Provincia: arriviamo a un totale di 107 persone. E un'assemblea con 107 persone non penso possa operare in modo costruttivo.
Debbo dire altresì che i Sindaci sono già presenti nei Comitati di Distretto e nelle Conferenze dei Sindaci e quindi a livello di governo della programmazione di ogni singola ASL e di ogni singolo Distretto.
A livello di programmazione regionale, la rappresentanza delle autonomie locali si ritiene soddisfatta con la presenza dei Presidenti delle Conferenze dei Sindaci e di Circoscrizione e con i rappresentanti delle associazioni degli Enti locali (ANCI, UPP, UNCEM).
Quindi si rigettava l'emendamento per questo motivo, per il fatto che un'assemblea di 107 persone non pensiamo possa lavorare con celerità e in modo valido e costruttivo.
Così come si era detto in IV Commissione, il motivo della ricusazione dell'emendamento è dovuto a questo fatto: che purtroppo i Presidenti dei Comitati dei Sindaci di Distretto sono 66. Comunque, come ribadisco, i Sindaci sono ampiamente rappresentati parimenti, per cui la Giunta respinge l'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Rispetto alla posizione espressa dalla Giunta, credo che la Giunta faccia male a rigettare la proposta che è stata fatta con questo emendamento.
In qualche maniera è vero che un organismo così numeroso può creare qualche problema, nel senso che il numero eccessivo può creare un appesantimento, però questo fa parte della democrazia, cioè la partecipazione al momento della formazione delle decisioni di tipo generale com'è la programmazione può diventare una garanzia di maggiore condivisione del progetto che la Regione vuole realizzare.
In questo modo non si avrà più un documento calato dall'alto, ma un documento esaminato e condiviso; perlomeno ci sarebbe l'informazione, poi la capacità di partecipazione, di lavorare al progetto dipende dalla capacità che hanno i Sindaci.
Prevedere, coinvolgere e soprattutto mettere i Sindaci Presidenti dei Comitati di Distretto in questa posizione di partecipazione li mette anche in una posizione di attenzione nei confronti dei problemi del Distretto, e anche di sintesi, per cui nel momento in cui partecipano a questo organismo possono - non è detto che ciò avvenga - essere nelle condizioni già di svolgere un'azione utile per la formazione della programmazione regionale.
Quindi è vero che c'è questo presentimento, però è utile perché, se risolviamo i problemi di partecipazione sarà più facile procedere all'attuazione del Piano regionale.
C'è ancora un aspetto, Assessore, che vorrei suggerire. E' questo: normalmente, nella nostra legislazione pensiamo di risolvere i problemi della partecipazione facendo riferimento ai rappresentanti degli organismi associativi (l'ANCI, l'UCEM, l'UPP, ecc.). Faccio notare che questa modalità di prevedere la partecipazione ha creato dei problemi; non per nulla abbiamo introdotto, ad esempio, accanto alla figura del rappresentante dell'ANCI, la rappresentanza dei piccoli Comuni o, accanto alla figura dell'UPI, la presenza dei Presidenti delle Province.
Il meccanismo che si sta verificando non sembra un meccanismo di completa e totale partecipazione da parte degli Enti locali. Penso alla Conferenza Regioni-Autonomie locali, dove non abbiamo previsto soltanto la presenza dell'ANCI e dell'UCEM, ma anche una presenza diretta da parte degli Enti locali, sapendo che probabilmente l'associazionismo presenta oggi una certa difficoltà e la partecipazione diretta potrebbe essere una garanzia, una tutela maggiore per favorire una reale partecipazione.
E' questo il significato della nostra proposta, anche se condividiamo alcune preoccupazioni.
A questo punto, prevedendo la partecipazione, ritengo che la Regione la Giunta ed il Consiglio saranno anche nelle condizioni di dire: "Voi fate parte di un organismo in cui si può partecipare alle scelte. Se non partecipate, questo è un problema di responsabilità degli Enti locali, ma sicuramente non si potrà dire - come avviene oggi - che è una decisione che neppure si conosceva".



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino per dichiarazione di voto.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Siamo abbastanza imbarazzati per la risposta dell'Assessore, poiché ne ha fatto una questione di numeri, a fronte di una questione di merito.
Questo è un atto importantissimo che va a dare una svolta - o meno alle funzioni del federalismo. E' quindi uno di quegli argomenti sui quali nei vari programmi e campagne elettorali, mi pare che il centrodestra abbia puntato molto.
Noi, per fatto storico, ci crediamo da molto tempo.
Se facciamo seriamente un ragionamento federalista, non possiamo ridurre il concetto che sta dietro a questo emendamento ad una questione numerica (da 90 a 107, da 96 a 105). Abbiamo l'art. 10 del Piano sanitario regionale che individua le competenze della Conferenza dei Sindaci, e, tra queste, la presentazione di linee di indirizzo e valutazione rispetto alle intese di programma delle ASL; abbiamo la delibera del 5 agosto 1998, che è andata a ridisegnare la sanità piemontese ed ha tolto il ruolo dei Comuni abbiamo avuto un ruolo residuale nella definizione delle intese.
Il Piano sanitario regionale, il Piano sanitario nazionale e la legge di riforma sanitaria del '99 hanno stabilito dei livelli di assistenza che sono garantiti dal servizio sanitario nazionale - di conseguenza in capo alle Regioni - su tre linee essenziali: l'assistenza sanitaria l'assistenza distrettuale e l'assistenza ospedaliera.
Per quanto riguarda l'assistenza distrettuale, il distretto ha assunto una valenza prioritaria e cogente in tutta la materia. Il Ministro Veronesi, ancora recentemente, nella prima Conferenza Nazionale per la Promozione della Salute, ha ribadito e risottolineato, di comune accordo con il Presidente dei Presidenti delle Regioni e gli Assessori delegati alla sanità, che la domanda di salute non può che avere come protagonista la comunità intera, che è posta in capo ed in gestione ai Comuni e che doveva essere rivendicato il ruolo del Sindaco.
Assessore, con i nostri atti siamo andati a spogliare, man mano, i Sindaci del proprio ruolo, in tutta la partita sanitaria. Anche in questo momento stiamo causando un grave danno.
Se veniamo accusati di essere pletorici, non c'è problema. Siamo disponibili a rinunciare all'emendamento successivo, che introduce la rappresentanza delle Province, poiché di fatto ha solo una valenza di coordinamento, di monitoraggio. La valenza vera è in capo ai Sindaci! Se adesso, nel momento in cui andiamo ad attuare le tre principali riforme del nostro Paese, con il federalismo ed in questo articolo fondamentale che istituisce la Conferenza permanente di programmazione sulla salute, togliamo la valenza degli Enti locali, facciamo davvero un gravissimo danno ai nostri Sindaci! Non è una questione di numeri! In questo caso è veramente demenziale chiedersi: "diventano 94 o 97?". Si tratta di fare una scelta di altro tipo! Abbiamo detto di essere sovraccarichi di disavanzo e di avere una serie di problemi, pertanto dobbiamo valutare, ad esempio, che un giorno di ospedale costa 700.000 lire, mentre un giorno di assistenza domiciliare costa 200.000 lire. Operando una scelta in tal senso, si ricavano 500.000 lire a paziente! Per fare una scelta di questo tipo occorre una medicina fondata sul distretto, che diventa la sintesi dell'aspetto sanitario e dell'aspetto sociale.
Le leggi nazionali hanno messo tale questione in capo ai Sindaci; se noi li togliamo dalla Conferenza programmatica della sanità, mi dite cosa stanno a fare? Signori, è l'atto di federalismo della sanità! Ribadiamo, dunque, la nostra disponibilità a ritirare l'emendamento successivo, che è di rappresentanza delle Province ed è un fatto formale ma vi chiediamo, al di là delle parti che rappresentiamo, di dare attenzione a questo aspetto.
Non è una questione di numeri ed occorre che i Sindaci siano responsabilizzati a fare la propria parte. Si occupino della salute dei cittadini! Rivendichiamo, pertanto, un dovere, oltre che un diritto. Grazie.



(Il Consigliere Riggio, fuori microfono chiede di poter intervenire)



PRESIDENTE

Lei ha già parlato, Consigliere Riggio, mi spiace.



PRESIDENTE

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



PRESIDENTE

Vorrei un chiarimento proprio sulla formulazione...



PRESIDENTE

Se interviene per chiarimenti, ha la parola. Prego.



RIGGIO Angelino

Grazie, Presidente. Qui si fa un'obiezione alla presenza dei Presidenti dei Comitati dei Sindaci di distretto e, all'inizio del comma, si dice che possono esserci i Presidenti di circoscrizione nei casi in cui l'ambito territoriale dell'ASL sia rispettivamente superiore o inferiore.
Porto l'esempio dell'ASL in cui opero io, come medico di famiglia, dove il Presidente della Conferenza dei Sindaci è - come è naturale che sia - il Sindaco del Comune, Moncalieri, che è una città di 65.000 abitanti. D'altra parte, è il più grosso Comune non capoluogo di provincia della regione quindi è normale che sia così.
Ma il Sindaco di Nichelino, che pure è l'undicesima città del Piemonte non può essere presente in questo organismo, mentre è presente il Presidente di una circoscrizione di Torino.
Voglio solo far notare questo tipo di anomalia e, a fronte della proposta che ha presentato la collega Suino, di non inserire i rappresentanti delle Province, voglio sottolineare - visto che si è voluto fare una questione di numeri - che il Presidente della Conferenza dei Sindaci è anche Presidente di un Comitato dei Sindaci di distretto. In realtà, questi numeri vanno esattamente depurati. Assessore, se guardiamo bene arriviamo ad una cifra di circa 87-90 soggetti. Non è assolutamente un'assemblea pletorica, a meno di riconoscere che sono pletoriche molte conferenze dei Sindaci compreso il nostro Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento...



PRESIDENTE

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



PRESIDENTE

E' stata fatta un'offerta, vorremo sentire la risposta. L'Assessore non ha recepito?



PRESIDENTE

La parola l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Consigliere Riggio, in realtà i Sindaci sono già presenti, attraverso la Conferenza dei sindaci, a livello di governo della programmazione di ogni singola ASL e di ogni singolo distretto...



(Commenti fuori microfono della Consigliera Suino)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Spero che le cose cambino. Il decreto n. 229 dà loro la possibilità di definire la programmazione a livello di ASL.
Ribadisco che la pletoricità del numero renderebbe ingovernabile un'assemblea, come ho detto precedentemente, di 107 persone. Si resta sulla posizione annunziata nel mio precedente intervento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il subemendamento n. 11/107bis.1.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 29 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
sub 11/107bis.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani Muliere, Manica, Tapparo, Caracciolo, Moriconi, Tomatis, Chiezzi, Giordano e Contu: al comma 2, lettera d) dell'art. 11/107 bis del disegno di legge n.
178/2000 sostituire le parole "il Presidente dell'UPP" con le parole "i Presidenti delle Province".
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Manteniamo l'offerta che abbiamo fatto prima. Siamo doppiamente imbarazzati perché i due emendamenti sui quali si è puntato questa mattina come miglioramento all'atto, sono stati respinti. Cassare l'emendamento relativo alla responsabilità, sussidiarietà e copertura finanziaria, su un atto come il federalismo, è veramente demenziale.
L'altro emendamento, invece, era quello che, nello spirito del federalismo, garantiva la rappresentanza dei sindaci.
In quest'aula ci sono molti sindaci che hanno alzato la mano contro questo tipo di rappresentanza: è vergognoso! Nemmeno la coerenza con ci che si è stati fino a qualche settimana prima. Nessuno che si sia sentito in dovere di dare un segnale in tal senso.
Cosa vuole che diciamo, Presidente? Avete fatto del federalismo una priorità del vostro programma, quando poi vi ritrovate nella condivisione di un testo, nella discussione di un testo che da' un riconoscimento ai sindaci in ambito sanitario, avete votato contro! Manteniamo coerenza con la proposta fatta. Ritiriamo l'emendamento relativo alla rappresentanza delle Province, poiché, ciò che conta, è fare un finto federalismo: non dare soldi, non assegnare ruoli, non dare poteri non assumersi responsabilità, non garantire la copertura finanziaria, ma preoccuparsi soltanto che nei vari organismi ci sia meno gente possibile che disturbi il manovratore. Non c'è problema, ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento è ritirato dai proponenti è conservato agli atti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI


Argomento:

Sull'ordine dei lavori.


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Fino a quando intende continuare la seduta dei nostri lavori?



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali

Proseguimento esame disegno di legge n. 178 "Ulteriori disposizioni normative per l'attuazione del d.lgs. 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59)"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 178, di cui al punto 2) all'o.d.g.
Vorrei chiudere arrivando alla votazione di questo articolo. Poiché non ci sono altri interventi, passiamo all'emendamento successivo.
sub 11/107 bis.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Moriconi, Chiezzi e Papandrea: all'art. 11/107 bis, comma 4, alle parole "Quando i procedimenti di valutazione e di revoca, di cui all'art. 3 bis, commi 6 e 7 del d.lgs.
502/1992, riguardano i direttori generali di Aziende Ospedaliere (AO)" aggiungere le parole "e ASL".
Chiedo il parere della Giunta. La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

L'emendamento è respinto perché il decreto n. 229 prevede che il parere venga dato dalla Conferenza dei Sindaci.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il subemendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 28 voti contrari (non hanno partecipato alla votazione 10 Consiglieri.
sub 11/107 bis.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Moriconi, Chiezzi e Papandrea: all'art. 11/107 bis, comma 4 dopo le parole "la Conferenza è integrata" sostituire le parole "il Sindaco del Comune capoluogo di Provincia in cui è situata l'azienda" con "una rappresentanza pari al 10% dei Sindaci della zona di intervento dell'Azienda".
La parola all'Assessore D'Ambrosio per il parere della Giunta.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla pianificazione sanitaria

L'emendamento è respinto perché la nostra formulazione è conforme a quanto previsto dal decreto 229 (art. III bis comma VII).



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' respinto con 28 contrari (non hanno partecipato alla votazione 10 Consiglieri).
sub 11/107 bis.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro Ronzani, Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Caracciolo, Moriconi, Tomatis Chiezzi, Giordano e Contu: il comma 6 dell'art. 11/107 bis, del disegno di legge n. 178/2000, è sostituito dal seguente: "la Giunta regionale entro e non oltre i sessanta giorni dalla entrata in vigore delle presente legge, propone al Consiglio regionale una deliberazione che disciplini le modalità di costituzione e funzionamento della conferenza e di raccordo della stessa con la conferenza permanente Regione Autonomie locali, di cui all'art. 6 della L.R. n. 34 98".
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Ne stiamo facendo una questione di organo istituzionale che, in questo caso, è il Consiglio regionale. Siamo nell'ambito delle future funzioni che la Conferenza programmatica eserciterà in materia di sanità e politiche sociali; di conseguenza, si tratta di una materia che, dal nostro punto di vista, dev'essere posta in capo al Consiglio regionale per l'importanza che l'atto conseguente ha e per la giusta valorizzazione che il massimo organo istituzionale della Regione, il Consiglio, deve conferire a quello che, in questo caso, diventa il massimo organo della programmazione sanitaria, la Conferenza.
Ci pareva che il passaggio previsto (che coinvolge il Consiglio solo per le funzioni conoscitive, tramite la Commissione consiliare) sia un indebolimento del ruolo che avrà la Conferenza. Di fatto, tutta la programmazione socio-sanitaria sarà posta in capo a quest'Istituto. Allora è chiaro che deve avere e trovare un vaso comunicante, un riscontro, una cassa di risonanza, in positivo e in negativo, all'interno del massimo organo regionale, il Consiglio.
Pertanto, proponiamo quest'emendamento con questa funzione: la Giunta svolge tutte le sue funzioni, partecipando anche direttamente, attraverso i suoi due Assessori, alla Conferenza. Poi, però, è il Consiglio che per gli atti più rilevanti e importanti della Conferenza stessa - quelli in capo alla programmazione - assume le conseguenti deliberazioni, impegni e linee di indirizzo.
Ci sembra un fatto assolutamente corretto, di alta politica rispetto alla Conferenza e di rispetto dell'organo istituzionale massimo, il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Il parere della Giunta è negativo, perché le funzioni della Conferenza sono già stabilite dal decreto n. 229. Per quanto attiene il Regolamento la Giunta regionale - era questa la nostra proposta - sentita la Commissione consiliare permanente, disciplina le modalità di costituzione e funzionamento della Conferenza, e di raccordo della stessa con la Conferenza permanente Regione-Autonomie locali.
Ribadiamo quindi quanto era stato proposto in prima stesura, cioè che la Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, procede alla definizione del Regolamento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica per dichiarazione di voto.



MANICA Giuliana

Voteremo a favore di quest'emendamento. Siamo un po' sorpresi dal fatto che l'Assessore non accolga l'emendamento, perché crediamo invece che esso aiuterebbe. Peraltro, demanda ad apposita deliberazione successiva la disciplina e la modalità di costituzione e finanziamento di questa Conferenza ed il raccordo con la Conferenza più generale Regione-Autonomie locali.
Demanda ad una deliberazione di Giunta, Assessore D'Ambrosio, per cui lei non solo non lascia implicito il decreto n. 229, ma lo esplicita e arricchisce con una determinazione della Giunta regionale piemontese.
Perché lei non si voglia avvalere di questa possibilità è cosa assolutamente ignota e misteriosa.
Se le cose vanno comunque in questo senso, senza una possibilità di ripensamento da parte dell'Assessore - che, anche se tardivo, è sempre ben accetto - vorrei far rilevare un refuso nella scrittura del comma. Quando parliamo del componente di Giunta regionale in materia sociosanitaria ci riferiamo - ritengo - all'Assessore Cotto. L'Assessore Cotto non è Assessore ai servizi socio assistenziali? Forse sarebbe meglio mettere a posto il comma.



PRESIDENTE

In riferimento al comma tre, "un componente della Giunta regionale"...



(Commenti della Consigliera Manica fuori microfono)



PRESIDENTE

Quindi, piuttosto che "competente in materia socio sanitaria" dovremmo scrivere "competente in materia socio assistenziale" ...



(Commenti della Consigliera Manica fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusi ma il "componente della Giunta competente in materia sociosanitaria" potrebbe anche essere lo stesso, a seconda del meccanismo di attribuzione delle deleghe. Potrebbe anche essere diverso l'Assessore ...



(Commenti dai banchi dell'opposizione)



PRESIDENTE

Sì, ma potrebbe anche esserci un altro componente, all'interno della Giunta, che ha una delega diversa! Quindi una delega in tema socio sanitario. E' questa la ratio dell'articolo, non è ad personam per l'Assessore Cotto! Ci potrebbe anche essere, astrattamente, un Assessore che ha ...



(Commenti della Consigliera Manica fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliera Manica, la invito a prendere la parola.



MANICA Giuliana

Esistono delle materie a confine tra la sanità e l'assistenza, per le quali c'è un'implicanza nelle questioni assistenziali di carattere sanitario. Sono quelle famose questioni a ridosso, che si chiamano "del sociosanitario". Siete in grado veramente, voi, di distinguere nelle deleghe che avete, quali di queste competenze ha l'Assessore D'Ambrosio e quali invece sono in capo all'Assessore Cotto? Perché vi garantisco che l'Assessore Cotto, per quanto riguarda anziani, RSA e quant'altro, di competenze a confine tra assistenziale e socio sanitario ne ha parecchie! Vedetevela voi! Però, mi sembra che una migliore esplicitazione di quel punto potrebbe rendere più chiaro chi sono gli Assessori partecipanti.



PRESIDENTE

Assessore D'Ambrosio, le chiedo il suo parere, dato che l'Assessore Cotto ha delle competenze in materia socio sanitaria. Le chiedo soltanto questo: "socio assistenziale" non potrebbe andare bene dal punto di vista dell'impianto?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

No.



PRESIDENTE

Perfetto, mi basta questo. Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione il sub emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il sub emendamento è respinto con 11 voti favorevoli, 28 voti contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
sub 11/107 bis 6) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore D'Ambrosio: Dopo l'articolo 11/107 è inserito un nuovo articolo 11/107 bis che recita: "Articolo 107 bis (Istituzione della Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio- sanitaria regionale) 1. In attuazione dell'articolo 2, comma 2 bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della l. 23 ottobre 1992, n. 421) è istituita la Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale per l'esercizio delle funzioni stabilite dalla legge.
2. La Conferenza è costituita da: a) il Sindaco del Comune nel caso in cui l'ambito territoriale dell'ASL coincida con quello del Comune b) il Presidente della Conferenza dei Sindaci ovvero i Presidenti di circoscrizione nei casi in cui l'ambito territoriale dell'ASL sia rispettivamente superiore o inferiore al territorio del Comune c) il Presidente dell'ANCI Piemonte d) il Presidente dell'UPP e) il Presidente dell'UNCEM f) il Presidente della lega delle Autonomie locali del Piemonte g) il Presidente della Consulta unitaria dei piccoli Comuni del Piemonte.
3. La Conferenza è presieduta dall'Assessore regionale alla Sanità, su delega del Presidente della Giunta regionale. Alle sedute della Conferenza partecipa il componente della Giunta regionale competente in materia socio sanitaria e il Presidente dell'Amministrazione provinciale interessata.
4. Quando i procedimenti di valutazione e di revoca di cui all'articolo 3 bis, commi 6 e 7 del d.lgs. 502/1992 riguardano i direttori generali di AO la conferenza è integrata con il Sindaco del Comune capoluogo della Provincia in cui è situata l'azienda.
5. La designazione del componente del collegio sindacale di AO spettante all'organismo di rappresentanza dei Comuni viene effettuata dalla Conferenza integrata con il Sindaco del Comune capoluogo della Provincia in cui è situata l'azienda.
6. La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare permanente competente con apposita deliberazione da adottare entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, disciplina le modalità di costituzione e funzionamento della Conferenza e di raccordo della stessa con la Conferenza permanente Regione - Autonomie locali di cui all'articolo 6 della L.R. 34/1998".
Si proceda alla votazione di tale sub emendamento, che diventa nuovo articolo 11/107 bis, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 votanti 41 voti favorevoli 29 voti contrari 12 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 107/bis è approvato.
Comunico all'aula che i nostri lavori pomeridiani sono aggiornati alle ore 15,15.
La seduta è tolta.
(La seduta ha termine alle ore 14,02)



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