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Dettaglio seduta n.6 del 27/06/00 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Cattaneo e Rossi Oreste.
Comunico inoltre che a seguito della riunione dei Capigruppo si è deciso di spostare la trattazione del punto inserito nel Consiglio convocato per le ore 17 al prossimo martedì, con inizio alle ore 10, come primo punto.


Argomento: Trasporti su gomma

Ordine del giorno n. 8 "Collegamento viario Asti-Cuneo", presentato dai Consiglieri Moriconi e Chiezzi, n.15 "Collegamento autostradale Asti Cuneo", presentato dai Consiglieri Muliere e Manica (Interrogazioni ed interpellanze collegate) (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo il dibattito sul punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Presidente, illustri colleghi, condivido in parte l'esposizione del Vicepresidente Casoni: ne condivido i contenuti, ma non quel tratto di ottimismo che mi è parso di cogliere. Vorrei anche scusarmi con i colleghi soprattutto con quelli che facevano parte della scorsa legislatura: è l'ennesima volta che parliamo della Asti-Cuneo, e credo che nessuno dei colleghi originari di quella zona vorrebbe ancora discutere della questione.
La richiesta di un dibattito, per quanto riguarda la mia parte politica e non solo la mia - nasce soprattutto dall'esigenza di partecipazione e solidarietà del Consiglio regionale nei confronti di un problema fondamentale per i territori del sud Piemonte.
Il dibattito in Consiglio regionale avviene nell'ambito di una serie di misure e di iniziative, quali l'incontro con il Presidente del Consiglio Amato, una serie di presenze del Ministro Nesi e di dibattiti presso le Prefetture di Cuneo e Asti.
Faccio un richiamo molto breve ad alcuni passaggi della storia della costruzione della Asti-Cuneo. L'idea di tale iniziativa presisteva già da tempo nelle aspirazioni delle popolazioni del sud Piemonte, che nutrivano l'interesse e l'esigenza di avere una linea di collegamento con la Pianura Padana, l'area francese e Torino. L'iniziativa dell'Asti-Cuneo nasce undici anni fa, nel 1989: ricordo che l'Autostrada del Sole (e nessuno, neanche la maggioranza, può rivendicare per sé quel successo) fu costruita in cinque anni, dal 1958 al 1963.
La concessione per l'Autostrada Asti-Cuneo risale al 1989: in quell'anno fu prevista la costruzione dell'Autostrada dalla legge sui Campionati di calcio, e concessa alla SATAP l'autorizzazione alla costruzione dei collegamenti tra la città di Cuneo e l'Autostrada Torino Savona e tra l'Autostrada Torino-Savona e la Torino-Piacenza.
Le questioni che oggi affrontiamo scaturiscono da un parere consultivo non vincolante, del Consiglio di Stato, parere richiesto dal Ministro Bordon e poi ottenuto dal Ministro Nesi. In base a tale parere, i dieci anni di lavoro finora svolti sarebbero inficiati dal fatto che, già in origine, la concessione data alla Società SATAP per la realizzazione dell'Autostrada non sarebbe valida, perché concessa in contrasto con una Direttiva comunitaria del 1989, che obbligava a concedere le autorizzazioni per la realizzazione di nuove autostrade.
Faccio un ulteriore passo indietro. Sapete che dal 1984 non si potevano più costruire nuove autostrade perché lo impediva la Legge Bucalossi. Si potevano soltanto costruire le bretelle, le linee di collegamento. Fu per questo che nel 1989, insieme a diverse altre concessioni in Italia settentrionale e meridionale, fu concessa la realizzazione della cosiddetta "Asti-Cuneo", perché tale diventava nell'impostazione del proggetto dell'opera. In realtà si trattava di due collegamenti tra la A21 e la A6, e tra la A6 e la città di Cuneo.
Nel 1989 viene emessa una Direttiva comunitaria che entrerà in vigore nel 1990, e il Consiglio di Stato, il Ministero dei Lavori Pubblici, il Ministero del Tesoro e quello del Bilancio, dopo le dovute valutazioni e gli approfondimenti tecnici, decidono e deliberano che l'autostrada è regolarmente concessa, senza la procedura europea, che doveva operare soltanto per le concessioni affidate dopo il 17/7/1990, data di entrata in vigore della Direttiva comunitaria.
Sulla base di questa impostazione si è lavorato per nove anni: sono stati anni nel corso dei quali l'andatura dei tempi, delle scelte, delle intese per la realizzazione dei due collegamenti ha avuto una periodizzazione di diversa intensità.
Come sapete, nel novembre del 1994 ci fu l'alluvione che sommerse buona parte dell'asse del Tanaro lungo la quale scorre la direttrice della linea Cuneo-Asti. Quest'evento determinò la riconsiderazione sia delle modalità di realizzazione dell'opera che di una serie di operazioni riguardanti la definizione del tracciato. Fu a partire dal 1986, conclusi i lavori di rilevamento e delle fasce fluviali, che il lavoro cominciò ad essere più spedito. Questo anche perché si realizzò, nel frattempo, un'intesa tra le Province di Cuneo, Asti e tutti i Comuni interessati dal tracciato, su tre questioni fondamentali per la definizione dell'opera e per l'impegno politico e quantitativo speso dalle Istituzioni.
La prima questione su cui si trovò l'accordo riguardava il tracciato.
Penso abbiate presente le sue caratteristiche, dato che proprio su esso si basa parte del dibattito di oggi. Ma, poiché sul tracciato sono stati spesi molti dibattiti e attivate molte iniziative, ho il dovere di richiamare due dati.
Il tracciato è stato definito così com'è perché adatto a garantire una pluralità di funzioni di collegamento autostradale. La sua prima funzione è quella di collegare l'Autostrada Torino-Savona con Cuneo, città nella quale convergono - come tutti sanno - i due valichi internazionali del Colle di Tenda e della Maddalena. Tutti sanno anche che (lo sa soprattutto chi frequenta abitualmente quei territori) da quando è chiuso il traforo del Monte Bianco, tutto il traffico del sud della Francia si riversa sul valico stradale della Maddalena. I camion e gli autotreni attraversano la città di Cuneo (ovviamente alla velocità consentita dall'attraversamento urbano) e raggiungono, dopo 20 Km, attraverso una serie di strade secondarie (perch di questo si tratta) l'aggancio con la rete autostradale in prossimità di Fossano, Mondovì e Carrù.
Il primo grande problema è quindi collegare questi due valichi internazionali con il sistema autostradale attraverso la città di Cuneo.
La seconda questione, molto discussa qui in Consiglio regionale, era quella di realizzare un'opera che collegasse contemporaneamente quest'area del sud Piemonte con la Pianura Padana via Asti, Alessandria, Piacenza Bologna, con Torino via Fossano, Savigliano, Torino.
A questo punto, però, devo rifarmi al progetto del Presidente Ghigo.
Più volte il Presidente ha parlato dei collegamenti con la Liguria, ma in verità ne abbiamo già parlato anche noi, dato che era un punto del programma elettorale di Livia Turco. I collegamenti con la Liguria sono fondamentali per tutto il versante del sud Piemonte e non solo, trattandosi dei terminali di un'area economica assai vasta. E' per questo che il raccordo tra Cuneo e Massimini è stato consentito, in quella posizione e con quel tracciato: perché consente di realizzare il massimo delle opportunità di collegamenti su tutta l'area stradale del sud Piemonte.
Per quanto riguarda la procedura, sapete bene che è stato istituito un Comitato di monitoraggio, costituito dai Sindaci del territorio e dalle Province di Cuneo e Asti, in rappresentanza di tutti i Comuni dislocati lungo quell'asta e devo dire che il tracciato, su richiesta del Ministero dei Lavori Pubblici, è stato approvato all'unanimità da tutti i Sindaci e da tutte le Amministrazioni provinciali interessate.
Sottolineo questo, colleghi del Consiglio regionale, perché non so se a noi compete di rifare un'istruttoria svolta con tutte le caratteristiche della partecipazione, dei tempi, della metodologia democratica che ha portato a quell'individuazione; personalmente nel tempo sono stato anche per altre soluzioni, ma ho il dovere di riferirmi ad una traiettoria, ad un percorso che ha le caratteristiche di una maggiore e più ampia condivisione.



PRESIDENTE

Deve concludere l'intervento, Consigliere.



RIBA Lido

Cerco di arrivare rapidamente alla fine, Presidente. Mi conceda due minuti in più, scalandoli dal mio Gruppo.



PRESIDENTE

Uno,perché sono già passati dieci minuti.



RIBA Lido

Grazie.
Questo per quanto riguarda il tracciato.
La terza questione che abbiamo definito importante è il finanziamento.
Dopo l'approvazione da parte del Consiglio regionale, il Parlamento ha approvato la legge di finanziamento, per cui noi oggi abbiamo il tracciato i progetti esecutivi, il finanziamento, la condivisione delle popolazioni oltre che l'attesa delle strutture produttive e di tutte le aree sociali ed economiche che aspettano questa infrastruttura per tutta la valenza che ha ai fini dello sviluppo di quella parte del territorio.
Il parere espresso dal Consiglio di Stato - parere non vincolante parere facoltativo, parere che non è risolutivo del problema, perché in qualche modo pone in discussione la concessione assentita dieci anni fa e che tutti hanno considerato legittima - apre oggi essenzialmente un problema al quale bisogna dare una risposta: che cosa si fa di qui in avanti? Lascio da parte quale eventualmente debba essere la concessionaria che realizza l'opera; questo attiene in qualche maniera ad una competenza del Governo che può sentire la Comunità Europea, perché in realtà se di violazione si trattasse, si tratterebbe di violazione di una normativa comunitaria, quindi una questione da discutere con la CEE.
Noi poniamo tre questioni nell'ordine del giorno che abbiamo presentato. La prima è che i lavori non siano interrotti.
C'è la possibilità di utilizzare diverse procedure. Il Comitato di monitoraggio, la Regione, le province di Cuneo assieme hanno individuato l'opportunità di utilizzare quella legge che è del 1997 e che consente di nominare il Commissario ad acta per proseguire le grandi opere qualora si debbano interrompere per qualche ragione, per qualche tipo di emergenza.
Cioè che non si non si cambino i progetti perché ormai sono tutti definiti che non si rallenti la realizzazione dell'opera e che si decida quale deve essere il soggetto che può continuare la realizzazione. Sono d'accordo su una cosa che ha detto il Vicepresidente Casoni questa mattina e che credo al Consiglio regionale nel suo insieme competa di avere presente, ovvero che se dovesse essere fatta una nuova assegnazione di concessione, allora questa competerebbe alla Regione in quanto trattasi di un'opera interna al territorio del Piemonte. Questo va rivendicato, questo è un atto di sovranità che attiene alla nostra competenza, non è una questione di parte cioè si deve fare una riassegnazione.
Da ultimo, visto che il giorno 4 luglio ci sarà la seconda tranche dell'incontro con il Governo, con il Presidente del Consiglio Amato, è bene che i rappresentanti della Regione Piemonte accedano a quella riunione con una posizione aderente a quella espressa dal Comitato di monitoraggio dalle Province, dai territori, dai Comuni, quella che richiede di attuare le cose che ho detto sinteticamente: prosecuzione dei lavori senza interruzione, utilizzazione eventuale della clausola del subentro (chi subentrerà, subentrerà anche nello stato della realizzazione come se si trattasse di un comune appalto d'opera, come è il caso di chi vince un appalto di pulizie quando subentra prende il personale).



PRESIDENTE

Concluda, Consigliere.



RIBA Lido

Ho pressoché finito, Presidente.
In queste condizioni, potremmo sopportare o assumere la complessità della situazione derivante dalle questioni sollevate su richiesta dei Ministri dal Consiglio di Stato e, nello stesso tempo, tutelare adeguatamente gli interessi della nostra comunità regionale senza rallentamenti e senza interruzioni dei lavori.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Devo dire innanzitutto che è incredibile, perché ogni tanto ci troviamo a parlare dell'Asti-Cuneo. Non che non dobbiamo farlo, peccato che ci dobbiamo sempre trovare a farlo quando ci sono dei problemi ostativi al fatto che l'Asti-Cuneo diventi una realtà.
Per puro spirito polemico, ma per amore della verità e della storia dobbiamo dirci chiaramente in quest'aula che, se ci troviamo sempre a parlare in termini problematici o negativi dell'Asti-Cuneo, ci sono delle responsabilità ben precise, e queste responsabilità ben precise derivano dal centrosinistra del Governo nazionale.
Vorrei ricordare ai colleghi, che sicuramente non hanno bisogno della mia memoria storica perché lo ricordano benissimo, che per anni questo progetto è stato osteggiato, frenato, frizionato rispetto ai tracciati rispetto alle decisioni finali, ecc. da parte di tanti Ministri del centrosinistra. Oggi qualcuno non fa più il Ministro, però Ronchi non se lo dimentica nessuno né per quanto riguarda l'Asti-Cuneo né per quanto riguarda l'Alta Capacità né per quanto riguarda tutta un'altra serie di questioni nodali strategiche fondamentali per il Piemonte.
Non che noi oggi stiamo parlando e dobbiamo parlare in termini asettici di un problema quasi fosse nato dal nulla, perché se è vero che il Consiglio di Stato, con assoluto rigore probabilmente, ci ha messo del suo è altrettanto vero che se noi ci troviamo oggi, 27 giugno dell'anno - di Grazia o del Signore, secondo come lo si vuol dire - 2000, a discutere ancora "sì, no, non stiamo partendo, siamo di nuovo bloccati", le responsabilità stanno tutte fuori da quest'aula, e in politica queste cose contano, perché i cittadini queste cose le devono avere ben chiare.
Fare la cronistoria di quanto è avvenuto fino ad oggi ha un'importanza consentitemi, colleghi - molto relativa, perché il passato di quello che ha fatto questo Governo, nella sua continuità politica, ideologica ed elettiva, pur avendo cambiato tre Presidenti del Consiglio, è ben noto a tutti. Dopodiché, nel '98 si approva una legge, tutti approvano una legge finalmente si trova l'accordo e sono tutti d'accordo.
Il Vicepresidente Casoni ha partecipato la settimana scorsa ad un incontro col Ministro deputato Nesi. Il Ministro deputato, da quanto ci viene riportato, si trova contrario alla proposta fatta dal Vicepresidente Casoni di un commissariamento straordinario; i Ministri Fassino e Turco si dichiarano favorevoli; deve arrivare il Presidente del Consiglio che, come dire, ci mette una pezza e assicura una scadenza, assicura una data.
Mi sembra evidente che ancora oggi ci siano delle divisioni all'interno del centrosinistra nazionale. So che quello regionale è favorevole, il problema è che quello regionale arriva fino a Torino, che è la capitale del Piemonte, ma non arriva fino a Roma, dove comandano i Nesi, dove evidentemente comandano ancora troppo i Ronchi o dove comandano troppo i Francescato o altri; lì non ci arriva il centrosinistra piemontese, che è favorevole, ma c'è lo stesso centrosinistra, che è nazionale, che così favorevole non è, perché ha posizioni diverse. E questo è importante perché noi possiamo anche dire sotto varie forme che siamo favorevoli, che invitiamo la Giunta, che impegniamo la Giunta, ma se poi gli unici che possono decidere, anziché decidere litigano, è evidente che non è che otteniamo degli enormi risultati.
E poi un'altra cosa, che da un certo punto di vista mi fa un enorme piacere e dall'altro mi preoccupa: il Vicepresidente Casoni ha portato un documento, concordato in Giunta, in cui si propone un commissario straordinario. Se il Vicepresidente Casoni non avesse avanzato questa proposta, la riunione si sarebbe conclusa in un nulla di fatto e coloro che attendevano la costruzione dell'Asti-Cuneo sarebbero rimasti con "le pale in mano" - e questo ha una scarsa importanza - ma, soprattutto, i cittadini piemontesi sarebbero rimasti, per l'ennesima volta, ad assistere allo spettacolo di un Governo che rinvia sine die decisioni che ritenevamo già prese e straprese.
Noi siamo felici per questa creatività, fantasia, intelligenza e capacità del nostro Vicepresidente della Giunta, ma siamo intristiti e preoccupati per un Governo che, per una decisione già assunta in passato non ha concordato un'unità d'intenti.
Il 4 luglio è una data fondamentale - è il mio compleanno - soprattutto perché il Presidente del Consiglio ha assicurato una soluzione e la nomina di un commissario straordinario. Se questa nomina non verrà effettuata, i venti parlamentari di tutti i partiti, quindi, anche del centrosinistra presenti a quella riunione, cosa faranno? Mi auguro che tutti quei parlamentari, di cui chiaramente chiederemo nome, cognome e collegio per informare le popolazioni interessate e non per redigere liste di proscrizione: noi vogliamo informare. Ci auguriamo che quegli stessi venti parlamentari mettano la loro pregiata firma in calce ad una richiesta di dimissioni del Presidente del Consiglio dei Ministri perché, a quel punto, risulterà evidente non solo la frattura del governo del centrosinistra - ripeto: unico responsabile di questo ulteriore ritardo e di questo autentico dramma sociale, che il collega Riba conosce meglio di me, che la mancata realizzazione dell'opera rappresenta per le popolazioni interessate - ma diventerà un fatto politico gravissimo, perché si dimostrerà ancora una volta che manca una volontà politica. Non mettiamo il carro davanti ai buoi; sicuramente, il Presidente Amato, con la sua autorevolezza, riuscirà a far pervenire a più miti consigli il riottoso Nesi e tutti gli altri che, in qualche modo, partecipano a questa non decisione.
Se il Presidente Amato non si dimette - cosa che non ci interessa più è importante che si decida a nominare il commissario straordinario. Se non si dimette il Presidente Amato, però, si dovrebbe dimettere il Ministro Nesi, perché in un paese normale - spesso, non va più di moda perch l'estensore del libro non ha più posizioni di rilievo nazionale nell'ambito dell'unità d'intenti che una Giunta o un Consiglio dei Ministri deve avere, chi sbaglia lascia il posto.
Se il Ministro Nesi è fortemente negativo e il Presidente Amato nomina il commissario straordinario, magari, il Ministro Nesi si può dimettere, ma questo ci interessa meno, perché a noi interessano gli interessi del Piemonte.
Colleghi, non tentiamo, però, di trasferire la discussione dal tecnico al politico, perché non facciamo - a mio modestissimo avviso - un atto di giustizia nei confronti della verità. Il problema della Asti-Cuneo, così come il mancato licenziamento, da parte della Commissione Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, dell'Agenzia che deve gestire le Olimpiadi 2006 denuncia dell'Assessore Racchelli che non solo condividiamo, ma sappiamo essere molto urgente, impellente e veritiera - e così come le notizie schizofreniche, smentite e poi riformulare, sull'ulteriore finanziamento della linea metropolitana torinese (che ancora non ha visto la luce), hanno un'unica mente e un unico responsabile.
Qui, di tecnico non c'è più nulla da nessuna parte, neanche per quanto riguarda l'Agenzia. L'errore tecnico c'è stato: aver nominato Presidente Valentino Castellani. Voi sapete che in quest'aula mi ero opposto fermamente a questa nomina perché ci vuole autorità e autorevolezza per essere credibili a Roma e ottenere ciò che si chiede. Non c'è più niente di tecnico, oggi, c'entra la politica, le decisioni politiche che il Governo del centrosinistra continua a non prendere: questa è l'unica realtà evidente.
Ha fatto bene l'Assessore Racchelli a denunciare la gravità della situazione per quanto riguarda i possibili ritardi per le Olimpiadi.
Chiederei agli Assessori della Regione Piemonte e al Presidente della Giunta regionale di lanciare questo allarme tutti i giorni. Ogni giorno inviate un comunicato stampa in cui si dice: "Oggi è uguale a ieri, domani è uguale all'altro ieri, dopodomani è uguale a tre giorni fa". Sono convinto che se la Regione Piemonte, come ha fatto benissimo finora, non assumerà un ruolo sempre più attivo nella soluzione del problema, ma soprattutto, nel tenere alti, non il livello della provocazione, ma l'attualità dei problemi, qui, non si muove nessuno. Quante volte è stato promesso il licenziamento definitivo del testo sull'Agenzia per le Olimpiadi? Quante volte è stato pubblicato sui giornali? Ma non c'è ancora anzi, deve ancora essere approvato dal Senato. Questi sono problemi politici che non risolve la Giunta del centrodestra della Regione Piemonte.
L'unica cosa che i nostri Assessori e il Presidente della Giunta regionale possono fare è il calendario delle mancanze altrui. Facciamolo questo calendario, perché si tratta di tre opere fondamentali per il futuro del Piemonte.
E' per questo che abbiamo presentato, insieme agli altri colleghi della maggioranza, un ordine del giorno in cui si impegnano il Presidente della Giunta e l'Assessore competente a verificare l'adempimento da parte del Presidente del Consiglio della nomina del commissario straordinario: noi stiamo dietro a chi possiamo, loro stiano dietro a chi possono.
In subordine, hanno avuto il coraggio di lanciare un'idea innovativa consentita dalla legge, cioè, richiedere formalmente in capo alla Regione la delega per la concessione dell'autostrada Asti-Cuneo e i soldi relativi per poter dimostrare che, quanto meno, il Governo regionale piemontese ha le idee più chiare, ma soprattutto più univoche, rispetto a opere così importanti per il futuro del Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Deorsola; ne ha facoltà.



DEORSOLA Sergio

Grazie, Presidente.
Il nostro intervento come CDU sarà in sintonia per quanto riguarda l'obiettivo da raggiungere, ma diverso sulle modalità.
Noi riteniamo che questo argomento già troppe volte sia ritornato all'attenzione del Consiglio. Il nostro parlamentare, promuovendo un'interrogazione urgente, ha attivato l'attenzione del Governo su questo problema. Non soltanto il nostro Consiglio regionale è concorde nel credere che l'opera debba essere realizzata, ma anche le istituzioni locali.
A noi, politicamente, interessa soltanto dire che l'opera deve essere realizzata, ovviamente nel rispetto della legge e delle procedure, anche con quell'opera di supplenza che viene individuata nell'ordine del giorno firmato anche da noi.
Credo doveroso questo piccolo segnale per la realizzazione dell'opera richiesta da tutta la società civile piemontese, dalle Province, dai Comuni e dalle organizzazioni locali interessate.
Perciò, il nostro Gruppo voterà a favore dell'ordine del giorno che ha sottoscritto, augurandosi che questo Consiglio possa approvare unanime questa indicazione, dando un segnale di tempi molto stretti. Questa è la nostra indicazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Sono in grado di alternare gli interventi perché mi sono giunte diverse richieste.
La parola al Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Sarà molto breve il mio intervento.
Condivido l'impostazione del Consigliere Ghiglia, secondo cui non è probabilmente il caso di ripercorrere le vicende alterne, e non sempre brillanti, di questa vicenda, così come sono condivisibili alcuni rilievi che il collega Ghiglia ha posto in relazione ad alcune responsabilità di qualche Ministro in ordine a questa vicenda, che avrebbe potuto concludersi sicuramente in tempi più ravvicinati.
Credo che al Consiglio regionale oggi interessi assumere una posizione la più ampia e condivisa possibile, che serva di sostegno al Presidente della Giunta e al Vicepresidente nell'incontro che si terrà nei primi di luglio col Presidente del Consiglio Amato.
La posizione assunta dall'Assessore ha trovato il consenso dei Ministri Piemontesi presenti. Concordiamo, quindi, con tale posizione e intendiamo ribadirla. La dobbiamo ribadire in ordine del giorno, in modo che ci sia un sostegno completo e totale da parte del Consiglio per questa nuova riunione che si terrà, appunto, i primi di luglio.
Negli ordini del giorno che vi sono stati presentati, uno della maggioranza e uno da parte dei DS, vi sono, in entrambi, elementi fortemente condivisibili, tali da auspicare la loro ricongiunzione in un unico ordine del giorno, perché acquisirebbe sicuramente più significato trattandosi di una maggioranza regionale di centrodestra e un Governo nazionale di centrosinistra. Se si riuscisse a predisporre un ordine del giorno unificato, avrebbe più incidenza e più forza.
Nei due ordini del giorno vengono richiamate - in uno di essi in termini molto più diffusi rispetto all'altro - due modalità per realizzare e dar seguito all'opera. L'Assessore ha riassunto bene le questioni: una è quella del mantenimento dell'impegno del Presidente del Consiglio, cioè la nomina del Commissario; in subordine, trattata in termini molto più diffusi e più precisi nell'ordine del giorno presentato dal Gruppo DS, la possibilità di una concessione regionale attraverso il trasferimento dei fondi.
Sono entrambe delle ipotesi sicuramente possibili. La seconda è più difficilmente percorribile dal punto di vista normativo e istituzionale.
Occorre far valere questo diritto, perché parliamo di un'autostrada all'interno del territorio regionale, cioè ci sono magari più interpretazioni della norma. In ogni caso, dal punto di vista logico è possibile. Ho, tuttavia, qualche dubbio.
La domanda che mi pongo è questa: ha senso che il Consiglio regionale indichi due possibilità, una forte, che è già un impegno assunto dal Presidente del Consiglio Amato, la nomina del Commissario, e un'altra, che è una subordinata qualora non funzionasse la prima, cioè la creazione di una concessione regionale? La nostra opinione è che l'ipotesi subordinata sia sicuramente un'ipotesi possibile ma complessa, non soltanto dal punto di vista normativo, ma anche dal punto di vista gestionale. Non è vero, infatti Assessore Casoni, che la Regione può essere immediatamente pronta a gestire una fase in questa nuova materia, nel senso che sicuramente possiamo avere la competenza ma non la struttura, la capacità professionale all'interno della Regione per realizzare un'opera con queste caratteristiche. Dovremo dare qualche incarico di consulenza e seguire le procedure in tempi che normalmente contraddistinguono le amministrazioni pubbliche, che sono tempi lunghi.
Questa ipotesi, dunque, anche se apparentemente è affascinante, in realtà dal punto di vista operativo può creare qualche problema in termini di tempo.
Allora pongo un quesito, o, meglio, un suggerimento: non è il caso invece, che il Consiglio esprima una posizione univoca, ovvero il mantenimento dell'impegno che si è assunto il Presidente del Consiglio alla presenza dei Ministri piemontesi e degli altri parlamentari piemontesi cioè il Commissario di Governo? Poi è chiaro che ha ragione anche il Vicepresidente Casoni. Se la vicenda che si è conclusa ieri, per quanto riguarda il falso dei bilanci SATAP, è un elemento che probabilmente modifica l'oggetto sul quale è nato il contenzioso, allora le questioni sono diverse. In ogni caso, partirei da questo punto fermo politico e pubblico, che è l'impegno che si è assunto il Presidente del Consiglio Amato.
La proposta e l'invito che rivolgo al Presidente è di fare qualche tentativo per unificare questi due ordini del giorno, perché ci sono tra loro grandi elementi di somiglianza.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Saitta.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, è da alcune decine di anni ormai che parliamo di un collegamento che il Sud del Piemonte dovrebbe avere in un sistema dei trasporti che ovviamente, in quell'area, non ha tenuto conto dello sviluppo dell'area stessa.
Mi sembra che sia veramente venuta l'occasione, in coincidenza di questo dibattito in Consiglio regionale, di dire, da parte del Consiglio regionale, un "Basta, grazie, non vogliamo più saperne di questi balletti".
E' ora veramente che si inizino a ricercare le responsabilità di un film che abbiamo già visto. Cito ad esempio una questione collegata al completamento della Torino-Pinerolo, risalente a qualche anno fa, quando avvennero, né più né meno, le stesse cose che avvengono oggi, con le medesime responsabilità - andremo poi a verificarle ed a inquadrarle - e anche in quel caso un'area che ha ancora bisogno di un collegamento analogo attende ormai da decenni una soluzione. Anche in quel caso c'era da una parte l'ANAS, da un'altra il Governo e da un'altra ancora una concessionaria diversa da quella che oggi dovrebbe preoccuparsi di costruire l'opera.
Bene, oggi ci ritroviamo, rispetto ad allora, nella stessa situazione.
Ricordo che allora mi occupai della questione. All'epoca intervenne molto pesantemente tutta un'area politica ben precisa, capeggiata dal Presidente della Provincia Bresso, che si preoccupò di bloccare il completamento dell'opera (stiamo parlando di 10 chilometri e 500 metri di un tratto determinante per lo sviluppo di quell'area). Oggi sta capitando la stessa identica cosa a cura di un Governo che, al suo interno, ha probabilmente alcune contraddizioni. E' un problema politico che avvertiamo anche su altri temi e che ormai è palese e quotidiano, un problema di corrente alternata proprio di questo Governo, per cui verifichiamo una posizione divergente di Verdi, Comunisti Italiani e Rifondazione comunista. Anche qui c'è, come nell'esempio che ho citato, lo stesso atteggiamento che mette da parte le esigenze dello sviluppo, e anche qui una grossa difficoltà da parte del Governo di intervenire e di far rispettare quelli che sono gli accordi e la volontà della Regione Piemonte.
Mi pare che l'intervento del collega Saitta di poc'anzi abbia sostanziato queste cose: c'è una volontà del sistema politico piemontese di andare in questa direzione. Vediamo di risolvere questo problema, perché i cittadini non capiscono le alchimie che, non in queste stanze - è bene chiarirlo - ma in altre stanze, vengono portate avanti.
I cittadini ci chiedono perché, dopo trent'anni di discussioni, oggi la parte politica risponde dicendo che forse è meglio rinviare e aspettare. Si ricorre al Consiglio di Stato, si trovano tutti i possibili fardelli e appigli per bloccare un'iniziativa che da un punto di vista politico economico avrebbe sicuramente, per la nostra Regione, a detta di tutti i parlamentari e le parti politiche piemontesi, una conseguenza positiva.
Penso che questa odissea, perché di odissea non si può che parlare debba terminare. Sono soddisfatto dell'iniziativa presa dal Vicepresidente Casoni e della richiesta del Commissario straordinario, per i primi tre lotti, che noi andiamo a ribadire avendo firmato questo ordine del giorno.
Ci auguriamo che si ponga definitivamente termine questo lungo percorso perché i territori dell'astigiano e del cuneese non possono più attendere oltre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Noi del partito dei Verdi siamo sempre chiamati in causa quando si discute di costruzioni, strade e superstrade.
Per quanto riguarda il collegamento Asti-Cuneo, posso dire che, come Verdi, abbiamo sempre sostenuto una posizione coerente riguardo alla necessità di realizzare questo collegamento. Questo lo affermiamo con piena convinzione e con coerenza. Però, come spesso accade, a noi Verdi, vengono rivolte accuse che non sono vere. Alcuni anni fa avevamo sostenuto coerentemente che la strada che si era scelta per realizzare l'Asti-Cuneo avrebbe comportato un evitabile ritardo.
Voglio ricordare le parole dette dal Consigliere Pasquale Cavaliere il 7 maggio '98, più di due anni fa: "Il ventilato disegno di incominciare i lavori contemporaneamente su tre lotti allungherà i tempi di realizzazione dell'autostrada". Noi proponiamo, invece, che si proceda subito alla costruzione del lotto funzionale Asti-Marene. Un particolare non indifferente è che sul tratto Asti-Marene avvengono incidenti mortali; sul tratto Asti-Marene ci sono i nodi di Alba e di Bra; sul tratto Asti-Marene le popolazioni chiedono con premura ed urgenza un collegamento. Questo tratto è stato ignorato dal percorso che si è scelto.
I problemi di viabilità del tratto Asti-Marene sono assolutamente prioritari rispetto a quelli del tratto successivo, dove invece si sono voluti iniziare i lavori. Questa non è una semplice conseguenza; è, invece un piano che già nel '98 il Consigliere Cavaliere denunciava, dicendo che le mire della SATAP andavano verso la Francia e le Langhe e che non erano tese a favorire il cuneese come si voleva, ma a collegare tutto il sistema autostradale in una logica di interesse per il sistema stesso.
Le stesse affermazioni del Ministro Nesi, più volte citate in quest'aula, ricordano che, in Italia, si sta verificando una situazione di oligopolio, in cui le autostrade stanno diventando di fatto proprietà di solo due gruppi: Gavio e Benetton. Per entrare nel merito, noi del partito dei Verdi sosteniamo il collegamento che riguarda le due città di Asti e di Cuneo. La logica vorrebbe che si iniziassero i lavori dai tratti più pericolosi di Asti, Alba e Marene.
Il collegamento Massimini-Cuneo (tutti possono verificarlo semplicemente osservando la cartina), pone problemi ambientali e soprattutto, non riesce a collegare l'aeroporto di Levaldigi, che pure, a sentire tutti, si vuole rilanciare. Ma, mentre si vuole rilanciare l'aeroporto di Levaldigi, si propone un percorso che di fatto lo taglia fuori.
Per la legge, e anche in riferimento al parere del Consiglio di Stato non è possibile rinnovare la concessione con la SATAP per la realizzazione dell'Asti-Cuneo, in quanto la concessione è stata definita illegittima perché ottenuta a trattativa privata fin dall'inizio: questo è il parere del Consiglio di Stato. Ciò comporta l'annullamento del quinto atto aggiuntivo della concessione, con la quale si erano dati i lavori alla SATAP.
Sulla base di questa condizione giuridica, l'unica cosa da fare è che l'ANAS appalti direttamente, in tempi brevi, e si può fare seguendo le procedure utilizzate per il Giubileo, i lavori del tratto Asti-Alba-Marene che presentano maggiore incidentalità. Ogni ulteriore tentativo di far proseguire i lavori alla SATAP sembra perseguire una logica distorta destinata ad aumentare il contenzioso e non a risolvere il problema del collegamento Asti-Cuneo. Voglio ribadire due concetti: questa mattina è stato sottolineato il problema giudiziario riguardante la SATAP. E' vero che si è addivenuti ad un giudizio di proscioglimento di venticinque imputati, ma non è stato detto che, invece, sono stati rinviati a giudizio e andranno a giudizio il 26 gennaio 2001 i veri amministratori della SATAP Marcellino Gavio e Bruno Binasco, entrambi accusati, insieme ad altri tre manager ed altre persone, di falsa fatturazione per una cifra di ben 18 miliardi e 445 milioni. Anche in questo caso, chi era già in quest'aula, in tempi precedenti, ricorderà la lunga battaglia del Consigliere Cavaliere proprio su questi temi: aveva ragione già due anni fa. Per quanto riguarda i ritardi, si continua ad accusare il governo di centrosinistra, ma credo che chi accusa il governo di centrosinistra, forse non ha presente e non ha letto tutti gli atti. Non sa o finge di non sapere che la SATAP ha presentato progetti definitivi per la realizzazione dell'opera per otto lotti, ma mancano tuttora progetti di altri cinque lotti.
La SATAP ha inviato, in data 14 luglio '99, il primo progetto esecutivo, ma mancano gli esecutivi di undici lotti su tredici. Quando si accusa il Governo centrale dei ritardi, bisognerebbe guardare più vicino a noi, a quella SATAP a cui tutti vorrebbero adesso conferire la fiducia di realizzare le opere.
Per quanto riguarda la convenzione realizzata con la SATAP, vi è da dire che il problema riguarda proprio il costo globale dell'investimento in quanto si è verificato un dissenso sul costo totale dell'investimento perché viene ritenuto eccessivo rispetto all'impegno.
Credo che, come noi sosteniamo nel nostro ordine del giorno, nessuno disconosce l'importanza fondamentale di realizzare un collegamento tra Asti e Cuneo. Bisognerebbe fare ancora una riflessione: se noi puntiamo, come tutti sembrano puntare, sull'autostrada, finirà, come in molti altri casi che l'autostrada non risolverà il problema dei mezzi pesanti che continueranno ad utilizzare la strada normale, con problemi alla circolazione dei cittadini e a chi abita in quelle zone. La soluzione ideale è la costruzione di una superstrada, come coerentemente noi Verdi abbiamo sempre chiesto. Con il nostro ordine del giorno chiediamo che la Giunta Regionale si impegni ad assumere un'iniziativa mirata a garantire l'incolumità del cittadino e il disinquinamento dei centri urbani e dei nuclei abitati. Chiediamo, inoltre, che la Giunta si adoperi affinché i lavori dell'autostrada Asti-Cuneo partano secondo una logica di pubblica utilità, che tenga conto dell'incidentalità dell'attuale percorso e ad interpretare ogni iniziativa atta a garantire che l'inizio dei lavori avvenga sui lotti esecutivi del tratto Asti-Alba e Asti-Marene.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Costa Enrico.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



COSTA Enrico

Il tema dell'autostrada Asti-Cuneo, per un cuneese come me, è all'ordine del giorno ormai da molto tempo. Solo cinque giorni fa ne abbiamo discusso in Consiglio provinciale a Cuneo alla luce della doccia fredda che ha annunciato il Vicepresidente Casoni, derivante dal parere formulato dal Consiglio di Stato in merito alle richieste dei Ministri Bordon e Nesi.
Questo è soltanto l'ultimo degli ostacoli che si è posto sul cammino della realizzazione dell'Asti-Cuneo. Ricordo che nel '94 era sorto un ostacolo molte forte, relativamente all'impatto ambientale; soltanto grazie all'intervento diretto del Consiglio dei Ministri si era potuto andare avanti. Ricordo anche che il Direttore generale del Ministero dell'Ambiente era una dottoressa - ancora oggi fa parte della Pubblica Amministrazione, è capo di Gabinetto del Ministro Nesi - la quale aveva evidenziato, allora la mancanza di impatto ambientale relativamente alla realizzazione dell'autostrada Cuneo-Asti, mentre oggi quella stessa dottoressa, consiglia il Ministero Nesi in ordine alle sue determinazioni.
Fino ad oggi l'iter è stato travagliato, ma, attraverso la condivisione delle forze politiche e delle associazioni di categoria in merito all'obiettivo da raggiungere, siamo riusciti ad arrivare all'inizio dei lavori. Oggi, questo nuovo macigno. Non sappiamo chi abbia sollecitato, chi sia stato il regista di questa operazione. Mi rendo conto che un parere del Consiglio di Stato, anche se è semplicemente un parere consultivo, non pu essere messo in un angolo e il Ministro, probabilmente, per non incorrere in responsabilità, dovrà tenerne conto. Chiaramente non spetta al Consiglio regionale decidere chi dovrà realizzare l'opera, se la SATAP, l'ANAS o se si dovrà effettuare un'altra gara d'appalto. Quello che dobbiamo fare emergere da questa riunione, è un intento di condivisione nei confronti dell'obiettivo da raggiungere.
Nell'ambito dell'opposizione oggi ho sentito alcune voci stonate. Il Consigliere Riba ha ripercorso tutte le vicende relative alla realizzazione dell'autostrada Asti-Cuneo e ha evidenziato alcuni aspetti che mi sento di condividere, ma le parole del Consigliere Riba sono state contraddette da quelle del Consigliere Moriconi. Capiamo che vi sono alcune difficoltà anche da parte del centrosinistra a venir fuori con una proposta unitaria e se vi è difficoltà nel Consiglio Regionale del Piemonte, immaginiamoci cosa può succedere al Governo dove, mi hanno raccontato, vi è stata una sorta di battibecco di fronte al Presidente del Consiglio Giuliano Amato tra i Ministri Fassino e Turco da una parte e Nesi dall'altra. Alcuni gruppi e alcuni schieramenti devono abbandonare le istanze integraliste e raggiungere una posizione unitaria.
Nell'ultimo Consiglio provinciale di Cuneo il centrodestra e il centro sinistra hanno portato avanti una posizione unitaria e compatta, si sono lasciati alle spalle tutte le polemiche, le recriminazioni, gli addebiti di responsabilità e hanno portato avanti un discorso nell'interesse dei cittadini.
La proposta della Giunta, espressa dal Vicepresidente Casoni, è assolutamente condivisibile, perché è riuscito a dare quel colpo di reni che, probabilmente, nessuno si sarebbe aspettato potesse venire nella riunione di fronte al Presidente Amato. Senza la proposta del Vicepresidente Casoni, probabilmente, la riunione si sarebbe risolta con un nulla di fatto, con un addebito di responsabilità, forse con tanti comunicati stampa, ma senza qualcosa di concreto.
Il Consiglio regionale deve far quadrato intorno alla posizione del Vicepresidente Casoni, deve dare un mandato forte, un mandato netto, un mandato che gli consenta di tenere una forte posizione nella riunione del 4 luglio. Mi piacerebbe anche che i rappresentanti delle forze politiche che sono al Governo nazionale e quelli che siedono in quest'aula si facessero portavoce nei confronti dei loro "diretti superiori", sensibilizzandoli in ordine ad un argomento che ha creato troppe parole, troppi problemi, troppi morti sulle strade.
Il Consigliere Moriconi ha citato un'inchiesta giudiziaria relativa alla SATAP, probabilmente il Consigliere non ha letto i giornali di oggi laddove viene scritto che questa inchiesta è caduta, che sono state archiviate molte posizioni. Coloro i quali prendevano questa inchiesta a pretesto per porre un macigno sul percorso della realizzazione dell'autostrada Asti-Cuneo, si trovano con le armi spuntate. Spero che si possa arrivare all'approvazione dell'ordine del giorno della Giunta proprio per dare all'Assessore Casoni un mandato forte per la riunione del 4 luglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea, ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Preciso che non siamo al Governo. Le affermazioni riguardano la mia formazione politica e non il centro sinistra dove al governo siamo all'opposizione.
Mi riallaccio alle ultime considerazioni fatte dal Consigliere Costa perché leggo sulla stampa accolta in parte la richiesta dell'accusa che esce dall'inchiesta del Presidente della Provincia di Cuneo, ma ve ne restano alcuni che sono stati mandati a giudizio. Il giornale non riporta un'assoluzione a tutti gli effetti.
Emerge, comunque, che parte dei fatti risultano perlomeno fondati tanto da determinare un rinvio a giudizio: bisognerebbe tener conto di questo aspetto.
Noi voteremo l'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Moriconi e Chiezzi in quanto in parte lo condividiamo.
Sono comunque un po' stupito di come si sia svolto il dibattito.
Ricordo sull'argomento il precedente dibattito in Consiglio regionale; mi ero parso che la legge fosse stata votata quasi all'unanimità - il mio Gruppo aveva votato contro.
Non mi risulta che la legge sull'Asti-Cuneo fosse stata votata solamente dal Centro-sinistra; sicuramente venne votata da tutti i parlamentari piemontesi, ma anche da altre forze del centro-destra.
Dietro quella legge i limiti ci sono tutti. Sono anche un po' perplesso per il rammarico verso l'intervento del Consiglio di Stato: il Consiglio di Stato svolge il proprio dovere e noi dobbiamo prenderne atto. Semmai il rammarico va al legislatore che non ha tenuto conto di tutti gli aspetti e non ha approfondito la materia.
Ricordo all'epoca che in Consiglio regionale erano tutti padri, ovvero esprimevano tutti la massima soddisfazione per quanto stava avvenendo nessuno aveva prospettato, se non appunto quelli che erano contrari, che forse quella soluzione invece di accelerare i lavori avrebbe creato problemi.
Mi stupisco che oggi, invece, si disconosca un pezzo di paternità per cose che invece in passato venivano sostenute. E' abbastanza strano sentire il "dispiacere" dell'intervento del Consiglio di Stato: se il Consiglio di Stato individua degli aspetti negativi, non può soprassedere solo perch comunque l'opera si deve realizzare. Come viene realizzata l'opera, le caratteristiche, il fatto che si debbano rispettare certe regole, è secondario.
Tale atteggiamento sicuramente non è molto serio. Chi siede su questi banchi dovrebbe appunto farsi delle autocritiche; si dovrebbe cercare di legiferare al meglio per non essere colti in flagrante di fronte ai nostri errori: nostri o di quelli che siedono in assemblee qual è la nostra.
Mi rammarica che il Consiglio di Stato analizzi la procedure ogni tanto e che non ci sia un ente atto a valutare l'utilità delle scelte che vengono fatte. Per esempio io valuto la scelta fatta molto discutibile, anche perché comporta dei costi in più.
Il legislatore può decidere il tragitto, qualcun altro invece dovrebbe segnalare eventuali errori.
Innanzitutto occorre tener conto di come viene realizzata l'opera, che è uno degli elementi di fondo che ha trovato la nostra forza politica e altre contrarie. Sulla necessità di un collegamento tra Asti e Marene si è sempre stati d'accordo, le perplessità sono nate sul come si intende realizzare l'opera e soprattutto sulla tratta successiva, la famosa "Z" che è stata introdotta.
Questo è uno dei motivi per cui voteremo l'ordine del giorno presentato da Consigliere Chiezzi e non l'altro.
Anche in questo caso non vorremmo che il dover fare in fretta ci porti ad ulteriori "infortuni" nella fase successiva.
Le ultime considerazioni che voglio fare sono le seguenti. Sono un po' stupito dal fatto che nella Provincia di Cuneo una quindicina di giorni fa a fronte di una quantità neanche eccessiva di poggia - dopo mesi che non pioveva - si sono avuti danni consistenti, mi pare parecchi miliardi di danni. Questo significa che quel territorio necessita di un'opera strutturale di risanamento. Di questo si è meno sensibili, se non di fronte all'emergenza: quando crolla un ponte, quando la popolazione non ha più il passaggio pedonale. Solamente quando si è di fronte a tali avvenimenti si scopre che c'è il problema, mentre quando si intende costruire una nuova infrastruttura c'è molta enfasi. Difficilmente si realizzano opere per permettere alla popolazione di vivere meglio e di non trovarsi poi, magari per mesi, a dover allungare il tragitto; mi pare che a Cuneo in questi giorni abbiano messo anche un pulmino per collegare un pezzo di quartiere isolato, proprio per il crollo di un ponte pedonale. Spesso si cade nell'errore di costruire continuamente nuove opere, sollevando anche critiche; qualcuno si premura anche di avere un'attenzione affinché queste opere non abbiano un impatto ambientale negativo. Successivamente, si scoprono le magagne e si versano lacrime di coccodrillo.
Stesso discorso vale per il trasporto. Il collegamento ferroviario di Cuneo è sicuramente scadente, al di sotto delle esigenze e danneggia decine di migliaia di utenti. E' considerato un servizio meno importante, perch in questo caso le opere da realizzare sono diverse, sono più di manutenzione, inoltre hanno, forse, un minor impatto da un punto di vista degli affari oltre che dell'economia: quindi su queste opere c'è meno enfasi.
Mi stupisce quando si prendono in considerazione delle nuove opere e tutto il resto è secondario e banale. Se andassimo a parlare con le popolazioni locali, scopriremmo che ci sono delle emergenze che ci sono da decine di anni e continuano a non essere affrontate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, chiedo scusa se esprimer alcune considerazioni in modo confuso, ma i dati e la documentazione in mie mani non è la stessa che il Vicepresidente della Giunta regionale e alcuni colleghi che per loro rapporti personali e di amicizia.
Certamente non sono d'accordo a ridiscutere il tracciato. Non sono d'accordo perché è stato fatto un lavoro che reputo pesante, sia nella sua fase organizzativa che nel mettere d'accordo i rappresentanti del territorio cuneese, al fine di trovare la famosa "quadratura" del cerchio e perché ci fosse un tracciato largamente condiviso. Così, la nostra Provincia, gli Enti istituzionali preposti, hanno fatto ciò, ed è stato quindi approvato l'intero progetto.
Peraltro, non ho alcun tipo di preferenza su chi realizzerà l'Asti Cuneo, che sia pure la SATAP o l'ANAS, o che si decida attraverso una gara d'appalto. Potremmo seguire anche la posizione del Vicepresidente della Giunta regionale - una posizione che rispetto e condivido - da lui proposta nell'incontro svoltosi qualche giorno fa a Roma con le istituzioni competenti.
Dico questo perché non sono, come spero tutti in quest'aula, per nulla condizionato da posizioni preconcette. Penso che tutti noi, non solo le due Province interessate ma l'intera Regione, attendiamo con ansia la realizzazione dell'infrastruttura Asti-Cuneo. Ancora attendiamo, dopo molti anni di diatribe e litigi, che lasciano a tutt'oggi due Province menomate dal punto di vista delle infrastrutture, nel loro sviluppo socio-economico e quindi territoriale.
La mia interrogazione, Signor Vicepresidente, è datata 16 giugno: porta una data di poco precedente a quella in cui si è tenuta la riunione già menzionata in precedenza, nella quale lei ha annunciato la sua posizione.
La mia interrogazione è ormai superata, per le risposte che lei cortesemente, ci ha fornito. Risposte che rivelano grande competenza dovuta non soltanto alla sua delega ai Trasporti, ma anche alla frequentazione con il Ministro, che immagino avrà avuto modo di sentire spesso, forse anche telefonicamente, proprio per cercare di dipanare una matassa ormai troppo ingarbugliata.
Al punto 2 della mia interrogazione, comunque, chiedevo se non si ritenga che il diretto subentro dell'ANAS nella responsabilità gestionale dell'autostrada non rappresenti la garanzia più totale. Questa mia posizione non era campata per aria: mi riferivo (forse erroneamente, mi darà una risposta, se lo ritiene) ad una convenzione che, mi sembra - non ce l'ho a mie mani - all'art. 15 prevede il passaggio di piena proprietà all'ANAS di tutti gli impianti, attrezzature, progetti realizzati, nel caso di avvenuta dichiarazione di decadenza per inadempimento, dichiarata con decreto del Ministro dei Lavori Pubblici, pur dietro corresponsione del valore delle opere e delle prestazioni eseguite.
Signor Vicepresidente, ci sono ancora delle questioni che vorrei porle.
Le chiedo di farsene carico, di fornirmi una risposta attraverso le società interessate o gli organi competenti.
Le chiedo perché, a partire dal 1994 (anno d'inizio delle contestazioni dell'ANAS) si è aspettato ad oggi a porre il problema del mancato rispetto della convenzione, perdendo anni preziosi.
Le chiedo anche perché si sia ignorato il parere del Consiglio di Stato del 1998, che dichiarava inadempiente la SATAP e invitava ad assumere i provvedimenti conseguenti, ossia la revoca della concessione affidata.
Leggo un passaggio della risposta all'interrogazione di alcuni parlamentari cuneesi del Ministro Nesi. Su questo punto, il Ministro Nesi disse: "A partire dal 1994, l'ANAS riferiva al Ministero dei Lavori pubblici con successive relazioni, che la società concessionaria stava ponendo in essere comportamenti contrastanti sia con la legge base sulle concessioni del 1971, sia con le disposizioni della stessa convenzione. Tali comportamenti consistevano nell'acquisizione di partecipazioni in Società aventi fini del tutto estranei rispetto alla costruzione o alla gestione di autostrade, e su questo punto il Consiglio di Stato, con il parere del 13/1/1998, invitava il Ministero dei Lavori pubblici a valutare l'esistenza di tali inadempimenti ed a trarne le conclusioni".
La possibilità che sia la SATAP a continuare le opere, in attesa di un nuovo concessionario o appaltatore, non è prevista tra le ipotesi che lo stesso Ministro ha formulato in Parlamento. Forse non è nemmeno necessaria perché in caso di decadenza della concessione le ditte attualmente incaricate restano titolari e possono continuare le opere. Non mi sembra che l'ANAS debba trattare con la SATAP per rendersi titolare degli stessi progetti, sarebbero suoi di diritto, dal momento della dichiarata decadenza del concessionario, dietro pagamento del corrispettivo.
Tutto ciò, caro Assessore, con il senno di poi.
Ma, Assessore, il senno di poi dovrebbe farci riflettere e imboccare la strada migliore, quando si tratta di questioni d'interesse regionale.
Certo, potrebbero anche dirsi questioni localistiche, e potrei essere tacciato per questo, ma in ogni caso gli anni passati e le esperienze fatte dovrebbero portarci ad assumere posizioni chiare sulla situazione venutasi a creare.
La sua proposta, Vicepresidente, mi ha convinto e mi vede concorde. Ho anche firmato l'ordine del giorno che i Capigruppo di maggioranza hanno proposto. Sono concorde sia per la nomina di un Commissario straordinario sia per la richiesta formale che la delega venga affidata alla Regione Piemonte. Tutto ciò perché - ribadisco - non m'interessa chi costruirà l'opera, mi auguro soltanto che venga finalmente costruita, perché le popolazioni delle Province di Asti e Cuneo, tristemente preoccupate, non si sentano più scippate di ciò che aspettano da decenni, i collegamenti e le infrastrutture che le collegheranno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Questa riunione, se avesse un risultato positivo, dovrebbe portare a compiere un ulteriore passo per tentare di recidere i legami tra affari e politica, in particolare per recidere i legami tra gli affari autostradali e le scelte politiche.
Questa vicenda, descritta in modo così affannoso, a ben vedere è in realtà la vicenda della predominanza e prevalenza degli interessi di una società concessionaria autostradale rispetto agli interessi della collettività.
Questo, a mio modo di vedere, avviene sin dall'inizio, da quando c'è stata la proposta di realizzare un collegamento tra Asti e Cuneo, che vedeva e vede tutta la collettività interessata e penso tutti i Gruppi in quest'aula consenzienti.
Questo tema è stato risolto e piegato in senso autostradale, perch l'interesse specifico della SATAP era di realizzare un'autostrada tra Asti e Cuneo, fatto che non esaurisce tutte le possibilità di collegamento tra Asti e Cuneo, anzi noi continuiamo a dire, insieme ad altri (Verdi e Rifondazione), che la scelta, secondo il nostro punto di vista, se voleva veramente corrispondere agli interessi delle comunità che lungo quel tracciato si trovano, non era quella di un'autostrada a pedaggio, ma era quella di una superstrada che svincolasse tutti i centri grandi e piccoli ricchi di abitazioni, ricchi di posti di lavoro, ricchi di industrie che l'autostrada taglierà fuori e, viceversa, la superstrada avrebbe potuto secondo noi, servire meglio.
Però c'era la SATAP; c'era la SATAP che convinceva, evidentemente, per la necessità di realizzare un tronco autostradale guardando non ad Asti e a Cuneo, ma addirittura guardando oltre Cuneo, al Traforo del Mercantour, a Nizza, un'eventuale autostrada che vada un po' a compiere qualche scempio ambientale, paesaggistico e al territorio così fragile delle Langhe.
Allora, secondo il mio punto di vista, oggi forse un po' di chiarezza in questo sta emergendo e forse il tappo della SATAP può essere rimosso tappo che in tutti questi anni è stato di impedimento per la comunità piemontese, non solo per la comunità cuneese. Questo è un punto di vista che immeschinisce la questione: l'Asti-Cuneo è di interesse regionale, non è di interesse della Provincia di Cuneo e di Asti; è interesse di tutti dei torinesi, di chi vive a Biella, di avere questo collegamento.
Ho apprezzato l'intervento svolto poc'anzi dal Consigliere Toselli, che tra i non molti interventi non si è schierato a difesa degli interessi della SATAP. Al di là della soluzione "autostrada, non autostrada" probabilmente archiviata, noi per ragioni politiche continuiamo a sostenere che trattasi di scelta che non corrisponde agli interessi generali, ma al di là di questa cosa, dato che è interesse di tutti realizzare questo collegamento, sgombriamo il terreno dagli interessi della SATAP, così come il Presidente Ghigo, l'Assessore Masaracchio, l'Assessore Casoni, che governano questa vicenda da cinque anni e oltre, avrebbero dovuto fare oppure comunque ingegnarsi a fare, ipotizzare di fare quando nel '98 il Consiglio di Stato aveva avvertito voi, che governate questo problema, che la SATAP stava facendo cose che con la concessione non c'entravano nulla stava facendo affari e stava facendo affari contro gli interessi pubblici.
Anche perché gli amministratori della SATAP sono rinviati a giudizio - il Consigliere Costa se n'è andato - per qualcosa come truffa, false fatturazioni e le azioni che sono state acquistate dalla SATAP adesso si va a vedere, con rinvio a giudizio, se siano state acquistate al prezzo giusto o meno.
Per quanto riguarda la richiesta di rinvio a giudizio, così come vi è la presunzione, l'ipotesi di innocenza non solo per i rinviati a giudizio ma anche per i condannati in primo e in secondo grado, colleghi ricordatevi che c'è sempre l'ipotesi di colpevolezza, perché il pubblico ministero ha detto che farà ricorso contro questa decisione e quindi noi con la stessa laicità, dobbiamo dire che vedremo se il pubblico ministero ricorre anche per i falsi in bilancio a danno dell'ANAS oppure no.
Però la sentenza del Consiglio di Stato va oltre tutto ciò e dice chiaramente che vi è una posizione dominante, dice che la concessione è illegittima rispetto alle leggi, e meno male che abbiamo avuto un Ministro come il Ministro Nesi, che ha dichiarato più di una volta che questo collegamento rientra nelle priorità dello Stato e quindi l'Assessore Casoni qui dice il falso, pesca nel torbido, fa propaganda, fa patti strumentali.
Pazienza per lui, pazienza per l'Assessore Casoni che in aula dice il falso, perché il Ministro Nesi non ha mai detto che questo collegamento non deve essere fatto, anzi continua a ripetere il contrario.



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

A chi?



CHIEZZI Giuseppe

A tutti, dappertutto, in tutte le sedi in cui è andato.



CHIEZZI Giuseppe

GHIGLIA Agostino (fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Devi dire chi e dove.



CHIEZZI Giuseppe

Ma insomma, Ghiglia, al Governo, nelle riunioni che faceva Casoni fattelo dire da Casoni cos'ha dichiarato al Ministro.
Bisogna anche ricordarsi che cosa si legge sui giornali; evidentemente può anche far comodo non ricordarlo, ma questo è assolutamente falso perché il Ministro Nesi ha dichiarato in tutte le sedi - e i giornali lo riportano - che il collegamento rientra nelle priorità dello Stato.



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

E' Nesi che non dice come farla l'autostrada!



CHIEZZI Giuseppe

Ora, il Consiglio di Stato ha dichiarato la concessione illegittima.
Bene, quello su cui noi dovremmo essere uniti, allora, è il seguente fatto.
Dal momento che la SATAP è una concessionaria che ha violato i termini della concessione e non può più essere concessionaria per quest'opera, il problema è trovare la strada per non interrompere i lavori e per finalmente avere una situazione di assoluta correttezza rispetto a delle leggi e rispetto a dei cittadini che aspettano l'Asti-Cuneo.
Su questa strada il Ministro Nesi sta lavorando, così come nella riunione citata dall'Assessore Casoni è stato concordato insieme col Presidente del Consiglio Giuliano Amato, e si sta lavorando per capire se questo commissariamento è una strada, se viceversa, come dice il Consigliere Toselli - che mi sembra una strada razionale anch'essa - un affidamento all'ANAS possa essere la strada più veloce e sicura, se viceversa una gara con tutte le accelerazioni dei tempi possa essere un'altra ipotesi che nel giro di un paio di mesi possa portare a conclusione l'inizio dell'opera e così via.
Noi continuiamo a dire, Presidente, che l'inizio dei lavori dovrebbe avvenire sulla Asti-Marene, che è il tratto più pericoloso. Come mai invece, la SATAP ha iniziato i lavori, da Massimini per 5 chilometri verso Cuneo, in un lotto che finirà in un prato e che dovrà essere collegato con altri 4-5 chilometri di strada provvisoria? Tutto questo deve essere sgombrato. Può essere sgombrato perch finalmente, possiamo avere una situazione di chiarezza. Certo, ci stupisce che, accanto al Vicepresidente Casoni, ci siano stati altri esponenti (amici e alleati) che si sono scatenati in accuse al Ministro Nesi che secondo me, sono assolutamente incomprensibili, scorrette, strumentali e immeritate. Le frasi che ho letto, oltre, probabilmente, a far arrossire chi le ha espresse, dovrebbero condurre ad una rimeditazione e, forse, ad una lettera di scuse al Ministro Nesi, accusato, veramente, di una bassa cucina che non può in alcun modo essergli addebitata.
Caro Vicepresidente Casoni, lei che governa questo problema, insieme al Presidente Ghigo, da cinque anni, non si è accorto, o non ha voluto accorgersi, che il Consiglio di Stato vi aveva avvisati che non si era in regola con la SATAP? Adesso, anche il Consiglio di Stato, ufficialmente, ve lo ha comunicato; siete aiutati dal Ministro Nesi, che, correttamente rispetta le sentenze del Consiglio di Stato; cercate insieme una procedura e la smetta, Assessore Casoni, di dire il falso a proposito del Ministro Nesi: faccia l'Assessore.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chiezzi.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente.
Penso che la questione dell'autostrada Asti-Cuneo sia un palese esempio dell'inefficienza del nostro Stato centrale, del Governo, dell'ANAS e del Consiglio di Stato che, nove anni fa, disse: "L'atto aggiuntivo alla concessione SATAP va bene" e, nove anni dopo, si sveglia e dice: "Quell'atto non va più bene".
E' una procedura che rasenta il grottesco; sembra veramente che qualcuno abbia detto: "Questa autostrada non s'ha da fare" e non voglio sollevare i misteri che vi sono.
Sono convinto - apro una parentesi, rispondendo al collega Papandrea che questo non sia un caso eccezionale e unico: le dimenticanze del Governo rispetto ai nostri territori sono un caso generalizzato.
Per quanto riguarda l'alluvione, non è vero che le amministrazioni non hanno pensato ai problemi dei fiumi - ci hanno pensato eccome. Io stesso soltanto l'anno scorso, ho presentato ben tre interrogazioni all'Assessore Cavallera, che le ha rigirate al Magistrato del Po, segnalando tre punti lungo i fiumi in stato di evidente pericolosità. Sono stato un uccello del malaugurio: nei punti segnalati, l'acqua ha rotto gli argini ed è fuoriuscita, portando via le rampe di accesso ai ponti.
A parte queste piccolezze, o stupidaggini, il Comune di Cuneo e la Comunità Montana hanno presentato una serie di progetti d'intervento in merito all'alveo dei fiumi, soltanto che il Magistrato del Po ha fatto "orecchie da mercante": nessuno ha fatto nulla finché non vi è stata l'alluvione, i ponti sono crollati e il fiume si è portato via gli argini.
Adesso, ci ritroviamo con tutti questi danni.
Mi risulta che, proprio in questi giorni, finalmente, l'autorità di bacino e il Magistrato del Po stiano effettuando dei rilievi con l'elicottero per verificare la situazione dei fiumi e arriveranno esattamente alle conclusioni evidenziate dai Comuni. Continuo a sostenere che nessuno, meglio di chi è sul territorio, conosce la situazione e le necessità reali degli stessi.
Per quanto riguarda l'autostrada, ho firmato l'ordine del giorno insieme agli altri colleghi e il mio unico rammarico è che la richiesta alla Regione Piemonte della delega in merito alla concessione dell'Asti Cuneo sia in subordine, perché, secondo me - lo ripeto - è da inserire al primo punto.
E' vero che in Regione le opere, magari, vanno avanti lentamente e che le decisioni vengono assunte con tempi lunghi, ma, a confronto di ciò che si verifica a Roma, qui, siamo dei fenomeni di velocità.
Sono sicuro che, se l'autostrada fosse stata competenza della Regione adesso sarebbe stata terminata e funzionerebbe benissimo. Ci sono altri esempi che confermano queste mie parole.
Pertanto, stia tranquillo il collega Saitta, che si preoccupava. Certo questa è un'ipotesi complessa e noi, in questo momento, non siamo attrezzati per realizzarla, ma, sicuramente, lo sapremo fare più velocemente dello Stato, perché peggio di così le cose non possono andare.
Vi rendete conto che sono trascorsi nove anni dalla concessione vent'anni dalla promessa dell'autostrada e trent'anni dalle richieste della popolazione! Finalmente, sono stati aperti i cantieri e, ora, rischiano di essere chiusi: è veramente una presa in giro! A questo punto, vorrei ancora fare un appunto per quanto riguarda il problema del tracciato, sul quale, più volte, abbiamo discusso. Difendo la famosa tratta Cuneo-Massimini tanto avversa - non riesco a capirne il motivo ai Verdi, ai Comunisti Italiani e a Rifondazione Comunista.
Innanzitutto, la Cuneo-Massimini è la tratta più breve che unisce Cuneo all'autostrada Torino-Savona, oltretutto in un punto baricentrico. La Cuneo Massimini fa, sì, parte della Cuneo-Asti, ma servirà per tutto il traffico che da Cuneo va a Savona e che da Cuneo va a Torino. Allora, creando la tratta più breve possibile con quella parte di bretella raggiungiamo tre obiettivi, collegando Cuneo a tutta la rete autostradale italiana: Savona Torino, Asti. E' vero che per andare ad Asti aumentiamo di due o tre chilometri il percorso, ma chiediamo un minimo di sacrificio agli automobilisti in cambio di un'autostrada che servirà a tutti, che sia l'autostrada di Cuneo. Questo è il motivo per il quale è stata scelta la Cuneo-Massimini.
In merito a questo, mi collego a quanto detto dal collega Moriconi che, evidentemente, non è del posto perché ha accennato al collegamento con Levaldigi, che è completamente spostato rispetto alla Asti-Cuneo. Far passare l'Asti-Cuneo da Levaldigi vuol dire fare "il giro del mondo" perché si creerebbe un'ansa, partendo proprio al rovescio. Levaldigi dovrà essere collegata con la normale rete stradale di Fossano e di Savigliano.
L'Asti-Cuneo non può passare da Levaldigi, non avrebbe alcun senso.
Per quanto riguarda il tracciato, ma in particolare l'ordine del giorno presentato dai colleghi Chiezzi e Moricone, vorrei solo evidenziare che ci sono un paio di errori.
Qui si dice: "I lavori della bretella di collegamento Asti-Cuneo dovrebbero iniziare", invece sono già iniziati, e mi auguro che non si voglia arrestarli. Dopodiché, nell'ultima parte, viene scritto: "...a intraprendere ogni iniziativa atta, conseguentemente, a garantire che l'inizio dei lavori avvenga sui lotti esecutivi del tratto Alba-Asti e Asti Marene". Sono favorevolissimo affinché si inizino i lavori su questi lotti.
Ripeto, i lavori già iniziati devono continuare.
Anche qui torno al mio discorso iniziale, perché i progetti esecutivi di questi lotti ci sono, sono giacenti presso l'ANAS.
Ma cosa stava facendo l'ANAS? Perché se li tiene nei cassetti e non si decide ad autorizzarli? Si consideri che sono progetti visti e rivisti, modificati dopo l'alluvione, che hanno ottenuto il parere favorevole dei Comuni, della popolazione e sono stati adattati a tutte le richieste. Sono progetti che incontrano il parere favorevole di tutti. Quando inizieranno questi lavori non ci sarà la minima protesta sul luogo, perché tutti li aspettano.
La domanda è: perché l'ANAS continua a tenerseli in un cassetto? Perch poi arriva qui la risposta a Chiezzi, che dice: "Perché abbiamo iniziato i lavori sul lotto 1.1 Massimini-Perucca?". Perché l'ANAS ha tenuto i progetti degli altri lotti nel cassetto a estrema analisi, se andiamo a vedere. Ero d'accordissimo a iniziare contemporaneamente i lavori su tutta la tratta.
Per tornare al discorso iniziale, facciamo un atto di coraggio e chiediamo che la costruzione dell'autostrada e la gestione dell'autostrada venga affidata alla Regione, a questo Consiglio e a questa Giunta, perch meglio di Roma di sicuro sappiamo fare.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Dutto.
La parola alla Consigliere Manica per questione procedurale urgente.



MANICA Giuliana

Presidente, nell'intento di aiutare lei e la Presidenza del Consiglio chiederemmo la verifica del numero legale, per consentire a un dibattito così importante, quale quello sull'Asti-Cuneo, di poter vedere presenti i Consiglieri e rendere normale la situazione, che in questo momento si sta realizzando all'esterno di quest'aula, al bar e nel corridoio antistante per cui penso che siano presenti quaranta o cinquanta persone, che parlano a seconda delle circostanze, a gruppi di cinque, sei, sette o otto, con vari Consiglieri e Assessori della maggioranza.
Le chiederemmo, quindi, di procedere alla verifica del numero legale per consentire a lei di svolgere meglio il lavoro e a noi tutti di tenere un comportamento che sia consono alla dignità dell'istituzione e all'importanza di questo dibattito.



PRESIDENTE

Ringrazio la Consigliera Manica.
Ho già azionato il dispositivo per richiamare i Consiglieri in aula. La verifica del numero legale, se me la chiederà, la faremo quando ci sarà la votazione, tra poco, perché adesso siamo in fase di discussione e non di votazione di un documento. Comunque la ringrazio e ho già azionato il meccanismo per far rientrare i Consiglieri.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Grazie, Signor Presidente.
Per quanto riguarda il merito, Lido Riba ha già espresso l'opinione del nostro Gruppo, quindi mi limiterò semplicemente ad alcune considerazioni politiche di un certo rilievo che emergono da questa discussione.
Quando parliamo e affrontiamo problematiche come quella dell'Asti Cuneo, si tratta di questioni che in qualche misura presentano aspetti controversi per molte ragioni, e, al tempo stesso, sulle quali noi insistiamo, perché le consideriamo non solo una cosa di grande rilievo per le popolazioni locali, ma in qualche modo un elemento simbolo di scelte nuove, di un Piemonte che si è trasformato e che deve veder corrispondere a questa trasformazione un adeguamento che non riguarda solo la sua struttura economica e industriale, ma anche quell'insieme di reti e di infrastrutture che sul vecchio modello si erano impostate e che richiedono oggi una trasformazione profonda. D'altro canto, come in tutte le vicende che riguardano problematiche come quella che stiamo discutendo, ci troviamo di fronte a questioni complesse nelle quali si intrecciano più aspetti, a partire dalla decisione del Consiglio di Stato, che è evidente che viene rispettata, ma al tempo stesso nessuno può evitare di ignorare che ci siamo trovati, nel corso di questi anni, in presenza di decisioni contraddittorie, non di pronunciamenti avvenuti nel segno della linearità ma di espressioni contraddittorie addirittura da parte della stessa Sezione del Consiglio di Stato.
Siamo in presenza indubbiamente di questioni che evidenziano una capacità di decisione della struttura pubblica del nostro Paese, ai suoi diversi livelli, limitata, di un processo decisionale che non riesce a trovare le vie di una rapidità. Siamo in presenza, anche qua, indubbiamente di conflitti di potere.
Mi meraviglio che ci si stupisca che esistano società che intendono fare affari sulla costruzione di grandi infrastrutture. La considero una cosa del tutto normale. In questa differente situazione, fatta appunto di diverse esigenze che riguardano la popolazione, di difficoltà nel rapporto con la pubblica amministrazione, di conflitti di potere e di interessi che emergono, considero che il ruolo della politica debba essere quello di timone, di barra, di indicatore di direzione, che sappia e dica cosa si possa e si debba fare, cosa si possa e si debba scegliere.
Questo penso che sia quello che abbiamo cercato di fare ai diversi livelli, anche dentro il centrosinistra, oltre a che con Rifondazione Comunista, con una discussione che vede delle posizioni diverse.
Il Consigliere Costa ha scoperto che c'erano accenti diversi nel dibattito. Se il Consigliere Costa avesse letto gli ordini del giorno che abbiamo presentato, avrebbe forse notato qualcosa di più di accenti diversi; si sarebbe, infatti, accorto di due differenti impostazioni che esplicitamente si confrontano su questo punto.
Sono tranquillo perché mi sento di dire qua, in aula, le stesse cose che, a nome di tutta la coalizione, ho detto a Cuneo nei mesi scorsi e in giro per il Piemonte durante la campagna elettorale. Non invento oggi una proposta programmatica diversa. Sono le medesime cose sulle quali mi sarei impegnato, in caso di un esito diverso, con le popolazioni interessate.
Naturalmente so che ci sono buoni argomenti e considero legittime le preoccupazioni che si esprimono sul fronte ambientalista, su quello della trasparenza e su tanti altri punti. Chiedo naturalmente agli amici e colleghi del centrosinistra che hanno opinioni diverse dalla mia, di considerare il fatto che forse non è del tutto secondario se oggi l'opinione di tanti sindaci, di tanti amministratori e di gran parte della popolazione, preme così fortemente per un risultato e per un'opera considerata utile ma anche con questo livello simbolico.
Considero normale, per quanto mi riguarda, e non è questa, forse, la prima volta che mi capita di dirlo qui, e non sarà neanche l'ultima, che nascano dei conflitti che vedono, in un'istituzione locale o regionale maturare delle posizioni che esprimono un conflitto o un confronto con il Governo centrale che va al di là degli schieramenti.
Considero questa cosa normale nella dialettica politica e nei rapporti di interesse. Esprimiamo, quindi, un elemento di valutazione critica sulle difficoltà. Ho sentito prima - se non sbaglio, era il Consigliere Deorsola dire che c'è una possibilità di valutare e di arrivare a una conclusione comune, almeno di una larga parte di questa assemblea.
Per quanto mi riguarda, esprimo su questo punto un orientamento favorevole. Aggiungo, però, che ci sono modi diversi di stare in queste discussioni. Avete giustamente sottolineato le difficoltà e le differenze che caratterizzano l'opposizione di centrosinistra, adesso permettetemi di rilevare che anche nel vostro modo di stare in questa discussione - cari colleghi della maggioranza - ci sono differenze rilevanti.
Ho visto che c'è chi è interessato, in qualche modo, a trovare gli elementi di convergenza su un problema; ho sentito chi, invece, preferisce continuare la campagna elettorale; chi intende rompere un elemento di una certa importanza, che riguarda i rapporti di correttezza istituzionale di cooperazione fra diverse istituzioni, per arrivare alla soluzione del problema; ho sentito, nelle parole del tutto legittime, che meritano un giudizio politico, del Consigliere Ghiglia, il ritorno di un linguaggio così rozzo, propagandistico e così poco corrispondente ai dati di fatto che nulla ha a che fare con le proposte che, invece, vengono da altre parti della vostra maggioranza; un rapporto che, su un problema, sia in grado di misurare una convergenza nei fatti. Anche di questo prendo atto naturalmente fa parte delle dialettica politica di questa assemblea.
Vorrei dire al Consigliere Ghiglia che tutto si può fare e tutto è legittimo in politica: alla Camera dei Deputati si fa l'ostruzionismo per impedire al Parlamento di approvare la legge sull'Agenzia e, in quest'aula si dice che siamo in ritardo sull'Agenzia. E' un paradosso che può essere raccontato fino a quando non si hanno le effettive responsabilità. Se noi facessimo, in quest'aula o in altre aule, quello che i vostri colleghi fanno in Parlamento o al Consiglio regionale della Campania, se praticassimo quel livello di irresponsabilità istituzionale che voi dimostrate...



MARCENARO Pietro

GHIGLIA Agostino (fuori microfono)



MARCENARO Pietro

La fa l'U.d.E.U.R. a Napoli, noi non c'entriamo!



MARCENARO Pietro

Se voi dimostraste lo stesso livello di irresponsabilità istituzionale penso che la questione sarebbe diversa.
Per quanto riguarda la questione dell'Asti-Cuneo, il centrosinistra porta i dolori, ma anche le gioie, nel senso che le cose che sono state fatte, le hanno fatte le amministrazioni di centrosinistra delle nostre Province; le decisioni che sono state prese, che hanno consentito di aprire i cantieri che oggi sono aperti, le hanno assunte i governi che noi presidiamo.
Il Vicepresidente Casoni, che è una persona seria, riconoscerà che le proposte che hanno portato all'incontro con il Governo sono maturate in una sede, che è quella del coordinamento, dell'osservatorio del meccanismo di consultazione che esiste a livello cuneese, dove queste proposte sono state elaborate e, giustamente, raccolte e portate avanti.
La discussione del tracciato - mi rivolgo anche ai Consiglieri Chiezzi e Moriconi, è bene che si sappia - è andata avanti attraverso una partecipazione di centinaia di comunità locali e di amministratori attraverso un lavoro di costruzione condivisa delle scelte, che fa parte del nostro modo di intendere la decisione politica, del quale oggi ci apprestiamo a discutere insieme, se ne è la condizione e se il bisogno frenetico di strumentalizzazione politica non soverchia la ragionevolezza.
Consideriamo questi elementi di una certa importanza.
Penso che, anche attraverso scelte di questa natura, si misura, alla fine, la capacità di un'istituzione. Inoltre, molte volte, è importante ricordarsi di mettere gli interessi generali al di sopra della propria, più o meno, gloriosa "bottega".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Intervento per dire che, nel merito del dibattito, sono perfettamente d'accordo con il collega Costa.
In questi primi dibattiti del Consiglio regionale (compresi quelli di questa mattina e di oggi pomeriggio), ho sentito parole "buttate al vento" che riguardano principi fondamentali. Ancora, qualche minuto fa, ho sentito dire che l'appello di un Pubblico Ministero diventa presunzione di colpevolezza. A me pare che, da circa una cinquantina d'anni, nel nostro Paese, fino a quando una sentenza non diventi irrevocabile, c'è il principio di non colpevolezza. Per non dire che la Carta dell'ONU, almeno da una trentina d'anni - se non sbaglio - ha sancito che, fino a sentenza irrevocabile, c'è la presunzione di innocenza.
Cari colleghi, mi sono seduto all'estrema destra con un certo disagio perché pensavo di essere un po' progressista, un po' riformista e un po' di sinistra. Questi trent'anni di cursus honorum politico - con tutto il rispetto - mi hanno confuso. Non ho capito dov'è la conservazione l'integralismo e la presunzione fra i dibattiti. Ripeto, da cinquant'anni vige il principio di non colpevolezza nel nostro Paese. La dichiarazioni dei diritti dell'uomo dell'ONU è recepita da tutti i Paesi civili del mondo.
Non si offenda nessuno se il sottoscritto va a fumare, piuttosto che sentire sempre le solite cose (la Procura della Repubblica, i giornali ecc.) giocando a rimpiattino. Pur avendo rispetto per qualche testata giornalistica importante del Paese, alcuni giornali, addirittura teorizzano che se una persona viene assolta con formula piena, tuttavia è stato "implicato". Questi sono veleni che ci trasciniamo da dieci anni. Non ho più voglia di stare a sentire queste dichiarazioni. Non si offenda nessuno, potete chiedere il numero legale, ma io me ne sto al bar ed entro solo quando mi chiama un Capogruppo diligente, perché non sono riuscito ad avere un Capogruppo se non me stesso.
Concludo dicendo che mi trovo a mio agio nell'estrema destra se questo è il progressismo.



PRESIDENTE

Finiti gli interventi, il Vicepresidente Riba ha avuto mandato da me dietro richiesta del Consigliere Saitta, per conciliare, se possibile, i vari ordini del giorno. Ragion per cui sospenderemo i lavori del Consiglio per qualche minuto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Egregi colleghi, egregio Vicepresidente della Giunta Casoni, mi rivolgo a lei perché è di Cuneo e ha seguito molto attentamente la vicenda e anche per riconoscere il dissenso di quest'ala del Consiglio, tutto il suo ruolo e l'importanza della sua presenza e della sua capacità a gestire il problema. Con qualche disagio voglio prendere la parola per dire le cose che penso da tanti anni relativamente alla vicenda Cuneo-Asti.
Sono di Cuneo ed è giusto che l'argomento non debba essere trattato soltanto dai colleghi di Cuneo; non è un problema nostro, ma di tutta la regione. Ripeto, sono di Cuneo, in particolare di un piccolo paesino che si chiama Trinità: 1900 abitanti, vicino alle zone di Giacomo Rossi ed è, per combinazione, il comune da cui sono partiti i lavori. Nello specifico, i lavori sono partiti da un frazione di Trinità (San Giovanni Perucca) e vanno in direzione Massimini: abito da trentaquattro anni in quella zona ma non sapevo dove fosse Massimini, ragion per cui sono andato a fare un sopralluogo per capire se i lavori erano veramente cominciati e quale impatto avevano sul territorio.
Ho cercato di recuperare, per questo dibattito, tutte le cose che si sono dette in questi anni sui giornali; ho parlato con tecnici, con politici locali che, in qualche modo, sentivo più vicini a me, sono andato a vedere i lavori sul territorio. Ho anche cercato di ricapitolare quello che ci siamo detti noi radicali in campagna elettorale quando, con la lista di Emma Bonino, abbiamo puntato molto - forse non tutti se ne sono accorti forse la stampa non ha dato quel rilievo di cui ci sarebbe stato bisogno sul discorso delle infrastrutture. Il Piemonte deve dotarsi di grande infrastrutture per rilanciarsi, per evitare quel declino che abbiamo individuato nella nostra economia deve avere il coraggio di scelte forti.
Siamo favorevoli al discorso dell'Alta Velocità ferroviaria, siamo favorevoli al discorso di costruire strade, autostrade o superstrade che permettano di collegare in modo efficiente il Piemonte con il resto del mondo. Questo è importante, perché non si può parlare soltanto di Cuneo Asti: bisogna sicuramente ricondurre questo discorso in una più globale visione della problematica viaria europea.
Siamo favorevoli ad un discorso complessivo di rilancio del trasporto aereo, proprio per questo abbiamo forti dubbi se la scelta che ha fatto in passato la Giunta di investire su Levaldigi o su Biella sia giusta; se sia giusto continuare a finanziare un aeroporto che non ha tutte le carte da giocare sul mercato internazionale del trasporto aereo com'è attualmente.
Non riesco ad essere convinto di quello che ancora una volta i Consiglieri Riba e Costa ci hanno detto in quest'aula. Proprio perch conosco quelle zone, ho paura - è un dubbio, non una certezza - che arrivare ad una strada comunque (perché ce l'hanno negata da vent'anni perché ci sono stati ritardi per colpa del Governo o di enti locali) non sia una scelta giusta. E' importante avere la strada, è importante avere le infrastrutture, ma, onestamente, non riesco a capire una strada che da Cuneo va a Massimini: o qualcuno ha il coraggio - il Vicepresidente Casoni magari ce l'ha e sarei grato se la esplicitasse in quest'aula - di dire che quello è un pezzo di tracciato di più ampio respiro che ci collega all'Europa, che taglia le Langhe e ci collega con Acqui Terme, oppure quest'autostrada fatta a "Z" rischia di essere un brutto segno per la nostra "cuneesità". Noi cuneesi abbiamo sempre rivendicato una sana intelligenza da contadini, una distinzione che, in qualche modo, ci era dovuta dalla nostra chiusura, dal nostro isolamento, che ci rendeva forti.
Temo che la scelta di arrivare in modo deciso, senza valutare qual è il risultato finale, sia una sconfitta di quel 95% dei parlamentari che comunque, hanno votato per avere una strada.
Trovo davvero sconfortante che anche in quest'aula, anche da parte del Consigliere Riba o di altri, si finisca per individuare, in qualche ambientalista o in qualche comunista, i responsabili di ritardi epocali di infrastrutture che, sicuramente, il nostro territorio aveva bisogna di dotarsi da anni. Parliamo di responsabilità di ambientalisti, di comunisti e non parliamo delle responsabilità della Coldiretti, che ha avuto, per anni, esponenti di spicco e non è riuscita a darci quelle infrastrutture che ci servivano.
Con una certa diffidenza rispetto ad un'"ammucchiata" che va dalla sinistra seria alla destra di governo, fra gli ordini del giorno presentati con grandissimo distinguo, con il disagio di essere su posizioni totalmente diverse proprio per l'impostazione anche ideologica che sta alla base dell'ordine del giorno, l'unico che mi convince è quello presentato dai Consigliere Chiezzi e Moriconi. Mi ricollego alla testualità dell'ordine del giorno, non com'è stato presentato o alle motivazioni di base che stanno dietro al testo; mi ricollego alla parte in cui si dice che bisogna partire da un lotto, che è l'unico davvero contestato di questa infrastruttura necessaria, e partiamo di lì perché forse si vuole condizionare l'esito. Si parte da Massimini, perché a Massimini si vuole arrivare.
Ho paura di fare dietrologia, ma questa questione di Massimini mi suona strana. Ripeto, con sofferenza voterò - chiedo anche al mio compagno radicale di fare lo stesso - per l'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi perché quella strada costruita in quel modo non va bene ai cuneesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Noi democratici voteremo a favore della proposta e dell'ordine del giorno presentato dal collega Riba e dal Vicepresidente Casoni.
Riteniamo che in questo momento la Giunta si deve esprimere con i fatti e non più con le parole, perché queste sono opere per la riqualificazione dell'intera Regione e, di conseguenza, l'assemblea deve compiere il massimo sforzo per raggiungere tale risultato.
Come vede, Vicepresidente Casoni, quando i problemi sono importanti alcuni gruppi della minoranza si associano, perché quello che deve prevalere è l'interesse dei cittadini per tener fede al mandato che questi ci hanno dato. Sottolineo che non ho apprezzato molto che alcuni esponenti della maggioranza abbiano consumato tutto il loro tempo ad andare a ricercare i lati negativi della non decisione di quest'opera, partita da tanto lontano. Atteggiamento che deve far riflettere: occorre dimostrare più coraggio quando le questioni sono particolarmente importanti; sono veramente inutili eventuali interessi di parrocchia. I cittadini vogliono fatti.
Mi auguro - ripeto - che questa sia la prima opera che concorra alla riqualificazione di tutto il Piemonte e spero che l'assemblea su tale opera si esprima quasi all'unanimità.



PRESIDENTE

Sospendo la seduta fino alle ore 17,20, per permettere ai Gruppi di stilare un ordine del giorno unitario.



(La seduta, sospesa alle ore 17.13 riprende alle ore 17.40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che l'Assessore Cavallera, i Consiglieri della maggioranza e quelli dell'opposizione stanno in questo momento ricevendo una delegazione della Valchiusella. Penso che in cinque minuti riescano a terminare la riunione.
Mi ha comunicato il Vicepresidente Riba che è stato trovato un accordo sull'unificazione di due ordini del giorno: precisamente l'ordine del giorno n. 15, a firma dei Consiglieri Riba e altri, e l'ordine del giorno a firma dei Consiglieri Bussola e altri.
Sto provvedendo alla distribuzione dell'ordine del giorno unificato.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Siccome il nostro ordine del giorno è identico a quello a suo tempo presentato, mentre c'è un nuovo ordine del giorno che ci è stato appena consegnato, prima di passare alla votazione gradiremmo un'illustrazione dell'ordine del giorno. Il nostro ordine del giorno non necessita di illustrazione, giace da tempo agli atti, mentre quest'ultimo ci è pervenuto un momento fa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba per l'illustrazione.



RIBA Lido

L'ordine del giorno che abbiamo presentato in forma unificata tra i due testi, rispettivamente depositati dal Gruppo DS, Forza Italia e altri risulta compatibili sia nel testo che nella sostanza politica. In buona misura quest'ordine del giorno, così com'è stato unificato, richiama il fatto che da trent'anni le popolazioni del sud del Piemonte attendono una risistemazione della logistica del loro territorio con un'arteria adeguata all'evoluzione della quantità e della qualità dei transiti.
Si rileva, inoltre, che per la realizzazione di quest'opera il Parlamento si è pronunciato favorevolmente per oltre il 90% dei suoi membri.
L'ordine del giorno, inoltre, rileva che tutta l'attività istruttoria è stata svolta con una procedura ampiamente partecipata. Una procedura democratica nella forma e nella sostanza, ed è stata, avendo sia il tracciato che i progetti esecutivi, ottenuta l'approvazione unanime dei sindaci e dei Consigli comunali della zona interessata. Rilevano poi che il tracciato della Asti-Cuneo deve essere realizzata in forma unitaria e non per singoli segmenti.
Vorrei ringraziare i colleghi Chiezzi e Mellano, che sono intervenuti recuperando parte delle cose che avevo detto io, seppure per dissentirne come sempre con molta correttezza. Vorrei anche richiamare un fatto.
Per la realizzazione di un tronco ferroviario di 3 Km tra la linea ferroviaria Cuneo-Fossano e l'aeroporto di Levaldigi, si è verificata una mobilitazione generale che, probabilmente, non consentirà neppure la realizzazione di quel piccolo tratto.
Immaginate quindi che possibilità di successo avrebbe avuto il programmare un'opera autostradale alla sinistra del fiume Stura lunga 22 Km, passante in mezzo ai frutteti e a zone di primaria importanza agricola.
Anche per questo aspetto, lo ribadiamo, il tracciato diventava quello automatico e inevitabile.
Infine, noi chiediamo che il governo non comporti l'interruzione dei lavori, sia quelli operativi che quelli in fase di esecuzione. C'è già un cantiere aperto sul tratto Perruca-Massimini, cantiere che faceva parte di un insieme di tre da aprirsi contemporaneamente nei tratti Asti-Alba e Alba Marene. Come ho detto, dei tre ne è partito uno solo, perché l'ANAS sta ancora trattenendo due progetti a cui non ha dato il via, anche se non ha più osservazioni di sorta in merito.
Per tutti questi motivi, ribadiamo la nostra richiesta del Commissario ad acta per la prosecuzione dei lavori.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 8 a firma dei Consiglieri Chiezzi e Moriconi, il cui testo recita: Il Consiglio regionale premesso che da oltre trenta anni il Sud del Piemonte sconta un pesante isolamento viario, in particolare la strada che collega le Province di Asti e di Cuneo risulta quotidianamente funestata da tragici incidenti determinati, in particolare, dalla pesante commistione fra viabilità pesante e leggera il tratto tra Asti e Marene fra le località di Alba e Bra risulta quello con la maggiore incidentalità giornaliera considerato che i lavori dell'autostrada Asti Cuneo dovrebbero iniziare (lotto 1 tronco 1°) a partire dal contestato ed impugnato raccordo A6 Carrù - Cuneo (concessionaria SATAP) il Consiglio di Stato dovrà, fra breve, pronunciarsi sulla legittimità della concessione SATAP impegna la Giunta regionale ad assumere ogni iniziativa mirata a garantire l'incolumità dei cittadini e il disinquinamento dei centri urbani e dei nuclei abitati ad adoperarsi presso le autorità competenti affinché i lavori della Asti Cuneo partano secondo una logica di pubblica utilità che tenga conto in primo luogo dell'incidentalità dell'attuale percorso ad intraprendere ogni iniziativa atta conseguentemente a garantire che l'inizio dei lavori avvenga sui lotti esecutivi del tratto Asti - Alba e del tratto Asti - Marene".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 4 voti favorevoli, 36 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere) Pongo in votazione l'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Riba e altri, così come illustrato dal Consigliere Riba, il cui testo recita: Il Consiglio Regionale a fronte delle nuove difficoltà insorte nella realizzazione del raccordo autostradale tra Asti e Cuneo premesso che da oltre trent'anni il Sud del Piemonte sconta un pesante isolamento viario a causa della inadeguatezza della viabilità ai volumi di traffico collegati, allo sviluppo economico della zona - con il rischio di compromettere l'ulteriore espansione - con gravi costi per tutta la collettività ed a seguito dei numerosi gravi incidenti che si verificano sulla stessa che la realizzazione della Asti-Cuneo è stata indicata come priorità assoluta dal Parlamento, il quale ha votato una apposita legge di finanziamento (Legge n. 295/1998) con oltre il 90% dei voti favorevoli rilevato che la collaborazione nella attività istruttoria e tecnico- amministrativa tra la Regione, le Province di Asti e di Cuneo, tutti i comuni e le istituzioni locali interessate con gli organi tecnici dello Stato (di tutti i Ministeri, coordinati dalla DICOTER), può essere definita come esemplare giacché le Conferenze dei Servizi già svolte, per otto dei tredici lotti definitivi, sono state concluse in breve tempo ed all'unanimità ribadisce che il collegamento autostradale Asti-Cuneo rappresenta un raccordo unitario che va realizzato nella sua interezza, procedendo contemporaneamente sui tratti Asti-Marene e Cuneo- Massimini che qualunque decisione intenda assumere il Governo non deve assolutamente essere interrotto l'iter di approvazione dei progetti definitivi e debbono essere presentati alla prossima Conferenza dei Servizi che l'ANAS deve approvare in tempi brevi i progetti esecutivi dei lotti Motta-Govone e Diga Enel - Cherasco per l'avvio dei lavori anche sulla tratta Marene-Asti, nonché gli altri progetti esecutivi in corso di presentazione da parte della SATAP che non devono essere interrotti i lavori già avviati, che vanno proseguiti fino a quando, eventualmente, non si venga a creare la situazione per applicare la clausola del "subentro" di altro soggetto, a seguito di gara all'attuale concessionario concorda sulle iniziative sin qui avviate dalla Regione d'intesa con le Province e il Comitato di Monitoraggio per la nomina di un Commissario straordinario ai sensi dell'art. 3 della Legge 23.05.1997, n. 135 avente per oggetto la nomina di Commissario straordinario per il proseguimento di opere già avviate considerato, altresì che il raccordo Asti-Cuneo insiste interamente sul territorio regionale la possibilità, in caso di revoca della concessione, di un lungo e travagliato contenzioso tra ANAS e SATAP con la conseguente impossibilità di realizzare il collegamento con i richiamati criteri di priorità assoluta invita il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore regionale competente: a verificare l'adempimento da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuliano Amato, manifestato durante il citato incontro del 21 giugno circa la nomina di un "Commissario straordinario", così come richiesto nel documento presentato dalla Regione Piemonte, dagli Enti Locali e dal Comitato di Monitoraggio, che consenta, limitatamente ai primi tre lotti esecutivi già presentati all'ANAS e di cui il primo in corso d'opera, di dare continuità ai lavori, in attesa della definizione della Convenzione sull'intera opera in subordine, qualora non sia possibile garantire un veloce iter per l'apertura dei cantieri, richiedere formalmente la delega alla Regione Piemonte della concessione dell'Autostrada Asti-Cuneo, in quanto di interesse regionale e contestualmente il trasferimento dei relativi fondi già previsti per l'opera dalla legge 295/1998".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 35 voti favorevoli, 4 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento:

Inversione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bussola, ne ha facoltà.



BUSSOLA Cristiano

Presidente, volevo portare all'attenzione del Consiglio la possibilità di fare un'inversione dei punti all'o.d.g. di oggi, in relazione alle deliberazioni a partire dalla n. 802 fino alla 807 compresa, in quanto si tratta di ratifiche che stanno per scadere. Vorrei chiedere se è possibile anticipare l'analisi di questi punti.



(Commenti del Consigliere Chiezzi fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, riassumo.
Il Consigliere Bussola ha fatto una proposta, chiedendo di anticipare la discussione dei punti all'o.d.g., con l'esame delle deliberazioni a partire dalla n. 802 fino alla 807 compresa, perché si tratta di deliberazioni in scadenza. In quanto in scadenza, devono essere esaminate e ratificate oggi: come detto, si tratta di deliberazioni assunte dalla Giunta con i poteri conferitigli dal Consiglio.



(Commenti del Consigliere Chiezzi fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, è una proposta, se chiede di parlare le do la parola ben volentieri.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, abbiamo terminato l'esame del punto 5) all'o.d.g.?



PRESIDENTE

Si, Consigliere Chiezzi, abbiamo terminato l'esame al punto 5) all'o.d.g.



CHIEZZI Giuseppe

Ma dopo il punto 5) c'è l'esame del punto 6)!



PRESIDENTE

Infatti, c'è l'esame del punto 6), e le interpellanze e le interrogazioni collegate s'intendono assorbite. Ma il Consigliere Bussola ha fatto una proposta all'aula, che è quella di anticipare al punto 6) l'esame delle deliberazioni a partire dalla n. 802 fino alla n. 807 compresa, e ha fatto questa proposta perché sono in scadenza.



CHIEZZI Giuseppe

Lo capisco, sono in scadenza. Però questi punti hanno un certo rilievo e se l'Ufficio di Presidenza li ha messi in quest'ordine ci sarà pur stato un motivo!



PRESIDENTE

Era l'ordine automatico di presentazione. In ogni caso, Consigliere Chiezzi, il Consigliere Bussola ha fatto una proposta: se lei mi chiede di parlare contro le do la parola, altrimenti metto in votazione la proposta.



CHIEZZI Giuseppe

Prima di parlare a favore o contro chiederei alla Giunta regionale di esprimere un suo parere. Le deliberazioni scadono il 1 luglio, la Giunta può benissimo ritirare, oppure può non farlo, i provvedimenti.
Se la Giunta ci spiegasse le proprie intenzioni, illustrando nel merito ciascuna deliberazione, non ci sarebbero particolari problemi. Si tratta solo di conoscere le intenzioni della Giunta, di avere la sua disponibilità a discutere ogni deliberazione, compresa la prima.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, sta chiedendo il parere della Giunta?



CHIEZZI Giuseppe

Sì.



PRESIDENTE

La Giunta è d'accordo?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Sì, la Giunta regionale è d'accordo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta del Consigliere Bussola di inversione dei punti all'o.d.g.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 29 voti favorevoli e 15 astensioni (1 Consigliere non ha partecipato alla votazione)


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 802 (ex pdcr n. 781, ex pdcr n. 794) Ratifica ai sensi dell'art. 40 dello Statuto della D.G.R. n. 82-29571 del 01/03/2000 "Aggiornamento allegati A1, A2, B1 e B2 alla l.r. 40/1998 in attuazione DPCM 3/9/1999". Riadottata con D.G.R. n. 6-29961 del 2/5/2000 (scade il 1º luglio 2000)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 802, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Relatore è l'Assessore Cavallera, che ha pertanto la parola.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Quando abbiamo approvato la nuova legge regionale sulla valutazione di impatto ambientale la n° 40 del dicembre 1998, abbiamo previsto l'adeguamento, non automatico ma attraverso deliberazione del Consiglio regionale, ogni qualvolta l'Unione Europea oppure il Governo nazionale avesse dovuto rivedere per qualche ragione l'elenco delle opere da assoggettare obbligatoriamente a valutazione di impatto ambientale oppure alla cosidetta procedura di screening.
Il 3 settembre 1999 è stato firmato questo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che è poi stato pubblicato verso la fine dell'anno.
Subito abbiamo approntato una deliberazione di Consiglio regionale, che è stata trasmessa nel mese di febbraio al Consiglio stesso; deliberazione che automaticamente mutua le definizioni nuove del DPCM e le introduce nel nostro ordinamento. Qualcuno potrebbe dire che, essendo una norma di rango superiore, la cosa è già automatica. Tuttavia la nostra legge regionale prevede proprio anche l'integrazione formale.
Siamo poi arrivati al 1º di marzo con l'affollamento dell'ordine del giorno del Consiglio delle ultime sedute, per cui non vi è stata la possibilità di arrivare all'approvazione di questo provvedimento.
Al 1º di marzo, proprio perché vi era un termine di 90 giorni fissato dal DPCM, la Giunta, per evitare che la Regione incorresse in una possibile infrazione da parte dell'Unione Europea, ha adottato pari pari il provvedimento che era stato proposto al Consiglio e oggi si tratta di ratificarlo in questa seduta.
Non vi è nulla di discrezionale, ma solamente la ridefinizione, il completamento degli allegati che riguardano appunto i progetti assoggettati a valutazione obbligatoria e i progetti assoggettati a procedure di screening.
Nell'allegato - che non leggo, perché penso che ciascun Consigliere sia stato fornito da parte dell'Ufficio di Segreteria della copia della delibera - voi vedete che si stringono i termini, cioè il Governo italiano ha ampliato l'area della valutazione di impatto ambientale sia obbligatoria che a screening.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore, queste cifre contenute negli allegati, che fanno riferimento alle condizioni materiali di ciascun intervento in forza delle quali l'intervento va sottoposto a valutazione di impatto ambientale, sono cifre meccanicamente trasposte da provvedimenti sovraordinati oppure no?



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Sono cifre che sono trasposte dai provvedimenti nazionali, naturalmente inquadrati in quella che è la filosofia della nostra legge regionale che ha introdotto la procedura obbligatoria e ha introdotto lo screening.
Tutti i limiti invalicabili previsti dal decreto nazionale sono qui riportati.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Ma potrebbero essere ridotti questi limiti?



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Sì, potrebbero essere ridotti, se si volesse. Tuttavia non l'abbiamo fatto per la legge principale.
Noi, per quanto riguarda l'assoggettamento obbligatorio, abbiamo tenuto mediamente conto di quelli che erano gli indirizzi nazionali. Non l'abbiamo fatto nella legge principale, quindi abbiamo un provvedimento che non va oltre i limiti nazionali, ma non introduce elementi così non coordinati, a volte arbitrari o comunque non giustificati introducendo parametri non coordinati.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio l'Assessore e presenterei, a questo punto, un emendamento alla delibera, che adesso scrivo - Assessore, magari è d'accordo anche lei.
Gli interventi di realizzazione di elettrodotti sono particolarmente impattanti e recentemente abbiamo visto che questi elettrodotti, a seguito di valutazioni più sensibili all'impatto rispetto a qualche anno fa vengono non più realizzati e l'energia elettrica viene trasferita attraverso impianti sotterranei, fatto che qualche anno fa era dato come assolutamente ipotetico e difficile da realizzare. Invece adesso l'Enel per fortuna, si acconcia sempre più spesso alla possibilità di realizzare in via sotterranea gli elettrodotti rispetto a tempo fa.
Allora, noi diciamo che l'impatto ambientale può avvenire per tracciati oltre i 10 km. Riduciamo questa cifra, se si può, perché le ho chiesto: "Queste cifre sono inamovibili, possono essere ridotte o no?".
Lo Stato dice 10 km.? La Regione può dire no, oltre i 5 km. si faccia la valutazione di impatto ambientale. E mi sembra anche una riduzione per una struttura che viene abbandonata dall'Enel molto più spesso di una volta e con molta più facilità.
Quindi, se nulla osta dal punto di vista delle regole entro le quali noi dobbiamo stare, presenterei questo emendamento, scrivendo 5 km. come limite.



PRESIDENTE

1) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'allegato 1) al n. 12, sostituire a "km. 10", "km. 5" Sentiamo l'Assessore.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Prima di pronunciarmi sull'emendamento, vorrei fare qualche considerazione.
Devo dire che è in atto tutta un'opera di bonifica del territorio da parte dei gestori delle reti elettriche proprio perché si va verso una unificazione delle tensioni di esercizio e in molti casi si va anche ad un interramento, anche perché le tecnologie di isolamento dei cavi oggi consentono di raggiungere degli obiettivi di economicità uniti anche ad un minore impatto ambientale.
Però io inviterei i colleghi a leggere non solo l'allegato A, ma anche l'allegato B, perché se voi vedete l'allegato B, a pag. 3) D4, trovate che sono soggetti, nella sezione b1), a verifica gli elettrodotti di lunghezza non superiore a 3 chilometri.
A questo punto, premesso che il limite di tre o due è sempre discutibile, vorrei tranquillizzare l'aula in questo senso: nel caso in cui l'elettrodotto superi i 10 chilometri, è assoggettato a procedura di valutazione di impatto ambientale obbligatoria; nel caso in cui l'elettrodotto sia inferiore ai 10 chilometri e superiore ai 3 chilometri è assoggettato comunque a procedura di verifica. Questo vuol dire che vi è la pubblicazione e, conseguentemente, la possibilità di presentare delle osservazioni all'autorità competente per verificare la presenza di rilevanti elementi, da un punto di vista ambientale, naturalistico e paesaggistico, da tutelare tali da richiedere la valutazione di impatto ambientale obbligatoriamente. Questa è la nostra legge regionale.
Abbiamo compilato questi elenchi tenendo conto dei limiti nazionali per cui le linee superiori ai 3 chilometri o con la tabella a) o con la tabella b), comunque, sono sotto controllo.
Quindi, personalmente, sono contrario a questo emendamento.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 30 voti contrari, 2 favorevoli e 2 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri).
Non essendovi interventi, pongo pertanto in votazione tale deliberazione il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 30 voti favorevoli, 2 contrari e 11 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 803 (ex pdcr n. 635 ex pdcr n. 797): Ratifica ai sensi dell'art. 40 dello Statuto della D.G.R. n. 92-29581 del 01/03/2000. Ulteriore integrazione al piano di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica siti nella provincia di Torino. Riadottata con D.G.R. n. 6-29961 del 02/05/2000 (scade il primo luglio 2000)


PRESIDENTE

Esaminiamo la deliberazione n. 803, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Relatore è l'Assessore Botta, che ha facoltà di intervenire.



BOTTA Franco Maria, relatore

Grazie, Presidente.
La deliberazione in ratifica costituisce la sintesi di due proposte di deliberazione avanzate al Consiglio dalla Giunta e rimaste giacenti per molto tempo. Infatti, le due proposte originarie risalgono rispettivamente, al dicembre 1988 e al settembre 1999. L'adozione d'urgenza disposta dalla Giunta è stata motivata essenzialmente dal fatto che si tratta di un mero recepimento di proposte avanzate dalla Città di Torino.
In particolare, con l'adozione di questo atto, si è data la possibilità ad oltre 300 assegnatari di acquistare l'alloggio condotto in locazione dopo un'attesa durata circa un anno e mezzo.
Per quanto attiene lo stralcio dei 17 alloggi, in conseguenza del trasferimento della titolarità dell'immobile dalla Città di Torino all'Azienda Sanitaria Locale Sant'Anna, la Città di Torino non ha più titolo a porli in vendita. Quindi, si tratta di un mero atto di recepimento formale.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione tale deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 41 voti favorevoli e 3 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento: Navigazione (lacuale e fluviale)

Esame proposta di deliberazione n. 804 (ex pdcr n. 678 ex pdcr n. 798): Ratifica ai sensi dell'art. 40 dello Statuto della D.G.R. n. 99-29588 del 01/03/2000. "L.r. 1 marzo 1995, n. 28. Approvazione della convenzione regolante i rapporti fra le Regioni dell'intesa interregionale per la navigazione interna sul fiume Po ed idrovie collegate". Riadottata con D.G.R. n. 6-29961 del 02/05/2000 (scade il 1 luglio 2000)


PRESIDENTE

Esaminiamo la deliberazione n. 804, di cui al punto 11) all'o.d.g.
Relatore è l'Assessore Racchelli, che ha facoltà di intervenire.



RACCHELLI Ettore, relatore

E' la ratifica dell'accordo interregionale sulla navigabilità del Po tra il Governo e le Regioni che si affacciano sull'asta del Po concernente tutte le procedure e l'assegnazione dei fondi per quanto riguarda la suddivisione dei capitoli di spesa relativi agli studi per la navigabilità sul Po.
Nella nota allegata è anche indicata la suddivisione in percentuale delle incidenze rispetto ai programmi. Alla Regione Piemonte spetta l'1% di questo intervento, perché la navigabilità sul Po, in riferimento al Piemonte, è marginale: sono 36 chilometri.
Noi partecipiamo a questo tavolo di lavoro in modo congiunto con le altre regioni, ma, di fatto, abbiamo un'operatività abbastanza limitata all'interno del programma. Comunque, partecipando a questo tipo di iniziativa, abbiamo da sottoscrivere, come hanno fatto le altre Regioni, le regole che determinano l'attività del Comitato stesso.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 31 voti favorevoli.


Argomento: Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori

Esame proposta di deliberazione n. 805 (ex pdcr n. 774, ex pdcr n. 793). Ratifica ai sensi dell'art. 40 dello Statuto della D.G.R. n. 41-29631 del 06/03/2000, del 23/12/1999. Regolamento CEE 1260/1999 - Ob. 2 DOCUP. Periodo di programmazione 2000-2006. Programma Phasing out. Riadottata con D.G.R. n. 6-29961 del 02/05/2000 (scade il 1 luglio 2000).


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 805, di cui al punto 12) all'o.d.g..
La Giunta ha presentato degli emendamenti su questo testo.
Prego l'Assessore Pichetto di illustrare gli emendamenti e la deliberazione.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al coordinamento politiche e fondi comunitari

Grazie, Presidente. Abbiamo avuto modo di far cenno a questa deliberazione durante la seduta della VII Commissione avvenuta la scorsa settimana.
Vorrei ricordare in questa sede che il documento unico di programmazione della Regione Piemonte era stato predisposto durante lo scorso anno (1999), e aveva portato a dicembre alla stesura della prima bozza, quasi definitiva, pronti ad aprire un negoziato. La negoziazione delle aree nell'ambito dell'Unione Europea, quindi la prima proposta che il Governo italiano ha portato avanti, non è stata accolta, non è stata considerata ricevibile dall'Unione Europea.
Si è riaperto un negoziato a livello italiano e negli ultimi giorni, a seguito di compensazioni registrate dal Ministero del Tesoro, che è il soggetto preposto a trattare a livello di Unione Europea, è probabilmente in fase di completa definizione della programmazione italiana nell'ambito dell'Unione Europea.
In scadenza di legislatura era già all'ordine del giorno di questo Consiglio regionale il documento unico di programmazione, di cui lo scenario è noto, con l'indicazione degli assi fondamentali che, lo ricordo riguardano l'internazionalizzazione, la qualificazione e il sostegno di sistema, lo sviluppo locale, la valorizzazione territoriale e la coesione sociale. Questo era frutto di un'ampia consultazione e concertazione peraltro come previsto dalla deliberazione del 22 dicembre 1998, come procedura con le parti sociali e gli enti locali.
Il programma che si presenta oggi è, nelle sue linee, sostanzialmente quello già licenziato dalla Commissione di concertazione prevista dalla deliberazione n. 5 del 22 dicembre '98, con la definizione territoriale che è nata dalla concertazione col Governo nazionale nell'ambito della conferenza dei Presidenti delle Regioni, e prevede, quindi, la definizione sia per le aree Ob. 2, sia, di conseguenza, per le aree cosiddette di "Phasing out".
I fondi sono invariati, come stabilito nella ripartizione originaria: 1559,90 miliardi - quindi 1560 miliardi circa - per l'Ob. 2 e circa 400 per le aree di Phasing out. La deliberazione, così come vorrà essere approvata dal Consiglio regionale, appena l'Unione Europea definirà col Governo italiano, quindi sancirà l'approvazione della proposta italiana, permetterà la trasmissione, come notifica di questo documento che è proposto all'Unione Europea, sulla quale si aprirà nuovamente un negoziato trilaterale - singola Regione, rappresentante del Governo che affiancano la singola Regione ed Unione Europea - per arrivare all'approvazione definitiva. E' rilevante la data di notificazione perché, ai sensi del Regolamento dalla data di notificazione, possono partire gli effetti ai fini delle rendicontazioni, sia per gli enti pubblici che per i soggetti privati. Questo è l'elemento dirimente in termini di tempi, che rende necessario trasmetterla il giorno successivo, in termini temporali rispetto all'accordo che ci sarà a livello di Unione Europea.
Vorrei ricordare che in alcune aree soggette ad Ob. 2, il Governo italiano ha individuato anche le aree di aiuto di Stato 87 3C. Le aree di aiuto di stato 87 3C non sono state oggetto di negoziato con le Regioni perché viaggiano con un meccanismo molto più rigido e parametrico, anche se per alcune compensazioni in deroga all'87 3C, che riguardavano essenzialmente le Regione transfrontaliere e alcune situazioni della Liguria, c'è stato un incontro, una concertazione che il Ministero del Tesoro ha voluto svolgere con i Presidenti delle Regioni.
Vorrei fare un'ultima considerazione sintetica. Uno dei vincoli del programma è quello del cosiddetto "profilo di Berlino", che prevede delle percentuali obbligatorie di spesa anno per anno.
Ieri, a seguito di consultazioni telefoniche con le altre Regioni e con il Ministero del Tesoro, trattandosi di proposta, lo stesso Ministero del Tesoro ci ha consigliato di azzerare la colonna 2000, spostando sul 2001 l'erogazione materiale, per poter aprire il fronte della trattativa in merito alla capacità di spesa. Questo discorso l'ho fatto già in sede di VII Commissione.
Avremmo delle difficoltà in particolare nella parte degli assi che riguardano i soggetti pubblici ad impegnare entro il 31 dicembre 2000 la spesa, perché i tempi procedurali di approvazione dei progetti esecutivi salvo che siano già pronti nel cassetto - e quindi che ci sia una condizione di bando - sono ristretti ma non è in questo modo che si ragiona a livello di Piemonte e di enti locali piemontesi. Avremmo delle difficoltà a spenderli in particolare sui soggetti pubblici, ma anche sui soggetti privati. Anche sul sistema delle imprese sorgerebbero delle difficoltà perché delle procedure di bando, con relativa istruttoria e impegno entro il 31 dicembre incontrerebbero problemi, non sapendo ancora ad oggi quando ci sarebbe l'avvio di queste procedure.
Di conseguenza, l'accordo con il Ministero del Tesoro si trova a forzare, iscrivendo zero nelle colonne di impegno nell'anno 2000, per provare di ottenere una modifica del profilo di Berlino. Per vedere se la Commissione di Autorità (è nei suoi poteri) permette alle Regioni italiane (ragionamento che vale per il Piemonte e per le altre Regioni) di slittare fermo il totale degli stanziamenti a favore dell'Italia, gli impegni, non entro il 31 dicembre 2000, bensì entro il 31 dicembre 2001. Questo sicuramente sarà oggetto di negoziato e l'impegno della Giunta è quello di riferire tempestivamente al Consiglio.
Gli emendamenti che modificano la deliberazione consistono in alcune sostituzioni delle cartografie, con altre più aggiornate del socio economico-territoriale; alcune correzioni delle diciture, che riguardano l'inserimento di 35 mila abitanti nell'area NUTS 3 della Provincia di Vercelli; l'eliminazione di alcune correzioni del tutto formali l'indicazione degli anni con la locazione delle risorse per quanto riguarda il Phasing out che, in questo caso, mantiene l'anno 2000, perché riguarda il completamento di opere avviate nei precedenti programmi nell'area Ob. 2 5B. Di conseguenza, in questo caso, lo stesso Ministero del Tesoro non consiglia forzature in merito e naturalmente la correzione dell'elenco dei comuni dell'area Ob. 2 che, rispetto a quella che era la zonizzazione dell'agosto 1999, prevede la maggior quota di abitanti che, peraltro abbiamo ricevuto da altre Regioni per compensazione, spalmato su alcuni comuni della Provincia di Vercelli, e una piccola quota spostata dall'area della collina di Torino e Moncalieri su tre comuni della Provincia di Asti (Montafia, Capriglio e Villanova), perché, come osservazione già a livello di dipartimento da coesione, non c'era la continuità della somma delle zone censuarie.
Mi posso permettere di dire in quest'aula che informalmente abbiamo iniziato non la negoziazione, ma un confronto con la struttura della Comunità Europea. Il giudizio sul documento unico di programmazione è positivo, al limite ci chiederanno una maggiore esplicazione in sede di complemento in programma, da notificare anche questo, per quanto riguarda le misure di intervento che, in questo caso, abbiamo volutamente indicato solo a grandi linee, per poi entrare nel merito con il complemento di programmazione.
La mia relazione è molto succinta, non è entrata nel merito del DOCUP.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Intervengo solo per fare una domanda al Presidente Ghigo.
Come già ricordava l'Assessore Picchetto, la questione dell'Ob. 2 del DOCUP intreccia la questione degli aiuti di Stato. Due questioni che abbiamo sempre affrontato come strumento complementare per affrontare le situazioni. Dato che la questione degli aiuti di Stato è stata al centro nelle scorse settimane, delle cronache politiche, in particolare, in seguito ad una riunione privata fra alcuni Presidenti di Regione e alcuni Segretari di partito, non ricordo se in un ristorante o in night club genovese o ligure (sono annunciate delle decisioni importanti che riguardano spostamenti di popolazione) volevo chiedere al Presidente Ghigo che ne ha parlato molto alla stampa, se anche in quest'aula riteneva opportuno dire qualcosa su questa questione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

E' stato un argomento che ha sollevato interpretazioni diverse in varie sedi.
Credo di aver dato, fin da subito, l'interpretazione corretta a quello che era avvenuto. C'è forse stata una sovrapposizione a livello di comunicazione, nel senso che è assolutamente legittimo, come tra l'altro hanno riconosciuto anche i nostri colleghi Presidenti di schieramento opposto, che delle Regioni si ritrovino per concordare delle linee politiche comuni: se la Regione Marche, piuttosto che l'Emilia Romagna o la Calabria, si incontrano per il "corridoio" adriatico, è un tema sul quale chiaramente le Regioni, anche al di fuori del contesto istituzione della Conferenza dei Presidenti, hanno legittimità a confrontarsi. L'equivoco è nato dal fatto che, a quell'incontro, è stata data una certa lettura da parte dei media. Attenzione, non voglio dire che la colpa sia dei media anche se è indubbio che c'è stata una certa forzatura su un'iniziativa di suddivisione di riequilibrio di una criticità, che il Ministero del Tesoro aveva rappresentato alle Regioni e che aveva, in un certo senso, indicato come soluzione.
In buona sostanza, il Ministro aveva detto: "Trovate un accordo fra di voi e fate degli spostamenti, tra gli aiuti di Stato e l'Ob. 2, in modo che alla fine possa essere accettata una soluzione equilibrata". Noi abbiamo fatto così. Ricordate il susseguirsi delle dichiarazioni, come quella del Ministro Bersani, che giudicò quel fatto eversivo, ma, in realtà, ci fu qualche Presidente del Polo che ingiustamente ha ritenuto di assumersi tutto il merito di quella operazione. In definitiva, c'è stata una interpretazione, risultata poi quella corretta, secondo la quale il Ministero del Tesoro ci aveva dato un input e non avevamo fatto altro che seguire questo input, prendendoci il merito di aver risolto il problema ma indubbiamente, non l'abbiamo fatto né contro il Ministero del Tesoro n contro altri.
Ho già avuto modo di dire che, obiettivamente, la cosa avrebbe dovuto avvenire nell'ambito della Conferenza dei Presidenti. I tempi e la situazione contingente, ma forse anche un minimo di inesperienza da parte di qualche Presidente neoeletto, hanno fatto sì che la cosa venisse interpretata in maniera distorta.
Nell'ultima conferenza abbiamo risolto questo incidente di percorso e nell'incontro con il Presidente Amato e il Ministro Visco, oltre ad aver ratificato quello che viene chiamato erroneamente l'accordo di Genova (oltretutto, nella conferenza stampa si sono inseriti i rappresentanti di partito, cosa che c'entra poco, obiettivamente ne convengo anch'io, con le decisioni che devono autonomamente assumere i Presidenti delle Regioni) si è anche trovata la soluzione per soddisfare un'ulteriore richiesta avanzata dalla Regione Valle d'Aosta.
Perciò, in buona sostanza, in quella riunione con il Ministro Visco, il Presidente Amato, ancora una volta, ci ha dichiarato la sua speranza di chiudere la vertenza dell'obiettivo 2 perché, dobbiamo ricordarlo a tutti questa non è ancora chiusa. Tutte le Regioni hanno convenuto che la suddivisione tra Obiettivo 2 e 87 3C, cioè gli aiuti all'impresa da parte dello Stato, assumevano la configurazione che abbiamo stabilito in quella seduta con la quale abbiamo chiuso la partita.
Nella successiva riunione della Conferenza dei Presidenti si è fatta la discussione politica sull'interpretazione a cui lei faceva riferimento ed ho dovuto trarre le conclusioni nel tentativo di ricondurre la conferenza ad una linea, che si è poi convenuta, cioè dare nella Conferenza stessa l'assoluta priorità delle discussioni, dei temi che riguardano istituzionalmente il rapporto Regioni-Governo. Di conseguenza, con qualche mezza ammissione e qualche "retromarcia" piuttosto visibile, si è raggiunto, a proposito di questa situazione, un consenso unanime.
Ritengo legittimo che le Regioni del Polo si incontrino per fare delle considerazioni dal punto di vista politico e stendere dei documenti. Quello che obiettivamente anch'io ho ritenuto non eccessivamente corretto, è che ci sia stata questa commistione tra atto amministrativo concordato con il Ministero. Qui è nato l'equivoco, sembrava che questa suddivisione l'avessero fatta le Regioni del Polo da sole, ma non ho mai dichiarato questo, anzi ho subito smentito: la suddivisione era stata concordata con il Ministero. Naturalmente si è convenuto che è assolutamente concepibile che le riunioni del Polo avvengano con la presenza del leader di partito che si facciano tutte le considerazioni, che si estendano tutti i documenti politici e programmatici come quello che noi abbiamo steso come componenti della Casa della Libertà, ma quella è una sede politica. Non è corretto invece, mischiare la fase amministrativa con quella politica. Questa discussione ha trovato, obiettivamente, ammenda da parte di chi aveva ecceduto in questo tipo di atteggiamento e apprezzamento nei confronti di chi, invece, condivideva questa tesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

La ringrazio per le cose che ha detto, Presidente, sulle quali farò una considerazione. Il mio Gruppo non contesta la decisione della Giunta di adottare la procedura d'urgenza sul Documento Unico di Programmazione e sul programma Phasing out. Come ricordava l'Assessore Pichetto, il Documento Unico di Programmazione dovrà essere negoziato e approvato dalla Comunità Europea, quindi c'è un problema di tempi che noi condividiamo.
L'Assessore Pichetto ha detto poco fa che la Giunta ha avviato una serie di contatti informali con la Comunità; certamente questo è un fatto positivo, ma c'è un problema di ratifica formale da parte dell'Unione Europea. Soltanto dopo che il Documento Unico di Programmazione sarà ratificato e approvato dalla Comunità e la Regione farà il complemento di programma (atto ulteriore che devono fare la Giunta e la Regione), noi potremo finalmente, come imprese ed enti locali, accedere ai finanziamenti.
Confermiamo, come Gruppo, alcune riserve e critiche che, per la verità avevamo sottolineato e avanzato già nella precedente legislatura, in merito all'esclusione di alcune realtà oggi comprese nel programma Phasing out essendo queste realtà retrocesse dall'elenco indicante le realtà comprese nell'Obiettivo 2. La questione, come diceva il Consigliere Pietro Marcenaro ci riporta ad un tema di fondo, Presidente Ghigo, che abbiamo anche affrontato in Consiglio regionale durante le discussioni che lei fece al momento delle sue dichiarazioni programmatiche. La vicenda suscitò un vespaio di polemiche, la maggior parte delle quali, secondo noi molto strumentali, suscitate dal Polo; prendo atto che lei sostenne che si trattava di inesperienza usando, credo, un eufemismo. Il Presidente della Giunta Regionale della Calabria, invece, riferendosi a queste polemiche, ha parlato di folclore politico. I fatti, oggi, mi sembrano molto chiari.
Il 15 giugno vi è stato l'accordo tra Regioni e Governo sulla partita dei fondi. In quell'occasione è emersa una cosa chiarissima e cioè che anche il Governo e il Ministro del Tesoro avevano sollecitato un'intesa fra Regioni. Da questo punto di vista, abbiamo la prova del fatto che tutta la polemica impostata contro il Governo di centrosinistra era davvero molto strumentale. Il nostro Presidente, oggi, dice che quell'intesa era stata sollecitata dal Governo medesimo, quindi l'atto che ha compiuto la Conferenza delle Regioni teneva conto di esigenze proprie e di esigenze maturate nel confronto tra istituzioni regionali, ma c'era anche un input forte venuto dal Governo da parte del Ministro del Tesoro. Sulla questione il Governo ha tenuto un atteggiamento coerente, ha tenuto aperta la questione della zonizzazione; se noi concluderemo in questo modo la vicenda, è perché il Governo di centrosinistra, il Presidente del Consiglio in carica e il Ministro Visco, a Bruxelles, sosterranno e difenderanno questa proposta e noi ci auguriamo che questo avvenga rapidamente.
La questione che ho sollevato, Presidente Ghigo, conferma una cosa che lei prima ha detto: avevano ragione, nella Conferenza Stato Regioni o Governo Regioni, quei Presidenti che hanno inteso il rapporto con il Governo in termini dialettici e non di contrapposizione. Ci sono ruoli diversi, è giusto che le Regioni facciano sentire in quella sede la loro opinione, il loro punto di vista, manifestino le proprie posizioni, ma è evidente che il punto di discrimine è dato dal fatto che vi era chi pensava di utilizzare quella sede non per andare ad un confronto stringente con il Governo, ma per immaginare una contrapposizione tra Regioni e Governo.
Da questo punto di vista, anch'io ritengo che non sia in questione il diritto delle Regioni del nord o del centro di avere momenti di approfondimento: questa cosa è difficilmente contestabile. Il punto politico, secondo me, è quello che lei richiamava alla fine: l'importante è che la decisione venga ricondotta nella sede naturale, che è quella della Conferenza delle Regioni. E' soltanto in quella sede che dobbiamo discutere se e come distribuire o ridistribuire le risorse pubbliche.
In ultimo, volevo sollevare una questione e manifestarla alla Lega e all'Assessore competente. Una volta approvato il Documento Unico di Programmazione, è necessario che gli enti locali e le imprese vengano messe in condizioni di accedere quanto prima ai fondi. Poiché mi è parso di cogliere, in alcune realtà del Piemonte, una difficoltà che riguarda soprattutto gli enti locali nella fase di progettazione (parliamo di Comunità Montane e di piccole realtà), credo che varrebbe la pena, in sede di definizione di complemento di programma, affrontare la questione. E' un problema che sollevo all'attenzione del Consiglio, in questo momento non ho una risposta da dare. Penso sia necessario valutare in quell'ambito se e come affrontare la questione per far in modo che soprattutto gli Enti locali vengano messi in condizione di superare tranquillamente, senza problemi, la fase di progettazione, che è fondamentale per accedere ai finanziamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Intervengo per dichiarare che anche noi siamo favorevoli all'approvazione della proposta di deliberazione assunta dalla Giunta anche perché ci sono delle scadenze. Tuttavia, le questioni sollevate restano tutte quante, non soltanto quelle politiche.
Quando appresi della decisione assunta dai Presidenti delle Regioni del Polo del nord, restai stupito, perché avendo seguito un po' tutta la vicenda, soprattutto in Commissione, sapevo perfettamente che le decisioni assunte in relazione alla ripartizione dei fondi, erano sempre state decisioni, assunte sulla base di una bozza. Ricordo allora l'Assessore Pichetto quando ci disse che quella era una prima bozza di un'ipotesi di accordo fatta tra le Regioni, quindi il ruolo del Governo mi è parso di capire, già dall'anno scorso, era del tipo: Regioni mettetevi d'accordo; la popolazione interessata all'Obiettivo 2 è diminuita: Regioni trovate qualche parametro in modo da garantire le esigenze.
Non per nulla l'Assessore Pichetto e il Presidente Ghigo erano alla ricerca di parametri in qualche maniera utili per rappresentare meglio l'esigenza del Piemonte. Questo sta a dimostrare che non c'è, per questa vicenda, uno Stato centralista e delle Regioni che rivendicavano un'autonomia. Già allora - questo non lo dico per difendere lo Stato centrale, ma per onestà intellettuale - c'era una posizione dello Stato del Governo che aveva detto alle Regioni di mettersi d'accordo.
Dopodiché fu raggiunta un'ipotesi di accordo. I rilievi che facemmo allora in quest'aula e in Commissione furono i seguenti: l'accordo raggiunto è un accordo che favorisce una Regione - la Lombardia - perch pur non essendo, in base ad alcuni parametri individuati, una Regione a totale deindustrializzazione, in qualche maniera veniva favorita.
Quindi già quel tipo di accordo favoriva la Regione Lombardia, e derivava anche dall'autorevolezza politica che la stessa aveva, ma per accordo delle Regioni.
Quindi sostanzialmente, con quella strumentalizzazione politica, si è cercato sostanzialmente di rimettere in parte a posto alcune questioni che le Regioni avevano in sospeso.
Questo per dire che facendo passare per rivendicazione di federalismo una decisione che in ogni caso era già stata assunta in modo autonomo dalle Regioni, mi sembra proprio una strumentalità unica.
D'altronde il Presidente Ghigo immediatamente ha dovuto - e ha fatto bene - correggere una posizione estrema che non aveva alcun tipo di fondamento, perché la decisione era sempre stata, e continua ad essere, una decisione delle Regioni e non un'imposizione del Governo centrale.
Seconda osservazione: ci vengono presentati degli emendamenti. Confesso che non sono in grado di esprimere un'opinione - i tempi tra l'altro non lo consentono - o una valutazione compiuta di questi emendamenti. Non tanto sull'operazione di slittamento, che è comprensibile per una posizione rivendicativa, ma soprattutto su alcuni cambiamenti territoriali.
Vi ricordate la vicenda dell'utilizzo dei sistemi locali del lavoro? Già allora l'introduzione di tale meccanismo aveva escluso alcune zone. Non per nulla sollevammo delle osservazioni dicendo che il sistema non era automatico. L'Assessore rispose che avevano introdotto dei correttivi vennero introdotti - che permettevano di individuare delle zone in modo automatico. Cosa non vera, perché correttivi significa eliminare alcuni automatismi.
Adesso non so con quale criterio ci viene detto di introdurre qualche Comune.
Ho dei dubbi su tale meccanismo, che, oltretutto, non è ancorato ad un automatismo. Mi domando, pertanto, per quale motivo venga considerato quel Comune e non un altro. Sollevammo già allora dei dubbi, per esempio perch la zona dell'alto canavese era stata esclusa, mentre alcune zone del Verbano no.
Ho fatto tale discorso, in quanto gli emendamenti presentati, esprimere una valutazione compiuta, richiederebbero una conoscenza degli elementi veri che ci permettano di dire il perché quel Comune è stato escluso. E' importante conoscere, altrimenti il nostro voto, per quanto riguarda questi emendamenti, sarà un voto contrario.
L'ultima considerazione è politica. Ho notato che la vicenda dei fondi strutturali consente al Polo di evidenziare un problema sul quale il Polo intende lavorare.
In quest'occasione pongo un interrogativo al Presidente del Consiglio e al Presidente della Giunta - ho già avuto modo di porlo in altra sede.
La legge costituzionale n. 1/99 ha modificato parecchio l'ordinamento regionale: il Presidente viene eletto direttamente dai cittadini, inoltre nomina e revoca gli Assessori. Ma la legge n. 1 non ha modificato il ruolo e le competenze del Consiglio regionale.
L'unica competenza tolta al Consiglio regionale è la potestà regolamentare, ma quella legislativa è rimasta.
L'invito che rivolgo al Presidente della Giunta regionale è di stare attento: dal punto di vista ordinamentale il Consiglio regionale ha gli stessi poteri di prima, tranne la potestà regolamentare.
Il fatto che la potestà regolamentare non spetti più al Consiglio, non autorizza nessuno di noi, e neppure il Presidente, ad assumere delle posizioni senza che prima vengano verificate dal Consiglio regionale.
Leggo che la popolazione è ridotta del 10%, ma quand'è che il Presidente della Giunta regionale lo ha verificato? C'è un atto della Giunta? C'è un atto del Consiglio? In qualche maniera - e spero che questa sia una difficoltà di tutto il Consiglio - mi sento un po' espropriato dal ruolo di Consigliere, quando qualcuno assume una posizione - in sedi magari non istituzionali - in accordo con altri Presidente delle Regioni.
Questo vuol dire che una decisione assunta dal Presidente della Giunta regionale è una decisione che il Consiglio regionale deve approvare automaticamente? Dal punto di vista della democrazia, mi pare ci sia una riduzione.
Invito i Presidenti eletti direttamente dal popolo a tenere conto che con la legge costituzionale n. 1/99 il Presidente della Giunta oltre a promulgare le leggi, ha un ruolo di indirizzo del potere esecutivo, che era già un ruolo esistente, non esplicitato dalla Costituzione.
E' un problema che ripropongo (avremo modo di parlarne a fondo in occasione della discussione sullo Statuto) perché è una questione delicata che abbiamo avuto modo di verificare già in quest'occasione, in cui il Presidente della Giunta regionale si è assunto un compito, un ruolo, una decisione che non è di sua competenza.
Tutto ciò potrebbe richiedere un ragionamento diverso nella revisione e nella nuova impostazione delle competenze degli organi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Ho chiesto di parlare solo per fare un breve commento al documento.
Abbiamo visto quali sono i quattro obiettivi principali del DOCUP: l'internazionalizzazione, la qualificazione e sostegno di sistema, lo sviluppo locale e la coesione sociale. Questa indicazione degli obiettivi ha fatto sì che alcune zone del Piemonte fossero ridisegnate.
Il messaggio principale che intendevo dare con il mio intervento (oltre che anticipare l'approvazione dell'emendamento) è che il Piemonte ha bisogno - come credo tutto il nostro Paese - di una politica di accompagnamento che guardi al lavoro, alla fiscalizzazione e tassazione delle imprese in maniera tale che questo sostegno e finanziamento realizzi il risultato migliore. Da tempo aspettiamo (in quattro anni non è ancora avvenuto, speriamo che il futuro ci riservi dei cambi di rotta) un provvedimento di ordine fiscale e lavoristico che aiuti le imprese (sostenute anche da provvedimenti come questi) ad investire e ad assumere di più, con una tassazione coerente con le politiche di sviluppo.
Purtroppo, in questi quattro anni non abbiamo visto politiche di accompagnamento agli strumenti finanziari che incentivassero l'assunzione e l'occupazione o l'aumento di produzione e di investimenti. In questi quattro anni non abbiamo visto politiche nazionali che comprendessero o capissero qual è l'impatto, per esempio, dell'IRAP. L'IRAP è un'imposta che ha semplificato la tassazione delle piccole imprese, togliendo ILOR, ICIAP cioè le famose piccole tassazioni che le imprese avevano, e raggruppandole in una sola che è, appunto, l'IRAP. Non si è capito l'impatto di tale imposta sull'occupazione: è l'unica imposta in Europa che tassa il costo del lavoro, gli interessi passivi che le imprese pagano alle banche quando sono indebitate con loro. Un'imposta che ancora sussiste senza alcun cambiamento, senza alcuna modifica, e batte ancora sui due elementi di debolezza del nostro sistema produttivo, vale a dire il costo del lavoro altissimo e il costo d'indebitamento bancario che, nelle imprese piemontesi, è assai alto. L'indebitamento medio delle imprese piemontesi è tra i più alti a livello non solo nazionale ma, credo, anche europeo.
Qual è, dunque, il messaggio e l'invito che intendo lanciare all'Assessore? Quello di affermare, in tutte le sedi competenti a recepire un messaggio di questo genere, che bisogna cambiare rotta nelle politiche fiscali e del lavoro, non solo con flessibilità, ma di aiuto alle imprese.
Non possiamo avere un costo del lavoro così alto e nello stesso tempo lamentarci del fatto che le imprese non assumono, o che comunque non diminuisce la grande massa di disoccupazione.
Vorrei ricordare che nella sola Provincia di Torino ci sono 200.000 disoccupati: è una cifra enorme, una bomba sociale. Vorrei che il governo finalmente cominciasse (non lo farà il governo attuale, perché credo che in questi ultimi dieci mesi non sarà in grado d'invertire un trend che dura da circa cinque anni) a recepire queste necessità vitali del sistema economico, non solo piemontese ma nazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Nei giorni immediatamente successivi alla riunione di Genova, anch'io ho dovuto rispondere a parecchi cittadini che mi chiedevano notizie su cosa fosse accaduto. A caldo, in quei giorni, rispondevo che - a mio parere non era accaduto nulla di straordinario, né di eversivo. Il Presidente Ghigo oggi conferma che di questo, in effetti, si è trattato: di nulla di straordinario.
Però, Presidente Ghigo, c'è una situazione che non mi convince. Lei partecipa - e penso non da sprovveduto - ad una riunione dei Presidenti del Polo, in un luogo non istituzionale, alla presenza di esponenti di partito: o lei non sa quel che si fa, oppure lei sa benissimo cosa sta facendo.
Appena eletto Presidente dei Presidente, di certo si sarà accorto di star partecipando ad un'iniziativa non istituzionale, a cui un Presidente della Conferenza dei Presidenti - lei lo sa - non dovrebbe partecipare. In quest'iniziativa c'è chi tira il sasso, e il sasso è Formigoni. C'è chi tira il sasso, ma lei è ben presente a questo lancio del sasso! Sasso propagandistico, tant'è che tutti gli italiani che hanno letto o sentito i telegiornali sanno che, finalmente, i Presidenti del Polo si sono distinti dal Governo e hanno preso una loro decisione autonoma.
Dopo che questo fatto propagandistico è entrato nelle case di tutti gli italiani, lei e Formigoni avete portato a casa il risultato e vi siete divisi le parti: evidentemente, nella propaganda, uno fa la parte cattiva l'altro, subito dopo, quello eletto con i voti all'unanimità da tutti gli altri Presidenti, fa la parte buona, viene in quest'aula e dice: "Non è successo niente!" Presidente, si tratta di essere conseguenti a quanto lei ha appena affermato. Non credo a quello che lei ha detto, o meglio, per crederci avrei bisogno di fatti concreti, non di reminiscenze del passato. Se vuole essere creduto, occorre che fatti di questo genere, se di nuovo accadono non vedano più la sua partecipazione.
Quanto alle cose che lei ha detto attendo, con beneficio d'inventario.
Se lei sarà conseguente con quanto ha affermato, non parteciperà più a riunioni di tal fatta. E' questo che aspetto di vedere.
In caso contrario, ci troveremmo di fronte alla solita propaganda, che voi incassate. E' una cosa che succede nelle alleanze: si alza la voce, si fa notizia, e con quella notizia si entra nelle case di tutti. Ma la notizia che lei ha portato qui stasera, Presidente, non entrerà nelle case degli italiani. Nelle case dei cittadini rimarrà l'eco dell'altra notizia secondo cui avete fatto guerra al Governo centrale.
Questa notizia non è entrata nelle case e non entrerà, è entrata l'altra. Volevo solo dirle, con la correttezza che spero mi riconosca, che aspetto, per i tempi futuri, la verifica dei suoi comportamenti e della loro coerenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per replica l'Assessore Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al coordinamento politiche e fondi comunitari

Solo brevemente, perché giustamente devo dare delle spiegazioni per giustificare il voto di alcuni colleghi (ad esempio del collega Saitta) ed è anche l'occasione per prendere spunto in particolare dall'intervento del collega Ronzani.
Parto dalle considerazioni in merito alla zonizzazione. Prego il Consigliere Saitta di credere - farò il percorso sintetico perch l'argomento è ostico e sono sempre disponibile a riprendere il tema in Commissione - che la Regione Piemonte, in una delle fasi di trattativa svoltasi nel mese di febbraio, ha avuto una maggior quota abitanti rispetto all'accordo del 1999, una maggior quota abitanti pagata - mi si passi il termine - da quelle Regioni che non avevano nessuna provincia nella condizione NUTS 3, ovvero nella condizione di provincia a declino industriale o rurale.
Non potevamo più muovere la ripartizione a sistemi locali del lavoro perché altrimenti sconfessavamo la trattativa italiana precedente per avere la quota nazionale, dovevamo però trovare delle posizioni di riequilibrio dove poi l'equilibrio principale è ancora sempre la provincia di Torino per avvicinarci il più possibile a quel 50% previsto dall'art. 4 del Regolamento CE 1260/99.
Noi abbiamo ottenuto questa maggiore quota abitanti con il vincolo di destinarla alle province che avevano le condizioni di declino rurale o declino industriale.
Mentre i sistemi locali del lavoro davano un certo risultato ragionando a province, le province NUTS 3 in condizione di declino rurale o industriale del Piemonte sono: Asti, Alessandria, Vercelli e Verbania.
Verbania aveva già oltre il 50% (vado a mente con i dati) di obiettivo 2 e il resto in phasing out; Alessandria, tra obiettivo 2 e phasing out raggiunge oltre i 200 mila abitanti; Asti ha 50-60 mila abitanti (c'è stato un completamento con poche centinaia di abitanti, proprio per completare il sistema locale); si è arrivati a Vercelli partendo dalla graduatoria del sistema locale del lavoro (anche perché non abbiamo mai potuto abbandonare il sistema locale del lavoro, per non smentirci, per non smentire l'Italia su tutta la trattativa). Quindi ecco perché Vercelli; Vercelli aveva il 7 perché aveva solo la Val Sesia a sistema locale del lavoro.
A quel punto, passando al ragionamento provinciale, tutta la provincia era in condizioni di declino rurale e allora si è fatto riferimento al sistema locale del lavoro, esclusa la Val Sesia che lo era già, con quell'ordine. Ecco qual è stato il criterio che ha dettato il tutto.
Ancora due cose. Alla fine di tutte le cessioni, il Piemonte ha chiuso a 1 milione 343 mila abitanti, 5 mila abitanti in più rispetto alla trattativa precedente. Questi restano, se l'Unione Europea accetta l'ipotesi proposta dal Governo italiano.
Mi permetto di fare un'altra considerazione; lo spunto mi viene dall'intervento del collega Ronzani, quando diceva che gli Enti locali hanno bisogno di progettare e hanno anche bisogno di risorse per poter progettare. Di questo ci stiamo rendendo conto. Se noi riusciamo ad avere delle certezze sul percorso, la Regione Piemonte ha circa 30 miliardi che ha avuto in restituzione dei fondi terremoto. Ho già comunicato che avevamo dato alle aree terremotate un'elargizione, le aree terremotate non l'hanno spesa e noi ce la siamo ripresa; era un impegno dell'allora Ministro Ciampi, che ha mantenuto.
Questi fondi sono propedeutici per le progettazioni per gli Enti locali per il prossimo periodo di programmazione. Appena ci saranno le certezze bisognerà - gli uffici stanno anche studiando i meccanismi - mettere in over booving sulle misure che vanno sugli Enti locali relativamente a questi fondi, che partono per la progettazione e poi vanno in recupero e diventano over booving finale.
Questa è l'intenzione che ho almeno come elementi di complemento di programma.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ringrazio l'Assessore per la replica.
Sono a vostre mani gli emendamenti. Possiamo cominciare dal primo, che riguarda appunto la parte prima, il profilo ambientale e territoriale, che dice: 1) "Le cartine di pag. 54, 55, 57, 59, 60, 61, 62 sono variate solo nella grafica di retino relativo alle zone obiettivo 2".
Se non vi sono interventi, passo alla fase della votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 8 astensioni.
Passiamo al secondo emendamento, che riguarda sempre la parte prima, in particolare il capitolo delle aree rurali con problemi di riconversione: 2) "Pag. 81, al 4º capoverso, dopo 'Saluzzese', bisogna aggiungere 'e il comprensorio risicolo del vercellese'".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 8 astensioni.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Siamo al terzo emendamento: 3) "Pag. 155, eliminare il capoverso C, togliere le lettere di capoverso restanti A - B - D e sostituirle con trattini.
Al capoverso D, dopo 'fondo', aggiungere '(nel rispetto dell'art. 28 del Reg. CE 1260/99)'".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 8 astensioni.
Passiamo al quarto emendamento: 4) "Pag. 171 aggiungere 'In coerenza con le considerazioni finora svolte le risorse che saranno assegnate agli interventi in aree di phasing out verranno impegnate secondo un profilo temporale decrescente, come evidenziato nel prospetto seguente.
Phasing out: distribuzione temporale delle risorse Anni Allocazione (%) 2000 30,0 2001 25,0 2002 18,0 2003 12,0 2004 10,0 2005 5,0 Totale 100,0 Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 8 astensioni.
Passiamo al quinto emendamento, il cui testo recita: 5) "pag. 175 Ipotesi di piano finanziario è mutata. La versione corretta è la seguente: DOCUP 2000-2006 REGIONE PIEMONTE: ripartizione delle risorse per assi e per anni".



(Segue una tabella relativa ai Fondi pubblici.)



PRESIDENTE

Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 29 voti contrari e 8 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).



PRESIDENTE

Passiamo al sesto emendamento integrativo al Deliberato, il cui testo recita:



PRESIDENTE

6) "Nel deliberato aggiungere il seguente punto: di demandare alla Giunta regionale eventuali e successive modificazioni del DOCUP (Documento Unico di Programmazione) conseguenti ad eventuali ulteriori determinazioni assunte dall'UE e/o dagli Organi Ministeriali".



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Su questo punto, propongo un emendamento: "di demandare alla Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente,..." e segue.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al coordinamento politiche e fondi comunitari

Il parere è negativo perché è formulato in modo che siano emendamenti conseguenti ad eventuali ulteriori determinazioni assunti dall'Unione Europea e dagli Organi Ministeriali, quindi, è un elemento di trattativa diretta e si assente direttamente.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al coordinamento politiche e fondi comunitari

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al coordinamento politiche e fondi comunitari

Suggerisco infatti "sentita".



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al coordinamento politiche e fondi comunitari

Sì, ma il sentita può essere un elemento post e, quindi, sarebbe scorretto nei confronti del Consiglio.
E' una trattativa diretta, di conseguenza si concorda e si corregge seduta stante. Diventa difficile e sarebbe scorretto. Comunicate tempestivamente al Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Replico rapidamente.
Siccome qui si parla di demandare alla Giunta regionale - e non si parla dell'Assessore che sta conducendo la trattativa - cioè a una sede collettiva, questa è la formulazione.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al coordinamento politiche e fondi comunitari (fuori microfono)

Solo ulteriori determinazioni assunte dalla Unione Europea e/o dal Governo.



MARCENARO Pietro

Sì, però, siccome si parla di demandare non all'Assessore o al Presidente che sta negoziando, ma ad una sede collettiva, quale la Giunta il fatto che su un problema così delicato, e dopo le questioni sorte, sia sentita la Commissione, mi pare non contraddica le esigenze di rapidità e di tempestività.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al coordinamento politiche e fondi comunitari (fuori microfono)

Faccia una mediazione informata.



PRESIDENTE

Se posso suggerire, potrebbe essere una mediazione informata? Pongo in votazione l'emendamento così corretto, perché è stato accettato dalla Giunta, cioè: "di demandare alla Giunta regionale informata la Commissione consiliare competente, eventuali e successive modificazioni del DOCUP (Documento Unico di Programmazione) conseguenti ad eventuali ulteriori determinazioni assunte dall'UE e/o dagli Organi Ministeriali".
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 39 voti favorevoli e 2 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Pongo pertanto in votazione l'intera deliberazione così emendata, il cui testo verrà trascritto sul processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 31 voti contrari e 9 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento: Programmazione: argomenti non sopra specificati - Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 806 (ex pdcr n. 782 ex pdcr n. 796): Ratifica ai sensi dell'art. 40 dello Statuto della DGR n. 20-29667 del 10/03/2000. Modifica della deliberazione DCR 613-1208 del 25 gennaio 2000 "L. 15 marzo 1997, n. 59, art. 21 e DPR 18 giugno 1998, n. 233. Approvazione Piano regionale di dimensionamento delle istituzioni scolastiche statali". Riadottata con DGR n. 6-29961 del 02/05/2000 (scade il 1 luglio 2000)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 13) all'o.d.g.: esame proposta di deliberazione n. 806.
Non essendoci interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo verrà trascritto sul processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 29 voti favorevoli e 8 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame proposta di deliberazione n. 807 (ex pdcr 697 ex pdcr n. 795): Ratifica ai sensi dell'art. 40 dello Statuto della DGR n. 28-29674 del 10/03/2000. "Programma straordinario di investimenti in edilizia sanitaria ai sensi dell'art. 20 L. 11/03/1998, n. 67 - I triennio. Variazione di assestamento relativa alla RSA di Cumiana". Riadottata con DGR n. 6-29961 del 02/05/2000 (scade il primo luglio 2000).


PRESIDENTE

La parola al relatore, Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria, relatore

Grazie, Presidente e cortesi colleghi.
La deliberazione attiene alla riconversione del progetto di costruzione della RSA di Cumiana da RSA, in struttura di riabilitazione di secondo livello con 21 posti letto per minori cerebrolesi.
Il Piemonte aveva una forte necessità di questa struttura, perché i bambini si recavano in America o nei Paesi dell'est Europa per effettuare la riabilitazione.
Nel 1999, l'ASL 10 di Pinerolo, dopo avere verificato che erano ampiamente osservate nel proprio ambito territoriale le previsioni della programmazione regionale, che prevedevano un posto letto ogni cento ultrasessantacinquenni, avendo nella propria ASL 335 posti letto disponibili, a fronte dei 259, che rappresentavano il minimo, ha chiesto alla Regione questa riconversione. Pertanto, si è ritenuto importante procedere con la deliberazione in oggetto.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore D'Ambrosio.
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione la deliberazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 35 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
A questo punto, data l'ora tarda, la seduta è riaggiornata a martedì 4 luglio 2000 con al primo punto dell'ordine del giorno, come da intese dei Capigruppo, la discussione sulla Commissione Statuto.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.34)



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