Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.522 del 18/01/05 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 15.01 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.26)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco Maria, Chiezzi, Cota Godio, Racchelli e Rossi Giacomo.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla procedura delle elezioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Colleghi, non procederemo allo svolgimento delle interrogazioni e interpellanze previste per stamattina, in quanto passiamo immediatamente al primo adempimento al quale siamo chiamati: integrazione, a seguito della riunione dei Capigruppo, effettuata dal Presidente Roberto Cota dimissionario, con tanto di presa d'atto delle dimissioni dello stesso e nomina del nuovo Presidente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Scusi, Presidente, poiché alla Conferenza dei Capigruppo abbiamo concordato un o.d.g. che prevedeva "Interrogazioni e interpellanze", vorrei capire il motivo per il quale si cambia l'ordine dei lavori. Se s'intende cambiare l'o.d.g., chiedo la convocazione della Conferenza di Capigruppo per procedere alla modifica; diversamente - lo ripeto per l'ennesima volta mi chiedo a cosa serva perdere tempo a partecipare ai Capigruppo e redigere un o.d.g., per poi rivederlo tutte le volte all'interno dell'Aula.



PRESIDENTE

Durante la Conferenza dei Capigruppo di lunedì, collega Angeleri, si era deciso di procedere all'elezione del Presidente. Non lo ricordo personalmente, ma mi è stato fatto notare. Inoltre, l'Ufficio di Presidenza risulta incompleto, perché si regge con il suo Presidente vicario, quindi non vi è il Presidente, benché il punto sia iscritto all'o.d.g. dei nostri lavori. Richiamo l'articolo 14 dello Statuto della Regione Piemonte, che recita: "Elezione dell'Ufficio di Presidenza. Il Consiglio, come suo primo atto, procede all'elezione dell'Ufficio di Presidenza, composto dal Presidente, da due Vicepresidenti e da tre Segretari. L'Ufficio di Presidenza deve essere composto in modo da assicurare la rappresentanza delle minoranze. L'elezione del Presidente del Consiglio ha luogo a scrutinio segreto ed a maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio".
Questo significa che è il primo atto istituzionale da farsi. Poiché la poltrona del Presidente in questo momento è vacante - ricordo che io sono solo reggente e di passaggio tra il dimissionario, Presidente Cota, e il nuovo Presidente - il primo adempimento da fare è proprio questo.
Pertanto, come Presidente vicario, non posso esimermi dal procedere all'apertura del dibattito, così come concordato alla Conferenza dei Capigruppo, sulla presa d'atto delle dimissioni del Presidente Cota e la nomina del nuovo Presidente.
Collega Angeleri, le cedo nuovamente la parola, però, per le motivazioni che le ho esposto, che sono convinto lei comprenderà, l'articolo 14 mi porta ad avere tutti i componenti dell'Ufficio di Presidenza al completo.



ANGELERI Antonello

Presidente vicario - come si è definito e come di fatto è - lei ha letto l'articolo 14, che ho ascoltato e che ritengo di conoscere, e, nel leggerlo, ha detto sostanzialmente che ciò che è utile a quest'Assemblea è che l'Ufficio di Presidenza possa garantire il regolare svolgimento dell'attività.
Abbiamo un Presidente ancora in carica, lei riveste la carica di "vicario", inoltre sono presenti il Consigliere Galasso, il Vicepresidente Riba, il collega Di Benedetto e il collega Pozzo; ritengo che il regolare svolgimento dell'Assemblea sia più che garantito, com'è stato garantito più volte in Consiglio, attraverso la sua Presidenza o attraverso la Presidenza dei colleghi dell'Ufficio di Presidenza. Non penso che in questo caso sia applicabile l'articolo 14, in quanto si può tranquillamente svolgere l'attività che abbiamo normalmente regolarizzato durante l'ultima riunione dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Le rispondo nuovamente che non contravvengo alle decisioni prese dai Capigruppo, che hanno inserito, come primo punto, quest'adempimento istituzionale.
Per questa ragione, e posto che la Conferenza dei Capigruppo ha stabilito anche le modalità di discussione, non posso procedere diversamente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, voglio porre un quesito, che forse è anche nel pensiero di alcuni colleghi: il nuovo Presidente che eventualmente oggi sarà eletto, ha diritto al ritratto nella sala dei Presidenti, oppure no? In secondo luogo, lei che è reggente e non vicario.



PRESIDENTE

Ha ragione, chiedo scusa: sono Presidente reggente.



TAPPARO Giancarlo

Le chiedo se in questa "reggenza" - dove ha dunque la titolarità massima - è previsto il diritto al ritratto nella Sala dei Presidenti.



PRESIDENTE

Poiché non prevedevano che fossi reggente solo per qualche ora, bensì per qualche giorno, mi hanno chiesto una fotografia. Tuttavia, attendevano gli ultimi sviluppi per capire se anche il sottoscritto potesse essere esposto nella Sala dei Presidenti. Comunque, è stata data una fotografia di tutti i colleghi di maggioranza, perché non si sa chi verrà indicato come Presidente. Pertanto, sono tutti pronti a partire immediatamente con il quadretto! Direi che possiamo procedere con il dibattito.
Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Per correttezza nei confronti del collega Angeleri, vorrei far presente che la Conferenza dei Capigruppo ha stabilito che l'elezione del nuovo Presidente sarebbe stato il primo punto all'o.d.g., ma non prima delle interrogazioni, delle interpellanze e del sindacato ispettivo. Era il primo punto dell'o.d.g., perlomeno io l'ho inteso così, esattamente come lo ha inteso il collega Angeleri.
Volevo precisarlo per correttezza: se ci siamo sbagliati, ci siamo sbagliati tutti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Signor Presidente e colleghi, ritengo che oggi sia una giornata particolare. Questa mattina, come ricorderete, sono state ricevute ben tre delegazioni ufficiali e una delegazione ufficiosa, da parte della Giunta e dei rappresentanti del Consiglio regionale, ovviamente rispetto a importantissimi problemi, contravvenendo, in un certo senso, alle disposizioni che c'eravamo imposti informalmente in Aula e formalmente con una deliberazione dell'Ufficio di Presidenza. Ritengo che quando vi sono questioni rilevanti, come quella dell'ACNA di Cengio, o aspetti particolarmente delicati, come il rischio per alcuni lavoratori di perdere il proprio impiego, si possa non applicare rigorosamente quanto è previsto perché ritengo che la politica debba essere accompagnata da due aspetti fondamentali: la sensibilità e l'attenzione, che spesso implicano anche la tempestività.
Per le ore 14.00 è stata convocata una Commissione, che è iniziata in orario, al termine della quale si è espresso il parere di merito relativamente alle deleghe in capo al Vicepresidente della Giunta regionale, l'Assessore Casoni.
Il Consiglio regionale è stato convocato per le ore 15.30; adesso sono le 15.35 e credo, Presidente, al di là del Regolamento, che, vista l'ora siamo formalmente convocati per affrontare due punti: lo svolgimento del sindacato ispettivo e la presa d'atto, e contestualmente, l'elezione del nuovo Presidente del Consiglio regionale.
Dico come la penso, Presidente e colleghi: ritengo che un Consiglio regionale non possa, soprattutto a fine legislatura, rimanere senza un Presidente e, ovviamente, credo che il Consiglio regionale abbia il dovere prioritariamente su tutto, di discutere e prendere atto delle dimissioni presentate dall'attuale Presidente del Consiglio regionale nella giornata di ieri, per poi procedere, al termine della discussione, a norma di Statuto e di Regolamento, all'elezione del nuovo Presidente.
Ho ascoltato con gran rispetto ed attenzione sia il collega Angeleri che la collega Manica. Ritengo che se questo non viene da loro accolto e si vuole richiamare il Regolamento o la formalità della convocazione, ovviamente lei non potrà che disporre (e chi lo propone se ne assumerà la responsabilità politica) un Consiglio regionale che provveda a adempiere al massimo per un'ora com'è previsto, alle interrogazioni e interpellanze e, in successione, a proseguire con il primo punto, come ricordava puntualmente la Consigliera Manica, relativo alla presa d'atto delle dimissioni dell'Avvocato Cota e l'elezione del nuovo Presidente.
In buona sostanza: o c'è la volontà e la condivisione sul fatto che il Consiglio regionale debba nominare un Presidente (rinunciando alle interrogazioni e alle interpellanze solo ed esclusivamente per i fatti eccezionali del mattino); oppure, prima di perdere del tempo a discutere sul dar farsi, procediamo, per un'ora, alle interpellanze e poi, alle 16.35, incominciamo la discussione sulla presa d'atto e sull'elezione.



PRESIDENTE

Consiglieri, il sindacato ispettivo era previsto nella seduta antimeridiana.
L'ordine dei nostri lavori pomeridiani prevede l'esame del punto relativo alla presa d'atto delle dimissioni del Presidente Cota e alla nomina del nuovo Presidente, peraltro come deciso nella Conferenza dei Capigruppo. Tuttavia, se l'Aula intende darmi indicazioni differenti, nel senso di svolgere un'ora di sindacato ispettivo, personalmente non ho nulla da eccepire.
Dal punto di vista istituzionale, mi sembrerebbe corretto, qualora volessimo affrontare il punto del sindacato ispettivo, procedere successivamente alla presa d'atto delle dimissioni e alla nomina del nuovo Presidente. Sono questioni rilevanti, a seguito delle quali è possibile procedere alla votazione di qualsiasi atto amministrativo presentato dai Consiglieri.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Vorrei suggerire una possibilità, lasciando impregiudicata la questione dell'ordine dei lavori e il problema del sindacato ispettivo, su cui non voglio aggiungere altro.
Chiedo a lei, facente funzioni di Presidente, e ai Consiglieri degli altri Gruppi, se non fosse equilibrato e sensato, in un passaggio così delicato a poche settimane dallo scioglimento del Consiglio regionale e di fronte ad una situazione imprevista come quella riguardante le dimissioni del Presidente del Consiglio regionale prima della sua sostituzione effettuare, prima di procedere alla votazione dell'elezione del nuovo Presidente del Consiglio regionale, una consultazione dei vari Gruppi da parte dell'Ufficio di Presidenza, per sentire, sul punto, l'opinione di tutto il Consiglio regionale.
Mi rendo conto che potrebbe apparire pleonastico e retorico sostenerlo ma, esistendo la possibilità di determinazioni puramente di maggioranza questa opportunità sarebbe un utile segnale.
Noi non chiediamo nulla, sottoponiamo questa possibilità alla valutazione dei Consiglieri degli altri Gruppi, perché ci sembra una via rispettosa della forma e della sostanza dei problemi che abbiamo di fronte rimanendo impregiudicata la questione dell'ordine dei lavori e del sindacato ispettivo o meno, sulle quali hanno già parlato i colleghi.



PRESIDENTE

Consiglieri, avendo ascoltato le considerazioni poste, vi chiedo se ritenete di procedere con la questione del sindacato ispettivo. Se questa è la volontà dell'Aula, il Presidente reggente non ha nessun problema a discutere un'ora sulle interrogazioni e sulle interpellanze. Occorre verificare, però, la disponibilità degli Assessori a rispondere oggi.
Procediamo con le interrogazioni e le interpellanze.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 2798 della Consigliera D'Onofrio inerente a "Incidenza tumori a Bardonecchia"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interrogazione n. 2798, presentata dalla Consigliera D'Onofrio.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Ovviamente, rispondiamo per quanto di competenza.
Gli elementi di risposta sono stata acquisti dalla direzione Tutela dell'Ambiente presso la direzione generale ARPA Piemonte, sulla base dello studio epidemiologico geografico descrittivo sullo stato di salute nei comuni di Bardonecchia, Oulx, Salbertrand, effettuato dall'area epidemiologia e ambiente e delle valutazioni del Polo Radiazioni Inquinanti circa il rischio connesso alla presenza di mineralizzazioni uranifere e più in generale, di livelli anomali di radioattività naturale, nella Valle di Susa, con particolare riguardo al massiccio D'Ambin.
Nel corso del 2004 l'ARPA Piemonte ha intrapreso diverse iniziative...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consiglieri, ma se abbiamo deciso di trattare le interrogazioni e le interpellanze, diamo modo all'Assessore di potersi far ascoltare rispetto all'interrogante.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Nel corso del 2004 l'ARPA Piemonte ha intrapreso diverse iniziative di studio correlate all'esigenza di accertare eventuali gravi rischi per la salute conseguenti alla realizzazione dei lavori della tratta alta velocità Torino-Lione.
In particolare, nel giugno 2004 l'Area di Epidemiologia Ambientale dell'Agenzia ha effettuato uno studio epidemiologico descrittivo in merito allo stato di salute della popolazione residente dell'Alta Valle di Susa al fine di verificare l'eventuale incidenza dei fattori di rischio ambientale cui potrebbero essere esposti gli abitanti dei comuni compresi in tale area (Bardonecchia, Oulx e Salbertrand).
Pertanto, sono stati sottoposti ad analisi nei tre comuni considerati sia i dati di mortalità relativi agli anni '91-2000 che i dati di ricovero ospedaliero relativo agli anni '95-2002, in modo da rilevare la presenza e frequenza delle patologie codificate secondo le norme standardizzate di classificazione internazionale delle malattie (ICDI IX.).
Lo studio ha evidenziato un aumento della mortalità generale, tra gli uomini, superiore dell'11% a quella regionale, mentre non ha rilevato valori statisticamente significativi relativamente alla mortalità per patologia tumorali, né tra gli uomini né tra le donne, allineandosi il dato riscontrato nei tre comuni in esame con il dato regionale.
Analizzando nel dettaglio le singole neoplasie, si è riscontrato che tra gli uomini vi è un incremento statisticamente significativo della mortalità per tumori delle vie aeree e digestive superiori e per tumori al colon.
Nel comune di Bardonecchia, in particolare, si è registrato tra gli uomini, per le patologie tumorali delle vie aeree e digestive superiori, un aumento della mortalità di due volte e mezza con SMR di 268 basato su nove casi e, per la patologia tumorale del colon, un aumento di due volte con uno SMR di 233 basato su 14 casi.
Nell'intera area statisticamente significativo è pure l'incremento tra la popolazione maschile, di mortalità per tumore del colon-retto (83 rispetto all'atteso).
Tuttavia, tali patologie sono difficilmente riconducibili ad esposizioni di tipo ambientale e possono essere piuttosto attribuite a fattori di rischio specifici correlati alle abitudini di vita, quali l'alimentazione incongrua, il fumo e l'alcool. Si tenga presente al riguardo il fatto che l'uso di alcool costituisce un dato peculiare degli abitanti delle zone montane in considerazione anche delle condizioni climatiche rigide e delle abitudini culturali prevalenti.
Si sono, inoltre, registrati valori di rischio superiori all'atteso relativamente alla mortalità per patologie non tumorali sia dell'apparato respiratorio che dell'apparato digerente. In particolare, sono stati segnalati incrementi rilevanti e significativi, sia tra gli uomini che tra le donne, dei decessi per cirrosi epatica, anch'essi correlabili all'abuso di alcool.
L'analisi dei dati dei ricoveri ospedalieri evidenzia, infine, un eccesso di ricoveri per neoplasia del colon e del colon retto ed un aumento di ricoveri per cirrosi, così confermando le indicazioni derivanti dalle analisi dei dati di mortalità.
Mentre si demanda alla Sanità regionale ogni più approfondita valutazione epidemiologica, in conclusione, lo studio esclude l'esistenza di un eccesso di patologia legate a fattori di origine ambientali.
Per quanto concerne il rischio di inquinamento ambientale diffuso derivante da scavi dell'ultimo tratto della galleria del TAV che collegherà l'Italia con la Francia, si è riscontrato da parte dell'ARPA la presenza in Val di Susa, di rocce contenenti mineralizzazione di amianto e mineralizzazione di uranio.
E', pertanto, opportuno esaminare separatamente la situazione relativa alle due potenziali fonti di rischio.
In seguito all'avvio delle progettate attività di cantiere di scavo, la conformazione del suolo di talune aree dell'Alta Valle di Susa, dove si è rilevata la presenza di tremolite contenente abbondanti quantitativi di amianto, potrebbe effettivamente comportare il rilascio di fibre di amianto nell'aria: in particolar, all'imbocco degli scavi nelle aree circostanti lungo i tragitti di trasporto del materiale e nell'area di discarica in cui confluirebbe il materiale di risulta degli scavi.
Per evitare i connessi rischi per la salute, il realizzatore dell'opera in questione, nell'ambito del procedimento di V.I.A., ha, tuttavia presentato delle valutazioni preliminari in cui sono previste e descritte le azioni da mettere in atto e le misure idonee a mantenere nulla in atmosfera la presenza dei materiali fibrosi che potranno rendersi disponibili alla volatilizzazione durante le attività di cantiere e di tutto il materiale fibroso disgregabile dalle rocce durante le operazioni di scavo e messa in discarica.
Ci sono alcune articolazioni di quelle che sono le norme da seguire per i lavori. A questo punto, consegnerei alla collega tutta la risposta, ma vorrei solamente leggere le ultime parti.
Per quanto concerne il paventato rischio derivante dalla modifica della composizione delle falde acquifere per effetto dei lavori di scavo, non pu escludersi a priori un aumento delle concentrazioni nelle acque captate dagli acquedotti non tanto di radon, quanto di altri radionuclidi (RA-226 RA-228 e U-238).
Con riferimento al radon, i dati a disposizione dell'ARPA evidenziano che il quantitativo contenuto in tutte le principali sorgenti della Val di Susa raggiunge in effetti livelli medio-bassi.
Relativamente egli altri radionuclidi, che costituiscono la fonte di maggiore rischio, sarebbe utile programmare ed eseguire prima dell'inizio dei lavori una campagna per la loro misurazione affinché i dati raccolti possono fungere da riferimento per le valutazioni di impatto dosimetrico post operam.
In conclusione, alla luce delle indicazioni provenienti da un Ente qualificato quale L'ARPA, è possibile affermare che esistono sistemi di misure che, opportunamente adottati, consentono di prevenire e contenere i vari potenziali rischi legati alla peculiare struttura del territorio delle aree interessate dai lavori di realizzazione del collegamento ferroviario Torino-Lione.
Peraltro, abbiamo fatto esperienza con le opere olimpiche nei cui siti si sono trovati minerali contenenti amianto, ma mi sembra che con le opere realizzate siano state superate brillantemente le difficoltà.



PRESIDENTE

Grazie, la Consigliera D'Onofrio si dichiara soddisfatta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 3173 dei Consiglieri Mellano e Palma inerente a "Presenza del radon (gas radioattivo cancerogeno) in concentrazioni notevolmente superiori alla norma in alcune aree del Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n.3173 presentata dai Consiglieri Mellano e Palma.
La parola al Consigliere Mellano per l'illustrazione.



MELLANO Bruno

Grazie, Presidente e colleghi, intendo illustrare questa interpellanza perché credo abbia un interesse oggettivo anche per un Consiglio regionale distratto.
Intanto, stiamo parlando di radon. Il radon è considerato (non dai radicali ma dalle Organizzazioni Internazionali della Sanità) come uno dei 75 elementi sicuramente cancerogeni. In questi giorni di grande discussione e di polemica sul fumo, risulta che in Italia i tumori ai polmoni sono causati in primo luogo dal fumo di tabacco, ma come seconda causa dall'inquinamento da radon.
Si calcola che ci siano stati, negli ultimi anni, dai 2000 ai 6000 casi riconducibili al radon sui 30.000 morti per tumore.
Ci siamo occupati da sempre di radon. La risposta tipica in questi casi e spero che l'Assessore non voglia ripercorrere, ma sicuramente è così la risposta standard che quella del radon è sicuramente una situazione monitorata e conosciuta sin dall'inizio del secolo, quando addirittura si pensava che le acque radioattive potessero essere addirittura utili o positive. Noi ci siamo occupati del radon in questa fase della nostra attività del Consiglio regionale, perché abbiamo letto ancora una volta Assessore Cavallera, un rapporto annuale dell'ARPA sullo stato dell'ambiente. Comincerei da lì l'illustrazione di questa nostra interpellanza, perché è un dato particolarmente significativo, e che noi riteniamo anche particolarmente allarmante, l'Assessore lo sa. Vorrei tentare di illustrarlo anche in Aula.
Noi abbiamo, come strumento operativo di sostegno e di aiuto all'attività amministrativa al Governo regionale al Consiglio, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale. Ogni anno l'ARPA produce un rapporto sullo stato dell'ambiente, che dovremmo leggere di più (lo dico anche per noi radicali) ma, come l'Assessore sa, noi in genere li leggiamo i rapporti dell'ARPA e, in genere, arriviamo in Consiglio a chiederne spiegazione o giustificazioni all'Assessore.
Quest'anno il rapporto 2004 sullo stato dell'ambiente ha anche un breve capitoletto sul radon, ed è congegnato con analisi mediate sulle otto province, sapendo che il radon è legato alla natura geologica del terreno e, storicamente, problema che si focalizza in alcune ristrette parti del Piemonte, in particolare il Biellese la Valle del Cervo, il Cuneese, le Pendici della Bisalta, dove le analisi e i rilievi del radon sono alti anzi, altissimi. Se si mediano quei dati locali con una media provinciale e poi facciamo la media delle otto province, è chiaro che non dice il falso il rapporto annuale dell'ARPA quando dice che in generale la media è bassa.
L'unico problema è che è sbagliato il metodo di rilevamento ed è sbagliato leggere così i dati.
Noi abbiamo trovato quasi ridicolo, se non offensivo, che l'ARPA regionale nel suo rapporto annuale facesse un'analisi specialistica e puntuale della Provincia di Verbania, dove storicamente il radon non è mai stato individuato in nessuna forma. Anzi, viene fuori che l'ARPA provinciale di Cuneo, a richiesta del Gruppo Radicali-Lista Emma Bonino l'anno scorso ha fornito uno studio ampio, dettagliato ed accurato sulla situazione del cuneese e, in particolare, dei Comuni di Boves, di Peveragno e di Chiusa Pesio, dove le rilevazioni sono altissime, ed è chiaro che non rientrano nel rapporto annuale dell'ARPA.
Partendo da quello, abbiamo cercato di sollecitare l'Assessore - e sono davvero curioso ed interessato ad ottenerne una risposta - per capire come il governo regionale intenda muoversi sia rispetto a questi rapporti annuali che mi permetto di definire offensivi rispetto all'attività dell'Assessorato e del Consiglio regionale, ma rispetto soprattutto all'intervento sul problema.
E' facile intervenire. Sappiamo che con delle soluzioni architettoniche anche semplici e anche poco costose si riesce ad intervenire sul problema radon. Si tratta di creare dei sistemi di areazione, si tratta di creare delle intercapedini e di coibentare i locali al piano terra o seminterrato delle case.
Noi chiediamo all'Assessorato se c'è un ragionamento in questo senso in particolare partendo da quei locali pubblici come le scuole, dove molta parte della cittadinanza passa le proprie giornate, magari in locali insalubri.
Questa è una delle domande che poniamo all'Assessore e mi riservo di commentare la sua risposta, che è, a mio giudizio, molto importante per un'evoluzione di attività della Giunta regionale, perché credo che l'Assessore Botta o, comunque, l'Assessorato competente dovrà prendere atto di questi dati dell'ARPA, benché non diffusi e non comunicati, per fare dell'attività specifica.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

In relazione ai quesiti formulati dai Consiglieri interpellanti, per quanto attiene alle competenze di questo Assessorato, si rappresenta quanto segue, con l'intesa di produrre ulteriori informazioni in presenza dei più utili aggiornamenti assicurati dall'ARPA.
Ai sensi dell'art. 10 sexies del D.lgs 230/95, "Attuazione delle Direttive 89/618/Euratom 90/641/Euratom, 92/3 Euratom e 96/92/Euratom in materia di radiazioni ionizzanti", così come integrato dal D.lgs 241/2000 è compito della Regione individuare le zone ad elevata probabilità di alte concentrazioni di radon. Tale individuazione è fatta sulla base di linee guida e criteri che devono essere emanati dalla Commissione tecnica per le esposizioni a sorgenti naturali di radiazioni, di cui all'art. 10 septies del citato decreto. Tali linee guida, allo stato attuale, non risultano emanate.
Va evidenziato che nella Commissione sopra citata è presente, su nomina del coordinamento interregionale presso il Cinsero, un funzionario esperto dell'ARPA Piemonte, che, in forza dell'incarico conferitogli, può garantire a questa Regione i più utili aggiornamenti sull'argomento, anche nel quadro delle attività istituzionali sviluppate dall'organismo tecnico di cui fa parte.
Si rileva, tra l'altro, che questo Assessorato ha predisposto il DDL "Norme sulla protezione dalle esposizioni a radiazioni ionizzanti", che all'art. 11 ("Individuazione delle aree ad elevata probabilità di alte concentrazioni di radon"), prevede l'individuazione, da parte della Giunta regionale, su proposta dell'ARPA, delle zone ad elevata probabilità di alte concentrazioni di attività di radon, sulla base delle linee guida e dei criteri emanati dalla Commissione di cui all'articolo 10 septies del D.lgs 230/95. Il DDL regionale comunque avrebbe anche la funzione di scavalcare la mancata emanazione delle linee nazionali perché la Giunta verrebbe legittimata da un provvedimento del Consiglio.
Il disegno di legge è stato recentemente (il 15 ottobre scorso) oggetto di consultazioni presso la V Commissione consiliare ed attende il perfezionamento e il completamento dell'iter approvativo.
Con riguardo all'argomento radon, si precisa che in data 9 ottobre 2003 l'ARPA ha sottoposto all'attenzione dell'Assessorato all'Ambiente, ai fini di un'eventuale collaborazione, il seguente progetto: "Il radon: un progetto per il Piemonte".
Data la particolare articolazione e la rilevanza, anche economica, del progetto in argomento che destina una delle sue fasi di sviluppo all'elaborazione di mappe di rischio, si è provveduto nel mese di febbraio 2004 a dare riscontro alla proposta dell'ARPA formulando le valutazioni di merito, individuando azioni prioritarie, che sono distinte da quelle attività invece di pertinenza della citata Commissione nazionale proponendo la rimodulazione del progetto.
Tale rimodulazione evidenzia il primario interesse regionale naturalmente orientato all'assolvimento degli adempimenti di legge e quindi, alla predisposizione di una mappatura per la cui redazione esistono già informazioni derivanti dalle campagne di misura condotte dall'ARPA come rilevabile nel sito web dell'Agenzia, nell'ambito delle quali vi sono anche quelle relative al Cuneese.
A tale proposito, si evidenzia che, nel sito dell'ARPA, in rete internet, sono reperibili, seppur in forma sintetica, le attività dell'agenzia relativamente alle campagne di monitoraggio condotte negli ultimi anni, anche con riguardo alla presenza di radon nelle acque minerali del Piemonte, mentre nei Rapporti annuali sulla radioattività ambientale in Piemonte curati dall'agenzia, per i quali la Regione aveva richiesto maggiori dettagli tecnici e una redazione grafica di maggiore comprensione ed efficacia, sono riportate informazioni di sintesi con riguardo alle campagne condotte nel Canavese, nel Cuneese, nell'Alessandrino, nel Verbano e in Val di Susa relativamente ai rilevamenti aria-acqua, mentre in Valle Cervo, nel Biellese, è stata condotta una specifica campagna nelle abitazioni, unitamente a quelle sviluppate nei territori dell'Astigiano e dell'alessandrino, dove sono state effettuate misure in ambienti scolastici.
Le stesse informazioni, riportate in forma sintetica, si ritrovano nel Rapporto sullo stato dell'ambiente del 2003 al paragrafo 18.2.4 e in quello del 2004 al paragrafo 18.1.5.
A questo proposito, apro una parentesi per riconoscere quello che dice il collega quando censura l'ARPA per essere iscritta al partito del bicchiere mezzo pieno anziché del bicchiere mezzo vuoto. Probabilmente il rapporto dell'ARPA dovrebbe essere più incentrato sul fornire i dati che non nel trarre giudizi, perché quelli dovrebbero competere sia alla conferenza annuale, nella quale tutte le componenti interessate danno il loro parere, sia in un eventuale dibattito in Commissione se non in Consiglio.
Più sinteticamente, il progetto, in corso di revisione, dovrebbe estendere la sua articolazione ad indagini epidemiologiche riguardante l'impatto sulla salute coinvolgendo gli accordi e i piani specifici maturati tra il Ministero della Salute e le Regioni, puntando anche alla definizione di linee guida e criteri per la bonifica delle abitazioni nei siti a più elevato rischio, in assenza però ancora dei criteri di definizione delle aree a rischio di radon, in capo alla citata Commissione nazionale.
Si tenga poi presente che la redigenda mappatura, richiesta dal legislatore, che sostanzialmente definisce la distribuzione di un fattore di condizionamento allo sviluppo del territorio, genera un complesso di vincoli e di criteri per la pianificazione territoriale, per la quale intervengono valutazioni di carattere interdisciplinare e trasversale alle politiche settoriali regionali, che appartengono ad una tipica funzione di indirizzo e pianificazione regionale, che la Direzione Ambiente deve necessariamente approfondire con quelle Direzioni regionali che esercitano le competenze più specifiche (sanità, pianificazione territoriale e urbanistica) al fine di assicurare un'attività organica e coordinata.
In tale quadro, è stato pertanto chiesto di estrapolare le attività strettamente rivolte all'individuazione (mappatura) delle aree ad elevata probabilità di alta concentrazione di radon, conferendo a questa carattere propedeutico e sovraordinato, redigendo in tal senso un primo progetto accompagnato anche dalle risultanze delle campagne avviate nel Canavese nel Verbano-Cusio-Ossola, nel Biellese e nell'Alessandrino, che costituirà oggetto di approfondimento in un incontro da tenersi presso l'Assessorato Ambiente non appena sarà stata redatta la nuova proposta, la quale dovrà evidenziare i compiti di controllo a carattere istituzionale, definendo la valorizzazione economica di quelle attività più progettuali e provvedendo per lo sviluppo, dei vari tematismi quali linee guida, criteri di bonifica di pianificazione, di indagine a redigere progetti stralcio in un'ottica pluriennale.
Alla luce di quanto rappresentato e in attesa che l'ARPA produca una proposta rimodulata sotto forma di programma di attività, anche pluriennale ed articolata per progetti mirati con finalità multiple, si evidenzia che l'azione dell'Assessorato Ambiente, con particolare riferimento alla predisposizione del citato DDL ed alla richiesta di presentazione da parte dell'ARPA di un progetto "Radon" rivisto sulla base di priorità definite dalla Regione, è tesa a creare le condizioni per dare piena attuazione, in primis, alla competenza attribuitagli dal legislatore nazionale, la quale è propedeutica alle attività progettuali e di indirizzo sopra enunciate.
Detto questo come risposta in merito ai lavori in corso da parte della Direzione Ambiente, ho anche sentito una sollecitazione, nell'affrontare tale argomento, di tipo familiare e localistico, poiché mio padre nacque a Boves e la mia famiglia visse, per generazioni, ai piedi della Bisalta.
A proposito di quanto qui veniva indicato - In attesa che a livello nazionale si facciano linee guida; in attesa che a livello regionale si approvi la legge (peraltro, legge utile anche per lo smantellamento dei siti nucleari in Piemonte e per la gestione del residuo nucleare e sanitario in Piemonte) - vediamo di fare un progetto stralcio mirato, sulle zone dove è noto che vi è maggiore rischio, con azioni di emergenza definiamole così - riferite a quei pochi contesti territoriali che, per fortuna, oggi sono conosciuti. Abbiamo anche l'esito di campagne di misura nelle scuole nell'Alessandrino e nell'Astigiano; quindi si tratta di un intervento limitato, ma che può partire al più presto.
L'interrogazione è stata un'ulteriore occasione per richiamare una questione già affrontata, per cui mi auguro che prima della cessazione delle ostilità operative di questa legislatura si possa approvare una delibera di Giunta e una circolare rivolta ai soggetti interessati affinché si possa svolgere una prima azione di prevenzione, ancorch limitata e ancorché minimale, ma tutte le cose devono pure iniziare da qualche parte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano per la replica.



MELLANO Bruno

Grazie, Presidente. Voglio dire all'Assessore Cavallera, molto chiaramente e molto onestamente, che la sua risposta è un importante strumento di sintesi della situazione, soprattutto per le parentesi e le chiose che ha posto fuori dal testo scritto (testo che intendo acquisire).
È, comunque, una risposta chiaramente e volutamente molto burocratica.
Nelle chiose espresse, sia a metà sia alla fine del suo intervento, c'è un'attestazione di intervento politico, che era quanto da noi richiesto e per questo la ringrazio.
Il dato saliente che emerge, sfrondando dall'analisi burocratica o dei dati, è che in Piemonte abbiamo almeno due zone molto caratterizzate dalla presenza di radon - storicamente caratterizzate dalla presenza di radon su cui non riusciamo ad intervenire (o per il momento non siamo ancora riusciti a farlo), nell'attesa del grande e costoso progetto dell'ARPA per fare chissà che cosa.
Qui non si tratta di fare chissà che cosa, come dicevo già nell'illustrazione: si tratta di dare informazioni senza cadere nell'allarmismo. Spesso i Consiglieri che presentano un'interrogazione o un'interpellanza vengono accusati di fare dell'allarmismo. Credo, invece che sia compito istituzionale della Regione Piemonte informare i cittadini che abitano in quelle zone e che conoscono l'esistenza del problema radon che con alcuni semplici intervenenti architettonici e progettuali si pu intervenire sulle case di vecchia costruzione e, soprattutto, su quelle di nuova costruzione.
È abbastanza paradossale l'aver ragionato su dati forniti da una rivista importante come "Altro Consumo" che ha fatto un monitoraggio ad hoc nelle case dei propri associati e che, con oltre mille rilevazioni in case private, ha costruito una mappa del Biellese veramente allarmante. È addirittura, la zona in assoluto più contaminata, per la presenza di radon in tutta Europa. È un fenomeno quasi mondiale.
Non possiamo aspettare che l'ARPA regionale produca un importante e voluminoso studio, o un'ulteriore campagna di monitoraggio, quando conosciamo già alcuni dati (anche se poi occorre verificarne in pieno l'attendibilità e la natura, ma nessuno mette in dubbio la serietà della rivista e degli operatori). Dalla Provincia di Cuneo abbiamo una campagna di rilevazione posta dall'ARPA provinciale che, nel luglio del 2003 forniva, al Consigliere Mellano, un rapporto molto dettagliato della situazione.
La nostra richiesta è di intervenire. Prendo atto che l'Assessore abbia espresso la sua disponibilità e la sua volontà a partire immediatamente con un progetto attuabile a breve. Voglio leggerlo in Aula, volutamente per lasciarlo agli atti del Consiglio regionale: noi abbiamo parlato di case l'Assessore ha voluto citare anche il problema delle acque, i dati dell'ARPA della Provincia di Cuneo sulle fonti, le sorgenti rispetto all'acqua, sono veramente inquietanti. I parametri su cui si misura il radon è il becher al metro cubo: 200 becher al metro cubo per le case nuove è il limite di tolleranza, 400 per le case vecchie. Si presume che non si riuscirà ad intervenire nell'abbattimento totale del radon, ma abbiamo delle fonti, anche famose, in provincia di Cuneo, in cui risulta una presenza nell'acqua pari a 18 mila becher.
Il fenomeno radon è sicuramente misurato rispetto all'inalazione del gas, che è cancerogeno (questo è assodato, non occorre fare nessuna indagine epidemiologica, ci sono le statistiche internazionali che parlano). Certo, non fa piacere leggere che alcune importanti fonti parlano di una contaminazione da radon, ma senza fare dell'allarmismo prendo atto che questi dati ci sono e questi numeri sono stati scritti nero su bianco da un organismo che è di supporto alla Regione Piemonte.
Ringrazio l'Assessore, ringrazio la rivista Altro Consumo, che ha compiuto, al posto dell'ARPA, l'indagine nel Biellese e ringrazio, infine anche se l'Assessore ne è a conoscenza, la città di Biella, che a seguito di interpellanze e articoli usciti sui giornali, ha deciso di avviare una campagna di monitoraggio nelle scuole. Questo è un dato positivo che sono sicuro si unirà ai dati positivi che l'Assessore ci ha preannunciato in Aula.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il sindacato ispettivo.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Dimissioni del Presidente del Consiglio regionale ed elezione del nuovo Presidente (ai sensi art. 14 dello Statuto e art. 4 del Regolamento del Consiglio regionale)


PRESIDENTE

Procediamo all'esame del punto all'o.d.g. che ho richiamato in precedenza relativo agli adempimenti istituzionali con la presa d'atto delle dimissioni del Presidente Cota e la nomina del nuovo Presidente del Consiglio.
Dichiaro aperto il dibattito generale come concordato nella Conferenza dei Capigruppo.
Il Consigliere Marcenaro ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Volevo porre alcune questioni. La prima. Chiedo al Presidente facente funzione, non dico copia, ma almeno di dare lettura, se c'è, della lettera di dimissioni del Presidente Cota. Magari c'è un ringraziamento al Consiglio regionale, un saluto del Presidente.



PRESIDENTE

L'avrei fatto, ma visto gli interventi sull'ordine dei lavori, pensavo di leggerla in seguito.



MARCENARO Pietro

L'altra questione. Prima ho evidenziato un problema agli altri Consiglieri di una valutazione e di una consultazione su un punto così delicato e di rilievo istituzionali. Cioè di non trattare la questione come se riguardasse esclusivamente la maggioranza, ma come una questione sulla quale, prima di arrivare a formulare delle proposte al voto, raccogliere opinioni diverse (so benissimo che sono maturate delle opinioni).
Ripropongo la questione che ho posto prima: prendere atto delle dimissioni del Presidente e rinviare alla prossima seduta l'elezione del nuovo Presidente del Consiglio, con l'impegno da parte dell'Ufficio di Presidenza ad effettuare, su questo punto, una consultazione di tutti i Gruppi consiliari.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente reggente, è la prima volta che capita che il sindacato ispettivo dura trenta minuti. Solitamente, dura dall'ora all'ora e mezza. Prendo atto della buona volontà.
Visto che abbiamo rispettato quello che è stato deciso nella Conferenza dei Capigruppo che si è svolta la scorsa settimana e abbiamo rispettato l'o.d.g. stabilito in quella sede, a questo punto, forse, sarebbe opportuno, e io lo chiedo ufficialmente, convocare una Conferenza dei Capigruppo per capire come procedere con l'o.d.g. Inoltre, chiedo che l'o.d.g. che è stato inviato a tutti i Consiglieri, che prevede le dimissioni, quindi la conseguente presa d'atto delle dimissioni del Presidente Cota e la successiva elezione, venga scorporato in due parti.



PRESIDENTE

Non si può scorporare in due parti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Ho l'impressione che stiamo procedendo dalla fine. Mi sarei, non dico aspettato, perché queste cose da quest'aula non me le aspetto più, ma mi sarei augurato che si procedesse istituzionalmente al primo adempimento conseguente all'attribuzione di un incarico di Sottosegretario al nostro Consigliere Cota, cioè alla sua surrogazione dalla carica di Consigliere regionale. La carica di Sottosegretario è chiaramente e manifestamente incompatibile, come tante altre che abbiamo discusso all'interno dell'Aula con quella di Consigliere regionale, a norma del primo comma dell'articolo 4 della legge n. 154-81.
Ben sapendo, ciascun collega, immagino anche il Presidente Cota sicuramente il Presidente reggente, che, secondo la legge n. 154, il Presidente Cota avrebbe dovuto provvedere, entro dieci giorni dal concretizzarsi dalla causa di incompatibilità, ad esercitare l'opzione richiesta dalla legge a norma del comma 4 dell'articolo 6 della legge 154.
Prima di procedere alla presa d'atto, assolutamente scontata di questo tipo di dimissioni, cioè della carica di Presidente del Consiglio, bisognerebbe che l'Aula affrontasse, mi rendo conto nei termini lassi e lassisticamente utilizzati normalmente da tutti i Gruppi per l'esame delle cause di incompatibilità, anche della causa di incompatibilità del Presidente Cota con la carica di Consigliere regionale, che è problema, mi pare istituzionalmente altrettanto delicato come quello della sua sostituzione alla carica di Presidente del Consiglio.
Se si procederà alla convocazione della Conferenza dei Capigruppo molto più che per discutere un'ipotesi, probabilmente impraticabile, di accordo sul candidato istituzionale alla Presidenza del Consiglio per le ultime settimane di legislatura, bisognerebbe affrontare in quella sede senza nessuna speranza, ma con qualche richiesta, di esaminare questa questione nei termini che la legge prevede e non nei normali termini che quest'Aula ha assunto per esaminare tutte le cause di incompatibilità o di ineleggibilità.
Non so quali siano le determinazioni del Presidente Cota. Per altro verso, il Presidente Cota sta utilizzando esattamente tutti i termini che tutti i Consiglieri incompatibili hanno utilizzato, quindi, da questo punto di vista non ha un comportamento particolarmente irrituale rispetto alle abitudini dell'Aula e rispetto alla previsione della legge. Se in quella sede, non solo il Consigliere Palma, ma la generalità dei Gruppi, desse immediatamente mandato al Presidente della Giunta delle Elezioni di convocarla per esaminare la causa di incompatibilità, probabilmente sarebbe meglio.
E' chiaro che il Consigliere Mellano in Commissione mi ha già annunciato che procederà alla convocazione della Giunta delle Elezioni.
Visto che normalmente le procedure della Giunta delle Elezioni durano dai 90 ai 120 giorni e visto che la legislatura si conclude fra 25 giorni bisognerebbe forse procedere a ritmi, diciamo così, più spediti.
Pongo quest'ulteriore problema istituzionale al Presidente reggente perché mi pare problema di un qualche significato istituzionale, e - lo ripeto per l'ennesima volta - lo pongo a quest'Aula, senza nessuna speranza, conoscendone le abitudini, ma forse con un qualche significato di carattere giuridico-istituzionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Vorrei fare solo una precisazione su questo punto. Mi pare importante percorrere la strada che indicava, con la sua proposta, il collega Marcenaro. Tale ipotesi era stata valutata nella riunione dei Capigruppo salvo una risposta che avevamo avuto dai vari Gruppi della maggioranza, che ci indicavano come fosse definita già un'ipotesi. Una proposta e una soluzione che, in un primo tempo, a noi sembrava più opportuna, ma che adesso riteniamo non più praticabile e preferibile arrivare direttamente al Consiglio di oggi con la presa d'atto e con la nomina del nuovo Presidente.
Nello stesso tempo, nella riunione dei Capigruppo avevamo esaminato anche il punto che ha posto adesso il collega Palma e, per quanto riguarda il mio Gruppo, avevamo già avuto modo di dire che il Presidente non deve chiedere all'Aula l'autorizzazione per nominare la Giunta. Per quanto ci riguardava, la Giunta doveva essere da lui convocata immediatamente, come da regolamento e analogamente ad altri casi. Se mi viene richiesto di dichiarare in quest'Aula che sono d'accordo su questo, ricordo che ero già d'accordo ai Capigruppo, avevo già assentito e sono d'accordo anche ora.
Il Presidente della Commissione la deve convocare, come da regolamento in un caso come questo, senza bisogno di nessun assenso formale da parte dell'Aula, in quanto non glielo può né togliere né dare.



PRESIDENTE

Grazie, collega Manica.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Dato che lei mi ha risposto accendendo il microfono e spegnendolo subito dopo, dicendo che non è possibile scindere sulla base di quale articolo del Regolamento, vorrei sapere dove sta scritto questo, perché mi risulta che ci sia un precedente relativo ad un membro dell'Ufficio di Presidenza nelle legislature passate, il quale ha dato le dimissioni, si è preso atto delle sue dimissioni e, la volta dopo, è stato eletto.
Vorrei capire, essendoci un precedente, come è possibile che lei Presidente, mi abbia risposto in questo modo, senza citare peraltro nessun articolo di Regolamento.



PRESIDENTE

Intendo avvalermi non dell'unico precedente ma della prassi instaurata rispetto a questioni istituzionali verificatesi in questi decenni.
ANGELERI Antonello (fuori microfono) Mi deve dire sulla base di quale articolo del Regolamento!



PRESIDENTE

Collega, se mi vuole parlare si può accomodare alla Presidenza altrimenti lasciamo la parola al Consigliere Cattaneo. Lo valuteremo Consigliere Angeleri.
ANGELERI Antonello (fuori microfono) Mi spieghi perché c'è stato un precedente rispetto a questo!



PRESIDENTE

Le dimissioni non sono una delibera a se stante, ma un tutt'uno. Si fa una discussione, si procede di fatto alla presa d'atto immediatamente alla fase successiva. E' una delibera unica, ma c'è stato un precedente, che valuteremo nel merito. Prenderò il tempo necessario per valutare nel merito il problema che lei ha posto.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, signor Presidente.
Questo sostantivo mi dà l'occasione di fare anche un chiarimento: il Vicepresidente Toselli non è il Presidente o il Vicepresidente reggente perché regge e la figura del reggente esiste quando surroga "l'incapace." Non siamo in questa situazione, ma stiamo semplicemente applicando l'articolo 6, comma 2, del Regolamento. Il Consiglio ha due Vicepresidenti che, senza specificare se si tratti del Vicario o del Presidente di turno alternativamente, per un semestre all'anno, sostituiscono il Presidente quando questo è impedito o assente.
Oggi il Presidente non c'è, è dimissionario, non abbiamo ancora preso atto delle dimissioni. Vicepresidente semestrale è il Vicepresidente Toselli, lo si chiama Presidente senza aggettivi e, quando presiede, svolge le funzioni del Presidente.
Ho detto prima che abbiamo il dovere di procedere anche perché in questo momento -vorrei essere smentito - abbiamo anche il Segretario generale del Consiglio. Il Presidente è Presidente, lo sostituisce, ma non può assumere la totalità delle prerogative di un Presidente. Se la Presidenza dovesse adempiere ad un dovere di ufficio, come quello della firma di un contratto, la revoca di un atto, o la firma di un decreto, non potrebbe farlo, salvo smentite, se il Presidente uscente non ha attribuito una delega prima del 4 gennaio. Se vogliamo essere un Consiglio regionale serio, oggi noi siamo nelle condizioni di eleggere un Presidente, perché il Consiglio regionale non ha un Presidente con poteri di firma su alcuni atti.
Per quanto riguarda le consultazioni, ricordo che non dobbiamo eleggere il Capo dello Stato; le consultazioni non sono mai state fatte in nessuna legislatura e nemmeno in questa, quando abbiamo rinnovato l'intero Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale. Siamo venuti in Aula il 3 dicembre 2002 e, dopo una Conferenza dei Capigruppo, si è proceduto all'elezione dell'Ufficio di Presidenza, incominciando dal Presidente del Consiglio regionale.
Di questo si è parlato in Conferenza dei Capigruppo e quando abbiamo proposto di prendere qualche giorno di tempo, ci è stato risposto che ci sarebbe stato un candidato Presidente e che non c'erano - ma lo vedremo nel dibattito - gli spazi per chissà quale grande alchimia. A trenta giorni dalla fine operativa della legislatura è stato deciso, nella Conferenza dei Capigruppo presieduta dal Presidente Toselli, di venire oggi direttamente in Aula, tant'è che il Presidente Cota, come ultimo atto, responsabilmente prima della lettera delle dimissioni, ha integrato l'o.d.g. della seduta odierna.
Se qualcuno non condivide questa necessità per il Consiglio regionale e vuole dilatare i tempi o incominciare con non so quale percorso, questa è altra cosa e allora dico subito che, purché duri un quarto d'ora o venti minuti, perché ritengo non occorra più tempo, si può riunire tranquillamente la Conferenza dei Capigruppo richiesta dall'UDC e dai Democratici di Sinistra. Poi, però, rientriamo in Aula e vediamo il da farsi.
Per quanto richiamava il Consigliere Palma, riguardo al fatto che la Conferenza dei Capigruppo si debba occupare in prima istanza dell'eventuale incompatibilità del Consigliere regionale Roberto Cota, ricordo che se ne era già parlato e, come il collega Mellano sa, anche nella sua funzione di Presidente della Giunta delle Elezioni, non è che debba essere stimolato o avere l'autorizzazione dell'Aula o della Conferenza dei Capigruppo; deve semplicemente adempiere a un proprio dovere d'ufficio.
Poiché il collega Mellano non ha mai fatto sconti a nessuno, ed è per questo che lo stimo e lo considero un Consigliere regionale serio, anche nel suo incarico di Presidente della Giunta delle Elezioni, sono indisponibile a trattare il punto alla Conferenza dei Capigruppo, proprio per rispetto a un Presidente della Giunta delle Elezioni serio, che - ne sono sicuro - adempierà al proprio dovere, come sempre ha fatto.



PRESIDENTE

Colleghi, poiché mi sembra vi siano le condizioni per una riunione dei Capigruppo, invito i Capigruppo in saletta A, al fine di chiarire le modalità.
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Sono assolutamente d'accordo sulla riunione dei Capigruppo, anche perché mi sembra l'unica strada percorribile nel rispetto all'impasse istituzionale in cui vi siete cacciati. Faccio sommessamente rilevare prima di andare a tale riunione, che, in un momento di importanza come questo, l'assenza del Presidente della Giunta regionale si fa particolarmente sentire, perché, come abbiamo avuto modo di riflettere tra colleghi, anche in modo trasversale, l'idea di un ruolo così staccato da parte dell'esecutivo nei confronti del Consiglio e la sottovalutazione dei ruoli dell'Assemblea e del legislativo, dà l'idea di una concezione dell'Amministrazione e della politica che, francamente, non fa bene al Piemonte.
Immagino che questa assenza, in un momento come questo, sia stata rilevata, non solo da noi, come opposizione, ma anche da molti colleghi della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Per dare quello che spetta alla verità. Il Presidente della Giunta era qui, stamattina, e dal momento che il Consiglio doveva iniziare alle 10.30 ma per una serie di riunioni, tutte importantissime (la questione dell'ACNA di Cengio, la questione delle Case di Riposo ecc.), è tornato giustamente a lavorare presso gli Uffici della Presidenza della Giunta regionale. E' comunque, in contatto telefonico costante con il Consiglio regionale e penso che alla fine della riunione dei Capigruppo sarà presente in Aula quindi non strumentalizziamo la questione.



PRESIDENTE

Convoco la riunione dei Capigruppo nella saletta A.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.38 riprende alle ore 17.07)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Invito i colleghi Consiglieri a prendere posto in Aula. Abbiamo stabilito un percorso, peraltro riconfermando anche quanto è emerso ieri dalla riunione dei Capigruppo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Presidente, voglio dare comunicazione, a lei e all'Aula, che nella pausa dei Capigruppo ho provveduto a convocare la Giunta delle Elezioni per venerdì 21, alle ore 12.30, con all'o.d.g. il caso dell'incompatibilità del Consigliere Cota.



PRESIDENTE

La ringrazio per la comunicazione. Farà pervenire regolare lettera come sempre, quindi le procedure verranno da lei espletate.
Possiamo aprire la discussione sul punto relativo alla presa d'atto delle dimissioni del Presidente Cota e all'elezione del nuovo Presidente integrato all'o.d.g. della presente seduta consiliare.
Comunico, pertanto, all'Aula la lettera a me inviata dal Presidente Roberto Cota: "Con la presente, rassegno le dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio regionale.
Ringrazio tutti i colleghi per la proficua collaborazione durante questi anni di mandato.
I migliori auguri di buon lavoro. Roberto Cota".
Dichiaro aperta la discussione sul punto, ricordando che gli interventi dovranno rispettare i tempi previsti dal Regolamento, fissati in dieci minuti dalla Conferenza dei Capigruppo.
Sospendo per un minuto la seduta per problemi personali.



(La seduta, sospesa alle ore 17.09 riprende alle ore 17.12)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Possiamo avviare la discussione sul punto in oggetto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, gradirei - lo abbiamo chiesto più volte in questa Aula - che venisse letta la lettera con la quale il Presidente Cota rassegna le dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

È stata già letta, ma se volete procedo nuovamente alla lettura della stessa: "Con la presente, rassegno le dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio regionale.
Ringrazio tutti i colleghi per la proficua collaborazione durante questi anni di mandato.
I migliori auguri di buon lavoro. Roberto Cota".
Questa lettera è stata inviata al Vicepresidente vicario Francesco Toselli.
Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente reggente, siamo in un momento molto delicato dell'attuale fase di questa legislatura. Siamo ormai a meno di un mese dalla chiusura dei lavori di questo Consiglio, sempre che, ovviamente, la data delle elezioni rimanga ferma ai primi giorni di aprile e, quindi ritengo che le dimissioni del Presidente Cota, a cui vanno personalmente ma anche a nome anche del Gruppo che presiedo, i migliori auguri per l'incarico di Governo che ha ricevuto, creano indubbiamente, all'interno di questa Aula, qualche problema di carattere istituzionale, ma anche di carattere politico.
Come ho già detto nella riunione dei Capigruppo, questo è il motivo per cui, a nome del mio Gruppo, ho richiesto questa convocazione.
I motivi istituzionali sono facilmente intuibili: dobbiamo procedere al di là delle questioni sollevate dal collega Palma sull'incompatibilità tra l'incarico di Consigliere regionale del Presidente Cota e l'incarico di Sottosegretario, alla ricomposizione dell'Ufficio di Presidenza. Oggi queste dimissioni creano un vuoto, per quanto riguarda il Consiglio regionale e, quindi, la funzionalità del Consiglio medesimo deve essere restaurata nella sua totalità.
C'è anche un problema contingente di carattere politico che deriva dal fatto che mancando - come torno a ripetere - poco meno di un mese alla chiusura di questo Consiglio regionale (dove ci sono ancora, all'ordine del giorno, progetti di legge, deliberazioni della Giunta e disegni di legge che ci auguriamo possano essere votati prima della fine della legislatura) diventa necessaria una gestione molto attenta di quest'Aula. Faccio riferimento, in particolare, a quello che capiterà all'indomani del 16 febbraio, fermo restando la data delle elezioni, quando, non essendoci più il Consiglio regionale nella sua interezza, le volontà di questo ultimo saranno rappresentate, nei confronti dell'esterno, dall'Ufficio di Presidenza e, in particolare, proprio dal suo Presidente. Se vogliamo, è sicuramente un momento di particolare delicatezza.
Ecco perché c'è stata questa richiesta, da parte nostra personalmente, me lo sarei aspettato dal Presidente uscente - di audizione Gruppo per Gruppo, per vedere di trovare una soluzione. Ovviamente, a mio avviso avrei preferito prevedere un incarico di Presidente conferito ad un membro di questa maggioranza, ma non un incarico individuato a testa bassa senza ragionare con l'interezza di questo Consiglio e, quindi, anche con i rappresentanti della minoranza.
Ritengo che le motivazioni che ho appena addotto siano importanti e bastino per giustificare questa mia richiesta. Il Presidente, in questa fase, deve veramente rappresentare tutti quanti e deve farlo nel migliore dei modi. Forse era opportuna questa domanda emersa nella Conferenza dei Capigruppo e a cui non è stata data risposta. Mi auguro che si possa dare una risposta in Aula. Pensavo fosse più opportuno fare un lavoro preventivo, cercare di capire, Gruppo per Gruppo, quali erano le intenzioni. Una spaccatura all'interno del Consiglio regionale, su un incarico importante - sull'incarico più importante del Consiglio regionale a questo punto della legislatura - al termine della legislatura, è un dato che non fa chiudere sicuramente in bellezza un lavoro, secondo me difficile, ma proficuo, che anche questa legislatura ha reso al servizio dei cittadini.
La richiesta che l'o.d.g. venga scorporato in due punti, la formulo nuovamente in Aula perché, di fatto, a questa richiesta, non è stata data risposta; non esiste nessun articolo di Regolamento che preveda che un o.d.g. contenga, così come è stato introdotto, le dimissioni del Presidente e, contemporaneamente, l'elezione del nuovo Presidente. Mi risulta, ripeto che ci sia stato un precedente in Aula relativamente alle dimissioni di un Segretario dell'Ufficio di Presidenza di cui si è preso atto e, solo successivamente, si è proceduta all'elezione del suo sostituto.
A questa domanda, formulata già più volte in Aula, non è stata data risposta, se non da parte del Presidente - ovviamente non è un'accusa nei confronti del Presidente reggente - il quale ha detto: "Si è sempre stato fatto così, quindi procediamo in questa direzione". Invece, c'è un precedente che afferma esattamente il contrario. Bisognerebbe capire meglio qual è la verità e da che parte sta. A prescindere da queste questioni ritengo importante che ci sia la possibilità di eleggere un Presidente in tempi ragionevoli, magari rapidi, ma ritengo che l'aspetto politico che ho appena enunciato debba essere necessariamente tenuto in considerazione.
Chiedo, per l'ennesima volta, di procedere alla presa d'atto delle dimissioni del Presidente del Consiglio - è ovvio che dobbiamo andare in quella direzione - e, successivamente, di proceder, attraverso un'analisi preventiva, che mi sembra più che mai opportuna, all'elezione di un nuovo Presidente, possibilmente di tutto il Consiglio regionale, e non solo di una parte, vista la delicatezza del momento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Deorsola; ne ha facoltà.



DEORSOLA Sergio

Desidero solo avere un chiarimento relativamente alla lettera di dimissioni del Presidente Cota: in che data la lettera è stata composta e in che data è pervenuta agli Uffici?



PRESIDENTE

La data è del 17 gennaio, quindi sono contestuali le dimissioni rispetto la Conferenza dei Capigruppo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Le affermazioni che farò, signor Presidente, possono essere intese come il prodotto di una visione irrealistica della vita politica istituzionale della nostra Regione. Non rinuncio per questo a farle.
Cosa avrei ritenuto naturale di fronte ad una situazione del genere? Una situazione nella quale, se mi viene perdonata la battuta, sembra quasi agire una legge del contrappasso? Lo dico perché abbiamo lavorato insieme al Presidente Cota per quasi tutta la legislatura e io considero quasi una legge del contrappasso che un esponente dell'autonomismo, addirittura un esponente estremista dell'autonomia dell'indipendentismo della bandiera torinese, preferisca il ruolo di portaborse a Roma a quello di Presidente del parlamento piemontese. Francamente, mi sembra una singolare contraddizione.
Detto questo e nonostante questo, fatti gli auguri al Presidente Cota per il suo incarico, cosa mi sarei aspettato? Mi sarei aspettato che quando in un Consiglio regionale, di una Regione importante come il Piemonte, capita una questione inattesa di questo genere, a poche settimane dalla fine della legislatura, in una situazione nella quale, peraltro molte forze hanno insistito nel corso di questi anni sul fatto che la figura di Presidente di Consiglio regionale fosse una figura capace di garantire l'insieme dell'istituzione, di svolgere un ruolo di imparzialità ecc., in particolare i Gruppi di maggioranza, prendessero un'iniziativa che producesse un confronto. Un confronto che dovrebbe servire per discutere decidere, valutare con tutti i membri del Consiglio regionale, con tutti i suoi Gruppi e con tutti i suoi componenti, come utilmente organizzare questo breve periodo che ci sta davanti.
Un confronto nel quale, insieme, decidere qual era la figura e qual era la modalità più indicata per svolgere la funzione di Presidente del Consiglio regionale e, al tempo stesso, decidere quali erano le cose importanti che erano ancora possibile fare per il Piemonte in questo scorcio di legislatura definendo, al tempo stesso, un programma di attività del Consiglio regionale e le figure garanti. Ci sembrava di non far torto a nessuno e di non compromettere nessun equilibrio politico, di non stabilire nessun precedente se per una volta, di fronte ad una situazione del genere e di fronte alla necessità di stabilire un programma di lavoro per tutto il Consiglio, fosse stata scelta una figura che il Consiglio regionale, nel suo insieme, potesse ritenere come una figura garante di questo programma di lavoro agli occhi di tutti. Avevamo indicato, informalmente, anche il criterio di scegliere il Consigliere più anziano. Non faccio nomi, perch la cosa non assuma alcun rilievo strumentale, ma esistono, sia nelle file dell'opposizione sia nelle file della maggioranza, persone in grado di svolgere questo ruolo, con le capacità dovute. Era possibile farlo e contestualmente, decidere che, insieme, si dava il segnale di un tratto di civiltà politico-istituzionale, almeno in prossimità della conclusione di questa legislatura.
Voi avete scelto un'altra strada o, almeno, l'ha scelta una parte importante della maggioranza. Secondo quanto è stato detto dal Presidente del Gruppo di Forza Italia, emerge nuovamente come un Gruppo come l'UDC rappresenti un fattore che riguarda la maggioranza e che ne condiziona gli equilibri interni, i rapporti negoziali stabiliti e la gestione di un punto come questo.
Segnalo ancora un aspetto di tutta questa vicenda: non c'è dubbio che quello che sta capitando prospetti e ponga una questione che riguarda il ruolo di una specifica forza politica all'interno della vostra coalizione.
Lo ricordo perché tutto questo avviene con un partito e un gruppo, come quello della Lega, che, alle ultime elezioni regionali, come tutti sapete è risultato un gruppo politico significativo ma non indispensabile, dal punto di vista dei numeri, per il conseguimento della maggioranza consiliare.
Come sapete altrettanto bene, nella situazione prospettata, che sarà di confronto aperto, del quale penso che nessuno oggi sia in grado di predeterminare un risultato, certo è che si comincia a delineare, anche attraverso una scelta di questo tipo, un ruolo crescente della Lega Nord come forza determinante e condizionante, in futuro più che in passato, di questa maggioranza.
Con queste scelte, voi offrite ai cittadini piemontesi un elemento politico di valutazione, di cui terranno conto nel momento in cui dovranno compiere le loro scelte. Ci sarà chi considererà questo un fatto positivo e troverà, nell'accresciuto peso di questa forza, un elemento di condivisione. Penso, però, che ci siano forze di una certa importanza che invece, sono preoccupate, soprattutto se questo peso continuerà ad essere esercitato, così com'è avvenuto sino ad oggi, per tentare continue forzature sul sistema istituzionale, sul sistema delle regole, su quegli aspetti e quelle questioni che, normalmente, dovrebbero costituire un bene comune per le maggioranze e le minoranze. Ci pare che vi muoviate in questa direzione.
Per questo motivo, esprimiamo una valutazione negativa sul modo in cui la maggioranza ci propone, oggi, questa soluzione. Con il collega Cattaneo ne abbiamo già discusso in Commissione, ma penso che se oggi opererete una scelta del genere, domani sarà più difficile (non parlo di un domani ipotetico, ma di un domani vero e proprio) concordare insieme alcune misure. Non neghiamo una disponibilità ad affrontare i problemi, e lo faremo, ma troviamo singolare che si pensi di poter gestire a spizzichi l'impostazione bipartisan per le prossime settimane (dove interessa sì dove non interessa no). Con questa decisione, non contribuite alla creazione di un clima favorevole ad un uso produttivo, per il Piemonte delle ultime sessioni e dell'ultimo periodo di attività del Consiglio regionale. Nonostante ciò, proveremo a muoverci lo stesso in questa direzione, ma oggi sottolineiamo e marchiamo tale giudizio politico sulle vostre scelte.
Per questo motivo troveremo il modo, che stabiliremo insieme con gli altri colleghi del centrosinistra e dell'opposizione, di manifestare la nostra contrarietà attraverso le nostre scelte di voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Grazie, signor Presidente.
Desidero, anzitutto - l'ho già fatto nella riunione dei Capigruppo nella giornata di ieri alla presenza del Presidente - ringraziare, in nome del Gruppo che presiedo, il Consigliere regionale Cota, che è stato nostro Presidente del Consiglio regionale per circa quattro anni e mezzo, e con il quale abbiamo bene operato. Alcune volte, anche in uno scenario di maggioranza, abbiamo lavorato in momenti di tensione e di dialettica, per ritengo sempre con grandi risultati perché alla fine, come ricordava lo stesso Presidente Cota in una sua dichiarazione, questa maggioranza e - mi sia consentito di dire - anche questo Consiglio regionale, con un grande ruolo e collaborazione delle opposizioni, è riuscita a far sì che il Piemonte sia stata l'unica Regione, quantomeno tra le grandi Regioni del nord del Paese, ad approvare, in modo bipartisan, il nuovo Statuto del Piemonte; un buon Statuto, che, com'è noto, è stato anche valicato - anche se il termine è totalmente improprio e sbagliato - dal Governo nazionale e non solo.
Lo ringrazio e formulo, in nome del Gruppo che presiedo, i migliori auguri al Presidente Cota per il suo nuovo incarico e il suo nuovo ruolo a servizio del Piemonte, che è quello di Sottosegretario di Stato.
Mi spiace che il collega che mi ha preceduto, del quale riconosco capacità e garbo, abbia voluto esprimere riferimenti legittimamente pesanti, come dire: "Insomma, questo Cota, che appartiene ad una forza autonomista, ha voluto rinunciare a presiedere il Parlamento piemontese, il nostro Consiglio, per andare a fare il portaborse a Roma".
Credo che sia andato a svolgere un nuovo ruolo, un nuovo incarico prestigioso ed importante - con deleghe rilevanti. Potrà, anche in quel ruolo, lavorare nell'interesse della nostra Regione, da un lato, e dall'altro, nell'interesse del progetto politico della Casa delle Libertà che è quello della trasformazione della cosiddetta architettura dello Stato in senso federale.
Non vi sono rapporti negoziali. Voglio sgombrare subito il campo da questo punto: non vi sono e non vi potrebbero essere. Possiamo dire tutto anche chiedere le consultazioni, come fa il Capo dello Stato, con le delegazioni dei singoli Gruppi per eleggere un Presidente (in quel caso per incaricare un Presidente del Consiglio dei Ministri), però non possiamo esimerci dal considerare il quadro reale e attuale della situazione: siamo al 18 gennaio, mancano meno di trenta giorni alla fine operativa della legislatura, poco più di settanta giorni al voto e circa cento dalla fine reale di questa legislatura che, di fatto, verrà prorogata di qualche settimana, in forza del nuovo Statuto della Regione.
Non vi sono rapporti negoziali perché non siamo abituati a farlo sulle cariche istituzionali di questo tipo e - mi sia consentito - lo abbiamo dimostrato e - mi sia consentito - lo avete anche colto.
I colleghi più attenti ricorderanno che, nella rielezione del Consigliere Cota alla carica di Presidente per la seconda volta, il 3 dicembre del 2002 lo stesso Presidente, assenti i Consiglieri di maggioranza, non votanti i Consiglieri Radicali, non votanti i Consiglieri dei Gruppi dei Comunisti, dei Verdi e di Rifondazione Comunista, prese almeno per differenza matematica, quattro voti da questa minoranza.
Il voto è segreto, le presenze non lo sono. Se si fa un po' di comparazione, significa che anche in quel caso - vorrei che questo fosse ricordato per onore di verità e certamente per logica e serietà istituzionale - le consultazioni non si fecero e certamente noi proponemmo la riconferma di un Presidente che ebbe, in quell'occasione, un grande consenso anche da parte delle opposizioni. Posso dire, senza essere smentito - i numeri parlano da soli - che un terzo dell'opposizione presente in aula votò il Presidente Cota.
Il ruolo significativo della Lega non è in discussione, così come non è in discussione il ruolo significativo di ogni forza politica che appartiene alla maggioranza, certamente a partire dalla nostra, che è numericamente la più significativa, per arrivare fino al collega Mercurio, Presidente di se stesso ed unico Consigliere, che rappresenta una forza politica fondamentale alla nostra coalizione.
Non siamo abituati a pesare le forze politiche, cioè se servono o meno.
Questa maggioranza ha 40 Consiglieri regionali, la maggioranza dell'Aula è di 31 Consiglieri. Come tutti sanno, non abbiamo mai fatto enormi sforzi per arrivare a risultati, magari lasciando per strada, su questa o quella scelta, salvo qualche eccezione, forze di maggioranza. Abbiamo sempre cercato, con il confronto e con il dibattito, di comporre un consenso a prescindere dal dosaggio delle unità che vi concorrono.
Cari compagni, ognuno ha la crescita che merita. A me forse piacerebbe la ricrescita dei capelli, come al collega Pichetto, che è distratto. Dal vostro punto di vista, crescerà la Lega, ma non è un problema, anzi servirà a rivincere con forza le elezioni del 3 e 4 aprile di quest'anno. Da voi cresce Rifondazione, crescono i Comunisti. I Democratici di sinistra e Margherita, come sapete, in questa Regione come in altre due, non faranno le liste unitarie, così come invece faranno nelle altre nove.
Probabilmente, anziché crescere, state diminuendo; fatevene una ragione ognuno ha le sue peculiarità, così il termine è certamente neutro in casa propria. Per quanto mi riguarda, le peculiarità e le differenze, al di là della misura, sono comunque un arricchimento per una coalizione e un punto di forza.
Sulle consultazioni - l'ho già detto in modo simpatico prima, lo dico in modo chiaro adesso - siamo fermamente contrari. Le avevamo proposte, non come tali, ma come un incontro che si poteva fare. Non ci sono, come capirete alla fine dell'intervento, dal mio punto di vista, in questa fase visti anche i tempi ristretti, gli spazi. Ricordiamo che il Presidente non è un'espressione della maggioranza. Certo la maggioranza - noi lo faremo può fare la propria proposta. Però, alle elezioni di un Presidente del Consiglio regionale, non è in gioco un programma elettorale, non è in gioco un programma di governo, non è in gioco un dovere di maggioranza, né tanto meno un atto di governo. Questo è, certamente, ovvio a tutti.
Il collega Marcenaro ha detto che bisogna concordare un nome altrimenti è difficile concordarle insieme, se non vi è un Presidente di garanzia, un percorso bipartisan sul finire della legislatura, per queste quattro settimane che mancano alla fine.
Se si vuole - ma non vorrei aver interpretato male - anticipare quello che ho già colto, non dal collega Marcenaro, ma da altri colleghi di opposizione, qualora vi fosse l'elezione di un Presidente del Consiglio regionale espressione di questa maggioranza e del Gruppo della Lega nord vorrebbe dire che si registra una rottura e che non si potrà avere un percorso normale sul bilancio della Regione, che abbiamo il dovere di approvare entro il 31 gennaio, e che non ci sarà un percorso normale e responsabile per l'approvazione di importanti provvedimenti, come, ad esempio, la legge sulla ricerca, che vogliamo fermamente come Casa delle Libertà.
Se avessi più tempo, potrei fare un elenco molto più lungo, dal nostro punto di vista. Se dovessimo registrarlo in concreto, nei vostri comportamenti non potremmo che evidenziare questa irresponsabilità istituzionale e politica e, soprattutto, questa irresponsabilità nei confronti di una Regione e di una comunità regionale che vive un momento di difficoltà, e che ha certamente bisogno di un bilancio operativo per avere risposte concrete da chi governa - oggi noi, domani vedremo - e che ha bisogno di un'ottima legge della ricerca, perché attraverso la ricerca si può creare sviluppo e rilanciare il Piemonte.
Ciò detto, noi candidiamo come Presidente del Consiglio regionale l'Onorevole Oreste Rossi, attuale Presidente del Gruppo della Lega nord che, come tutti sanno, è stato parlamentare della Repubblica per tre legislature. Abbiamo avuto modo in questi anni di apprezzarne le doti e l'impegno politico. Siamo certi che, seppur in questa fase molto breve potrà essere un ottimo Presidente del Consiglio regionale, e che saprà certamente distinguere il ruolo di Presidente del Consiglio regionale dal ruolo politico che oggi ricopre. Come Gruppo e come maggioranza, lo candidiamo con grande convinzione, lo voteremo in modo che possa già essere eletto nella giornata di oggi. Ci auguriamo che sia eletto in prima votazione. Se non sarà così, non ne faremo un dramma, in quanto abbiamo un Regolamento che regola anche le votazioni successive - l'ho detto prima non è un atto di maggioranza di governo o di Giunta. Lo si mette a disposizione, il Consiglio lo valuti, noi lo valutiamo positivamente e ciascuno si prenda le proprie responsabilità.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Per quanto riguarda i punti in discussione oggi, sulla presa d'atto che il Presidente del Consiglio si è dimesso, in quanto ha accolto un altro incarico, ovviamente non si può che prenderne atto. Credo che la votazione sia addirittura superflua, in quanto non possiamo intervenire sulla sua volontà.
Anch'io noto come per i leghisti ci sia un fascino per incarichi nazionali, dell'odiato Stato centrale e che Roma sia più affascinante di quanto si dica nella propaganda e negli slogan da parte della Lega stessa ma la questione riguarda il collega che ha fatto questo tipo di scelta.
Per quanto riguarda la discussione sul dopo, penso che, effettivamente sarebbe stato utile da parte della maggioranza, che deve votarsi il Presidente, come ha fatto finora, un cambiamento rispetto a come ha operato nel corso di questa lunga prima fase della legislatura, sia al momento dell'elezione del Presidente, nella prima votazione, sia per la sua riconferma a metà mandato.
Sostanzialmente, si è deciso di "appaltare" il ruolo di Presidente alla Lega Nord e non si è scelta una figura istituzionale che potesse garantire il ruolo che un Presidente del Consiglio deve ricoprire.
Questo non è tanto un giudizio sulla persona, quanto un problema politico. Consideravo già grave che il Presidente Cota avesse scandalosamente mantenuto l'incarico di Segretario di partito, nonostante fosse Presidente di tutti; spero che non si verifichi più, all'interno di questo Consiglio, che una carica con queste caratteristiche istituzionali che dovrebbe essere super partes, venga affidata a un Segretario di partito che, ovviamente, è un uomo di parte.
E' grave che venga affidato il ruolo di Presidente del Consiglio a chi mantiene questo tipo di incarico.
Oggi si prosegue con la politica dell'appalto. Il problema della Presidenza della Lega Nord e della Presidenza del Consiglio è un problema della Lega (così ha deciso la maggioranza); non è un problema di tutti noi o della maggioranza, ma è un problema interno alla Lega Nord che oltretutto, come spesso accade, in questo periodo è un po' recalcitrante rispetto alle alleanze.
Probabilmente, è bene non creare alla Lega ulteriori problemi, ma garantirle questo incarico che era già ricoperto da un suo uomo, senza prendere in considerazione altre possibilità.
La nostra non è una richiesta di contrattare alcunché; è la richiesta di avere una sensibilità, che evidentemente non si vuole avere.
Personalmente e come forza politica, non avevamo partecipato alla rielezione del Presidente Cota e ritengo che oggi occorra indicare, da parte nostra, un Consigliere di minoranza che abbia le caratteristiche che ricordavo prima. In questo modo ci comporteremo nel corso delle votazioni.
Se oggi non si riuscisse ad eleggere il Presidente, lo riterrei un fatto grave, che segnala la difficoltà di questa maggioranza a portare avanti anche i minimi impegni istituzionali cui bisogna adempiere, perch non credo che sarebbe positivo per il Consiglio rimanere senza un Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Botta Marco; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente. Innanzitutto, mi unisco ai ringraziamenti e ai saluti al Presidente dimissionario, il collega Roberto Cota, che ha condiviso con noi questi primi quattro anni e mezzo di legislatura.
Posso dire di averlo conosciuto meglio di altri, avendo trascorso con lui un paio di anni nell'Ufficio di Presidenza e ho visto come è riuscito a interpretare nel migliore dei modi la funzione e il ruolo di Presidente anche all'interno dell'organo regolatore della vita del Consiglio, senza mai far pesare il proprio ruolo politico, rispetto al quale spesso potevano emergere, anche tra di noi, divergenze e una dialettica vivace. Si è sempre riusciti a dividere i due momenti, e di questo può dare testimonianza tutta l'attività di impostazione e di concretezza svolta anche con l'Aula culminata nella sua rielezione a metà legislatura, con un numero di voti più ampio di quello che la sua stessa maggioranza poteva offrirgli.
E' questo l'elemento che ci fa comprendere come l'obiettività e l'imparzialità di quel Presidente, che adesso viene chiamato a impegni superiori, di tipo governativo nazionale, sia stata in grado di creargli un consenso più vasto di quello politico o partitico di riferimento.
Oggi è una giornata importante, non certo paragonabile a quella che vivemmo negli ultimi giorni del maggio 2000, quando molti di noi entrarono per la prima volta a far parte di quest'Aula, perché il momento è molto diverso; è quasi un momento di commiato, ma è significativo, perché la figura del Presidente del Consiglio è essenziale per lo svolgimento della dialettica tra momento parlamentare e momento esecutivo, su cui tante volte ci siamo incontrati, abbiamo riflettuto e fatto delle considerazioni.
Non penso, quindi, che ci siano delle difficoltà nel far succedere ad un esponente chiaramente identificabile politicamente, un altro esponente della stessa parte politica, che dà, se vogliamo essere onesti, motivi di garanzia persino superiori a quelli che poteva dare il giovane avvocato di Novara, appena entrato in Consiglio. Parliamo dell'Onorevole Oreste Rossi che, essendo alessandrino, conosco ormai da decine di anni e che è uno dei personaggi politici più autorevoli del Consiglio, almeno per il curriculum che può mettere in campo e per l'impegno nella politica che lo vede protagonista da molto tempo.
A mio avviso, Oreste Rossi è persona che saprà ben garantire quell'obiettività e quell'imparzialità che sempre è stata caratteristica, e deve essere caratteristica, della Presidenza del Consiglio; forse non avrà la possibilità di esprimersi in toto, essendo assai vicino il termine di cessazione dei nostri lavori, ma ritengo abbia tutte le caratteristiche per poter lavorare bene.
Certamente, questa decisione deve essere la più ampia possibile, ma soprattutto deve fondarsi - dobbiamo cercare di essere realistici e concreti, come sempre siamo stati - su una certezza di attenzione da parte di una maggioranza che vede in questo candidato un candidato sicuramente di rispetto, che darà nuova lena ad un'istituzione, quella della Presidenza del Consiglio, ben condotta fino ad oggi.
Pertanto, nessun timore da parte di Alleanza Nazionale, ma nemmeno da parte di altri Gruppi del Consiglio, che non ci sia quell'imparzialità quell'obiettività, quella garanzia, quelle prerogative del Consiglio. Non è detto che questo candidato non vada anche oltre, seppure in un clima molto diverso, i semplici consensi della sua maggioranza, ma vi è sicuramente la certezza che saprà ben lavorare in questi ultimi mesi di legislatura.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Riteniamo che quest'avvicendamento alla Presidenza del Consiglio regionale avvenga oggi in tempi e modi assolutamente inusitati rispetto agli avvicendamenti. Siamo, come hanno ricordato molti Consiglieri, ad un mese dalla fine della legislatura, un mese e pochi giorni alla fine della stessa. Una realtà quale questa avrebbe dovuto, e potrebbe ancora consigliare un modo di procedere che tenga conto della fase in cui ci troviamo, del momento in cui siamo e delle caratteristiche parzialmente diverse che un avvicendamento, in una fase come questa, dovrebbe comportare rispetto ad un avvicendamento normale e in momenti meno critici di una legislatura.
Per questa ragione noi, non solo alla Conferenza dei Capigruppo, ma anche in Aula, sia negli interventi del Consigliere Marcenaro che del Consigliere Papandrea, abbiamo evidenziato come sarebbe stato utile ed importante - e come lo sarebbe ancora, perché riteniamo che la discussione lo renda ancora possibile - orientarci verso una scelta in conformità ad una consultazione dei Gruppi stessi, stanti i termini e i tempi in cui avviene questa sostituzione. Orientarci verso una soluzione con maggiori caratteristiche di scelta istituzionale per condurre tutti noi e quest'Assemblea verso un esito della legislatura stessa e il momento delle elezioni, non dimenticandoci che la Presidenza del Consiglio dura in carica fino all'insediamento del Consiglio successivo ed è in carica per tutti gli atti relativi all'espletamento e ai tempi della campagna elettorale.
Un'occasione come questa e un avvicendamento fatto in tempi come questo consiglierebbe e indicherebbe la direzione della scelta istituzionale come quella più idonea, più adeguata e di maggior garanzia, non solo per i Consiglieri e l'Aula ma, più complessivamente, anche per i cittadini piemontesi che si appresteranno, con il loro voto, a rinnovare il Consiglio regionale. Riteniamo che sarebbe la scelta più utile, riteniamo anche che i margini per questa discussione ci possano ancora essere. Anche perché, a differenza di quanto abbiamo potuto valutare all'interno della Conferenza dei Capigruppo, ci pare che dubbi e perplessità non provengano solo dai ranghi dell'opposizione, ma che ci siano consistenti perplessità individuali e di Gruppo anche all'interno della stessa maggioranza.
Riteniamo poi che, a quest'ordine di preoccupazione, si aggiungano quelle considerazioni politiche che i Consiglieri del centrosinistra hanno già evidenziato nei loro interventi.
Ad un'immagine del Presidente della Giunta che tende ad accreditare presso i cittadini piemontesi una sua rappresentazione come quella della quintessenza del moderatismo, fa fronte, invece, un riscontro politico amministrativo in Aula che poco ha a che fare con quest'immagine. Il peso di una componente estrema all'interno della Casa delle Libertà, quale quello della Lega, non solo è squilibrato rispetto al resto e rispetto ai numeri con cui gli elettori hanno composto il Consiglio stesso, ma è un peso che è cresciuto vieppiù nel corso di questi mesi e di questi anni. Non dobbiamo dimenticare che all'inizio, quando emerse la vicenda della Presidenza dei Consigli alla Lega nelle grandi Regioni del nord, nel momento in cui la Casa delle Libertà aveva conseguito un positivo risultato elettorale, prevalse la scelta di assegnare alla stessa Lega le Presidenze del Consiglio, ma senza presenze all'interno delle Giunte. Quella era la scelta della Lega ed era il compromesso raggiunto tra le altre forze della Casa delle Libertà e la componente dei Gruppi leghisti all'interno delle assemblee.
Oggi quel peso è diverso, è sostanzialmente cambiato, c'è una presenza in Giunta. Si è avuta una Presidenza del Consiglio che, con tutto il rispetto per il Presidente Cota e per il lavoro da lui svolto, non ha mai sciolto un nodo nella gestione di un'assemblea elettiva, che ha sempre avuto una qualche ambiguità: la separazione tra ruolo istituzionale di Presidente del Consiglio e quello di Segretario di un partito.
Una gestione di parte, troppo di parte, della Presidenza del Consiglio insieme con un sempre maggiore peso e ruolo della Lega, che squilibra e cambia le caratteristiche con cui questa stessa maggioranza è stata votata dagli elettori, sono fatti reali, inequivocabili, che certamente saltano complessivamente agli occhi non solo sul piano istituzionale, ma anche sul piano politico. Penso che il Presidente Ghigo li abbia valutati con una certa attenzione.
Noi siamo fermamente contrari all'impostazione di metodo e di merito che è stata data, siamo fermamente contrari alla strada che stiamo imboccando. Riteniamo che ci sia un'altra via, ancora più percorribile, che fugherebbe questi dubbi e andrebbe in una direzione diversa. Stante la situazione quale quella che si delinea, noi riteniamo di fare una cosa, che usualmente non facciamo al momento della presentazione della candidatura del Presidente del Consiglio: voteremo una candidatura di minoranza nella persona del Consigliere Caracciolo. Consigliere autorevole, è stato anche Vicepresidente della Commissione Statuto, che ha licenziato un testo che l'Aula ha poi votato, consentendo alla Regione Piemonte di avere un nuovo Statuto.
Il Consigliere Caracciolo è figura che, oltre ad avere tutte le caratteristiche di autorevolezza, a nostro avviso manda un segnale nei termini di una candidatura di carattere istituzionale che quella che invece voi avete formalizzato, nei fatti, non ha. Non ce l'ha non solo per noi, ma anche per importanti componenti della maggioranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Ci troviamo in un frangente assolutamente particolare, un frangente che, dal punto di vista istituzionale, ci vede molto vicini alla scadenza naturale della legislatura e, dal punto di vista politico, ci vede sostanzialmente riproporre lo schema che la Casa della Libertà ha utilizzato all'inizio di questa settima legislatura - non solo nella nostra Regione - proponendo e ora confermando alla guida dei parlamenti regionali delle Regioni del nord candidati della Lega Nord.
Allora quella scelta rifletteva il tentativo di attribuire alla Lega il ruolo decisivo in una stagione riformatrice che non si è realizzata n nelle Regioni che lo Statuto lo hanno fatto, né nelle Regioni che, come il Piemonte, hanno poi finito per approvare un pessimo Statuto. A maggiore ragione, non è dal punto di vista politico (e probabilmente neanche dal punto di vista istituzionale) inaspettato, né particolarmente scandaloso che questa coalizione proceda sulla stessa linea.
Per altro verso, non mi sento di poter fare al Presidente uscente Roberto Cota, accuse che non siano estendibili complessivamente alle modalità di funzionamento, alle scelte e alla stessa logica con cui l'intero ufficio di Presidenza ha deciso di interpretare il proprio ruolo.
Un ruolo più volto all'interpretazione del Regolamento che alla sua applicazione. Un ruolo più volto alla negoziazione fra gli interessi e le convenienze dei diversi Gruppi consiliari, piuttosto che ad un'applicazione rigorosa delle norme che esistevano e della proposizione altrettanto rigorosa delle norme che erano necessarie. Alla Presidenza di Cota e al mandato di questo Ufficio di Presidenza, confermati a metà legislatura, si può innanzitutto addebitare il fatto di essersi rassegnati a procedere come si era proceduto nelle sei legislature precedenti, di non avere affrontato una serie di tabù, a partire da quello del nostro Regolamento. A dire il vero, al di là dei toni particolarmente bellicosi della propaganda, di non avere utilizzato e interpretato la carica di Presidente del Consiglio per forzature istituzionali che non vedessero il concorso partecipe e corresponsabile dell'intero Ufficio di Presidenza e dell'intero Consiglio regionale.
Dico questo rappresentando un Gruppo che è fra i pochissimi Gruppi ad avere, in almeno due occasioni, non votato neanche il bilancio del Consiglio regionale, e ad avere sempre sistematicamente contestato le logiche negoziali e non regolamentari che questo Ufficio di Presidenza ha utilizzato nel corso di questi cinque anni.
Per altro verso, se mi è consentito una considerazione - che non è una battuta nel fare al Presidente Cota gli auguri per il suo nuovo incarico leggendo il suo intervento su Il Sole 24 ore di domenica scorsa, non sono troppo soddisfatto che sia passato ad altro incarico, perché ho l'impressione che l'impostazione che sta dando al suo incarico di Sottosegretario alle Attività Produttive, rispetto al problema del commercio internazionale, sia di gran lunga più discutibile di quello che ha utilizzato per interpretare la carica di Presidente del Consiglio.
All'inizio della legislatura, noi, Gruppo appena costituito, senza neppure una tradizione immediata nella sesta legislatura, in questo Consiglio regionale, provammo informalmente, fin da prima della prima seduta, a proporre una logica istituzionale che non è una logica della rinuncia alla scelta e alla decisione, ma la scelta di interpretare, con altri uomini, un altro modo di procedere, nel governo dell'Assemblea in generale, per quanto riguarda le competenze delle prerogative dei Consiglieri.
Ci siamo trovati dinanzi - non solo da parte della maggioranza, ma devo dire, anche da parte della minoranza del centrosinistra - alla proposizione di uno schema che era assolutamente consolidato, che non è assolutamente scandaloso e che vede nella carica di Presidente, di Vicepresidente e negli incarichi dei Segretari di Presidenza la marcatura in qualche misura, dei rapporti di forza dell'Aula e non già il tentativo di investire un organo importante del nostro Consiglio di una legittimazione a fare laddove deve fare e a riformare dove doveva riformare e non ha riformato.
Da questo punto di vista, siamo sostanzialmente disinteressati in questa fase, tanto alle fibrillazioni interne alla maggioranza del centrodestra rispetto all'elezione del Vicepresidente, quanto rispetto alla scelta dell'opposizione del centrosinistra di procedere alla candidatura di un candidato di bandiera nella persona del Consigliere Giovanni Caracciolo.
In questo, esprimiamo l'augurio che il prossimo Consiglio regionale che non sappiamo se e come ci vedrà partecipi, sappia inaugurare una stagione di governo dell'Assemblea, innanzitutto prima che del governo della Regione, che non si muova su di una linea di continuità, che anche questa legislatura ha segnato in maniera assolutamente marcata ed evidente ma di una discontinuità che, proprio nel governo dell'Aula nell'applicazione del Regolamento e nella riforma del Regolamento, è quanto mai necessaria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Faccio veramente un brevissimo intervento. Desidero innanzitutto complimentarmi con il Consigliere Roberto Cota per la sua nuova carica di Sottosegretario di Stato. E' una carica certamente prestigiosa e i nostri auspici sono che questo suo nuovo lavoro gli consenta di operare con altrettante efficacia come ha fatto in questo Consiglio, nei confronti del Paese e del Piemonte in un settore che è certamente uno dei più difficili e dei più importanti.
La mia esperienza di Vicepresidente della Commissione Statuto mi porta a dire che se i nostri lavori sono andati a buon fine, una considerevole dose di merito spetti anche a lui, sia per il suo ruolo istituzionale, sia per la sua tenacia, che per la duttilità con cui ha contribuito a limare molti spigoli (specie nella sua area politica), per il suo buon senso, per l'orgoglio affinché la Regione Piemonte fosse la prima tra le Regioni del nord a licenziare la sua carta costituzionale.
Lo voglio ringraziare ancora, per il suo stile pacato e rispettoso verso le esigenze di tutti, siano essi Gruppi o singoli Consiglieri.
Il mio breve intervento vuole limitarsi solo a queste considerazioni evitando riferimenti alla sua collocazione politica di Segretario della Lega, gestita nel contempo, che a mio avviso è stata una forzatura.
Dichiaro infine, di votare a favore dell'accettazione delle sue dimissioni.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, signor Presidente.
Credo che la discussione di oggi, per certi versi, sia indice di una certa problematicità che si rileva già nelle parole di alcuni componenti delle stesse forze di maggioranza. Devo dire che il richiamo che abbiamo sentito da parte di alcuni componenti della maggioranza sulla necessità dell'imparzialità della funzione super partes, che deve avere un ruolo del Presidente del Consiglio, sono da noi totalmente condivise.
Credo che nessuno possa pensare che, per il semplice fatto di essere Presidente del Consiglio, una persona riesca totalmente a spogliarsi della propria appartenenza politica. Eppure sappiamo che quello dovrebbe essere il compito primario e principale di chi si trova a presiedere un'assemblea.
Credo che il giudizio che si forma sull'operato di chi si trova a svolgere il ruolo di Presidente del Consiglio regionale sia proprio sulla capacità di gestire e di garantire la possibilità di espressione per tutte le forze e soprattutto per le minoranze.
Com'è già stato ricordato, sono stato tra coloro che non hanno dato il voto quando si trattava di votare la Presidenza Cota; ero uscito dall'aula proprio perché ritenevo, come altri, che questo suo ruolo di Presidente del Consiglio non fosse totalmente conciliabile con l'incarico che ricopriva in seno al proprio partito.
Non voglio entrare nel merito della gestione della Presidenza Cota o sul fatto se sia stato o meno imparziale, perché, come avviene nelle vicende umane, talora sarà stato più imparziale, talora meno e avrà reagito in maniera che probabilmente alcuni di noi non hanno approvato.
Quello che però alcuni di noi contestavano era proprio la sovrapposizione di un ruolo dirigente di partito con un ruolo come quello di Presidente del Consiglio regionale, che richiederebbe un'estrema capacità di essere super partes e al di là delle appartenenze politiche.
Quello che alcuni di noi hanno rimarcato è proprio il fatto che, nel momento in cui prendiamo atto delle dimissioni di Cota, ciò non toglie che la situazione che si era venuta a creare con la sua elezione, quindi la sovrapposizione di un doppio ruolo, è una situazione che, qualunque sia il giudizio che se ne possa dare, credo che sia un'esperienza che i futuri Consigli regionali non dovrebbero ripetere. Infatti, ritengo che la carica di Presidente del Consiglio regionale dovrebbe sempre essere separata da eventuali forme di gestione di un partito politico.
Per quanto riguarda invece quello che dovrà succedere nel prosieguo ovvero l'elezione di un nuovo Presidente del Consiglio, credo che non si possa che concordare sul fatto che anche un breve periodo, quale questa fine legislatura, abbia bisogno di una Presidenza che sia garante di imparzialità.
Oggi vediamo che c'è qualche problema nelle stesse forze di maggioranza ed ognuno affronterà i problemi al proprio interno come meglio crede. Per sicuramente le parole del Consigliere Angeleri hanno sollevato un problema.
Infatti sappiamo che normalmente si usa nelle assemblee cercare un nome per la Presidenza sul quale far convergere i voti del più alto numero possibile di forze politiche. Nel Consiglio regionale così non è stato in precedenza e su questo sicuramente ha ragione il Consigliere Cattaneo perché nel Consiglio regionale del Piemonte le forze di maggioranza confidando nei propri numeri sicuramente esorbitanti, hanno di fatto proposto la loro candidatura, l'hanno presentata al Consiglio e hanno imposto un nome, mentre alle opposizioni è lasciata la scelta di comportarsi come meglio credevano.
Non si tratta di pretendere come minoranza un ruolo decidente; è chiaro però che se si vuole una convergenza di voti non si può agire nel modo come indica il Consigliere Cattaneo, ovvero indicando un nome, all'insegna del "prendere o lasciare". Non è neanche una questione del nome indicato, ma è una questione di percorsi e di processi.
Personalmente, ritengo che sia giusto e corretto, se si vuole una nomina di un ruolo super partes, basare la scelta non su un'applicazione regionale del manuale Cancelli, per cui spetta alla forza politica a cui apparteneva la persona da sostituire indicare la persona da votare.
Lo ritengo sbagliato in generale, e lo ritengo sbagliato anche se si tratta, come in questo caso, di un periodo breve. In politica la forma è sostanza e per questo la nomina del Presidente sarebbe bene che seguisse un percorso formalmente condivisibile anche dalle opposizioni, se si pensa che possa essere l'occasione di fare convergere dei voti anche da parte delle forze di minoranza.
Per questo, credo che non ci siano dubbi sul fatto che sicuramente voterò il candidato proposto nella figura del Consigliere Caracciolo.



GALASSO ENNIO LUCIO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. Voglio innanzitutto ringraziare l'Avvocato Roberto Cota per tutto il lavoro che ha svolto per questo Consiglio regionale presiedendolo e conducendolo in un periodo particolarmente delicato, in un periodo in cui sono state approvate importanti riforme, quali la nuova Carta Costituzionale, il nuovo Statuto del Piemonte.
Oltre a ringraziarlo, desidero ovviamente augurargli buon lavoro complimentandomi per la nuova nomina che ha avuto e augurandogli di ricoprire questo nuovo incarico egregiamente, così come ha ricoperto il precedente incarico di Presidenza di questo Consiglio.
Proprio nel segno della continuità di questo egregio lavoro svolto, la candidatura a nuovo Presidente del collega Oreste Rossi riceve ovviamente tutto il nostro sostegno.
Ricordo che l'attuale Consigliere regionale Oreste Rossi è in stato precedenza parlamentare e, pertanto, può vantare un'esperienza che dà garanzie di capacità, di imparzialità e di un funzionamento ottimale di questo Consiglio.
Sotto questo punto di vista, sono stupito per le perplessità espresse da certi colleghi, non tanto quelli di sinistra, usuali a criticare tutto e tutti, soprattutto la Lega e i suoi esponenti, quanto quelli di centro.
Voglio essere breve: confermo, ovviamente, il voto a favore del collega Oreste Rossi da parte di tutto il nostro Gruppo e mi anticipo facendogli i migliori auguri per il suo futuro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Grazie, Presidente. Il collega Carmelo Palma ha già articolato con la solita lucidità il giudizio del Gruppo Radicale su questi cinque anni di lavoro, su come sono andate le cose e su come noi valutiamo l'operato dell'Ufficio di Presidenza presieduto dal collega Cota, al quale anch'io auguro un fecondo lavoro al Governo, con la speranza che sia un lavoro condivisibile anche sui contenuti.
Voglio partire dal dicembre 2002, quando siamo stati chiamati al rinnovo degli organismi del Consiglio regionale. Su mia pressione, il Capogruppo di allora, Carmelo Palma, aveva chiesto a tutti i Gruppi dell'opposizione un incontro formale per individuare assieme una candidatura altra, diversa, da contrapporre al riconfermando Roberto Cota.
A tale incontro parteciparono la collega Manica e i Consiglieri Caracciolo Saitta e Contu - il collega Contu, se ricordo bene, in rappresentanza del Gruppo dei Verdi e dei Comunisti Italiani - per definire, se possibile, un candidato unico delle opposizioni, non un candidato di bandiera, ma un candidato da contrapporre al Presidente Cota per prefigurare un altro modo di gestire l'Aula, un altro modo di governare il Consiglio regionale. Non se ne fece nulla; le valutazioni di alcuni Gruppi, in particolare, vollero lasciare una libertà di voto e una non scelta di candidati contrapposti.
Apprezzo e condivido la proposta avanzata oggi dalla Presidente Manica di prefigurare anche con un nome e con un candidato un diversa gestione dell'Aula, ma, per le motivazioni, le argomentazioni e la storia di questi cinque anni, personale e collettiva del Consiglio regionale, propongo a ciascun Consigliere di votare per Carmelo Palma, che candido in quanto Consigliere più attento al Regolamento, in quanto Consigliere che, con costanza e puntualità, ci ha richiamati all'inverare il Regolamento consiliare, lo Statuto della Regione Piemonte, e che, con durezza e toni a volte percepibili come antipatici, ci ha costretti a ragionare sull'applicazione delle regole e non sull'interpretazione delle regole sulla testualità delle nostre regole e non sulla prassi, sulla modalità di governare un'Aula anche con il richiamo più volte fatto in quest'Aula alla figura, ad esempio, di Domenico Carpanini.
Per questi motivi, in una fase delicata, perché è la fase finale della legislatura, ma per le stesse motivazioni per cui noi avremmo auspicato un voto già nel dicembre del 2002, essendo davanti ad un periodo ancora lungo e fecondo di attività del Consiglio, che ci ha visti, per esempio affrontare la questione dello Statuto, non formalmente e non come questione di bandiera, propongo all'Aula di votare Carmelo Palma.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Mellano.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al Consigliere Angeleri, per dichiarazione di voto.



ANGELERI Antonello

Presidente, in modo breve, anche perché non voglio assolutamente far perdere tempo né dare l'impressione di volerne perdere a favore di questo Consiglio, anche perché le nostre preoccupazioni le abbiamo già manifestate in quest'Aula e sono state riprese dagli interventi di tutti i Consiglieri.
Non c'è stato un Consigliere che non abbia parlato della delicatezza di questa fase finale della legislatura; non c'è stato un Consigliere che non abbia parlato di una situazione, da un punto di vista istituzionale altrettanto delicata, quindi noi non siamo da meno, lo abbiamo detto per primi e ribadiamo questo concetto.
Devo anche esprimere la non soddisfazione, da un punto di vista politico, rispetto alle risposte, o, meglio, alle non risposte, che il nostro Gruppo attendeva relativamente ad una domanda fondamentale: vista la delicatezza della situazione, perché non fare una valutazione complessiva all'interno di questo Consiglio? Ovviamente, non parlo di eventuali candidature né di nomi e cognomi, ma di un ragionamento politico che continuiamo a rivendicare come moderati all'interno della Casa delle Libertà. Sostanzialmente, un'interpretazione che noi diamo del modo di far politica, di stare dentro la politica, cioè quello di tenere in considerazione, soprattutto in una fase delicata come questa, le esigenze preminenti di un Consiglio regionale, al di là delle fazioni e delle divisioni.
Sicuramente abbiamo bisogno di eleggere un Presidente, sicuramente abbiamo bisogno di una figura che garantisca tutti, ma sono i percorsi e i processi quelli che noi sottolineiamo. Percorsi e processi che probabilmente, si sono dimenticati. Noi siamo d'accordo a rispettare i patti. I patti devono essere sempre rispettati. I patti vengono presi sempre con un interlocutore davanti. Non è possibile che l'interpretazione preveda un'unilateralità del rispetto dei patti. Pensiamo che porre questioni in modo diverso, anche all'interno del Consiglio regionale probabilmente sarebbe stato utile, probabilmente sarebbe stato più costruttivo, probabilmente avrebbe dato una sensazione completamente diversa, anche all'esterno, di un Consiglio regionale che rappresenta nella sua totalità, attraverso il suo Presidente, tutti i cittadini piemontesi.
Invece, abbiamo un'immagine di un Consiglio regionale che, a fine legislatura, si divide, diventa astioso e, proprio per problemi di carattere politico, rischia di mettere a repentaglio un o.d.g. ancora nutrito: progetti di legge, disegni di legge, deliberazioni importanti, che in quest'Aula noi ci auguriamo, come Gruppo responsabile di questo Consiglio regionale, vengano approvati al di là dei problemi. Non posso che manifestare la mia insoddisfazione la quale, è ovvio, è un'insoddisfazione di tipo politico. Dopodiché il nostro Gruppo prenderà atto delle dimissioni del Presidente Cota, ma è ovvio che noi ci riserveremo successivamente di intervenire sul punto relativo all'elezione del nuovo Presidente del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, come richiesto dal Vicepresidente Toselli sulla proposta di prendere atto delle dimissioni del Consigliere Roberto Cota dalla carica ricoperta.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 Consiglieri hanno votato SI' 47 Consiglieri Il Consiglio prende atto.
A questo punto si può procedere all'integrazione dell'Ufficio di Presidenza.
Do lettura dell'articolo 14 dello Statuto: "Il Consiglio, come suo primo atto procede all'elezione dell'Ufficio di Presidenza, composto dal Presidente, da due Vice Presidenti, e da tre Segretari.
L'Ufficio di Presidenza deve essere composto in modo da assicurare la rappresentanza delle minoranze.
L'elezione del Presidente del Consiglio ha luogo a scrutinio segreto ed a maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio. Se nessun candidato ottiene tale maggioranza, si procede ad una votazione di ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti. In caso di parità, è eletto il più anziano di età.
All'elezione dei Vice Presidenti e dei Segretari si procede con votazioni separate e ciascun Consigliere vota a scrutinio segreto con le modalità stabilite dal Regolamento.
I componenti dell'Ufficio di Presidenza restano in carica 30 mesi e sono rieleggibili".
Possiamo passare all'elezione del Presidente del Consiglio regionale ricordando che le modalità di elezione dello stesso sono definite dall'articolo 4 del comma 7 del Regolamento.
Do atto delle candidature di tre Consiglieri espressi, che sono il Consigliere Rossi Oreste, il Consigliere Caracciolo Giovanni e il Consigliere Palma Carmelo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Ho già espresso precedentemente nella dichiarazione di voto le mie perplessità in ordine alle procedure che da un punto di vista politico sono state seguite. Poiché ho avuto modo di vedere il Presidente Ghigo, chiedo alcuni minuti di sospensione per conferire con il Presidente stesso.



PRESIDENTE

Se l'Aula acconsente, d'accordo. Non abbiamo mai negato una sospensione quando lo ha richiesto un Gruppo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Chiedo solo, dopo la sospensione della seduta e il voto, data la situazione meteorologica, di sospendere la seduta.



PRESIDENTE

Non è il Presidente che pone fatti ostativi rispetto al proseguimento dei lavori.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.41 riprende alle ore 19.03)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, ho avuto modo già di chiarire nelle mie precedenti dichiarazioni e nel mio intervento qual è la posizione del nostro Gruppo.Torno a ribadire che il nostro modo di far politica è diverso.
Avremmo voluto che, all'interno della maggioranza, ci fosse un coinvolgimento maggiore. Non della maggioranza, ma di tutto il Consiglio regionale rispetto a questa elezione estremamente delicata in questo momento. Noi riteniamo che questo coinvolgimento, così come mi pare dagli interventi, non ci sia stato, per cui chiediamo che l'espletamento delle elezioni venga spostato di una settimana, perché in questa settimana probabilmente sarebbe utile fare il lavoro che non è stato fatto nei giorni precedenti, cioè quel lavoro di interpretazione di quelle che erano le legittime esigenze di tutto questo Consiglio. Quindi, penso che questo lavoro possa essere ancora fatto proprio perché ritengo che tale punto all'esame del Consiglio possa essere scisso in due, perché abbiamo votato per le dimissioni e per la presa d'atto. Oggi stiamo facendo dichiarazioni di voto per quel che riguarda l'elezione.
Per questi motivi, noi riteniamo opportuno che ci sia un'ulteriore riflessione che - voglio tornare a ripetere - prescinde da quelli che sono oggi i candidati. Prescinde dal candidato della Lega Tino Rossi, cui ovviamente va tutta la nostra stima, perché sappiamo essere collega innanzitutto di grande esperienza, collega che ha costantemente lavorato in questa legislatura e che ha prodotto attraverso il suo lavoro numerose leggi. Quindi, non è ovviamente in discussione quello che è una candidatura e quella che è la persona che dovrebbe ricoprire quel ruolo. Ribadisco questo dato politico che noi vogliamo sottolineare e sul quale vorremmo che la maggioranza riflettesse ulteriormente, non tanto e non solo per il bene della maggioranza stessa, ma anche e soprattutto per il bene di questo Consiglio, che rappresenta tutti i cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non ci sono altre dichiarazioni di voto, provvediamo a distribuire le schede di votazione.
Si proceda alla distribuzione delle schede per la votazione a scrutinio segreto, mediante deposito delle stesse nell'apposita urna.
Nomino scrutatori i Consiglieri Mellano e Bolla.
Ricordo che ciascun Consigliere ha a disposizione una scheda di voto e invito a specificare il nome del Consigliere Rossi Oreste, essendovi omonimia con altro Consigliere.



(Il Consigliere Segretario Galasso procede all'appello nominale dei Consiglieri per la votazione)



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico che, nel caso in cui non fossero stati raggiunti i 31 voti per almeno un candidato, la votazione verrà ripetuta.
Dichiaro chiusa la votazione.
L'Ufficio di Presidenza provveda allo spoglio delle schede.
Proclamo l'esito della votazione: presenti e votanti 47 Consiglieri hanno ottenuto voti: Rossi Oreste 28 Caracciolo 10 Palma 4 Schede bianche 3 Schede nulle 2 Poiché nessun candidato ha ottenuto nella prima votazione la maggioranza assoluta richiesta, ai sensi dell'articolo 4, comma 7, del Regolamento si procede ad una votazione di ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti. Viene eletto il Consigliere che ottiene la maggioranza assoluta dei voti. A parità di voti viene eletto il candidato più anziano di età (articolo 14, comma 3, Statuto).
Nomino scrutatori i Consiglieri Muliere e Costa Enrico.
Si proceda quindi alla distribuzione delle schede per il ballottaggio fra i candidati Oreste Rossi e Giovanni Caracciolo, che hanno ottenuto maggiori voti.
(Il Consigliere Segretario Galasso procede all'appello nominale dei Consiglieri per la votazione)



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la votazione.
l'Ufficio di Presidenza provveda allo spoglio delle schede.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno ottenuto voti: Rossi Oreste 30 Caracciolo 9 schede bianche 3 scheda nulla 1 non partecipanti al voto 2 Proclamo eletto Presidente del Consiglio regionale il Consigliere Rossi Oreste che ha ottenuto la maggioranza dei voti.



(Applausi dai banchi dei Consiglieri)



PRESIDENTE

Invito il Presidente Rossi a prendere il mio posto e a dichiarare chiusa la seduta.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROSSI



PRESIDENTE

Presidente e colleghi, vi ringrazio per la scelta che oggi avete assunto indicandomi quale Presidente del Consiglio regionale, permettendomi di coprire, per una fine che è ormai vicina della legislatura, un incarico delicato e prestigioso. Permettetemi di ringraziare chi mi ha preceduto, il Consigliere Cota, chiamato oggi ad un incarico importante a livello governativo, che credo potrà essere utile al nostro Piemonte.
Voglio fugare i dubbi di qualcuno secondo cui io potrei essere un Presidente di parte: non è mia intenzione essere un Presidente di parte, ma è mia intenzione essere Presidente del Consiglio regionale del Piemonte per il poco tempo che rimane prima della conclusione dei lavori. Voglio ringraziare il Consigliere Cota perché ha dato, in qualità di Presidente grazie anche alla collaborazione di tutti voi, uno Statuto al Consiglio regionale, che è poi la nostra Carta costituzionale. Non avrò, per il poco tempo che rimane a disposizione, la possibilità di portare avanti atti di questo tipo e di questa importanza, ma mi auguro di poter gestire bene il periodo che ci rimane.
Ringrazio sia chi mi ha dato la fiducia votandomi, sia chi non mi l'ha data (sappiamo che ci sono motivi politici, in particolare in questo periodo, con le elezioni dietro l'angolo). Permettetemi di ringraziare i Consiglieri della mia Provincia per avermi sostenuto e votato, o perlomeno per non avermi osteggiato pesantemente, per essersi comportati in modo corretto (non è facile, per loro, avere un Consigliere, loro pari, che di colpo diventa Presidente del Consiglio).
Permettetemi di ringraziare il Presidente Ghigo per essere oggi presente (il Consigliere Cota, purtroppo, è a Roma). Grazie al personale, a tutto il personale, e grazie per quello che avete fatto fino ad oggi e per quello che riusciremo a fare insieme nei prossimi giorni.
Grazie al Vicepresidente Toselli che ha retto, da Presidente, queste ore di dibattito, queste ore di discussione, in modo assolutamente corretto, mantenendosi saldo, deciso e determinato.
L'ultimo ringraziamento lo rivolgo al Gruppo dell'UDC per non aver creato intralci, ma per aver dichiarato una posizione politica, comunque legittima, chiara.
Sono certo che se avessimo avuto un po' più di tempo a disposizione probabilmente, avremmo trovato una quadra che ci vedeva uniti anche in questa votazione.
Buona serata a tutti.



(Applausi dai banchi dei Consiglieri)



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.31)



< torna indietro