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Dettaglio seduta n.519 del 21/12/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(La seduta ha inizio alle ore 16.01)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Brigandì, Bussola, Cantore D'Onofrio, Ferrero, Ghigo, Pedrale, Pichetto Fratin e Racchelli.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Iscrizione all'o.d.g. della proposta di deliberazione n. 545 relativa a "Legge regionale 32/2002. Relazione della Giunta delle Elezioni sull'istruttoria della valutazione d'insindacabilità, nell'ambito di un procedimento penale, nei confronti del Consigliere Giacomo Rossi"


PRESIDENTE

Il Consigliere Mellano ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

La Giunta delle Elezioni si è riunita nella pausa di pranzo e ha valutato e concluso la valutazione d'insindacabilità relativa ad un collega. Siamo pronti, quindi, ad una relazione in aula quando lei, o il Presidente Cota, riterrà opportuno, rispetto ai lavori di oggi pomeriggio.



PRESIDENTE

Chiedo pertanto all'Aula di iscrivere la proposta di deliberazione relativa a "Proposta di deliberazione n. 545 relativa a: "Legge regionale 32/2002. Relazione della Giunta delle Elezioni sull'istruttoria della valutazione di insindacabilità, nell'ambito di un procedimento penale, nei confronti del Consigliere Giacomo Rossi"



(L'Aula, all''unanimità, acconsente all'iscrizione)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Proseguimento esame disegno di legge n. 676 "Costituzione dell'Azienda sanitaria ospedaliera 'Ordine Mauriziano di Torino"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 676, di cui al punto 3) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso proposti. La parola all'Assessore Leo per una replica, per la parte di sua competenza, in merito al dibattito di questa mattina sulla questione della costituzione dell'Azienda sanitaria ospedaliera del Mauriziano.



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

Intervengo per scrupolo, per parlare anche della parte dei beni culturali.
Per dire la verità, avremmo dovuto parlarne nella riunione della VI Commissione prevista per domani, ma essendo stata convocata, ho ritenuto doveroso...



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

SUINO Marisa (fuori microfono)



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

C'era anche la scorsa settimana e lei non c'era.



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

Io c'ero la scorsa settimana. Come no? Chieda al collega Placido. Ero presente la scorsa settimana.



(Commenti fuori microfono della Consigliera Suino)



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

No, due settimane fa, collega Suino. Il tempo vola. La scorsa settimana c'ero ed è mancato il nostro legale.



(Commenti fuori microfono della Consigliera Suino)



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

No, no, io c'ero.



PRESIDENTE

La prego, Assessore Leo, di intervenire in merito alla questione del Mauriziano.



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

Il Decreto Legge di riordino dell'Ordine Mauriziano prevede all'articolo 2, che sia costituita una "Fondazione Mauriziana", con Statuto da approvarsi da parte del Ministero degli Interni, di concerto con il Ministro per i Beni Culturali e il Ministro dell'Economia, cui è trasferito tutto il patrimonio mobiliare e immobiliare dell'ente, con esclusione del patrimonio di interesse sanitario e ospedaliero, e a cui sono affidati tutti i rapporti attivi e passivi di cui era titolare il Mauriziano all'entrata in vigore del decreto legge, nonché tutti i debiti e crediti a qualsiasi titolo maturati dall'ente.
La Fondazione ha come scopo la valorizzazione e l'amministrazione del patrimonio e, attraverso la dismissione del patrimonio disponibile procedere al risanamento del dissesto finanziario dell'Ente.
Il comma 5 prevede l'obbligo, da parte della Fondazione Mauriziano, di conferire in uso la Palazzina di Caccia di Stupinigi e le abbazie di Staffarda e di S. Antonio di Ranverso a una Fondazione che si occuperà della valorizzazione del patrimonio di pertinenza sabauda, fondazione da costituirsi tra il Ministero per i Beni Culturali e la Regione Piemonte gli enti pubblici territoriali interessati e altri soggetti pubblici e privati.
Infine, il comma 6 dell'articolo 2 dichiara, con forza di legge sottoposta a tutela, ai sensi dell'articolo 45 del Codice dei Beni Culturali, l'area individuata dalla legge regionale istitutiva del parco di Stupinigi.
L'articolo 2 appare a quest'amministrazione soddisfacente, in quanto libera l'Ente ospedaliero dai debiti e dal dissesto pregresso e trasferisce la responsabilità del ripiano del debito a un ente sottoposto alla vigilanza ed alla responsabilità del Governo e analogamente positivo è l'obbligo del conferimento dei beni culturali più prestigiosi dell'Ordine a una fondazione a stragrande maggioranza pubblica che si può presupporre competente nella valorizzazione dei beni culturali e soprattutto che nasce senza una situazione debitoria che comprometterebbe la possibilità di un'adeguata attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio.
Qualche preoccupazione, invece, può essere indotta dall'azione di tutela. Infatti, il vincolo, di cui dell'articolo 45 del Codice, è un vincolo debole - tra virgolette - in quanto è funzionale a consentire la fruizione e il godimento del monumento tutelato.
L'articolo 2 rinvia invece alla Soprintendenza l'individuazione dei beni da sottoporre alla tutela vera e propria, ai sensi dell'articolo 12 del codice citato, vincolo questo dell'articolo 12 che garantisce il rispetto della conservazione dell'intero patrimonio.
L'amministrazione, in questa fase, ha difficoltà ad invidiare quali contenuti potrebbe avere un provvedimento legislativo che disponga la salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale del Mauriziano.
Infatti è vigente la legge regionale che istituisce il parco di Stupinigi e il decreto nulla innova rispetto a questa situazione già fortemente protettiva del patrimonio ambientale di Stupinigi, anzi richiama espressamente tale legge al fine di costituirvi il vincolo statale di cui all'articolo 45.
Per altro verso, è in corso avanzato di definizione tra Ministero per i Beni Culturali e Regione Piemonte l'accordo per la costituzione di una fondazione cui affidare la conservazione e la valorizzazione del patrimonio della Reggia di Venaria e di Stupinigi, le abbazie di Staffarda e di Ranverso, in un quadro più complessivo di valorizzazione del sistema delle residenza sabaude; si precisa che per la partecipazione della Regione a una fondazione è necessario un atto deliberativo e non legislativo del Consiglio regionale. A questo proposito, posso già prendere l'impegno di presentare entro trenta giorni la proposta di deliberazione in tal senso.
La competenza: individuare i beni da sottoporre a tutela ai sensi dell'art. 12 non è compito della Regione, ma della Direzione regionale del Ministero dei Beni Culturali. E', pertanto, ad avviso di quest'amministrazione, prematuro predisporre oggi disegno di legge, non conoscendo né l'esito finale della conversione del decreto legge; né la natura e lo statuto della Fondazione Mauriziana; né le condizioni dell'accordo tra Ministero per i Beni Culturali e la Regione Piemonte per la costituzione della fondazione di valorizzazione; né infine quali saranno sottoposti alla tutela dei Beni e resi per tanto indisponibili da parte del Ministero per i Beni Culturali.
E' da considerarsi che l'attività di tutela di competenza regionale in merito ai beni ambientali e paesaggistici di Stupinigi è pienamente garantita dalla legge istitutiva del Parco.
La Regione Piemonte, comunque, vigilerà con grande impegno sia in questa fase di conversione del Decreto, sia nella fase attuativa dello stesso.
Prendo personalmente l'impegno (lo dico ai colleghi della stessa Commissione) di riferire tempestivamente al Consiglio Regionale sull'evoluzione della vicenda, disponibile ad accogliere le proposte ed i suggerimenti che saranno formulati nelle prossime settimane e a adottare i provvedimenti che si rendessero necessari al più presto e, in ogni caso entro la fine della legislatura. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione degli articoli e degli emendamenti.
Sono arrivati degli emendamenti assolutamente tecnici. Sarebbero ai limiti delle modifiche di coordinamento ai sensi dell'articolo 83 del Regolamento.
ARTICOLO 1 Emendamento n. 1 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Galante: al comma 1, dell'articolo 1, del disegno di legge regionale del 24 novembre 2004, n. 676, recante ad oggetto: "Costituzione dell'Azienda Sanitaria Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino" le parole ", comma 1" sono soppresse.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 1, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 29 Consiglieri votanti 28 Consiglieri hanno votato SI' 19 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 1, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri, così come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 Consiglieri votanti 28 Consiglieri hanno votato SI' 20 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Emendamento n. 2 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Galante: all'articolo 2, comma 2, del disegno di legge regionale del 24 novembre 2004 n. 676, recante ad oggetto: "Costituzione dell'Azienda Sanitaria Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino" viene aggiunto il seguente periodo. "L'atto di organizzazione aziendale ne connota l'ordinamento nel pieno rispetto delle peculiarità storico-sociali dell'Ente".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Galante, che intende illustrare tal emendamento.



GALANTE Valter, Assessore alla programmazione sanitaria

Con quest'emendamento si permette all'atto aziendale (che è l'atto organizzativo di tutta l'azienda sanitaria) di recuperare le peculiarità che abbiamo definito in termini generali storico-sociali dell'Ente, come da più parti e anche nel dispositivo di legge si richiede.
Approfitto della spiegazione dell'articolo 2, per dare anche una risposta di carattere generale agli interventi che erano stati fatti prima in particolare a quello del Consigliere Angeleri.
Devo dire che il testo del decreto legge che è passato in Senato è un provvedimento sicuramente impegnativo per quanto riguarda la Regione perché rimanda, non chiarendo eccessivamente e non facendo luce su una serie di problemi che sono stati anche da lei evidenziati, ad una nostra successiva capacità gestionale e di attenzione ad alcuni particolari, tra cui quello del debito dei fornitori. Questo sarà sicuramente un problema di una nostra capacità gestionale.
Va anche detto che dobbiamo considerare un po' aggiornata la previsione costituzionale che volle Luigi Einaudi. All'epoca la sanità veniva gestita attraverso Enti e Ordini. Insomma, c'è stato un cambiamento così notevole per cui addirittura alcune condizioni amministrative-istituzionali oggi risultano meno adatte all'aspetto sanitario. Quindi, noi siamo nella fase di trasformazione e di ammodernamento che riguarda anche queste parti gestionali-amministrative come le ha definite lo stesso Luigi Einaudi, che invitava sempre, alla sera, a pensare che tutto quello che si era fatto doveva essere innovato. Forse approverebbe le nostre iniziative di innovazione.
Per quanto riguarda il ricorso al TAR, devo dire che la seduta relativa all'esame dei ricorsi è stata rinviata al 31/12/2005.
Per quanto riguarda gli aspetti che potrebbero essere non collimanti credo che a questo dia piena giustizia l'articolo 9, quello conclusivo, ove è scritto "entra in vigore subordinata la conversione del decreto legge 277/2004", per cui anche se ci fosse qualcosa che deve essere collimato noi abbiamo scritto che questo è tale. Quindi noi non abbiamo il problema a meno di un grande stravolgimento, ma anche questa partita non possiamo aspettarcela in questo modo. L'approvazione invece la tentiamo, la vogliamo fare rapidamente perché comunque, di fronte ad un problema che da anni ha un po' dissanguato il dibattito e le professionalità sanitarie e le attività del Mauriziano, credo che sarebbe opportuno, a breve termine fissare un paletto, rappresentato da questa legge, per permetterci poi di procedere.
Spero di essere riuscito a dare una risposta alla sua domanda Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Galante.
Ha chiesto la parola la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Sull'emendamento testé illustrato dall'Assessore Galante, quello relativo all'atto di organizzazione aziendale, noi esprimiamo un parere favorevole, poiché di fatto è l'atto prioritario, al quale si deve fare riferimento nel momento in cui si va a connotare l'ordinamento. In questo caso, apprezziamo anche il fatto che vi sia stato lo sforzo di ancorare quanto si sta facendo e quanto sarà in divenire rispetto alle specificità storico-sociali dell'Ente. Quindi, ha la nostra piena approvazione.
Ci asterremo invece sull'articolo 2 nel suo complesso, poiché pur avendo salvaguardato, almeno sulla carta, quello che è il rapporto di lavoro del personale dipendente, che era la cosa che assolutamente ci stava più a cuore e che ritroviamo nel comma 4, c'è però una serie di passaggi relativamente al debito e, nello specifico, a quello che è il debito maturato nel 2003 e nel 2004, quindi, in era commissariale, che è una cifra pesante: 51 miliardi su un anno, trenta miliardi di euro sull'altro anno nonostante le centinaia di dipendenti che si sono dimessi, nonostante la cessione di Lanzo e di Valenza. Insomma, è un bagaglio pesante, che è stato maturato in epoca commissariale e che non trova un'esplicitazione con un conseguente impegno dichiarato all'interno di quest'articolo.
Per questo motivo, permangono alcune perplessità che ci portano ad esprimere un giudizio di astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente. Parto da una considerazione di carattere tecnico sull'emendamento presentato. Dal punto di vista grammaticale - la prego Presidente, di seguirmi - temo vada riformulato in modo tale che il complemento di specificazione esprima qualcosa. Cioè: "L'atto di organizzazione aziendale connota l'ordinamento dell'Ente nel pieno rispetto delle sue peculiarità storico-sociali", altrimenti c'é un "né" che non si capisce esattamente a cosa sia riferito.



PRESIDENTE

Sì, è riformulato in questo modo.



PALMA Carmelo

Al di là delle annotazioni di carattere tecnico, sul senso più generale di quest'articolo e recuperando il mancato intervento in dibattito generale, dovuto alla mia assenza di stamani, ci asterremo su quest'articolo esattamente come sull'intero provvedimento, per una ragione uguale e contraria a quella appena esposta dalla collega Suino.
Ci asterremo, cioè, per tutto quello che in questo provvedimento non c'è, in termini di esplicitazione della netta separazione delle responsabilità della Regione, in ordine alla conduzione della continuità dell'attività sanitaria degli ex Ospedali Mauriziano, rispetto alla partita debitoria, sia essa maturata in periodo commissariale sia essa maturata ed è la gran parte - nel periodo precedente.
Rispetto a questo, il decreto legge del Governo è indeterminato, perch assegna tale conduzione ad una Fondazione - ma non si capisce esattamente in quali termini la Regione debba partecipare - a cui questo provvedimento non fa riferimento, lasciando politicamente sospesa una questione che, a mio parere, andrebbe affrontata con chiarezza e risolta in un senso opposto rispetto a quello dell'accollo. E' una situazione che fa apparire questo provvedimento, per quello che c'è, un provvedimento assolutamente condivisibile, essendo condivisibile il principio secondo il quale la comunità dei contribuenti piemontesi paga la continuità dell'attività sanitaria di un presidio storico da essa utilizzato, ma non è condivisibile un criterio che sotto traccia ha attraversato tutti gli interventi di salvataggio della sanità pubblico-convenzionata piemontese, secondo il quale non solo la continuità delle attività sanitarie, ma anche la situazione debitoria di questi Enti diventa, per il solo fatto di esistere responsabilità della comunità dei contribuenti piemontesi.
Poiché ci troviamo di fronte ad un ex Ordine, ad una Fondazione come contenitore del patrimonio del debito ancora significativamente patrimonializzata, ritengo che in questa sede la Regione e la Giunta regionale - non tanto l'Assessore alla sanità - dovessero chiarire in maniera esplicita qual era l'orientamento dell'Istituzione, non rispetto alla continuità delle attività sanitarie, ma rispetto al problema affrontato dal decreto legge, cioè l'attività di liquidazione, da parte della Fondazione, di tutte le pendenze dell'Ordine Mauriziano.
Su questo sono intervenuto ripetutamente anche in Commissione l'Assessore alla sanità, per altro verso correttamente, ritiene di non dover intervenire, mentre l'Assessore al bilancio ritiene di non poter intervenire in assenza di indicazioni politiche di tipo diverso.
Dietro questo provvedimento, nella sostanza condivisibile, rimane pertanto, l'ombra di tutto quello che non viene detto e affrontato e che rischia di dover essere affrontato dalla nuova Amministrazione regionale con caratteri di assoluta emergenza.
Visto che anche rispetto al Mauriziano siamo stati abituati, nel corso degli ultimi anni, ad interventi impropri, dal punto di vista finanziario di salvataggio, non dell'attività sanitaria, ma della situazione di bilancio dell'Ente (ricordo i bilanci 2004/2005: 25 milioni di euro per ciascun esercizio di contribuzioni in extra budget, rispetto all'attività sanitaria fornita dai presidi dell'Ordine Mauriziano), il mio timore è che dietro un provvedimento assolutamente inappuntabile dal punto di vista formale e sostanziale - per quello che c'è - si nasconda quello che non c'è, e quello che non c'è normalmente all'interno di questa Regione - e non dico da parte di questa maggioranza, ma dico proprio all'interno di questa Regione - significa porre mano al bilancio regionale per finanziare il debito di un operatore sanitario privato, sia esso di diritto privato, come erano gli Ospedali Valdesi, sia esso di diritto pubblico, come è l'Ordine Mauriziano.
Non auspico, all'interno di questo dibattito, una risposta risolutiva da parte della Giunta regionale; mi limito, in questa fase, ad annunciare l'astensione su questo articolo, che è quello fondamentale, riservandomi di richiamare, in sede di dichiarazione di voto, per le medesime ragioni l'orientamento del Gruppo Radicale.



PRESIDENTE

Comunico che l'emendamento è così riformulato: Emendamento n. 2 riformulato presentato dalla Giunta, a firma dell'Assessore Galante: all'articolo 2, comma 2, del disegno di legge regionale del 24 novembre 2004 n. 676, recante ad oggetto: "Costituzione dell'Azienda Sanitaria Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino" viene aggiunto il seguente periodo: "L'atto di organizzazione aziendale connota l'ordinamento dell'ente nel pieno rispetto delle peculiarità storico-sociali dello stesso".
Indìco la votazione nominale, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri, sull'emendamento n. 2 come riformulato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SI' 31 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo n. 2, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri, così come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 30 Consiglieri votanti 27 Consiglieri hanno votato SI' 22 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Comunico che gli emendamenti nn. 3, 4, 5 e 6, che chiedono di sostituire la terminologia "Fondazione Mauriziana" con "Fondazione Ordine Mauriziano", sono da intendersi come correzioni tecniche ai seguenti articoli.
Emendamento rubricato n. 3 al comma 3 dell'articolo 2, del disegno di legge regionale del 24 novembre 2004 n. 676, recante ad oggetto: "Costituzione dell'Azienda Sanitaria Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino" le parole "Fondazione Mauriziana" sono sostituite dalle parole "Fondazione Ordine Mauriziano" Emendamento rubricato n. 4 al comma 4 dell'articolo 2, del disegno di legge regionale del 24 novembre 2004 n. 676, recante ad oggetto: "Costituzione dell'Azienda Sanitaria Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino" le parole "Fondazione Mauriziana" sono sostituite dalle parole "Fondazione Ordine Mauriziano" Emendamento rubricato n. 5 al comma 3 dell'articolo 4, del disegno di legge regionale 24 novembre 2004 n. 676, recante ad oggetto: "Costituzione dell'Azienda Sanitaria Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino" le parole "Fondazione Mauriziana" sono sostituite dalle parole "Fondazione Ordine Mauriziano" Emendamento rubricato n. 6 al comma 4 dell'articolo 4, del disegno di legge regionale del 24 novembre 2004 n. 676, recante ad oggetto: "Costituzione dell'Azienda sanitaria Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino" le parole "Fondazione Mauriziana" sono sostituite dalle parole "Fondazione Ordine Mauriziano".
Indìco la votazione nominale sull'articolo 3, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 30 Consiglieri votanti 28 Consiglieri hanno votato SI' 21 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione nominale sull'articolo 4, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 Consiglieri votanti 28 Consiglieri hanno votato SI' 22 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione nominale sull'articolo 5, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 29 Consiglieri votanti 26 Consiglieri hanno votato SI' 19 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione nominale sull'articolo 6, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 Consiglieri votanti 28 Consiglieri hanno votato SI' 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione nominale sull'articolo 7, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 Consiglieri votanti 32 Consiglieri hanno votato SI' 23 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.
Diamo atto che il Consigliere Angeleri partecipa solo come presenza alla votazione dell'articolo 7.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione nominale sull'articolo 8, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 30 Consiglieri votanti 27 Consiglieri hanno votato SI' 19 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione nominale sull'articolo 9, come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato SI' 24 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino, per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Poche parole sulla parte sanitaria e quindi sul disegno di legge.
Confermiamo il nostro voto di astensione, consapevoli di aver fatto del nostro meglio sia per ciò che riguarda i tempi (perché fossero più snelli e agili), sia nell'aver recepito, con molta attenzione, l'atto di applicazione del decreto legge.
Sapendo che questo provvedimento, che non è soddisfacente, risponde agli oggettivi limiti di un decreto che, nella sua ultima stesura, è ancora più complesso di quanto precedentemente già era stato definito.
Rimane, come sottofondo, un certo imbarazzo per dei finanziamenti che non sono mai stati riconosciuti all'Ordine, a partire dai finanziamenti ex articolo 20 della legge finanziaria n. 88. Tali finanziamenti sono stati ritardati artificiosamente, oppure sono pagamenti che non sono mai stati di fatto trasferiti, andando a costituire una parte consistente di fondi e una parte consistente del debito.
Ricordiamo quanto era stato scritto e vincolato nel Piano sanitario ultimo, che abbiamo discusso in questo Consiglio, e quanto era lì scritto.
Il Piano prevedeva un inserimento serio nella rete sanitaria, prevedeva una serie di finanziamenti che non sono mai stati riconosciuti e prestazioni che, invece, sono state erogate.
Quindi, esiste e continua a permanere quest'ombra pesante sull'intera vicenda e non possiamo non ricordarla e non testimoniarla a difesa e a tutela di un ente che ha svolto grandi e positive prestazioni nel campo della sanità, ma non solo. La replica che è stato fatta dall'Assessore Leo peraltro, non di replica trattasi, in quanto non c'era stato un intervento di illustrazione, non essendoci una parte culturale - né di beni culturali da illustrare. Per la precisazione, Assessore, erroneamente le ho detto l'ultima seduta. Era la penultima, quando è venuto il dottor Vanelli, ma non era presente l'Assessore.
In buona sostanza, la Giunta e il suo Assessorato hanno assunto la decisione di non provvedere in questo momento, con un atto di legge, a dare corpo a quello che il decreto già in parte prevede. Noi chiedevamo di porre quel vincolo, quella tutela deliberata dal Comune e dalla Provincia di Torino, essendoci stato un accordo con la Regione. Era un accordo esplicitato tra Regione, Provincia e Comune. Per ora, questa tutela non è sancita.
Il decreto legge fa riferimento all'articolo 45, ma non all'articolo 12 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. E' questo che manca. È solo l'articolo 12 del Codice che potrebbe consentire alla Regione di portare avanti un vincolo e una tutela.
La sua replica, Assessore, diventa doppiamente imbarazzante, perché, a fronte di una richiesta e di una sollecitazione da parte delle minoranze affinché l'Istituzione locale si facesse carico del bene più grande che ha in questa Regione, la risposta è stata: "Forse provvederemo, prossimamente con delibera".
C'è una bella differenza, Assessore, tra una delibera e un atto di quest'Aula. Riteniamo che l'Ordine Mauriziano meriti quest'attenzione e quindi, le rinnoviamo l'invito. Il decreto legge lo prevede; ci sono ancora i termini e i tempi per andare a coniugare l'articolo 45 con l'articolo 12 del famoso Codice.
Detto questo, ancora una nota di perplessità su un tema così rilevante dove maggioranza e minoranza hanno fatto l'impossibile affinché venisse data, a quei lavoratori, a quel bene rappresentato nella sanità pubblica piemontese dall'Ordine Mauriziano e a quei professionisti che in questi anni si sono indefessamente adoperati, la massima celerità per garantire un risultato, nonostante un decreto legge veramente parziale.
Ci saremmo augurati di avere in aula il Presidente della Giunta regionale, ritenendolo doveroso su un atto di questo tipo. Prendiamo atto anche nella fase conclusiva, che non ha potuto essere presente. Peccato noi ci siamo e vogliamo concludere la vicenda dell'Ordine Mauriziano. Il nostro sarà un voto di astensione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione il dibattito e, in particolare, la risposta dell'Assessore Galante rispetto alle questioni poste, preoccupati che l'approvazione di questo disegno di legge, arrivato prima dell'approvazione definitiva della conversione in legge del decreto legge, potesse creare dei problemi in termini di attuazione della legge stessa.
Se mi convince il ragionamento per cui è ovvio che non si può aspettare la sentenza del TAR, rinviata al 31-12-2005; se mi convince l'aver inserito, nell'articolo 9, il fatto che la legge è subordinata alla conversione in legge (con l'aggiunta e l'incoerenza con le previsioni di tale legge) rimane comunque la preoccupazione, dichiarata dallo stesso Assessore, in ordine alla situazione debitoria dell'ente.
Se da una parte mi hanno convinto le dichiarazioni dell'Assessore sotto il profilo del patrimonio culturale (di questo gliene sono grato perch conosco l'attenzione che pone su questi argomenti), dall'altra rimane questo problema che investe moltissime realtà ed aziende (perlopiù, come lei può immaginare, del nostro territorio già profondamente in crisi).
Non possiamo far pagare alla collettività, o ad una parte di essa, gli errori commessi - non voglio dire la Bergoglio piuttosto che qualcun altro dal punto di vista di un'Istituzione pubblica, addirittura tutelata da norme e dalle disposizioni finali della Costituzione. È un atteggiamento che lede i diritti basilari di qualsiasi cittadino.
Poiché voglio essere coerente rispetto a quanto dichiarato, ma anche verso la maggioranza a cui appartengo, il nostro voto sarà un voto, non come quello alla Camera di fiducia, ma sulla fiducia, anche se vigileremo con molta attenzione.
Non vogliamo far pagare agli altri una gestione che, così com'è avvenuta negli ultimi anni, possiamo definire superficiale e disattenta.
Volevo che questi punti rimanessero a verbale, perché è ovvio che dobbiamo tendere ad un miglioramento della qualità del nostro servizio sanitario regionale. È anche ovvio, però, che dobbiamo cercare di integrare, e non di disperdere, il patrimonio di uomini e di strutture che questa realtà ha rappresentato per decine e decine di anni su questo territorio.
E' vero che ci sono dei diritti, ma se vogliamo che vengano rispettati nei confronti delle Istituzioni regionali, è importante che vengano rispettati nei confronti di tutti i cittadini che correttamente hanno lavorato, hanno svolto un servizio per questa realtà, ma che, alla fine rischiano di essere messi da parte. Questo non è sicuramente un comportamento serio da parte di alcun'Istituzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Come dimostrano gli interventi della collega Suino e del collega Angeleri, si conferma che, di questo provvedimento, la parte interessante è la parte che non c'è, cioè la parte non relativa alla continuità delle attività sanitarie che, in una certa misura, è obbligata (come anche la forma della soluzione). La parte interessante è la modalità, da una parte di attuazione di una decisione discutibile del Governo che scarica, su creditori dell'ente (e oggi della fondazione) il costo dell'avvio del lavoro di liquidazione; dall'altra, la questione delle responsabilità che le diverse Istituzioni, inizialmente come clienti e adesso come compartecipi, hanno girato attorno al mondo dell'Ospedale Mauriziano devono mettere in campo per far fronte al problema più urgente e più rilevante, che non è nell'immediato quello del riavvio di attività sanitarie (che non si sono mai interrotte) ma quello dell'avvio di procedure di liquidazione che si presentano per l'intersecarsi di piani di responsabilità anche molto diverse, molto complesse e molto faticose da gestire innanzitutto dal punto di vista politico, come la discussione del decreto legge alla Camera ha dimostrato.
Su questo traspare l'incertezza e l'insicurezza della Giunta regionale.
Dovrebbe essere chiaro ed esplicitato che non esiste il patrimonio dell'Ordine Mauriziano. Oggi il patrimonio assegnato alla fondazione è un patrimonio tutto finalizzato alla liquidazione dell'Ordine e, se non tecnicamente e moralmente, interamente patrimonio disponibile da parte dei creditori dell'Ordine, non già patrimonio al di là delle parti vincolate dal punto di vista culturale, da salvaguardare e da far sopravvivere all'interno di una fondazione che dovrebbe storicamente surrogare le funzioni dell'Ordine Mauriziano.
Questo è un aspetto che nessuno, mi rendo conto, all'interno della Giunta sottolinea, che probabilmente ciascuno all'interno della Giunta tutti si guardano molto bene dal richiamare, preferendo appunto proporre emendamenti che fumosamente fanno riferimento alle peculiarità storiche e sociali dell'Ente. Il problema politicamente è più significativo. Noi abbiamo una Fondazione che potrà diventare due cose: o il contenitore dei contributi dei soci della Fondazione, che - detto brutalmente - anzich vendere le cascine, finanzieranno il disavanzo dell'Ente, finanziando la Fondazione, quindi, finanziando l'attività di liquidazione; oppure una Fondazione di soci istituzionali che scelgono la "strada" della responsabilità dell'Ordine Mauriziano e mettono interamente il patrimonio non a servizio di se stesso e della sua storia, ma delle attività di liquidazione e delle esigenze dei creditori. Qualcuno all'interno di questa Giunta regionale (non c'è l'Assessore al bilancio) si alzi in piedi per dire che cosa s'intende fare di quel patrimonio, che, ripeto, non è Staffarda, non è Sant'Antonino di Ranverso, non sono le cose culturalmente più significative e vincolate, ma sono banalmente i beni. Qualcuno si alzi per dire se la Regione va lì e dice: noi questi beni li vendiamo dal primo all'ultimo esattamente come io auspicherei, oppure: sapete che cosa ne facciamo? Facciamo una fondazione immobiliare, perché quella lì in realtà non è la fondazione di liquidazione dell'Ente, ma è una fondazione immobiliare che contiene tutto il patrimonio dell'Ordine Mauriziano.
Nessuno dice nulla su questo. Inevitabilmente i singoli Gruppi, qui come sul piano nazionale si orientano riflettendo le diverse convenienze tutte per altro verso legittime, che si muovono attorno al problema fondamentale del Mauriziano. Che non è chi farà il commissario dell'ASL che non è se l'Umberto I continuerà ad essere un ospedale, ma che fine farà e che destinazione avrà quel patrimonio non so come stimabile, ma sicuramente ancora ingente e, soprattutto, quali diritti potranno avanzare tutti i creditori di quest'Ente. Il decreto legge del Governo sostanzialmente blocca nei propri diritti civili i creditori, non consentendo loro di ricorrere, non consentendo loro di fare pignoramenti immobiliari, sostanzialmente sospendendo ai loro danni il Codice Civile. E' una situazione in cui alla fine, anzi, al momento, sicuramente pagano non già quanti lavorano all'interno del Mauriziano, non già quanti si curano all'interno del Mauriziano, ma innanzitutto coloro che per anni hanno fatto i fornitori di un'istituzione sanitaria sostanzialmente bancarottiera e che oggi si vedono negati dalla legge, addirittura, la qualifica di creditori (almeno fino ad un certo punto) con delle norme (le avevamo discusse in Commissione, Assessore Galante) in cui il Ministero dell'Interno stabilisce se un credito è iscrivibile o non è iscrivibile al bilancio.
Con questa modalità vagamente prefettizia e poco giurisdizionale ovviamente, io lo ripeto per la seconda volta - non auspico che da quei banchi qualcuno si alzi per dire che cosa diventerà il problema politico sostanziale del Mauriziano nelle scelte dell'Amministrazione regionale.
Prendo atto che approviamo il provvedimento obbligato, che dice: visto che ci sono degli ospedali, continuino a fare gli ospedali e li gestirà direttamente la Regione Piemonte. Ma quella partita è una partita che rimane totalmente aperta e visto che non è una partita da 10, 20, 30, 40 milioni di euro ma di centinaia di milioni di euro, temo che questa partita sia una partita particolarmente sensibile, su cui magari nella prossima legislatura dovremo in qualche misura ritornare.



PRESIDENTE

La parola Consigliere D'Ambrosio per dichiarazione di voto.



D'AMBROSIO Antonio

Grazie, Presidente e cortesi colleghi.
Stiamo per approvare, con il parere favorevole di Alleanza Nazionale una legge regionale la cui entrata in vigore (come è stato sottolineato da tutti) è subordinata alla conversione in legge del decreto legge 277 del 19/11/2004.
Provvedimento forse non soddisfacente, convengo con la collega Suino ma convengo solo su questo, soprattutto per quanto attiene la costituzione della Fondazione Mauriziana, che subentra all'Ente, nei rapporti attivi e passivi di cui lo stesso è titolare, nonché la situazione debitoria e creditoria , al di là di qualsiasi titolo maturato dall'Ente.
Le perplessità del Consigliere Palma sono condivise anche dal sottoscritto e anche dal mio Gruppo, per cui, indubbiamente la Giunta regionale deve farsi parte attiva perché questa fondazione funzioni realmente, ancorché le difficoltà certamente ci sono: dai calcoli fatti mancano ancora 150 miliardi per sanare i debiti che si sono concretizzati nel periodo '99/2001.
Debbo sottolineare però (mi è doveroso farlo alla collega Suino) che in realtà l'Umberto I ha usufruito abbondantemente (così come Valenza e anche Lanzo) dei finanziamenti provenienti dall'articolo 20 legge 67/88. La somma precisa non la ricordo, ma indubbiamente ha usufruito abbondantemente di questi provvedimenti.
Per quanto attiene poi il debito della Regione (sottolineato con enfasi tante volte dall'opposizione e da una certa stampa) debbo sottolineare che nel momento in cui la Regione ha deciso di retribuire con la tariffa del 2002 le prestazioni fatte dal '99 al 2001, penso che la Regione abbia fatto appieno il proprio dovere. Quando parliamo di questi famosi cento miliardi parliamo esattamente di quelle tariffe aggiornate, la cui somma totale - ne parlavo poc'anzi con l'Assessore Galante - assommano a 34 miliardi. Quindi nel momento in cui la Regione ha stabilito di dare 50 miliardi (parlando sempre di vecchie lire) nel 2004 e 50 miliardi per il 2005, penso che complessivamente abbia fatto il proprio dovere.
Sorveglianza della Regione sul Mauriziano: non aveva possibilità, tutti sanno che l'Ente di diritto pubblico dipendeva dal Ministero dell'Interno e tutti sanno che i bilanci non venivano mai passati alla Regione, ma dovevano essere presentati al Ministero degli Interni e al Ministero delle Finanze, cosa che per tre anni non è stata fatta e noi non potevamo saperlo.
Un'ultima cosa la dico a quei colleghi che non ne sono a conoscenza.
Questo debito di 780 miliardi che si è accumulato in tre anni è stato accumulato anche per il fatto che ci sono stati salari privilegiati sottolineo salari privilegiati - se è vero come è vero che gli infermieri percepivano 600 mila lire in più al mese, e parlo sempre delle vecchie lire, che i primari addirittura, tra progettini vari e incentivi prendevano 8-10 milioni in più rispetto ai colleghi della sanità pubblica.
Tutto questo ha contribuito a portare a quel disavanzo notevole che, come voi sapete, assomma a 780 miliardi.
Noi approviamo questo provvedimento subordinato al decreto legge 277.
Provvedimento che indubbiamente anche per noi non è soddisfacente. Se volevamo assicurare la continuità delle prestazioni sanitarie operate dal Mauriziano (prestazioni che io debbo sottolineare, soprattutto come medico in questa sede sono prestazioni di eccellenza, soprattutto in alcuni settori come l'endocrinologia, la radioterapia, la chirurgia ed altro) e volevamo salvare i posti di lavoro dei dipendenti, sia medici sia infermieri, questo provvedimento andava sicuramente fatto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato SÌ 27 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 545 inerente a "Legge regionale 32/2001. Relazione della Giunta delle Elezioni sull'istruttoria della valutazione di insindacabilità, nell'ambito di un procedimento penale, nei confronti del Consigliere Giacomo Rossi"


PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di deliberazione relativa alla relazione della Giunta delle Elezioni sull'istruttoria della valutazione di insindacabilità nei confronti del Consigliere Giacomo Rossi, che abbiamo iscritti all'o.d.g. all'inizio della presente seduta.
Do atto che il Consigliere Rossi abbandona l'Aula.
La parola al Presidente della Giunta delle Elezioni, il Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Grazie, Presidente e colleghi. Ieri, 20 dicembre, e oggi, 21 dicembre si è riunita la Giunta delle Elezioni del Consiglio regionale che, come sapete, ha, in base alla legge n. 32/2001, compiti istruttori rispetto al voto d'Aula, anche sulle situazioni di insindacabilità dei Consiglieri regionali.
Come Giunta delle Elezioni, abbiamo ricevuto una richiesta di valutazione, trasmessa dal Presidente Cota, dell'insindacabilità del collega Giacomo Rossi, che è appena uscito dall'Aula.
Vi riassumo brevemente i capi di imputazione, le decisioni e le proposte che la Giunta delle Elezioni formula all'Aula, affinché l'Aula possa operare la propria decisione e il proprio voto.
"Il Consigliere Giacomo Rossi risulta essere imputato in due procedimenti penali, pendenti presso il Tribunale di Mondovì. Per il procedimento n. 1096/2003, rubricato presso il Registro Generale del GIP con il n. 2344, il collega Rossi risulta essere imputato: per i capi b) e d), articolo 595 del Codice Penale, commi 1 e 3, e articolo 13 della legge n. 47/1948, per reato di diffamazione a mezzo stampa, in quanto il Consigliere Rossi avrebbe offeso la reputazione dei signori Uccellini Mario e Russo Sebastiano, Presidente e Direttore del Circolo ACLI, Casa di Riposo "Villa Santa Chiara" di Magliano Alpi, tramite le pubblicazioni di più articoli sul periodico "Magliano Notizie" che denunciavano la cattiva gestione della Casa di Riposo per il capo e), in base all'articolo 595 del Codice Penale, per reato di diffamazione, in quanto il Consigliere Rossi, comunicando con più persone avrebbe offeso la reputazione dei signori Uccellini Mario e Russo Sebastiano, Presidente e Direttore del Circolo ACLI della Casa di Riposo "Villa Santa Chiara", accusandoli di cattiva amministrazione della struttura per il capo f), in base all'articolo 81 e all'articolo 347 del Codice Penale, per reato di usurpazione di funzioni pubbliche, in quanto il Consigliere avrebbe preteso di svolgere funzioni ispettive e di vigilanza sulla struttura della Casa di riposo "Villa Santa Chiara" di Magliano Alpi senza averne diritto per il capo g), in base all'articolo 81 e all'articolo 610 del Codice Penale, per reato di violenza privata, in quanto il Consigliere Rossi avrebbe, con violenza e minaccia, nel prospettare la possibilità di denunce e nel pretendere di espletare poteri ispettivi e di vigilanza, impedito al personale dipendente della Casa di Riposo "Villa Santa Chiara" di Magliano Alpi, di svolgere regolarmente il servizio al quale era preposto.
Inoltre, in base al procedimento 1724, rubricato presso il Registro Generale del GIP con il n. 2155, per il capo b), articolo n. 595 del Codice Penale, commi 1 e 3, e articolo 13 della legge 47/1948, per reato di diffamazione a mezzo stampa, in quanto il Consigliere Rossi avrebbe offeso la reputazione dei signori Uccellini Mario e Russo Sebastiano, Presidente e Direttore del Circolo ACLI della Casa di Riposo "Villa Santa Chiara" tramite pubblicazione di un articolo sul periodico "Magliano Notizie", che denunciava la cattiva gestione della Casa di Riposo.
Nella seduta di ieri e nella seduta di oggi, un ampio dibattito ha visto partecipare parecchi Consiglieri della Giunta delle Elezioni, in particolare i Consiglieri Enrico Costa, Giacomino Taricco, Dutto e Muliere e dalla discussione sono emerse alcune valutazioni che hanno fatto poi da base e da traccia della decisione della Giunta delle Elezioni.
Per quanto attiene ai reati di diffamazione, la Giunta delle Elezioni ha ritenuto essere pienamente nell'ambito della legge 32/2001 e della Costituzione, poiché si tratta di opinioni espresse nell'esercizio delle funzioni del Consigliere regionale, avendo verificato - la Giunta delle Elezioni - che agli atti del Consiglio regionale vi è depositata un'interrogazione presentata dal Consigliere Rossi, nel settembre del 2002 su questi argomenti e vi sono inoltre protocollati al protocollo della Giunta regionale alcuni atti, in particolare delle lettere indirizzate all'Assessore Cotto, in cui il Consigliere Rossi aveva segnalato puntualmente e precisamente i fatti oggetto delle successive dichiarazioni pubbliche.
Pertanto, si può affermare - e questa era la valutazione fatta dalla Giunta delle Elezioni - che vi sia un nesso preciso fra il contenuto degli atti e le dichiarazioni per le quali sono in corso i procedimenti penali.
Per quanto riguarda gli altri reati - abbiamo parlato della diffamazione a mezzo stampa e della diffamazione generica - si è valutato che il reato previsto dall'articolo n. 610 del Codice Penale, "Violenza privata" si esplicita sia con i fatti sia, in questo caso, attraverso un comportamento minaccioso, derivante da un'attività di espressione. Il comportamento del Consigliere Rossi può, pertanto, essere ricondotto ad un'attività di denuncia dei fatti connessa col sindacato ispettivo e di vigilanza, attività propria del Consigliere Regionale.
Per quanto riguarda il reato di cui all'articolo 347 del Codice Penale "Usurpazione di funzioni pubbliche", anche in questo caso il comportamento del Consigliere Rossi non è che la conseguenza di un precedente atto politico tipico della funzione del Consigliere regionale.
Dopo ampia discussione, la Giunta delle Elezioni ha provveduto a votare su queste espressioni di insindacabilità con tre voti distinti, tenendo conto della natura dei reati contestati.
Per quanto attiene al reato di diffamazione a mezzo stampa, in base all'articolo 595 del Codice penale, comma 1 e comma 3, e articolo 13 della legge n. 47/1948, di cui ai capi b) e d) del procedimento n. 1096 e al capo b) del procedimento n. 1724, e per quanto riguarda il reato di diffamazione, di cui al capo e) del procedimento n. 1096, ho messo ai voti in Giunta delle Elezioni, la proposta al Consiglio regionale di dichiarare l'insindacabilità del Consigliere Giacomo Rossi, sia in base alla legge n.
32 sia in base al comma 4 dell'articolo 122 della Costituzione, in quanto esiste un nesso funzionale fra le dichiarazioni pubbliche rese dal Consigliere Rossi e i precedenti atti posti in essere dallo stesso Consigliere, nell'esercizio delle sue funzioni.
Vi è stato un voto unanime su questo primo aspetto.
Per quanto riguarda il reato di usurpazione di funzioni pubbliche, in base all'articolo 81 cpv e al 347 c.p., di cui al Capo F del procedimento n. 1096/03, ho provveduto a mettere in votazione la proposta del Consiglio regionale di dichiarare l'insindacabilità del Consigliere Giacomo Rossi, ai sensi della legge regionale n. 32/2001 e del 4° comma dell'articolo 122 della Costituzione, in quanto il comportamento del Consigliere non è che la conseguenza di un precedente atto politico, tipico della funzione del Consigliere regionale. Anche in questo caso la Giunta delle elezioni si è espressa all'unanimità a favore dell'insindacabilità.
Per quanto attiene al reato di violenza privata, in base all'articolo 81 cpv e 610 c.p., di cui al Capo G del procedimento 1096/03, ho provveduto a mettere in votazione una proposta al Consiglio regionale di dichiarare l'insindacabilità del Consigliere Giacomo Rossi, ai sensi della legge regionale 32/2001 e del 4° comma dell'articolo 122 della Costituzione, in quanto il comportamento del Consigliere Rossi è da ricondursi ad un'attività di denuncia dei fatti connessi con il sindacato ispettivo di vigilanza, attività propria del Consigliere regionale. Anche in questo caso, la Giunta delle elezioni si è espressa all'unanimità dei presenti.
Su tutti e tre i punti, divisi per tipologia di reato, la Giunta delle elezioni propone al Consiglio regionale di votare per l'insindacabilità degli atti e delle espressioni del Consigliere Giacomo Rossi.
Ricordo al Presidente e all'Aula che, già in quattro casi, la Giunta delle elezioni ha affrontato una discussione e una proposta sull'insindacabilità. Abbiamo definito una prassi, abbiamo effettuato una prima seduta di valutazione e di diffusione dei materiali ai Commissari della Giunta delle elezioni e abbiamo provveduto in una seduta successiva dando tempo e modo ai Consiglieri di approfondire la materia, a votare una proposta al Consiglio.
In questi quattro casi il Consiglio ha votato in modo diverso. In due casi si è provveduto a votare con voto segreto e con scheda: nel primo caso, su specifica richiesta di un Consigliere, nel secondo caso in quanto erano implicati due Consiglieri (denunciato e denunciante). Negli altri due casi si è provveduto ad un voto palese.
Mi permetto di suggerire al Presidente di adottare, in questo caso, la formula del voto palese.



PRESIDENTE

Ringrazio molto il Consigliere Mellano per l'approfondita relazione con la quale è stato spiegato molto bene che, al di là della qualificazione giuridica che è stata data dall'Autorità procedente, la materialità dei fatti rientra nella guarentigia di cui all'articolo 122 della Costituzione ad avviso della Commissione.
Sottopongo la valutazione al giudizio dell'Aula con tre differenti deliberazioni, come ha appena illustrato il Consigliere Mellano.
Passiamo alla votazione. Concordo anche sulle modalità.
Indìco la votazione palese sulla proposta: "di dichiarare, per quanto attiene il reato di cui all'articolo 595 - commi 1 e 3 - c.p., e articolo 13 legge 8 febbraio 1948, n. 47 (capi B, D del procedimento n. 1096/03 NR e 2344/03 RG GIP, capo B del procedimento n.
1724/03 RG NR e 2155/03 RG GIP) e il reato di cui all'articolo 595 c.p.
(capo E del procedimento n. 1096/03 NR e 2344/03 RG GIP), l'insindacabilità del Consigliere Giacomo Rossi ai sensi della legge regionale 19 novembre 2001, n. 32 e del quarto comma dell'articolo 122 della Costituzione, in quanto esiste un nesso funzionale tra le dichiarazioni pubbliche rese dal Consigliere e i precedenti atti posti in essere dallo stesso Consigliere nell'esercizio delle sue funzioni".
Il Consiglio approva, all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
Indìco la votazione palese sulla proposta: "di dichiarare, per quanto attiene il reato di cui all'articolo 81 cpv, e articolo 347 c.p. (capo F del procedimento n. 1096/03 NR e 2344/03 RG GIP) l'insindacabilità del Consigliere Giacomo Rossi ai sensi della legge regionale 19 novembre 2001, n. 32 e del quarto comma dell'articolo 122 della Costituzione, in quanto il comportamento del Consigliere non è che la conseguenza di un precedente atto politico tipico della funzione del Consigliere regionale".
Il Consiglio approva, all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
Indìco la votazione palese sulla proposta: "di dichiarare, per quanto attiene il reato di cui all'articolo 81 cpv, e articolo 610 c.p. (capo G del procedimento n. 1096/03 NR e 2344/03 RG GIP) l'insindacabilità del Consigliere Giacomo Rossi ai sensi della legge regionale 19 novembre 2001, n. 32 e del quarto comma dell'articolo 122 della Costituzione, in quanto il comportamento del Consigliere Rossi è da ricondursi ad un'attività di denuncia dei fatti connessa con il sindacato ispettivo e di vigilanza, attività propria del Consigliere regionale".
Il Consiglio approva, all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame proposta di deliberazione n. 519 "Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l'anno 2005. Determinazione del fabbisogno finanziario del Consiglio regionale per lo stesso periodo, ai sensi degli articoli 42 e 43 della legge regionale 11 aprile 2001, n. 7"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 519, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Se non vi sono osservazioni, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Piani pluriennali

Proseguimento esame disegno di legge n. 614 "Attuazione di iniziative finalizzate al rilancio dell'attività convegnistica e congressuale"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame del disegno di legge n. 614, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Avevamo svolto il dibattito. Se qualcuno ha degli emendamenti, pu presentarli.
Mi informano che manca l'Assessore Pichetto per questo provvedimento.
Oltretutto, aveva annunciato l'intenzione di voler presentare degli emendamenti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Chiederei all'Assessore Casoni, che è il Vicepresidente della Giunta regionale, che sia la Giunta a fare una valutazione e che quindi il Vicepresidente ci dica se è possibile affrontare questo disegno di legge che, ricordo, è molto urgente. Se il Vicepresidente riterrà di proseguire proseguiremo, altrimenti aggiorneremo il punto.
Ritengo che, prima di accantonarlo con una certa celerità, sia meglio fare una valutazione collettiva con la Giunta per poi prendere una decisione.



PRESIDENTE

Chiedo la sospensione di un minuto in aula.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.15 riprende alle ore 17.17)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori Inversione punti all'o.d.g. (Sospensione esame disegno di legge n. 614, di cui al punto 4) all'o.d.g. ed esame proposta di legge n. 590, di cui al punto 9) all'o.d.g.)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Grazie Presidente. Mentre la Giunta valuta il disegno di legge sul Centro Congressuale, propongo all'attenzione dei Consiglieri, così come avevamo già annunciato, non oggi ma nella penultima Conferenza dei Capigruppo (in Commissione ci sono state le audizioni), l'esame di quel progetto di legge che è stato ampiamente condiviso (il n. 590), relativo alla regolamentazione dei maestri di snowboard.
Ricordo che siamo l'unica Regione nell'arco alpino a non prevedere ancora questa figura (tutte le Regioni dell'arco alpino l'hanno già regolamentata) e poi anche per una forma di attenzione. Se l'Aula acconsente, chiedo questa cortesia che era già passata in Commissione.



PRESIDENTE

La ringrazio Consigliere Cattaneo. Lei, come ha fatto, ha formalizzato la proposta e quindi, se l'Aula acconsente, sospendiamo il disegno di legge n. 614 e votiamo l'inversione dei punti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente sono d'accordo sull'inversione dell'o.d.g. tuttavia voglio capire il punto 7), i provvedimenti n. 255 e n. 307, che fine fanno nella giornata.



PRESIDENTE

Se l'Aula vota l'inversione, discutiamo il provvedimento n. 590 che è rubricato al punto 9) dei nostri lavori. Dopodiché, sentiremo la posizione della Giunta in merito al provvedimento n. 614 che abbiamo sospeso e poi proseguiamo in ordine cronologico rispetto alla presentazione dei progetti di legge o disegni di legge iscritti che si trovano nell'o.d.g. a vostre mani, ai punti 6), 7) ecc.
Non stravolgeremo più, almeno nella giornata di oggi, l'ordine dei nostri lavori. Visto che la sospensione dall'Aula è stata accordata votiamo l'inversione del punto 9) che, di fatto, diventa, nei nostri lavori, il punto 4) che discutiamo adesso.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'inversione di punti all'o.d.g. (Sospensione esame disegno di legge n. 614, di cui al punto 4) all'o.d.g. ed esame proposta di legge n. 590, di cui al punto 9) all'o.d.g.) Il Consiglio approva.


Argomento: Professioni e imprese turistiche (agenzie, guide turistiche alpine speleologiche, accompagnatori, maestri di sci, ecc. - Formazione professionale

Esame proposta di legge n. 590 "Modifica della legge regionale 23 novembre 1992, n. 50 (Ordinamento della professione di maestro di sci) e riconoscimento della figura professionale di maestro di snowboard" (Richiamato in aula ai sensi dell'art. 34 Regolamento dal Consigliere Marengo)


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di legge n. 590: "Modifica della legge regionale 23 novembre 1992, n. 50 (Ordinamento della professione di maestro di sci) e riconoscimento della figura professionale di maestro di snowboard (Richiamato in aula ai sensi dell'articolo 34 Regolamento dal Consigliere Marengo)", di cui al punto 9) all'o.d.g.
Diamo per letta la relazione.
La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Pierluigi

Preciso che si tratta di un intervento su una legge che ha lo scopo di realizzare, anche in Piemonte, una terza figura di maestro di sci. Figura già presente, quella di snowboard, che va ad affiancarsi alla figura di maestro di sci alpino e di maestro di sci di fondo. E' una figura presente ormai, in tutte le Regioni; presente in Francia e in Svizzera. La norma va ad istituire questa terza figura in Piemonte.



PRESIDENTE

Apriamo il dibattito generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Poiché facciamo quest'operazione con una certa rapidità, sarebbe stato utile che il relatore potesse dire, visto che non possiamo partecipare a tutte le Commissioni, qual è stato il giudizio delle Associazioni dei maestri di sci. Capire, in qualche modo, il sistema che interagisce sulle attività professionali delle discipline alpine, che cosa hanno detto, se sono stati consultati e se si sono pronunciati. E' un elemento abbastanza importante.
Torno a dire che un Consigliere non può essere sempre presente alla Commissione, ma è poi l'Aula che ricompone il tutto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Non mi collocherei ancora nel dibattito generale, perché il relatore in realtà, non ha letto nessuna relazione: ha detto pochissime parole, non ha letto la relazione scritta, cosa che io chiederei facesse, perché - per dire la prima cosa che mi viene sotto gli occhi - ci sono delle modifiche alle legge regionale n. 50. Dalle cose dette dal relatore, risulta che bisogna introdurre una nuova figura di maestro di snowboard, ma le modifiche proposte da questa legge, per esempio quella nell'articolo 1, non trattano dello snowboard. Vorrei capire, nell'articolo 1, cosa si cambia rispetto all'accordo precedente?



PRESIDENTE

Facciamo dunque leggere la relazione che prima era stata data per letta, in modo da rendere edotti i colleghi.
La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Pierluigi, relatore

"Il mutato approccio agli sport invernali da parte dell'utenza, che ha portato a tre le discipline di principale interesse e pratica, affiancando ai tradizionali sci alpino e sci di fondo, lo snowboard, ha determinato il sorgere di una specifica categoria di istruttori (maestri di sport) ovvero il maestro di snowboard.
Tale figura, oggi ancora non legislativamente prevista e pertanto ascritta genericamente a quelle del maestro di sci alpino, nonostante la grandissima differenza (dall'attrezzo alla gestualità tecnica) che divide le pratiche dello sci alpino da quelle dello snowboard, si è sempre considerata nei fatti, divenendo nell'attualità, una figura importante per il sistema neve quale quella legata al tradizionale insegnamento dello sci alpino, tant'è che molte regioni, interessate alla pratica degli sport invernali, hanno, prima d'ora, già previsto la stessa, nella propria legislazione.
Per tali considerazioni, e nella consapevolezza che, in particolare stante l'evento olimpico che interesserà la nostra Regione nel 2006 occorra oggi saper offrire ciò che il mercato pretende ed attende, sia sotto il profilo quantitativo dell'offerta che sotto il profilo qualitativo della medesima, si è ritenuto di presentare il qui esteso progetto di legge, che va a migliorare, mediante la modifica dell'attuale articolo 2 la legge in materia vigente, ovvero la legge regionale 50/91, prevedendo la possibilità di offrire agli utenti quei maestri di sport ad alta qualificazione professionale oggi richiesti ma, purtroppo, non ancora definiti.
A questo "purtroppo", aggiungo che purtroppo oggi molte persone lo fanno, senza averne le dovute competenze.
Sempre sul punto, si precisa ai colleghi che la qualificazione legislativa di detta nuova figura di maestro di sport invernali è precisa volontà (e con questo rispondo al collega Tapparo) del Collegio Regionale Maestri di Sci, di cui la figura in questione andrebbe a far parte, insieme a quelle oggi componenti il Collegio stesso, ovvero i maestrI di sci alpino e il maestro di sci di fondo.
Sul punto, proprio il Collegio, in audizione, non solo si è dichiarato d'accordo, ma ha dichiarato che era parecchio tempo che chiedeva questa figura.
Il provvedimento, composto da un solo articolo modificativo di legge vigente, non prevede alcun onere economico aggiuntivo rispetto a quanto già in oggi previsto dalla legge, modificandola e, pertanto, non è munito di alcuna norma finanziaria". Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Apriamo il dibattito generale. Deve relazionare il Presidente di Commissione ai sensi dell'articolo 34 del Regolamento del Consiglio regionale, commi 6 e 7: "Trascorso il termine stabilito, sia che la Commissione abbia licenziato la proposta corredandola della relazione di cui all'articolo 27, sia che la Commissione non abbia provveduto in tal senso, l'argomento viene iscritto alla prima seduta del Consiglio, che dovrà discuterlo entro e non oltre 30 giorni. Nel caso che un argomento, a norma dei commi precedenti, pervenga all'esame del Consiglio senza che la Commissione abbia provveduto a norma dell'articolo 27, l'argomento verrà preliminarmente illustrato dal proponente, dopo che il Presidente della Commissione avrà riferito sull'iter complessivo dello stesso".
Non essendo presente la Consigliera Albano, do la parola al Consigliere Bolla, Vicepresidente della Commissione.



BOLLA Emilio

Presidente, volevo dire che la III Commissione ha svolto le consultazioni, che sono avvenute ieri alle ore 11 presso il Consiglio regionale; i soggetti consultati sono in un elenco, non so se interessa ancora al Consiglio verificarlo. Non mi risulta vi siano state osservazioni particolari e la Commissione, nonostante l'impegno del Vicepresidente, non è riuscito ad andare oltre. Al momento non ho nulla da aggiungere.



PRESIDENTE

Possiamo cominciare il dibattito generale.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Posso intervenire io per riformulare la domanda fatta all'inizio? La legge prevede 4 articoli con i quali si modificano il comma 1 dell'articolo 2 e l'aggiunta di altri due commi della legge precedente.
Questi tre articoli di modifica della legge precedente, non sono stati illustrati né da un relatore, né dalla relazione del Consigliere Bolla.
Una relazione che si rispetti, deve spiegare cosa c'è scritto e perché.
L'unica spiegazione che il relatore, e Vicepresidente della Commissione, è stato il seguente: introduciamo una nuova figura dei maestri di sci.
Questo è chiaro ed è l'articolo 2.
Ma cosa si fa nell'articolo 1, nell'articolo 3 e nell'articolo 4 non lo hanno descritto. La relazione deve essere completa e deve descrivere tutto articolo per articolo, perché le relazioni sono fatte così, altrimenti non si capisce che tipo di modificazioni vengono introdotte.



PRESIDENTE

un articolo solo di quattro commi.



CHIEZZI Giuseppe

Ha ragione, sono modificati quattro commi, ma di quattro cose che si fanno ne è stata descritta una sola: l'introduzione del nuovo maestro di sci.
Come mai sono state fatte altre modifiche non descritte? Per questo motivo ho presentato tre emendamenti per sopprimere semplicemente cose di cui non si è parlato.
Bisogna descrivere. Siccome la legge è di un articolo con quattro commi che però modificano quattro punti fondamentali, volete per cortesia spiegarci qual è la natura del provvedimento? Semplicemente questo.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, io mi auguro che il proponente provveda quando si entrerà nel merito degli articoli a spiegare l'articolo e i commi, visto che sono quattro, per dare le opportune spiegazioni tecniche.
Sul dibattito generale vi sono interventi? No, quindi diamo per assodato il dibattito generale.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 4 presentato dal Consigliere Chiezzi: il primo comma dell'articolo 1 è soppresso.
Emendamento rubricato n. 5 presentato dal Consigliere Chiezzi: il terzo comma dell'articolo 1 è soppresso.
Emendamento n. 6 presentato dal Consigliere Chiezzi: il quarto comma dell'articolo 1 è soppresso.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 4.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
L'emendamento al comma 1 recita: "Il comma 1 dell'articolo 2 della legge 50 è sostituito dal seguente: 'E' maestro di sci chi insegna professionalmente, anche in modo non esclusivo e non continuativo, a persone singole e a gruppi di persone, le tecniche di scivolamento sulla neve, esercitate sulle piste da sci, itinerari sciistici, percorsi di sci fuoripista ed escursioni che non comportino difficoltà richiedenti l'uso di tecniche e materiali alpinistici quali corda, piccozze e ramponi'".
Deduco che quello che diventa il nuovo comma 1 della legge 50 sia diverso dal precedente; deduco, perché se viene proposto un nuovo comma significa che è diverso dal precedente. Quali sono le modifiche introdotte da questo nuovo comma, rispetto al comma esistente? Questo non l'abbiamo potuto sapere nemmeno dalla relazione del Vicepresidente della Commissione e ritengo che chi non ha potuto partecipare alla Commissione (ci sono Gruppi che non riescono a far parte di tutte le Commissioni) debba capire cosa è cambiato per poter dare un assenso o meno a questo comma.
Ho presentato l'emendamento, perché, se non lo si spiega in alcun modo non possiamo votare cose senza avere contezza delle modifiche che provocano. E' un fatto semplicissimo; se lei mi dà cinque minuti di tempo mi faccio dare dagli Uffici la legge 50, per capire da solo questo fatto.
Poiché vogliamo fare le cose in fretta, se gentilmente il relatore ci spiega...



PRESIDENTE

Le ho già fatto preparare la legge, collega Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Allora mi conceda cinque minuti di sospensione. Grazie.



PRESIDENTE

Come richiesto, accordo cinque minuti di sospensione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.39 riprende alle ore 17.49)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Chiezzi, sull'ordine dei lavori.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Parlando con i colleghi, ho verificato che questa legge non è stata assegnata alla Commissione competente in materia, la VI Commissione. Non capiamo per quale motivo sia stata assegnata a una Commissione che non si occupa di sport, e poiché la legge tratta la normativa relativa agli insegnanti nella materia sportiva dello sci, ci sembra che la legge debba essere discussa come minimo anche in quella Commissione.
Chiedo, quindi, il rinvio in VI Commissione del presente disegno di legge e che questa proposta sia messa ai voti. Grazie.



PRESIDENTE

Servono 31 voti per il rinvio in Commissione del provvedimento e tre Consiglieri che lo richiedano.



(I tre Consiglieri richiedenti si sono presentati)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Quanto sostiene il collega Chiezzi, obiettivamente non è privo di fondamento - questo glielo riconosco - anche perché, nella mia piccola esperienza di questa legislatura, avevo già sollevato questo fatto e mi era stato detto che la Commissione III avrebbe, in un certo senso, affrontato il provvedimento.
Naturalmente, sono contrario - e dirò perché - anche se riconosco al collega Chiezzi di fare una proposta seria e corretta. Non è il numero della Commissione; qui si tratta di capire se c'è la volontà, la disponibilità, la possibilità - voglio usare questo termine - di approvare una proposta di legge tutto sommato semplice, che va a dare una risposta che è stata rappresentata come istanza e sollevata proprio dall'ambiente dello sci, dello snowboard, della montagna in genere. Differentemente, se non ci sarà questa possibilità, è ovvio che ci sarà il ritorno in Commissione, però il ritorno in Commissione non deve essere motivato con il fatto che si è sbagliato ad assegnarlo alla III Commissione invece che alla VI.
Si è trattato di una scelta ed è per questo motivo che sono contrario rinviare questa proposta di legge in Commissione vuol dire non affrontarla e non approvarla in questa legislatura, che sappiamo ormai volgere al termine.
Abbiamo impegni importanti prima e dopo la pausa natalizia, pertanto solo per questo motivo, voterò contro il rinvio in Commissione, pur riconoscendo che quanto sostenuto dal Consigliere Chiezzi è senz'altro e doverosamente degno di rispetto e, tutto sommato, ha un suo fondamento.
Anche per dare corso alle istanze - ho avuto modo di ascoltare personalmente ieri in Commissione l'audizione dei rappresentanti delle tre primarie associazioni dei maestri di sci - abbiamo il dovere, per chi ne condivide il merito, di affrontare e possibilmente approvare questa proposta di legge nella seduta di oggi.
Con queste motivazioni, e solo per questo, voterò contro la richiesta del collega Chiezzi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla richiesta di rinvio del provvedimento in Commissione da parte del Consigliere Chiezzi.
Il Consiglio non approva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri, sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Voglio solo chiedere, con il consenso del primo firmatario, di poter apporre la firma sul progetto di legge.



PRESIDENTE

Va bene, Consigliere Angeleri.
Comunico che il collega Chiezzi ritira i propri emendamenti rubricati nn.
4, 5 e 6.
Do lettura dei seguenti emendamenti.
Emendamento n. 1 presentato dai Consiglieri Marengo e Cattaneo: all'articolo 1, comma 4, sostituire la parola "riconosciuti" con la parola "organizzati".
Emendamento n. 2 presentato dai Consiglieri Marengo e Cattaneo: all'articolo 1, comma 4, dopo le parole "maestri di sci"depennare la parola "alpino".
Emendamento n. 3 presentato dai Consiglieri Marengo e Cattaneo: all'articolo 1, comma 4, sostituire le parole "dalla data di entrata in vigore della presente legge" con le parole "alla data del 31/12/2004".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Comuni - Beni demaniali e patrimoniali

Esame disegno di legge n. 614 inerente a "Attuazione di iniziative finalizzate al rilascio dell'attività convegnistica e congressuale" (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 4) all'o.d.g., relativo al disegno di legge n. 614, di cui era già stato espletato il dibattito generale.
L'Assessore Cavallera è stato incaricato dall'Assessore Pichetto di occuparsi del provvedimento, in quanto l'Assessore Pichetto, per motivi personali, oggi è in congedo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Abbiamo già parlato nella scorsa seduta di questo disegno di legge e in quell'occasione avevo anche chiesto qualche minuto di sospensione dei lavori per poter parlare con il Presidente Ghigo, rispetto alle questioni aperte dal provvedimento.
Al Presidente Ghigo ho rappresentato una questione di fondo: il fatto che, con questa legge, la Regione Piemonte decide di acquisire la proprietà di un immobile, senza indicare a quali condizioni questa proprietà venga acquisita; in particolare, senza indicare il prezzo da pagare per questa proprietà e, quindi, senza dar modo al legislatore di conoscere l'impegno di spesa che ci apprestiamo ad assumere. Questo è un fatto che non pu essere tralasciato, Presidente Toselli. Quando un Ente acquista un bene bisogna dire a chiare lettere qual è l'onere finanziario per l'acquisizione del bene e anche sulla base di quali perizie e stime tale onere è stato determinato.
Se si ricorda, Presidente, nella scorsa riunione abbiamo chiesto se l'Assessore avesse presentato in Commissione tutti gli elementi di calcolo probabilmente stime dell'ufficio tecnico erariale, a conforto di una stima.
Da accertamenti svolti in aula era emerso che tale documentazione non era in possesso della Commissione e in quella seduta è stato detto - a me personalmente dal Presidente Ghigo fuori dall'Aula e dall'Assessore Pichetto, mi pare, in aula - che non c'era nessuna difficoltà a farla pervenire.
Assessore Cavallera, è lei che è invischiato in questa faccenda? Le chiedo di stare un po' attento, perché questa è una grana. È una vicenda che può finire come quella dell'Avio, su cui la Procura della Repubblica ha aperto un'inchiesta - cosa di cui avevamo segnalato un'evidente procedura molto ma molto slabbrata. Questa è di nuovo un'analoga situazione, perch voi dite, con una legge, di acquisire un immobile, ma non spiegate a che prezzo lo acquisite e perché a quel prezzo. Assessore Cavallera, non è una questione da poco, dato che la questione è risolvibile acquisendo, come dite di avere, le perizie, ma anche correggendo la legge, perché in legge dovete scrivere quanto costa quell'immobile. Bisogna dichiarare l'impegno di spesa in modo chiaro e trasparente.
A questo punto, bisogna fermarsi un momento: o l'Assessore Cavallera ha ricevuto dall'Assessore Pichetto tutte le notizie, le produce, le guardiamo e si va avanti affrontando il provvedimento con cognizione di causa oppure, Presidente, suggerirei, per tutela soprattutto dei componenti della Giunta - per loro tutela più che per nostra, perché di certo non parteciperemo ad una decisione che ritengo poco precisa e ai bordi della illegittimità - di sospenderne l'esame. Così com'è, mi sembra veramente impossibile - come istituzione, non come maggioranza o minoranza difendere una leggina in cui, se compro un pezzo del Lingotto e chiedo quanto costa, mi si dice "non lo so". Ma come non lo so: "Scrivilo". E' perché costa tanto? Non lo so. Come Consiglio, e per la nostra dignità chiediamo alla Giunta di spiegarci come stanno le cose.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Ripeto in parte le osservazioni che ha fatto il Consigliere Chiezzi: per una forza e un Gruppo come il nostro, disponibile ad esaminare senza pregiudizi, anzi con un atteggiamento positivo, questo provvedimento, sono necessarie due condizioni. La prima condizione è che, come diceva il Consigliere Chiezzi, la Giunta, rispettando un impegno che aveva assunto sia in Commissione sia in Aula, fornisca tutti gli elementi di valutazione su questa operazione, in modo da comprenderne i termini, con una precisione documentale e non semplicemente con un richiamo generico, come fino ad oggi ha fatto. Era stato assunto questo impegno, in particolare nella situazione delicata nella quale ci muoviamo, ma non si capisce perché la Giunta tardi a mettere a disposizione del Consiglio i materiali per una valutazione.
Il secondo punto - per quanto mi riguarda, altrettanto importante - su cui abbiamo chiesto alla Giunta di esprimersi, è che la scelta di questa acquisizione ha un senso all'interno di una scelta di governo conformemente a una strategia di rilancio di questo tipo di redditività alla luce di un progetto generale su quale debba essere il ruolo pubblico e su quali strategie debba indirizzarsi.
Abbiamo chiesto alla Giunta regionale, nel momento in cui propone questo provvedimento, di esplicitare le scelte e le direzioni nelle quali intende muoversi; i soggetti con i quali intende cooperare e le tappe di un progetto di rilancio di questa attività, anche in relazione a tante altre variabili e proposte che, su questo stesso terreno, oggi sono in campo.
Per noi, questa discussione - discussione che affrontiamo con un intento positivo - è vincolata e condizionata a questi due aspetti e alla possibilità di poterli esaminare e discutere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Grazie, Presidente.
Colleghi e membri della Giunta, condivido le analisi e le affermazioni dei colleghi Chiezzi e Marcenaro, ma voglio solo aggiungere un aspetto.
Come Commissione Speciale per le Olimpiadi, nei mesi scorsi abbiamo effettuato parecchi sopralluoghi, anche nella città di Torino. Una delle cose più inquietanti - lo abbiamo anche detto in sede di Commissione - è che, di fronte alla richiesta di quale sarà l'utilizzo di molte strutture importanti, ad esempio quelle vicino al Lingotto, la risposta è stata coralmente: "Saranno parte di un più ampio discorso espositivo di convegnistica e congressuale, di rilancio delle attività di eventi e di occasione di questo tipo".
La risposta di allora ci aveva lasciato abbastanza perplessi, ma adesso mi lascia ancora più perplesso il fatto che mi trovo in aula, non essendo membro della I Commissione, un provvedimento che ha l'ambizione di costituire la base per un rilancio delle attività convegnistiche e congressuali, partendo proprio dall'area e dalla struttura del Lingotto.
Dall'articolato, per esempio, non si evince quali possono essere i rapporti con tutte quelle strutture che stiamo andando a costruire per l'evento olimpico e che rimarranno sul territorio, proprio in questa logica, come spazio espositivo, spazio mostre, spazio congressuale e spazio fiere.
Personalmente, in quanto Consigliere non membro della I Commissione, ma che legge soltanto il provvedimento per come arriva in aula, per le relazioni e le scarse cose dette finora, ritengo che ci sia una difficoltà da parte del Consiglio, nell'affrontare questo tema. Mancano, oltre alle valutazioni specificamente finanziarie del provvedimento, le tracce di una prospettiva, di un disegno e di un quadro entro cui collocare anche un grande e significativo investimento di acquisizione. Non viene rilevato il fatto che già altre strutture saranno sul territorio, saranno in quella zona. Se non si ha il coraggio e la forza di proporre un progetto che tenga conto di tutto questo - motivandolo, argomentandolo e facendolo almeno prefigurare - il mero acquisto di una struttura rischia davvero di dar vita ad una cattedrale nel deserto, in un deserto di una Torino capitale che però, in questi anni, ha perso tutte le occasioni espositive di eventi importanti.
Con questi dubbi e con questa ulteriore riflessione chiedo alla Giunta di portare, almeno in questo Consiglio, elementi di valutazione che ci sembrano necessari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Credo che non ci si possa discostare molto da quanto è stato detto relativamente a questo disegno di legge. Credo però che questo disegno di legge e le conseguenze e i problemi che sono stati sollevati potrebbero anche far riflettere, anche se dubito che ciò avverrà più di tanto, sulle conseguenze del regionalismo molto propugnato da alcune parti del Consiglio.
E' ovvio che le iniziative convegnentistiche e congressuali del Piemonte, ancorché molto frequentemente siano caratterizzate dal sollevare problematiche anche interessanti, si trovano a subire la concorrenza di una Regione come la Lombardia, che ha una popolazione più che doppia di quella del Piemonte e che riesce quindi ad usufruire di un volano di utenti già in partenza superiore a quello del Piemonte.
Questo è inevitabile se noi mettiamo in confronto due Regioni, ognuna delle quali persegue un proprio interesse, come è logico, come viene incentivato dalla stessa struttura regionalista. Quando non esiste una regia complessiva, ogni Regione tenta di far valere al massimo le proprie caratteristiche e il proprio impulso organizzativo. Di conseguenza, si verifica quello che esattamente noi stiamo vivendo nel campo della convegnentistica, dei congressi e del mondo espositivo.
Torino ha perso terreno nel campo dell'automobile. Torino sta vivendo una grande crisi dal punto di vista delle manifestazioni fieristiche e questo disegno di legge sancisce questa crisi.
Il Centro Congressi del Lingotto, lanciato con grandissimo sfarzo anche con grandissime attenzioni dei media, non riesce a sopravvivere.
Ebbene, in questa situazione, cosa ci troviamo a fare? Da un lato si pensa di dare in qualche modo un sostegno a questo centro convegni; dall'altro abbiamo almeno tre o quattro strutture che stanno per essere completate, ma che non potranno servire ad altro che ad ospitare dei centri fiere congressi e convegni.
Credo che, se ci fosse l'opportunità di discutere serenamente, la Giunta dovrebbe porsi il problema di come intende inserire tutti questi spazi che possono essere dedicati alle attività che sono richiamate dal disegno di legge. La Giunta dovrebbe pensare a come inserire la struttura del Lingotto in un insieme di altre strutture che saranno ben presto disponibili.
Non riusciamo a gestire e a far funzionare il centro, che poi non è un centro che è stato aperto molti anni fa, ma solo da pochi anni. Quindi è una struttura nuova, accogliente, una struttura che dovrebbe rispondere alle esigenze attuali della convegnentistica e delle attività fieristiche.
Oltretutto, con la considerazione di base che non è assolutamente chiaro quanto questa operazione costa alla Regione, a fronte dell'impegno economico già previsto, non è stato presentata una perizia giustificativa tale da rendere credibile l'impegno economico della Regione e a cui fare riferimento. La Giunta dovrebbe rivedere questo testo e ridiscuterlo sulla base dell'impegno economico, della perizia e dell'inserimento della struttura in un sistema di spazi che saranno ben presto disponibili e destinati alle stesse attività. Credo che sarebbe una iniziativa quanto meno auspicabile.



PRESIDENTE

La ringrazio.
Dichiaro chiuso il dibattito generale.
La parola all'Assessore Cavallera per la replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Devo subito premettere che sostituisco l'Assessore Pichetto, che oggi per ragioni inderogabili e personali, non può essere presente. Ho provveduto (anche perché il susseguirsi dei provvedimenti porta sempre ad orari imprevedibili) a chiamare il dottor Corgnati, responsabile del settore, che sta arrivando con la documentazione, in modo tale che si possa anche essere supportati adeguatamente.
Per quanto riguarda il merito, devo subito dire che, intanto, sul testo sono stati presentati degli emendamenti. Questi emendamenti sono, come mi diceva il collega Pichetto, anche il risultato del dibattito che era stato svolto precedentemente.
In sostanza, la legge è costituita, come voi potete verificare, da pochi articoli, ma che, a mio avviso, sono chiari circa l'impostazione che si vuole adottare. Con gli emendamenti che noi presentiamo, l'impostazione viene corretta, nel senso che la procedura proposta con gli emendamenti è una procedura di trasformazione della società Expo da società per azioni a società consortile. Naturalmente, questo è il risultato del dibattito pregresso e che ha indotto l'Assessore e la Giunta a presentare degli emendamenti che potrebbero delineare un percorso più semplice, più gestibile e in grado di non creare discontinuità e di non creare situazioni critiche. Questo è il giudizio che mi è stato dato, che condivido e che qui presento.
In sostanza, dando per scontato che c'era già stata un'introduzione del dibattito, come ricordava il Presidente, a me preme soprattutto illustrare l'orientamento su cui ci si incammina. E' giusto, visto che riprende un dibattito, che ci sia un chiarimento di questo tipo.
Questo lo si evince dagli emendamenti che abbiamo presentato e che vi sono stati distribuiti.
Nel primo emendamento si evince come ci si vuole orientare e recita: l'articolo 3 è sostituito con il seguente: "Articolo 3 (Società di gestione) 1. E' autorizzata la trasformazione in società consortile di EXPO 2000 s.p.a.. Lo Statuto di detta società prevede, ai sensi dell'articolo 2615 ter, secondo comma del codice civile, l'obbligo per i soci di contribuire finanziariamente al funzionamento dell'organizzazione consortile.
2. La Giunta è autorizzata a compiere gli atti necessari per la modificazione delle norme statutarie, per la riconversione dell'oggetto sociale e per l'eventuale ricapitalizzazione".
Attenzione, questo emendamento va letto successivamente all'articolo 1 e all'articolo 2.
Ricordo che l'articolo 1, sostanzialmente, sottolinea l'importanza di mantenere l'attività congressuale, anzi di rilanciarla. L'articolo 2 recita: "La Regione assieme a Città e Camera di Commercio di Torino acquisisce la proprietà dell'immobile sito in Torino, ubicato all'interno del complesso del Lingotto e attualmente destinato a Centro Congressi".
Questa la finalità, questi i soggetti interessati. Per quanto riguarda il punto 2 dell'articolo 2 si fa riferimento a una partnership privata.
L'articolo 3, invece, viene completamente sostituito. Poiché, anzich andare a una società nuova, si procede ad una trasformazione.
A questo proposito, ci siamo confrontati con gli Uffici del Consiglio quindi posso dire che questi emendamenti hanno avuto anche un minimo di revisione dal punto di vista della tecnica legislativa. Per quanto riguarda il fatto che transitoriamente EXPO 2000 s.p.a., nelle more di essere trasformata in società consortile, non abbia ad interrompere immediatamente la propria attività, quindi non ci sia una soluzione di continuità, è prevista una norma transitoria, che trovate sul terzo foglio del plico che vi è stato consegnato: "Articolo 5 bis (Norma transitoria) 1. Nelle more dell'attuazione dell'articolo 3 permane in capo ad EXPO 2000 s.p.a. la competenza a svolgere nel Centro Congressi l'attività congressuale e convegnistica".
La norma finanziaria, che è l'articolo 5, ovviamente viene sostituita sostanzialmente non perché cambi, ma soprattutto perché siamo alla fine del 2004, quindi si è tolta la quota 2004. Se andate a vedere nella nuova norma si parla di 2005-2006, perché attualmente il bilancio vigente è quello 2004 2005-2006. Se andiamo a leggere punto per punto si evincono quelle che sono le autorizzazioni massime di spesa che il Consiglio regionale consente nei confronti della Giunta. Quindi, c'è una spesa complessiva nel periodo 2005 2006 di 10.862.500 euro, di cui un milione per il conferimento e la costituzione della società e il dettaglio temporale e di finalità di queste spese.
Per il 2005, come competenze, c'è uno stanziamento di 8.587.500 in cui rientra l'unità di previsione per spese di investimento.
Nel 2006 si prevede uno stanziamento di 2.276.000 euro sempre nella stessa unità previsionale per spese di investimento. Agli oneri, di cui ai commi precedenti, si fa fronte - qui c'è la copertura - ricorrendo al capitolo di riferimento di competenze della Direzione Bilanci.
Per il finanziamento di gestione si fa riferimento all'unità previsionale di base 17.991, dove vi è la previsione di questa somma.
Alla copertura della spesa, di cui al comma precedente, a partire dall'esercizio in cui i contributi saranno richiesti, si provvede mediante corrispondente riduzione delle somme attribuite alla competente UPB della Direzione Bilancio, ai sensi dell'articolo 6 della legge regionale n. 7.
Queste sono le modalità di copertura che sono consentite dalla legge n. 7.
In sostanza, il percorso è quello di una società consortile che si raggiunge per trasformazione dalla s.p.a. e le spese sono queste. Il Dirigente del Settore Rapporti con Società a partecipazione regionale mi ha detto che vi è la documentazione delle valutazioni e, comunque sia, le procedure in ordine alle valutazioni, trattandosi di un soggetto pubblico come la Regione, non possono prescindere dalla valutazione dell'Ufficio tecnico erariale, sia per prassi che per volontà della Regione che normalmente, si avvale delle controperizie, rispetto alle perizie che fanno le strutture della Regione (tra l'altro, sono Uffici pubblici di un Ente pubblico peraltro controvalidate dall'Ufficio tecnico erariale). Nel momento in cui arriverà materialmente il Capo Settore interessato, potr essere dettagliatamente più preciso. Questo provvedimento è stato discusso in Commissione, è stato introdotto in Aula e il relatore ne sa senz'altro più di me, che faccio il portavoce in questa sede. Ritengo che è un'operazione nell'interesse della Città di Torino e della Regione Piemonte. Quella che andiamo a votare è una norma che autorizza ad andare su un determinato percorso. E' arcinoto che tutti gli atti amministrativi sono fatti sotto indicazione di massima della Giunta e, poi, sotto provvedimento di dettaglio da parte dei funzionari che hanno la gestione materiale delle procedure finanziarie e amministrative.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

L'Assessore ha detto che ci darà della documentazione, quindi come prima cosa la vorremmo vedere e, se possibile, esaminarla.
Ci sono degli emendamenti che vogliamo esaminare, perché quelli annunciati forse cambiano, in parte, il senso delle cose.
Voglio fare delle osservazioni che riguardano l'articolo 1 e l'articolo 2. Secondo voi, Assessore e Presidente, possiamo scrivere una legge dove è scritto "delle condizioni necessarie per una gestione economicamente equilibrata della relativa attività imprenditoriale"! Ma, soprattutto all'articolo 2, mi può spiegare cosa significa "una significativa presenza nel capitale di un importante gruppo privato"? In una legge cosa vuol dire la parola "significativa", cosa vuol dire "un importante gruppo privato"? Presidente, se ci sono altri emendamenti può comunicarceli tutti in una volta, per favore?



PRESIDENTE

Organizzerei i lavori in questo modo: prima l'Assessore Cavallera dà una breve risposta, poi sospendiamo cinque minuti.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

L'avevamo visto anche noi, dato che era stato scritto a mano, mentre occorreva batterlo a macchina.
Quel discorso dei privati è stato riformulato. In questo modo, sono sostituite "ed una complementare presenza nel capitale di soggetti privati"; complementare è il complemento al centro, visto che i pubblici sono maggioritari.



PRESIDENTE

Intanto, chiedo ai Capigruppo se hanno ricevuto gli emendamenti della Giunta; diversamente, invito a consegnare ai Capigruppo tali emendamenti.
Sospendo la seduta per cinque minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore18.32 riprende alle ore 18.42)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. A seguito della sospensione, abbiamo potuto verificare che l'Assessore Cavallera ci ha consegnato della documentazione relativa alle perizie; tale documentazione è alle mani dell'Assessore Cavallera, che ha promesso di distribuirla a tutti i colleghi. Poiché si tratta della documentazione richiesta per poter effettuare una valutazione chiedo di sospendere l'esame del provvedimento di legge. Tutti gli emendamenti soppressivi, che avevano il solo scopo di ottenere quanto giusto, vengono da me ritirati. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Chiezzi.
Assessore Cavallera, sospendiamo il provvedimento? Se vuole intervenire, le ripeto l'intervento, in sintesi, del Consigliere Chiezzi, il quale, acquisita la documentazione e sospendendo il provvedimento, ritira gli emendamenti imputabili ai soppressivi e non a quelli di merito.
Prego, Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

Domani faremo avere agli Uffici del Consiglio quanto richiesto.
Ritengo, quindi, che si possa proseguire l'esame del provvedimento giovedì.



PRESIDENTE

Come annunciato dal collega Chiezzi, tutti gli emendamenti soppressivi sono ritirati. Così si è trovato l'accordo sulla sospensione del provvedimento e l'invio del materiale richiesto ai Capigruppo.


Argomento:

Inversione punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Prima si era fatto un accordo sulla questione dello snowboard, dicendo di discuterlo in modo da dare velocità a quel provvedimento, senza, per menomare la discussione degli altri.
Segnalo che giace da tempo un provvedimento, un testo unificato di due pdl (il n. 255 e il n. 307), che con le operazioni che avete fatto oggi resta sempre sotto il livello di intervento. Chiedo che venga discusso.



PRESIDENTE

Consigliere Tapparo, per cercare di aiutarci, se lei mi chiede di discutere il punto 7), cioè i testi unificati dei progetti di legge nn. 255 e 307, dobbiamo fare in modo che il punto 7) diventi il punto 6) altrimenti dovremmo esaminare prima il punto 6), cioè la questione delle aree protette.
Se l'Aula acconsente per l'inversione, accolgo le richieste del Consigliere Tapparo.



(L'Aula, all'Unanimità, acconsente all'inversione dei punti all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Invertiamo, pertanto, i punti all'o.d.g., cioè il punto 7) diventa il punto 6).


Argomento: Comuni - Beni demaniali e patrimoniali

Esame testo unificato dei progetti di legge n. 255 inerente a "Valorizzazione sociale e turistica delle stazioni ferroviarie dimesse" e n. 307 inerente a "Conservazione e valorizzazione linee ferroviarie dimesse e fabbricati ferroviari inutilizzati"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del testo unificato dei progetti di legge nn. 255 e 307, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Poiché il relatore, il Consigliere Dutto, è assente, il Consigliere Tapparo può rappresentarlo, perché credo che la sua relazione sia condivisa.
La parola al Consigliere Tapparo. Per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Brevemente. Si tratta di intervenire su quella parte di rete ferroviaria che è stata dismessa e sugli immobili o i caselli dimessi che arrecano degrado, mentre potrebbero essere acquisiti al patrimonio con utilizzi vari.
I due progetti di legge, quello di cui sono primo firmatario - ma sono firmatari anche i colleghi Placido, Contu, Chiezzi e Ronzani, e quello a firma dei Consiglieri Dutto, Cota, Brigandì e Rossi erano molto simili.
Probabilmente, il provvedimento dei colleghi della Lega ha introdotto anche il ruolo del museo ferroviario in questo tipo di intervento.
Da un lato, c'è, quindi, per il carattere strategico che possono assumere, anche in prospettiva, la salvaguardia del sedime ferroviario, per eventuali interventi futuri di recupero di tratte ferroviarie, oppure per l'uso alternativo (piste ciclabili e altro); per quanto riguarda gli immobili dimessi, si tratta di piccole ferrovie di depositi di caselli che possono essere utilizzati dalle comunità locali per funzioni sociali e a volte, anche laddove ci sono ormai stazioni non presidiate, per mantenere un punto vivo.
Oggi, infatti, il problema grave è che le stazioni lontane dal centro abitato, una volta chiusa la stazione ferroviaria, sono punti molto critici, soprattutto al mattino o alla sera. L'obiettivo era quello di evitare che Rete Ferroviaria Italia procedesse a una vendita spezzettata intanto rompendo l'unitarietà delle tratte ferroviarie dimesse e vendendo con usi molto discutibili e impropri, questi tipi di immobili, facendo in modo che la Regione Piemonte, potendo intervenire in un accordo globale con Rete Ferroviaria Italia, tuteli questo patrimonio che a volte ha anche delle caratteristiche architettoniche e storiche di un certo interesse, che potrebbero essere menomate da quel tipo di politica.
L'architettura del provvedimento, quindi, è molto semplice: dapprima c'è l'acquisizione di queste ferrovie dismesse con due gradi di intervento cioè quello del recupero o quello della trasformazione a scopo turistico (transito di treni storici), dall'altro lato la questione del patrimonio immobile, attraverso politiche di piani di recupero, con programmi annuali di intervento. Ovviamente, non si potrà fare una politica globale, ma bloccato il procedimento di svendita pezzo per pezzo, la Regione pu sviluppare questo tipo di politica con graduale operatività, a seconda delle disponibilità finanziare, esercizio per esercizio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Tapparo.
La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Chiederei di sospendere la discussione di questi testi unificati perché, com'è noto, la Regione non può diventare l'acquisitore di tutti gli immobili dismessi e in disuso della Regione Piemonte. Faccio solo presente che...
(Commenti del Consigliere Marcenaro fuori microfono)



CASONI William, Assessore ai trasporti

No, questa battuta se la poteva evitare, perché proprio con il Sindaco del Comune di Dronero, un Comune amministrato da un componente del suo partito, eravamo anche disponibili a valutare, per un semplice immobile nel tratto Busca-Dronero, l'equivalente di 28 milioni di euro.
In Piemonte, di tratte come Brusca-Dronero ce n'è qualche decina di chilometri; come anche vi sono moltissimi caselli abbandonati. Piuttosto stiamo tentando di mettere in contatto tutti i Sindaci affinché entrino in comodato gratuito, qualora sia di interesse. Già molti Sindaci hanno acquisito ex caselli ferroviari, ex stazioni, non pagando risorse e i sedimi.
Non dobbiamo neanche far finta di prenderci in giro, perché un milione di euro all'anno, per parlare di sedimi ferroviari che sono un tratto di sei chilometri, viene valorizzato, da RFI, 26 o 28 milioni di euro.
Lo spirito lo condividiamo, ma non nel senso che la Regione li acquisisca e ne diventi proprietaria. La Regione deve farsi attrice, con i Comuni e con le Province, nel concordare gli utilizzi e deve fare pressione su RFI, affinché si faccia capire quelli che sono disponibili, quelli che sono emendabili e quelli che si possono recuperare o meglio - come abbiamo detto chiaramente alle ferrovie - quelli che non si possono recuperare, o nei quali non c'è un interesse pubblico dichiarato da Sindaci o da amministratori. È una soluzione alternativa all'abbattimento e alla dismissione.
Dall'altro canto, non è compito della Regione diventare un'agenzia immobiliare per conto delle ferrovie. Le ferrovie hanno già la propria società immobiliare che ha le valorizzazioni; di certo la Regione non pu sostituirsi all'immobiliare di RFI e di Trenitalia. Visto che si parla di snellimento dei compiti regionali, la Regione non deve avere a che fare con iniziative che potrebbero sconfinare nella speculazione. Facciamo attenzione, perché su questi tratti potrebbero esservi delle tutele. Noi possiamo tutelare un'area indipendentemente dall'esserne proprietari perché basta, redigendo i piani paesaggisti e i piani regolatori, non consentire che su queste linee si facciano interventi particolari, oltre a piste ciclabili. Questo lo possiamo fare con provvedimenti di legge ad hoc.
Credo che non sia mai successo. Tutte le linee dismesse, allo stato attuale, sono di proprietà delle ferrovie. Lo segnalo perché mi sono occupato a lungo della vicenda. Le ferrovie avevano messo a bilancio questi tratti con delle componenti molto elevate, cioè con valori molto alti. Da ciò dipende la difficoltà nell'acquisirli.
Se le devono dismettere, devono essere dismesse ai valori inseriti 10 15 anni fa a bilancio delle ferrovie, che risultano molto alti. Noi stessi abbiamo chiesto perché costa così un tratto di linea. È una questione molto più complicata di come potrebbe apparire. Peraltro, io stesso, come Assessore e come Vicepresidente della Regione, dico che dobbiamo tutelare gli ex sedimi. Sono d'accordo con il Consigliere Tapparo e con gli altri estensori della legge nel tutelare piste ciclabili e iniziative di interesse pubblico. Questo si può fare con strumenti urbanistici e con strumenti legislativi, ma senza acquisire linee dismesse, sedimi gabbiotti, edifici, ex stazioni, perché, se lo facciamo in un paese, non si vede perché non si dovrebbe farlo altrove. Di questi casi ce n'è qualche centinaia in tutta la Regione. Peraltro, è un compito che è stato demandato proprio ad una società specifica del gruppo Ferrovie dello Stato e, quindi non dobbiamo intervenire in un'operazione che, tolte le riserve, l'utilizzo e la salvaguardia delle aree, diventa puramente un'operazione immobiliare.
Tolti i diritti di salvaguardia delle aree, non credo che questo sia un obiettivo che la Regione può perseguire.
Pertanto chiedo, magari d'accordo con gli estensori, di trasformarla in un provvedimento che dia la garanzia che loro chiedono di utilizzo, ma che non imponga alla Regione Piemonte di dover acquistare i sedimi e di dover diventare l'immobiliare, al posto delle FS, di questi sedimi, di queste stazioni e di questi caselli.



PRESIDENTE

La parola al relatore, Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio l'Assessore per queste considerazioni, ma volevo solo evidenziare, Presidente e Assessore, che questi due provvedimenti sono arrivati ad un testo unificato, vivendo un iter normale in Commissione, che poteva essere una sede estremamente utile per eccepire considerazioni importanti da lei svolte. È evidente che non possiamo impegnare il bilancio della Regione in una politica che, in riferimento a come sono stati valorizzati questi elementi nello stato patrimoniale dalle ex Ferrovie dello Stato, sarebbe improponibile per il valore. Intanto, con iniziative urbanistiche e con altre, si potrebbe, da un lato, mantenere il carattere strategico delle tratte dimesse (perché potrebbero servire tra vent'anni) dall'altro, vorrei segnalare che l'Airasca-Saluzzo è una tratta dismessa e già "rosicchiata" da vendite a privati, dove ci sono passaggi a livello. Se oggi, quindi, si volesse ripristinare questa tratta, avremmo dei privati che insistono su di essa.
Non tutte le tratte dismesse, quindi, sono disponibili. Si pu lavorare, però chiedo, Presidente, che non torni in Commissione, ma che il Governo regionale, attraverso un'azione emendativa, riesca a dare il suo contributo senza farlo ritornare in Commissione. In altre parole, lo riprenderemo dopo averlo messo in stand by.



PRESIDENTE

L'Assessore Casoni accoglie la sua richiesta; dà il suo assenso e quindi, sospendiamo il provvedimento.
Dichiaro chiuso il Consiglio, ricordandovi che è riconvocato, come da accordi as sunti alla riunione dei Capigruppo, per giovedì 23 dicembre alle ore 10 14.30 e alle ore 20.00.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.59)



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