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Dettaglio seduta n.58 del 23/01/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Constatata la mancanza del numero legale, aggiorno la seduta alle ore 11, ai sensi dell'ex art. 52, comma 4, del Regolamento.



(La seduta, sospesa alle ore 10,28 riprende alle ore 10,58)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bolla, Cattaneo, Costa Enrico, Leo Pichetto, Salerno e Scanderebech.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali

Proseguimento esame disegno di legge n. 178: "Ulteriori disposizioni normative per l'attuazione del D.lgs. 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59)" Presentazione questione procedurale in merito al rinvio del provvedimento in Commissione


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame del disegno di legge n. 178, poiché la parte relativa alle interrogazioni ed interpellanze è rimasta all'o.d.g.
come refuso.
Martedì scorso è stata sospesa la seduta, e poi ripresa, a seguito della risistemazione di un articolo e della riscrittura di emendamenti che erano già stati...



MARCENARO Pietro

Non discutiamo le interrogazioni e le interpellanze?



PRESIDENTE

Ripeto, le interrogazioni e le interpellanze sono state inserite nell'o.d.g. come refuso in quanto, nella giornata odierna, avremmo dovuto cominciare dal disegno di legge n. 178.
L'ho già spiegato in apertura di seduta: troviamo interrogazioni ed interpellanze, ma la determinazione era quella di iniziare direttamente dal disegno di legge n. 178.
Mi spiego meglio. Normalmente, quando si segue la prassi ordinaria, le interrogazioni e le interpellanze si esaminano in seguito a comunicazione della Giunta nella riunione dei Capigruppo, con l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze sulle quali la Giunta stessa è pronta a discutere. Non avendo convocato la riunione dei Capigruppo, non era prevista la trattazione delle interrogazioni ed interpellanze ed è rimasta nell'o.d.g. come refuso.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Sono problemi che pone l'o.d.g. da lei sottoscritto.



PRESIDENTE

Consigliere Marcenaro, nella prossima seduta aumenteremo il tempo dedicato alle interrogazioni e chiederò alla Giunta di fornire un elenco più corposo di interrogazioni ed interpellanze alle quali è pronta a rispondere.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Prima di tornare nel merito degli articoli del disegno di legge n. 178 volevo esprimere una questione procedurale su cui chiedo una discussione.
Quello che è capitato in conclusione della seduta di giovedì scorso non è un fatto di ordinaria amministrazione e ci costringe ad esprimere una valutazione politica relativamente alla "procedibilità" dell'esame del provvedimento, così com'è stata condotta fino ad ora. In aula, come credo sia compito dei dibattiti in Consiglio regionale, abbiamo cercato di costruire il testo migliore del provvedimento tenendo anche conto delle diverse opinioni di fronte ad un fatto politico di rilievo.
Anch'io sono alla mia prima legislatura, ma non penso che sia normale che la maggioranza abbandoni l'aula, facendo mancare il numero legale, su un provvedimento sul quale era stata chiesta l'urgenza e sul quale le minoranze erano state tempestate di richieste affinché osservassero le scadenze e i tempi di discussione (cosa che, peraltro, avevamo fatto e garantito fino a quel momento).
Ci siamo trovati in una situazione politica in cui gli Assessori hanno abbandonato l'aula per protesta contro il comportamento della Giunta di cui fanno parte. Da un lato, tutto questo è il risultato (queste sono le valutazioni politiche) di una maggioranza divisa al suo interno e irrispettosa delle regole istituzionali, e, dall'altro, di una situazione figlia di un procedimento legislativo avvenuto nel modo peggiore nel quale poteva avvenire. Sui testi non c'è stato un effettivo lavoro delle Commissioni, che consentisse all'aula di avere una discussione più efficace e più degna di questo nome.
Capisco il comportamento del Consigliere Manolino (uno dei protagonisti della rivolta di emiciclo di giovedì scorso) al quale è stato spiegato di non mettere mano al provvedimento in Commissione, per cui capisco che possa esserci qualche elemento di irritazione! Il Consiglio regionale dovrebbe pensare all'idea di ricondurre in Commissione la discussione di questo provvedimento. Se nei molti articoli che devono ancora essere discussi ci trovassimo di fronte ad una situazione simile a quella avvenuta sull'articolo che stavamo discutendo giovedì scorso (quello relativo alla viabilità), mi pare evidente come questo non sia il modo più fruttuoso di lavorare.
Aggiungo che, per quanto ci riguarda, avevamo dato (e vengo al merito della discussione) un giudizio sulla riscrittura dell'articolo in cui dicevamo che, senza coincidere con le nostre posizioni, vedevamo un sostanziale cambiamento di orientamento. Dico subito che se quell'articolo non fosse confermato nella stesura con cui è stato proposto, e se, in qualche modo, il moto di piazza avvenuto nella sera di giovedì dovesse avere come conseguenza quello di portare la riscrittura di questo articolo per quanto riguarda la minoranza questo costituirebbe un impedimento molto forte alla prosecuzione della discussione.
Invito, dunque, la Giunta a ripresentare quel testo nei termini in cui è stato presentato e a consentire una valutazione nei termini in cui eravamo.
Aggiungo e concludo - lo dico, Presidente, perché sia chiaro - che relativamente al provvedimento intendiamo continuare a lavorare nel merito così come abbiamo fatto fino al momento del tumulto.
Detto questo, spero che tutti abbiano il buon gusto di valutare l'impossibilità di chiedere alle opposizioni il rispetto di tempi e scadenze nel momento in cui il comportamento della maggioranza è quello che tutti abbiamo potuto osservare e constatare. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marcenaro. Formalizza, ai sensi dell'art. 81 del Regolamento, la richiesta di rinvio in Commissione?



MARCENARO Pietro

Ho anche chiesto una valutazione.



PRESIDENTE

Per parte mia, Consigliere Marcenaro, ho incontrato la Giunta e ho esaminato il testo del provvedimento. Posso ragionevolmente ritenere che la "navigazione" del provvedimento nella giornata odierna si svolgerà, anche dal punto di vista degli emendamenti, assolutamente nella norma. Pertanto non sono previsti emendamenti particolari, sempre tenendo conto del fatto che il nostro Regolamento consente anche la presentazione degli emendamenti in aula.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Condivido la proposta di discutere il provvedimento in Commissione perché durante la lunga discussione - durata una settimana - di varie parti del provvedimento, abbiamo assistito, già in quella sede, alla presentazione, anche da parte della Giunta, di parecchi emendamenti, oltre alla discussione di emendamenti presentati dall'opposizione.
L'atteggiamento dell'opposizione è sempre stato di confronto vero, al di là di ogni volontà di discutere per far passare il tempo. C'è sempre stato un impegno sostanziale.
Abbiamo ricevuto, da parte della Giunta regionale, risposte di qualità diversa. Dall'Assessore Racchelli, in particolare, abbiamo ricevuto risposte interlocutorie, improntate all'ascolto, al confronto vero degli argomenti, alle valutazioni del testo rispetto alle proposizioni delle parti. Devo dire che l'Assessore Racchelli (sia in Commissione sia in aula sia in forma ufficiale che ufficiosa che non ufficiale e non ufficiosa, ma semplicemente colloquiale) si è espresso più volte apprezzando le posizioni proposte dall'opposizione, al punto di giungere alla presentazione di testi sui quali, almeno fino a quel punto, pensavo si potesse concordare.
Poi è successo il fattaccio della volta scorsa, che - non so se a causa della disponibilità dell'Assessore Racchelli ad ascoltare, a convergere, a proporre emendamenti che tengano conto di un'opinione comune - ha scatenato delle tensioni che hanno provocato l'interruzione dei lavori del Consiglio.
Questo - lo voglio ricordare - su una legge dichiarata, già lo scorso anno urgentissima da parte della maggioranza, che intendeva approvarla entro il 31 dicembre e, che, a maggior ragione, è ancora decisivo approvare al più presto.
Dato che ci saranno ancora molte questioni da affrontare, noi vorremmo capire se non sia meglio affrontare in sede di Commissione le questioni evidentemente spinose, in modo da togliere l'inciampo dell'aula, come confronto pubblico.
Anche per il mio Gruppo - Assessore Racchelli - si intende che la parola data rimane, nel senso che i ragionamenti che abbiamo formulato non mutano, nemmeno a seconda delle difficoltà che l'Assessore può trovare all'interno della propria maggioranza. Per noi, quella valutazione rimane la valutazione giusta.
Vedo appoggiato sul mio tavolo un lungo emendamento, che non ho avuto il tempo di leggere. Non so se questo corrisponda in tutto od in parte a quanto ci eravamo detti.
Anche per questo motivo, ritengo che il rinvio in Commissione potrebbe consentire di capire l'atteggiamento dell'Assessore, a seguito degli eventi di sospensione richiesti dalla maggioranza nella scorsa seduta.
Convergo, pertanto, con le proposte avanzate dal Consigliere Marcenaro.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chiezzi. L'emendamento è quello di martedì scorso è lo stesso testo, c'è soltanto l'aggiunta delle parole "Comunità montane" a causa di una dimenticanza di battitura.
La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Anch'io sottoscrivo la richiesta di ritorno in Commissione avanzata dal Consigliere Marcenaro, che si è espresso, in questa occasione, a nome di tutte le opposizioni.
Approfitto di questo spazio per dire, come Consigliere osservatore non facente parte della Commissione Affari Istituzionali, avendo assistito per diversi giorni ai lavori della Commissione, che davvero quest'aula dovrebbe rivolgere un ringraziamento ad alcuni colleghi che in quella sede hanno speso tempo, intelligenza e parole per cercare di modificare una legge arrivata, in modo davvero molto farraginoso, alla discussione e all'approvazione.
Voglio approfittare di questo spazio per ringraziare i colleghi Ronzani, Chiezzi e Palma, per l'assiduità delle loro proposte e per l'attenzione che hanno portato ad un testo che, in modo paradossale, la maggioranza non ha neanche difeso, se non in modo blindato, cercando di votare, in alcuni casi anche in Commissione, contro il parere degli Assessori.
Voglio ricordare alcuni emendamenti che l'Assessore Leo aveva avuto la cortesia e l'intelligenza politica di accogliere e che la maggioranza, in modo compatto, usando il voto plurimo, ha bocciato.
Pertanto, visto l'esito del dibattito in aula e le considerazioni svolte dal Presidente del Consiglio, Cota, mi sento di sottoscrivere ed appoggiare la richiesta di ritorno in Commissione presentata dal collega Ronzani la volta scorsa e riproposta oggi dal Consigliere Marcenaro.
L'appoggio - ripeto - in modo particolare dopo le comunicazioni che lei, Presidente, ha fatto. Non so se rientra nel suo ruolo il valutare anticipatamente quale sarà l'atteggiamento della Giunta sugli emendamenti e la garanzia che lei ci dà, rispetto alla discussione in aula. Questo è un lavoro che doveva essere fatto in Commissione: un confronto libero, forte franco e schietto sui temi. Non c'è stato e me ne dispiace perché quella era davvero una sede politica molto interessante, dove sono stati discussi argomenti ed assetti generali delle Amministrazioni pubbliche della Regione Piemonte. Quella era una sede di confronto politico molto interessante e i colleghi della maggioranza non hanno voluto o saputo rendere onore a tale sede. Intanto, leggiamo articoli e lettere sui giornali, scritti da alcuni colleghi, anche amici, che dicono che il Consiglio regionale ha l'elettroencefalogramma piatto! Il problema è che quegli stessi Consiglieri vedo il collega Tomatis che ride, perché ha capito di chi parlo - non sono venuti in Commissione e non hanno avuto la forza e l'intelligenza politica di fare delle proposte! Anch'io ringrazio gli Assessori che hanno avuto la cortesia e l'intelligenza politica di cogliere gli spunti positivi - quelli che erano ritenuti positivi - che dalle opposizioni sono venuti. Quindi, davvero, un ringraziamento agli Assessori e alla Giunta, purtroppo non alla maggioranza. Per questo ribadisco la richiesta del Consigliere Marcenaro e ritengo che un rinvio in Commissione sarebbe opportuno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bussola.



BUSSOLA Cristiano

Grazie, Presidente. Devo dire che, ascoltando i colleghi dell'opposizione, posso apprezzare un certo tono di richiamo alla responsabilità che è stato espresso un po' da tutti i Consiglieri intervenuti. Un richiamo alla responsabilità che ritengo debba essere reciproco.
Quando i colleghi della minoranza chiedono un rinvio in Commissione ritengo che questo non giovi all'andamento complessivo dei lavori del Consiglio, in quanto penso che si sia dibattuto già ampiamente in Commissione, seppur - forse è vero - non entrando nel dettaglio per quanto riguarda il motivo del contendere di oggi, quindi il discorso relativo ai porti turistici, ma è anche vero che in Commissione sono state comunque incardinate le linee guida relative a questa tematica.
Credo che un ulteriore rinvio, un ulteriore ritardo costituirebbe un rallentamento anche problematico nell'approvazione complessiva di quanto dobbiamo andare a votare. Lo dico veramente senza alcuno spirito polemico e alla ricerca di una massima collaborazione nel portare avanti quanto dobbiamo portare avanti.
Se è vero, come ho sottolineato prima, che vi è stato un certo richiamo lo riconosco - alla responsabilità anche da parte dei colleghi della minoranza, devo però sottolineare - e prego anche il Presidente Cota di tenerlo nella dovuta considerazione - quello che è stato espresso invece nei giorni scorsi attraverso un comunicato stampa che riguarda proprio la tematica di oggi. Si tratta di un comunicato stampa firmato dal Gruppo dei Verdi, penso dal Consigliere Moriconi in prima persona, che torna nuovamente ad affrontare - con un tono che ritengo non giovi a nessuno, con un tono che non fa onore a chi pronuncia determinate parole - e a domandarsi quali interessi possa avere l'Assessore Racchelli in materia di porti turistici sul territorio della Regione Piemonte.
Penso che l'Assessore abbia chiaramente manifestato più volte nel corso del dibattito delle scorse sedute quello che era il suo pensiero, quello che era il suo intendimento, la sua filosofia, anche politica relativamente all'argomento odierno e credo che non ci sia alcun dubbio nel pensare che quanto l'Assessore ha esposto con pieno convincimento risponda esclusivamente - credetemi! - a quelli che sono gli interessi della Regione Piemonte e non di uno specifico componente della Giunta o di questa maggioranza. Di conseguenza, ribadisco la condanna nei confronti di queste parole e voglio anticipare, come ho già detto prima, un parere contrario al rinvio in Commissione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione la proposta di rinvio in Commissione, ai sensi dell'art. 81, primo comma, del Regolamento interno, presentata dal Consigliere Marcenaro.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinta con 15 voti favorevoli e 28 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Riprendiamo pertanto l'esame del disegno di legge n. 178. Siamo all'art. 10/96.
La Giunta regionale ha presentato un emendamento a firma delll'Assessore Casoni, il cui testo recita: 10/96.1) l'art. 96 è interamente sostituito dal seguente testo: "1. Competono alla Regione le funzioni amministrative relative: a) alla disciplina della navigazione interna lacuale e fluviale nonch all'approvazione dei relativi progetti di intervento b) all'individuazione dei porti di interesse turistico regionale o comunale, sulla base di criteri determinati con apposito provvedimento della Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare c) al rilascio di concessioni per l'utilizzo dei beni e delle aree del demanio della navigazione interna (lacuale e fluviale), in acqua ed a terra, quando l'utilizzazione prevista abbia finalità turistiche ricreative e commerciali di interesse regionale d) alla definizione dei criteri ed alla predisposizione dello schema tipo di atto di concessione per la gestione di porti di interesse turistico regionale ad imprese pubbliche, private o miste costituite in conformità alle norme del Codice Civile ed alle disposizioni previste dalla legge 17/5/1983, n. 217 (Legge quadro per il turismo ed interventi per il potenziamento e la qualificazione dell'offerta turistica), nonché a Consorzi pubblici, privati e misti e ad Enti pubblici da affidare con gara ad evidenza pubblica e) alla regolamentazione del sistema idroviario Padano-Veneto e dei servizi pubblici di linea per il Lago Maggiore, da effettuarsi anche tramite consorzi o società cui possono partecipare gli Enti locali interessati f) alla regolamentazione dell'utilizzo del demanio lacuale e fluviale sentiti i Comuni rivieraschi, stabilendo vincoli e limiti d'uso dei beni e delle aree ed indicando le vocazioni, le compatibilità e i criteri di valutazione degli interventi g) alla programmazione degli interporti e dell'intermodalità, con esclusione di quelli indicati all'art. 104, comma 1, lettera g), del D.lgs.
n. 112/98 h) al rilascio di concessioni per la gestione delle infrastrutture ferroviarie di interesse regionale i) alle deroghe alle distanze legali per costruire manufatti entro la fascia di rispetto delle linee ed infrastrutture ferroviarie l) alla programmazione e finanziamento in materia di realizzazione di piste e percorsi ciclabili di interesse regionale, interregionale interprovinciale ed intercomunale m) alla programmazione e finanziamento in materia di parcheggi finalizzati all'interscambio con sistemi di trasporto collettivo e previsti dai Piani urbani del traffico n) agli interventi per assicurare il corretto esercizio delle vie navigabili ivi compresa la segnaletica o) all'approvazione di progetti per la realizzazione di nuovi impianti a fune e per l'ammodernamento di impianti esistenti, nonché all'approvazione del regolamento di esercizio e del piano di soccorso, all'assenso alla nomina del Direttore e del responsabile di esercizio e al benestare per l'apertura al pubblico esercizio degli impianti funiviari stessi.
2. Le funzioni di cui al comma 1, lettera n), sono esercitate dalla Regione fino all'approvazione di successiva deliberazione di trasferimento della Giunta regionale 'da adottarsi entro dodici mesi' dall'entrata in vigore della presente legge".
Ovviamente, tutti gli altri emendamenti presentati dalla Giunta nella precedente seduta sono stati ritirati. Il Consigliere Marcenaro aveva già dichiarato di ritirare i suoi emendamenti.
L'emendamento a firma dell'Assessore Casoni era già stato distribuito nel corso dell'ultima seduta e oggi l'abbiamo fatto ridistribuire soltanto perché qualche Consigliere poteva averlo smarrito. L'emendamento riscrive l'art. 96 tenendo conto delle posizioni emerse nel dibattito.
L'emendamento è da considerarsi collegato ad un altro emendamento relativo all'art. 98, in relazione alle funzioni che i Comuni dovrebbero avere in ordine all'affidamento della gestione dei porti.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Come dichiarazione di voto, penso anche a nome del Gruppo DS e di altri colleghi, dico che questo emendamento tiene conto di un percorso che è stato parecchio accidentato, pieno anche di incomprensioni e contrasti, che poi si sono rilevati non veri e che hanno portato a discussioni di parecchie ore, sia in Commissione che in aula.
Noi prendiamo atto che le proposte che abbiamo avanzato di conservare alla Regione Piemonte semplicemente quei compiti di programmazione ed indirizzo, che tutti insieme continuiamo a dire debbono essere gli unici compiti che la Regione trattiene, consegnando i compiti di gestione entro un quadro di programmazione ed indirizzo agli Enti locali, Province e Comuni, trovano nel caso della gestione dei porti una concordanza di giudizio tra l'Assessore e le proposte che avevamo fatto.
Di conseguenza, esprimo soddisfazione e dichiaro il mio voto favorevole a questa impostazione sui porti turistici di interesse regionale, che viene proposta a seguito di un lungo, ma fruttuoso dibattito vero, di sostanza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Vorrei brevemente approfittare della riformulazione dell'art. 96 per ribadire che lo stesso, ed in generale l'intero disegno di legge, sono stati scritti come se non ci fosse stata la riforma della cosiddetta "legge n. 1/99", che assegna i poteri regolamentari alla Giunta.
Credo che, se si fosse tenuto conto di questa grande novità, non ci sarebbero stati i malintesi tra maggioranza e minoranza, né avremmo avuto un testo così contorto, con norme che hanno al massimo la dignità di norme secondarie, di norme "regolamentari" e che, come tali, dovrebbero essere affrontate dalla Giunta nella sede adeguata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valvo.



VALVO Cesare

La discussione in Commissione prima, e in aula poi, del provvedimento soprattutto per quanto riguarda il Capo V, Sezione I, art. 96, in materia di Porti turistici, è stata caratterizzata da interventi della minoranza molto pesanti: mi riferisco alle palesi accuse rivolte all'Assessore Racchelli di "interessi privati".
Personalmente, e come Gruppo Alleanza Nazionale, respingiamo al mittente questo modo di fare politica. Ci dichiariamo insoddisfatti della decisione della Giunta di accogliere l'emendamento presentato dalla minoranza, poiché riteniamo che, per l'occasione, la Giunta sia ancora pervasa da una sorta di "buonismo post-natalizio".
Ribadiamo la fiducia del Gruppo Alleanza Nazionale all'Assessore Racchelli, stigmatizziamo questi comportamenti che nulla hanno a che fare con la politica e, pur dubbiosi sul testo dell'emendamento proposto dalla Giunta, confermiamo il voto favorevole del nostro Gruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Ho chiesto di intervenire per dichiarazione di voto, anche se il Consigliere Chiezzi ha già espresso un'opinione corrispondente alla nostra motivando il voto positivo su un articolo che raccoglie la sostanza di una discussione e di una battaglia che abbiamo promosso.
Intervengo perché si tratta di questioni a cui tengo molto, dal momento che riguardano non solo i rapporti politici, ma anche quelli personali.
L'ho detto in Commissione e lo ripeto in questa sede: per quanto mi riguarda, non ho mai parlato di un "interesse personale" dell'Assessore Racchelli in questa vicenda. Questo pensiero non mi sfiora. Ho parlato invece di un "modello di governo" - questo sì! - che, nella sua costruzione, presenta elementi politici che definiamo di "nuovo centralismo regionale" e che trova nel ruolo di alcuni Assessori - e dell'Assessore Racchelli in particolare - una tipica connotazione.
Quando non si ha la sensibilità e l'intelligenza politica di distinguere tra i giudizi di merito sui modelli di governo e i giudizi su altri aspetti, si commettono errori seri.
La questione ha riguardato ciò che, legittimamente, si configura come uno scontro di poteri, attribuzioni e competenze, il fatto cioè se debba essere premiata una concezione che tende a rafforzare i diversi notabilati o se invece si debba tendere verso un più largo decentramento ai Comuni. Ma siamo - lo voglio ripetere affinché sia chiaro - nell'ambito di un giudizio politico sui modelli di governo. Tutto il resto è fuori dalla discussione che abbiamo inteso fare, e vorrei che almeno di questo - in particolare l'Assessore Racchelli - tutti ci dessimo reciprocamente atto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Prendo atto con soddisfazione della posizione assunta dalla Giunta perché sono stato chiamato in causa anche personalmente.
Ritengo, come il collega Marcenaro, che le posizioni "politiche" siano totalmente diverse da quelle "personali", e la nostra - come Gruppo dei Verdi - era propriamente una posizione "politica".
Noi crediamo che il compito della Regione nella conversione in legge di questo decreto sia essenzialmente quello di dettare indirizzi di gestione non quello di intervenire nella gestione in modo diretto.
La nostra opposizione alla prima versione dell'articolo poggiava su questa linea di indirizzo politico, ritenendo che il decentramento, a livello regionale, si debba realizzare stabilendo compiti e limiti precisi.
Se i limiti della Regione devono essere quelli di dettare gli indirizzi programmatici e di effettuare azioni di controllo, compito invece delle Province e dei Comuni deve essere quello di intervenire direttamente nella gestione.
Credo che la nostra vicenda si sia conclusa non con un atto di "buonismo" della Giunta, ma con una semplice presa d'atto delle posizioni ragionevoli della minoranza.
Naturalmente, annuncio il voto favorevole.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'emendamento n. 10/96.1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 10/96 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 46 L'art. 10/96 è approvato.
ART. 10/97 10/97.1) Emendamento presentato dall'Assessore Casoni e dai Consiglieri Contu e Moriconi: al comma 2, lettera l), sono soppresse le parole "Sono soppresse le funzioni amministrative concernenti la nomina dei Consigli di disciplina delle Aziende di trasporto pubblico locale".
Il motivo della presentazione di questo emendamento consiste nel fatto che è stata sollevata una questione di legittimità costituzionale.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Sul punto in discussione si era avuto un confronto in Commissione ed una convergenza sull'obiettivo. Naturalmente, in Commissione ci si era riservati di valutare con maggiore attenzione la praticabilità giuridica della soluzione trovata.
L'opinione del Consiglio di Stato dice che questa non è materia sulla quale la Regione possa legiferare, in presenza di un Regio Decreto del 1938 che stabilisce questo principio. Quindi, da questo punto di vista prendiamo atto di questo ostacolo come avevamo anticipato in Commissione.
Faccio solo una richiesta sulla quale non dovrebbe essere difficile convergere, prendendo atto di questo ostacolo e modificando di conseguenza il provvedimento. Siccome però il problema rimane, per il permanere di una norma antistorica come quella sui Consigli di disciplina, il Consiglio regionale può approvare un ordine del giorno collegato che raccolga lo stesso argomento, chiedendo su questo punto una modifica della legge nazionale. Estrapolare quindi la questione dal testo del disegno di legge n. 178 e predisporre un ordine del giorno che ribadisca l'obiettivo che era al centro dell'emendamento che oggi viene soppresso.



PRESIDENTE

Penso che su questo punto ci sia convergenza. Confermo che c'è un parere del Consiglio di Stato che paventa una possibile illegittimità costituzionale di una previsione di questo tipo, e dunque ci sarebbe un rischio in ordine al visto della legge.
La parola all'Assessore Laratore.



LARATORE Giovanni, Assessore alle autonomie locali

La discussione segue quella avvenuta in Commissione, in cui c'era stato da parte della Giunta l'accoglimento di quella proposta emendativa. Ora alla luce di quanto diceva il collega Consigliere Marcenaro, sul pronunciamento e successiva interpretazione di un parere legale che discute sul provvedimento lombardo, per evitare di avere dei problemi, in questa sede, si propone la soppressione dell'emendamento accolto in Commissione.
Nulla osta che si vada avanti successivamente con un ordine del giorno che recepisca quanto abbiamo accettato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Al di là del profilo di legittimità, credo che la soppressione fosse il motivo per cui, non avendo partecipato alla riunione di Commissione, avevo presentato un emendamento analogo. Quindi, sorge spontanea una domanda: si sopprime un disposto di legge, ma per sostituirlo con che cosa? Credo che questa materia vada anche riempita di contenuto. Lei ha a sue mani un emendamento sottoscritto da me, ma essendo coincidente con quello presentato dalla Giunta, di cui non ero a conoscenza, lo ritiro ed eventualmente aggiungo in calce la firma al precedente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Come in tutte le aziende normali i provvedimenti disciplinari non vengono presi dai Consigli di disciplina, che sono organizzazioni di tipo corporativo che risalgono ad un'altra fase. Li prende una direzione d'impresa, i responsabili se ne assumono la responsabilità; i lavoratori e i sindacati, se non sono d'accordo, hanno la via per contestarli, c'è il diritto del lavoro.
Questa è una sopravvivenza. Nel Codice Civile e nella legislazione del lavoro vi sono istituti che non hanno più alcun rapporto con la situazione attuale. Questo era solo nel merito.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento n.
10/97.1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 10/97 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 47 votanti 46 voti favorevoli 28 astensioni 18 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 10/97 è approvato.
ART. 10/98 10/98.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Casoni: all'art. 98, comma 1, lettera a), dopo le parole "di interesse comunale" sono aggiunte le parole "e di affidamento della gestione dei porti di interesse turistico regionale secondo le modalità di cui all'art. 96 lettera d)".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
I restanti emendamenti sono ritirati dai proponenti.
10.98.2) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Casoni: al comma 2, lettera i), sono soppresse le parole "Sono soppresse le funzioni amministrative concernenti la nomina dei Consigli di disciplina delle Aziende di trasporto pubblico locale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 98 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 votanti 44 voti favorevoli 28 astensioni 16 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 10/98 è approvato.
ART. 10/99 Ha chiesto la parola l'Assessore Racchelli per fatto personale; ne ha facoltà.



RACCHELLI Ettore, Assessore alla navigazione

Per dire la verità ho chiesto di intervenire sull'art. 10/98, ma non mi è stata data la parola. Devo dirvi semplicemente due cose.
Innanzitutto, ringrazio chi è intervenuto questa mattina, anche i colleghi della maggioranza, che hanno espresso e hanno riportato l'alveo della discussione nell'ambito di un'interpretazione e di una filosofia politica, quella che avevo espresso dall'inizio e che era finalizzata ad una razionalizzazione e, soprattutto, ad un'ottimizzazione degli investimenti regionali nell'ottica dello sviluppo del settore turistico relativo alle portualità e all'aeronautica di porto.
Ho preso atto con piacere, ancora questa mattina, che spesso gli interventi del Consigliere Chiezzi sono molto vicini ai miei. Questo fatto mi preoccupa da un certo punto di vista, però devo dire che l'intervento svolto, questa mattina, dal Consigliere Chiezzi è corretto.
Devo, peraltro, dire che non accetto le scuse che mi sono state fatte rispetto alle interpretazioni sugli interessi personali che avrei avuto in questa faccenda. In primo luogo, perché queste considerazioni sono state espresse in Commissione da esponenti importanti di questa opposizione. In secondo luogo, perché sono state riespresse successivamente in quest'aula la settimana scorsa. In terzo luogo, perché, non più tardi di tre giorni fa, sono stati emanati dei comunicati stampa, nei quali sono stati richiamati gli interessi personali dell'Assessore Racchelli. In quarto luogo, perché vi è stata un'intervista televisiva da parte di un esponente importante del Gruppo DS sempre in questa direzione, che non accetto e rimando al mittente.
Devo, inoltre, dire che questa "politica spazzatura", che in questo Consiglio regionale ha avuto grande esposizione nella precedente legislatura, mi auguro che non si riappropri di quest'aula, perché è veramente umiliante, per chi cerca di fare gli interessi dell'Ente pubblico che si amministra e si governa con orgoglio, avere qualcuno che invece interpreta questa attività di governo mescolandola con interessi personali che - grazie al buon Dio - non ho bisogno di esercitare, perché non ho bisogno di "fare affari".
Ringrazio i colleghi della maggioranza per quello che hanno detto oggi e ringrazio il Consigliere Chiezzi per quello che ha voluto ancora oggi riaffermare, ma respingo e vi rilascio le dichiarazioni che avete fatto sulla lealtà e sulla posizione di buona fede che invece ho sempre avuto e continuerò sempre ad avere, perché questo è il mio modo di fare politica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, non sono stati presentati emendamenti a questo articolo, perché nel merito non ci sono critiche, però voglio sottolineare che nell'elaborazione della norma, che il cittadino dovrà utilizzare, ci sono dei limiti molto forti.
Invito i colleghi a leggere l'art. 10. Non si comprende subito di cosa si tratta, perché vi è una parte dedicata al trasporto pubblico di navigazione e un'altra è dedicata al noleggio e ai taxi; tra l'altro, con una gerarchia curiosa, nel senso che mi sembra prevalente, per entità, per numero e per caratteristica morfologica del nostro territorio, il ruolo dei noleggi dei taxi rispetto a quelli della navigazione lacustre, con il massimo rispetto ovviamente, perché questo non vuol dire gerarchizzare.
Voglio sottolineare, per questo esprimo il mio voto contrario su questo articolo, un forte limite, dato dalla fretta o da altro, nell'elaborazione della norma, perché deve rappresentare uno strumento di facile accesso per l'utente (il cittadino del Piemonte) che deve trarre dalla lettura della norma delle chiare indicazioni.
Faccio notare che anche in molti altri passaggi troviamo dei limiti di espressione e di comprensione. Per questo motivo, a suo tempo, avevo chiesto il ritorno in Commissione della norma, per una rielaborazione della funzionalità della norma stessa e non solo per il merito, il contenuto, che invece gli addetti ai lavori come noi certamente comprendono.
Riconfermo il mio voto contrario su questo articolo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione dell'art.
10/99 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 votanti 42 voti favorevoli 29 voti contrari 13 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 10/99 è approvato.
ART. 10/100 Sull'art. 10/100 propongo una piccola modifica, perché la parte relativa alle sanzioni è stata esclusa dal testo dell'articolo per effetto di un dibattito che è avvenuto in Commissione. Chiedo che il titolo dell'articolo sia soltanto "Vigilanza". Inoltre, da un punto di vista lessicale, sostituirei, laddove vi è la frase "Il buon andamento dei servizi di trasposto pubblico, navigazione non di linea e sull'attività delle scuole nautiche", le parole "tramite la redazione di appositi Regolamenti" con le parole "sulla base di specifici Regolamenti". Farei questa sostituzione soltanto per una questione lessicale. Chiedo se l'assemblea è d'accordo.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Guardando il testo, oltre al fatto che alcune questioni in Commissione sono state approfondite poco, volevo chiedere chi fa gli appositi Regolamenti, perché l'articolo dice: "Le Regioni, le Province e i Comuni".
Chi fa cosa?



PRESIDENTE

La modifica che volevo apportare è semplicemente lessicale e non riguarda un problema di contenuto, ma solo terminologico. E' ovvio che tutto il dibattito è stato fatto sulle questioni...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Marcenaro)



PRESIDENTE

Propongo soltanto di togliere le parole "e sanzioni", perché la parte relativa alle sanzioni non esiste più.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Questo articolo, in realtà, aveva nelle sanzioni la sua parte fondamentale. Se si verifica il testo presentato, lo si potrà vedere.
Cosa si è fatto? Nel testo del provvedimento erano addirittura definite le quantità delle multe, con il minimo e il massimo, ma siccome si è ritenuto che le sanzioni non dovessero essere definite da un provvedimento di questa natura, si è deciso concordemente di eliminare tutta questa parte vero, Assessore Laratore? Però è rimasto un cappello di questo articolo che, senza quella parte, è privo di senso, anche perché non determina nulla. Dice che si devono fare dei Regolamenti e che li faranno le Regioni le Province e i Comuni, senza precisare chi avrà concretamente questo ruolo, anzi, alimentando una possibile confusione.
Per questa ragione, siccome, in realtà, queste tre righe erano semplicemente introduttive dell'articolo, che è sparito, forse sarebbe più efficace sopprimere l'art. 100, che, così com'è, è privo di significato e di rilievo effettivo, e procedere oltre.



PRESIDENTE

Considero formalizzato l'emendamento soppressivo del Consigliere Marcenaro: 10/100.1) l'art. 10/100 è soppresso.
La parola all'Assessore Laratore.



LARATORE Giovanni, Assessore alle autonomie locali

Nell'ambito della Commissione abbiamo detto che questa parte doveva essere conservata, perché la vigilanza è un compito degli Enti locali.
Pertanto, siamo contrari a questo emendamento soppressivo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 10/100.1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 27 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione dell'art. 10/100 (con titolo modificato) per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 votanti 44 voti favorevoli 28 voti contrari 16 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 10/100 è approvato.
ART. 10/101 Emendamenti presentati dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Muliere, Manica Suino, Tapparo, Caracciolo, Moriconi, Chiezzi, Giordano e Contu: 10/101.1) il comma primo dell'art. 10/101 è così sostituito: "1. La Regione, entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, trasferisce alle Province con decreto della Giunta regionale le strade nazionali trasferite alla Regione".
10/101.2) il comma secondo dell'art. 10/101 è così sostituito: "2. Alla Regione in materia di viabilità competono le funzioni che ne richiedono l'esercizio unitario a livello regionale ed in particolare modo: a) l'individuazione della viabilità di interesse regionale e la definizione dei criteri di classificazione della viabilità provinciale e comunale b) l'individuazione dei parametri per la corretta e funzionale gestione della rete viaria con particolare riferimento alla viabilità di interesse regionale c) la definizione di standard minimi di qualità per la gestione della rete viaria locale d) la programmazione dei Piani di sviluppo della rete viaria secondo logiche di coerenza con il Piano regionale della mobilità e dei trasporti e) la ripartizione per la gestione delle risorse trasferite dallo Stato e l'assegnazione di una compartecipazione ai cespiti tributari trasferiti dallo Stato f) la definizione di possibili modelli di gestione della rete viaria g) la definizione ed approvazione di appositi Accordi di programma con le Province per lo sviluppo della viabilità locale e della viabilità di interesse regionale".
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Grazie, Presidente. Su questo primo articolo svolgiamo anche qualche considerazione sull'impianto dell'operazione di trasferimento e riorganizzazione della rete viaria regionale. Abbiamo mantenuto in essere questi emendamenti e anche il nostro dissenso sull'impianto, perch l'Assessore Casoni, pur avendo accettato una discussione approfondita sull'argomento, non ha ceduto ad un quadro razionale di proposte e tanto meno ci ha convinti della fondatezza delle sue posizioni.
E' bene che il Consiglio dedichi uno spazio a questo approfondimento anche perché, come è avvenuto per altri articoli dove il dissenso è ampio ma tuttavia riteniamo che non si tratti di una questione ideologica di principio, ci possono essere ancora dei punti di modifica e di evoluzione della proposta.
Assessore, il punto è il seguente: noi non possiamo su una materia che coinvolge questa Regione in maniera continuativa, diffusa e drammatica tant'è che ispira costantemente le dichiarazioni del Presidente Ghigo e gli conferisce anche una certa notorietà... Grazie, Presidente, cercavo di ottenere la sua attenzione, guardi a cosa ci siamo ridotti: citare per poter avere un normale funzionamento del Consiglio e un normale dialogo.
Tra l'altro, Presidente Cota, colgo l'occasione per informarla che ieri, durante la cena con Rutelli - faccio anche un po' di propaganda! - mi è stato detto che il Presidente Violante non soltanto non consente ai Consiglieri di chiacchierare, ma neanche di stare in piedi; dopo tre richiami vi è l'allontanamento dall'aula. Capisco che allontanare la maggioranza con questa operazione...



PRESIDENTE

Consigliere Riba, lei sa che il Presidente Violante è un modello per me, anche dal punto di vista del Regolamento e delle modifiche regolamentari che ha introdotto.



RIBA Lido

Sapevo di farle cosa gradita richiamando il comportamento del Presidente Violante.
La questione della viabilità è di interesse generale. E' una problematica che viene trattata in modo costante e sulla quale il Presidente Ghigo e la Giunta sono quotidianamente sottoposti all'attenzione da parte dell'opinione pubblica per le loro dichiarazioni. E' giusto che sia così in quanto il Piemonte è una regione collocata in una posizione particolarmente delicata dal punto di vista geografico - vero, Presidente Ghigo, richiamo quanto detto da lei - per cui la logistica, il sistema viario e la rete dei collegamenti hanno un carattere vitale e devono essere realizzati attraverso delle scelte. Ad esempio, l'Emilia Romagna, oltre ad altre fortune, quale la sua preferenza politica ed altro, è collocata in una situazione così centrale nel nodo logistico regionale che si pu avvalere di una serie di opportunità che per la Regione Piemonte devono essere costruite attraverso operazioni di governo.
Fatta questa premessa, per noi - l'Assessore Casoni sta spiegando penso che non possiate che condividere! - è ulteriormente sottolineata, ed eventualmente aggravata, la delicatezza delle scelte, che effettuiamo quale strategia di governo, in merito alla rete viaria proprio perché per noi è qualcosa di particolarmente esposto, e su questo credo che ci sia l'accordo di tutti.
In un'operazione di riorganizzazione delle funzioni che ha già visto secondo me, con qualche limite, la Conferenza Stato-Regioni condividere il fatto che una quota della viabilità rimanesse in carico allo Stato, proprio perché non si differenzia per le destinazioni, voi capite, però, che una strada, per quanto sia differenziata rispetto alle sue destinazioni, è un oggetto tecnico che deve essere gestito con criteri del tutto omogenei.
Altra cosa è la programmazione, altra cosa ancora sono le scelte strategiche e la funzione della rete dei collegamenti.
Non possiamo immaginare come funzionale una risuddivisione che non prevede di riorganizzare la rete viaria attraverso una nuova assegnazione di responsabilità, ma aggiungendo semplicemente un nuovo soggetto proprietario, attore e, direi, responsabile assieme alla parte statale, a quella provinciale e a quella comunale.
Assessore Casoni, non può eludere questo tipo di problema. Non abbiamo detto che vogliamo ridurre il ruolo della Regione. Anzi, riteniamo - e lo dico personalmente con convinzione per l'esperienza che abbiamo maturato in questi anni su questa materia - che la Regione, rispetto a ciò che si riserva, deve avere tutto e qualcosa di più in termini di organizzazione della programmazione e degli indirizzi sulla rete viaria, perché occorre immaginare la rete viaria come un corpo unitario che serve alla logistica che organizza l'intermodalità, che provvede agli scambi tra rete comunale rete provinciale e rete nazionale, che organizza lo scambio tra gomma e rotaia, come si diceva, che utilizza adeguatamente gli interporti e gli scali ferroviari, che prevede i parcheggi dove ci sono le interconnessioni e tutto ciò che è necessario per dare speditezza ed organicità alla dinamica viaria della Regione.
In questo quadro, però, ci si è preoccupati, Presidente Ghigo - ritengo che lei non abbia avuto modo ovviamente (né si pretende) di approfondire su questo punto, ma presti un attimo di attenzione - di aggiungere una quota di potere proprio in capo alle Regioni, definendo delle strade di interesse regionale. In questo modo, lo Stato si tiene le strade di interesse nazionale, poi creiamo quelle di interesse regionale attraverso una suddivisione di quelle trasferite dallo Stato, lasciamo alle Province quelle che c'erano già e non prevediamo nulla che serva da integrazione e che dia alle Regioni un potere in più di programmazione.
Da questo punto di vista, Assessore Casoni, l'autorevolezza nella gestione della rete complessiva sarà ulteriormente ridotta e non la si potrà governare soltanto con la ripartizione dei finanziamenti.
La nostra proposta era organica: trasferiamo ciò che è stato trasferito dallo Stato alle Province, e il demanio è demanio provinciale; questo riguarda la responsabilità, la proprietà, l'organizzazione del personale e le strutture tecniche. Ma capite cosa vuol dire avere una struttura tecnica regionale, più un'altra struttura tecnica provinciale, più un'altra ancora statale? Domani sarebbe logico persino avere una struttura tecnica europea! Infatti gli interporti e gli aeroporti già si stanno adeguando.
Noi chiediamo, Assessore Casoni, di ripensarci un attimo. La Regione mantiene per sé compiti fondamentali di organizzazione della logistica regionale. Ci sono alcune cose scritte in modo apprezzabile e direi anche chiaro, quando parliamo di competenza della Regione per quanto riguarda tutta la programmazione delle nuove fasi di sviluppo della viabilità quando parliamo di assegnazione alla Regione della competenza per attribuire concessioni di reti autostradali all'interno della Regione intese come bretelle o come altri elementi interni al territorio regionale.
Ma l'anacronistico sta nel tenerci una quota di gestione, che è vero che facciamo svolgere alle Province come assegnazione di una concessione, ma non ha senso come mantenimento di una quota propria di responsabilità gestionale ed operativa. Queste benedette strade regionali, tanto per cominciare, si definiranno attraverso una spartingaia che avrà tutto meno che ciò che è razionale, in quanto noi abbiamo una logica nel dire che le strade nazionali sono quelle che collegano altri Stati, e con qualche fatica le definiamo perché è sempre difficile stabilire da dove partono.
Uno sa che c'è una strada che ci collega alla Francia e basta, ma non sa da dove parte. Da dove parte? Parte dalla Lombardia o parte da 20 chilometri prima del confine? Per cui anche lì si è arrivati ad una dose di irrazionalità che non assolve totalmente una responsabilità complessiva a livello della definizione di questo provvedimento nell'accordo tra Stato e Regione.
Maggiormente difficile è definire l'esistenza di una rete regionale.
Che cos'è questa rete regionale? Si tratta di una rete che collega due regioni? Ma da dove parte una strada? Tutte le strade, in senso lato portano a Roma, partono da un certo punto e hanno come dimensione la rete nazionale. Si può utilmente, invece, avere giurisdizione sulla programmazione di quello che la Regione definisce, non in modo statico "aree di interesse regionale". Allora, di volta in volta, perché ci potrà concedere che dobbiamo attrezzare, per esempio, l'area che riguarda oggi Carmagnola o Pinerolo, in questo caso si ha un interesse contingente a riportare questo nell'ambito della Regione ed altre realizzazioni che, una volta svolto questo compito, si può tranquillamente lasciare gestire alle Province.
Attraverso questo emendamento riproponiamo il trasferimento alle Province di tutte le strade dismesse dallo Stato, l'assunzione, da parte della Regione, di un compito di programmazione e di indirizzo, naturalmente con la disponibilità dei mezzi finanziari (l'indirizzo non è un termine astratto e particolarmente cogente), la concertazione e magari la definizione, in tempi brevi, di quel famoso Piano di viabilità e dei trasporti che ci consentirebbe di avere un "master plan" della logistica a livello regionale.
Se ci fosse l'accoglimento di questa impostazione, potremmo rapidamente trattare questo ambito particolarmente atteso di riorganizzazione e di applicazione del D.lgs. n. 112 per quanto riguarda l'area della viabilità..
Attendiamo una risposta prima di passare ai singoli emendamenti.



PRESIDENTE

Questa risposta potrebbe avvenire sotto forma di parere della Giunta all'emendamento per il quale abbiamo avuto l'intervento del Consigliere Riba.
La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore a viabilità e comunicazioni

Intanto vorrei precisare al Consigliere Riba che non è mia intenzione arroccarmi su alcunché. Seguo semplicemente un filo logico che prevede un percorso che è stato pensato, razionato e mediato con tutti i soggetti coinvolti, e che non è solo frutto di un "exploit". Il Consigliere Riba ricorderà che questo testo era partito in altro modo.



CASONI William, Assessore a viabilità e comunicazioni

RIBA Lido (fuori microfono)



CASONI William, Assessore a viabilità e comunicazioni

Perfetto.



CASONI William, Assessore a viabilità e comunicazioni

Quando occorreva prendere atto di posizioni che si sono modificate, ne ho sempre preso atto. Però sono partito anche da un concetto che prevede come diceva il Consigliere Riba, oltre a mantenere il compito della programmazione dell'indirizzo alla Regione, pur non avendo la Regione alcuna velleità gestionale sulla rete demaniale regionale, in accordo con tutte le Province che hanno sottoscritto con l'UPI l'intesa nella Commissione specifica, di differenziare una rete regionale che esplica, a chi non è a conoscenza di cosa voglia dire questa rete regionale, i collegamenti tra il capoluogo di Regione e i capoluoghi di Provincia e comunque le direttrici interregionali del Piemonte.
E' una scelta che hanno operato molte altre Regioni, non siamo assolutamente gli unici, perché per strada regionale si intende una strada che possa avere parametri anche di gestione e di esercizio diversi da quella provinciale, perché ha dei flussi di traffico, dei flussi di usura delle caratteristiche di sicurezza che ne devono determinare alcuni parametri. Questa è un'occasione, nell'ambito delle risorse trasferite, per mettere in un certo ordine, secondo un'uniformità che si sta rendendo disomogenea, per esempio, alcune strade provinciali.
Relativamente a questa questione i Presidenti provinciali mi hanno dato ragione: in alcune Province ho visto strade perfette ed altre strade segnate pesantemente dall'usura.
Il criterio seguito è logico, perché per le strade su cui insiste un grande passaggio si segue un indirizzo, per quelle secondarie un altro. Non c'è, come nel caso degli articoli precedenti, l'impostazione di voler mantenere in capo alla Regione la gestione che, invece, viene trasferita alle Province automaticamente. Mantenere il demanio di queste strade - che per l'Ente Regione può essere importante per lo sviluppo del Piemonte nell'ambito dei trasferimenti, vuol dire trasferire una quota che è di oltre il 60% delle strade che lo Stato ha trasferito direttamente al demanio provinciale.
Questo provvedimento è stato oggetto di decine di riunioni con soggetti politici e tecnici i quali, alla fine, hanno concordato sul fatto che poteva essere un sistema che aveva una sua logicità, ragion per cui tutti lo hanno sottoscritto in quella fase (pur essendo stato ampiamente modificata, rispetto all'inizio, un'impostazione di indirizzo).
Anticipo la risposta a quello che so essere un emendamento che segue relativo alla questione sollevata in Commissione, sulla quale mi ero espresso negativamente, sulla possibilità o meno di costituire società.
Rispondo che su quella questione sono disponibile, magari discutendone, a vedere di stralciare questa parte. L'impostazione generale, ripeto, è frutto di quasi due anni di lavoro, di mediazione, di condivisione e di credo politico sulla questione, dopo aver verificato che alcune Regioni avevano rivisto l'affidamento diretto alle Province, proprio in questa funzione. Sono a conoscenza di un progetto di legge di una Regione (forse l'Abruzzo) che ha rivisto l'affidamento del demanio alle Province, perch ha trovato un'uniformità di realizzazioni. Quella Regione aveva constatato ad esempio, che le strade statali non erano più mantenute come prima perché, magari, la Provincia aveva pensato di utilizzare i soldi per sistemare altre situazioni (l'Ente Provincia, sicuramente, dirà di averli spesi per quella strada).
Mantenere la rete che collega Torino con Cuneo ed Asti, cioè capoluoghi regionali, sotto il demanio regionale, ha un significato anche politico, n di centrodestra né di centrosinistra, per l'istituzione regionale.
Per la gestione delle strade trasferiamo alle Province l'equivalente di 38/39 milioni/km all'anno (quando, attualmente, le stesse gestiscono le loro strade con medie che vanno dagli 8 ai 12 milioni all'anno), ma noi diciamo alle Province che quella è una strada di demanio regionale, ragion per cui va gestita con certe caratteristiche.
La rete autostradale che collega Torino con Cuneo ed Asti ha una certa valenza perché è percorsa da molti automezzi, perché è un punto di collegamento tra due capoluoghi di Provincia, ragion per cui le singole Province, dopo aver riconosciuto che quelle erano le direttrici principali hanno sottoscritto questa parte.
Ripeto, ci saranno occasioni, attraverso gli emendamenti, per rivedere alcune parti del provvedimento, ma questo vorrebbe dire stravolgere il percorso che questa parte del disegno di legge ha seguito e sul quale, alla fine, è stata raggiunta la totale unanimità da parte di tutti i soggetti coinvolti.
Credo che questo percorso debba essere riconosciuto. Non mi si pu accusare di aver portato avanti un testo che, in seguito, ha subìto un percorso di grande modificazione: il testo non è stato stravolto nei suoi concetti base.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Rispondo all'Assessore Casoni dicendo che noi discutiamo in quest'aula cercando di svolgere una funzione legislativa. Teniamo conto del dibattito che c'è stato, e che ci sarà, per la parte relativa alle risorse, in sede di Conferenza Stato-Regioni, ma noi abbiamo tentato di difendere, in quest'aula, una linea. Ripeto, siamo attenti a quello che succede in quella sede perché ci rendiamo conto dell'importanza e delle istanze che maturano in quel contesto. Tuttavia, in questa sede vorremmo cercare - questo lo si è fatto anche nei lavori della Commissione - di affermare una linea che non è quella della Giunta e nemmeno quella che emerge dall'impostazione del disegno di legge n. 178.
Assessore Casoni, si ripropongono esattamente le stesse questioni che abbiamo posto per il turismo. E' un'operazione chiara dal punto di vista delle funzioni che si vogliono indicare.
Diciamo che la Regione in questo, come in altri campi, deve avere funzioni di programmazione (la battaglia, la discussione sul turismo verteva su questo ed anche sui capitoli successivi di questo provvedimento) e poi pensiamo che tutto il resto debba essere trasferito alle Province o ai Comuni.
Contestiamo il fatto che debba essere inventato un demanio regionale che avrà e gestirà 1.000 chilometri di tratte. Nell'accordo che avete raggiunto con le Province e le autonomie, se non ricordo male, 2.100 chilometri trasferiti dallo Stato alle Regioni vengono suddivisi in 1.100 chilometri trasferiti alle Province e 1.000 che dovrebbero far parte del demanio regionale. Non stiamo contestando il fatto che la Regione, nel quadro della programmazione, debba individuare alcune tratte che hanno un interesse regionale (è come per i porti). E' del tutto evidente che le strade non sono tutte uguali; è del tutto evidente che vi sono strade, a livello provinciale, che hanno un interesse superiore ed è quindi evidente che la Regione (una Regione che ha funzioni di programmazione) deve indicare i criteri e gli "standard", ma su questo la discussione è aperta.
Dov'è, allora, il punto? Il punto è che non ci può essere un demanio regionale e poi lasciare la gestione e l'intervento nelle mani di un soggetto unico. Non inventiamo che l'A.Re.S.S., questa struttura che volete costituire, avrà anche compiti di gestione, quindi altro problema, altro soggetto che interviene in questa vicenda. Questo, francamente, mi sembra eccessivo. Voi, tra l'altro, avete assegnato alle Province le funzioni riguardanti la manutenzione ordinaria e straordinaria di tutta la rete, sia di quella che avete trasferito alle Province sia di quella che vorreste mantenere di demanio regionale. Ma è una contraddizione anche questa! Proprio perché c'è un problema di unitarietà degli interventi, perch allora non trasferire tutto in capo alle Province? Mi sembra logico essendo un'operazione che vuole mantenere in capo alle Regioni le funzioni di programmazione e di indirizzo e decentrare, invece, il processo della gestione. Non nego, Presidente, che da questo punto di vista il provvedimento è cambiato rispetto alla prima versione e non nego che la Giunta abbia modificato, in Commissione, i propri orientamenti.
Rimane un problema di fondo: il rifiuto a prendere atto dell'esigenza che noi, come Regione, dovremmo fare programmazione. Chi fa, Vicepresidente Casoni, gli investimenti su queste tratte? Chi decide i cordoni della borsa? Che criteri abbiamo per decidere...



CASONI William, Assessore a viabilità e comunicazioni

Scusi, Consigliere, interloquisco solo per spiegare il concetto. Io avrei accettato questa logica se in Conferenza Stato-Regioni fosse stato definito questo concetto. Il vero problema è quello delle risorse. Le risorse vengono trasferite direttamente all'Ente titolare del demanio quindi anche quanto lei sostiene - "i cordoni della borsa" - non corrisponde al vero, se io trasferisco il demanio di questi 1.000 chilometri alle Province. Tant'è vero che, per le strade che trasferiremo alle Province, i soldi arriveranno direttamente ad esse e non transiteranno in Regione.
Questa è una chiave molto importante per seguire il suo ragionamento.
Lei ha detto: "Io debbo dettare dei criteri, ma poi non sono in grado di farli applicare, perché comunque i soldi non transitano, non vengono erogati dalla Regione, ma arrivano alla Provincia direttamente da Roma.
Pertanto, la Provincia potrebbe tenere o non tenere conto dei miei criteri ed io ho una forza contrattuale che è esattamente pari a zero". Per questo motivo spiegavo la logica della rete regionale e della rete provinciale dicendo: "Io, Regione, ti trasferisco tutto quello che mi arriva, ma i parametri di gestione della rete regionale li decido io e li posso decidere solo se ho il demanio regionale".
Così stanno agendo anche altre Regioni italiane e questo conferma che probabilmente la nostra impostazione è la più corretta.



RONZANI Wilmer

Assessore, ci sono anche Regioni che, su questa questione, hanno compiuto scelte diverse.
Noi abbiamo un'impostazione e cerchiamo di ragionare su questa, anche riguardo ai problemi che vengono discussi e decisi nella Conferenza Regione Autonomie locali. Non è che quando fa comodo facciamo riferimento a quella Conferenza e quando invece non fa comodo cerchiamo di affermare in Commissione come è nato il punto di vista della Giunta! La Conferenza Regione-Autonomie locali è una sede importante. Noi cerchiamo, in quest'altra sede, altrettanto importante, che ha una funzione legislativa, di affermare una linea.
Tornando alla questione che noi poniamo, Vicepresidente Casoni, il problema è che la Regione può, una volta individuate le strade di interesse regionale, che non debbono però far parte di un demanio specifico ad hoc individuare dei criteri, gli "standard" sulla base dei quali intervenire su quelle strade.
Per l'amor del cielo, non c'è dubbio; questo è addirittura scontato! La stessa logica l'avete adottata poco fa, quando abbiamo discusso dei porti.
In quell'occasione avete accettato l'impostazione che riconosce alla Regione il compito di indicare, per quanto riguarda i porti di interesse regionale, i criteri sulla base dei quali intervenire. Io chiedo di rispettare la stessa logica, perché tutto ha un senso in questa impostazione, e il senso è quello che ricordavo all'inizio del mio intervento.
Proprio perché voglio avere una funzione di programmazione, non posso ignorare che la viabilità ha un ruolo importantissimo, strategico, e che in questo ambito non tutte le strade sono uguali. Ed è per questo che mi preoccupo, come Regione, di vedere quali strade possono avere una funzione regionale e mi spingo fino al punto di indicare, sempre per queste strade come penso si debba intervenire.
Ma il punto è: chi gestisce? Noi pensiamo che sarebbe coerente e corretto trasferire tutta questa partita in capo alla responsabilità delle Province. Faccio ancora notare - e mi ripeto - che voi avete già deciso di riconoscere alle Province - stabilendo un tanto per chilometro, se non ricordo male, Assessore Casoni - la gestione e la manutenzione ordinaria e straordinaria. E lei, Assessore, mi insegna, essendo Assessore da molti anni ed avendo una competenza in questa materia, che per tutta la parte riguardante la progettazione delle strade di qualsiasi interesse, tanto più di quelle di interesse regionale, i progetti che stanno pendendo, che sono all'esame della Giunta o dell'amministrazione dell'ANAS, sono per lo più progetti sui quali c'è stato un lavoro di elaborazione da parte delle Province, che possiedono le strutture per farlo.
Allora, non stiamo costruendo sulla sabbia, ma stiamo immaginando un percorso che faccia affidamento su quei soggetti che possono vantare una competenza da questo punto di vista.
Ciò detto, volevo soltanto affermare un'impostazione. Prendo atto che la Giunta ha un'altra impostazione; noi difendiamo un'impostazione che consideriamo coerente con quanto abbiamo sostenuto sin dall'inizio di questa discussione in aula.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Sarebbe bello se, su questa questione, riuscissimo a discutere prescindendo dalle posizioni che il governo regionale unitamente ad altri governi regionali, ci propone...



CASONI William, Assessore a viabilità e comunicazioni

E anche i governi provinciali...



CHIEZZI Giuseppe

Ed anche i governi provinciali. Colleghi, noi stiamo svolgendo una funzione legislativa che può trascurare le posizioni offerte dai governi in questa materia, ma non può nemmeno pregiudizialmente acquisirle come indiscutibili ed immodificabili. Parto da questo presupposto. In Commissione abbiamo già cercato di sviluppare l'argomento, ma se ci fosse un minimo di interesse ed una minima possibilità di reciproco ascolto ed eventuale correzione di linea, vorrei proporre questo tema: siamo in presenza della riforma Bassanini e del principio di sussidiarietà; siamo proprio sicuri che, sul tema progettazione, esecuzione e manutenzione della rete stradale, ci sia bisogno di quattro livelli di responsabilità per la gestione delle strade? Io ritengo che non ci sia questo bisogno, per molti motivi. Intanto penso che tre livelli di responsabilità per la rete stradale siano più che sufficienti. Abbiamo, infatti, lo Stato, che mantiene le strade (il demanio statale), abbiamo tutto il sistema autostradale, che ha un regime proprio ed abbiamo la rete provinciale che gestisce l'altro livello. Abbiamo dunque, tre soggetti - e sono già tanti - che hanno storicamente le competenze per progettare, appaltare, eseguire e manutenere. Ma, colleghi in conseguenza della riforma Bassanini noi, invece di ridurre o - certo mantenere quel che c'è, nel settore delle strade decidiamo di aggiungere un quarto livello di responsabilità? Ma è il caso? E' il caso che la Regione che mai si è occupata di manutenere le strade e di avere un livello regionale di strade, in conseguenza di un processo di semplificazione decida di inserire nella struttura di governo della rete stradale anche il demanio regionale? Questo vuol dire inventare per la Regione compiti che fino a ieri non c'erano. E' il caso di fare tutto ciò? Questo vuol dire creare uffici, competenze; ma non è sufficiente che siano lo Stato a livello autostradale e le Province ad occuparsi di gestione stradale? A me non pare che la qualità del pietrischetto bitumato abbia bisogno dell'attenzione, dell'occhio regionale. Abbiate pazienza, colleghi! Non mi sembra che il pietrischetto bitumato abbia bisogno della nostra attenzione perché di questo si tratta, di mantenere in efficienza queste reti.
L'Assessore dice: "Ci sono strade che devono essere... La strada che va da Torino a Cuneo...", a parte il fatto che occorre individuare la strada che va da Torino a Cuneo: qual è la strada che va da Torino a Cuneo? E' quella che passa per Moretta, è Saluzzo, è quella che passa per Savigliano? Qual è? E poi perché la strada che noi individuiamo di nostra attenzione deve essere sicuramente meglio tenuta come "standard" e indirizzo della stessa strada, se consegnata alla Provincia? Questo ragionamento, colleghi non è un atteggiamento di sfiducia nei confronti dell'altro Ente? Ma le strade provinciali sono mantenute bene o male, lo sappiamo, in funzione delle risorse che la Provincia impiega, e le risorse che si impiegano sono frutto di scelte politiche. Allora perché mai, se noi manteniamo al demanio regionale delle strade, possiamo dire: "Lo facciamo perché così queste strade saranno tenute meglio"? Perché? Perché se noi consegniamo tutto alle Province dobbiamo dare per scontato che la Torino-Cuneo in capo all'attenzione provinciale sarà gestita peggio che non la Torino-Cuneo in capo all'attenzione regionale? Questo non è un modo di non interpretare correttamente un principio di sussidiarietà? L'Assessore dice: "Attenzione alla Conferenza Stato-Regioni, perché c'è un accordo. Io ho parlato per mesi con i governi provinciali".
Grazie, Assessore, grazie di questo lavoro e di questo equilibrio che lei propone all'aula, ma io continuo a pensare che, a valle della riforma Bassanini, una vera riforma dovrebbe prevedere la scelta che di strade regionali non se ne parla. Le strade regionali la Regione non le vuole, non vuol pensarci e farà in modo che lo Stato e le Province gestiscano al meglio delle competenze che noi non vogliamo assumere; ne abbiamo già altre importanti, e le strade non rientrano tra queste, anche perché non abbiamo storicamente competenze ed esperienze in proposito né vogliamo averne. E allora diamo con la nostra scelta il massimo sostegno alla Provincia affinché gestisca tutta la rete che non è statale e la gestisca al meglio.
Personalmente, penso che le Province non saranno incapaci di capire che vi sono strade ad alta percorrenza e strade a minor percorrenza e che la gestione delle une non è uguale a quella delle altre. Dobbiamo avere questa fiducia.
Per questi motivi, sperando di poter avere in aula un colloquio tra colleghi che non hanno impegni di governo e quindi in un'aula libera di discutere e di legiferare al meglio, mi sono permesso di fare questi ragionamenti, senza disprezzare quel che ha detto l'Assessore, ma perch credo veramente che se l'aula riesce ad individuare una scelta semplificatrice, noi facciamo una scelta di riforma più interessante di quella proposta dall'Assessore.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Presidente e colleghi, l'emendamento che presentiamo al comma 1 dell'art. 101, in cui chiediamo di sostituire la dizione uscita a maggioranza dalla Commissione con "la Regione entro 60 giorni dall'entrata in vigore... trasferisce alle Province la gestione delle strade nazionali trasferite alla Regione", è collegato con l'emendamento che presentiamo al comma 2 dello stesso articolo, in cui individuiamo in coerenza quelli che diventano, a questo punto, i compiti che richiedono l'esercizio unitario a livello regionale.
Perché voglio collegare il ragionamento? Perché su questo punto abbiamo già avuto una lunga discussione in Commissione. L'Assessore Casoni, alle nostre obiezioni sulla costituzione del demanio regionale, ci ha sostanzialmente detto e ripetuto in quest'aula: "Non è assolutamente vero che io mi assumo compiti gestionali. Con questo articolo sono assolutamente coerente con i dettami della Bassanini, del D.lgs. n. 112, che indica alla Regione, in particolare su queste materie, esclusivamente compiti di programmazione. L'unico compito che io mi riservo è quello di definire due grandi momenti dentro la viabilità regionale della partita trasferita dallo Stato, che sono le strade di interesse regionale - chiamiamole così - e tutte le altre che invece possono passare alla competenza delle Province sapendo che ce ne sono altre che sono già competenza dei Comuni, come ce ne sono altre che rimangono di competenza autostradale e hanno caratteristiche diverse". Il punto, però, sull'interpretazione corretta dei compiti di programmazione come il D.Lgs. n. 112 ce li demanda, ma anche un punto di merito gestionale e di funzionalità dell'intera struttura, sta proprio qui.
Se l'Assessore - come ci ha detto in Commissione e in aula - intende essere assolutamente coerente con lo spirito del D.lgs. n. 112 e riservare a se stesso, su questa parte del trasferimento di parte così importante della rete viaria da parte dello Stato alla Regione Piemonte, compiti di programmazione, coerenza vuole che non si faccia rientrare dalla finestra ciò che si è fatto uscire dalla porta, perché si assegnano a se stessi dei puri e semplici compiti di programmazione, che io ritengo di grandissimo rilievo, senza individuare poi, per quanto riguarda le strade trasferite un doppio demanio, un demanio regionale e un demanio delle Province, in quanto l'individuazione del demanio implica delle competenze, dei compiti degli oneri di ordine burocratico, degli oneri sovraordinati rispetto alle Province che reintroducono facendo rientrare dalla finestra ciò che abbiamo fatto uscire dalla porta.
Seconda argomentazione. Altre Regioni hanno fatto questo, Assessore moltissime Regioni del demanio regionale non si sono assolutamente occupate e non è assolutamente vero che l'abbiano introdotto all'interno della legislazione, e io ritengo che quelle soluzioni legislative regionali siano soluzioni maggiormente coerenti.
Detto questo, se venisse seguita la nostra, che ha anche una ragione di merito funzionale, noi otterremmo anche un livello di semplificazione, al di là di quello che è stato il dibattito ad oggi nella sede della Conferenza Regione-Autonomie locali, un duplice ordine di vantaggi.
Lei, in questo modo, con un demanio regionale, introduce un livello in più rispetto a quelli precedenti (statali, provinciali e comunali).
Nel momento in cui assegna alle Province il "grosso" delle strade di loro competenza, sebbene in questo provvedimento non ci sono, rimanendo una questione incelata, anche i trasferimenti finanziari hanno da essere trasferiti alle Province, per quanto di loro competenza.
Vuole aprire una situazione di continuo contenzioso tra lei e le Amministrazioni provinciali su quanto ha fatto, quanto deve fare, quanto farà ancora sulle strade del demanio regionale? Vuole aprire un continuo contenzioso finanziario, una contrattazione permanente? Così si distoglierebbe dai compiti di programmazione che, invece, grazie al decentramento operato dallo Stato, sarebbe necessario che qualcuno facesse! E' proprio la programmazione che è sempre mancata nel nostro Paese, in cui le determinazioni sono sempre state verticali e burocratiche, ma con pochi compiti di programmazione! Si è sempre trattato di un rapporto verticale tra questuanti: chi stava a livello più basso cercava di contrattare sempre a livello più alto, per avere un pezzo di manutenzione o finanziamento in più, ma un ordine di programmazione non è mai stato realizzato. Assessore si assegni un compito tanto importante, che in questo Paese è sempre mancato! Il trasferimento viario, il processo di regionalizzazione dell'ANAS, la stessa Legge Burlando sul trasporto pubblico locale hanno intenzione di operare una rivoluzione copernicana dei trasporti.
Se le Regioni abdicassero ora, sostanzialmente verrebbero meno al punto centrale della riforma, reintroducendo in modo e tono minore una situazione caotica precedente.
Per questo, se seguisse la nostra impostazione, al comma successivo invece dei tacitiani e scarni punti a) e b), che lei ha inserito e che sono inevitabili nella sua impostazione, cioè "...la programmazione, il coordinamento, il finanziamento, la rete viaria trasferita allo Stato... di concerto con le Amministrazioni provinciali e la programmazione e il coordinamento della gestione della rete viaria del demanio regionale..." lei assegnerebbe a se stesso compiti molto più significativi, e tutti di programmazione, come l'individuazione della viabilità di interesse regionale o la definizione dei criteri di classificazione della viabilità provinciale e comunale.
La Regione dice: "Queste sono le strade di interesse regionale, perch esse ci sono"! Noi siamo d'accordo: riguardano due Regioni, magari addirittura il collegamento tra due Stati nelle aree di confine o il collegamento tra più Province ed i capoluoghi delle stesse. La classificazione individua i criteri per le strade di interesse regionale che hanno un significato particolare - ma detta anche criteri per la manutenzione e gli interventi sulle altre strade. Essa individua i parametri per la corretta gestione della rete viaria, la definizione degli "standard", la programmazione dei Piani di sviluppo, la ripartizione per la gestione delle risorse e la definizione dei possibili metodi e i modelli di gestione, vale a dire i concreti Accordi di programma tra Regione e Province, non quel modello con cui abbiamo sempre avuto a che fare nel corso degli anni. Un modello, Assessore, che lei sostanzialmente ha creato determinando per la Regione una serie di disagi nelle sue possibilità di intervento, riducendo e costringendo spesso le Province ad un ruolo di coordinamento e di intervento che non era quello loro proprio.
Questa è la ragione per cui noi le chiediamo di operare questa trasformazione, per essere coerente con i dettami del D.lgs. n. 112/98, per proporre un modello efficace ed efficiente di gestione del sistema viario nella nostra realtà regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Siccome tutti i colleghi del nostro Gruppo sono ripetutamente già intervenuti, vorrei solo porre all'attenzione della Giunta, dell'Assessore Casoni e del Presidente Ghigo, due questioni.
Capisco le argomentazioni dell'Assessore Casoni. E' indubbiamente vero che ci troviamo di fronte ad una materia per la quale, guardando l'intero panorama regionale, potremmo trovare - al di là delle stesse coalizioni politiche che governano - soluzioni diverse, alcune delle quali (se non addirittura la maggioranza) si avvicinano di più a quelle che l'Assessore ha indicato ed altre, invece, meno.
Emerge però un problema che dovreste considerare, perché riguarda sì la viabilità, ma anche, un po' più in generale, il significato e gli obiettivi che ci si propone con - in particolare - questo provvedimento e, in generale, i provvedimenti di applicazione delle leggi Bassanini.
Il problema è questo. Dovremmo tutti concordare sul fatto che uno degli obiettivi di questo provvedimento è non solo quello della ripartizione delle competenze e dei poteri fra le diverse istituzioni, ma - come è stato più volte ripetuto - la "semplificazione". Conclusi i provvedimenti, il cittadino dovrebbe avere un'Amministrazione dalla struttura più semplice ed agibile: del resto, uno dei loro obiettivi, non secondari, dovrebbe proprio essere la riduzione dei costi di gestione. Non vi sembra che questo obiettivo, nel provvedimento che si sta realizzando, si stia perdendo di vista? La cosa è molto semplice: avevamo dei livelli di ripartizione delle competenze e, con questa legge, ne avremo ancora uno in più! Un livello in più! Con costi in più di mantenimento delle strutture, ecc.! Non c'è niente da fare, questo è ciò che capita! C'era un sistema basato sulle competenze dello Stato, delle Province e dei Comuni e ora abbiamo lo stesso sistema ma con un livello in più! Lo dico perché si tratta di un rischio concreto.
Dal punto di vista della moltiplicazione dei livelli burocratici e dei costi, piuttosto che ad una "semplificazione", siamo di fronte ad un provvedimento che comporterà una "complicazione".
E questo è il primo problema.
Il secondo problema riguarda un'altra questione che il Vicepresidente Casoni ha ricordato e sulla quale - senza intervenire adesso - preannuncio la presentazione di un ordine del giorno collegato al momento della conclusione della discussione complessiva sul disegno di legge n. 178.
Più volte, l'Assessore Casoni - e giustamente! - ha detto che l'iter di formazione delle decisioni assunte, del procedimento legislativo, è stato gestito non in base a colpi di testa, ma attraverso il confronto ed il coinvolgimento degli interlocutori.
E' indubbiamente vero. Lo stesso si può dire per altri nostri "capitoli", per i quali il confronto è avvenuto, in particolare, attraverso il coinvolgimento della Conferenza Regione-Autonomie locali, sede privilegiata del confronto.
Secondo me - anche nello spirito di una valorizzazione della Conferenza Regione-Autonomie locali - non possiamo metterci nella condizione per la quale il Consiglio regionale viene escluso da una fase così delicata ed importante del procedimento legislativo reale, cioè dal processo di formazione delle decisioni. Non sarebbe giusto.
Ciò che chiedo, quindi, è vedere come, in generale - in futuro presenterò un ordine del giorno a proposito - ma soprattutto nelle fasi di formazione della leggi (come quella di cui stiamo discutendo), il Consiglio regionale, attraverso le sue articolazioni, sia associato ai lavori della Conferenza Stato-Regioni e sia associato in generale a tutti i momenti di formazione della volontà legislativa attraverso gli atti che concretamente la determinano.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore a viabilità e comunicazione

Intervengo per dare sinteticamente due risposte, perché sono state sollevate delle questioni importanti.
Innanzitutto, una considerazione di carattere generale. L'ho già dichiarato in Commissione e lo ripeto all'aula, perché non tutti i Consiglieri hanno partecipato ai lavori della Commissione. Sul fatto della "sburocratizzazione" del sistema, ho già detto che mi sento in grado, per le competenze trasferite alla Regione e di cui la Regione si occuperà, di garantire la gestione della stessa materia che ci viene trasferita con il 50% delle persone che oggi la esercitano. Dobbiamo capire che questo non è il passaggio di una funzione senza contenuti, ma un ruolo che sino ad oggi era gestito dall'ANAS e che rientrerà nelle competenze di Provincia e Regione.
Siccome sia nella fase della programmazione, sia nella fase della gestione questo livello oggi coinvolge centinaia di soggetti in Piemonte relativamente al compito di "sburocratizzazione", per quello che riguarda il ruolo regionale (cioè la programmazione) e rispetto a quelli che oggi sono i soggetti che per l'ANAS svolgono questo ruolo, posso essere in grado di dire, per dare tranquillità all'aula, che secondo l'impostazione che prediligo - mi assumo questo impegno formale dichiarandolo in aula - la struttura che, in ogni caso, si occuperà di queste funzioni (programmazione e quant'altro) sarà all'incirca del 50% inferiore rispetto a quella che oggi gestisce l'ANAS.
Affermo questo per non dare l'impressione che andiamo a moltiplicare i livelli o le persone o gli interessi che si muovono all'interno delle strutture. Ritengo che ci sia spazio per poterlo svolgere. Questa è una precisazione importante che volevo fare.
Sui quattro livelli di gestione alcuni hanno sollevato il problema della manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade provinciali e di quelle regionali, e anche - sono convinto - delle strade che rimarranno all'ANAS. Questa non è una decisione nostra, ma so che l'ANAS sta pensando pur mantenendo il demanio, di trasferire alla gestione provinciale quei tratti di strada che - come giustamente diceva il collega Riba - hanno un tracciato di soli 20 chilometri fino al confine. Ci si rende conto che, in prospettiva, questo non è? Quindi, colui che farà la gestione ordinaria e straordinaria della manutenzione delle strade in Piemonte, sia del demanio regionale, sia del demanio provinciale e probabilmente anche del demanio nazionale sarà la Provincia. Quindi, sarà un unico soggetto che si occuperà di questo.
Giustamente, è stato richiamato da tutti il concetto di criterio sulle strade, che io definisco di demanio regionale, mentre altri hanno definito di interesse regionale. Tutti sappiamo che i criteri e l'applicabilità dei criteri è controllabile non in una conflittualità - come diceva la Consigliera Manica - continua tra Regione e Province, ma con una semplice verifica dei parametri, per esempio, una volta all'anno, però con la possibilità di avere il "controllo" finanziario su quel demanio.
E' questo il concetto che volevo esprimere. Voglio solo ricordare che le Regioni che stanno legificando all'inverso, si sono rese conto che alcune strade di interesse regionale hanno perso rapidamente in qualità magari a vantaggio di strade provinciali che collegano i principali centri di quella provincia con il capoluogo. E in un'ottica provinciale potrei anche capirlo, se indistintamente trasferisco tutte le risorse alla Provincia, perché io, Presidente della mia Provincia, che ho interesse ad avere una rete molto efficace al mio livello provinciale, svolgo bene il mio ruolo; i cittadini della mia provincia apprezzeranno questo investimento. Tuttavia, potrei avere meno interesse a collegarmi con un altro capoluogo di provincia e comunque mi occuperei del tratto stradale fino al confine della mia provincia, mentre da quel punto in poi se ne dovrebbe occupare il Presidente della provincia confinante.
Quindi, quando parliamo di semplificazione, seguiamo anche l'applicazione della semplificazione, perché, per esempio, un semplice sgombro neve su una strada che attraversa due province dovrebbe essere svolto, fino al confine, da una Provincia, e di lì in poi dall'altra.
Ora, o ci si parla con i telefonini, nel senso che gli operatori degli spartineve dovrebbero operare in collegamento diretto, oppure le due Province dovrebbero comunque raggiungere un accordo su una strada.
Ritengo che questo ruolo sia importante, e mi premeva dire che non è vero che complica i livelli amministrativi, perché, dal punto di vista dell'ordinaria e straordinaria manutenzione, il soggetto che gestirà sarà unico, e sarà la Provincia. Noi vogliamo mantenere, dovendo indicare dei parametri di efficienza e di efficacia, un demanio regionale per poter stabilire i criteri secondo cui quelle strade dovranno essere mantenute e curate, mettendo a disposizione delle Province tutte le risorse necessarie.
Questo è lo spirito di questo articolo. Capisco le diverse filosofie tra l'altro, prima ho parlato solo di livelli istituzionali, ma ci sono anche dei livelli politici totalmente trasversali. Non voglio fare i nomi di autorevolissimi esponenti del centrosinistra che mi hanno detto personalmente che questa è la migliore impostazione. Non li voglio fare, ma sono stati fatti da altri.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento 10/101.1), al quale la Giunta ha dato parere contrario.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 26 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento 10/101.2), che è conseguente rispetto al precedente. Mi sembra che la discussione su questo emendamento, se i colleghi acconsentono, sia già avvenuta.
La Giunta ha espresso parere contrario.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli e 27 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto sull'intero art. 10/101; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Colleghi, attorno a questo articolo si è sviluppato un importante dibattito che ha cercato di porre in evidenza come si può intendere il principio di sussidiarietà, che è un elemento portante per il provvedimento oggetto della nostra valutazione.
Credo che si voglia raggiungere un obiettivo abbastanza condiviso. Non contestiamo la strategia di fondo dell'Assessore, ma contestiamo profondamente lo strumento che intende utilizzare per raggiungerla. E' evidente che la Regione ha alcuni tratti di strade che sono strategiche sono gerarchicamente superiori alla visione provinciale. Il collega Riba indicava, per esempio, i collegamenti con i grandi centri di intermodalità o altri elementi che nella nostra strategia pensiamo che possano rappresentare motori dello sviluppo. Penso solo ai collegamenti con i distretti industriali e così via.
Il punto è che lo strumento dell'introduzione del demanio regionale non aiuta il raggiungimento di questo obiettivo, ce ne possono essere altri per esempio nella programmazione del Piano dei trasporti ci può essere una gerarchizzazione delle strade: individuiamo quelle di rango sovraprovinciale come interesse, a queste diamo una caratteristica ed una forza particolare, in modo da imporre alle Province il rispetto di certi "standard" e di funzioni di coordinamento. L'Assessore citava il problema dell'omogeneità nello sgombro neve, ad esempio, che non è un elemento trascurabile, ma anche nella manutenzione.
Dobbiamo, in qualche modo, ricavarci una specie di potere sostitutivo una volta individuati questi grandi assi strategici che la Regione pone per lo sviluppo di queste strade nazionali trasferite alla Regione, che dovrebbero essere trasferite tutte al demanio delle diverse Province, in modo che si sappia dare un'indicazione di forza che si può ottenere attraverso strumenti e finanziamenti. Accennavo - uso un termine improprio al potere sostitutivo, ma certamente alla capacità di impedire che una Provincia, per un suo interesse specifico, storni risorse per mantenere uno "standard" di manutenzione su una di queste tratte di rango regionale e le storni in funzione di interessi locali, come diceva giustamente l'Assessore. Devo dire che c'è un ragionamento di fondo che è comune. Siamo contrari, invece, a come lo si vuol raggiungere.
Credo che sia inutile, ed è per questo che votiamo contro - e questo votare contro è propedeutico a quello che è il centro motore del provvedimento - l'introduzione dell'Agenzia, che ci vede estremamente contrari. Riteniamo che si tratti di una struttura che potrebbe essere tranquillamente sostituita dalle funzioni che gli stessi uffici dell'Assessorato ai trasporti possono svolgere. Dobbiamo smetterla di mortificare gli uffici della Regione attraverso la creazione e la moltiplicazione di osservatori, di agenzie e di una serie di strutture perché ci sono dei compiti che possono essere benissimo svolti dagli uffici della Regione. Ridurremmo le spese ed accresceremo probabilmente la funzionalità, raggiungendo l'obiettivo che è comune all'Assessore, al governo regionale e al nostro: una rete stradale di rango regionale per quegli aspetti strategici che il Piano dei trasporti dovrà porre come categoria prioritaria degli interventi.
Per questa ragione, votiamo contro. Su questo faremo anche, in seguito ad altri articoli, sino ad arrivare a quello dell'Agenzia, un'opposizione costruttiva, ma ferma, perché riteniamo profondamente sbagliato questo principio.
Voglio solo fare una battuta sul principio di sussidiarietà. Assessore non ci nascondiamo dietro un dito con un trasferimento meccanicistico alle Province. E' chiaro che pretendiamo funzionalità, quindi non è un trasferimento automatico, però questa garanzia, affinché il principio di sussidiarietà sia garantito in questo caso e non sia un fatto demagogico o di maniera, la possiamo ottenere con strumenti diversi da quelli che predisponete, cioè attraverso la creazione di un carrozzone e di interessi che attorno a questo carrozzone si determineranno.
Gli uffici della Regione credo che siano all'altezza per compiere questi compiti in modo valido e a costi molto più ridotti.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione dell'art. 10/101 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 voti favorevoli 28 voti contrari 12 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 10/101 è approvato.
ART. 10/102 10/102.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani Muliere, Manica, Suino, Tapparo, Giordano, Tomatis e Caracciolo: la lettera b), del comma 2 dell'art. 10/102 è sostituita dalla seguente: "b) manutenzione ordinaria, straordinaria, programmata e vigilanza delle strade trasferite dallo Stato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli e 29 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
10/102.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Saitta, Ronzani, Tomatis Caracciolo e Giordano: la lettera c) del comma 2 dell'art. 102 è soppressa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta per l'illustrazione; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Illustro i motivi per cui abbiamo richiesto la soppressione del punto c). E' chiaro che se c'è l'accoglimento, ben venga, vuol dire che le nostre motivazioni sono convincenti.
E' opportuno, però, che resti agli atti il significato di una proposta che riguarda un tema al quale la Regione Piemonte sta ricorrendo e continua a ricorrere, mi pare, nelle decisioni assunte, come in quelle che intende assumere in modo diffuso, per quanto riguarda le Agenzie delle società a capitale misto.
Adesso stiamo discutendo di viabilità, qui si parla di società a capitale misto, poi c'è l'Agenzia regionale. Per parlare di sanità stiamo parlando di Agenzia regionale sul patrimonio, si parla di osservatori, di appalti, di capitolati, di costi "standard". C'è una modalità a cui la Giunta, in qualche maniera, intende ricorrere in modo diffuso, ritenendo che queste nuove istituzioni, dal punto di vista giuridico, permettono di risolvere dei problemi, ma noi abbiamo dei dubbi.
In merito alla questione dell'emendamento proposto, la Giunta propone che le Province possono costituire delle società a capitale misto per svolgere i compiti di manutenzione ordinaria, straordinaria e programmata.
E' scritto chiaramente. Mi pare che, in un primo tempo, avesse un atteggiamento un po' più impositivo, infatti le Province "dovevano", poi si è passati a "possono".
In Commissione abbiamo domandato per quale motivo i privati dovrebbero essere interessati a partecipare ad una società mista nella cui gestione delle strade provinciali non c'è un pedaggio, dove - non è l'Aeroporto di Caselle - non c'è da ricavare un reddito. Per quale motivo l'impresa tal dei tali dovrebbe partecipare ad una società dove non c'è una redditività? Quindi, abbiamo escluso che il motivo dell'investimento fosse soltanto il profitto, la rendita dell'investimento.
L'Assessore, in Commissione, ci ha risposto che il motivo per cui un privato può essere interessato a partecipare ad una società senza reddito riguarda i lavori stradali. Se noi prevediamo la partecipazione dei privati alla società, vuol dire che quei lavori vengono svolti da quella società.
Non per nulla mi pare che la parte finale di questo comma preveda una totale delega di queste funzioni alla società mista. Vuol dire non fare più appalti, perché i lavori verrebbero eseguiti direttamente da queste società a capitale misto. E' una cosa priva di senso. Innanzitutto, non risponde alla logica della concorrenza perché il principio sul quale è basato l'ordinamento pubblico è proprio la concorrenza. Se affido un lavoro, si mette in gara. No, qui si inseriscono i privati, partecipano due o tre imprese, tutte le imprese partecipano, non si fanno più le gare con effetti distorsivi sui prezzi, perché, è chiaro, crea condizioni di monopolio che determinano il prezzo mettendo l'Ente pubblico in condizioni evidentemente, di completa sudditanza.
Questo è un non senso e vuol dire - lo ripeto, credo che serva anche come denuncia - perpetuare un meccanismo che è stato applicato con pesanti irregolarità da parte dell'A.Re.S.S.; vuol dire riprodurre un meccanismo simile e, in qualche maniera, legittimarlo. A questo meccanismo si sono interessate parecchie inchieste di "Tangentopoli". Cioè, i lavori in una determinata zona vengono soltanto eseguiti da una determinata impresa; in una provincia soltanto da quell'impresa; ma un meccanismo di questo tipo come pensato dalla Giunta, ha questi effetti distorsivi.
Se la motivazione è seria, se non si tratta di appalti o di favoritismi alle imprese del luogo, ma, ad esempio, perché le Province attualmente non sono forti e non hanno una struttura consistente per essere una buona stazione appaltante, allora è comprensibile. Se, ad esempio, la Provincia di Verbania, o di Biella, ad un certo punto dicono di non essere in grado di procedere a questi appalti non avendo strutture adeguate, allora il problema è diverso; non si tratta di far decidere il privato. Il problema riguarda il potenziamento della stazione appaltante. Vuol dire che, nel momento in cui si trasferiscono competenze in materia di viabilità, si trasferiscono anche i tecnici, in modo che, la Provincia di Biella, in questo caso, o la Provincia di Verbania, abbiano una struttura tecnica forte per poter effettuare le gare di appalto, per poter fare buoni capitolati, per indire le gare, cioè fare tutto quanto è necessario per una buona direzione dei lavori.
Questo problema esiste, Assessore. Attendo che l'Assessore termini siccome mi rivolgo a lui.



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, nel frattempo, ho riformulato il suo emendamento nel senso che deve intendersi la lettera b) e non la lettera c).



SAITTA Antonino

Va bene.
Volevo completare il mio ragionamento.
Assessore, è emersa da parte delle Province, soprattutto quelle un po' più deboli, una difficoltà ad organizzare i nuovi compiti, soprattutto di appalto. Questo è un problema vero che non si risolve con le società miste anzi, si dovrebbe evitare la loro costituzione, perché vuol dire mettere le Province in mano ai privati.
Nel momento in cui si decide il trasferimento delle funzioni, occorre rafforzare le stazioni appaltanti delle Province, cioè gli uffici tecnici in modo da redigere i progetti, senza far intervenire le imprese.
Ricordando le vicende di "Tangentopoli", i progetti venivano redatti dalle imprese che poi vincevano l'appalto.
Il problema riguarda il potenziamento delle stazioni appaltanti: stazione appaltante che redige i progetti; stazione appaltante che indìce le gare.
Assessore, credo che si dovrebbe seguire con più attenzione questa vicenda, capire quali delle Province indicate non sono nelle condizioni di svolgere bene il ruolo di stazione appaltante e prevedere il personale necessario affinché queste funzioni possano essere svolte nel modo classico: l'Ente pubblico appalta e i privati eseguono, l'Ente pubblico controlla e i privati eseguono i lavori; questo occorre fare.
Allora, probabilmente, credo che, ad un certo punto della proposta, si dovrebbe provvedere a delle risorse, in modo che le Province possano assumere personale tecnico - non personale generale - per assolvere le funzioni tecniche legate alla viabilità, oppure prevedere il trasferimento di personale dalla Regione o dall'ANAS.
Se questo non si verifica, l'emendamento può essere accolto. Mi pare che sia intenzione dell'Assessore accoglierlo, ma, in ogni caso, il problema rimane perché le Province possono costituire società miste, ma mettiamole tutte in condizione di dover ricorrere al privato per svolgere funzioni pubbliche.
Se siamo interessati a che le funzioni pubbliche le svolga sempre il settore pubblico, è bene che, a questo punto, nel momento in cui decidiamo la Regione rafforzi le strutture provinciali.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Saitta.
Il parere della Giunta regionale è positivo.
Pongo in votazione l'emendamento n. 10/102.2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'art. 10/102 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 voti favorevoli 29 voti contrari 11 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 10/102 è approvato.
ART. 10/103 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 voti favorevoli 29 voti contrari 11 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 10/103 è approvato.
Comunico che al comma 2 dell'art.
10/103 deve essere aggiunta la congiunzione "e" tra la parola "sospensione" e le parole "di trasferimento".
A questo punto, sospendiamo l'esame del disegno di legge n. 178. Nel pomeriggio proseguiremo con l'esame dell'art. 10/104.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è aggiornata alle ore 15, in quanto alle ore 14 è convocata la Commissione Regolamento.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,25)



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