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Dettaglio seduta n.512 del 23/11/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 15.43)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Riprendiamo il punto relativo alla nomina del Difensore Civico.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente e colleghi Consiglieri.
Oggi siamo ancora convocati con due punti all'o.d.g. relativi a nomine importanti, che sono quella dell'elezione del nuovo Difensore Civico e dell'elezione del rappresentante all'interno della sezione regionale della Corte dei Conti.
Noi crediamo che entrambe le nomine, in particolare quella del Difensore Civico, hanno bisogno di un approfondimento per cercare la più ampia condivisione possibile, quindi anche di un coinvolgimento delle opposizioni. Infatti crediamo che, pur avendo questa maggioranza 40 seggi su 60 assegnati al Consiglio, quindi pari ai due terzi, essendo a fine legislatura ed essendo quella del Difensore Civico una nomina di garanzia proprio per le competenze che riveste quell'ufficio, sia auspicabile trovare un'ampia condivisione.
Sappiamo che su questo si sta adoperando il Presidente del Consiglio regionale, ma invitiamo ad un coinvolgimento anche istituzionale che ci veda, in un percorso condiviso, magari per martedì prossimo, trovare una candidatura anch'essa condivisa.
Ciò detto, sommando in questo momento i Consiglieri presenti di maggioranza e minoranza, non essendo presente un numero di Consiglieri pari alla maggioranza dei due terzi, chiediamo, se l'Aula acconsente, anche non ripetendo necessariamente la votazione, di procedere martedì prossimo alla nomina del Difensore Civico e del rappresentante della Corte dei Conti.



PRESIDENTE

Se c'è una richiesta, la mettiamo in votazione.
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Comprendo la richiesta fatta dal collega Cattaneo per quanto riguarda la nomina del Difensore Civico, che ha una particolare complessità perch richiede 40 voti. Però non capisco perché queste due nomine debbano trascinare e prolungare in modo non comprensibile anche altre che investono posti ed incarichi che attendono da tempo di essere ricoperti, creando anche problemi di funzionalità ad una serie di enti. Infatti molte sono sostituzioni di persone che si sono dimesse.
Non capisco il motivo per cui quelle che hanno caratteristica di ordinaria amministrazione non possano essere fatte.



PRESIDENTE

Consigliera Manica, la ringrazio e sono d'accordo sull'impostazione che lei ha dato, soprattutto per tre nomine che sono assolutamente urgenti e che potremmo fare in questo momento.
Sulla questione del Difensore Civico capisco che si tratta di una nomina con maggioranza qualificata. Come Presidente però devo rilevare che ormai il ritardo è arrivato ad una situazione insostenibile.
Votiamo pure il rinvio del punto per i necessari approfondimenti, ma mi vedo costretto dalla prossima seduta a mettere soltanto questo punto all'o.d.g. e a fare in modo che il Consiglio regionale non faccia nient'altro finché non si è trovato l'accordo sul nome del Difensore Civico.
Questo anche a mia cautela, come Presidente del Consiglio e garante del fatto che questa faccenda si sblocchi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, mi unisco alla richiesta del Consigliere Cattaneo perché questa è una delle nomine più importanti che abbiamo. Non mi pare che ci siano oggi le condizioni per arrivare ad eleggere il Difensore Civico e anche per l'altra nomina.
Quindi, chiediamo anche noi di poter procrastinare alla settimana prossima e di non effettuare oggi alcuna nomina e di proseguire con l'o.d.g., viste anche le sue dichiarazioni che, in parte, possono anche essere condivise. Quindi, se nella prossima settimana dovremo occuparci di questa come delle altre nomine che attendono da tempo, è giusto proseguire oggi con gli altri punti all'o.d.g.


Argomento:

Inversione argomenti punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Quindi, adesso votiamo l'inversione dei punti 4) all'o.d.g., che reca "Nomina del Difensore Civico regionale", e del punto 5) all'o.d.g. inerente a "Proposta di deliberazione relativa a 'Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per il Piemonte - Designazione di 1 componente", con il punto 6) "Disegno di legge n. 602 "Modifiche e integrazioni alla l.r. 23 aprile 2001, n. 9 (Disposizioni fiscali per l'acquisto delle benzine in territori regionali di confine)".
Per quanto riguarda le altre nomine facciamo un riepilogo: Commissione regionale per la cooperazione (sostituzione di un Consigliere regionale) Consiglio regionale di Sanità e Assistenza (Co.Re.Sa.) nel quale bisogna sostituire una persona deceduta, Comitato Tributario Regionale.
Indìco quindi la votazione palese su tale proposta d'inversione di punti all'o.d.g.
Il Consiglio approva.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Commercio

Esame disegno di legge n. 602 "Modifiche ed integrazioni alla L.R. 23 aprile 2001, n. 9 (Disposizioni fiscali per l'acquisto delle benzine nei territori di confine)" esame ordini del giorno collegati: n. 669 inerente a "Disposizioni fiscali per l'acquisto delle benzine in territori regionali di confine"


PRESIDENTE

n. 950 inerente a "Aggiornamento dell'elenco dei comuni beneficiari delle agevolazioni per l'acquisto di benzine (L. 9/2001)"



PRESIDENTE

Passiamo quindi procedere all'esame del disegno di legge n. 602, di cui al punto 6) all'o.d.g.
E' relatore il Consigliere Cattaneo, che ha pertanto facoltà di intervenire.



(Commenti del Consigliere Marcenaro fuori microfono)



CATTANEO Valerio, relatore

No, non sono marchette, collega Marcenaro, perché il mio partito, a differenza del suo, che ne ha già fatti quattro o cinque con i fondi del Gruppo e li ha affissi su tutto il territorio della provincia, non ha stampato manifesti.
Signor Presidente e colleghi Consiglieri, oggi ci troviamo ad affrontare la modifica di una legge regionale vigente, la n. 9/2001 in materia di disposizione fiscale per l'acquisto delle benzine nei territori regionali di confine, che ha avuto una gran condivisione da parte del Consiglio regionale.
Mi sia consentito saltare la parte relativa alla relazione, perché è un provvedimento su cui c'è stata una certa condivisione, sia quando si è votata la legge nel marzo 2001, sia ultimamente in Commissione, quando la stessa è stata licenziata a larga maggioranza.
Voglio ringraziare l'Assessore Pichetto e la Giunta regionale per avere assunto questo disegno di legge, che modifica la modalità con la quale i cittadini avranno l'erogazione dello sconto maturato, a far data dal 2005 dal sistema oneroso del bonus fiscale, che ha caratterizzato il 2002, il 2003 e il 2004, durante il primo triennio di sperimentazione della legge stessa. Successivamente, con l'introduzione dello sconto alla pompa, sarà uno sconto subito percepibile. Di fatto, chi andrà ad acquistare benzina così come avviene in Lombardia e nel Friuli Venezia Giulia (peraltro, solo fino al 31 dicembre perché, nel frattempo, la Slovenia è entrata nell'Unione Europea e, quindi, non si tratta più di Regione confinante extra UE) avrà uno sconto direttamente alla pompa.
Fu un elemento, per chi ricorda, di divisione tra chi responsabilmente, portava avanti un disegno di legge per maturare questo beneficio per la Provincia del Verbano Cusio Ossola e l'alto novarese, e chi, da subito, (noi, con tanta buona volontà, l'avevamo sostenuto, a nostra volta, con l'introduzione dello sconto alla pompa) sosteneva che questa fosse la modalità da attuare. Una modalità, in allora, impossibile in quanto non vi era, a differenza della Regione Lombardia, un bacino d'utenza tale per cui mettesse le compagnie in condizione di appoggiare lo sconto alla pompa, perché dava grandi difficoltà.
I primi Consiglieri a presentare questa proposta furono gli allora Consiglieri Racchelli e Galli, nella VI legislatura, nel 1997. C'era una certa difficoltà e quindi si fece la scelta, nel 2001, di sancire il beneficio per quei territori. Oggi, si va a cambiare solo la modalità di concedere questo beneficio. È importante sottolinearlo perché, al di là delle battute - "la marchetta" - che sono girate e che girano in questo Consiglio, questa legge - lo ha dimostrato la sperimentazione e l'applicazione negli anni 2002-2003 e nei primi dieci mesi del 2004 - ha un ciclo perfetto, perché l'utente guadagna: paga meno la benzina, la paga al prezzo della vicina Confederazione Elvetica e, a livello locale, si vende più benzina con un beneficio a sostegno dell'economia del territorio e del comparto della vendita dei carburanti. Vendendo più benzina nell'intera Provincia del Verbano Cusio Ossola e nell'alto novarese, ancorché a prezzo ridotto, si ha una maggiore entrata di accisa e, quindi, la Regione e lo Stato guadagnano maggiormente.
Cosa vuol dire tutto questo? Vuole dire che il cittadino risparmia; che si sostiene l'economia e che la Regione e lo Stato guadagnano di più.
Si potrebbe dire: "Qui abbiamo trovato l'uovo di Colombo" o qualcuno si potrebbe lamentare. In effetti, il mercato che oggi interessa alla vicina Confederazione Elvetica viene privato di introiti.
Questa legge introduce anche un'altra novità: lo sconto non viene introdotto solo più per la benzina, ma anche per il diesel e il gasolio di autotrazione. Infatti, nel frattempo, la novità è che l'Italia, come i Paesi dell'Unione Europea, tende ad uniformare o, addirittura, ad aumentare leggermente il prezzo del diesel di autotrazione rispetto al prezzo della benzina. Di conseguenza, è ovvio che il differenziale tra il gasolio in Svizzera e in Italia, inesistente in un primo tempo e pari in un secondo tempo, oggi comincia a non esserci più e, timidamente, si registra un piccolo differenziale di circa 60-70 delle vecchie lire.
La legge recepisce già questa possibilità, qualora il differenziale oltrepassasse una soglia significativa per le tre fasce, quindi introduce anche questa possibilità per il gasolio di autotrazione.
Complessivamente, è prevista la vendita di più di due milioni di litri di carburante nella sola Provincia del Verbano Cusio Ossola. Questo fa capire la portata e il benefico della legge. Si pensi che, su circa 110 mila aventi diritto, in questo momento poco più di trentamila usufruiscono di questa possibilità. È ovvio che, in virtù dello sconto alla pompa necessariamente si andrà a colmare quel differenziale dei 70 mila che oggi (in particolare, coloro i quali abitano in Provincia di Novara o nell'ultima fascia del Verbano Cusio Ossola, dove il differenziale è minore) per non affrontare tutte le procedure burocratiche, rinunciano alla fonte.
Nei primi tre anni di applicazione si sono registrate alcune difficoltà cui la Regione, anche grazie all'apporto del Consiglio regionale, ha comunque fatto fronte nel tentativo di limitarle. Ad esempio, è stata introdotta la possibilità, relativamente al bonus, del rimborso diretto prima per alcune categorie, come i disabili, in particolare, che sono coloro i quali non potevano compensare il bonus fiscale in sede di pagamento di tassa alla circolazione in quanto, notoriamente, esenti dal pagamento del bollo auto. In secondo luogo, il rimborso diretto è stato esteso ai lavoratori dipendenti, non dovendo, essi, compensare l'IRPEF in sede di dichiarazione del modello unico e presentando, per l'appunto, il modello 730 come lavoratori dipendenti. Infine, più semplicemente, è stato introdotto per tutti coloro i quali formulano la domanda.
Le domande sono state circa 1600; sono state tutte rimborsate da parte della Regione Piemonte e, quindi, anche questa difficoltà è stata rimossa.
Tuttavia, c'è un problema, sullo sconto alla pompa, nel senso che la legge ne prevede l'introduzione dal 1° gennaio 2005, ma non sarà possibile a partire da quella data (lo diciamo subito, non per colpa della Regione e nella fattispecie, dell'amministrazione regionale) introdurre questo sconto per tutti i potenziali aventi diritto e, soprattutto, per tutti coloro i quali oggi già compensano, con il bonus fiscale, l'acquisto ridotto delle benzine, in quanto solo 46 Comuni su 90, delle due Province interessate hanno risposto positivamente ad una serie di richieste, succedute in ben tre riunioni sui territori, con due lettere scritte e un sollecito via fax e per e-mail dalla Regione. In sostanza, solo 46 Comuni hanno messo a disposizione l'anagrafe tributaria, condizione fondamentale per consentire alla Regione di emettere, attraverso il CSI e la Direzione competente, le indispensabili tessere che consentono ai cittadini di far benzina con lo sconto alla pompa. Molti Comuni non hanno ancora dato questa disponibilità: alcuni per negligenza; altri per impossibilità, altri per scelta (come la città di Verbania, che sostiene, sotto la sua responsabilità, che non è possibile comunicare l'anagrafe tributaria alla Regione, in quanto questi dati, inspiegabilmente - perché hanno sbagliato 46 segretari comunali dei rispettivi comuni oppure non si capisce il motivo - sono coperti dalla legge sulla privacy). Lo sconto alla pompa ci sarà dal primo gennaio 2005 qualora fosse approvata la legge regionale di modifica, ci sarà da subito per i comuni che hanno, per primi, risposto alla Regione. I cittadini che risiedono in quei comuni hanno già la card in loro possesso e altri l'avranno nelle prossime settimane.
Deve essere ben chiaro, per amore di verità, perché nessuno pu permettersi di incolpare, non tanto l'amministrazioni regionale, quanto le due direzioni - quella dei tributi e quella dei carburanti, che ringrazio perché hanno fatto un lavoro immane in questi anni - che non si arriva allo sconto alla pompa con i manifesti e con i proclami. Si arriva con il lavoro, con il confronto, con la sperimentazione e con un grande lavoro che è stato svolto dai funzionari della Regione.
E' ovvio che le compagnie abbiano cambiato idea e che i gestori di benzina, in un primo momento, non volevano accedere allo sconto alla pompa.
Diciamo subito che si scelse in allora di portare a casa almeno quel beneficio subito, per poi, eventualmente, modificare. In allora praticamente la totalità dei gestori degli impianti non avrebbe aderito al sistema in quanto sistema complicato di rimborso da parte dello Stato - non c'era il Governo Berlusconi - delle accise, che metteva loro in condizione di rimanere esposti per alcuni mesi con le banche. Infatti non dovevano pagare la benzina alla consegna, ma addirittura prima della consegna e a prezzo pieno, poi l'avrebbero dovuta vendere a prezzo scontato e recuperare il differenziale in un secondo tempo.
Oggi, grazie al lavoro dei funzionari della Regione, si sono rimossi questi problemi guardando tutte quelle situazioni. C'è finalmente la possibilità di arrivare ad uno sconto alla pompa, concretamente, con la condivisione dei gestori degli impianti e delle compagnie; una responsabilità dei comuni, quelli che già hanno ottemperato ai loro doveri e quelli che lo faranno in futuro, della Regione e della Provincia che dovrà garantire, per quanto competente, una certa vigilanza. Questo è la situazione.
Sostanzialmente, anche per il gasolio di autotrazione si arriva, per legge, allo sconto alla pompa con le difficoltà che dicevo prima. Alla Regione non solo non costa una lira, ma la Regione ci guadagna, così come ci guadagna la Lombardia, e come ci ha fortemente guadagnato il Friuli Venezia Giulia.
Il cittadino paga di meno, la Regione incassa di più in forza dei milioni di litri venduti in più, così come lo Stato da parte dell'accisa.
Credo e auguro che vi sia, così come in passato, un'ampia condivisione del Consiglio regionale, anche a fronte di queste considerazioni che non solo dimostrano che questa è una buona legge, ma che stiamo affrontando un disegno di legge che, se convertito in legge, modifica la modalità, per il cittadino, di recuperare queste risorse. E' un principio di buona amministrazione perché non solo è a costo zero, ma guadagnandoci addirittura la collettività, si porta un beneficio per molti cittadini.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire in sede di discussione generale la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Arrivammo, tardivamente, il 3 dicembre 2003, a discutere in Aula, e qualora l'Aula alla fine di questo dibattito lo ritenga di approvare, sulla modifica di integrazione alla legge n. 23 dell'aprile 2001 in ordine alla disposizione fiscale per l'acquisto delle benzine in territorio regionale di confine, passando dalla proposta del rimborso a bonus, a quella con lo sconto direttamente alla pompa.
Se si fosse approvata, da subito, la proposta che il Gruppo dei Democratici di Sinistra aveva avanzato e che era esattamente la proposta che prendeva questo meccanismo, avremmo risparmiato qualche anno, avremmo risparmiato qualche disagio sia ai cittadini che agli operatori del settore per quanto riguarda la forma di rimborso, e avremo fatto un'operazione complessivamente non solo più utile, ma anche più economica al complesso della collettività. Un'operazione, questa sì, conveniente a tutto tondo.
Per un'ostinazione, che in quel momento noi non capimmo, da parte della maggioranza e, in particolare, da parte del Gruppo di Forza Italia, abbiamo proceduto su un'altra strada. Noi avevamo insistito, in occasione di quella proposta di legge, perché fosse inserito, all'interno del testo e dei regolamenti successivi, la possibilità della sperimentazione. Eravamo talmente sicuri che quel meccanismo fosse farraginoso e che non avrebbe funzionato, che la presentazione, da parte della Giunta regionale, del disegno di legge di oggi, ne è la dimostrazione lampante al di là di ogni possibile argomentazione e arrampicata sul vetro che possiamo fare nel dibattito. Noi ne avevamo già la percezione in allora e avevamo chiesto che sia la legge che i regolamenti applicativi contenessero l'elemento della sperimentazione. Una sperimentazione che ritenevamo necessaria perché non avevamo alcun dubbio che si sarebbe arrivati a questo meccanismo, che era quello che avevamo inizialmente proposto nella nostra proposta di legge. La nostra soddisfazione non può che essere piena davanti a questa presentazione, perché è una conferma del fatto che avevamo avuto ragione in allora. La nostra soddisfazione non è così piena, perché avremmo preferito non perdere tempo e non aver dato questo disagio ad operatori e cittadini.
Come si suole dire, "meglio tardi che mai". Noi voteremo a favore del disegno di legge essendo esattamente il testo che alcuni anni fa avevamo presentato.
Devo anche dire che un ordine del giorno collegato che abbiamo presentato chiede, in sede di regolamento, che gli uffici verifichino la situazione di tutti i comuni che abbiano le distanze previste dalla legge che eventualmente non siano ancora ricompresi negli attuali provvedimenti che si faccia questa verifica e li si ricomprenda perché, al momento in cui rivediamo l'applicazione della legge e portiamo a termine una sperimentazione, è utile portarla a termine compiutamente anche facendo una verifica dei territori comunali che potrebbero avere le caratteristiche per beneficiarne e che, al momento, non ne hanno potuto beneficiare perché in una prima fase di loro non si è tenuto conto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente Cota, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



COTA Roberto

In parte concordo su alcune cose che sono già state dette, anche se ognuno di noi ovviamente ha una posizione sul provvedimento. Vorrei soltanto dire che voterò a favore di questa legge, perché accoglie un principio che, unitamente ad altri colleghi della Lega, avevo portato avanti tre anni fa, quando abbiamo presentato una proposta di legge che chiedeva che lo sconto sulla benzina per quei territori fosse uno sconto alla pompa. In allora era stato detto che il meccanismo dello sconto alla pompa non era possibile e, inoltre, che non era opportuno.
E' stata creata da quest'Aula una legge che ha avuto, proprio perch non è stato scelto il meccanismo dello sconto alla pompa, delle difficoltà applicative. Per raggiungere un giusto obiettivo, si è scelto un mezzo sbagliato.
Oggi, finalmente, si ritorna al mezzo giusto per raggiungere un obiettivo giusto. Quindi, sono assolutamente d'accordo con questo provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valvo.



VALVO Cesare

Grazie, Presidente.
Desidero annunciare il voto favorevole del Gruppo di Alleanza Nazionale a questo provvedimento e ricordare come nel corso della discussione della legge 23/04/2001 n. 9, personalmente, sposando la tesi dello sconto alla pompa, invitai l'Assessore Racchelli a prendere contatti con la Regione Lombardia, che già aveva attuato questo sconto, per verificare la possibilità di utilizzare il know how lombardo.
Tuttavia, l'Assessore Racchelli rappresentò in Aula le difficoltà tecniche di applicazione immediata dello sconto alla pompa, supportando il suo intervento con una relazione tecnica predisposta dagli uffici. Quindi all'epoca non potemmo che tenere conto delle difficoltà esposte dall'Assessore Racchelli e quindi, obtorto collo, accettammo questa soluzione transitoria di applicazione del bonus fiscale.
Oggi, non possiamo che essere particolarmente soddisfatti per la conclusione di questo iter, che porterà i cittadini del Verbano Cusio Ossola ad ottenere lo sconto alla pompa attraverso una procedura semplificata quale quella della card e dello sconto diretto presso il distributore di carburante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Non posso dire che all'epoca ero già d'accordo perché non c'ero. Per mi pare che, se tutti quelli che stanno dicendo di essere d'accordo, lo erano già all'epoca, mi chiedo come mai la legge non fu approvata allora.



(Commenti in aula)



TARICCO Giacomino

Sì, ho sentito la relazione, ma era una battuta.
Volevo solo dire che nel merito convengo sulla bontà della proposta perché penso che tutte le proposte che semplificano i percorsi contribuiscono, sicuramente, a trovare una migliore soluzione dei problemi.
Personalmente, sono favorevole a questo tipo di impostazione.



(Commenti, fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, il suo cervello ha due emisferi. In una parte molto sviluppata, c'è la competenza e l'intelligenza, dall'altra parte c'è la simpatia. Quello che ha appena detto fa parte del secondo emisfero.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente.
Intervengo ancora sul dibattito generale perché sono stato tirato per la giacca, essendo stato relatore nel 2001, ma anche oggi su questa modifica, al di là del ruolo politico e dell'espressione territoriale insieme ai colleghi novaresi del nostro e di altri Gruppi. Però volevo fare, giustamente, un intervento per amore di verità.
Visto che il Gruppo dei Democratici di Sinistra è così impegnato, diamo subito alcune consegne, se le condividono, al fine di risolvere i problemi fuori da questo Consiglio, dove gli amministratori DS stanno impedendo che la gente veda risolti i problemi. Perché le cose dobbiamo dircele fino in fondo. Sembra quasi che Racchelli, Assessore ai carburanti in allora, la maggioranza che lo sostiene e il sottoscritto relatore fossimo talmente gonzi da essere contro lo sconto alla pompa, pur essendo stato lo stesso Assessore Racchelli e il collega Galli, fin dalla VI legislatura, ad aver presentato per primi questa proposta di legge, perché in allora erano Consiglieri. Ci saremmo messi di traverso contro una semplificazione, una cosa più bella, più semplice e ci saremmo inventati noi questo sistema farraginoso del bonus fiscale tanto per rovinare la giornata a tanti cittadini.
Dobbiamo essere seri. Si arriva allo sconto alla pompa con un grande lavoro dei funzionari della Direzione del commercio e dei tributi della Regione Piemonte. In questi anni vi è stata la sperimentazione, collega Manica, perché il disegno di legge originario della Giunta Ghigo prevedeva non solo gli anni di sperimentazione, puntualmente svolti, ma anche l'istituzione dell'osservatorio, come i colleghi più attenti che hanno seguito il dibattito possono confermare. In allora, perché non si fece lo sconto alla pompa? Lo sconto alla pompa non si fa con i proclami, la demagogia e i manifesti con il disegno del distributore, ma si fa potendo dimostrare che conviene al sistema pubblico e alla collettività, anzitutto in un principio di buona amministrazione. In secondo luogo, bisogna far condividere questa modalità - ed oggi è condivisa - alle compagnie petrolifere e ai gestori di carburanti, che in allora, per i problemi che prima ho richiamato, si sono dichiarati indisponibili a aderire ad un sistema che prevedesse lo sconto alla pompa scaricando sulle loro spalle tutti i costi - questo bisogna dirlo.
Una piccola provincia dell'alto novarese non è la Lombardia, quindi in un bacino molto piccolo bisognava dimostrare che vi era convenienza per le classi pubbliche, per le compagnie, per il sistema distributivo e per il cittadino, cosa che oggi si può dimostrare ma non allora, quanto meno con dati concreti e con una sperimentazione effettuata.
Siamo arrivati puntualmente alla fine del periodo di sperimentazione previsto dalla legge, alla fine di un'importante attività dell'osservatorio previsto dalla legge, grazie al lavoro non fatto da me, dalla Giunta o da chicchessia, ma dai nostri funzionari e dai dirigenti di due Direzioni, ai quali va il nostro rispetto, perché con grande impegno sono riusciti ad arrivare a questo punto. Questo bisogna dirlo, anche per rispetto della gente che ha lavorato.
Altro che ostinazione del Gruppo di Forza Italia. Come ti permetti collega Manica? L'ostinazione alberga, ad esempio, nell'amministrazione della città di Verbania, dove il Sindaco DS uscente e quello nuovo della Margherita, ancora oggi, nonostante la Regione Piemonte abbia inviato loro delle lettere, quasi quotidianamente, chiedendo di mettere a disposizione l'anagrafe tributaria, conditio sine qua non per concedere ai cittadini che risiedono a Verbania e che vogliono usufruirne, dello sconto alla pompa. Il Comune non solo non risponde dicendo di non voler rilasciare la tessera contenente i dati necessari: non risponde proprio. Nonostante le sollecitazioni della Direzione Tributi e della Direzione Commercio nonostante le riunioni organizzate dalla Provincia, non risponde. Gli Uffici regionali non hanno i dati dell'anagrafe tributaria dei cittadini che, ad esempio, risiedono a Verbania piuttosto che nella città di Omegna (guarda caso altro comune governato dal centrosinistra). Questi cittadini nonostante i manifesti secondo i quali sei il più grande difensore dello sconto alla pompa, non ne godranno dal 1° gennaio, perché la Regione, priva dei dati necessari che quei Comuni gestiti dal centrosinistra si rifiutano di dare, non può concederlo.
Scusate il passaggio accalorato. Collega Manica visto che sei un personaggio politico oltre che un Consigliere, ti chiederei di non fare pressioni, ma di rappresentare questa difficile situazione, ad esempio, ai tuoi compagni di Verbania e di Omegna, così come ai tanti altri Comuni sia nel Verbano Cusio Ossola che nel Novarese, e chieder loro se possono rendere disponibili per la Regione, come hanno già fatto 48 Sindaci di tutti i colori, i dati richiesti.
Probabilmente, anche amministrazioni del centrodestra non avranno presentato i dati. Di fatto, la Regione conclude oggi un percorso iniziato nel 2001, e terminato dopo la sperimentazione negli anni 2002-2003-2004 arrivati allo sconto alla pompa ci saranno cittadini di serie A che ne godranno dal 1° Gennaio, perché residenti in Comuni virtuosi che hanno risposto tempestivamente alle richieste della Regione; cittadini di serie B, che ne godranno entro tre quattro mesi perché i dati sono pervenuti tardivamente; cittadini di serie C, che rischieranno di non avere lo sconto alla pompa o di averlo nella seconda parte dell'anno.
Sicuramente (e non si tratta di discorso politico, ma istituzionale) la responsabilità non è ascrivibile alla Regione, intendendo per Regione le Direzioni che tanto si sono adoperate per risolvere il problema.
Questa è la verità. Mi auguro che ci sia l'impegno del centrosinistra a sollecitare quelle Amministrazioni a collaborare con la Regione, per non arrivare a due trattamenti differenziati nei confronti dei cittadini.
Oggi arriviamo a questo sconto sostanzialmente perché (e faccio un'ultima riflessione) nella sperimentazione si è dimostrato che a prezzo scontato si sono venduti più di due milioni di litri nel Verbano Cusio Ossola e 700.000 nell'Alto Novarese rispetto al periodo precedente all'applicazione della legge. Quindi, più accisa a minor prezzo: il cittadino spende meno, Regione e Stato ci guadagnano e, conseguentemente ci guadagna la collettività. Ciò, a dimostrazione della bontà della legge.
I gestori sono stati incentivati, tant'è che la Regione ha già distribuito i pass elettronici: tutti i distributori della Provincia del VCO e di quei Comuni dell'Alto Novarese che venderanno la benzina a prezzo scontato hanno già la dotazione ricevente, e si sono distribuite le tessere nei Comuni virtuosi che hanno fornito i dati occorrenti.
Questa è la situazione. E' il quadro reale. Faccio un'ultima considerazione su quanto ha annunciato la Consigliera Manica relativamente all'ordine del giorno in discussione. A noi piacerebbe, collega Manica approvare il tuo ordine del giorno ed estendere a tutti il più possibile.
Però c'è una legge nazionale che fin quando non sarà abrogata - e non l'ha abrogata Berlusconi ma neanche Prodi, D'Alema e Amato - che afferma che la benzina può essere venduta a prezzo scontato in quelle Province trasfrontaliere incuneate in confini con Paese non aderenti all'Unione Europea - tant'è che il Friuli Venezia Giulia dal 31 dicembre non avrà più questo beneficio, perché nel frattempo la Slovenia ha aderito all'Unione Europea. Inoltre, dice la legge, si può estendere a quei Comuni delle Province limitrofe nel limite della pari o inferiore distanza dal Comune più lontano dal confine o all'interno della Provincia. Dato che il Comune Madonna del Sasso è il più lontano dal confine, tutti i Comuni della Provincia di Novara a distanza pari od inferiore, sono ricompresi nella legge del 2001 o, meglio, nel Regolamento della Giunta approvato successivamente (come ricorderai, se ne erano dimenticati uno o due, che poi sono stati inseriti in un secondo tempo).
L'ordine del giorno: quello sì che è una marchetta, un atto demagogico.
Presidente Cota, non voglio dire che sia irricevibile, ma sicuramente non è applicabile, perché se la legge dello Stato dà la facoltà, nella competenza concorrenza, alla Regione di inserire Comuni in determinate condizioni, noi possiamo chiedere in tutti gli ordini del giorno che vogliamo, di inserire altri Comuni. Ma la Regione non potrà farlo perché la legge dello Stato glielo impedisce.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi possiamo passare direttamente all'esame degli articoli. Sono stati presentati degli emendamenti.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Si tratta, in effetti, di un emendamento al titolo e quindi forse è meglio intervenire subito, anche perché non so se il collega Caracciolo intenda intervenire o voglia delegarmi l'intervento.
Cercherò di non alzare la voce. Il problema della benzina scalda tante coscienze; certamente, c'è disparità di condizione economica nell'acquisto attorno a certe linee di confine. Allora, agiamo con giustizia. Non sottovalutate colleghi, ad esempio, la teoria delle mamme che da Limone Piemonte si recano a Tenda per comprare aspirine, latte in polvere e magari anche benzodiazepine.
Chiediamo che una legge che tratti veramente questi squilibri, sia onnicomprensiva di tutte le "ingiustizie" che le popolazioni di frontiera si trovano a dover gestire tutti i giorni: benzina, aspirina, e anche latte in polvere. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Chiezzi.
Passiamo pertanto all'esame dell'articolato e degli emendamenti ad esso proposti.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Comunico la presentazione di un emendamento interamente sostitutivo dell'articolo.
Emendamento rubricato n. 1 presentato dalla Giunta, a firma dell'Assessore Pichetto Fratin: l'articolo 5 del disegno di legge 602, è sostituito dal seguente: "1. L'articolo 4 della l.r. 9/2001, è sostituito dal seguente: "Art. 4. (Disposizioni attuative della Giunta regionale e delega di funzioni alle province e ai comuni) 1. La Giunta regionale, con propria deliberazione, individua: a) i comuni del territorio regionale interessati alle disposizioni di cui all'articolo 1 b) le modalità di fruizione delle agevolazioni, differenziate in ragione inversamente proporzionale alla distanza dei comuni dai confini nazionali con la Svizzera c) i limiti e i criteri per la concessione dell'agevolazione d) le modalità organizzative ed operative dei procedimenti di concessione delle agevolazioni e) le modalità organizzative ed operative dei procedimenti relativi ai rimborsi attinenti alle riduzioni dei prezzi di cui all'articolo 3 f) le modalità organizzative delle strutture regionali di gestione della legge.
2. La Giunta regionale con la deliberazione di cui al comma 1, o con atto separato, definisce il procedimento per la gestione informatizzata dello sconto alla pompa dei carburanti, con l'utilizzo di identificativi collegati a banche dati.
3. Le funzioni relative al rilascio delle autorizzazioni ed alla distribuzione degli identificativi sono delegate ai comuni; gli adempimenti relativi all'aggiornamento della banca dati e ai controlli sui consumi sono delegati alle province in cui sono ubicati i comuni individuati ai sensi del comma 1, lettera a)".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 5, come sostituito.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Emendamento rubricato n. 2 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Pichetto Fratin: al comma 1 dell'articolo 7 le parole "di euro 1000", sono sostituite dalle seguenti "pari a quattro volte il valore dello sconto illecitamente ottenuto".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2.
Il Consiglio approva.
Indìco ora la votazione palese sull'articolo 7, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Comunico la presentazione di un emendamento interamente sostitutivo all'articolo.
Emendamento rubricato n. 3 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Pichetto Fratin: l'articolo 8 è sostituito dal seguente: "Art. 8. (Sostituzione dell'articolo 7 della l.r. 9/2001) 1. L'articolo 7 della l.r. 9/2001 è sostituito dal seguente: "Art. 7 (Efficacia delle disposizioni) 1. Le disposizioni attuative della presente legge, di cui al precedente articolo 4, assicurano ai beneficiari residenti nei comuni che, all'entrata in vigore della presente legge, abbiano aderito al sistema di anagrafe tributaria del Piemonte, previsto dall'articolo 6 della legge regionale 5 agosto 2002, n. 20 (Legge finanziaria per l'anno 2002), il riconoscimento dello sconto alla pompa per l'acquisto di carburante dal 1° gennaio 2005.
2. Le medesime disposizioni non si applicano qualora il prezzo dei carburanti praticato alla pompa non sia superiore a quello praticato nello Stato confinante.
3. A tale fine la Giunta regionale provvede all'adeguamento dell'entità dello sconto in relazione all'andamento dei prezzi praticati nello stato confinante, rilevato secondo le disposizioni dell'articolo 5, comma 1".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8, come sostituito.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Comunico la presentazione di un emendamento interamente sostitutivo dell'articolo.
Emendamento rubricato n. 4 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Pichetto Fratin: "Art. 9. (Sostituzione dell'articolo 8 della l.r. 9/2001) 1. L'articolo 8 della l.r. 9/2001 è sostituito dal seguente: Art. 8. (Norma finanziaria) 1. Per l'attuazione della presente legge è autorizzata per l'anno finanziario 2004 la spesa complessiva di 509.000,00 euro.
2. Nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 2004, nell'ambito dell'Unità previsionale di base (UPB) 17031 (Commercio e artigianato, Rete carburanti, commercio aree pubbliche Titolo I - Spese correnti) è iscritto il seguente finanziamento: 'spese per la gestione informatizzata dello sconto alla pompa dei carburanti' con uno stanziamento pari a 509.000,00 euro in termini di competenza e di cassa.
3. Alla copertura degli oneri finanziari si fa fronte mediante riduzione della UPB 07031 (Organizzazione risorse umane, sistemi informativi ed informatica, Titolo I, spese correnti) per l'importo di 100.000,00 euro e della UPB 09011 (Bilanci e finanze, Bilanci - Titolo I - Spese correnti) per l'importo di 409.000,00 euro in termini di competenza e di cassa.
4. Per l'attuazione della presente legge è autorizzata per l'anno finanziario 2005 la spesa complessiva pari a 4 milioni di euro.
5. Nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 2005 nell'ambito dell'UPB 17031, si prevedono i seguenti finanziamenti: a) 'spese per la restituzione al sistema distributivo dei carburanti delle somme relative alle riduzioni di prezzo praticate alla pompa', con stanziamento pari a 3 milioni di euro in termini di competenza e di cassa b) 'spese per la gestione informatizzata dello sconto alla pompa dei carburanti', con stanziamento pari a 500.000,00 euro in termini di competenza e di cassa c)''spese per la delega di funzioni alle province', con stanziamento pari a 500.000,00 euro in termini di competenza e di cassa.
6. Alla copertura della spese di cui al precedente comma si provvede con il previsto maggior gettito della quota erariale dell'accisa sui carburanti per autotrazione conseguente all'incremento del consumo dovuto alla riduzione del prezzo alle pompe".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 9, come sostituito.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Comunico la presentazione di un emendamento interamente sostitutivo dell'articolo.
Emendamento rubricato n. 5 presentato dalla Giunta a firma dell'Assessore Pichetto Fratin: l'articolo 10 è sostituito dal seguente: "Art. 10. (Norma transitoria) 1. Per i beneficiari residenti nei comuni che, all'entrata in vigore della presente legge, non abbiano aderito al sistema di anagrafe tributaria del Piemonte, previsto dall'articolo 6 della legge regionale 5 agosto 2002, n.
20 (Legge finanziaria per l'anno 2002), la decorrenza del beneficio è fissata con deliberazione della Giunta regionale, ai sensi dell'articolo 4.
2. L'articolo 3 della legge 23 aprile 2001, n. 9 rimane in vigore per i beneficiari che non possono usufruire dello sconto alla pompa per l'acquisto di carburanti".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 10, come emendato.
Il Consiglio approva.
Prima di passare alla votazione dell'intero testo della legge, comunico che sono stati presentati i seguenti ordini del giorno collegati al provvedimento in esame: ordine del giorno n. 859 inerente a "Rincari del prezzo della benzina" presentato dai Consiglieri Cattaneo, Gallarini, Bolla, Toselli, Marengo Albano, Bussola, Cantore e Caramella ordine del giorno n. 950 inerente a "Aggiornamento dell'elenco dei comuni beneficiari delle agevolazioni per l'acquisto di benzine (L. 9/2001)" presentato dalla Consigliera Manica ordine del giorno n. 669 inerente a "Disposizioni fiscali per l'acquisto delle benzine in territori regionali di confine", presentato dai Consiglieri Cattaneo, Valvo e Cota.
Comunico, inoltre, che l'ordine del giorno n. 859 non è collegato al provvedimento in esame.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 669, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che: la legge regionale 23 aprile 2001, n. 9, avendo particolare riguardo alla peculiarità del territorio montano e transfrontaliero della Provincia del Verbano Cusio Ossola, stabilisce le disposizioni fiscali per l'acquisto delle benzine in territori regionali di confine in base alle disposizioni attuative della legge regionale su indicata approvate con la deliberazione della Giunta regionale n. 98-4467 del 12 novembre 2001, la quale suddivide i Comuni interessati in tre fasce in ragione della loro distanza dai confini con la Svizzera, i Comuni ricompresi nel territorio delle "valli chiuse" sono assegnati ad una fascia inferiore rispetto a quella del Comune situato nel fondovalle la collocazione nella fascia inferiore penalizza gli abitanti di tali Comuni, che già sono sottoposti a maggiori disagi non essendovi impianti di carburante nel territorio della valle ed essendo obbligati di conseguenza a rifornirsi presso i distributori in funzione nel Comune di fondovalle impegna la Giunta regionale a modificare la deliberazione n. 98-4467 del 12 novembre 2001, contenente le disposizioni attuative della legge regionale n. 9/2001, assegnando i Comuni ricompresi nel territorio di "valli chiuse" alla stessa fascia di appartenenza del Comune situato nel fondovalle".
Il Consiglio approva.
Indìco ora la votazione palese sull'ordine del giorno n. 950, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte esaminata la modifica della legge regionale n. 9/2001 n. 9 "Disposizioni fiscali per l'acquisto delle benzine in territori regionali di confine", introducendo positivamente il meccanismo dello sconto diretto alla pompa per i carburanti sottolinea l'importanza degli aiuti concessi ai singoli consumatori per l'acquisto delle benzine, consentendo - con la legge in vigore - anche in misura differente per singoli Comuni in ragione inversamente proporzionale alla distanza dai confini nazionali con la Svizzera, uno sconto a favore dei soggetti residenti nei comuni della provincia del Verbano Cusio Ossola garantendo uguale trattamento anche nei comuni delle province limitrofe che si trovano ad uguale distanza, individuati con deliberazione della Giunta regionale richiama l'attenzione della Giunta Regionale a verificare l'elenco dei comuni beneficiari delle agevolazioni considerato che alcuni comuni del novarese come nel caso di Castelletto Ticino - attualmente esclusi dal provvedimento si trovano ad una distanza minore dai confini nazionali con la Svizzera rispetto ad altre realtà che usufruiscono dei benefici della legge, se solo si considera - come sarebbe più opportuno e corretto - l'effettiva distanza stradale tra il territorio di questo o di altri eventuali comuni ed il più vicino valico di confine con la Confederazione Elvetica che, nella fattispecie, è quello lombardo della provincia di Varese (territorio che con analoga legge regionale della Lombardia, gode delle stesse agevolazioni).
Impegna la Giunta Regionale ad aggiornare l'elenco dei comuni beneficiari tenendo conto di queste osservazioni".
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato Sì 35 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Interventi per calamita' naturali

Iscrizione ed esame proposta di legge n. 574 "Provvedimenti in materia di castanicoltura"


PRESIDENTE

C'è l'intesa generale per discutere il provvedimento n. 574 "Provvedimenti in materia di castanicoltura".
Propongo pertanto l'iscrizione e l'immediata trattazione della proposta di legge n. 574 inerente a "Provvedimenti in materia di castanicoltura".



(L'Aula, all'unanimità, acconsente.)



PRESIDENTE

Con il consenso dei relatori, Consiglieri Costa Enrico e Riba, do per letta la seguente relazione, il cui testo recita:



PRESIDENTE

"La presente proposta di legge si rende necessaria a seguito della pericolosa infestazione delle piante di castagno da parte di un insetto originario della Cina - Dryocosmus kuriphilus - annoverato tra i più dannosi insetti del castagno a livello mondiale, finora mai segnalato in Europa.
Si tratta di un imenottero, conosciuto comunemente come 'mosca delle castagne, che durante gli anni '60 ha determinato perdite fino al 70-80 della produzione castanicola di Giappone, Cina e Corea, con conseguente morte delle piante.
La sua presenza è stata, di recente, segnalata nella Provincia di Cuneo le prime segnalazioni risalgono al maggio 2002 nell'area di Boves - e, ad oggi, risulta estendersi progressivamente, sia verso la Provincia di Torino, sia nelle valli tra Piemonte e Liguria. La diffusione (dovuta al volo delle femmine) è rapidissima, favorita dalla presenza continua del castagno nella fascia boschiva pedemontana. L'attacco si manifesta con la formazione di galle sui germogli, che rallentano lo sviluppo vegetativo causando una drastica riduzione della fruttificazione. Le possibilità di contrastare il Dryocosmus sono tuttora limitate. Gli insetticidi, ad esempio, non sono utilizzabili, stante la mancata registrazione sul castagno di questi prodotti chimici. In primavera, su alberi di ridotte dimensioni, si può effettuare la potatura prima della fuoriuscita delle femmine dalle galle. Buoni risultati sono stati ottenuti in Giappone con la lotta biologica mediante l'introduzione di uno specifico parassitoide Torymus Sinmensis - che è stato importato in Italia ed è attualmente alla fase di studio presso l'Università degli Studi di Torino. I tempi, per per il raggiungimento di un equilibrio ambientale sono di circa 10 anni.
La Regione, con deliberazione di Giunta del 5 maggio 2003 n. 35-9264 ha già provveduto a delineare il programma d'intervento, affidandone la realizzazione al Settore Fitosanitario, con la collaborazione degli enti locali, dell'Università, delle Associazioni rappresentative degli agricoltori. Il programma si basa sulla divulgazione dell'informazione sullo studio del ciclo biologico e dei possibili mezzi di lotta, sulla vigilanza e monitoraggio, sugli interventi di potatura o d'utilizzo di trattamenti specifici ed, eventualmente, sulla distruzione del materiale contaminato. Trattandosi di una coltura già concentrata in zone marginali montane o pedemontane, si ritiene opportuno indennizzare, in parte, la riduzione della redditività economica degli agricoltori che subiscono la perdita delle piante da castagno contaminate. Ciò anche in relazione all'importanza ricoperta dalla castagna nella produzione agroalimentare regionale. In Piemonte, infatti, sono 17 mila gli ettari di castagno in produzione (209 mila in Italia), coltivati da 7.000 aziende per una produzione annua totale di 7.500 tonnellate.
Il 90% di tale prodotto è concentrato proprio nella Provincia di Cuneo la prima ad essere intaccata dalla pericolosa malattia orientale.
Relazione tecnica Generalità La proposta di legge propone il sostegno finanziario, attraverso contributi appositi, agli agricoltori al fine di indennizzarli per la riduzione di redditività economica a seguito della perdita di piante da castagno contaminate dalla infestazione dell'imenottero Dryocosmus kuriphilus.
Riferimento alla legge regionale 4 marzo 2003, n. 2 (art. 30) e alla legge regionale 11 aprile 2001, n. 7 (art. 8).
La quantificazione della spesa prevista per l'anno 2004 e per il 2005 ammonta rispettivamente a 500.000,00 euro. Criteri, modalità, tempi di erogazione vengono definiti dalla Giunta regionale secondo quanto previsto all'articolo 1, comma 2 della proposta. Si tratta di spesa corrente, in particolare di contributi a favore degli agricoltori singoli od associati per le perdite subite a causa della distruzione delle piante di castagno infestate dall'imenottero in questione. Centro di responsabilità della spesa è individuato nell'Assessorato alla Agricoltura, in particolare nell'unità previsionale di base n. 12031 (Sviluppo dell'Agricoltura Fito sanitario regionale Tit. I spese correnti). Per la copertura delle spese previste per l'anno 2004 e per il 2005, si provvede secondo il disposto dell'articolo 30, comma 1, della legge finanziaria 2003 e secondo l'articolo 8 della legge regionale di contabilità".



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'articolato e degli emendamenti ad esso proposti.



PRESIDENTE

ARTICOLO 1



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 1 presentato dai Consiglieri Costa E., Riba e Bolla: dopo l'articolo 2 è inserito il seguente: "Art. 2bis (Norma attuativa) Entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge la Giunta regionale stabilisce con atto amministrativo i contenuti tecnici inerenti all'attuazione".



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1 (che diventa articolo 3).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 3 (che diventa articolo 4)



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 3 (che diventa articolo 4).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 4 (che diventa articolo 5)



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 4 (che diventa articolo 5).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 5 (che diventa articolo 6)



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo n. 5 (che diventa articolo 6).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo.
La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Periodicamente, le produzioni vegetali subiscono attacchi da agenti patogeni che nascono dalla mutazione, cioè non sono preesistetenti. In passato abbiamo avuto la filossera, agente patogeno che ha distrutto le viti (la cui unica cura era un porta innesto) o la flavescenza dorata. Sono tutti agenti patogeni di cui, obiettivamente, non si conoscono le origini.
Quest'agente patogeno della castagna ha distrutto, alcuni anni fa, l'80 delle produzioni di castagna in Corea e in Giappone. Ora è comparso anche da noi e il rischio è che, non essendoci un trattamento ed una cura potrebbe estendersi all'intero territorio comunicante. Non ci sono barriere, l'unico trattamento individuato in Giappone è la lotta biologica fatta attraverso la confusione sessuale dei microrganismi, nel senso che si riconfondono e non si riproducono più. È una cura che ha un'escursione lenta e non so fino a quando si potrà estendere questo tipo d'intervento.
In ogni caso, in una lunghezza di dieci-quindici anni può funzionare.
Questa legge si preoccupa di dare una risposta ad una prospettiva di distruzione di tutta quell'importante produzione frutticola che è la castagna, inserita nella fascia compresa tra i 500-650 metri di tutto l'arco alpino e appenninico. Abbiamo previsto una normativa che consente di sostenere, come Regione, tutto il ciclo dell'intervento, ivi compreso l'indennizzo ai produttori, non in quanto perdita della produzione, circa l'80%, ma per la messa a disposizione degli interventi fitopatologici che la Regione deve attuare. La cifra è molto indicativa; non basterà, ma una volta varata la legge potrà essere rifinanziata.
I colleghi Enrico Costa e Mino Taricco, che rappresentano il territorio colpito, hanno proposto questo tipo d'intervento. L'intervento, per quello che ne sappiamo, si sta già rendendo necessario ben oltre la fascia all'inizio delimitata.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

E' un provvedimento che, nella sua semplicità e nella sua essenzialità risulta estremamente utile. L'esperienza di precedenti fitopatie ci ha insegnato - faccio riferimento soprattutto alla lotta contro lo sciarca delle drupacce e la flavescenza dorata delle viti - che questo tipo di fitopatia è combattile se c'è un coinvolgimento complessivo, oltre che delle strutture tecniche per la lotta a queste malattie, anche di tutti gli agricoltori e gli operatori commerciali coinvolti nella filiera.
L'esperienza ci spiega che, laddove tutti sono coinvolti e sostenuti in questa lotta, è possibile debellare la malattia. Abbiamo sostenuto con convinzione questo provvedimento, perché si riporta uno schema di lotta che ci ha già permesso di risolvere tutta una serie di problemi. L'odierno problema produttivo rischia di diventare un vero flagello di tutte le aree montane, minando la possibilità di una produzione, quale la castagna importante per i suoi aspetti economici ma, soprattutto, per gli aspetti di tenuta ambientale e paesigistica. Ritengo fondamentale, quindi, questo tipo di percorso.
Condivido l'emendamento introdotto che dà 60 giorni di tempo alla Giunta per produrre le norme attuative. Penso che debba essere un provvedimento i cui effetti siano in grado di dispiegarsi velocemente.
Grazie Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Vorrei leggere, per il verbale, un testo consegnatoci in Commissione quando abbiamo affrontato questo argomento.
"Per quanto concerne poi i danni realmente subiti dagli agricoltori occorre ricordare che, benché i sintomi prodotti dall'insetto siano molto vistosi ed ingenerino viva preoccupazione, tuttavia la gravità delle perdite economiche è molto variabile, all'età delle piante nonché all'anno d'inizio dell'infestazione.
Accanto a varietà ibride come Marsol, che dopo alcuni anni di attacchi manifesta sensibili cali produttivi, ve ne sono altre come Bouche de Betizac, Marigoule e Primato che paiono per il momento possedere elevati livelli di tolleranza al cinipide e non presentano perdite di produzione.
Più complessa si presenta invece la situazione sui genotipi locali. Le varietà europee manifestano sintomi in misura significativa, ma continuavano ad essere produttive a tal punto che sovente non è possibile distinguere l'effetto del cinipide sulla fruttificazione rispetto ad altre avversità di natura fungina (cancro corticale, mal dell'inchiostro) ed agli stress fisiologici come la carenza idrica.
Di conseguenza la quantificazione oggettiva del danno economico è molto problematica e, comunque, è decisamente inferiore rispetto a quanto farebbe supporre l'intensità e la diffusione dei sintomi sul territorio.
A distanza di alcuni anni dall'instaurarsi dell'infestazione non si ha notizia della morte di castagni in conseguenza degli attacchi di questo insetto, per cui al momento è del tutto improprio parlare di 'distruzione delle piante', presupposto su cui sembra basarsi la proposta in oggetto come si evince dall'articolo 1 comma 1".
Ho letto questo documento per quanti non hanno potuto seguire l'iter in Commissione e, magari, può essere utile come riflessione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Costa Enrico; ne ha facoltà.



COSTA Enrico

Grazie, Presidente.
Intervengo per ribadire e associarmi a quanto già espresso dai Consiglieri Riba e Taricco. Questo testo è nato dall'esigenza, emersa in modo forte sul territorio (in particolare dalla provincia di Cuneo) di ovviare o, comunque, di cercare di porre un rimedio a questo fenomeno che dilagava nel tempo, sviluppandosi da una vallata all'altra, con una tale forza e veemenza che ha veramente preoccupato non solo i produttori, ma anche le amministrazioni, le istituzioni, i Comuni, le Comunità montane e in ultimo, la Provincia.
La Provincia è stata interessata da un ordine del giorno a firma del Gruppo dei Democratici di Sinistra. Ultimamente, la Consigliera Avena rappresentante del territorio della zona vicino a Boves - zona particolarmente attaccata da questo fenomeno - ha trovato un conforto in un'approvazione unanime da parte del Consiglio provinciale.
Oggi ci troviamo di fronte ad un testo che sicuramente dà una risposta forte all'esigenza. Era nato e personalmente, in qualità di primo firmatario, ho cercato di redigere un testo strutturalmente diverso nel quale, però, non avevo tenuto conto dei principi e dei limiti che la legislazione regionale incontra nel conformarsi al diritto comunitario. In sostanza, c'era il rischio che si configurasse un aiuto di Stato nell'andare a sostenere, direttamente, quei produttori, quegli agricoltori e quegli imprenditori agricoli che, in un certo senso, venivano lesi nel loro diritto di coltivare i loro castagneti, proprio da questo insetto.
Inizialmente, si prevedeva un indennizzo, a fronte della distruzione delle piante malate. Questo testo è ancora meglio di quello che avevo predisposto, perché capovolge i termini del problema, si punta, non soltanto sul ristoro economico di chi viene danneggiato, ma alla fase della prevenzione. In altre parole, si agisce in modo costruttivo per cercare insieme agli istituti di ricerca, alle istituzioni e a vari soggetti che possono intervenire, di far fronte al problema. Riteniamo che la soluzione di questa problematica non sia a breve termine. Saranno necessari studi e valutazioni, anche dal punto di vista scientifico. Saranno sicuramente necessari interventi costosi. La Regione Piemonte, per una volta, dà un segnale veloce, un segnale in termini particolarmente urgenti, ad un problema urgente. Questo è stato scritto nel testo della legge.
Non posso che esprimere, a nome dei colleghi Consiglieri che hanno dato conforto in Commissione all'approvazione di questo testo, una soddisfazione e un voto favorevole. Devo ancora ringraziare la III Commissione che si è occupata del problema e lo ha fatto veramente in tempi brevi, proprio rendendosi conto del fatto che se questo problema non fosse stato affrontato in termini brevi, non si trattava di una misura che avrebbe potuto portare agli stessi efficaci risultati, magari fra un anno o fra un anno e mezzo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Il collega Costa mi ha anticipato nell'evidenziare una serie di perplessità e di preoccupazioni sul provvedimento; provvedimento che ha innanzitutto, una caratteristica: non si capisce quali interventi finanzia.
Leggendo le finalità, sembra che il costo complessivo del provvedimento sia finalizzato a finanziare l'attività di ricerca e i trattamenti finalizzati al contenimento del danno ambientale. In realtà, il provvedimento è - fra virgolette - un aggiramento della legislazione comunitaria in materia di aiuti di Stato e trasforma il costo del coinvolgimento dei produttori nelle attività di contenimento del danno ambientale, la finalità nascosta della legge stessa.
Ci abbiamo già provato una volta - il Vicepresidente Riba lo ricorderà sulle carcasse bovine a proposito della mucca pazza, e l'Unione Europea l'ha immediatamente rimandato indietro perché non basta tacere la parola "contributo" in un provvedimento, temo, per trarre in inganno la Commissione europea e per non farle vedere che si tratta, di fatto, di un contributo alle aziende, sia pure per il costo da loro sostenuto, per il loro coinvolgimento in un'attività del contenimento del danno ambientale.
Non so se l'Assessore Cavallera ha intenzione di intervenire.



PRESIDENTE

Siamo sulla dichiarazione di voto.



PALMA Carmelo

Siamo sulla dichiarazione di voto finale del testo, quindi Cavallera non può più intervenire per questo, complimenti! Ritengo che esistano gravissimi profili di inaccettabilità giuridica di un provvedimento di questo tipo, che traveste un contributo alle imprese come se fosse un'iniziativa finalizzata al contenimento del danno ambientale. Forse, non saremo tutti qui quando questo provvedimento tornerà indietro da Bruxelles. Forse, occorrerebbe in questi casi, da parte del Presidente, un'attività meno sbrigativa e meno corriva rispetto agli interessi dei proponenti nella discussione dei testi e, da parte dell'Assessore, non l'atteggiamento di chi passa qui perché è passato a comprare le sigarette. Ho posto una questione che mi pare giuridicamente rilevante, citando un precedente non esattamente onorevole per la nostra Regione. Banalmente l'Assessorato se ne è occupato, ma ha svolto un approfondimento giuridico sommario. Soprattutto, non si capisce chi è il destinatario di questi finanziamenti. Per me, questi sono contributi alle imprese, non sono costi per la ricerca, né sono costi per il contenimento del danno ambientale, a prescindere dal problema che c'è, ma non prescindendo - cosa che tutti sembrano fare abbastanza allegramente - dal quadro di compatibilità normativa che interventi di questo tipo devono necessariamente avere.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'intero testo della proposta di legge n.
574.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato Sì 29 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Presidi socio-assistenziali pubblici e privati - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Presidi privati di diagnosi e cura - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame disegno di legge n. 286 "Modifiche alla legge regionale 4 settembre 1996, n. 73 (Finanziamento residenze assistenziali flessibili, residenze sanitarie assistenziali e interventi di manutenzione straordinaria alle strutture sanitarie)" presentazione ordine del giorno collegato n. 949 inerente a "Esercizio del diritto di libera scelta del presidio socio-sanitario da parte dell'utente (l.r. 1/2004) nelle more della definizione delle procedure di accreditamento"


PRESIDENTE

In merito al punto 6) all'o.d.g., che prevede l'esame disegno di legge n. 286 "Modifiche alla legge regionale 4 settembre 1996, n. 73 (Finanziamento residenze assistenziali flessibili, residenze sanitarie assistenziali e interventi di manutenzione straordinaria alle strutture sanitarie)", do la parola al relatore, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, relatore

La legge regionale 4 settembre 1996, n. 73 delinea il meccanismo di finanziamento dei presidi socio-assistenziali a carattere di residenzialità e semiresidenzialità, prevedendo la definizione dei requisiti necessari per la presentazione delle istanze di contribuzione e definendo le modalità operative di concessione ed erogazione del finanziamento, oltre a codificare un percorso mirato alla verifica di congruità degli interventi ammessi a contributo rispetto alle indicazioni della programmazione socio assistenziale ed a prevedere un vincolo trentennale di destinazione d'uso a carico delle strutture immobiliari per le quali sono concessi i contributi.
In particolare, scendendo nell'analisi dettagliata dell'iter istruttorio delineato dal provvedimento è opportuno segnalare che l'articolo 3 della citata legge regionale prevede, ai fini dell'accoglimento delle istanze di contribuzione, l'espressione di un parere favorevole da parte dell'azienda sanitaria locale e da parte del soggetto gestore dell'attività socio-assistenziale competenti per territorio, dal quale risulti che le strutture oggetto di finanziamento sono coordinate ed integrate nell'ambito della rete dei servizi sociali e sanitari del territorio in cui sono ubicate. Il medesimo articolo precisa inoltre che detti pareri preludono alla successiva stipula di convenzioni con le aziende sanitarie di riferimento territoriale.
L'articolo 4 della stessa legge prevede altresì che il provvedimento regionale, che determina in via definitiva le annualità del contributo possa essere adottato solamente previa stipula della convenzione della struttura finanziata con l'azienda sanitaria regionale.
L'impianto della legge regionale n. 73/96 deve necessariamente essere coordinato con l'evoluzione della normativa nazionale e regionale registrata nel corso degli anni. L'articolo 8 quater del D.Lgs. 30/12/92 n.
502, inserito nel corpus normativo del D.Lgs. n. 229/99, introduce nell'ordinamento una nuova modalità per l'accesso al rapporto con il servizio sanitario, basata sull'accreditamento istituzionale e la successiva definizione degli accordi contrattuali.
In particolare, l'accreditamento istituzionale viene rilasciato dalla Regione alle strutture autorizzate pubbliche e private che ne facciano richiesta, subordinatamente alla loro rispondenza ai requisiti ulteriori di qualificazione, alla loro funzionalità rispetto agli indirizzi di programmazione regionale ed alla verifica positiva dell'attività svolta e dei risultati raggiunti.
Il possesso, inoltre, da parte del presidio, dei requisiti previsti per l'accreditamento rappresenta, ai sensi del citato articolo 8 quater del D.Lgs. n. 502/92, vincolo per la definizione delle prestazioni previste nei programmi di attività delle strutture accreditate, nonché requisito essenziale per la definizione da parte delle aziende sanitarie degli accordi contrattuali.
E' pertanto opportuno prevedere che la stipulazione degli accordi contrattuali tra strutture erogatrici e servizio sanitario nazionale non venga definita e condizionata ex-ante al momento della realizzazione dell'intervento finanziato, attraverso un impegno dell'azienda sanitaria locale e al successivo convenzionamento della struttura, come attualmente previsto dall'articolo 3 della legge regionale n. 73/96, e precisare che la definizione di tali accordi contrattuali, ora disciplinati dall'articolo 8 quiques del più volte ricordato D.Lgs. 502/92, avvenga esclusivamente in un momento successivo rispetto alla verifica della qualità delle prestazioni erogate e dei costi sostenuti all'interno del presidio autorizzato e pienamente funzionante.
In altre parole, le modifiche apportate dalla vigente normativa statale alle modalità di accesso al rapporto con il servizio sanitario nazionale che diventa l'esito di un percorso di valutazione e di verifica non solo del possesso dei requisiti organizzativi e di funzionamento, ma soprattutto dell'attività e dei risultati conseguiti in termini di salute, rende prive di operatività ed attualità alcune disposizioni enucleabili in seno al vigente testo della legge regionale n. 73/96.
A ciò si aggiunga che l'entrata in vigore della legge regionale 08/08/97 n. 51, codificando espressamente il principio di separazione tra funzioni di indirizzo e controllo e funzione gestionale, affida definitivamente ad atti amministrativi di natura tecnica i momenti istruttori legati allo svolgimento ed alla conclusione del procedimento amministrativo.
Al fine quindi di coordinare le prescrizioni della legge regionale n.
73/96 con l'evoluzione normativa sopra ripercorsa, si propone l'adozione del presente disegno di legge, già licenziato a maggioranza dalla competente Commissione consiliare.
L'articolo 1 del provvedimento, di cui si chiede all'Aula consiliare sollecita approvazione, interviene sul testo della legge regionale n.
73/96, definendo in maniera più precisa la natura giuridica dei contributi erogati ai presidi socio-assistenziali.
L'articolo 2 prevede l'abrogazione in seno la legge regionale 73/1996 della disposizione che stabilisce il vincolo del convenzionamento ai fini dell'ammissibilità ai contributi erogati.
L'articolo 3 chiarisce la natura tecnica degli atti di concessione di proroga per la presentazione del progetto definitivo per cui si richiede il finanziamento e per l'inizio e l'ultimazione dei lavori, nonché degli atti amministrativi che determino in via definitiva le annualità dei contributi concessi.
Al fine di cogliere il coordinamento normativo sopra delineato l'articolo 4 stabilisce che, in via transitoria, le istanze di finanziamento relative al bando operante la data di entrata in vigore della presente legge, siano accoglibili in deroga, le previsioni di cui al vigente testo della legge regionale 73 del 96 anche in assenza del parere favorevole da parte delle aziende sanitarie locali e del soggetto gestore delle attività socio-assistenziali competenti per territorio.
L'articolo 5, infine, prendendo atto della completa ridefinizione dei meccanismi e delle procedure di finanziamento dei presidi socio assistenziali, operata da parte della recente legge regionale sulla realizzazione del sistema integrato di interventi ai servizi sociali esplicita l'abrogazione della legge regionale 73/1996 a far data dell'esaurimento dell'erogazione dei contributi concessi sulla base del bando di finanziamento operante alla data di entrata in vigore del presente provvedimento legislativo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Passiamo alla discussione generale.
La parola alla Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente.
So molto bene che il regolamento d'Aula impone che non vi possa essere un'illustrazione aggiuntiva di emendamenti, cosa che invece avviene in Commissione. Ma all'imbarazzo che già manifestavamo su questo provvedimento, si aggiunge ulteriore imbarazzo e anche inquietudine per l'ulteriore emendamento che è stato aggiunto, lo vediamo testé, dopo che la Commissione aveva licenziato il testo.
E' un provvedimento che risale al 2 aprile del 2001, e viene assegnato in Commissione il 6 Aprile del 2001. Viene avviata una prima discussione dopodiché, scompare per ricomparire alla fine del 2003 con richieste di sollecitazioni per sopravvenute necessità da parte di diversi territori piemontesi, quindi di urgenza perché si vada in Aula. Viene licenziato con delle modifiche corpose sulle quali abbiamo dissentiamo e richiediamo dei ragionamenti supplementari. Ma nonostante questo, nonostante sia stato giacente in Commissione per tutto questo tempo, oggi ci ritroviamo con degli emendamenti presentati non dai Consiglieri di maggioranza o di opposizione, ma dallo stesso Assessore, con degli emendamenti che modificano profondamente il testo che è stato licenziato dalla Commissione.
Il primo problema che abbiamo obbligo di evidenziare è proprio questo Presidente. Noi siamo di fronte ad un testo che viene modificato con un emendamento aggiuntivo e viene modificato nel merito, nonostante sia stato licenziato dalla Commissione. Questo è il primo problema. Problema che ci fa chiedere all'Assessore di ritirare questo emendamento aggiuntivo. Se poi entriamo nel merito, le modifiche del provvedimento (le modifiche alla 73 del '96) che più ci preoccupano sono quelle legate alle deroghe.
Sostanzialmente, la cosa più grave in assoluto, Assessore, è che l'articolo 4 stabilisce che, in via transitoria, le istanze di finanziamento relative al bando operante alla data di entrata in vigore della presente legge siano accoglibili in deroga e in assenza del parere degli Enti gestori e delle A.S.L. Questo lo riteniamo gravissimo. Sì, Assessore, lo togliete. Io mi devo limitare per forza di cose ai documenti che mi sono stati forniti.
I documenti che mi sono stati forniti riportano l'inserimento di RAF e di RSA. Noi in Commissione vi abbiamo chiesto di limitare questo inserimento e la modifica della legge n. 73 alle RSA, considerato che sulle RAF già insistono livelli qualitativi precari e, potrei aggiungere, ben altri aggettivi.
Esistono sovrapposizioni di specificità tra anziani e malati dichiarati autosufficienti, ma non autosufficienti, con dei livelli di assistenza che sono di gran lunga a rischio, non efficaci e non rispondenti a quelle che sono le nostre norme.
Quindi, vi avevamo chiesto di limitare la modifica alle RSA. Non è stato fatto, e non solo: ci ritroviamo con un articolo 4 che prevede l'esclusione del parere dell'Azienda Sanitaria Locale e del soggetto gestore dell'attività socio-assistenziale e, dulcis in fundo, in aula ci ritroviamo un ulteriore emendamento che arriva all'assurdità di dire: "E' ammessa la trasformazione di una parte di posti letto RSA, finanziati ai sensi della presente legge, in posti letto da destinare ad attività sanitaria sulla base di criteri, procedure e modalità che la Giunta regionale, informata la competente Commissione consiliare, definirà con proprio atto deliberativo".
Che cosa significa, Assessore? Che cosa vuol dire destinare una parte di posti letto RSA? Lei ha ben presente la battaglia che abbiamo portato avanti, in modo peraltro trasversale, in quest'aula per arrivare ad una riduzione delle liste d'attesa e ad un aumento dei posti letto fatto in modo serio. E ci siamo ritenuti gabbati da questa Giunta, perché noi rinunciammo ad una quantità enorme di emendamenti in occasione di quella modifica alla finanziaria, che venne approvata; dopodiché solo l'anno successivo, cioè l'ultimo anno 2003-2004, ha visto aumentare i posti letto.
Al di là di questa vicenda, noi abbiamo portato avanti un'ampia discussione da una parte e dall'altra per ottenere, come obiettivo l'aumento dei posti letto. Che cosa significa, Assessore? E' ammessa la trasformazione di una parte di posti letto RSA in posti letto da destinare ad attività sanitaria. Cosa significa? Che cosa vuol dire? Tra l'altro, non vediamo l'Assessore alla sanità e sarebbe interessante sapere qual è la sua opinione. Che cos'è? Una delega dell'assistenza che dopo avere scaricato i livelli di qualità, scarica anche i posti, o è qualcos'altro ancora? Poi, entrando nel merito siamo in grado di dire che cos'altro potrebbe essere.
E l'aggiunta, Assessore, è ulteriormente grave perché questo è un colpo di mano che viene fatto perché vi riservate criteri, procedure e modalità in capo alla Giunta regionale, informata la competente Commissione.
Assessore, abbiamo tutti acquisito una certa esperienza: se volete scrivere queste cose, evitate almeno di prenderci in giro, perché sapete bene che informare non significa sottoporre al parere della Commissione.
Questo è uno di quegli argomenti sui quali ci siamo spesi negli anni e vorremmo ritrovarci nella condizione di non essere per lo meno buggerati.
La invitiamo a ritirare l'emendamento aggiuntivo, che è veramente inaccettabile, ma le consigliamo anche di rivedere il passaggio sull'articolo 4, relativo a quell'imbarazzante e pesante deroga. Poi è vero che siamo in epoca di condoni di tutti i tipi nel nostro Paese - e l'abbiamo capito - ma questo ci pare veramente eccessivo, anche perch quanto tempo si è impiegato per modificare la legge n. 73? Noi adesso andiamo a scrivere in deroga, e la deroga consiste in che cosa? Che potranno fare quello che vogliono in assenza di parere dell'ASL e dell'ente gestore. Ma, Assessore, siamo impazziti? Voi avete scritto questo.
Anche su questo, abbiamo presentato un emendamento per consigliarvi per aiutarvi a non creare questo danno alla Regione che, già per quanto riguarda la Cenerentola assistenza, è in ginocchio. La preghiamo, la invitiamo a ritornare sulle sue posizioni, quindi a presentare una modifica che è comunque una modifica pesante, ma che tiene conto di quanto è successo nei Comuni e nei territori - ma escludendo questi due passaggi.
Altrimenti ci obbliga a presentare ulteriori subemendamenti, considerato che, dopo tanti anni, arrivate in aula con un emendamento di questo peso che stravolge completamente la discussione che abbiamo sviluppato in IV Commissione.
So molto bene che la procedura di Consiglio non consente di avere a questo punto una dialettica con l'Assessore, e penso che sia stata proprio questa la motivazione che ha spinto l'Assessore a presentare in Aula e non in Commissione questo emendamento un po' demenziale.
Rinnovo l'invito e ci riserveremo, con altri interventi di miei colleghi competenti quanto me in materia, di aggiungere elementi per convincere e riportare alla ragione e al buonsenso chi non vuole ascoltare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi Oreste; ne ha facoltà.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire su questo provvedimento assolutamente a favore perché la Lega Nord è contenta di come l'Assessorato sta lavorando sul fronte dell'assistenza. Ed è contenta di come questo Assessorato abbia recepito, in diversi provvedimenti, le indicazioni che, da sempre, la Lega Nord scrive nei suoi programmi e dichiara nei suoi interventi.
In particolare, Assessore, mi rifaccio agli interventi a favore degli anziani non autosufficienti o comunque degli anziani in lista d'attesa per entrare nelle case di riposo, e che grazie ad un provvedimento importante si sono visti aiutare, soprattutto quelli con famiglie che avevano la possibilità di tenerli a casa, grazie ad un contributo della Regione.
Non solo: a seguito anche di colloquio con l'Assessore, è in atto un intervento che aiuterà anche le famiglie che decidono di assistere i propri anziani a casa anziché nelle case di cura, anche se non ancora inseriti nelle liste d'attesa.
Quindi, si va assolutamente nel senso di difendere la dignità dei nostri anziani, che non devono, se hanno problemi in famiglia, per forza essere rinchiusi in strutture assistenziali, ma possono rimanere nelle proprie abitazioni.
Per quanto riguarda il provvedimento che stiamo esaminando, ritengo che sia estremamente interessante intervenire anche sul livello qualitativo delle strutture di assistenza, in particolare definendo i requisiti necessari per la presentazione delle istanze di contribuzione; le modalità operative di concessione ed erogazione del finanziamento; a codificare un percorso mirato alla verifica di congruità degli interventi ammessi a contributo rispetto alle indicazioni e alla programmazione socio assistenziale.
E' fondamentale che le Case di riposo vengano costruite dove sono necessarie; dov'è possibile avere, eventualmente, una convenzione. Sciupare dei contributi pubblici, finalizzati a strutture che possono non servire o essere utilizzate solo in parte, è, sinceramente, uno spreco per il territorio. Andare a programmare la nascita di queste Case di risposo e ad erogare contribuiti solo a quelle che danno precise garanzie, significa offrire un servizio ai nostri anziani, o ai nostri disabili, bisognosi di aiuto.
Si prevede anche un vincolo trentennale di destinazione ed uso a carico delle strutture immobiliari, per le quali sono concessi i contribuiti. Tra l'altro, l'aspetto estremamente positivo è che viene richiesta, per avere diritto ai contribuiti, l'espressione di un parere favorevole da parte dell'azienda sanitaria locale e del soggetto gestore dell'attività socio assistenziale competente per territorio, dal quale risulti che le strutture, oggetto di finanziamento, sono coordinate ed integrate nell'ambito della rete dei servizi sociali e sanitari del territorio in cui sono ubicate.
Questo è fondamentale.
Tra l'altro, l'articolo 4 della stessa legge prevede che il provvedimento regionale, che determina in via definitiva le annualità del contributo, possa essere adottato solamente previa stipula della convenzione della struttura finanziata con l'Azienda sanitaria locale.
estremamente interessante ed utile.
Le chiedo ancora, Assessore, se fosse possibile verificare, sempre all'articolo 4 dove si parla della via transitoria, la possibilità che ci sia questa via transitoria, sempre previo parere dell'Azienda sanitaria competente e, sempre se è possibile, anche del gestore dell'attività socio assistenziale. Le chiedo questo perché riteniamo che sia un bene garantire una struttura organizzata e conforme alle necessità del territorio.
Per quanto riguarda l'emendamento, mi interessa, in particolare, il comma 3 aggiunto all'articolo 4, dove viene concessa la trasformazione di una parte dei posti letto RSA (finanziati ai sensi della presente legge) in posti letto da destinare ad attività sanitarie, sulla base di criteri procedure e modalità che la Giunta regionale, informata la competente Commissione consiliare, definirà con proprio atto deliberativo.
Riuscire ad ospitare i malati lungodegenti, almeno quelli per cui è possibile, in strutture RSA autorizzate, può comportare un risparmio considerevole, anche perché le cure di cui necessitano non sono quelle di un pronto soccorso o di un'emergenza sanitaria. Oltre al fatto che i malati stanno meglio e possono stare più vicini alle loro famiglie perch rispetto agli ospedali, le strutture RSA sono meglio dislocate sul territorio. Tali strutture costano meno al pubblico. Mentre un posto letto in ospedale può arrivare a costare 8-900 mila di vecchie lire al giorno, in una struttura RSA convenzionata si può arrivare a spendere - adesso non voglio sbagliare le cifre - all'incirca anche un terzo. In poche parole possiamo assistere, con la stessa cifra, tre persone anziché una, come avviene nelle strutture ospedaliere. Tra l'altro, sarà anche più facile che queste persone accettino di essere più vicine alle proprie famiglie, perch magari la RSA è più vicina al territorio, quindi alla famiglia, rispetto alla struttura ospedaliera.
Credo che sia interessante - il nostro parere sarà ovviamente a favore l'emendamento presentato dalla Giunta.
Un altro passaggio che condivido riguarda l'accreditamento istituzionale che viene rilasciato, dalla Regione, alle strutture autorizzate, pubbliche e private, che ne facciano richiesta subordinatamente alla loro rispondenza ai requisiti ulteriori di qualificazione, funzionalità e rispetto di programmazione regionale, nonch alla verifica. Questo è molto importante. Ricorderete, Assessore e colleghi, che quando si era parlato della legge sull'assistenza chiamiamola legge quadro, affrontata all'inizio dell'anno - noi avevamo chiesto che la Regione verificasse la qualità dei servizi effettivamente dati ai malati e alle famiglie, come anche procedere alla verifica positiva dell'attività svolta e dei risultati raggiunti.
Con questo provvedimento, l'Assessore e la Giunta hanno evidenziato una questione importante, che dà dignità ai malati, agli anziani auto e non autosufficienti, nel senso che la Lega Nord aveva chiesto già da tempo.
Assessore, il voto della Lega Nord è favorevole. Le chiediamo però, se è possibile, verificare la modifica che le abbiamo chiesto: avere il parere favorevole sulle istanze di finanziamento in via transitoria da parte delle aziende sanitarie locali e del soggetto gestore dell'attività socio assistenziale competenti per territorio. Comunque, il nostro voto sarà favorevole all'emendamento e all'intero testo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Grazie, Presidente.
Personalmente, mi mancano diversi retroscena di questa norma, però, di primo acchito, alcuni contenuti del testo sono sicuramente interessanti.
Vorrei focalizzare l'attenzione su alcuni passaggi, alcuni nodi cruciali di questo tipo di provvedimento. Innanzitutto, l'emendamento all'articolo, 4 punto 4 proposto dall'Assessore Cotto, laddove si permette la possibilità di trasformare alcuni posti di RSA in posti da adibire ad attività sanitaria. Ovviamente, mi riservo di cogliere, dalla spiegazione dell'Assessore Cotto, il merito della norma e del senso che questo tipo di emendamento vuole introdurre. Intanto, provando a ragionare sul testo, se l'emendamento mira a creare la possibilità di poter curare, in loco, alcuni malati e alcune strutture, mi trova sicuramente d'accordo.
L'emendamento proposto dai Consiglieri Riggio e Suino è condivisibile nel senso che, personalmente, sono favorevole alla possibilità di trasformazione di questi posti, ma non "informata la Commissione competente", bensì "previo parere vincolante della Commissione competente consiliare". Se la ratio dell'emendamento è condivisibile, è necessario che vengano chiariti, nell'emanazione delle norme del regolamento che dovranno governare questo passaggio, alcune condizioni. Primo, l'assoluta garanzia per la persona anziana che viene curata in loco; secondo, andrebbero meglio precisate le modalità con le quali il costo di questo tipo di passaggio deve continuare a essere a carico della sanità e non dell'assistenza.
Personalmente, sono favorevole a questo emendamento, ma a condizione che venga accolto il subemendamento di specie. Sono, altresì, favorevole all'emendamento proposto all'articolo 4, punto 1, laddove la norma, così come ci è stata presentato, prevede la possibilità di essere ammessi a contributo anche in assenza di parere favorevole di ASL. Mi pare di aver colto dall'Assessore, comunque, che questo venga meno.
Personalmente, se viene meno questa parte dell'articolo che prevede questo punto e se viene accolto il subemendamento, sono favorevole alla norma.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Mi è parso di capire, dalla gestualità dell'Assessore Cotto, che volesse interloquire sulle osservazioni che sono state sollevate dalla Consigliera Suino e che, in parte, sono state riprese negli interventi successivi.
Mi rendo conto che sia un po' anomala questo tipo di procedura, ma siamo anche in presenza di un emendamento pesante e di un percorso che come è stato sottolineato, è stato particolare e singolare. Chiedo, per cortesia, di sentire prima l'Assessore e poi lasciare che noi possiamo intervenire.



PRESIDENTE

Direi di procedere in questo modo. Facciamo intervenire l'Assessore ogni qual volta la Giunta richiede di intervenire. Non è intendimento di questa Presidenza impedire l'intervento della Giunta, dell'Assessore Cotto nello specifico.
Chiedevo, contando sulla cortesia del Consigliere Ronzani, che non è ancora intervenuto sul dibattito generale e si è iscritto, e così di coloro che intendono iscriversi e che non hanno ancora parlato, di proseguire dopo l'intervento dell'Assessore Cotto sul dibattito generale. Chiedendo, a chi è già intervenuto, di intervenire sul primo articolo disponibile per evitare di rifare il dibattito generale.
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali

Ringrazio per avermi dato la possibilità di spiegare alcune questioni che, giustamente, vanno spiegate perché altrimenti possono creare confusione.
Per quanto riguarda il discorso relativo alla programmazione, testo che era stato approvato in Commissione, c'è un emendamento che avete a vostre mani che recita: "Secondo le modalità previste dal comma terzo dell'articolo 29 della legge regionale 8 gennaio 2004, n. 1". Capisco che non avendo il testo della legge sotto mano, non si può evincere che quello è proprio il discorso della convenzione, ma l'ingegner Rosso vi può far vedere che si tratta proprio di quello. E' chiaro che si accoglie l'emendamento della Consigliera Suino di eliminare "in assenza del parere favorevole". Anche perché noi abbiamo avuto i pareri favorevoli. Ricordo, è già stato detto, che questo disegno di legge, che modifica alcuni punti della legge n. 73 che hanno creato dei problemi, è nato nel 2001. Ricordo ancora che abbiamo ripreso la discussione quando discutevamo la legge n. 1 e abbiamo rimandato in Commissione tutta la partita.
Mi rendo perfettamente conto che il discorso legato all'articolo 4 del disegno di legge, può creare delle perplessità. Sono d'accordo. Non è nessun colpo di mano, siamo a tre mesi dalla scadenza, è chiaro che non ci sono colpi di mano, ma c'è la volontà, e il Consigliere Taricco l'ha recepita, di dare delle risposte ai bisogni che noi abbiamo sul territorio.
Chiedo l'attenzione del Consigliere Cattaneo, in particolare di tutti i Consiglieri, perché questo è un argomento molto importante. Comprendo che ci possono essere preoccupazioni. Se voi girate per le case di riposo magari potreste trovare in una di esse un ragazzo in coma da mesi, che arriva da un paese della provincia di Torino ed è lì grazie ad una convenzione con l'ASL, con tutta la spesa a carico della sanità - ci mancherebbe ancora. Quel ragazzo è ricoverato in quella casa di riposo affinché i suoi genitori lo possano accudire. A casa non è possibile farlo venire a Torino magari è veramente distante: non tolgo nulla all'assistenza, do delle risposte ai bisogni che sono sempre più sanitari.
La legge n. 73, nata dieci anni fa, non poteva prevedere questo, non poteva pensare ai bisogni sanitari che c'erano sul territorio. Ha creato le residenze sanitarie, ma le ha vincolate a determinati accessi. Se un domani, in quella casa di riposo della Provincia di Torino, ci fosse un controllo da parte dei NAS, questi potrebbero contestare il ricovero di quel ragazzo, nonostante il finanziamento previsto dalla legge n. 73. Se poi la notizia venisse pubblicata dai giornali, noi riceveremmo venti interpellanze e saremmo tacciati di insensibilità. Parlarne in questo modo e grazie all'intervento di tutti è importante, siamo disponibili a migliorare e a rassicurare.
Non è un colpo di mano, è voler dare risposte precise ai bisogni che emergono.
Di esempi se ne possono fare tanti altri. Posso parlare di malati terminali che sono ricoverati in case di riposo e non vogliono andare altrove perché lì hanno i loro affetti, hanno le loro conoscenza e allora è una crudeltà non permettere di risolvere il problema in loco. L'ASL deve poterlo fare. Noi dobbiamo permettere questa variazione della legge per dare queste risposte, non c'è assolutamente nessuna speculazione, non c'è nessun desiderio a spendere di meno. Registro con soddisfazione di avere su questo abbiamo discusso prima - l'accordo di tutta la maggioranza e sono contenta che sia stato colto anche da parte della minoranza.
L'ho colto sia dall'intervento della Consigliera Suino, che mi provocava per farmi dire queste cose, sia dall'intervento del Consigliere Riggio quando diceva: "L'Assessore ha qualcosa da dire". Il Consigliere Taricco, che ha esperienza nel campo del sociale, operativa sul territorio e merita i miei ringraziamenti, ha capito il problema.
Mi fermo qui, riservandomi eventualmente di intervenire in seguito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Ci sono questioni che sono state discusse fino ad ora, che non c'entrano con il provvedimento che stiamo esaminando. E' vero che il Consiglio ha stanziato 20 milioni di euro per abbattere liste di attesa degli anziani non autosufficienti e che recentemente, a seguito di una nostra battaglia, sono stati destinati 10 milioni di euro per gli assegni di cura. Ne approfitto per chiedere all'Assessore di conoscere, non oggi ma siccome questo impegno si trascina da troppo tempo, sulla base di quali criteri voi intendete ripartire questo stanziamento che, secondo l'impegno che ha assunto la Giunta, verrà destinato principalmente agli assegni di cura. Noi pensiamo che questi due provvedimenti, 20 milioni di euro per abbattere liste di attesa da una parte e dall'altra 10 milioni di euro debbano essere riconfermati anche per il prossimo anno con la legge finanziaria. Su questo piano, intendiamo sfidare la Giunta affinché questo impegno venga mantenuto.
Noi tentiamo di dare una risposta all'emergenza riguardante la questione degli anziani. Questo c'è, collega Rossi. Questo risultato è anche ascrivibile alla battaglia condotta dai Gruppi dell'opposizione, in particolare dalle colleghe Suino e Manica, ma anche dai colleghi degli altri Gruppi del Consiglio regionale.
Torno sulle questioni che sono oggetto di questa discussione. Intanto prendo atto del fatto che voi avete rinunciato ad abolire la norma che prevedeva che noi rinunciassimo al parere delle ASL, che mi sembrava francamente un non senso. Vorrei capire come, nel momento nel quale immaginiamo di fare una politica verso gli anziani, rinunciamo al criterio principale, che è quello della programmazione. Con chi si potrebbe fare la programmazione se non con le ASL e gli enti gestori? Bene, prendo atto che quanto meno c'è la volontà di ripristinare un ruolo attivo nei processi di programmazione da parte delle ASL e degli enti gestori. Non c'è un atteggiamento pregiudiziale da parte nostra, ma proprio per questo è bene che la Giunta si predisponga a discutere la questione molto apertamente e senza forzature dal punto di vista normativo. Il problema è di capire come gestire e affrontare la questione che voi vorreste oggi risolvere con l'emendamento all'articolo 4.
Assessore Cotto, lei dice una cosa vera: molte case di riposo sono per gli anziani, per ultrasessantacinquenni che hanno problemi non solo assistenziali, ma anche sanitari. Dicendo questo, diciamo una cosa vera e sacrosanta. Noi vorremmo solo evitare che a quegli anziani a cui occorre garantire un'assistenza sanitaria venisse, per effetto di questa trasformazione, garantita un'assistenza sanitaria diversa da quella a cui avrebbero diritto se, come è giusto che sia, fossero in un ospedale.
Il problema è la qualità del servizio, il problema è di fare in modo che quell'anziano che, per effetto della trasformazione, ha problemi sanitari - voi così giustificate la trasformazione e non in un altro modo se non è un anziano di serie B, perché ha problemi sanitari, quell'anziano dovrebbe stare in un ospedale.
Io so molto bene che esiste sempre più l'esigenza di stabilire un rapporto strettissimo tra assistenza all'anziano e assistenza sanitaria.
Questa è la preoccupazione che le manifesto, che è vera.
Dopodiché lei mi pone il problema dell'esperienza concreta. Benissimo allora discutiamo di questo, avendo ben chiaro qual è il problema che non dobbiamo in nessuno modo consentire che si verifichi, cioè fare in modo che la sanità vada nelle case di riposo senza garantire la qualità del servizio che, invece, deve essere garantita.
Ma, allora, se è così, Assessore Cotto, le pongo un problema: una norma come quella che lei ha presentato non può essere votata da questo Consiglio a scatola chiusa. Se lei ci presentava i criteri sulla base dei quali voi pensate di fare questa trasformazione, allora nei criteri posso ritrovarmi con alcune delle cose che dice lei. Ma i criteri non ci sono e voi, nella norma che presentate, non li indicate. Un'esigenza che può anche essere sacrosanta (quella della trasformazione) in assenza di criteri che ci consentano di capire su quale strada intendete muovervi, a me personalmente, un problema lo crea.
Allora, è giocoforza, secondo me, se lei, come io credo, non intende fare una forzatura, quanto meno, consentire al Consiglio o alla Commissione consiliare competente - senta, collega Suino, se ci siamo su questo punto non di essere informata sui generis di criteri che voi discutete, ma di essere parte attiva di un processo a cui voi attribuite un'importanza fondamentale.
Ma se è così e se è importante, non potete pensare che la Commissione venga informata su criteri che voi decidete. Allora, è giocoforza che voi, se intendete mantenere l'emendamento sostitutivo dell'articolo 4, vi predisponiate a prevedere che tutte le discussioni sui criteri avvengano seriamente, in Commissione, non soltanto formalmente, e quindi per questa via si preveda che la Commissione abbia un parere vincolante.
Questo cosa consente, Assessore Cotto? Consente di entrare nel merito.
Non nego che lei abbia posto un problema sacrosanto. Non mi sento di dire che lei non pone un problema reale. Ma proprio perché lei pone un problema reale, noi dobbiamo essere messi nella condizione di affrontare seriamente il problema reale. L'unico modo per essere messi in questa condizione è fare sì che la Commissione di merito, non il sottoscritto, ma i Consiglieri Taricco, Riggio e Chiezzi, le Consigliere Suino, Manica e tanti altri abbiano modo di discutere quei criteri. Perché è attraverso i criteri che passa il confine del ragionamento che facevo prima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Invito l'Assessore Cotto, che in genere è persona riflessiva, a riflettere sul pericolo insito nel far passare una logica emendativa di questo genere senza stabilire dei criteri e dei paletti abbastanza precisi.
L'Assessore ha riportato un caso specifico. Casi umani che conosciamo molto bene. C'è il grosso rischio, Assessore, che tutti abbiano presente: l'RSA, tramite questa attività emendativa, può diventare un contenitore indistinto, in cui può starci di tutto. Una cosa di questo genere, come sanno bene tutti gli operatori, significa un abbassamento del livello qualitativo spaventoso. L'RSA diventerebbe un contenitore che accetta ogni domanda di mercato, non uno strumento per dare una risposta a determinati bisogni sociali.
L'unica maniera per evitare che l'RSA diventi questo indistinto contenitore, l'unica maniera è stabilire dei criteri, dei paletti estremamente fermi. Questi paletti debbono essere fissati da un Regolamento che dovrà essere discusso in Commissione e, in ogni caso, debbono avere un governo politico molto forte, che richiede obbligatoriamente il passaggio nel Consiglio regionale e, quindi, nella sua articolazione di Commissione.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il dibattito generale. Passiamo ora all'esame dell'articolato e degli emendamenti ad esso proposti.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese dell'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 1 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cotto: "Art. 2 (Sostituzione dell'art. 2) 1. Il comma 3 dell'articolo 3 della l.r. 73/1996 è sostituito dal seguente: L'espressione dei pareri favorevoli di cui al comma 2 prelude alla successiva stipula di convenzioni tra i presidi ai quali è stato assegnato il contributo ai sensi della legge e l'Azienda Sanitaria Locali, secondo le modalità previste dal comma 3 dell'art. 9 della legge regionale 8 gennaio 2004, n. 1".
La parola all'Assessore Cotto per l'illustrazione.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

L'emendamento è quello che ho già illustrato prima quando dicevo che è raccolto l'emendamento della Consigliera Suino, perché già compreso nell'articolo 2. Pertanto, collega Suino, può ritirare il suo emendamento che è accolto, perché è già compreso nella dicitura "secondo le modalità previste dal comma tre dell'articolo 29 della legge 8 gennaio 2001, n. 1".



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente, ma non abbiamo ricevuto gli emendamenti.



PRESIDENTE

Glieli faccio portare subito.



SUINO Marisa

Sostanzialmente, avendo inserito il riferimento alla legge 1/2004 e quindi quello relativo al passaggio e alle convenzioni, decadono le motivazioni in base alle quali noi avevamo presentato l'emendamento. C'è la disponibilità, da parte nostra, a ritirare quest'emendamento, ma ci corre anche l'obbligo, Assessore, di invitarla a richiamare in aula la sua maggioranza perché capisce, Assessore, lei prima ha affermato che la maggioranza ha sostenuto all'unanimità questa priorità. Noi le stiamo dimostrando che, a conferma di quanto accaduto in tutti gli anni passati e che continua a ripetersi, senza la disponibilità e il sostegno delle minoranze che ci credono, forse, ancora di più, lei non potrebbe portarsi a casa il provvedimento.



PRESIDENTE

Io credo che la consigliera Suino abbia detto (e la Presidenza condivide) che è necessaria la presenza dei colleghi in aula al fine di portare a termine il provvedimento, quindi invito i colleghi e le colleghe ad occupare posto affinché le votazioni possano procedere senza intoppi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 2 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cotto: art. 3 (Modifica all'articolo 3) "1. Il comma 4 del disegno di legge 286 è sostituito dal seguente: '9-bis. Eventuali proroghe per la presentazione del progetto definitivo di cui al comma 2 e per l'inizio e l'ultimazione dei lavori possono essere concesse, dietro preventiva e motivata istanza, per un periodo di norma non superiore a nove mesi. Non rientrano nel computo delle proroghe i ritardi dovuti ad interruzione dei termini per sospensione dei lavori, approvazione di perizie, rescissione di contratti, contenzioso con le ditte appaltatrici e calamità naturali'".
Assessore, lo vuole illustrare?



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

E' solo un discorso più tecnico di specificazione. Non rientrano nel compito delle proroghe i ritardi dovuti ad interruzioni dei termini per sospensioni dei lavori, approvazioni di perizie, rescissioni di contratti contenziosi con le ditte appaltatrici e calamità naturali.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Comunico che sono stati presentati un emendamento, interamente sostitutivo (rubricato n. 3) e un subemendamento (rubricato n. 3.1).
Emendamento rubricato n. 3 presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cotto: art. 4 (Sostituzione dell'art. 4 del disegno di legge 286) 1. Dopo il comma 3 dell'art. 5 della l.r. 73/1996 è introdotto il seguente comma: "4. E' ammessa la trasformazione di una parte di posti letto RSA finanziati ai sensi della presente legge, in posti letto da destinare ad attività sanitarie sulla base di criteri, procedure e modalità che la Giunta regionale, informata la competente commissione consiliare, definirà con proprio atto deliberativo": Subemendamento rubricato n. 3.1 presentato dai Consiglieri Suino, Riggio Ronzani e Taricco: sostituire le parole"informata la competente Commissione consiliare" con le parole "previo parere vincolante della competente Commissione".
Li vuole illustrare Assessore?



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Qui c'è l'emendamento della Consigliera Suino, che è stato anche ripreso da altri Consiglieri. Io chiedo se va bene "sentita la Commissione", "previo parere vincolante" non va bene. "sentita" o, meglio "previo parere".



PRESIDENTE

..."previo parere" mi sembra che possa essere accettato da entrambi le parti. Togliamo vincolante.
La parola al Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

In tutte le leggi che noi abbiamo votato, si dice "sentita" o "informata" . Allora usiamo la terminologia che abbiamo sempre usato.



PRESIDENTE

Mi dicono che va bene "sentita" che vuol dire esprimere parere.
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente.
Stiamo insistendo e poi comprendiamo la necessità di utilizzare terminologie che siano riconducibili ad una prassi consolidata, quindi questo deve comunque essere un po' la regola. Però insistiamo sulla nostra proposta del "previo parere" considerata l'anomalia del provvedimento.
Colleghi di maggioranza, quello che potrebbe succedere prossimamente in capo alla Giunta e che informerà anche la Commissione è che decide su criteri, procedure e modalità in modo autonomo, svolgendo quindi un opzione politica molto forte, ma su che cosa? Adesso lo diciamo in modo esagerato avendo prima detto da entrambi le parti che non è ciò che vogliamo realizzare, ma ciò che sta scritto si potrebbe intendere, collega Angeleri in prospettiva, in quanto diceva il collega Riggio e cioè che sottraiamo tutta una serie di posti alla sanità e li carichiamo sulla RSA, che diventano ovunque contenitori dove si mette dentro di tutto.
Concludo il ragionamento di provocazione: porto l'anziano al pronto soccorso con qualche problema, trattandosi di problemi tendenzialmente di senilità l'anziano viene trasferito in RSA e non in medicina, in geriatria.
C'è sicuramente un risparmio, ma comprendete che creeremmo non pochi problemi in prospettiva. Noi accettiamo e vogliamo credere che non ci sia tale volontà da parte dell'assessorato né nella componente tecnica né in quella politica, ma comprendete anche, colleghi della maggioranza, che dal momento in cui il testo sarà così esplicitato, non essendovi pianificazioni e trasparenza, che cosa potrà indurre l'Assessore attuale o altri Assessori a non scegliere quel tipo di soluzione? E' nell'interesse collettivo generale che noi dobbiamo porre un vincolo, che consenta almeno la massima collegialità e trasparenza per recuperare quella pianificazione che, ad oggi, non c'è stata per fattori vari. Quindi, occorre porre dei paletti che siano di trasparenza, ma anche di scelta oculata nell'interesse della collettività.



PRESIDENTE

Verifichiamo intanto qual è la prassi consolidata per risolvere il problema.
La Commissione è informata, non esprime di fatto un parere, ed è prassi consolidata, nel senso che nelle nostre Commissioni avviene che, quando sono informate, esprimono un parere. Viceversa, quando nei testi normativi viene inserito "sentita la Commissione", di fatto viene acquisito un parere. Questa è prassi consolidata. Quindi, a mio avviso, inserire tali parole vuol dire mettere la Commissione in condizione di esprimere un parere. Questo è dimostrato dalle Commissioni rispetto alle normative e ai pareri quando le Commissioni sono state sentite.
Per trovare una via che sia la più chiara e trasparente possibile ci possiamo riferire ad una prassi consolidata, che dà ai commissari la garanzia di poter esprimere un parere.
La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Prendo atto della spiegazione testé espressaci dal Presidente. Mi permetto di dire, stante l'eccezionalità del percorso adottato, che mi sentirei maggiormente cautelato se mantenessimo la dicitura "previo parere della Commissione ". Dopodiché, mi rimetto all'Aula.



PRESIDENTE

Non cambia nulla, perché "sentita la Commissione" è il parere che la Commissione esprime e di cui si tiene conto. Se noi mettiamo "parere vincolante", significa che il parere non può essere disatteso.
Quindi, siccome si è già accettato di togliere il parere vincolante proprio per garantire l'assemblea, proporrei il "sentita la Commissione" perché si discute e si esprime parere. E' la modalità maggiormente vicina alla richiesta dei Consiglieri.
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Per arrivare ad uno sbocco di questo percorso avevamo proposto un emendamento nel quale, proprio per la delicatezza del passaggio, avevamo chiesto la formulazione più forte, che era "previo parere vincolante della Commissione competente".
Sarà irrituale, ma da parte nostra c'è uno sforzo per venire incontro in questo senso, togliendo la parola "vincolante". Visto che è percepito come maggiormente rassicurante il discorso di "previo parere della Commissione competente", mi pare che non sia così stravolgente una dicitura di questo genere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela

Avevo già detto che per me "previo parere" era uguale a "sentita la Commissione". Quindi, per me vanno bene le parole "previo parere", se sono d'accordo anche i Consiglieri. L'Aula è sovrana.



PRESIDENTE

Quindi, sono inserite le parole "previo parere".
Indìco quindi la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 3.1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3, come modificato dal subemendamento rubricato n. 3.1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
Non essendoci dichiarazioni di voto, passiamo all'esame dell'intero testo.
Indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato Sì 22 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Vi è un ordine del giorno collegato, il n. 949, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale visto l'art. 3 della l.r. 8 gennaio 2004, n. 1 il quale stabilisce che 'il sistema integrato di interventi e servizi sociali ha carattere di universalità ed è organizzato in modo da garantire a tutti i cittadini pari opportunità di fruizione e completa accessibilità ai servizi' e prevede che le attività dirette al raggiungimento della finalità di cui alla legge stessa sono informate, fra l'altro, per quanto riguarda le modalità operative, alla 'differenziazione degli interventi e dei servizi per garantire la pluralità di offerta e il diritto di scelta da parte degli interessati' dato atto che numerose ASL del Piemonte hanno adottato, seppur con criteri e modalità differenti, il sistema delle 'convenzioni aperte' (Alessandria Asti, Pinerolo, Novi Ligure, Casale M.to) mentre altre (ASL n. 1 - 4 di Torino e Ivrea) hanno istituito l'albo dei fornitori entro il quale il cittadino avente diritto potrà scegliere dove farsi assistere considerato che altre ASL, per diverse ragioni, rimangono ancorate al vecchio sistema convenzionale che non consente all'utente di scegliere la struttura ove farsi assistere, vanificando, in tal modo, l'esercizio del 'diritto di libera scelta' sancita dalla l.r. n. 1/2004 rilevato che non sono ancora state definite, in attesa anche di approvare il nuovo modello gestionale ed organizzativo nelle strutture socio sanitarie, le procedure per l'accreditamento delle strutture interessate ritenuto che nelle more della definizione delle procedure del processo di accreditamento, nulla osta che si adotti un provvedimento che consenta a tutti i presidi autorizzati al funzionamento, sia con i requisiti del regime definito sia con i requisiti del regime transitorio, così come stabiliti dalla D.G.R. n. 41-42433 del 9/01/1995, di poter far parte della rete delle strutture aventi diritto ad intrattenere rapporti di convenzione con le ASL piemontesi ribadito che attraverso il sistema delle 'convenzioni aperte' non solo viene garantito 'il principio di scelta da parte degli interessati' sancito dagli artt. 3 e 29 della l.r. n. 1/2004, ma si avvia una procedura rispettosa anche dei principi di trasparenza ed imparzialità della P.A.
considerato, infine, che il sistema delle "convenzioni aperte" può senza dubbio attuarsi già a partire dal prossimo anno 2005 invita la Giunta regionale a costituire immediatamente un gruppo tecnico di lavoro con l'incarico di elaborare e rassegnare, entro quattro mesi dalla sua costituzione, proposte volte a definire, secondo le indicazioni di cui agli artt. 29 e 37.2.3 della l.r. 8 gennaio 2004, n. 1, le procedure del processo di accreditamento con il sistema pubblico dei servizi e delle strutture socio assistenziali e socio-sanitarie a adottare un provvedimento che consenta, in via sperimentale e limitatamente all'anno 2005, a tutti i presidi socio sanitari (RAF e RSA) per anziani non autosufficienti autorizzati al funzionamento ed in possesso dei requisiti strutturali previsti dalla D.G.R. n. 41-42433 del 9/01/1995 (regime definitivo / regime transitorio) di far parte, secondo le modalità che saranno definite nel provvedimento stesso, sentita la commissione competente, della rete delle strutture che possono intrattenere rapporti convenzionali con le ASL piemontesi a sostenere il nuovo modello sperimentale di convenzionamento di cui al punto precedente attraverso la messa a disposizione di risorse finanziarie nel bilancio 2005 adeguate ad implementare il numero dei posti letto convenzionabili con le ASL piemontesi così come già stabilito con l'Ordine del giorno consiliare n. 530 del 24 aprile 2002".
La parola al Consigliere Angeleri per l'illustrazione.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, la ringrazio per avere inserito questo documento presentato qualche settimana fa e firmato anche dei colleghi Botta Caramella, Gallarini e Taricco, all'ordine del giorno. Avevamo intenzione di farlo approvare subito dopo l'approvazione della legge perché, per essere immediatamente concreti, sarebbe utile che la Giunta adottasse un provvedimento che consentisse a tutti i presidi socio-sanitari (quindi sia le RAF che le RAS autorizzate), ovviamente in possesso di tutti i requisiti strutturali previsti dal DGR 4142433 del 9 gennaio 1995, di far parte secondo le modalità definite dai dirigenti, della rete delle strutture che possono intrattenere rapporti convenzionali con le ASL piemontesi.
Credo che sia una naturale conseguenza; quindi chiedo che l'Assessore ci risponda sul punto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore delle politiche sociali e della famiglia

Confermo che gli uffici hanno iniziato subito a lavorare, diciamo da quando è stata approvata la legge 1. Chiaramente, questo ordine del giorno ha dato un'accelerata al lavoro. Si sta esaminando la delibera che, come bozza, verrà presentata al territorio già il 6 dicembre con la riunione degli Enti gestori e poi al CORESA, in modo da poterla adottare più in fretta possibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Parlo a titolo personale. È una questione molto delicata, Assessore Cotto. Voi avete in corso le procedure di accreditamento, previste da una legge, che daranno luogo ai vaucher, ma la mia domanda è: quali sono i criteri sulla base dei quali accrediteremo in futuro? Occorre individuare una griglia di criteri, se vogliamo che l'anziano, in Casa di riposo, abbia un'offerta di servizi di qualità. Se voi, invece, stabilite che nella fase di transizione, a prescindere, tutti possono entrare nell'albo, qual è il discorso della qualità? L'anziano è ancora al centro della vostra bussola oppure no? Ritengo che sia inaccettabile un ordine del giorno del genere e dovrebbe essere lei, Assessore Cotte, a dire che è pregiudiziale ogni ragionamento di questo genere. È la discussione sui criteri che dovete fare. Sono i criteri gli strumenti attraverso cui decidere, in futuro quali strutture possono essere accreditate e quali no. Ricordiamo che dentro i criteri non c'è soltanto il dato tecnico; c'è un dato qualitativo che riguarda il modo con il quale l'anziano starà in quella Casa di riposo i servizi di cui avrà diritto e di cui godrà in quel luogo. Francamente, mi sembra che non può essere approvato questo ordine del giorno.
Nella fase di transizione dite "chi si è visto si è visto". No, non va bene; occorre individuare i criteri. Abbiamo alcune ASL che, nella previsione di passare la fase dell'accreditamento, hanno cominciato a ragionare sui criteri - alcune hanno ragionato su criteri medio-alti - per dire: "Dobbiamo fare in modo che l'anziano, un domani, possa rivolgersi a un numero X di Case di riposo, ma io, che devo stabilire sulla base di quali criteri procedere poi all'accreditamento, mi garantisco, con i criteri, che quelle Case di riposo offrano uno standard di servizi e di assistenza che siano di qualità e di livello". Se adesso, però, ci dite che i criteri li vedremo e in attesa che vengono definiti dite: "Io intanto decido di...", mi sembra un modo sbagliato di affrontare la questione.
Lei, Assessore, dovrebbe essere la prima a preoccuparsi del fatto che questa logica non ci porta molto lontano, anzi, paradossalmente penalizza quelle Case di riposo che hanno investito in qualità in questi anni. Voi dovreste garantire, attraverso la scelta dei criteri, una scelta che ci consenta di aumentare l'offerta e la qualità dei servizi che verranno dati in quelle Case di riposo che, avendo questi criteri, hanno diritto ad ottenere l'accreditamento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Quanto espresso dal collega Ronzani è il pensiero e l'opinione che abbiamo tutti, anche un po' stupidi dal fatto di leggere solo ora il provvedimento. Non ne siamo stai informati e non c'era stata la possibilità di potervi ragionare per tempo. È veramente sbagliato presentare un provvedimento di questo tipo. È pesantemente sbagliato; poiché, di fatto si configura come un provvedimento "ponte" - come sosteneva il collega Riggio - che, oltre a consentire la sanatoria che già in qualche modo è stata riconosciuta e consentita con il provvedimento precedente, va ad eliminare qualunque tipo di criterio di procedura. Nel documento, infatti è scritto chiaramente: "Nelle more della definizione delle procedure di accreditamento a tutti i presidi socio sanitari". Ma allora diventa penalizzante nei confronti di questi Enti e di questi consorzi che si sono fatti carico, con quattro soldi, di mantenere alto il livello della qualità.
strana la vita in questo Consiglio: un ordine del giorno non si nega mai a nessuno, però, guarda caso, la stragrande maggioranza degli ordini del giorno non vede la propria attuazione.
In questo caso, se si coniuga l'ordine del giorno con il provvedimento che abbiamo appena varato, vuol dire: a) far saltare completamente quanto esiste ancora sull'accreditamento e, quindi, trasformare questa cosa in un ponte per il quale non esistono scadenze temporali e procedurali e, quindi può accadere di tutto; b) andare alla modifica della legge 41 che, ad esempio, riguarda il minutaggio. Il minutaggio è quella roba in base al quale il paziente - il mio parente, il mio caro che ho in istituto - viene guardato solo più tre minuti anziché i sette o i dodici. Vuole dire qualità di servizio; vuole dire che il personale ha avuto una formazione di un certo tipo; vuol dire poter pagare il personale in nero e via discorrendo.
Questo potrebbe voler dire, nel momento in cui decadono procedure, metodi criteri, trasparenze e principi.
L'ordine del giorno abbinato al provvedimento di prima dà origine ad un rischio - voglio essere assolutamente generosa nei confronti dei firmatari di far diventare un far west questo settore, già uno dei settori su cui abbiamo più tensione, più difficoltà, più occhi puntati, più necessità di dare pianificazione e regole.
Ciò che ha detto il collega Angeleri è l'esatto contrario di ciò che è scritto. Non potete chiedere a noi di esplicitare se è una volontà o meno.
Quanto lei ha dichiarato nella presentazione dell'ordine del giorno collega Angeleri, non corrisponde a quanto avete scritto: ciò che c'è scritto è un'altra cosa.
Con l'attenzione di leggerlo coniugato con il provvedimento che abbiamo testé varato e di nuovo sottolineando il ruolo che abbiamo svolto come minoranza - e quindi a testimonianza di un credo diffuso su questi temi attenzione che coniugato con quel provvedimento, diventa il ponte per la deregulation. Invece è un settore dove c'è necessità. Assessore tocca a lei dire "non è accettabile" perché vengono a mancare una serie di regole, non tocca solo alla minoranza. Il nostro compito è di sostenere, riconoscere gratificare, incentivare tutte quelle realtà che, nonostante la penuria di finanziamenti e la mancanza di pianificazione, hanno, con onore, risposto all'istanza e alla domanda sul versanti anziani in questa regione. In questo modo, noi andiamo a punire quelli che hanno lavorato meglio dopodiché si configura un Far West.
Vi chiediamo, chiediamo ai colleghi firmatari, di rivedere la posizione. Il testo così formulato, non è il vero riscontro a quelle che sono le vostre intenzione. Rimanesse così non possiamo fare altro che opporci in tutti i modi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Comunico la presentazione di un emendamento all'ordine del giorno da parte dell'Assessore Cotto.
Emendamento rubricato n. 1: all'ultimo capoverso dopo le parole "....che consenta" vengono eliminate le parole "nelle more della definizione delle procedure di accreditamento".
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Intervengo anche per non dare interpretazioni diverse da quello che sta avvenendo. Noi possiamo eliminare "nelle more della definizione delle procedure di accreditamento" che gli uffici stanno preparando. Gli uffici stanno lavorando, a tempo pieno, per la revisione della delibera n. 41 testé ricordata dalla Consigliera Suino. Ieri abbiamo fatto con l'Assessore Galante una serie di incontri con i rappresentanti sindacali delle professioni, con i sindacati regionali, e tutte le altre rappresentanze proprio perché noi vogliamo arrivare a delibere condivise.
Così come, rispondo al Consigliere Ronzani che mi aveva chiesto nel precedente dibattito, abbiamo la delibera sull'assegno di cura ferma al CORESA che ha chiesto alcune specifiche. Tutte le delibere, gli adempimenti previsti dalla legge n. 1 del 2004, stanno andando avanti e stanno raggiungendo l'iter definitivo. Le delibere saranno ovviamente discusse perché questo mi sembra il meno, non ho nessuna difficoltà a venire a riferire in Commissione consiliare quando le delibere saranno pronte per la loro definitiva approvazione. E' chiaro che il cittadino è sempre al centro dell'attenzione, pensiamo di averlo dimostrato con tante iniziative. Non ultima il monitoraggio che abbiamo fatto nelle case di riposo per fare un controllo di qualità. Anche su questo, quando volete, quando il Presidente della Commissione mi inviterà, siamo pronti a relazionare, dati alla mano.
Il Consigliere Chiezzi mi ha insegnato che l'Assessore in Commissione è ospite. Se invitata non ho problemi a relazionare su tutti questi aspetti.
Abbiamo costituito tantissimi tavoli, con tutte le espressioni del territorio, espressioni geografiche e sociali, proprio per cercare di sbagliare il meno possibile. Tante delibere verranno approvate anche in via sperimentale, quelle più difficili proprio per poter in breve tempo correggere il tiro. Siamo di fronte a tanti bisogni che chiedono risposte diversificate.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Francamente non capisco perché la Giunta, per voce dell'Assessore abbia appena annunciato che sta preparando una delibera su questi temi e che la stessa, come da procedura, sarà portata in Commissione e in aula secondo le norme.
Mi chiedo perché non facciamo la discussione sulla delibera che la Giunta, in tempi rapidi, porterà in Commissione. Invece pensiamo di adottare un ordine del giorno che, indipendentemente dalla volontà dei proponenti, si configura come una specie di "libera tutti". Vorrei capire meglio - è evidente che si parla di presidi autorizzati al funzionamento se stiamo parlando di procedure di accreditamento, se stiamo parlando di cose inutili, oppure stiamo dicendo che c'è bisogno di un sistema di regole, di criteri, di principi, di procedure, attraverso le quali i presidi esistenti vengono verificati. Questo è un punto importante.
L'alternativa alle procedure di accreditamento, se viene meno, se noi indeboliamo un'idea, un principio che è basato sul fatto che esistono delle regole, delle procedure per governare queste situazioni, se noi eliminiamo questa cosa, l'alternativa è semplicemente l'arbitrio. Apriamo un campo nel quale, invece che seguire le procedure, andiamo in quella direzione.
Rispetto molto il lavoro dell'Assessore, ma le regole servono non per la burocrazia, ma per gli anziani. Non possiamo far finta che il mondo sia solo fatto di prati in cui si raccolgono le margherite, il campo degli anziani è un grosso campo di potenziale speculazione per un sacco di persone che pensano che, in quel campo, ci si possa guadagnare e campare al di là della qualità. Le regole servono per riparare gli anziani da questi pericoli, fra le altre cose. Su questo punto chiedo che voi facciate attenzione, veniate a discutere nelle forme dovute. Quando ci sarà la delibera, la discuteremo. Se poi esiste un problema, come quello che il Consigliere Angeleri poneva, un problema specifico secondo cui esisterebbero delle situazioni nella quali non solo la possibilità di mobilità è limitata dal fatto che mentre certe ASL hanno adottato alcuni criteri, altre ASL utilizzano criteri di convenzionamento più rigidi.
Pertanto, si veda come intervenire su quel punto per affrontare e risolvere quel problema, ma senza fare una specie di ordine del giorno "libera tutti", come quello proposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Taricco.



TARICCO Giacomino

Pur essendo firmatario dell'ordine del giorno, devo dire che trovo alcune delle osservazioni fatte assolutamente pertinenti e convincenti.
Personalmente, sono convinto della necessità di subordinare l'applicazione di questo ordine del giorno all'avvenuta approvazione dei criteri per l'accreditamento da parte della Giunta. A questo punto, mi rimetto alla decisione che verrà assunta. Le alternative sono due: o viene corretto l'ordine del giorno per quanto concerne la subordinazione dello stesso all'approvazione dei criteri da parte della Giunta, per portarlo poi in Commissione, o ritiro la mia firma dall'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Anch'io ho firmato l'ordine del giorno ed ho assistito con attenzione alla discussione che è maturata. Non so se fra le righe dell'ordine del giorno si può intendere, come diceva la collega Suino e qualche altro collega, lo stravolgimento. Voi volevate dire una cosa, il Consigliere Angeleri ha detto delle cose e scritto il contrario. Credo di saper ancora interpretare quel che firmo: ho firmato, cosciente di quel che firmavo l'ordine del giorno.
Molte volte gli interventi, che tendono, in buona fede - non voglio dare lezioni a nessuno, sia chiaro - a sostenere certe cose, finiscono con l'essere interventi conservatori, che tendono a conservare i recinti di potere che si sono creati in questi anni.
Il Consigliere Marcenaro, ad esempio, dice:"Perché non si aspetta? Sospendiamo quest'ordine del giorno, prima aspettiamo la delibera". Una delle ragioni per le quali, personalmente, ho firmato quell'ordine del giorno è perché sono a conoscenza del rapporto di forze al tavolo dell'Assessorato all'assistenza e dell'Assessorato alle politiche sociali dove il primo spende 12.500 miliardi l'anno, l'altro ne spende 100. E' un rapporto di forze condensato in queste cifre e penso che saremmo ingenui se non ne prendessimo atto. Ho firmato quell'ordine del giorno per dare, per quanto possibile, un po' di forza al contenuto delle politiche sociali rispetto al contenuto della sanità.
Questa è una motivazione politica di fondo che ha rappresentato il 90 delle ragioni per le quali ho firmato quell'ordine del giorno. Se a quel tavolo facciamo venir meno quell'ordine del giorno, è ovvio che le cose molto probabilmente, andranno come sono sempre andate. Se, invece, a quel tavolo arriva l'espressione del Consiglio regionale, si dà un po' di forza ai deboli. Non mi riferisco alle persone che gestiscono ovviamente, ma è nella natura delle cose che un Assessorato da 100 miliardi sia più debole di uno da 13 mila. La motivazione per cui ho firmato è quella. Volevo solo precisare questa posizione.



PRESIDENTE

E' arrivato un emendamento a firma dell'Assessore Cotto, che recita: "All'ultimo capoverso, dopo le parole 'che consenta' vengono eliminate le parole 'nelle more della definizione delle procedure di accreditamento'".
Questa è la prima parte che viene tolta.
Consigliere Angeleri, visto che vi è attenzione da parte del Consiglio regionale all'argomento e vi è stato ed è in corso un dibattito interessante, le chiedo se non ritiene eventualmente di trovare delle firme aggiuntive al suo ordine del giorno. Al fine di riprendere quello che il Consigliere Gallarini diceva: "A quel tavolo è meglio che vi sia una posizione del Consiglio regionale". Vediamo di riuscire a fare in modo che sia il Consiglio regionale ad essere più rappresentativo dal punto di vista costituzionale.
La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Intervengo anche a nome dei Consiglieri firmatari rimasti, per dire che noi accettiamo l'emendamento che ha proposto l'Assessore Cotto, perch poteva dare adito - secondo noi no - ad interpretazioni così come sono state lette da una parte dell'opposizione, quindi per noi questo sta bene perché puntualizza meglio la richiesta di impegno nei confronti della Giunta regionale che noi volevamo con questo ordine del giorno. Volevo aggiungere, rispetto alle cose che ha detto, che condivido, il Consigliere Gallarini, che io non rinuncio per nessun motivo al mio ruolo di Consigliere regionale e al mio ruolo politico di dare indicazioni rispetto a quello che è un dettato legislativo che ci compete.
Non posso, non debbo e non voglio fare le deliberazioni perché non è compito mio, ma le indicazioni di tipo politico, fino a prova contraria, le do.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Volevo solo dire che l'esigenza sollevata dal collega Gallarini, che comprendo, può essere, volendo, sottolineato in altro modo, a mio parere.
Intervengo, in particolare, sull'emendamento proposto dall'Assessore.
Vorrei chiedere questo a titolo di chiarimento. Il testo, nella formulazione proposta dall'Assessore Cotto, adesso risulterebbe così: "a adottare un provvedimento che consenta a tutti i presidi socio-sanitari autorizzati al funzionamento ... di fare parte". Questo provvedimento "che consenta" non l'abbiamo in realtà già adottato? Non sono forse le procedure di accreditamento ad essere la via attraverso le quali si consente? Cosa vuol dire un provvedimento "che consenta"? E' ovvio che il provvedimento "che consenta" ce l'abbiamo già ed è la procedura di accreditamento. Se la facciamo è quella, se diciamo che ne facciamo un altro vuol dire che si salta quel provvedimento e quella strada che abbiamo definito attraverso la legge ed entrano tutti quelli che ci sono. Vuol dire, in altre parole, che dichiariamo inutile la procedura di accreditamento. E' semplice, questo è quello che capisco dalle cose che lei mi dice. Mi dica se mi sbaglio.
Vorrei che fosse chiaro, lo dico ai Consiglieri Angeleri, Gallarini e all'Assessore Cotto: non siamo mossi da un intento pregiudiziale su questo punto, ma da un'esigenza di chiarezza. Il provvedimento c'è già. La via attraverso la quale i presidi e le strutture entrano, è l'accreditamento.
Voi mi dite no, non entra attraverso l'accreditamento. Entra attraverso un provvedimento. Che cos'è questo provvedimento, se non è quello che la legge stabilisce?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Rispondo (per quanto di competenza) in relazione all'emendamento che ho voluto proporre, per sottolineare il fatto che stiamo andando avanti con tutte le procedure dell'accreditamento. Il Consiglio è sovrano, quindi dovete valutare, discutere e confrontarvi e l'Assessore, se riceve dal Consiglio degli impegni e delle indicazioni, valuterà e agirà secondo le indicazioni che vengono dal Consiglio. Ma non sono io che devo rispondere sull'ordine del giorno presentato da altri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà



CHIEZZI Giuseppe

Non voglio entrare nel merito, però ho visto che su questo ordine del giorno il Consiglio ha aperto un bel dibattito, anche con punti di vista differenti.
L'ordine del giorno è congegnato in modo che apre una discussione ma non la conclude, perché l'ordine del giorno recita. "I sottoscritti Consiglieri regionali Moriconi e Chiezzi impegnano la Giunta a fare una cosa." Calma, calma un momento. Moriconi e Chiezzi hanno ragione, però da lì a dire che i sottoscritti Consiglieri impegnano una Giunta passa in mezzo un dibattito consiliare, un confronto, che possa portare ad un ordine del giorno in cui si dica che il Consiglio regionale impegna la Giunta. E' già tanto anche quello perché c'è l'autonomia, quindi, Presidente Toselli suggerirei che questo dibattito trasformi l'iniziativa di alcuni, che vogliono che la Giunta assuma un provvedimento, in una iniziativa del Consiglio che, magari, seppure a maggioranza, impegna la Giunta. Teniamo conto che questo impegno della Giunta è un fatto di un certo rilievo anche per il Consiglio. Tante volte si invita la Giunta. La Giunta ha il suo programma di Governo ed è necessario l'invito. E' importante dire "impegno la Giunta" ma che lo dicano quattro rispettabilissimi Consiglieri regionali mi va bene, però non c'è il modo di dire riconfezioniamo a livello di Consiglio. Dato che avete avuto un dibattito con altri colleghi, non è proprio quasi naturale che questo ordine del giorno venga trasformato in un ordine del giorno del Consiglio nell'intento di trovare le circostanze per un accordo. Ma se non c'è l'accordo va bene lo stesso. Però diventa "il Consiglio" non tre Consiglieri regionali.



PRESIDENTE

Collega Chiezzi, guardi, proprio un Consigliere, attraverso la sua sensibilità mi aveva espresso, poco prima del mio intervento, le stesse dichiarazioni che lei ha fatto.
Essendo un argomento, ovviamente, che ha richiamato l'attenzione di diversi consiglieri, entrando nel merito di una questione certamente prioritaria perché riguarda un settore di ampio interesse nella società civile, rispetto al merito di quanto viene proposto poi nello specifico, ho invitato proprio il collega Angeleri, che si è dichiarato disponibile a verificare se si poteva trovare un 'intesa complessiva .
Per dichiarazione di voto, ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino; ne ha la facoltà.



SUINO Marisa

Qualcuno prima diceva, colleghi della maggioranza: "Per dare forza ad un settore che...". Per dare forza è uno di quei ragionamenti e di quei criteri che sono stati assolutamente priorità anche nei nostri confronti e anche negli anni passati. Ma allora collega Gallarini e collega Angeleri per dare forza a questo settore a questo assessorato occorrono due cose: più finanziamenti e più pianificazione.
Non stiamo dicendo che è tutto da buttare. Stiamo dicendo che, per la lettura, anche con la modifica che è stata proposta (non so se accolta) nel dispositivo (tenendo presente che in premessa rimane tale e quale la dicitura) per noi questo ordine del giorno significa un'altra cosa. Vuol dire "il liberi tutti" a cui faceva riferimento il collega Marcenaro. Noi facciamo un'ulteriore controproposta, cercando di comprendere quella priorità e quello spirito che vi ha animati, lo ribadiamo, interessa anche a noi dare più soldi e noi avremmo voluto anche un piano socio-sanitario di riferimento che è, ovviamente, non solo la cornice, ma il quadro e la sostanza vera. E' stato presentato, testé, un emendamento che vede come primo firmatario Mino Taricco, poi Riggio e a seguire altri colleghi dove vi proponiamo di modificare il dispositivo suggerendo di procedere immediatamente in sede di Commissione a mettere mano all'accreditamento. E' la strada più sicura, dove i vostri numeri vi consentono comunque di portare avanti le vostre indicazioni, le vostre scelte, ma anche a noi è consentita sede e luogo di attenzione e valorizzazione di quelli che sono gli Enti che hanno sinora gestito. Altrimenti, ve lo ripetiamo, quelli che hanno gestito al meglio in questi anni, si ritrovano penalizzati con questa "roba". La cosa che serve è procedere con urgenza alle definizioni. C'è un ritardo pesante, dobbiamo recuperarlo. Procediamo con urgenza ad un provvedimento in Commissione che consenta di mettere criteri e paletti per l'accreditamento, perché quella è l'unica cosa da farsi.
In dichiarazione di voto, considerato che abbiamo avanzato ancora questa proposta attraverso questo emendamento, ovviamente, ci riserviamo di conoscere la disponibilità o meno che vi sarà sull'emendamento. Intenda il mio intervento come illustrativo per la nostra parte, dell'emendamento che abbiamo scritto. Grazie.



PRESIDENTE

Se la Commissione è informata, di fatto non esprime parere, e questa è prassi consolidata; nelle nostre Commissione, quando la stessa viene informata, non esprime parere.
Viceversa quando nei testi normativi viene inserito "sentita la Commissione", di fatto viene acquisito un parere. Questa è prassi consolidata, quindi, a mio avviso, inserire la parola "sentita la Commissione", vuol dire mettere in condizioni la Commissione di esprimere un parere.
Quindi, credo che per trovare una via che sia la più chiara e trasparente possibile, ci possiamo riferire ad una prassi consolidata inserendo le parole "sentita la Commissione" che dà la garanzia ai commissari di poter esprimere un parere.
Do pertanto lettura del seguente emendamento: Emendamento rubricato n. 2 presentato dai Consiglieri Taricco, Ronzani Riggio e Suino: sostituire il dispositivo con le parole "a definire in tempi brevi le procedure e i criteri dell'accreditamento".
Ha chiesto la parola il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Prendo atto della spiegazione testé espressa dal Presidente. Mi permetto di dire che, stante l'eccezionalità del percorso adottato, mi sentirei maggiormente cautelato se mantenessimo la dicitura "previo parere della Commissione".
Dopodiché, mi rimetto al giudizio dell'Aula.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Angeleri. E' il proponente che deve dichiarare se lo accetta, oppure il Consigliere Gallarini, che è uno dei firmatari.
Può dire se accetta l'emendamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pierluigi

Per quanto mi riguarda non sono il primo firmatario né ritengo di avere il monopolio delle firme. Esprimo ovviamente un parere relativo alla mia firma. Sono d'accordo su questo correttivo con una condizione inerente ai "tempi brevi".
Molti di noi sono presenti in quest'aula da molti anni, e quindi sanno cosa significa. La prossima assemblea che verrà eletta, nel corso della prossima legislatura, vi metterà mano. In questo modo non va bene, quindi sono d'accordo sul correttivo, purché venga precisato ed accettato dalla Giunta che "i tempi brevi" non sono i soliti tempi brevi, ma sono tempi tali per cui con il 1' gennaio 2005 entrerà in vigore il nuovo sistema.
Altrimenti ci prendiamo in giro.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Sinceramente mi viene di difficile comprensione capire l'emendamento che è stato presentato e la differenza tra l'emendamento presentato dall'opposizione e il dispositivo che abbiamo presentato noi.
Nel dispositivo che noi presentiamo, definiamo meglio quelle che sono le strutture e i presidi socio-sanitari autorizzati, e definiamo l'ambito e i requisiti previsti dalla D.G.R. n. 41 del 9 gennaio 1995. Mentre la vaghezza con cui è presentato l'emendamento dell'opposizione mi preoccupa perché i tempi brevi, che molto spesso sono stati oggetto di dispositivi in ordini del giorno presentati in quest'aula, abbiamo poi visto la fine che hanno fatto.
Quindi, ribadisco il concetto espresso dal Consigliere Gallarini: o c'è una data entro la quale c'è l'entrata in vigore - e potrebbe essere il 1' gennaio 2005 - oppure questo emendamento mi sembra uno dei tanti emendamenti che tende ad allungare il brodo, cosa che a noi assolutamente non interessa.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.44 riprende alle ore 18.50)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri per formulare una proposta; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Visto che intorno a questo ordine del giorno si è sviluppato un dibattito che ritengo sia interessante al fine di rendere operativo, nel più breve tempo possibile, il lavoro svolto, sarebbe opportuno cercare di arrivare ad una formulazione la più larga possibile, ovviamente puntando anche all'unanimità dell'intero Consiglio regionale.
Quindi, essendo arrivati a quest'ora, chiederei di aggiornare la discussione sull'ordi ne del giorno al prossimo Consiglio regionale come primo punto all'o.d.g.
partendo da dove siamo arrivati.
Nel frattempo, con i colleghi riformuleremo un testo che possa essere accolto dalla stragrande maggioranza dei Consiglieri di quest'aula.



PRESIDENTE

Visto che domani è convocata la Conferenza dei Presidenti dei gruppi consiliari alle ore 13,30, le chiedo di riportare le stesse considerazioni che ha fatto in questo momento, affinché sia la Conferenza dei Capigruppo a ratificare quanto lei ha espresso, e che nel prossimo Consiglio possa essere effettivamente uno dei primi punti che il Consiglio discuterà.
Quindi, la invito a farlo presente domani alla Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.52)



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