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Dettaglio seduta n.523 del 27/01/05 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROSSI ORESTE



(Alle ore 10.02 il Presidente Rossi Oreste comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.35)



(La seduta ha inizio alle ore 10.59)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione del "Giorno della memoria"


PRESIDENTE

Colleghi, come sapete, oggi ricorre il sessantesimo anniversario dell'apertura dei cancelli di Auschwitz. Ricordiamo, con questi giorni della memoria, milioni di innocenti morti, senza colpe, tutti loro.
Un minuto di silenzio credo che in tutto il nostro paese, negli uffici del Consiglio e in quest'Aula siano, non solo dovuti, ma doverosi.



(L'Aula, in piedi osserva un minuto di silenzio)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco Maria, Botta Marco Cantore, Casoni, Cota, Ghigo, Leo, Racchelli, Rossi Giacomo e Vaglio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

c) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Ugo Cavallera


PRESIDENTE

Con decreto n. 6, del 24 gennaio 2005, il Presidente della Giunta regionale, Enzo Ghigo, attribuisce temporaneamente le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale, per la seduta mattutina del 27 gennaio 2005, all'Assessore Ugo Cavallera.


Argomento: Gruppi consiliari

d) Variazione Presidenza del Gruppo consiliare Lega Nord Piemont al Consigliere Dutto Claudio, in sostituzione del Consigliere Rossi Oreste eletto Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Comunico che l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ha preso atto che, a far data dal 20 gennaio 2005, il Presidente del Gruppo della Lega Nord Piemont è il Consigliere Claudio Dutto, in sostituzione del Consigliere Oreste Rossi, eletto Presidente del Consiglio regionale.


Argomento: Variazioni di bilancio

e) Variazione del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2004


PRESIDENTE

La Giunta regionale, in data 20 gennaio 2005, ha trasmesso per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della legge regionale 7/2001, "Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte" n. 16 deliberazioni del 22 novembre 2004 e n. 10 deliberazioni del 29 novembre 2004.
Allegati a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazioni verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 4, 5 e 6 agosto; 7, 21, 28 settembre; 5, 12, 13, 19, 21, 26, 27 ottobre; 9 novembre 2004.
Non essendovi osservazioni, s'intendono approvati.
Comunico che è pervenuta una serie di inserimenti e inversioni di nuovi punti all'ordine del giorno. Verranno esaminati dopo il sindacato ispettivo.


Argomento: Calamità naturali

Sull'ordine dei lavori con particolare riferimento alla sollecitazione delle risposte alle interrogazioni relative ai bialluvionati


PRESIDENTE

Colleghi, informo che è pervenuto un certo numero di richieste di inserimento e di inversioni di punti all'o.d.g. Se non vi sono problemi provvederei a porli in votazione dopo il sindacato ispettivo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Presidente, tra le interrogazioni di cui risulta essere pronta la risposta, non sono comprese una serie di interrogazioni richieste da due Gruppi consiliari, fra cui il Gruppo Radicale, rispetto alle risultanze dell'indagine svolta dalla Giunta regionale in ordine all'attuazione della circolare del Presidente della Giunta regionale n. 3LAP (questione alluvione, per intenderci). La risposta a tali interrogazioni era stata richiesta nella Conferenza dei Capigruppo ed era stata, per quanto avevo compreso, accettata dalla Giunta.
La Giunta, mi pare nella persona dell'Assessore Ferrero, è pronta a rispondere, pertanto chiedo di integrare l'elenco delle interrogazioni e di procedere alla risposta nella seduta odierna, nell'ordine che il Presidente deciderà.



PRESIDENTE

Le confermo che l'Assessore Ferrero è disponibile a rispondere all'interrogazione n. 3082.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Chiedo una verifica delle procedure con le quali stiamo aprendo questa seduta di Consiglio. Poiché noi abbiamo depositato una serie di richieste di inserimenti di nuovi punti all'o.d.g., voglio capire come procediamo.
Per quanto ricordi, il Regolamento prevede che tali richieste precedano tutti gli altri punti.



PRESIDENTE

Collega lei non era presente in Aula, ma ho chiesto al Consiglio se potevo iniziare con le interrogazioni e le interpellanze, visto che erano previste, e passare, in seguito, agli inserimenti e alle inversioni.
Nessuno ha posto problemi, pertanto ho dato il via al sindacato ispettivo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Ha dell'incredibile il fatto che, pur avendo deciso per tempo quali interrogazioni sarebbero state iscritte all'ordine del giorno, ed essendo state segnalate dagli uffici all'Assessore Botta, oggi l'Assessore non si sia organizzato per essere presente in Consiglio a rispondere a queste interrogazioni.
Di norma, rispondiamo con mesi di ritardo alle interrogazioni, per cui l'interrogazione diventa tutto meno che un'attività di sindacato ispettivo e va beh - ma quando invece otteniamo che l'ordine del giorno preveda una risposta a una qualche interrogazione, succede (in taluni casi e questo è uno di quelli) che l'Assessore competente dichiari di essere in congedo.
Dato che l'Assessore competente è a conoscenza del fatto che era stata iscritta la risposta ad una sua interrogazione all'ordine del giorno, la sensibilità verso il Consiglio vorrebbe che l'Assessore competente decidesse di rispettare quel programma dei lavori e quella priorità.
Qui c'é proprio un problema politico di rapporti fra la Giunta e il Consiglio. Non pretendo che gli Assessori e il Presidente Ghigo (che ha collezionato il 38% delle assenze in questa legislatura) siano sempre presenti, come non posso pretendere che siano presenti gli Assessori che non devono rispondere ad interrogazioni o che non hanno argomenti all'ordine del giorno, ma se passa anche l'idea che un Assessore che deve rispondere in Aula ad un'interrogazione possa dichiararsi in congedo francamente mi sembra un altro modo - lo dico a lei, Presidente, che ritengo essere sensibile a queste questioni di sindacato ispettivo - per non rispondere alle interrogazioni.
Ho capito che esistono due modi per non rispondere alle interrogazioni: primo, dire che non si risponde o che si prende tempo (per cui noi abbiamo risposte fuori tempo massimo); secondo, dichiarare che l'Assessore quel giorno lì - guarda caso, quel giorno lì - è in congedo, nonostante abbiamo la possibilità di conoscere per tempo - noi e quindi anche l'Assessore - il programma dei lavori del nostro Consiglio regionale.
Ne approfitto, Presidente, per porre una questione. Siccome "l'andazzo" è questo, siccome siamo ormai a fine legislatura, siccome sono pendenti numerose interrogazioni importanti, le consegno un problema: valuti, nella prossima Conferenza dei Capigruppo, in che modo il Consiglio, attraverso una selezione attenta con i Consiglieri per valutare quelle più importanti possa mettersi in condizione di chiedere agli Assessori e alla Giunta di rispondere a tutte quelle interrogazioni a cui, finora, non è stata data risposta.
Per facilitare questo lavoro della Giunta, e per non agitare soltanto la questione, da qualche giorno ho trasformato alcune interrogazioni con risposta in aula in interrogazioni con risposta scritta; con ci illudendomi di facilitare il compito della Giunta. Constato che, nonostante numerose sollecitazioni, l'Assessore Galante non mi ha ancora risposto e l'Assessore Ferrero, che a suo tempo avrebbe dovuto rispondere ad una mia interrogazione in Commissione, mi disse: "Domani mattina le consegno la risposta". Domani mattina era venti giorni fa.
Vorrei che questo andazzo venisse risolto una volta per tutte e che quindi, si trovasse il modo per rispondere alle interrogazioni dei Consiglieri di maggioranza e di opposizione, giacché in questo modo possiamo dare una risposta a problemi aperti ormai da alcune settimane e da alcuni mesi. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ronzani. Concordo con quanto lei ha detto. Invito l'Assessore Cavallera, oggi in funzione di Vicepresidente della Giunta, a segnalare il problema al Presidente Enzo Ghigo, perché credo che si tratti anche di rispetto nei confronti del Consiglio regionale. Chi ha il mandato di venire in Aula a rispondere alle interrogazioni, venga e non si verifichino più fatti di questo tipo, anche perché è la Giunta che, in effetti, ci consegna l'elenco delle risposte che verranno date ai Consiglieri.


Argomento: Caccia

Interpellanza n. 2925 dei Consiglieri Suino, Moriconi, Papandrea, Chiezzi inerente a "Allenamento cani da caccia con facoltà di sparo"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 2925, presentata dai Consiglieri Suino Moriconi, Papandrea, Chiezzi inerente a "Allenamento cani da caccia con facoltà di sparo".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla caccia e pesca

Con provvedimenti del Settore regionale Caccia n. 22 del 12 febbraio 2004 e n. 24 del 13 febbraio 2004 sono state autorizzate gare di cani da caccia con facoltà di sparo in alcune aziende agri-turistico-venatorie, ai sensi dell'articolo 13, comma 12, della legge regionale 70/96 e dei relativi criteri stabiliti dalla Giunta regionale con DGR n. 13-25059 del 20 luglio 1998. Tale provvedimento disciplina, all'articolo 2 dell'allegato relativo alle aziende agri-turistico-venatorie, lo svolgimento delle gare in questione esclusivamente con l'obbligo della trasmissione, da parte del richiedente, del calendario e delle modalità di svolgimento, della presenza di un giudice abilitato e del divieto di sparo nelle giornate di martedì e venerdì. Precedentemente il TAR Piemonte, con sentenza n. 1735 del 2003 aveva annullato le determinazioni dirigenziali di istituzione delle zone di addestramento, allenamento e prove dei cani da cacca con facoltà di sparo dal 15 gennaio al 15 maggio in alcune aziende agri-turistico-venatorie.
Successivamente il Consiglio di Stato, con ordinanza n. 1457 del 30 marzo 2004, ha sospeso l'efficacia della citata sentenza del TAR.
Nel rilascio delle citate autorizzazioni si è ritenuto che le gare dei cani da caccia con facoltà di sparo sono fattispecie diversa dall'attività di addestramento, allenamento e prove dei cani (cui solo si riferisce la citata sentenza del TAR), come peraltro risulta dal confronto tra il comma 12 e il comma 8 dell'articolo 13 della legge regionale n. 70.
Ciò premesso, con nota n. 6739 del 5 luglio 2004, si è provvedimento a richiedere alla competente Direzione Affari Istituzionali e Processo di Delega (il nostro ufficio legislativo), un parere sulla legittimità delle suddette autorizzazioni.
Il nostro ufficio legislativo ha comunicato quanto segue: "Ad avviso di questo Ufficio, le illegittimità lamentate sono prive di fondamento giuridico. Come è dato osservare, il comma 5 dell'articolo 13 della legge regionale n. 70 contempla le autorizzazioni alle istituzioni di (e qui ci sono le tipologie di autorizzazioni): zone in cui sono permessi l'addestramento, l'allenamento e le gare dei cani da ferma, con divieto di sparo zone in cui sono permessi l'addestramento, l'allenamento e le gare dei cani da seguito, con divieto di sparo zone in cui sono non permessi l'addestramento, l'allenamento e le prove dei cani da ferma, con facoltà di sparo esclusivamente su fauna selvatica di allevamento alle seguenti specie; fagiano, starna, pernice rossa, germano reale e quaglia, nei periodi indicati dalle Province con il regolamento di cui al comma 6.
La fattispecie autorizzatoria sulla quale si è pronunciata il TAR Piemonte, con sentenza n. 1735, è distinta dalla fattispecie oggetto delle autorizzazioni n. 22 e 24 del 2004 rilasciate dal Settore Caccia e Pesca.
Il TAR si è, infatti, pronunciato in ordine all'attività di cui all'articolo 13 comma 5 della legge regionale 70/1996, sopra riportato mentre le autorizzazioni che sono state rilasciate dal Settore Caccia e Pesca riguardano altra fattispecie autorizzatoria-provvedimentale, quella contemplata dal comma 12, il quale testualmente recita: "La Giunta regionale, su richiesta dei concessionari, può autorizzare le gare previste al comma 11 all'interno delle aziende agri-turistico-venatorie anche con facoltà di sparo e nelle aziende faunistiche senza facoltà di sparo".
Con l'adozione delle determinazioni in argomento non è stata elusa la pronuncia del TAR, in quanto la fattispecie autorizzatoria-provvedimentale sulla quale vi è stata sentenza, riguarda l'addestramento, l'allenamento e le prove, mentre le autorizzazioni sono state rilasciate con riferimento ad altra fattispecie autorizzatoria, quella cioè contemplata dal comma 12 dello stesso articolo e rubricata come autorizzazione alla gara di caccia per cani all'interno delle aziende agri-turistico-venatorie anche con facoltà di sparo.
Ad avviso di chi scrive (dell'ufficio legislativo), non sarebbe stata corretta un'applicazione estensiva dei principi affermati dal TAR Piemonte anche alle gare, sia perché queste ultime, come sopra osservato, hanno un diverso fondamento formale testuale, sia perché le stesse gare hanno una disciplina, per alcuni tratti, distinta rispetto all'attività di addestramento e allenamento contemplata dalla sentenza TAR. A ciò si aggiunge che un'applicazione allargata dei principi sanciti dalla sentenza TAR in argomento, estesa cioè anche alle gare, sarebbe ultronea rispetto al corretto agire amministrativo, in quanto detti principi sono contenuti in una pronuncia non ancora incontrovertibile e non passata in giudicato quindi riformabile in appello.
E' conseguentemente ragionevole sostenere che nessuna fondata doglianza di illegittimità possa essere mossa avverso le determinazioni n. 22 e 24 adottate dal Settore Caccia e Pesca.
In ogni caso, residuali dubbi interpretativi sono stati superati dall'ordinanza del Consiglio di Stato, in data 31 marzo 2004, con la quale su ricorso della Regione Piemonte, è stata accolta l'istanza cautelare di sospensione della sentenza del giudice di primo grado. La richiamata ordinanza contiene peraltro succinta motivazione con la quale si precisa che le attività di che trattasi, addestramento e allenamento, non sono qualificabili "esercizio di attività venatoria", con la conseguenza che anche a volere accedere alla tesi in base alla quale l'autorizzazione alle gare, di cui al comma 12 dell'articolo 13, deve essere ricondotta formalmente e sostanzialmente all'autorizzazione, all'addestramento e allevamento. Anche per essa vale la statuizione del Consiglio di Stato, nel senso che non è da considerare attività venatoria, in quanto - aggiungo io si rivolge a fauna di allevamento e non a fauna sostanzialmente selvatica.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Richiedo copia della risposta, che ritengo sia burocraticamente ineccepibile.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione n. 3037 dei Consiglieri Angeleri, Costa R.A. e Scanderebech inerente a "Inquinamento atmosferico ed acustico nei Comuni di Bruzolo e San Didero (To)"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 3037, presentata dai Consiglieri Angeleri, Costa R.A. e Scanderebech inerente a "Inquinamento atmosferico ed acustico nei Comuni di Bruzolo e San Didero (To)" alla quale risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

La questione inerente all'inquinamento della Bassa Val di Susa, ed in particolare dei Comuni di Bruzolo e San Didero, è nota all'Amministrazione regionale ed è stata anche oggetto di un'apposita audizione della V Commissione consiliare in data 24 settembre 2004 nell'ambito della quale l'ARPA ha avuto modo di riferire sulle risultanze di uno specifico studio condotto sull'inquinamento dei suoli della zona.
Il lavoro illustrato dall'Agenzia ha rappresentato la sintesi di precedenti indagini già svolte da ARPA, sin dal marzo 2003, e di cui le Amministrazioni pubbliche competenti erano state informate.
Prendendo le mosse da quanto emerso da tali ispezioni preliminari, e su iniziativa dell'Assessore regionale all'ambiente, è stato quindi istituito un Tavolo istituzionale di approfondimento coordinato dalla Provincia di Torino, che vede coinvolti tutti i Sindaci dei Comuni della zona.
Nella riunione del Tavolo tenutasi il 6 ottobre u.s. è emersa la necessità di procedere ad un'analisi più approfondita della zona che consenta di raggiungere un miglior livello di conoscenza dello stato ambientale e sanitario della Bassa Val di Susa.
Pertanto, in data 30 novembre 2004 l'ARPA ha fatto pervenire all'Amministrazione un progetto di indagine, predisposto di concerto con la competente Azienda sanitaria, ed in parte già finanziato, per la somma di 200.000,00 euro, dalla Direzione regionale "Tutela e Risanamento Ambientale Programmazione Gestione Rifiuti".
Il progetto si propone di valutare le fonti emissive che possono aver contribuito allo stato di contaminazione ambientale del territorio in argomento ed è finalizzato ad effettuare un'analisi di rischio, con particolare riferimento agli effetti sulla salute, derivante dalla diffusione di microinquinanti (diossine, PCB e metalli pesanti).
Entro marzo 2005 saranno valutati i contenuti di microinquinanti negli alimenti prodotti in valle con un'indagine a tutto campo (verdure, frutta carni, latte e derivati) al fine di dare urgenti risposte in ordine ai possibili risvolti sanitari a ciò correlati.
Lo studio, che si svilupperà nel corso di un biennio, si svolgerà su filoni di indagine distinti, ma tra loro collegati, e riguarderà i seguenti aspetti: 1. lo stato emissivo 2. la contaminazione ambientale da microinquinanti 3. i fenomeni di dispersione e di ricaduta al suolo 4. le indagini epidemiologiche.
L'indagine riguarderà lo stabilimento delle acciaierie di proprietà della società Beltrame, situato nei Comuni di Brufolo e San Didero, che opera da alcune decine di anni, forse con altre sigle prima, e le cui emissioni prodotte dal forno fusore e da altre sorgenti del flusso produttivo suscitano molta preoccupazione nella popolazione della zona.
Un commento finale: questo è un intervento di tipo straordinario da parte della Provincia e della Regione, ma ciò non toglie che tutti i dati, che via via vengono a conoscenza, sono stati sempre portati sul Tavolo dell'ASL, dei Sindaci e della Provincia, che sono gli organi di controllo di vigilanza e di adozione di eventuali provvedimenti straordinari.
Quindi, da un lato si segue l'emergenza, ma dall'altro si imposta una risposta di tipo complessivo e adeguata all'antropizzazione della Valle di Susa e della Bassa Val di Susa in particolare, e delle previsioni di utilizzo di questo territorio per tutti le vicende e gli eventi che conosciamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Ringrazio l'Assessore Cavallera, che sempre con attenzione e puntualità nei confronti di questi temi ha risposto alla nostra sollecitazione. Mi auguro che quanto ha detto in aula corrisponda ad un'adeguata attenzione che noi dobbiamo avere dal punto vista del rispetto dell'ambiente in queste zone.
Vorrei che l'azione di monitoraggio che è stata fatta con questa funzione di controllo coordinata dalla Provincia fosse osservata costantemente - come peraltro ha detto l'Assessore - dall'ARPA, che in fondo è l'agenzia delegata, insieme all'ASL, al controllo della salute dei nostri cittadini.
Non vorrei, Assessore, che la sua rimanesse una risposta ufficiale in quest'aula, ma vorrei che fosse in qualche modo trasferita con la dovuta e necessaria attenzione nei confronti delle realtà che operativamente devono svolgere questo controllo. Ciò ovviamente per la tranquillità dei cittadini che in particolare abitano proprio in queste zone.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della scuola "Umberto I" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della scuola Umberto I di Torino, che sono venuti ad assistere ai nostri lavori, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Problemi energetici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 3057 dei Consiglieri regionali Moriconi, Chiezzi, Contu Papandrea e Suino, inerente a "Progetto Ignitor a Rondissone"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 3057, presentata dai Consiglieri regionali Moriconi, Chiezzi, Contu, Papandrea e Suino, inerente a "Progetto Ignitor a Rondissone" La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

In relazione ai quesiti posti dai Consiglieri in ordine a Ignitor ovvero se la designazione del Piemonte, ed in particolare di Rondissone sia conseguente a qualche tipo di analisi comparativa tra vari siti e se siano state coinvolte o quanto meno informate le collettività locali (Comuni e Province), si rileva quanto segue.
Ignitor è una macchina (assimilabile ad una "macchina radiogena") studiata per raggiungere e analizzare sperimentalmente le condizioni di accensione controllata per reazioni di fusione in una miscela di deuterio trizio, utilizzando la tecnologia degli alti campi magnetici.
La macchina è del tipo compatto ad alto campo magnetico e ha la caratteristica di essere relativamente piccola e realizzabile in tempi medi (4 - 5 anni) con costi contenuti rispetto ad altri progetti (approssimativamente 1.000 miliardi a lire 2001).
Il progettista è il professor Bruno Coppi, docente al M.I.T. di Boston e al Politecnico di Torino, che guida un gruppo di scienziati collocati in U.S.A. e in Italia.
Il progetto punta a sperimentare i principi di funzionamento di macchine a fusione; non si configura pertanto come prototipo industriale per la produzione di energia (è una macchina di pura ricerca).
La macchina necessita di un sito in cui siano possibilmente disponibili competenze e know-how di tipo tecnico, ben infrastrutturato dal punto di vista viario, ma soprattutto elettrico (alcuni operatori industriali insieme a personalità politiche e di Governo avevano indicato il sito di Corso e, prima ancora, il CCR Euratom di Ispra).
Per l'alimentazione di macchine di questo tipo è necessario un collegamento in rete a 380 kV dedicata con capacità du trasporto pari a 1.000 MVA.
La locazione della macchina, pertanto, deve essere realisticamente prevista all'interno o nelle strette adiacenze di un nodo di potenza e smistamento di energia elettrica che consenta di mettere a disposizione tutta la considerevole potenza elettrica che viene raccolta e smistata attraverso le linee in altissima tensione.
E' per questo motivo che, fra i possibili siti di localizzazione, è stata presa in considerazione anche l'ipotesi di collocare la macchina all'interno della stazione elettrica di Rondissone, in quanto idonea ad assicurare la disponibilità del picco di potenza necessaria all'attività sperimentale.
Si rileva tuttavia che all'articolo 1, comma 1, lettera b), del DPCM 377/88 è previsto che siano sottoposti alla procedura di valutazione ambientale (VIA) fra l'altro anche ".le centrali nucleari e altri reattori nucleari (esclusi gli impianti di ricerca per la produzione e la lavorazione delle materie fissili e fertili, la cui potenza massima non supera 1 KW di durata permanente termica)".
Ad un primo esame, pertanto, la macchina in questione parrebbe essere un impianto di ricerca sottoposto alla procedura di valutazione di impatto ambientale (ma questo per un'interpretazione estensiva prudenziale, non certo per un'interpretazione letterale, perché dal punto di vista lettera quando è stata fatta la legge 377 non si poteva prevedere la casistica di Ignitor per sottoporla a VIA).
Conseguentemente l'analisi comparativa tra i vari siti ed il coinvolgimento degli Enti locali interessati troverebbe comunque pieno riscontro nello svolgimento della procedura di valutazione di impatto ambientale.
Sempre per quanto attiene agli aspetti autorizzativi, si precisa inoltre che, poiché Ignitor è assimilabile ad una "macchina" radiogena, si applica il D.Lgs. 230/95 che pone il Ministro dell'Industria come titolare del procedimento autorizzativi, ed inoltre il progetto dovrà garantire il rispetto delle norme ICRP e IAEA integrate dalle raccomandazioni e dalle prescrizioni dell'Autorità di sicurezza APAT.
In relazione al quesito "quali siano le quantità e qualità delle sostanze radioattive utilizzate, depositate e prodotte, espresse in unità di misura di radioattività (Becquerel) radioisotopo per radioisotopo", si rappresenta quanto segue.
Dal punto di vista radiologico e delle scorie radioattive Ignitor presenta un inventario radioattivo costituito da trizio (isotopo radioattivo dell'idrogeno) e da materiali attivati.
Il problema delle scorie di Ignitor è legato essenzialmente alla fase di smantellamento nella quale si devono gestire i materiali solidi attivati costituenti le strutture della macchina.
Un recente lavoro di testi del Politecnico di Torino (Antonacci Carpignano, Ciampichetti, Zucchetti-luglio 2004) sottolinea, nelle conclusioni, che la maggior parte dei materiali radioattivi generati nell'esperimento Ignitor, per un volume totale di circa 40 mc, sono classificabili, secondo la normativa italiana, come scorie appartenenti alla II categoria, mentre il resto appartiene alla I categoria che decade a concentrazioni di attività simili a quelle di alcuni nuclidi radioattivi presenti in natura. Nell'evidenziare che non vi è presenza alcuna di materiale classificabile nella III categoria, lo studio afferma che Ignitor soddisfa il requisito di non produrre scorie che possono rappresentare un onere aggiuntivo per le future generazioni.
Merita ricordare che comunque esiste una bibliografia tecnica e scientifica ricca e che su Ignitor sono condotte analisi e ricerche da ormai più di vent'anni.
In merito al quesito "cosa sia e quali eventuali interessi privati coinvolga la 'Ignitor scrl'", a cui viene fatto cenno nell'articolo de Il Sole 24 Ore sopra menzionato, che aveva dato origine all'interrogazione, si precisa quanto segue.
Per l'affermazione del progetto e la sua pratica realizzazione nacque agli inizi degli anni '80 un Comitato Ignitor a cui si affiancò l'opera di sostegno e di promozione dell'Associazione per lo Sviluppo Scientifico e Tecnologico di Villa Gualino (Presidente professor Del Tin), che continua anche ora.
A partire dall'anno 2002 il gruppo del Comitato Ignitor, facente oggi capo al suo Segretario dottor Boggio Sella, ha avviato una serie di contatti con enti pubblici locali e centrali, con operatori, con università, al fine di: raccogliere adesioni pubbliche e private sul sostegno politico istituzionale e finanziario al progetto risolvere il problema localizzativo alle migliori condizioni possibili (favore di enti locali e sistema di accoglimento da parte degli operatori elettrici), e cioè condurre una prima ricognizione su possibili siti di localizzazione in Piemonte.
Nel frattempo è stata costituita la "Ignitor Scrl", il cui A.D. è il dottor Boggio Sella, che ha sede a Moncalieri in via B. Buozzi n. 28.
Si precisa inoltre che in data 8 settembre 2004 gli Assessori regionali Cavallera, Leo e Pichetto, interessati rispettivamente per le questioni ambientali, di studio e ricerca e di sviluppo dell'innovazione tecnologica e industriale, hanno inviato al Presidente della Finpiemonte una nota con la quale, nel premettere che nel corso delle ultime due legislature regionali, sono state avviate anche tramite l'azione della Presidenza della Giunta Regionale, importanti iniziative di promozione e sostegno allo sviluppo del progetto Ignitor, che il DPEFR 2004-2006 riporta nelle linee strategiche della programmazione regionale per favorire il pieno sviluppo del progetto, rafforzando il ruolo del Paese nella competizione internazionale della ricerca scientifica e dell'innovazione, occorre garantire la realizzazione di tutte le condizioni perché tale sperimentazione sia sicuramente effettuata in Piemonte cogliendone gli importanti effetti a questa collegati non vanno sottovalutate le importanti ricadute per la nostra Regione sul piano scientifico, culturale e industriale, collegate ad una piena realizzazione della missione di ricerca di cui Ignitor è portatore si evidenziava l'importanza di unire alle risorse intellettuali scientifiche e imprenditoriali già raccolte intorno al progetto, attraverso l'impegno di enti, associazioni ed imprese, anche quelle organizzative e finanziarie che Finpiemonte avrebbe potuto impiegare attraverso la definizione di una prima azione di sostegno e di partecipazione diretta avvalendosi di istituzioni pubbliche e private che già operano intorno ad Ignitor.
Per quanto concerne infine il quesito "se non si ritenga incompatibile il Progetto Ignitor con quanto previsto dal Piano energetico ambientale" si sottolinea quanto già sopra esposto, ovvero che Ignitor è un progetto sperimentale e di ricerca che non si configura pertanto come prototipo industriale per la produzione di energia, ma è sostenuto da interessi e da obiettivi di sviluppo trasversale di cui la nota regionale prima citata costituisce conferma e testimonianza di impegno.
In sostanza, qui siamo nel campo della ricerca pura. Il discorso di Rondissone è puramente teorico e legato al fatto che vi è la potenza istantanea di pochi secondi necessari per vedere se la macchina funziona.
Qualora l'esperimento dovesse funzionare, si porrebbe il problema di una prototipazione dell'impianto, che certamente non sarebbe incompatibile con la limitata superficie all'interno di un eventuale capannone ex-Enel lì presente.
Indubbiamente rimarrebbe, qualora dovesse andare in porto nel sito di Rondissone, una grossa presenza di un laboratorio di alta specializzazione del Politecnico di Torino e quindi potrebbe diventare, anche per tutte le altre ricerche (elettriche o scientifiche in generale) un luogo dove potrebbero operare i ricercatori, ma niente a che vedere con la produzione di energia perché dovrebbe, qualora funzionasse, essere collocata in un sito con tutti i requisiti di cui alle leggi che tutti conosciamo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore per il suo lungo intervento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Questo di Ignitor è un progetto vecchio, come si è inteso dalla relazione dell'Assessore, di cui si è anche lungamente discusso in questo Consiglio.
Farei una prima considerazione. Credo che sia del tutto corretto il fatto di dire che è necessario la valutazione d'impatto ambientale, perch ovviamente per una cosa del genere, che poteva non essere prevista nelle leggi, credo che sia giusto rivendicarla.
Al di là di questo, credo che la Regione faccia male a sostenere questo progetto. Nel suo intervento l'Assessore ha ricordato come si fossero individuati altri punti in cui inserire questo impianto, e non è stato fatto. Perché? Perché erano punti che avevano già a che fare con precedenti installazioni di natura nucleare e che non l'hanno voluto, secondo me giustamente. Questo è stato il primo problema.
Adesso si cerca di allontanarlo da un punto in cui c'è una sensibilità pregressa sul problema, lo si pone a Rondissone, dicendo che è chiaro che lì non può allargarsi, mentre a Trino c'erano tutte le condizioni per farlo. Non è detto che la scelta di Rondissone non sia nuovamente collegata al fatto che risulta essere abbastanza vicino a un luogo dove c'è un'eventuale ipotesi di allargamento.
Non ripropongo le considerazioni per le quali ritengo che la scelta del nucleare sia sbagliata, nonostante sia stata rilanciata di recente dal Presidente del Consiglio, ma ribadisco che tutte le analisi che sostengono questo tipo di ricerca evitano di parlare di cosa succede delle scorie. Se si affronta quel tema ci rendiamo conto che il problema dell'energia nucleare è al momento una scelta ancora irresponsabile, perché non siamo in grado di gestirne il ciclo completo, compreso lo smaltimento delle scorie e lo smantellamento degli impianti, che è un problema enorme presente in Piemonte.
Attualmente abbiamo mandato un po' di scorie fuori, poi le dovremmo probabilmente riprendere. Si cerca di trovare paesi disposti a prendersi tutte le scorie, ma siamo di fronte a un problema enorme che anche nel nostro Paese ha avuto dei momenti di tensione. Quando a Scanzano si è detto che quello era un buon sito per smaltire le scorie, è successo di tutto.
Quindi, siamo di fronte ad un problema che denota una certa responsabilità delle popolazioni, irresponsabilità di chi governa quando si fanno determinate scelte. Tra l'altro, è stato sanzionato con il referendum.
Su questo si dice che è un progetto di ricerca e che vuole evitare tutto ciò perché è un progetto che si basa su tecnologie diverse. Credo che anche su questo occorrerebbe un po' di prudenza, perché se all'inizio degli anni '80 poteva essere considerato un progetto nuovo ed interessante su cui non farci scavalcare da altri ed essere tempestivamente i primi, poiché in venticinque anni gli altri non si sono molto interessati a questo formidabile progetto, qualche dubbio ragionevole potrebbe sorgere. Se fosse stato un progetto forte, i Paesi che hanno fatto la scelta del nucleare probabilmente avrebbero già fatto molto di più di noi.
Credo che dopo venticinque anni sarebbe opportuno ripensare una scelta effettuata in base a determinati presupposti e che quella cifra non irrilevante di mille miliardi di dieci anni fa, potrebbe trovare collocazioni migliori che non quella di fare un impianto, le cui ricadute sul piano industriale sono ignote. Ricordo le prime discussioni sull'argomento che risalgono a venticinque anni fa, quando si affermava che bisognava essere tempestivi, altrimenti gli altri sarebbero arrivati prima di noi. Nessuno è arrivato prima di noi, nel senso che quel progetto, a parte i sostenitori del Politecnico di Torino e i progettisti, viene considerato di dubbio valore. Per questo, insieme con un V.I.A., ci vorrebbe, da parte delle istituzioni, una valutazione più complessiva, per capire se insistere su un progetto di scarsa utilità e senza prospettive, e chiedersi se non sia meglio abbandonarlo. Secondo me, lo si tiene in piedi perché nel Paese esiste comunque una lobby nucleare che ha altri fini, che vuole rimettere nella testa dei cittadini il concetto che il nucleare è bene e che, quindi, tutto quello che va in quella direzione è d'aiuto. A maggior ragione, per questo credo che sia un progetto che dovrebbe essere abbandonato.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente.
Assessore, siamo totalmente insoddisfatti, perché riteniamo che quanto è stato fatto in quest'ultimo provvedimento dalla Giunta Regionale, da lei ma anche dagli Assessori Leo e Pichetto, sia assolutamente incoerente con quelle che sono state le scelte già assunte in questa Regione. In particolare, l'incoerenza è totale rispetto a quanto assunto con il Piano energetico-ambientale regionale, votato recentemente in quest'aula. In quel Piano, abbiamo convenuto tutti quanti su un articolato che precisa ed esplicita l'abbandono delle tecnologie nucleari per uso energetico. Questo è stato votato ed è scritto nella legge di questa Regione; legge ratificata a livello nazionale. Ora, inerpicarsi al punto di arrivare a dichiarare Ignitor non più come un prototipo, quando tutte le schede e tutte le presentazioni da 25 anni a questa parte lo presentano come un prototipo che produrrà sostanze radioattive ad alta pericolosità, è inaccettabile: è un prototipo e voi attualmente dite non lo è. E' un prototipo, è una macchina sperimentale, è una macchina rifiutata da decine di Paesi e inevitabilmente sostenuta soltanto dai suoi progettisti.
C'è una profonda incoerenza rispetto al Piano energetico varato da questa Regione, incoerenza rispetto anche al ragionamento più complessivo relativamente alla ricerca, perché in questo momento è facile riempirsi la bocca assicurando che si tratta di ricerca. Che la Regione abbia necessità di sviluppare la ricerca è assolutamente un dato chiaro, sul quale conveniamo tutti. Non per niente sono anni che, da questa parte dei banchi del Consiglio, vi sollecitiamo ad andare in quella direzione, ma sono altri i campi e i settori sui quali noi abbiamo la possibilità di essere assolutamente moderni ed assolutamente utili per la nostra Regione nel panorama generale delle leggi di mercato e di sviluppo attuale.
Questo è un progetto costosissimo, vecchio, molto vecchio, la cui assurdità è la dimostrazione di come facciate della teoria. Voi parlate di ricerca, ma in questa circostanza siamo in fase elettorale e vi avvalete di uno di quei progetti che, ripeto, sono stati rifiutati da tutti. E' un progetto vecchio, che risale a 25 anni fa, è un progetto che non ha avuto nessun tipo di disponibilità da parte di nessun mercato e di nessun Paese.
Noi lo vogliamo riproporre con i suoi altissimi costi, in questo contesto: questo è il primo dato. Quindi, se si vuole realizzare questo prototipo questa macchina radiogena, significa che esiste un surplus di denaro da sprecare e da dissipare, quando non ci risulta che sulla ricerca siano stati avviati progetti d'alcun genere. In questa situazione, destiniamo gli unici fondi a questo progetto vecchio, bocciato da tutti tranne che dai progettisti, bocciato da tutto il panorama scientifico di questo Paese bocciato da altri tre grandi Paesi che, pur avendo hanno fatto del nucleare uno dei loro business, ce lo hanno rispedito indietro. E noi, che siamo così moderni, abbiamo ben tre assessori, Leo in testa, e l'Assessore all'ambiente Cavallera che prima vara una norma nel Piano energetico secondo cui è da escludersi, per poi dire in Consiglio che è coerente.
Assessore, provvedete allora a modificare il Piano energetico. Dite che non avete progetti di modernità, dite che non sapete a quali settori e a quali campi rivolgervi quando parlate di ricerca, che ne parlate in modo fazioso e teorico; dopodiché, si chieda alle popolazioni locali.
Assessore, la Giunta non avrà per caso l'intenzione di portare avanti questo progetto dicendo che non è associabile alle regole e alle norme vigenti codificate dall'UE sulla V.I.A.? Assessore, ho ascoltato con molta attenzione quando lei ha detto questo. Voi avete scelto Rondissone, ma è stata verificata la compatibilità dei siti? Intendete realizzare questo prototipo nucleare? Sì, Assessore, parliamo di fusione nucleare, finora sfruttata dall'uomo in forma diretta soltanto nelle bombe termonucleari.
Voi intendete realizzare questo progetto costosissimo e vecchissimo senza procedere con la valutazione d'impatto ambientale, senza procedere con la doverosa consultazione delle popolazioni locali? Sapete che il comune di Rondissone è contrario? Sapete che i comuni della zona sono contrari? Pensate di passare sulla loro testa con un'operazione di questo tipo? Assessore, le rivolgo veramente, un consiglio, amicale e di collaborazione, quella collaborazione con la quale ci siamo rapportati negli scorsi anni su tutto il versante da lei seguito, quello dell'ambiente e dell'energia: prudenza, prudenza. Non è accettabile che il Piemonte, in una situazione di crisi economica, industriale, seria debba spendere tutto questo denaro in un progetto vecchio e rifiutato da tutti. Prudenza Assessore!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Intervengo sull'ordine dei lavori perché non sono firmatario dell'importante interpellanza dei Consiglieri. Volevo ricordare al Presidente che in questi cinque anni il Consiglio e le Commissioni si sono più volte confrontate e dibattute sul tema. E' un problema del Consiglio se la Giunta procede su questo progetto. Siamo stati investiti con progetti di legge del collega Saitta, con interrogazioni e interpellanze, ma anche con consultazioni.
E' un problema del Consiglio se, nonostante questo lavoro e nonostante l'attenzione che il Consiglio ha avuto e su cui ci siamo espressi in Commissione, qualunque cosa capiti, tre Assessori possono indipendentemente anche dal Piano Energetico Ambientale regionale, adottare decisioni semplicemente cambiando un vocabolo del progetto.



PRESIDENTE

Concedo all'Assessore Cavallera un minuto per la replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Non desidero replicare perché sarebbe fuori dalle regole, ma solamente fare una precisazione. Comunque sia, qualora dovesse andare in porto il progetto, è chiaro che non vedrebbe il coinvolgimento finanziario della Regione Piemonte. E' un progetto che, come tutti i progetti di ricerca, ha le diverse scuole di pensiero e i suoi sostenitori. Naturalmente è un progetto che per essere realizzato deve avere un finanziamento di livello internazionale, europeo, piuttosto che interatlantico.
Per quanto riguarda il discorso del prototipo ho detto che non è un prototipo industriale. E' chiaro che, terminologicamente, se volessimo declinare il termine prototipo, è pur sempre un prototipo. Ma io ho detto che non è un prototipo industriale perché i prototipi industriali rischiano di rimanere permanentemente, questo è un progettato, qualora dovesse essere realizzato, non con queste finalità. Faccio presente che dal punto di vista dell'impatto ambientale, un'eventuale fusione è completamente diversa sia per quanto riguarda il periodo di funzionamento, sia per quanto riguarda il ciclo dei materiali. Risulta completamente diverso dalla fissione. La fusione è un obiettivo, magari ha ragione la Consigliera a dire che il metodo Ignitor è da scartare, ma un obiettivo a livello internazionale è quello di definire nuove metodologie verso la fusione. Io affiderei questo dibattito alla comunità scientifica.
Noi abbiamo solamente risposto alle domande se nella nostra regione vi è un sito di alta potenza in grado di non essere turbato da un prelievo istantaneo di 1000 kilowatt. L'unico nodo grosso è Rondissone, è emerso quel sito. Tutte le procedure sono tali da assicurare pubblicità partecipazione, discussione, quindi siamo a livello di pensiero iniziale può darsi che il tutto finisca li.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino sull'ordine dei lavori.



SUINO Marisa

Soltanto precisare. Certo che si tratta di fissione, ma si tratta di trizio, Assessore. Non possiamo non dire alle popolazioni che trattasi di uno dei materiali fondamentali del nucleare. Trattasi di produzione di nucleare, trattasi di scorie nucleari che si aggiungono a quelle che già esistono. Alla domanda se nella nostra regione esiste un nodo, quale Rondissione, che consente questo tipo di produzione di energia elettrica bisognava anche rispondere: esiste anche un Piano energetico che vieta questo tipo di uso.



PRESIDENTE

Dovremmo passare all'interpellanza n.2946 cui dovrebbe dare risposta l'Assessore Farassino che non vedo presente in aula e all'interpellanza n.3076 cui dovrebbe rispondere l'Assessore Galante che non vedo in aula.
Ovviamente sia per l'Assessore Farassino che per l'Assessore Galante vale quello che abbiamo detto prima, per cui prego l'Assessore Cavallera di informare il Presidente della Giunta che anche questo è un caso spiacevole per il Consiglio. Gli Assessori non sono in congedo, ma non si sono nemmeno presentati a rispondere alle interrogazioni e alle interpellanze.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati - Calamità naturali

Interrogazione n. 3082 dei Consiglieri Palma e Mellano inerente a "Attuazione della circolare del Presidente della circolare del Presidente della Giunta regionale n.3/LAP del 26.03.2001"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 3082, presentata dai Consiglieri Palma e Mellano inerente a "Attuazione della circolare del Presidente della circolare del Presidente della Giunta regionale n.3/LAP del 26.03.2001" sulla quale risponde l'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

Incaricata dalla Giunta, rispondo alle interrogazione n. 3082 in data 15/10 2004 dei Consiglieri Palma e Mellano relativa: "attuazione della circolare del Presidente della Giunta regionale, 3/LAP del 26/03/2001".
Tale interrogazione rileva che 110 delle 662 istanze di risarcimento presentate dalle imprese "bialluvionate" risulterebbero irregolari. Nello specifico: per 10 casi sarebbero stati considerati probanti atti diversi da quelli previsti dalla circolare 3/LAP. Per 79 casi viene rilevato che le imprese beneficiarie hanno allegato esclusivamente il contratto di finanziamento e non la documentazione attestante il percepimento del contributo per interessi previsto dalla legge n. 35 e si osserva che non sarebbero state effettuate verifiche neanche "a posteriori".
Per 19 imprese è stato ritenuto valido - ai fini del riconoscimento dello status di bialluvionati - anziché del beneficio di cui alla legge n.
35/95, di agevolazioni ottenute grazie ad una convenzione stipulata tra la Camere di Commercio di Vercelli e vari Istituti di credito, peraltro un mese prima dell'emanazione del decreto legislativo n. 691. I rimanenti due casi sono quelli riguardanti la pratica n. 3473 "Fasti", e pratica 1345 "Riseria Monferrato".
Essendomi stato richiesto in data 27/10/2004 dal Presidente della Giunta di valutare le risultanze della relazione della Commissione di indagine sul risarcimento di danni alle imprese bialluvionate, in ottemperanza quanto disposto con l'ordine del giorno n. 944 approvato dal Consiglio regionale il 12/10/2004, è stata contattata la Direzione Commercio e Artigianato per acquisire relazioni e documenti su cui si basa la presente risposta.
Sembra opportuno riferire inizialmente sul "gruppo 10 pratiche", in quanto quattro di esse (la n.1539, la n. 1626, la n. 2557 e la n. 3419) devono essere aggiunte al "gruppo 79 pratiche" ed una (la n. 2080) al "gruppo 19 pratiche".
Delle rimanenti cinque pratiche: una (la n.379) è stato oggetto di revoca del contributo già nel 2002 ed è stata recuperata la relativa somma pari a 11.950.000 vecchie lire. Una pratica (n. 2793) contiene come probante la dichiarazione del Sindaco di Trino che attesta non solo che l'impresa è stata danneggiata nel 1994, ma anche che ha percepito il relativo contributo proprio dal Comune medesimo, mentre per le altre tre (n. 1768, n. 2639 e n. 2356) sono state avviate le azioni di recupero dei contributi erogati e la situazione oggi è la seguente: la ditta CABIT (pratica n. 1768) ha fornito documentazione del Mediocredito Centrale attestante il percepimento del contributo ex L. n. 35/1995 ottenendo così l'annullamento della revoca la ditta SEA (pratica n. 2639) ha restituito la somma di lire 12.257.500 che aveva percepito la pratica n. 2356 "Riseria Vignola" è in corso di definizione.
In ordine agli 83 casi (79 più 4), va preliminarmente rilevato che il modulo di "domanda di contributo" che è un allegato alla Direttiva del Ministro dell'Interno del 30/01/2001, richiede, "per il solo Piemonte e per i soggetti bialluvionati, copia del contratto di finanziamento o documentazione attestante il percepimento del contributo a fondo perduto ai sensi della L. 16 febbraio 1995, n. 35"; pertanto si ritiene giustificabile il riconoscimento della "bialluvionalità", sulla base della documentazione acquisita dalla Direzione Artigianato.
Peraltro, dalle verifiche recentemente completate presso il Mediocredito e Artigiancassa risulta che tutte le 83 aziende in questione hanno beneficiato dei contributi di cui alla Legge n. 35/1995.
Per quanto riguarda altri 20 casi (19 più 1), la documentazione probante sembra essere insufficiente.
Quindi, le pratiche non conformi risulterebbero 23, e nello specifico: 1 pratica, la n. 2356 - Riseria Vignola - per la quale, risultando lo status di "bialluvionato" soltanto da dichiarazione del Sindaco occorrerebbe procedere nell'azione - che era già stata avviata - di recupero della quota eccedente il contributo spettante 2 pratiche, le nn. 3473 - Fasti - e 1345 - Riseria Monferrato.
Entrambe le predette imprese non erano state riconosciute bialluvionate con la determinazione n. 217 del 25/7/2001, in quanto sprovviste di documentazione attestante il percepimento dei benefici ex legge n. 35/1995 ma provviste di documentazione attestante il percepimento di un risarcimento assicurativo relativo ai danni patiti per l'alluvione 1994.
La ditta Fasti, presenta, nel settembre 2001, una memoria nella quale sostiene l'illegittimità del mancato riconoscimento della qualifica di bialluvionato; il 2/11/2001 presenta anche ricorso al TAR e con D.D. del 23 novembre 2001 le viene riconosciuta la bialluvionalità e, conseguentemente le viene liquidato il maggiore risarcimento.
La "Riseria Monferrato" si trova nella identica situazione, ma il suo ricorso al TAR perviene all'Avvocatura il 15/11/2001 e all'Ufficio Alluvioni, successivamente. Comunque, l'Ufficio lo avrebbe esaminato dopo aver predisposto la determinazione del 23/11/2001.
Insieme al ricorso di "Riseria Monferrato" ne erano arrivati altri riguardanti situazioni diverse da "Fasti" e "Riseria Monferrato" ed a tal punto la Direzione Commercio e Artigianato ha ritenuto si dovesse ".o riconoscere anche agli altri ricorrenti quanto fatto con la prima ditta 'Fasti', oppure, pur consapevoli della disparità di trattamento, confermare la non bialluvionalità ed aspettare le decisioni del giudice".
Stando così le cose, se la decisione del Consiglio di Stato sarà favorevole a "Riseria Monferrato", liquidando - sia pure con notevole ritardo, rispetto a "Fasti", la differenza sul risarcimento, si sanerebbe la disparità di trattamento. In caso contrario, però, sarà necessario recuperare quanto indebitamente erogato a "Fasti".
20 (19 più 1) pratiche di Aziende che hanno beneficiato delle provvidenze previste in una convenzione tra la C.C.I.A.A. di Vercelli ed Istituto di Credito locali.
Avendo ritenuto di acquisire informazioni su dette pratiche presso il Comune di Trino Vercellese, si è appreso che da una rapida verifica effettuata da quegli Uffici è risultato che ben 7 delle 20 Aziende in questione avevano ottenuto anche i contributi ex L. 35/1995.
Conseguentemente, potendosi equiparare i predetti 7 casi agli 83 di cui sopra, il numero delle pratiche "non conformi" si ridurrebbe a 16. Ma considerato che detta indagine era stata svolta nel breve periodo di una settimana, il Presidente della Giunta Regionale, con nota n. 761 del 14/01/2005 ha trasmesso alla Direzione Commercio e Artigianato la documentazione pervenuta dal Comune di Trino Vercellese (che attesta la regolarità di 7 pratiche di cui sopra), chiedendo che venga espletato ogni utile approfondimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Ringrazio l'Assessore per essersi sobbarcata un lavoro che mi rendo conto essere complesso e delicato anche in tutti i suoi risvolti istituzionali. Prendo atto che la risposta - ma questo è il solo dato positivo della risposta - non ha eluso una serie di problemi che già in sede di Commissione speciale di indagine erano emersi e che diverse interrogazioni avevano rappresentato.
Non altrettanto soddisfatto mi posso dire rispetto alla determinazione immagino della Giunta regionale, che emerge dalla risposta dell'Assessore.
La faccio molto breve: ci troviamo di fronte ad un numero di pratiche che fino all'intervento della Commissione di indagine e alle successive interrogazioni da parte di alcuni Consiglieri, l'Ufficio competente riteneva fornite di documentazione idonea e completa, rispetto alle quali è stato necessario un supplemento di istruttoria e di verifica delle condizioni di recepimento del contributo regionale.
Oggi l'Assessore dice che, rispetto al mare delle pratiche con documentazione inidonea o incompleta, sulla base delle quali si era provveduti all'erogazione delle provvidenze, con successive verifiche rispetto al momento dell'interrogazione si è proceduto ad analizzare la loro situazione, quindi a completare la documentazione che sarebbe dovuta essere nelle mani della Direzione competente nel momento in cui questa avesse iniziato ad elargire le provvidenze previste dalla normativa. Fermo restando che, ovviamente, chiedo di avere copia di tutte le comunicazioni di MedioCredito e Artigiancassa, relative a questo grande gruppo di imprese, questo è il primo punto dubbio che l'Assessore ha rilevato e non ha diversamente interpretato, se non come un dato che è andato via via sanandosi nel corso del tempo.
C'è, poi, un altro gruppo di pratiche - per essere chiari quelle di Trino Vercellese - rispetto alle quali l'Assessore dice: "Sulla base di verifiche fatte successivamente, 7 di queste 20 avevano anche ricevuto il contributo della legge n. 35/1995".
Questo, a mio parere, è del tutto irrilevante, perché è irrilevante il fatto che la direzione competente abbia proceduto ad elargire le provvidenze previste per le imprese bialluvionate, sulla base di una documentazione diversa rispetto a quella prevista dalla normativa e dichiarato in modo esplicito alla Commissione di indagine, su invito e richiesta diretta da parte di un Assessore.
Una Direzione competente, cioè, ha ufficialmente sostenuto che un Assessore avrebbe richiesto alla Direzione stessa di procedere al pagamento di alcune somme in deroga rispetto alla normativa regionale. Allora, che 7 di queste 20 siano risultate, sulla base di successive verifiche, pratiche compatibili (anche rispetto a queste - sette su venti - chiederei di acquisire documentazione), continua ad essere, dal mio punto di vista significativo rispetto all'orientamento futuro che dovrà avere la Regione rispetto a questi beneficiari: non procedere alla revoca piuttosto che procedervi. Continua ad essere molto significativo del modo di procedere della Direzione competente. Peraltro, rispetto alle tredici delle venti che in questo momento non risultano coperte da ulteriore documentazione, non ho sentito, dalle parole dell'Assessore, che si procederà ad una revoca.
Rispetto a questa istruttoria, un certo lasso di tempo andrà concesso.
È un'istruttoria che doveva essere completata anni fa, ed è completata in corso d'opera sulla base delle pressioni di alcuni Consiglieri, quindi vorrei avere, da parte dell'Assessore, una parola chiara: se non ci sono quei contributi, si procederà alla revoca delle quote eccedenti di contributo regionale, facendo passare quelle imprese da "bi" a "mono" alluvionate.
C'è un ultimo punto che è sicuramente quello più delicato, da tanti punti di vista e probabilmente anche da un profilo penalistico. La risposta data sulle due imprese uguali trattate in modo diverso è una risposta soddisfacente, perché finalmente - ed ufficialmente - riconosce che due imprese, in situazioni uguali, sono state trattate in un modo diverso. Ma lì la soddisfazione si ferma.
Penso che l'Assessore sia il più innocente di tutti in questa fase, nel senso che ha dovuto riferire ed indagare per conto della Giunta a seguito delle pressioni da parte del Consiglio, ma neanche l'intera Giunta regionale può prendere atto di questa circostanza solo prendendo atto che esiste. Se una qualunque Direzione regionale procede in questo modo di fronte a due pratiche uguali, uno cosa si aspetta? L'interpretazione della normativa, da parte della Direzione, dev'essere univoca e risolutiva rispetto alle imprese assicurate, a favore di una procedura piuttosto che di un'altra. Ovviamente, l'interpretazione può essere giusta o sbagliata ma è il minimo che uno si aspetta da una Direzione. Ci sono le imprese assicurate: vengono riconosciute bi-alluvionate; non vengono riconosciute bi-alluvionate.
Ci troviamo di fronte ad un comportamento diverso: ci sono due imprese in situazioni uguali che vengono trattate in modo uguale. Entrambe ricorrono: rispetto ad una ci si costituisce in giudizio e non si paga per anni; rispetto all'altra si paga immediatamente.
La risposta della Giunta regionale non può essere: "Aspettiamo di vedere se il Consiglio di Stato dà ragione alla Regione ricorrente, nel caso in cui la Regione non ha pagato, per scoprire se dobbiamo procedere alla revoca, rispetto all'impresa che invece abbiamo pagato immediatamente appena questa ha presentato ricorso".
Il problema non è solo quello di assicurare un beneficio ad un'impresa richiedente, ma è anche di verificare l'imparzialità e la correttezza dell'azione, da parte degli uffici amministrativi, nei confronti dei quali si esige - ed è il minimo che si possa accettare - che trattino, magari sbagliando, allo stesso modo gli stessi casi. Non è accettabile che trattino, in maniera consapevole e deliberata, in modo diverso casi diversi.
Nella richiesta dell'ulteriore documentazione che ho fatto verbalmente e che formalizzerò anche per iscritto, ripeto che, da parte della Giunta regionale, non mi aspetto che sia il Consiglio di Stato a risolvere i problemi della Giunta, decidendo sul caso di un ricorrente, ma che sia la Giunta regionale ad imporre un'interpretazione della normativa e soprattutto, a sanare quella che è stata, non già un'interpretazione, ma un'applicazione abusiva, consapevolmente abusiva, da parte degli uffici regionali, di una normativa votata dalla Giunta regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



CONTU Mario

Presidente, noto che l'interpellanza appena trattata non è nell'elenco delle interpellanze allegate ai lavori d'aula. Do atto all'Assessore della sua tempestività, però vorrei sottolineare che, in sede di Conferenza dei Capigruppo, ripetutamente ho sollecitato una sua risposta - a questo punto ho ragione di credere che sia di sua competenza - su un'azienda bi alluvionata, l'ex cave di Carignano, rispetto alla quale è stato aperto un fascicolo da parte della Magistratura. Non le nascondo, però, che a fronte di un'interpellanza ed una sua integrazione successiva (l'Assessore Cavallera mi ha telefonato durante le vacanze di Natale scusandosi, quindi ha già predisposto la sua risposta), sono stupito e stupefatto perché il suo Assessorato non ha ancora provveduto a dare una risposta. Non riesco a comprenderne le ragioni. Vedo che si risponde con tempestività a sollecitazioni di altri Gruppi. Non le nascondo che se il tentativo è di attendere la fine della legislatura per non affrontare un aspetto abbastanza scomodo di una vicenda abbastanza inquietante, lo si dica perché vorrei che restasse agli atti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

Facciamo un riassunto delle puntate precedenti.
La sottoscritta non ha assolutamente competenze dirette in ordine ai temi riguardanti risarcimenti di imprese a seguito di alluvione, perché la nostra Direzione - Opere pubbliche e protezione civile - si è occupata dei risarcimenti alle persone fisiche.
Detto questo, come ho anticipato nella risposta all'interrogazione precedente, dopo la relazione del Consiglio sulla Commissione, la Giunta ha ritenuto di assegnare alla sottoscritta l'effettuazione di una verifica dei contenuti di quelle relazioni per redigere una relazione da presentare alla Giunta sulla questione, di modo che la Giunta possa valutare il da farsi.
Tale verifica è stata effettuata. Il fatto che oggi risponda a questa interrogazione si spiega semplicemente perché la Giunta ha chiesto alla sottoscritta, essendo presente ed essendomi in parte occupata della questione, di farsene carico e di dare la risposta.
Per quanto riguarda le nuove cave, non è che non voglia rispondere risponderò ben volentieri quando avrò tutti gli elementi per poterlo fare che mi dovranno fornire altri Assessorati.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Presidente, devo ringraziare l'Assessore che, cortesemente, ha risposto a questa interrogazione e sottolineo quanto già detto dal collega Palma.
Finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di comunicare un dato che è sotto gli occhi di tutti: sono stati fatti due pesi e due misure.
Ciò detto, vorrei esprimere una considerazione sul metodo. L'Assessore Ferrero ci ha detto, con estrema lealtà, che ha ricevuto dalla Giunta l'incarico di verificare la situazione e di relazionare, ed ha ritenuto opportuno rispondere all'interrogazione del collega ed amico - se mi si consente - Palma, dando la risposta che ha consegnato alla Giunta.
Sono tre gli atti ai quali la Giunta deve dare risposta. Il primo riguarda l'atto di risposta all'ordine del giorno approvato da questo Consiglio, il giorno in cui si era discusso sui risultati della Commissione Bi-alluvionati. In secondo luogo, c'è la risposta all'interrogazione dei Consiglieri Radicali ed, infine, c'è una risposta scritta ad un'interrogazione che lei, Presidente, aveva posto. Avendola io letta, tale risposta è esattamente la stessa risposta data oggi in lettura.
Signor Presidente, non possiamo pensare che, a fronte di tre atti diversi, dove ci sono quesiti diversi, si dia un'unica risposta valida per tutti questi punti, a meno che questa risposta non sia esaustiva.
Questo non è intervenuto perché l'Assessore ha risposto all'ordine del giorno, ma non ha risposto né alla sua interrogazione, né a quella del Consigliere Palma. Pertanto, mi sono permesso di rifirmare la sua interrogazione e ridepositarla stamattina, chiedendo all'Assessore che cortesemente risponda a quesiti precisi com'erano quelli formulati dal Consigliere Palma con risposte altrettanto precise.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Colleghi, abbiamo un nutrito pacchetto di inversioni di punto all'o.d.g.. Prima di passare al punto 4) all'o.d.g., dobbiamo valutare tutte queste inversioni.
Comincerei con la proposta di deliberazione n. 413 "Proposta del Consiglio regionale dei criteri per l'individuazione delle qualità ad economia turistica" che riguarda gli orari delle attività commerciali.
Parla un Consigliere proponente che è considerato a favore e un Consigliere contro.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Vorrei chiedere se è possibile avere i testi.
BRIGANDI' Matteo (fuori microfono) Anche la mia è una richiesta di documentazione.



PRESIDENTE

Colleghi, proporrei una sospensione della seduta per dieci minuti, in modo che i testi possano essere fotocopiati ed in seguito distribuiti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.25 riprende alle ore 12.56)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Procediamo alla distribuzione dei testi.
Il Consigliere Cattaneo ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Presidente, mi scusi se ho alzato la voce, ma non riuscivo a richiamare la sua attenzione.
Queste richieste sono tutte inammissibili, perché sono inversioni.
Sono stato convocato con lettera protocollata 0002601/PG del 26 gennaio 2005, Categoria II - Classe I - I, in quanto uno dei 60 Consiglieri regionali assegnati a quest'Aula. Leggo ciò che mi è stato comunicato: "Oggi, 28 gennaio 2005 alle ore 10.00 e 14.30, è stato convocato il Consiglio regionale con sei punti all'o.d.g. e una cosiddetta prenotazione.
1. Approvazione verbali precedenti sedute: svolto.
2. Comunicazioni del Presidente del Consiglio: svolto.
3. Svolgimento interrogazioni ed interpellanze: svolte.
Restano all'o.d.g. di questo Consiglio regionale ancora tre punti. Più precisamente, il punto 4 "Proposta di deliberazione n. 523", il punto 5 "Disegno di legge n. 688" e il punto 6. "Disegno di legge n. 685 ".
Al momento non è stata richiesta da alcun Capogruppo l'iscrizione del disegno di legge n. 703, ancorché prenotato e regolarmente licenziato dalla I Commissione.
La maggior parte delle inversioni all'o.d.g. le ho già lette, non sono ammissibili al 99%, in quanto vogliono invertire l'o.d.g. prendendo correttamente il punto da invertire dall'o.d.g. della convocazione della seduta odierna, mentre scorrettamente, e in modo un po' pedestre e superficiale, i punti dal cosiddetto elenco aggiuntivo, che non è all'o.d.g.. Quindi, bisogna trasformarle in inserimento con l'avallo di 31 voti favorevoli. Lo dico per il rispetto delle regole, per non doverci trovare di pomeriggio a rifare tutte le fotocopie. Ed è un po' quanto meno anomalo, signor Presidente, che siano proprio i firmatari delle inversioni a richiedere le copie.
Questa è un po' la prova che si vuole impostare una campagna ostruzionistica per impedire ad un Consiglio regionale di confrontarsi democraticamente su importanti disegni di legge, come la legge di bilancio e la legge finanziaria, se addirittura chi ha firmato l'inversione del punto all'o.d.g. chiede, per conoscere i contenuti, di averne copia singola. E' legittimo e vorrei che fosse registrato il mio spirito collaborativo anche in questo senso, ma dico che quanto meno bisogna cambiare il titolo e rifare queste fotocopie, in modo che siamo certi che qualora dovessero rivedere le inversioni e proporle correttamente come nuovi punti, ovviamente, signor Presidente, non si chiedesse una sospensione di un'ora per fare le fotocopie. Quindi, lo faccio per una gran senso di rispetto.
In secondo luogo, non si può cambiare il titolo sulle inversioni già firmate, altrimenti si fa un falso, cioè non si può cancellare e mettere "inserimento", perché la modifica deve essere o controfirmata o rifatta tutta ex novo con le nuove firme, perché le regole vanno rispettate, prima di tutto in onore della firma.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cattaneo.
Volevo solo annunciare, perché avevo già affrontato la questione, che sono considerabili come inserimenti di punti contenuti nell'o.d.g.
generale, includente quindi gli argomenti già licenziati dalla Commissioni o richiamati in Aula, ai sensi dell'articolo 34 del Regolamento.
Per prassi sono assimilati ai preavvisi dell'articolo 51 del Regolamento. Faremo una serie d'inserimenti di punti, dove saranno necessari per l'approvazione 31 voti favorevoli, e un'altra serie d'inserimenti di punti che sono quelli non contenuti nell'o.d.g. generale ma inserimenti ex novo, dove occorreranno, per l'eventuale approvazione, 40 voti favorevoli.
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Intervengo perché ho forti dubbi e un'obiezione sostanziale alle cose che diceva il collega Cattaneo.
Dal punto di vista procedurale non c'è alcun problema, nel senso che non sono inversioni ma sono inserimenti, quindi cambiamo tutte le cose, ci date il tempo per fare il cambiamento e lo facciamo. Questo allungherebbe semplicemente i tempi dei nostri lavori, quindi da quel punto di vista non cambia niente.
Secondo me l'interpretazione del collega Cattaneo non è corretta, per siccome non sono i singoli Consiglieri che devono dare l'interpretazione del Regolamento, ma c'è un Ufficio di Presidenza.



(Commenti del Consigliere Cattaneo)



MANICA Giuliana

Collega Cattaneo, lei le ha accettate come inversioni? No, quindi non sono d'accordo. Prima di arrivare a questa sua proposta, le voglio fare rilevare un punto.
Questa è una sua interpretazione, ma a mio avviso queste sono assolutamente delle inversioni, e spiego il motivo. Leggo l'ordine del giorno che ha come titolo "Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari 21 gennaio". Il seguente elenco contiene in sequenza "Sezione A argomenti iscritti all'o.d.g. dell'ultima seduta consiliare ancora da esaminare", quindi passati alla seduta successiva e c'è l'elenco. Poi c'è la sezione B. Questo è l'ordine del giorno che si trascina tutte le volte di Consiglio in Consiglio, dietro all'o.d.g.
Io le dico qual è la mia interpretazione, che è estensiva e di prassi rispetto a come ci siamo sempre comportati. Se oggi ne inventate un'altra è un'altra questione, però convocate l'Ufficio di Presidenza, fate una verifica, perché posso anche sbagliarmi.
So che abbiamo spesso lavorato in questo modo, cioè i punti che venivano segnati in questo foglio dell'o.d.g. erano quello su cui i Capigruppo concordavano per l'urgenza, ma se io volessi discutere ed ottenessi l'inversione in aula per uno qualsiasi dei punti che sono in questo elenco, lo posso fare.
Questo è, a nostro avviso, il modo in cui ci siamo sempre comportati nel funzionamento dell'Aula; in questo senso, ritengo che queste abbiano fondamento come inversioni.
Adesso sentiamo anche altre opinioni ma, prima di esprimere un parere eventualmente convochi l'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Solo brevemente un'integrazione: quell'elenco a cui si riferisce la Presidente Manica è l'elenco intitolato "Conferenza dei Presidenti di Gruppo". Si tratta dell'elenco che viene distribuito da quattro anni e undici mesi durante la riunione dei Capigruppo, sul quale si possono fare le verifiche ed eventualmente attingere i progetti di legge, i disegni di legge e le interrogazioni per formare l'o.d.g.
Altre volte invece è l'elenco speciale, che forse si definisce con un altro aggettivo, che è stato richiamato specificatamente come allegato all'o.d.g., che è altra cosa. Quando i pdl, i ddl e altri punti sono sull'allegato, sono parte integrante della convocazione in quanto allegati all'o.d.g. protocollato ed inviato ai singoli Consiglieri e agli Assessori esterni. Quando invece è meramente un elenco dei provvedimenti, ancorch dei disegni e dei progetti di legge licenziati dalle Commissioni competenti, distribuito a mani dei Capigruppo durante le riunioni della Conferenza, è altra cosa.
Ciò detto, mi va benissimo perché è una mia interpretazione; lei faccia le valutazioni con l'Ufficio di Presidenza e di pomeriggio ce ne darà comunicazione. Per quanto mi riguarda, quel che valuterà l'Ufficio di Presidenza sarà anche la mia valutazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Grazie, Presidente.
C'è un piccolo problema: io non ho l'elenco. Inoltre, preannuncio che per "tagliare la testa al toro" - sono qui per aiutare - prenderò tutte le inversioni dell'o.d.g., cancellerò la parola "inversione", cancellerò le firme, metterò "inserimento" e insieme la mia firma, così almeno la finiamo di litigare e procediamo esaminando l'inversione prima e l'inserimento poi o viceversa.
Io sono qui per aiutare; lo faccio immediatamente, così il collega di maggioranza sarà contento.
Chiedo se qualcuno vuole aggiungere due firme in calce, perché ne occorrono tre. Grazie.



PRESIDENTE

Credo che il collega Brigandì non sia stato attento quando ho dato l'interpretazione, che intendo mantenere. Ho detto che considero questi punti, che sono stati più volte chiamati inversioni o inserimenti di punti presenti nell'o.d.g. generale contenente gli argomenti già licenziati dalle Commissioni o richiamati in aula ai sensi dell'articolo 34 del Regolamento assimilati per prassi ai preavvisi dell'articolo 51 del Regolamento.
Pertanto, per la loro approvazione, valgono le stesse norme che valgono per le inversioni, con preavviso; quindi bastano i 31 voti.
Il pacchetto che valuteremo dopo (inserimento di punti nuovi che non erano nell'o.d.g. generale) richiede, per l'inserimento, 40 voti. Per cui di fatto, la procedura che andiamo ad applicare su questi punti - non occorre riscriverli, perché per prassi li consideriamo così - richiede 31 voti. Quindi non esiste il problema, nel modo più assoluto.
Bene, passiamo dunque al primo punto, che è la proposta di deliberazione n. 413 "Orari delle attività commerciali - Proposta al Consiglio regionale dei criteri per l'individuazione delle località ad economia turistica".
La collega Manica fa presente che non è ancora a disposizione dei Consiglieri la documentazione. Di conseguenza, per riuscire a fotocopiare tutti i fascicoli e distribuirli ai Consiglieri, aggiorno la seduta alle ore 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.12)



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