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Dettaglio seduta n.518 del 21/12/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(La seduta ha inizio alle ore 11.49)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta, Cantore, Ferrero, Ghigo e Racchelli.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Ugo Cavallera


PRESIDENTE

Comunico che con decreto n. 137 del 20 dicembre 2004 il Presidente della Giunta regionale Ghigo ha attribuito temporaneamente, le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale, all'Assessore Ugo Cavallera.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Variazioni di bilancio

d) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2004


PRESIDENTE

Per quanto riguarda la variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2004, la Giunta regionale, in data 13 dicembre 2004, ha trasmesso, per comunicazione al Consiglio e in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della legge regionale n. 7/2001 "Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte", n. 4 deliberazioni del 4 ottobre 2004 n. 4 deliberazioni dell'11 ottobre 2004, n. 3 deliberazioni del 18 ottobre 2004 e n. 6 deliberazioni del 25 ottobre 2004.
Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento: Viabilità

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla comunicazione della Giunta regionale Ghigo relativamente a "Indagini della procura presso l'ARES Piemonte"


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, intanto non vedo il rappresentante facente funzioni del Presidente Ghigo, Assessore Cavallera, quindi la prego di avere presente al tavolo del governo regionale almeno colui che viene delegato a questa funzione.
Secondo aspetto. Chiedo alla Giunta se non sia il caso, a questo punto dopo parecchi giorni che i giornali stanno fornendo informazioni sul caso ARES, cioè su quella che volgarmente viene detta l'ANAS regionale istituita tre anni fa, di svolgere una comunicazione in aula al riguardo.
Da parte del Presidente Ghigo e dell'Assessore Casoni sono stati espressi atti di solidarietà al Direttore che si è dimesso e i giornali ci stanno dando informazioni estremamente dettagliate di una vicenda certamente non particolarmente brillante del funzionamento di quest'organismo, che a suo tempo io avevo bollato come un carrozzone che dopo qualche anno, ci avrebbe dato qualche problema. E, infatti, eccolo qui.
Presidente Toselli, chiedo che, nell'arco della giornata, la Giunta, il Presidente Ghigo o chi lo rappresenta possa dare una comunicazione attorno a questa vicenda che pare stia dando dei segnali di una certa gravità per la funzione di controllo che svolge l'assemblea.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Stiamo cercando l'Assessore Cavallera.
Ha chiesto la parola il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Mi collego a quanto ha detto poc'anzi il collega Tapparo. E' nell'elenco delle interpellanze già da almeno un Consiglio la risposta a una nostra interpellanza proprio sull'ARES, su come è stato effettuato il concorso, su come si è comportato il Direttore (a questo punto, ex Direttore), a maggior ragione dopo le ultime vicende che noi riteniamo non estranee a un modo disinvolto di effettuare concorsi senza rispettare neanche la legge istitutiva della stessa ARES. Lupus in fabula: arriva il Vicepresidente. Presidente Cota, giacché c'è il Vicepresidente Casoni, ci auguriamo che possa rispondere alla nostra interpellanza sull'ARES, sull'ex Direttore, su come venivano svolti i concorsi. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Oltre alla risposta sulla specifica interpellanza, il Consigliere Tapparo - noi ci siamo associati - ha chiesto che, alla presenza di una condizione che appare come uno stato d'emergenza che coinvolge un'istituzione della Regione attraversata di nuovo da un'inchiesta giudiziaria e con le dimissioni del suo Direttore, la Giunta e, in particolare, il Vicepresidente Casoni risponda e illustri all'Aula la situazione.
Vorremmo una risposta anche su questo, oltre che sull'interpellanza nella giornata d'oggi, ha chiesto il collega Tapparo. Pensiamo che l'Aula abbia diritto ad un'informazione su una questione così delicata.



PRESIDENTE

Questa, ovviamente, è una richiesta: ne prendo atto e la giro subito all'Assessore Casoni, che è presente. Se l'Assessore Casoni intende fare una comunicazione su questo, la può fare in chiusura rispetto all'interpellanza, che tratta di un argomento simile.


Argomento: Viabilità

Comunicazioni della Giunta regionale relativamente a "Indagini della procura presso l'ARES Piemonte"


PRESIDENTE

Do ora la a parola all'Assessore Casoni, per una comunicazione riguardante le indagini della procura presso l'ARES Piemonte.



CASONI William, Assessore alla viabilità e comunicazioni

Grazie, Presidente.
In merito alla questione che è stata posta, ho anche la risposta scritta all'interpellanza, però penso che sia più opportuno, come ha chiesto il Consigliere Marcenaro, approfittare di questo spazio per dare un'informativa circa le dimissioni dell'ingegner Chiatante e quindi di relazionare sullo stato della situazione in oggetto.
Ieri l'ingegner Chiatante ha inviato una lettera al sottoscritto e al Presidente, in cui ha evidenziato il fatto che non si sente più sereno nel continuare a svolgere il suo lavoro e la sua attività. Personalmente ho convocato una riunione, perché mi risultava che l'ARES, i vari funzionari e i dirigenti ai vari livelli fossero bloccati e che la loro attività non marciasse dovutamente; ho anche chiesto perché semplici atti amministrativi che dovevano essere fatti invece non venivano espletati.
Alla luce di tutto questo, lo stesso ingegner Chiatante, per correttezza, al fine di non "imballare" sostanzialmente la struttura, visto che la sua persona è oggetto di un'indagine in corso, ha ritenuto di dimettersi dall'incarico. Questo può, evidentemente con la nomina di un Commissario, ridare serenità agli uffici, che possono ritornare a svolgere i ruoli per i quali sono chiamati.
Questa decisione è stata motivata con il pieno rispetto degli impegni istituzionali assunti con le leggi, con la programmazione che abbiamo trovato, con le opere che devono marciare che, al momento, risultano invece ferme da circa un mese e mezzo proprio per questa impossibilità di andare avanti.
Devo dire che l'ho ringraziato per questo senso di responsabilità e ho parlato con l'ingegner Manto, Direttore regionale ai Trasporti, e insieme al Presidente Ghigo abbiamo accettato queste dimissioni, perché di fatto riteniamo che con la nomina di un commissario che possa ridare tranquillità operativa alla struttura, sia in questa cosa la cosa migliore da fare.
Quindi, già nella prossima Giunta provvederemo a nominare un commissario. C'è anche da dire che l'ingegner Chiatante sarebbe comunque scaduto con la fine della legislatura; quindi, questo lo ritengo un atto di sblocco della situazione che si era venuta a creare all'interno dell'ARES Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Intervengo non solo sull'ordine dei lavori.
Da parte di tre Consiglieri è stato posto un preciso quesito alla Giunta: se su questa vicenda non avevano niente da dichiarare.
Per quanto riguarda la laconica comunicazione del Vicepresidente della Giunta, personalmente ritengo che siamo meno che alla risposta burocratica.
Bisognerebbe avere un minimo di coraggio politico di dare qualche notizia in più, ma su questo entreremo nel merito. Questa è una cosa ed ognuno fa con quello che riesce e con quello che sa.
Poi c'è un'interpellanza regolarmente messa all'o.d.g. del Consiglio scorso, e lei, Assessore, non se ne può uscire con una risposta scritta. Io non voglio la risposta scritta. Noi non abbiamo mai chiesto la risposta in aula, ma questa volta la invito a voler dare - e la ringrazio - la risposta in aula.
Sono due cose completamente separate.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Sono due cose distinte. C'è stata una comunicazione dell'Assessore sulle dimissioni dell'ingegner Chiatante e del Direttore dell'ARES. Questa è una comunicazione e come tutte le comunicazioni richiederà poi un commento e un dibattito da parte dell'Aula.
Secondo: c'è un'altra questione, sollevata da un'interpellanza che era stata presentata dal Consigliere Placido, che era iscritta all'o.d.g. per una risposta che naturalmente deve esserci. Dica lei se facciamo prima il dibattito sulle comunicazioni o se c'è prima la risposta e successivamente il dibattito. Per noi è indifferente, ma distinguiamo le due cose.



PRESIDENTE

Se l'Assessore Casoni intende fare comunicazioni, le può fare e mi sembra che quella fosse una comunicazione.
Su questo punto abbiamo due minuti di tempo, se qualcuno vuole interloquire.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, è una risposta che riproduce quanto è apparso sui quotidiani la dichiarazione dell'Assessore Casoni e certamente non pu soddisfare la funzione che svolge in quest'assemblea su una vicenda così delicata.
Va anche detto che in questa comunicazione ha taciuto un aspetto che viene evidenziato e che fa parte, da quello che si legge sugli organi di informazione, di un'azione della Magistratura in merito alle modalità di assunzione del personale all'interno dell'ARES.
Voglio ricordare, Assessore, che la Commissione parlamentare di attuazione della Bassanini aveva assegnato il personale ANAS che doveva trasferirsi all'ARES e aveva individuato anche le persone. Sono state tutte rifiutate per fare delle assunzioni ex novo.
Mi augurerei che almeno le procedure per quelle assunzioni, per fare a meno del passaggio di personale dell'ANAS, siano state fatte con criteri a prova di proiettile - per evocare una questione, a proposito di proiettile.
Quindi, vorrei sapere anche quest'aspetto, cioè quali sono state le procedure e le modalità d'assunzione del personale nell'ARES.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Siamo come al solito quando si è alla presenza di un'indagine della Magistratura. Naturalmente ne attendiamo gli sviluppi senza anticipare giudizi, anche se il fatto che ritorni in modo ricorrente, come caratteristica della vita dell'Amministrazione regionale, un intervento della Magistratura, con dirigenti, funzionari o uomini politici indiziati di reati gravi, costituisce un aspetto preoccupante.
In questo quadro voglio dire questo in merito alle dichiarazioni che il Vicepresidente della Giunta regionale ha rilasciato, che i giornali riportano virgolettati, secondo le quali ci sarebbe una situazione di sconforto che tocca i dirigenti di queste strutture regionali e che impedirebbe loro la serenità necessaria per svolgere il loro lavoro. Io le dico, Assessore, che c'è una situazione di sconforto che riguarda i cittadini piemontesi nel vedere un'amministrazione in continuazione sotto inchiesta e sotto indagine e sulla quale si addensano in continuazione sospetti di reati gravi, di interessi privati in atti pubblici, di corruzione e di situazioni che hanno un rilievo morale, prima ancora che penale, assolutamente grave.
Che in questa situazione lei si preoccupi dello sconforto dell'ingegner Chiatante e non dello sconforto nel quale stanno i cittadini, ai quali dovreste garantire un'amministrazione trasparente, pulita e degna di questo nome, è per noi motivo di meraviglia e di sorpresa.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Viabilità

Interpellanza n. 3013 presentata dai Consiglieri Placido, Riba e Muliere inerente a "Concorso per dirigenti bandito dall'ARES Piemonte (Agenzia regionale per le strade)"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo ora l'interpellanza n. 3013, presentata dai Consiglieri Placido Riba e Muliere.
La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore alla viabilità e comunicazioni

In merito a questa interpellanza, approfitto per spiegare alcune cose che sono state toccate dai due interventi precedenti.
Intanto la vigilanza dell'ARES spetta alla Direzione Trasporti per legge, Consigliere Marcenaro. Lo dico solo per chiarire, visto che vengo tirato in ballo da dichiarazioni in base alle quali chi ascolta potrebbe intendere che io controllo direttamente l'ARES. Questa vigilanza invece per legge, è demandata alla Direzione Trasporti, e fui io a chiedere che questo fosse inserito nella legge, perché era originariamente una modifica di legge.
Al di là di questo, che è solo una precisazione tecnica per riportare le cose nel loro alveo naturale, come è noto, è stato espletato un concorso da parte dell'ARES. Sono arrivate centinaia di domande, quindi l'evidenza pubblica è stata data in maniera forte. Mi risulta addirittura che, in seguito ad una richiesta di estensione della durata del bando - ma queste sono notizie fornitemi dalla Direzione - sia stata concessa una proroga proprio perché era stato detto che il tempo era troppo stretto e che non era stata fatta un'adeguata pubblicità. Si è chiesto, pertanto, di estendere il termine della pubblicità, cosa che è avvenuta, tant'è che le domande sono arrivate copiose. Sono, quindi, stati espletati i concorsi dopo aver istituito una Commissione. Su questa parte è in corso un'indagine della Magistratura, in seguito ad una lettera anonima, pertanto non entro nel merito della questione; posso, però, dire con sicurezza che la Direzione regionale Trasporti, da me interpellata, mi ha comunicato di aver verificato personalmente questi atti, di averli trovati pienamente legittimi, quindi mi ha tranquillizzato in questa direzione. Ripeto: non entro nel merito della questione, essendo in corso un'indagine della Magistratura, alla quale do il mio pieno appoggio affinché verifichi se, a differenza di quanto è stato detto dall'ARES e dalla Direzione siano stati compiuti atti non formalmente corretti.
A questo punto, in seguito a questa comunicazione, che rappresenta lo stato dell'arte - non posso addentrarmi in altre situazioni - ritengo di aver risposto all'interpellanza presentata dal Consigliere Placido.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. E' evidente che siamo di fronte a due indagini della Magistratura. Una, sul funzionamento, sul non funzionamento o su un particolare funzionamento dell'ARES; l'altra, sull'ARES stessa, da voi istituita: un'Agenzia di cui non si sentiva il bisogno, una "Anassina"! Mentre tutte le Regioni d'Italia - perlomeno la maggior parte, quelle serie hanno passato tutte le competenze alle Province, voi avete pervicacemente voluto istituire la vostra "Anassina", per stabilire nuovamente un'occupazione di potere e sperpero in risorse pubbliche.
Ha ragione il collega Marcenaro: noi piemontesi siamo sconfortati da questo modo di gestire, dall'ennesima indagine della Magistratura! Una volta istituita l'ARES, cosa fa il vostro rappresentante? In barba alla legge istitutiva, che indicava chiaramente il numero dei dirigenti assegnati a quella struttura, indice un concorso per superare il numero dei dirigenti che voi avete stabilito. Cosa fa, dunque, questo mitico ex direttore? Dice: "Volete venire all'ARES? Telefonatemi direttamente!" Ma dove siamo, ai consigli per gli acquisti e per le assunzioni? Succede, poi, che, dopo le telefonate, qualcuno pensa che forse non era il modo corretto per assumere dei dirigenti - non un centralinista! - e si pone il problema di bandire un concorso.
Il concorso è nelle migliori tradizioni! Richiamo ad una situazione che alcuni conosceranno: nei migliori posti, quando si volevano assumere degli amici, il concorso lo si faceva nel mese di agosto, e infatti il concorso successivo alle famose telefonate al direttore è stato fatto nel mese d'agosto! Allora, Vicepresidente Casoni, indipendente dalle indagini della Magistratura sul funzionamento dell'ARES, al di là delle indagini su questo concorso, lei, che ha la responsabilità di aver voluto questa mini ANAS (l'interpellanza è stata presentata a settembre e siamo a dicembre), non ha niente da dire? Questa è la curiosità, che va oltre le due indagini della Magistratura.
Non ha niente da dire? Non avete avuto niente da obiettare a un concorso fatto nei modi che dicevo, che andava oltre la legge che voi avete istituito? Siete un Governo che non viene rispettato neanche dalle strutture che realizzate, perché avete posto un limite che non è stato rispettato! Questo è il problema e mi auguro che lei abbia qualcosa da dire.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore alla viabilità e comunicazioni

In merito a quanto sostiene il Consigliere Placido, mi spiace, ma probabilmente non è bene informato sulla considerazione che questa struttura aveva, per l'organizzazione che ha messo in piedi, complimentata anche dalle altre Regioni e strutture. In seguito ad una classifica pubblicata da Il Sole-24 ore, è stato evidenziato come le altre Regioni avendo spezzettato le competenze sulle Province, si siano rese conto che alcune strade vengono asfaltate o adeguate fino ai confini di una Provincia, ma non in un'altra; è il caso della Regione Liguria e della Regione Lombardia, che stanno predisponendo dei modelli amministrativi regionali. Ma questo faceva parte del ragionamento che facemmo allora.
Confermo, pertanto, la pienissima convinzione nei confronti della struttura; peraltro tutti, le stesse Province di centrosinistra, fanno i complimenti all'ARES per il proprio modello organizzativo. Altra cosa sono le eventuali indagini in corso su fatti specifici, ma - ripeto - avendo assegnato la vigilanza alla Direzione, ho riportato all'Aula le motivazioni riferitemi dalla stessa. Un conto, però, è l'organizzazione e il modello che - ripeto - sia le Province di centrodestra sia le Province di centrosinistra plaudono; altra cosa sono eventuali modalità di gestione qualora non fossero conformi, che spetta alla Magistratura valutare e individuare. Sono tranquillo perché il Direttore generale dell'Assessorato mi ha confermato che le procedure adottate erano pienamente corrette.



PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame delle interrogazioni. Tuttavia, per la discussione dell'interpellanza n. 2906, propongo la discussione in seduta segreta.


Argomento: Comuni - Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 2929 presentata dal Consigliere Taricco inerente a "Situazione degli uffici postali in provincia di Cuneo, in particolare nei piccoli comuni"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 2929, presentata dal Consigliere Taricco.
La parola all'Assessore Vaglio, per la risposta.



VAGLIO Roberto, Assessore alle politiche per la montagna

Rispondo all'interrogazione del Consigliere Taricco, il quale chiedeva di conoscere la situazione degli uffici postali in provincia di Cuneo, in particolare nei piccoli Comuni.
Rispondo in merito ai Comuni, anche dopo aver sentito più volte gli uffici competenti delle Poste Italiane, per rispondere all'interpellanza.
In relazione all'interpellanza in oggetto, in merito alla scadenza della convenzione tra la Regione Piemonte e le Poste Italiane, si precisa che la stessa scadrà nell'aprile del 2005. Entro la fine di quest'anno, la Regione Piemonte riavvierà la concertazione con l'UNCEM delegazione regionale e Poste Italiane per definire i contenuti della nuova convenzione, mantenendo immutato l'obiettivo principale dell'accordo che consiste nel garantire i servizi essenziali alle popolazioni residenti attraverso la presenza di almeno uno sportello postale in ogni Comune montano.
A tal fine, sarà necessario individuare delle soluzioni che consentano di coniugare l'esigenza degli Enti locali della fornitura del servizio con quella dell'azienda del contenimento dei costi. Le soluzioni individuate verranno valutate sia dalla Regione Piemonte che dall'UNCEM delegazione regionale e sottoposte, prima della loro definitiva approvazione, alla valutazione delle Comunità Montane, come già avvenne nel 2000.
Le soluzioni individuate dalla convenzione avranno, come per il passato, valenza su tutto il territorio regionale. Eventuali provvedimenti a carattere provinciale dovranno, pertanto, essere concordati con gli Enti locali di riferimento, nel rispetto degli accordi sanciti dalla convenzione.
Ad integrazione dell'interpellanza presentata dal Consigliere Taricco devo dire che, spesso, si è fatto un minimo di allarmismo in questo settore, in quanto sono state interpretate in modo negativo delle riduzioni di servizio che non hanno comportato una vera e propria cessazione del servizio stesso.
Per motivi organizzativi, soprattutto nell'estate, come il Consigliere Taricco e gli altri Consiglieri delle Province ricorderanno, Poste Italiane ha ridotto gli orari di alcuni uffici. In certi casi, gli uffici sono stati aperti a data alterna. Questo era già capitato nel 2000, quando Poste Italiane inventò la figura dell'operatore unico, così definito, che faceva sia da postino che da ufficiale della posta.
Abbiamo pensato che queste continue ristrutturazioni, nel tentativo di ridurre i costi dovuti all'apertura di questi uffici, dovessero avere un limite. Infatti, gli accordi attuati sono andati in questo senso.
Ad ulteriore integrazione, devo dire che in alcune Comunità Montane sono intervenuti accordi con le Poste Italiane per l'erogazione di ulteriori servizi al territorio e la monetizzazione di questi servizi, che hanno consentito un più agevole esercizio del servizio dato dalle Poste.
In definitiva, non dovremmo mai dimenticare che le Poste Italiane, così come la gestione dei servizi telefonici, sono ormai privatizzate. Credo che un approccio debba essere assolutamente diverso rispetto al solito, cioè non possiamo andare a dire alle Poste Italiane: "Non fate". Non possiamo dire alle Poste: "Non fate", così come hanno fatto i Sindaci di alcuni piccoli Comuni dell'Alta Langa, incatenandosi agli uffici postali. Facendo piazzate di questo genere, non risolviamo il problema.
Avremmo avuto la coscienza a posto dicendo: "Non fate", ma loro faranno lo stesso perché devono rispondere a delle logiche di esercizio nazionale.
Stiamo cercando di chiedere a Poste Italiane di non valutare ogni singolo ufficio come un centro di costo, ma come un territorio più vasto a cui attribuire determinate risposte.
La strada si sta spianando con la nuova missione che le Poste Italiane stanno mettendo in campo attraverso il banco posta. Attraverso questo servizio aumenta l'interesse delle Poste Italiane ad essere presenti.
Dovremo cercare - su questo chiederò l'aiuto della Commissione competente del Consiglio regionale - di portare a casa un risultato che non penalizzi i piccoli Comuni e che, contemporaneamente, metta il servizio postale in condizioni di essere redditivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Ho presentato questa interpellanza nella consapevolezza che Poste Italiane sia una società e che quindi, riguardo alle scelte da effettuare ragioni da un punto di vista imprenditoriale. Sapevamo che entro un anno sarebbe andata in scadenza la convenzione, quindi era importante porre al centro delle riflessioni della Giunta regionale le modalità con cui si andrà a questo rinnovo.
Se, per Poste Italiane, la gestione dei piccoli sportelli è una questione di redditività in termini di concetto allargato, per noi è una questione molto diversa. Nel senso che la battaglia combattuta per tanti anni per ridare ruolo, dignità e possibilità di scelta ai cittadini che vivono in aree più marginali e più disagiate, dovrà poi tradursi in scelte politiche molto concrete. E' per questo motivo che sono state fatte le riflessioni sui trasporti, sulla possibilità di accesso alla scuola e sulla questione delle Poste Italiane.
Possiamo chiedere concretamente e dire a quei cittadini che è importante che rimangano a baluardo e presidio di una presenza importante sul territorio, ma a condizione che poi siamo capaci di offrire loro la possibilità di accedere agli stessi servizi o a servizi similari a quelli che vengono offerti a tutti gli altri cittadini. In questo senso, penso che la proposta che ha fatto l'Assessore di passare, oltre al confronto con l'UNCEM, con le Comunità montane e con i Comuni, attraverso una riflessione in Commissione per vedere come affrontare la questione del nuovo accordo che dovrà essere siglato l'anno prossimo, sia una modalità corretta, che mi sento di condividere. Infine, ringrazio l'Assessore.


Argomento: Artigianato

Interrogazione n. 3073 presentata dal Consigliere Cattaneo inerente a "Avvio del riconoscimento Piemonte Eccellenza Artigiana nel settore di produzione della pietra ornamentale"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 3073 inerente a "Avvio del riconoscimento Piemonte Eccellenza Artigiana nel settore di produzione della pietra ornamentale", presentata dal Consigliere Cattaneo.
Risponde l'Assessore Laratore.



LARATORE Giovanni, Assessore all'artigianato

L'interpellanza n. 3073 del Consigliere Cattaneo è inerente a: "Avvio del riconoscimento 'Piemonte Eccellenza Artigiana' nel settore di produzione della pietra ornamentale".
In riferimento all'interpellanza in oggetto, si forniscono gli elementi utili alla risposta.
La legge regionale 21/1997 e s.m.i. contenente le "norme per lo sviluppo e la qualificazione dell'Artigianato" assegna, al capo VI, un ruolo importante all'Artigianato Artistico, Tradizionale, Tipico e di Qualità ponendo quali obiettivi primari la tutela e la promozione delle lavorazioni che presentano elevati requisiti di carattere artistico o che estrinsecano valori economici collegati alla tipicità dei materiali impiegati, delle tecniche di lavorazione, dei luoghi di origine o alla cultura anche di derivazione locale.
In ottemperanza alla normativa, nell'ambito del percorso avviato per la realizzazione del programma di Eccellenza artigiana, la Giunta regionale con D.G.R. n. 27-24980 del 6 luglio 1998 ha provveduto, avvalendosi della Commissione Regionale per l'Artigianato, a fissare i criteri ed i settori di attività al fine di individuare le lavorazioni dell'artigianato artistico e tipico da tutelare.
Tra i diversi settori individuati è stato inserito quello relativo a "Vetro, Ceramica, Pietra ed affini" per il quale, con D.D. n. 183 del 28/07/2000, è stata la nominata la Commissione incaricata di redigere nell'ambito del settore, i disciplinari delle particolari lavorazioni.
Successivamente, con DGR n. 56-3699 del 3 agosto 2001 è stato approvato il Disciplinare di Produzione della Ceramica e con DGR n. 23-7069 del 9/7/2002 è stato approvato quello relativo alle lavorazioni del vetro.
Per quanto riguarda le attività legate alla lavorazione della pietra il settore, nella sua fattispecie, si è rivelato particolarmente complesso e di non facile interpretazione, nella fissazione dei criteri oggettivi per l'individuazione delle aziende che hanno titolo ad ottenere il marchio dell'Eccellenza artigiana. La sopraccitata Commissione ha incontrato grosse difficoltà nell'acquisire tutti gli elementi necessari per un'adeguata predisposizione del disciplinare di produzione. Tale difficoltà si è verificata soprattutto a causa della mancata presenza, all'interno della stessa Commissione incaricata, di quelle figure esperte e tecnicamente preparate per la stesura di un documento completo ed esaustivo.
Conseguentemente, in questi mesi, l'Assessorato all'Artigianato è impegnato a contattare quei Comuni direttamente interessati al tema della pietra quali Barge, Bagnolo, Mergozzo, la Comunità Montana Langa, delle valli Belbo, Bormida e Uzzone che, per la loro diretta esperienza e conoscenza della materia, possono fornire il contributo necessario a regolamentare, in tempi brevi, questo particolare settore.
Nell'ambito delle attività di intervento comunitario, unitamente all'Assessorato all'Economia Montana, è in fase di sviluppo un progetto Interreg Italia-Svizzera, relativo alle cave di pietra del Verbano e all'utilizzo della pietra quale attività artigianale.
Si ipotizza di terminare il disciplinare entro la fine dell'anno per procedere al riconoscimento delle imprese artigiane del settore nei mesi di gennaio-febbraio 2005. Occorre rilevare che in questo settore non sarà così facile individuare, tra le imprese artigiane iscritte all'Albo (prerequisito essenziale per il riconoscimento dell'Eccellenza), quelle a cui attribuire tale riconoscimento.
Per questo motivo sarà fondamentale il contributo che potranno fornire gli Enti locali coinvolti nel settore, le associazioni di categoria artigiana (Confartigianato, CNA, CASA) nell'individuazione delle imprese artigiane della pietra.
inoltre intenzione dell'Assessorato inserire il settore della lavorazione della pietra, nella sua prossima veste di settore disciplinato nel bando pubblico di aiuti alle imprese (PSR, Misura S, punto B) previsto entro l'estate 2005.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Ringrazio l'Assessore Laratore per aver fornito una risposta precisa e puntuale, anche - mi sia consentito - in un arco temporale molto ristretto.
Di questo lo ringrazio perché non sempre avviene. E' vero che noi Consiglieri della maggioranza non dovremmo neanche presentare interpellanze, ma credo che questo punto meritasse, essendo molto pregnante, la dignità di un atto ufficiale come una risposta nei termini del sindacato ispettivo, che normalmente riguarda i Consiglieri dell'opposizione.
Ringrazio l'Assessore Laratore per avermi, puntualmente, risposto ed informato delle iniziative, sia quelle a domanda sia quelle in proposta relativamente alle lettere A-B-C dell'interpellanza urgente. Vorrei solo raccomandarmi, relativamente al punto B, che vi sia, da parte dell'Assessorato, un coinvolgimento preciso degli Enti locali, in particolare quelli della zona - richiamata successivamente dall'Assessore delle province del Verbano Cusio Ossola, in particolare la Comunità montana Valle Ossola, la Valle dello Strona, la Valle del Mottarone e la Cusio Mottarone perché, all'interno dei Comuni ricompresi in quelle Comunità montane, vi è sia un numero importante di cave per la produzione dei graniti (nel caso della Valle Ossola anche di marmi) sia alcune aziende artigianali ed industriali, o semi industriali, per la loro trasformazione.
E', quindi, molto importante.
Sul punto C - su cui chiedo una breve integrazione all'Assessore - lo ringrazio dell'inserimento di queste aziende relativamente al bando pubblico previsto per l'estate 2005 però, a prescindere se nel frattempo ci sarà il riconoscimento dell'Eccellenza artigiana sul punto, oppure è subordinato a un percorso corrispondente a quanto proposto nelle lettere B e C, cioè che la definizione con gli Enti locali e con le associazioni avvenga prima? In tal senso gradirei un chiarimento.
Detto questo, mi ritengo soddisfatto sia per l'impegno sia per la concretezza di quanto la Giunta regionale ha fatto in seguito a questa interpellanza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Laratore.



LARATORE Giovanni, Assessore all'artigianato

Saro brevissimo. Al Consigliere Cattaneo dico che il percorso è in questi termini: prima bisogna fare il riconoscimento, poi si entra nel Piano di sviluppo rurale.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Taricco ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori, ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Ho ricevuto in questo momento, a mano dall'Assessore Casoni, risposta alle mie interpellanze sullo sport. Avevo chiesto che fossero discusse in Aula con l'Assessore competente, ma l'Assessore mi ha risposto che non era in grado di interloquire nel merito perché, di fatto, non ha le competenze.
Chiedo solo, al di là di aver ricevuto su carta le due interpellanze, che le stesse, in una seduta successiva di Consiglio, siano discusse alla presenza dell'Assessore competente.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 2906 presentata dai Consiglieri Contu, Papandrea, Chiezzi Moriconi, Giordano, Caracciolo, Tapparo, Tarocco e Placido inerente a "Maltrattamenti e discriminazioni nei confronti di un lavoratore dell'Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte-mobbing?" (seduta segreta)


PRESIDENTE

Chiedo ai non Consiglieri e Assessori di uscire dall'Aula perch dobbiamo predisporre una seduta segreta sul punto.



(Ai sensi dell'articolo 45, comma 4, del Regolamento, la seduta prosegue in sessione segreta dalle ore 12.34 e riprende in seduta ordinaria alle ore 13.01)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame disegno di legge n. 676 inerente a "Costituzione dell'Azienda sanitaria ospedaliera 'Ordine Mauriziano di Torino'" (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta riprende in sessione ordinaria.
Esaminiamo ora il disegno di legge n. 676, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Con il consenso del relatore, Consigliere Placido, viene data per letta la seguente relazione, il cui testo recita: "Illustre Presidente, Egregi Consiglieri, il disegno di legge posto ora all'attenzione dell'Aula consiliare costituisce attuazione regionale alle previsioni contenute nel decreto-legge 19 novembre 2004, n. 277 (Interventi straordinari per il riordino ed il risanamento economico dell'Ente Ordine Mauriziano di Torino).
L'intervento nazionale, a sua volta, si colloca nell'ambito di una finalità destinata a porre rimedio alla situazione di dissesto finanziario in cui versa l'Ordine Mauriziano, nonché ad evitare che il costante incremento degli interessi passivi e il moltiplicarsi delle azioni promosse dai creditori possano arrecare grave pregiudizio al funzionamento dell'Ente, soprattutto nel rilevante settore dei servizi sanitari.
Il punto cardine del decreto-legge, che, fino alla scadenza del termine previsto dall'articolo 77 della Costituzione per la relativa conversione costituisce comunque diritto vigente ed efficace, ruota intorno alla necessità di garantire la prosecuzione dell'attività sanitaria dell'Ente sotto la vigilanza della Regione Piemonte, avviando, nel contempo, le procedure finalizzate al risanamento economico dello stesso, anche mediante la dismissione dei beni del patrimonio immobiliare disponibile, nel rispetto delle disposizioni previste dal Codice dei beni culturali e del paesaggio.
Il provvedimento governativo stabilisce che l'Ente Ordine Mauriziano di Torino, costituito dai presidi ospedalieri Umberto I di Torino ed Istituto per la ricerca e la cura del cancro (IRCC) di Candiolo, sia conservato come ente ospedaliero sino all'entrata in vigore di apposita legge regionale che ne disciplini la natura giuridica e l'inserimento nel sistema sanitario della Regione Piemonte.
Il decreto-legge provvede, inoltre, alla costituzione della Fondazione Mauriziana, che succede all'Ente nei rapporti attivi e passivi di cui lo stesso è titolare, nonché nelle situazioni debitorie e creditorie pregresse a qualsiasi titolo maturate dall'Ente.
Alla Fondazione Mauriziana è trasferito il patrimonio mobiliare ed immobiliare dell'Ente, con esclusione dei due presidi ospedalieri sopra ricordati.
La Fondazione Mauriziana, ai sensi dell'articolo 3, comma 5 del decreto legge 277/2004, partecipa, mediante il conferimento in uso dei beni patrimoniali ad essa trasferiti da parte dell'Ente, ad altra fondazione costituita per la valorizzazione del patrimonio culturale di pertinenza sabauda esistente nella Regione Piemonte; a tale ultima fondazione partecipano il Ministero per i beni e le attività culturali, la Regione Piemonte, nonché altri enti pubblici territoriali o altri soggetti pubblici e privati interessati.
In coerenza con le previsione del provvedimento governativo, il disegno di legge, oggetto di attento dibattito in sede di IV Commissione permanente ed ivi licenziato all'unanimità dei Gruppi consiliari presenti, stabilisce che l'Ente ospedaliero Ordine Mauriziano venga costituito in Azienda sanitaria ospedaliera, cui afferiscono i presidi ospedalieri identificati dall'articolo 1 del citato decreto-legge, attraverso un'operazione che garantisce quindi all'Ente stesso le finalità di natura sanitaria di cui alla XIV disposizione transitoria della Carta Costituzionale.
La costituzione dell'ASO è quindi operata senza soluzioni di continuità rispetto alle alla situazione giuridica dei presidi ospedalieri di riferimento ed il personale ivi in organico viene assegnato all'Azienda ospedaliera, sebbene all'assolvimento di tutte le relative competenze pregresse provveda, in coerenza peraltro con le previsioni del decreto legge, la Fondazione Mauriziana con oneri a proprio carico.
Restano a carico della Fondazione, con esclusione di ogni e qualsivoglia responsabilità solidale, la gestione e i conseguenti e derivanti oneri economici di tutte le controversie relative a rapporti attivi e passivi, di carattere contrattuale, finanziario e patrimoniale relativi ai periodi antecedenti alla costituzione dell'Azienda sanitaria ospedaliera, ivi comprese le liti attive e passive.
Per l'avvio delle attività della nuova ASO, sarà nominato dalla Giunta regionale un Commissario, affiancato da due vice Commissari con competenza amministrativa e sanitaria.
Nel disegno di legge sono inseriti anche i due presidi ospedalieri quello di Valenza e quello di Lanzo Torinese, che non confluiscono nella costituenda Azienda ospedaliera, ma che, in linea di continuità con la situazione di fatto, già peraltro istituzionalizzata con le delibere di Giunta di recepimento della convenzione stipulata tra Regione Piemonte ed Ordine Mauriziano, vengono attribuiti al patrimonio delle rispettive ASL di appartenenza territoriale.
Anche per i presidi di Lanzo e Valenza, al pari di quanto avviene per i due presidi che confluiscono nell'Azienda ospedaliera, le situazioni debitorie relative ai periodi antecedenti il trasferimento alle ASL territorialmente competenti restano a carico della Fondazione Mauriziana di cui al più volte citato decreto-legge.
In coerenza a quanto sopra premesso, quindi, l'articolo 1 del disegno di legge, di cui si chiede all'Aula sollecita approvazione, è finalizzato all'inserimento dell'ente ospedaliero 'Ordine Mauriziano di Torino' nell'ordinamento giuridico sanitario regionale.
Con l'articolo 2 viene approvata l'istituzione dell'Azienda sanitaria ospedaliera 'Ordine Mauriziano di Torino' e vengono regolamentate le successioni di titolarità giuridica nei confronti dei presidi ospedalieri facenti parte dell'ente Ordine Mauriziano, nonché il subingresso della Fondazione Mauriziana nella situazione debitoria attiva e passiva pregressa maturata dai presidi ospedalieri di riferimento.
L'articolo 3 disciplina la nomina di un Commissario straordinario e di due Vice Commissari, organi transitori che resteranno in carica sino alla nomina del Direttore generale dell'Azienda, che avrà luogo entro e non oltre dodici mesi dalla data di nomina del Commissario, salvo proroga motivata.
L'articolo 4 è finalizzato ad istituzionalizzare il subingresso dei presidi ospedalieri di Lanzo e Valenza nel sistema sanitario regionale operazione già peraltro avviata in sede convenzionale con l'Ordine Mauriziano, come già ampiamente descritto nella premessa alla presente relazione.
L'articolo 5 regolamenta le assegnazioni in conto capitale utilizzate per interventi programmati o in corso di esecuzione, prevedendo che tali assegnazioni conservino la loro destinazione originaria e che, con deliberazione di Giunta regionale, siano attribuite alle Aziende sanitarie regionali che acquisiscono i presidi ospedalieri cui gli interventi si riferiscono.
L'articolo 6 disciplina l'obbligo di relazione della Giunta al Consiglio regionale, al fine di rendicontare il livello di attuazione della legge ed evidenziare gli interventi organizzativi assunti e le prestazioni sanitarie erogate dai presidi ospedalieri.
L'articolo 7 estende ai beni mobili ed immobili ricadenti nell'ambito dell'applicazione della legge le disposizioni di natura patrimoniale e contabile previste dal e successive modificazioni, mentre l'articolo 8 approva la nuova mappa di articolazione delle Aziende sanitarie ospedaliere, già allegata alla legge regionale 39/1994.
L'articolo 9 infine condiziona l'entrata in vigore della presente legge regionale agli esiti della conversione in legge del decreto-legge 277/2004.
Resta pertanto ferma l'opportunità di ricordare che, qualora il dovesse subire, in sede di conversione, mutamenti sostanziali che determinino l'insorgere di una situazione giuridica non conciliabile con le previsioni della presente legge, la Regione Piemonte provvederà, con successivo provvedimento legislativo, a recuperare la coerenza con l'assetto normativo delineato a livello nazionale".
Passiamo alla discussione generale sul provvedimento.
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

In sede di conversione del decreto legge, dal nostro punto di vista queste modifiche hanno ulteriormente peggiorato un provvedimento che, come tale, presentava tutta una serie di problematicità. Queste modifiche, di fatto, hanno aggiunto delle complicazioni, tra cui vedo quella relativa alla Commissione di vigilanza, che credo comporterà un'ulteriore serie di difficoltà nella parte di gestione, e comporterà anche un ulteriore aggravio di spese su un fronte che già di per sé presenta enormi difficoltà finanziarie.
Il decreto non assegna in modo più compiuto alla Regione competenze relative all'ambito della tutela dei beni culturali, quindi è un federalismo molto zoppo, né vi è da parte della Regione un'assunzione di responsabilità e di ruolo su questa parte. Quindi il decreto, così come il decreto originario era di per sé complesso e non rispondeva alle esigenze e alle necessità che ponevamo come Regione, così modificato, dal nostro punto di vista, è ulteriormente un peggioramento e una complicazione.
Complicazione che metterà in difficoltà la gestione, sia nella parte sanitaria che in quella più in generale, su tutta la partita relativa ai beni dell'Ordine Mauriziano nei prossimi mesi.
Tant'è che a livello di Senato, il nostro Gruppo si è espresso negativamente.
Permangono, nonostante la motivazione per la quale è andata in terza lettura la modifica del decreto, quei vizi di illegittimità di fondo che esistevano già nel precedente decreto, che riguardano sostanzialmente la riserva costituzionale di tutta questa materia. La disposizione 14 della Costituzione impedisce nei fatti che l'Ordine Mauriziano venga spogliato delle sue funzioni, dei suoi beni, e in primis della sua attività sanitaria. Questo è il nodo, e non è stato risolto.
Come si può, inoltre, sostenere che l'Ordine è conservato come Ente ospedaliero, quando una legge regionale lo priva della sua funzione? Un Ente può definirsi Ente ospedaliero, se svolge effettivamente tale attività, non se esso rimane semplice simulacro e l'affermazione diventa una pura dichiarazione formale per salvare in modo molto rozzo il rapporto con la Costituzione.
Pendono, quindi, ancora gravi rischi di incostituzionalità e illegittimità su questo provvedimento. Rimangono tutte le perplessità di ordine giuridico, tra cui l'illegittimità del blocco previsto per le azioni esecutive dei creditori e dei pignoramenti. L'illegittimità o forse illiceità, per quanto riguarda i ricorsi dei creditori, poiché il Ministero dell'Interno diventa di fatto giudice di se stesso.
Non vi è un limite minimo al di sotto del quale non è possibile transare i debiti, che consente di fatto al legale rappresentante della Fondazione di decidere senza alcun controllo sulle richieste dei creditori.
Una presunta illiceità, perché si mantiene il Commissario Straordinario dell'Ente, anche se poi, nella legge presentata dall'Assessore Galante, si pone comunque un vincolo e una temporalità e di cui diamo merito.
Inoltre, è stato completamente disattesa tutta la parte relativa all'impegno di tutela dei beni agrari circostanti i beni artistici. Su questa vicenda, tra l'altro, mi corre obbligo ricordare che in Commissione abbiamo fortemente insistito perché vi fosse un'assunzione di responsabilità da parte della Giunta regionale, non solo per l'importante e significativa la partita sanitaria, cosa che è avvenuta. C'è questa assunzione di responsabilità, perlomeno, nell'andare alla ricerca di un'applicazione intelligente, possibile, di un decreto che non è soddisfacente, ma non vi è stata assunzione di responsabilità per la parte relativa alla cultura. Questo lo riteniamo fortemente sbagliato. Se c'è qualcosa che a livello internazionale viene riconosciuto alla vicenda dell'Ordine Mauriziano e in particolare del bene chiamato "Stupinigi" è proprio quello di essere un unicum a livello mondiale.
Non esiste un altro genere di soggetto, di monumento, di bene che abbia quella struttura (mi riferisco al viale di ingresso, al filare di alberi all'area agraria circostante, ai tre boschetti). L'insieme costituisce un unicum che è vero motivo di orgoglio in questa regione. Tante volte ci si riempie la bocca parlando di turismo e di cultura, a volte giustamente, a volte in modo spropositato, ma in un caso come questo, la Giunta regionale che fa? A fronte di un Governo che non riconosce nessun principio di federalismo e quindi non dà funzione alla Regione sulla partita dei beni culturali, la Regione se ne lava le mani. Quale sarà il risultato? Tra l'altro, Presidente, è veramente grave che si parli di una cosa di questa importanza in un ambiente così distratto.
Allora quale sarà il risultato? Il risultato sarà che non vi sarà nessuna tutela che vada oltre il sedime stradale che circoscrive Stupinigi.
Non ci sarà nessuna tutela, nessun vincolo, che riguardi il viale d'accesso, che riguardi i boschetti, che riguardi i terreni agrari. E' grave il danno che viene compiuto.
Noi abbiamo insistito perché la Regione assumesse un ruolo nell'ambito del federalismo e, nell'ambito delle sue funzioni, un ruolo di tutela e anche di sviluppo, ma sotto i paletti, le regole, le norme fissate di un bene pubblico che viene tutelato e garantito da un'istituzione pubblica.
Non c'è stato verso, questa Giunta non ne ha voluto sapere e questo è un danno grave.
Mentre per la partita sanitaria il provvedimento è debole, ma è un provvedimento che, con senso di responsabilità, tiene conto di un'applicazione seria e dignitosa, per quanto è possibile, di un decreto legge un po' pazzerello (un po' troppo), per la parte culturale non c'è nulla di tutto questo. Il risultato sarà che tra qualche mese noi potremo ritrovarci ad avere dei soggetti privati di qualunque natura che, al di là del sedime stradale, dalla seconda balera in poi potranno metterci tutti i supermercati che vogliono.
Questo è il danno che viene fatto da questo governo e da questa Giunta e di questo siamo veramente scandalizzati, perché si poteva fare una grande operazione culturale, turistica, di difesa, di tutela e di valorizzazione ma non si è voluto sentire ragione. Abbiamo avanzato delle richieste alla Commissione cultura, che disponibilmente, attraverso una sensibile Presidenza, per due volte ha posto l'argomento, ma non c'è stata disponibilità alcuna da parte di coloro che si occupano di cultura, di turismo, di beni culturali in questa Regione. E questo è grave.
Per quanto riguarda il provvedimento sulla parte sanitaria, noi in Commissione abbiamo espresso un parere favorevole, forti di due ragionamenti: la tutela dei lavoratori e del bene professionale che questi lavoratori del Mauriziano rappresentano; la tutela di un sistema sanitario che molto ha dato ai piemontesi e ai torinesi, rappresentato dal Mauriziano, da Candiolo, da Lanzo, da Valenza. Noi ci siamo fatti carico di questi due forti e significativi aspetti e per questi due motivi, come opposizione, abbiamo favorito, per quanto è possibile, che il provvedimento vedesse in tempo celere un risultato. Speravamo che il decreto venisse modificato in modo migliorativo rispetto alle gravi carenze che già possedeva. Così non è stato. Quindi, in qualche modo, dovremo avviarci verso una modifica del nostro parere, anche se di fatto riconosciamo alla proposta portata a questa legge il merito di tentare perlomeno di applicare, per quanto è possibile, questo decreto.
Consentiteci, però, di aggiungere questo fatto. In questi anni, su tutta la partita Mauriziano, questa Regione ha usato il metodo che in America veniva definito di "affamare la bestia", cioè si è fatto il possibile per mettere in difficoltà e non riconoscere, dopo che sono state richieste prestazioni, servizi, reparti, al Mauriziano stesso e a Candiolo né in termini finanziari né in termini tecnologici, quello che era stato peraltro richiesto. Quindi di fatto ci si ritrova alla conclusione di un'operazione che ha voluto creare le condizioni perché vi fossero le mani libere e nessun onere da parte della Regione, ereditando un bene enorme sul versante sanitario, sul versante tecnologico, sul versante professionale su versante dei beni che questo rappresenta.
Detto questo, noi siamo ovviamente disponibili a procedere con l'approvazione che vedrà un nostro voto modificato, ma comunque di sostegno al provvedimento. Vogliamo veder procedere questo provvedimento perch abbiamo ritenuto e riteniamo che per il Piemonte ciò che conta sia salvaguardare il più possibile i professionisti, la storia e il servizio che l'Ordine Mauriziano ha saputo garantire in questa città e in questa Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

E' chiaro che il provvedimento che siamo chiamati ad esaminare è di rilevante importanza, però è altrettanto chiaro che molte delle osservazioni che ha fatto la Consigliera Suino meriterebbero di essere valutate con attenzione e, non come spesso accade, distrattamente rimosse per arrivare a quella che è la conclusione già prevista, ovvero l'approvazione più rapida possibile del testo che ci avete sottoposto.
Credo che per le opposizioni la difficoltà stia proprio nella complessità dell'argomento e nella soluzione che viene proposta. E' chiaro che i lavoratori e tutte le persone impegnate nell'Azienda ospedaliera, e anche i cittadini torinesi e piemontesi che si servono dell'Azienda, non possono che approvare l'ipotesi di intervenire per dare futuro, per dare respiro, per dare sicurezze a questa Azienda e, nello stesso tempo, anche per inserirla nel sistema sanitario regionale. La difficoltà per le opposizioni è il dubbio che deriva dallo scorporare il destino dell'Azienda dagli altri due pezzi molto importanti e rilevanti che sono i terreni agricoli, le Aziende agricole e i beni culturali, il patrimonio culturale che afferisce all'Ordine Mauriziano. La preoccupazione, la paura è che questo scorporare renderà poi molto più difficile salvare - allo stesso modo in cui pensiamo di salvare l'Azienda ospedaliera - gli altri due pezzi che rimangono dell'Ordine Mauriziano.
Come diceva la Consigliera Suino, abbiamo un rilevante patrimonio agricolo, che appunto potrebbe - e dovrebbe, secondo noi - continuare ad essere gestito per l'agricoltura, ma che, data la localizzazione, dati i luoghi dove sono situati questi terreni agricoli, potrebbe diventare oggetto di investimenti finalizzati a ben altro uso di questi terreni, ad esempio delle lottizzazioni e costruzioni.
Tutti abbiamo presente dove sono situati, ad esempio, i campi vicino alla Palazzina di Caccia di Stupinigi; tutti sappiamo che è ben diverso se per questi campi e per le aziende agricole manteniamo il valore che hanno in questo momento oppure se invece prevediamo una costruzione di abitazioni, di centri commerciali e di quant'altro negli stessi terreni: cambia il valore economico.
Noi oggettivamente abbiamo espresso parere favorevole alla costituzione delle Aziende sanitarie, penso un po' tutte le opposizioni. Il quadro che vediamo in questo momento ci preoccupa, perché temiamo che questa, che è un'azione sicuramente da effettuare, ci ponga in difficoltà di fronte alle altre due parti dell'Ordine del Mauriziano: i beni culturali e i terreni agricoli.
L'azione più corretta che si poteva e doveva svolgere era quella di prendere in esame tutto il complesso dell'Ordine del Mauriziano, dando una soluzione chiara e precisa ai destini, non solo dell'Azienda sanitaria, ma anche delle altre due parti dell'Ordine del Mauriziano.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale e rinvio al pomeriggio l'esame dell'articolato.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento ai provvedimenti in discussione presso la I Commissione in materia di bilancio


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro, sull'ordine dei lavori ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Presidente, abbiamo ricevuto la convocazione della I Commissione per domani mattina, con un o.d.g. che prevede, al primo punto, l'esercizio provvisorio del bilancio e solo successivamente i punti rimanenti, a partire dal bilancio di previsione per l'anno 2005. Le chiedo, pertanto anche per facilitare i lavori del Consiglio, che la discussione avvenga nell'ordine che razionalmente dovrebbe essere quello previsto, cioè che si discuta il bilancio di previsione 2005 e, quando si valuterà che non ci sono le condizioni per approvare il bilancio, si passi all'esame dell'esercizio provvisorio.
Riteniamo impossibile una discussione sull'esercizio provvisorio senza aver preso conoscenza della proposta di bilancio di previsione 2005. Lo dico in Aula affinché la maggioranza e la Giunta riflettano su questo punto, chiedendo semplicemente che sia possibile, a fine legislatura, una valutazione di merito della questione. Diversamente, si presenta una situazione che propone solo nuovi elementi di conflitto, anzich consentirci di fare un passo avanti.
Questo, semplicemente a memoria.



PRESIDENTE

Le osservazioni sul metodo, avanzate dal Consigliere Marcenaro, sono corrette; infatti, si discute sempre prima la legge di bilancio, anzi la legge finanziaria e il bilancio, ed eventualmente si discute successivamente l'esercizio provvisorio.
C'è solo un problema: ieri, la I Commissione ha programmato delle consultazioni per il 10 gennaio, quindi, dando per scontata la Commissione nella sua autonomia, l'approvazione dell'esercizio provvisorio. Non posso interferire sulle decisioni della I Commissione; posso semplicemente dire che, se domani la Commissione dovesse discutere preventivamente la legge finanziaria e il bilancio prima dell'esercizio provvisorio e dovesse determinarsi diversamente rispetto alle previsioni che ha già fatto ieri bisognerebbe modificare il calendario.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo sempre sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Il Consigliere Marcenaro ha ragione e torto al tempo stesso, nel senso che, ovviamente, come il Presidente Cota ricordava, i tre provvedimenti sono assegnati alla I Commissione, quando vengono licenziati dalla Giunta regionale.
Occorre, poi, fare una valutazione che abbiamo già svolto in Conferenza dei Capigruppo, dove abbiamo chiesto una sospensione e portato una posizione che mi sembrava condivisa. Al di là di come viene rubricato nell'ordine del giorno firmato dal collega Gallarini, era stato condiviso che il disegno di legge dell'esercizio provvisorio poggiasse su un documento, che è il bilancio; pertanto, su richiesta delle opposizioni comprensibilmente, prima della votazione dell'esercizio provvisorio era stato stabilito che ci dovesse essere un'ampia informativa sul bilancio, in particolare, e sulla legge finanziaria, anche con risposte puntuali da parte della Giunta alle domande poste in Commissione e in Conferenza dei Capigruppo, in particolare dalla Presidente Manica e dal collega Riba.
Questo, però, non vuol dire, Presidente, che non si debba tenere conto che è impossibile, a meno che non si faccia una scelta diversa, licenziare il bilancio e conseguentemente la legge finanziaria, perché ricordo che sia in Commissione sia in Aula, bisogna votare prima la legge finanziaria e poi la legge di bilancio e che il Presidente di Commissione, prima, e del Consiglio, poi, hanno anche ratificato, su richiesta delle opposizioni, con la condivisione della Giunta e della maggioranza, di andare, su questo bilancio, che è importante, essendo l'ultimo della legislatura, a delle consultazioni. Tant'è che le consultazioni sono state fissate per il giorno 10 gennaio 2005.
Pertanto, è vero che bisogna confrontarsi sul bilancio e si può anche fare un confronto sulla legge finanziaria, ma è altrettanto vero - e lo si deve sapere da subito, ecco perché ho voluto intervenire adesso - che l'unico sbocco possibile è quello dell'esercizio provvisorio, con la calendarizzazione e il percorso che abbiamo scelto insieme, da voi richiesto.
Qualora vi sia un ripensamento, e quindi la volontà di affrontare la legge finanziaria e la legge di bilancio entro il 31 dicembre, evitando anche le consultazioni, a nostro malincuore, siamo pronti. Ovviamente domani mattina dovete arrivare con le idee chiare in Commissione.
Dico questo senza polemica, ma semplicemente per fare un quadro reale di quanto è avvenuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Per quanto ci riguarda, questa non è una questione procedurale, ma una questione politica. Sapete benissimo che l'approvazione dell'esercizio provvisorio nella giornata odierna, senza un esame dei documenti di bilancio e della legge finanziaria, consente a questa Amministrazione regionale di rinviare il bilancio, a termini di legge, alla fine dell'aprile 2005, quindi eludendo una possibilità di conoscenza e di confronto sui dati riguardanti l'ultimo bilancio di questa legislatura.
Le forme, dunque, vengono dopo; ciò che noi chiediamo è che ci sia la possibilità di un confronto e una discussione che permettano che, alla fine di una legislatura, il Consiglio regionale possa avere il quadro della situazione che viene consegnata alla Regione.
Questo non è stato possibile nel modo in cui la discussione era prevista; questo intreccerà, quindi, un lavoro successivo: le consultazioni.
Anch'io non escludo che si possa arrivare all'approvazione di un bilancio di un esercizio provvisorio, però il punto è che questo deve avvenire, a nostro parere, con una conoscenza e una discussione dei documenti di bilancio presentati.
Se non c'è questa possibilità, si farà l'esercizio provvisorio come altre volte si è fatto, ma non al buio.



PRESIDENTE

Ne abbiamo discusso in Conferenza dei Capigruppo e siccome siamo tutti d'accordo sulla procedura, nel senso che è ovvio che l'esercizio provvisorio deve essere preceduto da una discussione sulla finanziaria e sul bilancio.
Questo è ovvio, siamo tutti d'accordo e proprio per questo abbiamo convocato la Commissione domani, il che fa parte della normale dialettica politica e del normale funzionamento delle istituzioni.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non è vero, noi abbiamo convocato la Commissione domani perché la maggioranza non ha garantito il numero legale fino alla fine.



PRESIDENTE

Questa è un'altra cosa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Voglio replicare, perché qui quando si vedono in Aula due giornalisti la grande alleanza delle divisioni si eccita e rifà in Consiglio Regionale la discussione che ci ha occupato un'ora e mezza tra Presidenti di gruppo.
Consigliere Marcenaro, parli con il suo Capogruppo e si informi.
Collega Marcenaro, lei ha detto una cosa troppo imprecisa a cui voglio replicare per amore di verità e di giustizia, perché non è assolutamente vero che non si voleva discutere il bilancio. Tant'è - e me ne danno atto i Presidenti delle Commissioni di merito presenti in aula - che è stata già avviata in alcune Commissioni la discussione di merito sul bilancio e, ad esempio, la VIII Commissione ha già licenziato la parte di propria competenza.
Non è assolutamente vero che c'è chissà quale disegno per arrivare a fine aprile, perché il disegno di legge approvato dalla Giunta regionale ed assegnato al Consiglio regionale prevede la scadenza del 28 febbraio.
Tant'è che stiamo valutando, come maggioranza, di emendarlo al 31 gennaio.
Questo andava detto, perché non è assolutamente corretto che, alla presenza della stampa, un autorevole rappresentante dell'opposizione dica che si vuole arrivare al 30 aprile quando questo è smentito dagli atti ufficiali assegnati all'Aula, da una deliberazione di Giunta regionale, e rammento anche l'intendimento politico nostro, che è di emendarlo al 31 gennaio. Su questo ci stiamo confrontando.



PRESIDENTE

Prendo atto che siamo tutti d'accordo e ne sono lieto.



CONTU Mario

Siccome sono state indicate delle date ultime per approvare il bilancio, e il Consigliere Cattaneo ha parlato del 28 febbraio, nella situazione attuale le risulta che al 28 febbraio questo Consiglio Regionale sia ancora operante?



PRESIDENTE

Certo che è ancora operante.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame disegno di legge n. 676 inerente a "Costituzione dell'Azienda sanitaria ospedaliera 'Ordine Mauriziano di Torino'" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo la discussione generale sul disegno di legge relativo all'Ordine Mauriziano, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Non intervengo volutamente sulla questione che è appena stata sollevata anche perché nei corridoi si dicono alcune cose e poi si arriva in aula e se ne dicono altre.
Volevo invece intervenire sul dibattito generale, che riguarda la conversione in legge del decreto legge del 19/11/2004 sull'Ordine Mauriziano, per esprimere innanzitutto il parere del nostro Gruppo, che ovviamente è favorevole al fatto che si trovi una soluzione definitiva su un'importante questione sanitaria che ci trasciniamo ormai da troppo tempo.
Quindi, è evidente che il lavoro fatto, prima alla Camera e poi al Senato è un lavoro importante.
Intervengo anche per esprimere, da parte nostra, alcune perplessità e alcune preoccupazioni su come è passato la conversione in legge del decreto legge.
Mi spiego meglio: stiamo parlando ovviamente non solo di un ospedale, di un importante pezzo che riguarda il SSN della nostra Regione. Stiamo parlando di un patrimonio sicuramente non indifferente e di una situazione debitoria di questo ente che ha messo in ginocchio, in crisi e in grave difficoltà molte aziende fornitrici dell'Ordine Mauriziano.
Forse è da qui che dobbiamo partire per fare un ragionamento, che è stato fatto prima alla Camera e poi al Senato, e che è riferito in particolare a quelli che sono gli articoli 1 e 2 del decreto legge.
Stiamo,tra l'altro, parlando di una realtà che è stata inserita da Einaudi che ha inteso difendere questo patrimonio inserendolo addirittura all'interno delle disposizioni finali della nostra Costituzione. Quindi non stiamo parlando dell'ospedalino da aprire o da chiudere; stiamo parlando di una realtà che era il secondo patrimonio, di carattere anche culturale, dopo quello della Città di Torino.
Stiamo parlando oltretutto - e sono d'accordo con la collega Suino del futuro anche di una parte importante del Servizio Sanitario Regionale perché così dovrebbe essere integrato nel nostro sistema regionale, in un'aula che mi sembra un po' indifferente rispetto allo spessore di quanto noi dobbiamo recepire dal livello nazionale.
Alcune perplessità che io volevo dichiarare e che volevo che fossero messe a verbale, fanno riferimento ai primi articoli. C'è qualche preoccupazione per la gestione transitoria che ci sarà, per la nomina di questo commissario ad acta e per questa gestione speciale.
Qual è la preoccupazione? La preoccupazione innanzitutto va nella direzione della situazione debitoria e di quelle realtà che hanno questa situazione creditoria nei confronti dell'Ordine Mauriziano.
Leggo dal decreto che ci sono alcuni interventi che io ritengo - non sono un avvocato o un giurista - un po' al limite della costituzionalità.
Quando si dice che in regime di gestione speciale: non si producono interessi né rivalutazione monetaria non possono essere intraprese azioni giudiziarie, salvo in caso di esclusione totale o parziale di un credito dalla massa passiva le azioni giudiziarie già intraprese decadono e sono estinte con sentenza dichiarativa del giudice in caso di adozione di soluzione transitiva, la pretesa del creditore sarà soddisfatta in misura non superiore al 70% dell'ammontare del debito complessivo (lo dico all'avvocato Roberto Cota, che queste cose le comprende, anche da un punto di vista professionale, sicuramente meglio di altri e lo dico a chi opera personalmente, come avvocato o come commercialista, che conosce bene queste cose) in caso di soluzione transitiva, la liquidazione pattuita avverrà entro e non oltre il 30 gennaio, su definizione delle parti.
Conosciamo la situazione debitoria del Mauriziano: risale a qualche anno fa. Ci sono aziende, ci sono realtà che sono state ad attendere per anni e l'attesa non ha prodotto o produrrà un esito positivo nei loro confronti, ma esattamente l'opposto. Mi sarei aspettato due, tre, quattro cinque anni, perché ci sono anche realtà che hanno aspettato e che stanno aspettando di essere liquidate, a fronte di forniture e di servizi prestati nei confronti dell'Ordine Mauriziano. E adesso esce un decreto che dice: "Abbiamo scherzato, ragazzi. C'è una situazione di difficoltà e adesso valuteremo che cosa fare. Comunque, nella valutazione del cosa fare iniziamo a dirvi, con dei paletti ben precisi, che le azioni giudiziarie decadono e che la soluzione transitiva non potrà superare il 70%".
Queste cose, se permette, da un punto di vista istituzionale, devono un po' preoccupare. Allora, rispetto a questo e rispetto a quella che è la soluzione individuata per quanto riguarda la difesa del patrimonio del Mauriziano, a nome del mio Gruppo esprimo qualche perplessità. Ma esprimo anche qualche perplessità rispetto ad un altro dato, che vorrei sottolineare e che comunque è chiaro a tutti noi Consiglieri, come è stato chiaro alla Camera e al Senato. E' il fatto che, da parte del TAR Lazio (se non erro), siano in corso di emanazione alcune sentenze.
Qualcuno mi riferisce - ma vorrei che fosse in qualche modo controllato dall'Assessore - che le sentenze relative del TAR sono in corso di emanazione; qualcuno addirittura dice che questa sentenza potrebbe arrivare oggi stesso.
Rispetto a questo dato e rispetto al fatto che il decreto deve passare ancora alla Camera, perché deve essere rivisto dalla Camera dei Deputati per l'approvazione definitiva e quindi per la conversione finale, rispetto a questi due dati, solamente a questi due dati, al di là del merito che ho illustrato prima - lo dico sommessamente e con la moderazione che ha contraddistinto sempre il nostro operato di Gruppo in questi anni in Consiglio regionale, però voglio dirlo anche con estrema chiarezza qualche preoccupazione ce l'abbiamo. Primo, se alla Camera arriva il decreto di conversione e viene ulteriormente modificato, noi che cosa facciamo? Secondo, se la sentenza del TAR dirà delle cose diverse da quelle che diciamo in quest'aula, ripeto la stessa cosa: cosa faremo noi? Rispetto a tutto questo, gradirei ricevere, da parte dell'Assessore Galante, una risposta che sia la più chiara possibile, per evitare di andare a votare un disegno di legge al buio e quindi produrre, anziché un dato positivo che serve ad integrare completamente con il sistema sanitario regionale anche il Mauriziano, un dato che si riverbera negativamente sull'operato anche dell'istituzione regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi Oreste.



ROSSI Oreste

La ringrazio, Presidente. Fa specie sentire gli attacchi al provvedimento in esame che giungono da parte della sinistra, perché bisogna ricordare che l'Ordine Mauriziano - che è finito in una situazione di dissesto molto pesante a causa di un'amministrazione che non ha saputo lavorare bene, non certo espressa dal centrodestra, ma espressa da altra area politica - è stato salvato proprio grazie al centrodestra, sia a livello governativo che a livello regionale e non solo dal punto di vista delle strutture, non solo dal punto di vista dell'operatività delle strutture stesse, che poi sono presidi ospedalieri, ma anche dal punto di vista economico e dal punto di vista occupazionale.
Non dimentichiamoci che l'Ordine Mauriziano, specie sulle strutture sanitarie, aveva operato con un regime molto strano, quindi con assunzioni in eccesso; infatti, se andiamo a guardare reparti simili o strutture o aziende sanitarie locali simili a quelle mauriziane, vediamo che stranamente i dipendenti erano in eccesso e inoltre venivano pagati in media un 30% in più rispetto ai colleghi che facevano lo stesso lavoro nelle strutture pubbliche regionali.
La Regione riesce, con un intervento economico pesante in più anni, a salvare tutti e quattro gli ospedali, perché ricordiamoci che si parla di Lanzo, Valenza, Istituto di Cura e Ricerca sul Cancro, Umberto I; a salvare le strutture, a salvare le capacità del personale, a salvare i posti di lavoro. Non solo, c'è anche l'impegno a far sì che non venga rivenduta e sperperata quella parte di risorse culturali del patrimonio del Mauriziano dalla Palazzina di Caccia a tante altre.
E' evidente che, in qualche modo, si deve intervenire e bene ha fatto lo Stato, a livello governativo, a bloccare gli interventi dei creditori che avrebbero potuto mettere in fallimento la struttura e svendere anche beni sinceramente non svendibili o addirittura sanitari. Quindi bene ha fatto lo Stato a intervenire (ovviamente speriamo che il provvedimento passi anche alla Camera) e bene fa la Regione a salvare le strutture, a salvare gli stipendi dei dipendenti, a salvare i posti di lavoro dei dipendenti e a mantenere i presidi sul territorio.
Dopodiché siamo disponibili a tutto. Nessuno di noi pensa - e mi dispiace che la collega Suino sia andata via - di andare a mettere un supermercato sulla via di accesso della Palazzina di Caccia di Stupinigi, è ovvio. Ma se avevate questi problemi, cara collega, dovevate pensarci quando la vostra amministrazione ha rovinato l'Ordine Mauriziano e ha creato il debito dell'Ordine Mauriziano. Certo, perché non è stato di sicuro il Commissario straordinario che ha fatto i debiti, ma è stato qualcuno prima a esagerare nel personale, nelle paghe e nelle gestioni.
Invece di continuare ad attaccare questo centrodestra, che cerca di salvare, anzi, sta salvando l'Ordine Mauriziano scorporandolo - ci mancherebbe altro - nella parte sanitaria, nella parte dei beni culturali e nella parte che purtroppo dovrà obbligatoriamente essere venduta (parlo di cascine, terreni ed immobili, anche se non saranno sufficienti a chiudere il buco creato), dovreste apprezzare come la Regione è intervenuta a sanare debiti creati anche dalle strutture sanitarie. È chiaro ed evidente che sia a livello governativo sia a li vello regionale si è ben lavorato. Abbiamo fatto nient'altro che il nostro dovere: abbiamo salvato strutture importanti per la Regione Piemonte. Di questo dovete darci atto, anche se siete all'opposizione.
Detto questo, è evidente che il Gruppo della Lega Nord voterà a favore del provvedimento e cercherà di fare in modo che, anche a livello nazionale, la Camera approvi la legge che costituisce in azienda sanitaria il Mauriziano.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Prima di riaggiornare la seduta alle ore 15.00, comunico che la VI Commissione, programmata per domani, è disdetta e che la Giunta delle elezioni si riunirà oggi alle ore 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.49)



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