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Dettaglio seduta n.511 del 23/11/04 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore10.26 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.55)



(La seduta ha inizio alle ore 11.04)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco Maria, Cantore Casoni, Leo, Pedrale, Pichetto Fratin e Vaglio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Gruppi consiliari

c) Variazione Presidenza (Consigliere Sergio Deorsola) e Vicepresidenza (Consigliere Giancarlo Tapparo) del Gruppo Misto


PRESIDENTE

In data 11 novembre 2004 l'Ufficio di Presidenza ha preso atto che dal 21 novembre, per mesi quattro, il Presidente del Gruppo Misto, per le sole funzioni previste dal Regolamento, è il Consigliere Sergio Deorsola, e Vicepresidente Giancarlo Tapparo.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

d) Assegnazione temporanea delle funzioni del Vicepresidente della Giunta all'Assessore Ugo Cavallera


PRESIDENTE

Con decreto n. 124 del 22 novembre 2004, il Presidente della Giunta regionale, Ghigo, attribuisce temporaneamente le funzioni di Vicepresidente della Giunta all'Assessore Ugo Cavallera.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla situazione occupazionale dell'Embraco di Riva di Chieri


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo, sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, ritengo che dovremmo, come Regione Piemonte e come Consiglio regionale, trovare lo spazio per trattare - seppure brevemente una situazione drammatica che si è determinata in un'impresa della provincia di Torino, l'Embraco, con oltre 800 licenziati. Nell'indotto, la valutazione è incerta, ma certamente più di 500-600 lavoratori verranno colpiti.
Poiché oggi sui quotidiani c'è un titolo di questo genere: "Ghigo: ecco la ricetta piemontese per uscire dalla crisi", noi vorremmo avere il conforto di questa ricetta e, soprattutto, vedere come l'Assessore all'industria o, in ogni modo, il Governo regionale si atteggiano dinnanzi a questa grave crisi.
Le chiedo, pertanto, Presidente, di farsi interprete presso il Governo regionale - vedo presente solo un Assessore, in questo momento - affinch ci dica qualcosa, nell'arco della giornata, su questo tema. Tra l'altro venerdì ci sarà un incontro a Roma che potrebbe avere un carattere ultimativo per il destino di questi lavoratori; sarebbe bene che la nostra Assemblea non fosse estranea a questa drammatica situazione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Intervengo anche in nome dei colleghi Chiezzi e Moriconi, con i quali condivido questo tipo di richiesta. Ritengo che bisognerebbe chiedere alla Giunta un'informazione più ampia, perché la scorsa settimana, ad esempio, è stata sgomberata un'azienda di 150 dipendenti, che era fallita; c'è stato uno sgombero da parte della Polizia e considero grave che dei lavoratori che stavano semplicemente presidiando un'azienda, vengano portati via a peso dalle forze di Polizia. Non credo sia questo il modo di affrontare i problemi. Nel torinese, svariate fabbriche vivono una realtà analoga magari hanno un numero di addetti minore rispetto all'Embraco, ma sono parecchie, così come ce ne sono molte fuori della nostra provincia.
Sollecito, quindi, la Giunta a fare un intervento, non solo sull'Embraco, che è assolutamente necessario, per verificare se almeno la Giunta ha una coscienza di quanto sta avvenendo e se si sta pensando ad iniziative da adottare, perché credo che nei prossimi mesi rischieremo un ulteriore precipitare degli eventi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Volevo unirmi alle preoccupazioni che i colleghi hanno ventilato in questa sede.
So, peraltro, avendone parlato con lui, che l'Assessore Pichetto si è immediatamente attivato nei confronti del Ministro Marzano, e che più volte è stato a Roma per questa drammatica situazione; una realtà che contava qualche anno fa, oltre 2000 dipendenti e che da lunedì scorso ha azzerato e chiuso completamente gli stabilimenti.
E' importante che, partendo da questo ragionamento, si possa lavorare in questa sede per comprendere anche altre situazioni di criticità, non solo all'interno della provincia di Torino, ma in particolare della provincia di Torino. Sarebbe importante aprire un dibattito in questa sede sapendo, però, che l'Assessore Pichetto si è già mosso insieme al Presidente Ghigo. Vorremmo sapere qualcosa in più rispetto ai chiarimenti e al colloquio che lui ha avuto con il Ministro Marzano. Grazie.



PRESIDENTE

La ringrazio e trasmetto immediatamente al Presidente vicario della Giunta, l'Assessore Cavallera, la sensibilità dei colleghi Consiglieri che sono intervenuti, ovviamente in rappresentanza di una parte molto ampia dell'Assemblea, affinché attraverso i Capigruppo si possa definire anche un momento di una prossima seduta, al fine di discutere più ampiamente le questioni, che non riguardano prettamente un'azienda, ma più aziende che versano nella stessa situazione. Sarebbe davvero opportuno che alla Conferenza dei Capigruppo si trovasse lo spazio necessario per discuterne.
Inoltre, l'Assessore Pichetto oggi è in congedo, quindi dispero anche nel chiedere all'Assessore Pichetto di fare, seppure breve, una comunicazione all'Aula. Qualora lo vedessimo presente, perché può decidere, attraverso gli impegni, di poter presenziare a parte dei lavori del Consiglio, mi far carico informalmente di riferirgli la proposta dell'Aula, affinché sia lui stesso oggi a comunicarci le sue intenzioni.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli studenti della Facoltà di Lettere di Torino, in visita a Palazzo Lascaris


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti del corso di Diritto Amministrativo della Facoltà di lettere di Torino, in visita a Palazzo Lascaris, e auguro loro buona permanenza.


Argomento: Trasporti su ferro

Interpellanza n. 2913 del Consigliere Taricco inerente a "Richieste del Comitato pendolari di Bra e Alba"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" stante l'assenza dell'Assessore Casoni, propongo di posticipare la risposta all'interpellanza n. 2913.



(Il Consigliere Taricco concorda)


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Interrogazione n. 2784 dei Consiglieri Palma e Mellano, inerente a: "Aumento della presenza di fitofarmaci nelle falde piemontesi"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 2784, presentata dai Consiglieri Palma e Mellano.
La parola all'Assessore Cavallera, per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

In riferimento all'interrogazione, anche a seguito del confronto intercorso con i funzionari delle Direzioni "Programmazione" e "Valorizzazione e sviluppo dell'agricoltura" e della Direzione "Sanità pubblica", oltre alla valutazione dei riscontri analitici effettuata dall'ARPA Piemonte, si relaziona quanto segue.
Per quanto riguarda il primo quesito, cioè il mancato rispetto della normativa nazionale regionale riguardanti il divieto di utilizzo di alcune sostanze dannose per la salute umana, atrazina e bentazone.
Atrazina. I riscontri di atrazina nei monitoraggi effettuati non consentono una correlazione con un eventuale uso illegale del principio attivo. La presenza della sostanza attiva nelle acque sotterranee può essere coerente con il massiccio uso del diserbante effettuati fino ai primi anni 90.
L'interruzione dell'utilizzo non elimina la presenza della sostanza nell'ambiente né la traslocazione nei vari comparti ambientali, in particolare nelle acque sotterrane, anche in relazione alla persistenza della sostanza attiva.
Quest'ipotesi può essere avvalorata dal fatto che dai dati ottenuti i valori riscontrati nelle acque sotterranee sono prevalentemente inferiori a 0,1 mg/L, dato coerente con un fenomeno pregresso.
Questo scenario è confermato dal fatto che l'atrazina risulta una delle sostanze attive più riscontrate nelle acque sotterranee sia a livello nazionale sia in regioni nelle quali sono disponibili i dati consistenti di monitoraggio (es. Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia.), sulla base dei dati presentati al convegno "Fitofarmaci e ambiente" (Napoli 2001) relativamente ad una ricognizione effettuata dal gruppo di lavoro APAT-ARPA ARPA a livello nazionale. Questa situazione è confermata dai dati preliminari raccolti relativi all'anno 2002.
Ulteriore elemento a supporto di tale ipotesi può essere quello relativo ai dati riscontrati nelle acque superficiali che rispondono in modo più diretto all'utilizzo delle varie sostanze in agricoltura: in questo caso la percentuale di occorrenze scende, e comunque con concentrazioni prevalentemente inferiori a 0,1 ug/L.
Bentazone. Al di fuori dei comuni di cui alle D.C.R. n. 1002-3015 del 1 marzo 1989 n. 90-37097 del 17 aprile 1990, tale principio attivo è attualmente autorizzato e, pertanto, normalmente e legalmente utilizzato sia sulla cultura del riso sia su altre colture. La D.C.R. 17 giugno 2003 n. 287-20269 oltre a designare le zone vulnerabili da fitofarmaci contiene una proposta di interventi, attualmente al vaglio del competente Ministero della Salute. Tale proposta di interventi prevede l'estensione del divieto d'uso del bentazone agli altri comuni appartenenti alle zone separate idrogeologicamente, per il principio di precauzione, con lo scopo di evitare un ulteriore accumulo di questo principio attivo su un corpo idrico sotterraneo che già presenta sintomi di compromissione, anche in considerazione del fatto che per la maggior parte delle colture sono disponibili altri diserbanti di più recente introduzione, caratterizzati da un miglior profilo ecotossicologico e, soprattutto, da una minore persistenza e da una solubilità in acqua.
2. Progettazione e realizzazione di una rete di controlli sulle aziende finalizzata alla verifica dei composti e delle molecole utilizzati in agricoltura. Nell'ambito dell'applicazione delle misure agroambientali previste dal Reg. CE 1257/ 99 e recepite dal Piano di Sviluppo Rurale 2000 2006, annualmente vengono effettuati controlli sistematici a campione nelle aziende che aderiscono alle azioni F1 ed F3, volti a verificare il rispetto delle norme tecniche previste dal suddetto piano. Tali controlli comportano anche la ricerca mediante analisi di laboratorio di prodotti fitosanitari non autorizzati, impiegati sulle colture. Il numero medio di campioni analizzati per anni è di circa 250.
3. Predisposizioni di controlli a sorpresa, realizzati direttamente in campo durante le pratiche di distribuzione dei fitosanitari, anche prevedendo la collaborazione delle ASL e delle forze dell'ordine. In attuazione D.M. 09. 08. 2002 è stato approvato dalla direzione Sanità Pubblica, attraverso la D.D. n. 53 del 02.04. 2004 un piano Regionale di controllo dell'impiego dei prodotti fitosanitari che prevede il campionamento delle miscele nel momento della loro distribuzione. Il programma, predisposto e coordinato dal settore Regionale Igiene Sanità pubblica, è stato elaborato nell'ambito di un gruppo di lavoro composto dall'Agenzia Regionale perla Protezione Ambientale (ARPA) del Piemonte dalle Direzioni Regionali e Sviluppo dell'Agricoltura, Pianificazione delle Risorse Idriche e Sanità Pubblica, dalle Aziende Sanitarie Locali (ASL) n.
11 - Vercelli n. 13 - Novara n. 17 - Savigliano, nonché dal Corpo Forestale dello Stato. Per il 2004 l'intervento mira a verificare, nelle zone del vercellese, novarese, e cuneese particolarmente vocate alla coltivazione di riso e mais, il rispetto delle indicazioni e precauzioni d'uso dei prodotti fitosanitari e in particolare: l'utilizzo non autorizzato di prodotti autorizzati su altre colture il rispetto del divieto d'utilizzo dei principi attivi atrazina, simazina e bentazone (per questi ultimi due limitatamente alle zone in cui sono vietati).
Contemporaneamente al prelievo dei campioni è stato accertato il possesso del certificato d'abilitazione all'utilizzo dei prodotti fitosanitari (patentino).
Il programma è attuato dalle ASL n. 11, 13 e 17, individuate per la loro competenza nelle zone a maggior vocazione per la coltivazione di mais e riso in sinergia con altri enti deputati al controllo sul territorio.
In attuazione del Piano operativo, parte integrante della citata determina, tra aprile e giugno di quest'anno sono stati effettuati 50 prelievi all'atto della distribuzione delle miscele di prodotto fitosanitario: 44 in ambito agricolo e sei in ambito extragricolo per (diserbo degli argini).
Sulla base dei risultati analitici sono state combinate tre sanzioni amministrative per utilizzo non autorizzato, sulla coltura presente all'atto della distribuzione, di prodotti autorizzati su altre colture e una sanzione penale per il riscontro di atrazina, verosimilmente non dovuto al trattamento in atto date le basse concentrazioni rilevate, attribuite comunque ad un recente utilizzo.
Su ulteriori 12 campioni, oltre al prodotto dichiarato e regolarmente autorizzato, sono state riscontrate tracce di prodotti non autorizzati, con conseguenti ulteriori 12 sanzioni amministrative. La vigente normativa sanzionando la semplice presenza di principi attivi non autorizzati indipendentemente dalle concentrazioni rilevate, non permette di distinguere i casi in cui il riscontro di principi attivi in tracce è verosimilmente attribuibile ad utilizzi pregressi, e pertanto riscontrabili in tracce nei dispositivi di distribuzione. Tale affermazione trova riscontro nel fatto che le concentrazioni riscontrate non avrebbero avuto alcun'efficacia come trattamento fitosanitario.
In due casi il controllo ha evidenziato l'uso di un principio attivo (Metopa chlor) ritirato dal commercio dal 1° gennaio 2004, e dalla stessa data non più utilizzabile, non per le sue caratteristiche ecotossicologiche, ma per la scadenza dell'autorizzazione. Infatti il principio attivo revocato è stato sostituito da un prodotto (S-Metolachlor) con analoghe caratteristiche.
Nonostante sia previsto che da parte dei titolari delle autorizzazioni di tali formulati sia adottata ogni iniziativa volta ad informare in forma scritta, non è possibile ora appurare se la trasmissione di queste notizie sia realmente avvenuta e se l'utilizzatore abbia distribuito con consapevolezza un prodotto revocato.
Per questo formulato, inoltre, non era stato previsto, come è invece chiaramente contemplato dalle norme comunitarie, alcun intervallo tra il ritiro del formulato dal commercio ed il divieto di utilizzo, in particolare quando si tratta di prodotti utilizzabili solo in pieno campo.
Tali considerazioni potrebbero permettere una diversa valutazione dei due casi di non conformità rispetto ai precedenti, in particolare rispetto ai tre casi in cui il principio attivo non autorizzato era stato intenzionalmente distribuito, sia perché in questi ultimi due casi non esistono rischi sotto il profilo della tutela della salute e dell'ambiente sia per la probabile buona fede degli utilizzatori; nonostante ciò, sono state irrogate in questi casi altre due sanzioni amministrative.
Ciascuna delle sanzioni amministrative irrogate nei 17 casi di non conformità è stata pari a 15.493,71 euro.
Parallelamente a tale intervento, la Direzione Sanità Pubblica ha approvato, con nota circolare n. 6313/27.001 del 16/04/2004, un piano di monitoraggio delle acque superficiali presenti nelle camere di risaia, che ha lo scopo di integrare, attraverso un'indagine conoscitiva, le informazioni derivanti dall'applicazione dei programmi di controllo ufficiale, al fine di rendere più efficaci le necessarie azioni svolte dai diversi Enti di controllo. I risultati del suddetto piano di monitoraggio sono attualmente in fase di elaborazione, ma si può fin da ora evidenziare il mancato riscontro di atrazina.
4. Progetti sperimentali realizzati, in fase di realizzazione e in programma, relativamente alla comprensione della dinamica di queste sostanze nel terreno e nelle acque di falda.
Numerose sono le iniziative intraprese dalla Giunta regionale volte alla comprensione della dinamica dei principi attivi, in quanto tali nonché dei loro prodotti di degradazione, nei diversi comparti ambientali.
I progetti di seguito elencati sono stati concordati d'intesa sia con gli enti strumentali preposti al monitoraggio (ARPA Piemonte, IPLA S.p.A.) sia con gli enti di ricerca (Università degli Studi di Torino e del Piemonte Orientale, CNR) sia con gli enti ministeriali al fine di orientarli ad un'effettiva applicazione nelle attività di controllo.
Monitoraggio intensivo delle acque sotterranee.
Enti interessati: Direzione regionale Pianificazione delle Risorse Idriche (DR 24), ARPA Piemonte. Fase: Valutazione dei dati. Risultati attesi: ottenere, con frequenze di campionamento bimestrali, informazioni più dettagliate sulle variazioni dei livelli di contaminazione in funzione degli apporti periodici dettati dal ciclo stagionale della pratica agricola, tenendo conto delle fluttuazioni stagionali del livello della falda superficiale.
Progetto inquinamento diffuso.
Enti interessati: Direzione regionale Tutela Ambientale (DR 22), ARPA Piemonte. Fase: Definizione programma di dettaglio. Risultati attesi: valutazione della contaminazione diffusa ai sensi dell'articolo 1 del D.M.
471/99. Nel progetto è previsto un approfondimento specifico sulla pianura vercellese-novarese in relazione alla contaminazione delle acque da prodotti fitosanitari.
Monitoraggio suolo.
Enti interessati: ARPA Piemonte-Centro Tematico nazionale Territorio e Suolo. Fase: Concluso. Risultati: il progetto, che aveva diversi obiettivi ha riguardato anche la valutazione dei residui di prodotti fitosanitari nei suoli. Su 215 campioni di suoli piemontesi analizzati (orizzonte superficiale) sono stati riscontrati residui nel 28% dei campioni evidenziando la presenza di 19 sostanze attive diverse. L'atrazina non è mai stata riscontrata.
Protezione delle risorse idriche dall'inquinamento da fitofarmaci.
Enti interessati: DR 24, Università degli Studi di Torino. Fase: Borsa di studio conclusa nel 2002. Risultati: è stato evidenziato il diverso comportamento di alcuni erbicidi in relazione alle loro caratteristiche chimiche. Sono state condotte prove volte ad individuare le caratteristiche di suoli in grado di limitarne la lisciviazione.
Evoluzione nei corpi idrici di prodotti fitosanitari in uso nel territorio piemontese.
Enti interessati: DR 24, Università degli Studi di Torino. Fase: da realizzare nei prossimi due anni-bando di ricerca scientifica applicata di cui alla delibera CIPE 36/2002. Risultati attesi comprensione delle cinetiche di degradazione dei principi attivi nei diversi comparti del corpo idrico: acqua, sedimento e acqua interstiziale, per la valutazione del loro tempo di permanenza nell'ambiente.
Valutazione degli effetti delle sostanze chimiche utilizzate quali diserbanti nelle risaie o impiegati nella lotta contro le zanzare.
Enti interessati: DR 24, Università degli Studi del Piemonte orientale.
Fase: da realizzare nei prossimi due anni - bando di ricerca scientifica applicata di cui alla delibera CIPE 36/2002. Risultati attesi: valutazione degli effetti biologici di alcuni principi attivi su organismi non bersaglio.
Analisi dei prodotti di degradazione dei fitosanitari che vengono ritrovati con maggiore frequenza nelle acque superficiali e sotterranee.
Enti interessati: DR 24, Università degli Studi del Piemonte orientale.
Fase: da realizzare nei prossimi due anni-bando di ricerca scientifica applicata di cui alla delibera CIPE 36/2002. Risultati attesi: identificazione dei prodotti di degradazione di alcuni principi attivi tra quelli maggiormente riscontrati nelle aree vulnerabili da prodotti fitosanitari di cui alla D.C.R. 17 giugno 2003, n. 287-20269.
Sito permanente di monitoraggio della risicoltura.
Enti interessati: Direzione regionale Sviluppo dell'Agricoltura (DR 12) Dipartimento dell'Università di Torino-Agroselviter, Ente Nazionale Risi Ist. Tecnico Agrario statale "G. Ferrarsi" - Vercelli, ARPA, Provincia di Vercelli. Fase: in corso di realizzazione. Risultati attesi: il progetto mira ad attrezzare un sito permanente finalizzato a valutare l'impatto ambientale della risicoltura, con particolare riferimento alle perdite potenziali di elementi nutritivi e di fitofarmaci nelle acque di superficie; ciò allo scopo di disporre di un sito attrezzato che faccia da cornice ad approfondimenti di natura scientifica ed in particolare agronomica.
Nell'ambito del programma interregionale cofinanziato "Agricoltura e Qualità" il Settore Fitosanitario della DR 12, a partire dal 1998, ha realizzato una campagna di monitoraggio dei residui di fitofarmaci su prodotti ortofrutticoli. Enti interessati: DR 12, IPLA S.p.A. Risultati: acquisizione, in un'ottica preventiva, di elementi sulla base dei quali migliorare le metodologie di lotta antiparassitaria. Fase: attualmente il programma è stato ridefinito per il periodo 2003-2005 come "Controllo dei residui dei prodotti fitosanitari finalizzato alla razionalizzazione delle tecniche di difesa delle colture". Risultati attesi: raggiungimento di una conoscenza globale degli aspetti connessi all'uso di fitofarmaci in agricoltura, con particolare riguardo alla presenza dei residui nei prodotti agricoli, nonché al loro accumulo nell'ambiente, comprese le acque subsuperficiali. Oltre ai precedenti progetti sperimentali sono inoltre in fase di predisposizione i Piani triennali di sorveglianza in attuazione del d.lgs. 194/1995 e sulla base dell'Accordo Stato-Regioni 8 maggio 2003, per il controllo e la valutazione di eventuali effetti derivanti dall'utilizzazione di prodotti fitosanitari sui comparti ambientali vulnerabili, relativamente alle risorse idriche. Enti interessati: Direzione regionale Pianificazione delle Risorse Idriche, ARPA Piemonte Ministeri della Salute e dell'Ambiente e Tutela del territorio e APAT.
In sostanza, con quest'interrogazione, che mirava ad avere notizie circa le iniziative da riservare alla presenza di sostanze indesiderate o indesiderabili nelle falde - faccio presente che qui parliamo delle falde superficiali, quelle che comunque vanno salvaguardate ai fini di ulteriori percolamenti in altre falde più importanti - mi sembra che ci sia un'attività in varie direzioni. Io, ovviamente, ho cercato di rispondere mettendo insieme quanto riguarda l'Assessorato Ambiente e Agricoltura, ma cercando anche di avere notizie importanti e utili attinte dall'Assessorato alla Sanità, che poi in sostanza è quello preposto alla gestione dei fitofarmaci e anche a tutte le strategie di controllo sia di mercato che in campo. Consegnerò poi la documentazione.



GALASSO ENNIO LUCIO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Grazie, Assessore, per la risposta ad un'interrogazione complessa risposta che non è stata obiettivamente tempestiva, ma che, perlomeno rispetto ai temi trattati, è esaustiva. Rispetto al problema dei controlli ambientali, in questo caso rispetto alla presenza di prodotti fitosanitari nelle falde piemontesi, si sconta sempre presumibilmente lo stesso difetto che già si era riscontrato rispetto ad altri tipi di controllo e rispetto ad altri tipi di inquinamento, cioè la sostanziale discrepanza fra l'attenzione politica e l'iniziativa della macchina amministrativa su questi temi da una parte e, dall'altra parte, il risultato che tutta questa attenzione e tutta questa iniziativa è in grado di conseguire. Dalla sua risposta all'interrogazione, la sintesi è: tanti progetti, ma ancora pochi controlli; pochi controlli, ma praticamente nessun risultato, perch comunque la relazione dell'ARPA (rapporto sullo stato dell'ambiente in Piemonte) del 2003 testimonia - poi si possono fare le valutazioni più diverse - un costante aumento della presenza di prodotti fitosanitari all'interno delle falde acquifere e di un'allarmante presenza di prodotti fitosanitari anche nelle falde profonde. Il rapporto cita il 7% dei campioni provenienti delle falde profonde come contaminato da prodotti fitosanitari; si tratta di falde che vengono utilizzate per il consumo umano, quindi questo è un dato particolarmente allarmante. Prendiamo atto del fatto che l'attenzione c'è e che c'è un repertorio di progetti, che però - ripeto - sono sostanzialmente tanti quanti i controlli fatti nelle aziende agricole, rispetto all'utilizzo di questi prodotti. Prendo atto che, dai controlli da lei citati (se non ho sbagliato i numeri), su 50 controlli sono state riscontrate 17 infrazioni. Questa non è, al di là dei singoli casi, una situazione particolarmente tranquillizzante, perch testimonia l'utilizzo - colposo o doloso, ma sostanzialmente sistematico ed irregolare - di prodotti che o non dovrebbero essere utilizzati tout court o non dovrebbero essere utilizzati su alcune colture. Trovandoci ormai nella fase finale della legislatura e non essendo più possibili altre iniziative di carattere normativo, consiglieremmo una linea di iniziativa all'Assessorato, sicuramente quella di conserva, con la Direzione Sanità Pubblica, intensificando il più possibile i controlli, a monte dell'inquinamento da prodotti fitosanitari, e approfondendo, ma senza enfatizzare eccessivamente, i progetti ed i controlli a valle di un inquinamento già sostanzialmente avvenuto. Nel corso di questi cinque anni abbiamo ragionato dei prodotti fitosanitari usati in agricoltura interrogando l'Assessore competente - che però è anche Assessore all'ambiente - sulle conseguenze ambientali dell'utilizzo di prodotti agricoli. Per essere un ragionamento a valle, lo è molto rispetto alla situazione sulla quale si vuole incidere. Probabilmente, al di là dell'iniziativa delle singole ASL sul vercellese, novarese e cuneese (che hanno le colture più suscettibili di utilizzo di questo prodotto) questo tipo di controlli andrebbe generalizzato.
Si può sostenere che i tempi di dimezzamento dell'atrazina sono particolarmente lunghi, così come alcune delle occorrenze riscontrate derivano da residui di utilizzi pregressi e non attuali. Tuttavia, non si può sostenere che una sostanza, a 14 anni dalla sua proibizione sul territorio regionale, risulta essere ancora oggi il prodotto fitosanitario più presente nelle falde acquifere della nostra Regione, complessivamente addebitabile ad un utilizzo pregresso ante 1990. Questo non è sostenibile e neppure i consulenti o i collaboratori più benevoli e più corrivi con le ragioni di certi agricoltori, potranno mai sostenere, scientificamente, la presenza di una sostanza che oggi, nel 2004, è più rintracciabile nelle falde della nostra Regione, perché ha tempi di dimezzamento così lunghi da far ritenere che è sostanza utilizzata in agricoltura prima del 1990. Per i prossimi interroganti che intervenissero sul tema, lei, Assessore, anzich cercare un repertorio di progetti molto approfonditi, dovrebbe citare un repertorio di risultati sui controlli, derivante dalla generalizzazione di questo modello - 50 controlli 17 infrazioni - per vedere quali risultati darebbero su 400/500 controlli. Secondo me, saremmo andati un passo avanti rispetto alle nostre responsabilità e non staremo a discutere ogni volta quasi accademicamente, sulla letteratura dell'inquinamento piuttosto che sulle iniziative amministrative finalizzate ad impedirlo.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 2950 del Consigliere Ronzani inerente a "La 'Magna Charta' dell'ARPA Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2950, presentata dal Consigliere Ronzani.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione si evidenziano sinteticamente gli elementi di riscontro acquisiti dal Direttore Generale dell'ARPA Piemonte.
L'entrata in vigore del nuovo Regolamento di organizzazione dell'ARPA Piemonte ha richiesto, ad opinione della Direzione Generale dell'Agenzia la predisposizione di un incontro, rivolto ai dirigenti apicali, destinato a definire la portata, le problematiche e gli sviluppi futuri del nuovo quadro organizzativo.
L'incontro ha costituito anche l'occasione per formalizzare l'accettazione, da parte dei dirigenti suddetti, dell'incarico loro conferito.
Considerate la finalità e la rilevanza prettamente interna del seminario, che si è svolto il 29 luglio u.s., non si era a conoscenza di questa iniziativa.
Il seminario era rivolto ai soli Responsabili di Struttura Complessa ai quali è stata richiesta la pronuncia, del tutto facoltativa, del giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana e di operare nell'interesse della Pubblica Amministrazione.
Il giuramento, che ricalcava in parte la formula a suo tempo prevista come obbligatoria dall'articolo 11 del DPR n. 3 del 10 gennaio 1957 per tutti i dipendenti pubblici all'atto dell'assunzione, ha avuto unicamente lo scopo, a detta della Direzione ARPA, di rafforzare il senso di appartenenza di tali dirigenti alla struttura pubblica da cui dipendono nonché ribadire quanto il loro incarico abbia la finalità di perseguire il pubblico interesse.
Al seminario non hanno partecipato esponenti della Giunta regionale, n altri soggetti esterni all'Agenzia.
Considerato, come già detto, che l'iniziativa aveva il solo scopo di riconfermare le priorità dell'azione pubblica, che deve sempre avere come finalità il bene comune, e nonostante che la stessa abbia riportato alla ribalta codici comportamentali e formule di rito non più in uso, non si ritiene di dover muovere specifiche censure nei confronti della Direzione Generale di ARPA in merito all'episodio segnalato auspicando, comunque, che la coesione degli operatori sia perseguita soprattutto con strumenti più partecipativi e di responsabilizzazione fattiva.
chiaro che l'ARPA deve essere informata che il giuramento, da qualche anno, non è più in uso nelle amministrazioni. Mi ricordo che, quando ero ancora Assessore al personale in Provincia a cavallo degli anni '80-'90, il giuramento lo si faceva una volta l'anno, in genere in occasione degli auguri natalizi. Recentemente è stato abolito. Questa è la censura da fare nel senso che è una formula non più prevista.
Tutto sommato, è meglio favorire la partecipazione e il coinvolgimento dei Dirigenti in un'attività collegiale, piuttosto che in altre forme.
Ovviamente, è fuori discussione la buona fede della Direzione. La Direzione, in quel giorno, ha agito nel momento in cui i vari Dirigenti firmavano il contratto, perché questo è il sistema in vigore con la riforma della Dirigenza. È stato prestato un giuramento facoltativo, nel senso che non avrebbe minimamente inciso sull'attribuzione o meno dell'incarico dirigenziale.
Sono stati richiamati, comunque, che si tratta di una procedura obsoleta e superata. Personalmente, ritengo che le riunioni dei Dirigenti siano perseguibili come momenti di collegialità e come momento di valorizzazione della professionalità e della definizione degli obiettivi dell'Agenzia e di partecipazione ed impegno di ciascuno anche in un confronto dialettico per rintracciare dei percorsi attuativi degli obiettivi che il Direttore generale è tenuto a dare all'Agenzia stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Assessore, io e la collega Suino la ringraziamo per la risposta.
Mi viene spontaneo domandare: questo Direttore dell'ARPA non ha niente di più importante da fare? Lui passa il suo tempo a convocare i seminari nel corso dei quali chiede ai funzionari di giurare? Guardi che la cosa si commenta da sola.
Io mi associo alla sua censura, ma non c'è nessuna ragione che giustifica il fatto che il Direttore dell'ARPA perde il suo tempo a far giurare i funzionari regionali. Credo che la Regione, la Pubblica Amministrazione abbia cose più importanti da fare. Allora, benissimo un seminario per discutere come organizzare il servizio, benissimo un seminario per discutere come rendere più efficiente questo servizio, ma qui siamo in presenza di qualcosa che non ha e non pone soltanto un problema di opportunità.
Assessore, o questo Direttore non sapeva che il giuramento è superato da tempo, e allora c'è da domandarsi per quale ragione abbia potuto organizzarlo, se non lo sapeva; ma se lo sapeva, mi stupisce che un Direttore regionale non sia a conoscenza del fatto che ormai è in disuso l'istituto del giuramento, anzi è superato, e abbia voluto organizzare un seminario nel corso del quale prevederlo. Tra l'altro, imponendo cosa? Un'idea del rapporto fra Direzione dell'ARPA e funzionari che - mamma mia mi spaventa.
Lei stesso ha ricordato che questa struttura (l'ARPA o altre) funzionano in ragione del fatto che la Direzione regionale è autorevole perché esprime una direzione effettiva. Funziona perché? Perché realizza con la struttura, i funzionari e i dirigenti un rapporto di coesione, in quanto sono condivisi gli obiettivi. Non vorrei che dietro l'idea del giuramento ci fosse qualcosa di superato, di sbagliato e di grave: l'idea che la struttura regionale debba funzionare non perché insieme lavoriamo per difendere, far funzionare e rendere efficiente la Pubblica Amministrazione, ma perché c'è un patto che ci unisce quasi a prescindere che è dato da questo giuramento che qualcuno ha ritenuto sia possibile ancora far fare ai dirigenti nell'anno 2004.
Anch'io sono perché sia censurato il comportamento di questo Direttore che deve essere invitato a spendere meglio il suo tempo; è un piccolo particolare, ma in tempi di bilancio vorrei che venisse ricordato anche questo, perché è cosa che dovremmo sempre avere presente, dato che discuteremo di legge finanziaria di qui a poco e credo che, con i chiari di luna che ci sono, le leggi finanziarie, non solo quelle regionali, ma anche quelle nazionali, imporranno una politica di rigore.
Credo che l'Amministrazione regionale dovrebbe invitare questo Direttore a spendere diversamente 10 milioni del bilancio regionale. Questo seminario, che era fatto e soprattutto pensato in funzione di un pranzo particolare, è costato alle casse della Regione 10 milioni, Assessore Cavallera, per la precisione 4.588 euro (se non ricordo male). Badi che io non voglio strumentalizzare questa questione, perché so bene come gira il mondo, tuttavia credo che il senso del rigore, l'esigenza di tener conto di alcuni vincoli che non possono riguardare soltanto i cittadini, ma anche chi opera dentro l'Amministrazione, l'esigenza di amministrare con oculatezza le risorse pubbliche, avrebbero dovuto consigliare una diversa organizzazione della manifestazione, non soltanto evitando di imporre un giuramento che grida vendetta, ma anche evitando di organizzare attorno a questa manifestazione un'iniziativa che è costata alle casse del suo Assessorato una decina di milioni.
Quindi, insieme alla censura che lei ha espresso, della quale prendo atto molto volentieri e alla quale mi associo con la collega Suino (per la verità, anch'io pensavo che il comportamento del Direttore dell'ARPA doveva essere censurato), vorrei rivolgere un invito generalizzato a tutti i settori della Pubblica Amministrazione regionale a spendere meglio le risorse che abbiamo.
Non voglio infilarmi in una discussione che riguarda le quantità delle risorse spese, ma certo il rigore dovrebbe essere un vincolo che vale per tutti, prima di tutto per i dirigenti dell'Amministrazione regionale. Se vogliamo dare il buon esempio ed essere creduti dai piemontesi quando chiediamo sacrifici, non ci possono essere due pesi e due misure, non pu esserci una parte dell'Amministrazione che invita il Piemonte al rigore e una parte della Pubblica Amministrazione che invece non tiene conto di queste coerenze e di questi vincoli. Perché se così è, questo significa che voi non sarete creduti quando, fra qualche mese, con la finanziaria inviterete questo Consiglio regionale e i piemontesi a tirare per l'ennesima volta la cinghia.


Argomento: Problemi energetici - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione n. 2974 del Consigliere Marcenaro, inerente a "Conferenza dei servizi Centrale Edipower di Chivasso (TO)"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 2974, presentata dal Consigliere Marcenaro.
La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

In riferimento all'interrogazione in oggetto ed in particolare in relazione alla richiesta di attivazione di un tavolo di concertazione di area vasta dedicato alle problematiche ambientali connesse alla realizzazione della Centrale termoelettrica Edipower di Chivasso, si comunica che la Regione Piemonte ha già avviato tale processo con l'incontro che si è tenuto presso la sede dell'Assessorato Ambiente in data 16 settembre 2004, al quale sono stati invitati a partecipare gli Assessori all'Ambiente delle Province di Torino e di Vercelli, nonché i Sindaci dei Comuni di Chiasso, Brandizzo, Caluso, Castagneto Po, Mazzè, Montanaro Rondissone, San Benigno Canavese, San Raffaele Cimena, San Sebastiano Po Verolengo, Volpiano, Torrazza Piemonte, Brozolo, Brusasco, Cavagnolo Monteu da Po, Lauriano, Casalborgone, Rivalba, Verrua Savoia.
Per quanto attiene la possibilità di sviluppare una rete di teleriscaldamento alimentata dalla Centrale Edipower, si ricorda che, in virtù della prescrizione riportata al punto 15) del Decreto di Compatibilità Ambientale n. 4907, emanato dal Ministero dell'Ambiente e del Territorio in data 24 maggio 2000, la Società Edipower S.p.A. è tenuta a predisporre uno studio di fattibilità in merito all'utilizzo del calore della centrale per usi diversi, quali il teleriscaldamento. Tale studio dovrà individuare le possibili opzioni realizzative in funzione delle utenze potenziali, dei costi e dei benefici economici e ambientali correlati.
A tutt'oggi, lo studio di cui sopra non stato ancora presentato, ma l'argomento sarà, a breve, oggetto di discussione del Tavolo Tecnico attivato al fine di coordinare l'interlocuzione tra la Società Edipower, la Regione Piemonte e gli Enti locali interessati sui contenuti prescrittivi del decreto di compatibilità ambientale.
Nell'ambito di tale confronto sarà cura dell'Assessorato Ambiente della Regione Piemonte ricercare le soluzioni progettuali, sostenibili dal punto di vista tecnico ed economico, in grado di massimizzare l'utilizzo del calore messo a disposizione dalla Centrale stessa.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione n. 2871 della Consigliera Suino inerente a: "Riorganizzazione degli spazi immobiliari all'interno della stazione ferroviaria di Porta Nuova: il caso dell'Associazione Bartolomeo &C"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2871, presentata dalla Consigliera Suino, alla quale risponde l'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Venuti a conoscenza della disdetta dei locali presso cui opera l'Associazione "Bartolomeo &C" da parte della Società Grandi Stazioni a fine maggio 2004, si è sollecitamente provveduto ad inviare una lettera alla suddetta Società per richiedere il rinnovo del contratto di locazione.
La Regione Piemonte ha individuato come proprio obiettivo in contrasto alla povertà e all'esclusione sociale e, a questo fine, dal 2001 ha assegnato annualmente fondi agli Enti Gestori delle Funzioni socio assistenziali.
Ricordo le cifre: lire 1.284.616.800 di cui 448.007.900 al Comune di Torino; nel 2002, al Comune di Torino, euro 262.217,78 ed euro 239.924,00 al Comune di Torino.
Il Comune di Torino ha inviato annualmente il proprio piano di interventi a favore di persone che versano in stato di povertà e senza fissa dimora che prevede Servizi di bassa soglia e prima accoglienza e Servizi a strutture di seconda accoglienza attuati anche con altri Enti Agenzie e realtà di volontariato tra cui l'Associazione "Bartolomeo &C".
Allegate abbiamo le lettere inviate.
Questo è quanto abbiamo potuto fare noi come Regione.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Assessore, non sono soddisfatta o, perlomeno, sono soddisfatta in modo parziale, perché il problema evidenziato riguarda un'altra questione.
Chiedevamo alla Regione di sostenere, attraverso un finanziamento economico più significativo erogato all'Associazione e riconosciuto all'amministrazione comunale della città, la possibilità di sbloccare il contenzioso esistente tra la Società Grandi Stazioni, che gestisce la ristrutturazione all'interno di Porta Nuova, e l'Associazione. Con quale obiettivo? Far sì che, o in quel locale o in locali attigui ma sempre presso la stazione principale della città, continui a svolgersi il servizio della "Bartolomeo &C", proprio per la specificità del servizio.
I finanziamenti - credo che nella sua risposta scritta con le lettere allegate avremo modo di verificare se è avvenuto questo passaggio - devono avere questa funzione, in quanto la Bartolomeo &C, che ha sicuramente bisogno di erogazioni supplementari e di posti letto (soprattutto in periodo come quello invernale), ha la specificità di lavorare con interventi di bassa soglia, proprio laddove è più presente il disagio di quelli che sono esclusi dalla società, quelli che normalmente vengono definiti barboni.
Questo concentrato di umanità sta crescendo in modo significativo e si sta abbassando come fascia d'età. Una volta, eravamo abituati all'idea anche romantica, del clochard; oggi siamo in presenza di idee molto meno romantiche, di persone, anche giovani, che si ritrovano a dover vivere in strada per tutta una serie di fattori pesanti - a volte anche casuali - e di incidenti vari che si sono ritrovati a vivere nella loro vita. Avere la "Bartolomeo &C" che garantisce interventi di bassa soglia presso la stazione principale della città - per ora, collocata nel cuore urbano della nostra città - consente di accogliere, incontrare e impattare positivamente con molte più persone, a differenza se venisse collocata in un'altra zona qualunque della città. Ecco perché è sorto il problema. Considerato che la Regione potrebbe avere a che fare con la ristrutturazione oggi esistente presso la stazione di Porta Nuova; considerato che la Regione ha una competenza specifica e diretta su quelle che sono le funzioni delle Ferrovie dello Stato, è importante che la Regione riconosca dei finanziamenti straordinari e che si attivi affinché quel servizio, erogato dalla "Bartolomeo &C "per i barboni, continui ad essere garantito in locali situati presso la stazione di Porta Nuova. Le rinnovo la sollecitazione e, qualora ci fosse la necessita, a seguito della lettura e della documentazione da lei fornita, presenterò un'ulteriore istanza perché ritengo che sia un problema serio che una città, che si definisce civile, debba assolutamente affrontare con la serietà e con il rispetto dovuto a questi volontari e a questo tipo di prestazioni.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 2917 del Consigliere Caracciolo inerente a: "Tutela ai lavoratori delle carceri"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 2917, presentata dal Consigliere Caracciolo, alla quale risponde l'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Pur condividendo il senso di profonda preoccupazione derivante da fenomeni gravi come la tragica morte per suicidio dell'agente di polizia penitenziaria in servizio presso la casa circondariale di Torino, si sottolinea come non sia dato sapere quali cause hanno portato al tragico gesto. Inoltre, pur riconoscendo le difficoltà in cui opera il corpo degli agenti di polizia penitenziaria, si precisa che nessuna competenza specifica ha la Regione Piemonte e che il suddetto personale fa capo al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria.
Si ricorda che la Regione Piemonte e il Ministero della giustizia hanno firmato, in data 4 dicembre 1992, un protocollo di intesa, in cui sono state stabilite le linee di intervento e le reciproche competenze nel settore della devianza e della criminalità. In tale documento, al punto M1 i firmatari riaffermano "il comune impegno nell'organizzazione di iniziative di formazione congiunta rivolta al personale dipendente, sia dell'amministrazione penitenziaria, sia degli enti locali, in tutti gli ambiti in cui si realizza il rapporto collaborativo". In seguito a questo la Regione Piemonte ha attuato nel corso di questi anni alcune iniziative di formazione e aggiornamento rivolte anche agli agenti di polizia penitenziaria.
Si precisa, inoltre, che la Direzione Politiche Sociali dell'Assessorato alle Politiche Sociali mantiene rapporti costanti con il Ministero della Giustizia e il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria ed è in continuo contatto con il Provveditore regionale dell'Amministrazione Penitenziaria e le direzioni degli Istituti penitenziari per affrontare e intervenire sulle problematiche del settore penitenziario in maniera coordinata. In considerazione della gravi carenze di personale dell'Amministrazione Penitenziaria, la Regione Piemonte ha stanziato nel 2003 dei fondi a favore degli Enti Gestori delle funzioni socio-assistenziali finalizzati alla stipula di convenzioni con la direzione degli Istituti penitenziari per l'inserimento di ventidue educatori da affiancare per un anno a quelli presenti.
E' intenzione, inoltre, dato il perdurare delle carenze di organico questo è già avvenuto, la risposta è vecchia - mantenere l'impegno regionale per l'inserimento di educatori professionali negli Istituti penitenziari e, contemporaneamente, si è sollecitato il Ministero per la copertura dei posti in organico sia del personale dell'Area trattamentale che del Personale della Polizia Penitenziaria che - ne abbiamo già discusso in Consiglio regionale - sappiamo essere molto carente. Le do anche la lettera, che è in allegato, che abbiamo mandato all'Onorevole Roberto Castelli presso il Ministro della Giustizia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

La ringrazio per la sua risposta.
Mi rendo conto che è un problema molto complesso in cui ci sono parecchie competenze. Però, i problemi nelle carceri, per quanto riguarda il personale, esistono in modo molto cogente e grave.Le chiederei la risposta scritta e, se possibile, di organizzare un incontro per verificare quello che è possibile fare come Regione.


Argomento:

Risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 2553 della Consigliera Manica inerente a "Licenziamento delle lavoratrici alla Casa di Cura Eremo di Miazzina convenzionata con la Regione Piemonte"

Argomento: Asili nido

Interrogazione n. 2606 del Consigliere Giordano inerente a "Creazione di nuovi asili nido per favorire le madri lavoratrici e a sostegno dell'occupazione"

Argomento: Personale del servizio sanitario - Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interpellanza n. 2881 del Consigliere Contu inerente a "Morte di un detenuto canavesano ospite del Carcere di Asti - negligenze del personale sanitario"

Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 2689 del Consigliere Bolla inerente a "Esame densitometria ossea"


PRESIDENTE

Stante l'assenza degli interroganti, alle interrogazioni nn. 2553 2606, 2881 e 2689, ex articolo 89, comma 8 del Regolamento, verrà data risposta scritta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Psichiatria

Interpellanza n. 2792 dei Consiglieri Suino, Costa R., Riggio, Chiezzi Moriconi, Papandrea, Bussola, Mellano, Muliere, Cattaneo, Mercurio Deorsola, Ronzani, Botta M., D'Onofrio, Toselli, Burzi, Caracciolo inerente a "Elettroshock" (Rinvio)


PRESIDENTE

Comunico che d'intesa con la Consigliera Suino l'Assessore Galante rinvia la risposta alla prossima seduta.
Propongo dunque di effettuare una breve sospensione dei lavori, in attesa dell'imminente arrivo del Presidente Cota.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.04 riprende alle ore 12.08)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Proposta di deliberazione relativa a "Convalida dell'elezione del Consigliere Rolando Picchioni" - (Adempimenti ex articoli 15 e 16 del Regolamento Interno)


PRESIDENTE

Esaurito l'esame delle interrogazioni e le interpellanze, possiamo passare ad esaminare la proposta di deliberazione relativa alla convalida del Consigliere Picchioni, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Chiedo scusa se prima non mi è stato possibile essere presente in aula ma ho voluto scendere perché tenevo a trattare questo punto all'o.d.g.
E' un adempimento che, come Consiglio regionale, dobbiamo fare ai termini di legge, ai termini dello Statuto e del nostro Regolamento Interno, ai sensi degli articoli 15 e 16.
Sul punto, do la parola al Presidente della Giunta delle Elezioni Bruno Mellano, pregandolo di riassumerci l'intero iter procedurale; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Grazie, Presidente, anche per l'invito che a riassumere: comunque pensavo già di così orientare il mio intervento.
In base al Regolamento interno, la convalida degli eletti è regolamentata da alcuni commi dell'articolo 16. La Giunta delle Elezioni "propone al Consiglio la convalida di quei Consiglieri nei confronti dei quali abbia accertato non sussistere cause di ineleggibilità o di incompatibilità ... A tal fine la Giunta deve presentare le proprie conclusioni al Consiglio entro 90 giorni". Inoltre, "spetta alla Giunta accertare l'eleggibilità del subentrante a Consiglieri comunque cessati dalla carica, facendo in tal senso proposta al Consiglio".
La vicenda di cui ci dobbiamo occupare oggi è importante e delicata quindi mi permetto di chiedere alcuni minuti di attenzione ai colleghi Consiglieri.
In data 12 e 13 giugno scorso, ci sono state le elezioni amministrative anche nella Provincia di Torino e un nostro collega, Antonino Saitta - come tutti sappiamo e ricordiamo - è stato eletto Presidente della Provincia di Torino.
In data 23 giugno, una lettera del Presidente del Consiglio regionale Cota informava la Giunta delle Elezioni delle dimissioni sopraggiunte dal collega Antonino Saitta, dimissioni datate 23 giugno, per l'appunto.
Con la stessa lettera, il Presidente Cota comunicava e trasmetteva una lettera di rinuncia del primo dei non eletti, Marco Calgaro, in quanto Vicesindaco del Comune di Torino.
In data 29 giugno ho provveduto a convocare la Giunta delle Elezioni e in quella seduta ho deciso di procedere all'immediata e tempestiva surroga del Consigliere Saitta, prendendo atto delle rinunce del dottor Calgaro proponendo io stesso la surroga con il primo dei non eletti, Rolando Picchioni.
Nella stessa giornata, com'è tradizione, con grande tempestività il Consiglio regionale ha raccolto e votato per la proclamazione del collega Rolando Picchioni, che è quindi proclamato eletto in data 29 giugno u.s.
La procedura di convalida ha due momenti distinti e separati: la proclamazione e la convalida. La convalida viene fatta su proposta della Giunta delle Elezioni, avendo raccolto su apposito modello - schema che vige ormai da parecchi anni e sul quale, in altre occasioni e in altra sede, ho già chiesto di poter operare delle modifiche e delle precisazioni l'autocertificazione del collega Picchioni, come di tutti gli altri colleghi, in merito alle cariche ricoperte in passato e nel presente dell'autocertificazione.
Dalla dichiarazione sottoscritta dal collega Picchioni e consegnata in data 14 luglio, nei termini dei 15 giorni previsti dal Regolamento interno il collega Picchioni ha appunto certificato di essere stato membro del Parlamento italiano fino al 1983, di essere stato membro del Governo italiano fino al 1981, di essere stato Presidente del Consiglio regionale del Piemonte fino al 1997 e di essere stato Consigliere regionale del Piemonte fino al 2000. Contestualmente, dichiarava di rivestire le seguenti cariche: Segretario generale della Fondazione "Fiera del Libro, della Musica e della Cultura" e Consigliere di Amministrazione del Teatro Stabile di Torino.
Sulla base di questa documentazione e sulla base dell'istruttoria che normalmente la Giunta delle Elezioni istruisce per procedere e portare una proposta, con l'aiuto degli Uffici, ma, com'è tradizione, anche con un lavoro personale, ho potuto riscontrare che accanto a queste due cariche c'era un altro impegno pubblico importante, di rilievo, di rilievo anche per il nostro procedimento di convalida, che era il ruolo ricoperto dal Consigliere Picchioni dentro l'Associazione "The World Political Forum" dove è membro del Consiglio di Amministrazione e direttore esecutivo.
In data 28 luglio ho provveduto a convocare per la prima volta la Giunta delle Elezioni, con oggetto: "Convalida del Consigliere Picchioni" ma in quella data è mancato il numero legale e non è stato possibile aprire i lavori.
In data 3 agosto ho riunito, invece, l'Ufficio di Presidenza della Giunta delle Elezioni e con il consiglio e l'ausilio dei due Vicepresidenti (la Giunta delle Elezioni è una Commissione particolare, in quanto prevede un Presidente, due Vicepresidenti e un Segretario) abbiamo deciso di rimandare l'analisi della questione "Convalida del Consigliere Picchioni" a settembre, avendo anche verificato che, in base alla norma del Regolamento è prevista una pausa estiva dell'intero mese di agosto, mese che abbiamo utilizzato per recuperare altra documentazione per arricchire l'istruttoria.
Il 6 settembre ho provveduto alla seconda convocazione della Giunta delle Elezioni, da cui è emersa all'unanimità la richiesta di ulteriori documenti, più specifici e puntuali, in merito sia all'Associazione "The World Political Forum" sia alla Fondazione "Fiera del Libro".
In data 14 ottobre, nella terza convocazione della Giunta delle Elezioni, ho provveduto a distribuire ed illustrare ai colleghi una prima bozza di relazione del Presidente, come tradizionalmente è stato fatto in questi anni con la mia Presidenza della Giunta delle Elezioni.
In quella relazione emergevano ed enucleavo tre cause di incompatibilità, riferite, appunto, al Teatro Stabile, all'Associazione "The World Political Forum" e alla Fondazione "Fiera del Libro".
In data 20 ottobre, una lettera del Presidente Cota trasmette alla Giunta delle Elezioni una copia della lettera di dimissioni che il collega Picchioni ha deciso di presentare dal Consiglio di Amministrazione del Teatro Stabile, dimissioni datate 14 ottobre.
In data 21 ottobre, il Consigliere Picchioni ha, inoltre, inviato a tutti i membri della Giunta delle Elezioni due pareri legali, in cui si articolavano delle motivazioni, dei pareri per sostenere la non incompatibilità fra i due residui incarichi (Fondazione "Fiera del Libro" e Associazione "The World Political Forum") con la carica di Consigliere regionale.
In data 26 ottobre, una quarta convocazione della Giunta delle Elezioni andava deserta, per mancanza del numero legale; la stessa cosa succedeva il 28 ottobre (quinta convocazione), convocazione effettuata nell'ultimo giorno utile per rispettare formalmente i termini dei 90 giorni, più 30 di sospensione agostana, previsti dal Regolamento del Consiglio.
In data 2 novembre, infine, nella stessa convocazione della Giunta delle Elezioni e con lo stesso punto all'o.d.g., quindi "Convalida del Consigliere Picchioni", la Giunta delle Elezioni ha esaminato una nuova bozza di relazione del Presidente e, infine, ha provveduto ad un voto.
Leggerò, ora, la relazione che è andata al voto nella Giunta delle Elezioni.
"Relazione del Presidente Mellano sulla condizione di incompatibilità del Consigliere Rolando Picchioni: 'L'esame della normativa vigente e di tutta la documentazione acquisita o pervenuta in merito agli incarichi ricoperti dal Consigliere Rolando Picchioni, la Giunta delle Elezioni rileva la sussistenza di due cause di incompatibilità esplicitamente previste dalla legge 154 del 23 aprile 1981, 'Norme in materia di ineleggibilità ed incompatibilità alle cariche di Consigliere regionale, provinciale comunale e circoscrizionale e in materia di incompatibilità degli addetti al Servizio sanitario nazionale'.
1)Segretario Generale della 'Fondazione del Libro, della Musica e della Cultura': incompatibile.
Alla luce della lettera di 'incarico di consulenza', in data 10 ottobre 2000, con la quale la Fondazione attribuisce, secondo le proprie previsioni statutarie, al signor Rolando Picchioni la gestione della Segreteria Generale e ne definisce il ruolo, i compiti e l'autonomia, tale incarico configura l'incompatibilità con la carica di Consigliere regionale, ai sensi della legge 154/1981.
L'articolo 3, comma 1, n. 1: 'L'Amministratore o il dipendente con poteri di rappresentanza o di coordinamento di Ente, istituto o azienda soggetti a vigilanza, rispettivamente da parte della Regione, della Provincia o del Comune o che dagli stessi riceva in via continuativa una sovvenzione in tutto o in parte facoltativa, quando la parte facoltativa superi nell'anno il 10% del totale delle entrate', e articolo 3, comma 1, punto 3, 'Il consulente legale, amministrativo, tecnico, che presta opera in modo continuativo a favore delle imprese di cui al n. 1 e 2 del presente comma.
2) Membro del Consiglio di Amministrazione e Direttore Esecutivo dell'Associazione 'The World Political Forum' - Incompatibile.
Dai documenti pervenuti dalla presidenza della Giunta regionale si evince che l'anno 2003 le entrate del Bilancio dell'Associazione 'The World Political Forum' sono state 330,00 euro e la Regione Piemonte ha partecipato con una quota associativa di 25.000,00 euro più un ulteriore quota di altri 25.000,00 euro.
Per l'anno 2004 il preventivo delle entrate iscritte a Bilancio è di 900.000,00 euro e la Regione Piemonte partecipa con una quota associativa di 25.000,00 più un contributo di 225.000,00.
Che, il Presidente della Regione è, in virtù della Sua funzione) co Presidente dell'Associazione 'The World Political Forum'.
Che sulla base della delibera D.G.R. 74-8980 del 7 aprile 2003, della D.G.R 1-12717 del 14.0 Giugno 2004, della D.G.R. 1-12860 del 28.06.2004, la Regione ha aderito all'Associazione "The World Political Forum" e in forza della condivisione degli obiettivi generali e dei principi ispiratori dell'Associazione, decidendo su questa base, l'erogazione di contenuti ampiamente eccedenti la quota associativa.
Poiché l'Associazione 'The World Political Forum' è sottoposta a vigilanza da parte della Regione e riceve dalla Regione finanziamenti superiore al 10% delle entrate dell'Ente, la carica ricoperta dal Signor Rolando Picchioni è causa di incompatibilità di cui alla legge 154/81 articolo 3 comma 1 n. 1. L'amministratore o il dipendente con poteri di rappresentanza o di coordinamento di ente istituto o azienda soggetti a vigilanza rispettivamente da parte della Regione, della Provincia o del Comune o che dagli stessi riceva, in via continuativa, una sovvenzione in tutto o in parte facoltativa quando la parte facoltativa supera nell'anno il 10% del totale delle entrate dell'ente.
Dunque, in base alla normativa vigente ed ai documenti acquisiti, la Giunta delle Elezioni propone al Consiglio Regionale di contestare l'incompatibilità del Signor Rolando Picchioni a ricoprire la carica di Consigliere regionale in quanto, attualmente ricopre la carica di Segretario Generale della fondazione del libro della musica della cultura e la carica del membro del Consiglio di Amministrazione e Direttore Esecutivo dell'Associazione 'The World Political Forum'".
Questa è la relazione che il 2 novembre ho portato all'attenzione e al voto dei membri della Giunta delle elezioni. Il voto è stato così espresso: 2 voti a favore, 4 voti contrari, 8 voti di Consiglieri che si sono astenute scegliendo di votare direttamente in aula. Non essendo stati presentati altri documenti e altre relazioni, queste sono le conclusioni della Giunta delle elezioni.
Voglio solo ricordare che la procedura di convalida ha un'ulteriore passaggio, che è quello che deciderà in questa fase l'eventuale contestazione del Consigliere da parte del Consiglio. Se il Consiglio deciderà di votare contro la convalida per la contestazione, ci saranno altri dieci giorni di tempo per formulare osservazioni o rimuovere l'incompatibilità; ulteriori dieci giorni di tempo per il Consiglio, per una delibera definitiva, per rimuovere o optare sulla carica; infine ulteriori dieci giorni al Consiglio regionale per dichiarare la decadenza del consigliere; infine ulteriori cinque giorni per la notifica della decadenza al Consigliere decaduto.
Questo è il lavoro istruttorio lungo e delicato, ma non credo troppo complicato, che la Giunta delle elezioni ha, ancora una volta, credo portato con cura all'attenzione dell'Aula affinché l'Aula possa decidere serenamente.



PRESIDENTE

Ha chiesto intervenire il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Devo dire che non ho capito la proposta sull'ordine dei lavori del Consigliere Brigandì. Non mi è chiara. Aveva detto che interveniva in tal senso ma se da ora in poi uno chiede di parlare e parla senza senso, va bene, è una cosa che si può fare. Non mi stupisce.
Ribadisco, Presidente, che non si può chiedere la parola su un argomento e parlare d'altro. Comunque, se lei accetta, va bene così.



PRESIDENTE

Non ha parlato d'altro, stavamo regolamentando gli interventi. Se vogliamo dare un'immagine anche all'esterno facendo questioni su niente...



PAPANDREA Rocco

Io non parlo mai per fatto personale nonostante ci sia. Se parlo sull'ordine dei lavori, parlo sull'ordine dei lavori, ma varie volte lei mi ha ripreso dicendo che devo attenermi all'ordine del giorno. Se parlo sull'ordine dei lavori, parlo sull'ordine dei lavori, non su come porto la giacca o su come mi sento quel mattino. Quindi, credo che sia bene saperlo.
Se la regola è che quando uno vuole parlare di qualcosa, alza la mano e dice di intervenire sull'ordine dei lavori e poi dice quello che gli pare allora lo facciamo tutti, però deve essere così. Inoltre, quando un Consigliere interviene in quel modo, credo che un Presidente del Consiglio dovrebbe anche dire qualcosa sul modo in cui si è espresso il Consigliere che ha parlato. Detto questo, intervengo sull'altra questione. Devo dire che avrei preferito non intervenire.
La mia è sostanzialmente una dichiarazione di voto. Per la questione dell'incompatibilità avrei sperato di non intervenire perché speravo che il Consigliere Picchioni rimuovesse motu proprio quella che, a mio avviso, è un'incompatibilità. Quella che io ritengo un'incompatibilità riguarda soprattutto la questione del Salone del Libro.
Non ne faccio una questione giuridica. In qualche modo il mio non è neanche un voto sulla tecnica dell'esposizione. Ritengo che ci sia una sostanziale incompatibilità tra il fatto di essere Consigliere e il ricoprire questa carica. Faccio una controprova. Se noi domani dovessimo decidere una carica di questo genere, non credo che voteremmo un Consigliere. Secondo me è un fatto oggettivo e la cosa migliore sarebbe stata, diciamo, di rimuoverla. Non essendo così, comunico che voterò a favore dell'incompatibilità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Taricco; ne ha facoltà.



TARICCO Giacomino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Consigliere Papandrea ha appena detto che, su questa questione, lui non ne fa un problema giuridico.
Io invece penso che su questa vicenda il parere che noi saremo chiamati a formulare è evidentemente una questione giuridica, nel senso che dovremo valutare se oggettivamente, alla luce delle norme che regolamentano la questione dell'incompatibilità, nel caso di specie ravvisiamo una giuridica formale incompatibilità che renda non assommabili i due incarichi.
Su questa vicenda saremo chiamati a pronunciarci sostanzialmente su due questioni; la questione del Teatro Stabile - così come ha detto il Presidente della Commissione Mellano - è venuta meno, in quanto ci sono state le dimissioni del Consigliere Picchioni.
Le due questioni riguardano la Fondazione del Libro e il The World Political Forum. La norma che regolamenta le questioni di incompatibilità nella situazione di specie sono i due commi dell'articolo 3.
Li leggo entrambi, perché vorrei fare alcune osservazioni su come sono da interpretare questi articoli, non perché lo dico io, ma perch molteplice giurisprudenza di Cassazione ha individuato e precisato meglio l'interpretazione di queste norme.
Il primo comma recita: "L'amministratore o il dipendente con poteri di rappresentanza o di coordinamento di Ente, istituto o azienda soggetti a vigilanza rispettivamente da parte di Regione, Provincia o Comune, e che dagli stessi riceva in via continuativa una sovvenzione in tutto o in parte facoltativa, quanto la parte facoltativa superi nell'anno il 10% del totale delle entrate dell'Ente". Questo è il primo comma che potrebbe riguardarci.
Il secondo comma recita: "Il consulente legale o amministrativo o tecnico che presti od operi in modo continuativo in favore di imprese di cui ai numeri 1 o 2 del precedente comma".
Quindi, di fatto, ci troviamo nella necessità di definire alcune questioni: innanzitutto se sia amministratore o dipendente in enti, società o aziende che siano sottoposte a vigilanza da parte della Regione, che ricevano in modo continuativo una sovvenzione facoltativa superiore al 10 delle entrate. Oppure se è assimilabile ad un consulente che sia legale amministrativo o tecnico. Una prima precisazione è questa: tutta la giurisprudenza che ho letto - e ne ho letta molta in queste settimane dice che quando si va a fare, nel caso del consulente che viene definito legale amministrativo o tecnico, un'elencazione dettagliata di condizioni la volontà del legislatore è di definire in modo compiuto gli aspetti che vengono trattati. Se dice "legale amministrativo o tecnico" e avesse voluto definire in modo esemplificativo e non esaustivo questo, l'avrebbe specificato in questi termini. Normalmente la giurisprudenza dice: "Quando ci sono una serie di esempi, l'elenco è da intendersi in modo esemplificativo e non esaustivo". Nel caso di specie, questo non avviene.
Andando a consultare la giurisprudenza su questi temi, su quello che concerne il senso della vigilanza, la Cassazione sostanzialmente sostiene in alcune sentenze - ma ho visto che dove entra nello specifico è abbastanza ricorrente questa prassi - che deve intendersi come vigilanza una vera e propria ingerenza della Regione nel controllo e nella gestione dell'Ente.
Ho qui davanti alcune sentenze relative al caso di specie, dove addirittura in alcuni casi era previsto statutariamente, da parte di Enti verso i quali era stata ravvisata la questione della vigilanza, il fatto di dover trasmettere alla Regione o alla Provincia i propri bilanci. La Cassazione ha sostenuto questo fatto non sufficiente ad affermare una vera e propria questione di vigilanza, perché si intende vigilanza soltanto se c'è una vera e propria ingerenza da parte dell'Ente e, in qualche misura un intervento da parte dell'Ente Regione, Provincia o Comune che incida di fatto sulle decisioni che l'Ente vigilato va ad assumere.
Per quanto riguarda il discorso del 10%, anche per questo la Cassazione ha ravvisato due questioni: il fatto che il 10% sulla parte facoltativa debba essere continuativo e, in qualche misura, ponga in condizione l'Ente, con quel versamento continuativo e facoltativo, di raggiungere le sue finalità sociali.
In sostanza, se il versamento di una quota da parte della Regione o della Provincia è non continuativo, e quindi avviene perché è legato a situazioni contingenti, e non pone in condizione l'Ente vigilato o l'Ente di cui è oggetto il finanziamento di poter con quel finanziamento occasionale raggiungere le proprie finalità, non si ravvisa l'effettivo superamento del 10% sulla parte facoltativa. Per quanto concerne il discorso del ruolo di amministratore o del ruolo di rappresentanza del ruolo che è riconosciuto dall'articolo, anche in questo caso la Cassazione è molto chiara e dice in molteplici sentenze che "non hanno valore dati fattuali o desumibili da situazioni contingenti". Nello specifico, la Cassazione dice che "il dato di rappresentanza deve essere desumibile da disposizioni di legge, da clausole convenzionali", cioè da convenzioni che leghino l'Ente Regione nella fattispecie e l'Ente per cui è ravvisabile l'incompatibilità, "oppure da atto costitutivo".
C'è una sentenza specifica che ho qui, dove veniva contestata ad un Presidente di un ente, che si diceva essere controllato dalla Regione, il fatto che avesse una funzione di rappresentanza. Erano stati forniti una serie di articoli di verbali di Consigli di amministrazione che dimostravano il ruolo della persona incompatibile in oggetto, e la Cassazione ha respinto tutto dicendo: "La rappresentanza deve essere prevista espressamente da disposizione di legge, da clausola convenzionale o da atto costitutivo e non la si può desumere da circostanze meramente fattuali che creano equivoco nell'intendimento della norma", rigettando tutta la questione.
Venendo al caso di specie, noi abbiamo le due questioni che citavo prima e che sono quella del "The World Political Forum" e quella relativa alla Fiera del Libro. Nel caso della Fiera del Libro, noi sappiamo con certezza alla luce di questa interpretazione, che l'Ente non è soggetto a vigilanza non ha un 10% di finanziamenti che portino in questa direzione e l'incarico di consulenza che lega il Consigliere Picchioni all'ente cita espressamente incarichi che nulla hanno a che vedere con la questione legale amministrativa e tecnica.
Nel caso del "The World Political Forum", abbiamo una persona non soggetta a vigilanza e, nel caso di specie, non ha versamenti nei bilanci già approvati che portino a superare in via continuativa il 10% delle risorse.
Per cui, alla luce delle sentenze che ho letto e che ho avuto occasione di spiegare, nella situazione di specie noi non abbiamo le clausole di incompatibilità. Tra l'altro nella relazione presentata dal Presidente laddove si dice che l'associazione "The World Political Forum" è assoggettata alla vigilanza della Regione. Alla luce delle sentenze di Cassazione che ho verificato, e delle carte che abbiamo avuto tra le mani non c'è nessun tipo di vigilanza, come non c'è il superamento del 10%. Per questo motivo, vengono meno i requisiti tali da portare alla verifica.
Per quanto concerne la Fondazione del Libro, valgono le riflessioni che ho enunciato prima: siamo di fronte ad un ente che non è soggetto a vigilanza, che non riceve contributi facoltativi in via continuativa superiore al 10%. Siamo di fronte ad un ente del quale l'Onorevole Picchioni non è né amministratore né dipendente, ma consulente con una qualifica culturale che non fa riferimento al dato legale, amministrativo e tecnico. Per tanto, a mio giudizio, non c'è nessuna delle clausole di incompatibilità previste dalla legge, così com'è stato dichiarato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente e grazie colleghi. Intervengo volentieri sulla questione perché ascoltare il Presidente della Commissione, di cui ho sempre apprezzato la chiarezza e la coerenza nel gestire gli atti, ci ha creato qualche dispiacere.
Signor Presidente della Commissione, mi deve permettere questo tipo di considerazione: l'ho vista particolarmente eccitato e motivato nel cercare di evidenziare quella che è l'incompatibilità e la posizione dell'Onorevole Picchioni. L'ho vista troppo interessato alla questione. Penso che gli atti, relativi a colleghi che possono trovarsi in una posizione particolare, vanno fatti con serenità. Il problema non è esprimere o no un parere. Il problema è di capire. Ci tenevo a sottolineare questo punto. Pur apprezzando sempre il suo lavoro, l'ho visto particolarmente accanito e questo mi ha dato un dispiacere. Sarebbe stato sufficiente trattare la questione con semplicità e con spontaneità.
Volevo parlare all'Aula a proposito del discorso dell'incompatibilità fermo restando il ragionamento del Consigliere Taricco, secondo cui, sotto il profilo giuridico, non esiste incompatibilità, perché l'Onorevole Picchioni, in questa Giunta, non occupa la posizione di Assessore alla cultura. Non è vero, e sfido chiunque a dire dove e come il collega interferisce nella gestione dei fondi. Non è assolutamente così. La cosa che più crea dispiacere è che, considerando il tessuto professionale del collega Picchioni, che ha portato la cultura di questa comunità a livello nazionale, mancando pochi mesi alla chiusura della legislatura, non si vede l'ora di far fuori un elemento che, sotto il profilo politico e della capacità culturale, ha elevato, in modo particolare, le condizioni di questa nostra comunità. Noi vogliamo privarci, senza nessun titolo giuridico, di questa possibilità? Sbagliamo - attenzione - nelle dichiarazioni di voto. Non perdiamo quella che è la capacità dell'Onorevole Picchioni, che può ancora offrire preziosi contributi, perché in questi tre mesi non cambia nulla.
L'Onorevole Picchioni, in questo momento, non è in condizione di interferire nel rapporto tra Regione e finanziamento.
Questa è una sciocchezza. Vi prego di riflettere e di votare contro la questione dell'incompatibilità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Grazie, Presidente e colleghi.
Credo che il voto e la discussione attorno alla convalida o meno dell'Onorevole Picchioni nella carica di Consigliere regionale, sia un argomento, benché condiviso, sollevato e argomentato da molti, di estrema delicatezza. Porre all'Aula il quesito se sia legittima o no l'elezione a Consigliere regionale di un cittadino che, liberamente, ha partecipato alla competizione elettorale e ha avuto un investimento popolare, è questione molto delicata.
Nel ruolo che siamo chiamati a ricoprire, credo che la stessa investitura imponga un'attenzione a tutti i casi possibili di incompatibilità che si possono determinare. La legge ne regola alcuni.
Vorrei ricordare che, per quanto riguarda altre Assemblee elettive, al Consigliere comunale dipendente dell'Ente Comune, che ha partecipato alle elezioni ed è stato eletto, non è data questa possibilità, perché deve rimuovere l'incompatibilità: si dimette dal ruolo di dipendente del Comune o sceglie, di conseguenza, di rinunciare ad un mandato, mantenendo il posto di lavoro.
I casi di incompatibilità riguardano anche i dipendenti della Regione Piemonte. Ai dipendenti della Regione Piemonte, o a coloro che sono assunti secondo un rapporto di collaborazione coordinata o di consulenza, non è dato di rivestire questo ruolo e, contemporaneamente, essere nominati dalla Giunta negli enti partecipati. È una cautela che il legislatore - in questo caso il legislatore regionale - ha voluto introdurre per evitare la commistione fra controllato e controllore. La disquisizione giuridica scivola se gli Enti in esame - in questo caso, per gli incarichi ricoperti dall'Onorevole Picchioni - assumono o no il carattere di Enti vigilati.
Su tutta la materia, ho una mia opinione e l'interpretazione che ho dato alla legge di riferimento è che la stessa è inequivocabile nella sua portata. La carica di Consigliere regionale, provinciale, comunale circoscrizionale dell'amministratore o del dipendente non è compatibile con poteri di rappresentanza e di coordinamento di Enti, istituti o aziende soggetti a vigilanza, rispettivamente dagli Enti di riferimento.
A me, questo concetto pare inequivocabile. Ma dato che, in dottrina giuridica, l'interpretazione della norma molto spesso ribalta la volontà del legislatore, o nell'ambito delle sentenze di riferimento si cerca di interpretare la volontà del legislatore (che non è detto che coincida sempre con la volontà stessa) credo che, a questo punto, dovrebbe subentrare la ragione dell'opportunità.
In quest'aula, Presidente, più volte abbiamo sollevato una ragione di opportunità politica per il suo incarico che, alla luce dei fatti, appare quasi meno grave. Al Presidente del Consiglio regionale è richiesta l'imparzialità nell'esercitare anche un ruolo di coordinamento del partito di riferimento. Anche qui, secondo me, vale il discorso dell'opportunità.
Nessuna crociata contro l'Onorevole Picchioni e me ne darà atto.
Personalmente, sono stato latore di una lettera che ho reso pubblica, una lettera aperta, nella quale, nel riconoscere il rispetto dovuto a una parte di storia anche di quest'assemblea e, per la figura che qui rappresenta e per la quale esprimo stima, ho ragione di credere che ci sia anche spazio per uno scatto di orgoglio e che, probabilmente, oggi quest'Aula convaliderà la nomina del Consigliere regionale.
Il mio auspicio è che lo stesso Onorevole Picchioni dia un po' una lezione a tutti e nei prossimi giorni, in modo autonomo e forte del mandato di riconoscimento di quest'Aula, possa decidere di rimuovere questa incompatibilità, operando una scelta che sarebbe di grande prestigio e di grande rispetto, al di là della faziosità delle appartenenze, che molto spesso prevale sul buonsenso che pure in questa occasione dovrebbe assolutamente dominare.
Quindi, per quanto mi riguarda, confermo il mio voto - anche se qui si sceglie la formula del voto segreto, lo rendo pubblico, non ho assolutamente problemi a farlo - che è quello della contrarietà alla convalida del Consigliere Rolando Picchioni per le ragioni appena esposte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Mi atterrò per l'intero intervento a considerazioni di merito; altre considerazioni di carattere politico su questo caso si potranno e forse si dovranno fare, per quello che mi riguarda, anche dentro quest'aula, ma non oggi e in questa sede.
Il collega Picchioni, attraverso le memorie fatte pervenire alla Giunta delle Elezioni il mese scorso, sostiene di non essere incompatibile perch le due cariche che ricopre e su cui si è appuntata l'attenzione della Giunta delle Elezioni riguardano, in primo luogo, un ente sottoposto a vigilanza da parte della Regione, in cui egli afferma di non esercitare n funzioni di amministrazione né funzioni di consulente amministrativo - e questa sarebbe la Fondazione Fiera del libro, della musica e della cultura e, in secondo luogo, un ente (il "The World Political Forum") in cui ricopre incarichi amministrativi, che però non sarebbe sottoposto a vigilanza da parte della Regione.
Abbiamo sentito dal collega Taricco un'ulteriore ed evolutiva interpretazione, secondo la quale - ci arriveremo - neppure la Fondazione Fiera del libro sarebbe Ente sottoposto a vigilanza da parte della Regione.
Nel primo caso, il collega sarebbe - lo dico io e dovrò motivarlo indubitabilmente incompatibile se l'incarico presso la Fiera del libro configura una funzione di direzione amministrativa interna all'ente o più semplicemente una consulenza amministrativa continuativa agli organi dell'ente, così come previsto dall'articolo 3, comma 1, nn. 1 e 3, della legge 154/81.
Nel secondo caso, invece, il collega sarebbe - e, aggiungo io indubitabilmente è - incompatibile se i rapporti della Regione con il "The World Political Forum" configurano ciò che dottrina e giurisprudenza definiscono con il termine "vigilanza".
Vediamo nel dettaglio la questione, partendo dall'incarico di Segretario generale della Fondazione del libro. La Fondazione del libro, ai fini dell'applicazione della legge 154/81, è un ente sottoposto a vigilanza da parte della Regione. Dalla documentazione, che in parte ho provveduto a far recapitare a tutti i Consiglieri e che peraltro è in larghissima misura disponibile presso la Segreteria della Giunta delle Elezioni, si evince che il ruolo del Consigliere Picchioni all'interno della suddetta Fondazione è di carattere direttivo ed è finalizzato (cito testualmente) a "promuovere gestire e coordinare le relazioni, anche economiche, della Fondazione con soggetti istituzionali e privati, a predisporre e sottoporre il bilancio all'approvazione del Consiglio d'amministrazione, a definire le linee direttive della Fiera del libro, a coordinare l'organizzazione delle principali attività della Fondazione".
Dal quadro delle funzioni attribuite al Segretario generale - perch parliamo di un Consigliere che fuori di qui è consulente culturale e Segretario generale di un ente - da parte della Fondazione emerge con chiarezza che il Consigliere Picchioni non esercita una consulenza puramente culturale a favore degli organi direttivi della Fondazione n riveste un incarico di staff, ma ricopre una carica direttiva, prevista all'articolo 11 dello Statuto della Fondazione, con poteri di gestione organizzazione e coordinamento, ovviamente entro i limiti di indirizzo stabiliti dal Consiglio d'amministrazione. Anche qualora in questo caso si volesse privilegiare il cosiddetto nomen juris, cioè il rapporto contrattuale di consulenza che lega il Consigliere Picchioni alla Fondazione, ci si troverebbe comunque dinanzi a una consulenza amministrativa continuativa, affidata per un incarico direttamente e autonomamente gestionale sia in termini organizzativi sia in termini economici. Mi pare che tutto si possa sostenere, signor Presidente e colleghi, fuorché che la funzione che lo Statuto individua come vertice dell'apparato amministrativo interno e la persona che la esercita ininterrottamente dal 1998 rientrino nella categoria indeterminata della consulenza culturale.
Vi pare credibile, colleghi, che un consulente culturale senza alcuna funzione amministrativa predisponga il bilancio dell'ente, lo sottoponga all'approvazione del Consiglio d'amministrazione, cui peraltro regolarmente partecipa in virtù della sua funzione, e addirittura sigli pagina per pagina, come Segretario generale, il documento contabile? Vi pare credibile che sia un consulente culturale a richiedere finanziamenti a nome dell'ente presso le istituzioni che all'ente partecipano? Che sia un consulente culturale a occuparsi delle sponsorizzazioni e delle assunzioni? Che sia un consulente culturale a intrattenere tutte le relazioni istituzionali? Che sia un consulente culturale a risultare responsabile - o corresponsabile - di tutta la programmazione delle attività e organizzatore e supervisore della Fiera del libro? Queste cose non le invento: questo è l'elenco delle funzioni desumibili dallo Statuto, dalla lettera d'incarico e dai verbali del Consiglio d'amministrazione della Fondazione Fiera del libro.
Anche a voler enfatizzare il fatto che ci si trovi di fronte a un consulente e non già ad un dipendente, qualcuno vuole mettere in discussione la natura amministrativa e gestionale dell'incarico attribuito al collega Picchioni? A questo punto, quindi, a mio parere, il suo incarico configura l'incompatibilità con la carica di Consigliere regionale ai sensi dell'articolo 3, comma 1, della legge 154/81, che il collega Taricco ha già citato nel proprio intervento, laddove si prevede l'incompatibilità per "l'amministratore o il dipendente con poteri di rappresentanza e di coordinamento di ente, istituto o azienda soggetti a vigilanza rispettivamente da parte della Regione, della Provincia o del Comune ovvero del consulente legale, amministrativo e tecnico che presta opera in modo continuativo in favore delle imprese di cui ai nn. 1 e 2 del presente comma", cioè quelle sottoposte a vigilanza da parte della Regione.
Se è incompatibile il contabile che scrive le cifre sul bilancio, chi predispone e difende un Consiglio d'amministrazione e sigla pagina per pagina il bilancio non è un consulente amministrativo, o è meno consulente amministrativo del contabile che fa i conti? Forse a questa domanda, non politicamente, ma giuridicamente dobbiamo rispondere, perché sarebbe quanto meno curioso che quest'Aula, nell'esercitare una forma non di decisione politica, ma di giurisdizione, stabilisse il principio che il contabile del Salone del libro è incompatibile, mentre chi scrive i bilanci del Salone del libro, e in larghissima misura come vertice dell'apparto amministrativo interno li amministra, non è incompatibile.
Passiamo quindi all'incarico del membro di Consiglio di amministrazione e Direttore esecutivo dell'associazione "The World Political Forum". Tale associazione, ai fini dell'applicazione della legge n. 154 del 1981, è un ente sottoposto a vigilanza da parte della Regione. Dalla documentazione acquisita o acquisibile, da parte di tutti i Consiglieri, si evince che la Regione, attraverso il proprio sostegno, anche finanziario, e il proprio impegno diretto deliberato dall'organo politico, cioè dalla Giunta regionale, concorre a determinare e ad attuare la volontà dell'ente.
Ovviamente, risparmio l'elenco dei finanziamenti in quote associative e in sovvenzioni non rientranti nella quota associativa conferita da parte della Regione. Basti rilevare che si tratta di finanziamenti che coprono, nella fase precedente la costituzione dell'associazione, nella fase successiva alla costituzione dell'associazione, e anche nell'ultimo bilancio di esercizio, un quarto delle entrate complessive dell'ente, con, per l'ultimo bilancio, una quota di sovvenzione non rientrante nella quota associativa eccedente la misura del 10% delle entrate complessive dell'ente.
Per vigilanza ai fondi della legge n. 154 si intende quanto è definito da giurisprudenza costante come concorso alla formazione della volontà dell'ente. Su questo si veda le sentenze, Consigliere Taricco. Le sentenze le leggiamo tutti, spesso le interpretiamo in modo diverso. Dalla sentenza della Cassazione n. 5216 del 7 aprile 2001 emerge con chiarezza che l'ipotesi di incompatibilità si realizza quando il rapporto di vigilanza si traduce in un controllo idoneo ad incidere sul processo formativo della volontà dell'ente. Sempre per la Cassazione, affinché si determini una situazione di incompatibilità, la sentenza non rileva che si tratta di una partecipazione minoritaria, ma - cito testualmente - "posto che il socio è comunque in grado, indipendentemente dall'entità della partecipazione finanziaria, di concorrere alla formazione della volontà e, più in generale, al funzionamento dell'ente". Un socio fondatore come la Regione che copre da solo, fra quota associativa e sovvenzione, circa un quarto del bilancio dell'ente, concorre o non concorre al funzionamento dell'ente stesso e alla determinazione della sua volontà? Secondo me, sì, concorre e risulta particolarmente improbo, dal punto di vista giuridico e non dal punto di vista politico, sostenere che un impegno finanziario che, di fatto, assicura il funzionamento dell'ente stesso non configuri un concetto di vigilanza.
Sempre in ordine di vigilanza si evidenzia, con la sentenza n. 4168 del '95 della Corte di Cassazione, che essa non deve essere interpretata in modo limitativo con solo riferimento ai controlli tipici di legittimità, ma va intesa nella sua ampia accezione. Di fronte a tale situazione, abbiamo un'alternativa: da una parte, di amministrare questa norma e di esercitare questa giurisdizione secondo la linea, i criteri e anche la compostezza con cui l'abbiamo amministrata in tutti gli altri casi; oppure, per questa volta, innovare, stabilendo che la Fondazione Fiera del Libro non è affatto soggetto a vigilanza e che chi redige i bilanci della Fondazione non è un consulente amministrativo, mentre lo è solo il contabile che li scrive.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà



MORICONI Enrico

Anzitutto, voglio sottolineare che, personalmente, condivido le posizioni di quanti hanno espresso stima per l'operato dell'Onorevole Picchioni e ricordo, in particolare, il lavoro da lui svolto sullo Statuto.
I miei pensieri sono sicuramente indipendenti dalla stima che provo per lui, però penso che, su una questione di questo genere, noi dovremmo argomentare non tenendo conto, come filo conduttore del nostro ragionamento, della nostra posizione personale nei riguardi della persona di cui discutiamo la situazione.
Mi sembra che la vicenda sottolinei un momento di difficoltà che forse riguarda anche il nostro Regolamento. La dimostrazione l'abbiamo avuto negli interventi che si sono succeduti fino ad ora: stiamo affrontando argomenti che competono maggiormente al potere giudiziario, cioè materia propria di chi lavora nel campo giudiziario, non tanto specifico oggetto di trattazione del Consiglio regionale. Ci troviamo a discutere di leggi e di sentenze, ma credo che molti di noi non siano sufficientemente preparati per poter esprimere un giudizio dal punto di vista legale.
Questa situazione potrebbe anche indurre ad un altro tipo di ragionamento.
Se è difficile scegliere tra le diverse posizioni presentate perch come si è visto fino ad ora, le norme scritte vengono interpretate in maniera discordante tra quanti si sono finora espressi, credo che si dovrebbe riflettere sulle modalità con le quali procediamo nell'affrontare questi problemi quando si sono presentati. Non posso non mettere in collegamento questa vicenda con altre che abbiamo vissuto in passato sempre a proposito dell'eleggibilità o dell'ineleggibilità dei Consiglieri.
Non vorrei che, dietro queste vicende che stiamo affrontando, con tutto il corollario di episodi che abbiamo visto (il rinvio, il ritardo, la difficoltà di arrivare in aula per discutere), non da parte del Consigliere Picchioni, ma da parte di una numero anche consistente di altri Consiglieri, fosse sotteso un pensiero, un'idea, un'ipotesi che contesto fortemente. Ovvero che, in fondo, l'ineleggibilità progressivamente pu perdere molte delle sue norme, dei suoi confini e dei sui contorni: tutto sommato, il Consigliere viene eletto con voto popolare e tale legittimazione potrebbe consentire di superare eventuali problemi di conflittualità.
Giudico questo atteggiamento, che, ripeto, scindo dal caso particolare dalla persona, come un pericolo nel caso e nella vicenda specifica.
A me sembra un atteggiamento oggi sempre più ricorrente. Già a livello nazionale abbiamo sentito esprimere certe posizioni, per le quali il voto popolare è come una legittimazione che potrebbe essere superiore e superare eventuali problemi di conflittualità.
Mi sembra che questo atteggiamento, che scindo dal caso particolare, ma che vedo come pericolo nella vicenda, sia un atteggiamento che non vediamo solo oggi e in questo luogo; già a livello nazionale, in molte occasioni abbiamo sentito esprimere queste posizioni per cui il voto popolare è come una legittimazione che investe l'eletto e per il quale le norme e le regole devono essere interpretate con il criterio preminente di un'investitura popolare, che giustifica la permanenza nel luogo in cui si è stati eletti.
Credo che riflettere su questo particolare che la vicenda sottolinea sarebbe un'occasione utile per valutare le norme e le regole sull'ineleggibilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

In questa occasione, che il Consiglio regionale ha affrontato più volte, si sono determinate delle condizioni che hanno allontanato di molto l'esame di una questione prettamente giuridica da questo terreno proprio.
Dobbiamo discutere e pronunciarci su una presunta incompatibilità; è un passo che ha caratteristiche giuridiche e che, inizialmente, è stato intrapreso, così come è stato fatto molte altre volte, con un'analisi dei problemi, un incedere che era simile a quello di solito usato nei confronti di tutti i Consiglieri che si sono trovati a dover verificare la loro incompatibilità.
La questione è giuridica, o meglio dovrebbe essere sempre e solo giuridica, e tale è stata fino a un certo punto. Fino a che la presidenza del collega Mellano ha dipanato i propri lavori, come richiedono gli stessi, assumendosi in pieno la responsabilità di governarli con equilibrio.
Poi, è successo qualcosa che, almeno dal mio punto di vista, ha inquinato questa situazione. Qualcosa che ha fatto irruzione in una discussione che doveva e deve essere solo giuridica: la politica.
Sappiamo con quanta prudenza deve argomentare l'interprete di norme difficili e sottili da interpretare. Nell'interpretazione della norma giuridica, il dubbio dovrebbe essere sempre la leva che ci aiuta a capire e l'atteggiamento pro veritate adversa diligere dovrebbe accompagnare tutti coloro che esaminano la norma e la interpretano per capire fino all'ultimo minuto.
Viceversa, ad un certo punto, il collega Palma si è introdotto politicamente e in modo molto scorretto - a mio modo di vedere - in un dibattito in Commissione, facendo giungere ai colleghi lettere che considero ingiuriose e contenenti illazioni calunniose.
Ad un certo punto, tale questione, che era come dipanare la sottile matassa se il collega sia o meno incompatibile, la si è messa in politica.
Quando si mettono in politica questioni del genere tutto diventa più difficile. Mi viene da chiedere e ripetere: ma cosa avrà mai fatto il collega Picchioni per subire quello che appare un accanimento personale e politico? La questione diventa molto difficile. Per quanto i colleghi cerchino di gettarla in politica, mi sembra che gli argomenti addotti, sui quali si pu avere opinioni differenti- ad esempio gli argomenti portati dal Consigliere Taricco - possano consentire di dire che sono ed esistono argomenti razionali, che possono portare a sostenere la non incompatibilità giuridica.
Si può non essere d'accordo? Bene, lo si dica, ma non si facciano guerre politiche su questo. Perché se si fa la guerra, non si capisce più che mestiere facciamo noi. Questa è la questione giuridica. Chiudere, come da un certo punto in poi è stato fatto in una sorta di tenaglia in cui un braccio, una leva era tutta politica, ha squilibrato questa vicenda.
La mia opinione è che si può sostenere la non incompatibilità, ma si può anche sostenere l'incompatibilità, come hanno fatto altri colleghi con i quali mi riconosco tante volte, sulla cui questione abbiamo pacificamente, come succede nell'interpretazione delle norme, opinioni differenti. Non è una guerra di principio tra noi, un fatto politico: è un difficile garbuglio di interpretazione di norme.
Quindi, sulla questione giuridica la penso in questo modo e rifiuto le requisitorie che ho sentito.
C'è poi la questione politica, ma questo è un altro discorso. La questione politica sta in mano alla politica e alla responsabilità della politica. Anche sulla questione politica posso esprimere la mia opinione.
Il collega Rolando Picchioni, di certo, ha un paio di attività che, se vengono svolte ad alto livello qualitativo (qualcuno, magari, dice ahimè io no) come il collega Picchioni è in grado di svolgere, sono di certo due attività che, unite all'attività di Consigliere regionale, portano il collega Picchioni ad avere delle attività sulle quali, non firmando semplicemente la presenza in Consiglio e nemmeno da altre parti, l'una attività porta tempo all'altra e quindi l'una attività può andare a scapito della qualità svolta nell'altro impegno politico. Ma questi sono problemi politici.
Posso dire, in amicizia, al collega Picchioni, che ritengo che questi impegni politici e soprattutto il modo in cui vengono interpretati siano tali per cui mi sembra che il collega potrebbe dedicarsi in pieno - e io auspicherei questo - nella scelta di quale impegno politico svolgere, ma questa è la scelta che farà il collega Picchioni, non è una scelta a cui lo chiamiamo in obbligo di una interpretazione giuridica. E' una scelta di opportunità politica, di tempo e di spazio all'interno del quale svolgere tutte queste attività, che, di certo, tutte insieme formano un pieno di responsabilità che sarà poi il collega Picchioni a decidere come gestire può abbassare il tono in una e alzarlo nelle altre. Con questo, non dico al collega Picchioni di scegliere il Consiglio o il resto; vedrà lui! Di certo, l'invito che rivolgo al collega Picchioni è quello di essere all'altezza di se stesso, di quello che lui è sempre stato. In questi pochi mesi in Consiglio regionale ha già dato un contributo di rilievo; valuti lui la possibilità di svolgere al meglio le responsabilità - tante - che oggi gravano nella propria giornata.
Quindi, la questione giuridica è un fatto e si può sostenere la non incompatibilità; la questione politica è altro fatto, in cui il dominus è Picchioni.
Decida lui cosa fare in piena libertà. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Come è stato detto da altri colleghi, ritengo che sulla questione in oggetto occorra essere svincolati da qualsiasi valutazione di carattere politico e di rapporti personali. Lo dico perché ricordo che quando abbiamo affrontato in quest'aula la questione relativa al collega Picchioni e al povero collega Tomatis, personalmente, in modo deciso, mi ero pronunciato a favore del collega Tomatis, pensando che giuridicamente quella posizione fosse corretta. Ne ero convinto allora e ne sono convinto oggi.
Sarebbe sbagliato fare valutazioni di carattere di opportunità o dare un giudizio sulla statura politica di uno o dell'altro. Questo non è il nostro compito, non è il ruolo che abbiamo oggi. Certo, le valutazioni politiche personali esistono, ci sono e devono valere nel nostro giro politico, ma non nella scelta che oggi dobbiamo compiere.
Voglio dire anche un'altra cosa: quando in Commissione abbiamo iniziato l'esame di tale questione, propendevo per l'incompatibilità del collega Picchioni. Valutando, cioè, la documentazione che era in discussione in Commissione, il mio pensiero iniziale era questo.
In seguito alla discussione avvenuta e all'ulteriore documentazione fornita in Commissione, sono arrivato, invece, a votare per la convalida del collega Picchioni, respingendo la relazione del Presidente Mellano.
Devo dire che, al di là di altre valutazioni, l'operato del Presidente è stato, come sempre, un operato corretto, improntato a portare la Commissione a svolgere una valutazione basata sulla documentazione, quindi una valutazione unicamente di carattere giuridico. Poi, rispetto alle altre valutazioni e al modo con il quale si è protratta la discussione all'interno della Commissione, ognuno ha il proprio pensiero.
Ecco perché intendo convalidare la presenza del collega Picchioni in Consiglio regionale.
Voglio aggiungere che non ci sono valutazioni di Gruppo. Questa mia valutazione viene condivisa da altri colleghi del Gruppo e, tra l'altro anche il collega Marcenaro mi ha pregato di comunicarlo, in quanto la sua assenza non è dovuta all'imbarazzo nell'affrontare questa situazione. Il collega Marcenaro condivide la mia opinione, ma si scusa in quanto si è dovuto assentare e poiché queste sono questioni delicate è meglio essere chiari in tutto.
Per quanto mi riguarda, dunque, sostengo la convalida del collega Picchioni in Consiglio regionale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Grazie, collega Muliere.
Dichiaro chiusa la discussione generale e procedo ad indire la votazione. Devo, prima, spiegare il voto: verrà distribuita una schede che recita: "Convalida Consigliere regionale Rolando Picchioni". Chi vota "sì" vota per la convalida; chi vota "no", vota per la non convalida.
Si proceda alla distribuzione delle schede.
Nomino scrutatori il Consigliere Costa Enrico e la Consigliera D'Onofrio.



(Il Consigliere Picchioni esce dall'aula consiliare)



(Il Consigliere Segretario Galasso procede all'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 Consiglieri hanno votato SÌ 29 Consiglieri hanno votato NO 19 Consiglieri schede bianche 3 Consiglieri Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

E' pertanto convalidata l'elezione del Consigliere Picchioni.
La seduta pomeridiana avrà inizio alle ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.32)



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